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Politica d'investimento – Febbraio 2018
Investment Office Gruppo Raiffeisen
Primi segnali di normalizzazione dei tassi

2/14 | Politica d'investimento 02/2018
Contenuti
Asset allocation tattica in sintesi 3
Commento sul mercato 4
Primi segnali di normalizzazione dei tassi
Congiuntura 5
Crescita ancora solida negli USA e nell'UME
Obbligazioni 6
Obbligazioni societarie e PE meno soggette al rialzo dei tassi
Azioni 8
Tra utili forti e paure dell'aumento di tassi
Investimenti alternativi 10
USD debole quale fattore decisivo
Valute 11
La BCE non si oppone all'euro forte
Panoramica del portafoglio 12
Previsioni 13

3/14 | Politica d'investimento 02/2018
Asset allocation tattica in sintesi
Categoria d'investimento sottoponderato
neutrale sovraponderato
fortemente leggermente leggermente fortemente
Cash o
Obbligazioni (durata auspicata: 6.0 anni)* o
Qualità del credito elevata / media o
VE con qualità del credito da elevata a media (hedged)* o
Bassa qualità del credito (hedged) o
Paesi emergenti (hedged) o
Azioni o
Svizzera o
Mondiali o
Azioni Europa o
Azioni USA o
Azioni Giappone o
Azioni paesi emergenti o
Investimenti alternativi o
Strategie alternative (CHF hedged) o
Immobili Svizzera o
Metalli preziosi / Oro o
Materie prime o
Valute
sottoponderato neutrale
sovraponderato
fortemente leggermente leggermente fortemente
EUR o
USD o
JPY o
Durate CHF
1 a 3 anni o
3 a 7 anni
7 anni
o
7 e più anni o
* Durata media del portafoglio obbligazionario o = ponderazione nel mese precedente
Messaggi chiave
1. Nonostante profitti aziendali finora sempre in aumento e il livello elevato delle sorprese positive degli utili, non vediamo
per ora necessità d'intervento sulla quota azionaria. Le recenti correzioni evidenziano la fragilità dei mercati azionari – non da ultimo per il minore sostegno dovuto a una più rigida politica della Banca centrale e per imponderabilità politi-che. In tal modo un posizionamento complessivamente neutrale appare ancora opportuno.
2. Anche se recentemente i rendimenti dei titoli di stato sono sensibilmente aumentati, il livello dei tassi rimane in generale molto basso, per cui manteniamo la raccomandazione di una leggera sottoponderazione per le obbligazioni. In termini relativi preferiamo le obbligazioni societarie e le obbligazioni dei paesi emergenti.
3. Sia l'oro che le materie prime dovrebbero rimanere sotto pressione. Per questo motivo raccomandiamo, nell'allocazione della quota di investimenti alternativi, di privilegiare investimenti immobiliari indiretti e in particolare strategie alterna-tive.

Commento sul mercato
Primi segnali di normalizzazione dei tassi
Malgrado l'aumento dei rendimenti dei titoli di
stato un posizionamento obbligazionario legger-
mente sottoponderato ci sembra ancora giustifi-
cato. Non riteniamo necessaria una modifica della
quota azionaria raccomandata. Consideriamo an-
cora relativamente interessanti investimenti immo-
biliari indiretti e soprattutto le strategie alternative.
Anche fuori dagli USA si notano i primi segnali di una norma-
lizzazione dei tassi. Sia i rendimenti dei titoli della Confedera-
zione che i tassi sul mercato dei capitali nei paesi centrali dell'EZ
hanno evidenziato a gennaio un'impressionante aumento e nel
frattempo sono quotati al livello più alto degli ultimi anni. A
dare l'ultima spinta a questo aumento sono stati i rendimenti
dei Treasury, che in seguito alla pubblicazione dell'ultimo ver-
bale della riunione della Fed hanno raggiunto un nuovo record.
Nella presa di posizione, i membri del Comitato del mercato
aperto si aspettano ora espressamente un aumento dell'infla-
zione già nell'anno in corso, per cui un ulteriore aumento dei
tassi della Fed nella seduta di marzo sembra quasi sicuro.
Nonostante gli ultimi sviluppi sul mercato obbligazionario, per
ora non vediamo ancora motivi per modificare il nostro posizio-
namento obbligazionario. Poiché i rendimenti dei titoli di stato
nei paesi industrializzati permangono nel complesso a livelli sto-
ricamente bassi e i paesi emergenti si mostrano relativamente
robusti nei confronti dei tassi USA in aumento, continuiamo a
privilegiare le obbligazioni societarie e quelle dei
paesi emergenti rispetto ai titoli dei paesi industrializzati.
Rimaniamo prudenti anche nel nostro posizionamento aziona-
rio. Finora il trend al rialzo dei profitti aziendali si consolida e le
sorprese positive degli utili si muovono su livelli elevati. Ma pro-
prio le recenti correzioni mostrano la fragilità dei mercati azio-
nari, non da ultimo per imponderabilità politiche e il minore
sostegno dovuto a una più rigida politica della Banca centrale:
Riteniamo pertanto sempre opportuna una quota azionaria
neutrale mentre al contempo le azioni dei paesi emergenti ci
appaiono comparativamente interessanti grazie alla solida con-
giuntura globale e alla ridotta vulnerabilità.
Pur partendo da un livello estremamente modesto, i tassi in au-
mento dovrebbero continuare a pesare sull'oro. Consigliamo
perciò il mantenimento della quota sottoponderata e per l'allo-
cazione della quota di investimenti alternativi, in generale leg-
germente sovraponderata, consigliamo di privilegiare investi-
menti immobiliari indiretti svizzeri e in particolare strategie al-
ternative: i rendimenti distribuiti dei fondi immobiliari conti-
nuano a rimanere attraenti e le strategie alternative possono
generare interessanti proventi aggiuntivi.
Infine, i prezzi del petrolio di recente nuovamente sotto lieve
pressione hanno confermato la nostra valutazione scettica di
una distensione duratura sul mercato petrolifero. L'accordo
OPEC ha consentito di ridurre le scorte, ma allo stesso tempo il
conseguente nuovo aumento del livello dei prezzi torna a ren-
dere sempre più interessante il fracking, per cui la produzione
USA di nuovo in forte aumento (v. grafico), minaccia di aumen-
tare l'inondazione di petrolio.
Forte aumento dei rendimenti a gennaio
Rendimenti di titoli di stato decennali, in %
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Investment Office
Il prezzo del petrolio più alto favorisce l'estrazione USA
Volume di estrazione quotidiano USA e prezzi in USD/barile
Fonte: Bloomberg, Raiffeisen Investment Office
2
2.2
2.4
2.6
2.8
-0.4
-0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
01/17 03/17 05/17 07/17 09/17 11/17 01/18
Titoli della Confederazione BundTreasury, scala di destra
42
47
52
57
62
67
72
9'000
9'200
9'400
9'600
9'800
10'000
07/17 08/17 09/17 10/17 11/17 12/17 01/18
Estrazione USA, in 1000 bari-li/giornoBrent, scala di destraWTI, scala di destra

5/14 | Politica d'investimento 02/2018
Congiuntura
Crescita ancora solida negli USA e nell'UME
La crescita economica USA leggermente più de-
bole nell'ultimo trimestre cela una forte domanda
interna. Prevediamo ora quindi nel 2018 tre anziché
due aumenti dei tassi di riferimento della Banca
centrale USA. Nel quarto trimestre la crescita
dell'EZ supera addirittura quella degli USA e sup-
porta la BCE sulla via verso la «normalizzazione».
Secondo le prime stime ufficiali, nel quarto trimestre l'econo-
mia USA è cresciuta soltanto del 2.6% annualizzato rispetto al
trimestre precedente (3.2%). Questo indebolimento è dipeso
dal contributo negativo del commercio estero – le importazioni
sono aumentate molto più delle esportazioni – e della riduzione
delle scorte. Insieme al forte aumento della domanda interna
(consumo 3.8% e investimenti 6.8%), per il momento si tratta
comunque di segnali positivi, poiché le aziende non riducono
le scorte a causa di una previsione negativa, ma apparente-
mente per la crescita della domanda. Un'indicazione simile la
dà anche il forte aumento delle importazioni. Ciò dovrebbe fare
aumentare verso l'estate anche l'inflazione di base (esclusi
prezzi per energia e alimentari) negli USA. Al momento però il
nostro scenario principale non prevede che questo trend subi-
sca una netta accelerazione. Nelle prossime settimane gli indi-
catori anticipatori negli USA dovrebbero leggermente scendere
dal loro livello elevato, quasi euforico, il che nel breve termine
potrebbe in parte deludere i mercati finanziari, proteggendo
però nel medio termine l'economia da un surriscaldamento. In
questa situazione prevediamo quindi
3 aumenti dei tassi di riferimento della Fed nell'anno in corso.
Attesa indicazione di normalizzazione nella retorica della
BCE
Anche nell'EZ la prima stima ufficiale per l'ultimo trimestre dello
scorso anno ha mostrato una forte crescita economica del
2.7% (annualizzato). Allo stesso modo gli indicatori anticipatori
segnalano una situazione congiunturale quasi euforica. I dati
«oggettivi» dell'economia hanno seguito per molto tempo gli
indicatori anticipatori «soggettivi», che contengono soprat-
tutto valori di sondaggi sulla fiducia delle imprese e dei consu-
matori, ma hanno ancora un netto gap aperto verso l'alto. Cre-
diamo tuttavia che l'umore molto ottimista dei sondaggi si raf-
fredderà di nuovo. I dati «oggettivi» dovrebbero quindi tornare
a muoversi in direzione dei dati «soggettivi» e nel corso
dell'anno la crescita dovrebbe attestarsi intorno al 2.4%. Dal
nostro punto di vista ciò sarebbe anche auspicabile affinché l'e-
conomia non si surriscaldi con la politica monetaria ancora
molto espansiva della Banca centrale europea (BCE). L'ultimo
sondaggio sulla crescita del credito della BCE ha mostrato che
i crediti nell'EZ crescono sempre in modo robusto e dovrebbero
continuare a farlo. Lo stimolo politico-monetario dovrebbe
quindi essere ridotto dalla BCE piuttosto rapidamente a fine
anno, dopo la fine del programma di acquisti di obbligazioni
previsto ancora fino a fine settembre. Se le elezioni italiane si
svolgeranno senza troppi danni, prevediamo già nella prossima
riunione un adeguamento del testo della dichiarazione della
BCE sulla politica monetaria che segnali un'ulteriore «normaliz-
zazione».
Crescita economica USA frenata da commercio estero
più debole e riduzione delle scorte
Contributi alla crescita del PIL, in punti percentuali
Fonte: BEA, Datastrem, Vontobel Asset Management
La crescita dell'EZ è forte ma potrebbe non riuscire a se-
guire del tutto gli indicatori anticipatori
PIL e sondaggi sulla fiducia (al netto della media)
Fonte: Commissione UE, Eurostat, Vontobel Asset Management
-10
-8
-6
-4
-2
0
2
4
6
Q12007
Q12008
Q12009
Q12010
Q12011
Q12012
Q12013
Q12014
Q12015
Q12016
Q12017
Esportazioni netteScorteSpesa pubblicaInvestimentiSpese di consumi privati
-6
-4
-2
0
2
4
6
-40
-30
-20
-10
0
10
20
Q12000
Q12002
Q12004
Q12006
Q12008
Q12010
Q12012
Q12014
Q12016
Indice sulla fiducia delle imprese
Fiducia dei consumatori
PIL dell'UME (reale, qoq, in %, annualizzato), scala di destra

6/14 | Politica d'investimento 02/2018
Obbligazioni leggermente sottoponderate
Obbligazioni societarie e PE meno soggette al rialzo dei tassi
In caso di aumento dei tassi, sia le obbligazioni so-
cietarie che quelle dei paesi emergenti ottengono
risultati tendenzialmente migliori dei titoli di stato.
Nonostante il prossimo ritiro di liquidità in USD ri-
teniamo che le obbligazioni societarie e le obbliga-
zioni dei paesi emergenti avranno un andamento
positivo anche in questo ciclo di aumento dei tassi.
L'ultimo aumento «incontrollato» dei tassi USA è stato nel
1994. Gli investitori obbligazionari ripensano ancora con ter-
rore a quell'anno. Il rapidissimo e ampiamente inatteso au-
mento dei tassi negli USA causò perdite elevate in molti seg-
menti obbligazionari. I tassi sono stati aumentati anche dal
2004 al 2005, ma quell'aumento era atteso e si è verificato gra-
dualmente sullo sfondo di una ripresa forte e ampiamente sup-
portata. Il grafico 1 mostra che nel 1994 le obbligazioni socie-
tarie (con rating investment grade e obbligazioni ad alto rendi-
mento) ottennero risultati sostanzialmente migliori dei titoli di
stato. Il rendimento delle obbligazioni societarie era legger-
mente negativo e si attestava vicino allo zero. Le obbligazioni
dei paesi emergenti in USD invece subirono pesanti perdite, an-
cora maggiori di quelle dei titoli di stato USA a lungo termine.
Il motivo erano da un lato le crisi specifiche di taluni paesi (Mes-
sico, Argentina), dall'altro le obbligazioni dei paesi emergenti
erano considerate esotiche ed erano state emesse nel seg-
mento ad alto rendimento in gran parte dipendente dalla liqui-
dità in USD e dall'umore degli investitori USA. Interessante è
che, nel 1994, le obbligazioni dei paesi emergenti in valuta lo-
cale a breve termine (decisamente meno popolari) ottennero
un rendimento positivo.
Quando la Fed nel 2004 aumentò i tassi, la relativa comunica-
zione agli investitori fu migliore. Inoltre, gli investitori avevano
maggiore esperienza con obbligazioni dei paesi emergenti, e
questi erano perlopiù dotati di un rating investment grade. In
quel periodo tutti i segmenti obbligazionari ebbero migliore an-
damento dei titoli di stato USA, e le obbligazioni dei paesi
emergenti in USD o in valuta locale addirittura s'involarono. Il
grafico 2 indica che le obbligazioni dei paesi emergenti hanno
registrato un andamento positivo nonostante successivi e attesi
aumenti dei tassi USA dal 2003 al 2007, a fronte di una ripresa
globale ben supportata. In effetti, durante questo aumento dei
tassi le obbligazioni societarie e dei paesi emergenti hanno
avuto un andamento migliore di quello dei titoli di stato con i
loro scarsi rendimenti.
Nonostante le obbligazioni dei paesi emergenti siano sempre
dipendenti in misura ridotta dai flussi di liquidità internazionali
(principalmente USD), negli ultimi anni sono diventate più resi-
stenti agli shock esterni. Inoltre, le Banche centrali sono oggi
estremamente attente a non sorprendere gli investitori con au-
menti dei tassi. L'attuale ciclo di aumento dei tassi della Fed è
quindi molto più simile a quello del 2004 che a quello del 1994,
per cui obbligazioni societarie e dei paesi emergenti dovreb-
bero realizzare rendimenti positivi anche nel 2018 e ottenere
risultati migliori dei sicuri titoli di stato.
Aumento dei tassi: nel 1994 le obbligazioni dei paesi
emergenti subirono pesanti perdite…
Rendimenti complessivi, in %
Fonte: JPM, Bloomberg, Asset Management
…registrarono però un andamento positivo nonostante
successivi aumenti dei tassi (2003-2007)
Indici total return e rendimento dei Treasury, in %
Fonte: JPM, Datastream, Vontobel Asset Management
-20%
-15%
-10%
-5%
0%
5%
10%
15%
UST1-3 UST7-10 US IG EMBI Global Conv
12m Tot Ret dal primo aumento (dic 03)12m Tot Ret dal primo aumento (dic 93)
-1.5
-1.0
-0.5
0.0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
100
150
200
250
300
350
400
12/02 12/04 12/06 12/08 12/10 12/12 12/14 12/16
EMBI GBI-EM Treasury, scala di destra

7/14 | Politica d'investimento 02/2018
Obbligazioni leggermente sottoponderate
Nei titoli di stato dei paesi industrializzati rimaniamo netta-
mente sottoponderati. I rendimenti a scadenza rimangono sto-
ricamente bassi e poco interessanti.
Nel contesto di tassi bassi le obbligazioni societarie di qualità
del credito da elevata a media mostrano ancora un potenziale
di rendimento leggermente positivo, mentre i rischi di credito
sono gestibili. Confermiamo la sovraponderazione delle obbli-
gazioni societarie.
I tassi d'insolvenza delle obbligazioni high yield non dovrebbero
aumentare soprattutto negli Stati Uniti con i prezzi del petrolio
stabilizzati, per cui manteniamo un posizionamento neutrale
anche nelle obbligazioni high yield statunitensi.
Un contesto macroeconomico globale generalmente stabile
con prezzi delle materie prime che si sono stabilizzati netta-
mente sopra i livelli minimi del 2016 e un dollaro in calo rap-
presentano un solido contesto per le obbligazioni dei paesi
emergenti.
Fortemente
sottoponderato
Leggermente
sottoponderato Neutrale
Leggermente
sovraponderato
Fortemente
sovraponderato
– Obbligazioni con qualità
del credito da elevata a me-
dia
= Global High-Yield
= Mercati emergenti

8/14 | Politica d'investimento 02/2018
Azioni neutrali
Tra utili forti e paure dell'aumento di tassi
L'attuale stagione delle comunicazioni è in pieno
corso. In base alla valutazione dettagliata degli at-
tuali risultati del 4° trimestre 2017, si deduce che
essi sono molto positivi, vale a dire che una per-
centuale elevata delle aziende supera le aspetta-
tive. Le aziende americane hanno raggiunto risul-
tati particolarmente buoni.
I mercati azionari sono da anni in una tendenza rialzista, per cui
gli investitori si domandano se questi si siano già sganciati dai
dati fondamentali. Nel lungo termine i corsi azionari seguono
gli utili. Per giustificare gli aumenti delle valutazioni dei mercati
azionari, le aziende devono quindi mostrare una crescita degli
utili.
Circa il 15% delle aziende dell'indice azionario più importante
del mondo, l'MSCI World, ha comunicato entro il 29.1 i propri
dati di bilancio per il quarto trimestre risp. per il secondo seme-
stre. Tra queste un numero superiore alla media di aziende
USA, poiché esse comunicano i propri dati prima ad es. di
quelle europee. Per gli investitori sono decisivi soprattutto due
aspetti: in primo luogo se l'utile per azione era sopra o sotto le
stime degli analisti, e in secondo luogo se la prospettiva per il
futuro è migliore o peggiore rispetto alle aspettative.
Per quanto riguarda l'utile per azione, finora le aziende non
hanno deluso – al contrario. Attualmente, il 72% ha registrato
un utile per azione più elevato rispetto alle aspettative degli
analisti, ossia hanno superate le stime. Un valore di oltre il 50%
non è insolito, dal momento che le imprese fino a un certo
punto influenzano abilmente gli analisti per evitare sorprese ne-
gative il giorno delle comunicazioni. In questo gli americani
sono spesso più bravi degli europei, per cui una quota superiore
negli USA non è insolita. Ciononostante, il valore attuale è da
considerarsi relativamente elevato nel confronto storico. Se tale
trend dovesse proseguire, sarebbe la percentuale più elevata di
sorprese positive degli utili dal 2010 e una notizia positiva per
gli investitori, poiché in questo caso gli utili delle aziende sareb-
bero aumentati nel 2017 a livello mondiale di circa il +15%
rispetto all'anno precedente.
I risultati migliori sono finora stati registrati dalle imprese dei
settori delle tecnologie dell'informazione e dell'energia, con va-
lori dell'85% e del 100%, anche se per ora solo poche imprese
dell'energia hanno comunicato i propri dati. A favorire le
aziende energetiche è stato il forte aumento dei prezzi del pe-
trolio degli ultimi mesi. In particolare le imprese di attrezzature
hanno beneficiato di un aumento della domanda.
Ancora più importante dei risultati trimestrali è la prospettiva
che le imprese danno per il futuro. Numerose aziende USA
hanno pubblicato tra l'altro gli effetti della riforma fiscale USA
sui propri risultati e nella maggior parte dei casi si è trattato di
comunicazioni positive. Nel complesso, la riforma fiscale do-
vrebbe aumentare gli utili delle imprese USA tra il 5 e il 10% –
e questo in modo duraturo. Ciò garantisce ai rialzisti, almeno
nel breve termine, il supporto necessario per corsi possibil-
mente ancora in aumento.
Positive sorprese degli utili: sia a livello settoriale…
Percentuale delle imprese che hanno superato le previsioni su-
gli utili, per settore (aggiornata al 29.1.2018)
Fonte: FactSet, Vontobel Asset Management
…che regionale
Percentuale delle imprese che hanno superato le previsioni su-
gli utili, per regione (aggiornata al 29.1.2018)
Fonte: FactSet, Vontobel Asset Management
0%10%20%30%40%50%60%70%80%90%
100%
COD COS ENE FIN HTC IND IFT MAT RES TEL UTLmondo
30
40
50
60
70
80
2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016
CH Europa escl. CHGiappone America del Nord
COD: beni voluttuari IND: industria COS-beni di consumo di base IFT: tecnologia dell'informazione ENE: energia MAT: materiali di produzione FIN: finanze RES: Real Estate HTC: sanità TEL: telecomunicazioni UTL: servizi

9/14 | Politica d'investimento 02/2018
Azioni neutrali
Considerando il rapporto prezzo/utile, il mercato svizzero con-
tinua a presentare una valutazione relativamente cara. I profitti
aziendali registrano una tendenza incoraggiante. Manteniamo
l'allocazione su neutrale.
A fronte di una più ampia distensione nell'Eurozona a seguito
del rasserenarsi della scena politica e di una robusta ripresa con-
giunturale, manteniamo l'allocazione su neutrale. Individuiamo
un ulteriore potenziale, specialmente per i titoli bancari.
Le elevate aspettative per il programma congiunturale non
sembrano lecite e nascondono potenziale di delusione. Svizzera
ed Europa hanno un vantaggio tattico.
Nel secondo trimestre la congiuntura ha registrato una netta
accelerazione. L'espansiva politica monetaria dovrebbe inoltre
supportare ulteriormente i mercati azionari.
Continua la stabilizzazione della congiuntura nei paesi emer-
genti. Inoltre la prosecuzione della politica monetaria accomo-
dante esercita un effetto positivo nei paesi industrializzati.
Manteniamo perciò la quota per le azioni dei paesi emergenti
su leggera sovraponderazione.
Fortemente
sottoponderato
Leggermente
sottoponderato Neutrale
Leggermente
sovraponderato
Fortemente
sovraponderato
= Svizzera
= Europa
– USA
= Giappone
+ Mercati emergenti

10/14 | Politica d'investimento 02/2018
Investimenti alternativi sovraponderati
USD debole quale fattore decisivo
L'USD si scambia rispetto all'euro ai livelli più
bassi dal 2014, spingendo al momento verso l'alto
i prezzi delle materie prime denominate in USD,
quindi anche quello dell'oro. Chi non vuole man-
care tali forti trend dovrebbe impegnarsi nelle co-
siddette strategie CTA.
I movimenti dei prezzi dell'oro si spiegano spesso al meglio con
i tassi reali decennali USA. Quanto più sono bassi i rendimenti
decennali USA al netto dell'inflazione, tanto più sono ridotti i
costi d'opportunità per il possesso del metallo prezioso. Al mo-
mento però i prezzi dell'oro sono influenzati da un secondo
importante parametro: il dollaro USA. Poiché l'oro è denomi-
nato nella valuta USA, in tempi di debolezza del biglietto verde
l'acquisto dell'oro diventa più interessante per investitori fuori
dall'area del dollaro (v. grafico 1).
La debolezza del dollaro USA non ci sorprende, l'entità e in par-
ticolare la velocità della svalutazione ci sembrano tuttavia esa-
gerate. La congiuntura USA procede a pieno ritmo e i mercati
finanziari prevedono un nuovo aumento dei tassi di riferimento
da parte della Fed. È però chiaro che anche la BCE, grazie a una
crescita economica soddisfacentemente elevata, si allontanerà
a lentamente dalla sua politica monetaria espansiva. Sul lungo
termine ciò dovrebbe continuare a dare slancio all'euro rispetto
all'USD, sul breve termine però secondo noi già troppo è stato
scontato sui mercati finanziari. Di conseguenza manteniamo
l'attuale sottoponderazione per l'oro, anche perché preve-
diamo un aumento dei tassi reali USA dovuto alle riforme fiscali
approvate a dicembre.
I mercati finanziari vengono spinti da forti trend
Il dollaro USA debole non è l'unico trend forte che osserviamo
sui mercati finanziari. I prezzi delle materie prime e gli investi-
menti nei paesi emergenti reagiscono anch'essi al biglietto
verde debole con forti impennate dei prezzi. Anche i mercati
azionari seguono al momento una sola direzione: quella verso
l'alto. Le cosiddette strategie CTA traggono profitto da un tale
contesto di mercato. Investono costantemente in investimenti
da poco saliti e vendono quelli che sono calati, approfittando
così sia di forti trend al rialzo – come accade ora – ma anche di
forti trend al ribasso. Inoltre, gli investimenti in queste strategie
alternative si caratterizzano per le basse correlazioni con classi
d'investimento tradizionali quali azioni e obbligazioni.
Investimenti immobiliari indiretti ancora relativamente
interessanti
I fondi immobiliari quotati si sono trovati nettamente sotto
pressione nel secondo semestre a causa delle maggiori attività
sul mercato dei capitali. Grazie al rally di fine anno, nel 2017 gli
investimenti immobiliari indiretti hanno nuovamente ottenuto
un elevato rendimento del 6.6%. Locali sfitti in aumento, calo
del reddito da locazione e rischi di valutazione dovrebbero
avere effetti frenanti sul rendimento complessivo. Con tassi in
aumento solo moderato, la domanda dovrebbe rimanere in-
tatta. Il premio rispetto ai rendimenti obbligazionari rimane tut-
tavia ancora relativamente interessante, per cui manteniamo il
nostro posizionamento neutrale.
Prezzo dell'oro e EUR/USD vanno spesse volte di pari passo EUR/USD (yoy) e prezzo dell'oro (yoy), in %
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
Rally di fine anno negli investimenti immobiliari indi-retti in Svizzera Performance complessiva, indice (01.01.2017=100)
Fonte: Bloomberg, rapporti di gestione, Raiffeisen Investment Office
-30
-20
-10
0
10
20
30
40
50
60
-25
-20
-15
-10
-5
0
5
10
15
20
01/08 01/10 01/12 01/14 01/16 01/18EUR/USD Prezzo dell'o-ro, scala di destra
96
98
100
102
104
106
108
110
12/16 02/17 04/17 06/17 08/17 10/17 12/17Fondi commerciali Fondi immobili uso abitativo

11/14 | Politica d'investimento 02/2018
Valute
La BCE non si oppone all'euro forte
La crescente inflazione europea ha negli ultimi
mesi rafforzato la pressione sulle Banche centrali
affinché terminino i loro espansivi programmi di al-
lentamento e ha supportato le valute europee, tra
le altre anche il franco. Le obbligazioni in valuta lo-
cale dei paesi emergenti restano interessanti an-
che grazie al rendimento del 6%.
Malgrado il forte rally dell'euro nelle scorse settimane, il Presi-
dente della BCE Mario Draghi ha evitato di ricorrere allo stru-
mento dell'intervento verbale. In tal modo la BCE si è mostrata
poco preoccupata della recente rivalutazione dell'euro. Anche
se manteniamo la nostra prospettiva positiva a lungo termine
per il tasso di cambio EUR/USD, nel breve termine vediamo po-
chi stimoli per un'immediata continuazione della rivalutazione.
Le differenze d'interesse e la spinta inflazionistica da noi previ-
sta per marzo/aprile negli USA sono favorevoli a un aumento
delle previsioni sui tassi USA e nel breve termine al dollaro.
Nonostante il contesto favorevole all'euro, il franco ha guada-
gnato terreno rispetto ad esso. Ciò è un po' sorprendente, in
fin dei conti i dati fondamentali come differenze d'interesse
reali e premi di rischio sull'euro sono favorevoli a un franco più
debole. Il premio di rischio – premio di rendimento di obbliga-
zioni dei paesi periferici dell'EZ rispetto a titoli di stato tedeschi
– è infatti quasi sceso ai livelli registrati prima della crisi finan-
ziaria (grafico 1). Tuttavia negli ultimi anni abbiamo potuto con-
statare che possono già bastare primi segnali di
una normalizzazione della politica monetaria a far rivalutare
nettamente una valuta.
Mentre l'USD si è fortemente rivalutato nell'estate del 2014
prima del primo aumento dei tassi USA, l'euro lo ha fatto nel
2017 già prima della fine del programma di acquisti di obbliga-
zioni della BCE. Questo potrebbe spiegare anche il rally del
franco di fine gennaio. Infine l'inflazione in Svizzera è netta-
mente salita a circa l'1%, con una riduzione delle differenze
d'inflazione rispetto all'EZ.
Prevediamo che il capo della Banca centrale Thomas Jordan re-
sti fedele alla sua retorica del franco «valutato in modo ele-
vato» e aumenti i rendimenti del tasso di cambio EUR/CHF in
direzione 1.20 (grafico 2). Le costanti sorprese positive sull'in-
flazione potrebbero tuttavia a breve termine favorire un prose-
guimento della forza del franco, in particolare in caso di au-
mento dei rischi legati alle elezioni italiane.
La ripresa congiunturale globale finora non ha ancora perso
slancio. I paesi emergenti dovrebbero beneficiarne in modo su-
periore alla media, dato che presentano un'elevata dipendenza
dalle esportazioni. Favorevoli alle valute dei paesi emergenti
sono però anche la valutazione leggermente conveniente e il
calo dei deficit delle partite correnti. A ciò si aggiunge una lieve
diminuzione dei rischi politici. Consideriamo ormai infatti molto
probabile che il mandato del più che discusso presidente suda-
fricano Zuma volga al termine. Il maggior rischio politico per i
paesi emergenti è costituito al momento dalle minacce prote-
zionistiche USA
Premio di rischio per l'euro già fortemente diminuito EUR/CHF e premio di rischio per l'euro (Bund – periferia UME)
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
L'incremento dei rendimenti in Germania dovrebbe so-stenere l'euro EUR/CHF e differenza di rendimento
Fonte: Datastream, Vontobel Asset Management
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2007 2009 2011 2013 2015 2017EUR/CHF Premio di rischio, in %, scala di destra
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1999 2002 2005 2008 2011 2014 2017
EUR/CHF
Bund – Titoli Conf. (media 5 giorni), in %, scala di destra

12/14 | Politica d'investimento 08/2017
12/1
4 | P
olitica
d'in
vestim
ento
02/2
018
tat t ico tatt ico tatt ico tatt ico tatt ico
C at egoria d ' invest iment o min. neutrale max. min. neutrale max. min. neutrale max. min. neutrale max. min. neutrale max.
Liquid it à 0 % 5% 2 5% 12 .8 % 0 % 5% 4 0 % 11.6 % 0 % 5% 4 0 % 8 .0 % 0 % 5% 4 0 % 6 .6 % 0 % 5% 4 0 % 4 .8 %
Cash 12 .8 % 11.6 % 8 .0 % 6 .6 % 4 .8 %
6 5% 8 0 .0 % 9 5% 70 .7% 4 5% 6 0 .0 % 75% 52 .0 % 2 5% 4 0 .0 % 55% 3 5.5% 5% 2 0 .0 % 3 5% 17.5% 0 % 0 .0 % 15% 0 .0 %
25% 40.0% 55% 3 0 .2 % 10% 25.0% 40% 18 .0 % 1% 16.0% 31% 11.5% 0% 7.0% 22% 5.0 % 0% 0.0% 15% 0 .0 %
15% 30.0% 45% 3 1.5% 10% 25.0% 40% 2 5.0 % 1% 16.0% 31% 16 .0 % 0% 6.0% 21% 6 .0 % 0% 0.0% 15% 0 .0 %
0% 4.0% 14% 4 .0 % 0% 4.0% 14% 4 .0 % 0% 4.0% 14% 4 .0 % 0% 4.0% 14% 4 .0 % 0% 0.0% 10% 0 .0 %
Paesi emergent i (hedged) EM CHF Hedged 0% 6.0% 16% 3 .0 % 0% 6.0% 16% 3 .0 % 0% 4.0% 14% 2 .0 % 0% 3.0% 13% 1.5% 0% 0.0% 10%
EM Local Currency 0% 0.0% 10% 2 .0 % 0% 0.0% 10% 2 .0 % 0% 0.0% 10% 2 .0 % 0% 0.0% 10% 1.0 % 0% 0.0% 10%
A ct ions 0 % 0 .0 % 0 % 0 .0 % 5% 2 0 .0 % 3 5% 19 .9 % 2 5% 4 0 .0 % 55% 4 0 .0 % 4 5% 6 0 .0 % 75% 59 .7% 6 5% 8 0 .0 % 9 5% 79 .4 %
Azioni Svizzera 0% 0.0% 0% 0 .0 % 0% 10.0% 20% 10 .0 % 10% 20.0% 30% 2 0 .0 % 20% 30.0% 40% 3 0 .0 % 30% 40.0% 50% 4 0 .0 %
Azioni Global 0% 0.0% 0% 0 .0 % 0% 8.0% 18% 7.5% 5% 15.0% 25% 14 .0 % 14% 24.0% 34% 2 2 .5% 23% 33.0% 43% 3 1.0 %
0.0% 0 .0 % 3.0% 3 .0 % 5.0% 5.0 % 9.0% 9 .0 % 13.0% 13 .0 %
0.0% 0 .0 % 4.0% 3 .5% 8.0% 7.0 % 12.0% 10 .5% 16.0% 14 .0 %
0.0% 0 .0 % 1.0% 1.0 % 2.0% 2 .0 % 3.0% 3 .0 % 4.0% 4 .0 %
Paesi emergent i 0% 0.0% 0% 0 .0 % 0% 2.0% 12% 2 .4 % 0% 5.0% 15% 6 .0 % 0% 6.0% 16% 7.2 % 0% 7.0% 17% 8 .4 %
Invest iment i alt ernat ivi 0 % 15.0 % 3 0 % 16 .5% 0 % 15.0 % 3 0 % 16 .5% 0 % 15.0 % 3 0 % 16 .5% 0 % 15.0 % 3 0 % 16 .2 % 0 % 15.0 % 3 0 % 15.8 %
Strategie alternat ive (CHF Hedged) 0% 4.0% 14% 7.0 % 0% 4.0% 14% 7.0 % 0% 4.0% 14% 7.0 % 0% 4.0% 14% 7.0 % 0% 4.0% 14% 7.0 %
Immobili Svizzera 0% 5.0% 15% 5.0 % 0% 5.0% 15% 5.0 % 0% 5.0% 15% 5.0 % 0% 4.0% 14% 4 .0 % 0% 3.0% 13% 3 .0 %
M etalli preziosi 0% 3.0% 13% 2 .0 % 0% 3.0% 13% 2 .0 % 0% 3.0% 13% 2 .0 % 0% 4.0% 14% 2 .7% 0% 5.0% 15% 3 .3 %
M aterie prime 0% 3.0% 13% 2 .5% 0% 3.0% 13% 2 .5% 0% 3.0% 13% 2 .5% 0% 3.0% 13% 2 .5% 0% 3.0% 13% 2 .5%
Tot al 10 0 .0 % 10 0 .0 % 10 0 .0 % 10 0 .0 % 10 0 .0 %
V alut a est era 4 .5% 14 .4 % 2 4 .5% 3 4 .9 % 4 5.2 %
Quota attuale***
USD 4 .5% 10 .4 % 17.5% 2 2 .9 % 2 8 .2 %
EUR 0 .0 % 3 .0 % 5.0 % 9 .0 % 13 .0 %
JPY 0 .0 % 1.0 % 2 .0 % 3 .0 % 4 .0 %
M ax 19 .5% 2 9 .4 % 3 9 .5% 4 9 .9 % 6 0 .2 %
* Investment grade (rat ing da AAA f ino a BBB-)
**Obbligazioni societarie, sub investment grade (<BBB-)
***Viene ottenuta tra l'alt ro mediante transazioni valutarie
strategico strategicostrategico strategico strategico
Qualità del credito bassa (hedged)**
Azioni USA
Azioni Asia Pacif ico / Giappone
Obbligaz ioni ( durat a ausp icat a 6 .0 anni)
CHF con qualità del credito da elevata a media
Azioni Europa (escl. CH)
Sicurezza R eddito Equilibrio C rescita A zio ni
VE con qualità del credito da elevata a media (hedged)*
4 8 %3 7%2 6 %16 %6 %
10 0 % 10 0 % 10 0 % 10 0 % 10 0 %
12%
3%
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0%
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Pa
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13/14 | Politica d'investimento 02/2018
Previsioni
Congiuntura 2014 2015 2016 Previsione 2017 Previsione 2018
PIL
Crescita annua media (in %)
Svizzera 2.5 1.2 1.4 1.1 2.1
Germania 1.6 1.5 1.8 2.5 2.0
Eurozona 1.4 2.0 1.8 2.5 1.9
USA 2.6 2.9 1.5 2.3 2.5
Cina 7.3 6.9 6.7 6.9 6.3
Giappone 0.2 1.2 1.0 1.5 1.1
Globale (PPP) 3.4 3.1 3.1 3.7 3.7
Inflazione
Crescita annua media (in %)
Svizzera 0.0 -1.1 -0.4 0.5 0.6
Germania 0.9 0.2 0.5 1.7 1.7
Eurozona 0.4 0.0 0.2 1.5 1.4
USA 1.6 0.1 1.3 2.1 2.1
Cina 2.0 1.4 2.0 1.6 2.1
Giappone 2.8 0.8 -0.1 0.5 0.8
Mercati finanziari 2016 2017 Attuale* Previsione a 3 mesi Previsione a 12 mesi
Libor a 3 mesi
Fine anno (in %)
CHF -0.73 -0.75 -0.75 -0.75 -0.75
EUR -0.32 -0.33 -0.33 -0.35 -0.35
USD 1.00 1.69 1.79 1.90 2.40
JPY -0.05 -0.02 -0.05 0.00 0.00
Tassi d'interesse del mercato dei capitali
Rendimenti dei titoli di stato decennali (a fine anno; rendimenti in %)
CHF -0.18 -0.15 0.13 0.2 0.6
EUR (Germania) 0.23 0.45 0.74 0.8 1.1
EUR (PIIGS) 2.01 2.01 1.86 2.4 2.7
USD 2.45 2.41 2.85 2.8 2.9
JPY 0.04 0.05 0.08 0.1 0.1
Tassi di cambio Fine anno
EUR/CHF 1.07 1.17 1.16 1.18 1.20
USD/CHF 1.02 0.97 0.93 1.00 0.95
JPY/CHF (per 100 JPY) 0.87 0.86 0.85 0.88 0.91
EUR/USD 1.05 1.20 1.25 1.18 1.26
USD/JPY 117 113 110 114 105
Materie prime
Fine anno
Greggio (Brent, USD/b.) 57 67 68 63 59
Oro (USD/oncia) 1152 1303 1337 1250 1250
*05.02.2018

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