Poesie scelte - IC MASERADA · La libertà di sognare, con essi volare e illuminare il sole. ... La...
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Laboratorio di Poesia Scuola Media Don Milani di Maserada sul Piave
Poesie scelte
dei Giovani Poeti
di Maserada sul Piave
2
Oh Signore possa la nostra vita su questa terra essere un dono d’amore per Te!
(Anonimo)
3
dei
Giovani Poeti
di
Maserada sul Piave
Poesie scelte
4
Incontro
con la Poesia
Giovani ragazzi oggi si apriranno come petali di fiori per voi, per
condividere i propri colori e profumi.
Hanno provato ad intingere nei loro cuori e nella loro vita la
penna della mente per fissare in versi lo scorrere del gran fiume
del loro sentire.
Sono giovanissimi e poco addomesticati alle cose degli adulti,
fatte di implacabili doveri e di mutevoli ragioni fluttuanti come
nuvole sull’arcigna lavagna del tempo.
Ancora in essi riluce la purezza di un’età vicina al paradiso terre-
stre, all’innocenza della lepre che beve la rugiada: ancora ricor-
dano, seppur vagamente, al mattino, la carezza dell’Aldilà.
Cosa avranno appreso con questa esperienza?
Certamente, col tempo, la vita, le fatiche quotidiane e le abitudi-
ni trasformeranno questi ragazzi, ma ora essi saranno per sem-
pre consapevoli della mistero vitale della Poesia. Un docente
Avvertenza: questi ragazzi partecipanti al laboratorio si sono cimentati nel verso libero, nel verso rimato, nel sonetto e nell’haiku.
5
Alberto Pozzobon Terza B
…L’Amor…
L’amor xe un sogno…
Un sogno che dopo finise…
E te ghe soffre…
Quando pense a ti piande…
Piande de gioia e de amor…
Piande parchè ti no te si qua co mi…
Mi de questo ne sofre tant…
Go un peso sul cuor che sol
che ti te pol cavarmeo…
Sol che ti…ricordateo…
…Compare…
El sòl ciaro oltrepasa i rameti
Còrar in ciao sui camp insieme a ti
Tochi smontai e montai insieme co ti
Corse vanti e in drio pai vigneti
Sbaeonar da drio i paeseti
Ridar, zogar a baeon contro de ti
Compare el meio amigo te si ti
Tra noantri no ghe se stati segreti
Son contento de aver uno come ti
Ti te me ha dato na grande forsa.
Compare te ha i me stessi pensieri
Nove volte ciari sie volte neri!
Meda vita insieme a ti a’ go trascorsa
Se te à bisogno de mi, son qua par ti…
Con te…
Con te il mio cuore…
Brillava d’amore…
Con te le mie giornate erano più belle…
Che senbrava che fossimo nelle stelle…
Noi due soli…
Sembrava che fossimo in un prato di girasoli…
Persi in mezzo ad un cielo…
Come se lassù fossimo a dircelo
Ti Amo…
Tenendoci per mano…
6
Elena Vendrame
Mi manchi
Sperando di rivederti ancora
di guardare i tuoi occhi neri,
i tuoi capelli, solo per un’ora
riesco a stare senza te. E speri
che io possa venire con te lassù:
lo vorrei più di ogni altra cosa
ma non posso abbandonare qua giù
loro che mi vedono come una rosa
una rosa fragile e indifesa
di cui però hanno molto bisogno.
Vorrei sentire, ma mi sono arresa,
di nuovo la tua voce sensibile
il battito del cuore vicino a me.
Mi manchi animo invisibile.
7
Riccardo Daniel Terza A
Nell’aria
Il cielo è idrogeno ossigeno e azoto
ma chi può spiegare quell’azzurro ignoto?
C’è qualcosa in mezzo o è vuoto?
Dicono che sia l’atmosfera ma non ne sono convinto
Secondo me è l’anima di colui che non considera nessuno vinto.
Il vento è il suo cammino silenzioso
Se è forte vuol dire che c’è qualcuno che attende il suo cospetto sentenzioso
Se è brezza vuol dire che ci sta osservando con il suo occhio curioso
Dicono che sia la pressione ma non ne sono convinto
Secondo me son le gambe di colui che al peccato non concede sconto
La gravità dicono che sia una forza
ma secondo me è il peso della sua importanza
Questo soggetto misterioso lo troviamo in ogni circostanza
Ma chi è?
Dicono sia un dio ma non ne sono convinto
Secondo me è solo un uomo che ha dato tutto per gli altri.
Le donne
Le donne vivrebbero d’amore
se non sapessero mangiare.
Le donne vivrebbero d’affetto e di coccole
se non sapessero respirare.
Le donne sono solo un grande rebus
ma chi le ha con sé ha il mondo in mano.
Davanti a Dio
Siamo come sotto l’occhio di un falco
che quando si lancia all’assalto
non punisce mai ma vuole perdonare sempre.
8
Riccardo Daniel Terza A
…
A lei…
La poesia più bella è il suono del suo nome,
la rosa più rossa è la sua bocca,
la perla più preziosa sono i suoi occhi,
ma la cosa più ricca e profonda è il suo cuore.
Il mondo
Come lo vedo io
è ciò con cui passo più tempo:
è ciò su cui poggio,
è ciò su cui penso,
è ciò su cui studio,
è la vita in cui vivo.
Come lo vedono tutti
è una sfera con i poli schiacciati
È terra circondata dal mare
è terra su cui costruiamo
È terra su cui lavoriamo.
E’ ciò che dato vita
al bene e al male.
Come lo sogno io
è un mondo senza guerre,
è un mondo senza insulti,
è un mondo senza violenza;
è un mondo di parole e colori
in cui ogni macchia è ognuno di noi.
Situazione
Viviamo sull’ala di una colomba in volo
che mai si fermerà.
Vita è
Siamo come in un libro a pagine vuote
in cui ogni cosa scrivere si puote;
ciò che scrive sono le nostre anime devote
e ciò che colora è ciò che dà vita alle cose più
ignote:
il nostro cuore.
9
Eleonora Pozzobon Terza B
Foglie d’autunno
Agitate dal venire del vento
timide in quest’ultimo ballo
nell’attesa di staccarsi dal loro sicuro porto,
un brivido silenzioso di vento le fa svolazzare
per cadere e coprire la terra
nell’attesa d’ingiallire
con il tempo che viaggia
aspettando di rinascere nella stagione che verrà.
Poesia
Un’armonia di parole,
La libertà di sognare,
con essi volare
e illuminare il sole.
Un sentimento dentro l’anima,
Come una lacrima
Caduta nelle viole
Con te
Ho aperto i miei occhi:
lacrime trasparenti
del nostro amore
Tu…
Tu sei la mia luce del giorno
Tu sei la mia stella della notte,
Tu sei il mio soffio d’amore nel deserto,
Tu sei il profumo della notte,
Tu sei il mio angelo che mi apre la strada lassù nel cielo.
Tu sei semplicemente la mia vita
Che senza di te non avrebbe senso.
Tu unico e solo al mondo e anche se a volte
mi fai arrabbiare,
Io ti amo
E per te il mio cuore non smetterà mai di battere.
*
Non cambiare mai.
Rendi il mondo speciale
solo essendoci.
10
Eleonora Pozzobon Terza B
La canzone della mia vita
Scrivo la canzone della mia vita
Tra le parole più belle ci sei tu
Tu che con il tuo amore, l’hai costruita
Così fragile come lacrime…tu
Gocce di luce nei tuoi stupendi occhi
In cui io deliziosamente mi perdo
Quando ti vedo di gioia trabocchi
Quando ti penso il tuo volto riguardo
La mia canzone in cui il tempo non c’è
Perché per noi che amiamo non esiste
Il nostro bel mondo comune non è
E con te il mio mondo non è più triste.
Sonetto
Vedo alberi verdi e anche rose rosse,
le vedo sbocciare solo per noi due.
Fermati cuore e dolci parole:
l’armonia di un battito profondo
Durerà per sempre come il tramonto.
Se chiudo gli occhi all’improvviso mi appari
con il tuo viso e gli occhioni azzurri
La mia vita è una canzone, tu le note.
E arrivi tu il mio solo amore
un bel giorno ti accorgi che esisti
e che sei parte di questo stupendo mondo
e ti ringrazio perché mi hai fatto capire
cosa vuol dire amare … amare te.
E una sensazione stupenda … Grazie.
*
Subito amore:
i miei occhi incrociano i tuoi...
Meravigliosi.
11
Sara Viotto Terza A
Divorzio Il Divorzio è una parola grande, troppo grande, per una bambina di quattro anni; vedere il padre andarsene, e sapere che non ritornerà mai più. Questa è un’esperienza, che resta segnata nella mia vita.
Mamma
Un prato fantastico, tutto verde
con dei fili d’erba gialli qua e là,
gli alberi ti circondano e mi parli,
mamma ti abbraccio forte
sento il tuo cuore vicino al mio,
il tuo viso si risplende nei miei occhi:
ci capiamo soltanto col cuore
e tu mi ascolti con un sorriso alle labbra.
Parliamo delle ultimissime novità
che durante questa bella giornata
non abbiamo trovato il tempo di dirci.
Sono contentissima di vederti;
ciao Mamma cara, ora devo andare
devo ritornare al mondo reale.
Pioggia
Scende la pioggia
Bella, fresca, leggera:
Esco, la guardo.
Cielo
Oggi è un bel giorno,
il sole scalda,
il cielo è limpido,
s’intravedono dei piccoli,
piccoli
puntini neri:
sono le rondini
che svolazzano
nel cielo blu.
12
Elena Maraga Terza B
L’Amore
L’amore è come una canzone,
e le sue note
sono tutte quelle persone
che lo riescono a provare vera-
mente …
Ridere di pancia
Risate folli ,
Lacrime d’allegria ,
grazie amici!
Felicità
Sole che sorge,
asciuga le lacrime
della nostra vita
Notte speciale
La luna piena splende su di noi,
ce ne stiamo lì tranquilli seduti,
in questa magica notte sperduti …
ormai è tardi, ma tu andartene non vuoi …
mi fissi con i dolci occhi tuoi,
e qui passiamo alcuni minuti,
a guardarci, immobili e muti …
Proprio ora abbandonarmi non puoi …
In questa magica atmosfera
dentro di noi piano nasce qualcosa,
qualcosa di sconosciuto, nuovo,
è inspiegabile quello che ora provo:
da terra mi raccogli una rosa,
e finalmente sento che tutto questo è una cosa vera …
13
Dario Lateana Terza C
Canto
Una donna si alza e canta
Seguita dal vento che la incanta
E sulla Terra si stende
In modo che il vero canto la prende.
Margherita
Mare azzurro con onde arcobaleno
ti vedo nel chiarore di queste onde
talmente grandi da sembrare tonde
e ti penso con un bambino al seno.
Già mi vedo con te in un baleno
finalmente insieme per la vita.
Ho saputo che sei tu Margherita
in un posto tranquillo e sereno.
Ogni volta che vedo il tuo viso,
non riesco a smettere di guardarti
e lì si rispecchia il mio sorriso.
Da te il mio cuore non è mai diviso
sempre di nuovo insieme per amarti
basta solamente un tuo sorriso.
Sole
C’è qualcosa di nuovo nel sole
Perché sento
Che sono nate intorno delle nuove parole
Sono nate in più di cento
In mezzo a molte foglie
Che agita il vento.
Ci sono parole d’Amore, di gioia e di allegria
Presenti in ogni convento e che rinnovano la
simpatia.
Anche il sole fa nascere parole.
14
Alen Sisic Terza B
Grazie
Ti ringrazio per tua gentilezza
perché tu per me sei molto importante:
t’anelavo quando ti ero distante.
Adoro la tua splendida bellezza,
la tua mano piena di tenerezza,
di una sua bellezza devastante:
tutta mi sfiorava in un istante
del tuo profumo una lieve brezza.
Ma ora sai non ha molta importanza:
Il mio cuore ha un altro custode,
ed ora tra noi c’è molta distanza.
L’arrivo del futuro avanza,
lui ormai il nostro arrivo ode;
ed ora Buongiorno mia adolescenza!
Nirvo
Nirvo, tu per me non eri solo mio cugino,
nella vita non contavi solo un pochino:
ti vedevo, ti parlavo, ti sentivo, ti conoscevo;
mio fratello maggiore eri suol dirsi.
Ma un giorno vidi la tua fiamma indebolirsi.
Molti giorni per te io pregai,
ma alla fine da te con lacrime andai.
Mi ricordo ancora quei giorni che c’eri
e starai per sempre nei miei pensieri.
Magia
Misterioso è
Lo specchio che riflette
I tuoi occhi.
15
Mattia Zago Terza B
Mio fratello
Oggi mio fratello si è svegliato
presto. E’ sabato e insieme possiamo
divertirci e correre senza fiato,
giocare a palla e ci sfidiamo.
Parliamo di cose belle o niente
ma siamo contenti lo stesso perché
quando lo vedo così impaziente
cerco di sorridergli sempre fuorchè
di farlo arrabbiare come ogni
giorno appena mi vede a casa.
Spero che tu realizzi i sogni
di cui ne vai fiero,
vinci le tue paure e prosegui
Edoardo senza darti pensiero!
Solo tu
Tu sei la donna più bella al mondo,
ogni giorno guardo il tuo sguardo
che mi colpisce in modo profondo
Il cuore e quando cerco di parlarti
mi blocco e non trovo il coraggio
di dirti che sei bella e questo,
nella mia mente è un tatuaggio
che non scomparirà mai ne presto.
Tu illumini sempre il mio cuore
e ogni giorno la tua immagine
riempie il mio spirito d’amore.
Ma una cosa sicura è che non
ti lascerò mai...
16
Andrea Dal Bello Terza A
La mia situazione
Ero cieco, non riuscivo a vederti
poi ho cominciato a guardarti con
gli occhi semplici di un bambino,
e da lì ho capito che mi sono
innamorato di te.
Sonetto libero
Voglio volare nell’infinito blu,
sentirmi accarezzato dal vento
per vedere il mondo variopinto
senza mai più ritornare da lassù.
Il mondo non voglio rivedere più
perché è una grande gabbia di cemento
che porta solo a un grande tormento
da cui è impossibile ritornare su
quindi continuo il mio infinito volo
cavalcando nuvole e tempeste
ammirando il grande spettacolo
cogliendo questo volo come un dono
esplorando l’infinito celeste
finché non nascerà un mondo nuovo.
La nonna
La nonna! Che grande persona,
è sempre premurosa e disponibile con te,
è solare e sempre gentile,
ma adesso non c’è più
perché la morte l’ha portata via con sé
lasciando dentro di me un buco infinito
impossibile da riempire!
17
Davide Celebrin Terza B
Solo tu Esisti solo tu per il mio cuore
Ti voglio stringere per non lasciarti
Io ti voglio molto bene amore
Tu nel mio cuore puoi rifugiarti E tu quando osservi quel bel fiore
Io non riesco neppure a chiamarti
Perché vedo solo un gran fulgore
E mi soffermo tanto a guardarti.
Sei tu così bella e magnifica
Solo tu puoi riscaldarmi il cuore
Dove sei la prima in classifica
Tu mi fai sempre quel bel favore
Quando dici che non sei mia amica
Ma molto di più mio caro Amore.
Sara
Sara è una ragazzina molto bella,
è anche la migliore sorella che c’è;
è una grande amica che sembra un’ancella:
la migliore persona cara per me
Sara per me tu sei una damigella,
con queste tue mani graziosissime,
e quando indossi una ghirlandella…
Tu come le stelle preziosissime!
Ti vorrei dare un bel bacino
per dirti che ti voglio molto bene
quando indossi quel tuo maglioncino!
Sara mi fai arrabbiare sebbene
tu abbia quella faccia da gattino!
Ecco: ti do un mazzo di verbene!
Domani
Domani è il futuro
Oggi è il presente
Che scorre come un torrente
Imponente
Che sente tutto
Essendo contento
Come un dipinto
Variopinto
Spinto dalla curiosità
Della sua immensità.
L’albero dell’amore
Quando ti vedo non penso ad altro che a te
E alle parole che ti avrei sempre voluto dire.
Per dirti che ti voglio bene
E per invitarti a venire con me
Sotto quell’albero
Dove sotto alle sue chiome
Folte e lucenti
Le persone si ritrovano e si perdono
Nella bellezza di quell’albero
Così possente, dichiarandosi Eterno amore.
18
Alex Garbini Terza C
Il cielo
Ogni volta che lo guardo
mi chiedo dove finirà,
quell’immensa distesa di azzurro
che forse un giorno sparirà.
E se m’immergo nel silenzio
senza il minimo sussurro,
in ogni nuvola del cielo
trovo il disegno di qualcosa.
La tigre del circo
Nei suoi occhi si legge la sofferenza
e la voglia di libertà
ma nessuno gliela darà
se non si ribellerà con potenza.
È difficile fuggire,
in mezzo a tutta quella gente
tutta felice ed impaziente
di sentirla ruggire.
Con il suo fisico possente
e gl’artigli affilati,
lascia tutti imbambolati
e si sente l’onnipotente.
Non sa più come fare
per uscire dalla gabbia
che la riempie di rabbia
che non riesce non riesce a bloccare.
Mi manchi
Da quando non ci sei più
il mio cuore ha un vuoto,
un vuoto profondissimo
che solo tu puoi colmare.
Di notte non riesco a dormire perché ti penso
e pensandoti piango
per la voragine che ho nel petto.
E’ impossibile vivere senza di te:
da quando te ne sei andata
la mia vita è monotona,
fatta di sola prudenza e paura di rischiare.
19
Dario Tola Terza B
Era una bella giornata e il sole splendeva nel cielo azzurro e limpido.
Il prato era pieno di rumori e di suoni
indescrivibili con semplici parole.
L’erba era di un verde splendente
ed illuminata dai raggi del sole alto nel cielo.
Gli alberi si muovevano e parlavano tra di loro.
Molte zanzare volavano e danzavano nell’aria felici, contente di essere lì
in quel momento speciale.
Ogni albero emetteva una luce straordinariamente diversa
l’uno dall’altro.
Erano felici di parlarsi e confrontarsi.
Quel momento non si sarebbe mai più ripetuto nella loro lunga vita.
Ogni attimo, ogni secondo di quel momento
non si sarebbe mai più ripetuto
nella storia del mondo.
Anche il vento era partecipe
a quella festa di rumori e sussurri.
Ogni filo d’erba si muoveva al ritmo del vento.
Sì, quel vento che non avrebbe più soffiato con quella grazia ed armonia.
L’amore è come il sole:
Quando sorge è sempre una bella giornata
La felicità mi piace
perché non posso comprarla.
20
Davide Brunello Terza C
Matteo
Quel giorno
fu il più bello della mia vita,
quando lo vidi
nella sua culla d’ospedale;
era nato da solo due giorni.
La mamma mi prese la mano e mi disse
E’ tuo fratello.
Gli toccai la manina calda e,
anche se dormiva, la strinse, segnando
un legame
che non ci avrebbe mai più diviso.
Tramonto
Il cielo chiaro si tinge di rosso
e guida il mio cuore nell’amore
infinito, senza età né timore:
il grigiore in me si è già smosso.
Ti penso insieme a me felice
volando liberi nel nostro cielo
sopra ogni nuvola come un velo
accanto a te in pace per sempre.
Ti amo e ti amerò all’infinito
quando sono con te mi sento più grande
ma purtroppo sto solo sognando
e so che con te son da sempre unito.
Ed è questo che il mio cuore accende
e batte: Ti sto amando, Ti sto amando
Ricordo
Ricordo quando piangevo
per un dolore, per un’offesa o per
qualcos’altro di brutto;
e ricordo quando i miei amici, quelli veri,
mi consolavano, anche quelli che mi avevano
offeso o picchiato.
E lì capivo come qualcosa di piccolo come il
pianto di un bambino
possa cambiare lo stato d’animo delle persone.
Mare
Onde azzurrine
che sfiorano il cielo
in solitudine.
21
Melitta Neami Terza A
Ricordi
A fiumi, in noi,
scorrono lentamente,
fino al cuore.
Yon Tuchel Terza B
Teodor Cautis Terza c
*
Noi due tenendoci per mano
ci baciavamo in mezzo al grano
e ci urlavamo Ti amo.
La pioggia
Oggi la pioggia batte sui tetti delle case.
La pioggia fa un rumore assordante
come quello del mare che si frantuma
sugli scogli.
Solo il soave ed incantevole canto degli
uccelli scandisce l’assordante fruscio.
*
Lei con quegl’occhi grandi e marroni
che m’ipnotizzano,
con quei capelli così belli,
con quel volto che mi toglie il fiato.
Una creatura così bella, così pura così
meravigliosa che la natura ha creato.
E’ come il mio sole che mi dà amore.
22
Marisa Zambon Collaboratrice scolastica
A Daniele
Sognando ti abbiamo desiderato
E quando sei arrivato...come un fiore
il nostro mondo hai illuminato
con tutto il tuo amore.
Sei bello come un angelo mandato da Dio,
sei dolce come il figlio che ho sempre desiderato io.
Mi mette serenità guardarti
Mentre ti addormenti di sera sul tuo letto.
Mi mette tristezza pensarti
crescere in un mondo tutto rotto.
Nella vita non riuscirò a proteggerti
da tutto quello che potrà ferirti,
ma su di me potrai contare
ogni volta che mi vorrai parlare.
Anche se a volte ci arrabbiamo e litighiamo,
prima che il sole tramonti ci ritroviamo.
Un forte legame ci tiene per mano
e questo è ciò che ho sempre voluto,
insieme forse andremo lontano:
sei il più bel regalo che abbia mai ricevuto.
Per te
Il tuo nome sulla sabbia
in riva al mare ho scritto.
Nel mio cuore insieme ad Amore
il tuo volto ho scolpito.
Di persona queste cose non le dico
ma con la penna le scrivo
e le soffoco in un foglio
anche se realmente non lo voglio:
vorrei urlarlo al vento,
vorrei farlo sapere a tutti,
quanto bene ti ho voluto
e quanto te ne voglio.
23
Ashraf El Mansuri
L’intervallo
Drin-drin suona la campanella ,
finalmente si è decisa la bidella.
C’era silenzio giù in salone,
ora invece una grande confusione.
Evviva evviva gridano gli studenti,
mettendo la merenda sotto i denti.
Toc toc fanno le monete in entrata,
Scch- scch tic: è pronta la cioccolata.
Pum pum rumori forti dalle scale,
sembra quasi un temporale.
Che allegri si divertono un momento,
drin drin risuona la campanella,
“Tutti dentro” dice la bidella.
La luna
Fuori tutto tace,
lassù la luna
silenziosa dà una luce che mette pace.
Il silenzio della notte
fa pensare a molte cose:
la gioia, la tristezza,
lo sguardo di un bambino,
l’amore di un ragazzo,
la dolce malinconia dell’essere lontani.
I pensieri vengono,
ma tornano sempre lì.
Provi a dormire ma non riesci,
forse non lo ammetti ma tu stai soffrendo,
dici che è colpa della luna
ma tu sai che la lacrima
che sta scendendo sul tuo viso
viene dal tuo cuore;
e non significa tristezza ma Amore
Amore per lui che sta lontano.
N.B. Le poesie Per Te e La luna sono state scritte dall’autrice all’età di 16 anni.
24
L’età più bella
L’adolescenza è la più stupida
e complicata fra tutte le età.
Ti da istanti di gioia
da farti sentire immensa,
e lunghi giorni di buio;
riesce sempre a farti perdere il controllo
e quando ritrovi il senno
sei più abbattuto di prima…
Ti spinge a fare l’impossibile
pur di essere migliore
e se non ci riesci
ti apre un varco inesorabile
verso l’oblio.
Allora non basteranno più le parole,
non basteranno più i pianti,
fiumi immensi scorreranno.
Ma passata questa incredibile
ed infausta età l’unico desiderio
sarà quello di riviverla.
Costanza Volpe
Chiappin Simone
Ciliegio
Questi fiori sembrano della neve divina beltà
Nuvole
Bianche e soffici.
Disegni nel cielo.
Sogni viventi.
Anima
Segno vitale Fuoco dentro a noi Mano di Dio
Volare
Come sarebbe bello volare
Galleggiare liberi nel cielo
Rincorrere gli uccelli
Passare attraverso le nuvole
Ed essere liberi
Senza responsabilità
Girare il mondo
Attraverso mari e oceani
E alla fine
Toccare il cielo.
La notte
Scura e buia
Illuminata dalla luna
E da milioni di stelle
Ognuno con la propria
galassia
A distanze illimitate da noi
Un infinito silenzio
mi avvolge
E la mia anima si commuove.
Autrici varie
* Ogni mattina alto il sole sorge
bello nel cielo splende senza fine,
una piccola bambina se ne accorge
mentre gioca con le sue bamboline.
Se dalla finestra lei si sporge
proverà un amore senza confine
di cui solo lei se ne accorge:
è in alto alto sopra le cime.
Quell’amore è forte e lei lo sa,
Tutto attorno a lei sta cambiando:
cerca una risposta che mai troverà.
Intense emozioni sta provando
la gioventù che tra poco saluterà:
perché orami si sa…lei sta maturando
Alessandra Furlan
Dolore naturale
Foglie d’oro
Dagli alberi morti
D’autunno
(Ester Spataraku)
25
Berton Matteo
I poeti
Tutti qua dentro siam poeti
realizziam sogni concreti,
tutti attaccati ai fogli
Come cozze sugli scogli.
Alla fine Tutti fuori! e poesie volan via
come gabbiani che planan
sopra la funivia.
*
Inverno, mondo che si spegne
Alberi spogli, il freddo d’inverno. La morte che si avvicina, Luce che si spegne; Tutto muore; tutto buio… Poi Luce! Tutto prende vita, riprende il suo corso. Il mondo ha un’anima? Forse sì, forse no.
Giorno di scuola
Scuola piena Come una balena Rumore di grida Come un concerto d’ira Lavoro, studio matto Come l’uomo pazzo
Drin Drin suona la campanella
Tutti in spalla la cartella.
26
Luca Morando
Primavera
Profumo dei campi e dei prati
E degli stormi di uccelli innamorati.
Tutta la natura si risveglia
E tutto diventa meraviglia.
Il contadino è pronto a seminare
La sua fede consiglia di sperare
È vero che dalla terra viene tutto
E il raccolto rappresenta il suo frutto.
Cara primavera
Dolce di giorno, profonda sera,
accarezza il vento questa pace vera.
Tu
Tu,
seduta sulle scalinate
di questa vecchia scuola,
i tuoi capelli
mossi dalla leggera brezza.
Eri immobile,
il sole illuminava il tuo bel profilo
e i tuoi occhi inconfondibili
e raggianti.
Le tue labbra pian piano si muovevano:
stavi pensando
al nostro amore.
Solitudine
Alzarti al mattino,
e sentirti solo.
Guardare all’orizzonte
e il nulla davanti a te,
in questo desolato mondo.
Sei solo,
e abbattuto
da ogni tuo pensiero.
Solitudine,
come un desolante viaggio
che non ha confini.
Solitudine,
talmente forte,
che i pensieri felici
sfuggono dalle mie mani
come foglie d’autunno
in piena al vento.
Con Te
E le mie mani
sembrano verdi foglie
che rinascono
27
Appendice
Contributo sull’esperienza laboratoriale del fare
poesia nella scuola secondaria di I° grado.
Cari lettori, con il volantino sottostante è stata proposta, agli
alunni della nostra Scuola Media di Maserada, la possibilità di
partecipare al Laboratorio di Poesia.
Per coloro che hanno accettato è stato l’inizio di una scoperta.
Invito alla poesia
In noi c’è un Poeta che vive e sente la vita
e che col cuore sogna e viaggia.
Lui trasforma la vita quotidiana in Realtà degna di essere vissu-
ta perchè la rende Oro magico con l’Amore, coi propri senti-
menti puri, con le sue lacrime e le sue risa.
Questo Poeta non scrive parole e non parla, non è necessario.
Questo Poeta può però imparare a condividere e così viaggiare
nel cuore di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare.
Anche tu puoi donare la tua poesia e così infondere in chi ti leg-
ge l’Oro del vivere, la Bellezza di essere Figli amabili
dell’Esistenza, di essere un vero Amico per tutti.
La Poesia è una chiave che, come la musica, apre le porte del
cuore e dell’anima.
Vuoi provare a scoprirti Poeta?
Questo laboratorio è una possibilità concreta. .
Prof. Federico Longato
28
Le riflessioni che seguono riguardano un’attività di laboratorio che ho svolto quest’anno, e che avevo già speri-
mentato in questo Istituto nei due anni precedenti: il Laboratorio di Poesia.
Perché un Laboratorio di Poesia?
Nel triennio del curricolo d’Italiano è previsto che si affronti il genere poesia in modo ricorsivo e graduando la com-
plessità delle proposte. Il testo dell’antologia presenta un’articolata sezione di poesia, con attività mirate al ricono-
scimento di svariati aspetti del linguaggio poetico, sul piano metrico- ritmico, fonologico, delle figure retoriche,
lessicale e semantico delle strutture grammaticali e sintattiche, ecc., per portare ad una competenza sempre più arti-
colata di decodificazione dei testi poetici, ovviamente senza indulgere in eccessivi tecnicismi. Questo percorso vie-
ne affiancato dal lavoro sul manuale di epica e di letteratura, per procedere, sempre gradualmente, alla ricostruzione
dei rapporti tra temi – autore –contesto, e recuperare il complesso della situazione comunicativa in vista di una
competenza di comprensione globale.
Già questa serie di competenze può essere integrata, nella fase finale dei percorsi, proponendo:
- la memorizzazione di intere liriche o di loro parti;
- la recitazione al gruppo classe che funge da pubblico, recitazione che dovrà cercare di comunicare le emozioni che
formano l’anima del testo.
Il pubblico in questa operazione fondamentale è come uno specchio delle capacità di mimesi dell’alunno-attore.
In genere assegno grande rilevanza a questa fase perché con essa si alimenta un percorso reale di conoscenza delle
possibilità espressive e profonde del linguaggio lirico e, contemporaneamente, si stimola l’avventura
dell’autoespressione tramite la parola scritta e proferita.
E’ un momento particolare e delicato, questo della recitazione alla classe, perché qui avviene il primo passo di un
processo più profondo: la condivisione indotta e figurata della parola creatrice di emozione che è proprio del lin-
guaggio poetico.
Si rompe lo schema abituale del comunicare frettoloso/banale/funzionale/impersonale dei vari codici che usiamo
quotidianamente e si tenta di aprire una porta “altra” in cui osare “comunicare emozioni e parole desuete”, perché il
contesto e il clima sono controllati dall’insegnante e tutti gli attori sono coinvolti in un silenzio-attento, a sua volta
leggibile con chiarezza.
Si costruisce un momento “sospeso” e fecondo che non ha bisogno di “dirsi” con altre parole, ma che va “vissuto”
come risonanza intima e profonda, come “scambio” che si prende e si da’ e vive del suo esserci.
Questa è una prima importante esperienza della potenza del linguaggio poetico, organizzata ancora nell’ambito del
curricolo, come fruizione/interpretazione di poesie della tradizione letteraria.
A questo punto, in un certo senso, si arriva a un limite, oltre il quale potrebbe esserci il momento
dell’appropriazione personale di quel linguaggio e della produzione creativa individuale e originale.
Un limite dove la scuola porta e accompagna ma che non è detto che possa varcare, perché qui si entra nel mondo
della creatività personale.
Certo la poesia è una delle basi del nostro mondo e della nostra civiltà, a partire dal villaggio neolitico per arrivare
sino a noi, e la storia della letteratura ne è solamente un derivato, anzi addirittura potremmo dire un sottoprodotto,
perché si è occupata nei secoli di catalogare, evidenziare e valorizzare (nel senso di culto/cultura) le espressioni let-
terarie considerate meritevoli e degne di divenire patrimonio di tutti ed exempla per le generazioni dei posteri.
Il varco da superare dunque è proprio questo: può la scuola “insegnare” a poetare e quindi valorizzare la creatività
individuale agita da un giovane individuo che non si rifà a opere esemplari del patrimonio culturale e letterario ben-
sì al suo intimo sentire e comprendere?
Questo cambia la prospettiva, la focalizza sull’interiorità personale del discente e sulla sua capacità di portare del
Nuovo, potenzialmente condivisibile.
Sono convinto che avvicinare i giovani alla poesia in quanto loro strumento espressivo, competenza fattiva e non
solo in quanto patrimonio culturale, possa avere una grande valenza sia da un punto di vista formativo che didattico.
Possa aiutare la crescita personale degli alunni, accrescere la loro autostima e il divenire di essi quali futuri cittadini
1. Possa permettere loro di impadronirsi meglio della lingua esplorandone, in modo anche ludico, le straordinarie
potenzialità espressive e favorendo il superamento degli automatismi, dell’appiattimento e del conformismo lingui-
stici 2.
Possa infine aver un’importante ricaduta anche sulla motivazione alla e sulle competenze di lettura della poesia del-
la tradizione letteraria.
Il fatto che gli studenti siano posti nelle condizioni di scontrarsi “con le medesime difficoltà di manipolazione dello
strumento lingua con cui si scontra qualunque poeta […] ”, “consentirà probabilmente di capire e di apprezzare me-
glio le soluzioni tecniche trovate dai grandi poeti nelle loro manipolazioni di una lingua governate da finalità esteti-
che” (C. Lavinio, Presentazione , in G. Musetti- M.L.Pinna- G. Zappu, Creatività e analisi del testo poetico, La
29
Nuova Italia, 1994, pag. X).
E’ quindi anche un modo efficace di parlare di un linguaggio che, per il modo in cui è tradizionalmente proposto
nella scuola, è spesso sentito come difficilmente accessibile se non addirittura noioso, elitario e lontano dalla possibi-
lità d’uso comune e dai luoghi della comunicazione sociale (media): gli “studenti finiscono per capire come anche
nella “poeticità” ci sia una scala di gradazioni da cui loro stessi non sono del tutto esclusi, con la loro cultura canzo-
nettistica o con i giochi linguistici e gli ingenui testi poetici che possono produrre” (Lavinio, op.citata, pag. XI).
Ecco quali presupposti si intendono creare dando vita ad uno spazio-tempo diverso che affianchi il curricolo. Ecco il
perché della nostra proposta di fare poesia, “facciamo poesia”, in una dimensione di laboratorio nel senso di
“Bottega” che aveva nel Rinascimento, dove esperire era esperirsi.
Prima di enucleare in modo più dettagliato le finalità del progetto, vorrei spendere due parole sulla poesia e proporre
qualche annotazione sulle caratteristiche del linguaggio poetico, che è bene richiamare alla mente perché è proprio da
esse che discende la grande valenza educativa del fare poesia a scuola.
La parola "Poesia" deriva dal greco "Poièsis", e significa inventare, comporre.
Presso gli antichi greci si pensava che la poesia potesse avere una capacità psicagogica, di guidare cioè gli animi: era
quindi un’esperienza pienamente educativa e morale.
La poesia è un'arte, chiaramente, ed essa si distingue dal linguaggio comune perché nasce direttamente dall'anima
tentando di trasmetterne con la parola tutti gli "umori" e le "sensazioni", altrimenti inspiegabili; cioè, impossibili da
descrivere usando il linguaggio comune.
Con la poesia si riesce a dire quello che non è possibile dire, in quanto non ci sono parole adatte... Ci capita spesso,
di fronte ad un evento straordinario, di dire: "Non ho parole...". Ecco, in quel momento potrebbe intervenire la poesi-
a, ed essa è l'arte di descrivere appunto ciò che non siamo capaci di dire con parole ordinarie.
Essa non è il prodotto di un “mestiere", quale esso sia, bensì, il frutto della capacità di interpretare le esperienze
dell'anima. E di interpretarle attraverso un linguaggio che combina “3+1 elementi indispensabili: suono, ritmo e im-
magine, ai quali bisogna aggiungere l’ispirazione” (A. De Vidi, Poesia e intercultura, EMI, 2003, pag. 14).
Ecco, nella pagina successiva, una veloce caratterizzazione del linguaggio poetico, in forma di mappa, .
Finalità del laboratorio
Alla luce di quanto finora detto, vorrei così articolare le finalità del progetto: il laboratorio di poesia crea uno spazio
in cui gli alunni possono:
esplorare emozioni/ sensazioni/ pensieri su di sé e sul mondo (la poesia è “una porta aperta verso un’altra delle
nostre voci”, M. Fazzini 3 );
relazionarsi “con il linguaggio al sentire degli altri e al loro mondo” (Fazzini);
“imparare a essere sinceri” (Fazzini) con sé stessi e con gli altri:
per restare liberi
per non aver paura
per cercare la felicità
per condividerla;
“provare soddisfazioni di tipo emotivo ed estetico immediatamente gratificanti” (Tamisari, op.citata, pag. 81)) e
quindi
potenziare l’autostima e il senso di autoefficacia personale;
sviluppare competenze sociali di ascolto, comunicazione, condivisione, cooperazione;
“vivere un rapporto con l’insegnante basato sulla fiducia, sulla comprensione, sulla tolleranza, sulla confidenza”
(Tamisari, op. citata, pag. 81);
2”Il materiale verbale “passivo”, i condizionamenti dei modelli e degli stereotipi, la non esercitata attività sensoriale e psichica
impediscono all’allievo di sintonizzarsi con i propri simili e con la realtà” (Tamisari, op. citata, pag.75).
3 Cito alcuni passi di un efficace articolo del poeta Marco Fazzini, pubblicato di recente dal Giornale di Vicenza, Quando la
poesia è un ponte che lega all’altro
1”La scuola, in particolare, sbaglia quando crede di educare l’ atteggiamento critico semplicemente fornendo al bambino stru-
menti di analisi della realtà: dimentica il fatto che la capacità critica presuppone sempre un atteggiamento creativo (se siamo
d’accordo che l’obiettivo finale è quello della costruzione di una realtà migliore, e quindi nuova)” (Tamisari, La poesia nella
scuola elementare, in AA. VV. Insegnare letteratura nella scuola dell’obbligo, 1985, La Nuova Italia , pag. 78).
30
trasgressione,
scarto sintattico,
figure di costruzione
uso libero e liberatorio del linguaggio
ritmo-musicalità
polisemia e dilatazione del senso sonorità della parola,
figure di suono
connotazione e indefinitezza
figure retoriche parallelismi tra
strutture semantiche/
sintattiche/metrico-ritmiche/
figurali
dialogo profondo
col sé e col mondo
rivisitazione, scandaglio,
gioco con la lingua e sulla lingua riappropiazione estetica,
reinvenzione trasfigurata
e ri-creazione del proprio
e/o altrui vissuto
commozione, nostalgia,
intuizione, mistero, affetto,
umanità, misticità
CARATTERISTICHE DEL LINGUAGGIO POETICO
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uscire dall’automatismo della comunicazione ed esplorare altre possibilità espressive del linguaggio verbale (il
rapporto che la poesia instaura con il linguaggio “non è di tipo referenziale o solamente comunicativo, è
anche corporeo-emotivo e tende a recuperare il valore ancestrale della parola”, G. Musetti, op. citata, pag.
4)
acquisire “strumenti e modalità di lettura e interpretazione del reale (ovvero della fondamentale relazione: io/
mondo)” (ivi, pag. 3);
valicare spazio-tempo e mettersi in comunicazione profonda e partecipe con uomini d’altri tempi e d’altri luoghi
(l’anima del mondo e la letteratura universale);
acquisire una nuova motivazione e specifiche competenze per la lettura della poesia della tradizione letteraria.
Organizzazione
Il laboratorio di poesia rientrava tra le attività opzionali dalla scuola. Ha avuto durata quadrimestrale e ha impegnato
i ragazzi per due ore settimanali pomeridiane. Come gli altri laboratori opzionali, si è svolto con un gruppo inter-
classe ristretto di tipo elettivo, con alunni delle tre terze.
Chi in questi due anni ha scelto il laboratorio di poesia, a precisa domanda ha spesso risposto: “Sentivo che forse mi
poteva dare qualcosa…”, “M’incuriosiva…”.
Si poteva evincere da queste risposte l’affiorare di un bisogno dei ragazzi, di un desiderio confuso, una disponibi-
lità a provare a esprimersi, un bisogno di meditare sul proprio profondo sentire.
Alcuni alunni sono stati orientati, nella scelta, dai loro insegnanti, nel senso che i docenti d’italiano non titolari del
laboratorio l’hanno suggerito/sollecitato laddove riscontravano non solo una risonanza ma anche una palese difficol-
tà, un blocco espressivo che si esprimeva con comportamenti di ritrosia/timidezza/aggressività.
Gli spazi utilizzati sono stati prevalentemente quelli della biblioteca dell’istituto, anche se si è data agli alunni
un’ampia “libertà di movimento” e alle volte si è stati anche all’aperto (come preciserò più avanti).
Non sono stati necessari materiali e strumenti specifici, in alcune occasioni si sono utilizzate fotocopie o testi della
biblioteca per la lettura di poesie d’autore.
Metodologie
Nell’ introdurre gli alunni nel mondo della poesia non ci può avvalere di un protocollo scontato: l’ambito della poe-
sia segue percorsi inaspettati e intimi che dilatano i tempi e i modi di una produzione che si da’ sempre per
“eventuale”. Il docente, qui più che altrove, è tenuto ad essere un “facilitatore”, una specie di regista che crea delle
occasioni di apprendimento e di espressione, lasciando agli alunni i tempi e i modi di cui hanno bisogno per rispon-
dere e ritrovarsi in esse. Per dirsi, per “prendere la parola 4”.
La metodologia quindi è quella di una didattica attiva, centrata sull’alunno e sul suo fare, ed anche sul suo sentire 5.
Una didattica laboratoriale come destrutturazione- dilatazione di tanti aspetti della didattica tradizionale:
dello schema comunicativo uno a molti: il lavoro è fortemente individualizzato;
dei tempi rigidi della consegna- produzione- valutazione;
della codifica “normale” degli spazi scolastici: si lavora in un ambiente particolare, quello
della biblioteca, senza banchi, con divanetti e un pianoforte, accogliente; gli alunni
scelgono dove e come sistemarsi, hanno esplicita libertà di muoversi, anche di uscire
per “cercare l’ispirazione”, a volte si esce tutti insieme all’aperto;
del linguaggio prevalentemente razionale e referenziale che viene in genere impiegato dal
docente nella conduzione delle lezioni: l’insegnante crea atmosfere, coinvolge, stimola
attraverso un uso della parola di tipo evocativo, immaginifico, lirico; con ciò, è il primo
a mettersi in gioco come “aspirante poeta”, a esporsi con il suo mondo di sentimenti,
simboli, fantasie, immagini personali (come dirò meglio spiegando più avanti alcune
tappe dell’attività).
Lo sforzo e l’intento sono innanzitutto quelli di creare un clima da un lato sereno e rassicurante, dall’altro stimolan-
te, liberatorio, aperto ad un’espressione autentica e creativa. Un invito prima di tutto a rendersi disponibili
all’ispirazione, alla possibilità di “creare” con le parole come quando si “lavora” con i colori.
Un indirizzo metodologico di fondo è quello di non inibire l’espressione da parte dell’alunno della propria voce per-
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sonale, “pur con tutte le stonature, le impennate, gli stridori che caratterizzano una voce in formazione” (Tamisari,
op. citata, pag. 78). Solo a patto di sentirsi veramente libero di dire e di dirsi il ragazzo proverà a scendere in pro-
fondità dentro di sé per attingere al suo mondo di emozioni, paure, desideri, sogni, pensieri.
Nel documentarmi sulle modalità di conduzione di laboratori di poesia, ho trovato (cfr. Tamisari, op.citata) il rife-
rimento ad un metodo, il cosiddetto metodo Koch, dal nome del suo ideatore, che ho riconosciuto come molto
affine al mio personale e in parte intuitivo modo di procedere. Cito dal saggio di Tamisari: “Koch è convinto che
il talento per la poesia può esser coltivato e sviluppato in ciascuno di noi: i bambini poi questo talento lo posseg-
gono in forma naturale e spesso assai felice, basta creare le condizioni e approntare gli strumenti perché esso si
manifesti. Condizioni. Occorre creare innanzitutto un clima di fiducia e di sicurezza. L’attività di poesia non deve
assolutamente assomigliare a un’attività scolastica tradizionale (tipo il tema); il maestro deve intervenire il meno
possibile, stimolare senza interferire, limitare al minimo i commenti, far sentire i bambini liberi di dire e di espri-
mere (inutile dire che non devono esistere preoccupazioni per l’ortografia e la bella scrittura)” (op. citata, pag.
97).
Questo è stato anche il mio approccio, radicato nella profonda convinzione che il terreno della poesia è
“selvaggio” e quindi non profanabile, facile a perdersi, come quando si cerca di vedere i caprioli al mattino bere al
ruscello, nel bosco.
Così ho voluto iniziare il mio laboratorio creando un’atmosfera di distensione, non necessariamente avvalendomi
di musica o altre suggestioni, bensì dando il chiaro segnale ai ragazzi che sarebbe stata bandita ogni imposizione.
Lo stimolo iniziale che ho utilizzato col mio primo gruppo del laboratorio di poesia (due anni scolastici or sono) e
che ho riproposto quest’anno avendone verificata l’efficacia, è stata questa mia idea: fornire ai ragazzi, dettando-
la, la “ricetta per scrivere una poesia”.
Qui si vedono gli alunni compiti e compunti iniziare a scrivere le mie parole senza sospettare che esse siano il va-
ro per un viaggio potenzialmente infinito: quello verso la propria fantasia, verso il proprio sentire, verso le regione
recondite dell’animo.
Uso un linguaggio evocativo, fantastico, onirico e toccante. In altre parole comincio io stesso ad esprimermi poe-
ticamente e do un esempio concreto di cosa sia il poetare. E via via che l’alunno procede nell’udire e nel registrare
quanto viene dettato, in un certo senso s’immerge in se stesso, si interiorizza, si lascia andare a una dimensione di
immaginazione più libera e decondizionata.
Elenco ora i punti fondamentali della “ricetta” che detto agli alunni (anche se va detto che ogni volta improvviso,
sintonizzandomi anche sulle persone che mi trovo di fronte) :
Chiudere gli occhi e non avere fretta di aprirli o di guardarsi in giro, calmare il respiro.
Ascoltare il senso di pace che si prova quando non si ha niente da fare se non esplorare il proprio stato
d’animo.
Cercare di ascoltare il proprio silenzio perché il silenzio è come uno scrigno: dentro c’è il dialogo più pro-
fondo con noi stessi. Ascoltarlo è il primo passo fondamentale
Ciò che apre il cuore è la fiducia che in noi vi sia un fecondo dialogo tra il cuore e la mente.
Comprendere che il cuore ha un suo linguaggio: quello delle lacrime (lacrime di dolore, ma anche lacrime
di risa, gioia, amore). Se il cuore non usa parole, la poesia è la chiave per tradurlo sulla pagina.
Non bisogna avere paura di usare le parole
Come un pittore che prima schizza un quadro e poi lo completa, così si possono mettere sulla pagina delle
frasi, immagini o parole di getto, senza pensarci troppo su perché possono essere combinazioni donate
dal subconscio per aprire la cassaforte dell’ispirazione.
Andare con la memoria a momenti belli o comunque intensi della propria vita, riviverli e provare a
“cantarli”, cioè a dipingerli con la musica delle parole.
In noi il flusso di emozioni figurate è accompagnato da riflessioni e considerazioni latenti sul nostro vis-
suto e si può cercare di invitarle alla superficie e dialogare con esse.
Più si riesce ad essere sinceri con se stessi e più lo si è con gli altri e il poeta è il cercatore d’oro del pro-
prio autentico sentire.
La "Poièsis", è ciò che è nuovo, inatteso, raggiunto attraverso l’autenticità
L’inizio di una poesia é l’inizio di un mondo, è la creazione di un mondo nuovo che prima non c’era.
Alla fine le parole diventano tracce dell’ineffabilità.
Questa “ricetta” è un metodo che parte da un’aspettativa razionale, quindi conosciuta dagli alunni, ma li invita
4 In la scuola mite R. Iosa auspica una scuola media capace di trovare un’anima, “con una relazione non più solo autoritaria
o seduttiva, ma dove si impara facendo. Una scuola che non dà solo le parole ai ragazzi, ma dà loro soprattutto la parola e li
sa ascoltare” (R. Iosa, la scuola mite, ed. Tredici, 1995, pag. 29).
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senza strappi, umilmente, a scivolare in un mondo meno costruito, più fluido, più libero e che il bambino conosce
da sempre.
Dopo questo primo momento, un altro passaggio fondamentale è quello in cui i ragazzi si danno un nome come
gruppo di poeti, rafforzando così sentimenti di appartenenza e di identità. Un’altra valenza formativa importante
del laboratorio è infatti il fatto che si forma un gruppo di pari caratterizzato da cooperazione, ascolto profondo,
condivisione, empatia, impegno attorno ad un progetto comune. Inoltre, il gruppo che si è autodefinito ottiene uno
spazio ufficiale di visibilità nella bacheca scolastica dove le produzioni personali verranno affisse periodicamente,
offrendosi così ad una prima fruizione pubblica, da parte della comunità scolastica allargata. Quindi il momento in
cui i poeti si danno un nome assomiglia anche ad una specie di investitura ufficiale, comporta un’assunzione di
responsabilità ed anche di iniziativa e di rischio che influisce positivamente sulla motivazione. L’itinerario di lavoro procede proponendo agli alunni di esprimersi, (all’inizio senza preoccupazioni di tipo metri-
co perché si comincia a operare con il verso libero), su alcune tematiche, date alle volte sottoforma di parole chia-
ve, altre come incipit, ecc., che possano agganciare la realtà emotiva dei ragazzi: “la prima volta che ti ho
vista/o…” , “la mia nascita”, “immagino il momento della mia morte”, “la cosa a me più cara”, “albero”, “cielo”,
“nuvola”, “tu sei “ , “preghiera”…
Anche in ciò mi trovo in linea con Koch che suggerisce di proporre stimoli sotto forma di parole chiave e di creare
a partire da essi “l’atmosfera emotiva opportuna affinché il bambino possa rievocare, liberarsi, guardarsi dentro”
(Tamisari,op. citata, pag.98). A questo fine lavoro soprattutto tramite un dialogo individualizzato che posso defi-
nire maieutico, con il quale aiuto il ragazzo specialmente quando le produzioni o parti di esse risultino ancora po-
co personali, un po’ banali e piatte. Allora interviene la sollecitazione decondizionante, sotto forma di libere asso-
ciazioni che il ragazzo è stimolato a produrre parlando con l’insegnante, esplorazioni di campi semantici che per-
mettono di scavare più in profondità.
Fondamentale è ovviamente la qualità del dialogo, improntato, come già si diceva, a sincerità, attesa, disponibili-
tà, umiltà, delicatezza.
Quando l’emozione trovata diventa autentica tutti (questo è proprio il miracolo della poesia!) cercano le parole
acconce per renderla, quelle che dicono esattamente ciò che si sente. E spesso questo particolare sentire ha già una
sua cadenza, un ritmo, una musicalità.
Qui si inserisce, gradualmente, il lavoro metrico: si parte dall’esplorazione di vari schemi ritmici per arrivare a
due tipi di componimenti con vincoli precisi: il sonetto e l’haiku.
Il modello colto, sul quale si lavora anche presentando qualche componimento d’autore, viene appreso dal ragazzo
come qualcosa che gli serve, che affina la sua capacità di dire, di esprimere creando bellezza.
Concordo con l’osservazione che fa Tamisari, nel commentare il metodo Koch, quando dice che, mentre
quest’ultimo insiste soprattutto sulla funzione liberatoria del percorso, sulla necessità quindi di accogliere ogni
produzione e di lasciare al margine gli aspetti relativi a forma e ritmo, “in un programma di più ampio respiro di
educazione alla poesia ciò non è sufficiente. Infatti, man mano che crescono le competenze linguistiche, è neces-
sario dare al bambino una graduale consapevolezza tecnica ed espressiva perché possa partecipare più cosciente-
mente, sia in fase di stesura, sia in fase di revisione, all’elaborazione del proprio prodotto.”
Se questo vale per la scuola primaria, nella quale Tamisari ha effettuato i suoi laboratori, tanto più vale per la
scuola secondaria di I grado.
Un aspetto molto rilevante della metodologia che ho adottato è infine quello della comunicazione pubblica dei
testi prodotti. Già in itinere, cioè durante l’itinerario di produzione, le poesie vengono lette nell’ambito del gruppo
e condivise reciprocamente; vi è poi l’esposizione in bacheca di cui si è già detto, che attiva un circuito virtuoso
molto stimolante di attesa, curiosità, apprezzamento, sia da parte degli altri alunni che degli insegnanti o del per-
sonale ATA della scuola.
Un altro momento di “apertura verso il mondo” è quello della partecipazione ai concorsi letterari indetti in molte
parti d’Italia. Ci sono molti concorsi, (tra cui alcuni che premiano esclusivamente haiku) per i ragazzi dagli undici
ai 14 anni, con premi in palio molto interessanti.
L’anno precedente si è scelto di mandare dei lavori selezionati all’ormai tradizionale Concorso nazionale di poe-
sia, per i ragazzi della Scuola Secondaria inferiore, “Anch’io Poeta -Marco Compagno” indetto dalla Scuola Me-
dia di Fossò (Ve). Quest’anno è venuto il momento di produrre un’antologia delle poesie nate in questi anni fe-
5 “ Il laboratorio inaugura una diversa concezione dell’apprendere e dell’insegnare.Il processo di apprendimento avviene non
più o non solo attraverso un itinerario di ascolto e ricezione passiva, ma attraverso un processo di ricerca, di progettazione,
dirielaborazione creativa della conoscenza e della realtà.” (in Progettare un laboratorio, di R. Bello, www.
http://puntoeduri.indire.it/neoassunti 2008)
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condi.
Infine, a conclusione o quasi del percorso (durante la festa della scuola per Natale e a fine anno) si è tenuto, per il
2 anni, il momento della lettura/recitazione delle poesie di fronte agli altri studenti, ai docenti e ai genitori. Ciò
rappresenta un valore aggiunto dell’attività, per più motivi: richiede da parte degli allievi un’ulteriore assunzione
di responsabilità perché devono dimostrare di credere in ciò che hanno fatto e, in qualche modo, validarlo pubbli-
camente; permette di dare al lavoro di scrittura svolto il carattere di un processo di comunicazione reale, che esce
dall’autoreferenzialità di tanta produzione scolastica. Costituisce l’occasione per sviluppare altre competenze so-
ciali (gestione delle emozioni in situazione di tensione, comunicazione in pubblico, ecc.); infine offre all’alunno
un’occasione importante di gratificazione che certo ne rafforza l’autostima. A conclusione di un percorso trienna-
le si è voluto stampare il presente libro di poesie scelte e di diffonderlo sia come copie stampate e sia mettendolo a
disposizione di tutti nel sito web del nostro Istituto comprensivo come pdf scaricabile.
Valutazione dell’efficacia dell’attività
Come risulterà già da quanto da quanto finora detto, ritengo che il laboratorio abbia in larga misura conseguito le
finalità che si era dato. Quasi tutti i ragazzi hanno partecipato attivamente, conseguendo risultati spesso al di là
delle loro (e altrui) aspettative. Un aspetto su cui vorrei qui, in conclusione, richiamare l’attenzione, è quello dei
risultati ottenuti con alunni “difficili”, caratterizzati da una serie di difficoltà comportamentali e di apprendimento
che rendono problematico il loro rendimento in molte discipline. Sono gli alunni che si approcciano di “sghembo”
anche alle attività di laboratorio e che impegnano molto la relazione.
Questi alunni in genere non rendono in italiano, perché caotici, scorretti, demotivati. Con un approccio diverso,
con tempi e modi più distesi, stimolati e sostenuti dal gruppo dei pari, lentamente (in tempi anche molto lunghi),
sono riusciti anch’essi a pescare dentro di sé e ne sono usciti immagini inedite, haiku efficaci, addirittura
“sonetti”, lasciando stupiti gli adulti e, ovviamente, contenti, molto contenti loro stessi. Ciò a conferma di quanto
“motivazione e significato” siano fondamentali per gli apprendimenti: “Poiché i ragazzi sono massimamente di-
sposti ad apprendere, ma molto resistenti agli apprendimenti di cui non comprendono motivazione e significato,
che vogliano sottometterli e non responsabilizzarli, che non producano frutti di rilevanza sociale o di chiara cre-
scita personale, ma si limitino ad essere autoreferenziali” (Allegato C per la Scuola Secondaria di I grado delle
Indicazioni nazionali del 2004).
Prof. Federico Longato
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Con te
Ho aperto i miei occhi:
lacrime trasparenti
del nostro amore. (Eleonora Pozzobon)
Dolore naturale
Foglie d’oro
Dagli alberi morti D’autunno
(Ester Spataraku)
Il disegno in copertina è dell’alunna Beatrice Doro ( per gentile concessione)
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