Piovese ott2013 n131

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Il costo del lavoro per le imprese venete e il cuneo fiscale Primo Piano pagg. 4-5 Il Comune in rete e su Facebook per dialogare coi cittadini Piove di Sacco pag.6 La Saccisica che produce si mette in mostra Economia pag. 10 pag. 8 Sconto Imu per i pubblici esercizi senza slot machine e videopoker Contro il gioco d’azzardo il Consiglio comunale di Piove di Sacco propone un provvedimento che potrebbe rivelarsi un deterrente U n provvedimento per fermare il dila- gare del gioco d’azzardo. Lo propone il consiglio comunale di Piove di Sac- co che ha votato una mozione presentata da Andrea Recaldin leader della Lega loca- le, e che chiede uno sconto sulle rate Imu per tutti titolari di bar, tabacchi ed esercizi pubblici che rinunciano a slot machines, vi- deopoker, altre diavolerie mangiasoldi. Una forma di premialità sulle tasse locali. Il documento prevede al contempo un aumento dell’imposta sugli immobili per le sale da gioco, così da trovare la necessaria copertura finanziaria in grado di compensare il minore gettito. Il provvedimento colpisce, quindi, l’uso delle macchinette. Ciò vuol dire che tutte le attività esistenti, e a maggior ragione quelle che apriranno, risparmieran- no con una riduzione delle imposte locali, se rinunceranno ai lucrosi incassi immediati derivanti da macchinette e videopoker. L’ok dell’aula a questa mozione, vota- ta all’unanimità, non elimina ovviamente la piaga della dipendenza dal gioco d’az- zardo (ludopatia), ma è un segnale forte che serve da deterrente per combattere il fenomeno. L’iniziativa è partita dal capogruppo del gruppo Lega e civica Forza Piove, Andrea Recaldin, è ha incontrato subito il favore di tutti gli altri consiglieri. “E’ una battaglia di civiltà prima che politica – dichiara Recaldin – quella che abbiamo chiesto, e ottenuto, è una presa di posizione forche e chiara”. LEGNARO, IL PIANO TRIENNALE DELLE OPERE PUBBLICHE Lo sgombro dell’archivio storico comunale, posto nel fatiscente edificio dell’ex scuola “Rosa Maltoni”, sta ripor- tando alla luce un patrimonio dimentica- to e in parte purtroppo compromesso. pag. 14 LAVORI DI RECUPERO PER L’EX SCUOLA: DIVENTERÀ UN MUSEO Oltre 10 milioni di euro in tre anni, di cui 3.895.000 nel 2014; 1.928.000 nel 2015 e 4.200.000 nel 2016. Sono i numeri contenuti nel piano delle opere pubbliche approvato nelle scorse settimane d alla Giunta Catelan. pag. 20 Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 131 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it del Piovese 10% 40% 50% 30% 30% 50% 50% 20% 20% 10% 10% 30% 20% 60% 40% 60% COUPON del risparmio Cogli le migliori offerte della tua zona! EDITORIALE Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano “D avanti al dio palanca non ci sono fratelli, amici o parenti”: è una delle frasi pronunciate in una delle decine di intercettazioni della recente inchiesta sulla rete di corruzione legata agli appalti pubblici. Poche parole che sintetizzano, ancora una volta se ce ne fosse il bisogno, qual è il criterio adottato da funzionari pubblici infedeli e da impren- ditori complici. Il denaro, ovviamente, che giustifica i favori piccoli e grandi, gli “ag- giustamenti” di gare e procedure, il ritocco in corso d’opera, sempre a danno del pub- blico e, di conseguenza, di ciascuno di noi. Il denaro, sia “cash”, basta anche qualche banconota da 50-100 euro di tanto in tanto, che sottoforma di “regali” come il viaggio esotico ma anche una mano di bianco in casa o qualche piccolo lavoretto “extra”. E’ la corruzione nostrana, di pic- colo cabotaggio e piccola pezzatura, quella che alimenta una zona grigia di cui nessuno conosce i contorni con chiarezza. E’ il primo passo che poi giustifica tutti gli altri, fino ad arrivare ai grandi scandali. Il tutto in nome del “dio palanca”, ovviamente, ma anche di una distorta concezione di moralità e di senso civico. Perché dunque scandalizzarsi se “così fan tutti”? continua a pag. 3 continua a pag. 8 L’Intervento ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio L e recentissime modifiche legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della Convenzione del Con- siglio d’Europa ed hanno risposto al crescente allarme sociale determi- nato dai delitti contro le donne. Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking *Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia di Silvia Giuriato*

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Piovese ott2013 n131

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Page 1: Piovese ott2013 n131

Il costo del lavoro per le imprese venete e il cuneo fi scale

Primo Piano

pagg. 4-5

Il Comune in rete e su Facebook per dialogare coi cittadini

Piove di Sacco

pag.6

La Saccisica che produce si mette in mostra

Economia

pag. 10

pag. 8

Sconto Imu per i pubblici esercizi senza slot machine e videopokerContro il gioco d’azzardo il Consiglio comunale di Piove di Sacco propone un provvedimento che potrebbe rivelarsi un deterrente

Un provvedimento per fermare il dila-gare del gioco d’azzardo. Lo propone il consiglio comunale di Piove di Sac-

co che ha votato una mozione presentata da Andrea Recaldin leader della Lega loca-le, e che chiede uno sconto sulle rate Imu per tutti titolari di bar, tabacchi ed esercizi pubblici che rinunciano a slot machines, vi-deopoker, altre diavolerie mangiasoldi. Una forma di premialità sulle tasse locali.

Il documento prevede al contempo un aumento dell’imposta sugli immobili per le

sale da gioco, così da trovare la necessaria copertura fi nanziaria in grado di compensare il minore gettito. Il provvedimento colpisce, quindi, l’uso delle macchinette. Ciò vuol dire che tutte le attività esistenti, e a maggior ragione quelle che apriranno, risparmieran-no con una riduzione delle imposte locali, se rinunceranno ai lucrosi incassi immediati derivanti da macchinette e videopoker.

L’ok dell’aula a questa mozione, vota-ta all’unanimità, non elimina ovviamente la piaga della dipendenza dal gioco d’az-

zardo (ludopatia), ma è un segnale forte che serve da deterrente per combattere il fenomeno.

L’iniziativa è partita dal capogruppo del gruppo Lega e civica Forza Piove, Andrea Recaldin, è ha incontrato subito il favore di tutti gli altri consiglieri.

“E’ una battaglia di civiltà prima che politica – dichiara Recaldin – quella che abbiamo chiesto, e ottenuto, è una presa di posizione forche e chiara”.

LEGNARO, IL PIANO TRIENNALE DELLE OPERE PUBBLICHE

Lo sgombro dell’archivio storico comunale, posto nel fatiscente edifi cio

dell’ex scuola “Rosa Maltoni”, sta ripor-tando alla luce un patrimonio dimentica-

to e in parte purtroppo compromesso.

pag. 14

LAVORI DI RECUPERO PER L’EX SCUOLA: DIVENTERÀ UN MUSEO

Oltre 10 milioni di euro in tre anni, di cui 3.895.000 nel 2014;

1.928.000 nel 2015 e 4.200.000 nel 2016. Sono i numeri contenuti nel piano delle opere pubbliche approvato

nelle scorse settimane dalla Giunta Catelan.

pag. 20

Periodico d’informazione locale. Anno XX n. 131 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

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COUPON del risparmioCogli le migliori

offerte della tua zona!

EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti di Nicola Stievano

“Davanti al dio palanca non ci sono fratelli, amici o parenti”: è una delle frasi pronunciate

in una delle decine di intercettazioni della recente inchiesta sulla rete di corruzione legata agli appalti pubblici. Poche parole che sintetizzano, ancora una volta se ce ne fosse il bisogno, qual è il criterio adottato da funzionari pubblici infedeli e da impren-ditori complici. Il denaro, ovviamente, che giustifi ca i favori piccoli e grandi, gli “ag-giustamenti” di gare e procedure, il ritocco in corso d’opera, sempre a danno del pub-blico e, di conseguenza, di ciascuno di noi. Il denaro, sia “cash”, basta anche qualche banconota da 50-100 euro di tanto in tanto, che sottoforma di “regali” come il viaggio esotico ma anche una mano di bianco in casa o qualche piccolo lavoretto “extra”. E’ la corruzione nostrana, di pic-colo cabotaggio e piccola pezzatura, quella che alimenta una zona grigia di cui nessuno conosce i contorni con chiarezza. E’ il primo passo che poi giustifi ca tutti gli altri, fi no ad arrivare ai grandi scandali. Il tutto in nome del “dio palanca”, ovviamente, ma anche di una distorta concezione di moralità e di senso civico. Perché dunque scandalizzarsi se “così fan tutti”?

continua a pag. 3

continua a pag. 8

L’Intervento

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

Le recentissime modifi che legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della Convenzione del Con-

siglio d’Europa ed hanno risposto al crescente allarme sociale determi-nato dai delitti contro le donne.

Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking

*Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

di Silvia Giuriato*

continua a pag. 8

L’Intervento

Le recentissime modifi che legislative, inserite con decreto legge lo scorso agosto e convertito in legge il 15 ottobre 2013, hanno recepito le raccomandazioni europee della Convenzio-

ne del Consiglio d’Europa ed hanno risposto al crescente allarme sociale determinato dai delitti contro le donne.

Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking

*Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

di Silvia Giuriato*

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Piovese Provincia RegioneRegionePOLVERARA

pag. 14

Energie alternative, un progetto europeo per il comune

CODEVIGO

pag. 22

Il consigliere Sergio Bacco esce dalla maggioranza

CULTURA LOCALE

pag. 26

La stagione di prosa al Filarmonico di Piove di Sacco

SocialeDONAZIONE DELLO JUVENTUS

CLUB ALLA MAGNOLIA

Com’è consuetu-dine ormai da anni, lo Juventus Club A. For-

tunato di Piove rivolge la sua attenzione alla cooperativa per disabili piovese Magnolia.

E come nelle precedenti occasioni, nel corso dell’annuale cena sociale nel

ristorante La Saccisica, il presidente Antoni-no Balestrieri ha rammentato che il club

juventino ha sempre un occhio di riguardo verso le persone meno fortunate. Così una raccolta fondi tra i soci e i presenti

ha permesso di donare alla cooperativa Magnolia un tosaerba e un decespuglia-tore. Alla consegna dei due attrezzi era

presente anche il sindaco di Piove, Davide Gianella, che ha messo in risalto come

queste iniziative facciano onore alla città, allo sport e ai tifosi del calcio.

Lions Club di Piove di SaccoHA PRESO IL VIA

IL 46° ANNO SOCIALE

Il Lions Club di Piove di Sacco ha iniziato il suo 46° anno sociale. La cerimonia di apertura è avvenuta nella splendida villa Valmarana di Noventa Padovana. A dare

il via all’attività del club ci ha pensato il presidente Filippo Mario Fasulo che ha pre-

sentato anche il nuovo consiglio direttivo. Alla cerimonia erano presenti il vice gover-natore G. Buscato e il presidente di zona G. Sturaro. Inoltre hanno presenziato il

sindaco di Noventa Padovana Luigi Bisato, il consigliere delegato piovese Giulio Rigato

in rappresentanza dell’amministrazione comunale piovese, il presidente dell’Upa padovana G.Sturaro, il neo comandante della compagnia piovese dei Carabinieri

Enrico Zampolli e il comandante della sta-zione Antonio Cuccuro. Nel corso dei lavori del meeting di apertura è stata consegna-

ta una pergamena al socio fondatore del Lions piovese Umberto Maggi, per i suoi

45 anni di fattiva collaborazione durante i quali ha ricoperto per ben quattro volte la carica di presidente ed innumerevoli volte

quella di cerimoniere.

Clicca su Scarica giornali, scegli l’edizione che ti interessa e sfogliala conLa Piazza la leggi anche sul web aggiornata con le ultime news!

www.lapiazzaweb.it

VeneziaPadovaRovigo Treviso

È un periodico formato da 14 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Piove di Sacco, Legnaro, Sant’Angelo di Piove, Arzergrande, Brugine, Codevigo, Pontelongo, Polverara per un numero complessivo di 16.614 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 15752DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE

E CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ LOCALE

Padova, via Svezia 9Tel. 049 8704884 - Fax 049 6988054numero verde 800 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabileMAURO GAMBIN [email protected] JOVANE [email protected] in redazione il 29 ottobre 2013 CENTRO STAMPA: ROTOPRESS INTERNATIONALLORETO, VIA BRECCIA (AN)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

è un marchio registrato di proprietà

Srldi

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

EDITORIALE

Davanti al “dio palanca” così fan tutti Perché fare i moralisti e continuare a puntare i dito contro imprenditori e politici che hanno comunque fatto “girare” l’economia?

Avranno anche rubato qualcosa - è la linea di pensiero che serpeggia nemmeno tanto sotterranea nel Nordest degli affari - ma se questo è il prezzo da pagare per permettere ad una azienda di lavorare perché vogliamo fare del terrorismo?

Perché accanirci contro il funzionario che ha comunque dato il suo “contributo”, discutibile ma reale, a sostenere qualche impresa che deve impiegare i suoi lavoratori?

E’ il sistema con il quale, continua chi è convinto di saperla lunga, dobbiamo fare i conti, voglia o non voglia. Altrimenti non si va da nessuna parte, altrimenti non si sta sul mercato.

Affermazioni che suonano come un grande alibi collettivo e un’autoassoluzione equivoca, anche se molto di moda in questo diffi cile e confuso periodo.

Ecco allora che bastano 50 euro per corrompere un funzionario, oppure un fi ne settimana a Milano Marittima “all inclusive” regalato ad un dipendente pubblico che dovrebbe essersi limitato a fare il suo dovere.

E’ a causa del “dio palanca” e delle tante “piccole eccezioni” ad esso collegate se nel nostro Paese un’opera pubblica costa uno proposito e se ci vogliono anni per portarla a termine. Va da sé che ci si muove in una specie di giungla senza regole, in cui ha la meglio non il più bravo ma il più furbo, o il più “amico” del politico di turno.

E’ questa scuola di pensiero che arriva a giustifi care ogni forma di illegalità, non solamente i cosiddetti “peccati veniali”. Perché alla fi ne il “dio palanca” perdona tutto, basta assecondarlo.

segue da pag. 1

di Nicola Stievano

LineamenteULTIMO APPUNTAMENTO

Quasi conclusa la rassegna Lineamente, la stagione teatrale del comune di Li-mena che anche quest’anno ha portato sul palco ottimi attori e in platea un numeroso pubblico. L’ultimo appun-tamento è in calendario il prossimo venerdì 22 novembre con lo spettacolo “Le donne curiose”, commedia di Carlo Goldoni interpretata dalla compagnia “Dell’imprevisto” di San Giorgio in Bosco. Lo spettacolo avrà inizio alle ore 21.00 l’ingresso costerà 5 euro.

RubanoCORSO BASE DI GRAFOLOGIA

Nuovo corso base di grafologia, a cura di Assograf, dall’8 novembre al 14 febbraio 2014 (12 lezioni), il venerdì dalle 21 alle 22,30, in Biblioteca.Il corso è rivolto ai principianti e costituisce un primo approccio con la grafologia; per gli interessati il percorso formativo proseguirà con 2 ulteriori cicli di lezioni che si realizzeranno a cadenza annuale.Le lezioni sono corredate da ampia documentazione didattica.Quota di adesione 90 euro, comprensivi dei materiali forniti da AssografInfo e adesioni: Segreteria Assograf al 3357687523 o [email protected]

Nuova “arma” allo IovACCELERATORE LINEAREPER LE CELLULE MALATE

L’Istituto Oncologico Veneto – Iov di Padova dispone di una nuova “arma” per combattere il tumore. Si tratta dell’acceleratore lineare, installato nell’edifi cio di radioterapia. L’accelera-tore rappresenta una nuova tecnologia di radioterapia, la più recente evoluzio-ne del trattamento delle neoplasie con grandi miglioramenti quanto a velocità, precisione, e comfort del malato.

RAGAZZI E INTERNET

pag. 28

Un adolescente padovano su 4 in rete tutti i giorni

AMBIENTE

pag. 29

Padova maglia neraper l’ozono, allarmeanche per le polverisottili

MONDO SCUOLA

pag. 30

Orientamento utile ponte versoil lavoro

POLITICA

pag. 34

L’onorevole che usa i social network. Nuovi linguaggi

ARTE

pag. 36

Verona e Vicenza, un posto al sole per il paesaggio

TERRITORIO

pag. 35

Novembre, torna la paura delle alluvioni

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Natale Aziende 2013

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4 Argomento del mese44 Argomento del mese

COINVOLTI 750 LAVORATORI TRA NOALE E SCORZÉ

Per Aprilia la corsa più lunga

Acque agitate nel polo del motociclismo dell’Aprilia nel veneziano. I 750 lavoratori hanno respinto il piano di ridimensionamento della produzione

presentato dal patron di Aprilia Roberto Colaninno. I due stabilimenti di Scorzé e Noale producono 27 mila motoveicoli all’anno e l’occupazione tiene grazie al ricorso, in atto da 4 anni, ai contratti di solidarietà. Il piano Colaninno prevede invece che la produzione si assesti attorno agli 8-10 mila moto e motocicli: si fa

presto a fare i conti dei lavoratori che sarebbero espulsi dall’azienda. Raccontando l’in-contro di Pontedera Matteo Masier, della Fim Cisl veneziana, sottolinea come non sia possibile “curare Aprilia con la stessa medicina che si è usata per Guzzi perché, nei fatti, signifi ca, far scomparire i due stabilimenti produttivi”. Per questo motivo il sindacato, che non nega l’oggettività della crisi, chiede una svolta nella strategia aziendale con un pro-getto industriale di investimenti che rilanci gli stabilimenti. Sindacati ed Rsu contestano all’azienda di non aver dato luogo nemmeno agli investimenti annunciati un anno fa, a partire dalla riorganizzazione ed il potenziamento del settore marketing e commerciale. La sensazione che si voglia andare ad una lenta e progressiva chiusura dei siti produttivi è confermata anche dagli altri interventi “è questo il futuro che si prepara per chi ha appena vinto il campionato mondiale Superbike costruttori?” si chiedono in molti. Per i lavoratori di Aprilia si apre quella che probabilmente sarà la corsa più lunga.

Il taglio del cuneo fi scale, farà ripartire l’economia italiana e anche quella veneta? Il governo pensa di si, le associazioni di categoria e i sindacati hanno più di qualche dubbio. Più effi cace per incenti-

vare le assunzioni sembra essere stato il bonus fi scale “under30”, fi n nelle scorse settimane. In questo caso le richieste presentate in poco tempo dalle imprese venete sono state moltissime. Va ricor-dato che sono circa 170.000 i disoccupati in Veneto, per lo più dovuti alla massa di licenziamenti questi ultimi 5 anni. A pagare maggiormente questa situazione sono soprattutto le donne, che nel 60% dei casi si trovano disoccupate. Ma vediamo le cifre del taglio al cuneo fi scale. Nel 2014, il taglio varrà 1,5 miliardi sull’Irpef per le fasce medio-basse (1,7 miliardi nel 2015 e 1,8 nel 2016) e 40 milioni sull’Irap quota lavoro (110 milioni nel 2015 e 200 milioni nel 2016). Per ridurre i contributi sociali sulle imprese è stanziato un miliardo nel 2014 (1,1 nel 2015 e 1,2 nel 2015). La riduzione del cuneo fi scale sarà dunque in tre anni: di 5,6 miliardi per le imprese e 5 miliardi per alleggerire il peso del fi sco sui lavoratori .Il primo anno il cuneo di fatto varrà in tutto 2,5 miliardi. Attualmente si stanno studiando due ipotesi e alla fi ne dei calcoli, in termini di guadagno si tratta, di una disponibilità immediata in busta paga di 112 euro nel primo caso e di 502 euro nel secondo. A partire dall’anno d’imposta

2013, per ottenere le compensazioni di crediti di imposte dirette superiori a 15mila euro (come avviene oggi per l’Iva), sarà neces-sario ottenere il visto di conformità di un professionista abilitato. Si incentiva poi la patrimonializzazione delle imprese che diventano più affi dabili per le banche. Ed è previsto il rifi nanziamento di 1,6 miliardi per il fondo di garanzia per le piccole imprese. Ma queste cifre vengono criticate dalla Cgia di Mestre con il suo segretario Giu-seppe Bortolussi come troppo esigue per far ripartire i consumi e perciò l’economia reale. “Il taglio del cuneo fi scale – dice Borto-lussi - potrebbe garantire ai lavoratori dipendenti una busta paga più “pesante” fi no a 14 euro netti al mese. I vantaggi economici più “tangibili” sarebbero per i dipendenti con un reddito imponibile Irpef che oscilla tra i 15.000 ai 20.000 euro all’anno, uno stipendio mensile netto compreso tra i 950 e i 1.250 euro. Ritenere che con queste cifre mensili nette si possa dare un po’di serenità alle famiglie è una chimera. Stiamo parlando di cifre irrisorie che non permetterebbero ad una persona di concedersi neanche una birra e una pizza. Diffi cile far ripartire i consumi in questo modo”. Il taglio delle tasse sul lavoro dovrebbe poi favorire nuove assunzioni, visto che le imprese pagherebbero meno per i dipendenti, e anche su questi aspetti dell’operazione, i dubbi sono molti. Qualche risultato

però più consistente si pensa potrà vedersi nei prossimi anni quando il taglio sarà più netto. Più risultati sembra darli invece immediata-mente il “bonus under 30” che prevede cospicue agevolazioni per le imprese che decidono di procedere con nuove assunzioni o con la trasformazione di rapporti di lavoro a tempo determinato in tempo. A livello nazionale i 4/5 delle richieste riguardano nuove assunzioni, mentre approssimativamente 1/5 si riferisce a trasformazioni dei rapporti in tempo indeterminato. L’incentivo, introdotto dall’articolo 1 del decreto legge 28 giugno 2013, è riconosciuto alle aziende che assumono giovani fra i 18 e i 29 anni privi di impiego da almeno sei mesi o senza un diploma di scuola media superiore o professionale, oppure che trasformino un rapporto di lavoro già esistente da tempo determinato in un rapporto a tempo indeterminato. Il benefi cio, che è pari ad un terzo della retribuzione (fi no a un massimo di 650 euro al mese) per una durata massima di 18 mesi (12 mesi per trasformazioni di contratti a termine in tempo indeterminato), può essere richiesto esclusivamente dalle aziende. Le domande devono essere presentate all’Inps per via telematica. In poche ore in Veneto sono state presentate migliaia di domande. Per il Veneto, il fondo a disposizione per le nuove assunzioni ammonta a 5,4 milioni per il 2013, 11 milioni per il 2014 e altrettanti per il 2015.

di Alessandro Abbadir

La Cgia di Mestre: il taglio del cuneo

porta in busta paga 14 euro netti

al mese

Migliaia di richieste di assunzioni sono

arrivate all’Inps per avere le agevolazioni del “bonus under30”

LAVORONel 2014, il taglio del cuneo

fi scale varrà 1,5 miliardi sull’Irpef per le fasce

medio-basse (1,7 miliardi nel 2015 e 1,8 nel 2016) e 40 milioni sull’Irap quota

lavoro (110 milioni nel 2015 e 200 milioni nel 2016).

Per ridurre i contributi sociali sulle imprese è stanziato

un miliardo nel 2014 (1,1 nel 2015 e 1,2 nel 2015) Cuneo fi scale e bonus giovani per rilanciare l’occupazione

5Argomento del mese

di Nicola Stievano

Quando i dipendenti salvano l’azienda: Fonderie Zen fa scuolaLa storia Un anno fa il via alla nuova formula che ha permesso di mantenere l’occupazione

Un esempio destinato a fare scuola nella lunga recessione che ha investito il nostro Paese. E ancora una volta, anche tra le dif-fi coltà della crisi, il Veneto a fare da capofi la, a dare il “buon esempio”. Stiamo parlando delle aziende salvate dai dipenden-ti, dai lavoratori che non si arrendono al fallimento e scelgono di impegnarsi in prima persona per mantenere la produzione

e l’occupazione. Un anno fa proprio nella nostra regione, in provincia di Padova, le Fonderie Zen hanno ripreso l’occupazione e salvato decine di posti di lavoro grazie ad una formula fi no ad allora pressoché inedita, poi replicata nel resto della Penisola. E sempre dal Nordest sono partite altre iniziative di lavoratori che da ex disoccupati sono diventati “azionisti” o “imprenditori” e garantendo un futuro ad aziende in crisi. Un anno fa le ex Fonderie Zen di Albignasego hanno riavviato l’attività produttiva, con una nuova compagine sociale (la Zen Fonderie Srl) e 115 dipendenti, di cui quasi la metà extracomunitari. Il progetto industriale, che ha ottenuto anche l’appoggio economico di Veneto Sviluppo Spa, fi nanziaria della Regione, è stato presentato con un esempio unico in Italia. “Per la prima volta anche i lavoratori – ricorda l’assessore provinciale al lavoro Massimiliano Barison - sono entrati nel capitale sociale dell’azienda e hanno concorso a salvarla da un sicuro fallimento. Noi ci abbiamo creduto e abbiamo fortemente voluto appoggiare questo progetto che rappresenta anche un segnale e un esempio per tutte le aziende oggi in sofferenza. Non è stato facile mettere insieme una fi liera che va dai lavoratori, ai manager, agli investitori, ma è una sfi da vinta per l’impresa, i dipendenti, il mondo del pubblico e del privato”. E’ stato il primo esempio di cogestione in Italia, in cui lavoratori, dirigenti, ma anche istituzioni pubbliche e fondi privati hanno costituto un’alleanza forte per salvare un’attività con ancora margini di rilancio.

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4 Argomento del mese

COINVOLTI 750 LAVORATORI TRA NOALE E SCORZÉ

Per Aprilia la corsa più lunga

Acque agitate nel polo del motociclismo dell’Aprilia nel veneziano. I 750 lavoratori hanno respinto il piano di ridimensionamento della produzione

presentato dal patron di Aprilia Roberto Colaninno. I due stabilimenti di Scorzé e Noale producono 27 mila motoveicoli all’anno e l’occupazione tiene grazie al ricorso, in atto da 4 anni, ai contratti di solidarietà. Il piano Colaninno prevede invece che la produzione si assesti attorno agli 8-10 mila moto e motocicli: si fa

presto a fare i conti dei lavoratori che sarebbero espulsi dall’azienda. Raccontando l’in-contro di Pontedera Matteo Masier, della Fim Cisl veneziana, sottolinea come non sia possibile “curare Aprilia con la stessa medicina che si è usata per Guzzi perché, nei fatti, signifi ca, far scomparire i due stabilimenti produttivi”. Per questo motivo il sindacato, che non nega l’oggettività della crisi, chiede una svolta nella strategia aziendale con un pro-getto industriale di investimenti che rilanci gli stabilimenti. Sindacati ed Rsu contestano all’azienda di non aver dato luogo nemmeno agli investimenti annunciati un anno fa, a partire dalla riorganizzazione ed il potenziamento del settore marketing e commerciale. La sensazione che si voglia andare ad una lenta e progressiva chiusura dei siti produttivi è confermata anche dagli altri interventi “è questo il futuro che si prepara per chi ha appena vinto il campionato mondiale Superbike costruttori?” si chiedono in molti. Per i lavoratori di Aprilia si apre quella che probabilmente sarà la corsa più lunga.

Il taglio del cuneo fi scale, farà ripartire l’economia italiana e anche quella veneta? Il governo pensa di si, le associazioni di categoria e i sindacati hanno più di qualche dubbio. Più effi cace per incenti-

vare le assunzioni sembra essere stato il bonus fi scale “under30”, fi n nelle scorse settimane. In questo caso le richieste presentate in poco tempo dalle imprese venete sono state moltissime. Va ricor-dato che sono circa 170.000 i disoccupati in Veneto, per lo più dovuti alla massa di licenziamenti questi ultimi 5 anni. A pagare maggiormente questa situazione sono soprattutto le donne, che nel 60% dei casi si trovano disoccupate. Ma vediamo le cifre del taglio al cuneo fi scale. Nel 2014, il taglio varrà 1,5 miliardi sull’Irpef per le fasce medio-basse (1,7 miliardi nel 2015 e 1,8 nel 2016) e 40 milioni sull’Irap quota lavoro (110 milioni nel 2015 e 200 milioni nel 2016). Per ridurre i contributi sociali sulle imprese è stanziato un miliardo nel 2014 (1,1 nel 2015 e 1,2 nel 2015). La riduzione del cuneo fi scale sarà dunque in tre anni: di 5,6 miliardi per le imprese e 5 miliardi per alleggerire il peso del fi sco sui lavoratori .Il primo anno il cuneo di fatto varrà in tutto 2,5 miliardi. Attualmente si stanno studiando due ipotesi e alla fi ne dei calcoli, in termini di guadagno si tratta, di una disponibilità immediata in busta paga di 112 euro nel primo caso e di 502 euro nel secondo. A partire dall’anno d’imposta

2013, per ottenere le compensazioni di crediti di imposte dirette superiori a 15mila euro (come avviene oggi per l’Iva), sarà neces-sario ottenere il visto di conformità di un professionista abilitato. Si incentiva poi la patrimonializzazione delle imprese che diventano più affi dabili per le banche. Ed è previsto il rifi nanziamento di 1,6 miliardi per il fondo di garanzia per le piccole imprese. Ma queste cifre vengono criticate dalla Cgia di Mestre con il suo segretario Giu-seppe Bortolussi come troppo esigue per far ripartire i consumi e perciò l’economia reale. “Il taglio del cuneo fi scale – dice Borto-lussi - potrebbe garantire ai lavoratori dipendenti una busta paga più “pesante” fi no a 14 euro netti al mese. I vantaggi economici più “tangibili” sarebbero per i dipendenti con un reddito imponibile Irpef che oscilla tra i 15.000 ai 20.000 euro all’anno, uno stipendio mensile netto compreso tra i 950 e i 1.250 euro. Ritenere che con queste cifre mensili nette si possa dare un po’di serenità alle famiglie è una chimera. Stiamo parlando di cifre irrisorie che non permetterebbero ad una persona di concedersi neanche una birra e una pizza. Diffi cile far ripartire i consumi in questo modo”. Il taglio delle tasse sul lavoro dovrebbe poi favorire nuove assunzioni, visto che le imprese pagherebbero meno per i dipendenti, e anche su questi aspetti dell’operazione, i dubbi sono molti. Qualche risultato

però più consistente si pensa potrà vedersi nei prossimi anni quando il taglio sarà più netto. Più risultati sembra darli invece immediata-mente il “bonus under 30” che prevede cospicue agevolazioni per le imprese che decidono di procedere con nuove assunzioni o con la trasformazione di rapporti di lavoro a tempo determinato in tempo. A livello nazionale i 4/5 delle richieste riguardano nuove assunzioni, mentre approssimativamente 1/5 si riferisce a trasformazioni dei rapporti in tempo indeterminato. L’incentivo, introdotto dall’articolo 1 del decreto legge 28 giugno 2013, è riconosciuto alle aziende che assumono giovani fra i 18 e i 29 anni privi di impiego da almeno sei mesi o senza un diploma di scuola media superiore o professionale, oppure che trasformino un rapporto di lavoro già esistente da tempo determinato in un rapporto a tempo indeterminato. Il benefi cio, che è pari ad un terzo della retribuzione (fi no a un massimo di 650 euro al mese) per una durata massima di 18 mesi (12 mesi per trasformazioni di contratti a termine in tempo indeterminato), può essere richiesto esclusivamente dalle aziende. Le domande devono essere presentate all’Inps per via telematica. In poche ore in Veneto sono state presentate migliaia di domande. Per il Veneto, il fondo a disposizione per le nuove assunzioni ammonta a 5,4 milioni per il 2013, 11 milioni per il 2014 e altrettanti per il 2015.

di Alessandro Abbadir

La Cgia di Mestre: il taglio del cuneo

porta in busta paga 14 euro netti

al mese

Migliaia di richieste di assunzioni sono

arrivate all’Inps per avere le agevolazioni del “bonus under30”

LAVORONel 2014, il taglio del cuneo

fi scale varrà 1,5 miliardi sull’Irpef per le fasce

medio-basse (1,7 miliardi nel 2015 e 1,8 nel 2016) e 40 milioni sull’Irap quota

lavoro (110 milioni nel 2015 e 200 milioni nel 2016).

Per ridurre i contributi sociali sulle imprese è stanziato

un miliardo nel 2014 (1,1 nel 2015 e 1,2 nel 2015) Cuneo fi scale e bonus giovani per rilanciare l’occupazione

555Argomento del mese

di Nicola Stievano

Quando i dipendenti salvano l’azienda: Fonderie Zen fa scuolaLa storia Un anno fa il via alla nuova formula che ha permesso di mantenere l’occupazione

Un esempio destinato a fare scuola nella lunga recessione che ha investito il nostro Paese. E ancora una volta, anche tra le dif-fi coltà della crisi, il Veneto a fare da capofi la, a dare il “buon esempio”. Stiamo parlando delle aziende salvate dai dipenden-ti, dai lavoratori che non si arrendono al fallimento e scelgono di impegnarsi in prima persona per mantenere la produzione

e l’occupazione. Un anno fa proprio nella nostra regione, in provincia di Padova, le Fonderie Zen hanno ripreso l’occupazione e salvato decine di posti di lavoro grazie ad una formula fi no ad allora pressoché inedita, poi replicata nel resto della Penisola. E sempre dal Nordest sono partite altre iniziative di lavoratori che da ex disoccupati sono diventati “azionisti” o “imprenditori” e garantendo un futuro ad aziende in crisi. Un anno fa le ex Fonderie Zen di Albignasego hanno riavviato l’attività produttiva, con una nuova compagine sociale (la Zen Fonderie Srl) e 115 dipendenti, di cui quasi la metà extracomunitari. Il progetto industriale, che ha ottenuto anche l’appoggio economico di Veneto Sviluppo Spa, fi nanziaria della Regione, è stato presentato con un esempio unico in Italia. “Per la prima volta anche i lavoratori – ricorda l’assessore provinciale al lavoro Massimiliano Barison - sono entrati nel capitale sociale dell’azienda e hanno concorso a salvarla da un sicuro fallimento. Noi ci abbiamo creduto e abbiamo fortemente voluto appoggiare questo progetto che rappresenta anche un segnale e un esempio per tutte le aziende oggi in sofferenza. Non è stato facile mettere insieme una fi liera che va dai lavoratori, ai manager, agli investitori, ma è una sfi da vinta per l’impresa, i dipendenti, il mondo del pubblico e del privato”. E’ stato il primo esempio di cogestione in Italia, in cui lavoratori, dirigenti, ma anche istituzioni pubbliche e fondi privati hanno costituto un’alleanza forte per salvare un’attività con ancora margini di rilancio.

Cuneo fi scale e bonus giovani per rilanciare l’occupazione

spalla pag 5 per padova

La ricerca di Confi ndustria Padova

Metà aziende in ripresa Corrono le “leprianti recessione”Il panorama non è solo crisi, fallimenti e licenziamenti. A Nordest ci sono anche

decine di aziende che sono tornate ai livelli di produzione e fatturato precedenti al fatidico 2008. Realtà orientata soprattutto oltre confi ne. Operano in settori

maturi. Hanno dimensione medio/grande e fortissima apertura verso l’estero. Si distinguono per alto livello di organizzazione aziendale e propensione all’innova-zione. Ma anche al “far da sé”. Sono le “medie dominanti”, le imprese che stanno uscendo prima e meglio di altri dalla crisi. Se nel 2011 il 52,9% del Made in Padova manifatturiero era tornato su ricavi superiori ai livelli pre-crisi, la percentuale sale al 69,1% tra le imprese di questo gruppo. La variazione media del fatturato nei bilan-ci 2008-2011, il quadriennio centrale della crisi, è positiva: +3,5% (rispetto allo 0,7% medio), anche se si evidenzia una variazione negativa della redditività totale. È quanto emerge dalla ricerca “Focus Industria. Le strategie del manifatturiero in tempo di crisi e le performance di successo” realizzata da Confi ndustria Padova e Fondazione Nord Est su un campione di 356 imprese manifatturiere, rappresenta-tivo (per settori e dimensione) dell’intero comparto. A cinque anni dall’inizio della Grande Crisi la ricerca ha scandagliato per la prima volta la mutazione del manifattu-riero, le strategie e le prassi aziendali più diffuse in tema di internazionalizzazione, organizzazione aziendale, innovazione e aggregazione.

All’estremo opposto delle “lepri anti recessione” troviamo le “piccole local” aziende che più hanno sofferto e che con maggiore fatica sono impegnate nella risalita. Sono microimprese (1/3 sotto i dieci addetti), in gran parte sotto i 2 milioni di euro di fatturato, dipendenti dal mercato interno o esportatrici occasionali, più propense (in virtù dei limiti dimensionali) a strategie di networking. Solo il 35% evidenziava, nel bilancio 2011, ricavi superiori a quelli del 2008. La variazione media dei ricavi nel periodo considerato è la più negativa: -6,2%. A metà fra gli opposti stanno le “esploratrici solitarie”, imprese tra 10 e 49 addetti, con moderata apertura ai mercati e all’innovazione, buona struttura organizzativa, scarsa (o nulla) disponibilità alle reti, e le “medie peer-to-peer”, aziende con medio-alta propensione all’export, innovatrici e saldamente organizzate, disponibili allo scambio di oppor-tunità in rete o fi liera. Tra le prime la quota di imprese che nel bilancio 2011 ha ricavi superiori a quelli pre-crisi è maggioritaria (56%). La variazione media nel qua-driennio è positiva: +1,3%. Nell’ultimo gruppo, infi ne, meno della metà (45,6%) è tornata nel 2011 sopra i livelli pre-crisi, la variazione media dei ricavi nel periodo è negativa: -1,6%.

“La ricerca restituisce il profi lo di un manifatturiero provato dalla crisi, ma capace di reagire e creare valore attraverso un bouquet di strategie - dichiara Massimo Pavin, presidente di Confi ndustria Padova - La manifattura è il nostro petrolio, pesa il 27% del Pil regionale, il doppio con l’indotto. Non possiamo permetterci di perdere altra capacità produttiva. Tocca prima di tutto agli imprenditori innescare lo sviluppo, ma serve uno sforzo ossessivo sia del Governo sia della Regione per rilanciare la ma-nifattura. Basta con la balcanizzazione di risorse nei rivoli di associazioni, Camere di Commercio e aziende speciali di ogni provincia. Va concentrato ogni sforzo su scala regionale, in un unico fondo”.

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6 Piove di Sacco66 Piove di Sacco

Interventi e azioni concrete per migliorare la sicurezza stradale in via Provinciale per Corte e all’incrocio di Arzerello. Questo,

in estrema sintesi, il contenuto del progetto che l’amministrazione comunale presenterà alla Regione per accedere ai fondi messi a disposizione dal Piano nazioneale della Sicurezza stradale. Da tempo si discute sulla pericolosità della Sp53, nel tratto che congiunge la città alla frazione di Corte: l’alta percorrenza, i limiti di velocità spesso non rispettati, un’illumina-zione carente, sono tutti fattori di alto ri-schio e sui quali ora si potrebbe intervenire. Ad annunciarlo, nel corso della seduta consi-liare di ottobre, il sindaco Davide Gianella. “Il 6 di novembre - ha detto - presenteremo un progetto per la messa in sicurezza del-le arterie pericolose. La Regione infatti ha promosso un bando di cofi nanziamento fi no a 300.000 euro (altri 100.000 euro li

metterà il Comune), per risolvere quelli che vengono defi niti i “punti neri” della viabilità locale, ossia tratti di strada ad alto tasso di mortalità e pericolosità. A questo riguardo è già in fase di redazione il progetto prelimi-nare per la messa in sicurezza di via Provin-ciale per Corte e per l’incrocio di Arzerello”.

“Sul primo tratto di strada – ha spiega-to il primo cittadino - è necessario ripristina-

re, quanto prima, i pon-ticelli (cioè i piagni) sul fi umicello per far sì che la strada, da sistemare e illuminare opportu-namente, diventi un percorso ciclopedonale

sicuro per via Provinciale per Corte”. “Sullo stesso tratto di strada – aggiun-

ge Gianella - i residenti hanno più volte chiesto che vengano installati sistemi per il rilevamento elettronico della velocità, so-prattutto nel tratto di competenza della Pro-vincia dove attualmente vige il limite di 90 chilometri orari. Dal momento che sono già

in corso contatti con gli uffi ci provinciali per verifi care la possibilità di installare questi dispositivi, chiederemo anche di abbassare il limite di velocità a 70 chilometri orari”.

Per quanto riguarda la frazione di Ar-zerello invece “si presenterà un progetto per la realizzazione di una rotatoria” ha fatto sapere il sindaco, aggiungendo che “è stato richiesto il via libera a Veneto Strade, essendo quel tratto di sua proprietà e com-

petenza”. Quanto a tempistiche il primo cittadi-

no non si sbilancia. “Posso dire però – ha concluso Gianella - che contiamo, a bando aggiudicato, di iniziare le sistemazioni entro il prossimo anno”. Sempre lungo la Provinciale 53 in via Sampieri, nel tratto che collega la frazione di Corte a Bojon di Campolongo Maggiore, è in corso di valu-tazione la possibilità di installare uno o più

impianti semaforici per mettere in sicurezza un’arteria particolarmente pericolosa, specie in corrispondenza dell’incrocio tra via Sam-pieri e via Co Capone. Si tratta di un inter-vento che probabilmente l’amministrazione potrebbe portare a compimento utilizzando i fondi raccolti con i proventi delle multe de-gli autovelox attualmente in funzione lungo la Strada dei Vivai e la Regionale 516 ad Arzerello.

di Martina Maniero

L’amministrazione comunale lo presenterà in Regione per accedere ai Fondi messi a disposizione dal Piano Nazionale della sicurezza stradale

Viabilità locale Interventi in via provinciale per Corte e all’incrocio di Arzerello

Un progetto per eliminare i “punti neri” della viabilità locale

Il sindaco Davide Gianella

Il consiglio comunale di Piove di Sacco sbar-ca sul web. A partire dall’ultima riunione dell’11 ottobre scorso, le sedute di Palazzo

Jappelli vengono trasmesse anche in strea-ming. Le assemblee consiliari, già da qualche anno, vengono mandate in onda in diretta tv sul canale 683 del digitale terrestre “Telecittà Taxi tv”, in base alla convenzione in essere tra il Comune e l’emittente Telecittà.

Da oggi però c’è un’opportunità in più per-ché per seguire i lavori dell’aula in diretta sul pc di casa, basterà collegarsi al sito web dell’e-mittente: www.telecitta.tv/diretta-web-taxi-tv. E’ inoltre possibile seguire la diretta sul proprio telefono smartphone o tablet, utilizzando un browser compatibile con il programma Adobe Flash Player.

L’archivio video delle sedute è disponibile al canale Youtube del Comune all’indirizzo www.youtube.com/user/comunepiovedisac-co. Ma le novità non fi niscono qui perché da qualche settimana il Comune è presente anche sul social network Facebook con un proprio profi lo istituzionale.

Quotidianamente vengono pubblicate le news relative all’attività dell’amministrazione comunale, segnalati eventi e manifestazioni, pubblicati bandi e comunicazioni per la citta-dinanza.

“Ritengo che quando si parla di trasparen-za si debba fare una rifl essione anche sulla co-municazione, soprattutto su quella istituzionale – ha commentato il sindaco Davide Gianella - essendo il consiglio comunale l’organo sovra-no del Comune di Piove di Sacco, abbiamo ritenuto indispensabile la trasmissione in stre-aming, per dare modo al più grande numero di cittadini di conoscere ciò che avviene nel corso delle sedute”.

“Sempre a tal fi ne – ha aggiunto il pri-mo cittadino - abbiamo reso disponibili i video dei consigli comunali in un apposito canale youtube. Unitamente, si è aperta anche una pagine sul principale social network, al fi ne di potenziare la comunicazione dell’attività am-ministrativa, dei bandi attivi, delle opportunità offerte nei vari settori, promuovendo le iniziati-ve patrocinate dal Comune”.

IL COMUNE IN RETE E SU FACEBOOK È ACCESSIBILE PER TUTTI

Ma.Ma.

E’ in fase di redazione il progetto preliminare, il sindaco conta di iniziare i lavori entro il prossimo anno

A partire dalla seduta dell’11 ottobre le sedute del Consiglio comunale vengono trasmesse anche in streaming

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8 Piove di Sacco88 Piove di Sacco

Un provvedimento per fermare il dilagare del gioco d’azzardo. Lo propone il consiglio co-munale di Piove di Sacco che ha votato una

mozione presentata da Andrea Recaldin leader della Lega locale, e che chiede uno sconto sulle rate Imu per tutti titolari di bar, tabacchi ed esercizi pubblici che rinunciano a slot machines, videopoker, altre diavolerie mangiasoldi. Una forma di premialità sulle tasse locali.

Il documento prevede al contempo un aumen-to dell’imposta sugli immobili per le sale da gioco, così da trovare la necessaria copertura fi nanziaria in grado di compensare il minore gettito. Il provvedi-mento colpisce, quindi, l’uso delle macchinette. Ciò vuol dire che tutte le attività esistenti, e a maggior ragione quelle che apriranno, risparmieranno con una riduzione delle imposte locali, se rinunceranno ai lucrosi incassi immediati derivanti da macchinette e videopoker.

L’ok dell’aula a questa mozione, votata all’u-nanimità, non elimina ovviamente la piaga della dipendenza dal gioco d’azzardo (ludopatia), ma è un segnale forte che serve da deterrente per com-battere il fenomeno.

L’iniziativa è partita dal capogruppo del gruppo Lega e civica Forza Piove, Andrea Recaldin, è ha incontrato subito il favore di tutti gli altri consiglieri.

“E’ una battaglia di civiltà prima che politica – dichiara Recaldin – quella che abbiamo chiesto, e ottenuto, è una presa di posizione forche e chiara contro una patologia che ha delle conseguenze so-ciali pesantissime”. Questa nuova proposta segue l’approvazione da parte del consiglio piovese nell’a-

prile del 2012, dall’allora giunta Marcolin, di una re-visione del Regolamento comunale per le sale giochi, proposto ancora una volta da Recaldin, e contenente norme più restrittive per limitare l’apertura della sale gioco in città. Iniziative analoghe vengono adottate in misura crescente anche da altri Comuni italiani che prevedono, per esempio, uno sconto sulla Tares o sulla tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Ol-tre 200 sindaci inoltre hanno già sottoscritto il “Ma-nifesto dei sindaci per la legalità” in cui si chiede allo Stato la riduzione dell’offerta del gioco d’azzardo, il contenimento dell’accesso e un’adeguata attività in-formativa e di prevenzione oltre alla trasparenza dei fl ussi di denaro dei concessionari. Numeri allarmanti

quelli che girano attorno al gioco d’azzardo che è la terza impresa del Paese e aspira a diventare la seconda, con oltre 80 miliardi di fatturato annuo. Secondo i dati dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (Aams), dei 30 milioni di giocatori stimati oggi in Italia, 15 milioni sono scommettitori abituali ed almeno 3 milioni di questi sono a rischio di patologia. Nel 2011 l’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato ha raccolto quasi 80 miliardi di euro col gioco d’azzardo, il 5% del prodotto interno lordo: il 56,3% da slot machine e video-lotterie, il 12,7% dai gratta e vinci, l’8,5% dal lotto, il 4,9% dalle scommesse sportive, il 3% dal superenalotto, e il rimanente da bingo e scommesse ippiche.

di Martina Maniero

Contro il dilagare del gioco d’azzardo Un provvedimento del Comune rivolto a bar, tabacchi ed esercizi pubblici

Sconto sull’Imu per chi rinuncia a slot machine e videopoker

Andrea Recaldin

Votata all’unanimità la mozione del capogruppo di Lega e civica Forza Piove, Andrea Recaldin.Non elimina la piaga della ludopatia ma è un segnale forte che serve da deterrente

Primo piano

Non solo a Piove di Sacco. La proposta di ridurre l’Imu per gli esercizi che rinunciano alle slot machine viene accolta favorevolmente an-che da altri sindaci della Saccisica. Segno che si tratta di un tema

trasversale e che non ha colore politico. Lo conferma anche il sindaco di Piove, Davide Gianella, che ricorda: “Ancora nel 2012, in prima commis-sione insieme al consigliere Lino Conte, abbiamo cercato di porre limiti al regolamento sulle sale giochi. Personalmente ritenevo dovesse essere fatto prima che il fenomeno esplodesse ma abbiamo votato questa mozione perché crediamo sia una doverosa goccia nel mare della battaglia contro il gioco di azzardo patologico”.

“Lo Stato – continua - non può promuovere al fi ne di incassare ciò che è dannoso per le persone, soprattutto quelle in diffi coltà. Come ho già detto in altre occasioni, le battaglie combattute per beni primari, quali la salute, non hanno colori e dunque vanno promosse a priori, non certo per tornaconti elettorali o, peggio, per intestarsi una battaglia”.

Il sindaco Ivano Oregio Catelan si dice personalmente favorevole ad una discussione sul tema anche al tavolo del consiglio di Legnaro. Esprime qualche riserva in ordine all’applicabilità di una modifi ca di questo genere alla normativa il sindaco di Brugine, Davide Zanetti che si dice comunque pronto “a coordinare a livello di Saccisica un centro di recupero per ludopa-

tici da fi nanziare con gli introiti che arriverebbero dalla forte tassazione su chi vuol tenere le macchinette”. Sulla stessa linea il sindaco di Polverara, Sabrina Rampin: “Personal-mente sono contraria alle slot ma al contempo credo ci siano delle norme da rispettare e non so se prevedono queste modifi che. Ma se così fosse potremmo di certo prendere in considerazione questa proposta”.

FOCUS Contro la ludopatia. Il dibattito si estende a tutta la SaccisicaGLI AMMINISTRATORI SONO FAVOREVOLI AD INIZIATIVE PER SCORAGGIARE IL GIOCO D’AZZARDO

Ma.Ma.

segue da pag. 1

Sono stati introdotti strumenti giuridi-ci per prevenire le violenze: il legislatore ha previsto delle aggravanti nei delitti di maltrattamenti, violenza sessuale ed atti persecutori. Ma non solo. L’intento è stato quello di attuare un regime di preven-zione, e ciò sia aggravando le pene per coloro che commettono i reati ma soprat-

tutto prevedendo una serie di strumenti giuridici che consentano di impedirne la consumazione. Chi commetterà violenza domestica (percosse, lesioni, ovvero i cosiddetti reati sentinella), potrà essere inizialmente ammonito dal Questore. Quest’ultimo potrà chiedere al Prefetto di disporre la sospensione della patente di guida del destinatario dell’ammonimento, da uno a tre mesi. E ciò in assenza di querela: sarà suffi ciente che i fatti vengano segnalati (purché in modo non anonimo) alle forze dell’ordine. Il Questore, procederà ad informare il soggetto ammonito della presenza dei servizi disponibili sul territorio (consultori familiari, servizi di salute mentale e servizi per le dipendenze): lo scopo è di eliminare, direttamente nell’auto-re, la spinta alla violenza. Coloro che subiscono reati di maltratta-menti in famiglia saranno poi maggiormente informati dello status del procedimento penale che le vede vittime, e potranno godere del patrocinio a spese dello Stato in deroga ai limiti reddituali. Esse potranno formulare istanza affi nché la loro audizione venga resa in regime protetto. Questa modalità, eviterebbe la testimonianza di fronte all’autore del reato. Potrebbe vincere le resistenze di molte vittime a sporgere la querela. La querela nei casi di stalking, potrà esser rimessa unicamente avanti al Giudice, mentre nel caso vi si-ano state minacce aggravate non potrà esser ritirata. Le ipotesi di maltrattamenti sono state introdotte fra i reati per i quali è previsto l’arresto in fl agranza, e comunque potrà essere applicata la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offe-sa. Il responsabile potrà esser controllato mediante il braccialetto elettronico e potranno esse disposte intercettazioni telefoniche. La nuova legge ha introdotto il potenziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio, ove le vittime dei reati di violenza sessuale e di genere potranno trovare ausilio di operatori specifi catamente formati. *Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

L’Intervento

di Silvia Giuriato*

Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking

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segue da pag. 1

Sono stati introdotti strumenti giuridi-ci per prevenire le violenze: il legislatore ha previsto delle aggravanti nei delitti di maltrattamenti, violenza sessuale ed atti persecutori. Ma non solo. L’intento è stato quello di attuare un regime di preven-zione, e ciò sia aggravando le pene per coloro che commettono i reati ma soprat-

tutto prevedendo una serie di strumenti giuridici che consentano di impedirne la consumazione. Chi commetterà violenza domestica (percosse, lesioni, ovvero i cosiddetti reati sentinella), potrà essere inizialmente ammonito dal Questore. Quest’ultimo potrà chiedere al Prefetto di disporre la sospensione della patente di guida del destinatario dell’ammonimento, da uno a tre mesi. E ciò in assenza di querela: sarà suffi ciente che i fatti vengano segnalati (purché in modo non anonimo) alle forze dell’ordine. Il Questore, procederà ad informare il soggetto ammonito della presenza dei servizi disponibili sul territorio (consultori familiari, servizi di salute mentale e servizi per le dipendenze): lo scopo è di eliminare, direttamente nell’auto-re, la spinta alla violenza. Coloro che subiscono reati di maltratta-menti in famiglia saranno poi maggiormente informati dello status del procedimento penale che le vede vittime, e potranno godere del patrocinio a spese dello Stato in deroga ai limiti reddituali. Esse potranno formulare istanza affi nché la loro audizione venga resa in regime protetto. Questa modalità, eviterebbe la testimonianza di fronte all’autore del reato. Potrebbe vincere le resistenze di molte vittime a sporgere la querela. La querela nei casi di stalking, potrà esser rimessa unicamente avanti al Giudice, mentre nel caso vi si-ano state minacce aggravate non potrà esser ritirata. Le ipotesi di maltrattamenti sono state introdotte fra i reati per i quali è previsto l’arresto in fl agranza, e comunque potrà essere applicata la misura precautelare dell’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offe-sa. Il responsabile potrà esser controllato mediante il braccialetto elettronico e potranno esse disposte intercettazioni telefoniche. La nuova legge ha introdotto il potenziamento dei centri antiviolenza e delle case rifugio, ove le vittime dei reati di violenza sessuale e di genere potranno trovare ausilio di operatori specifi catamente formati. *Avvocato penalista ed esperta in diritto della famiglia

L’Intervento

di Silvia Giuriato*

Violenza sulle donne, il decreto legge sullo stalking

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10 Piove di Sacco1010 Piove di Sacco

“Saccisica in mostra” si conferma un successo per adesioni e nu-mero di visitatori. La Fiera delle

associazioni, del commercio e delle attività produttive, che quest’anno si è svolta dal 19 al 27 ottobre, ha festeggiato la sua cin-quantesima edizione.

La manifestazione si è presentata completamente rinnovata a partire dalla location, spostata in piazzale Bachelet, di fronte all’ex Foro Boario, in uno stand di 1.500 metri quadrati. Sono state ben 43 le imprese presenti contro le 16 partecipazioni del 2012. Da semplice fi era di settore, la manifestazione è diventata una vetrina per l’intero Piovese.

Il tessuto produttivo della Saccisica pre-senta una grande varietà di piccole e medie realtà, composta da oltre 5.800 imprese di cui più di 2.200 artigiane e 4.500 dedite all’industria o al terziario. Il settore primario conta 1.330 imprese, il commercio è dispie-gato in 1.700 punti di vendita che vanno

dai negozi di vicinato alle medie strutture fi no ai centri commerciali; sono otre 1.300 i fornitori di servizi e si contano 1.250 impre-se edili e più di 1.000 aziende industriali.

Numeri che raccontano una grande vivacità imprenditoriale ma spesso in diffi -coltà nel farsi conoscere. E in questo senso ben si inserisce “Saccisica in mostra” che rappresenta un’occasione per tante piccole imprese per mostrarsi e per mostrare una visione più complessiva della realtà eco-nomica e sociale della territorio. Nel corso della manifestazione sul palco dello stand si sono alternati diversi gruppi musicali, scuole

di danza e squadre sportive. Si è discusso di sociale, il 23 ottobre

scorso, con una serata dedicata alla Fabbri-ca del sociale (nuovo coordinamento che unisce le cooperative Magnolia, Caresà e Germoglio) aperta dalla tavola rotonda sul tema “Territori socialmente responsabili: quali opportunità per la Saccisica?”. Gior-nata dedicata alla scuola e all’imprenditoria quella di sabato 26 ottobre nell’ambito del forum intitolato “Saccisica e Futuro”. Ospiti Renzo Rosso, patron della Diesel e il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato.

“Penso che quest’anno Saccisica in mo-stra abbia superato se stessa, come portata, dimensioni, espositori, offerta, festeggiando degnamente i 50 anni – il commento sod-disfatto del sindaco Davide Gianella - in un periodo diffi cile, riteniamo che in sinergia con le categorie economiche e associazioni di categoria, si possano conseguire lo stesso risultati importanti e la manifestazione ne è l’esempio. Essendo un compleanno, un grande grazie a tutti quelli che la pensaro-no e l’hanno fatta vivere in questi 50 anni, traguardo importante e che proietta Piove di Sacco come piazza della Saccisica per eventi di grande portata”.

La manifestazione ha coinvolto tutti i Comuni del Piovese e ha visto la collabo-razione di Acegas, Ascom, Bacino turistico della Saccisica, Bcc, Camera di Commercio, Confederazione Italiana Agricoltori, Cna Padova, Coldiretti, Confagricoltura, Confar-tigianato, Confcommercio, Confesercenti, Confi ndusria, Piove Amica e la Proloco.

Ben 43 imprese presenti alla manifestazione che diventa una importante vetrina per l’intero Piovese. Il sindaco Gianella: “In un periodo diffi cile la sinergia è vincente”

Manifestazioni e territorio La cinquantesima edizione della Fiera delle associazioni, del commercio e delle attività

La Saccisica che produce si mette in mostra

di Martina Maniero

L’imprenditrice Chiara Rossetto è diventata la nuova presidente della Delegazione Confi ndustria Piovese

per il biennio 2013-15. L’elezione è avvenuta lo scorso 22 ottobre, nel cor-so dell’assemblea dei soci . Rossetto, 43 anni, è amministratore delegato di Molino Rossetto spa di Pontelongo. Succede a Severino Veggian, giunto alla scadenza naturale del mandato. Alla vice prsidenza sono stati eletti Giovanni Cilenti (Panther srl, Bovolenta) e Filippo Voltazza (Saen srl, Brugine). Rinnovare il modo di pensare delle imprese e agire per un nuovo manufatturiero è la priorità della neo presidente per la quale inno-vazione, presidio dei mercati, reti di im-prese rappresentano le parole d’ordine.

Rossetto ha ringraziato il suo pre-decessore Severino Veggian e l’altro candidato, Giovanni Prearo di Prearo Costruzioni srl di Codevigo, che ha corso con lei per la presidenza.

NEWSConfi ndustria PioveseCHIARA ROSSETTO NUOVO PRESIDENTE DI DELEGAZIONE

Gianella e altri sindaci del Piovese al taglio del nastro all’inaugurazione della 50esima edizione

Chiara Rossetto con Severino Veggian

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MESSAGGIO PUBBLICITARIO

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12 Piove di Sacco1212 Piove di Sacco

Due milioni di euro. È il giro d’affari che si muove attorno agli autovelox fi ssi installati lungo la Regionale 516

ad Arzerello e sulla Strada dei Vivai. I nu-meri si riferiscono al periodo che da genna-io ad agosto.

Duemilioni di euro gli incassi del Comu-ne. Quasi 15 mila le multe, 3.500 i punti decurtati, 160 i ricorsi.

L’autovelox sulla Regionale 516, dove vige il limite di 90 chilometri orari, in otto mesi di attività ha totalizzato 613 viola-zioni, in media meno di 3 al giorno (nel primo periodo di funzionamento, un anno fa, viaggiava con una media di 30 sanzioni al giorno, ovvero dieci volte tante).

13.623 le multe elevate ad altrettanti automobilisti nello stesso periodo dall’auto-velox in funzione sulla Strada dei Vivai allo svincolo di Piove di Sacco. Qui si viaggia su una media di quasi 3 multe ogni ora, 56 nell’arco di una giornata.

In termini economici il primo dispositi-vo ha fruttato poco più di 55 mila euro, ol-tre un milione e 800 mila invece dall’altro.

L’importo medio delle multe degli auto-velox è di 132 euro. 1.402 verbali, pari a 398 mila euro, per la mancata comunica-zione dei dati del conducente.

Dall’inizio dell’anno sono stati presen-tati 164 ricorsi (4 accolti e 36 respinti). 239 le patenti di guida ritirate per eccesso di velocità, 209 per il superamento dei li-miti di velocità oltre i 40 chilometri orari, 30 per oltre i 60 chilometri orari. 3522 i punti decurtati.

Un’ecatombe per gli automobilisti. Una benedizione per le casse del Comune.

“Non sono stato fra coloro che hanno scelto l’installazione degli autovelox, ed il limite di velocità sulla Strada dei Vivai è stato imposto dall’Anas, a seguito dei nu-merosi incidenti stradali – ha tenuto a pre-cisare il sindaco Davide Gianella – quanto al funzionamento dell’apparecchiatura, che compete al Comune di Piove Sacco, è stata stabilita l’accensione a fasce orarie alterna-te, che è sicuramente garanzia di controllo, senza che ciò si trasformi nella logica del

Da gennaio ad agosto 150mila multe, 3.500 punti decurtati, 164 i ricorsi (di cui solo 4 accolti e 36 respinti). L’importo medio delle multe è di circa 132 euro

Viabilità Lungo la Regionale 516 ad Arzerello e sulla Strada dei Vivai

Due milioni di euro dagli autovelox

La Strada dei Vivai

far cassa. Per quello di Arzerello invece, dove vige il limite di 90 chilometri orari, ritengo invece che abbia aiutato a rallen-tare notevolmente le vetture in entrata nel centro della frazione”.

“Non sarà mai seguita la logica del-la cassa – rimarca Gianella - anche se il consigliere Recaldin si è stracciato le vesti per l’importo dei proventi, fi no a gennaio di quest’anno, quando era vicesindaco con delega alla Polizia locale. Un conto è gestire la cosa pubblica cercando di fare il bene della propria città, un conto invece è far polemica omettendo di dire le cose per intero”.

Sono state ritirate 239 patenti, 3522 i punti decurtati: un’ecatombe per gli automobilisti

E’ mancato al’età di 78 anni, il dot-tor Glauco Dinelli, originario di Pola ma ormai piovese di adozione. La

sua storia intreccia molti e variegati inte-ressi. Partiamo dalla sua accanita appar-tenenza alla “mularia” fi glia delle sue origini polesane e, per questo, costretto nel 1946 a lasciare, con i suoi genitori, parenti e cose per entrare nel novero dei 350 mila esuli giuliano-dalmati a causa della “spartizione” dei territori da parte degli stati alla fi ne della seconda Guerra mondiale. Il triste viaggio, comunque, si è concluso a Piove di Sacco dove papà Egidio ha lavorato fi no alla pensione al comune. I suoi undici anni vissuti a Pola, Dinelli li ha raccolti in un libro, giunto alla seconda edizione “Lontani anni ver-di: ricordi di un muleto polesan”. Nella sua casa di via Marcato, piena zeppa di libri era sempre presente l’Arena di Pola, un periodico dedicato appunto alla vita e al ricordo di quanti erano stati costretti all’esodo. Una gran parte della sua esistenza Dinelli l’ha dedicata allo sport. Dapprima come atleta poi giudice di gara nell’atletica leggera. Ma la sua passione per il calcio aveva fatto di lui uno dei più accaniti tifosi della Piovese Calcio, seguendo la squadra sia al Vallini che in tutte le sue trasferte. Di natura semplice, Dinelli era particolarmente apprezzato per la sua generosità, riser-vatezza e signorilità. Alle sue esequie la bara era avvolta dalla bandiera di Pola e sopra il suo cappellino della Piovese. Molte le testimonianze dall’altare dei suoi parenti, toccante quello di Italia Giacca Zaccariotto, anche lei esule giu-liano-Dalmata.

LUTTO

E’ MANCATO IL DOTTOR GLAUCO DINELLI

G.P.

di Martina Maniero

Il dottor Glauco Dinelli

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14 Legnaro-Polverara1414 Legnaro-Polverara

Oltre 10 milioni di euro in tre anni, di cui 3.895.000 nel 2014; 1.928.000 nel 2015 e 4.200.000 nel 2016. Sono i numeri conte-

nuti nel piano delle opere pubbliche approvato nelle scorse settimane dalla Giunta Catelan che dalla sua prima pubblicazione è già stato oggetto di due va-rianti.

Priorità comunque alla realizzazione della nuova scuola elementare e mensa a Volparo, per la quale è stata preventivata una spesa di 2 milioni di euro. L’intervento può contare su un contributo regionale e sulle entrate che dovrebbero arrivare della cessione della farmacia comunale della frazione (il bando è in via di pubblicazione e si partirà da una base d’asta di 900.000 euro). L’amministrazione vuole portare a termine i lavori in tempi brevi, brevissimi, per rendere disponibili i locali anche senza poter usufruire della mensa, al posto della quale si continuerà ad utilizzare l’attuale struttura prefabbricata.

Sempre per il prossimo anno è in programma

la realizzazione Casa della associazioni (800.000 euro); il rinnovo degli impianti sportivi di viale dello Sport e di Casone (rispettivamente 500 e 140 mila euro); e la manutenzione di alcuni marciapiedi e tratti di strada comunali (300.000 euro).

Nel 2015 l’intervento principale, e anche il più oneroso, è rappresentato dai lavori per il secondo stralcio dell’ampliamento del cimitero comunale (900.000 euro). Sul fronte viabilità sono previsti in-vece una serie di interventi per il miglioramento della sicurezza stradale nelle aree del centro (316.000

euro); il rinnovo degli spazi pubblici con l’abbattimen-to delle barriere architettoniche (212.000 euro) e il completamento del terzo stralcio del lavori per la pi-sta ciclabile lungo la strada statale (350.000 euro).

Importanti, in termini economici, anche gli inve-stimenti in programma nel 2016 con il quarto stralcio del lavori sulla pista ciclabile lungo la Statale 516 (700.000 euro); la sistemazione del marciapiede in via XXV aprile, il parcheggio all’incrocio tra via Roma e via 2 Giugno, il completamento di via Giacomello e il risanamento ambientale della centralissima via Roma e la laterale via Cavour (la spesa complessiva è di un milione di euro).

Torna anche in questa programmazione triennale il progetto di realizzazione di un grande centro sporti-vo con piscina, campi da tennis e da calcio (spesa 2 milioni e mezzo di euro). Un progetto di cui si discute da anni e su cui si sono confrontate diverse ammi-nistrazioni ma per il quale pare ancora lontana una progettazione.

di Martina Maniero

Per realizzare il plesso con mensa è stata preventivata una spesa di 2 milioni di euro; rimane in programma il centro sportivo

Amministrazione di Legnaro Approvato il Piano triennale delle opere pubbliche

Oltre 10 milioni di euro in tre anni, priorità alla nuova scuola elementare a Volparo Il Comune di Legnaro investe i risparmi di spesa nella sistemazione

viabilità locale. Previsti interventi per 365 mila euro, frutto dell’avan-zo di amministrazione dell’esercizio 2012. La lista è lunga e com-

prende l’asfaltatura e la manutenzione di strade, piazze e piste ciclabili nel territorio comunale. Tra i principali interventi il sindaco Ivano Oregio Catelan ricorda la realizzazione di un’ulteriore parcheggio in quartiere Belvedere, in ampliamento all’attuale area di sosta; la manutenzione di piazza La Pira, più volte sollecitata dai cittadini, e la sistemazione del fondo della pista ciclopedonale lungo la Strada statale che collega il cen-tro alla zona industriale. Un altro importante quanto atteso intervento, e che nelle intenzioni dovrebbe risolvere i periodici problemi di allaga-mento della zona, è quello in programma lungo la Sp35, in direzione Saonara, all’incrocio con via Montegrappa e in via Ronchi. E ancora in programma la manutenzione delle aree verdi del parco di via Cavour, al campo sportivo e la sistemazione di un’area parcheggio all’ingresso del paese. Il centrosinistra, per voce del segretario di Sinistra Ecologia e Libertà, Bruno Favero, propone un piano di intervento generale per la sicurezza stradale che ponga l’attenzione agli attraversamenti pedonali. Due i punti su cui il segretario propone di intervenire: in corrispondenza della rotatoria del centro, dove, sostiene, è in programma l’installazione di un semaforo a chiamata che non garantirebbe però la sicurezza dei bambini in entrata e uscita da scuola. Altro punto su cui insiste Favero è la necessità prevedere un passaggio pedonale in corrispondenza del nuovo supermercato Billa, che permetta di attraversare la Statale di raggiungere in sicurezza la pista ciclabile. Possibili soluzioni, fa sapere il sindaco, sono in corso di valutazione, e andranno poi concordate con Anas. Ma il centrosinistra chiede un impegno concreto e annuncia un’in-terrogazione sul tema al prossimo consiglio comunale.

NEWS

Avanzo di amministrazione dell’esercizio 2012PREVISTI 365MILA EURO PER LA SISTEMAZIONE DELLA VIABILITÀ LOCALE

Il Comune di Polverara si è aggiudicato il primo posto nella graduatoria del bando “Alterner-gy” progetto europeo, fi nanziato dal program-

ma comunitario Ipa Cbc Adriatico che punta a favorire la diffusione delle energie rinnovabili in tutta l’area adriatica.

L’iniziativa, guidata dal Servizio Mediterraneo della Regione Puglia, conta su un partenariato di venti organizzazioni, tra queste Veneto Agricoltura, provenienti da sette regioni italiane da otto Paesi dell’area adriatica. Polverara, sperando a pieni voti una selezione che ha visto la partecipazione di dieci Comuni delle province di Padova, Rovigo e Venezia, potrà ora benefi ciare dei fondi e delle iniziative messe a disposizione dal pro-gramma e riservate alla realizzazione di un progetto pilota che vedrà l’implementazione delle nuovi fonti di energia rinnovabile nelle città che hanno meno di 10.000 abitanti.

Il principale obiettivo del progetto è quello di contribuire al conseguimento delle strategie energetiche europee previste per il 2020, promuovendo, attraverso progetti pilota, lo sviluppo di una comunità sostenibile dal punto di vista energetico, grazie a un uso progressivamente più ampio delle fonti di energia rinnovabile e alla diffusione di interventi di effi cienza e di risparmio energetico.

Nel concreto Polverara non solo potrà accrescere le proprie conoscenze e compe-tenze nell’ambito dell’effi cienza energetica, ma diventerà a sua volta oggetto di studio, benefi ciando di un piano energetico del territorio che sarà strategico per un eventuale sviluppo degli interventi previsti nel Piano di azione per l’energia sostenibile. Il tutto, peraltro, a costo zero per l’ente. Al termine della “procedura di negoziazione” il Comune siglerà un protocollo d’intesa con Veneto Agricoltura che darà il via alla fase progettuale vera e propria.

“E’ la conferma dell’impegno del Comune di Polverara a percorrere la strada del risparmio energetico, in modo condiviso e integrato, come forma di rispetto per l’am-biente e di contenimento della spesa pubblica – ha commentato il sindaco Sabrina Rampin - il Comune da anni investe nelle energie rinnovabili con il fotovoltaico e il teleriscaldamento, agendo positivamente sulle emissioni di Co2. Come ulteriore confer-ma, termine della fase di negoziazione, andremo a siglare un protocollo d’intensa con Veneto Agricoltura che ci permetterà di avere dati completi e un confronto tra le forme di energia tradizionali e quelle rinnovabili, con i relativi effetti sulla qualità dell’aria che respiriamo”.

“Alternergy”, il comune di Polverara primo nel bando del progetto europeoENERGIE RINNOVABILI, UN PROGETTO PILOTA PER LE CITTÀ CHE HANNO MENO DI 10MILA ABITANTI

Ma.Ma.

Ma.Ma.

Il municipio di Legnaro

Il sindaco Rampin

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171717S. Angelo di Piove

Inaugurato nelle scorse settimane il nuovo mezzo in

dotazione al gruppo dei volontari della Protezione civile di Sant’Angelo: un fuo-ristrada Mitsubischi L200.

E’ una jeep nata per il lavoro e come tale offre una notevole capacità di carico: la portata massima infatti raggiunge quasi la tonnellata, ha la possibilità di inserire le 4 ruote motrici e le marce ridotte che consen-tono la trazione su fondi a scarsa aderenza. Per il coordinatore del gruppo e consigliere comunale Moreno Maniero “il momento rappresenta una tappa importante dell’at-tività dei volontari perché il mezzo è uno strumento che consentirà di migliorare l’o-perosità nel territorio”.

“Con questo mezzo – ha evidenzia-to il consigliere delegato e capogruppo di maggioranza, Massimo Chinello - il gruppo si sente all’altezza della situazione nello svolgere i propri compiti e può far parte della colonna mobile provinciale per portare soccorso in caso di emergenza”.

Alla cerimonia di inaugurazione erano presenti, in rappresentanza dei Comuni del distretto, i volontari di Brugine, Bovolenta, Legnaro, Piove di Sacco, Pontelongo, Pon-te San Nicolò e Saonara; il Gruppo radio Piovese e Cristina Gazzin in rappresentanza della provincia di Padova.

I volontari della Protezione civile di Sant’Angelo sono 20 in tutto e partecipano periodicamente a corsi di formazione e ad esercitazione, allo scopo di migliorare l’ad-destramento e la conoscenza dell’utilizzo delle attrezzature e dei mezzi necessari al soccorso delle persone. Le attività del grup-po non si limitano al soccorso in senso stret-to ma si rivolgono alla prevenzione delle calamità naturali, alla difesa dell’ambiente, del territorio e della natura.

Particolare attenzione viene prestata poi all’istruzione delle giovani generazioni perché imparino la cultura dell’autoprote-zione e l’importanza della solidarietà.

di Martina Maniero

Il coordinatore del gruppo Moreno Maniero: “E’ un mezzo che consentirà di migliorare l’operatività nel territorio”. Massimo Chinello: “Il gruppo può far parte della colonna mobile provinciale”

L’inaugurazione Il nuovo mezzo in dotazione dei volontari

La Protezione civile presenta la nuova jeep

La Protezione civile e il sindaco Boischio presentano il nuovo mezzo

Contro la violenza sulle donne anche il Comune di Sant’Angelo fa la sua parte: nel corso dell’ultimo consi-

glio comunale è stata uffi cialmente sot-toscritta la Carta di intenti che contiene i dieci impegni che i Comuni dovranno assumere, quale presa di posizione forte e chiara contro ogni forma di violenza sulle donne. L’iniziativa, partita da Tori-no, ha subito trovato la condivisione di Anci (Associazione nazionale comuni ita-liani) perché quella della violenza sulle donne è un fenomeno che ha assunto proporzioni così allarmanti da richiedere di essere posta tra le priorità delle agen-de politiche dei Comuni.

La campagna prevede iniziative rivol-te soprattutto agli uomini, ma anche in-terventi da attuare in collaborazione con altri enti, associazioni, istituzioni e con la società civile, per creare una rete di col-laborazione affi nchè possano realizzarsi azioni concrete di contrasto a questo vergognoso fenomeno. “Bisognerà farsi carico di questo importante problema non solo aderendo al documento, che ha già una sua valenza, ma mettendo a disposizione gli strumenti che si hanno per prevenire e risolvere certe situazioni presenti nel Paese” il commento del sin-daco Romano Boischio.

Il primo cittadino, auspicando il tema venga posto anche all’attenzione delle forze dell’ordine, ha ricordato il contributo alle attività di prevenzione svolte dalle Sportello donna del Comune. “Ci si deve soffermare sulla realtà di que-sto importante problema che è presente quasi tutti i giorni, anche con situazioni di maltrattamenti fi sici e psicologici che sono un segno signifi cativo di un compor-tamento anomalo da parte del maschio – ha aggiunto il consigliere di minoranza Angela Furlanetto – auspico che con questa campagna ci sia la possibilità di risolvere situazioni che ci sono vicine e spesso presenti nella nostra realtà e delle quali dobbiamo maggiormente farci cari-co perché chi subisce trovi nelle istituzio-ni un valido aiuto”.

NEWS

Violenza sulle donneIL COMUNE DI S. ANGELO DICE NO

Ma.Ma.

I volontari che fanno parte del gruppo della Protezione civile a Sant’Angelo sono 20

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18 Pontelongo1818 Pontelongo

Diciotto giorni di servizio militare e due anni di lager nazista. E’ la storia di Orazio Lombello che con i sui 90 anni è uno dei tre sopravvissuti

arrivati a ritirare personalmente lo scorso 29 settem-bre la “medaglia d’onore ai cittadini italiani, militari, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, e ai familiari dei deceduti”.

Un riconoscimento arrivato con 70 anni di ritardo perché solo pochissimo tempo fa lo Stato si è ricorda-to per la prima volta di quegli oltre 650 mila soldati italiani che all’indomani dell’8 settembre 1943 si ri-fi utarono di combattere al fi anco dei tedeschi sotto le bandiere della Repubblica di Salò e per questo fi niro-no nei campi di lavoro forzato e nei lager disseminati in Germania e nei territori occupati. Più di 70 mila non fece mai ritorno a casa.

La cerimonia di consegna del riconoscimento si è tenuta a Padova, nel Tempio dell’Internato Ignoto di Terranegra. Orazio Lombello, fi glio di panettieri, partì

per la leva il 24 agosto 1943. Studiava da perito meccanico a Vicenza e l’essere stato rimandato agli esami di riparazione di ottobre gli precluse il diritto all’esonero al servizio militare. Dopo soli 18 giorni di servizio la sua caserma di Udine, la “Pio Spacca-mela”, si consegnò ai tedeschi. L’allora giovanissimo pontelongano fi nì ammassato insieme a tanti altri in un vagone bestiame di un treno che lo portò per gli ultimi due anni di guerra a Bodenbach, sull’Elba, oggi territorio delle Repubblica Ceca. Un campo di lavo-

ro coatto, dodici ore di lavoro al giorno nel reparto di montaggio di una fabbrica di bombe al servizio dell’industria bellica tedesca.

Lombello ritornò a casa esattamente dopo due anni, dopo un viaggio che si è trasformato in un’o-dissea durata quasi tre mesi. E’ mezzanotte del 24 agosto 1945 quando bussa alla porta della canoni-ca: il paese di Pontelongo è stato bombardato e la sua casa non esiste più.

Dopo la guerra Orazio Lombello porterà avanti la tradizione di famiglia, aprendo in paese un forno nel quale ha lavorato sino a qualche anno fa. La testi-monianza della sua esperienza è raccolta in uno dei capitoli del recente libro “Moschetti di legno, fucili di latta” dello storico locale Emidio Pichelan.

“Non sono un eroe - racconta Lombello nell’in-tervista riportata nel libro, - mi considero un uomo fortunato: sono tornato e considero ciò una grande fortuna oltre che un dono di Dio”.

di Alessandro Cesarato

Fu fra i 650mila soldati che dopo l’8 settembre 1943 si rifi utarono di combattere a fi anco dei tedeschi sotto le bandiere della Repubblica di Salò

Celebrazioni A 90 anni ha ritirato personalmente la medaglia d’onore

Dopo 70 anni un riconoscimento a Orazio Lombello, sopravvissuto nel lager nazista

Orazio Lombello col sindaco Canova

Siglata la nuova con-vezione triennale tra Comune e scuola

dell’infanzia paritaria “Gal-van”. Aumentano i contri-buti alla scuola e i sostegni alle famiglie in diffi coltà.

Nel segno della con-tinuità prosegue quindi il rapporto tra l’ente comunale e la storica scuola parrocchiale che è l’unica nel comune per questa fascia d’età. Tra l’altro c’è da fare i conti con il numero di iscritti che, dati gli andamenti demografi ci, non è più quello di un tempo.

L’amministrazione comunale ha deciso che sosterà la “Galvan” con il versamento di un contributo fi sso annuo di 40 mila euro. L’erogazione di questa somma ha lo scopo fonda-mentalmente di contribuire alle spese di funzionamento. Una novità rispetto alla passata convenzione quando il contributo fi sso era di 30 mila euro a cui andavano aggiunti 10 mila euro erogabili a discrezione dei servizi sociali.

L’aspetto più caratterizzante del nuovo accordo riguarda però il sostegno alle famiglie per il pagamento di una parte delle rette. Un sostegno che permetterà in pratica di annullare l’aumento della stessa e che si concretizzerà nel contributo di un euro per ogni pasto.

“Nella consapevolezza del ruolo ricoperto dalla scuola dell’infanzia paritaria nella nostra comunità e del diffi cile momento economico attraversato da tante famiglie - spiega il sindaco Fiorella Canova - abbiamo cercato di fare il possibile per migliorare la convenzione ed essere più vicini a chi è in diffi coltà”.

Nuova convenzione fra Comune e scuola dell’infanzia “Galvan”PIÙ CONTRIBUTI ALLA SCUOLA E SOSTEGNI ALLE FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ

A.C.

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Centinaia di faldoni contenenti migliaia di documenti, alcuni dall’importante valore storico, sepolti dalla polvere e

lasciati per troppo tempo in balia dell’umi-dità e dei topi. Lo sgombro dell’archivio sto-rico comunale, posto nel fatiscente edifi cio dell’ex scuola “Rosa Maltoni”, sta riportan-do alla luce un patrimonio dimenticato e in parte purtroppo compromesso.

Uno schiaffo alla memoria e alla cultura locale, risultato di un disinteresse generale durato troppi decenni. Se ne stanno accor-gendo alcuni volontari, con sindaco e asses-sori compresi, che nelle ultime settimane stanno effettuando il trasferimento tempo-raneo del materiale nella barchessa comu-nale di largo Cavalieri di Vittorio Veneto.

Operazione resasi necessaria perché a breve partiranno i lavori di recupero proprio della “Maltoni”, designata a diventare il museo permanente della storia locale dedi-cato in modo particolare alla Grande Guerra e alle storiche attività produttive dello zuc-

cherifi cio e del mulino, oltre a ospitare la nuova sede dell’archivio storico fotografi co.

Un progetto fortemente voluto dall’at-tuale amministrazione del sindaco Fiorella Canova che è riuscita ad ottenere un so-stanzioso fi nanziamento di 100 mila euro dal Gal “Antico Dogado” che, insieme con altri 50 mila euro provenienti dalle casse comunali, permetteranno l’avanzamento di un primo stralcio di lavori, fi nalizzati a una manutenzione straordinaria dell’edifi cio e in particolare al restauro degli intonaci esterni, della copertura e del piano terreno.

L’ex scuola dedicata alla mamma di Mussolini e posta a chiusura del cortile sul retro della sede municipale di Villa Foscarini Erizzo, fu fatta costruire nel 1935 dall’al-lora podestà Carlo Desiderio Mondo per incrementare l’offerta di edifi ci scolastici del paese visto che la vecchia scuola del 1911 era diventata insuffi ciente per accogliere tut-ti gli studenti in un momento storico in cui la popolazione era in rapida crescita.

PRESTO I LAVORI DI RECUPERO DELLA “MALTONI”: DIVENTERÀ IL MUSEO DI STORIA LOCALE

A.C.

La ex scuola “Rosa Maltoni”

Lo sgombro dell’ex scuola sta riportando alla luce un importante patrimonio storico

Una nuova rotatoria sulla Strada Pro-vinciale 516 “Piovese” all’intersezio-ne dell’incrocio semaforico con via

Alighieri e via Villa del Bosco. E’ il sogno, neanche troppo proibito,

dell’amministrazione che, sulla scorta degli effetti positivi prodotti dalla rotatoria di re-cente inaugurazione in via Stazione, pensa ora concretamente di bissare l’esperienza su un altro punto critico della viabilità del paese.

A monte ci sono le considerazioni deri-vate dai rilievi sul traffi co eseguiti a partire già dal giugno 2009. I fl ussi veicolari sullo snodo interessato, infatti, sono sostenuti e i tempi d’attesa del punto semaforico poco tollerati soprattutto in certe fasce orarie. Si-tuazione che precipita durante la campagna saccarifera visto che proprio in via Alighieri c’è l’ingresso per i mezzi pesanti allo zuc-cherifi cio.

La rotatoria rappresenterebbe quindi

la soluzione per decongestionare il traffi co e ridurre i tempi d’attesa al semaforo. Per realizzarla servirebbero, secondo un primo progetto preliminare, circa 950 mila euro. Cifra decisamente importante, soprattutto alla luce delle ristrettezze degli enti locali. Per questo l’amministrazione si è già messa alla ricerca di risorse cercando di cogliere le possibili opportunità alternative di fi nanzia-mento.

Una di queste è rappresentato dalla partecipazione al bando “Seimila campa-nili”, un’iniziativa lanciata dal Governo nel cosiddetto “Decreto del fare”, che mette a disposizione 100 milioni di euro del “Fondo sblocca cantieri” per l’anno 2014, destinan-doli alla realizzazione di un piano di piccole opere nei comuni con meno di cinquemila abitanti.

di Alessandro Cesarato

L’amministrazione sta valutando l’ipotesi della realizzazione che verrebbe a costare 950mila euro, da “attingere” eventualmente dai fi nanziamenti messi a disposizione dal “Decreto del fare”

Sulla strada provinciale 516, all’altezza dell’incrocio con via Alighieri e via Villa del Bosco

Una rotatoria per snellire il traffi coCantieri aperti in alcune

strade del centro. Sono iniziati in queste setti-

mane, infatti, alcuni lavori di manutenzione alla viabilità del paese che potrebbero recare qualche disagio temporaneo ai residenti e alla circolazione interna.

L’intervento più consisten-te, anche da un punto vista fi nanziario, riguarderà vicolo del Voto, oggi particolarmente compromesso da buche, disli-velli e dissesti. Prima di essere riasfaltato si provvederà a riordinare le condotte di acqua, fognature, cavidotti vari e smaltimento delle acque piovane.

Sarà inoltre necessaria l’igienizzazione di alcuni raccordi fognari provenienti dagli scarichi di una vicina attività alimentare che nel tempo hanno favorito il proliferare di alcuni insetti. Un altro intervento interesserà invece via Garibaldi che oltre all’asfaltatura vedrà la realizzazione delle caditoie per il defl usso dell’acqua piovana che stagna soprat-tutto nella parte fi nale della strada in prossimità dell’innesto con la Sr 516.

In questo punto inoltre sarà realizzata la limitazione del passaggio tra i vecchi para-carri e la rampa d’immissione alla Regionale. Questo per rimediare al frequente transito di ciclomotori ad alta velocità che usano saltare la rampa come fosse un trampolino di lancio mettendo a rischio l’incolumità dei pedoni. L’amministrazione ha deciso così di restringere il passaggio ai soli pedoni e ciclisti.

I ciclomotori, orfani della scorciatoia, dovranno da ora in poi rassegnarsi a dirottare su via Villa del Bosco.

NEWS

Manutenzione della viabilitàCANTIERI APERTI IN ALCUNE STRADE DEL CENTRO, POSSIBILE QUALCHE DISAGIO

A.C.

La rotatoria rapresenterebbe una soluzione in un punto in cui i fl ussi veicolari sono sostenuti e i tempi d’attesa al semaforo poco tollerati

20 Pontelongo2020 Pontelongo

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22 Codevigo-Arzergrande2222 Codevigo-Arzergrande

Sergio Bacco esce dalla maggioranza e si costituisce come consigliere indi-pendente. A dirla tutta l’idillio tra il

consigliere capace di portare in dote ben 116 preferenze personali e il gruppo che ha sostenuto il sindaco Annunzio Belan era fi -nito già all’indomani della vittoria elettorale delle amministrative di fi ne maggio.

Tra i promotori della lista “Cambiare si può”, Sergio Bacco durante la campagna elettorale si era imposto come fi gura car-dine della sua lista, tanto che quantomeno strano era apparso da subito non vederlo ricoprire alcun incarico uffi ciale nella nuova giunta. Sergio Bacco ha spiegato la sua de-cisione proprio durante un recente consiglio comunale.

“Negli accordi iniziali avrei dovuto fare il vicesindaco - ha detto - ma poi Belan ha rinnegato tutto”. “Inoltre - ha aggiunto - non ho condiviso la scelta di non nominare neppure un assessore del capoluogo, evento che non si era mai verifi cato nella storia”.

Incomprensioni e accordi mancati,

secondo Bacco, che con un lapidario “ora arrangiati!” ha infi ne liquidato Belan.

Il primo cittadino, dopo avere ricono-sciuto il ruolo fondamentale di Bacco per la sua candidatura, ha però dato segnali distensivi, lasciando aperte le porte al con-sigliere “ribelle”. La vicenda non poteva lasciare indifferenti i gruppi di minoranza. “E’ stato cacciato dalla maggioranza dopo essere stato utilizzato per vincere le elezioni - dice Maurizio Ruzzon, - senza l’apporto determinante di Bacco, infatti, il gruppo di Belan diffi cilmente avrebbe vinto”.

Ruzzon analizza anche questi primi mesi di mandato. “Questo sindaco è sta-to eletto con il voto di un cittadino su sei - evidenzia, - poco per pensare di durare a lungo”.

“A differenza di quanto promesso in campagna elettorale, Belan ha già au-mentato le tasse, ha mantenuto pressoché inalterati i costi della politica rispetto alla passata amministrazione e invece delle spese inutili ha tagliato sui contributi alle associazioni e non ha investito sul sociale”.

Anche Francesco Vessio, capogruppo de “La Svolta”, non va per il sottile.

“Questa vicenda - spiega - è la cartina di tornasole della miopia politica del sindaco Belan che ora si trova con la maggioran-za azzoppata e con in consiglio una voce animata da acredine personale. Il sindaco ha tutto il diritto di operare le scelte poli-tiche che ritiene più utili, ma una vicenda di questo tipo andava affrontata e risolta in anticipo”.

di Alessandro Cesarato

Il consigliere, ora indipendente, spiega la decisione motivata da incomprensioni con il sindaco Belan e accordi mancati

Politica

Sergio Bacco esce dalla maggioranza

Elogio in consiglio comunale per Raimon-do Padovan, medaglia d’onore al valor militare e civile. Sulla scorta della cerimonia di consegna,

avvenuta a Padova lo scorso 29 settembre, della medaglia d’onore ai militari e civili, ai deportati e internati nei lager nazisti, conces-sa dal Presidente della Repubblica per mano del Prefetto, anche l’amministrazione ha vo-luto dare un riconoscimento alla famiglia del soldato mancato oramai mezzo secolo fa. A riceverlo dalle mani del sindaco Sartori è stata la moglie, Maria Contiero, e i fi gli Loris e Antonella.

Nato nel 1924, Raimondo Padovan fu chiamato alle armi nel maggio 1943, a 19 anni. Con il 152° Reggimento Fanteria dell’Esercito Italiano, partecipò dal giugno al settembre del 1943 alle operazioni di guerra svoltesi nei Balcani. Poi fu catturato e fatto prigioniero dalle truppe tedesche a Trieste e quindi deportato nel campo di concentramen-

to di Allestein, in terra polacca. Il rimpatrio dalla prigionia avvenne dopo

oltre due anni. Nel 1966 gli fu conferita la Croce di guerra e ora, in occasione del 70° anniversario dell’Internamento, il Presidente della Repubblica ha concesso anche alla sua memoria la medaglia d’onore.

Raimondo Padovan è deceduto nel mar-zo del 1963, all’età di soli 39 anni, a causa di una malattia che, con molta probabilità, era riconducibile alle sofferenze subite nel periodo dell’internamento. Lasciò la moglie, una fi glia di tre anni e un fi glio di soli tre mesi. La storia di Raimondo è frutto di una recente ricerca fatta dai familiari nei registri militari del Distretto Militare di Padova.

Nulla infatti si sapeva della sua storia in quanto, al rientro dalla prigionia e durante il periodo in vita, Raimondo mai raccontò l’esperienza vissuta, se non qualche raro episodio.

ARZERGRANDE. DOPO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ANCHE IL SINDACO RENDE OMAGGIO A RAIMONDO PADOVAN

A.C.

Serrande abbassate all’uffi cio posta-le di Conche. Brutta sorpresa per i cittadini della frazione che dal 10

ottobre non possono più usufruire dello sportello di via Vallona per pagare bollette e ritirare la pensione.

Temporaneamente, secondo un co-municato stampa di Poste Italiane, diffuso a cose fatte, che imputa le cause a lavori infrastrutturali non ben identifi cati. Un mistero è soprattutto la durata di questa chiusura.

Peccato comunque che nessuno fosse stato allertato. Non un avviso, non una comunicazione uffi ciale. Il comunicato stampa spiega che l’uffi cio sarà per il momento accorpato a quello di Codevigo, dove gli utenti di Conche potranno rivol-gersi per qualsiasi servizio.

Non fosse che tra la frazione e il capoluogo ci sono alcuni chilometri da percorrere in auto esclusivamente lungo la Statale Romea.

Disagi in vista dunque, anche per i residenti della limitrofa Valli di Chioggia. Il sospetto di molti è che l’uffi cio diffi cilmen-te riaprirà. Già da tempo l’uffi cio rientra nell’ambito dei progetti di razionalizzazio-

ne dell’azienda. C’è da mettere in conto poi che è

ospitato a titolo gratuito da oltre mezzo secolo in un edifi cio di proprietà della parrocchia che un paio di mesi fa aveva “sollecitato” Poste Italiane a riconsegnare l’immobile. Questione nata e subito sepol-ta nell’interesse della comunità locale.

L’alternativa infatti di spostarsi in uno dei nuovi locali di proprietà del Comune e di pagare l’affi tto non è mai piaciuta a Poste Spa data la mancanza di risorse da orientare in questo senso.

Una vicenda che ha colto di sorpresa anche il sindaco Annunzio Belan per il quale la notizia è stata come un fulmine a ciel sereno. Soprattutto alla luce del fat-to che solo poche settimane prima Belan aveva avuto un incontro con il direttore provinciale di Poste Italiane per ridiscutere il trasferimento dell’uffi cio nei nuovi locali di proprietà comunale.

“Dall’incontro non era emersa alcuna indicazione in questa direzione - afferma Belan, - ho convocato subito la giunta comunale per capire cosa possiamo fare per cercare di mantenere un minimo di servizio in loco”.

NEWS

ConcheUFFICIO POSTALE CHIUDE A SORPRESA, PERPLESSO ANCHE IL SINDACO

A.C.

Multe più pesanti per chi non rispetterà il regola-mento comunale di polizia urbana e rurale. L’am-ministrazione ha, infatti, deciso di rideterminare

gli importi delle sanzioni, non tanto per fare cassa, quan-to per responsabilizzare i cittadini a fare la propria parte per la salvaguardia idrogeologica delle aree residenziali del capoluogo e delle frazioni.

“Il violento nubifragio dello scorso 27 agosto - spie-ga l’assessore ai Lavori Pubblici Olives Visentin - ha evi-denziato per l’ennesima volta quanto fragili siano alcuni punti del nostro territorio comunale.

Alcuni cittadini, in occasioni di intense precipitazioni, regolarmente si trovano a fare fronte all’allagamento delle proprie proprietà con i conseguenti danni che ne derivano”.

L’amministrazione, da parte sua, ha già iniziato a incontrare tecnici e vertici di ApsAcegas e Consorzio di Bonifi ca con l’obiettivo di valutare progetti per risolvere i problemi di defl usso delle acque nelle aree residenziali. Inoltre è già partita la caccia a qualche fi nanziamento pubblico per potere iniziare anche concretamente a fare qualcosa. Anche ai cittadini è chiesto, però, di non stare a guardare.

“Ci sono numerosi fossati privati che se fossero tenuti puliti come indicato nel regolamento comunale - continua Visentin - aiuterebbero a fare defl uire le acque più in fretta. Così, con l’introduzione di queste modifi che regolamentali, vorremo sensibilizzare i cittadini, affi nché si rendano conto che se ognuno fa la sua piccola parte il benefi cio non è del Comune ma dell’intera collettività”.

NEWS

Multe più pesanti per chi non rispetta il regolamento comunaleSALVAGUARDIA IDROGEOLOGICA: CITTADINI CHIAMATI A FARE LA LORO PARTE

A.C.

Conche Oltre 400 partecipanti

Buona la prima! E’ stata sicuramente un successo la prima edizione della “Marcia in Valle Millecampi”, manifestazione che si è tenuta a Conche nella seconda domenica di ottobre in concomitanza con la

tradizionale festa dedicata alla produzione locale del radicchio. Oltre quattrocento persone, la maggior parte provenienti da fuori comu-

ne, hanno infatti partecipato alla marcia non competitiva su percorsi, per la maggior parte sterrati, da sei, dodici e venti chilometri che si è disnodata nella gronda e nelle valli lagunari, attraversando posti come la Spiagget-ta Boschettona e il Casone delle Sacche. Un’occasione non solo per fare attività motoria quindi, ma anche per scoprire e ammirare una cornice pae-saggistica unica. Ad avere l’idea di portare un evento del genere anche nel territorio di Codevigo è stata l’associazione Serenissime Terre che, grazie alla preziosa collaborazione dell’associazione Cavallini Marini di Chioggia, in pochi mesi è riuscita a organizzare la manifestazione e a fare in modo che tutto riuscisse nel modo migliore. Certo alcuni piccoli dettagli andranno migliorati nelle future edizioni che gli organizzatori sperano possano coin-volgere sempre più partecipanti. Si sta già lavorando tra l’altro per inserire questa marcia nei circuiti podistici uffi ciali.

L’obiettivo rimane comunque soprattutto quello di fare conoscere e attrarre sempre più visitatori in uno scenario ambientale, già patrimonio mondiale dell’Unesco, ancora sconosciuto ai più e fuori dalle tradizionali direttrici turistiche. A.C.

Un successo per la prima Marcia in Valle Millecampi

Sergio Bacco

Il sindaco Sartori consegna alla moglie di Raimondo Padovan, Maria Contiero, il riconoscimento del Comune di Arzergrande

Alcuni momenti della gara

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24 Cultura locale2424 Cultura locale

Oltre diecimila persone hanno invaso il centro storico della città lo scorso 20 ottobre in occasione della 22esima edizione della “Suca baruca col mocolo

impissà” organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con la città di Piove di Sacco. Una manifestazione che da anni è seconda per popolarità e presenze solamente alla Fiera Franca di S.Martino. Un appuntamento con il tradizionale prodotto autunnale rappresentato dalla zucca che, a Pio-ve e nel Veneto, ha sempre rappresentato un ingrediente autunnale-invernale con cui allietare la tavola e che si presta ad innumerevoli utilizzi, sia per confezionare primi piatti, che per uno spuntino.

Durante la mattinata sono stati distribuiti oltre 2000 porzioni di risotti, cucinati da ben 16 ristoratori piovesi (Casa del Tramezzino, pizzeria Alla Locomotiva, Trattoria da Leone, bar pizzeria Notte e dì, ristorante al Tintero, tratto-ria Alla Botta, enoteca Tre Corone, trattoria Antica Albora, rosticceria Europa, ristorante pizzeria Da Amos, ristorante La Saccisica, ristorante Heros Milanese, 800 Bar, Musica Ale, trattoria Dalla Mora, ristorante La Paranza) che si sono

dilettati nel ricavare ricette tradizionali e con aggiunta di al-tri elementi come gamberetti, giuggiole, salsiccia, pancetta ecc. Notevole l’impegno del punto di ristoro delle Brigate Alpine di Piove nel togliere la sete ai visitatori con “ombre” di vino e la fame con panini.

Lo stand gastronomico è stato preso d’assalto per assicurarsi un piatto di spezzatino di bufala (proveniente dall’allevamento piovese di Giuseppe Scacco) e zucca, lon-za di maiale e zucca e porzioni assortite di specialità dolci da forno, confezionate di Panifi catori della Saccisica con a capo Roberto Canciani. Altra manifestazione che ha preso

corpo in questa giornata è la gara d’intaglio delle zucche. I 350 bambini iscritti hanno potuto sfogare la loro fantasia nel ricavare lavori fi nemente realizzati. Ma il centro storico piovese ha accolto altre iniziative come la mostra-mercato dei sapori d’autunno, la mostra delle attrezzature agricole d’epoca, la piazza degli artisti la rievocazione degli antichi mestieri espressa dal gruppo “Vita d’atri tempi”.

Le piazze di Piove sembravano una tavolozza colorata formata dai banchi che esponevano zucche di tutti i tipi, confezioni effettuate con i vari tipi di questa cucurbitacea.

Gianni Patella

I mille modi di utilizzare questo ingrediente, re dell’autunno, in cucina, la gara d’intaglio che ha coinvolto anche i più piccoli e tanto colore per le strade di Piove

La manifestazione La 22esima edizione organizzata da Pro loco in collaborazione con la Città di Piove di Sacco

In 10mila alla festa della “Suca baruca col mocolo impissà” Per il terzo anno consecutivo la band

musicale piovese “I Grog” ha suona-to in ottobre in favore della Coopera-

tiva per disabili piovese “Magnolia”. Sul palco quest’anno anche l’altra costola dei Grog ovvero “I Waam”: anche loro fanno capo al componente-fondatore storico Walter Buggio. La serata musica-le si è tenuta nella centralissima piazza Vittorio Emanuele. E’ stato un vero e proprio “special guest” che ha infi am-mato il numeroso pubblico intervenuto ad ascoltare brani rock di fi ne anni Ses-santa e altri, estrapolati dal repertorio in stile classic rock dei Grog. Sul palco oltre a Walter Buggio alla chitarra e basso, i fi gli Alberto alla chitarra, Alessandro alla batteria, Maci alla voce e chitarra, Egidio Rostellato alla voce chitarra acustica, Matteo Celin alla batteria, Fabrizio Bat-tarin al piano e tastiere, Gabriele Zenga al sax, Federico Lazzarin alle percussio-ni.

Il concerto è stato possibile grazie alla collaborazione della Pro Loco Pio-vese.

NEWS

MusicaI GROG IN CONCERTO PER “LA MAGNOLIA”

G.P.

Alcuni momenti della giornata di festa

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Il Teatro Filarmonico Comunale di Piove di Sacco, propone anche quest’anno, tra novembre 2013 e marzo 2014, un cartellone ricco di appuntamenti di qualità, che spaziano dal

teatro di prosa, con la presenza di autori importanti come Stefa-no Benni, Maria Paiato e Gian Antonio Stella, a quello amatoria-le, fi no agli incontri domenicali dedicati ai più piccini. La stagione è organizzata dall’assessorato alla Cultura e dall’Associazione Nuova Scena Saccisica, con la collaborazione di Arteven - Circuito Teatrale Regionale e della Regione del Veneto.

Cuore della proposta culturale del Teatro Filarmonico Comu-nale è la stagione di prosa, che quest’anno vede, dal 27 novem-bre 2013 al 28 marzo 2014, otto appuntamenti. Il “Teatro ti ripara” è il titolo della rassegna, che ricorda il valore del teatro, e in senso lato della cultura. La stagione si apre il 27 novembre con il surreale ”Ci manca Totò”, nuovo progetto artistico a metà tra poesia e musica, di Stefano Benni e Fausto Mesolella. Gli appuntamenti della stagione proseguono poi venerdì 6 dicembre con “L’America dentro” di Carolina Balucani. Giovedì 16 gennaio 2014 la compagnia Pantakin da Venezia divertirà il pubblico con la commedia “Arlecchino/ Don Giovanni”. Giovedì 30 gennaio

è la volta della Compagnia Berardi Casolari che presenta “In fon-do agli occhi”, spettacolo con la regia di César Brie. Venerdì 14 febbraio Teatro Stabile del Veneto e Teatri e Umanesimo Latino spa presentano la nuova produzione “Sior Tita paron” testo di Gino Rocca, con la regia di Lorenzo Marangoni. Venerdì 7 marzo Carrozzeria Orfeo fa invece nuovamente rifl ettere con “Idoli”, uno spettacolo che esplora i nuovi vizi capitali della nostra so-cietà. Uno degli appuntamenti più interessanti della stagione è “Anna Cappelli” uno studio, di Annibale Ruccello con la regia di Pierpaolo Sepe, in scena sabato 15 marzo 2014. Venerdì 28 marzo 2014, il gran fi nale è affi dato al giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella che presenta con l’accompagna-mento musicale di Gualtiero Bertelli e la sua band “Vandali I – L’assalto alle bellezze d’Italia”, serrata denuncia all’incuria con cui è trattato il più grande - e unico - patrimonio del nostro Paese: il paesaggio, con i suoi siti archeologici, i musei, i borghi medievali.

Accanto alla stagione di prosa si tengono al Teatro Filar-monico anche quest’anno le domeniche a teatro per bambini e ragazzi: rassegna pomeridiana di 5 appuntamenti domenicali,

dal 24 novembre 2013 al 9 febbraio 2014, dedicata a chi ha dai 3 anni in su.

C’è anche la stagione di Teatro amatoriale che dal 23 novembre 2013 al 22 marzo 2014 accoglie sei interessanti compagnie venete, il sabato sera.

I biglietti per i singoli spettacoli 10 e 9 euro, 15 e 13 euro per Ci manca Totò e Vandali, si potranno acquistare da domenica 17 novembre 2013 o la sera stessa dello spettacolo.

Info tel. 0495840177 - 0499708356 - 0499709319, teatrofi larmonico.wordpress.com.

Gianni Patella

Tra i protagonisti più famosi in cartellone Stefano Benni, Maria Paiato e Gian Antonio Stella

Teatro Presentata la stagione al Filarmonico

Prosa, teatro amatoriale e spettacoli per famiglie: un ricco menu in calendario

Oltre 200 centauri hanno partecipa-to al 4° Raduno di auto, moto e scooter d’epoca a Piove di Sacco

organizzato dal locale Moto Club. In mo-stra esemplari di ogni epoca perfettamente conservati e lucenti nelle loro cromature.

L’appuntamento era in piazzale Se-renissima dove i vari modelli sono stati iscritti e valutati dalla giuria presieduta dal presidente del Moto club piovese cav. Bruno Trabuio. Tra le auto d’epoca iscritte è stata premiata quella più “anziana”, il conducente preveniente da più lontano e il gruppo più numeroso. E così è avvenuto anche per le moto e gli scooter.

Poi il lungo corteo “vintage” ha sfi lato per le vie di Piove per poi approdare al risto-rante per il pranzo tutti assieme.

NEWS

Auto, moto e scooter d’epocaOLTRE 200 AL QUARTO RADUNO DEL MOTO CLUB

G.P.

Le premiazioni

Un passaggio della commedia Arlecchino

26 Cultura locale2626 Cultura locale

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272727Cultura locale

La toponomastica di Piove (come del re-sto quella d’ogni altra città d’Italia) ha subito radicale mutamento dopo i fatti

risorgimentali, all’indomani della presa. di Roma e delle sua proclamazione quale capi-tale d’Italia. Bisognava attribuire omaggio a persone e a località rese popolari da eventi che, a prezzo tante volte di lacrime e di san-gue, avevano cambiato la geografi a politica del Paese. Così dopo siffatti avvenimenti, parte della strada di San Nicolò prese a chiamarsi via Roma, contrada Pozzo Bon e via Pinato (la seconda in continuazione della prima) divennero via Garibaldi, parte della contrada di San Mar-tino prese il nome di via Mazzini, la strada comunemente detta strada larga venne chiamata via Cavour e la stessa piazza del mercato assunse il nome di Piazza Vittorio Emanuele II.

Più tardi, in ricordo allora del primo con-fl itto mondiale (essendo sorte anche nuove strade) si sono avute: via XXIV maggio, via IV novembre, via Piave, (che fi no ad allora s’era chiamata via Bianchegin),via Vittorio Veneto, via Ragazzi del ‘99 e via via di seguito.

La scelta dei toponimi, pare di poter dire, a volte è stata indovinata, felice, ma altre volte essa è apparsa anche velleitaria, priva di senso e per niente in sintonia con la fi sionomia e con lo spirito di questa nostra terra. Inoltre, si sono formulate, sia pure raramente, qualifi che inesatte, se non ad-dirittura rasenti il farsesco.

E’ il caso dello spazio che affi anca il palazzetto Zorzi, in via Cavour già, come era di norma in passato, destinato alla coltivazione di fi ori, frutta e ortaggi ad uso

familiare, e trasforma-to, in anni recenti, con la costruzione di tutta una serie di abitazioni, in “Corte”. Corte e non Cortile, vale a dire sul modello delle Corti

della vicina Venezia e, senza andare tanto lontani, delle Corti benedettine del circon-dario (v. Correzzola, Legnaro, Maserà di Padova ecc.) e della, stessa Corte Milone di Piove, là dove si trovavano appunto, fi no ai primi anni Quaranta del secolo passato, le case dei canonici e dell’arciprete del duomo di San Martino, disposte a cintura, quasi cornice di luogo d’incontro (o di lavoro) all’aperto.

Stupisce poi come le donne, nella to-

ponomastica piovese, compaiano solo po-chissime volte.

Delle oltre trecento denominazioni in-serite nello stradario uffi ciale del Comune, se si eccettuano i toponimi viale Madonna delle Grazie, piazza della (Madonna) in-coronata, via Madre Teresa di Calcutta ed ancora le vie Suor Angiolina Previtali, Santa Teresa d’Avila, Fiore Brustolin Zaccarian, pare non ve ne siano altre. Eppure non sono mancate anche a Piove nel corso dei secoli le persone, pure tra le donne, distintesi nei campi della scienza e della cultura, dell’i-niziativa imprenditoriale e delle attività la-vorative ma, evidentemente, le qualità mu-liebri non sempre hanno trovato in passato la stima e l’apprezzamento che avrebbero invece meritato.

Indubbiamente il fatto di cambiare denominazione o assegnarne una ex novo ad uno spazio pubblico è sempre, per in-numerevoli ragioni, compito impegnativo e diffi cile, così che, ad assolverlo occorrerà siano non un’unica ma più persone, ciascu-na con una propria competenza in merito alla specifi ca mansione, e non su pressioni o sentimentalismi personali.

(seconda parte)

di Paolo Tieto

Toponomastica (seconda parte) Un po’ di storia... nelle strade

Il Risorgimento ridà il nome a molte vie di PioveVia Roma, Via Garibaldi, via Mazzini: sono alcune delle strade “ribattezzate”. Pochi i toponimi che celebrano le donne

Più tardi in ricordo del primo confl itto mondiale si sono avute via XXIV Maggio, via IV Novembre...

Via Cavour, un’altra delle strade “ribattezzate” in omaggio al Risorgimento

ROMANA DE CARLI SZABADOS AMORE ED ESTASIED. FEDE & CULTURA, 2013

Omaggio al grande umanista Pietro Bembo, in occasione di una mostra allestita in suo onore a Padova, dove il letterato veneziano è vissuto per più anni, profondendo le sue straordinarie doti di scrittore e poeta, di storico e saggista di valia universale. Qualità che la De Carli evidenzia straordinariamente commentan-do, in modo tutto particolare, alcune lettere inviate al- preclaro personaggio alla nobile donna Lucrezia Borgia, donna dotata di eccezionale bellezza fi sica quanto anche di acuta intelligen-za e genialità.Il volume annovera, tra le proprie pagine, con il testo della studiosa di origine polesana, alcuni saggi di altri ricercatori storici tra cui Giuseppe Buratti, Carlo Montani, Francesco Lusciano, Franco Fornasari, Enrico Fraulini, Luigi Perini e Anita Menegozzo. Contributi tutti mirati e puntuali, atti ad evidenziare le tante sfumature di doti preziose di cui il Bembo, simbolo del Rinascimento italiano,è sempre stato in vita copiosamente dotato.

NINA NASILLI UOVO NUDOBOOK EDITORE, 2013

Il volumetto è stato realizzato allo scopo di agevolare l’ap-passionato d’arte nella visita alla mostra dell’artista Nina Nasilli, allestita per conto del Comune di Padova nelle sale della galleria di Piazza Cavour della medesima città. Apre con un saggio critico di Barbara Codogno che mira, oltrepassando gli effetti di primo impatto del segno e del colore, a chiarire lo spirito profondo d’ogni differente opera. Lavori tutti attuati dopo lunga rifl essione, considerando i valori che si occulta dietro le forme, che si celano al di là delle cromie e dei tratti segnici interpretati come veicoli per pervenire al nesso ovvero alla verità pura di quanto essi intendono far cogliere, vogliono decisamente rappresentare. Disegni in apparenza di facile comprensione, ma in realtà di ardua intelleggibilità, in quanto effettuati con invisibili profonde radici, che portano al limitare del mistero, all’enigmatico senso della. vita.L’opera creativa della Nasilli induce infatti a pensare ad un connubio di elementi poe-tici con altri di indole fi losofi ca, coniugati insieme, parallelamente con grande abilità, ma più ancora con perspicacia ed intelligenza, con trasporto e amore per l’Arte.

Libri a cura di Paolo Tieto

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VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA

Sette dodicenni padovani su 10 usano internet almeno una volta alla settimana, uno su quattro naviga in rete ogni giorno. E’ questa la situazione che emerge dal

primo rapporto sui giovani e il web fotografato dalla Fonda-zione Emanuela Zancan.

I dati emergono dallo studio longitudinale Crescere cu-rato proprio dalla Fondazione in collaborazione con la Fon-dazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, 80 Comuni della provincia di Padova, l’Ulss 16 e la Fondazione Città della Speranza. Il progetto, che gode del patrocinio dell’Au-torità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e il sostegno dell’Uffi cio del Pubblico Tutore dei minori del Veneto, punta al tracciamento dei cambiamenti nei confronti delle nuove tecnologie nel mondo degli adolescenti che diverranno veri e propri protagonisti della ricerca attraverso una serie di intervi-ste che verranno poste loro nel corso degli anni. Lo studio si propone di raggiungere un migliaio di ragazzi della provincia di Padova e le loro famiglie, accompagnandoli in un percorso di monitoraggio dagli 11 ai 18 anni. In questo modo si potrà ottenere uno sguardo a 360 gradi sul loro processo di crescita in una fase della vita particolarmente delicata. Il monitorag-gio interessa diversi aspetti della vita dei ragazzi: la salute, l’apprendimento, le relazioni sociali, la vita in famiglia, il rap-porto con le nuove tecnologie, le aspettative per il futuro…

Dai primi dati, calcolati su un sottogruppo di 300 ragaz-

zi dodicenni che frequentano la scuola secondaria inferiore, emerge che quasi tutti hanno un collegamento a internet in casa. Si connettono anche attraverso il cellulare, il tablet o la consolle dei videogames. Quando si trovano davanti al pc, perlopiù svolgono ricerche per la scuola, giocano, ascoltano musica, guardano fi lm, cartoni animati e video musicali. Il 16% ammette di usare social network e il fenomeno è in continuo aumento. Tra i preadolescenti padovani quasi il 90% riferisce di avere amici che li uti-lizzano.

Ma qual è il ruolo che i genitori ri-vestono nella vita tecnologica dei fi gli? Per monitorare le attività online dei loro fi gli i genitori metto-no in atto diverse strategie. La maggior parte impone limiti di tempo o seleziona i siti cui i fi gli possono accedere (61%). Molti specifi cano che la navigazione in rete è permessa sol-tanto in presenza di un adulto. Alcuni vietano espressamente l’uso dei social network. “Il rapporto con la tecnologia, in-ternet e i social network è un aspetto centrale nella vita dei ragazzi di oggi,” spiega il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato . “È tramite un computer che sempre più spesso si costruiscono amicizie e relazioni, si scopre il mondo, ci si svaga e si studia. Per questo sono particolarmente inte-ressanti i dati che lo studio Crescere ci mette a disposizione

per comprendere forse un po’ meglio i nostri ragazzi”.Ma perché è così importante conoscere meglio i gio-

vani di oggi attraverso uno studio che coinvolga le famiglie stesse? Le motivazioni possono essere molteplici ma come spiega la mission dello studio Crescere l’ingresso nelle scuole medie apre una fase della vita dei ragazzi particolarmente

delicata. È il momento delle scoperte, delle amicizie, dell’ingresso nell’adole-scenza, dei confl itti con i genitori, della voglia di crescere in fretta. La ricerca cercherà di dare risposte ai genitori, agli insegnanti, a quanti hanno a cuore la necessità di garantire opportunità per

crescere ai nostri ragazzi.Lo studio Crescere rappresenta una vera e propria inno-

vazione nel panorama italiano. Uno studio longitudinale, che continua nel tempo, non è facile da organizzare e sostenere, ma ha un potenziale immenso, in termini di conoscenza, at-tività di promozione della salute, di prevenzione dei rischi, di monitoraggio dello sviluppo in età evolutiva. “Lo studio ci aiuterà a capire come si studia, si cresce, si affrontano i com-piti di sviluppo, si vive in famiglia, si gestiscono i problemi di apprendimento e di salute, come ci si prepara al lavoro, come si partecipa e si diventa grandi.” Un vero e proprio patrimonio per la formazione e la quotidianità.

di Martina Celegato

Il 70% dei dodicenni padovani si connette almenouna volta alla settimana, e i genitori che fanno?

Rapporto della Fondazione Zancan Monitoraggio dettagliato sull’uso del web

Adolescenti e internet25% in rete ogni giorno

La crisi economica che si aggrava sempre più e la tragedia relativa all’alluvione che ha colpito nel 2011

la provincia padovana ha portato molte famiglie a non riuscire a mantenersi an-che perché proprio a causa dell’alluvione si sono persi beni e posti di lavoro. Una doppia tragedia che ha visto Caritas in-tervenire direttamente per arginare la situazione. Caritas si era occupata della raccolta e distribuzione di 408 mila euro ed ora continua la sua opera attraverso l’attuazione di 22 progetti di inserimento lavorativo per disoccupati residenti nel-le aree dell’alluvione. Il progetto, che coinvolgerà 22 residenti a Casalserugo, Bovolenta, Ponte San Nicolò e Veggiano, i quattro comuni che hanno avuto i peg-giori danni dall’alluvione, sarà fi nanziato da 176 mila euro (per la maggior parte erogati da Caritas).

Dopo l’alluvione

DALLA CARITAS LAVOROPER 22 PERSONE

M.C.

La recente visita del Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri al carcere Due Palazzi di Padova si è rivelato un momento per alcuni aspetti davvero importante visto che si sono affrontate tematiche fondamentali per la gestione del sovraffollamento delle

carceri e ala loro attività rieducativa. Il Ministro ha sottolineato come il governo si stia muovendo per la costruzione di nuovi edifi ci o per il riadattamento di altri come caserme dismesse e similari, che nel 2015 dovrebbero arrivare ad accogliere 10.000 persone in più, per poter dare una nuova dignità e spazio ai carcerati.

Proprio al tema del riadattamento di caserme dismesse il Ministro si è soffermato sottolineando come a San Vito in Tagliamento sia già stato approvato un progetto di questa

tipologia. L’operazione comporta una imponente riduzione delle somme necessarie pari al 50% e tutti i progetti andranno in questa direzione: non nuove costruzioni ma eventuali ampliamenti dove possibile delle carceri esistenti e riutilizzo di altri edifi ci non utilizzati al momento. Il Ministro Cancellieri nell’arco della sua visita a Padova ha affrontato anche le due tematiche chiave del settore ossia il braccialetto elettronico e l’amnistia. Per il primo Cancellieri si è soffermata sul fatto che l’utilizzo del braccialetto è a discrezione del magi-strato che deve decretare se è necessario o meno. Per quanto riguarda l’amnistia invece il Ministro si è limitata a dire come il Parlamento sia Sovrano auspicando che il messaggio del Presidente Napolitano a riguardo trovi il giusto riscontro che merita. M.C.

VISITA AL CARCERE DI PADOVA CANCELLIERI DAI DETENUTI CHE LAVORANO

La maggior partedelle famigliepone dei limitidi tempo e fa unaselezione dei siti

13Spazi Aperti

Il Consorzio Padova Sud si è aggiudicato una menzione speciale nell’ambito del compostaggio. “La Città per il Verde”, il

premio per i Comuni e le Province verdi d’I-talia organizzato dalla casa editrice Il Verde Editoriale di Milano, ha nominato i vincitori della sua quattordicesima edizione, valoriz-zando ancora una volta l’operato delle tante amministrazioni virtuose e attive che hanno deciso di divulgare il loro impegno. Quest’an-no, assoluta novità dell’edizione 2013, è stato istituito il premio speciale “Il Comune più organico”, patrocinato da Assobioplasti-che, Cic – Consorzio italiano compostatori e Conai – Consorzio per il Recupero degli imballaggi, dedicato alle amministrazioni co-munali che si sono distinte per avere attuato sul loro territorio politiche informative e ope-rative rivolte alla fi liera riduzione-recupero-riciclo dei rifi uti biodegradabili e composta-bili. La menzione speciale del premio è stata conferita al Consorzio Padova Sud nell’am-bito della fi era Flormart di Padova. Alla pre-miazione erano presenti i rappresentanti di moltissimi Comuni d’Italia dove la gestione del verde è più virtuosa. Il premio al Consor-zio Padova Sud che comprende 58 Comuni della bassa padovana è stato conferito “per l’elevato numero di Comuni partecipanti che, pur caratterizzati da superfi cie e numero di abitanti molto diversifi cati, grazie all’eccel-lente attività del Consorzio hanno raggiunto risultati di eccellenza ed uniformi su tutto il territorio, segno di una sistematica pratica di ottimizzazione nella gestione dei temi ambientali”. Soddisfatto il Direttore Stefa-

no Tromboni. “I premi come questo sono sempre una grandissima soddisfazione – ha commentato Stefano Tromboni, Direttore del Consorzio Padova Sud – Rappresentano il coronamento e la giusta riconoscenza per tutte le azioni e gli sforzi profusi in questi 15 anni di lavoro intenso. La menzione speciale per “il Comune più organico” va ad aggiun-gersi all’ottimo esito della recente classifi ca relativa ai Comuni Ricicloni di Legambiente dove il nostro Consorzio si è piazzato ai primissimi posti su scala nazionale. La targa che ci è stata consegnata non è solo un bel ricordo da appendere al muro – ha continua-to Tromboni – si tratta piuttosto di un segno forte che ci ricorda come per anni abbiamo lavorato nella giusta direzione: un risultato frutto anche dell’impegno quotidiano di cen-tinaia di migliaia di cittadini che ogni giorno si danno da fare per gestire i rifi uti nel modo più corretto. Un impegno che è sintomo della volontà del nostro territorio di tutelarsi e di proteggere l’ambiente in cui tutti viviamo”.

COMPOSTAGGIO: PD SUD PREMIATO

E.M.

Tromboni ritira il premio

di Emanuele Masiero

L’erba del vicino è sempre più verde. In questo caso è più che mai vero: Padova è maglia nera in Europa sul fron-te dell’ozono. Il capoluogo di provincia nel 2011 ha

registrato 104 giorni di superamenti del limite Ue, seguita da Pavia, Reggio Emilia, Treviso e Parma, Verona e Varese. Un dato che per una volta non ha scosso solo le associazioni ambientaliste. Sapere di respirare l’aria peggiore d’Italia non ha certo fatto piacere ai cittadini padovani. Senza contare che neanche l’hinterland se la passa tanto bene visto che le concentrazioni industriali e commerciali insistono nei Comuni contermini.

“I dati sull’inquinamento da ozono diffusi dall’Agenzia europea dell’ambiente – ha spiegato Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova - vedono Padova maglia nera in Eu-ropa, con 104 giorni di superamenti del limite di legge per la protezione per la salute nel 2011. Gli stessi dati erano stati puntualmente diffusi da Legambiente Padova l’anno stesso. Non è andata molto meglio nel 2012 - spiega l’associazione - in cui si sono verifi cati 90 giorni di superamento del limite dell’ozono. E’ ormai assodato che vanno tenuti in grande considerazione i danni sul lungo periodo provocati da ripetuti

superamenti del citato limite di legge. Nei bambini possono portare ad una riduzione della funzione polmonare e negli adulti accelerano il naturale processo d’invecchiamento della funzione polmonare”. Danni che certamente non passano inosservati e sono tutt’altro che trascurabili. “L’eccessivo smog a Padova è un problema cronico, causato dal massic-cio traffi co veicolare.

L’amministrazione comunale - continua Passi - non può continuare a procrastinare serie misure strutturali e per-manenti di contrasto a traffi co e smog. Bisogna iniziare a lavorare almeno sul controllo e moderazione del traffi co in entrata in città (250 mila spostamenti al giorno). Questo si può fare con l’ecopass o con il sistema dei crediti degli ac-cessi: un monte-accessi gratuiti alla città, superato il quale il “cityuser” deve scegliere se usare mezzi sostenibili (biciclet-ta, trasporto pubblico, carpooling, carsharing) o comprare nuovi accessi, che fi nanzieranno il potenziamento della rete dei trasporti alternativi. Si abbassi inoltre il limite di velocità a 30 km orari in tutta la città per garantire maggiore sicurezza ai pedoni, incentivando così spostamenti senza auto per i percorsi urbani”.

I danni dell’inquinamento da ozono sono molto più pericolosi per i soggetti cardiopatici, anziani e bambini che di fatto risultano i più esposti a questo tipo di degrado. Per quanto riguarda invece le polveri sottili (Pm10), non va mol-to meglio. Ma almeno Padova non è al primo posto e questa volta in “buona” compagnia.

Altre città venete fi gurano tra le più inquinate: Vicenza, con 107 giorni di sforamento, ancora Padova con 93 e Ve-nezia con 85. Volendo trovare una (magra) consolazione è suffi ciente analizzare i dati nazionali. L’Italia detiene anche il record dei livelli di ozono troposferico, segnando valori oltre tre volte più elevati rispetto alla soglia. 23 città italiane sono nei primi 30 posti della classifi ca Ue degli sforamenti del limite per questo inquinante. Nord Italia e Sud della Francia risultano le aree più colpite dall’ozono troposferico, che si forma a seguito delle reazioni fra vari inquinanti provenienti da diverse fonti, come la combustione di carburanti fossili, il trasporto stradale, le raffi nerie, vegetazione, discariche, refl ui, bestiame e incendi. In presenza di caldo e luce solare si scatenano queste reazioni, quindi si tratta di un problema tipico dell’estate, specie nel Sud Europa.

Triste primato europeo con ben 104giorni di sforamento dei limiti, neanchei Comuni vicini se la passano bene

In occasione dell’appena trascor-sa fi era “Casa su misura”, Reali Holding ha tenuto un workshop

presso il proprio stand con fi nalità di confronto e analisi sui nuovi scenari di mercato immobiliare e le stra-tegie vincenti. Alla presenza di un importante affl uenza di operatori di settore, è stato presentato il brand G.A.I.A. Real Estate Gruppo Agenti Immobiliari Autonomi, innovativo Franchising attraverso il quale Reali Holding rilancia un nuovo modello professionale e operativo per le agenzie e gli agenti immobiliari al fi ne di migliorare le dinamiche produttive per il ripristino di effettivi aumenti di compravendite. Grazie alle importanti Partership con fondi im-mobiliari esteri, il Gruppo agisce nell’acquisizione di portafogli immobiliari su scala nazionale da riconsegnare agli affi liati del Network per le successive dismissioni ponendo il focus su un rapporto prodotto/prezzo drasticamente competitivo e bilanciato rispetto ad un reale potere di acquisto del baci-no richiesta. Si ringrazia per l’interessante intervento Gianni Bacco, noto professionista con esperienza trentennale nel settore immobiliare. Si ringrazia inoltre, Sig. Salviato Stefano e fi glio dell’Azienda Salviato Allestimenti di Vigonza (www.salviatoallestimenti.com – [email protected]) per la realizzazione dell’elegante Stand.

NEWS

Alla fi era “Casa su misura” UN WORKSHOP REALI HOLDING ANALISI SUL MERCATO IMMOBILIARE

Inquinamento Non va meglio in altre città del Veneto per quanto riguarda la presenza di polveri sottili

Allarme Ozono, Padova è maglia nera

Page 29: Piovese ott2013 n131

292929Spazi Aperti12

VIAGGIO IN PROVINCIAPADOVA

Sette dodicenni padovani su 10 usano internet almeno una volta alla settimana, uno su quattro naviga in rete ogni giorno. E’ questa la situazione che emerge dal

primo rapporto sui giovani e il web fotografato dalla Fonda-zione Emanuela Zancan.

I dati emergono dallo studio longitudinale Crescere cu-rato proprio dalla Fondazione in collaborazione con la Fon-dazione Cassa di risparmio di Padova e Rovigo, 80 Comuni della provincia di Padova, l’Ulss 16 e la Fondazione Città della Speranza. Il progetto, che gode del patrocinio dell’Au-torità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e il sostegno dell’Uffi cio del Pubblico Tutore dei minori del Veneto, punta al tracciamento dei cambiamenti nei confronti delle nuove tecnologie nel mondo degli adolescenti che diverranno veri e propri protagonisti della ricerca attraverso una serie di intervi-ste che verranno poste loro nel corso degli anni. Lo studio si propone di raggiungere un migliaio di ragazzi della provincia di Padova e le loro famiglie, accompagnandoli in un percorso di monitoraggio dagli 11 ai 18 anni. In questo modo si potrà ottenere uno sguardo a 360 gradi sul loro processo di crescita in una fase della vita particolarmente delicata. Il monitorag-gio interessa diversi aspetti della vita dei ragazzi: la salute, l’apprendimento, le relazioni sociali, la vita in famiglia, il rap-porto con le nuove tecnologie, le aspettative per il futuro…

Dai primi dati, calcolati su un sottogruppo di 300 ragaz-

zi dodicenni che frequentano la scuola secondaria inferiore, emerge che quasi tutti hanno un collegamento a internet in casa. Si connettono anche attraverso il cellulare, il tablet o la consolle dei videogames. Quando si trovano davanti al pc, perlopiù svolgono ricerche per la scuola, giocano, ascoltano musica, guardano fi lm, cartoni animati e video musicali. Il 16% ammette di usare social network e il fenomeno è in continuo aumento. Tra i preadolescenti padovani quasi il 90% riferisce di avere amici che li uti-lizzano.

Ma qual è il ruolo che i genitori ri-vestono nella vita tecnologica dei fi gli? Per monitorare le attività online dei loro fi gli i genitori metto-no in atto diverse strategie. La maggior parte impone limiti di tempo o seleziona i siti cui i fi gli possono accedere (61%). Molti specifi cano che la navigazione in rete è permessa sol-tanto in presenza di un adulto. Alcuni vietano espressamente l’uso dei social network. “Il rapporto con la tecnologia, in-ternet e i social network è un aspetto centrale nella vita dei ragazzi di oggi,” spiega il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato . “È tramite un computer che sempre più spesso si costruiscono amicizie e relazioni, si scopre il mondo, ci si svaga e si studia. Per questo sono particolarmente inte-ressanti i dati che lo studio Crescere ci mette a disposizione

per comprendere forse un po’ meglio i nostri ragazzi”.Ma perché è così importante conoscere meglio i gio-

vani di oggi attraverso uno studio che coinvolga le famiglie stesse? Le motivazioni possono essere molteplici ma come spiega la mission dello studio Crescere l’ingresso nelle scuole medie apre una fase della vita dei ragazzi particolarmente

delicata. È il momento delle scoperte, delle amicizie, dell’ingresso nell’adole-scenza, dei confl itti con i genitori, della voglia di crescere in fretta. La ricerca cercherà di dare risposte ai genitori, agli insegnanti, a quanti hanno a cuore la necessità di garantire opportunità per

crescere ai nostri ragazzi.Lo studio Crescere rappresenta una vera e propria inno-

vazione nel panorama italiano. Uno studio longitudinale, che continua nel tempo, non è facile da organizzare e sostenere, ma ha un potenziale immenso, in termini di conoscenza, at-tività di promozione della salute, di prevenzione dei rischi, di monitoraggio dello sviluppo in età evolutiva. “Lo studio ci aiuterà a capire come si studia, si cresce, si affrontano i com-piti di sviluppo, si vive in famiglia, si gestiscono i problemi di apprendimento e di salute, come ci si prepara al lavoro, come si partecipa e si diventa grandi.” Un vero e proprio patrimonio per la formazione e la quotidianità.

di Martina Celegato

Il 70% dei dodicenni padovani si connette almenouna volta alla settimana, e i genitori che fanno?

Rapporto della Fondazione Zancan Monitoraggio dettagliato sull’uso del web

Adolescenti e internet25% in rete ogni giorno

La crisi economica che si aggrava sempre più e la tragedia relativa all’alluvione che ha colpito nel 2011

la provincia padovana ha portato molte famiglie a non riuscire a mantenersi an-che perché proprio a causa dell’alluvione si sono persi beni e posti di lavoro. Una doppia tragedia che ha visto Caritas in-tervenire direttamente per arginare la situazione. Caritas si era occupata della raccolta e distribuzione di 408 mila euro ed ora continua la sua opera attraverso l’attuazione di 22 progetti di inserimento lavorativo per disoccupati residenti nel-le aree dell’alluvione. Il progetto, che coinvolgerà 22 residenti a Casalserugo, Bovolenta, Ponte San Nicolò e Veggiano, i quattro comuni che hanno avuto i peg-giori danni dall’alluvione, sarà fi nanziato da 176 mila euro (per la maggior parte erogati da Caritas).

Dopo l’alluvione

DALLA CARITAS LAVOROPER 22 PERSONE

M.C.

La recente visita del Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri al carcere Due Palazzi di Padova si è rivelato un momento per alcuni aspetti davvero importante visto che si sono affrontate tematiche fondamentali per la gestione del sovraffollamento delle

carceri e ala loro attività rieducativa. Il Ministro ha sottolineato come il governo si stia muovendo per la costruzione di nuovi edifi ci o per il riadattamento di altri come caserme dismesse e similari, che nel 2015 dovrebbero arrivare ad accogliere 10.000 persone in più, per poter dare una nuova dignità e spazio ai carcerati.

Proprio al tema del riadattamento di caserme dismesse il Ministro si è soffermato sottolineando come a San Vito in Tagliamento sia già stato approvato un progetto di questa

tipologia. L’operazione comporta una imponente riduzione delle somme necessarie pari al 50% e tutti i progetti andranno in questa direzione: non nuove costruzioni ma eventuali ampliamenti dove possibile delle carceri esistenti e riutilizzo di altri edifi ci non utilizzati al momento. Il Ministro Cancellieri nell’arco della sua visita a Padova ha affrontato anche le due tematiche chiave del settore ossia il braccialetto elettronico e l’amnistia. Per il primo Cancellieri si è soffermata sul fatto che l’utilizzo del braccialetto è a discrezione del magi-strato che deve decretare se è necessario o meno. Per quanto riguarda l’amnistia invece il Ministro si è limitata a dire come il Parlamento sia Sovrano auspicando che il messaggio del Presidente Napolitano a riguardo trovi il giusto riscontro che merita. M.C.

VISITA AL CARCERE DI PADOVA CANCELLIERI DAI DETENUTI CHE LAVORANO

La maggior partedelle famigliepone dei limitidi tempo e fa unaselezione dei siti

13Spazi Aperti

Il Consorzio Padova Sud si è aggiudicato una menzione speciale nell’ambito del compostaggio. “La Città per il Verde”, il

premio per i Comuni e le Province verdi d’I-talia organizzato dalla casa editrice Il Verde Editoriale di Milano, ha nominato i vincitori della sua quattordicesima edizione, valoriz-zando ancora una volta l’operato delle tante amministrazioni virtuose e attive che hanno deciso di divulgare il loro impegno. Quest’an-no, assoluta novità dell’edizione 2013, è stato istituito il premio speciale “Il Comune più organico”, patrocinato da Assobioplasti-che, Cic – Consorzio italiano compostatori e Conai – Consorzio per il Recupero degli imballaggi, dedicato alle amministrazioni co-munali che si sono distinte per avere attuato sul loro territorio politiche informative e ope-rative rivolte alla fi liera riduzione-recupero-riciclo dei rifi uti biodegradabili e composta-bili. La menzione speciale del premio è stata conferita al Consorzio Padova Sud nell’am-bito della fi era Flormart di Padova. Alla pre-miazione erano presenti i rappresentanti di moltissimi Comuni d’Italia dove la gestione del verde è più virtuosa. Il premio al Consor-zio Padova Sud che comprende 58 Comuni della bassa padovana è stato conferito “per l’elevato numero di Comuni partecipanti che, pur caratterizzati da superfi cie e numero di abitanti molto diversifi cati, grazie all’eccel-lente attività del Consorzio hanno raggiunto risultati di eccellenza ed uniformi su tutto il territorio, segno di una sistematica pratica di ottimizzazione nella gestione dei temi ambientali”. Soddisfatto il Direttore Stefa-

no Tromboni. “I premi come questo sono sempre una grandissima soddisfazione – ha commentato Stefano Tromboni, Direttore del Consorzio Padova Sud – Rappresentano il coronamento e la giusta riconoscenza per tutte le azioni e gli sforzi profusi in questi 15 anni di lavoro intenso. La menzione speciale per “il Comune più organico” va ad aggiun-gersi all’ottimo esito della recente classifi ca relativa ai Comuni Ricicloni di Legambiente dove il nostro Consorzio si è piazzato ai primissimi posti su scala nazionale. La targa che ci è stata consegnata non è solo un bel ricordo da appendere al muro – ha continua-to Tromboni – si tratta piuttosto di un segno forte che ci ricorda come per anni abbiamo lavorato nella giusta direzione: un risultato frutto anche dell’impegno quotidiano di cen-tinaia di migliaia di cittadini che ogni giorno si danno da fare per gestire i rifi uti nel modo più corretto. Un impegno che è sintomo della volontà del nostro territorio di tutelarsi e di proteggere l’ambiente in cui tutti viviamo”.

COMPOSTAGGIO: PD SUD PREMIATO

E.M.

Tromboni ritira il premio

di Emanuele Masiero

L’erba del vicino è sempre più verde. In questo caso è più che mai vero: Padova è maglia nera in Europa sul fron-te dell’ozono. Il capoluogo di provincia nel 2011 ha

registrato 104 giorni di superamenti del limite Ue, seguita da Pavia, Reggio Emilia, Treviso e Parma, Verona e Varese. Un dato che per una volta non ha scosso solo le associazioni ambientaliste. Sapere di respirare l’aria peggiore d’Italia non ha certo fatto piacere ai cittadini padovani. Senza contare che neanche l’hinterland se la passa tanto bene visto che le concentrazioni industriali e commerciali insistono nei Comuni contermini.

“I dati sull’inquinamento da ozono diffusi dall’Agenzia europea dell’ambiente – ha spiegato Lucio Passi, portavoce di Legambiente Padova - vedono Padova maglia nera in Eu-ropa, con 104 giorni di superamenti del limite di legge per la protezione per la salute nel 2011. Gli stessi dati erano stati puntualmente diffusi da Legambiente Padova l’anno stesso. Non è andata molto meglio nel 2012 - spiega l’associazione - in cui si sono verifi cati 90 giorni di superamento del limite dell’ozono. E’ ormai assodato che vanno tenuti in grande considerazione i danni sul lungo periodo provocati da ripetuti

superamenti del citato limite di legge. Nei bambini possono portare ad una riduzione della funzione polmonare e negli adulti accelerano il naturale processo d’invecchiamento della funzione polmonare”. Danni che certamente non passano inosservati e sono tutt’altro che trascurabili. “L’eccessivo smog a Padova è un problema cronico, causato dal massic-cio traffi co veicolare.

L’amministrazione comunale - continua Passi - non può continuare a procrastinare serie misure strutturali e per-manenti di contrasto a traffi co e smog. Bisogna iniziare a lavorare almeno sul controllo e moderazione del traffi co in entrata in città (250 mila spostamenti al giorno). Questo si può fare con l’ecopass o con il sistema dei crediti degli ac-cessi: un monte-accessi gratuiti alla città, superato il quale il “cityuser” deve scegliere se usare mezzi sostenibili (biciclet-ta, trasporto pubblico, carpooling, carsharing) o comprare nuovi accessi, che fi nanzieranno il potenziamento della rete dei trasporti alternativi. Si abbassi inoltre il limite di velocità a 30 km orari in tutta la città per garantire maggiore sicurezza ai pedoni, incentivando così spostamenti senza auto per i percorsi urbani”.

I danni dell’inquinamento da ozono sono molto più pericolosi per i soggetti cardiopatici, anziani e bambini che di fatto risultano i più esposti a questo tipo di degrado. Per quanto riguarda invece le polveri sottili (Pm10), non va mol-to meglio. Ma almeno Padova non è al primo posto e questa volta in “buona” compagnia.

Altre città venete fi gurano tra le più inquinate: Vicenza, con 107 giorni di sforamento, ancora Padova con 93 e Ve-nezia con 85. Volendo trovare una (magra) consolazione è suffi ciente analizzare i dati nazionali. L’Italia detiene anche il record dei livelli di ozono troposferico, segnando valori oltre tre volte più elevati rispetto alla soglia. 23 città italiane sono nei primi 30 posti della classifi ca Ue degli sforamenti del limite per questo inquinante. Nord Italia e Sud della Francia risultano le aree più colpite dall’ozono troposferico, che si forma a seguito delle reazioni fra vari inquinanti provenienti da diverse fonti, come la combustione di carburanti fossili, il trasporto stradale, le raffi nerie, vegetazione, discariche, refl ui, bestiame e incendi. In presenza di caldo e luce solare si scatenano queste reazioni, quindi si tratta di un problema tipico dell’estate, specie nel Sud Europa.

Triste primato europeo con ben 104giorni di sforamento dei limiti, neanchei Comuni vicini se la passano bene

In occasione dell’appena trascor-sa fi era “Casa su misura”, Reali Holding ha tenuto un workshop

presso il proprio stand con fi nalità di confronto e analisi sui nuovi scenari di mercato immobiliare e le stra-tegie vincenti. Alla presenza di un importante affl uenza di operatori di settore, è stato presentato il brand G.A.I.A. Real Estate Gruppo Agenti Immobiliari Autonomi, innovativo Franchising attraverso il quale Reali Holding rilancia un nuovo modello professionale e operativo per le agenzie e gli agenti immobiliari al fi ne di migliorare le dinamiche produttive per il ripristino di effettivi aumenti di compravendite. Grazie alle importanti Partership con fondi im-mobiliari esteri, il Gruppo agisce nell’acquisizione di portafogli immobiliari su scala nazionale da riconsegnare agli affi liati del Network per le successive dismissioni ponendo il focus su un rapporto prodotto/prezzo drasticamente competitivo e bilanciato rispetto ad un reale potere di acquisto del baci-no richiesta. Si ringrazia per l’interessante intervento Gianni Bacco, noto professionista con esperienza trentennale nel settore immobiliare. Si ringrazia inoltre, Sig. Salviato Stefano e fi glio dell’Azienda Salviato Allestimenti di Vigonza (www.salviatoallestimenti.com – [email protected]) per la realizzazione dell’elegante Stand.

NEWS

Alla fi era “Casa su misura” UN WORKSHOP REALI HOLDING ANALISI SUL MERCATO IMMOBILIARE

Inquinamento Non va meglio in altre città del Veneto per quanto riguarda la presenza di polveri sottili

Allarme Ozono, Padova è maglia nera

Page 30: Piovese ott2013 n131

30 Mondo scuola3030 Mondo scuola 15Mondo scuola

E’ ormai giunta alla sedicesima edi-zione Exposcuola, la manifestazione totalmente dedicata al mondo dell’i-

struzione in tutte le sue sfaccettature. Nei quattro giorni della manifestazione gli spazi di Padova Fiere sono diventati il punto di incontro fra studenti ed aspiranti tali delle scuole superiori, post diploma e professiona-li sottolineando ormai l’importanza e l’autorevolezza che l’evento ha guadagnato in tanti anni di attività.

Cuore della manifestazione è stato Padova Orienta, uno spazio interamente dedicato agli allievi di scuola secondaria di primo grado che hanno potuto entrare in contatto con operatori e docenti di tutti gli istituti superiori operanti nel territorio e

conoscere le varie materie e relativi indirizzi formativi, le peculiarità di ogni singola strut-tura e gli eventuali sbocchi professionali post diploma. A completare l’offerta orientativa sono stati proposti numerosi workshop per

animare le attività e per mettere in pratica le tematiche trattate che hanno reso partecipi gli alunni e contribuito in maniera creativa ad una scelta così impor-

tante nel percorso formativo di una persona.Sempre per quanto riguarda l’orienta-

mento formativo anche nell’edizione 2013 di Exposcuola ha trovato spazio il Corner Orientamento dove alcuni tecnici ed esperti del settore hanno risposto ai dubbi di stu-denti e famiglie a riguardo della formazione superiore e dove era presente materiale in-

formativo da cui trarre preziose informazioni a riguardo. Il Corner Orientamento è stato curato dalla Provincia di Padova, settore Pubblica Istruzione e dall’Università di Pa-dova, un’iniziativa che come nelle passate edizioni in cui era stato proposto ha riscosso partecipazione e interesse.

Ma non di solo orientamento si è par-lato durante Exposcuola che al contrario ha sottolineato nuovamente la sua importanza come luogo privilegiato di incontro e scam-bio sui temi di maggiore attualità inerenti al mondo dell’istruzione, senza tralasciare ma anzi analizzando il contesto scoiale in cui si va ad inserire ed operare.

Tavoli di incontro hanno infatti affronta-to varie tematiche come ad esempio scuola e innovazione, per fare il punto sulla riforma digitale e i suoi percorsi funzionali e miglio-rativi nel servizio scolastico veneto. Si è par-

lato e discusso anche di edilizia scolastica, un settore ancora in continua evoluzione ma che non manca di destare interesse e curiosità soprattutto da parte degli studenti.

Ragazze e ragazzi delle Consulte, gli organismi istituzionali di rappresentanza studentesca, si sono interrogati sul concet-to di speranza in epoca di crisi, e saranno chiamati a confrontarsi sull’educazione alle differenze di genere.

Ampio spazio è stato inoltre dedicato alla promozione alla lettura, con la presen-za di alcuni editori veneti e nazionali, con un caffè letterario dove incontrare scrittori e idee, e un’area per lo scambio gratuito di libri.

Si è consolidata inoltre la sinergia di Exposcuola con altre due iniziative legate ai giovani e alle famiglie ossia Job Meeting Padova e La città del Gioco e una intera

giornata è stata dedicata all’orientamento al lavoro e alla formazione post-diploma e post-laurea, con incontri e seminari a cui hanno partecipato rappresentanti di aziende nazionali e internazionali.

Da venerdì 8 a domenica 10 novembre bambine e bambini dai 3 agli 11 anni sono stati invece protagonisti a Sglup! La città del gioco, un ampio spazio fi eristico a loro de-dicato dove educatori qualifi cati hanno pro-posto percorsi e attività ludo-didattiche pen-sate per sperimentare, costruire e conoscere il mondo attraverso il gioco, la manualità e il divertimento.

Partner di Exposcuola sono stati la Re-gione Veneto, l’Uffi cio scolastico regionale del Veneto, la Provincia di Padova, il Comu-ne di Padova, la Camera di Commercio di Padova, il Network delle Università italiane, l’Università di Padova.

Tecnici ed esperti hanno risposto alle domandedei giovani e delle loro famiglie sulla formazione

Exposcuola a Padova Fiere Punto d’incontro fra studenti e istituti padovani

Dalla scuola al lavorol’orientamento è utile

Gli studenti padovani in Fiera per Exposcuoladi Martina Celegato

Non sono mancate le attività didattichee di giocoper i più piccoli

16 Il personaggio

Ad appena vent’anni Andrea Barbetta di Sant’Elena ha scelto di diventare imprenditore agricolo unendo le due

aziende agricole dei nonni. A 22 anni ha coronato gli studi con la laurea in scienze e tecniche agrarie, alternando lo studio al lavoro. Ora che di anni ne ha 23, è chia-mato a rappresentare i giovani agricoltori di Coldiretti Veneto, oltre mille coetanei che condividono la stessa passione per la terra. E’ lui il nuovo presidente di Giovani Impresa, l’organo di rappresentanza dell’associazione che raggruppa tutti gli associati “under 30”

Andrea Barbetta si era già messo in luce nel 2011 conquistando il titolo re-gionale del concorso “Oscar Green” nella categoria “In-Generation”, riservata alle giovani imprese che si sono distinte per la capacità di generare nuove idee. Andrea in questo periodo dell’anno è impegnato in campagna anche come perito per la stima dei danni alle colture da grandine e altre av-versità atmosferiche per conto delle compa-gnie assicurative. Per perfezionare l’inglese ha trascorso un periodo di studi a Londra. Inoltre ha approfondito le proprie conoscen-ze informatiche nell’uso di software di pro-gettazione e pianifi cazione territoriale. Ha

partecipato a diverse attività formative, fra le quali il percorso su “Ambiente ed energia a sostegno della fi liera agricola italiana”. In-namorato della sua terra, Andrea scommette in prima persona nel futuro dell’agricoltura: “Voglio condividere con le delegazioni pro-vinciali i punti programmatici – sono le sue prime parole da neo presidente - e mettere insieme proposte per il prossimo futuro. Fon-damentale sarà la formazione dei giovani agricoltori”.

Il profi lo di Andrea rispecchia esattamen-te questa nuova generazione che ha scelto la campagna come mestiere e scommessa di vita. Sono gli alfi eri dell’agricoltura 2.0, quella che affi anca alla coltivazione le inizia-tive a servizio della società civile e delle isti-tuzioni: come la fattoria didattica e sociale, gli accordi con le amministrazione pubbliche per il mantenimento del verde, la vendita diretta al consumatore, quella che fa dei contadini degli ambasciatori dei propri pro-dotti e degli entusiasti custodi dell’ambiente in cui vivono e lavorano. Imprenditori a tutto tondo che usano con disinvoltura i nuovi me-dia, sono impegnati e attenti alle necessità del territorio in cui vivono. C’è chi prosegue l’attività di famiglia sperimentando nuove

strade e chi si innamora dei campi senza una storia rurale alle spalle.

Sempre nel padovano brilla l’iniziativa di due giovani donne, Claudia Giuliani e Margherita Ragazzi, amanti degli animali e della natura, che da due anni conducono la fattoria didattica “Ragazzi a quattro zam-pe” di Due Carrare. Un’attività che si è fatta conoscere e apprezzare per l’intensa attività con i ragazzi, in particolare con i disabili e le loro famiglie, ma anche per l’accoglienza dei cani e di altri animali e per le lezioni all’a-perto con centinaia di studenti, entusiasti di trascorrere una giornata a tutta natura. La fattoria “Ragazzi a quattro zampe” propo-ne numerose attività e occasioni per stare a contatto con gli animali, ideate direttamente da Claudia e Margherita, operatrici per l’in-fanzia e specializzate in zooantropologia didattica.

Organizzano visite per le scuole per far conoscere ai ragazzi gli animali, le loro abitudini, il loro modo di vivere. Numerosi i laboratori: dall’uovo al pulcino, il mio pri-mo formaggio, l’orto prende vita. L’azienda offre anche un servizio di pensione per cani durante tutto il corso dell’anno.

Supportate da uno staff di volontari, le

di Emanuele Masiero

Giovani imprenditori in agricoltura Barbetta ha ridato nuova vita all’azienda dei nonni, a Due Carrare animali a portata di bambino

Andrea, Claudia e Margherita: idee verdi

Claudia e Margherita con il diploma del premio Oscar GreenAccanto a loro al centro Andrea Barbetta con altri giovani

titolari ospitano in fattoria gruppi di ragazzi diversamente abili per attività di pet-therapy.

“Ammirando la passeggiata delle oche libere nel Biancolino – raccontano Claudia e Margherita - o assistendo alla passeggia-ta di Mina la maialina con i suoi cuccioli, guardando pony asini e cavalli al pascolo, seguendo l’evoluzione dell’orto ed apprez-zando il cambiamento delle stagioni, si ottengono risultati alle volte imprevedibili. Anche il sostegno ai vari centri estivi di tutta la provincia e’ stato un successo. Questa estate più di 800 ragazzini hanno apprez-

zato i laboratori con le verdure piuttosto che la creazione di spaventapasseri o l’attribu-zione della patente asinina”.

Particolare successo ha riscosso il per-corso della terra, dal seme sino al frutto, per far conoscere e incoraggiare un’alimenta-zione sana e a Km 0.

Cresce di giorno in giorno anche la co-munità virtuale della fattora con oltre 1.300 amici della pagina facebook ragazziaquat-trozampe.it che in poco più di un anno si sono affezionati alle iniziative delle due imprenditrici.

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15Mondo scuola

E’ ormai giunta alla sedicesima edi-zione Exposcuola, la manifestazione totalmente dedicata al mondo dell’i-

struzione in tutte le sue sfaccettature. Nei quattro giorni della manifestazione gli spazi di Padova Fiere sono diventati il punto di incontro fra studenti ed aspiranti tali delle scuole superiori, post diploma e professiona-li sottolineando ormai l’importanza e l’autorevolezza che l’evento ha guadagnato in tanti anni di attività.

Cuore della manifestazione è stato Padova Orienta, uno spazio interamente dedicato agli allievi di scuola secondaria di primo grado che hanno potuto entrare in contatto con operatori e docenti di tutti gli istituti superiori operanti nel territorio e

conoscere le varie materie e relativi indirizzi formativi, le peculiarità di ogni singola strut-tura e gli eventuali sbocchi professionali post diploma. A completare l’offerta orientativa sono stati proposti numerosi workshop per

animare le attività e per mettere in pratica le tematiche trattate che hanno reso partecipi gli alunni e contribuito in maniera creativa ad una scelta così impor-

tante nel percorso formativo di una persona.Sempre per quanto riguarda l’orienta-

mento formativo anche nell’edizione 2013 di Exposcuola ha trovato spazio il Corner Orientamento dove alcuni tecnici ed esperti del settore hanno risposto ai dubbi di stu-denti e famiglie a riguardo della formazione superiore e dove era presente materiale in-

formativo da cui trarre preziose informazioni a riguardo. Il Corner Orientamento è stato curato dalla Provincia di Padova, settore Pubblica Istruzione e dall’Università di Pa-dova, un’iniziativa che come nelle passate edizioni in cui era stato proposto ha riscosso partecipazione e interesse.

Ma non di solo orientamento si è par-lato durante Exposcuola che al contrario ha sottolineato nuovamente la sua importanza come luogo privilegiato di incontro e scam-bio sui temi di maggiore attualità inerenti al mondo dell’istruzione, senza tralasciare ma anzi analizzando il contesto scoiale in cui si va ad inserire ed operare.

Tavoli di incontro hanno infatti affronta-to varie tematiche come ad esempio scuola e innovazione, per fare il punto sulla riforma digitale e i suoi percorsi funzionali e miglio-rativi nel servizio scolastico veneto. Si è par-

lato e discusso anche di edilizia scolastica, un settore ancora in continua evoluzione ma che non manca di destare interesse e curiosità soprattutto da parte degli studenti.

Ragazze e ragazzi delle Consulte, gli organismi istituzionali di rappresentanza studentesca, si sono interrogati sul concet-to di speranza in epoca di crisi, e saranno chiamati a confrontarsi sull’educazione alle differenze di genere.

Ampio spazio è stato inoltre dedicato alla promozione alla lettura, con la presen-za di alcuni editori veneti e nazionali, con un caffè letterario dove incontrare scrittori e idee, e un’area per lo scambio gratuito di libri.

Si è consolidata inoltre la sinergia di Exposcuola con altre due iniziative legate ai giovani e alle famiglie ossia Job Meeting Padova e La città del Gioco e una intera

giornata è stata dedicata all’orientamento al lavoro e alla formazione post-diploma e post-laurea, con incontri e seminari a cui hanno partecipato rappresentanti di aziende nazionali e internazionali.

Da venerdì 8 a domenica 10 novembre bambine e bambini dai 3 agli 11 anni sono stati invece protagonisti a Sglup! La città del gioco, un ampio spazio fi eristico a loro de-dicato dove educatori qualifi cati hanno pro-posto percorsi e attività ludo-didattiche pen-sate per sperimentare, costruire e conoscere il mondo attraverso il gioco, la manualità e il divertimento.

Partner di Exposcuola sono stati la Re-gione Veneto, l’Uffi cio scolastico regionale del Veneto, la Provincia di Padova, il Comu-ne di Padova, la Camera di Commercio di Padova, il Network delle Università italiane, l’Università di Padova.

Tecnici ed esperti hanno risposto alle domandedei giovani e delle loro famiglie sulla formazione

Exposcuola a Padova Fiere Punto d’incontro fra studenti e istituti padovani

Dalla scuola al lavorol’orientamento è utile

Gli studenti padovani in Fiera per Exposcuoladi Martina Celegato

Non sono mancate le attività didattichee di giocoper i più piccoli

16 Il personaggio

Ad appena vent’anni Andrea Barbetta di Sant’Elena ha scelto di diventare imprenditore agricolo unendo le due

aziende agricole dei nonni. A 22 anni ha coronato gli studi con la laurea in scienze e tecniche agrarie, alternando lo studio al lavoro. Ora che di anni ne ha 23, è chia-mato a rappresentare i giovani agricoltori di Coldiretti Veneto, oltre mille coetanei che condividono la stessa passione per la terra. E’ lui il nuovo presidente di Giovani Impresa, l’organo di rappresentanza dell’associazione che raggruppa tutti gli associati “under 30”

Andrea Barbetta si era già messo in luce nel 2011 conquistando il titolo re-gionale del concorso “Oscar Green” nella categoria “In-Generation”, riservata alle giovani imprese che si sono distinte per la capacità di generare nuove idee. Andrea in questo periodo dell’anno è impegnato in campagna anche come perito per la stima dei danni alle colture da grandine e altre av-versità atmosferiche per conto delle compa-gnie assicurative. Per perfezionare l’inglese ha trascorso un periodo di studi a Londra. Inoltre ha approfondito le proprie conoscen-ze informatiche nell’uso di software di pro-gettazione e pianifi cazione territoriale. Ha

partecipato a diverse attività formative, fra le quali il percorso su “Ambiente ed energia a sostegno della fi liera agricola italiana”. In-namorato della sua terra, Andrea scommette in prima persona nel futuro dell’agricoltura: “Voglio condividere con le delegazioni pro-vinciali i punti programmatici – sono le sue prime parole da neo presidente - e mettere insieme proposte per il prossimo futuro. Fon-damentale sarà la formazione dei giovani agricoltori”.

Il profi lo di Andrea rispecchia esattamen-te questa nuova generazione che ha scelto la campagna come mestiere e scommessa di vita. Sono gli alfi eri dell’agricoltura 2.0, quella che affi anca alla coltivazione le inizia-tive a servizio della società civile e delle isti-tuzioni: come la fattoria didattica e sociale, gli accordi con le amministrazione pubbliche per il mantenimento del verde, la vendita diretta al consumatore, quella che fa dei contadini degli ambasciatori dei propri pro-dotti e degli entusiasti custodi dell’ambiente in cui vivono e lavorano. Imprenditori a tutto tondo che usano con disinvoltura i nuovi me-dia, sono impegnati e attenti alle necessità del territorio in cui vivono. C’è chi prosegue l’attività di famiglia sperimentando nuove

strade e chi si innamora dei campi senza una storia rurale alle spalle.

Sempre nel padovano brilla l’iniziativa di due giovani donne, Claudia Giuliani e Margherita Ragazzi, amanti degli animali e della natura, che da due anni conducono la fattoria didattica “Ragazzi a quattro zam-pe” di Due Carrare. Un’attività che si è fatta conoscere e apprezzare per l’intensa attività con i ragazzi, in particolare con i disabili e le loro famiglie, ma anche per l’accoglienza dei cani e di altri animali e per le lezioni all’a-perto con centinaia di studenti, entusiasti di trascorrere una giornata a tutta natura. La fattoria “Ragazzi a quattro zampe” propo-ne numerose attività e occasioni per stare a contatto con gli animali, ideate direttamente da Claudia e Margherita, operatrici per l’in-fanzia e specializzate in zooantropologia didattica.

Organizzano visite per le scuole per far conoscere ai ragazzi gli animali, le loro abitudini, il loro modo di vivere. Numerosi i laboratori: dall’uovo al pulcino, il mio pri-mo formaggio, l’orto prende vita. L’azienda offre anche un servizio di pensione per cani durante tutto il corso dell’anno.

Supportate da uno staff di volontari, le

di Emanuele Masiero

Giovani imprenditori in agricoltura Barbetta ha ridato nuova vita all’azienda dei nonni, a Due Carrare animali a portata di bambino

Andrea, Claudia e Margherita: idee verdi

Claudia e Margherita con il diploma del premio Oscar GreenAccanto a loro al centro Andrea Barbetta con altri giovani

titolari ospitano in fattoria gruppi di ragazzi diversamente abili per attività di pet-therapy.

“Ammirando la passeggiata delle oche libere nel Biancolino – raccontano Claudia e Margherita - o assistendo alla passeggia-ta di Mina la maialina con i suoi cuccioli, guardando pony asini e cavalli al pascolo, seguendo l’evoluzione dell’orto ed apprez-zando il cambiamento delle stagioni, si ottengono risultati alle volte imprevedibili. Anche il sostegno ai vari centri estivi di tutta la provincia e’ stato un successo. Questa estate più di 800 ragazzini hanno apprez-

zato i laboratori con le verdure piuttosto che la creazione di spaventapasseri o l’attribu-zione della patente asinina”.

Particolare successo ha riscosso il per-corso della terra, dal seme sino al frutto, per far conoscere e incoraggiare un’alimenta-zione sana e a Km 0.

Cresce di giorno in giorno anche la co-munità virtuale della fattora con oltre 1.300 amici della pagina facebook ragazziaquat-trozampe.it che in poco più di un anno si sono affezionati alle iniziative delle due imprenditrici.

313131Personaggio

Page 32: Piovese ott2013 n131

17Cultura provinciale

La collezione dei Musei Civici si arric-chisce ancora. Gli eredi dello scultore e medaglista Luciano Mercante - i

fratelli Giuseppe, Carlo e Mario Mercante, unitamente alla signora Gabriella Vitello Mercante – hanno fatto dono alla cittadi-nanza di un cospicuo numero di opere in grado di illustrare compiutamente la valida personalità dell’artista e creare un vincolo di conservazione e valorizzazione.

Le nuove acquisizioni saranno esposte alla cittadinanza in una mostra allestita a Palazzo Zuckermann, fi no al 24 novembre, in ideale continuità con la fortunata “No-vecento in medaglia”, del 2006, organiz-zata in occasione del precedente lascito di medaglie e placchette di Mercante, che ne avevano fatto apprezzare l’opera incisoria.

Le sculture, che arricchiranno il Museo d’Arte, rappresentano una valida documen-tazione di un processo creativo che dal gesso preparatorio porta alla fusione in bronzo; mentre le medaglie e le placchette, con i modelli preparatori in gesso, destinate

al Museo Bottacin, contribuiranno ad am-pliare la ricca collezione medaglistica del Novecento.

Originario di Cittadella, dopo essersi di-plomato in Disegno Architettonico a Siena, Luciano Mercante si trasferì a Roma dove, tra il 1924 e il 1927, frequentò la Scuola d’Arte della Medaglia scoprendo la sua vo-cazione di medaglista perché, come ebbe a scrivere, nella piccola dimensione della circonferenza aveva “sentito di non avere vincoli alla possibilità di espressione”. Il suo lavoro, dunque, può essere racchiuso tra la scultura e la fusione-coniazione. Par-tendo da una formazione accademica ricca di reminiscenze classiche e non priva di echi del primo Novecento, acquisì uno stile personale, sensibile alle migliori espressioni dell’arte in Italia, in particolare degli anni trenta del XX secolo. Apprezzò i futuristi e i moduli propri del cubismo. La sua produ-zione fu scandita da un contenuto realismo scultoreo, da attenzione agli intenti cele-brativi messi in voga dal regime di quegli

anni e da un rinnovato repertorio iconogra-fi co che, senza tralasciare la ritrattistica, accolse nuovi temi e motivi.

Nella medaglia, con spirito fortemente innovativo, raffi gurò il lavoro nella sua va-ria articolazione, gli sport, il dramma della guerra. Negli anni cinquanta e sessanta del Novecento rinnovò la ricerca stilistica e tematica realizzando opere di carattere religioso e introspettivo.

Pur non raggiungendo i massimi livelli di notorietà, forse per una sua ritrosia a lavorare su commissione, riscosse in più occasioni l’apprezzamento delle critica e in-viti a esporre al più alto livello, ad esempio a numerose Biennali d’Arte a Venezia, alla Quadriennale di Roma e in varie manifesta-zioni riservate alla medaglia d’Arte a Parigi, Londra, Berlino, Amsterdam, Washington, Madrid.

Fino al 24 novembre sono tutte esposte a Palazzo Zuckermann,un grande lascito per la cultura

Padova Gli eredi dello scultore e medaglista hanno donato alla città una ricca e interessante collezione

Mercante dona opere ai Musei

A sinistra l’autoritratto di Luciano Mercante e a destra un gesso

Arte e follia. Un binomio che attraversa i secoli arrivando fi no alla contempora-neità, che tocca al contempo il mistero

della creazione artistica e quello della mente umana nelle sue più oscure declinazioni. La mostra “Furere. Tra follia e onirico”, in esposizione alla Galleria Cavour a Padova dal 24 novembre al 6 gennaio, propone un lungo percorso di 40 opere che indaga la tematica partendo dai laboratori di arte intesa come supporto alla terapia per arrivare sino alle opere di artisti del calibro di Ligabue, Dalì, Ernst, Bacon, Nistch, Brus, e altri artisti internazionali, oltre alle giovani promesse dell’arte contemporanea. La mostra sarà affi ancata da conferenze sul tema, tra le quali quella del professor Carlo Fumian su “Guerra: follia o stragia” del 20 dicembre alle 18, e altre realizzate in collaborazione con il dipartimento di salute mentale dell’Ulss 16 e dell’azienda ospedaliera.

LA MOSTRA

L.O.

Arte e folliaattaverso il sogno

L’immagine dell’esposizionedi Laura Organte

Ospedaletto Euganeo Concorso cortometraggi con grandi nomi

Oltre cinquanta corti arrivati da tutta Italia, tredici fi nalisti per tre serate di premiazione alla presenza di decine

di appassionati. E’ un successo inaspetta-to ma meritato quello di “Cortincontri”, il primo concorso nazionale di cortometraggi organizzato dall’associazione Non Siamo Santi e dal patronato Guido Negri di Ospeda-letto Euganeo. La rassegna ha avuto il suo clou dal 17 al 19 ottobre, data in cui sono state proiettate le pellicole fi naliste e in cui sono stati consegnati i vari premi. Alla se-rata fi nale hanno partecipato nomi di tutto rilievo del mondo dei corti italiani, a partire dal regista Marco Bolla, già candidato al David di Donatello nel 2012, a Giancarlo Pidutti, vicepresidente di Sanremo Cinema.

Il premio per il miglior cortometraggio è andato a “Carlo e Clara” di Giulio Ma-stromauro, che pur non potendo presenzia-re alla premiazione ha inviato un simpati-co videomessaggio per ringraziare giurati e platea. La migliore fotografi a è andata a Filippo Silvestris con il cortometraggio “Oroverde”, già vincitore dell’importante “Ischia Film Festival” e tra le opere che più hanno toccato il cuore e lo spirito dei presenti e degli addetti ai lavori. Non a caso, “Oroverde” ha ottenuto anche la menzione speciale per l’eccellente rico-

struzione storica. La migliore sceneggiatu-ra è stata quella de “La Visita”, corto di Matteo Contin e Marco Bolla che vedeva tra gli interpreti la nota attrice Erica Blanc, fi gura che pare essersi proposta per fare da madrina alla rassegna nella prossima edizione.

La migliore attrice è stata ritenuta la giovanissima Rebecca Metcalf, ragazzina protagonista di “Oroverde” che ha vinto il premio per la migliore attrice. La migliore fi gura maschile è stata invece quella di Va-lerio Malorni in “Pre carità”, corto che si è meritato anche il premio del pubblico. Gli

altri due premi, la miglior regia e il premio speciale della giuria (presieduta da Luca Settimo), sono andati infi ne a Riccardo di Gerlando (“L’amore incompreso”) e a Luca Siron, regista di “Cristina”.

Le serate di premiazione sono sta-te condotte con grande professionalità dall’attrice Mickela Vettori e hanno visto la supervisione del presidente di giuria, il regista atestino Luca Settimo, e di Se-bastiano Mion, presidente di Non Siamo Santi, oltre che dei volontari di Prislop e della parrocchia di Ospedaletto Euganeo.

“Cortincontri” di qualitàun successo meritato

L’associazione “Non siamo santi” ha organizzato il concorso

Nicola Cesaro

EVENTI E MOSTRE

FOTOGRAFIA E JAZZDall’incontro tra un gruppo di fotografi italiani di jazz e Nicola Fasano, fotografo italo-danese residente a Copenhagen, è nata l’idea di riunire le proprie esperienze coin-volgendo due tra i maggiori fotografi di jazz: Gorm Valentin e Jan Persson. Ritroviamo in queste immagini i più grandi artisti di sempre, da Duke Ellington a Bill Evans, da Ben Webster a Johnny Hodges, da Chet Baker a Miles Davis, da Charles Mingus a John Coltrane, fi no ai contemporanei Han Bennink, McCoy Tyner, Winton Marsalis, Archie Shepp, David S. Ware, Misha Mengelberg, Enrico Rava, Stefano Bollani, Paolo Fresu e tanti altri. In mostra alle Scuderie di Palazzo Moroni dal 13 novembre all’8 dicembre.

“QUI GATTA CI KOVA”La mostra “Qui gatta ci kova”, in esposizione fi no al 24 novembre presso la galleria la Rinascente, presenta il mondo bizzarro (fi abesco) e ironico dipinto da Franco Anselmi in 40 anni di attività. Protagonisti delle sue tele sono gatti, gufi , cavalli e altri animali artisticamente rivisitati come simbolica metafora di umani comportamenti. In mostra un universo coloratissimo e bidimensionale, che saprà incantare il pubblico e trasmet-tere delle emozioni del tutto inedite, partendo proprio dal signifi cato che ancora oggi si attribuisce alle metafore sugli animali.

MY FAIR LADY AL PALAGEOXIn scena il 6 dicembre al Pala Geox, My Fair Lady, uno dei più amati classici della storia del Musical. La “fair lady” Eliza Doolittle è un po’ Cenerentola, un po’ Pretty Woman, Mary Poppins, un po’ Bella e un po’ Bestia, insomma è l’archetipo del riscatto, della rivincita, dell’affermazione, della trasformazione e così incarna il desiderio e il sogno di tutto l’universo femminile che simpaticamente partecipa sin dal primo momento alla sua avventura. Una favola moderna la cui attualità non cessa di affascinare e che richiamerà a Padova numerosi appassionati.

a cura di Laura Organte

32 Cultura provinciale3232 Cultura provinciale 18

LO SPORT in PRIMO PIANO

Quando lo sport arriva prima della politica. E’ una conquista civile, oltre che sportiva, quella raccolta dalla Federazione italiana

hockey, che ben prima di qualsiasi norma stata-le ha deciso di applicare per i propri tesserati il principio dello “ius soli”. Nel consiglio federale svoltosi il mese scorso a Bologna, infatti, la fede-razione ha stabilito che, in occasione del tessera-mento sportivo, ogni atleta nato nel territorio na-zionale sarà considerato italiano a tutti gli effetti. Non varrà più la regola, dunque, che fa conside-rare italiani solamente i fi gli di almeno un citta-dino italiano. La questione interessa anche gli appassionati di hoceky della Bassa Padovana. Gli stranieri della Fih sono in tutto 343, di cui 93 comunitari. I giocatori interessati da questa nuova e pionieristica normativa sullo “ius soli” sono una cinquantina. In questo mezzo centina-io di atleti c’è anche Yassir Nasrallah, marocchi-no, mediano classe ’96 residente a Merlara. Il nome di Yassir è stato pronunciato direttamente dai vertici federali durante la presentazione della novità in fatto di tesseramenti: l’atleta è stato

preso ad esempio tra i prospetti più importanti del panorama italiano che godranno di questa nuova scelta normativa. Yassir è tesserato con la Polsportiva Sculdascia, che ha cresciuto il gio-vane sportivo: “Yassir è stato preso ad esempio perché è uno dei prospetti più promettenti del panorama nazionale - spiega Ulisse Missaglia, dirigente della Polisportiva. - Per noi è un onore sapere che un nostro atleta sarà tra i primi a godere di questo giusto ed equo riconoscimen-

to”. Yassir è nato in Italia da genitori marocchini. Mediano di grande talento, gioca nelle giovanili della Sculdascia, società che raccoglie giovani di Merlara e Casale di Scodosia. Il diciassettenne (sarà maggiorenne ad aprile) milita anche in A/2 con il Rovigo. E’ nel giro della nazionale, e certamente al compimento della maggiore età vestirà la maglia azzurra. Ma intanto Yassir, per lo Stato cittadino marocchino, per la Fih è già italiano.

Hockey senza barriereCICLISMO

Finisce in gloria, per i colori patavini, la stagione ciclistica riservata alla categoria esordienti con una straordinaria impresa di Fabio Mazzucco (Santangiolese Acli) che si è imposto a Nembro (BG) nella 23ma Medaglia d’oro Riki Schiattareggia,

una delle gare più importanti del calendario esordienti. Gara osteggiata da una pioggia insistente che prevedeva 5. Giri di un circuito ondulato con l’arrivo posto su una rampa di 2 chilometri con pendenze al 20%. Il forte scalatore di Conselve ha acceso la contesa al terzo giro, con altri 4 concorrenti, e poi si è involato a 3 chilometri dalla conclusione, ha resistito al ritorno degli avversari giungendo a braccia alzate. Per Mazzucco 6. gemma stagionale che lo conferma come uno dei talenti emergenti più interessanti nell’intero panorama nazionale della categoria. La Santangiolese, unica rappresentante padovana in terra bergamasca, brinda anche all’ottimo quarto posto ottenuto da Davide Boscaro tra i primi anno. Alla fi ne il diesse Andrea Caco traccia un primo bilancio della stagione ed esprime grande soddisfazione per i risultati ottenuti: “abbiamo ottenuto 15 vittorie di squadra oltre a 11 secondi posti e 2 terzi e altri 30 piazzamenti nei primi 10, un risultato eccezionale, un grazie pubblico a tutti e in particolar modo agli atleti che hanno sempre gareggiato con il massimo impegno”.

FABIO MAZZUCCO CONQUISTALA SESTA GEMMA STAGIONALE

Walter Lotto

Fabrizio Ghedin ottiene l’ennesimo successo personale. Il tecnico di pallamano di Monselice avrà infatti

il compito di scovare e far crescere i gio-vani talenti della pallamano italiana. Per volere della Figh, la federazione italiana di handball, il quarantaduenne monselicense è il nuovo allenatore della nazionale Un-der 18. Ghedin, assieme ad Angelo Dica-rolo e Fredi Radojkovic, comporràla nuova commissione tecnica che avrà il compito di elaborare un piano straordinario di in-terventi volti alla valorizzazione dei set-tori giovanili, con particolare impegno nella selezione e nella cura del talento. Il tecnico monselicense si è già messo al lavoro: dal 30 ottobre, a Chieti, è stato il responsabile del raduno della nazionale U18 maschile, con l’obiettivo di preparare la formazione azzurra alle qualifi cazioni per gli Europei 2014 che si terranno dal

10 al 12 gennaio. Si tratta dell’ennesimo successo di Ghedin, che lo scorso anno ha visto sfuggire solo all’ultimo il sogno tricolore, quando il suo Pressano ha cedu-to con onore contro la corazzata Bolzano laureandosi comunque vicecampione d’I-talia. E’ merito di Ghedin anche la prima e storica partecipazione del club trentino alla Challenge Cup, una sorta di Europa League dell’handball. Negli ultimi mesi il tecnico ha anche raccolto due secondi po-sti regionali con le formazioni maschile e femminile Allievi del liceo “Ferrari” di Este ai campionati sportivi studenteschi. Qual-che settimana prima della fase regionale i due gruppi, sempre sotto la supervisio-ne del monselicense, avevano ottenuto anche i titoli provinciali. L’attenzione del tecnico, oltre che per il settore nazionale, ricadrà anche nelle scuole di pallamano del territorio padovano.

PALLAMANO. Nuovo prestigioso incarico al tecnico di MonseliceFABRIZIO GHEDIN NUOVO “TALENT SCOUT”PER LA FEDERAZIONE ITALIANA UNDER 18

N.C.

La novità. Yassir di Merlara, nato da genitori marocchini, punta alla Nazionale

Il giovane Yassir impegnato in una azione di gioco

di Nicola Cesaro

Fabrizio Ghedin, apprezzato tecnico di pallamano

Fabio Mazzucco, sei vittorie in stagione

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LO SPORT in PRIMO PIANO

Quando lo sport arriva prima della politica. E’ una conquista civile, oltre che sportiva, quella raccolta dalla Federazione italiana

hockey, che ben prima di qualsiasi norma stata-le ha deciso di applicare per i propri tesserati il principio dello “ius soli”. Nel consiglio federale svoltosi il mese scorso a Bologna, infatti, la fede-razione ha stabilito che, in occasione del tessera-mento sportivo, ogni atleta nato nel territorio na-zionale sarà considerato italiano a tutti gli effetti. Non varrà più la regola, dunque, che fa conside-rare italiani solamente i fi gli di almeno un citta-dino italiano. La questione interessa anche gli appassionati di hoceky della Bassa Padovana. Gli stranieri della Fih sono in tutto 343, di cui 93 comunitari. I giocatori interessati da questa nuova e pionieristica normativa sullo “ius soli” sono una cinquantina. In questo mezzo centina-io di atleti c’è anche Yassir Nasrallah, marocchi-no, mediano classe ’96 residente a Merlara. Il nome di Yassir è stato pronunciato direttamente dai vertici federali durante la presentazione della novità in fatto di tesseramenti: l’atleta è stato

preso ad esempio tra i prospetti più importanti del panorama italiano che godranno di questa nuova scelta normativa. Yassir è tesserato con la Polsportiva Sculdascia, che ha cresciuto il gio-vane sportivo: “Yassir è stato preso ad esempio perché è uno dei prospetti più promettenti del panorama nazionale - spiega Ulisse Missaglia, dirigente della Polisportiva. - Per noi è un onore sapere che un nostro atleta sarà tra i primi a godere di questo giusto ed equo riconoscimen-

to”. Yassir è nato in Italia da genitori marocchini. Mediano di grande talento, gioca nelle giovanili della Sculdascia, società che raccoglie giovani di Merlara e Casale di Scodosia. Il diciassettenne (sarà maggiorenne ad aprile) milita anche in A/2 con il Rovigo. E’ nel giro della nazionale, e certamente al compimento della maggiore età vestirà la maglia azzurra. Ma intanto Yassir, per lo Stato cittadino marocchino, per la Fih è già italiano.

Hockey senza barriereCICLISMO

Finisce in gloria, per i colori patavini, la stagione ciclistica riservata alla categoria esordienti con una straordinaria impresa di Fabio Mazzucco (Santangiolese Acli) che si è imposto a Nembro (BG) nella 23ma Medaglia d’oro Riki Schiattareggia,

una delle gare più importanti del calendario esordienti. Gara osteggiata da una pioggia insistente che prevedeva 5. Giri di un circuito ondulato con l’arrivo posto su una rampa di 2 chilometri con pendenze al 20%. Il forte scalatore di Conselve ha acceso la contesa al terzo giro, con altri 4 concorrenti, e poi si è involato a 3 chilometri dalla conclusione, ha resistito al ritorno degli avversari giungendo a braccia alzate. Per Mazzucco 6. gemma stagionale che lo conferma come uno dei talenti emergenti più interessanti nell’intero panorama nazionale della categoria. La Santangiolese, unica rappresentante padovana in terra bergamasca, brinda anche all’ottimo quarto posto ottenuto da Davide Boscaro tra i primi anno. Alla fi ne il diesse Andrea Caco traccia un primo bilancio della stagione ed esprime grande soddisfazione per i risultati ottenuti: “abbiamo ottenuto 15 vittorie di squadra oltre a 11 secondi posti e 2 terzi e altri 30 piazzamenti nei primi 10, un risultato eccezionale, un grazie pubblico a tutti e in particolar modo agli atleti che hanno sempre gareggiato con il massimo impegno”.

FABIO MAZZUCCO CONQUISTALA SESTA GEMMA STAGIONALE

Walter Lotto

Fabrizio Ghedin ottiene l’ennesimo successo personale. Il tecnico di pallamano di Monselice avrà infatti

il compito di scovare e far crescere i gio-vani talenti della pallamano italiana. Per volere della Figh, la federazione italiana di handball, il quarantaduenne monselicense è il nuovo allenatore della nazionale Un-der 18. Ghedin, assieme ad Angelo Dica-rolo e Fredi Radojkovic, comporràla nuova commissione tecnica che avrà il compito di elaborare un piano straordinario di in-terventi volti alla valorizzazione dei set-tori giovanili, con particolare impegno nella selezione e nella cura del talento. Il tecnico monselicense si è già messo al lavoro: dal 30 ottobre, a Chieti, è stato il responsabile del raduno della nazionale U18 maschile, con l’obiettivo di preparare la formazione azzurra alle qualifi cazioni per gli Europei 2014 che si terranno dal

10 al 12 gennaio. Si tratta dell’ennesimo successo di Ghedin, che lo scorso anno ha visto sfuggire solo all’ultimo il sogno tricolore, quando il suo Pressano ha cedu-to con onore contro la corazzata Bolzano laureandosi comunque vicecampione d’I-talia. E’ merito di Ghedin anche la prima e storica partecipazione del club trentino alla Challenge Cup, una sorta di Europa League dell’handball. Negli ultimi mesi il tecnico ha anche raccolto due secondi po-sti regionali con le formazioni maschile e femminile Allievi del liceo “Ferrari” di Este ai campionati sportivi studenteschi. Qual-che settimana prima della fase regionale i due gruppi, sempre sotto la supervisio-ne del monselicense, avevano ottenuto anche i titoli provinciali. L’attenzione del tecnico, oltre che per il settore nazionale, ricadrà anche nelle scuole di pallamano del territorio padovano.

PALLAMANO. Nuovo prestigioso incarico al tecnico di MonseliceFABRIZIO GHEDIN NUOVO “TALENT SCOUT”PER LA FEDERAZIONE ITALIANA UNDER 18

N.C.

La novità. Yassir di Merlara, nato da genitori marocchini, punta alla Nazionale

Il giovane Yassir impegnato in una azione di gioco

di Nicola Cesaro

Fabrizio Ghedin, apprezzato tecnico di pallamano

Fabio Mazzucco, sei vittorie in stagione

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17Cultura provinciale

La collezione dei Musei Civici si arric-chisce ancora. Gli eredi dello scultore e medaglista Luciano Mercante - i

fratelli Giuseppe, Carlo e Mario Mercante, unitamente alla signora Gabriella Vitello Mercante – hanno fatto dono alla cittadi-nanza di un cospicuo numero di opere in grado di illustrare compiutamente la valida personalità dell’artista e creare un vincolo di conservazione e valorizzazione.

Le nuove acquisizioni saranno esposte alla cittadinanza in una mostra allestita a Palazzo Zuckermann, fi no al 24 novembre, in ideale continuità con la fortunata “No-vecento in medaglia”, del 2006, organiz-zata in occasione del precedente lascito di medaglie e placchette di Mercante, che ne avevano fatto apprezzare l’opera incisoria.

Le sculture, che arricchiranno il Museo d’Arte, rappresentano una valida documen-tazione di un processo creativo che dal gesso preparatorio porta alla fusione in bronzo; mentre le medaglie e le placchette, con i modelli preparatori in gesso, destinate

al Museo Bottacin, contribuiranno ad am-pliare la ricca collezione medaglistica del Novecento.

Originario di Cittadella, dopo essersi di-plomato in Disegno Architettonico a Siena, Luciano Mercante si trasferì a Roma dove, tra il 1924 e il 1927, frequentò la Scuola d’Arte della Medaglia scoprendo la sua vo-cazione di medaglista perché, come ebbe a scrivere, nella piccola dimensione della circonferenza aveva “sentito di non avere vincoli alla possibilità di espressione”. Il suo lavoro, dunque, può essere racchiuso tra la scultura e la fusione-coniazione. Par-tendo da una formazione accademica ricca di reminiscenze classiche e non priva di echi del primo Novecento, acquisì uno stile personale, sensibile alle migliori espressioni dell’arte in Italia, in particolare degli anni trenta del XX secolo. Apprezzò i futuristi e i moduli propri del cubismo. La sua produ-zione fu scandita da un contenuto realismo scultoreo, da attenzione agli intenti cele-brativi messi in voga dal regime di quegli

anni e da un rinnovato repertorio iconogra-fi co che, senza tralasciare la ritrattistica, accolse nuovi temi e motivi.

Nella medaglia, con spirito fortemente innovativo, raffi gurò il lavoro nella sua va-ria articolazione, gli sport, il dramma della guerra. Negli anni cinquanta e sessanta del Novecento rinnovò la ricerca stilistica e tematica realizzando opere di carattere religioso e introspettivo.

Pur non raggiungendo i massimi livelli di notorietà, forse per una sua ritrosia a lavorare su commissione, riscosse in più occasioni l’apprezzamento delle critica e in-viti a esporre al più alto livello, ad esempio a numerose Biennali d’Arte a Venezia, alla Quadriennale di Roma e in varie manifesta-zioni riservate alla medaglia d’Arte a Parigi, Londra, Berlino, Amsterdam, Washington, Madrid.

Fino al 24 novembre sono tutte esposte a Palazzo Zuckermann,un grande lascito per la cultura

Padova Gli eredi dello scultore e medaglista hanno donato alla città una ricca e interessante collezione

Mercante dona opere ai Musei

A sinistra l’autoritratto di Luciano Mercante e a destra un gesso

Arte e follia. Un binomio che attraversa i secoli arrivando fi no alla contempora-neità, che tocca al contempo il mistero

della creazione artistica e quello della mente umana nelle sue più oscure declinazioni. La mostra “Furere. Tra follia e onirico”, in esposizione alla Galleria Cavour a Padova dal 24 novembre al 6 gennaio, propone un lungo percorso di 40 opere che indaga la tematica partendo dai laboratori di arte intesa come supporto alla terapia per arrivare sino alle opere di artisti del calibro di Ligabue, Dalì, Ernst, Bacon, Nistch, Brus, e altri artisti internazionali, oltre alle giovani promesse dell’arte contemporanea. La mostra sarà affi ancata da conferenze sul tema, tra le quali quella del professor Carlo Fumian su “Guerra: follia o stragia” del 20 dicembre alle 18, e altre realizzate in collaborazione con il dipartimento di salute mentale dell’Ulss 16 e dell’azienda ospedaliera.

LA MOSTRA

L.O.

Arte e folliaattaverso il sogno

L’immagine dell’esposizionedi Laura Organte

Ospedaletto Euganeo Concorso cortometraggi con grandi nomi

Oltre cinquanta corti arrivati da tutta Italia, tredici fi nalisti per tre serate di premiazione alla presenza di decine

di appassionati. E’ un successo inaspetta-to ma meritato quello di “Cortincontri”, il primo concorso nazionale di cortometraggi organizzato dall’associazione Non Siamo Santi e dal patronato Guido Negri di Ospeda-letto Euganeo. La rassegna ha avuto il suo clou dal 17 al 19 ottobre, data in cui sono state proiettate le pellicole fi naliste e in cui sono stati consegnati i vari premi. Alla se-rata fi nale hanno partecipato nomi di tutto rilievo del mondo dei corti italiani, a partire dal regista Marco Bolla, già candidato al David di Donatello nel 2012, a Giancarlo Pidutti, vicepresidente di Sanremo Cinema.

Il premio per il miglior cortometraggio è andato a “Carlo e Clara” di Giulio Ma-stromauro, che pur non potendo presenzia-re alla premiazione ha inviato un simpati-co videomessaggio per ringraziare giurati e platea. La migliore fotografi a è andata a Filippo Silvestris con il cortometraggio “Oroverde”, già vincitore dell’importante “Ischia Film Festival” e tra le opere che più hanno toccato il cuore e lo spirito dei presenti e degli addetti ai lavori. Non a caso, “Oroverde” ha ottenuto anche la menzione speciale per l’eccellente rico-

struzione storica. La migliore sceneggiatu-ra è stata quella de “La Visita”, corto di Matteo Contin e Marco Bolla che vedeva tra gli interpreti la nota attrice Erica Blanc, fi gura che pare essersi proposta per fare da madrina alla rassegna nella prossima edizione.

La migliore attrice è stata ritenuta la giovanissima Rebecca Metcalf, ragazzina protagonista di “Oroverde” che ha vinto il premio per la migliore attrice. La migliore fi gura maschile è stata invece quella di Va-lerio Malorni in “Pre carità”, corto che si è meritato anche il premio del pubblico. Gli

altri due premi, la miglior regia e il premio speciale della giuria (presieduta da Luca Settimo), sono andati infi ne a Riccardo di Gerlando (“L’amore incompreso”) e a Luca Siron, regista di “Cristina”.

Le serate di premiazione sono sta-te condotte con grande professionalità dall’attrice Mickela Vettori e hanno visto la supervisione del presidente di giuria, il regista atestino Luca Settimo, e di Se-bastiano Mion, presidente di Non Siamo Santi, oltre che dei volontari di Prislop e della parrocchia di Ospedaletto Euganeo.

“Cortincontri” di qualitàun successo meritato

L’associazione “Non siamo santi” ha organizzato il concorso

Nicola Cesaro

EVENTI E MOSTRE

FOTOGRAFIA E JAZZDall’incontro tra un gruppo di fotografi italiani di jazz e Nicola Fasano, fotografo italo-danese residente a Copenhagen, è nata l’idea di riunire le proprie esperienze coin-volgendo due tra i maggiori fotografi di jazz: Gorm Valentin e Jan Persson. Ritroviamo in queste immagini i più grandi artisti di sempre, da Duke Ellington a Bill Evans, da Ben Webster a Johnny Hodges, da Chet Baker a Miles Davis, da Charles Mingus a John Coltrane, fi no ai contemporanei Han Bennink, McCoy Tyner, Winton Marsalis, Archie Shepp, David S. Ware, Misha Mengelberg, Enrico Rava, Stefano Bollani, Paolo Fresu e tanti altri. In mostra alle Scuderie di Palazzo Moroni dal 13 novembre all’8 dicembre.

“QUI GATTA CI KOVA”La mostra “Qui gatta ci kova”, in esposizione fi no al 24 novembre presso la galleria la Rinascente, presenta il mondo bizzarro (fi abesco) e ironico dipinto da Franco Anselmi in 40 anni di attività. Protagonisti delle sue tele sono gatti, gufi , cavalli e altri animali artisticamente rivisitati come simbolica metafora di umani comportamenti. In mostra un universo coloratissimo e bidimensionale, che saprà incantare il pubblico e trasmet-tere delle emozioni del tutto inedite, partendo proprio dal signifi cato che ancora oggi si attribuisce alle metafore sugli animali.

MY FAIR LADY AL PALAGEOXIn scena il 6 dicembre al Pala Geox, My Fair Lady, uno dei più amati classici della storia del Musical. La “fair lady” Eliza Doolittle è un po’ Cenerentola, un po’ Pretty Woman, Mary Poppins, un po’ Bella e un po’ Bestia, insomma è l’archetipo del riscatto, della rivincita, dell’affermazione, della trasformazione e così incarna il desiderio e il sogno di tutto l’universo femminile che simpaticamente partecipa sin dal primo momento alla sua avventura. Una favola moderna la cui attualità non cessa di affascinare e che richiamerà a Padova numerosi appassionati.

a cura di Laura Organte

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LO SPORT in PRIMO PIANOin PRIMO PIANO

Quando lo sport arriva prima della politica. E’ una conquista civile, oltre che sportiva, quella raccolta dalla Federazione italiana

hockey, che ben prima di qualsiasi norma stata-le ha deciso di applicare per i propri tesserati il principio dello “ius soli”. Nel consiglio federale svoltosi il mese scorso a Bologna, infatti, la fede-razione ha stabilito che, in occasione del tessera-mento sportivo, ogni atleta nato nel territorio na-zionale sarà considerato italiano a tutti gli effetti. Non varrà più la regola, dunque, che fa conside-rare italiani solamente i fi gli di almeno un citta-dino italiano. La questione interessa anche gli appassionati di hoceky della Bassa Padovana. Gli stranieri della Fih sono in tutto 343, di cui 93 comunitari. I giocatori interessati da questa nuova e pionieristica normativa sullo “ius soli” sono una cinquantina. In questo mezzo centina-io di atleti c’è anche Yassir Nasrallah, marocchi-no, mediano classe ’96 residente a Merlara. Il nome di Yassir è stato pronunciato direttamente dai vertici federali durante la presentazione della novità in fatto di tesseramenti: l’atleta è stato

preso ad esempio tra i prospetti più importanti del panorama italiano che godranno di questa nuova scelta normativa. Yassir è tesserato con la Polsportiva Sculdascia, che ha cresciuto il gio-vane sportivo: “Yassir è stato preso ad esempio perché è uno dei prospetti più promettenti del panorama nazionale - spiega Ulisse Missaglia, dirigente della Polisportiva. - Per noi è un onore sapere che un nostro atleta sarà tra i primi a godere di questo giusto ed equo riconoscimen-

to”. Yassir è nato in Italia da genitori marocchini. Mediano di grande talento, gioca nelle giovanili della Sculdascia, società che raccoglie giovani di Merlara e Casale di Scodosia. Il diciassettenne (sarà maggiorenne ad aprile) milita anche in A/2 con il Rovigo. E’ nel giro della nazionale, e certamente al compimento della maggiore età vestirà la maglia azzurra. Ma intanto Yassir, per lo Stato cittadino marocchino, per la Fih è già italiano.

Hockey senza barriereCICLISMO

Finisce in gloria, per i colori patavini, la stagione ciclistica riservata alla categoria esordienti con una straordinaria impresa di Fabio Mazzucco (Santangiolese Acli) che si è imposto a Nembro (BG) nella 23ma Medaglia d’oro Riki Schiattareggia,

una delle gare più importanti del calendario esordienti. Gara osteggiata da una pioggia insistente che prevedeva 5. Giri di un circuito ondulato con l’arrivo posto su una rampa di 2 chilometri con pendenze al 20%. Il forte scalatore di Conselve ha acceso la contesa al terzo giro, con altri 4 concorrenti, e poi si è involato a 3 chilometri dalla conclusione, ha resistito al ritorno degli avversari giungendo a braccia alzate. Per Mazzucco 6. gemma stagionale che lo conferma come uno dei talenti emergenti più interessanti nell’intero panorama nazionale della categoria. La Santangiolese, unica rappresentante padovana in terra bergamasca, brinda anche all’ottimo quarto posto ottenuto da Davide Boscaro tra i primi anno. Alla fi ne il diesse Andrea Caco traccia un primo bilancio della stagione ed esprime grande soddisfazione per i risultati ottenuti: “abbiamo ottenuto 15 vittorie di squadra oltre a 11 secondi posti e 2 terzi e altri 30 piazzamenti nei primi 10, un risultato eccezionale, un grazie pubblico a tutti e in particolar modo agli atleti che hanno sempre gareggiato con il massimo impegno”.

FABIO MAZZUCCO CONQUISTALA SESTA GEMMA STAGIONALE

Walter Lotto

Fabrizio Ghedin ottiene l’ennesimo successo personale. Il tecnico di pallamano di Monselice avrà infatti

il compito di scovare e far crescere i gio-vani talenti della pallamano italiana. Per volere della Figh, la federazione italiana di handball, il quarantaduenne monselicense è il nuovo allenatore della nazionale Un-der 18. Ghedin, assieme ad Angelo Dica-rolo e Fredi Radojkovic, comporràla nuova commissione tecnica che avrà il compito di elaborare un piano straordinario di in-terventi volti alla valorizzazione dei set-tori giovanili, con particolare impegno nella selezione e nella cura del talento. Il tecnico monselicense si è già messo al lavoro: dal 30 ottobre, a Chieti, è stato il responsabile del raduno della nazionale U18 maschile, con l’obiettivo di preparare la formazione azzurra alle qualifi cazioni per gli Europei 2014 che si terranno dal

10 al 12 gennaio. Si tratta dell’ennesimo successo di Ghedin, che lo scorso anno ha visto sfuggire solo all’ultimo il sogno tricolore, quando il suo Pressano ha cedu-to con onore contro la corazzata Bolzano laureandosi comunque vicecampione d’I-talia. E’ merito di Ghedin anche la prima e storica partecipazione del club trentino alla Challenge Cup, una sorta di Europa League dell’handball. Negli ultimi mesi il tecnico ha anche raccolto due secondi po-sti regionali con le formazioni maschile e femminile Allievi del liceo “Ferrari” di Este ai campionati sportivi studenteschi. Qual-che settimana prima della fase regionale i due gruppi, sempre sotto la supervisio-ne del monselicense, avevano ottenuto anche i titoli provinciali. L’attenzione del tecnico, oltre che per il settore nazionale, ricadrà anche nelle scuole di pallamano del territorio padovano.

PALLAMANO. Nuovo prestigioso incarico al tecnico di MonseliceFABRIZIO GHEDIN NUOVO “TALENT SCOUT”PER LA FEDERAZIONE ITALIANA UNDER 18

N.C.

La novità. Yassir di Merlara, nato da genitori marocchini, punta alla Nazionale

Il giovane Yassir impegnato in una azione di gioco

di Nicola Cesaro

Fabrizio Ghedin, apprezzato tecnico di pallamano

Fabio Mazzucco, sei vittorie in stagione

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LO SPORT in PRIMO PIANO

Quando lo sport arriva prima della politica. E’ una conquista civile, oltre che sportiva, quella raccolta dalla Federazione italiana

hockey, che ben prima di qualsiasi norma stata-le ha deciso di applicare per i propri tesserati il principio dello “ius soli”. Nel consiglio federale svoltosi il mese scorso a Bologna, infatti, la fede-razione ha stabilito che, in occasione del tessera-mento sportivo, ogni atleta nato nel territorio na-zionale sarà considerato italiano a tutti gli effetti. Non varrà più la regola, dunque, che fa conside-rare italiani solamente i fi gli di almeno un citta-dino italiano. La questione interessa anche gli appassionati di hoceky della Bassa Padovana. Gli stranieri della Fih sono in tutto 343, di cui 93 comunitari. I giocatori interessati da questa nuova e pionieristica normativa sullo “ius soli” sono una cinquantina. In questo mezzo centina-io di atleti c’è anche Yassir Nasrallah, marocchi-no, mediano classe ’96 residente a Merlara. Il nome di Yassir è stato pronunciato direttamente dai vertici federali durante la presentazione della novità in fatto di tesseramenti: l’atleta è stato

preso ad esempio tra i prospetti più importanti del panorama italiano che godranno di questa nuova scelta normativa. Yassir è tesserato con la Polsportiva Sculdascia, che ha cresciuto il gio-vane sportivo: “Yassir è stato preso ad esempio perché è uno dei prospetti più promettenti del panorama nazionale - spiega Ulisse Missaglia, dirigente della Polisportiva. - Per noi è un onore sapere che un nostro atleta sarà tra i primi a godere di questo giusto ed equo riconoscimen-

to”. Yassir è nato in Italia da genitori marocchini. Mediano di grande talento, gioca nelle giovanili della Sculdascia, società che raccoglie giovani di Merlara e Casale di Scodosia. Il diciassettenne (sarà maggiorenne ad aprile) milita anche in A/2 con il Rovigo. E’ nel giro della nazionale, e certamente al compimento della maggiore età vestirà la maglia azzurra. Ma intanto Yassir, per lo Stato cittadino marocchino, per la Fih è già italiano.

Hockey senza barriereCICLISMO

Finisce in gloria, per i colori patavini, la stagione ciclistica riservata alla categoria esordienti con una straordinaria impresa di Fabio Mazzucco (Santangiolese Acli) che si è imposto a Nembro (BG) nella 23ma Medaglia d’oro Riki Schiattareggia,

una delle gare più importanti del calendario esordienti. Gara osteggiata da una pioggia insistente che prevedeva 5. Giri di un circuito ondulato con l’arrivo posto su una rampa di 2 chilometri con pendenze al 20%. Il forte scalatore di Conselve ha acceso la contesa al terzo giro, con altri 4 concorrenti, e poi si è involato a 3 chilometri dalla conclusione, ha resistito al ritorno degli avversari giungendo a braccia alzate. Per Mazzucco 6. gemma stagionale che lo conferma come uno dei talenti emergenti più interessanti nell’intero panorama nazionale della categoria. La Santangiolese, unica rappresentante padovana in terra bergamasca, brinda anche all’ottimo quarto posto ottenuto da Davide Boscaro tra i primi anno. Alla fi ne il diesse Andrea Caco traccia un primo bilancio della stagione ed esprime grande soddisfazione per i risultati ottenuti: “abbiamo ottenuto 15 vittorie di squadra oltre a 11 secondi posti e 2 terzi e altri 30 piazzamenti nei primi 10, un risultato eccezionale, un grazie pubblico a tutti e in particolar modo agli atleti che hanno sempre gareggiato con il massimo impegno”.

FABIO MAZZUCCO CONQUISTALA SESTA GEMMA STAGIONALE

Walter Lotto

Fabrizio Ghedin ottiene l’ennesimo successo personale. Il tecnico di pallamano di Monselice avrà infatti

il compito di scovare e far crescere i gio-vani talenti della pallamano italiana. Per volere della Figh, la federazione italiana di handball, il quarantaduenne monselicense è il nuovo allenatore della nazionale Un-der 18. Ghedin, assieme ad Angelo Dica-rolo e Fredi Radojkovic, comporràla nuova commissione tecnica che avrà il compito di elaborare un piano straordinario di in-terventi volti alla valorizzazione dei set-tori giovanili, con particolare impegno nella selezione e nella cura del talento. Il tecnico monselicense si è già messo al lavoro: dal 30 ottobre, a Chieti, è stato il responsabile del raduno della nazionale U18 maschile, con l’obiettivo di preparare la formazione azzurra alle qualifi cazioni per gli Europei 2014 che si terranno dal

10 al 12 gennaio. Si tratta dell’ennesimo successo di Ghedin, che lo scorso anno ha visto sfuggire solo all’ultimo il sogno tricolore, quando il suo Pressano ha cedu-to con onore contro la corazzata Bolzano laureandosi comunque vicecampione d’I-talia. E’ merito di Ghedin anche la prima e storica partecipazione del club trentino alla Challenge Cup, una sorta di Europa League dell’handball. Negli ultimi mesi il tecnico ha anche raccolto due secondi po-sti regionali con le formazioni maschile e femminile Allievi del liceo “Ferrari” di Este ai campionati sportivi studenteschi. Qual-che settimana prima della fase regionale i due gruppi, sempre sotto la supervisio-ne del monselicense, avevano ottenuto anche i titoli provinciali. L’attenzione del tecnico, oltre che per il settore nazionale, ricadrà anche nelle scuole di pallamano del territorio padovano.

PALLAMANO. Nuovo prestigioso incarico al tecnico di MonseliceFABRIZIO GHEDIN NUOVO “TALENT SCOUT”PER LA FEDERAZIONE ITALIANA UNDER 18

N.C.

La novità. Yassir di Merlara, nato da genitori marocchini, punta alla Nazionale

Il giovane Yassir impegnato in una azione di gioco

di Nicola Cesaro

Fabrizio Ghedin, apprezzato tecnico di pallamano

Fabio Mazzucco, sei vittorie in stagione

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IL VENETOin PRIMO PIANO1Il Veneto in primo piano

La politica approda sui social network e ne fa ampio uso per veicolare idee, notizie, spunti di rifl essione. I politici si servono della rete per dare il via a dibattiti, per risponde-

re a sollecitazioni o provocazioni. In molti sono convinti che internet in generale e, nello specifi co, i social network siano in grado di migliorare i rapporti tra i cittadini e le istituzioni politiche. Si ricorre copiosamente alle reti sociali online per divulgare materiale informativo, promuovere forme di mobili-tazione politica e partecipazione, consultando o coinvolgendo direttamente i cittadini in merito a questioni di dominio pub-blico, infi ne si mettono a disposizione nella rete informazioni che un tempo erano accessibili ai soli addetti ai lavori. E così si moltiplicano le informazioni.

Del resto, i guru della comunica-zione sostengono da tempo che il pre-sente vive sulla galassia digitale e che ormai per “esistere” è indispensabile approdare in questa dimensione. Le community virtuali sono un fenome-no sociale di massa che consentono di tessere quotidianamente fi ttissime reti comunicative. Contatti che posso-no offrire anche alla politica vantaggi enormi. La comunicazione politica nel cyberspace è economica, veloce, illimi-tata, multimediale, interattiva: in una parola effi cace.

Negli Usa Obama, in occasione della prima campagna elettorale da candidato alla Casa Bianca, riuscì, utilizzando in modo abile il mezzo, a dimostrare le grandi – e ancora poco esplorate - potenzialità che i social network potevano avere anche in politica. Dimostrò come la rete fosse un mezzo ideale per mobilitare i propri sostenitori ed ampliarne il numero, per raccogliere fondi e captare larghe fasce di elettori, aumen-tando con la maggiore visibilità anche l’incisività della propria azione.

In Italia il Movimento 5 stelle è fi glio della rete, con la sua attività di mobilitazione e reclutamento è arrivato a ottenere un ampio consenso elettorale fi no ad approdare in Parlamento.

Ma quanto sono social i politici nazionali e locali nel no-stro Paese? Quanti si confrontano con i cittadini attraverso Twitter o Facebook e, soprattutto, vengono utilizzati in modo appropriato questi strumenti, con una strategia consapevole e un esito sempre favorevole e costruttivo?

Infi ne, è suffi ciente trasferire modelli comunicativi e

organizzativi dal mondo reale a quello virtuale per dirimere quel rapporto confl ittuale e diffi dente che i cittadini hanno manifestato, in modo crescente negli ultimi anni, con la poli-tica e la classe dirigente del Paese?

La politica 2.0: potenzialità, rischi e opportunità. Con Vincenzo Romania, ricercatore presso l’Università di Padova e docente della Sociologia della Comunicazione e Sociologia dei Processi Culturali, abbiamo approfondito il tema.

Come si adatta la politica ai social network?“I social network sono uno strumento accessibile, co-

nosciuto, un fenomeno di massa e per questo adatto anche per la comunicazione politica. In Italia Facebook è diffuso tra più della metà della popolazione. E’ evidente che rappresenta un grande potenziale anche a livello di utilizzo politico.

I social network hanno il vantag-gio di essere uno strumento econo-mico e di favorire una comunicazione diretta con i cittadini, che vengono inoltre sollecitati ad interagire con il proprio interlocutore. Questo modello di comunicazione alimenta un’idea di trasparenza del politico e di coinvolgi-

mento dei cittadini, utile ad aumenta-re il consenso e la partecipazione. La rete, come mezzo per poter offrire a tutti la possibilità di prendere la parola e intervenire, rappresenta un modello di democrazia diretta. Naturalmente

con i rischi che la democrazia diretta può comportare. Per questo è un modello di comunicazione che va moderato e or-ganizzato, affi nché non diventi uno strumento incontrollato, espressione di eccessi e intolleranza”.

I social network possono essere dunque utili a ricuci-re lo strappo e colmare la distanza tra cittadini e politici?

“Sì, la rete offre la possibilità di fare politica in modo innovativo. I social network sono frequentati per lo più da pubblici di giovani e acculturati: due bacini interessanti da cui attingere consenso e a cui sollecitare partecipazione.

In Italia il Movimento 5 stelle è un esempio signifi cativo: con un modello diverso dal partito politico tradizionale, avva-lendosi, più che di uno staff di politici, di fi gure professionali specializzate nella comunicazione on line ha dimostrato che si può fondare un partito e creare un seguito semplicemente passando per la rete e per i social network.

I vantaggi dei movimenti che nascono e vivono nella rete e grazie alla rete sono rilevanti anche sul piano pratico:

l’economicità di una struttura “leggera” che si muove su in-ternet rispetto ai costi e alla complessità dell’organizzazione dei vecchi partiti; la snellezza e la velocità della comunicazio-ne politica e il coinvolgimento diretto dei nuovi “militanti”. Con la marginalizzazione della fi gura dei militanti nei partiti tradizionali e la perdita di coinvolgimento degli elettori proprio il cyberspace può aprire nuovi canali di riavvicinamento dei cittadini alla politica”.

I social network sono uno strumento adeguato a co-municare contenuti, spesso complessi e impegnativi che magari meritano approfondimento e rifl essione?

“Fra i vantaggi di questo tipo di comunicazione vi è l’accesso veloce, diretto e condiviso al dibattito, quindi un’ampia partecipazione in tempo reale. E’ indubbio che un abile comu-nicatore abbia più appeal utilizzando formule accattivanti, slogan che sap-piano colpire e catturare consensi. Ma ricordiamo che i social network sono solo uno strumento, limitato se si vuole approfondire un dibattito e a rischio di superfi cialità ma la questio-ne dei contenuti ed il processo di ba-nalizzazione di essi è un fenomeno in atto anche nei media più tradizionali come ad esempio la televisione. Non si vogliono approfondire le questio-ni, si semplifi ca e si ricorre a slogan populisti per allargare il consenso. La banalizzazione è un fenomeno che riguarda i contenuti della politica e non gli strumenti con cui vengono comunicati”.

I social network consentono ai politici di bypassare il “fi ltro” della stampa: è una dinamica corretta di in-formazione?

“Una volta esistevano i comunicati stampa, adesso le comunicazioni vengono fatte tramite la rete e i social net-work che veicolano direttamente ai destinatari le notizie. La pubblicabilità diretta delle notizie ha il vantaggio di superare la “censura” e di avere una più ampia sfera di divulgazione, mentre negli ultimi anni si registra un sempre più ridotto uti-lizzo del consumo di stampa, soprattutto cartacea. Vi sono tuttavia anche dei limiti. In primo luogo ci si affi da alle ca-pacità comunicative del singolo politico e del suo staff che può utilizzare con “furbizia” il mezzo ma deve farlo in modo giusto e corretto. Il rischio è appunto di creare allarmismo o false aspettative. Cambia il sistema di verifi care le notizie pubblicate sui social network e anche il modo di interpretar-

le”.Non tutti i politici sono in grado di gestire i social

network in modo adeguato. Non sono mancati anche da noi gli “scivoloni” e le cadute di stile.

“E’ necessaria una regolamentazione attenta dei lin-guaggi dei politici, che devono essere consoni e adatti. L’uso dei social network da parte della politica e di politici porta ad una forte personalizzazione sulla scena della comunicazione. Questo processo consente ampia visibilità ma, contestual-mente, anche un grosso rischio: è suffi ciente un contenuto sbagliato, un’uscita “stonata” per mettere a rischio la propria

reputazione. Del resto non è neanche questo un fenomeno esclusivo dei social network, ma esiste anche per altri tipi di media. Quante volte nella stampa vengono smentite dichiarazio-ni rilasciate inopinatamente?

E’ vero che c’è da parte dei nostri politici ancora una certa impreparazio-ne ad utilizzare in modo giusto i social network ma è anche vero che c’è chi invece ha sviluppato una notevole abi-lità nel manovrare questo strumento in modo “furbo”.

E così non tutte le uscite “infeli-ci”, sono tali: talvolta sono costruite ad arte per catalizzare l’attenzione su di sé, talvolta sono suffi cienti poche parole provocatorie per ottenere in breve tempo quella visibilità che può

aprire le porte giuste per fare, tramite i social network, rapi-damente carriera”.

Infi ne, concludendo?“Concludendo i social network sono un interessante

strumento di comunicazione che come tale va considerato. Sta a chi lo usa farlo in modo appropriato e costruttivo, come per tutti i media e gli strumenti di comunicazione. E’ vero che anche in politica può essere uno strumento per veicolare idee, stimolare interessi e raggiungere un pubblico sconfi nato e anagrafi camente molto ampio, arrivando fi no ai giova-nissimi, ma da solo non basta a risolvere il problema della disaffezione alla politica, della banalizzazione dei contenuti, della scarsa partecipazione. Sui social network si può lanciare un tema di dibattito, si possono confezionare offerte diversi-fi cate, tali da soddisfare un pubblico più ampio, si possono costruire reti di contatti, ma se non segue poi un incontro pubblico, una mobilitazione e impegno reali nell’attività poli-tica, tutto rimane nella rete, virtuale”.

di Ornella Jovane

Alla ricerca di nuovi linguaggi e nuovi canali per riallacciare i contatti con i cittadini, amministratori e politici twittano e dialogano con gli “amici” di Facebook

La politica, internet e i social network

2.0, la politica nella rete

Non tutti i politici sanno gestire in modo appropriato questo dirompente strumento

Il dialogo diretto con i cittadini alimenta un’immagine di trasparenza del politico

Vincenzo Romania, insegna all’Università

di Padova

15Voci da palazzo

“In tre anni la Regione ha investito a Vicenza 26 milioni di euro con-cludendo 61 interventi per la sicu-

rezza idraulica, disponendo l’iter d’appalto per 86 milioni delle due casse di espan-sione di Caldogno e Trissino e per altri 90 milioni il progetto dei tre invasi a Merola, viale Diaz a Vicenza e Montebello (oggi in fase di Via)”. Questa è stata la replica di Federico Canel e Nicola Finco, rispetti-vamente capogruppo leghista in Consiglio regionale e presidente della commissione Ambiente, alla richiesta di sollecito arrivata da Toniolo.

“Mentre Galan – sono andati giù duri i due leghisti - aveva ignorato il problema, adesso Zaia lo sta risolvendo nel pieno rispetto degli iter statali. Che, ricordiamo, sono lunghi per due motivi: evitare ricorsi che bloccherebbero le opere e scongiurare infi ltrazioni mafi ose. Costantino Toniolo, ex sindaco di Caldogno che negli anni nulla ha fatto per prevenire le esondazioni, dovreb-be ben saperlo. Ma a volte la propaganda politica si fa sulle spalle della gente, nella maniera più squallida possibile. Se Toniolo, che parla di poca trasparenza negli appalti, ha rimostranze o denunce, vada di corsa in Procura, faccia un esposto e vedremo gli esiti: diffamare in questo modo chi lavora per risolvere emergenze accantonate da 80 anni è squallido e propagandistico. Im-pressionante poi – rimarcano i due espo-nenti leghisti - la puntualità con cui Toniolo interviene sui lavori per le casse di espan-sione nel Vicentino: sempre a ridosso di un allarme meteo. Sembra quasi un mettere le mani avanti, un ‘io l’avevo detto’: tol-lerabile da un esponente dell’opposizione, meno da uno della maggioranza, che no-nostante sia presidente della commissione Affari Istituzionali pare non conoscere le leggi in materia. Invece di pontifi care su chi sta seguendo l’iter per le grandi ope-re – proseguono Caner e Finco -, Toniolo dovrebbe smetterla di fare politica sulle disgrazie della gente e su chi sta lavorando per prevenirle. Invece di vaticinare sulla stampa, Toniolo potrebbe chiedere lumi a Galan su quanto non è stato fatto in 15 anni, o meglio muovere il suo Governo a Roma e concedere al governatore Zaia i poteri speciali necessari per accelerare le opere antialluvione. Ma si sa qual è il detto veneto: a ciacoe i xe boni tuti…”.

Federico Caner e Nicola Finco“A CIACOE I XE BONI TUTI…”

L’opinione

Novembre è il mese della grande paura per i veneti, l’alluvione del 2010 è ancora una ferita aperta per molte comunità della nostra regione. Aperta perché

la stagione degli indennizzi non si è ancora conclusa del tutto ma soprattutto perché molti di quegli interventi, ri-tenuti fondamentali per evitare che i fi umi tornino a fare paura, sono ancora lontani dal ritenersi conclusi. Purtroppo per il territorio compreso tra i Colli Berici, Euganei e Adige sono solo due i fi umi deputati a portare al mare l’acqua che cade in eccesso: Bacchiglione e Gorzone, su di essi è imperniata buona parte degli impianti idrovori deputati dal sollevare l’acqua dalle zone depresse del Veneto centro-meridionale. Due fi umi, va detto, le cui arginature sono quelle fatte alla fi ne dell’800 in ragione di un territorio completamente diverso da quello attuale. Un tempo fossi, scoli e canali permettevano lo sgrondo delle terre e tratte-nevano l’acqua in campagna senza far arrivare una massa d’acqua imponete alle idrovore, mandandole in sofferenza. Oggi, invece, l’eccessiva cementifi cazione ha creato le con-dizioni contrarie, ossia grandi quantitativi d’acqua arrivano agli impianti di sollevamento quasi in un solo colpo creando grandi diffi coltà per il loro smaltimento. Defl usso, tuttavia, ancora più improbabile se il Gorzone o il Bacchiglione sono già in piena con il rischio che gli ottocenteschi argini cedano di schianto. La Regione ha cercato di risolvere a monte il problema, con la creazione di due bacini di laminazione nel Vicentino. Il primo è stato previsto a Trissino, per la sicurezza dei comuni lungo l’asta idraulica Agno-Guà Fratta Gorzone, quali Megliadino San Fidenzio, Saletto, Ospeda-letto Euganeo, Carceri e Vighizzolo d’Este, il secondo a Caldogno sul tor-rente Timonchio in modo da mettere in sicurezza i comuni lungo l’asta del Bacchiglione, quali Vicenza, Veggia-no, Ponte San Nicolò e Casalserugo. Di che si tratta? Della realizzazione di due grandi aree da inondate per scolmare la piena dei rispettivi fi umi. Il Commissario delegato dal Presidente del Consiglio, Prefetto di Verona Perla Stancari, fi nanziò i primi

lavori ancora qualche anno fa. I lavori, però, sono andati avanti a rilento, e malgrado l’assessore regionale Maurizio Conte avesse più volte rassicurato che i cantieri rispettavano

i tempi, in realtà i lavori non sono anco-ra fi niti. Entro fi ne anno i bacini dovreb-bero essere pronti ma intanto novembre è già qui e la paura dei fi umi in piena ritorna. Anche il consigliere regionale del Pdl e presidente della commissione Affari Istituzionali del Consiglio veneto,

Costantino Toniolo, ha incalzato la propria maggioranza nell’accelerare la realizzazione dei due interventi, tirandosi addosso gli strali di colleghi di coalizione. “Sono passati tre

anni dall’alluvione di Ognissanti del 2010 – questa il tono dell’interrogazione presentata dall’esponente vicentino del Pdl alla propria maggioranza - molti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire la sicurezza idrogeo-logica sono stati fatti, lo riconosciamo, ma purtroppo alcune opere molto importanti come la realizzazione degli invasi di Caldogno e Trissino, sono ferme al palo nonostante sia-no fi nanziate”. “Il nostro tessuto economico e sociale, già provato dalla crisi - conclude Toniolo - non reggerebbe ad un’altra alluvione. Troppe le famiglie e le attività econo-miche che hanno subito gravi danni! Perché la sicurezza aumenti ci vogliono i fatti!”.

di Fortunato Marinata

Territorio Sono passati tre anni dal cataclisma che ha messo in ginocchio il Veneto

Novembre, torna la paura delle alluvioniI bacini di laminazione di Trissino e Caldogno sono gli interventi strategici per mettere in sicurezza i territori lungo l’asta del Gorzone e del Bacchiglione. Il ritardo dei lavori ha messo in fi brillazione la maggioranza di Palazzo Ferro Fini

“Da amministratore pubblico mi sono sempre battuto per la difesa del ter-ritorio, sia da Sindaco e consigliere

di Caldogno, sia da assessore provinciale beri-co, sia ora che sono in Consiglio Regionale con un ruolo legislativo e di controllo rispetto all’e-secutivo di Palazzo Balbi! L’attacco in risposta ad una mia interrogazione che vuole essere costruttiva, è semplicemente personalistico e strumentale! Dobbiamo dare risposte concre-te sul problema della sicurezza idraulica ed evitare questi personalismi da parte dei consiglieri: la mia domanda era tecnica e rivolta alla giunta. In questo caso Caner e Finco sbagliano ad interpretare lo strumento dell’interrogazione - spiega Toniolo - non è un’arma ad uso esclusivo dell’oppo-

sizione, ma strumento costruttivo per sollevare temi fi nalizzati al bene comune. Il tono della mia domanda sulla situazione degli invasi che sono previsti nel Vicentino era proprio quello di fare il punto seriamente sulla situazione - precisa Toniolo - un’azione di stimolo verso la Giunta per far procedere le cose, come il padre fa con il fi glio impegnato negli studi. Pertanto la trasparenza richiesta non riguarda l’agire del-la Regione, e quindi della Giunta, che ha fatto

molto, ma chiarire assieme la situazione che c’è in questo momento: i lavori a Trissino sono bloccati e a Caldogno si è concluso l’iter, ma non si vede un cantiere. Facciamo l’elen-co di quello che manca per arrivare all’obiettivo, perché lo scopo è l’obiettivo fi nale, la sicurezza idraulica. Apprezzo

la tempistica effi ciente dell’iter procedurale, ma i cantieri non li vedo ancora. Da amministratore locale e provinciale ho sempre lavorato con gli enti “superiori” al fi ne di realiz-zare l’invaso di Caldogno. - ricorda l’esponente del PdL - Il Comune, anche con la mia presenza di amministratore, ha pensato al bene generale, alla sicurezza idraulica non solo di Caldogno, Rettorgole e Cresole, ma anche della Città di Vicenza e di tutti i territori a Sud sull’Asta del Bacchiglione. Il Comune di Caldogno con il sottoscritto amministratore – puntualizza - ha accettato un’opera importante sul suo territorio (altro che sindrome di “non nel mio giardino”), ha lavorato in una diffi cile opera di concertazione fi nalizza-ta alla realizzazione di un’opera necessaria per la sicurezza idraulica di tutto il territorio veneto. Altro che chiacchiere!”.

“QUALI CIACCOLE? NEL VICENTINO NON SI VEDE UN CANTIERE”Costantino Toniolo (PdL)

L’alluvione di tre anni fa tra Montagnanese ed Estense

Federico Caner e Nicola Finco

Costantino Toniolo

Toniolo: “Perché la sicurezza aumenti ci vogliono i fatti!”

Page 35: Piovese ott2013 n131

1Il Veneto in primo piano

La politica approda sui social network e ne fa ampio uso per veicolare idee, notizie, spunti di rifl essione. I politici si servono della rete per dare il via a dibattiti, per risponde-

re a sollecitazioni o provocazioni. In molti sono convinti che internet in generale e, nello specifi co, i social network siano in grado di migliorare i rapporti tra i cittadini e le istituzioni politiche. Si ricorre copiosamente alle reti sociali online per divulgare materiale informativo, promuovere forme di mobili-tazione politica e partecipazione, consultando o coinvolgendo direttamente i cittadini in merito a questioni di dominio pub-blico, infi ne si mettono a disposizione nella rete informazioni che un tempo erano accessibili ai soli addetti ai lavori. E così si moltiplicano le informazioni.

Del resto, i guru della comunica-zione sostengono da tempo che il pre-sente vive sulla galassia digitale e che ormai per “esistere” è indispensabile approdare in questa dimensione. Le community virtuali sono un fenome-no sociale di massa che consentono di tessere quotidianamente fi ttissime reti comunicative. Contatti che posso-no offrire anche alla politica vantaggi enormi. La comunicazione politica nel cyberspace è economica, veloce, illimi-tata, multimediale, interattiva: in una parola effi cace.

Negli Usa Obama, in occasione della prima campagna elettorale da candidato alla Casa Bianca, riuscì, utilizzando in modo abile il mezzo, a dimostrare le grandi – e ancora poco esplorate - potenzialità che i social network potevano avere anche in politica. Dimostrò come la rete fosse un mezzo ideale per mobilitare i propri sostenitori ed ampliarne il numero, per raccogliere fondi e captare larghe fasce di elettori, aumen-tando con la maggiore visibilità anche l’incisività della propria azione.

In Italia il Movimento 5 stelle è fi glio della rete, con la sua attività di mobilitazione e reclutamento è arrivato a ottenere un ampio consenso elettorale fi no ad approdare in Parlamento.

Ma quanto sono social i politici nazionali e locali nel no-stro Paese? Quanti si confrontano con i cittadini attraverso Twitter o Facebook e, soprattutto, vengono utilizzati in modo appropriato questi strumenti, con una strategia consapevole e un esito sempre favorevole e costruttivo?

Infi ne, è suffi ciente trasferire modelli comunicativi e

organizzativi dal mondo reale a quello virtuale per dirimere quel rapporto confl ittuale e diffi dente che i cittadini hanno manifestato, in modo crescente negli ultimi anni, con la poli-tica e la classe dirigente del Paese?

La politica 2.0: potenzialità, rischi e opportunità. Con Vincenzo Romania, ricercatore presso l’Università di Padova e docente della Sociologia della Comunicazione e Sociologia dei Processi Culturali, abbiamo approfondito il tema.

Come si adatta la politica ai social network?“I social network sono uno strumento accessibile, co-

nosciuto, un fenomeno di massa e per questo adatto anche per la comunicazione politica. In Italia Facebook è diffuso tra più della metà della popolazione. E’ evidente che rappresenta un grande potenziale anche a livello di utilizzo politico.

I social network hanno il vantag-gio di essere uno strumento econo-mico e di favorire una comunicazione diretta con i cittadini, che vengono inoltre sollecitati ad interagire con il proprio interlocutore. Questo modello di comunicazione alimenta un’idea di trasparenza del politico e di coinvolgi-

mento dei cittadini, utile ad aumenta-re il consenso e la partecipazione. La rete, come mezzo per poter offrire a tutti la possibilità di prendere la parola e intervenire, rappresenta un modello di democrazia diretta. Naturalmente

con i rischi che la democrazia diretta può comportare. Per questo è un modello di comunicazione che va moderato e or-ganizzato, affi nché non diventi uno strumento incontrollato, espressione di eccessi e intolleranza”.

I social network possono essere dunque utili a ricuci-re lo strappo e colmare la distanza tra cittadini e politici?

“Sì, la rete offre la possibilità di fare politica in modo innovativo. I social network sono frequentati per lo più da pubblici di giovani e acculturati: due bacini interessanti da cui attingere consenso e a cui sollecitare partecipazione.

In Italia il Movimento 5 stelle è un esempio signifi cativo: con un modello diverso dal partito politico tradizionale, avva-lendosi, più che di uno staff di politici, di fi gure professionali specializzate nella comunicazione on line ha dimostrato che si può fondare un partito e creare un seguito semplicemente passando per la rete e per i social network.

I vantaggi dei movimenti che nascono e vivono nella rete e grazie alla rete sono rilevanti anche sul piano pratico:

l’economicità di una struttura “leggera” che si muove su in-ternet rispetto ai costi e alla complessità dell’organizzazione dei vecchi partiti; la snellezza e la velocità della comunicazio-ne politica e il coinvolgimento diretto dei nuovi “militanti”. Con la marginalizzazione della fi gura dei militanti nei partiti tradizionali e la perdita di coinvolgimento degli elettori proprio il cyberspace può aprire nuovi canali di riavvicinamento dei cittadini alla politica”.

I social network sono uno strumento adeguato a co-municare contenuti, spesso complessi e impegnativi che magari meritano approfondimento e rifl essione?

“Fra i vantaggi di questo tipo di comunicazione vi è l’accesso veloce, diretto e condiviso al dibattito, quindi un’ampia partecipazione in tempo reale. E’ indubbio che un abile comu-nicatore abbia più appeal utilizzando formule accattivanti, slogan che sap-piano colpire e catturare consensi. Ma ricordiamo che i social network sono solo uno strumento, limitato se si vuole approfondire un dibattito e a rischio di superfi cialità ma la questio-ne dei contenuti ed il processo di ba-nalizzazione di essi è un fenomeno in atto anche nei media più tradizionali come ad esempio la televisione. Non si vogliono approfondire le questio-ni, si semplifi ca e si ricorre a slogan populisti per allargare il consenso. La banalizzazione è un fenomeno che riguarda i contenuti della politica e non gli strumenti con cui vengono comunicati”.

I social network consentono ai politici di bypassare il “fi ltro” della stampa: è una dinamica corretta di in-formazione?

“Una volta esistevano i comunicati stampa, adesso le comunicazioni vengono fatte tramite la rete e i social net-work che veicolano direttamente ai destinatari le notizie. La pubblicabilità diretta delle notizie ha il vantaggio di superare la “censura” e di avere una più ampia sfera di divulgazione, mentre negli ultimi anni si registra un sempre più ridotto uti-lizzo del consumo di stampa, soprattutto cartacea. Vi sono tuttavia anche dei limiti. In primo luogo ci si affi da alle ca-pacità comunicative del singolo politico e del suo staff che può utilizzare con “furbizia” il mezzo ma deve farlo in modo giusto e corretto. Il rischio è appunto di creare allarmismo o false aspettative. Cambia il sistema di verifi care le notizie pubblicate sui social network e anche il modo di interpretar-

le”.Non tutti i politici sono in grado di gestire i social

network in modo adeguato. Non sono mancati anche da noi gli “scivoloni” e le cadute di stile.

“E’ necessaria una regolamentazione attenta dei lin-guaggi dei politici, che devono essere consoni e adatti. L’uso dei social network da parte della politica e di politici porta ad una forte personalizzazione sulla scena della comunicazione. Questo processo consente ampia visibilità ma, contestual-mente, anche un grosso rischio: è suffi ciente un contenuto sbagliato, un’uscita “stonata” per mettere a rischio la propria

reputazione. Del resto non è neanche questo un fenomeno esclusivo dei social network, ma esiste anche per altri tipi di media. Quante volte nella stampa vengono smentite dichiarazio-ni rilasciate inopinatamente?

E’ vero che c’è da parte dei nostri politici ancora una certa impreparazio-ne ad utilizzare in modo giusto i social network ma è anche vero che c’è chi invece ha sviluppato una notevole abi-lità nel manovrare questo strumento in modo “furbo”.

E così non tutte le uscite “infeli-ci”, sono tali: talvolta sono costruite ad arte per catalizzare l’attenzione su di sé, talvolta sono suffi cienti poche parole provocatorie per ottenere in breve tempo quella visibilità che può

aprire le porte giuste per fare, tramite i social network, rapi-damente carriera”.

Infi ne, concludendo?“Concludendo i social network sono un interessante

strumento di comunicazione che come tale va considerato. Sta a chi lo usa farlo in modo appropriato e costruttivo, come per tutti i media e gli strumenti di comunicazione. E’ vero che anche in politica può essere uno strumento per veicolare idee, stimolare interessi e raggiungere un pubblico sconfi nato e anagrafi camente molto ampio, arrivando fi no ai giova-nissimi, ma da solo non basta a risolvere il problema della disaffezione alla politica, della banalizzazione dei contenuti, della scarsa partecipazione. Sui social network si può lanciare un tema di dibattito, si possono confezionare offerte diversi-fi cate, tali da soddisfare un pubblico più ampio, si possono costruire reti di contatti, ma se non segue poi un incontro pubblico, una mobilitazione e impegno reali nell’attività poli-tica, tutto rimane nella rete, virtuale”.

di Ornella Jovane

Alla ricerca di nuovi linguaggi e nuovi canali per riallacciare i contatti con i cittadini, amministratori e politici twittano e dialogano con gli “amici” di Facebook

La politica, internet e i social network

2.0, la politica nella rete

Non tutti i politici sanno gestire in modo appropriato questo dirompente strumento

Il dialogo diretto con i cittadini alimenta un’immagine di trasparenza del politico

Vincenzo Romania, insegna all’Università

di Padova

353535Il Veneto in primo piano 15Voci da palazzo

“In tre anni la Regione ha investito a Vicenza 26 milioni di euro con-cludendo 61 interventi per la sicu-

rezza idraulica, disponendo l’iter d’appalto per 86 milioni delle due casse di espan-sione di Caldogno e Trissino e per altri 90 milioni il progetto dei tre invasi a Merola, viale Diaz a Vicenza e Montebello (oggi in fase di Via)”. Questa è stata la replica di Federico Canel e Nicola Finco, rispetti-vamente capogruppo leghista in Consiglio regionale e presidente della commissione Ambiente, alla richiesta di sollecito arrivata da Toniolo.

“Mentre Galan – sono andati giù duri i due leghisti - aveva ignorato il problema, adesso Zaia lo sta risolvendo nel pieno rispetto degli iter statali. Che, ricordiamo, sono lunghi per due motivi: evitare ricorsi che bloccherebbero le opere e scongiurare infi ltrazioni mafi ose. Costantino Toniolo, ex sindaco di Caldogno che negli anni nulla ha fatto per prevenire le esondazioni, dovreb-be ben saperlo. Ma a volte la propaganda politica si fa sulle spalle della gente, nella maniera più squallida possibile. Se Toniolo, che parla di poca trasparenza negli appalti, ha rimostranze o denunce, vada di corsa in Procura, faccia un esposto e vedremo gli esiti: diffamare in questo modo chi lavora per risolvere emergenze accantonate da 80 anni è squallido e propagandistico. Im-pressionante poi – rimarcano i due espo-nenti leghisti - la puntualità con cui Toniolo interviene sui lavori per le casse di espan-sione nel Vicentino: sempre a ridosso di un allarme meteo. Sembra quasi un mettere le mani avanti, un ‘io l’avevo detto’: tol-lerabile da un esponente dell’opposizione, meno da uno della maggioranza, che no-nostante sia presidente della commissione Affari Istituzionali pare non conoscere le leggi in materia. Invece di pontifi care su chi sta seguendo l’iter per le grandi ope-re – proseguono Caner e Finco -, Toniolo dovrebbe smetterla di fare politica sulle disgrazie della gente e su chi sta lavorando per prevenirle. Invece di vaticinare sulla stampa, Toniolo potrebbe chiedere lumi a Galan su quanto non è stato fatto in 15 anni, o meglio muovere il suo Governo a Roma e concedere al governatore Zaia i poteri speciali necessari per accelerare le opere antialluvione. Ma si sa qual è il detto veneto: a ciacoe i xe boni tuti…”.

Federico Caner e Nicola Finco“A CIACOE I XE BONI TUTI…”

L’opinioneL’opinione

Novembre è il mese della grande paura per i veneti, l’alluvione del 2010 è ancora una ferita aperta per molte comunità della nostra regione. Aperta perché

la stagione degli indennizzi non si è ancora conclusa del tutto ma soprattutto perché molti di quegli interventi, ri-tenuti fondamentali per evitare che i fi umi tornino a fare paura, sono ancora lontani dal ritenersi conclusi. Purtroppo per il territorio compreso tra i Colli Berici, Euganei e Adige sono solo due i fi umi deputati a portare al mare l’acqua che cade in eccesso: Bacchiglione e Gorzone, su di essi è imperniata buona parte degli impianti idrovori deputati dal sollevare l’acqua dalle zone depresse del Veneto centro-meridionale. Due fi umi, va detto, le cui arginature sono quelle fatte alla fi ne dell’800 in ragione di un territorio completamente diverso da quello attuale. Un tempo fossi, scoli e canali permettevano lo sgrondo delle terre e tratte-nevano l’acqua in campagna senza far arrivare una massa d’acqua imponete alle idrovore, mandandole in sofferenza. Oggi, invece, l’eccessiva cementifi cazione ha creato le con-dizioni contrarie, ossia grandi quantitativi d’acqua arrivano agli impianti di sollevamento quasi in un solo colpo creando grandi diffi coltà per il loro smaltimento. Defl usso, tuttavia, ancora più improbabile se il Gorzone o il Bacchiglione sono già in piena con il rischio che gli ottocenteschi argini cedano di schianto. La Regione ha cercato di risolvere a monte il problema, con la creazione di due bacini di laminazione nel Vicentino. Il primo è stato previsto a Trissino, per la sicurezza dei comuni lungo l’asta idraulica Agno-Guà Fratta Gorzone, quali Megliadino San Fidenzio, Saletto, Ospeda-letto Euganeo, Carceri e Vighizzolo d’Este, il secondo a Caldogno sul tor-rente Timonchio in modo da mettere in sicurezza i comuni lungo l’asta del Bacchiglione, quali Vicenza, Veggia-no, Ponte San Nicolò e Casalserugo. Di che si tratta? Della realizzazione di due grandi aree da inondate per scolmare la piena dei rispettivi fi umi. Il Commissario delegato dal Presidente del Consiglio, Prefetto di Verona Perla Stancari, fi nanziò i primi

lavori ancora qualche anno fa. I lavori, però, sono andati avanti a rilento, e malgrado l’assessore regionale Maurizio Conte avesse più volte rassicurato che i cantieri rispettavano

i tempi, in realtà i lavori non sono anco-ra fi niti. Entro fi ne anno i bacini dovreb-bero essere pronti ma intanto novembre è già qui e la paura dei fi umi in piena ritorna. Anche il consigliere regionale del Pdl e presidente della commissione Affari Istituzionali del Consiglio veneto,

Costantino Toniolo, ha incalzato la propria maggioranza nell’accelerare la realizzazione dei due interventi, tirandosi addosso gli strali di colleghi di coalizione. “Sono passati tre

anni dall’alluvione di Ognissanti del 2010 – questa il tono dell’interrogazione presentata dall’esponente vicentino del Pdl alla propria maggioranza - molti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per garantire la sicurezza idrogeo-logica sono stati fatti, lo riconosciamo, ma purtroppo alcune opere molto importanti come la realizzazione degli invasi di Caldogno e Trissino, sono ferme al palo nonostante sia-no fi nanziate”. “Il nostro tessuto economico e sociale, già provato dalla crisi - conclude Toniolo - non reggerebbe ad un’altra alluvione. Troppe le famiglie e le attività econo-miche che hanno subito gravi danni! Perché la sicurezza aumenti ci vogliono i fatti!”.

di Fortunato Marinata

Territorio Sono passati tre anni dal cataclisma che ha messo in ginocchio il Veneto

Novembre, torna la paura delle alluvioniI bacini di laminazione di Trissino e Caldogno sono gli interventi strategici per mettere in sicurezza i territori lungo l’asta del Gorzone e del Bacchiglione. Il ritardo dei lavori ha messo in fi brillazione la maggioranza di Palazzo Ferro Fini

“Da amministratore pubblico mi sono sempre battuto per la difesa del ter-ritorio, sia da Sindaco e consigliere

di Caldogno, sia da assessore provinciale beri-co, sia ora che sono in Consiglio Regionale con un ruolo legislativo e di controllo rispetto all’e-secutivo di Palazzo Balbi! L’attacco in risposta ad una mia interrogazione che vuole essere costruttiva, è semplicemente personalistico e strumentale! Dobbiamo dare risposte concre-te sul problema della sicurezza idraulica ed evitare questi personalismi da parte dei consiglieri: la mia domanda era tecnica e rivolta alla giunta. In questo caso Caner e Finco sbagliano ad interpretare lo strumento dell’interrogazione - spiega Toniolo - non è un’arma ad uso esclusivo dell’oppo-

sizione, ma strumento costruttivo per sollevare temi fi nalizzati al bene comune. Il tono della mia domanda sulla situazione degli invasi che sono previsti nel Vicentino era proprio quello di fare il punto seriamente sulla situazione - precisa Toniolo - un’azione di stimolo verso la Giunta per far procedere le cose, come il padre fa con il fi glio impegnato negli studi. Pertanto la trasparenza richiesta non riguarda l’agire del-la Regione, e quindi della Giunta, che ha fatto

molto, ma chiarire assieme la situazione che c’è in questo momento: i lavori a Trissino sono bloccati e a Caldogno si è concluso l’iter, ma non si vede un cantiere. Facciamo l’elen-co di quello che manca per arrivare all’obiettivo, perché lo scopo è l’obiettivo fi nale, la sicurezza idraulica. Apprezzo

la tempistica effi ciente dell’iter procedurale, ma i cantieri non li vedo ancora. Da amministratore locale e provinciale ho sempre lavorato con gli enti “superiori” al fi ne di realiz-zare l’invaso di Caldogno. - ricorda l’esponente del PdL - Il Comune, anche con la mia presenza di amministratore, ha pensato al bene generale, alla sicurezza idraulica non solo di Caldogno, Rettorgole e Cresole, ma anche della Città di Vicenza e di tutti i territori a Sud sull’Asta del Bacchiglione. Il Comune di Caldogno con il sottoscritto amministratore – puntualizza - ha accettato un’opera importante sul suo territorio (altro che sindrome di “non nel mio giardino”), ha lavorato in una diffi cile opera di concertazione fi nalizza-ta alla realizzazione di un’opera necessaria per la sicurezza idraulica di tutto il territorio veneto. Altro che chiacchiere!”.

“QUALI CIACCOLE? NEL VICENTINO NON SI VEDE UN CANTIERE”Costantino Toniolo (PdL)

L’alluvione di tre anni fa tra Montagnanese ed Estense

Federico Caner e Nicola Finco

Costantino Toniolo

Toniolo: “Perché la sicurezza aumenti ci vogliono i fatti!”

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16 Cultura veneta

Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini

Il Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini, fi no al 24 novembre, presenta “Sarah Sze: triple point”. Come afferma

la stessa artista “al centro della mostra è la nozione di bussola e come noi ci situiamo in un mondo perenne-mente disorientante. Ciascuna delle sale opera come un sito sperimentale, in cui gli oggetti tendono a diventare strumenti o montaggi per misurare o modellare la no-stra posizione nello spazio e nel tempo. L’aspirazione a costruire modelli che catturino la complessità e l’impos-sibilità di quell’impresa, è il punto centrale dell’opera”. Un grande laboratorio che la Sze compone di “resti ar-cheologici di esperimenti falliti”. Dal 1990 l’artista Sa-rah Sze, classe ‘69, ha sviluppato un’estetica scultorea che trasforma gli spazi attraverso mutamenti radicali di scala, colonizzando spazi trascurati o periferici, dialo-gando con il tessuto e la storia di un edifi cio. La perce-zione dello spettatore e l’esperienza architettonica sono spostate attraverso interventi specifi ci di grandi dimen-

sioni. A livello tecnico tutto parte dalla defi nizione che la termodinamica indica al termine “triple point” che de-signa una singolare combinazione di temperatura in cui tutte le tre fasi di una sostanza (gassosa, liquida e soli-da) coesistono in perfetto equilibrio. La triangolazione, cioè la misurazione della distanza da tre punti ordinali, è anche usata per determinare un punto specifi co dello spazio. L’opera di Sze fa riferimento a entrambi questi concetti, la fragilità dell’equilibrio e il desiderio costante di ritrovare stabilità e posizione. Contrariamente ad altri allestimenti di altri artisti, in questa edizione l’ingresso del Padiglione è stato trasferito a una vecchia porta di uscita a sinistra della rotonda d’ingresso. All’interno lo spettatore incontra strutture improvvisate, alcune ap-parentemente ancora in costruzione, che richiamano modelli, macchine e strutture come in un planetario, un osservatorio, un laboratorio, un pendolo e dispositivi di misurazione o elementi per localizzare i corpi nello spazio.

Il laboratorio di Sze

Il motto della mostra è fatto da una somma algebrica tradotta in Arte ossia: Artisti internazionali + vetro = Glasstress. Fino al 24 novembre tre sedi, costituite da Palazzo Cavalli – Franchet-

ti / Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti (Campo S. Stefano), Berengo Centre for Contemporary Art and Glass (Murano) e la Scuola Grande Confraternita di San Teodoro (San Marco), costi-tuiscono l’esposizione dedicata al vetro d’arte “Glasstress. White Light/White Heat” giunta alla sua terza edizione. Tutto ruota sul coinvolgimento di artisti provenienti da tutto il mondo per la creazione d’innovative e straordinarie opere confrontando luce e calore con aspetti intrinsechi del vetro e della sua lavorazione. A livello storico è stata la grande passione per l’arte contempora-nea e per il vetro che hanno portato Berengo a creare Glasstress. Tutto è iniziato dal 2009 riunendo complessivamente oltre 200 artisti. In questa edizione l’evento ha unito, nella propria fornace a lavorare con entusiasmo e con spirito di gruppo, 65 artisti di

fama internazionale. Molti di loro si sono confrontati per la prima volta con questo materiale duttile e luminoso facendo nascere opere di alto valore artistico e comunicativo. Il successo si rias-sume nelle parole di Adriano Berengo: “ho capito che Glasstress ha raggiunto un importante obiettivo quando ho visto tre artisti di nazionalità diverse, nella nostra fornace di Murano, parlare fra loro. Era la prima volta che s’incontravano e si scambiavano le loro impressioni sul vetro, sulle tecniche e sugli esperimen-ti che stavano conducendo. Il dialogo ha modifi cato in modo sostanziale i progetti di ciascuno. Ecco, questo è Glasstress: un luogo d’incontro per gli artisti di tutto il mondo che si confrontano con il vetro”. Artisti quali Mimmo Paladino, Francesco Gennari, Joana Vasconcelos, Zhan Wang, Jan Fabre, Loris Cecchini, Aldo Mondino, Thomas Schutte, Joseph Kosuth, Mona Hatoum, Tim Noble &Sue Webster, solo per citarne alcuni, illumineranno la visita con opere di luce.

Fino al 24 novembre in tre sedi veneziane

UNO STRESS DI VETRO

Al.Ch. Al.Ch.

Marco Goldin propone una mostra dedicata ad un genere dell’arte. Anche quest’anno l’esposizione sarà divisa tra Gran Guardia e Basilica Palladiana

Marco Goldin e la sua Linea d’Ombra ripropongono, dopo il grande successo, una doppia esposizione divisa tra Verona e Vicenza, invertendo le sedi rispetto al recente binomio

che trattò la ricerca, nei secoli dell’arte, sulla fi gura e sul volto uma-no. Fino al 9 febbraio 2014 presso il Palazzo della Gran Guardia è di scena “Verso Monet. Storia del paesaggio dal Seicento al Nove-cento”. Il secondo capitolo delle esposizioni è dunque dedicato alla storia del paesaggio in Europa e in America dal ‘600 al ‘900. Uno studio della natura dal XVII secolo, per giungere ad alcuni dei mag-giori pittori del secondo ‘900. Una presenza superiore alle novanta opere condurrà il visitatore all’interno di sei sezioni. Il Seicento. Il vero e il falso della natura: opere di Lorrein, Poussin, Hobbema, Van Ruisdael, Van Goyen e Seghers narrano l’evoluzione della pittura del paesaggio dalla resa immaginaria e artefatta fi no allo studio della realtà e del vero della natura. Da questo secolo la natu-ra, da sfondo di ambientazione, emerge come fulcro dell’indagine artistica in un rapporto continuo tra la rappresentazione del vero e del falso. Il Settecento. L’età della veduta: tre nomi su tutti con Ca-naletto, Bellotto e Guardi con opere poco note al pubblico italiano. Romanticismi e realismi: l’800, ossia il secolo della natura. Una trentina di quadri di Turner, Constable e Friedrich per arrivare al realismo di Corot, Coubert e della scuola di Barbizon. La disamina

tocca la Scandinavia, l’Est Europa fi no all’America della Hudson River School. L’impressionismo e il paesaggio: venticinque opere d’impressionisti e post impressionisti quali Renoir, Sisley, Pissarro, Caillebotte, Van Gogh, Gauguin e Cézanne. Dai primi contatti con i pittori del periodo precedente fi no alle esposizioni nello studio di Nadar giungendo alla negazione stessa della pittura en plein air. Monet e la nuova natura: con venticinque opere apre una vera e propria piccola monografi a alla sua arte. Il focus è maggiormente posto sugli agli anni ottanta che segnano un cambiamento verso la modernità nella rappresentazione del paesaggio. Monet ro-vescia, utilizzando dapprima gli elementi proprio del realismo, il concetto stesso di paesaggio dipinto trasformandolo in una visione spirituale e interiore anticipando le ricerche artistiche successive. Il paesaggio del Novecento: dall’evoluzione del post-impressionismo fi no alle avanguardie. Bonnard, Matisse e Picasso fi no ad alcune esperienze astratte sia europee sia americane, da De Staël a De Kooning e Pollock. Invece per il contemporaneo sono rappresenta-te per l’America opere di Diebenkorn e Wyeth mentre per l’Europa Garcia e Richter. Artisti che descrivono in chiave attuale la natura. Dunque a livello complessivo si tratta di una mostra contenitore che permette di vedere l’Arte ad ampio spettro, secondo una curatela ormai collaudata e affi dabile.

di Alain Chivilò

Mostre A Verona quattro secoli di storia dell’arte nella pittura di paesaggio

Un posto al sole per il paesaggio

36 Cultura veneta3636 Cultura veneta

Page 37: Piovese ott2013 n131

16 Cultura veneta

Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini

Il Padiglione degli Stati Uniti alla 55esima Biennale di Venezia presso i Giardini, fi no al 24 novembre, presenta “Sarah Sze: triple point”. Come afferma

la stessa artista “al centro della mostra è la nozione di bussola e come noi ci situiamo in un mondo perenne-mente disorientante. Ciascuna delle sale opera come un sito sperimentale, in cui gli oggetti tendono a diventare strumenti o montaggi per misurare o modellare la no-stra posizione nello spazio e nel tempo. L’aspirazione a costruire modelli che catturino la complessità e l’impos-sibilità di quell’impresa, è il punto centrale dell’opera”. Un grande laboratorio che la Sze compone di “resti ar-cheologici di esperimenti falliti”. Dal 1990 l’artista Sa-rah Sze, classe ‘69, ha sviluppato un’estetica scultorea che trasforma gli spazi attraverso mutamenti radicali di scala, colonizzando spazi trascurati o periferici, dialo-gando con il tessuto e la storia di un edifi cio. La perce-zione dello spettatore e l’esperienza architettonica sono spostate attraverso interventi specifi ci di grandi dimen-

sioni. A livello tecnico tutto parte dalla defi nizione che la termodinamica indica al termine “triple point” che de-signa una singolare combinazione di temperatura in cui tutte le tre fasi di una sostanza (gassosa, liquida e soli-da) coesistono in perfetto equilibrio. La triangolazione, cioè la misurazione della distanza da tre punti ordinali, è anche usata per determinare un punto specifi co dello spazio. L’opera di Sze fa riferimento a entrambi questi concetti, la fragilità dell’equilibrio e il desiderio costante di ritrovare stabilità e posizione. Contrariamente ad altri allestimenti di altri artisti, in questa edizione l’ingresso del Padiglione è stato trasferito a una vecchia porta di uscita a sinistra della rotonda d’ingresso. All’interno lo spettatore incontra strutture improvvisate, alcune ap-parentemente ancora in costruzione, che richiamano modelli, macchine e strutture come in un planetario, un osservatorio, un laboratorio, un pendolo e dispositivi di misurazione o elementi per localizzare i corpi nello spazio.

Il laboratorio di Sze

Il motto della mostra è fatto da una somma algebrica tradotta in Arte ossia: Artisti internazionali + vetro = Glasstress. Fino al 24 novembre tre sedi, costituite da Palazzo Cavalli – Franchet-

ti / Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti (Campo S. Stefano), Berengo Centre for Contemporary Art and Glass (Murano) e la Scuola Grande Confraternita di San Teodoro (San Marco), costi-tuiscono l’esposizione dedicata al vetro d’arte “Glasstress. White Light/White Heat” giunta alla sua terza edizione. Tutto ruota sul coinvolgimento di artisti provenienti da tutto il mondo per la creazione d’innovative e straordinarie opere confrontando luce e calore con aspetti intrinsechi del vetro e della sua lavorazione. A livello storico è stata la grande passione per l’arte contempora-nea e per il vetro che hanno portato Berengo a creare Glasstress. Tutto è iniziato dal 2009 riunendo complessivamente oltre 200 artisti. In questa edizione l’evento ha unito, nella propria fornace a lavorare con entusiasmo e con spirito di gruppo, 65 artisti di

fama internazionale. Molti di loro si sono confrontati per la prima volta con questo materiale duttile e luminoso facendo nascere opere di alto valore artistico e comunicativo. Il successo si rias-sume nelle parole di Adriano Berengo: “ho capito che Glasstress ha raggiunto un importante obiettivo quando ho visto tre artisti di nazionalità diverse, nella nostra fornace di Murano, parlare fra loro. Era la prima volta che s’incontravano e si scambiavano le loro impressioni sul vetro, sulle tecniche e sugli esperimen-ti che stavano conducendo. Il dialogo ha modifi cato in modo sostanziale i progetti di ciascuno. Ecco, questo è Glasstress: un luogo d’incontro per gli artisti di tutto il mondo che si confrontano con il vetro”. Artisti quali Mimmo Paladino, Francesco Gennari, Joana Vasconcelos, Zhan Wang, Jan Fabre, Loris Cecchini, Aldo Mondino, Thomas Schutte, Joseph Kosuth, Mona Hatoum, Tim Noble &Sue Webster, solo per citarne alcuni, illumineranno la visita con opere di luce.

Fino al 24 novembre in tre sedi veneziane

UNO STRESS DI VETRO

Al.Ch. Al.Ch.

Marco Goldin propone una mostra dedicata ad un genere dell’arte. Anche quest’anno l’esposizione sarà divisa tra Gran Guardia e Basilica Palladiana

Marco Goldin e la sua Linea d’Ombra ripropongono, dopo il grande successo, una doppia esposizione divisa tra Verona e Vicenza, invertendo le sedi rispetto al recente binomio

che trattò la ricerca, nei secoli dell’arte, sulla fi gura e sul volto uma-no. Fino al 9 febbraio 2014 presso il Palazzo della Gran Guardia è di scena “Verso Monet. Storia del paesaggio dal Seicento al Nove-cento”. Il secondo capitolo delle esposizioni è dunque dedicato alla storia del paesaggio in Europa e in America dal ‘600 al ‘900. Uno studio della natura dal XVII secolo, per giungere ad alcuni dei mag-giori pittori del secondo ‘900. Una presenza superiore alle novanta opere condurrà il visitatore all’interno di sei sezioni. Il Seicento. Il vero e il falso della natura: opere di Lorrein, Poussin, Hobbema, Van Ruisdael, Van Goyen e Seghers narrano l’evoluzione della pittura del paesaggio dalla resa immaginaria e artefatta fi no allo studio della realtà e del vero della natura. Da questo secolo la natu-ra, da sfondo di ambientazione, emerge come fulcro dell’indagine artistica in un rapporto continuo tra la rappresentazione del vero e del falso. Il Settecento. L’età della veduta: tre nomi su tutti con Ca-naletto, Bellotto e Guardi con opere poco note al pubblico italiano. Romanticismi e realismi: l’800, ossia il secolo della natura. Una trentina di quadri di Turner, Constable e Friedrich per arrivare al realismo di Corot, Coubert e della scuola di Barbizon. La disamina

tocca la Scandinavia, l’Est Europa fi no all’America della Hudson River School. L’impressionismo e il paesaggio: venticinque opere d’impressionisti e post impressionisti quali Renoir, Sisley, Pissarro, Caillebotte, Van Gogh, Gauguin e Cézanne. Dai primi contatti con i pittori del periodo precedente fi no alle esposizioni nello studio di Nadar giungendo alla negazione stessa della pittura en plein air. Monet e la nuova natura: con venticinque opere apre una vera e propria piccola monografi a alla sua arte. Il focus è maggiormente posto sugli agli anni ottanta che segnano un cambiamento verso la modernità nella rappresentazione del paesaggio. Monet ro-vescia, utilizzando dapprima gli elementi proprio del realismo, il concetto stesso di paesaggio dipinto trasformandolo in una visione spirituale e interiore anticipando le ricerche artistiche successive. Il paesaggio del Novecento: dall’evoluzione del post-impressionismo fi no alle avanguardie. Bonnard, Matisse e Picasso fi no ad alcune esperienze astratte sia europee sia americane, da De Staël a De Kooning e Pollock. Invece per il contemporaneo sono rappresenta-te per l’America opere di Diebenkorn e Wyeth mentre per l’Europa Garcia e Richter. Artisti che descrivono in chiave attuale la natura. Dunque a livello complessivo si tratta di una mostra contenitore che permette di vedere l’Arte ad ampio spettro, secondo una curatela ormai collaudata e affi dabile.

di Alain Chivilò

Mostre A Verona quattro secoli di storia dell’arte nella pittura di paesaggio

Un posto al sole per il paesaggio

Protagonisti a NordestProtagonisti a Nordest

L’intervista

informazione pubblicitaria

Padova Fiera premia Cicli OlympiaQuest’anno Olympia festeggia 120 anni di attività e in occasione di Expobici 2013, la fi era internazionale della bicicletta che si è tenuta a Padova lo scorso settembre, Olympia ha visto riconosciuto il contributo dato alla regione ed al ciclismo: dalle mani di Paolo Coin, AD di Pado-vaFiere S.p.A., l’azienda ha ricevuto un premio per i suoi 120 anni di attività. Parimenti, la sua bici Leader, gioiello da strada dotato di freni a disco e telaio in multifi bre di carbonio alto modulo, ha ricevuto l’Innova-tion Award per la creatività, le soluzioni tecnologiche ed il design.

120 anni: le ruote delle bici Olympia, di Piove di Sacco (PD) hanno attraversato due secoli di strade e sono arrivate, più tecnologiche e ricercate che mai, nel XXI secolo.

120 Anni, un traguardo impor-tantissimo, che poche aziende nel mondo della bici possono vantare. Imparare dal passato ma guardare al futuro: ecco come opera Olym-pia oggi. E a EXPOBICI Padova 2013 l’azienda vede riconosciuta la propria storia con un premio alla “carriera” ed uno alla sua bici “LE-ADER”, bici che ha vinto il premio “INNOVATION AWARD 2013”, consegnato a Padova in occasione del EXPOBICI.Azienda leader nel settore dell’ mtb e delle bici da corsa, fi ore all’oc-chiello del Made in Italy ciclistico, Olympia, con sede a Piove di Sacco (PD) è un marchio profondamente radicato nel territorio veneto (è pro-babilmente il secondo produttore della regione, per quantità/qualità); tuttavia le sue origini ci portano in Lombardia e precisamente, a Mila-no. Fondata nella capitale mene-ghina da Carlo Borghi, nel 1893, Olympia è uno dei più vecchi mar-chi della storia del nostro ciclismo, secondo solo a Bianchi (1885). Attenta alle tendenze di mercato ed alle innovazioni (basti pensare che nella sua gamma di inizio at-tività fi guravano anche apprezzati modelli di motocicli e di velocipe-di) Olympia si dedica, nel tempo, unicamente al ciclismo. Con le maglie Olympia, dai caratteristici colori bianchi con fascia nera, cor-rono tanti grandi: da Enrico Mollo, che arriverà secondo al Giro d’I-talia (1940) a Gaetano Belloni (il rivale di Girardengo) fi no a Pietro Chiappini che con i colori Olympia vincerà una Milano-Torino (1941) e arriverà 3° alla Milano-Sanremo (1941) davanti a Fiorenzo Magni. Dinamico e attento alle mode, Bor-ghi affi da l’immagine di Olympia ad uno dei più grandi illustratori del tempo (papà di tanti cartelloni fa-mosi, dal Campari allo champagne Cliquot al Fernet Branca): Luciano Achille Mauzan. Le maglie storiche Olympia, i poster di Luciano Achille Mauzan e tanti memorabilia storici, sono tuttora oggetto di un acceso mercato del collezionismo.Agli inizi degli anni 60’ del secolo scorso, Olympia passa nelle mani

Paolo e Vittorio Fontana, pionieri della produzione di bici di qualità

Olympia fiore all’occhiello del made in Italy, con 120 anni di storia

Paolo e Vittorio Fontana

della famiglia Fontana che ne tra-sferisce la produzione in Vene-to. Negli anni ’80 i giovani cugini Fontana, Paolo e Vittorio, rilevano l’eredità dei genitori e rilanciano il

marchio. Oggi, l’azienda è sempre di proprietà della famiglia Fontana e a Paolo e Vittorio si sono aggiun-ti i fi gli: Michela Fontana (fi glia di Paolo) e Antonio Fontana (fi glio di

Vittorio).La Olympia del 2000 opera nel mo-dernissimo stabilimento di 4400 mq di Piove di Sacco (PD) ed il gruppo conta anche il prestigioso marchio

Scapin e, con azionariato diverso, il marchio Frera. Scapin, altro storico brand veneto, è sinonimo nel mon-do di altissima tecnologia e artigia-na capacità ed un suo modello di mtb, la “Rudolf”, è addirittura as-surto all’olimpo del design, vincen-do il premio italiano “Compasso d’Oro”. Anche Olympia, nel 2009, viene inserita nell’ADI DESIGN IN-DEX, annuario italiano del design che raccoglie le produzioni più bla-sonate.Il gruppo Olympia conta una forza lavoro interna di 25 dipendenti ed un indotto di oltre 200 persone: tutta la progettazione, il design e l’assemblaggio (manuale, per scel-ta e cura, senza catene di montag-gio!) delle bici è interno all’azienda. La gamma copre tutti i segmenti di mercato, nella fascia alta, medio alta e media: mtb da competizione XC, mtb da escursione, mtb da di-scesa, bici da strada, bici ibride, city bike, pregevoli bici da turismo, una bici pieghevole (ZIP- per la barca o l’auto /caravan) ed una gamma particolarmente apprezzata di bici elettriche. Oggi, telai dalle forme sofi sticate, leggerissimi, si affi an-cano a biciclette destinate ad un pubblico amatoriale, che tuttavia richiede qualità e fi nitura inecce-pibili.Fiore all’occhiello del brand è anche la presenza sportiva, in particolare nel settore della mountain bike di alto livello, dove Olympia è sponsor di atleti di calibro internazionale, come il campione marathon Mar-zio Deho. Molte le iniziative in corso per fe-steggiare i 120 anni di attività: tra di esse anche un modello esclusivissi-mo, la 849, con un telaio che riporta in auge la Superleggera ed infrange la barriera degli 850g di peso. E tra le idee curiose segnaliamo la pagi-na facebook https://www.facebo-ok.com/OlympiaBikes?fref=ts : gli utenti sono stati invitati a “posta-re” la loro bici Olympia, di qualsiasi epoca e modello. Così, si creerà un meraviglioso album virtuale che farà scoprire il glorioso marchio at-traverso i suoi due secoli di storia.

BICI MOD. LEADER VINCITRICE DEL PREMIOINNOVATION AWARD 2013

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18 Cultura veneta

Gli spazi espositivi della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova sulle Zattere, direzione Punta della Do-

gana, propongono in concomitanza della Biennale due eventi espositivi fi no al 24 novembre: “Roy Lichtenstein Sculptor” curata da Germano Celant al Magazzino del Sale e “Emilio Vedova … Cosìdetti Carnevali …” curata da Celant e Fabrizio Gazzarri allo Spazio Vedova. La mostra de-dicata a Lichtenstein, uno tra gli esponenti della Pop Art americana, ha focus sulla pro-duzione scultorea dell’artista. Quarantacin-que opere suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di

bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997. E’ proprio dalla metà degli anni sessanta che le immagini interpretate dai mass-media, in special modo dall’ambientazione del fumetto, diventano fonte di creazione. I bicchieri, le esplosioni, le tazze e le teste tridimensionali sono alcuni aspetti di tali lavori.

Invece le opere di Emilio Vedova rac-colgono nello stesso titolo, Carnevali, lavori realizzati tra il 1977 e il 1991 a testimo-nianza di un periodo originale per l’artista. Legno, plastica, metallo, maschere, graffi ti, combustioni, stampe, corde, carte sono uni-ti secondo la sperimentazione del collage e dell’assemblaggio. Storicamente il coinvol-gimento del Maestro e il Carnevale si data con la premiazione alla Biennale di San Paolo nel 1954, al di la di una tradizione veneziana in cui l’utilizzo di maschere era costume di vita. Situazioni irreali fatte di mistero, contraddizione, confusione che in Vedova diventano reali nell’esecuzione informale.

di Alain Chivilò

Alle opere dell’americano, suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997, fa da contrappunto la serie Carnevali dell’artista veneziano

Arte a Venezia Due eventi espositivi fi no al 24 novembre

Vedova/Lichtenstein: coppia vincente

Il futuro è virtuale. Detto così sembre-rebbe un’ovvietà, il domani è sempre ipotetico e addirittura se interpretato

con pessimismo, virtuale, potrebbe anche signifi care inconsistente. Tuttavia è solo di museo virtuale che vogliamo parlare e vir-tuale, nella fattispecie, va inteso come tec-nologico, nella massima espressione in cui può intendersi oggi: ossia come sinonimo di “web”. Attraverso internet, da pc, tablet e smartphone, sarà, infatti, possibile compiere un “virtual tour” e conoscere da vicino 400 opere storico-artistiche di rilevanza mondiale presenti a Venezia. Il progetto, che proba-bilmente farebbe rabbrividire Goethe, già dalla presentazione, avvenuta lo scorso 15 ottobre, promette la realizzazione del più grande museo virtuale in Italia. Utilizzando strumenti multimediali, riprese fotografi che ad altissima qualità fi nalizzate alla rappre-sentazione tridimensionale di quattrocento capolavori veneziani, i virtual tour avranno come oggetto il Tesoro della Basilica di San Marco, lo Statuario pubblico della Serenissi-ma, la Tribuna di Ca’ Grimani a Santa Maria Formosa e lo spazio tra l’area marciana e Piazza San Marco con le sue sculture. La visita virtuale di quest’ultimo ambiente sarà arricchita dalla “decostruzione” del Leone alato posto sulla sommità della colonna: le tecnologie utilizzate nella rappresentazione tridimensionale consentiranno di distinguere i diversi restauri succedutisi nel tempo, riper-correndo la storia e l’evoluzione iconografi ca del simbolo per antonomasia dell’antica Se-renissima. L’intervento è realizzato nell’am-bito di “Shared Culture - Progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimo-nio condiviso”, di cui la Regione Veneto è partner, fi nanziato attraverso il Programma europeo per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013.

NEWS

L’assessore Sernagiotto“DAL GOVERNO ALMENO 18 MILIONI AL SOCIALE”

A metà degli anni ’60 le immagini interpretate dai mass-media diventano fonte di creazione

38 Cultura veneta3838 Cultura veneta

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18 Cultura veneta

Gli spazi espositivi della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova sulle Zattere, direzione Punta della Do-

gana, propongono in concomitanza della Biennale due eventi espositivi fi no al 24 novembre: “Roy Lichtenstein Sculptor” curata da Germano Celant al Magazzino del Sale e “Emilio Vedova … Cosìdetti Carnevali …” curata da Celant e Fabrizio Gazzarri allo Spazio Vedova. La mostra de-dicata a Lichtenstein, uno tra gli esponenti della Pop Art americana, ha focus sulla pro-duzione scultorea dell’artista. Quarantacin-que opere suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di

bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997. E’ proprio dalla metà degli anni sessanta che le immagini interpretate dai mass-media, in special modo dall’ambientazione del fumetto, diventano fonte di creazione. I bicchieri, le esplosioni, le tazze e le teste tridimensionali sono alcuni aspetti di tali lavori.

Invece le opere di Emilio Vedova rac-colgono nello stesso titolo, Carnevali, lavori realizzati tra il 1977 e il 1991 a testimo-nianza di un periodo originale per l’artista. Legno, plastica, metallo, maschere, graffi ti, combustioni, stampe, corde, carte sono uni-ti secondo la sperimentazione del collage e dell’assemblaggio. Storicamente il coinvol-gimento del Maestro e il Carnevale si data con la premiazione alla Biennale di San Paolo nel 1954, al di la di una tradizione veneziana in cui l’utilizzo di maschere era costume di vita. Situazioni irreali fatte di mistero, contraddizione, confusione che in Vedova diventano reali nell’esecuzione informale.

di Alain Chivilò

Alle opere dell’americano, suddivise tra bozzetti, disegni, collage, maquette, sculture e modelli di bronzo prodotti tra il 1965 e il 1997, fa da contrappunto la serie Carnevali dell’artista veneziano

Arte a Venezia Due eventi espositivi fi no al 24 novembre

Vedova/Lichtenstein: coppia vincente

Il futuro è virtuale. Detto così sembre-rebbe un’ovvietà, il domani è sempre ipotetico e addirittura se interpretato

con pessimismo, virtuale, potrebbe anche signifi care inconsistente. Tuttavia è solo di museo virtuale che vogliamo parlare e vir-tuale, nella fattispecie, va inteso come tec-nologico, nella massima espressione in cui può intendersi oggi: ossia come sinonimo di “web”. Attraverso internet, da pc, tablet e smartphone, sarà, infatti, possibile compiere un “virtual tour” e conoscere da vicino 400 opere storico-artistiche di rilevanza mondiale presenti a Venezia. Il progetto, che proba-bilmente farebbe rabbrividire Goethe, già dalla presentazione, avvenuta lo scorso 15 ottobre, promette la realizzazione del più grande museo virtuale in Italia. Utilizzando strumenti multimediali, riprese fotografi che ad altissima qualità fi nalizzate alla rappre-sentazione tridimensionale di quattrocento capolavori veneziani, i virtual tour avranno come oggetto il Tesoro della Basilica di San Marco, lo Statuario pubblico della Serenissi-ma, la Tribuna di Ca’ Grimani a Santa Maria Formosa e lo spazio tra l’area marciana e Piazza San Marco con le sue sculture. La visita virtuale di quest’ultimo ambiente sarà arricchita dalla “decostruzione” del Leone alato posto sulla sommità della colonna: le tecnologie utilizzate nella rappresentazione tridimensionale consentiranno di distinguere i diversi restauri succedutisi nel tempo, riper-correndo la storia e l’evoluzione iconografi ca del simbolo per antonomasia dell’antica Se-renissima. L’intervento è realizzato nell’am-bito di “Shared Culture - Progetto strategico per la conoscenza e la fruibilità del patrimo-nio condiviso”, di cui la Regione Veneto è partner, fi nanziato attraverso il Programma europeo per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013.

NEWS

L’assessore Sernagiotto“DAL GOVERNO ALMENO 18 MILIONI AL SOCIALE”

A metà degli anni ’60 le immagini interpretate dai mass-media diventano fonte di creazione

Protagonisti a NordestProtagonisti a Nordest

Con lui collaborano i figli Dimitri, Gianfranco, Denise e David nel creare a Padova un centro di eccellenza sportiva firmato 2001 Team

La gestione 2001 si inserisce nell’am-biente degli impianti sportivi nel lon-tano 1974, quando l’imprenditore Lino Barbiero, padovano eccellente, costruisce con un gruppo di amici e i fi gli Dimitri, Gianfranco, Denise e David, quello che poi diventerà uno dei punti di riferimento dello sport padovano: il Nuoto 2000.L’esperienza di gestione si amplia con la creazione del Team 2001, che ad oggi gestisce il Centro Sportivo Comunale Aquaria di Via Botta (dal 1996), il C.S. Plebiscito Padova (dal 1983), oltre a strutture a Rovereto, San Bonifacio (VR), Trieste e Schio.L’esperienza ormai trentennale del Team 2001, dove Lino è il “presiden-tissimo”, ha portato all’eccellenza numerosi Piovesi. Tra gli atleti d’oro le gemelle Martina e Ilaria Savioli, classe ’90: esordiscono in serie A1 nel 2004/2005, conquistano un po-sto in nazionale juniores e nel sette-rosa, vincendo medaglie agli europei, World League, Universiadi.Ci sono poi le giovani Martina Gottardo e Cinzia Rosso, vincitrici di scudetto nazio-nale U17 e U19 e già giocatrici in serie A1.Attualmente squadra femminile è in serie B e la maschile in serie C, le cui formazioni sono formate da giocatori del territorio, ma molto sviluppata è anche tutta l’attività agonistica gio-vanile di Acquagol, under 13, under 15 e under 17, l’attività pre-agonisti-ca della 2001 Team Tennis Academy e l’agonismo nel nuoto. Soddisfazio-ni anche dai Master nuoto dove è

stato stabilito, ai mondiali, un record italiano. Un percorso sportivo che Lino e Dimi-tri Barbiero hanno sempre sostenuto, puntando fi n dall’inizio sull’attività agonistica e lo sviluppo costante di un ambiente adatto a crescere atleti d’eccellenza ed al coinvolgimento di uno staff di residenti certifi cato dalle federazioni sempre preparato e ag-giornato.Aquaria ha proposto una grande va-rietà dei corsi e di attività: nuoto, nuo-to sincronizzato e pallanuoto, tennis, oltre al settore fi tness&wellness con acquatfi tness (acquazumba, acqua-tone, hydrogag e molte altre attività innovative per il benessere psico-fi sico), cardio fi tness, zumba, pilates, balli latini e da sala, danza e attività speciali riservate a gestanti, piccoli dai 3 mesi ai 5 anni, terza età (ginna-stica dolce in acqua e fuori) e diver-samente abili. I ragazzi hanno anche la possibilità di continuare a divertirsi in compagnia e socializzare durante

le vacanze estive e natalizie con i centri estivi e in-vernali.Il campo da b e a c h - v o l l e y , l’ampio solarium

ed il verde che circondano la strut-tura rendono la permanenza presso Aquaria piacevole e rilassante. Tra le ultime novità realizzate a cura e spese della 2001 c’è l’unica pista del ghiaccio del piovese (di dimensioni 42x20), fi n dal 2006 situata nella piastra polivalente adiacente ai cam-pi da tennis, e la piscina baby estiva.La 2001 con Aquaria si distingue per la particolare attenzione che ha inol-

Gli 80 anni di Lino Barbiero, fondatore del Team 2001

“30 anni di grande sport”

Il titolare Lino Barbiero

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tre dimostrato nel cercare metodi di produzione dell’energia elettrica e del calore a basso impatto ecologi-co, come per esempio l’impianto di cogenerazione del 2005, che sfrut-tava il metano producendo simulta-neamente energia elettrica e calore in un unico processo, con la conse-guente riduzione di agenti inquinanti immessi nell’aria.Oltre all’ampliamento e migliora-mento degli impianti, la nuova sfi da tecnologica della 2001 Team è l’uti-lizzo esclusivo del fotovoltaico come metodo di produzione di energia alternativa, certi che sia la direzione giusta per adeguare le strutture allo standard internazionale di cura e ri-spetto dell’ambiente.

Lino Barbiero ha portato all’eccellenza numerosi atleti tra cui Martina e Ilaria Saviloli

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del Piovese

www.lapiazzaweb.itPeriodico d’informazione locale. Anno XX n.131 - Ottobre 2013 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD

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continua a pag. 14-16-18

Sì, viaggiare

Lo scorso anno Poste Italiane gli dedicò un francobollo da 60 centesimi. Barbanera vi veniva raffigurato con i suoi “strumenti di lavoro”. Quelli dell’astronomo dell’epoca: un rudimentale

telescopio, un compasso e un planisfero. Barbanera, personaggio misterioso, circondato da un alone di leggenda, visse in Umbria nel XVIII secolo. In una terra in cui la tradizione tipografica ha radici molto antiche. Oggi il suo nome è sinonimo stesso di lunario, perché dal 1743 il suo almanacco viene pubblicato con regolarità, ogni anno prima di Natale.

Umbria: nel magico mondo di Barbanera

Con il freddo arrivano i “mali di stagione”

Salute

pag. 22

Il giardino d’autunno. Japelli e l’Ottocento

Luoghi da scoprire

pag. 12

Lino Dinetto, pittura che diventa bellezza

Intervista

pagg. 8-9-10

Da dicembre convogli ogni dieci minuti sulle tratte principali e rafforzamento complessivo di tutta la rete così che nessun passeggero resti più di un’ora in attesa

alle pagg. 3-4

ENTRA IN RETE CON NOI! Troverai il nostro giornale prima che venga distribuito con nuove news che riguardano il tuo territorio

I nuovi orari dei treni che rivoluzionano il trasporto pubblico

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della mobilità del Veneto Renato Chisso - fornendo più treni e più capienti, con più possibilità di collegamento e di coinci-denze, più fermate”. “So molto bene che cambiare abitudini e spostare orari inciderà su comportamenti per così dire consolida-ti – aggiunge Chisso – ma il lavoro che abbiamo fatto darà certamente più risposte positive di quanto non sia in grado di fare il servizio come è attualmente strutturato. Il nuovo sistema sarà unico nel suo genere in Italia, studiato sulla base dei fl ussi di mobilità delle persone, basato su regionali lenti, regionali veloci e coincidenze tra linee diverse che si intersecano tra di loro, servito da una trentina di convogli in più rispetto agli attuali”.

La novità che rende contenti tutti, so-prattutto i pendolari, riguarda l’incremento delle corse possibile anche grazie ad un parco convogli che comprenderà 20 nuovi complessi Stadler, 9 nuovi convogli Vivalto, 14 nuove carrozze doppio piano e il re-vamping di 316 vetture Trenitalia a Media Distanza.

della mobilità del Veneto Renato Chisso- fornendo più treni e più capienti, con

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Sulla carta sembra la soluzione de-fi nitiva a tutti i peggior disagi che i pendolari dei treni veneti hanno do-

vuto sopportare in questi anni. Un sogno all’orizzonte, rincorso a lungo con il proget-to sempre in itinere della metropolitana di superfi cie, che fi no ad oggi non, si è mai realizzato. Ora le cose potrebbero cambiare davvero. Ma per la prova del nove i citta-dini dovranno attendere il 15 dicembre, data in cui entrerà uffi cialmente in vigore il nuovo orario cadenzato dei treni regionali.

Ideato nell’arco di due anni da un inge-gnere veronese, Domenico Menna, il nuovo servizio ferroviario locale cadenzato preve-de dei treni a frequenza regolare: stesso posto stesso orario, e dunque, facilmente memorizzabili.

Da Mestre, ad esempio, al minuto 03 partiranno i treni veloci per Rovigo, al minuto 19 per Verona Porta Nuova, al minuto 49 per Vicenza, al minuto 54 per Padova. Lo shuttle Mestre-Padova, invece, partirà dal binario giardino al minuto 35 e da Padova rientrerà a Mestre al minuto 53.

Tutto questo avverrà dalle 7 alle 22, tutti i giorni.

Una vera rivoluzione del sistema re-gionale della mobilità su rotaia che vedrà passare sulle tratte principali treni ogni dieci minuti. Se così sarà la rete ferroviaria complessivamente verrà rafforzata, tanto che, promettono dalla Regione, nessun passeggero trascorrerà più di un’ora senza un treno per la sua destinazione.

“L’obiettivo è migliorare il servizio, - spiega l’assessore regionale alle politiche

I nuovi orari dei treni che rivoluzionano il trasporto pubblicoDa dicembre convogli ogni dieci minuti sulle tratte principali e rafforzamento complessivo di tutta la rete così che nessun passeggero resti più di un’ora in attesa

di Germana Urbani

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In questo modo sarà possibile transitare da un regionale veloce (che ferma solo nelle stazioni principali) a un regionale lento (che ferma ovunque) e lungo direttrici dove oggi il servizio è non solo spezzettato ma non esistono coincidenze (Conegliano – Treviso – Vicenza, per esempio). Questo peraltro elimina le interferenze oggi esistenti fra tratte non elettrifi cate e tratte non elettri-fi cate, che sono più razionalmente servite da convogli a trazione dedicata a fronte di interferenza quando il transito è misto.

Con questi cambiamenti epocali è lecito dire che la mobilità veneta si adegua agli standard europei e non è facile per una Re-gione che ha un sistema di mobilità non a raggiera, ma diffuso da e verso città che si collocano appunto in un contesto policentri-co e metropolitano, dove l’attuale servizio

fi no ad oggi non è riuscito a dare le risposte che chiedevano i viaggiatori e soprattutto i pendolari.

“Per tutti noi – ribadisce Renato Chisso – in primo luogo Regione ma anche Trenita-lia, il cadenzamento è una scommessa, nel-la quale crediamo, che abbiamo deciso di accettare e che vogliamo vincere. Siamo di fronte ad una nuova fi losofi a della mobilità pubblica – continua l’assessore regionale – che non coinvolgerà solo il treno ma anche il trasporto su gomma, all’interno di un si-stema integrato al cui centro ci sono non gli aggiustamenti di un sistema ereditato dal passato, ma le esigenze e le richieste degli utenti, dei pendolari, dei lavoratori, degli studenti e la necessità di dare le migliori risposte possibili in un quadro di compatibi-lità economica”.

>> Tutti di corsa per non perdere la coincidenza

della mobilità del Veneto Renato Chisso- fornendo più treni e più capienti, con più possibilità di collegamento e di coinci-denze, più fermate”. “So molto bene che cambiare abitudini e spostare orari inciderà su comportamenti per così dire consolida-ti – aggiunge Chisso – ma il lavoro che abbiamo fatto darà certamente più risposte positive di quanto non sia in grado di fare il servizio come è attualmente strutturato. Il nuovo sistema sarà unico nel suo genere in Italia, studiato sulla base dei flussi di mobilità delle persone, basato su regionali lenti, regionali veloci e coincidenze tra linee diverse che si intersecano tra di loro, servito da una trentina di convogli in più rispetto agli attuali”.

La novità che rende contenti tutti, so-

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Sulla carta sembra la soluzione de-finitiva a tutti i peggior disagi che i pendolari dei treni veneti hanno do-

vuto sopportare in questi anni. Un sogno all’orizzonte, rincorso a lungo con il proget-all’orizzonte, rincorso a lungo con il proget-all’orizzonte, rincorso a lungo con il progetto sempre in itinere della metropolitana di superficie, che fino ad oggi non, si è mai realizzato. Ora le cose potrebbero cambiare davvero. Ma per la prova del nove i citta-dini dovranno attendere il 15 dicembre, data in cui entrerà ufficialmente in vigore il nuovo orario cadenzato dei treni regionali.

Ideato nell’arco di due anni da un inge-gnere veronese, Domenico Menna, il nuovo servizio ferroviario locale cadenzato preve-de dei treni a frequenza regolare: stesso posto stesso orario, e dunque, facilmente memorizzabili.

Da Mestre, ad esempio, al minuto 03 partiranno i treni veloci per Rovigo, al minuto 19 per Verona Porta Nuova, al minuto 49 per Vicenza, al minuto 54 per Padova. Lo shuttle Mestre-Padova, invece, partirà dal binario giardino al minuto 35 e da Padova rientrerà a Mestre al minuto 53.

Tutto questo avverrà dalle 7 alle 22, tutti i giorni.

Una vera rivoluzione del sistema re-gionale della mobilità su rotaia che vedrà passare sulle tratte principali treni ogni

I nuovi orari dei treni che I nuovi orari dei treni che I nuovi orari dei treni che rivoluzionano il trasporto pubblicorivoluzionano il trasporto pubblicorivoluzionano il trasporto pubblicoDa dicembre convogli ogni dieci minuti sulle tratte principali e rafforzamento complessivo di tutta la rete così che nessun passeggero resti più di un’ora in attesa

di Germana Urbani

segue dalla pagina precedente

L’unico neo che si può ravvisare po-trebbe essere colto nella necessità di fare diversi cambi per un unico viaggio. Ma, considerando che il modello è la metropo-litana delle grandi città, i veneti nell’usare il treno dovranno ricordare come per spo-starsi a Parigi da un posto all’altro occorra scendere anche più volte da un convoglio e prenderne un altro.

Il nuovo orario prevede, infatti, che i di-versi convogli siano tra loro “sincronizzati”.

In questo modo sarà possibile transitare da

La Regione ha già acquistato venti nuovi treni svizzeri e ne comprerà altri nove

Renato Chisso

AttualitàAttualità44

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I 152 milioni di tagli sui servizi pubblici universali previsti tra le misure dell’ul-tima legge di Stabilità preoccupano

non poco Mauro Moretti (nella foto)amministratore delegato di Trenitalia, in-tervenuto ad un convegno veneto proprio sul tema dei trasporti. “Se le cose restano così - ha commentato – non mi resta che stilare una relazione sui servizi che non si possono più fare”. Occorre, dunque, una programmazione oculata e un concorso maggiore dei cittadini nelle spese per il servizio.“Chiedere infrastrutture per fare tutto è semplice - ha affermato Moretti - ma un paese che magari ha seicento abitanti deve capire che non può avere una sua fermata del treno. E siamo alla follia pura se pensiamo ad un aggancio ferroviario per tutti gli aeroporti”. Secon-do l’ad di Trenitalia, per mantenere in equilibrio il settore dei trasporti in Italia bisogna recuperare “quella normalissima cosa in base alla quale chi usa un servizio ne paga il prezzo. Quante aziende di tra-sporto stanno in piedi oggi in Italia? - ha chiesto retoricamente Moretti alla platea di imprenditori - Non vi sembra che ci sia un problema di rapporti tra servizi e infra-strutture? Voglio dire questo perché altri-menti non sta in piedi niente, altrimenti

non ci salviamo”. E per risolvere o almeno arginare il problema del sovraffollamento dei treni non vi è altra via che stanziare “più risorse - ha affermato - perché i treni sono pochi e, allo stato delle cose, non possiamo fare miracoli, ma solo cercare di garantire la massima effi cienza E poi ci vuole una programmazione omogenea delle linee, perché qualche sfi lacciatura indubbiamente c’è, anche se occorre tem-po per una programmazione dei servizi a medio-lungo termine”.

Le prioritàUNA BUONA POLITICA DEI TRASPORTI SU ROTAIA VA FINANZIATA BENE

Pendolari sul piede di guerra e una rac-colta fi rme che ha già superato quota 25.000 e serve per spingere la Regio-

ne Veneto a riconsiderare la decisione di sopprimere dal 15 dicembre, come deciso la scorsa estate, gli 8 “treni dei pendolari interregionali” Venezia-Milano utilizzati da 36 mila passeggeri ogni giorno. A quan-to pare, per colpa dei tagli dallo Stato, il Veneto non ha più soldi per garantire il servizio svolto da quattro coppie di treni interregionali veloci Milano – Venezia. Né la Lombardia stanzierà i 4 milioni di euro necessari a salvare i convogli di Trenitalia che saranno, quindi, cancellati. Per l’asses-

sore regionale Chisso si tratta di un falso problema: i convogli saranno sostituiti da 13 coppie giornaliere di “Frecce” regionali Venezia – Verona che oggi non ci sono, che si affi ancheranno ai treni cadenzati Milano – Verona di TreNord.

Secondo l’assessore, dunque, i pen-dolari veneti vedranno più che triplicato il servizio veloce, oltre ad avere un servizio orario che fermerà in tutte le stazioni. Il cambiamento, paradossalmente, sconten-ta i pendolari ma costa molto di più alla Regione. Le 13 coppie di Frecce regionali, il cui costo a catalogo a carico del Veneto sarà di circa 16,7 milioni l’anno a fronte dei

Pendolari: “La Regione ci ripensi”

10,7 milioni pagati oggi dalla Regione per le quattro coppie di interregionali, potranno tranquillamente collegarsi in coincidenza con i già esistenti treni orari regionali lom-bardi Milano – Verona (oggi sono 11 nel corso della giornata, oltre ai quattro interre-gionali in questione).

“Secondo Trenitalia – ha ricordato l’assessore – la coincidenza è facilmente realizzabile nel capoluogo scaligero sul me-desimo marciapiede per quanti sono inte-ressati a proseguire il viaggio lungo questa direttrice, tenuto altresì conto che il Veneto ha previsto il prolungamento oltre Verona

Raccolte oltre 25mila fi rme per la causa di 36mila pendolari. Il Veneto non ha più i soldi per garantire il servizio svolto da quattro coppie di interregionali veloci

>> Soppressi otto treni interregionali che collegano Venezia con Milano

di un paio di regionali non veloci”. Studenti e lavoratori pendolari però sembrano non voler sentir ragioni e sulle coincidenze avan-zano forti dubbi.

“Aspettare un’ora in più il treno suc-cessivo – dicono dal Comitato -, forse, è scomodo ma accetta-bile per una persona che decide di farsi un weekend fuori città, ma di certo non per un pendolare, non per un lavoratore che deve rendere conto di un’ora di ritardo al proprio datore, non per uno studente che perde una lezione, un giorno sì e l’altro pure”. E se non bastasse del cambiamen-to ne risentirà anche il portafogli. “Da di-cembre saremo costretti a sborsare quasi

il doppio del costo del nostro biglietto per una Freccia, o accontentarci di un ancora più sovraffollato regionale, affi dandoci alle care e amate coincidenze.

Purtroppo, chiunque abbia mai preso un treno sa, ed è proprio il caso di dirlo, che

le coincidenze non esistono. Troviamo inaccettabile che la regione Veneto abbia preso questa decisione con un atto di forza sul

presupposto cinico che un lavoratore, oggi, non ha alternative: o rinuncia al lavoro, o paga di più, perché uno stipendio, anche se decurtato del costo spropositato di un ab-bonamento mensile di una Freccia, in una famiglia, è meglio di niente”.

di Germana Urbani

Gli abbonamenti per Frecce veloci costeranno molto di più

non ci salviamo”. E per risolvere o almeno

AttualitàAttualità66

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giorni, delle mie vivenze”.La tela è dunque uno spazio che ac-

coglie non la realtà delle cose ma ciò che affi ora dalla coscienza.

“Per dipingere occorre prima d’ogni altra cosa vivere i propri sentimenti. Non si inventa mai nulla. Che cosa possiamo fare con la nostra testa? Ciò che conosciamo, non possiamo fare quello che non conosciamo. Allora anche i temi delle mie tele sono il frutto di ciò che ho vissuto o che vivo. In un quadro per esempio, emerge un ricordo. Qui a Este c’era un prestigiatore una volta. Durante la settimana faceva il meccanico ma di domenica si vestiva come un signore, si metteva una farfallina bianca sul vestito e andava a fare dei pic-coli spettacoli dome-nicale nei paesi dei dintorni. Ad un certo punto dello spetta-colo tirava fuori un gallo, lo guardava in-tensamente e il gallo rimaneva stecchito e lo buttava lì, sul tavolo. Io, che ero molto piccolo, mi chiedevo come faceva a farlo e lo interrogavo. Lui dice-va che erano giochi di prestigio, cose dell’altro mondo... Questo ricordo di qualcosa che ho vis-suto entra nell’opera ma con i contorni sfocati.

Il vestito del mago, che non ricordo bene se era un po’ rosso o un po’ blu, l’ho dipinto con entrambi i colori, così, per non staccarmi troppo dal mio ricordo. Mentre il viso l’ho di-pinto d’azzurro perchè è un sogno. E’ sognato. E così la gran parte degli altri temi che affronto. Sono cose che ho vissuto, che mi hanno toc-cato”.

Dinetto dipinge la realtà che, fi ltrata dall’esperienza e depositata nel subconscio, affi ora dalla coscienza attraverso i sogni

e la memoria, e si ricostruisce come una storia nuova dove prendono posto istinti, sensazioni, pensieri, sentimenti, cultura. E questo avviene anche quando dipinge su commissione opere a tema religioso.

“Prendiamo la grande tela del Golgota o Crocifi ssione, si chiami come si vuole. Ciò che è dipinto è il frutto di una lunga rifl essione, per-sonale, intima. Allora io ho pensato: ma guarda te Dio è stato tradito e crocifi sso. Che cosa ha fatto l’umanità?! Quanto contava anche allo-ra il denaro... Giuda l’hanno pagato i preti di

allora... E rifl et-tendo su tutto ciò nel quadro ho evidenziato i soldi...i denari. In un angolo ho messo il tradi-mento...Pietro, il gallo... E poi la croce. Ma è la rifl essione che ho fatto ad essere in primo piano. Ho messo qui dentro delle immagini che io ho vissuto per

una vita dentro di me. Io sono cattolico, ho studiato catechismo... E anche qui, come in altre tele, tutto ciò che vedete son tutte cose vissute fuori e dentro di me”.

Passeggiando tra le tele si susseguono nature morte, fi gure femminili, paesaggi e opere di non immediata lettura. Opere che narrano eventi ma ridotti a simbolo, a mito.

“Non è possibile spiegare tutto della mia pittura. Come avviene per tutto ciò che si può defi nire arte. In una tela ci può essere cronaca, forse letteratura ma diffi cilmente si arriva a far poesia che è il traguardo più alto. L’arte è simile alla vita che, a mio veder, si sviluppa su tre i gradini: la prima è la cronaca, poi viene la

A ottantasei anni Lino Dinetto dipinge ancora ogni giorno perchè la sua, prima di tutto è una vocazione. Egli si è consacrato alla bellezza moltissimi anni fa, quando ancora giovanissimo, in un’Italia piega-

ta dalla guerra lasciò Este, città natale, per recarsi a Venezia dove, dal colorismo veneziano ricevette una lezione basilare, trovando in esso una risposta alla sua spiritualità.

Oggi le sue opere esprimono una personalità fuori del comune. In ciascuna tela il maestro segue un ordine non dato dallo spazio esteriore, ma piuttosto dal suo proprio spazio personale e, sebbene in alcuni quadri si possano identifi care elementi di paesaggio, personaggi e oggetti, l’impeto delle trasfi gurazioni, il suo patetismo plastico e il colore sono elementi essenziali della sua scrittura artistica.

Maestro, lei è stato un cittadino del mondo nonostante sia nato ad Este. Ma c’è qualcosa di veneto nelle sue opere

“La dominante della mia pittura, oltre che la struttura, è il colore. Ogni quadro è prima di tutto un tema di colore... Un tema coloristico. Direi che in molti dei miei quadri l’impronta veneta si può ritrovare nelle atmosfere soffuse, tipiche del paesaggio veneto, nei toni lagunari”. E mentre parla indica i suoi temi di colore e spiega “questo grigio, questo ocra...Sono tutti temi che sono stati scelti uno alla volta, ma non scelti nel senso di una programmazione razionale, direi che sono emersi come necessità dei miei

>> Nato ad Este nel 1927 è oggi un artista di fama internazionale

continua alla pag. seguente

“Non mi interessa far della letteratura a me interessa far della pittura che diventi bellezza, che è il sommo perchè è la poesia della vita”

di Germana Urbani

un ricordo. Qui a Este c’era un prestigiatore una volta. Durante la settimana faceva il meccanico ma di domenica si vestiva come un signore, si metteva una farfallina bianca sul vestito e

tavolo. Io, che ero molto piccolo, mi chiedevo

ra il denaro... Giuda l’hanno pagato i preti di allora... E rifl et-tendo su tutto ciò nel quadro ho evidenziato i soldi...i denari. In un angolo ho messo il tradi-mento...Pietro, il gallo... E poi la croce. Ma è la rifl essione che ho fatto ad essere in primo piano. Ho messo qui dentro delle immagini che io ho vissuto per

una vita dentro di me. Io sono cattolico,

Dinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vitaL’intervistaL’intervista88

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letteratura, quindi la poesia che è la sintesi di tutto. La poesia non ha confi ni, la poesia sei tu, è la tua anima e non solo. C’è anche la coscienza, importantissima, quasi una guida occulta. Per esempio. Cos’è che fa comprendere ad un pittore di aver fi nito il quadro? Non è facile da capire. Una volta mi trovavo con famoso scultore, Marino Marini. Prese un gessetto rosso e lo fece correre lungo una gamba di una sua scultura in piedi fermandolo appena sopra la caviglia. Io gli chiesi: maestro come mai questo segno? E lui rimase un po’ perplesso, poi guardandomi mi disse: “lo sai che non lo so nemmeno io perchè l’ho fatto. Però ci vo-leva!”. Questa è opera della coscienza artistica che dirige verso la poesia”.

Dicendo queste parole Dinetto ride sornione come colui che conosce della vita anche i segreti più indefi niti dell’e-quilibrio della creazione. Lui che ha attraversato un secolo pittorico tra i più dirompenti di tutta la storia dell’arte.

“Già da giovanissimo capii che noi pittori italiani dovevamo continuare quella grande storia che si era fermata. Quando io ero a Milano e frequentavo Carrà e gli altri, era tangibile il bisogno

di andare oltre l’ottocento e quello che avevano fatto gli impressionisti. Il cubismo era una novità, certo, però si dipingeva al modo degli impressionisti anche se le fi gure erano squadrate e rotte in modo da far vedere anche il retro. Il cubismo era ac-cettabilissimo, perchè no, una scoperta , una nuova dimensione spaziale della forma. E in pittura si adopera tutto ciò che è buono.

Io mi resi conto che bisognava continuare nelle novità ma occorreva farlo lungo la strada della nostra pittura italiana che in quel tempo era una pittura che mirava in parte ai valori plastici. Io però mi sentivo più dentro al pensiero fi losofi co, alla pittura metafi sica delle cose. Per cui andavo avanti con le mie fi gure, col mio segno”.

E il segno è molto importante per lei, forse fondamen-tale.

“Il segno non è il disegno. E’ il segno che lascia il segno, il segno deve lavorare da solo e deve rifare la fi gurazione come intendo io, mettendo sempre al primo posto la costituzione dell’oggetto che non è la copia del dato naturale.

Una volta fui davanti a Picasso e lui teneva un libro sotto braccio. Le sibille e i profeti.. di Michelangelo. Ad un certo punto un signore gli chieste se apprezzasse Michelangelo. Lui aprì il libro e cominciò a seguire i contorni della fi gura che c’era disegna-ta dicendo: “Mi piace perdermi in questa misteriosa montagna” ...Era una testa...Col dito Picasso faceva il percorso del segno...

letteratura, quindi la poesia che è la sintesi di tutto. La poesia

E il segno è molto importante per lei, forse fondamen-di andare oltre l’ottocento e quello che avevano fatto gli di andare oltre l’ottocento e quello che avevano fatto gli

Dinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vita

appena sopra la caviglia. Io gli chiesi: maestro come mai questo segno? E lui rimase un po’ perplesso, poi guardandomi mi disse: “lo sai che non lo so nemmeno io perchè l’ho fatto. Però ci vo-leva!”. Questa è opera della coscienza artistica che dirige verso la poesia”.

che conosce della vita anche i segreti più indefi niti dell’e-quilibrio della creazione. Lui che ha attraversato un secolo pittorico tra i più dirompenti di tutta la storia dell’arte.

continuare quella grande storia che si era fermata. Quando io ero a Milano e frequentavo Carrà e gli altri, era tangibile il bisogno

L’intervistaL’intervista 99

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Dinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vita

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giorni, delle mie vivenze”.La tela è dunque uno spazio che ac-

coglie non la realtà delle cose ma ciò che affiora dalla coscienza.

“Per dipingere occorre prima d’ogni altra cosa vivere i propri sentimenti. Non si inventa mai nulla. Che cosa possiamo fare con la nostra testa? Ciò che conosciamo, non possiamo fare quello che non conosciamo. Allora anche i temi delle mie tele sono il frutto di ciò che ho vissuto o che vivo. In un quadro per esempio, emerge un ricordo. Qui a Este c’era un prestigiatore una volta. Durante la settimana faceva il meccanico ma di

e la memoria, e si ricostruisce come una storia nuova dove prendono posto istinti, sensazioni, pensieri, sentimenti, cultura. E questo avviene anche quando dipinge su commissione opere a tema religioso.

“Prendiamo la grande tela del Golgota o Crocifissione, si chiami come si vuole. Ciò che è dipinto è il frutto di una lunga riflessione, per-è dipinto è il frutto di una lunga riflessione, per-è dipinto è il frutto di una lunga riflessione, personale, intima. Allora io ho pensato: ma guarda te Dio è stato tradito e crocifisso. Che cosa ha fatto l’umanità?! Quanto contava anche allo-ra il denaro... Giuda l’hanno pagato i preti di

allora... E riflet-allora... E riflet-allora... E riflettendo su tutto ciò nel quadro

A ottantasei anni A ottantasei anni A Lino Dinetto dipinge ancora ogni giorno perchè la sua, prima di tutto è una vocazione. Egli si è consacrato alla bellezza A sua, prima di tutto è una vocazione. Egli si è consacrato alla bellezza A moltissimi anni fa, quando ancora giovanissimo, in un’Italia piegaA moltissimi anni fa, quando ancora giovanissimo, in un’Italia piegaA

ta dalla guerra lasciò Este, città natale, per recarsi a Venezia dove, dal colorismo veneziano ricevette una lezione basilare, trovando in esso una risposta alla sua spiritualità.

Oggi le sue opere esprimono una personalità fuori del comune. In ciascuna tela il maestro segue un ordine non dato dallo spazio esteriore, ma piuttosto dal suo proprio spazio personale e, sebbene in alcuni quadri si possano identificare elementi di paesaggio, personaggi e oggetti, l’impeto delle trasfigurazioni, il suo patetismo plastico e il colore sono elementi essenziali della sua scrittura artistica.

Maestro, lei è stato un cittadino del mondo nonostante sia nato ad Este. Ma c’è qualcosa di veneto nelle sue opere

“La dominante della mia pittura, oltre che la struttura, è il colore. Ogni quadro è prima di tutto un tema di colore... Un tema coloristico. Direi che in molti dei miei quadri l’impronta veneta si può ritrovare nelle atmosfere soffuse, tipiche del paesaggio veneto, nei toni lagunari”. E mentre parla indica i suoi temi di colore e spiega “questo grigio, questo ocra...Sono tutti temi che sono stati scelti uno alla volta, ma non scelti nel senso di una programmazione razionale, direi che sono emersi come necessità dei miei

>> Nato ad Este nel 1927 è oggi un artista di fama internazionale

“Non mi interessa far della letteratura a me interessa far della pittura che diventi bellezza, che è il sommo perchè è la poesia della vita”

di Germana Urbani

un ricordo. Qui a Este c’era un prestigiatore una volta. Durante la settimana faceva il meccanico ma di

ra il denaro... Giuda l’hanno pagato i preti di allora... E riflettendo su tutto ciò nel quadro

Dinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vitaDinetto dipinge la poesia con cui coglie e raccoglie la vita

segue dalla pagina precedente

Anche lui sottolineava non l’importanza del disegno ma del segno, l’elemento che scopre le cose”.

La scoperta pittorica sta, dunque, nell’andare oltre la realtà naturale.

“Il dato naturale è la trasmissione iden-tica di un’immagine, con qualche accento in più con qualche cosa in meno. Questo, per esempio, fa il naturalismo dell’ottocen-to e anche l’impressionismo, che non ha fatto altro che muovere il colore, copiato poi anche dall’astrattismo. Solo la pittura italiana si è staccata da tutto questo! La nostra è una pittura mondiale... sembra di no, eppure è così. Nessuno mai è riuscito, com’è riuscito per esempio Morandi, a fare dei capolavori con dei colori e delle stesure che nessuno ha mai potuto fare. Noi siamo arrivati al colore base, signifi ca scarnifi care bruciare fi sicità del colore e portarlo al colo-re anima. Non è più passaggio del piacere dell’occhio solo. Deve andare dentro, nello spirito. Questo io sento in un quadro come

“Pianoforte blu”, in cui appaiono dei piani assolutamente inventanti, che non c’entra-no nulla col vero. Tutto viene creato con dei toni base che devono darmi il senso della musica. Musicalità, il senso del piacere del silenzio profondo e di una musica lontana che mi viene addosso piano piano.

E’ così diffi cile per me arrivare a questi che io chiamo i toni base calibrati, fermati tra questo colore e quest’altro attraverso anche l’uso della materia in modo da distin-guerli ancora di più”.

Lino Dinetto nasce ad Este nel 1927 dove apprende le prime nozioni d’arte. Giovanissimo si reca a Venezia per dedicarsi agli studi di genere e poi a Milano dove frequenta gli studi

di Sironi e Carrà. Esordisce come muralista realizzando alcuni affreschi in Liguria, Veneto e Toscana. Qui riceve la sua prima com-missione importante: un’Ultima Cena per il refettorio dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore a Siena. Un’opera di 40 metri quadri, dimensioni immense per il giovane Dinetto. Nel 1950 inizia ad affrescare la cattedrale di S. Josè, a Montevideo in Uru-guay dove rimarrà a lungo dirigendo anche le sezioni di pittura e disegno all’Istituto de Bellas Artes di Montevideo. In questi anni vince prestigiosi premi internazionali di pittura e gli viene organizzata una memorabile personale al Museo d’arte moderna di S. Paolo del Brasile. Nel 1960 Dinetto torna in Italia dove riprende la pittura murale e su vetro. Gli vengono commissione opere monumentali in tutto il Paese tra cui la cap-pella di Santa Chiara del Santo di Padova. Accanto a queste il maestro porta avanti una “enciclopedia” di opere che rappresentano l’umana avventura: la fi gura femminile,il paesaggio veneto e toscano, nature morte, pagine di ricordi e altro. Moltissime le mo-stre, le personali e i concorsi che l’hanno visto protagonista di successo. Fino all’ultima personale di Este realizzata dopo tanto aver desiderato tornare al suo paese natio.

BIOGRAFIA DELL’ARTISTA

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Natale Aziende 2013

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L’ottocento Veneto fu un tempo in cui i gran-di architetti disegnarono il territorio secondo l’arte del buon gusto e della misura. Le me-

raviglie che ancor oggi resistono dietro un alto muro di cinta o custodite tra le fronde di bellissi-mi giardini ci riportano la sapienza di altri mondi di cui, oggi, non possiamo che avere nostalgia. Uno di questi “giardini segreti” si trova nella bassa pianura padovana, ai confi ni meridionali di Saonara, in provincia di Padova. Si tratta di un giardino all’inglese progettato da Giuseppe Jappelli, il famoso paesaggista e arredatore che nel 1817 fu chiamato da Antonio Vigodarze-re, infl uente e colto nobiluomo di Padova, per progettare e portare a termine un giardino che doveva essere in assoluta sintonia col paesaggio agreste, in modo che non si percepissero i confi -ni della sua proprietà, dove sorge la villa padro-nale. Ancora oggi è un vero spettacolo vivere il parco ellittico di Villa Cittadella-Vigodarzere che in autunno si tinge di colori caldi a ricordarci che anche se immersa nella nebbia la natura continua ad essere esuberante. Molti di questi alberi vantano una lunga storia. Infatti, a inizio Ottocento Antonio Vigodarzere fece piantumare oltre 35.000 alberi sui 13 ettari che destinò a giardino. Certo pensava alla bellezza del luogo ma anche all’opportunità di lavoro che ciò com-portava per gli abitanti del paese, in quegli anni affl itti da una pesante carestia. Jappelli orga-nizza il giardino su una grande area quadran-golare, circondata da fossati, il cui settore nord-ovest, dietro la barchessa, è destinato a orto e frutteto. Partendo dalla Villa, pure disegnata da Jappelli, e seguendo il prato, si raggiunge un lungo tunnel in pietra e sasso. Attraversandolo si ha la sensazione , voluta, di liberazione, premia-ta con la visione ampia e liberatoria del laghet-to. Passeggiare attorno al lago regala serenità ad uno sguardo che non può distrarsi, attratto solamente dai rifl essi del sole sull’acqua. Il per-corso è un saliscendi formato da una cortina di collinette create dallo scavo del lago stesso e che rendono impossibile vedere cosa c’è oltre. Nella penisola occidentale del laghetto si nota un piccolo moderno chalet circondato da rovine. Questo è il luogo che ospitava la collinetta artifi -ciale dove erano celate le grotte, distrutte nella seconda guerra mondiale. A ovest del laghetto si trova la Cappella dei Templari, in stile neogoti-co, con sottesi signifi cati massonici. All’interno è conservato il sepolcreto con fi nte tombe costru-ite con elementi in parte provenienti dall’antica chiesa padovana di Sant’Agostino, demolita nel 1817-1818. Dalla parete di fondo del sepolcre-

L’autunno nei colori di villa Cittadella-Vigodarzere

>> L’arte dell’architetto Giuseppe Jappelli a Saonara

Un giardino segreto da vivere, scoprire e respirare. Una villa che ospita la storia di una grande famiglia ma anche le visioni di un artista eclettico

to un andito introduce alla Camera del Giudizio, a pianta circolare conclusa da volta a cupola. Da questo vano partiva il percorso ipogeo che con-duceva alla grande grotta, dove il visitatore era sorpreso dal gigantesco simulacro di 4 metri di Baffomete, divinità rigeneratrice con gli attributi di Cibele e Venere. Saonara appartiene oggi al conte Lodovico Valmarana, erede dei Cittadella Vigodarzere, che ha curato negli anni lavori di recupero del giardino.

di Germana Urbani

Giuseppe Jappelli, architet-

to e ingegnere v e n e z i a n o tra i massimi esponenti dello stile neoclassico nel Veneto, era specialista nell’invenzione di artifi ciosi paesaggi, e rimane noto ai più per aver pro-gettato nel 1831 lo storico Caffè Pedrocchi a Padova. A tutti gli effetti egli è stato uno dei massimi propugnatori dell’architettura civile in Italia ed elesse Padova sua città d’ado-zione e spazio urbano ideale per lo studio di un progetto di sviluppo moderno. Sono gli anni della caduta della Serenissima e del successivo dominio napoleonico e austriaco che vedono, dopo secoli, un signifi cativo momento di rinnovamento. Del suo piano di riordino lungimirante restano a Padova alcuni mirabili frammenti: oltre al Caffè Pedrocchi, il Macello Comunale che oggi ospita l’Istituto d’arte Pietro Selvatico, il Teatro Verdi, le case e i giardini Treves e Giacomini ora Romiati.

L’ARCHITETTO JAPPELLI A PADOVA

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Lo scorso anno Poste Italiane gli dedicò un francobollo da 60 centesimi. Bar-banera vi veniva raffi gurato con i suoi

“strumenti di lavoro”. Quelli dell’astrono-mo dell’epoca: un rudimentale telescopio, un compasso e un planisfero. Barbanera, personaggio misterioso, circondato da un alone di leggenda, visse in Umbria nel XVIII secolo. In una terra in cui la tradizione tipografi ca ha radici molto antiche. Oggi il suo nome è sinonimo stesso di lunario, perché dal 1743 il suo al-manacco viene pubblicato con regolarità, ogni anno prima di Natale. Una delle prime edizioni di questo pic-colo frammento di cultura popolare italiana, quella edita nel 1762 a Foligno in un unico foglio (“Discorso generale del famoso Bar-banera per il 1762”, edito da Pompeo Campana), è conservata nel museo della Fondazione Barbanera, che ora ha sede a Spello nel bel complesso rurale di San Giuseppe chiamato “Casa di Barbanera”, immerso nella campagna umbra e circondato da un giardino all’italiana e da un ricco orto botanico. Nel museo allestito dalla famiglia Campi, titolare della casa editrice di Foligno (che ora ha sede nel complesso di Spello), sono ammirabili tanti pezzi unici che per-

mettono di ripercorrere la lunga storia del popolare almanacco e delle tradizioni ad esso collegate, molte delle quali ancora così vive nelle campagne italiane. Sì, per-chè Barbanera è ancora molto ascoltato: le sue previsioni del tempo sono utili a chi deve scegliere, ad esempio, i giorni giusti per la semina dei campi, e vengono seguiti anche i suoi tanti consigli, legati all’agricol-tura ma anche al “fai da te” domestico in materia di piante, ortaggi, frutta e altro. E

Continua alla pagina seguente

in CopeRtina l’eX BaCHiFiCio oRa seDe Della ReDaZione Dell’eDitoRiale CaMpi. seguono: il CalenDaRio lunaRio 2014 e il FRanCoBollo CHe poste italiane DeDiCÒ a BaRBaneRa. QuinDi: sCoRCi Del paRCo e sale Dell’aRCHiVio stoRiCo Della FonDaZione. in alto: spello, l’oRto BotaniCo Di san giuseppe e un’eDiZione stoRiCa Dell’alManaCCo

A SPELLO NELLO SPLENDIDO COMPLESSO RURALEDI SAN GIUSEPPE (UN EX BACHIFICIO CON IL SUO PARCO)È STATA REALIZZATA LA CASA DI BARBANERADOVE LA FAMIGLIA CAMPI OLTRE A REALIZZAREI CELEBRI ALMANACCHI E LUNARI, FAMOSI DAL ‘700E OGGI DISTRIBUITI IN 2.500.000 COPIEHA CREATO UNA FONDAZIONE NEL CUI ARCHIVIO SONO ILLUSTRATI OLTRE 250 ANNI DI STORIA POPOLAREDA VISITARE ANCHE IL PREZIOSO ORTO-GIARDINO

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poi i consigli su salute e benessere, alimen-tazione, oroscopi...

Il calendario, l’almanacco e le tante altre pubblicazioni di Barbanera, orgoglio della famiglia Campi, costituiscono tutt’og-gi un piccolo grande patrimonio di cono-scenza, o meglio un distillato di saggezza contadina. Sì, perchè è sempre valido il motto “Gli astri il sole e ogni sfera or misu-ra Barbanera, per poter altrui predire tutto quel che ha da venire”.

Giambattista Campitelli (1780-1824) fu il primo editore tipografo a proporre una versione del Barbanera in opuscolo o libret-to di una sessantina di pagine (il formato che poi si affermerà fi no ai giorni nostri): il primo di cui si ha notizia è del 1793 e iden-tifi ca Barbanera come astronomo parigino. Giovambattista Bocci Campitelli riuscì, alla fi ne del XIX secolo, a far conquistare ai lu-nari di Barbanera una diffusione quasi na-zionale (ne distribuiva circa 400.000 copie nell’Italia centromeridionale). La famiglia Campi è subentrata nella pubblicazione del

Nel magico mondo di Barbaneracelebre almanacco dal 1929 per iniziativa di Feliciano Campi, concorrendo insieme ad altre tipografi e alla stampa dell’opera che all’epoca era diretta dal senatore Benedetto Pasquini. Durante i principali fl ussi migratori che portarono gli italiani oltreoceano, ven-nero editate speciali versioni del Barbanera stampate in diverse città tra cui New York o Buenos Aires, che univano ai contenuti classici d’almanacco indicazioni pratiche per gli emigranti, come istruzioni per il viaggio o consigli sulle “rimesse” di denaro alle famiglie rimaste in Italia, informazioni che fanno del Barbanera d’oltremare uno stru-mento di mediazione interculturale.

Fino alla metà degli anni Settanta, il lunario fu utilizzato soprattutto dai ceti ru-rali, che ne apprezzavano le previsioni del tempo e i consigli per l’agricoltura. L’indica-zione delle festività, le ricorrenze dei santi, i consigli ed i proverbi ne fecero - appeso in cucina o nella stalla - un indispensabile strumento per le attività domestiche quo-tidiane. Venduto per fi ere e mercati da cantastorie e venditori ambulanti, il Barba-nera si acquistava ogni anno a partire da settembre. Dalla metà del XX secolo i diritti di pubblicazione del calendario, dell’alma-

nacco e del lunario di Barbanera sono di proprietà dell’Editoriale Campi. I principali canali di diffusione sono le edicole, le libre-rie, l’omaggio diretto da parte di aziende ai propri clienti quale strenna di fi ne anno, per un totale di oltre 2.500.000 copie. La raccolta di documenti legati alla fi gura di Barbanera, alla sua tradizione e al mondo degli almanacchi e dei calendari in genere, ha portato alla costituzione di un archivio storico all’interno della Fondazione Barba-nera 1762 che contiene oltre 6.000 alma-nacchi italiani ed esteri pubblicati dal XVII secolo ad oggi, oltre a 15.000 documenti di vario genere (pensieri, recensioni, bossi tipografi ci, bozze di stampa, fotografi e, aneddoti, curiosità) riguardanti Barbanera, la sua storia, la sua fortuna e il legame con la cultura popolare e almanacchistica italia-na e non solo.

Quest’anno, accanto al nuovo Alma-nacco 2014 in edicola da metà novem-bre e al Calendario-Lunario, Barbanera ha in serbo una novità: un calendario speciale di cui il cibo è il vero grande protagonista. “Barbanera dei cibi felici”, realizzato in collaborazione con l’Università dei Sapori di Perugia.

UMBRIA

Lo scorso anno Poste Italiane gli dedicò un francobollo da 60 centesimi. Barbanera vi veniva raffigurato con i suoi

“strumenti di lavoro”. Quelli dell’astronomo dell’epoca: un rudimentale telescopio, un compasso e un planisfero. Barbanera,

mettono di ripercorrere la lunga storia del popolare almanacco e delle tradizioni ad esso collegate, molte delle quali ancora così vive nelle campagne italiane. Sì, per-chè Barbanera è ancora molto ascoltato: le

sono utili a chi

:

segue dalla pagina precedente

Sì, viaggiareSì, viaggiare1616

Continua alla pagina seguente

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Mese per mese e stagione per stagio-ne, una vera festa del cibo, con consigli, ricette, proverbi, il dolce o la frittella del santo e le regole di una sana alimentazio-ne. Un calendario lunario, dove la Luna sarà attenta alleata nell’orto e in cucina, un allegro vademecum per tutto l’anno, un caro amico cui affi darsi ogni giorno per godere di un cibo sano, buono, genuino, che non si spreca. Un cibo che sa anche rac-contare la sua storia, ricordare tradizioni, simboli, usanze, per riscoprire le meraviglie che portiamo ogni giorno in tavola.

IL VOLUMETTO CARO A D’ANNUNZIO

La Fondazione Barbanera 1762 nasce con l’obiettivo di raccogliere, conservare e valorizzare con attività di ricerca, espositive ed editoriali la grande tradizione almanacchi-stica europea, che ha in Barbanera il suo più autorevole erede e continuatore. A partire dallo studio dei documenti conservati presso l’Archivio Storico (oltre 50mila tra lu-nari, almanacchi e altre testimonianze di editoria popolare dal XVI secolo ad oggi: c’è pure la lettera con cui Gabriele D’Annunzio defi nì il Lunario che teneva sempre sul co-modino “Il fi ore dei tempi”), si occupa della diffusione dei valori di una tradizione attenta a interpretare i segni del tempo, che si ispira a uno stile di vita in armonia con i cicli stagionali e che guarda al rapporto tra cielo-terra-uomo e al saper fare come quotidiano esercizio al buon vivere. La Fondazione ha sede a Spello nello stesso complesso rurale, il San Giuseppe, che ospita la sede dell’Editoriale Campi, storica casa editrice del Barbanera. La visita guida-ta al complesso di Spello consente di ammirare anche la villa padronale (un ex bachifi cio) e i giardini. Il complesso si estende su sette ettari. Da lì si gode anche una splendida vista sul borgo di Spello, la cit-tadina dove Pinturicchio ha affrescato la Cappella Baglioni, opera che qualcuno ha defi nito “la cappella Sistina dell’Umbria”. Info: www.barbanera.it - [email protected]

segue dalla pagina precedente

[email protected]

Sì, viaggiareSì, viaggiare1818

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Consigli di bellezza Consigli di bellezza 2020

Un make up curatissimo ha una base davvero per-fetta per il volto che lo indossa. E i protagonisti sono senza dubbio i nuovi fondotinta iper tecnolo-

gici che, grazie alle loro caratteristiche promettono un ef-fetto photoshop. Il colorito spento di certi incarnati viene ravvivato e scompaiono anche le imperfezioni più diffi cili senza incappare nell’odioso effetto mascherone. Certo occorre trovare la nuance identica al colorito del proprio incarnato e la texture che assicuri l’effetto seconda pelle. Una curiosità su tutte: nei beauty store Sephora un matching device ideato da Pantone analizza la pelle della consumatrice per consigliarle il fondotinta più ap-propriato: questo servizio gratuito si chiama Color Profi le ed è in grado di trovare la nuance perfetta all’interno di un’ampia scala di toni. Certo le nuove formule di cui si compongono i fondotinta puntano su trasparenza, lu-minosità e sensorialità. L’elemento fondamentale sono gli oli evanescenti che sostituiscono gli oli pesanti che rimanevano dopo l’applicazione e “ungevano la pelle”. I nuovi oli evaporano lasciando la pelle setosa, ricca di pigmenti colorati, ma mai più unta. L’altro elemento che

guida la ricerca su questo prodotto è la luminosità. Un elemento non di poco conto perchè il tempo passa e il viso di una donna non è più quello di un tempo, la pelle molto spesso è spenta e poco “vitale”. Per rimediare alcuni marchi incorporano nelle loro proposte polveri a effetto soft-focus e pigmenti sferici: da Pupa con il fondo-tinta Active Light a Deborah Milano con il suo Radiance Creator, passando per Shiseido con Sheer and Perfect Foundation. Luminosità costante è promessa anche da Givenchy con le nove nuance di Teint Couture Fluido , mentre da Guerlain arriva il tecnologico Tenue De Perfec-tion che esalta il naturale bagliore della pelle. Contrasta il colorito spento e opaco senza segnare le rughe Teint Visionnaire di Lancôme, un fl uido leggero con tanto di correttore incorporato nel pack. Ma le nuove texture sono attive perfi no contro le rughe perchè incorporano anche virtù idratanti e antiage che li rendono perfetti per le pelli mature. Il Fondotinta Correttore Invisibile di Eisenberg, nella nuova tonalità Naturale Porcellana, ha una formula tri-molecolare con tanto di fi ltro solare. Youth Liberator Serum Foundation di Yves Saint Laurent

agisce, invece, come un vero trattamento contrastando i sei principali segni dell’età. Ha virtù nutrienti anche il fondotinta Extra-Comfort Spf 15 di Clarins con olio di argan bio. Senza parabeni e dermatologicamente testato, Perfecting Supreme Foundation Cream di Transvital ripara i danni causati dall’invecchiamento con un fi nish matte e vellutato. Infi ne il Fondotinta+Primer Uniformante di Collistar affi na la grana cutanea con un esclusivo complesso idratante. Chi ha la pelle grassa deve scegliere bene soprattutto nei momenti di stress. Meglio scegliere un fondotinta opacizzante. Quelli compatti, in questi casi, sono da preferire: Pro-Finish di Make Up Forever, per esempio, deve il suo potere alla polvere di Nylon che assorbe le untuosità in eccesso. Le più esperte possono optare per un fondotinta minerale come quello di Youngblood: Loose Mineral Foundation non contiene talco, oli o profumi e si stende con il pennello kabuki. E ancora Pure Finish Mineral Powder Foundation di Elizabeth Arden con un complesso minerale che stimola la pro-duzione di collagene.

>> La regola di base per ogni donna: mai uscire senza

I prodotti di ultima generazioni sono liquidi come sieri, leggeri, e quasi invisibili

La tecnologia ne inventa ogni giorno di nuovi, perchè questo prodotto è una seconda pelle che copre le macchie e i segni di stanchezza, idrata e uniforma

Belle e giovani grazie al fondotinta

di Germana Urbani

I prodotti di ultima

Belle e giovani grazie al fondotinta

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Consigli di bellezza Consigli di bellezza 2121

>> La regola di base per ogni donna: mai uscire senza

Luminosissi-mo il nuovo

Active light di Pupa. Grazie

ad un mix di pigmenti

sferici regala come risultato una cascata di

luce sul viso

Helena Rubinstein regala alle donne

un vero concentra-to antiage: Prodigy

Compact Founda-tion. Per una pelle omogenea, leviga-

ta e protetta

Particolarmente indicato per le pelli chiare, Eisenberg Fondotinta Cor-rettore è il frutto di una tecnologia brevettata

Spesso si va caso altre volte si provano i campioncini o le diverse tonalità sulla pelle del polso, interna-mente. Alcune lo provano sul dorso della mano o

peggio sulla fronte, senza pensare che sono zone espo-ste al sole e dunque più abbronzate del resto.

Occorre tenere a mente che il posto giusto per pro-vare le diverse nuance è la zona di stacco tra il viso e il collo. E’ bene non avere fretta. Una volta steso il fondotinta ha bisogno di un po’ di tempo per rivelare il suo vero colore. Occorre infatti che gli oli interagiscano con la cute. Il consiglio del make up artist è di optare

sempre per un tono di colore identico a quello naturale. Questo perchè il ruolo del fondotinta è quello di rendere l’incarnato uniforme e luminoso, non più scuro.

Se si sceglie qualcuno dei nuovi prodotti, non ci saranno problemi per la stesura. Sono molto duttili, pensati per essere a metà tra siero e trucco si stendono benissimo con i polpastrelli. Il calore delle dita libera i pigmenti e le particelle di siero regalando un effetto naturale.

“I prodotti sono scelti a cura di Germana Urbani”

Yves Saint Laurent propone il primo fondotinta antietà con Glycanactif: Forever youth liberator Foundation

Una copertura naturale ma uniforme è la promessa del nuovo Tenue de Perfection Guerlain, per avere un viso di porcellana

E’ quasi un lifting dal fi nish perfetto Lift Up

Base di Sensai che “risolleva” i contorni illumi-

nando il viso: una perfetta

base make up

Belle e giovani grazie al fondotinta

Come scegliere il colore giusto

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L’infl uenza arriva più o meno ogni anno e attacca l’organismo con un’intensità più o meno grave. Anche se spesso viene

sottovalutata, essa costituisce un importante problema di sanità pubblica a causa del numero di casi che si verifi cano in ogni stagione e che può essere più o meno elevato a seconda della trasmissibilità del virus infl uenzale circolante.

I virus dell’infl uenza tendono a presentare ogni anno variazioni e proprio per questo si determina ogni anno l’epidemia infl uenzale nel mondo che può in-teressare anche coloro che hanno già subito una infezione o che sono stati vaccinati l’anno precedente. È possibile che la malattia abbia un decorso asintomatico, ma nella maggior parte dei casi i sintomi più comuni possono includere febbre, tosse, mal di gola, dolori muscolari e del-le articolazioni, cefalea e malessere generale. Nei casi non complicati, normalmente, i sintomi si risolvono spontaneamente entro una settima-na dalla comparsa ma non sempre a così.

Infatti, in occasione del cosiddetto picco infl uenzale, non sono pochi i casi gravi e le complicanze dell’infl uenza, più frequenti nelle

persone al di sopra dei 65 anni di età e in perso-ne che soffrono di diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie.

In questi casi, spesso si ricorre all’ospeda-lizzazione per il trattamento, soprattutto se si tratta di persone anziane. Ma ciò comporta una serie di ripercussioni sulla ricettività dei reparti ospedalieri con possibili disfunzioni operative.

Non si rifl ette abbastanza su quanto ogni anno l’infl uenza deter-mini costi elevati a ca-rico della comunità, sia in termini di spesa sa-nitaria (farmaceutica e ospedaliera) che di costi sociali, per le as-

senze dal lavoro per cure proprie e dei familiari.Fare attenzione all’igiene personale e di chi

ci sta attorno è la prima regola da seguire per combattere in anticipo il virus.

La trasmissione, infatti, si può verifi care per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie.

I più attuali studi scientifi ci confermano che le misure di protezione personali (buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie)

hanno un ruolo importante nel limitare la diffu-sione dell’infl uenza. Certo non basta a fugare ogni rischio di contagio. Per questo il Ministero della Salute ogni anno invita la popolazione a vaccinarsi, perchè il vaccino antinfl uenzale rappresenta un effi cace strumento di preven-zione dell’infl uenza stagionale, di cui possono benefi ciare specialmente i soggetti più a ri-schio, come i bambini, gli anziani e coloro che soffrono di patologie croniche, specialmente a carico dell’apparato respiratorio. In molti ancora si interrogano sui rischi e sui benefi ci che può comportare il vaccino e spesso si ripetono al-larmismi sull’uso di questa strategia preventiva dei sintomi infl uenzali. In ogni caso ogni anno il sistema sanitario nazionale avvia vere e proprie campagne di vaccinazione per proteggere chi si trova particolarmente a rischio.

E chi preferisce le cure omeopatiche sap-pia che esiste anche un vaccino antinfl uenzale omeopatico. Si tratta dell’oscillococcinum, che si assume da settembre a marzo con una dose a settimana, passando ad una dose ogni 8 ore, per 24 ore, in caso di primi sintomi dell’infl uen-za, e ad una dose mattino e sera per quattro giorni quando i sintomi sono evidenti. E’ ven-duto in globuli, che si sciolgono sotto la lingua.

>> Partita la campagna antinfl uenzale, pronti i vaccini per chi è a rischio

Lavarsi spesso le mani, stare a dovuta distanza da chi tossisce o starnutisce e non scambiare troppi baci e abbracci può aiutarvi a prevenire ma...

Infl uenza in arrivo: meglio correre ai ripari

Soggetti più a rischio: bambini, anziani e coloro che soffrono di patologie croniche e respiratorie

di Germana Urbani

Volete combattere i malanni partendo dalla tavola? Ebbene scegliete le nocciole e considera-

tele un forziere di sostanze curative: rinforzano le difese, sono ricostituenti, combattono infi ammazioni e le malat-tie delle vie respiratorie. Le nocciole racchiudono molti principi nutritivi: oleosi come tutti i semi, sono stati progettati dalla natura per consentire lo sviluppo di una nuova piantina. Di conseguenza sono ricchi di proteine, grassi insaturi, vitamine. La nocciola, ricca di oli dall’a-zione emolliente, è quel che ci vuole per prevenire o curare i disturbi di stagione come tosse e raucedine, ma anche in caso di infl uenza e raffreddore per accelerarne la guarigione. Serve in particolare quando l’aria condizionata usata in estate ha fi accato il nostro apparato respiratorio con il rischio di incappare facilmente in bronchiti ricorrenti. Allora, alle prime avvisaglie, tre vol-te la settimana assumete nell’arco della giornata due manciate di nocciole tritate fi nemente e unite a due cucchiai di miele. Dal momento che sono leggermente ipertensive (fanno crescere la pressione arteriosa), è bene che coloro che soffrono di ipertensione non ne abusino, meglio dimezzare la quantità. Per quel che riguarda il miele, invece, niente di nuovo. Lo sanno nonne e mamme che è un prezioso alleato naturale per i mali del cattivo tempo umido. In questo periodo privilegiate le qualità più amare, come quello di nespolo o corbezzolo: sono un toccasana per il fegato, le vie urinarie, il sangue e le difese. Si tratta davvero una sostanza di cui non si dovrebbe fare a meno, anche per dire addio agli zuccheri raffi nati o peggio ai dolcifi canti. Il top di prevenzione, depurazione e rinforzo del sangue e del sistema immunitario si ottiene dolcifi cando con miele una tisana di fi ori, foglie e radici, proprio di corbezzolo, al mattino dopo colazione e la sera prima di dormire (3 cucchiaini di fi ori-foglie-radici per due tazze d’acqua). Questa tisana è un potente anti-arteriosclerosi, disinfi amma e disinfetta le vie urinarie e protegge il fegato, l’organo della forza e della vitalità, come ci ricorda la medicina cinese. Un altro miele scuro, è quello di nespolo, prodotto soprattutto sulla costa ionica. Asso-ciato a quello di timo, attiva nei tessuti capacità antibatteriche veramente speciali.

LA NATURA AIUTA A PREVENIRE E CURARE CON NOCCIOLE E MIELE

Il Centro Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie raccomanda di seguire alcuni consigli abbastanza attentamente.

1.Lavarsi spesso le mani e, in assenza di acqua, usare dei gel alcolici. In parti-colare occorre farlo dopo essersi soffi ati il naso o aver tossito o starnutito. Questo gesto semplice ed economico è utile a ridurre la diffusione di diversi altri agenti infettivi.

2. Ricordarsi di coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, trattare i fazzoletti e subito dopo lavarsi le mani

3. Evitare contatti ravvicinati in caso di malattie respiratorie febbrili in fase iniziale

LE REGOLE DI IGIENE DA NON DIMENTICARE

BenessereBenessere2222

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Crisantemi: come fuochi d’artifi cio in giardino

>> E’ il fi ore dell’oro, il trionfo della vita sulla morte

Sono fi ori sono bellissimi e molto scenografi ci ed esistono in un’incredibile varietà di forme e colori. Quelli sfi oriti ripiantateli per il prossimo anno

Se ogni anno in questa stagione vi ritro-vate a constatare che i Crisantemi sono fi ori bellissimi e vi ripromettete di pian-

tarli, dovete farvi un appunto per la prossima primavera perchè è quello il periodo migliore per seminarli o interrarli, assicurandovi così una splendida fi oritura nel prossimo autunno.

Chi non li ama, è perchè li associa troppo con le festività dei santi e dei morti. In real-tà, però, come fi ori sono bellissimi e molto scenografi ci. Esistono in un’incredibile varietà di forme e colori, ma sfortunatamente non sopravvivono tutte all’inverno, indipendente-mente dalle cure ricevute. I più simpatici sono i crisantemi pompom, una delle varietà più comuni dalla forma simile ad una pallina. Poi ci sono quelli molto simili al fi ore d’anemone che presentano una o due fi le di petali intorno alla parte centrale. Altri assomigliano a grandi margherite ma i più particolari sono i crisantemi a ragno, non sono molto comuni, con petali lunghi e cascanti.

Si tratta in generale di piante dalla facile coltivazione, che fi oriscono all’inizio dell’autun-no, quando le temperature sono già fresche. Perciò non dovrebbero mancare nel giardino di chi desidera piante fi orite anche in autunno. Grazie alla loro corolla fi tta, creano un tappeto fi orito perfetto per decorare i giardini dove si potranno creare angoli suggestivi anche colti-vando questi fi ori in vaso.

Solitamente queste piante si coltivano in luogo soleggiato, non temono il freddo, anche se può capitare che inverni molto rigidi possa-no danneggiare le foglie. Vedrete però che dal cespo di radici, in primavera, ricominceranno a svilupparsi nuove foglie. E’ consigliabile porre a

dimora i crisantemi in luogo riparato dal vento visto che alcune varietà producono fusti molto lunghi. Se dovete scegliere il terreno, ricorda-te che i crisantemi preferiscono terreni sciolti, molto ben drenati, soffi ci e ben aerati. E’ con-sigliabile, dunque, aggiungere al terriccio della sabbia, per aumentare il drenaggio dell’acqua, e del letame ben maturo.

E pensando alla fi oritura autunnale, in pri-mavera ed in estate annaffi ate saltuariamente, evitando di bagnare il terreno fi nché è umido. Mentre gli esemplari in vaso vanno bagnati con regolarità, evitando gli eccessi. Da marzo a ot-tobre, poi, ricordate di fornire del concime per piante da fi ore, ogni 15-20 giorni.

La vostra pianta, per regalarvi le fi oriture abbondanti che trovate sulle piante delle fi ore-rie, dev’essere cimata. Tagliate dunque il fusto principale prima che compaia il bocciolo apica-le e le ramifi cazioni primarie, cioè quelle che compaiono sul fusto principale all’ascella delle foglie, prima che sia apparso il bocciolo secon-dario. In questo modo la pianta produrrà rami-fi cazioni di secondo ordine che daranno origine a boccioli coronati terziari e di conseguenza a fi ori più piccoli ma molto più numerosi.

Se volete coltivare, invece, fi ori recisi ri-cordatevi a giugno di cimare il fusto principale, avendo cura di lasciare non più di 6 ramifi cazio-ni primarie. In questo modo otterrete dei fi ori bellissimi.

di Germana Urbani

Se vi trovate tra le mani una pianta sfi ori-

ta, non la buttate. Tagliate tutti i rami sfi oriti di un terzo della loro lunghezza, a par-tire dalla punta, con una forbice affi lata. Nella prima giornata di sole, rinvasiamo la pianta in un bel vaso capiente: basterà del terriccio universale con un paio di pugni di stallatico sfarinato e uno strato di argilla espansa o sas-solini sul fondo del vaso. Annaffi ate e lasciate senza paura il vaso all’esterno, in modo che prenda pioggia e neve. Con l’approssimarsi della bella stagione, spunteranno nuovi getti, forti e vigorosi.

TRATTAMENTI

Il nome Crisan-temo in greco vuol dire “fi ore

d’oro”. In Corea e in Cina questo è il fi ore dei fe-steggiamenti mentre in Giappone è il fi ore nazionale. La sua bellezza viene celebrata ogni anno dall’Imperatore che, in occasio-ne della fi oritura, apre al pubblico i giardini della Reggia, presentando le più recenti varietà a tutti gli invitati. Per noi occidentali di religione cristiana rappresenta il fi ore del dolore probabilmente perchè la sua fi oritura coincide con la festa di tutti i Santi e defunti.

IL FIORE D’ORO

Questi fi ori non dovrebbero mancare nel giardino di chi desidera piante fi orite anche in autunno

GiardinaggioGiardinaggio 2323

Sarà il prossimoSarà il prossimoSarà il prossimo

Einstein?

Nome Cognome

Via n°

Cap Città Prov

Tel Cell E-mail

Data e luogo Firma

Per ricevere le informazioni sul bambino e la comunità che potrai sostenere, spedisci in busta chiusa il coupon qui riportato a: ActionAid - Via Broggi 19/A - 20129 Milano, invialo via fax al numero 02/29537373 oppure chiamaci allo 02/742001.

Ai sensi del d.lgs. 196/2003, La informiamo che: a) titolare del trattamento è ActionAid International Italia Onlus (di seguito, AA) - Milano, via Broggi 19/A; b) responsabile del trattamento è il dott. Marco De Ponte, domiciliato presso AA; c) i Suoi dati saranno trattati (anche elettronicamente) soltanto dai responsabili e dagli incaricati autorizzati, esclusivamente per l’invio del materiale da Lei richiesto e per il perseguimento delle attività di solidarietà e beneficenza svolte da AA; d) i Suoi dati saranno comunicati a terzi esclusivamente per consentire l’invio del materiale informativo; e) il conferimento dei dati è facoltativo, ma in mancanza non potremo evadere la Sua richiesta; f) ricorrendone gli estremi, può rivolgersi all’indicato responsabile per conoscere i Suoi dati, verificare le modalità del trattamento, ottenere che i dati siano integrati, modificati, cancellati, ovvero per opporsi al trattamento degli stessi e all’invio di materiale. Preso atto di quanto precede, acconsento al trattamento dei miei dati.

Per informazioni chiama lo 02/742001, vai sul sito www.actionaid.it o scrivi a [email protected]

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Milioni di bambini nel Sud del mondo crescono malnutriti e senza diritti. Ma chissà cosa potrebbero fare se potessero avere cibo, acqua potabile, cure mediche e un’istruzione. Adotta un bambino a distanza, aiuterai lui e la sua comunità a costruirsi un futuro migliore. Oggi cambiare il mondo dipende da te. Un giorno, dipenderà da lui!

Aiutalo a diventare grande, con l’adozione a distanza.

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di Germana Urbani · www.mondadori.it>rizzoli.rcslibri.corriere.it< >www.einaudi.it< >bompiani.rcslibri.corriere.it<

Eroe - Eroina Emma, neolaureata in Lettere Enrico Vallesi, scrittore Eros, signore dei desideri Marcus Goldman, giovane scrittore

Harry Quebert, stimatissimo scrittore americano

Narciso, l’amore che ciascuno ha per se stesso Salvatore, un amico d’infanziaL’anziana prozia CarolinaAlter Ego

Aurora, New Hampshire - New YorkLa vita che si gioca giocandoFirenzeNapoliLocation

Il cadavere di Nola Kellergan, una ragazzina di 15 anniIl Destino, Edipo e infi ne la MorteRicordi e rifl essioniUomini bellissimi e donne volitiveCo-Protagonisti

Estate 1975. Nola Kellergan, 15 anni, scompare misteriosamente.

Le ricerche della polizia non danno alcun esito. Ma nella primavera del

2008, il professore universitario Harry Quebert, uno degli scrittori

più stimati d’America, viene accusato dell’omicidio

Eugenio Scalfari mette ora al centro della sua rifl essione la partita della vita, e le regole

complesse con cui si alternano al gioco gli istinti, i sentimenti, la coscienza ragionante, la nostra

identità

Mentre sorseggia il cappuccino come ogni mattina Enrico legge sul giornale che in un confl itto a fuoco con i carabinieri, è rimasto

ucciso un rapinatore. Il nome della vittima fa riemergere in lui ricordi

importanti

Dopo la laurea Emma viene invitata a casa della prozia che le regala un anello di famiglia molto singolare. Lei, invece di partire per le vacanze

inizia a scavare nel passato di famiglia

Intrigo

Il cadavere della ragazza viene ritrovato nel giardino della

villa dello scrittore. Convinto dell’innocenza di Harry, un suo

amico scrittore, Marcus Goldman, abbandona tutto e decide di

condurre la sua personale inchiesta

I momenti autobiografi ci, le narrazioni, gli incontri, i

ricordi, sono sempre sorretti da un’inesauribile tensione

intellettuale e fi losofi ca ma capaci di aprirsi, ora piú che mai, anche alle passioni e agli slanci, persino

alla malinconia

Salvatore, il compagno di scuola turbolento che gli aveva insegnato come difendersi dalla violenza della strada. Ai ricordi di Enrico si alterna

il racconto del suo ritorno nella città natale e le rifl essioni sulle

gioie e delusioni del matrimonio e del suo mestiere di scrittore

Conosce le vite degli uomini bellissimi e infedeli e delle donne volitive della famiglia Cortesi e inizia a capire se stessa; ed è

sempre più chiaro che all’anello è legato un segreto bruciante...

Forse solo lei può scoprire la verità nascosta nel passato

Finale

Un giallo che travolge il lettore e lo calamita dalla prima all’ultima

pagina. Geniale, divertente, appassionante, capace di stregare

prima la Francia, poi il mondo intero

Il libro è un viaggio dentro e fuori di noi, alla scoperta del sé e dell’altro, guidati da un Io che è

l’unico possibile testimone diretto dell’esperienza.

Un ritorno a casa in cerca di risposte ai propri tormenti, per

scoprire quello che tanti anni prima si era lasciato alle spalle, ma anche

per capire cosa è diventata nel frattempo la sua vita

Rievocando sul fi lo dell’emozione le vicende di una grande famiglia borghese napoletana, la Schisa dà

vita a un racconto luminoso, un affresco di intensa umanità

Cosa dire del libro

Joel Dicker La Verità sul caso Harry

QuebertBompiani, pp. 784

€ 19.50

Eugenio ScalfariL’amore, la sfi da, il destino

Einaudi, pp. 134€ 17.50

Gianrico Carofi glioIl bordo vertiginoso delle

coseRizzoli, pp. 250

€ 18.50

Brunella SchisaLa scelta di GiuliaMondadori, pp. 312

€ 16.50

Leggere…

Brunella Schisa Enrico Carofi glio Eugenio Scalfari Joel Dicker

Occorre riscrivere la propria storia per comprenderne davvero il nucleo La vita di ognuno sembra mossa da un destino esteriore. Ma è l’Io

più profondo a compiere scelte determinanti: siano fughe o ritorni

Finale

Leggere

CrucilibroCrucilibro2424

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26 Concerti e non solo

SGUARDO A NORDEST

Racconti, foto e opere d’arte sui barbuti: l’esperienza social diventa un libro. E gli organizzatori veneti partono con un tour in tutta Italia a caccia di inter-viste. Che fosse un’idea dirompente lo si era capito fi n dall’inizio. “Avere la

barba” nasce infatti come cristallizzazione di un fenomeno esistente, una moda, un trend, una mania, uno stato mentale: chiamatelo come volete, ma di fatto è un sentimento diffuso. “Quando inizi a farla crescere, c’è sempre un motivo”, dicono Claudio Traina, event manager bassanese con la passione dei tatuaggi, Alessandro Toso di Cittadella, appassionato di arte contemporanea, e Diego Santi di Castello di Godego, nel Trevigiano, fotografo per diletto. In pochi mesi sui social network e sul sito internet www.averelabarba.it i contatti sono stati migliaia. E solo scorrendo le interviste, le parole, i commenti del popolo del web si capisce il perché. “La barba è qualcosa di intimo, trasversale, antico: noi vogliamo solo permettere a tutti di rac-contarla”, dicono ancora i tre veneti ideatori del progetto, che in questi giorni sono in giro per l’Italia a raccogliere interviste e pareri. “Intervistiamo chi ci contatta, vogliamo raccogliere più emozioni possibili”, spiegano. E proprio questi temi sono al centro del concorso letterario e artistico lanciato dai tre per raccogliere in un libro l’esperienza web di questi mesi. Il concorso è già iniziato e si concluderà il prossi-mo 31 gennaio 2014. È aperto ad opere letterarie (massimo 15.000 caratteri), artistiche o foto sul tema della barba. Il premio? È il fatto stesso di partecipare nel creare la fi losofi a condivisa dell’Avere la barba, e questo la dice lunga sullo stile del gruppo e sul perché i fans si sommano ad ogni ora. Tutte le opere saranno infatti diffuse tra la community dei barbuti. Le più meritevoli avranno la possibilità di entrare nel libro, che sarà pubblicato nell’estate 2014, e che rappresenterà l’opera omnia del progetto, raccogliendo testi, interviste e immagini del mondo barbuto. L’iscrizione al concorso è gratuita, i dettagli sono nel bando reperibile su www.ave-relabarba.it. Non resta che ricordare chi sono i tre barbuti al centro dell’attenzione nazionale, anche a seguito di recensioni sui blog di moda. Ad ideare il progetto, tre menti. Claudio Traina, 22enne residente a Bassano del Grappa, nel Vicentino, organizzatore di eventi e già noto nell’ambiente underground per la creazione di un marchio di vestiti, oltre che per la propria passione per i tatuaggi. Alessandro Toso, 26enne di Cittadella, nel Padovano, che cura il blog www.unoravanti.com, dal quale dal 2010 propone lavori di giovani artisti. Di professione, lavora in una web agency. Inoltre da un anno sviluppa autonomamente “The event fi nder”, un’applicazione web che permette di ricercare eventi. Il terzetto si chiude con Diego Santi, 27enne di Castello di Godego, nel Trevigiano, appassionato di fotografi a che da poco ha lanciato il sito di annunci gratuiti www.greenclick.it con lo scopo di risollevare il settore del verde e favorire il vero mercato a chilometro zero. Di professione, aiuta a trovare lavoro agli altri. Per contatti e informazioni - Uffi cio Stampa di Avere la Barba - [email protected]

AVERE LA BARBA, NASCE UN CONCORSO NAZIONALE IDEATO DA VENETI

12 luglio - Padova, Stadio EuganeoLIGABUE “MONDOVISIO-NE TOUR - STADI 2014”

EVENTO ESTATE 2014: LIGABUE live allo Stadio Euganeo di Padova. Il primo grande appuntamento dell’estate 2014. Il 26 novembre 2013 esce il nuovo album di inediti “Mondovisione”Il 12 luglio 2014 arriva Ligabue! Lo so siamo in anti-cipo. Ma se si pensa che ormai i biglietti si acquistano sempre più via internet posso dire che la ricerca del biglietto è già iniziata. L’appuntamento con la rockstar italiana sarà allo Stadio Euganeo, a Padova, che dopo gli eventi dell’estate 2013 e la lunga programmazione invernale, si conferma “Città della musica” anche per il 2014.L’attesa cresce e infatti le date di Roma (30 e 31 maggio allo Stadio Olimpico) e Milano (6 e 7 giugno allo Stadio San Siro) sono già raddoppiate.Per la data di Padova i biglietti sono iniziati in prevendita dal 5 novembre.Il 26 novembre 2013, ad oltre 3 anni da “Arrivederci, Mostro!”, uscirà “MONDOVISIONE”, il nuovo atteso album di inediti di LIGABUE. «Mi procuro una frattura durante un concerto – afferma il LIGA – e 2 minuti dopo può vedere la caduta un mio amico di Los Angeles. È uffi ciale: siamo tutti in mondovisione. Mondovisione però è anche la “visione di un mondo”».“MONDOVISIONE” (Zoo Aperto/Warner Music), prodotto da Luciano Luisi, è stato anticipato dal primo singolo “Il sale della terra”, al 1° posto della classifi ca dei brani più trasmessi in radio (dati Earone) ed ai vertici della classifi ca di iTunes. Sono già oltre 4 milioni le visualizzazioni su YouTube del video uffi ciale del brano (video online al link http://youtu.be/IUWtAUKYmAQ ).«“Il sale della terra” – dichiara LIGABUE – parla di una crisi che non è solo economica, ma sociale e di comportamento. Ha a che fare con il bisogno di potere, con le conseguenze prodotte da chi vuole conquistare il potere a ogni costo e a ogni costo mantenerlo. È una crisi talmente drammatica che non sono riuscito a non raccontarla in una canzone: in genere non lo faccio».

“Il muro del suono”, “Ciò che rimane di noi”, “La terra trema, amore mio”, “Il volume delle tue bugie”, “La neve se ne frega”, “Siamo chi siamo”, “Il sale della ter-ra”, “Nati per vivere (adesso e qui)”, “Per sempre”, “Tu sei lei”, “Con la scusa del r’n’r”, “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”: sono questi (non nell’ordine di quella che sarà la tracklist) i titoli dei brani che saranno contenuti nel nuovo album, “postati” da LIGABUE sui suoi social network uffi ciali.Inoltre, è in libreria “La vita non è in rima (per quello che ne so)”, intervista a LIGABUE sulle parole ed i testi, curata da Giuseppe Antonelli. Il volume, edito da Laterza, contiene in anteprima i testi integrali dei brani del nuovo album.

Roncade (tv) - New Age - Sabato 23 novembre 2013 BRING ME THE HORIZON

I Bring Me The Horizon, arrivano in Italia per presentare il loro ultimo lavoro: “Sempiternal”

San Biagio di Callalta (tv) - Supersonic Music Arena - Sabato 23 novembre 2013 BLUE IN CONCERTO

Continua il tour italiano dei Blue... Saranno nuovamente in Italia per tre imperdibili date...

Conegliano (tv) - Zoppas arena - Domenica 1 dicembre 2013 MAX PEZZALI - MAX 20 LIVE TOUR

Max Pezzali da novembre stà portando il suo nuovo spettacolo dal vivo nei palasport delle principali città italiane. Il nuovo e attesissimo tour farà tappa giovedì 14 novembre al PalaGeorge di Montichiari (BS), sabato 16 al PalaFabris di Padova ed infi ne domenica 17 alla Zoppas Arena di

Conegliano (TV). Il nuovo album “Max 20” contiene 5 inediti – tra cui il primo singolo “L’universo tranne noi” – e 14 duetti con i più grandi artisti della scena musicale italiana, nei brani che hanno segnato la carriera di Max. Pubblicato lo scorso 4 giugno, l’album si trova da settimane ai vertici delle classifi che di vendita.

San Biagio di Callalta (tv) - Supersonic Music Arena - Sabato 14 dicembre 2013 GUE’ PEQUENO

Il secondo album da solista è stato dichiarato disco d’oro a sole tre settimane dall’uscita e l’estate ha visto Guè Pequeno impe-gnato in affollati dj set in tutta Italia. Ora è tempo di presentare live il suo “Bravo Ragazzo”, uscito a giugno 2013 per Universal. Guè Pequeno, forte del successo e dell’esperienza del precedente tour da solista, porterà sul palco uno show inaspettato e carico delle mille sfaccettature della sua perso-nalità senza dimenticare il sound internazionale dell’album.

Padova (Pd) - Gran teatro Geox - Sabato 14 dicembre 2013 ROBERTO VECCHIONI

Porta per titolo “Io non appartengo più” il nuovo album di inediti di Roberto Vecchioni, in tutti i negozi di musica

a partire dall’8 ottobre e anticipato in radio dal singolo “Sei nel mio cuore”. Il disco arriva a distanza di quasi tre anni dalla raccolta “Chiamami ancora amore” e a sei anni dall’ultimo album di inediti “Di rabbia e di stelle”. Queste le parole attraverso le quali il prof. Vecchioni racconta il suo nuovo progetto: “’Io non appartengo più’ potrebbe essere defi nito un soliloquio davanti alla fi ne ma che non ha niente a che vedere con il nichilismo, lo sconforto, la resa… Piuttosto è la presa d’atto che l’essere umano più di tanto non riesce a fare, non riesce a dare: talvolta stringe la mano degli altri perché nel buio non capisce niente o si rivolge al cielo, talvolta si convince che deve farcela da solo”.

IN VENETO EVENTI

Mille e ancora mille...Pagina a cura di Graziano Edi Corazza1099

POCHI SOLDI PER LA CULTURA AI COMUNI VENETI: DOVE TROVARLI?

Girando per i vari uffi ci della Cultura dei vari Comuni Veneti ci vengono comunicate spesso alcune osservazioni:”Ci sono pochi soldi per la cultura. Per le manifestazioni.” Viene da rifl ettere... Perchè la Cultura

è il nostro passato ed il nostro presente da conservare e tramandare alle generazioni future. Ormai molte manifestazioni vengono effettuate solo grazie agli sponsor. Tutto bene. Ma non si possono organizzare nei piccoli centri grosse manifestazioni con nomi popolari che richiamino un pubblico numeroso. Costa troppo. E nelle grosse città si riesce a metterne in piedi molto poche. E sempre di meno. Eppure il grande violinista Accardo ha dichiarato: ”Con i soldi di una sola serata del Festival di San Remo si terrebbe in piedi per un anno l’ orchestra della Rai!” E’ una questione di scelte. Scelte che vengono fatte negli alti livelli delle Istituzioni Pubbliche.

Se si spendono in una direzione non si possono investire in un altra.E se alcune spese vedono contrapposti ideali e visioni della politica, sul

fi ume di denaro pubblico erogato in stipendi vari per le cariche ricoperte dai vari politici regionali e provinciali, per i loro ‘’portaborse’’, per i rimborsi, ecc. ecc. siamo “quasi” tutti d’ accordo: ci vuole una riduzione sostanziale.

I soldi che non arrivano ai Comuni per organizzare eventi culturali e/o ricreativi e/o feste di piazza potrebbero benissimo essere “ricavati” dai tanti stipendi ai politici regionali e provinciali, con grande soddisfazione del popolo. Di tutti noi. L’abolizione delle province porterebbe trasferimenti economici maggiori ai comuni e così dicasi per una riduzione drastica degli emolumenti ai consiglieri ed assessori regionali.

Che ci vuole? Un pò di volontà. Nient’ altro.In fondo: diminuire i soldi pubblici ai politici regionali e provinciali e

girarli direttamente nelle casse comunali non sarebbe cosa grave.Occuparsi della “cosa pubblica” è comunque e sempre un onore. So-

prattutto quando lo si fa per lai Cultura. Cultura che inizialmente è una

spesa ma poi nella sostanza genera lavoro per i diretti interessati ed indotto economico per gli esercizi commerciali della zona nella quale la manifestazione viene organizzata.

Page 69: Piovese ott2013 n131

26 Concerti e non solo

SGUARDO A NORDEST

Racconti, foto e opere d’arte sui barbuti: l’esperienza social diventa un libro. E gli organizzatori veneti partono con un tour in tutta Italia a caccia di inter-viste. Che fosse un’idea dirompente lo si era capito fi n dall’inizio. “Avere la

barba” nasce infatti come cristallizzazione di un fenomeno esistente, una moda, un trend, una mania, uno stato mentale: chiamatelo come volete, ma di fatto è un sentimento diffuso. “Quando inizi a farla crescere, c’è sempre un motivo”, dicono Claudio Traina, event manager bassanese con la passione dei tatuaggi, Alessandro Toso di Cittadella, appassionato di arte contemporanea, e Diego Santi di Castello di Godego, nel Trevigiano, fotografo per diletto. In pochi mesi sui social network e sul sito internet www.averelabarba.it i contatti sono stati migliaia. E solo scorrendo le interviste, le parole, i commenti del popolo del web si capisce il perché. “La barba è qualcosa di intimo, trasversale, antico: noi vogliamo solo permettere a tutti di rac-contarla”, dicono ancora i tre veneti ideatori del progetto, che in questi giorni sono in giro per l’Italia a raccogliere interviste e pareri. “Intervistiamo chi ci contatta, vogliamo raccogliere più emozioni possibili”, spiegano. E proprio questi temi sono al centro del concorso letterario e artistico lanciato dai tre per raccogliere in un libro l’esperienza web di questi mesi. Il concorso è già iniziato e si concluderà il prossi-mo 31 gennaio 2014. È aperto ad opere letterarie (massimo 15.000 caratteri), artistiche o foto sul tema della barba. Il premio? È il fatto stesso di partecipare nel creare la fi losofi a condivisa dell’Avere la barba, e questo la dice lunga sullo stile del gruppo e sul perché i fans si sommano ad ogni ora. Tutte le opere saranno infatti diffuse tra la community dei barbuti. Le più meritevoli avranno la possibilità di entrare nel libro, che sarà pubblicato nell’estate 2014, e che rappresenterà l’opera omnia del progetto, raccogliendo testi, interviste e immagini del mondo barbuto. L’iscrizione al concorso è gratuita, i dettagli sono nel bando reperibile su www.ave-relabarba.it. Non resta che ricordare chi sono i tre barbuti al centro dell’attenzione nazionale, anche a seguito di recensioni sui blog di moda. Ad ideare il progetto, tre menti. Claudio Traina, 22enne residente a Bassano del Grappa, nel Vicentino, organizzatore di eventi e già noto nell’ambiente underground per la creazione di un marchio di vestiti, oltre che per la propria passione per i tatuaggi. Alessandro Toso, 26enne di Cittadella, nel Padovano, che cura il blog www.unoravanti.com, dal quale dal 2010 propone lavori di giovani artisti. Di professione, lavora in una web agency. Inoltre da un anno sviluppa autonomamente “The event fi nder”, un’applicazione web che permette di ricercare eventi. Il terzetto si chiude con Diego Santi, 27enne di Castello di Godego, nel Trevigiano, appassionato di fotografi a che da poco ha lanciato il sito di annunci gratuiti www.greenclick.it con lo scopo di risollevare il settore del verde e favorire il vero mercato a chilometro zero. Di professione, aiuta a trovare lavoro agli altri. Per contatti e informazioni - Uffi cio Stampa di Avere la Barba - [email protected]

AVERE LA BARBA, NASCE UN CONCORSO NAZIONALE IDEATO DA VENETI

12 luglio - Padova, Stadio EuganeoLIGABUE “MONDOVISIO-NE TOUR - STADI 2014”

EVENTO ESTATE 2014: LIGABUE live allo Stadio Euganeo di Padova. Il primo grande appuntamento dell’estate 2014. Il 26 novembre 2013 esce il nuovo album di inediti “Mondovisione”Il 12 luglio 2014 arriva Ligabue! Lo so siamo in anti-cipo. Ma se si pensa che ormai i biglietti si acquistano sempre più via internet posso dire che la ricerca del biglietto è già iniziata. L’appuntamento con la rockstar italiana sarà allo Stadio Euganeo, a Padova, che dopo gli eventi dell’estate 2013 e la lunga programmazione invernale, si conferma “Città della musica” anche per il 2014.L’attesa cresce e infatti le date di Roma (30 e 31 maggio allo Stadio Olimpico) e Milano (6 e 7 giugno allo Stadio San Siro) sono già raddoppiate.Per la data di Padova i biglietti sono iniziati in prevendita dal 5 novembre.Il 26 novembre 2013, ad oltre 3 anni da “Arrivederci, Mostro!”, uscirà “MONDOVISIONE”, il nuovo atteso album di inediti di LIGABUE. «Mi procuro una frattura durante un concerto – afferma il LIGA – e 2 minuti dopo può vedere la caduta un mio amico di Los Angeles. È uffi ciale: siamo tutti in mondovisione. Mondovisione però è anche la “visione di un mondo”».“MONDOVISIONE” (Zoo Aperto/Warner Music), prodotto da Luciano Luisi, è stato anticipato dal primo singolo “Il sale della terra”, al 1° posto della classifi ca dei brani più trasmessi in radio (dati Earone) ed ai vertici della classifi ca di iTunes. Sono già oltre 4 milioni le visualizzazioni su YouTube del video uffi ciale del brano (video online al link http://youtu.be/IUWtAUKYmAQ ).«“Il sale della terra” – dichiara LIGABUE – parla di una crisi che non è solo economica, ma sociale e di comportamento. Ha a che fare con il bisogno di potere, con le conseguenze prodotte da chi vuole conquistare il potere a ogni costo e a ogni costo mantenerlo. È una crisi talmente drammatica che non sono riuscito a non raccontarla in una canzone: in genere non lo faccio».

“Il muro del suono”, “Ciò che rimane di noi”, “La terra trema, amore mio”, “Il volume delle tue bugie”, “La neve se ne frega”, “Siamo chi siamo”, “Il sale della ter-ra”, “Nati per vivere (adesso e qui)”, “Per sempre”, “Tu sei lei”, “Con la scusa del r’n’r”, “Sono sempre i sogni a dare forma al mondo”: sono questi (non nell’ordine di quella che sarà la tracklist) i titoli dei brani che saranno contenuti nel nuovo album, “postati” da LIGABUE sui suoi social network uffi ciali.Inoltre, è in libreria “La vita non è in rima (per quello che ne so)”, intervista a LIGABUE sulle parole ed i testi, curata da Giuseppe Antonelli. Il volume, edito da Laterza, contiene in anteprima i testi integrali dei brani del nuovo album.

Roncade (tv) - New Age - Sabato 23 novembre 2013 BRING ME THE HORIZON

I Bring Me The Horizon, arrivano in Italia per presentare il loro ultimo lavoro: “Sempiternal”

San Biagio di Callalta (tv) - Supersonic Music Arena - Sabato 23 novembre 2013 BLUE IN CONCERTO

Continua il tour italiano dei Blue... Saranno nuovamente in Italia per tre imperdibili date...

Conegliano (tv) - Zoppas arena - Domenica 1 dicembre 2013 MAX PEZZALI - MAX 20 LIVE TOUR

Max Pezzali da novembre stà portando il suo nuovo spettacolo dal vivo nei palasport delle principali città italiane. Il nuovo e attesissimo tour farà tappa giovedì 14 novembre al PalaGeorge di Montichiari (BS), sabato 16 al PalaFabris di Padova ed infi ne domenica 17 alla Zoppas Arena di

Conegliano (TV). Il nuovo album “Max 20” contiene 5 inediti – tra cui il primo singolo “L’universo tranne noi” – e 14 duetti con i più grandi artisti della scena musicale italiana, nei brani che hanno segnato la carriera di Max. Pubblicato lo scorso 4 giugno, l’album si trova da settimane ai vertici delle classifi che di vendita.

San Biagio di Callalta (tv) - Supersonic Music Arena - Sabato 14 dicembre 2013 GUE’ PEQUENO

Il secondo album da solista è stato dichiarato disco d’oro a sole tre settimane dall’uscita e l’estate ha visto Guè Pequeno impe-gnato in affollati dj set in tutta Italia. Ora è tempo di presentare live il suo “Bravo Ragazzo”, uscito a giugno 2013 per Universal. Guè Pequeno, forte del successo e dell’esperienza del precedente tour da solista, porterà sul palco uno show inaspettato e carico delle mille sfaccettature della sua perso-nalità senza dimenticare il sound internazionale dell’album.

Padova (Pd) - Gran teatro Geox - Sabato 14 dicembre 2013 ROBERTO VECCHIONI

Porta per titolo “Io non appartengo più” il nuovo album di inediti di Roberto Vecchioni, in tutti i negozi di musica

a partire dall’8 ottobre e anticipato in radio dal singolo “Sei nel mio cuore”. Il disco arriva a distanza di quasi tre anni dalla raccolta “Chiamami ancora amore” e a sei anni dall’ultimo album di inediti “Di rabbia e di stelle”. Queste le parole attraverso le quali il prof. Vecchioni racconta il suo nuovo progetto: “’Io non appartengo più’ potrebbe essere defi nito un soliloquio davanti alla fi ne ma che non ha niente a che vedere con il nichilismo, lo sconforto, la resa… Piuttosto è la presa d’atto che l’essere umano più di tanto non riesce a fare, non riesce a dare: talvolta stringe la mano degli altri perché nel buio non capisce niente o si rivolge al cielo, talvolta si convince che deve farcela da solo”.

IN VENETO EVENTI

Mille e ancora mille...Pagina a cura di Graziano Edi Corazza1099

POCHI SOLDI PER LA CULTURA AI COMUNI VENETI: DOVE TROVARLI?

Girando per i vari uffi ci della Cultura dei vari Comuni Veneti ci vengono comunicate spesso alcune osservazioni:”Ci sono pochi soldi per la cultura. Per le manifestazioni.” Viene da rifl ettere... Perchè la Cultura

è il nostro passato ed il nostro presente da conservare e tramandare alle generazioni future. Ormai molte manifestazioni vengono effettuate solo grazie agli sponsor. Tutto bene. Ma non si possono organizzare nei piccoli centri grosse manifestazioni con nomi popolari che richiamino un pubblico numeroso. Costa troppo. E nelle grosse città si riesce a metterne in piedi molto poche. E sempre di meno. Eppure il grande violinista Accardo ha dichiarato: ”Con i soldi di una sola serata del Festival di San Remo si terrebbe in piedi per un anno l’ orchestra della Rai!” E’ una questione di scelte. Scelte che vengono fatte negli alti livelli delle Istituzioni Pubbliche.

Se si spendono in una direzione non si possono investire in un altra.E se alcune spese vedono contrapposti ideali e visioni della politica, sul

fi ume di denaro pubblico erogato in stipendi vari per le cariche ricoperte dai vari politici regionali e provinciali, per i loro ‘’portaborse’’, per i rimborsi, ecc. ecc. siamo “quasi” tutti d’ accordo: ci vuole una riduzione sostanziale.

I soldi che non arrivano ai Comuni per organizzare eventi culturali e/o ricreativi e/o feste di piazza potrebbero benissimo essere “ricavati” dai tanti stipendi ai politici regionali e provinciali, con grande soddisfazione del popolo. Di tutti noi. L’abolizione delle province porterebbe trasferimenti economici maggiori ai comuni e così dicasi per una riduzione drastica degli emolumenti ai consiglieri ed assessori regionali.

Che ci vuole? Un pò di volontà. Nient’ altro.In fondo: diminuire i soldi pubblici ai politici regionali e provinciali e

girarli direttamente nelle casse comunali non sarebbe cosa grave.Occuparsi della “cosa pubblica” è comunque e sempre un onore. So-

prattutto quando lo si fa per lai Cultura. Cultura che inizialmente è una

spesa ma poi nella sostanza genera lavoro per i diretti interessati ed indotto economico per gli esercizi commerciali della zona nella quale la manifestazione viene organizzata.

Racconti, foto e opere d’arte sui barbuti: l’esperienza social diventa un libro. Racconti, foto e opere d’arte sui barbuti: l’esperienza social diventa un libro. R

IDEATO DA VENETI

EVENTO ESTATE 2014: LIGABUE live allo Stadio Euganeo

Continua il tour italiano dei Blue... Saranno nuovamente in Italia per tre imperdibili date...

portando il suo nuovo

principali città italiane. Il nuovo e attesissimo

gnato in affollati dj set in tutta Italia. Ora è tempo

Porta per titolo “Io non appartengo più” il nuovo album di inediti di Roberto Vecchioni, in tutti i negozi di musica

a partire dall’8 ottobre e anticipato in radio

Concerti e non soloConcerti e non solo 2727

Page 70: Piovese ott2013 n131

i nostri EspertiA cura dell’AVVOCATO FULVIA FOIS

Cari Lettori e Lettrici, questo mese affronto un tema purtroppo sempre più attuale ovvero il furto di identità in rete e le sue conseguenze.Sino a qualche anno fa i modi attraverso i quali poteva essere rubata l’identità di una persona erano per lo più legati al furto del suo portafoglio e all’apertura dei sacchetti dell’immondizia nei quali, rovistando, venivano carpite informazioni importanti sull’identità del soggetto.Ora, con l’uso dilagante della rete e in particolare dei social network da parte pressoché di chiunque, il rischio del furto di identità o sostituzione di persona si è incrementato in maniera esponenziale anche nei confronti delle aziende. Ma andiamo con ordine. Cosa esattamente è il furto di identità? Il furto di identità consiste nell’ottenere informazioni personali riservate di un soggetto privato e/o giuridico al fi ne di sostituirsi ad esso (in tutto o in parte) attribuendo a sé o ad altri un falso nome, o un falso stato, ovvero una qualità a cui la legge attribuisce effetti giuridici, e

così procurarsi e/o procurare ad altri un indebito vantaggio (es. ottenendo credito con false credenziali, compiere azioni illegali) o di recare un danno (es. perdere la propria reputazione di buon pagatore e rendere diffi cile se non quasi impossibile ottenere nuovi fi nanziamenti o mutui).Come fare per tutelarsi? Quali accorgimenti adottare?Innanzitutto, quando si naviga in rete bisogna essere cauti e aver attenzione massima nel fornire i propri “identifi catori personali” – ovvero i propri dati personali e le credenziali di accesso ai conti correnti- in quanto i ladri di identità sono in agguato e non attendono altro che una nostra disattenzione.Gli accorgimenti che i singoli soggetti possono adottare per proteggersi dai furti di identità sono molteplici e tra questi possono annoverarsi: la modifi ca con continuità delle password, la distruzione particellare dei propri documenti personali (es. estratti conto, bollette pagate, contratti assicurativi,…) prima di essere gettati nella spazzatura, fornire i propri

dati identifi cativi solo se effettivamente necessario, non conservare insieme carta di credito o bancomat con i relativi codici di accesso, controllare frequentemente il proprio conto corrente, mantenere sempre aggiornati i programmi e in esecuzione il software antivirus e il fi rewall.E se rubano l’identità cosa fare?Innanzitutto bloccare immediatamente le carte di credito e tutti i conti correnti, avvertire la propria banca, il proprio provider e tutti i soggetti con i quali si usava la carta di credito, sporgere una denuncia querela avanti l’autorità.Quale tutela dà il nostro ordinamento giuridico?Il comportamento illecito di chi ruba l’identità di un altro soggetto con le fi nalità e conseguenze sopra indicate integra il reato di cui all’art. 494 del codice penale che prevede la punizione sino a un anno di reclusione. A titolo esemplifi cativo segnalo anche che secondo la Cassazione integra il medesimo reato anche il comportamento di chi apre un account di posta elettronica intestandolo

al nome di un altro soggetto. Al riguardo, infatti, non vi è dubbio che ciò determina l’induzione in errore di chi si trova ad interloquire che è convinto, giustamente, di farlo con persona diversa da quella che allo stesso viene fatta credere. Analoga considerazione giuridica va fatta per chi, una volta rubate le credenziali di accesso di un profi lo facebook di un altro soggetto, lo utilizza indebitamente.

AFFARI DI FAMIGLIA

Furto di identità in rete di privati e aziende

Se lo desiderate segnalatemi i Vs casi e/o le Vs questioni di maggiore interesse all’indirizzo mail: [email protected] autorizzandomi espressamente anche alla riproduzione parziale del testo da Voi inviatomi.

Anselm Zurfl uch, docente incaricato presso l’Università di Avignone analizza in “Empfängnisverhütung”(hänssler 2000) alcuni motivi che portarono ad una rapida accettazione della contraccezione ormonale negli anni settanta del secolo scorso. (Oggi 140 milioni di donne assumono la contraccezione ormonale.)1. Un motivo storico: Varie civiltà praticarono da secoli una regolazione delle nascite senza ricorso alla chimica. Era una prassi collettiva. La pillola rappresentava quindi un altro mezzo allo stesso scopo. 2. Un motivo sociale: La pillola è stata inventata, tra l’altro, per arginare “l’esplosione demografi ca” nel Terzo Mondo. La Tv per anni, alla sera riportava gli effetti catastrofi ci del boom demografi co suscitando nelle persone un senso di corresponsabilità per questa

calamità. Quindi la rinuncia ad aumentare il numero dei fi gli sembrava giustifi cata a causa del sovrappopolamento, della fame, dell’inquinamento …3. Un motivo materiale: La crescita economica del dopoguerra era, dal punto di vista storico, un fenomeno unico; il miracolo di Marshall. Ma nonostante la ricchezza il mondo industrializzato divenne refrattario ai fi gli. Nelle repubbliche socialiste dell’ Unione Sovietica invece la contraccezione ormonale non si affermò, perché sapeva troppo dell’occidente. Si usava l’aborto come un mezzo contraccettivo. In Georgia, in Lituania … l’aborto veniva praticato come UNICO intervento “sanitario” gratuito, con effetti devastanti per le popolazioni.4. Un motivo culturale: Ogni società, per poter funzionare, ha bisogno di

un’ideologia, di una cultura di massa. La società di benessere non è stata un’eccezione. I valori, quali inizialmente favorirono la società di consumo come lavoro intenso, senso del dovere, stabili relazioni familiari, sono stati interpretati in maniera diversa negli anni settanta. Emersero i valori come individualismo (non da confondere con il personalismo cristiano), tempo libero e ferie, una vita indipendente …Questi motivi, riportati un po’ per sommi capi, favorirono un’accettazione della pillola, la quale agisce sulla mucosa uterina in modo tale da impedire l’annidamento dell’ovulo fecondato (= del bambino). Siccome la pillola non è un farmaco sostenibile per venti o più anni in cui la donna è potenzialmente fertile e siccome non è consigliabile, per ragioni di salute, abortire ogni

anno, si è aggiunta un’altra tecnica: la sterilizzazione. Nell’anno 2000 si sapeva della sterilizzazione di almeno 200 milioni di persone nel mondo. Mentre il sovrappopolamento non è assolutamente un pericolo incombente né Italia, né Lituania, né Cina … Tanti di quei pochi bambini che arrivano alla dodicesima settimana di gravidanza sono sottoposti ad una diagnostica prenatale invasiva. In Germania muoiono, ogni anno, in seguito alle complicanze legate a questa diagnostica, 700 bambini (senza contare quelli in cui si riscontrano le malattie e vengono abortiti). Giovanni Paolo II chiamò questo andamento ostile alla vita “la cultura della morte”, ricordando che l’unica Via per ridare la speranza all’umanità è Gesù e il Suo buon senso, di cui il Vangelo sovrabbonda.

LO SPAZIO DELL’ETICA

Analisi di alcuni dei motivi dell’accettazionedella contraccezione ormonale

di Magdalena Buszynska ([email protected])

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Page 71: Piovese ott2013 n131

L’ARCHITETTOLe costruzioni massicce in muratura, il risparmio energetico ed il confort abitativo (parte terza)

Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto

Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a [email protected]

Risparmio energetico, effi cienza acustica, materiali da costruzione.Un fabbricato effi ciente dal punto di vista energetico può consumare un decimo rispetto un edifi cio “tradizionale”, giustifi cando l’investimento per la realizzazione di un involucro performante che si rivela sempre un buon investimento anche economico per i risparmi che si possono ottenere nei consumi di energia. Non si può sottovalutare, inoltre, il contributo per la tutela dell’ambiente, con la riduzione delle emissioni di anidride carbonica concausa dell’effetto serra che provoca il riscaldamento del pianeta terra. La costruzione massiccia (Foto 1), grazie alla sua massa, ha un buon comportamento acustico rispetto il rumore esterno; l’attenzione va posta sulle fi nestre, che sono il punto debole, scegliendole fra quelle con un buon indice di isolamento acustico e curandone attentamente la posa in opera.Per ovviare al rumore di calpestio il mercato offre svariati prodotti; va osservato il principio massa-molla-massa alternando nella stratigrafi a dei pavimenti gli strati con elevato peso specifi co (massetti) a quello o quelli più “soffi ci”.Per la costruzione degli edifi ci del tipo

che stiamo trattando si utilizza il laterizio pieno, semipieno, porizzato lavorati, generalmente, con malta di calce; i blocchi di laterizio possono essere rettifi cati, quindi con una geometria precisa, nel qual caso si usa come legante la malta termica o

colle apposite per ridurre il ponte termico delle fughe di malta. Meno diffusi sono i blocchi in silicato di calcio, prodotti a pressione di vapore a 200 °C, composti da sabbia quarzifera e calce viva, i blocchi in calcestruzzo cellulare composti da una

miscela di sabbia quarzifera, cemento e calce con l’aggiunta di polvere di alluminio come agente espandente, i blocchi di granuli di argilla espansa a 1.200 °C, i blocchi-cassero in legno-cemento prodotti con la mineralizzazione di un impasto di legno di recupero e cemento; questi blocchi vengono posati a secco ed all’interno viene gettato il calcestruzzo armato; ne esistono diverse versioni, riconducibili alla tipologia di blocchi con inserti di materiale isolante polistirene o sughero.Le capacità isolanti dei blocchi nominati variano dai valori elevati dei blocchi in laterizio normale (isolano poco), a valori medi nel caso dei blocchi cassero il legno-cemento a valori bassi (isolano bene) nel caso dei porizzati e dei blocchi in calcestruzzo cellulare; alcune fornaci hanno messo a punto blocchi rettifi cati in laterizio da tamponamento con buone prestazioni termiche grazie alla prevalenza dei vuoti rispetto le parti piene; altre ancora commercializzano blocchi rettifi cati riempiti con materiale isolante (perlite, lana di roccia ecc.) per migliorarne le prestazioni termiche.

(Segue nel prossimo numero)

Foto 1: Costruzione massiccia in laterizio.

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Nella prima puntata, parlando di mal di schiena e di ernie, abbiamo visto che esistono cure alternative sia per curare il mal di schiena sia per curare ernie ed abbiamo incontrato un nuovo termine: Osteokinetica. Dopo aver visto in cosa consista l’Osteokinetica sono passato a vedere una delle cause di accentuazione del dolore: il “blocco muscolare”, ed ho spiegato cosa sia ripromettendomi, nella puntata successiva, di spiegare perché e come si formi. Questo è quello che vedremo in questa puntata.

Perché si formano i blocchi muscolari?I blocchi muscolari possono essere causati da agenti esterni (un evento emotivo stressante, quale un trauma, un incidente automobilistico o un problema correlato all’attività lavorativa; sforzi fi sici inusuali, il persistere in una postura protratta ma più spesso siamo noi stessi la causa con la pessima vita sedentaria che conduciamo.

Come si formano i blocchi muscolari?Quando la causa è un agente esterno (traumi) le articolazioni, specialmente quelle intervertebrali, possono subire delle modifi cazioni funzionali che provocano una irritazione vertebrale che, a sua volta, ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e della eliminazione dei rifi uti. I tessuti meno nutriti subiscono disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione che portano al blocco muscolare.Quando la causa siamo noi stessi conducendo una vita sedentaria (automobile, bicicletta elettrica, ascensore, taglia siepe a motore, motosega, ecc.),

assumendo posizioni scorrette da seduti, a cui si aggiungono stress, alimentazione sbagliata, cena-poltrona-televisione-letto, fumo, alcolici, ecc. mettiamo sotto pressione il nostro corpo il quale si difende rispondendo agli stress fi sici ed emotivi con una serie di meccanismi fi siologici di difesa: un aumento di tono e una contrattura di difesa dei muscoli; modifi cazioni vasomotorie, iperattività simpatica, alterazioni ormonali, altre modifi cazioni umorali plasmatiche e dei liquidi extracellulari.

Come avviene la contrattura di difesa?- Il punto più sensibile del tessuto limitrofo o una fascia del muscolo affaticata dallo stress invia il suo segnale di condizione di stress al sistema nervoso centrale;- il sistema nervoso centrale risponde facendo contrarre diversi muscoli associati al punto di dolore;- i muscoli contratti si stancano e la stanchezza provoca risposte simpatiche che inducono modifi cazioni vasomotorie nel contesto dell’area grilletto (o di blocco o trigger) e attorno ad essa;- il nostro corpo, sempre più sotto pressione, libera in circolo altissimi quantitativi di radicali liberi; - i radicali liberi aggrediscono le cellule bloccando la loro risposta (basti pensare che una loro azione continua provoca il precoce invecchiamento delle cellule e varie patologie gravi come il cancro, malattie dell’apparato cardiovascolare, diabete, sclerosi multipla, artrite reumatoide, enfi sema polmonare, cataratta, morbo di Parkinson e Alzheimer, dermatiti, ecc.); danneggiano i globuli rossi causando la rottura

delle cellule (emolisi);- l’organismo, per difendersi dai radicali liberi, produce radicali liberi superossidi che peggiorano la situazione aggravando lo stato infi ammatorio; - l’infi ammazione ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e la eliminazione dei rifi uti e provoca disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione;- la scarsa irrorazione delle articolazioni provoca una malnutrizione delle vertebre e dei tessuti adiacenti;- la scarsa irrorazione provoca gonfi ore dei legamenti, edema, basso apporto di antiossidanti ed i tessuti diventano più sensibili alle pressioni ed alla gravità manifestando dolore miofasciale, dolorose artralgie, discopatie, nevralgie; - l’articolazione sofferente secerne istamina; - l’istamina impedisce una buona circolazione arteriosa;- la cattiva circolazione provoca una ischemia locale; - l’ischemia provoca alterazioni nell’ambiente extracellulare delle cellule affette, con liberazione di mediatori algogeni (istamina, chinine, prostaglandine), modifi cazioni osmotiche e del pH, che insieme incrementano la sensibilità dei nocicettori di quella zona; - l’aumento del fl usso di impulsi in partenza dai nocicettori accresce I’attività motoria e simpatica che, a sua volta, incrementa il dolore creando un circolo vizioso;- quando la contrazione incomincia ad affaticare i muscoli, in una situazione di stimolazione simpatica e di alterazioni biochimiche locali, anche i punti trigger

di tali muscoli cominciano ad attivarsi, sommandosi al circuito di feedback positivo ed allargando il dolore ai muscoli contigui. Alla fi ne lo stress dovuto al dolore e alla fatica, sommato all’aumento della tensione muscolare e del tono simpatico in tutto l’organismo, si traduce nell’attivazione di blocchi o zone grilletto in muscoli situati a distanza dall’iniziale area del dolore;- se alla vita sedentaria si aggiunge il sovrappeso, la massa grassa aggrava tutte le articolazioni, intrappola tutte le vitamine liposolubili, come la vitamina E o il betacarotene, neutralizzando così una buona parte delle sostanze antiossidanti a noi necessarie.

In questa seconda puntata nella Medicina alternativa, esaminando le cause di accentuazione del dolore, abbiamo visto cosa siano i “blocchi muscolari”, perché e come si formino e come avvengano le contratture di difesa. Nella prossima puntata vedremo in cosa consista l’eliminazione dei blocchi muscolari.

Viaggio nella terapia alternativa (2° puntata)

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Page 72: Piovese ott2013 n131

L’ARCHITETTOLe costruzioni massicce in muratura, il risparmio energetico ed il confort abitativo (parte terza)

Rubrica a cura di Renzo Carturan, architetto

Per quesiti sugli argomenti trattati in questa rubrica il Lettore può inviare una mail a [email protected]

Risparmio energetico, effi cienza acustica, materiali da costruzione.Un fabbricato effi ciente dal punto di vista energetico può consumare un decimo rispetto un edifi cio “tradizionale”, giustifi cando l’investimento per la realizzazione di un involucro performante che si rivela sempre un buon investimento anche economico per i risparmi che si possono ottenere nei consumi di energia. Non si può sottovalutare, inoltre, il contributo per la tutela dell’ambiente, con la riduzione delle emissioni di anidride carbonica concausa dell’effetto serra che provoca il riscaldamento del pianeta terra. La costruzione massiccia (Foto 1), grazie alla sua massa, ha un buon comportamento acustico rispetto il rumore esterno; l’attenzione va posta sulle fi nestre, che sono il punto debole, scegliendole fra quelle con un buon indice di isolamento acustico e curandone attentamente la posa in opera.Per ovviare al rumore di calpestio il mercato offre svariati prodotti; va osservato il principio massa-molla-massa alternando nella stratigrafi a dei pavimenti gli strati con elevato peso specifi co (massetti) a quello o quelli più “soffi ci”.Per la costruzione degli edifi ci del tipo

che stiamo trattando si utilizza il laterizio pieno, semipieno, porizzato lavorati, generalmente, con malta di calce; i blocchi di laterizio possono essere rettifi cati, quindi con una geometria precisa, nel qual caso si usa come legante la malta termica o

colle apposite per ridurre il ponte termico delle fughe di malta. Meno diffusi sono i blocchi in silicato di calcio, prodotti a pressione di vapore a 200 °C, composti da sabbia quarzifera e calce viva, i blocchi in calcestruzzo cellulare composti da una

miscela di sabbia quarzifera, cemento e calce con l’aggiunta di polvere di alluminio come agente espandente, i blocchi di granuli di argilla espansa a 1.200 °C, i blocchi-cassero in legno-cemento prodotti con la mineralizzazione di un impasto di legno di recupero e cemento; questi blocchi vengono posati a secco ed all’interno viene gettato il calcestruzzo armato; ne esistono diverse versioni, riconducibili alla tipologia di blocchi con inserti di materiale isolante polistirene o sughero.Le capacità isolanti dei blocchi nominati variano dai valori elevati dei blocchi in laterizio normale (isolano poco), a valori medi nel caso dei blocchi cassero il legno-cemento a valori bassi (isolano bene) nel caso dei porizzati e dei blocchi in calcestruzzo cellulare; alcune fornaci hanno messo a punto blocchi rettifi cati in laterizio da tamponamento con buone prestazioni termiche grazie alla prevalenza dei vuoti rispetto le parti piene; altre ancora commercializzano blocchi rettifi cati riempiti con materiale isolante (perlite, lana di roccia ecc.) per migliorarne le prestazioni termiche.

(Segue nel prossimo numero)

Foto 1: Costruzione massiccia in laterizio.

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Nella prima puntata, parlando di mal di schiena e di ernie, abbiamo visto che esistono cure alternative sia per curare il mal di schiena sia per curare ernie ed abbiamo incontrato un nuovo termine: Osteokinetica. Dopo aver visto in cosa consista l’Osteokinetica sono passato a vedere una delle cause di accentuazione del dolore: il “blocco muscolare”, ed ho spiegato cosa sia ripromettendomi, nella puntata successiva, di spiegare perché e come si formi. Questo è quello che vedremo in questa puntata.

Perché si formano i blocchi muscolari?I blocchi muscolari possono essere causati da agenti esterni (un evento emotivo stressante, quale un trauma, un incidente automobilistico o un problema correlato all’attività lavorativa; sforzi fi sici inusuali, il persistere in una postura protratta ma più spesso siamo noi stessi la causa con la pessima vita sedentaria che conduciamo.

Come si formano i blocchi muscolari?Quando la causa è un agente esterno (traumi) le articolazioni, specialmente quelle intervertebrali, possono subire delle modifi cazioni funzionali che provocano una irritazione vertebrale che, a sua volta, ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e della eliminazione dei rifi uti. I tessuti meno nutriti subiscono disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione che portano al blocco muscolare.Quando la causa siamo noi stessi conducendo una vita sedentaria (automobile, bicicletta elettrica, ascensore, taglia siepe a motore, motosega, ecc.),

assumendo posizioni scorrette da seduti, a cui si aggiungono stress, alimentazione sbagliata, cena-poltrona-televisione-letto, fumo, alcolici, ecc. mettiamo sotto pressione il nostro corpo il quale si difende rispondendo agli stress fi sici ed emotivi con una serie di meccanismi fi siologici di difesa: un aumento di tono e una contrattura di difesa dei muscoli; modifi cazioni vasomotorie, iperattività simpatica, alterazioni ormonali, altre modifi cazioni umorali plasmatiche e dei liquidi extracellulari.

Come avviene la contrattura di difesa?- Il punto più sensibile del tessuto limitrofo o una fascia del muscolo affaticata dallo stress invia il suo segnale di condizione di stress al sistema nervoso centrale;- il sistema nervoso centrale risponde facendo contrarre diversi muscoli associati al punto di dolore;- i muscoli contratti si stancano e la stanchezza provoca risposte simpatiche che inducono modifi cazioni vasomotorie nel contesto dell’area grilletto (o di blocco o trigger) e attorno ad essa;- il nostro corpo, sempre più sotto pressione, libera in circolo altissimi quantitativi di radicali liberi; - i radicali liberi aggrediscono le cellule bloccando la loro risposta (basti pensare che una loro azione continua provoca il precoce invecchiamento delle cellule e varie patologie gravi come il cancro, malattie dell’apparato cardiovascolare, diabete, sclerosi multipla, artrite reumatoide, enfi sema polmonare, cataratta, morbo di Parkinson e Alzheimer, dermatiti, ecc.); danneggiano i globuli rossi causando la rottura

delle cellule (emolisi);- l’organismo, per difendersi dai radicali liberi, produce radicali liberi superossidi che peggiorano la situazione aggravando lo stato infi ammatorio; - l’infi ammazione ostacola le vie della nutrizione dei tessuti e la eliminazione dei rifi uti e provoca disturbi della vascolarizzazione e dell’innervazione;- la scarsa irrorazione delle articolazioni provoca una malnutrizione delle vertebre e dei tessuti adiacenti;- la scarsa irrorazione provoca gonfi ore dei legamenti, edema, basso apporto di antiossidanti ed i tessuti diventano più sensibili alle pressioni ed alla gravità manifestando dolore miofasciale, dolorose artralgie, discopatie, nevralgie; - l’articolazione sofferente secerne istamina; - l’istamina impedisce una buona circolazione arteriosa;- la cattiva circolazione provoca una ischemia locale; - l’ischemia provoca alterazioni nell’ambiente extracellulare delle cellule affette, con liberazione di mediatori algogeni (istamina, chinine, prostaglandine), modifi cazioni osmotiche e del pH, che insieme incrementano la sensibilità dei nocicettori di quella zona; - l’aumento del fl usso di impulsi in partenza dai nocicettori accresce I’attività motoria e simpatica che, a sua volta, incrementa il dolore creando un circolo vizioso;- quando la contrazione incomincia ad affaticare i muscoli, in una situazione di stimolazione simpatica e di alterazioni biochimiche locali, anche i punti trigger

di tali muscoli cominciano ad attivarsi, sommandosi al circuito di feedback positivo ed allargando il dolore ai muscoli contigui. Alla fi ne lo stress dovuto al dolore e alla fatica, sommato all’aumento della tensione muscolare e del tono simpatico in tutto l’organismo, si traduce nell’attivazione di blocchi o zone grilletto in muscoli situati a distanza dall’iniziale area del dolore;- se alla vita sedentaria si aggiunge il sovrappeso, la massa grassa aggrava tutte le articolazioni, intrappola tutte le vitamine liposolubili, come la vitamina E o il betacarotene, neutralizzando così una buona parte delle sostanze antiossidanti a noi necessarie.

In questa seconda puntata nella Medicina alternativa, esaminando le cause di accentuazione del dolore, abbiamo visto cosa siano i “blocchi muscolari”, perché e come si formino e come avvengano le contratture di difesa. Nella prossima puntata vedremo in cosa consista l’eliminazione dei blocchi muscolari.

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IL DIRITTO PER IL CITTADINO

Che cos’è il certifi cato di agibilità e cosa fare quando manca

Dott. Avv. Notaio Matteo Ceolin

DOTT. AVV. NOTAIO MATTEO CEOLIN [email protected]

Il certifi cato di agibilità attesta la sussistenza delle condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico degli edifi ci e degli impianti negli stessi installati (così dice l’art. 24 T.U. D.P.R. 380/2001).Ricorderà il lettore che una volta si parlava anche di abitabilità; così infatti si esprimeva una vecchia legge del 1934, secondo cui l’occupazione di un edifi cio, senza la preventiva certifi cazione di abitabilità, costitutiva il presupposto di un illecito penale. Nel tempo, con l’emanazione di altre leggi, al termine abitabilità si era affi ancato quello di agibilità, senza che fossero chiari i confi ni tra i due concetti. Fino a quando, con l’entrata in vigore del Testo Unico sull’Edilizia (T.U. 380/2001), il termine “abitabilità” è stato sostituito dal

termine “agibilità”. È importante, prima di tutto, precisare che avere in mano il certifi cato di agibilità non garantisce la regolarità urbanistica ed edilizia del fabbricato trasferito e non sana eventuali abusi commessi, tant’è vero che il Comune ben può avviare un procedimento per la repressione di abusi edilizi commessi anche con riguardo ad edifi ci già dichiarati agibili. Occorre, quindi, prestare attenzione a che il venditore abbia anche tutta la documentazione che provi la regolarità urbanistica del bene (licenza, concessione edilizia, permesso di costruire, eventuali condoni ecc.).Sotto il profi lo formale, va rilevato che nella compravendita di edifi ci non grava sulle parti, in particolare sul venditore,

l’obbligo di allegare il certifi cato di agibilità; la sua mancanza, infatti, non determina l’invalidità dell’atto posto in essere, anche perché non esiste nessuna norma, sia per il contratto preliminare che per il defi nitivo di vendita, che prescriva l’allegazione dello stesso sotto pena di nullità. Si possono quindi vendere ed acquistare edifi ci anche in mancanza del certifi cato di agibilità e questo non confi gura alcun illecito. E così accade frequentemente, del resto, nel caso di acquisto di immobili c.d. “sulla carta” (da costruire o in corso di costruzione).Nella sostanza, però, le cose sono in parte diverse, perché è chiaro che con la sottoscrizione del contratto di vendita, l’acquirente intende non solo ottenere la proprietà

dell’immobile, ma anche servirsi di tale bene in futuro. Qualcosa, quindi, non funziona se chi compra un immobile per abitarlo poi non lo possa fare per mancanza del certifi cato in questione.Pur non mancando discussioni sul punto, la giurisprudenza riconosce che la vendita di un immobile destinato ad uso abitativo, ma sprovvisto dell’agibilità determini la carenza di una qualità essenziale del bene, per cui, in favore dell’acquirente, scatta il

diritto a risolvere il contratto e ad ottenere il risarcimento (es. Cass. 29 agosto 2011, n. 17747). In conclusione, il consiglio per evitare brutte sorprese, in casi “sospetti”, è quello di svolgere alcune verifi che direttamente con l’uffi cio competente del Comune di riferimento, per verifi care se vi sia qualche motivo ostativo al rilascio dello stesso, e rivolgersi ad un notaio di fi ducia, segnalando immediatamente casi sospetti.

PSICOLOGIA DEL LAVORO

Il problem solvingDott. Lara Tasso

DOTT. LARA TASSO - Psicologo del Lavoro – Tel. 3381151335 – e-mail: [email protected]

La vita di tutti i giorni è costellata di problemi, e proprio per questo una competenza fondamentale è quella di essere in grado di gestirli, per riuscire a raggiungere i propri obiettivi.La capacità di risolvere i problemi (problem solving) è una competenza trasversale molto cercata dalle aziende, che cercano di rilevarla attraverso domande mirate nei colloqui di lavoro, e spesso costruendo situazioni che mettono in diffi coltà il candidato, per vedere come le gestisce. Il problem solving è una competenza strategica, ritenuta da molti ancora più importante delle competenze tecniche e specifi che. Per un’azienda è più importante avere nel proprio staff persone che sanno risolvere e gestire la complessità, anziché collaboratori esperti da un punto

di vista tecnico e specialistico, ma che si bloccano davanti alla prima situazione che diverge dal percorso principale.Il problem solving si può affi nare attraverso la pratica, e anche attraverso determinati studi. Facoltà come ingegneria o fi losofi a, per esempio, aiutano i propri studenti a sviluppare più di altre questa competenza.Il problem solving può essere descritto come la capacità di osservare la realtà da punti di vista diversi, mettendo insieme risorse logiche, critiche e creative. Il problema non è l’ostacolo, ma è una condizione che ci spinge a trovare nuove soluzioni per raggiungere gli obiettivi quando siamo in presenza di un impedimento. Per esempio, se lungo la strada trovo un grosso macigno che mi impedisce il passaggio,

la soluzione potrebbe essere quella di percorrere un piccolo tratto fuori dalla carreggiata, per poi riprendere il percorso. Il problema ci spinge, quindi, ad un cambiamento, e per questo non è sempre negativo, ma può anzi tradursi in opportunità perché ci permette di individuare nuove alternative.In molte situazioni la soluzione dei problemi deriva dalla conoscenza, in altre da insight creativi. In quest’ultimo caso la soluzione può sembrare improvvisa, anche se spesso è il risultato di una serie di ragionamenti precedenti. Ne sono un esempio tutte quelle situazioni in cui non riusciamo a trovare la soluzione, ma ad un certo punto si accende come una lampadina e si risolve il problema.Uno dei tanti ostacoli alla

soluzione dei problemi è, per esempio, il trinceramento, che consiste nell’utilizzare sempre la stessa strategia per risolvere problemi che sono, invece, diversi da quelli affrontati in precedenza. Un altro ostacolo è rappresentato dall’utilizzo di stereotipi, che ci portano

ad ipergeneralizzare, senza osservare con attenzione gli aspetti contingenti della realtà.Per concludere, evidenziamo che se c’è il problema c’è necessariamente anche una soluzione, sta a noi allenare la nostra mente per trovarla in poco tempo.

I nostri espertiI nostri esperti 3131

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CrucipiazzaCrucipiazza3232

Giochi e tantodivertimento!Questa pagina èofferta da:

Azzurra Edizioni S.a.s. - C.P. 93/B - 35028 Piove di Sacco (PD) [email protected]

I Colmi

• Qual è il colmo per un falegname? Essere licenziato in tronco.• Qual è il colmo per un computer? Non avere programmi per la sera.• Qual è il colmo per due scheletri? Esse-re amici per la pelle.• Qual è il colmo di una sarta? Perdere il filo del discorso.• Il colmo per un riccio? Non saper dire battute pungen-ti.• Qual è il colmo per un dipendente ENEL? Essere in bolletta.• Qual è il colmo per un robot? Essere svitato.• Qual è il colmo per una sveglia? Avere le ore contate.• Qual è il colmo per uno scultore? Lavo-rare sotto il sole che spacca le pietre.• Qual è il colmo per un paio di scarpe? Le-varsi dai piedi.• Qual è il colmo per

una radice? Essere quadrata.• Qual è il colmo per due gatti? Non capirsi per un pelo.• Qual è il colmo per un geometra? Allena-re una squadra.• Qual è il colmo per un gigante? Non es-sere all’altezza della situazione.• Qual è il colmo per una giostra? Essere presa in giro.• Qual è il colmo per una giraffa? Essere nei guai fino al collo.• Qual è il colmo per una foglia? Diventare protagonista di “Via col vento”.• Qual è il colmo per un fornaio? Trovare pane per i propri den-ti.• Qual è il colmo per una gallina con la feb-bre? Fare le uova sode.• Qual è il colmo per un riccio? Avere una spina nel fianco.• Qual è il colmo per un musicista? Non ca-pire un piffero.

1) Sede BMW;2) Oktoberfest;3) Hofbräuhaus;4) Frauenkirche.

Soluzioni:

Un giretto a Monaco di Baviera

Aforismi sull’Amore

• Se tu non mi ami, non im-porta. Sono in grado di amare per tutti e due.• L’amore è più temerario che l’odio.

AMATO - ATTORECALCIATORE

CASA - DEBUTTODOPPIATOREFIGLIA - FILM

FRIDA - MADRIDMALAGA - MAMBO

MATADORMODELLO

MORO - SHREKSTATI UNITI

VAMPIRO

Antonio Banderas Il Puzzle

Chiave (8) - Ha recitato nel film....................................................................................

Sapete riconoscerequesti posti?

1) .........................................................

...............................................................

2) .........................................................

...............................................................

3) .........................................................

...............................................................

4) .........................................................

...............................................................

1 2

3 4

l’INTARSIO

3 LETTERECRI - IME - LED - OCC - PRORIN - SIR - SUL - UMO4 LETTERENOME5 LETTEREMEDIA - MUTUO6 LETTEREAZIONI - CIVILE - COMUNEERARIO - GRANDE - INIZIOLOCALE7 LETTERECLIENTI - CONSUMOFALLITA - PICCOLA8 LETTERECAPITALE - NO PROFIT9 LETTEREGIURIDICO10 LETTEREPRODUZIONE

www.azzurraedizioni.com

STATI UNITIVAMPIRO

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BILANCIA 2 3/09

AL 22/10FASCINO saRete un po’

Meno algiDi e Molto sCiolti nell’esteRnaRe i

sentiMenti. lanCiate il CuoRe oltRe l’ostaColo · SALUTE saRete Molto sCattanti e CuRiosi CiÒ Vi Fa appaRiRe assai piÙ gioVani. CeRCate Di nutRiRe CoRpo, Mente e spiRito

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11FASCINO ReCu-

peReRete gRinta e seX-appeal. i senti-

Menti pRenDeRanno stRaDe apeRte e lineaRi: BanDo alle DietRologie · SALUTE aBituDini piÙ salutaRi, QualCHe attiVitÀ all’aRia apeRta e tRattaMenti linFoDRenanti soRti-Ranno eFFetti MiRaColosi

SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12

FASCINO saRete spuMeggianti e Vitali, peRFettaMente in linea

Con la VostRa natuRa estRoVeRsa. sensualitÀ e sentiMento al top SALUTE insiDie all’oRiZZonte peR le DiFese iMMunitaRie: pRoteggete la sCHiena e l’appaRato DigestiVo. RiMeDi natuRali

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01FASCINO l’aMoRe

solo VostRo, Vis-suto in ManieRa Molto piÙ inteRi-oRiZZata e RoMantiCa. aVVentuRe in aRRiVo · SALUTE CoMpatteZZa MusColaRe e ottiMa FoRMa Mentale. ConCentRateVi su DisCipline e teRapie olistiCHe piÙ spiRituali

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO RinnoVato en-tusiasMo nelle RelaZioni,

all’insegna Delle noVitÀ, Della soCialitÀ Fatta Di slanCi e ConDiVisione · SALUTE ReCupeReRete

Con gRaDualitÀ tutte le eneRgie Ma eVitate il Fitness iMpRoVVisato e al-Cun tipo Di tRasCuRateZZa

PESCIDAL 20/02AL 20/03

ASCINO l’aMoRe RiaCQuisteRÀ tutta

la sua CaRiCa eneRgetiCa e ispiRante CHe peR il VostRo CaRatteRe sono linFa Vitale · SALUTE potRete soF-FRiRe Di una FoRMa non ottiMale o Di QualCHe tensione a CaRiCo Della sCHiena. agite teMpestiVaMente

ARIETEDAL 21/03

AL 20/04FASCINO Belli nel CoRpo e nello spiRito,

attiReRete stuoli Di aMMiRatoRi, Con ottiMe oppoRtunitÀ Di sVagHi e nu-oVe ConosCenZe · SALUTE la gRinta Di Cui saRete pRoVVisti Vi aiuteRÀ a FaRe inCetta Di tRaguaRDi o peR sen-tiRVi al RipaRo Da pRoBleMi VaRi

TORO DAL 21/04AL 20/05

ASCINO Vi FaRete DesiDeR-

a R e Molto, attenti peRÒ a non tiRaRe tRoppo la CoRDa potReste peRDeRe QualCosa Di iMpoR-tante · SALUTE gRanDe ReCupeRo Di eneRgia e Voglia Di FaRe. sFRuttate le Belle gioRnate peR RiCaRiCaRVi a Contatto Con la natuRa

GEMELLIDAL 21/05AL 21/06FASCINO RiseRVeRete

l e VostRe MiglioRi Doti intellettuali eD espansiVe ai RappoRti ConsoliDati. DiFFiDate Del MoRDi e Fuggi · SALUTE eVitate stRapaZZi e aliMentaZione DisoRDinata, e CuRate paRtiColaRMente il Riposo e il Ril-assaMento

CANCRO 22/06

22/07ASCINO nuoVo slanCio DinaMiZZaRe i MÉnage aBituDinaRi pRopositiVi

nei ConFRonti Di eVentuali nuoVe aMiCiZie · SALUTE Buoni stiMoli peR RenDeRe ContinuatiVo l’iMpegno nel Fitness, e i Buoni pRopositi Con ot-tiMi RisContRi

LEONE 23/07

AL 23/08FASCINO aVRete Voglia Di FaRe pRo-getti e Di supeRaRe BaRRieRe o DistanZe. Fatelo, È Questo il

giusto peR agiRe · SALUTE saRete in FoRMa sCattante: Capelli BellissiMi, gaMBe toniCHe e leggeRe. oCCHio alla BRillanteZZa Mentale, entusiasMo!

VERGINE 24/08 22/09

FASCINO l’eRos paRtiRÀ in soRDina, Con aVanCes

passionali alteRnate aD enigMatiCi DistaCCHi. si ReCupeRa in FRetta · SALUTE DeDiCateVi a Dis-Cipline legate al MoViMento e alla soCialitÀ: WalKing, ginnastiCa pos-tuRale, spoRt Di gRuppo

Oroscopo

LEONELEONELEONE 23/07 23/07

ALALALALAL 23/08 23/08AL 23/08ALAL 23/08ALFFVoglia

Fgiusto

GEMELLIGEMELLIDAL

l e VostRel el el el e

TOROTOROTOROTOROTOROTOROTORO

a R e Molto

ARIETEARIETEDALDAL 21/03 21/03DAL 21/03DALDAL 21/03DAL

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ACQUARIOACQUARIOACQUARIOACQUARIODALDALDALDALDALDALALALALALALFFASCINOASCINOtusiasMo

all

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SAGITTARIOSAGITTARIOSAGITTARIOSAGITTARIODALDALDALDALDALALALALALAL

Con

SCORPIONESCORPIONESCORPIONE

FFpeReRete

seX-appealMenti pRenDeRanno

MenosCiolti. l

PRESENTATEVI ALLE PORTE

DELL’INVERNO CON DETERMINAZIONE E

COLORI SGARGIANTI

OroscopoOroscopo3434

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