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Regole chiare e tecnicamente corrette Accounting directives, un dibattito sempre aperto Principi contabili per conoscere meglio le aziende Professione Economica e Sistema Sociale Pr ess settembre 2012 / no.47 ISSN 2039-540X Principi contabili, il core business della professione

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Regole chiaree tecnicamentecorrette

Accounting directives,un dibattitosempre aperto

Principi contabiliper conosceremeglio le aziende

Professione Economica e Sistema Sociale

Presssettembre 2012 / no.47 ISSN 2039-540X

Principi contabili,il core business della professione

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Sommario/settembre

EDITORIALE

3

Press

Maria Luisa Campise

L’INTERVENTO

10121618

Luciano BerzèGiancarlo AttoliniGianfranco CapodaglioMatteo PozzoliValerio Luciani

DIAMOI NUMERI

34 Gli iscritti all’Albonel primo semestre 2012

Casò: “Principi contabili, uno strumentofondamentale per i commercialisti”- Pag. 4

39 Focus legislativo

Berzé: “Regole chiare e tecnicamentecorrette”- Pag. 10

Attolini: “Direttive contabili e Principicontabili nazionali, un confronto sempreaperto”- Pag. 12

Bari, antico crocevia del Mediterraneo- Pag. 44

36 Alcuni suggerimenti per la gestione dei pms

INTERNAZIONALE

DAL PARLAMENTO

32 “Dateci il tempo di lavorare”

CRONACA

40 Nocera Inferiore

ORDINI TERRITORIALI

So(p)PRESSato

21 Marcello Febert

PROFESSIONE E TEMPO LIBERO

48 Letti per voi

CNDCEC REPORT

24 L’attività di Luglio/Agosto

PARI OPPORTUNITÀ

28 Le attività del Comitatodi Teramo e Lanciano

VIAGGI

44 Bari

PEOPLE

48

Angelo CasòGiuseppe Bruni

PRIMO PIANO

2223

Paola SchiavoPatrizia Bonaca

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La redazione del bilancio e della comunicazione economico-finanziaria in generalecostituisce da sempre una prerogativa della nostra categoria e, come tale, deveessere preservata e sviluppata. L’attuale momento di crisi rende sempre più

rilevante l’adozione di norme generalmente accettate, capaci di legittimare l’attivitàaziendale per mezzo anche della predisposizione di bilanci attendibili e comprensibili. Insituazioni di credit crunch come quello attuale, una formazione credibile e veritiera deibilanci non deve essere concepita come un onere amministrativo, bensì come unelemento imprescindibile per le imprese che si presentano ai propri finanziatori(segnatamente le banche) per ottenere le risorse indispensabili per continuare a svolgerein modo adeguato la propria attività. È chiaro che le norme del codice civile e ledisposizioni dei principi contabili non possono essere in grado di disciplinare lemolteplici situazioni esistenti; per tale motivo, il compito del professionista consistenell’adattare le disposizioni di carattere generale al contestoparticolare in cui si colloca l’impresa. Tale attività è resapossibile dal bagaglio culturale, l’esperienza e laprofessionalità con cui seguiamo le realtà aziendali. Ma,sebbene ogni buon professionista economico debbautilizzarli in maniera “consapevole”, i principi contabili, siaquelli nazionali che quelli internazionali, sono in ogni caso,come sottolinea nell’intervista che pubblichiamo in questepagine il presidente dell’Organismo italiano di contabilità,Angelo Casò, uno strumento fondamentale per l’attività deicommercialisti e per la reale conoscenza delle aziende.Certo, le norme giuscontabili risentono di disposizioni elaborate in contesti extra-nazionali (le norme dell’Unione Europea, i Principi contabili internazionali) che, perpropria natura, necessitano di un “adattamento” locale sia da parte del legislatorenazionale sia da parte di noi professionisti. Proprio per questa ragione, è indispensabileche il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e gli iscrittisi adoperino per definire norme e strumenti tecnici che siano appropriati per la realtà cheviviamo e il ruolo che svolgiamo. Una mission che il Consiglio nazionale persegue ormaida lungo tempo, sia, come ricordato nel suo intervento da Luciano Berzé, partecipandoall’attività dell’Organismo Italiano di Contabilità (OIC), lo standard setter contabilenazionale, apportando il contributo determinate della categoria; sia, lo ricorda GiancarloAttolini, con una intensa partecipazione, ricca di proposte, al dibattito europeo su questitemi. Un’opportunità professionale, quindi, non un orpello: questo sono i principicontabili per i commercialisti. Il futuro presenterà ulteriori sfide (il recepimento dellanuova direttiva contabile, la revisione dei principi contabili ad oggi in corso presso l’OIC,ecc…) che ci richiederanno ulteriori aggiornamenti e studi: anche in questo caso, ènecessario considerare tali eventi come occasioni di qualificazione piuttosto che comeinutili approfondimenti, nella convinzione che il professionista è un “portatore sano” diconoscenza che si propone come parte pro-attiva nel processo di naturale evoluzionedel settore e non come un mero esecutore.

Il core business della professione

Maria Luisa CampiseDirettore Press

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Casò: “Principi contabili, uno strumento fondamentale per i commercialisti”Per il presidente del Consiglio di gestione dell’OIC e componente dell’Efrag, la conoscenza e la correttaapplicazione dei principi contabili nazionali e degli IAS/IFRSsono elementi imprescindibili per conoscere le aziende

di Giovanni Pugliese

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Principi contabili internazionali, IFRS for SMEs e direttivecontabili sempre più volte alla definizione di normestandardizzate: quale futuro per i principi contabilinazionali?Si è ormai chiarito che un conto è l’adozione (adoption) diPrincipi contabili internazionali ed un altro conto èl’integrazione (integration) se non addirittura laconvergenza (convergence) verso i Principi contabiliinternazionali. La differenza è notevole.Nel primo caso di Principi contabili internazionali (siano essigli IAS/IFRS o lo specifico IFRS for SMEs) vengono inseritinel sistema legislativo nazionale (italiano), tali e qualipredisposti da un Autorità (IASB) esterna a tale sistema.Nel secondo caso è il sistema legislativo nazionale (italiano)che si modifica, rendendosi coerente ai Principi contabiliinternazionali. Ciò avviene effettuando i necessariadattamenti dei Principi contabili internazionali, per renderegli stessi, a loro volta, coerenti con il sistema legislativonazionale (se non addirittura realizzando una convergenzadel sistema legislativo nazionale verso i Principi contabiliinternazionali).È evidente che nel secondo caso si è sempre in presenza diPrincipi contabili nazionali (ancorché redatti in termini piùo meno coerenti con quelli internazionali di riferimento).L’UE ha scelto, invece, la prima soluzione (ancorché mediataattraverso un processo di omologazione/endorsement);cosicché, in tale caso, si viene a realizzare un vero e proprioinserimento dei Principi contabili internazionali(adozione/adoption) nel sistema legislativo nazionale, contutte le conseguenti incoerenze e problematicheinterpretative ed applicative.Peraltro, tale scelta della UE riguarda solo alcuni soggetti ecioè le Società quotate e altre di rilevante interesse pubblico(le c.d. Pubblic Interest Entities o PIE).L’Italia si è spinta molto avanti nelle proprie scelte,utilizzando opzioni che l’UE ha lasciato come alternative agliStati membri (in specie: l’adozione obbligatoria degliIAS/IFRS anche per i bilanci di esercizio, l’adozionefacoltativa degli IAS/IFRS per quasi tutte le Società di capitaliecc.).Ciò ha ridotto in Italia lo “spazio” per i Principi contabilinazionali.Il quadro internazionale, per contro, evidenzia sempre piùche la scelta degli Stati (legislatori autonomi) nel mondo è esarà solo e soltanto quella della integrazione e/oconvergenza, esclusa quindi una vera e propria adozione.Tale orientamento è sempre più evidente per quanto riguarda

gli USA, ma lo è stato anche per l’Australia ed il Canada.L’Europa, a parte le scelte imposte dalla UE, offre oggi unquadro fortemente disarmonico tra i vari Stati membri, acausa delle opzioni lasciate dalle UE (e questo non è certo unbuon risultato, ai fini dell’armonizzazione).Per fortuna, quanto all’IFRS for SMEs, la UE non èintervenuta e, quindi, gli Stati membri stanno seguendo lastrada della integrazione e/o convergenza; anche l’Italia staseguendo questa strada e quindi vi è ancora un’area di strettacompetenza dei Principi contabili nazionali, come risultadallo stesso piano di lavoro dell’OIC.È evidente, comunque, che l’utilizzo di Principi contabiliomogenei (non necessariamente identici) rende il “prodottoBilancio” utilizzabile a livello internazionale e, quindi, ancheseguendo il percorso dell’integrazione e/o convergenza,l’armonizzazione rimane un obiettivo fondamentale.

Lei partecipa e ha partecipato allo sviluppo degli standardinternazionali. Pensa che gli standard internazionali abbianomigliorato il linguaggio contabile e la comprensione deibilanci?Certamente il dibattito internazionale volto allapredisposizione di Principi contabili internazionali indicaticome di riferimento (così gli IAS/IFRS) ha sviluppato uncontinuo aggiornamento dei Principi contabili.Il processo di aggiornamento, peraltro, ha evidenziato

“L’utilizzo di Principicontabili omogenei rende

il “prodotto Bilancio”utilizzabile a livello

internazionale e, quindi,anche seguendo il percorso

dell’integrazione e/o convergenza,

l’armonizzazione rimane un obiettivo fondamentale...”

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People6

(periodicamente) la necessità di avere un accordo sullefinalità e gli obiettivi dei Principi contabili.Si è così assistito a periodici “ripensamenti” dei quali i piùrilevanti sono stati i seguenti: abbiamo bisogno di principiessenziali o di regole dettagliate? i Principi Contabili sono“convenzioni” o devono evidenziare valori reali ed effettivi?il Bilancio è un inventario (attivo e passivo, a valori correnti)o deve consentire di misurare la “performance” dell’impresa(costi e ricavi per competenza)? E così via!Più si sono accentuate, di volta in volta, tali scelte, in unsenso o nell’altro, più le carenze di tali scelte sono emerse,diventando evidenti i relativi limiti.In questo momento, l’esigenza di disporre di Principicontabili essenziali (principle based approach) è sempre piùevidente, in presenza di Principi contabili che, invece, sonosempre più regole dettagliate, complesse, di difficileapplicazione ed interpretazione.Così come è sempre più chiara l’esigenza di ritornare amisurare la “performance” dell’impresa, essendo evidenteche un semplice inventario, in presenza di valori volatili, hauna limitazione notevole in termini di informativa(linguaggio dei bilanci).Quindi: il dibattito è utile, ma le scelte “manichee” che sonostate spesso effettuate non aiutano a realizzare l’obiettivo

della contabilità che già aveva indicato Luca Pacioli: “fare

conoscere al mercante lo stato dei propri affari”.

Pensa che, anche in considerazione della Sua attività pressol’EFRAG, il sistema “endorsement” ed “enforcement” degliIAS/IFRS sia adeguato e la componente europea siarappresentata in seno alla fondazione IFRS?L’endorsement è una “omologazione” di scelte fatte da altri.È necessario muoversi in anticipo. Quando un Principiocontabile è emanato dallo IASB, non vi sono più alternative:non si può che “omologarlo”, altrimenti tutto il sistemarimane zoppo.L’esperienza del carve out è stata chiarissima al riguardo.Quindi: bisogna lavorare prima, intervenire sin dall’inizio delprocesso, essendo presenti a tutti i livelli, IASB, EFRAG,Europa nello IASB, ecc.. È quello che l’OIC sta cercando di fare.I National Standard Setters (NSS), cioè gli Organisminazionali (quali l’OIC) devono quindi rafforzarsi perrafforzare la loro presenza a tutti i livelli.L’Europa deve “rimontare” la propria posizione, proprioperché è oggi, a livello internazionale, l’unico adopter degliIAS/IFRS.È peraltro evidente che proprio i non adopters e cioè gli Statiche seguono o seguiranno la strada della “convergenza”,hanno altrettanto interesse a “controllare” l’emanazionedegli IAS/IFRS, anche se a tali Stati resta comunque semprela via d’uscita della non integrazione.È un “braccio di ferro”, che, alla fine, si traduce in unproblema di contribuzione (soldi e persone). L’Europa non èmolto “forte”, in questo momento.

Crede che i Principi contabili rappresentino un adeguatostrumento di lavoro per il ruolo del professionista contabile?Direi senz’altro di sì, come personalmente ho sempresostenuto.Se il dottore commercialista è un’aziendalista, e se è pacificoche la contabilità è lo strumento fondamentale perconoscere le aziende, ne consegue che, senza unaconoscenza dei principi contabili (internazionali e/onazionali), il dottore commercialista non può svolgereadeguatamente la propria “missione” professionale. Più si conoscono i Principi contabili, più se ne conoscono ilimiti, quindi si evita di farne un utilizzo errato e fuorviante.Quindi: conoscere i Principi contabili, ma utilizzarlicorrettamente, conoscendone i limiti, per arrivare aconoscere le aziende. �

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8 People

Secondo Lei, l’attuale e prolungata congiuntura economicanegativa ha evidenziato problematiche aggiuntive nellarappresentazione dello stato di salute delle imprese? Direi di sì, perché quando il sistema economico ed i mercatifinanziari non subiscono forti turbolenze, la “verità” apparepiù trasparente. In particolare, le congiunture negative sono generalmentecaratterizzate da situazioni conflittuali, problematicheaperte, situazioni che si evolvono più rapidamente; in talicircostanze è sempre più difficile interpretare la situazione e,di conseguenza, dare una corretta rappresentazione dellastessa.

Ritiene che le tecniche di misurazione ai valori di mercato(per esempio il fair value) possano fornire una visioneattendibile della situazione economico-patrimoniale e dellaperformance delle imprese?Sono, in realtà, un po’ scettico. Il fair value sembra quasirappresentare una parola mitica; il problema è che non èfacile riempire di sostanza il pertinente concetto,identificando parametri quantitativi adeguati. Ho qualche perplessità sul fatto che il fair value siasufficiente da solo a indicare la situazione economico-finanziaria delle imprese. Può essere un indicatore di concorso nell’interpretazione,ma non decisorio.

Puntare sulla qualità delle informazionifinanziariePer il professor Giuseppe Bruni, già presidentedell’Accademia italiana di economia aziendale, occorre focalizzare l’attenzione sulla comprensibilità dei dati di bilancio

Ritiene che gli IFRS possano rappresentare un modellocontabile esportabile anche alle realtà di società che non sirivolgono al mercato per ottenere liquidità?Probabilmente con qualche attenzione e accortezzaaggiuntiva possono fornire un ausilio.

Ad esempio...?Ad esempio possono contribuire a verificare se e in qualemisura su casi concreti i princìpi contabili riescono acogliere ed a riflettere correttamente la realtà, che in genereè molto complessa e articolata su molteplici variabili.

Da ultimo, ha dei suggerimenti da dare ai colleghi cheredigono il bilancio delle imprese in questo contesto digeneralizzata scarsa profittabilità?Ritengo che sia necessario cercare di dare non molteinformazioni e non abbondare nella quantità delleinformazioni, concentrando la propria attenzione sullaqualità dell’informativa, selezionando i dati in modo attento,così da illustrare in modo efficace lo stato di salutedell’azienda. �

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Principi Internazionali di Revisione e Controllo della QualitàEdizione Italiana 2011862 pp. - in brossura - ISBN 978-88-97361-00-8Prezzo 50,00 Euro (IVA e spese di trasporto incluse)

La versione italiana 2011 dei principi internazionali (edizione inglese 2009), contenuta nelpresente volume, è il risultato di un complesso progetto di riscrittura, attuato da IFAC, pereffetto del quale i 36 principi di revisione ed il principio sul controllo di qualità sono staticompletamente riorganizzati in sezioni distinte e parzialmente modificati nei contenuti.I principi così aggiornati sono ampiamente migliorati, sia in termini di comprensibilità chein termini di semplificazione applicativa e sono destinati a divenire comune bagaglioprofessionale per tutti i colleghi impegnati nell'attività di revisione legale dei conti.La nuova struttura dei principi, mantenendo invariato l'originario approccio basato su regolegenerali, è ampiamente compatibile con i principi di revisione nazionali in vigore dal 2002.L'attività di revisione legale dei conti continuerà ad essere svolta sulla base di unapreliminare identificazione e valutazione dei rischi di errori significativi nel bilancio, sulle cuirisultanze verranno configurate le procedure di revisione più appropriate. Quindi non controllicasuali, che ripercorrono indistintamente tutte le operazioni contabili, ma verifiche miratea quelle aree di bilancio che il revisore ha identificato come maggiormente problematichee dalle quali può derivare un rischio concreto e significativo di errore nel bilancio.

La fase transitoria del federalismo municipaleAspetti quantitativi, contabili e fiscali delle nuove entrate comunali126 pp. - in brossura - ISBN 978-88-97361-01-5Prezzo 15,00 Euro (IVA e spese di trasporto incluse)

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Press S.r.l. - Società unipersonale soggetta all’attività di direzione e coordinamento del CNDCEC - 00185 ROMA - Piazza della Repubblica, 59C.F., P.Iva e N. Iscr. R.I. 09257291006

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Il commercialista copre uncampo di attività estremamentevariegato. Non vi è, tuttavia,dubbio che la predisposizionedei bilanci e, più in generale,

dell’informativa economico-finanziariadelle imprese identifichi una delleprincipali aree caratterizzanti lanostra professione.

Nonostante non esistano, infatti,esclusive in materia di preparazionedei bilanci è innegabile che la granparte delle imprese che operano inItalia si affida alla nostra esperienzaper la redazione del bilancio stesso.

Tale evidenza è riconosciuta - siricorda - formalmente anche dallaprassi giurisprudenziale, tanto che laCorte di Cassazione ha recentementesancito che la tenuta della contabilitàaziendale da parte di un non iscrittoall’Albo configura il reato di esercizioabusivo della professione (Sentenza n.11545 del 23 marzo 2012).

Il commercialista è, di fatto, tenutoa rappresentare lo “stato di salute”delle imprese; tale attività ricopreun’importanza cruciale nei confrontidel pubblico, poiché gli stakeholder,ossia i gruppi di portatori di interesseche interagiscono con l’impresa,cercano proprio nel bilancio le

informazioni su cui fondare le propriedecisioni economiche. L’erariorappresenta, peraltro, un interlocutoreparticolarmente interessatoall’informativa finanziaria, consideratoche dalla determinazione del redditocontabile deriva la determinazionedella base imponibile e, diconseguenza, il carico fiscale. In questaprospettiva, la corretta formazione delbilancio ha un ruolo assai delicatoanche per il sistema Paese.

Particolare attenzione è, di fatto,storicamente rivolta dal ConsiglioNazionale alle problematiche delleimprese non quotate - e segnatamentea quelle di minori dimensioni - le qualida sempre sono seguite daicommercialisti nelle loro diverseoperazioni e adempimenti.

I professionisti sono chiamati asvolgere, anche con riferimento allacorretta tenuta della contabilità dellepiccole imprese, un compito di tuteladegli interessi pubblici, poiché se èvero che le piccole imprese nonrappresentano singolarmente preseinteressi diffusi, è altrettantoaccertato che tali realtà costituisconopiù del 99% delle attività operanti nelterritorio nazionale.Ciò premesso, appare evidente che le

imprese - e per quanto sopra detto icolleghi - siano chiamate apredisporre il proprio bilancio conregole tecniche chiare e tecnicamentecorrette.

Non è, quindi, un caso che ilConsiglio Nazionale partecipi a tutti ilivelli all’attività dell’OrganismoItaliano di Contabilità (OIC), lostandard setter contabile nazionale,apportando l’esperienza e il caricoculturale della nostra categoria.

La professione è sempre stataparte attiva nella predisposizione deiprincipi contabili nazionali in originein via propria per mezzo della“Commissione per la statuizione deiprincipi contabili” (1976-2002) e inseguito per mezzo del menzionato OIC(2002 ad oggi). Ai nostri fini, bastiricordare che i principi contabilinazionali rappresentano -inordinamenti giuridici di civil law qualeil nostro- un’interpretazione dellanorma quando questa è ambigua eun’integrazione della norma quandoquesta è carente.

Il Consiglio ha supportatofortemente il progetto di revisione deiprincipi contabili nazionali dell’OIC, acui chiaramente spetta anche ilcompito di emanare le norme tecnico-

Regole chiare e tecnicamente corretteLuciano Berzè Consigliere nazionale CNDCEC con delega all’area ‘Principi contabili e sistemi di controllo e revisione’ del CNDCEC

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La conoscenza dei principi contabili e delle disposizioni tecniche deve continuare a rappresentare una prerogativa dei commercialisti da salvaguardare e tutelare

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11L’intervento

professionali per la redazione delbilancio. Altri articoli della Rivista sioccupano di individuare alcune dellepiù rilevanti modifiche che sino aquesto momento sono state apportatedal progetto che dovrebbe essereconcluso per il 2013.

È bene evidenziare che imenzionati principi contabili sonorimasti - fatta eccezione per lemodifiche apportate a seguito dellariforma organica del diritto societario- sostanzialmente immutati da quasiun ventennio. Le norme tecnichedevono definire prassi consolidate, maindubbiamente devono essere ingrado di fotografare correttamente larealtà aziendale che è per proprianatura soggetta a mutare nel tempo.

È, perciò, palese che -seppurrifiutando l’idea di dover cambiare“solo per il gusto di cambiare” -un’attività di restyling si renda talvoltanecessaria.

La corretta determinazione erappresentazione dei dati, peraltro,non deve essere concepita come unmero adempimento amministrativo-contabile, bensì, soprattutto neimomenti di congiuntura economica efinanziaria negativa, quale quelloattuale, come uno strumento digaranzia.

L’utilizzo di norme generalmenteaccettate è, di fatto, uno strumento ditutela imprescindibile, atto anche aevidenziare al momento opportuno leproblematiche finanziarie ed esistenti,così che l’organo esecutivo possa“reagire” in modo tempestivo.

Dobbiamo, poi, considerare chel’attuale stretta creditizia non consentedi presentare bilanci “interpretabili” onon chiari. La conformità ai principicontabili nazionali dovrebbe di per séessere sinonimo di correttarappresentazione.È necessario, poi, evidenziare che i

principi contabili nazionali, pur nonessendo - come nella miglioretradizione anglosassone - documentiessenzialmente articolati sui soliprincipi generali (“principles based”)non sono, comunque, pensati per darerisposta a tutte le problematicheprofessionali.

A tale riguardo, il CNDCEC hasviluppato nel corso degli anni, grazieal supporto della Commissione“Norme e principi contabili”,molteplici documenti, finalizzati afornire strumenti tecnico-professionali per i colleghi. Talicontributi tecnico-professionali sonopensati, da un lato, per interpretarecorrettamente norme di recenteemanazione oppure per identificareefficaci strumenti operativi perl’adozione di disposizioni di nonimmediata (o complessa) attuazione.

A differenza dei principi contabili,peraltro, tali documenti - pur essendofocalizzati sugli aspetti contabili -affrontano le tematiche analizzate

sotto una prospettiva più ampia, alfine di considerare anche le altreeventuali criticità connesse allosvolgimento del compitoprofessionale.

La conoscenza dei principicontabili e delle disposizioni tecnichedeve essere, quindi, percepita comeuna prerogativa dei commercialistiche non deve esser persa, bensìsalvaguardata e tutelata.

I professionisti portano con sé unbagaglio culturale che consente divivere il complesso funzionamentodelle aziende da tutti i punti di vista.

La rappresentazione economico-finanziaria è solo l’ultimo passaggioche sintetizza tutta l’attività svolta e,per tale motivo, è lo strumentoinformativo principale.

La conoscenza e, chiaramente,l’adozione di standard nati nella prassiprofessionale avvalorano eimpreziosiscono l’attivitàprofessionale stessa, rendendola altempo stesso utile e autorevole. �

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Le disposizioni giuscontabilinazionali - e diconseguenza i principicontabili locali che di talinorme rappresentano

un’integrazione e/o un’interpretazione- sono fortemente vincolate dallepertinenti direttive e daipronunciamenti dell’Unione Europea.

Le norme del codice civile sono(devono essere) articolate sulledirettive contabili, ossia - ad oggi -sulla direttiva 78/660/CEE (meglionota come “Quarta direttiva”) perquanto concerne la redazione delbilancio d’esercizio e sulla direttiva83/349/CEE (meglio nota come“Settima direttiva”) per quanto rilevala predisposizione del bilancioconsolidato.

Nel corso del tempo l’ossaturadelle citate direttive è rimastainvariata, nonostante determinatiaspetti tecnici siano stati rivisti; peresempio la direttiva 65/2001/CE haintrodotto la facoltà per gli Statimembri di introdurre la valutazione alfair value di taluni strumentifinanziari, come la direttiva 51/2003/CEha apportato significativi cambiamentialla relazione sulla gestione.

La Commissione Europea (CE) halanciato nel 2009 e nel 2010 dueconsultazioni pubbliche concernentirispettivamente la rivisitazione delledirettive contabili e la potenzialeadozione a livello di EU dell’IFRS forSMEs pubblicato dallo IASB nel corsodel 2007. A tali consultazioni ilConsiglio Nazionale ha dato risposta,esponendo il punto di vista dellaprofessione italiana.

Nell’ottobre 2011 è stata, poi,pubblicata una proposta della CEfinalizzata a sostituire le accounting

directives e, per quanto detto,destinata a impattaresignificativamente sull’attivitàprofessionale della nostra categoria dasempre coinvolta a diverso livello nellaredazione, revisione e analisidell’informativa economico-finanziaria.

Ad oggi, l’originario contenutodella proposta della CE è fortementein discussione, tanto che risultadifficile esprimere un parere sullenorme presentate, poiché questepotrebbero risultare al momento dellaloro approvazione finale (prevista peril 2013) sostanzialmente modificate.Nel momento in cui questo articolo èredatto, infatti, sono già stati

presentati (giugno-luglio 2012)importanti emendamenti da parte siadel Consiglio dell’Unione Europea siada parte di Commissioni delParlamento Europeo e, in particolare,dalla Commissione giuridica (JURI)chiamata ad esprimersi sul testo edalla Commissione Problemieconomici e monetari (ECON).Proviamo, tuttavia, a formulare -senza presunzione di esaustività -alcune considerazioni su alcuni punticardine della proposta che potrebberoincidere nel futuro sulla nostraattività, ossia: principi generali dibilancio; schemi di bilancio; criteri divalutazione; bilancio delle imprese dipiccole dimensioni edimplementazione degli IFRS for SMEs.

Principi generali

La Commissione Europea propone dirichiedere alle imprese di tenere inconsiderazione, nella predisposizionedei loro bilanci, dei principi dellamaterialità (materiality) e dellaprevalenza della sostanza sulla forma.

La materialità non è menzionatanell’attuale IV direttiva, mentre talepostulato è contenuto da tempo nelsistema contabile dello IASB

Direttive contabili e principicontabili nazionali, un confronto sempre apertoGiancarlo Attolini Consigliere nazionale CNDCEC con delega all’area ‘Attività Internazionale’

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Il Cndcec è attivamente impegnato nel dibattito in corso a livelloeuropeo sulle accounting directives con l’elaborazione di positionpapers e risposte a consultazioni pubbliche

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13L’intervento

(Framework, 1989). Le CommissioniJURI ed ECON hanno proposto chetale principio possa esserecircoscritto agli aspetti dellapresentazione e dell’informativa. La substance over form è stata

introdotta nella IV direttiva dalladirettiva 51/2003/CE; tuttavia, lamenzionata direttiva (meglio notacome direttiva di “modernizzazionecontabile”) consente agli Stati membri(facoltà) di introdurre tale principio.

La previsione obbligatoria delprincipio rischia di creare rilevanti einattesi riflessi sulla disciplina attuale.

Il testo del Council propone direndere la substance over form

facoltativa, tornando all’attualeimpostazione. JURI ed ECONpropongono ulteriori modifiche altesto originario.

Schemi di bilancio

Non sembrano essere previsti grandicambiamenti (almeno per quantoattiene l’attuale impostazionenazionale) per gli schemi di bilancio.

Stato patrimoniale e contoeconomico dovrebbero essereriproposti nella configurazione sceltadal codice civile. A livello di UnioneEuropea, si osserva, tuttavia, che gliStati membri, qualora la propostadella CE fosse accolta, nonpotrebbero più scegliere tra schemascalare e a sezioni contrapposte; insostanza, lo stato patrimoniale dovràessere a sezioni contrapposte (anchese il Consiglio Europeo ha proposto ilre-inserimento della forma scalare) eil conto economico in forma scalare.

È interessante evidenziare che laCommissione ECON ha richiesto diinserire una previsione per la quale leimprese di medie e grandi dimensionidovrebbero essere tenute apredisporre anche il rendicontofinanziario.

Criteri di valutazione

Sono previste modifiche alle tecnichedi contabilizzazione di talune poste,quali le immobilizzazioni immaterialied in particolare l’avviamento e i costipluriennali. Ciò che rileva, tuttavia, inquesto contesto considerare è che -senza entrare nel dettaglio - laCommissione propone di lasciareliberi gli Stati membri di valutare

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L’intervento14

taluni strumenti finanziari e altrielementi patrimoniali al fair value.

Tale impostazione sembra,peraltro, contrastata dagliemendamenti proposti dallaCommissione JURI che vorrebbero, alcontrario, limitarne l’uso aglistrumenti finanziari “speculativi” e“disponibili per la vendita”.

Piccole imprese

La CE aveva indicato la riduzionedegli oneri amministrativi delle pmicome una delle priorità della propriariforma contabile. Talesemplificazione si è risoltaprincipalmente nella definizione diuna serie di (limitate) informazioniche le pmi devono fornire; in sostanzagli Stati membri non possonorichiedere alle imprese di minoridimensioni di fornire nella notaintegrativa più informazioni di quelle

previste dal testo in parola(maximum harmonization).

Le informazioni che le piccoleimprese dovrebbero fornireriguardano: principi contabili;garanzie e impegni non rilevati instato patrimoniale; indebitamento alungo termine e garantito; fattiintervenuti dopo la data di chiusuradel bilancio; operazioni con particorrelate.

Sono state promosse rilevanticritiche a tale impostazione ed èpossibile che, anche in questo caso, laproposta sia corretta.

Da ultimo, un accenno allaproblematica inerente all’IFRS for

SMEs: la CE ha affermato che gli Statimembri non possono richiedernel’applicazione. Tuttavia, qualora ledisposizioni dello IASB fosserocoerenti con quelle previste dallanuova direttiva contabile, gli Stati

membri potrebbero di fattoimplementare il contenuto di questiprincipi contabili. Sono stateindividuate due sole “pacifiche”discrasie (contabilizzazionedell’avviamento, su cui peraltro sonostati proposti emendamenti, edesposizione del capitale sottoscrittonon versato), mentre potenzialidifformità potrebbero sorgere in sededi recepimento.

Il CNDCEC è presenteattivamente nel dibattito in corso alivello europeo sulle accounting

directives fin dallo scorso autunno;sono stati elaborati numerosi position

papers che sono stati diffusi a tutte leorganizzazioni europee coinvolte nelprocesso legislativo ed illustrati nelcorso di incontri con i parlamentarieuropei, i presidenti di commissione ele rappresentanze permanenti deigoverni a Bruxelles. �

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È tempo di pensare al futuro.

Oggi i nostri figli hanno molti dubbi e un’unica convinzione: che in futuro staranno peggio dei loro padri. Il futuro si può, però, ancora cambiare, con regole e scelte che interessino i nostri figli, facendo sacrifici oggi per farne fare meno a loro domani. Trasformando la crisi in opportunità e l’immobilità in ottimismo.

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L’attuale versione di buonaparte dei principi contabilinazionali è il risultato disuccessive revisioni,svolte, in un primo tempo,

dalla Commissione istituita daiConsigli Nazionali dei dottoricommercialisti e dei ragionieri e poidall’Organismo italiano di contabilità(OIC). Le modifiche via via apportaterisultano spesso fra loro malcollegate, talora addiritturacontraddittorie e negli ultimi tempihanno subìto l’influenza dei principicontabili internazionali (IAS/IFRS),pur riguardando esclusivamente lesocietà che non adottano queglistandard.

Attualmente, al contrario diquanto è avvenuto in passato, è in attoun vero e proprio processo diriscrittura dei principi nazionali,tendente ad eliminare le possibili fontidi incomprensione, a rendere piùsnello il loro testo e ad aggiornarlisecondo le evoluzioni normative. Fra i diversi documenti oggetto di

revisione, abbiamo scelto diesaminare alcuni degli elementiinnovativi proposti per l’OIC 13(rimanenze di magazzino) e l’OIC 16(immobilizzazioni materiali).

Per quanto riguarda la valutazionedelle rimanenze, in primo luogo, vieneanalizzato il concetto del termine“costo”, nelle accezioni di costod’acquisto e costo di produzione. Perquest’ultimo il documento intende «il

costo di acquisto, come

precedentemente definito, più i puri

costi industriali di produzione o di

trasformazione». Trattasi di unadefinizione imprecisa: piùcorrettamente, il costo di produzionecomprende i costi relativi al “consumodelle materie acquistate” e gli altricosti diretti, ma non i costi d’acquisto.

Ad essi vanno aggiunti i costiindiretti per la quota ragionevolmenteimputabile al prodotto relativa alperiodo di fabbricazione e fino almomento dal quale il bene può essereutilizzato; con gli stessi criteripossono essere aggiunti gli oneri

relativi al finanziamento dellafabbricazione, interna o presso terzi.

A questo punto il documentoaffronta e risolve correttamente iltema dell’imputazione degli onerifinanziari, trattato in modo chiaro dallegislatore, ma spesso travisato dataluni interpreti: viene specificato che«nella determinazione del costo delle

rimanenze gli oneri finanziari, come

regola generale, sono esclusi. La

capitalizzazione degli oneri

finanziari è effettuata, nei limiti

applicabili alla specifica fattispecie,

quando il tempo che intercorre tra

l’esborso dei fondi al fornitore e il

momento in cui il bene è pronto per

l’uso, è significativo». Viene poiprecisato che «gli interessi relativi

all’acquisizione ordinaria di beni

sono normalmente esclusi dalla

capitalizzazione, poiché il periodo di

produzione è relativamente breve». Anostro avviso il motivo è un altro:l’acquisto di beni non comporta mai lapossibilità di capitalizzare gli interessieventualmente sostenuti per il suo

OIC 13 e 16,un passo in avantiverso la chiarezzaGianfranco Capodaglio Presidente Commissione per le norme ed i principi contabili del CNDCEC

16

Le proposte di modifica dei due documenti rappresentano un concretomiglioramento per l’applicazione dei principi contabili nazionali

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17L’intervento

finanziamento, sia perché così imponeil codice, che limita tale fenomeno alla“fabbricazione” del prodotto, siaperché, logicamente, detti interessisono estranei al concetto di “costoindustriale”, ma si riferiscono allemodalità di finanziamentodell’impresa nel suo complesso.

Nel considerare il concetto di“valore di realizzazione desumibiledall’andamento del mercato (o valoredi mercato), ai fini della valutazionedelle rimanenze di magazzino”, vieneripreso il significato già presente neldocumento attuale, secondo cui siintende, come regola generale:a) il costo di sostituzione per lematerie prime, sussidiarie esemilavorati d'acquisto,;b) il valore netto di realizzo per lemerci, i prodotti finiti, semilavorati diproduzione e prodotti in corso dilavorazione.

La scelta indicata al punto a) ècriticabile, soprattutto se posta inrelazione con quanto specificato nelsuccessivo paragrafo 66, che cosìrecita: «vi possono essere dei casi in

cui neanche il minor costo di

sostituzione delle materie prime e

sussidiarie e dei semilavorati (parti

o componenti) d'acquisto può essere

recuperato tramite il valore netto di

realizzo del prodotto finito in cui

entrano a far parte. In tali casi si

rende necessario utilizzare il valore

netto di realizzo come definito in

precedenza anche per questi

materiali». Per poter sapere se ilvalore netto di realizzo è inferiore alcosto di riacquisto, è evidente chebisogna sempre stimarlo: se però essoè superiore, non si capisce perché lematerie e gli altri beni dovrebberoessere svalutati al di sotto di talelimite, espressamente previsto dalcodice; da ciò si deduce l’estraneità

del costo di riacquisto dal concetto di“valore di realizzazione desumibiledall’andamento del mercato”. Sarebbeinvece ragionevole sostenere che,quando la stima del presumibilevalore di realizzo è impossibile, oestremamente difficile ed aleatoria, sipuò assumere il prezzo di riacquistocome rappresentativo di tale valore.Per quanto riguarda la valutazionedegli immobilizzi materiali, conparticolare riferimento alla definizionedi costo diretto ed indiretto ed allacapitalizzazione degli oneri finanziari,il documento 16 rispecchiafedelmente quanto indicato neldocumento 13 e da noi commentatonel punto precedente. Di particolarepregio è la riscrittura del paragraforelativo al concetto di “valoredurevolmente inferiore” contenuto nelprimo comma, n. 3) dell’art. 2426. Inprecedenza, infatti, i vari interventi dimodifica avevano portato ad unaformulazione oscura econtraddittoria, che poteva ingenerareforti incertezze nell’operatoreeconomico. Ora viene chiaramenteindicato che occorre fare riferimentoal “valore recuperabile”, che, alparagrafo 86, viene definito come «il

maggiore tra il valore d’uso e, ove

oggettivamente determinabile, il suo

presumibile valore realizzabile

tramite alienazione».Viene precisato che «il valore

realizzabile dall’alienazione è

l’ammontare che può essere ricavato

dalla cessione di una singola

immobilizzazione o di un complesso

di immobilizzazioni in una normale

transazione sul mercato, al netto

degli oneri diretti da sostenere per la

cessione stessa».Viene poi definito il concetto di

“valore d’uso”, che è riferibile «alla

capacità di ammortamento, intesa

come differenza tra ricavi e costi

futuri attesi non attualizzati

derivanti dall’utilizzo di un bene

immobilizzato o di un complesso di

beni oggetto di valutazione. In tale

accezione, il valore d’uso misura la

capacità del bene immobilizzato o di

un complesso di beni di contribuire a

generare negli esercizi successivi

flussi di ricavi, intesi come valore

della produzione di cui alla lettera A

dell’art. 2425 del Codice Civile,

sufficienti al recupero dei costi di

produzione, come definiti dalla lettera

B dell’art. 2425 del Codice Civile».Il documento precisa poi che

«poiché il recupero delle

immobilizzazioni avviene

normalmente attraverso gli

ammortamenti, la capacità di

ammortamento implica che i costi

futuri attesi di produzione, inclusi

gli ammortamenti, trovino negli

esercizi successivi, secondo una

ragionevole aspettativa, adeguata

copertura attraverso i ricavi futuri

attesi correlati al relativo utilizzo».Viene infine sottolineato che «le società

possono utilizzare metodi alternativi

per la stima del valore d’uso, ad

esempio utilizzando tecniche

finanziarie quali l’attualizzazione dei

flussi di cassa netti futuri attesi

derivanti dall’utilizzo del bene

immobilizzato o di un complesso di

beni, fino al termine della vita utile,

compreso il flusso derivante dallo

smobilizzo dei beni».In conclusione, le proposte di

modifica dei documenti OIC 13 e 16rappresentano un concreto passoavanti verso la chiarezza e lasemplificazione di principi contabilinazionali. Ciò non toglie che alcunipassi di tali documenti sianosuscettibili di agevoli interventimigliorativi. �

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Iprincipi contabili sono regoletecniche che assolvono inordinamenti a matriceromanistica la funzione diintegrare e interpretare le

disposizioni del legislatore civilistico.Essi costituiscono uno strumento

imprescindibile per i professionisti inquanto le previsioni legislative inmateria di bilancio risultano disovente lacunose e di complessaapplicazione pratica.

Nel mese di maggio del 2010,l’Organismo Italiano di Contabilità(OIC) ha avviato, attraverso unaconsultazione pubblica, un progetto diaggiornamento dei Principi contabilinazionali (di seguito, perbrevità,“Principi”) che persegue ilduplice obiettivo di migliorarnel’intelligibilità e di recepirel’evoluzione della normativa contabileavvenuta dopo l’ultima revisionecomplessiva dei Documenti risalenteal 2005 e finalizzata ad aggiornare talidocumenti a seguito della riformaorganica del diritto societario.

La “riscrittura” dei Principi èun’esigenza da più parti avvertita inragione del fatto che le disposizioni inessi contenute sono state per lo piùelaborate circa due decenni addietro e

prima dell’implementazione a livellonazionale degli accounting standardIAS/IFRS. L’attuale corpus è, di fatto,ancora focalizzato sulle esigenze dellegrandi imprese “quotate” che, ormai dapiù di un lustro, hanno abbandonato ladisciplina nazionale del bilancio. L’OICmanifesta l’intenzione di prestaremaggiore attenzione alle piccole emedie imprese che - allo stato dell’arte- rappresentano i principali utilizzatoridegli standard locali. In questaprospettiva, il progetto si propone diconsiderare anche i recentiorientamenti paventati a livello diUnione Europea fondati sullariduzione dei costi di redazione delbilancio per le pmi attraversol’attenuazione degli obblighi contabili(simplification project).

Al fine di consentire ilraggiungimento dei predetti scopi, iPrincipi aggiornati avranno in lineagenerale un format comune cosìarticolato: ambito di applicazione,definizioni, classificazione, rilevazioneiniziale, valutazione e rilevazionesuccessiva, informazioni in notaintegrativa, appendice normativa.Sono previste, come ovvio, delleeccezioni legate alle specificità dellefattispecie trattate.

Dal punto di vista sostanziale, iPrincipi assumeranno carattereprecettistico e saranno espunti iriferimenti giuridici ritenuti superfluial fine di dare maggior risalto agliaspetti squisitamente contabili incoerenza con i recenti sviluppi delladottrina e della best practice.

Considerata la numerosità deiPrincipi da aggiornare - ventiquattro -,OIC ha deciso di suddividere laconsultazione in più fasi, ciascunadelle quali avrà una durata di sei mesie riguarderà un numero limitato dibozze. Al momento della chiusura inredazione della Rivista, sono statipubblicati due blocchi di Principirevisionati: il primo in data 23dicembre 2011, il secondo in data 27aprile 2012.

Il Consiglio Nazionale svolge unruolo proattivo nel progetto siaattraverso la partecipazione alleriunioni del Gruppo di Lavoro all’uopocostituito da OIC sia fornendo leproprie osservazioni sulle Bozze inconsultazione.Lo scorso 30 giugno è scaduto iltermine per l’invio dei commenti sulprimo gruppo di principi revisionati,che comprende: OIC 16Immobilizzazioni materiali; OIC 18

Principi contabili nazionali al restylingMatteo Pozzoli Ufficio Studi della Presidenza CNDCEC

Valerio Luciani IRDCEC

18

Un’esigenza da più parti avvertita nell’ottica di una migliore rispondenzaalle esigenze degli operatori

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19L’intervento

Ratei e risconti; OIC 19 parte Debiti;OIC 19 parte Fondi per rischi e oneri

e TFR; OIC 29 Cambiamenti di

principi contabili, cambiamenti di

stime contabili, correzione di errori,

eventi e operazioni straordinari,

fatti intervenuti dopo la data di

chiusura dell’esercizio.Il prossimo 31 ottobre terminerà

la consultazione pubblica riguardanteil secondo set di Principi in bozza,composto da: OIC 13 Le rimanenze di

magazzino; OIC 14 Disponibilità

liquide; OIC 15 I crediti; OIC 20 Titoli

di debito. Giova precisare che laBozza dell’OIC 15 non affronta lacessione dei crediti giacché,constatata la “delicatezza”dell’argomento e la molteplicità disoluzioni adottabili, OIC ritieneopportuno attivare una consultazionead hoc. Segnaliamo poi che l’OIC 20aggiornato, diversamente dallaversione ancora vigente, non affrontail trattamento contabile dellepartecipazioni e delle azioni proprieche sarà trattato nell’OIC 21 di nuovaemanazione.

Non è questa la sede per illustrarein modo analitico le modifiche

proposte dai set di Principi pubblicatiper pubblica consultazione. Cilimitiamo, quindi, in questa sede adevidenziare alcune modifiche ritenutedi particolare significatività.

Per quanto concerne le postefinanziarie, appaiono di meritevolemenzione i chiarimenti sullaclassificazione dei debiti e dei creditiche ricadono in più voci dello statopatrimoniale. Sempre sugli aspettilegati alla presentazione, è stabilitoche, a prescindere dalla durata, icrediti finanziari siano collocati tra leimmobilizzazioni finanziarie mentre icrediti commerciali trovanoesposizione nell’attivo circolante.Sono, poi, fornite delle specifichesullo scorporo della componentefinanziaria dai crediti e debiticommerciali; permane, invece, ildivieto di attualizzazione delle postefinanziarie.

L’aggiornamento ha interessatoanche la disciplina dei titoli di debitoe di capitale. Anzitutto, si deverilevare che la proposta di OIC 20esamina i soli titoli di debito mentre ilpertinente Principio attualmente invigore considera anche i titoli di

capitale (primariamente le quote e leazioni societarie). Le revisioni dimaggiore rilevanza in attesa del nuovoOIC 3 in tema di derivati e diinformativa sugli strumenti finanziaririguardano: la rilevazione deidisaggi/aggi di emissione e deipremi/scarti di emissione-negoziazione; la classificazione delleplusvalenze e delle minusvalenzederivanti dalla cessione di titoli didebito iscritti nell’attivoimmobilizzato; la contabilizzazionedel cambiamento di comparto deititoli (da attivo immobilizzato adattivo circolante e viceversa).

L’OIC 29 revisionato dissipa idubbi in merito alla rappresentazionein bilancio della correzione di erroricommessi in esercizi precedenti:l’unico trattamento contabileammesso è l’imputazione a contoeconomico (componentestraordinario di reddito) dell’effettoderivante dalla “scoperta” dell’errore.

La rettifica delle riserve esistenti èprevista solo quando l’errore non hainfluenzato il reddito dell’esercizio incui è stato commesso, poichél’originaria operazione è transitatadirettamente a patrimonio netto (peresempio: rivalutazione diimmobilizzazioni in conformità a leggispeciali, aggregazioni aziendali). Èinoltre eliminata la distinzione traerrori determinanti e non determinanti.

Riguardo alla rilevazione deicambiamenti di principi contabili, èconfermata l’applicazione retroattivaall’inizio dell’esercizio che è oggetto dipresentazione (con imputazione aconto economico e non direttamentea patrimonio netto) sebbene la Bozzaintroduca un’ulteriore eccezione a talecriterio ovverosia l’eccessivaonerosità del calcolo dell’effettocumulativo. �

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Rappresentiamo una minoranza del 99,9%.

In Italia le PMI sono il 99,9% della forza economica, eppure vengono trattate come una minoranza. Il mondo produttivo e le istituzioni funzionano solo grazie alle libere professioni, eppure queste ultime non vengono prese in considerazione dai poteri forti.Essere utili al Paese significa cambiare anche questi squilibri, ma soprattutto lavorare per le cose che contano.

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21

Marcello Febert

caldo) e la pressione sale. Perché, come per il mitico Pa-squale Baudaffi, anche per noi: la vostra soddisfazione è ilnostro miglior premio.In più nel periodo di massimo stress, tutti hanno qualche esi-genza, prima di andare in ferie: io vorrei pagare senza lo 0,4;io vorrei pagare l’Iva in tre rate e le imposte in 4; io vorrei pa-gare tutto entro luglio, prima di andare in ferie; io dopo il 16,quando torno dalle ferie; io a settembre con ravvedimento,ma vorrei sapere quanto, prima di andare in ferie; io vorreiavere una situazione al 30.06, per la banca, prima di andarein ferie; io (maresciallo gdf) vorrei la documentazione entrola fine della prossima settimana, così “apro” la verifica primadi andare in ferie! Io vorrei (moglie) fare un week end almare con i figli, prima di andare in ferie; io vorrei (mamma)che ti riposassi un poco e che mangiassi qualcosa in più,prima di andare in ferie.Prima di andare in ferie… prima di andare in ferie, maquando arrivano queste ferie? Ed allora la pressione sale,tutti vogliono qualcosa e noi siamo commercialisti, siamoutili al Paese, dobbiamo farcela!Dritto o storto, anche quest’ anno ce l’abbiamo fatta, ma sivocifera che sono sempre di più i colleghi che dal mese dimaggio al 20 agosto hanno rifiutato di sottoporsi a qualsiasitipo di analisi cliniche. Il Ministero della salute nel suo mega progetto di riforma stagià pensando ai controlli antidoping da effettuare presso lesedi dell’Ordine e, a sorpresa, presso gli studi, nei giorni an-tecedenti le scadenze più pressanti.Le analisi saranno effettuate dalle soppiantate, ormai inutili,commissioni disciplina.I commercialisti italiani sono avvisati, confidenti che l’annoprossimo le scadenze si fermino a luglio, sperano di non es-sere costretti ad emigrare in Turchia per acquistare sostanzeadatte a terminare la stagione... prima delle ferie!

Le Olimpiadi sono sempre state vissute con estrema sere-nità e relax dal popolo dei commercialisti, in quanto, a dif-ferenza delle altre manifestazioni sportive, si svolgono inpieno agosto. Ma ormai le ferie d’agosto per me e per i mieicolleghi sono diventate un ricordo sempre più sbiadito!Le olimpiadi, dicevo, rappresentano la manifestazione spor-tiva più nobile esistente ed ogni 4 anni portano alla ribaltasport e personaggi che vivono intensamente anni di oblio edi sacrifici. Paragonare le delusioni per la Pellegrini a quelle vissute peril caso Schwazer è ingiusto e diseducativo: chi arriva quintoal mondo non può essere accostato o paragonato a chi sidopa, a chi tenta di drogare il proprio risultato attraversol’uso di sostanze proibite, oltre che nocive per la propria sa-lute. Ma la pressione è tanta ed arrivare ad un risultato (chenon sia quinto) può indurre chiunque a fare cose di cui ci sipotrà pentire in seguito.

Detto questo, vi è da dire che la campagna bilanci/dichiara-tivi, da qualche anno a questa parte sta diventando una ker-messe degna delle più combattute manifestazioni sportive.Inizia ad aprile, ci si mette dentro abbondante IMU, unpugno di 730, una spruzzata di studi con strascico di corret-tivi, un dadino di proroga di 770, giusto per allungare ilbrodo, si prolunga la cottura a fuoco lento fino al 20 agostoe la minestra è servita! Altro che maratona. Inoltre a, diffe-renza degli atleti olimpici, tutto questo ormai ci tocca ognianno!

Nel frattempo, il commercialista olimpico, con le occhiaieda record del mondo, riceve le comunicazioni irregolari (opresunte tali), le verifiche della gdf, deve attenersi allenorme antiriciclaggio, ogni tanto fare percepire alla famigliala propria presenza, lavarsi tutti i giorni (d’estate fa anche

Prima delle ferieAncora un’estate sotto pressione per i commercialisti italiani: esplodono i primi casi di doping

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Primo Piano22

La mediazione civile e la proposta del mediatore

Le valutazioni in ordine alla risoluzione dellacontroversia, quali le priorità e gli interessi da soddisfaretra le parti, nonché la redazione dell’accordo conciliativo,sono rilevanti nella fase conclusiva della mediazione. Inparticolare, l’accordo conciliativo da allegare al processoverbale redatto dal mediatore, così da dare attodell’intervenuto accordo tra le parti, deve contenere leclausole riflettenti le intese raggiunte, deve essere idoneoa produrre gli effetti voluti ed essere privo di previsionicontrarie all’ordine pubblico e alle norme imperative dilegge. Se si fa seguito ai recenti rapporti statistici diffusidal Ministero di Giustizia sull’utilizzo della procedura dimediazione, è da evidenziare che gli Organismi dimediazione hanno ricorso a procedimenti di mediazionefacilitativa e la maggior parte di essi ha subordinato laformulazione della proposta del mediatore alla richiestacongiunta di tutte le parti. Accade quindi, che ilmediatore può fare la proposta se le parti concordementeglielo richiedono, così come previsto dall’art. 11 del d.lgs.28/2010 (il mediatore “quando l’accordo non è raggiuntoformula una proposta di conciliazione”), e in qualunquemomento della procedura di mediazione. In tutti gli altricasi, va verificato che la proposta può essere formulatase il regolamento dell’Organismo di mediazione lopreveda. Al riguardo la ratio legislativa è quella di evitareche il tentativo di conciliazione risulti inutile conaggravio di oneri e spreco di tempi. La previsione dellaproposta si connette al “regime punitivo” a danno dellaparte che la rifiuta. È opportuno sottolineare che il rifiuto della propostacomporta la previsione di cui all’art. 13 del d.lgs. 28/2010.Pertanto, se la proposta non viene accettata e il processodavanti al giudice viene iniziato, qualora la sentenzacorrisponda alla proposta, le spese del processo sarannoa carico della parte che ha rifiutato ingiustificatamente lasoluzione conciliativa. È quindi necessario che ilcontenuto della proposta sia come quello della decisionedel giudice: da qui scatta l’obiezione che si tratta dimediazione con carattere valutativo e ciò si verificaquando si discute sulla fondatezza delle rispettive pretesee non, come invece usualmente accade quando si parla dibisogni ed interessi tra le parti (mediazione facilitativa !)e non è certo valutabile in termine di corrispondenza /

di Paola SchiavoODCEC di Vicenza

non corrispondenza con la sentenza. In termini pragmatici, la proposta di conciliazione vacomunicata alle parti con modalità scritta; le parti hannosette giorni di tempo (termine non perentorio) per farpervenire l’accettazione o il rifiuto della stessa; vi è rifiutoquando sono decorsi i termini senza risposta; la propostanon può contenere riferimenti e informazioni acquisitidurante il procedimento di mediazione e/o le caucuses(incontri separati); è sempre fattibile una contropropostache supera la proposta formulata dal mediatore, ma nonpregiudica l’esito del procedimento. L’omologazione del verbale dell’accordo, poi, è dicompetenza del Presidente del tribunale nel cuicircondario ha sede l’Organismo di mediazione, vienepronunciata su istanza di parte al fine dell’efficaciaesecutiva dell’accordo ed ha per oggetto la regolaritàformale del verbale. Sull’eventuale impugnabilità delprovvedimento del Presidente del tribunale, c’è chiritiene sia reclamabile avanti la Corte di appello inanalogia all’art. 739 del c.p.c. e chi sostiene avanti iltribunale in analogia all’art. 825, comma 3 cpc, vale a direreclamo contro il decreto che nega o concedel’esecutività del lodo. In conclusione, l’obiettivo di deflazionare il carico dellagiustizia sarebbe da accompagnare ad un adeguatocoordinamento tra le norme già vigenti onde evitarecomportamenti da mettere la controparte in condizionedi dover adire l’autorità giudiziaria. Non è facileconsiderare che tali previsioni facilitino lasemplificazione e il miglioramento all’accesso dellagiustizia come la direttiva europea raccomanda! È miaopinione ritenere che il mediatore possa formulare unaproposta in ipotesi per lo più residuali, seguendo criteriquali la congiunta richiesta delle parti, in presenza diidonee ed obiettive condizioni per formularla e,sicuramente, solo dopo che ogni altro approccio digestione dell’incontro sia fallito. Va da sé che la funzionesvolta dal mediatore deve comprendere e affrontarequestioni anche complesse e il valore aggiunto dellapropria qualità professionale, l’alto livello di competenzaed il costante aggiornamento sono un sostegnoimportantissimo per la contribuzione e la diffusione delbuon funzionamento dei metodi ADR. �

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Liti ereditarie, un’opportunità per trasformare l’avarizia in temperanza?

Il filosofo Johann Kaspar Lavater, nei suoi

“Aforismi sull’uomo”, ci consegna una verità assoluta, e cioè..

“Non dire di conoscere a fondo un’altra persona finché non hai

dovuto dividere con lui un’eredità”!

Sin dall’antichità la parola avarizia indicava il desiderare

intensamente e l’attaccamento esagerato al denaro. L’avarizia

ha una radice etimologica comune con l’avidità (avaro dal

latino avarum, stessa etimologia di avidus). Le due nozioni,

talvolta confuse, hanno dei significati diversi: mentre l’avidità

è il desiderio di accrescere il proprio "possesso", l’avarizia è

concentrata sulla conservazione meticolosa di ciò che già si

possiede, al punto che quando l’avarizia comprende la

cupidigia nei confronti delle proprietà di un’altra persona, viene

usato il termine invidia.

Che cosa si nasconde dietro un atteggiamento avaro, perché

lo troviamo spesso come radice nelle liti di origine ereditaria?

È possibile trasformarlo in un percorso verso la temperanza?

Per dare una risposta a questi interrogativi, che mi sono posta

durante la mia esperienza professionale, ho preso spunto

dall’etimologia della parola che i greci utilizzavano per indicare

una persona attaccata al portafoglio: aneleùtheros, ovvero,

“non libero”e cioè incapace di agire secondo natura. E, in

questa non libertà ritrovo il punto cruciale di connessione con

alcune liti ereditarie che portano nel loro seno il seme del

vincolo, della trappola creata dall’avarizia, che non permette

uno sviluppo, libero, responsabile, diverso, originale dei beni

componenti il coacervo ereditario e di conseguenza

dell’autonomia patrimoniale e personale di ciascuno degli eredi.

È come se quest’ultimi dovessero rimanere uniti, anche se

dall’odio e dal rancore, ma comunque non liberi di godersi il

bene ereditato e di disporne secondo il loro intendimento e

piacimento.

Ecco cosa potrebbe esserci dietro: la paura comune

dell’evoluzione, del nuovo, dell’imprevisto, dell’ignoto… oserei

dire la paura di vivere!… è meglio rimanere uniti anche se

tramite il filo di liti devastanti ma protetti dalla vita che evolve!

Si rimane uniti, odiandosi, in un gomitolo intricato di emozioni,

sentimenti, prepotenze, rancori, invidie, sofferenze ma

comunque tutti insieme a scacciare l’ignoto “acquisito” che

incombe.

Per alcune persone l’avarizia potrebbe diventare una vera e

propria ossessione, creando nella loro mente inconscia questa

equazione: se metto fine alla lite e inizio a vivere come

individuo autonomo e responsabile, posso perdere tutto, quindi

è meglio rimanere dove sono, fermando il tempo.

Questo atteggiamento è proprio il contrario del percorso

auspicabile verso la virtù della temperanza e cioè di un uso

equilibrato delle risorse a disposizione, che ognuno di noi

dovrebbe intraprendere secondo le sue potenzialità e

aspirazioni. Ecco, dunque, che la lite ereditaria potrebbe

diventare una opportunità, un punto di partenza per questo

percorso e diventare come il viaggio descritto dal poeta Kavafis

nella sua poesia ITACA: un viaggio ricco di esperienze,

affrontato con calma in quanto l’arrivo alla meta non deve

essere prematuro. La matassa ereditaria da districare, diventa

lo stimolo per intraprendere esperienze di vita mai aspettate

con lo scopo di tesaurizzarle e rielaborarle.

Il viaggio che permette di accrescere conoscenze ed esperienze

che porteranno all’acquisizione della virtù.

“Tieni Itaca sempre nella tua mente durante il tuo viaggio e

ringraziala di averti dato un viaggio meraviglioso. Senza

Itaca non saresti mai partito”.

Concludo riportando uno stralcio del libro “Le porte del

peccato” di Gianfranco Ravasi che ha il pregio di racchiudere

in poche righe il senso di questo mio articolo: “... Stare, dunque

sul crinale della misura, della sobrietà, della parsimonia,

dell’essenzialità, della semplicità e del risparmio senza

piombare nel gorgo cupo dell’avarizia, ma senza neppure

scivolare nella valle dello sperpero, è frutto dell’esercizio di

una virtù spesso ignorata, la temperanza”.

La temperanza alla quale è possibile accedere dopo un

percorso di autoconsapevolezza e di studio delle proprie

modalità espressive…

Continua Ravasi: “Il vizio spesso collide con la virtù… non a

caso lo scrittore francese Marcel Jouhandeau nel suo saggio

‘Elementi per un’etica’ osserva che l’avarizia è un calcolo di

cui si ritrova la radice all’origine di molte virtù: non si

arriva a niente se non a forza di stretta economia. Ogni

conquista etica intellettuale richiede risparmio e dosaggio

di risorse e di energie: dalla formica non devi esigere che

eroghi prestiti, scherzava Jean de La Fontaine nella sua nota

favola ‘La cicala e la formica’ ”. �

di Patrizia BonacaOdcec di Roma

Primo Piano 23

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CNDCEC-Report

L’attività diluglio-agosto Operazioni nei Paesi Black ListIl Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e degliesperti contabili ha approvato il documento “Operazionicon soggetti residenti in Paesi ‘Black List’: Proceduraoperativa”, nel quale vengono commentate le disposizionicontenute nell’art. 110, commi da 10 a 12-bis, del dPR917/1986 (Tuir), in tema di deducibilità delle spese e deglialtri componenti negativi derivanti da operazioniintercorse con imprese residenti, ovvero localizzate in Statio territori extra-comunitari con regime fiscale privilegiato,nonché dalle prestazioni di servizi rese dai professionistidomiciliati in detti Stati o territori.Lo studio, elaborato dalla Commissione di studio “Impostedirette e reddito d’impresa” del Cndcec, intende fornireuna procedura operativa al fine di: � delineare la disciplina fiscale relativa alla deducibilità

delle spese e degli altri componenti negativi di reddito:� assolvere i connessi obblighi di separata indicazione

nei modelli di dichiarazione dei redditi; � individuare la documentazione utile da esibire in caso

di verifica degli organi di controllo.Ogni capitolo è composto da una tabella di sintesi, da“osservazioni” e da “punti aperti”.Al termine della procedura operativa è stata riepilogata lanormativa e la prassi di riferimento offertadall’Amministrazione finanziaria.Esula dalla precedente procedura l’esame della disciplinarelativa alla comunicazione delle operazioni Iva confornitori e clienti residenti in Paesi black list, previstaall’art. 1 del d.l. 25 marzo 2010, n. 40, convertito nella legge22 maggio 2010, n. 73, e il rapporto tra la disciplina incommento e la normativa in tema di transfer pricing di cuiall’art. 110, comma 7 del Tuir.Il documento è consultabile sul sito internet

www.commercialisti.it alla voce “Informative” dell’Areadedicata a “Servizi agli Ordini ed iscritti”.

Operazioni straordinarie: affrancamento deidisallineamentiL’art. 1, commi 46 e 47 della legge 24 dicembre 2007, n. 244(Finanziaria 2008) ha modificato, a decorrere dal periodod’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007,la disciplina fiscale delle operazioni di riorganizzazioneaziendale contenuta negli artt. 172 (fusione), 173(scissione) e 176 (conferimento d’azienda) del Tuir.Parimenti, l’art. 15, commi da 10 a 12 del d.l. 29 novembre2008, n. 185 (convertito con modificazioni dalla legge 28gennaio 2009, n. 2) ha introdotto, anch’esso a far datadall’esercizio successivo a quello in corso al 31 dicembre2007, la possibilità di riconoscere anche dal punto di vistafiscale determinati importi emergenti dall’effettuazione dioperazioni straordinarie.Infine, il d.l. 6 luglio 2011, n. 98 (convertito conmodificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n. 111), conl’inserimento dei commi 10-bis e 10-ter nel d.l. 185/2008, haesteso la possibilità di affrancamento delle medesime vocipreviste dal comma 10 inserite all’interno di partecipazionidi controllo oggetto di operazioni straordinarie. Tuttavia, mentre le prime due tipologie di affrancamento sipossono applicare senza limiti temporali, quella introdottadal d.l. 98/2011 ha un’efficacia limitata alle operazionicompiute fino al 31 dicembre 2011 e, pertanto, salvoulteriori proroghe e/o modifiche normative non costituisceun provvedimento “a regime”.Tutti e tre i provvedimenti, comunque, hanno come finequello di favorire il riavvicinamento del reddito imponibileall’utile di bilancio attraverso l’introduzione di due regimiopzionali di imposizione sostitutiva per il riconoscimento

a cura della Redazione

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25Cndcec Report

fiscale dei maggiori valori iscritti in bilancio in occasionedi operazioni di fusione, scissione e conferimentod’azienda.La disciplina di cui al d.l. 185/2008 costituisce, comesottolineato anche da Assonime nella circolare n. 27 del2009, una “variante” al regime di riallineamento ordinarioprevisto dall’art. 176 del Tuir nel senso che si innesta suglistessi presupposti applicativi. In altri termini, i citati dueregimi presentano sia delle sovrapposizioni sia delledifferenze rilevanti, ad esempio, con riferimento ai “beni” o“valori” riallineabili o per quanto concerne le aliquoteimpositive a cui gli importi da affrancare debbono essereassoggettati.I meccanismi applicativi dei tre criteri di riallineamentosono oggetto del documento “Analisi delle diversetipologie di affrancamento dei disallineamenti derivantidall’effettuazione di operazioni straordinarie”, approvatodal Consiglio Nazionale ed elaborato dalla Commissione“Imposte dirette e reddito d’impresa”. In particolare, perragioni di sistematicità, si è denominato “affrancamentoordinario” il regime di riallineamento previsto dall’art. 176,comma 2-ter del Tuir, e “affrancamento speciale” quellodisciplinato dall’art. 15, commi da 10 a 12 del d.l. 185/2008.Per il c.d. “affrancamento delle partecipazioni” introdottodall’art. 23, commi da 12 a 15, del d.l. 98/2011, è statopubblicato il provvedimento del direttore dell’Agenziadelle entrate del 22 novembre 2011 (Modalità di attuazionedei commi da 12 a 14 dell’art. 23 del d.l. 6 luglio 2011, n.98), mancando, tuttavia, ad oggi qualsiasi documento diprassi idoneo a meglio illustrare sia le concrete modalitàapplicative dell’affrancamento che i numerosi dubbi sorticirca le regole attuative. Per tale ragione, il documento nontiene conto del citato riallineamento.Il documento è consultabile sul sito internetwww.commercialisti.it alla voce “Informative” dell’Areadedicata a “Servizi agli Ordini ed iscritti”.

Oneri finanziari bilancio 2011Il Consiglio Nazionale ha approvato il documento “Onerifinanziari per bilancio 2011 e successivi. Procedura per ladeterminazione dell’ammontare deducibile” elaborato dallaCommissione “Imposte dirette e reddito d’impresa”. Come noto, la legge 24 dicembre 2007, n. 244 (leggeFinanziaria 2008) tratta del regime fiscale degli onerifinanziari nell’art. 1, co. 33, lett. B), c), i), con unariscrittura degli artt. 61 e 96 del Tuir, e nel comma 34 perquanto attiene alla decorrenza ed agli aspetti transitori. La

norma ha lo scopo di incentivare la capitalizzazione delleimprese e semplificare la determinazione della baseimponibile. Per determinare la deducibilità degli oneri finanziarievidenziati nel bilancio, si è predisposta una procedura dilavoro per tutte le imprese, evidenziando, ove possibile, icasi particolari per le immobiliari, le holding dipartecipazione industriale, ecc..La procedura è suddivisa nei seguenti punti: � l’individuazione dei soggetti interessati;� la determinazione del ROL;� gli interessi passivi esclusi;� la tipologia di contratti finanziari;� l’individuazione dei proventi ed oneri finanziari� gli interessi di mora;� i contratti di leasing;� gli interessi virtuali verso la Pubblica Amministrazione;� la determinazione dell’eccedenza degli interessi passivi

sul ROL;� il consolidato fiscale nazionale;� il consolidato fiscale nazionale virtuale con società

estere;� la contabilizzazione;� l’esposizione dei dati nella dichiarazione dei redditi.Ogni paragrafo contiene una tabella con una breveprocedura, delle ‘osservazioni’ e l’indicazione dei “puntiaperti” che necessitano di chiarimenti da parte dell’Agenziadelle entrate. Ove possibile si sono proposte delle soluzionioperative e fiscalmente sostenibili.Il documento è consultabile sul sito internetwww.commercialisti.it alla voce “Informative” dell’Areadedicata a “Servizi agli Ordini ed iscritti”.

Lettera di incaricoIl gruppo di studio “Tariffa professionale” ha elaborato ilfacsimile di “Lettera di incarico professionale”, facendoesplicito richiamo sia a quanto previsto dalle norme delCodice civile, dal Codice deontologico della Categoria, datutte quelle norme che hanno rilevanza per la professionedel commercialista (ad esempio anti riciclaggio), nonchéda quanto previsto dall’art. 9 del d.l. 24 gennaio 2012 n. 1,convertito in legge, con modificazioni, dall’art. 1, comma 1,legge 24 marzo 2012, n. 27.In particolare, va ricordato che il comma 4 dell’art. 9 deldecreto legge prevede che il compenso per le prestazioniprofessionali deve essere pattuito al momento delconferimento dell’incarico professionale, nelle forme

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Cndcec Report26

previste dall’ordinamento (l’art. 2233 c.c. prevede la formascritta, a pena di nullità, solo per i patti che stabiliscono icompensi professionali stipulati fra gli avvocati ed ipraticanti abilitati con i loro clienti). Il professionista deve rendere noto al cliente il grado dicomplessità dell’incarico, fornendo tutte le informazioniutili circa gli oneri ipotizzabili dal momento delconferimento alla conclusione dell’incarico. Laformulazione letterale della norma induce a ritenere chetali informazioni debbano essere rese alla stipula delcontratto.La misura del compenso deve essere adeguataall’importanza dell’opera. Nella pattuizione devono essereindicate per le singole prestazioni tutte le voci di costo,comprensive di spese, oneri e contributi. In ogni caso, lamisura del compenso deve essere previamente resa nota alcliente con un preventivo di massima. Sia il preventivo, sia il conferimento dell’incarico e ladefinizione del compenso si possono perfezionare anchemediante accordo verbale. Tuttavia, è consigliabilericorrere sempre alla forma scritta sia per la redazione delpreventivo sia per la pattuizione del compenso nonché perl’indicazione degli estremi della polizza (si veda anchel’informativa del Consiglio Nazionale n. 21/2012 del 7marzo 2012 – versione rettificata). In ogni caso si suggerisce che qualunque sia la “lettera diincarico professionale”, non debbano mai mancare leclausole indispensabili riferibili a:� oggetto e grado di complessità dell’incarico;� compenso ed oneri ipotizzabili;� recesso;� estremi della polizza professionale.Il facsimile della “Lettera”, approvato dal ConsiglioNazionale, è consultabile sul sito internetwww.commercialisti.it alla voce “Informative” dell’Areadedicata a “Servizi agli Ordini ed iscritti”.

Collegio sindacale di società quotateIl Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e degliesperti contabili ha pubblicato sul proprio sitowww.commercialisti.it, sotto la voce “Consultazionipubbliche”, il documento “Norme di comportamento delcollegio sindacale di società quotate”, elaborato dalla“Commissione per le norme di comportamento degli organidi controllo legale delle società”.

Le Norme di comportamento proposte seguono quelleemanate dal Cndcec con riferimento alle società nonquotate. Le Norme di comportamento del collegio

sindacale di società quotate, che conservano l’impianto diquelle già emanate, suggeriscono e raccomandano ilcomportamento professionale da adottare per svolgerecorrettamente l’incarico di sindaco in questo tipo disocietà.Le disposizioni contenute nelle presenti Norme sonoquindi destinate a trovare applicazione nei confronti deicomponenti del collegio sindacale delle società quotate,salvo quanto previsto da speciali disposizioni di legge eregolamentari per le società che operano in specificisettori di attività.Sono norme di deontologia professionale rivolte a tutti iprofessionisti iscritti nell’Albo dei dottoricommercialisti e degli esperti contabili emanate inattuazione del vigente Codice deontologico.Ogni Norma è composta da Principi, corredati daRiferimenti essenziali e da Criteri applicativi, cheforniscono ai sindaci gli strumenti operativi di riferimentoper lo svolgimento delle proprie funzioni ed èaccompagnata da brevi Commenti, che analizzano echiariscono le scelte adottate, nonché leproblematiche interpretative che più spesso emergononella prassi.Tra le disposizioni comuni ai due set di Norme potrebberoritrovarsi delle minime differenze, che non includonoquelle discendenti dalle particolarità delle società vigilate eche sono di esclusiva applicazione per le società quotate(si pensi ad esempio alla più rigorosa disciplinadell’indipendenza). Tali differenze sono conseguenzadell’evoluzione delle Norme stesse e hanno carattereesclusivamente formale. Per ovviare a ciò, è in corso dilavorazione l’aggiornamento della versione delle Norme di

comportamento relative alle società non quotate conl’obiettivo di uniformare le disposizioni comuni ai due set.Con la pubblicazione del documento, il ConsiglioNazionale intende invitare l’intera professione, leIstituzioni e tutti i soggetti interessati a presentare leproprie osservazioni, tramite la procedura appositamentededicata nella home page del sito, entro il 30 settembre2012. Al termine della consultazione, tenuto conto delleosservazioni pervenute, il Consiglio Nazionale approverà iltesto definitivo delle Norme. �

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Crediamo che sia giunto il momento di ragionare come una comunità.Servono regole certe, riforme del sistema fiscale e giudiziario.Serve un pensiero tecnico, imparziale, non schierato che affianchi le istituzioni: per lavorare, non più contro qualcuno, ma a favore di tutti.

Vogliamo lavorare per qualcosa, non contro qualcuno.

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Conciliare la vita familiare e quellaprofessionale/lavorativa sembraessere una mission impossible.Tornare al lavoro dopo la maternitànon è sempre facile. I dati statistici,rilevati sia a livello nazionale cheabruzzese, hanno confermato checirca il 20 percento delle donneabbandona il posto di lavoro dopo lanascita del primo figlio; la maggiorparte di esse sono lavoratrici“scoraggiate” che vorrebbero lavorare,ma, organizzare il lavoro senzatrascurare la famiglia è molto difficile.I programmi di flessibilità cercano divenire incontro alle donne chevogliono continuare a lavorare.Diversi sono gli strumenti utilizzati:� il telelavoro: spesso alternato alla

presenza in sede, consente alledonne di portare avanti il lavorodirettamente da casa;

� il part-time, orizzontale o verticale:ora sta diventando possibile inmolte aziende; il classicoorizzontale prevede una riduzionedelle ore e una presenza sul postodi lavoro tutti i giorni, mentre nelpart time verticale si concentranole ore in due o tre giorni asettimana, lasciando liberi gli altri;

� la banca ore: si può decidere diaccumulare ore di straordinario etrasformale in permessiall’occorrenza;

� i servizi per l’infanzia: nidiaziendali per tutto l’anno o solodurante le chiusure delle scuole e

anche pacchetti ore di serviziobabysitting.

La conciliazione famiglia-lavoro, però,è un tema dalle molte sfaccettature,che non può essere semplicisticamenteridotto alla ricerca di un equilibrio trale ore lavorate e le ore dedicate allapropria famiglia. Questo filone dipensiero è frutto di una concezioneobsoleta, che dipingeva lavoro efamiglia come due sfere tra loroindipendenti e autonome, ignorando leevidenti relazioni che legano i dueaspetti della vita.La conciliazione non è nemmeno untema che possa essere circoscritto altarget delle lavoratrici donne. Emergecome la conciliazione famiglia-lavorosia un tema complesso, articolato e incostante evoluzione. Si rende, quindi,necessaria una presa di coscienza cheporti a guardare alla conciliazione nonlimitata soltanto al numero di orelavorate, ma alle modalità diorganizzazione del lavoro, alla culturaaziendale, alla crescita professionaleed agli eventuali servizi attivabili pervenire incontro alle esigenze di chilavora. Alcune realtà socio-economichehanno capito il valore aggiunto delladonna all’interno delle aziende o deglistudi professionali e stanno facendoqualche passo per evitare questogrosso spreco di risorse: nascono,infatti, i primi progetti di aziende“family friendly”, amiche della

famiglia appunto.

I Comitati Pari Opportunitàdell’Ordine dei dottori commercialistie degli esperti contabili di Teramo eLanciano (gli unici due costituiti sulterritorio abruzzese), sin dal loroinsediamento, hanno intesofocalizzare la loro attivitàsull’identificazione degli ostacoli allapiena attuazione delle pariopportunità in seno alle professioni diriferimento e alle attività lavorativedella donna in genere e sullapromozione degli strumenti atti asuperarli. I CPO di Teramo e Lancianointendono continuare a lavorareperché la donna, impegnata nellafamiglia e nel lavoro, trovi sempre piùspesso le condizioni ideali e laconseguente serenità necessaria perpoter esprimere a pieno tutte le suecapacità. Le componenti del CPO di Teramo(Cornelia Pompei - Presidente, LuciaZazzetta - Vice Presidente, IlariaValentini - Segretaria, Floriana D’Ugo -Consigliera dell’Ordine, Livia Mirenda- Consigliera dell’Ordine, LuciaRiccardi, Emma Ioppi, TeresaPicchini, Palma D’Ignazio e PaolaAloisi), oltre che sul fronteprofessionale e familiare, hannovoluto profondere un po’ delle loroenergie anche in ambito “sociale”.Esse hanno organizzato, quest’annoper la seconda volta, la festa degliauguri di Natale, non limitandola alsemplice scambio di auguri, ma

Le attività del Comitato di Teramo e Lanciano

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29Comitato Pari Opportunità

andando oltre il momento ricreativo.Sono state coinvolte le famiglie deicommercialisti iscritti, sono statiaccolti i bambini con cena, giochi eBabbo Natale a loro dedicati;attraverso una lotteria, sono statiraccolti fondi in favore di una

missione a Quinhamel in GuineaBissau. I fondi raccolti nel 2010 sonostati destinati a completare una casadi accoglienza per le bambine schiaveo date in matrimonio forzato; quellidel 2011 sono stati destinati adarredare una sala parto in una tabanca(casa degli indigeni in mezzo allaforesta); le somme raccolte sono stateconsegnate personalmente da unConsigliere dell’Ordine che si è recatonella missione della Guinea Bissau.Sempre in ambito sociale il CPO diTeramo, negli scorsi mesi di marzo edaprile, si è coordinato con la locale

amministrazione comunalenell’ambito di un importante progettofinalizzato a comprendere il mondofemminile, promuovendo esensibilizzando il territoriosull’argomento e, nel contempo,coinvolgendo il mondo professionale,

della cultura, dello sport, dell’arte edella medicina. Il CPO di Teramo ha,quindi, contribuito ad organizzare lamanifestazione “Primavera Abruzzese:99 volte in Rosa”, promossa su tutto ilterritorio abruzzese dalla ScuolaItaliana di Senologia di UmbertoVeronesi.Il Professor Veronesi, intervenendoalla manifestazione, ha avuto parole digrande apprezzamento per l’impegnodelle donne abruzzesi ed ha, tral’altro, affermato che: “... siamo allesoglie di una rivoluzione copernicana.L’organizzazione sociale che oggi

ruota intorno all’uomo,inevitabilmente domani ruoteràintorno alla donna, perché è piùadatta a garantire lo sviluppo dellaciviltà. Oggi però siamo in un periododi transizione, in cui la società non èancora strutturata per favorire la

carriera femminile. Pesa, inparticolare, un innegabile pregiudizio:la convinzione che l’uomo sia dotatodi una maggiore capacità decisionale.Per questo una donna oggi non hagrandi problemi ad entrare nel mondodel lavoro, ma, se arriva ai vertici delpotere, il timone passa facilmenteall’uomo. In alcuni campi, come lascuola, gli ospedali, la giustizia, ilfenomeno è meno evidente, main altri, come la finanza, le alte carichele sono precluse”. Il ProfessorVeronesi ha concluso, poi, dicendoche: “… accade così che rinunciano a

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30 Comitato Pari Opportunità

carriere brillanti perché intuisconoche per avanzare ulteriormentedevono affrontare una competizionequotidiana, demotivante e logorante.Per un centimetro di strada in più,devono investire troppo di sé orinunciare a troppo del loro mondoprivato. Se la donna fa un passoindietro sul lavoro, non è perché nonha le capacità o perché è alla ricercadi identità o di ruolo, ma perché itempi non sono maturi. Ma lagenerazione che verrà si profila piùlibera dai luoghi comuni, prima ditutto da quello di sesso forte e sessodebole”.Le componenti del Comitato P.O. diLanciano (Marisa Pezzella -Presidente, Anna De Sanctis - VicePresidente, Norma D’AmbrosioSegretaria, Dina Fulvi Firmi -Consigliera dell’Ordine e Patrizia DiPrimio - Consigliera dell’Ordine),invece, dal canto loro, si sonorecentemente impegnate in unprogetto finalizzato alla istituzione delmarchio “Family Friendly”. Di talemarchio si potranno insignire gli studi

professionali che attueranno azionipositive di conciliazione dei tempi dicura della famiglia e del lavoro, azionidi sostegno alla formazione dellecommercialiste al fine di stimolarne lacrescita professionale, azionicomunque finalizzate alla rimozionedegli ostacoli alla piena attuazionedelle pari opportunità professionali.Per la realizzazione del marchio sonostate coinvolte le classi seconde delLiceo Artistico di Lanciano, le qualihanno rielaborato “artisticamente” ilconcetto del logo Family Friendly. Inquesto modo oltre a consentire airagazzi di esprimere le loro capacità,al di fuori del mondo scolastico, si èrealizzato un bellissimo punto diincontro tra scuola e professione, tracultura e lavoro con la convinzioneche solo facendo crescere gli adulti didomani con principi di parità digenere si potranno rimuovere tutti gliostacoli alla realizzazione delle pariopportunità. Tutti i lavori dei ragazzi sono statiesposti alla manifestazione che ne èseguita, il giorno 8 marzo 2012, presso

il Palazzo degli Studi, alla presenza dinumerosi commercialisti, dei docentiche hanno collaborato e delSegretario generale della Camera diCommercio di Chieti, Paola Sabella.Al termine della manifestazione èstato presentato il logo prescelto che,a parere del CPO, meglio puòrappresentare l’Ordine professionaledei commercialisti unitamente allatematica della conciliazione dei tempidi cura della famiglia e dellaprofessione, anche se tutti i numerosilavori realizzati meritavano un plauso.Al proclamato logo “Family Friendly”è stato successivamente inserito ilsimbolo dell’Ordine dei dottoricommercialisti ed esperti contabili.Attualmente il marchio è in corso diregistrazione.I colleghi che attueranno pratiche diconciliazione nei loro studiprofessionali o che si dichiarerannodisposti ad attuarle, potranno farerichiesta di utilizzo del suddettomarchio in ogni circostanza e perqualsiasi finalità professionale (cartaintestata, sito internet, ecc.) �

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L’ottimismo prevede un duro lavoro.

Essere ottimisti oggi non significa credere semplicemente che sarà possibile uscire dalla crisi.Significa piuttosto, trasformare questa crisi in opportunità di cambiamento: non solo in termini di riforme del sistema, ma anche di responsabilità. Chi, come noi, non reputa il lavoro come un diritto acquisito, sa che solo attraverso l’impegno e i sacrifici possiamo lasciarci la crisi alle spalle, senza farla ricadere su quelle dei nostri figli.

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“Un provvedimento normativo che consenta disuperare definitivamente questa interminabilestagione di ritardi nel rilascio da parte delleIstituzioni preposte della modulistica e deisoftware necessari, nonché di conseguenti

proroghe più o meno tempestive e comunque negative perla credibilità stessa del sistema”.

“Dateci il tempo di lavorare”Tiziana Mastrogiacomo Ufficio stampa CNDCEC

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L’Assemblea dei presidenti dei commercialisti, riunitasi a Roma lo scorso 5 luglio, ha approvato una mozione rivolta al Governo e al Parlamento per risolvere una volta per tutte la perdurantesituazione di incertezza fiscale

È questo l’oggetto della mozione approvata a Roma loscorso 5 luglio dall’Assemblea dei presidenti degli Ordinidei dottori commercialisti e degli esperti contabili - apertaquest’anno anche ai vice presidenti - ed inviata al Governoe al Parlamento per risolvere una volta per tutte laperdurante situazione di incertezza fiscale che vivonoquotidianamente i commercialisti. Una situazione che, se

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33Cronaca

dovesse rimanere senza soluzione, potrebbe addiritturaspingere la categoria a valutare forme di protestaclamorose, come la sospensione del servizio alla clientela.“Anche quest'anno - si legge nel documento -, forse piùancora degli anni precedenti, gli adempimenti fiscali sisono svolti e si stanno svolgendo in un clima di incertezzaassoluta per i contribuenti e per tutti i professionisti che liassistono nei rapporti con il Fisco. Questa situazione èinaccettabile ed indegna di un Paese civile. Bisognapassare da un sistema di scadenze fisse solo nella forma adun impianto disciplinare che renda fisso il tempo cheintercorre tra la data ultima di rilascio di tutti gli strumentiapplicativi e interpretativi, necessari all'effettuazionedell'adempimento, e la data dell'adempimento stesso”.Si tratta di una proposta avanzata dal Consiglio nazionalegià negli scorsi anni e ribadita “oggi con fermezzaaccresciuta da una esasperazione che potrebbe legittimarepersino la valutazione di iniziative di protesta ancheclamorose, quale la sospensione del servizio alla clientela”.L’Assemblea, tradizionale appuntamento che ha all'ordinedel giorno il bilancio consuntivo dell’anno precedente, èstata l'ultima del mandato 2008-2012, in vista delle elezioniper il rinnovo del Consiglio nazionale che si terranno ilprossimo autunno. L’incontro, quindi, è iniziato conl’intervento del Presidente del Cndcec Claudio Siciliottiche, a partire dagli ultimi sei mesi di attività, ha ripercorsoa ritroso l’intero mandato.Nella sua relazione di apertura, il presidente ha affermatoprima di tutto di “voler raccogliere le sollecitazioni,arrivate proprio da questa Assemblea, di dare la possibilitàdi approvare il bilancio, a partire dal prossimo anno, a queisoggetti che pagano la quota di iscrizione".In proposito, Siciliotti ha anche fornito qualche numero suibilanci che hanno accompagnato i cinque anni di attivitàdel Consiglio: “Dal 2008 al 2011 - ha sottolineato - ècostantemente cresciuta la percentuale della quotautilizzata per iniziative a favore della categoria. Dal 18%,infatti, siamo passati al 47%. Sono diminuite sensibilmente,invece, sia le indennità dei consiglieri, dal 23% del 2008 al16% dello scorso anno, sia le spese per sede e personale,dal 51% al 33%”.Siciliotti ha poi commentato i numerosi interventinormativi che, negli ultimi mesi, hanno interessato leprofessioni in generale ed i commercialisti in particolare:dalle disposizioni sulle società tra professionisti a quellesul collegio sindacale, dalla gestione del Registro deirevisori legali ai rapporti con l’Agenzia delle Entrate.

“Rispetto all’Assemblea dei presidenti dello scorso gennaio- ha continuato Siciliotti -, quando i commercialisti avevanoregistrato due battute d’arresto rispetto al collegiosindacale e alle società tra professionisti, ore le cose sonomigliorate significativamente. Le spa, infatti, hanno sempreil collegio sindacale mentre la quota di partecipazione e ildiritto di voto del socio non professionista nelle stp nonpossono eccedere di un terzo”.Il presidente dei commercialisti ha poi parlato delprotocollo d’intesa con l’Agenzia delle Entrate per lacreazione di un Cup professionisti che diventerà operativoil prossimo autunno.“Il sondaggio predisposto dall’Istituto di ricerca deicommercialisti - ha affermato il presidente Siciliotti - èstato inviato a tutti gli Ordini territoriali per mappare lepriorità degli iscritti tra i servizi che potranno essereoggetto di prenotazione tramite il futuro servizio Cup e stadando buoni frutti. Sono circa diecimila, infatti, le rispostearrivate, un campione estremamente elevato e significativodi grande utilità per realizzare davvero un accordo chevada nella direzione delle richieste dei colleghi”.A chiusura dei lavori, Siciliotti ha volto uno sguardo alfuturo, elencando quei temi che verranno sviluppati perporre le basi di una professione che cambia. “In un mondoglobalizzato - ha affermato - che muta in modo repentino eirreversibile, con conseguenze anche sulla nostraprofessione, la specializzazione servirà per distinguersi enon estinguersi. Importanti saranno anche l’integrazione degli studi e larete del valore, la sburocratizzazione della professione apartire dall’antiriciclaggio, diventare sempre più opinion

maker sui temi economico-sociali, una maggioreorganizzazione interna e coordinamento centro-periferia, laproduzione di servizi utili alla quotidianità operativa deicolleghi. I commercialisti - ha concluso il presidente - sonosempre avanti nel segnalare i temi che questo Paese deveaffrontare. Oggi il Governo è alle prese con la spending

review, ma già da anni noi parliamo di revisione dellaspesa e di tagli alla spesa pubblica”.In tarda mattinata, dopo la relazione di Siciliotti, sonoiniziati gli interventi dei presidenti e dei vicepresidenti,conclusisi nel pomeriggio. I rappresentanti dei 107 Ordini locali presentiall’Assemblea hanno formulato richieste nella direzionedella ulteriore diminuzione delle spese, apprezzando alcontempo la possibilità di approvare il bilancio da partedegli iscritti. �

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Diamo i Numeri34

Nel primo trimestre del 2012, le

iscrizioni all’Albo sono state 1.430 e le

cancellazioni 665. Il saldo tra

iscrizioni e cancellazioni è risultato

pari a +765. Per quanto positivo, si

tratta dell’incremento più basso fatto

registrare nel primo trimestre

dell’anno dagli iscritti agli Ordini

territoriali dei dottori commercialisti

e degli esperti contabili.

Il saldo è crollato del 20% rispetto al

primo trimestre 2011 e del 36%

rispetto allo stesso trimestre del 2009.

Il trend degli iscritti è spiegato dal

doppio effetto di un calo delle nuove

iscrizioni (-5,5%) e di un aumento

delle cancellazioni (+20%).

La diminuzione del saldo trimestrale si

traduce in un rallentamento del tasso

di crescita su base annua che passa

dall’1,3% del 2011 allo 0,8% del 2012.

Anche gli iscritti al Registro dei

praticanti mostrano un trend

decrescente.

Nel primo trimestre le nuove iscrizioni

sono state 1.735 e le cancellazioni

1.539. Il saldo finale è di +206 unità.

Gli iscritti totali alla fine del primo

trimestre sono 23.948, erano 25.808 al

31 marzo 2009: -7%. Anche per il

Registro dei praticanti il trend

decrescente si spiega con il calo delle

nuove iscrizioni (-16% rispetto al

primo trimestre 2009) che, però, a

differenza del movimento dell’Albo, è

affiancato da un calo molto forte delle

cancellazioni (-39% rispetto al primo

trimestre 2009) che amplifica

notevolmente la negatività del trend.

I dati appena riferiti provengono dalla

Rilevazione statistica trimestrale sugli

Ordini territoriali condotta

direttamente dall’Istituto di Ricerca

dei dottori commercialisti e degli

esperti contabili in collaborazione con

gli Ordini stessi.

La rilevazione ha coperto 127 Ordini

territoriali su 143. Per gli Ordini non

coperti dalla rilevazione (Ascoli

Piceno, Avellino, Chieti, Gela,

Grosseto, Larino, Lucca, Oristano,

Paola, Pescara, Pisa, Tempio

Pausania, Tivoli, Torre Annunziata,

Tortona, Vibo Valentia, Vicenza) si è

proceduto ad una stima delle

informazioni mancanti.

La rilevazione, iniziata nel primo

trimestre 2009, ha generato fino ad ora

una serie storica di quattro anni (cfr.

grafici per il solo andamento delle

nuove iscrizioni) dalla quale emerge

con tutta evidenza la difficoltà

dell’Albo a mantenere il tasso di

crescita a un livello tale da garantire

un costante rinnovo della categoria.

I dati della rilevazione trimestrale,

consultabili integralmente nei

documenti RSO pubblicati sul sito

www.irdcec.it, spiegano, infatti, il

costante decremento della

componente giovane (≤40 anni) degli

iscritti all’albo che dal 29% del 2009 è

passata al 23% del 2011 (cfr. Rapporto

2012 sull’Albo dei dottori

commercialisti e degli esperti

contabili, Irdcec, maggio 2012).

Limitando l’analisi al primo trimestre

dell’anno, che presenta una forte

caratteristica di stagionalità dal

momento che le nuove iscrizioni

all’Albo tendono a concentrarsi nei

primi mesi dell’anno, i dati rilevati

mostrano tre andamenti significativi

all’origine della tendenza in atto.

Il primo è rappresentato dal forte calo

tendenziale delle cancellazioni dal

Registro dei praticanti (dalle circa

Gli iscritti agli Ordini territorialinel primo trimestre 2012

di Tommaso Di Nardo, IRDCEC

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2.500 del primo trimestre 2009 alle

1.500 del primo trimestre 2012); il

secondo è costituito da un trend

analogo nelle nuove iscrizioni allo

stesso Registro (passate dalle circa

2.000 del 2009 alle 1.700 del 2012); il

terzo, infine, si riscontra nel calo delle

nuove iscrizioni all’Albo.

A questi andamenti, il terzo è in buona

parte una conseguenza dei primi due,

si associa un nuovo preoccupante

andamento riscontrato per la prima

volta nell’ultima rilevazione.

Si tratta di un’improvvisa

accelerazione delle cancellazioni

dall’Albo (+20%) passate da 518 del

2009, 567 del 2010, 554 del 2011 alle

665 del 2012.

Pur non riuscendo a quantificare con

esattezza l’effetto delle componenti in

gioco, è evidente come il trend

dell’Albo sia spiegato sia da una causa

strutturale, riscontrabile nella

tendenza di lungo periodo al calo dei

praticanti, sia da una causa

congiunturale, alla base del forte

aumento delle cancellazioni dall’Albo

e del calo di iscrizioni non interamente

spiegato dal calo dei praticanti. �

Tabelle e grafici

Tabella 1. Movimenti Albo Primo trimestre 2011-2012

Grafico 1. Nuove iscrizioni Albo Primo trimestre. Anni 2009-2012

Grafico 2. Nuove iscrizioni Registro Praticanti Primo trimestre Anni 2009-2012

ISCRITTI INIZIALI 112.164 113.235 1.071 0,95%

ISCRIZIONI TRIM. 1.513 1.430 -83 -5,49%

TRASF. IN ENTRATA 97 103 6 6,19%

TRASF. IN USCITA 97 103 6 -5,49%

CANC. TRIM. 554 665 111 20,04%

SALDO TOT. TRIM. 959 765 -194 -20,23%

ISCRITTI FINALI 113.123 114.000 877 0,78%

I TRIM. 2011 I TRIM. 2012 Variazione assoluta Variazione Percentuale

Tabella 2. Movimenti Registro Praticanti Primo trimestre 2009 e 2012

ISCRITTI INIZIALI 26.264 23.752 -2.512 -9,56%

ISCRIZIONI TRIM. 2.076 1.735 -341 -16,43%

TRASF. IN ENTRATA 90 88 59 203,45%

TRASF. IN USCITA 90 88 -6 -6,67%

CANC. TRIM. 2.532 1.539 -993 -39,22%

SALDO TOT. TRIM. -395 202 597 --

ISCRITTI FINALI 25.808 23.948 -1.760 -6,97%

I TRIM. 2009 I TRIM. 2012 Variazione assoluta Variazione Percentuale

2009 2010 2011 2012

1.717 1.546 1.513 1.430

2009 2010 2011 2012

2.076

1.802 1.810 1.735

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Mentre l’economia globale continua ad impegnarsiper riacquistare slancio, gli studi professionali sitrovano ancora di fronte una sfida importante,

rappresentata dalla continua spinta al ribasso dei prezzi deiloro prodotti e servizi professionali. Questo è uno deimessaggi chiave che emerge dall’edizione Maggio-Giugno2012 dell’IFAC SMP Quick Poll, un sondaggio che hacoinvolto 3.678 professionisti di tutto il mondo. Allarichiesta di indicare la sfida più impegnativa che i loropiccoli e medi studi si trovano a dover affrontare in questomomento, la maggior parte di essi (27%), specialmentequelli con sede in Europa e Asia, ha indicato la spinta al

Alcuni suggerimenti pratici per la gestionedei piccoli e medi studi

Giancarlo Attolini, Presidente dell’SMP Committee di IFAC

Paul Thompson, Vice Direttore, SME and SMP Affairs, IFAC

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ribasso dei prezzi di prodotti e servizi professionali. Questarisposta è seguita, a poca distanza, da quella sugliadempimenti normativi (26%). Per i dati completi si vedaanche la Tabella.Se da una parte le pressioni per una riduzione dei prezzi diprodotti e servizi non rappresentano una novità - laprofessione ha sempre affrontato questo fenomeno adiversi livelli, in alcune aree più che in altre - dall’altra ilcontinuo malessere economico rischia di contribuire adaccrescere le preoccupazioni dei pms in merito a questofenomeno. Molti dei clienti dei pms si trovano di fronte aduna domanda insufficiente dei loro prodotti e servizi (ilsondaggio la pone al terzo posto tra le sfide piùimpegnative per le pmi) e cercano, quindi, in tutti i modi diridurre i costi. Non sorprende, quindi, che i pms si trovinoa dover trattare con i clienti sui prezzi dei prodotti e serviziofferti e a doverli ridurre pur mantenendone alta la qualità. Per diverse ragioni, questa maggiore spinta alcontenimento dei prezzi di prodotti e servizi rischia didiventare una nuova regola, che avrà vita lunga anche dopoche l’economia globale si sarà ripresa. In primo luogo, iclienti possono essere determinati a far quadrare i conti edessere convinti che tutti i servizi professionali, inclusiquelli legali e di contabilità, non siano più in grado digarantire loro i guadagni realizzati prima della crisieconomica. In secondo luogo, la globalizzazione e ibenefici della riduzione dei costi realizzata rivolgendosi afornitori stranieri che praticano tariffe più convenientipossono spingere i clienti a chiedere una parte delrisparmio sui costi. Infine, i progressi in campo tecnologico

La risposta dell’IFAC SMP Quick Poll per far fronte nel modo migliore alla spinta al ribasso dei prezzi di prodotti e servizi di contabilità

Keeping up withnew regulationsand standards

Attracting andretaining clientsPressure to

lower fees

North America

Central South American/Caribbean

Europe

Africa/Middle East

Asia

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37Internazionale

hanno portato i software a svolgere alcuni compiti primariservati a professionisti con competenze adeguate e ancheper questo alcuni clienti si aspettano una corrispondenteriduzione dei costi. A prescindere dal fatto che il fenomenodella spinta ad un contenimento dei prezzi abbia caratteretemporaneo o permanente, i seguenti suggerimentipossono aiutare i pms ad affrontarlo mantenendo alta laqualità dei servizi professionali offerti. Questo è essenzialeper preservare non soltanto la reputazione dei singoli studiprofessionali, ma nel lungo periodo, anche quelladell’intera professione contabile.

Alcuni suggerimenti per affrontare la spinta al

ribasso dei prezzi di prodotti e servizi professionali

1. Adottare nuovi approcci per la determinazione dei

prezzi

Per alcune tipologie di servizi, quali ad esempio laconsulenza aziendale, il modello di fatturazione orariapuò rappresentare una forzatura per lo studioprofessionale; la determinazione dei prezzi basata sulvalore (value pricing) - che stabilisce i prezzi basandosiprincipalmente, ma non esclusivamente, sul valore,percepito o stimato, per il consumatore e non sul costodel servizio o sui prezzi storici - può contribuire adalleggerire la pressione per la riduzione dei prezzi.Potrebbero essere offerti prezzi speciali per incentivarei clienti a richiedere una gamma più vasta di servizi diconsulenza. Tuttavia, l’applicazione di prezzi troppobassi in modo persistente e diffuso, col tempo finisceper compromettere il valore percepito del servizio,quindi tali pratiche andrebbero evitate. L’offerta di piùservizi in un pacchetto unico, che raggruppi i servizi piùapprezzati insieme ad altri servizi essenziali ma menoambiti, può essere un modo utile per far apprezzare aiclienti l’idea della fornitura di un servizio completo alposto di un semplice servizio a fatturazione oraria.

2. Far notare ai clienti il valore dei servizi offerti

I pms dovrebbero comunicare spesso e con regolarità aiclienti il valore dei servizi offerti in modo che questipossano apprezzarne i benefici. Descrivere in mododettagliato ai clienti il valore del servizio che ricevonopuò contribuire ad attenuare la richiesta di ridurne ilprezzo. La capacità di comunicare al cliente il valore delservizio che riceve è una parte molto importante delladeterminazione dei prezzi basata sul valore.

3. Concentrare gli sforzi sui clienti più validi

I pms dovrebbero valutare quali siano i clienti più

meritevoli classificandoli e concentrando poi i proprisforzi al servizio di questi clienti. Per i servizi diversidalla revisione, come la consulenza aziendale, tributariae contabile, gli studi professionali potrebbero volerimplementare diversi livelli di servizi (base, premium,ecc.) per soddisfare le esigenze delle diverse categoriedi clienti e di conseguenza di prezzi. Questa tecnica,definita yield management (gestione del rendimento), èmolto usata dalle compagnie aeree nel fissare il prezzodei posti disponibili. Assicurando che una parteadeguata delle capacità sia dedicata ai diversi segmentidella clientela, e offrendo una proposta di valoredifferenziata per ciascun segmento, questa tecnica sirivela un elemento essenziale per l’implementazionedelle strategie di determinazione dei prezzi in base alvalore. In alcuni casi, può risultare vantaggiosoallontanarsi dai clienti meno redditizi.

4. Usare la tecnologia per migliorare i processi e ridurre

i costi

I pms possono migliorare i processi per mantenere laredditività a fronte della stagnazione o del declino deiprezzi dei prodotti e servizi professionalimassimizzando l’uso delle tecnologie. Per esempio, lesoluzioni offerte dal cloud computing danno lapossibilità di fornire gli stessi servizi, quali la tenutadella contabilità e dei libri paga, ad un costo inferiore.Mentre scelte semplici, quali l’uso delle email piuttostodella posta ordinaria, o di SkypeTM invece del telefonoo degli incontri vis à vis, possono aiutare a contenere icosti. Gli studi professionali possono essere in grado ditraslare una parte dei risparmi sui costi, realizzatiutilizzando gli strumenti IT, sui clienti, che ne sarannoverosimilmente soddisfatti.

5. Riesaminare le offerte di servizi dello studio

professionale

I pms dovrebbero verificare se possono aggiungerevalore (e quindi aumentare i prezzi) fornendo serviziaggiuntivi in cambio di un piccolo costo extra, oppurefornire gli stessi servizi ad un costo inferiore. Potrebbevalere la pena specializzarsi in mercati o servizi dinicchia per differenziare il proprio studio professionalesul mercato. Per altri, può risultare conveniente fornireun’ampia gamma di servizi di consulenza con prezzidefiniti in base al valore della prestazione (value

pricing).6. Trovare fornitori più convenienti

Molti fornitori, in qualunque settore, dai servizi Internet

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Internazionale38

all’hardware, possono decidere di offrire condizioni difavore ai nuovi clienti che accettino di cambiarefornitore. La struttura competitiva dei prezzi ed ilnumero e tipologia di fornitori presenti sul mercatopotrebbe essere variato in maniera assai sensibilerispetto al momento in cui lo studio fece la sua scelta difornitore; potrebbe davvero valere la pena di esaminarenuovamente le condizioni di mercato.

7. Come gestire i costi generali

I pms dovrebbero cercare di ridurre al minimo glisprechi e di fare l’uso più efficiente possibile dellerisorse, sia umane sia ambientali, inclusi gli spazi dilavoro, l’energia e i materiali di consumo. Per esempio,gli studi professionali dovrebbero valutare diottimizzare l’uso di spazi per ufficio e ridurre i costi dienergia, incoraggiando il personale a svolgere lamaggior parte del lavoro presso il cliente o da casa erichiedendo di prenotare in anticipo una scrivaniaquando si va in ufficio. Analogamente, gli studiprofessionali dovrebbero cercare di impiegare ilpersonale nel modo più efficiente, con unadistribuzione adeguata dei carichi di lavoro,assicurando un’adeguata pianificazione e supervisionedegli incarichi e delegando il lavoro ai livelliappropriati. Orari di lavoro flessibili possono consentireallo studio di evitare esuberi di personale e conseguenti

licenziamenti che potrebbero intaccare la fiducia erendere difficile il reclutamento di nuovo personale unavolta che le condizioni siano migliorate. Affidare illavoro di routine al personale con meno esperienza puòaiutare a tagliare i costi, ma, senza una guida adeguata,potrebbe anche diminuire la qualità del risultato finale,che a sua volta può compromettere il buon nome dellostudio. Quindi occorre gestire con cura le assegnazionidei compiti ai diversi componenti dello staff. �

Risorse IFAC: www.ifac.org/SMP

Guide to Practice Management for Small- and Medium-Sized Practices

Second Edition (specialmente il Modulo 3; terza edizione [Dicembre 2012]

includerà una sezione dedicata alla determinazione dei prezzi.

Links to free practice management resources and tools (specialmente il

Modulo 3). Business Advisory Video Series, consigli in video dai membri

del Comitato SMP.

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(IFAC). All rights reserved. Used with permission of IFAC. Contact

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document. This publication has been translated from the English language

into Italian by Consiglio Nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti

contabili. IFAC assumes no responsibility for the accuracy and

completeness of the translation or for actions that may ensue as a result

thereof.

Tabella

TENERSI AL PASSO CON LE NUOVE NORMATIVE E I NUOVI PRINCIPI 44 25 25 23 23

LA RICERCA E LA FIDELIZZAZIONE DEI CLIENTI 9 19 20 33 17

LA CAPACITÀ DI ADATTARSI ALLE MUTEVOLI ESIGENZE DELLA CLIENTELA 1 4 3 2 2

LA SPINTA AL RIBASSO DELLE TARIFFE 10 12 31 17 32

L’AUMENTO DEI COSTI 5 5 4 5 5

LA PIANIFICAZIONE DELLA SUCCESSIONE 6 4 1 3 1

L’EQUILIBRIO TRA LAVORO E VITA PRIVATA 14 12 8 5 4

LA RICERCA E LA FIDELIZZAZIONE DEL PERSONALE 8 11 3 6 7

LA CONCORRENZA 2 5 4 5 7

TENERSI AL PASSO CON LE NUOVE TECNOLOGIE 1 3 1 1 1

Il grassetto indica le percentuali più alte per regione.

Qual è la questione più rilevante che il vostrostudio si trova ad affrontare in questo momento?

Nord America (%) Centro e Sud America/ Caraibi (%) Europa (%) Africa/Medio Oriente %) Asia (%)

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ATTO: CAMERA N.5291

Proponente: GovernoOggetto: Delega al Governo recante disposizioni per un sistemafiscale più equo, trasparente e orientato alla crescitaIter: assegnato alle Commissioni riunite Finanze della CameraContenuto: Il disegno di legge contiene la delega al Governo perintrodurre disposizioni per un sistema fiscale più equo, traspa-rente e orientato alla crescita. Il provvedimento prevede la revisione del catasto dei fabbricati,che sarà attuata dall’Agenzia del territorio in collaborazione coni Comuni, con l’obiettivo di attribuire a ciascuna unità immobi-liare il relativo valore patrimoniale e la rendita. La rendita mediaordinaria per le unità immobiliari sarà valutata attraverso l’analisidelle statistiche sui valori di mercato; inoltre sono previsti mec-canismi di adeguamento periodico dei valori e delle rendite delleunità immobiliari. Nell’ambito del monitoraggio e del riordino dell’erosione fiscale,il disegno di legge istituisce l’obbligo di redigere, all’interno dellaprocedura di bilancio, un rapporto annuale sulle spese fiscali, chesarà confrontato con i programmi di spesa. Si prevede la possibi-lità di istituire una commissione composta da esperti, indicati dalMinistero dell’economia e delle finanze e dalle altre amministra-zioni, e di eliminare, ridurre o riformare le spese fiscali. La legge delega interviene in materia di contrasto dell’evasione edell’elusione fiscale e dei rapporti tra fisco e contribuente anchemediante l’introduzione nel sistema tributario di una definizionegenerale di abuso del diritto, da unificare con quella dell’elusionefiscale, rendendola applicabile a tutti i tributi. La delega prevedeanche specifiche regole procedimentali destinate a garantire unefficace confronto con l’Amministrazione finanziaria e a salva-guardare il diritto di difesa del contribuente. Viene, previsto peri soggetti di maggiori dimensioni, l’introduzione di sistemi azien-dali di gestione e di controllo del rischio fiscale. Nell’articolato viene prevista una revisione sistematica dei regimifiscali, degli adempimenti e delle funzioni dei sostituti d’imposta,degli intermediari fiscali e dei centri di assistenza fiscali (CAF).Inoltre, vengono definiti i criteri direttivi per la revisione del sistemasanzionatorio, in particolare quello penale dovrà adeguarsi ai cri-teri di predeterminazione e di proporzionalità rispetto alla gravitàdei comportamenti, prevedendo la punibilità con la pena detentivacompresa tra un minimo di sei mesi e un massimo di sei anni. Siprevede, inoltre, la revisione del regime della dichiarazione infedele. Per quanto riguarda la lotta all’evasione, il documento prevedel’introduzione di norme per conseguire l’obiettivo di rafforzareulteriormente i controlli mirati attraverso l’utilizzo delle banchedati e la collaborazione con altre autorità pubbliche. Con i decretidelegati in materia, inoltre, dovrà essere garantita, in maniera as-soluta, la riservatezza durante lo svolgimento delle attività di ve-rifica e di controllo. Infine, saranno potenziati la tracciabilità deipagamenti e l’utilizzo della fatturazione elettronica. Nel provvedi-mento è prevista una delega al Governo per l’introduzione dinorme finalizzate a rafforzare la tutela giurisdizionale del contri-buente. L’articolato prevede l’introduzione di misure che consen-tano una più rapida definizione delle controversie di competenzadelle commissioni tributarie mediante l’utilizzo di procedure pre-

giudiziali di definizione delle liti di modesta entità, con l’obiettivodi ridurre i casi pendenti.Nel ddl è prevista una revisione dell’imposizione sui redditi fina-lizzata a separare la tassazione dell’impresa, da assoggettare atassazione come le società di capitali, da quella dell’imprenditore,prevedendo un’aliquota proporzionale e più bassa sull’utile di im-presa, nonché l’applicazione dell’imposta sul reddito delle per-sone fisiche (IRPEF) solo al reddito che l’imprenditore ritraedall’azienda come compenso del suo contributo lavorativo. Sipropone di introdurre, come metodo ordinario di tassazione, l’ap-plicazione dell’imposta sul reddito delle società (IRES) a tutte leattività di impresa (e professionali). Il reddito che l’imprenditore(professionista) ritrae dall’impresa (dallo studio professionale)come remunerazione del proprio contributo lavorativo viene tas-sato ai fini dell’IRPEF come reddito ordinario, soggetto alla pro-gressività propria di questo tributo. Infine, sono attesi interventidi riordino della tassazione del reddito di impresa.

ATTO: SENATO N. 2572

Proponente: sen. Elio Lannutti (Italia dei Valori) ed altriOggetto: Disposizioni in materia di partecipazione dei lavoratorialla gestione dell’impresaIter: assegnato alle Commissioni riunite finanze e lavoro del SenatoContenuto: Il progetto di legge reca disposizioni in materia dipartecipazione dei lavoratori alla gestione dell’impresa. Nel prov-vedimento viene stabilito che nelle imprese esercitate in formadi società per azioni o costituite in forma di società europea, aisensi del regolamento (CE) n. 2157/2001 del Consiglio, dell’8 ot-tobre 2001, le quali per statuto hanno un sistema di amministra-zione dualistico, ai sensi delle norme del codice civile che lodisciplinano, costituito da un consiglio di amministrazione e daun consiglio di sorveglianza, almeno un membro del consiglio disorveglianza sia un rappresentante dei lavoratori. La norma spe-cifica che l’obbligo si applica solo alle imprese con più di 200 di-pendenti. L’articolato, inoltre, precisa il criterio con il qualedevono essere conteggiati i dipendenti dell’azienda al fine di sta-bilire se rientra nell’applicazione della legge. Il calcolo è basatosul numero medio ponderato mensile dei lavoratori subordinatiimpiegati negli ultimi due anni.Inoltre, nella proposta di legge vengono stabiliti i requisiti sogget-tivi che deve possedere il rappresentante dei lavoratori. Si pre-vede che egli sia un avvocato, un commercialista, un revisore o unesperto contabile o un consulente del lavoro iscritto nel relativoalbo o registro, oppure un notaio o un professore universitarionelle materie economiche o giuridiche. In tal modo si intende ga-rantire che il rappresentante dei lavoratori possieda sempre lecompetenze tecniche necessarie ad assicurare che il suo lavorosia effettivo ed efficace nell’interesse dei lavoratori e che non esi-stano gap di conoscenza che potrebbero di fatto annullare la fun-zione di controllo e di sorveglianza da lui svolta. Nell’articolatosono ottemperate le disposizioni relative alle modalità di elezionedel rappresentante dei lavoratori nel consiglio di sorveglianza.Infine, il progetto di legge intende preservare gli altri diritti in ma-teria di informazione, consultazione e partecipazione previsti dal-l’ordinamento nazionale e comunitario.

Focus Legislativodi Davide Persico, CNDCEC

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I limiti e le prospettive dellatransazione fiscale e le opportunitàche ne derivano per le aziende sonostate al centro di un convegno distudio organizzato dall’Ordine deidottori commercialisti e degli esperticontabili di Nocera Inferiore.Aprendo i lavori il Presidentedell’Ordine, Rosario D’Angelo, haricordato come la transazione fiscalesia oggi un istituto di cui è impossibilenon tenere conto. “È una realtà - hadetto - che purtroppo testimonia dellegrandi difficoltà che oggi le aziendedevono affrontare; ed è ormai sotto gliocchi di tutti che l’indebitamentotributario sia diventata una vera epropria fonte di finanziamento per leimprese”.“Ovviamente - ha proseguito ilPresidente dell’Ordine - questa fontedi finanziamento deve essere ad uncerto punto smobilizzata ed affinchènon diventi permanente serve fornireall’imprenditore le opportunità e lemodalità per effettuare i pagamentidovuti”. D’Angelo ha ricordato checon la transazione fiscale si dà untermine - medio-lungo -all’imprenditore e l’opportunità dipoter ridurre le proprie esposizionidebitorie in modo egli possapianificarne la risoluzione.Al convegno è intervenuto anche ilpresidente di Confindustria Salerno,Mauro Maccauro, il quale ha ricordatocome la provincia di Salerno sia quellain grado di esprime - nella difficoltàgenerale della Campania - i numeri più

Riflettori puntati sulle transazioni fiscali

di Fabio Pisani

Ordini territoriali/Nocera inferiore

� Iscritti: 621 di cui 168 donne� Età media: 39 anni � Tirocinanti: 231 di cui 128 donne� Iscritti di età inferiore ai 40 anni: 205

In cifre

promettenti. “Ovviamente - ha detto -lì dove le aziende dispongono, pertanti fattori e motivi, di poca liquiditàlo strumento della transazione fiscale,se ben centrato, compreso e attuatocon i tempi giusti, può dare lapossibilità all’azienda di rivedere unaserie di problematiche al propriointerno e di conseguenza superare ilmomento di difficoltà”. “Serve certamente - ha concluso - unamaggiore oggettività ed efficienza daparte degli Enti che sono deputati, daun lato, al controllo e, dall’altro, alfunzionamento della macchinacomplessiva a sostegno delle aziende”.

Il presidente del Tribunale di NoceraInferiore Catello Marano ha, da partesua, ricordato come nel suo Tribunalenon si siano ancora registrati casi ditransazioni fiscali in occasione diconcordati preventivi o accordi diristrutturazione dei debiti. Marano harimarcato con la transazione fiscalesia un istituto sicuramente moltosignificativo che realizza uno deiprincipi fondamentali della riformaorganica delle procedure concorsuali:quello cioè volto a conservarel’impresa quando essa si trovi in unmomento di difficoltà, stabilendoanche un percorso che portisostanzialmente anche a derogare aquel principio che prima era moltorigido secondo cui era indisponibile ilcredito tributario.Presente al convegno - e, per la suafunzione, messo quasi sul banco degliimputati - il direttore di Equitalia SudCampania, Francesco D’Errico. “Nei

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41Nocera Inferiore

D’Angelo: “Occorre tutelare la nostra professione”Il CNDCEC, per il presidente dell’Ordine campano, deve rappresentare la sintesi del territorionazionale, facendosi carico delle istanze di tutti i commercialisti italiani

Quali sono le principali peculiarità ed i problemispecifici che la categoria incontra nell’ambitoterritoriale dell’Ordine da te presieduto?Purtroppo è un fattor comune, la crisi economica,sapevamo che doveva arrivare, ma nessuno sapeva diquale portata. Tale situazione ha evidenziato sempre dipiù l’allontanamento, il distaccarsi tra lo Stato e la realtàeconomica, cioè la popolazione, il cosiddetto Paese. Inquesti anni registriamo, purtroppo, una moria di aziende,i fallimenti sono diventati quasi come la logicaconclusione del periodo di gestione amministrativa dellavita delle aziende, sono ormai migliaia i posti di lavoroperduti, ovviamente nel settore privato.La nostra peculiarità doveva, e dovrebbe essere, come ilnaturale anello di congiunzione tra lo Stato e la realtàsociale; oggi siamo degli ammortizzatori, non certosociali, tra lo Stato e l’economia locale.

Come pensi di sviluppare sul territorio i rapporti con lealtre professioni?Sicuramente possiamo affiancare alla nostra funzionegli avvocati, che nel comparto giuridico ed economico,si trovano insieme ai commercialisti, maggiormente aconfrontarsi e a dibattersi su tematiche che assumono ecoinvolgono tutti i comparti della società. Diversiincontri e confronti sono stati affrontati a più mani, nonultimo, abbiamo in programma la costituzione dellanostra Fondazione, con la quale coinvolgeremo tutte lerealtà economiche, professionali e sociali del nostroterritorio, e non solo su tematiche tecniche.

Cosa ti aspetti dal rapporto con il Consiglio Nazionale equali sono le forme di collaborazione che pensi disuggerire ai vertici nazionali?Purtroppo in questi ultimi tempi vi è stata unacampagna denigratoria degli Ordini professionali,

specialmente da qualche sponda politica. Ribadisco chegli Ordini professionali sono istituzioni del nostroPaese, che purtroppo vengono sempre di più attaccatiquando si alza il vento dell’anti-tutto e di contro tutti.Pertanto, questo mio invito-critica che rivolgo alConsiglio nazionale è quello della tutela della funzionedel commercialista.

Come si colloca la categoria nei rapporti con leIstituzioni locali, quali Tribunali, Camere di Commercioed Enti locali?Penso che in un momento di crisi anche lo Stato o laPubblica Amministrazione e gli Enti locali, hannobisogno del ruolo del commercialista, come un ruolosociale di mediazione tra il contribuente e l’Erario.Questo ruolo che i commercialisti sono pronti adassumere, deve essere legittimato, in terminiistituzionale e sociale, da parte dello Stato e dagli Entipubblici. Queste Istuituzioni, se condividono la figuradel commercialista, come mediatore tra il fisco ed icontribuenti, e non un mero intermediario telematicoper l’invio dei dati e delle dichiarazioni, comincinocon il metterlo nelle condizioni di poter svolgere almeglio questo ruolo, riservando canali preferenziali, consportelli ed orari di ricevimento appropriati.

Quali sono le istanze locali su cui ritieni sia opportunoun intervento del Consiglio Nazionale?Reputo che il Consiglio Nazionale deve essere unasintesi del territorio, non locale ma nazionale, del restole nostre istanze sono simili, sia a quelle dei colleghisiciliani che dei colleghi veneti.Non dobbiamo mai fare l’errore, per l’intera categoria,di dividerci; tali posizioni personalistiche non potrannomai avere l’interesse della categoria dei commercialisti,ma solo di pochi.

limiti delle possibilità, i nostri ufficicercano di semplificare al massimo irapporti con i contribuenti anche permettere in condizione i commercialistidi poter assistere al meglio i loro

clienti. Equitalia, in questaprospettiva, ha anche notevolmenteattenuato quell’invasione massivarappresentata da fermi amministrativi,ipoteche e quant’altro: ciò anche in

virtù della nuova normativa che haelevato il limite per poter adottarequesti provvedimenti”. Nel corso del suo appassionatointervento D’Errico ha poi voluto

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Superficie (Kmq)

167

Popolazione (1.1.2010)

275.217

Imprese attive (31-12-2009)

N.D.

Occupati (2009)

N.D.

Valore aggiunto* (2008)

N.D.

Fallimenti dichiarati (2007)

N.D.*VALORE AGGIUNTO AI PREZZI BASE AL LORDO SIFIM – VALORI A PREZZI CORRENTI IN MILIONI DI EURO

42 Nocera Inferiore

Nocera Inferiore

ERRATA CORRIGE

Nel numero di luglio/agosto 2012 dellarivista Press, all’interno dell’articolodedicato al Convegno dal tema “L’Iva negliscambi internazionali”, organizzatodall’Associazione dei dottori commercialistie degli esperti contabili del Triveneto,abbiamo erroneamente indicato FrancoRicca quale docente presso la Facoltà diEconomia nell’Università di Torino, mentrela qualifica corretta è cultore presso lamedesima Facoltà nell’Università di Torino.Ce ne scusiamo con il relatore e con ilettori

La Redazione

sottolineare come il pagamento delleimposte e delle tasse rappresenti lapiù alta espressione del senso civicodi ogni persona. “Rimanderei tutti - haconcluso - alla lettura dell’art. 56 dellaCarta costituzionale dove si recita cheogni cittadino deve contribuire allespese dello Stato secondo la propriacapacità contributiva”. Il Convegno è stato moderato da VeraViola, giornalista de ‘Il Sole 24 Ore’che ha voluto sottolineare come siaemerso “uno spaccato molto chiarodella situazione complessivadell’economia italiana e dellaprovincia di Salerno, in particolare: cisono, da una parte, gli imprenditori e iloro consulenti esasperati per unatassazione molto elevata e per unsistema di sanzioni anche molto duro;

dall’altra parte, una Pubblicaamministrazione che inizia a lasciarintravedere una disponibilità aldialogo e al confronto, pronta atrovare dei correttivi a ciò che finoranon ha funzionato”.A margine del Convegno il Presidentedell’Ordine ha voluto sottolinearecome egli abbia la fortuna di essereaffiancato non solo dagli undiciconsiglieri ma anche dagli oltre centocolleghi che siedono nella diverseCommissioni e che forniscono undeterminante e fattivo supporto e unostimolo al miglior funzionamentodell’Ordine quale ente non economico. E relativamente al futuro dellaprofessione e ai giovani ha ricordatocome a Nocera, così come ormai nelresto del Paese, il commercialista nonsia più da tempo il classico contabilema sia un professionista propositivo asupporto delle aziende. “Non mistancherò mai di invitare i giovani - haconcluso - a puntare su una sempremaggiore professionalizzazione especializzazione per essere in grado diassistere sempre al meglio icontribuenti e le imprese”. �

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Vogliamo dare una mano al Paese. Anzi centodiecimila.

Crediamo nell’utilità sociale del pensiero tecnico e che non sia questo il momento di chiedere, ma di dare.E di mettere al serviziodella comunitàla competenza,la professionalità e l’esperienza dei Commercialisti Italiani.Possiamo essere utili al Paese perché siamo professionisti, vogliamo esserlo perché siamo cittadini.

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Bari, antico croceviadel MediterraneoCon una solida e spiccata vocazione mercantile il capoluogo pugliese èda sempre considerato un centro nevralgico nell’ambito del commercio e dei contatti politico-culturali con l’Est europeo e il Medio Oriente. Ci spostiamo a Bari per conoscere meglio la città che ospiterà ad ottobre,presso la Fiera del Levante, il prossimo Congresso nazionale di categoria

di Victor

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Bari si presenta con quella tipica atmosfera di cittàdi mare, plasmata nel corso dei secoli da civiltàdiverse. L’intensa urbanizzazione del suo territoriosono frutto di una forte espansione economica,dovuta sia allo sviluppo del porto, sia all’apporto

dell’Università, qui presente sin dall’inizio del secolo scorso.Sin dai tempi della sua fondazione (III sec a.C.) il territorio erarinomato per il suo porto, prima con i greci e poi con i romani,che la nominarono Barium. La storia in questi luoghi halasciato tracce indelebili delle tante dominazioni arrivate dalmare: italici, greci e romani, saraceni e bizantini, normanni esvevi, e poi ancora angioini e aragonesi. Ma, a confermareulteriormente l’antichità dell’insediamento umano nelterritorio, è stato il ritrovamento di uno scheletro ad Altamura,negli anni Novanta, il cosiddetto homo erectus altamurensis. La struttura urbana si divide in due parti: la città vecchia e lacittà nuova.

Nella prima, composta di piccoli vicoli di rara bellezza, scorcipanoramici e profumi antichi, spiccano monumentimedievali e rinascimentali di straordinaria bellezzaarchitettonica. Basti pensare al Castello Svevo, voluto daFederico II, la basilica di San Nicola, capolavoro delromanico pugliese, la Cattedrale dedicata a San Sabino.Nella seconda, la cosiddetta “Bari Nuova”, sviluppatasi neiprimi anni dell’Ottocento con un editto di Gioacchino Murat,il vicerè di Napoli, si riconoscono lunghe e larghe stradecostruite durante il boom urbanistico, che si estendono finoalla Fiera del Levante e all’area industriale.Le due parti del centro urbano sono separate da una linea bendistinta: è quella dell’ampio viale alberato di Corso VittorioEmanuele III, che collega la Piazza Garibaldi al porto vecchio. Per la kermesse congressuale di ottobre proponiamo unbreve tour sui principali monumenti del capoluogo pugliesecon un itinerario che contempla anche alcuni caratteristici

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Viaggi46

bizantina della Madonna di Costantinopoli, detta MadonnaOdegitria. L’icona è molta antica perché fu portata a Barinell’anno 773 da monaci brasiliani.Nel tour non può mancare una visita al Teatro Petruzzelli, ungioiello architettonico da considerarsi una via di mezzo tra unmodello di teatro all’italiana e uno alla francese da cui ha presoispirazione per la realizzazione delle gallerie e della cupolasemisferica nonché per la ricchezza degli spazi. Nel 1991, dopol’ultima recita della “Norma” di Vincenzo Bellini, il teatro subìun devastante incendio. La ricostruzione ha voluto mantenerefermi gli originari valori di condivisione di uno spazio simbolicotutto locale, nel senso di un progetto indissolubilmente legatoall’identità barese e più in generale pugliese, oggi come alloratornato alla ribalta grazie ad un prestigioso cartellone diappuntamenti di respiro internazionale.

Dove mangiareA Bari si mangia benissimo. A partire dalla famosa focaccia,la cui preparazione è efficacemente descritta dallo scrittoreG. Carofiglio nel suo “Né qui né altrove. Una notte a Bari”:

luoghi dell’hiterland barese.Cominciamo dal Castello normanno Svevo, edificato daiNormanni nel XII secolo e restaurato per volere di FedericoII tra il 1233 ed il 1240. Il Castello è una spettacolaretestimonianza di costruzione medievale; sono da ammirare ilponte in pietra attraverso il quale si accede al castello, ibastioni angolari utilizzati per la difesa della fortificazione ele numerose torri che caratterizzano la strutturaquadrangolare: la torre dei Minorenni, la torre del Monaco, latorre del Vento e la torre del Semaforo. Il Castello, oggi sededella Soprintendenza per i beni ambientali architettonici estorici della Puglia, ospita al suo interno una Gipsoteca e unasala multimediale, dove è possibile assistere alla proiezionedi un filmato sulla sua storia. Sono visitabili anche degli scaviarcheologici con testimonianze bizantine e normanne.Percorrendo un tratto del Lungomare Imperatore Augusto sigiunge alla Basilica di San Nicola, in stile romanico,dall’aspetto massiccio e sobrio, caratteristico dell’architetturanormanna. Tuttavia, va segnalato che non si tratta di unachiesa costruita ex novo, ma di un tempio edificato sull’areadella residenza del catapano, quindi con consistente riutilizzodi materiale del precedente edificio. Nel 1087, sessantaduemarinai si impossessarono delle reliquie del santo di Myra(attualmente in Turchia) e lo trasportarono a Bari,consegnandone il corpo al benedettino Elia, abate di SanBenedetto, il quale edificò sul posto la Basilica a lui dedicata.La maestosa Basilica è ancora oggi meta di numerosipellegrinaggi anche dall’estero, che testimoniano l’affettoprofondo della gente nei confronti di questo grande Santo. Seguendo il sentiero della città vecchia si trova la Cattedraledi Bari, dedicata a San Sabino, in stile bizantino, consideratail più bel monumento architettonico pugliese del secolo XIII,sorta sul luogo dove prima esisteva una moschea durante ilperiodo dell’emirato arabo di Bari (847-871). I restaurieffettuati alla metà del Novecento hanno ridato al tempio ilsuo volto medievale. La Cattedrale conserva all’esterno unodei due campanili originali (il secondo è crollato nel 1613) epresenta una cupola su tamburo ottagonale. Ricchissima èla suppellettile marmorea e la decorazione di tutte le partiarchitettoniche, attribuite a grandi scultori come Alfano daTermoli, Anseremo da Trani, Peregrino da Salerno ealtrettanto ricca è la decorazione parietale ad affresco, dellaquale sopravvivono alcuni resti nelle absidi minori e nellaCripta. Dalla navata sinistra si accede a un antico battistero,chiamato Trulla, trasformato in sacrestia e alla Cripta, checustodisce le spoglie di San Sabino. Al suo interno si possonoammirare stupendi affreschi trecenteschi e la preziosa icona

Bari: il Teatro Petruzzelli, massimo contenitore culturale della città

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47Viaggi

Linkhttp://www.infopointbari.com/http://www.pugliaturismo.com/apt-bari/

“La focaccia barese si prepara mescolando farina di granotenero, sale, lievito e acqua… Proprio perché l’impasto èliquido, i pezzi di pomodoro e le olive sprofondano nellapasta, creando e riempiendo dei piccoli crateri morbidi, chediventano le parti più buone della focaccia”. Condividiamoquanto descritto dallo scrittore Carofiglio, non senzadimenticare le specialità della pasta, quali le orecchiette, icavatelli, i strascinati, e dei formaggi come le burrate, icanestrati, la stracciatella. E naturalmente non possiamodimenticare i gustosi taralli e le friselle, e il pesce cucinato edesaltato con tutto il sapore del mare e gli aromi della terra.Suggeriamo alcuni ristoranti. Cominciando con il Terranima,dove, varcata la soglia, viaggerete nel tempo per lasciarviincantare da un minuzioso studio del dettaglio. Il successo diquesto locale è dato da una lunga storia di riconoscimentinazionali e da una tradizione gastronomica ispirata allafilosofia del km 0, alla ricerca del prodotto migliore e perl’atmosfera novecentesca che aleggia in questo ristorante.In pieno centro, in Corso Vittorio Emanuele, incontrerete ilristorante Bacco, un’autentica miniera dei piatti ‘identitari’della migliore cucina pugliese. Le “favette e cicorielle” perinzuppare il pane, le irrinunciabili “orecchiette e cime di rapa”,la canonica "tiella alla barese", le imprevedibili e ghiotte "cozzearrecanate" (cioè "arrangiate", passate in padella con uova,aglio, prezzemolo) e il must dello chef: i "calamari ripieni diricotta". Senza tralasciare i due piatti più complessi: il"capretto glassato al moscato di Trani" e i "bocconcini diNettuno" (ravioli farciti di spigola) alla polpa di ricci, piattoche innova e colpisce, equilibrando il sapore violento eprimordiale del riccio con la raffinata suadenza del ripieno. Ma non perdetevi neppure il ristorante “Ai 2 Ghiottoni”, nelpieno centro di Bari, un locale elegante e raffinato, dove latradizione si fonde in una armonia di sapienti sapori. Leverdure pugliesi, il pesce del Mediterraneo, la pasta fatta amano, sono saggiamente amalgamati per darvi la possibilitàdi assaggiare piatti dal gusto unico e sicuro.

Dove dormireIl Palace Hotel è ubicato nel centro della città a pochi minutia piedi dal Teatro Petruzzelli, la Cattedrale di San Nicola e lastazione ferroviaria. Molte camere sono arredate in stilecontemporaneo, altre, più classiche, con veri pezzid’antiquariato. Propone una cucina dai tipici sapori

mediterranei con una particolare attenzione ai piatti regionali.Il ristorante Murat, localizzato al 7° piano, offre una vistamozzafiato sulla Città Vecchia; la prima colazione, servita alRistorante San Nicola, ha ottenuto diversi riconoscimenti alivello nazionale ed è all’avanguardia nella selezione deiprodotti siano essi regionali, dietetici o senza glutine. Merita una segnalazione anche l’Excelsior, la cuiprofessionalità e la passione per l’ospitalità sono garantitedalla pluriennale esperienza. Situato al centro di Bari,l’albergo dispone di 150 camere dotate della più sofisticatatecnologia, sala ristorante, piano bar, salette, palestra e, nelpiano interrato, un capiente garage custodito.Suggeriamo, inoltre, lo Sheraton Nicolaus, un modernobusiness hotel situato in un quartiere residenziale, a ridossodell’imbocco della tangenziale, posizione che consente unagevole collegamento con l’aeroporto. Dispone di camerecon ogni genere di comfort; è dotato di palestra, sauna episcina riscaldata coperta per fare attività fisica; una salaristorante con cucina internazionale e il Lobby Bar perritrovarsi con amici a sorseggiare un drink.Senza dimenticare, infine, il Boscolo Hotel, unico albergo a5 stelle sul lungomare di Bari, la cui ristrutturazione è appenaterminata. Precedentemente era l’Hotel delle Nazioni,divenuto famoso per le scene girate nel film “Polvere distelle” con Alberto Sordi e Monica Vita sul periododell’occupazione americana.

E per concludere…L’hiterland barese comprende una vasta scelta di luoghiricchi di storia e di suggestione. A pochi chilometri troviamoil celebre paese dei trulli, Alberobello, unico al mondo eirripetibile, dichiarato dall’Unesco patrimonio dell’umanità;Ostuni, la città bianca, per via del suo caratteristico centrostorico un tempo interamente dipinto con calce bianca; leGrotte di Castellana, un complesso di cavità sotterranee diorigine carsica nelle Murge sud orientali, formatesi nelCretaceo superiore circa cento milioni di anni fa; Polignanoa mare, una rinomata località balneare il cui nucleo piùantico sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul mareAdriatico; Matera e i suoi storici Sassi… Nell’attraversare il territorio pugliese rimarrete incantatidall’intenso azzurro del mare, dal profondo colore marronedella terra, dalle antiche masserie, dalle lunghe distese d’ulivisecolari che evocano sculture di monumenti viventi.Un viaggio da non perdere, ma da vivere pienamenteassaporandolo in tutte le sue declinazioni, riponendone leimmagini nel cassetto dei ricordi… �

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Tempo libero

Letteratura e ideologiaClaudio Magris, Gao Xingjian(Bompiani, 2012)

In un dialogo ideale traOccidente e Oriente, gliAutori, affini per profonditàe adesione alla vita,prendono posizione afavore del ruolo centrale einsostituibile dellaletteratura contro ogniforma di potere ideologico.

Il nido della FeniceLuigi De Pascalis(La Lepre edizioni, 2012)

Un giallo avvincente e bencongegnato, ambientato inun futuro inquietante traPacifico e Atlantico, dovenaviga la New World, unasterminata piattaformasupertecnologica protettadallo Scudo, un sistema disatelliti capace dicontrollare l’interopianeta…

Dangerous ideasCome trasformare il pensiero provocatorionella risorsa più preziosa

Alf Rehne(FrancoAngeli, 2012)

Da uno tra i più promettenti“Business Thinkers” delfuturo, indicato dal Timescome la nuova stellaemergente nel pensieromanageriale, un percorsosulla creatività dal ritmoincalzante, ricco di esempie di esperienze che fannola differenza.

L'incontroMichela Murgia(Einaudi, 2012)

Maurizio, dieci anni, nonvede l'ora che comincino levacanze a Cabras con inonni e gli amici disempre...., ma qualcosa diimprevedibile incrinerà laloro infanzia.Un’appassionata storia diformazione in cui ilprotagonista scopre,insieme al lettore, cosasignifica dire “noi”.

GLI AIUTI ALLE IMPRESE IN ITALIA Giovanni Cesaroni

(Egea, 2012)

Il dibattito sull’allocazione dei trasferimenti e degli incentivi alle imprese è caratterizzato troppo spesso dauna girandola di cifre discordanti, il che ha reso evidente la carenza di misurazioni complete e affidabili, ingrado di orientare al meglio valutazione e proposte di policy. Sono più di 17 miliardi di euro gli aiuti alleimprese di pubblico servizio e circa 27 quelli alle imprese private in senso stretto, con la peculiarità, perqueste ultime, costituita dal peso assunto dagli sgravi contributivi, pari a oltre il 48%: questo è solo uno deidati - alcuni dei quali sorprendenti - che emergono da uno studio che ha il pregio di mettere sotto la lente diingrandimento tutte le forme di aiuto statale alle imprese, con l’originalità di determinare anche il potenzialedi spesa legato alle risorse finanziarie complessive. I due messaggi più forti dell’analisi sono: sarebbe forsemeglio provvedere ad allocazioni più efficienti tra gli incentivi; esiste un potenziale di spesa non utilizzato, siariguardo ai residui di bilancio sia riguardo alle giacenze di cassa, che non si riferisce solo ai fondi comunitari,ma anche alle leggi nazionali di incentivazione. Due messaggi, basati su dati, destinati a far discutere.

LE MISURE DI PREVENZIONE PERSONALI E PATRIMONIALI La confisca ex art. 12-sexies l. n.356/92Francesco Menditto

(Giuffré, 2012)

Il d.lgs. n. 159/11 (c.d. codice antimafia) ha fatto sorgere numerosi interrogativisull’attualità dei principi già elaborati, sull’interpretazione delle nuovedisposizioni, sulla disciplina transitoria. Per rispondere a queste domande vieneillustrata in modo sistematico una materia che, da strumento di controllo deldisagio sociale, è divenuta un efficace mezzo di contrasto alla criminalitàorganizzata, in particolare attraverso il sequestro e la confisca, tanto da costituireun modello per altri ordinamenti internazionali. Sono esaminate le misurepersonali, previste dal d.lgs. n. 159/11, ma anche dalle leggi speciali,evidenziando i molteplici tratti comuni e i principi ispiratori. Le misurepatrimoniali sono scandagliate nei diversi temi interpretativi e operativi checoinvolgono il sequestro, la confisca e le altre misure patrimoniali, conparticolare cura per il nuovo istituto dell’applicazione disgiunta. Il volume è

arricchito infine dall’analisi approfondita delle problematiche delsequestro, della confisca e dell’amministrazione dei beni disciplinati dall’art. 12 sexies l. n. 356/92,sottolineandone similitudini e differenze col sequestro e con la confisca di prevenzione.

GESTIONE DELLE IMPRESE INTERNAZIONALIMatteo Caroli

(Mc Graw Hill, 2012)

La seconda edizione del volume mantiene l’impianto logico della precedente: la prima dedicata adapprofondire il processo di espansione estera dell’impresa e i fattori che ne influenzano le possibili traiettoriee la seconda focalizzata sulla gestione in prospettiva internazionale delle funzioni aziendali. Il testo ponenotevole attenzione ai fenomeni del management internazionale divenuti negli ultimi anni di maggiore rilievo,concentrandosi in particolare sul ripensamento dei modelli di business, sull’affermarsi di reti internazionali,sul difficile equilibrio tra standardizzazione e adattamento locale dell’offerta, sulle innovazioni organizzativedella supply chain. A fronte del maggiore spazio dedicato a questi temi, l’intero volume è stato rivisto ed èstato oggetto di un’attenta rilettura che ne ha migliorato la struttura e il livello di dettaglio con cui i temi sonoaffrontati. Il testo si caratterizza inoltre per una nutrita presenza di casi aziendali, finalizzati a fornire allettore esperienze concrete utili per arricchire la sua capacità di interpretazione delle problematichegestionali più frequenti nelle aziende impegnate a livello internazionale.

48 Letti per Voi

IL PROGRAMMA DI LIQUIDAZIONE NEL FALLIMENTORoberto Amatore

(Edizioni FAG, 2012)

Il volume offre un quadro completo delle questioni applicative più ricorrenti relative all’istituto del programma diliquidazione nella nuova legge fallimentare, vive all’operatore del settore, ed in particolar modo ai curatorifallimentari. Si analizzano le soluzioni concrete più idonee per una corretta redazione del documentoprogrammatorio della liquidazione fallimentare e per la migliore applicazione del contenuto del programma nelcorso della procedura fallimentare. L’Autore, nel riportare gli orientamenti principali espressi dalla dottrina edalla giurisprudenza, suggerisce anche soluzioni ai diversi quesiti che pone la diretta applicazione della leggefallimentare in merito a tutti gli istituti coinvolti nella fase della liquidazione, soluzioni sempre dettate dallaprassi applicativa e dalla esperienza quotidiana del giudice delegato. Vengono altresì esaminati tutti gli istituticoinvolti nella liquidazione fallimentare e, dunque, l’esercizio provvisorio, l’affitto e la cessione d’azienda, lavendita fallimentare.

A cura di Maria Pia Parenti

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Presidente

Claudio SICILIOTTI

Vice Presidente

Francesco DISTEFANO

Segretario

Giorgio SGANGA

Tesoriere

Giuliano BOND

Consiglieri

Giancarlo ATTOLINILuciano BERZÈClaudio BODINI

Giosuè BOLDRINIAndrea BONECHI

Roberto D’IMPERIOMarcello DANISIFlavio DEZZANI

Enricomaria GUERRAStefano MARCHESE

Massimo MELLACINAPaolo MORETTI

Giovanni Gerardo PARENTEDomenico PICCOLO

Giulia PUSTERLAFelice RUSCETTA

Emanuele VENEZIANI

Piazza della Repubblica, 5900185 - ROMA

Tel +39 06.47863322 Fax +39 06.47863640

Sito internet: www.commercialisti.ite-mail: [email protected]

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