Pre i Storia

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Preistoria Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Da tavole scientifiche di fine XIX secolo: manufatti artistici magdaleniani, paleolitico superiore. La preistoria è il periodo della storia umana che precede la scrittura, secondo una visione sufficientemente condivisa, da circa 2,5- 2.6 milioni di anni fa al IV millennio a.C., e in alcune discipline e contesti comprensiva della protostoria: quasi tutta l'era quaternaria. Indice [nascondi] 1 Definizione 2 Le origini o 2.1 Premessa: il paleocene e la radiazione dei mammiferi o 2.2 Il miocene e l'evoluzione dei primati, fino a 5 milioni di anni fa 3 L'inizio del pleistocene, i primi uomini: Australopithecus garhi e Homo habilis, 2,5 milioni di anni fa 4 Da 1-1,5 milioni a 50-100 mila anni fa: l'Homo erectus 5 Homo neanderthalensis e Homo sapiens, uomini "moderni" o 5.1 fino a 30-28 mila anni fa: l'Homo neanderthalensis e la cultura musteriana o 5.2 Da 200-150 mila anni fa ad oggi: l'Homo sapiens

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preistoria

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Preistoria Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Da tavole scientifiche di fine XIX secolo: manufatti artisticimagdaleniani, paleolitico superiore.

La preistoria è il periodo della storia umana che precede la scrittura, secondo una visione sufficientemente

condivisa, da circa 2,5- 2.6 milioni di anni fa al IV millennio a.C., e in alcune discipline e contesti comprensiva

della protostoria: quasi tutta l'era quaternaria.

Indice

[nascondi]

1 Definizione

2 Le origini

o 2.1 Premessa: il paleocene e la radiazione dei mammiferi

o 2.2 Il miocene e l'evoluzione dei primati, fino a 5 milioni di anni fa

3 L'inizio del pleistocene, i primi uomini: Australopithecus garhi e Homo habilis, 2,5 milioni di anni fa

4 Da 1-1,5 milioni a 50-100 mila anni fa: l'Homo erectus

5 Homo neanderthalensis e Homo sapiens, uomini "moderni"

o 5.1 fino a 30-28 mila anni fa: l'Homo neanderthalensis e la cultura musteriana

o 5.2 Da 200-150 mila anni fa ad oggi: l'Homo sapiens

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o 5.3 La fine dell'era glaciale

6 Diecimila anni fa, l'olocene: agricoltura e sedentarismo dal Mesolitico al Neolitico

7 Cinquemila anni fa, la scrittura, lo sviluppo delle società complesse, l'inizio della protostoria

8 Dalla Preistoria alla Storia

9 Brevi note cronologiche sull'epoca preistorica

10 Note

11 Bibliografia

12 Voci correlate

13 Altri progetti

14 Collegamenti esterni

[modifica]Definizione

Tavoletta calcarea incisa da scrittura pittografica. Proviene dalla città mesopotamica di Kish (Iraq), risalente al 3 500 a.C. Una

delle prime scrittura conosciute

La preistoria è convenzionalmente definita come il periodo della storia umana che precede

l'invenzione della scrittura, intesa in senso tradizionale a circa il 3200-3500 a.C. nel vicino oriente, ovvero la storia

documentata o registrata. Le scoperte recenti sulle prime notazioni sumeriche o balcaniche e le molteplici

considerazioni sulle molte reinvenzioni della scrittura stessa, nonché eventuali notazioni prettamente preistoriche,

non spostano il senso pratico di questa convenzione.

In alcune discipline, e in diverse tradizioni scientifiche comunque, la parte più recente della preistoria viene a

sovrapporsi alla protostoria, arrivando a sfiorare il II millennio a.C.. Quindi a seconda del contesto, con preistoria si

può coerentemente intendere quanto scritto nella definizione iniziale, così come quanto definito nel Sistema delle

tre età.

Con la comparsa di testimonianze scritte continuative e interpretabili gli storici hanno a disposizione per la loro

ricostruzione degli eventi una più vasta e chiara documentazione che giustifica questa periodizzazione

convenzionale.

La lunghissima fase della storia dell'uomo antecedente all'invenzione della scrittura a rigor di termini dovrebbe

iniziare circa 200 000 anni fa quando nella regione dell'attuale Sudafrica appare un tipo umano, l'Homo sapiens

sapiens che dal punto di vista anatomo-morfologico risulta in tutto identico all'uomo attuale.

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Schema dell'evoluzione umana (pre-sapiens)

LEGENDA: A: Lukeino, Lothogam; B: Afarensis, Hadar (Etiopia); C: Afarensis ("Lucy"), Hadar (Etiopia); D: Africanus; E:

Robustus; F: Ultimi australopitechi; G: Industria di Oldoway (Tanzania): ciottoli bifacciale (chopping-tools); H: Primi insediamenti

strutturati, Melka Kunturé (Etiopia); I: Homo erectus in Europa; J: Avvio dell'industria acheuleana in Africa; K: Homo erectus in

Francia; L: Avvio dell'industria acheuleana in Europa; M: Homo erectus in Germania; N: Uomo di Giava; O: Uomo di Tautavel

(Francia); P: Dominio del fuoco: Nizza (Francia); Vértesszöllös (Ungheria); Q: Tecniche di caccia, Torralba del Moral (Spagna);

R: Sinantropo (Uomo di Pechino), Zhoukoudian (Cina); S: Fossili pre-neandertaliani di Swanscombe (Gran Bretagna); T: Fossili

pre-neandertaliani di Petralona (Grecia); U: Fossili pre-neandertaliani di Steinheim (Germania); V: Capanna, Nizza (Francia); W:

Homo erectus, Gerona (Spagna)

Tuttavia circa 2,5 milioni di anni fa, un tipo di ominide vivente nella regione intorno al Lago Vittoria, nel luogo dove

attualmente confinano l'Uganda, il Kenya e la Tanzania, inizia ad utilizzare per la prima volta degli utensili dando

inizio alla storia della tecnica. Per estensione, si può ipotizzare una possibile contemporanea origine del pensiero,

che darà a sua volta inizio alla religione, all'arte, allafilosofia ed alla scienza pura.

Attualmente si tende a considerare preistoria, allineando scienze diverse interessate alle periodizzazioni,

cioè antropologia, zoologia, archeologia (paletnologia), e geologia, ma soprattuttopaleoantropologia, quindi un

definito periodo geologico: l'era quaternaria, estendendo quindi lacronologia della preistoria a 2 588 000 anni fa e

includendo l'olduvaiano inferiore (una definizioneantropologica) e di conseguenza il genere Australopithecus,

probabilmente l'Australopithecus garhi, tra le specie tecnologiche, in grado di produrre e utilizzare estensivamente

utensili, anche se piuttosto grezzi. Secondo alcuni autori l'inclusione di australopitechi, estenderebbe il periodo alla

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comparsa del genere, circa 4 milioni di anni fa. L'invenzione del primo strumento di lavoro potrebbe giustificare

quindi l'estensione della preistoria a tutto il quaternario, e forse oltre, con i gruppi diominidi che utilizzarono utensili

autoprodotti, dissimili dagli umani attuali, Homo.s.s.

La preistoria viene convenzionalmente suddivisa, in prima approssimazione in tre periodi rientranti in due diverse

fasi:

1. Fase preistorica, dominio delle tecniche litiche

Età della pietra: prodotti litici, in legno, osso, pelle.

paleolitico, un lunghissimo periodo, di oltre 2 milioni di anni, inizio ed evoluzione della

modificazione degli strumenti in pietra

paleolitico inferiore 2 500 000 - 120 000 anni fa

paleolitico medio 120 000 - 36 000

paleolitico superiore, fino a 10 000 anni fa

mesolitico, un più breve periodo, uso di tecniche microlitiche e inizio della domesticazione

animale

neolitico, levigatura dei manufatti, uso di ceramiche, progressivo abbandono del nomadismo,

diffuse pratiche agricole

età del rame o cuprolitico, che si sovrappone alle ultime fasi del neolitico, coesistendo l'uso

del metallo con l'industria litica

2. Fase protostorica, sovente esclusa dalla preistoria in senso stretto

età del bronzo

età del ferro

che si accavalla abbondantemente alla storia in senso stretto, e rientra in ogni ambito nella protostoria.

Sarebbe più corretto comunque, parlare sempre di fasi in quanto i periodi preistorici sono caratterizzati da, anche

forte, differente durata temporale e termine nelle diverse regioni geografiche. Un esempio per tutti, nelle Americhe,

le fasi glaciali, la cultura, la tecnologia, seguirono cronologie completamente differenti; basti pensare alla limitata e

tarda diffusione della metallurgia, circoscritta al sud del continente e basata principalmente su rame, oro, argento.

[modifica]Le origini

Per approfondire, vedi la voce Evoluzione della vita.

La teoria dell' evoluzione delle specie è fondamento della biologia moderna, dalle prime forme vitali

strutturalmente semplici, nelle acque, all'origine dei regni dei viventi, allo sviluppo degli animalivertebrati, con la

loro classe più evoluta: i mammiferi.

[modifica]Premessa: il paleocene e la radiazione dei mammiferi

Lo sviluppo dei mammiferi e di conseguenza l'evoluzione della specie umana devono probabilmente la loro

esistenza alla scomparsa dei dinosauri sulla quale circolano molte differenti ipotesi. L'estinzione avvenuta

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nel Cretaceo superiore, circa 65 milioni di anni fa, lasciò libere numerose nicchie ecologiche che durante

il Cenozoico furono occupate dal gruppo dei mammiferi.

Tra i mammiferi primitivi, animali di piccole dimensioni simili agli attuali insettivori, alcuni svilupparono un modo di

vita arboricolo, dando origine ai Primati.

[modifica]Il miocene e l'evoluzione dei primati, fino a 5 milioni di anni fa

Per approfondire, vedi la voce Evoluzione umana.

I più antichi progenitori degli attuali primati, gruppo a cui appartiene anche l'uomo, si possono riconoscere

nelle tupaie, ora considerate appartenere ad un ordine a sé stante (gli Scandentia) e i lemuri, presenti oramai

solamente nell'ecosistema del Madagascar.

L'uomo fa parte del grande gruppo delle scimmie catarrine o scimmie del vecchio mondo, separatesi dalle scimmie

platarrine o scimmie del nuovo mondo almeno 40 milioni di anni fa. All'interno di questo gruppo, gli Hominidae si

differenziarono nel Miocene inferiore circa 20 milioni di anni fa e, a 5-7 milioni di anni fa, da dati paleontologici e

biomolecolari, si stima la divergenza genetica con le attuali, viventi, scimmie antropomorfe, (chimpanzee-human

last common ancestor, CHLCA, CLCA, or C/H LCA). Il gruppo dal quale emergerà la nostra specie è quello

degli Australopitechi, un ramo dei quali a partire da circa 4 milioni di anni fa diede origine a diverse specie ed ai

progenitori del futuro nuovo genere Homo.

[modifica]L'inizio del pleistocene, i primi uomini: Australopithecus garhi e Homo

habilis, 2,5 milioni di anni fa

Utensile Olduvaiano

Il gruppo degli Australopitechi generò due rami evolutivi fondamentali, e perdurò per circa 2,5 milioni di anni,

diversificandosi ecologicamente. Al ramo evolutivo un tempo definito gracile, per la struttura ossea meno

massiccia dei suoi appartenenti, si pensa come al più probabile ceppo radiativo di Homo.

Il primo appartenente al genere Homo è l'Homo habilis i cui più antichi resti, provenienti dalla regione dei laghi

del Kenia in Africa, risalgono all 'inizio del quaternario, circa 2,5 milioni di anni fa, e che ha contribuito alla

creazione della cultura Olduvaiana.

È convinzione scientifica che per un certo periodo l'habilis abbia convissuto con le varie specie

di australopiteco. Australopithecus garhi, è il principale primate co-indiziato di avere per primo prodotto e usato

strumenti litici, contendendo a H.abilis l'appellativo di primo umano.

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[modifica]Da 1-1,5 milioni a 50-100 mila anni fa: l'Homo erectus

Utensile Acheuleano

L'evoluzione, sempre avvenuta in Africa, dell'Homo habilis è l'Homo erectus che presenta una postura

completamente eretta, un notevole sviluppo cranico e soprattutto lo sviluppo di una superiore tecnologia; gli

strumenti dell'erectus non sono solamente oggetti che la natura fornisce, o poco modificati ma sono lavorati,

modificati, adattati alle necessità con diverse tecniche.

I resti archeologici, principalmente tracce di accampamenti, ci confermano che l'erectus possedette il controllo

del fuoco. Questa maggior conoscenza tecnologica e quindi la capacità di adattarsi a diversi ambienti è forse ciò

che permette all'erectus di migrare, colonizzando tutte quelle parti del mondo che sono in collegamento diretto con

l'Africa: l'Europa e l'Asia. Il più antico resto fossile europeo finora reperito è una mandibola trovata

in Germania a Heidelberg. Da una approssimativa datazione sembra risalire a 650 000 anni fa.

Il più antico sito europeo dell'erectus è la grotta del Vallonet sulla Costa Azzurra databile tra i 950-900 000 anni fa.

In questa grotta sono stati trovati strumenti in pietra e anche schegge lavorate in osso che costituiscono i resti più

antichi di strumenti preistorici in Europa. Non sono ancora presenti strumenti bifacciali.

In Europa ritrovamenti di utensili bifacciali indicano la presenza di questa tecnica solo 600 000 anni fa, mentre

reperti di strumenti bifacciali recuperati in Etiopia vengono datati a molto prima, 1,5 milioni di anni fa.

Vi è ancora dibattito in relazione all'epoca della sua totale estinzione. Diverse popolazioni sono giunte fino a oltre

50 000 anni fa (Homo erectus soloensis e altri), evolvendo notevolmente le capacità tecniche, che fino a un certo

punto si credevano appannaggio di specie ritenute più evolute.

[modifica]Homo neanderthalensis e Homo sapiens, uomini "moderni"

Page 7: Pre i Storia

Utensile Musteriano

[modifica]fino a 30-28 mila anni fa: l'Homo neanderthalensis e la cultura

musteriana

Uno degli ulteriori stadi evolutivi di Homo erectus è una specie che si è evoluta a partire da erectus o specie

discendenti emigrati precedentemente in Europa che avevano originato la specie Homo antecessor forse evoluta

in Homo heidelbergensis. Da questi ultimi, circa 130 000 anni fa, con una dominanza della cultura

del musteriano ebbe origine quello che viene comunemente chiamato uomo di Neanderthal dalla valle tedesca

dove vennero effettuati i primi ritrovamenti. A questa fase risalgono i primi ritrovamenti relativi a pratiche

di arte e sepoltura. Alle fasi più tarde si riferisce la transizione al paleolitico superiore e a culture più sofisticate,

come il castelperroniano, forse oltre.

[modifica]Da 200-150 mila anni fa ad oggi: l'Homo sapiens

Punta Gravettiana

In parallelo la specie sapiens evolve in maniera a tutt'oggi pare indipendente, a partire circa da 200 000 anni fa. I

primi umani moderni si ritrovano al sito Kibish nei pressi de fiume Omo, in Etiopia e nel sito Qafzeh-Skhul

(Qafzeh e Es Skhul) nell'attuale Israele.

Page 8: Pre i Storia

Utensili Magdaleniani

Circa 40 000 anni fa in Europa si parve ritrovare tracce dell'Uomo di Combe-Capelle e 35 000 anni fa dell'uomo di

Cro-Magnon, dai siti di primo ritrovamento (il secondo presso il villaggio di Les-

Eizies in Francia), zoologicamente e antropologicamente Homo sapiens sapiens, ossia una sottospecie del

sapiens. In seguito, il primo esemplare verrà fortemente postdatato, e un cromagnoide di Peştera cu Oase,

inRomania, con 35 000 anni di età risulterà essere il sapiens europeo più antico, destinato a sostituire il

Neanderthal.

L'evoluzione a tutto tondo, fisica, tecnologica e culturale, condurrà alla fine del paleolitico.

Negli ultimi anni si è rafforzata la teoria, pur con altalenanze scientifiche tuttora in corso, che

vede neanderthal e sapiens (tra cui la popolazione Cro-Magnon) come due specie diverse evolutesi in modo quasi

parallelo. L'uomo di Cro-Magnon, ovvero ascrivibile all'uomo moderno, sostituisce in Europa l'uomo di Neanderthal

(che pare si estingua circa 28 000 anni fa) in un arco di tempo relativamente breve ma con una certa convivenza

di alcune migliaia di anni, anche se non è ancora possibile stabilire che tipo di relazioni (collaborazione,

indifferenza, guerra) si fossero stabilite tra i due gruppi umani.

[modifica]La fine dell'era glaciale

12 000 anni, dopo andamenti e massimi espansivi differenti nelle diverse regioni geografiche, fa iniziava la fine

dell'ultima era glaciale. Questo fu un evento di grande rilevanza nel determinare e favorire il prosieguo

dell'evoluzione, a questo punto culturale, e non più fisica, umana.

[modifica]Diecimila anni fa, l'olocene: agricoltura e sedentarismo

dal Mesolitico al Neolitico

Con il termine dell'ultima glaciazione e con l'irrompere di una nuova economia fondata sull'agricoltura, che

sostituisce nei gruppi umani più evoluti socialmente l'economia di caccia e raccolta, si dà inizio ad un venir meno

al tradizionale nomadismo (attestato ancora in età mesolitica) della specie umana per un sedentarismo che con il

tempo sarà sempre più spinto e di cui il processo diurbanizzazione sarà il sintomo più eclatante.

Un altro elemento non trascurabile e carico di conseguenze è che le comunità di agricoltori sedentari hanno la

possibilità di accumulare proprietà e di conseguenza, tendono a proteggerle.

[modifica]Cinquemila anni fa, la scrittura, lo sviluppo delle società complesse,

l'inizio della protostoria

Presso le società preistoriche, la memoria dei fatti accaduti, i miti e le conoscenze tecniche erano tramandati

oralmente di generazione in generazione; tale patrimonio di sapere scompare il più delle volte con l'estinzione del

gruppo. L'archeologia costituisce pertanto l'unico mezzo per ricostruire gli eventi preistorici, attraverso l'esame

delle testimonianze materiali lasciate dai popoli: abitazioni, utensili, rifiuti, modificazioni del contesto ambientale,

monumenti e opere d'arte.

Accanto all'analisi dei reperti portati alla luce dagli scavi archeologici, lo studio della preistoria si avvale degli

apporti di altre discipline, quali la geologia, la paleontologia, l'antropologia fisica, al fine di ricostruire il contesto

Page 9: Pre i Storia

ambientale in cui si trovarono a vivere aggregati umani preistorici e quindi di conoscere il loro modo di interagire

con esso, sfruttando le risorse offerte. Grande importanza assumono inoltre le dinamiche di sviluppo delle civiltà,

nel campo delle conquiste materiali e dei mutamenti culturali e gli spostamenti geografici dei popoli. Occorre

tuttavia specificare che il concetto di preistoria ha un significato non necessariamente cronologico, in quanto

esistono ancora oggi, in alcune aree del nostro pianeta, gruppi umani che non conoscono alcuna forma di

scrittura.

Il processo di astrazione (che nella nostra specie si era avviato con il primo strumento di lavoro e che proseguì

con la costruzione di strumenti che permettevano di realizzare a loro volta altri strumenti) ebbe ricadute non solo

sulla vita concreta, ma anche sullo sviluppo degli organi di fonazione, del linguaggio, della comunicazione e in

ultima analisi del pensiero.

All'inizio della protostoria, con lo sviluppo di società complesse tra l'età neolitica e l'età dei metalli, viene favorita la

nascita della scrittura, come mezzo per registrare e trasmettere informazioni, e il processo di astrazione raggiunge

un nuovo traguardo, anche se questo stadio dell'evoluzione umana presenta una casistica molto complessa (sono

esistite civiltà che pur giungendo all'organizzazione sociale dello stato non sviluppano, almeno per quanto ne

sappiamo, la scrittura).

Le prime forme di registrazione scritte compaiono, quasi contemporaneamente, in varie parti del mondo:

in Mesopotamia (Sumeri), valle del Nilo (Antico Egitto), Cina circa 5000 anni fa. Per convenzione si usa utilizzare

la datazione dei primi reperti ritrovati di documenti scritti come spartiacque tra l'epoca preistorica della specie

umana e una nuova era che convenzionalmente viene designata con il termine più appropriato di storia.

[modifica]Dalla Preistoria alla Storia

Se convenzionalmente con l'invenzione della scrittura si suole far concludere il racconto delle vicende umane della

preistoria, di fatto la fase successiva di queste vicende, detta propriamente Storia, si fa iniziare con l'esposizione

del fenomeno delle prime tre grandi civiltà mondiali, dette "civiltà idrauliche", in quanto sorte intorno a dei grandi

fiumi e anche perché impegnate in opere di ingegneriaidraulica per sfruttare le acque dei fiumi che hanno fatto la

loro prosperità, ai fini di un incremento ancora maggiore della nuova economia agricola. Queste sono la civiltà

dell'antico Egitto sorta sulle rive del fiume Nilo, quella Mesopotamica tra i fiumi Tigri e Eufrate e infine sul

fiume Indo la civiltà della valle dell'Indo. Ma questa nuova fase del passato dell'umanità, benché anch'esso ormai

lontano nei millenni, non è più preistoria.

La datazione dell'inizio della storia non è generalizzabile a tutta l'umanità, ma è diversa, a seconda della località,

in funzione dello sviluppo umano ivi avvenuto.

[modifica]Brevi note cronologiche sull'epoca preistorica

Per approfondire, vedi le voci Evoluzione umana, Cronologia della preistoria, Cronologia della protostoria e Migrazioni

dell'uomo.

Page 10: Pre i Storia

Le origini africane e la diffusione della specie umana

5 - 6 milioni di anni fa: conquista della "stazione eretta"

5 milioni di anni fa: sembrerebbe che a questa datazione si possa far risalire l'antenato comune agli ominidi e

allo scimpanzé, che è il primate genealogicamente più vicino agli ominidi.

3,2 milioni di anni fa: datazione del reperto paleoantropologico denominato "Lucy" in Africa. Reperto

denominato scientificamenteAustralopithecus afarensis. Quando fu scoperto questo reperto suscitò molto

scalpore anche tra i non addetti ai lavori poiché fu molto pubblicizzato anche nelle terze pagine dei normali

quotidiani: si pensava di trovarsi di fronte alla "prima madre", Eva, la madre di tutti i viventi, poi la notizia fu

ridimensionata e ci si rese conto che Lucy era sì un ominide, ma di specie diversa da quella dell'uomo, in

quanto fu escluso per questo tipo di ominide l'utilizzo di utensili.

3 milioni di anni fa: datazione del reperto paleoantropologico denominato Australopithecus robustus.

Da 3 a 1,6 milioni di anni fa risalgono più reperti di un medesimo tipo Australopithecus africanus.

Da 2,5 a 2 milioni di anni fa risalgono i primi reperti di Homo habilis trovati in Tanzania nella gola di Olduvai.

Poco più di un metro di altezza, con braccia lunghe così come quelle di "Lucy", la caratteristica di questo

gruppo di ominidi, ritenuti più socievoli degli australopitechi sarebbe che la preda sarebbe stata condivisa e

consumata insieme.

2 milioni di anni fa: è databile all'incirca il primo utensile per lavorare. L'uso di utensili non è in assoluto una

prerogativa della sola specie umana, ma solo l'uomo è in grado di procedere oltre creando con tale strumento

altri strumenti per creare strumenti in un circolo virtuoso.

Poco più di 1 milione di anni fa: a questa data risalgono i primi segni di presenza umana (Homo erectus) noti

fuori dall'Africa.

900 000 anni fa: avviene la migrazione degli ominidi dall'Africa all'Asia e poi ancora all'Europa. Dalla specie

umana presente in Europa per mezzo milione di anni, prende origine circa 100 000 anni fa la specie Homo

neanderthalensis, che si estingue circa 30 000 anni fa dopo l'arrivo in Europa dell'Homo sapiens sapiens,

diretto progenitore dell'essere umano moderno.

400 000 anni fa: "scoperta" del fuoco. La prima utilizzazione del fuoco avviene in Cina.[senza fonte]

Dapprima si

impara a conservare quello provocato dai fulmini, in seguito il fuoco verrà ottenuto con mezzi rudimentali e la

conservazione del fuoco talora avrà anche carattere rituale.

Page 11: Pre i Storia

100 000 anni fa: Homo sapiens sapiens (essere umano attuale) i cui reperti più antichi sono stati rinvenuti

in Sud Africa nelle caverne dette Border Caves (datazione approssimativa 130-74 mila) e nelle caverne della

foce del fiume Klasies (datazione approssimativa 115-74 mila).

40-35 000 anni fa: l'Homo sapiens sapiens giunge in Europa, dove già vive l'Homo neanderthalensis.

34-24 000 anni fa: Venere di Willendorf, tra le più antiche espressioni artistiche della scultura.

30 000 anni fa: termina la lunga convivenza tra vari tipi di ominidi. Da questo momento in poi i

paleoantropologi hanno rinvenuto solo reperti di Homo sapiens sapiens, unico discendente degli ominidi

sopravvissuti.

20 000 anni fa: invenzione dell'arco, dopo l'invenzione della lancia avvenuta diverse migliaia di anni prima,

che permette che la caccia grossa possa essere praticata più abitualmente.

16 000 anni fa: in una grotta sotterranea nella Spagna orientale, in provincia di Valencia è stata ritrovata una

rappresentazione di una figura umana, forse una donna, che raccoglie il miele da unalveare e lo mette in un

cesto stando aggrappata a una scala di corda artisticamente intrecciata.

15 000 anni fa: in una grotta in Francia è stata ritrovata la più antica rappresentazione della danza e

del ballo in un graffito che rappresenta uno stregone nell'atto di svolgere una danza rituale.

10 000 a.C.: fine dell'ultima glaciazione.

11 000 - 9 000 anni fa: fondazione di Gerico, considerata la più antica città del mondo.

8 000 a.C.: si stima che la popolazione mondiale nella sua totalità ammonti a circa 10 milioni di individui.

6 000-5 000 a.C.: agricoltura. Il passaggio a una economia agricola segna anche il passaggio

dal nomadismo al sedentarismo che in seguito con l'avvio dell'urbanizzazione si intensificherà ulteriormente.

Con l'agricoltura si ha una maggior necessità di avere figli e anche molti, di conseguenza aumenta e acquista

un valore maggiore la fertilità e la figura della donna-madre, più ancora di quanto lo era già nell'epoca basata

su un'economia di caccia e raccolta.

3 500 a.C.: invenzione della scrittura. Convenzionalmente si pone termine al racconto della preistoria con

questa invenzione e incomincia la storia vera e propria.

3 500 a.C.: inizia l'epoca della metallurgia. La prima "civiltà dei metalli" comincia con l'uso dell'oro a scopi

ornamentali e prosegue con l'età del rame, epoca in cui avvengono anche la domesticazione del cavallo e

l'invenzione della ruota. Migliorando le tecniche di fusione, l'uomo impara a formare una lega del rame con

lo stagno ottenendo così il bronzo, molto più duro ed utile per utensili ed armi. L'età del bronzo dura fino

all'inizio dell'età del ferro, circa 1200 a.C.

3 000 a.C.: prime grandi civiltà idrauliche sorte sui grandi fiumi del Nilo e del Tigri-Eufrate. La pianificazione e

il controllo delle acque conducono ad uno sviluppo dell'economia agricola. Inizio dell'urbanizzazione e

sviluppo delle scienze funzionali all'agricoltura: matematica, geometria, astronomia, ingegneria.

2 200 - 1 200 a.C.: età del bronzo, che dura fino all'inizio dell'età del ferro, circa 1 200 a.C.

1 000 a.C.: inizio della protostoria

[modifica]Note

Page 12: Pre i Storia

[modifica]Bibliografia

Uomo, identità biologica e culturale, di Fiorenzo Facchini, in D.I.S.F., a cura di G. Tanzella-Nitti e A. Strumia, 2

voll., Urbaniana University Press - Città Nuova Editrice, Roma 2002

Parte avuta dal lavoro nel processo di umanizzazione della scimmia, 1876 di Friedrich Engels

Il fenomeno umano, 1938-1940 di Teilhard de Chardin

Una interpretazione biologica plausibile della storia umana: la formazione della "noosfera", 1947 di Teilhard de

Chardin

Il posto dell'uomo nella natura (1 - Un fenomeno di contro-evoluzione in biologia umana o la paura

dell'esistenza. 2 - Il gruppo zoologico umano. Strutture e direzioni evolutive), 1949 di Teilhard de Chardin

L'apparizione dell'uomo, 1956 di Teilhard de Chardin

Armi, acciaio e malattie, 1997 di Jared Diamond

Bibliografia specifica su "Origine ed evoluzione dell'uomo"

[modifica]Voci correlate

Periodizzazioni della preistoria:

Età della Pietra (Paleolitico, Mesolitico, Neolitico)

Età del Rame (o Calcolitico)

Protostoria (Età del bronzo ed Età del ferro)

Fase protostorica del Vicino Oriente

Economia della preistoria:

Caccia e raccolta

Addomesticamento

Allevamento

Agricoltura

Arte preistorica:

Arte preistorica

Arte preistorica in Italia

Pittura rupestre

Incisioni rupestri

Tipologia umana della preistoria:

Uomo di Cromagnon

Homo neanderthalensis

Homo heidelbergensis

Page 13: Pre i Storia

Homo sapiens

Homo habilis

Homo erectus

Discipline che si occupano della preistoria:

Archeologia

Paleoantropologia

Paleontologia

Altre voci correlate:

Evoluzione umana

Grande Madre

Guerra preistorica

Migrazioni preistoriche

Storia antica

Ipotesi multiregionale

[modifica]Altri progetti

Wikimedia Commons contiene file multimediali su Preistoria

Wikiversità contiene informazioni su Preistoria

[modifica]Collegamenti esterni

Uomo, identità biologica e culturale

Arte preistorica

North Pacific Prehistory è una rivista accademica specializzata nell’archeologia del Nord-est asiatico e

dell'America del Nord.

Preistorico strumenti: l'Algeria e il Marocco (foto)

Panoramica sul mondo preistorico

Tavola dell'evoluzione geologica dell'Italia, della successione delle glaciazioni e del succedersi delle culture

umane Tavola delle glaciazioni e delle culture umane

Portale Storia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di storia

Paleolitico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa voce è parte della serie Età della pietra

↑ prima dell'Homo (Pliocene)

Page 14: Pre i Storia

Paleolitico

Paleolitico inferiore

Homo

controllo del fuoco,Industria litica

Paleolitico medio

Homo neanderthalensis

Paleolitico superiore

Propulsore (Armi da lancio),Addomesticazione del cane

Mesolitico

microliti, arco, canoe

Cultura kebariana

Cultura natufiana

Neolitico

Neolitico preceramico

coltivazione,addomesticamento

Ceramica neolitica

↓ Età dei metalli

Questo

box: vedi • disc. • mod.

Il Paleolitico (dal greco παλαιός palaios, "antico", e λίθος lithos, "pietra", ossia età "della pietra antica") fu il primo

periodo in cui si sviluppò la tecnologia[1]

umana con l'introduzione dei primi strumenti in pietra[2]

[1][3]

da parte di

diverse specie di ominidi (circa 2,5 milioni di anni fa), e terminando con l'introduzione dell'agricoltura,[1][3]

con il

passaggio al Mesolitico, o, nelle zone di precoce neolitizzazione, con l'Epipaleolitico.

Il termine fu inventato dallo studioso di preistoria John Lubbock nel 1865 in opposizione al termine "Neolitico".

Tra le ere geologiche corrisponde a quella del Pleistocene (da 1,6 milioni a 10.000 anni fa).

Indice

[nascondi]

1 Ambiente in Europa

2 Vita nel paleolitico

3 L'arte

4 Industria litica del paleolitico

Page 15: Pre i Storia

o 4.1 Paleolitico inferiore

o 4.2 Paleolitico medio

o 4.3 Paleolitico superiore

5 Note

6 Voci correlate

7 Altri progetti

8 Collegamenti esterni

[modifica]Ambiente in Europa

Durante il paleolitico si sono avute una serie di glaciazioni, note come Günz, di Mindel, di Riss e Würm. Durante le

epoche glaciali i ghiacci avevano coperto gran parte dell'Europa settentrionale e centrale, spingendosi fin quasi

sulle coste del Mar Mediterraneo e provocando l'abbassamento del livello del mare di oltre 100 metri. Avvenivano

quindi contatti tra gli abitanti della penisola iberica e di quella italica. Con la fine dell'ultima glaciazione, tra 15000 e

10000 anni fa, e il conseguente aumento delle temperature, i ghiacciai ripresero a sciogliersi, e il livello dei mari si

rialzò nuovamente.

[modifica]Vita nel paleolitico

I gruppi umani, prevalentemente nomadi o a sedentarizzazione periodica, erano caratterizzati da un'economia

di caccia e raccolta,[4]

che si andò evolvendo con lo sviluppo di forme di caccia specializzata e con l'apparizione

della pesca.

Alcune teorie sostengono che soprattutto le donne con i bambini andassero a raccogliere erbe, radici e frutti

selvatici. Invece gli uomini organizzavano battute di caccia in gruppo per animali di grossa taglia o si dedicavano

alla pesca.

Le abitazioni erano inizialmente semplici ripari naturali, a cui si aggiunsero capanne costruite con pelli di

animali.[4][5]

In questo periodo si iniziò a controllare il fuoco e poi ad accenderlo. Il fuoco venne utilizzato come protezione dagli

animali, ma anche per illuminare e per cucinare.

[modifica]L'arte

Raffigurazione semi-umana nelle grotte in Dordogna (Francia).

Page 16: Pre i Storia

La Venere di Willendorf.

L'arte del Paleolitico si divideva rispettivamente in due gruppi: arte parietale ed arte mobiliare. L'arte parietale è

costituita da quattro periodi (detti anche stili) con i quali, nel corso del tempo, è stata migliorata:

I stile: L'arte parietale non è ancora tale, i disegni vengono realizzati su massi;

II stile: Sorge la vera arte parietale, con graffiti sulle pareti;

III stile: Netta evoluzione dell'arte parietale, nuove raffigurazioni di mammiferi: corna raffigurate di profilo,

testa piccola, ventri enormi e zampette che sbucano dai ventri;

IV stile: L'ultima, grande evoluzione dell'arte parietale: miglior utilizzo della prospettiva e delle tecniche di

luce.

L'arte parietale era, per gli uomini del paleolitico, una rappresentazione del soprannaturale, i cui principi

conduttori erano quelli dell'elemento maschile, rappresentato dal cavallo, e femminile, rappresentato dal bisonte.

Bisogna ricordare in particolare una caratteristica dell'arte parietale, il negativo: quando i paleolitici volevano

rappresentare la loro mano, di solito, appoggiavano la mano sul muro e tutt'attorno si spruzzava del colore,

usando probabilmente la bocca.

L'arte mobiliare: caratterizzata dalla rappresentazione di piccole statuette, le Veneri, dee che, risaputo dagli

archeologi, erano collegate al culto della fecondità e che nella casa avevano, quindi, uno scopo religioso oltre che

Page 17: Pre i Storia

ornamentale. Tra queste ricordiamo la Venere di Willendorf,[6]

che si stima sia stata realizzata fra il 23.000 ed il

19.000 a.C.

[modifica]Industria litica del paleolitico

Bifacciale del paleolitico rinvenuta presso Forlì

Il paleolitico è caratterizzato dalla realizzazione degli strumenti in pietra con la tecnica della pietra scheggiata.

Questa tecnica fu ancora utilizzata nei periodi successivi, ma mescolata ad altre di più recente introduzione.

La classificazione dei manufatti può seguire le liste tipologiche di Bordes (suddivisa in strumenti su scheggia,

nuclei e bifacciali), di Broglio-Kozlowski(suddivisa in pre-nuclei e nuclei, strumenti e armature) e di de Sonneville

Bordes-Perrot.

Le tecniche di scheggiatura possono essere: "a percussione diretta", "a percussione indiretta", "a percussione su

incudine", "a percussione bipolare", "a pressione".

Nel paleolitico inferiore gli utensili sono realizzati con ciottoli scheggiati (cultura dei ciottoli, o "Pebble Culture") o

manufatti a forma di mandorla (bifacciali oamigdale); nel paleolitico medio con la lavorazione delle schegge

staccate da un nucleo e nel paleolitico superiore con la lavorazione delle lame.

[modifica]Paleolitico inferiore

Per approfondire, vedi la voce Paleolitico inferiore.

Da circa 2,5 milioni di anni fa a circa 120.000 anni fa, corrisponde al Pleistocene inferiore e medio e

alle glaciazioni di Günz, Mindel e Riss con i periodi interglaciali intermedi. In questo periodo si diffondono l'Homo

habilis e l'Homo erectus.

Olduvaiano (Pebble Culture), 2.500.000-750.000 anni fa circa: manufatti su ciottoli appena scheggiati

("choppers" e "chopping tools"). Il nome deriva dal sito delle "gole di Olduwai" (o Olduvai, Tanzania). In Italia,

sono stati ritrovati reperti risalenti a questo periodo, ad esempio nella zona di Monte Poggiolo, nel forlivese.

Acheuleano, 750.000-120.000 anni fa circa: manufatti litici a forma di mandorla e lavorati su due lati in modo

simmetrico ("bifacciali" o "amigdale") associati a diversi strumenti ricavati da schegge (raschiatoi e punte). Il

nome deriva dal sito di Saint-Acheul, (presso Amiens, Francia). Geograficamente esiste una suddivisione tra

"acheuleano classico" (Francia settentrionale e Inghilterra) e "acheuleano meridionale" (Francia meridionale e

Spagna).Viene suddiviso cronologicamente in due principali fasi:

Page 18: Pre i Storia

acheuleano antico" o "arcaico", che tende a sostituire i termini di Abbevilliano, dal sito di Abbeville, e

di Chelleano, dal sito di Chelles, entrambi in Francia):

una seconda fase più articolata, comprendente: "acheuleano medio", "evoluto" e "superiore", che

continua nel paleolitico medio con l'"acheuleano finale".

Clactoniano: manufatti litici derivati da grandi schegge con piano di percussione obliquo. Secondo alcuni non

si tratterebbe tuttavia di una cultura distinta dall'Acheuleano, a cui è in parte contemporaneo. Il nome deriva

dal sito di Clacton-on-Sea (contea di Essex, Gran Bretagna). A volte suddiviso in "antico", "medio" e "recente".

Tayaziano: manufatti di tipo clactoniano associati ad altri di tipo musteriano, con basse percentuali di

bifacciali. Non è chiaro se si tratti di una cultura autonoma e in quali rapporti sia con l'acheuleano. Il nome

deriva dal sito di Les-Eyzies-de-Tayac in Dordogna, Francia.

[modifica]Paleolitico medio

Per approfondire, vedi la voce Paleolitico medio.

La tecnica di scheggiatura di Levallois.

Da circa 120.000 a circa 36.000 anni fa, corrisponde a parte del Pleistocene superiore comprendente il periodo

interglaciale di Riss-Würm e parte del periodo glaciale di Würm. In questo periodo si diffonde in Europa l'Homo

neanderthalensis.

Fasi finali dell'acheuleano ("acheuleano finale" e "micocchiano" (130.000 -70.000 anni fa circa), dal sito di La

Micoque in Dordogna, Francia.

Musteriano, da circa 120.000 a circa 40-35.000 anni fa: manufatti caratterizzati da un perfezionamento delle

tecniche di lavorazione (scheggiatura "levalloisiana" o "levallois", dal sito di Levallois, differenziazione degli

strumenti su scheggia, aumento degli strumenti derivati da lama). Il nome deriva dal sito di Le Moustier in

Dordogna, Francia. Si suddivide in:

"musteriano di tradizione acheuleana"

musteriano laquiniano, dal sito di La Quina, o charentiano', dal dipartimento francese della Charente in

cui si trova il sito citato.

"musteriano tipico"

"musteriano denticolato" o "a denticolati".

Page 19: Pre i Storia

[modifica]Paleolitico superiore

Per approfondire, vedi la voce Paleolitico superiore.

Da circa 36.000 a circa 10.000 anni fa; corrisponde a parte del Pleistocene superiore comprendente parte del

periodo glaciale di Würm. In questo periodo si diffonde in Europa l'odierno Homo sapiens sapiens.

Castelperroniano (40.000 - 34.000 anni fa circa) in Francia e Spagna nord-occidentale, dal sito

di Châtelperron in Francia (considerato da alcuni "perigordiano inferiore"), e Uluzziano (38-36.000 - 33-

30.000 anni fa circa) nell'Italia centro-meridionale, dal sito della baia e della grotta di Uluzzo, in Puglia,

rappresentano culture di transizione dalle culture musteriane, ad opera ancora deineanderthaliani e con il

perdurare della tecnica levalloisiana. Un'altra cultura di transizione è il Szeletiano (o "Szeliano", 40.000 -

30.000 anni fa circa) nell'Europa centrale, dal sito della grotta Széléta in Ungheria.

Aurignaziano (o "aurignaciano") (39-34.000 - 26-21.000 anni fa circa), con manufatti litici ricavati soprattutto

da lame e microlamine e la diffusione dei manufatti in osso. Dal punto di vista geografico è suddiviso in

"occidentale", "centro-europeo e balcanico", "italiano" e "orientale". Il nome deriva dal sito di Aurignac in

Francia. Cronologicamente suddiviso in:

"aurignaziano arcaico" (o "pre-aurignaziano o "proto-aurignaziano")

"aurignaziano classico" ("antico", I e II, ed "evoluto", III e IV,)

"aurignaziano tardivo" (V).

Gravettiano (o "perigordiano superiore") (29-28.000 - 22-20.000 anni fa), caratterizzato da bulini, punte

ritoccate (punte gravettiane) e armi da lancio in osso. A questa cultura appartengono molte delle più

note veneri paleolitiche. Dal sito di La Gravette, presso Bayac, in Dordogna, Francia. Viene suddiviso in:

"gravettiano antico"

"gravettiano evoluto"

"gravettiano finale".

Solutreano (21-20.000-18.000 anni fa circa), caratterizzato dalla tecnica di scheggiatura a pressione, che

consente di ottenere manufatti di grande raffinatezza. Viene utilizzato anche l'osso (aghi) e il corno.

Compaiono i primi esempi di arte rupestre (pitture nelle caverne). Il nome deriva dal sito di Solutré,

presso Mâcon, in Francia. Viene cronologicamente suddiviso in:

"proto-solutreano"

"solutreano inferiore"

"solutreano medio"

"solutreano superiore".

Magdalieniano (o "maddaleniano") (18-17.000 - 11-10.000 anni fa, verso la fine dell'ultima glaciazione),

caratterizzato dalla lavorazione di lame e nelle fasi intermedie di manufatti di piccole dimensioni ("microliti"). Si

diffonde la lavorazione dell'avorio e dell'osso, con raffinata decorazione e vengono realizzate collane con denti

Page 20: Pre i Storia

di carnivori. A questo periodo appartiene la fioritura dell'arte rupestre (pitture nelle caverne). Il nome deriva dal

sito di Abri de la Madeleine, presso Tursac, in Dordogna, Francia. In Italia è facile trovare il termine

"romanelliano" che deriva dalla Grotta Romanelliin Puglia. Viene suddiviso, non unanimemente, in

"magdaleniano antico" (I-III)

"magadaleniano recente" (IV-VI)

"magdaleniano terminale", o "aziliano", dal sito di Le Mas-d'Azil nei Pirenei francesi, secondo alcuni già

nel Mesolitico.

In Italia e in Europa centro-orientale mancano il solutreano e il magdaleniano: il periodo tra 20.000 e 10.000

anni fa vede una tarda evoluzione del gravettiano, l'Epigravettiano. Viene cronologicamente suddiviso in

"epigravettiano antico"

"epigravettiano evoluto"

"epigravettiano finale".

Primi utensili in semplice pietra scheggiata Paleolitico Inferiore

Un bifacciale, che rappresentò un avanzamento tecnologico significativo

Coltello

Page 21: Pre i Storia

Raschiatoio per pelli del Paleolitico Medio

Utensili in selce del Paleolitico superiore

Punta del Solutreano ottenuta per scheggiatura a pressione

Arpione del Magdaleniano

Page 22: Pre i Storia

Ago e amo in osso del Paleolitico Superiore

[modifica]Note

1. ^ a b c Nicholas Toth and Kathy Schick, Handbook of Paleoanthropology, Springer Berlin Heidelberg, 2007, pp.

1963. ISBN 978-3-540-32474-4 (Print) 978-3-540-33761-4 (Online)

2. ^ "Stone Age," Microsoft Encarta Online Encyclopedia 2007 Contributed by Kathy Schick, B.A., M.A., Ph.D. and

Nicholas Toth, B.A., M.A., Ph.D.

3. ^ a b Grolier Incorporated, The Encyclopedia Americana, University of Michigan, Grolier Incorporated, 1989, pp.

542. ISBN 0717201201

4. ^ a b Leften Stavros Stavrianos, A Global History from Prehistory to the Present, New Jersey, USA, Prentice

Hall, 1991. ISBN 0133570053 Pages 9–13

5. ^ Sue Rowland. Pre-History, Pre-Civilization, and Paleolithic People in Informal Learning — Women's

History. URL consultato il 25 marzo 2008.

6. ^ Marcel Otte "Revision de la sequence du Paleolithique Superieur de Willendorf (Autriche)," Bulletin de l'Istitut

Royal des Sciences Naturelles de Belgique 60 (1990), 219-228

[modifica]Voci correlate

Evoluzione umana

Fase protostorica del Vicino Oriente

Guerra preistorica

Mesolitico

Uomo di Chancelade

Arte preistorica

Pittura rupestre

Grotta Chauvet

[modifica]Altri progetti

Wikimedia Commons contiene file multimediali su Paleolitico

Neolitico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Page 23: Pre i Storia

Asce in pietra levigata (Museo di Saint Germain en Laye, Francia, 3000 a.C. circa)

Questa voce è parte della serie Età della pietra

↑ prima dell'Homo (Pliocene)

Paleolitico

Paleolitico inferiore

Homo

controllo del fuoco,Industria litica

Paleolitico medio

Homo neanderthalensis

Paleolitico superiore

Propulsore (Armi da lancio),Addomesticazione del cane

Mesolitico

microliti, arco, canoe

Cultura kebariana

Cultura natufiana

Neolitico

Neolitico preceramico

coltivazione,addomesticamento

Ceramica neolitica

↓ Età dei metalli

Questo

box: vedi • disc. • mod.

Il neolitico è un periodo della preistoria, l'ultimo dei tre che costituiscono l'età della pietra.

Etimologicamente il termine deriva dalle due parole greche νέος (nèos, "nuovo") e λίθος (lithos, "pietra"): l'"età

della nuova pietra" fu infatti contraddistinta da notevoli innovazioni nella litotecnica, tra le quali la principale è

Page 24: Pre i Storia

rappresentata dall'uso della levigatura. Altre innovazioni furono l'introduzione dell'uso dellaceramica,

dell'agricoltura e dell'allevamento. Cambiamenti importanti avvengono anche sul piano della struttura familiare per

quanto riguarda la trasmissione dei beni all'interno dei clan.

Indice

[nascondi]

1 Definizione del termine neolitico

o 1.1 Datazioni

2 Le origini del neolitico nel Vicino Oriente

o 2.1 La domesticazione delle piante

o 2.2 Invenzione della ceramica nei siti neolitici del Vicino Oriente

o 2.3 Altri siti dell'Anatolia, Vicino Oriente e Mesopotamia

o 2.4 Cipro

3 Diffusione della cultura neolitica in Europa

o 3.1 Culture neolitiche in Europa

3.1.1 Tessaglia, Balcani, regione danubiana

3.1.2 Mediterraneo

3.1.3 Italia

3.1.4 Europa nord-occidentale e atlantica

3.1.5 Ulteriore diffusione in Europa centro-settentrionale e orientale

4 Africa

o 4.1 Regione sahariana e valle del Nilo

5 Africa occidentale

6 Asia

o 6.1 Cina

7 Note

8 Bibliografia essenziale

9 Voci correlate

10 Altri progetti

11 Collegamenti esterni

[modifica]Definizione del termine neolitico

Per approfondire, vedi la voce Cronologia delle glaciazioni.

Dopo la periodizzazione della preistoria nelle tre età, della pietra, del bronzo e del ferro, elaborata

dal danese Christian Thomsen nella prima metà del XIX secolo[1]

, la suddivisione tra paleolitico e neolitico

nell'ambito dell'età della pietra fu introdotta nel 1865 da John Lubbock[2]

: carattere distintivo venne considerata

Page 25: Pre i Storia

l'introduzione della lavorazione della pietra tramite levigatura e il mutamento venne ricollegato al passaggio

tra pleistocene ed olocene e ai relativi cambiamenti climatici.

Negli anni venti Vere Gordon Childe[3]

definì la "rivoluzione neolitica" come caratterizzata, oltre che

dall'introduzione della pietra levigata e della ceramica, dalla sostituzione della precedente economia di caccia e

raccolta con quella legata all'agricoltura e all'allevamento (produzione del cibo). Tale cambiamento, secondo la

sua ricostruzione, era collegato ai primi insediamenti stabili e ad un abbozzo di stratificazione sociale.

Il generale dibattito antropologico riguardante le modalità di trasmissione e diffusione delle forme di civiltà vide

prevalere dapprima l'ipotesi diffusionista (origine da un unico centro), in particolare nel periodo tra le due guerre

mondiali. A partire dal secondo dopoguerra, si diffuse invece l'ipotesi di una progressiva assimilazione culturale. In

quest'ambito sono state elaborate diverse ipotesi interpretative anche riguardo alla diffusione della cultura

neolitica.

Gordon Childe aveva riconosciuto l'epicentro della "rivoluzione neolitica" nella zona della cosiddetta Mezzaluna

fertile, da dove in seguito le novità si sarebbero trasmesse in Europa. La domesticazione dei cereali doveva infatti

essere avvenuta dove erano presenti le specie selvatiche, e lo stesso per l'allevamento iniziale di capre e pecore.

Le pratiche agricole adottate inizialmente avrebbero tuttavia comportato un rapido esaurimento del terreno,

costringendo le comunità di coltivatori a spostarsi periodicamente: a questi spostamenti, oltre che all'adozione

delle nuove pratiche da parte di comunità di cacciatori e raccoglitori, si sarebbe dovuta la diffusione della cultura

neolitica. Le ragioni di tale passaggio rimanevano tuttavia controverse. Venivano chiamate in causa alcune

variazioni climatiche post-glaciali, che potevano aver reso più fertili delle zone desertiche

della Turchia meridionale, aumentandone la piovosità; oppure una forte crescita demografica, sempre

conseguenza del miglioramento del clima dopo la fine dell'ultima glaciazione, che aveva reso necessario

aumentare la disponibilità di risorse alimentari; oppure ancora la crescita della foresta, che aveva reso impossibile

la caccia ai grandi branchi di selvaggina.

La teoria elaborata da Gordon Childe fu messa alla prova dagli scavi condotti nell'area indicata come epicentro

della trasformazione, nei quali si raccolsero anche i resti botanici e faunistici, che contribuirono ad una

ricostruzione del clima e degli usi alimentari delle popolazioni[4]

: Robert Braidwood scavò il sito di Qal'at

Jarmo (nell'Iraq settentrionale, ai piedi dei monti Zagros), Dorothy Garrodscoprì nel Vicino Oriente la cultura

natufiana, con villaggi sedentari che avevano preceduto l'introduzione dell'agricoltura e dell'allevamento,

e Kathleen Kenyon identificò nel sito di Tell es-Sultan, nella valle del Giordano, le due fasi del neolitico

preceramico (Pre Pottery Neolithic o PPN) A e B.

[modifica]Datazioni

Le datazioni mediante l'utilizzo della tecnica del radiocarbonio, elaborata nel secondo dopoguerra, permisero di

riconoscere il graduale e scaglionato apparire dei diversi elementi che caratterizzavano la trasformazione neolitica

e al concetto di "rivoluzione neolitica" si andò sostituendo quello di una lenta e progressiva "neolitizzazione".

Le prime attestazioni di culture neolitiche sono presenti nel Medio Oriente, con il neolitico preceramico di Gerico,

intorno alla metà del X millennio a.C. (circa 9500 a.C.), derivato dalla mesolitica cultura natufiana, che nelle stesse

regioni aveva ampiamente utilizzato i cereali selvatici a partire dalla metà del XIII millennio a.C. (12500 a.C. circa),

Page 26: Pre i Storia

sviluppando uno stile di vita sedentario[5]

. All'inizio del XXI secolo, il progressivo utilizzo di vere e proprie pratiche

agricole è stato collegato[6]

ad un brusco raffreddamento climatico (Younger Dryas) che si ebbe nel periodo tra il

10.800 e il 9.500 a.C.[7]

e che sembra aver determinato una diminuzione delle precipitazioni nell'area. Nella

seconda metà del X millennio a.C. le popolazioni che praticavano l'agricoltura si diffusero in Asia Minore, in Africa

settentrionale e nel nord della Mesopotamia. In questo periodo venivano coltivate poche piante, sia varietà

selvatiche che domesticate (piccolo farro, miglio, spelta) e si allevavano cani, pecore e capre. Entro la fine del IX

millennio a.C. si diffusero anche i buoi e i maiali, gli insediamenti stabili o stagionali e l'utilizzo della ceramica.

Anche in altre regioni si svilupparono le medesime caratteristiche, non necessariamente nella stessa successione

temporale, come accadde in Africa (regione sahariana) e in Asia sud-orientale: nelle culture neolitiche

del Giappone (periodi Jōmon e Yayoi) lo sviluppo della ceramica precedette quello dell'agricoltura.

[modifica]Le origini del neolitico nel Vicino Oriente

Per approfondire, vedi la voce Protostoria del Vicino Oriente.

Siti neolitici del Vicino Oriente (le dimensioni del Golfo Persico sono quelle ipotizzate per il3000 a.C.)

Nella cultura natufiana (12000-10000 a.C.), ancora nell'ambito del mesolitico, si introdussero i primi villaggi

sedentari e la raccolta di cereali venne intensificata. La sedentarizzazione sarebbe tuttavia stata favorita non

dall'introduzione di pratiche agricole, ma dalla ricchezza delle risorse ambientali presenti nel territorio, in seguito

all'innalzamento della temperatura. Nei siti natufiani sono state rinvenute prove della domesticazione del cane[8]

.

Nella sequenza stratigrafica del sito di Tell es-Sultan si erano individuati due livelli neolitici privi di ceramica

(Gerico I e Gerico II), che portarono all'identificazione delle due fasi A e B del neolitico preceramico. È in questo

periodo che si svilupparono prima la coltivazione di specie selvatiche di cereali (preparazione del terreno,

drenaggio, estirpazione delle malerbe) e quindi la loro domesticazione (selezione e introduzione delle specie

domestiche).

Page 27: Pre i Storia

Nella fase del neolitico preceramico A (9500-8700 a.C.) le contemporanee culture mureybetiana (sito di Mureybet,

sul medio corso dell'Eufrate nell'attuale Siria[9]

), aswadiana (sito di Tell Aswad, nel bacino di Damasco, ancora

nell'odierna Siria[10]

) e sultaniana (sito già citato di Tell es-Sultan/Gerico, Gerico I, 8350-7370 a.C.), eredi della

cultura natufiana, introdussero le prime pratiche di coltivazione delle specie selvatiche. In questa fase l'industria

liticaabbandonò progressivamente la tecnica mesolitica dei microliti; le abitazioni nei villaggi erano a pianta

circolare ed erano presenti pratiche funerarie e figurine femminili. A Gerico le case erano costruite con mattoni di

fango di forma piano-convessa e venne realizzato uno spesso muro di cinta in pietra con una torre circolare,

probabilmente utilizzato a protezione dalle inondazioni del vicino torrente, più che come difesa militare.

Nella successiva fase del neolitico preceramico B (8700-7000 a.C.) a Gerico (Gerico II) si ebbe il consolidamento

dell'economia agricola e probabilmente l'inizio della domesticazione animale[11]

. Le case avevano piante

rettangolari ed erano costruite con mattoni di fango parallelepipedi. Un edificio con nicchia è stato interpretato

ipoteticamente come tempio e sono attestate pratiche funerarie elaborate (modellazione in gesso delle fattezze del

defunto sul cranio) e figurine antropomorfe.

Nel neolitico preceramico B medio, prima del 7500 a.C. circa, si ebbe una rapida diffusione dell'economia agricola

in tutta l'Anatolia e il Vicino Oriente, arrivando fino a Cipro.

Nel sito di Qal'at Jarmo (Iraq settentrionale, ai piedi dei monti Zagros) gli undici livelli più antichi appartengono al

neolitico preceramico B, con abitazioni a pianta rettangolare e coltivazioni di specie domesticate di orzo e farro.

[modifica]La domesticazione delle piante

Nei siti del Vicino Oriente è stato individuato un numero ridotto di specie vegetali domestiche, che sostituirono con

l'introduzione dell'agricoltura le più numerose varietà delle specie selvatiche raccolte. Le otto specie domestiche

sono costituite da:

farro (Triticum turgidum subsp. dicoccum, dalla specie selvatica del Triticum dicoccoides);

piccolo farro (Triticum monococcum, dalla specie selvatica del Triticum boeoticum);

orzo (Hordeum vulgare, dalla specie selvatica del Hordeum spontaneum);

lenticchia (Lens culinaris, dalla specie selvatica della Lens orientalis);

pisello (Pisum sativum, dalla specie selvatica del Pisum humile);

cece (Cicer arietinum, dalla specie selvatica del Cicer reticulatum);

veccia (Vicia sativa, dalla specie selvatica della Vicia ervilia);

lino (Linum usitatissimum, dalla specie selvatica del Linum bienne).

La selezione avvenne probabilmente inizialmente in forma inconsapevole, con la raccolta preferenziale di

esemplari che presentavano caratteristiche vantaggiose (semi più grandi e spighe ancora intere nei cereali, ad

esempio) e per mezzo della scelta del momento della mietitura o raccolta (germinazione più rapida e

contemporanea). Le mutazioni erano favorite dal fatto che si trattasse di specieautoimpollinanti e si diffusero

grazie alla protezione degli esemplari mutati per mezzo delle pratiche di coltivazione, che ne annullavano lo

svantaggio evolutivo. Le specie domestiche furono quindi diffuse anche in zone dove mancavano i loro progenitori

selvatici.

Page 28: Pre i Storia

L'usanza di macinare i semi delle piante selvatiche risale addirittura al Paleolitico inferiore; dopo un lungo periodo

di "manipolazione" delle piante selvatiche, consistente nella loro raccolta e nell'immagazzinamento, si arrivò,

intorno alla metà dell'VIII millennio a.C., alla domesticazione di cereali (soprattutto il farro) e leguminose, in una

vasta area compresa tra l'Anatolia orientale, l'Iraqsettentrionale, la Palestina e l'Iran occidentale.

Per quanto riguarda i primi animali domestici, la pecora sembra attestata già nel IX millennio a.C., il maiale agli

inizi del VII millennio a.C., il bue sembra invece presente alla metà del VII millennio, inTessaglia. Tra il VII e il VI

millennio a.C. le stesse innovazioni compaiono nell'Africa settentrionale e iniziano a diffondersi nel continente

europeo. Nell'Asia sudorientale, la coltivazione del riso compare in un'area compresa tra la Cina e la Thailandia,

nel IV millennio a.C.; scavi condotti nella seconda metà del XX secolo hanno inoltre permesso di datare la

comparsa del maiale domestico e le prime opere di irrigazione in Nuova Guinea allo stesso periodo. Nel Nuovo

Mondo il passaggio a un'economia di produzione sembra compiersi, in alcune aree del Messico e del Perù, tra il

VII e il IV millennio a.C.

[modifica]Invenzione della ceramica nei siti neolitici del Vicino Oriente

L'invenzione della ceramica nei siti del Vicino Oriente[12]

dovette probabilmente determinarsi in base

all'osservazione dell'indurimento in seguito all'azione del fuoco delle superfici in terra battuta o degli intonaci

argillosi, spesso adoperati come rivestimento interno delle abitazioni.

L'adozione di recipienti in terracotta venne preceduta dalla produzione di figurine in argilla, già documentate nel X

millennio a.C. nel sito di Mureybet. Un altro precedente è attestato con la modellazione di recipienti in calce, non

cotta (vaisselle blanche)[13]

e sono conosciuti anche vasetti cilindrici in terracotta con decorazione incisa che però

non ebbero né seguito, né diffusione, nel sito di Mureybet, con livelli successivi ancora aceramici.

[modifica]Altri siti dell'Anatolia, Vicino Oriente e Mesopotamia

Ricostruzione di un'abitazione del villaggio neolitico di Çatal Hüyük

Nel sito di Çatal Hüyük (Turchia meridionale) è attestata la presenza di ceramica in tutti i livelli, tra la fine dell'VIII

millennio a.C. e tutto il VII millennio a.C. L'alimentazione si basava su cereali e leguminose coltivati,

sull'allevamento di capre e sulla caccia di alcune specie selvatiche. Il sito sfruttava i giacimenti

di ossidiana anatolica. Le case quadrangolari e costruite in mattoni crudi erano tutte addossate le une alle altre

Page 29: Pre i Storia

senza strade intermedie e con ingresso probabilmente dal tetto. Alcuni spazi con pitture e rilievi o statuette sono

stati interpretati come ambienti di culto.

Çayönü (sito della Turchia meridionale, 7250 - 6750 a.C.)

Hacilar (sito presso Burdur, sulla costa meridionale della Turchia, dal 7000 a.C. circa);

Tell Halaf (sito della Siria settentrionale, 6000-5300 a.C. circa). Vi fece seguito nel calcolitico il periodo

di Ubaid (sito dell'Iraq meridionale, 5900/5300 - 4300 a.C.circa).

[modifica]Cipro

Nell'isola di Cipro la cultura neolitica si diffuse con la prima occupazione, risalente al neolitico preceramico B. In

epoca successiva si mantennero forme attardate, come le abitazioni a pianta circolare di Choirokoitia (VII millennio

a.C.) ed anche la ceramica comparve tardivamente. Nel sito di Shilourokambos[14]

è tuttavia attestata già alla fine

del IX millennio a.C. la presenza di specie animali importate, che venivano allevate.

[modifica]Diffusione della cultura neolitica in Europa

La diffusione in Europa della cultura neolitica che si era sviluppata nel Vicino Oriente, e in particolare il passaggio

dall'economia di caccia e raccolta alla pratica dell'agricoltura e dell'allevamento, sono avvenuti con modalità e

tempi tuttora discussi.

Vere Gordon Childe aveva ipotizzato già negli anni venti che le comunità autoctone di cacciatori e raccoglitori

delle culture mesolitiche europee, fossero state sostituite da comunità di agricoltori migrate più a nord dal Vicino

Oriente, con un processo durato per più generazioni. Una prima corrente migratoria avrebbe seguito la via

continentale lungo la penisola balcanica e il corso del Danubio, mentre un'altra, leggermente più tarda, si sarebbe

diffusa attraverso la navigazione marittima lungo le coste del mar Mediterraneo da est ad ovest.

L'affermazione delle tecniche di coltivazione e allevamento procedette per via continentale anzitutto lungo direttrici

che attraversavano terreni particolarmente favorevoli, come quelli formatisi per deposito di polveri portate dal

vento (loess) nell'Europa centrale. Seguì il corso di grandi vie fluviali, come il Danubio, ed ebbe successo nelle

ampie vallate dei Balcani e della Grecia orientale, con inverni freddi e piovosi e con lunghe estati, ambiente ideale

per la pastorizia e la transumanza; penetrò invece con difficoltà nelle fredde foreste del Nord Europa e nelle

regioni poste ai bordi della catena alpina.

A partire dagli anni settanta e ottanta, Albert Ammerman e Luigi Cavalli-Sforza[15]

sulla base dei loro studi

di genetica[16]

, hanno ipotizzato una massiccia migrazione di agricoltori, spinti dalla crescita demografica e dalla

ricerca di nuove terre coltivabili, che avrebbe respinto e cancellato le precedenti comunità locali di cacciatori e

raccoglitori mesolitiche.

Colin Renfrew[17]

, sulla base dei suoi studi archeologici e linguistici ha ipotizzato inoltre che la diffusione della

cultura neolitica in Europa sia avvenuta parallelamente a quella dell'indoeuropeo, differenziatosi

nell'Anatolia neolitica del VII millennio a.C. Renfrew ha formulato un'ipotesi anatolica in opposizione

alla teoria di Marija Gimbutas di una più tarda indoeuropeizzazione nel corso delcalcolitico.

Page 30: Pre i Storia

Un modello alternativo ipotizza invece una trasmissione delle nuove conoscenze per diffusione culturale, in

seguito allo spostamento di piccoli gruppi, per la ricerca di materie prime o per i commerci, e che la cultura

neolitica sia stata gradualmente adottata dalle locali comunità mesolitiche di cacciatori e raccoglitori, le quali

utilizzavano già pratiche di sfruttamento e selezione nel procacciamento del cibo e avevano conosciuto forme

precoci di insediamenti stabili[18]

.

[modifica]Culture neolitiche in Europa

Culture neolitiche europee intorno al 4500 a.C.

Culture neolitiche europee nel tardo neolitico

[modifica]Tessaglia, Balcani, regione danubiana

La cultura neolitica si diffuse precocemente nella penisola balcanica, ma è tuttora discusso se si sia trattato di

spostamenti di comunità che arrivarono a colonizzare zone precedentemente in gran parte disabitate, ovvero di

una precoce adozione da parte delle comunità indigene mesolitiche delle diverse innovazioni della cultura

neolitica, in modo a volte scaglionato nel tempo. Il processo di "neotilizzazione" potrebbe anche essersi verificato

con modalità miste.

Sesklo (sito in Tessaglia, 6850-4400 a.C. circa) con sviluppo che sembra essere indipendente dai siti

del Vicino Oriente, sia per laceramica, sia per l'allevamento.

Dimini (sito in Tessaglia, dal 4800 a.C. circa).

Cultura di Karanovo (dal sito di Karanovo, in Bulgaria, 6200 - 5500 a.C. circa), per le fasi del neolitico antico

(Karanovo I-II) e del neolitico recente (Karanovo III-IV).

Page 31: Pre i Storia

Cultura di Starčevo-Körös (dal sito di Starčevo presso Belgrado in Serbia e del fiume Körös in Ungheria,

6200-5600 a.C. circa).

Cultura di Vinča (dal sito di Vinča, ancora presso Belgrado, in Serbia, di datazione discussa, ma successiva

alla precedente).

Vaso della cultura della ceramica lineare, rinvenuto a Rauschenberg-Bracht (Hessen, Germania, esposto

nell'Universitätsmuseum für Kulturgschichte di Marburg)

Diffusione della cultura di Cucuteni-Trypillja

Cultura della ceramica lineare (chiamata anche "cultura della ceramica decorata a nastro", in ingleseLinear

Pottery culture, o anche Linear Band Pottery, Linear Ware, Linear Band Ware, Linear Ceramicsculture, o

ancora Danubian I culture secondo Vere Gordon Childe, o Incised Ware Group; in tedescoBandkeramische

Kultur o Linienbandkeramische Kultur, abbreviata LBK): diffusa tra il 5600/5500 a.C. e il 4500 a.C. circa, a

partire dal medio corso del Danubio e dal corso medio e superiore dell'Elba e delReno, alle sue origini fu

probabilmente influenzata dalla cultura di Starčevo-Körös dei Balcani.

Nella sua prima fase ebbe un'estensione orientale ("cultura della ceramica lineare orientale", in ingleseEastern

Linear Pottery culture).

Nella sua fase intermedia sviluppò la "cultura della ceramica a note musicali" (Musical Note Pottery

culture o Notenkopfkeramik).

Nella sua fase tarda è nota come "cultura della ceramica decorata a punzone" (in inglese Stroked Pottery

culture o Stroke-ornamented Ware culture o Danubian culture Ib secondo Vere Gordon Childe; in

tedesco Stichbandkeramik Kultur). Giunse ad occupare un'area tra la Moldavia e la valle della Senna.

Page 32: Pre i Storia

Cultura di Rössen, successe alla cultura della ceramica lineare in gran parte della Germania, nei Paesi

Bassi sudorientali, nella Francia nord-orientale, nel nord dellaSvizzera e dell'Austria tra il 4600/4500-4300

a.C. circa.

Cultura di Lengyel (sito dell'Ungheria centrale; 4900-4000 a.C. circa). Si diffuse parallelamente alla cultura di

Rössen nella Slovacchia sud-occidentale e nell'Ungheria occidentale, estendendosi quindi all'Austria, alla

Croazia e alla Polonia.

Cultura di Chassey (dal sito presso Chassey-le-Camp, Saona e Loira). Si diffuse nella valle della Senna e

nell'alta Valle della Loira tra il 4500 e il 3500 a.C.

Cultura di Cucuteni-Trypillja (dai siti di Cucuteni, in Romania, e di Trypillja o Tripolje, in Ucraina; 5500/5400 -

2750/2700 a.C. circa), sviluppata lungo il corso alto e medio del fiume Nistro (o Dniester),

nell'attuale Moldavia, e estesa verso nord-est fino al fiume Dnepr (o Dnieper), nell'attuale Ucraina.

[modifica]Mediterraneo

Lungo le coste del mar Mediterraneo si ebbe una rapida diffusione della cultura neolitica

(agricoltura e allevamento, ceramica), che ha fatto supporre una colonizzazione da oriente su rotte commerciali

marittime già conosciute. In tutta quest'area sono note solo poche località mesolitiche.

La cultura della ceramica impressa si diffuse nella prima metà del VI millennio a.C. dalle coste occidentali

della penisola balcanica verso le coste adriatiche dell'Italia meridionale, espandendosi fino alla Sicilia e lungo le

coste tirreniche. Una variante è la ceramica impressa detta "ligure", diffusa nell'Italia nord-occidentale e sulle

costefrancesi, con occupazione di aree differenti da quelle con tracce di frequentazione mesolitica.

Nella seconda metà del VI millennio a.C., all'incirca a partire dal 5400 a.C., si diffuse sulle coste mediterranee

della penisola iberica e fino all'odierno Portogallo, la cultura della ceramica cardiale, nella quale la decorazione a

impressione era ottenuta mediante l'impressione del margine della conchiglia di Cardium. In generale rimasero

numerosi gli insediamenti in grotta e le testimonianze di uno stile di vita forse seminomade, che induce ad

ipotizzare una diffusione attraverso piccole comunità neolitiche di agricoltori provenienti dal mare che andarono ad

occupare le aree lasciate libere dalle comunità mesolitiche locali di cacciatori e raccoglitori, le quali vennero

progressivamente, ma lentamente assimilate. Dalle coste si ebbe inoltre una lenta penetrazione verso l'interno

(valle del Rodano, valle dell'Ebro).

Nella penisola iberica, sulle coste meridionali della Francia e in alcune aree della Sicilia e della Sardegna si diffuse

nel tardo neolitico (2800-1900 a.C. circa) la cultura del vaso campaniforme.

[modifica]Italia

Per approfondire, vedi la voce Neolitico in Italia.

In Italia meridionale la cultura neolitica della ceramica impressa si diffuse, tra la seconda metà del VI millennio

a.C. e gli inizi del V, soprattutto nella regione del Tavoliere e nella valle dell'Ofanto, inPuglia, e in Basilicata, da

dove si diffuse verso nord e verso l'interno e la costa tirrenica. Sono presenti insediamenti all'aperto lungo le coste

e le valli dei fiumi ed è attestata un'economia basata sullacerealicoltura e sull'allevamento, integrata dallo

sfruttamento delle risorse spontanee. Si tratta di zone dove le comunità locali mesolitiche erano state

Page 33: Pre i Storia

probabilmente poco consistenti, in modo analogo a quanto sembra sia avvenuto in Grecia. Si susseguirono in

quest'ambito varie facies, caratterizzate dallo stile della decorazione ceramica, prima impressa e incisa, poi

dipinta. Una forma di comunicazione espressiva extralinguistica è rappresentata in Salento dall'arte pittorica

parietale in grotta, il cui più importante esempio è costituito dai pittogrammi figurativi e simbolico-astratti presenti a

migliaia nella Grotta dei Cervi di Porto Badisco (nei pressi di Otranto). La cavità ipogea fu scoperta nel 1970 dal

Gruppo Speleologico Salentino di Maglie[19]

In Sicilia è presente una maggiore continuità rispetto alle locali comunità mesolitiche, in analogia a quanto si

riscontra nell'area di diffusione della ceramica cardiale: il sito della grotta dell'Uzzo ha restituito stratigrafie che

proseguono senza interruzione dal mesolitico, evidenziando una transizione più graduale, con un'accentuazione

delle attività di pesca e raccolta di frutti spontanei nei livelli immediatamente precedenti a quelli neolitici. Anche in

quest'area si svilupparono una serie di culture locali nell'ambito della ceramica impressa. L'isola di Lipari venne

colonizzata all'inizio del V millennio a.C. da genti provenienti dalla Sicilia per lo sfruttamento dei suoi giacimenti

di ossidiana.

In Italia centrale la presenza dell'Appennino determinò la formazione di aree culturali differenziate sul

versante tirrenico e su quello adriatico, con diverse facies culturali che si susseguirono l'una all'altra, con parziali

sovrapposizioni.

Cosiddetto "altare di Monte d'Accoddi", santuario neolitico presso Sassari.

In Italia settentrionale la variante della cultura della ceramica impressa ligure, si affermò sulla costa

della Liguria nella prima metà del VI millennio a.C. Alla fine del millennio l'area della pianura padana era

interessata da un mosaico di culture accomunate dalla decorazione ceramica. Alla colonizzazione degli agricoltori

neolitici, che avevano probabilmente seguito percorsi commerciali già solidamente stabiliti in precedenza, si

mescolò l'assimilazione delle pratiche neolitiche da parte delle comunità locali mesolitiche, portando ad

attardamenti nell'industria litica e nel mantenimento degli usi di caccia e raccolta. All'inizio del V millennio a.C. il

precedente mosaico culturale venne sostituito dall'unitaria cultura dei vasi a bocca quadrata, diffusa dalla Liguria

al Veneto. Alla fine del millennio l'area venne progressivamente influenzata dalla cultura di Chassey (in Italia

anche detta cultura di Lagozza), originaria della Francia, che finì con il sostituire la cultura precedente.

In Sardegna lo sfruttamento dei giacimenti di ossidiana del Monte Arci portò al precoce sviluppo delle culture

neolitiche, introdotte con la cultura della ceramica impressa agli inizi del VI millennio a.C. Vi erano largamente

diffusi diversi tipi di monumenti megalitici e si manifestarono diverse culture locali. Nell'ultima fase si introdusse

nella parte nord-occidentale dell'isola la cultura del vaso campaniforme.

[modifica]Europa nord-occidentale e atlantica

Page 34: Pre i Storia

Pianta ricostruttiva di Stonehenge

La diffusione della cultura della ceramica lineare si era arrestata prima di raggiungere le coste dell'Atlantico e

del Baltico, probabilmente a causa della presenza di comunità di cacciatori e raccoglitori mesolitiche che si

limitarono a scambiare con le comunità neolitiche oggetti, materie prime e specie domestiche.

Nelle isole britanniche si ebbe probabilmente una lunga coesistenza di entrambe le culture (comunità di

colonizzatori agricoltori neolitici e gruppi locali di cacciatori e raccoglitori di cultura mesolitica).

In queste zone ebbero particolare sviluppo i monumenti megalitici di cui l'esempio più celebre è il sito

di Stonehenge.

[modifica]Ulteriore diffusione in Europa centro-settentrionale e orientale

Vaso della cultura del bicchiere imbutiforme

Cultura del bicchiere imbutiforme (in inglese Funnelbeaker culture e in tedesco Trichterbecher culture,

abbreviata come TRB). Preceduta dalla "cultura di Ertebølle" (da un sito archeologico danese), ancora

di cacciatori-raccoglitori, si diffuse tra il 4200/4000 a.C. circa e il 2700 a.C., dalla foce dell'Elba alla foce

della Vistola, e dalla Scandinavia meridionale, alla Danimarca, ai Paesi Bassi e alle

coste tedesche epolacche.

Cultura di Narva, diffusa nei paesi baltici, nella Prussia Orientale e nelle vicine aree della Polonia e

della Russia. Successe alla mesolitica cultura di Kunda e si prolungò fino alla prima età del bronzo. Nella sua

fase tarda subì l'influsso delle culture della ceramica cordata, del bicchiere imbutiforme e dell'anfora globulare.

Page 35: Pre i Storia

Ritrovamenti pertinenti alla cultura del vaso campaniforme

Cultura dell'anfora globulare (in inglese Globular Amphora Culture e in tedesco Kugelamphoren), occupò tra

il 3400 a.C. e il 2800 a.C. la medesima area della cultura del bicchiere imbutiforme nella sua ultima fase e si

sovrappose alla zona di diffusione centrale della cultura della ceramica cordata. A sud le fu contemporanea

la cultura di Baden e a nord-est la fase finale della cultura di Narva.

Diffusione della cultura della ceramica cordata.

Cultura della ceramica cordata o "dell'ascia da combattimento" o "della sepoltura singola" (in inglese Corded

Ware culture o Battle Axe culture o Single Grave culture; in tedesco Schnurkeramik o Streitaxt

Kultur o Einzelgrabkultur), sviluppata nel tardo neolitico e fiorita nel calcolitico, fino alla prima età del bronzo,

tra il 3200/2800 a.C. e il 2300/1800 a.C., nell'area tra ilReno e il Volga e nella Scandinavia meridionale,

arrivando a sud fino alla Repubblica Ceca e alla Slovacchia.

La cultura del vaso campaniforme (in inglese Bell-Beaker culture o Beaker culture e in

tedesco Glockenbecherkultur) si diffuse tra il 2800 e il 1900 a.C. circa dal Portogallo alle regioni

della Germania fino al fiume Elba, all'alto corso delDanubio e in Ungheria e ancora nelle isole britanniche,

in Sardegna e Sicilia. La sua origine è stata riconosciuta nei Paesi Bassi e nella regione renana.

[modifica]Africa

[modifica]Regione sahariana e valle del Nilo

Page 36: Pre i Storia

Pittura rupestre presso Tassil-n-Ajjer, nell'area sahariana.

Posizione di Nabta Playa nell'ambito dell'Egitto.

Nell'Africa settentrionale tra l'8500 e il 3500 a.C. circa l'area sahariana attraversò una delle fasi umide della sua

storia, con formazione di una savana.

Le locali culture di cacciatori e raccoglitori adottarono precocemente la ceramica, che sembra essere stata

inventata indipendentemente e in epoca più antica rispetto alla sua introduzione nel Vicino Oriente e

precedentemente all'introduzione di sistemi di produzione del cibo.

Le popolazioni dovevano avere uno stile di vita parzialmente sedentario sulle rive di laghi ora scomparsi.

L'industria litica era costituita da microliti e da arpionie ami in osso. Queste popolazioni adottarono forme di

accumulazione delle risorse alimentari in risposta alle prime difficoltà climatiche.

Nella prima metà del VI millennio a.C. venne introdotto, probabilmente in modo indipendente dal Vicino Oriente,

l'allevamento dei bovini[20]

, che divenne di grande importanza già a partire dalla metà del V millennio a.C. Queste

popolazioni produssero l'arte rupestre sahariana: tra i siti più noti Tassili-n-Ajjer inAlgeria e Tadrart Akakus in Libia;

nella regione dell'Ennedi in Ciad sono state individuate incisioni rupestri datate al VII millennio a.C.[21]

.

Nella località di Nabta Playa nel Sahara dell'odierno Egitto sud-occidentale, sono stati rinvenuti numerosi siti

archeologici intorno ad una depressione che durante i periodi umidi doveva formare un lago. Dopo i primi

accampamenti temporanei di popolazioni nomadi, che già utilizzavano la ceramica, decorata a impressione,

insediamenti stabili furono resi possibili dallo scavo di pozzi (intorno al 6000 a.C.). Intorno alla metà del V millennio

a.C. il sito sembra fosse divenuto un centro di incontri cerimoniali per le popolazioni nomadi dei pastori sahariani.

Vi sono state rinvenute numerose strutture megalitiche, tra cui un cerchio di lastre di pietra di circa 4 m di

Page 37: Pre i Storia

diametro, interrotto da aperture allineate in direzione nord-sud e sulla direttrice del sorgere del sole

al solstizio d'estate, che annunciava probabilmente l'arrivo dei monsoni estivi e la stagione delle piogge.[22]

.

Nella località di Gobero, sul margine occidentale del deserto del Teneré, in Niger è stato scoperto un sito sui

margini di un lago scomparso, che ha restituito due fasi di occupazione, in corrispondenza dei periodi umidi nel

paleoclima sahariano dell'Olocene antico e medio. La prima di esse (7700-6200 a.C.) si riferisce a genti

della cultura kiffiana (dal sito di Adrar-n-Kiffi, presso Adrar Bous), una comunità di cacciatori/pescatori e

raccoglitori che utilizzavano la ceramica e presumibilmente avevano uno stile di vita sedentario. La seconda è

legata ad una diversa popolazione di allevatori di bovini, che praticavano inoltre la pesca, la raccolta di molluschi e

la caccia di piccoli animali della savana, della cultura teneriana[23]

Con il progredire della desertificazione le popolazioni sahariane si dovettero spostare verso la valle del Nilo ed è

discussa la loro influenza sulla formazione dellaciviltà egizia.

Nella Nubia (alta valle del Nilo, attuale Sudan)[24]

era presente agli inizi del VI millennio a.C. la cultura mesolitica di

Khartoum, costituita da cacciatori-raccoglitori e pescatori che probabilmente abitavano per gran parte dell'anno in

accampamenti stabili, utilizzavano i cereali selvatici e conoscevano la ceramica, decorata con linee ondulate

parallele (wavy line), diffusa più tardi (intorno alla metà del V millennio a.C.) anche più a nord e più a sud fino

in Kenya e ad ovest fino in Mali in una variante con linee realizzate con serie di punti (dotted wavy line). La

domesticazione dei bovini, introdotta nelle culture sahariane, passò quasi contemporaneamente anche in Nubia,

dove le già sofisticate culture mesolitiche locali passarono rapidamente al pastoralismo e ad insediamenti meno

stabili che in precedenza.

Nel sito di Esh Shaheinab, nel Sudan centrale, della metà del V millennio a.C. (Gouge culture, o fase neolitica

della cultura di Khartoum), l'allevamento era affiancato dalle tradizionali attività di caccia, raccolta e pesca e

alla tradizionale industria litica di tipo microlitico. Continuava la produzione di ceramica del tipo dotted wavy

line, a cui si affiancò quella decorata con impressioni ondulatorie (rocker) e dei "vasi a bocca nera" (perché

probabilmente cotti rovesciati).

Nel sito di Kadero l'allevamento era maggiormente diffuso e venivano utilizzati nell'alimentazione il sorgo e

il miglio, di specie ancora selvatiche, per le quali non è chiaro se fossero coltivate o semplicemente raccolte.

Nella ceramica e nell'industra litica le tradizioni mesolitiche vennero progressivamente abbandonate. Alcune

asce e teste di mazza di pietra levigata dovevano essere utilizzate anche come indicatori di rango e le

variazioni nei corredi dei defunti testimoniano l'instaurarsi delle prime differenziazioni sociali; una situazione

simile è presente anche nelle numerose tombe rinvenute nel sito di Kadruka, datate tra la metà del VI e la fine

del V millennio.

Il sito di Kerma, in seguito occupato anche nella fase protostorica, ha restituito un abitato neolitico con

capanne circolari, probabilmente occupato stagionalmente da una popolazione di pastori, che allevava sia

bovini che capre e pecore (cultura di pre-Kerma).

Nel VI-V millennio a.C. si svilupparono nell'area nubiana diverse culture con varianti regionali e diverse forme di

decorazione della ceramica, che passarono progressivamente dallo sfruttamento specializzato delle risorse

disponibili, alla pratica dell'agricoltura e dell'allevamento associata ad insediamenti stabili[25]

.

Page 38: Pre i Storia

Nella valle del Nilo in Egitto nel corso del VI millennio a.C. si sviluppò la neolitica cultura del Fayyum (oasi di El

Fayum), le cui origini sono tuttora discusse (le principali ipotesi sostengono un'introduzione di specie coltivate e

bestiame domestico dal Vicino Oriente, ovvero una locale evoluzione delle culture sahariane con influssi da altre

culture neolitiche africane)[26]

. Il primo insediamento stabile è documentato nella regione del Delta, nel sito

di Merimda Beni-Salamé, con cinque strati archeologici tra il VI e il V millennio a.C.

In Alto Egitto intorno alla metà del V millennio si sviluppò la cultura tasiana (dal sito di Deir Tasa), nell'ambito della

quale si ebbe il passaggio al calcolitico (contemporanea cultura badariana, dal sito diEl-Badari), ma che non

sembra aver utilizzato insediamenti stabili.

La neolitizzazione nel IV millennio a.C. raggiunse le regioni del Maghreb con l'introduzione delle pratiche agricole

e di allevamento e dell'uso della ceramica sul substrato della locale cultura mesoliticacapsiana.

[modifica]Africa occidentale

In seguito all'instaurarsi di un clima più secco tra il VI e il V millennio a.C. altri gruppi umani si spostarono dal

Sahara verso l'area tra la costa atlantica e il fiume Niger, dove si praticava l'allevamento e l'agricoltura (miglio,

sorgo, sesamo e altre piante locali) e l'alimentazione era integrata dalla raccolta di molluschi. In Senegal sono stati

indagati diversi siti costieri (Cap Manuel, presso Dakar, Bel Air, nella penisola di Cap Vert, che ha restituito una

statuetta detta Venere di Thiaroye, industria litica microlitica e ceramica), mentre altri situati lungo la valle del

fiume Senegal sono meno conosciuti.

Lo stile di vita tipico delle popolazioni seminomadi di pastori che sfruttavano il bestiame bovino per la produzione

di cibo (latte) e coltivavano il miglio si prolungò a lungo, sebbene le condizioni climatiche dovettero far spostare

queste popolazioni verso sud nel Sahel dell'Africa occidentale. Intorno al 2000 a.C. sono datati alcuni siti nella

zona.

Gajiganna (presso la città di Maiduguri in Nigeria) ha restituito in nove siti quattro fasi di occupazione tra il 2200 e

il 400 a.C., situati presso una laguna lasciata dal progressivo prosciugamento del lago Chad. La sussistenza era

basata sullo sfruttamento delle risorse acquatiche e sull'allevamento, non solo di bovini, ma anche di capre e

pecore, integrato con la caccia e la raccolta di cereali selvatici, a cui solo successivamente si aggiunsero le specie

coltivate[27]

. Anche nella parte nord del Burkina Faso sono state rinvenute testimonianze archeologiche di

coltivazione senza tracce invece di specie domestiche allevate.

[modifica]Asia

[modifica]Cina

Per approfondire, vedi la voce Civiltà neolitiche in Cina.

Cultura di Pengtoushan (7500-6100 a.C., medio corso dello Yangtze, Hunan);

cultura di Peiligang (7000-5000 a.C., valle del fiume Yiluo nello Henan);

cultura di Houli (6500-5500 a.C., Shandong);

cultura di Xinglongwa (6200-5400 a.C., al confine tra Mongolia interna e Liaoning);

Page 39: Pre i Storia

cultura di Cishan (6000-5500 a.C., nell'Hebei meridionale);

cultura di Dadiwan (5800-5400 a.C., Gansu e Shaanxi occidentale);

cultura di Xinle (5500-4800 a.C., basso corso del fiume Liao nella penisola di Liaodong);

cultura di Zhaobaogou (5400-4500 a.C., valle del fiume Luan nella Mongolia Interna e Hebei settentrionale);

cultura di Beixin (5300-4100 a.C., nello Shandong);

cultura di Hemudu (5000-4500 a.C.), nello Yuyao, Zhoushan e Zhejiang);

cultura di Daxi (5000-3000 a.C., nella regione delle Tre Gole);

cultura di Majiabang (5000-3000 a.C., nell'area del lago Taihu, a nord della baia di Hangzhou);

cultura di Yangshao (5000-3000 a.C., nell'Henan, Shaanxi e Shanxi);

cultura di Hongshan (4700-3000 a.C., nella Mongolia Interna, nel Liaoning e nell'Hebei);

cultura di Dawenkou (4100-2600 a.C., nello Shandong, nell'Anhui, nell'Henan e nello Jiangsu);

cultura di Liangzhu (3400-2250 a.C., nel delta dello Yangtze);

cultura di Majiayao (3100-2700 a.C. lungo il corso superiore del Fiume Giallo, in Gansu e Qinghai);

cultura di Qujialing (3100-2700 a.C., lungo il corso medio del Fiume Giallo, in Hubei e Hunan);

cultura di Longshan (3000-2000 a.C. lungo il corso medio e inferiore del Fiume Giallo);

cultura di Baodun (2800-2000 a.C., pianura di Chengdu);

cultura di Shijiahe (2500-2000 a.C., medio corso del fiume Yangtze, in Hubei).

[modifica]Note

1. ^ La suddivisione, elaborata per l'ordinamento del Museo nazionale danese, inaugurato nel 1819, venne

pubblicata nel 1836 nella Ledetraad til nordisk Oldkyndighed ("Guida alle antichità scandinave").

2. ^ J. Lubbock, Pre-historic Times as illustrated by Ancient Remains and the Manners and Customs of Modern

Savages, William and Norgate, London 1865.

3. ^ V. Gordon Childe, The Dawn of European Civilization, 1925 (con edizioni successive, la sesta e ultima delle

quali nel 1957, anno della morte dell'autore; tradotto in italiano come Preistoria della società europea, Sansoni

editore, Firenze 1979, traduzione di J. P. le Divelec).

4. ^ L'analisi dei resti organici presenti negli insediamenti preistorici riguarda semi combusti o noccioli provenienti

dai focolari, e anche depositi di ossa di animali sottoposti a ricerca tafonomica (G. Giacobini, "La ricerca

tafonomica: una chiave per l'interpretazione dei siti preistorici", in C. Andreoni, C. Giunchi. C. Peretto, I. Zavatti

(a cura di), Oltre la pietra. Modelli tecnologie per capire la preistoria, Forlì 1996, pp. 197-215), per fornire utili

indicazioni sull'eventuale presenza di allevamento e/o domesticazione. I fitoliti rilevati in un sito possono fornire

indizi sull'utilizzo prevalente del terreno, presupponendo che alte concentrazioni corrispondano a una forte

incidenza del pascolo (P. Biagi, R. Nisbet, "The earliest farming communities in Northern Italy", in Guilaine et

alii (a cura di), Premières communautes paysannes en Mediterranée occidentale (Actes du colloque

internationale du C.N.R.S., Montpellier, 1983), Paris 1984, pp. 447-453). Una particolare usura delle dentature

dei resti umani può evidenziare un'alimentazione ricca di scorie silicee, e quindi ricondursi alla molitura dei

cereali con macine di pietra. Scheletri femminili con segni di usura alle ginocchia, agli alluci ed alla colonna

vertebrale provano che le donne passavano molto tempo chine a macinare cereali, e quindi sono un altro

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segnale di economia basata sull'agricoltura. Infine, dall'analisi del DNA condotta su frumenti selvatici con il

sistema di marcatura molecolare, si è dimostrato che la domesticazione dei cereali sarebbe avvenuta tra la

Turchia orientale e l'Iraq all'incirca nel 9000 a.C., nell'odierna zona del Karacadag.

5. ^ Peter Bellwood, First Farmers: The Origins of Agricultural Societies, Wiley-Blackwell editore, 2004. ISBN 0-

631-20566-7.

6. ^ O. Bar-Yosef, A. Belfer-Cohen, "Facing environmental crisis. Societal and cultural changes at the transition

from the Younger Dryas to the Holocene in the Levant.", in R.T.J. Cappers, S. Bottema (a cura di),The Dawn of

Farming in the Near East (Studies in Early Near Eastern Production, Subsistence and Environment 6), Ex

oriente editore, Berlin 2002, pp. 55-66.

7. ^ Raimund Muscheler, Raimund et al, "Tree rings and ice cores reveal 14C calibration uncertainties during the

Younger Dryas", in Nature Geoscience 1, 2008, pp. 263–267 (riassunto in inglese).

8. ^ Juliet Clutton-Brock, Origins of the dog: domestication and early history in Serpell, James (a cura di), The

domestic dog: its evolution, behaviour and interactions with people, Cambridge, Cambridge University Press,

1995. ISBN 0521415292

9. ^ Il sito archeologico di Mureybet sul sito web della Minnesota State University.

10. ^ Missione archeologica francese a Tell Aswad sul sito del Ministero degli affari esteri francese.

11. ^ L'addomesticamento, forse prima di capre e pecore (difficilmente distinguibili tra loro dalle ossa) e poi di buoi

e maiali, potrebbe in realtà essere avvenuto contemporaneamente alla diffusione della coltivazione: la più lenta

mutazione delle specie dalle forme selvatiche a quelle domestiche rende difficile distinguere tra esemplari

selvatici, prodotto della caccia, ed esemplari domestici di allevamento.

12. ^ Ceramiche più antiche sono attestate nelle culture pre-neolitiche del Giappone e nell'VIII millennio a.C. nella

regione del Sahara.

13. ^ Recipienti di questo tipo sono attestati nel sito di Byblos nel Libano: M. Balfet, H. Lafuma, H. Lunguet, M.

Terrier, "Une invention néolithique sans lendemain. Vaisselles précéramiques et sols enduits de quelques sites

du Proche-Orient", in Bulletin de la Société préhistorique française, 66, 1969, pp.188-192; H. de Contenson,

L.C. Courtois, "A propos de vases en chaux. Recherches sul leur fabrication et leur origine", in Paléorient, 5,

1979, pp.177-181.

14. ^ J. Guilaine, F. Briois, J. D. Vigne, Shilourokambos (Parreklisha, Limassol, Chypre) et le Précéramique ancien

de Chypre, 1, 2006.

15. ^ A. J. Ammerman, L. L. Cavalli-Sforza, The Neolithic Transition and the Genetics of Populalations in Europe,

Princeton University Press, 1984; traduzione italiana (La transizione neolitica e la genetica di popolazioni in

Europa) di R. Bencivenga, Bollati Boringhieri, 1986.

16. ^ Gli studi hanno utilizzato il modello matematico di reazione-diffusione e in particolare l'equazione di Fisher

17. ^ A. Colin Renfrew, Archaeology & Language. The Puzzle ofthe Indo-European Origins, Jonathan Cape,

London 1987.

18. ^ Marek Zvelebil, Hunters in Transition. Mesolithic Societies of Temperate Eurasia and their Transition to

Farming, Cambridge University Press, 1986.

Page 41: Pre i Storia

19. ^ La cavità è stata oggetto di ricerca e studio decennali da parte dell'archeologo Paolo Graziosi. Tali studi sono

confluiti nel volume Le pitture preistoriche della grotta di Porto Badisco, corredato da una ricca

documentazione fotografica. Per approfondimenti, si veda il sito [www.lagrottadeicervi.it lagrottadeicervi.it].

20. ^ D.W. Phillipson, African Archaeology, Cambridge 1985, pp. 94-96, 102-103. I primi casi di bovini

addomesticati sembrano tuttavia attestati già nel IX millennio a.C. nel sito di Nabta Playa, nell'odierno deserto

occidentale egiziano: Veerle Linseele, "The origins of nomadic pastoralism in West Africa", in 18th Biennial

Meeting of the Society of Africanist Archaeologists (congresso Calgary 22-26 giugno 2006), (testo on-line in

formato (PDF) scaricabile da qui).

21. ^ Savino di Lernia, I pastori neolitici sahariani. La prima civiltà africana (Serate di Orosei 2008) (PDF).

22. ^ Stonehenge fra le dune, articolo della giornalista C. Dal Maso del 18 aprile 1998; F. Wendorf, R. Schild, Late

neolithic megalithic structures at Nabta Playa (Sahara), southwestern Egypt (EN) sul sito web Comp-

Archaeology (marzo 1998, aggiornato novembre 2000).

23. ^ P.C. Sereno, E.A.A. Garcea, H. Jousse, C.M. Stojanowski, J. Saliège, et al. Lakeside Cemeteries in the

Sahara: 5000 Years of Holocene Population and Environmental Change, in PLoS ONE 3(8), 2008(EN)

(pubblicazione on line).

24. ^ introduzione%20alle%20antichità%20nubiane.pdf A. Manzo, Introduzione alle antichità nubiane, Università

degli studi di Trieste, Trieste 2007 (PDF).

25. ^ J. D. Clark, “Prehistoric Cultural Continuity and Economic Change in the Central Sudan in the Early

Holocene”, in J.D. Clark e S.A. Brandt (a cura di), From Hunters to Farmers. The Causes and Consequences

of Food Production in Africa, Londra 1984, pp. 113-126.

26. ^ Riassunto delle diverse ipotesi sulle origini della cultura neolitica del Fayyum (EN) (sul sito Faiyum.com).

27. ^ P. Breunig, K. Neumann, W. Van Neer, "New Research on the Holocene settlement and environment of the

Chad Basin in Nigeria", in African Archeological Revue', 12/2, 1996, pp.111-145 (vedi scheda

sull'insediamento sul sito dell'Università di Francoforte.

[modifica]Bibliografia essenziale

J. Lubbock, Pre-historic Times as illustrated by Ancient Remains and the Manners and Customs of Modern

Savages, William and Norgate, London 1865.

V. Gordon Childe, The Dawn of European Civilization, 1925 (con edizioni successive, la sesta e ultima delle

quali nel 1957, anno della morte dell'autore; tradotto in italiano come Preistoria della società europea),

Sansoni editore, Firenze 1979, traduzione di J. P. le Divelec

V. Gordon Childe, New Light on Most Ancient East: The Oriental Prelude to European Prehistory, London

1934.

A. J. Ammerman, L. L. Cavalli-Sforza, The Neolithic Transition and the Genetics of Populalations in Europe,

Princeton University Press, 1984; traduzione italiana (La transizione neolitica e la genetica di popolazioni in

Europa) di R. Bencivenga, Bollati Boringhieri, 1986.

A. Colin Renfrew, Archaeology & Language. The Puzzle ofthe Indo-European Origins, Jonathan Cape,

London 1987.

Page 42: Pre i Storia

M. Gimbutas, Il Linguaggio della Dea. Mito e culto della Dea Madre nell'Europa Neolitica, [trad. it.], Milano

1990.

F. Giusti, La nascita dell'agricoltura (L'evoluzione umana II), Donzelli editore, Roma 1996.

[modifica]Voci correlate

Paleolitico

Mesolitico

Preistoria

Protostoria del Vicino Oriente

Storia del Vicino Oriente antico

[modifica]Altri progetti

Wikimedia Commons contiene file multimediali su Neolitico

[modifica]Collegamenti esterni

Neolitico su Open Directory Project (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Neolitico")

Dispense del corso di "Preistoria e protostoria europea" presso l'Università degli studi di Milano (facoltà di

lettere e filosofia, corso di laurea in Scienze dei beni culturali) di Laura Seragnoli (2001-2002):

(PDF)Neolitico nel Vicino Oriente

(PDF)neolitico in Europa e in Italia meridionale

(PDF)neolitico in Italia centrale

(PDF)culture del neolitico antico in Italia settentrionale

(PDF)culture del neolitico medio in Italia settentrionale

Categoria: Preistoria | [altre]

Età della pietra Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa voce è parte della serie Età della pietra

↑ prima dell'Homo (Pliocene)

Paleolitico

Paleolitico inferiore

Homo

controllo del fuoco,Industria litica

Paleolitico medio

Homo neanderthalensis

Page 43: Pre i Storia

Paleolitico superiore

Propulsore (Armi da lancio),Addomesticazione del cane

Mesolitico

microliti, arco, canoe

Cultura kebariana

Cultura natufiana

Neolitico

Neolitico preceramico

coltivazione,addomesticamento

Ceramica neolitica

↓ Età dei metalli

Questo

box: vedi • disc. • mod.

Punta di freccia in ossidiana

Nel sistema delle tre età in cui viene tradizionalmente suddivisa la preistoria-protostoria, l'espressione Età della

Pietra si riferisce alla fase dell'evoluzione umana in cui si iniziarono a costruire e usare utensili ricavandoli

da pietre, legno, corno, ossa e conchiglie animali.

La fine di questo periodo, protostoria, viene identificata nella nascita delle tecniche di lavorazione dei metalli, da

cui prendono il nome le successive Età del Bronzoed Età del Ferro.

L'espressione non si riferisce a un periodo temporale specifico, ma a una fase dell'evoluzione umana, che giunse

al proprio termine in momenti diversi ed ebbe caratteristiche specifiche diverse in diverse regioni del globo.

L'Età della Pietra viene a sua volta tradizionalmente suddivisa nei tre periodi Paleolitico, Mesolitico e Neolitico, in

funzione delle tecniche predominanti di lavorazione dei materiali ed uso degli utensili.

Page 44: Pre i Storia

Come il sistema delle tre età in generale, anche il concetto di Età della Pietra nacque storicamente nel contesto

dello studio archeologico della storia dell'Europa, del Mar Mediterraneo e del Medio Oriente e del Sudest asiatico,

e la sua applicabilità o utilità con riferimento ad altre zone del globo (per esempio alle Americhe o all'Australia) è

controversa.

Indice

[nascondi]

1 Caratterizzazione temporale

2 Lo sviluppo umano nell'Età della Pietra

o 2.1 Paleolitico

o 2.2 Mesolitico

o 2.3 Neolitico

3 La vita dell'Età della Pietra

o 3.1 Abitazioni e altre costruzioni

o 3.2 Arte

3.2.1 Incisioni rupestri

3.2.2 Pittura rupestre

o 3.3 Rituali e credenze religiose

4 Culture dell'Età della Pietra ancora esistenti

5 L'Età della Pietra nella cultura popolare

6 Note

7 Bibliografia

8 Altri progetti

9 Collegamenti esterni

[modifica]Caratterizzazione temporale

L'inizio dell'"Età della Pietra" coincise con le prime migrazioni delle specie ominidi dalla savana africana verso

l'Europa e il Medio Oriente, fra i 3 e 4 milioni di anni fa. La lavorazione dei metalli apparve in momenti diversi in

diverse regioni (in genere intorno al VII millennio a.C. in Medio Oriente e al V in Europa e Africa settentrionale). Il

passaggio dall'Età della Pietra all'Età del Bronzo fu in realtà processo graduale; per esempio, "Ötzi",

l'uomo mummificato del XXXIII secolo a.C., aveva con sé un'ascia di rame e un coltello di selce. Il periodo di

transizione fra l'Età della Pietra e quella del Bronzo viene anche detto Età del Rame o Calcolitico, e si sviluppò in

modi e tempi molto diversi in diverse aree (anche in funzione della disponibilità locale di stagno).

[modifica]Lo sviluppo umano nell'Età della Pietra

L'Età della Pietra copre un immenso arco temporale, nel quale gli esseri umani dovettero adattarsi anche a

importanti mutamenti climatici. Fu proprio durante l'Età della Pietra che gli uomini subirono l'evoluzione

Page 45: Pre i Storia

morfologica che portò alla specie Homo sapiens sapiens. A partire dal celebre saggio di John Lubbock Pre-historic

Times (1865), questo lungo periodo viene suddiviso in tre fasi: Paleolitico, Mesolitico e Neolitico.

[modifica]Paleolitico

Per approfondire, vedi la voce Paleolitico.

Asce a manoacheuleane del Paleolitico inferiore

Il Paleolitico copre un periodo temporale che va da circa 2 milioni di anni fa fino alla fine del Pleistocene, 10.000

anni fa (in alcune aree 8.000).

Il Paleolitico inferiore vide lo sviluppo dell'Homo habilis, verso la fine del Pliocene in Africa; questi antenati

dell'uomo moderno svilupparono i primi utensili noti, i cosiddetti chopperdi pietra. Il sito

di Olduvai in Tanzania risale a quest'epoca. Circa un milione e mezzo di anni fa apparve l'Homo erectus, che

apprese l'uso del fuoco, raffinò la costruzione dei chopper, e si espanse verso l'Asia, come testimoniato dal sito

di Zhoukoudian in Cina. A un milione di anni fa circa risalgono i primi reperti umani in Europa, e le prime

testimonianze dell'uso dell'ascia a mano, un'evoluzione del chopper.

Il Paleolitico medio ebbe inizio circa 200.000 anni fa e viene ricordato soprattutto per l'avvento (e la successiva

scomparsa) degli uomini di Neanderthal. All'epoca del Paleolitico di mezzo risalgono i primi esempi di arte

preistorica.

Il Paleolitico superiore rappresenta il periodo da 35.000 a 10.000 anni fa (la fine dell'ultima glaciazione), durante il

quale umani già morfologicamente moderni si diffusero per tutto il pianeta.

[modifica]Mesolitico

Per approfondire, vedi la voce Mesolitico.

Il vasellamegiapponese diJomon è fra i più antichi del mondo

Il Mesolitico va dalla fine dell'ultima glaciazione (circa 12.000 anni fa) fino a circa 8.000 anni fa. È considerato un

periodo di transizione tra il Paleolitico e la grande trasformazione che avverrà con il Neolitico.

Page 46: Pre i Storia

L'uomo del Mesolitico vive sostanzialmente come nel Paleolitico, ma grandi mutamenti avvengono nell'ambiente

naturale. In questo periodo, infatti, la fine dell'ultima glaciazione (glaciazione Würm) porta a un clima temperato in

tutta Europa e a un graduale innalzamento del livello dei mari, con conseguenti trasformazioni del territorio che

portano gli uomini a cercare nuove forme di sostentamento.

In questa fase vennero sviluppati utensili microlitici, che testimoniano una maggiore raffinatezza nella lavorazione

dei materiali; presero forma insediamenti organizzati basati sullapesca; e probabilmente in questo periodo

avvenne l'addomesticazione del cane.

[modifica]Neolitico

Per approfondire, vedi la voce Neolitico.

Il villaggio di Skara Brae, Scozia

Il Neolitico fu caratterizzato dalla nascita dell'agricoltura (la cosiddetta "rivoluzione neolitica"), lo sviluppo di

tecniche per la realizzazione di vasellame di argilla, e la formazione di insediamenti più grandi e complessi,

come Çatal Hüyük e Gerico. Le prime culture neolitiche apparvero intorno all'VIII millennio a.C. nella zona della

cosiddetta Mezzaluna Fertile, per poi diffondersi verso il Mediterraneo, la Valle dell'Indo, la Cina e il Sudest

asiatico.

Lo sviluppo dell'agricoltura portò alla realizzazione di nuovi strumenti di pietra, inclusi utensili per arrotare lame e

tagliare legna. In questo periodo furono anche erette le prime costruzioni di grandi dimensioni, incluse

primitive torri e mura (per esempio quelle di dzeko) e luoghi di culto (per esempio Stonehenge). Queste opere

testimoniano la capacità degli uomini dell'epoca di cooperare in grandi gruppi; è controverso se questo fatto, a sua

volta, sia da considerarsi conseguenza dell'emergere di gerarchie sociali.

Nel neolitico presero anche forma le prime attività commerciali, testimoniate dai ritrovamenti di materiali a

centinaia di chilometri dal luogo di provenienza naturale. Il sito di Skara Brae, sull'isola di white (al largo

della Scozia) rappresenta uno dei più importanti esempi di villaggio neolitico europeo. Vi si trovano letti di pietra,

scaffali, e persino una rudimentale latrina collegata a un torrente.

[modifica]La vita dell'Età della Pietra

Nel Paleolitico e Mesolitico gli esseri umani furono cacciatori-raccoglitori. Erano apprezzate

le interiora come fegato, reni e cervella. Più raro era il consumo di vegetali ricchi

di carboidrati come legumie cereali, e di latte animale. Gli studi moderni indicano che i due terzi del fabbisogno

di calorie degli esseri umani dell'Età della Pietra era ricavato dalla carne. [1]

Si ritiene che il consumo di lipidi fosse

Page 47: Pre i Storia

paragonabile a quello odierno, ma con un diverso rapporto fra Omega-6 e Omega-3 (circa 3:1 contro il 12:1

dell'uomo moderno).

Verso la fine dell'ultima glaciazione (da 15.000 a 9.000 anni fa), un'estinzione su grande scala dei

grandi mammiferi (la megafauna) ebbe luogo in Asia, Europa, Nordamerica e Australia. Questo evento costrinse

gli esseri umani a una modifica radicale delle loro abitudini alimentari, portando all'avvento dell'agricoltura.

[modifica]Abitazioni e altre costruzioni

Le prime costruzioni degli uomini preistorici sono probabilmente quelle erette dall'Homo abilis, circa due milioni di

anni fa, nell'Africa orientale; si trattava di semplici ripari di pietra e rami di alberi. Una disposizione circolare di

pietre di questo tipo è stata trovata a Terra Amata, vicino a Nizza in Francia. Altre abitazioni primitive sono state

trovate in diverse regioni del globo; tra le altre:

una struttura simile a una tenda, in una caverna vicino alla Grotte du Lazaret, sempre nella zona di Nizza;

una struttura con un tetto sostenuto da tronchi, con muri di argilla e pietra, a Dolni Vestonice, Cecoslovacchia,

datato intorno al XXIII millennio a.C.

capanne fatte con ossa di mammuth in diverse zone dell'Europa orientale e della Siberia (le popolazioni che

realizzarono queste costruzioni erano specializzate nella caccia al mammuth); erano presenti nella valle

del Dniepr in Ucraina, nella Moravia e nella Polonia meridionale

tombe megalitiche suddivise in stanze e dolmen erano realizzate sovrapponendo grandi massi; costruzioni di

questo tipo sono diffusi in tutta Europa. In alcune di queste tombe sono stati trovati strumenti

di rame e bronzo (a dimostrazione dell'impossibilità di suddividere in modo netto le "tre Età")

[modifica]Arte

[modifica]Incisioni rupestri

Per approfondire, vedi la voce Incisioni rupestri.

Le incisioni rupestri o graffiti, apparse nel neolitico, sono immagini incise sulla pietra con rudimentali scalpelli o altri

utensili del genere. Molti esempi di graffiti sono disegni astratti o simbolici, che svolgevano forse un ruolo di

comunicazione concettuale prima dell'avvento della scrittura. Ne sono stati trovati esempi in Asia (per esempio

a Bhimbetka in India), Nordamerica (nella Valle della Morte), Sudamerica (Cumbe Mayo, Perù) ed Europa (per

esempio le incisioni rupestri di Alta in Norvegia e Svezia) sebbene il più vasto sito continentale di incisioni

rupestri si trovi anche in Italia, inValcamonica, opera del popolo dei Camuni.

[modifica]Pittura rupestre

Per approfondire, vedi la voce Pittura rupestre.

Page 48: Pre i Storia

Pitture rupestri a Bhimbetka in India

Le pitture rupestri, in genere eseguite sulle pareti delle caverne, erano tipicamente immagini più naturalistiche

rispetto ai graffiti. Nel Paleolitico non erano rappresentati gli animali di cui gli esseri umani si cibavano (per

esempio nella grotta di Lescaux frequentata da cacciatori di renne, non ci sono rappresentazioni di questi animali),

ma quelli che potevano rappresentare ideali di forza (per esempio rinoceronti e grandi felini, come nella grotta di

Chauvet, ma soprattutto animali suggeriti dalla conformazione delle rocce nelle caverne. Gli animali non venivano

rappresentati nel paesaggio in cui vivevano, mancano infatti gli alberi, le tane, ma la natura veniva immaginata e

suggerita proprio dalla conformazione delle rocce, con cui gli artisti paleolitici hanno giocato per dare rilievo e

profondità alle loro opere[2]

. Per lo studioso Denis Vialou questa separazione degli animali dai loro territori indica

un'astrazione figurativa dell'arte del Quaternario dove la natura è sottintesa come orizzonte immaginario.[3]

Inoltre

l'adattare le figurazioni alla forma delle sale e delle gallerie delle grotte, ai loro volumi rocciosi, alle fessure della

roccia, risponde al desiderio di animare le grotte. Le grotte profonde erano illuminate con lucerne in pietra (ne

sono state ritrovate 34 a Lescaux con residui di combustione di ginepro e resine fossili), con torce e venivano

accesi fuochi. Secondo Lorblanchet quello che prendeva vita era il tempo psichico e culturale dei gruppi che le

frequentavano: le immagini evocate dalle raffigurazioni forse esprimevano le visioni cosmologiche dei loro creatori,

probabilmente la memoria culturale delle genti che per lunghissimi tempi le hanno frequentate.

Talvolta venivano anche tracciati semplici segni e singoli punti. I soggetti umani sono più rari, ad eccezione delle

rappresentazioni delle vulve femminili; in alcuni siti, soprattutto Magdaleniani, intorno al 18.000 a.C., sono state

trovate rappresentazioni di figure metà uomo e metà animale, che sono state interpretate come stregoni. Una

rappresentazione umana stilizzata diffusa in diverse regioni del mondo è anche l'impronta della mano (intinta nella

pittura e poi appoggiata alla parete rocciosa). Le più importanti pitture rupestri ritrovate sono probabilmente quelle

della grotta di Chauvet, nel dipartimento francese di Ardèche; sono datate intorno al XXXI millennio a.C. Celebri

sono anche le pitture rupestri delle Grotte di Altamira, in Spagna (fra 14.000 e 12.000 anni a.C.), in cui appaiono,

tra l'altro, i bisonti, e le Grotte di Lascaux, in Dordogna, dette la "Cappella Sistina della preistoria" per la ricchezza

delle pitture (15000-10000 a.C.). Al periodo Neolitico [tra i 6.000 e i 5.000 addietro] appartiene il grande

complesso di pitture parietali della Grotta dei Cervi di Porto Badisco [Italia], scoperta nel 1970,comprendente un

eccezionale repertorio iconografico in quanto nuove formule grafiche e nuovi modelli pittorici,estetici, concettuali,

ne fanno la manifestazione pittorica parietale più importante di questo periodo in Europa. Espressione pittorica di

civiltà agricolo-pastorali, nella Grotta sono presenti immagini figurative di scene di caccia al cervo, tendenti ad un

accentuato schematismo, ed in prevalenza pittogrammi, in ocra rossa e guano nero subfossile di

pipistrello,raffigurati in forme geometriche emblematico-astratte, a carattere simbolico, mitico-magico,

Page 49: Pre i Storia

sostanzialmente di difficile quanto impossibile decifrazione, anche se alcuni di essi ricorrono in tutto il mondo

arcaico.

L'esempio più notevole di pitture rupestri del Mesolitico sono i "guerrieri in marcia" a Cingle de la

Mola, Castellón (Spagna) (7000-4000 a.C.), realizzati probabilmente sputando i pigmenti colorati sulla roccia.[4]

Nella maggior parte dei casi, le pitture non si trovano in aree abitate; il loro significato rimane ignoto, ma si è

ipotizzato che fossero create durante rituali stagionali. [5]

[modifica]Rituali e credenze religiose

I moderni studi sui reperti dell'Età della Pietra hanno rafforzato l'ipotesi che gli uomini preistorici si dedicassero a

un certo numero di attività non correlate con il procacciamento del cibo o altri scopi pratici, e probabilmente dotate

di valenza rituale e proto-religiosa. Oltre alle forme d'arte menzionate sopra, è probabile che venissero praticati riti

funebri, danze e riti di iniziazione.[6]

[modifica]Culture dell'Età della Pietra ancora esistenti

Parte delle teorie sviluppate dagli studiosi circa le abitudini e la cultura degli uomini dell'Età della Pietra derivano

anche dallo studio antropologico di popolazioni ancora esistenti che non sono mai giunte a conoscere l'uso del

metallo (o vi sono giunte solo in tempi recenti, in seguito al contatto con altre culture). Esempi di popolazioni di

questo tipo si trovano in Papua Nuova Guinea, nelle isole Andamane e Nicobare, in India, in Africa e

in Sudamerica.

[modifica]L'Età della Pietra nella cultura popolare

In senso informale, l'espressione "età della pietra" viene spesso usata per riferirsi a popoli o gruppi di persone che

vivono in condizioni relativamente primitive. La frase inglese "bomb them back into the Stone Age" ("bombardarli

fino a farli tornare all'Età della Pietra") si riferisce a un attacco militare massiccio con distruzione di tutte le

infrastrutture su cui si basa la tecnologia moderna.

Nell'immaginario collettivo, l'Età della Pietra viene spesso associata allo stereotipo del cavernicolo, rappresentato

per esempio dai personaggi dei fumetti di B.C. o dei cartoni animati degli Antenati.

L'episodio "L'età preisterica" della serie A tutto reality: Azione! si basa sull'età della pietra.

[modifica]Note

1. ^ "Diet and Eating Habits in the Stone-Age," annecollins.com.

2. ^ Lorblanchet, M., 1995, Les grottes ornees de la prehistoire. Noveaux regards, Paris Errance

3. ^ Vialou, D.,1992, La Preistoria, Milano Rizzoli

4. ^ "Paleolithic, Mesolithic and Neolithic Art" (lecture 2, Rice University, Houston, Texas, 2 settembre 1998).

5. ^ M. Hoover, "Art of the Paleolithic and Neolithic Eras," da Art History Survey 1, San Antonio College

6. ^ Burial and mysticism in prehistory

[modifica]Bibliografia

Page 50: Pre i Storia

Cristopher Scarre (a c. di), Past Worlds: The Times Atlas of Archaeology. Times Books, Londra 1988. ISBN 0-

7230-0306-8

Kathy D. Schick e Nicholas Toth, Making Silent Stones Speak: Human Evolution and the Dawn of Technology.

Simon & Schuster, New York 1993. ISBN 0-671-69371-9

[modifica]Altri progetti

Wikimedia Commons contiene file multimediali su Età della pietra

[modifica]Collegamenti esterni

(EN) L'Età della Pietra presso history-world.org

(EN) Asce a mano dell'Età della Pietra

(EN) Abitazioni dell'Età della Pietra

(EN) Critica al concetto di "Età della Pietra"

Tavola dell'evoluzione geologica dell'Italia, della successione delle glaciazioni e del succedersi delle culture

umane Tavola delle glaciazioni e delle culture umane

Categoria: Preistoria | [altre]

Sistema delle tre età Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il sistema delle tre età è un sistema scientifico di periodizzazione della preistoria umana. Scopo del sistema è

creare una cronologia delle società umane che non hanno lasciato alcuna testimonianza scritta.

Secondo tale sistema, tutte le società umane hanno attraversato, durante la preistoria, tre tappe nel loro sviluppo.

Tali tappe sono contraddistinte dall'uso di tre differenti materiali, disposti lungo una scala evolutiva: la pietra, il

bronzo, il ferro. Le tre fasi dell'evoluzione umana nella preistoria prendono il nome quindi di Età della Pietra, Età

del Bronzo ed Età del Ferro.

Il sistema fu formulato nel 1836 da Christian Jürgensen Thomsen, curatore del Museo Nazionale

Danese di Copenaghen, e rimane ancora oggi un riferimento noto e utilizzato dagli archeologi.

Lo svedese Sven Nilsson (1787-1883), professore di zoologia a Lund, lo adottò pochi anni dopo nel suo

libro Skandinaviska Nordens Orinvanare (che fu tradotto in inglese nel 1868 col titolo The primitive inhabitants of

Scandinavia).

Nel 1865 l'inglese John Lobbock (lord Avebury) suddivise ulteriormente l'età della Pietra in due periodi, che egli

designò con i termini di «Paleolitico» ("Pietra antica") e «Neolitico» ("Pietra nuova").

Nel 1872 il francese Gabriel de Mortillet suddivise il Paleolitico nei suoi tre stadi ancora oggi in uso (Inferiore,

Medio e Superiore), mentre nel 1881 introdusse anche i cinque stadi

"litici": Chelleano,Acheulano, Musteriano, Solutreano e Magdaleniano (tutti ancora in uso, tranne il primo).

A questi stadi Henri Breuil ("l'abate Breuil") nel 1912 aggiunse l'Aurignaziano, ponendolo tra Musteriano e

Solutreano.

Quando, nello stesso anno, Robert Schmidt usò lo schema francese per classificare i risultati dei suoi scavi in

Germania, lo schema divenne internazionale.

Page 51: Pre i Storia

La suddivisione dell'evoluzione umana in periodi, in funzione del tipo di materiali usati per la realizzazione di

manufatti, ha ovviamente motivazioni pratiche da un punto di vista archeologico; altrettanto evidentemente, però,

si tratta di una suddivisione che astrae da molti altri fattori non meno importanti, quali il tipo di organizzazione

sociale, il tipo di cibo usato per il sostentamento, l'evoluzione dellinguaggio, della religione e via dicendo.

Man mano che gli studiosi trovano i mezzi per raccogliere informazioni, o formulare ipotesi, su questi altri elementi,

il sistema delle tre età risulta via via più limitativo. In particolare, esso può essere applicato in modo

sufficientemente definito soltanto in relazione all'ambito geografico-culturale rispetto a cui è stato inizialmente

definito, ovvero Europa, Medio Oriente, Africa del Nord e Asia orientale e meridionale.

[modifica]Fonte

Mario Alinei, Origini delle lingue d'Europa, Il Mulino, 1996.

Categoria: Preistoria

Mesolitico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Questa voce sull'argomento preistoria è solo un abbozzo.

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Questa voce è parte della serie Età della pietra

↑ prima dell'Homo (Pliocene)

Paleolitico

Paleolitico inferiore

Homo

controllo del fuoco,Industria litica

Paleolitico medio

Homo neanderthalensis

Paleolitico superiore

Propulsore (Armi da lancio),Addomesticazione del cane

Mesolitico

microliti, arco, canoe

Cultura kebariana

Cultura natufiana

Neolitico

Neolitico preceramico

Page 52: Pre i Storia

coltivazione,addomesticamento

Ceramica neolitica

↓ Età dei metalli

Questo

box: vedi • disc. • mod.

Il mesolitico o epipaleolitico è il periodo intermedio dell'Età della pietra.

Il Mesolitico in Europa viene suddiviso in quattro periodi, ciascuno caratterizzato da conoscenze e tecniche

leggermente diverse:

1. Maglemosiano

2. Aziliano

3. Sauveteriano

4. Tardenoisiano

Durante il Mesolitico si elaborano tecniche sofisticate di lavorazione della pietra, come quella della "microlitica",

nella quale piccole schegge di selce fissate a manici in legno o in osso sono utilizzate per costruire utensili per la

caccia e la raccolta dei vegetali.

Si ha inoltre uno sviluppo delle armi da lancio e in particolare si generalizza l'impiego dell'arco e della freccia,

soprattutto in Europa. Ciò è dovuto a rilevanti cambiamenti nella composizione delle prede, tra le quali spariscono

i grandi migratori, probabilmente in seguito al riscaldamento del clima. L'uomo deve adattarsi al nuovo ambiente

di foreste e conosce una crescita demografica senza precedenti.

Le abitazioni sono costituite da capanne che formano villaggi

Indice

[nascondi]

1 Arte

2 Sepoltura di Théviec - Museo di Tolosa

3 Epipaleolitico

4 Voci correlate

5 Altri progetti

[modifica]Arte

Nel Mesolitico l'Homo sapiens rappresenta sulla roccia nuove immagini, non più quelle raffiguranti uomini a caccia

di mammiferi di grossa taglia, poiché questo periodo è caratterizzato dallo svilupparsi del bosco, ambiente non

adatto alla sopravvivenza di tali animali, i quali emigrano verso Nord. La tecnica principale dell'arte mesolitica è,

come sempre, il graffito.

Page 53: Pre i Storia

[modifica]Sepoltura di Théviec - Museo di Tolosa

[modifica]Epipaleolitico

Il termine epipaleolitico viene preferito come alternativa a mesolitico nelle aree che hanno subito un minore

influsso dalle glaciazioni. Il periodo inizia alla fine del pleistocene circa 11000 anni fa e termina con l'introduzione

dell'agricoltura che si suppone avvenuta nel neolitico circa 8000 anni fa. Queste date di riferimento sono

comunque oggetto di ulteriori studi, ricerche, ipotesi. L'epipaleolitico è notevole in Medio Oriente, Anatolia e Cipro,

cioè in aree in cui la rivoluzione del neolitico (neolitizzazione) è avvenuta in anticipo ed il cambio climatico

susseguente al periodo post-glaciazione non è stato molto sensibile. I cacciatori-raccoglitori dell'epipaleolitico

costruirono strumenti relativamente avanzati da piccole pietre o lame di ossidiana, conosciuti come microliti

utilizzando strumenti di legno. Erano nomadi in genere, anche se la cultura natufiana nel Levante aveva realizzato

stanziamenti permanenti.

[modifica]Voci correlate

Cultura natufiana

Page 54: Pre i Storia

Paleolitico

Neolitico

Fase protostorica del Vicino Oriente (120.000 - 3500 a.C.)

[modifica]Altri progetti

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Categoria: Preistoria | [altre]

Età del rame Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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↑ Età della pietra

Età del rame

Metallurgia , Domesticazione del cavallo, ruota

Età del bronzo

Europa

Cultura del vaso campaniforme

Cultura di Unetice

Cultura dei campi di urne

Cultura di Hallstatt

Cultura Majkop

Cultura Kura-Araxes

Cultura Trialeti

Età del bronzo scandinava

Età del bronzo atlantica

Carro, Spada nell'età del bronzo

Età del ferro

Europa

Italia preistorica e protostorica

Medioevo ellenico

Page 55: Pre i Storia

Cultura di La Tène

Cultura colchica

Cultura di Koban

Urartu

Asia

Achemenidi

Impero Maurya

Periodo dei regni combattenti

Periodo Yayoi

Stato Jin

Africa

Nok

Dinastia Zhou, Civiltà vedica,Storia dell'alfabeto

↓ Storiografia

Questo

box: vedi • disc. • mod.

L'età del rame, che viene indicata anche con il termine di eneolitico (e con termini più desueti

come calcolitico o cuprolitico), si riferisce a un periodo dellapreistoria considerato come tappa di transizione tra

le industrie litiche del neolitico finale e la nascente metallurgia. In quest'epoca

i metalli come oro, argento erame sono utilizzati nel quadro di un artigianato secondario, mentre la parte

essenziale degli strumenti rimane di pietra o di osso.

La letteratura scientifica europea spesso evita il termine "calcolitico", preferendo "età del rame", mentre gli

archeologi del Medio Oriente lo impiegano abitualmente. L'età del rame in Medio Oriente, nel Caucaso e nei

territori indiani inizia alla fine del V millennio a.C.[1]

A differenza che nel caso del bronzo e del ferro, l'utilizzo del rame sembra essere coesistito per un lungo periodo

con quello della pietra, senza apportare grandi sconvolgimenti socio-economici nelle civilizzazioni che lo

conoscevano. I ritrovamenti archeologici attestano inoltre che l'utilizzo del rame riguarda culture contemporanee e

vicine ad altre che lo ignoravano e ad altre ancora che già possedevano il bronzo.

Questa scarsa incidenza dell'utilizzo del rame sulle culture preistorica si deve probabilmente spiegare con le

difficoltà e gli scarsi benefici di questa nuova tecnica. Il rame si può raccogliere allo stato naturale in modeste

quantità e il minerale deve essere martellato prima di essere fuso a circa 1000°. La produzione è dunque casuale

a confronto con l'industria litica e riguarda principalmente pezzi di modeste dimensioni e le produzioni litiche sono

generalmente più raffinate.

Page 57: Pre i Storia

Nell'Europa occidentale l'iniziale diffusione di un artigianato in rame, a partire dalla metà del III millennio

a.C. potrebbe essere avvenuta a partire dalle regioni dell'Egeo grazie a una via commerciale danubiana, ma

sembra comunque essere stata molto limitata. Sulla costa atlantica la più importante produzione metallica, sembra

essere stata quella dell'oro, fino all'introduzione del bronzo che segna il vero inizio dell'età dei metalli.

Tra le caratteristiche delle culture calcolitiche europee si riconoscono:

la tecnica litica del "ritocco a pressione", che permetteva una finezza ineguagliata per mezzo del distacco

successivo di piccole schegge di materiale;

l'incremento delle pratiche agricole grazie anche all'aratro (il cui uso è attestato anche in ambito rituale

nell'area megalitica di Saint Martin de Corléans adAosta, a ulteriore riprova della fondamentale importanza di

questo strumento nella vita produttiva);

l'emergere di differenze sociali e di ruoli di potere e controllo, indiziati dai dati provenienti dai contesti funerari

e dall'iconografia figurativa dei reperti studiati.

Tra le evidenze archeologiche e monumentali principali dell'Età del Rame si annoverano:

il bicchiere campaniforme, presente in molte regioni del Mediterraneo occidentale e dell'Europa;

la costruzione di megaliti, in particolare sulla costa atlantica europea

(Carnac in Bretagna, Stonehenge in Inghilterra), le statue stele e le stele antropomorfe nelle regioni

mediterranea e alpina

(Francia meridionale, Corsica, Sardegna, Lunigiana, Aosta e Sion in Svizzera, Arco in Trentino), oltre

alleincisioni rupestri, rinvenute nelle Alpi Retiche (Valtellina, Val Camonica, Alto Adige) e Marittime (Monte

Bego).

in Bulgaria tra il 4500 e il 4000 a.C.;

in Svizzera con la cultura di Pfyn (intorno al 3700 a.C.);

Tra i più recenti ritrovamenti va annoverato il corpo mummificato di un uomo preistorico, noto come

la mummia del Similaun e successivamente soprannominato Ötzi, dal nome del luogo del ritrovamento, il

ghiacciaio del Similaun, nelle Alpi Venoste al confine tra l'Alto Adige e la valle di Ötz in Austria. Tra gli oggetti

rinvenuti nel 1991 assieme al corpo, datato al 3.330 a.C., c'era anche un'ascia in rame, il che indica che la

lavorazione del metallo in questa parte dell'Europa era già presente almeno 5.300 anni fa, cioè 500 anni prima

di quanto precedentemente ritenuto.[2]

Un successivo ritrovamento di un'ascia di rame a Prokuplje in Serbia, datata al 5.500 a.C., ha ulteriormente

anticipato a 7.500 anni fa l'utilizzo di oggetti in rame.[3]

[modifica]Mesoamerica

Meno comunemente, il termine di età del rame venne applicato alle civiltà mesoamericane quando iniziarono ad

usare il rame a seguito del contatto con i conquistatori europei.[4]

[modifica]Africa

Page 58: Pre i Storia

In Egitto nel sito di Nagada (4000-3200 a.C. circa), con asce piatte, ceselli, coltelli con manico in osso e spille.

[modifica]Asia

[modifica]Sud

Gli abitanti di Mehrgarh in Asia meridionale avevano strumenti in rame tra il 7700 e il 3300 a.C.[5]

Nella valle dell'Indo, nei siti di Harappa e di Mohenjo Darô (intorno al 2500 a.C.), con oggetti in piombo, oro e rame

dal forte contenuto in arsenico (e quindi quasi allo stato naturale), associati persino ai primi oggetti in bronzo (grani

di collana, anelli per caviglie e fermagli);

[modifica]Est

Nel V millennio a.C. iniziano ad apparire manufatti in rame nell'Asia orientale, come nelle

culture Jiangzhai e Hongshan, ma non furono usati su larga scala.

[modifica]Ovest

A Cipro, indubbiamente per influsso anatolico, nel sito di Ambelikou, dove la ceramica rossa permette la datazione

tra il 2300 e il 2000 a.C.;

A Troia gli scavi di Schliemann ne rivelano la presenza già nei livelli più antichi, moltiplicandosi poi ai livelli II e III

(2300-2100 a.C.).

[modifica]Note

1. ^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol.IV, pag.353

2. ^ Oetzi: The 5000 Year Old Murder Case --SOLVED! http://www.mondovista.com/oetzi.html

3. ^ Ancient axe find suggests Copper Age began earlier than believed

4. ^ T.C. Pleger (2000) The Old Copper Complex of the Western Great Lakes [1]

5. ^ Possehl, Gregory L. (1996). Mehrgarh in Oxford Companion to Archaeology, a cura di Brian Fagan. Oxford

University Press.

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Età del bronzo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Età del bronzo

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Cultura di Unetice

Cultura dei campi di urne

Cultura di Hallstatt

Cultura Majkop

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Cultura Trialeti

Età del bronzo scandinava

Età del bronzo atlantica

Carro, Spada nell'età del bronzo

Età del ferro

Europa

Italia preistorica e protostorica

Medioevo ellenico

Cultura di La Tène

Cultura colchica

Page 60: Pre i Storia

Cultura di Koban

Urartu

Asia

Achemenidi

Impero Maurya

Periodo dei regni combattenti

Periodo Yayoi

Stato Jin

Africa

Nok

Dinastia Zhou, Civiltà vedica,Storia dell'alfabeto

↓ Storiografia

Questo

box: vedi • disc. • mod.

L'età del bronzo indica, rispetto a una data società preistorica o protostorica, il periodo caratterizzato dall'utilizzo

sistematico ed esteso della metallurgia delbronzo che, per quanto attiene l'Europa, si estende dal 3500 al 1200

a.C. circa. Tale utilizzo potrebbe essere basato sulla fusione locale di rame e stagno estratto dai minerali oppure,

come nel caso della Scandinavia, dal commercio del bronzo dalle aree di estrazione e/o produzione verso altre

zone. La denominazione è stata introdotta dal ricercatore danese Christian Jürgensen Thomsen che nel 1816,

durante la sua opera di classificazione delle antichità nazionali, ebbe l'intuizione dell'importanza, per le vicende

delle varie popolazioni, del successivo utilizzo da parte degli uomini di oggetti in pietra, in bronzo e in ferro.

Riguardo alla metallurgia, i minerali allo stato naturale tipicamente contengono arsenico come una comune

impurità. I minerali di rame/stagno sono rari, confermato dal fatto che non c'erano bronzi di stagno nell'Asia prima

del 3000 a.C. L'età del bronzo viene considerata come la seconda parte di un sistema così definito delle tre

età riferito alle società pre- e proto-storiche, sebbene ci siano alcune culture che hanno estese documentazioni

scritte durante la loro età del bronzo. In questo sistema, in alcune aree del mondo, l'età del bronzo seguiva

quella neolitica. D'altra parte, in molte parti dell'Africa subsahariana, il neolitico è seguito direttamente dall'età del

ferro. In alcune parti del mondo, l'età del rame segue quella neolitica e precede l'età del bronzo.

Oggi è generalmente ammesso che questo periodo succeda al calcolitico e preceda l'età del ferro. Dunque, come

per gli altri periodi della preistoria, i suoi limiti cronologici variano notevolmente secondo l'ambiente geografico e

culturale considerato. Nella civiltà latina, ad esempio, la distinzione tra rame e bronzo non era prevista neanche

nell'ambito linguistico, e veniva usato lo stesso termine (aes, per il rame, e successivamente anche aes cuprum o

solo cuprum, termine derivato dal fatto che importanti miniere erano state trovate nell'isola di Cipro) per indicare i

due metalli. Nei forni di fusione, la lega rame-stagno, cioè il bronzo, nacque probabilmente per l'aggiunta casuale

Page 61: Pre i Storia

di minerali misti contenenti tale elemento, e solo in un secondo tempo ci si rese conto delle migliorate proprietà di

resistenza meccanica e di aspetto.

Area di diffusione della metallurgia nell'età del bronzo

L'età del bronzo viene generalmente suddivisa in Bronzo antico, Bronzo medio, Bronzo recente e Bronzo finale e

questi periodi, che servono come riferimento alla maggior parte delle cronologie, sono ulteriormente suddivisi in

modo diverso regione per regione.

L'età del bronzo è ben conosciuta nell'Europa continentale, nelle regioni dell'Egeo, nel Vicino Oriente e in Cina,

nella quale coincide con la dinastia Shang.

È notevole il fatto che in America latina le civiltà andine conobbero, nella loro fase di massimo sviluppo, una

metallurgia basata sull'oro e sul rame fino alla conquista spagnola, mentre le civiltà mesoamericane come

i Maya e gli Aztechi non fossero andati oltre il neolitico. All'arrivo di Hernán Cortés i guerrieri aztechi affrontarono

i conquistadores spagnoli con spade a punta di ossidiana.

Indice

[nascondi]

1 Origini

2 Vicino Oriente

o 2.1 Mesopotamia

o 2.2 Antico Egitto

o 2.3 Anatolia

o 2.4 Altopiano persiano

o 2.5 Caucaso

3 Asia centrale

4 Valle dell'Indo

5 Estremo Oriente

o 5.1 Cina

o 5.2 Sud-Est Asiatico

o 5.3 Penisola coreana

6 Steppe del Ponto e del Caspio

Page 62: Pre i Storia

7 Europa

o 7.1 Europa centrale

o 7.2 Egeo

7.2.1 Collasso nell'Egeo

o 7.3 Italia

o 7.4 Penisola Iberica, Francia

o 7.5 Gran Bretagna

7.5.1 Barche nell'età del bronzo

o 7.6 Irlanda

o 7.7 Nord Europa

8 Americhe

9 Bibliografia

10 Voci correlate

11 Note

12 Altri progetti

13 Collegamenti esterni

[modifica]Origini

Il luogo e il tempo dell'invenzione del bronzo sono controversi. È possibile che la metallurgia del bronzo fosse

stata inventata indipendentemente nella cultura Majkop del Caucaso settentrionale, risalente alla metà del IV

millennio a.C., che farebbe di loro i fabbricanti del bronzo più antico mai conosciuto; ma altri datano gli stessi

reperti della cultura Majkop alla metà del III millennio a.C. Tuttavia, questa cultura aveva soltanto il bronzo

d'arsenico, una lega che si trova già allo stato naturale. Il bronzo di stagno, che si sviluppò più tardi, richiede

tecniche più sofisticate di produzione; lo stagno deve essere estratto dalla miniera (principalmente

come cassiterite, minerale dello stagno) e fuso separatamente, aggiunto dunque poi al rame liquefatto per formare

la lega del bronzo.

[modifica]Vicino Oriente

Per approfondire, vedi la voce Vicino Oriente antico.

Page 63: Pre i Storia

Decorazioni e armi dell'età del bronzo

La periodizzazione per l'età del bronzo nel Vicino Oriente antico è la seguente:

Età del bronzo (3300–1200 a.C.)

Antica età del bronzo

(3300–2000 a.C.)

Antica età del bronzo I 3300–3000 a.C.

Antica età del bronzo II 3000–2700 a.C.

Antica età del bronzo III 2700–2200 a.C.

Antica età del bronzo IV 2200–2000 a.C.

Media età del bronzo

(2000–1550 a.C.)

Media età del bronzo I 2000–1750 a.C.

Media età del bronzo II 1750–1650 a.C.

Media età del bronzo III 1650–1550 a.C.

Tarda età del bronzo

(1550–1200 a.C.)

Tarda età del bronzo I 1550–1400 a.C.

Tarda età del bronzo II A 1400–1300 a.C.

Tarda età del bronzo II B 1300–1200 a.C.

Page 64: Pre i Storia

[modifica]Mesopotamia

In Mesopotamia, l'età del bronzo inizia circa nel 2900 a.C. nel tardo periodo di Uruk, abbracciando l'antico periodo

dinastico di Sumer, l'Impero accadico, i periodi antico babilonese e antico assiro e il periodo dell'egemonia cassita.

[modifica]Antico Egitto

Nell'Antico Egitto, l'età del bronzo inizia nel periodo protodinastico, 3150 a.C. ca.

Antica età del bronzo

Antico periodo dinastico dell'Egitto

Antico Regno

Primo periodo intermedio dell'Egitto

Media età del bronzo

Medio Regno d'Egitto

Secondo periodo intermedio dell'Egitto (Hyksos)

Tarda età del bronzo

Nuovo Regno

[modifica]Anatolia

Per approfondire, vedi la voce Storia dell'Anatolia.

Impero ittita

Arzawa

Assuwa

[modifica]Altopiano persiano

Per approfondire, vedi la voce Altopiano persiano.

Elam

Konar Sandal

Cultura di Kulli

Tappeh Sialk

Complesso archeologico battriano-margiano

[modifica]Caucaso

Alcuni studiosi datano alcuni manufatti in bronzo arsenicale della cultura Majkop, nel Caucaso settentrionale, alla

metà del IV millennio a.C.[1]

[modifica]Asia centrale

I Monti Altai, in quella che è attualmente la Russia meridionale e la Cina centrale, sono stati identificati come la

zona di origine di un enigma culturale definito fenomeno Seima-Turbino.[2]

Si è congetturato che in questa regione,

Page 65: Pre i Storia

all'inizio del II millennio a.C. circa, i problemi climatici crearono mutamenti ecologici, economici e politici che

innescarono una rapida e massiccia migrazione di popoli verso ovest, nell'Europa nord-orientale e verso est, nella

Cina sud-orientale, Vietnam e Thailandia attraverso una frontiera di quasi 4.000 miglia.[2]

Questa migrazione ebbe

luogo nel giro di cinque o sei generazioni e condusse, dalla Finlandia a ovest fino alla Thailandia a est, i popoli che

utilizzavano la stessa tecnologia metallurgica e, in alcune aree, l'allevamento e il maneggio del cavallo.[2]

Si è

ulteriormente ipotizzato che questo fenomeno possa essere visto come il veicolo attraverso il quale il gruppo

delle lingue uraliche, diffondendosi attraverso Europa e Asia, produsse in definitiva 39 lingue moderne

incluso ungherese, finnico, estone e lappone.[2]

[modifica]Valle dell'Indo

Per approfondire, vedi la voce civiltà della valle dell'Indo.

L'età del bronzo nel subcontinente indiano esordisce intorno al 3300 a.C. con la nascita della civiltà della valle

dell'Indo. Gli abitanti dell'antica valle dell'Indo, gli harappa, svilupparono nuove tecniche nella metallurgia

producendo rame, bronzo, piombo e stagno.

L'età del bronzo indiano termina all'inizio del periodo vedico dell'età del ferro (1500–500 a.C.). Vale a dire durante

la cultura degli harappa, risalente al 1700-1300 a.C., che si sovrappone al periodo di transizione tra l'età del

bronzo e quella del ferro, rendendo difficile individuare con precisione la vera fine dell'età del bronzo indiana.

[modifica]Estremo Oriente

[modifica]Cina

Gefuding gui in bronzo a due manici, delle dinastia cinese Shang (1600–1046 a.C.).

Gli storici sono concordi riguardo alle date che sarebbero attribuite all'“età del bronzo” in Cina. La difficoltà risiede

di per sé nella definizione di “età del bronzo”, poiché essa viene applicata per significare un periodo nella storia

europea e medio-orientale, quando gli utensili in bronzo rimpiazzarono quelli in pietra, più tardi sostituiti da quelli in

ferro. In questi luoghi, dunque, l'elemento della nuova “età” rendeva obsoleto quello vecchio. In Cina, invece, ogni

tentativo di stabilire un certo gruppo di date per il bronzo viene reso complicato da due fattori: l'arrivo della

tecnologia del ferro e la persistenza di strumenti in bronzo, armi e vasi sacri. I manufatti dell'antico bronzo

vengono trovati nel sito della cultura di Majiayao (3100-2700 a.C.), e da allora nella società del bronzo

gradualmente si accrescono.

Page 66: Pre i Storia

La metallurgia del bronzo in Cina trae origine dalla cultura di Erlitou, che alcuni storici pensano di collocare dentro

un arco di tempo incluso in quello dellaDinastia Shang.[3]

Altri credono che i siti di Erlitou appartengano alla

precedente Dinastia Xia.[4]

La National Gallery of Art statunitense definisce l'età del bronzo cinese come il “periodo

approssimativamente compreso tra il 2000 a.C. e il 771 a.C., un arco di tempo che inizia con la cultura di Erlitou e

termina bruscamente con la disintegrazione del regno della dinastia occidentale Zhou.[5]

Benché ciò fornisca una

concisa intelaiatura di riferimenti, predomina la continuata importanza del bronzo nella metallurgia e cultura

cinese. Poiché questo è significativamente più tardo della scoperta del bronzo in Mesopotamia, la tecnologia del

bronzo potrebbe essere stata importata in Cina piuttosto che scoperta in modo indipendente. [6]

Vaso cinese pu in bronzo, con disegni costituiti da intrecci di draghi,Periodo delle primavere e degli autunni(722–481 a.C.).

Il ferro viene scoperto nel periodo Zhou, ma il suo uso non è molto esteso. Quando la letteratura cinese risalente

al VI secolo a.C. attesta la conoscenza della fusione del ferro, il bronzo continua ancora a occupare un posto

significativo nei documenti archeologici e storici ancora per qualche tempo.[7]

Lo storico W. C. White ipotizza che il

ferro non soppianti il bronzo se non “dopo la fine della dinastia Zhou (481 a.C.)” e che i vasi in bronzo

sostituiscano completamente la maggioranza di quelli in metallo attraverso il più tardo periodo Han, o il 221 d.C..[8]

I manufatti cinesi in bronzo generalmente sono utilitaristici (come punte di lancia o teste di ascia), o ritualistici,

come i numerosi grandi tripodi sacrificali. Tuttavia, anche alcuni degli oggetti più utilitaristici recano i marchi di più

elementi sacri. Il cinese incise tutti gli oggetti in bronzo con tre tipi di motivi principali: demoni, animali simbolici e

simboli astratti.[9]

Alcuni grandi bronzi recanti iscrizioni hanno aiutano storici e archeologi a collegare insieme la

storia della Cina, specialmente durante il periodo Zhou.

I bronzi del periodo Zhou Occidentale documentano grandi porzioni di storia non rintracciabili nei testi esistenti, e

spesso composti da persone di vario rango e possibilmente classe sociale. Inoltre, il bronzo conferisce al

documento così preservato una permanenza inalterata non goduta invece dai manoscritti.[10]

Queste iscrizioni

possono essere generalmente suddivise in quattro parti: un riferimento a data e luogo, la denominazione di eventi

commemorati, la lista di doni concessi all'artigiano in cambio del bronzo, e una dedica.[11]

I punti relativi di

riferimento in questi vasi consentono agli storici di collocare la maggior parte dei vasi dentro un certo arco di

Page 67: Pre i Storia

tempo del periodo Zhou occidentale, permettendo loro di tracciare l'evoluzione dei vasi e gli eventi in essi

registrati.[12]

[modifica]Sud-Est Asiatico

Risalenti al neolitico, i primi tamburi in bronzo, i cosiddetti tamburi di Dong Son, sono stati scoperti nel e intorno

alla regione del delta del Fiume Rosso nelVietnam e nella Cina meridionale. Questi vengono correlati alla cultura

preistorica vietnamita di Đông Sơn.

Nel Ban Chiang, Thailandia, (Sud-Est Asiatico) sono stati scoperti manufatti in bronzo risalenti al 2100 a.C.[13]

Nel Nyaunggan, durante gli scavi sono stati trovati utensili in bronzo birmani insieme a manufatti in ceramica e

pietra. La datazione attualmente è ancora ampia (3500–500 a.C.).[14]

[modifica]Penisola coreana

Per approfondire, vedi la voce Periodo della ceramica di Mumun.

Il medio periodo della cultura della ceramica di Mumun, nella penisola coreana meridionale, gradualmente adottò

la produzione del bronzo (700–600? a.C. ca.) dopo un periodo in cui i pugnali stile Liaoning e altri manufatti in

bronzo venivano barattati fin nelle zone interne della penisola meridionale (900–700 a.C. ca.). I pugnali in bronzo

conferivano prestigio e autorità ai personaggi che li brandivano e venivano sepolti insieme a loro, dentro sepolture

megalitiche nobiliari dei centri costieri meridionali, come il sito di Igeum-dong. Il bronzo fu un elemento importante

nelle cerimonie e nelle offerte mortuarie fino al 100 d.C.

[modifica]Steppe del Ponto e del Caspio

Per approfondire, vedi le voci Cultura di Srednij Stog, Cultura di Jamna, Cultura delle catacombe e Srubna.

[modifica]Europa

Per approfondire, vedi la voce Età del bronzo in Europa.

[modifica]Europa centrale

Nell'Europa Centrale, l'antica cultura di Unetice (1800–1600 a.C.) dell'età del bronzo comprende numerosi gruppi

più piccoli come le culture di Straubing, Adlerberg e Hatvan. Alcune sepolture molto ricche, come una localizzata

a Leubingen con doni mortuari lavorati in oro, indica un incremento della stratificazione sociale sempre presente

nella cultura di Unetice. Dappertutto, i cimiteri di questo periodo sono rari e di piccola dimensione. La cultura di

Unetice viene seguita dalla cultura dei tumuli nella media età del bronzo (1600–1200 a.C.), caratterizzata da

sepolture in tumuli con inumazione. Negli affluenti ungheresi del Körös, l'antica età del bronzo vide per prima

l'introduzione della cultura di Mako, seguita dalla culture di Ottomany e Gyulavarsand.

La cultura dei campi di urne (1300–700 BCE), della tarda età del bronzo, è caratterizzata da sepolture con

cremazione. Essa comprende la cultura lusaziana nella Germania orientale e Polonia (1300–500 a.C.) che

continua nell'età del ferro. L'età del bronzo del Centro Europa è seguita dalla cultura di Hallstatt (700–450 a.C.)

dell'età del ferro.

Page 68: Pre i Storia

I siti importanti comprendono:

Biskupin (Polonia)

Nebra (Germania)

Vráble (Slovacchia)

Zug-Sumpf, Zug, Svizzera

L'età del bronzo nel Centro Europa è stata descritta nello schema cronologico dal tedesco, esperto in preistoria,

Paul Reinecke. Egli descrive il periodo del Bronze A1 (Bz A1) (2300-2000 a.C.: pugnali triangolari, asce piatte,

protezioni da polso in pietra (wrist-guards), punte di frecce in selce) e il periodo del Bronze A2 (Bz A2) (1950-1700

a.C.: pugnali con impugnatura metallica, asce bordate, alabarde, spilli con teste sferiche perforate, solidi

braccialetti) e le fasi Hallstatt A e B (Ha A e B).

[modifica]Egeo

Per approfondire, vedi la voce Civiltà egea.

Lingotto di rame dell'età del bronzo trovato a Creta.

L'età del bronzo nell'Egeo inizia intorno al 3000 a.C., quando le civiltà per prima stabilirono una

rete commerciale a lungo raggio. Questa rete importava stagno e carbone a Cipro, dove veniva estratto il rame,

che insieme allo stagno formavano il bronzo. Gli oggetti in bronzo venivano esportati in lungo e in largo,

agevolando i rapporti commerciali. L'analisi isotopica dello stagno in alcuni oggetti in bronzo del bacino del

Mediterraneo indicano che esso provenisse dalla lontana Gran Bretagna. [senza fonte]

La conoscenza della navigazione era ben sviluppata in questo tempo, e raggiungeva un culmine di abilità

insuperata (eccetto dai marinai polinesiani) fino al 1750 dell'era volgare, quando venne scoperto un metodo (o

forse riscoperto) per determinare la longitudine.

La civiltà minoica basata su Cnosso sembra avesse coordinato e difeso il suo commercio nell'età del bronzo.

Si è creduto che anche gli illiri possano aver avuto origine nell'antica età del bronzo.

Una mancanza cruciale in questo periodo era che i metodi moderni di contabilità non erano disponibili. Numerose

autorità [senza fonte]

credono che gli antichi imperi fossero propensi a sottovalutare gli alimenti base a favore di

quelli voluttuari, e a causa di ciò fossero periti, per le carestie create da un commercio non economico.

[modifica]Collasso nell'Egeo

Per approfondire, vedi la voce collasso dell'età del bronzo.

Page 69: Pre i Storia

Come l'età del bronzo finì in questa regione è ancora in fase di studio. C'è l'evidenza che

l'amministrazione micenea dell'impero commerciale regionale seguisse il declino della supremazia minoica.

Esistono anche attestazioni che avvalorano l'ipotesi che molti stati clienti minoici persero gran parte delle loro

rispettive popolazioni a causa di carestie estreme e/o pestilenza, e di conseguenza ciò starebbe ad indicare che la

rete commerciale possa avere fallito in un qualche punto, ostacolando così il commercio che avrebbe

precedentemente alleviato tali carestie, impedendo alcune forme di malattie da denutrizione. È noto inoltre che

il granaio dell'impero minoico, l'area nord del Mar Nero, in modo consequenziale perse improvvisamente porzioni

significative della sua popolazione e probabilmente anche la capacità di una coltivazione che soddisfacesse le

richieste della rete commerciale.

Spada micenea trovata nell'Europa orientale

Una recente ricerca ha screditato la teoria riguardo al fatto che l'esaurimento delle foreste cipriote potessero aver

causato la fine del commercio del bronzo, avendo esse fama di essere esistite fino a tempi posteriori, ma le prove

hanno mostrato che la produzione di carbone sulla scala necessaria per la produzione del bronzo (nella tarda età

del bronzo) le avrebbe esaurite in meno di cinquanta anni.

In base a una teoria si ipotizza che quando gli strumenti in ferro divennero di uso molto comune, la principale

giustificazione del commercio dello stagno finì, e che la rete commerciale cessasse di funzionare come prima. Le

singole colonie dell'impero minoico allora soffrirono siccità, carestia, guerra, o in qualche modo una combinazione

di questi fattori, e perciò esse non ebbero più nessuno accesso alle ampie risorse di un impero da cui esse

avrebbero potuto facilmente essere ottenute.

Un'altra famiglia di teorie considera la stessa Cnosso. L'eruzione di Thera avvenne in questo periodo, 110

chilometri a nord di Creta. Alcuni specialisti congetturano che uno tsunami originato da Thera distruggesse le città

cretesi. Altri dicono che forse lo tsunami distruggesse la flotta cretese nei suoi ricoveriportuali, facendo sì che

d'allora in poi perdesse battaglie navali cruciali; in questo modo, con l'evento del TMIB/TMII (1450 a.C. ca.), le

città di Cretabruciarono, dando così modo alla civiltà micenea di impossessarsi facilmente di Cnosso. Se

l'eruzione successe nel tardo XVII secolo a.C. (come pensano oggi molti cronologisti), allora i suoi effetti immediati

appartengono alla media età del bronzo fino alla transizione della tarda età del bronzo, e non in modo circoscritto

alla fine della tarda età del bronzo; ma potrebbero avere comunque scatenato l'instabilità che condusse al

collasso, prima di Cnosso e dunque di tutta la società dell'età del bronzo. Una tale teoria mette in conto il ruolo

dell'abilità cretese nell'amministrazione dell'impero, dopo Thera. Se questa abilità era concentrata a Creta, allora

Page 70: Pre i Storia

i micenei, quando vennero ad amministrarne il suo impero, potrebbero aver fatto una politica decisamente errata

dal punto di vista commerciale.

I ritrovamenti archeologici più recenti, sull'isola di Thera (più comunemente nota oggi come Santorini),

suggeriscono che il centro della civiltà minoica al tempo dell'eruzione si trovasse effettivamente su quest'isola

piuttosto che a Creta. Secondo questa teoria, la catastrofica perdita del centro politico, amministrativo ed

economico provocata dall'eruzione, come pure il danno aggiuntivo dello tsunami inflitto alle città costiere e ai

villaggi di Creta, precipitassero i minoici in una fase di repentino declino. Un'entità politica indebolita con una

capacità economica e militare ridotta, faceva sì che le mitiche ricchezze fossero allora più facilmente vulnerabili

per i predatori umani. In realtà, l'eruzione di Santorini viene di solito datata al 1630 a.C. ca. La Grecia micenea

entra per la prima volta nella documentazione storica soltanto poche decadi più tardi, 1600 a.C. ca. Così, i

successivi assalti micenei condotti a Creta (1450 a.C. ca.) e a Troia (1250 a.C. ca.) non rivelano altro che continue

e costanti invasioni greche sul mondo minoico indebolito.

Ognuna di queste teorie è convincente, e tutti i loro aspetti possono avere qualche validità nel descrivere la fine

dell'età del bronzo in questa regione.

[modifica]Italia

I villaggi padani delle terramare, circondati da argini e fossato.

Per approfondire, vedi la voce Cultura appenninica.

[modifica]Penisola Iberica, Francia

Per approfondire, vedi la voce Età del bronzo atlantica.

Pugnale gigante cerimoniale del tipo Plougrescant-Ommerschans, Plougrescant, Francia, 1500–1300 a.C.

[modifica]Gran Bretagna

Per approfondire, vedi la voce Britannia dell'età del bronzo.

Nella Gran Bretagna, l'età del bronzo viene considerata come il periodo che va dal 2100 al 750 a.C.

La migrazione portò nuove genti dal continente sulle isole. Recenti ricerche riguardo agli isotopi contenuti nello

smalto dentale sui corpi, trovati nelle tombe dell'antica età del bronzo intorno a Stonehenge, indicano che almeno

Page 71: Pre i Storia

qualcuno dei migranti provenisse dall'area dell'attuale Svizzera. La cultura del vaso campaniforme mostrava

comportamenti diversi rispetto al popolo più arcaico del neolitico, un mutamento culturale senz'altro significativo.

Si è supposto che l'integrazione fosse stata pacifica, dato che molti arcaici siti di tipohenge vennero

apparentemente adottati dai nuovi arrivati. In questo periodo la ricca cultura del Wessex si sviluppò nella Britannia

meridionale. Inoltre, durante l'età del bronzo, il clima venne deteriorandosi: laddove una volta era caldo e secco,

diventava molto più umido, costringendo così la popolazione ad abbandonare i siti facilmente difesi nelle colline e

nelle fertili valli. Le grandi fattorie con bestiame si svilupparono nei bassopiani che sembrano avere contribuito alla

crescita economica e suggerito la deforestazione, sempre in aumento. La cultura di Deverel-Rimbury inizia ad

emergere nella seconda metà della media età del bronzo (1400–1100 a.C. ca.) sfruttando queste condizioni. Nelle

regioni di Devon e Cornovaglia c'erano le maggiori fonti di stagno per molta parte dell'Europa occidentale e

il rame veniva estratto dai siti come la miniera di Great Orme nel Galles settentrionale. I gruppi sociali sembrano

essere stati tribali, ma con una crescente complessità e gerarchie che ormai diventavano evidenti.

Inoltre, la sepoltura del morto (che di solito fino a questo periodo era stata comune) divenne più individuale. Per

esempio, mentre nel neolitico una grandechambered cairn (lett. tumulo provvisto di camere) o long barrow (lett.

lungo tumulo) veniva usata per ospitare il morto, l'antica età del bronzo vide persone sepolte in barrows (tumuli)

individuali (anche comunemente noti e segnati sulle moderne carte geografiche militari britanniche come Tumuli),

o talvolta in ciste coperte con tumuli.

La più grande quantità di oggetti in bronzo trovati in Inghilterra vennero scoperti nell'East Cambridgeshire, dove i

reperti più importanti vennero recuperati a Isleham (più di 6500 pezzi).[15]

Significativo ilpugnale di Oxborough.

[modifica]Barche nell'età del bronzo

Imbarcazione dell'età del bronzo di Dover — il più antico battello d'alto mare costruito con tavole

Imbarcazione di Ferriby

Tesoro di Langdon Bay — vedi anche Museo di Dover

(EN) Sommozzatori portano alla luce un tesoro dell'età del bronzo al largo di Devon

(EN) Reperti di Moor Sands, inclusa una ragguardevole spada ben conservata e completa che ha paralleli con

il materiale proveniente dal bacino della Senna, nella Francia settentrionale

[modifica]Irlanda

l'età del bronzo in Irlanda incomincia intorno al 2000 a.C. quando il rame venne utilizzato in insieme allo stagno

per fabbricare asce piatte del tipo Ballybeg e oggetti metallici associati. Il periodo precedente è conosciuto

come età del rame ed è caratterizzato dalla produzione di asce piatte, pugnali, alabarde e punteruoli in rame. Il

periodo viene diviso in tre fasi: antica età del bronzo (2000–1500 a.C.), media età del bronzo (1500–1200 a.C.),

e tarda età del bronzo (1200–500 a.C. ca.). L'Irlanda è anche nota per un numero relativamente grande

di sepolture dell'antica età del bronzo.

Uno dei tipi di manufatti caratteristici dell'antica età del bronzo in Irlanda è l'ascia piatta. Ci sono cinque tipi

principali di asce piatte: Lough Ravel (2200 a.C. ca.), Ballybeg (2000 a.C. ca.), Killaha (2000 a.C.

ca.), Ballyvalley (2000 ca.–1600 a.C.), Derryniggin (1600 a.C. ca.), e numerosi lingotti a forma d'ascia.[16]

Page 72: Pre i Storia

[modifica]Nord Europa

Per approfondire, vedi la voce Età del bronzo scandinava.

[modifica]Americhe

La civiltà Inca del Sud America in modo indipendente scopre e sviluppa la metallurgia del bronzo [1]. La

successiva apparizione di una limitata fusione di bronzo nel Messico occidentale (vediMetallurgia nel

Mesoamerica pre-colombiano) suggerisce un contatto di quella regione con gli Incas oppure la scoperta autonoma

di questa tecnologia.

[modifica]Bibliografia

(EN) Eogan, George (1983) I tesori dell'età del bronzo irlandese, Dublino: University College, 331p., ISBN 0-

901120-77-4

(EN) Hall, David e Coles, John (1994) Indagine sulla zona di Fenland: un saggio su paesaggio e persistenza,

notizia archeologica 1, Londra: English Heritage, 170 p., ISBN 1-85074-477-7

(EN) Pernicka, E., Eibner, C., Öztunah, Ö., Wagener, G.A. (2003) "Metallurgia dell'età del bronzo nell'Egeo

nord-orientale", In: Wagner, G.A., Pernicka, E. e Uerpmann, H-P. (eds.), Troia and the Troad: scientific

approaches, Natural science in archaeology, Berlin; Londra: Springer, ISBN 3-540-43711-8, p. 143–172

(EN) Waddell, John (1998) L'archeologia preistorica in Irlanda, Galway University Press, 433 p., ISBN 1-

901421-10-4

(EN) Siklosy et al. (2009): Evento vulcanico nell'età del bronzo registrato nelle stalagmiti tramite studi

combinati su isotopi e elementi in tracce. Comunicazioni rapide nella spettrometria di massa, 23/6, 801-808.

[DOI: 10.1002/rcm.3943] http://www3.interscience.wiley.com/journal/122202090/abstract

[modifica]Voci correlate

Tavola sinottica delle principali culture preistoriche del mondo antico

Sistema delle tre età

[modifica]Note

1. ^ (EN) http://budgetcastingsupply.com/images/C873-Silicon-Bronze.jpg

2. ^ a b c d Keys, David (gennaio 2009). Studenti scoprono il codice di un antico enigma. BBC History Magazine 10:

p. 9.

3. ^ Chang, K. C.: “Studi di archeologia Shang”, pp. 6–7, 1. Yale University Press, 1982.

4. ^ Chang, K. C.: “Studi di archeologia Shang”, p. 1. Yale University Press, 1982.

5. ^ (EN) http://www.nga.gov/education/chinatp_pt2.shtm Archeologia cinese didattica, parte II — NGA

6. ^ (EN) Li-Liu; Il neolitico cinese, Cambridge University Press, 2005

7. ^ (EN) Barnard, N.: “Fusione del bronzo e leghe del bronzo nell'antica Cina”, p. 14. The Australian National

University and Monumenta Serica, 1961.

8. ^ (EN) White, W. C.: “Cultura del bronzo dell'antica Cina”, p. 208. University of Toronto Press, 1956.

Page 73: Pre i Storia

9. ^ (EN) Erdberg, E.: “Bronzi cinesi antichi”, p. 20. Siebenbad-Verlag, 1993.

10. ^ (EN) Shaughnessy, E. L.: “Fonti della storia della dinastia Zhou occidentale”, pp. XV–XVI. University of

California Press, 1982.

11. ^ (EN) Shaughnessy, E. L. “Sorgenti della storia della dinastia Zhou occidentale”, pp. 76–83. University of

California Press, 1982.

12. ^ (EN) Shaughnessy, E. L. “Fonti della storia della dinastia Zhou occidentale”, p. 107

13. ^ (EN) Bronzo da Ban Chiang, Thailandia: Una sguardo dal laboratorio

14. ^ (EN) Città di Nyaunggan - Siti archeologici nel Myanmar

15. ^ Hall e Coles, p. 81–88.

16. ^ Waddell; Eogan.

[modifica]Altri progetti

Wikimedia Commons contiene file multimediali su Età del bronzo

[modifica]Collegamenti esterni

(EN) Età del bronzo in Europa (Web index) (archiviato dall'url originale)

(EN) Sagno antico: domanda antica e una nuova risposta

(EN) Mondo britannico - Britannia nell'età del bronzo

(EN) Mondo britannico - Irlanda nell'età del bronzo

(EN) Archeologia sperimentale dell'età del bronzo e riproduzioni per musei

(EN) Ricostruzione ipotetica di un insediamento di cultura lusaziana, sorta usando soltanto strumenti dell'età

del bronzo - Wola Radziszowska (vicino Cracovia) - Polonia

(EN) Umha Aois - Ricostruzione della metallurgia nell'età del bronzo

(EN) Umha Aois - Metallurgia nell'età del bronzo (videoclip)

(EN) Ricostruendo il Carro solare danese di Trundholm

(EN) Aegean and Balkan Prehistory: Articoli, site-notizie di siti e database bibliografico concernente l'Egeo, i

Balcani e l'Anatolia occidentale

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Categorie: Preistoria | Età del bronzo | [altre]

Età del ferro Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

L'età del ferro indica originariamente un periodo della preistoria o protostoria europea caratterizzato dall'utilizzo

della metallurgia del ferro, soprattutto per la fabbricazione di armi e utensili. L'adozione di questo nuovo materiale

spesso coincide con altri mutamenti nella società, non escluse le divergenti pratiche agricole, credenze religiose e

stili artistici.

Page 74: Pre i Storia

Indice

[nascondi]

1 Visione d'insieme

2 Date

3 Uso del ferro nell'età del bronzo

4 Transizione dal bronzo al ferro

5 Vicino Oriente antico

o 5.1 Transizione

6 Africa sub-sahariana

7 Subcontinente indiano

8 Asia orientale

o 8.1 Cina

o 8.2 Giappone

o 8.3 Corea

9 Europa

o 9.1 Europa orientale

o 9.2 Europa centrale

o 9.3 Italia

o 9.4 Isole britanniche

o 9.5 Europa settentrionale

10 Note

11 Voci correlate

12 Altri progetti

13 Collegamenti esterni

[modifica]Visione d'insieme

L'età del ferro è l'ultimo dei periodi principali nel sistema tripartito usato per la classificazione delle società

preistoriche. In Europa e nel Vicino Oriente segue all'età del bronzo e, limitatamente alla prima, precede l'ingresso

della cultura considerata nel periodo storico, nel quale sono cioè presenti fonti scritte. L'età del ferro inizia intorno

al XII secolo a.C. nel mondo mediterraneo e tra il IX e l'VIII secolo a.C. nell'Europa settentrionale. Come per gli

altri periodi della preistoria i suoi limiti cronologici variano considerevolmente secondo il contesto geografico e

culturale. Alcune civilizzazioni non hanno mai conosciuto l'età del ferro, pur avendo uno sviluppo sociale e/o

tecnico notevole, come nel caso delle civiltà precolombiane.

Oggi pertanto si tende ad indicare con età del ferro non una fase cronologica o uno stadio evolutivo, ma la

presenza di una tecnica che influenzò profondamente e in modo duraturo la società di alcune culture, in particolar

modo in Europa. In particolare tra le civiltà che conobbero il ferro ci sono:

Page 75: Pre i Storia

1. gli Achei nella Grecia arcaica,

2. gli Etruschi Villanoviani a Tarquinia, nel Lazio, nella Pianura padana, e in Campania,

3. i Veneti nell'area ad est di Verona,

4. i Celti, con le culture di Hallstatt e di La Tène,

5. i Germani.

Mappa delle culture di lingua proto-germanica nell'Età del ferro

In mancanza di conoscenze più vaste sulle comunità politiche e culturali dell'età del ferro, è la cultura

materiale che ci consente di definire in questo periodo dei grandi insiemi geografici in Europa, all'interno dei quali i

materiali presentano una notevole omogeneità, sia dal punto di vista della tecnica che da quello delle decorazioni.

Queste culture, che persistono per tutta l'età del ferro, pur espandendosi o contraendosi a seconda delle

circostanze, comprendono:

culture atlantiche in Gran Bretagna, regione vallone, ovest della Francia, regione basca;

culture nordiche nelle Fiandre, in Danimarca, in Scandinavia

culture polacche in Polonia e nei Carpazi settentrionali

culture nord-alpine nelle regioni francesi alpine e in Svizzera

culture iberiche nella Penisola Iberica, tranne che in Portogallo e nella regione basca;

culture italiche in Italia a sud delle Alpi

culture carpatiche nel bacino danubiano e nei Carpazi.

culture greche in Grecia e nelle regioni egee, compresa Creta.

[modifica]Date

Page 76: Pre i Storia

Broch[1] a Dun Carloway, Lewis, Scozia

Un tetto di paglia dell'età del ferro, Butser Farm, Hampshire, Inghilterra

Classicamente, l'inizio dell'età del ferro viene fatta risalire ai principi del XII secolo a.C. nelle antiche civiltà

del Vicino Oriente antico, Iran, India (con la civiltà vedica post-rigvedica), e Grecia (con il cosiddetto medioevo

ellenico o età buia). In altre regioni d'Europa, essa inizia molto più tardi: nell'VIII secolo a.C. nell'Europa Centrale e

nel VI secolo a.C. nell'Europa Settentrionale. L'uso del ferro, con il processo di estrazione-fusione e forgiatura di

strumenti, appare nell'Africa occidentale verso il 1200 a.C., facendo di essa uno dei primi luoghi di nascita dell'età

del ferro.[2][3][4]

(Si è creduto che il ferro meteoritico, o la lega ferro-nichel, venisse usato da vari popoli antichi

migliaia di anni prima dell'età del ferro,[5][6]

poiché, essendo nel suo nativo stato metallico, non richiedeva

l'estrazione-fusione dal minerale.)

L'età del ferro viene divisa in due sottosezioni, Ferro I e Ferro II. Il Ferro I (1200–1000 a.C.) manifesta sia

continuità che discontinuità con la precedente tardaetà del bronzo. Non c'è nessuna rottura culturale definitiva tra il

XIII e il XII secolo per tutta l'intera regione, benché alcune nuove caratteristiche nelle regioni collinari,

Transgiordania e zone costiere possano suggerire l'apparizione di aramei e popoli del mare. C'è evidenza,

tuttavia, di una forte continuità con la cultura dell'età del bronzo, sebbene, man mano che ci si addentri nel periodo

del Ferro I, la cultura inizia a divergere in modo più significativo da quella del tardo II millennio.

Si dice di solito che l'età del ferro si concluda nel bacino del Mediterraneo con l'inizio della tradizione storica,

durante l'ellenismo e l'impero romano, in Indiacon il sorgere del buddismo e giainismo, in Cina con l'inizio

del confucianesimo, e nell'Europa settentrionale con l'alto medioevo.

L'arrivo dell'uso del ferro in varie aree verrà discusso in modo più dettagliato nelle sezioni sottostanti, in ordine non

strettamente cronologico.

Page 77: Pre i Storia

[modifica]Uso del ferro nell'età del bronzo

Nella media età del bronzo, un crescente numero di oggetti in ferro fuso (distinguibili dal ferro meteoritico per la

mancanza di nichel) cominciò ad apparireo in tutta l'Anatolia, la Mesopotamia, il subcontinente indiano, il Levante,

il Mediterraneo e l'Egitto. Alcune fonti propongono che il ferro fosse un sottoprodotto casuale della raffinazione del

rame, come ferro spugnoso, e non riproducibile tramite la metallurgia del tempo.

La più antica produzione sistematica e uso di utensili in ferro inizia in Anatolia. Si è ipotizzato che la produzione

africana di ferro sia iniziata pressappoco nello stesso tempo, e possibilmente anche prima dell'Anatolia, ma recenti

scoperte suggeriscono che la lavorazione del ferro apparve in Anatolia fin dal 2000 a.C.[7]

. Le attuali ricerche

archeologiche nella valle del Gange, India, hanno attestato la lavorazione del ferro dal 1800 a.C.[8]

Dal 1200 a.C.,

il ferro veniva ampiamente usato in Medio Oriente, ma senza soppiantare per qualche tempo il dominante utilizzo

del bronzo.

[modifica]Transizione dal bronzo al ferro

Il bronzo era precedentemente usato per fare utensili, dato che il suo punto di fusione è più basso di quello

dell'acciaio. L'età del ferro inizia con lo sviluppo di tecniche di fusione a temperature più alte. Durante l'età del

ferro, i migliori utensili e armi erano fatti d'acciaio, una lega costituita da ferro e carbonio (dallo 0,02% all'1,7% del

peso complessivo). Le armi in acciaio e gli strumenti erano pressappoco dello stesso peso di quelli in bronzo, ma

più robusti. Tuttavia, l'acciaio era difficile da produrre con i metodi allora disponibili. Perciò, molti utensili in ferro

erano forgiati in ferro battuto.[9]

Il ferro battuto è più debole del bronzo, ma poiché esso era meno costoso, e più facile da affilare, veniva usato

comunque. Il ferro di per sé è un metallo soddisfacentemente robusto, anche senza costituire leghe con altre

sostanze addizionali (sebbene potrebbe essere ulteriormente irrobustito per mezzo dellatempra o con piccole

quantità di acciaio saldato alle parti soggette a logorio come i bordi). Il bronzo, d'altra parte, richiede rame e

stagno, meno reperibili rispetto al ferro. Inoltre, il ferro può essere affilato tramite molatura laddove il bronzo deve

essere riforgiato.

Intorno al 1800 a.C., per ragioni ancora sconosciute agli archeologi, lo stagno divenne scarso nel Levante,

causando il declino della produzione del bronzo. Anche il rame venne ad essere di difficile approvvigionamento.

Da questo stato di cose si vennero a formare gruppi di pirati nell'area Mediterranea che, dal 1800–1700 a.C. in

avanti, iniziarono ad attaccare le città fortificate in cerca di bronzo, per poterlo rifondere e ricavarne armamenti.

Il bronzo era molto più abbondante prima del periodo di tempo che va dal XII al X secolo, e

Snodgrass[10][11]

suggerisce che una carenza di stagno, come risultato della distruzione del commercio nel

Mediterraneo di questo tempo, forzò i popoli a cercare un'alternativa al bronzo. Un'evidenza di questo è il fatto che

molti oggetti in bronzo, durante questo periodo, vennissero riciclati per farne armi.

[modifica]Vicino Oriente antico

[modifica]Transizione

Per approfondire, vedi la voce Collasso dell'età del bronzo.

Page 78: Pre i Storia

Si ritiene che l'età del ferro nel Vicino Oriente antico sia iniziata con la scoperta delle tecniche di estrazione-

fusione e lavorazione del ferro in Anatolia o nel Caucaso nel tardo II millennio a.C. (circa 1300 a.C.).[12]

L'uso di armi in ferro, invece che di bronzo, si espanse rapidamente in tutti i territori del Vicino Oriente e

dell'Asia sud-occidentale dall'inizio del I millennio a.C. Gli anatolici, dal 1500 a.C. in poi, avevano iniziato a forgiare

armi a base di ferro, che risultavano comunque superiori a quelle ordinarie in bronzo.

È stata avanzata l'ipotesi che le armi in ferro usate dagli Ittiti siano state un fattore determinante per la loro rapida

ascesa permettendo così la creazione di un Impero. [senza fonte]

Il vicino Egeo fu l'area dove per prima si sviluppò la

tecnologia del ferro, espandendosi simultaneamente sia in Asia che in Europa,[13][14]

agevolata dall'espansione

ittita. I popoli del mare e i filistei vengono spesso associati all'introduzione della tecnologia del ferro in Asia, come

lo sono i dori per la Grecia.[15]

Come si legge nella Bibbia[16]

, i filistei mantennero il monopolio sulla lavorazione del ferro, tenendo i loro vicini

israeliti in inferiorità militare e dipendenza economica. Un maggiore obiettivo delle prolungate guerre ebree contro i

filistei, raccontato nel Libro di Samuele, era quello di ottenere la tecnologia per la lavorazione del ferro - uno piano

portato a termine successivamente da Re Davide.

Reperti in ferro

Primi esempi e distribuzione di reperti metallici non preziosi.[17]

Data Creta Egeo Grecia Cipro Totale Anatolia Totale

complessivo

1300–1200 a.C. 5 2 9 0 16 33 65

1200–1100 a.C. 1 2 8 26 37 N.A. 74

1100–1000 a.C. 13 3 31 33 80 N.A. 160

1000 – 900 a.C. 37E 30 115 29 140 N.A. 211

Età del bronzo complessiva 5 2 9 0 16 33 65

Età del ferro complessiva 51 35 163 88 337 N.A. 511

[modifica]Africa sub-sahariana

Page 79: Pre i Storia

Mappa dei ritrovamenti dell'età del ferro nell'Africa orientale e meridionale, risalenti all'espansione Bantu, all'inizio del I

millennioa.C.

Per approfondire, vedi le voci Nok, Urewe e Espansione Bantu.

Gli abitanti di Termit, nel Niger orientale, furono i primi a padroneggiare la metallurgia del ferro nell'Africa

occidentale e tra i primi al mondo, intorno al 1500 a.C.[18]

La lavorazione del ferro e del rame continuò poi a

diffondersi verso sud attraverso il continente, arrivando fino al Capo di Buona Speranza intorno al 200d.C.[2]

La

diffusione dell'uso del ferro apportò un radicale cambiamento alle comunità agricole di lingua bantu che lo

adottarono, consentendo loro di scacciare e assorbire le comunità di cacciatori-raccoglitori, che utilizzavano

ancora gli utensili in pietra, e che incontravano durante la loro espansione alla ricerca di aree più vaste

di savana da coltivare.

I popoli di lingua Bantu tecnologicamente superiori, si estesero su tutta l'Africa meridionale diventando ricchi e

potenti, e producendo in grande quantità il ferro per fabbricare utensili ed armi.[2]

In aggiunta al ferro battuto, nella Tanzania nord-occidentale furono trovati primitivi esempi di acciaio al carbonio

prodotti intorno a 2000 anni fa, che sfruttavano complessi principi di preriscaldamento. Questi ritrovamenti,

secondo gli archeologi Schmidt e Avery (autori della scoperta), sono significativi per la storia della metallurgia.[19]

[modifica]Subcontinente indiano

I siti archeologici in India, come Malhar, Dadupur, Raja Nala Ka Tila e Lahuradewa nell'attuale Uttar

Pradesh mostrano utensili in ferro risalenti al periodo 1800 a.C. – 1200 a.C.[8]

Alcuni studiosi ritengono che già agli

inizi del XIII secolo a.C. la fusione del ferro fosse praticata su grande scala in India, suggerendo che la data

dell'inizio della tecnologia possa essere precedente.[8]

L'India all'inizio del I millennio a.C. vide estesi sviluppi nella metallurgia che, durante questo periodo di

insediamenti pacifici, raggiunse un buon livello di maestria e progresso tecnologico. Un centro per la lavorazione

del ferro nell'India orientale viene datato al I millennio a.C.[20]

Page 80: Pre i Storia

Nell'India meridionale (attuale Mysore) il ferro apparve già tra il XII e l'XI secolo a.C.; questi sviluppi furono però

troppo prematuri per produrre contatti significativi e stretti con il nord-ovest della regione.[20]

Le Upanishad indiane menzionano tessitura, ceramica e metallurgia.[21]

Il periodo mauryano indiano vide progressi nel campo della metallurgia.[22]

Già nel 300 a.C., e certamente entro il 200 d.C., nell'India meridionale veniva prodotto un acciaio di alta qualità,

quello che più tardi sarebbe stato chiamato acciaio di crogiolo. In questo sistema, ferro battuto (di elevata

purezza), carbone vegetale e vetro venivano mischiati in un crogiolo e riscaldati fino a che il ferro non fondeva

assorbendo il carbone.[23]

[modifica]Asia orientale

[modifica]Cina

Per approfondire, vedi la voce Cina dell'età del ferro.

Nel 1972, vicino al città di Gaocheng (藁城) nel Shijiazhuang (attuale provincia di Hebei), venne ritrovata in uno

scavo un'ascia di guerra (铁刃青铜钺) in bronzo munita di lama di ferro risalente al XIV secolo a.C. Gli esami

scientifici mostrarono che il ferro dell'ascia era costituito da siderite meteoritica. L'età del ferro nell'Est Asiatico

viene tuttavia fatta iniziare quando oggetti in ferro cominciarono ad apparire nell'attuale Xinjiang, tra il X e il VII

secolo a.C., come quelli trovati nel sito cimiteriale di Chawuhukou.[24]

Presto seguì lo sviluppo della metallurgia del

ferro nella pianura della Manciuria nel IX secolo a.C.,[25]

e pervenne nella valle dello Yangzi verso la fine del VI

secolo a.C.[26]

I pochi oggetti furono trovati a Changsha e Nanjing. In base alla camera mortuaria l'evidenza

suggerisce che l'uso iniziale del ferro a Lingnan appartiene alla metà del tardo periodo dei regni combattenti (dal

350 a.C. circa).

Le tecniche usate a Lingnan sono una combinazione dello stampo bivalve di chiara tradizione meridionale e

l'incorporazione di tecnologia di stampo[27]

(piece mould) dello Zhongyuan. I prodotti della combinazione di questi

due periodi sono campane, vasi, armi e ornamenti, oltre che pezzi sofisticati.

Una cultura dell'età del ferro dell'altopiano tibetano è stata associata come ipotesi alla cultura di Zhang

Zhung descritta nelle scritture tibetane.

[modifica]Giappone

Per approfondire, vedi le voci Periodo Yayoi e Periodo Kofun.

Il periodo Yayoi (弥生時代 Yayoi-jidai?) è un'età nella storia del Giappone compresa all'incirca nell'arco di tempo

che va dal 500 a.C. al 300 d.C.[28]

Le peculiarità del periodo Yayoi comprendono la comparsa di nuovi stili di

ceramica e l'inizio della coltivazione intensiva del riso nelle risaie. Succeduta al periodo Jōmon (dal 14.000 a.C. al

500 a.C.), la cultura Yayoi fiorì in un'area geografica che va dal Kyūshū meridionale all'Honshū settentrionale.

Il successivo periodo Kofun (古墳時代 Kofun-jidai?) durò pressappoco dal 250 d.C. al 538 d.C. La parola kofun è

l'equivalente giapponese della sepoltura a tumulo databile in questo periodo. Il Kofun e il successivo periodo

Asuka sono talvolta indicati collettivamente come periodo Yamato.

Page 81: Pre i Storia

Si ritiene che gli oggetti in ferro come utensili, armi e piccoli oggetti decorativi, siano entrati in Giappone in questo

periodo o nel tardo Yayoi, molto probabilmente attraverso contatti con la penisola coreana e la Cina.

[modifica]Corea

Per approfondire, vedi la voce Proto-Tre Regni di Corea.

"Corazza" del Regno di Silla con protezione per il collo, Museo Nazionale Coreano.

Gli oggetti in ferro vennero introdotti nella penisola coreana attraverso il commercio con i

piccoli regni (chiefdom[29]

) e le società-stato nell'area del Mar Giallonel IV secolo a.C., proprio alla fine del periodo

dei regni combattenti, ma prima che iniziasse la dinastia Han occidentale.[30][31]

Yoon propone che il ferro fosse

dapprima introdotto nei chiefdom localizzati lungo le valli dei fiumi nord-coreani che sfociano nel Mar Giallo, come

il Cheongcheon e il Taedong.[32]

La produzione del ferro fu rapidamente avviata nel II secolo a.C., e utensili in ferro

erano in uso presso gli agricoltori dal I secolo d.C. nella Corea meridionale.[30]

Le più antiche asce di ghisa

conosciute nella Corea si trovano nel bacino del fiume Geum. Il tempo nel quale inizia la produzione del ferro è lo

stesso in cui sorgono i complessi chiefdom della Corea proto-storica (Samhan), precursori degli antichi stati

come Silla, Baekje, Goguryeo, e Gaya[31][33]

In questo periodo, i lingotti di ferro erano un importante elemento

mortuario e indicavano la ricchezza o prestigio del deceduto.[34]

[modifica]Europa

La lavorazione del ferro venne introdotta in Europa intorno al 1000 a.C., probabilmente dall'Asia Minore e

lentamente si diffuse verso nord e ovest per i successivi 500 anni.

[modifica]Europa orientale

L'inizio del I millennio a.C. segna l'età del ferro nell'Europa orientale. Nelle steppe pontiche e nella regione

caucasica, l'età del ferro inizia dal 900 a.C. ca. con le culture di Koban e Chernogorovka e Novočerkassk,

venendo ad espandersi nel 800 a.C. nella Hallstatt C attraverso le presunte migrazioni "tracio-cimmere".

Page 82: Pre i Storia

Insieme alle culture di Chernogorovka e Novocherkassk, sul territorio della Russia antica e Ucraina, l'età del ferro

ha una significativa estensione associata agli sciti, che svilupparono la cultura del ferro fin dal VII secolo a.C. La

maggioranza dei resti della loro produzione siderurgica e della lavorazione del ferro, dal V al III secolo a.C.,

vennero trovati vicino a Nikopol nel Kamenskoe Gorodishche, ipotizzata come una

regione metallurgica specializzata dell'anticaScizia.[35][36]

Dalla cultura di Hallstatt, l'età del ferro si diffonde a ovest con l'espansione celtica, a cominciare dal VI secolo a.C.

In Polonia, l'età del ferro raggiunse la tarda cultura lusaziana pressappoco durante il VI secolo, seguita in alcune

aree dalla cultura pomeraniana.

Le attribuzioni etniche di molte culture dell'età del ferro sono state aspramente disputate, poiché le radici dei

popoli germanici, baltici e slavi vennero cercate in quest'area.

[modifica]Europa centrale

Nel Centro Europa, l'età del ferro viene generalmente divisa in:

cultura di Hallstatt, antica età del ferro (HaC e D, 800 – 450 a.C.)

cultura di La Tène, tarda età del ferro (iniziante nel 450 a.C.).

L'età del ferro termina con la conquista romana.

[modifica]Italia

Per approfondire, vedi le voci Italia preistorica e protostorica e Popoli dell'Italia antica.

In Italia, l'età del ferro venne introdotta probabilmente dalla cultura villanoviana (che è da alcuni considerata

appartenente all'età del bronzo), mentre la successiva civiltà etrusca viene considerata come parte della vera età

del ferro. L'età del ferro etrusca terminò con l'ascesa della Repubblica Romana, quando questa conquistò l'ultima

città etrusca di Velzna nel 265 a.C.

[modifica]Isole britanniche

Per approfondire, vedi la voce Età del ferro britannica.

Nelle isole britanniche, l'età del ferro durò all'incirca dall'800 a.C.[37]

fino alla conquista romana e fino al V secolo

d.C. nelle zone non-romanizzate. Le costruzioni risalenti a questo periodo di tempo sono spesso impressionanti,

come per esempio i broch e i dun della Scozia settentrionale e le fortificazioni (hill fort) di cui sono cosparse

le isole.

[modifica]Europa settentrionale

L'età del ferro viene divisa in età del ferro pre-romana ed età del ferro romana. Questa è seguita dal periodo

migratorio (invasioni barbariche). Germania settentrionale e Danimarca erano dominate dallacultura di Jastorf,

mentre la cultura della parte meridionale della Scandinavia era dominata da quella molto simile dell'età del ferro

gregana.

Page 83: Pre i Storia

L'antica produzione di ferro scandinavo coinvolge generalmente la raccolta del cosiddetto ferro di palude. La

penisola scandinava, la Finlandia ed Estonia mostrano molto prematuramente una sofisticata produzione di ferro,

ma una datazione più precisa è attualmente impossibile. L'arco di tempo varia dal 3000 al 2000 BP. Questa

conoscenza viene associata alla parte della Scandinavia non-germanica. La metallurgia e il vasellame in asbesto-

ceramica sono piuttosto sinonimi nella Scandinavia a causa della capacità di questa ceramica di resistere e

trattenere calore. Si ritiene che il minerale ferroso usato fosse la sabbia ferrosa (come il suolo rosso), poiché il suo

alto contenuto di fosforo può essere identificato nelle scorie che vengono trovate talvolta insieme alle asce

di asbesto-ceramicaappartenenti alla cultura di Ananjino. Il vasellame di asbesto-ceramica rimane un mistero,

poiché ci sono altri vasi adiabatici il cui uso è sconosciuto.

[modifica]Note

1. ^ Un broch è un tipo di costruzione con muro di cinta costruito a secco trovato soltanto nella Scozia, la cui

origine e funzione è ancora dibattuta.

2. ^ a b c (EN) Duncan E. Miller e N.J. Van Der Merwe, 'Antica lavorazione del metallo nell'Africa

subsahariana' Journal of African History 35 (1994) 1–36; Minze Stuiver e N.J. Van Der Merwe, 'Cronologia

tramite radiocarbonio dell'età del ferro nell'Africa subsahariana' Current Anthropology1968.

3. ^ (EN) Quanto vecchia è l'età del ferro nell'Africa subsahariana? — di Roderick J. McIntosh, Archaeological

Institute of America (1999)

4. ^ (EN) Ferro nell'Africa subsahariana — di Stanley B. Alpern (2005)

5. ^ (EN) Archeomineralogia, p. 164, George Robert Rapp, Springer, 2002

6. ^ Understanding materials science, p. 125, Rolf E. Hummel, Springer, 2004

7. ^ (EN) I pezzi di ferramenta riportati alla luce in Turchia si sono rivelati essere l'acciaio più anticoin Gli Hindu,

giovedì, 26 marzo 2009

8. ^ a b c (EN) Le origini della lavorazione del ferro in India: nuova evidenza dalla pianura del Ganga Centrale e

Vindhyas Orientale, di Rakesh Tewari (Direttore, Dipartimento Archeologico di Stato U.P.)

9. ^ (EN) Una breve storia della produzione di ferro e acciaio del professor Joseph S. Spoerl (Saint Anselm

College)

10. ^ A.M.Snodgrass (1967), "Armi e armature dei greci". (Thames & Hudson, Londra)

11. ^ A. M. Snodgrass (1971), "Il medioevo ellenico" (Edinburgh University Press, Edimburgo).

12. ^ (EN) Jane. C. Waldbaum (1978), "Dal bronzo al ferro. Vol. Studi sull'archeologia mediterranea" (LIV. Paul

Astroms Forlag, Goteburg.)

13. ^ (EN) John Collis (1989), "L'età del ferro europea" (ristampa ed. B. T. Batsford, Londra)

14. ^ John Collis (1997), "L'età del ferro europea" (Routledge, ISBN 978-0-415-15139-9)

15. ^ (EN) Leonard R. Palmer (1980), "Micenei e minoici: preistoria egea alla luce delle tavolette in Lineare B"

16. ^ Primo libro si Samuele, 13, 19-20 "Adesso non c'è fabbro che si trovi in tutta la terra di Israele: a causa di detti

filistei, per paura che gli ebrei facciano le loro spade o lance: ma tutti gli israeliti si arresero ai filistei, per affilare

ogni uomo la sua parte, e il suo coltro, e la sua ascia, e il suo zappone.

17. ^ (EN) Alex Webb, "Lavorazione dei metalli nella Grecia antica"

Page 84: Pre i Storia

18. ^ (EN) Ferro in Africa: rivisitando la storia - Unesco (2002)

19. ^ (EN) Peter Schmidt, Donald H. Avery. Complessa fusione del ferro e cultura preistorica in Tanzania, Science,

22 settembre 1978: Vol. 201. no. 4361, pp. 1085 - 1089

20. ^ a b (EN) Early Antiquity di I. M. Drakonoff. Pubblicato nel 1991. University of Chicago Press. ISBN 0-226-

14465-8. pag 372

21. ^ (EN) Upanisad, di Patrick Olivelle. Pubblicato nel 1998. Oxford University Press. ISBN 0-19-283576-9. pag

xxix

22. ^ The New Cambridge History of India, di J. F. Richards, Gordon Johnson, Christopher Alan Bayly. Pubblicato

nel 2005. Cambridge University Press. ISBN 0-521-36424-8. pag 64

23. ^ Juleff, 1996

24. ^ (EN) Hall, Mark. Verso una cronologia assoluta per l'età del ferro nell'Asia Centrale

25. ^ Derevianki, A. P. 1973. Rannyi zheleznyi vek Priamuria

26. ^ Higham, Charles. 1996. L'età del bronzo del Sud-est Asiatico

27. ^ Uno stampo d'argilla costituito da vari pezzi adattatti insieme per formare, dopo la colata, oggetti di forme

complicate.

28. ^ (EN) Periodi archeologi preistorici i Giappone, Charles T. Keally

29. ^ Con il termine anglosassone chiefdom si intende un tipo di società complessa con gradi variabili di

centralizzazione, condotta da un individuo conosciuto come capo.

30. ^ a b (EN) Kim, Do-heon. 2002. Samhan Sigi Jujocheolbu-eui Yutong Yangsang-e Daehan Geomto [uno studio

dei modelli di distribuzione delle asce di ghisa nel periodo Samhan]. Yongnam Kogohak [Yongnam

Archaeological Review] 31:1–29.

31. ^ a b (EN) Taylor, Sarah. 1989. L'introduzione e sviluppo della produzione del ferro in Corea. World

Archaeology 20(3):422–431.

32. ^ Yoon, Dong-suk. 1989. La prima metallurgia in Corea. Archaeological Review from Cambridge8(1):92–99.

33. ^ Barnes, Gina L. 2001. Formazione dello stato in Corea: prospettive storiche e archeologiche. Curzon, Londra.

34. ^ Lee, Sung-joo. 1998. Silla - Gaya Sahoe-eui Giwon-gwa Seongjang [L'ascesa e la crescita della società di

Silla e Gaya]. Hakyeon Munhwasa, Seul.

35. ^ Enciclopedia del Grande Soviet, III edizione, accessibile su "Железный век", disponibile onlinehere

36. ^ Christian, D., Storia di Russia, Asia Centrale e Mongolia, Blackwell Publishing, 1998, p. 141,

disponibile online

37. ^ Haselgrove, C. e Pope, R. (2007), 'Caratterizzando la più antica età del ferro', in C. Haselgrove e R. Pope

(eds.), la più antica età del ferro in Britannia e il vicino continente. (Oxbow, Oxford)

[modifica]Voci correlate

Storia della siderurgia

Fogou

Fusione

Altoforno

Page 85: Pre i Storia

Sistema delle tre età

Fabbro

[modifica]Altri progetti

Wikimedia Commons contiene file multimediali su Età del ferro

Grande Madre Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Venere di Willendorf (Austria, circa XXII millennio a.C.)

Secondo un'indimostrata teoria, essendo del tutto assenti fonti scritte o tradizioni orali in merito, la Grande

Madre sarebbe una divinità femminile primordiale, presente in quasi tutte le mitologie note, in cui si

manifesterebbe la terra, la generatività, il femminile come mediatore tra l'umano e il divino. Essa attesterebbe

l'esistenza di una presunta originaria struttura matriarcale delle civiltà pre-istoriche, composte da gruppi di

cacciatori-raccoglitori.

Indice

[nascondi]

1 Mitologia

2 I compagni della Grande Madre

3 Psicologia e simbolismo

4 Bibliografia

5 Voci correlate

6 Altri progetti

7 Collegamenti esterni

[modifica]Mitologia

Page 87: Pre i Storia

Lungo le generazioni, con gli spostamenti di popoli e la crescita di complessità delle culture, le "competenze" della

Grande Madre si moltiplicarono in diverse divinità femminili. Per cui la Grande Dea, pur continuando ad esistere e

ad avere culti propri, assumerà personificazioni distinte, per esempio, per sovrintendere all'amore sensuale

(Ishtar-Astarte-Afroditepandemia-Venere), alla fertilità delle donne (Ecate triforme, come 3 sono le fasi della vita),

alla fertilità dei campi (Demetra /Cerere e Persefone / Proserpina), alla caccia (Kubaba, Cibele, quindi Artemide-

Diana).

Inoltre, siccome il ciclo naturale delle messi implica la morte del seme, perché esso possa risorgere nella nuova

stagione, la grande dea è connessa anche a culti legati al ciclo morte-rinascita e alla Luna, che da sempre lo

rappresenta (i più arcaici di questi riti sono riservati alle donne, come quello di Mater Matuta o della Bona Dea).

Ad esempio, nelle feste e nei misteri in onore del gruppo Demetra / Cerere-Persefone / Proserpina, il suo culto

segna il volgere delle stagioni, ma anche la domanda dell'uomo di rinascere come il seme rinasce dalla terra.

L'evoluzione teologica della figura della Grande Madre (giacché nulla va perduto, nel labirinto della mitologia)

venne costantemente rappresentata da segnali di connessione tra le nuove divinità e quella arcaica.

Finché le religioni dominanti ebbero carattere politeistico, un segno certo di connessione consisteva

nella parentela mitologicaattestata da mitografi e poeti antichi (ad esempio, Ecate è figlia di Gea; Demetra è figlia

di Rea).

Altro carattere che permette di riconoscere le tracce della Grande Dea nelle sue più tarde eredi, è poi la ripetizione

di specificiattributi iconologici e simbolici che ne richiamano l'orizzonte originario.

Ad esempio:

il dominio sugli animali, che accomuna i leoni alati che accompagnano Ishtar, la cerva di Diana e il serpente

ctonio della dea cretese;

l'ambientazione tra rupi (o in caverne, a ricordare il carattere ctonio della divinità originale) e boschi, o presso

acque;

il carattere e i culti notturni.

Anche nel mutare delle religioni, la memoria della divinità arcaica, "signora" di luoghi o semplicemente di bisogni

umani primari, si mantenne e si trasmise lungo le generazioni, dando luogo a culti forse

inconsapevolmente sincretistici (le cui ultime propaggini possono essere considerate, ad esempio, le

molte Madonne Nere venerate in Europa).

Nell'area mediterranea ne conosciamo i nomi e le storie, nelle diverse civilizzazioni in cui si impose, dall'epoca

protostorica:

in area mesopotamica (V millennio a.C.): Ninhursag

in area anatolica (II millennio a.C.): Cibele

in area greca: Gea

Page 88: Pre i Storia

in area etrusca: Mater Matuta

in area romana: Bona Dea o Magna Mater

La variante nordica della Grande Madre, portata fino alle Isole britanniche da migrazioni di popoli pre-achei verso

nord ovest, è secondo Robert Graves la Dea Bianca della mitologia celtica (colei che a Samotracia si chiamava

Leucotea e proteggeva i marinai nei naufragi).

[modifica]I compagni della Grande Madre

L'universo cultuale della Grande Madre prevedeva anche, benché non sempre, figure maschili, inizialmente

descritte come figure plurime o collettive (come i Dattili di Samotracia).

L'evoluzione di tali figure e la loro progressiva personificazione individuale sembrano confermare per sottrazione

l'idea di un'origine matriarcale della civilizzazione, sia per la forte accentuazione di "figlio della dea" - e la dea

rimanda alla Grande Madre, anche se ha un altro nome - che viene attribuita a talune divinità maschili

particolarmente legate alla terra (Dioniso, per tutte); sia perché la modifica e l'individuazione in senso patriarcale

del pantheon sono attestate in epoca relativamente tarda, quando gli uomini avevano preso coscienza

della propria potestà generatrice; sia, infine, per il rapporto misterioso che corre tra la Grande Dea e il suo

compagno, caratterizzato dall'essere minore di lei, per età e per poteri, e che spesso si presenta, almeno

inizialmente, come una figura di giovane amante, assai simile ad un figlio (si veda in proposito la coppia Cibele-

Attis).

[modifica]Psicologia e simbolismo

Lugansk, Ucraina (datazione ignota)

Nella psicologia di Jung la Grande Madre è una delle potenze numinose dell'inconscio, un archetipo di grande

ed ambivalente potenza, distruttrice e salvatrice, nutrice e divoratrice.

In Erich Neumann, che più di tutti gli allievi di Jung dedicò i propri studi ai vari aspetti del femminile, l'archetipo

della Grande Madre (tendenzialmente conservativo e nemico della differenziazione) è il principale ostacolo

Page 89: Pre i Storia

allo sviluppo del Sé individuale, che per conquistare la propria parte femminile deve sviluppare le proprie

capacità di separazione ed autoaffermazione.

Più in generale, la figura (o l'archetipo) della Grande Madre riappare non di rado nelle opere creative: dalla

figura di Medea, che ha attraversato i secoli daEuripide a Pasolini, alla Regina della Notte del Flauto

Magico di Mozart, a certe battute e immagini del cinema di Woody Allen.

[modifica]Bibliografia

Robert Graves, La Dea Bianca, Adelphi, 1992

Roberto La Paglia, La Grande Madre. I culti femminili e la magia lunare, Edizioni Akroamatikos, 2008

Andrea Romanazzi. Guida alla Dea Madre in Italia - Itinerari fra culti e tradizioni popolari. Venexia. 2005.

Erich NEUMANN, Storia delle origini della coscienza, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1978

Eric NEUMANN, La psicologia del femminile, Casa Editrice Astrolabio, Roma 1975

Eric NEUMANN, La Grande Madre. Fenomenologia delle configurazioni femminili dell’inconscio, Casa Editrice

Astrolabio, Roma, 1981

Marja Gimbutas, Il linguaggio della dea, Venexia, Roma 2008

Marja Gimbutas, Le dee viventi, Medusa, Milano 2005

Dini V., Il potere delle antiche madri, Pontecorboli, Firenze 1995;

[modifica]Voci correlate

Mito degli agricoltori

Religioni misteriche

Santuario dei grandi dei di Samotracia

Gea

Artemide

Venere di Willendorf

Madre Terra

Sophia

Eos

[modifica]Altri progetti

Wikiquote contiene citazioni sulla Grande Madre

[modifica]Collegamenti esterni

Le Madonne nere

La Mater Matuta

La Grande Madre testimonianza della fecondità

La Grande Madre testimonianza di pace

La Grande Madre nelle antiche culture (30000 - 1000 a.C.)

Page 90: Pre i Storia

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