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Aam Terra Nuova gennaio 2007 Nei mesi scorsi è stata resa pubblica la “Risoluzione di Benevento”, approvata dalla Commissione Internaziona- le per la Sicurezza Elettro- Magnetica (1), un docu- mento ignorato da gran parte dei media italiani nonostante l’autorevolezza dei firmatari. Nella dichia- razione, fisici, oncologi, neurologi, medici del lavoro tra i maggiori esperti del pianeta in fatto di campi elettromagnetici, evidenzia- no sei punti chiave per la tutela della salute dall’elettrosmog. Per motivi di spazio non siamo in grado di pubblicare il testo integrale della risoluzione, che comunque si può visio- nare sul sito della Commis- sione, ma ecco una sintesi dei passaggi più significati- vi: Le evidenze scientifiche suggeriscono che vi sono effetti avversi alla salute derivanti dalle esposizioni della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elet- tromagnetici. Le risorse disponibili per accertare tale realtà sono fortemente inadeguate, malgrado l’esplosiva cresci- ta delle tecnologie relative alle comunicazioni “senza fili” e gli enormi continui investimenti nella costru- zione di linee elettriche. Vi è evidenza che le attuali fonti di finanziamento influenzano l’analisi e l’interpretazione dei risultati della ricerca nella direzione di rifiutare l’evidenza dei possibili rischi per la salute pubblica. Evidenze sperimentali epidemiologiche, in vivo e in vitro, dimostrano che l’esposizione a specifici campi elettromagnetici a bassa frequenza (Elf) può aumentare il rischio di cancro nei bambini. Inoltre vi è evidenza epidemiologi- ca che indica un aumentato rischio di tumori al cervello per uso prolungato di tele- foni mobili. Cosa fare di fronte a questo ennesimo grido d’allarme degli addetti ai lavori? Da una parte è necessario con- tinuare sollecitare i respon- sabili della salute pubblica per ridurre al minimo le possibili fonti di inquina- mento elettromagnetico (elettrodotti, antenne per le telecomunicazioni, ripetitori ecc.), d’altra adottare le opportune precauzioni nell’uso di dispositivi elet- tronici, soprattutto in fatto di cordless (il cui impiego andrebbe evitato) e cellulari (ridurre al minimo l’uso senza auricolare). Gli esperimenti della Iag Ma non è tutto. Vista ora- mai la grande diffusione nell’ambiente di fonti di elettrosmog, alcuni ricerca- tori da tempo lavorano alla realizzazione di dispositivi in grado di assicurare una difesa attiva contro questa subdola, quanto diffusa forma di inquinamento. A questo riguardo, ci sono sembrati di grande interesse i risultati presentati da Demetrio Iero al convegno “L’uomo e l’ambiente.

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Nei mesi scorsi è stata resa pubblica la “Risoluzione di Benevento”, approvata dalla Commissione Internaziona-le per la Sicurezza Elettro-Magnetica (1), un docu-mento ignorato da gran parte dei media italiani nonostante l’autorevolezza dei firmatari. Nella dichia-razione, fisici, oncologi, neurologi, medici del lavoro tra i maggiori esperti del pianeta in fatto di campi elettromagnetici, evidenzia-no sei punti chiave per la tutela della salute dall’elettrosmog. Per motivi di spazio non siamo in grado di pubblicare il testo integrale della risoluzione, che comunque si può visio-nare sul sito della Commis-sione, ma ecco una sintesi

dei passaggi più significati-vi: Le evidenze scientifiche suggeriscono che vi sono effetti avversi alla salute derivanti dalle esposizioni della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elet-tromagnetici. Le risorse disponibili per accertare tale realtà sono fortemente inadeguate, malgrado l’esplosiva cresci-ta delle tecnologie relative alle comunicazioni “senza fili” e gli enormi continui investimenti nella costru-zione di linee elettriche. Vi è evidenza che le attuali fonti di finanziamento influenzano l’analisi e l’interpretazione dei risultati della ricerca nella direzione di rifiutare l’evidenza dei

possibili rischi per la salute pubblica. Evidenze sperimentali epidemiologiche, in vivo e in vitro, dimostrano che l’esposizione a specifici campi elettromagnetici a bassa frequenza (Elf) può aumentare il rischio di cancro nei bambini. Inoltre vi è evidenza epidemiologi-ca che indica un aumentato rischio di tumori al cervello per uso prolungato di tele-foni mobili. Cosa fare di fronte a questo ennesimo grido d’allarme degli addetti ai lavori? Da una parte è necessario con-tinuare sollecitare i respon-sabili della salute pubblica per ridurre al minimo le possibili fonti di inquina-mento elettromagnetico (elettrodotti, antenne per le telecomunicazioni, ripetitori ecc.), d’altra adottare le opportune precauzioni nell’uso di dispositivi elet-tronici, soprattutto in fatto di cordless (il cui impiego andrebbe evitato) e cellulari (ridurre al minimo l’uso senza auricolare). Gli esperimenti della Iag Ma non è tutto. Vista ora-mai la grande diffusione nell’ambiente di fonti di elettrosmog, alcuni ricerca-tori da tempo lavorano alla realizzazione di dispositivi in grado di assicurare una difesa attiva contro questa subdola, quanto diffusa forma di inquinamento. A questo riguardo, ci sono sembrati di grande interesse i risultati presentati da Demetrio Iero al convegno “L’uomo e l’ambiente.

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L’inquinamento elettroma-gnetico in relazione ai nuovi stili di vita” organizzato dal Dipartimento Polis dell’Università degli Studi di Genova in collaborazione con l’Ordine degli Architetti della Provincia di Genova e l’Istituto Nazionale di Ur-banistica. Demetrio Iero, medico, omeopata ed esperto di radionica e geobiologia ha presentato al convegno gli interessanti risultati ottenuti dall’applicazione del “Rie-quilibratore di Campo Elettromagnetico” ideato dalla Iag Electronics su alcuni microrganismi sotto-posti a una fonte di inqui-namento elettromagnetico. Le prove sono state effet-tuate da Daniele Marghinot-ti presso i laboratori Bioeko di Mentana (Roma) allo scopo di rilevare gli effetti del ”riequilibratore” su due differenti tipi di microbi: il lievito Rhodotorula rubra e il batterio Bacillus subtilis (2). Le indagini erano fina-lizzate a rilevare i valori del pH in due diverse soluzioni

rappresentate dai brodi inoculati con i due micror-ganismi. Ciascuna delle due soluzioni è stata esposta all’azione di un campo elettromagnetico di debole forza prodotto da una co-mune lampada ad incande-scenza Osram di 40 W posta alla distanza di 10 cm. Una soluzione era illumina-ta da una lampadina colle-gata direttamente alla presa di rete, mentre l’altra solu-zione aveva la lampada collegata al dispositivo che a sua volta era collegato alla presa di rete. Entrambi le

verifiche sono state effettuate contemporanea-mente all'interno del labora-torio in due ambienti sepa-rati e si sono protratte per un periodo di sette giorni. Le analisi sono state esegui-te a tempo zero, a quattro giorni e a sette giorni allo scopo di misurare il pH e a rilevare lo sviluppo delle due colture microbiche. Il fatto sorprendente è che i dati hanno evidenziato una notevole crescita nei mi-crorganismi illuminati dalla lampada collegata con il “dispositivo” rispetto a quelli sottoposti all’azione della lampadina collegata direttamente alla rete e che quindi non hanno goduto dell’azione riequilibratrice del dispositivo . Effetto Blackman-Liboff-Zhadin “La teoria su cui si basa il funzionamento del disposi-tivo della Iag Electronics - spiega Giuseppe Di Loreto, studioso ed esperto di si-stemi cibernetici e bioelet-tronici - è conosciuta come

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“Effetto Blackman-Liboff-Zhadin” dal nome degli scienziati che per primi hanno dimostrato la capaci-tà di campi elettromagnetici (Cem), anche deboli, di alterare il metabolismo di un organismo vivente e in particolare il funzionamento della “pompa sodio-potassio”, meccanismo che sta alla base dell’assorbimento cellulare. A conferma degli interes-santi risultati presentati al convegno di Genova, nei mesi successivi sono stati effettuati altre prove per verificare la capacità del dispositivo della Iag di riequilibrare un campo elettromagnetico alterato da fonti esterne. Tra l’agosto e il settembre dello scorso anno, presso il vivaio professionale Oliva Cosimo di Policoro sono state realizzate due speri-mentazioni allo scopo di valutare l’interazione di un campo elettromagnetico sulla crescita delle piante e quindi l’efficacia del riequi-

libratore nell’attenuare gli eventuali squilibri indotti. In questo caso, il campo magnetico artificiale è stato generato da due diversi dispositivi: un trasformatore switching per computer portatili, nella prima prova, e una comune lampadina da 40 watt nella seconda. Sono stati effettuati tre gruppi di verifica per saggiare gli effetti del campo magnetico sui semi di tre tipi differenti di ortaggi: scarola, rucola e ravanello. Il “gruppo A” comprendeva i semi non irradiati (testimone), il “gruppo B” le piante espo-ste a un campo elettroma-gnetico generato artificial-mente e il “gruppo C” le piante esposte al campo elettromagnetico generato artificialmente ma modifi-cato dal riequilibratore. “Dal confronto dei parame-tri di crescita fogliare delle tre specie vegetali, allevate tutte allo stesso modo - afferma, l’agronomo Pa-squale Polito - è stato evi-denziato che le piante sotto-

poste a Cem artificiali hanno reagito manifestando i classici sintomi da stress: crescita ridotta, accartoc-ciamento fogliare, decolora-zione generalizzata delle foglie, ma con una differen-za sostanziale del gruppo di piante sottoposte all’azione del riequilibratore di campo elettromagnetico, il cui quadro sintomatologico risultava notevolmente attenuato sino ad arrivare in alcuni casi a superare la crescita del testimone non trattato”. Semi di grano Gli effetti del riequilibratore sono stati sperimentati anche sulla crescita in vitro di semi di grano. La ricerca è stata effettuata nel mese di ottobre 2006 presso il labo-ratorio dell’Associazione per la Cristallizzazione Sensibile di Nibbiano Val Tidone (Pc) per verificare la crescita del germoglio e delle radici a 48, 72, 96 e 120 ore dall’inizio della prova prendendo in conside-razione sia la lunghezza media del germoglio che quella delle radici principali e secondarie utilizzando un modello sperimentale ben collaudato. Due gruppi sperimentali di pianticelle sono stati sotto-posti a misurazione quoti-diana nelle singole parti per un periodo di 6 giorni. Il gruppo di controllo era costituito da 30 pianticelle allevate secondo lo standard sperimentale in presenza di un campo elettromagnetico indotto da una lampada per

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illuminazione notturna (1,5W - 230 V - 50Hz). L’analisi statistica, effettua-ta applicando l’analisi della varianza (test di Fisher) ha messo in evidenza una significatività del 95% nella differenza di crescita degli epicotili del gruppo speri-mentale sottoposto all’azione del dispositivo riequilibrante e, parallela-mente, nella differenza di sviluppo del complesso delle radici, con un indice molto prossimo al 99%. Anche in questo caso, i risultati dimostrerebbero una significativa e positiva influenza del riequilibratore sulla crescita delle pianticel-le. Cristallizzazione sensibile Altre prove sono state effet-tuate ricorrendo alla “Cri-stallizzazione sensibile”, secondo il metodo Pfeiffer, un sistema molto diffuso in agricoltura biodinamica per saggiare la risposta biologi-ca e la vitalità di piante e alimenti. Le sperimentazio-ni effettuate da Maurizio Peruzzi sempre presso il laboratorio di Nibbiano Val Tidone hanno preso in esame l’azione del riequili-bratore su campioni di: preparato 501, kefir, latte di capra e vino. I risultati hanno evidenziato una netta superiorità dei campioni sottoposti all’azione del riequilibratore. Particolar-mente evidenti sono apparsi i vantaggi ottenuti sul pre-parato 501, tra i più utilizza-to in agricoltura biodinami-ca.

Gli effetti sull’uomo Se l’esposizione a una semplice lampadina può creare disturbi misurabili sulla crescita di una pianti-na. Viene da chiedersi cosa accade a noi esseri umani, esposti quotidianamente all’azione di campo elet-tromagnetici artificiali. “Come abitanti del pianeta Terra - spiega Demetrio Iero - siamo soggetti al campo magnetico terrestre, anzi si può dire che l’intero metabolismo del nostro organismo, come quello di tutti gli essere viventi, si è evoluto in funzione di esso. Quando un essere vivente si trova al cospetto di un campo magnetico o elettro-magnetico artificiale (linea elettrica, elettrodomestico o altro), questo può alterare i processi metabolici di base, dall’assorbimento cellulare al funzionamento delle cellule nervose. Questo perché, le cellule comuni-cano tra loro attraverso scambi ionici che sono fortemente influenzati dal campo elettromagnetico. Quando ci troviamo esposti a un campo elettromagneti-co artificiale, la comunica-zione tra le cellule viene alterata. Le cellule si scam-biano tra loro informazioni sbagliate e con il tempo l’intero metabolismo dell’organismo risulta alte-rato”. “Prendiamo il nostro siste-ma nervoso: il cervello invia ai neuroni la richiesta di una certa quantità di acido glutammico; se un campo elettromagnetico artificiale disturba il segna-

le, può accadere che tale informazione venga decodi-ficata malamente. Così può accadere che invece della quantità richiesta giunga al cervello troppo o troppo poco acido glutammico. Perdurando questa situazio-ne, a lungo andare, si pos-sono verificare disturbi del sonno, spossatezza, irritabi-lità, perdita dell’appetito o della libido, disturbi soma-tici”. Con queste, il Profes-sor Emilio Del Giudice, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, spiega in che modo interpretazioni errate di funzionamento biologico possono creare gravi squilibri. “Il dispositivo riequilibrato-re - ribatte Giuseppe Di Loreto - agisce in modo tale da evitare che i campi ma-gnetici artificiali alterino i processi metabolici dell’organismo secondo quanto evidenziato dagli esperimenti di Blackman-Liboff-Zhadin creando i presupposti di disturbi e malattie”. Ovviamente l’azione del dispositivo della Iag è effi-cace solo quando ci si trova nelle immediate vicinanze all’apparecchio, entro un raggio di circa dieci metri, e quindi non può essere visto come la soluzione definitiva ai problemi dell’inquinamento elettro-magnetico; ma due meriti vanno riconosciuti ai ricer-catori della Iag: aver dimo-strato le gravi alterazioni che anche deboli campi elettro magnetici possono arrecare ai sistemi biologici e la possibilità di riequili-

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brare un campo elettroma-gnetico alterato da fonti artificiali, oggi in un ambito ristretto (dieci metri), do-mani magari su un’area più estesa. Note (1). Per ulteriori informa-zioni contattare: Elisabeth Kelley, Segretario Generale Commissione Internaziona-le per la Sicurezza Elettro-Magnetica (Icems), [email protected], www.icems.eu (2) Per i dettagli e la meto-dologia utilizzata nelle singole sperimentazioni vedi www.aamterranuova.it BIBLIOGRAFIA ��������� �� ����������������������� ��� ������������������������������� !������������ ����"������������������ � ��������� ����������������#���������������� ����"�����$���������������%���� ��� �� ������ &����'��&� �����������(�� ����� �� � ��� "�����)�� *������������������+�����,�� ������ ��-�.�� ,���$$� ������������������� ��� �������������������� ���-�������������� ���� �� ��� �/��������������0���� ���������������$��� �� �� � ������� ����1 �%1�2��3���#��3�������� 4������ "��5���� ��� ���� �-������$��� �����������$��� ���� ��� �� ������ �� #� ��$$�#���$����#�������$���������� ����#�� ��� '�������"������������������ 2��3����!16%!!6���� 4�

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