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POLITICHE E PROGRAMMI EUROPEI ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ 1 POLITICHE DI COESIONE FONDI STRUTTURALI FESR STRUMENTI DI PRE-ADESIONE IPA ENPI

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POLITICHE E PROGRAMMI EUROPEI

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POLITICHE DI

COESIONE FONDI STRUTTURALI FESR STRUMENTI DI PRE-ADESIONE IPA ENPI

POLITICHE E PROGRAMMI EUROPEI

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RGRMMA Marco Polo

FFOONNDDII SSTTRRUUTTTTUURRAALLII Le politiche di coesione europea trovano fondamento nell’art. 1581 del Trattato della Comunità Economica Europea, là dove si esplicita il principio che un armonioso sviluppo dello spazio comune europeo può essere perseguito solo attraverso il “rafforzamento della sua coesione economica e sociale”. Il principio, ai cui gli Stati membri si sono obbligati a conformare le loro politiche economiche, è stato poi riaffermato con i Protocolli di Nizza del 2000, entrati in vigore a seguito del processo di ratifica nel 2002 che, hanno rinnovato e aggiornato i contenuti del Trattato, compreso il Titolo “Coesione Economica e Sociale” (artt. 158-162). Nei primi anni di vita della CEE non si avvertiva necessità di politiche di coesione e di riequilibrio territoriale, anche in considerazione dell’omogeneità economica che caratterizzava i sei Stati fondatori. Tuttavia, fin dall’inizio è stato sviluppato dai paesi partner un politica regionale europea e sono stati creati alcuni strumenti finalizzati di sostegno (in particolare l’FSE – Fondo Sociale Europeo e la BEI - Banca Europea degli Investimenti). L’altro strumento principe della politica regionale europea, ovvero il FESR (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale), è stato creato qualche anno dopo l’entrata del Regno Unito nel mercato comune. Il 1985 segna un primo momento rilevante di evoluzione della politica di coesione europea. La 1 Art.158 del Trattato “Per promuovere uno sviluppo armonioso dell’insieme della Comunità, questa sviluppa e prosegue la propria azione intesa a realizzare il rafforzamento della sua coesione economica e sociale. In particolare la Comunità mira a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni ed il ritardo di sviluppo delle regioni meno favorite o insulari, comprese le zone rurali.”

presa di consapevolezza della specificità delle regioni che si affacciano sul Mediterraneo e del fatto, soprattutto, che queste aree pur essendo sottosviluppate non usufruivano dei benefici della Politica Agricola Comunitaria spinse gli organi comunitari a predisporre specifici strumenti di sostegno, che trovarono espressione nei Programmi Integrati Mediterranei (PIM). La novità più significativa dei PIM è rappresentata dalle modalità di assegnazione delle risorse, non più centrate sul “singolo progetto”, quanto piuttosto su un programma di sviluppo con orizzonte temporale almeno a medio termine. Con la firma dell'Atto Unico Europeo del 1986 la coesione economica e sociale europea vede riconosciuta una nuova centralità, con l’inserimento nel nuovo Trattato di uno specifico titolo, il quinto, ad essa finalizzato. In particolare, l'art. 130-A afferma esplicitamente che «la Comunità mira a ridurre il divario tra le diverse regioni e il ritardo delle regioni meno favorite». E l'art. 130-B dà sostanza a questa affermazione di principio individuando gli specifici strumenti comunitari da utilizzare, ovvero «i fondi a finalità strutturale» (i “Fondi Strutturali”): i già esistenti FSE e FESR, ai quali si aggiunge il Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia (FEOGA – sezione orientamento). Le risorse dei Fondi Strutturali furono raddoppiate per il periodo 1988- 1993 producendo così una poderosa spinta alla politica di coesione (Pacchetto Delors I). Contestualmente, nel nuovo Trattato veniva istituito, all'art. 130-D, un Fondo di Coesione finalizzato all'erogazione «di contributi finanziari a progetti in materia di ambiente e di reti transeuropee nel settore delle infrastrutture dei trasporti». I beneficiari di questo nuovo fondo potevano essere solo i paesi me mbri con un PIL inferiore al 90% della media UE (Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna).

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Nel 1993 viene finanziato il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali (Pacchetto Delors II), con un ulteriore incremento delle risorse da destinare alle aree meno sviluppate dello spazio comunitario e, coerentemente, uno sbilanciamento degli stanziamenti a favore dei c.d. “paesi della coesione” (i sopra citati Grecia, Portogallo, Irlanda e Spagna), verso cui fu dirottata oltre metà dei finanziamenti. Infine, il pacchetto di riforme nato dal documento “Agenda 2000” ha introdotto una serie di innovazioni che hanno migliorato l'efficienza dei Fondi Strutturali e del Fondo di Coesione. In particolare, le risorse dei Fondi Strutturali per il periodo 2000-2006 furono indirizzate: - a promuovere lo sviluppo e l'adeguamento strutturale delle regioni che presentano ritardi nello sviluppo4 (c.d. “Obiettivo 1” a cui è stato destinato il 67,7% degli stanziamenti); - a favorire la riconversione economica e sociale delle zone con difficoltà strutturali (c.d. “Obiettivo 2” con l’11,5% delle risorse); - a favorire l'adeguamento e l'ammodernamento delle politiche e dei sistemi di istruzione, formazione e occupazione; in particolare, attraverso la promozione di politiche attive per combattere la disoccupazione e potenziare le possibilità di inserimento lavorativo utilizzando sistemi di istruzione e formazione continua (c.d. “Obiettivo 3” con il 12,3% dei fondi). I Fondi Strutturali assorbono ormai circa un terzo del bilancio dell’Unione Europea. La politica di coesione intesa come politica industriale attiva e quindi dotata di fondi per intervenire, è stata finalizzata a riequilibrare le condizioni delle aree svantaggiate dal punto di vista socioeconomico, in particolare attraverso, il recupero delle sottodotazioni infrastrutturali dei territori deboli, con l’obiettivo di riallineare gli indici alla media U.E.2 e, dall’altro lato, l’aiuto

2 Le relazioni intermedie sulla politica di coesione sono reperibili sul sito web Inforegio. Sia la quarta relazione, COM(2006) 281 del 12/6/06, che la precedente, COM(2005) 192 del 17/5/05, risultano più orientate al nuovo periodo di programmazione ed agli obiettivi di Lisbona piuttosto che ad effettuare un bilancio sugli obiettivi di riequilibrio della programmazione in corso. Questo anche per difficoltà oggettive a reperire dati macroeconomici recenti a livello di regioni Obiettivo 1 e 2. Per contrastare tali difficoltà la Commissione ha quintuplicato il proprio contributo al progetto European

diretto alle imprese ma definendo limiti stringenti di eleggibilità (dimensione delle aziende, misura dei contributi) per non alterare la concorrenza nel mercato. LA PROGRAMMAZIONE 2007-2013 DEI FONDI STRUTTURALI Nel periodo di programmazione 2007-2013 si assiste ad un cambiamento della politica di coesione. A fianco della programmazione a prevalente carattere “territoriale”, sono proliferati programmi europei “settoriali” con riferimento alla ricerca, all’energia e all’ambiente, alle tecnologie digitali, ai trasporti, ecc. che progressivamente hanno incorporato elementi crescenti di politica industriale e di sviluppo. La nuova programmazione mette l’accento sulla competitività dell’Unione Europea nel suo complesso. Tale obiettivo diviene così il secondo pilastro della politica regionale di coesione. Questo si traduce nella previsione di un Obiettivo “Competitività regionale e occupazione” privo di limitazioni geografiche che si affianca ad un Obiettivo “Convergenza” più tradizionalmente definito territorialmente. Con la nuova programmazione sono state introdotte anche una serie di iniziative comunitarie che risultano importanti per inquadrare la nuova politica economica dell’Unione. Si fa riferimento in particolare: - all’azione della Commissione tesa a promuovere e coordinare le programmazioni nazionali a partire da una “riclassificazione” degli interventi in coerenza con le priorità dell’Agenda di Lisbona. - alla concentrazione di più iniziative comunitarie “settoriali” in un unico programma quadro per la competitività e l’innovazione 2007-20133 con una dotazione di 3.621 milioni di Euro e 3 programmi specifici:

Spatial Planning Observation Network (ESPON). Per maggiori informazioni si veda il sito www.espon.eu. 3 Decisione N. 1639/2006 CE del 24/10/06 in GUCE L. 310 del 9 novembre 2006.

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(1)innovazione ed imprenditorialità da sostenersi soprattutto mediante strumenti di ingegneria finanziaria a favore delle PMI, (2) sostegno alla politica in materia di tecnologie dell’informazione e della telecomunicazione; (3) energia intelligente; - alla definizione da parte della Commissione in collaborazione con le istituzioni finanziarie europee di tre strumenti finanziari: JEREMIE, JESSICA e JASPER, da utilizzare anche a sostegno della programmazione 2007-2013 dei Fondi Strutturali; I nuovi fondi strutturali prevedono alcune novità/cambiamenti: - una maggiore concentrazione rispetto agli obiettivi di crescita ed occupazione; - un maggior decentramento. La Commissione si concentrerà maggiormente sulla condivisione delle strategie e quindi sui risultati attesi, lasciando più autonomia e responsabilità gestionale agli organi territoriali a fronte di standard comuni per la gestione, il controllo e la valutazione finanziaria; - l’enfasi sui partenariati pubblico-privati; - l’enfasi sulle formule di ingegneria finanziaria anche mediante il coinvolgimento della professionalità e delle risorse della BEI e del FEI e, più ampiamente, degli intermediari finanziari. 1. JEREMIE (Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises) per migliorare l’accesso ai finanziamenti allo sviluppo delle PMI della U.E. mediante provvista agevolata per prodotti finanziari innovativi e contribuzione agli extra-costi di gestione degli intermediari finanziari specializzati; 2. JASPER (Joint Assistance to Support Projects in European Region) che, coinvolgendo anche la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), intende assistere gli Stati membri e le regioni per predisporre progetti di grande rilievo e coinvolgere il capitale privato; 3. JESSICA (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas) che, coinvolgendo anche la Banca di Sviluppo del Consiglio di Europa (CEB), intende promuovere investimenti sostenibili nelle aree urbane,

attraverso l’assistenza fornita alle autorità locali nel definire progettazioni complesse e su misura, nonché attraverso il sostegno a grandi progetti, anche in PPP, e ad iniziative per promuovere imprenditorialità diffusa (operativamente un mix di strumenti JEREMIE e JASPER). IL FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE Il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) è stato determinato dal Regolamento (CE) n. 1080/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea lo scorso 31 luglio 2006, che ne definisce i compiti ed il campo di applicazione con riguardo agli obiettivi della “Convergenza”, della “Competitività regionale e occupazione” e della “Cooperazione territoriale europea” che saranno oggetto di approfondimento nel capitolo successivo. L’articolo 160 del Trattato stabilisce che il FESR è finalizzato alla correzione dei principali squilibri regionali che si ravvisano all’interno della Comunità “attraverso il sostegno allo sviluppo e all’adeguamento strutturale delle economie regionali, inclusa la riconversione delle regioni industriali in declino e delle regioni in ritardo di sviluppo, e sostenendo la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale”. In questa maniera il FESR “dà attuazione alle priorità comunitarie e in particolare all’esigenza di rafforzare la competitività e l’innovazione, creare e mantenere posti di lavoro stabili e assicurare lo sviluppo sostenibile”. A livello generale, il FESR contribuisce al finanziamento: - di investimenti produttivi che contribuiscono alla creazione e al mantenimento di posti di lavoro stabili; - di investimenti in infrastrutture; - dello sviluppo del potenziale endogeno attraverso misure che sostengono alla crescita regionale e locale; - dell’assistenza tecnica, secondo quanto disposto agli articoli 45 e 46 del regolamento (CE) n. 1083/2006. Più in dettaglio, nell’ambito dell’obiettivo “Convergenza”, che vede la compartecipazione

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anche dell’FSE e del Fondo di coesione, il FESR concentra il suo intervento sul sostegno allo sviluppo economico sostenibile e integrato, a livello regionale e locale, e all’occupazione, principalmente perseguendo priorità in materia di: - ricerca e sviluppo tecnologico (R&ST); -sviluppo delle infrastrutture di comunicazioni elettroniche, dei contenuti e dei connessi servizi; - “iniziative locali per lo sviluppo e supporto alle infrastrutture che forniscono servizi zonali per creare nuovi posti di lavoro, laddove tali azioni esulano dal campo d’applicazione del Regolamento (CE) n. 1081/2006”; - prevenzione dei rischi (naturali e tecnologici); - valorizzazione del turismo e delle risorse ambientali e del patrimonio culturale; -trasporti, attraverso investimenti finalizzati allo sviluppo ed alla fluidificazione del sistema all’interno del quale viene evidenziato, oltre il miglioramento delle reti transeuropee e dei connessi collegamenti, anche lo sviluppo di “strategie integrate per un trasporto pulito”, di qualità che non può prescindere sia da una più equilibrata ripartizione modale sia dalla valorizzazione dei sistemi intermodali; - investimenti nell’istruzione, nella sanità e nelle infrastrutture sociali. Il FESR che interviene, insieme all’FSE, anche nell’ambito dell’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” si concentra principalmente sulle tre priorità: - innovazione ed economia della conoscenza; - ambiente e prevenzione dei rischi facendo riferimento, tra le altre, alla promozione dell’efficienza energetica, alla produzione di energie rinnovabili ed alla promozione di trasporti pubblici puliti e sostenibili soprattutto nelle aree urbane; - accesso ai servizi di trasporto e di telecomunicazioni di interesse economico generale tra cui “il potenziamento delle reti di trasporto secondarie, mediante il miglioramento dei collegamenti con le reti TEN-T, con gli snodi ferroviari, gli aeroporti e i porti regionali o con le piattaforme multimodali; mediante la creazione di collegamenti radiali con le principali linee ferroviarie; mediante la promozione delle vie navigabili interne regionali e locali e del trasporto

marittimo a corto raggio”. Infine, nell’ambito dell’obiettivo “Cooperazione territoriale europea”4 , di esclusiva pertinenza dell’intervento del FESR, l’attenzione è rivolta a priorità quali: -la “realizzazione di attività economiche, sociali e ambientali transfrontaliere mediante strategie comuni di sviluppo territoriale sostenibile”; -la “creazione e sviluppo della cooperazione transnazionale, inclusa la cooperazione bilaterale tra regioni marittime” non disciplinata dal punto precedente, tramite il finanziamento di reti ed azioni che favoriscono uno sviluppo territoriale integrato; -il rafforzamento dell’efficacia della politica regionale tramite la promozione della cooperazione interregionale, lo scambio di esperienze in merito alle “migliori prassi”, ecc. Secondo il Regolamento n. 1080/2006, gli Stati membri che partecipano ad un programma operativo sono tenuti a designare: - un’autorità di gestione unica, che è responsabile della gestione e dell’attuazione del programma operativo; - un’autorità di certificazione unica, che riceve i pagamenti effettuati dalla Commissione e, come regola generale, effettua i pagamenti al beneficiario; -un’autorità di audit unica. Tuttavia al fine di convalidare le spese, ogni Stato membro predispone un sistema di controllo che verifica la fornitura dei beni e dei servizi cofinanziati, la veridicità delle spese dichiarate (per le operazioni o le parti di operazioni realizzate sul proprio territorio) e la conformità di tali spese, e delle relative operazioni o parti di operazioni, con le norme comunitarie e nazionali. A tale scopo ciascuno Stato membro designa i controllori responsabili della verifica della legittimità e regolarità delle spese dichiarate da ciascuno dei beneficiari. 4 All’articolo 18 del regolamento in esame è previsto che “gli Stati membri che partecipano ad un programma operativo nell’ambito dell’obiettivo «Cooperazione territoriale europea» possono ricorrere ad un gruppo europeo di cooperazione territoriale a norma del regolamento (CE) n. 1082/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’5 luglio 2006, relativo ad un gruppo europeo di cooperazione territoriale (GECT)

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IL FONDO DI COESIONE Istituito con il Trattato di Maastricht, con l’obiettivo di supportare i paesi più svantaggiati dell’Unione europea nel ridurre il differenziale economico che li separava dagli Stati membri, il Fondo di coesione opera a sostegno di progetti riguardanti: - il trasporto: le reti transeuropee di trasporto ed in particolare di quelli considerati essere di prioritario interesse comune; - l’ambiente: che rientrano nell’ambito delle priorità attribuite alla politica comunitaria di tutela ambientale in virtù del relativo programma di azione. Ambiente e trasporto rappresentavano gli interventi più consistenti del Fondo di coesione che è rivolto verso quei paesi che hanno un reddito nazionale lordo pro-capite inferiore al 90% della media comunitaria. In particolare, specifica l’articolo 2 del Regolamento n. 1084/2006 che disciplina il Fondo, esso “può intervenire anche nei settori collegati allo sviluppo sostenibile che presentano chiari vantaggi ambientali, quali l’efficienza energetica e le energie rinnovabili e, nel settore dei trasporti al di fuori delle reti transeuropee, le ferrovie, le vie navigabili fluviali, il trasporto marittimo, i sistemi multimodali di trasporto e la loro interoperabilità, la gestione del traffico stradale, marittimo e aereo, il trasporto urbano pulito e il trasporto pubblico”. Di rilievo appare anche l’esplicita menzione delle reti transeuropee nell’ambito di applicazione del fondo (articolo 2). La dotazione finanziaria riconosciuta al fondo passata dai 18 miliardi di euro del precedente periodo, ai 61,59 miliardi per il periodo 2007-2013, che ha più che triplicato le disponibilità in ragione anche dell’aumentato numero dei paesi beneficiari. GLI OBIETTIVI DELLA POLITICA DI COESIONE

• “Obiettivo Convergenza e competitività”

L’obiettivo Convergenza riguarda gli Stati membri e le regioni meno sviluppate, che costituiscono l’oggetto prioritario della politica di coesione comunitaria. L’importanza di questo obiettivo assume una rilevanza strategica, dopo l’allargamento che comporta un aumento delle disparità all’interno dell’Unione, la cui riduzione richiede sforzi sostenuti a lungo termine. Come si legge nel Regolamento del Consiglio “Recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di Coesione”5 : “l'obiettivo «Convergenza», (…) è volto ad accelerare la convergenza degli Stati membri e regioni in ritardo di sviluppo migliorando le condizioni per la crescita e l'occupazione tramite l'aumento e il miglioramento della qualità degli investimenti in capitale fisico e umano, lo sviluppo dell'innovazione e della società della conoscenza, dell'adattabilità ai cambiamenti economici e sociali, la tutela e il miglioramento della qualità dell'ambiente e l'efficienza amministrativa. Questo obiettivo costituisce la priorità dei Fondi”.

Aree interessate:

gli Stati membri il cui RLN è inferiore al 90% della media europea;

Regioni con PIL inferiore al 75% rispetto al PIL europeo

(in Italia: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia).

Fondi: F.do di Coesione, FESR, FSE.

Risorse disponibili:

Secondo il Regolamento 1083/2006; all’obiettivo Convergenza sono attribuite l’81,54% delle risorse globali, pari a circa 251 miliardi di euro

5 Regolamento (CE) 1083/2006 del Consiglio dell’11 luglio 2006.

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• “Obiettivo Competitività regionale e occupazionale”

L’obiettivo Competitività regionale e occupazione intende rafforzare la competitività e l’attrattività delle regioni nonché l’occupazione a livello regionale. Nel Regolamento 1083/2006 del Consiglio si definisce l’obiettivo: “«Competitività regionale e occupazione» che punta, al di fuori delle regioni in ritardo di sviluppo, a rafforzare la competitività e le attrattive delle regioni e l'occupazione anticipando i cambiamenti economici e sociali, inclusi quelli connessi all'apertura degli scambi, mediante l'incremento e il miglioramento della qualità degli investimenti nel capitale umano, l'innovazione e la promozione della società della conoscenza, l'imprenditorialità, la tutela e il miglioramento dell'ambiente e il miglioramento dell'accessibilità, dell'adattabilità dei lavoratori e delle imprese e lo sviluppo di mercati del lavoro inclusivi”. Nella definizione è presente un duplice approccio: - l’attuazione di programmi di sviluppo intesi ad aiutare le regioni ad anticipare e a promuovere il cambiamento economico mediante l’innovazione e la promozione della società della conoscenza, l’imprenditorialità la protezione dell’ambiente e il miglioramento della loro accessibilità; tali interventi saranno realizzati attraverso i programmi regionali finanziati dal FESR; - attraverso i programmi finanziati dal FSE, la politica di coesione aiuterà a prevedere i cambiamenti economici e ad adattarvisi sostenendo politiche volte a garantire la creazione di posti di lavoro, il miglioramento della qualità e della produttività del lavoro e l’inserimento sociale.

Aree interessate:

Tutte le regioni europee non incluse nella Priorità 1 e cioè:

le Regioni ex obiettivo 2 e 3 e le Regioni in “Phasing in”(aree “in fase di uscita”, che erano aree

depresse fino al 31.12.1999 ma che non lo sono più a partire dal 1 gennaio 2000)

Fondi: FESR, FSE.

Risorse disponibili:

Le risorse destinate all’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” rappresentano il 15,95% delle risorse totali destinate ai Fondi, pari a circa 49,1 miliardi di euro

• “Cooperazione territoriale europea”

Questo obiettivo si basa sull’esperienza dell’iniziativa INTERREG6, che la Commissione intende proseguire attraverso la creazione di un nuovo obiettivo volto a garantire l’integrazione armoniosa ed equilibrata del territorio dell’Unione. L’obiettivo “Cooperazione territoriale europea, è inteso a rafforzare la cooperazione transfrontaliera mediante iniziative congiunte locali e regionali, a rafforzare la cooperazione transnazionale mediante azioni volte allo sviluppo territoriale integrato connesse alle priorità comunitarie e a rafforzare la cooperazione interregionale e lo scambio di esperienze al livello territoriale adeguato”. La popolazione che vive nelle regioni transfrontaliere corrisponde a 181,7 milioni che rappresentano il 37,5% della popolazione complessiva dell’Ue. L’azione sarà finanziata dai fondi FESR e s’incentrerà sui programmi integrati gestiti da una

6 Obiettivo generale delle iniziative INTERREG è quello di fare in modo che i confini nazionali esistenti non costituiscano impedimenti allo sviluppo equilibrato e all'integrazione del territorio europeo. In particolare, la filosofia INTERREG riserva finanziamenti a programmi di sviluppo e progetti promossi nelle regioni di confine, al miglioramento della competitività e del potenziale economico delle regioni aderenti, a persone ed istituzioni impegnate nella realizzazione di progetti transfrontalieri e alla valorizzazione della vita nelle regioni di confine. In generale, vengono incentivati la comunicazione e lo scambio di esperienze transfrontaliere su problemi concreti delle zone di confine. INTERREG III (relativo al periodo di programmazione 2000-2006) ripropone i programmi già rivelatisi validi durante INTERREG II, tesi a promuovere la cooperazione transfrontaliera fra regioni confinanti. Inoltre, vengono sostenute altre due forme di cooperazione, quella transnazionale e quella interregionale. Principio ispiratore di INTERREG è il superamento dei confini nazionali a sostegno di uno sviluppo equilibrato e dell'integrazione del territorio europeo.

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singola autorità che perseguiranno priorità comunitarie fondamentali connesse alle agende di Lisbona e Göteborg

Aree interessate:

le regioni della Comunità di livello NUTS 3 (le province italiane) situate lungo tutte le frontiere terrestri interne e lungo talune frontiere terrestri esterne e tutte quelle situate lungo le frontiere marittime. Ai fini della cooperazione transnazionale la Commissione adotta un elenco delle zone transnazionali ammissibili ripartite per programma. Ai fini della cooperazione interregionale, delle reti di cooperazione e dello scambio di esperienze è ammissibile invece, l’intero territorio della Comunità.

Fondi: FESR.

Risorse disponibili:

Le risorse destinate all’obiettivo “Cooperazione territoriale europea” ammontano al 2,52% del totale pari a circa 7,7 miliardi di euro.

Il pacchetto di regolamenti per la politica di coesione 2007-2013 si articola in un regolamento generale che prevede norme comuni per tutti gli strumenti, accompagnato da regolamenti specifici per il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione. Viene inoltre proposto un nuovo regolamento per fornire un quadro orientativo agli Stati membri e alle regioni per la creazione di Gruppi Europei per la Cooperazione Transfrontaliera (GECT), allo scopo di superare gli ostacoli a tale tipo di cooperazione. Non farà più parte dei fondi di sviluppo regionale il FEOGA (Fondo Europeo Agricolo di Orientamento e Garanzia): nelle prospettive

finanziarie, l’agricoltura occupa una voce a sé stante. Sarà costituito il nuovo Fondo Europeo per la PESCA, che non opererà più all’interno dei fondi strutturali. Fondo sociale europeo Per il periodo 2007-2013, il Fondo sociale europeo offre sostegno per la previsione e la gestione del cambiamento economico e sociale, con una serie di opportunità per sostenere le PMI. Le quattro aree chiave di intervento nell'ambito dell'obiettivo di "Competitività e occupazione regionale" sono: 1. incremento dell'adattabilità di lavoratori e imprese; 2. miglioramento dell'accesso all'occupazione e della partecipazione nel mercato del lavoro; 3. rafforzamento dell'inclusione sociale attraverso la lotta alla discriminazione e l'agevolazione dell'accesso al mercato del lavoro da parte delle persone svantaggiate; 4. promozione di partenariati per le riforme nei campi dell'occupazione e dell'inclusione. Nelle regioni meno abbienti, il fondo si concentra sulla promozione di adeguamenti, crescita e creazione di lavoro di carattere strutturale. A tal fine, nell'ambito dell'obiettivo di "Convergenza", il FSE sostiene anche: 1. attività di espansione e miglioramento degli investimenti in capitale umano, in particolare attraverso il miglioramento dei sistemi di istruzione e formazione; 2. iniziative finalizzate allo sviluppo di capacità istituzionali e dell'efficienza delle pubbliche amministrazioni, a livello nazionale, regionale e locale. Fondo per lo sviluppo rurale Il Fondo per lo sviluppo rurale per il periodo 2007-2013 si concentra su tre assi tematici:

- miglioramento della competitività per l'agricoltura e lo sviluppo forestale;

- ambiente e campagna; - miglioramento della qualità della vita e

diversificazione dell'economia rurale.

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Un quarto asse introduce inoltre possibilità di approcci locali di sviluppo rurale dal basso verso l'alto. Per ogni gruppo di priorità, gli Stati membri preparano strategie nazionali di sviluppo rurale sulla base delle seguenti sei linee guida strategiche comunitarie: 1. miglioramento della competitività dei settori agricolo e forestale; 2. miglioramento dell'ambiente e della campagna; 3. miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali e incoraggiamento della diversificazione; 4. sviluppo della capacità locale di occupazione e diversificazione; 5. traduzione delle priorità in programmi; 6. complementarietà fra strumenti comunitari. Per ulteriori informazioni: http://ec.europa.eu/agriculture/rurdev/index_it.htm

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PPRROOGGRRAAMMMMII DDII CCOOOOPPEERRAAZZIIOONNEE

TTEERRRRIITTOORRIIAALLEE 22000077--22001133

I programmi degli spazi transnazionali sono principalmente focalizzati sui temi prioritari della politica di coesione e delle strategie di Lisbona e di Goteborg. In particolare le tematiche relative ad innovazione, accessibilità, ambiente e sviluppo urbano sostenibile sono in via di approfondimento e specificazione in relazione alle peculiarità di ciascun spazio. Anche la localizzazione delle operazioni deve essere oggetto di riflessione e sottintende la necessità di valutare l’esigenza della maggiore integrazione possibile fra i diversi spazi di cooperazione al fine di rafforzare la centralità dell’Italia rispetto all’Europa nel suo complesso e al Mediterraneo. L’impostazione comune è quella di rafforzare la cooperazione ai vari livelli istituzionali e di concentrare le risorse su progetti cosiddetti "strategici”. In generale si coglie la volontà di fare un salto di qualità nella programmazione per sviluppare una dimensione strategica dei programmi e capitalizzarne i risultati, un approccio che dalla mera gestione finanziaria dei progetti si sposta alla verifica di coerenza dei temi da sviluppare, alla qualità dell’apporto dei soggetti da coinvolgere e al valore aggiunto che ciò assicura alla strategia del programma. Questo contenuto strategico dei programmi rafforza l’esigenza di un coordinamento che assicuri coerenza alle priorità nazionali per potenziare il sistema di relazioni da sviluppare in ambito comunitario attraverso l’Obiettivo Cooperazione territoriale. Degli 846,45 ml di euro della ripartizione finanziaria indicativa per lo Stato italiano (sommando lo stanziamento previsto per ciascun programma), al bacino Mediterraneo è destinato il 65% circa; risorse da utilizzare anche in

relazione al ruolo che l’Italia e il suo sistema istituzionale intende svolgere nel Mediterraneo. Gli spazi di cooperazione 2007-2013 L’obiettivo cooperazione territoriale europea cofinanzia sul territorio nazionale 15 programmi: − 7 transfrontalieri interni, 1 transfrontaliero

esterno IPA (Instrument of Pre-accession Assistance - Nuovo strumento comunitario quadro per la cooperazione con i Paesi in preadesione o in possibile preadesione), 1 transfrontaliero esterno ENPI (European Neighbourhood and Partnership Instrument - Nuovo strumento comunitario per la cooperazione con i Paesi confinanti con l'Unione Europea e non coinvolti nelle strategie di preadesione);

− 4 transnazionali, 1 multilaterale di bacino ENPI, e 1 interregionale (programma unico che comprende tutto il territorio europeo).

La programmazione 2007-2013, per quanto riguarda la cooperazione transnazionale, ENPI CBC ed IPA, prevede le seguenti novità: – Lo spazio Mediterraneo, suddiviso nel

periodo 2000-2006 in due pro grammi operativi (MEDOCC ed Archimed), nella programmazione 2007/2013 è stato unificato in un unico programma di bacino marittimo; con l’ampliamento a 18 regioni italiane e alla Slovenia, è lo spazio di cooperazione più esteso della Comunità con 9 Paesi me mbri

– Il programma CADSES, per contro, è stato articolato nei due spazi Europa Centrale (CEUS) ed Europa Sud Orientale (SEES). Il primo coinvolge 7 Paesi membri ed è funzionalmente collegato alla realtà centro europea, e mette in stretta relazione i Paesi della nuova Europa con le regioni dell'Italia settentrionale. Il secondo coinvolge 7 Paesi membri ed è centrato sui Paesi dell'area balcanico-danubiana apre ampi spazi di cooperazione tra le regioni orientali italiane in un'area estremamente interessante, anche se problematica, per le prospettive di sviluppo ed integrazione sociale

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– Lo Spazio Alpino, il più omogeneo sotto il profilo geografico, comprende i 7 Paesi del sistema alpino, ma profonde sono le differenze sul piano culturale e linguistico, aspetti accentuati dai problemi di accessibilità del territorio

– Il nuovo Programma multilaterale di bacino ENPI CBC Mediterraneo che, comprendendo sia le regioni di Paesi membri e di Paesi della riva sud del Mediterraneo e aprendo maggiormente gli obiettivi di azione congiunta, rappresenta una inedita opportunità di imprimere nuovo slancio alla cooperazione in quell’area. Sono eleggibili al Programma le nove regioni italiane che si affacciano sul Mar Tirreno e sul Mar Ionio

– Il nuovo programma ADRIATICO IPA nasce dall’evoluzione del programma Transfrontaliero Adriatico, prevede la cooperazione a livello provinciale tra le due sponde del bacino adriatico (NUT 3), vede coinvolte tutte le provincie costiere adriatiche italiane e le equivalenti entità territoriali delle 4 Nazioni adriatiche orientali (IPA). Con l’inserimento di territori di Slovenia e Grecia viene ad assumere un rilievo oggettivo di programma multilaterale di bacino con indubbi vantaggi strategici per i territori partecipanti.

Nella bozza tecnico-amministrativa del Quadro Strategico Nazionale (QSN) 2007/2013 sono state definite le priorità di interesse nazionale e gli orientamenti specifici per il coordinamento dei programmi. Per l’obiettivo cooperazione territoriale europea è stata prevista nel contesto del QSN l’istituzione di un Gruppo di coordinamento strategico tra Regioni e Amministrazione centrale, coordinato da una Amministrazione centrale che consentirà di avere una visione d’insieme di tutte le attività inerenti l’obiettivo di cooperazione territoriale, permettendo di cogliere meglio, ad esempio, le interazioni tra cooperazione frontaliera, transnazionale e interregionale, sia in relazione a specifiche priorità tematiche, sia in relazione a specifici territori. In questa fase di elaborazione dei programmi operativi il coordinamento viene

svolto dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione (DPS) del Ministero dello Sviluppo Economico, come prosecuzione del Gruppo Tecnico Ob. 3 istituito per la elaborazione del QSN.

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MMEEDDIITTEERRRRAANNEEOO Base giuridica: Regolamento (CE) N. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione Obiettivi Obiettivo generale: Rafforzare la competitività e lo sviluppo sostenibile, con particolare attenzione alla protezione dell’ambiente a alla coesione territoriale, facendo leva sulla forte identità naturale e culturale dello Spazio Mediterraneo Obiettivi specifici: Rafforzare l’innovazione e la competitività tra gli attori economici; migliorare l’efficacia energetica; proteggere e rafforzare le risorse territoriali sensibili; prevenire i rischi marittimi e rafforzare la sicurezza in mare; adattare l’utilizzo delle reti (materiali e immateriali) alla necessità dello sviluppo economico sostenibile; promuovere l’integrazione transnazionale delle politiche per lo sviluppo dei territori Assi prioritari:

1) Promuovere l’innovazione e lo sviluppo economico per migliorare la competitività nello spazio Mediterraneo

2) Governare gli effetti della attività umana sull’ambiente, valorizzare le risorse territoriali e prevenire i rischi;

3) Migliorare la mobilità e l’accessibilità sostenibile dei territori

4) Promuovere lo sviluppo urbano sostenibile

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1) Promuovere l’innovazione e lo sviluppo economico per migliorare la competitività nello spazio Mediterraneo - Favorire l’innovazione e il trasferimento tecnologico tra PMI - Favorire i legami tra imprese e ricerca applicata - Favorire la competitività e l’occupazione attraverso il rafforzamento delle dinamiche territoriali (poli territoriali d’eccellenza)

2) Governare gli effetti della attività umana sull’ambiente, valorizzare le risorse territoriali e prevenire i rischi; - sostenere l’innovazione tecnologica per la produzione e l’utilizzo delle energie rinnovabili; - ridurre il consumo e favorire l’utilizzo delle energie rinnovabili - proteggere, valorizzare e mettere in sicurezza le risorse idriche - limitare l’inquinamento e promuovere uno sviluppo sostenibile degli spazi sensibili - coordinare la prevenzione e la lotta contro i rischi naturali - coordinare i dispositivi di prevenzione e intervento per la sicurezza marittima

3) Migliorare la mobilità e l’accessibilità

sostenibile dei territori - Migliorare la transnazionalità e l’accessibilità dei territori - Migliorare l’accesso ai servizi della società dell’informazione anche per ridurre il numero dei territori isolati; - Rafforzare la multimodalità e favorire l’uso sostenibile dei trasporti

4) Promuovere lo sviluppo urbano

sostenibile - promuovere strategie transnazionali di sviluppo territoriale

- promuovere l’identità culturale dei territori per rafforzare l’attrattività dello spazio mediterraneo

Beneficiari Autorità pubbliche regionali e locali, enti pubblici equivalenti ed altri soggetti specifici per ogni priorità. Aree geografiche Italia: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campagna, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia-Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Umbria, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Veneto. Cipro (tutto il paese), Francia (Corsica, Languedoc-Roussillon, Provence-Alpes-Cote d’Azur, Rhone-Alpes); Grecia (tutto il paese); Malta; Portogallo (Algarve, Alentejo); Slovenia (tutto il paese); Spagna (Andalusia, Argon, Catatonia, isole Baleari, Murcia, Valencia, Ceuta e Melilla); Regno Unito (Gibilterra) Budget 191 milioni di euro contributo FESR Scadenza Il programma è istituito per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2013. Indirizzo web http://interreg-medocc.org

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EEUURROOPPAA CCEENNTTRRAALLEE Base giuridica: Regolamento (CE) N. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione Obiettivi

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Obiettivo generale: Rafforzare la coesione territoriale, promuovere l’integrazione interna e rafforzare l’identità comune dello Spazio dell’Europa Centrale. Obiettivi specifici: Migliorare la competitività, dell’area cercando nuove strutture e rafforzando le esistenti per l’innovazione e l’accessibilità; Migliorare uno sviluppo territoriale bilanciato e sostenibile rafforzando la qualità dell’ambiente e sviluppando città e regioni attraenti nell’Europa Centrale Priorità tematiche 1. Favorire lo sviluppo dell’innovazione 2. Migliorare l’accessibilità 3. Ambiente 4. Rafforzare la competitività e l’attrattività delle città e delle regioni Priorità tematica 1 Favorire lo sviluppo dell’innovazione nell’Europa Centrale • Rafforzare le condizioni quadro per l’innovazione • Sviluppare capacità e competenze per la diffusione e l’applicazione dell’innovazione • Investire nelle risorse umane per una migliore sviluppo della conoscenza Priorità tematica 2 Migliorare l’accessibilità in Europa Centrale • Migliorare l’interconnettività dell’Europa Centrale • Sviluppare la cooperazione nella logistica • Promuovere trasporti sostenibili e sicuri • Promuovere tecnologie di informazio ne e comunicazione e soluzioni alternative per rafforzare l’ accessibilità Priorità tematica 3 Ambiente • Sviluppare l’alta qualità ambientale attraverso la gestione di risorse naturali e culturali • Ridurre i rischi e l’ impatto dei rischi naturali e di quelli creati dall’uomo • Supportare l’uso di fonti di energia rinnovabile e incrementare l’efficienza energetica

• Supportare tecnologie ed attività compatibili con l’ambiente Priorità tematica 4 Rafforzare la competitività e l’attrattività delle città e delle regioni • Promuovere la cooperazione urbana policentrica • Migliorare l’ambiente per rafforzare le funzioni urbane • Rivolgere l’attenzione alle ricadute sul territorio dei cambiamenti demografici e sociali in particolare sullo sviluppo urbano e regionale • Capitalizzare le risorse culturali per aumentare l’attrattività delle città e delle regioni Beneficiari Autorità pubbliche regionali e locali, enti pubblici equivalenti ed altri soggetti specifici per ogni priorità. Aree geografiche Italia: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Provincia Autonoma Bolzano, Provincia Autonoma Trento, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna; Austria (l’intero paese), Repubblica Ceca (l’intero paese); Germania (Baden-Wuerttemberg, Bayern, Berlin, Brandenburg, Mecklenburg-Vorpommern, Sachsen, Sachsen-Anhalt, Thueringen); Ungheria (l’intero paese); Polonia (l’intero paese); Repubblica Slovacca (l’intero paese); Slovenia (l’intero paese); Ucraina (l’intero paese) Budget FESR: 230 milioni di euro Scadenza Il programma è istituito per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2013. Indirizzo web www.central2013.eu

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EEUURROOPPAA SSUUDD--OORRIIEENNTTAALLEE

Base giuridica: Regolamento (CE) N. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione Obiettivi Obiettivo generale: Rafforzare la coesione, la competitività e la stabilità consolidando la cooperazione e migliorare l’integrazione assicurando lo sviluppo sostenibile nell’area Sud-Orientale dell’Europa Obiettivi specifici a)Rafforzare la competitività basata sul potenziale endogeno promuovendo l’accessibilità e lo sviluppo di reti innovative b)Rafforzare azioni di cooperazione sostenibile e partenariati volti a favorire la promozione integrata delle risorse naturali ed ambientali e del patrimonio culturale Priorità tematiche 1. Innovazione, competitività ed economia della conoscenza 2. Accessibilità 3. Sviluppo Urbano policentrico 4. Ambiente Priorità tematica 1 Innovazione, competitività ed economia della conoscenza • Sviluppo delle capacità di ricerca applicata e delle competenze nel campo della creazione e disseminazione dell’innovazione • Sviluppo di piattaforme e reti internazionali ed innovative, sviluppo di PMI innovative • Aumento della competenza nel campo dell’innovazione Priorità tematica 2 Accessibilità

• Migliorare la accessibilità e la connessione attraverso infrastrutture fisiche • Migliorare la accessibilità e la connessione attraverso collegamenti ICT • Piattaforme multimediali innovative • Promuovere la pianificazione coordinata e la gestione della logistica Priorità tematica 3 Sviluppo Urbano policentrico • Promuovere le reti urbane e lo sviluppo policentrico • Provvedere adeguati livelli di servizi • Migliorare la cooperazione tra aree urbane e rurali • Promuovere la governance urbana • Promuovere il patrimonio culturale, lo sviluppo sostenibile Priorità tematica 4 Ambiente • Aumentare la sensibilizzazione e le capacità per la protezione ambientale • Promuovere innovazione e cooperazione nella protezione e miglioramento dell’ambiente • Promuovere la produzione di fonti di energia rinnovabili • Effettiva gestione ed utilizzazione di risorse a rischio • Prevenzione dai rischi ambientali • Gestione integrata delle acque Beneficiari Autorità pubbliche regionali e locali, enti pubblici equivalenti ed altri soggetti specifici per ogni priorità. Aree geografiche Italia: Lombardia, Provincia autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Veneto, Friuli-Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata); Austria (Burgerland, Niederoesterreich, Wien, Kaernten, Steiermark, Oeberoesterreich, Salzburg, Tirol, Vorarlberg); Grecia; Ungheria; Slovenia; Slovacchia; Bulgaria; Romania; Turchia; Croazia; Fyrom; Albania; Bosnia; Serbia-Montenegro; Moldavia e Ucraina

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Budget FESR: 201 milioni di euro Scadenza Il programma è istituito per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2013. Indirizzo web www.cadses.net

PPRROOGGRRAAMMMMAA TTRRAANNSSNNAAZZIIOONNAALLEE

SSPPAAZZIIOO--AALLPPIINNOO Base giuridica: Regolamento (CE) N. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione Obiettivi Obiettivi generali: Aumentare le possibilità di sviluppo basate sui settori tradizionale e l’eredità culturale così come sui settori emergenti a livello transnazionale; Rafforzare il ruolo delle aree urbane come motori di uno sviluppo sostenibile Obiettivi specifici: Incoraggiare l’innovazione e la capacità di impresa e rafforzare le capacità di ricerca e innovazione delle PMI; rafforzare lo sviluppo bilanciato del territorio per fare dello Spazio Alpino un luogo attrattivo per viverci, lavorare ed investire; migliorare l’accessibilità dello Spazio Alpino e gestire le conseguenze economiche ed ambientali dei sistemi di trasporto; migliorare l’accessibilità ai servizi e la connettività dello Spazio Alpino; proteggere, gestire e rafforzare il patrimonio naturale e culturale per uno sviluppo sostenibile; prevenire e mitigare i rischi naturali e gestire le loro conseguenze, con un particolare riguardo agli impatti conseguenti al cambiamento climatico. Priorità tematiche Priorità tematica 1: Competitività ed attrattività dello Spazio Alpino:

- Rinforzare le capacità di innovazione delle PMI creando appositi strumenti per il loro sviluppo e promuovere una cooperazione stabile tra le piccole medie imprese e i centri R&D - Aumentare le possibilità di sviluppo basate sui settori tradizionali e l’eredità culturale così come sui settori emergenti a livello transnazionale Rafforzare il ruolo delle aree urbane come motori di uno sviluppo sostenibile Priorità tematica 2: Accessibilità e collegamenti:

- Assicurare un acceso equo ai servizi pubblici, ai trasporti, all’informazione, alla conoscenza all’interno dell’area. - Promuovere e rafforzare l’accesso e l’utilizzo delle infrastrutture esistenti con l’obiettivo di ottimizzarne i benefici economici e sociali. - Rafforzare i collegamenti esistenti per il potenziamento di modelli territoriali policentrici e per porre le basi per una società dell’informazione - Promuovere modelli di mobilità innovativi e sostenibili con particolare attenzione all’ambiente e alla salute umana. - Mitigare le conseguenze negative dei flussi di traffico che attraversano le Alpi

Priorità tematica 3: Ambiente e prevenzione dei rischi: - Stimolare e sviluppare la cooperazione su questioni legate alla protezione ambientale; - Stimolare approcci integrati per la conservazione, la pianificazione e la gestione di risorse naturali e culturali; - Stimolare lo sviluppo del concetto dell’efficienza delle risorse nel rispetto dell’acqua, dell’energia, dell’utilizzo del territorio, delle materie prime e delle altre risorse naturali; - Prevedere, mitigare e gestire gli impatti dei rischi naturali e tecnologici Beneficiari Autorità pubbliche regionali e locali, enti pubblici equivalenti ed altri soggetti specifici per ogni priorità.

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Aree geografiche Italia: Lombardia, Friuli-Venezia-Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria). Austria (intero territorio); Germania (Oberbayern, Schwaben, Tuebingen, Freiburg im Breisgau); Francia (Rhone Alpes, PACA, Franche Comté, Alsazia); Slovenia (intero territorio); Paesi terzi: Svizzera e Liechtenstein Budget FESR: 97 milioni di euro Scadenza Il programma è istituito per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2013. Indirizzo web www.alpinespace.org

PPRROOGGRRAAMMMMAA DDII CCOOOOPPEERRAAZZIIOONNEE

IINNTTEERRRREEGGIIOONNAALLEE ((IINNTTEERRRRGG IIVVCC))

Base giuridica: Regolamento (CE) N. 1083/2006 del Consiglio dell'11 luglio 2006, recante disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo e sul Fondo di coesione Obiettivi Obiettivo generale: migliorare, attraverso la cooperazione interregionale, l’efficacia delle politiche di sviluppo regionale nelle aree dell’innovazione, economia della conoscenza, ambiente e prevenzione dei rischi. Obiettivi specifici: Migliorare le politiche regionali nel settore dell’innovazione e dell’economia della conoscenza, in particolare nel settore della ricerca e sviluppo, a supporto dell’imprenditoria e PMI, innovazione, utilizzo delle tecnologie della comunicazione; migliorare le politiche regionali in

ambito ambientale e prevenzione dei rischi; consentire agli attori regionali e locali di scambiare esperienze e conoscenze all’interno dell’UE al fine di sviluppare e migliorare politiche e strumenti regionali nel settore dell’innovazione, economia della conoscenza, ambiente e prevenzione dei rischi; far incontrare regioni con meno esperienza in specifici ambiti con quelle più avanzate per migliorare le capacità regionali ed il livello di conoscenza e sostenere l’implementazione dei risultati nei programmi Convergenza e Competitività; assicurare che i risultati dei progetti di cooperazione interregionale siano resi disponibili a tutti gli attori locali e regionali interessati. Priorità tematiche Priorità tematica 1: Innovazione, competitività ed economia della conoscenza:

- ricerca, tecnologia ed innovazione; - società dell’informazio ne; - Imprenditorialità, PMI - Occupazione e risorse umane

Priorità tematica 2: Ambiente e prevenzione dei rischi:

- rischi naturali e tecnologici; - gestione delle acque; - gestione dei rifiuti; - Biodiversità e conservazione del

patrimonio naturale; - Energia e trasporto pubblico sostenibile; - Patrimonio culturale

Tipologie di progetti 1. Iniziative regionali e locali Si finanziano iniziative di cooperazione bottom-up gestite da attori regionali e locali, che si indirizzano congiuntamente a specifiche problematiche di sviluppo regionale. Queste possono essere viste come la continuazione dell’esperienza di cooperazione interregionale Interreg IV C. 2. Azioni strategiche interregionali Assicurano al Comitato di monitoraggio del programma, strumenti per avviare attivamente la disseminazione e la capitalizzazione dei risultati della cooperazione interregionale con un

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approccio top-down. Saranno sviluppate due tipologie di queste azioni: - Reti interregionali tematiche: volte a raccogliere e disseminare le numerose esperienze, gli strumenti e le buone pratiche e gli strumenti sviluppati dai progetti di cooperazione interregionale a tutti gli attori regionali interessati; - Fast Track Actions: volte a supportare il trasferimento delle best practices selezionate e degli strumenti di sviluppo regionali selezionate che sono in ritardo rispetto allo sviluppo di determinati temi. Beneficiari Autorità pubbliche regionali e locali, enti pubblici equivalenti ed altri soggetti specifici per ogni priorità. Aree geografiche UE 25, Bulgaria, Romania Norvegia e Svizzera contribuiscono al programma con fondi propri Budget 285 milioni di euro Scadenza Il programma è istituito per il periodo dal 1° gennaio al 31 dicembre 2013. Indirizzo web http://www.interreg4c.net/

IINNIIZZIIAATTIIVVAA JJEERREEMMIIEE Jeremie è un’iniziativa della DG Regio e BEI per un miglior accesso ai finanziamenti per PMI e micro-imprese nel quadro dei Fondi Strutturali 2007-2013. L’acronimo Jeremie sta per Joint European Resources for Micro & Medium Enterprises.

Obiettivi La BEI il Fondo Europeo per gli Investimenti FEI e altri Istituti Finanziari Internazionali IFI, intendono, attraverso questo strumento, creare delle condizioni e dei capitali appropriati al finanziamento dello sviluppo delle imprese sotto forma di prestiti e micro -crediti, di partecipazioni, di capitale di rischio, di garanzie e assistenza tecnica. L’obiettivo generale di Jeremie è quello di assicurare un migliore utilizzo delle risorse pubbliche dei programmi comunitari e mobilitare prestiti in complemento alla sovvenzione pubblica. Il suo compito è facilitare e migliorare l'accesso delle Piccole e Medie Imprese (PMI) ai finanziamenti e in particolare sviluppare il microcredito, il capitale di rischio, i prestiti o le garanzie e altre forme innovative di finanziamento. Attraverso JEREMIE le PMI di tutte le regioni europee potranno beneficiare di servizi finanziari personalizzati che le renderanno in grado di adattarsi in modo rapido e tempestivo all’evoluzione dei mercati. Funzionamento Durante la fase preparatoria (2006-2007) il FEI e la Commissione europea faranno una valutazione delle lacune esistenti tra domanda e offerta nel settore dell’ingegneria finanziaria nelle regioni europee (gap analysis). L’obiettivo di questa analisi è verificare se la domanda di prodotti finanziari di sostegno alle imprese e le operazioni di micro credito è soddisfatta dall’offerta esistente da parte degli intermediari finanziari regionali e locali. I risultati dell’analisi saranno messi a disposizione delle autorità regionali e locali che gestiscono i programmi di finanziamento pubblico alle imprese o agli intermediari finanziari. A partire dal 2007 e fino al 2013 la Commissione europea, in collaborazione con gli Stati membri, individuerà per ogni paese un’Autorità di Programma che gestirà a livello nazionale le varie attività di JEREMIE.

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L’iniziativa contribuirà alla crescita e all’occupazione in linea con gli obiettivi della Strategia di Lisbona, così come rivista dagli Stati membri in occasione del Consiglio europeo del marzo dell’anno scorso. La comunicazione della Commissione europea "La politica di coesione a sostegno della crescita e dell’occupazione: linee guida della strategia comunitaria per il periodo 2007-2013" sottolinea, infatti, l’importanza di migliorare l’accesso al credito per lo sviluppo delle PMI e, in particolare, enfatizza la necessità di favorire un più competitivo supporto alle operazioni di start-up e alle microimprese, segnatamente attraverso assistenza tecnica, sovvenzioni, prestiti, partecipazioni azionarie (equity), venture capital e garanzie. L’assegnazione di fondi strutturali all’iniziativa JEREMIE non solo permetterà di rafforzare il processo di crescita e di occupazione, ma consentirà anche di identificare con maggiore precisione la tipologia d’investimento (ad esempio, nei campi della ricerca e innovazione, del capitale umano, o ancora dei servizi alle imprese) che meglio può assicurare un miglioramento della competitività dell’economia europea, in linea con gli obiettivi di Lisbona. L’iniziativa JEREMIE dovrà quindi:

• assicurare migliori condizioni per il finanziamento di nuove attività imprenditoriali, mediante prestiti (ivi inclusi i microcrediti), venture capital, partecipazio ni azionarie e garanzie, con la relativa assistenza tecnica e organizzativa;

• contribuire al miglioramento del coordinamento nazionale e regionale in tale ambito, così come ad una più efficace gestione delle risorse pubbliche e ad un più appropriato trasferimento di buone prassi;

• incentivare una migliore capacità di assorbimento dei fondi stanziati attraverso i singoli programmi comunitari.

Generalmente i fondi strutturali offrono assistenza finanziaria sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto (grants). Con

JEREMIE sarà, invece, possibile trasformare parte delle sovvenzioni in prodotti finanziari, in quanto le PMI una volta utilizzati i prodotti finanziari che saranno messi in campo da JEREMIE dovranno poi rimborsare quanto ottenuto. I fondi potranno quindi essere nuovamente utilizzati. JEREMIE potrebbe essere in grado di assicurare un effetto moltiplicatore dei fondi stanziati, sia consentendo un incremento delle risorse impiegate e rese disponibili, sia assicurando un potenziale beneficio ad un numero maggiore di imprese rispetto a quelle interessate dal sistema delle semplici sovvenzioni. I prodotti finanziari di JEREMIE contribuiranno a soddisfare la domanda finanziaria delle imprese e a migliorare allo stesso tempo l’offerta degli strumenti finanziari, inducendo gli operatori ad incrementarne la tipologia e l’efficacia. I fondi resi disponibili attraverso lo strumento JEREMIE dovranno essere utilizzati per finanziare investimenti delle PMI in capitale fisso e in capitale umano nel medio e lungo periodo attraverso nuovi progetti, modernizzazione o estensione di quelli esistenti nei settori manifatturiero, agro-alimentare, ambiente, servizi, ITC, ecc. Non potranno essere considerate eleggibili le imprese che svolgono attività nei seguenti settori: immobiliare, bancario, assicurativo o intermediazione finanziario, produzione/fornitura o commercio di armi o, ancora, altre attività escluse dalla BEI o dal FEI. Le PMI ritenute eleggibili dovranno essere soggette a intero controllo privato o dovranno essere entrate nella fase finale del processo di privatizzazione.

Indirizzo Web http://www.eif.org/jeremie/index.htm

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IINNIIZZIIAATTIIVVAA JJEESSSSIICCAA JESSICA (Joint European Support for Sustainable Investment in City Areas – Sostegno europeo congiunto per investimenti sostenibili nelle arre urbane) è un'iniziativa congiunta della Commissione, della BEI e della Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa. La necessità di intervenire maggiormente in questo settore è stata ribadita nel contesto della consultazione della bozza di Linee Strategiche comunitarie ( http://ec.europa.eu/regional_policy/sources/docoffic/2007/osc/index_en.htm) adottate dalla Commissione nel luglio 2005. Con la firma del memorandum Urban/JESSICA le parti coinvolte, che hanno già esperienza nel campo dei prestiti per lo sviluppo e la riqualificazione urbana, compreso il settore dell'edilizia popolare, si sono impegnate a collaborare strettamente con la Commissione nell’ambito dei nuovi programmi del FESR per lo sviluppo urbano. Obiettivi L'obiettivo è quello di mettere insieme le sovvenzioni destinate ai programmi di riqualificazione e sviluppo urbano con i prestiti e le capacità delle banche. Queste ultime si sono, inoltre, impegnate a razionalizzare le procedure per l'ottenimento dei prestiti nel settore dello sviluppo urbano, in modo da renderle più facilmente fruibili dai consumatori. Funzionamento Jessica garantirà alle autorità di gestione dei programmi dei fondi strutturali la possibilità di trarre vantaggio di expertise esterna e di avere un maggiore accesso ai capitali di prestito. Nel caso in cui un’Autorità di gestione voglia partecipare all’iniziativa Jessica, vi sarà il contributo da parte del programma, mentre la BEI, altri istituti internazionali finanziari, banche private e investitori contribuiranno con capitali

di prestito aggiuntivi. Poiché i progetti non verranno finanziati tramite sovvenzioni a fondo perduto, i contributi di programma ai fondi di sviluppo urbano saranno restituiti e aiuteranno ad incrementare la sostenibilità dell’investimento. I contributi del programma saranno utilizzati per prestiti finanziari forniti dai fondi per lo sviluppo urbano ai beneficiari finali, sostenuti da schemi di garanzia stabiliti dai fondi e dalle banche stesse partecipanti. Non è prevista la garanzia statale per questi prestiti, per questa ragione questi prestiti non graveranno sulla finanza e sul debito pubblico. Sono possibili due approcci per il passaggio dal contributo del programma al sostegno al progetto sul campo: 1) relazione diretta con i fondi di sviluppo urbano. Le autorità di gestione che decidono di beneficiare di Jessica avvieranno dei bandi per manifestazione di interesse, rivolte ai fondi di sviluppo urbano e le domande ricevute verranno valutate. Come risultato della valutazione, verrà firmato un accordo di finanziamento tra l’autorità di gestione e il fondo/i di sviluppo urbano selezionato. I fondi di sviluppo urbano saranno selezionati e sosterranno iniziative di partenariato pubblico privato e altri progetti urbani, fornendo loro prestiti, azioni ordinarie o garanzie, ma non finanziamenti a fondo perduto. Sarà possibile che un dato progetto sia sostenuto in parte dai fondi non in conto capitale di sviluppo urbano ed in parte da sovvenzioni pubbliche (inclusi i programmi operativi). Altre banche private o investitori possono partecipare. I promotori del progetto possono essere pubblici, comunali o del settore privato 2) Organizzazione di Jessica attraverso fondi a partecipazione azionaria. Le autorità di gestione hanno la possibilità di organizzare dei meccanismi di ingegneria finanziaria per lo sviluppo urbano sostenibile attraverso l’intermediazione di fondi a partecipazione azionaria. Questi fondi sono quei fondi che investono in uno o più fondi di sviluppo urbano. In questi casi le autorità avranno l’opzione di assegnare il contributo alla BEI affidandole il compito del fondo a partecipazione azionaria.

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Verrà poi firmato un accordo di finanziamento tra gli Stati membri o le autorità di gestione e la società che gestisce il fondo. I fondi di sviluppo urbano sono fondi che investono direttamente in partnership pubblico private. I progetti approvati dai fondi per il sostegno saranno finanziati solo attraverso prestiti, e non tramite contributi a fondo perduto. I fondi di sviluppo urbano saranno co-gestiti da professionisti delle banche e del settore privato, che dovrebbero contribuire con expertise tecnica, manageriale e finanziaria e flessibilità alla gestione dei progetti co-finanziati dal fondo europeo di sviluppo regionale.

Indirizzo web http://ec.europa.eu/regional_policy/funds/2007/jjj/jessica_en.htm

IINNIIZZIIAATTIIVVAA JJAASSPPEERR JASPERS - Assistenza congiunta a sostegno dei progetti nelle regioni europee JASPER (Joint Assistance in Supporting Projects in European Regions) comporta una partnership tra la Commissione (Direzione generale per la politica regionale), la Banca europea per gli investimenti (BEI) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS). Obiettivi Il suo obiettivo è facilitare l’elaborazione di grandi progetti co-finanziati dal Fondo di coesione e dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), in particolare nei nuovi Stati membri, nel periodo 2007-2013. Le competenze delle banche nel settore tecnico e finanziario costituiranno una risorsa per migliorare la capacità delle autorità nazionali e regionali di proporre progetti di alta qualità che utilizzino efficacemente i fondi comunitari e attraggano ulteriori finanziamenti.

Il programma JASPERS avrà un carattere complementare rispetto al lavoro di preparazione del progetto svolto dalle autorità locali e centrali. I Paesi che chiedono di poterne beneficiare non avranno alcun obbligo di richiedere prestiti dalla BEI o dalla BERS. Il compito principale del programma è mettere a disposizione perizia tecnica “a monte”, intervenendo nella programmazione e preparazione del progetto, ed anche in sede d’istruttoria. L’assistenza è prevista dunque sin dalle prime fasi di sviluppo del progetto, spaziando tra la moltitudine di settori e zone geografiche che rientrano nel programma JASPERS. L’assistenza tecnica del programma s’indirizzerà essenzialmente a quelle aree in cui i partner del programma sono considerati eccellere: le reti transeuropee (RTE), il settore dei trasporti al di fuori delle RTE, comprese le ferrovie, trasporti marittimi e fluviali, sistemi di trasporto intermodale e la loro interoperabilità, la gestione del traffico aereo e stradale, i trasporti pubblici e urbani ecologici. In primo piano all’attenzione del programma JASPERS vi è anche l’ambiente, comprese le componenti costituite dall’efficienza energetica e dalle energie rinnovabili.

Funzionamento . Jasper si struttura attorno ai seguenti settori d’intervento: - le reti di trasporto trans-europee (RTE); - tutti i trasporti – ferrovieri, fluviali e marittimi – che non fanno parte del RTE; - i sistemi di trasporto integrato; - la gestione del traffico aereo e stradale; - i trasporti pubblici; - la gestione delle energie alternative e rinnovabili nei trasporti europei; - i partenariati pubblico-privato nei settori descritti. Jaspers coinvolge una partnership tra la Commissione europea (DG Regio), la Banca Europea degli Investimenti (BEI) e la Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione.

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Jaspers offre assistenza tecnica agli Stati membri beneficiari senza costi. L’assistenza tecnica viene fornita a partire dal primo stage dello sviluppo del progetto. Jaspers focalizza la sua azione su ampi progetti sostenuti con fondi UE (che costano più di 25 milioni di euro per progetti ambientali e più di 50 milioni di euro per progetti sui trasporti ed in altri settori). Non vi è nessun obbligo da parte degli Stati membri di utilizzare l’assistenza di Jasper e nemmeno l’obbligo per lo Stato membro che usa l’assistenza Jaspers chiedere prestiti alla Bei e alla BESR. Il lavoro di Jaspers sarà coordinato in stretto contatto con gli Stati membri, e al fine di assicurare una programmazione appropriata e una coordinazione, questo lavoro verrà organizzato ogni anno, secondo il piano d’azione annuale specifico per ciascun paese. Indirizzo web http://ec.europa.eu/regional_policy/funds/2007/jjj/jaspers_en.htm

SSTTRRUUMMEENNTTOO DDII AADDEESSIIOONNEE EENNPPII

Base giuridica Strumento europeo di vicinato e partenariato ENPI – 2007-2013 - Regolamento (CE) nr. 1638/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 ottobre 2006. Obiettivi È istituito uno strumento di vicinato e partenariato volto a fornire un’assistenza comunitaria finalizzata alla creazione di una zona di prosperità e di buon vicinato tra l’Unione europea e i “paesi partner”: Algeria, Armenia, Autoritá palestinese della Cisgiordania e di Gaza, Azerbaigian, Bielorussia, Egitto, Federazione russa, Giordania, Georgia, Israele, Libano, Libia, Marocco, Moldova, Siria, Tunisia, Ucraina. L’assistenza comunitaria sosterrà diversi settori quali: - promozione del dialogo politico;

- consolidamento delle istituzioni e degli organismi nazionali; - promozione dello sviluppo sostenibile; - promozione della protezione ambientale; - sostegno alle politiche volte alla riduzione della povertà; - promozione e tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali; - sostegno alla democratizzazione; - gestione delle frontiere efficace e sicura; - sostegno alla cooperazione transfrontaliera - offerta di sostegno alle situazioni susseguenti alle crisi (profughi e sfollati). In base al Regolamento, l’assistenza comunitaria viene attuata attraverso: a) documenti di strategia nazionali (programmi nazionali o multinazionali e programmi di cooperazione transfrontaliera); b)programmi operativi congiunti: Azioni L’assistenza comunitaria finanzia programmi, progetti o altri tipi di misure, che contribuiscano agli obiettivi del programma. L’assistenza sarà gestita attraverso i seguenti strumenti: - programmi nazionali e multinazionali di assistenza ad un paese partner alla cooperazione subregionale tra due o più paesi partner, in cui è prevista la partecipazione degli Stati membri: questi programmi coprono l’assistenza a uno o più paesi. I programmi multinazionali possono prevedere anche misure di cooperazione transregionale. - programmi di cooperazione transfrontaliera, riguardano la cooperazione tra uno o più Stati membri dell’UE e uno o più Paesi partner e che interessano regioni che confinano con le frontiere esterne dell’UE. Possono riguardare tutte le frontiere e terrestri e tutti i tratti di mare che si affacciano su uno stesso bacino. Beneficiari Possono beneficiare dello strumento ENPI le seguenti categorie di soggetti: a) Paesi e regioni partner e relative istituzioni; b) Enti decentralizzati dei Paesi partner quali regioni, dipartimenti, province e comuni;

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c) Organismi misti istituiti dai Paesi e dalle regioni partner e dalla Comunità; d) organizzazioni internazionali, tra cui le organizzazioni regionali, le organizzazioni, i servizi o le missioni che rientrano nel sistema delle Nazioni Unite, le istituzioni finanziarie internazionali e le banche di sviluppo; e) istituzioni e organi della Comunità (unicamente nel quadro dell’esecuzione delle misure di sostegno; f) agenzie dell’UE g) i seguenti enti ed organismi:

- enti pubblici o parapubblici, amministrazioni o collettività locali e relativi consorzi;

- società, imprese e altre organizzazioni e operatori economici privati;

- istituzioni finanziarie dedite alla concessione, alla promozione ed al finanziamento degli investimenti privati nei paesi e nelle regioni partner;

- persone fisiche; - attori non statali: ovvero ONG,

organizzazioni che rappresentano minoranze nazionali e/o etniche, associazioni professionali e gruppi di iniziativa locali; cooperative, sindacati; organizzazioni locali che operano nel settore della cooperazione e dell’integrazione regionali decentralizzate; associazioni di consumatori, associazioni di donne o di giovani, organizzazioni di insegnamento, culturali, di ricerca e scientifiche; università; chiese e associazioni di comunità religiose; mass-media; associazioni transfrontaliere

Aree geografiche coinvolte UE 27, Pesi ENPI (Algeria, Armenia, Arzebaigian, Egitto, Federazione, Georgia, Israele, Giordania, Libano, Libia, Moldavia, Marocco, Siria, Tunisia, Ucraina e Autorità palestinese); Paesi candidati (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro, Serbia e Turchia); EFTA (Norvegia, Islanda e Liechtenstein)

Scadenza Il programma sarà in vigore dal 2007 al 2013 Budget La dotazione finanziaria per l’attuazione del Regolamento nel periodo 2007-2013 ammonta a 11 181 000 EUR. Lo strumento di vicinato e partenariato ENPI ha sostituito il Programma MEDA e, in parte il Programma TACIS. Indirizzi web http://ec.europa.eu/europeaid/ http://ec.europa.eu/europeaid/general/contact_en.htm

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Base giuridica Strumento di assistenza preadesione - IPA - 2007-2013 – Regolamento nr. 1085 del Consiglio del 17 luglio 2006 Obiettivi Lo strumento di assistenza di preadesione (IPA) è lo strumento finanziario comunitario del processo di preadesione dei paesi beneficiari per il periodo 2007-2013. Sulla base dell’obiettivo del Regolamento del Consiglio, la Comunità aiuterà i paesi beneficiari ad allinearsi gradualmente con gli standard e le politiche dell’Unione europea compreso l’acquis comunitario in prospettiva dell’adesione. L’assistenza sosterrà i seguenti settori: - rafforzamento delle istituzioni democratiche nonché dello Stato di diritto; - promozione e tutela dei diritti umani, delle libertà fondamentali, dei diritti delle minoranze, della non discriminazione e della parità di genere; - riforma della pubblica amministrazione; - riforma economica; - sviluppo della società civile; - inclusione sociale; - riconciliazione, misure per il rafforzamento della fiducia e ricostruzione; - cooperazione regionale e transfrontaliera.

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I paesi beneficiari sono suddivisi in due categorie: - paesi candidati effettivi (Croazia, Turchia e ex Repubblica jugoslava di Macedonia) - paesi candidati potenziali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia incluso il Kossovo). L’IPA sostituisce gli strumenti finanziari di preadesione utilizzati nel periodo 2000-2006, ovvero PHARE, ISPA, SAPARD, lo strumento di assistenza per la Turchia e il programma CARDS per i Balcani occidentali. I progetti esistenti nell’ambito dei programmi sopraccitati continueranno, mentre qualsiasi nuova misura nel quadro della strategia di adesione sarà gestita all’interno del nuovo Strumento di assistenza di preadesione. Azioni L’assistenza sarà programmata e attuata in funzione delle seguenti componenti: - "sostegno alla transizione e sviluppo istituzionale aiuta i beneficiari a raggiungere gli obiettivi dello strumento e può finanziare, tra l'altro, il miglioramento delle capacità e lo sviluppo istituzionale, nonché alcuni i investimenti. L'assistenza propria di questa componente potrà sostenere anche la partecipazione dei paesi beneficiari ai programmi e alle agenzie comunitari. Inoltre, l'assistenza può essere fornita per programmi regionali e orizzontali. - "cooperazione transfrontaliera" può sostenere la cooperazione transfrontaliera e, se del caso, transnazionale e interregionale fra i paesi beneficiari, nonché fra questi paesi e gli Stati membri. La cooperazione suddetta mira a incoraggiare le relazioni di buon vicinato e promuovere la stabilità, la sicurezza e la prosperità nell'interesse di tutti i paesi, favorendone inoltre uno sviluppo armonioso, equilibrato e sostenibile. La cooperazione verrà coordinata con altri strumenti comunitari di cooperazione transnazionale e interregionale. Nel caso della cooperazione transfrontaliera con gli Stati membri, questa componente comprenderà le regioni situate su entrambi i versanti del confine o dei confini rispettivi, sia terrestri che

marittimi. - La componente "sviluppo regionale" aiuterà i paesi candidati effettivi a definire le politiche e a prepararsi ad attuare e a gestire la politica di coesione della Comunità, specie per quanto riguarda il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione. - La componente "sviluppo delle risorse umane" aiuterà i paesi candidati effettivi a definire le politiche e a prepararsi ad attuare e a gestire la politica di coesione della Comunità, specie per quanto riguarda il Fondo europeo di sviluppo regionale e il Fondo di coesione. - La componente "sviluppo rurale" aiuterà i paesi elencati nell'allegato I a definire le politiche e a prepararsi ad attuare e a gestire la politica agricola comune della Comunità, contribuendo in particolare ad un adeguamento sostenibile del settore agricolo e delle zone rurali nonché a preparare i paesi candidati ad applicare l'acquis comunitario riguardante la politica agricola comune e le politiche connesse. Scadenza Il programma sarà in vigore dal 2007 al 2013 Beneficiari Persone fisiche e giuridiche e organizzazioni internazionali Aree geografiche UE 27; Paesi ENPI (Algeria, Armenia, Arzebaigian, Egitto, Federazione, Georgia, Israele, Giordania, Libano, Libia, Moldavia, Marocco, Siria, Tunisia, Ucraina e Autorità palestinese); Paesi candidati, effettivi e potenziali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Montenegro, Serbia e Turchia) Budget L'importo di riferimento finanziario per l'esecuzione del presente regolamento per il periodo 2007-2013 è pari a 11 565 milioni di Euro. Riferimento web http://ec.europa.eu/enlargement/financial_assistance/ipa/index_en.htm

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PPRROOGGRRAAMMMMAA IIDDAABBCC 22000055--22000099

Base giuridica: Decisione 2004/387/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 aprile 2004 relativa all'erogazione interoperabile di servizi paneuropei di governo elettronico alle amministrazioni pubbliche, alle imprese e ai cittadini (IDABC) Obiettivi L'obiettivo del programma IDABC è quello di individuare, sostenere e promuovere lo sviluppo e la creazione di servizi paneuropei di governo elettronico e delle connesse reti telematiche interoperabili, fornendo agli Stati membri e alla Comunità un ausilio per attuare, nelle rispettive sfere di competenza, le politiche e le attività comunitarie, ottenendo vantaggi sostanziali per le amministrazioni pubbliche, le imprese e i cittadini. 2. Il programma si prefigge inoltre i seguenti obiettivi: a) permettere uno scambio efficace e sicuro di informazioni tra le amministrazioni pubbliche a tutti i livelli appropriati, nonché tra tali amministrazioni e le istituzioni comunitarie od eventualmente altre entità; b) estendere i benefici dello scambio di informazioni di cui alla lettera a) al fine di facilitare l'erogazione di servizi alle imprese e ai cittadini tenendo conto delle loro esigenze; c) fornire un ausilio al processo di formazione delle decisioni nella Comunità e facilitare la comunicazione tra le istituzioni comunitarie sviluppando il relativo quadro strategico a livello paneuropeo; d) pervenire all'interoperabilità tra i diversi settori di intervento e al loro interno e, ove opportuno, con le imprese e i cittadini, in particolare sulla base di un quadro europeo di interoperabilità; e) contribuire agli sforzi delle amministrazioni pubbliche degli Stati membri e della Comunità in termini di semplificazione delle operazioni, accelerazione delle realizzazioni, sicurezza,

efficienza, trasparenza, cultura del servizio e rispondenza; f) promuovere la diffusione delle buone pratiche e incoraggiare lo sviluppo di soluzioni telematiche innovative nelle amministrazioni pubbliche . Azioni

Le azioni che rientrano nel programma IDABC riguardano in particolare i seguenti settori: 1. Politiche e attività comunitarie, scambio di informazioni tra istituzioni, cooperazione internazionale e altre reti 2. Funzionamento delle agenzie e degli organismi europei e sostegno del quadro giuridico derivante dalla creazione delle agenzie europee. 3. Politiche relative alla libera circolazione delle persone, in particolare a sostegno dell'erogazione di servizi di uguale livello ai cittadini e alle imprese dei diversi Stati membri. 4 Azioni che, nel quadro delle politiche e delle attività della Comunità e in circostanze impreviste, sono necessarie con urgenza per appoggiare l'azione della Comunità e degli Stati membri.

Beneficiari Amministrazioni Pubbliche Scadenza Il programma è attivo per il periodo 2005-2009 Budget Per il periodo dal 1 gennaio 2005 al 31 dicembre 2009 il budget è pari a 148,7 milioni di euro Riferimento web http://europa.eu.int/idabc/