Pitturina Newspaper 2014

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Un’edizione green a basso impatto sull’ambiente.... a pg 02 Una gara inedita... a pg 03 Un pacco gara speciale... a pg 03 Ricchissimo programma eventi... a pg 11 Pitturina 2014 Memorial g.a. Marco Zambelli Franz www.lapitturina.it 2014 Scarpa ISMF WORLD CUP SKI MOUNTAINEERING main sponsor EDIZIONE SPECIALE NUMERO UNICO - ANNO 2013 La Pitturina ski race Memorial g.a. Marco Zambelli Franz 31.01.14 e 1-2.02.14 VAL COMELICO - SAPPADA - DOLOMITI Foto di RICCARDO SELVATICO

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Il giornale news e dietro le quinte che racconta la Pitturina Ski Race 2014, prova di Coppa del Mondo ISMF di sci alpinismo

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EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 2013 1

Un’edizione green a basso

impatto sull’ambiente....

a pg 02

Una gara inedita...a pg 03

Un pacco gara speciale...

a pg 03

Ricchissimo programma eventi...

a pg 11

Pitturina 2014

Memorial g.a. Marco Zambelli Franz

www.lapitturina.it

2014Scarpa ISMF

WORLD CUPSKI MOUNTAINEERING

main sponsor

EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 2013

La Pitturinaski race

Memorial g.a. Marco Zambelli Franz

31.01.14 e 1-2.02.14VAL COMELICO - SAPPADA - DOLOMITI

Foto di RICCARDO SELVATICO

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EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 20132

Correva l’anno 2009, un po’ per gioco e un po’ per ambizione ci siamo trovati a or-ganizzare la prima Edizione della Pitturina Ski Race. Una gara di scialpinismo in un territorio da sempre a vocazione turistica,

e per tradizione riservato agli specialisti dello sci nordico.Una sfida da portare avanti con la determinazio-ne che fino a quel momento ci aveva condotto al successo con la Pedalonga, gara di mountainbike iniziata qualche anno prima con 40 partecipanti e arrivata ad avere ai nastri di partenza, proprio nel 2009, oltre 750 bikers.Un’evento speciale, dedicato a una persona spe-ciale, Marco da sempre attore protagonista nel vo-lontariato dal Soccorso Alpino al Cai. Guida Alpina, Tecnico dell’Elisoccorso, ma soprattutto innamorato di montagna. La montagna a 360 gradi, quella esti-va, ma in modo particolare quella invernale dove si buttava a capofitto con un po’ di spericolatezza, ma anche con sapiente responsabilità e conoscenza del suo territorio; rispettoso di quello che gli stava intorno.

Sono trascorsi pochi anni e dunque poche edizioni, durante le quali il gruppo di Spiquy è cresciuto, ha acquisito conoscenze e si è avvalso della collabo-razione di persone capaci, altamente professionali, volenterose e appassionate di sport.Insieme a loro è cresciuto anche il territorio, la gente, le strutture ricettive e questa è stata la carta vincente per far diventar la Pitturina Ski Race un evento dell’intera vallata. Una manifestazione sen-tita da tutti e dove tutti si sentono un po’ parte del gruppo, ogni abitante del comprensorio Comelico e Sappada offre il suo contributo e partecipa attiva-mente al fitto programma proposto di anno in anno.

Questo elemento, valore aggiunto della nostra gara, è stato immediatamente percepito e assimilato da tutti i partecipanti e ha fatto si che l’eco della gara fosse sempre positivo e che in poco tempo si dif-fondesse tra appassionati e addetti ai lavori, com-prese le istituzioni pubbliche e gli ambienti federali, che si sono così convinti della bontà organizzativa del Gruppo Spiquy Team.

Da qui l’assegnazione, dopo solo cinque edizioni, di una tappa del prestigioso circuito di Scarpa ISMF

Semplicemente grazie. Quello che in cuor nostro ci premeva dopo quella giornata settembrina del 2006, era il voler a tutti i costi ricordarti ogni giorno, ogni istante della nostra vita. Non so se abbiamo scelto bene, ma abbiamo deciso così. La Pitturina Ski Race, diventata la gara di riferi-mento del panorama invernale della Val Come-lico, e non solo, ci permette di averti perenne-mente nei nostri pensieri. Una persona speciale, attore protagonista nel volontariato, dal Soccorso Alpino al Cai, Guida Alpina, Tecnico dell’Elisoccorso e Rocciatore con il Gruppo I Rondi della Val Comelico, ma soprattutto innamorato della montagna. Inse-gnante amatissimo dai ragazzi che ancora oggi conservano un ricordo indelebile di quel Marco, dolce e spiritoso, ma allo stesso tempo prodigo di consigli e attenzioni su come affrontare la montagna. Quanti ragazzi dell’alpinismo gio-vanile hanno avuto l’onore di conoscerti e di averti come “guida”.Figlio, papà, marito, amico e collega insostitu-ibile, ti ricorderemo sempre per quello che eri, sulla roccia, sul ghiaccio e sulla neve.

I sci è fati par durà(gli sci sono fatti per essere usati – “e consumati”)

World Cup che tra l’altro nel 2014 sarà disputato una volta sola in territorio Italiano e proprio alla Pit-turina Ski Race.

Un sogno inseguito fin dalla prima edizione, e che oggi finalmente si può dire realizzato. Nelle nostre mani una grande responsabilità, l’attenzione di tutto il territorio su un’evento “mondiale” che noi siamo decisi a organizzare nei minimi particolari, cercan-do di non lasciare nulla al caso e soprattutto met-tendo al centro dell’attenzione gli atleti e le squadre internazionali nonché il pubblico che per quattro giorni affollerà le nostre valli.

Venti nazioni rappresentate, oltre 350 atleti in gara, accompagnatori e staff, famigliari e amici. Più di 500 volontari impegnati per offrire il massimo ser-vizio sia nell’organizzazione sia nella logistica, corpi militari e civili, personale altamente specializzato a operare in ambiente montano, giudici e osservatori internazionali; migliaia le persone interessate all’e-vento presenti sui campi di gara.Le spettacolari gare saranno seguite con dirette Tv sui canali regionali, nazionali e internazionali, Web Tv, emittenti radiofoniche che seguiranno l’evento; comunicati stampa e articoli sulla carta stampata, quotidiani locali e non, riviste specializzate e una fitta rete di informazioni aggiornate sul web, blog e Apps.

In questi anni molte azioni sono state compiute, e molti puzzle composti, sia in termini pubblicitari sia di promozione turistica, sia per fidelizzare gli atleti sia per il mantenimento dei rapporti di fiducia con enti, istituzioni. Abbiamo coccolato gli sponsor, migliorato e implementato il dialogo con i territori confinanti specialmente con quelli dell’Osttirol e del Cadore dove tra l’altro abbiamo avuto grandi soddisfazioni.

Il momento storico che oggi stiamo attraversando non è di facile lettura, si devono commisurare le azioni secondo le possibilità proprie e quelle offerte dal mercato, ma di certo non è il momento di “tirare i remi in barca” anzi sono fermamente convinto che questo sia il momento di dimostrare le proprie ca-pacità, dimostrare che lo sport è anche promozione turistica per un territorio come quello del Cadore-Comelico a questo votato. Sono trascorsi i tempi dei grandi investimenti e dei grandi progetti, si devono seguire e sostenere in-vece le piccole azioni che messe in rete possono

essere la chiave di svolta e crescita per il compren-sorio.

Economicamente un evento come quello della World Cup è piuttosto impegnativo per associazioni non a scopo di lucro come lo Spiquy team, ma lo è anche per gli enti e gli sponsor che si trovano a con-tribuire e a investire su territori come il nostro non alimentati da privilegi speciali. Oltre 100.000 Euro potrebbero apparire una cifra spropositata, ma non sono molti, anzi sono piuttosto pochi se paragonati all’organizzazione di altri eventi in ambito invernale e non solo. Una buona parte di questi soldi, circa un terzo, servono per le premiazioni finali e la lot-ta al doping con controlli sicuri e capillari, un’altra buona parte riguarda la logistica, come tendoni, al-lestimenti, servizi esterni, catering e gli automezzi. Il rimanente viene investito per la promozione e per gli eventi collaterali. Spese coperte sostanzialmente per circa i due quinti da enti pubblici come Regione Veneto, Comuni, Regole e Comunità Montana e per il resto da sponsorizzazioni private e ricavi derivanti dalla gara come le iscrizioni e merchandising.

La tappa italiana del circuito Scarpa ISMF World Cup sarà un grande evento, abbiamo pensato alla valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti, della sua gente e delle sue montagne; per fare questo c’è bisogno dell’impegno di tutti, nessuno escluso e da questo la mia personale chiamata alla gente del Comelico-Sappada e di questo angolo di Dolomiti affinché possa contribuire a far divenire un ricordo indelebile nella mente dei partecipanti questo even-to che dovrà rimanere nella storia dello scialpini-smo e non solo.

World Cup 2014

Pitturina Ski Race memorial Zambelli g.a. Marco

A TE… Marco

di Michele Festini PurlanPresidente del CO

Michele Festini Purlan alle premiazioni ed. 2013.

Con immenso piacere annuncio al mondo degli ap-passionati di scialpinismo, alla stampa e alle pub-bliche autorità che la Federazione Internazionale di Scialpinismo (ISMF) ha scelto “La Pitturina” Ski Race come tappa italiana per la Scarpa ISMF World Cup 2014. La scelta, dopo attenta ponderazione, è stata motivata dalla bontà e dall’efficienza dell’or-

ganizzazione, dallo straordinario cuore e passione che traspira da ogni componente del Comitato Or-ganizzatore, dall’ottimo livello dei percorsi e dallo spettacolo di montagne che la Val Comelico e Sap-pada, inserite nello straordinario mondo delle Dolo-miti - patrimonio mondiale dell’Unesco - sapranno offrire al mondo durante i quattro giorni di manife-stazione.È questo il momento non solo di ringraziare il Co-mitato Organizzatore ma tutti gli sponsor pubblici

di Armando Mariottapresidente dell’ISMF

Marco Zambelli.

Pitturina Ski Racetappa italiana per la Scarpa ISMF World Cup 2014

e privati che, aiutando concretamente l’evento, hanno dimostrato di credere nelle manifestazioni di scialpinismo per promuovere le montagne delle valli interessate dall’evento, valido ingrediente per un’offerta turistica di alto livello.Assicurando che sarò presente alla Pitturina Ski Race per incitare gli atleti e per complimentarmi personalmente con tutti auguro pieno successo alla manifestazione.

Un’edizionegreen.Sono state abbattute alcune barriere e fatte alcune scelte “controtendenza” volte alla valorizzazione di questo sport magni-fico quale lo scialpinismo che si svolge, e non va dimenticato, in un’ambiente ovatta-to, protetto e sensibile all’uomo.L’approccio dev’essere “leggero” e così dev’essere anche tutto il programma degli eventi collaterali legati alle prove tecniche sugli sci. Per questo sono nate alcune idee che seguono un filo condutto-re unico quale quello del bas-so impatto ambientale. Tra queste la riduzione degli spostamenti motorizzati sul territorio possibile attraver-so l’impiego di mezzi ecologici di massa che permetteranno il trasporto cumulativo di più persone nonché l’utiliz-zo di materiali riciclabili o eco-compatibili come la carta per le pub-blicazioni ufficiali, i tessuti per la segnaletica di gara e altre piccole azioni per le quali

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EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 2013 3

Due cenni sulle origini di questa disciplina.Lo sci quale strumento per muoversi su terreno innevato si perde lontano, testimoniato da antichi scritti e graffiti.Più recentemente nel secolo che comprende le due grandi guerre, lo sci fu il mezzo di gran lunga più usato per muoversi su terreni ardui e innevati.L’utilizzo delle pelli di foca (inizialmente naturali, poi soppiantate da prodotti sintetici) sotto le solette degli sci permette l’avanzamento e la tenuta in sa-lita. Questa pratica è stata ripresa dai pionieri dello scialpinismo e dagli esploratori delle aree polari. Le tecniche, sebbene primitive, erano già ben delinea-te nei primi anni del XX secolo, e utilizzate anche in campo bellico dalle Truppe Alpine durante la Prima Guerra Mondiale. Gli anni del dopoguerra hanno visto una notevole evoluzione della tecnica e dei materiali, (del 1927 la

prima ascensione sciistica italiana al Monte Bianco, da parte di Ottorino Mezzalama ed Ettore Santi) e nel secondo dopoguerra si è assistito a una diffu-sione su scala relativamente vasta di appassionati a questa attività invernale. Già nel 1933 si organizzò la prima edizione di quella che sarebbe diventata la più importante competizione di scialpinismo al mondo come disciplina agonistica.Il moderno scialpinismo non è sostanzialmente di-verso dal primordiale concetto di utilizzo dello sci dei secoli passati. Tuttavia nel tempo sono cambiate le tecniche, i materiali e gli scopi (da mezzo di loco-mozione invernale a sport e svago)

L’attrezzatura ha avuto col il tempo un’evoluzione notevole, passando da rudimentali e pesanti assi in legno, a moderni e leggeri attrezzi che agevolano il movimento.

Storia

Lo sci alpinismo

Con il passare degli anni la frequentazione della montagna in inverno è passata dal “dover” per ne-cessità, al puro scopo sportivo dell’attività.

Pur essendo diventata una disciplina potenzialmen-te alla portata di tutti è comunque indispen-sabile affrontarla con la giusta preparazione atletica, uscendo le prime volte con le guide alpine o frequentando i corsi del Cai. Inoltre

è indispensabile portare sempre con sé il neces-sario per le eventuali situazioni d’emergenza e di autosoccorso in caso di valanga.

Partiamo dalle origini. La prima edizione della Pitturina Ski Race risale al 2009 da quella che si può definire una necessità dell’Associazione Spiquy Team: proporre la versione invernale della già avviata Peda-

longa (rinomata gara di mountain bike a coppie) in quello che per noi “Dolomitici” è l’ambiente natura-le per eccellenza: la neve.

Gli spazi incontaminati della valle del torrente Digon si potevano ben prestare e in questa terra nacque la Pitturina Ski Race, dal nome della Cresta di confine che collega il Monte Cavallino a Cima Vallona, am-bienti percorsi nei secoli da cacciatori con pelli di foca e sci ai piedi e oggi riproposti in chiave sportiva con grande soddisfazione.

Dalla prima alla sesta edizione un’ascesa continua nei numeri della gara, l’inserimento nel circuito della Coppa delle Dolomiti già alla seconda edizione, il Campionato Italiano a Coppie e il Campionato Italia-no Individuale Scarpa nel 2012 e nel 2013, il conferimento della certificazione dell’ISMF alla terza edizione e infine l’inserimento del circuito Scarpa Ismf World Cup per il 2014. Un’escalation che ha ripagato gli intensi sforzi dell’Associazione Spiquy Team e di tutti coloro che la sostengono.

Storia della

Edizioni1a

anno 20092a

anno 20103a

anno 20114a

anno 20125a

anno 20136a

anno 2014

N° atleti al via 106 164 210 258 215 /

Tempo dei vincitori 2.56.08 2.54.42 2.45.07 1.39.14 1.42.44 /

N° di comunicati stampa emessi 3 12 21 18 13 Per il momento 4

N° post facebook / 25 96 186 353 Per il momento 135

N° di tweet / / / 9 148 Per il momento 119

Costi organizzativi 10.000 € 20.000 € 27.000 € 36.000 € 43.000 € Circa 100.000 €Le discrepanze nei tempi di gara sono dovute anche alle variazioni apportate al tracciato nelle varie edizioni.

Le copertine delle passate edizioni.Qualche numero

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Una gara ineditaLa ferma convinzione del CO è stata sufficiente per convincere i vertici dell’I-SMF (Federazione Internazionale dello SciAlpinismo) che la gara Sprint, per la prima volta nella storia di questo sport, potesse essere realizzata in notturna. Mai accaduto prima, sarà un’evento nell’evento. La gara Sprint, reputata per eccellenza la prova più spettacolare dell’intero pro-gramma gare della World Cup, si svolgerà sul campo gara illuminato presso la “pista Nera” di Sappada. Una location già collaudata per eventi di questo genere dove il pubblico potrà as-saporare le prodezze degli atleti di Coppa del Mondo, specialisti delle gare contro il tempo, tutto visibile dal Parterre d’arrivo. Programma di gara che prevede le prove di qualificazione a partire dalle ore 16 per concludersi con le finali alla luce artificia-le dei proiettori della pista alle ore 18 in completa fase notturna. Lo spettaco-lo è assicurato.

Un pacco Gara SpecialeSempre in ottica di scelte controtenden-za, unitamente al Main Sponsor Montura è stato scelto un pacco gara diverso dal solito, un pacco gara inusuale con solo prodotti alimentari. È giusto e doveroso in questo momento particolarmente difficile, dare un segno tangibile sui veri valori che devono essere presi da esempio, soprattutto per le nuove generazioni. E così è nato un pacco gara, costituito da un contenitore di legno realiz-zato da un’artigiano locale contenente prodotti forniti da aziende che seguono una filosofia a “chilometri zero”.Prodotti locali o provenienti da ter-ritori contermini, sapientemente realizzati e confezionati da mani esperte che potranno essere assaporati dai concorrenti partecipanti alle gare e che rimarranno per sempre a memoria del loro palato.

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EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 20134

Com’è risaputo l’Italia entrò in guerra il lunedì 24 maggio 1915. A quella data tempestive anche se sparute pattuglie austriache formate da Standschützen (militari giovanissimi, anziani e anche

riformati provenienti dai paesi sottostanti) già pre-sidiavano e controllavano i crinali di confine, sicché quando i reparti italiani iniziarono le prime opera-zioni d’attacco trovarono le posizioni già occupate e discretamente rafforzate. Tutto il crinale di confine era quindi in mano austriaca. Nella zona che qui interessa i primi avamposti nemici erano addirittu-ra collocati molto avanti (pressapoco nei dintorni dell’attuale biv. Piva e sui contrafforti del Forame superiore). Il mancato tempestivo attacco italiano fu foriero di pesanti conseguenze. Due settimane più tardi seguirono i primi tardivi attacchi frontali italiani da parte di alpini del battaglion “Fenestrelle” che tentarono il tutto per tutto con un’azione co-raggiosa ma inutile. Pochi giorni dopo – con l’aiuto di un esperto contrabbandiere locale che li guidò lungo la gola alta del rio Mandrette fino al costo-ne sovrastante - riuscirono a prendere alle spalle i pochi occupanti di Cima Vallona e Col dell’Ai e a conquistare quelle posizioni dominanti. Subito dagli austriaci fu organizzato un coraggioso ma temera-rio contrattacco dal ripido vallone sottostante, che però fallì; gli austriaci provvidero allora a sbarrare con degli avamposti la sottostante zona Stucken-Heretkofel e così le posizioni si stabilizzarono. Or-mai gli alpini dominavano il crinale che guarda sul Rosskar, la conca situata subito sotto; gli austriaci erano rimasti però padroni del più elevato Palombi-no, dal quale furono infine ricacciati a metà giugno con un’azione temeraria e congiunta di alpini, fanti e finanzieri.(La meravigliosa conca del Rosskar sarà attraver-sata dai partecipanti, dopo la salita per le roccette sovrastanti il lago superiore di Stucken - ricordino almeno per un attimo chi quasi un secolo fa sacrifi-cò la vita per la propria Patria)

Purtroppo la tardiva azione dei comandi militari ita-liani aveva pregiudicato l’occupazione della dorsale dal Roteck all’Eisenreich, dai Frugnoni al Cavallino. Qui i sanguinosi tardivi attacchi del luglio seguente furono un chiaro esempio di cattiva strategia con le truppe mandate all’assalto su zone scoperte, su costoni ripidissimi e senza protezioni. L’azione

coraggiosa degli alpini e dei bersaglieri non bastò, le perdite furono ingenti; del resto le caratteristiche alpine di questo scenario escludevano operazioni di una certa portata. Di fatto il Cavallino “fu saldamen-te tenuto dalle truppe austriache nonostante i san-guinosi attacchi dei nostri, infrantisi contro le ardue rupi e il terreno battuto e scoperto del monte....” Piano piano il fronte si stabilizzò con una linea ir-regolare. Ad est Palombino, Col dell’Ai, Cima Vallo-ne costituirono formidabili capisaldi della fanteria e dell’artiglieria italiana durante la guerra. Pure la parte orientale della cresta della Pitturina era in mano italiana. Per contro la parte occidentale della cresta, il cocuzzolo della Pitturina (Filmoorhöhe) e la retrostante fortificata posizione della Forcella Ca-vallino, il Cavallino stesso, il Cavallatto, il Vanscuro, i Frugnoni e il Roteck resistevano in mano austria-ca. Seguirono allora gli inutili e sanguinosi attacchi della tarda estate contro il Roteck e la dorsale che va fino ai Frugnoni e Vanscuro, con scontri partico-larmente aspri e grande dispendio di vite italiane. Ma inutilmente: il cimitero militare di S.Stefano te-stimonia con le sue cento e cento are il pesante sacrificio dei nostri.

È interessante evidenziare il singolare destino della lunga e sottile cresta della Pitturina dove gli avver-sari si trovavano a distanza minima gli uni dagli al-tri; la terra di nessuno fra gli avamposti si riduceva a 300 m circa, in un punto in cui la cresta risultava quasi impraticabile. Con un profondo intaglio a quo-

ta 2356 m.(La visione di questa sottile crestina incisa da qual-che netto intaglio accompagnerà a lungo i concor-renti sia - quando dopo aver salito il rio Mandrette punteranno verso nordovest costeggiando le sue rupi giallastre - sia quando, valicato lo stretto inta-glio della forcella Pitturina, scenderanno lungo i va-sti piani di Fillmoor rasentando da sinistra l’opposta precipite parete nord).

Poi gli attacchi sanguinosi cessarono e fu guerra di posizione. Seguì l’inferno bianco del 1915/16 con intense nevicate e conseguenti valanghe, e relativi enormi problemi per i rifornimenti; le valli precipiti e incassate erano destinate a scaricare continue e distruttive slavine. E se il primo inverno fu assai cri-tico, il secondo del 1916/17 fu ancor peggiore, con incredibili masse nevose che scivolavano violen-temente a valle tutto distruggendo con particolare violenza. Il versante settentrionale, quello austriaco, era il più esposto e si ebbero centinaia di vittime soprattutto tra i portatori russi (prigionieri di guerra della campagna di Russia destinati ai rifornimen-ti). In seguito furono apprestate molte teleferiche e rafforzate le posizioni. Sulla cresta della Pitturina furono scavate gallerie e caverne (oggi parte intri-gante e simpatica del sentiero attrezzato D’Ambros, dedicato al ricordo di un prezioso collaboratore del C.A.I. Val Comelico. La fantasia dei bersaglieri che l’occupavano arrivò perfino a definire Paradiso una modesta quota dominante. Sotto, sul costone di pian Minoldo fu scavato un potente trincerone i cui

Storia

FORCELLA PITTURINA - FILMOORHŐHE (m.2457)Cenni sulla guerra riguardanti la zona attraversata dai concorrenti

di Achille Carbogno resti si intravvedono ancor oggi. A Col dell’Ai giun-geva una teleferica azionata a motore, lunga 2800 m, che partiva da casera Melin e attraversava la valletta del Forame con un dislivello di 800 m, 7 pi-loni in legno – fune portante mm 20,5 – fune traen-te mm 11 (i particolari tecnici stanno ad indicare la valenza dell’opera). Un’altra finalizzata a servire la Cima Vallone era in costruzione nel 1917. Del resto Casèra Melin era un po’ il centro orientale del co-mando divisionale, con viavai di militari, materiali e apprestamenti di vario genere. Poi venne l’infausto ottobre del 1917 e fu Caporetto, con la tardiva riti-rata dell’invitta Armata del Cadore, troppo tardiva, lacerante e drammatica, ingloriosamente conclusa-si a Longarone davanti ai 18 temerari bavaresi del maggiore Sprösser e del tenente svevo Erwin Rom-mel. E con il successivo dramma del Cadore invaso. Fino al 6 novembre 1918 quando fu acclamato il sospirato ritorno del tricolore.

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Si fronteggiarono in questi furiosi attacchi dell’e-state 1915 gli Standschützen tirolesi, i quali ebbero nelle prime settimane un ruolo determinante, con-siderato che gli uomini della compagnia abitavano nei paesi sottostanti di Untertilliach, Obertilliach, Kartitsch, Villgraten) e ciò spiega il loro totale spi-rito di sacrificio, motivato dalla convinzione di di-fendere direttamente i propri villaggi e le proprie famiglie; con loro parteciparono anche i mitici Lan-desschützen, oltre a reparti ungheresi, bosniaci e bavaresi. Dalla parte italiana si distinse la famosa 68^ compagnia alpini del btg Cadore comandata dal capitano Baratta (al quale Casamazzagno inti-tolò a suo tempo una via), la 28^ e 29^ compagnia del btg Fenestrelle duramente provate (con la per-dita del 40% degli effettivi), fanti del 92° fanteria, finanzieri e bersaglieri dell’8^ RGT, (un cippo di ricordo a questi ultimi è stato recentemente collo-cato sui piani delle Drotelle, poco sopra la casèra Pianformaggio).

IL TRAMONTO DEGLI EROI NON

VEDRÀ MAI SERA

Sega Digon è una borgata del comune di Come-lico Superiore che si trova sulla destra orografica del torrente Digon, proprio dove l’alveo del torrente diventa un po’ meno ripido e le sue acque un po’ meno tumultuose, ma non del tutto. Il nome Sega Digon (in italiano) ha origine dalle diverse segherie attive per lo più fino agli anni cinquanta/sessanta, che sfruttavano le acque del Digon per azionare le seghe per il taglio del legname (se ne contavano ben cinque, quasi più delle case di abitazioni allo-ra esistenti a Sega Digon). Il nome in lingua ladina “Tambar” significa invece recinto per il bestiame, probabilmente perché era il punto di raccolta e smi-stamento dei bovini che salivano ai pascoli all’inizio dell’estate o ne scendevano a fine estate.Il torrente Digon nasce alle pendici del Col Qua-ternà e vi affluiscono numerosi ed impetuosi rii da entrambe le sponde, ricoperte da rigogliosi boschi, soprattutto di abeti, fino all’altitudine di circa 1800 metri, sopra la quale si trovano le casere di Pian Formaggio e Silvella. Un po’ più in basso, sulla si-nistra orografica del Digon, sopra Pian della Mola, si apre l’ampia radura che ospita Casera Melin, da cui si sale al passo di Cima Vallona, ove da secoli transitano i pellegrini provenienti dall’Alto Comelico per recarsi al Santuario di Maria Luggau in Austria.

Dalle cime e cresta di confine fra il Passo di Cima Vallona e la Forcella del Cavallino il panorama è fan-tastico, spazia fino alle montagne del Cadore e agli Alti Tauri con il Grossglockner in Austria. In lonta-nanza si vede la Croce Europa sulla cima del Monte Cavallino, dal 1979 simbolo di pace e fratellanza fra i popoli e del gemellaggio fra il comune di Comelico Superiore ed il comune austriaco di Kartitsch. I ripi-di declivi, per la maggior parte erbosi, che salgono alla cresta di confine con l’Austria, sono in estate uno splendido giardino multicolore con i cuscini di rododendro, le stelle alpine, le varie genziane, l’a-stro alpino ed altri innumerevoli e fantastici fiori, in mezzo ai quali spesso fanno capolino timide e curiose marmotte e in autunno e inverno pascolano impavidi camosci. Il Col dell’Ai, Cima Vallona e la Cresta della Pitturina hanno visto nei secoli transitare pastori, cacciatori, bracconieri e, nei periodi più bui della nostra storia, soldati dell’Impero Austroungarico e del Regno d’I-talia e contrabbandieri. È in questi luoghi che dal 2009 si sfidano gli atleti di skialp nella Pitturina Ski Race e nel 2014 si sfide-ranno i più forti atleti del mondo.

La valle del digon ela cresta di confine

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Sarebbe bello un ristoro in territorio austriaco, «come facciamo, dove andiamo, chi va?» Senza pensarci troppo siamo partiti, la squadra del Philmoore, sale da Pian Formaggio, esplora-zione da Kartisch, ma è meglio da Casera Pian Formaggio. Ghunter, gentilissimo, ci ospita in ri-fugio la sera prima della gara, all’interno ci aspet-tano Andreas e Wener in un ambiente caldo, con musica e qualche bottiglia di grappa. Nei nostri zaini viveri di sostegno e allegria con il Direttore di percorso serio e preoccupato, ma non importa. I giri ai fornelli si susseguono, gli zaini nascon-dono ogni prelibatezza: canelloni ripieni, pesce e molto altro.

Il rifugio Filmoor Un gruppo allegro e affiatato. Il primo anno il team è formato dai ragazzi del Comelico e qualcuno da Bergrettung di Kartisch. L’ultimo anno gruppo si è allargato: Comelico-Cadore-Vittorio Veneto e dall’Austria quindici volontari del Soccorso Alpi-no “Bergrettung” con Andreas e Werner. Alla fine della discesa non manca mai la tradizionale bic-chierata insieme nella valle del Gail.

Vincono: l’amicizia e la volontà.

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L’occasione di questo primo appuntamento con la Coppa del Mondo di scialpinismo in Comelico e Sappada ci è particolarmente gradita innanzitutto per dare il benvenuto agli atleti e ai team che si cimenteranno sulle nostre nevi in competizioni ap-passionanti. Ci dà modo altresì di manifestare l’apprezzamento per l’impegno e la professionalità di tutta l’organiz-zazione curata in ogni dettaglio dallo Spiquy Team, un gruppo affiatato e capace in pochi anni di far decollare anche nel nostro comprensorio un’attività sportiva, lo sci alpinismo, fino a qualche tempo fa relegata al ristretto interesse di pochi, spesso soli-tari appassionati. Il trofeo messo in palio è intitolato alla memoria di un giovane comeliano Marco Zambelli Franz, guida alpina esperta e appassionato alpinista, tragica-mente scomparso alcuni anni fa. I suoi amici hanno

Fin dal 1338 i l Cadore era riuscito a darsi statuti di autogoverno, strutturandosi in 27 Regole e 10 Cen-tenari o Centurie.Il palazzo della Magnifica Comunità e la torre civica, dalla cui sommità risuonava la campana dell’Arren-go per chiamare i deputati al Consiglio, sono stati costruiti fra il 1444 e il 1492. Risalgono al 1467 i documenti in cui si delibera di costruire una “do-mum in qua habitare possint Vicarii Cadubri”. Il Vi-cario era il rappresentante e l’interprete della legge, una carica quindi molto importante.La Magnifica Comunità di Cadore OGGI è un ente a personalità giuridica pubblica costituito dall’unio-ne dei ventidue comuni del Cadore. È erede della storia unitaria della regione, delle sue esperienze di autogoverno e dei valori tradizionali espressi dalle genti cadorine e costituisce, ancor oggi, un punto di riferimento delle realtà istituzionali e sociali ope-ranti nel territorio.Concorre a conservare l’identità culturale e le ri-sorse ambientali e a promuovere la formazione e lo sviluppo morale ed economico delle comunità locali, individuando e valorizzando gli elementi di carattere unitario che, nel rispetto delle realtà isti-tuzionali e sociali, possono contribuire al progresso complessivo del Cadore anche mediante iniziative volte a favorire il raccordo e la concertazione.La Comunità possiede un ampio territorio fra la strada statale e il fiume Ansiei, in località Gogna nel Comune di Auronzo di Cadore, dove si sono in-sediate diverse attività industriali e artigianali che, con i loro affitti, contribuiscono a sostenere l’Ente. Ci sono poi i proventi che derivano da alcuni bo-schi posseduti nei comuni di Comelico Superiore e di S. Pietro e dall’affitto del “Gran Caffè Tiziano” di Pieve. Queste entrate consentono alla Magnifica di svolgere le proprie attività e adempiere alle proprie finalità di conservazione e promozione culturale, nell’interesse di tutti i cadorini.

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Pitturina Ski Racedi Mario Zandonella Necca

Sindaco di Comelico Superiore

e Alberto GrazSindaco di Sappada

di Dario BondConsigliere Regionale Veneto

voluto ricordarlo inventando allora la Pitturina Ski Race, una competizione che oggi assurge a tap-pa di Coppa del Mondo: un bel modo di rendergli omaggio.L’inserimento nel circuito internazionale della Cop-pa del Mondo della Pitturina Ski Race a sei soli anni dal suo esordio, valorizza la vocazione di un’area impegnata a coniugare sport e natura in un am-biente incontaminato. La manifestazione sportiva si svolgerà su due tracciati: una suggestiva gara sprint notturna sulle nevi Sappada e l’altra sulle erte pendici che dalla valle del Digon risalgono verso la cresta di confine, consolidando così la collaborazio-ne transfrontaliera tra le comunità del Comelico e Sappada e del vicino OstTirol, unione già collaudata in questi anni con frequenti contatti e iniziative co-muni.Le premesse per il successo ci sono tutte, grazie soprattutto a un’organizzazione che sarà certamen-te all’altezza di un appuntamento così importante: arrivederci a tutti gli appassionati nell’ultimo week end di Gennaio sulle nevi del Comelico e Sappada.

La passione per il proprio territorio si può tradurre in molti modi. Lo scialpinismo è una delle declinazioni più affascinanti perché permette di vivere lo sport non solo come competizione, ma anche come gesto d’amore nei confronti della montagna.Scoprire angoli di natura che pochi riescono a rag-giungere, sfidare i pendii, aggrapparsi a speroni di roccia, non ha prezzo. È un contatto unico che rega-la ogni volta emozioni diverse.In questi anni di amicizia e di vicinanza con lo Spi-quy Team ho potuto vivere la passione e il giusto orgoglio dei Comeliani per le loro cime, uniche e spettacolari come poche in tutto l’arco alpino.La determinazione e la passione degli amici della Spiquy Team – con il sostegno convinto della Re-gione Veneto– hanno fatto sì che quest’anno la Val Comelico e Sappada possano ospitare una delle cinque tappe della Coppa del Mondo di scialpini-smo. Si tratta di una vetrina importantissima anche perché le nuove indicazioni europee della Federa-zione prevedono la produzione di video e una loro capillare diffusione a livello internazionale.Da sempre ritengo che lo sport sia un veicolo ecce-zionale per la promozione sia personale sia sociale, per non parlare degli aspetti sanitari connessi. Per tutti questi motivi la mia azione politica in Re-gione è sempre stata rivolta al sostegno dello sport e delle manifestazioni sportive che promuovono, come in questo caso, il territorio, il volontariato, lo sport. Una sinergia che – anche in tempi diffi-cili come quelli che stiamo vivendo – può fare la differenza.Agli organizzatori e a tutti i comeliani, un grosso in bocca al lupo!

Le Regole sono antichi enti di diritto privato, ricono-sciuti con legge statale, che amministrano e gesti-scono il proprio patrimonio agro-silvo-pastorale al fine di darne beneficio ai propri componenti detti “regolieri”, ovvero i figli maschi (e in alcune Regole anche le figlie femmine nubili) che abbiano il co-gnome originario del luogo.Fin dai tempi in cui queste valli furono stabilmente abitate, per far fronte alle notevoli difficoltà di sus-sistenza, gli abitanti si sono imposti delle norme da rispettare.Nei primi tempi consistevano in consuetudini tra-mandate oralmente, poi queste norme furono tra-scritte in Statuti (detti Laudi) e via via si sono in-staurate le assemblee composte dai capifamiglia di ogni villaggio, per approvare, modificare o instaura-re nuove regole a mano a mano che le necessità lo richiedessero.Essendo l’economia locale basata esclusivamente sulla coltivazione della terra, pascolo e sfruttamen-to del legname, ciò che era stabilito negli Statuti

riguardava questi settori affinché ogni famiglia avesse gli stessi diritti e potessero godere delle stesse risorse.Grazie alla vendita del legname proveniente dal taglio dei propri boschi, le Regole hanno potuto inoltre far fronte alle varie calamità che nei secoli hanno colpito questi territori, con alluvioni, incendi e carestie.La comunione di beni in proprietà collettive ha reso possibile la sopravvivenza delle popolazioni in que-ste valli per molti secoli consegnando alle genera-zioni attuali un patrimonio ambientale di notevole importanza.Il cambiamento socio-economico avvenuto negli ultimi secoli non ha comunque fatto perdere alle Regole la ragione d’esistere. Esse, adattandosi ai cambiamenti e introducendo nuovi campi d’azione, continuano a conservare e a migliorare i propri beni al fine di aiutare i propri componenti.Oltre ad assicurare la quantità di legna da ardere per il riscaldamento invernale e i sussidi per la co-struzione e il mantenimento delle abitazioni, oggi vengono anche elargiti contributi a sostegno dell’i-struzione, alle attività produttive e professionali lo-cali, si promuove il turismo, le associazioni presenti sul territorio e non da ultimo s’incoraggia lo sport.

Le Regole

La Magnifica Comunità di Cadore

Marchio collettivo CADORE DOLOMITILa Magnifica Comunità di Cadore ha messo a punto un logo “Cadore Dolomiti” che, con una semplice pennellata di Tiziano, comunica che ci troviamo nella dolomitica regione del Cadore. L’idea di un logo unificante per tutto il Cadore risponde alle esigenze dettate dal mercato turistico, oltre che ri-badire una verità storica. L’iniziativa, sottoposta al vaglio del Consiglio della Comunità, ha raccolto il parere favorevole di esperti della comunicazione e di una rappresentanza significativa delle istituzioni e dell’associazionismo territoriale. Adesso diventa strategico farlo conoscere il più possibile affinché possa entrare a far parte del patrimonio comune. Chiunque voglia utilizzare il Marchio deve farne istanza alla Magnifica Comunità di Cadore e sotto-scrivere la Richiesta d’uso del Marchio Il Marchio è composto dal logotipo (grafia) e dal simbolo propone la scritta “Cadore - Dolomiti sot-to il disegno stilizzato del profilo di una montagna, intende valorizzare l’esistenza di un rapporto sim-biotico tra il popolo e l’ambiente naturale presso il quale vive e dal quale traggono ispirazione le pro-prie eccellenze in tutti gli ambiti, anche in quello sportivo ove si auspica lo stesso marchio venga ampliamente diffuso ed utilizzato La finalità del Marchio è di promuovere e sostene-re le produzioni/attività/servizi, che sono realizzate all’interno di una zona geografica coincidente con il territorio del Cadore e identificata dal Marchio stes-so, e che hanno come obiettivi il miglioramento del-la qualità ambientale, sociale ed economica delle risorse e dei processi produttivi dell’Area

La Magnifica Comunità di Cadorepatrocinia la tappa di coppa del mondo di scialpinismo alla Pitturina ski race

Ed è proprio per questo che le Regole sostengono le iniziative dell’associazione sportiva dilettanti-stica Spiquy Team, al fine di incoraggiare le attivi-tà sportive proposte, nonché il grande evento che vedrà coinvolto il Comelico-Sappada con la gara di Coppa del Mondo di sci d’alpinismo.Per le nostre valli una manifestazione di così no-tevole rilievo è motivo di orgoglio e ha una forte rilevanza a livello turistico. L’assegnazione della gara di Coppa del Mondo è un’occasione unica e sicuramente l’Associazione Spiquy Team ha tutte le capacità per poter organizzarla al meglio.Si prospetta un inizio d’anno in fermento, con molte iniziative che daranno senza dubbio lustro e movimento ai nostri paesi oltre alla conseguen-te pubblicità del territorio che potrà essere cono-sciuto e apprezzato oltre i confini nazionali.Per queste valide motivazioni il sostegno per tale iniziativa è senza dubbio garantito dalle Regole che vedono in questo evento un’ottima vetrina per il territorio, oltre alla presa d’atto che sarà proprio grazie a questa associazione sportiva che ci saranno eventi e manifestazioni capaci sicura-mente di creare motivo di unione, divertimento e solidarietà.

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I Vigili del Fuoco e la neveA colpo d’occhio Vigili del Fuoco e neve non sem-brerebbero avere molto a che fare, eppure la neve a volte diventa un problema, un pericolo ed ecco quindi che i Vigili del Fuoco debbono misurarsi an-che con questo elemento.Incidenti stradali, sovraccarichi sui tetti, valanghe, slavine e ... sport. Il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bellu-no è attrezzato per la neve, con mezzi, attrezzature ed uomini che affrontano emergenze qui, ma anche in altre parti d’Italia proprio per le specifiche com-petenze acquisite.Gatto delle nevi, motoslitte, pale gommate e gli uomini della Squadra valanghe, una cinquantina di “pompieri” addestrati anche a questo tipo di inter-venti.Ultimo ma non ultimo lo sport, attività che rinforza il fisico e lo spirito. Lo sport praticato, ma anche Il S.A.G.F. (Soccorso Alpino della Guardia di Finanza)

è stato istituito il 3 marzo 1965 ed è attualmente costituito da 26 Stazioni dislocate nell’arco alpino, oltre che in Abruzzo, in Calabria e in Sicilia; esse dipendono dalla Scuola Alpina di Predazzo (Tn) per gli aspetti tecnico-operativi e addestrativi, dal Co-mando di Corpo di appartenenza per i profili am-ministrativi, dal primo Comando superiore retto da ufficiale per la disciplina e l’impiego.Ciascuna Stazione S.A.G.F. ha una forza organica di 12 unità tra Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati e Finanzieri. Fa eccezione la Stazione di Predazzo-Passo Rolle (Tn) che ha una forza organica di 25 unità e dipendente direttamente dalla Scuola Alpi-na, la quale funge da vera e propria Scuola Tecnica del personale S.A.G.F. con la continua somministra-zione di corsi di formazione e di aggiornamento. Complessivamente nel servizio di Soccorso Alpino operano 275 militari, costituiti da 65 Sottufficiali (37 Ispettori e 28 Sovrintendenti) e 210 Appuntati e Fi-nanzieri. Inoltre ogni Stazione è dotata, mediamen-te, di due unità cinofile per la ricerca in valanga, in superficie e in macerie per un totale di 46 unità cinofile operanti.Le Stazioni S.A.G.F. che operano nel territorio della provincia di Belluno sono dislocate in Cortina d’Am-pezzo e ad Auronzo di Cadore.La stazione S.A.G.F. di Auronzo di Cadore inizial-mente era composta da otto militari. Attualmente la forza effettiva è di 13 militari (2 Ispettori, 11 Ap-puntati e Finanzieri di cui tre unità cinofile costituite da un Appuntato con cane ARON, un Appuntato con cane VACOS e un Appuntato con cane GRINTA).

La Stazione S.A.G.F. di Cortina d’Ampezzo è stata Istituita nel 1973 con l’intento di creare un nucleo di

soccorso alpino di professio-

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competente a operare in una zona con notevole afflusso turistico, dove allora il soccorso alpino non era organizzato ed era svolto spontaneamente dalle locali guide alpine. Dispone di 11 militari di cui 1 Ispettore e 10 fra Appuntati e Finanzieri, di cui due unità cinofile. In entrambe le Stazioni operano Tecnici di elisoc-corso, Istruttori di Soccorso Alpino e tutte le unità cinofile sono abilitate alla ricerca di persone travol-te in valanga, dei dispersi in superficie e in macerie. Inoltre due unità cinofile sono anche abilitate alla ricerca di persone prive di vita.

I componenti del S.A.G.F. necessitano di continuo addestramento per consentire di operare con la massima sicurezza evitando di mettere a repenta-glio la propria vita e quella delle persone soccor-se. Per garantire tale alta preparazione vengono effettuate frequenti esercitazioni all’arrampicata in palestre attrezzate e vie in montagna superando difficoltà dal 5° all’8° grado, ripassi delle manovre di corda, della nodistica e dell’impiego delle attrez-zature da soccorso. Vengono effettuati inoltre adde-stramenti di movimento in neve battuta e da battere con gli sci d’alpinismo, comportamenti da tenere in valanga e impiego apparati Artva, esercitazioni all’arrampicata su cascate di ghiaccio anche in col-laborazione con le altre organizzazioni che operano nel settore del soccorso alpino.Le Unità cinofile effettuano esercitazioni in modo individuale ed in collaborazione con le unità cinofile della seconda delegazione bellunese del C.N.S.A.S. Vengono effettuati esercizi ginnici e di ubbidienza, prove di ricerca di oggetti e persone sepolte sotto la neve, prove di ricerca di presunti dispersi in zone boschive. Da segnalare l’impiego delle unità cinofile nel periodo invernale, per un immediato intervento in valanga, presso la base del 118 S.U.E.M. di Pieve di Cadore (BL).

Pattuglie S.A.G.F. sono giornalmente impiegate, durante la stagione invernale, altresì per fornire as-sistenza, vigilanza e soccorso nei comprensori scii-stici del Monte Siera a Sappada e nel comprensorio del Cinque Torri a Cortina d’Ampezzo.Inoltre le pattuglie forniscono assistenza e soccorso alle manifestazioni sportive, cercando di offrire la propria disponibilità a tutti i comprensori sciistici presenti nella circoscrizione di servizio e non. I servizi sono svolti durante gare di sci alpino di li-vello nazionale e internazionale come la Coppa del Mondo femminile a Cortina d’Ampezzo e per l’orga-

nizzazione di gare anche a livello Mondiale, Biathlon, Ski-arc, Universiadi al Centro fondo Biathlon di Forni Avoltri, Sci Nordi-co Centro del Fondo Sappada, classica di sci nordico Cortina-Dobbiaco, gare FIS e Coppa Europa sci alpino di Padola

e Sappada, gare di sci alpinismo e molte altre ancora.

Entrambe le Stazioni, con le recenti varia-zioni di ordinamento che hanno visto l’impor-

tante elevazione a rango di Reparto di ciascuna delle 26 Stazioni dislocate sul territorio nazionale, sono rette da un Ispettore con specifiche funzioni di comando, coordinamento e controllo. Le stesse, infine, sono gerarchicamente inquadrate sotto il comando sovraordinato della Compagnia di Cortina d’Ampezzo, retta da Capitano, con funzione di rac-cordo e coordinamento col sopraelevato Comando Provinciale di Belluno nonché di fulcro per la gestio-ne delle operazioni più importanti, le esercitazioni congiunte ed i contatti con i media.

Il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza

la collaborazione con gli organizzatori di eventi, mettendo a disposizione le competenze per lo svol-gimento delle competizioni, come la Pitturina Ski Race, in sicurezza e tranquillità.

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Corpo Forestale dello StatoComando Regionale Veneto - Centro Settore MeteomontAuronzo di Cadore

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico

I volontari

In occasione della prova di Coppa del Mondo di Sci alpinismo denominata “Pitturina Ski Race” il Corpo Forestale dello Stato metterà in campo diversi Re-parti di tecnici specializzati con compiti di preven-zione, controllo e soccorso in montagna.

Il personale del Servizio Meteomont e del Soccorso Alpino Forestale, con il supporto del Reparto Volo del Centro Operativo Aereo di Belluno, lavoreranno insieme ai tecnici dell’organizzazione per garantire affinché la manifestazione si svolga nelle condizioni di massima sicurezza.

Nello specifico, il personale del Servizio Meteo-mont si occuperà del monitoraggio e dell’analisi del manto nevoso. Attraverso l’effettuazione di pro-ve stratigrafiche, penetrometriche e test speditivi, verranno valutate eventuali criticità delle aree a rischio valanghe. Il team di esperti sarà operativo non solo nei giorni immediatamente a ridosso della manifestazione, ma svolgerà un controllo regolare dell’area già dall’inizio della stagione invernale allo scopo di seguire l’andamento climatico dell’intera stagione e osservare così le dinamiche legate alla trasformazione della neve e alle attività eoliche sui versanti a rischio e sulle creste di confine. Grazie al protocollo d’intesa siglato tra Meteomont e ARPA Veneto – Centro Valanghe di Arabba, i tecnici della Forestale avranno a disposizione una notevole mole di dati e informazioni che permetteranno quindi analisi più mirate ed approfondite.

La squadra del Soccorso Alpino Forestale svolgerà, in collaborazione con i tecnici del C.N.S.A.S. un ser-

vizio di assistenza prima, durante e dopo la mani-festazione. Il personale, altamente preparato e qua-lificato, sarà pronto per qualsiasi tipo di intervento di soccorso e in particolare per quanto riguarda gli interventi di ricerca in valanga.

Alla base dell’aeroporto del Corpo Forestale dello Stato di Belluno sarà dislocato un elicottero AB412, equipaggiato per eventuali emergenze, che potrà essere impiegato per attività di supporto e/o diret-tamente in ambito operativo qualora necessario.

Il valore aggiunto all’attività d’istituto del CFS sarà rappresentato dalla presenza di personale del Re-parto con un glorioso passato nel Centro Sportivo Forestale che, dopo aver gareggiato a livello mon-diale nell’ambito dello Sci Alpinismo, ha messo a disposizione la propria esperienza e professionalità contribuendo in modo determinante ad individuare tracciati impegnativi, spettacolari e al tempo stesso sicuri.

Grazie alla collaborazione con il servizio SUEM 118 di Pieve di Cadore, che cura da anni la formazione del personale Forestale per quanto riguarda l’adde-stramento al primo soccorso, tutti i tecnici schierati saranno abilitati all’uso del DAE (defibrillatore auto-matico esterno).

www.corpoforestale.itwww.meteomont.org

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è l'organizzazione deputata e preposta ad effet-tuare, oltre alla consueta e riconosciuta attività di soccorso, anche un'attività di carattere informativo e preventivo di particolare rilievo. Non è una caso che, ad esempio, la Legge n. 26/2010 disponga che il CNSAS debba contribuire (...) "alla prevenzione ed alla vigilanza degli infortuni nell'esercizio delle atti-vità alpinistiche, sci-alpinistiche, escursionistiche e degli sport di montagna, delle attività speleologiche e di ogni altra attività connessa alla frequentazione a scopo turistico, sportivo, ricreativo e culturale, ivi comprese le attività professionali, svolte in ambien-te montano, ipogeo e in ambienti ostili e impervi".Parimenti, anche a livello regionale (Legge Regio-nale VENETO n. 33/07) vengono previste le stesse competenze, uniche e pressoché esclusive, così

come dimostra l'attività quasi sessantennale effet-tuata Soccorso Alpino "Dolomiti Bellunesi"dal 1954 ad oggi nello specifico settore.Da decenni, infatti, ed in modo sempre più im-pegnativo e pressante nell'ultimo quinquennio, il Soccorso Alpino "Dolomiti Bellunesi" garantisce, in stretta collaborazione con il SUEM 118 di Pieve di Cadore (Belluno), in molte manifestazioni ed eventi legati allo sci-alpinismo (e non solo) che si svolgo-no nelle Dolomiti assistenza e soccorso in caso di necessità.Un'attività che crediamo sia importante perché pri-oritariamente rivolta ad informare e prevenire l'u-tenza, ma anche, contestualmente, ad offrire soste-gno, il doveroso sostegno alla montagna bellunese e a quelle organizzazioni ed associazioni che anche attraverso manifestazioni di indiscutibile pregio sportivo ed agonistico, concor-rono a valorizzare in termi-ni di immagine e positive ricadute sul territorio e le sue comunità.

Il motore della Pitturina Ski Race, senza il quale la macchina sarebbe ancora al palo, non sarebbe mai potuta partire: il volontariato. Dalla prima edizione un numero sempre maggiore di collaboratori è stato coinvolto nell’organizzazione dell’evento, al quale hanno partecipato sempre con grande energia ed entusiasmo ed a titolo comple-tamente gratuito. L’ultima edizione ha visto al lavoro circa 200 volon-tari che hanno contribuito alla costruzione del pon-te, al prolungamento del piazzale, al montaggio ed all’allestimento del tendone, alla preparazione dei luculliani pasti, alla realizzazione del Tour musicale e della lotteria, alle grafiche ed alla stampa della pubblicità, all’innevamento del tracciato ed allo spostamento neve, all’organizzazione degli eventi

collaterali, alla gestione della gara, della sicurezza sui tracciati, delle premia-zioni. Tutti indispensabili, tutti di diritto componenti ono-rari dell’Associazione Spiquy Team. Al termine della Pitturina, visto il loro numero, è solitamente impossibile ringraziarli tutti personal-mente per l’impegno profuso; perciò vogliamo farlo su queste pagine:

un grande grande grazie per le infinite ore di lavoro dedicate a questo piccolo grande sogno che, anche grazie a voi, sta per diventare realtà.

L’Ass. Spiquy Team

Sappada è fatta di natura, storia, tradizione che si tramanda da secoli, è sport. Sappada è fatta di gente con il sorriso. Le Dolomiti le fanno da cornice, e questo piccolo villaggio di montagna ha fatto della sua natura la sua principale risorsa, essendo una località turi-stica che sia in estate sia in inverno ospita nume-rosi visitatori provenienti da tutta Italia e dall’e-stero. Sono quindici le borgate che compongono il paese, che si sviluppa parallelamente al corso del Piave. Il fiume sacro alla Patria nasce pro-prio a Sappada, in Val Sesis. Luogo magico, terra di confine, teatro di battaglie durante la Prima Guerra Mondiale: ancora oggi è possibile vedere con i propri occhi i fortini e i luoghi ai piedi del Monte Peralba, protagonisti di questo importante capitolo di storia. Sono diverse le peculiarità che rendono unica Sappada: per prima cosa il suo dialetto, un antico tedesco che fa della località una minoranza linguistica germanofona. Poi le sue case antiche, costruite in legno, ancora oggi bellissime, che in estate diventano un tripudio di colore visti i bellissimi balconi fioriti che si posso-no ammirare in tutto il paese. Scoprire la storia di Sappada è un viaggio che è possibile percorrere a ritroso visitando il museo etnografico di Borga-ta Cima o la casa museo di Borgata Cretta, dove il tempo sembra essersi fermato.

LEGNO, INTAGLIO, CARNEVALE Legno a Sappada vuol dire architettura, ma ri-porta anche a quella che è la vera e propria arte dell’intaglio. Testimonianza di questa maestranza sono le maschere che si posso ammirare durante il carnevale, una volta realizzate in ontano o abe-te, ora più comunemente in cirmolo. Una tradizio-ne, quella dell’intaglio, che sta continuando nel tempo: sono molti i giovani che si sono avvicinati a questo tipo di artigianato e con tanta passione se ne stanno dedicando. Un vero spettacolo, il Carnevale sappadino: un tuffo in quella che era la vita di una volta nella vallata. Tre domeniche, quella dei poveri, quella dei contadini e quella dei signori, a testimonianza delle diverse tipologie di vita di Sappada. Un teatro dove i protagonisti, le maschere appunto, indossano volti lignei in-teramente intagliati a mano, ognuno dunque un pezzo unico, e vestono con abiti tipici dell’epoca. Simbolo del carnevale sappadino è il Rollate, fi-gura imponente che anima le giornate di festa, che indossa naturalmente una maschera di legno e veste un pesante pellicciotto abbellito da un ciuffo di lana rossa sul cappuccio. La maschera si completa con i pantaloni di panno grezzo a ban-de orizzontali bianche e marroni, una catena che cinge la vita e sorregge due grandi campanacci di ferro battuto che, muovendosi, provocando un particolare suono, e una scopa di saggina, spes-so agitata verso le persone a cui la maschera si rivolge.

SAPPADA CHE SI MANGIALa tradizione a Sappada si assapora anche a tavola: profumi e gusti unici che si possono as-saggiare nei formaggi prodotti nelle malghe della zona, nei salumi, affumicati ancora oggi come da tradizione, nelle carni, spesso di selvaggina, nei dolci, dove sapori e consistenze si mescola-no magicamente, nei liquori che sanno di natura, prodotti con le erbe che crescono spontanee in questi luoghi. Sono numerosi i ristoranti a Sap-pada dove è possibile scoprire e gustare i piatti della tradizione.

NATURA E SPORTQui la natura la fa da padrona: non si può non ap-prezzare lo spettacolo dato dalle Dolomiti che cir-condano la vallata, i boschi, le stagioni che fanno continuamente cambiare vestito a Sappada. Dal tripudio di verde e blu dell’estate, ai colori caldi dell’autunno, al candore fiabesco dell’inverno, ai colori teneri della primavera che richiama alla ri-nascita. I più fortunati potranno ammirare specie rarissime di orchidee, come la scarpetta di Vene-re, o di animali, come il gallo cedrone o le mar-motte e i caprioli, più facili da incontrare. Sappa-da è un paradiso per gli amanti delle escursioni in montagna: dalle tranquille passeggiate, alle ferrate, alle pareti da arrampicare, che in inverno significano importanti cascate di ghiaccio, molto conosciute in tutta Europa. Fra gli sport invernali anche lo sci alpino, quello di fondo, le ciaspe e naturalmente lo sci alpinismo. Per grandi e picco-li Nevelandia, il parco di divertimenti sulla neve, offre numerose attrattive da gustarsi al sole del-la località campetti: pattinaggio, discese con le ciambelle, gonfiabili, percorsi con il quad. Que-sta terra ha visto crescere campioni di diverse discipline sulla neve, come Silvio Fauner e Pietro Piller Cottrer per quanto riguarda gli sci stretti e Giacomo Kratter per lo snowboard. Tanti i giovani che seguono le orme di questi grandi, Emanuele Buzzi per lo sci alpino, Marina Piller per il fondo, Lisa Vitozzi per il biathlon. Un vero e proprio viva-io di campioni in costante crescita.

LE ASSOCIAZIONI, IL CUORE PULSANTE DI SAPPADASono numerosissime le associazioni operanti in

paese, la maggior parte legate proprio al mondo dello sport. Quelle legate agli sport inverna-

li, ma anche all’atletica, al calcio, al golf, senza tralasciare le associazioni di volon-tariato che operano nel sociale, offrendo un supporto prezioso a molte persone, e quelle che con orgoglio tramandano le tradizioni di Sappada e le fanno conoscere in tutto il mondo, come il gruppo folklori-stico Holzhockar. L’attività di promozione è in primis affidata al Consorzio Turistico della località, che unisce la maggior par-te delle attività locali per muoversi e far conoscere la vallata a un bacino sempre più ampio di amanti della montagna.

Le tradizioni

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PRESENTAZIONE MontagnAmica e Sicura è un ambizioso progetto del Club Alpino Italiano in collaborazione con tutte le Associazioni dedite alla formazione e/o preven-zione degli incidenti in montagna, rivolto ai flussi turistici estivi ed invernali.

LE FINALITÁ DEL PROGETTO“Se Maometto non va alla Montagna, la Monta-gna va a Maometto”La citazione calza a pennello per un progetto che, diversamente dall’iter tradizionale delle strutture formative scolastiche, si rivolge alla collettività direttamente “sulla strada” o dentro alle sedi del-le loro associazioni; certamente fuori dai nostri club e dalle organizzazioni promotrici. L’intento è di “bussare alla spalla” direttamente ad ogni turi-sta della montagna e attirare la sua attenzione sui rischi che caratterizzano l’ambiente che intende frequentare e comunicargli la conoscenza dei metodi di prevenzione e degli strumenti e tecni-che in uso per:• la progressione in sicurezza• l’autosoccorso

• il soccorso organizzato.Si tratta di un’attività info-formativa ad ampio spettro, lunga e impegnativa, che richiede il coin-volgimento dei vari organismi competenti facenti capo al CAI e agli Enti ed Organizzazioni che per-seguono le medesime finalità, promuovendo la collaborazione tra essi.Il Club Alpino Italiano, il Soccorso Alpino e l’As-sociazione Guide, hanno intrapreso una iniziativa che si prospetta permanente, cioè duratura nel tempo, stagione dopo stagione.L’intento è di promuovere una vasta campagna di sensibilizzazione ed informazione a livello na-zionale sul tema della prevenzione degli infortuni in ambiente montano. Il CAI con le sue 491 Se-zioni presenti sull’intero territorio nazionale do-tate di organi tecnici qualificati cui sono affidati dalla legge e per statuto i compiti di formazione e prevenzione nella frequentazione della monta-gna, si propone con presidi itineranti, attivi estate ed inverno, a favore di una frequentazione della montagna in sicurezza.

MontagnAmica e Sicura

La Sezione del Club Alpino Italiano “Val Comelico” nasce nel 1970 per iniziativa di alcuni appassionati che desideravano staccarsi dalla storica Sezione “Cadore” di Auronzo e costituirne in autonomia una locale: lo scopo è sopperire alle carenze strutturali della zona (bivacchi, sentieristica, pubblicazioni), ma anche di far conoscere e apprezzare al meglio le caratteristiche ambientali e naturalistiche della vallata; inoltre un sodalizio comprensoriale avrebbe anche il merito di riuscire a vincere individualismi e campanilismi locali. Vengono raccolte le adesioni: i soci fondatori sono 113. Dopo un primo periodo di incontri “itineranti” nei vari bar della vallata le riunioni si svolgono in simbiosi con l’Ufficio Turisti-co di Casamazzagno; nel 1983 la sede si trasferirà nell’ex asilo di via Pinchien per trovare poi definitiva e dignitosa sistemazione nella Casa della Regola di Casamazzagno nel 1995.La sala riunioni è stata intitolata a Bepi Martini: gui-da alpina, socio fondatore e primo presidente della Sezione, restandone alla guida per un decennio.Nel 1975 si diede vita a un numero unico de “la Sentinella” quale foglio sezionale, ma nel 1978 pre-vale l’idea di una attività divulgativa più partecipata, collaborando alla nascita della rivista “Le Dolomiti Bellunesi” di proprietà della Sezioni Bellunesi del CAI. Il logo de “la Sentinella” diventa tuttavia il ri-ferimento della nostra specifica attività all’interno delle pagine dedicate alla vita sezionale.Nel 1995 la Sezione ha celebrato il 25/le con una pubblicazione che ne riportava le attività più sa-lienti, incontri, inaugurazione di bivacchi, con foto a corredo.Mancano le strutture di avvicinamento in quota; con grande impegno organizzativo ed economico, ma sempre con la più profonda e sentita collabo-razione ecco nel 1974 il primo bivacco dedicato all’alpino “Piva” nel cadin di Cima Vallona; seguirà l’anno successivo il ripristino della capanna “Càimi” per l’esplorazione del gruppo Monte Cornon-Crode di Mezzodì; più avanti (1978) è il gruppo Brentoni ad usufruire di un punto d’appoggio fondamentale con l’allestimento del bivacco “Ursella-Zandonella” ed infine ecco nascere di fronte alla splendida parete Nord della Terza Grande il bivacco “Franco Mar-ta”. Nascono poi alcune “vie attrezzate”: nel 1972 il sentiero attrezzato “Mazzetta” che immette alla Val d’Ambata, contornando la Croda di Tacco; nel 1978/79 la ferrata “Zandonella” che ripercorre vie di guerra della Croda Rossa, versante Comeliano e nel 1983 il sentiero attrezzato “D’Ambros”, nel ricordo di un amico e collaboratore, sul crinale al-talenante e suggestivo della Pitturina. Dal 2004 la Sezione ha in comodato d’uso la gestione dell’ex ri-fugio Olivo Sala, struttura a valenza storico-militare, posto sul Creston Popera a m. 2049, già baracca co-mando della Region Popera durante la Prima Guerra Mondiale, in fase di riatto per la sua destinazione

a cellula mu-seale storico-culturale.Le attività del-la Sezione si possono riassu-mere in quattro macro settori:Sentieristico e ambientale: attivi-tà istituzionale per il nostro sodalizio. Anche quest’anno gli interventi sono stati diversi sul terri-torio. Il tutto ha avuto inizio con la “giornata del sentiero” del 25/26 maggio con interventi sui sentieri alpini 330 e 331 nel gruppo dei Bren-toni. Alla realizzazione del neo sentiero tematico “Anello Vallon Popera” in zona Dolomiti-UNESCO. Sono seguiti interventi in Val Visdende, nel gruppo delle Terze, in particolare il tratto da Passo della Di-gola al bivacco Marta. Sono state sostituite vecchie tabelle direzionali e pali a sostegno delle stesse: in Alta Val Padola, in Val Digon, al Passo della Digola e in Val Visdende. Escursionismo, alpinismo e scialpinismo: ogni anno viene stilato un calendario estivo delle escursioni. Durante la stagione invernale vengono programma-te delle uscite con ciaspole e sci alpinistiche. Dalle prime sci alpinistiche sulla Cresta della Spina e in Val Visdende, l’attività si è evoluta nei materiali e nella tecnica ed ecco nascere dal 1981 al 1988 una scuola sezionale di scialpinismo con corsi istruttivi ed esplorativi, guidata da un titolato istruttore, sfor-nando provetti sci alpinisti, che ora sono di suppor-to alla gara “La Pitturina Ski Race”, memorial g.a. Marco Zambelli. La Sezione fin dalla prima edizione ha collaborato con entusiasmo all’approntamento della manifestazione, anche con cospicui finan-ziamenti e in particolare nel proporre l’appellativo: “alla memoria della g.a. Marco Zambelli”, socio della Sezione e stretto collaboratore in questa di-sciplina e nei corsi di arrampicata con i ragazzi di alpinismo giovanile. Alpinismo giovanile: i giovani sono il nostro fu-turo, si ripete spesso. Per tener fede a questo im-pegno nel 1978, in collaborazione con la sede Cen-trale, viene ripristinata l’ex caserma della Guardia di Finanza a Pianformaggio, denominata “Rifugio Cavallino”, ed adibita ad attività di alpinismo gio-vanile; passeranno ogni anno centinaia di ragazzi provenienti da tutta Italia, accompagnati da valenti istruttori, animatori e naturalisti. L’attività cessa nel 1985 per difficoltà insorte con le normative sanita-rie. Dopo questa interruzione ha preso vita all’inter-no della Sezione l’attività in questione, sfornando da prima accompagnatori regionali e successivamente anche nazionali, che hanno saputo con i nostri ra-gazzi dare risalto all’attività ritenendola un nostro fiore all’occhiello.

C.A.I. Val ComelicoCronistoria della sezione

C.A.I. Sappada PlodnIeri e oggi

Per la Sezione CAI Val Comelico

Giancarlo Zonta presidente

Mario Fait past-president

La sezione del CAI di Sappada Plodn fu fonda-ta ufficialmente nel 1954 (anche se la prima richiesta inviata alla sede centrale per la costituzione della nuova sezione risale al 1945), e conta attualmente circa 300 soci.

Tra i primi soci fanno parte anche le gui-de alpine Luigi ed Emilio Pachner le cui vie,

presenti in ogni gruppo montuoso di Sappa-da, sono numerosissime e con difficoltà anche

elevate, soprattutto se si considera il materiale dell’epoca.La sezione è proprietaria del Rifugio Pier Fortunato Calvi, situato in posizione panoramica, circondato dai maestosi Peralba - Chiadenis, dove sgorgano le acque del Fiume Piave.Dispone di 48 posti letto, servizi, docce e risto-rante: la cucina infatti è motivo di vanto in quanto curata, semplice e tradizionale.Il rifugio è un comodo punto d’appoggio per gli escursionisti e gli amanti della natura ma anche per chi volesse affrontare una gita alla scoperta dei luoghi della grande guerra (gallerie, fortini, po-stazioni). Localizzato al confine italo – austriaco, il Rifugio è una delle possibili tappe della famosa Traversata Carnica, che, passando proprio alle pendici del Monte Peralba, collega San Candido con Tarvisio.Recentemente abbiamo avviato il progetto “Sap-pada Dolomiti Outdoor Valley”, che nasce dall’i-dea di valorizzare la vallata di Sappada Plodn, evidenziando tutte le sue caratteristiche in termini di attività all’area aperta, esaltandone l’aspetto

naturalistico ambientale, nell’ottica di un turismo ecosostenibile.Al progetto partecipano molte associazioni e appas-sionati, che con impegno raccolgono il materiale necessario per l’aggiornamento del sito; il progetto è “aperto” a chiunque volesse partecipare.Il progetto Sappada Dolomiti Outdoor Valley, non vuole limitarsi al sito internet e alla catalogazione delle attività da fare, ma si prefigge l’obiettivo di diventare un progetto “paese”, creando un prodotto turistico identificativo della nostra vallata.La Sezione CAI di Sappada Plodn ha deciso di av-viare una serie d’iniziative rivolte ai più giovani, in particolare l’attività di Alpinismo Giovanile si rivolge ai ragazzi con lo scopo di introdurli alla conoscenza e alla scoperta del territorio in cui vivono.La montagna è un mondo da scoprire, un’esperien-za da vivere, occasione per conoscere gli altri e per conoscere meglio se stessi, ma si deve imparare a rispettarla ed essere preparati per evitare pericoli causati da inesperienza e impreparazione.

Per rimanere sempre aggiornato sulle nostre atti-vità, consulta il sito internet www.caisappada.org

“... Dico quindi alla gioventù, correte alle Alpi, alle montagne o giovani animosi, che vi troverete: forza, bellezza, sapere e virtù ...”Quintino Sella (fondatore del CAI)

Foto di RICCARDO SELVATICO

Page 9: Pitturina Newspaper 2014

EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 2013 9

Le tradizioni

Comelico Superioreil carnevale e le sue maschere

Il periodo del carnevale è particolarmente sentito a Comelico Superiore, che ogni anno nelle setti-mane prima della Pasqua si prepara a rinnovare con la consueta vivacità la tradizione della “ma-skarada”.Il carnevale di Comelico Superiore è un antico rito popolare che si ripete con allegria e partecipazio-ne da secoli, nonostante i tentativi di soppressio-ne dopo il concilio di Trento; difatti in altre zone del Comelico e del Cadore la tradizione si è persa.L’antico rito del travestimento, del percorrere le vie del paese, del ballare fino a notte fonda, sa ancora attirare la gente in strada, muovere anzia-ni e giovani, scatenare l’adrenalina del ballo alle prime note della fisarmonica quando il musicista “tira na vecia”.Le maschere multicolori protagoniste della festa, le cui origini si perdono nei secoli sono il “lachè” e il “matazin”: maschere guida fondamentali per la formazione del corteo il cui comportamento, ma anche il costume sono rigidamente fissati dalla tradizione.Sia il lachè, sia il matazin sono maschere pre-stigiose, raffinate e gentili: portano un copricapo molto alto (calòta) rivestito di velluto, adorno di collane, spille e altri oggetti preziosi, disposti in modo da formare un armonioso disegno. I nastri di seta e i fazzoletti che si dipartono dal-la parte alta del copricapo esplodono a raggiera quando ballano e saltano affacciati verso il cielo mentre la caratteristica polka riempie l’ambien-te di note allegre: una musica unica, tramandata oralmente non si sa da quanto tempo. Così si apre la mascherata: in testa il matazin e il lachè che aprono la sfilata di primo mattino insieme alla musica e ai pagliacci (paiàzi), facen-

do il giro del paese per raccogliere le maschere nel corteo, continuando a ballare e saltare senza mai fermarsi fino a quando arriva la danza de-dicata solo a loro: la “vecia dal matazin”. Essi si avvicinano, si allontanano, eseguono un salto, si prendono e volteggiano, per lasciarsi e ritrovarsi ancora. Quasi un rito nuziale, comunque propi-ziatorio, per immettere nel bianco dell’inverno i colori della futura primavera.Assieme ai matazin e lachè troviamo anche la matazèra che ha un’origine molto più recente: è nata nel 1953 a Candide creata dalla famiglia Alfarè Lovo: lo scopo era quello di creare un’al-ternativa al matazin, una controparte povera e ordinaria. Anche la matazèra si muove sempre a passo di danza o saltellando al ritmo della stessa musica del matazin, ma è posizionata davanti alle maschere “da vecchia”, mentre davanti alle ma-schere “da bella” troviamo il nostro instancabile matazin. Così la matazèra è vestita similmente al matazin, ma con materiali più poveri, colori più scuri, cravatte al posto dei nastri colorati, pasta e tappi al posto dei gioielli.

Ma non vogliamo svelare altri segreti delle no-stre meravigliose mascherate e soprattutto non vogliamo togliervi la magia di visitare la nostra magnifica valle durante il carnevale, quando il sabato sera prima delle sfilate si può sentire la frenesia degli ultimi preparativi e l’agitazione dei protagonisti… sembra quasi di sentire nell’aria le note della nostra “vecia” o polka salterina che già ricolma di allegria qualsiasi cosa.Non puoi perderti un’emozione così unica…ti aspettiamo.

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Chei d’santa ploniadosoledo comelico superiore (bl)

I “Camosci”L’Associazione Sportiva Camosci nasce nel 1980 e subito s’impone come una delle realtà più impor-tanti per lo sci di fondo nazionale e internazionale.L’obiettivo principale è avviare i giovani allo sci nor-dico: allenatori e tecnici specializzati seguono con passione e dedizione oltre cinquanta ragazzi che svolgono attività sportiva e agonistica.Da qualche anno l’A.S.D. Camosci si occupa con successo anche di biathlon.Dalla nostra associazione sono emersi campio-ni che hanno raggiunto i più ambiti podi a livello mondiale, nonché un gran bel bottino di medaglie olimpiche: Silvio Fauner e Pietro Piller Cotrer.Nessuno potrà mai dimenticare lo smacco dato al mitico vichingo Bjorn Daehlie da Silvio Fauner alla staffetta delle Olimpiadi di Lillehammer, piuttosto che l’arrivo trionfale difronte al Re di Norvegia di Pietro Piller Cotrer alla 50 km di Coppa del Mondo a Holmenkollen.A oggi, le nostre punte di diamante sono due belle ragazze: Marina Piller che corre con i colori della nazionale italiana di sci nordico e Lisa Vittozzi, ta-lento giovane ed emergente del biathlon. Da loro ci aspettiamo grandi risultati per questa stagione.Gli eventi che proporremo questo inverno sono mol-ti, tra questi l’affascinante scialpinistica “Memorial Lorenzo Marchiando e Mario De Candido” in not-turna sulla pista del 2000, ormai giunta alla sua VIII edizione.La partenza è fissata per le 19,30 del 10 gennaio

2014 alla partenza della seggiovia della pista 2000. La gara è aperta a professionisti e amanti della montagna e finirà con festa e premiazioni al rifugio 2000.A febbraio sarà la volta dello Ski for Fun che ormai da dieci anni è appuntamento fisso del calendario nazionale e internazionale, e da quest’anno la no-stra manifestazione si inserirà in un circuito di tre tappe denominato “No Borders Cross Country Cup – Ski for Fun” con il seguente calendario:29.12.2013 Koestenberg (Austria)01-02.02.2014 Sappada (Italia)16.02.2014 Ratece – Planica (Slovenia)Alla manifestazione prenderanno parte circa 800/900 ragazzi provenienti da Italia, Slovenia, Au-stria e da molti altri paesi d’Europa. L’iscrizione alla gara sarà aperta anche alle categorie amatoriali, pertanto si prevede una partecipazione di 1000 at-leti in totale.Sarà una giornata di sport, divertimento e amicizia alla quale tutti sono invitati per sostenere i nostri ragazzi e per divertirsi con loro. La manifestazione sarà trasmessa su Sky Sport e sarà un’altra occasione per far conoscere la nostra bella località.Vi aspettiamo numerosi domenica 2 febbraio allo stadio del fondo di Sappada!

L’associazione “Chei D’Santa Plonia” nasce nel Na-tale 2006 a Dosoledo, con l’intento di portare avanti la tradizionale mascherata di Santa Apollonia. Tre ragazzi decidono di costituire questo gruppo dopo un prima prova nello stesso Carnevale del 2006. Ri-cevendo le consegne dalla generazione precedente, si dedicano come primo impegno ufficiale alla rea-lizzazione di un presepe vivente. Per il Carnevale 2007 viene lanciata l’idea di realizzare un program-ma chiamato “Il Carnevale di Dosoledo”, cioè creare un contorno di iniziative all’evento più importante: la mascherata, che si svolge la domenica più vicina al 9 febbraio. All’interno di questo programma c’è

una mostra, delle passeggiate notturne lungo dei sentieri tematici, la tradizionale mascherata e la grande festa dell’ultimo giorno di carnevale. Il gruppo poi si è ingrandito, ci sono molte persone che collaborano e partecipano a seconda dei pro-pri impegni, senza numeri chiusi, organizzandosi in modo autonomo. Il nome, “Chei D’Santa Plonia”, nasce da una bat-tuta ironica della vita paesana nei periodi di Carne-vale, quindi tutto gira intorno a questo periodo, che è forse il momento in cui siamo più legati fra noi e alla nostra terra. Da questo momento in poi durante il resto dell’anno sono molte le manifestazioni e le collaborazioni realizzate all’interno di Dosoledo e oltre, “la festa dei dolori”, “la festa della terra”, “il presepe artigianale”, e “la festa di s’Rocco”. Questi e molti altri sono eventi visitabili sul sito web www.cheidsantaplonia.it oppure sulla pagina Facebook. Tutti momenti legati alla tradizione e al divertimento per qualsiasi età.

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EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 201310

Nasce nel lontano 2001 in un ristorante presso l’a-eroporto di Belluno proprio nella triste data dell’11 settembre con l’incontro di una decina di appas-sionati provenienti da tutta la Provincia di Belluno. A oggi conta circa 170 tesserati, atleti provenienti da tutta la provincia di Belluno con anche qualche sconfinamento nelle vicine province di Treviso, Ve-nezia, ma alcuni ragazzi arrivano anche dal vicino Pordenonese. L’attività agonistica ci vede presenti praticamente in tutte le gare FISI in Italia, con nel mirino sem-pre le manifestazioni più prestigiose, Coppa Italia e Campionati Italiani assoluti senza mancare agli eventi internazionali come il mitico Trofeo Mezza-lama sul Monte Rosa o la Pierra Menta in Francia passando per la Patruille des Glacers in Svizzera.Come società sportiva abbiamo collaborato, per la parte tecnica, nel 2004 e nel 2010, alla realizzazio-ne delle tappe di Coppa del Mondo di scialpinismo e nel 2009 sempre in Alpago abbiamo supportato gli Europei di scialpinismo. Nel nostro curriculum non mancano l’organizzazione di svariate edizioni di Campionati Italiani e gare di Coppa Italia come la Transcavallo, la Pitturina Ski Race e il Misurina Ski-Raid.

22•23Febbraio

Tambre

Alpago31a edizione

2014

Belluno

www.transcavallo.it

2014

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emorial Corrado Azzalini

• Iscrizioni a prezzo agevolate entro venerdì 3 gennaio 2014.

• Per la gara a tappe di 2gg il numero massimo ed inderogabile di squadre ammesse è fissato a 120.

CAMPIONATO ITALIANO SCIALPINISMO TOP CLASS

(lunghe distanze)

Gara a tappe di 2 giorni

Lo S.C. DolomitiSki-Alp a.d.

Vittorio Romorpresidente S.C. Dolomiti ski-alp

Motivo di vanto della Società è la presenza tra le sue fila di molti giovani under 20 che hanno vestito in passato, mentre alcune giovani leve difenderan-no la prossima stagione i colori dell’Italia.

Il gruppo folcloristico “I Légar” nasce a Casamaz-zagno nell’inverno‘83/’84 grazie all’entusiasmo di alcuni giovani ed al supporto del comitato turistico. DescrizioneRiproporre i balli popolari e la tradizione ladina del Comelico è stato lo scopo principale della formazio-ne del gruppo. “I Légar” sono diventati uno dei sim-boli del folclore comeliano trasmettendo l’allegria della musica e del ballo della nostra gente. La scelta del nome non è stata casuale, legar in lingua ladina significa allegro, festoso, vivace... cioè tutto quanto è insito nei balli e nella musica. Il gruppo propone nel proprio spettacolo sedici balli, scelti tra “vécia”, valzer, “paris” e mazurke. Tradizionale è la “vécia” o polka salterina, ballata soprattutto nel periodo del carnevale e nelle feste danzanti. Il “paris” è il ballo attorno al quale è nato e si è sviluppato il gruppo nel tentativo di recuperare

I Légar

Sot Narlä

Gruppo Candide

una danza che stava scomparendo. Gli anziani che ancora se la ricordavano, la insegnarono affinchè potesse essere trasmes-sa alle future generazioni. Il costume usato è la riproduzione fedele ed autenti-ca nei dettagli, dei vestiti indossati dai nostri bisnonni in occasio-ne del matrimonio. È confezionato, come allora, in “madalana”, un tessuto misto di lana e lino. Partico-lari sono gli “scarpeti” trapuntati a mano. Dal 2000 il gruppo ha voluto coinvolgere anche i bambini co-stituendo un “mini folk” che attualmente si esibisce con un numero di otto coppie. Nei ventiquattro anni di attività, “I Légar”, vantano numerose uscite in note città europee oltre che in quelle italiane

La “scuola di alpinismo 3 Cime” con sede ad Auron-zo di Cadore, è una struttura che persegue finalità sportive ed educative legate alla montagna attra-verso un programma di apprendimento veloce ed efficace. I maestri sono Guide Alpine e Guide Natu-ralistiche con preparazione altamente professionale ed esperti in tutte le attività legate all’alpinismo. Sono garantite attività in estrema sicurezza negli ambienti più straordinari delle Dolomiti. Arrampica-ta, attraversamento di nevai e ghiacciai, vie ferrate, escursioni naturalistiche e storiche, sci alpinismo, ciaspole sono solo alcune delle attività proposte.Fin dalle prime edizioni della Pitturina Ski Race, il gruppo ha collaborato al fine di garantire la sicu-rezza degli itinerari scelti per la gara, mettendo a disposizione la propria professionalità. L’evento è dedicato alla guida alpina Marco Zambelli Franz so-cio fondatore della nostra scuola, purtroppo scom-parso nel 2006. Inoltre la nostra guida alpina Michele Zandegiaco-mo, dopo la scomparsa dell’amico Leo nel 2010, ogni anno coordina in modo professionale le opera-zioni relative alla sicurezza dei tracciati ove si svol-gono le competizioni della Pitturina oltre a rivestire la carica di Direttore di Gara, compito di spessore che qualifica ancora di più la nostra scuola di alpi-

nismo. Il Gruppo tutt’ora è composto da:

Ferruccio Svaluto MoreoloGuida Alpina e Presidente del Gruppo - tecnico di soccorso alpino – tecnico di elisoccorso 118

Alex Pivirotto Guida Glpina – tecnico di soccorso alpino – tecnico di elisoccorso 118 e presidente del gruppo roccia-tori “I ragni” di Pieve di Cadore

Mauro ZannoniGuida Alpina – maestro di sci ed allenatore fisi

Mauro Valmassoiguida alpina

Michele ZandegiacomoGuida Alpina – tecnico di soccorso alpino – tecnico di elisoccorso 118 e rilevatore anieva

Mirco Dell’OstaGuida Alpina e tecnico di elisoccorso 118

De Candido AnnaGuida Naturalistica

Scuola di alpinismo

3 Cime di Lavaredo

L’Associazione Sot Narlä nasce nel 2009 a Padola di Comelico Superiore, dove cerca di valorizzare le risorse umane e ambientali del luogo e si impegna per mantenere vive le sue tradizioni.Propone molteplici iniziative e diverse tra loro, le-gate ad appuntamenti fissi o più originali e partico-lari, anche in collaborazione con altre associazioni locali.Si occupa di eventi culturali e teatrali realizzati sia nella stagione estiva sia in quella invernale; foto-grafia, proponendo mostre, serate a tema o corsi inerenti; intrattenimento e svago per i bambini, organizzando spettacoli, laboratori artistici e ma-nifestazioni dedicate interamente ai più piccini; valorizzazione locale, impegnandosi nelle “giornate ecologiche” nella composizione floreale delle aiuole del paese e nelle escursioni guidate lungo i sentieri tematici di Comelico Superiore e di tanti altri eventi ancora!La “Mascarada Sot Narlä” è divenuta ormai un appuntamento fisso e partecipato. Le maschere tradizionali, Lachè, Matazìn, Matazere, pagliacci e i “veci” con i caratteristici volti scolpiti in legno, guidano il corteo lungo la via principale di Padola, giungendo fino alla piazza centrale dove, assieme alle altre maschere partecipanti si scatenano in

balli tradizionali fino a tarda sera. La data prevista per la prossima “Mascarada” è il 26 GENNAIO 2014.A ruota segue “Brusa la ve-cia”, organizzata ogni anno per festeggiare in musica la metà quaresima.L’Associazione inoltre, pubblica un interessante periodico semestrale con notizie di interesse locale molto richiesto e che raggiunge varie zone d’Italia e del Mondo por-tando ai tanti emigranti e ai turisti più affezzionati le novità della nostra bella valle (per info: [email protected]).La “Festa del Carmine”, prevista per la prima do-menica di luglio e la “Festa dei Kneili”, prevista per inizio agosto, attirano sempre molte persone grazie ai menù proposti a base di Canederli e piatti tipici, all’esibizione di gruppi folkloristici locali ed alle va-rie serate danzanti aperte a tutti.Il Calendario “Sot Narlä” infine, è molto apprezzato per le immagini storiche e per le ricette di piatti del-la tradizione contenute al suo interno.È già disponibile la pubblicazione del 2014, mentre per il 2015 l’uscita è prevista già per la prossima estate.Per info: [email protected] Sot Narlä, Piazza S. Luca n. 18 Padola di Comelico Superiore (BL)

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L‘associazione “Gruppo Candide” nasce nel 1997 con lo scopo di ravvivare il paese proponendo varie attività: culturali, sportive, tradizionali e di diverti-mento. Nel corso degli anni il gruppo ha trovato il cambio generazionale utile alla continuazione dei suoi progetti. Ampio spazio è dedicato a diversi temi culturali che danno vita al paese creando mo-menti di intrattenimento e aggregazione. Particolare importanza viene data al mantenimento di tradizioni che caratterizzano il nostro territorio e così varie at-tività o feste come il carnevale, metà quaresima con il rogo della “muta” o il presepe vivente sono gestite dai ragazzi del gruppo! Ma ogni nuova idea che si presenta è colta con entusiasmo per rendere attivo un piccolo paese di montagna come il nostro!! Il

Gruppo Candide è presente come supporto e aiuto volontario anche ad altre associazioni per feste o eventi che si svolgono nel territorio!

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EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 2013 11

Ricchissimo programma eventiLa Pitturina però, come lo è stato fino a oggi, non sarà solo gare, ma anche e soprattutto eventi collaterali. Molte le serate a tema, con escursioni notturne con gli sci e cena in rifugi per ricordare gli amici che non ci sono più, serate dedicate alla monta-gna con personaggi che la montagna l’hanno vissuta come Fabio De Mas che gira il mondo in cerca di avventura partecipando alle gare più dure e bizzarre della terra. Special Guest sarà Nives Meroi che arricchirà il programma di avvicinamento alla tappa mondiale con una serata di Montagna indimenticabile.E poi ancora gli amici Superimonti in ritorno da una spedizione nel lontano Nepal che ci racconteranno le loro avventure in Himalaya e non solo, sci, escursioni e MTB per il SuperiMontiShow.Il giorno di riposo degli atleti, sabato 1 febbraio sarà dedicato alla sfilata delle nazioni, ma soprattutto alla presentazione e alla premia-zione dei Fans Club più divertenti e rumorosi che seguiranno il proprio idolo sugli sci. Finale del DynafitSkiAlpTour con i ragazzi che si sfideranno in prove di abilità sulle tracce dei campioni.

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Giovedi 9 gennaiopresso:Baita Rododendro loc. Pian delle Bombarde. 3 km da Cima Sappada.Info e prenotazioni: tel. 349 1601420 o via mail a: [email protected]

Possibilità di salire anche in motoslitta previo prenotazione.

PITTURINA W.C. EVENTSFabio De Mas

LA VETTA TROPPO LONTANAStoria di neve, roccia e un ottomila.

presentazione del libro con immagini e filmati a cura dell’autore.

Memorial g.a. Marco Zambelli Franz

31.01.14 e 1-2.02.14

www.lapitturina.it

2014

VAL COMELICO - SAPPADADOLOMITI

SCARPA ISMF WORLD CUPSKI MOUNTAINEERING

La Pitturinaski race

presso il Museo Algudnei di Dosoledo di Comelico (BL)

27 DICEMBRE 2013 ore 21

Serata ricordo per i nostri amici Giorgio, Marco, Ivan, Leonardo,Fabrizio, Patrik.

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Lo chef consiglia...Paolo De Lorenzo, Chef della serata di gala della Pitturina Ski Race e gestore del Ri-fugio Padova agli Spalti di Toro, esprime la sua concezione di Pitturina.La Pitturina Ski Race è immagine del territorio in cui è nata e cresciuta fino a divenire internazio-nale: è fatica, sport, montagna e neve, ma anche tradizione, musica, ideali e naturalmente arte culinaria. L’arte povera tramandata dai nostri genitori, l’arte degli ingredienti nati dalla fredda terra.Si parte dagli affettati, salami, pendole, prosciutti, soppresse, rigorosamente prodotti in zona, pos-sibilmente con il contributo della selvaggina che abita i nostri boschi, passando per i funghi e il radicchio selvatico. Quindi i formaggi dalla pasta morbida e generosa dal gusto inconfondibile dato dal latte dei pascoli d’alta quota. E infine il trionfo della minestra d’or-zo, tramandata negli anni, simbolo di povertà, ma ricca nei sapori. Tutti sapori che saranno protagonisti dell’iniziati-

va “Lo chef consiglia...” presso il Pala Pitturina, sabato 1 febbraio al quale tutti sono invitati a partecipare.

Primo Monegato, Italo-Australiano che ha iniziato a lavorare nel settore gastrono-mico all’età di quattordici anni come cameriere, crescendo ha lavorato in molti locali aumentando le capacità lavorative e imparando la professione di cuoco.Ha lavorato anche all’estero, in Germania come direttore di gelateria e in Australia come camerie-re e aiuto cuoco.A ventitré anni ha avviato un ristorante pizzeria ad Auronzo e gestendolo per dieci anni, con grandi soddisfazioni e ottimi risultati. A causa degli impegni famigliari ha dovuto ab-bandonare il suo locale, ma non ha perso l’amo-re per la cucina, ha deciso quindi di dedicarsi al

volontariato trasformando un hobby dalle grandi qualità in qualcosa di utile per la comunità della Val Comelico.

Paolo De Lorenzo.

Primo Monegato.

Iniziato come Winter Comelian Music Tour e giun-to alla 4a edizione, mette il vestito da sera in vista della Pitturina Ski Race Coppa del Mondo 2014 diventando World Cup Music Tour. Da un’idea (probabilmente malsana) dell’Ass.

Spiquy Team -spiega Nicola Zambelli Spezier- nasce la tournée nei Locali della Val Comelico, quest’anno estesa a Sappada, che vede alcuni dei migliori musicisti del triveneto battersi a suon di musica di ogni genere tra le nostre Dolomiti. L’idea è nata dalla necessità di creare un evento collaterale alla manifestazione sci alpinistica che ne rispecchiasse lo spirito e che fosse innovativo

World Cup Music Toural 100%. Ed ecco che, grazie alla collaborazione dei locali aderenti e dei musicisti che vi partecipano, un po’ per gioco ha preso vita il tour musicale che ogni anno aumenta di dimensioni e vede crescere i fan che lo seguono di taverna in taverna- Quattro ban-de, costituite in realtà da cinque complessi musicali (I Desperados, I Bandaros, i Tirataie, i Leverins e le maschere tradizionali con la musica del carnevale) toccheranno 14 locali nell’arco dell’intera giornata portando musica, divertimento e sana pazzia nei territori della Pitturina Ski Race. La partenza, come da tradizione, sarà alle 9.00 dal quartier generale, il Bar Cavallino di Sega Digon,

con una suonata bene augurante e la spinatura della prima birra. Al termine del Tour la festa dei musicisti continuerà presso il Pala Pitturina con il contributo di Deejay Piol e presso il locale Kral Ladin di Padola. Sarà attivo il servizio navetta gratuito tra i due luoghi.Maggiori info sulle nostre pagine social (twitter e facebook) e sul sito ufficiale.

Dicono i musicisti delle passate edizioni:Alessandro Tomai (Bandaros): Per noi la Pitturina non è solo un’importante competizione sportiva tra monti innevati e percorsi alpini, ma è soprattutto un ritrovo tra persone semplici, che anno dopo anno ti fanno sentire a casa, e non sembrano mai stufi del divertimento con i Bandaròs!

Jacopo Floreancig (Bandaros): La Pitturina è una

festa che ti riempie il cuore e ti scalda l’anima im-mersa nel magnifico anfiteatro dolomitico... grazie all’accoglienza della gente del Comelico!

Enrico D’Ambros (Leverins): un’occasione unica per incontrare i musicisti del triveneto e unire le diverse tradizioni musicali! High five direi!

Mattia Casanoca Crepuz (Leverins): un modo per di-mostrare che la Pitturina non è solo sport ma molto di più! Giù duri sulla musica senza risparmiarci!

Francesco Pellizzaroli (Desperados): che dire? Fe-lice di partecipare a questo evento unico ed origi-nale! L’importante è divertirsi e portare allegria sui territori della Pitturina Ski Race.

5°RADUNO SKIALP VAL COMELICOQuest’anno aspetta anche te!

Oltre al solito ritrovo di Cima Vallona potrai tifare gli atleti anche da altre postazionipiù facilmente raggiungibili in un panorama mozzafiato.

Iscriviti su www.lapitturina.it e presentati a Sega Digon il giorno della gara alle ore 06:30.Se lo vuoi lasciati ACCOMPAGNARE da una guida esperta con gli sci o le racchette da neve (ciaspe).

A tutto il resto pensiamo noi!

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EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 2013 13

Un nuovo modo di affrontare la montagna a metà tra la prestazione sportiva e la va-canza attiva in natura.Due possibili interpretazioni, mountain bike oppure trail running o speed biking.

Una sfida con se stessi, da vivere in solitaria oppure con amici nel magnifico scenario delle Dolomiti a cavallo tra Comelico, Carnia, Cadore e Alta Pusteria.Il D+ Trail 5.6 Bike è una sfida, un’avventura lungo un anello che si snoda tra Comelico, Carnia, Cadore e Alta Val Pusteria per un totale di 180 chilometri con 6.800 metri di dislivello positivo. Da qui il nome D+ Trail 5.6: la D come le Dolomiti e D+ come di-slivello positivo. Trail perché si tratta di un percorso

DoloMitiCo è colui che riesce a completare a piedi o in Mountain Bike il trail delle Dolomiti. Un percorso entusiasmante attraverso uno dei luoghi più remoti e meno frequentati dell’arco alpino, decretato, anche per questo aspetto, patrimonio mondiale dell’Unesco.

D+BikeTrail190Km e 6000m di dislivello positivo fanno tre-mare le gambe anche ai più Extreme Biker’s. Il D+BikeTrail, per essere portato a termine in giornata, richiede una capacità fisica da pro-fessionista e il saper sopportare oltre 10 ore in sella alla propria mountain bike. Per godere appieno degli scenari DoloMitiCi, è consigliabile affrontare l’avventura in 2 o 3 giorni, durante i quali si va alla scoperta di scenari mozzafiato, vette innevate, scorci di rara bellezza e ristori caldi e accoglienti dove gustare qualche preli-batezza nostrana.

D+RunningTrail160 Km e oltre 7500 m di dislivello positivo. Per completare il D+RunningTrail in meno di 24 ore si dovrà essere specialisti delle Ultra Trail e assetati di avventura allo stato puro!Potrebbe invece essere più saggio avventurarsi lungo questo cammino mettendo in preventivo dalle 2 alle 6 giornate, tempo necessario per scoprire nuovi luoghi, culture, tradizioni e gu-stare i piatti tipici DoloMitiCi che le strutture convenzionate potranno offrire.

Questo è il D+trail 5.6Dolomiti Trial, camminando, correndo o peda-lando in Mountain Bike, si compie un periplo tra Comelico, Carnia, Cadore e Alta Pusteria; un’in-dimenticabile sfida per la conquista dell’ambito Trofeo DoloMitiCo. Basterà inseguire il simbolo del trail, facendo attenzione a non farsi distrarre dalle mera-viglie che a ogni passo tentano l’occhio del viandante; si dovranno collezionare tutte le “perle di passaggio” ognuna di colore diverso collocate lungo i 6 D+CheckPoint bike e i 7 D+CheckPoint running e questo permetterà di comporre una preziosissima collana che sarà il ricordo indelebile di un’avventura unica nelle Dolomiti.

Trofeo DoloMitiCo per coloro che completeranno il trail, ma con un riconoscimento speciale quale il GOLD per i finisher <24 ore Biketrail e <48 ore Runningtrail, SILVER per i finisher <48 ore Biketrail e <96 ore Runningtrail e BRONZE per i finisher <72 ore Biketrail e <144 ore Runningtrail.

“Vincere non vuol dire arrivare primi. Vincere vuol dire combat-tere i propri limiti per spostarli e realizzare i propri sogni. È l’ora di combattere, è l’ora di vincere uomo!” cit. Aldo Rock

D+ TRAIL 5.6Accetti la sfida?

segnato e 5.6 rappresentavano i chilometri di disli-vello del percorso originale, poi ampliati per ren-derlo ancora più avvincente e panoramico. Si può affrontare questa avventura sia a piedi sia in MTB e i due percorsi sono leggermente differenti e segnati con le apposite frecce: per la MTB una bici stilizzata e per il giro podistico una scarpetta da corsa. Non si tratta di una gara, ma piuttosto di una sfida con se stessi, con le proprie capacità fisiche e con il proprio senso dell’orientamento. È anche un modo per vivere una vacanza, all’insegna dell’avventura, scoprendo nuovi posti in sella alla mountain bike. Si può iniziare quando si vuole da un qualsiasi punto start/stop.

Quest’anno, date le condizioni di abbondante inne-vamento residuo, il percorso in MTB è stato percor-ribile a partire da fine maggio, fino a ottobre, quan-do i rifugi hanno concluso la loro stagione estiva e le giornate non sono ancora troppo corte e fredde. Lungo il percorso sono presenti sei checkpoint in cui ritirare le “perle di passaggio” che completano la collana DoloMitiCa Bikers. Mostrando la collana al punto start/stop viene registrato il tempo impie-gato e consegnato il trofeo DoloMitiCo. Il trofeo è del tutto particolare, realizzato artigianalmente ed è un pezzo unico. Si tratta infatti di una base di pietra su cui sono incollati i pezzi del D+ Trail: il logo, il simbolo della scarpa e della MTB. Parlando di mountain bike, D+ Trail può essere por-tato a termine in 24 ore, 48 ore oppure 72 ore, farà fede la data di iscrizione e quella di ritorno al punto start/stop. Compiere il giro in giornata è piuttosto duro: occorre essere abituati a stare molte ore in sella e non bisogna sbagliare percorso e probabil-mente pedalare al buio. Invece completarlo in due o tre giorni consente di tenere un ritmo più tranquillo, ammirando il paesaggio e di fermarsi a dormire nei posti tappa. Il percorso è interamente segnato, ma in modo non invasivo, per non sbagliare strada può essere utile consultare la cartina del tracciato forni-ta al momento dell’iscrizione. Sulla cartina, oltre ai checkpoint, sono indicati anche i posti tappa in cui è possibile pernottare e i punti di ristoro. Il percorso per i runners non è meno impegnativo: per ritirare l’ambito trofeo Gold bisogna completare i 157 km e 7.650 m d+ in meno di 48 ore. Una prestazione da ultra-runner di un certo livello. La versione Silver prevede tre tappe, quindi un arrivo sotto le 96 ore, mentre la versione Bronze, in chiave trekking, consente di prendersela più “comoda” e concludere sotto le 144 ore in sei giorni di percor-renza.

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EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 201314m

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Così è conosciuto il rifugio Carducci. Ogni prima domenica di settembre dentro e fuori il rifugio si accende la grande festa dedicata all’amicizia al-pinistica. Proprio lì dove l’alta Val Giralba segna il confine tra la provincia di Belluno e quella di Bolza-no, dove, per quel confine, cento anni fa morirono tanti giovani che prima della guerra arrampicavano insieme. “Via i confini. Questa è terra di pace. Le Dolomiti non dividono, uniscono.” Il monito lanciato alcuni anni fa dal gestore del rifugio Carducci, Bepi Monti ha acceso la prima festa che riunisce ogni anno le guide alpine e l’associazionismo alpinistico delle valli che si articolano all’ombra delle Dolomiti. Arrivano le guide e i rappresentanti del Cai e del Soccorso Alpino del Cadore e di Cortina con i col-leghi dell’Alpinverrein dell’altoatesina Val Pusteria. L’abbraccio fraterno si ripete ogni prima domeni-ca di settembre, ma il rifugio Carducci è diventato luogo d’incontro, alpinistico, di cultura, di pace e di solidarietà, nel corso di tutte le estati. A scandirne

Il rifugiodelle Dolomitisenza confini

il ritmo ci sono i concerti musicali di ogni genere. Quello di metà luglio era dedicato ai Pink Floyd e quello del 3 settembre a Vivaldi. La solidarietà è quella che lega il rifugio all’ambu-latorio De Marchi di Kirtipur in Nepal. La cultura al-pinistica è alimentata dagli incontri con testimoni d’eccezione, sono di casa gli himalaysti Fauto De Stefani, Sergio Martini e Simone Moro, e con gli interventi pratici che hanno consentito di riattivare le Vie di Castiglioni sulla Croda dei Toni e di attrez-zare una parete dove, durante il mese di agosto, si svolgono regolarmente corsi di roccia. Il rifugio Carducci di proprietà del Cai di Auronzo ed è gestito dall’effervescente gestore Bepi Monti che tiene in vita questo nido d’aquila senza teleferica e che si raggiunge solo a piedi con tanti sacrifici, ma con una passione enorme.

Rif. Auronzo (m. 2333) - Auronzo di Cadore – Tel: 0435.39002

Rif. Carducci (m. 2297) - Auronzo di Cadore – Tel: 0435.400485

Rif. Città di Carpi (m. 2100) - Auronzo di Cadore – Tel: 0435.39139

Rif. Col de Varda (m. 2106) - Auronzo di Cadore – Tel: 0435.39041

Rif. Fratelli Fonda Savio (m. 2367) - Auronzo di Cadore – Tel: 0435.39036

Rif. Lavaredo (m. 2433) - Auronzo di Cadore – Tel: 349.6028675

Rif. Magg. Bosi Monte Piana (m. 2205) - Auronzo di Cadore – Tel: 0435.39034

Rif. Monte Agudo (m.1573) - Auronzo di Cadore – Tel: 0435.400522 / 0435.99908

Rif. Capanna degli alpini (m. 1368) - Calalzo di Cadore – Tel: 346.1689455

Rif. Dino e Giovanni Chiggiato (m. 1911) - Calalzo di Cadore – Tel: 0435.31452

Rif. Dolomites (m. 2160) - Cibiana di Cadore – Tel: 0435.31315

Rif. Italo Lunelli (m. 1568) - Comelico Superiore / Padola – Tel: 0435.67171

Rif. Rinfreddo (m. 1887) - Comelico Superiore – Tel: 328.1141655

Rif. Cercenà (m. 1072) - Domegge di Cadore – emai: [email protected]

Rif. Eremo dei Romiti (m. 1164) - Domegge di Cadore – Tel: 0435.520010

Rif. Padova (m. 1300) - Domegge di Cadore – Tel: 0435.72488

CADOREREGNO DEI RIFUGILe Tre Cime di Lavaredo, i Cadini di Misurina la Croda dei Toni e il Popéra, il Monte Piana, il Col Quaternà e il Cridola, gli Spalti di Toro e le Marmarole, l’Antelao, il Monte Rite, il Pelmo e la Croda Marcora. Sono le Dolomiti delle tre valli ca-dorine del Boite, del Comelico e del Centro Cado-re che compongono il REGNO DEI RIFUGI e delle

Rif. Baion (m. 1826) - Domegge di Cadore – Tel: 0435.76060

Rif. Ciareido (m. 1969) - Lozzo di Cadore – Tel: 0435.76276

Rif. Antelao (m. 1796) - Pieve di Cadore – Tel: 0435.75333

Rif. Tita Barba (m. 1821) - Pieve di Cadore – Tel: 0435.32902

Rif. Forcella Zovo (m. 1600) - San Pietro di Cadore – Tel: 0435.460182

Rif. ristorante Alpe di Senes (m. 1214) - San Vito di Cadore – Tel: 0436.9476

Rif. Galassi (m. 2018) - San Vito di Cadore – Tel: 0436.9685

Rif. ristorante Larin - San Vito di Cadore – Tel: 0436.9112

Rif. ristorante Scotter Palatini (m. 1580) - San Vito di Cadore – Tel: 0436.99035

Rif. San Marco (m. 1823) - San Vito di Cadore – Tel: 0436.9444

Rif. Costapiana (m. 1610) - Valle di Cadore – Tel: 335.8115470

Rif. A. Berti al Popera (m. 1950) - Vallon Popera – Tel: 0435.67155

Rif. Ten. Fabbro (m. 1800) - Vigo di Cadore – Tel: 0435.460357

Rif. Gianpietro Talamini (m. 1582) - Vodo di Cadore – Tel: 342.0855228

Rif. Malga Ciauta (m. 1530) - Vodo di Cadore – Tel: 320.8241985 / 335.5314379

Rif. Venezia (m. 1946) - Vodo di Cadore – Tel: 0436.9864 / 0435.420255

Lista completa dei rifugi del Cadore

22•23Febbraio

Tambre

Alpago31a edizione

2014

Belluno

www.transcavallo.it

2014

M

emorial Corrado Azzalini

• Iscrizioni a prezzo agevolate entro venerdì 3 gennaio 2014.

• Per la gara a tappe di 2gg il numero massimo ed inderogabile di squadre ammesse è fissato a 120.

CAMPIONATO ITALIANO SCIALPINISMO TOP CLASS

(lunghe distanze)

Gara a tappe di 2 giorni

Il Regnodelle “Ciaspe”Per gli amanti dell’escursionismo invernale è stata creata una serie di percorsi escursionistici di media difficol-tà ai piedi delle cime più belle delle Dolomiti, tracciati lungo le strade battute dai gatti delle nevi o immersi nelle nevi immacolate, adatti agli amanti del-le “ciaspe” e delle passeggiate sulla neve ma anche agli amanti dello sci alpinismo. I percorsi sono segnati con indicazioni speci-fiche (cartello con logo delle ciaspe e numero del percorso) e la loro sicurezza viene rigoro-samente tenuta sotto controllo dalle Guide Al-pine. Una garanzia per quanti sceglieranno di immergersi nel Cadore innevato e trascorrere una piacevole vacanza neve.Quest’anno i rifugi aderenti al progetto “Regno delle ciaspe” sono 23, due in più rispetto alla passa-ta edizione. Una delle novità è rappresentata dall’apertura del rifugio sul Monte Rite, accanto al museo di Messner.La decisione è stata presa alla luce del gran numero di escursionisti che raggiunge la cima del Rite anche con la neve. Altra novità è rap-presentata da alcuni nuovi percorsi che saran-no messi a disposizione degli escursionisti con o senza ciaspe e con gli sci.

La lista dei rifugi che aderiranno all’iniziativa nel prossimo inverno sarà disponibile sul sito www.rifugidelcadore.it.

CIASPE, un comprensorio unico dove si sviluppano meravigliosi itinerari lungo i quali trovare accoglien-ti e confortevoli luoghi di ristoro. Parlare di tutte le strutture che costellano queste terre alte in maniera esaustiva e con poche parole è un compito arduo, ci vorrebbero decine di pagine per fornirvi un quadro completo e farvi comprendere la ricchezza di que-ste strutture uniche. Porti di mare per tutti gli escur-sionisti e gli alpinisti, punti di riferimento delle Alte Vie Dolomitiche che attraversano il Cadore come la numero 3 dei Camosci e la numero 6 dei Silenzi o

quelle che arrivano a Pieve di Cadore come la numero 4 di Grohmann e la numero 5 di Tiziano. Nell’ambito del progetto “CADORE terra magica” (che vedrà a breve l’uscita di un’app per smart phones), sono stati inseriti su Google Maps tut-ti i 32 Rifugi del Cadore con relativa posizione, altitudine e numero di telefono. La mappa, che è stata creata per dare una maggiore visibilità ai rifugi, vuole essere uno strumento indispensabile per chi si vuole avventurare fra le montagne del Cadore.

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EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 2013 15

Vale la pena fare un passo indietro nel tempo per ricordare che la partnership con Pitturina Ski Race nasce da una collaborazione tra gli organizzatori dell’evento e Giuseppe, rivenditore Montura, che di-venterà nell’ottobre 2013 il gestore dell’Alpstation Lavaredo.Un rapporto quindi già bene avviato, che vuole cre-scere ancora e consolidarsi nel tempo.L’incontro tra la Pitturina e Montura ha rivelato fin dall’inizio una particolare sintonia tra le due parti e la volontà reciproca di creare qualcosa di nuovo mettendo in campo idee e valori condivisi: la pas-sione per lo sport naturalmente, ma anche la va-lorizzazione e il rispetto dell’ambiente, l’attenzione verso le persone e per il loro impegno quotidiano.Da qui nasce l’idea di lasciare a tutti partecipanti un ricordo esclusivo in grado di esprimere l’iden-tità della gara e di chi la sostiene. Lavorando sul concetto di sostenibilità, ambiente e solidarietà ab-biamo dato forma a quello che sarà il primo “pacco gara a Km zero”. Un modo nuovo per raccontare una gara dalle sue origini, dai luoghi che la ospita-no, dalle persone che ci vivono e lavorano e da chi viaggiando per il mondo è riuscito a portare un’e-

Il fiume Piave, teatro di numerose battaglie fin dai tempi più remoti, oggi lo ricordiamo a 100 anni dal fatto più sanguinoso di cui si abbia memoria, la Pri-ma Guerra Mondiale.Il Piave, conosciuto ovunque come il "Fiume Sacro alla Patria" nasce dal Monte Peralba a Sappada e lungo il suo corso, dopo aver attraversato il verde Comelico ricevendo l’affluente Digon e Padola ar-riva a Cima Gogna di Auronzo nel comune delle Tre Cime di Lavaredo dove si unisce al torrente Ansiei che nasce dal lago di Misurina.In questo luogo si racconta venne edificato il primo insediamento stabile delle Dolomiti Orientali, prima chiamato Euganea, quindi Agònia infine Gogna… la memoria storica ci racconta che venne eretto anche un fortilizio poi distrutto dagli Unni di Attila nel 452 d.C.Oggi in quest’area chiamata Tre Ponti, alla con-fluenza dei due fiumi, è nato un nuovo progetto

IL PIAVEFiume Sacro alla Patria

di Giuseppe Pais Becher

firmato Montura:

Alpstation Lavaredo.Ed oggi i migliori sci alpinisti del Mondo si daran-no “battaglia” nella Pitturina Ski Race, a “colpi” di spinte, sudore e fatica... Dalle sorgenti di Sappada fino ai Tre Ponti di Go-gna... dove le uniche armi saranno i bastoncini, le pelli e il fiato... dove a vincere sarà lo spettacolo, la passione e l'entusiasmo!

sperienza nuova, fatta di altruismo e di attenzione verso il prossimo.Sarà dato naturalmente tutto lo spazio che si me-ritano agli atleti, ma questa volta vogliamo farlo mettendo una consapevolezza diversa in ognuno di loro e in tutte le persone presenti a questo grande evento.

WINTER LOTTERY 2014

Memorial g.a. Marco Zambelli Franz

31.01.14 e 1-2.02.14

www.lapitturina.it

2014

VAL COMELICO - SAPPADADOLOMITI

SCARPA ISMF WORLD CUPSKI MOUNTAINEERING

La Pitturinaski race

Parte del ricavato verrà donato alla Fondazione “Senza Frontiere”

ONLUS a favore della “Rarahil Memorial School” in Nepal istituita da Fausto De Stefani.

Estrazioni il 02.02.14 durante la cerimonia delle premiazioni

3°premio

GoPro Hero 32°premio

Ipad Air1°premio

TV LCD Sharp 50”

DBA Group è un gruppo di società operante nei settori dell'Ingegneria civile e impiantistica, dell'Architettura, del Project Management e nello sviluppo di piattaforme software dedicate alla ge-stione del ciclo di vita e dei processi di esercizio operativo di opere e infrastrutture.I soci di riferimento sono i Fratelli De Bettin, Fran-cesco, Raffaele, Stefano e Daniele, nati e cresciuti a Costalissoio di Santo Stefano di Cadore, tuttora la sede legale di DBA progetti spa, la società che si occupa di architettura e ingegneria, risiede a Santo Stefano di Cadore.DBA ha supportato da sempre le iniziative del gruppo Spiquy Team, dalla Pedalonga alla Pittu-rina Ski Race vedendo in queste il giusto veicolo per poter dare visibilità e veicolare in Italia e all'e-stero la conoscenza del territorio e dell'ambiente della Val Comelico. Il successo raggiunto in poco tempo da queste manifestazioni sono il segno della capacità degli organizzatori e di tutti quan-ti gli stessi sono riusciti a coinvolgere in questi ambiziosi progetti creando un forte spirito di ag-gregazione e di identificazione territoriale. Legare il nostro nome e il nostro logo a questi eventi ci rende particolarmente orgogliosi e fieri per aver contribuito a questi successi.

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EDIZIONE SPECIALENUMERO UNICO - ANNO 201316

La CADORE S.C.S. è una cooperativa sociale di inserimento lavorativo che nasce nel 2008 con lo scopo di essere strumento per creare lavoro, fare impresa e sviluppare coesione sociale.Unica cooperativa sociale di tipo B in Cadore e nell’Ampezzano, annovera tra i suoi Soci Istituzio-nali i principali Enti Locali del Territorio. Utilizza fra i suoi strumenti la conoscenza e il know how dei propri soci e lavoratori per generare valore nelle reti territoriali, nelle economie locali e mira esplicita-mente a favorire la permanenza della popolazione locale, contribuendo così a rivitalizzare il tessuto socio-economico dell’area in cui opera.La cooperativa punta su due ambiti di attività stra-tegici per il territorio: le manutenzioni ambientali e la gestione del territorio e le pulizie civili. Dal 2011 la CADORE S.C.S., consapevole dei cambiamenti

Cadore S.C.S.L’impresa sociale a contatto con il territorio

Val Comelico

socio-economici in atto, forte di idee, dinamismo e versatilità ha intrapreso un progetto di turismo di comunità con l’obiettivo di coinvolgere i sogget-ti che condividono la stessa idea d’accoglienza. Nell’ambito di questo nuovo progetto la CADORE S.C.S. gestisce gli appartamenti di Palazzo Lazzaris a Perarolo di Cadore e il bar – ristoro “La Tappa” sulla pista ciclabile “la lunga via delle Dolomiti” a Valle di Cadore.Grazie al suo spirito innovativo e alla spiccata propensione alla sperimentazione di nuove solu-zioni nel corso del 2012 la CADORE S.C.S. è stata premiata nell’ambito del “Premio Città Impresa ai 1.000 Fabbricatori di Idee del Nordest”, organizzata dal Corriere della Sera e della rivista mensile Nor-desteuropa “per il contributo portato, attraverso la sua attività creativa, allo sviluppo economico, so-

ciale e culturale del nostro territorio e dell’intero Pa-ese”. È stata inoltre citata come esempio virtuoso di piccola realtà che si impegna sul territorio per lo sviluppo del turismo e la valorizzazione dei luoghi, nel libro edito da Altreconomia, “Piccolo è meglio – 20 piccole grandi imprese italiane: storie in cui le dimensioni, le persone e la qualità della vita con-

terr

itorio

Dal 26 giugno 2009 le dolomiti sono Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO, grazie alla loro bel-lezza e unicità paesaggistica all’importanza scienti-fica a livello geologico e geomorfologico.La Val Comelico, fa parte di questo Patrimonio, circondata da vette dolomitiche di eccezionale bellezza, presenta da ogni angolazione cime ine-guagliabili: il Gruppo del Popera, nell’area cuore del patrimonio Unesco, con Cima Bagni, Cima Undici, Croda Rossa ed i suoi satelliti, il Vallon Popera,la cresta di confine con il Monte Cavallino e il Peralba.La vastità degli spazi, il silenzio e la bellezza dei boschi, oltre alla ricchezza della vegetazione e della fauna offrono un ambiente incontaminato.Sia d’estate che d’inverno la Val Comelico propone una vacanza a dimensione d’uomo dove l’acco-glienza e il calore locale sono determinanti nella proposta turisticaLa Val Comelico offre cultura, relax, gastronomia e

Mercatini artistici artigianali.Varie serate a tema al Museo Algudnei. Il Museo Algudnei è un progetto culturale con il quale il Gruppo di Ricerche Culturali di Comelico Superiore e la Regola di Dosoledo si propongono di divulgare i risultati delle ricerche svolte sul proprio territorio e sulla cultura ladina del Comelico, con l’obiettivo di trasmettere la conoscenza e animare il dibattito locale. Il termine d’invenzione scelto per indicare questo progetto unisce in una sola le parole ladine algu=qualcosa, poche cose, diverse e collegate tra loro; e nei=noiTrittico di pittura Dolomitica, la manifestazione curata dal direttore artistico Vico Calabrò, vede la realizzazione di tre opere di pittura su pannelli che raccontano l’atmosfera arcaica e misteriosa della Val Comelico.Tradizionale incontro transfrontaliero alla Croce Eu-ropa sul Monte Cavallino mt 2689.Durante tutto il periodo escursioni sui sentieri della Prima Guerra Mondiale, sui sentieri geologici-na-turalistici e sui sentieri del Papa, escursioni con il Nordic Walking.

TRÒI DLI MASCRI(SENTIERO DELLE MASCHERE)Dosoledo - Fienile di BigaranIl Tròi dli mascri propone uno dei temi più carat-teristici della nostra tradizione: il Carnevale. Una ventina di sculture in larice nostrano scolpite abil-mente dai nostri artigiani, sfideranno le stagioni e gli anni a venire per accompagnare, a loro modo, il procedere del viandante. Il Carnevale, tempo di magia, di suoni, di colori osservati in incognito da due semplici fori di una maschera di legno, per dimenticare un anno di fatiche; una breve, spen-sierata parentesi che si chiude, non a caso, con l’inaspettata apparizione del Cristo sofferente a richiamarci, con la Quaresima, alla realtà della fatica quotidiana.

TRÒI DLI TRADIZION(SENTIERO DELLE TRADIZIONI)Candide - DosoledoIl Tròi dli tradizion vuole rappresentare i temi culturali più caratteristici della nostra Comunità, un racconto scolpito con passione nel larice dai nostri artigiani.Alcune tradizioni, tanto care ai nostri avi, conti-nuano ad appassionare le nuove generazioni, al-tre nel corso degli anni si sono perse ma non per questo dimenticate.La Regola, il Rogo della Muta di metà Quaresi-ma, il carro dei coscritti, le processioni, l’Ardoia, o ancora il suono dei ciampanotti nelle festività natalizie, tradizioni di carattere religioso ma an-che profano che le sculture ci vogliono raccontare accompagnandoci in queste passeggiate immer-si nella natura.

TRÒI DI BACANI (SENTIERO DEI CONTADINI) Casamazzagno - DosoledoQuesto sentiero vuole ricordarci le fatiche di un tempo, il lavoro nella stalla, nei campi, nei prati

“Queste montagne suscitano nel cuore il senso dell’infinito, con il desiderio di sollevare la mente verso ciò che è sublime”, Giovanni Paolo II.

Il Santo Padre Giovanni Paolo II ha visitato più volte le vallate del Comelico: tra il 1987 e il 1998 varie volte Sua Santità ha raggiunto le nostre lo-calità.Il primo soggiorno è passato alla storia (locale) per la celebrazione della S. Messa in Val Visdende in occasione della festività di S. Giovanni Gualber-to, patrono degli operatori forestali. Le S. Messe e gli Angelus officiati a S. Stefano di Cadore, Do-megge di Cadore, Pieve di Cadore ed a Lorenzago di Cadore hanno richiamato nella vallata migliaia di fedeli, confermando il legame e l’affetto delle genti locali per l’illustre Ospite.Proprio Lorenzago di Cadore ha infatti ospita-to il S. Padre Karol Wojtyla il quale ha fatto del “Castello Mirabello”, situato tra i boschi a monte dell’abitato, il puntodi riferimento delle proprie vacanze estive. Le incomparabili bellezze che offre la nostra val-lata non hanno lasciato indifferente Sua Santità Giovanni Paolo II la cui passione per la montagna era nota a tutti. La somiglianza dei paesaggi e delle vette comelicesi con i cari monti Tatra han-no reso ancor più profondo il legame di Sua San-tità alla nostra Terra.Dal monte Peralba alla Valgrande, dal monte Qua-ternà a monte Zovo, da Cima Colesei al monte Spina, senza peraltro dimenticare le Tre Cime di Lavaredo, Papa Woityla ha visitato le località più suggestive della nostra zona, alternando mete comode ad altre più impegnative. Nonostante il passare degli anni e l’avanzare della malattia, Giovanni Paolo II non ha mancato di onorare con la sua presenza le nostre vallate, privilegiando percorsi tranquilli e lunghe soste da dedicare ad attente letture e riflessioni all’ombra

tano” di Chiara Spadaro.

CONTATTI:CADORE S.C.S. Onlus Piazza I Gennaio 1819 nr. 0732040 Valle di Cadore (BL)P.IVA 01061930259Tel. 0435 501410 - Fax 0435 518971Sito: www.cadorescs.com info: [email protected]

per il tempo libero sport con escursioni in valle e in quota arrampicate, percorsi di mountain bike, gite a cavallo il tutto accompagnato da intensi panorami che riequilibrano il corpo e la mente.E per l’inverno… lontani da luoghi sovraffollati di turisti, potrete godere appieno delle favolose piste da sci alpino che da Padola raggiungono i 2000mt di Col d’la Tenda e sono collegate con il compren-sorio sciistico Alta-Pusteria, 85 km di discese in un ambiente di incomparabile bellezza.E non dimentichiamo Le piste per lo sci di fondo da Padola a Valgrande, si snodano per 30km tra sug-gestivi boschi di abete rosso in una natura inconta-minata, sono perfette sia per la tecnica classica che per lo skating e sono inserite negli oltre 1300 km di piste del Dolomiti Nordic Ski.Inoltre escursione sulla neve a piedi con le racchet-te da neve “ciaspe o ciaspole”, per scoprire la valle di giorno o al chiaro di luna, da soli o in gruppo,

“galleggiando sulla neve”e divertendosi in compa-gnia. Un pieno di energia e sport, da chiudere in bel-lezza, assaporando un caldo vin brulè e gustando i deliziosi piatti tipici: “casanzei”, “Kneili”, “mos”, “pastin di Capriolo” e “minestra d’orzo”.Infine il Carnevale, particolarmente sentito a Co-melico Superiore, con la tradizionale “Maskrada”: antico rito del travestimento con le raffinate e co-loratissime maschere “matazin” e “lachè” e classi-ca sfilata tra le vie del paese con balli e musica di grande fascino.

MANIFESTAZIONI ESTIVE

La prima domenica di luglio si tiene il Trofeo di corsa in montagna “Ribul Nin”. Gara individuale di corsa in montagna con partenza da Padola e arrivo al rifugio A. Berti.La prima domenica di luglio la Festa del Carmine a Padola con fiera pomeriggio in musica e stand gastronomico.Sagre paesane in luglio e agosto Festa dei Caneder-li, Festa dei Casunzei, Festa dei Ravioli e Festa dei dolci tipici e frittelle.

e nei boschi. Quanto occorreva per ricavare dalla terra l’indispensabile per la vita delle generazioni che per quasi un millennio hanno vissuto in que-sto territorio. Di quelle attività rimangono testi-moni i fienili che punteggiano i prati bassi e i bar-chi, i piccoli fienili di alta montagna dove trovava posto il fieno di scorta per la stagione invernale. Un percorso suggestivo che ci riporta indietro nel tempo, quando le donne attingevano l’acqua alla fontana con i secchi di rame, quando nei campi si coltivavano orzo, segale e lino, quando i prati venivano falciati con la falce e la caccia veniva praticata per necessità.

TRÒI DI MESTIERI (SENTIERO DEI MESTIERI) Padola - DosoledoIl Tròi di mestieri e le sue sculture ci descrivono i lavori che caratterizzano la nostra valle. Alcuni di questi mestieri non vengono più praticati, sia perché le nuove attrezzature hanno ridotto tempo e fatica, sia perché la società moderna ha ormai esigenze diverse. Le scarpe una volta rotte non vengono aggiustate ma sostituite con un paio nuovo, non si sente più la voce del Mulèta che richiama le donne con le forbici e i coltelli da af-filare. Le nuove professioni sostituiscono le fati-che d’un tempo; al clompar, al mulnei, al fauru, al scarper, mestieri che restano nella memoria di chi li ha svolti e di chi, grazie a questo sentiero, può conoscerli ed apprezzarli.

I sentieri tematici del Comelico Superiore I sentieri del PapaPapa Giovanni Paolo II in Comelico

di abeti o in riva a qualche ruscello.Al turista non possono passare inosservati i segni apposti dai locali a testimo-nianza del passaggio di Sua Santità: la scultura lignea in località Campotrondo a Valgrande e quella su roc-cia dolomitica in località Fedère, sopra l’abitato di Casamazzagno, sono solo due esempi. A conferma della capacità attrattiva di queste località, anche Papa Benedetto XVI ci ha allieta-ti della sua presenza ripercorrendo, nel 2007, i luoghi già meta dei soggiorni estivi del suo pre-decessore ed in particolare si ricorda la visita alla chiesetta di Santa Barbara a Danta di Cadore.

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terr

itorio

Auronzo Misurina è la terra delle Tre Cime di La-varedo e di tre fantastici laghi alpini. Auronzo è in-fatti l’unico centro urbano da cui sono visibili le Tre Cime, montagne simbolo delle Dolomiti patrimonio UNESCO. L’abitato si stende sulle rive del Lago di Santa Caterina, sede ogni anno di importanti com-petizioni internazionali di canoa. Più a Nord, il Lago di Misurina, la “Perla delle Dolomiti”, riflette Cadini, Cristallo e Sorapiss, mentre il Lago Antorno accom-pagna l’ascesa verso il Rifugio Auronzo, punto di partenza degli itinerari attorno alle Tre Cime. A metà strada tra Auronzo e Misurina si trova invece la Fo-resta di Somadida, il bosco più grande del Cadore e una delle aree protette più belle delle Dolomiti, che può anche far sfoggio di una ricca “Bibilioteca del Bosco”. Oltre a soddisfare le esigenze degli amanti della natura e della vacanza attiva, la località è par-

ticolarmente adatta per ospitare le famiglie: il “Tre Cime Adventure Park” e il Fun Bob più lungo del mondo sono solo le punte di diamante di una ric-ca offerta dedicata a bambini e ragazzi. In inverno, Auronzo Misurina si presta alla pratica di un’ampia gamma di discipline su neve e ghiaccio: dallo sci alpino, con i due centri inseriti nel circuito del Do-lomiti Superski, allo sci nordico, dallo sci alpinismo alle escursioni con le ciaspe, fino al pattinaggio su ghiaccio. Chi invece preferisce l’adrenalina non può non provare le gite in motoslitta e l’ice kart.Importante anche la parte culturale: il Museo mul-titematico di Palazzo Corte Metto racconta la storia della valle, mentre il museo all’aperto del Monte Piana rievoca ancora, a cent’anni di distanza, la tra-gedia della Prima Guerra Mondiale.

Auronzo Misurinala terra delle Tre Cime

Il turismo che vorremmo...

il passato

il presente

il futuro che vorremmo

Rifugio Alpino Silvella

La Lesachtal, vanta premi altisonanti e interna-zionali, da “Paesaggio dell’anno” a “Valle europea più genuina e rispettosa dell’ambiente”, eppure ha meno di 2000 abitanti, circa 500 case sparse in 12 paesini e una sessantina di fattorie. La risorsa, in questa piccola valle che corre parallela alla nostra lungo la linea di confine (dal monte Cavallino al Peralba) è LA NATURA. Manca tutto il corollario dei servizi classistici delle località turistiche. Ma questo è il bello. Ed è stato voluto fortissimamente, dalla gente del posto. Sono montanari tosti, quelli della Lesachtal. Nel 1973 hanno deciso che era inutile continuare a sprecare denaro pubblico e hanno unito le forze e i paesi per far nascere un unico co-mune. La vallata stava morendo: i ragazzi non tro-vavano lavoro ed erano costretti a emigrare, visto che non c’erano progetti, prospettive, idee.Con una caparbietà notevole gli abitanti della valle hanno proposto, suggerito, organizzato un nuovo modello di agire. Tanto da ottenere finanziamenti e tutela (Austria!), ma soprattutto la consulenza di esperti che li aiutassero a preservare la loro vallata.Le idee sono divenute realtà: un’associazione che propone sapori e artigianato della valle, l’acquisi-zione di una antica casa di legno ricostruita dove i turisti possono ammirarla, ristrutturazione della strada dei mulini.Poi si è deciso di non costruire impianti di risalita andando in controtendenza rispetto al trend de-gli anni Settanta, preservando il territorio per gli amanti delle racchette da neve e dello sci alpinismo assieme a bellissime piste per lo sci di fondo. Si è deciso di limitare il numero dei posti letto per gli ospiti, che non avrebbe mai dovuto superare quel-lo degli abitanti, e di rinnovare le camere in affitto nelle fattorie. Altrettanto bene si è lavorato a livello culturale. L’an-tica Strada dei mulini di Maria Luggau è interamen-te recuperata: unisce cinque mulini del XVIII secolo, e c’è anche un piccolo museo con una sala video che propone antichi filmati di vita rurale. Adesso chi sceglie la Lesachtal trova un paesaggio a dir poco straordinario, un paradiso dove star bene! Al Comelico non manca La Natura, forse solo tro-vare tanta volontà e dimenticare i campanili. La

Pitturina Ski Race ha cominciato qualche anno fa!“testo estrapolato da Bell’Europa settembre 2009”

DAL BOSCO AL LEGNOAnche la Regola Comunione Familiare di Costa, ci crede: un progetto per la Valorizzazione e Riqua-lificazione dell’area di Monte Zovo ai fini turistici mediante ristrutturazione da malga a rifugio escur-sionistico nell’ambito del progetto di cooperazione transnazionale “dal bosco al legno”

Monte Zovo, nell’area centrale del Comelico, per la sua posizione baricentrica tra i siti insediativi e le principali zone di alpeggio, è da sempre attraversa-to da strade silvo-pastorali, percorsi alla cui storica motivazione oggi si aggiunge l’elevato interesse escursionistico, ciclo-escursionistico, sportivo e quindi turistico. Per monte Zovo passano le principali strade che collegano il Comelico centro-occidentale con le aree di confine a nord-est: strade diverse che sal-gono da Costa e Costalissoio che poi si unificano nei pressi della cima per scendere a forcella Zovo e da qui nei prati-pascoli pianeggianti sul fondo della Val Visdende; oppure, sempre in quota, deviando a nord sul sentiero 165 per monte S.Daniele, Piani di Vissada e poi, superata Costa Schiaron, proseguen-do sul sentiero 169 fino a Malga Londo e da qui, (tra i 1600 e i 2000 metri circa) sulla strada che circonda la parte alta della Val Visdende collegando tutte le malghe.Il sito è collegato a una fitta rete di percorsi di in-teresse turistico/escursionistico, in gran parte per-corribili anche con la mountain bike, all’interno di un sistema che si sta progressivamente ampliando fino a collegarsi con itinerari transfrontalieri in fase di realizzazione. La nuova pista di 8 km circa di lun-ghezza, che sviluppandosi in quota alla base delle “Crode del Longerin” collega monte Zovo e malga Melin, quest’ultima già servita dalle piste che risal-gono la val Digon. Considerata la specifica tipologia e stato di degrado della malga monte Zovo, assumere l’obbiettivo del-la sua trasformazione in rifugio/posto ristoro, può però determinare le condizioni per un riordino del

luogo migliorandone la compatibilità paesaggistica.Il GAL Alto Bellunese in quest’ottica ha “ideato” un bando “a regia” prevedendo per questo sito la bo-nifica del luogo con demolizione e la ricostruzione del fabbricato”Un rifugio su monte Zovo, in luogo dell’attuale mal-ga, costituirà (assieme all’esistente rifugio forcella Zovo) l’unica struttura turistico/ricettiva a ridosso del confine italo-austriaco nel raggio di svariati km. A Est si trova il rif. Sorgenti del Piave ai piedi del M. Peralba mentre a ovest si trova il rif. Sillianer Hutte sulla dorsale Carnica.La riconversione da malga a rifugio rappresenta, per la Regola di Costa, promotrice e sostenitrice dell’intervento, non solo un’oculata scelta di valo-rizzazione del patrimonio, ma anche il contributo allo sviluppo turistico del proprio territorio con la creazione di nuove opportunità di lavoro.

Il dimensionamento del rifugio ipotizza una ricetti-vità di 40/50 posti a sedere per il ristorante e di 12 posti letto per pernottamenti. Comprende le varie funzioni tra cui le principali: ristorante, bar, cucina, dispensa magazzino, servizi igienici per il pubblico, camere da letto, solarium, e vano deposito attrez-zature. A queste si aggiungono le destinazioni com-plementari: alloggio del gestore, spazi per l’acces-so e il disimpegno, servizi del personale, ricovero d’emergenza esterno, vani tecnici. Il nuovo rifugio dispone tutti gli ambienti di immediato interesse ed utilizzo su unico livello a quota terreno. Sopra il livello d’uso principale sono ricavati i vani camera per ospiti e sopra ancora l’alloggio del ge-store, mentre al piano interrato, i soli vani tecnici necessari al funzionamento della struttura.L’apertura della struttura è stabilita per il mese di DICEMBRE 2014

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Quando domenica 2 febbraio sarà spedito il penul-timo comunicato si chiuderà un primo cerchio della storia della Pitturina Ski Race. Questa gara nata sei anni fa ha avuto un’evoluzione incredibile spinta dalla voglia di dare visibilità al proprio territorio e dalla professionalità nell’organizzare eventi data dalla gavetta della Pedalonga.Gara nazionale, Coppa Italia, Campionati Italiani una crescita continua indirizzata verso questo grande sogno di organizzare una tappa della Coppa del

Mi chiamo Paolo Mutton, speaker sportivo di pro-fessione e speaker de “La Pitturina”. Con l’edizione 2014 sarà la mia quarta volta in Val Comelico, meglio, a Sega Digon.Già…..Sega Digon.Chi se lo sarebbe mai aspettato che dietro ad un tornante, per me uguale a tutti gli altri si svolgesse una volta all’anno e sempre nel mese di gennaio un evento di risonanza nazionale di sci alpinismo.Ecco… non me lo sarei mai aspettato se non fossi stato contattato da Michele Festini Purlan, Presi-dente di un Team giovane, deciso, compatto e pieno di entusiasmo, ma soprattutto lungimirante.Speciale è l’evento, perché speciale è la partenza, perché speciale è il Bar Cavallino che per un fine settimana funge anche da segreteria, dove arrivi e la proprietà si prodiga per soddisfare la tua ne-cessita, speciale perché c’è una Valle che ha capito

La Pitturina Ski RaceUn viaggio breve, ma intenso

La voce della Pitturina

Mondo, mi ricordo perfettamente quando Miche-le aveva fatto la dichiarazione «Ora pensiamo alla Coppa del Mondo!» Molti nell’ambiente organizzativo, avevano risposto con un sorriso sornione, pensando a una afferma-zione priva di basi, e invece eccoci qui.La Coppa del Mondo arriva in Val Comelico - Sap-pada nella sua stagione più promettente, lo scorso anno il nuovo format organizzativo è stato testato, valutato, rettificato e per la prima volta ha dimostra-to le vere potenzialità mediatiche di questa spetta-colare disciplina.

l’importanza di star vicini a questo gruppo, speciale perché se manca la neve da dove da sempre si par-te, non ci si perde d’animo e si parte più in su, dove più in su ci si arriva a piedi e in silenzio o con un gioco continuo di motoslitte. Ed è proprio in questi momenti che ti accorgi, che quel gruppo di amici che si trovano ad organizzare l’evento, non si abbattono e reagiscono con lucida e all’apparenza pacata determinazione, quella de-terminazione che li ha portati a realizzare un sogno, che è il sogno di una valle e della comunità, che è il sogno di quella umile e laboriosa gente che si renderanno disponibili ognuno a modo loro per por-tare un contributo importante per la buona riuscita dell’evento.E allora mi vien da dire che quel tornante non è pro-prio uguale agli altri e che quella gara di risonanza nazionale e diventata di fama mondiale. Benvenuta Coppa del Mondo di sci alpinismo, ditelo pure orgogliosi, gridandolo alle VOSTRE montagne,

Le prossime tappe di Coppa del Mondo cresceran-no ancora e soprattutto lo faranno aumentando la visibilità internazionale grazie a degli accordi presi con alcune emittenti televisive europee. Inoltre le cinque tappe del circuito Scarpa ISMF World Cup saranno trasmesse in diretta streaming. È chiaro quindi che tutto il territorio Val Comelico - Sappada godrà di questi benefici.Il sogno iniziato qualche anno fa, in questi mesi ha preso forma e continuerà a modellarsi nelle setti-mane precedenti con eventi collaterali che daranno spessore e importanza a una gara spettacolare.Ancora una volta l’Italia sta dimostrando le grandi doti organizzative e si conferma la casa dello scial-pinismo. Con tutte le nostre forze stiamo cercando di portare lo scialpinismo oltre i confini alpini, esportando il nostro modello organizzativo in Asia e in America, però la condivisione di una grande progetto come quello della Pitturina non è così facile da trovare. Il successo di un evento è anche dato dalla parteci-pazione del territorio alle attività collaterali, questo elemento è direttamente proporzionale alla passio-ne per lo scialpinismo e per la montagna. In questi anni lo scialpinismo ha trovato una nuova casa. Grazie Spiquy Team.

ai VOSTRI boschi lasciando che siano proprio loro a far riecheggiare la VOSTRA gioia.Benvenuta Coppa del Mondo di sci alpinismo in Val Comelico-Sappada.Fiero ed orgoglioso d’esserci.

di Riccardo Selvatico

di Paolo Mutton

Lo sci alpinismo e La PitturinaLo scialpinismo è forse la disciplina invernale più antica al mondo, era semplicemente il modo di spo-starsi in montagna nel periodo invernale, ma non solo, le prime gare si registrano attorno al 1920 con sfide tra valliggiani, guide alpine e corpi militari di diverse nazioni, questa disciplina vanta anche me-daglie olimpiche per l’Italia prima della seconda guerra mondiale, poi è stato etichettato come sport di regime e quindi purtroppo tolto dal programma olimpico. Olimpiade un mondo che ci spetterebbe, ma con ancora mille incognite e lavori da svolgere per en-trare a far parte del mondo a cinque cerchi.Nel 2002 lo scialpinismo entrò a far parte della FISI e da li fu subito un crescendo di emozioni e il nume-ro di praticanti ogni anno è sempre in aumento sia nel modo race sia tra chi lo pratica per il semplice gusto di andare in montagna fuori dalle piste battu-te in completa libertà.Questa disciplina è un modo per valorizzare la mon-tagna nel periodo invernale, molti sono i luoghi che non avendo impianti di risalita possono arricchire l’offerta turistica. Questo sport è la risposta a una crisi accertata al mondo turistico invernale tradizio-nale e il trend è sempre in aumento.Anche le varie competizioni aiutano il territorio basti pensare alla Sicilia che dopo l’organizzazione della Coppa del Mondo sull’Etna ha aumentato del 20% il turismo con le pelli di foca.Ora tocca alla Pitturina, tra le terre della Val Come-lico e Sappada, che dopo poche edizioni e pronta a organizzare l’unica prova di Coppa del Mondo in Italia, sarà una tre giorni di grandi ritmi e di grandi emozioni. Un team organizzativo perfetto, preparato e profes-sionale, unito da un’unica passione, quella per la propria terra e la montagna. La nazionale italiana sarà presente al completo, la voglia è di dimostrare che siamo la nazione leader in questo settore, il percorso tecnico, la conoscenza del territorio, ma soprattutto il calore degli abitanti di queste meravigliose vallate saranno l’arma in più che la nostra squadra avrà a disposizione.Auspico una forte partecipazione di pubblico e so-prattutto spero che sia una grande festa.

di Oscar Angeloni

PaoloMutton.

Foto “compagno di merende” CARLO CEOLA

Foto di RICCARDO SELVATICO

Oscar Angeloni.

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C

Alba ha un sorriso delicato, timido, ma che lascia intravedere il suo carattere. Se non conoscete Alba, provate a pensare a una persona essenziale, nessun elemen-to articolato, nulla di superfluo, così nella

vita di tutti i giorni, così negli allenamenti. Schiva, concreta e determinata, molto determinata.Il suo amore per le pelli di foca nasce il 10 dicem-bre del 2011 tra le nevi delle piste da sci vicino a casa sua, Padola, un piccolo paesino in provincia di Belluno nel cuore delle Dolomiti tra il Comelico e la Pusteria. Atleta azzurra della corsa in montagna, lo scorso anno ai mondiali di Pelvoux in Francia ha messo nello zaino una serie di medaglie che molti suoi col-leghi potranno vedere solo a fine carriera. Medaglia d’oro nella prova individuale, medaglia d’oro nella prova a staffetta, medaglia d’oro nella prova Ver-tical, medaglia d’argento nella Sprint, queste sono le medaglie che Alba si è messa al collo lo scorso febbraio. Possono bastare?Dopo tutti questi successi proviamo a farci rac-contare direttamente dalla campionessa di Padola come riesce a gestire studio e allenamenti.«Cerco di fare le cose con passione, con amore anche se molte volte devo fare dei sacrifici. Du-rante l’inverno trovare il tempo per gli allenamenti è molto difficile. Mi sveglio tutte le mattine alle 6, colazione e prendo l’autobus per andare a scuola.

Alba De Silvestro Una campionessa dolomitica

Rientro a casa verso le 14.30, mangio, mi risposo, cerco un po’ di studiare e alle 16, più o meno vado ad allenarmi. La du-rata dell’allenamento varia a seconda del tipo di lavoro da svol-gere. Torno a casa, stretching, doccia, studio, cena e subito a dormire! L’estate non avendo l’impegno della scuola riesco a gestirmi con maggio-re tranquillità, e quin-di posso prendermi qualche momento di svago e di festa con gli amici».A fine gennaio le prove di Coppa del Mondo si svol-geranno vicino a casa tua. Emozionata?«Sono veramente contenta che la Pit-turina Ski Race dopo solo cinque edizioni sia diven-tata prova di Coppa del Mondo. Finalmente, quelli che mi conoscono, ma che non sono legati al mon-

Foto di RICCARDO SELVATICO

do della neve, capiranno meglio quello che faccio. Dovrò dare il massimo, sono sicura che verranno in molti a farmi il tifo; questo mi aiuterà molto, ma dovrò gestire bene le emozioni!»Nel futuro di Alba cosa c’è?

«Per adesso posso pensare solo allo studio e allo sport, quando avrò terminato il percorso dell’I-stituto Tecnico Industriale non so di preciso cosa farò. Potrebbe esserci l’Università anche se un po’ mi spaventa stare molto tempo lontano dalle mie

montagne e i costi, non posso fare la mantenuta per sempre! Sicuramente lo sport sarà una parte fondamentale della mia vita!»

In bocca al lupo Alba!

Lavarone 21_12_13Misurina 30_12_13S.Vito di Cadore 12_01_14Arabba 18_01_14Valdobbiadene 25_01_14Val Comelico 01_02_2014

info www.dolomitiski-alp.com

Foto di CARLO CEOLA

Media Partner:

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Giovedì 30 Gennaioore 20.30PALA PLODN (Sappada)

Briefing gara Sprint

ore 21.00PALA PLODN (Sappada)

Consegna pettoraliai migliori 5 atleti della classificamondiale gara Sprint

Venerdì 31 Gennaioore 15.00PISTA NERA (Sappada)

Qualifiche e batterie gara Sprint race

ore 18.00PISTA NERA (Sappada)

Finali gara Sprintcerimonia dei fiori

ore 20.30PALA PLODN (Sappada)

Premiazioni gara Sprint

Memorial g.a. Marco Zambelli Franz

2014 Scarpa ISMF WORLD CUP SKI MOUNTAINEERING

Durante La Pitturina

DICEMBREVENERDÌ 27 ore 21.00 Sala Algu d’Nei (Dosoledo di Comelico Superiore)

Fabio De Mas LA VETTA TROPPO LONTANA

SABATO 28 ore 21.00 Sala della Regola di CandidePresentazionePITTURINA SKI RACE, 2014 ISMF WORLD CUP RACE

GENNAIOSABATO 4 ore 20.00 Baita Pista Nera (Sappada)

Gara Open aperta a tutti, 1^ SPRINT RACE CAMPETTI 2000iscrizioni fino a mezz’ora prima della gara oppure all’indirizzo [email protected]

GIOVEDÌ 9 ore 20.00 Baita Rododendro (Sappada) GIORGIO MARCO IVAN LEONARDO FABRIZIO PATRIKEscursione con gli sci d’alpinismo, ciaspe e a piedi da Cima Sappada alla Baita Rododendro ricordando i nostri Amici. Info e prenotazioni: tel. 349 1601420 o via mail a: [email protected]à di salire anche in motoslitta previo prenotazione.

Sabato 1 Febbraioore 11.00PARCO J (Santo Stefano di Cadore)

Skid Alp Tour Dynafit, lo sci alpinismo per i più giovani

ore 16.00DOSOLEDO di Comelico Superiore

Sfilata delle Rappresentative Nazionali

ore 17.00DOSOLEDO di Comelico Superiore

Sfilata dellemaschere tradizionali della Val ComelicoA seguire tradizionale “giro dei bar”: ore 18.30 presso Pasticceria al Gallo, ore 20.30 presso Kral Ladin.

ore 18.00PALA PITTURINA Sega Digon di Comelico Superiore

Consegna pettorali 5 migliori atleti della classifica mondiale gara Individuale

ore 19.30PALA PITTURINA Sega Digon di Comelico Superiore

Briefing gara individuale

ore 20.15PALA PITTURINA Sega Digon di Comelico Superiore

Lo Chef consiglia: idee a chilometri 0

ore 21.00TENDONE Sega Digon

Pitturize Yourself Party:ritrovo dei musicisti del World Cup Music Tour quindi Deejay Set con Deejay Piol.Servizio navetta attivo tra Pala Pitturina e Kral Ladin (Padola)

Domenica 2 ore 9.15SEGA DIGON di Comelico Superiore

Partenza gara Individuale

ore 11.30SEGA DIGON di Comelico Superiore

Arrivo primi atleti, cerimonia dei fiori

ore 12.00SEGA DIGON di Comelico Superiore

Pranzo

ore 15.00SEGA DIGON di Comelico Superiore

Premiazioni gara individualeA seguire Cerimonia di chiusura Deejay set con Deejay 77 e Deejay Piol

Aspettando La Pitturina