Politiche per le disabilità news - SPI CGIL PAVIA · DIAGNOSI PRENATALE: LE NUOVE LINEE GUIDA...

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Numero 12 - ottobre 2011 EDITORIALE Le striscie gialle dei parcheggi. (Ivana Lin – Marco Parrisenti) Pag. 4 1 Periodico telematico a cura dell'Ufficio Politiche per le Disabilità CGIL Corso d'Italia, 25 00198 Roma e-mail [email protected] politichedisabilita@cgil. ALTRE NOTIZIE Welfare: da pag. 5 Lavoro: da pag. 17 Scuola: da pag. 23 Europa: pag. 30 Varie: da pag.31 Varie: da pag. Politiche per le disabilità news Eventi speciali Convegno: Disabilità + diritti, tutele, lavoro 4 novembre 2011 Regionale CGIL Piemonte pag. 38 Festa del tesseramento CGIL Catania 8-16 novembre pag.39 Convegno: La scuola per tutti … ...tutti per la scuola Giovedì 24 novembre 2001 CGIL Camera del Lavoro Metropolitana Firenze pag.40

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Numero 12 - ottobre 2011

EDITORIALE• Le striscie gialle dei parcheggi.

(Ivana Lin – Marco Parrisenti) Pag. 4

1

Periodico telematico a cura dell'Ufficio Politiche

per le Disabilità CGIL Corso d'Italia, 25

00198 Roma e-mail

[email protected] politichedisabilita@cgil.

ALTRE NOTIZIE

• Welfare: da pag. 5

• Lavoro: da pag. 17

• Scuola: da pag. 23

• Europa: pag. 30

• Varie: da pag.31

• Varie: da pag.

Politiche per le disabilità newsEventi speciali

Convegno:

Disabilità

+ diritti, tutele, lavoro

4 novembre 2011

Regionale CGIL Piemonte

pag. 38

Festa del tesseramento

CGIL Catania

8-16 novembre

pag.39

Convegno:

La scuola per tutti … ...tutti per la scuola

Giovedì 24 novembre 2001

CGIL Camera del Lavoro Metropolitana Firenze

pag.40

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EDITORIALE

Le strisce gialle dei parcheggi Pag.4

WELFARE

Diagnosi prenatale: le nuove linee guida Ministeriali Pag.5

Disabili in treno. Moretti (FS): "Vorrei non deludere le vostre giuste attese" Pag 6

Buone notizie dall'Inail: aumentano i servizi per le persone disabili Pag 7

Invalidità civile, i medici di Anffas si autosospendono dalle commissioni Inps Pag 8

Anche la Corte dei Conti boccia la riforma assistenziale Pag.9

L' Unione Ciechi «non si fa cassa calpestando la nostra dignità»la richiesta «conciliare il risparmio con le esigenze dei disabili»

Pag 10

Bologna, nel 2010 dimezzati i posti di lavoro per i disabili Pag 11

“Quanto ci è costata la campagna contro i falsi invalidi”? Pag 12

Disabili: Cgil-Cisl-Uil bocciano delibera piani personalizzati Pag 13

«Falsi invalidi»: tra bugie e incompetenzale lingue dei segni nel 10° anniversario della giornata europea delle lingue

Pag 14

Un Welfare per coniugare prevenzione e cronicità Pag 15

LAVORO

Bologna, nel 2010 dimezzati i posti di lavoro per i disabili Pag 17

Disegno di legge – abrogazione dell'articolo 9 del decreto-legge 13 agosto 2011 n. 138............. Pag 18

Interrogazione a risposta scritta Pag 22

SCUOLA

E il Ministero dell'Istruzione continua a soccombere... Pag 23

Sostegno, in Sardegna è di nuovo raffica di ricorsi al Tar Pag 24

Integrazione scolastica: tagli anche agli assistenti Pag 25

Scuola: dossier Cgil, cura Gelmini costata oltre 10 mila cattedre Pag 26

La riforma della scuola non valuta cosa è meglio per i ragazzi Pag 27

Cgil contro i comprensivi scolastici “rinviare un anno o sarà caos” Pag.28

Disabili, Ministero condannato Pag 29

EUROPA

A tutti i Capi di Stato e di Governo dell'Unione Europea Pag 30

VARIE

Agiafro: sud Africa, presto una legge per i disabili Pag 31

«Falsi invalidi»: tra bugie e incompetenza Pag 32

Sernagiotto: “pronto all'incontro” Pag 34

Assessore Sernagiotto si metta nei nostri panni Pag 35

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• Cgil Regionale Veneto – Foto manifestazione. Pag. 36

• Disabilità: + diritti, tutele, lavoro (Regionale Piemonte Cgil) pag. 38

• Festa del tesseramento - CGIL Catania - 8-16 novembre - Pag. 39

• Convegno: La scuola per tutti … ...tutti per la scuola

Giovedì 24 novembre 2001 - CGIL Camera del Lavoro Metropolitana Firenze - Pag.40

• Cgil Regionale Campania – Iniziativa di sensibilizzazione. Pag.41

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Notizie dal territorio

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LE STRISCE GIALLE DEI PARCHEGGI

Non li vediamo ma ci sono. Vivono TRA noi da sempre. Ci accorgiamo della loro esistenza quando, spazientiti, cerchiamo parcheggio per la nostra auto e vediamo zone libere delimitate da strisce gialle con una figura stilizzata al centro. Qualcuno, senza averne titolo, comunque utilizza quelle zone “tanto non la usa nessuno e poi ci metterò solo 5 minuti”.E’ un atteggiamento frequente che rappresenta molto bene la lente con la quale, in questo Paese, si guarda (o non si guarda affatto) alle persone diversamente abili.Viene data loro una definizione anche elegante per significare che “possono ancora fare qualcosa e rendersi utili” quasi a non voler parlare della loro dignità comunque mai persa e mai riducibile.E’ tuttavia necessario trasformare la parola dignità in fatti di vita quotidiana e l’inserimento nel mondo del lavoro può rappresentare, ancora una volta, un pezzo importante. Forse il più importante.Nel nostro Paese la legge n.68/1999 promuove l’integrazione delle persone disabili nel mercato del lavoro attraverso azioni di sostegno e di collocamento mirato, con strumenti di inserimento personalizzato, tenendo conto delle particolari esigenze di questa categoria di cittadini.La normativa, pur conservando l'obbligo di assunzione dei lavoratori che appartengonoalla lista provinciale dei disabili e/o delle Categorie Protette (proporzionale alle dimensionidelle aziende), ha introdotto il principio di assunzione mirata ed aiuta i datori di lavoro ad individuare percorsi graduali e ragionati che considerino in termini concreti il volto multiplo della disabilità : fisica, sensoriale, psichica.La legge ha riformato le quote d'assunzione obbligatoria per le aziende pubbliche e private, ha promosso i servizi di supporto, gli interventi di collocamento mirato, gli incentivi alle assunzioni e ha introdotto fondi specifici per l'adeguamento dei luoghi di lavoro ai bisogni dei lavoratori disabili. Ha inoltre assegnato un nuovo ruolo sia ai Servizi per l'Impiego a livello locale sia alle cooperative sociali.Particolare rilevanza è stata assunta, nel corso del tempo, dall’attività delle Regioni e Province Autonome nell’emanazione di atti normativi autonomi specificamente rivolti all’attuazione della legge, e prevedendo in altri casi, all’interno delle disposizioni di bilancio regionale, singole voci riguardanti l’istituzione e la regolazione del Fondo regionale per l’occupazione dei disabili.Sin qui sembra tutto bene. Le strisce gialle sono state tracciate. Ma cosa è successo nel tempo e sino ai giorni nostri?Il bollettino che si è costruito nel tempo sembra rappresenti una sorta di regressione di quel principio di civiltà che chiamerebbe una società a tutelare e proteggere i soggetti più deboli.Una pressoché totale mancanza di controlli, a carico dei soggetti incaricati, del rispetto della legge da parte delle aziende e l’eliminazione introdotta dall’ultima legge di stabilità dell’obbligo di comunicazione da parte delle aziende circa il numero dei dipendenti assunti in base alla legge 68/99.In particolare, secondo l’art. 9 dell’ultima manovra se nell’azienda risultano presenti più unità operative, l’obbligo del numero di assunzioni viene eluso con la compensazione.Contemporaneamente il rifinanziamento del Fondo per l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità è passato dai 42 milioni del 2010 a poco più di 11 milioni nel 2011.Manca una situazione aggiornata che dovrebbe essere fornita dai vari Centri per l’impiego.Nel settore bancario la questione dell’inserimento di persone disabili, trova collocazione nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale che annovera tra i propri incarichi quello di rilevare, analizzare e divulgare proposte finalizzate ad una maggior integrazione delle persone appartenenti a categorie con svantaggio sociale nell’ambito delle specifiche normative vigenti in materia.Rispetto ad altri settori produttivi, lo specifico profilo delle prestazioni lavorative del nostro settore, che presenta tratti assolutamente accessibili alle persone con disabilità, può costituire terreno particolarmente fertile per elevare sensibilmente le possibilità di successo nell’avvio di progetti indirizzati al loro inserimento nel mondo del lavoro.Non va, inoltre, tralasciato il fatto che tali proposte potrebbero avviare facilmente il naturale coinvolgimento delle Commissioni paritetiche presiedute da rappresentanti sindacali ed aziendali presenti in alcune aziende o gruppi, attualmente costituite con solo il fine di individuare specifici interventi per migliorare la condizione lavorativa dei portatori di handicap già inseriti nel mondo del lavoro. Non c’è differenza tra le legge e quelle strisce gialle. Quegli spazi spettano di diritto ai destinatari e c’è della colpevolezza oggettiva nel lasciarli vuoti. Devono essere aumentati e non ridotti. Perché loro ci sono e vivono CON noi. Da sempre

Ivana Lin Marco Parrisenti

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DIAGNOSI PRENATALE: LE NUOVE LINEE GUIDA MINISTERIALI Donna incinta. Un prezioso strumento per medici e genitori

Il Ministero della Salute ha recentemente pubblicato le Linee Guida sulla gravidanza fisiologica, strumento di fondamentale importanza per i genitori che si apprestano a dare alla luce un figlio.

IL DOCUMENTO - Il documento è stato redatto dal Ministero insieme all’Istituto Superiore di Sanità e dal Cevas (Centro per la valutazione dell'efficacia dell'assistenza sanitaria) in collaborazione con Associazione medici diabetologi (Amd) e Società italiana di diabetologia (Sid).Si tratta di uno strumento dedicato sia a medici e personale sanitario che alle donne, che spesso hanno bisogno di fare chiarezza sui trattamenti e gli esami diagnostici da effettuare o non effettuare durante la gravidanza. Le Linee Guida valutano quindi l’accuratezza e l’efficacia degli screening per la valutazione della salute materna e fetale, (malformazioni fetali, malattie infettive, problemi ematologici, diabete, depressione, nascita pretermine, ecc.) e l’appropriatezza di interventi per la valutazione dell’accrescimento del benessere fetale e per l’assistenza di particolari condizioni cliniche, come la presentazione podalica o la gravidanza a termine.

Vengono così chiariti alcuni punti chiave della diagnostica prenatale e gestazionale, di seguito accenniamo ai più importanti.

ANOMALIE E SINDROME DI DOWN - Il documento decreta che l’ecografia per la diagnosi di anomalie fetali deve essere offerta di routine a tutte le donne in gravidanza tra la diciannovesima e la ventunesima settimana. Viene trattato l’argomento del test della translucenza nucale, considerato scarsamente sensibili per l’individuazione delle anomalie cardiache. Non viene raccomandando nemmeno il test dell’alfafetoproteina abbinata all’ecografia per l’individuazione di difetti del tubo neurale.

Per quanto riguarda la sindrome di Down le Linee Guida precisano che l’esame diagnostico sicuro è l’amniocentesi (o la villocentesi) mentre gli accertamenti ecografici e sierologici si limitano a stimare i rischio di malattia. Tuttavia il percorso diagnostico per la Sindrome di Down dovrà essere effettuato tramite 3 test a tutte le donne tra la tredicesima e la diciottesima settimana: esame ecografico, transulcenza nucale e test biochimici. Solo dopo questo test, in caso di risultato positivo, saranno effettuate amniocentesi o villocentesi. Questo per minimizzare il rischio di perdite fetali correlato al due test più invasivi.

DIABETE GESTAZIONALE – Il documento affronta il tanto dibattuto screening sul diabete gestionale, definendo in maniera precisa le donne che ne sono affette (si veda la sezione dedicata delle Linee Guida) e raccomandando un screening selettivo, solo alle donne che rispondono a precisi requisiti. Per questo al primo appuntamento in gravidanza a tutte le donne sarà offerta la determinazione della glicemia plasmatica per identificare le donne con diabete preesistente alla gravidanza.

L’AGENDA DELLA GRAVIDANZA – Insieme alle Linee Guida il Ministero ha pubblicato anche l’agenda della gravidanza, uno strumento pratico e preciso che aiuterà le neomamme a non perdere gli appuntamenti importanti, trimestre dopo trimestre.

25 ottobreFonte: disabili.com

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DISABILI IN TRENO. MORETTI (FS): "VORREI NON DELUDERE LE VOSTRE GIUSTE ATTESE"

L'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato incontra le associazioni delle persone con disabilità: "Affrontiamo i problemi e insieme troviamo le soluzioni". Sì ad una struttura centrale di coordinamento. "Novità anche nel trasporto regionale"sala blu a Milano

MILANO - "L'impegno concreto e l'amicizia è il modo giusto per affrontare i problemi e trovare assieme le soluzioni che risultano più efficaci per garantire la mobilità sul sistema ferroviario alle persone con disabilità: vorrei non deludervi e vorrei non frustrare le vostre giuste attese in proposito". Così Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, si rivolge ai rappresentanti delle federazioni e associazioni rappresentative delle persone con disabilità e dei loro familiari nel corso della presentazione, in Stazione centrale a Milano, della nuova Sala Blu dedicata all'assistenza delle persone con mobilità ridotta. Un'occasione per affermare la volontà di un dialogo con le associazioni per continuare nel cammino di condivisione e di relazione reciproca.

"Oggi - dice Moretti - non presentiamo una sala ma il progetto di un sistema di servizi alle persone che hanno delle disabilità: un progetto condiviso in parte con le associazioni e già costituito negli elementi fondamentali, che ora va costruito, perfezionato e specializzato ai vari tipi di disabilità". L'obiettivo finale è "fare cose efficaci per dare il migliore servizio". Moretti parla dell'organizzazione interna dell'azienda e segnala la necessità di "coordinare" le varie direzioni coinvolte in modo da "evitare che la catena decisionale si allunghi burocraticamente e si perdano decisioni importanti" in merito all'assistenza delle persone con disabilità. Moretti si dice convinto della necessità di "una struttura centrale di coordinamento, che riesca a integrare i vari progetti e che sia orientato ai bisogni che ci sono". "In questo campo - dice Moretti - abbiamo fatto alcune cose ma ce ne sono da fare molte altre". "Ultimamente - afferma l'ad di Fs - abbiamo fatto passi avanti anche nel trasporto regionale, e molto importante è la disponibilità di nuovi treni, maggiormente capaci di rispondere alle esigenze delle persone disabili. Sono cose da fare, cose semplicemente normali, e puntiamo a farle con efficacia con il vostro importante contributo", conclude Moretti rivolto al mondo associativo. (ska)

24 ottobre Fonte: superabile

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BUONE NOTIZIE DALL'INAIL: AUMENTANO I SERVIZI PER LE PERSONE DISABILI

Approvata la versione aggiornata del "Regolamento per l'erogazione agli invalidi del lavoro di dispositivi tecnici e di interventi di sostegno per il reinserimento nella vita di relazione". Riabilitazione, protesi, prestiti e agevolazioni tra le prestazioni a sostegno della disabilitàprotesi alle mani

ROMA - Cresce l'impegno dell'Inail in favore delle persone disabili: l'Istituto ha infatti approvato la versione aggiornata del "Regolamento per l'erogazione agli invalidi del lavoro di dispositivi tecnici e di interventi di sostegno per il reinserimento nella vita di relazione". Si incrementano, di conseguenza, i servizi e le prestazioni offerte agli assistiti: spese per riabilitazioni o impianto di protesi, prestito economico o agevolazioni sanitarie.

Particolare attenzione sarà rivolta a chi necessita di una protesi: questi potrà infatti chiedere un finanziamento per una protesi altamente personalizzata e adeguata alle proprie specifiche esigenze. "Sin dal giorno del mio insediamento alla guida dell'Istituto - spiega il presidente Inail, Marco Fabio Sartori - ho puntato l'attenzione su quella che vuole essere una delle linee guida della mia presidenza: la realizzazione del Polo della salute e sicurezza sul Lavoro. Un nuovo volto che vede l'Inail impegnato a 360 gradi in quella che è la presa in carico integrata del lavoratore infortunato. E proprio in quest'ottica si inseriscono le disposizioni contenute nel Regolamento per l'erogazione di prestazioni di assistenza protesica agli invalidi del lavoro. Si tratta di un documento che migliora e amplia l'offerta di prestazioni e di servizi finalizzati al recupero dell'autonomia da parte della persona con disabilità di lavoro".

24 ottobre Fonte: superabile

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INVALIDITÀ CIVILE, I MEDICI DI ANFFAS SI AUTOSOSPENDONO DALLE COMMISSIONI INPS

La decisione del Consiglio direttivo dell'associazione delle famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale: norme poco chiare, via i medici dalle commissioni impegnate nelle visite straordinarie. Tutto immutato in quelle di prima istanzacamice e stetoscopio

ROMA - I medici dell'Anffas si autosospendono con efficacia immediata dalle commissioni Inps di secondo grado attive per l'accertamento dell'invalidità civile, dello stato di handicap e disabilità. A comunicarlo al direttore generale dell'Inps Mauro Nori è una nota firmata dal presidente nazionale Anffas Roberto Speziale. La decisione, presa dal Consiglio direttivo nazionale dell'associazione nazionale famiglie di persone con disabilità intellettiva e relazionale, arriva in seguito ai mancati chiarimenti arrivati dall'Inps sulle "criticità nel nuovo sistema di accertamento dell'invalidità civile soprattutto relativamente alle modalità con cui si sta attualmente procedendo alle visite di verifica straordinaria per stanare i cosiddetti falsi invalidi".

In particolare, ad essere "cadute nel vuoto" sono le richieste di annullamento parziale, in via di autotutela, dei Messaggi Inps n. 6763/2011 e 8146/2011 riferiti "alla visita diretta per qualsiasi invalido civile sorteggiato per la verifica straordinaria, all'equiparazione delle visite di verifica straordinaria a quelle di revisione ordinaria solo per coloro dei quali casualmente l'Inps abbia il fascicolo del precedente riconoscimento e alla mancata presenza del rappresentante medico Anffas nelle Commissioni Inps deputate ad effettuare visite di verifica straordinaria e di revisione ordinaria "equiparata", laddove, invece, i rappresentanti di Anmic, Uic ed Ens erano stati ammessi". Queste problematiche, fa notare Anffas, "nell'assenza di risposte dirimenti, sono state sottoposte anche innanzi al Tar Lazio prima ed al Consiglio di Stato dopo". Le decisioni emanate in via cautelare dagli organi di giustizia amministrativa - spiega Anffas - "non hanno sciolto i dubbi ma anzi hanno ulteriormente reso contraddittoria la posizione dell'Inps rispetto alla presenza di Anffas Onlus nelle proprie Commissioni Mediche".

Di fatto, la situazione attuale prevede la presenza di Anffas nelle visite Inps di primo riconoscimento e la loro esclusione da quelle di verifica straordinaria e di revisione ordinaria a quelle equiparate. Per "evitare qualsiasi equivoco o questioni di legittimità per gli accertamenti sanitari da effettuare con eventuale grave danno per le persone con disabilità sottoposte a visita", il Consiglio direttivo ha dunque "deliberato di autosospendere con efficacia immediata la presenza di tutti i rappresentanti Anffas all'interno delle Commissioni Inps di II grado poiché senza una normativa chiara in merito nessun medico Anffas potrebbe con chiarezza rapportarsi nei confronti delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale soggette a visita".

Le commissioni dalle quali Anffas si è autosospesa sono quegli organi deputati agli accertamenti in seguito alla visita di I grado, che attualmente stanno svolgendo le visite straordinarie e di revisione ordinaria per i verbali che riconoscono un tempo limitato all'invalidità e che differiscono, ovviamente, dalle Commissioni per l'accertamento dell'invalidità civile c/o le Asl (anche dette di prima istanza o Commissioni Integrate Asl-Inps), regolate dalla Legge n. 295/90, all'interno delle quali resta invece invariata ed operativa la presenza dei "medici di nomina Anffas" che intervengono ogni qualvolta si debbano visitare persone affette da patologie relative alla disabilità intellettiva e/o relazionale.

Anffas ricorda che non è mai stato attivato il Tavolo Tecnico Paritetico Inps - Anffas per l'analisi, il monitoraggio e le proposte di modifica al nuovo sistema di accertamento dell'invalidità civile, stato di handicap e disabilità, la cui istituzione era stata voluta proprio dallo stesso Istituto. L'Associazione auspica che "questo momento di disorientamento possa venir meno, soprattutto per non far comprimere le garanzie e le tutela delle persone con disabilità e della cittadinanza intera".

21 ottobre Fonte: superabile

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ANCHE LA CORTE DEI CONTI BOCCIA LA RIFORMA ASSISTENZIALE Poco risparmio effettivo, difficile applicabilità dei criteri e rischio di effetto boomerang le criticità rilevate dalla Corte dei Conti

E’ una soddisfazione amara quella che la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) esprime sulla sonora stroncatura da parte della Corte dei Conti del Disegno di Legge Delega della Riforma Fiscale e Assistenziale al vaglio in Parlamento in questi giorni, stroncatura che va a confermare le critiche da sempre mosse dalla Federazione.

La Corte dei Conti, chiamata dalla Commissione Finanze della Camera ad esprimersi sul Disegno di Legge Delega della Riforma Fiscale e Assistenziale, boccia in sostanza il progetto.Sorvolando sulla parte strettamente fiscale (sulla quale comunque la Corte esprime giudizio negativo), per quanto riguarda la delega assistenziale molte sono le criticità emerse dal parere tecnico della Corte, secondo la quale più che una riforma, sembrerebbe un obiettivo di mero risparmio e di taglio dagli esiti incerti e dagli effetti imponderabili. Vediamo di capire i punti deboli evidenziati dalla Corte dei Conti.

POCO RISPARMIO – Secondo la Corte sono davvero limitati i risparmi effettivamente conseguibili su una spesa che ammonta a poco meno di 30 miliardi di euro per il comparto assistenza, che oggi garantisce pensioni e indennità di accompagnamento per invalidi civili, pensioni sociali, integrazioni al minimo, maternità, ecc, che arrivano a 40 se si considerano alcune prestazioni previdenziali come le pensioni di reversibilità.

AUMENTO NON AUTOSUFFICIENZA – Per quanto riguarda la concessione di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento, la Corte sottolinea le difficoltà ad applicare limiti reddituali e patrimoniali, evidenziando inoltre come queste erogazioni spesso siano fatte per compensare la mancanza di strutture e servizi su tutto il territorio. Il rischio quindi sarebbe quello di risparmiare da un lato, ma di trovarsi a dover fronteggiare un prevedibile aumento dei fenomeni di non autosufficienza.

IL PESO SULLE REGIONI – Anche il “fondo per l’indennità sussidiaria” incassa le critiche della Corte dei Conti. La gestione del fondo, che dovrebbe essere ripartito fra le regioni in base a popolazione residente, tasso d’invecchiamento e altri standard definiti, secondo la Corte vedrebbe un contingentamento della spesa per l’indennità di accompagnamento a carico delle stesse regioni, che dovrebbero prevederne e contenere il futuro andamento.

RIDUZIONE POLITICHE DI SOSTEGNO – Il problema evidenziato dalla Corte dei Conti sta nella mancanza di una chiara definizione dei livelli essenziali di assistenza, con il rischio quindi che la riforma possa ridurre ulteriormente le politiche a sostegno dei non autosufficienti. Inoltre gli standard stabiliti per la ripartizione delle risorse tra le regioni secondo la Corte non permetterebbero di individuare e rispondere agli effettivi fabbisogni.

ANCORA TAGLI – Infine la Corte dei Conti fa un bilancio “storico” della spesa sociale, sottolineando come ormai da anni le somme destinate dallo Stato all’assistenza abbiano subito rilevanti tagli, ricordando come “il mancato rifinanziamento del fondo per le autosufficienze, la riduzione degli stanziamenti per il fondo politiche sociali e per la politica abitativa hanno già sensibilmente inciso sul quadro degli interventi in ambito locale”.

18 ottobreFonte: disabili.com

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Decreto sviluppo Le scelte Il presidente DanieleL' UNIONE CIECHI «NON SI FA CASSA CALPESTANDO LA NOSTRA DIGNITÀ»LA RICHIESTA «CONCILIARE IL RISPARMIO CON LE ESIGENZE DEI DISABILI»

ROMA - «Stralciare la riforma dell' assistenza da quella fiscale» e istituire «un tavolo tra ministero del Welfare e associazioni per conciliare le esigenze di risparmio con le esigenze dei disabili». Tommaso Daniele è lo storico presidente dell' Unione italiana ciechi. L' indennità di accompagnamento, prevista dal 1974, è stata anche una sua vittoria, ma ora vede il rischio che «la fredda logica dei numeri calpesti la dignità di 15 mila non vedenti che lavorano». Per questo in una lettera ha chiesto ai parlamentari di intervenire sul disegno di legge delega fiscale e assistenziale. Cosa la preoccupa? «Già le due manovre di quest' estate ci colpiscono con i tagli delle detrazioni e delle deduzioni, che finora ci hanno permesso di scaricare le spese per il cane guida e per la macchina. Poi ci sono i tagli lineari al fondo sociale, alla non autosufficienza, al fondo per l' occupazione dei disabili. Ma non è finita qui, perché con il disegno di delega per la riforma fiscale e assistenziale si rischia di assoggettare l' indennità di accompagnamento al reddito, che colpirebbe i disabili che lavorano facendone degli assistiti e non dei cittadini». Di questo ha scritto ai parlamentari? «Sì, e ci aspettiamo di essere convocati. L' accompagnamento commisurato al reddito è una misura impopolare, impolitica, iniqua. Si dimentica che è anche un risarcimento per la minorazione e non può essere legato a un bilancio. Eppure quando c' è da tagliare ci si ricorda dei disabili, perché il governo è forte con i deboli e debole con i forti. È stato così anche con i controlli sui falsi invalidi. Si è fatta una campagna denigratoria e anche i veri invalidi ci hanno rimesso dignità». L' anno scorso ha portato un migliaio di disabili in piazza, davanti a Montecitorio. Potrebbe fare lo stesso? «Non siamo molto fiduciosi, perché il ministro dell' Economia con i suoi diktat vuole fare cassa espropriando il ministro che ha la competenza in materia, che è Sacconi. Vogliamo un tavolo per stabilire finalmente per legge i livelli minimi di assistenza, di cui si parla da anni. Siamo disposti a venire incontro al governo, ma per avere servizi migliori, non per risparmiare. Per fare cassa c' è un' unica soluzione: colpire i capitali scudati con un' altra tassa del 5%».

8 ottobre Fonte: Corriere della Sera

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BOLOGNA, NEL 2010 DIMEZZATI I POSTI DI LAVORO PER I DISABILI

La crisi colpisce il lavoro dei disabili. Rapporto della provincia: "congelati" 1.480 (il 50% del totale) dei posti disponibili per le persone con disabilità. Sono 2.462 i disabili iscritti al collocamento obbligatorio e realmente disponibili a lavoraredisabile su sedia a ruote

BOLOGNA - La crisi colpisce il lavoro dei disabili. Nel 2010 i posti di lavoro disponibili per le persone con disabilità si sono dimezzati:1.480 posti, il 50% del totale, sono stati infatti "congelati" in seguito alla crisi economica. I dati arrivano dal rapporto 2010 sui servizi della provincia di Bologna per le persone con disabilità, presentato ieri mattina a Palazzo Malvezzi. "Se diminuisce il numero di lavoratori in un'azienda cala anche l'aliquota dei posti per i disabili", spiega Angela Bianchi dell'ufficio coordinamento handicap della provincia. Le imprese che utilizzano gli ammortizzatori sociali sono infatti sospese dagli obblighi sull'inserimento lavorativo dei disabili.

"Nonostante questo però siamo riusciti ad aumentare il numero di avviamenti al lavoro, che sono 27 in più dell'anno scorso". Secondo il rapporto, nel 2010 il numero dei disabili iscritti al collocamento obbligatorio e realmente disponibili a lavorare è di 2.462 persone. Gli avviamenti al lavoro sono stati 477 (27 in più del 2009), con 250 contratti a tempo determinato e 211 a tempo indeterminato. Per gli interventi in ambito lavorativo la provincia ha speso 1.230.296 euro (dato calcolato in base al costo del personale impegnato nel servizio). Palazzo Malvezzi ha destinato 100 mila euro per sostenere il percorso casa-lavoro dei disabili e 303 mila per la transizione al lavoro svolto nelle cooperative sociali di tipo B.

Sul versante della formazione professionale, sono 122 le persone con disabilità che hanno partecipato ai corsi della provincia nel 2010. Si tratta soprattutto di maschi (il 56%) di nazionalità italiana (88%) e con titolo di studio di licenza media inferiore. Si aggiungono poi 40 disabili già occupati che hanno partecipato a corsi di formazione e accompagnamento al lavoro. (ps)

7 ottobre Fonte: Superabile

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“QUANTO CI È COSTATA LA CAMPAGNA CONTRO I FALSI INVALIDI”?

No, scusate. Ora lo voglio sapere. Ora ci devono dire quanto ci è costata in questi anni la grancassa mediatica della campagna contro i “falsi invalidi”. Ora che il re è nudo. Ora che il ministro Sacconi in persona, forse senza rendersene conto del tutto, stava affossando la retorica dell’Inps, del ministro Tremonti, e del capogruppo della Lega Reguzzoni, rispondendo – dati alla mano – a una interrogazione geniale del suddetto esponente del Carroccio. Reguzzoni infatti voleva sapere dal ministro quanti lestofanti, truffatori, ovviamente soprattutto meridionali, erano stati scovati grazie ai controlli occhiuti dell’Inps. Il Genio era infatti sicuro: una pensione di invalidità su quattro in Italia è una truffa, viene percepita da falsi ciechi, da paraplegici che camminano, da sordi che ci sentono perfettamente. Ma finalmente, grazie all’asse Tremonti-Reguzzoni-Mastrapasqua, non ce n’ è per nessuno.

Già, peccato che non sia vero. Peccato che a questa panzana colossale abbiano abboccato le grandi firme del giornalismo economico, e i settimanali di regime. Peccato che anche l’opinione pubblica, quella che ormai si chiama “la gente”, ci abbia creduto e ci creda ancora, “ciecamente”. Non è vero nulla, e lo dice il ministro Sacconi :“All’interno del piano di verifiche straordinarie a livello nazionale nel 2009 è stato revocato l’11,69% delle prestazioni, ovvero c’è stato il riscontro di 21.282 non conformità su circa 200.000 controlli effettuati. (…) Nel 2010 la percentuale di non conformità, su circa 100.000 controlli, è stata del 10,2%, con 9.801 revoche totali”.

Ma vi rendete conto? Dal 2009 al 2010 le “non conformità” (che non significa “false invalidità” ma solo un diverso giudizio su accertamenti e certificazioni già legalmente attribuite nel passato), sono perfino diminuite, nonostante il dispiegamento di mezzi, l’assunzione straordinaria di medici dedicati a fare i segugi, nonostante le migliaia e migliaia di lettere raccomandate minacciose e ultimative arrivate nelle case di persone già in difficoltà. 9801 revoche totali nel 2010, ossia nell’anno in cui i controlli decisi e programmati dall’Inps fino al 2012 e pagati da tutti noi, cittadini italiani con o senza disabilità, sono 800 mila.

Una vergogna inaccettabile in un Paese normale, civile, democratico, viene salutata dal ministro e dall’ineffabile capogruppo bossiano della Lega come un segnale di moralizzazione, citando perfino con tracotanza che sono diminuite fortemente le richieste di certificazione di invalidità. Senza neppure domandarsi perché. Senza neppure investigare sui ritardi della gioiosa macchina di guerra tecnologica e informatica che avrebbe dovuto miracolosamente incrociare dati, competenze, moduli, documentazione, fra Asl, Inps, cittadini. Nulla di tutto questo si è verificato, come sanno bene tutti coloro che si sono accostati in questi mesi al servizio.

Ma la retorica e l’informazione pilotata e falsa hanno avuto ragione su tutto e tutti. Almeno fino ad ora. Perché adesso vorrei che qualcuno in Parlamento, svegliandosi dal torpore, chiedesse conto dello scempio che è stato fatto. Chiedesse conto dei soldi che sono stati spesi, assai maggiori del magro bottino di guerra, spesso sulla pelle di invalidi veri, tanto che nel contenzioso che segue ai provvedimenti di revoca, in oltre il sessanta per cento dei casi il cittadino vince il ricorso (intasando la giustizia e aggravando l’onere per lo Stato).

Quanto ci è costato? E soprattutto: chi paga per questa vergogna nazionale?

Franco Bomprezzi

7 ottobreFonte: disablog.it

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DISABILI: CGIL-CISL-UIL BOCCIANO DELIBERA PIANI PERSONALIZZATI

(AGI) - Cagliari, 5 ott. - Non soddisfa i sindacati la delibera sui piani personalizzati per le persone con disabilita’ resa nota ieri dall’assessore regionale della Sanita Simona De Francisci. “Il testo e’ uguale a quello dell’anno scorso, impone criteri inaccettabili contro i quali avevamo gia’ espresso il nostro parere negativo”, hanno spiegato Marinora Di Biase, Cgil, Oriana Putzolu, Cisl e Terenzio Calledda, Uil. Il nodo centrale e’ la riduzione del sostegno economico per chi ha compiuto i sessantacinque anni. “Anche questa volta - aggiungono gli esponenti di Cgil, Cisl e Uil - non potremo incidere sui contenuti, vista l’urgenza di approvare la spesa delle risorse per le persone non autosufficienti”.I progetti dei piani personalizzati, finanziati dal fondo per la non autosufficienza, hanno come obiettivo la tutela delle persone con gravi disabilita’, alle quali deve essere garantita una migliore qualita’ della vita, in famiglia e nella societa’: “L’handicap e’ una condizione da tutelare a prescindere dall’eta’, la Regione invece, sceglie di penalizzare gli anziani”.Per queste ragioni si e’ chiesto e ottenuto che le rappresentanze dei sindacati facciano parte integrante della Commissione Consultiva che rivede i criteri di adozione e riconoscimento dei piani personalizzati. Cgil, Cisl e Uil hanno fatto presente all’assessore che il confronto deve svolgersi prima di fare le scelte per garantire una concertazione a tutela dei lavoratori e dei pensionati della Sardegna. (AGI) Red/Cog

5 ottobreFonte: agi

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«FALSI INVALIDI»: TRA BUGIE E INCOMPETENZALE LINGUE DEI SEGNI NEL 10° ANNIVERSARIO DELLA GIORNATA EUROPEA DELLE LINGUE

Il 26 Settembre 2011 il Consiglio d’Europa e l’Unione Europea dei Sordi – European Union of the Deaf – hanno celebrato il decimo anniversario della Giornata Europea delle Lingue. Per la prima volta in dieci anni di storia le lingue dei segni sono state incluse nei festeggiamenti della Giornata Europea delle Lingue. L’evento si è svolto nella sede del Consiglio d’Europa a Strasburgo, organizzato dalla Divisione Linguistica del Consiglio stesso, in collaborazione con l’EUD.

Contemporaneamente all’anniversario della Giornata Europea delle Lingue, si è avuto un seminario dedicato esclusivamente alla Lingua dei Segni, dal titolo “La Lingua dei segni, un contributo unico alla nostra diversità linguistica e culturale”, all’interno del quale il Presidente dell’EUD, Mark Wheatley, ha illustrato brevemente le differenti lingue dei segni, affermando che all’interno dell’Unione Europea ci sono 29 lingue dei segni. Il dott. Humberto Insolera, inoltre, Membro dell’EUD, ha partecipato all’evento illustrando la comunità sorda e presentando la cultura sorda: “La comunità dei sordi è considerata spesso un gruppo di disabili ma, grazie alla sua unicità, al suo tratto distintivo, ossia la lingua dei segni, viene anche considerata una minoranza linguistica”.

L’EUD ritiene che questo evento sia stato importante perché ha rappresentato un passo in avanti significativo nel rapporto di collaborazione instaurato tra l’EUD stessa e il Consiglio d’Europa. “L’inserimento delle lingue dei segni nella Giornata Europea delle Lingue è un grande risultato”, ha affermato Mark Wheatley, il quale ha proseguito dicendo: “Ci auguriamo che questo piccolo passo in avanti possa portare al riconoscimento ufficiale della Lingua dei Segni in diversi Paesi nei quali questo non si è ancora verificato, per realizzare l’inclusione sociale auspicata nella Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità”.

4 ottobreFonte: ens.it

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BOLOGNA, NEL 2010 DIMEZZATI I POSTI DI LAVORO PER I DISABILI

La crisi colpisce il lavoro dei disabili. Rapporto della provincia: "congelati" 1.480 (il 50% del totale) dei posti disponibili per le persone con disabilità. Sono 2.462 i disabili iscritti al collocamento obbligatorio e realmente disponibili a lavoraredisabile su sedia a ruote

BOLOGNA - La crisi colpisce il lavoro dei disabili. Nel 2010 i posti di lavoro disponibili per le persone con disabilità si sono dimezzati:1.480 posti, il 50% del totale, sono stati infatti "congelati" in seguito alla crisi economica. I dati arrivano dal rapporto 2010 sui servizi della provincia di Bologna per le persone con disabilità, presentato ieri mattina a Palazzo Malvezzi. "Se diminuisce il numero di lavoratori in un'azienda cala anche l'aliquota dei posti per i disabili", spiega Angela Bianchi dell'ufficio coordinamento handicap della provincia. Le imprese che utilizzano gli ammortizzatori sociali sono infatti sospese dagli obblighi sull'inserimento lavorativo dei disabili.

"Nonostante questo però siamo riusciti ad aumentare il numero di avviamenti al lavoro, che sono 27 in più dell'anno scorso". Secondo il rapporto, nel 2010 il numero dei disabili iscritti al collocamento obbligatorio e realmente disponibili a lavorare è di 2.462 persone. Gli avviamenti al lavoro sono stati 477 (27 in più del 2009), con 250 contratti a tempo determinato e 211 a tempo indeterminato. Per gli interventi in ambito lavorativo la provincia ha speso 1.230.296 euro (dato calcolato in base al costo del personale impegnato nel servizio). Palazzo Malvezzi ha destinato 100 mila euro per sostenere il percorso casa-lavoro dei disabili e 303 mila per la transizione al lavoro svolto nelle cooperative sociali di tipo B.

Sul versante della formazione professionale, sono 122 le persone con disabilità che hanno partecipato ai corsi della provincia nel 2010. Si tratta soprattutto di maschi (il 56%) di nazionalità italiana (88%) e con titolo di studio di licenza media inferiore. Si aggiungono poi 40 disabili già occupati che hanno partecipato a corsi di formazione e accompagnamento al lavoro. (ps)

7 ottobre Fonte: Superabile

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E IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE CONTINUA A SOCCOMBERE...Mentre infatti a Salerno, come abbiamo riferito nei giorni scorsi, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania ha condannato il Ministero dell'Istruzione «al risarcimento del danno non patrimoniale», per tutti gli anni in cui un alunno con disabilità è rimasto a scuola senza un adeguato sostegno, sempre in questi giorni il TAR di Cagliari ha prodotto altri provvedimenti che vedono soccombere il Ministero dell'Istruzione e nei quali si ordina l'immediata integrazione dell'orario di sostegno a numerosi alunni con disabilità del capoluogo sardo

Primissimo piano di ragazza che sorrideE mentre a Salerno, con un'importante Sentenza di cui abbiamo riferito nei giorni scorsi, il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Campania ha condannato il Ministero dell'Istruzione «al risarcimento del danno non patrimoniale», per tutti gli anni in cui un alunno con disabilità è rimasto a scuola senza un adeguato sostegno (se ne legga nel nostro sito cliccando qui), in Sardegna - come ci viene segnalato dall'ABC della Regione (Associazione Bambini Cerebrolesi), che molto sta lavorando per ottenere questi risultati - il TAR di Cagliari continua a produrre provvedimenti che vedono soccombere il Ministero dell'Istruzione e nei quali si ordina l'immediata integrazione dell'orario di sostegno a numerosi alunni con disabilità del capoluogo sardo.

Nei giorni scorsi, infatti, sono state ben cinque - interessando in totale nove studenti con disabilità - le Ordinanze Sospensive pronunciatesi contro «i provvedimenti dell'Amministrazione Scolastica, coi quali ai minori figli delle parti ricorrenti, sono state assegnate, per il corrente anno scolastico, un numero di ore settimanali di sostegno, inferiori a quelle richieste».«Considerato - si scrive ancora in tutte le Ordinaneze - a) che l'art. 12 della L. n. 104/1992 attribuisce al disabile il diritto soggettivo all'educazione e all'istruzione a partire dalla scuola materna e fino all'università; b) che il diritto del disabile si configura come un diritto fondamentale (cfr Corte Cost. 26/2/2010 n. 80); c) che per garantire l'effettività di tale diritto l'art. 40 della L. 27/12/1997 n. 449 prevede per il caso di carenza di docenti di sostegno titolari, la possibilità di assumere con contratti a tempo determinato insegnanti di sostegno in deroga», si «dispone che l'amministrazione intimata provveda in conformità ai principi specificati in motivazione [grassetti nostri nelle citazioni, N.d.R.]».

«Questo è un altro bel momento - commenta Francesca Palmas, vicepresidente della Consulta Provinciale della Disabilità di Cagliari e responsabile per il settore della scuola dell'ABC Sardegna - per gli alunni con disabilità e un'altra battaglia vinta da loro e dalle rispettive famiglie contro gli assurdi tagli del ministro Gelmini. Anche se è duro, difficile e costoso, continueremo a batterci con tutti i mezzi per il diritto all'istruzione di tutti gli studenti, anche con disabilità grave». (S.B.)

24 ottobreFonte: superando.it

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SOSTEGNO, IN SARDEGNA È DI NUOVO RAFFICA DI RICORSI AL TAR

Negli ultimi 15 giorni sono state una ventina le richieste di risarcimento agli alunni danneggiati dai tagli. L'anno scorso il Tribunale ha accolto i ricorsi e ha costretto le scuole a ristabilire i rapporti di affiancamentoCAGLIARI - Sul sostegno le famiglie dei genitori disabili tornano a chiedere aiuto ai giudici del Tar Sardegna. Era già accaduto l'anno scorso, con una raffica di ricorsi accolti che avevano costretto le scuole a ristabilire i rapporti di affiancamento, condannato anche provveditorato e ministero dell'Istruzione al risarcimento dei danni patiti dagli alunni disabili rimasti per una parte dell'anno senza insegnante. Ora, iniziato il nuovo anno, i tagli hanno nuovamente penalizzato gli studenti con disabilità, tanto da costringere le famiglie a rivolgersi nuovamente al Tribunale amministrativo di Cagliari che, pronunciandosi ancora una volta sulla stessa materia su nuove istanze cautelari, ha restituito gli insegnanti a quattro ragazzi che frequentano medie e superiori. Ma non basta. Sull'argomento, come già accaduto in passato, sono piovuti negli ultimi quindici giorni nella cancelleria del Tar almeno una ventina di nuovi ricorsi, tutti con annessa richiesta di risarcimento danni che - almeno secondo le indiscrezioni - potrebbero tutti avere lo stesso esisto. A tracciare il solco che tutti i nuovi ricorsi stanno seguendo sono stati gli avvocati Giuseppe e Giulia Andreozzi, ormai entrambi molto esperti della normativa legata all'insegnamento di sostegno. Le loro quattro istanze cautelari sono state accolte dalla prima sezione del Tar sardo presieduta da Aldo Ravalli che, nell'ordinanza, ha anche intimato l'integrazione delle ore di affiancamento sottratte. Come? Assumendo gli insegnanti che mancano e che garantiscono anche gli alunni disabili il rispetto dei principi costituzionali sul diritto all'istruzione. "Grazie all'attività informativa e di assistenza alle famiglie svolta dall'Associazione Bambini Cerebrolesi - ha commentato Francesca Palmas, vicepresidente della Consulta provinciale della disabilità - anche quest'anno viene garantito il diritto all'istruzione dei bambini con disabilità". (fp)

24 ottobreFonte: Redattore sociale

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INTEGRAZIONE SCOLASTICA: TAGLI ANCHE AGLI ASSISTENTI L’anno scolastico è iniziato con molti disagi per gli allievi disabili, dovuti anche alla contrazione delle risorse degli enti locali

In Parlamento è in discussione una manovra di riforma assistenziale che, sulla base dei vincoli di spesa fissati dalla manovra economica dello scorso luglio, comporterebbe tagli imponenti ad ogni livello di assistenza. Intanto, i tagli già imposti al comparto scuola ed agli enti locali hanno reso l’avvio dell’anno scolastico estremamente difficile. Vi sono infatti nelle scuole sempre meno insegnanti e collaboratori scolastici, ma sono diminuiti anche gli assistenti specialistici, a causa della riduzione delle risorse degli enti locali.

RIFORMA ASSISTENZIALE O ULTERIORI TAGLI? – La manovra sulla riforma assistenziale prevede una forte compressione della spesa sociale, la revisione di molti supporti economici, il taglio di molti servizi sociali e la delega dell’assistenza al volontariato. La Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità (FAND) e la Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish) hanno perciò previsto iniziative di informazione per tutta la discussione della legge delega, a cominciare dall’invito alla compilazione di un modulo di dissenso, che è stato sottoscritto ed inviato in Parlamento da 23.329 persone in pochi giorni. FISH e FAND chiedono infine di sganciare la riforma assistenziale dai vincoli di cassa fissati dalla manovra economica di Luglio (L. n 111 del 15/07/2011).

Nei giorni scorsi la Commissione Finanze della Camera ha richiesto un parere alla Corte dei Conti su tale progetto di riforma. La Corte ha presentato su di esso un’opinione molto critica, sottolineando come l’intervento rappresenti un obiettivo di risparmio e non di riforma, che pregiudicherebbe i livelli essenziali di assistenza; ha inoltre evidenziato che negli ultimi anni le somme trasferite dallo Stato alle realtà territoriali a copertura degli interventi per l’assistenza hanno subito rilevanti tagli. Un ulteriore intervento, pertanto, comporterebbe conseguenze insostenibili.

L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO – Le scuole italiane hanno intanto iniziato l’anno scolastico con i grossi disagi dovuti ai tagli, imposti non solo al personale docente ed Ata, ma anche agli assistenti, dato che sono sempre più esigue le risorse destinate all’assistenza scolastica da parte degli enti locali. Grosse difficoltà in merito sono state evidenziate ed esempio in Calabria, mentre in Campania e in Lombardia i partiti, i comuni e le province litigano su chi debba fornire i servizi, anche se, come sottolinea la Lega per i diritti delle persone con disabilità (Ledha), vi sono numerose sentenze che stabiliscono le competenze di ciascun ente. A Pescara c’è chi non ha ancora messo piede in aula perché il servizio di assistenza è sospeso, mentre a Palermo è stato organizzato nei giorni scorsi un sit-in davanti alla sede della provincia, per rivendicare il diritto all’assistenza e all'autonomia, di fatto al momento negato.

Gli assistenti di base ed all’autonomia e comunicazione sono figure previste dall’art. 13 della L. n. 104/92: si tratta di figure preziose ai fini del processo di integrazione scolastica. Eppure, in attesa degli esiti di una manovra che potrebbe portare una situazione già ampiamente compromessa al definitivo collasso, non possiamo che registrare il “dispiacere” manifestato da alcuni nostri rappresenti. Si legge infatti in una lettera del presidente della provincia di Palermo Giovanni Avanti: Ci sono dei momenti in cui anche per la soluzione di bisogni primari come l’assistenza alla disabilità si deve fare i conti con i diversi problemi … C’è il nostro rammarico … Potrà mai tale rammarico sopperire ai tagli?

20 ottobreFonte: disabili.com

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SCUOLA: DOSSIER CGIL, CURA GELMINI COSTATA OLTRE 10 MILA CATTEDRE

(AGI) - Palermo, 4 ott. - I tagli alla scuola siciliana negli ultimi anni sono andati ben oltre quelli che giustificherebbe il calo demografico. Nelle scuole dell’isola dal 2008 al 2011 ci sono stati infatti 25.217 alunni in meno, una diminuzione a cui corrisponderebbe una sforbiciata di 1.500 docenti Con le misure del ministro Gelmini sono state tagliate invece 10.113 cattedre e 5.017 posti di Ata. A fare i conti sulla situazione della scuola siciliana e’ la Flc regionale, che ha presentato oggi un dossier che riguarda anche lo stato dell’Universita’ e la propria campagna di “controinformazione” sulla reale situazione del sistema dell’istruzione nell’isola e le relative iniziative di mobilitazione. Lo studio della Flc rivela che in 10 anni sono venuti meno alla scuola siciliana il 66% delle risorse destinate all’offerta formativa. Nel 2007 le risorse a disposizione erano pari a 129 milioni, sono diventate 49 milioni nel 2011. “E la situazione si aggravera’ - ha detto Giusto Scozzaro, segretario generale della Flc Sicilia- se consideriamo che quest’anno il bilancio della regione dimezza lo stanziamento destinato al funzionamento degli istituti scolastici, che passa da 38 milioni del 2008 a 19 milioni del 2011″. Quali le conseguenze di queste riduzioni? “La riorganizzazione delle classi- ha osservato Scozzaro- con il sovraffollamento, la creazione di pluriclassi nelle zone disagiate, la riduzione del tempo scuola dalle 30 ore chieste dalle famiglie a 27. Insomma- ha sottolineato- e’ peggiorata la condizione strutturale e organizzativa generale con rischio che a poco a poco il diritto allo studio venga sempre piu’ meno e con esso le prospettive e il futuro dei giovani siciliani”. Il dossier Flc rivela che non e’ stata neppure attuata nell’isola la legge 244 del 2007 che prevedeva l’aumento fino al 70% dell’organico stabile degli insegnanti di di sostegno. Questi erano in tutto 12.952 nel 2006, in maggioranza precari. “I docenti a tempo indeterminato- ha detto il segretario della Flc - dovevano diventare 9.066 invece sono oggi 8.247, ne mancano cioe’ all’appello 819. E a questo si sono aggiunti tagli per 407 posti nonostante gli alunni con disabilita’ siano aumentati”. La Flc sottolinea che “questo peraltro accade in un contesto scolastico gia’ svantaggiato , dove invece ci sarebbe stato bisogno di investire”. (AGI) Mrg/Mzu

4 ottobreFonte: disabili-oggi.it

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A TUTTI I CAPI DI STATO E DI GOVERNO DELL'UNIONE EUROPEA(di Yannis Vardakastanis*)

Sono richieste quanto mai nette e precise quelle formulate in una lettera indirizzata al Consiglio d'Europa e ai Capi di Stato e di Governo dell’Unione da Yannis Vardakastanis, presidente dell'EDF (European Disability Forum), l'organizzazione che è la "voce" di 80 milioni di persone con disabilità in Europa. E sono richieste quanto mai necessarie in un momento in cui l'"ondata" che viaggia insieme alla crisi economico-finanziaria generale rischia di travolgere conquiste di decenni

Persone con varie forme di disabilità«L'EDF (European Disability Forum), voce di 80 milioni di persone con disabilità e delle loro famiglie in Europa, chiede a tutti i Capi di Governo dell'Unione che siano garantite le necessità di quei Cittadini e che di esse si tenga conto in ogni azione economica, politica e sociale».Incomincia così la lettera inviata dal presidente del Forum, Yannis Vardakastanis, al Consiglio d'Europa e ai Capi di Stato e di Governo dei Paesi dell'Unione, vero e proprio "grido d'allarme" nell'imminenza dei prossimi vertici dell'Eurozona, rispetto ai quali l'EDF teme che possano essere adottate misure dall'impatto assai negativo per i Cittadini con disabilità.Presentiamo dunque, qui di seguito, la traduzione integrale della lettera di Vardakastanis.Le misure di austerità che i Governi dell'Unione Europea stanno per adottare rischiano di bloccare i progressi di questi anni, per far sì che vengano realmente e concretamente rispettati i diritti delle persone con disabilità contenuti nella Convenzione ONU approvata nel 2006, e per riuscire a raggiungere gli obiettivi contenuti sia nella Strategia Europe 2020 per la Crescita, sia nella Strategia Europea sulla Disabilità 2010-2020 per un'Europa senza barriere.Infatti, da riforme economiche, sociali e politiche che non tengano nel debito conto i diritti delle persone con disabilità, non possono derivare altro che povertà, esclusione sociale, discriminazione, emarginazione, ignoranza e stereotipi negativi.L'EDF chiede quindi al Consiglio d'Europa e ai Capi di Governo dei Paesi dell'Unione di fare in modo che le persone con disabilità - in questo momento di crisi generale - non vengano escluse né da un punto di vista sociale, né economico, né politico. E per far questo bisogna tenere sempre presenti dieci passaggi fondamentali:

1. Le persone con disabilità devono potersi muovere liberamente nelle società europee, vivere in modo indipendente ed essere incluse in quelle stesse società: nessuna riforma delle politiche sociali deve contenere provvedimenti che riducano tali possibilità, né va ridotta l'assistenza personale o altri servizi di supporto, a causa delle misure di austerità.2. L'istruzione delle persone con disabilità dev'essere sempre prioritaria e nessuna eventuale riforma dei sistemi educativi dovrà mai portare al ritorno della segregazione in classi speciali.3. Va pienamente rispettato il diritto al lavoro e all'occupazione: ogni misura dovrà dunque includere forme di "ragionevole accomodamento" e il sostegno all'occupazione delle persone con disabilità non dovrà scomparire dalle politiche nazionali sul lavoro.4. L'accesso ai servizi sanitari per le persone con disabilità non può e non deve più essere messo in discussione o considerato come "secondario" rispetto ai servizi riguardanti il resto della popolazione.5. L'abilitazione e la riabilitazione sociale devono essere vissuti come veri e propri investimenti per le società europee, facendo sì che nessuna capacità venga esclusa dal processo di ricostruzione dell'Europa dopo la crisi. In tal senso la qualità dei servizi sociali dovrà essere la pre-condizione per il rispetto dei diritti umani delle persone con disabilità.6. Vanno assicurati adeguati standard di vita e di protezione sociale, il che significa che nessuna misura adottata potrà lasciare o ridurre le persone con disabilità in situazione di povertà, di esclusione sociale o con un reddito non dignitoso.7. La libertà di espressione e di opinione e l'accesso all'informazione non devono assolutamente essere compressi da alcuna riforma dei servizi pubblici e privati.8. Il rispetto per la vita familiare dovrà essere assicurato garantendo a tutte le persone con disabilità e alle loro famiglie adeguate politiche familiari, da considerare come una priorità.9. Le organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità dovranno essere consultate su tutte le azioni che potranno avere un impatto sulle persone con disabilità stesse.10. Si dovrà far crescere la consapevolezza generale sulla situazione e le necessità delle persone con disabilità anche facendo in modo che la loro immagine, negli organi d'informazione, sia quella "giusta", e che non lasci spazio allo stigma sociale.

25 ottobre Fonte: superando.it

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AGIAFRO: SUD AFRICA, PRESTO UNA LEGGE PER I DISABILI

Citta’ del Capo - Il presidente del Sud Africa ha annunciato che il suo Paese si dotera’ presto di una legge che migliori le condizioni di vita delle persone disabili. In un intervento al parlamento di Citta’ del Capo, Zuma ha precisato che il provvedimento si atterra’ nella forma e nella sostanza alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei disabili. Il documento del Palazzo di vetro tiene conto dei problemi relativi ad accessibilita’, riabilitazione, partecipazione alla vita politica, eguaglianza e non discriminazione dei diversamente abili. Zuma ha aggiunto che, oltre alla legge ad hoc, il governo pensa anche ad altri mezzi per venire incontro ai disabili, “come l’individuazione di posti di lavoro da svolgere in luoghi privi di barriere architettoniche, possibilmente in luoghi protetti”. Attualmente in Sud Africa sono 981.331 i disabili permanenti che usufruiscono di sussidi governativi, oltre a 248.589 persone afflitte da disabilita’ temporanea. (AGIAFRO) .

5 ottobreFonte: disabili-oggi.it

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«FALSI INVALIDI»: TRA BUGIE E INCOMPETENZA(di Carlo Giacobini*)Altro che «un invalido su quattro è falso», come aveva dichiarato soddisfatto nel marzo di quest'anno il presidente dell'INPS Mastrapasqua. Vediamo perché - basandoci semplicemente proprio sulla risposta formale del ministro Sacconi a un'interrogazione parlamentare proveniente dalla Lega - la realtà sia tutt'altra e che ad essere revocate siano state non certo una pensione ogni quattro, ma solo quattro su cento! Ne prendano nota certi giornali, e ne traggano le conseguenze i Parlamentari

Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio SacconiIl ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio SacconiPer mesi, molti mesi, ci hanno raccontato che «un invalido su quattro è falso». Molti gli opinionisti e i politici che si sono spellati le mani plaudendo all'azione moralizzatrice dell'INPS che nel 2010 aveva revocato - a suo dire - il 23% delle pensioni di invalidità.«Panorama», il settimanale, dedicava alla "piaga dei falsi invalidi" addirittura la copertina (quella del famoso "Pinocchio in carrozzina") e un robusto dossier che - unendo il verbo INPS e la "pancia leghista" - confermava l'implacabile vergognosa realtà: un invalido su quattro è falso.Un cavallo di battaglia per la Lega - con soddisfazione del ministro dell'Economia Tremonti - e in particolare del capogruppo alla Camera, Reguzzoni, che arrivava trionfalisticamente a ventilare un risparmio per lo Stato di un miliardo di euro.

Ma al di là di queste improbabili e iperboliche previsioni, infondate sul piano contabile (la Corte dei Conti nel novembre 2010 ha registrato un risparmio di una settantina di milioni su 17 miliardi di spesa), su che cosa si basavano questi luoghi comuni?Su una dichiarazione del presidente dell'INPS Mastrapasqua, che nel marzo scorso informava soddisfatto come nel 2010 l'Istituto avesse revocato il 23% delle pensioni d'invalidità civile controllate, quasi una su quattro. Nel 2009 quelle cancellate erano state l'11%.Mastrapasqua affermava che il forte aumento era dovuto «all'affinamento del campione che si va a controllare, considerato che le indagini sono state concentrate nelle aree sensibili, nelle zone del Paese che già avevano evidenziato i maggiori tassi di revoche, che poi sono le stesse dalle quali di solito arriva il più alto numero di domande di pensione d'invalidità».

In Italia, anche presso i giornali, è invalsa la comoda abitudine di assumere come oro colato le veline e le informative dell'INPS, come se l'Istituto fosse un'entità sopra le parti che si pronuncia con crismi di scientificità. E di quelle asserzioni si è fidata anche la maggioranza (assoluta e bipartisan) dei Parlamentari.A qualcuno ha fatto comodo crederci, altri l'hanno accettata senza porsi interrogativi o dubbi, scambiando dati provvisori e traballanti per definitive certezze.Una prova? Su cinque mozioni approvate dalla Camera il 21 luglio scorso, quattro riprendono come assunto portante l'affermazione di Mastrapasqua: «nel 2010 revocate il 23% delle prestazioni». C'è chi addirittura (Di Stanislao, Mura, Donadi e altri Parlamentari dell'Italia dei Valori) quantifica - non si sa su quali basi - il risparmio per lo Stato: «È realistico attendersi un risparmio annuale di circa un miliardo di euro, una cifra notevole anche se lontana dagli 8-10 miliardi di euro recuperabili se, teoricamente, le verifiche fossero svolte su tutti» (Mozione 1-00622, approvata dalla Camera il 21 luglio 2011).

Ma il più implacabile è, come sempre, Reguzzoni. Il leghista chiede e ottiene dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Sacconi una risposta scritta sullo stato dell'arte. E Sacconi, a fine settembre, risponde formalmente: «All'interno del piano di verifiche straordinarie a livello nazionale nel 2009 è stato revocato l'11,69% delle prestazioni, ovvero c'è stato il riscontro di 21.282 non conformità su circa 200.000 controlli effettuati. […] Nel 2010 la percentuale di non conformità, su circa 100.000 controlli è stata del 10,2%, con 9.801 revoche totali».In sintesi: nel 2010 la percentuale delle revoche è inferiore di un punto e mezzo rispetto al 2009. E soprattutto è clamorosamente falso che una pensione su quattro va ai falsi invalidi. Sacconi potrebbe sbagliarsi? No. Il Ministero non si inventa i dati, ma li chiede all'INPS...Negli stessi giorni, poi, Nori, il direttore generale dell'INPS - quindi non certo l'ultimo degli uscieri - viene invitato a una Conferenza di Confesercenti per una relazione sulla previdenza, ma fatalmente il suo intervento scivola anche sui controlli sulle false invalidità e racconta che nel 2010 «abbiamo revocato pensioni di invalidità per il 10%, per il 35% abbiamo modificato il giudizio sanitario. Per le revoche siamo in attesa di eventuali contenziosi».Le modificazioni del "giudizio sanitario" consistono in una ridefinizione della percentuale di invalidità in più o in meno rispetto a quella precedente (ad esempio da 90 a 80% oppure da 75 a 80%), senza incidere sul diritto alla pensione. Conta dunque poco… Il vero dato è il 10% delle revoche sul 2010! 10 non 23! Non una su quattro, ma una su dieci.

Ma Nori dimostra anche onestà intellettuale; infatti sa benissimo che su quelle revoche ci sarà contenzioso. E sa anche che - come asseverato formalmente dalla Corte dei Conti il 9 novembre 2010, con Delibera n. 84 - l'INPS soccombe

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davanti al Giudice per il 67% dei casi che trattano di invalidità civile. Quindi, quel 10% è destinato a scendere di oltre la metà: 4 revoche confermate ogni 100 controlli.Altro che una pensione ogni quattro: quattro ogni cento! Ne prendano nota certi giornali, e ne traggano le conseguenze i Parlamentari.

P.S.: l'onorevole Reguzzoni è riuscito comunque a trovare qualcosa di "entusiasmante" nella risposta di Sacconi. Il Ministro, infatti, evidenziava che fra il 2009 e il 2010 le domande di accertamento sarebbero scese di 77.039 unità. Secondo Sacconi ciò deriva da una presunta azione deterrente dei controlli posti in essere. In realtà il Ministro dimentica quale sia stato il caos in Italia dal primo gennaio 2010, quando doveva entrare a pieno regime la nuova modalità telematica-informatica dell’invalidità, gestita (ovviamente) da INPS. Per mesi è regnato il disorientamento e la confusione fra i medici di famiglia, i patronati, le ASL e i Cittadini. Ovvio, quindi, che le domande siano scese. Ma per altri motivi!

*Direttore editoriale di Superando.it.

4 ottobreFonte: superando.it

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Manifestazione Veneto

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CGIL Regionale Campania

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Rassegna stampa realizzata da Luciano NeccoUfficio Politiche per le Disabilità – Cgil Nazionale

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