Pre i Storia
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Preistoria Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Da tavole scientifiche di fine XIX secolo: manufatti artisticimagdaleniani, paleolitico superiore.
La preistoria è il periodo della storia umana che precede la scrittura, secondo una visione sufficientemente
condivisa, da circa 2,5- 2.6 milioni di anni fa al IV millennio a.C., e in alcune discipline e contesti comprensiva
della protostoria: quasi tutta l'era quaternaria.
Indice
[nascondi]
1 Definizione
2 Le origini
o 2.1 Premessa: il paleocene e la radiazione dei mammiferi
o 2.2 Il miocene e l'evoluzione dei primati, fino a 5 milioni di anni fa
3 L'inizio del pleistocene, i primi uomini: Australopithecus garhi e Homo habilis, 2,5 milioni di anni fa
4 Da 1-1,5 milioni a 50-100 mila anni fa: l'Homo erectus
5 Homo neanderthalensis e Homo sapiens, uomini "moderni"
o 5.1 fino a 30-28 mila anni fa: l'Homo neanderthalensis e la cultura musteriana
o 5.2 Da 200-150 mila anni fa ad oggi: l'Homo sapiens
o 5.3 La fine dell'era glaciale
6 Diecimila anni fa, l'olocene: agricoltura e sedentarismo dal Mesolitico al Neolitico
7 Cinquemila anni fa, la scrittura, lo sviluppo delle società complesse, l'inizio della protostoria
8 Dalla Preistoria alla Storia
9 Brevi note cronologiche sull'epoca preistorica
10 Note
11 Bibliografia
12 Voci correlate
13 Altri progetti
14 Collegamenti esterni
[modifica]Definizione
Tavoletta calcarea incisa da scrittura pittografica. Proviene dalla città mesopotamica di Kish (Iraq), risalente al 3 500 a.C. Una
delle prime scrittura conosciute
La preistoria è convenzionalmente definita come il periodo della storia umana che precede
l'invenzione della scrittura, intesa in senso tradizionale a circa il 3200-3500 a.C. nel vicino oriente, ovvero la storia
documentata o registrata. Le scoperte recenti sulle prime notazioni sumeriche o balcaniche e le molteplici
considerazioni sulle molte reinvenzioni della scrittura stessa, nonché eventuali notazioni prettamente preistoriche,
non spostano il senso pratico di questa convenzione.
In alcune discipline, e in diverse tradizioni scientifiche comunque, la parte più recente della preistoria viene a
sovrapporsi alla protostoria, arrivando a sfiorare il II millennio a.C.. Quindi a seconda del contesto, con preistoria si
può coerentemente intendere quanto scritto nella definizione iniziale, così come quanto definito nel Sistema delle
tre età.
Con la comparsa di testimonianze scritte continuative e interpretabili gli storici hanno a disposizione per la loro
ricostruzione degli eventi una più vasta e chiara documentazione che giustifica questa periodizzazione
convenzionale.
La lunghissima fase della storia dell'uomo antecedente all'invenzione della scrittura a rigor di termini dovrebbe
iniziare circa 200 000 anni fa quando nella regione dell'attuale Sudafrica appare un tipo umano, l'Homo sapiens
sapiens che dal punto di vista anatomo-morfologico risulta in tutto identico all'uomo attuale.
Schema dell'evoluzione umana (pre-sapiens)
LEGENDA: A: Lukeino, Lothogam; B: Afarensis, Hadar (Etiopia); C: Afarensis ("Lucy"), Hadar (Etiopia); D: Africanus; E:
Robustus; F: Ultimi australopitechi; G: Industria di Oldoway (Tanzania): ciottoli bifacciale (chopping-tools); H: Primi insediamenti
strutturati, Melka Kunturé (Etiopia); I: Homo erectus in Europa; J: Avvio dell'industria acheuleana in Africa; K: Homo erectus in
Francia; L: Avvio dell'industria acheuleana in Europa; M: Homo erectus in Germania; N: Uomo di Giava; O: Uomo di Tautavel
(Francia); P: Dominio del fuoco: Nizza (Francia); Vértesszöllös (Ungheria); Q: Tecniche di caccia, Torralba del Moral (Spagna);
R: Sinantropo (Uomo di Pechino), Zhoukoudian (Cina); S: Fossili pre-neandertaliani di Swanscombe (Gran Bretagna); T: Fossili
pre-neandertaliani di Petralona (Grecia); U: Fossili pre-neandertaliani di Steinheim (Germania); V: Capanna, Nizza (Francia); W:
Homo erectus, Gerona (Spagna)
Tuttavia circa 2,5 milioni di anni fa, un tipo di ominide vivente nella regione intorno al Lago Vittoria, nel luogo dove
attualmente confinano l'Uganda, il Kenya e la Tanzania, inizia ad utilizzare per la prima volta degli utensili dando
inizio alla storia della tecnica. Per estensione, si può ipotizzare una possibile contemporanea origine del pensiero,
che darà a sua volta inizio alla religione, all'arte, allafilosofia ed alla scienza pura.
Attualmente si tende a considerare preistoria, allineando scienze diverse interessate alle periodizzazioni,
cioè antropologia, zoologia, archeologia (paletnologia), e geologia, ma soprattuttopaleoantropologia, quindi un
definito periodo geologico: l'era quaternaria, estendendo quindi lacronologia della preistoria a 2 588 000 anni fa e
includendo l'olduvaiano inferiore (una definizioneantropologica) e di conseguenza il genere Australopithecus,
probabilmente l'Australopithecus garhi, tra le specie tecnologiche, in grado di produrre e utilizzare estensivamente
utensili, anche se piuttosto grezzi. Secondo alcuni autori l'inclusione di australopitechi, estenderebbe il periodo alla
comparsa del genere, circa 4 milioni di anni fa. L'invenzione del primo strumento di lavoro potrebbe giustificare
quindi l'estensione della preistoria a tutto il quaternario, e forse oltre, con i gruppi diominidi che utilizzarono utensili
autoprodotti, dissimili dagli umani attuali, Homo.s.s.
La preistoria viene convenzionalmente suddivisa, in prima approssimazione in tre periodi rientranti in due diverse
fasi:
1. Fase preistorica, dominio delle tecniche litiche
Età della pietra: prodotti litici, in legno, osso, pelle.
paleolitico, un lunghissimo periodo, di oltre 2 milioni di anni, inizio ed evoluzione della
modificazione degli strumenti in pietra
paleolitico inferiore 2 500 000 - 120 000 anni fa
paleolitico medio 120 000 - 36 000
paleolitico superiore, fino a 10 000 anni fa
mesolitico, un più breve periodo, uso di tecniche microlitiche e inizio della domesticazione
animale
neolitico, levigatura dei manufatti, uso di ceramiche, progressivo abbandono del nomadismo,
diffuse pratiche agricole
età del rame o cuprolitico, che si sovrappone alle ultime fasi del neolitico, coesistendo l'uso
del metallo con l'industria litica
2. Fase protostorica, sovente esclusa dalla preistoria in senso stretto
età del bronzo
età del ferro
che si accavalla abbondantemente alla storia in senso stretto, e rientra in ogni ambito nella protostoria.
Sarebbe più corretto comunque, parlare sempre di fasi in quanto i periodi preistorici sono caratterizzati da, anche
forte, differente durata temporale e termine nelle diverse regioni geografiche. Un esempio per tutti, nelle Americhe,
le fasi glaciali, la cultura, la tecnologia, seguirono cronologie completamente differenti; basti pensare alla limitata e
tarda diffusione della metallurgia, circoscritta al sud del continente e basata principalmente su rame, oro, argento.
[modifica]Le origini
Per approfondire, vedi la voce Evoluzione della vita.
La teoria dell' evoluzione delle specie è fondamento della biologia moderna, dalle prime forme vitali
strutturalmente semplici, nelle acque, all'origine dei regni dei viventi, allo sviluppo degli animalivertebrati, con la
loro classe più evoluta: i mammiferi.
[modifica]Premessa: il paleocene e la radiazione dei mammiferi
Lo sviluppo dei mammiferi e di conseguenza l'evoluzione della specie umana devono probabilmente la loro
esistenza alla scomparsa dei dinosauri sulla quale circolano molte differenti ipotesi. L'estinzione avvenuta
nel Cretaceo superiore, circa 65 milioni di anni fa, lasciò libere numerose nicchie ecologiche che durante
il Cenozoico furono occupate dal gruppo dei mammiferi.
Tra i mammiferi primitivi, animali di piccole dimensioni simili agli attuali insettivori, alcuni svilupparono un modo di
vita arboricolo, dando origine ai Primati.
[modifica]Il miocene e l'evoluzione dei primati, fino a 5 milioni di anni fa
Per approfondire, vedi la voce Evoluzione umana.
I più antichi progenitori degli attuali primati, gruppo a cui appartiene anche l'uomo, si possono riconoscere
nelle tupaie, ora considerate appartenere ad un ordine a sé stante (gli Scandentia) e i lemuri, presenti oramai
solamente nell'ecosistema del Madagascar.
L'uomo fa parte del grande gruppo delle scimmie catarrine o scimmie del vecchio mondo, separatesi dalle scimmie
platarrine o scimmie del nuovo mondo almeno 40 milioni di anni fa. All'interno di questo gruppo, gli Hominidae si
differenziarono nel Miocene inferiore circa 20 milioni di anni fa e, a 5-7 milioni di anni fa, da dati paleontologici e
biomolecolari, si stima la divergenza genetica con le attuali, viventi, scimmie antropomorfe, (chimpanzee-human
last common ancestor, CHLCA, CLCA, or C/H LCA). Il gruppo dal quale emergerà la nostra specie è quello
degli Australopitechi, un ramo dei quali a partire da circa 4 milioni di anni fa diede origine a diverse specie ed ai
progenitori del futuro nuovo genere Homo.
[modifica]L'inizio del pleistocene, i primi uomini: Australopithecus garhi e Homo
habilis, 2,5 milioni di anni fa
Utensile Olduvaiano
Il gruppo degli Australopitechi generò due rami evolutivi fondamentali, e perdurò per circa 2,5 milioni di anni,
diversificandosi ecologicamente. Al ramo evolutivo un tempo definito gracile, per la struttura ossea meno
massiccia dei suoi appartenenti, si pensa come al più probabile ceppo radiativo di Homo.
Il primo appartenente al genere Homo è l'Homo habilis i cui più antichi resti, provenienti dalla regione dei laghi
del Kenia in Africa, risalgono all 'inizio del quaternario, circa 2,5 milioni di anni fa, e che ha contribuito alla
creazione della cultura Olduvaiana.
È convinzione scientifica che per un certo periodo l'habilis abbia convissuto con le varie specie
di australopiteco. Australopithecus garhi, è il principale primate co-indiziato di avere per primo prodotto e usato
strumenti litici, contendendo a H.abilis l'appellativo di primo umano.
[modifica]Da 1-1,5 milioni a 50-100 mila anni fa: l'Homo erectus
Utensile Acheuleano
L'evoluzione, sempre avvenuta in Africa, dell'Homo habilis è l'Homo erectus che presenta una postura
completamente eretta, un notevole sviluppo cranico e soprattutto lo sviluppo di una superiore tecnologia; gli
strumenti dell'erectus non sono solamente oggetti che la natura fornisce, o poco modificati ma sono lavorati,
modificati, adattati alle necessità con diverse tecniche.
I resti archeologici, principalmente tracce di accampamenti, ci confermano che l'erectus possedette il controllo
del fuoco. Questa maggior conoscenza tecnologica e quindi la capacità di adattarsi a diversi ambienti è forse ciò
che permette all'erectus di migrare, colonizzando tutte quelle parti del mondo che sono in collegamento diretto con
l'Africa: l'Europa e l'Asia. Il più antico resto fossile europeo finora reperito è una mandibola trovata
in Germania a Heidelberg. Da una approssimativa datazione sembra risalire a 650 000 anni fa.
Il più antico sito europeo dell'erectus è la grotta del Vallonet sulla Costa Azzurra databile tra i 950-900 000 anni fa.
In questa grotta sono stati trovati strumenti in pietra e anche schegge lavorate in osso che costituiscono i resti più
antichi di strumenti preistorici in Europa. Non sono ancora presenti strumenti bifacciali.
In Europa ritrovamenti di utensili bifacciali indicano la presenza di questa tecnica solo 600 000 anni fa, mentre
reperti di strumenti bifacciali recuperati in Etiopia vengono datati a molto prima, 1,5 milioni di anni fa.
Vi è ancora dibattito in relazione all'epoca della sua totale estinzione. Diverse popolazioni sono giunte fino a oltre
50 000 anni fa (Homo erectus soloensis e altri), evolvendo notevolmente le capacità tecniche, che fino a un certo
punto si credevano appannaggio di specie ritenute più evolute.
[modifica]Homo neanderthalensis e Homo sapiens, uomini "moderni"
Utensile Musteriano
[modifica]fino a 30-28 mila anni fa: l'Homo neanderthalensis e la cultura
musteriana
Uno degli ulteriori stadi evolutivi di Homo erectus è una specie che si è evoluta a partire da erectus o specie
discendenti emigrati precedentemente in Europa che avevano originato la specie Homo antecessor forse evoluta
in Homo heidelbergensis. Da questi ultimi, circa 130 000 anni fa, con una dominanza della cultura
del musteriano ebbe origine quello che viene comunemente chiamato uomo di Neanderthal dalla valle tedesca
dove vennero effettuati i primi ritrovamenti. A questa fase risalgono i primi ritrovamenti relativi a pratiche
di arte e sepoltura. Alle fasi più tarde si riferisce la transizione al paleolitico superiore e a culture più sofisticate,
come il castelperroniano, forse oltre.
[modifica]Da 200-150 mila anni fa ad oggi: l'Homo sapiens
Punta Gravettiana
In parallelo la specie sapiens evolve in maniera a tutt'oggi pare indipendente, a partire circa da 200 000 anni fa. I
primi umani moderni si ritrovano al sito Kibish nei pressi de fiume Omo, in Etiopia e nel sito Qafzeh-Skhul
(Qafzeh e Es Skhul) nell'attuale Israele.
Utensili Magdaleniani
Circa 40 000 anni fa in Europa si parve ritrovare tracce dell'Uomo di Combe-Capelle e 35 000 anni fa dell'uomo di
Cro-Magnon, dai siti di primo ritrovamento (il secondo presso il villaggio di Les-
Eizies in Francia), zoologicamente e antropologicamente Homo sapiens sapiens, ossia una sottospecie del
sapiens. In seguito, il primo esemplare verrà fortemente postdatato, e un cromagnoide di Peştera cu Oase,
inRomania, con 35 000 anni di età risulterà essere il sapiens europeo più antico, destinato a sostituire il
Neanderthal.
L'evoluzione a tutto tondo, fisica, tecnologica e culturale, condurrà alla fine del paleolitico.
Negli ultimi anni si è rafforzata la teoria, pur con altalenanze scientifiche tuttora in corso, che
vede neanderthal e sapiens (tra cui la popolazione Cro-Magnon) come due specie diverse evolutesi in modo quasi
parallelo. L'uomo di Cro-Magnon, ovvero ascrivibile all'uomo moderno, sostituisce in Europa l'uomo di Neanderthal
(che pare si estingua circa 28 000 anni fa) in un arco di tempo relativamente breve ma con una certa convivenza
di alcune migliaia di anni, anche se non è ancora possibile stabilire che tipo di relazioni (collaborazione,
indifferenza, guerra) si fossero stabilite tra i due gruppi umani.
[modifica]La fine dell'era glaciale
12 000 anni, dopo andamenti e massimi espansivi differenti nelle diverse regioni geografiche, fa iniziava la fine
dell'ultima era glaciale. Questo fu un evento di grande rilevanza nel determinare e favorire il prosieguo
dell'evoluzione, a questo punto culturale, e non più fisica, umana.
[modifica]Diecimila anni fa, l'olocene: agricoltura e sedentarismo
dal Mesolitico al Neolitico
Con il termine dell'ultima glaciazione e con l'irrompere di una nuova economia fondata sull'agricoltura, che
sostituisce nei gruppi umani più evoluti socialmente l'economia di caccia e raccolta, si dà inizio ad un venir meno
al tradizionale nomadismo (attestato ancora in età mesolitica) della specie umana per un sedentarismo che con il
tempo sarà sempre più spinto e di cui il processo diurbanizzazione sarà il sintomo più eclatante.
Un altro elemento non trascurabile e carico di conseguenze è che le comunità di agricoltori sedentari hanno la
possibilità di accumulare proprietà e di conseguenza, tendono a proteggerle.
[modifica]Cinquemila anni fa, la scrittura, lo sviluppo delle società complesse,
l'inizio della protostoria
Presso le società preistoriche, la memoria dei fatti accaduti, i miti e le conoscenze tecniche erano tramandati
oralmente di generazione in generazione; tale patrimonio di sapere scompare il più delle volte con l'estinzione del
gruppo. L'archeologia costituisce pertanto l'unico mezzo per ricostruire gli eventi preistorici, attraverso l'esame
delle testimonianze materiali lasciate dai popoli: abitazioni, utensili, rifiuti, modificazioni del contesto ambientale,
monumenti e opere d'arte.
Accanto all'analisi dei reperti portati alla luce dagli scavi archeologici, lo studio della preistoria si avvale degli
apporti di altre discipline, quali la geologia, la paleontologia, l'antropologia fisica, al fine di ricostruire il contesto
ambientale in cui si trovarono a vivere aggregati umani preistorici e quindi di conoscere il loro modo di interagire
con esso, sfruttando le risorse offerte. Grande importanza assumono inoltre le dinamiche di sviluppo delle civiltà,
nel campo delle conquiste materiali e dei mutamenti culturali e gli spostamenti geografici dei popoli. Occorre
tuttavia specificare che il concetto di preistoria ha un significato non necessariamente cronologico, in quanto
esistono ancora oggi, in alcune aree del nostro pianeta, gruppi umani che non conoscono alcuna forma di
scrittura.
Il processo di astrazione (che nella nostra specie si era avviato con il primo strumento di lavoro e che proseguì
con la costruzione di strumenti che permettevano di realizzare a loro volta altri strumenti) ebbe ricadute non solo
sulla vita concreta, ma anche sullo sviluppo degli organi di fonazione, del linguaggio, della comunicazione e in
ultima analisi del pensiero.
All'inizio della protostoria, con lo sviluppo di società complesse tra l'età neolitica e l'età dei metalli, viene favorita la
nascita della scrittura, come mezzo per registrare e trasmettere informazioni, e il processo di astrazione raggiunge
un nuovo traguardo, anche se questo stadio dell'evoluzione umana presenta una casistica molto complessa (sono
esistite civiltà che pur giungendo all'organizzazione sociale dello stato non sviluppano, almeno per quanto ne
sappiamo, la scrittura).
Le prime forme di registrazione scritte compaiono, quasi contemporaneamente, in varie parti del mondo:
in Mesopotamia (Sumeri), valle del Nilo (Antico Egitto), Cina circa 5000 anni fa. Per convenzione si usa utilizzare
la datazione dei primi reperti ritrovati di documenti scritti come spartiacque tra l'epoca preistorica della specie
umana e una nuova era che convenzionalmente viene designata con il termine più appropriato di storia.
[modifica]Dalla Preistoria alla Storia
Se convenzionalmente con l'invenzione della scrittura si suole far concludere il racconto delle vicende umane della
preistoria, di fatto la fase successiva di queste vicende, detta propriamente Storia, si fa iniziare con l'esposizione
del fenomeno delle prime tre grandi civiltà mondiali, dette "civiltà idrauliche", in quanto sorte intorno a dei grandi
fiumi e anche perché impegnate in opere di ingegneriaidraulica per sfruttare le acque dei fiumi che hanno fatto la
loro prosperità, ai fini di un incremento ancora maggiore della nuova economia agricola. Queste sono la civiltà
dell'antico Egitto sorta sulle rive del fiume Nilo, quella Mesopotamica tra i fiumi Tigri e Eufrate e infine sul
fiume Indo la civiltà della valle dell'Indo. Ma questa nuova fase del passato dell'umanità, benché anch'esso ormai
lontano nei millenni, non è più preistoria.
La datazione dell'inizio della storia non è generalizzabile a tutta l'umanità, ma è diversa, a seconda della località,
in funzione dello sviluppo umano ivi avvenuto.
[modifica]Brevi note cronologiche sull'epoca preistorica
Per approfondire, vedi le voci Evoluzione umana, Cronologia della preistoria, Cronologia della protostoria e Migrazioni
dell'uomo.
Le origini africane e la diffusione della specie umana
5 - 6 milioni di anni fa: conquista della "stazione eretta"
5 milioni di anni fa: sembrerebbe che a questa datazione si possa far risalire l'antenato comune agli ominidi e
allo scimpanzé, che è il primate genealogicamente più vicino agli ominidi.
3,2 milioni di anni fa: datazione del reperto paleoantropologico denominato "Lucy" in Africa. Reperto
denominato scientificamenteAustralopithecus afarensis. Quando fu scoperto questo reperto suscitò molto
scalpore anche tra i non addetti ai lavori poiché fu molto pubblicizzato anche nelle terze pagine dei normali
quotidiani: si pensava di trovarsi di fronte alla "prima madre", Eva, la madre di tutti i viventi, poi la notizia fu
ridimensionata e ci si rese conto che Lucy era sì un ominide, ma di specie diversa da quella dell'uomo, in
quanto fu escluso per questo tipo di ominide l'utilizzo di utensili.
3 milioni di anni fa: datazione del reperto paleoantropologico denominato Australopithecus robustus.
Da 3 a 1,6 milioni di anni fa risalgono più reperti di un medesimo tipo Australopithecus africanus.
Da 2,5 a 2 milioni di anni fa risalgono i primi reperti di Homo habilis trovati in Tanzania nella gola di Olduvai.
Poco più di un metro di altezza, con braccia lunghe così come quelle di "Lucy", la caratteristica di questo
gruppo di ominidi, ritenuti più socievoli degli australopitechi sarebbe che la preda sarebbe stata condivisa e
consumata insieme.
2 milioni di anni fa: è databile all'incirca il primo utensile per lavorare. L'uso di utensili non è in assoluto una
prerogativa della sola specie umana, ma solo l'uomo è in grado di procedere oltre creando con tale strumento
altri strumenti per creare strumenti in un circolo virtuoso.
Poco più di 1 milione di anni fa: a questa data risalgono i primi segni di presenza umana (Homo erectus) noti
fuori dall'Africa.
900 000 anni fa: avviene la migrazione degli ominidi dall'Africa all'Asia e poi ancora all'Europa. Dalla specie
umana presente in Europa per mezzo milione di anni, prende origine circa 100 000 anni fa la specie Homo
neanderthalensis, che si estingue circa 30 000 anni fa dopo l'arrivo in Europa dell'Homo sapiens sapiens,
diretto progenitore dell'essere umano moderno.
400 000 anni fa: "scoperta" del fuoco. La prima utilizzazione del fuoco avviene in Cina.[senza fonte]
Dapprima si
impara a conservare quello provocato dai fulmini, in seguito il fuoco verrà ottenuto con mezzi rudimentali e la
conservazione del fuoco talora avrà anche carattere rituale.
100 000 anni fa: Homo sapiens sapiens (essere umano attuale) i cui reperti più antichi sono stati rinvenuti
in Sud Africa nelle caverne dette Border Caves (datazione approssimativa 130-74 mila) e nelle caverne della
foce del fiume Klasies (datazione approssimativa 115-74 mila).
40-35 000 anni fa: l'Homo sapiens sapiens giunge in Europa, dove già vive l'Homo neanderthalensis.
34-24 000 anni fa: Venere di Willendorf, tra le più antiche espressioni artistiche della scultura.
30 000 anni fa: termina la lunga convivenza tra vari tipi di ominidi. Da questo momento in poi i
paleoantropologi hanno rinvenuto solo reperti di Homo sapiens sapiens, unico discendente degli ominidi
sopravvissuti.
20 000 anni fa: invenzione dell'arco, dopo l'invenzione della lancia avvenuta diverse migliaia di anni prima,
che permette che la caccia grossa possa essere praticata più abitualmente.
16 000 anni fa: in una grotta sotterranea nella Spagna orientale, in provincia di Valencia è stata ritrovata una
rappresentazione di una figura umana, forse una donna, che raccoglie il miele da unalveare e lo mette in un
cesto stando aggrappata a una scala di corda artisticamente intrecciata.
15 000 anni fa: in una grotta in Francia è stata ritrovata la più antica rappresentazione della danza e
del ballo in un graffito che rappresenta uno stregone nell'atto di svolgere una danza rituale.
10 000 a.C.: fine dell'ultima glaciazione.
11 000 - 9 000 anni fa: fondazione di Gerico, considerata la più antica città del mondo.
8 000 a.C.: si stima che la popolazione mondiale nella sua totalità ammonti a circa 10 milioni di individui.
6 000-5 000 a.C.: agricoltura. Il passaggio a una economia agricola segna anche il passaggio
dal nomadismo al sedentarismo che in seguito con l'avvio dell'urbanizzazione si intensificherà ulteriormente.
Con l'agricoltura si ha una maggior necessità di avere figli e anche molti, di conseguenza aumenta e acquista
un valore maggiore la fertilità e la figura della donna-madre, più ancora di quanto lo era già nell'epoca basata
su un'economia di caccia e raccolta.
3 500 a.C.: invenzione della scrittura. Convenzionalmente si pone termine al racconto della preistoria con
questa invenzione e incomincia la storia vera e propria.
3 500 a.C.: inizia l'epoca della metallurgia. La prima "civiltà dei metalli" comincia con l'uso dell'oro a scopi
ornamentali e prosegue con l'età del rame, epoca in cui avvengono anche la domesticazione del cavallo e
l'invenzione della ruota. Migliorando le tecniche di fusione, l'uomo impara a formare una lega del rame con
lo stagno ottenendo così il bronzo, molto più duro ed utile per utensili ed armi. L'età del bronzo dura fino
all'inizio dell'età del ferro, circa 1200 a.C.
3 000 a.C.: prime grandi civiltà idrauliche sorte sui grandi fiumi del Nilo e del Tigri-Eufrate. La pianificazione e
il controllo delle acque conducono ad uno sviluppo dell'economia agricola. Inizio dell'urbanizzazione e
sviluppo delle scienze funzionali all'agricoltura: matematica, geometria, astronomia, ingegneria.
2 200 - 1 200 a.C.: età del bronzo, che dura fino all'inizio dell'età del ferro, circa 1 200 a.C.
1 000 a.C.: inizio della protostoria
[modifica]Note
[modifica]Bibliografia
Uomo, identità biologica e culturale, di Fiorenzo Facchini, in D.I.S.F., a cura di G. Tanzella-Nitti e A. Strumia, 2
voll., Urbaniana University Press - Città Nuova Editrice, Roma 2002
Parte avuta dal lavoro nel processo di umanizzazione della scimmia, 1876 di Friedrich Engels
Il fenomeno umano, 1938-1940 di Teilhard de Chardin
Una interpretazione biologica plausibile della storia umana: la formazione della "noosfera", 1947 di Teilhard de
Chardin
Il posto dell'uomo nella natura (1 - Un fenomeno di contro-evoluzione in biologia umana o la paura
dell'esistenza. 2 - Il gruppo zoologico umano. Strutture e direzioni evolutive), 1949 di Teilhard de Chardin
L'apparizione dell'uomo, 1956 di Teilhard de Chardin
Armi, acciaio e malattie, 1997 di Jared Diamond
Bibliografia specifica su "Origine ed evoluzione dell'uomo"
[modifica]Voci correlate
Periodizzazioni della preistoria:
Età della Pietra (Paleolitico, Mesolitico, Neolitico)
Età del Rame (o Calcolitico)
Protostoria (Età del bronzo ed Età del ferro)
Fase protostorica del Vicino Oriente
Economia della preistoria:
Caccia e raccolta
Addomesticamento
Allevamento
Agricoltura
Arte preistorica:
Arte preistorica
Arte preistorica in Italia
Pittura rupestre
Incisioni rupestri
Tipologia umana della preistoria:
Uomo di Cromagnon
Homo neanderthalensis
Homo heidelbergensis
Homo sapiens
Homo habilis
Homo erectus
Discipline che si occupano della preistoria:
Archeologia
Paleoantropologia
Paleontologia
Altre voci correlate:
Evoluzione umana
Grande Madre
Guerra preistorica
Migrazioni preistoriche
Storia antica
Ipotesi multiregionale
[modifica]Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Preistoria
Wikiversità contiene informazioni su Preistoria
[modifica]Collegamenti esterni
Uomo, identità biologica e culturale
Arte preistorica
North Pacific Prehistory è una rivista accademica specializzata nell’archeologia del Nord-est asiatico e
dell'America del Nord.
Preistorico strumenti: l'Algeria e il Marocco (foto)
Panoramica sul mondo preistorico
Tavola dell'evoluzione geologica dell'Italia, della successione delle glaciazioni e del succedersi delle culture
umane Tavola delle glaciazioni e delle culture umane
Portale Storia: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di storia
Paleolitico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Questa voce è parte della serie Età della pietra
↑ prima dell'Homo (Pliocene)
Paleolitico
Paleolitico inferiore
Homo
controllo del fuoco,Industria litica
Paleolitico medio
Homo neanderthalensis
Paleolitico superiore
Propulsore (Armi da lancio),Addomesticazione del cane
Mesolitico
microliti, arco, canoe
Cultura kebariana
Cultura natufiana
Neolitico
Neolitico preceramico
coltivazione,addomesticamento
Ceramica neolitica
↓ Età dei metalli
Questo
box: vedi • disc. • mod.
Il Paleolitico (dal greco παλαιός palaios, "antico", e λίθος lithos, "pietra", ossia età "della pietra antica") fu il primo
periodo in cui si sviluppò la tecnologia[1]
umana con l'introduzione dei primi strumenti in pietra[2]
[1][3]
da parte di
diverse specie di ominidi (circa 2,5 milioni di anni fa), e terminando con l'introduzione dell'agricoltura,[1][3]
con il
passaggio al Mesolitico, o, nelle zone di precoce neolitizzazione, con l'Epipaleolitico.
Il termine fu inventato dallo studioso di preistoria John Lubbock nel 1865 in opposizione al termine "Neolitico".
Tra le ere geologiche corrisponde a quella del Pleistocene (da 1,6 milioni a 10.000 anni fa).
Indice
[nascondi]
1 Ambiente in Europa
2 Vita nel paleolitico
3 L'arte
4 Industria litica del paleolitico
o 4.1 Paleolitico inferiore
o 4.2 Paleolitico medio
o 4.3 Paleolitico superiore
5 Note
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
[modifica]Ambiente in Europa
Durante il paleolitico si sono avute una serie di glaciazioni, note come Günz, di Mindel, di Riss e Würm. Durante le
epoche glaciali i ghiacci avevano coperto gran parte dell'Europa settentrionale e centrale, spingendosi fin quasi
sulle coste del Mar Mediterraneo e provocando l'abbassamento del livello del mare di oltre 100 metri. Avvenivano
quindi contatti tra gli abitanti della penisola iberica e di quella italica. Con la fine dell'ultima glaciazione, tra 15000 e
10000 anni fa, e il conseguente aumento delle temperature, i ghiacciai ripresero a sciogliersi, e il livello dei mari si
rialzò nuovamente.
[modifica]Vita nel paleolitico
I gruppi umani, prevalentemente nomadi o a sedentarizzazione periodica, erano caratterizzati da un'economia
di caccia e raccolta,[4]
che si andò evolvendo con lo sviluppo di forme di caccia specializzata e con l'apparizione
della pesca.
Alcune teorie sostengono che soprattutto le donne con i bambini andassero a raccogliere erbe, radici e frutti
selvatici. Invece gli uomini organizzavano battute di caccia in gruppo per animali di grossa taglia o si dedicavano
alla pesca.
Le abitazioni erano inizialmente semplici ripari naturali, a cui si aggiunsero capanne costruite con pelli di
animali.[4][5]
In questo periodo si iniziò a controllare il fuoco e poi ad accenderlo. Il fuoco venne utilizzato come protezione dagli
animali, ma anche per illuminare e per cucinare.
[modifica]L'arte
Raffigurazione semi-umana nelle grotte in Dordogna (Francia).
La Venere di Willendorf.
L'arte del Paleolitico si divideva rispettivamente in due gruppi: arte parietale ed arte mobiliare. L'arte parietale è
costituita da quattro periodi (detti anche stili) con i quali, nel corso del tempo, è stata migliorata:
I stile: L'arte parietale non è ancora tale, i disegni vengono realizzati su massi;
II stile: Sorge la vera arte parietale, con graffiti sulle pareti;
III stile: Netta evoluzione dell'arte parietale, nuove raffigurazioni di mammiferi: corna raffigurate di profilo,
testa piccola, ventri enormi e zampette che sbucano dai ventri;
IV stile: L'ultima, grande evoluzione dell'arte parietale: miglior utilizzo della prospettiva e delle tecniche di
luce.
L'arte parietale era, per gli uomini del paleolitico, una rappresentazione del soprannaturale, i cui principi
conduttori erano quelli dell'elemento maschile, rappresentato dal cavallo, e femminile, rappresentato dal bisonte.
Bisogna ricordare in particolare una caratteristica dell'arte parietale, il negativo: quando i paleolitici volevano
rappresentare la loro mano, di solito, appoggiavano la mano sul muro e tutt'attorno si spruzzava del colore,
usando probabilmente la bocca.
L'arte mobiliare: caratterizzata dalla rappresentazione di piccole statuette, le Veneri, dee che, risaputo dagli
archeologi, erano collegate al culto della fecondità e che nella casa avevano, quindi, uno scopo religioso oltre che
ornamentale. Tra queste ricordiamo la Venere di Willendorf,[6]
che si stima sia stata realizzata fra il 23.000 ed il
19.000 a.C.
[modifica]Industria litica del paleolitico
Bifacciale del paleolitico rinvenuta presso Forlì
Il paleolitico è caratterizzato dalla realizzazione degli strumenti in pietra con la tecnica della pietra scheggiata.
Questa tecnica fu ancora utilizzata nei periodi successivi, ma mescolata ad altre di più recente introduzione.
La classificazione dei manufatti può seguire le liste tipologiche di Bordes (suddivisa in strumenti su scheggia,
nuclei e bifacciali), di Broglio-Kozlowski(suddivisa in pre-nuclei e nuclei, strumenti e armature) e di de Sonneville
Bordes-Perrot.
Le tecniche di scheggiatura possono essere: "a percussione diretta", "a percussione indiretta", "a percussione su
incudine", "a percussione bipolare", "a pressione".
Nel paleolitico inferiore gli utensili sono realizzati con ciottoli scheggiati (cultura dei ciottoli, o "Pebble Culture") o
manufatti a forma di mandorla (bifacciali oamigdale); nel paleolitico medio con la lavorazione delle schegge
staccate da un nucleo e nel paleolitico superiore con la lavorazione delle lame.
[modifica]Paleolitico inferiore
Per approfondire, vedi la voce Paleolitico inferiore.
Da circa 2,5 milioni di anni fa a circa 120.000 anni fa, corrisponde al Pleistocene inferiore e medio e
alle glaciazioni di Günz, Mindel e Riss con i periodi interglaciali intermedi. In questo periodo si diffondono l'Homo
habilis e l'Homo erectus.
Olduvaiano (Pebble Culture), 2.500.000-750.000 anni fa circa: manufatti su ciottoli appena scheggiati
("choppers" e "chopping tools"). Il nome deriva dal sito delle "gole di Olduwai" (o Olduvai, Tanzania). In Italia,
sono stati ritrovati reperti risalenti a questo periodo, ad esempio nella zona di Monte Poggiolo, nel forlivese.
Acheuleano, 750.000-120.000 anni fa circa: manufatti litici a forma di mandorla e lavorati su due lati in modo
simmetrico ("bifacciali" o "amigdale") associati a diversi strumenti ricavati da schegge (raschiatoi e punte). Il
nome deriva dal sito di Saint-Acheul, (presso Amiens, Francia). Geograficamente esiste una suddivisione tra
"acheuleano classico" (Francia settentrionale e Inghilterra) e "acheuleano meridionale" (Francia meridionale e
Spagna).Viene suddiviso cronologicamente in due principali fasi:
acheuleano antico" o "arcaico", che tende a sostituire i termini di Abbevilliano, dal sito di Abbeville, e
di Chelleano, dal sito di Chelles, entrambi in Francia):
una seconda fase più articolata, comprendente: "acheuleano medio", "evoluto" e "superiore", che
continua nel paleolitico medio con l'"acheuleano finale".
Clactoniano: manufatti litici derivati da grandi schegge con piano di percussione obliquo. Secondo alcuni non
si tratterebbe tuttavia di una cultura distinta dall'Acheuleano, a cui è in parte contemporaneo. Il nome deriva
dal sito di Clacton-on-Sea (contea di Essex, Gran Bretagna). A volte suddiviso in "antico", "medio" e "recente".
Tayaziano: manufatti di tipo clactoniano associati ad altri di tipo musteriano, con basse percentuali di
bifacciali. Non è chiaro se si tratti di una cultura autonoma e in quali rapporti sia con l'acheuleano. Il nome
deriva dal sito di Les-Eyzies-de-Tayac in Dordogna, Francia.
[modifica]Paleolitico medio
Per approfondire, vedi la voce Paleolitico medio.
La tecnica di scheggiatura di Levallois.
Da circa 120.000 a circa 36.000 anni fa, corrisponde a parte del Pleistocene superiore comprendente il periodo
interglaciale di Riss-Würm e parte del periodo glaciale di Würm. In questo periodo si diffonde in Europa l'Homo
neanderthalensis.
Fasi finali dell'acheuleano ("acheuleano finale" e "micocchiano" (130.000 -70.000 anni fa circa), dal sito di La
Micoque in Dordogna, Francia.
Musteriano, da circa 120.000 a circa 40-35.000 anni fa: manufatti caratterizzati da un perfezionamento delle
tecniche di lavorazione (scheggiatura "levalloisiana" o "levallois", dal sito di Levallois, differenziazione degli
strumenti su scheggia, aumento degli strumenti derivati da lama). Il nome deriva dal sito di Le Moustier in
Dordogna, Francia. Si suddivide in:
"musteriano di tradizione acheuleana"
musteriano laquiniano, dal sito di La Quina, o charentiano', dal dipartimento francese della Charente in
cui si trova il sito citato.
"musteriano tipico"
"musteriano denticolato" o "a denticolati".
[modifica]Paleolitico superiore
Per approfondire, vedi la voce Paleolitico superiore.
Da circa 36.000 a circa 10.000 anni fa; corrisponde a parte del Pleistocene superiore comprendente parte del
periodo glaciale di Würm. In questo periodo si diffonde in Europa l'odierno Homo sapiens sapiens.
Castelperroniano (40.000 - 34.000 anni fa circa) in Francia e Spagna nord-occidentale, dal sito
di Châtelperron in Francia (considerato da alcuni "perigordiano inferiore"), e Uluzziano (38-36.000 - 33-
30.000 anni fa circa) nell'Italia centro-meridionale, dal sito della baia e della grotta di Uluzzo, in Puglia,
rappresentano culture di transizione dalle culture musteriane, ad opera ancora deineanderthaliani e con il
perdurare della tecnica levalloisiana. Un'altra cultura di transizione è il Szeletiano (o "Szeliano", 40.000 -
30.000 anni fa circa) nell'Europa centrale, dal sito della grotta Széléta in Ungheria.
Aurignaziano (o "aurignaciano") (39-34.000 - 26-21.000 anni fa circa), con manufatti litici ricavati soprattutto
da lame e microlamine e la diffusione dei manufatti in osso. Dal punto di vista geografico è suddiviso in
"occidentale", "centro-europeo e balcanico", "italiano" e "orientale". Il nome deriva dal sito di Aurignac in
Francia. Cronologicamente suddiviso in:
"aurignaziano arcaico" (o "pre-aurignaziano o "proto-aurignaziano")
"aurignaziano classico" ("antico", I e II, ed "evoluto", III e IV,)
"aurignaziano tardivo" (V).
Gravettiano (o "perigordiano superiore") (29-28.000 - 22-20.000 anni fa), caratterizzato da bulini, punte
ritoccate (punte gravettiane) e armi da lancio in osso. A questa cultura appartengono molte delle più
note veneri paleolitiche. Dal sito di La Gravette, presso Bayac, in Dordogna, Francia. Viene suddiviso in:
"gravettiano antico"
"gravettiano evoluto"
"gravettiano finale".
Solutreano (21-20.000-18.000 anni fa circa), caratterizzato dalla tecnica di scheggiatura a pressione, che
consente di ottenere manufatti di grande raffinatezza. Viene utilizzato anche l'osso (aghi) e il corno.
Compaiono i primi esempi di arte rupestre (pitture nelle caverne). Il nome deriva dal sito di Solutré,
presso Mâcon, in Francia. Viene cronologicamente suddiviso in:
"proto-solutreano"
"solutreano inferiore"
"solutreano medio"
"solutreano superiore".
Magdalieniano (o "maddaleniano") (18-17.000 - 11-10.000 anni fa, verso la fine dell'ultima glaciazione),
caratterizzato dalla lavorazione di lame e nelle fasi intermedie di manufatti di piccole dimensioni ("microliti"). Si
diffonde la lavorazione dell'avorio e dell'osso, con raffinata decorazione e vengono realizzate collane con denti
di carnivori. A questo periodo appartiene la fioritura dell'arte rupestre (pitture nelle caverne). Il nome deriva dal
sito di Abri de la Madeleine, presso Tursac, in Dordogna, Francia. In Italia è facile trovare il termine
"romanelliano" che deriva dalla Grotta Romanelliin Puglia. Viene suddiviso, non unanimemente, in
"magdaleniano antico" (I-III)
"magadaleniano recente" (IV-VI)
"magdaleniano terminale", o "aziliano", dal sito di Le Mas-d'Azil nei Pirenei francesi, secondo alcuni già
nel Mesolitico.
In Italia e in Europa centro-orientale mancano il solutreano e il magdaleniano: il periodo tra 20.000 e 10.000
anni fa vede una tarda evoluzione del gravettiano, l'Epigravettiano. Viene cronologicamente suddiviso in
"epigravettiano antico"
"epigravettiano evoluto"
"epigravettiano finale".
Primi utensili in semplice pietra scheggiata Paleolitico Inferiore
Un bifacciale, che rappresentò un avanzamento tecnologico significativo
Coltello
Raschiatoio per pelli del Paleolitico Medio
Utensili in selce del Paleolitico superiore
Punta del Solutreano ottenuta per scheggiatura a pressione
Arpione del Magdaleniano
Ago e amo in osso del Paleolitico Superiore
[modifica]Note
1. ^ a b c Nicholas Toth and Kathy Schick, Handbook of Paleoanthropology, Springer Berlin Heidelberg, 2007, pp.
1963. ISBN 978-3-540-32474-4 (Print) 978-3-540-33761-4 (Online)
2. ^ "Stone Age," Microsoft Encarta Online Encyclopedia 2007 Contributed by Kathy Schick, B.A., M.A., Ph.D. and
Nicholas Toth, B.A., M.A., Ph.D.
3. ^ a b Grolier Incorporated, The Encyclopedia Americana, University of Michigan, Grolier Incorporated, 1989, pp.
542. ISBN 0717201201
4. ^ a b Leften Stavros Stavrianos, A Global History from Prehistory to the Present, New Jersey, USA, Prentice
Hall, 1991. ISBN 0133570053 Pages 9–13
5. ^ Sue Rowland. Pre-History, Pre-Civilization, and Paleolithic People in Informal Learning — Women's
History. URL consultato il 25 marzo 2008.
6. ^ Marcel Otte "Revision de la sequence du Paleolithique Superieur de Willendorf (Autriche)," Bulletin de l'Istitut
Royal des Sciences Naturelles de Belgique 60 (1990), 219-228
[modifica]Voci correlate
Evoluzione umana
Fase protostorica del Vicino Oriente
Guerra preistorica
Mesolitico
Uomo di Chancelade
Arte preistorica
Pittura rupestre
Grotta Chauvet
[modifica]Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Paleolitico
Neolitico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Asce in pietra levigata (Museo di Saint Germain en Laye, Francia, 3000 a.C. circa)
Questa voce è parte della serie Età della pietra
↑ prima dell'Homo (Pliocene)
Paleolitico
Paleolitico inferiore
Homo
controllo del fuoco,Industria litica
Paleolitico medio
Homo neanderthalensis
Paleolitico superiore
Propulsore (Armi da lancio),Addomesticazione del cane
Mesolitico
microliti, arco, canoe
Cultura kebariana
Cultura natufiana
Neolitico
Neolitico preceramico
coltivazione,addomesticamento
Ceramica neolitica
↓ Età dei metalli
Questo
box: vedi • disc. • mod.
Il neolitico è un periodo della preistoria, l'ultimo dei tre che costituiscono l'età della pietra.
Etimologicamente il termine deriva dalle due parole greche νέος (nèos, "nuovo") e λίθος (lithos, "pietra"): l'"età
della nuova pietra" fu infatti contraddistinta da notevoli innovazioni nella litotecnica, tra le quali la principale è
rappresentata dall'uso della levigatura. Altre innovazioni furono l'introduzione dell'uso dellaceramica,
dell'agricoltura e dell'allevamento. Cambiamenti importanti avvengono anche sul piano della struttura familiare per
quanto riguarda la trasmissione dei beni all'interno dei clan.
Indice
[nascondi]
1 Definizione del termine neolitico
o 1.1 Datazioni
2 Le origini del neolitico nel Vicino Oriente
o 2.1 La domesticazione delle piante
o 2.2 Invenzione della ceramica nei siti neolitici del Vicino Oriente
o 2.3 Altri siti dell'Anatolia, Vicino Oriente e Mesopotamia
o 2.4 Cipro
3 Diffusione della cultura neolitica in Europa
o 3.1 Culture neolitiche in Europa
3.1.1 Tessaglia, Balcani, regione danubiana
3.1.2 Mediterraneo
3.1.3 Italia
3.1.4 Europa nord-occidentale e atlantica
3.1.5 Ulteriore diffusione in Europa centro-settentrionale e orientale
4 Africa
o 4.1 Regione sahariana e valle del Nilo
5 Africa occidentale
6 Asia
o 6.1 Cina
7 Note
8 Bibliografia essenziale
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni
[modifica]Definizione del termine neolitico
Per approfondire, vedi la voce Cronologia delle glaciazioni.
Dopo la periodizzazione della preistoria nelle tre età, della pietra, del bronzo e del ferro, elaborata
dal danese Christian Thomsen nella prima metà del XIX secolo[1]
, la suddivisione tra paleolitico e neolitico
nell'ambito dell'età della pietra fu introdotta nel 1865 da John Lubbock[2]
: carattere distintivo venne considerata
l'introduzione della lavorazione della pietra tramite levigatura e il mutamento venne ricollegato al passaggio
tra pleistocene ed olocene e ai relativi cambiamenti climatici.
Negli anni venti Vere Gordon Childe[3]
definì la "rivoluzione neolitica" come caratterizzata, oltre che
dall'introduzione della pietra levigata e della ceramica, dalla sostituzione della precedente economia di caccia e
raccolta con quella legata all'agricoltura e all'allevamento (produzione del cibo). Tale cambiamento, secondo la
sua ricostruzione, era collegato ai primi insediamenti stabili e ad un abbozzo di stratificazione sociale.
Il generale dibattito antropologico riguardante le modalità di trasmissione e diffusione delle forme di civiltà vide
prevalere dapprima l'ipotesi diffusionista (origine da un unico centro), in particolare nel periodo tra le due guerre
mondiali. A partire dal secondo dopoguerra, si diffuse invece l'ipotesi di una progressiva assimilazione culturale. In
quest'ambito sono state elaborate diverse ipotesi interpretative anche riguardo alla diffusione della cultura
neolitica.
Gordon Childe aveva riconosciuto l'epicentro della "rivoluzione neolitica" nella zona della cosiddetta Mezzaluna
fertile, da dove in seguito le novità si sarebbero trasmesse in Europa. La domesticazione dei cereali doveva infatti
essere avvenuta dove erano presenti le specie selvatiche, e lo stesso per l'allevamento iniziale di capre e pecore.
Le pratiche agricole adottate inizialmente avrebbero tuttavia comportato un rapido esaurimento del terreno,
costringendo le comunità di coltivatori a spostarsi periodicamente: a questi spostamenti, oltre che all'adozione
delle nuove pratiche da parte di comunità di cacciatori e raccoglitori, si sarebbe dovuta la diffusione della cultura
neolitica. Le ragioni di tale passaggio rimanevano tuttavia controverse. Venivano chiamate in causa alcune
variazioni climatiche post-glaciali, che potevano aver reso più fertili delle zone desertiche
della Turchia meridionale, aumentandone la piovosità; oppure una forte crescita demografica, sempre
conseguenza del miglioramento del clima dopo la fine dell'ultima glaciazione, che aveva reso necessario
aumentare la disponibilità di risorse alimentari; oppure ancora la crescita della foresta, che aveva reso impossibile
la caccia ai grandi branchi di selvaggina.
La teoria elaborata da Gordon Childe fu messa alla prova dagli scavi condotti nell'area indicata come epicentro
della trasformazione, nei quali si raccolsero anche i resti botanici e faunistici, che contribuirono ad una
ricostruzione del clima e degli usi alimentari delle popolazioni[4]
: Robert Braidwood scavò il sito di Qal'at
Jarmo (nell'Iraq settentrionale, ai piedi dei monti Zagros), Dorothy Garrodscoprì nel Vicino Oriente la cultura
natufiana, con villaggi sedentari che avevano preceduto l'introduzione dell'agricoltura e dell'allevamento,
e Kathleen Kenyon identificò nel sito di Tell es-Sultan, nella valle del Giordano, le due fasi del neolitico
preceramico (Pre Pottery Neolithic o PPN) A e B.
[modifica]Datazioni
Le datazioni mediante l'utilizzo della tecnica del radiocarbonio, elaborata nel secondo dopoguerra, permisero di
riconoscere il graduale e scaglionato apparire dei diversi elementi che caratterizzavano la trasformazione neolitica
e al concetto di "rivoluzione neolitica" si andò sostituendo quello di una lenta e progressiva "neolitizzazione".
Le prime attestazioni di culture neolitiche sono presenti nel Medio Oriente, con il neolitico preceramico di Gerico,
intorno alla metà del X millennio a.C. (circa 9500 a.C.), derivato dalla mesolitica cultura natufiana, che nelle stesse
regioni aveva ampiamente utilizzato i cereali selvatici a partire dalla metà del XIII millennio a.C. (12500 a.C. circa),
sviluppando uno stile di vita sedentario[5]
. All'inizio del XXI secolo, il progressivo utilizzo di vere e proprie pratiche
agricole è stato collegato[6]
ad un brusco raffreddamento climatico (Younger Dryas) che si ebbe nel periodo tra il
10.800 e il 9.500 a.C.[7]
e che sembra aver determinato una diminuzione delle precipitazioni nell'area. Nella
seconda metà del X millennio a.C. le popolazioni che praticavano l'agricoltura si diffusero in Asia Minore, in Africa
settentrionale e nel nord della Mesopotamia. In questo periodo venivano coltivate poche piante, sia varietà
selvatiche che domesticate (piccolo farro, miglio, spelta) e si allevavano cani, pecore e capre. Entro la fine del IX
millennio a.C. si diffusero anche i buoi e i maiali, gli insediamenti stabili o stagionali e l'utilizzo della ceramica.
Anche in altre regioni si svilupparono le medesime caratteristiche, non necessariamente nella stessa successione
temporale, come accadde in Africa (regione sahariana) e in Asia sud-orientale: nelle culture neolitiche
del Giappone (periodi Jōmon e Yayoi) lo sviluppo della ceramica precedette quello dell'agricoltura.
[modifica]Le origini del neolitico nel Vicino Oriente
Per approfondire, vedi la voce Protostoria del Vicino Oriente.
Siti neolitici del Vicino Oriente (le dimensioni del Golfo Persico sono quelle ipotizzate per il3000 a.C.)
Nella cultura natufiana (12000-10000 a.C.), ancora nell'ambito del mesolitico, si introdussero i primi villaggi
sedentari e la raccolta di cereali venne intensificata. La sedentarizzazione sarebbe tuttavia stata favorita non
dall'introduzione di pratiche agricole, ma dalla ricchezza delle risorse ambientali presenti nel territorio, in seguito
all'innalzamento della temperatura. Nei siti natufiani sono state rinvenute prove della domesticazione del cane[8]
.
Nella sequenza stratigrafica del sito di Tell es-Sultan si erano individuati due livelli neolitici privi di ceramica
(Gerico I e Gerico II), che portarono all'identificazione delle due fasi A e B del neolitico preceramico. È in questo
periodo che si svilupparono prima la coltivazione di specie selvatiche di cereali (preparazione del terreno,
drenaggio, estirpazione delle malerbe) e quindi la loro domesticazione (selezione e introduzione delle specie
domestiche).
Nella fase del neolitico preceramico A (9500-8700 a.C.) le contemporanee culture mureybetiana (sito di Mureybet,
sul medio corso dell'Eufrate nell'attuale Siria[9]
), aswadiana (sito di Tell Aswad, nel bacino di Damasco, ancora
nell'odierna Siria[10]
) e sultaniana (sito già citato di Tell es-Sultan/Gerico, Gerico I, 8350-7370 a.C.), eredi della
cultura natufiana, introdussero le prime pratiche di coltivazione delle specie selvatiche. In questa fase l'industria
liticaabbandonò progressivamente la tecnica mesolitica dei microliti; le abitazioni nei villaggi erano a pianta
circolare ed erano presenti pratiche funerarie e figurine femminili. A Gerico le case erano costruite con mattoni di
fango di forma piano-convessa e venne realizzato uno spesso muro di cinta in pietra con una torre circolare,
probabilmente utilizzato a protezione dalle inondazioni del vicino torrente, più che come difesa militare.
Nella successiva fase del neolitico preceramico B (8700-7000 a.C.) a Gerico (Gerico II) si ebbe il consolidamento
dell'economia agricola e probabilmente l'inizio della domesticazione animale[11]
. Le case avevano piante
rettangolari ed erano costruite con mattoni di fango parallelepipedi. Un edificio con nicchia è stato interpretato
ipoteticamente come tempio e sono attestate pratiche funerarie elaborate (modellazione in gesso delle fattezze del
defunto sul cranio) e figurine antropomorfe.
Nel neolitico preceramico B medio, prima del 7500 a.C. circa, si ebbe una rapida diffusione dell'economia agricola
in tutta l'Anatolia e il Vicino Oriente, arrivando fino a Cipro.
Nel sito di Qal'at Jarmo (Iraq settentrionale, ai piedi dei monti Zagros) gli undici livelli più antichi appartengono al
neolitico preceramico B, con abitazioni a pianta rettangolare e coltivazioni di specie domesticate di orzo e farro.
[modifica]La domesticazione delle piante
Nei siti del Vicino Oriente è stato individuato un numero ridotto di specie vegetali domestiche, che sostituirono con
l'introduzione dell'agricoltura le più numerose varietà delle specie selvatiche raccolte. Le otto specie domestiche
sono costituite da:
farro (Triticum turgidum subsp. dicoccum, dalla specie selvatica del Triticum dicoccoides);
piccolo farro (Triticum monococcum, dalla specie selvatica del Triticum boeoticum);
orzo (Hordeum vulgare, dalla specie selvatica del Hordeum spontaneum);
lenticchia (Lens culinaris, dalla specie selvatica della Lens orientalis);
pisello (Pisum sativum, dalla specie selvatica del Pisum humile);
cece (Cicer arietinum, dalla specie selvatica del Cicer reticulatum);
veccia (Vicia sativa, dalla specie selvatica della Vicia ervilia);
lino (Linum usitatissimum, dalla specie selvatica del Linum bienne).
La selezione avvenne probabilmente inizialmente in forma inconsapevole, con la raccolta preferenziale di
esemplari che presentavano caratteristiche vantaggiose (semi più grandi e spighe ancora intere nei cereali, ad
esempio) e per mezzo della scelta del momento della mietitura o raccolta (germinazione più rapida e
contemporanea). Le mutazioni erano favorite dal fatto che si trattasse di specieautoimpollinanti e si diffusero
grazie alla protezione degli esemplari mutati per mezzo delle pratiche di coltivazione, che ne annullavano lo
svantaggio evolutivo. Le specie domestiche furono quindi diffuse anche in zone dove mancavano i loro progenitori
selvatici.
L'usanza di macinare i semi delle piante selvatiche risale addirittura al Paleolitico inferiore; dopo un lungo periodo
di "manipolazione" delle piante selvatiche, consistente nella loro raccolta e nell'immagazzinamento, si arrivò,
intorno alla metà dell'VIII millennio a.C., alla domesticazione di cereali (soprattutto il farro) e leguminose, in una
vasta area compresa tra l'Anatolia orientale, l'Iraqsettentrionale, la Palestina e l'Iran occidentale.
Per quanto riguarda i primi animali domestici, la pecora sembra attestata già nel IX millennio a.C., il maiale agli
inizi del VII millennio a.C., il bue sembra invece presente alla metà del VII millennio, inTessaglia. Tra il VII e il VI
millennio a.C. le stesse innovazioni compaiono nell'Africa settentrionale e iniziano a diffondersi nel continente
europeo. Nell'Asia sudorientale, la coltivazione del riso compare in un'area compresa tra la Cina e la Thailandia,
nel IV millennio a.C.; scavi condotti nella seconda metà del XX secolo hanno inoltre permesso di datare la
comparsa del maiale domestico e le prime opere di irrigazione in Nuova Guinea allo stesso periodo. Nel Nuovo
Mondo il passaggio a un'economia di produzione sembra compiersi, in alcune aree del Messico e del Perù, tra il
VII e il IV millennio a.C.
[modifica]Invenzione della ceramica nei siti neolitici del Vicino Oriente
L'invenzione della ceramica nei siti del Vicino Oriente[12]
dovette probabilmente determinarsi in base
all'osservazione dell'indurimento in seguito all'azione del fuoco delle superfici in terra battuta o degli intonaci
argillosi, spesso adoperati come rivestimento interno delle abitazioni.
L'adozione di recipienti in terracotta venne preceduta dalla produzione di figurine in argilla, già documentate nel X
millennio a.C. nel sito di Mureybet. Un altro precedente è attestato con la modellazione di recipienti in calce, non
cotta (vaisselle blanche)[13]
e sono conosciuti anche vasetti cilindrici in terracotta con decorazione incisa che però
non ebbero né seguito, né diffusione, nel sito di Mureybet, con livelli successivi ancora aceramici.
[modifica]Altri siti dell'Anatolia, Vicino Oriente e Mesopotamia
Ricostruzione di un'abitazione del villaggio neolitico di Çatal Hüyük
Nel sito di Çatal Hüyük (Turchia meridionale) è attestata la presenza di ceramica in tutti i livelli, tra la fine dell'VIII
millennio a.C. e tutto il VII millennio a.C. L'alimentazione si basava su cereali e leguminose coltivati,
sull'allevamento di capre e sulla caccia di alcune specie selvatiche. Il sito sfruttava i giacimenti
di ossidiana anatolica. Le case quadrangolari e costruite in mattoni crudi erano tutte addossate le une alle altre
senza strade intermedie e con ingresso probabilmente dal tetto. Alcuni spazi con pitture e rilievi o statuette sono
stati interpretati come ambienti di culto.
Çayönü (sito della Turchia meridionale, 7250 - 6750 a.C.)
Hacilar (sito presso Burdur, sulla costa meridionale della Turchia, dal 7000 a.C. circa);
Tell Halaf (sito della Siria settentrionale, 6000-5300 a.C. circa). Vi fece seguito nel calcolitico il periodo
di Ubaid (sito dell'Iraq meridionale, 5900/5300 - 4300 a.C.circa).
[modifica]Cipro
Nell'isola di Cipro la cultura neolitica si diffuse con la prima occupazione, risalente al neolitico preceramico B. In
epoca successiva si mantennero forme attardate, come le abitazioni a pianta circolare di Choirokoitia (VII millennio
a.C.) ed anche la ceramica comparve tardivamente. Nel sito di Shilourokambos[14]
è tuttavia attestata già alla fine
del IX millennio a.C. la presenza di specie animali importate, che venivano allevate.
[modifica]Diffusione della cultura neolitica in Europa
La diffusione in Europa della cultura neolitica che si era sviluppata nel Vicino Oriente, e in particolare il passaggio
dall'economia di caccia e raccolta alla pratica dell'agricoltura e dell'allevamento, sono avvenuti con modalità e
tempi tuttora discussi.
Vere Gordon Childe aveva ipotizzato già negli anni venti che le comunità autoctone di cacciatori e raccoglitori
delle culture mesolitiche europee, fossero state sostituite da comunità di agricoltori migrate più a nord dal Vicino
Oriente, con un processo durato per più generazioni. Una prima corrente migratoria avrebbe seguito la via
continentale lungo la penisola balcanica e il corso del Danubio, mentre un'altra, leggermente più tarda, si sarebbe
diffusa attraverso la navigazione marittima lungo le coste del mar Mediterraneo da est ad ovest.
L'affermazione delle tecniche di coltivazione e allevamento procedette per via continentale anzitutto lungo direttrici
che attraversavano terreni particolarmente favorevoli, come quelli formatisi per deposito di polveri portate dal
vento (loess) nell'Europa centrale. Seguì il corso di grandi vie fluviali, come il Danubio, ed ebbe successo nelle
ampie vallate dei Balcani e della Grecia orientale, con inverni freddi e piovosi e con lunghe estati, ambiente ideale
per la pastorizia e la transumanza; penetrò invece con difficoltà nelle fredde foreste del Nord Europa e nelle
regioni poste ai bordi della catena alpina.
A partire dagli anni settanta e ottanta, Albert Ammerman e Luigi Cavalli-Sforza[15]
sulla base dei loro studi
di genetica[16]
, hanno ipotizzato una massiccia migrazione di agricoltori, spinti dalla crescita demografica e dalla
ricerca di nuove terre coltivabili, che avrebbe respinto e cancellato le precedenti comunità locali di cacciatori e
raccoglitori mesolitiche.
Colin Renfrew[17]
, sulla base dei suoi studi archeologici e linguistici ha ipotizzato inoltre che la diffusione della
cultura neolitica in Europa sia avvenuta parallelamente a quella dell'indoeuropeo, differenziatosi
nell'Anatolia neolitica del VII millennio a.C. Renfrew ha formulato un'ipotesi anatolica in opposizione
alla teoria di Marija Gimbutas di una più tarda indoeuropeizzazione nel corso delcalcolitico.
Un modello alternativo ipotizza invece una trasmissione delle nuove conoscenze per diffusione culturale, in
seguito allo spostamento di piccoli gruppi, per la ricerca di materie prime o per i commerci, e che la cultura
neolitica sia stata gradualmente adottata dalle locali comunità mesolitiche di cacciatori e raccoglitori, le quali
utilizzavano già pratiche di sfruttamento e selezione nel procacciamento del cibo e avevano conosciuto forme
precoci di insediamenti stabili[18]
.
[modifica]Culture neolitiche in Europa
Culture neolitiche europee intorno al 4500 a.C.
Culture neolitiche europee nel tardo neolitico
[modifica]Tessaglia, Balcani, regione danubiana
La cultura neolitica si diffuse precocemente nella penisola balcanica, ma è tuttora discusso se si sia trattato di
spostamenti di comunità che arrivarono a colonizzare zone precedentemente in gran parte disabitate, ovvero di
una precoce adozione da parte delle comunità indigene mesolitiche delle diverse innovazioni della cultura
neolitica, in modo a volte scaglionato nel tempo. Il processo di "neotilizzazione" potrebbe anche essersi verificato
con modalità miste.
Sesklo (sito in Tessaglia, 6850-4400 a.C. circa) con sviluppo che sembra essere indipendente dai siti
del Vicino Oriente, sia per laceramica, sia per l'allevamento.
Dimini (sito in Tessaglia, dal 4800 a.C. circa).
Cultura di Karanovo (dal sito di Karanovo, in Bulgaria, 6200 - 5500 a.C. circa), per le fasi del neolitico antico
(Karanovo I-II) e del neolitico recente (Karanovo III-IV).
Cultura di Starčevo-Körös (dal sito di Starčevo presso Belgrado in Serbia e del fiume Körös in Ungheria,
6200-5600 a.C. circa).
Cultura di Vinča (dal sito di Vinča, ancora presso Belgrado, in Serbia, di datazione discussa, ma successiva
alla precedente).
Vaso della cultura della ceramica lineare, rinvenuto a Rauschenberg-Bracht (Hessen, Germania, esposto
nell'Universitätsmuseum für Kulturgschichte di Marburg)
Diffusione della cultura di Cucuteni-Trypillja
Cultura della ceramica lineare (chiamata anche "cultura della ceramica decorata a nastro", in ingleseLinear
Pottery culture, o anche Linear Band Pottery, Linear Ware, Linear Band Ware, Linear Ceramicsculture, o
ancora Danubian I culture secondo Vere Gordon Childe, o Incised Ware Group; in tedescoBandkeramische
Kultur o Linienbandkeramische Kultur, abbreviata LBK): diffusa tra il 5600/5500 a.C. e il 4500 a.C. circa, a
partire dal medio corso del Danubio e dal corso medio e superiore dell'Elba e delReno, alle sue origini fu
probabilmente influenzata dalla cultura di Starčevo-Körös dei Balcani.
Nella sua prima fase ebbe un'estensione orientale ("cultura della ceramica lineare orientale", in ingleseEastern
Linear Pottery culture).
Nella sua fase intermedia sviluppò la "cultura della ceramica a note musicali" (Musical Note Pottery
culture o Notenkopfkeramik).
Nella sua fase tarda è nota come "cultura della ceramica decorata a punzone" (in inglese Stroked Pottery
culture o Stroke-ornamented Ware culture o Danubian culture Ib secondo Vere Gordon Childe; in
tedesco Stichbandkeramik Kultur). Giunse ad occupare un'area tra la Moldavia e la valle della Senna.
Cultura di Rössen, successe alla cultura della ceramica lineare in gran parte della Germania, nei Paesi
Bassi sudorientali, nella Francia nord-orientale, nel nord dellaSvizzera e dell'Austria tra il 4600/4500-4300
a.C. circa.
Cultura di Lengyel (sito dell'Ungheria centrale; 4900-4000 a.C. circa). Si diffuse parallelamente alla cultura di
Rössen nella Slovacchia sud-occidentale e nell'Ungheria occidentale, estendendosi quindi all'Austria, alla
Croazia e alla Polonia.
Cultura di Chassey (dal sito presso Chassey-le-Camp, Saona e Loira). Si diffuse nella valle della Senna e
nell'alta Valle della Loira tra il 4500 e il 3500 a.C.
Cultura di Cucuteni-Trypillja (dai siti di Cucuteni, in Romania, e di Trypillja o Tripolje, in Ucraina; 5500/5400 -
2750/2700 a.C. circa), sviluppata lungo il corso alto e medio del fiume Nistro (o Dniester),
nell'attuale Moldavia, e estesa verso nord-est fino al fiume Dnepr (o Dnieper), nell'attuale Ucraina.
[modifica]Mediterraneo
Lungo le coste del mar Mediterraneo si ebbe una rapida diffusione della cultura neolitica
(agricoltura e allevamento, ceramica), che ha fatto supporre una colonizzazione da oriente su rotte commerciali
marittime già conosciute. In tutta quest'area sono note solo poche località mesolitiche.
La cultura della ceramica impressa si diffuse nella prima metà del VI millennio a.C. dalle coste occidentali
della penisola balcanica verso le coste adriatiche dell'Italia meridionale, espandendosi fino alla Sicilia e lungo le
coste tirreniche. Una variante è la ceramica impressa detta "ligure", diffusa nell'Italia nord-occidentale e sulle
costefrancesi, con occupazione di aree differenti da quelle con tracce di frequentazione mesolitica.
Nella seconda metà del VI millennio a.C., all'incirca a partire dal 5400 a.C., si diffuse sulle coste mediterranee
della penisola iberica e fino all'odierno Portogallo, la cultura della ceramica cardiale, nella quale la decorazione a
impressione era ottenuta mediante l'impressione del margine della conchiglia di Cardium. In generale rimasero
numerosi gli insediamenti in grotta e le testimonianze di uno stile di vita forse seminomade, che induce ad
ipotizzare una diffusione attraverso piccole comunità neolitiche di agricoltori provenienti dal mare che andarono ad
occupare le aree lasciate libere dalle comunità mesolitiche locali di cacciatori e raccoglitori, le quali vennero
progressivamente, ma lentamente assimilate. Dalle coste si ebbe inoltre una lenta penetrazione verso l'interno
(valle del Rodano, valle dell'Ebro).
Nella penisola iberica, sulle coste meridionali della Francia e in alcune aree della Sicilia e della Sardegna si diffuse
nel tardo neolitico (2800-1900 a.C. circa) la cultura del vaso campaniforme.
[modifica]Italia
Per approfondire, vedi la voce Neolitico in Italia.
In Italia meridionale la cultura neolitica della ceramica impressa si diffuse, tra la seconda metà del VI millennio
a.C. e gli inizi del V, soprattutto nella regione del Tavoliere e nella valle dell'Ofanto, inPuglia, e in Basilicata, da
dove si diffuse verso nord e verso l'interno e la costa tirrenica. Sono presenti insediamenti all'aperto lungo le coste
e le valli dei fiumi ed è attestata un'economia basata sullacerealicoltura e sull'allevamento, integrata dallo
sfruttamento delle risorse spontanee. Si tratta di zone dove le comunità locali mesolitiche erano state
probabilmente poco consistenti, in modo analogo a quanto sembra sia avvenuto in Grecia. Si susseguirono in
quest'ambito varie facies, caratterizzate dallo stile della decorazione ceramica, prima impressa e incisa, poi
dipinta. Una forma di comunicazione espressiva extralinguistica è rappresentata in Salento dall'arte pittorica
parietale in grotta, il cui più importante esempio è costituito dai pittogrammi figurativi e simbolico-astratti presenti a
migliaia nella Grotta dei Cervi di Porto Badisco (nei pressi di Otranto). La cavità ipogea fu scoperta nel 1970 dal
Gruppo Speleologico Salentino di Maglie[19]
In Sicilia è presente una maggiore continuità rispetto alle locali comunità mesolitiche, in analogia a quanto si
riscontra nell'area di diffusione della ceramica cardiale: il sito della grotta dell'Uzzo ha restituito stratigrafie che
proseguono senza interruzione dal mesolitico, evidenziando una transizione più graduale, con un'accentuazione
delle attività di pesca e raccolta di frutti spontanei nei livelli immediatamente precedenti a quelli neolitici. Anche in
quest'area si svilupparono una serie di culture locali nell'ambito della ceramica impressa. L'isola di Lipari venne
colonizzata all'inizio del V millennio a.C. da genti provenienti dalla Sicilia per lo sfruttamento dei suoi giacimenti
di ossidiana.
In Italia centrale la presenza dell'Appennino determinò la formazione di aree culturali differenziate sul
versante tirrenico e su quello adriatico, con diverse facies culturali che si susseguirono l'una all'altra, con parziali
sovrapposizioni.
Cosiddetto "altare di Monte d'Accoddi", santuario neolitico presso Sassari.
In Italia settentrionale la variante della cultura della ceramica impressa ligure, si affermò sulla costa
della Liguria nella prima metà del VI millennio a.C. Alla fine del millennio l'area della pianura padana era
interessata da un mosaico di culture accomunate dalla decorazione ceramica. Alla colonizzazione degli agricoltori
neolitici, che avevano probabilmente seguito percorsi commerciali già solidamente stabiliti in precedenza, si
mescolò l'assimilazione delle pratiche neolitiche da parte delle comunità locali mesolitiche, portando ad
attardamenti nell'industria litica e nel mantenimento degli usi di caccia e raccolta. All'inizio del V millennio a.C. il
precedente mosaico culturale venne sostituito dall'unitaria cultura dei vasi a bocca quadrata, diffusa dalla Liguria
al Veneto. Alla fine del millennio l'area venne progressivamente influenzata dalla cultura di Chassey (in Italia
anche detta cultura di Lagozza), originaria della Francia, che finì con il sostituire la cultura precedente.
In Sardegna lo sfruttamento dei giacimenti di ossidiana del Monte Arci portò al precoce sviluppo delle culture
neolitiche, introdotte con la cultura della ceramica impressa agli inizi del VI millennio a.C. Vi erano largamente
diffusi diversi tipi di monumenti megalitici e si manifestarono diverse culture locali. Nell'ultima fase si introdusse
nella parte nord-occidentale dell'isola la cultura del vaso campaniforme.
[modifica]Europa nord-occidentale e atlantica
Pianta ricostruttiva di Stonehenge
La diffusione della cultura della ceramica lineare si era arrestata prima di raggiungere le coste dell'Atlantico e
del Baltico, probabilmente a causa della presenza di comunità di cacciatori e raccoglitori mesolitiche che si
limitarono a scambiare con le comunità neolitiche oggetti, materie prime e specie domestiche.
Nelle isole britanniche si ebbe probabilmente una lunga coesistenza di entrambe le culture (comunità di
colonizzatori agricoltori neolitici e gruppi locali di cacciatori e raccoglitori di cultura mesolitica).
In queste zone ebbero particolare sviluppo i monumenti megalitici di cui l'esempio più celebre è il sito
di Stonehenge.
[modifica]Ulteriore diffusione in Europa centro-settentrionale e orientale
Vaso della cultura del bicchiere imbutiforme
Cultura del bicchiere imbutiforme (in inglese Funnelbeaker culture e in tedesco Trichterbecher culture,
abbreviata come TRB). Preceduta dalla "cultura di Ertebølle" (da un sito archeologico danese), ancora
di cacciatori-raccoglitori, si diffuse tra il 4200/4000 a.C. circa e il 2700 a.C., dalla foce dell'Elba alla foce
della Vistola, e dalla Scandinavia meridionale, alla Danimarca, ai Paesi Bassi e alle
coste tedesche epolacche.
Cultura di Narva, diffusa nei paesi baltici, nella Prussia Orientale e nelle vicine aree della Polonia e
della Russia. Successe alla mesolitica cultura di Kunda e si prolungò fino alla prima età del bronzo. Nella sua
fase tarda subì l'influsso delle culture della ceramica cordata, del bicchiere imbutiforme e dell'anfora globulare.
Ritrovamenti pertinenti alla cultura del vaso campaniforme
Cultura dell'anfora globulare (in inglese Globular Amphora Culture e in tedesco Kugelamphoren), occupò tra
il 3400 a.C. e il 2800 a.C. la medesima area della cultura del bicchiere imbutiforme nella sua ultima fase e si
sovrappose alla zona di diffusione centrale della cultura della ceramica cordata. A sud le fu contemporanea
la cultura di Baden e a nord-est la fase finale della cultura di Narva.
Diffusione della cultura della ceramica cordata.
Cultura della ceramica cordata o "dell'ascia da combattimento" o "della sepoltura singola" (in inglese Corded
Ware culture o Battle Axe culture o Single Grave culture; in tedesco Schnurkeramik o Streitaxt
Kultur o Einzelgrabkultur), sviluppata nel tardo neolitico e fiorita nel calcolitico, fino alla prima età del bronzo,
tra il 3200/2800 a.C. e il 2300/1800 a.C., nell'area tra ilReno e il Volga e nella Scandinavia meridionale,
arrivando a sud fino alla Repubblica Ceca e alla Slovacchia.
La cultura del vaso campaniforme (in inglese Bell-Beaker culture o Beaker culture e in
tedesco Glockenbecherkultur) si diffuse tra il 2800 e il 1900 a.C. circa dal Portogallo alle regioni
della Germania fino al fiume Elba, all'alto corso delDanubio e in Ungheria e ancora nelle isole britanniche,
in Sardegna e Sicilia. La sua origine è stata riconosciuta nei Paesi Bassi e nella regione renana.
[modifica]Africa
[modifica]Regione sahariana e valle del Nilo
Pittura rupestre presso Tassil-n-Ajjer, nell'area sahariana.
Posizione di Nabta Playa nell'ambito dell'Egitto.
Nell'Africa settentrionale tra l'8500 e il 3500 a.C. circa l'area sahariana attraversò una delle fasi umide della sua
storia, con formazione di una savana.
Le locali culture di cacciatori e raccoglitori adottarono precocemente la ceramica, che sembra essere stata
inventata indipendentemente e in epoca più antica rispetto alla sua introduzione nel Vicino Oriente e
precedentemente all'introduzione di sistemi di produzione del cibo.
Le popolazioni dovevano avere uno stile di vita parzialmente sedentario sulle rive di laghi ora scomparsi.
L'industria litica era costituita da microliti e da arpionie ami in osso. Queste popolazioni adottarono forme di
accumulazione delle risorse alimentari in risposta alle prime difficoltà climatiche.
Nella prima metà del VI millennio a.C. venne introdotto, probabilmente in modo indipendente dal Vicino Oriente,
l'allevamento dei bovini[20]
, che divenne di grande importanza già a partire dalla metà del V millennio a.C. Queste
popolazioni produssero l'arte rupestre sahariana: tra i siti più noti Tassili-n-Ajjer inAlgeria e Tadrart Akakus in Libia;
nella regione dell'Ennedi in Ciad sono state individuate incisioni rupestri datate al VII millennio a.C.[21]
.
Nella località di Nabta Playa nel Sahara dell'odierno Egitto sud-occidentale, sono stati rinvenuti numerosi siti
archeologici intorno ad una depressione che durante i periodi umidi doveva formare un lago. Dopo i primi
accampamenti temporanei di popolazioni nomadi, che già utilizzavano la ceramica, decorata a impressione,
insediamenti stabili furono resi possibili dallo scavo di pozzi (intorno al 6000 a.C.). Intorno alla metà del V millennio
a.C. il sito sembra fosse divenuto un centro di incontri cerimoniali per le popolazioni nomadi dei pastori sahariani.
Vi sono state rinvenute numerose strutture megalitiche, tra cui un cerchio di lastre di pietra di circa 4 m di
diametro, interrotto da aperture allineate in direzione nord-sud e sulla direttrice del sorgere del sole
al solstizio d'estate, che annunciava probabilmente l'arrivo dei monsoni estivi e la stagione delle piogge.[22]
.
Nella località di Gobero, sul margine occidentale del deserto del Teneré, in Niger è stato scoperto un sito sui
margini di un lago scomparso, che ha restituito due fasi di occupazione, in corrispondenza dei periodi umidi nel
paleoclima sahariano dell'Olocene antico e medio. La prima di esse (7700-6200 a.C.) si riferisce a genti
della cultura kiffiana (dal sito di Adrar-n-Kiffi, presso Adrar Bous), una comunità di cacciatori/pescatori e
raccoglitori che utilizzavano la ceramica e presumibilmente avevano uno stile di vita sedentario. La seconda è
legata ad una diversa popolazione di allevatori di bovini, che praticavano inoltre la pesca, la raccolta di molluschi e
la caccia di piccoli animali della savana, della cultura teneriana[23]
Con il progredire della desertificazione le popolazioni sahariane si dovettero spostare verso la valle del Nilo ed è
discussa la loro influenza sulla formazione dellaciviltà egizia.
Nella Nubia (alta valle del Nilo, attuale Sudan)[24]
era presente agli inizi del VI millennio a.C. la cultura mesolitica di
Khartoum, costituita da cacciatori-raccoglitori e pescatori che probabilmente abitavano per gran parte dell'anno in
accampamenti stabili, utilizzavano i cereali selvatici e conoscevano la ceramica, decorata con linee ondulate
parallele (wavy line), diffusa più tardi (intorno alla metà del V millennio a.C.) anche più a nord e più a sud fino
in Kenya e ad ovest fino in Mali in una variante con linee realizzate con serie di punti (dotted wavy line). La
domesticazione dei bovini, introdotta nelle culture sahariane, passò quasi contemporaneamente anche in Nubia,
dove le già sofisticate culture mesolitiche locali passarono rapidamente al pastoralismo e ad insediamenti meno
stabili che in precedenza.
Nel sito di Esh Shaheinab, nel Sudan centrale, della metà del V millennio a.C. (Gouge culture, o fase neolitica
della cultura di Khartoum), l'allevamento era affiancato dalle tradizionali attività di caccia, raccolta e pesca e
alla tradizionale industria litica di tipo microlitico. Continuava la produzione di ceramica del tipo dotted wavy
line, a cui si affiancò quella decorata con impressioni ondulatorie (rocker) e dei "vasi a bocca nera" (perché
probabilmente cotti rovesciati).
Nel sito di Kadero l'allevamento era maggiormente diffuso e venivano utilizzati nell'alimentazione il sorgo e
il miglio, di specie ancora selvatiche, per le quali non è chiaro se fossero coltivate o semplicemente raccolte.
Nella ceramica e nell'industra litica le tradizioni mesolitiche vennero progressivamente abbandonate. Alcune
asce e teste di mazza di pietra levigata dovevano essere utilizzate anche come indicatori di rango e le
variazioni nei corredi dei defunti testimoniano l'instaurarsi delle prime differenziazioni sociali; una situazione
simile è presente anche nelle numerose tombe rinvenute nel sito di Kadruka, datate tra la metà del VI e la fine
del V millennio.
Il sito di Kerma, in seguito occupato anche nella fase protostorica, ha restituito un abitato neolitico con
capanne circolari, probabilmente occupato stagionalmente da una popolazione di pastori, che allevava sia
bovini che capre e pecore (cultura di pre-Kerma).
Nel VI-V millennio a.C. si svilupparono nell'area nubiana diverse culture con varianti regionali e diverse forme di
decorazione della ceramica, che passarono progressivamente dallo sfruttamento specializzato delle risorse
disponibili, alla pratica dell'agricoltura e dell'allevamento associata ad insediamenti stabili[25]
.
Nella valle del Nilo in Egitto nel corso del VI millennio a.C. si sviluppò la neolitica cultura del Fayyum (oasi di El
Fayum), le cui origini sono tuttora discusse (le principali ipotesi sostengono un'introduzione di specie coltivate e
bestiame domestico dal Vicino Oriente, ovvero una locale evoluzione delle culture sahariane con influssi da altre
culture neolitiche africane)[26]
. Il primo insediamento stabile è documentato nella regione del Delta, nel sito
di Merimda Beni-Salamé, con cinque strati archeologici tra il VI e il V millennio a.C.
In Alto Egitto intorno alla metà del V millennio si sviluppò la cultura tasiana (dal sito di Deir Tasa), nell'ambito della
quale si ebbe il passaggio al calcolitico (contemporanea cultura badariana, dal sito diEl-Badari), ma che non
sembra aver utilizzato insediamenti stabili.
La neolitizzazione nel IV millennio a.C. raggiunse le regioni del Maghreb con l'introduzione delle pratiche agricole
e di allevamento e dell'uso della ceramica sul substrato della locale cultura mesoliticacapsiana.
[modifica]Africa occidentale
In seguito all'instaurarsi di un clima più secco tra il VI e il V millennio a.C. altri gruppi umani si spostarono dal
Sahara verso l'area tra la costa atlantica e il fiume Niger, dove si praticava l'allevamento e l'agricoltura (miglio,
sorgo, sesamo e altre piante locali) e l'alimentazione era integrata dalla raccolta di molluschi. In Senegal sono stati
indagati diversi siti costieri (Cap Manuel, presso Dakar, Bel Air, nella penisola di Cap Vert, che ha restituito una
statuetta detta Venere di Thiaroye, industria litica microlitica e ceramica), mentre altri situati lungo la valle del
fiume Senegal sono meno conosciuti.
Lo stile di vita tipico delle popolazioni seminomadi di pastori che sfruttavano il bestiame bovino per la produzione
di cibo (latte) e coltivavano il miglio si prolungò a lungo, sebbene le condizioni climatiche dovettero far spostare
queste popolazioni verso sud nel Sahel dell'Africa occidentale. Intorno al 2000 a.C. sono datati alcuni siti nella
zona.
Gajiganna (presso la città di Maiduguri in Nigeria) ha restituito in nove siti quattro fasi di occupazione tra il 2200 e
il 400 a.C., situati presso una laguna lasciata dal progressivo prosciugamento del lago Chad. La sussistenza era
basata sullo sfruttamento delle risorse acquatiche e sull'allevamento, non solo di bovini, ma anche di capre e
pecore, integrato con la caccia e la raccolta di cereali selvatici, a cui solo successivamente si aggiunsero le specie
coltivate[27]
. Anche nella parte nord del Burkina Faso sono state rinvenute testimonianze archeologiche di
coltivazione senza tracce invece di specie domestiche allevate.
[modifica]Asia
[modifica]Cina
Per approfondire, vedi la voce Civiltà neolitiche in Cina.
Cultura di Pengtoushan (7500-6100 a.C., medio corso dello Yangtze, Hunan);
cultura di Peiligang (7000-5000 a.C., valle del fiume Yiluo nello Henan);
cultura di Houli (6500-5500 a.C., Shandong);
cultura di Xinglongwa (6200-5400 a.C., al confine tra Mongolia interna e Liaoning);
cultura di Cishan (6000-5500 a.C., nell'Hebei meridionale);
cultura di Dadiwan (5800-5400 a.C., Gansu e Shaanxi occidentale);
cultura di Xinle (5500-4800 a.C., basso corso del fiume Liao nella penisola di Liaodong);
cultura di Zhaobaogou (5400-4500 a.C., valle del fiume Luan nella Mongolia Interna e Hebei settentrionale);
cultura di Beixin (5300-4100 a.C., nello Shandong);
cultura di Hemudu (5000-4500 a.C.), nello Yuyao, Zhoushan e Zhejiang);
cultura di Daxi (5000-3000 a.C., nella regione delle Tre Gole);
cultura di Majiabang (5000-3000 a.C., nell'area del lago Taihu, a nord della baia di Hangzhou);
cultura di Yangshao (5000-3000 a.C., nell'Henan, Shaanxi e Shanxi);
cultura di Hongshan (4700-3000 a.C., nella Mongolia Interna, nel Liaoning e nell'Hebei);
cultura di Dawenkou (4100-2600 a.C., nello Shandong, nell'Anhui, nell'Henan e nello Jiangsu);
cultura di Liangzhu (3400-2250 a.C., nel delta dello Yangtze);
cultura di Majiayao (3100-2700 a.C. lungo il corso superiore del Fiume Giallo, in Gansu e Qinghai);
cultura di Qujialing (3100-2700 a.C., lungo il corso medio del Fiume Giallo, in Hubei e Hunan);
cultura di Longshan (3000-2000 a.C. lungo il corso medio e inferiore del Fiume Giallo);
cultura di Baodun (2800-2000 a.C., pianura di Chengdu);
cultura di Shijiahe (2500-2000 a.C., medio corso del fiume Yangtze, in Hubei).
[modifica]Note
1. ^ La suddivisione, elaborata per l'ordinamento del Museo nazionale danese, inaugurato nel 1819, venne
pubblicata nel 1836 nella Ledetraad til nordisk Oldkyndighed ("Guida alle antichità scandinave").
2. ^ J. Lubbock, Pre-historic Times as illustrated by Ancient Remains and the Manners and Customs of Modern
Savages, William and Norgate, London 1865.
3. ^ V. Gordon Childe, The Dawn of European Civilization, 1925 (con edizioni successive, la sesta e ultima delle
quali nel 1957, anno della morte dell'autore; tradotto in italiano come Preistoria della società europea, Sansoni
editore, Firenze 1979, traduzione di J. P. le Divelec).
4. ^ L'analisi dei resti organici presenti negli insediamenti preistorici riguarda semi combusti o noccioli provenienti
dai focolari, e anche depositi di ossa di animali sottoposti a ricerca tafonomica (G. Giacobini, "La ricerca
tafonomica: una chiave per l'interpretazione dei siti preistorici", in C. Andreoni, C. Giunchi. C. Peretto, I. Zavatti
(a cura di), Oltre la pietra. Modelli tecnologie per capire la preistoria, Forlì 1996, pp. 197-215), per fornire utili
indicazioni sull'eventuale presenza di allevamento e/o domesticazione. I fitoliti rilevati in un sito possono fornire
indizi sull'utilizzo prevalente del terreno, presupponendo che alte concentrazioni corrispondano a una forte
incidenza del pascolo (P. Biagi, R. Nisbet, "The earliest farming communities in Northern Italy", in Guilaine et
alii (a cura di), Premières communautes paysannes en Mediterranée occidentale (Actes du colloque
internationale du C.N.R.S., Montpellier, 1983), Paris 1984, pp. 447-453). Una particolare usura delle dentature
dei resti umani può evidenziare un'alimentazione ricca di scorie silicee, e quindi ricondursi alla molitura dei
cereali con macine di pietra. Scheletri femminili con segni di usura alle ginocchia, agli alluci ed alla colonna
vertebrale provano che le donne passavano molto tempo chine a macinare cereali, e quindi sono un altro
segnale di economia basata sull'agricoltura. Infine, dall'analisi del DNA condotta su frumenti selvatici con il
sistema di marcatura molecolare, si è dimostrato che la domesticazione dei cereali sarebbe avvenuta tra la
Turchia orientale e l'Iraq all'incirca nel 9000 a.C., nell'odierna zona del Karacadag.
5. ^ Peter Bellwood, First Farmers: The Origins of Agricultural Societies, Wiley-Blackwell editore, 2004. ISBN 0-
631-20566-7.
6. ^ O. Bar-Yosef, A. Belfer-Cohen, "Facing environmental crisis. Societal and cultural changes at the transition
from the Younger Dryas to the Holocene in the Levant.", in R.T.J. Cappers, S. Bottema (a cura di),The Dawn of
Farming in the Near East (Studies in Early Near Eastern Production, Subsistence and Environment 6), Ex
oriente editore, Berlin 2002, pp. 55-66.
7. ^ Raimund Muscheler, Raimund et al, "Tree rings and ice cores reveal 14C calibration uncertainties during the
Younger Dryas", in Nature Geoscience 1, 2008, pp. 263–267 (riassunto in inglese).
8. ^ Juliet Clutton-Brock, Origins of the dog: domestication and early history in Serpell, James (a cura di), The
domestic dog: its evolution, behaviour and interactions with people, Cambridge, Cambridge University Press,
1995. ISBN 0521415292
9. ^ Il sito archeologico di Mureybet sul sito web della Minnesota State University.
10. ^ Missione archeologica francese a Tell Aswad sul sito del Ministero degli affari esteri francese.
11. ^ L'addomesticamento, forse prima di capre e pecore (difficilmente distinguibili tra loro dalle ossa) e poi di buoi
e maiali, potrebbe in realtà essere avvenuto contemporaneamente alla diffusione della coltivazione: la più lenta
mutazione delle specie dalle forme selvatiche a quelle domestiche rende difficile distinguere tra esemplari
selvatici, prodotto della caccia, ed esemplari domestici di allevamento.
12. ^ Ceramiche più antiche sono attestate nelle culture pre-neolitiche del Giappone e nell'VIII millennio a.C. nella
regione del Sahara.
13. ^ Recipienti di questo tipo sono attestati nel sito di Byblos nel Libano: M. Balfet, H. Lafuma, H. Lunguet, M.
Terrier, "Une invention néolithique sans lendemain. Vaisselles précéramiques et sols enduits de quelques sites
du Proche-Orient", in Bulletin de la Société préhistorique française, 66, 1969, pp.188-192; H. de Contenson,
L.C. Courtois, "A propos de vases en chaux. Recherches sul leur fabrication et leur origine", in Paléorient, 5,
1979, pp.177-181.
14. ^ J. Guilaine, F. Briois, J. D. Vigne, Shilourokambos (Parreklisha, Limassol, Chypre) et le Précéramique ancien
de Chypre, 1, 2006.
15. ^ A. J. Ammerman, L. L. Cavalli-Sforza, The Neolithic Transition and the Genetics of Populalations in Europe,
Princeton University Press, 1984; traduzione italiana (La transizione neolitica e la genetica di popolazioni in
Europa) di R. Bencivenga, Bollati Boringhieri, 1986.
16. ^ Gli studi hanno utilizzato il modello matematico di reazione-diffusione e in particolare l'equazione di Fisher
17. ^ A. Colin Renfrew, Archaeology & Language. The Puzzle ofthe Indo-European Origins, Jonathan Cape,
London 1987.
18. ^ Marek Zvelebil, Hunters in Transition. Mesolithic Societies of Temperate Eurasia and their Transition to
Farming, Cambridge University Press, 1986.
19. ^ La cavità è stata oggetto di ricerca e studio decennali da parte dell'archeologo Paolo Graziosi. Tali studi sono
confluiti nel volume Le pitture preistoriche della grotta di Porto Badisco, corredato da una ricca
documentazione fotografica. Per approfondimenti, si veda il sito [www.lagrottadeicervi.it lagrottadeicervi.it].
20. ^ D.W. Phillipson, African Archaeology, Cambridge 1985, pp. 94-96, 102-103. I primi casi di bovini
addomesticati sembrano tuttavia attestati già nel IX millennio a.C. nel sito di Nabta Playa, nell'odierno deserto
occidentale egiziano: Veerle Linseele, "The origins of nomadic pastoralism in West Africa", in 18th Biennial
Meeting of the Society of Africanist Archaeologists (congresso Calgary 22-26 giugno 2006), (testo on-line in
formato (PDF) scaricabile da qui).
21. ^ Savino di Lernia, I pastori neolitici sahariani. La prima civiltà africana (Serate di Orosei 2008) (PDF).
22. ^ Stonehenge fra le dune, articolo della giornalista C. Dal Maso del 18 aprile 1998; F. Wendorf, R. Schild, Late
neolithic megalithic structures at Nabta Playa (Sahara), southwestern Egypt (EN) sul sito web Comp-
Archaeology (marzo 1998, aggiornato novembre 2000).
23. ^ P.C. Sereno, E.A.A. Garcea, H. Jousse, C.M. Stojanowski, J. Saliège, et al. Lakeside Cemeteries in the
Sahara: 5000 Years of Holocene Population and Environmental Change, in PLoS ONE 3(8), 2008(EN)
(pubblicazione on line).
24. ^ introduzione%20alle%20antichità%20nubiane.pdf A. Manzo, Introduzione alle antichità nubiane, Università
degli studi di Trieste, Trieste 2007 (PDF).
25. ^ J. D. Clark, “Prehistoric Cultural Continuity and Economic Change in the Central Sudan in the Early
Holocene”, in J.D. Clark e S.A. Brandt (a cura di), From Hunters to Farmers. The Causes and Consequences
of Food Production in Africa, Londra 1984, pp. 113-126.
26. ^ Riassunto delle diverse ipotesi sulle origini della cultura neolitica del Fayyum (EN) (sul sito Faiyum.com).
27. ^ P. Breunig, K. Neumann, W. Van Neer, "New Research on the Holocene settlement and environment of the
Chad Basin in Nigeria", in African Archeological Revue', 12/2, 1996, pp.111-145 (vedi scheda
sull'insediamento sul sito dell'Università di Francoforte.
[modifica]Bibliografia essenziale
J. Lubbock, Pre-historic Times as illustrated by Ancient Remains and the Manners and Customs of Modern
Savages, William and Norgate, London 1865.
V. Gordon Childe, The Dawn of European Civilization, 1925 (con edizioni successive, la sesta e ultima delle
quali nel 1957, anno della morte dell'autore; tradotto in italiano come Preistoria della società europea),
Sansoni editore, Firenze 1979, traduzione di J. P. le Divelec
V. Gordon Childe, New Light on Most Ancient East: The Oriental Prelude to European Prehistory, London
1934.
A. J. Ammerman, L. L. Cavalli-Sforza, The Neolithic Transition and the Genetics of Populalations in Europe,
Princeton University Press, 1984; traduzione italiana (La transizione neolitica e la genetica di popolazioni in
Europa) di R. Bencivenga, Bollati Boringhieri, 1986.
A. Colin Renfrew, Archaeology & Language. The Puzzle ofthe Indo-European Origins, Jonathan Cape,
London 1987.
M. Gimbutas, Il Linguaggio della Dea. Mito e culto della Dea Madre nell'Europa Neolitica, [trad. it.], Milano
1990.
F. Giusti, La nascita dell'agricoltura (L'evoluzione umana II), Donzelli editore, Roma 1996.
[modifica]Voci correlate
Paleolitico
Mesolitico
Preistoria
Protostoria del Vicino Oriente
Storia del Vicino Oriente antico
[modifica]Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Neolitico
[modifica]Collegamenti esterni
Neolitico su Open Directory Project (Segnala su DMoz un collegamento pertinente all'argomento "Neolitico")
Dispense del corso di "Preistoria e protostoria europea" presso l'Università degli studi di Milano (facoltà di
lettere e filosofia, corso di laurea in Scienze dei beni culturali) di Laura Seragnoli (2001-2002):
(PDF)Neolitico nel Vicino Oriente
(PDF)neolitico in Europa e in Italia meridionale
(PDF)neolitico in Italia centrale
(PDF)culture del neolitico antico in Italia settentrionale
(PDF)culture del neolitico medio in Italia settentrionale
Categoria: Preistoria | [altre]
Età della pietra Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Questa voce è parte della serie Età della pietra
↑ prima dell'Homo (Pliocene)
Paleolitico
Paleolitico inferiore
Homo
controllo del fuoco,Industria litica
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Homo neanderthalensis
Paleolitico superiore
Propulsore (Armi da lancio),Addomesticazione del cane
Mesolitico
microliti, arco, canoe
Cultura kebariana
Cultura natufiana
Neolitico
Neolitico preceramico
coltivazione,addomesticamento
Ceramica neolitica
↓ Età dei metalli
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box: vedi • disc. • mod.
Punta di freccia in ossidiana
Nel sistema delle tre età in cui viene tradizionalmente suddivisa la preistoria-protostoria, l'espressione Età della
Pietra si riferisce alla fase dell'evoluzione umana in cui si iniziarono a costruire e usare utensili ricavandoli
da pietre, legno, corno, ossa e conchiglie animali.
La fine di questo periodo, protostoria, viene identificata nella nascita delle tecniche di lavorazione dei metalli, da
cui prendono il nome le successive Età del Bronzoed Età del Ferro.
L'espressione non si riferisce a un periodo temporale specifico, ma a una fase dell'evoluzione umana, che giunse
al proprio termine in momenti diversi ed ebbe caratteristiche specifiche diverse in diverse regioni del globo.
L'Età della Pietra viene a sua volta tradizionalmente suddivisa nei tre periodi Paleolitico, Mesolitico e Neolitico, in
funzione delle tecniche predominanti di lavorazione dei materiali ed uso degli utensili.
Come il sistema delle tre età in generale, anche il concetto di Età della Pietra nacque storicamente nel contesto
dello studio archeologico della storia dell'Europa, del Mar Mediterraneo e del Medio Oriente e del Sudest asiatico,
e la sua applicabilità o utilità con riferimento ad altre zone del globo (per esempio alle Americhe o all'Australia) è
controversa.
Indice
[nascondi]
1 Caratterizzazione temporale
2 Lo sviluppo umano nell'Età della Pietra
o 2.1 Paleolitico
o 2.2 Mesolitico
o 2.3 Neolitico
3 La vita dell'Età della Pietra
o 3.1 Abitazioni e altre costruzioni
o 3.2 Arte
3.2.1 Incisioni rupestri
3.2.2 Pittura rupestre
o 3.3 Rituali e credenze religiose
4 Culture dell'Età della Pietra ancora esistenti
5 L'Età della Pietra nella cultura popolare
6 Note
7 Bibliografia
8 Altri progetti
9 Collegamenti esterni
[modifica]Caratterizzazione temporale
L'inizio dell'"Età della Pietra" coincise con le prime migrazioni delle specie ominidi dalla savana africana verso
l'Europa e il Medio Oriente, fra i 3 e 4 milioni di anni fa. La lavorazione dei metalli apparve in momenti diversi in
diverse regioni (in genere intorno al VII millennio a.C. in Medio Oriente e al V in Europa e Africa settentrionale). Il
passaggio dall'Età della Pietra all'Età del Bronzo fu in realtà processo graduale; per esempio, "Ötzi",
l'uomo mummificato del XXXIII secolo a.C., aveva con sé un'ascia di rame e un coltello di selce. Il periodo di
transizione fra l'Età della Pietra e quella del Bronzo viene anche detto Età del Rame o Calcolitico, e si sviluppò in
modi e tempi molto diversi in diverse aree (anche in funzione della disponibilità locale di stagno).
[modifica]Lo sviluppo umano nell'Età della Pietra
L'Età della Pietra copre un immenso arco temporale, nel quale gli esseri umani dovettero adattarsi anche a
importanti mutamenti climatici. Fu proprio durante l'Età della Pietra che gli uomini subirono l'evoluzione
morfologica che portò alla specie Homo sapiens sapiens. A partire dal celebre saggio di John Lubbock Pre-historic
Times (1865), questo lungo periodo viene suddiviso in tre fasi: Paleolitico, Mesolitico e Neolitico.
[modifica]Paleolitico
Per approfondire, vedi la voce Paleolitico.
Asce a manoacheuleane del Paleolitico inferiore
Il Paleolitico copre un periodo temporale che va da circa 2 milioni di anni fa fino alla fine del Pleistocene, 10.000
anni fa (in alcune aree 8.000).
Il Paleolitico inferiore vide lo sviluppo dell'Homo habilis, verso la fine del Pliocene in Africa; questi antenati
dell'uomo moderno svilupparono i primi utensili noti, i cosiddetti chopperdi pietra. Il sito
di Olduvai in Tanzania risale a quest'epoca. Circa un milione e mezzo di anni fa apparve l'Homo erectus, che
apprese l'uso del fuoco, raffinò la costruzione dei chopper, e si espanse verso l'Asia, come testimoniato dal sito
di Zhoukoudian in Cina. A un milione di anni fa circa risalgono i primi reperti umani in Europa, e le prime
testimonianze dell'uso dell'ascia a mano, un'evoluzione del chopper.
Il Paleolitico medio ebbe inizio circa 200.000 anni fa e viene ricordato soprattutto per l'avvento (e la successiva
scomparsa) degli uomini di Neanderthal. All'epoca del Paleolitico di mezzo risalgono i primi esempi di arte
preistorica.
Il Paleolitico superiore rappresenta il periodo da 35.000 a 10.000 anni fa (la fine dell'ultima glaciazione), durante il
quale umani già morfologicamente moderni si diffusero per tutto il pianeta.
[modifica]Mesolitico
Per approfondire, vedi la voce Mesolitico.
Il vasellamegiapponese diJomon è fra i più antichi del mondo
Il Mesolitico va dalla fine dell'ultima glaciazione (circa 12.000 anni fa) fino a circa 8.000 anni fa. È considerato un
periodo di transizione tra il Paleolitico e la grande trasformazione che avverrà con il Neolitico.
L'uomo del Mesolitico vive sostanzialmente come nel Paleolitico, ma grandi mutamenti avvengono nell'ambiente
naturale. In questo periodo, infatti, la fine dell'ultima glaciazione (glaciazione Würm) porta a un clima temperato in
tutta Europa e a un graduale innalzamento del livello dei mari, con conseguenti trasformazioni del territorio che
portano gli uomini a cercare nuove forme di sostentamento.
In questa fase vennero sviluppati utensili microlitici, che testimoniano una maggiore raffinatezza nella lavorazione
dei materiali; presero forma insediamenti organizzati basati sullapesca; e probabilmente in questo periodo
avvenne l'addomesticazione del cane.
[modifica]Neolitico
Per approfondire, vedi la voce Neolitico.
Il villaggio di Skara Brae, Scozia
Il Neolitico fu caratterizzato dalla nascita dell'agricoltura (la cosiddetta "rivoluzione neolitica"), lo sviluppo di
tecniche per la realizzazione di vasellame di argilla, e la formazione di insediamenti più grandi e complessi,
come Çatal Hüyük e Gerico. Le prime culture neolitiche apparvero intorno all'VIII millennio a.C. nella zona della
cosiddetta Mezzaluna Fertile, per poi diffondersi verso il Mediterraneo, la Valle dell'Indo, la Cina e il Sudest
asiatico.
Lo sviluppo dell'agricoltura portò alla realizzazione di nuovi strumenti di pietra, inclusi utensili per arrotare lame e
tagliare legna. In questo periodo furono anche erette le prime costruzioni di grandi dimensioni, incluse
primitive torri e mura (per esempio quelle di dzeko) e luoghi di culto (per esempio Stonehenge). Queste opere
testimoniano la capacità degli uomini dell'epoca di cooperare in grandi gruppi; è controverso se questo fatto, a sua
volta, sia da considerarsi conseguenza dell'emergere di gerarchie sociali.
Nel neolitico presero anche forma le prime attività commerciali, testimoniate dai ritrovamenti di materiali a
centinaia di chilometri dal luogo di provenienza naturale. Il sito di Skara Brae, sull'isola di white (al largo
della Scozia) rappresenta uno dei più importanti esempi di villaggio neolitico europeo. Vi si trovano letti di pietra,
scaffali, e persino una rudimentale latrina collegata a un torrente.
[modifica]La vita dell'Età della Pietra
Nel Paleolitico e Mesolitico gli esseri umani furono cacciatori-raccoglitori. Erano apprezzate
le interiora come fegato, reni e cervella. Più raro era il consumo di vegetali ricchi
di carboidrati come legumie cereali, e di latte animale. Gli studi moderni indicano che i due terzi del fabbisogno
di calorie degli esseri umani dell'Età della Pietra era ricavato dalla carne. [1]
Si ritiene che il consumo di lipidi fosse
paragonabile a quello odierno, ma con un diverso rapporto fra Omega-6 e Omega-3 (circa 3:1 contro il 12:1
dell'uomo moderno).
Verso la fine dell'ultima glaciazione (da 15.000 a 9.000 anni fa), un'estinzione su grande scala dei
grandi mammiferi (la megafauna) ebbe luogo in Asia, Europa, Nordamerica e Australia. Questo evento costrinse
gli esseri umani a una modifica radicale delle loro abitudini alimentari, portando all'avvento dell'agricoltura.
[modifica]Abitazioni e altre costruzioni
Le prime costruzioni degli uomini preistorici sono probabilmente quelle erette dall'Homo abilis, circa due milioni di
anni fa, nell'Africa orientale; si trattava di semplici ripari di pietra e rami di alberi. Una disposizione circolare di
pietre di questo tipo è stata trovata a Terra Amata, vicino a Nizza in Francia. Altre abitazioni primitive sono state
trovate in diverse regioni del globo; tra le altre:
una struttura simile a una tenda, in una caverna vicino alla Grotte du Lazaret, sempre nella zona di Nizza;
una struttura con un tetto sostenuto da tronchi, con muri di argilla e pietra, a Dolni Vestonice, Cecoslovacchia,
datato intorno al XXIII millennio a.C.
capanne fatte con ossa di mammuth in diverse zone dell'Europa orientale e della Siberia (le popolazioni che
realizzarono queste costruzioni erano specializzate nella caccia al mammuth); erano presenti nella valle
del Dniepr in Ucraina, nella Moravia e nella Polonia meridionale
tombe megalitiche suddivise in stanze e dolmen erano realizzate sovrapponendo grandi massi; costruzioni di
questo tipo sono diffusi in tutta Europa. In alcune di queste tombe sono stati trovati strumenti
di rame e bronzo (a dimostrazione dell'impossibilità di suddividere in modo netto le "tre Età")
[modifica]Arte
[modifica]Incisioni rupestri
Per approfondire, vedi la voce Incisioni rupestri.
Le incisioni rupestri o graffiti, apparse nel neolitico, sono immagini incise sulla pietra con rudimentali scalpelli o altri
utensili del genere. Molti esempi di graffiti sono disegni astratti o simbolici, che svolgevano forse un ruolo di
comunicazione concettuale prima dell'avvento della scrittura. Ne sono stati trovati esempi in Asia (per esempio
a Bhimbetka in India), Nordamerica (nella Valle della Morte), Sudamerica (Cumbe Mayo, Perù) ed Europa (per
esempio le incisioni rupestri di Alta in Norvegia e Svezia) sebbene il più vasto sito continentale di incisioni
rupestri si trovi anche in Italia, inValcamonica, opera del popolo dei Camuni.
[modifica]Pittura rupestre
Per approfondire, vedi la voce Pittura rupestre.
Pitture rupestri a Bhimbetka in India
Le pitture rupestri, in genere eseguite sulle pareti delle caverne, erano tipicamente immagini più naturalistiche
rispetto ai graffiti. Nel Paleolitico non erano rappresentati gli animali di cui gli esseri umani si cibavano (per
esempio nella grotta di Lescaux frequentata da cacciatori di renne, non ci sono rappresentazioni di questi animali),
ma quelli che potevano rappresentare ideali di forza (per esempio rinoceronti e grandi felini, come nella grotta di
Chauvet, ma soprattutto animali suggeriti dalla conformazione delle rocce nelle caverne. Gli animali non venivano
rappresentati nel paesaggio in cui vivevano, mancano infatti gli alberi, le tane, ma la natura veniva immaginata e
suggerita proprio dalla conformazione delle rocce, con cui gli artisti paleolitici hanno giocato per dare rilievo e
profondità alle loro opere[2]
. Per lo studioso Denis Vialou questa separazione degli animali dai loro territori indica
un'astrazione figurativa dell'arte del Quaternario dove la natura è sottintesa come orizzonte immaginario.[3]
Inoltre
l'adattare le figurazioni alla forma delle sale e delle gallerie delle grotte, ai loro volumi rocciosi, alle fessure della
roccia, risponde al desiderio di animare le grotte. Le grotte profonde erano illuminate con lucerne in pietra (ne
sono state ritrovate 34 a Lescaux con residui di combustione di ginepro e resine fossili), con torce e venivano
accesi fuochi. Secondo Lorblanchet quello che prendeva vita era il tempo psichico e culturale dei gruppi che le
frequentavano: le immagini evocate dalle raffigurazioni forse esprimevano le visioni cosmologiche dei loro creatori,
probabilmente la memoria culturale delle genti che per lunghissimi tempi le hanno frequentate.
Talvolta venivano anche tracciati semplici segni e singoli punti. I soggetti umani sono più rari, ad eccezione delle
rappresentazioni delle vulve femminili; in alcuni siti, soprattutto Magdaleniani, intorno al 18.000 a.C., sono state
trovate rappresentazioni di figure metà uomo e metà animale, che sono state interpretate come stregoni. Una
rappresentazione umana stilizzata diffusa in diverse regioni del mondo è anche l'impronta della mano (intinta nella
pittura e poi appoggiata alla parete rocciosa). Le più importanti pitture rupestri ritrovate sono probabilmente quelle
della grotta di Chauvet, nel dipartimento francese di Ardèche; sono datate intorno al XXXI millennio a.C. Celebri
sono anche le pitture rupestri delle Grotte di Altamira, in Spagna (fra 14.000 e 12.000 anni a.C.), in cui appaiono,
tra l'altro, i bisonti, e le Grotte di Lascaux, in Dordogna, dette la "Cappella Sistina della preistoria" per la ricchezza
delle pitture (15000-10000 a.C.). Al periodo Neolitico [tra i 6.000 e i 5.000 addietro] appartiene il grande
complesso di pitture parietali della Grotta dei Cervi di Porto Badisco [Italia], scoperta nel 1970,comprendente un
eccezionale repertorio iconografico in quanto nuove formule grafiche e nuovi modelli pittorici,estetici, concettuali,
ne fanno la manifestazione pittorica parietale più importante di questo periodo in Europa. Espressione pittorica di
civiltà agricolo-pastorali, nella Grotta sono presenti immagini figurative di scene di caccia al cervo, tendenti ad un
accentuato schematismo, ed in prevalenza pittogrammi, in ocra rossa e guano nero subfossile di
pipistrello,raffigurati in forme geometriche emblematico-astratte, a carattere simbolico, mitico-magico,
sostanzialmente di difficile quanto impossibile decifrazione, anche se alcuni di essi ricorrono in tutto il mondo
arcaico.
L'esempio più notevole di pitture rupestri del Mesolitico sono i "guerrieri in marcia" a Cingle de la
Mola, Castellón (Spagna) (7000-4000 a.C.), realizzati probabilmente sputando i pigmenti colorati sulla roccia.[4]
Nella maggior parte dei casi, le pitture non si trovano in aree abitate; il loro significato rimane ignoto, ma si è
ipotizzato che fossero create durante rituali stagionali. [5]
[modifica]Rituali e credenze religiose
I moderni studi sui reperti dell'Età della Pietra hanno rafforzato l'ipotesi che gli uomini preistorici si dedicassero a
un certo numero di attività non correlate con il procacciamento del cibo o altri scopi pratici, e probabilmente dotate
di valenza rituale e proto-religiosa. Oltre alle forme d'arte menzionate sopra, è probabile che venissero praticati riti
funebri, danze e riti di iniziazione.[6]
[modifica]Culture dell'Età della Pietra ancora esistenti
Parte delle teorie sviluppate dagli studiosi circa le abitudini e la cultura degli uomini dell'Età della Pietra derivano
anche dallo studio antropologico di popolazioni ancora esistenti che non sono mai giunte a conoscere l'uso del
metallo (o vi sono giunte solo in tempi recenti, in seguito al contatto con altre culture). Esempi di popolazioni di
questo tipo si trovano in Papua Nuova Guinea, nelle isole Andamane e Nicobare, in India, in Africa e
in Sudamerica.
[modifica]L'Età della Pietra nella cultura popolare
In senso informale, l'espressione "età della pietra" viene spesso usata per riferirsi a popoli o gruppi di persone che
vivono in condizioni relativamente primitive. La frase inglese "bomb them back into the Stone Age" ("bombardarli
fino a farli tornare all'Età della Pietra") si riferisce a un attacco militare massiccio con distruzione di tutte le
infrastrutture su cui si basa la tecnologia moderna.
Nell'immaginario collettivo, l'Età della Pietra viene spesso associata allo stereotipo del cavernicolo, rappresentato
per esempio dai personaggi dei fumetti di B.C. o dei cartoni animati degli Antenati.
L'episodio "L'età preisterica" della serie A tutto reality: Azione! si basa sull'età della pietra.
[modifica]Note
1. ^ "Diet and Eating Habits in the Stone-Age," annecollins.com.
2. ^ Lorblanchet, M., 1995, Les grottes ornees de la prehistoire. Noveaux regards, Paris Errance
3. ^ Vialou, D.,1992, La Preistoria, Milano Rizzoli
4. ^ "Paleolithic, Mesolithic and Neolithic Art" (lecture 2, Rice University, Houston, Texas, 2 settembre 1998).
5. ^ M. Hoover, "Art of the Paleolithic and Neolithic Eras," da Art History Survey 1, San Antonio College
6. ^ Burial and mysticism in prehistory
[modifica]Bibliografia
Cristopher Scarre (a c. di), Past Worlds: The Times Atlas of Archaeology. Times Books, Londra 1988. ISBN 0-
7230-0306-8
Kathy D. Schick e Nicholas Toth, Making Silent Stones Speak: Human Evolution and the Dawn of Technology.
Simon & Schuster, New York 1993. ISBN 0-671-69371-9
[modifica]Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Età della pietra
[modifica]Collegamenti esterni
(EN) L'Età della Pietra presso history-world.org
(EN) Asce a mano dell'Età della Pietra
(EN) Abitazioni dell'Età della Pietra
(EN) Critica al concetto di "Età della Pietra"
Tavola dell'evoluzione geologica dell'Italia, della successione delle glaciazioni e del succedersi delle culture
umane Tavola delle glaciazioni e delle culture umane
Categoria: Preistoria | [altre]
Sistema delle tre età Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il sistema delle tre età è un sistema scientifico di periodizzazione della preistoria umana. Scopo del sistema è
creare una cronologia delle società umane che non hanno lasciato alcuna testimonianza scritta.
Secondo tale sistema, tutte le società umane hanno attraversato, durante la preistoria, tre tappe nel loro sviluppo.
Tali tappe sono contraddistinte dall'uso di tre differenti materiali, disposti lungo una scala evolutiva: la pietra, il
bronzo, il ferro. Le tre fasi dell'evoluzione umana nella preistoria prendono il nome quindi di Età della Pietra, Età
del Bronzo ed Età del Ferro.
Il sistema fu formulato nel 1836 da Christian Jürgensen Thomsen, curatore del Museo Nazionale
Danese di Copenaghen, e rimane ancora oggi un riferimento noto e utilizzato dagli archeologi.
Lo svedese Sven Nilsson (1787-1883), professore di zoologia a Lund, lo adottò pochi anni dopo nel suo
libro Skandinaviska Nordens Orinvanare (che fu tradotto in inglese nel 1868 col titolo The primitive inhabitants of
Scandinavia).
Nel 1865 l'inglese John Lobbock (lord Avebury) suddivise ulteriormente l'età della Pietra in due periodi, che egli
designò con i termini di «Paleolitico» ("Pietra antica") e «Neolitico» ("Pietra nuova").
Nel 1872 il francese Gabriel de Mortillet suddivise il Paleolitico nei suoi tre stadi ancora oggi in uso (Inferiore,
Medio e Superiore), mentre nel 1881 introdusse anche i cinque stadi
"litici": Chelleano,Acheulano, Musteriano, Solutreano e Magdaleniano (tutti ancora in uso, tranne il primo).
A questi stadi Henri Breuil ("l'abate Breuil") nel 1912 aggiunse l'Aurignaziano, ponendolo tra Musteriano e
Solutreano.
Quando, nello stesso anno, Robert Schmidt usò lo schema francese per classificare i risultati dei suoi scavi in
Germania, lo schema divenne internazionale.
La suddivisione dell'evoluzione umana in periodi, in funzione del tipo di materiali usati per la realizzazione di
manufatti, ha ovviamente motivazioni pratiche da un punto di vista archeologico; altrettanto evidentemente, però,
si tratta di una suddivisione che astrae da molti altri fattori non meno importanti, quali il tipo di organizzazione
sociale, il tipo di cibo usato per il sostentamento, l'evoluzione dellinguaggio, della religione e via dicendo.
Man mano che gli studiosi trovano i mezzi per raccogliere informazioni, o formulare ipotesi, su questi altri elementi,
il sistema delle tre età risulta via via più limitativo. In particolare, esso può essere applicato in modo
sufficientemente definito soltanto in relazione all'ambito geografico-culturale rispetto a cui è stato inizialmente
definito, ovvero Europa, Medio Oriente, Africa del Nord e Asia orientale e meridionale.
[modifica]Fonte
Mario Alinei, Origini delle lingue d'Europa, Il Mulino, 1996.
Categoria: Preistoria
Mesolitico Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Paleolitico
Paleolitico inferiore
Homo
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Paleolitico superiore
Propulsore (Armi da lancio),Addomesticazione del cane
Mesolitico
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Cultura kebariana
Cultura natufiana
Neolitico
Neolitico preceramico
coltivazione,addomesticamento
Ceramica neolitica
↓ Età dei metalli
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Il mesolitico o epipaleolitico è il periodo intermedio dell'Età della pietra.
Il Mesolitico in Europa viene suddiviso in quattro periodi, ciascuno caratterizzato da conoscenze e tecniche
leggermente diverse:
1. Maglemosiano
2. Aziliano
3. Sauveteriano
4. Tardenoisiano
Durante il Mesolitico si elaborano tecniche sofisticate di lavorazione della pietra, come quella della "microlitica",
nella quale piccole schegge di selce fissate a manici in legno o in osso sono utilizzate per costruire utensili per la
caccia e la raccolta dei vegetali.
Si ha inoltre uno sviluppo delle armi da lancio e in particolare si generalizza l'impiego dell'arco e della freccia,
soprattutto in Europa. Ciò è dovuto a rilevanti cambiamenti nella composizione delle prede, tra le quali spariscono
i grandi migratori, probabilmente in seguito al riscaldamento del clima. L'uomo deve adattarsi al nuovo ambiente
di foreste e conosce una crescita demografica senza precedenti.
Le abitazioni sono costituite da capanne che formano villaggi
Indice
[nascondi]
1 Arte
2 Sepoltura di Théviec - Museo di Tolosa
3 Epipaleolitico
4 Voci correlate
5 Altri progetti
[modifica]Arte
Nel Mesolitico l'Homo sapiens rappresenta sulla roccia nuove immagini, non più quelle raffiguranti uomini a caccia
di mammiferi di grossa taglia, poiché questo periodo è caratterizzato dallo svilupparsi del bosco, ambiente non
adatto alla sopravvivenza di tali animali, i quali emigrano verso Nord. La tecnica principale dell'arte mesolitica è,
come sempre, il graffito.
[modifica]Sepoltura di Théviec - Museo di Tolosa
[modifica]Epipaleolitico
Il termine epipaleolitico viene preferito come alternativa a mesolitico nelle aree che hanno subito un minore
influsso dalle glaciazioni. Il periodo inizia alla fine del pleistocene circa 11000 anni fa e termina con l'introduzione
dell'agricoltura che si suppone avvenuta nel neolitico circa 8000 anni fa. Queste date di riferimento sono
comunque oggetto di ulteriori studi, ricerche, ipotesi. L'epipaleolitico è notevole in Medio Oriente, Anatolia e Cipro,
cioè in aree in cui la rivoluzione del neolitico (neolitizzazione) è avvenuta in anticipo ed il cambio climatico
susseguente al periodo post-glaciazione non è stato molto sensibile. I cacciatori-raccoglitori dell'epipaleolitico
costruirono strumenti relativamente avanzati da piccole pietre o lame di ossidiana, conosciuti come microliti
utilizzando strumenti di legno. Erano nomadi in genere, anche se la cultura natufiana nel Levante aveva realizzato
stanziamenti permanenti.
[modifica]Voci correlate
Cultura natufiana
Paleolitico
Neolitico
Fase protostorica del Vicino Oriente (120.000 - 3500 a.C.)
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Categoria: Preistoria | [altre]
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Europa
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↓ Storiografia
Questo
box: vedi • disc. • mod.
L'età del rame, che viene indicata anche con il termine di eneolitico (e con termini più desueti
come calcolitico o cuprolitico), si riferisce a un periodo dellapreistoria considerato come tappa di transizione tra
le industrie litiche del neolitico finale e la nascente metallurgia. In quest'epoca
i metalli come oro, argento erame sono utilizzati nel quadro di un artigianato secondario, mentre la parte
essenziale degli strumenti rimane di pietra o di osso.
La letteratura scientifica europea spesso evita il termine "calcolitico", preferendo "età del rame", mentre gli
archeologi del Medio Oriente lo impiegano abitualmente. L'età del rame in Medio Oriente, nel Caucaso e nei
territori indiani inizia alla fine del V millennio a.C.[1]
A differenza che nel caso del bronzo e del ferro, l'utilizzo del rame sembra essere coesistito per un lungo periodo
con quello della pietra, senza apportare grandi sconvolgimenti socio-economici nelle civilizzazioni che lo
conoscevano. I ritrovamenti archeologici attestano inoltre che l'utilizzo del rame riguarda culture contemporanee e
vicine ad altre che lo ignoravano e ad altre ancora che già possedevano il bronzo.
Questa scarsa incidenza dell'utilizzo del rame sulle culture preistorica si deve probabilmente spiegare con le
difficoltà e gli scarsi benefici di questa nuova tecnica. Il rame si può raccogliere allo stato naturale in modeste
quantità e il minerale deve essere martellato prima di essere fuso a circa 1000°. La produzione è dunque casuale
a confronto con l'industria litica e riguarda principalmente pezzi di modeste dimensioni e le produzioni litiche sono
generalmente più raffinate.
Mappa di diffusione dell'uso del rame nativo durante il calcolitico.
Indice
[nascondi]
1 Europa
2 Mesoamerica
3 Africa
4 Asia
o 4.1 Sud
o 4.2 Est
o 4.3 Ovest
5 Note
6 Altri progetti
[modifica]Europa
Miniera di rame di epoca calcolitica nella Valle di Timna, deserto del Negev, Israele
Nell'Europa occidentale l'iniziale diffusione di un artigianato in rame, a partire dalla metà del III millennio
a.C. potrebbe essere avvenuta a partire dalle regioni dell'Egeo grazie a una via commerciale danubiana, ma
sembra comunque essere stata molto limitata. Sulla costa atlantica la più importante produzione metallica, sembra
essere stata quella dell'oro, fino all'introduzione del bronzo che segna il vero inizio dell'età dei metalli.
Tra le caratteristiche delle culture calcolitiche europee si riconoscono:
la tecnica litica del "ritocco a pressione", che permetteva una finezza ineguagliata per mezzo del distacco
successivo di piccole schegge di materiale;
l'incremento delle pratiche agricole grazie anche all'aratro (il cui uso è attestato anche in ambito rituale
nell'area megalitica di Saint Martin de Corléans adAosta, a ulteriore riprova della fondamentale importanza di
questo strumento nella vita produttiva);
l'emergere di differenze sociali e di ruoli di potere e controllo, indiziati dai dati provenienti dai contesti funerari
e dall'iconografia figurativa dei reperti studiati.
Tra le evidenze archeologiche e monumentali principali dell'Età del Rame si annoverano:
il bicchiere campaniforme, presente in molte regioni del Mediterraneo occidentale e dell'Europa;
la costruzione di megaliti, in particolare sulla costa atlantica europea
(Carnac in Bretagna, Stonehenge in Inghilterra), le statue stele e le stele antropomorfe nelle regioni
mediterranea e alpina
(Francia meridionale, Corsica, Sardegna, Lunigiana, Aosta e Sion in Svizzera, Arco in Trentino), oltre
alleincisioni rupestri, rinvenute nelle Alpi Retiche (Valtellina, Val Camonica, Alto Adige) e Marittime (Monte
Bego).
in Bulgaria tra il 4500 e il 4000 a.C.;
in Svizzera con la cultura di Pfyn (intorno al 3700 a.C.);
Tra i più recenti ritrovamenti va annoverato il corpo mummificato di un uomo preistorico, noto come
la mummia del Similaun e successivamente soprannominato Ötzi, dal nome del luogo del ritrovamento, il
ghiacciaio del Similaun, nelle Alpi Venoste al confine tra l'Alto Adige e la valle di Ötz in Austria. Tra gli oggetti
rinvenuti nel 1991 assieme al corpo, datato al 3.330 a.C., c'era anche un'ascia in rame, il che indica che la
lavorazione del metallo in questa parte dell'Europa era già presente almeno 5.300 anni fa, cioè 500 anni prima
di quanto precedentemente ritenuto.[2]
Un successivo ritrovamento di un'ascia di rame a Prokuplje in Serbia, datata al 5.500 a.C., ha ulteriormente
anticipato a 7.500 anni fa l'utilizzo di oggetti in rame.[3]
[modifica]Mesoamerica
Meno comunemente, il termine di età del rame venne applicato alle civiltà mesoamericane quando iniziarono ad
usare il rame a seguito del contatto con i conquistatori europei.[4]
[modifica]Africa
In Egitto nel sito di Nagada (4000-3200 a.C. circa), con asce piatte, ceselli, coltelli con manico in osso e spille.
[modifica]Asia
[modifica]Sud
Gli abitanti di Mehrgarh in Asia meridionale avevano strumenti in rame tra il 7700 e il 3300 a.C.[5]
Nella valle dell'Indo, nei siti di Harappa e di Mohenjo Darô (intorno al 2500 a.C.), con oggetti in piombo, oro e rame
dal forte contenuto in arsenico (e quindi quasi allo stato naturale), associati persino ai primi oggetti in bronzo (grani
di collana, anelli per caviglie e fermagli);
[modifica]Est
Nel V millennio a.C. iniziano ad apparire manufatti in rame nell'Asia orientale, come nelle
culture Jiangzhai e Hongshan, ma non furono usati su larga scala.
[modifica]Ovest
A Cipro, indubbiamente per influsso anatolico, nel sito di Ambelikou, dove la ceramica rossa permette la datazione
tra il 2300 e il 2000 a.C.;
A Troia gli scavi di Schliemann ne rivelano la presenza già nei livelli più antichi, moltiplicandosi poi ai livelli II e III
(2300-2100 a.C.).
[modifica]Note
1. ^ "Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol.IV, pag.353
2. ^ Oetzi: The 5000 Year Old Murder Case --SOLVED! http://www.mondovista.com/oetzi.html
3. ^ Ancient axe find suggests Copper Age began earlier than believed
4. ^ T.C. Pleger (2000) The Old Copper Complex of the Western Great Lakes [1]
5. ^ Possehl, Gregory L. (1996). Mehrgarh in Oxford Companion to Archaeology, a cura di Brian Fagan. Oxford
University Press.
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L'età del bronzo indica, rispetto a una data società preistorica o protostorica, il periodo caratterizzato dall'utilizzo
sistematico ed esteso della metallurgia delbronzo che, per quanto attiene l'Europa, si estende dal 3500 al 1200
a.C. circa. Tale utilizzo potrebbe essere basato sulla fusione locale di rame e stagno estratto dai minerali oppure,
come nel caso della Scandinavia, dal commercio del bronzo dalle aree di estrazione e/o produzione verso altre
zone. La denominazione è stata introdotta dal ricercatore danese Christian Jürgensen Thomsen che nel 1816,
durante la sua opera di classificazione delle antichità nazionali, ebbe l'intuizione dell'importanza, per le vicende
delle varie popolazioni, del successivo utilizzo da parte degli uomini di oggetti in pietra, in bronzo e in ferro.
Riguardo alla metallurgia, i minerali allo stato naturale tipicamente contengono arsenico come una comune
impurità. I minerali di rame/stagno sono rari, confermato dal fatto che non c'erano bronzi di stagno nell'Asia prima
del 3000 a.C. L'età del bronzo viene considerata come la seconda parte di un sistema così definito delle tre
età riferito alle società pre- e proto-storiche, sebbene ci siano alcune culture che hanno estese documentazioni
scritte durante la loro età del bronzo. In questo sistema, in alcune aree del mondo, l'età del bronzo seguiva
quella neolitica. D'altra parte, in molte parti dell'Africa subsahariana, il neolitico è seguito direttamente dall'età del
ferro. In alcune parti del mondo, l'età del rame segue quella neolitica e precede l'età del bronzo.
Oggi è generalmente ammesso che questo periodo succeda al calcolitico e preceda l'età del ferro. Dunque, come
per gli altri periodi della preistoria, i suoi limiti cronologici variano notevolmente secondo l'ambiente geografico e
culturale considerato. Nella civiltà latina, ad esempio, la distinzione tra rame e bronzo non era prevista neanche
nell'ambito linguistico, e veniva usato lo stesso termine (aes, per il rame, e successivamente anche aes cuprum o
solo cuprum, termine derivato dal fatto che importanti miniere erano state trovate nell'isola di Cipro) per indicare i
due metalli. Nei forni di fusione, la lega rame-stagno, cioè il bronzo, nacque probabilmente per l'aggiunta casuale
di minerali misti contenenti tale elemento, e solo in un secondo tempo ci si rese conto delle migliorate proprietà di
resistenza meccanica e di aspetto.
Area di diffusione della metallurgia nell'età del bronzo
L'età del bronzo viene generalmente suddivisa in Bronzo antico, Bronzo medio, Bronzo recente e Bronzo finale e
questi periodi, che servono come riferimento alla maggior parte delle cronologie, sono ulteriormente suddivisi in
modo diverso regione per regione.
L'età del bronzo è ben conosciuta nell'Europa continentale, nelle regioni dell'Egeo, nel Vicino Oriente e in Cina,
nella quale coincide con la dinastia Shang.
È notevole il fatto che in America latina le civiltà andine conobbero, nella loro fase di massimo sviluppo, una
metallurgia basata sull'oro e sul rame fino alla conquista spagnola, mentre le civiltà mesoamericane come
i Maya e gli Aztechi non fossero andati oltre il neolitico. All'arrivo di Hernán Cortés i guerrieri aztechi affrontarono
i conquistadores spagnoli con spade a punta di ossidiana.
Indice
[nascondi]
1 Origini
2 Vicino Oriente
o 2.1 Mesopotamia
o 2.2 Antico Egitto
o 2.3 Anatolia
o 2.4 Altopiano persiano
o 2.5 Caucaso
3 Asia centrale
4 Valle dell'Indo
5 Estremo Oriente
o 5.1 Cina
o 5.2 Sud-Est Asiatico
o 5.3 Penisola coreana
6 Steppe del Ponto e del Caspio
7 Europa
o 7.1 Europa centrale
o 7.2 Egeo
7.2.1 Collasso nell'Egeo
o 7.3 Italia
o 7.4 Penisola Iberica, Francia
o 7.5 Gran Bretagna
7.5.1 Barche nell'età del bronzo
o 7.6 Irlanda
o 7.7 Nord Europa
8 Americhe
9 Bibliografia
10 Voci correlate
11 Note
12 Altri progetti
13 Collegamenti esterni
[modifica]Origini
Il luogo e il tempo dell'invenzione del bronzo sono controversi. È possibile che la metallurgia del bronzo fosse
stata inventata indipendentemente nella cultura Majkop del Caucaso settentrionale, risalente alla metà del IV
millennio a.C., che farebbe di loro i fabbricanti del bronzo più antico mai conosciuto; ma altri datano gli stessi
reperti della cultura Majkop alla metà del III millennio a.C. Tuttavia, questa cultura aveva soltanto il bronzo
d'arsenico, una lega che si trova già allo stato naturale. Il bronzo di stagno, che si sviluppò più tardi, richiede
tecniche più sofisticate di produzione; lo stagno deve essere estratto dalla miniera (principalmente
come cassiterite, minerale dello stagno) e fuso separatamente, aggiunto dunque poi al rame liquefatto per formare
la lega del bronzo.
[modifica]Vicino Oriente
Per approfondire, vedi la voce Vicino Oriente antico.
Decorazioni e armi dell'età del bronzo
La periodizzazione per l'età del bronzo nel Vicino Oriente antico è la seguente:
Età del bronzo (3300–1200 a.C.)
Antica età del bronzo
(3300–2000 a.C.)
Antica età del bronzo I 3300–3000 a.C.
Antica età del bronzo II 3000–2700 a.C.
Antica età del bronzo III 2700–2200 a.C.
Antica età del bronzo IV 2200–2000 a.C.
Media età del bronzo
(2000–1550 a.C.)
Media età del bronzo I 2000–1750 a.C.
Media età del bronzo II 1750–1650 a.C.
Media età del bronzo III 1650–1550 a.C.
Tarda età del bronzo
(1550–1200 a.C.)
Tarda età del bronzo I 1550–1400 a.C.
Tarda età del bronzo II A 1400–1300 a.C.
Tarda età del bronzo II B 1300–1200 a.C.
[modifica]Mesopotamia
In Mesopotamia, l'età del bronzo inizia circa nel 2900 a.C. nel tardo periodo di Uruk, abbracciando l'antico periodo
dinastico di Sumer, l'Impero accadico, i periodi antico babilonese e antico assiro e il periodo dell'egemonia cassita.
[modifica]Antico Egitto
Nell'Antico Egitto, l'età del bronzo inizia nel periodo protodinastico, 3150 a.C. ca.
Antica età del bronzo
Antico periodo dinastico dell'Egitto
Antico Regno
Primo periodo intermedio dell'Egitto
Media età del bronzo
Medio Regno d'Egitto
Secondo periodo intermedio dell'Egitto (Hyksos)
Tarda età del bronzo
Nuovo Regno
[modifica]Anatolia
Per approfondire, vedi la voce Storia dell'Anatolia.
Impero ittita
Arzawa
Assuwa
[modifica]Altopiano persiano
Per approfondire, vedi la voce Altopiano persiano.
Elam
Konar Sandal
Cultura di Kulli
Tappeh Sialk
Complesso archeologico battriano-margiano
[modifica]Caucaso
Alcuni studiosi datano alcuni manufatti in bronzo arsenicale della cultura Majkop, nel Caucaso settentrionale, alla
metà del IV millennio a.C.[1]
[modifica]Asia centrale
I Monti Altai, in quella che è attualmente la Russia meridionale e la Cina centrale, sono stati identificati come la
zona di origine di un enigma culturale definito fenomeno Seima-Turbino.[2]
Si è congetturato che in questa regione,
all'inizio del II millennio a.C. circa, i problemi climatici crearono mutamenti ecologici, economici e politici che
innescarono una rapida e massiccia migrazione di popoli verso ovest, nell'Europa nord-orientale e verso est, nella
Cina sud-orientale, Vietnam e Thailandia attraverso una frontiera di quasi 4.000 miglia.[2]
Questa migrazione ebbe
luogo nel giro di cinque o sei generazioni e condusse, dalla Finlandia a ovest fino alla Thailandia a est, i popoli che
utilizzavano la stessa tecnologia metallurgica e, in alcune aree, l'allevamento e il maneggio del cavallo.[2]
Si è
ulteriormente ipotizzato che questo fenomeno possa essere visto come il veicolo attraverso il quale il gruppo
delle lingue uraliche, diffondendosi attraverso Europa e Asia, produsse in definitiva 39 lingue moderne
incluso ungherese, finnico, estone e lappone.[2]
[modifica]Valle dell'Indo
Per approfondire, vedi la voce civiltà della valle dell'Indo.
L'età del bronzo nel subcontinente indiano esordisce intorno al 3300 a.C. con la nascita della civiltà della valle
dell'Indo. Gli abitanti dell'antica valle dell'Indo, gli harappa, svilupparono nuove tecniche nella metallurgia
producendo rame, bronzo, piombo e stagno.
L'età del bronzo indiano termina all'inizio del periodo vedico dell'età del ferro (1500–500 a.C.). Vale a dire durante
la cultura degli harappa, risalente al 1700-1300 a.C., che si sovrappone al periodo di transizione tra l'età del
bronzo e quella del ferro, rendendo difficile individuare con precisione la vera fine dell'età del bronzo indiana.
[modifica]Estremo Oriente
[modifica]Cina
Gefuding gui in bronzo a due manici, delle dinastia cinese Shang (1600–1046 a.C.).
Gli storici sono concordi riguardo alle date che sarebbero attribuite all'“età del bronzo” in Cina. La difficoltà risiede
di per sé nella definizione di “età del bronzo”, poiché essa viene applicata per significare un periodo nella storia
europea e medio-orientale, quando gli utensili in bronzo rimpiazzarono quelli in pietra, più tardi sostituiti da quelli in
ferro. In questi luoghi, dunque, l'elemento della nuova “età” rendeva obsoleto quello vecchio. In Cina, invece, ogni
tentativo di stabilire un certo gruppo di date per il bronzo viene reso complicato da due fattori: l'arrivo della
tecnologia del ferro e la persistenza di strumenti in bronzo, armi e vasi sacri. I manufatti dell'antico bronzo
vengono trovati nel sito della cultura di Majiayao (3100-2700 a.C.), e da allora nella società del bronzo
gradualmente si accrescono.
La metallurgia del bronzo in Cina trae origine dalla cultura di Erlitou, che alcuni storici pensano di collocare dentro
un arco di tempo incluso in quello dellaDinastia Shang.[3]
Altri credono che i siti di Erlitou appartengano alla
precedente Dinastia Xia.[4]
La National Gallery of Art statunitense definisce l'età del bronzo cinese come il “periodo
approssimativamente compreso tra il 2000 a.C. e il 771 a.C., un arco di tempo che inizia con la cultura di Erlitou e
termina bruscamente con la disintegrazione del regno della dinastia occidentale Zhou.[5]
Benché ciò fornisca una
concisa intelaiatura di riferimenti, predomina la continuata importanza del bronzo nella metallurgia e cultura
cinese. Poiché questo è significativamente più tardo della scoperta del bronzo in Mesopotamia, la tecnologia del
bronzo potrebbe essere stata importata in Cina piuttosto che scoperta in modo indipendente. [6]
Vaso cinese pu in bronzo, con disegni costituiti da intrecci di draghi,Periodo delle primavere e degli autunni(722–481 a.C.).
Il ferro viene scoperto nel periodo Zhou, ma il suo uso non è molto esteso. Quando la letteratura cinese risalente
al VI secolo a.C. attesta la conoscenza della fusione del ferro, il bronzo continua ancora a occupare un posto
significativo nei documenti archeologici e storici ancora per qualche tempo.[7]
Lo storico W. C. White ipotizza che il
ferro non soppianti il bronzo se non “dopo la fine della dinastia Zhou (481 a.C.)” e che i vasi in bronzo
sostituiscano completamente la maggioranza di quelli in metallo attraverso il più tardo periodo Han, o il 221 d.C..[8]
I manufatti cinesi in bronzo generalmente sono utilitaristici (come punte di lancia o teste di ascia), o ritualistici,
come i numerosi grandi tripodi sacrificali. Tuttavia, anche alcuni degli oggetti più utilitaristici recano i marchi di più
elementi sacri. Il cinese incise tutti gli oggetti in bronzo con tre tipi di motivi principali: demoni, animali simbolici e
simboli astratti.[9]
Alcuni grandi bronzi recanti iscrizioni hanno aiutano storici e archeologi a collegare insieme la
storia della Cina, specialmente durante il periodo Zhou.
I bronzi del periodo Zhou Occidentale documentano grandi porzioni di storia non rintracciabili nei testi esistenti, e
spesso composti da persone di vario rango e possibilmente classe sociale. Inoltre, il bronzo conferisce al
documento così preservato una permanenza inalterata non goduta invece dai manoscritti.[10]
Queste iscrizioni
possono essere generalmente suddivise in quattro parti: un riferimento a data e luogo, la denominazione di eventi
commemorati, la lista di doni concessi all'artigiano in cambio del bronzo, e una dedica.[11]
I punti relativi di
riferimento in questi vasi consentono agli storici di collocare la maggior parte dei vasi dentro un certo arco di
tempo del periodo Zhou occidentale, permettendo loro di tracciare l'evoluzione dei vasi e gli eventi in essi
registrati.[12]
[modifica]Sud-Est Asiatico
Risalenti al neolitico, i primi tamburi in bronzo, i cosiddetti tamburi di Dong Son, sono stati scoperti nel e intorno
alla regione del delta del Fiume Rosso nelVietnam e nella Cina meridionale. Questi vengono correlati alla cultura
preistorica vietnamita di Đông Sơn.
Nel Ban Chiang, Thailandia, (Sud-Est Asiatico) sono stati scoperti manufatti in bronzo risalenti al 2100 a.C.[13]
Nel Nyaunggan, durante gli scavi sono stati trovati utensili in bronzo birmani insieme a manufatti in ceramica e
pietra. La datazione attualmente è ancora ampia (3500–500 a.C.).[14]
[modifica]Penisola coreana
Per approfondire, vedi la voce Periodo della ceramica di Mumun.
Il medio periodo della cultura della ceramica di Mumun, nella penisola coreana meridionale, gradualmente adottò
la produzione del bronzo (700–600? a.C. ca.) dopo un periodo in cui i pugnali stile Liaoning e altri manufatti in
bronzo venivano barattati fin nelle zone interne della penisola meridionale (900–700 a.C. ca.). I pugnali in bronzo
conferivano prestigio e autorità ai personaggi che li brandivano e venivano sepolti insieme a loro, dentro sepolture
megalitiche nobiliari dei centri costieri meridionali, come il sito di Igeum-dong. Il bronzo fu un elemento importante
nelle cerimonie e nelle offerte mortuarie fino al 100 d.C.
[modifica]Steppe del Ponto e del Caspio
Per approfondire, vedi le voci Cultura di Srednij Stog, Cultura di Jamna, Cultura delle catacombe e Srubna.
[modifica]Europa
Per approfondire, vedi la voce Età del bronzo in Europa.
[modifica]Europa centrale
Nell'Europa Centrale, l'antica cultura di Unetice (1800–1600 a.C.) dell'età del bronzo comprende numerosi gruppi
più piccoli come le culture di Straubing, Adlerberg e Hatvan. Alcune sepolture molto ricche, come una localizzata
a Leubingen con doni mortuari lavorati in oro, indica un incremento della stratificazione sociale sempre presente
nella cultura di Unetice. Dappertutto, i cimiteri di questo periodo sono rari e di piccola dimensione. La cultura di
Unetice viene seguita dalla cultura dei tumuli nella media età del bronzo (1600–1200 a.C.), caratterizzata da
sepolture in tumuli con inumazione. Negli affluenti ungheresi del Körös, l'antica età del bronzo vide per prima
l'introduzione della cultura di Mako, seguita dalla culture di Ottomany e Gyulavarsand.
La cultura dei campi di urne (1300–700 BCE), della tarda età del bronzo, è caratterizzata da sepolture con
cremazione. Essa comprende la cultura lusaziana nella Germania orientale e Polonia (1300–500 a.C.) che
continua nell'età del ferro. L'età del bronzo del Centro Europa è seguita dalla cultura di Hallstatt (700–450 a.C.)
dell'età del ferro.
I siti importanti comprendono:
Biskupin (Polonia)
Nebra (Germania)
Vráble (Slovacchia)
Zug-Sumpf, Zug, Svizzera
L'età del bronzo nel Centro Europa è stata descritta nello schema cronologico dal tedesco, esperto in preistoria,
Paul Reinecke. Egli descrive il periodo del Bronze A1 (Bz A1) (2300-2000 a.C.: pugnali triangolari, asce piatte,
protezioni da polso in pietra (wrist-guards), punte di frecce in selce) e il periodo del Bronze A2 (Bz A2) (1950-1700
a.C.: pugnali con impugnatura metallica, asce bordate, alabarde, spilli con teste sferiche perforate, solidi
braccialetti) e le fasi Hallstatt A e B (Ha A e B).
[modifica]Egeo
Per approfondire, vedi la voce Civiltà egea.
Lingotto di rame dell'età del bronzo trovato a Creta.
L'età del bronzo nell'Egeo inizia intorno al 3000 a.C., quando le civiltà per prima stabilirono una
rete commerciale a lungo raggio. Questa rete importava stagno e carbone a Cipro, dove veniva estratto il rame,
che insieme allo stagno formavano il bronzo. Gli oggetti in bronzo venivano esportati in lungo e in largo,
agevolando i rapporti commerciali. L'analisi isotopica dello stagno in alcuni oggetti in bronzo del bacino del
Mediterraneo indicano che esso provenisse dalla lontana Gran Bretagna. [senza fonte]
La conoscenza della navigazione era ben sviluppata in questo tempo, e raggiungeva un culmine di abilità
insuperata (eccetto dai marinai polinesiani) fino al 1750 dell'era volgare, quando venne scoperto un metodo (o
forse riscoperto) per determinare la longitudine.
La civiltà minoica basata su Cnosso sembra avesse coordinato e difeso il suo commercio nell'età del bronzo.
Si è creduto che anche gli illiri possano aver avuto origine nell'antica età del bronzo.
Una mancanza cruciale in questo periodo era che i metodi moderni di contabilità non erano disponibili. Numerose
autorità [senza fonte]
credono che gli antichi imperi fossero propensi a sottovalutare gli alimenti base a favore di
quelli voluttuari, e a causa di ciò fossero periti, per le carestie create da un commercio non economico.
[modifica]Collasso nell'Egeo
Per approfondire, vedi la voce collasso dell'età del bronzo.
Come l'età del bronzo finì in questa regione è ancora in fase di studio. C'è l'evidenza che
l'amministrazione micenea dell'impero commerciale regionale seguisse il declino della supremazia minoica.
Esistono anche attestazioni che avvalorano l'ipotesi che molti stati clienti minoici persero gran parte delle loro
rispettive popolazioni a causa di carestie estreme e/o pestilenza, e di conseguenza ciò starebbe ad indicare che la
rete commerciale possa avere fallito in un qualche punto, ostacolando così il commercio che avrebbe
precedentemente alleviato tali carestie, impedendo alcune forme di malattie da denutrizione. È noto inoltre che
il granaio dell'impero minoico, l'area nord del Mar Nero, in modo consequenziale perse improvvisamente porzioni
significative della sua popolazione e probabilmente anche la capacità di una coltivazione che soddisfacesse le
richieste della rete commerciale.
Spada micenea trovata nell'Europa orientale
Una recente ricerca ha screditato la teoria riguardo al fatto che l'esaurimento delle foreste cipriote potessero aver
causato la fine del commercio del bronzo, avendo esse fama di essere esistite fino a tempi posteriori, ma le prove
hanno mostrato che la produzione di carbone sulla scala necessaria per la produzione del bronzo (nella tarda età
del bronzo) le avrebbe esaurite in meno di cinquanta anni.
In base a una teoria si ipotizza che quando gli strumenti in ferro divennero di uso molto comune, la principale
giustificazione del commercio dello stagno finì, e che la rete commerciale cessasse di funzionare come prima. Le
singole colonie dell'impero minoico allora soffrirono siccità, carestia, guerra, o in qualche modo una combinazione
di questi fattori, e perciò esse non ebbero più nessuno accesso alle ampie risorse di un impero da cui esse
avrebbero potuto facilmente essere ottenute.
Un'altra famiglia di teorie considera la stessa Cnosso. L'eruzione di Thera avvenne in questo periodo, 110
chilometri a nord di Creta. Alcuni specialisti congetturano che uno tsunami originato da Thera distruggesse le città
cretesi. Altri dicono che forse lo tsunami distruggesse la flotta cretese nei suoi ricoveriportuali, facendo sì che
d'allora in poi perdesse battaglie navali cruciali; in questo modo, con l'evento del TMIB/TMII (1450 a.C. ca.), le
città di Cretabruciarono, dando così modo alla civiltà micenea di impossessarsi facilmente di Cnosso. Se
l'eruzione successe nel tardo XVII secolo a.C. (come pensano oggi molti cronologisti), allora i suoi effetti immediati
appartengono alla media età del bronzo fino alla transizione della tarda età del bronzo, e non in modo circoscritto
alla fine della tarda età del bronzo; ma potrebbero avere comunque scatenato l'instabilità che condusse al
collasso, prima di Cnosso e dunque di tutta la società dell'età del bronzo. Una tale teoria mette in conto il ruolo
dell'abilità cretese nell'amministrazione dell'impero, dopo Thera. Se questa abilità era concentrata a Creta, allora
i micenei, quando vennero ad amministrarne il suo impero, potrebbero aver fatto una politica decisamente errata
dal punto di vista commerciale.
I ritrovamenti archeologici più recenti, sull'isola di Thera (più comunemente nota oggi come Santorini),
suggeriscono che il centro della civiltà minoica al tempo dell'eruzione si trovasse effettivamente su quest'isola
piuttosto che a Creta. Secondo questa teoria, la catastrofica perdita del centro politico, amministrativo ed
economico provocata dall'eruzione, come pure il danno aggiuntivo dello tsunami inflitto alle città costiere e ai
villaggi di Creta, precipitassero i minoici in una fase di repentino declino. Un'entità politica indebolita con una
capacità economica e militare ridotta, faceva sì che le mitiche ricchezze fossero allora più facilmente vulnerabili
per i predatori umani. In realtà, l'eruzione di Santorini viene di solito datata al 1630 a.C. ca. La Grecia micenea
entra per la prima volta nella documentazione storica soltanto poche decadi più tardi, 1600 a.C. ca. Così, i
successivi assalti micenei condotti a Creta (1450 a.C. ca.) e a Troia (1250 a.C. ca.) non rivelano altro che continue
e costanti invasioni greche sul mondo minoico indebolito.
Ognuna di queste teorie è convincente, e tutti i loro aspetti possono avere qualche validità nel descrivere la fine
dell'età del bronzo in questa regione.
[modifica]Italia
I villaggi padani delle terramare, circondati da argini e fossato.
Per approfondire, vedi la voce Cultura appenninica.
[modifica]Penisola Iberica, Francia
Per approfondire, vedi la voce Età del bronzo atlantica.
Pugnale gigante cerimoniale del tipo Plougrescant-Ommerschans, Plougrescant, Francia, 1500–1300 a.C.
[modifica]Gran Bretagna
Per approfondire, vedi la voce Britannia dell'età del bronzo.
Nella Gran Bretagna, l'età del bronzo viene considerata come il periodo che va dal 2100 al 750 a.C.
La migrazione portò nuove genti dal continente sulle isole. Recenti ricerche riguardo agli isotopi contenuti nello
smalto dentale sui corpi, trovati nelle tombe dell'antica età del bronzo intorno a Stonehenge, indicano che almeno
qualcuno dei migranti provenisse dall'area dell'attuale Svizzera. La cultura del vaso campaniforme mostrava
comportamenti diversi rispetto al popolo più arcaico del neolitico, un mutamento culturale senz'altro significativo.
Si è supposto che l'integrazione fosse stata pacifica, dato che molti arcaici siti di tipohenge vennero
apparentemente adottati dai nuovi arrivati. In questo periodo la ricca cultura del Wessex si sviluppò nella Britannia
meridionale. Inoltre, durante l'età del bronzo, il clima venne deteriorandosi: laddove una volta era caldo e secco,
diventava molto più umido, costringendo così la popolazione ad abbandonare i siti facilmente difesi nelle colline e
nelle fertili valli. Le grandi fattorie con bestiame si svilupparono nei bassopiani che sembrano avere contribuito alla
crescita economica e suggerito la deforestazione, sempre in aumento. La cultura di Deverel-Rimbury inizia ad
emergere nella seconda metà della media età del bronzo (1400–1100 a.C. ca.) sfruttando queste condizioni. Nelle
regioni di Devon e Cornovaglia c'erano le maggiori fonti di stagno per molta parte dell'Europa occidentale e
il rame veniva estratto dai siti come la miniera di Great Orme nel Galles settentrionale. I gruppi sociali sembrano
essere stati tribali, ma con una crescente complessità e gerarchie che ormai diventavano evidenti.
Inoltre, la sepoltura del morto (che di solito fino a questo periodo era stata comune) divenne più individuale. Per
esempio, mentre nel neolitico una grandechambered cairn (lett. tumulo provvisto di camere) o long barrow (lett.
lungo tumulo) veniva usata per ospitare il morto, l'antica età del bronzo vide persone sepolte in barrows (tumuli)
individuali (anche comunemente noti e segnati sulle moderne carte geografiche militari britanniche come Tumuli),
o talvolta in ciste coperte con tumuli.
La più grande quantità di oggetti in bronzo trovati in Inghilterra vennero scoperti nell'East Cambridgeshire, dove i
reperti più importanti vennero recuperati a Isleham (più di 6500 pezzi).[15]
Significativo ilpugnale di Oxborough.
[modifica]Barche nell'età del bronzo
Imbarcazione dell'età del bronzo di Dover — il più antico battello d'alto mare costruito con tavole
Imbarcazione di Ferriby
Tesoro di Langdon Bay — vedi anche Museo di Dover
(EN) Sommozzatori portano alla luce un tesoro dell'età del bronzo al largo di Devon
(EN) Reperti di Moor Sands, inclusa una ragguardevole spada ben conservata e completa che ha paralleli con
il materiale proveniente dal bacino della Senna, nella Francia settentrionale
[modifica]Irlanda
l'età del bronzo in Irlanda incomincia intorno al 2000 a.C. quando il rame venne utilizzato in insieme allo stagno
per fabbricare asce piatte del tipo Ballybeg e oggetti metallici associati. Il periodo precedente è conosciuto
come età del rame ed è caratterizzato dalla produzione di asce piatte, pugnali, alabarde e punteruoli in rame. Il
periodo viene diviso in tre fasi: antica età del bronzo (2000–1500 a.C.), media età del bronzo (1500–1200 a.C.),
e tarda età del bronzo (1200–500 a.C. ca.). L'Irlanda è anche nota per un numero relativamente grande
di sepolture dell'antica età del bronzo.
Uno dei tipi di manufatti caratteristici dell'antica età del bronzo in Irlanda è l'ascia piatta. Ci sono cinque tipi
principali di asce piatte: Lough Ravel (2200 a.C. ca.), Ballybeg (2000 a.C. ca.), Killaha (2000 a.C.
ca.), Ballyvalley (2000 ca.–1600 a.C.), Derryniggin (1600 a.C. ca.), e numerosi lingotti a forma d'ascia.[16]
[modifica]Nord Europa
Per approfondire, vedi la voce Età del bronzo scandinava.
[modifica]Americhe
La civiltà Inca del Sud America in modo indipendente scopre e sviluppa la metallurgia del bronzo [1]. La
successiva apparizione di una limitata fusione di bronzo nel Messico occidentale (vediMetallurgia nel
Mesoamerica pre-colombiano) suggerisce un contatto di quella regione con gli Incas oppure la scoperta autonoma
di questa tecnologia.
[modifica]Bibliografia
(EN) Eogan, George (1983) I tesori dell'età del bronzo irlandese, Dublino: University College, 331p., ISBN 0-
901120-77-4
(EN) Hall, David e Coles, John (1994) Indagine sulla zona di Fenland: un saggio su paesaggio e persistenza,
notizia archeologica 1, Londra: English Heritage, 170 p., ISBN 1-85074-477-7
(EN) Pernicka, E., Eibner, C., Öztunah, Ö., Wagener, G.A. (2003) "Metallurgia dell'età del bronzo nell'Egeo
nord-orientale", In: Wagner, G.A., Pernicka, E. e Uerpmann, H-P. (eds.), Troia and the Troad: scientific
approaches, Natural science in archaeology, Berlin; Londra: Springer, ISBN 3-540-43711-8, p. 143–172
(EN) Waddell, John (1998) L'archeologia preistorica in Irlanda, Galway University Press, 433 p., ISBN 1-
901421-10-4
(EN) Siklosy et al. (2009): Evento vulcanico nell'età del bronzo registrato nelle stalagmiti tramite studi
combinati su isotopi e elementi in tracce. Comunicazioni rapide nella spettrometria di massa, 23/6, 801-808.
[DOI: 10.1002/rcm.3943] http://www3.interscience.wiley.com/journal/122202090/abstract
[modifica]Voci correlate
Tavola sinottica delle principali culture preistoriche del mondo antico
Sistema delle tre età
[modifica]Note
1. ^ (EN) http://budgetcastingsupply.com/images/C873-Silicon-Bronze.jpg
2. ^ a b c d Keys, David (gennaio 2009). Studenti scoprono il codice di un antico enigma. BBC History Magazine 10:
p. 9.
3. ^ Chang, K. C.: “Studi di archeologia Shang”, pp. 6–7, 1. Yale University Press, 1982.
4. ^ Chang, K. C.: “Studi di archeologia Shang”, p. 1. Yale University Press, 1982.
5. ^ (EN) http://www.nga.gov/education/chinatp_pt2.shtm Archeologia cinese didattica, parte II — NGA
6. ^ (EN) Li-Liu; Il neolitico cinese, Cambridge University Press, 2005
7. ^ (EN) Barnard, N.: “Fusione del bronzo e leghe del bronzo nell'antica Cina”, p. 14. The Australian National
University and Monumenta Serica, 1961.
8. ^ (EN) White, W. C.: “Cultura del bronzo dell'antica Cina”, p. 208. University of Toronto Press, 1956.
9. ^ (EN) Erdberg, E.: “Bronzi cinesi antichi”, p. 20. Siebenbad-Verlag, 1993.
10. ^ (EN) Shaughnessy, E. L.: “Fonti della storia della dinastia Zhou occidentale”, pp. XV–XVI. University of
California Press, 1982.
11. ^ (EN) Shaughnessy, E. L. “Sorgenti della storia della dinastia Zhou occidentale”, pp. 76–83. University of
California Press, 1982.
12. ^ (EN) Shaughnessy, E. L. “Fonti della storia della dinastia Zhou occidentale”, p. 107
13. ^ (EN) Bronzo da Ban Chiang, Thailandia: Una sguardo dal laboratorio
14. ^ (EN) Città di Nyaunggan - Siti archeologici nel Myanmar
15. ^ Hall e Coles, p. 81–88.
16. ^ Waddell; Eogan.
[modifica]Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Età del bronzo
[modifica]Collegamenti esterni
(EN) Età del bronzo in Europa (Web index) (archiviato dall'url originale)
(EN) Sagno antico: domanda antica e una nuova risposta
(EN) Mondo britannico - Britannia nell'età del bronzo
(EN) Mondo britannico - Irlanda nell'età del bronzo
(EN) Archeologia sperimentale dell'età del bronzo e riproduzioni per musei
(EN) Ricostruzione ipotetica di un insediamento di cultura lusaziana, sorta usando soltanto strumenti dell'età
del bronzo - Wola Radziszowska (vicino Cracovia) - Polonia
(EN) Umha Aois - Ricostruzione della metallurgia nell'età del bronzo
(EN) Umha Aois - Metallurgia nell'età del bronzo (videoclip)
(EN) Ricostruendo il Carro solare danese di Trundholm
(EN) Aegean and Balkan Prehistory: Articoli, site-notizie di siti e database bibliografico concernente l'Egeo, i
Balcani e l'Anatolia occidentale
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Categorie: Preistoria | Età del bronzo | [altre]
Età del ferro Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
L'età del ferro indica originariamente un periodo della preistoria o protostoria europea caratterizzato dall'utilizzo
della metallurgia del ferro, soprattutto per la fabbricazione di armi e utensili. L'adozione di questo nuovo materiale
spesso coincide con altri mutamenti nella società, non escluse le divergenti pratiche agricole, credenze religiose e
stili artistici.
Indice
[nascondi]
1 Visione d'insieme
2 Date
3 Uso del ferro nell'età del bronzo
4 Transizione dal bronzo al ferro
5 Vicino Oriente antico
o 5.1 Transizione
6 Africa sub-sahariana
7 Subcontinente indiano
8 Asia orientale
o 8.1 Cina
o 8.2 Giappone
o 8.3 Corea
9 Europa
o 9.1 Europa orientale
o 9.2 Europa centrale
o 9.3 Italia
o 9.4 Isole britanniche
o 9.5 Europa settentrionale
10 Note
11 Voci correlate
12 Altri progetti
13 Collegamenti esterni
[modifica]Visione d'insieme
L'età del ferro è l'ultimo dei periodi principali nel sistema tripartito usato per la classificazione delle società
preistoriche. In Europa e nel Vicino Oriente segue all'età del bronzo e, limitatamente alla prima, precede l'ingresso
della cultura considerata nel periodo storico, nel quale sono cioè presenti fonti scritte. L'età del ferro inizia intorno
al XII secolo a.C. nel mondo mediterraneo e tra il IX e l'VIII secolo a.C. nell'Europa settentrionale. Come per gli
altri periodi della preistoria i suoi limiti cronologici variano considerevolmente secondo il contesto geografico e
culturale. Alcune civilizzazioni non hanno mai conosciuto l'età del ferro, pur avendo uno sviluppo sociale e/o
tecnico notevole, come nel caso delle civiltà precolombiane.
Oggi pertanto si tende ad indicare con età del ferro non una fase cronologica o uno stadio evolutivo, ma la
presenza di una tecnica che influenzò profondamente e in modo duraturo la società di alcune culture, in particolar
modo in Europa. In particolare tra le civiltà che conobbero il ferro ci sono:
1. gli Achei nella Grecia arcaica,
2. gli Etruschi Villanoviani a Tarquinia, nel Lazio, nella Pianura padana, e in Campania,
3. i Veneti nell'area ad est di Verona,
4. i Celti, con le culture di Hallstatt e di La Tène,
5. i Germani.
Mappa delle culture di lingua proto-germanica nell'Età del ferro
In mancanza di conoscenze più vaste sulle comunità politiche e culturali dell'età del ferro, è la cultura
materiale che ci consente di definire in questo periodo dei grandi insiemi geografici in Europa, all'interno dei quali i
materiali presentano una notevole omogeneità, sia dal punto di vista della tecnica che da quello delle decorazioni.
Queste culture, che persistono per tutta l'età del ferro, pur espandendosi o contraendosi a seconda delle
circostanze, comprendono:
culture atlantiche in Gran Bretagna, regione vallone, ovest della Francia, regione basca;
culture nordiche nelle Fiandre, in Danimarca, in Scandinavia
culture polacche in Polonia e nei Carpazi settentrionali
culture nord-alpine nelle regioni francesi alpine e in Svizzera
culture iberiche nella Penisola Iberica, tranne che in Portogallo e nella regione basca;
culture italiche in Italia a sud delle Alpi
culture carpatiche nel bacino danubiano e nei Carpazi.
culture greche in Grecia e nelle regioni egee, compresa Creta.
[modifica]Date
Broch[1] a Dun Carloway, Lewis, Scozia
Un tetto di paglia dell'età del ferro, Butser Farm, Hampshire, Inghilterra
Classicamente, l'inizio dell'età del ferro viene fatta risalire ai principi del XII secolo a.C. nelle antiche civiltà
del Vicino Oriente antico, Iran, India (con la civiltà vedica post-rigvedica), e Grecia (con il cosiddetto medioevo
ellenico o età buia). In altre regioni d'Europa, essa inizia molto più tardi: nell'VIII secolo a.C. nell'Europa Centrale e
nel VI secolo a.C. nell'Europa Settentrionale. L'uso del ferro, con il processo di estrazione-fusione e forgiatura di
strumenti, appare nell'Africa occidentale verso il 1200 a.C., facendo di essa uno dei primi luoghi di nascita dell'età
del ferro.[2][3][4]
(Si è creduto che il ferro meteoritico, o la lega ferro-nichel, venisse usato da vari popoli antichi
migliaia di anni prima dell'età del ferro,[5][6]
poiché, essendo nel suo nativo stato metallico, non richiedeva
l'estrazione-fusione dal minerale.)
L'età del ferro viene divisa in due sottosezioni, Ferro I e Ferro II. Il Ferro I (1200–1000 a.C.) manifesta sia
continuità che discontinuità con la precedente tardaetà del bronzo. Non c'è nessuna rottura culturale definitiva tra il
XIII e il XII secolo per tutta l'intera regione, benché alcune nuove caratteristiche nelle regioni collinari,
Transgiordania e zone costiere possano suggerire l'apparizione di aramei e popoli del mare. C'è evidenza,
tuttavia, di una forte continuità con la cultura dell'età del bronzo, sebbene, man mano che ci si addentri nel periodo
del Ferro I, la cultura inizia a divergere in modo più significativo da quella del tardo II millennio.
Si dice di solito che l'età del ferro si concluda nel bacino del Mediterraneo con l'inizio della tradizione storica,
durante l'ellenismo e l'impero romano, in Indiacon il sorgere del buddismo e giainismo, in Cina con l'inizio
del confucianesimo, e nell'Europa settentrionale con l'alto medioevo.
L'arrivo dell'uso del ferro in varie aree verrà discusso in modo più dettagliato nelle sezioni sottostanti, in ordine non
strettamente cronologico.
[modifica]Uso del ferro nell'età del bronzo
Nella media età del bronzo, un crescente numero di oggetti in ferro fuso (distinguibili dal ferro meteoritico per la
mancanza di nichel) cominciò ad apparireo in tutta l'Anatolia, la Mesopotamia, il subcontinente indiano, il Levante,
il Mediterraneo e l'Egitto. Alcune fonti propongono che il ferro fosse un sottoprodotto casuale della raffinazione del
rame, come ferro spugnoso, e non riproducibile tramite la metallurgia del tempo.
La più antica produzione sistematica e uso di utensili in ferro inizia in Anatolia. Si è ipotizzato che la produzione
africana di ferro sia iniziata pressappoco nello stesso tempo, e possibilmente anche prima dell'Anatolia, ma recenti
scoperte suggeriscono che la lavorazione del ferro apparve in Anatolia fin dal 2000 a.C.[7]
. Le attuali ricerche
archeologiche nella valle del Gange, India, hanno attestato la lavorazione del ferro dal 1800 a.C.[8]
Dal 1200 a.C.,
il ferro veniva ampiamente usato in Medio Oriente, ma senza soppiantare per qualche tempo il dominante utilizzo
del bronzo.
[modifica]Transizione dal bronzo al ferro
Il bronzo era precedentemente usato per fare utensili, dato che il suo punto di fusione è più basso di quello
dell'acciaio. L'età del ferro inizia con lo sviluppo di tecniche di fusione a temperature più alte. Durante l'età del
ferro, i migliori utensili e armi erano fatti d'acciaio, una lega costituita da ferro e carbonio (dallo 0,02% all'1,7% del
peso complessivo). Le armi in acciaio e gli strumenti erano pressappoco dello stesso peso di quelli in bronzo, ma
più robusti. Tuttavia, l'acciaio era difficile da produrre con i metodi allora disponibili. Perciò, molti utensili in ferro
erano forgiati in ferro battuto.[9]
Il ferro battuto è più debole del bronzo, ma poiché esso era meno costoso, e più facile da affilare, veniva usato
comunque. Il ferro di per sé è un metallo soddisfacentemente robusto, anche senza costituire leghe con altre
sostanze addizionali (sebbene potrebbe essere ulteriormente irrobustito per mezzo dellatempra o con piccole
quantità di acciaio saldato alle parti soggette a logorio come i bordi). Il bronzo, d'altra parte, richiede rame e
stagno, meno reperibili rispetto al ferro. Inoltre, il ferro può essere affilato tramite molatura laddove il bronzo deve
essere riforgiato.
Intorno al 1800 a.C., per ragioni ancora sconosciute agli archeologi, lo stagno divenne scarso nel Levante,
causando il declino della produzione del bronzo. Anche il rame venne ad essere di difficile approvvigionamento.
Da questo stato di cose si vennero a formare gruppi di pirati nell'area Mediterranea che, dal 1800–1700 a.C. in
avanti, iniziarono ad attaccare le città fortificate in cerca di bronzo, per poterlo rifondere e ricavarne armamenti.
Il bronzo era molto più abbondante prima del periodo di tempo che va dal XII al X secolo, e
Snodgrass[10][11]
suggerisce che una carenza di stagno, come risultato della distruzione del commercio nel
Mediterraneo di questo tempo, forzò i popoli a cercare un'alternativa al bronzo. Un'evidenza di questo è il fatto che
molti oggetti in bronzo, durante questo periodo, vennissero riciclati per farne armi.
[modifica]Vicino Oriente antico
[modifica]Transizione
Per approfondire, vedi la voce Collasso dell'età del bronzo.
Si ritiene che l'età del ferro nel Vicino Oriente antico sia iniziata con la scoperta delle tecniche di estrazione-
fusione e lavorazione del ferro in Anatolia o nel Caucaso nel tardo II millennio a.C. (circa 1300 a.C.).[12]
L'uso di armi in ferro, invece che di bronzo, si espanse rapidamente in tutti i territori del Vicino Oriente e
dell'Asia sud-occidentale dall'inizio del I millennio a.C. Gli anatolici, dal 1500 a.C. in poi, avevano iniziato a forgiare
armi a base di ferro, che risultavano comunque superiori a quelle ordinarie in bronzo.
È stata avanzata l'ipotesi che le armi in ferro usate dagli Ittiti siano state un fattore determinante per la loro rapida
ascesa permettendo così la creazione di un Impero. [senza fonte]
Il vicino Egeo fu l'area dove per prima si sviluppò la
tecnologia del ferro, espandendosi simultaneamente sia in Asia che in Europa,[13][14]
agevolata dall'espansione
ittita. I popoli del mare e i filistei vengono spesso associati all'introduzione della tecnologia del ferro in Asia, come
lo sono i dori per la Grecia.[15]
Come si legge nella Bibbia[16]
, i filistei mantennero il monopolio sulla lavorazione del ferro, tenendo i loro vicini
israeliti in inferiorità militare e dipendenza economica. Un maggiore obiettivo delle prolungate guerre ebree contro i
filistei, raccontato nel Libro di Samuele, era quello di ottenere la tecnologia per la lavorazione del ferro - uno piano
portato a termine successivamente da Re Davide.
Reperti in ferro
Primi esempi e distribuzione di reperti metallici non preziosi.[17]
Data Creta Egeo Grecia Cipro Totale Anatolia Totale
complessivo
1300–1200 a.C. 5 2 9 0 16 33 65
1200–1100 a.C. 1 2 8 26 37 N.A. 74
1100–1000 a.C. 13 3 31 33 80 N.A. 160
1000 – 900 a.C. 37E 30 115 29 140 N.A. 211
Età del bronzo complessiva 5 2 9 0 16 33 65
Età del ferro complessiva 51 35 163 88 337 N.A. 511
[modifica]Africa sub-sahariana
Mappa dei ritrovamenti dell'età del ferro nell'Africa orientale e meridionale, risalenti all'espansione Bantu, all'inizio del I
millennioa.C.
Per approfondire, vedi le voci Nok, Urewe e Espansione Bantu.
Gli abitanti di Termit, nel Niger orientale, furono i primi a padroneggiare la metallurgia del ferro nell'Africa
occidentale e tra i primi al mondo, intorno al 1500 a.C.[18]
La lavorazione del ferro e del rame continuò poi a
diffondersi verso sud attraverso il continente, arrivando fino al Capo di Buona Speranza intorno al 200d.C.[2]
La
diffusione dell'uso del ferro apportò un radicale cambiamento alle comunità agricole di lingua bantu che lo
adottarono, consentendo loro di scacciare e assorbire le comunità di cacciatori-raccoglitori, che utilizzavano
ancora gli utensili in pietra, e che incontravano durante la loro espansione alla ricerca di aree più vaste
di savana da coltivare.
I popoli di lingua Bantu tecnologicamente superiori, si estesero su tutta l'Africa meridionale diventando ricchi e
potenti, e producendo in grande quantità il ferro per fabbricare utensili ed armi.[2]
In aggiunta al ferro battuto, nella Tanzania nord-occidentale furono trovati primitivi esempi di acciaio al carbonio
prodotti intorno a 2000 anni fa, che sfruttavano complessi principi di preriscaldamento. Questi ritrovamenti,
secondo gli archeologi Schmidt e Avery (autori della scoperta), sono significativi per la storia della metallurgia.[19]
[modifica]Subcontinente indiano
I siti archeologici in India, come Malhar, Dadupur, Raja Nala Ka Tila e Lahuradewa nell'attuale Uttar
Pradesh mostrano utensili in ferro risalenti al periodo 1800 a.C. – 1200 a.C.[8]
Alcuni studiosi ritengono che già agli
inizi del XIII secolo a.C. la fusione del ferro fosse praticata su grande scala in India, suggerendo che la data
dell'inizio della tecnologia possa essere precedente.[8]
L'India all'inizio del I millennio a.C. vide estesi sviluppi nella metallurgia che, durante questo periodo di
insediamenti pacifici, raggiunse un buon livello di maestria e progresso tecnologico. Un centro per la lavorazione
del ferro nell'India orientale viene datato al I millennio a.C.[20]
Nell'India meridionale (attuale Mysore) il ferro apparve già tra il XII e l'XI secolo a.C.; questi sviluppi furono però
troppo prematuri per produrre contatti significativi e stretti con il nord-ovest della regione.[20]
Le Upanishad indiane menzionano tessitura, ceramica e metallurgia.[21]
Il periodo mauryano indiano vide progressi nel campo della metallurgia.[22]
Già nel 300 a.C., e certamente entro il 200 d.C., nell'India meridionale veniva prodotto un acciaio di alta qualità,
quello che più tardi sarebbe stato chiamato acciaio di crogiolo. In questo sistema, ferro battuto (di elevata
purezza), carbone vegetale e vetro venivano mischiati in un crogiolo e riscaldati fino a che il ferro non fondeva
assorbendo il carbone.[23]
[modifica]Asia orientale
[modifica]Cina
Per approfondire, vedi la voce Cina dell'età del ferro.
Nel 1972, vicino al città di Gaocheng (藁城) nel Shijiazhuang (attuale provincia di Hebei), venne ritrovata in uno
scavo un'ascia di guerra (铁刃青铜钺) in bronzo munita di lama di ferro risalente al XIV secolo a.C. Gli esami
scientifici mostrarono che il ferro dell'ascia era costituito da siderite meteoritica. L'età del ferro nell'Est Asiatico
viene tuttavia fatta iniziare quando oggetti in ferro cominciarono ad apparire nell'attuale Xinjiang, tra il X e il VII
secolo a.C., come quelli trovati nel sito cimiteriale di Chawuhukou.[24]
Presto seguì lo sviluppo della metallurgia del
ferro nella pianura della Manciuria nel IX secolo a.C.,[25]
e pervenne nella valle dello Yangzi verso la fine del VI
secolo a.C.[26]
I pochi oggetti furono trovati a Changsha e Nanjing. In base alla camera mortuaria l'evidenza
suggerisce che l'uso iniziale del ferro a Lingnan appartiene alla metà del tardo periodo dei regni combattenti (dal
350 a.C. circa).
Le tecniche usate a Lingnan sono una combinazione dello stampo bivalve di chiara tradizione meridionale e
l'incorporazione di tecnologia di stampo[27]
(piece mould) dello Zhongyuan. I prodotti della combinazione di questi
due periodi sono campane, vasi, armi e ornamenti, oltre che pezzi sofisticati.
Una cultura dell'età del ferro dell'altopiano tibetano è stata associata come ipotesi alla cultura di Zhang
Zhung descritta nelle scritture tibetane.
[modifica]Giappone
Per approfondire, vedi le voci Periodo Yayoi e Periodo Kofun.
Il periodo Yayoi (弥生時代 Yayoi-jidai?) è un'età nella storia del Giappone compresa all'incirca nell'arco di tempo
che va dal 500 a.C. al 300 d.C.[28]
Le peculiarità del periodo Yayoi comprendono la comparsa di nuovi stili di
ceramica e l'inizio della coltivazione intensiva del riso nelle risaie. Succeduta al periodo Jōmon (dal 14.000 a.C. al
500 a.C.), la cultura Yayoi fiorì in un'area geografica che va dal Kyūshū meridionale all'Honshū settentrionale.
Il successivo periodo Kofun (古墳時代 Kofun-jidai?) durò pressappoco dal 250 d.C. al 538 d.C. La parola kofun è
l'equivalente giapponese della sepoltura a tumulo databile in questo periodo. Il Kofun e il successivo periodo
Asuka sono talvolta indicati collettivamente come periodo Yamato.
Si ritiene che gli oggetti in ferro come utensili, armi e piccoli oggetti decorativi, siano entrati in Giappone in questo
periodo o nel tardo Yayoi, molto probabilmente attraverso contatti con la penisola coreana e la Cina.
[modifica]Corea
Per approfondire, vedi la voce Proto-Tre Regni di Corea.
"Corazza" del Regno di Silla con protezione per il collo, Museo Nazionale Coreano.
Gli oggetti in ferro vennero introdotti nella penisola coreana attraverso il commercio con i
piccoli regni (chiefdom[29]
) e le società-stato nell'area del Mar Giallonel IV secolo a.C., proprio alla fine del periodo
dei regni combattenti, ma prima che iniziasse la dinastia Han occidentale.[30][31]
Yoon propone che il ferro fosse
dapprima introdotto nei chiefdom localizzati lungo le valli dei fiumi nord-coreani che sfociano nel Mar Giallo, come
il Cheongcheon e il Taedong.[32]
La produzione del ferro fu rapidamente avviata nel II secolo a.C., e utensili in ferro
erano in uso presso gli agricoltori dal I secolo d.C. nella Corea meridionale.[30]
Le più antiche asce di ghisa
conosciute nella Corea si trovano nel bacino del fiume Geum. Il tempo nel quale inizia la produzione del ferro è lo
stesso in cui sorgono i complessi chiefdom della Corea proto-storica (Samhan), precursori degli antichi stati
come Silla, Baekje, Goguryeo, e Gaya[31][33]
In questo periodo, i lingotti di ferro erano un importante elemento
mortuario e indicavano la ricchezza o prestigio del deceduto.[34]
[modifica]Europa
La lavorazione del ferro venne introdotta in Europa intorno al 1000 a.C., probabilmente dall'Asia Minore e
lentamente si diffuse verso nord e ovest per i successivi 500 anni.
[modifica]Europa orientale
L'inizio del I millennio a.C. segna l'età del ferro nell'Europa orientale. Nelle steppe pontiche e nella regione
caucasica, l'età del ferro inizia dal 900 a.C. ca. con le culture di Koban e Chernogorovka e Novočerkassk,
venendo ad espandersi nel 800 a.C. nella Hallstatt C attraverso le presunte migrazioni "tracio-cimmere".
Insieme alle culture di Chernogorovka e Novocherkassk, sul territorio della Russia antica e Ucraina, l'età del ferro
ha una significativa estensione associata agli sciti, che svilupparono la cultura del ferro fin dal VII secolo a.C. La
maggioranza dei resti della loro produzione siderurgica e della lavorazione del ferro, dal V al III secolo a.C.,
vennero trovati vicino a Nikopol nel Kamenskoe Gorodishche, ipotizzata come una
regione metallurgica specializzata dell'anticaScizia.[35][36]
Dalla cultura di Hallstatt, l'età del ferro si diffonde a ovest con l'espansione celtica, a cominciare dal VI secolo a.C.
In Polonia, l'età del ferro raggiunse la tarda cultura lusaziana pressappoco durante il VI secolo, seguita in alcune
aree dalla cultura pomeraniana.
Le attribuzioni etniche di molte culture dell'età del ferro sono state aspramente disputate, poiché le radici dei
popoli germanici, baltici e slavi vennero cercate in quest'area.
[modifica]Europa centrale
Nel Centro Europa, l'età del ferro viene generalmente divisa in:
cultura di Hallstatt, antica età del ferro (HaC e D, 800 – 450 a.C.)
cultura di La Tène, tarda età del ferro (iniziante nel 450 a.C.).
L'età del ferro termina con la conquista romana.
[modifica]Italia
Per approfondire, vedi le voci Italia preistorica e protostorica e Popoli dell'Italia antica.
In Italia, l'età del ferro venne introdotta probabilmente dalla cultura villanoviana (che è da alcuni considerata
appartenente all'età del bronzo), mentre la successiva civiltà etrusca viene considerata come parte della vera età
del ferro. L'età del ferro etrusca terminò con l'ascesa della Repubblica Romana, quando questa conquistò l'ultima
città etrusca di Velzna nel 265 a.C.
[modifica]Isole britanniche
Per approfondire, vedi la voce Età del ferro britannica.
Nelle isole britanniche, l'età del ferro durò all'incirca dall'800 a.C.[37]
fino alla conquista romana e fino al V secolo
d.C. nelle zone non-romanizzate. Le costruzioni risalenti a questo periodo di tempo sono spesso impressionanti,
come per esempio i broch e i dun della Scozia settentrionale e le fortificazioni (hill fort) di cui sono cosparse
le isole.
[modifica]Europa settentrionale
L'età del ferro viene divisa in età del ferro pre-romana ed età del ferro romana. Questa è seguita dal periodo
migratorio (invasioni barbariche). Germania settentrionale e Danimarca erano dominate dallacultura di Jastorf,
mentre la cultura della parte meridionale della Scandinavia era dominata da quella molto simile dell'età del ferro
gregana.
L'antica produzione di ferro scandinavo coinvolge generalmente la raccolta del cosiddetto ferro di palude. La
penisola scandinava, la Finlandia ed Estonia mostrano molto prematuramente una sofisticata produzione di ferro,
ma una datazione più precisa è attualmente impossibile. L'arco di tempo varia dal 3000 al 2000 BP. Questa
conoscenza viene associata alla parte della Scandinavia non-germanica. La metallurgia e il vasellame in asbesto-
ceramica sono piuttosto sinonimi nella Scandinavia a causa della capacità di questa ceramica di resistere e
trattenere calore. Si ritiene che il minerale ferroso usato fosse la sabbia ferrosa (come il suolo rosso), poiché il suo
alto contenuto di fosforo può essere identificato nelle scorie che vengono trovate talvolta insieme alle asce
di asbesto-ceramicaappartenenti alla cultura di Ananjino. Il vasellame di asbesto-ceramica rimane un mistero,
poiché ci sono altri vasi adiabatici il cui uso è sconosciuto.
[modifica]Note
1. ^ Un broch è un tipo di costruzione con muro di cinta costruito a secco trovato soltanto nella Scozia, la cui
origine e funzione è ancora dibattuta.
2. ^ a b c (EN) Duncan E. Miller e N.J. Van Der Merwe, 'Antica lavorazione del metallo nell'Africa
subsahariana' Journal of African History 35 (1994) 1–36; Minze Stuiver e N.J. Van Der Merwe, 'Cronologia
tramite radiocarbonio dell'età del ferro nell'Africa subsahariana' Current Anthropology1968.
3. ^ (EN) Quanto vecchia è l'età del ferro nell'Africa subsahariana? — di Roderick J. McIntosh, Archaeological
Institute of America (1999)
4. ^ (EN) Ferro nell'Africa subsahariana — di Stanley B. Alpern (2005)
5. ^ (EN) Archeomineralogia, p. 164, George Robert Rapp, Springer, 2002
6. ^ Understanding materials science, p. 125, Rolf E. Hummel, Springer, 2004
7. ^ (EN) I pezzi di ferramenta riportati alla luce in Turchia si sono rivelati essere l'acciaio più anticoin Gli Hindu,
giovedì, 26 marzo 2009
8. ^ a b c (EN) Le origini della lavorazione del ferro in India: nuova evidenza dalla pianura del Ganga Centrale e
Vindhyas Orientale, di Rakesh Tewari (Direttore, Dipartimento Archeologico di Stato U.P.)
9. ^ (EN) Una breve storia della produzione di ferro e acciaio del professor Joseph S. Spoerl (Saint Anselm
College)
10. ^ A.M.Snodgrass (1967), "Armi e armature dei greci". (Thames & Hudson, Londra)
11. ^ A. M. Snodgrass (1971), "Il medioevo ellenico" (Edinburgh University Press, Edimburgo).
12. ^ (EN) Jane. C. Waldbaum (1978), "Dal bronzo al ferro. Vol. Studi sull'archeologia mediterranea" (LIV. Paul
Astroms Forlag, Goteburg.)
13. ^ (EN) John Collis (1989), "L'età del ferro europea" (ristampa ed. B. T. Batsford, Londra)
14. ^ John Collis (1997), "L'età del ferro europea" (Routledge, ISBN 978-0-415-15139-9)
15. ^ (EN) Leonard R. Palmer (1980), "Micenei e minoici: preistoria egea alla luce delle tavolette in Lineare B"
16. ^ Primo libro si Samuele, 13, 19-20 "Adesso non c'è fabbro che si trovi in tutta la terra di Israele: a causa di detti
filistei, per paura che gli ebrei facciano le loro spade o lance: ma tutti gli israeliti si arresero ai filistei, per affilare
ogni uomo la sua parte, e il suo coltro, e la sua ascia, e il suo zappone.
17. ^ (EN) Alex Webb, "Lavorazione dei metalli nella Grecia antica"
18. ^ (EN) Ferro in Africa: rivisitando la storia - Unesco (2002)
19. ^ (EN) Peter Schmidt, Donald H. Avery. Complessa fusione del ferro e cultura preistorica in Tanzania, Science,
22 settembre 1978: Vol. 201. no. 4361, pp. 1085 - 1089
20. ^ a b (EN) Early Antiquity di I. M. Drakonoff. Pubblicato nel 1991. University of Chicago Press. ISBN 0-226-
14465-8. pag 372
21. ^ (EN) Upanisad, di Patrick Olivelle. Pubblicato nel 1998. Oxford University Press. ISBN 0-19-283576-9. pag
xxix
22. ^ The New Cambridge History of India, di J. F. Richards, Gordon Johnson, Christopher Alan Bayly. Pubblicato
nel 2005. Cambridge University Press. ISBN 0-521-36424-8. pag 64
23. ^ Juleff, 1996
24. ^ (EN) Hall, Mark. Verso una cronologia assoluta per l'età del ferro nell'Asia Centrale
25. ^ Derevianki, A. P. 1973. Rannyi zheleznyi vek Priamuria
26. ^ Higham, Charles. 1996. L'età del bronzo del Sud-est Asiatico
27. ^ Uno stampo d'argilla costituito da vari pezzi adattatti insieme per formare, dopo la colata, oggetti di forme
complicate.
28. ^ (EN) Periodi archeologi preistorici i Giappone, Charles T. Keally
29. ^ Con il termine anglosassone chiefdom si intende un tipo di società complessa con gradi variabili di
centralizzazione, condotta da un individuo conosciuto come capo.
30. ^ a b (EN) Kim, Do-heon. 2002. Samhan Sigi Jujocheolbu-eui Yutong Yangsang-e Daehan Geomto [uno studio
dei modelli di distribuzione delle asce di ghisa nel periodo Samhan]. Yongnam Kogohak [Yongnam
Archaeological Review] 31:1–29.
31. ^ a b (EN) Taylor, Sarah. 1989. L'introduzione e sviluppo della produzione del ferro in Corea. World
Archaeology 20(3):422–431.
32. ^ Yoon, Dong-suk. 1989. La prima metallurgia in Corea. Archaeological Review from Cambridge8(1):92–99.
33. ^ Barnes, Gina L. 2001. Formazione dello stato in Corea: prospettive storiche e archeologiche. Curzon, Londra.
34. ^ Lee, Sung-joo. 1998. Silla - Gaya Sahoe-eui Giwon-gwa Seongjang [L'ascesa e la crescita della società di
Silla e Gaya]. Hakyeon Munhwasa, Seul.
35. ^ Enciclopedia del Grande Soviet, III edizione, accessibile su "Железный век", disponibile onlinehere
36. ^ Christian, D., Storia di Russia, Asia Centrale e Mongolia, Blackwell Publishing, 1998, p. 141,
disponibile online
37. ^ Haselgrove, C. e Pope, R. (2007), 'Caratterizzando la più antica età del ferro', in C. Haselgrove e R. Pope
(eds.), la più antica età del ferro in Britannia e il vicino continente. (Oxbow, Oxford)
[modifica]Voci correlate
Storia della siderurgia
Fogou
Fusione
Altoforno
Sistema delle tre età
Fabbro
[modifica]Altri progetti
Wikimedia Commons contiene file multimediali su Età del ferro
Grande Madre Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Venere di Willendorf (Austria, circa XXII millennio a.C.)
Secondo un'indimostrata teoria, essendo del tutto assenti fonti scritte o tradizioni orali in merito, la Grande
Madre sarebbe una divinità femminile primordiale, presente in quasi tutte le mitologie note, in cui si
manifesterebbe la terra, la generatività, il femminile come mediatore tra l'umano e il divino. Essa attesterebbe
l'esistenza di una presunta originaria struttura matriarcale delle civiltà pre-istoriche, composte da gruppi di
cacciatori-raccoglitori.
Indice
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1 Mitologia
2 I compagni della Grande Madre
3 Psicologia e simbolismo
4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
[modifica]Mitologia
Scultura prenuragica - Madre Mediterranea (Sardegna, III millennio a.C.)
La dea dei serpenti (Creta, II millennio a.C.)
Il culto della Grande Madre risale al Neolitico e forse addirittura al Paleolitico, se si leggono in questo senso le
numerose figure femminili steatopigie(cosiddette "Veneri") ritrovate in tutta Europa, di cui naturalmente non
conosciamo il nome.
Lungo le generazioni, con gli spostamenti di popoli e la crescita di complessità delle culture, le "competenze" della
Grande Madre si moltiplicarono in diverse divinità femminili. Per cui la Grande Dea, pur continuando ad esistere e
ad avere culti propri, assumerà personificazioni distinte, per esempio, per sovrintendere all'amore sensuale
(Ishtar-Astarte-Afroditepandemia-Venere), alla fertilità delle donne (Ecate triforme, come 3 sono le fasi della vita),
alla fertilità dei campi (Demetra /Cerere e Persefone / Proserpina), alla caccia (Kubaba, Cibele, quindi Artemide-
Diana).
Inoltre, siccome il ciclo naturale delle messi implica la morte del seme, perché esso possa risorgere nella nuova
stagione, la grande dea è connessa anche a culti legati al ciclo morte-rinascita e alla Luna, che da sempre lo
rappresenta (i più arcaici di questi riti sono riservati alle donne, come quello di Mater Matuta o della Bona Dea).
Ad esempio, nelle feste e nei misteri in onore del gruppo Demetra / Cerere-Persefone / Proserpina, il suo culto
segna il volgere delle stagioni, ma anche la domanda dell'uomo di rinascere come il seme rinasce dalla terra.
L'evoluzione teologica della figura della Grande Madre (giacché nulla va perduto, nel labirinto della mitologia)
venne costantemente rappresentata da segnali di connessione tra le nuove divinità e quella arcaica.
Finché le religioni dominanti ebbero carattere politeistico, un segno certo di connessione consisteva
nella parentela mitologicaattestata da mitografi e poeti antichi (ad esempio, Ecate è figlia di Gea; Demetra è figlia
di Rea).
Altro carattere che permette di riconoscere le tracce della Grande Dea nelle sue più tarde eredi, è poi la ripetizione
di specificiattributi iconologici e simbolici che ne richiamano l'orizzonte originario.
Ad esempio:
il dominio sugli animali, che accomuna i leoni alati che accompagnano Ishtar, la cerva di Diana e il serpente
ctonio della dea cretese;
l'ambientazione tra rupi (o in caverne, a ricordare il carattere ctonio della divinità originale) e boschi, o presso
acque;
il carattere e i culti notturni.
Anche nel mutare delle religioni, la memoria della divinità arcaica, "signora" di luoghi o semplicemente di bisogni
umani primari, si mantenne e si trasmise lungo le generazioni, dando luogo a culti forse
inconsapevolmente sincretistici (le cui ultime propaggini possono essere considerate, ad esempio, le
molte Madonne Nere venerate in Europa).
Nell'area mediterranea ne conosciamo i nomi e le storie, nelle diverse civilizzazioni in cui si impose, dall'epoca
protostorica:
in area mesopotamica (V millennio a.C.): Ninhursag
in area anatolica (II millennio a.C.): Cibele
in area greca: Gea
in area etrusca: Mater Matuta
in area romana: Bona Dea o Magna Mater
La variante nordica della Grande Madre, portata fino alle Isole britanniche da migrazioni di popoli pre-achei verso
nord ovest, è secondo Robert Graves la Dea Bianca della mitologia celtica (colei che a Samotracia si chiamava
Leucotea e proteggeva i marinai nei naufragi).
[modifica]I compagni della Grande Madre
L'universo cultuale della Grande Madre prevedeva anche, benché non sempre, figure maschili, inizialmente
descritte come figure plurime o collettive (come i Dattili di Samotracia).
L'evoluzione di tali figure e la loro progressiva personificazione individuale sembrano confermare per sottrazione
l'idea di un'origine matriarcale della civilizzazione, sia per la forte accentuazione di "figlio della dea" - e la dea
rimanda alla Grande Madre, anche se ha un altro nome - che viene attribuita a talune divinità maschili
particolarmente legate alla terra (Dioniso, per tutte); sia perché la modifica e l'individuazione in senso patriarcale
del pantheon sono attestate in epoca relativamente tarda, quando gli uomini avevano preso coscienza
della propria potestà generatrice; sia, infine, per il rapporto misterioso che corre tra la Grande Dea e il suo
compagno, caratterizzato dall'essere minore di lei, per età e per poteri, e che spesso si presenta, almeno
inizialmente, come una figura di giovane amante, assai simile ad un figlio (si veda in proposito la coppia Cibele-
Attis).
[modifica]Psicologia e simbolismo
Lugansk, Ucraina (datazione ignota)
Nella psicologia di Jung la Grande Madre è una delle potenze numinose dell'inconscio, un archetipo di grande
ed ambivalente potenza, distruttrice e salvatrice, nutrice e divoratrice.
In Erich Neumann, che più di tutti gli allievi di Jung dedicò i propri studi ai vari aspetti del femminile, l'archetipo
della Grande Madre (tendenzialmente conservativo e nemico della differenziazione) è il principale ostacolo
allo sviluppo del Sé individuale, che per conquistare la propria parte femminile deve sviluppare le proprie
capacità di separazione ed autoaffermazione.
Più in generale, la figura (o l'archetipo) della Grande Madre riappare non di rado nelle opere creative: dalla
figura di Medea, che ha attraversato i secoli daEuripide a Pasolini, alla Regina della Notte del Flauto
Magico di Mozart, a certe battute e immagini del cinema di Woody Allen.
[modifica]Bibliografia
Robert Graves, La Dea Bianca, Adelphi, 1992
Roberto La Paglia, La Grande Madre. I culti femminili e la magia lunare, Edizioni Akroamatikos, 2008
Andrea Romanazzi. Guida alla Dea Madre in Italia - Itinerari fra culti e tradizioni popolari. Venexia. 2005.
Erich NEUMANN, Storia delle origini della coscienza, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1978
Eric NEUMANN, La psicologia del femminile, Casa Editrice Astrolabio, Roma 1975
Eric NEUMANN, La Grande Madre. Fenomenologia delle configurazioni femminili dell’inconscio, Casa Editrice
Astrolabio, Roma, 1981
Marja Gimbutas, Il linguaggio della dea, Venexia, Roma 2008
Marja Gimbutas, Le dee viventi, Medusa, Milano 2005
Dini V., Il potere delle antiche madri, Pontecorboli, Firenze 1995;
[modifica]Voci correlate
Mito degli agricoltori
Religioni misteriche
Santuario dei grandi dei di Samotracia
Gea
Artemide
Venere di Willendorf
Madre Terra
Sophia
Eos
[modifica]Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni sulla Grande Madre
[modifica]Collegamenti esterni
Le Madonne nere
La Mater Matuta
La Grande Madre testimonianza della fecondità
La Grande Madre testimonianza di pace
La Grande Madre nelle antiche culture (30000 - 1000 a.C.)
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