Pr o-memoria KOINONIA -APPUNTAMENTI 2014-15 · I – IN VISTA DELL’INCONTRO DI DOMENICA 25 . 1...

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FORUM 419 (18 gennaio 2015) http://www.koinonia-online.it Convento S.Domenico – Piazza S.Domenico, 1 – Pistoia Tel. 0573/307769 Pro-memoria KOINONIA-APPUNTAMENTI 2014-15 Convento S.Domenico -Pistoia LA CENA DEL SIGNORE SEGNO DI CONTRADDIZIONE DOMENICA 25 GENNAIO - ORE 10.00 Azione liturgica "C ON LA S AMARITANA AL POZZO DI G IACOBBE " Nell'ambito della "Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani" sul tema “Dammi un po’ d’acqua da bere” (Giovanni 4,7) Ore 12.30 - Momento di agape fraterna "Spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore" Nello spirito di Atti 2,46, condivideremo quello che ciascuno metterà a disposizione degli altri Ore 14.30 V ERSO IL G IUBILEO DEL V ATICANO II: NON SOLO SCADENZA MA EVENTO Colloquio aperto a partire dal Discorso del Papa Francesco alla Curia e nella prospettiva del 50° del Vaticano II per un esame di coscienza in ordine ad una presenza più evangelica ed ecumenica delle Chiese nel giorno in cui si ricorda l'annuncio del Concilio e si conclude la “Settimana di preghiera" per l'unità dei cristiani

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FORUM 419 (18 gennaio 2015)

http://www.koinonia-online.it Convento S.Domenico – Piazza S.Domenico, 1 – Pistoia

Tel. 0573/307769

P r o - m e m o r i a K O I N O N I A - A P P U N T A M E N T I 2 0 1 4 - 1 5

C o n v e n t o S . D o m e n i c o - P i s t o i a L A C E N A D E L S I G N O R E

S E G N O D I C O N T R A D D I Z I O N E D O M E N I C A 2 5 G E N N A I O - O R E 1 0 . 0 0

A z i o n e l i t u r g i c a

" C O N L A S A M A R I T A N A A L P O Z Z O D I G I A C O B B E " N e l l ' a m b i t o d e l l a " S e t t i m a n a d i p r e g h i e r a p e r l ’ u n i t à d e i c r i s t i a n i "

s u l t e m a “ D a m m i u n p o ’ d ’ a c q u a d a b e r e ” ( G i o v a n n i 4 , 7 )

O r e 1 2 . 3 0 - M o m e n t o d i a g a p e f r a t e r n a " S p e z z a n d o i l p a n e n e l l e c a s e , p r e n d e v a n o c i b o

c o n l e t i z i a e s e m p l i c i t à d i c u o r e "

N e l l o s p i r i t o d i A t t i 2 , 4 6 , c o n d i v i d e r e m o q u e l l o c h e c i a s c u n o m e t t e r à a d i s p o s i z i o n e d e g l i a l t r i

O r e 1 4 . 3 0

V E R S O I L G I U B I L E O D E L V A T I C A N O I I : N O N S O L O S C A D E N Z A M A E V E N T O

C o l l o q u i o a p e rt o a p a r t i r e d a l D i s co r s o d e l P a p a F r a n c es c o a l l a C u r i a e n e l l a p ro s p e t t i v a d e l 5 0 ° d e l Va t i c a no I I

p e r u n e s a m e d i co s c i e nz a i n o r d i n e a d u n a p r e s e nz a p i ù e v a ng e l i c a e d ec u m en i ca d e l l e C h i e s e

n e l g i o r n o i n cu i s i r i c o r d a l ' a n nu n c i o d e l C o nc i l i o e s i co n c l u d e l a “ S e t t i m a na d i p r e g hi e r a " p e r l ' u n i t à d e i c r i s t i a n i

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I – IN VISTA DELL’INCONTRO DI DOMENICA 25 1 – Da Elena Milazzo Covini

DAMMI UN PO’ D’ACQUA DA BERE (Giovanni, 4,7)

Caro Alberto,

grazie per Koinonia, che mi conforta sempre e mi aiuta a continuare le mie riflessioni anche se ormai faccio solo la "casalinga" (del resto mio mestiere preferito). Ho scritto per il bollettino della parrocchia una piccola riflessione sul tema della Settimana. Non so se può essere utile anche per Koinonia, in ogni caso fanne ciò che credi se pensi possa servire. Auguri per l'incontro di domenica 25, vi penserò...e anche invidierò un pochino

Elena Come ogni anno, dal 18 al 25 gennaio ricorre la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: in questi giorni i cristiani di tutto il mondo pregano insieme perché lo Spirito Santo li “riunisca in un unico corpo”, in un’unica Chiesa che faccia esclamare a chi li osserva: “Come si amano! Si amano come fratelli”, e si realizzi così la preghiera di Gesù al Padre: “…affinché l’amore con cui tu mi hai amato sia in essi, e io in loro”(Gv 17, 26) . Il tema della preghiera del 2015, tratto dal Vangelo di Giovanni (4, 4-42), è stato scelto da un gruppo ecumenico del Brasile, paese dove i cristiani sono moltissimi e purtroppo suddivisi in tante grandi e piccole, antiche e nuove chiese. Gli spunti per una riflessione su questo tema potrebbero essere molti: ne scelgo uno, riprendendo alcuni passaggi di un brano tanto denso. Gesù, stanco del lungo cammino dalla Giudea alla Galilea, che stava percorrendo, si ferma a Sicàr, in Samaria, e si siede sul bordo del pozzo di Giacobbe. Gesù compie un gesto insolito, si riposa in terra straniera, anzi in una terra ostile e si riposa appoggiandosi a quel pozzo che i samaritani ritengono proprietà privata, perché a loro lo avrebbe lasciato Giacobbe. Intanto una donna della Samaria viene al pozzo a prendere acqua. Gesù le dice: «Dammi un po’ d’acqua da bere». Risponde la donna: «Perché tu che vieni dalla Giudea chiedi da bere a me che sono Samaritana?» (Si sa che i Giudei non hanno buoni rapporti con i Samaritani). Gesù non solo si è seduto sul pozzo dei samaritani, ma alla Samaritana rivolge la parola. Si tratta di una donna, di una straniera, secondo il giudizio degli ebrei anche un’infedele… peggio, Gesù non solo le parla, Gesù le chiede qualcosa. Quando parliamo di dialogo ci chiediamo se noi, a chi consideriamo straniero, diverso, non “cattolico”, chiediamo qualcosa? Pensiamo davvero possa avere qualcosa da darci? Come può avere inizio un dialogo? Chi comincia? Chi chiede per primo? Ecco, l’altro ha qualcosa per me, qualcosa che io non ho. Io, invece, ho una notizia da porgergli, posso farlo, possiamo insieme salire guidati dallo Spirito sopra il monte di Samaria, sopra l’altura di Gerusalemme e condividere, al di là delle divisioni che abbiamo costruito, l’adorazione di Dio. Scrive Giovanni riportando le parole di Gesù alla donna: «Voi Samaritani adorate Dio senza conoscerlo; noi in Giudea lo adoriamo e lo conosciamo, perché Dio salva gli uomini cominciando dal nostro popolo. Ma credimi: viene il momento in cui l’adorazione di Dio non sarà più legata a questo monte o a Gerusalemme; viene un’ora, anzi è già venuta, in cui gli uomini adoreranno il Padre guidati dallo Spirito e dalla verità di Dio. Dio è spirito. Chi lo adora deve lasciarsi guidare dallo Spirito e dalla verità di Dio». La donna gli risponde: «So che deve venire un Messia, cioè il Cristo,

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l’inviato di Dio. Quando verrà, ci spiegherà ogni cosa». E Gesù: «Sono io il Messia, io che parlo con te» Gesù, il Messia, dice che Dio è Spirito, il Messia spiegherà ogni cosa, ma solo lo Spirito ci condurrà alla verità tutta intera. Anche noi oggi non abbiamo compreso tutta la verità annunciata da Gesù, la troveremo seguendo la sua Parola, lasciandoci guidare dallo Spirito che : “soffia dove vuole, ascolti la sua voce, però non sai da dove viene né verso dove va”(Gv 3,8). Lasciandoci guidare dallo Spirito in questa settimana pregheremo insieme e : “forse senza nemmeno accorgercene, pregare insieme ci permette di anticipare quella stessa unità che insieme chiediamo. Ecco il “dono di Dio” che Gesù vorrebbe offrire alla Samaritana e, attraverso di lei, a ciascuno di noi: il dono di essere una cosa sola, realisticamente anticipato nei molti toni di voce di una preghiera unica. Unità non ancora realizzata e allo stesso tempo già sperimentabile: non con l’illusione di un traguardo raggiunto, ma con la spinta propulsiva di una partenza sempre nuova, per un cammino sempre possibile”(Mansueto Bianchi). I giorni tragici che stiamo vivendo ci facciano riflettere all’importanza che l’unità dei cristiani potrebbe avere per l’intera umanità: uno spirito di unità e di fraternità potrebbe diffondersi come acqua viva e attirare le genti, come la testimonianza della Samaritana, che diviene un tramite, un veicolo perché tutti riconoscano “il salvatore del mondo”(Gv 4 ,42)

Elena Milazzo Covini

2 - Verso il 2017 della “Riforma”

La Federazione luterana mondiale e il Vaticano annunciano la pubblicazione di un materiale liturgico comune

per il 2017 Il pastore Martin Junge, segretario generale della Federazione luterana mondiale (Flm), ha affermato che le relazioni tra le Chiese luterana e cattolica hanno raggiunto un punto di svolta epocale. Tale dichiarazione è stata fatta il 18 dicembre nella Chiesa luterana a Roma nell’ambito della fase conclusiva del progetto ecumenico internet «2017 – Together on the Way», all’interno del quale il Comitato nazionale tedesco della Flm e l’Istituto ecumenico Johann Adam Möhler hanno congiuntamente presentato il documento di dialogo Dal conflitto alla comunione in un forum online interattivo. Riprendendo il titolo del documento, Junge ha sottolineato che il rapporto tra luterani e cattolici si sta trasformando «dal conflitto alla comunione». Proprio in un mondo «in cui la religione e la fede sono regolarmente raffigurate e percepite come responsabili dei conflitti, è una testimonianza straordinaria che le Chiese luterana e cattolica abbiano continuato a camminare verso una comunione profonda che ci rende liberi di servire Dio e il mondo». Insieme a Junge hanno partecipato all’incontro: il cardinale Kurt Koch, presidente del Consiglio pontificio per la promozione dell’unità dei cristiani (Pcpuc), il vescovo Karl-Hinrich Manzke, responsabile della Chiesa evangelica luterana unita di Germania

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(Velkd) per i rapporti con la Chiesa cattolica, il vescovo Gerhard Feige, presidente della Commissione per l’ecumenismo della Conferenza episcopale tedesca. Junge e Koch hanno colto l’occasione per annunciare il progetto di una guida liturgica comune nell’ambito del 500° anniversario della Riforma nel 2017, la cui pubblicazione è prevista per il 2015. In vista del 2017, il materiale luterano - cattolico romano ha lo scopo di consentire a tutte le chiese del mondo di rivedere i 500 anni della Riforma. La guida seguirà il documento del dialogo Dal conflitto alla comunione, pubblicato da entrambi i partner nel 2013, che sarà trasposto in atti liturgici. Il materiale rifletterà, infatti, la struttura del suddetto documento con la sua triplice forma di: confessione di peccato per le ferite inflitte reciprocamente; gioia per le intuizioni e le dimensioni della Riforma; speranza per l’unità. Nel corso dell’incontro è stato anche discusso che cosa esattamente debba essere commemorato nel 2017. «Non la divisione della chiesa, né il 500° anniversario di una chiesa né di certo le azioni eroiche», il vescovo cattolico Feige è stato chiaro su questo. «Ma che cosa allora? Porre Cristo al centro delle celebrazioni intorno al 2017 e, in questo modo, celebrare la festa di Cristo costruirebbe un ponte per entrambi i partner. Tuttavia, l’idea ha ancora bisogno di essere riempita di contenuti più tangibili», ha ammesso. I relatori hanno concordato sulla questione di un atto congiunto di pentimento tra luterani e cattolici. «Penso che sarebbe una bella cosa se tale atto simbolico avvenisse tra cattolici e luterani», ha detto Koch. Tuttavia, non riguarderebbe gli errori unilaterali o le richieste di pentimento. «La parte cattolica non sta dicendo ai luterani di pentirsi», ha sottolineato Feige. Nonostante la necessità di dare spazio al pentimento, Manzke ha anche esortato i presenti a non dimenticare le esperienze positive, il terreno comune, e che «le nostre chiese hanno la stessa missione: dare una chiara testimonianza in parole e opere». da Riforma del 29 Dicembre 2014

II – I MISTERI DI PARIGI

1 – La “vignetta di Renato Scianò

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2 - Comunicato di Adnane Mokrani Teologo musulmano, Presidente del Cipax Condanno nel modo più fermo e categorico gli attacchi terroristici di Parigi. Nessuna giustificazione, ideologica o religiosa, potrebbe essere accettabile. Condanno questi atti criminali non solo al nome della nostra umanità e dei nostri valori comuni ma soprattutto al nome della mia religione islamica. La vera blasfemia è stata commessa da questi delinquenti contro l’Islam e il suo Profeta. Questi momenti difficili devono essere momenti di unità e di solidarietà: unità interreligiosa e internazionale per difendere i valori umani universali e per intensificare e allargare il dialogo come unica via di pace; solidarietà e compassione con le vittime e le persone che soffrono a causa del terrorismo. Non c’è luogo per il protagonismo egoistico e xenofobo, che cerca di approfittare del dramma umano per un vile guadagno populista di corta visione, gonfiando le paure e aumentando le tensioni. Dobbiamo mettere fine alla confusione tra islam e terrorismo. I terroristi non rappresentano l’islam, non sono fedeli ai precetti del Corano, né hanno la conoscenza necessaria per presentarsi come una scuola o una lettura della religione. I loro atti sono anti-islamici e anti-religiosi per natura. Chi partecipa ad aumentare questa confusione, in verità fa, coscientemente o incoscientemente, il gioco dei terroristi, che, con la loro visione manichea, vogliono dividere e seminare l’odio. Demonizzare i musulmani e la loro religione e creare un clima di islamofobia e di odio aiuta i terroristi a pescare nella frustrazione e nella polarizzazione. Questa confusione mette all’angolo la maggioranza assoluta dei musulmani nel mondo e in Europa che non hanno niente a che fare con il terrorismo e che vengono puniti e insultati per crimini che non hanno commesso, anzi sono spesso vittime di questi atti atroci. Questa maggioranza islamica è indispensabile per la pace mondiale e per la lotta contro il terrorismo. Una lotta che deve essere non solo securitaria ma soprattutto culturale, nel rispetto assoluto della legge e dei diritti umani.

Adnane Mokrani 3 - Una meditazione di Marion Muller-Colard (da Reforme) La teologa Marion Muller-Colard stava lavorando su un testo di Marco 1, 29-39, mercoledì 7 gennaio, quando ha saputo degli attentati contro la redazione di Charlie Hebdo. Ecco la sua meditazione.

Parlare più forte dei demoni Al cuore di quel brano, questo versetto: “ ...scacciò molti demoni, ma non permetteva ai demoni di parlare perché lo conoscevano”. La mattina del 7 gennaio rileggo questo testo. Cammino e rumino questo versetto: non lasciava che i demoni parlassero perché sapevano chi lui era. Un uomo libero che credeva l'umanità capace di coniugare la libertà con l'uguaglianza e la fraternità Lascio che il mio ruminare faccia strada a queste parole; sento che lavorano dentro di me e mi interrogano. Mi interrogo sulla generazione spontanea della tolleranza. Questa parola mi inquieta e tuttavia è tutta la mia cultura, tutta la mia educazione. A dire il vero, quella parola non la reggo. Voglio essere capace di fare di più, o di meno. Voglio essere capace di amare più che tollerare. Voglio essere capace di smettere di

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tollerare in certe situazioni. Dire una parola chiara, a rischio che sia categorica. Una parola che dice l'opposizione. Non lasciare spazio ai demoni che hanno sempre meno scrupoli di noi a fare la voce grossa. Figli della tolleranza, siamo anche creature balbettanti e incerte. Tutto ci piomba addosso a una velocità vertiginosa., non c'è più conflitto, ma il mormorio sordo di tutto quel che ci divide e che noi accarezziamo per il principio della tolleranza. Abbiamo imparato ad ascoltare, a rispettare, e grazie a Dio, in sé si tratta di un progresso. Ma Gesù non lasciava parlare i demoni e i demoni parlano così forte che ben presto non si sentirà più che loro. Coprire la voce dei demoni. Ero a questo punto della mia meditazione, quel 7 gennaio, quando un'amica mi chiama da Parigi in lacrime. I demoni non avevano derogato dalla loro regola: avevano parlato fortissimo. Con le armi da fuoco. Avevano parlato così forte da togliere la parola a tutti intorno a loro. Non so far tacere i demoni. Ma devo poter parlare più forte. E se altri credono questo con me, poiché credo che i demoni siano la minoranza, ho qualche speranza di coprire la loro voce. L'uomo che ho scelto come maestro è stato crocifisso per aver creduto l'umanità capace di convertire la lettera della legge in comune buon senso. Non aveva avuto bisogno del secolo dei Lumi perché la sua parola fosse illuminata, ma il movimento religioso nato da lui, sì. La Riforma, poi l'Illuminismo hanno rivelato il Vangelo che pesanti strutture dogmatiche avevano messo sotto il moggio. Non vedo nessuna contraddizione oggi nell'essere cristiana e erede dei filosofi illuministi. Mi auguro di tutto cuore un mondo in cui i credenti di tutte le religioni potranno dire la stessa cosa. E così sia. Ma poiché non è ancora così, non vedo altra parola d'ordine che quella del mio maestro: non lasciar parlare i demoni, né i miei, né quelli degli altri.

Marion Muller-Colard

III – RIFORME E DEMOCRAZIA 1 - Dichiarazione di giuristi dei Comitati Dossetti per la Costituzione

“NUOVE ELEZIONI PER RIFORME CONDIVISE” Preferibile ai fini dell’efficacia un sistema proporzionale

I giuristi dei Comitati Dossetti per la Costituzione Umberto Allegretti, Gaetano Azzariti, Enzo Balboni, Lorenza Carlassare, Nicola Colaianni, Francesco Di Matteo, Mario Dogliani, Luigi Ferrajoli, Domenico Gallo, Valerio Onida, Umberto Romagnoli, Massimo Villone, con Sandro Baldini, Maurizio Serofilli e col presidente dei Comitati Raniero La

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Valle, riuniti a Bologna il 10 gennaio 2015 hanno preso posizione sulle riforme e sullo stato della democrazia.

Di fronte all’acuirsi dell’emergenza internazionale e all’attuale fase storica del sistema Errore. Il collegamento non è valido.politico italiano caratterizzata da una profonda crisi della rappresentanza - esplicitata anche nella nota sentenza della Corte - così come dal discredito della politica e dal crescente distacco dei cittadini dalle Istituzioni, ritengono che sia opportuno rinviare riforme costituzionali che, al di là del merito delle stesse su cui si danno opinioni molto diversificate, non appaiono idonee ad affrontare i nodi reali, e che si giunga invece in tempi ravvicinati a nuove elezioni politiche.

Queste dovrebbero svolgersi sulla base di un sistema proporzionale, senza premi di maggioranza, sia pure con una ragionevole soglia di accesso. Un tale sistema sarebbe preferibile non tanto perché in assoluto migliore di altri, quanto perché, nell’attuale fase, consentirebbe di rappresentare meglio il Paese nella varietà delle sue articolazioni e di favorire le convergenze necessarie a formare maggioranze e governi non condizionati da populismi oggi pericolosamente crescenti.

Il nuovo Parlamento così eletto potrebbe essere in grado di realizzare indirizzi e misure capaci di rilanciare e attuare i permanenti valori della Costituzione, primi tra questi la dignità della persona con la centralità del lavoro e l’effettività della libertà e dei diritti sociali, l’eguaglianza, la corresponsabilità politica di tutti i cittadini e la costruzione della pace.

2 – Scheda di presentazione dell’incontro su

La politica ‘cambia verso’. E i cattolici?

Relatore Padre Bartolomeo Sorge

Il ritorno di padre Bartolomeo Sorge segna per noi un momento prezioso di riflessione e di confronto. Ricordiamo che egli è sempre stato presente in questi anni difficoltosi e complessi, in cui le vicende sia della chiesa che della società si sono complessificate, aggravate, inasprite, generando perplessità, indecisioni, discussioni, divisioni a volte anche laceranti. A cominciare dal 1976 quando, nella prima assemblea delle chiese italiane tenuta a Roma, la sua relazione finale suscitò adesioni e simpatie in molta parte della nostra chiesa e accese entusiasmo ricompattando le energie sopite e disperse di una comunità stanca e in parte anche delusa. Fu allora che la nostra chiesa, reagendo positivamente ed entusiasticamente alle sollecitazioni, dette vita a organismi che permangono ancora e che hanno profondamente inciso sulla nostra comunità. Da allora molta acqua è passata sotto i nostri ponti, le situazioni hanno subito alterne vicende, fino ai nostri giorni, quando, da una parte, con papa Francesco, l’atteggiamento della chiesa si fa più aderente ai dettati del Vaticano II, che affidava la responsabilità della politica attiva ai laici, superando un lungo e discutibile periodo che ormai sta alle nostre spalle; dall’altra, la stesa politica attiva sembra “cambiare verso” per molti motivi che rimane superfluo enumerare. Qualcosa di grande sta avvenendo sotto i nostri occhi: il nostro paese aveva bisogno di notevoli cambiamenti strutturali e questi, con molte difficoltà e polemiche, forse si stanno

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lentamente realizzando. Il nostro domani (così almeno si spera) non sarà quello di ieri e nemmeno quello di oggi.

Il problema politico dei cattolici si trascina ormai da lungo tempo, almeno da quando è venuto a mancare un partito di ispirazione cristiana che, bene o male, aveva raccolto la stragrande maggioranza di essi e incanalato la loro azione in favore del paese. Piano piano, sembra che le cose si stiano assestando intorno alla nuova situazione. Sembrano esaurite o quasi le nostalgie del partito di ispirazione cristiana, si accetta la diaspora pluralistica, di fatto, se non di diritto, estesa a tutti quanti i partiti, esistono ottime presenze di cattolici convinti e formati nell’attuale agone politico. Rimangono però ancora aperti due problemi, che attendono di essere urgentemente e comunitariamente affrontati e risolti: anzitutto, la formazione della nostra gente, in particolare dei giovani, alla dottrina sociale della chiesa, da molta parte almeno ignorata del tutto o quasi del tutto: un impegno che spetta anzitutto, anche se non esclusivamente, alla chiesa, ai suoi dirigenti, alle sue strutture esistenti, tutt’altro che in pari con le loro responsabilità; in secondo luogo, le modalità e l’efficacia della presenza dei laici cattolici all’interno della politica attiva. Sono state prospettate per questo diverse soluzioni, nessuna delle quali sembra aver raggiunto apprezzabili risultati. È possibile ritornare sui nostri progetti per ripensarli meglio e poter dar loro esistenza ed incisività? Perché non sembra proprio che la presenza cattolica abbia il suo sufficiente e decisivo influsso in un mondo che ha bisogno di tante cose, anzitutto però di idee sane e di corrispondente moralità, la cui assenza si fa sempre più pesante e pericolosa. Quali organismi si possono pensare per unire insieme le idee e le forze dei cattolici nel quadro del pluralismo, che sembra ormai una scelta irreversibile, naturalmente distinguendo bene fra politica tecnica e politica dei principi o politica morale? Domande cui è necessario dare una risposta quanto mai sollecita, perché siamo già in netto ritardo e da troppo tempo da parte di molti si attendono orientamenti e soluzioni soddisfacenti Un compito che spetta anzitutto ai laici. Le indicazioni magisteriali certo non mancano.

Queste (e altre) le domande della serata guidata da padre Sorge, in cui riconosciamo un maestro (purtroppo non sempre ascoltato) soprattutto in questi problemi. È augurabile che l’iniziativa incontri il favore e la partecipazione di molti e che sia coronata dall’attenzione che meritano sia la persona che il tema.

g.f.