Pino masciari

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Rassegna Stampa - Pino Masciari

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Fonte: www.acmos.netdata: 17 Marzo 2007

Il diario dell'avventura con Pino Davide e Enzo sono tornati. Dopo tre giorni e tre notti intensi. Enzo ha scritto un diario di quest'avventura, che pubblichiamo di seguito. E' un modo per sentirci ancora una volta accanto a Pino. E' un modo per continuare a riflettere sull'importanza dei vivi e dell'impegno quotidiano, a pochi giorni da Polistena.Grazie ancora a Davide e Enzo, per la generosità con cui si sono spesi.

L'uomo prima di ogni altra cosa “Hai capito?”: sono queste le parole che Pino Masciari ripete come un intercalare e che sono il simbolo del suo stato d'animo. Le ripete ogni volta che parla, tanto che potrebbero essere un ottimo tormentone da cabaret, invece purtroppo è la realtà, la verità; quelle di un uomo che lotta per la legalità, di un imprenditore che, dopo le sue denunce, credeva di trovare un appoggio forte nelle istituzioni e che invece fatica ad ottenere anche solo un minimo di sicurezza.“Hai capito?”. È comprensibile che lo chieda a più riprese rivolto ai suoi interlocutori: da un lato è consapevole del fatto che la sua storia ha dell'incredibile, dall'altro sente forte l'esigenza di condividere, di far capire; glielo si legge in quegli occhi che sono sempre vivi quando racconta.“Lo stato c'è: siamo noi. Sono le istituzioni che mancano!” e mentre lo ripete Pino indica noi. Indica Davide, indica me.Davide è partito da CASA ACMOS alle 3.30 di lunedì 12/03/2007 e, dopo avermi raggiunto a casa, siamo partiti da Torino alla volta della località protetta dove Pino vive ormai da anni ”come un esiliato”, “come un deportato”.Quando siamo praticamente giunti alla prima metà del nostro viaggio, Davide ed io non possiamo fare a meno di notare un'alba splendida con il sole grande e rosso: davvero un meraviglioso spettacolo!Prima di partire leggiamo gli articoli che annunciano l'inizio della nostra avventura e Marisa, la moglie di Pino, ci mostra i telegrammi spediti a tutte le autorità competenti in cui si dichiara la data della partenza verso Catanzaro chiedendo “piena tutela”.Tuttavia sono le 8.50 del mattino, quando partiamo con l'auto di Pino e siamo soli.Decidiamo di partire, sperando che qualcuno ci contatti e dia ciò che dovrebbe essere scontato per un testimone di giustizia di questa importanza: la sicurezza e la tutela necessarie.Pino si mette al volante e comincia il suo racconto fatto di coraggio, passione e incredulità. Si intrecciano storie di denunce, di paura, di registrazioni presentate alla procura e emerge una grande voglia di giustizia.“Sono solo contro tutti” ripete il nostro “autista” ed è assurdo constatare come la normalità e l'anormalità si scambino totalmente i ruoli. Senza sfumature. Previti, un condannato, viaggia con mezzi blindati; Pino Masciari viaggia sulla sua auto accompagnato da due amici.Le prime febbrili telefonate cominciano verso le 11: legali, giornalisti, amici; chiama anche Marisa per dirci che i N.O.P. si sono presentati a casa (in località protetta) per verificare se effettivamente fossimo partiti e poco più tardi l'unità territoriale dei Carabinieri “offre” a Marisa la possibilità di programmare la sicurezza. Noi siamo quasi a Roma ma nessuno ci contatta, tranne i giornalisti di Report, con i quali ci incontriamo e pranziamo insieme.Pino è adirato. Parla a ruota libera della sua storia, si sfoga; ripete a gran voce che lui si sente un imprenditore e dagli aneddoti emerge una passione incredibile per il proprio lavoro che fa capire le sofferenze che ha dovuto subire un uomo privato del suo ruolo sociale. I suoi occhi sorridono solo quando ci parla del mare della Calabria che ha riassaporato dopo anni qualche tempo fa con i suoi figli.Sono da poco passate le 15 quando si rimette al volante. È un grande “pilota”, Pino, oltre che un grande uomo.Dalle 16 in poi, un po' per la stanchezza, un po' perchè la Calabria si avvicina e un po' perchè l'auto si trasforma in un vero e proprio ufficio stampa in vista della conferenza di martedì pomeriggio organizzata da Libera di Vibo, la tensione cresce.Alle 18.30 giunge il primo contatto con un maresciallo della zona, ma ci si aspetta una chiamata dai vertici: soli come siamo, consapevoli del rischio di intercettazioni telefoniche e consapevoli anche del fatto che ormai tutti sanno che siamo in arrivo a Vibo, non sappiamo davvero che fare.

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Quando il sole ci abbandona crescono l'attenzione ed il timore. I telefoni di Pino e Davide sono a dir poco roventi, verso le 20 c'è anche un contatto con il Presidente della commissione parlamentare antimafia Forgione. Per la nostra sicurezza riteniamo opportuno cambiare programma: la nostra destinazione non sarà più Vibo Valentia, ma con l'aiuto di un contatto fidato ci dirigiamo altrove.Arriviamo in albergo verso le 22 ancora in tempo per concedere un'intervista a “La Stampa” e per le ultimissime telefonate, poi stremati ci addormentiamo.Martedì 13/03/2007 ci svegliamo alle 7.30, Pino a dire il vero ha dormito poco e niente; è evidentemente teso. Io esco dall'albergo per andare a comprare un po' di quotidiani e successivamente chiama Marisa che è stata svegliata dalla scorta che è andata a prelevare Pino a casa con un'auto blindata: un giorno dopo...La situazione, però, si sblocca dopo la chiamata di Don Ciotti che comunica a Pino che lo stanno cercando e così parla nell'ordine con un capitano dei servizi centrali di protezione e con il comandante della compagnia di Serra San Bruno al quale comunica di avvicinarsi a Vibo Valentia e che, una volta giunti lì, darà indicazioni al maresciallo.Sono esattamente le 12.27 quando siamo agganciati dalla scorta: due fuoristrada blindati e 5 uomini armati.Immediatamente ci rechiamo dall'Avv. Giovanna Fronte una delle responsabili di Libera di Vibo che ha redatto il comunicato che sarà letto in conferenza stampa. In seguito passiamo al comando provinciale dei carabinieri di Vibo e Pino è ricevuto dal colonnello e dal comandante del reparto operativo con i quali si lamenta dei ritardi e delle complicazioni della “macchina burocratica”. Alle 15.30 siamo di fronte alla sede del C.N.A. E mezz'ora dopo, alla presenza di Don Pino Fiorillo, Don Tonino, Bruno Giannotta e l'avv. Giovanna Fronte quali responsabili di Libera di Vibo ha inizio la conferenza stampa, anticipata da un'intervista realizzata dal TG3 e chiusa dall'intervista del TG2. Nel mezzo la lettura del comunicato e qualche domanda dei giornalisti presenti: Pino è come al solito carico e deciso e si avvale nel provare le sue parole della sua vasta documentazione probatoria e istruttoria che porta con sé, oltre che dell'ausilio del legale Mariaclaudia Conidi che lo assisterà anche nel giudizio di domani.Alle 18.30 torniamo in albergo in compagnia dei giornalisti di Report che filmano un intervista, mentre Davide ed io rispondiamo ai rispettivi telefoni.Poi in serata, mentre mangiamo qualcosa, telefona Beppe Grillo e mette in comunicazione Pino con le 5000 persone che a Mantova stanno seguendo il suo spettacolo: il nostro amico è felice perché sente l'affetto della gente, sente gli applausi e stempera la tensione di questi giorni con un grande sorriso.Quando risaliamo in camera salutiamo e ringraziamo un amico fidato e ci accompagna in stanza uno dei due carabinieri preposti al servizio notturno con tanto di mitra al seguito: mi ha colpito il fatto che questi abbia stretto la mano a Pino esprimendo tutta la sua ammirazione per quello che ha fatto e per quello che ancora sta facendo. È strano a dirsi, ma nonostante quell'arma sia l'unica che io veda così da vicino in questi giorni, questo è uno dei momenti più carichi di sincera umanità.Ci addormentiamo sulle note e con le immagini di “Saturday night fever”, sorridendo dell'andatura inconfondibile di Tony Manero nella scena iniziale del film.Mercoledì14/03/2007 è il giorno dell'udienza. Ci svegliamo alle 7.30, ma Pino anche stanotte ha dormito pochissimo. Ci telefona Don Ciotti per salutarci e per dirci che i quotidiani locali riportano la notizia della conferenza stampa, di lì a poco arriva la scorta a portarci i quotidiani e solo verso le 11 abbiamo la certezza che Pino potrà tornare a casa scortato. Mezz'ora dopo siamo già in viaggio verso Catanzaro, davanti al tribunale si consumano interviste a diverse emittenti e ci raggiungono anche i giornalisti di Report.Durante l'udienza tuttavia non sono consentite le riprese poiché non si è avuto il consenso di tutte le parti (il pm non ha concesso l'autorizzazione), ma tutto si svolge regolarmente dopo esserci spostati nell'aula centrale del tribunale. Davide ed io restiamo sorpresi proprio dalla disposizione di quest'ultima: alle spalle della corte c'è una grande vetrata che si affaccia sul corridoio d'ingresso del tribunale stesso.Pino rende la sua testimonianza senza particolari problemi nonostante i toni dell'avvocato difensore; poi la corte si ritira per deliberare e allora Pino racconta qualcosa della sua vita che riguarda suo papà, si commuove e lo faccio anche io, come spesso mi è capitato in questi giorni.Alle 14.30 finisce l'udienza, ma ci intratteniamo ancora qualche istante nei corridoi per le

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ultime parole, le ultime dichiarazioni. Infine si parte verso Cosenza dove la scorta calabrese si darà il cambio con quella che arriva dal Nord che avrà il compito di portare Pino a casa.Davide ed io li seguiamo. Alle 15.30 avviene lo scambio, salutiamo e ringraziamo i ragazzi e partiamo per concludere il nostro viaggio.Ora che Pino è in buone mani, siamo tutti più sereni. Davide fa ancora in tempo a concedere un intervista all'emittente radiofonica Radio Flash con la quale mette in comunicazione anche Pino.In nottata arriviamo da Marisa: l'atmosfera è completamente diversa rispetto alla partenza e lo si nota proprio dal viso di Marisa che è più sereno, disteso e sorridente nonostante l'ora tarda.Ci abbracciamo e ci salutiamo con tanto affetto; è notte piena quando saliamo in macchina destinazione Torino: la stanchezza è grande, ma c'è grande soddisfazione per aver portato a termine l'opera.Il nostro viaggio termina mercoledì 15/03/2007 alle 7 del mattino: anche oggi non possiamo che guardare l'alba, il sole è grande e rosso proprio come due giorni fa, così lo puoi guardare intensamente senza esserne accecato. E mentre penso a tutto quanto, sento forte la voce di Pino che ripete: “Lo Stato siamo noi... hai capito?”.

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Fonte: http://www.ilquotidianocalabria.it/

La proposta del presidente provinciale di "Libera", don Giuseppe Fiorillo

Cittadinanza a Ruperti e Masciari

«Nella prossima riunione del Comitato direttivo, proporrò di avanzare al sindaco della città di Vibo Valentia, la proposta affinche' venga attribuita la cittadinanza onoraria al testimone di Giustizia Pino Masciari e al vicequestore Rodolfo Ruperti, due simboli, due personaggi che ciascuno per la loro parte, hanno dato e stanno dando sul terreno della lotta contro la criminalità». Ad affermarlo è don Giuseppe Fiorillo, responsabile per il vibonese di Libera, l'associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti, che soprattutto si batte per l'affermazione della legalità in tutti settori pubblici e contro tutte le mafie.«C'e' qualcuno che citando malamente Brecht, va affermando che non abbiamo bisogno di eroi - aggiunge don Fiorillo - ma questo potrebbe valere quando si e' di fronte al un Paese, ad un popolo normale, ma quando a fare il proprio dovere sono in pochi, i Ruperti e i Masciari, vanno additati come esempio e annoverati tra i nostri migliori cittadini. E non sto qui a dire per quali motivi meritano questi ed altri riconoscimenti. Sia la stampa locale sia quella nazionale sa benissimo di chi stiamo parlando. E sempre a proposito di riconoscimenti, sarebbe triste dover dare ragione a chi ha detto "nemo profeta in patria". Perchè siamo certi che sia il sindaco sia il Consiglio comunale, accoglieranno la nostra proposta».

25 marzo 2007

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E' l'alba di lunedË dodici marzo, Pino Masciari si Ç appena svegliato e si accinge a partire. Deve raggiungere Catanzaro perchÈ l'indomani, deve testimoniare al processo Procopio Fiorito +2 al tribunale di Catanzarož Un giorno importante!A tempo debito, con un telegramma aveva preannunciato al Servizio Centrale di Protezione i suoi piani, ma qualcosa non ha funzionato. Pino Masciari testimone di giustizia, che deve andare a testimoniare a favore dello stato e della verit¿, ad aspettarlo innanzi alla porta di casa sua, per intraprendere il lungo viaggio, non trova i militari, i poliziotti, ma un esercito senza mitra. Sono i ragazzi di ACMOS Libera Piemonte che senza armi e con tanto coraggio si sono offerti di fargli da scorta. Insieme, senza altre scorte particolari, lasciano la localit¿ segreta ed iniziano il viaggio verso il sud. Pino Masciari, testimone di giustizia sotto programma di protezione, ha rifiutato il trattamento umiliante che gli ha offerto lo stato accettando quello molto piØ umano, e, meno formale, che gli Ç stato offerto dai suoi giovani amici.

La

mattina di martedË tredici, come se nulla fosse, i NOP (Nucleo Operativo Periferico) si sono presentati a casa Masciari per ˜ ritirare il pacco™ cioÇ Pino che nel frattempo, assieme alla

sua scorta disarmata, ha raggiunto le Calabrie. Solo sul tardi della mattinata, due blindati riusciranno a raggiungerli ed unirsi a loro.PerchÈ? Come mai? Il responsabile dei

NOP non era stato avvertito dal Servizio Centrale che il sig. Masciari era partito prima?Un raro esempio di coordinamento che trasmette fiducia e sicurezza ai cittadini.˜ Il signor Masciari Ç un imprenditore edile di Serra San Bruno, (VV), che fu sottoposto al programma speciale di protezione previsto per i testimoni, in data 18 ottobre 1997, poichÈ esposto a rischio concreto a seguito della decisione di rendere testimonianza all•Autorit¿ giudiziaria in ordine alle richieste estorsive di cui era fatto bersaglio.™Poche righe estrapolate da un documento piØ corposo, per raccontare Pino Masciari, un uomo che, cosË come si legge negli atti, non ha voluto piØ inchinarsi alla •ndrangheta. Un uomo che ha trovato la forza di dire BASTA. Dove? In Calabria, una terra che solo adesso d¿ segnali di risveglio.Raccontare Pino e sua moglie Marisa medico, sarebbe troppo facile, esaltare le loro scelte, la loro coerenza, l•impegno per la giustizia, i processi vinti anche contro poteri forti, sarebbe un argomento narrativo di estrema

E' un cittadino ch e crede nella giustizia e nello Stato. Pe rciò, q uando h a dovuto sfidare con la sua ve rità i po-tentissim i boss della 'ndranga non h a avuto e sitazioni e h a te stim oniato. Ade sso deve andare a Catanzaro, pe r deporre al proce sso. I m afiosi lo braccano. Ma lui è solo. Non c'è prote zione alcuna, non c'è scorta, pe r lui e pe r tanti altri cittadini e sem plari com e lui

Giuseppe Masciari lasciato solo contro i clan

Lo Statoingrato

e il te stim one tradito

Con una "scorta"disarm ata

NADIA FURNARI e BEATRICE PIERI

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Giuseppe Masciari lasciato solo contro i clan

facilit¿, ma solo questo non basta, Ç necessario dirottare l•attenzione su un aspetto che dovrebbe fare indignare la societ¿ civile.Pino e Marisa erano una coppia felice, i bambini nati da poco, il cantiere edile da seguire, lo studio medico dentistico di Marisa da avviare dopo tanti sacrifici per prendere la laurea, i bambini da educare. Pensieri e problemi tipici delle famiglie. E poi, il week end nella casa al mare insieme agli amici, ai parenti, le solite tavolate del sud accompagnate da risate, giochi, pettegolezzi e bambini che scorrazzavano per casa.Un giorno Pino, con il parere favorevole di Marisa, decide di non farsi piØ assillare da quella gentaglia

che gli chiede pizzo, tangenti e favori che umiliano la sua dignit¿, il suo lavoro e quello dei suoi operai (purtroppo tutti licenziati). Decide di denunciare i suoi estortori e di essere d•esempio per la sua famiglia. Non ha idea di cosa gli sarebbe successo, lui vuole solo dire BASTA alla •ndrangheta e ai suoi fiancheggiatori; non si pone molte domande sulle conseguenze. Forse non sarebbe servito.Da quel momento, i colori che avevano rallegrato la vita della famiglia Masciari sfumano, tutto diventa un fotogramma in bianco e nero sfuocato. Pino e Marisa, non esistono piØ. Li (de)portano in localit¿ segreta, li nascondono per proteggerli ma loro si

sentono con la vita spezzata. I bambini sono troppo piccoli per spiegare loro il perchÈ non possono piØ vedere gli zii, i nonni, i piccoli amichetti; loro stessi si sentono soli, abbandonati. Si alzano la mattina, guardano fuori e vedono la nebbia. Come riempire la giornata? Cosa fare per non dare nell•occhio ai vicini?Una agonia civile indescrivibile.Per dieci lunghi anni, nessun supporto morale, nessuna telefonata per chiedere come stanno, nessun gesto umano che potesse essere allo stesso tempo, riconoscimento per un cittadino che nella vita ha deciso di alzare la testa, incoraggiamento per chi di testimoniare non ne vuole sentir parlare.

Saturno che divora i suoi figli", di Francisco Goya: uno dei capolavori dell'arte illuministica di fine settecento, e una - purtroppo - ancora attuale metafora di uno Stato che, lungi dal rispettarli e proteggerli, divora (o lascia divorare) i suoi figli migliori, coloro che per amore di verit¿ e giustizia hanno posto le loro vite a rischio per servire lo Stato.

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LA SOLITUDINE DEI TESTIMONI

Di mestiere fa l'aranciaro. Mario Cani-glia ha 60 anni e il volto di chi ha pas-sato una vita a raccogliere arance "made in Piana di Catania".Dieci anni fa, nella sua vita, ha fatto irruzione la mafia e da quel momento quasi tutto, e quasi niente, Ç cambiato. Lui continua a fare le stes-se cose che fa da sempre, da quando aveva 15 anni, zappare, potare, irrora-re, raccogliere, mettere in cassetta e ca-ricare arance da esportazione, ma la sua casa dalla fine del '99 Ç presidiata dai carabinieri. A Scordia, Sicilia pro-fonda.Lui non Ç piØ un commerciante di agrumi come gli altri. Quando il clan Santapaola chiese a Caniglia di paga-re il pizzo sulla produzione di arance, lui "si Ç fatto sbirro". Ha fatti arresta-

re e poi condannare gli estortori mafio-si. Ora va in giro per scuole e ha fondato un'associazione antiracket.Caniglia si Ç messo in testa che deve raccontare la sua storia ai ragazzi. Ci-ta il vecchio proverbio del topo che disse alla noce: "Dammi tempo ca' ti perciu".Prima o poi, la Sicilia sar¿ liberata da chi vuole espropriare la terra a gente come Caniglia. Dopo il processo, gli uomini del Viminale gli consigliarono di mollare tutto."Qui la sua vita Ç a rischio. Venda tutto, prenda la famiglia e vada via dalla Sicilia. Le garantiamo una nuo-va identit¿. La legge sui collaboratori le permette di ricominciare una nuova vita altrove", gli dissero.Lui, Caniglia Mario da Scordia, il suo

dovere lo aveva fatto: non ha mai pa-gato le "tasse" alla mafia.E per questo, l'idea di "fuggire" gli sembrava una sconfitta. Con gli "uo-mini dello Stato" usÑ parole da conta-dino, chiare, schiette: "Loro, i mafiosi, si possono prendere la mia vita, ma non hanno avuto una lira da me e non avranno un briciolo della mia libert¿. Sono loro, non io, a do-versene andare da qui...".CosË Caniglia, contadino "antimafia" a Scordia, ogni giorno va a potare e innestare negli aranceti scortato dagli sbirri. E poi va nelle scuole a raccontare la sua vita blindata di aranciaro che si Ç opposto a chi vole-va renderlo schiavo ma non c'Ç riusci-to.

Antonio Roccuzzo

LI ABBANDONAVANO GIA' DIECI ANNI FA

Oggi, Pino e Marisa sono stanchi e sfidu-ciati. Delusi e nauseati. Non sopportano piØ di essere trattati solo come numeri. Un peso economico per uno stato che anzichÈ proteggerli, ringraziarli per il co-raggio e la collaborazione, ignora le loro esigenze, contesta ogni loro iniziativa. Li considera come reclusi. Qualcosa non funziona. Non si capisce a che livello, ma sicuramente c'Ç qualcosa che non funziona.Pino, che nel passato Ç stato sempre molto fiducioso, oggi sostiene che ˜ ...ri-farei quello che ho fatto, ma rifiuterei il programma di protezione...™Sicuramente, in altri paesi europei, Pino sarebbe ancora a casa sua con la moglie Marisa, e i suoi due figli. La testimo-nianza solo un passaggio importante della loro vita, un evento da ricordare con orgoglio ai figli, ai nipoti, durante le cene con gli amiciž Insomma una scena di grande normalit¿. Ma siamo in Italia, dove i Testimoni vengono deportati e i mafiosi lasciati a casa propria; le storie di denuncia diventano interessanti solo se il testimone viene ammazzato, i giudi-ci diventano importanti solo se vengono fatti saltare in aria mentre chi rimane fortunatamente vivo, viene additato co-me cospiratore politico.

"Il sonno della ragione genera mostri". Angora Francisco Goya.

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Bei ehemaligen Präsidenten gehört eszum guten Ton: Im Ruhestand bautman Präsidentenbibliotheken. Dienach dem letzten Hubschrauberflug

schlagartig entmachteten Männer wollen we-nigstens ihren Nachlass kontrollieren. Geor-ge W. Bush baut im imperialen Stil: Sein po-litisches Märchenland soll 500 MillionenDollar kosten und sechsmal größer als die Bi-bliothek seines Vaters sein. Die Historiker-zunft sinniert freilich bereits darüber, ob esjemals einen so schlechten Präsidenten gege-ben hat wie George Walker. Und erstmals seitden Anschlägen vom 11. September 2001greifen Oppositionspolitiker zur Notbrem-se.

Mit 51 zu 47 Stimmen verband der US-Se-nat seine Bewilligung von 122 MilliardenDollar für die Kriege im Irak und in Afgha-nistan mit der Auflage, in 120 Tagen mit demAbzug der inzwischen 160.000 US-Soldatenaus Bagdad und Umgebung zu beginnen undalle Kampfoperationen spätestens im März2008 abzuschließen. Bushdrohte mit einem Veto,sein Vize Richard Che-ney warnte vor »Chaos«– und die demokratischeSprecherin des Repräsen-tantenhauses, Nancy Pe-losi, setzte noch einendrauf und reiste zu Ge-sprächen nach Damaskus– ohne die Syrer sei regionale Entspannungnicht denkbar.

Aus Sicht des Weißen Hauses wird es zu-nehmend schwieriger, eine fortgesetzte Prä-senz im Irak zu begründen. Man kann höch-stens geltend machen, dass der Amerikaner»Missionen« nicht unvollendet abbricht. WillBush die Irak-Operation als Teil des »welt-weiten Krieges gegen den Terrorismus«rechtfertigen, wird ihm sofort vorgehalten,dieses Land sei erst durch die US-Invasionzum Nährboden des Terrorismus geworden.In den Vereinigten Staaten ist die Stimmunggekippt, und Bush sieht mehr und mehr auswie Staatsoberhäupter vor ihm, die noch imBunker ihre Niederlange nicht einsehenkonnten und wollten.

Genau genommen ist es für den Präsidentenauch kaum möglich, eine Niederlage zuzuge-ben. Die Irak-Politik ist viel zu direkt mit sei-nem gesamten Programm verbunden. Mitdem Feldzug gegen Saddam Hussein und demnie eindeutig definierten »Krieg gegen denTerrorismus« sollte der Welt eine globaleFührungsrolle der USA und den Amerikanerneine eingeschränkte Demokratie mit wenigerRechtsstaat aufgezwungen werden. Letzteresscheint nun ebenfalls zu scheitern. Selbst sei-nen konservativen Anhängern wird es mul-mig, wenn der Präsident Staatsbürger bei Ter-rorismusverdacht ohne Prozess unbegrenzteinsperren will, und das FBI abhört sowie per-

sönliche Daten ausspioniert, ohne die erfor-derlichen Genehmigungen einzuholen.

Für Unruhe sorgt weiter, dass seit EndeMärz bekannt ist, Justizminister AlbertoGonzales (Bushs Spitzname für Gonzales ist»Fredo«, entnommen aus Mario Puzos DerPate) habe Bundesanwälte auf ihre Loyalitäthin überprüft und acht »nicht loyale« entlas-sen. Das könnte dem Justizminister jetzt denJob kosten. Bushs Sprecher Dan Bartlett gibtsich allerdings zuversichtlich: Der krisener-probte Gonzales sei ein »Stehaufmännchen«.Allerdings ermittelt auch der Justizausschussdes Senats. Und hat festgestellt, dass der E-Mail-Verkehr des Justizministeriums und desWeißen Hauses zum Thema ein 16-tägigesLoch aufweist.

In Bushs schöner neuer Welt des Kriegesgegen den Terror und der Konzentration vonMacht werden die Karten neu gemischt, auchwirtschaftlich: Umverteilung ist angesagt.Nach Angaben des Economic Policy Institu-te sind allein 2005 die Einkommen der »un-

teren« 90 Prozent gefallen.Die oberen zehn Prozenthaben dazu gewonnen, ammeisten die 0,5 Prozentganz oben mit Jahresein-kommen von mehr als 1,8Millionen Dollar: Sie ver-dienten Ende 2005 16 Pro-zent mehr als zwölf Mo-nate zuvor. Verantwort-

lich für diese Umverteilung sind Bushs Steu-ergesetze und eine unternehmerfreundlicheArbeitspolitik. Der Elektronikhändler Cir-cuit City hat in diesem Jahr bereits zehn Pro-zent seiner Arbeiter entlassen – die zehn Pro-zent mit den höchsten Stundenlöhnen. DerKonzern wolle sparen, sagte die Firmenlei-tung, Entlassene könnten sich um frei ge-wordene Stellen bewerben.

Immer mehr gesteht man in Washington zu,dass George W. Bush einen Scherbenhaufenhinterlässt – und dass viele Politiker, Republi-kaner wie Demokraten, die dafür verantwort-liche Politik lange mitgetragen haben.Schließlich kam sie besonders der wirtschaft-lichen Elite gerade recht – nun aber seilt sichab, wer kann. Man muss einräumen: Vielleichthat George Bush doch kein goldenes Zeitalterfür sich und die Seinen eingeleitet. Wie derFernsehsender NBC am Wochenende berich-tet, haben führende republikanische Senato-ren den Kommandierenden im Irak, GeneralDavid Petraeus, wissen lassen, dass er nur bisAugust Zeit habe, »wirklichen Fortschritt«nachzuweisen. Sonst gingen sie auf Distanz.

Aber so sehr die symbolträchtigen Kon-gressabstimmungen auch aufhorchen lassen:Eine grundsätzliche Kehrtwende ist nicht zuerwarten. Die Demokraten fordern ja ganzbewusst nur den Abzug der Kampftruppenaus dem Irak. Da bleibt viel Platz für »Aus-bilder« und Soldaten in US-Basen, die gera-de gebaut werden. Nur etwa die Hälfte desderzeit im Irak stehenden US-Korps gilt imengeren Sinne als »Kampftruppe«. Und bisdie irgendwann abzieht, darf weiter gekämpftwerden. Gar nicht so einfach, ein Imperiumin der Abenddämmerung zu managen. ■

Freitag 14Die Ost-West-Wochenzeitung

A N K Ü N D I G U N G E I N E S R Ü C K Z U G S H U G O V E L A R D E Ü B E R E V O M O R A L E S S E I T E 7

6. APRIL 2007www.freitag.de

Kurz mal etwas Stolz

Die Schriftstellerin Luo Lingyuan über Reichtumund Nationalgefühl

Seite 11

Schöne neue Welt

Rachel Vogt über »Second Life« und dasrichtige Leben im falschen

Seite 3

Ewig diese Angst

Tom Mustroph über das Schutzkorsett für Anti-Mafia-Zeugen

Seite 9

Sabine Kebir

Mehr Rebell als VasallARABISCHER GIPFEL ■ Der saudische König brüskiert die Amerikaner und macht den Israelis ein Angebot

A bdallah Ibn Abdelaziz wartet mit einerÜberraschung auf, als er am 28. Märzin Riad den 19. Gipfel der ArabischenLiga eröffnet. Erstmals kritisiert der

saudische König öffentlich die westliche Irak-Politik: »Im Schatten einer illegitimen auslän-dischen Besatzung fließt im geliebten Irak dasBlut von Brüdern und die religiösen Konflik-te drohen, in einen Bürgerkrieg zu münden.«Von unrechtmäßiger Okkupation zu spre-chen, ist ein gegen die USA gerichteter Af-front wie ihn saudische Regierungen bishervermieden haben. Während des Gipfelsäußert sich kein anderer arabischer Führer mitähnlicher Deutlichkeit. Auffallend ist dieZurückhaltung Ägyptens, offenbar kann sichein zusehends geschwächter Hosni Mubarakden Spagat zwischen lauer Kritik am Westenund wachsender Empörung unter seinenLandsleuten über die US-Politik nicht mehrleisten. Auch Algeriens Staatschef Bouteflika– einst Protagonist der Blockfreien-Bewe-gung – exponiert sich kaum. Wegen der bisheute nicht eingedämmten islamistischen Ge-walt im eigenen Land wähnt er sich mit denUSA im »Bündnis gegen den Terrorismus«.

Um so bemerkenswerter erscheint der Um-stand, dass die Arabische Liga die Regierungdes Irak geschlossen ermahnt, die neue Ver-fassung dort zu ändern, wo sie nationale Ver-söhnung blockiert, und zugleich jene Geset-

ze aufzuheben, die Mitglieder der ehemaligenBaath-Partei (Saddam Husseins) von öffent-lichen Ämtern ausschließen. Wie Saudi-Ara-bien seine neue diplomatische Mission alsSprecher der arabischen Welt wahrnimmt,zeigt sich besonders beim palästinensisch-is-raelischen Konflikt. Außenminister Prinz AlFaisal bietet den Israelis ein Junktim an, wiedas schon einmal ein Arabischer Gipfel vorfünf Jahren tat: Zieht euch aus allen 1967 be-setzten Gebieten zurück, findet euch mitOstjerusalem als Hauptstadt eines palästi-nensischen Staates ab – und alle arabischenLänder werden euch anerkennen. Diese For-mel schließt die Anerkennung Israels durchdie palästinensische Regierung ein, die einensolchen Schritt nicht – wie bisher stets ver-langt – als einseitige Vorleistung erbringensoll.

So wichtig ein derartiges Angebot auch seinmag – immerhin hat Israels Premier Olmertmit dem Vorschlag zu einer arabisch-israeli-schen Friedenskonferenz reagiert –, so skep-tisch wird es in den besetzten Gebieten selbstaufgenommen. Menschen aus Ramallah, be-fragt durch den katarischen Sender al-Djazi-ra, erklären unumwunden, von materiellerHilfe aus Saudi-Arabien spürten sie kaummehr etwas. Außerdem sei in Riad noch nichteinmal der Notruf im Irak lebender Palästi-nenser erhört worden, die um ein sicheres

Exil in anderen arabischen Staaten gebetenhätten.

Auf jeden Fall täte man im Westen wie in Is-rael gut daran, das Signal aus Riad als notwen-dige und derzeit wohl einzig mögliche Formeiner symbolischen Politik der arabischenWelt zu betrachten, die es verdient, ernst ge-nommen zu werden. Allein schon deshalb,weil die saudische Regierung dringend als einModerator gebraucht wird, sollte der Konfliktzwischen Washington und Teheran eskalieren.Dass König Abdallah eine Militärinterventiongegen den Iran ablehnt – obwohl er davonprofitieren könnte, würde der schiitische Ri-vale in Teheran geschwächt – deutet gleichfallsdarauf hin, dass Saudi-Arabien strategischeVerantwortung im Interesse der Araber über-nehmen will. Warum sonst wurde auf diesemArabischen Gipfel ein Ausweg aus demAtomkonflikt beschworen, der einen Verzichtauf alle Kernwaffen in der Region als einzigdenkbare Lösung bezeichnet? Damit sind dieisraelischen Potenziale gemeint, über die imWesten niemand reden will.

Alle 32 Resolutionen dieses ArabischenGipfels wurden im Übrigen zum ersten Malnicht nur mündlich verlautbart, sondern auchveröffentlicht. Ein Novum bei einem Treffendieser Art und ein Indikator dafür, wie sichmit den Zeiten auch die Gepflogenheiten än-dern. ■

Bush sieht mehr und mehr auswie Staatsoberhäupter vor ihm,die noch im Bunker nichtseinsehen konnten

Konrad Ege

Stehaufmännchenim Dämmerlicht NOCH 21 MONATE GEORGE BUSH IM WEISSEN HAUS ■ Doch schonjetzt werden die Karten neu gemischt

Potsdamer Straße 8910785 Berlin

PVSt A 04188, Entgelt bezahltE 2,90 / CHF 5,50 / PLN 15,00

CZK 110,00 / SKK 140,00

H e r a u s g e g e b e n v o n D a n i e l a D a h n , G y ö r g y D a l o s , F r i t h j o f S c h m i d t , F r i e d r i c h S c h o r l e m m e r

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REPORTAGE 9Freitag 14 6. April 2007

Giuseppe Masciari (Mitte) bei einem Gerichtstermin

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Mit Leib und SeeleITALIEN ■ Giuseppe Masciari lebt seit zehn Jahren nach den Auflagen des staatlichen Zeugenschutzprogramms

Er will kein Held sein. »Als Held wirstdu gefeiert, wenn du gestorben bist.Dann werden dir Blumen gebracht,eine Schule wird nach dir benannt und

in den Zeitungen wird über dich geschrieben.Doch dir selbst nützt das alles gar nichts, denndu bist bereits tot«, meint Giuseppe Masciari,der gebürtige Kalabreser, trocken. Masciariaber will leben. Normal leben. Nur ist dem 48-Jährigen genau das verwehrt. Vor zehn Jahrenhat es der Bauunternehmer gewagt, Mitgliedereines der gefährlichsten Mafia-Clans Italiens,der Ndrangheta-Familien, anzuzeigen: beson-ders die Vallelunga, wegen ihrer Bösartigkeitauch Viperari – die Giftnattern – genannt.

47 Personen wurden auf seine Anzeigen hinvor Gericht gebracht. Mörder und Erpresser,doch ebenso korrupte Behördenvertreter undUnternehmer. Und noch immer laufen Pro-zesse, bei denen Masciari wesentliche Detailsbeisteuern kann. Als einen der bedeutendstenZeugen gegen die Mafia hat ihn der ehemali-ge oberste Antimafia-Staatsanwalt Piero Lui-gi Vigna hofiert. Dabei ist Masciari kein Pen-titi, kein reuiger Sünder, der sich nach sei-ner Festnahme zur Kooperation mit denBehörden durchrang, um sich ein mildes Ur-teil und Hafterleichterungen zu verschaffen.Maciari ist ein Bürger, der aus eigenem An-trieb Verbrechen angezeigt hat. Deswegenmuss er mit einem Attentat rechnen und lebtseit 1997 mit seiner Frau und den beiden Kin-dern im Zeugenschutzprogramm des Staates.Versteckt, in einer anderen Region Italiens,mit geändertem Namen und aus Sicherheits-gründen vom Berufsleben suspendiert. Wasauch für seine Frau, eine Zahnärztin, gilt. Ein-zig die beiden Kinder gehen in die Schule.

»Wir leben wie im Gulag. Wir fühlen unseingesperrt. Wir haben keine Freunde undkeine Verwandten mehr«, klagt der vitaleMann. Die Großfamilie – acht Geschwisterallein hat Masciari – ist im heimischen SerraSan Bruno geblieben. »Die Abreise war einAlptraum. Wir hatten kaum Zeit für die Vor-bereitung. Wir durften keine Möbel mitneh-men, nur was wir am Körper trugen sowie ei-nen Koffer. Zuerst brachte man uns in eineinsames Haus an einer Bahnstrecke. Hinterdem Grundstück verliefen die Schienen, vornflanierte der Straßenstrich.«

Mittlerweile ist die Familie in ein anderes,von den Behörden ausgesuchtes Anwesenumgezogen, aber die Wohnqualität lässt sichkeinesfalls mit dem Haus am Meer verglei-chen, das die Masciaris einst Hals über Kopfverlassen mussten. 1.700 Euro pro Monat er-hält die Familie für alle Ausgaben wie Klei-dung, Essen, Telefon. 1.700 Euro, wie es dasGesetz vorsieht.

Sie baten nicht, sie fordertenEtwa 5.000 Personen partizipieren derzeitnach Angaben des italienischen Innenmini-sters am Schutzprogramm, größtenteils Fa-milienangehörige von Zeugen. Zudem 978Pentiti, also Ex-Mafiosi, wovon 290 zur Cosa

Nostra, 268 zur Camorra und 121 zurNdrangheta gehört haben. Im Unterschieddazu gibt es nur 48 unbescholtene Bürger wieGiuseppe Masciari, die durch ihre Zeugen-aussagen in Gefahr gerieten, ohne je der Ma-fia nahe gestanden zu haben. Wer im Zeu-genschutzprogramm steckt, ist de facto einMündel des Staates, kann nicht frei über sei-nen Wohnort befinden, muss Reisen bean-tragen und Besuche genehmigen lassen. Ei-nem Antrag auf Arbeit kann stattgegebenwerden, muss aber nichts. Vor allem dies, dieökonomische Abhängigkeit, lastet auf demeinstigen Geschäftsmann Masciari.

»Man behandelt mich immer als Kronzeu-gen der Justiz, aber das bin ich nicht – ich binUnternehmer aus Leib und Seele!« – erschreit es fast aus sich heraus und tigert auf-gebracht durch den Raum. Er ist verzweifelt,dass seine Courage ihm das Leben verbaut.Wenn er noch einmal die Wahl hätte – andersentscheiden würde er sich trotzdem nicht.

Seit Oktober 2006 tritt Masciari bei Treffendes Antimafia-Verbandes Libera öffentlichauf. Es sind, sieht man von seinen fastwöchentlichen Terminen vor Gericht ab, dieersten Begegnungen mit einem größeren Au-ditorium seit Jahren. Masciari erklärt vor Ju-gendlichen und Erwachsenen Norditaliens,was Mafia im Alltag bedeuten kann, und er-zählt seine Geschichte.

1985 stieg der gelernte Bauingenieur in dieFirma seines Vaters ein und bewarb sich, umein eigenes Arbeitsfeld zu haben, auch bei öf-fentlichen Ausschreibungen. Er gewann einStraßenbauprojekt – und prompt rief dieNdrangheta bei ihm an, ließ ihn jedoch nacheiner Intervention seines Vaters in Ruhe. Derhatte bereits dem Chef der Familie Vallelun-ga seinen Tribut gezollt und verweigerte wei-tere Zahlungen des Sohnes kategorisch. ImJahr 1988 starb der Firmenpatriarch, und Gi-useppe Masciari führte die Geschäfte alleinweiter. Und das erfolgreich. Das Interesse derNdrangheta wuchs. »Anfangs bat man michum kleine Gefälligkeiten, ein paar MillionenLire hier, ein paar Millionen dort. Einer sag-te, ich solle ihm doch ein neues Auto kaufen.Ein anderer wollte einen Job für einen Ver-wandten. Es ging genau um die Art vonDiensten, die ein Unternehmer seiner Umge-bung zuweilen leisten muss.«

Masciari baut auf Anfrage eine Begräbnis-stätte für Cosimo Vallelunga, den Bruderdes lokalen Ndrangheta-Chefs Damiano –bezahlt wird er dafür nie. »Vollends unan-nehmbar wurde die Situation, als ein paarjunge arrogante Burschen auf mich zukamenund etwas über regelmäßige Monatsratenschwadronierten. Und sie baten nicht, sieforderten«, erinnert sich Masciari. Drei Pro-zent auf alle Bauten lautet damals der Tarifder Ndrangheta. Und sechs Prozent von dendurch sie vergebenen öffentlichen Aufträgenwollen Angestellte der Kommune einstrei-chen. Masciari zahlt stillschweigendund sieht sich nach anderen Auftraggebernum. Er bekommt den Zuschlag für Projekte

in Leipzig, Dresden und Berlin. Als er sichfür kurze Zeit in Dessau aufhält, wird er vonLandsleuten, die dort ein Restaurant betrei-ben, angesprochen: »Wenn du Geld waschenmusst, komm’ zu uns. Wir haben die not-wendige Infrastruktur.«

In einer Liga mit FIATMasciari meint heute, für ihn sei dies damalsein exemplarisches Erlebnis gewesen. Dievier süditalienischen VerbrechersyndikateCosa Nostra, Ndrangheta, Camorra undSacra Corona Unità seien offenbar europa-weit präsent.

Laut einer BND-Studie vom Herbst 2006nutzt vorzugsweise die Ndrangheta bestimm-te Regionen in Deutschland nicht mehr alleinals Rückzugsraum, sondern ist auch ökono-misch aktiv. In Italien gilt sie inzwischen alsdas gefährlichste der genannten vier Syndika-te. Im Jahr 2005 konnte die Ndrangheta 35Milliarden Euro umsetzen, schätzte die italie-nische Handelskammer in ihrem Bericht SOSImpresa vom Juli 2006. 30 Milliarden Euroseien auf die Konten der Cosa Nostra geflos-sen, 28 Milliarden auf die der Camorra.

Die Ndrangheta spielt damit in einer Ligamit dem FIAT-Konzern, der 2005 einen Jah-resumsatz von 46,5 Milliarden Euro ver-zeichnet, und verdankt eine solche Positionnicht zuletzt der Dominanz im Kokainge-schäft. Hier hat sie die Konkurrenz von Ca-morra und Cosa Nostra klar an ihre Grenzenerinnert, vermerkte im Vorjahr eine Studieder Antimafia-Behörde des römischen In-nenministeriums. Alarmierender noch als derökonomische Spitzenwert ist freilich derGrad der mafiosen Durchdringung der kala-brischen Gesellschaft, immerhin beträgt dasVerhältnis von Ndranghetisti zur normalenBevölkerung 1 : 345. Mit anderen Worten:Auf jeden 345. Bürger Kalabriens kommt einMann der Ndrangheta (1 : 903 lautet der Ver-gleichswert für Sizilien), deren kriminelle Po-tenz dadurch gestärkt wird, dass sich ihreNetzwerke fast ausschließlich aus Blutsver-wandten rekrutieren – im Gegensatz zurCosa Nostra, die ihre Mitglieder traditionelllieber nach dem »Leistungsprinzip« als dem»Abstammungsprinzip« auswählt.

Diese Identität der Ndrangheta erschwertdas Eindringen von außen ebenso wie einenAusstieg aus dem Kreislauf der Gewalt. Werausscheren will, muss nicht nur ehemaligePartner anzeigen, sondern Brüder, Onkelund Väter.

Unter der Fuchtel eines solchen Syndikatsentscheidet sich Giuseppe Masciari 1990 zurGegenwehr. Er lehnt es ab, Schutzgeld zuzahlen, und lässt die ihm gesetzten Fristenverstreichen. Prompt gelten ihm verbaleDrohungen. 1991 kommt es zu ersten Dieb-stählen auf seinen Baustellen. Ein Jahr späterwird eine Garage angezündet – der Schadenbeträgt 70 Millionen Lire, es folgen weitereBrandstiftungen, 1993 wird auf einen vonMasciaris Brüdern geschossen. Zur Ein-

schüchterung durch die Mafia gesellt sich derBoykott durch lokale Amtsträger. Masciarihat ihnen schließlich die verlangten sechsProzent verweigert.

»Plötzlich musste ich feststellen, die Kom-munalverwaltungen verzögerten die Bezah-lung meiner bereits geleisteten Arbeiten überMonate hinweg. Sie brachten mich in derarti-ge Schwierigkeiten, dass ich Ende 1993 die Fir-ma schließen und Konkurs anmelden musste«,erzählt Masciari. Zwar verfügt er noch überAufträge in einem Volumen von 25 MilliardenLire, doch erschlagen ihn die Schulden. Diemit dem Fall befasste Richterin Patrizia Pas-quin bleibt hart und verfügt den Konkurs.

Die stille TeilhaberinIm Oktober 2000 allerdings entscheidet einGericht in Catanzaro (Kalabrien), dass diePleite von der Mafia verursacht worden seiund Masciari deshalb das Recht auf eine an-gemessene Entschädigung habe – ein bislangeinmaliges Urteil für die italienische Justiz.Masciaris Anwälte forderten 1,2 Millio-nen Euro für den durch Fremdverschuldenerlittenen Konkurs, dazu eine Million proJahr für entgangene Verdienste und eine wei-tere Million als Kompensation für erpresstesSchutzgeld.

Für Genugtuung sorgt bei dem in denBankrott getriebenen Unternehmer, dass imNovember 2006 ausgerechnet die Richterinaus seinem Konkursverfahren wegen Koope-ration mit der Ndrangheta verhaftet wird.Patrizia Pasquin soll stille Teilhaberin einesvon der Ndrangheta betriebenen Feriendorfsgewesen sein und im Gegenzug Gerichtsver-fahren manipuliert haben.

Manchmal, wenn er wieder einmal ver-zweifelt ist über seine Lage – so fernab vonFreunden und Verwandten – und dem Staatdermaßen ausgeliefert, mutmaßt Masciari,das Zeugenschutzprogramm sei eine subtileBestrafung für den aufrechten Bürger. Dennzu Gerichtsterminen werde er oft im FiatTipo mit durchsichtigen Scheiben kutschiert,während die Mafia-Aussteiger in großen Ka-rossen mit abgedunkelten Fenstern unter-wegs seien. Manchmal werde sein Fahrzeugfür alle sichtbar vor dem Gerichtsgebäude ge-parkt. »Es wäre ein Leichtes, die Spur aufzu-nehmen«, meint er. »Ich fühle mich nichtwirklich ausreichend geschützt. Und wennes ein Land in Europa geben sollte, das einenehrlichen Bürger aufnehmen will, dann bitteich dort sofort um politisches Asyl.«

Aus Protest gegen die unzureichendenSchutzmaßnahmen begibt er sich Ende Märzohne Eskorte zu einem Gerichtstermin in sei-ne kalabrische Heimat, begleitet von einemAktivisten des Antimafia-Vereins Libera.»Das ist jetzt meine Familie«, sagtMasciari trotzig und weiß um das Risiko, daser eingeht. »Man kann nicht nur gegen dieNdrangheta aufbegehren und sie juristischbezwingen – man kann auch gegen diesesSyndikat seine Heimat behaupten. ■

Tommaso
Evidenziato
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MOVIMENTO “E ADESSO AMMAZZATECI TUTTI” - LOCRINOTA STAMPA

con preghiera di massima diffusione I RAGAZZI DI LOCRI SCRIVONO UNA LETTERA PERTA AL GIORNALISTA DEL QUOTIDIANO LA REPUBBLICA CURZIO MALTESE.LOCRI (RC), 25/04/207 - “Caro Maltese, purtroppo neanche 40 pagine di giornale basterebbero per descrivere la preoccupante situazione in cui versano la Locride, la Piana di Gioia Tauro, Reggio e la Calabria tutta”. Comincia così la “prima lettera aperta” che il movimento dei ragazzi di Locri 'E adesso ammazzateci tutti', nato all'indomani dell'omicidio Fortugno, ha indirizzato al giornalista del quotidiano 'La Repubblica' Curzio Maltese, autore dell'inchiesta sulla 'Ndrangheta e Reggio Calabria pubblicata nella prima pagina del numero odierno del quotidiano diretto da Ezio Mauro.Nella lettera i ragazzi puntano il dito contro la politica regionale calabrese: “Il vero problema della Calabria – scrivono i giovani antimafia - non la 'ndrangheta, ma la mancanza di volontà politica di arginare ogni fenomeno para-mafioso, colma però di praiche clientelari, affaristiche e lobbistiche ancor più pericolose della 'ndrangheta di per sè”. E' la malapolitica – scrivono - quella in primis del Consiglio regionale più inquisito d'Italia e del suo presidente Giuseppe Bova, che ha addirittura querelato il portavoce del nostro movimento, Aldo Pecora, perché assieme abbiamo chiesto trasparenza ed eticità e denunciato le strumentalizzazioni che una certa parte politica (facente capo allo stesso Bova) ha messo in atto anche su noi giovani all'indomani dell'omicidio dl Vicepresidente del Consiglio regionale, quasi a voler 'gestire', 'controllare' anche la nostra spontanea ribellione”.“La politica contro l'antimafia, contro i giovani che alzano la voce ed esigono etica, trasparenza, moralità nella regione dove un politico, lo ricordiamo, è stato ucciso in un seggio elettorale delle Primarie, a sei mesi dalle elezioni regionali”. E sempre sulle querele e la politica i giovani del movimento di Locri ricordano: “queste cose, almeno, sono state stigmatizzate formalmente nell'ultima relazione annuale dei magistrati della Direzione Nazionale Antimafia, ma ovviamente la cosa non ha fatto notizia”.“Il pizzo – si legge a conclusione della lettera che potenzialmente sarà la prima di una lunga serie - è uno dei problemi, ma non il solo anzi, forse è il meno peggio”. Ed a proposito di ciò i ragazzi si appellano a Maltese: “ci dia voce – scrivono – e diremo tutto ciò che in un anno non siamo riusciti a 'far uscire' dalla Calabria; la nostra voce, che ha raccolto ormai quelle di tutti i calabresi disperati ed asciugato le lacrime di chi il conto della 'ndrangheta continua ogni giorno a pagalo sulla e con la propria pelle”.I ragazzi in chiusura ringraziano il giornalista “per aver riacceso un riflettore sulla Calabria e ricordato anche il sangue senza giustizia del calabrese magistrato di Cassazione Antonino Scopelliti assieme al caso dell'ex imprenditore oggi testmone di giustizia Pino Masciari”. “Prossima puntata – chiudono – sul grave problema dell'informazione, con prove e fatti di una Calabria oramai sottoposta a prove tecniche di regime”.AMMAZZATECITUTTI.ORG-PRESSUfficio stampa movimento dei ragazzi di Locri “E adesso ammazzateci tutti”www.ammazzatecitutti.org

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Fonte: www.repubblica.it

L'INCHIESTA/Chi comanda nelle città

La pax della 'ndrangheta soffoca Reggio Calabria

dal nostro inviato CURZIO MALTESE

REGGIO CALABRIA - Il lungomare di Reggio Calabria è per il viaggiatore uno dei luoghi più fiabeschi d'Europa, ma per i calabresi era soprattutto un simbolo, la speranza e oggi la nostalgia di un futuro possibile. L'aveva voluto Italo Falcomatà, l'amatissimo sindaco stroncato dalla leucemia nel 2001, protagonista della "primavera reggina", otto anni in cui il sogno di una Reggio liberata dal malaffare sembrava a portata di mano. Ed era invece un'altra Fata Morgana.

La giunta della restaurazione, guidata dal sindaco di An, Peppe Scopelliti, ha disseminato il "lungomare Falcomatà" di altri simboli. Per primo è sorto il monumento alla massoneria. Nella versione originale c'erano il compasso e il cappuccio, poi spariti "per le solite mene dell'opposizione". Ma così monco e allusivo, il monumento risulta ancor più massone. Cento metri a destra e cento a sinistra, nei punti di maggior passaggio cittadino, si levano due inni di pietra al neofascismo. Il monumento ai "caduti del 1970", i camerati del "boia chi molla" e l'anfiteatro dedicato al capo della rivolta, Ciccio Franco. E chi vuol capire, capisca.

Nella colossale sede della Regione, costata un po' meno di una piramide, il presidente Agazio Loiero promette: "Con i dodici miliardi di euro in arrivo dall'Europa, nei prossimi cinque anni possiamo cambiare faccia alla Calabria". Qualcuno potrebbe obiettare che, prima, bisognerebbe cambiare qualche faccia in Regione, con trenta consiglieri inquisiti su cinquanta.

Ma in Calabria le facce destinate a cambiare sono piuttosto altre, quelle degli onesti. I commercianti che si ribellano al pizzo e sono costretti alla vera latitanza, i talenti avviati all'emigrazione e i magistrati dotati di un eccesso d'iniziativa. L'ultimo è Luigi De Magistris, della procura di Catanzaro, titolare della mega inchiesta Poseidone sugli intrecci fra politica, massoneria e malavita, con un centinaio di nomi illustri nel registro degli indagati, dal segretario Udc Cesa all'ex presidente della Regione, Giuseppe Chiaravalloti, al senatore Giancarlo Pittelli, entrambi di Forza Italia. Ha appena fatto condannare a sette anni per truffa il capogruppo regionale della Margherita, Enzo Sculco. Per queste ragioni, o se si preferisce crederlo "per vizio di forma", l'inchiesta gli è appena stata tolta. L'avessero fatto con la simpatica Vallettopoli potentina di Woodcock, sarebbe insorta la società tele-civile. Ma la Calabria, nel bene e nel male, non fa notizia. Il bavaglio alla magistratura è la regola.

Sei anni fa, il pool antimafia reggino di Salvatore Boemi, che aveva indagato su 64 cosche e portato a 400 ergastoli, fu smantellato pezzo per pezzo, con i magistrati distaccati sul "fronte della guerra al terrorismo islamico", e non uscì un articolo di giornale. La minaccia di Al Qaeda, nelle strade di Reggio, non sembra così incombente. In compenso il controllo mafioso è più asfissiante che nella Palermo degli anni Ottanta. Non serve chiedere chi comanda in città. La mafia più ricca del mondo domina senza oppositori la regione più povera d'Europa. Si legge in "Fratelli di sangue", grande inchiesta sulla 'ndrangheta firmata dal magistrato Nicola Gratteri e dallo scrittore Antonio Nicaso: "Nel rapporto tra affiliati ai clan e popolazione, la densità criminale in Calabria è pari al 27 per cento, contro il 12 della Campania, il 10 della Sicilia, il 2 della Puglia". A Reggio Calabria siamo al 50 per cento, significa che una persona su due è coinvolta, a vario titolo, in attività criminali.

La 'ndrangheta era fino a quindici o vent'anni fa ancora una mafia rurale, specialista nei sequestri di persona. Oggi controlla 40 miliardi di euro all'anno, il 3,5 per cento del Pil italiano (Eurispes) e quasi tutta la cocaina d'Europa, possiede quartieri di città a Bruxelles e Toronto, a San Pietroburgo come ad Adelaide, da Reggio ad Aosta; siede nei consigli d'amministrazione d'innumerevoli multinazionali. Secondo la polizia tedesca, è il principale investitore italiano

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nella Borsa di Francoforte e controlla una quota rilevante del colosso energetico russo Gazprom. In una intercettazione del '96 uno dei Piromalli, i boss della piana di Gioia Tauro, confidava: "Abbiamo il passato, il presente e il futuro". I bronzi di Riace nel museo cittadino

Sul futuro, con molto ottimismo, si può coltivare una pallida speranza, ma sul passato e ancora di più sul presente, non vi sono dubbi. Al colosso nero della 'ndrangheta lo Stato spara con fucilini giocattolo. L'antimafia di Reggio è un ufficio semi vuoto. In procura Salvatore Boemi, tornato da poco in fondo a sei anni di esilio, cerca di ricostruire brandelli di pool. In questura non hanno la benzina per le auto.

L'assassinio di Francesco Fortugno, il 16 ottobre 2005 davanti al seggio delle primarie di Locri, ha per un po' scosso il tradizionale menefreghismo nazionale nei confronti della tragedia calabrese. Ma sotto processo sono finiti soltanto un pugno di sicari.

Come si campa a 'Ndranghetopoli e dintorni? Bastano tre o quattro tappe di una giornata qualsiasi per afferrare il concetto. Il mafia tour può cominciare la mattina a Gioia Tauro con un piccolo esperimento. Sedetevi al tavolino dell'ottima gelateria in piazza e provate a vedere se in un paio d'ore, in una città col trenta per cento di disoccupati e il salario medio di 600 euro, passa qualcosa di più piccolo di una Mercedes. E' consigliabile anche un breve giro della "zona industriale" della piana, segnalata dai cartelli. Capannoni industriali a perdita d'occhio, come nel laborioso Nord Est. Questi però sono vuoti, scatoloni d'aria. Le cosche hanno preso i fondi europei e sono sparite nel nulla. Nessuno indaga, nessuno ficca il naso.

A Reggio trascorro un pomeriggio a volantinare per "Libera", l'associazione antimafia di don Ciotti, con Mimmo Nasone, il responsabile locale. Sullo struscio di corso Garibaldi la gente ha di colpo fretta. Un centinaio di persone prendono il foglio senza guardare: "I veri mafiosi sono i politici, lo Stato", spiegano. Quattro o cinque giovani, perlopiù eleganti e quasi cortesi, lo dicono chiaro: "Io sono della 'ndrangheta". Uno prende il volantino ridendo e saluta: "Buon vespero, saggi compagni". La formula d'iniziazione degli affiliati. Una studentessa risponde malinconica: "Non è più un mio problema, io il mese prossimo me ne vado".

Non è giusto dire che i calabresi sono stati lasciati soli a combattere, ma a volte viene da pensare che sarebbe stato meglio. Gli aiuti di Stato hanno aiutato soltanto la 'ndrangheta. I due grandi poli industriali pubblici di Reggio sono serviti a consegnare la città in mano alle cosche, fino ad allora confinate nelle campagne e sull'Aspromonte. La prima fortuna del più potente boss del reggino, Natale Iamonte, si chiama Liquichimica. Il gigantesco impianto per produrre mangimi dai derivati del petrolio avrebbe dovuto creare decine di migliaia di posti lavoro ma ha prodotto soltanto, ricorda Giuseppe Bova, presidente diessino del consiglio regionale, "la più lunga cassa integrazione della Calabria, ventitrè anni". La fabbrica non ha aperto un solo giorno dal 1977 perché era costruita su terreno franoso, come per anni si è ostinato a segnalare il direttore del Genio Civile di Reggio, poi scomparso in uno strano incidente stradale. Di chi fossero i terreni non s'è mai capito ma nel frattempo Iamonte è passato da macellaio a miliardario. Lo stesso Iamonte ha controllato gli appalti delle Grandi Officine Riparazioni delle ferrovie di Stato, l'altra fabbrica di Reggio, al centro di un groviglio d'interessi che portò all'omicidio del parlamentare Ludovico Ligato, davanti alla sua villetta con vista mare.

Il terzo grande affare delle cosche avrebbe dovuto essere il mitico Ponte sullo Stretto, con i piloni ben piantati sulle proprietà della 'ndrangheta. Ma l'affare è saltato soprattutto per la fiera opposizione di un gruppo di reggini onesti, guidati dal professor Alessandro Bianchi, ora impegnato da ministro dei trasporti in altre due scommesse: "Usare i quattro miliardi risparmiati sul ponte per rendere civile i trasporti fra Salerno e Reggio e bonificare dalla criminalità il porto di Gioia Tauro, l'unica speranza della Calabria". Gioia è il secondo porto d'Italia dopo Genova, con la previsione di quadruplicare il traffico nel prossimo decennio. Ma gli investitori stranieri, giapponesi e cinesi in testa, vogliono garanzie nella lotta alla criminalità ed è paradossale che l'antimafia in Calabria riceva più impulsi da Tokyo e Pechino che da Roma.

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Eppure perfino a Reggio la vita sa essere dolce. La città non è bella ma piacevole, calda e luminosa, pulita, aperta dal lungomare, con i pub brulicanti di movida notturna e le ragazze libere di girare da sole alle tre di notte. Il sindaco Scopelliti, ammiratore di Briatore, ha profuso risorse in eventi, feste, festival, passerelle di vipperia nazionale. Anche troppe. Come i 120 mila euro pagati a Lele Mora per far passeggiare sul corso della notte bianca Valeria Marini e il Costantino del Grande Fratello. Perfino un rispettabile fascistone come l'ex senatore Msi Renato Meduri, braccio destro di Ciccio Franco, con in casa la sabbia di El Alamein e i busti del Duce, finisce per rimpiangere il comunista Falcomatà "l'ultimo poeta della politica". Ma intanto ai reggini piace e lo sfidante di centrosinistra, il medico Lamberti Castronuovo, arranca nei sondaggi.

A Reggio regna una calma ai confini con la disperazione. In città non si spara un colpo dall'omicidio del magistrato Antonio Scopelliti nel '91, atto finale di una guerra di mafia con seicento morti, agguati in pieno centro con bazooka e kalashnikov. Nel 2006 non c'è stata una denuncia di "pizzo" e il telefono anti-usura tace da sempre. La pace mafiosa avvolge, rassicura, coccola il consenso. "La 'ndrangheta è la mafia perfetta" ammettono i magistrati a palazzo di giustizia. "Mantiene l'ordine, non fa morti e ha eliminato il concetto stesso di vittima. In nome di chi possiamo agire?".

Già, chi è la vittima. I tossici? Ma di coca non si muore come di eroina. In periferia ne trovi di ottima a dieci euro la bustina, il costo di una pizza e una birra, e i drogati sono clienti soddisfatti. Le vittime dell'usura? "Consideri che i tassi praticati sono inferiori a quelli bancari" mi avverte un maresciallo. Allora i commercianti strangolati dal pizzo? Tutti pagano, nessuno ammette. A notte fonda, nel locale ormai deserto, un ristoratore mi confida: "Sì, pago il pizzo. Pago anche le tasse, più o meno, e che cosa ricevo in cambio? Lo Stato non mi garantisce la sicurezza. I trasporti fanno schifo. Se si ammala mio figlio prendo l'aereo e vado a Bologna, perché all'ospedale l'altra volta mi sono dovuto portare lenzuola e medicinali. Poi pago il pizzo, certo, ma nel mio locale non entra un mendicante, la finanza non fa controlli e se mi rubano l'auto me la fanno ritrovare il giorno sotto casa. Per il servizio che offrono, non sono neppure cari. L'alternativa? La fine di Masciari".

Pino Masciari, imprenditore edile di Vibo, anni fa ha denunciato il pizzo e fatto arrestare decine di malavitosi. Gli hanno fatto saltare la sede. Il resto lo hanno fatto le banche, con la revoca del credito: "cliente a rischio". E' fallito per ventimila euro, quando aveva cantieri per tre milioni. Ora vive al Nord senza scorta e senza soldi, tolti entrambi dal governo Berlusconi. Nella primavera scorsa è tornato a Vibo, da solo, per votare alle elezioni politiche. Ai cronisti allibiti ha detto: "Non mi possono fare nulla, mi hanno già ammazzato". Soltanto don Ciotti l'ha convinto a non tornare.

Luigi Ciotti a Reggio è di casa, festeggiato come un liberatore, ma non è il tipo da far sconti. Alla giornata della memoria di Polistena, il 20 marzo, ha esordito con durezza: "Il problema in Calabria non è la 'ndrangheta, non sono i politici. Il problema siamo noi". Noi società, civile o no, "rassegnata a chiedere per favore quanto ci spetta di diritto". La platea ha applaudito, una folla di migliaia di studenti da ogni parte d'Italia, Firenze e Torino, Palermo e Lecce. Da Reggio, quasi nessuno, Presidi e professori hanno declinato l'invito, qualcuno ha fatto sapere agli studenti che la presenza a Polistena avrebbe costituito "assenza ingiustificata". La 'ndrangheta, che controlla tutto, ora s'è messa in testa di controllare anche l'antimafia. Infiltra affiliati nelle associazioni, costituisce cooperative per farsi riassegnare i beni sequestrati.

"Il futuro di Reggio si gioca in pochi anni, tre o quattro al massimo" racconta il sociologo Tonino Perna. "O lo stato capisce che questa è la peggior emergenza mafiosa di sempre, oppure l'avranno vinta loro e anche gli ultimi calabresi disposti a lottare si rassegneranno o andranno via, com'è da secoli. Già oggi ogni volta che laureo uno studente con 110 e lode mi piange il cuore, perché so che gli sto consegnando un passaporto".

(25 aprile 2007)

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Fonte: http://www.gazzettadelsud.it

Ping-pong tra legge 44 e 45 per l'ex imprenditore dal '97 testimone di giustizia Normativa antiracket, Pino Masciari da ben otto anni aspetta di definire la pratica

Marialucia ConistabileC'è chi, come Bruno Fuduli, aspetta da due anni di poter accedere al fondo di solidarietà e a un mutuo agevolato, previsti dalle norme antiracket e c'è chi, come Pino Masciari e la moglie Marisa Salerno, una risposta la attendono da ben otto anni.Storie complesse e sofferte; storie di testimoni di giustizia prima annientati da racket e usurai e poi praticamente "mollati" dallo Stato.Per Bruno Fuduli assicurazioni ne sono arrivate lunedì direttamente dal commissario straordinario antiracket, prefetto Raffaele Lauro e dal sottosegretario all'Interno, Ettore Rosato. Fuduli – ex imprenditore del settore marmo il cui nome è legato a una delle più importanti operazioni contro il narcotraffico (la Decollo) per la quale è stato anche infiltrato tra i narcos colombiani delle Auc per conto delle forze di polizia – protestava a Lamezia e poi a Vibo, ma nessuno gli aveva detto che la sua pratica era stata accolta da circa una settimana. Nessuna notizia invece per l'ex imprenditore Masciari e per la moglie dentista, "segregati" dall'ottobre del '97 in una località che una volta è stata anche protetta, ma che oggi non lo è più. L'unica notizia ricevuta da Masciari in queste ore riguarda il rinvio dell'udienza davanti alla Corte d'Appello di uno dei processi sorti a seguito dell'inchiesta scattata dopo le sue dichiarazioni; coinvolge venti imputati, quasi tutti del Vibonese. Di questi, sei sono stati condannati in primo grado, sei prosciolti per prescrizione dei reati e i rimanenti assolti. Masciari, che tramite il suo legale, avv. Maria Claudia Conidi, si è costituito parte civile ha proposto appello. Dell'istanza presentata in base alla normativa antiracket il testimone di giustizia e la moglie non ne sanno nulla. All'epoca l'istanza (presentata in base alla legge 44) fu sospesa e la soluzione della vicenda bypassata attraverso la legge 45, senza però risolvere nulla. Morale della favola a otto anni di distanza Masciari – che a Serra San Bruno faceva l'imprenditore edile con appalti in tutta la regione – e la moglie medico dentista, si sono ritrovati con un pugno di mosche in mano. Grazie alla riapertura dei termini il legale che li segue per l'aspetto patrimoniale presenterà la domanda chiedendone l'istruzione secondo la normativa antiracket e le direttive del Comitato.Ma, al di là della questione finanziaria il vero problema della famiglia del testimone di giustizia riguarda la sicurezza. «Sono stato accusato di aver fatto vedere il mio volto durante la trasmissione Report – commenta Pino Masciari – e quindi mi si vuole addebitare di aver messo a repentaglio la nostra tutela quando poi è dal '98 che i miei bambini sono iscritti a scuola con il loro vero nome e cognome, quando poi una multa che mi è stata elevata con l'autovelox nella località protetta è stata trasmessa senza alcun problema a Serra San Bruno e poi da lì, attraverso i Nop, mi è stata recapitata nella località in cui ci troviamo. Tutti hanno visto da dove arrivava e dove era diretta – aggiunge – ma il problema era soltanto di farmela pagare e certamente non di tutelare la nostra sicurezza». E dopo aver ribadito il «ricatto sulla sicurezza» che alle spalle della sua famiglia si è consumato in tutti questi anni, l'ex imprenditore aggiunge: «Non ci hanno fatti vivere. La mafia ha la memoria lunga ma lo Stato dimentica facilmente. Mio figlio non sa correre perché è cresciuto quasi in un regime di prigionia, come tutti noi. Civilmente siamo morti, ci togliessero fisicamente davanti così si risolverebbero tutti i problemi. Io nel frattempo ho depositato un dossier da un notaio di fiducia».

(mercoledì 23 maggio 2007)

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Da Michele Garrì Pubblicato – 24 maggio 2007- Calabria OraTANGENTI. ALTO MAGISTRATO CONDANNATO DEFINITIVAMENTE A 3 ANNI - Vibo Valentia, 24 mag. – Dopo circa 20 anni si è concluso il processo contro l’alto magistrato Saverio Damiani, intentato nei suoi confronti dall’ex imprenditore vibonese, Giuseppe Masciari, adesso testimone di giustizia. Chiamato a rispondere di concussione, la suprema Corte di Cassazione oggi lo ha condannato a 3 anni di carcere e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, oltre a 62mila euro e ad un risarcimento dei danni da liquidarsi in separata sede. Secondo le accuse di Masciari, Damiani all’epoca dei fatti, magistrato presso il Tar Calabria, negli anni 88 -89, avrebbe preteso una tangente del 6% sui lavori da lui nelle Serre vibonesi da dividere con un comitato d’affari in cui vi erano politici, malavitosi, pezzi delle istituzioni. Dopo quelle accuse Damiani venne trasferito e nominato nominato presidente del Tar Campania, Lazio fino a quando nel 2001 il governo Berlusconi non lo nominò Consigliere di Stato. Oltre a questa percentuale, l’imprenditore veniva continuamente vessato dalle cosche di quasi tutta la Calabria con attentati e richieste di tangenti, , fin quando un giorno non incontrò un giovane maresciallo dei carabinieri, Nazzareno Lopreato, attuale comandante della stazione di Vibo, a cui denunciò tutte le angherie subite e che lo costrinsero a chiudere a chiudere l’impresa che occupava oltre 100 operai. Ammesso al sistema di protezione in una località del Nord e definito dal procuratore antimafia Vigna, uno dei più importanti testimoni di giustizia, molto spesso è stato costretto a protestare in quanto, secondo le sue denunce, non gli veniva consentito di assistere alle udienze dei numerosi processi dai lui intentati e che vedono alla sbarra numerosi capi ‘ndrina, molti sono stati già condannati. Ma la sentenza più attesa era quella odierna. In una occasione è stato scortato dai ragazzi di Libera, mentre ultimamente si è lagnato per non aver potuto presenziare ad un processo che si sta tenendo presso il tribunale di Crotone, altre volte ha lanciato il grido di “attenti alle prescrizioni”.

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Fonte: http://www.gazzettadelsud.it/

Saverio Damiani accusato dal testimone di giustizia Masciari Catanzaro, ex presidente del Tar condannato per una tangente

Giuseppe Lo RecatanzaroLa VI Sezione penale della Corte di Cassazione (presidente Lattanzi) ha confermato la condanna a 3 anni e al pagamento di una provvisionale di 62.000 euro emessa dalla Corte d'Appello di Roma nei confronti del magistrato Saverio Damiani, 76 anni, all'epoca dei fatti (estate 1988) in servizio al Tar Calabria, accusato di concussione.Il processo definito ieri è scaturito dalle rivelazioni dell'ex imprenditore vibonese Giuseppe Masciari, adesso testimone di giustizia in processi contro la 'ndrangheta. Secondo le accuse di Masciari, poi confluite in un fascicolo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Damiani - anch'egli vibonese - quand'era magistrato al Tar Calabria avrebbe chiesto e ottenuto il versamento di una tangente relativa all'aggiudicazione dell'appalto per la realizzazione di 62 alloggi popolari a Soverato. Nella vicenda era coinvolto anche l'ex presidente dell'Iacp Pasqualino Zumbo, deceduto durante il corso del procedimento giudiziario. La somma chiesta dal magistrato sarebbe dovuta servire, secondo la tesi sostenuta dall'accusa, ad ottenere dal Tribunale amministrativo regionale una sentenza per l'accoglimento di un ricorso volto all'annullamento di una delibera dell'Istituto autonomo case popolari, con cui si consentiva la partecipazione alla gara d'appalto di altre imprese, dopo una prima aggiudicazione alla ditta di Giuseppe Masciari. La posizione di Damiani, dopo che i suoi difensori avevano sollevato conflitto di competenza, era stata stralciata dall'inchiesta principale condotta dalla Dda su un presunto giro di tangenti a Vibo, Catanzaro e Crotone ed il fascicolo è finito al Tribunale di Roma in quanto la consegna del denaro da parte di Masciari sarebbe avvenuta all'ombra del Cupolone. Dopo le accuse, Damiani venne trasferito e nominato presidente prima del Tar Campania, poi del Tar Lazio, fino a quando nel 2001 il Governo non lo nominò consigliere di Stato.Masciari si è costituito parte civile nel procedimento, con il patrocinio dell'avvocato Claudia Conidi.

(giovedì 24 maggio 2007)

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Fonte: http://www.ilquotidiano.it

Successo di Beppe Grillo col suo 'Reset 2007': "Dopo aver ‘resettato' cercate la ‘conoscenza'."

Ancona | Grande appuntamento ieri sera al Palarossini dove il comico genovese ha portato il suo spettacolo dal tour 2007, "Reset". Molti i temi toccati durante le oltre due ore ininterrotte di show, dalla politica all'economia, dall'ambiente alla religione.

di Paolo Leccese

In un Palarossini gremito all'inverosimile, nonostante il violento temporale abbattutosi sul capoluogo, un vulcanico Beppe Grillo ha intrattenuto la platea con uno show a dir poco entusiasmante, ricco di battute pungenti sui temi più cari al comico genovese e alcuni interventi e contributi video che stanno a dimostrare che Grillo parla dei fatti, dei disagi della gente comune.

La cosa singolare che balza subito agli occhi dello spettatore è l'assenza del palco, a testimoniare la coerenza del "Grillo parlante" che da sempre auspica per l'Italia una democrazia dal basso, fatta dai cittadini, senza distinzioni di casta e di status sociale.

Al suo ingresso in scena il pubblico gli ha tributato uno scrosciante applauso prima ancora di aprire bocca e il comico, visibilmente commosso, ha esordito: "Questo applauso me lo tengo stretto, è un applauso che viene dal vostro cuore perché avete condiviso con me il lavoro fatto fino ad oggi."

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Innanzitutto Grillo presenta il suo spettacolo spiegando perché lo ha chiamato "Reset", termine informatico che definisce l'azione che si compie per cancellare tutti i dati, e dice: "Reset sta per cominciare dall'inizio, cancellare tutto. Pensate che tutte le cose che sapevate fino ad ora sono false, le uniche cose vere le so io!"

E ha inizio lo spettacolo di un Grillo che non sta mai fermo, che gira tra gli spettatori inseguito dalla telecamera che proietta la sua immagine sui maxischermi. Cominciano le battute che di tanto in tanto puntano qualche spettatore ignaro, che finisce per essere prima scosso e poi abbracciato dal comico.

Ma parla anche e soprattutto della città di Ancona, definita come "una città straordinaria, ma che avrebbe bisogno di essere bombardata per eliminare tutti i nuovi mostri creati dall'amministrazione". Denuncia il fatto che, nelle classifiche riguardanti la qualità della vita, in pochi anni il capoluogo marchigiano è passato dal 4° al 58° posto, "nonostante abbiate una terra fantastica e la presenza del biologico." In particolare se la prende con il sindaco per la realizzazione dei parcheggi nel campus studenti dell'università e, grazie al prezioso contributo di un filmato realizzato dal "Meetup - Amici di Grillo" di Ancona, che conta circa 350 associati, ha parlato della situazione critica in cui versa Falconara a causa della raffineria Api in cui si sono verificati negli ultimi anni numerosi incidenti (l'ultimo risale allo scorso aprile) che hanno provocato la dispersione di sostanze nocive nell'aria e il riversamento di indefinite quantità di olio combustibile nelle acque del litorale che va da Falconara a Senigallia.

E da questo fatto prende spunto per criticare la legge del '92 che prevedeva la destinazione del 7% delle tasse sull'energia alle energie rinnovabili, mentre è noto che questi contributi vanno a finire nelle casse delle stesse compagnie petrolifere e di quelle costruttrici degli inceneritori e dei rigassificatori, "impianti che non hanno affatto una funzione positiva, come qualche politico ci vuol far credere, ma immettono nell'atmosfera un'elevata quantità di polveri sottili, causa dell'aumento delle patologie tumorali nelle zone in cui sono presenti questi ecomostri."

Un argomento che ha toccato la sensibilità del pubblico è stato quello della sentita denuncia da parte di Grillo, padre di ben sei figli, della scomparsa nell'ultimo anno in Italia di 1.800 bambini, 300 dei quali italiani e 500 sotto i 14 anni. E il comico attacca i mezzi di informazione che non fanno trapelare queste cifre terribili e denuncia che in questo modo "scompare l'infanzia, non solo i bambini."

Altro tema scottante quello della religione, delle sue intromissioni nella politica italiana e dei preti pedofili. Denuncia l'allontanamento della gente dalla Chiesa, definita come un'azienda con "2 milioni e mezzo di impiegati in nero, gestita da un Amministratore Delegato tedesco (il Papa, ndr)." E fa vedere un pezzo del documentario di 40 minuti realizzato dalla BBC (disponibile sul suo blog, www.beppegrillo.it, con sottotitoli in italiano), trasmesso in tutto il mondo e che in Italia sarà probabilmente visibile durante la trasmissione "AnnoZero" di Michele Santoro di giovedì su RaiDue. Critica fortemente il Family Day e l'ipocrisia dei politici che vi hanno preso parte in quanto separati (cita Casini) o noti "puttanieri" (Berlusconi). A questo proposito lancia una provocazione, fare una legge per "obbligare i preti italiani a sposarsi, in modo che quando parlano di famiglia sanno di cosa parlano."Ma soprattutto dice che il polverone levato sui Dico è un falso problema, "sarà servito alla politica per nascondere qualche altra notizia più scottante", perché ci sono in tutto il mondo civile e in nessun altro Paese si è giunti a un tale livello di discussione.

Non mancano le accuse alla sua "vittima" preferita negli ultimi anni, il "tronchetto dell'infelicità" (Marco Tronchetti Provera), per parlare della questione Telecom e affermando di essere al momento "il socio di maggioranza, in quanto 175.000 piccoli azionisti mi hanno dato la delega per rappresentarli nel prossimo consiglio di amministrazione." E denuncia di aver ricevuto 3 lettere di "avvertimento" dalla Consob per turbativa di borsa, mentre gli alti dirigenti Telecom rimangono impuniti nonostante 70.000 dei 150.000 operai siano stati licenziati. "Tutto per colpa della Legge Biagi - sostiene il comico - che andrebbe abolita domani mattina, perché ha ridotto l'Italia in un Paese di laureati con master precari che

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lavorano nei call center di Telecom."

Un passaggio importante e a tratti commovente dello spettacolo è stata la telefonata in diretta di Pino Masciari, un imprenditore calabrese che ha avuto il coraggio di denunciare le continue pressioni subite dalle cosche, da politici e magistrati (tutti condannati) e che ora si trova esiliato con la propria famiglia nel nord Italia, ma abbandonato dalle istituzioni. Gli è stata tolta la scorta ed è aiutato da un gruppo di "giovani di Don Ciotti" che lo accompagna nei suoi movimenti.

Più che una provocazione si è trattato di una vera e propria proposta quella di "accorpare i comuni al di sotto dei 10.000 abitanti in modo tale che "avremmo 850 comuni al posto degli attuali 8.500 con un risparmio di otto finanziarie per le casse dello Stato e, soprattutto, per le tasche dei contribuenti." E a conclusione dello spettacolo ha spiegato che per ottenere un "Comune a 5 stelle" le amministrazioni, anziché fare parcheggi e centri commerciali, devono puntare alla mobilità, al giusto smaltimento dei rifiuti, all'impossibilità che l'acqua venga privatizzata e all'investimento sulle energie rinnovabili.

Sono stati tanti altri i temi trattati dal comico, non meno importanti, come il nepotismo in Rai, le stock options Fiat, i 40 milioni di euro sprecati per il sito turistico www.italia.it, i caduti sul lavoro, la situazione critica della scuola, il tesoretto "dove lo metto?", la missione in Afghanistan, le pensioni, la giustizia, l'anzianità della politica, il servilismo del giornalismo, la povertà sempre più dilagante in Italia, la commissione antimafia composta da due condannati in via definitiva per associazione mafiosa, la tecnologia del wi-max (antennina che emana un segnale a microonde con potenza di 10 megabit in un raggio di 50 km e si può telefonare gratis con qualsiasi cellulare)...

È uscito di scena urlando che "la cosa principale da fare dopo aver ‘resettato' è cercare la ‘conoscenza'."

Chi si aspettava uno spettacolo in cui ridere e basta sarà rimasto deluso. Lo show di Beppe Grillo si è trasformato in un momento di riflessione sui temi più scottanti della società italiana. La comicità di Grillo è uno stimolo a fermarsi per capire cosa si può fare per migliorare il sistema Italia ormai allo sbando, lontano dai problemi veri della gente, governato da lobby affaristiche che mettono i loro interessi in primo piano, a scapito del bene comune.

La sensazione che lascia questa serata è quella di un sacco di risate...ma con l'amaro in bocca...

29/05/2007

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Fonte: http://www.giornaledicalabria.it

Lo show di Beppe Grillo non risparmia nessuno

05 giugno 2007

CATANZARO. Cielo nuvoloso, ma senza pioggia a Catanzaro Lido, fino a tarda notte. Mentre in tutta la Calabria pioveva, a Catanzaro Lido si abbatteva, invece, il ciclone Beppe Grillo. Nessun problema per l’effettuazione del suo spettacolo, con cui ha aperto i battenti con anticipo rispetto all’arrivo dell’estate, l’Arena Magna Grecia del capoluogo. L’unica tappa calabrese di “Reset”, il nuovo travolgente ed esilarante show di Grillo, organizzata da Ruggero Pegna, ha avuto inizio come previsto poco dopo le 21.30. Lo show del comico genovese è terminato oltre la mezzanotte. Posti tutti a sedere, per una serata dal grande divertimento, ma anche densa di riflessioni e momenti toccanti, grazie al più geniale ed impegnato dei comici italiani che, come al solito, ha sparato a zero su molti personaggi della politica e dell’attualità nazionale, ma anche locale. Grillo è tornato a Catanzaro con il nuovo show a distanza di un anno dal suo precedente intitolato “Incantesimi”, registrando ancora un grande successo di pubblico, arrivato da tutta la regione. Numeri da concerto rock, a cui raramente arrivano anche le star della musica. Stoccate per tutti, da Prodi a Berlusconi, ma anche per il governatore della Calabria, Agazio Loiero, di cui ha ricordato la lettera di scuse agli italiani per il mare sporco. “Ed oggi - ha affermato il comico - vi hanno tolto anche le bandiere blu!”. Le prime frecciate sono indirizzate alla campagna di immagine studiata da Oliviero Toscani di cui, sui tre grandi e spettacolari schermi della scenografia, sono state trasmesse varie foto con le relative discusse didascalie. Poi arriva la politica nazionale. “Pensate, il governo stava cadendo per una senatrice a vita di novantasei anni!”, ha detto tra gli applausi scroscianti. Ed a proposito del Partito Democratico aggiunge che è “il primo caso di un partito nato morto”. Addirittura ne ha anche per il Papa che definisce “un amministratore delegato tedesco di una multinazionale”. Grande emozione ha suscitato la telefonata a Pino Masciari, testimone di giustizia catanzarese, imprenditore, che ha avuto il coraggio di denunciare la ‘ndrangheta e che vive lontano dalla Calabria da dieci anni. Verso la fine sono arrivati sul palco i ragazzi di “Catanzaro Turbolenta” che hanno ironizzato sugli spot della campagna di Oliviero Toscani con un videoclip intitolato “Spottuti e Spottanati”. Infine un momento da protagonista anche per il sindaco di Olivadi, piccolo comune in cui si stanno portando avanti importanti progetti di energia pulita e raccolta differenziata. Energia, salute, informazione, politica, religione ed economia, sono stati come al solito i temi affronati tra una battuta e l’altra, tra risate e lunghissimi applausi, a volte anche di commozione ed ammirazione. Grillo dietro le quinte assicura che tornerà presto e la prossima volta la sede del suo show dovrebbe essere Cosenza.

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Settimana di Calabria - 22-28 Giugno 200712 - Pagina aperta

riprendere in mano la sua vita e lasua attività. Chiede di poter gode-re della sua famiglia d’origine cheè stato costretto a lasciare. Rivuolesolo la sua normalità. E lo Stato per cui ha lavorato tantodovrebbe potergli garantire questielementari diritti. Ripercorre anco-ra una volta quello che è stato ilsuo dramma, il punto di partenzadella sua attuale condizione: << Rifiutandomi di pagare non mimettevano gli stati di avanzamen-to sui cantieri, non mi facevano lecontabilità e non mi pagavano. Mihanno bloccato le banche fino afarmi esaurire la mia liquidità.Puntavano a piegarmi con l’obietti-vo di riuscire a gestire –loro!- lamia azienda e a farmi diventare un

loro dipendente e fossi costrettorivolgermi all’usura. Io non l’hoaccettato e ho tenuto duro. L’unicacosa era quella di farmi fallire, e mihanno dichiarato fallito per 184milioni malgrado le mie società,ancora oggi, in beni immobili val-gano miliardi>>.Signor Masciari, quanto tempo haavuto per prepararsi a lasciaretutto?<<Quando mi hanno raggiuntodue persone del servizio centraledi protezione per dirmi che dovevopartire ero a Lamezia Terme. A me,lì per lì, è sembrato uno scherzo.Certo, non immaginavo che dopola mia denuncia sarei stato inseri-to in un programma di protezione.Non pensavo neanche esistesseun programma del genere>>. É cambiato qualcosa da quandolei ha deciso di uscire allo scoper-to attraverso la rete internet?<< Posso solo dire che da quandosono uscito allo scoperto ho ricevu-to molti attestati di stima e adesso,anche chi vagamente sospettavache io potessi vivere una situazio-ne particolare, conosce la miasituazione, e sono guardato conammirazione>>. Concretamente siete stati aiuta-

ti, sorretti dalle istituzioni?<<In realtà no. C’è stato l’abban-dono più totale. Lo Stato non havisto le nostre problematiche, ci hadimenticato e ci ha ricattati sullasicurezza. Io sono stato lasciatosolo anche alla vigilia dei processi,per diversi giorni senza scorta e

L’imprenditore calabrese, costretto a vivere sotto scorta, lontano dalla sua terra

«Tutelare un testimone di giustizia può significare sequestrarlo!»Pino Masciari e la sua denuncia alla ‘ndrangheta e alla politica corrotta

La seconda parteLa settimana scorsa abbiamo pub-blicato la prima parte dello sfogo diPino Masciari, un nostro concitta-dino che sostiene di essere costret-to da 10 anni alla fuga per averdenunciato la ndrangheta ed ipoteri forti calabresi. Ricordiamoche finché ha vissuto in Calabria,Masciari aveva 5-6 imprese dicostruzione che fatturavano miliar-di, centinaia di dipendenti, lamoglie dentista con uno studio benavviato di odontotecnico, e duebambini piccolissimi. Adesso PinoMasciari, ha sempre una moglie,ma non esercita più e i suoi duebimbi stanno crescendo lontanodalla terra dove sono nati. Tutto ilresto lo ha perso. Vive insieme allasua famiglia in un luogo definito“protetto” perché, un giorno, stan-co di subire le pressioni della‘ndrangheta – ma non solo della‘ndrangheta- che continuava achiedergli la tangente, ha decisodi porre fine a quelle che eufemi-sticamente chiameremo “anghe-rie”. Ha denunciato tutti PinoMasciari: la ‘ndrangheta vera epropria, ma anche lo Stato - ‘ndran-gheta , quelle che portano addossole toghe di magistrati e giudici. Daoltre 10 anni, e solo per aver fattoquello che dovrebbe fare un qua-lunque cittadino onesto di unpaese civile, Masciari vive da esi-liato. Sono passati 10 anni da allo-ra e la gente ha cominciato a nonricordarsi più della sua vicenda.Anche lo Stato si è spesso dimenti-cato di lui. Gli unici ad esserglirimasti accanto, a fargli un po’ diprotezione, sono ragazzi poco piùche ventenni: << Io sono moltoseguito da diverse associazioni, daLibera , - dice Masciari - dai ragaz-zi di Locri Ammazzateci tutti, airagazzi di Beppe Grillo che hannofatto anche le magliette e vanno ingiro con la scritta Io sono amico diPino Masciari>>. Negli ultimitempi, forse proprio grazie ai tanticomitati che nascono a protezionedella gente onesta come lui, hanotato un’attenzione maggioreverso la situazione dei testimoni digiustizia, e ha deciso che è arriva-to il momento di uscire allo scoper-to: << Non sono io che devonascondermi>> continua a dire,quasi nella speranza che basti pro-ferirlo ad alta voce perché la situa-zione cambi. Però ha ragione PinoMasciari: in un Paese che voglia

definirsi civile, le persone chedenunciano gli atti mafiosi a cuisono sottoposti, non devono piùessere costrette alla fuga. Perchénon sono loro ad aver sbagliato.Pino Masciari è stanco ma è ancheconsapevole che la sua storia puòservire ad aiutare altri che oggi sitrovano nella sua stessa condizio-ne a non sottostare agli abusi.Masciari spera che la sua storiapossa contribuire a far cambiare leleggi. È stanco ma ha speranza cheprima o poi sarà il bene a trionfare.Il suo unico desiderio è poter farritorno a casa, lui che una casa nonce l’ha più da oltre 10 anni. Lui cheè ancora costretto a vedere i suoiappartamenti << occupati daimafiosi>>. Adesso chiede di poter

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Tommaso
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nome e cognome. Dai documenti inmio possesso risulta addirittura lalocalità da dove provengo: non èdifficile rintracciarmi>>.Questa rivelazione ci lascia per-plessi, ma non ci sconvolge più ditanto dal momento che neanchenoi abbiamo faticato tantissimoper trovarlo. La domanda chesegue è la sola che ci è venuta allamente: E allora che razza di protezione è?Lui si avvede del nostro sconcertoe ribatte serenamente che dalmomento che ha accettatodi fare una chiacchiera-ta con noi, qualun-que parola usciràdalla suabocca è pronto ar i c o n f e r m a r l aa l l ’ i s t a n t e .Quindi, riprendea parlarci dellalocalità in cui è statoconfinato insieme allasua famiglia: <<La chia-mano località protetta, maio la definisco Auswisch , perchéper me è stata come una deporta-zione. Io mi sento deportato esegnato solo perché ho denuncia-to persone malavitose. Mi sonovisto dalla sera alla mattina cata-pultato in un spazio che non miapparteneva né allora, ne oggi. Inquesti ultimi 10 anni ho vissutosegregato 23 ore al giorno, tutti igiorni: non conosco pizzerie, nonconosco pub, non conosco niente.La mattina esco da solo perché sequalcuno ha deciso di farmi fuori, èsolo a me che devono sparare>>.Malgrado si senta l’emblema delmalfunzionamento di questo Stato,Masciari si dice sicuro che la situa-zione possa migliorare:

<<Ultimamente noto unasensibilità maggiore neiconfronti della problemati-ca e per questo ringrazio ilcomandante provinciale diVibo Valentia per l’efficien-za dei suoi uomini e per ilservizio eccellente che mi èstato predisposto in occa-sione del mio ultimo sog-giorno calabrese>>.Masciari ci ricorda che, inseguito alle sue denunce, il23 maggio scorso inCassazione è stato condan-nato a due anni di reclusio-ne in maniera definitiva, einterdetto in maniera per-petua ai pubblici uffici, unnostro magistrato, un consi-gliere di Stato nominato dalprecedente GovernoBerlusconi; e ci ricordaanche la richiesta di con-danna contro altri 15 com-ponenti mafiosi della richie-sta dalla dda di Catanzarocontro esponenti della cri-minalità organizzata delcrotonese, Isola CapoRizzuto. Nel numero scorso abbia-mo iniziato l’intervistachiedendole di raccontarcichi era Pino Masciari 10anni fa. La concludiamo

chiedendole: chi è Pino Masciari,oggi? << Io non voglio essere presuntuo-so, ma sono stato giudicato atten-dibile da diversi tribunali. E intutte le varie fasi viene sottolinea-ta la mia elevata attendibilità. Homesso on line la mia storia perchévorrei che la gente leggesse quelloche gli atti dicono di me. E quelloche dicono è che Pino Masciari èuna persona che non aveva nientea che fare con questi ambienti.

L’unico suo torto era quello difare l’imprenditore in una

terra difficile. Di esserestato un cocciuto

ossequioso delleleggi della nostracostituzione eaver denunciato efatto quello chedovrebbero fare

tutti i cittadinionesti>>.

Noi pensiamo checontrastare la mafia sia

possibile, ma è necessarioche lo Stato tuteli realmente chidecide di sporgere denuncia. Matutelare non dovrà più significare“sequestrare” chi fa il propriodovere. Tutelare non dovrà piùsignificare privare un onesto citta-dino di ogni diritto perfino il piùelementare. Chi denuncia nondovrà più essere equiparato ad uncriminale: perché un testimone digiustizia non è un pentito di mafia. Un testimone di giustizia la mafiala combatte. Queste persone rischiano quandovengono dimenticate. Forse anche noi, mantenendodesto il ricordo delle loro vicende,possiamo contribuire a salvarle.

mls

senza tutele, a Isola Capo Rizzuto,a Lamezia Terme, proprio dopoessere stato escusso per aver con-fermato le mie dichiarazioni pres-so la Dda di Catanzaro>>. Le modifiche apportate alla legge‘45 del 2001 sono state di qualche

utilità ai testimoni di giustizia? << La legge ‘45 del 2001 è nata conuno spirito di migliorare la vita del-l’imprenditore o della persona chedenuncia il reato dell’estorsione oaltri illeciti, e bisognava avere iltenore di vita che faceva prima del-

l’entrata in vigore del programmadi protezione, cosa che in realtànon è avvenuto. Il sottosegretarioMassimo Brutti ha cercato di anti-cipare lo spirito della legge 45 del2001, però nell’Aprile del 2003 ilsottosegretario Alfredo Mantovano

ha ucciso quello che era lospirito iniziale voluto sia dadestra che da sinistra e imiglioramenti non ci sonostati. Anzi: è stato il falli-mento totale della L.45 del2001 tanto voluta daentrambi gli schieramen-ti>>. Nella località protetta vi èriservata una coperturaassoluta?<<Anche nella località pro-tetta c’è l’abbandono piùassoluto da parte delle per-sone che hanno il compito ditutelarci. Noi, per loro,siamo un problema pertutto. Tanto per dirne una:nella “località protetta” imiei figli vanno a scuola conil loro nome e il cognome>> Ci sta dicendo che non vihanno dotato di una nuovaidentità?<<No, non abbiamo niente.Quello che si dice su questotipo di programma sono sto-rie romanzate: la realtà èben diversa. Forse è perchéquando siamo stati inseritiin questo programma di pro-tezione, 10 anni fa, ancora

non vi erano leggi, che ci siamotrovati spiazzati>>. Anche lei ha mantenuto il suonome?<<Quando viaggio con la scorta edevo pernottare in qualche albergoio continuo a registrarmi col mio

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Fonte: http://www.giornaledicalabria.net/

Lasciato senza una scorta E’ accaduto al testimone di giustizia Nello Ruello in trasferta a Roma. Musella: “Un fatto di gravità inaudita”

VIBO VALENTIA. “Lo Stato non può chiedere ai calabresi di liberarsi dagli usurai, dagli estorsori e dalla “ndrangheta, quando poi li lascia soli ed indifesi” Ad affermarlo Adriana Musella, presidente del coordinamento nazionale antimafia “Riferimenti” a proposito di quanto avvenuto nei confronti del testimone di giustizia vibonese Nello Ruello che, domenica scorsa, dovendo partecipare alla trasmissione televisiva “Uno mattina”, arrivato a Roma si è venuto a trovare senza scorta. Quella di Vibo lo ha accompagnato soltanto fino a Lamezia. A Roma non ha trovato nessuno. “ Quanto avvenuto è di una gravità inaudita - afferma Musella - tenuto conto che proprio in questi ultimi giorni in una lettera inviata ad un quotidiano Ruello, è stato minacciato, avendo egli con le sue testimonianze spedito in galera, numerosi allenti di spicco della “ndrangheta di Vibo Valentia che lo tenevano stretto sotto la morsa dell’usura e delle estorsioni al punto d’averlo fatto fallire. Ruello è un esempio per tutti e da imitare - aggiunge - E lo stato lo sa bene se è vero come è varo che appena un mese addietro, in occasione dell’inaugurazione del nuovo negozio di “foto ottica Ruello” messo su con il contributo dell’antiracket, con me sul palco erano presenti tra gli altri, oltre alle autorità locali, anche il commissario straordinario Lauro, il sottosegretario Rosato, il prefetto De Sena, don Ciotti di Libera, il presidente dell’antimafia Forgione, tutti a promettere e a garantire sostegno non solo a Ruello, ma tutte le vittime. Mi domando - prosegue Adriana Musella - dove sono adesso, che cosa hanno fatto per la Calabria. Dicono che non ci sono mezzi sufficienti. Ma fanno finta di dimenticare che la Calabria non è l’Emilia o un’altra regione. Anche se così fosse. È bene che allora ci dicano chiaramente che a pagare debbano essere le regioni più povere, quelle a più alta densità mafiosa. Non è così che si fa la lotta alla mafia. Anzi c’è il rischio che lo oltre a sciupare occasioni come quella offerta da Ruello, esponga lo stesso a dei seri pericoli”. Ruello dal canto suo, amareggiato ed indignato per l’incidente, ha dichiarato che prima denuncerà i fatti alla procura della Repubblica e poi si recherà dal prefetto per dirgli di revocargli la scorta in quanto la stessa, a parte l’ultimo episodio, così com’è potrebbe costituire un pericolo sia per lui sia per gli stessi uomini costretti come sono a viaggiare allo scoperto con una delle autovetture, non dico blindate, ma scassate. “Senza contare - aggiunge - che molte degli impegni derivanti dalle norme antiusura e antiracket, non hanno ancora trovato del tutto soddisfacimento. Motivo per cui, per quanto mi riguarda rifarei tutto quello che ho fatto, ma non mi sento di consigliare agli altri di fare ciò che ho fatto io perché a Vibo Valentia, come spesso ho denunciato, anche le vittime dell’usura e delle estorsioni e tutti coloro che si ribellano alla mafia a Vibo Valentia vengono considerati di serie B e non è che veniamo visti tanto di buon occhio. Avrebbero potuto avvisarmi che a Roma non ci sarebbe stata la scorta. Hanno il mio telefonino e tutti sapevano - aggiunge - che avrei dovuto partecipare a “Uno Mattina”. Anche Libera, l’associazione antimafia a Vibo Valentia rappresentata da don Peppino Fiorillo che è stata fin dal primo momento accanto al fotografo Nello Ruello e che ha difeso in tutte le fasi con l’avvocato Giovanna Frontiera, ha espresso indignazione per quanto accaduto e nello stesso tempo solidarietà a Ruello. “Siamo di fronte ad un vero e proprio paradosso - afferma don Peppino Fiorillo - Perché proprio nel momento in cui si fanno più pressanti le minacce di morte nei confronti di un testimone di giustizia, lo Stato anziché rafforzare i sistemi di sicurezza, lo lascia senza scorta. È proprio vero che in Calabria, ogni qualvolta nasce un barlume di speranza attraverso qualche testimone di giustizia o pentito che sia, si fa di tutto per scaricarlo e abbandonarlo a sé stesso. Se non basta Ruello, un altro esempio tipico è quello del testimone di giustizia Pino Masciari, un altro nostro coraggioso compaesano che per poter venire in Calabria per testimoniare contro una cosca, si è dovuto far scortare dai ragazzi di Libera”.

26/06/2007

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MARTEDÌ 26 GIUGNO 2007 IN GIU_i U3J<lfl 13 E' accaduto al testimone di giustizia Nello Ruello in trasferta a Roma. Musella: "Un fatto di gravità inaudita"

Lasciato senza una scorta TELEX

2.000 PIANTE DI "O\N'\PA H TR.OVATE

NEL REGGINO

REGGIO CALABRIA. Una pia­ntagione con 2.000 piante di cana· pa mdiana è stata scoperta dalla 0 uardia di tinanz.a di Vùla San f:ìiovanni nel corso di un'operazio­ne nella zona aspromontana nei comuni di Scilla e Bagnara. La piantagione era stata realizzata in un terreno demaniale di circa 600 metri quadrati nell'area fluviale del to,rente "Sfalassa''. Le piante era­no ben curate e pronte per la rac­colta e la successiva lavorclZione.

SETTE DETONATORJ RINVENun

A WmOVIUARJ

CASTROVILLARI. Sette deto­natori, in ottimo stato di conser­vazione, soDo stati trovati la scorsa notte, occultati in un ter­reno, da ,P!!SOnaJe del commis­sariato di Castr<willari della Po­lizia di Stato. Gli inquirenti ri­tengono che i detonatori, per le loro caratteristiche, potessero essere utilizzati solo d8 esperti. Gli im1estigatori, che non esclu­dono alcuna p~, dopo il ritro­vamento dei detonatori, hanno intensificato, con l'ausilio anche di unità cinofile antil!S{>losivO il controllo del territorio anche con perquisizioni mirate aUa ri­cerca di altro e;plosivo. I sette detonatori rinvenuti e le relative custodie, intant~ sono stati sot­toposti a specifici esami per ten­tare di accertarne la provenien­za.

Au.Acao ABUSIVO AJ.1A RETE ELETTRICA:

UN ARRESTO

MAIERATO. I carabinieri di Ma­ierato hanno arrestato Renato Cra­col ici, di 32 anni, per ftuto di ener­~ia elet11ica Perquisendo il rustico m cui abita e l'appezz.amento d1 ten-eno circostante, i carabilùeri si sono accorti che in una condotta dell'acqua c'era un altro tubo più piccolo di energia elettrica ohe por­tava ad una cassetta di derivazione artigiamùe e da qui, tranùte alcurù fili nascosti tra gli alberi, alla casa ed alla mas.<;eria di Cracolici. Ri­percorso a iitr0$0 il tubo dell'ac­qua, i carabinieri sono arrivati ad alcuni tlli dell'alta corrente che scorrevano a breve distanza dai terre1ù dell'uomo. l tecnici deU'E­oel, chiamati dai miUtari, hanno poi accettato l'allaccio abusivo.

VIBO VALENTIA. " Lo Stato non può chiedere ai calabresi di liberar­si dagli usurai , dagli estorsori e dal­la "ndrangheta, quando poi li lascia soli ed indifesi" Ad affennarlo A­driana MuseUa, presidente del coor­dinamento nazionale antimafia "Ri­ferimenti" a proposito di quanto av­venuto nei confronti del testimone di giustizia vibonese Nello Ruello che, domenica scorsa, dovendo par­tecipare alla trasnùssione televisiva "Uno mattina", arrivato a Roma si è venuto a trovare senza scorta. Quella di Vibo lo ha accompagnalo soltanto fi no a Lame-Lia. A Roma non ha trovato nessuno. " Quanto avvenuto è di una gravità inaudita -affe1ma Musella - tenuto conto che proprio in questi Lùtimi giorni in una lettera inviata ad un quotidiano Ruello, è stato nùnacciato, avendo egli con le sue testimonianze spedi­to in galera, numerosi allenti di spicco della "ndrangheta di Vibo Valentia che lo tenevano stretto sotto la morsa dell ' usura e delle e­storsioni al punto d'averlo fatto fal ­lire. Ruello è un esempio per tutti e da imitare - aggiunge - E lo stato lo sa bene se è vero come è varo che appena un mese addietro, in occa­sione dell'inaugurazione del nuovo negozio di "foto ottica Ruello" messo su con il contributo dell'anti­racket, con me sul palco erano pre­senti tra gli altri, oltre alle autorità locali, anche il commissario straor­dinario Lauro, il sottosegretario Ro­sato, il prefetto De Sena, don Ciotti di Libera, il presidente dell'antima­fia Forgiane, tutti a promettere e a garantire sostegno non solo a Ruel­Io. ma tutte le vittime. Mi domando - prosegue Adriana Musella - dove sono adesso, che cosa hanno fatto per la Calabria. Dicono che non ci sono mezzi sufficienti. Ma fanno finta di dimenticare che la Calabria non è l'Emilia o m(altra regione. Anche se così fosse. E bene che al­lora ci dicano chiaramente che a pa­gare debbano essere le regioni più povere, quelle a più alta densità ma­fiosa. Non è così che si fa la lotta al­la mafia. Anzi c'è il rischio che lo oltre a sciupare occasioni come quella offerta da Ruello, esponga lo stesso a dei seri pericoli". Ruello dal canto suo, amareggiato ed indi­gnato per l' incidente, ha dich.iaralo che prima denuncerà i fatti alla pro­cw-a della Repubblica e poi si re­cherà dal prefetto per dirgli di revo­cargli la scorta in quanto la stessa, a parte l'ultimo episodio, così com'è potrebbe costituire tm pericolo sia per lui sia per gli stessi uomini co­stretti come sono a viaggiare allo scope1to con una delle autovetture, non dico bi indate, ma scassate.

"Senza contare - aggiunge - che molte degli impegni derivanti dalle nom1e antiusura e antiracket, non hanno ancora trovato del tutto sod­disfacimento. Motivo per cui, per quanto mi riguarda ri farei tutto quello che ho fatto, ma non mi sen· to di consigliare agli altri di fare ciò che ho fatto io perché a Vibo Va­lentia, come spesso ho denunciato, anche le vittime dell'usura e delle e­storsioni e tutti coloro che si ribella­no alla mafia a Vibo Valentia ven-

gono considerati di serie B e non è che veniamo visti tanto di buon occhio. Avrebbero potuto avvisamù che a Roma non ci sarebbe stata la scotta. Hanno il mio telefonino e tutti sapevano - aggiunge - che a­vrei dovuto paitecipare a "Uno Mattina". Anche Libera, l'associa­zione antimafia a Vibo Valentia rap­presentata da don Peppi.no Fiorillo che è stata fin dal primo momento accanto al fotografo Nello Ruello e che ha ditèso in tutte le fasi con l'avvocato Giovanna Frontiera, ha espresso indignazione per quanto accaduto e nello stesso tempo soli­darietà a Ruello. "Siamo di fronte ad un vero e proprio pamdosso - af­ferma don Peppino Fiorillo - Perché proprio nel momento in ctù si faimo più pressanti le minacce di morte nei confronti di un testimone di giu­stizia, lo Stato anziché rafforzc'lre i sistemi di sicurezza, lo lascia senza scotta. È proprio vero che in Ca­labria, ogni qualvolta nasce un bar­lun1e di speranza attraverso qualche testimone di giustizia o pentito che sia, si fa di tutto per scaricaifo e abbandonarlo a sé stesso. Se non basta Ruello, un altro esempio tipi­co è quello del testimone di giusti­zia Pino Ma~ciari, un altro nostro coraggioso compaesano che per po­ter venire in Calabria per testimo­n.iare contro una cosca, si è dovuto far scortare dai ragazzi di Libera".

Parco della Sila contro la desertificazione COSENZA. Il Parco Nazionale della Sila, presieduto da Antonio Garcea e diretto da Michele Laudati, aderisce alla giornata mon­diale della lotta alla desertificazione indetta dalle Nazioni Unite e proposta in .Italia dal Ministero dell'Ambiente con cento iniziati­ve. Giovedì prossimo, 28 giugno, a Lorica, nella sede del Parco na­zionale della Sila, si terrà una tavola rotonda sulla lotta alla deser­tificazione. Dopo i saluti del presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, introdurrà i lavori il Giancarlo Principato, com­ponente del Consiglio direttivo del Parco Nazionale della Sila. In­tenerranno il prof. Mendicino, del Dipartimento Difesa del Suolo dell'Università della Calabria, sul tema ' 'Prevenzione della siccità ai fmi della gestione delle risorse idriche"; il prof. Piro, dello stes­so Dipartimento, su "Identificazione di aree sensibili alla desertifi­cazione", e la professoressa Ronconi, dell'Università della Ca­labria, su "La desertificazione da problema globale a problema locale". Il Direttore Laudati intenerrà sul tema della ''Difesa del suolo e gestione forestale sostenibile per mitigare la desertificazio­ne''. AJl ' iniziativa, promossa dal Parco Nazionale della Sila e dal-1' Associazione Idrotecnica Italiana, partecipa l'Assessorato regio­nale alJ' Ambiente. Le conclusioni verranno tratte dal prof: Frega, del Dipartimento Difesa del suolo dell'Università della Calabria. ''La desertificazione negli ultimi anni - ha detto Michele Laudati -ba raggiunto in molte realtà del pianeta livelli di tragica attualità. C'è la necessità di strategie comuni e di partecipazione diffusa per limitarne e contenerne i disagi che produce nei territori in cui si verifica. Vi è per fortuna una straordinaria sensibilità e voglia di collaborare da parte di numerose istituzioni che con grande inte­resse si SODO attivate su questo tema".

Tommaso
Evidenziato
Page 30: Pino masciari

13IN CALABRIAMARTEDì 26 giugno 2007

VIBO VALENTIA. “Lo Stato nonpuò chiedere ai calabresi di liberar-si dagli usurai, dagli estorsori e dal-la “ndrangheta, quando poi li lasciasoli ed indifesi” Ad affermarlo A-driana Musella, presidente del coor-dinamento nazionale antimafia “Ri-ferimenti” a proposito di quanto av-venuto nei confronti del testimonedi giustizia vibonese Nello Ruelloche, domenica scorsa, dovendo par-tecipare alla trasmissione televisiva“Uno mattina”, arrivato a Roma si èvenuto a trovare senza scorta.Quella di Vibo lo ha accompagnatosoltanto fino a Lamezia. A Romanon ha trovato nessuno. “ Quantoavvenuto è di una gravità inaudita -afferma Musella - tenuto conto cheproprio in questi ultimi giorni inuna lettera inviata ad un quotidianoRuello, è stato minacciato, avendoegli con le sue testimonianze spedi-to in galera, numerosi allenti dispicco della “ndrangheta di ViboValentia che lo tenevano strettosotto la morsa dell’usura e delle e-storsioni al punto d’averlo fatto fal-lire. Ruello è un esempio per tutti eda imitare - aggiunge - E lo stato losa bene se è vero come è varo cheappena un mese addietro, in occa-sione dell’inaugurazione del nuovonegozio di “foto ottica Ruello”messo su con il contributo dell’anti-racket, con me sul palco erano pre-senti tra gli altri, oltre alle autoritàlocali, anche il commissario straor-dinario Lauro, il sottosegretario Ro-sato, il prefetto De Sena, don Ciottidi Libera, il presidente dell’antima-fia Forgione, tutti a promettere e agarantire sostegno non solo a Ruel-lo, ma tutte le vittime. Mi domando- prosegue Adriana Musella - dovesono adesso, che cosa hanno fattoper la Calabria. Dicono che non cisono mezzi sufficienti. Ma fannofinta di dimenticare che la Calabrianon è l’Emilia o un’altra regione.Anche se così fosse. È bene che al-lora ci dicano chiaramente che a pa-gare debbano essere le regioni piùpovere, quelle a più alta densità ma-fiosa. Non è così che si fa la lotta al-la mafia. Anzi c’è il rischio che looltre a sciupare occasioni comequella offerta da Ruello, esponga lostesso a dei seri pericoli”. Ruellodal canto suo, amareggiato ed indi-gnato per l’incidente, ha dichiaratoche prima denuncerà i fatti alla pro-cura della Repubblica e poi si re-cherà dal prefetto per dirgli di revo-cargli la scorta in quanto la stessa, aparte l’ultimo episodio, così com’èpotrebbe costituire un pericolo siaper lui sia per gli stessi uomini co-stretti come sono a viaggiare alloscoperto con una delle autovetture,non dico blindate, ma scassate.

“Senza contare - aggiunge - chemolte degli impegni derivanti dallenorme antiusura e antiracket, nonhanno ancora trovato del tutto sod-disfacimento. Motivo per cui, perquanto mi riguarda rifarei tuttoquello che ho fatto, ma non mi sen-to di consigliare agli altri di fare ciòche ho fatto io perché a Vibo Va-lentia, come spesso ho denunciato,anche le vittime dell’usura e delle e-storsioni e tutti coloro che si ribella-no alla mafia a Vibo Valentia ven-

gono considerati di serie B e non èche veniamo visti tanto di buonocchio. Avrebbero potuto avvisarmiche a Roma non ci sarebbe stata lascorta. Hanno il mio telefonino etutti sapevano - aggiunge - che a-vrei dovuto partecipare a “UnoMattina”. Anche Libera, l’associa-zione antimafia a Vibo Valentia rap-presentata da don Peppino Fiorilloche è stata fin dal primo momentoaccanto al fotografo Nello Ruello eche ha difeso in tutte le fasi conl’avvocato Giovanna Frontiera, haespresso indignazione per quantoaccaduto e nello stesso tempo soli-darietà a Ruello. “Siamo di frontead un vero e proprio paradosso - af-ferma don Peppino Fiorillo - Perchéproprio nel momento in cui si fannopiù pressanti le minacce di mortenei confronti di un testimone di giu-stizia, lo Stato anziché rafforzare isistemi di sicurezza, lo lascia senzascorta. È proprio vero che in Ca-labria, ogni qualvolta nasce un bar-lume di speranza attraverso qualchetestimone di giustizia o pentito chesia, si fa di tutto per scaricarlo eabbandonarlo a sé stesso. Se nonbasta Ruello, un altro esempio tipi-co è quello del testimone di giusti-zia Pino Masciari, un altro nostrocoraggioso compaesano che per po-ter venire in Calabria per testimo-niare contro una cosca, si è dovutofar scortare dai ragazzi di Libera”.

PPaarrccoo ddeellllaa SSiillaa ccoonnttrroo llaa ddeesseerrttiiffiiccaazziioonneeCOSENZA. Il Parco Nazionale della Sila, presieduto da AntonioGarcea e diretto da Michele Laudati, aderisce alla giornata mon-diale della lotta alla desertificazione indetta dalle Nazioni Unite eproposta in Italia dal Ministero dell’Ambiente con cento iniziati-ve. Giovedì prossimo, 28 giugno, a Lorica, nella sede del Parco na-zionale della Sila, si terrà una tavola rotonda sulla lotta alla deser-tificazione. Dopo i saluti del presidente della Provincia di Cosenza,Mario Oliverio, introdurrà i lavori il Giancarlo Principato, com-ponente del Consiglio direttivo del Parco Nazionale della Sila. In-terverranno il prof. Mendicino, del Dipartimento Difesa del Suolodell’Università della Calabria, sul tema “Prevenzione della siccitàai fini della gestione delle risorse idriche”; il prof. Piro, dello stes-so Dipartimento, su “Identificazione di aree sensibili alla desertifi-cazione”, e la professoressa Ronconi, dell’Università della Ca-labria, su “La desertificazione da problema globale a problemalocale”. Il Direttore Laudati interverrà sul tema della “Difesa delsuolo e gestione forestale sostenibile per mitigare la desertificazio-ne”. All’iniziativa, promossa dal Parco Nazionale della Sila e dal-l’Associazione Idrotecnica Italiana, partecipa l’Assessorato regio-nale all’Ambiente. Le conclusioni verranno tratte dal prof. Frega,del Dipartimento Difesa del suolo dell’Università della Calabria.“La desertificazione negli ultimi anni - ha detto Michele Laudati -ha raggiunto in molte realtà del pianeta livelli di tragica attualità.C’è la necessità di strategie comuni e di partecipazione diffusa perlimitarne e contenerne i disagi che produce nei territori in cui siverifica. Vi è per fortuna una straordinaria sensibilità e voglia dicollaborare da parte di numerose istituzioni che con grande inte-resse si sono attivate su questo tema”.

PIAANNTEDI ““CCAANNAAPAA”” TRROVVAATE

NNEL RREGGGGINNOREGGIO CALABRIA. Una pia-ntagione con 2.000 piante di cana-pa indiana è stata scoperta dallaguardia di finanza di Villa SanGiovanni nel corso di un’operazio-ne nella zona aspromontana neicomuni di Scilla e Bagnara. Lapiantagione era stata realizzata inun terreno demaniale di circa 600metri quadrati nell’area fluviale deltorrente “Sfalassa”. Le piante era-no ben curate e pronte per la rac-colta e la successiva lavorazione.

SSETTE DETONNAATORRIRRINNVVENNUUTI

AA CCAASTRROVVILLAARRICASTROVILLARI. Sette deto-natori, in ottimo stato di conser-vazione, sono stati trovati lascorsa notte, occultati in un ter-reno, da personale del commis-sariato di Castrovillari della Po-lizia di Stato. Gli inquirenti ri-tengono che i detonatori, per leloro caratteristiche, potesseroessere utilizzati solo da esperti.Gli investigatori, che non esclu-dono alcuna pista, dopo il ritro-vamento dei detonatori, hannointensificato, con l’ausilio anchedi unità cinofile antiesplosivo, ilcontrollo del territorio anchecon perquisizioni mirate alla ri-cerca di altro esplosivo. I settedetonatori rinvenuti e le relativecustodie, intanto, sono stati sot-toposti a specifici esami per ten-tare di accertarne la provenien-za.

AALLAACCCCIO AABBUUSIVVOAALLAA RRETE ELETTRRICCAA::

UUNN AARRRRESTOMAIERATO. I carabinieri di Ma-ierato hanno arrestato Renato Cra-colici, di 32 anni, per furto di ener-gia elettrica. Perquisendo il rusticoin cui abita e l’appezzamento diterreno circostante, i carabinieri sisono accorti che in una condottadell’acqua c’era un altro tubo piùpiccolo di energia elettrica che por-tava ad una cassetta di derivazioneartigianale e da qui, tramite alcunifili nascosti tra gli alberi, alla casaed alla masseria di Cracolici. Ri-percorso a ritroso il tubo dell’ac-qua, i carabinieri sono arrivati adalcuni fili dell’alta corrente chescorrevano a breve distanza daiterreni dell’uomo. I tecnici dell’E-nel, chiamati dai militari, hannopoi accertato l’allaccio abusivo.

TELEX

E’accaduto al testimone di giustizia Nello Ruello in trasferta a Roma. Musella: “Un fatto di gravità inaudita”

Lasciato senza una scorta

AdrianaMusella

Tommaso
Evidenziato
Page 31: Pino masciari

Fonte: http://www.localport.it/

Attualità - Provincia - 21/07/2007 Al via da Palazzo Cisterna la carovana "Cuore" contro le mafie A cura di f.b. Le associazioni Acmos, Libera e Rita Atria hanno organizzato anche quest’anno la Carovana “Cuore”, in collaborazione con la Provincia di Torino, GTT, il Presidio Harry Loman.

“Cuore” avrà per l’edizione 2007 il compito mettere in relazione le varie parti della penisola anche in vista del centocinquantenario dell'Unità d'Italia. Molti i personaggi coinvolti: i testimoni di giustizia Pino Masciari, Silvana Fucito, Bruno Piazzese, Piera Aiello, il procuratore generale Gian Carlo Caselli, le compagnie teatrali Tubalibre e Tromba del Trambusto, il gruppo musicale Harry Loman.

La carovana è partita da Torino proprio nel giorno in cui si ricorda la drammatica uccisione del giudice Paolo Borsellino e della sua scorta, avvenuta quindici anni fa, il 19 luglio del 1992 a Palermo, in via d'Amelio.

“Cuore” è stata dedicata in particolare a Rita Atria, la diciassettenne testimone di giustizia, che nel 1991 decise di rompere i ponti con la famiglia mafiosa da cui proveniva e di raccontare ciò che sapeva, facendo condannare molti boss della zona del Belice trapanese. Rita Atria una settimana dopo la strage che ha posto la parola fine alla vita di Paolo Borsellino e della scorta, ha perso ogni speranza e si è suicidata nell’abitazione di Roma dove viveva sotto tutela.

L’iniziativa è stata illustrata giovedì 19 luglio a Palazzo Cisterna alla presenza degli assessori provinciali Eleonora Artesio e Alessandra Speranza e per Libera Davide Mattiello.

Al centro dell’attenzione l’imprenditore calabrese Pino Masciari, il testimone di giustizia che da oltre dieci anni vive sotto il programma di protezione e lontano dalla sua terra d’origine a causa delle preziose denunce presentate contro i suoi estorsori. Masciari ha raccontato la propria difficile esperienza destando grande emozione tra i presenti.

Poco prima della partenza dal cortile di Palazzo Cisterna gli assessori Artesio e Speranza hanno consegnato alle associazioni un automezzo dell’Ente che accompagnerà i partecipanti della Carovana per tutto il percorso, fino in Sicilia.

Page 32: Pino masciari

Pagina aperta, eT

mS0FiliANtzz*ztwez

Acmos, Libera e lAssociazione Antimafia Rita Atria, insieme in una tappa a Pisa\l

E un boicoltaggio?0nrerfo e culturs stonrlna:prltrebbeessere unr_ 'ffistrmane" rlnr;tte lleffo il cslsbrue illss:irlri?

di Oriana Barberio-7

i.ire î6.00, l'alìln]inistrazione co-inLriralc di Pisa conictrm;r e ribadi': . . ì r . l u l l o e s l à Ì ( J q ra a t r f , ì l l l z -

îalc: ljer il sosiegno clell' i ltizlativa.ììc :ir lerr.i rn Piazza delia Pera. rno:rllil orc 20.ù0 qualcr.rta nan iluarira,il ';n sÚlc ìii 1uazza e sguarnità dl sr,--(liù llrir i plrteci;ranli, lEír l.l gruppolx',;:rrriile proveniente da Toriro, glili.1ill,r l,{xrìan, pfevrsto per gli spa-:ir íl& iÌhcfllarergir ixl,(rrverti,llon vecle sulpÉìlÍo alcurìaa r l p l r f i caz ro -ne. Due piùdue e. . . la Iucela lornisce unl:ar adiacente,il service coniln microfono

,li hanno sem-pre con loro "i

ragezzi" , nelfurgone, I'ini-ziativa parte,nra ilella to-taie assenzadelle istrtuzio-rr pubbliche-t r n ' i n i z i a î i vache ha I'obiettivo di ripercorrere ipassr della memoria, i dettami de!-la reslstenza, che si muovono frar nonri di Sandro Marcucci, MarioCiancarella, Nino Caponnetîo, Pao-l() Borseilino, Giovanni Falconc,Peplrino lmpastàto e Ritó Atria.Rita, "figlia e sorella di mafia", lagiovane l7enne che si suiciderànel 1992 dopo I'assassinio del giu-dice Borsellino, aveva provato a te-stimoruare contro l'organizzazione,nonostante fosse imparentata con"la piowa". Si è pensato di unùe lelorze per parlare in una città che haanch'essa le sue piaghe, ospitandoanche Giuseppe Masciad, I'im-prenditore esifato per aver cerca-to di contrastane le estorsioni. Macom€ mai il comune pisano sembfaaver ignorato un convegno di cosialta valenza? Si tratta di un disgui-do o di una semphce disorganiz-zazione? rl presenti meritavanoalmeno un saluto delle istituzioni?Ouesta e un'occasione persa per lacittà di Pisa, la carovana nazionale

di Libera passa, e non ritorna, ed e{atto grave che sia stata ignoratan.Oueste ie pa(:le di Nadra Furnart.presidentessa dell'AssociazioneAntnliafia Rlta Atria, alìe quali ag-giunge che capita spesso che sal-ltno inizíàtrl,€t clel genere. Portanoavanti deqìi rlrierogalivi ai quaìidare (ìelle risposte da iroppo temposvajie. Allcora a lìsa si è chìesto dÍconîinuare con le uìdagini dei "fat-

li .lel Z febbraio 1992 " , cile conlvol'sero rl coloturcllo Salrrlro Mare,rcci

pilota 46aAerobrigata.mollc rÌì uniÌìcrdentL- ae-reO duratìteun sewizioantincendio,e s i i n s i -ste perchesi sostienef e r m a m e n -

prsana me ne sarei vergognata!Possibile che non si sia trovatonesflrno che potesse sostituire lafigura del sindaco, un assessoreche venìsse almeno a salutare Pino

ro. iuttr, rron llrrJaviì rì ;:rezc :: st; lee dovirto arrtlli le. .ji]lr.lleia: (1i fai*il suo lavoro tlt ';1r.1;rottr.|ttrrrtr Ìti-;ìii,d'arie". Ma spesso gli sr chiechncanc\e i docun]eÌlii Der accrderr] irrdclernunai ì lur ; !Jhr , l : . . ,s , : . l r t r ì :pr( 's . nzrare. cr l r ' ' : ; r f ig ì r ' :u

l r rgplano la scuola se[za ;lveJc ahltenouno pseudoriirrìo: rn cltt-. moilo tr1ìsi assìcufa l'tuccìurlit;i c{rìl ijuust,Jtipo dr attrggÌ;unrÌlto'1 Alla ciornan-da: Cosa dire ai giovam pet carrlr-nua ru , l i a r ì i spe ra re? l l { , r s c i a r r r : .sponiie che: (igrsogna contùìrr;irila denurrctare, per;he cotue r Ì ; , :c ' ; . rcJuaìcuno, a furia di llensare malespesso s i c i azzel ia l r . Tut l r ) q i Ìe

sto ce lo dtce con un reglstralotein mano, fissa le parole che esconodalla nostra e dalla sua bocca, pernon rischrare di buttare ìegna sulfuoco, per aver preserìte cosa si èdetto e cosa rrìvece sarà scritto.Un ulteriore interveJìto è stato pre-visto per signllare il mcetuÌg pisano.le parole della direttrice rlel giolìa-le Casalrlanca, Gabriella Proio. cheha una denuncia in corso per averchiamato ignorante un indagato.aMa se avessl detto mafioso. aììoracosa satebbe successo. Lotlo corì-tfo la mana da trerìta annì. con rnol-ta allegda e leggorezza e non ìÌlelo tanno fare liberamente percheuon sono figlia di una vittima dellamafia, perché non sono colpiia inprima persona da alcuna minaccia,perché sono una cittadtna "puli-

ta"r. Sembra strano il suo discor-$o, glà citato nell'intervento dellirFurnari, la qualo conìm€rltavíì dalpalco che Gabriella aveva sottoli-rìeato satcasticamente di avere lasfottuna dì essere rinìasl.a ancoravlva, ùì quanto questa socic.tà lìe-ne Bolto alla commemorazione deidefunti e celebra cio chè ormai nonpuo più risolversi. La solnzione perloro è di unirsi, sotto un'unlca inse-gna di forza, contro tl male lnyincibile della mafia, perclré continuarea tenere separail coloro che hannoobiettivi di dnascita e dai protago-nisti della mafia, non fa che creareulteriore dissoluzione. AÌ Sud, direcìr qualcuno che è mafroso puo aI)-partre normale, in altri luoghi e perallri ambiti si deve aggrettivare di-veIsamente.

l,e che i movenlipossÍrno troval-si. cPisa non puÒÌrascufare queslotipo di temi * con-tinua la Furnari -che s6gnano ormaida troppi anni isolchi della nostraterla. Alla cittàchiedo di parlareanche di Emanue-le Sceri - il giovaneparà siracusanotrovato morto nellacasefma Gamer'ra di Plsa nell'estate del 1999 - inguanlo essa.è stata già interrogfalasu Ustica, e secondo noi" dalle fotodnvenute, si tratterebbe proprio diuî omicidio. Nella sua assenza gui,Pisa ha dimostrato di mancare diquella sensibilità che dowebbe es-sere propria della cultura così tan-to pavenfata e che si vuole portareavanti. I binomio stona, nsfi esiste@erenza, se fossi stata cittadina

Masciari? Credo si trattì dì una di-strazione politrcaD. Sarà proprioI'intervento del noto imprendito-te, "allontanato" dalla Cala"bria. ascaldare la piazza, che rìtroveremoin urì fermo immagine bloc{ato petascgltarlo:(Vi voglio bene tutti,sono Pino Masciari e vi ehiedo di"aùungami la vita"r. Fu alìonta-nato per essere tutelato, perchéaveva denunciato un sistema inte-

Pioo irìgscìcri

Page 33: Pino masciari

Fonte: http://www.telereggiocalabria.itRaduno giovani antimafia martedì 31 luglio 2007 Giovani provenienti da diverse realtà italiane, ma tutti legati da una grande attenzione per le problematiche connesse alla legalità ed alla lotta a tutte le mafie, si ritroveranno a Reggio Calabria dal 9 all' 11 agosto per partecipare a "Legalitalia", promosso dal movimento "Ammazzateci tutti" e definito dal portavoce, Aldo Pecora, "il primo meeting nazionale dei giovani antimafia". "E' solo un piccolo evento - ha sostenuto Pecora - ma di grande importanza nella storia del nostro movimento: con il Meeting nazionale Legalitalia 2007 stiamo dimostrando che ormai i ragazzi di Ammazzateci tutti sono cresciuti non solo numericamente ma anche qualitativamente, e vogliono essere tra i protagonisti, con le loro idee ed i loro progetti, di quella Calabria che vuole cambiare e che sta già cambiando. Una vera novità nel quadro delle manifestazioni estive regionali, che solitamente erano appannaggio dei soli partiti politici". "Ci ritroveremo a Reggio Calabria - ha proseguito Pecora - per una nuova iniziativa che abbiamo ideato e che abbiamo voluto significativamente chiamare Legalitalia, proprio per rimarcare, anche semanticamente, il fatto che le problematiche della legalità accomunano insieme a noi esperienze di tutta Italia, e che insieme agli altri giovani vogliamo iniziare un cammino che possa contribuire a creare un percorso comune e più efficace in questa difficile battaglia che non può e non deve essere solo calabrese o solo meridionale". La prima giornata sarà dedicata interamente alla commemorazione del magistrato Antonino Scopelliti, ucciso il 9 agosto di sedici anni fa. Nei tre giorni del Meeting i giovani incontreranno diverse personalità del mondo della politica, della cultura, della Chiesa, dell' Antimafia, della Magistratura e del giornalismo nazionali. In ricordo del giudice Scopelliti sarà celebrata alle 18.00 una Messa di suffragio presieduta da don Luigi Ciotti nel Duomo di Reggio. "La location principale della manifestazione - ha sostenuto Pecora - sarà quindi l' area di Piazza Duomo a Reggio Calabria, città in cui siamo stati accolti a braccia aperte dal sindaco Giuseppe Scopelliti, che si è subito detto felice ed onorato della nostra scelta". Nei tre giorni del Meeting, secondo quanto riferito, sono previste le presenze, tra gli altri, di "Salvatore Boemi, coordinatore della Dda Reggio Calabria; Gianfranco Bonofiglio, giornalista e scrittore; don Luigi Ciotti, presidente di "Libera, associazioni, nomi, numeri contro tutte le mafie", Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia (da confermare); Agazio Loiero, presidente della Regione Calabria; Beppe Lumia, vice presidente della commissione parlamentare antimafia; Antonio Prestifilippo, giornalista autore del volume "Scopelliti: Morte di un giudice solo; il patto di ferro tra la 'ndrangheta e Cosa Nostra''; Giuseppe Scopelliti, Sindaco di Reggio Calabria; Michele Cucuzza, giornalista ed anchorman Rai; Nicola Gratteri, sostituto Procuratore Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria; Sonia Alfano, figlia del giornalista Beppe Alfano assassinato dalla mafia; Enrico Fierro, giornalista del quotidiano "L' Unità" e scrittore; Nadia Furnari, presidente associazione "Rita Atria", Pino Maniaci, editore Telejato - Partinico; Giovanna Melandri, Ministro per le politiche giovanili ed attività sportive (da confermare); Fedora Sasso, regista Rai Educational; Angela Napoli, deputato della Repubblica, già Vicepresidente ed in atto componente commissione parlamentare antimafia; Pino Masciari, ex imprenditore oggi testimone di giustizia; Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato Antonino Scopelliti; Anna Longo, giornalista Radio Rai, conduttrice de "Il baco del millennio"; Enrico Fierro, giornalista de "L'Unità; Umberto De Rose, imprenditore, presidente Confindustria Calabria (da confermare); Ruggero Pegna, promoter calabrese di fama internazionale; Vincenzo Macrì, magistrato presso la Direzione Nazionale Antimafia; Antonio Marziale, sociologo, presidente Osservatorio nazionale sui minori; Riccardo Orioles, giornalista e direttore del mensile antimafia "Casablanca"; Luigi De Magistris, sostituto Procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro". "In tutte le serate - ha sostenuto Pecora - ci saranno momenti di intrattenimento musicale che valorizzeranno artisti calabresi, anche se ormai di fama nazionale, come i Quartaumentata, gli artisti di Consequenze (la rete di di artisti freelance più grande d' Italia), i ragazzi de 'La Gurfata', il cantautore Pino Barillà, ma non nascondiamo che stiamo lavorando alla possibilità di avere qualche grande sorpresa in serbo sia tra gli ospiti ed i relatori che dal punto di vista artistico-musicale. Stiamo lavorando febbrilmente alla definizione degli ultimi dettagli del programma della manifestazione e contiamo di presentarlo nella sua forma definitiva nei primi giorni di questa settimana in una conferenza stampa presso la sede municipale della Città di Reggio Calabria". (ANSA).

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Gazzetta del Sud Domenica 12 Agosto 2007 37

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Concluso ieri sera il primo meeting dei Giovani Antimafia del movimento “Ammazzateci tutti” in collaborazione con la fondazione “Antonino Scopelliti”

Legalitàlia, la forza del coraggio in piazzaDue incontri sui temi del contrasto al crimine. Gratteri: le cose da cambiare. De Magistris: far riemergere lo Stato

Luigi De Magistris, Ruggero Pegna, Antonio Marziale, Anna Longo, Enrico Fierro e Aldo Pecora sul Palco di piazza Duomo nella tavola rotonda di chiusura del meeting

Cristofaro Zuccalà

Due tavole rotonde, ieri sera, sulpalco di Legalitàlia, davanti alDuomo, hanno chiuso il 1. mee-ting dei Giovani Antimafia pro-mosso da “Ammazzateci tutti” diAldo Pecora in collaborazionecon la costituenda fondazione“Antonino Scopelliti”. Argomentiforti, come nelle precedenti tor-nate. Il coraggio messo in piazza.

La prima – preceduta da unworkshop sulla comunicazione –ha avuto come protagonisti Nico-la Gratteri, sostituto procuratoredella Dda di Reggio, Pino Longoex imprenditore oggi testimone digiustizia e l’avv. Gianfranco Sac-comanno, ex sindaco di Rosarno.Moderata da Anna Longo del Gr1Rai “Il baco del millennio”, la di-scussione si è sviluppata sui piùstringenti argomenti d’attualità.Il magistrato, rispondendo alladomanda d’avvio, ha fornito ladefinizione della differenziazio-ne strategica ultima tra mafia e‘ndrangheta. «Cosa Nostra – hadetto – che ha avuto uno scontrofrontale nel periodo dello stragi-smo, ha provocato la reazionedello Stato e della collettività. La‘ndrangheta, più subdola, ha cer-cato il consenso inserendosi neigangli sociali. È stata, così, menooppressiva: la gente se n’è accortain ritardo, mentre lo Stato l’ha sot-tovalutata in modo miope». Checosa ha cambiato l’omicidio For-tugno? «Ad essere ottimisti il de-litto è sembrato lo spartiacque,ma non è stato così. Nell’imme -diatezza, s’è avuta una grande at-tenzione mediatica di cui noi cala-bresi non abbiamo colto il lato po-sitivo. Nella sostanza, non v’è sta-ta risposta corale dopo quella deigiovani di Locri con eccessivi indi-vidualismi. Di qui la responsabili-tà degli adulti. E lo sgretolamen-to». Ecco che «l’unica arma deigiovani è la cultura, per capire do-ve sono le furberie del mondo deigrandi, senza essere proni al pote-re». E sul lavoro del magistrato,Gratteri ha asserito: «È bello. De-ve dar conto alla legge e, se vuole,può essere libero. Col tempo ilmagistrato si priva di molte cose.Tutto ha un prezzo. Bisogna an-dare avanti, costi quel che costi».Fermo restando che fra provvedi-menti da adottare nel breve e nellungo periodo, la priorità riguar-

da il cambiamento di alcune leggie la modifica di una decina di arti-coli del codice penale e di proce-dura. Ad esempio: un mafiosocondannato a 24 anni, in appellopuò accedere al patteggiamento esi scende a sette-otto anni di pena.Se la Cassazione conferma, si hadiritto a uno sconto di tre mesi peranno. Quindi, considerando la fa-se delle indagini preliminari, alsecondo anno, al condannato re-stano 5 anni da scontare». E, an-cora: va tolto il margine di discre-zionalità al giudice.

Pino Masciari ha raccontato lapropria, drammatica odissea. Ca-tanzarese, famiglia di imprendi-tori edili di successo, sposato conuna professionista, padre di duefigli, la malavita organizzata lomise con le spalle al muro, chie-dendogli persino il 3% per ognicantiere. Denunciato il racket diquattro province, il 17 ottobre ‘97è entrato nel programma di prote-zione. Vita trasformata. Un fratel-lo, consigliere provinciale e vicesindaco di Serra San Bruno, spa-

rato. Ma pure a livello economi-co-finanziario-giudiziale grandiavversità. Ridotto sul lastrico. Luisostiene che con il trasferimentoal Nord è «un esiliato». Si conside-ra «una vittima del dovere».

Saccomanno ha asserito, dalcanto suo, che il «cambiamento èun problema di uomini». E che «lalotta alla ‘ndrangheta è difficile inquanto per 20-30 anni si è abbas-sata la guardia. Mentre già si di-scute come bloccare il riciclaggiodel danaro sporco, la mafia si at-trezza. L’usura strozza gli impren-ditori? Metodologia superata,perché la mafia compie il salto diqualità. Colpire in alto è arduo. Lalotta si fa col coraggio».

Nella seconda tavola rotonda“Qui Calabria anno uno”, il sosti-tuto procuratore della Repubbli-ca di Catanzaro, Luigi De Magi-stris, autore di coraggiose inchie-ste, ha calamitato l’attenzione.Accanto a lui il promoter RuggeroPegna, il sociologo Antonio Mar-ziale, i moderatori Enrico Fierro(dell’Unità) e la stessa Longo. «Il

La Cisl-Rsu della polizia pro-vinciale ha diffuso un docu-mento per dissociarsi «dal rap-presentante della sigla sinda-cale Siapol», Siapol che hamosso critiche alla Provinciariportate ieri dal nostro giorna-le, anticipando peraltro che ri-correrà nelle competenti sedigiudiziarie in difesa del Corpo.

La Cisl-Rsu spiega perché sidissocia: per «il dialogo intra-preso con la Provincia», ma so-prattutto in quanto «gli impe-gni assunti dal presidente Mo-rabito e dall’assessore Vilasi sistanno concretizzando in fattireali», «dopo lo stato di agita-zione proclamato anche daquesta sigla sindacale» e laconcertazione seguita. Vienequindi citata «l’istituzionedell’unità operativa autonomaalle dipendenze del presidentedell’Ente che consente al Cor-po di polizia provinciale di ope-rare in simbiosi con l’istituzio -ne territoriale competente. Al-tro obiettivo raggiunto – conti -nua il comunicato – è la nomi-na di un comandante. Inoltre laProvincia ha riconosciuto l’in -dennità di disagio agli agenti dipolizia. In tempi brevi si avrà ilnuovo vestiario, la predisposi-zione del nuovo regolamentoal vaglio in commissione». Inbuona sostanza «la riorganiz-zazione del Corpo, a giudiziodi tutti gli operatori interpella-ti, si sta muovendo secondo unpercorso corretto. L’impegnodella Giunta di avviare percor-si di selezione sia interni cheesterni per il reclutamento dinuovi ufficiali e agenti, è il pun-to cardine del dialogo fra l’Entee le organizzazioni sindacali».Sul nuovo comandante Dome-nico Crupi la Cisl-Rsu, «consi-dera la sua nomina un fatto diconvinto e consapevole rilan-cio strategico del Corpo».�

Il Comune ha assicurato un pronto intervento sulla rete fognaria

Una perdita rende impossibilela vita degli abitanti di VitoUna fogna scorre a cielo apertoper le stradine di Vito superiorerendendo “difficile” la perma-nenza degli abitanti nel quartie-re a nord della città.

«Abbiamo anche chiesto l’in-tervento dei vigili urbani, ma fi-nora non c’è stato nulla da fa-re», si lamentavano gli abitantidel rione che attendono con fi-ducia un intervento dell’Ammi-nistrazione comunale. «Era giàintervenuta – dicono –, ma pocodopo si è registrata una nuovafuoriuscita di liquame».

Il consigliere con la delega al-la menutenzione Manlio Flesca,informato del problema, ha as-sicurato un pronto interventodel Comune per risolvere il pro-blema e dare una risposta defi-nitiva agli abitanti di Vito supe-riore.� La fogna che scorre per la strada di Vito

Cronaca di ReggioVia Diana, 3 - Cap 89123Tel. 0965.897161 / Fax [email protected]

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Domani riunioneConsiglio comunaleDomani sera alle 18tornerà a riunirsi ilConsiglio comunaleper la surroga delconsigliere Labate.

Tutela dei dirittiPolizia locale,la Cisl-Rsusi dissociadalla Siapol

Attraverso una Costituente

Aloi: occorre ricreareuna Destra autentica“Crisi della politica in Calabria ein Italia. C’è ancora e quale puòessere il ruolo della Destra so-ciale e morale nella continuitàdella storia”. Fra gli intervenutial convegno tenutosi a Lamezial’on. Natino Aloi, l’avv. ErnestoDe Simone, la dottoressa MariaGrazia Stocco e il prof. Enzo Saf-fioti.

Le ragioni dell’incontro-di -battito sono state illustrate daAloi presidente del centro “F.Grisi” e da De Simone. Il primoha sottolineato l’importanza es-senziale della “questione mora-le” che lo ha spinto, con «nume-rosi esponenti della Destra adoperare una scelta di alternativae distante dall’attuale indirizzopolitico-sociale della classe diri-gente di Alleanza Nazionale».Ecco che non poteva, ha sottoli-

neato Aloi, «accettare la recentenuova presa di posizione diAzione Sociale circa un inconce-pibile ritorno ad accordi e al-leanze con la destra di governo.Di qui le mie dimissioni da ognicarica e da ogni responsabilitàpolitica di Azione Sociale».

Dopo l’intervento di EnzoSaffioti, la relazione di De Simo-ne. Ha evidenziato da un latoche le idee in politica servono,nella società e nella cultura, maridando dignità al concetto dipolitica. Dall’altro, la necessitàdi fare riemergere gli uomini dipensiero. Di qui l’obiettivo diuna Costituente di Destra. Aloiinfine ha proposto l’istituzionedi un Centro studi “MicheleBianchi” per stimolare il dibatti-to all’interno di una Destra ido-nea a rivitalizzare la politica.�

magistrato – ha rilevato De Magi-stris – non deve cercare consensoo fare il giudice etico. In Calabriasento lontane le Istituzioni. Se siapplica in modo corretto il diritto,si esercita una funzione che ha delrivoluzionario». Ed ha aggiunto:«I flussi di finanziamenti pubbliciche arrivano in questa regionefanno saldare, in un sistema tra-sversale politico, il binomio crimi-nalità-colletti bianchi. Bisognafar riemergere lo Stato».

Marziale ha reso noto di averetrovato nelle scuole calabresi enella Piana un rigetto «perché lamafia dà lavoro». Ma «l’aspettoculturale è fondamentale, mentrela Scuola deve responsabilizzarela famiglia». Il tutto mentre la tv,che agisce sulla psiche dei ragaz-zi, svolge un ruolo diseducativo edeviante. La ricetta? «Non aspet-tiamoci la manna. La soluzione è:responsabilizzare i figli ad essereonesti». Sull’aspetto culturale hainsistito Ruggero Pegna, mentrenella notte il dibattito proseguiva.Tra applausi convinti.�Nicola Gratteri, Anna Longo e Pino Masciari

DOTT. ANNUNZIATO VITETTASpecialista Clinica pediatrica - Puericultura

e Dietetica infantile - Neuropsichiatria infantile.Nuova cura risolutiva per:

Anoressia psichica, bulimia e disturbi alimentari. Attacchi di panico.Via Trabocchetto i - Tel. 0965.22231 Reggio Calabria

Tommaso
Evidenziato
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Fonte: http://www.larivieraonline.com/

Pino Masciari, testimone di giustizia e “vittima” del dovere

La storia di Pino Masciari, testimone di giustizia o, come lui preferisce definirsi, “vittima del dovere”, è per molti versi esemplare. In una Calabria dove il coordinatore della Dda di Reggio, Boemi, dichiara che l’85% delle indagini nascono da captazioni telefoniche piuttosto che da denunce specifiche, dove gli imprenditori sottomessi al racket delle estorsioni, evidentemente, non hanno fiducia nelle istituzioni che dovrebbero proteggerli, Pino ha avuto il coraggio di andare controtendenza. Figlio di un imprenditore edile, primogenito di nove fratelli, divenuto a sua volta titolare della ditta del padre, Masciari è uno che ci ha saputo fare nel proprio lavoro. In poco tempo è diventato uno dei grossi costruttori aprendo una seconda impresa, nuove sedi a Catanzaro e Serra San Bruno e cantieri in tutte le province della Calabria ed anche all’estero, in Germania. Tutto questo non poteva certamente passare inosservato e prima il padre, poi lui stesso, sono stati costretti a “regalìe” nei confronti di numerose famiglie della malavita. Appartamenti venduti sottocosto, villette costruite senza percepire neanche un soldo. Poi, mano a mano che il volume degli affari cresceva, l’obbligo di comprare calcestruzzo e i vari materiali da costruzione da “amici”, l’imposizione di assunzioni di persone “particolari”, e, infine, l’obbligo di pagare anche una percentuale fissa sui lavori. «La cosa più grave- dice con un filo di ironia- è che poi si ammazzavano tra di loro e dovevo costruire pure le cappelle cimiteriali, senza, ovviamente, percepire neanche un centesimo. Ero ancora giovane e potevo anche permettermi certe regalìe ma ad un certo punto non ce l’ho fatta più ed ho detto basta. Quando queste persone mi hanno imposto il tre per cento di ogni importo a base d’asta, in maniera categorica, ho detto no, a questo punto non dò più un soldo a nessuno. Ho deciso di denunciare. E da lì sono iniziati i guai più grossi. Incendi nei cantieri, colpi di lupara, telefonate minatorie. Sono stato costretto ad andare via dalla Calabria con mia moglie e i miei due figli. Vivo in una località del Nord dal 1997, allorquando una decina di carabinieri vennero di notte, mi caricarono su un furgone e mi portarono via, messo sotto programma di protezione da parte del Ministero dell’Interno». E già, perché Pino l’ha fatta grossa: ha avuto il coraggio di denunciare e far condannare esponenti mafiosi di ben quattro province. E non solo: ha denunciato anche pezzi delle istituzioni colluse, facendo processare anche un magistrato. «Non è stato facile. Parliamo degli anni ’92, ’93 e ’94 allorquando in Calabria la situazione era così calda che il giudice Antonino Caponnetto aveva detto che qui non c’era più lo Stato». Oggi, Masciari si definisce “un morto che cammina”; teme da un momento all’altro che possa succedere qualcosa a lui o alla sua famiglia. Ma nutre fiducia nella giustizia, anche se con le dovute specificazioni. «Devo per forza avere fiducia, sennò farei prima a mettermi io stesso sottoterra senza aspettare che lo faccia qualcun altro. Comunque in Calabria ci sono magistrati, che ho conosciuto personalmente, che vogliono lavorare e darsi da fare. Il punto è metterli nelle condizioni di poterlo fare». Pino, intanto, il suo dovere lo ha fatto. E per farlo è dovuto tornare più volte in Calabria per testimoniare. Lui stesso racconta come: portato da normalissime auto Fiat senza blindatura, con la targa della località “segreta” dove risiede con la sua famiglia e dove è censito con nome e cognome veri; lasciato più volte, a Nicastro come a Vibo o a Crotone, senza scorta e senza tutela; costretto ad esibire negli alberghi dove è stato alloggiato, assieme alla sua scorta, i documenti con i suoi dati reali cosicché molti hanno potuto vedere dove risiede. Nel corso degli anni, Masciari si è trovato più volte nelle aule dei tribunali di fronte alle persone che ha denunciato. Ha incrociato i loro sguardi infuocati e poco rassicuranti. «Devo sforzarmi di avere fiducia nella giustizia», ripete, forse anche per convincersene. La domanda, a questo punto, è quasi ovvia: lo rifarebbe? «Si. Oggi sono cambiate tante cose rispetto al passato. Si parla apertamente in pubblico di mafia, c’è la legge antiracket, chi denuncia non è costretto più a partire. E se ci saranno più persone a denunciare i propri estortori le cose possono migliorare ancora di più. Perché siamo anche noi che dobbiamo aiutare lo Stato a sconfiggere la mafia, non possiamo fare gli indifferenti». Intanto, Beppe Grillo lo chiama tutte le sere durante i suoi spettacoli e gli fa raccontare la propria storia. Anche questo è un modo per far cambiare le cose. Bravo Pino. E grazie.

(25.08.2007)Redazione

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ESTORSIONI: VITTIMA, VIA DAL PARLAMENTO I TANGENTISTI (AGI) - Vibo Valentia, 4 set.- "Penso che al punto in cui siamo arrivati, il problema non si risolve nemmeno espellendo dalle associazioni quegli imprenditori che pagano il pizzo e che sono tantissimi. Perche' bisognerebbe espellere dai partiti e dal Parlamento anche quei politici che chiedono tangenti sugli appalti e di cui ho una esperienza e conoscenza diretta". Ad affermarlo, dallla localita' segretain cui vive da oltre dieci anni, l'ex imprenditore vibonese Pino Masciari, definito uno dei piu' importanti testimoni di giustizia d'Italia. Masciari di dichiara d'accordo con la dichiarazione di un altro teste, Nello Ruello, rilasciata all'Agi. "Sono dovuto scappare dalla mia Calabria per poter salvare la mia vita e quella della mia famiglia, vivendo da 11 anni come un penitente , come colui che deve pagare il conto di una colpa. Ma quale colpa? Quella d'aver denunciato - aggiunge - i miei estortori, gli 'ndranghetisti e un sistema d'illegalita' diffusa nei livelli politi- Istituzionali. E' forse una colpa questa! E se una colpa non e' stata, adesso voglio ritornare nella mia citta' di Serra San Bruno, per rifare l'imprenditore. Sono questi gli esempi, l'unico modo, con cui lo Stato puo' incominciare a debellare la mafia. Tutto il resto sono chiacchere che lasciano il tempo che trovano. Perche' - aggiunge Masciari - finche' chi ha il coraggio di denunciare viene punito e maltrattato anche dalla burocrazia dello Stato, finche' non si cambia rotta e ad essere puniti siano i veri colpevoli con pene esemplari e certe, dopo un iter giudiziario breve ed efficiente, con il conseguente sequestro e la confisca dei beni accumulati illecitamente, l'isolamento da ogni livello sociale e politico, finche' non ci sara' una sinergia di questi fattori, le varie forme di mafia continueranno ad esistere e a fare paura. Ecco perche' - continua - e' giusto che finalmente l'esempio sia forte e determinato, soprattutto contro quei politici , che dopo aver instascato tangenti e seminato corruzione, persino hanno l'arroganza di sedere nei banchi del Parlamento, persino dopo essere stati condannati. Stessa cosa vale per quei dirigenti e funzionari dello Stato infedeli e tangentisti". (AGI) Cli/Adv

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Fonte: http://www.asca.it

CALABRIA: TESTIMONE GIUSTIZIA MASCIARI, VOGLIO RIFARE L'IMPRENDITORE

(ASCA) - Vibo Valentia, 4 set - ''Penso che al punto in cui siamo arrivati, il problema non si risolve nemmeno espellendo dalle associazioni quegli imprenditori che pagano il pizzo e che sono tantissimi. Bisognerebbe, invece, espellere dai partiti e dal Parlamento anche quei politici che chiedono tangenti sugli appalti e di cui ho una esperienza e conoscenza diretta''. Lo afferma l'ex imprenditore vibonese Pino Masciari, dal suo rifugio, definito uno dei piu' importanti testimoni di giustizia d'Italia, che con le sue denunce ha spedito in galera decine e decini di estorsori, nel dichiararsi d'accordo con la dichiarazione di Nello Ruello. ''Sono dovuto scappare dalla mia Calabria per poter salvare la mia vita e quella della mia famiglia, vivendo da 11 anni come un penitente, come colui che deve pagare il conto di una colpa. Ma quale colpa? Quella d'aver denunciato i miei estortori, gli 'ndranghetisti e un sistema d'illegalita' diffusa nei livelli politici e istituzionali. E' forse una colpa questa! E se una colpa non e' stata, adesso voglio ritornare nella mia citta' di Serra San Bruno, per rifare l'imprenditore. Sono questi gli esempi, l'unico modo, con cui lo Stato puo' incominciare a debellare la mafia. Tutto il resto sono chiacchere che lasciano il tempo che trovano''. red/sam/alf

(Asca)

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L'atteso V-Day si è consumato. Il giorno del "vaffa..." popolare voluto da Beppe Grillo per denunciare «tipicità italiane che non ci vanno giù» è trascorso ma non senza rumore. Da piazza Brindisi a Lido, nonostante il cattivo tempo, Catanzaro ha dato il suo contributo all'iniziativa grazie al lavoro dei giovani di "Catanzaro Meetup", sito libero dove vengono lanciate proposte e affrontati temi d'attualità. Dallo spazio virtuale, dove si cerca di fare «la politica vera mirata alla risoluzione di problemi concreti», Massimiliano Capalbo e gli altri giovani del web hanno deciso di scendere in piazza per sensibilizzare la cittadinanza. Dalla raccolta firme per sottoscrivere il documento "Parlamento pulito", si è passati a quella contro l'attivazione della centrale elettrica a Simeri Crichi. Subito dopo si è dato spazio all'associazione "HackerLab" che ha tenuto un workshop sulla promozione del software libero, per poi parlare di "Esempi di buona amministrazione" con il sindaco di Falerna, Daniele Walter Menniti, distintosi per aver fatto demolire alcune villette abusive, e il sindaco di Olivadi, Renato Puntieri, che ha incentivato la raccolta differenziata e voluto, nel suo paese, una centrale eolica. Prima di passare alla festa musicale la telefonata a Pino Masciari, imprenditore catanzarese costretto a nascondersi per aver denunciato chi gli chiedeva il pizzo. La manifestazione si è conclusa con le esibizioni live dei "Last Faith", "Quetzal", "Avidamente" e Baby on the green sofa.

da gazzettadelsud.it 09/09/2007

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Gazzetta del Sud Martedì 11 Settembre 2007 45

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Cronaca di ViboDa qualche giorno il litorale è tornato ad essere impraticabile. Il torrente Sant’Anna ancora una volta sotto accusa per via dei liquami

Scarichi fognari nel mare di BivonaSilvio Greco: l’inquinamento è un reato e deve essere perseguito a tutti gli effetti

Tornano i liquami e gli scarichi fognari nel torrente Sant’Anna e di conseguenza nel mare di Bivona

Nicola Lopreiato

Le fogne sono tornante nel maredi Bivona. Dopo una pausa diqualche settimana, il torrenteSant’Anna ha ripreso a scaricareliquami, come agli inizi della sta-gione balneare. Nelle acque diBivona si è subito formato unachiazza marrone ben visibile.Per li litorale vibonese sembranon ci sia proprio alcuna speran-za per tornare a vedere un marelimpido, come promesso dagliamministratori il giorno in cuisono stati presentati i dati Arpa-cal sull’inquinamento derivantedall’alluvione del 3 luglio del2006.

In quell’occasione è prevalsoil facile ottimismo. Si pensavache i pericoli del mare fossero so-lo la diossina, che la marea difango aveva depositato sullasabbia, o quelle sostanze chimi-che che il mare a distanza di unanno dall’alluvione aveva proba-bilmente quasi depurato. Nessu-no aveva pensato, o voluto, fare iconti con l’inquinamento reale,quello che da tantissimi anni or-mai affligge il mare di Bivona: gliscarichi fognari. «Posso capireche tutto ciò accade, ma non do-vrebbe, quando piove – dice Sil-vio Greco, esperto e studioso diacque marine, nonché consulen-te del ministro Pecoraro Scanio,oltre che abitante di Bivona – manon posso accettare che gli scari-chi fognari arrivino a mare attra-verso il Sant’Anna, quando nonpiove. Allora significa che qual-cosa non funziona».

Che ci siano intere zone dellacittà non collettate, è un fattocerto. E l’inchiesta di Gazzettadel Sud risalente ai primi giornidell’estate l’ha abbondantemen-te certificato. E di fronte a quelrumore qualche accorgimento èstato preso al punto che nelboom della stagione l’ondata di

piena, dei liquami ovviamente, èstata contenuta. Ora che i vacan-zieri sono scappati, il Sant’Annaè tornato alla “normalità”, ovve-ro a scaricare liquami. «Ma possi-bile – sbotta Silvio Greco – chenessuno si rende conto che in-quinare il mare è un reato, e per-tanto dev’essere perseguito anorma di legge? Possibile che anessuno viene in mente che è ne-cessario prendere atto di questasituazione, perché qui si sta con-sumando un vero e proprio at-tentato all’ambiente marino, eporre dei rimedi in tempi urgen-tissimi?».

Sono gli interrogativi che sipone un cittadino di Bivona, manello stesso tempo chi vive di am-biente e lavora per la sua salva-guardia. «Vorrei che fosse chiaroun concetto – spiega ancora Sil-vio Greco – il mare non dev’esse-re tutelato solo durante il perio-do estivo, perché dobbiamo fareun “favore” a noi stessi.... È unbene della natura che dev’esseresalvaguardato in qualsiasi mo-mento, in qualsiasi stagione, equindi anche d’inverno perché ildanno rimane sempre».

E soffermandosi per un attimosulla normativa vigente, Grecoaggiunge: «La legge Merli in pas-sato prevedeva la possibilità cheil “troppo pieno” dei depuratoripoteva finire nei torrenti, ma daquando è entrata in vigore la leg-ge 152 del 1999 ciò non è piùpossibile. Bisogna collettare, ov-vero le reti fognante debbonoandare direttamente al depura-tore».

E per quanto concerne gli in-terventi da fare Silvio Greco, giàautore di un esposto in Procura,annuncia: «Visto che nessuno fi-no ad oggi si è mosso, allora vuo-le dire che tornerò alla carica conaltro materiale per dimostrare ildisastro che si sta consumandonel nostro mare».�

Gerocarne

Custodivacocainasottola mattonella,arrestatoI carabinieri della Compagniadi Serra San Bruno hanno trat-to in arresto Pasquale De Masi,26 anni, del luogo, con prece-denti contro il patrimonio. Nelcorso di una perquisizionenell’abitazione del giovane imilitari operanti hanno rinve-nuto 260 grammi di cocaina,300 grammi di sostanza stupe-facente del tipo “speed” e 250di sostanza da taglio.

La droga era nascosta in duecontenitori sotto una matto-nella del pavimento del bagno,al piano terra. Il tutto, una vol-ta immesso sul mercato avreb-be fruttato una somma pari acirca 100mila euro, è stato po-sto sotto sequestro dai carabi-nieri. Per De Masi è scattatol’arresto per violazione delladisciplina in materia del traffi-co e dello spaccio di sostanzestupefacenti. Oggi è prevista lacelebrazione del processo perdirettissima. Con l’arresto diPasquale De Masi si trova ulte-riore conferma dell’enormemole di lavoro che i carabinieridella Compagnia di Serra SanBruno, comandati dal capitanoMichele Monti, stanno effet-tuando sul fronte della repres-sione del traffico di droga.�

Pasquale De Masi

L’incidente alla stazione di Zambrone. L’uomo è stato denunciato

Anziano attraversa i binari e rischiadi essere travolto da un trenoSe la caverà con la frattura del fe-more ed un verbale per interru-zione del traffico un ottantenneche nella mattinata di ieri stavacamminando lungo i binari dellatratta Lamezia Terme-ReggioCalabria.

A salvargli miracolosamentela vita il macchinista del trenoin corsa il quale appena lo ha vi-sto ha frenato la corsa del trenoed ha fischiato. Il fatto è avve-nuto intorno a mezzogiorno didomenica nei pressi della sta-zione ferroviaria di Zambrone,centro turistico della Costa de-

gli Dei. L’uomo, in vacanza inun villaggio turistico del luogounitamente alla moglie, nonavendola più vista, si stava re-cando alla stazione ferroviariaper cercarla, e per accorciare ledistanze, si era messo a cammi-nare lungo il binario della ferro-via. Quando ha sentito il fischiodel treno, colto di sorpresa, hasubito cominciato a correre percercare di attraversare i binarivelocemente ed evitare di esse-re travolto dal treno. Ma è cadu-to ed ha riportato una frattura auna gamba, escoriazioni varie e

un grande spavento.Sul luogo è intervenuta

un’ambulanza del 118 che lo hasoccorso trasportandolo immie-diatamente al pronto soccorsodell’ospedale “Jazzolino” dove sitrova ricoverato in gravi condi-zioni ma non in pericolo di vita,mentre il traffico ferroviario èstato interrotto per oltre mezzo-ra.

Sul luogo anche la Polfer e unavolante del posto fisso della poli-zia di Stato della vicina Tropeache dopo gli accertamenti hannocontravvenzionato l’anziano conl’accusa d’aver causato l’interru-zione del traffico e per incautoattraversamento dei binari.

Quanto accaduto dovrebbeindurre a riflettere quanti moltospesso ritengono che attraversa-re i binari non comporta alcun ri-schio.�(r.v.)Il vecchio tratto ferroviario

Lettera di Pino Masciari a Napolitano

«Ho fatto la mia partelo Stato faccia la sua»Un imprenditore edile e testi-mone di giustizia, Pino Ma-sciari, di Serra San Bruno, harivolto un appello al presi-dente della Repubblica, Gior-gio Napolitano, al presidentedel consiglio dei Ministri, Ro-mano Prodi ed alle associa-zioni di categoria affinchè «ilrischio di vita cui è esposto –sostiene – diventi motivo dieffettiva protezione da partedello Stato e non limitazionealla propria libertà».

Masciari, sottoposto a pro-gramma speciale di protezio-ne da parte del ministerodell’Interno dal 18 ottobre1997 con la moglie ed i suoidue bambini, ha denunciatoesponenti della 'ndranghetae le sue collusioni nella sferapolitica-istituzionale.

«Da tali denunce – s o s t i e-ne Pino Masciari – sono sca-turiti diversi processi e nu-merose condanne tra le qualianche contro qualche magi-strato. Tale scelta ha sconvol-to l'esistenza della mia fami-glia, perché siamo dovutifuggire dalla nostra terra persalvarci la vita. Ciò mi ha por-tato all’esilio, alla perditadelle mie imprese di costru-zioni edili e mia moglie hadovuto rinunciare alla suaprofessione di medico odon-toiatra».

E relativamente alle mi-nacce ricevute dal presidenteAnce di Catania il testimonedi giustizia aggiunge: «Trovogiusto – ha proseguito Ma-sciari – che gli imprenditoriche pagano il pizzo venganomandati via dalle associazio-

ni di categoria. Via chi pagale tangenti e via anche i po-litici che prendono le tangen-ti, via ogni forma di illegalità.Io da imprenditore mi sonoribellato denunciando all’a u-torità giudiziaria il sistemache mi rendeva vittima, in unperiodo, più di dieci anni fa,quando di ‘ndrangheta nonse ne parlava o se ne parlavapoco. Sono stato ossequiosodelle leggi dello Stato e misono affidato ad esso e michiedo perchè in questi lun-ghi anni non ho avuto soste-gno e sono stato dimentica-to?».

«Io rientro – ha concluso –nella categoria dei testimonidi giustizia, ho visto passaredavanti a me diverse legisla-ture e solo da pochi mesi horiscontrato una certa sensibi-lità da parte delle istituzio-ni».�

Pino Masciari

Intimidazione

Solidarietàdi Giamborinoal segretarioGuccioneIl capogruppo della Mar-gherita alla Regione PietroGiamborino esprime la pro-pria solidarietà al segreta-rio regionale dei Democra-tici di sinistra Carlo Guccio-ne per il grave atto intimi-datorio subito. «L’i n g e n e r o-so e imperdonabile gestoperpetrato ancora una voltaai danni del segretario Guc-cione, giunto in un momen-to in cui lo scenario dellapolitica è surriscaldato daldibattito attorno alla costi-tuzione del Pd e che vede lostesso esponente politicoprotagonista in prima per-sona – afferma il consigliereregionale –, conferma chedeve essere sempre più for-te la risposta dell’opinionepubblica nei confronti ditenta disperatamente di fre-nare il democratico e liberoconfronto servendosi deisoliti ed insani disegni cri-minosi. �(l.f.)

Pietro Giamborino

Agenda telefonica cittadinaFARMACIA DI TURNODOTT. DE PINO - Piazza San Leoluca -Tel. 096342183

GUARDIA MEDICAOrario: prefestivi: dalle ore 10 alle ore20; festivi: dalle ore 8 alle ore 20; not-turni: dalle 20 alle 8 all’Ufficio sanitario,tel. 93808 e Vibo Marina tel. 572621ACQUARO tel. 353289ARENA tel. 355312BRIATICO tel. 391946CAPISTRANO tel. 325548CESSANITI tel. 501005DINAMI tel. 0966/904478DRAPIA (Brattirò) tel. 68455FABRIZIA tel. 314156FILADELFIA tel. 0968/724425GEROCARNE (Ciano) tel. 356314JOPPOLO tel. 883336LIMBADI tel. 85990MAIERATO tel. 253399MILETO tel. 336303MONGIANA tel. 311214MONTEROSSO CALABRO, 325557NARDODIPACE tel. 313135NICOTERA tel. 886222PIZZO tel. 534102PIZZONI tel. 358688POLIA tel. 321157RICADI tel. 663818ROMBIOLO tel. 366011SAN CALOGERO tel. 361092SAN COSTANTINO CAL., 331574SAN GREGORIO D’IPPONA 261483SAN NICOLA DA CRISSA, 73013

SANT’ONOFRIO tel. 267214SERRA SAN BRUNO tel. 71354SIMBARIO-SPADOLA tel. 74776SORIANO CALABRO tel. 351433SPILINGA tel. 65500STEFANACONI tel. 508637TROPEA tel. 61366VIBO VALENTIA tel. 41774VIBO VALENTIA MARINA tel. 572621ZAMBRONE tel. 392450ZUNGRI tel. 664404

AMBULANZECroce Rossa italiana tel. 43843.Mimmo Polistena Onlus, 0963/94420

«118»Servizio d’emergenza sanitaria.

OSPEDALE CIVILECentralino tel. 9621Pronto soccorso tel. 962352

CARITAS - CENTRO SERVIZIPiazza Luigi Razza, 10 (Santa Maria delsocc.) tel. 0963/471750

COMUNETel. 0963/599111

CONSULTORIO FAMILIAREVia Gentile, 2 tel. 591206 - 93810

CHIAMATA TAXITel. 41490

IGIENE PUBBLICATel. 962348

ITALGASUfficio guasti tel. 800 900 999

POLIZIA MUNICIPALETel. 0963/599606

TELEFONO AZZURROLinea di emergenza tel. 19696 (gratuito)Linea istituzionale tel. 051/481048

EMERGENZA INFANZIA

tel. 114 (24 ore su 24) sulla salute psi-co-fisica di bambini e adolescenti in peri-colo immediato.

VIGILI DEL FUOCO

Chiamata di soccorso 115Sala operativa tel. 0963/9969Uffici tel. 0963591648Distaccamento portuale 0963572900

BENZINAIO NOTTURNOSelf-Serv. TAMOIL Mesiano di Filandari

OSPEDALE CIVILE DI PIZZOCentralino tel. 0963/532237

OSPEDALE CIVILE DI SORIANOCentralino tel. 351433OSPEDALE CIVILEDI SERRA SAN BRUNOCentralino tel. 0963/777111

OSPEDALE CIVILE DI TROPEACentralino tel. 61366; interno 251 - 207

CARABINIERIVia pellicanò, 19 tel. 0963/592404Pronto intervento, 112

QUESTURAVia S. Aloe, tel. 0963/965111Pronto intervento, 113Ufficio stranieri tel. 0963/965515Ufficio Relazione Pubb., 0963/965549

POLISTRADAVia Manzoni, tel. 0963/996611

SCUOLA ALLIEVI AGENTIPiazza D. Taverna, tel. 0963479111

GUARDIA DI FINANZAVia Emilia, 11 Vibo Marina: Pronto inter-vento, 117 - Roan: tel. 0963/572082

NUCLEO DI PT E COMPAGNIACorso Umberto I, 152 tel. 0963/42160

CAPITANERIA DI PORTOVibo Marina, tel. 0963/5739201Soccorso in mare, 1530CORPO FORESTALEDELLO STATO

Via Roma, 30 Mongiana tel.0963/311022Pronto intervento, 1515

ADMOVia ipponio, 10 tel. e fax 0963/43075

Avevano svuotato la cassa di un bar di San Nicola da Crissa portando via 100 euro

Furto aggravato, 2 giovani finiscono in manetteNando Scarmozzino

È andata male su tutti i fronti adue giovani, che avevano appe-na svuotato la cassa in un bar e apiedi si aggiravano per le vie delcentro storico: i carabinieri dellalocale stazione infatti li hannosubito intercettati e tratti in arre-sto.

Protagonisti due ladruncolidel luogo, Nicola Martino e Roc-co Ingenuo, di 37 e 29 anni, conpiccoli precedenti. I due, finiti inmanette domenica pomeriggio

con l’accusa di furto aggravato inconcorso, sono stati processati(la difesa è stata affidata all’avv.Fiore De Luca) per direttissimaieri mattina. Il giudice, France-sca Gomez de Ayala, avendo pat-teggiato, ha concesso loro, in at-tesa del processo fissato a no-vembre prossimo, la misura cau-telare dell’obbligo di firma.

Erano circa le 3 di domenicapomeriggio quando i due la-druncoli facevano ingresso den-tro il bar “Belvedere”, sitonell’omonima via, di proprietà

di M. C., 35 anni, nubile. All’in-terno, data l’ora, c’erano i gestoriGuerino Carnovale e AntoniettaMartino. I due giovani, avvicina-tisi al bancone, hanno chiesto dipoter consumare una birra. Ma,approfittando della momenta-nea assenza dei gestori (si eranorecati nel vano cucina attiguo) idue ladruncoli si sono subitoportati dietro il bancone e, dopoaverlo aperto con destrezza,hanno svuotato il registratore dicassa. Con un bottino misero,circa 100 euro in monete di vario

taglio, sono poi scappati per levie del centro storico. Una tele-fonata giunta poco dopo allacentrale operativa del comandostazione di Serra ha fatto con-vergere nel centro abitato di SanNicola il maresciallo della localestazione dei carabinieri Tomma-so Montuori e l’appuntato Salva-tore Micalizzi, che si trovavanodi pattuglia nelle vicinanze. Unrapido giro in paese e pochi mi-nuti dopo ai polsi dei due ladrun-coli, intercettati, sono scattate lemanette.�

Tommaso
Evidenziato
Page 40: Pino masciari

12 Martedì 11 settembre 2007 24 ore in Calabria il Cluoticliano

Pubblicato il bando: si tratta di costruire un secondo piano per riorganizzare gli spazi

Dieci 01ilioni per l'aeroporto Al via il bando per il rifacimento del terminal di Reggio

REGGIO CALABRIA - Qua­si 10 milioni di elU'O per la progettazione esecutiva. e l'e­secuzione dei lavori di ri· strutturazione, adeguamen­to e ampliamento dell'aer'O­stazione passeggeri dell' Ae­roporto dello Stretto di Reg­gio Calabria: è stato pubbli· cato ieri mattina sulla Gaz­zetta Ufficiale il bando in~ gral.e relativo agli interventi. scaricabile da.I sito internet WWW.tlJ:l'OportodellOStJ'etto.it , i cui termini scadranno alle 12 del prossimo 19 ottobre. «Con i lavori di rifacimento del ternùruù (che prevedono, tra l'altro, la costruzione di un seoondo piano destinato ~ uffici. permettendo oasi di destinare tutta l'attuale a.rea a.i p.'1.SSeggeri ed a.i ser­vizi oomrnercia.li) s i stanno per oonipletare - si leg·ge in una nota della Sogas, la so­cietà di gestione dello scalo -gli interventi infrastruttura,. lì previsti per l'adeguamen­to, rampliamento e fa messa. in sicurezza dell'Aeroporto dello Stretto. Stanno infatti per essere appaltati gli ulti­mi due interventi, relativi al secondo lotto delle opere di potenziamento delle infra­strutture airside (per circa 2,s milioni d i euro) e alla. 1'ea­li=ione di un edificio poli· funzionale per i mezzi di rampa (<'.irca 600mila euro). Con l'aggiudicazione di que-

n testimone di giustizia

Masciari scrive a Napolitano

«Mi hanno abbandonato>>

CATANZARO -Un imprendi­tore edile e testimone di giu­stizia., Pino Ma.<JCia.ri, di Vi.bo Valentia, ba rivolto un appel­lo al Pre$idente della Repub­blica, Napolit.ano, al pnis.i­dente del oonsiglio dei Mllli­stri, Prodi, e alle Associazio-

~o ~ew~~chè«il ri:

sootiene - diventi ~di effettiva protezione da parte dello Stato e non llinita.zione alla propria libertà». Mascia­ri, sottoposto a {>rogram.ma speciale di protezione da pai·­te del Ministero del11ntern.o dal 18 oUobr'C 1997 oon la moglieedisuoiduebambini, ha denunciato esponenti del­la 'ndrangheta e le sue oollu­sioni nella sfera Politica -Istituzionale. ·<Da tali denun­ce - sostiene Mascìari - sono scaturiti cliversi prooessi e numerose oondanne tra le quali anche contro qualche Magistrato. Tal.e scelta ha sconvolto l'esistenza di un'in·

~~~~lia, pe= = terra per ~la vita. Ciò mi ba. portato all'esilio. alla perdita delle mie inl'prese di oostruzìoni edili e mia. mo­gHe ha dovuto rinunciare al­la sua professionen.

.. Trovo giusto - ha p1'00e­gu.ìto Masciari - che gli im­prenditori che pagano il piz­zo vengano mandati viadal.le associazioni di categoria. Via clù ~le tangenti e via an­che i politici che prendono le tangenti. Io da imprenditore mi sono ribellato denuncian­do il sistema che 1ni rendeva vittima, in un periodo, più di dieci anni fu, quando di 'r1drangbela non se ne parla.. va o se ne parlava poco. Sono stato ossequioso delle leggi dello Stato e mi sono affidato ad esso e mi chiedo perchè in questi ltmghi anni non ho ~~~=~o e sono stato

sti lavo1•i - oontinualaSogas - si completa l'aocele1-ata da­ta negli ulti.ml due anni per adeguai'!! Io scalo alle nuove esigenze. n prossìmo lotto di interventi, l 'alativi all'agenda 2007/2010 , è in oorso di ap­provazione da parte di Enac centrale: gli uffici di proget­tazione della SoGAS hanno consegnato nei mesi scorsi le schede dettagliale relative ai singoli interventi ritenuti necessari per la sa.fety e la se­cur ity dello scalo, che preve­dono, se saranno appl'Ovati, una spesa. di circa 25 milioni dieuro>1. n progetto definitivo per la

ristrutturazione, l'adegua­mento e l'ampliamento del­l'aerostazione è stato appro­vato all'inizi.o dell'estate, ed è il frutto del lavoro congiunto dei due studi ìnter·ruJzionali di pl't'.lgett.azione che si erano aggiudicati .i relati vi appalti: sy8temati.ca e Favel'O e Mi-

Lo affenna Gentile

«Ridicolo affidare la stazione Wlica a una Regione di inquisiti>>

Il senatore Antonio Gentile (Fi)

COSENZA - "La. decisione di affidal'e la stazione uni­ca appaltante ad una regio­ne dove abbondano gli in­quisiti è ridicola ed offensi· va della buona creanza». E' quanto sostiene in tma no­ta il senatore di Forza Italia e segretario della commis­sione parlamentare anti· mafia, Antonio Gentile . "Una decisione retorica oo inutile· ha aggiunto · men­t.J•e l'un ica oosa seria che si poteva fare per la Calabria è mantenere il prefetto de Sena, uomo di grande livel· lo che è s tato estromesso in modo strano. Con tutto il rispetto Loiero dovrebbe di­mettersi: è l'unica cosa se­ria che può fare per la Re· gione•>.

5er9io Giuliani rimpiange l'amico d i sempre FRANCO CALABRESE

ed è vicino alla Famiglia

Cosenza. 10 seuembre 2007

lan. Olti'e al rifac•.imento ed all'ampliam ento dei due li­velli ~ ffiistenti, il progetto, le Clll arclligral'ie sono scari­cabili dal stto internet della società di gestione, prevede la costruzione di llll terzo li­vello, che pennetterà, con lo

$)X$1amento di tutti gli uffi· ci a ttualmente attigui all'a­rea check in ed alle sale di alr tesa, di ottimizzare i servi2i per i passeggeri. •Il nostro Scalo - ha detto

l'amministratore unioo della Sogas, Pietro Fuda - è stato

Un prospetto di come sarà l'aeroporto reggino dopo I lavori

costruito in linea oon obieLli­vi che sono decisamente mu­tati negli anni, e che non rie­scono più a soddisfare le esi­genze del traffico sempre crescente. Oggi i passewn ed i loro aooompagnaton so­no oostretti a sostare in rone

molto limitate sia negli spazi che nei servizi, e le aree di­sponibili per gli uffici non sono più suffi.Cieoti ad oo,-pi· tare adeg'Ul.\la.meote i tanti enti che favorano all'interno dello scalo•.

«Con la nuova aei-cetazione - aggitmge - si darà più re­spiro sia all'utenza che al.la parte operativa, e si renderà ancora pii1 aooogliente e frui­bile un'infrastruttura sulle cui pot!>.nzialità non esistono dubbi. Chi si aggiudicherà l'appalto dovrà rendere il me­no possibile onerosi gli inter­venti e lavorare per "step", anche se sono convinto che i passegge1i. sapranno, anco­ra tma volta, oomprendere i disagi dei la vori in corso"·

Il Sindaco, la Giunta, l'assessore allo Sport e allo Spettacolo del Comune di Marano Marchesato

RINGRAZIANO:

Il Circolo Aurora Club, gli Sponsor Ufficiali, la Regione Calabria, la Provincia di Cosenza, in particolar modo il presidente Mario Oliverio, /'assessore Rosetta Console, il consigliere provinciale Tonino Be/monte, la Comunità Montana "Serre Cosentine" ed il suo presidente Tonino Carbone.

Grazie a tutti coloro che hanno consentito con la loro presenza la buona riuscita della manifestazione estiva "ESTATE MARANESE", giunta alla IX edizione, diventata un appuntamento importante a livello provinciale, attesa da tutta la cittadinanza maranese e dei paesi limitrofi, che dal 22 luglio 2007 al 16 settembre 2007 ha visto esibirsi sulle piazze del nostro comune numerosi artisti.

"L'ESTATE MARANESE" per la varietà delle manifestazioni e per il loro spessore artisti­co e culturale (musica etnica, calabrese, ed internazionale, danza, teatro, folclore, manifestazioni canore, ecc. ) e' diventata un evento sociale e culturare ormai apprez­zato nell'ambito regionale. La presenza di circa 30.000 persone attestano la buona riu­scita ed il successo de/l'evento. L'ESTATE MARANESE non finisce qui,in occasione della festivita' in onore di S. Francesco di Paola,

VENERDÌ 14 SETTEMBRE - ORE 21 ,00 Grande evento musicale con i ragazzi di Maria De Filippi

1. _..., . .I

i

con

AGATA REALE

e MAX ORSI

DOMENICA 16 SETTEMBRE - ORE 21,00 Grande serata di musica etnica calabrese

con il Maestro Fausto Guido ed "i Cantori Cosentini"

Tommaso
Evidenziato
Page 41: Pino masciari

Fonte: http://notizie.alice.it/

NDRANGHETA/ TESTIMONE DI GIUSTIZIA MASCIARI CREA SITO E BLOG

CalabriaOra: "l'imprenditore lasciato solo dallo Stato"

postato fa da APCOM

Vibo Valentia, 20 set. (Apcom) - Pino Masciari, l'ex imprenditore edile vibonese che da oltre 10 anni vive in località segrete per aver denunciato le estorsioni subite dalle cosche della Locride, ha aperto un proprio sito internet ed un blog. Ne scrive, oggi, il quotidiano CalabriaOra, in un articolo intitolato come il suo nuovo indirizzo internet: www.pinomasciari.it.

Da tempo Masciari ha deciso di partecipare ad appuntamenti pubblici di massa e trasmissioni televisive per raccontare la sua esperienza di "testimone di giustizia lasciato solo dallo Stato".

Nel sito, infatti, si trovano i resoconti delle sue interviste ed anche le sue ultime apparizioni, tra cui quella dell'8 settembre a Torino, per il V-Day, che per motivi di sicurezza non era stata resa nota prima. In quell'occasione, Pino Masciari ha firmato la proposta di legge presentata da Beppe Grillo. Nel blog, CalabriaOra segnala un intervento di Rosanna Scopelliti, Procuratore Generale della Cassazione assassinato a Campo Calabro (RC) nel '91, che inizia raccontando le condizioni di vita del testimone di giustizia: "Pino spesso racconta che, dopo aver deciso di collaborare ed essere stato trasferito per motivi di sicurezza, non ha potuto ricominciare a vivere come garantito: niente lavoro per lui e la moglie, un reddito minimo che basta appena ad arrivare alla fine del mese e l'impossibilità di impiegarsi in alcun modo...".

Page 42: Pino masciari

GIOYEDI 20 settemb<e 2007 l'AGlllA 35

ZOra diVibo Telefono: 0963.547589 • 45605 Fax: 0963.541775 Mail: viboC'.!'calabdaora.it • info@calabriaora .it

c-'1, .,~v

unt"'a sms

333.6599868 n't'""-r •dlo0t1do1vwrd1c_ lt

--- FORZE DELL'ORDINE --- EMERGENZE FARMACIE CINEMA

Capitaneria di Porto 0963.57391 1 Su""' 118 Ariganello 096J.s96494 MODERNO via Enrico Gagliardi 0963.41173 Carabinieri 0963.592404 0$pedale 0963.962111 Buccarelli 0963.592402 ISIMPSON Corpo forestale dello Stato 09633 11026 Pronto soccorso 0963.962235 Centrale 0963.42042 16.00- 17.5-0-19.40 - 2 1.30 Guardja di finanza 0963.572062 Guardia medica 0963.41774 David 0963.263124

Il BAOO CHEASPITTAVO Pollzla munlclpale 0963.599606 Consultorio famlllare 0963.41014-472105 Deplno 0963.42183 Polizia pn>vlndale 0963.99711 1 Croce Rossa Italiana 0963.472352 torli da 0963.572581 16.00- 17,5(). 19.40- 21.30 Prefettura-Quertura 0963.96511 1 Mimmo PoHstena Onlus 0963.94420 Marçellini 0963.572034 Il DOLCE E L'AMARO Vlgtll del fuoco 0963.572900 Guardia costiera 0963.573911 Hontoro 0963.41551 16.00 . 17.5-0 - 19.40. 2 1.30

DI ]\,fARIO .ROPERTO

Per qunnto sapiens, non Sém· pre l'uomo è riuscito Cl oopire e ci cfore il giusto sifpif/ìmto e<lle cose che nel corso della sua esistenza sono intctwnute, a volte imìSpet­t<ite ed CIJ.>parimtemente insiynifì· canti. od, anche, a seyuito e/elle tante e<lchimie con cui lw cercato di piegm-e al proprio tonwconto ogni aspetto delle< vita. Lw1ge< è la lista dei fatti sottovalutati o, ad­dirim11Y1, stizzosamente cataloga­ti come banali; eppure 11011 è esa­gerato e minimamente contrario alla verità affermare. che il cam­mino dell'umanità è stato spesw seynato da quelle casualità, a di· spetto delllnizi<ile insipienze1 del· liiomo e della sua Sltn·s<1 CJ.lfXllÌ· tà di roglieme fimponcmza. At· tmrre nell'alveo di simili euenien· ze l'improvvise<ta visita di 1111 mi· nistro di questa nostm amena 1-e­pubblica a1>pare, tutte<uia, certamente esageralo.

S<>ccorso nradale Ad 0963.262263

.pinomasciari.it La finestra sul mondo del testimone di giustizia vihonese Nel blog una vita sofferta, tra disavventure e solidarietà

do di cambiare solo provin­cia: da Reggi<> Calab1ia a Vi­bo. Continuò a lavorare cer· cando di portare dalfo sua anche a ltri imprenditori, di convincerli a denunciare, a non pagare. Lo hanno trova­to morto carbonizzato nella sua auto w1a mattina d' esta­te. Ai suoi funerali ne.mmeno tma rappresentanza dellè is tituziorli». Già Fedele Scar­çella, hovato morto a Briatico 1'11 giugno 2006. Del quale colpevolmente ci s i è dimen· tic.1ti troppo presto. Delitto impwùto, che non trova giu­stizia neanche nel ricordo.

«Og1ù persona in pi~• che viene a conoscenza della mia storia allunga la mia vita di un giorno». I la scelto uno slogan che

mescola dolore aspe­ranza il t~ti­

mone qi giusti·

zfa Pino Ma-

TESTIMON"E. Pino Masciari. Dfeci anni fa iniziava il suo aiOto allo Stato. Oggi vive «rec.luso» In una loCA!~ segreta e il suo clontarto con il mori&> è la finestra che Cl aperto sul web lp cui racconta la wa 'odfssea quo lana

sciari, il quale ha deciso di raccontare la sua odissea al mondo iJ1tero dalle pa­gine di un suo blog nau­frago nello sterminato web. Primo imprenditore vibonese a denunciare i soprusi subiti dalla mala­vit,1 organizzata, Mascia­ci, dopo aver tcstimorùato in decine di processi cala· bresi,. oggi vive ~<recluso»

in una locaLit~ segreta e r~i;conta un'odissça quo­tidiana. Appen.1 qualche giorno fa, Andrea, uno degli antici della «socielà civile», ha "postato" tm messaggfo ln cui annUJi­ciava che «la macchilla di scorta assegnata a Pino Masciari è di nuovo spi­rata». E ancora: ((Si sono riorgan.iz.zati, ma l'idea d i avere macchine di servi~ zio di scorta così obsolete lasci.1 perplessi. A volte polJ'ebbe servi re potersi muovere con. vclocità ... o

no? Meno male ... se no lo raggitmgevo in bici e me lo caricavo sulla canna ... però la scorta avrebbe do­vuto seguirmi a piedi or me i bersaglieri! Mica son Coppi! Mettiamola sul ri­dere ina l'idea che la s içu­rC"~za di Pino Masciari e degli agenti di scorta stia in mezzi cosl inelficicnli fa venire i brividjf),, Un pos t c-ome molti altri, quell i di una comunitli che s i ritrova nella c.1sa sul web aperta da quel tt'­stimone dì giustizia che non è pitl solo. C.Ommo­venle w1 messaggio di Rosanna Sropelliti, figlia del giudice Scopellili, ri­portato sul blog: «Adesso Pino ha bi:;ogno di aiuto. E' solo, abbandonato da una parte di Stato che da lui ha solo preso, uno Sta· to clw offre nùllc garanzie ai "pentili" e cheahimési .dimentica degli onesti cit·

ladini, coloro che non hanno m,U ucciso, o estor­to, o contravvenuto aUa legge. Pino ha dalla sua la società civile, quella che ha voglia d i informarsi e che non vive pn.'OCCUpan· dosi solo del suo ;'orticel­lo"; con Pino d siamo noi giovaiù, noi familiari del· le vittime di mafia, noi piccoli sognalo~i che ve­diamo iit lui un esempio ci.1 seguire e d,1 difendere contro ogiù ingiustizfa o intimidazione... Prima che sia troppo tardi. Tardi com'è stato per fedele Scarcella, imprenditore c~labrese, onesto, corag­gioso. Non pagava il piz­zo lui, anzi, denunciava a ruot:a I.ibera i suoi estorto­ri, una,. d ieci, cento volte. Gli proposero di emigrare perché b1 Calabria non s i sa~bbero riuscite a cn."arc le condizioni per proteg­gerlo, ma rifiutò sceglien-

Racconta il suo impegno, Pino Masçiari. Le sue intcrvi· ste con Marco Travaglio e il giudice Antonio lngroia. Cli articoli sulla stampa. Gli ami­ci di Beppe Grillo, a Catanza­L'O, l'hai1no anche fatto inter­venire teleforlicamente al V­Day. Racconta le sue disav­venture ed i suoi viaggi, da Pis to ia a Torino, tra bambini, giovani, ;imministratori, d t· tadini sconosciuti dove ha ri· scoperto quella solidarietà, che da queste parU, 11oi1 gli è stata forse mai tributata.

p.com.

Per restare coi piedi per terra fosse che nello specifioo ci si attar­da s11 un le<bile )orse", diplomati­camente proposto dall'itinerante uomo di gouemo; verosi111ilme11-m al solo scopo di tentare di na­ii1.Ymde1'C dietro ww nuova 11c:cen­nC1t<I spcron?X• il disinteressefino-1·c1 mantenuto ~'t'l'SQ la st111ttw-c1 pornmle cle/1e< _/i·C1zio11e marina e la mancata concessione delle ri· sorse economiche indisp<msabilf a garantirne un adeguato e serio svi/1qJpo futw·o. Dimenticando, per altro, lo sh·1m1ente<litcì clel­leve11t11ale scelta, l'estr·ema pre· l'Oli età del molo e le ciclopiche dif­.fìcoltà opposte da un contesto na· tumle e st111tturale inidoneo a co­niugare, in termini accettabili, le complesse esigenze della soltlZione immagirwta ed, almeno, il rispet­to delle condizio1ù di aitci fin qui mantenute da quanti in quel terri­torio vivono ed opercmo. Quanto lxlsta e<d escl11cler-e, in ocy1i roso, la pos;ibilitcì di cona-eti ed apprez· zabili benefici di sorta nell'inune­diato ed in prospettiva per V'rbo Marina e<i il suo porto.

Per quanto, nella fatrispecic, l'irrrrrwyinatofutu1Yl ric(lduta be­n~fim interessi non yicì l'umcmità ma una moclestissimafrazio11e cli essa, l'esagerazione n,firrsc me­gli<>, la velleità di un(l mie preteso non sembro destina/Cl o trovare il minimo conforto neiftrtti a venire. Non solo e non tanto perché /Cl.fre­quenza ste<tistioo del fenomeno è pur sempr-e assai limitata, quan· to per un pe<io di alò-e dr(.'()stcmze. che mal si combinano con il (.'()n· cetto di casualità; a11che se l>en si adaJtano a dare spunto e so.<rran­w all'ennesima pantomime< am-a­verso ,~ui tentare la ribalta, auen­clo, come al solito, a pretl!Sto il per­ser1uinumto dell'interesse genero· le e e/e/lei pr-omozione sociale. E' così che, in cocla e<d 11n'este<te da dimenticm-e, 1111 mi11isò-o, sin qui sconosciuto, si.fionda in quel di Vi­bo Marina ed adombm l'ipotesi di w1 grande ruolo per il suo pic(.'()10 /JOrto. Nel breve periQdo esso JX>-

tre.bbe divenire lo snodo principa­le dell'a11tostrcula del mare (pro­prio e-osi!), altemati'va ·all'a11to­stmclc1 della ten·c1• totC<lmente preclusa al traJffoo per almeno wt quinquem1io a musa di comples­si lavori di ammodemamento nel seymento tm Bagnam e Sei/le<.

L'improvvisata presenza e l'onesta p1-oposizione al conclizio­nale ben s'accoppimw con il so­stanzie<le disinteresse verso i fXl'~ ticolari (compresa l'acq11isizione di ww sufficiente D'Ol1quillità cir­oo la seria proticabilitèl tecnim-lo­gistica di una simile ipotesi) nel la­sciw-e chiaramente intendere dte la presenw del ministr11 altro non è che una 1x1.,<;serella di circostcm· za, che, come usa in politica, gli 0011sente di ostelltm-e sensibilità e vici11anza alla gente del posto, menò-e il suo inmr!fi?ssato interes· se effettivo vaga per· ben altri lidi. Ma, si sa, non c'è più sordo di citi non vuol sentire.. O,forse è meglio

dirc, /'occasione è troppo ghiotta p'r lasciw-:.ifuoruiare dcii buon senso. Ed ea.x> che allora piglia il soprw.roento /Cl rissa verbale, che, more solito. conh-apponc, in un coleidoS<.Y!J>ÌCO susseguirsi cli toni e cli riqc>rose proiezionifantasti· che, gli ottimisri ai pessimisti; ai possibilisti. Una v<11ietà di posi· zioni che spaziano dall'uifemale soenmio di une< disordinata imxi· sione di automezzi pesanti con contomo di minacciosi u1q11ina­menti chimici ed acii~tici, alla pa­radisiaca visione di un eldomdo prossimo ovmtw'O; non sì sa bene se a titoloorigin<viooquale ineui· tabi/e t'(msequem:a del disash·o preconizzato dalla con~Y!rrenza, seoondo la coshonanza dell'c1ro/x1 fenice, clie, sia p111-e Ìl1 tempi bibli· ci, sempre risorgeva, appunto, dalle proprie ceneri. Si obietterà, con mgione, d1e la discussione, il coriflitto d'opirùoni sono l'essenza dell'autentica democmzia. Se non

Volendo re.stm-e con i piedi per terra.

Tommaso
Evidenziato
Page 43: Pino masciari

do di cambiare solo provin-cia: da Reggio Calabria a Vi-bo. Continuò a lavorare cer-cando di portare dalla suaanche altri imprenditori, diconvincerli a denunciare, anon pagare. Lo hanno trova-to morto carbonizzato nellasua auto una mattina d’esta-te. Ai suoi funerali nemmenouna rappresentanza delleistituzioni». Già Fedele Scar-cella, trovato morto a Briaticol’11 giugno 2006. Del qualecolpevolmente ci si è dimen-ticati troppo presto. Delittoimpunito, che non trova giu-stizia neanche nel ricordo.

Racconta il suo impegno,Pino Masciari. Le sue intervi-ste con Marco Travaglio e ilgiudice Antonio Ingroia. Gliarticoli sulla stampa. Gli ami-ci di Beppe Grillo, a Catanza-ro, l’hanno anche fatto inter-venire telefonicamente al V-Day. Racconta le sue disav-venture ed i suoi viaggi, daPistoia a Torino, tra bambini,giovani, amministratori, cit-tadini sconosciuti dove ha ri-scoperto quella solidarietà,che da queste parti, non gli èstata forse mai tributata.

p.com.

«Ogni persona in piùche viene a conoscenzadella mia storia allunga lamia vita di un giorno».Ha scelto uno slogan che

mescola dolore a spe-ranza il testi-

mone digiusti-

ziaPinoMa-

sciari, il quale ha deciso diraccontare la sua odisseaal mondo intero dalle pa-gine di un suo blog nau-frago nello sterminatoweb. Primo imprenditorevibonese a denunciare isoprusi subiti dalla mala-vita organizzata, Mascia-ri, dopo aver testimoniatoin decine di processi cala-bresi, oggi vive «recluso»in una località segreta eracconta un’odissea quo-tidiana. Appena qualchegiorno fa, Andrea, unodegli amici della «societàcivile», ha “postato” unmessaggio in cui annun-ciava che «la macchina discorta assegnata a PinoMasciari è di nuovo spi-rata». E ancora: «Si sonoriorganizzati, ma l’idea diavere macchine di servi-zio di scorta così obsoletelascia perplessi. A voltepotrebbe servire potersimuovere con velocità… o

no? Meno male... se no loraggiungevo in bici e melo caricavo sulla canna…però la scorta avrebbe do-vuto seguirmi a piedi co-me i bersaglieri! Mica sonCoppi! Mettiamola sul ri-dere ma l’idea che la sicu-rezza di Pino Masciari edegli agenti di scorta stiain mezzi così inefficientifa venire i brividi!». Unpost come molti altri,quelli di una comunitàche si ritrova nella casasul web aperta da quel te-stimone di giustizia chenon è più solo. Commo-vente un messaggio diRosanna Scopelliti, figliadel giudice Scopelliti, ri-portato sul blog: «AdessoPino ha bisogno di aiuto.E’ solo, abbandonato dauna parte di Stato che dalui ha solo preso, uno Sta-to che offre mille garanzieai “pentiti” e che ahimé sidimentica degli onesti cit-

tadini, coloro che nonhanno mai ucciso, o estor-to, o contravvenuto allalegge. Pino ha dalla sua lasocietà civile, quella cheha voglia di informarsi eche non vive preoccupan-dosi solo del suo “orticel-lo”; con Pino ci siamo noigiovani, noi familiari del-le vittime di mafia, noipiccoli sognatori che ve-diamo in lui un esempioda seguire e da difenderecontro ogni ingiustizia ointimidazione… Primache sia troppo tardi. Tardicom’è stato per FedeleScarcella, imprenditorecalabrese, onesto, corag-gioso. Non pagava il piz-zo lui, anzi, denunciava aruota libera i suoi estorto-ri, una, dieci, cento volte.Gli proposero di emigrareperché in Calabria non sisarebbero riuscite a crearele condizioni per proteg-gerlo, ma rifiutò sceglien-

l’ora di ViboTelefono: 0963.547589 - 45605 Fax: 0963.541775 Mail: [email protected] - [email protected]

GIOVEDÌ 20 settembre 2007 PAGINA 35

FARMACIE

Ariganello 0963.596494Buccarelli 0963.592402Centrale 0963.42042David 0963.263124Depino 0963.42183Iorfida 0963.572581Marcellini 0963.572034Montoro 0963.41551

FORZE DELL’ORDINE

Capitaneria di Porto 0963.573911Carabinieri 0963.592404Corpo forestale dello Stato 0963.311026Guardia di finanza 0963.572082Polizia municipale 0963.599606Polizia provinciale 0963.997111Prefettura-Questura 0963.965111Vigili del fuoco 0963.572900

EMERGENZE

Suem 118Ospedale 0963.962111Pronto soccorso 0963.962235Guardia medica 0963.41774Consultorio familiare 0963.41014-472105Croce Rossa Italiana 0963.472352Mimmo Polistena Onlus 0963.94420Guardia costiera 0963.573911Soccorso stradale Aci 0963.262263

CINEMA

MODERNO via Enrico Gagliardi 0963.41173I SIMPSON

16.00 - 17.50 - 19.40 - 21.30IL BACIO CHE ASPETTAVO16.00 - 17.50 - 19.40 - 21.30

IL DOLCE E L’AMARO16.00 - 17.50 - 19.40 - 21.30

Per quanto sapiens, non sem-pre l’uomo è riuscito a capire e adare il giusto significato alle coseche nel corso della sua esistenzasono intervenute, a volte inaspet-tate ed apparentemente insignifi-canti, od, anche, a seguito delletante alchimie con cui ha cercatodi piegare al proprio tornacontoogni aspetto della vita. Lunga è lalista dei fatti sottovalutati o, ad-dirittura, stizzosamente cataloga-ti come banali; eppure non è esa-gerato e minimamente contrarioalla verità affermare che il cam-mino dell’umanità è stato spessosegnato da quelle casualità, a di-spetto dell’iniziale insipienza del-l’uomo e della sua scarsa capaci-tà di coglierne l’importanza. At-trarre nell’alveo di simili evenien-ze l’improvvisata visita di un mi-nistro di questa nostra amena re-pubblica appare, tuttavia,certamente esagerato.

Per quanto, nella fattispecie,l’immaginata futura ricaduta be-nefica interessi non già l’umanitàma una modestissima frazione diessa, l’esagerazione o, forse me-glio, la velleità di una tale pretesanon sembra destinata a trovare ilminimo conforto nei fatti a venire.Non solo e non tanto perché la fre-quenza statistica del fenomeno èpur sempre assai limitata, quan-to per un paio di altre circostanze,che mal si combinano con il con-cetto di casualità; anche se ben siadattano a dare spunto e sostan-za all’ennesima pantomima attra-verso cui tentare la ribalta, aven-do, come al solito, a pretesto il per-seguimento dell’interesse genera-le e della promozione sociale. E’così che, in coda ad un’estate dadimenticare, un ministro, sin quisconosciuto, si fionda in quel di Vi-bo Marina ed adombra l’ipotesi diun grande ruolo per il suo piccoloporto. Nel breve periodo esso po-

trebbe divenire lo snodo principa-le dell’autostrada del mare (pro-prio così!), alternativa “all’auto-strada della terra” totalmentepreclusa al traffico per almeno unquinquennio a causa di comples-si lavori di ammodernamento nelsegmento tra Bagnara e Scilla.

L’improvvisata presenza el’onesta proposizione al condizio-nale ben s’accoppiano con il so-stanziale disinteresse verso i par-ticolari (compresa l’acquisizionedi una sufficiente tranquillità cir-ca la seria praticabilità tecnico-lo-gistica di una simile ipotesi) nel la-sciare chiaramente intendere chela presenza del ministro altro nonè che una passerella di circostan-za, che, come usa in politica, gliconsente di ostentare sensibilità evicinanza alla gente del posto,mentre il suo inconfessato interes-se effettivo vaga per ben altri lidi.Ma, si sa, non c’è più sordo di chinon vuol sentire. O, forse è meglio

dire, l’occasione è troppo ghiottaper lasciarsi fuorviare dal buonsenso. Ed ecco che allora piglia ilsopravvento la rissa verbale, che,more solito, contrappone, in uncaleidoscopico susseguirsi di tonie di rigorose proiezioni fantasti-che, gli ottimisti ai pessimisti; aipossibilisti. Una varietà di posi-zioni che spaziano dall’infernalescenario di una disordinata inva-sione di automezzi pesanti concontorno di minacciosi inquina-menti chimici ed acustici, alla pa-radisiaca visione di un eldoradoprossimo venturo; non si sa benese a titolo originario o quale inevi-tabile conseguenza del disastropreconizzato dalla concorrenza,secondo la costumanza dell’arabafenice, che, sia pure in tempi bibli-ci, sempre risorgeva, appunto,dalle proprie ceneri. Si obietterà,con ragione, che la discussione, ilconflitto d’opinioni sono l’essenzadell’autentica democrazia. Se non

fosse che nello specifico ci si attar-da su un labile “forse”, diplomati-camente proposto dall’itineranteuomo di governo; verosimilmen-te al solo scopo di tentare di na-scondere dietro una nuova accen-nata speranza il disinteresse fino-ra mantenuto verso la strutturaportuale della frazione marina ela mancata concessione delle ri-sorse economiche indispensabili agarantirne un adeguato e seriosviluppo futuro. Dimenticando,per altro, la strumentalità del-l’eventuale scelta, l’estrema pre-carietà del ruolo e le ciclopiche dif-ficoltà opposte da un contesto na-turale e strutturale inidoneo a co-niugare, in termini accettabili, lecomplesse esigenze della soluzioneimmaginata ed, almeno, il rispet-to delle condizioni di vita fin quimantenute da quanti in quel terri-torio vivono ed operano. Quantobasta ad escludere, in ogni caso, lapossibilità di concreti ed apprez-zabili benefici di sorta nell’imme-diato ed in prospettiva per ViboMarina ed il suo porto.

Volendo restare con i piedi perterra.

DI MARIO ROPERTO

Per restare coi piedi per terrail ditonell’occhio

www.pinomasciari.itLa finestra sul mondo del testimone di giustizia viboneseNel blog una vita sofferta, tra disavventure e solidarietà

TESTIMONEPino Masciari. Diecianni fa iniziava il suoaiuto allo Stato. Oggivive «recluso» in unalocalità segreta e ilsuo contatto con ilmondo è la finestrache ha aperto sulweb in cui raccontala sua odisseaquotidiana

Page 44: Pino masciari

REGGIO CALABRIA - Che ognitratto della Salerno-Reggio Cala-bria, «la strada delle emozioni», co-me la definiva uno spot dell'Anas lascorsa estate, sia «appaltato» sulquale la 'ndragheta fa di tutto permettere la mani, non è una novità.Me che sia così e che a dirlo sia ilsostituto procuratore della Repub-blica di Reggio Calabria, NicolaGratteri, ai microfoni della tra-smissione «Viva Voce» di Radio 24,fa un certo effetto.

Per l'eperto di criminalità orga-nizzata, «il controllo della 'ndran-gheta sulla Salerno-Reggio Cala-bria è totale. Ogni volta che i lavoriarrivano e che si aprono i cantieri,ogni clan locale di 'ndrangheta hail suo pezzo di autostrada che con-trolla. Perchè non è soltanto il gua-dagno, non è la classica mazzettadel 3 o del 4%, quanto l'esternazio-ne del potere. Perchè il capo clan lo-cale riesce a far assumere dieci,venti, trenta operai con l'ufficio dellavoro».

Dichiarazioni preoccupanti, pe-raltro evidenti in un'inchiesta dellaDirezione distrettuale antimafia diReggio Calabria, che a luglio scor-so ha portato in carcere alcuniesponenti dei clan della provinciareggina e al sequestro di aziende ebeni per alcune decine di milioni dieuro. Un fenomeno descritto da unpentito nell'ambito di altre opera-zioni antimafia che hanno riguar-dato le province di Cosenza e Vibo.Pentito che raccontava di riunionidi tutti i boss calabresi che già pri-ma che entrassero in azione le ru-spe avevano stabilito come spartir-si l'autostrada chilometro per chi-lometro.

Da qui per dire che servirebbe«più senso di responsabilità delloStato e maggiori fondi per chi è im-pegnato concretamente nella lottaa tutte le mafie». E parlando di poli-tici e politica il Pm spara a zero suquanti fanno dell'antimafia unesercizio di parole, ma senza conse-guenze e decisioni reali. «Quandoparlano i politici c'è un situazionetragicomica - spiega il magistrato,autore, insieme ad Antonio Nicaso,del libro-denuncia “Fratelli di san-gue” - Parlano tutti come se fosseun altro ente, un altro organo delloStato a dover fare le modifiche nor-mative che sono urgenti. In tutti iconvegni a cui partecipiamo, met-tendoci quel giorno in ferie - speci-fica - per non essere accusati poi diessere professionisti dell'antima-fia, noi parliamo di modifiche nor-mative, diciamo quanto è ridicolo ilpatteggiamento in appello, quantifavori fa alle mafie».

E aggiunge: «Tutti i politici cidanno ragione, ma ne parlano co-me se dovessero venire i marzianialla Camera e al Senato a fare que-ste modifiche normative».

Ma c'è un altro paradosso cheGratteri denuncia con amarezza:«Dopo tutti quegli strombazzamen-

ti degli ultimi anni sulla lotta allamafia, tutti i convegni, le riunioni,dopo che al capezzale della camor-ra e della 'ndrangheta sono venutipezzi di governo, sono stati consu-mati un sacco di soldi per la sicu-rezza e l'ordine pubblico, poi alla fi-ne non sono bastati i soldi e a di-cembre 2006 la polizia giudiziariadella provincia di Reggio Calabriasi è vista tagliare gli straordinaridel 50%». E ancora: «Quelli che di-cono che la 'ndrangheta non esistesono una minoranza, e sono ovvia-mente quelli che appartengono alla'ndrangheta stessa o di cui si nu-trono e ricevono favori. È nella lo-gica delle cose».

Affondo contro i politici: «Per loro ci vorrebbero i marziani in Parlamento per fare le leggi antimafia»

«Tutta l’A3 controllata dai clan»Il pm Gratteri su Radio24 spiega come la malavita gestisce l’autostradadi GIUSEPPE BALDESSARRO

Sigilli del Gico a due edifici, due case e una lavanderia. I beni a Vibo e Ionadi

Sequestro da 2 milioni di euro

Lo sfogo dell’imprenditore edile Giuseppe Masciari intervistato da Radio24. L’uomo è testimone di giustizia

«Io ho denunciato il racket e sono lo stesso fuori dagli industriali»

VIBO VALENTIA - Un immobile incostruzione, un edificio di quattropiani parzialmente costruito, dueappartamenti, un garage, due au-tomobili, uno scooter, undici buonipostali e una ditta di lanvanderiacon tre punti vendita e un laborato-rio. Per un valore complessivo didue milioni di euro, anche se la ci-fra, a edifici completati, risultereb-be di molto superiore. Sono i benisequestrati ieri tra Vena di Ionadi eVibo, a Mario De Rito, dagli uominidel Nucleo polizia tributaria, del Co-mando provinciale di Catanzarodella Guardia di Finanza, guidatodal colonnello Cesare Nota Cerasi.Il trentaquattrenne, coinvolto nel-l’inchiesta “Odissea” che ha visto fi-nire sotto la lente della Dda di Ca-tanzaro le cosche di Vibo e Tropea,si trova attualmente agli arresti do-miciliari. I beni interessati dalle in-dagini degli investigatori del Gico,risultano intestati a De Rito, ma an-che a familiari. Tutti i fabbricati si

trovano a Vena di Ionadi, mentredue delle tre succursali della lavan-deria a cui sono stati applicati i si-gilli, si trovano a Vibo. La sua posi-zione (i capi di imputazione sonominacce, concorso in estorsione eusura), dopo la caduta delle moda-lità mafiose, è passata dalla Direzio-ne distrettuale antimafia di Catan-zaro alla Procura di Vibo Valentia.A firmare il decreto di sequestro ilgip del tribunale di Vibo, Lucia Mo-naco. Mario De Rito, di Vena Supe-riore, risultato irreperibile al mo-mento dei primi arresti dell’opera-zione “Odissea”, si era costituito do-po otto giorni. De Rito, a giudiziodegli inquirenti, sarebbe stato l’e-sattore di somme di denaro presta-te da altri soggetti, a tassi elevatis-simi, ai coniugi Grasso di Briatico.E in un’occasione sarebbe anchepassato a vie di fatto, picchiandol’imprenditore che evidentementerifiutava di pagare. Per dare mag-gior peso alle sue minacce avrebberipetutamente sottolineato che gliordini venivano «da là sotto», con

ciò intendendo i Mancuso. Un altroepisodio estorsivo a lui contestato èquello compiuto ai danni di com-mercianti vibonesi. Per indurli apagare li avrebbe pesantemente mi-nacciati, fino ad arrivare, in un’oc-casione, a prendere a colpi d’accettala porta di casa di una congiuntadel titolare.

Dopo lunghe indagini degli inve-stigatori del Gico, i finanzieri sonoentrati in azione ieri, prima a Venadi Ionadi, dove hanno sottratto, allagestione patrimoniale di Mario DeRito, due appartamenti e un gara-ge, un fabbricato in costruzione da1250 metri quadrati, due autovet-ture e uno scooter. Nello stesso co-mune è stato posto sotto sequestroun edificio di quattro piani parzial-mente costruito, da 1300 metri edabitato dallo stesso De Rito. Al tren-taquattrenne sono stati anche bloc-cati undici buoni postali per un im-porto complessivo di 19mila euro.

I sigilli sono toccati anche alla dit-ta di lavanderia, tintoria e sartoria,“Il Pinguino”. L’impresa poteva

contare su quattro differenti locali.Un laboratorio e un punto vendita aVena di Ionadi e due negozi apertial pubblico a Vibo Valentia.

L’OPERAZIONE ODISSEA –Scattata il 19 settembre 2006, econdotta dalla Direzione distrettua-le antimafia di Catanzaro, dallaSquadra Mobile della questura diVibo e dal Servizio centrale operati-vo ha portato all’arresto di quaran-tuno persone, a vario titolo, legatealle cosche Mancuso di Limbadi eLa Rosa di Tropea. Secondo la tesidella Dda nella zona del Vibonese sisarebbe creata una sorta di alleanzaper percepire illecitamente grossesomme di denaro controllando di-rettamente le attività delle struttu-re turistiche della costa, da Pizzo aRicadi, e vessando, a con intimida-zioni e danneggiamenti, gli opera-tori economici e turistici che si ri-fiutavano di pagare. Corposo il girodi affari, milioni di euro. Diversimilioni visto che la zona “d’influen-za” dei due clan è quella a più altadensità turistica della provincia.

Nicola Gratteri

Primo piano Giovedì 20 settembre 2007 7

VIBO VALENTIA - Il Patto di sicu-rezza siglato, tra il ministero del-l'Interno e Confindustria (che fral'altro prevede l'estromissione dal-l'organizzazione degli industrialidi chi non denuncia i propri even-tuali estorsori) è al centro di un'in-tervista rilasciata ieri da GiuseppeMasciari a Radio24. Masciari, at-tualmente testimone di giustiziasotto protezione, prima di denun-ciare i suoi aguzzini era un im-prenditore edile di Serra San Bru-

no, in provincia di Vibo Valentia, elo è stato fin quando non ha decisodi dire basta al racktet di cui eravittima facendo nomi e cognomi dichi fino a quel momento lo ha tenu-to sotto scacco. Nel corso dell'inter-vista, Masciari ha lanciato la suaennesima denuncia.

Durante la trasmissione “Viva vo-ce”, infatti, ha criticato alcuniaspetti del patto di sicurezza: «Di-cono che chi non denuncia ilracket è fuori dall'associazione de-gli industriali. Io ho denunciato esono fuori lo stesso». Il testimone

di giustizia ha precisato come il si-stema che è alla base del racket del-le estorsioni goda di una stretta re-lazione fra la 'ndrangheta e partedel mondo politico. «Alla 'ndran-gheta - ha spiegato Masciari - anda-va il 3% dell'appalto più la gestionedello stesso, alla sfera politica isti-tuzionale invece andava il 6%, os-sia il doppio. Io ho denunciato que-sto sistema e, tra l'altro, ho fattocondannare per concussione, inmaniera definitiva anche un consi-gliere di Stato, Saverio Damiani,che gestiva - ha proseguito - con al-

cuni politici il comitato affaristi-co».

L'attività di testimone di giustiziadell'ormai ex-imprenditore di Ser-ra ha avuto inizio fin dagli anni '80«anche se solo verbalmente», men-tre quelle stesse accuse «nero subianco le ho messe dal 1995. Perquesto sono dovuto fuggire dallamia terra, proprio per salvaguar-dare la mia vita e quella della miafamiglia». Inoltre, Masciari hachiarito che «io non faccio più l'im-prenditore», aggiungendo peròche «io sono un imprenditore e vo-

glio fare l'imprenditore. Lo Stato -ha proseguito non senza polemica -mi deve restituire la mia dignità dicittadino, mi deve garantire la si-curezza, mi deve ridare la possibi-lità di scegliere. Non dobbiamo ave-re paura delle 'ndranghete e dellemafie, dobbiamo sconfiggerle, perfar sì che non ci sia solo un PinoMasciari che denuncia ma che cene siano tanti, e ce ne sono tanti ef-fettivamente. Dobbiamo dire - haconcluso - che noi siamo lo Stato lacittadinanza civile si deve ribellarea questo sistema».

REGGIO CALABRIA - Era statodeciso tutto nelle campagne diBosco di Rosarno, già nel 1999. Iboss calabresi si errano riunitipiù volte per spartirsi le «compe-tenze» sui 500 chilometri di lavoridi ammodernamento della Saler-no-Reggio Calabria. Secondo ilpentito cosentino Antonio Di Die-co al summit avevano partecipatoi Pesce, i Bellocco, i Bonarrigo, iPiromalli-Molè, i Mancuso, i DeStefano, gli Alvaro, i Longo, e poiquelli della Locride. Si erano «ag-giustati» sulla tassa da chiedereai costruttori. E avevano stabilitopure quali ditte potevano accede-re ai subappalti. Tutto prima an-cora ci fosse il nulla osta delle au-torità nazionali. Alla 'ndranghetaspettava il 3% del valore delle ope-re, in più tutti i lavori di movi-mento terra e fornitura del calce-struzzo. Persino le assunzioni delpersonale erano controllate.

A «quelli del nord» che scende-vano in Calabria per costruirel'autostrada era assicurata «lamassima tranquillità sui cantie-ri» e «nessun problema con le ver-tenze sindacali».

Uno spaccato inquietante sco-perto dalla Direzione distrettuale

antimafia di Reggio Calabria il 9luglio scorso ha portato all'arre-sto di 15 persone - una cinquanti-na sono invece gli indagati - e alsequestro di 5 aziende, per un va-lore di 12 milioni di euro.

In manette Mammasantissimadi primo livello come PantaleoneMancuso, Antonino Pesce e Gio-vanni Bonarrigo, ma anche pic-ciotti, imprenditori e prestanome.

Il tratto dell'A3 passato alloscanner dallo Sezione CriminalitàOrganizzata della Mobile di Reg-gio andava dallo svincoli di Serrea quello di Rosarno. Opere per100 milioni di euro, finite in ma-no alle 'ndrine del vibonese e delreggino. A pagare il pizzo, la Con-dotte spa, la Coop costruttori, laGepco salc, la Baldassini-Tognoz-zi, oltre alle subappaltatrici comel'associazione temporanea di im-presa composta da Sicilsonde,Italgeo, Caramazza, Rindone.

Le indagini coordinate dal pmRoberto Di Palma, e controfirma-te dal coordinatore della Dda, Sal-vatore Boemi, e dal pm NicolaGratteri, si erano avvalse anchedegli specialisti della Dia che ave-vano analizzato aziende e flussi didenaro.

Secondo gli investigatori dellaMobile guidata da Renato Corte-se, ai Mancuso, spettava la com-petenza nel tratto Pizzo Calabro-Serra San Bruno. Ai Pesce, il trat-to tra Serre e Rosarno. Infine, traRosarno e Gioia Tauro, comanda-vano i Piromalli.

I fatti, secondo il procuratore ca-po Franco Scuderi, attestavano«che non c'è alcuna attività sui la-vori autostradali dove la 'ndran-gheta non concretizzi la sua pre-senza». E aggiungeva: «Dal Nord,le grandi ditte inviano i loro emis-sari per mediare con la 'ndran-gheta, per ricercare ditte graditealle cosche per ottenere fornituredi beni, noli di automezzi».

All'epoca dell'operazione La Ddadi Reggio aveva deciso di trasmet-tere alla Commissione parlamen-tare antimafia i risultati dell'inda-gine. Salvatore Boemi ha infattiaveva spiegato come fosse neces-sario «che siano valutate dai Mi-nisteri dell'Interno, e delle Infra-strutture». Per il procuratore, eraparadossalmente che «ci sono im-prese oneste che collaborano conlo Stato che sono sistematicamen-te escluse dai lavori».

g. b.

Le indagini condotte dalla Dda reggina sulla Salerno-Reggio Calabria

Tutto fu deciso nelle campagne di Rosarno

di FRANCESCO RIDOLFI

di ANTONIO MORCAVALLO

Tommaso
Evidenziato
Page 45: Pino masciari

Fonte: http://quotidianonet.ilsole24ore.com/2007/09/20/37289-testimone_giustizia_apre_blog.shtml

LA STORIA

Il testimone di giustizia apre un blog:"Ogni contatto mi allunga la vita"

Pino Masciari, testimone di giustizia che vive 'recluso' in una località segreta ha deciso di aprire una finestra sul mondo attivando un sito www.pinomasciari.it Primo imprenditore vibonese a denunciare i soprusi subiti, racconta la sua odissea sul web

Lamezia Terme, 20 settembre 2007 - Pino Masciari, testimone di giustizia, che vive 'recluso' in una località segreta ha deciso di aprire una finestra sul mondo attivando un sito www.pinomasciari.itNel blog racconta una vita sofferta, tra disavventure e solidarietà ed in cui racconta la sua odissea quotidiana. A darne notizia oggi è «CalabriaOra», il quotidiano calabrese diretto da Paolo Pollichieni. Pino Masciari ha scelto anche uno slogan per raccontare la sua storia sul web: «Ogni persona in più che viene a conoscenza della mia storia allunga la mia vita di un giorno».

Masciari ha deciso di raccontare la sua odissea al mondo intero dalle pagine di un suo blog. Primo imprenditore vibonese a denunciare i soprusi subiti dalla malavita organizzata, Masciari, dopo aver testimoniato in decine di processi calabresi, oggi vive «recluso» in una località segreta e racconta un'odissea quotidiana. Appena qualche giorno fa, Andrea, uno degli amici della «società civile», ha «postato» un messaggio in cui annunciava che «la macchina di scorta assegnata a Pino Masciari è di nuovo spirata».

Sul suo sito sono riportate diverse testimonianze.

Page 46: Pino masciari

Primo piano Giovedì 20 settembre 2007 7

Affondo rontro i politici: «Per loro ci vorrebbero i marziani in Parlamento per fare le leggi antimafia»

«TuttarA3 controllata dai clan> Il pm Gratteri su Radio24 spiega carne la malavita gestisce l'autostrada di GIUSEPPE BALDESSARRO

REGGIO CALABRIA - Che ogni tratto della Salerno-Reggio caJa­bria, «last:rada.delleemoooni•, co­me la.definiva. unospotdell'Anas la soor-sa. estate, sia «appruf.at<:>., $UI quale la 'ndragheta fa. di tutto per• mettere la mani, non è una novità. Me che sia così e che a dirlo sia il sc.stituto procuratore della Repub­bliea di Reggio Calabria, Nieola Gratteri, ai microfoni della tra­snùssione "Viva Voce• di Radio 24, fa un certo effetto.

Per l'aperto di criminalità orga· ni.l'.:t.a.ta, •il controllo della 'ndran· gbeta sulla S.'Ùemo-Rcggio Cala­bria è totale. Ogni volta che i lavori arrivano e che si aprono i cantieri, ogni clan locale di 'nd.t'angheta ha. il suo pezzo di autostrada che con· tro!Ja. Perchè non è soltanto il gua­dagno, non è la. classiea mazzetta def 3 o del 4%, quanto l'esternazìo-

:i~e~rea 1{;'11~=~~ venti, trenta operai con l'ufficio del laVOI'Q1>,

Dichiarazioni preoocupaoti, pe­raltro evidenti in un'ì.nchìestadella Direzione di~trettuale antimafia di Reggio Calabria, che a. luglio sror­so ha portato in ca.roere alcuni esponenti dei clan della provincia. 1eggin.~ e al sequestro di aziende e beni per alcune decine di milioni di euro. Un fenomeno descritto da w1 pentito nell'ambito d i altre opera­zioni antima;tfa che hanno t'iguar­dato le province di Cosen7A e V!bo. Pentito che raccontava cli riunioni di tutti i boss calabresi che già pri­ma che entrassero in azione le ru­~ avevano stabilito come spartir­Sl l'autostrada. chilometro per chi­lometro.

Da. qui per dire che servirebbe «più senso di re$p0nsabilità dello Stato e maggi.ori fondi perchlèim· pegnato oonc1-etamenoo nella lotta a tutte le mal'ie". E parlando di poli­tici e politica il Pm spara a zero su quanti fanno dell'antimafia un esercizio di parole, ma senza.oonse­guenze e decisioni reali. «Quando parlano i politici c'è un situazione tragicomiea - spiega il magistralo. autore, insieme ad Antonio Nicaso, del librodenuncia "Fratelli di san­gue" - Parla.no tutti come se fosse

~~~:;~:·~:t~~~e~! mative che sono u(·gentì. In tutti ì oonvegni a cui partecipiamo, met­tendoci quel giorno in ferie • speci· ftea · per non essere accusati poi di essere p1'0fessionisti dell'antim& Ila, noi parlian10 di modifiche nor­mative, dicianlo guanto è ridicolo il patfeJ?l?iamento m appello, quanti fa.vorTra alle mafie».

E aggiunge: «11.ltti i politici ci danno ragione, ma ne parlano co­me se dovessero venire i marziaili alla Camera e al Senato a. fare que­ste modifiche normative».

Ma c'è tm altro paradosso che Gratteri denW1cia con amarezza: •Dopo tutti quegli strombazzamen-

Nicola Gratteri

ti degli ultimi ailni sulla lotta alla mafia. tutti i convegni, le riunioni. dopo che al capezzale della camor­ra e della 'ndrangheta sono venuti pezzi di governo, sono stati consu­mati tm sacco di soldi per la sicu­rezza. e l'ordine pubblico, poi al.la fi· ne non sono bMtati i soldi e a di· C>',inbre 2000 la POiizia g-iudi:<>ia.rù). della. provincia. di Reggio Calabria si è vista taglia.i-e g li straordinari del 50%•. E ancora: •Quelli che di· oono che la 'ndrangheta non esiste sono W1a minoranz.a, e sono ovvia· mente quelli che appartengono alla. 'nd.t'3Jlgheta stessa o di çui si n u· tl'Ono e ricevono favori. E nella. lo­gica delle OCE>e».

Le indagini condotte dalla Oda reggina sulla Salerno-Reggio Calabria

Tutto fu deciso nelle campagne di Rosamo REGGIO CALABRIA • Era stato deciso tutto nelle campagne di Bosco di Rosamo, già nel 1999. I boss calabresi si errano riwliti più volte yer spai•tirsi le «compe­tenze• sw 500 chilometri di lavori di ammodernamento della Saler­no-Reggio Calabria. Secondo il pentito oosentino Antonio Di Die­co aJ summit avevano P<Vtecipato i Pesce, i Bellocco, i Botlàn1~. i Pi1'0malli-Molè, i Mancuso, 1 De Stefano, gli Alva.ro. ì Longo, e poi quelli della Locr~de. Si erano «ag· giusta.ti• sulla tassa. da chiedere ai oosl.nlttori. E avevano stabilito pure quali ditte potevano accede­re ai subappalti. 'l\.1tto prima an­cora ci fosse il nulla osta delle au­torità nazionali. Alla 'ndranghera spettava il 3% del va101-e delle ope­re, ù1 più tutti i lavori di movi­mento terra e fornitura del calce­struzzo. Persino le assUil7ioni del personale erano contr'Ollate.

A «quelli del nord• che scende­vano in Calabria per cosb'lliloe l'autootrada era assicurata. (tla.

massima tranquillità sui cantie­ri» e ((nessun prct>leina con le ver­tenze sindaca.li».

Uno s paccato inquietante sco­perto cla.Ua. Direzione distrettuale

antimafia di Reggio C'Ùallria. il 9 luglio scorso ha. portato all'arre­sto di 15 pet'SOne - una cinquanti­na sono mvece gli ù1Clagati - e al sequestro di 5 aziende, per un va­lore di 12 milioni di euro. In manette Ma.mmasantissima

di primo livello come Pantaleone Mancuso, Antonino Pesce e Gio­vanni Bonarrjgu, ma anche pic­ciotti. imprenditori e presta.nome.

Il tratto dell'A3 passato allo scanner dal.In Sezione Crimina.lità 01•ganiz2ata della. Mobile di Reg· gio andava dal.lo svincoli di Serre a. quello di Rosa.mo. Opere per 100 milioni di euro, finite in ma­no alle 'ndrine del vibonese e del reggino. A pagare il pizzo, la Con­dotte spa, la Coop costruttori. la Gepoo Sale, la Baldassini-'lbgnoo­zi, oltre alle subappaltatrici come l'a.ssociazione temporanea. di im­presa. composta da Sicil. sonde. IWgeo. Ca.iwnazza., Rindone.

Le indagini coordinate dal pm ROOe1'to Di Palma., e oont!'Ol'lrma.­te dal coordinatore della Dda, Sal­vatore Boelni, e dal pm Nicola Gratteri, si erano avvalse anche degli speciBJistì della Dia che ave­va.no analiz.z.aJo aziende e nu..'<Si di dE'.na.ro.

Secondo gli investig-a.tori della Mobile guidata da. Renato Corte­se, ai Mmcuso, spettava la. oom­petenz.a nel tratto Pizzo Calabro­Serra San Brw10. Ai Pesce, il tralr to tra Serre e Rosa.mo. Infine. tra Rosa.mo e Gioia Tauro, comanda­vano i Piromalli.

I fatti, secondo il procuratore ca­po Franco Scuderi, attestavano «che non c'è alcuna attività sui la­vori autootradal.i dove la 'Ddran­gheta non ooncreti22i la sua. pre­senza.>,. E ag·giungeva: «Dal Now.I, le grandi ditte inviano i loro emis­sari per mediare con la 'ndran­gheta, per ricercare ditte gradite a.ne cosche~ ottenere fonliture di berli., noli di automezzi•.

All'epoca dell'operazione L1. Dda di Reggi.o aveva decL~ di trasmet­tere alla Commissione parla.men­taro antimafia i risulta.ti dell'inda· gine. Salvatore Boemi ha. infatti aveva. spi.eg-.lto come f<»OO nece&­sario «che siano valutate da.ì Mi· nisteri dell1ntemo, e delle Infra. strutture ... Per il procurat01-e, era paradossalmente che «ci sono im­prese oneste che collaborano con lo Stato che sono sistematieamen-1.e escluse dai Lwor~•.

g.b.

Sigilli del Gico a due edifici, due case e una lavandelia. I beni a Vibo e Ionadi

Sequestro da 2 milioni di euro di ANTONIO MORCAVALLO

V1BO VALENTIA . Un ùmnobile in cosl.ru:r.ione, un edilìcio di quattro piani parzialmente costruito, due appartamenti, un garage, due au­tomooili, uno soooter, w1dici buoni postali e una ditta di lanvanderia con tre punti vendita e un laborato­rio. Per Wl valore complessivo di due milioni di euro, anche se la. ci­f1a, a edi.fi.ci completati. risultereb­be di molto superlo!'e. Sono i beni sequ.estr.iti ieri tra Vena di Jonadi e Vibo, a Ma.110 De Rito, dagli uominj del Nucleo polizia tributaria., del Co­mando provinciale di Catanzaro della Guardia di Finanza, guidato dal colonnello Cesare Nota CerasL n trentsqnattl-enne, ooinvolto nel­l'inchiesta "Odissea." che ha. visto fi. aire sotto la lente della. Dda. di c;a,. t.an='O le cosche di Vibo e 'Il'O~ si trova attualmente agli a.JTesti do­lniciliai'i. I beni interessa.ti dalle in­dagini degli investi,gatori del Gioo. riswtanointesta.tia!JeRito, ma an­che a fa.miliari. Tutti i fabbricati si

tmvano a Vena. di Jonadi, mentre due delle tre suocrn'Sal.i della la.van­deria a. cui sono stati applica.ti i si· gilli. si trovano a Vibo. La sua posi· zione (i capi di ùn~utazi011e sono minacce, concorso m estorsione e \IS\U'a), dopo la. caduta delle 1nod&­lità mafiose, è passata dal.la. Direzio­ne distrettuale antimafia. di Catan­mro a.Ila. Procura di Vibo Valentia. A firmare il decreto di S<>'<{llestio il gip del t.nbunale di Vibo, Lucia. Mo­naco. Mario De Rito, di Vena Supe­rlo1-e, risultato irrepei·ibile al mo­mento dei primi arresti dell'operar zione ''Odissea", si era costituito do­po otto gionli. De Rito, a giudizio Clegli inguirenti. sarebbe stato l'e­sattore di somme di denaro presta­te da a.Itri soggetti, a tassi elevatis­simi, a i ooniugi Grasso di Bl'ia.tioo. E in un'oocasione sarebbe anche passato a vie di fatto, piochiando L'imprenclitoi-e che evidentemente rifiurava di pagare. Per dare mag­gìor peso alle sue minacce avrebOe ripetuta.mente sottolineato che gli oidini venivano r~da là ootto11, con

cfo int<>.ndendo i Mancuso. Un ali.lo episodio estol'Sivo a lui contestato è quello oompiuto ai dlUlni di com­mercianti Vibonesi. Per indurli a pagare li avrebbe pesantemente lni­nacciati, flno ad arrivare, in un'oc­ca.~ione. a prendei-e a colpi d'accetta la porta. di casa. di W1a congiw1ta deltitolare.

Dopo lunghe indaRini degli invo­stig-dl.orl de1 Gioo, i l"i.nanzieri sono entrati in azione ieri. pl'i.rna a Vena di Ionadi, dove halmo sottratto, alla gestione pab'imonlale di Mar'J.O De Rito, due appartamenti e un ga.rar ge, un fabbricato in costruzione da 1250 metri quadrati, due autovet­ture e uno scooter. Nello stesso co­mune è stato posto sotto sequestro un edificio d ì quattro piani parzia.1-mente costruito, da. 1300 metrl ed abitato dallo stesso De Rito. Al tren­tsqnattrenne sono stati anche bloc­eati undici buoni postali per un ùn­porto complessivo di 19milaeuro.

I si.e:illi sono toccati anche alla. dit­ta dilavanderia, tintoria e sartoria, "Il Pingui.no". {;impresa poteva

oonlale su quattro di.ll'erenti loca.Ii. Un laboralorioe un puntovenditaa Vena di Jonadi e due ~ aperti al pubblico a Vibo Valentia.

I:OPERAZIONE ODISSEA -Scattata il 19 settembre 2006, e C011.dotta dalla Direzione distrettua­le antimafia. di Catanzaro, dalla SQuadra Mooile della questura di Vibo e dal Servi.zio oontrale operati­vo ha portato all'ai·r'eSt.o di quarnn­tuno persone, a vai'io titolo, legate alle cosche Mancuso di Li.mOO.di e I.A Rosa di Tropea. Secondo la. tesi della Oda nella zona del Vibcmese si sarebbe creata W1asortadi a.l.lean2A per percepire illecitamente grosse so1mne di denaro controllarido di­rettamente le attività delle struttu­re turistiche della. costa, da Piw.o a Ricadi, e vessando, a oon intimida.­zion.i e clannfl$'1','Ìanlenti, gli opera.­tori econolnic1 e turistici Che si 1'i­fturavano di pagare. Corposo il giro di affat'i, milioru di emo. Divel'Si milioni visto che la zona "d'influen­za." dei due clan è quella a più alta densità turistica della provincia.

Lo sfogo dell'imprenditore edile Giuseppe Masciari inte1vistato da Radio24. L'uomo è testimone di giustizia

«Io ho denunciato il racket e sono lo stesso fuori dagli industriali» di FRANCESCO RIDOLFI

VIBO VALENTIA - Il Patto di sicu­rezza. siglato, tra il ministero del· l'Interno e Collfindust.ria (che fm l'altro prevede restromissione dal­l'org-d.lliz:razione degli indW>'1.ria.li di chj non denuncia i prop1i even­tuali estor'SOl~) è al OP.lltl'O di un'in· tervista rilascia.t~ iei·i da. Gtuseppe Masciari a Ra.dio24. Masciari, at­tualmente testimone di ~ustizia. S<?tto ~rotezione, pril:na. di den~­Clare l SUOI aguzzuu era un llll· prenditore edile di Serra San Bru-

no, in provincia di Vibo Valentia, e lo è stato fin quando non ha deciso di dire basta al racktet di cni era vittima facendo nomi e cognomi cli chi fino a quel momento lo òa. tenu­to sotto scacco. Nel corso dell'inter­vista., Mascia.ri ha !andato la sua ennesi.ma. denuncia..

Durante la. tI'aSmissione "Viva vo­ce", inl'atti, ha criticato alcuni aspetti del patto di sicurezza: «Di­cono che chi non denW10ia il racket è fuori dal.l'associazione de­gli industriali. Io ho denunciato e sono fumi lo stesso•>. Il testimone

di giustizia ha precisato come il si­stema che è alla base del racket del­le estorsioni goda di una stretta re­lazione fra la 'ndrmgheta e parte del mondo politico. •<Alla 'ndran­gheta · ha.spiegato Masclari -anda­va il 3% dell'appalto più la gestione dello stes.;o, alla sfer.l politica isti· tuziooale invece andava. il 6%, os­sia il doppio. Io ho denunciato que­sto sistema e, tra l'altro, ho fatto condannare per ooncussione, in maniera defiriitiva. anche un consi­gliere di Stato, Saverio Dam.ian.i, che gestiva . ha proseguito . oon al-

cuni politici il comitato affaristi-001>,

L'attività di testimone di giustizia dell'orma.i ex-ùnprenditore di Ser­ra ha avuto ini.zio fln dagli anni '80 «anche se solo verbalmente•, men­tre quelle stesse aocuse «nel'O su bianco le ho messe dal 1995. Per questo sono dovuto fuggire dalla mia terra, proprio per salvagua.i~ dare la mia vita e quella della mia famiglia•. Inoltre, Masciru'i ha chiarito che «io non faccio più l'ùn­prenditore•, a~ungendo però che «io sono tm unprenditore e vo-

glio fare l'imprenditore. Lo Stato -fla proseguito non senza polemica -lni deve restituire la. mia dignità di cittadino. 1ni deve garantire la si­curezza., mi deve ridate la. possibi­lità di scegliere. Non dobbiamo a.ve­re paura. delle 'ndranghete e delle mafie, dobbiamo sconfigge1•le, per far sì che non c i sia soki un Pino Masciari che denuncia ma che ce ne siano tanti, e ce ne sono tanti ef­fettivanlente. Dobbiamo dire - ha concluso - che noi siamo lo Stato la cittadinanza. civile si deve ribella.re a questo sistema».

Tommaso
Evidenziato
Page 47: Pino masciari

Lunedì 8 Ottobre 2007 Gazzetta del Sud18

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Pino Masciari “vittima del dovere” rivendica la libertà di poter fare il suo mestiere e di decidere dove svolgerlo

L’odissea di un imprenditoreHa denunciato racket e malaffare ma con la famiglia è stato relegato altrove

Marialucia Conistabile

In questa settimana ritornerà inCalabria. Mercoledì un altro pro-cesso lo aspetta a Catanzaro. Perl’ennesima volta, dunque, PinoMasciari lascerà la località “unavolta” protetta, ma quando sarànella regione sfiorerà senza po-tersi fermare il Vibonese.

Lui nella sua terra avrebbe vo-luto tornare, anzi da Serra nonavrebbe mai voluto andarsene.Invece con la sua famiglia – la mo-glie Marisa è una dentista –è statocostretto a trasferirsi altrove. «So-no una vittima del dovere, altro-chè testimone di giustizia – sbottaMasciari – sono un imprenditoreche ha avuto il coraggio di denun-ciare le richieste del racket e dellapolitica che pretendeva da il 6 percento su ogni appalto e per questoè stato costretto a fuggire via co-me un ladro. Dovevo rimanerequi e avere garantita la sicurezza;è qui che dovevo camminare a te-sta alta, perchè è qualche altro adoverla abbassare davanti ame...».

Ogni viaggio in Calabria perl’imprenditore di Serra San Brunosi trasformano in vere e proprieodissee senza considerare il sensodi amarezza che lo avvolge ognivolta che ritorna nella sua terra,dalla quale oltre dieci anni fa èstato lui, sua moglie e i suoi figli, adoversene andare. Oggi Confin-dustria – particolarmente in Sici-lia – invita i propri iscritti alla de-nuncia del malaffare, li esorta a

non lasciarsi sopraffare da estor-sori e corrotti, minaccia di sbatte-re fuori dall’associazione chi pagail pizzo. Una presa di posizioneche per Pino Masciari è arrivatacon oltre dieci anni di ritardo.

«In tempi remoti ho denuncia-to chi cercava di piegarmi, di an-nullare le mie imprese sotto uncarico enorme di mazzette – riba -disce Masciari –non oggi ma oltredieci anni fa ho fatto nomi e co-gnomi di chi pretendeva da me ilpizzo per i lavori appaltati; intempi remoti ho puntato il ditocontro i componenti del comitatod’affari politico-mafioso-masso-ne che si sono ingrassati con lepercentuali sui lavori. Ho messo anudo intrecci e portato tutti da-vanti a vari Tribunali della Cala-bria. In tutti i procedimenti mi so-no costituito parte civile. Alcunisono conclusi con condanne, altriancora in itinere. Ebbene, per tut-to questo ho dovuto però pagaremolto caro».

Dall’ottobre del ‘97 Pino Ma-sciari vive, o meglio sopravvive,fuori. Lui è stato costretto a lascia-re la sua casa, i suoi beni, i suoi af-fetti. «Gli imprenditori hannol’obbligo e non solo il dovere didenunciare e su questo non ci pio-ve –aggiunge –. Pino Masciari l’ha

fatto quando una cosa del genereforse era ancora impensabile. Pertutta risposta mi hanno impac-chettato e sbattuto da un’altraparte; le misure di sicurezza di-ventano motivo di ricatto anzichégaranzie nei nostri confronti. Sia-mo lontani, isolati soltanto per-ché ho fatto il mio dovere di citta-dino denunciando. Siamo noi asubìre questa sorta di segregazio-ne a vita quando invece neppurenel programma di protezione do-vevamo entrare».

Il tempo passa ma per chi si tro-va nelle condizioni di Masciari edi sua moglie Marisa i problemisono sempre gli stessi, sempre inagguato, dietro l’angolo. Cambia-no pure i governi e i componentidella Commissione antimafia. Ilcaso Masciari ormai lo conosconotutti, qualcosa negli ultimi tempisembra essere positivamentecambiata, per quanto riguarda lasicurezza, ma ogni volta che dallalocalità protetta l’imprenditore sideve spostare in Calabria per vi-cende giudiziarie, allora non ècambiato niente. La solfa è sem-pre la stessa: auto guaste e com-plicazioni a vista.

«Sono un imprenditore e ri-vendico la mia dignità professio-nale, non so fare altro. E allora midevono dare la possibilità di vive-re, devono garantire la sicurezzaper me e per la mia famiglia. PinoMasciari era e rimane imprendi-tore e a lui, solo a lui, spetta deci-dere dove e come farlo, non puòessere privato ulteriormente del-

la sua libertà».In particolar modo in quest’ul -

timo anno Masciari porta ovun-que la sua testimonianza, seguen-do gli inviti che gli arrivano da tut-ta Italia. In due mesi ha ricevutooltre 10mila visite sul suo blog

(wwwpinomasciari.it). «Raccon-to la mia storia ma, nonostantetutto, ribadisco sempre la mia fi-ducia nelle istituzioni perché èstata solo questa fiducia a darmifinora la possibilità di sopravvive-re».�

L’imprenditore Pino Masciari con alcuni uomini della scorta

MercoledìPino Masciarisarà a Catanzaroper un processoin Tribunale

La solidarietà di Iozzo al preside Assisi

L’Anp condannail vile pestaggioSolidarietà e vicinanza è stataespressa dall’Associazione na-zione dirigenti scolastici e alteprofessionalità della scuola alpreside dell’istituto AlberghieroFrancesco Assisi, aggredito epestato venerdì scorso poco do-po le 13.

L’associazione condanna ilvile e deprecabile atto sottoli-neando che «è esercizio conti-nuo di vigliaccheria quello diuomini senza onore e senza vol-to che, ancora una volta, colpi-sce gli onesti, quanti si adopera-no, con il sacrificio della propriavita, a compiere il proprio dove-re fino in fondo e a qualificaresempre meglio e di più l’istitu -zione di cui sono responsabili»,come nel caso di Francesco Assi-si, che «pur potendo intrapren-dere, giovanissimo laureato,una carriera brillante, ricca disoddisfazioni e molto meglio epiù abbondantemente remune-rata, ha preferito dedicare conamorevole cura la sua vitaall’educazione e formazione dei

giovani. L’amore per la scuola èda sempre nel suo Dna». Il presi-de Assisi si è sempre dimostrato«pronto a perorare i diritti deisuoi alunni e del personale tut-to, che come lui della scuola fan-no una seconda se non la primafamiglia. Nella scelta dell’istitu -to di prima nomina Assisi nonha puntato l’attenzione su isti-tuti blasonati ma ha scelto quel-lo che maggiormente aveva bi-sogno della sua guida ferma, de-cisa ma attenta ed amorevole eper ben 30 anni ha retto con pe-rizia ed intelligenza d’amorel’Ipsia. Da quattro anni si trova adirigere l’istituto Alberghierodove ha continuato a profonde-re tutto il suo impegno». Solida-rietà al preside Assisi è stataespressa anche da Mario Iozzo,sia nella qualità di docentedell’Itc che di presidente delconsiglio scolastico provinciale.Iozzo ha voluto manifestare tut-ta la vicinanza del mondo dellascuola a una personalità del va-lore di Assisi.�(n.l.)

Sequestrato il furgone e denunciato un disoccupato di Filogaso

Rifiuti pericolosi, bloccatoun carico di mezza tonnellataEra partito da Filogaso con ilcassone del furgone carico dimezza tonnellata di rifiuti in-quinanti. Un carico che non ècerto sfuggito ai carabinieri iquali hanno fermato l’auto-mezzo per un controllo, che siè concluso con il sequestrodell’automezzo (sprovvisto,tra l’altro, di assicurazione erevisione), del materiale e conuna denuncia del conducente– si tratta di D. B., disoccupatodel luogo – per illecita gestio-ne, raccolta e trasporto di rifiu-ti e per la mancata iscrizioneall’albo nazionale dei gestoriambientali. Inoltre, come ulte-riore sanzione a causa delmancato rispetto delle norme

del codice della strada, poste asicurezza di tutti gli utenti, ildisoccupato dovrà anche pa-gare una multa alquanto salatadi 900 euro.

Il servizio è stato effettuato,l’altro ieri, dai militari dellastazione di Maierato nell’am-bito di una più ampia attivitàdi tutela ambientale dispostadal Comando provinciale ecoordinata dalla Compagnia.In particolare il cassone delfurgone era ingombro di diver-si quintali di tavole di legno,calcinacci, fibre di lana di ve-tro, tubi di gomma, recipienticon vernice, mattoni e batterieesauste di autoveicoli. Tuttomateriale altamente inquinan-te per il quale sono previsti ap-positi protocolli di smaltimen-to e che invece veniva traspor-tato senza alcuna autorizza-zione. I carabinieri non esclu-dono che fosse diretto in qual-che discarica illegale del Vibo-nese.�Il camion carico di rifiuti pericolosi posto sotto sequestro

Pizzo CalabroComune,slitta ancorail pagamentodegli stipendiPIZZO. I dipendenti comunalidi Pizzo non hanno ancora ri-cevuto lo stipendio di settem-bre, nè sanno quando potran-no riscuoterlo. A farsi caricodi tale stato di disagio è il con-sigliere comunale di opposi-zione Giusy Federico. «Ecco iprimi segnali delle scelte scel-lerate poste in essere dall’am-ministrazione Nicotra – dicela Federico –che in campagnaelettorale aveva promesso dinon riscuotere i tributi comu-nali emulando il suo “mento-re” Still, (chiara l’illusioneall’amministrazione di cen-trodestra di FrancescantonioStillitania ndr.) che nel perio-do 1992/1999 si è dimentica-to delle entrate comunali».

Secondo quanto sostieneGiusy Federico «oggi si riper-corre quella strada trascuran-do di nomitorare i flussi di en-trata e di spesa. Anche se de-vo riconoscere – aggiunge –che con la precedente ammi-nistrazione in alcuni mesi si èregistrato qualche ritardo dialcuni giorni soprattutto inpresenza di ingenti pignora-menti in prossimità del paga-mento degli stipendi; tutta-via mai era stato accumulatoun ritardo così notevole. Enell’ultimo periodo il proble-ma era stato definitivamenterisolto grazie a misure drasti-che». Giusy Federico, pertan-to, ha sollecitato l’ammini-strazione a portare avantiuna seria politica delle entra-te.�

Il commento di Antonio Vacatello (Uil)

Contratto scuola, positivele reazioni dopo la firma

Mons. Renzo in visitaalla ProvinciaMons. Luigi Renzoincontrerà stamanealle 10 il presidentedella Provinciae tutti i dipendenti.

Commenti positivi alla firmadel contratto della scuola. Gliaumenti previsti sono in media140 euro per i docenti e 100 europer il personale ATA. «Con ritar-do e superando numerosi osta-coli, è stato sottoscritto un buoncontratto, utilizzando al massi-mo le risorse disponibili e indivi-duando modalità chiare e con-crete per riconoscere e premiareimpegno, merito e professiona-lità».

È quanto sostiene il segretariogenerale dell’UIl Scuola, Anto-nio Vacatello. «Il nuovo contrat-

to concorre a favorire e a soste-nere il lavoro docente e ricono-scerlo nella specifica funzioneche si concretizza nel lavoro inaula con gli studenti. Inoltre, fat-to non secondario, per favorire icorsi di recupero si incrementala retribuzione oraria a 50 euro.Per migliorare la funzionalitàdei servizi – aggiunge Vacatello–è prevista, nel mese di gennaio,un apposito momento contrat-tuale, con specifiche risorse, tut-to destinato al riconoscimento ealla mobilità professionale delpersonale ATA.».�

Tommaso
Evidenziato
Page 48: Pino masciari

'NDRANGHETA: GLI VIETANO DI SEGUIRE UDIENZA, TESTE PROTESTA

(AGI) - Vibo Valentia, 4 ott. - Il testimone di giustizia Pino Masciari alla vigilia dell'attesa sentenza contro i clan dei crotonesi di cui e' accusatore, protesta. Lamenta di non poter essere presente alla lettura delle decisioni della corte. " Domani - precisa meglio l'ex imprenditore Masciari - il tribunale di Crotone si riunira' in camera di Consiglio per l'emissione della sentenza a conclusione dell'iter processuale contro i clan crotonesi e del basso Ionio e contro cui il PM Marisa Manzini nella sua requisitoria, ha chiesto pene per circa un secolo per reati che vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso a quelli estorsivi nei miei stessi confronti. Ed avendo io partecipato, con alterne vicende, a quasi tutte le udienze che si sono tenute dal 2003 ad oggi, avrei voluto esserci anche all'atto finale, se non altro per far vedere che lo Stato e' presente e che non e' cessata in me la voglia di resistere. Ma stamattina il servizio di protezione, mi ha risposto che mi dovrei rivolge al presidente del tribunale di Crotone, spiegarne i motivi per poi avere il permesso. Il che - ha proseguito Pino Masciari - mi ha indignato e non solo per il solo fatto di essere costituito parte civile, ma anche perche', fino a prova contraria, alle udienze possono partecipare tutti i cittadini. A meno che - aggiunge Masciari - essendomi ribellato ad un sistema di potere mafioso, massonico, politico, che mi costringeva a pagare delle tangenti fino al 6% su tutti i lavori, non abbia perso i diritti di cittadino italiano. Continuo a ripetere e lo ripeto anche in questa occasione che, nonostante in questi ultimi tempi sia cambiato il clima a favore dei testimoni di giustizia, c'e' qualcuno che rema contro, qualcuno che vuole denigrare lo Stato". Le vicende di Pino Msciari, 48 anni, di Serra San Bruno, nel vibonese, risalgono ad oltre 10 anni fa, quando, giovane imprenditore edile che dava lavoro ad un centinaio di persone, si ribello' alle cosche di mezza Calabria che lo taglieggiavano. Con le sue denunce che trovarono pronto riscontro, fece arrestare decine e decine di 'ndranghetisti contro cui si costitui' anche parte civile, diventando come ebbe a dire l'ex procuratore antimafia Pier Luigi Vigna, uno dei testimoni di giustizia piu' importanti d'Italia. Da tempo vive in una localita' protetta, lontano dalla Calabria . "Una localita' che col passare del tempo - afferma - e' diventata sempre meno protetta, in quanto tutti sanno dove sono, dove vanno i miei figli a scuola. La mia protezione si limita alla scorta che mi viene concessa soltanto quando mi debbo muovere per motivi impellenti. Adesso mi viene fatto anche l'ostruzionismo di partecipare, ironia della sorte, a quei processi dove, oltre che accusatore, sono parte civile". (AGI) Cli/Adv

Page 49: Pino masciari

Giovedì 4 Ottobre 2007 Gazzetta del Sud8

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Attualità

Antonello LupisLOCRI

È stata breve, molto breve, aLocri ieri mattina la primaudienza settimanale (oggi edomani le altre due) del pro-cesso in Corte d’assise a caricodei presunti esecutori e man-danti dell’omicidio del vice-presidente del Consiglio re-gionale della Calabria, Fran-cesco Fortugno. (Otto gli im-putati, quattro dei quali ri-spondono del delitto del poli-tico calabrese della Margheri-ta ucciso a colpi di pistola il 16ottobre del 2005 nell’atrio dipalazzo Nieddu, durante losvolgimento delle primariedell’Unione).

Ieri, a riscontro delle di-chiarazioni rese in preceden-za su una serie di fatti delit-tuosi commessi a Locri daicomponenti di una gang ma-lavitosa capeggiata da uno deidue pentiti dell’inchiesta, Do-menico Novella, elemento dispicco della cosca Cordì, sonostati sentiti tre testimoni, vit-time, rispettivamente, di duedanneggiamenti e del furto diun’autovettura.

Si è trattato di un ex macel-laio di Locri, Leonardo Saina-to, il quale, rispondendo alledomande dei pm antimafiaMarco Colamonici e MarioAndrigo, ha raccontato chenell’agosto del 2005 scono-sciuti spararono dei colpi dipistola contro la serranda delsuo esercizio commerciale.

Un caposala dell’ospedaledi Locri, Domenico Mina, in-vece, ha descritto l’incendiomediante il quale sconosciutidiedero alle fiamme la sua au-tomobile.

Infine un sacerdote origina-rio del Congo, padre Sambo,ha raccontato di aver subito ilfurto, nelle immediate vici-nanze del seminario e dellaCattedrale di Locri, della suaFiat Uno. Il mezzo, ritrovatodopo una settimana, dovevaservire per compiere una rapi-na all’ufficio postale della

contrada Donasi di Siderno.Un “colpo”, questo, che perònon si materializzò per la pre-senza nella zona di numerosepattuglie dei Carabinieri im-pegnatei in servizi di controllodel territorio.

Nell’udienza di oggi è pre-visto l’interrogatorio di duetestimoni oculari dell’o m i c i-dio ossia del giornalista Giu-seppe Lombardo e dell’a v v o-cato Antonio Alvaro, che, almomento dell’agguato si tro-vavano presso il seggiodell’Unione a palazzo Nieddu,in compagnia di FrancescoFortugno, intenti a parlare dipolitica.

Per domani, invece, è previ-sta, tra le altre cose, la depo-sizione dell’ex presidente delConsiglio regionale della Ca-labria e attuale parlamentaredi Forza Italia, Luigi Fedele,

dei consiglieri regionali Leo-poldo Chieffallo, Roberto Oc-chiuto e Francesco Sulla,dell’ex presidente della Pro-vincia di Reggio Calabria, Co-simo Calabrò e del sindaco diVilla San Giovanni Rocco Cas-sone.

Da registrare infine un’i n i-ziativa personale di quello chesecondo l’accusa sarebbe ilpresunto autore materiale deldelitto Fortugno, SalvatoreRitorto, 28 anni, di Locri, ri-stretto, col regime previstodall’art. 41 bis del codice diprocedura penale, nel carceredi massima sicurezza di Tol-mezzo (Udine) e difesodall’avvocato Rosario Scarfò.

Ritorto, ritenendosi inno-cente, ha scritto al presidentedella Repubblica, Giorgio Na-poletano, chiedendo alla mas-sima autorità dello Stato, «al

di là del clamore mediatico fi-nora suscitato dalla vicenda»e delle possibili «pressioni»dell’opinione pubblica, «unsereno e giusto processo».

A stretto giro di posta gli ègiunta la risposta fornitaall’imputato dal segretario ge-nerale della presidenza dellaRepubblica, dott. MarcelloRomei: «Gentile signor Ritor-to – si legge nella missiva delQuironale – debbo farle pre-sente che il Capo dello Statonon interferisce con la funzio-ne giurisdizionale, il cui auto-nomo e indipendente eserci-zio è costituzionalmente riser-vato alla magistratura. Non ri-sulta pertanto possibile com-piere in questa sede una valu-tazione dei fatti da lei eviden-ziati, né in alcun modo inter-venire sui procedimenti giudi-ziari in corso».�

Un’immagine d’archivio di Salvatore Ritorto, presunto killer del vicepresidente del Consiglio regionale

Locri Ieri una breve udienza dedicata all’attendibilità del “pentito” Novella. E l’imputato Ritorto s’appella al Capo dello Stato

Il processo Fortugno entra nel vivoIniziano oggi gli interrogatori dei testimoni oculari. Domani sul banco alcuni politici

Reggio Il gup Melidona ha autorizzato l’uso di alcune telefonate

Le intercettazioni dei parlamentaripotranno “entrare” nell’aula di Locri

L’on. Luigi Meduri

Scilla-Bagnara

Sulla “A3”da oggisi transitaa corsia unicaREGGIO CALABRIA.Da oggi co-minciano quattro-cinque annidi grande difficoltà per chiviaggia nella fase terminaledella Salerno-Reggio. Chiude,infatti, la corsia Nord da Scillaa Bagnara e tutto il traffico pas-serà su quella Sud che funzio-nerà a doppio senso di circola-zione. Protezione civile e Pre-fettura di Reggio sono allerta-te per controllare la situazionein questi dodici infernali chilo-metri, senza alcuna alternati-va. Il ministro del Trasporti,Alessandro Bianchi ribadisce:«Io avevo chiesto un rinvio diquattro mesi per studiare altrestrategie, anche via mare, mahanno prevalso altre ragioni.Comunque siamo in grado difronteggeremo l’emergenza».Sulla questione continuano gliinterventi di tecnici e politici. Ilcapogruppo di An al Consiglioregionale della Calabria, Al-berto Sarra sottolinea le diffi-coltà e i rischi di isolamentoche corre l’Area dello Stretto:«Si tratta – dice – di una verapropria rivoluzione nel settoredei trasporti del nostro territo-rio. Gli stati previsionali dei la-vori da effettuare sulla litora-nea tirrenica, relativi alla A3,dell’approdo sud Villa-Treme-stieri e quelli previsti sulla lito-ranea Jonica, megatangenzia-le Villa-Reggio-San Gregorio,la 106 da San Gregorio a Meli-to, rischiano di stringere in unamorsa senza uscita l’interaArea dello Stretto sino al 2010ed oltre».

«Stati previsionali dei lavori– aggiunge Sarra – che nonvorremmo andassero di paripasso con gli stati previsionalirelativi agli stanziamenti pre-visti per il potenziamento dellametropolitana di superficie, aquesto punto vitale per l’eco -nomia dell’intera Area delloStretto nelle direttrici Nord eSud ed alle proposte alternati-ve “in corso d’opera anch’esse”'del Ministro dei Trasporti conle cosiddette Vie del Mare».

Le preoccupazioni di Sarra:«Le gravi discordanze operati-ve e le posizioni divergenti tra idue ministeri interessati, deiTrasporti e delle Infrastrutturepotrebbero produrre altri ef-fetti negativi sulla viabilità delnostro territorio».

Per tutti questi problemi,Sarra propone che «si che sipossa giungere a rendere ope-rative ed efficaci le tante solu-zioni in itinere. È auspicabileche venga istituito un serio ecostante collegamento tra or-gani di governo ed Istituzionilocalì. I lavori previsti nei dueversanti jonico e tirrenico, perle implicazioni che ne deriva-no costituiscono una dellepriorità politiche economichee sociali che richiedono ampiaconvergenza istituzionale al dilà degli steccati politici al pun-to che la gestione politica al pa-ri della gestione tecnica risul-terà decisiva nel garantire ilsuperamento di eventuali con-dizioni di staticità territorialecon tutte le conseguenze checiò comporterebbe a livello dicollegamenti e sull'economianon solo turistica delle dueAree dello Stretto».�

Paolo ToscanoREGGIO CALABRIA

Ventiquattr’ore dopo l’udienzacamerale il gup Santo Melidonaha sciolto la riserva indicandoper quali telefonate dei politici,intercettati nell’ambito di inda-gini i cui atti sono confluitinell’inchiesta sull’omicidio For-tugno, bisognava chiedere l’au-torizzazione alla Camera deideputati per la loro utilizzazio-ne. Il problema era sorto nellescorse settimane quando il peri-to Giuseppe Morabito aveva in-formato il giudice dell’esistenzadi una serie di telefonate in cuitra i conversanti figuravanoparlamentari.

In sede di udienza camerale ilgup Melidona ha acquisito il pa-rere dell’accusa, rappresentatadagli sostituti della Dda MarcoColamonici e Mario Andrigo,della parte civile (era presentel’avvocato Sergio Laganà) e deidifensori degli imputati (in aulac’erano gli avvocati AntonioManagò, Eugenio Minniti e Gio-vanni Scarfò), riservandosi ladecisione. Nella serata di mar-tedì ha depositato l’ordinanza,composta da una cinquantina dipagine nelle quali il magistratoelenca le telefonate considerateinteressanti ai fini delle indagi-ni e dispone la richiesta alla Ca-

mera dei deputati dell’autoriz-zazione all’utilizzazione per al-cune e l’immediata trascrizioneper altre.

La richiesta viene fatta perconversazioni che l’on. LuigiMeduri (all’epoca deputato del-la Margherita) aveva avuto conl’avvocato Giovanna Mollica (2febbraio 2006), con GiuseppeAutelitano (30 ottobre 2004), eDomenico Crea (29 gennaio2005 e 2 febbraio 2005. Il gupha disposto di procedere alla di-struzione di due registrazioni

del febbraio 2006 tra la vedovaFortugno, Maria Grazia Laga-nà, e l’on. Giuseppe Lumia. Hadisposto, inoltre, la trascrizionedi una conversazione registratail 22 gennaio dello scorso annotra Maria Grazia Laganà e ilconsigliere regionale MarioMaiolo.

Le telefonate tra l’on Medurie Domenico Crea, subentrato aFortugno come primo dei noneletti nella Margherita e poipassato alla Dc di Rotondi, ver-tevano proprio sulla campagna

elettorale per il rinnovo delConsiglio regionale.

Domenica Crea aveva abban-donato il Centrodestra per pas-sare a Democrazia Europea diSergio D’Antoni, movimentoche a sua volta aveva aderito al-la Margherita. Crea, quindi, siera trovato nel Centrosinistra. Ein parte queste telefonate tral’on. Meduri e Domenico Creachiariscono in parte le fasi e icontatti politici attraverso iquali è maturato il passag-gio.�

Domenico Crea

Alla vedova anche la solidarietà di Fausto Bertinotti

All’on. Laganà nuove minacceLoiero: «Vili senza onore»LOCRI. Una lettera anonima,l’ennesima, contenente minac-ce rivolte a Maria Grazia Laga-nà, deputata e vedova del vice-presidente del Consiglio regio-nale, Francesco Fortugno, èstata rintracciata il 23 settem-bre scorso dal personale delcentro per i servizi postali a La-mezia Terme. Si tratta per laprecisione delle sesta missivadi questo tipo negli ultimi seimesi circa. All’interno dellabusta c’era un foglio sul quale,con caratteri a stampatello,c’era scritto: «Farai la fine del-la macchina di Guccione». Laminaccia si riferisce all’intimi-dazione subita nelle settimanescorse dal segretario regionaledei Ds, Carlo Guccione, al qua-le sconosciuti bruciarono l’au-to. Contro l’on. Laganà c’eraanche un’ulteriore minaccia:«Presto farai la fine di tuo ma-rito. Presto lo raggiungerai».

L'on.Laganà, che è anchecomponente della commissio-ne parlamentare antimafia,non ha voluto commentarel’episodio. Della lettera la par-lamentare è stata informatadagli agenti della polizia diStato di Siderno, allertati daicolleghi di Lamezia Terme. Leminacce, secondo quanto si èappreso, sono state scritte concaratteri ritagliati da articoli digiornali.

Il presidente della Camera,Fausto Bertinotti, ha inviato ilseguente messaggio alla depu-tata della Margherita: «Appre-sa la notizia del nuovo e graveatto intimidatorio perpetratonei suoi riguardi, intendoesprimerle la mia solidarietà ela mia più intensa vicinanza».

«È un esercizio continuo divigliaccheria, quello di uominisenza onore e senza volto che

ancora una volta recapitanominacce a Maria Grazia Laga-nà»ha invece commentato inuna nota il presidente dellaRegione Calabria Agazio Loie-ro.

«Ancora una volta però – haaggiunto – la Calabria deglionesti si stringe attorno allaparlamentare dell’Ulivo chepuò contare così non solo sullamia personale e affettuosa so-lidarietà ma su quella di tutticoloro che come me lottanoper una società giusta, liberada tutele occulte e criminali».

«Ci troviamo ad affrontare –ha concluso Loiero – a uno stil-licidio quotidiano di messaggiintimidatori e Maria Grazia La-ganà sa di poter contare sullagente per bene e sulle istituzio-ni democratiche. Vada avanti,dunque, con tenacia nella suabattaglia di legalità».�(a.l.)

Mario Maiolo assessore regionale

CatanzaroMasciari: vittima del dovere

Auto rotta e fari in tiltper il teste “protetto”Giuseppe Lo ReCATANZARO

Qualche mese fa gli avevano ri-servato un albergo con tanto diprenotazione a suo nome, sta-volta ha dovuto interrompere ilviaggio verso il Tribunale di Ca-tanzaro perché l’auto “blindata”messagli a disposizione si è gua-stata. E, si badi bene, non è la pri-ma volta che accade.

Se non parlassimo di cose se-rie come la vita della gente, la si-curezza personale e il coraggiodi denunciare i propri aguzzini,ci sarebbe di che farsi una bellarisata. Eppure ha poco da sorri-dere l’imprenditore Pino Ma-sciari, testimone di giustizia daquasi 10 anni (il 18 ottobre spe-gnerà le candeline), che ierimattina avrebbe dovuto depor-re nel processo contro i suoi ta-glieggiatori. Invece l’udienza èstata rinviata su richiesta dellastessa parte civile e per l’assenzadel teste col quale Masciari si sa-rebbe dovuto confrontare. Echissà se il viaggio di rientro ver-so la località protetta in cui l’im -prenditore catanzarese risiededa dieci anni è andato meglio diquello d’andata...

Partiti per raggiungere Ca-tanzaro, il testimone e la scortasi sono fermati ben presto. Il mo-tore dell’auto fumava: impossi-bile proseguire, necessario chia-

mare un carroattrezzi e chiederel’invio di un altro mezzo. A que-sto punto è iniziata un’attesapiuttosto lunga, alla mercè dichiunque. Alla faccia della sicu-rezza. Poi la soluzione: tutti suun’altra auto e via verso Catan-zaro. Peccato che, giunti in Cala-bria, nella “nuova vecchia auto”è andato in tilt l’impianto elettri-co; perciò è stato necessario rag-giungere il capoluogo senza fari.Problemi tecnico-organizzativia parte, Masciari non ha alcunaintenzione di interrompere lasua battaglia. Contro la crimina-lità organizzata, la politica com-piacente e le storture del siste-ma. «Il vero detenuto - dice - so-no io, vittima del dovere di de-nunciare». Tre le richieste del te-stimone di giustizia che, fra glialtri, ha fatto condannare ungiudice del Tar: «Chiedo dignitàcome cittadino italiano, sicurez-za per me e la mia famiglia e chelo Stato mi metta in condizionedi tornare a il mio lavoro, farel’imprenditore». E pensare cheMasciari gode ancora della pro-tezione soltanto per effetto di unricorso al Tar Lazio, presentatoma non ancora discusso nono-stante i solleciti. «Ciò non mi im-pedisce - aggiunge - di rivolger-mi ai giovani: denunciate senzatentennamenti. Oggi non è piùcome 10 anni fa, ci sono stru-menti legislativi adeguati».�

Maria Grazia Laganà

Tommaso
Evidenziato
Page 50: Pino masciari

24C A T A N Z A R O

GIOVEDÌ 4 ottobre 2007 calabriaora

Nuova odissea per PinoMasciari. Imprenditore,come preferisce esserechiamato, testimone digiustizia, vittima della cri-minalità organizzata comeviene più spesso definitodai media.

L’ultima volta erano sta-ti i ragazzi di Libera ad ac-compagnarlo dalla locali-tà segreta in cui vive finoall’aula del tribunale diCatanzaro. Ieri ci è torna-to. Il motivo è lo stesso: te-stimoniare in un processoper estorsione. Questavolta però a scortarlo cisono due agenti, ma le co-se non sembrano andaremolto meglio. Durante ilviaggio per giungere inCalabria l’auto blindatafatta arrivare apposita-mente per scortare Ma-sciari in Calabria si è rottadopo aver percorso pochecentinaia di chilometri.Sosta obbligata, carro at-trezzi e lunga sosta per at-tendere un’auto nuova.Capita, però se succede trevolte in pochi mesi, la co-sa si fa più complicata. Al-la fine, comunque, PinoMasciari e la sua scortariescono ad arrivare pertempo all’udienza di ieri

sì». Ma nonostante tuttoPino Masciari continua alanciare messaggi di spe-ranza: «credo nello Stato,continuo a invitare tuttigli imprenditori calabresisoffocati dalla ’ndranghe-ta a ribellarsi. Sicuramentec’è del marcio, ma nelleistituzioni, nella magistra-tura, nella società civile cisono tanti uomini e donneoneste che vogliono uncambiamento. E poi ogginon è come 10 anni fa cisono leggi, il fondo anti-racket, insomma bisognaribellarsi».

L’ultimo pensiero è peril sostituto procuratoreLuigi De Magistris «unpm onesto che fa il suo la-voro». Alla fine l’udienzadel processo è stata rinvia-ta alla prossima settimana,il 10 ottobre.

Masciari ha poi un altroappuntamento in Cala-bria, un vero e proprio Pi-no Masciari day che si ter-rà il prossimo 28 ottobrenel villaggio Guglielmo diCopanello. Previsti gli in-terventi di autorevoliesponente del mondo po-litico e imprenditorialenon solo calabrese.

g.maz

L’ultima odissea di Pino MasciariL’imprenditore, testimone di giustizia, fermo per ore sull’autostrada

Operazione dell’ArmaIn manette due pusher

droga

Colpito ancora, nel girodi sole 72 ore, il traffico disostanze stupefacenti nellacittà capoluogo. Dopo gliarresti di domenica scorsa(Domenico Passalacqua eMarco Bevilacqua fermatia bordo di un’auto con 50grammi di cocaina), i cara-binieri della compagniacatanzarese, guidati dalcapitano Raimondo Noci-to, nel tardo pomeriggio diieri hanno tratto in arrestoA. M. e S. G., di 26 e 27 an-ni originari della provinciadi Catanzaro, bloccandoli,così come nel caso del-l’operazione di tre giornifa, lungo la statale 280 checollega Lamezia e Catan-zaro. In questo caso i mili-tari del Norm hanno rin-venuto circa dieci grammidi cocaina e un grammo dieroina. La brillante opera-zione poco dopo le 18e30.I due, persone già note al-le forze dell’ordine, ven-gono da prima seguiti nei

loro movimenti: grazie adattente attività di pedina-mento con autovetture ci-vetta e servendosi di sofi-sticate tecniche audiovisi-ve, i carabinieri della com-pagnia di Catanzaro sonocosì nelle condizioni di fer-mare la vettura sulla qua-le viaggiano A. M. ed S. G.quando ormai mancanopochi chilometri all’in-gresso della città. La per-quisizione dell’automibilee quella personale, porta imilitari a rinvenire i diecigrammi di cocaina, tra l’al-tro, già confezionata in di-verse dosi pronte per esse-re immesse sul mercatodella droga nel catanzare-se.

Manette ai polsi per idue giovani, trasferiti poinel carcere di Siano, in se-rata la convalida degli ar-resti da parte del pm diturno De Tommasi.

Due donne, Anna Rita Se-stito e Caterina Mazzotta,entrambe catanzaresi, di 55 e21 anni, sono state accusatein concorso di violazione didomicilio aggravato in fla-granza di reato. Le due don-ne sono state trovate como-damente sedute sul divanoall’interno di un apparta-mento nella zona sud dellacittà. La casa è di proprietàdell’Istituto Autonomo CasePopolari, in locazione a unignaro cittadino che vi abitaregolarmente e che era usci-to solamente per pochi atti-mi.

Le donne, presumibilmen-te con l’ausilio di familiari,per riuscire a entrare aveva-no sfondato poco prima del-l’arrivo degli agenti la portad’ingresso in legno massellocon chiusura rinforzata conl’uso di un piccone e di unamazza di ferro. Alla vista de-gli operatori hanno tentatodi giustificarsi, raccontandoche secondo loro la casa erasfitta mentre gli ambienticompletamente arredati, ilcibo nel frigorifero e persinoil led della televisione lascia-to acceso dimostravano ine-quivocabilmente un’altra re-altà. Il legittimo proprietarioè stato così rintracciato e in-formato di quanto accadutosenza rischiare di rimanereimpelagato in quelle lungag-gini burocratiche legate al-l’occupazione abusiva dellecase.

Favorì un latitanteCondannato a un anno

dal tribunale/1

Favorì un latitante sfug-gito al blitz “Revenge” eper questo ieri mattinaGennaro Grotteria è statocondannato a un anno e 4mesi. Grotteria, difeso dal-l’avvocato Piero Chiodo,avrebbe aiutato nel breveperiodo di latitanza Mauri-zio Spagnolo accusato difar parte del cosiddetto“Clan dei Gaglianesi” sgo-minato dalla polizia alla fi-ne del febbraio 2006. Spa-gnolo venne trovato dai ca-rabinieri il 30 marzo 2006 inun casolare disabitato nelquartiere Janò, nella zonanord della città. Nel casola-re venne rinvenuto cibo eogni genere di comfort. A

curare la latitanza di Spa-gnolo, secondo i carabinie-ri, era Gennaro Grotteriache è stato arrestato per ilreato di favoreggiamentopersonale. Intanto oggi nel-l’aula bunker si terràl’udienza del processo “Re-venge” per 34 presunti affi-liati alla cosca. Tra questispiccano i nomi di quelli ri-tenuti dal pm della DdaGerardo Dominijanni comei capi dell’organizzazione.Girolamo Costanzo, detto“compare Gino”, AnselmoDi Bona, ma anche i due ca-pi rom Cosimino Abbruz-zese alias “U Tubu” e Do-menico Bevilacqua alias“Toro Seduto”. (g.m.)

Tre persone sono rimaste ferite in un incidente stra-dale avvenuto in località Apostolello a Catanzaro.Nell’'incidente sono rimaste coinvolte due automo-bili ed una moto di grossa cilindrata. Le tre persone ferite sono state soccorse ed accom-pagnate nell’ospedale di Catanzaro dove i sanitarile hanno giudicate guaribili con prognosi dai 10 ai20 giorni.

Sul luogo dell’incidente sono intervenuti gli agen-ti della polizia stradale di Catanzaro che in questigiorni sono impegnati in numerosi controlli finaliz-zati a contrastare il fenomeno della guida in stato diebbrezza alcolica.

L’attività svolta dai poliziotti della stradale haportato al ritiro di due patenti e di due carte circola-zioni ed al sequestrato di una automobile perchépriva di assicurazione. Le persone complessivamen-te identificare sono state 84 mentre 54 sono i veicolicontrollati. I poliziotti hanno rilevato 12 infrazionial codice della strada. Un ciclomotore è stato sotto-posto a fermo amministrativo per 60 giorni perchéla persona che era alla guida del mezzo era privadel casco protettivo.

strade pericolose

Scontro con feriti, patenti ritirate

dal tribunale/2Bimba venduta Ieri udienza della Corte d’AssiseDiecimila euro per unabambina di pochi mesi.Questa la cifra che sarebbestata pagata da una fami-glia del Crotonese per com-prare una neonata bulgara.L’agghiacciante episodioera venuto alla luce nel cor-so delle indagini della ope-razione “Balkan gate” coor-dinata dal sostituto procu-ratore Luigi De Magistris.Ieri mattina si è tenutal’udienza davanti alla Cor-te d’Assise. Durantel’udienza il pm De Magi-stris ha presentato la sua li-sta di testimoni e ha richie-sto il deposito delle trascri-zioni relative al procedi-mento principale “BalkanGate”. La Corte ha decisodi ammettere la lista dei te-sti, mentre sulle trascrizioniha rinviato la decisione allaprossima udienza fissataper il 10 ottobre. La piccolaneonata bulgara sarebbestata venduta dai genitoriper 10 mila euro. Di questi5 mila sarebbero andati nel-le tasche di un intermedia-rio. La piccola è venuta almondo il 26 giugno del2004 a Crotone, la cessionesarebbe avvenuta invece il7 e l’8 settembre. I fatti si sarebbero consu-mati tra Crotone, Isola Ca-po Rizzuto e Cutro, gli in-contri sarebbero avvenutinell’abitazione di una terzapersona.

Esce e due donne gli occupano la casa Arrestate dalla agenti della polizia che le hanno trovate sedute sul divano

mattina. Ai cronisti che lo atten-

dono nel palazzo di giusti-zia l’imprenditore conce-de un po’ di tempo. «Il 18ottobre “fe-steggio”dieci annida detenu-to, il 18 ot-tobre del1997 sonoentrato nelprogrammadi protezione». Da alloraPino Masciari e la sua fa-miglia sono stati costrettiall’esilio dalla Calabria.

«Da trentaquattro mesi at-tendo una decisione delTar del Lazio, ad ottobredel 2004 infatti mi hannomesso fuori dal program-

ma di prote-zione per-ché sosten-gono che iprocessi incui io sonotestimonesono termi-nati. Come

potete vedere voi stessi –si gira a indicare l’aula do-ve tra poco sarà chiamatoa testimoniare – non è co-

Masciari durante la sosta (foto tratte da pinomasciari.it)

Tornato in Calabria per testimoniarein un processo per estorsione

Francesco Palmieri ex maresciallo capo dei carabinie-ri di Soverato è stato assolto ieri mattina dall’accusadi concussione. Così ha deciso il collegio giudicantedel tribunale di Catanzaro composto dal presidenteCamillo Falvo e a latere i giudici Folino e Maiore.Francesco Palmieri, difeso dall’avvocato SalvatoreStaiano, era stato rinviato a giudizio nel 2005 su ri-chiesta del sostituto procuratore Luigi De Magistris.Già nelle udienze preliminari il gup lo aveva pro-sciolto da alcuni capi di imputazione. Secondo l’accusa Palmieri, all’epoca dei fatti mare-sciallo capo dei carabinieri, avrebbe abusato del suoruolo ricevendo favori e in cambio annullando multeo restituendo patenti. Accuse per le quali ieri il tribu-nale lo ha assolto. (g.m.)

dal tribunale/3

Assolto un ex maresciallo

Ulteriori indagini sonotuttora in corso da parte del-la polizia, al fine di accertarela responsabilità di eventua-li complici.

Sono ben tre tentativi diviolazione di domicilio mes-se in atto da persone senzascrupoli la cui intenzione èquella di introdursi, durantela temporanea assenza deilegittimi proprietari, dentrodelle abitazioni per trovarvialloggio e sistemazione.

IVANO GRANATO [email protected]

Tommaso
Evidenziato
Page 51: Pino masciari

Fonte: http://www.gazzettadelsud.it

Catanzaro Masciari: vittima del dovere Auto rotta e fari in tilt per il teste "protetto"

Giuseppe Lo RecatanzaroQualche mese fa gli avevano riservato un albergo con tanto di prenotazione a suo nome, stavolta ha dovuto interrompere il viaggio verso il Tribunale di Catanzaro perché l'auto "blindata" messagli a disposizione si è guastata. E, si badi bene, non è la prima volta che accade. Se non parlassimo di cose serie come la vita della gente, la sicurezza personale e il coraggio di denunciare i propri aguzzini, ci sarebbe di che farsi una bella risata. Eppure ha poco da sorridere l'imprenditore Pino Masciari, testimone di giustizia da quasi 10 anni (il 18 ottobre spegnerà le candeline), che ieri mattina avrebbe dovuto deporre nel processo contro i suoi taglieggiatori. Invece l'udienza è stata rinviata su richiesta della stessa parte civile e per l'assenza del teste col quale Masciari si sarebbe dovuto confrontare. E chissà se il viaggio di rientro verso la località protetta in cui l'imprenditore catanzarese risiede da dieci anni è andato meglio di quello d'andata...Partiti per raggiungere Catanzaro, il testimone e la scorta si sono fermati ben presto. Il motore dell'auto fumava: impossibile proseguire, necessario chiamare un carroattrezzi e chiedere l'invio di un altro mezzo. A questo punto è iniziata un'attesa piuttosto lunga, alla mercè di chiunque. Alla faccia della sicurezza. Poi la soluzione: tutti su un'altra auto e via verso Catanzaro. Peccato che, giunti in Calabria, nella "nuova vecchia auto" è andato in tilt l'impianto elettrico; perciò è stato necessario raggiungere il capoluogo senza fari. Problemi tecnico-organizzativi a parte, Masciari non ha alcuna intenzione di interrompere la sua battaglia. Contro la criminalità organizzata, la politica compiacente e le storture del sistema. «Il vero detenuto - dice - sono io, vittima del dovere di denunciare». Tre le richieste del testimone di giustizia che, fra gli altri, ha fatto condannare un giudice del Tar: «Chiedo dignità come cittadino italiano, sicurezza per me e la mia famiglia e che lo Stato mi metta in condizione di tornare a il mio lavoro, fare l'imprenditore». E pensare che Masciari gode ancora della protezione soltanto per effetto di un ricorso al Tar Lazio, presentato ma non ancora discusso nonostante i solleciti. «Ciò non mi impedisce - aggiunge - di rivolgermi ai giovani: denunciate senza tentennamenti. Oggi non è più come 10 anni fa, ci sono strumenti legislativi adeguati».

(giovedì 4 ottobre 2007)

Page 52: Pino masciari

GIOVEDI 4 ottobre 2007

l!ultima odissea di Pino Masciari L'imprenditore, testimone di giustizia, fermo per ore sull'autostrada

N uova odissea per Pino Masciari. Imprenditore, come preferisce essere chiamato, testi mo ne di gius tizia, vittima della cri­minalità orgcutizzata co1ne viene più s pesso defin ito dai media.

L'ult ima volta era no s ta­ti i ragazzi d i Libera ad ac­compag narlo da lla locali­là segreta in cui vive fiJ10 al1'au la d el trib una le di Catanzaro. Ieri ci è torna­to. Il motivo è lo stesso: te­stimonia re in un processo per estors ione. Questa volta però a scortarlo ci sono due agenti, ma le co· se non sembrano andare mo lto meglio. Du rante il v iaggio per g iu ngere in Ca labria l'auto blind ata fatta a rriva re apposita­me nte per scorta re M.a­sciari in Ca labria si è rotta dopo aver percorso poche centinaia di ch ilometri. Sosta obb ligata, carro a t­Lrezzi e lunga sosta per a t­tendere un'auto nuova. Capita, però se succedé tre volte in pochi mesi, la co­sa s i fa più complicata. Al­la fi ne, comu nque, Pino Masdari e la su a scorta riescono ad arrivare per tempo all'ud ienza d i ieri

Masciari durante la sosta (foto t ratte da pinomasciari.it)

mattina. Ai cronis ti che lo atten­

dono nel palazzo di gius ti­z ia l' imp re nd ito re conce­d e un po' di tempo. «li 18

((Da trentaquattro mesi at­tendo una d ecisione del Tar dcl Lazio, ad ottobre de l 2004 infatti mi hanno messo fuori da I program­

ottobre "le­steggio" d ieci anni da detenu­to, il 18 ot­tobre del 1997 sono entrato nel

Tornato ma di prote­zione per­ché sosten­gono che i processi i n cu i io sono testimo ne sono termi­nati. Come

in Calabria per testimoniare in un processo per estorsione

programma d i protez ione». Da allora Pino lvtasciari e la sua fa­mig lia sono stati costretti a ll'esilio dalla Ca labria.

potete vedere voi stessi -si gira a ind icare l'aula do­ve tra poco sarà chjainato a testi moniare - non è co-

Esce e due donne gli occupano la casa Arrestate da/la, agenti dellci polizùi che le h.l11mo trovate se<Lut.e sul divano

Due do1tne, A1u1a Rita Se­stito e Caterina Mazzotta, entrambe catanzaresi, di 55 e 21 anrù, sono state accusate in concorso d i violazione di domicilio aggravato in fla .. granza d i reato. Le due don­ne sono s tate trovate como­damente sedute sul divano all' interno d i un apparta· mento nella zona sud della città. La casa è di proprietà dctrl.stituto./\ utonomo Case Popolari, in locazione a un ignaro cittadino d 1e vi abita regolarmente e che era usci­to solamente per pochi atti­mi.

Le donne, presumibilmen­te con l'ausilio di familiari, per riuscire a entr .. ue aveva· no sfondato poco prima del­l'arrivo d~-gli agenti la porta d'ingres.<;0 in legno massello con chiusura rinforzata con l'uso di un piccone e di UJ1a mazza di ferro. Alla vista de­gli operatori harmo tentato di giustificarsi, raccontando che secondo loro la casa era sfi tta mentre gli ambienti completamente arredati, il cibo nel frigorifero e persino il led della tele,isione J.1scia­to acceso d imosb'avano ine­quivocabilmente un'altra re­altà. Il legittimo proprietario è stato così rintracciato e in~ formato di quanto accaduto sen.za rischiare di rbnanere impelagato in quelle lw1gag­gini bu rocratiche legate a l­l'occupazione abusiva delle case.

Ulteriori indagini sono tuttora in co1w da parte del­la polizia, al fine di accertare la responsabilità di evenn1a­li complici.

Sono ben tre tentativi di violazione di domicilio mes­se in atto da persone senza scrupoli In cui intenzione è q uell.:i di introdursi, durante Ja temporanea assenza dei legittimi proprietari, dentro delle abitazio1ù per trovarvi alloggio e sistemazione.

Scontro con feriti, patenti ritirate

Tre persone sono rimaste feri te in un incidente stra ~ dale avvenuto in località Apostolello a Catanzaro. Nell" incidente sono rimaste coinvolte d ue a utomo· bili ed u na moto d i g rossa ci lind rata. Le tre persone ferite sono state soccorse ed accom­pagnate nell'ospeda le di Catanzaro dove i sanitari le ha nno giudicate gua ribili con prognosi dai lO ai 20 giorni.

Sul luogo del l' incidente sono intervemiti gli agen­ti della polizia s tradale di Catanzaro che in questi g iorni sono impegna ti in numerosi controlli fina1iz­zati a contras tare il fenomeno della gu ida in stato di ebbrezza alcolica.

L'attività svolta dai poliziotti della s lradalc ha po-rtato a l ritiro d i due pa tenti e di d ue ca rte circola­zioni ed al sequestrato di una a utomobile perché priva di assicurazione. Le persone co1nplessivarn.en­te identifica re sono state 84 mentre 54 sono i veicoli controllati. l pol izi<Hti hanno r ilevato 12 infrazioni a l cod ice della s trada. Un ciclomotore è stato sotto­posto a fermo amministrativo per 60 giorni perché la persona che e ra alla gu ida del mezzo era p riva del casco protettivo.

sì». Ma nonostante tutto Pi no Masciari con li nua a lanci are messaggi d i spe­ranza: ((credo ne llo Stato, continuo a invitare tu tti gli imprenditori calabresi soffocati dalla 'ndranghe­ta a ribellarsi. Sicuramente c'è del marcio, ma nelle istil:1.1zion.i, nella magis tra­tura, nella società civi le d sono tanti uomini e donne oneste ch e vogliono u n ca mbiamento. E poi oggi non è come 10 anni fa ci s ono leggi, i l fondo anti ­racket, insomma bisogna r ibellarsi».

L'ultimo pensiero ~ per i l sostitu to p rocu r-atore Luigi De Magistris «u n pm o nesto che fa il suo la­voro». Alla fine l'udien za del p rocesso è stata rinvia­ta alla prossima settimana, il 10 ottobre.

Masdari ha poi un altro appu ntamento in Cala­bria, un vero e prop rio Pi­no l\fosciari day che s i ter­rà i l p rossi mo 28 ottob re nel villaggio Guglielmo d i Copanello. Prev is ti gli in­terventi di autorevoli esponente d el mondo po­litico e imprendi toria le non solo calabrese.

g.maz

,.,., ·-

Bimba venduta Ieri udienza della Corte d'Assise Diccinùla curo (X't una bambina di pochi mesi. Questa la cilra che sarebbe stata pagata da w1a fami­glia del Crotonese per com­prare una neonata bulgara. L'agghiacciante episodio era venuto alla luce nel cor­so delle indagini della ope­razione "Balkan gate" ooor­dinata dal sostituto procu­ra toJ'C Luigi De Magistris. Ieri mattina s i è tenuta l'udienza davanti alla Cor­te d'Assise. Durante l'udienza il pm De Magi­sbis ha pre;;entato la sua li­sta di testimoni e ha richie­sto il deposito delle trascri­zioni re lative al procedi .. mento principale "Ball<an Gatc". La Corte ha deciso di ammettere la li•ta dei t<­sti, mentre sulle trascrizioni ha rinviato la decisione alla prossima udienza fissata per il 10 ottobre. La piccola neonata bulgara sarebbe stata venduta dai genitori per 10 mila euro. Di questi 5 mila sarebbero andati nel­le tasche di w> intenn edia· rio. La piccola è venuta al mondo il 26 giugno del 2004 a Crotone, la cessione sarebbe avvenuta ùwece il 7 e 1'8 settembre. 1 fatti si sarebbero consu­mati tra Crotone, l'lOla Ca­po Rizzuto e Cutro, gU in· contri sarebbero avvenuti neU'abitazione di una terza OPrsona.

droga I Operazione dell'Arma I In manette due pusher

Colpito ancora, nel giro di sole 72 ore, il traffico di sostanze stupefacenti nella città capoluogo. Dopo gli arresti di domenica scorsa (Domenico Passalacqua e Marco 6evilacqua fermati a bordo di un'auto con 50 gram mi di ooca.ina), i cara .. binieti della compagnia catanzarese, guidati dal capitano Raimondo Noci­to, nel tardo pome1iggio di ieri hanno tratto in arresto A. M. eS. G .. dj 26e27 an­ni originari della provincia di Catan7..aro, bloccandoli, cosl come nel caso del­l'opera2ione di tre gionù fa, luJ1go la st<itale 280 che collega Lamezia e Catan­zaro. In questo caso i mili­tari del Norm hanno rin­venuto circa dieci grammi di cocaina e un grammo di eroina. La brillante opera­zione poco dopo le 18e30. I d ue, persone già note al­le forze dell'ordine, ven­gono da prima seguiti nei

loro movimenti; grazie ad attente attività di pedina­mento con autovetture ci­vetta e servmdosi di sofi­sticate leoùche audiovisi­ve, i carabinieri della com­pagnia di Catanzaro sono cosl nelle condizioni di fer­mare la vetn1ra sulla qua­le viaggiano A M. ed S. G. quando ormai mancano pochi chilometri all'in­gresso della città. La per­quisizione dell' auto1nibile e quella personale, porta i militari a rinvenire i dicd grammi di cocaina, tra l'al­tro, già confezionata in di­verse dosi pronte per esse­re immesse su I mercato della droga nel cataro..are­se.

Manette ai polsi per i due giovani, trasferiti poi nel carcere di Siano, in se­rata la convalida degli ar­resti da parte del pm di turno De Tommasi.

!VANO GRANA'M i.~1-un::it11@·c· :1 la lwiaora.i l

dal tribunale/1

Favorì un latitante Condannato a un anno Favori un latitante sfug·

gito al blitz "Re\•enge" e per questo ieri mattina Geru1aro Grotteria è stato condannato a un anno e 4 mesi. Grotteria, difeso dal­l'awocato Piero Chiodo, avrebbe aiutato nel bn?\re periodo di latitan7.a Mauri­zio Spagnolo accusato di far parte del cosiddetto "Oan dei Gagliancsi" sgo­minato dalla polizia alla fi­ne del febbraio 2006. Spa­gnolo veiu1e trovato dai ca­rabinieri il 30 marzo 2006 in un casolare disabitato nel quartiere Janò, nella zona nord della città. Nel rnsola­re venne rinvenuto cibo e ogni genere di comfort. A

curare la latitanw d i Spa­gnoJ01 secondo i carabin ie­ri, era Gennaro Grottetia che è stato arrestato per il reato di favoreggiamento personale. lntantooggi nel­l'aula bunker si terrà l'udienza del processo "Rc­venge" per 34 presunti affi­liati alla rosea. Tra questi spiccano i nomi di quelli ri­lenuti dal pm della Oda Gerardo Dominijanni oome i capi dell'organizzazione. Girolamo Costanzo, dello "compareGino", Anselmo Di Bona, ma anche i due ca­pi rom Cosimino Abbniz­zese alias "U Tubu" e ~ menico Bcvilaçqua a1ias "Toro Seduto". (g,m.)

Assolto rm ex maresciallo f;rancesco Palmieri ex ma resciallo capo dei carabinie· r i di Soverato è s tato assolto ieri mattina dall'accusa d i concussione. Cosl ha deciso il collegio giudi cante del tribunale d i Cata nza ro composto dal presidente Camilla Falvo e a latere i giudici Foli no e Maiore. Francesco Palmieri, difeso dall'avvocato Salvatore Staiano, era st«to rinviato a giudizio ne1 2005 s u rj .. chiesta d el $Ostituto procuratore Luig i De Mag istris. Già nelle udienze preliminari il gup lo awva p ro­sciolto d a alcuni capi di imputazione. Secondo l'accusa Palmieri, all'epoca dei fa tti ma re .. sciallo capo dei carabinieri, avrebbe abusato del suo ruoJo r icevendo favori e iJ1 cambio annu11ando multe o restituendo patenti. Accuse per le quali ieri il tribu­nale lo ha assolto. (g.m.)

Tommaso
Evidenziato
Page 53: Pino masciari

23C A T A N Z A R O

SABATO 6 ottobre 2007 calabriaora

Stazione appaltanteEcco come funzioneràI numeri della centrale. Si lavora sulla bozza d’intesa

Stazione unica appaltan-te provinciale, un processosempre più nel vivo. L’haconfermato anche il vicemi-nistro dell’Interno MarcoMinniti ieri a margine dellapresentazione del progettodi legge regionale sulla“Sua”: l’uomo di governoha sottolineato i positivi ri-sultati dell’esperienza “pi-lota” di Crotone e ha affer-mato che la provincia diCatanzaro sta registrandopassi in avanti sensibili alpunto da essere in diritturad’arrivo. In effetti, la prefet-tura ha impresso una sensi-bile accelerata al processo,che potrebbe arrivare aconclusione con la sigla delprotocollo di intesa ancheentro la fine dell’anno. Orasi tratta di definire gli ulti-mi dettagli, ma gli enti par-tecipanti, che stanno per es-sere riconvocati dalla pre-fettura, potranno lavoraresul documento di sintesielaborato dal gruppo di la-voro presieduto dal vice-prefetto cento. Un docu-mento di sintesi che ha giàricevuto l’adesione del Co-mune capoluogo e, con os-servazioni, della Provinciadi Catanzaro. Approfon-diamo

IL DOCUMENTO DI SINTESINel documento di sintesi sifa presente che il gruppo dilavoro si è posto come pri-mo fine quello di analizza-re la situazione esistente, ri-levando come «lo svolgi-mento in concreto delleprocedure di gara per l’ag-giudicazione di appalti siapesantemente condiziona-to dall’incongruità dei ban-di di gara predisposti dallesingole stazioni appaltanti»e come sono state indivi-duate «ben 43 criticità cheafferiscono la predisposi-zione e la formulazione deibandi di gara e che si tra-ducono in difficoltà proce-durali con riflessi in termi-ni di tempistica». Tra le so-luzioni individuate, l’ado-zione di due bandi tipo aseconda che si tratti di ap-palti superiori o inferiori a150mila euro: «L’adozionedi questi bandi tipo da par-te delle vigenti stazioni ap-paltanti costituirebbe il pri-mo significativo passo sul-la strada dell’omologazio-ne delle procedure di garanelle more della stazioneunica. Il gruppo di studio –si legge ancora nel docu-mento di sintesi – ha rivela-to l’opportunità che, nellemore dell’attivazione dellastazione unica, venga intro-dotto un bando unico per levarie stazioni appaltanti».È evidente che l’obiettivofinale sarà quello dell’uni-formità dei bandi e dei ca-pitolati, per evitare diffor-

mità interpretative e incon-gruenze.

Un altro aspetto che ilgruppo di lavoro ha consi-derato è quello della ripar-tizione dell’attività tra lastazione unica appaltante el’ente committente, in casoal quale comunque – si leg-ge ancora nel documento disintesi - «si è ritenuto di do-ver riferire la responsabilitàgiuridica dell’appalto». Inlinea di massima la proce-

dura prevederebbe chel’ente indice la gara e ap-prova il capitolato, quindila stazione unica celebra lagara ed effettua l’aggiudi-cazione provvisoria, quin-di l’ente committente pro-cede all’aggiudicazione de-finitiva: su questo puntoperaltro la Provincia avreb-be espresso alcune perples-sità legate al rischio di uningorgo burocratico tra sta-zione ed ente committente

e quindi al rischio di com-promettere la celerità del-l’iter.

I NUMERI La stazione uni-ca provinciale – almeno inuna prima fase sperimenta-le – gestirà gli appalti supe-riori a 150mila euro, per untotale di 650-700 gare al-l’anno. Sul piano logistico,ancora si devono definiretutti gli aspetti, ma nel do-cumento di sintesi si fannoalcune ipotesi: la centrale,che dovrebbe essere ospita-ta in locali messi a disposi-zione dell’amministrazioneprovinciale, dovrebbe ave-re un budget iniziale di100mila. Per le spese di ge-stione si sarebbe pensato a«un contributo (pari all’1%)per ogni singola gara il cuiricavato – si legge ancoranel documento di sintesi –andrebbe a finanziare inparte le spese sostenute peril funzionamento della sta-zione e in parte retribuireb-be il personale impegnato».Quanto alle risorse umane,nella stazione stazione uni-ca dovrebbe operareun’unità costituita da undirigente coordinatore, tredirigenti, 5 categoria D, 4categoria C, 3 categoria B3e 3 categoria A3.

È una sorta di odissea quella raccontatadal testimone di giustizia Pino Masciari ilquale, in una nota, denuncia una sorta di«limitazione nei propri spostamenti». Ma-sciari, inoltre, lamenta il fatto che per recar-si a Catanzaro per una testimonianza in unprocesso (come riferito da Calabria Ora nel-l’edizione di giovedì) gli sono state asse-gnate due automobili che hanno avuto gua-sti durante il viaggio.

«Sono partito dalla località protetta - rac-conta Masciari - il 2 ottobre per recarmi a te-stimoniare in un processo. Ebbene la mac-china vecchia e obsoleta su cui viaggiavo siè rotta lasciando me e lascorta per strada. È stata tro-vata un’altra autovettura esiamo ripartiti per la Cala-bria ma anche quest’altramacchina, stremata di chilo-metri, ha avuto un guastoall’impianto elettrico per cuiabbiamo camminato senzafari».

Dopo l’udienza Masciariha chiesto di trattenersi nelcapoluogo calabrese per ri-solvere alcuni problemi per-sonali. «Un maresciallo deicarabinieri - ha aggiunto -ha però riferito al caposcor-ta che non potevo sostareperché la permanenza dove-va essere limitata al tempodell’espletamento dell’im-pegno giudiziario. E così hodovuto fare l'ennesima atte-sa nel cortile del Comando Provinciale diCatanzaro dove ci siamo recati per definirela vicenda e dove poi c’è stata detto cheavevamo libertà di muoverci e che non ave-vo vincoli in proposito». Masciari avrebbeinoltre voluto partecipare anche all’udien-za di un processo previsto per ieri mattinaa Crotone. «Sta di fatto - sostiene il testimo-ne di giustizia - che dal Servizio Centrale diprotezione mi ha chiesto di esibire un’istan-za scritta da inoltrare al presidente del Tri-bunale, perché questi valutasse la possibi-lità affinché io presenziassi all’udienza. Ov-viamente nel rivendicare il mio status di li-bero cittadino, che ha denunciato e quindiha il dovere ma anche il diritto ad assistereall’udienza, non ho inoltrato alcuna istanza.È inutile dire lo stato d’animo quale può es-sere».

Il testimone Pino Masciari racconta l’ultima odissea

Pensava di giocare di furbizia e rius-cire a farla franca il giovane catan-zarese che, qualche giorno fa, a bordodella sua Vespa non si era fermato al-l’alt intimato da una pattuglia dellaPolizia ma che oggi, a conclusionedelle indagini effettuate, è stato defer-ito all’Autorità Giudiziaria. L’episodiosi è verificato alla fine dello scorsomese nella zona di Sala quando gliAgenti delle Volanti hanno notato duegiovani senza casco a bordo di un ci-clomotore. È iniziato così un insegui-mento nelle vie del quartiere, con tan-to di lampeggianti accesi e sirene spie-gate, ma i giovani, inizialmente rag-giunti dagli operatori e fatti fermare invia degli Svevi, con una mossa re-pentina sono riusciti a ripartire e a farperdere le loro tracce. Il tutto in un ar-co di tempo ridotto che però è bastatoai poliziotti per prendere il numerodella targa del mezzo e soprattutto perguardare bene in faccia il ragazzo allaguida. Non è stato poi difficile risalireimmediatamente al nome dell’intes-tatario del ciclomotore, il ventenneM.D., e presentarsi a casa sua dove gliagenti hanno parlato con i suoi geni-tori che li hanno indirizzati verso ilposto di lavoro del figlio. A quel pun-to i poliziotti si sono recati nell’attivitàcommerciale dove il giovane prestaservizio e lì lo hanno rintracciato e,senza nessuna incertezza, riconosciu-

to. M.D. però non ha ammesso le pro-prie responsabilità raccontando di nonessersi mosso quel pomeriggio dal lo-cale e di aver lasciato parcheggiato ilsuo scooter fuori casa. Quest’ultimoparticolare gli è stato subito contestatopoiché gli stessi operatori avevanoconstatato poco prima, alla presenzadei suoi genitori, l’assenza del ciclo-motore nei pressi della loro abitazione.Il ragazzo, per tutta risposta e perniente sorpreso o rammaricato, si ègiustificato dichiarando che probabil-mente il ciclomotore doveva esserglistato rubato. Nel frattempo, non lon-tano da via degli Svevi, personaledelle stessa squadra volanti rinvenivail mezzo regolarmente parcheggiatosenza alcun segno di effrazione alcilindretto di accensione. Da accerta-menti espletati si appurava che nonsolo il veicolo mancava di regolare re-visione dal 2004 ma che anche la poliz-za assicurativa non era stata più rinno-vata da oltre un anno. Il proprietario,che dopo la “visita” della Polizia ave-va sporto denuncia di furto, è stato de-nunciato a piede libero per simu-lazione di reato. Con lui è stato de-nunciato per favoraggiamento ancheil suo datore di lavoro, P.R. di 24 anni,il quale aveva confermato la versionedata dall’amico, raccontando che M.D.quel giorno non era mai uscito dal suolocale neanche per un momento.

ANTONIO [email protected]

Ieri dovevaandare aCrotone per un importanteprocesso

Ventenne fugge con la motoLa polizia riesce a trovarlo

È stato giudicato ieri mattina per direttissima dal giudi-ce del tribunale di catanzaro Antonio Saraco, PasqualeCappellano, catanzarese di 36 anni di etnia rom. L’uo-mo, difeso dall’avvocato Anselmo Mancuso, dopo laconvalida dell’arresto, è stato scarcerato e posto ai domi-ciliari. Il catanzarese era stato arrestato dai carabinieriche in casa sua avevano trovato 17 grammi di cocaina,21 grammi di eroina, cinque grammi di marijuana e duedi hashish, oltre a circa 500 euro in contanti, presumibi-le provento dell’attività di spaccio, e a un coltellino dacucina modificato.

DAL TRIBUNALE

Convalidato l’arresto dell’Arma

Tommaso
Evidenziato
Page 54: Pino masciari

Fonte: http://www.giornaledicalabria.net/

Un testimone di giustizia lamenta difficoltà negli spostamenti

È una sorta di odissea quella raccontata dal testimone di giustizia Pino Masciari il quale, in una nota, denuncia una sorta di “limitazione nei propri spostamenti”. Masciari, inoltre, lamenta il fatto che per recarsi a Catanzaro, per una testimonianza in un processo, gli sono state assegnate due automobili che hanno avuto guasti durante il viaggio. “Sono partito dalla località protetta - racconta Masciari - il 2 ottobre per recarmi a testimoniare in un processo. Ebbene la macchina vecchia e obsoleta su cui viaggiavo si è rotta lasciando me e la scorta per strada. È stata trovata un’altra autovettura e siamo ripartiti per la Calabria ma anche quest’altra macchina, stremata di chilometri, ha avuto un guasto all’impianto elettrico per cui abbiamo camminato senza fari”. Dopo l’udienza Masciari ha chiesto di trattenersi nel capoluogo calabrese per risolvere alcuni problemi personali. “Un maresciallo dei carabinieri - ha aggiunto - ha però riferito al caposcorta che non potevo sostare perché la permanenza doveva essere limitata al tempo dell’espletamento dell’impegno giudiziario. E così ho dovuto fare l’ennesima attesa nel cortile del Comando Provinciale di Catanzaro dove ci siamo recati per definire la vicenda e dove poi c’è stato detto che avevamo libertà di muoverci e che non avevo vincoli in proposito”. Masciari avrebbe inoltre voluto partecipare anche all’udienza di un processo previsto per stamani a Crotone. “Sta di fatto - sostiene il testimone di giustizia - che dal Servizio Centrale di protezione mi ha chiesto di esibire un’istanza scritta da inoltrare al Presidente del Tribunale, perché questi valutasse la possibilità affinché io presenziassi all’udienza. Ovviamente nel rivendicare il mio status di libero cittadino, che ha denunciato e quindi ha il dovere ma anche il diritto ad assistere all’udienza, non ho inoltrato alcuna istanza. È inutile dire lo stato d’animo quale può essere”.

06/10/2007

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Ottobre 8th, 2007La macchina di Pino ha un buco nella gomma - da LiberaPiemonte

La macchina di Pino ha un buco nella gomma La scorsa settimana Pino Masciari ha affrontato uno dei suoi soliti viaggi. Non si tratta di viaggi in business class, non si tratta di viaggi che hanno come meta villaggi turistici. Sono viaggi del dovere, quel genere di viaggi che lo portano da un aula di tribunale all’altra e che nella sua ormai decennale esperienza nascondono sempre qualche tranello. Lo abbiamo sentito proprio perché ci raccontasse l’ultima disavventura. Allora Pino, cosa succede?Succede che mi capita di viaggiare su mezzi obsoleti che rendono gli spostamenti più difficili e anche più pericolosi. Questa volta il nostro viaggio è stato un’odissea. Ed ho avuto problemi anche al ritorno. E dal momento che non si tratta della prima volta, ne deduco che i mezzi non sono adeguati.Ma tu cosa hai fatto? Hai segnalato i disagi?Certamente. Quando sento i responsabili del Servizio Centrale, sento da parte loro la massima disponibilità. Avverto che sono sensibili alle mie sollecitazioni e alle mie richieste. Poi però qualcosa evidentemente non funziona.Cosa vuoi dire esattamente?Per esempio la scorsa settimana io sono rimasto bloccato in un piazzale di un comando provinciale dei carabinieri per quattro ore. Mi dicevano che non potevano garantirmi la tutela se non per l’udienza in tribunale. Ho telefonato ai Servizi e mi hanno risposto testuali parole “Il cittadino Pino Masciari è libero di muoversi su tutto il territorio con la tutela necessaria…”. Allora perché quei carabinieri avevano quegli ordini? Ti senti abbandonato?No, assolutamente. Avverto il sostegno della società civile e questo mi da tanta forza. Ed avverto anche il sostegno e la solidarietà di politici ed istituzioni. Quando partecipo ad avvenimenti pubblici, sento che la gente ascolta attentamente le mie parole; sono in tanti quelli che mi dicono che non pensavano esistessero delle situazioni come la mia. E sono tanti anche i politici che mi stringono la mano e mi dicono grazie. E questo per me è importante.Ma allora dov’è che si inceppa quel qualcosa che non fa filare tutto come dovrebbe?Esistono dei centri di potere che si mescolano a quelli legittimi e istituzionali. Ed esistono anche indagini in corso su certi rapporti. Io sento che c’è qualcosa che mi contrasta, non perché ci sia qualcuno che ce l’abbia con me, ma per quello che rappresento, ovvero quella parte di Italia che lotta per la legalità. Pino e adesso cosa farai? Ti fermi?Io non mi do per vinto. Dovrò tornare a testimoniare in quel processo, sperando di fare un viaggio finalmente degno. Quel che chiedo è che sia rispettata la mia dignità di uomo e con me quella dei miei familiari che mi attendono a casa. Non mi arrendo di fronte alle vessazioni, perché so che non sono solo e perché voglio che emerga finalmente quel che c’è di buono nella nostra tanto bistrattata terra. E’ la mia missione e la porterò a compimento.

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Giovedì 11 ottobre 200716 24 ore in Calabria

Francesco Vitelli è uno dei pilastri dell’inchiesta Missing sulla mala cosentina: gli è stata revocata la protezione

Pentito a rischio ma la tutela non c’èAlla vigilia del processo si ritrova allo scoperto. Inutili gli appelli della DdaFRANCESCO Vitelli ha 50 anni,una moglie, due figli e vive agliarresti domiciliari. È un pentito,che collabora da 11 anni con laDda di Catanzaro. Racconta diguerre di ‘ndrangheta e di omici-di, le sue dichiarazioni sono stateuno dei pilastri dell’inchiesta“Missing”, ma lo Stato ha decisoche non vuole più proteggerlo.Francesco Vitelli è stato “capita-lizzato” (gli è stata tolta l’identitàdi copertura), vale a dire che il mi-nistero degli Interni ha pagato80.000 euro per la sua collabora-zione e gli ha dato il benservito.Ed anche se oggi continua ad aiu-tare la Procura antimafia, che perlui ha chiesto ripetutamente il ri-pristino del programma, non hapiù protezione. Anzi, ci si ricordadi lui a corrente alternata.

Il Servizio centrale di protezione,poche settimane fa, ha negato aVitelli la possibilità di parteciparein Calabria al funerale del suoceroe, dopo pochi giorni, ha affermatodi non essere più legittimato adintervenire nelle sue vicende. «Sesi sente in pericolo, cambi città eabitazione», così il 3 settembre èstata liquidata la sua ennesima ri-chiesta di aiuto, avanzata dall’av-vocato Pasquale Barbieri e ag-giunta alla lunga lista delle solle-citazioni già inoltrate dal procu-

ratore aggiunto della Dda MarioSpagnuolo, che della sua collabo-razione si è già avvalso e dovràcontinuare ad avvalersi, nel mo-mento in cui l’inchiesta “Missing”approderà in Tribunale dopo i rin-vii a giudizio disposti pochi giornifa dal gup distrettuale.

Vitelli parla e parla davanti aimagistrati, ma dal 2004 nessunolo protegge più. In quell’anno –dopo che la Dda scrisse in una re-lazione che la sua collaborazioneera terminata - smise di essere unfantasma e, insieme alla moglie eai due figli, riapparve al mondo. Il

ministero dell’Interno tolse l’abi-tazione messa a loro disposizionee i documenti di copertura con cuila famiglia stava iniziando a rico-struirsi una vita, la posta gli ven-ne recapitata a casa e la localitàprotetta in cui vivevano smise diessere tale, il figlio maggiore per-se il lavoro nel momento in cuicercò di spiegare il motivo per cuisi era presentato con un nome di-verso dal suo: pochi rischiano diavere tra i dipendenti il familiarestretto di un pentito di ‘ndranghe-ta. Soprattutto se quel pentitocontinua a raccontare di cosche edi omicidi.

La collaborazione di Vitelli, og-gi, è decisiva e non è un caso chela Dda si ostini a chiederne la pro-tezione, tramite continue lettereinviate alla Direzione nazionaleantimafia, al Servizio centrale diprotezione, al Ministero dell’inter-no. Tutte finora sono rimaste sen-za risposta. Nessuno, a quanto pa-re, si prende la briga di spiegareal collaboratore qual è la sua posi-zione. Perché se da un lato è evi-dente che il Servizio si è lavato lemani di lui e dei suoi problemi,dall’altro è altrettanto vero che al-cuni passaggi fondamentali dellasua vita passano proprio tramiteil Servizio. Non è un caso che pri-ma di spostarsi dalla città in cuivive per andare al funerale delsuocero, Vitelli si sia affrettato a

chiedere il permesso al magistra-to competente e che, per tutta ri-sposta, ha ricevuto un diniego.Un no secco, che non è stato mes-so neppure nero su bianco, dalmomento (e qui sta un’altra dellenumerose stranezze di questa sto-ria) che l’uomo è stato convocatoin una località segreta ed infor-mato verbalmente del rigetto dellarichiesta deciso dal Tribunale diSorveglianza di Roma.

Quel provvedimento, che gli haimpedito di rendere l’ultimo salu-to al suocero, il pentito non l’hamai visto con i suoi occhi e, se nonavesse insistito per avere un ver-bale, non avrebbe mai avuto unostraccio di prova di quello stranoincontro con gli agenti della Que-stura. Stessa storia è avvenuta po-che settimane fa, quando France-sco Vitelli è stato invitato a pre-sentarsi in un luogo solo a lui no-to per sentire la risposta al suo en-nesimo grido d’aiuto. “Nel casoavverte la sensazione di pericoloper lui stesso e per i suoi familiari– è scritto testualmente nel verba-le del 3 settembre letto dai poli-ziotti che gliel’hanno notificato –viene invitato a trasferirsi in altralocalità, in quanto il servizio diprotezione non è più legittimatoad intervenire”. Parole chiarissi-me. Sbattute in faccia al “signornessuno”, che ha l’ardire di sen-tirsi in pericolo soltanto perché

ha svelato alla Dda i segreti diuna quindicina di omicidi. La suacollaborazione è stata importantenell’ambito dell’inchiesta “Mis-sing”, e lo sarà ancora di più nelmomento in cui Vitelli dovrà ripe-tere davanti alla Corte d’assise leaccuse già messe a verbale al co-spetto del procuratore aggiuntoMario Spagnuolo. Il problema ècapire fino a che punto, le personechiamate in causa dal pentito, po-tranno spingersi nel tentativo ditappargli la bocca. L’uomo, in fon-do, è protetto come un comune cit-tadino e forse anche meno, dalmomento che vive con la sua fami-glia in una grande città dove tuttopuò succedere con grande facilità.Sul fatto che qualcuno cercherà difarlo tacere non ci possono esseremolti dubbi, dal momento che giàin passato i suoi nemici si sonofatti vivi per fargli capire il pesonegativo della sua collaborazione.La situazione è grave. E, per que-sto, l’avvocato Barbieri continua ascrivere con insistenza, chieden-do il ripristino del programma diprotezione. E sollecitando anchela Procura generale ad indagarecon l’obiettivo di accertare a chi sidebba attribuire la responsabilitàdella capitalizzazione e della finedell’anonimato di Vitelli, con ilrientro a viso scoperto in quelmondo in cui più d’uno, è eviden-te, ha interesse a farlo tacere.

Francesco Vitelli

di CHIARA SPAGNOLO

CATANZARO - Le Istituzionilo maltrattano. Lo fannoviaggiare su mezzi obsoleti,che spesso e volentieri lo la-sciano a piedi insieme allascorta. Non lo proteggono asufficienza negli spostamen-ti da un processo all'altro.Ma a "coccolarlo" ci pensanoloro, quei giovani calabresiche dicono no ad una giusti-zia ingiusta. E che sonopronti a mobilitarsi in massaper scendere in piazza e re-clamare maggiore sicurezzaper Pino Masciari, l'impren-ditore edile catanzarese che,nel lontano 1997, decise dicollaborare con la giustiziaper fare nomi e cognomi diboss e gregari della 'ndran-gheta che, per anni, lo aveva-no sottoposto ad un vorticedi violenze e richieste estor-sive di ogni genere. Dichia-razioni dirompenti, quelle diMasciari, che come primo ef-fetto ebbero quello di man-darlo lontano dalla sua terrainsieme alla moglie e ai figli,in un esilio obbligato che, aconti fatti, è servito solo adimpedire loro di vivere la vi-ta che si erano scelti. Le pa-role di Masciari, infatti, dopoavere aiutato la Procura di-strettuale a sgominare i clandi mezza regione, si sonopuntualmente scontrati conla lungaggine dei processi divolta in volta finiti in un nul-la di fatto. Proprio come ac-caduto ieri al processo cele-brato a Catanzaro contro trepresunti estortori del sove-ratese, che avrebbero co-stretto l'imprenditore a sbor-sare diverse mazzette incambio della tranquillità sullavoro che in quel periodo-era il 1988 - lo vedeva impe-gnato a Montepaone perconto dello Iacp (Istituto au-tonomo case popolari). Reatoprescritto, ha dichiarato ieriil presidente del Tribunale,Camillo Falvo, mandando acasa, con in tasca una sen-tenza di proscioglimento,

Fiorito Procopio, UmbertoLentini e Roberto Codispoti,tre posizioni stralciate da unprocedimento più ampio in-tentato a Vibo Valentia con-tro numerosi esponenti dispicco dei clan locali.

Una decisione che, ovvia-mente, ha fatto saltare sututte le furie chi, udienza do-po udienza, si è esposto inprima persona per raggiun-gere il capoluogo al fine diribadire le proprie accuse,restando, in un'occasione,anche a piedi sull'autostra-da, insieme alla scorta, perun buco nella gomma del-l'auto alquanto malandatamessa a disposizione dal Ser-vizio centrale di protezione.

E su tutte le furie sono sal-tati anche loro, i giovani ca-labresi che, da due mesi, sisono attivati per far sentirela loro voce on-line, attraver-so un sito (www.pinomascia-ri.it) nel quale vengono ri-percorse tutte le vicissitudi-ni giudiziarie subìte dall'im-prenditore. Fino alla senten-za di ieri che, con sottile iro-nia, viene riproposta sull'ho-me page di ieri. Il resto nellecarte dei giudici che ancoradovranno pronunciarsi sualtre vicende portate alla lu-ce sempre grazie alla testi-monianza di Pino Masciariche, sempre sul sito, duranteun'intervista, dice di nonsentirsi abbandonato, alme-no da quella parte di societàcivile che, in ogni occasione,gli si stringe intorno facen-dogli sentire tutto il propriocalore. Ma allora dov’è che siinceppa quel qualcosa chenon fa filare tutto come do-vrebbe? A questa domandaMasciari risponde senza esi-tare: «Esistono dei centri dipotere che si mescolano aquelli legittimi e istituziona-li. Ed esistono anche indagi-ni in corso su certi rapporti.Io sento che c’è qualcosa chemi contrasta, non perché cisia qualcuno che ce l’abbiacon me, ma per quello cherappresento, ovvero quellaparte di Italia che lotta per lalegalità».

di STEFANIA PAPALEO

Ennesima prescrizione a un processo scaturito dalle sue dichiarazioni

Giovani pronti a mobilitarsiin difesa di Pino Masciari

L’imprenditore Pino Masciari

OGGI, a Catanzaro, alla presenza del Ministro dei Tra-sporti Alessandro Bianchi, del Viceministro all’InternoMarco Minniti, del vice capo della Polizia Luigi de Sena,le Ferrovie della Calabria consegneranno alla ditta Godi-no un capannone per continuare in sicurezza la propriaattività commerciale. Alla ditta Godino, già vittima di undevastante attentato di chiara matrice mafiosa, che avevadistrutto la struttura sede della propria attività di lavoro,le Ferrovie della Calabria avevano affidato la fornitura ela manutenzione degli pneumatici di tutti i mezzi di pro-prietà della società, controllata dal Ministero dei Traspor-ti. La ditta Godino è stata in seguito vittima di un nuovotentativo di intimidazione mafiosa.

Un capannone per i Godino

Tommaso
Evidenziato
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29Soverato e dintorni Giovedì 11 ottobre 2007

Reato prescritto per i tre presunti estortori del testimone di giustizia Pino Masciari

Scagionati dalla legge CirielliL’avv. Conidi: «Mi meraviglio che non se ne siano accorti prima»

NON c'è stato bisogno del-l'accompagnamento coatto.Antonio Valente si è presen-tato da solo, ieri, in Tribuna-le. In tasca un certificato me-dico atto a dimostrare chelui, la settimana scorsa, alprocesso nel quale era statocitato come teste, non avevapotuto prendere parte inquanto ricoverato per accer-tamenti presso l'ospedale vi-bonese.

Nessuna reticenza, dun-que, ha sostenuto l'uomo, lacui presenza, tuttavia, è ser-vita ben poco ai fini dellasentenza che, alla fine, nonha assolto nè condannato itre uomini accusati di estor-sione ai danni dell'imprendi-tore edile Pino Masciari.Quest'ultimo, infatti, ancorauna volta si è dovuto scon-trare con l'estinzione perprescrizione del reato che ve-niva contestato a Fiorito Pro-copio, 54 anni, di San Soste-ne, Umberto Lentini, 57 an-ni, di San Sostene, e RobertoCodispoti, 42 anni, diSant'Andrea Apostolo sulloIonio. Prescrizione dichiara-ta, ieri mattina, dal presiden-te del Tribunale, Camillo Fal-vo.

A farla da padrone l'ex leg-ge Cirielli, che la Corte costi-tuzionale ha esteso anche aiprocessi che si sono incardi-nati prima dell'entrata in vi-gore della legge. Così, archi-viati i dieci anni di indagini,le decine di udienze davantia ben tre diversi collegi giu-dicanti, le prove testimonialie documentali passate di ma-no in mano, a Pino Masciari,il testimone di giustizia che,da solo, è riuscito a trascina-re sui banchi degli imputatidi tutti i tribunali calabresiboss e gregari della 'ndran-gheta, non è rimasto che tor-

nare a casa a bordo dell'autosgangherata che gli ha for-nito il servizio centrale diprotezione per i suoi movi-menti insieme alla scorta.

Questo perché gli episodiricostruiti dalla Procura sul-la scia delle sue dichiarazio-ni risalivano al 1988, data incui Masciari si trovava impe-gnato a Montepaone, perrealizzare alcuni lavori perconto dell'allora Iacp (Istitu-to autonomo case popolari).Lì dove i tre imputati loavrebbero raggiunto più vol-te per intimargli di pagarese avesse voluto continuarea lavorare in tranquillità, inun'occasione anche alla pre-senza di Valente che, però,sentito in udienza, in riferi-mento a tale episodio avevasostenuto di non ricordare

nulla, inducendo così i giu-dici a disporre un faccia afaccia con Pino Masciari, alfine di arrivare alla verità.

Faccia a faccia che non cisarà mai, come mai si cono-scerà la verità, almeno pro-cessuale, sulla vicenda, ri-spetto alla quale l'avvocatoClaudia Conidi (che affiancail testimone di giustizia nellasua coraggiosa battaglia) siè mostrata molto dura, chie-dendosi soprattutto comemai la prescrizione del reatonon sia stata dichiarata pri-ma, «non che avessi mai vo-luto questo - ha precisatol'avvocato Conidi - essendopiuttosto interessata ad an-dare fino in fondo alla vicen-da, ma di certo alla luce dellasentenza di ieri, che peraltroriconosce il contesto mafioso

nel quale sarebbero maturatii fatti, quanto prima presen-terò ricorso al Tribunale diSalerno per chiedere il risar-cimento dei danni causatidalla violazione della leggePinto relativa alla ragione-vole durata dei processi». Ri-corso che, inevitabilmente,sarà presentato anche dagliimputati, con tanto di di-spendio economico da partedello Stato che, ancora unavolta, esce sconfitto da un'in-chiesta giudiziaria cadutanel vuoto. A farlo sarà l'avvo-cato Salvatore Staiano, cheintanto può giaà cantare vit-toria, avendo difeso gli im-putati nel corso del lunghis-simo processo che si è con-cluso ieri con un nulla di fat-to.

Stefania Papaleo

PROSEGUIRANNO fino al14 ottobre le visite gratuitepresso l’ambulatorio mobilea disposizione dei cittadininell’ambito del progetto“Cardiolab: la prevenzionecardio – cerebrovascolare”.Nel corso della visita saran-no misurati il tasso di cole-sterolo, il tasso di glicemia ela pressione sanguigna che,integrati con i dati relativiall’età, al peso e al sesso, per-metteranno di calcolare il ri-schio cardio – cerebrovasco-lare.

«Le malattie cardio-cere-brovascolari - si legge nel co-municato stampa di presen-tazione dell’iniziativa - sonooggi la prima causa di de-cessi nel mondo occidentale(sono 4 milioni i morti ognianno in Europa). Da questariflessione è nato il “Proget-to CardioLab - prevenzionecardio – cerebrovascolare:interventi sul territorio».

Ed è proprio nell’ambito ditale iniziativa che è statopredisposto a Soverato, inpiazza Maria Ausiliatrice,un vero e proprio “ambula-torio” mobile che permetteràdi effettuare visite medichegratuite, allo scopo di verifi-care lo stato di salute e i pos-sibili fattori di rischio di chivorrà sottoporsi al control-lo.

Ai cittadini che si sottopor-ranno alla visita sarannomisurati il tasso di coleste-rolo, il tasso di glicemia e lapressione sanguigna.

I dati raccolti integrati conquelli relativi all’età, al peso,all’altezza e al sesso permet-teranno di calcolare in pochi

minuti il reale rischio car-dio-cerebrovascolare del pa-ziente e di suggerire una vi-sita più approfondita pressoil proprio medico.

Si stima che nei prossimi20-40 anni, in assenza di unprogetto determinato di pre-venzione, le malattie cardio -cerebrovascolari siano desti-nate ad aumentare netta-mente, e con esse le invali-

dità e naturalmente la mor-talità.

Mancanza di progetti ade-guati, scarsa trasposizione

delle ricerche cliniche nellapratica quotidiana, freno de-gli investimenti pubblici afavore della sanità sono soloalcune delle spiegazioni diquesto fenomeno preoccu-pante.

Un segno inverso a questasituazione allarmante vieneda una iniziativa promossada alcune associazioni attivein questo campo: Aid eFand, due associazioni dipazienti diabetici, Alt, Asso-ciazione per la Lotta controla Trombosi e CnAmc, Coor-dinamento nazionale delleAssociazioni dei malati cro-nici. La tappa di Soverato èstata realizzata con il patro-cinio del Comune, della So-cietà Italiana di medicinagenerale – Sezione di Sove-rato e della Federazione ita-liana Medici di medicina ge-neral – Sezione provincialedi Soverato.

CHI SONO I SOGGETTO A RISCHIO?

Chi non fa attività fisica. - Quasi la metà della popola-zione svolge un lavoro sedentario o passa seduta delle 2alle 6 ore al giorno!Chi è in sovrappeso o obeso. - Un aumento anche mo-desto del peso corporeo determina un incremento del ri-schio di malattia coronarica e del rischio di ictus.I pazienti diabetici - Il diabete è in aumento in tutti iPaesi Europei a causa di abitudini alimentari scorrette.Chi fuma. - Il rischio è direttamente correlato alla quan-tità di sigarette fumate e al numero di anni d’esposizio-ne. Chi soffre di ipertensione arteriosa e ipercolesterole-mia. – Nel nostro Paese circa il 30 per cento dei soggettial di sopra dei 35 anni. Chi ha già subito eventi cardio - cerebrovascolari. –Ictus cerebrale, infarto, angioplastica.

Saranno misuratianche i tassi

di colesterolo

Le visite mediche gratuite proseguiranno fino al 14 ottobre

Cardiolab, prevenzione in piazza

SLITTA al 14 dicembre l’udienza inCorte d’ Appello nell’ambito del pro-cesso “Le Giare”. I giudici di secon-do grado (presidente Cosentino, alatere Garofalo e Tarantino) hannoinfatti accolto l’eccezione sollevatadall’avvocato Giovanni Le Pera di-fensore del titolare del camping,Egidio Vitale, che ha eccepito la nul-lità del decreto di citazione per ilgiudice d’Appello perché non notifi-cata nei termini previsti dalla legge.

Un ulteriore rinvio nell’ambito delprocedimento approdato in Corted’Appello a luglio scorso che vedeimputati Egidio Vitale, titolare delcamping soveratese dove sette annifa persero la vita tredici persone,Carlo Serrao e Vincenzo Citriniti, ri-spettivamente dirigente del settore

33 dell’assessorato regionale ai La-vori pubblici e direttore della sezio-ne staccata di Catanzaro dell’Ufficiodel territorio -Direzione Comparti-mentale per le Regioni Campania eCalabria e Silvestro Perrone, dipen-dente della Regione Calabria settoreOpere idrauliche-acque-impiantielettrici.

Anche lo scorso mese di luglio, fula mancata notifica ad uno degliimputati a far slittare la primaudienza del processo. L’udienza fis-sata per discutere della richiesta -avanzata dall’Agenzia del Demanio- di sospendere la provvisoria esecu-zione della sentenza di primo gradocon la quale il Tribunale ha condan-nato gli imputati al pagamento del-la provvisionale alle parti civili. t. a.

Tragedia di Soverato. Il processo in Corte d’appello torna in aula il 14 dicembre

Per un difetto di notifica slitta l’udienza

L’avvocato Claudia ConidiIl testimone di giustizia PinoMasciari

Tommaso
Evidenziato
Page 58: Pino masciari

Gazzetta del Sud Giovedì 11 Ottobre 2007 37

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Gagliato «Posso pagare al massimo fino a cento euro al mese»

Non sa dove andare ed occupaun edificio scolastico dismesso

Chiaravalle C. Definita l’agenda del civico consesso

Lo stato delle finanzema anche la socialità,i lavori pubblicie l’occupazioneCol comune di Palermiti sarà organizzatoil servizio consorziato di segreteria generale

CATANZARO. Reato prescrittoe processo concluso: è finitocosì il procedimento penalecontro Fiorito Procopio di Da-voli, Umberto Lentini di SanSostene e Roberto Codispotidi Sant’Andrea, presunti ta-glieggiatori dell’imprenditorePino Masciari, ormai da diecianni testimone di giustizia. Adichiarare la prescrizione èstata ieri mattina la sezionepenale del Tribunale (presi-dente Camillo Falvo, a latereEmanuela Folino e AssuntaMaiore). I fatti oggetto del

Vincenzo IozzoCHIARAVALLE CENTRALE

Definito il calendario dei lavoridel prossimo consiglio comuna-le. L’assise autunnale è stataconvocata dal sindaco per mar-tedì prossimo nella sala delleconferenze di “Palazzo Staglia-nò”, per via della impraticabilitàdella sede municipale di via Ca-stello, a seguito dell’inaudito at-to vandalico che ha raso al suolol’intera aula del consiglio comu-nale.

Si riparte con i temi che ri-guardano da vicino le finanze ela gestione economica dell’entecon la pratica inerente la rico-gnizione sullo stato di attuazio-ne dei programmi e la verifica disalvaguardia degli equilibri dibilancio. Su questo punto, il re-sponsabile politico delle finan-ze, assessore Domenico Cortesedi area diessina, ha completatoil lavoro con il collegio dei revi-sori dei conti. Equilibri di partecorrente mantenuti, grazie aduna azione di assestamento econseguentemente si darà corsoal riconoscimento di debiti fuoribilancio, maturati nel corso del2006 e del 2007. Cinquanta mi-la euro in tutto, per l’assolvi-mento di alcuni impegni, deri-vanti dall’acquisizione di beni e

servizi e lavori eseguiti sullestrutture dell’ente.

Il sindaco Nino Bruno, ha de-finito assieme al collega di Pa-lermiti Domenico Notaro, lenuove modalità per quanto con-cerne il servizio consorziato disegreteria generale. Un passag-gio obbligato per entrambi glienti, dopo il dietrofront del co-mune di Cenadi, che con l’av-vento del neo sindaco Alessan-dro Teti, non ha ritenuto conve-niente dal punto di vistadell’esborso, continuare a man-tenere in piedi la convenzione atre.

Esauriti i punti strettamentetecnici, il piatto forte della sedu-ta di martedì prossimo è rappre-sentata dalle quattro interroga-zioni dei consiglieri di minoran-za, che hanno chiesto approfon-dimenti e chiarimenti in ordinead alcune pratiche specifiche.Lorenzo Rauti dell’Udc, Salvato-re Garito, Santo Sestito e Fran-cesco Squillace tutti di Forza Ita-lia, di certo “accenderanno” laseduta su: assemblea della so-cietà Schillacium del 27 maggioscorso; gestione della Casa Pro-tetta per anziani di contrada Pi-rivoglia; struttura terapeutica divia Foresta; e scavi eseguiti incontrada Furna, dove la colloca-zione di alcune condutture elet-

triche, sta provocando disagi aicittadini. Quattro punti caratte-rizzanti, dove il sindaco NinoBruno nello stilare l’ordine delgiorno, si è manifestato estre-mamente tranquillo, in ordinealle posizioni assunte dal grup-po di maggioranza sulle questio-ne sollevate dai consiglieri della“Casa delle libertà”.

Giustificazioni di ordine poli-tico, che non mancheranno dialimentare il dibattito non solotra banchi del consiglio, manell’immediata vigilia. LorenzoRauti, aveva sollevato eccezionisullo stato di abbandono in cuisembra versare la struttura divia Foresta, che in consiglio co-munale, arriverà con tanto didocumentazione fotografica,per non essere smentito. France-sco Squillace, proprio alla Gaz-zetta, ha anticipato, il fatto chenon è piaciuta la condotta dellagiunta per quanto riguarda lagestione di alcune pratiche, en-trate nell’occhio del ciclone: Ca-sa per anziani e Schillacium, lasocietà di Soverato, che gestisceper conto dell’ente il servizio diraccolta differenziata. Interro-gazioni presentate all’ufficio delsindaco, piuttosto dettagliate,dove la giunta contrappone lerelazione degli assessori compe-tenti in materia.�

Inutile il confronto in Tribunale fra la presunta vittima e un testimone

Estorsione a Masciari: reato prescritto

Le Giare

Rinviatoa dicembreil processoin Corted’Appello

La struttura terapeutica di via Foresta

Vincenzo PitaroGAGLIATO

Gli effetti di una recente sentenzadella Cassazione, che ha sancitola non punibilità per un «indigen-te» che occupa - ad esempio - unacasa popolare disabitata, a quan-to pare cominciano ad avvertirsifinanche a Gagliato. Ieri mattina,infatti, un senzatetto catanzare-se, con problemi di obesità (si ba-di bene: più di 200 chili di pesocorporeo e una pensione d’invali -dità di appena 250 euro al mese),ha attuato una pacifica protestanell’intento di ottenere una casa.L’uomo, Giovanni Caccavari,quarantenne, residente a Catan-zaro, che da qualche anno aveva

processo, avvenuti a Monte-paone Lido, risalgono a quasivent’anni fa. Ieri mattina erain programma il confronto trala presunta vittima dell’estor-sione, Pino Masciari (patroci-nato dall’avvocato Claudia Co-nidi), ed un testimone, mal’operazione, già rinviata lascorsa udienza, non è stata ef-fettuata proprio per l’interve-nuta dichiarazione di prescri-zione. L’accusa è stata rappre-sentata in aula dal pubblicoministero Cristina Tettamanti,mentre gli imputati sono stati

CATANZARO.Nullità del decre-to di citazione: per quest’intop -po tecnico è slittato al prossimo14 dicembre il processo d’ap -pello per la tragedia del cam-ping “Le Giare”. A sollevarel'eccezione, poi accolta dal col-legio giudicante, è stato l’avvo -cato Giovanni Le Pera, il qualeha evidenziato il mancato ri-spetto dei termini concessi alleparti per la comparizione. Aquesto punto, dunque, gli uffi-ci dovranno inviare le nuove“convocazioni” per l’udienzadi metà dicembre.

La sentenza di primo gradosulla tragedia avvenuta nellanotte tra il 9 e il 10 settembredel 2000 nel campeggio di So-verato, costata la vita a tredicipersone, ha sancito quattrocondanne e altrettante assolu-zioni. Il titolare del campeggioEgidio Vitale è stato condanna-to alla pena di quattro anni direclusione; Carlo Serrao e Vin-cenzo Citriniti, rispettivamen-te funzionario del Genio civilee del ministero delle Finanze, atre anni e sei mesi di reclusio-ne; Silvestro Perrone, funzio-nario della Regione, ad un an-no ed otto mesi (per quest’ulti -mo sono stati concessi i benefi-ci della sospensione condizio-nale della pena e la non men-zione della condanna nel certi-ficato del casellario giudizia-le). Assolti l’ex sindaco di Sove-rato, Giovanni Maria Calabret-ta, il funzionario della RegioneVincenzo Ceniti e i funzionaridel ministero delle FinanzeMarco Donato Agrusti e Pa-squale De Lucia, nonchè il fun-zionario della Regione CarloSerrao, quest’ultimo per al rea-to di disastro colposo a seguitodi alluvione.�(g.l.r.)

deciso di stabilire la propria di-mora in Gagliato, (per una «que-stione climatica», dice lui) ha fini-to per occupare l’ex edificio scola-stico di via Margherita, vivendo –al suo interno – in condizioni a dirpoco disumane.

Dal clima di Gagliato, dove ècapitato per caso senza conoscerenessuno, afferma di aver trattogiovamento per la sua salute madi non aver mai avuto, durante lasua permanenza in questo centro,alcun sostegno da parte dell’am -ministrazione comunale, allaquale si sarebbe rivolto.

Ma cosa chiede, in pratica, “mi -ster 200 chili” - come simpatica-mente ormai lo chiamano alcunigagliatesi divenuti suoi amici?

difesi dall’avvocato SalvatoreStaiano.

Masciari, che il 18 ottobre“festeggerà” dieci anni da te-stimone di giustizia, vive inlocalità protetta. «Il vero de-tenuto - dice - sono io, vitti-ma del dovere di denuncia-re». Tre le richieste del testi-mone di giustizia: «Chiedodignità come cittadino italia-no, sicurezza per me e la miafamiglia e che lo Stato mimetta in condizione di torna-re a il mio lavoro, fare l'im-prenditore». �(g.l.r.)

Chiede «una casa in affitto, a mo-dico prezzo», presso cui abitare.«Fino a 100 euro al mese», dice ilsignor Caccavari, «posso pagarlitranquillamente. Oltre questa ci-fra, dovrebbe venirmi incontro ilComune». Ed aggiunge: «Se nonsi trova una soluzione, da qui nonmuovo». Una presa di posizioneapparentemente ferma e decisa,dunque. Tant’è che dalla facciatadello stabile occupato, per dimo-strare la sua determinazione, hapersino esposto un lenzuolo conla scritta «occupazione perma-nente» seguita da una sigla astru-sa: “Fronte liberale”.

A questo punto, le considera-zioni da fare sarebbero due. Perprima cosa, a parte la sentenzadella suprema Corte, già menzio-nata, c’è da tenere presente che gliabusivi sono sempre in torto, spe-cie quando si viola un domicilio. Èaltrettanto inconfutabile, però, ilfatto che chi gestisce la cosa pub-blica ha il dovere d’intervenireper risolvere la situazione.�L’edificio “occupato”

Sellia MarinaMontecchi e Capuleti in salsa jonica

Lui, lei e due famiglie... “vivaci”:un ferito, tre arresti e 5 denunceRosario StanizziSELLIA MARINA

Tre arresti, cinque denunce, alcu-ni contusi ed una donna in ospe-dale, poi dimessa con cinque gior-ni di prognosi: è il bilancio di unarissa, cominciata martedì in loca-lità Calabricata, a Sellia Marina, econclusa davanti alla sede dellaCompagnia dei Carabinieri e ierimattina in Tribunale, a Catanza-ro. La relazione sentimentale tradue giovani ha evidentementeinasprito i rapporti tra due fami-

glie, residenti a pochi metri unadall’altra. Una parola dopo l’altrae, martedì pomeriggio, la lite èscoppiata. Quattro donne, piùche ad un litigio, hanno dato vitaad un vero e proprio incontro diwrestling durante il quale una èstata colpita alla testa con un ma-nico di scopa e si è reso necessariol’intervento dei sanitari del servi-zio di emergenza “118” prima, epoi il trasporto in ospedale.

I carabinieri della Compagniadi Sellia Marina, guidata dal capi-tano Ottavio Chiarenza, interve-

nuti sul posto dopo aver ricevutouna telefonata anonima al “112”,hanno portato le donne in caser-ma, dove sono state raggiunte damariti, figli ed altri parenti. Nelpiazzale della caserma, però, si èregistrato il secondo “round”, esolo l’intervento di tutti i militaripresenti in quel momento negliuffici ha evitato il peggio, consi-derato che uomini e donne se ledavano di santa ragione. In que-st’occasione, però, la rissa è statafilmata dalle telecamere di sorve-glianza della Compagnia dei Ca-

rabinieri, ed una volta visionata lacassetta sono venute fuori anchele responsabilità. Di conseguenzasono scattate le manette per Nico-la Napoli, 29 anni, operaio; BrunoIannone, 32 anni, imprenditoreedile, e Bruno Iannone, 26 anni,autista. Denuncia a piede libero,invece, per quattro donne ed unuomo, che deve rispondere anchedell’accusa di minaccia aggravatae porto di coltello di genere vieta-to. Accusati di rissa e resistenza apubblico ufficiale, gli arrestati do-po aver trascorso la notte nel car-cere di Siano, sono comparsi inTribunale. Assistiti dagli avvocatiPalmiro Impera e Domenico Vi-scomi, i tre sono stati rimessi in li-bertà, dopo la convalida dell’arre -sto. Le donne, segnalate per rissae resistenza, saranno giudicatecol rito ordinario.�

S. Andrea Jonio Sta cadendo a pezzi nel totale disinteresse

Era un asilo nido, ma l’abbandonosta portando alla rovinaquella struttura “terra di nessuno”

Catanzaro - Provincia

Francesco RanieriS. ANDREA IONIO

Un edificio quasi dimenticato,una struttura abbandonataall’incuria di cui nessuno sem-bra accorgersi da tempo. Ep-pure è ben strano, visto chel’ex asilo nido è anche piutto-sto grande e presenta gli in-confondibili segni di degradoproprio accanto alla scuolamaterna di S. Andrea Mari-na.

Finestre dai vetri rotti etapparelle divelte, sporciziaall’esterno e all’interno, mobi-lio accatastato e materialemarcescente assieme, anche,a qualche carcassa di anima-le. Nel giardino sul retro, letracce di una pulitura dalle er-bacce. Ma le erbacce, in que-sto caso, sono davvero il mi-nore dei mali, visto quanto sitrova nei locali interni.

È uno squallore indescrivi-bile quello in cui versa l’ex asi-lo nido. Per la verità, mai hasvolto le funzioni di asilo e, divolta in volta, è stato utilizza-to come casa di accoglienzaper persone in stato di biso-gno e, nei primi anni '90, conle prime ondate di profughidall’Europa dell’est, ha ospi-tato qualche famiglia di immi-grati.

Oggi, però, l’immobile ver-sa nel più totale abbandono eil suo interno è per "stomaciforti". Vandali e vagabondihanno inferto il colpo di gra-zia a questi locali che mai, per

la verità, sono stati oggetto diun concreto piano di recupe-ro. Al suo interno, persino ungiaciglio di fortuna è stato ri-cavato nel punto più riparatoe nascosto dei locali. Proba-bilmente, si tratta di un luogotalvolta utilizzato da qualchesenzatetto. Nel dedalo distanze, impiegate come depo-sito per materiale ormai inu-tile, si trovano anche cartellistradali, banchi, scrittoi, vec-chi bidoni della spazzaturainutilizzati.

I quadri elettrici divelti e gliinservibili servizi igienicicompletano l’"edificante" ri-costruzione. Uno scenario daincubo, inserito in un conte-sto che dovrebbe invece esse-re "idilliaco", visto che a diecimetri di distanza si trova l’asi-lo "Salvatore Ramogida". Ac-canto ai suoi colori e disegni,tipici delle scuole per l’infan-

zia, si staglia questo obbro-brio urbano in decadenza.

Negli anni scorsi, si erapensato di utilizzarlo per ren-derlo utile al paese ma, fino-ra, si è distinto solo come mo-numento all’abbandono.Sembra, infatti, di essere inuna terra di nessuno, su cuiperò qualcuno dovrà pur ave-re competenza.

Se questa è del Comune, in-tervenga il Comune, se è dellaProvincia, allora se ne facciaimmediato carico. Vista la suaposizione a pianterreno, po-trebbe diventare utile per leassociazioni locali, oppure uncentro per la protezione civileo chissà quanti altri usi. L’im-portante, però, è che si inter-venga in tempi rapidi, unabomba batteriologica dietrouna scuola per l’infanzia nonpare davvero degna di unpaese civile.�

Uno scorcio dell’ex asilo nido, in realtà mai stato tale

Tommaso
Evidenziato
Page 59: Pino masciari

il Quotidiano Soverato e dintorni Giovedì 11 ottobre 2007 29

Reato prescritto per i tre presunti estortori del testin1one di giustizia Pino Masciari

Scagionati dalla legge Cirielli L'avv. Cnnidi: <<Mi meramglio che non se ne siano accorti prinu1» NON c'è stat.o bÌ$0gno del· l'a.ooompagnamento matto. Ant.onio Valente si è presen· tato da solo, ieri, in 'Ilibuna· le. In tasca un certificato me­dico atto a dimostrare che lui, la settimana soorsa, al processo nel quale era stato citato come teSte, non aveva potuto prendere parte in quanto ricoverato per accer­tamen ti P'"-'SSO l'OSpedale vi­bonese.

nare a casa a bordo dell'auto sgangherata che gli ha for­nito il servizio oentrale di protezione per i suoi movi­menti insieme alla scorta..

Questo ~hé gli episodi ricostruiti dalla Piocuia stil­la scia delle sue dichiarazicr lli risalivano al 1988, datain cui Mascia.ri si trovava impe­gnato a Mon~ne, per 1~>aliz7,are alcum lavori per conto dell'allora Iacp (Istitu­to autonomo case popolari). Lì dove i tre imptitati lo avrebbero raggiunto più vol­te per intimargli di J2agar0 se avesse voluto continuare a lavorare in tranquillità, in un'occasione anche alla pre­senza cli Valente che, però, sentìto in udienza. in riferi· mento a tale episodio aveva snstenuto di non ricordare L'avvocato Claudia Conidi

nulla, inducendo cosi i giu· etici a disporre un faocia a faocia con Pino Masciari, al fine cli arlivare alla verità.

Faccia a faccia che non ci sarà 1nai, 001ne mai si ooncr scerà la verità, almeno prcr cessuale, sulla vicenda, ri­&-petto alla ~'\I.e l'avvocato Claudia Corudi (che affianca il testimone di giustizia nella sua coraggiosa battaglia) si è mostrata molto dura, cbie­dendosi soprattutto come mai la prescrizione del reato non sia stata diChiarata pri­ma.. «non che avessi mai vcr lutò questo - ha precisato l'avvocato Collidi - essendo piuttosto interessata ad an· dal'e Cino in fondo alla vicen· da, ma cli certo alL'l. luce della sentenza di ieli, che pe1'a1tro riconosoe il contesto mafiooo

nel quale sarebbero maturati i fatti, quanto prima presen­terò ricorso al 'lhbwuùe cli Salerno per Chiedere il tisar­cimento dei danni causati dalla violazione della legge Pinto relativa alla ~one­vole durata dei processi». Ri­corso che, inevitabilmente, sarà. presentato a.nChe claJ?li imputati, con tanto di ai­Spendjo economloo da pa.rt.e dello Stato che, ancora una volta, esce sconfitto da un'in­chiesta giudiziaria caduta nel vuoto. Afru'losaràl'avvcr cato Salvatore Staiano, che intanto può giaà canta.re vit­toria. avendo difeso gli im­putati nel corso del lunghis· simo pl'OOe$SO cbe si è con· eluso ieri con un nulla cli fat.­to.

Stefania Papaleo

Nessuna reticenza, dun· que, ha sostenuto l'uomo, la ctù presenza, tuttavia, è ser· vita ben poco ai fuù della sentenza Che, alla fine, non ha assolto nè conda.noat.o i tre uomini aocusati di estor­sione ai danni dell'imprendi­tore edile Pino Mascim'i. Ques~uJtimo, inlatti, ancora una volta si è dovut.o soon· trare con l'estinzion e per prescrizione del reato che ve­niva contestato a Fiorito Pr<> copio, 54 aru1i, di San Soste­ne, Umberto Lentini, 57 an­ni, di San Sostene, e Roberto Codi.spoti, 42 anni, di Sant'Andrea Apostolo stillo Ioruo. Prescrizione dichiara­ta, ieri mattina, dal presiden­te del Tribunale. Cainillo Fai· vo.

Tragedia di Soverato. Il processo in Corte d 'appello torna in aula il 14 dicembre

Per un difetto di notifica slitta l'udienza

A farla da padron e l'e x leg.. ge Cirielli, che la Corte costi­tu•.ionale h<i esteso anche ai pl'ocessi che sl sono incardl· nati prima dell'entrata in vi· gore della. legge. Cosl, ru'Chi· viati i dieci anni di indagini, le decine cli udienze davanti a ben tre diversi collegi giu­dicariti, le prove testimoniali e documentali passate di ma· no in rnano, a Pino Mascial'i, il testimone di giustizia che, da solo, è riuscito a trascina­re sui banchi degli imputati cli tutti i triburuili calabresi boss e gre~ della 'ndran· gheta, non e rimasto che tor-

SLITrA al 14 dicembre l'udienza in Co. rte d' Appe!J.o nell'ambito del pro­oesso "w Uiare". I giudici di secon­do g rado (presidente Cosentino, a latere Oarofalo e Turantino) hanno infatti accolto l'eccezione sollevata dall'avvocato Giovanni Le Pera di· fensore del titolare del camping, E~dio Vitale, che ha eccepito la nul­lità. del dect'eto di citazione per il giudice d'Appello perché non notifi­cata nei termini previsti dalla legge.

Un ulte1·iore rinvio nell'amb.ito del procedimento '3:1'Pl'Oda1o in Cori.e d'Appello a luglio soorso che vede imputati Egidio Vitale, titolare del camping sovemtese dove sette anni fa persel'O la vita tredici persone, Ca.t'lo SeITao e Vlncenzo Citriniti, li­spettivamente dirigente del settore

Le visite mediche gratuite proseguiranno fino al 14 ottobre

Cardiolab, prevenzione in piazza PROSEGUIRANNO Cino a.I 14 ottobre le visite gratuite pt>eSSO l'ambuJatolio mobile a disposizione dei cittadini nell'ambito del progetto "Ca.rdiolab: la p revenzione ca.rdio - cerebrovascolare". Nel corso della visita. saran­no mismati il tasso cli cole­sterolo, il tasso cli glicemia e la pressione sangui,!PJ8: Che, integrati con i dati relativi all'età, aJ peso e al sesso, per­metteranno di calcolare il ri· schio can:lio - ce1'ebrovasoo­Ia.re.

·Le malattie cardio-<:et'e­brovasoolari - si legge nel~ mullicato stampa dì presen­tazione dell'iniziativa - sono oggi la prima causa di dE>­cessi nel m.ondo occidentale (sono 4 milioni i morti ogni anno in Europa). Da questa. riflessione è nato il "Proget.­to CarclioLab - prevenzione card.io - cerebrovascolare: interventi sul territolio•.

Ed è proptio nell'runbito cli tale iniziativa che è stato predisposto a Soverato, in piazza Ma.ria Ausiliatrice, un vero e proprio "ambtùa­torio" mobile che permetterà cli effettuare visite mediche gratuite, al.lo soepo di verifl-= 1~=~~~~oe~ vorrà sct.t.oporsi al control­lo.

Ai cittadini che s i sottopor­ranno alla visita saranno misurati il tasso cli coleste­rolo, il tasso di glicemia e la pressione sanguigna.

I dati raccolti integrati con quelli relativi all'età, al peso, all'altezza e al sesso permet­teranno di calcolare m pochi

minuti il reale 1"ischlo car­di~rebl'Ovasoola.re del pa­ziente e di suggerire una vi­sita più approfònclita presso il proplio medico.

Si stima che nei prossimi 204.0 anni, in assenza di un p rogetto determinato di pre­venzione, le malattie card.io -cerebrovascolari siano desti­nate ad aumentare netta­mente, e con esse le invali-

Saranno misurati anche i tassi di colesterolo

clità. e naturnlmente la mor· talltà..

Mancanza di progetti ade­guati, scarsa trasposizione

delle ricerche cliniChe nella pratica. quoticlia.na, f'reno de­g li investimenti pubblici a favore della sanità sono solo alcune delle spiegazioni cli questo fenomeno preoccu­pante.

Un segno inverso a questa situazione allarmante viene da una iniziativa promossa da alcune associa.ztoni attive in questo campo: Aid e Fand, due associazioni d i pazienti diabetici, Alt, Asso­ciazione per la Lotta oonu-o la 'Il'ombosi e CnAmc, Coor­dinamento nazionale delle Associazioni dei malati crcr nici. La tappa di Soverato è stata reaJ.izzata oon il patro­cinio del Comune, della So­cietà Italiana cli medicina generale - &Jotione dj Sove­rato e della Federazione ita­liana Moolci cli medicina ge­nera.I - Sezione provinciale cli Soverato.

• CHI SONO I SOGGEnO A RISCHIO?

Chi non fa a ttività. fisica. - Quasi la metà della popola­zione svolge un lavoro sedentario o passa seduta delle 2 alle 6 ore 8.1 giorno! Chi è in 50vrappeso o obeso. - Un aumento anche mcr desto del peso corporeo determina un incremento del ri­schio di malattia coronarica.e del riscbio cli ictus. I pazienti djabet jci - Il diabete è in aumento in tutti i Paesi Europei a causa di abitudini alimentari soorrotte. Chi fuma. -Il rischio è direttamente correlato alla quan­tità. cli sigarette fumai.e e al numel'O di anni d'esposizicr ne. Chi soffre di ipertensione arteriosa e inercolesterole­mia. - Nel nostro Paese circa il 30 per G-ento dei soggetti al di sopra dei 35 anni. Chi ha già subito e venti cardio • cerebrovascolati. -Ictus cerebrale, infarto, angioplastica.

33 dell'assessorato regionale ai I.a­vori pubblici e direttore della sezicr ne st<'lCCata di Catanzaro dell'Ufficio del terdtorio -Du-e-4.one Comparti­mentale per le Regioni Gampania e Galabria e Silvestro Petl'One, dipen­dente della Regione Calabria settore Opere idrauliche-acque-impianti elettrici.

Anche lo scorso mese di luglio, fu la mancata notiftca. ad uno degli imputati a fai· slittare la prima ud1enza del processo. L'udienza fis­sata per discu I.e1-e della richlesta • avant.ata dall'Agenzia del Demanio -di sospendere la provvisoria esecu­zione della sentenza cli primo grado con la guale il 'Il'ibunale ha condan­nato gli imputati al pagrunento del­la pl'Ovvisionale alle parti civili. t. a.

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Tommaso
Evidenziato
Page 60: Pino masciari

16 Giovedì. 11 ottobre 2007 24 ore in Calabria il Cluoticliano

Francesco Vitelli è uno dei pilastri dell'inchiesta Missing sulla mala cosentina: gli è stata revocata la protezione

Pentito a rischio ma la tutela non c'è ADa vigilia del processo si ritrova aBo scoperto. InutiH gH appelH deOaDda

di CHIARA SPAGNOLO

FRANCESCO Vitelli ha 50 anni, una mocYclie. due fif e vive tìf,li

~h~llae~~i;;ni l ~re~~ la'. Dcla di Ca.tanzaro. Racconta di guel"re di 'ndl"a.nghet.a e di omici· di, le sue dichiarazioni oono sta.te uno dei pilastri dell'inchiesta "Missing", ma lo Stato ba decioo che non vuole più prote~lo. Francesco Vitelli è stato 'capita­lizz.ato" (gli è stata tolta l'identità di copertu ra.), va.le a. d ire che il mi· nistero degli Interni ba pagato 80.000 euro per la sua collaborar zione e gli ba dato Il benservito. Ed anche se oggi continua ad aiu­ta.re la Procura antimafia, che per lui ha chiesto ripetutamente il ri­pristino del programma. non ha più protezione. Anzi, ci si ricorda di lui a oorrente alternata. Il Servizio centrale di protezione,

poche settimane fa, ha negato a Vitelli la poosibilità di partecipare in Calabrta al funerale del suocero e, dopo pochi giorni, ha afl'ermato di non essere più legittimato ad intervenire nelle sue vicende. «Se si sente in pericolo, cambi città e abitazione», così Il 3 settembre è stata liquidata la sua ennesima ri­chiesta di aiuto, avanzata dall'av­vocato Pasquale Barbieri e ag­giw1ta alla ltmga lista delle oolle­citazioni già inoltrate dal procu·

Francesco Vitelli

ratore aggiw1to della Dda Mario Spagnuo1o. che della sua oollab<r razione s i è già avvalso e dovrà oontinuare ad avvalersi, nel m~ mento in cui l'inchiesta "Mi.~ing" approderà in Tribunale dopo i rin· vii a. briudizio disposti pochi giomi fa daI gup distrettuale.

Vitelli parla e parla davanti a.i magistrati, ma dal 2004 neSSlmo lo protegge più. In quell'anno -dopo che fa Dda scrisse in una re­lazione che la sua collaborazione era terminata - smise di essere un fantasma e, insieme alla moglie e ai due figli. riapparve al mondo. Il

ministero dell'Interno tolse l'abi­tazione messa a loro disposizione e i docwnenti cli copertura con cui la famiglia stava iniziando a rie<r struirs1 Wla vita, la posta gli ven­ne recapitata. a casa e la località protetta ìn clii vivevano smise d.i esse1·e tale, il figlio maggiore per­se il lavoro nel momento in cul cercò di spiegare il motivo per cul si era presentato con un nome di­verso dal suo: pochi rischiano di avere tra i dipendenti il familiare stretl.o cli un pentii.o di 'ndranghe­ta. Soprattutto se quel penUto contìnua a racconta.re di cosche e di omicidi.

La collaborazione di Vitelli, og­gi, è decisiva e non è w1 caso che Ja Dda si ostini a chiederne la pro­tezione, tramite continue lettere inviate alla Direzione nazionale antimafia. al Servizio centrale cli protezione, al Ministero dell'ioter­no. Tutte finora sono rimaste sen· za 1·ispoota.. Nessuno, a quanto J)i),­re. s i p rende la. briga. di spiegare al collahora.t-01-e qual è la sua posi· 2ione. Perché se da Wl lato e evi· dente che Il Servizio si è lavato le mani di lui e dei suoi problemi, dall'altro è altrettanto vero che al­cuni J?Rssaggi fondamentali della sua vtta passano proprio tramite il Servizio. Non è tm caso che pri­ma di spostarsi dalla città io cui vive per andare al funerale del suocero, Vitelli s i sia affrettato a

chiedere il permesso al magistra­to oompetente e che. per tutta ri­sposta, ha ricevuto w1 diniego. Un no secco, che non è stato mes­so neppure nero su bianco, dal momento (e qui sta un'iùtra delle numerooe str-.inezze di questa sto­ria) ohe l'uomo è stato oonvocal.o in una località segreta ed infor· mato verbalmente del rigetto della richiesta decioo dal Tribunale di Sorveglianza cli Roma.

Quer provvedjmento, che gli ha impedito di rendere l'ultimo salu· to al suocero, il pentìto non l'ha mai visto con i suoi occhi e, se non avesse insistito per avere un ver­bale, non avrebbe mai avuto uno straccio di prova di quello strano incontro con gli agenti della Que­stura. Stessa storia è avvenuta po­che settimane fa, CJ!lando France­sco Vitelli è stato mvitato a .vre· sentarsi io Wl luogo solo a lw n~ to per sentire la risposta al suo en· nesimo gr~do d'aiu l,J. "Nel caso avverte la sensazione di pericolo per J ui stesso e per i suoi familiari - è scritto testualmente nel verba­le del 3 settembre letto dai poli­ziotti che gliel'hanno notificato -viene invitato a trasferirsi in altra località, in quanto il servizio di protezione non è più legittimato ad intervenire". Parole chiarissi­me. Sbattute in faccia al "signor nessuno". che ha l'ardire di sen· tirsi in pericolo ooltanto perché

ba svelato alla Dda i segreti cli Wla quindicina di omicidi. La sua oollaborazione è stata importante nell'ambito dell'inchiesta "Mis­sing", e lo sarà anoora di più nel momento io cui Vitelli dovra ripe­tere davanti alla Corte d'assise le accuse già messe a verbale al e<r spetto del p1'0Cltratore aggiunto Mario Spagnuolo. Il problema è caJ?ire fiilo a che punto, le persone chiamate in causa dal pentito. po­lrartno spingel'Si nel tentativo di tapparglt la boccà. Uuomo, in fon­do, è protetto come un comune cit­tadino e forse anche meno, dal momento che vive con la sua fami­glia in una grande città dove tutto può sucoedere con grande facilità.. Sul fatto che qualcw10 cercherà di farlo t<Were non ci possono essere molti dubbi, dal momento che già in passato i suoi nemici si sono fatti vivi per fargli capire il peoo negativo della sua collahor.i.zione. La situazione è grave. E, per que­sto, l'avvocato Barbieri continua a scrivere <'.On insisten1..a, chieden­do il ripristino del programma di protezione. E sollecitando anche la Procura generale ad indap:are con l'obiettivo di accerta.re a cfu si debba att.ribulre la responsabilità. della capitalizzazione e della fine dell'anonimato cli Vitelli, con il rientro a vioo scoperto in quel mondo in cui più d WlO, è eviden­te, ba ioteresse a farlo i.a<,-ere.

Ennesima prescrizione a un processo scatrnito dalle sue dichiarazioni

~ ~ Pattito Democratico

Giovani pronti a mobilitarsi in difesa di Pino Masciari

di STEFANIA PAPALEO

CATANZARO . Le Istituziom lo maltrattano. Lo fanno viaggiare su mezzi obsoleti, che spesso e volentieri lo la­sciano a piedi insieme alla scorta. Non lo proteggono a. sufficienza. neglì sposfu.men· ti da un p1'CICeSSO all'altro. Ma a 'coooola.rld' ci pensano loro, quei giovani calabresi che dicono no ad una giusti­zia ingiusta. E che oono pronti a mobilitarsi in massa per scendere in piazza. e re­clamare maggiore sicurezza per Pino MaSCiari, l'impren­ditore ed.ile catanmrese che, nel lontano 1997, decise di oollaborare con la g iustizia per lil.l'e nom; e oognomi di boss e gregari della 'nd1'3ll· gheta che, per anni, lo aveva­no oottoposto ad un vortice di violenze e richieste estor­sive cli ~ genere. Dichia­razioni dfrompenti, quelle di Ma~a.ri, che oome primo Af­fetto ebbel'O quello cLi man· darlo lontano dalla sua terra insieme alla mo~lie e ai figli, in Wl esilio obb~to che, a conti fatti, è sel'Vlto oolo ad impedire loro di vivere la vi­ta che si erano scelti Le pa­role di Masciari, infatti. dopo avere aiutato la Procura di· strettuale a. sgominare i clan di 11\e'.'7.a regione, si sono puntualmente SO<.mb·ati oon la lungagg'me dei processi di volla in volta flniti in un nul· la di fatto. Proprio oome ac­caduto ieri al procesoo cele­brato a Catanzaro contro tre presunti estortori del sove­ratese, che avrebbero e<r stretto l'imprenditore a sbor­sare diverse mazzette m cambio della tranquillità sul lavoro che in que) periodo­er~ il 1988 • lo vedeva impe­gnato a. Monlepa.one per cx:mto dello Iacp (Istituto au· tonomo case popolari). Reato prescritto, rui dichiarato ieri il presidente del 'lhbunale, Cainillo Fa.Ivo, mandando a casa, con in tasca una sen­tenza cli prcscioglimento.

E su tutte le furie oono sal­tati anche loro, i giovani ca­labresi che, da due mesi, si oono attivati per far sentire la loro voce on-line, attraver-00 un sito (www.pmomasci<V ri.it) nel quale vengono ri­peroorse tutle le vicissitudi· ni giudiziarie subì te dall'un· prenditore. Fino alla senten­za di ieri che, con oottile iro­nia, viene riproposta sull'ho. me page di ieri. Il resto nelle carte dei giudici che ancora dovranno pronunciarsi su altre vicende portate alla lu­os sempre grazie alla testi­monianza. di Pino Masciari che. sempre sul sito, durante un'in tervi.sta, cl.ice di non sentirsi abbandonato, alme­no da quella parte cLi sooiet.à civile che, in ogni occasione, g li si stringe intorno facen­dogli sentire tutto il proprio calo1'0. Ma allora dov'è elle si il1ceppa quel qualcosa che non fa filare tutto come do­vrebbe? A questa domanda Masciari risponde senza esi­tare: «Esistono dei centri di potere che si meooolano a guelli legittimi e istituziona­li. Ed esistono anche indagi­ni in oorso su certi rapporti. Io sento che c'è qua1cCJsa che mi contrasta, non perché ci sia qualcuno che ce l'abbia oon me, ma per quello che mppresento. ovvei'O quella parte di Italia che lotla per la legalit.à•.

VENERDI 12 OTTOBRE ORE 20,30

ClNE TEATRO ODEON REGGIO CALABRIA INGRESSO G RA TU 11' 0

EUGENIO BENNATO in concerto

È TEMPO DI BUONA POLITICA

parte~i_ea MARCOMINNm

L'imprenditore Pino Masciari

Fiorito Procopio, Umberto Lentini e ROOerto Codispoti, tre posizioni stralciate da un pr'OCed.i.mento più ampio in· tentato a Vibo Valentia con­tro numerosi esponenti di spicco dei clan locali

Una decisione che. ovvia­menle, ha follo saltare su tutte le furie chi, udienza do­po udienza, si è esposto in prima persona per raggiun­gere Il capoluogo al lìlle di riba.dù'e le proprie aocuse, restando, il1 Wl'occasìone, anche a piedi sull'autostra­da., insieme alla scorta, per un buco nella gomma del­l'auto al~to malandata messa a disposizione daJ Ser­vi7.io centr-àle di p1'0tezione.

Un capannone per i Godino OGGI, a Catanzaro, alla presenza del Ministro dei Tra­sporti Alessandro Bianchi, del Viceministro all'Interno Maroo Minniti, del vice capo della Polizia Luigi de Sena. le Ferrovie della Calabria oonsegneranno alla ditta Godi­no un capannone per oontinuare io sicurezza la. pmpria. attività commerciale. Alla ditta Godino, già vittima cli un devastante attentato cLi clilillà matrice rnafiooa, che aveva distrutto la struttura sede della pt'Opt'iaattività di lavoro, le Ferrovie della Calabria avevano :iffidato la fornitura e la manutenzione degli pneumatici di tutti i mezzi di pro­prietà della società, oontrollata dal Ministero dei Traspor­ti. La ditta God:illo è stata in seguito vittima di un nuovo tentativo di intimidazione mafiilsa.

Tommaso
Evidenziato
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22C A T A N Z A R O

VENERDÌ 12 ottobre 2007 calabriaora

Lottizzazioni, una corsacontro il tempo sul filo del ra-soio. Un segnale d’allarme:ieri la conferenza dei capi-gruppo, convocata dal presi-dente del Consiglio comuna-le Passafaro per stabilire ladata in cui portare in aula lepratiche di Giovino (più altrequattro lottizzazioni) è salta-ta per mancanza di numerolegale. Preoccupa il fatto chea far mancare il numero lega-le sia stata la maggioranza, ilche ieri nei corridoi di palaz-zo De Nobili ha alimentatouna serie di letture disparate.Secondo la tesi ufficiale chedalla coalizione di governo èstata fatta trapelare, si sareb-be voluto dare un segnale diforza rispetto alla diffida cheuna lottizzante – la Di Tocco– ha fatto pervenire nei gior-ni scorsi al sindaco, all’ammi-nistrazione e ai capigruppodi maggioranza: come dire,non ci facciamo intimidire,andiamo avanti per la nostrastrada – quella tracciata, pro-gramma elettorale alla mano,dal sindaco Olivo e che do-vrebbe portare alla bocciatu-ra – e decidiamo nel rispettodella prerogativa di gestire ilterritorio senza condiziona-menti esterni. La tesi ufficiale.Che non ha convinto molti,anzitutto l’opposizione, ieripresente in gran parte in con-ferenza dei capigruppo. Tesinon ufficiali ma accreditateriferiscono di una assenzadalla riunione dovuta agliimpegni per le Primarie delPartito che starebbero occu-pando gran parte dei consi-glieri di maggioranza, e puòessere anche vero, ma il pro-blema a questo punto si am-plia sulla base dell’interroga-tivo fatidico: allora cosa suc-cederà da lunedì? Perché è in-dubbio che l’esito delle Pri-marie, che a Catanzaro se-condo molti osservatoripolitici vedranno il Pdm diLoiero “sbancare” letteral-mente, avrà effetti sugli asset-ti e sugli equilibri politici inatto. Quanto questi effetti sa-

mento sulla questione dei cit-tadini di Lido e della relativacircoscrizione: un confrontocon l’amministrazione e lamaggioranza sarebbe già sta-to programmato per merco-ledì prossimo. Ora, se le cosedovessero stare in questi ulti-mi termini, resta un proble-ma di fondo, che forse molti,all’interno della maggioran-za, ancora non valutano co-me si dovrebbe: e cioè che laRegione, per evitare di dovercommissariare il Comune, habisogno di una decisione delComune e ne ha bisogno intempi piuttosto stretti, cioè fi-ne mese. Siccome già si voci-fera di un Consiglio calenda-rizzato o il 26 o il 30, ce n’èquanto basta per capire che lacorsa è al tempo stesso controil tempo e sul filo del rasoio.

Lottizzazioni, avanti... adagioMaggioranza assente, salta la conferenza dei capigruppo. E il tempo passa

Sicurezza e tasse sono le questioni af-frontate in due distinti ordini del gior-no presentati agli uffici di presidenzadel Consiglio comunale dal capogrup-po di Alleanza Nazionale, Wanda Fer-ro. I due documenti saranno discussidall’assemblea nella prima seduta utile,

secondo quantostabilirà la confe-renza dei capi-gruppo. «Si trat-ta – ha spiegatoFerro - di due de-licate questioniche toccano davicino le famiglie

catanzaresi che reclamano, da un lato,maggiore sicurezza e, dall’altro, una ri-duzione delle tasse da realizzarsi attra-verso un taglio dei costi della politica”.

Sicurezza: l’ordine del giorno di An,sul presupposto che i cittadini reclama-no ed esigono la difesa della sicurezzapersonale, impegna il sindaco e laGiunta «a investire nella formazione

degli agenti di polizia municipale, concorsi mirati e il più possibile integrati,cioè pronti a raccogliere e a utilizzarel’esperienza delle forze di polizia di di-mensione nazionale, adoperando me-todologie didattiche innovative».

Tasse: An, con l’ordine del giornopresentato da Wanda Ferro, impegnasindaco e Giunta «a non aumentare lapressione fiscale e le tariffe per evitareche i dispositivi appena varati dal go-verno per il 2008 determinino un ulte-riore impoverimento per i cittadini e leimprese, con un ulteriore freno allo svi-luppo e quindi un rischio crescente diriduzione dell’occupazione». Il docu-mento chiede che il Comune di Catan-zaro si attivi nei confronti del Parla-mento «per sollecitare provvedimentiche vadano nel senso generale di un ab-battimento del livello complessivo dipressione fiscale con criteri di maggio-re equità e giustizia con particolarepriorità di intervento sulle fasce di red-dito più basse».

palazzo de nobili

Emergenza sicurezza e tasseAlleanza nazionale si mobilita

Farmacie comunali, nasceun comitato di sostegno

l’iniziativa

Costituito il comitato afavore dell’istituzionedelle farmacie comunali.Un comitato di chiaramatrice sociale, infattitra i sostenitori compa-iono alcune associazionidella società civile, tracui l’associazione La Vo-ce, Catanzaro nel Cuore,Ulixes, Nuova Era, FareVerde, Antichi Tessitori,il comitato Via Caprera,ed un esponente istitu-zionale, il consiglieredella quarta circoscrizio-ne Luigi Zofrea. Questorappresenta, a detta deiprimi firmatari, un co-mitato assolutamenteaperto ad ogni tipo diadesione, dal momentoche laquestionefarmacie,coinvolgequasigran par-te del ter-ritorio co-munale emigliaia e migliaia di cit-tadini. Una iniziativaimportante, che ha l’in-tento di stimolare l’am-ministrazione comunaleaffinché possa istituire lefarmacie comunali, poi-ché la città di Catanzaro,a quanto pare, avrebbela facoltà di istituirnedue. Secondo alcuni stu-di demografici, effettua-ti sulla pianta organicadella città, Catanzaropossiede 22 farmacie perun totale di 94000 abi-tanti. Secondo legge ilrapporto è corretto, poi-ché per comuni superio-ri ai 12500 abitanti, ilrapporto farmacia-popo-lazione è di una ogni4000. Il problema, piùvolte anche evidenziatoda Calabria Ora, sorgenella dislocazione, infat-ti nella zona nord del ca-poluogo, in particolareper Catanzaro centro,esistono ben 13 farmacieper una densità di circa22000 abitanti, ossia cir-

ca 7 in esubero. Al con-tempo, da Catanzaro Sa-la in giù esistono sola-mente 5 farmacie, per untotale di circa 40000 abi-tanti, quando invece se-condo legge ne sarebbe-ro necessarie almeno 10.È evidente che si palesaun chiaro problema didislocazione. Pertantotale comitato nasce conl’intento di tutelare i di-ritti degli abitanti resi-denti nella periferia sud,in cui il disagio si rendeevidente e i numeri lodimostrano chiaramen-te. Santa Maria e Pistoia,considerate come unicodistretto, manifesta ledifficoltà maggiori, con

ben 10700abitantiper unasola far-macia, perpoi passa-re alla zo-na di Cor-vo, Aran-

ceto e Fortuna, anch’essacon una sola. CatanzaroLido, principale zona tu-ristica della città ovel’estate si riempie di mi-gliaia di turisti, possiedesolo due esercizi farma-ceutici, con circa 14000residenti. Il comitatopertanto nasce con l’ideadi essere da stimolo neiconfronti dell’ammini-strazione, attraverso unasensibilizzazione ed unaforte iniziativa popolare,per raccogliere consensoaffinché la città capoluo-go possa dotarsi di atti-vità farmaceutiche co-munali, come già accadein altre importanti cittàitaliane come Pisa, Ra-venna, ove le farmaciecomunali sono delle veree proprie municipalizza-te, con tutti i vantaggiannessi per un servizioefficiente, tra cui l’aper-tura al pubblico 24 oresu 24.

L’incontro tra le associazioni sulle farmacie

Legalità, domenica c’è il “Pino Masciari Day”l’appuntamento

Domenica a Catanzaro, all Villaggio Guglielmo di Co-panello, si terrà il ”Pino Masciari Day”. I Meetup degli“Amici di Beppe Grillo” della Calabria si sono uniti, insie-me con altri Meetup nazionali ed altreassociazioni ed hanno deciso di dedica-re una giornata a Pino Masciari e allasua famiglia in occasione dell’ anniver-sario dei 10 anni di sottoposizione aprogramma di protezione dal 17 otto-bre 1997. «Pino Masciari, limpido im-prenditore calabrese, ha avuto la forzae la moralità di denunciare il racket del-la criminalità organizzata affidandosialle leggi dello Stato, diventando car-dine centrale di principali processi con-tro la 'ndrangheta e le istituzioni cor-rotte. Chiunque in questi anni ha cono-sciuto Pino Masciari e la sua storia – silegge in una nota dei Meetup degli “Amici di Beppe Gril-lo” - non è più riuscito a esserne indifferente. Questa ini-ziativa è il risultato dell'elaborazione della presa di co-

scienza che ne è scaturita. Singoli cittadini ed esponenti didiverse realtà associative si uniscono sotto un'unica defi-nizione: “gli Amici di Pino Masciari”, così lo affianche-

ranno durante la giornata di domenica28 ottobre per porre pubblicamente ri-flessioni, proposte e richieste. È inten-zione della giornata dunque, unire tut-te le forze vicine a Pino Masciari, tes-sendo una nuova rete tra i cittadini, gliimprenditori e le personalità istituzio-nali, in particolare tra chi nelle istituzio-ni ha operato e continua ad operare perevitare che vengano danneggiati quan-ti compiono la scelta di stare al serviziodella legalità e dello Stato democratico».Secondo i Meetup degli “Amici di Bep-pe Grillo” «c'è un messaggio pregno disenso civico, un esempio da seguire co-

me cittadini e come lavoratori, di lotta alla criminalità or-ganizzata, che sarà dibattuto con altri imprenditori chevogliono ribellarsi al ricatto e all'infamia».

ANTONIO [email protected]

Ne fanno partevarie associazionidella città moltoimpegnate nel sociale

CRISTIAN [email protected]

ranno di breve, medio o lun-go periodo non è facile pre-vedere, se però saranno brevipotrebbero rimescolare le car-te su tante questioni, lottizza-zioni di Giovino comprese.Un’altra tesi che circolava ie-ri a giustificare l’assenza del-la maggioranza dalla confe-renza dei capigruppo era chein realtà, dietro l’apparentesintonia con la posizione del

sindaco, che – va riconosciu-to – è davvero nel segno diquella discontinuità tantosbandierata in campagnaelettorale, sulle lottizzazionidi Giovino le posizioni sonopiù disparate e diversificate:insomma, non ci sarebbe an-cora un accordo a prova dibomba sulla sorte di questepratiche. Tra l’altro, ora c’è inmente anche un coinvolgi-

Il capogruppoconsiliare Wanda

Ferro presentadue distinti ordini

del giorno

Pino Masciari

Tommaso
Evidenziato
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Soveratoe dintorni

il Quotidiano Venerdì 12 Ottobre 2007 27

IL CONTO alla rovescia perle primarie del Partito demo-cratico è iniziato.

E la data fatidica del 14 ot-tobre, giorno in cui il popolodel centrosinistra, ma anchei simpatizzanti ed i sedicennisaranno chiamati a designa-re i delegati per la costituen-te del Pd sia a livello regiona-le che nazionale, si avvicinaa grandi passi. Un appunta-mento che però non nascesotto i migliori auspici, con-siderate le numerose tensio-ni che si registrano tra le di-verse anime del nascentepartito che ha come obiettivoquello di costituire un unicosoggetto politico riformistache possa coagulare il 38 percento dei consensi elettoralifacendo sparire tutti queipartitini dello 0,4 - 0,5 percento e per dare così più sta-bilità al governo. Un proget-to ambizioso e di ampio re-spiro, dunque da non sotto-valutare. E tra i supporter diRosy Bindi, una dei magnifi-ci cinque candidati alla se-gretaria nazionale del na-scente Pd,(gli altri sono Wal-ter Veltroni, Mario Adinolfi,Piergiorgio Gawrinnski eEnrico Letta) c’è Gianni Ca-labretta, già sindaco di Sove-rato di “Pedalando volare” eattualmente consigliere co-munale di minoranza, candi-dato nel collegio n 12 di So-verato- Serre nella lista “ConRosy Bindi democratici perdavvero” di cui è capolistaMaria Abronzino.

Calabretta, a quanti glichiedono il perchè di questasua scelta di campo, per unpolitico come lui che vieneda una storia di sinistrapiuttosto “tumultuosa” ri-sponde che la scelta dellaBindi è dovuta al fatto nonche sia una donna quantoper le caratteristiche che inlei riconosce di forza, tena-

cia, coraggio e determinazio-ne ad affrontare i problemi ea indicare soluzioni eque.

«Il “bucare” il video- diceCalabretta- forse non le ap-partiene, ma nel panoramapolitico nazionale è sicura-mente una delle poche perso-ne che riesce a comunicareefficacemente valori e spe-ranze, ad interpretare auten-ticamente ansie e bisogni».

Il carisma politico dellaBindy per Calabretta si espli-ca nell’affrontare battaglie alei care come «la tutela dei di-ritti fondamentali, ancoratanto lontani dall’essere ga-rantiti; - l’impegno per unamigliore istruzione, per latutela della salute, per una

adeguata protezione sociale ;l’impegno a favore dei giova-ni adulti, che Padoa Schiop-pa provocatoriamente ha de-finito bamboccioni, a cui og-gi non è garantito il dirittodi crearsi una famiglia, di fa-re figli, di comprarsi una ca-sa, in una parola il diritto arendersi autonomi;- la difesadella laicità dello Stato».

Temi di sempre, di cui si di-scute in occasione di ognicampagna elettorale, comeriferisce Gianni Calabrettama di cui che Rosy Bindi hail merito di occuparsenesempre e comunque, tantoda conferire alla sua azioneuna caratteristica fonda-mentale in politica, la credi-

bilità. Per Calabretta «il pro-gramma della Bindy è ambi-zioso e la sua storia lo rendecredibile. L’ azione politica eamministrativa condotta inambito locale da me e da nu-merosi cittadini e cittadine,somiglia molto alla storia eall’impegno di Rosy Bindi.Ecco perché ho sentito il do-vere di impegnarmi a soste-nere la sua candidatura allaguida del Partito Democrati-co, perché la sua storia è unastoria di impegno, di aspira-zioni, di utopie, che, in ambi-to locale, sono stati condivisianche da me e da tanti e tan-ti cittadini e cittadine di So-verato e del suo comprenso-rio. È vero - conclude Gianni

Calabretta - non “buca” il vi-deo, ma apre l’animo allasperanza di veder risolti iproblemi quotidiani, di libe-rare dall’affanno dei bisogniprimari, di far Politica perservizio».

Amalia Feroleto

Il 28 a Copanello grande manifestazione in onore del testimone di giustizia

Tutti intorno a Pino MasciariL’iniziativa a 10 anni dall’esilio forzato dell’imprenditore

PrimarieMuzzì

«Abbassarei toni

del confronto»

«OCCORRE abbassarei toni del confronto edelevare la qualità deldibattito se si vuolerealmente contribuirealla creazione di ungrande soggetto politi-co quale dovrebbe esse-re il nuovo Partito De-mocratico e se anche sidovesse registrarequalche anomalia è ne-cessario avere la capa-cità di superarla con ilragionamento costrut-tivo, senza esternazio-ni livorose che faccia-no intravedere scenarida resa dei conti dopoil 14 ottobre».

Esordisce così la notadi Mario Muzzì, candi-dato alle primarie nelleliste di Rosy Bindi, inriferimento al climache si respira all’inter-no delle assemblee dipresentazione dei sin-goli candidati nei varicollegi della Calabria.«Mi rendo conto, pro-segue Muzzì, che tuttociò è dovuto al fattoche la vicenda della na-scita del Pd non è statada tutti metabolizzataquale evento di straor-dinaria portata storica,per cui si assiste all’in-decoroso spettacolo ditaluni che si attardanoa mostrare la forza deinumeri». Per Muzzìè «inopportuno che sipossano trasformareassemblee di futuriaderenti al partito inluoghi dove sfogaremalumori istituzionalinei confronti di asses-sori della Giunta Loie-ro». Le cui scelte (equelle della Lo Moro)Muzzì dice di condivi-dere in pieno nel «pia-neta sanità dove peranni il malaffare e glisprechi sono stati unacostante negativa nellagestione delle risorseumane e finanziarie».

Dunque «criticareuna gestione comequella dell’assessore,che ha praticato taglicospicui senza pregiu-dicare la qualità deiservizi, significa pre-stare il fianco a polemi-che sterili che di fattoservono solo ad ali-mentare la dilagantesfiducia nei confrontidella politica e dei par-titi».

Mario Muzzì ha volu-to inoltre soffermarsisu un aspetto rilevan-te delle primarie. Ciòche probabilmente èsfuggito ai candidatidel nuovo PD, ha dettoMuzzì, è che «non sitratta di una competi-zione personale, masemplicemente di un’e-lezione atta ad investi-re di responsabilitàquanti dovranno con-tribuire alla nascita edall’assestamento delnuovo soggetto politi-co», ed «assai stranasarebbe una percezio-ne diversa delle cose,visto che dal 15 ottobretutti saremo compagnidello stesso partito».

SARÀ FORSE Francesco Manti il se-gretario Udc. I dirigenti responsabiligli esponenti politici locali dell'Udchanno concordato di celebrare il con-gresso sezionale ai primi di dicembre.Stando alle affermazioni di Pietro Ma-tacera, vice sindaco ed esponente delloScudo crociato una decisione è statapresa e non si torna più indietro.

Anche qualche mese or sono era sta-ta definita la data del congresso sezio-nale ma poi il tutto è stato rinviato. Co-me ha spiegato il segretario provincia-le, Vito Bordino non sarebbe stata as-sicurata la presenza di alti esponentiqualche l’onorevole Mario Tassone im-pegnato a Roma nella stessa data dauna importante riunione dei vertici alivello nazionale.

Così rinviata la data di celebrazionedel congresso, sopraggiunta la dovu-ta pausa estiva tutto è stato rinviato asettembre. Ma considerato che anchenel mese appena trascorso non si èparlato di congresso un gruppo di so-

ci e simpatizzanti ha cominciato a farsentire la propria voce. Bisogna rior-ganizzare i quadri dirigenziali perchési partecipi in modo diretto al dibattitopolitico che in questi ultimi tempi si èfatto acceso, talora rovente. Polemichee contestazioni per il piano parcheggia pagamento, per la famosa deliberadi giunta del 30 luglio con la quale èstato aumentato il numero dei postivendita nel campo di calcio “NunzioMarino”, infine la mozione di sfiduciaal sindaco. La riorganizzazione delpartito a livello locale sarebbe stata ne-cessaria per affrontare le battaglie po-litiche soveratesi in questi ultimi tem-pi. Infine il partito che a Soverato hariscosso consensi lusinghieri ha biso-gno di una sistemazione per rilancia-re le attività necessarie al consolida-mento della propria identità per con-tribuire allo sviluppo della comunità.

Da quanto appreso a dicembre saràconvocato il congresso. Sarebbe giàstata raggiunta l’unità interna. Infatti

sarebbero stati fatti accordi sui qualic’è la conversione delle varie correntiche animano il dibattito interno. Sa-rebbe stato definito l’organico degli or-gani dirigenziali. Francesco Mantiche ha ricoperto ed ancora ricopre ilruolo di commissario della locale se-zione dovrebbe essere alla guida delpartito come segretario.Sugli altri no-minativi che dovrebbero entrare a farparte del direttivo circola il più assolu-to riserbo.Probabilmente sarà concor-data una lista unica che raccolga leistanze delle varie correnti che accon-tenti tutti. se li dovessero essere dissi-denti probabilmente ci sarebbe un’al-tra lista alternativa. In tal caso la pro-clamata unità verrebbe meno anche sela pluralità di voci, segno di alta demo-crazia, garantirà un dibattito produt-tivo. A patto che alla fine vincitori evinti escano dal congresso con al con-vinzione che il partito viene prima ditutto e prima di tutti .

Antonio Illiano

Il congresso cittadino dell’Udc si celebra a dicembreConvergenze su Manti per la carica di segretario

Parla Calabretta, candidato alla costituente nazionale del Pd

«Ecco perché scelgo Bindi»

Gianni Calabretta

CATANZARO - C'è una datae c'è un programma. Ma cisono soprattutto loro, "gliamici di Pino Masciari",pronti a mobilitare società ci-vile, politici e istituzioni perdar man forte all'imprendi-tore del sud che da ben diecianni vive in un esilio forzato,con la moglie e i due piccolifigli, per aver sfidato l'iradelle cosche con coraggiosedenunce che hanno rappre-sentato il fulcro di alcune trale principali inchieste porta-te avanti in Calabria controla 'ndrangheta.

Dal blog sul quale puntual-mente si incontrano per sup-portare la battaglia di PinoMasciari, singoli cittadini edesponenti di diverse realtàassociative, in sintesi tutticoloro che si riconoscononella definizione " "gli amicidi Pino Masciari", il prossi-mo 28 ottobre scenderannonel capoluogo per prendereparte alla manifestazioneche si svolgerà presso il Vil-

laggio Guglielmo di Copa-nello, a Stalettì, per porrepubblicamente riflessioni,proposte e richieste.

Il senso della giornata lospiegano loro stessi nel bloge sarà quello di "unire tuttele forze vicine a Pino Mascia-ri, tessendo una nuova Retetra i cittadini, gli imprendi-tori e le personalità istituzio-nali, in particolare tra chinelle Istituzioni ha operato econtinua ad operare per evi-tare che vengano danneg-giati quanti compiono lascelta di stare al servizio del-la legalità e dello Stato De-mocratico". E incalzano: "C'èinnanzitutto un uomo e lasua famiglia e bisogna divul-gare la loro storia per crearecoscienza, affinché un de-cennio di sacrificio diventirisorsa e ne sia reso il giustomerito. C'è un messaggiopregno di senso civico, unesempio da seguire come cit-tadini e come lavoratori, dilotta alla criminalità orga-nizzata, che sarà dibattutocon altri imprenditori che

vogliono ribellarsi al ricattoe all'infamia. C'è una societàcivile che non vuole e non ac-cetta vicende come quella diPino Masciari e che vuolepertanto dialogo, approfon-dimento e concertazione conle Istituzioni invitate. Sarà

l'occasione per poter lavora-re insieme proficuamentecon rinnovate energie".

Il programma prevede alle15 la presentazione: “Diecianni sotto protezione: l'im-prenditore Pino Masciari” esubito dopo la conferenzadal titolo “L'esempio di PinoMasciari come riscossa dellasocietà civile e dell'imprendi-toria responsabile”. Alle17:15 si darà il via al dibatti-to dal tema “La società civiledialoga con le Istituzioni”,per poi ritrovarsi intorno adun buffet preludio dello spet-tacolo teatrale “Legàmi” delregista Francesco Pileggi,realizzato dagli studenti dellaboratorio teatrale del co-mune di Lamezia Terme.

All'incontro sono stati invi-tati Don Luigi Ciotti, presi-dente di Libera, Marco Min-niti, viceministro all'Interno,Ettore Rosato, sottosegreta-rio all'Interno, FrancescoForgione, presidente Com-missione antimafia, Giusep-pe Lumia, vicepresidenteCommissione antimafia, An-

gela Napoli, presidente Co-mitato testi Commissioneantimafia, Maria Grazia La-ganà, componente Commis-sione antimafia, Mario Tas-sone, vicepresidente Com-missione antimafia, Gian-carlo Caselli, procuratore ge-nerale Piemonte e Val D'Ao-sta, Antonio Di Pietro, mini-stro Infrastrutture, il prefet-to Raffaele Lauro, Commis-sario di Governo per le ini-ziative antiraket e usura,Brunello Censore, consiglie-re regionale Calabria e com-ponente Commissione anti-mafia regionale e AntonioDe Masi, Capogruppo Ds al-la Provincia di Vibo Valentia.

Le associazioni e i gruppiche finora hanno aderito e dicui si dà notizia sul sito sonoi Meetup “Amici di BeppeGrillo” della Calabria (Catan-zaro, Cosenza, Crotone, Reg-gio C.) e di Torino, l'Associa-zione Acmos, la Libera Pie-monte, la Rita Atria, Am-mazzateci tutti, Addio Pizzo,Ezechiele 37 e AssociazioneAntiraket Lamezia.

di STEFANIA PAPALEO

L’imprenditore Pino Masciari

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Domenica festa dell'Avis di Marciano

ROMA - Dieci anni di radiografia approfondita della azione criminosa nei confronti delle imprese: si rinnova il tradizionale appuntamento del rapporto di SOS impresa Confesercenti che quest'anno sottolinea l'allarmante crescita della azienda mafia che tocca ormai fatturati da capogiro. La piovra mafiosa allarga i tentacoli e cerca anche la complicità delle grandi imprese.Il rapporto sarà presentato a Roma lunedì 22 ottobre alle ore 10,00 in via Nazionale 60 nella sala Antonio Nori e sarà illustrato da Marco Venturi, Presidente della Confesercenti.Parteciperanno all'iniziativa Marco Minniti, Vice Ministro dell'Interno, Mario Tassone, Vice Presidente della Commissione Antimafia e Tano Grasso. Pino Masciari da Vibo Valentia, a lungo residente in località segreta, Giorgio Baiano da Napoli, presidente dell'Associazione antiracket di Pianura, Antonio Anile da Reggio Calabria, vittima di usura, Maurizio De Lucia da Palermo, magistrato della Direzione distrettuale Antimafia, saranno alcuni dei protagonisti della lotta alla criminalità presenti alla illustrazione del rapporto.All'interno della documentazione sono contenute anche alcune mappe che illustrano la presenza della criminalità organizzata che si espande nell'intera vita sociale con insidie anche inedite.

Pubblicato il 20/10/2007 11.30.29

fonte: www.arezzoweb.it

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Pino Masciari è un uomo infuga. Nascosto, scortato, daquando, ribellandosi ai “vi-perari” delle Serre, ha squar-ciato il velo d’omertà, dive-nendo il bersaglio di alcunetra le cosche più potenti della‘ndrangheta. Oggi è in cercaun’altra vita e la sua finestrasul mondo reale è quel blognaufrago nell’oceano di inter-net. Chissà se un giorno PinoMasciari avrà una nuova vitanel mondo reale. Al momen-to la cerca su “Second life”, ilmondo virtuale tridimensio-nale, multiutente e online, in-ventato nel 2003 dalla societàamericana Linden Lab, conmilioni di residenti in tutto ilmondo. Si tratta di una di-mensione studiata in nume-rose università, come model-lo virtuale di una interazioneumana, falsa, ma in cui si pro-ietta ciò che si vorrebbe esse-re. Poteva quindi scegliere diricominciare sotto un’altraveste, Pino Masciari, in “Se-cond life”. E invece ha decisodi ripartire da ciò che è oggi,un testimone di giustizia, na-scosto dallo Stato, braccatodalla mafia, alla ricerca diquella giustizia sociale chenella dimensione reale gli vie-ne negata. Chissà se nel vir-tuale riuscirà a trovarla. Il suoprofilo, pubblicato perfino sulsito della Cnn, ovviamente ininglese, nel link dedicato allenews dal mondo virtuale, lodescrive per ciò che è: «PinoMasciari è un ex costruttoreche si ribellò molti anni fa al

curare la Calabria e il Sudd’Italia un futuro libero dallamafia».

Girando per l’Italia e rac-contando la sua storia, sonocresciuti gli “Amici di PinoMasciari”, che si ritrovano sulblog come una tribù che nonmanca di sostenere la sua bat-taglia, come forse in tanti, quinella sua provincia, non han-no inteso fare. Commoventel’affetto manifestato a Marisa,sua moglie nel giorno del suocompleanno, attraverso quel-la finestra sul web. Intensa lareplica della stessa: «...Custo-disco preziosamente l’emo-zione provata in questo miocompleanno tra le cose piùbelle che ho vissuto e ne facciotesoro. Spero con tutto il cuo-re di incontrarvi un giornotutti insieme per festeggiare“davvero”... la libertà dellamia famiglia, che sicuramen-te sarà conquistata grazie all’impegno quotidiano di tuttivoi che ci state sostenendocon stima e affetto. Vi stringoforte forte… Marisa Mascia-ri».

Un uomo e una famigliache sopravvivono e che van-no avanti. Nonostante la fu-ga, nonostante la paura. No-nostante l’indifferenza. No-nostante tutto.

p.com.

l’ora di ViboTelefono: 0963.547589 - 45605 Fax: 0963.541775 Mail: [email protected] - [email protected]

SABATO 24 novembre 2007 PAGINA 36

FARMACIE

Ariganello 0963.596494Buccarelli 0963.592402Centrale 0963.42042David 0963.263124Depino 0963.42183Iorfida 0963.572581Marcellini 0963.572034Montoro 0963.41551

FORZE DELL’ORDINE

Capitaneria di Porto 0963.573911Carabinieri 0963.592404Corpo forestale dello Stato 0963.311026Guardia di finanza 0963.572082Polizia municipale 0963.599606Polizia provinciale 0963.997111Prefettura-Questura 0963.965111Vigili del fuoco 0963.572900

EMERGENZE

Suem 118Ospedale 0963.962111Pronto soccorso 0963.962235Guardia medica 0963.41774Consultorio familiare 0963.41014-472105Croce Rossa Italiana 0963.472352Mimmo Polistena Onlus 0963.94420Guardia costiera 0963.573911Soccorso stradale Aci 0963.262263

CINEMA

MODERNO via Enrico Gagliardi 0963.41173

MILANO PALERMO IL RITORNO (SALA GRANDE)16.00 - 17.50 - 19.40 - 21.30

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LO SPACCACUORI (SALETTA B) 17.00 - 19.15 - 21. 30

n un contesto sociale difficile e complesso, con-dizionato da annosi problemi che investono lanostra quotidianità, finalmente possiamo re-gistrare una buona notizia. Oggi si inaugurala nuova scuola elementare di Bivona, un

evento di cui voglio parlare perché temo che possa passareinosservato mentre invece fornisce l’occasione per alcuneconsiderazioni che vanno al di là del fatto in sé. Come tuttiricorderanno, la vecchia scuola è stata irreparabilmentedanneggiata dall’alluvione del 3 luglio, essendo ubicata inuno dei luoghi incui il fenomenometeorico si è ma-nifestato con mag-giore intensità. E’stato un miracoloche i bambini pre-senti nell’edificioinvaso dall’acquae dal fango sianostati posti in salvosenza alcuna con-seguenza grazie altempestivo inter-vento delle inse-gnanti con l’ausiliodei genitori e di al-cuni encomiabili volontari. Rimarranno per sempre nellamemoria dei piccoli studenti il ricordo di quei drammaticimomenti e la consapevolezza di avere vissuto una situazio-ne di incolpevole pericolo causata dalle forze della naturache, sempre più frequentemente - per i cambiamenti clima-tici in atto - determinano sul nostro pianeta indomabili rea-zioni dalle tragiche conseguenze. L’amministrazione provin-ciale è stata protagonista di un esempio di buon governorealizzando in pochi mesi ed in un luogo diverso una strut-tura moderna e funzionale, arredata in maniera completa edecorosa, dove insegnanti ed alunni troveranno l’ambienteideale per esprimere le proprie potenzialità didattiche in as-soluta sicurezza. E’ uno dei rari esempi in Calabria in cui i po-litici sono riusciti a mantenere gli impegni assunti entrotempi rapidi: perché non basta avere le risorse finanziarieper far nascere un’opera pubblica ma serve l’impegno per-sonale di amministratori che sappiano dare i giusti indiriz-zi e controllare periodicamente i progressi di coloro che han-no il compito di realizzare materialmente i progetti. Il pre-sidente Bruni si è speso molto in questa realizzazione, inter-pretandola come un concreto segnale di rinascita atto a mi-tigare la delusione dei cittadini di Bivona che giornalmentesono costretti a denunciare i ritardi nell’opera di ricostru-zione e messa in sicurezza del territorio. Il presidente ha mes-so a disposizione i soldi necessari, ha seguito i lavori perso-nalmente, evitando defatiganti lungaggini burocratiche, edè riuscito ad ottenere da alcuni privati la cessione volonta-ria delle aree necessarie per migliorare l’accesso all’edificioscolastico. E’ un fatto raro ed inusuale che va evidenziatoperché, accanto ad una prova di efficienza amministrativa,si è realizzato un esempio edificante di solidarietà umana.Dopo l’inaugurazione, i bambini di Bivona potranno entra-re nelle nuove aule e ricominceranno a costruire, giorno do-po giorno, la loro memoria di scolari che è una delle cose cheli accompagnerà per sempre. Da adulti ricorderanno non so-lo i volti dei compagni e degli insegnanti ma anche gli am-bienti dove hanno passato molte ore della loro giornata. In-consciamente memorizzeranno la posizione del crocefisso, gliarredi, le carte geografiche, le immancabili scritte sui muri,i quadri alle pareti dove è auspicabile che trovino posto igrandi personaggi dell’umanità ,che possano con il lorosguardo ammonire tutti all’osservanza dei valori civili che cihanno tramandato, la vera spina dorsale su cui sifonda la nostra società.

Antonello Fuscà

SETTE GIORNI

IUn concreto segnaledi rinascita sociale

uova del drago

Mantella e Scrugli non rispondono al magistratoSi conclude la tornata degli interrogatori di garanzia. Ora si passa al Tribunale del riesame

Andrea Mantella e Francesco Scrugli, de-stinatari dell’ordinanza di custodia cautela-re sottoscritta dal gip distrettuale TizianaMacrì nell’ambito dell’operazione “Uovadel drago” e indagati quali presunti esecu-tori materiali dell’omicidio del boss di Ma-ierato Raffaele Cracolici, si avvalgono dellafacoltà di non rispondere. Assistiti dagli av-vocati Giuseppe Di Renzo, Emilio Staglianoe Salvatore Staiano, i due presunti sicari delcommando entrato in azione il 4 maggio2004 per eliminare “Lele Palermo”, hannoincontrato il magistrato nelle carceri di To-rino e Teramo, dove si trovano in regime didetenzione sin dal febbraio scorso dopol’operazione “Nuova Alba”. Mantella eScrugli hanno così concluso la tornata degliinterrogatori di garanzia a carico delle ottotra le undici persone raggiunte dall’ordi-

nanza di custodia emessa del gip distrettua-le su richiesta del sostituto procuratore del-la Dda Marisa Manzini a seguito dell’im-portante inchiesta condotta sulla cosca Bo-navota con il determinante ausilio dei cara-binieri della Compagnia e del Norm di Vi-bo Valentia. Anche Pasquale Bonavota, rite-nuto il capo dell’omonima famiglia, si èavvalso della facoltà di non rispondere,mentre altre due figure di rilievo nell’ambi-to delle indagini, Domenico Cugliari e Nico-la Bonavota, hanno inteso replicare eccepen-do la loro estraneità ai fatti contestati. Ades-so si attendono soltanto i ricorsi e il pronun-ciamento del Tribunale del Riesame. Ma fi-no a questo momento l’inchiesta “Uova deldrago” si è rivelata granitica, capace di resi-stere sia davanti ai gip territoriali che da-vanti al gip distrettuale.

Andrea Mantella

Francesco Scrugli

La seconda vitaIl testimone di giustizia Pino Masciari ricominciasu “Second life”. Il profilo anche sul sito della Cnn

UN’ALTRA REALTA’. Pino Masciari su “Second life”

sistema minaccioso della ma-fia in Calabria. Egli fece cau-sa ai suoi ricattatori dandoinizio ad un processo che èancora in corso. Dopo quelgiorno, mafia e molti politiciitaliani collusi con la mafia locostrinsero a chiudere la suaazienda e adesso Pino è na-scosto in qualche dove perevitare di essere ucciso dallamafia. Mentre lo stato italia-no dà macchine blindate rot-te, i criminali ancora oggi so-no a piede libero in Calabriae agiscono come divinità. Il

28 ottobre 2007 Pino pro-grammò di ritornare in Ca-labria scortato, per discuterecon il ministro degli Internied altri politici sul perché de-ve ancora vivere come un to-po e i mafiosi possono farequello che vogliono. Allo stes-so tempo si è collegato dapiazza San Marco a Veneziaper spiegare ai curiosi la suasituazione. Lo si può contat-tare usando il guest book delpoint di Beppe Grillo di Vene-zia o in Lupulinus. Questo èsolo il primo passo per assi-

Tommaso
Evidenziato
Page 69: Pino masciari

24C A T A N Z A R O

VENERDÌ 26 ottobre 2007 calabriaora

La chiusura dell’ Istitutopromozione industrialedanneggerebbe il territoriocalabrese. Gli imprenditoridi Confindustria della pro-vincia di Catanzaro, conuna dichiarazione del pre-sidente Giuseppe Speziali,esprimono «una forte pre-occupazione per la chiusu-ra della sede regionale del-la struttura calabrese del-l’Ipi (Istituto promozioneindustriale). Quella sede -aggiunge Speziali - che,nata negli anni ‘80 comeIasm (Istituto per l’assi-stenza e lo sviluppo delMezzogiorno), ha operatoper un lungo periodo nelterritorio calabrese con al-te professionalità dotate dicompetenza ed efficienza asostegno degli enti locali edello sviluppo dell’im-prenditoria».

«Le professionalità, con-tinua Speziali, cresciute econsolidate nell’ambitodelle professioni tecnico-scientifiche avevano datoun forte impulso per unmaggiore utilizzo degli in-centivi da parte delle Pmi

paventata decisione di di-smissioni dell’Istituto sulterritorio calabrese, diceancora Speziali. Neanchela sollecitazione istituzio-nale della massima autori-tà calabrese nella personadel presidente Loiero è sta-ta ascoltata dal governocentrale che, in più occa-sioni, è rimasto impassibi-le agli scippi perpetrati al-la Calabria ed, in partico-lare, alla città di Catanza-ro».

«È da rilevare - sottoli-nea Speziali - che i costiper mantenere gli uffici inCalabria sono di qualchedecina di migliaia di euro,rappresentando l’uno per-cento del bilancio comples-sivo dell’ istituto. Infatti -conclude il presidente diConfindustria Catanzaro -l’Istituto di promozione in-dustriale gode comunquedi un congruo e cospicuofinanziamento dalla legge311/2004 che grava sulfondo per le aree depres-se».

Ipi, gli imprenditori non ci stannoLa chiusura dell’Istituto di promozione preoccupa i vertici di Confindustria

Pino Masciari, domenicala giornata per la legalità

l’appuntamento

Domenica 28 ottobre sa-rà “La giornata degli Ami-ci di Pino Masciari”, l’im-prenditore calabrese che,ormai dieci anni fa, si ribel-lò alla ‘ndrangheta e al piz-zo e fu costretto ad abban-donare la propria terra e ilproprio lavoro, vivendo da“esiliato” con la sua fami-glia in una località italianaesterna alla Calabria.

L’iniziativa, che nascedai non pochi sforzi dei ra-gazzi dei Meetups di tuttele città calabresi (che insie-me superano il migliaio diiscritti) e di quello torinese,con il sostegno di altriMeetups italiani e di nu-merose associazioni , avràluogo presso il VillaggioGuglielmo di Copanello apartire dalle 3 del pomerig-gio. In programma la pro-iezione del video “Diecianni sotto protezione: l’im-prenditore Pino Masciari”,le testimonianze di diversiimprenditori calabresi vit-time del pizzo e gli inter-venti-dibattito di DonCiotti, presidente di Libe-ra, Giancarlo Caselli, pro-curatore generale di Pie-monte e Val d’Aosta, e Ni-cola Gratteri, sostituto pro-curatore Dda di ReggioCalabria. Numerosi e digrande rilievo gli ospiti :oltre ai già citati, il ministroAntonio Di Pietro, il vice-ministro dell’Interno Mar-co Minniti, il prefetto Raf-faele Lauro e molte altrepersonalità. A chiuderel’evento sarà la rappresen-tazione teatrale “Legàmi”di Francesco Pileggi, cheha già riscosso notevolesuccesso in numerose cittàitaliane. Il momento cen-trale della manifestazionesarà costituito dall’inter-vento dello stesso PinoMasciari, che parlerà dellasua esperienza e delle nu-merose difficoltà – dovutespesso non solo alla crimi-nalità organizzata, ma an-che alle istituzioni disorga-nizzate – che ha affrontatoe tuttora affronta insiemealla sua famiglia.

Nicola Gambardella,Massimiliano Capalbo,Andrea Orlando, IreneMagistro, M. Grazia Raffa-elli ed Elisabetta Scerbo,appartenenti ai Meetups diCatanzaro e di Crotone,definiscono le loro associa-zioni come degli spazi libe-ri, in cui tutti possono ap-portare le proprie idee e ilproprio contributo, cheagiscono on line ma anche- e altrettanto efficacemen-te - «nella concretezza delreale». «Non vogliamo eti-chette politiche e non vo-gliamo essere consideratil’antipolitica. I nostri sforzisono tesi al raggiungimen-to di obiettivi, portandoavanti iniziative e aprendopossibilità di discussione»,spiega Capalbo, «Abbiamoconosciuto Pino Masciariin seguito allo spettacolotenuto da Beppe Grillo aCatanzaro lo scorso giu-gno. Un mese dopo, di-spiaciuti per averlo dimen-ticato, gli abbiamo inviatouna lettera di scuse. E cosìabbiamo deciso di dedicar-gli una giornata, per richia-mare l’attenzione delle isti-tuzioni e far sì che, chi è ingrado di aiutarlo, si attiviaffinché Masciari possa ri-prendersi la sua vita e ilsuo lavoro nella sua terra».

Pino Masciari è certa-mente un segnale forte, unesempio per gli altri im-prenditori. I ragazzi deiMeetups si fanno promo-tori e organizzatori di«eventi mirati a informarel’opinione pubblica su te-mi di grande interesse» -sui quali non viene ade-guatamente informata dainormali mezzi di comuni-cazione - e intendono com-battere i preconcetti che,troppo spesso, fanno partedelle persone, persino diquelle che ricoprono ruoliistituzionali e che dovreb-bero lavorare, «anche afronte dei privilegi chehanno», senza riserve peril bene di tutti.

favorendoanche la na-scita di nuo-va impren-ditorialita’giovanile efemminile.Dal 1994 ilnuovo asset-to organiz-zativo del-l’Istitutopromozioneindustrialeha sguarnitola sede calabrese, lascian-dola senza quelle figureprofessionali che offrivanoconsulenza e supporto, ri-ducendo l’operatività el’organico ad una sola uni-tà con funzioni di segrete-ria e trala-sciandoogni inizia-tiva di sup-porto e assi-stenza tec-nica alle im-prese e aglienti locali.Forti sono state, nel tem-po, le proteste delle asso-ciazioni di categoria, delle

organizza-zioni sinda-cali e deiPolitici chehanno pre-sentato in-terpellanzee interroga-zioni parla-mentariunite alla ri-chiesta diun poten-ziamentodegli uffici

con personale competenteed efficiente in grado didare consulenza e assi-stenza agli enti locali perlo sviluppo delle attivitàproduttive». «Oggi l’Isti-tuto chiude i propri uffici

in Calabriadisatten-dendo lemotivate ri-chieste delmondo im-prenditoria-le, delle or-ganizzazio-

ni sindacali e del Consiglioregionale che nel giugnoscorso deliberava contro la

Il portale “Golem” arriva in tvPresto i servizi on line del Comune andranno in onda su Rai Educational

Riscuote consensi e suc-cesso il progetto dei servi-zi on line del Comune diCatanzaro denominatoGolem. Tanto da aver “ca-lamitato” l’attenzione diuna troupe della Rai cheha realizzato un serviziodettagliato sullo stesso esulla sua campagna di co-municazione. Il filmato sa-rà mandato in onda neiprossimi mesi, su un pro-gramma di Rai educatio-nal - la televisione genera-lista diretta da GiovanniMinoli - dal titolo “Non èm@i troppo tardi, una reteper il sud”. Un vero e pro-prio viaggio itinerante allascoperta del sistema tec-nologico delle RegioniMeridionali. Il serviziorealizzato ha zoommatosull’uso delle nuove tec-nologie nelle pubblicheamministrazioni in Cala-bria. Ed è stato proprio lostesso Assessore alle Inno-vazioni Tecnologiche delComune di Catanzaro, Ro-berto Talarico a spiegaredettagliatamente i servizion-line offerti dal portale.Le riprese hanno focaliz-zato l’attenzione su come icittadini calabresi si rap-portano con le nuove tec-nologie. “Non è m@i trop-po tardi, una rete per ilsud” è un programma rea-lizzato da Rai educationale dal Ministero per le ri-forme e le Innovazioninella pubblica ammini-strazione. Inoltre grandespazio, sarà, dato alla

Giuseppe Speziali:questa decisionerappresenta unennesimo caso di spoliazione

campagna di comunica-zione “Accendi il compu-ter ti sorprenderemo” fi-nalizzata a promuovere eincentivare l’uso del por-tale Golem. Un progettoall’avanguardia nel pano-rama nazionale, e nel qua-le, la città di Catanzaro, è ilcomune capofila per la Re-gione Calabria. Ripartitoper volontà dell’Assesso-rato alle Innovazioni tec-nologiche del Comune diCatanzaro, diretto da Giu-liano Siciliano e dall’asses-sore Roberto Talarico, ilGolem è un sistema chepermette ai cittadini di po-ter accedere a molti servi-zi comunali on-line. Nelle

ultime settimane, il Golemè “entrato” in tutte le casedei catanzaresi, grazie al-l’invio di quasi quaranta-mila lettere illustrative atutti i capi famiglia. In po-che parole, il servizio seutilizzato correttamentepuò senz’altro facilitare lavita di tutti coloro che ne-cessitano di qualsiasi tipodi certificato e d’informa-zioni utili. Comodamenteda casa, dalla propriaazienda o da qualsiasicomputer connesso allarete, è possibile effettuarela lettura e il pagamentodella bolletta dell’acqua,richiedere e ricevere gra-tuitamente certificati ana-

grafici, calcolare e pagarel’Ici, consultare la propriaposizione tributaria pre-gressa, pagare la Tarsu. Èinoltre possibile scaricare imoduli per le dichiarazio-ni inizio attività (Dia) delsettore edilizio. Tutti que-sti servizi e molti altri an-cora, sono a disposizionesia dei cittadini che delleimprese. Il meccanismo dipagamento è garantito daisistemi informativi Poste-com (azienda del GruppoPoste italiane spa) tradi-zionalmente erogati attra-verso gli sportelli degli en-ti. Per utilizzare il serviziobasta collegarsi sul sito:www.comunicalabria.it re-gistrarsi gratuitamente eseguire le informazioni.Solo così sarà possibile ac-cedere all’area riservatache comprende i suddettiservizi. Qualora l’utenteavesse difficoltà nell’utiliz-zo del portale vi è l’apposi-to call center che aiuterà ilcittadino nei diversi pas-saggi. Il numero di telefo-no al quale rivolgersi è:0961-893488. Numerosesono state le richieste di re-gistrazione al Golem, circa2400 iscritti in poco menodi un anno. Un dato che te-stimonia quanto la città diCatanzaro sia pronta adaccogliere ed utilizzareprogetti innovativi che mi-glioreranno il rapporto tracittadino/impresa e pub-blica amministrazione. Ilservizio è completamentegratuito.

Si svolgeranno sabato 3 novembre le manifestazioni le-gate all’iniziativa “Vivere la Pineta”, organizzate dal-l’associazione “Ri.Ma.Te” per valorizzare la pineta diSiano, ampio polmone verde alla periferia di Catanza-ro. L’iniziativa, in un primo momento programmataper il 21 ottobre, è stata rimandata a causa delle condi-zioni meteorologiche avverse che hanno reso la zonaimpraticabile. L’iniziativa, che si svolge con il patroci-nio di Provincia e Comune, punta sulla sensibilizza-zione verso i temi ecologici e coinvolge il Corpo fore-stale dello Stato, l’Afor, la Sacal, la Amc ed altri spon-sor. La giornata, che si celebra quest’anno per la setti-ma volta, offre un programma ricco di eventi che sisvolgeranno nella pineta di Siano dalle ore 9 alle 21.Tra le iniziative in programma , la giornata ecologica, ilbattesimo a cavallo per bambini a cura dell’associazio-ne “Giacche Verdi”, un raduno di auto e moto d’epoca,una corsa campestre, l’esibizione della banda dei ber-saglieri di Chiaravalle, lo spettacolo del gruppo folclo-ristico “gli Strinari”, e anche musica e pittura.

l’iniziativaSiano, il 3 novembre “Vivere la pineta”

Giuseppe Speziali

MAURIZIO [email protected]

La conferenza stampa. Nel fotino Pino Masciari

NICOLETTA [email protected]

Tommaso
Evidenziato
Page 70: Pino masciari

Gazzetta del Sud Venerdì 26 Ottobre 2007 33

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Presentata l’iniziativa dei meet-up delle 5 province calabresi prevista per domenica

Sarà dedicato a Pino Masciaril’incontro degli Amici di GrilloSi punta l’attenzione su chi ha denunciato la criminalità organizzata

Alessandra Torchia

Un’iniziativa per puntare l’atten -zione su chi ha avuto il coraggio didenunciare la criminalità orga-nizzata e che oggi si trova ancoravittima sì, ma delle istituzioni di-sorganizzate. Un attaccapannivuoto dietro al tavolo dei relatori,per invitare chiunque prenderà laparola a dismettere le vesti dellepasserelle, e concentrarsi sul pro-blema per risolverlo. Sarà dedica-ta a Pino Masciari, testimone digiustizia, da 10 anni sottopostoinsieme alla moglie e ai figli aduno speciale programma di pro-tezione dalle milleuna pecca, l’in -contro organizzato dai meet up“Amici di Beppe Grillo” delle cin-que province calabresi nonché daquello di Torino, che si svolgeràdomenica prossima, a partire dal-le 15, al Villaggio Guglielmo diCopanello.

E alla conferenza stampa dipresentazione, tenuta ieri matti-na a Palazzo de Nobili, a dire “gra -zie” per la sensibilità dimostratanei confronti di una persona che,per seguire un’ideale di giustizia èstato costretto a rifarsi una nuovaidentità, anche un cugino di PinoMasciari, rimasto in silenzio enell’anonimato, ad ascoltare lapresentazione di un pomeriggioche si annuncia ricco di interven-ti. Confermate le presenze di donLuigi Ciotti, presidente di Libera,ma anche di Giancarlo Caselli,procuratore generale Piemon-te-Val d’Aosta e di Nicola Gratte-ri, sostituto procuratore Dda diReggio Calabria. Invitati, tra glialtri, il viceministro all’Interno,Marco Minniti; il presidente e ilvicepresidente della Commissio-ne parlamentare antimafia, Fran-cesco Forgione e Mario Tassone;il ministro alle Infrastrutture, An-

tonio Di Pietro; il prefetto Raffae-le Lauro. «Non è stato facile orga-nizzare questa iniziativa – haspiegato Massimiliano Capalbo,portavoce del meet up di Catan-zaro, che ieri ha illustrato il pro-gramma insieme a Nicola Gam-bardella, Andrea Orlando, IreneMagistro, Maria Grazia Raffaellied Elisabetta Scerbo – ci siamodovuti scontrare con mille diffi-coltà non da ultimo quelle con-nesse alla possibilità di utilizzarequesta sala, che sono state de-nunciate pubblicamente a mezzostampa nella consapevolezza cheè ora di pretendere istituzioni piùaperte e meno arroganti».

Annunciato l’intervento dellostesso Pino Masciari nonché di 3imprenditori che racconterannole loro esperienza tra cui NelloRuello, fotografo vibonese, chelancerà un’iniziativa importanteancora top secret. «Certamente cirendiamo conto – ha spiegato Ca-palbo – che in questo momentol’attenzione nazionale è rivolta alcaso De Magistris e che la manife-stazione cade in un momentoparticolare ma è questa un’occa -sione per mandare un messaggioalla politica: non facendo dell’an -tipolitica, come qualcuno dice,bensì concentrandosi sugli obiet-tivi che si vogliono raggiungere equindi facendo politica con la “p”maiuscola». Il meet up sulle ormedi Catanzaro nel cuore, movi-mento civico di giovani, attualeforza di governo comunale, desti-nata quindi ad entrare in politica?«No – ha risposto MassimilianoCapalbo – si può fare politica an-che senza amministrare: le nostrebattaglie sulla centrale Edison diSimeri e sull’inceneritore a Sove-ria Simeri sono state vinte perchéabbiamo detto la nostra con argo-menti risultati convincenti».�

Gli “Amici di Beppe Grillo” alla conferenza stampa di ieri

Il servizio di controllo interforze

Viale Isonzo, trovate500 dosi di cocainain un sottoscalaDecine di pattuglie impegnate,posti di blocco in tutta la zonasud, controlli serrati con cani an-tidroga. Si sono protratti fino anotte inoltrata, per oltre 8 ore, iservizi straordinari di controllodel territorio disposti mercoledìdal questore di Romolo Panìco ecoordinati dal dirigentedell’Upg della Questura GinaCastelluzzo. Il servizio ha coin-volto oltre al personale dell’Upg,agenti quello della Squadra mo-bile, dell’Ufficio misure di pre-venzione, gli esperti della Poli-zia scientifica, il Commissariatodi Lido, della Polizia Stradale,unità cinofile provenienti daReggio, i militari della Compa-gnia dei Carabinieri e della GdFdi Catanzaro e personale dei Vi-gili urbani. Proprio la Poliziamunicipale, con due pattuglie,ha effettuato controlli in piazzaGaribaldi, a Lido.

I controlli hanno riguardatol’intera zona sud del capoluogo,considerata quella più a rischio.Gli Agenti hanno setacciato iquartieri di Santa Maria e Lido,attenzionando particolarmenteviale Isonzo per la presenza, inquesta zona, di numerosi pre-giudicati rom dediti allo spacciodi sostanze stupefacenti. E Nel

sottoscala di uno stabile situatoproprio in viale Isonzo i poliziot-ti hanno rinvenuto una pistolacalibro 7,65 completa di due ca-ricatori con 22 proiettili, un in-volucro contenente 100 grammidi cocaina suddivisa in circa 500dosi già pronte per essere im-messe sul mercato clandestinoed un bilancino elettronico. Ilvalore della sostanza stupefa-cente si aggira intorno ai 25-30mila euro. Nel corso dell’opera -zione sono state inoltre identifi-cate 200 persone, controllate150 autovetture, contestate cir-ca 10 infrazioni al Codice dellaStrada ed effettuate varie per-quisizioni domiciliari. Un giro divite importante, che testimoniala presenza delle forze dell’ordi -ne sul territorio. Si pensi chedall’inizio di ottobre sono stateidentificate 2.000 persone, econtrollate mille auto, per un to-tale di 10 arresti e 9 denunce perreati in materia di armi e droga.

I risultati del servizio di mer-coledì sono stati presentati ieridalla dott.ssa Castelluzzo, insie-me al dirigente dell’Ufficio mi-sure di prevenzione Pio Amo-riello e dal comandante delCommissariato di Lido Elio Ca-loiero.�(g.l.r.)

Elio Caloiero, Pio Amoriello e Gina Castelluzzo durante la conferenza di ieri

Al San Giovanni

Convegnod’Assofarmacsui fondicomunitariSi terrà domani alle ore 17 nelComplesso Monumentale delSan Giovanni il convegno “Ca -tanzaro: Un ponte verso l’Eu -ropa”, promosso dall’associa -zione no profit AssoFormaC -costituita da giovani professio-nisti, diretti da Domenico Ma-rino - può costituire un esem-pio per l’avvio dal basso dellaprogrammazione delle cospi-cue risorse finanziarie, 8 mi-liardi di euro, messe a disposi-zione dall’Unione Europea nelsettennato 2007-2013 a favoredella Calabria. «La deludenteesperienza del Por 2000-2006finanziato dall’Ue – ha dettoDomenico Minniti di SinistraDemocratica – ha determinatoscarsi risultati di crescita eco-nomica e sociale nella regioneper carenza di validi progettidovuti, in grande parte, allanon promossa partecipazioneprofessionale delle risorseumane da parte delle Istituzio-ni locali ad incominciare dalgoverno regionale. Ritengo de-cisivo il protagonismo creativodei giovani calabresi per vince-re la scommessa della crescitaculturale e sociale della nostraregione. Ovviamente sarannonecessari gli apporti del siste-ma scolastico pubblico delleUniversità con la peculiaritàdella Ricerca, degli Istituti tec-nici per la formazione di tecniciprovetti, delle associazioni, co-me la AssoFormaC e contem-poraneamente delle Istituzionipubbliche, le Assindustria ter-ritoriali, le Leghe della coope-razione, le Confederazioni sin-dacali del lavoro dipendenteed autonomo, del sistema ban-cario. Una vasta rete economi-ca e sociale che faccia massacritica tesa alla creazione dellacultura d’impresa collettiva eindividuale».�

Al via anche altri lavori di riqualificazione

Il senso unico di via Nasisarà ristabilito a breveSi avviano a soluzione i pro-blemi di via Nunzio Nasi, l’im-portante via che collega viaMario Greco a piazza Monte-nero. Il consigliere comunaleGiuseppe Ioele ha annunciatoche presumibilmente entro il10 novembre sarà ripristinatoil senso unico. Molti cittadiniavevano lamentato i disagiprovocati dall’istituzione deldoppio senso di circolazione.Il consigliere Ioele ha annun-

ciato che presto partiranno an-che i lavori di riqualificazionedi un’area che si trova proprioall’incrocio tra via Mario Gre-co e via Nasi. Tali lavori fannoparte di un più ampio piano diriqualificazione di aree verdipredisposto dall’assessoreall’ambiente, Lorenzo Costa.Martedì prossimo, 30 ottobre,saranno aperte le buste perl’aggiudicazione dei lavori divia Nunzio Nasi.�

Cronaca di Catanzaro

Tommaso
Evidenziato
Page 71: Pino masciari

Carissimi “Amici di Pino Masciari”,Anzitutto esprimo il mio compiacimento per la lodevole iniziativa, promossa per manifestare la solidarietà e la vicinanza al Signor Pino Masciari e alla sua famiglia, ma più in generale organizzata in favore della cultura della legalità e della giustizia, per le quali bisogna costantemente adoperarsi affinché si realizzino in terra come in Cielo.

Tutti conosciamo la storia del signor Masciari e della sua famiglia, tenuti in “ostaggio”ieri e oggi dalla mafiosità prepotente. Dapprima a motivo del sistema malavitoso e mafioso che lo stesso Masciari non ha condiviso ed ha denunciato, pagando per questo coraggioso gesto un alto prezzo, lui e la sua famiglia. Ora, per l’incolumità delle persone, vivono da “ostaggi” a causa dell’arrogante prepotenza delle forze criminali che appaiano più “forti” delle forze di sicurezza e più tenaci delle istituzioni.

È in queste occasioni che la ndrangheta, le organizzazioni malavitose e la criminalità organizzata manifestano con spavalderia il loro potere malefico e distruttivo, il loro pungiglione velenoso con il quale tengono in ostaggio non solo i collaboratori di giustizia, non solo i denuncianti, ma anche le istituzioni e l’intera società.L’esperienza che tutti quotidianamente facciamo è che il male è forte, che è difficile debellarlo quando ha messo radici profonde nel cuore dell’uomo. Tutto ciò non ci deve scoraggiare, ma da cristiani ci deve far volgere lo sguardo a Cristo crocifisso, vittima innocente del male dell’uomo, il quale ha testimoniato con la vita che al male non si risponde con altro male, Egli non si è lasciato vincere dal male, ma ha vinto il male con il bene.La Chiesa per vocazione è tenuta ad evangelizzare gli uomini di ogni tempo, facendo incontrare ciascuno con la Persona e il messaggio liberatore di Cristo Gesù. Così facendo la Chiesa si adopera per la formazione delle coscienze, generando nel cuore degli uomini quella fame e sete di giustizia, che rende tutti operatori di pace, uomini capaci di compiere scelte coraggiose che contribuiscono a far maturare frutti prelibati sull’albero del bene comune.Oggi occorre impegnarsi diuturnamente a formare la coscienza degli uomini. È questa un’pera che per essere concretamente attuata richiede necessariamente la sinergia di tutte le istituzioni, in particolare delle tre fonda,mentali agenzie educative: la Famiglia, la Scuola e la Chiesa. La Chiesa attua questa azione formativa mediante l’evangelizzazione, l’annunzio del Vangelo di Dio, che non consiste tanto in una dottrina da conoscere, ma nella Persona di Gesù Cristo, Figlio di Dio, da conoscere, amare e imitare.Non c’è, infatti, rinnovamento della società se prima non si rinnovano i cuori dei singoli. Non si può chiedere il cambiamento agli altri, se non siamo disposti noi per primi a cambiare. È questa la prima testimonianza che ci viene dal Masciari e dalla sua famiglia: non si è piegato al sistema malavitoso e criminale, non ha voluto adeguarsi al sistema illegale, ma ha voluto lui per primo cambiare! Tante, ne sono certo, sono state e sono le sofferenze, le afflizioni, le privazioni, le rinunce e i patimenti causati dalla situazione, ma occorre essere paziente come il seminatore, il quale dopo aver preparato il campo e seminato la semente attende che il seme produca molto frutto. Il nostro Masciari ha seminato, ora è il tempo dell’attesa affinché il seme produca il suo frutto di giustizia e di bene.

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È ovvio che in quest’opera più si è e più abbandante sarà il frutto che si produrrà! È vero che la ndrangheta ci preoccupa, così come ogni altra forma di criminalità organizzata, ma ciò che ancor più ci impensierisce è la rassegnazione della gente. Il Santo Padre ha ribadito questo sua preoccupazione con chiarezza anche a Napoli la scorsa domenica: “Non si tratta solo del deprecabile numero dei delitti della camorra, ma anche del fatto che la violenza tende purtroppo a farsi mentalità diffusa, insinuandosi nelle pieghe del vivere sociale, nei quartieri storici del centro e nelle periferie nuove e anonime, col rischio di attrarre specialmente la gioventù, che cresce in ambienti nei quali prospera l’illegalità, il sommerso e la cultura dell’arrangiarsi. Quanto è importante allora intensificare gli sforzi per una seria strategia di prevenzione, che punti sulla scuola, sul lavoro e sull’aiutare i giovani a gestire il tempo libero. E’ necessario un intervento che coinvolga tutti nella lotta contro ogni forma di violenza, partendo dalla formazione delle coscienze e trasformando le mentalità, gli atteggiamenti, i comportamenti di tutti i giorni”.Come Vescovo esorto tutti a incamminarci sulla via della formazione delle propria e altrui coscienza. È un’opera lenta che richiede tanto sacrificio e tanta fatica, ma che riserva anche tanta soddisfazione. Abbattere un albero richiede poco sia in ordine di tempo che di fatica, farlo crescere al contrario richiede molto tempo e molta cura. Il cambiamento esige molta fatica nel presente per avere un futuro migliore.C’è chi il sangue lo versa per fare il male e c’è chi lo versa per amore del bene. Nel primo caso è segno di morte e di distruzione, nell’altro è segno di vita e di speranza. Nostro Signore Gesù Cristo ha versato per amore, dall’alto della croce, il suo sangue, sorgente di vita nuova e di sicura speranza.È la speranza che non bisogna mai perdere, è la fiducia in Cristo che non deve mai venire meno: l’albero del male forse è grande e ha rami e radici che pervadono tutto, ma è il seme della speranza, pur se piccolo, che ci viene dal sangue di Cristo, che se seminato nel cuore degli uomini e coltivato con pazienza può dar vita ad un albero rigoglioso.Questo seme c’è e agisce nella storia, malgrado i problemi e le difficoltà. Preghiamo il Signore perché faccia crescere nelle nostre comunità cristiane una fede robusta e una certa speranza, capace di opporsi allo scoraggiamento e alla rassegnazione. Il nostro territorio ha sì bisogno di adeguati interventi politici, ma prima ancora di un profondo rinnovamento spirituale; ha bisogno di credenti che testimoniano con autenticità la loro piena fiducia in Dio, e che con il suo aiuto si impegnino per diffondere nella società i valori del Vangelo. Chiediamo per questo l’aiuto di Maria, dolcissima Madre nostra e di Dio, e dei santi Protettori: il Vescovo e martire San Biagio e il certosino Bruno da Colonia. Amen!

Catanzaro, 27 ottobre 2007

+ Antonio Ciliberti, Arcivescovo

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È andata bene l’inaugu-razione della prima del Fe-stival d’autunno. Ha ri-spettato le attese della vi-gilia il concerto dell’orche-stra della “Cappella dellaPietà de’turchini”, nono-stante qualche poltroncinasia rimasta vacante all’au-ditorium “Casalinuovo”della città capoluogo di re-gione. Si è trattato di unbel viaggio nella Napolidel ‘700 attraverso l’esibi-zione a venti anni dallafondazione dell’orchestrache ha visto il suo diretto-re Antonio Florio com-mentare sin dall’inizio al-cuni dei passaggi salientidel programma. Un tuffonella musica barocca e che ha visto tutti, strumentisti ecantanti specializzati nell’esecuzione del repertorio musi-cale della città partenopea del Seicento e del Settecentoitaliano dare un saggio musicale di valore nel riscoprirecompositori rari tra cui Leonardo Vinci, il conterraneo de-finito dallo stesso direttore “l’Handel italiano” o anche “ilVivaldi del Sud”. Si è partiti da Michelangelo Fagioli conuna tarantella a due voci e archi da “La cilla” con il teno-re Giuseppe De Vittorio ed il soprano Maria Ercolano intesta per poi arrivare a Vinci con una sinfonia dell’opera“Partenope” sino a Paisiello tratta dall’opera “Pulcinellavendicato” con il duetto tra Pulcinella e Carmosina imper-

sonati rispettivamente daltenore Giuseppe De Vitto-rio e dal soprano Maria Er-colano. A seguire, una sin-fonia di Domenico Scarlat-ti con la chiusura affidata aMichelangelo Fagioli can-tata in lingua napoletanade “Sto paglietta presuntu-so” da parte di uno strepi-toso De Vittorio. Una sona-ta per archi di DomenicoGallo e a seguire di Nicco-lò Piccinni altro duetto dal-l’opera “Didone” con “Sonregina e son amante” deidue cantanti per ritornarea Vinci con una sinfoniaper archi prima di chiude-re con Giuseppe Petrinicon un intermezzo di “Gra-

ziella e Nello” con sempre protagonisti De Vittorio ed Er-colano. Il bis – doveroso - con Fandango di José Tenebraha chiuso questo primo appuntamento del festival d’Au-tunno. Cosicché il direttore artistico della kermesse Anto-nietta Santacroce può ritenersi sicuramente soddisfattadell’esordio della quinta stagione . Il pubblico è stato diquelli che contava in fatto di presenze. Con il sindaco Ro-sario Olivo e signora disposti in prima fila e defilati l’as-sessore alla Cultura, Antonio Argirò ed il collega dellaprovincia, Filippo Capellupo, l’ex presidente GiuseppeChiaravalloti e il componente della fondazione Politea-ma, Marcello Furriolo.

16C A T A N Z A R O

LUNEDÌ 29 ottobre 2007 calabriaora

Tutti amici di Pino Masciari Un’intera giornata dedicata all’esempio dell’imprenditore vibonese

Splendido esordio per la quinta stagionefestival d’autunno

Dal «dovere di opporsisenza pagare alcun prezzo»di don Luigi Ciotti alla lottaalle mafie «come problemache investe tutti e non solo al-cune regioni» dei ragazzi delMeetup, dal «risveglio dellaCalabria» avvertito da PinoMasciari agli «occhiali del-l’antimafia» proposti da An-gela Napoli, fino alle assenze(tante purtroppo nelle rap-presentanze governative),passando attraverso le dureparole di Nello Ruello (testi-mone di giustizia) e i moltispunti di riflessione. Sono“gli amici di Pino Masciari”, èla giornata che vogliono de-dicare all’imprenditore cala-brese che da dieci ormai vive(insieme alla sua famiglia)lontano dalla sua terra d’ori-gine perché ha fatto solo ilsuo dovere, perché è riuscitoa fare quello che auspica ilpresidente di “Libera”, donLuigi Ciotti: si è opposto allacriminalità organizzata, hadenunciato. Ma per questo hapagato. Sottoposto a pro-gramma speciale di protezio-ne dall’ottobre del 1997, l’im-prenditore calabrese PinoMasciari chiede «scusa allamamma perché non ho dettonulla quando partivo, ma og-gi sono qui a parlare». E lesue, man mano, diventanoparole forti, inequivocabili:«Non mi sento testimone digiustizia – spiega – ma mi ri-tengo una vittima del doveresancito dalla nostra Costitu-zione». Tutelato dal serviziocentrale di protezione, co-stretto per anni a vivere se-gregato, l’imprenditore mo-stra una carica incredibile e

tutti, perché – spiega donCiotti – bisogna rendere pos-sibile il dovere di opporsi, didire “no” e creare le condizio-ni che questo possa avveniresenza dover pagare certiprezzi». Prezzi alti e inspiega-bili rintracciabili nelle paroledi Nello Ruello, anche lui co-me Masciari testimone di giu-stizia: «Negli ultimi anni – af-ferma il fotografo viboneseche ha avuto il coraggio dimettere alla sbarra i suoi usu-rai – ho avuto la sensazionedi essere io il delinquente e avolte mi sono trovato dal pre-fetto quasi a chiedere le ele-mosina. Ho scritto a Loiero,al viceministro Minniti, mainessuna risposta. Non riescoa spiegarmi perché tutti par-lano di lotta alla mafia, ma neifatti non concretizzano nulla,in fondo poi siamo solo noisemplici cittadini a fare qual-cosa di concreto».

Governo distratto, a volteassente, un concetto che sot-tolinea Maria Grazia Laganà,componente della commis-sione parlamentare antimafia(per la quale sono presenti aldibattito anche i vicepresi-denti Giuseppe Lumia e Ma-rio Tassone): «Siamo in tantiqui – spiega la Laganà – ma cisono però delle assenze dipersone da cui potevano arri-vare risposte concrete. Dob-biamo mettere tutti “gli oc-chiali dell’antimafia”, perchéaltrimenti queste riunioni ri-mangono belle e poi, magaritra due ore, si parla di tutt’al-tro». E se una volta tanto dav-vero si riuscisse a evitarlo?

IVANO [email protected]

L’orchestra della cappella della pietà de’ Turchini

«quasi quasi l’avevo dimen-ticato…(toglie via la giacca eindossa una maglietta, ndr),oggi sono Pino Masciari».Sulla t-shirt il messaggio “Iosono Pino Masciari ed ho unsacco di amici” fa così il paricon quella dei ragazzi delMeetup (“Io sono amic@ diPino Masciari) e lascia ben in-tendere quanto «oggi la socie-tà civile è stanca e vuole com-battere contro le mafie. De-stra, sinistra…non so comedovete fare, ma mettetevid’accordo».

Pino Masciari che «credefortemente nelle istituzioniperché ricordiamoci che ser-vono ed è sempre sbagliatogeneralizzare», chiede così ri-sposte concrete: «sfasciaretutto è semplice, dobbiamometterci insieme per costrui-re, e costruire è impresa diffi-cile». E indubbiamente non èfacile, ma forse davvero qual-cosa sta cambiando: tema sulquale Masciari si accende:

«C’è un risveglio evidente inCalabria, e ora ognuno nellasua piccola parte deve fare ilmassimo, dobbiamo far ve-dere che vogliamo ripulire lanostra terra: non chiediamoraccomandazioni ma solo di-ritto civico e legalità». Così,mentre il messaggio, denso eimpetuoso, dal villaggio Gu-glielmo di Copanello di Sta-lettì viaggia sul web, don Lui-gi Ciotti richiama tutti alla re-sponsabilità, «perché è moltosemplice esprimere solidarie-tà; ci vorrebbe quindi menosolidarietà, più diritti e piùgiustizia: questo è ciò di cuiabbiamo bisogno, con la re-sponsabilità di tutti». Il presi-dente dell’associazione in pri-ma linea nelle iniziative con-tro le mafie parla dell’espe-rienza dell’imprenditore Ma-sciari che ha denunciato i suoiaguzzini, come «di un proble-ma di tutti cittadini», invitati«a fare scudo, a sentirsi corre-sponsabili, a mettersi in gioco

L’imprenditore Pino Masciari a Copanello

Da dieci anni in “esilio”Ora la voglia di tornare

Una giornata intensa quella vissuta presso il Villag-gio Guglielmo di Catanzaro; si sono riuniti infatti tut-ti i meetup degli amici di Beppe Grillo della regione,compresi gli omonimi del meetup di Torino, per rida-re voce ad un personaggio, come tanti in Calabria,vittima del racket. Un personaggio che dal 18 ottobre1997 è stato sottoposto, assieme alla sua famiglia, adun programma speciale di protezione per aver de-nunciato presso la Direzione Distrettuale Antimafiadi Catanzaro, l'’ndrangheta e la criminalità organiz-zata calabrese e le sue collusioni politiche. Si tratta diPiero Masciari, un imprenditore costretto a vivere se-gregato con la famiglia, lontano dalla sua amata Ca-

labria, da ben 10 anni. PinoMasciari è un testimone digiustizia, simbolo di una terradilaniata dalla criminalità or-ganizzata. Ma egli rappresen-ta il lato chiaro della realtà, lavoglia di cambiare, di non chi-nare il capo dinnanzi ad unadelle più grandi potenze cri-

minali al mondo. Per tutte queste ragioni i meetup ca-labresi, in occasione della decima ricorrenza da quelprovvedimento, hanno voluto riunirsi, riproponendouna questione delicatissima e quanto mai attuale inCalabria. Difatti, l’obiettivo degli organizzatori è quel-

lo di sensibilizzare la societàcivile e soprattutto la classepolitica, dinnanzi ad una pro-blematica oramai imperver-sante in Calabria che è quelladel racket, che da recenti in-dagini, vede la nostra terra, ela provincia di Catanzaro inparticolare, tra le zone più col-pite in Italia. Una storia, quel-la di Pino Masciari, ancora piùsignificante se si pensa cheegli, in seguito alla morte delpadre, nel 1988, prese le redi-ni della florida azienda di fa-miglia, costretta, per soprav-vivere a conferire il 3% delproprio ricavato alla ‘ndran-

gheta e addirittura il doppio, 6%, alla classe politica.Ma due anni più tardi, nel 1990, Pino Masciari deci-se di dire basta. Ma le conseguenze furono devastan-ti, infatti, a partire da una serie di intimidazioni di

ogni genere, la sua azienda vi-de il crollo definitivo nell’otto-bre del 1996, quando l’alloragiudice della sezione falli-mentare del Tribunale di ViboValentia, Patrizia Pasquin, no-tificò la sentenza di fallimen-to della sua azienda. Lo stessomagistrato Patrizia Pasquin, è

stata poi arrestata, per mano del tribunale del riesa-me di Salerno, competente su inchieste calabresi incui sono coinvolti magistrati, il 10 novembre del 2006,nell’ambito dell’operazione “Dinasty 2 - Do ut des”,con le accuse di corruzione in atti giudiziari, falso etruffa allo stato. Un’altra vittoria Pino Masciari l’haavuta il 24 maggio 2007, quando il magistrato Da-miani, denunciato da Pino Masciari in quanto com-ponente attivo di una vasta rete d'affari, venne con-dannato definitivamente a tre anni e all’interdizionedai pubblici uffici. Secondo le accuse di Masciari, Da-miani all’epoca dei fatti, magistrato presso il Tar Ca-labria, negli anni ‘88-‘89, avrebbe preteso dallo stes-so imprenditore una tangente del 6% sui lavori nelleSerre vibonesi, da dividere con un comitato del ma-laffare, in cui vi erano politici, malavitosi ed impor-tanti figure istituzionali. Una partita vinta a metà, per-ché la partita per la quale Pino Masciari e gli amici diBeppe Grillo si stanno battendo, è legata alla speran-za che l’ex imprenditore possa fare rientro in Calabria,cosicché lo Stato possa dare un’importante dimostra-zione di forza, nei confronti della ‘ndrangheta.

il personaggio

Ha denunciato la criminalitàorganizzata

e le sue collusionicon la politica

Dal 18 ottobre1997 è sottoposto

a un programmaspeciale

di protezione

Pino Masciari

CRISTIAN [email protected]

Page 74: Pino masciari

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Le sterili azioni del centrodestra non impensieriscono l'altro imponente coalizione in perenne conflitto

Giro di vite per la rinascita del vibonese Gaetano Bruni chiama l'appello al nuovo tavolo del Partito De1nocratico e non tutti rispondono " Presente!"

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Vibo: politica e progetti di Gem110 l11c0,110

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Tommaso
Evidenziato
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Fonte: http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/

Per un giorno in più di vita a Pino Masciari

«Ogni persona in più che viene a conoscenza della mia storia mi allunga la vita di un giorno».

Lo scrive nel suo sito Pino Masciari, un imprenditore calabrese che ha avuto il coraggio di sfidare la ‘ndrangheta alla quale per anni è stato costretto a pagare il pizzo. Fino a quando non ha deciso di ribellarsi e di denunciare il sistema colluso e impregnato di illegalità in cui erano presenti politici, magistrati, banchieri e mafiosi calabresi.

Da anni Masciari vive in località segreta e sotto scorta, con un programma di sicurezza come per un pentito di mafia. Qui una sua recente lettera aperta.

Sabato prossimo a Roma si terrà un’iniziativa pubblica in suo favore, con partenza alle dieci davanti al Tar del Lazio in Piazza Nicosia 20 per poi raggiungere il Palazzo del Viminale. Un’iniziativa simile si tiene a Bari a partire dalle 17.30.

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Fonte: imgpress

NICHI VENDOLA ED IL CASO DAMIANI: PERCHE' FORZA ITALIA LO PROTEGGE?

L'ennesimo caso di malagiustizia. Questa volta a parlare è un imprenditore edile calabrese, Giuseppe

Masciari, di Serra San Bruno (Viba Valentia). Nel 1997 Masciari inizia a rendere dichirazioni ai magistrati

della Distrettuale antimafia di Catanzaro, ai quali, nel corso di innumerevoli verbali, rappresentava le

gravi vicende estorsive delle quali era stato vittima. Dopo i suoi interrogatori Giuseppe Masciari veniva

sottoposto a protezione quale testimone di giustizia. Sulla scorta delle dichiarazioni di Masciari la dda di

Catanzaro otteneva l'emissione di numerose misure cautelari nei confronti di esponenti dei più pericolosi

clan 'ndranghetistici operanti a Catanzaro, Vibo Valentia, Crotone e Reggio Calabria. Ma non solo

criminalità pura sotto il mirino della Legge. Masciari accusava anche un magistrato del Tar della Calabria,

il dottor Saverio Damiani, il quale veniva indagato per il reato di concussione continuata in relazione a

due appalti aggiudicati dall'impresa di Masciari dall'Iacp di Catanzaro. Lavori che prevedevano la

costruzione di 62 alloggi popolari a Soverato(Cz). Il procedimento, dopo richiesta degli avvocati difensori

di Masciari, veniva spostato a Roma, dove il 18 maggio del 2001 il pm Vincenzo Roselli della Procura

capitolina, chiedeva il rinvio a giudizio del dottor Saverio Damiani. Per l'accusa di concussione continuata

in concorso ai danni di Masciari. Lo scorso 16 maggio il Gup Marina Finiti ne disponeva il rinvia a giudizio.

Ma nonostante le pendenza a suo carico di una imputazione così grave, con un decreto del Presidente

della Repubblica del 15 dicembre 2001, dietro deliberazione del Consiglio dei Ministri, il dottor Saverio

Damiani veniva nominato componente del Consiglio di Stato. E così l'onorevole Nichi Vendola interroga il

presidente del Consiglio Silvio Berlusconi se tutto ciò è mai possibile. Una spiegazione: dietro tutto questo

ci potrebbe essere lo zampino di Forza Italia, ritenuto che gli avvocati difensori di Damiani sono Elio

Siggia e Filippo Dinacci, lo stesso difensore di Silvio Berlusconi a Milano. Dinacci è pure il cognato

dell'onorevole forzista Francesco Nitto Palma. Inoltre, il cognato di Saverio Damiani, indagato per lo

stesso procedimento e poi archiviato, l'avvocato Aldo Assisi, era difeso da Giancarlo Pitteli, manco a dirlo,

deputato forzista. Che siano solo semplici coincidenze? Chissà. A furia di pensar male, diceva Giulio

Andreotti, spesso....

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34V I B O N E S E

SABATO 19 gennaio 2008 calabriaora

L’ufficio è chiuso. E gli utenti chiamano la PoliziaGrande trambusto ieri nella sede dell’Asp. Il dirigente: «Il terminale era fuori servizio»

C’è voluto l’intervento del-la Polizia per placare la ten-sione tra i cittadini che, perl’ennesima volta, hanno tro-vato chiuso l’ufficio compe-tente all’acquisizione dellepratiche necessarie per il rila-scio della tessera sanitaria.Stanchi di questo disservizioe considerato che, dal 1 gen-naio, è entrata in vigore lanorma che rende obbligatorial’esibizione della tessera sani-taria per ottenere lo scontrinofiscale dei farmaci prescrittidal medico, i cittadini hannopensato bene di richiamare

scontrino fiscale contenente ilnome del farmaco acquistatoe l’indicazione del codice fi-scale del destinatario. A talproposito è indispensabileesibire la tessera sanitaria che,stando alla normativa in vi-gore, doveva già essere reca-pitata all’utente. Resta inteso,comunque, che coloro i qualinon sono in possesso dellatessera sanitaria possono ri-chiedere l’apposito moduloall’Agenzia delle entrate chedovrà essere, una volta com-pilato, consegnato all’ufficiodell’Azienda sanitaria pro-vinciale.

sal. berl.

l’attenzione delle forze del-l’ordine affinché intervenisse-ro presso le competenti auto-rità sanitarie. Così, allertatadai cittadini in fila davanti al-l’ufficio chiuso, una squadradella volante è intervenutachiedendo spiegazioni al diri-gente competente. Il dirigen-te, dal canto suo, ha giustifi-cato il disservizio adducendola motivazione della mancan-za di linea nel terminale. Lostesso, su invito delle forze

dell’ordine, ha cercato una so-luzione alternativa. Dopo iltentativo, risultato vano, direcuperare le chiavi dell’uffi-cio, si è stabilito di far acco-modare gli utenti in un altroufficio per recepire le pratichee, successivamente, avvisaregli interessati dello stato del-la pratica di acquisizione del-la tessera sanitaria. Ancorauna volta si è dovuto attende-re l’arrivo delle forze dell’or-dine per ottenere un diritto

indispensabile per usufruiredi un servizio essenziale per icittadini. Una situazione,questa, che non depone certoa favore di un servizio sanita-rio sommerso da mille e piùproblemi. E’ il caso di ricor-dare che, dal primo gennaio2008, è entrata in vigore lanorma che consente di detrar-re dalla dichiarazione dei red-diti le spese sostenute perl’acquisto di medicinali solose risultino certificate da

Un ordigno rudimentalead alto potenziale è stato col-locato e fatto esplodere con-tro la serranda di un marketper la vendita di prodotti ali-mentari e affini. Gravi i dan-ni al contenuto, al fabbricatoe ad alle strutture vicine. Ilfatto è avvenuto alle ore duedell’altra notte a Simbario. Ilboato, oltre che dalla proprie-taria Francesca Bertucci, 73anni, del luogo, che abita alpiano superiore con la fami-glia, è stato avvertito in tuttoil paese che si è riversato invia Cesare Battisti dove è av-venuto lo scoppio. Sul luogoi vigili del fuoco, i carabinierie gli agenti del Commissaria-to di Serra diretti dall’ispetto-re Giovanni Cosentino, alquale sono stati affidati rilie-vi e indagini. Sembra che nel

passato l’esercizio commer-ciale sia stato fatto oggetto diqualche atto vandalico. Sta-volta gli ignoti malfattorihanno però alzato il tiro. Ol-tre alla distruzione del mar-ket, l’ordigno avrebbe infattipotuto provocare una strage.Le indagini, pur non esclu-dendo nessuna pista, sonoconcentrate in direzione del-

la criminalità organizzata lo-cale che, attraverso l’imposi-zione del pizzo, oltre a procu-rarsi una grossa fetta di pro-venti illeciti, tenta di affer-mare la sua presenza nel ter-ritorio in questione, dove do-minano il clan dei Vallelungae quelli del basso Jonio. Nesa qualcosa il testimone digiustizia Pino Masciari, cheuna decina di anni fa ha de-nunciato un’associazionemafiosa, un vero e propriocomitato d’affari che impone-va il pizzo sui lavori. Ma ilcoraggioso gesto di Masciariè servito a poco. Perché men-tre gli estortori sono liberi, luivenne “spedito in esilio” inuna località protetta - che poitanto protetta, secondo le suecontinue denunce, non è.Con la crisi del settore edile, econ i guadagni che sono ri-dotti all’osso per via dei forti

ribassi, la ‘ndrangheta sem-bra essersi ora dedicata al-l’agroalimentare, un settoredove gira danaro fresco. Ba-sta guardarsi intorno per ve-dere nascere come funghiipermercati. Ed anche se iguadagni non provengonodal commercio puro e sem-plice, ma dal riciclaggio didenaro sporco, è pur vero checome recita un antico adagio,“moneta sporca caccia quellasana”. Ed ecco allora l’elim-nazione dal mercato dei pic-coli a suon di bombe e di eso-se richieste del pizzo, unapratica molto fiorente lungola “Costa degli dei” doveoperano molti imprenditorituristici, ma che non rispar-mia i piccoli paesi montanicome Simbario, dove si lottaper la sopravvivenza.

SIMBARIO

cronaca/1

Cacciatori denunciati dalla ForestaleNella rete tesa dagli agenti del Cfs anche un pescatore di frodo

Infelice trasferta di caccia per due appas-sionati dell’arte venatoria provenienti dallaprovincia di Reggio, caduti nei controllimessi in atto dal personale del Corpo fore-stale della Stazione di Spilinga. Con l’ap-prossimarsi della chiusura della stagionevenatoria, gli illeciti perpetrati diventano in-fatti sempre più frequenti. Durante l’esple-tamento di servizi disposti dal comandateprovinciale Giorgio Borrelli, sono state sot-toposte a controllo due persone intente adeffettuare una battuta di caccia al cinghialein località “Badioti” a Sant’Onofrio. A se-guito di perquisizione, gli agenti hanno rin-venuto cartucce di vario calibro occultate al-l’interno di uno zainetto in possesso di C. R.,di Oppido Mamertina. Si è così accertatoche l’uomo deteneva cartucce a pallettoni epalla asciutta in soprannumero rispetto alquantitativo dichiarato. A seguito degli ac-certamenti è scaturito il sequestro di quan-to rinvenuto e la denuncia per detenzioneabusiva di munizionamento. Stessa sorte

per M. A., di Varapodio il quale si trovavaad esercitare l’attività venatoria con un fu-cile semiautomatico calibro 12 risultato pri-vo dell’apposito riduttore. Anche per que-st’ultimo è scattato il sequestro dell’arma edel munizionamento con segnalazione allacompetente autorità giudiziaria. Controllisono stati inoltre effettuati nel settore dellapesca marittima. Durante un servizio diperlustrazione notturna, gli agenti del Cfshanno colto sul fatto un pescatore di frodo,intento ad esercitare la pesca nello specchiod’acqua antistante la spiaggia di Torre Ruf-fa, nel comune di Ricadi, mediante l’ausiliodi una rete da pesca da posta fissa, attrezza-tura vietata dalla legge che regolamenta lapesca sportiva marittima. Nell’occasione,sono stati posti sotto sequestro circa 60esemplari tra cefali e spigole, una rete dapesca da posta fissa lunga circa 30 metri. Ilpescato è stato donato in beneficenza ad unIstituto Religioso mentre al trasgressore èstata comminata una sanzione amministra-tiva di oltre 1.000 euro.

r. v.

cronaca/2

Venditore ambulante deferito dai CcSorpreso con 160 chili di alimenti tenuti in condizioni precarie

I carabinieri della Stazione di Maierato lohanno fermato poco dopo le 11 lungo la SS110 al confine con Pizzo. L’attenzione deimilitari è stata attira-ta dal portabagaglidel veicolo dell’uo-mo ingombro di de-cine di boccacci in ve-tro pieni di alimenti. Icarabinieri, hannodeciso di verificare inche condizioni fosse-ro gli alimenti e, conloro grande sorpresa,si sono accorti di co-me molti di essi fos-sero in condizioniigieniche precarie. Inmolti contenitori c’erano infatti evidentitracce di ruggine. Data la precaria situazio-ne, i militari della Compagnia di Vibo Va-lentia diretti dal capitano Stefano Di Paolo,hanno provveduto a contattare le compe-

tenti autorità sanitarie per un esame mag-giormente approfondito degli alimenti e perla verificare della loro salubrità. Autorità chehanno concordato con gli uomini dell’Ar-ma riconoscendo la non genuinità delle con-

serve e decretandol’impossibilità del lo-ro uso per l’alimenta-zione. Ai carabinierinon è servito altroper provvedere al se-questro dei circa 160kg di sostanze ali-mentari, probabil-mente destinate allavendita al dettagliolungo la fascia costie-ra vibonese, ed aven-ti un valore di merca-to di circa 800 euro.

Inoltre S. B., cittadino vibonese poco più cheventenne, si è visto anche denunciare all’au-torità giudiziaria vibonese per trasporto disostanze alimentari su veicolo non idoneo esenza autorizzazione sanitaria.

SANT’ONOFRIO MAIERATO

MICHELE GARRÌ[email protected]

I boccacci sequestrati dai carabinieri

Ordigno rudimentaledistrugge minimarketL’attentato in piena notte. Si segue la pista del racket

la novità

Nasce a Vibo Valentia per volontà di un gruppo difondatori, il Sindacato provinciale di ragionieri,commercialisti ed esercenti l’attività delle libere pro-fessioni economiche. I fondatori, nel chiudere il vec-chio anno ed augurandosi «un altrettanto proficuo2008», hanno brindato alla nascita del nuovo sogget-to unico in provincia di Vibo Valentia.

Il soggetto, creato per tutelare e garantire gli iscrit-ti, vuole dialogare con quegli enti pubblici che quo-tidianamente vedono la loro presenza per svariatimotivi di lavoro. L’unione tra le vecchie categorie dicommercialisti (ragionieri e dottori) che si è mate-rializzata agli inizi del 2008 con la costituzione di unAlbo unico, vuole agli occhi del sindacato essere unmomento di unione ed aggregazione e l’inizio di uncammino unico e proficuo. Il nuovo soggetto appe-na costituito, aperto a tutte le categorie economiche,darà il suo contributo affinché assieme all’Albo uni-co vi sia una crescita paritetica da ambo le parti. Tragli scopi sociali, oltre a quello di tutelare gli iscritti,è previsto quello di stimolare gli studi nei vari cam-pi economici (Ragioneria, Diritto commerciale, fi-nanziario, tributario) anche promuovendo giornatedi studio, congressi e convenzioni con vari istituti.

Nella seduta di costituzione del Sindacato è statonominato il consiglio direttivo: Domenico GambinoBruni sarà il presidente; Maria Giuseppina Serrao lavice presidente; Roberto Ferrara il segretario; Gio-vanna Congestrì la tesoriera e Saverio Caracciolo ilconsigliere.

VIBO VALENTIA

Ragionieri e commercialistiFondato il Sindacato unico

Giovanni Cosentino

VIBO VALENTIA

Tommaso
Evidenziato
Tommaso
Evidenziato
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33V I B O

MERCOLEDÌ 30 gennaio 2008 calabriaora

I fratelli Soriano restano dentroScarcerati Guerrera, Castagna, Corso e Artusa. Ora tocca al gip competente

L’impalcatura accusatoria,nel complesso, regge. Reggesoprattutto per quanto attie-ne il reato associativo - il 416bis - contestato dal pm Mari-sa Manzini, sulla base deglielementi acquisiti dai militaridell’Arma guidati dal tenen-te Marco Montemagno aicomponenti della famigliaSoriano. Il gip del Tribunaledi Vibo, Vincenzo Capomol-la, ha infatti disposto la misu-ra cautelare in carcere perCarmelo (46 anni), Leone(42), Gaetano (44) e Domeni-co Soriano (49). Stessa deci-sione per quanto riguardal’imprenditore Domenico Co-lacchio, 33 anni, ritenuto da-gli inquirenti un «prestano-me» della famiglia di Pizzin-ni. In carcere rimane ancheFrancesco Soriano, 36 anni,sulla cui posizione si è invecepronunciato il gip del Tribu-nale di Messina. Nel caso diFrancesco Soriano, è stato an-che convalidato il fermo di in-diziato di delitto, poiché il gipha ritenuto concreto il perico-lo di fuga. Un provvedimen-to, questo, non adottato dal

IN BREVE

GIP TERRITORIALIConvalidato il solo fermoa Francesco Soriano. Maper tutti gli altri fratelliviene emessaun’ordinanza di custodiacautelare in carcere

LIBERITornano liberi coloroche sono accusati deireati in materia di droga.Oggi il gip Capomolla sipronuncerà sullaposizione di Gullone

GIP COMPETENTEGli atti adesso passanoal giudice distrettualeche dovrà pronunciarsisulla convalida dei fermie sui provvedimentiadottati dai gip

BLITZ I magistrati antimafia nel corso della conferenza stampa di operazione “Rotarico”

giudice per le indagini delpreliminari Capomolla ilquale, per quanto attiene laposizione degli altri indaga-ti, ha riconosciuto i gravi indi-zi di colpevolezza ma non ilrischio di fuga.

Tutto il carteggio, ora, pas-serà al competente gip di-strettuale di Catanzaro chevaglierà anche i provvedi-menti adottati dal gip del Tri-bunale di Vibo relativamentealle posizioni degli altri inda-

gati. Il giudice Vincenzo Ca-pomolla, infatti, non ha con-validato i fermi di indiziatodi delitto nei confronti diFrancesco Guerrera, 21 anni,di Arzona detto “il Vichin-go”; Nazzareno Castagna, 42anni, di Briatico; FrancescoCorso, 21 anni di Scaliti, det-to il “Tutino” e Salvatore Ar-tusa, 21 anni, di Filandari iquali, per quanto attiene ilreato in materia di droga, so-no stati rimessi in libertà. Di-

versa, invece, la posizione diGiuseppe Mesiano, 46 anni,di Mileto, per il quale il gipha disposto gli arresti domici-liari. Questa mattina, inoltre,sempre il gip Vincenzo Capo-molla dovrebbe esprimersisulla posizione di GiovanBattista Gullone, 23 anni, co-stituitosi agli uomini dellaSquadra mobile il giorno suc-cessivo al blitz dell’operazio-ne “Rotarico” (si trovava fuo-ri regione per «motivi di la-

voro»). La remissione in liber-tà di alcuni indagati non pre-giudica l’impalcatura accusa-toria messa in piedi dagli uo-mini della Questura, anche sene ridimensiona la portata.La “prova del 9” si avrà co-munque nei prossimi giorni,con il pronunciamento delgiudice competente. L’opera-zione “Rotarico”, come si ri-corderà, era scattata nella not-te tra venerdì e sabato ed ave-va portato alla cattura, attra-verso azioni congiunte di Ca-rabinieri e Polizia, al fermo diundici persone, alle quali sen’era aggiunta una dodicesi-ma il giorno successivo. Leaccuse contestate riguardanol’associazione mafiosa finaliz-zata alle estorsioni, danneg-giamenti e condizionamentonei confronti degli ammini-stratori pubblici; i reati conte-stati sulla base degli elemen-ti probatori acquisiti dagliagenti della Mobile, direttadal dottore Maurizio Lento,riguardano il traffico di so-stanze stupefacenti.

PIER PAOLO [email protected]

il caso

Masciari: «Continuoa vivere con la paura»

Il piano della ‘ndrangheta per uccidere il sostitutoprocuratore della Dda di Catanzaro Gerardo Domini-janni, scoperto in tempo dalle forze di polizia, oltre adaver suscitato forti preoccupazioni, ha seminato terro-re e sconforto anche nel testimone di giustizia PinoMasciari, l’ex imprenditore vibonese che vive in unalocalità protetta. «Temo per la mia vita e per quella deimiei familiari – dice dopo aver appreso la notizia – per-ché se hanno osato attentare alla vita di Dominijanniche è superprotetto, come è giusto e doveroso, figuria-moci alla mia. Protetto io non sono ma con le mie de-nunce ho fatto condannare i suoi stessi presunti atten-tatori, quelli del clan Novella-Gallace, coinvolti nel-l’operazione Mithos e Revange, ma anche gli Arena, gliScerbo, i Vallelunga che proprio nei giorni scorsi han-no subito una raffica di ulteriori condanne, ma che no-nostante ciò sono più forti di prima al punto di proget-tare un attentato alla maniera di Falcone. Cosa vuole al-lora lo Stato? - aggiunge Masciari - Portarmi una coro-na dopo che mi hanno eliminato? No, grazie, no! Io lamia parte l’ho fatta oltre dieci anni fa quando, nel pie-no della mia attività imprenditoriale, mi ribellai e de-nunciai le ‘ndrine di mezza Calabria ed un comitatod’affari parallelo che mi vessavano con continue ri-chieste estorsive e attentati». E aggiunge: «Per me fu lafine. Mi deportarono in questa località dove sopravvi-vo con moglie e figli e che protetta e segreta non lo è af-fatto, tentando di impedirmi persino di esercitare il mioruolo di testimone di giustizia e di parte civile in tuttii processi in cui mi sono costituito. Con il “treno dellamemoria”, assieme con i ragazzi di Libera, partirò perCracovia per rendere omaggio alle vittime del Nazifa-scismo». Poi, l’ annuncio di «iniziative davvero eclatan-ti». E conclude: «Non vedo perché se ad incominciaredall’allora procuratore nazionale antimafia Pier LuigiVigna, sono stato ritenuto il più importante testimonedi giustizia, lo Stato mi debba ignorare e riservare que-sto trattamento che potrebbe significare l’anticameradella morte fisica e civile, mentre io continuamentechiedo di essere protetto. In Calabria non posso mette-re piede, né posso ritornare a fare l’imprenditore e avivere, per far capire alla ‘ndrangheta che lo Stato è for-te e non abbandona i testimoni di giustizia».

MICHELE GARRÌ[email protected]

L’INIZIATIVA

Ruello simbolo di legalitàIl testimone di giustizia “adottato” da tutti gli studenti del Vibonese

C’è la ricerca di una socie-tà basata sulla legalità, la vo-lontà di proteggere i cittadi-ni garantendo loro libertà esicurezza. C’è la speranza diaprirsi ad un futuro miglioreche non sia soggezione allamafia, ma crescita culturaleed economica. C’è coesionesociale e un unico obiettivonella dichiarazione d’intentifirmata dai ragazzi dellaConsulta provinciale deglistudenti: combattere la ma-fia. Un momento importantequello svoltosi ieri nella salaconvegni del convitto Filan-gieri, diretto da FrancescoLoriggio. L’iniziativa, con laquale i ragazzi ripudiano lamafia e adottano il testimonedi giustizia Nello Ruello -promossa dal Coordinamen-to nazionale antimafia Rife-rimenti e dalla Consulta stu-dentesca - nasce dall’esigen-za dei giovani di «opporsi alpizzo, all’usura e a qualsiasiatto intimidatorio, esprimen-do il bisogno di vivere in unterritorio libero dove risultivincente la cultura della vitae il rispetto della persona inquanto tale». Attraverso unasimbolica firma, gli studentidella Consulta, in rappresen-tanza di tutte le scuole di Vi-bo, hanno espresso la loro vi-cinanza a colui che negli ul-timi anni è diventato un sim-bolo di lotta al racket. NelloRuello, vittima delle estor-sioni, diventa un esempio dicoraggio e motivo di orgo-glio per tutta la cittadinanzae per i giovani che ieri hanno

dimostrato «di essere cittadi-ni responsabili e di volersidistinguere dai mafiosi». Ac-canto ai giovani studentic’erano Ruello, Franca Fal-duto in qualità di rappre-sentante della Consulta, eAdriana Musella, presidentedi Riferimenti la quale, havoluto «puntare sui ragazzi,sperando che diano lustro al-la società civile calabrese.Questa - ha sottolineato - èuna provincia tra le più tar-tassate con un indice di ma-fiosità elevato. Vogliamo chele istituzioni si rendano con-to che bisogna fare una puli-zia totale. In questa città hopromosso diverse manifesta-zioni, in particolare al testi-mone di giustizia è andato ilpremio Gerbera Gialla ma,in quell’occasione, le istitu-zioni non erano presenti. Bi-sogna denunciare i soprusicome ha fatto Ruello seguen-do il suo esempio perché è

mafioso non solo chi spara,ma anche chi fa finta di nien-te e non prende una posizio-ne. Il documento - ha spiega-to - circolerà in tutte le classidelle scuole della provinciadi Vibo e in tutte le Consultestudentesche d’Italia». A se-guire, il giovane presidentedella Consulta, GregorioRuffa, il quale si è detto con-tento di firmare il documen-to e abbracciare la causa pro-mossa da Musella perché ilterritorio, afflitto da questomale, ha bisogno di ripren-dersi la legalità. Parole toc-canti invece quelle di Ruelloche ha raccontato ai ragazzila sua storia, dando loro laforza di combattere. «Nel2001 - ha detto - ho subìto unattentato. Una bomba al ne-gozio. Mi sono meravigliatoper quella bomba perché ilpizzo lo pagavo in natura at-traverso macchine fotografi-che. Con la paura in corpo

sono andato a trovare il capobastone per chiedergli cosadovevo fare. Lui mi risposeche non dovevo preoccupar-mi. Dopo un anno mi disseche dovevo fare un regalino.Misi allora 500mila lire inuna busta, ma non furonosufficienti. Da lì cominciò ilmio calvario. All’ultimo vo-levano prendersi il negoziodi mia figlia. Allora ho deci-so di denunciare. Ho incon-trato persone perbene e altriche mi hanno umiliato. Ave-vo un dipendente che lavo-rava con me da 35 anni lega-to a loro. Ho confidato nel-l’aiuto della mia famiglia eho trovato persone degnenello Stato. Ho potuto riapri-re la mia attività. Ringrazio ivibonesi che mi sono stati vi-cini, mentre alcuni politici sisono allontanati. Ora - haproseguito - vivo scortato,non sono libero completa-mente, ma loro sono stati ar-restati. Molti miei colleghihanno paura di denunciare.Tramite Riferimenti ho crea-to un numero di telefono co-sì posso aiutare chi è vittimadegli estorsori. I ragazzi so-no il nostro desiderio di le-galità e io sono orgoglioso diloro». All’evento erano pre-senti il vicequestore LuciaMuscari e il viceprefetto Gio-vanni Cirillo, rappresentantidel corpo istituzionale cheogni giorno si prodiga perdifendere il territorio dallaforza criminale.

RISCATTONello Ruello eAdriana Musellaieri al convitto“Filangieri” (foto Grillo)

MARIA CARMELA [email protected]

Tommaso
Evidenziato
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Gazzetta del Sud Domenica 20 Gennaio 2008 33

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Il sindaco Olivoha incontratoil sottosegretarioalla presidenzaVincenzo Falcone

Parcheggi, scale mobili, copertura della Fiumarella, riqualificazione delle pinete, nuovo depuratore e rete idrica

Opere pubbliche, la Regione finanzieràgli interventi prioritari indicati dal ComunePiano parcheggi, scale mobilia servizio del parcheggio Mu-sofalo, copertura della Fiuma-rella all’altezza di Santa Ma-ria, riqualificazione delle pi-nete di Siano e Giovino, realiz-zazione del nuovo depuratoree rete idrica: la Regione inse-rirà queste opere nei program-mi di finanziamento destinatial capoluogo. La situazione èstata esaminata ieri mattina,nella sede della Giunta regio-nale a Palazzo Alemanni, nelcorso del primo incontro tra ilsottosegretario agli Affari del-la presidenza, Vincenzo Falco-ne, e una delegazione dell’a m-ministrazione comunale gui-data dal sindaco Rosario Oli-vo.

Il sottosegretario Falconeera accompagnato dal dirigen-te dell’assessorato all’u r b a n i-stica, Rosaria Amantea, e daifunzionari dell’ufficio relazio-ni con i Comuni FrancescoAloisi, Rosellina Brancati,Brunella Scozzafava e ValerioRipete. Con Olivo c’erano in-vece il vice sindaco AntonioTassoni, l’assessore comunalealle attività economiche Fran-co Curcio e il dirigente BiagioCantisani.

Falcone, a nome della Giun-ta regionale, ha assicuratoparticolare attenzione da par-te del governatore AgazioLoiero rispetto alle priorità se-gnalate dall’amministrazionedi Palazzo De Nobili. Ed ha

concordato sulla necessità diintraprendere due percorsiparalleli: il primo riconducibi-le alle misure di stretta emer-genza, il secondo ascrivibilead una più ampia prospettivadi sviluppo dell’area di Catan-zaro.

Il sindaco Olivo, manifesta-to apprezzamento per la sceltadel presidente Loiero di dota-re la Regione di un ufficio direlazioni con i Comuni, haenucleato le opere che allostato attuale sono da ritenersidi impellente importanza peril capoluogo: il piano urbanodei parcheggi con l’assolutapriorità del parcheggio di viaMilelli; la realizzazione dellescale mobili a servizio del par-cheggio del Musofalo; la ri-qualificazione del centro stori-co e interventi diretti alla ri-presa commerciale; la costru-zione del nuovo depuratoreanche in funzione dello svi-luppo urbanistico della Valledel Corace; il rimodernamen-to della rete idrica; l’a t t r e z z a-tura delle due aree verdi di cuidispone la città, Siano e Lido;la realizzazione di una sedeper il centro polifunzionale di

aggregazione sociale diSant’Elia.

Da parte sua, l’assessoreCurcio ha aggiunto la necessi-tà di realizzare la coperturadella Fiumarella all’altezzadel quartiere Santa Maria.«Quest’opera – ha rilevatoCurcio – avrebbe contempora-neamente una duplice fuin-zione: decongestionare il traf-fico interno al quartiere e rea-lizzare un’area mercatale mo-derna ed efficiente».

Alla parte finale della riu-nione hanno partecipato an-che il dirigente generale deldipartimento lavori pubblicidella Regione, PietrantonioIsola, e il direttore dell’Ato 2,Salvatore Russetti.

Isola ha confermato l’e s i-stenza nell’accordo di pro-gramma quadro sui trasportidi cospicui fondi destinati allamobilità nella città capoluogo(sistema ferroviario metropo-litano), mentre Russetti ha il-lustrato la sua relazione sullarealizzazione del nuovo depu-ratore; per costruire l’operaoccorrono 13 milioni di euro,di cui 7 a carico del Ministerodell’Ambiente.

Il sindaco Olivo, a conclu-sione di questo primo incontrocon il sottosegretario Falcone,ha espresso soddisfazione peril lavoro impostato «che – hadetto – sortirà sicuramente ef-fetti positivi e importanti per ilcapoluogo di regione». In più

occasioni, il primo cittadinoha manifestato l’importanzadel ruolo della Regione nellaprogrammazione di interventiessenziali per Catanzaro. Eanche all’indomani dell’u l t i-ma classifica pubblicata dal

quotidiano economico Il Sole24 Ore sul livello di gradimen-to degli amministratori localiha richiamato ognuno alleproprie responsabilità: la Re-gione faccia appieno la suaparte.�(g.l.r.)

Le scale mobili a servizio del parcheggio Musofalo sono tra le opere da finanziare

Idv denuncia la denegata giustizia verso il testimone vibonese

Da due anni Pino Masciari attendeche il Tar Lazio fissi la prima udienzaAlessandra Torchia

Viene voglia di capire se lo Statoabbia veramente voglia di scon-figgere la criminalità mafiosaascoltando la storia di Pino Ma-sciari, testimone di giustizia, co-stretto a lasciare tutta la sua vita,dimostrando di avere fiducia inquella giustizia che oggi sembraaverlo tradito.

E sì perché da circa due anni ilcoraggioso imprenditore edile,originario di Vibo Valentia, at-tende che il Tar del Lazio fissi laprima udienza del ricorso da luipresentato il 19 gennaio 2006,contro la decisione della com-missione centrale del ministerodell’Interno, con cui gli è stato as-

segnato un quantum inadeguatoa garantire la sua reintegrazionesociale. E proprio in occasionedel secondo anniversario dal de-posito della “domanda di giusti-zia”, Italia dei valori ha voluto ri-cordare un eroe dimenticato conun incontro a cui hanno parteci-pato i dirigenti del partito Aure-lio Misiti, Fulvio Scarpino e Pie-tro Ippolito. Insieme a loro Clau-dia Conidi, difensore di Masciari,che ha riferito tutte le contraddi-zioni e i limiti di un ordimentoche chiede collaborazione puressendo incapace di dare prote-zione.

E così si è snocciolato il rac-conto delle contraddizioni legi-slative e delle interpretazioni

giudiziarie che potrebbero impe-dire di dare le giuste risposte allerichieste di un imprenditore co-stretto a rischiare la propria inco-lumità fisica per partecipare aiprocessi in cui è il testimone o chedeve difendersi nel corso di pro-cedimenti esecutivi finalizzati apagare le spese di giustizia.

«La politica - ha riferito Scarpi-no - deve stare accanto a questepersone che lottano da sole».«Vincere la battagli a favore di Pi-no Masciari - ha riferito AurelioMisiti - significa vincere una bat-taglia di civiltà. Tra l’altro è im-pensabile che la scorta vengamantenuta a qualche deputato evenga negata a chi ne ha vera-mente bisogno».

Protezione e rispetto dei dirittisono state, dunque, le rivendica-zioni avanzate per Pino Masciarida Idv. «Indipendentemente datutto - ha sottolineato Scarpino -si tratta di eroi costretti a rifarsiuna vita in un altro posto. La lorosì che è una lotta pericolosa».�Claudia Conidi e Fulvio Scarpino

L’opera di Mellea da Falcone e Borsellino a Franco Fortugno

Vittime della mafia, un calendarioper non dimenticare 12 storie di vitaProsegue l’opera di sensibiliz-zazione contro fenomeni dimafia condotta dall’o s s e r v a t o-rio Falcone Borsellino Scopel-liti. Il presidente Carlo Melleaha presentato alla stampa, aPalazzo De Nobili, un origina-lissimo calendario che ricordale vittime della criminalità or-ganizzata in Calabria, in Sici-lia e in Campania.

Oggi li accomuna un calen-dario commemorativo, ieri loha fatto la lotta contro tutte lemafie e la “condanna” a paga-

re il proprio impegno con lavita.

«Il sacrificio alimenti il fioredella speranza e il sangue ver-sato non sia fine ma forza chevive in ognuno di noi», è scrit-to sulla copertina del calenda-rio realizzato in collaborazio-ne con la scuola media “A r d i-to” di Lamezia Terme, che haaderito ad un progettodell’Osservatorio Falcone Bor-sellino Scopelliti ed ha realiz-zato una serie di ricerche perl’individuazione dei personag-

gi e l’approfondimento dellaloro storia.

I ritratti sono invece dell’a r-tista soveratese Vincenzo Si-rianni; un contributo all’i n i-ziativa l’ha dato anche l’a g e n-zia pubblicitaria Media Webdi Catanzaro.

Mille le copie stampate, unrisultato che non entusiasmaMellea il quale avrebbe volutoche il calendario fosse distri-buito in tutte le scuole cala-bresi e anche d’Italia. Al di làdelle idee bisogna sempre fare

i conti con i costi: «Soltanto ilComune di Catanzaro ha spo-sato il progetto – ha riferitoCarlo Mellea – dalla Giuntaregionale, per esempio, nonabbiamo avuto alcuna rispo-sta».

Per non dimenticare, mesedopo mese sono raffiguratiGiuseppe Alfano, AntonioCassarà, Rocco Chinnici, VitoIevolella, Giovanni Falcone ePaolo Borsellino, GianlucaCongiusta, Giuseppe Impasta-to, Antonio Scopelliti, Giusep-pe Fava, Francesco Fortugno,Giancarlo Siani e Rita Atria.All’interno del calendario di-stribuito dall’Osservatorio,ognuna delle vittime dellamafia è immortalata nel mesedella propria scompar-sa.�(g.a.)

Le cause: corto circuito o sovraccarico

Le fiamme distruggonoun gruppo di continuitàdell’ospedale Pugliese

Cronaca di CatanzaroLargo Serravalle, 9 - Cap 88100Tel 0961.723010 / Fax [email protected]

Concessionaria: Publikompass S.p.A.via Mario Greco 78 - Cap 88100Tel. 0961.724090 / Fax 0961.744317 [email protected]

Sicurezza nelle scuoleal via il progettoSi presenta domani,alle 10, nei localidella 3ª Circoscrizioneil progetto “Sicurezzanelle scuole”.

Giuseppe Mercurio

L’allarme è scattato poco dopole ore 17 di ieri quando da un va-no attiguo all’ospedale “Puglie -se”sono fuoriuscite fiamme e fu-mo. Un incendio, le cui cause so-no in corso di accertamento, hadistrutto uno dei gruppi princi-pali di continuità del servizio dienergia elettrica, posto nei pres-si dell’obitorio.

Sul posto sono immediata-mente intervenute numerosesquadre dei vigili del fuoco, ol-tre a carabinieri e polizia. Subitoal lavoro, i pompieri hanno fati-cato non poco ad avere ragionedelle fiamme che sono state do-mate dopo l’intervento di diver-se automezzi giunti a dare manforte alle prime squadre giuntesul posto, ma nulla si è potuto fa-re per salvare il grande macchi-nario che è stato completamen-te distrutto. Il pericolo era chel’ospedale potesse rimaneresenza energia elettrica e doves-se essere evacuato ma questoproblema, in realtà, non c’è maistato anche se i tecnici hanno ti-rato un sospiro di sollievo soloquando hanno capito cosa erasuccesso. Montato a novembre,l’accumulatore distrutto servivaa evitare che, tra l’ammanco dienergia elettrica dalla rete Enele l’inserimento dei gruppi elet-trogeni, non ci fosse un breveblack-out di qualche minuto dicorrente che, per i macchinarimedicali, sarebbe un grave dan-

no, soprattutto di quelli utilizza-ti in sala operatoria. La correnteelettrica necessaria alle attivitàdell’ospedale viene ora fornitadirettamente dalla linee Enel.La stessa società, allertata im-mediatamente dopo quello ilgrande incendio, ha già appron-tato una serie di linee di emer-genza, da attivare in caso di ne-cessità, anche se è comunque infunzione il primo gruppo di con-tinuità. Sul posto, per rendersiconto direttamente della situa-zione, anche il direttore genera-le dell’Azienda ospedaliera, Vin-cenzo Ciconte. Gli interventi perla messa in sicurezza dell’areainteressata dall’incendio si sonoprotratti sono alla prima serataanche per riuscire a capire leeventuali cause dell’incendio.Gli inquirenti e gli esperti, dopol’ispezione, propendono comecausa dell’incendio per un cortocircuito o un sovraccarico dellalinea anche perchè le porte chedanno al vano interessatodall’incendio sono state trovatechiuse e senza segno d’effrazio -ne. Nessun segno di un versa-mento del liquido infiammabilesulle alette di areazione postesulle pareti dell’edificio che po-tesse indicare una causa dolosa.

I reparti dell’ospedale non so-no stati interessati dall’incendioanche se alcuni pazienti si sonoallarmati alla vista del fumo chesaliva dal vano dove era colloca-to il gruppo elettrogeno andatodistrutto.�

Al via una serie di iniziative che coinvolgono le scuole

Diritti dell’uomo, da “Riferimenti”messaggi di pace per la BirmaniaLuigi Scalzi

Facendo seguito al calendariodella Costituzione italiana del2007, il Ministero della Pubblicaistruzione e l’associazione “Rife -rimenti”, presieduta da AdrianaMusella, hanno realizzato il “ca -lendario dei diritti dell’uomo2008”. Dodici splendide imma-gini che fanno vedere quanto siagrande la sofferenza causatadalla negazione dei diritti fonda-mentali dell’uomo: la ribellionedella Birmania, il genocidio delRuanda, l’esodo del popolo cur-do e altro. Il calendario è un tas-sello del progetto “Gerbera gial-la”, che prevede la realizzazionenegli istituti scolastici di mostree convegni volti a diffondere fragli studenti l’importanza dellapartecipazione ed il rispettodell’altro. Il tour che presenteràil calendario in Calabria è partitoieri dalla nostra città, con un in-contro ospitato nella sala giuntadi Palazzo De Nobili davanti aduna rappresentanza degli stu-denti catanzaresi che hanno af-follato la sala consiliare. Il calen-dario, premiato anche dal presi-dente Napolitano, sarà uno stru-mento didattico a tutti gli effettie gli uffici scolastici lo diffonde-ranno in tutte le scuole. L’asses -

sore comunale alla Cultura An-tonio Argirò, aprendo i lavori, hasottolineato l’impegno dell’am -ministrazione comunale nel so-stenere le iniziative del progettoministeriale “Gerbera gialla” e siè fatto portavoce dell’orgogliocittadino per l’onore di ospitareeventi di grande contenuto uma-nitario e formativo. Sentimentodi orgoglio condiviso dal vicesin-daco Antonio Tassoni, convintodella necessità di dare reale at-tuazione alla carta dei diritti ren-dendola viva nel cuore di ognu-

no. Nel suo intervento l’ispettoredell’Ufficio scolastico regionaleDomenico Torchia ha espressola convinzione che l’educazionealla difesa dei diritti deve partiredalla scuola. Per il prefetto Sal-vatore Montanaro, la coinciden-za di valori tra carta dei diritti eCostituzione deve far capire co-me sia dovere di ogni cittadinopartecipare attivamente ai pro-cessi di costruzione di pace.Ospite d’eccezione il Lama tibe-tano Geshe Gedun Tarchin, cheha portato testimonianza dellaterribile ribellione in Birmania,dove il popolo è oppresso e i di-ritti oscurati. Per il Lama Tarchinsolo comprendendo la pace e fa-cendola albergare nel cuore pos-siamo portarla in tutto il mondoe trasmetterla da anima a anima.Il tibetano ha indicato agli stu-denti la via della serenità dellacompassione e dell’amore come«l’unica percorribile nella ricer-ca della giustizia e della felicità».Tra le autorità erano presenti an-che il colonnello Maurizio Ange-lo Scardino, comandante del pri-mo reggimento Bersaglieri diCosenza e il capo della squadramobile della Polizia di Catanza-ro, Francesco Rattà, i cui corpihanno collaborato alla realizza-zione del calendario.�

Il Lama Tarchin con gli studenti

Tommaso
Evidenziato
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Ultimo aggiornamento mercoledi 25.04.2007 ore 13.13

POLITICA

L'INCHIESTA/Chi comanda nelle città

La pax della 'ndrangheta soffoca Reggio Calabria dal nostro inviato CURZIO MALTESE

REGGIO CALABRIA - Il lungomare di Reggio Calabria è per il viaggiatore uno dei luoghi più fiabeschi d'Europa, ma per i calabresi era soprattutto un simbolo, la speranza e oggi la nostalgia di un futuro possibile. L'aveva voluto Italo Falcomatà, l'amatissimo sindaco stroncato dalla leucemia nel 2001, protagonista della "primavera reggina", otto anni in cui il sogno di una Reggio liberata dal malaffare sembrava a portata di mano. Ed era invece un'altra Fata Morgana. La giunta della restaurazione, guidata dal sindaco di An, Peppe Scopelliti, ha disseminato il "lungomare Falcomatà" di altri simboli. Per primo è sorto il monumento alla massoneria. Nella versione originale c'erano il compasso e il cappuccio, poi spariti "per le solite mene dell'opposizione". Ma così monco e allusivo, il monumento risulta ancor più massone. Cento metri a destra e cento a sinistra, nei punti di maggior passaggio cittadino, si levano due inni di pietra al neofascismo. Il monumento ai "caduti del 1970", i camerati del "boia chi molla" e l'anfiteatro dedicato al capo della rivolta, Ciccio Franco. E chi vuol capire, capisca. Nella colossale sede della Regione, costata un po' meno di una piramide, il presidente Agazio Loiero promette: "Con i dodici miliardi di euro in arrivo dall'Europa, nei prossimi cinque anni possiamo cambiare faccia alla Calabria". Qualcuno potrebbe obiettare che, prima, bisognerebbe cambiare qualche faccia in Regione, con trenta consiglieri inquisiti su cinquanta. Ma in Calabria le facce destinate a cambiare sono piuttosto altre, quelle degli onesti. I commercianti che si ribellano al pizzo e sono costretti alla vera latitanza, i talenti avviati all'emigrazione e i magistrati dotati di un eccesso d'iniziativa. L'ultimo è Luigi De Magistris, della procura di Catanzaro, titolare della mega inchiesta Poseidone sugli intrecci fra politica, massoneria e malavita, con un centinaio di nomi illustri nel registro degli indagati, dal segretario Udc Cesa all'ex presidente della Regione, Giuseppe Chiaravalloti, al senatore Giancarlo Pittelli, entrambi di Forza Italia. Ha appena fatto condannare a sette anni per truffa il capogruppo regionale della Margherita, Enzo Sculco. Per queste ragioni, o se si preferisce crederlo "per vizio di forma", l'inchiesta gli è appena stata tolta. L'avessero fatto con la simpatica Vallettopoli potentina di Woodcock, sarebbe insorta la società tele-civile. Ma la Calabria, nel bene e nel male, non fa notizia. Il bavaglio alla magistratura è la regola. Sei anni fa, il pool antimafia reggino di Salvatore Boemi, che aveva indagato su 64 cosche e portato a 400 ergastoli, fu smantellato pezzo per pezzo, con i magistrati distaccati sul "fronte della guerra al terrorismo islamico", e non uscì un articolo di giornale. La minaccia di Al Qaeda, nelle strade di Reggio, non sembra così incombente. In compenso il controllo mafioso è più asfissiante che nella Palermo degli anni Ottanta. Non serve chiedere chi comanda in città. La mafia più ricca del mondo domina senza oppositori la regione più povera d'Europa. Si legge in "Fratelli di sangue", grande inchiesta sulla 'ndrangheta firmata dal magistrato Nicola Gratteri e dallo scrittore Antonio Nicaso: "Nel rapporto tra affiliati ai clan e popolazione, la densità criminale in Calabria è pari al 27 per cento, contro il 12 della Campania, il 10 della Sicilia, il 2 della Puglia". A Reggio Calabria siamo al 50 per cento, significa che una persona su due è coinvolta, a vario titolo, in attività criminali. La 'ndrangheta era fino a quindici o vent'anni fa ancora una mafia rurale, specialista nei sequestri di persona. Oggi controlla 40 miliardi di euro all'anno, il 3,5 per cento del Pil italiano (Eurispes) e quasi tutta la cocaina d'Europa, possiede quartieri di città a Bruxelles e Toronto, a San Pietroburgo come ad Adelaide, da Reggio ad Aosta; siede nei consigli d'amministrazione d'innumerevoli multinazionali. Secondo la polizia tedesca, è il principale investitore italiano nella Borsa di Francoforte e controlla una quota rilevante del colosso energetico russo Gazprom. In una intercettazione del '96 uno dei Piromalli, i boss della piana di Gioia Tauro, confidava: "Abbiamo il passato, il presente e il futuro". Sul futuro, con molto ottimismo, si può coltivare una pallida speranza, ma sul passato e ancora di più sul presente, non vi sono dubbi. Al colosso nero della 'ndrangheta lo Stato spara con fucilini giocattolo. L'antimafia di Reggio è un ufficio semi vuoto. In procura Salvatore Boemi, tornato da poco in fondo a sei anni di esilio, cerca di ricostruire brandelli di pool. In questura non hanno la benzina per le auto. L'assassinio di Francesco Fortugno, il 16 ottobre 2005 davanti al seggio delle primarie di Locri, ha per un po' scosso il tradizionale menefreghismo nazionale nei confronti della tragedia calabrese. Ma sotto processo sono finiti soltanto un pugno di sicari. Come si campa a 'Ndranghetopoli e dintorni? Bastano tre o quattro tappe di una giornata qualsiasi per afferrare il concetto. Il mafia tour può cominciare la mattina a Gioia Tauro con un piccolo esperimento. Sedetevi al

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tavolino dell'ottima gelateria in piazza e provate a vedere se in un paio d'ore, in una città col trenta per cento di disoccupati e il salario medio di 600 euro, passa qualcosa di più piccolo di una Mercedes. E' consigliabile anche un breve giro della "zona industriale" della piana, segnalata dai cartelli. Capannoni industriali a perdita d'occhio, come nel laborioso Nord Est. Questi però sono vuoti, scatoloni d'aria. Le cosche hanno preso i fondi europei e sono sparite nel nulla. Nessuno indaga, nessuno ficca il naso. A Reggio trascorro un pomeriggio a volantinare per "Libera", l'associazione antimafia di don Ciotti, con Mimmo Nasone, il responsabile locale. Sullo struscio di corso Garibaldi la gente ha di colpo fretta. Un centinaio di persone prendono il foglio senza guardare: "I veri mafiosi sono i politici, lo Stato", spiegano. Quattro o cinque giovani, perlopiù eleganti e quasi cortesi, lo dicono chiaro: "Io sono della 'ndrangheta". Uno prende il volantino ridendo e saluta: "Buon vespero, saggi compagni". La formula d'iniziazione degli affiliati. Una studentessa risponde malinconica: "Non è più un mio problema, io il mese prossimo me ne vado". Non è giusto dire che i calabresi sono stati lasciati soli a combattere, ma a volte viene da pensare che sarebbe stato meglio. Gli aiuti di Stato hanno aiutato soltanto la 'ndrangheta. I due grandi poli industriali pubblici di Reggio sono serviti a consegnare la città in mano alle cosche, fino ad allora confinate nelle campagne e sull'Aspromonte. La prima fortuna del più potente boss del reggino, Natale Iamonte, si chiama Liquichimica. Il gigantesco impianto per produrre mangimi dai derivati del petrolio avrebbe dovuto creare decine di migliaia di posti lavoro ma ha prodotto soltanto, ricorda Giuseppe Bova, presidente diessino del consiglio regionale, "la più lunga cassa integrazione della Calabria, ventitrè anni". La fabbrica non ha aperto un solo giorno dal 1977 perché era costruita su terreno franoso, come per anni si è ostinato a segnalare il direttore del Genio Civile di Reggio, poi scomparso in uno strano incidente stradale. Di chi fossero i terreni non s'è mai capito ma nel frattempo Iamonte è passato da macellaio a miliardario. Lo stesso Iamonte ha controllato gli appalti delle Grandi Officine Riparazioni delle ferrovie di Stato, l'altra fabbrica di Reggio, al centro di un groviglio d'interessi che portò all'omicidio del parlamentare Ludovico Ligato, davanti alla sua villetta con vista mare. Il terzo grande affare delle cosche avrebbe dovuto essere il mitico Ponte sullo Stretto, con i piloni ben piantati sulle proprietà della 'ndrangheta. Ma l'affare è saltato soprattutto per la fiera opposizione di un gruppo di reggini onesti, guidati dal professor Alessandro Bianchi, ora impegnato da ministro dei trasporti in altre due scommesse: "Usare i quattro miliardi risparmiati sul ponte per rendere civile i trasporti fra Salerno e Reggio e bonificare dalla criminalità il porto di Gioia Tauro, l'unica speranza della Calabria". Gioia è il secondo porto d'Italia dopo Genova, con la previsione di quadruplicare il traffico nel prossimo decennio. Ma gli investitori stranieri, giapponesi e cinesi in testa, vogliono garanzie nella lotta alla criminalità ed è paradossale che l'antimafia in Calabria riceva più impulsi da Tokyo e Pechino che da Roma. Eppure perfino a Reggio la vita sa essere dolce. La città non è bella ma piacevole, calda e luminosa, pulita, aperta dal lungomare, con i pub brulicanti di movida notturna e le ragazze libere di girare da sole alle tre di notte. Il sindaco Scopelliti, ammiratore di Briatore, ha profuso risorse in eventi, feste, festival, passerelle di vipperia nazionale. Anche troppe. Come i 120 mila euro pagati a Lele Mora per far passeggiare sul corso della notte bianca Valeria Marini e il Costantino del Grande Fratello. Perfino un rispettabile fascistone come l'ex senatore Msi Renato Meduri, braccio destro di Ciccio Franco, con in casa la sabbia di El Alamein e i busti del Duce, finisce per rimpiangere il comunista Falcomatà "l'ultimo poeta della politica". Ma intanto ai reggini piace e lo sfidante di centrosinistra, il medico Lamberti Castronuovo, arranca nei sondaggi. A Reggio regna una calma ai confini con la disperazione. In città non si spara un colpo dall'omicidio del magistrato Antonio Scopelliti nel '91, atto finale di una guerra di mafia con seicento morti, agguati in pieno centro con bazooka e kalashnikov. Nel 2006 non c'è stata una denuncia di "pizzo" e il telefono anti-usura tace da sempre. La pace mafiosa avvolge, rassicura, coccola il consenso. "La 'ndrangheta è la mafia perfetta" ammettono i magistrati a palazzo di giustizia. "Mantiene l'ordine, non fa morti e ha eliminato il concetto stesso di vittima. In nome di chi possiamo agire?". Già, chi è la vittima. I tossici? Ma di coca non si muore come di eroina. In periferia ne trovi di ottima a dieci euro la bustina, il costo di una pizza e una birra, e i drogati sono clienti soddisfatti. Le vittime dell'usura? "Consideri che i tassi praticati sono inferiori a quelli bancari" mi avverte un maresciallo. Allora i commercianti strangolati dal pizzo? Tutti pagano, nessuno ammette. A notte fonda, nel locale ormai deserto, un ristoratore mi confida: "Sì, pago il pizzo. Pago anche le tasse, più o meno, e che cosa ricevo in cambio? Lo Stato non mi garantisce la sicurezza. I trasporti fanno schifo. Se si ammala mio figlio prendo l'aereo e vado a Bologna, perché all'ospedale l'altra volta mi sono dovuto portare lenzuola e medicinali. Poi pago il pizzo, certo, ma nel mio locale non entra un mendicante, la finanza non fa controlli e se mi rubano l'auto me la fanno ritrovare il giorno sotto casa. Per il servizio che offrono, non sono neppure cari. L'alternativa? La fine di Masciari". Pino Masciari, imprenditore edile di Vibo, anni fa ha denunciato il pizzo e fatto arrestare decine di malavitosi. Gli hanno fatto saltare la sede. Il resto lo hanno fatto le banche, con la revoca del credito: "cliente a rischio". E' fallito per ventimila euro, quando aveva cantieri per tre milioni. Ora vive al Nord senza scorta e senza soldi, tolti entrambi dal governo Berlusconi. Nella primavera scorsa è tornato a Vibo, da solo, per votare alle elezioni politiche. Ai cronisti allibiti ha detto: "Non mi possono fare nulla, mi hanno già ammazzato". Soltanto don Ciotti l'ha convinto a non tornare. Luigi Ciotti a Reggio è di casa, festeggiato come un liberatore, ma non è il tipo da far sconti. Alla giornata della memoria di Polistena, il 20 marzo, ha esordito con durezza: "Il problema in Calabria non è la 'ndrangheta, non sono i politici. Il problema siamo noi". Noi società, civile o no, "rassegnata a chiedere per favore quanto ci spetta di diritto". La platea ha applaudito, una folla di migliaia di studenti da ogni parte d'Italia, Firenze e Torino, Palermo e Lecce. Da Reggio, quasi nessuno, Presidi e professori hanno declinato l'invito, qualcuno ha fatto sapere agli studenti che la presenza a Polistena avrebbe costituito "assenza ingiustificata". La 'ndrangheta, che controlla tutto, ora s'è messa in testa di controllare anche l'antimafia. Infiltra affiliati nelle associazioni, costituisce cooperative per farsi riassegnare i beni sequestrati. "Il futuro di Reggio si gioca in pochi anni, tre o quattro al massimo" racconta il sociologo Tonino Perna. "O lo stato capisce che questa è la peggior emergenza mafiosa di sempre, oppure l'avranno vinta loro e anche gli ultimi calabresi disposti a lottare si rassegneranno o andranno via, com'è da secoli. Già oggi ogni volta che laureo uno studente con 110 e lode mi piange il cuore, perché so che gli sto consegnando un passaporto". (25 aprile 2007)

I bronzi di Riace nel museo cittadino

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15Catanzaro Lunedì 21 gennaio 2008

Vertice alla Regione tra Agazio Loiero e Rosario Olivo sul futuro della città

Nuova linfa per il capoluogoPriorità sarà data alla mobilità e ai parcheggi

PIANO PARCHEGGI, scalemobili a servizio del parcheg-gio Musofalo, copertura dellaFiumarella all'altezza di San-ta Maria, riqualificazione del-le pinete di Siano e Giovino,nuovo depuratore e rete idri-ca.

Sono queste le opere che laRegione Calabria inserirà neisuoi programmi di finanzia-mento, contribuendo a risol-vere importanti problemi cheattanagliano la città capoluo-go.

Di ciò si è discusso, nella se-de della Giunta regionale diPalazzo Alemanni, nel corsodel primo incontro tra il sot-tosegretario agli Affari dellapresidenza, Vincenzo Falco-ne, e una delegazione del-l'Amministrazione comuna-le, guidata dal sindaco Rosa-rio Olivo.

Il sottosegretario Falconeera coadiuvato dal dirigentedell'assessorato all'Urbanisti-ca Rosaria Amantea e daifunzionari dell'ufficio relazio-ni con i Comuni FrancescoAloisi, Rosellina Brancati,Brunella Scozzafava, Valerio

Ripete. Il sindaco era accompagna-

to dal suo vice, Antonio Tas-soni, dall'assessore alle atti-vità economiche Franco Cur-cio e dal dirigente BiagioCantisani.

Il sottosegretario Falcone,nel suo intervento di apertu-ra, si è soffermato sulle prio-rità segnalate dal Comune diCatanzaro e sulle quali esisteuna particolare attenzione daparte del presidente Loiero.

Ha concordato sulla neces-sità di intraprendere due per-corsi paralleli: il primo ricon-ducibile alle misure di strettaemergenza; il secondo ascri-vibile ad una più ampia pro-spettiva di sviluppo dell'areadi Catanzaro.

Il sindaco Olivo, dopo avereapprezzato la scelta del pre-siedente della regione AgazioLoiero di dotare la Regione diun ufficio di relazioni con iComuni, ha enucleato le ope-re che allo stato attuale sonoda ritenersi di impellente im-portanza per il capoluogo: ilpiano urbano dei parcheggicon l'assoluta priorità del

parcheggio di via Milelli; larealizzazione delle scale mo-bili a servizio del parcheggiodel Musofalo; la riqualifica-zione del centro storico e in-terventi diretti alla ripresacommerciale; la costruzionedel nuovo depuratore anchein funzione dello sviluppo ur-banistico della Valle del Cora-ce.

E ancora, il rimoderna-mento della rete idrica; at-trezzatura delle due aree ver-di di cui dispone la città, Sia-no e il quartiere marinaro;realizzazione di una sede peril centro polifunzionale di ag-gregazione sociale di Sant’Elia.

L'assessore comunale alleAttività economiche FrancoCurcio ha aggiunto la neces-sità di realizzare la coperturadella Fiumarella all'altezzadel quartiere Santa Maria.Tale opere avrebbe due fun-zioni: da una parte deconge-stionare il traffico interno alquartiere e realizzare un'areamercatale moderna ed effi-ciente.

Alla parte finale della riu-

nione, hanno partecipato an-che il dirigente generale deldipartimentoLavori pubblicidella Regione, PietrantonioIsola, e il direttore dell'Ato 2,Salvatore Russetti.

Il dirigente generale del di-partimento Lavori pubblicidella Regione Calabria, Pie-trantonio Isola ha conferma-to l'esistenza nell'Apq-Tra-sporti di cospicui fondi desti-nati alla mobilità nella cittàcapoluogo (sistema ferrovia-rio metropolitano), mentre,dal canto suo, l'ingegnereSalvatore Russetti ha illu-strato la sua relazione sulnuovo depuratore (per realiz-zare l'opera occorrono tredicimilioni di euro, di cui sette acarico del Ministero dell'am-biente).

Il sindaco Rosario Olivo, aconclusione di questo primoincontro con il sottosegreta-rio agli Affari della Presiden-za Falcone, ha espresso sod-disfazione per il lavoro impo-stato che - ha sottolineato -«sortirà sicuramente effettipositivi e importanti per il ca-poluogo di regione».Il sindaco Rosario Olivo e il presidente Agazio Loiero

continua da pagina 13

e nel contempo dilaga la di-soccupazione

La sanità cittadina, persua stessa incapacità riorga-nizzativa oltre che per le ca-renze strutturali del passatoe le miopie politiche di oggi,non risponde ai bisogni de-gli utenti, a partire da unaospedalità sempre più pre-caria.

Le periferie, intese ora co-me tutte le zone fuori daCorso Mazzini, bisognereb-be vederle per rendersi con-to dello stato di degrado incui si trovano. Gli antichiquartieri, oggi periferie ab-bandonate, hanno al loro in-terno aree di ulteriore de-grado ed emarginazione.

Si pensi a Rione Fortunaper Marina e a Pistoia oAranceto per Santa Maria oa Cava e Santo Ianni per lazona nord-est, o per Mater

Domini e Gagliano per la zo-na nord-ovest.

La criminalità è in cresci-ta: di manovalanza, di pote-re, di tracotanza, di libertàdi movimento. Si tace sudue dati impressionanti, daautentico primato: l'usura ela diffusione delle droghe,soprattutto tra i giovanissi-mi.

E l'estensione dei casi dibullismo studentesco, inve-ce che interrogare ha provo-cato una sorta di rigetto o disuperficiale catalogazione adivertente giochino per ra-gazzi. C'è una questione “si-curezza ambientale”.

Essa è determinata dallasottovalutazione di quantesostanze nocive si immetto-no nell'aria per opera di cen-trali termoelettriche a duepassi da noi. Ma anche dallapersistente cattiva igienedelle nostre strade, sullequali occorre fare delle au-

tentiche gincane per sot-trarsi ai ricorrenti “indesi-derata”.

La nuova mobilità cittadi-na, al di là della confusione edel disordine insopportabili,invece che liberare imprigio-na macchine e persone, ren-dendo talvolta impossibilel'accesso in città.

C'è di più: quei bruttissimiserpentoni chiamati cordoli,oltre ad essere antiestetici,sono pericolosissimii. Le at-tività produttive, e il com-mercio in particolare, grida-no. Di dolore e di smarri-mento, anche per la man-canza di regole e di nuovaorganizzazione, che le possarilanciare senza la pena didoversi confrontare con igrandi centri di distribuzio-ne e di commercializzazione.

La città continuamenteperde pezzi e pochissimo ri-prende dopo le umiliantiquestue dietro la porta di

qualche sottosegretario. L'ormai famosa Scuola di

Magistratura ci è stata “ru-bata” non solo da un gover-no bugiardo verso la Cala-bria, ma anche dalla nostradebolezza politica.

Di città che non riesce asvolgere pienamente il suoruolo di Capoluogo di Regio-ne. Stiamo perdendo ognigiorno autorevolezza dinan-zi al Paese e alla Calabria.

Questo, la gente lo avverte,unitamente a quel senso dismarrimento di una identitàcittadina che stenta ad affer-marsi. Le attuali spinte au-tonomistiche, interne edesterne alla città, sono il se-gno della sfiducia verso ilCapoluogo, la misura diquanto non ci si senta rap-presentati da noi.

Anche la crisi della Societàdi calcio, le difficoltà dellasquadra gloriosa che tantacatanzaresità ha alimentato

dentro e fuori la Calabria,procurano rabbia e disorien-tamento. E dolore per quelradicamento che il Catanza-ro calcio ha nel cuore di tut-ti. Manca una strategia poli-tica di ampio respiro, che co-struisca quel triangolo pre-zioso sul quale unire passa-to, presente e futuro.

Manca un collegamentopolitico, prima che proget-tuale, con Lamezia Terme,città con la quale realizzareuna nuova forza economicae produttiva per la Calabria.Manca un confronto ampioe stabile con le realtà pro-duttive e con l'Università,per fare dell'unità tra lavo-ro, capitale e ricerca scienti-fica, un laboratorio per in-ventare un'economia mo-derna, che parta dal basso edalla valorizzazione delle ri-sorse proprie del territorio.Manca soprattutto la politi-ca.

Un Consiglio comunale,reso ormai misero centro ditrasmissione delle volontàdi un esecutivo che non è so-stenuto dalla sua maggio-ranza, essa stessa dilaniatada risse e lotte tra persone efazioni, rappresenta la foto-grafia della realtà dramma-tica in cui si trova il capoluo-go di regione. Occorre cam-biare subito, prima che labarca affondi.

Il sindaco, se vuole e sepuò, sa come fare. Catanza-ro è bella ed ha una cittadi-nanza bella e civile. Intelli-gente ed operosa. Catanzaroè bella perché ha una posi-zione e risorse e uno sguar-do sul mondo, che pochecittà hanno. È bella perchéha una storia ed un futuro.Lasciarla soffrire o amma-larsi di solitudine e povertàè reato grave. E’ un peccato.Imperdonabili ambedue.

Franco Cimino

IERI 19 gennaio, a Roma siè svolta una manifestazioneper il terzo anniversario delricorso al Tar fatto da PinoMasciari, l'imprenditoreedile calabrese , che vive conla sua famiglia in una loca-lità segreta, per essersi fat-to testimone di giustiziacontro la 'ndrangheta e lesue collusioni col mondo po-litico istituzionale.

In tale occasione, AurelioMisiti, segretario regionaledi Idv, e Sergio Scarpino,commissario provinciale diCatanzaro, accompagnatidall'avvocata di Masciari,Claudia Conidi, hanno tenu-to una conferenza stampaper «tenere alta l'attenzionesulla storia di Pino Mascia-ri».

Una storia fatta di estor-sioni a cui l'imprenditore siribella e nel 1997 insiemealla famiglia ( moglie e duefigli) viene sottoposto a pro-gramma speciale di prote-zione. Nel 2004 ,tale pro-gramma gli viene revocatodalla Commissione Centraleex art. 10 L. 82/91 del mini-stero dell'Interno, con lamotivazione che «i processi

erano finiti». Ma così non è.«Ci sono ancora pendenzeprocessuali a Crotone e aCatanzaro - sostiene l‘avvo-cato Conidi - e non gode dialcuna protezione per esser-ci». Alla decisione dellaCommissione Centrale, Pi-no Masciari fece , allora, ri-corso al Tar che doveva pro-nunciarsi entro 60 giorni einvece sono passati tre an-ni. Da qui l'iniziativa delMasciari day a Roma e laconferenza stampa di Idv.Che cosa si chiede? Che ven-ga annullata la deliberadella Commissione e sia ga-rantito- come previsto dallalegge- a lui e alla sua fami-

glia la stessa condizione divita antecedente al sistemadi protezione.

« A lui - afferma il suo le-gale- basterebbe un inputper ricominciare». La batta-glia di Masciari è sostenutada Idv - come hanno ribadi-to i suoi dirigenti nel corsodella conferenza stampa.«Vincere la battaglia a favo-re di Masciari - ha sostenutoMisiti- è vincere una batta-glia di civiltà nel momentoin cui c'è il distacco tra la so-cietà e la politica. E' impen-sabile che vengano lasciatisoli i testimoni di giustiziacome lui . La politica devemettere in grado queste

persone danneggiate di ri-prendere una vita normalein tempi definiti. Il nostrocompito è pubblicizzare laverità, ricorrere al governo, al ministero degli Interni,perché possa essere protettoquando va a testimoniare eperché gli vengano ricono-sciuti gli stessi diritti deipentiti di mafia. Se non cisarà vittoria su questo caso,altri si guarderanno benedal denunciare. I tanti Ma-sciari sono degli eroi e ven-gono lasciati soli». Parlandodi 'ndrangheta e collusionicon il mondo politico istitu-zionale, denunciato da Ma-sciari, non poteva, da parte

della stampa, mancare unadomanda sulla vicenda delmagistrato Luigi De Magi-

stris. «La posizione di Ma-sciari - dice Misiti- è più co-raggiosa di quella di De Ma-gistris. Lui è un magistra-to, comunque, protetto, nonl'hanno mandato in esilio.Lì c'è stato un giudizio di al-tri magistrati . Noi abbiamosostenuto che doveva porta-re avanti le inchieste giudi-ziarie e poi si poteva sposta-re».

«Non facciamo parago-ni»,ripetono più volte i duedirigenti politici, conclu-dendo l'incontro con lastampa.

Franca Fortunato

Sondaggio e fiducia popolare: la città è in declino

Il sostegno di Italia dei valori all’imprenditore testimone di giustizia

Si rinnova il Masciari day

Aurelio Misiti, Claudia Conidi, Sergio Scarpino e Pietro Ippolito

Sigillò di nuovo presidente nazionale del circolo dei GiuristiSI È TENUTA nei giorni scorsi l’as-semblea annuale del Circolo dei Giuri-sti Telematici, l’associazione culturaleche unisce i più autorevoli esperti ita-liani dell’informatica giuridica e del di-ritto delle nuove tecnologie.

Significativa, anche per il prossimobiennio, la presenza calabrese nell’as-

sociazione, che sarà nuovamente rap-presentata da un professionista catan-zarese, Fabrizio Sigillò, studioso dellamateria da oltre un decennio ed a cuil’assemblea dei soci ha rinnovato fidu-cia conferendogli, per la seconda voltaconsecutiva, l'incarico di presidenzanazionale.

«Un riconoscimento che mi onora -ha dichiarato Sigillò - e che mi consen-te di proseguire anche in quell’intentodi ampliare l’ambito di conoscenza deiprofili giuridici dell'informatica e dellenuove tecnologie anche ad un conte-sto, quello calabrese, non sempre at-tento agli aggiornamenti legislativi».

LA RIFLESSIONE

Tommaso
Evidenziato
Tommaso
Evidenziato
Page 86: Pino masciari

Gazzetta del Sud Mercoledì 23 Gennaio 2008 43

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Crotone - ProvinciaCrotone Il Tribunale si è pronunciato su un presunto scambio di favori tra le cosche di Isola e Serra San Bruno

Estorsioni a Catanzaro e nel Vibonese:inflitte dieci condanne per 65 anniIl “pizzo” sarebbe stato imposto anche ai cantieri di due caserme dell’Arma dei carabinieri

L’ex Miss Italia inaugurerà sabato 2 febbraio la fiera che verrà allestita in piazza Kennedy

Denny Mendez madrina di “Cirò Marina Expò”

Luigi AbbramoCROTONE

Si è concluso ieri con dieci con-danne per complessivi 65 anni direclusione, due assoluzioni e tresentenze di non luogo a procede-re, il processo di primo grado re-lativo a una vicenda di alcuni pre-sunti episodi di estorsione acca-duti più agli inizi degli anni ’90anni fa a Catanzaro, Serra SanBruno e Nardodipace, ai danni didue imprenditori che secondol’accusa sarebbero stati costrettia pagare il “pizzo” alle presuntecosche degli Arena di Isola CapoRizzuto e dei Vallelunga di SerraSan Bruno.

Ieri sera il Tribunale penalepresieduto da Maria Luisa Min-grone (a latere Maria Rosaria diGirolamo e Olga Manuel; cancel-liere Giovanna Morabito), haemesso una sentenza articolatanei confronti degli imputati e purassolvendo alcuni dei condanna-ti da singoli episodi di estorsioneha in gran parte confermato la te-si della pubblica accusa rappre-sentata in udienza dal sostitutoprocuratore della Dda MarisaManzini.

Il collegio giudicante ha cosìcondannato a nove anni di reclu-sione Pietro Scerbo (61 anni diCutro); otto anni e due mesi di re-clusione è la pena inflitta a Gio-vanni Trapasso (60 anni di Cu-tro); a Nicola Arena (71 anni, Iso-la Capo Rizzuto), è stata commi-nata una pena a otto anni e quat-tro mesi di reclusione.

Il Tribunale ha inoltre condan-nato Salvatore Vallelunga (47anni, Serra San Bruno); a cinqueanni e sei mesi di reclusione; Da-miano Vallelunga (51 anni, Serra

San Bruno), è stato condannato asua volta a sei anni di reclusione;cinque anni e sei mesi di reclusio-ne sono stati inflitti dai giudici adAntonio Vallelunga (54 anni,Serra San Bruno); Cosimo Valle-lunga (50 anni di Serra San Bru-no) è stato condannato a sei annidi reclusione, mentre Rocco Val-lelunga (37 anni, Serra San Bru-no), ha ricevuto una condanna a5 anni e sei mesi di reclusione cosìcome Giovanni Vallelonga (60anni, Caulonia) e Cosimo Franzè(62 anni, Caulonia), anch’eglicondannato come gli altri due acinque anni e sei mesi di reclusio-

ne.Il collegio ha poi assolto Salva-

tore Vallelunga (49 anni, SerraSan Bruno, avv. Massimo Scuterie Nicola Cantafora), dai reati diestorsione di cui era accusato. As-soluzione anche per Luciano Bat-taglia (55 anni, Satriano, avv.Maida e Cortese). Il Tribunale hadeciso poi di non doversi proce-dere per prescrizione del reatonei confronti di Cesare Napolita-no (54 anni, Caulonia, avv. Fur-faro e Cianflone) e di SalvatoreCossari (49 anni, Borgia, avv.Sergio Rotundo). Non luogo aprocedere anche per un altro im-

putato (che era difeso dall’avv.Pietro Pitari), perchè deceduto.

L’accusa si è basata per granparte sulle dichiarazioni dell’im -prenditore di Serra San BrunoGiuseppe Masciari. In particolaresecondo la ricostruzione dell’ac -cusa, Damiano Vallelunga (unodegli imputati), avrebbe contat-tato all’epoca dei fatti (1990)Giuseppe Masciari, impegnatocon la sua ditta nei lavori di co-struzione di 56 alloggi dello Iacpa Catanzaro Lido. Damiano Val-lelunga avrebbe detto all’im -prenditore che era necessario peril cantiere di Catanzaro Lido, ver-

sare una somma alla cosca di Iso-la Capo Rizzuto. Successivamen-te secondo l’accusa altre quattropersone coinvolte nel processo(Antonio Vallelunga, CosimoVallelunga, Giovanni Vallelongae Cosimo Franzè), avrebbero ac-compagnato Masciari a San Leo-nardo di Cutro. Qui Masciari sisarebbe incontrato con NicolaArena, Pietro Scerbo e GiovanniTrapasso, aconsentendo a paga-re 50 milioni di lire quale prezzoper la tranquillità del cantiere diCatanzaro Lido.

Da parte loro secondo la tesidella pubblica accusa, ArenaScerbo e Trapasso (ma quest’ulti -mo è stato assolto da questo capod’imputazione); per restituire ilfavore si sarebbero impegnaticon la ‘ndrina di Serra San Bruno,a contattare l’imprenditore di Ca-tanzaro Raffaele Zinzi, impegna-to nei lavori di costruzione dellecaserme dei carabinieri di Nardo-dipace e Serra San Bruno. L’im -prenditore sarebbe stato contat-tato da Scerbo che gli avrebbechiesto («se voleva stare tranquil-lo al suo cantiere di Serra SanBruno»), di pagare una primavolta sessanta milioni di lire dacorrispondere al clan vibonese. Esuccessivamente altri soldi, per ilcantiere di Nardodipace. Nel pri-mo caso a detta dell’accusa, l’im -prenditore avrebbe pagato ver-sando i soldi a scerbo in tre rate.Zinzi si sarebbe però poi rifiutatodi pagare anche per il cantiere diNardodipace. E per questo che se-condo la ricostruzione dell’accu -sa, sarebbe stato organizzato emesso a segno un atto intimidato-rio contro alcuni operai della dit-ta Zinzi, presi a fucilate mentreerano a bordo di un furgone.�

Il Palazzo di giustizia in Corso Mazzini sede del Tribunale e della Procura della Repubblica di Crotone

Cirò Ordinanza del sindaco Mario Caruso che vieta le intemperanze del passato

Carnevale, chi lancia uova rischia forti multe

Margherita EspositoCIRÒ MARINA

Si chiama “Cirò Marina expò”la mostra mercato che si apri-rà nella cittadina sabato 2 feb-braio e rimarrà aperta fino adomenica successiva, 10 feb-braio. Con il supporto logisti-co assicurato dall’assessoratoalle attività produttive del Co-mune, la fiera è organizzatadalla “Applausi production”.La modella e attrice DennyMendez, Miss Italia 1996 è an-nu nciata come ospite d’onoredella giornata di apertura del-la fiera, fissata per le 17 di sa-bato 2.

Negli stand, che saranno al-lestiti in piazza Kennedy a latodel palazzo del Municipio, i vi-sitatori potranno trovare og-

getti per la pesca e la nautica,prodotti dell’artigianato, pro-dotti tipici della tradizione ga-stronomia calabrese, ma èprevisto anche un ampio salo-ne dedicato alla sposa, la pre-senza di espositori apparte-nenti alla vasta gamma delcommercio, l’industria e l’a r t i-gianato.

Nella settimana di apertu-ra, la fiera rispetterà i seguentiorari: dalle 10,30 alle 13 e dal-le 15,30 alle 22 nei giorni fe-riali mentre nei giorni festivi ivisitatori potranno accedereagli stand già dalle 9,30 men-tre la chiusura è posticipata al-la 22,30. La manifestazionesegue, a un anno di distanza, ilclamoroso flop della la 1. fieracampionaria regionale ExpoCirò, che venne inaugurata l’ 8

dicembre 2006 nel Palazzettodello Sport.

Due giorni dopo, arrivò l’o r-dine di smobilitazione per tut-ti gli espositori dopo l’e m a n a-zione dell’ordinanza di delsindaco, Nicodemo Parrilla,che assunse la decisione di di-sprre la chiusura della fierasulla scorta del parere di ina-gibilità espresso da tecnici delComando provinciale dei vigi-li del fuoco al termine dellaverifica. Inaugurata, infatti, il16 dicembre precedente, lastruttura non aveva ancora ot-tenuto il collaudo del sistemaantincendio. Vicissitudini chehanno convinto l’a m m i n i s t r a-zione comunale ad accettarela proposta di ospitare la ma-nifestazione ma stavoltaall’aperto.�Denny Mendez in passerella

CIRÒ. Rischieranno da venticin-que a cinquecentomila euro dimulta quanti, a Cirò, nei giornidi Carnevale proveranno a lan-ciare uova o altri oggetti con-tundenti contro le macchine insosta, oppure saranno sorpresiad insudiciare muri e porte diedifici pubblici e privati. Lastessa sanzione è prevista perchi si azzarderà ad infastidirecittadini inermi così come, pur-troppo, è successo anche l’annoscorso soprattutto nella vicinaCirò Marina. Nessuno, infatti,dimentica le schiere in lotta traloro, armate di uova marce chesi erano poi spinti a prendere di

mira anziani tranquillamenteseduti nei giardini pubblici,bambini all’uscita delle scuolee, a dispetto dei controlli dispo-sti dalle Forze dell’ordine, leauto in transito sulla centralis-sima via Roma.

Contro queste assurde dege-nerazioni che sono diventateormai inaccettabili, il sindacodi Cirò Mario Caruso ha decisodi intervenire con l’emanazionedi un’ordinanza che annunciale sanzioni che saranno applica-te contro i trasgressori e de-manda alle locali stazioni deiCarabinieri e della Guardia fo-restale dello Stato oltre che alla

Polizia municipale, il compitodi far ri spettare il provvedi-mento, che già sta raccogliendoil plauso dei cittadini. «Non èpiù possibile – spiega il sindaco– consentire certi tipi di com-portamento che, oltre a violareil senso civico, rappresentanoun pericolo per l’incolumità fi-sica, la salute e l’igiene pubbli-ca». «Rinnegando – aggiungeCaruso – il vero spirito di alle-gra amicizia e goliardia propriodella festa, ormai, sono tantiche approfittano del carnevaleper dare sfogo alla più insulsastupidità ed al vandalismo sfre-nato che sono dettati da male-

ducazione ed inciviltà». Il pri-mo cittadino, allo scopo di ren-dere efficace l’ordinanza, solle-cita al proposito la collabora-zione dei commercianti nel li-mitare il ritiro e la vendita diuova e di bombolette di schiu-ma nelle giornate di Carneva-le.

Fra le varie iniziative delCarnevale a Cirò, per sabato 2febbraio è in programma la se-rata danzante in maschera“Aspettando il carnevale - Pri-ma festa del socio”, organizzatadall’associazione Pro Loco diCirò nei locali di Via Madonnadelle Grazie».�(m. e.)

Cotronei Operazione del Corpo forestale

Sequestrata baraccadel tutto abusivain località CoccioloPETILIA POLICASTRO . Un agri-coltore cinquaduenne del luo-go, è stato denunciato all’Auto -rità giudiziaria per varie e ripe-tute violazioni a danno del terri-torio e dell’ambiente.

Lo rende noto un comunicatodel Comando provinciale delCorpo forestale dello Stato in cuisi precisa che gli abusi, segnalatiin località “Cocciolo” nel territo-rio di Cotronei sono stati accer-tati dagli agenti del Comandostazione di Petilia Policastro nelcorso dei servizi di contrasto aireati di carattere ambientale.

L’episodio è avvenuto in unalocalità che si trova in territoriodel comune di Cotronei e di pro-prietà del comune di Mesoraca:all’ indiziato sono state conte-state le ipotesi di reato di inva-sione di terreno, costruzioneabusiva, deturpamento di bel-lezze naturali e danneggiamen-to.

Nel comunicato si precisainoltre che il personale del CfSoperante, dopo accurate indagi-ni, ha accertato la realizzazionedi un manufatto in legno su unabase in calcestruzzo, della su-perficie di circa ottanta metriquadrati, privo del necessariopermesso di costruire, edificatoall’interno di un bosco di alto fu-

sto misto di pino, cerro ed onta-no, in terreno di proprietà delcomune di Mesoraca.

L’occupazione del terreno èrisultata abusiva, poichè il re-sponsabile non è stato in gradodi esibire alcuna documentazio-ne comprovante il legale posses-so del terreno, delimitato me-diante recinzione con rete me-tallica su pali di legno, per unaestensione di circa 2000 metriquadrati.

La realizzazione del manu-fatto, trattandosi di interventodi nuova realizzazione che va amodificare in via permanente lostato dei luoghi è avvenuta sen-za il necessario permesso di co-struire, e senza la necessaria ac-quisizione del nullaosta paesag-gistico ed ambientale, conside-rato che ricade in area sottopo-sta a vincolo per scopi paesaggi-stici ed ambientali.

Contestualmente alle opererealizzate, è stato riscontrato ildanneggiamento a piante di cer-ro e ontano, al fine di provocar-ne la morte e favorire l’infiltra -zione della luce nei pressi dellastruttura, e per quest’ultimoaspetto, al responsabile è statacomminata, per i danni provo-cati alle piante, la prevista san-zione amministrativa.�(a. ry.)

Isola Capo Rizzuto L’istituto ospita elementari e medie

Il prefetto Di Santo rassicura:«Saranno ultimati entro venerdìi lavori alla scuola di Le Castella»

La baracca con base in cemento sequestrata dal Corpo forestale

CROTONE. Saranno completatientro venerdì i lavori che interes-sano gli impianti, i servizi igieni-ci e l’intonaco dell’istituto scola-stico di Le Castella che ospita siala scuola materna che quella ele-mentare. Il dott Giustino Di San-to commissario prefettizio chedirige l’amministrazione comu-nale di Isola Capo Rizzuto ha vo-luto così rassicurare i genitori de-gli alunni di Le Castella.

Il prefetto Di Santo appena haappreso dei malumori dei geni-tori degli alunni delle scuole diLe Castella, ha voluto fare alcuneprecisazioni in merito alla situa-zione scolastica nella frazione.«Lo scorso 11 gennaio – ha ricor-dato il dottor Giustino Di Santo –i Vigili del fuoco di Crotone, in-viavano una relazione al Comu-ne di Isola Capo Rizzuto in cui se-gnalavano testualmente che “almomento l’edificio della scuolamaterna ed elementare di Le Ca-stella, non presenta situazioni diimmediato dissesto, tuttavia ri-sultano visibili evidenti segni dideterioramento dell’intonaco,causa infiltrazioni di acqua pio-vana lungo le pareti ed inoltre ri-sulta necessario provvedereall’adeguamento dell’impiantoelettrico ed alla sistemazione deiservizi igienici”». Il prefetto haaggiunto: «Conseguentementealla notifica della relazione deivigili del fuoco l’ingegnere Anto-nio Otranto “dirigente dell’Uffi -cio Tecnico comunale, provve-deva con immediatezza ad effet-tuare un primo sopralluogo edaffidava successivamente ad un

impresa locale, l’incarico di effet-tuare i lavori di ripristino».

Il commissario straordinaruiodel Comune di Isola Capo Rizzu-to ha poi rivelato che sabato «ilsottoscritto e lo stesso ingegnereOtranto, abbiamo effettuato unulteriore sopralluogo per verifi-care l’andamento dei lavori di ri-pristino e di sistemazione e, pos-siamo garantire, che gli stessi sa-ranno ultimati entro il tempo (25gennaio prossimo) previstodall’ordinanza di sospensioneemessa nei giorni scorsi».

Intanto una nota stampa delComune ha reso noto che verran-no rimodulate le cartelle di paga-mento per l’occupazione di spazipubblici e per i passi carrabili, giàinviati ai cittadini, relativi all’an -nualità 2007.

«La società Inpa Spa – è scrittonel comunicato del Municipio –concessionaria del servizio co-munale riguardante i passi carra-

bili e le occupazioni di suolo pub-blico, ha divulgato un avvisopubblico in cui, facendo riferi-mento alle notifiche degli avvisidi mancato pagamento del cano-ne occupazione spazi ed areepubbliche, informa la cittadinan-za che: a seguito di un riesame inautotutela degli atti, effettuatodi concerto con l’amministrazio -ne comunale, si è proceduto allarettifica degli avvisi emessi, de-traendo dagli importi dovuti lasomma richiesta a titolo di san-zioni». «I destinatari delle notifi-che – si legge nella nota – riceve -ranno apposita comunicazionedi rettifica, con il nuovo bolletti-no di versamento di quanto do-vuto». Nel comunicato del Co-mune è stato sottolineato che «lasocietà Inpa Spa, ha accolto favo-revolmente l’invito avanzato dalcommissario straordinario delComune di Isola Capo Rizzuto,Giustino Di Santo (che chiedevaalla società Inpa Spa ad annulla-re le âœcartelle pazze e fornirechiarimenti in merito) ed ha de-ciso di annullare quelle cartellerelative all’annualità 2007 e dirimandarle ai cittadini senzanessuna sanzione che invece erastata calcolata precedentemen-te». «Va comunque ricordato –ha concluso il comunicato – aicittadini di Isola Capo Rizzuto,che il pagamento dell’impostarelativa ai passi carrabili e alleoccupazioni di suolo pubblico, èuna tassa prevista dalla legge chedeve essere, e come succede intutte le parti d’Italia, va pagatanella giusta misura».�(l. ab.)

Il prefetto Giustino Di Santo

Tommaso
Evidenziato
Page 87: Pino masciari

Vicenda Masciari: sostenitori a Roma CATANZARO. Una delegazione di sostenitori del commerciante Pino Masciari, testimone di giustizia, hanno consegnato al Ministero dell’Interno “le schede di richiesta, provocatoria e simbolica, di cambio del proprio cognome in Masciari, raccolte sul blog www.pinomasciari.it. Lo riferisce l’associazione “Meetup - Amici di Beppe Grillo” di Catanzaro, che insieme con le delegazioni di Torino, Roma, Ancona, Napoli e Bari si è recata a Roma, al Viminale e al Tar per “sostenere - dicono - Pino Masciari, “testimone di ingiustizia”, a cui il Ministero dell’Interno, ha revocato il programma di protezione”. “La delegazione - prosegue il comunicato - ha incontrato il consigliere giuridico del viceministro dell’Interno, Marco Minniti che ha assicurato loro che il Ministero “sta lavorando alla risoluzione della vicenda Masciari - ha detto il consigliere - soprattutto in relazione alla necessità di consentire all’uomo di riprendere a lavorare in sicurezza” ”. “Non ci aspettavamo nulla di più - riferisce il Meetup di Catanzaro - l’obiettivo era quello di far sentire il fiato sul collo ai rappresentanti delle Istituzioni che hanno il dovere di proteggere ed assicurare un futuro alla famiglia Masciari”.

23 Gennaio 2008

Page 88: Pino masciari

Vibo Mercoledì 23 gennaio 200818

DIECI condanne, che varianoda cinque a nove anni di re-clusione, un'assoluzione e treproscioglimenti per prescri-zione. Tra i condannati ci so-no presunti pezzi da novantanel panorama mafioso comeil boss di Isola Nicola Arena ei cutresi Giovanni Trapasso ePietro Scerbo. L'accusa soste-nuta dal pm antimafia Mari-sa Manzini ieri ha retto da-vanti al Tribunale penale diCrotone nell'ambito di un vec-chio processone in cui, tra leparti civili, figura anche l'im-prenditore Giuseppe Mascia-ri, il teste protetto che ha de-nunciato la conclusione delprogramma di protezione inseguito alla quale la sua“scorta”, nelle aule di giusti-zia, adesso sono i ragazzi diLibera. Ieri Masciari in aula aCrotone non c'era (c'era ilgiorno in cui ha deposto, unpaio d'anni fa). Il processo si èradicato davanti al Tribunaledella città di Pitagora, dopouna serie di rimpalli di com-petenze, poiché è stato com-messo a San Leonardo di Cu-tro il reato più grave e anchequello anteriore temporal-mente fra i fatti contestati a14 imputati (originariamenteerano 16, due sono decedutisuccessivamente). Anche segran parte dei delitti di cuidovevano rispondere i pre-sunti appartenenti a diversecosche calabresi sarebberostati compiuti nella provinciadi Vibo Valentia.

Le accuse In particolare, Ni-cola Arena e Giovanni Tra-passo, Pietro Scerbo, Salvato-re Vallelunga classe '61, Da-miano, Antonio, Rocco, Gio-vanni e Cosimo Vallelunga eFranzè dovevano risponderedi concorso in estorsione poi-ché avrebbero costretto l'im-prenditore Masciari, impe-gnato nella costruzione di 56alloggi popolari a CatanzaroLido per conto dell'Iacp, acorrispondere a Nicola eFrancesco Arena, Trapasso eScerbo la somma di 50 milio-ni di lire quale prezzo per la“tranquillità” del cantiere. IVallelunga e Franzè avebberoprocurato a Masciari un in-contro con Damiano Valle-lunga, presso il bivio dell'An-gitola, a Pizzo. All'imprendi-tore, Damiano Vallelungaavrebbe rappresentato che

gli stessi Arena per definirel'entità della tangente e le mo-dalità di pagamento. Salvato-re Vallelunga classe '61avrebbe comunicato a Ma-sciari il giorno in cui questidoveva andare a San Leonar-do di Cutro per incontrareesponenti della cosca Arena. IVallelunga e Franzè avrebbe-ro accompagnato Masciari aSan Leonardo di Cutro, nel-l'abitazione di Scerbo, dovel'imprenditore avrebbe incon-trato lo stesso Scerbo, Trapas-so e gli Arena e avrebbe ac-consentito al pagamento del-la somma di 50 milioni. Dopoqualche tempo Cosimo Valle-lunga avrebbe accompagnatoMasciari a San Leonardo diCutro dove l'imprenditoreavrebbe consegnato a mani aScerbo 30 milioni in contanti.Cosimo Vallelunga avrebbe,dunque, sollecitato a Mascia-ri il pagamento della sommaresidua di 20 milioni che allafine l'imprenditore avrebbeconsegnato a mani allo stes-so Vallelunga che l'avrebbe asua volta consegnata agliArena. Questo l'episodio inforza del quale il processo sicelebra a Crotone. Ma Arena,

Scerbo e Trapasso e Salvato-re Cossari sono anche accu-sati di concorso in violenzaprivata nei confronti di Ma-sciari: avrebbero imposto al-l'imprenditore che fosse lostesso Cossari a eseguire la-vori di sbancamento, movi-mento terra e trasporto e re-lativo impiego dei mezzi mec-canici. Arena, Scerbo, Tra-passo devono risponderesempre di concorso in violen-za privata poiché avrebberoimposto a Masciari che i lavo-ri di impiantistica idraulica edi riscaldamento dei fabbrica-ti da costruire fossero realiz-zati da un imputato poi dece-duto. Arena, Scerbo, Trapas-so, Napolitano e Battaglia so-no accusati di concorso inviolenza privata nei confrontidi Masciari poiché avrebberocostretto quest'ultimo ad ac-cettare forniture di calce-struzzo della ditta Fasmico diDavoli. Damiano, Cosimo eSalvatore classe '61 Vallelun-ga, Arena, Trapasso e Scerbo,sono accusati di concorso inestorsione nei confronti del-l'imprenditore edile RaffaeleZinzi impegnato nella realiz-zazione dell'edificio destinatoalla caserma dei carabinieri a

Serra. Damiano, Cosimo, Sal-vatore classe '61 e Salvatoreclasse '59 Vallelunga, i dueArena, Scerbo e Trapasso de-vono rispondere di concorsoin tentata estorsione nei con-fronti dello stesso Zinzi (furo-no esplosi a fuoco incrociato,da almeno tre persone, colpidi fucile che attinsero un fur-gone e ferirono tre operai).Trapasso e Scerbo sono, infi-ne, accusati di associazione adelinquere di tipo mafiosoper aver fatto parte di una co-sca che sarebbe stata capeg-giata da Nicola, Francesco eCarmine Arena (già giudicatie riconosciuti colpevoli in se-parato processo).

Alle richieste di condanna,risalenti addirittura al mag-gio scorso, s'era associatol'avvocato di parte civile Ma-ria Claudia Conidi. Novemilaeuro di risarcimento alle par-ti civili sono state disposte,infine, dal collegio presiedutoda Maria Luisa Mingroneche ha anche imposto per unanno la libertà vigilata a Scer-bo e Trapasso. Difensori era-no gli avvocati Pietro Pitari,Luigi Falcone, FrancescoGambardella, Nicola Cantafo-ra, Luigi Gullo e GiovanniVecchio, i quali hanno soste-nuto l'insussistenza dell'asso-ciazione mafiosa e dei reati fi-ne contestati, che per Arena,Scerbo e Trapasso erano ag-gravati dal metodo mafioso.E' stata anche prospettatadalla difesa la prescrizione digran parte dei delitti, tesi sol-tanto in parte accolta.

Da sinistra Damiano, Antonio e Cosimo Vallelunga

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“ (Numero Verde) 167-276400(Uff.rela. con il pubblico) 800-237391

CORPO FORESTALE DI STATO 311022AEROPORTO di Lamezia Terme 0968/414111CAPITANERIA DI PORTO 572004QUESTURA 965111CARABINIERI 592404GUARDIA DI FINANZA 42160PREFETTURA 965111NUOVO COMPLESSO PENITENZIARIO 262122SERVIZIO GUASTIACQUA 42991 - 599261ENEL 800 900800ITALGAS 800 900999TELECOM ITALIA 182UTILITA’ SOCIALECONSULTORIO FAMILIARE Viale Matteotti 0963-42014/472105

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CINEMA

Tanti auguri…Ieri è nata la piccola MELISSA. Lei ancora non lo sa, ma intutti questi nove lunghi mesi d'attesa le abbiamo sempre ri-volto un saluto particolare, un dolce pensiero. Ora final-mente possiamo guardarla negli occhi, e osservare con me-raviglia la continuazione della vita, il simbolo vivente e ma-gico dell'amore. Quando nasce un bambino, nasce ancheuna mamma ed un papà e non esiste gioia paragonabile peruna famiglia. La felicità è poter ammirare il più gran capo-lavoro che la vita riserva alle persone che si amano. Grazienostro Signore per questo splendido regalo.

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MUSEI & BIBLIOTECHE

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MODERNO via E. Gagliardi 41173L’allenatore nel pallone 16,00-18,00-20-22Giorni e nuvole 17,00-19,15-21,30Il mistero delle pagine... 16,30-18,50-21,30

Estorsione e altro nei confronti di Giuseppe Masciari, oggi testimone di giustizia

Dieci condanne dai 5 ai 9 anniAi danni delle cosche Vallelunga di Serra e Arena di Isola Capo Rizzuto

di ANTONIO ANASTASI

Pietro Scerbo, di 60 anni, di San Leonardo di Cutro 16 anniGiovanni Trapasso, di 59 anni, di San Leonardo di Cutro 12 anniNicola Arena, di 70 anni, di Isola Capo Rizzuto 9 anniSalvatore Cossari, di 48 anni, di Borgia non luogo a procedereCesare Napolitano, di 51 anni, di Caulonia non luogo a procedereLuciano Battaglia, di 54 anni, di Soverato non luogo a procedereSalvatore Vallelunga, di 46 anni, di Serra San Bruno 8 anniDamiano Vallelunga, di 50 anni, di Serra San Bruno 8 anniAntonio Vallelunga, di 53 anni, di Serra San Bruno 8 anniCosimo Vallelunga, di 49 anni, di Serra San Bruno 8 anniRocco Vallelunga, di 36 anni, di Serra San Bruno 7 anniGiovanni Vallelunga, di 59 anni, di Caulonia 7 anniCosimo Franzè, di 42 anni, di Caulonia 7 anniSalvatore Vallelunga, di 48 anni, di Serra San Bruno 8 anni

Ecco tutte le richieste della Dda

Pietro Scerbo, di 60 anni, di San Leonardo di Cutro 9 anniGiovanni Trapasso, di 59 anni, di San Leonardo di Cutro 8 anni e due mesiNicola Arena, di 70 anni, di Isola Capo Rizzuto 8 anni e quattro mesiSalvatore Cossari, di 48 anni, di Borgia non luogo a procedereCesare Napolitano, di 51 anni, di Caulonia non luogo a procedereLuciano Battaglia, di 54 anni, di Soverato assoltoSalvatore Vallelunga, di 46 anni, di Serra San Bruno cinque anni e sei mesiDamiano Vallelunga, di 50 anni, di Serra San Bruno 6 anniAntonio Vallelunga, di 53 anni, di Serra San Bruno cinque anni e sei mesiCosimo Vallelunga, di 49 anni, di Serra San Bruno sei anniRocco Vallelunga, di 36 anni, di Serra San Bruno cinque anni e sei mesiGiovanni Vallelunga, di 59 anni, di Caulonia cinque anni e sei mesiCosimo Franzè, di 42 anni, di Caulonia cinque anni e sei mesiSalvatore Vallelunga, di 48 anni, di Serra San Bruno assolto

Queste invece le decisioni dei giudici

per il cantiere di CatanzaroLido era necessario corri-spondere una somma di de-

naro, a titolo di estorsione, al-la cosca mafiosa degli Arenaquale consorteria criminale

avente il controllo mafiosodella zona ed infine avrebbeprocurato un incontro con

Il testimone Giuseppe Masciari

Tommaso
Evidenziato
Page 89: Pino masciari

Mercoledì 23 gennaio 2008 32

Colpo di scena all’udienza preliminare sul crac Giara. Il pm ripropone la richiesta di rinvio a giudizio e l’imputato chiave revoca i suoi legali

L’imprenditore Siciliani protesta: «Rinuncio a difendermi»

CrotoneREDAZIONE: piazza Pitagora,19 - 88900 Crotone - Tel. 0962/901334 - Fax 0962/905185 - e-mail: [email protected]

«NON mi viene consentito di di-fendermi. Questo processo è giàscritto». Lo ha detto ieri l’impren -ditore cirotano Luigi Siciliani, fi-nito, nel maggio 2006, agli arre-sti domiciliari (successivamenterevocati) nell’ambito di una com-plessa inchiesta sulla gestione disocietà del gruppo “Giara”, e neicui confronti ieri il pm GabrieleTomei ha riproposto la richiestadi rinvio a giudizio nel corsodell’udienza preliminare. Il pm haavanzato la stessa richiesta neiconfronti di altri sette imputati,tra cui due commercialisti di Sici-liani, mentre due dipendenti dellaGiara hanno chiesto il rito abbre-viato. Alle richieste del pm si è as-sociato l’avvocato Pasquale Caro-lei, legale di Tradizioni Italiane eTradizioni di calabria, tre le particivili costituitesi nel procedimen-to. Il colpo di scena è avvenuto aconclusione dell’udienza, quan-

do, dopo che il gup Giulia Protoha respinto una richiesta di inci-dente probatorio su una periziacontabile fatta dai difensori di Si-ciliani, gli avvocati FrancescoVerri e Roberto Marpioni, l’im -prenditore ha annunciato la revo-ca dei propri legali di fiducia.Contestualmente, è stato nomina-to un difensore d’ufficio, l’avvoca -to Luciana Gelfusa, che ha chiestoun termine a difesa.

Poche ore dopo Siciliani ha te-nuto una conferenza stampaall’hotel Costa Tiziana, nel corsodella quale ha spiegato le ragionidella sua iniziativa. «Rinuncio adifendermi perché non c’è la vo-lontà di accertare i fatti». Quindiha individuato una serie di ele-menti che denotano il «contestopoco sereno in cui sono state fatteindagini». La vicenda, come è no-to, è scaturito da una denunciadella Bpc e Siciliani ha ricordato

che è stato sentito soltanto tre an-ni dopo che erano partite le inda-gine, per l’interrogatorio di ga-ranzia successivo all’applicazionedella misura cautelare. Quindi hadetto che «il dirigente dell’ufficiolegale della Bpc è un fratello delprocuratore Tricoli, dove lavoraanche un suo figlio». Altre pre-sunte incompatibilità: «il curato-re fallimentare della Giara, Anto-nini, è stato sindaco della Bpc, e ilcuratore di un’altra società colle-gata, parte civile nel procedimen-to, è Sorrentino, moglie del con-sulente della Procura Labonia».Tutto ciò, secondo Siciliani, noncontribuisce ad arrivare a “un se-reno giudizio”.

Siciliani ha anche detto che nongli è stato consentito di difendersiperché «è stata rigettata la richie-sta di sentire un perito terzo» e harilevato che sono stati fatti accer-tamenti “impegnatvi” da parte

della difesa che non è stato possi-bile valutare attraverso l’inciden -te probatorio.

Le ipotesi di reato contestate aSiciliani, in particolare, sonoquelle di associazione per delin-quere finalizzata alle false comu-nicazioni sociali, alla bancarottafraudolenta e alla truffa ai dannidi Sviluppo Italia nonché di Sama-ritana Rattazzi, della famigliaAgnelli, già presidente del cdadella Giara. Nel corso della confe-renza stampa, Siciliani ha ricor-dato di aver rinunciato ad occu-parsi di impresa nel settoreagroalimentare, prima ancoradella fase degli arresti, su consi-glio di un giudice che si era occu-pato dei fallimenti. Quando fu ar-restato, si ricorderà, Siciliani ri-copriva l’incarico di presidentedella Camera di commercio diCrotone.

Antonio AnastasiLuigi Siciliani

La decisione del Tribunale nell’ambito di un vecchio processo. Tra le vittime il teste protetto Masciari

Estorsioni, dieci condanneTra i colpevoli il boss di Isola Arena e i cutresi Scerbo e Trapasso

DIECI condanne, che varianoda cinque a nove anni di re-clusione, un’assoluzione e treproscioglimenti per prescri-zione. Tra i condannati ci so-no presunti pezzi da novantanel panorama mafioso comeil boss di Isola Nicola Arena e icutresi Giovanni Trapasso ePietro Scerbo. L’accusa soste-nuta dal pm antimafia Mari-sa Manzini ieri ha retto da-vanti al Tribunale penale diCrotone nell’ambito di unvecchio processone in cui, trale parti civili, figura anchel’imprenditore Giuseppe Ma-sciari, il teste protetto che hadenunciato la conclusionedel programma di protezionein seguito alla quale la sua“scorta”, nelle aule di giusti-zia, adesso sono i ragazzi diLibera. IeriMasciari inaulaaCrotone non c’era (c’era ilgiorno in cui ha deposto, unpaio d’anni fa). Il processo si èradicato davanti al Tribunaledella città di Pitagora, dopouna serie di rimpalli di com-petenze, poiché è stato com-messo a San Leonardo di Cu-tro, nell’ottobre del ‘90, il rea-to più grave e anche quelloanteriore temporalmente frai fatti contestati a 14 imputati(originariamente erano 16,due sono deceduti successi-vamente). Anche se gran par-te dei delitti di cui dovevanorispondere i presunti appar-tenenti a diverse cosche cala-bresi sarebbero stati compiu-ti nella provincia di Vibo Va-lentia in un arco temporalecompreso fino al ‘93.

LE ACCUSEIn particolare, Nicola Are-

na e Giovanni Trapasso, Pie-tro Scerbo, Salvatore Valle-lunga classe ’61, Damiano,Antonio, Rocco, Giovanni eCosimo Vallelunga e Franzèdovevano rispondere di con-corso in estorsione poichéavrebbero costretto l’impren -ditore Masciari, impegnatonella costruzione di 56 allog-gi popolari a Catanzaro Lidoper conto dell’Iacp, a corri-spondere a Nicola e France-sco Arena, Trapasso e Scerbola somma di 50 milioni di lirequale prezzo per la “tranquil -

lità” del cantiere. I Vallelun-ga e Franzè avrebbero procu-rato a Masciari un incontrocon Damiano Vallelunga,presso il bivio dell’Angitola, aPizzo Calabro. All’imprendi -tore, Damiano Vallelungaavrebbe rappresentato cheper il cantiere di CatanzaroLido era necessario corri-spondere una somma di de-naro, a titolo di estorsione, al-la cosca mafiosa degli Arenaquale consorteria criminaleavente il controllo mafiosodella zona ed infine avrebbeprocurato un incontro congli stessi Arena per definirel’entità della tangente e le mo-dalitàdi pagamento.Salvato-re Vallelunga classe ’61avrebbe comunicato a Ma-sciari il giorno in cui questidoveva andare a San Leonar-do di Cutro per incontrareesponenti della cosca Arena.I Vallelunga e Franzè avreb-bero accompagnato Masciaria San Leonardo di Cutro,nell’abitazione di Scerbo, do-ve l’imprenditore avrebbe in-contrato lo stesso Scerbo,Trapasso e gli Arena e avreb-be acconsentito al pagamen-

to della somma di 50 milioni.Dopo qualche tempo CosimoVallelunga avrebbe accom-pagnato Masciari a San Leo-nardo di Cutro dove l’impren -ditore avrebbe consegnato amani a Scerbo 30 milioni incontanti. Cosimo Vallelungaavrebbe, dunque, sollecitatoa Masciari il pagamento dellasomma residua di 20 milioniche alla fine l’imprenditoreavrebbe consegnato a mani

allo stesso Vallelunga chel’avrebbe a sua volta conse-gnata agli Arena. Questol’episodio in forza del quale ilprocessosi celebraaCrotone.Ma Arena, Scerbo e Trapassoe Salvatore Cossari erano an-che accusati di concorso inviolenza privata nei confron-ti di Masciari: avrebbero im-posto all’imprenditore chefosse lo stesso Cossari a ese-guire lavori di sbancamento,

movimento terra e trasportoe relativo impiego dei mezzimeccanici. Arena, Scerbo,Trapasso dovevano rispon-dere sempre di concorso inviolenza privata poichéavrebbero imposto a Masciariche i lavori di impiantisticaidraulica e di riscaldamentodei fabbricati da costruirefossero realizzati da un im-putato poi deceduto. Arena,Scerbo, Trapasso, Napolita-

no e Battaglia erano accusatidi concorso inviolenzapriva-ta nei confronti di Masciaripoiché avrebbero costrettoquest’ultimo ad accettare for-niture di calcestruzzo delladitta Fasmico di Davoli. Da-miano, Cosimo e Salvatoreclasse ’61Vallelunga, Arena,Trapasso e Scerbo, erano ac-cusati di concorso in estor-sione nei confronti dell’im -prenditore edile Raffaele Zin-zi impegnato nella realizza-zione dell’edificio destinatoalla casermadei carabinieriaSerra San Bruno. Damiano,Cosimo, Salvatore classe ’61 eSalvatore classe ’59 Vallelun-ga, i due Arena, Scerbo e Tra-passo dovevano risponderedi concorso in tentata estor-sione nei confronti dello stes-so Zinzi (furono esplosi a fuo-co incrociato, da almeno trepersone, colpi di fucile che at-tinsero un furgone e ferironotre operai). Trapasso e Scerboerano, infine, accusati di as-sociazione a delinquere di ti-po mafioso peraver fatto par-te di una cosca che sarebbestata capeggiata da Nicola,Francesco e Carmine Arena(già giudicati e riconosciuticolpevoli in separato proces-so). Alle richieste di condan-na, risalenti addirittura almaggio scorso, s’era associa-to l’avvocato di parte civileMaria Claudia Conidi. Nove-mila euro di risarcimento alleparti civili sono state dispo-ste, infine, dal collegio presi-duto da Maria Luisa Mingro-ne che ha anche imposto, perla durata di un anno, la liber-tà vigilata a Scerbo e Trapas-so. Difensori erano gli avvo-cati Pietro Pitari, Luigi Fal-cone, Francesco Gambardel-la, Nicola Cantafora, LuigiGullo, Giovanni Vecchio, iquali hanno sostenuto l’in -sussistenza dell’associazionemafiosa e dei reati fine conte-stati, che per Arena, Scerbo eTrapasso erano aggravatidal metodo mafioso. E’ stataanche prospettata dalla dife-sa la prescrizione di granparte dei delitti, tesi soltantoin parte accolta.

a.a.

Nicola Arena Giovanni Trapasso Pietro Scerbo

Qui di seguito riportiamo le decisioni dei giudici. In parentesi le richieste del pm

Pietro Scerbo di 60 anni, di San Leonardo di Cutro (16 anni) 9 anniGiovanni Trapasso, di 59 anni, di San Leonardo di Cutro (12 anni) 8 anni e due mesiNicola Arena, di 70 anni, di Isola Capo Rizzuto (9 anni) 8 anni e quattro mesiSalvatore Cossari, di 48 anni, di Borgia (non luogo a procedere) non luogo a procedereCesare Napolitano, di 51 anni, di Caulonia (non luogo a procedere) non luogo a procedereLuciano Battaglia, di 54 anni, di Soverato (non luogo a procedere) assoltoSalvatore Vallelunga, di 46 anni, di Serra San Bruno (8 anni) cinque anni e sei mesiDamiano Vallelunga, di 50 anni, di Serra San Bruno (8 anni) 6 anniAntonio Vallelunga, di 53 anni, di Serra San Bruno (8 anni) cinque anni e sei mesiCosimo Vallelunga, di 49 anni, di Serra San Bruno (8 anni) sei anniRocco Vallelunga, di 36 anni, di Serra San Bruno (7 anni) cinque anni e sei mesiGiovanni Vallelunga, di 59 anni, di Caulonia (7 anni) cinque anni e sei mesiCosimo Franzè, di 42 anni, di Caulonia (7 anni) cinque anni e sei mesiSalvatore Vallelunga, di 48 anni, di Serra San Bruno (8 anni) assolto

La sentenza

Tommaso
Evidenziato
Page 90: Pino masciari

Fonte: il quotidiano della calabria

Mercoledì 23 gennaio 2008

La decisione del Tribunale nell’ambito di un vecchio processo. Tra le vittime il teste protetto MasciariEstorsioni, dieci condanneTra i colpevoli il boss di Isola Arena e i cutresi Scerbo e Trapasso

DIECI condanne, che variano da cinque a nove anni di reclusione, un’assoluzione e tre proscioglimenti per prescrizione. Tra i condannati ci sono presunti pezzi da novanta nel panorama mafioso come il boss di Isola Nicola Arena e i cutresi Giovanni Trapasso e Pietro Scerbo. L’accusa sostenuta dal pm antimafia Marisa Manzini ieri ha retto davanti al Tribunale penale di Crotone nell’ambito di un vecchio processone in cui, trale parti civili, figura anche l’imprenditore Giuseppe Masciari, il teste protetto che ha denunciato la conclusione del programma di protezione in seguito alla quale la sua “scorta”, nelle aule di giustizia, adesso sono i ragazzi di Libera. Ieri Masciari in aula a Crotone non c’era (c’era il giorno in cui ha deposto, un paio d’anni fa). Il processo si èradicato davanti al Tribunale della città di Pitagora, dopo una serie di rimpalli di competenze, poiché è stato commesso a San Leonardo di Cutro, nell’ottobre del ‘90, il reatopiù grave e anche quello anteriore temporalmente fra i fatti contestati a 14 imputati (originariamente erano 16, due sono deceduti successivamente).Anche se gran parte dei delitti di cui dovevano rispondere i presunti appartenenti a diverse cosche calabresi sarebbero stati compiuti nella provincia di Vibo Valentiain un arco temporale compreso fino al ‘93.LE ACCUSE In particolare, Nicola Arena e Giovanni Trapasso, Pietro Scerbo, Salvatore Vallelunga classe ’61, Damiano, Antonio, Rocco, Giovanni e Cosimo Vallelunga e Franzèdovevano rispondere di concorso in estorsione poiché avrebbero costretto l’imprenditore Masciari, impegnato nella costruzione di 56 alloggi popolari a Catanzaro Lidoper conto dell’Iacp, a corrispondere a Nicola e Francesco Arena, Trapasso e Scerbo lasommadi 50 milioni di lire quale prezzo per la “tranquillità” del cantiere. I Vallelunga e Franzè avrebbero procurato a Masciari un incontro con Damiano Vallelunga, presso il bivio dell’Angitola, a Pizzo Calabro. All’imprenditore, Damiano Vallelunga avrebbe rappresentato che per il cantiere di Catanzaro Lido era necessario corrispondere una somma di denaro, a titolo di estorsione, alla cosca mafiosa degli Arenaquale consorteria criminale avente il controllo mafioso della zona ed infine avrebbe procurato un incontro con gli stessi Arena per definire l’entità della tangente e le modalitàdi pagamento. Salvatore Vallelunga classe ’61 avrebbe comunicato a Masciari il giorno in cui questi doveva andare a San Leonardo di Cutro per incontrare esponenti della cosca Arena.I Vallelunga e Franzè avrebbero accompagnato Masciari a San Leonardo di Cutro, nell’abitazione di Scerbo, dove l’imprenditore avrebbe incontrato lo stesso Scerbo,Trapasso e gli Arena e avrebbe acconsentito al pagamento della somma di 50 milioni.Dopo qualche tempo Cosimo Vallelunga avrebbe accompagnato Masciari a San Leonardo di Cutro dove l’imprenditore avrebbe consegnato a mani a Scerbo 30 milioni in contanti. Cosimo Vallelunga avrebbe, dunque, sollecitato a Masciari il pagamento della somma residua di 20 milioni che alla fine l’imprenditore avrebbe consegnato a maniallo stesso Vallelunga che l’avrebbe a sua volta consegnata agli Arena. Questo l’episodio in forza del quale il processo si celebra aCrotone.Ma Arena, Scerbo e Trapasso e Salvatore Cossari erano anche accusati di concorso in violenza privata nei confronti di Masciari: avrebbero imposto all’imprenditore chefosse lo stesso Cossari a eseguire lavori di sbancamento,movimento terra e trasporto e relativo impiego dei mezzi meccanici. Arena, Scerbo, Trapasso dovevano rispondere sempre di concorso in violenza privata poiché avrebbero imposto a Masciariche i lavori di impiantistica idraulica e di riscaldamento dei fabbricati da costruire fossero realizzati da un imputato poi deceduto. Arena, Scerbo, Trapasso, Napolitano e Battaglia erano accusatidi concorso in violenza privata nei confronti di Masciari poiché avrebbero costretto quest’ultimo

Page 91: Pino masciari

ad accettare forniture di calcestruzzo della ditta Fasmico di Davoli. Damiano, Cosimo e Salvatoreclasse ’61 Vallelunga, Arena, Trapasso e Scerbo, erano accusati di concorso in estorsione nei confronti dell’imprenditore edile Raffaele Zinzi impegnato nella realizzazione dell’edificio destinatoalla casermadei carabinieri a Serra San Bruno. Damiano, Cosimo, Salvatore classe ’61 e Salvatore classe ’59 Vallelunga, i due Arena, Scerbo eTrapasso dovevano rispondere di concorso in tentata estorsionenei confronti dello stesso Zinzi (furono esplosi a fuoco incrociato, da almeno tre persone, colpi di fucile che attinsero un furgone e ferirono tre operai). Trapasso e Scerbo erano, infine, accusati di associazionea delinquere di tipo mafioso per aver fatto parte di una cosca che sarebbe stata capeggiata da Nicola Francesco e Carmine Arena (già giudicati e riconosciuti colpevoli in separato processo). Alle richieste di condanna,risalenti addirittura al maggio scorso, s’era associato l’avvocato di parte civile Maria Claudia Conidi. Novemila euro di risarcimento alle parti civili sono state disposte, infine, dal collegio presiduto da Maria Luisa Mingroneche ha anche imposto, per la durata di un anno, la libertà vigilata a Scerbo e Trapasso. Difensori erano gli avvocati Pietro Pitari, Luigi Falcone, Francesco Gambardella, Nicola Cantafora, Luigi Gullo, Giovanni Vecchio, iquali hanno sostenuto l’insussistenza dell’associazione mafiosa e dei reati fine contestati, che per Arena, Scerbo e Trapasso erano aggravati dal metodo mafioso. E’ stata anche prospettata dalla difesa la prescrizione di gran parte dei delitti, tesi soltanto in parte accolta.a.a.Nicola Arena Giovanni Trapasso Pietro ScerboQui di seguito riportiamo le decisioni dei giudici. In parentesi le richieste del pmPietro Scerbo di 60 anni, di San Leonardo di Cutro (16 anni) 9 anniGiovanni Trapasso, di 59 anni, di San Leonardo di Cutro (12 anni) 8 anni e due mesiNicola Arena, di 70 anni, di Isola Capo Rizzuto (9 anni) 8 anni e quattro mesiSalvatore Cossari, di 48 anni, di Borgia (non luogo a procedere) non luogo a procedereCesare Napolitano, di 51 anni, di Caulonia (non luogo a procedere) non luogo a procedereLuciano Battaglia, di 54 anni, di Soverato (non luogo a procedere) assoltoSalvatore Vallelunga, di 46 anni, di Serra San Bruno (8 anni) cinque anni e sei mesiDamiano Vallelunga, di 50 anni, di Serra San Bruno (8 anni) 6 anniAntonio Vallelunga, di 53 anni, di Serra San Bruno (8 anni) cinque anni e sei mesiCosimo Vallelunga, di 49 anni, di Serra San Bruno (8 anni) sei anniRocco Vallelunga, di 36 anni, di Serra San Bruno (7 anni) cinque anni e sei mesiGiovanni Vallelunga, di 59 anni, di Caulonia (7 anni) cinque anni e sei mesiCosimo Franzè, di 42 anni, di Caulonia (7 anni) cinque anni e sei mesiSalvatore Vallelunga, di 48 anni, di Serra San Bruno (8 anni) assolto

Page 92: Pino masciari

18 Mercoledì 23 gennaio 2008 Vibo ICluoticliano

Estorsione e altro nei confronti di Giuseppe Masciari, oggi testimone di giustizia

Dieci condanne dai 5 ai 9 anni Ai danni deOe cosche VaOehtnga di Serra e Arena di Isola Capo Rizzuto

di ANTONIO ANASTASI

DIECI oondanne, che variano da cinque a nove anni di re­clusione, w1'a.ssolllZione e tre proscioglimenti per prescri­zione. '.ll'a i oondilnnati ci so­no prasunti pezzi da novanta nel panorama mafiooo oome il boss di Lo;;ola Nicola Arena e i cutrei>-i GiovannJ 'lhlpasso e PiebXl Soerbo. L'accusa. soste­nuta dal _pm antimafia Ma.ri­sa lvlanzi.ni ieri ha retto div vanti al Tribuna.le penale ili Crotone nell'ambito di un vec­chio proc.-"iOne i.n cui, tra le pa!'ti civili, 1'gum a.nc-.he l'im­pmnditore Giuseppe Mascia. ri, il teste protetto che ha de­mmciato la conclusione del programma cli protezione in seguito alla qUale la sua ·'soorta", nelle Sule di giusti­zia, adesso sono i ragazzi di Libera.. Ieri Ma.sci.ari i.11 aula a Crotone non c'era (c'era il giorno in etti ha deposto. un paio d'armi fa). Il prcx;essosiè radk~to davanti aJ llibuna.le della città di Pitagora, dopo una serie di rimpalli di com­peten?.e, poiché e stato oom­messo a San Leonardo di Cu­tro il reato più grave e anche quello anteriore temporal­mente fra i fatti oontestati a l4imputati(originariamente erano 16. due sono deceduti suocessivamente). Anche se gran parte dci delitti di cui dovevano rispondere i pre­sunti appiu1.enenti a diverse oosche caJabr'eSi sa!'ebbero sl.ati compiull nella provincia di Vibo Valentia.

Le oocuse In partioolare, Ni­oola Arena e Giovru:mi Trar fl(lS$0, Pietro Soerbo, Salvato­re Vallelunga classe '61, Da. miano, Antonio, Roooo, Gio­vanni e Cosimo Vallelunga e Fra.nzè dovevano rispondere

~r~~~:~e1~: prenditore Masciari, impe­gnato nella costruzione di 56 aJJoggi popolari a Catanzaro LidCl per oonto dell'Iacp, a COrri5pondere a Nioofa e Francesoo Arena, Trapasso e Soe.rbo la so.mma cli 50 milio­ni di lil'e quale pretta per la "tranquillità." del cantiere. I Vallelunga e Franzè avebbero procurato a Mascia.Ii un in­oonhu con Damiano Va.lle­lunga. presso il bivio dell'An­gitola, a Pizzo. All'inip!'elldi­tore, Damiano Vallelunga avrebbe rappreoonta.to che

SOS EMERGENZE CARABINIERI Pronto ìn!ervento roLlziA

Da sinistra Damiano, Antonio e Cosimo Vallelunga

per il cantie re di Qitanzai'O na.ro, a titolo di e<.1.or-sione. al· avente il oontr'Ollo mafiOISO Lido e ,.a neoesaario oorri- la oosca mafiosa degli Arena delJa. zona ed umne avrOObe spandere 111m somma di de- quale consorteria Cl'imina.le procurato un inoontm con

Ecco tutte le richieste della Dda Pietro Scerbo, di 60 anrù, di San Leonardo cli Cutro Giovanni Trapasso, di 59 anni, di San Leonardo di Cutro Nicola Arena, di 70 a.uni, di Isola Capo Rizzuto Salvatore Cossari, di 48 anni, di Borgia Cesare Napolilano, di 51 anni. di Ca.Ulonia Luciano Battaglia, di 54 anni, di Soverato Salvatore Vallelonga, di 46 anni, di Sen-a San Bruno Damiano Vallelunga, di so anni, di Serra. San Bruno Antonio Vallelunga, di 53 anni, di Serra San Bruno Cosimo Vallellwga, di 49 anni, di Serra.San Bruno Rocco Vallelunga., di 36 anni. di Serra.San Bruno Giovanni Vallefunga. di 59 anni., di Caulonia Cosimo Franzè, di 42 anni, di Caulonia Salvatore Vallelunga, di 48 anni, d i SerTa San Bruno

16 8llIÙ l 2anni 9anni non luogo a. procedere non luogo a procedere ~=ogo a prooedere

8anni Sarmi 8anni 7anni 7amri 7anni Sarm.i

Queste invece le decisioni dei giudici Pietro Scerbo, di 60 anni, di San Leonardo di Cutro Giovanni Trapasso, di 59 anni, di San Leonardo di Cutro Nicola Arena, di 70 anni, di Isola Capo Ri.zzuto Salvatore Cossari, di 48 anni, di Borgia Cesare Napolitano, d i 51 anni, di CaUJ.onia

9anni 8 anni e due mesi 8 anni e quattro mesi non luogo a procedere non luogo a procedere assolto Luciano Battaglia, di 54 anni, d i SovemLo

Salvatore Vallelunga, di 46 anni, di SerTa San Bruno Damiano Vallelunga, di 50 anni, di Serra San Bruno Antonio Vallelunga, di 53 anni, di Serra San Bruno Cosimo Vallelunga, di 49 anni, di SerraSa.n Bruno Rocco Valle lunga, di 36 anni, di Serra. San Bruno Giovanni Vallelunga, cli 59 anni, di Caulonia Cosimo Franzè, di 42 anni, di Caulo1ùa

cinque anni e sei mesi 6anni cinque anni e sei mesi sei anni cinque anni e sei mesi cinque anni e sei mesi cinque anni e sei mesi assolto Salvatore Vallelunga. di 48 anni, di Serra San Brw10

116 117 118

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MODERNO via E. Gagliardi 41173 L'allenatore nel pallone 16,00-18,00-20-22 Giorni e nuvole 17,(XH 9,15-21,30 Il mistero delle pagine ... 16,30-18,50-21,30

gli stessi Arena per definire renti tà della tangeI!te e le rn<>­dalità di paga.menro. Salvato­re Vallelunga classe '61 avmbbe oomunicato a Ma­sciari il giorno in cui questi doveva andal'e a San Leonai~ do di Cutro per incontrare esponenti dell!l cosca Arena. I Vallelunga e Franzè avrebb& ro aocompagnato Ma.'lCiari a San Leonardo di Cutro, nel­l'abitazione di Scerbo, dove l'imp!'ellditom avrebbe incon­t.rato lo stessoScerbo, Trapa& so e gli Arena e avrebbe ac­consentito al pagamento del­la so1nrna di 50 milioni. Dopo qualche tempo Cosimo Valle­lUDg'a avrebbeacoompa.gnato MaSciari a San Leonaroo di Cutro dove l'imprenditore avrebbe consegnato a mani a Soerbo 30 miliorù in contanti. Cosimo Vallelunga avrebbe, dtmque, sollecitato a Mascia­ri il paga.mento della. somma. residua di 20 miliorù che alla fine l'impronditore avrebbe consegnato a mani allo si.E& so Vallelunga. che l'avrebbe a sua volta oonsegna.ta agli Arena. Qu€Sto l'epiwclio in for•z.a del quale il prooesso $i celebra a Cl'Otone. Ma Atena..

Scerbo e 1rapasso e Salvato. re Cossari sono anche aocu­sati di concorso in violenza privata nei oonfronti di Ma­sciarì: avrebbero imposto al­l'imp!'ellditom che fmse lo stesso Cossari a eseguire la­vori di sbancamento. movi­mento terra e trasporto e :re­lativo ll:npiego dci mezzi meo­canicL Arena, Scerbo, 'fra­passo devono rispondem sempre di ooncorso in violen­za privata poiché avrebbero imposto a Masciari che i lavo­ri di impiantistica idraulica e di riscaldamento dci fabbrica. t i da ~Lrui.Je f<l$$1lro realiz. 'l.ati da un imputato poi dece­duto. Arena, Soerbo, Trapa& so, Napolitano e Battaglia so­no accusati di ooncorso in violenz.a privata nei oonfronti di Masciari poiché avrebbero ~tretto quest'ultimo ad ac­cetta.re forniture di caloe­struzzo della ditta Fa.smico di Da.voli. Damiano, Cosimo e Salvatore classe '6 l VaUelun­g-a. Arena. 1ìapasso e Soorbo, sono accusati di oonoorso in estorsione nei confronti del· l'imprenditore edile Raffaele Zinzi impegnato nella. reatiz.. zazione dell'edificio destinato alla caserma. dei carabinieri a

Il testimone Giuseppe Masciari

Serra. Damiano, Cosimo, Sa.I· v-atore classe '61 e Salv-atore classe '59 Vallelung-a, i due Arena, Soerbo e 'Il-apa.sso de­vono rispondere di concorso in tentata estorsione nei con­fronti dello stesso Zinzi (furo. no esplosi a fuooo incrociato, da ahneno tre persone, oolpi di fucile che attinselu nn f\ir. gone e ferirono tre operai). Trapasso e Scerbo sono. infi­ne, aocusati di associazione a delinqtlere d i tipo mallooo per aver fatto parie di una co­sca che sarebbe stata capeg­giata da Nicola, Fmnoesoo e Carmine Arena (già giudicati e riconosciuti oolpevoli i11 se­pru-ato J?rocesso).

Alle r1c!Ueste di oonclanna. risalenti addirittura a.1 mag­gio scJOrso, s'era associato l'awocato di parre civile Ma.­ria Claudia. Cbnidi. Novemila elll'O di risarcimento alle par­ti civili sono state dis_poste, infine, dal oollegio J21!8leciuto da Maria Luisa Mingroue che ha anche imposto per nn anno la libertà vigiJata aScer­bo e Trapasso. Difonsori. era­no gli avvcc:atì Pietro Pilari, Luigì F'.ilcone, Fr:wioesoo Garilbardella, Nioola CanLafo­ra, Luigi Gullo e Giovanni Vecchio, ; quali banno soste­nuto l'insussistenm dell'asso­ciazione mafiosa e dei reati fi­ne contestati. cl1e per Arena. Soerbo e 'Irapasso erano ag­gravati dal metodo mafioso. E' stata anche prospettata dalla difesa la prescrizJ.ono di

parte dei delitti, tesi sol· e ,n parte=tta..

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Tommaso
Evidenziato
Page 93: Pino masciari

Crotone ilQuotidiano Mercoledì 23 gennaio 2008 32

REDAZIONE: piazza Pitagora, 19 -88900 Crotone - Tal. 09621901334 -Fax 0962/905185 · e-mail : [email protected]

Colpo di scena all'udienza preliminare sul crac Giara. Il pm ripropone la richiesta di rinvio a giudizio e l'imputato chiave revoca i suoi legali

L'imprenditore Siciliani protesta: «Rinuncio a difendermi» do, dopo che il gup Gitùia Proto ha respinto una richiesta di inci­dent.e probatorio su una perizia contabile fatta dal difensol'i cli Si­ciliani, gli avvocati Franc:esco Verri e l'!oberto Marpioni, l'i1n ­prenclitore haannunmato la revcr ca dei propri legali di fiducia. Contestualmente,èstatonmnina­to un difensore d'ufficio, l'avvoca­to Luciana Gelfusa, che ha chiesto un t.ermine a difesa.

che è stato sentito soltanto tre an­ni dopo che eJ"ano partite le inda­gine, pe1' l'int.errogatorio cli ga­ranziasuccessivo all'applicazione dellamisuracauteL'ire. Quindi ba detto che •il diri~nte dell'ufficio legale della Bpc e un fratello del procurato1-e Tricoli, dove lavora anche un suo figlio•. Altre pre­sunte incompatibilità: •il curato­re fallimentare della Giara, Anto­nini, è stato sindaco della Bpc, e il curatore di un'altra società colle­gata, parte civile nel procedimen­to, è Sorrentino, mog lie del con­sulente della Procur•a Labonia». Tutto ciò, secondo Siciliani, non contribuisce ad arrivare a "un se­reno giudizio'·.

della difesa che non è stato possi­bile valutare attraverso l'inciden­te pr'Obatorio.

Le ipotesi cli reato contestai.e a Siciliani, in particolare, sono quelle di associazione per delin­quere finalizzata alle f8.J.se comu­ni<Ja,zioni sociali, alh bancarotta fraudolenta e al.la trutl'a a.i danni di Sviluppo ltalia nonché di Sama­ritana Rattazzi, della famiglia Agnelli, già p residente del Oda della Giara. Nel corso della confe­renza stampa, Siciliani ha ricor­dato di aver rinunciato ad oocu· parsi di impresa. nel settore agroalimentare, prima ancora della fase degli arresti, su consi­g lio di un giudice che si era oocu­pato dei fallùnenti. Quando fu ar­restato, si ricorderà, Siciliani ri­oopriva l'incaric.'O di presidente della Gamer"a di oomme1'cio di

«NON mi viene consentito di di­fendermi. Questo processo è già scritto•. Lo ha detto ieri l'impren­d itore c ir'Otano Lui.gi Sicilìanì, fi. nito, nel maggio 2006, agli arre­sti domiciliari (successivamente revocati) nell'ambito cli una com­p ie$$(!. inchiesta sulla gestione di società del gruppo "Giara", e nei cui con.fronti ieri il pm Gabriele Tornei ha riproposto la richiesta di rinvio a giudizio nel corso dell'udienza preliminare. Il pro ha avanzato la stessa richiesta nei confront.i dì altri setLe imputati, tra cui due commercialisti di Sici­liani, mentre due dipendenti della Giara hanno chiesto il rito abbre­viato. Alle richieste ciel pm si è as­sociat-0 l'avvocato Pas~e Caro­lei, legale di Tradizìom Italiane e Tradizioni di caJabria. tre le parti civili costituitesi nel procedimen­t.o. Il colpo di scena. è avvenuto a conclusione dell'udienza, quan-

Poche ore dopo Siciliani ha te­nuto una conferenza stampa all'hot.el Costa Tiziana, 11el corso della quale ha spiegato le ragioni della sua iniziativa .. «Rinuncio a difendermi perché non c'è la vcr lontà di accertare i fatti». Quindi ha individuato una serie cli ele­menti che denotano il •contesto poco sereno in cui sono state fatte indaginh. l.'1. vicenda, oome è ncr to, è sca.tu.rito da w1a denuncia della Bpc e Siciliani ha ricordato

Siciliani ha anche detto che non gli è stato consentito di difendersi perché •è stata rigettata larichio­stadi sentire un perito tert.O• e ha rileva.to che sono stati fa.tti ac<.-er­tamenti "impegnatvi" da pari.e

Cr'Otone. Luigi Siciliani Antonio Anastasl

La decisione del Tribunale nell'ambito di un vecchio processo. Tra le vittime il teste protetto Masciari

Estorsioni, dieci condanne Tra i colpevoli il boss di I sola Arena e i cutresi Scerbo e Trapasso DIECI condanne, che variano da cinque a nove anni di re-e! · 'assoluzionee tre p enti per presen-zi a i condannati ci scr no presunti pezzi da novanta nel panorama. mafioso come il boosdi lsola.NicolaA rena e i cutresi Giovanni Trapasso e PietroScerbo. L'a.ccusasoste­nuta. dal pm antimafia 'Mari­sa Manziiù ieri ha retto da­vanti al Tribunale penale di Crotone nell'ambito di un vecchio processane in cui, tra le parfj civili, figura anche l'imprenditore Giuseppe Miv sciari, il test.e protetto che ha denunciato la conclusione del programma di prot~one in seguito alla qtiale la sua "scorta'', nelle aiùe di giusti­zia., adesso sono i ragazzi di Ubel"<1. Ie1i Masciari in auh•a Crotone non c'ei-a (c'ei-a il giorno in cui ha deposto, un paio d'anni fa}. Il pl'OCesSOsiè radicatodavantialTribunale della città di Pitagora, dopo una serie di rimealli di com­petenr.e, poiché e stato com­messo a San Leonardo di Cu­tro, nell'ottobre del '90, il rea­to più grave e anche quello anteriore temporalmente fra i fatti conLestati a 14 lrnputati ( originaeiamen te erano 16, due sono deceduti successi­vamente). Anche se gran par­te dei delitti di etti dovevano rispondere i presw1ti appar­tenenti a diverse cosche cala­bresi sarebbero stati compiu­ti nella provincia di Vibo Va­lentia in un a.reo temporale compreso fino al '93.

LE ACCUSE ln pat'ticolare, Nicola Are­

na e Giovanni Trapasso, Pie­tro Soerbo. Sa.Iva.tare Valle­lunga classe '61, Damiano. AntonJo, Rocco, Giovanni e Cosimo Vallelunga e Fran7-è dovevano rispondere di con­corso in estorsione poiché aVl'ebbero costretto l'impren­ditore Masciari, impegnato nella costruzione di 56 allog­gi popolari a Catanzaro Lido per conto dell'Tacp, a oorri­sponde1-e a Nicola e France­sco Arena, Trapa.~so e Scerbo lasommacli 50milioni di lire qualeprez.zoper la "tranquil-

La sentenza I

Qui di seguito riportiamo le decisioni dei giudici. In parentesi le richieste del pm

Pietro Scemo di 60 anni, di San Leonardo di Cutro (16 anni) Giovanni Tra~sso. di 59 anni, di San Leonardo di Cutro (12 anni) Nicola Arena1 di 70 anni, di Isola CaeQ Rizzuto Salvatore Cossari, di 48 anni, di Borgia Cesare Na~olitano, di 51 anni, di Caulonia Luciano Battaglia, di 54 anni, di Soverato Salvatore Vallelunga, di 46 anni, di Serra San Bruno Damiano Vallelunga1 di 50 anni, di Serra San Bruno Antonio Vallelunga, di 53 anni, di Serra San Bruno Cosimo Vallelunga, di 49 anni, di Serra San Bruno Rocco Vallelun~. di 36 anni, di Serra San Bruno Giovanni Vallelunga, di 59 anni, di Caulonia Cosimo Franzè, di 42 anni, di Caulonia Salvatore Vallelunga, di 48 anni, di Serra San Bruno

Utà" del cantiere. I Vallelun­gae F1•anzèa.vrebbe1'0procu­rato a Masciari un incontro con Damiano Vallelunga. p l'essoilbiviodell'Angitola., a Pizzo Calabro. All'imp,.endi­tore, Damiano Valletunga avrebbe rappresentato (:he per il cantiere di Catanzaro Lido era necessario corri­spondere twa somma di de­naro, a titolo di est-0rsione, al -la cosca mafiosa degli Arena quale consort.eria criminale aveni.e u controllo mafioso della zona ed infine avrebbe procurato un incontro con gli si.essi Arena per definire rentitàclellatangenteelemcr dalitàdi pagamento. Salvatcr re VaUelunga classe '61 avrebbe oomu11icato a Ma.­sciari il giomo in cui questi doveva andare a San Leonat'­do di Cutro per incontrare esponenti della cosca Arena. I Vallelw1ga e Fral12è aVt'eb­beroaccompagnato Masciari a San Leonafdo di Cutro, nell'abitazione di Sc.-erbo, dcr vel'imprenclitore avrebbe in· contrato lo stesso Scerbo, Trapasso e gU Arena e avreb­be acconsentito al pagamen-

Nicola Arena

todellasommadi 50 rnmoni. Dopo qualche tempo Cosimo Vallelunga avrellbe accom­pagnato Ma.sciari a San Leo­nardodiCutrocloveYimpren­ditore avrebbe consegnato a mani a Scerbo 30 milioni in contanti. Cosimo Va.llelu11ga avrebbe, dunque, sollecitato aMasciariilpagamentodella somma residua di 20 milioni che alla fine l'imprendito1·e avrebbe consegnato a mani

(9 anni) (non luogo a ~rocedere) (non luQgo a 12rocedere) (non IUQgO a ~rocedere) (Banni) (Banni) (Banni) (Banni) (7 anni) (7 anni) (7 anni) (Banni)

Giovanni Trapasso

allo stesso Vallelunga che l'avrebbe a sua volta conse­gnata agli Arena. Questo l'episodio in forza del quale U prooessosicelebraaCrotone. Ma Arena, Scerboe Trapasso e Salvatore Cossari erano an­che accusati di oo.noorso in violenza. privata nei confron­ti cli Masciari: avrebbero im­posto all'i1nprenclitore che fosse lo stesso Cossari a ese­gui.re lavori di sbancament-0.

9anni 8 anni e due mesi 8 anni e guattro mesi non luogo a ~rocedere non luogo a ~rocedere assolto cingue anni e sei mesi 6anni cingue anni e sei mesi sei anni cingue anni e sei mesi cingue anni e sei mesi cingue anni e sei mesi assolto

Pielro Scerbo

movimento terra e trasporto e rl'Jativo impiego dei mezzi meccanici. Arena., Scerbo, Trapasso dovevano rispon­dere sempre di concorso in violenza privata poiché avt·ebberoimpostoaMasciari che i lavori di impiantìstica icù'a.ulica e cli r iscaldamento dei fabbricati da costruire fossero realizza.ti da un im -putato poi deoecluto. Arena. Soerbo, Trapasso, Napolita-

no e Battagliaer".i.noaocusati cli concorso in violenza priva­ta nei confronti cli Masciari poiché avrebbero costretto qttest'ultimoadaooettarefor­niture di calcestruzzo della ditta Fasmico di Davoli. Da.­mia.no, Così.mo e Salvatore classe'61 Vallelunga, Arena, Trapas..<;0 e Scerbo, erano ac­cusati di concorso in estor­sione nei confronti dell'im­prenditore edile RaffaeleZin­zi impegnato nella reali:r.zo1.­zione dell'edificio destinato alta.case.rmadei carablniel'i a Serra San Bruno. Damiano, Cosimo, Salvatoreclasse'61 e Sa.lvatoreclasse'59 Valleltm­ga, idueArena,ScerboeTra­passo dovevano l'ispondere di oonoorso in tentata estor­sione nei confronti dello stes­soZinzi (furonoesplosi al'ucr co incrociato, da almeno tre persone, colpi di fucile che at­tinsero un furgone e ferirono treoperaì). TrapassoeSoerbo erano. infine. aocusati di as­sociazione a delinquere di ti­po mafioso per aver fatto par· te di una cosca che sarebbe stata capeggiata da Nicola, Francesco e Carmine A1'Cna (gìà gì udicatì e rloonoscì utì colpevoli in separato p1'0Ces­so). Alle richieste di condan­na, risalenti addirittura al ~gio scorso, s'era associa­to 1 a\<vocato di parte civile Maria Claudia CC>nidi. Nove­mila.eurodi J·isarcimentoalle parti civili sono state dispo­si.e, infine, dal collegio presi­duto daMariaLuisaMingrcr ne che ha anche imposto, per la durata di tm anno, la liber ­tà vigilata a Scerbo e Trapas­so. t>ifensori erano gli avvcr cati Pietro Pilari, Luigi Fa.1-oone, Ft'ancesco Gambardel­la, Nicola Cantafora, Luigi Guilo, Giovanni Vecchio, i qttali halmo sostenuto l'in­sussistenza dell'associazione mafiosa e dei reati fine conte­stati, che per Arena, Scerbo e Trapasso erano aggravati dal metodo mafioso. E' stata. anche proopettata dalla. dife­sa la prnscrlzione di gran parte dei delitti, tesi soltanto in parte accolta.

a.a.

Tommaso
Evidenziato
Page 94: Pino masciari

35V I B O

GIOVEDÌ 24 gennaio 2008 calabriaora

Nuova stangata ai “viperari”I Vallelunga condannati dal Tribunale di Crotone. Sei anni al boss Damiano

Il Tribunale di Crotone, presieduto dal giu-dice Maria Luisa Mingrone con a latere MariaRosaria Di Girolamo e Giulia Proto, a conclu-sione del procedimento penale “Mangusta 2”- avviato grazie alle dichiarazioni del testimo-ne di giustizia Giuseppe Masciari ed a un’ope-razione dei carabinieri di Serra San Bruno,scattata il 15 aprile 1999 e coordinata dall’allo-ra pm distrettuale Giancarlo Bianchi - ha infer-to pesanti condanne ai vertici della cosca Val-lelunga, imputati assieme ad alcuni referentidelle ‘ndrine Arena di Isola Capo Rizzuto eScerbo-Trapasso di San Leonardo di Cutro.Dieci condanne, due assoluzioni e due nonluogo a procedere per il decesso di altrettantiimputati, questo il verdetto del collegio giudi-cante crotonese che ha sostanzialmente rico-nosciuto la validità dell’impalcatura accusato-ria sostenuta in aula dal pm distrettuale Ma-risa Manzini. Il pm, nelle sue richieste di pe-na giunte nel maggio scorso, aveva propostocondanne da 7 fino a 16 anni di reclusione. IlTribunale, invece, ha emesso pene dai 5 annie 6 mesi fino ai 9 anni. Condannati, quindi, ilboss delle Serre vibonesi Damiano Vallelunga,50enne, a 6 anni di reclusione; Cosimo Valle-lunga, 49enne, a 6 anni; Salvatore, Antonio,Rocco e Giovanni Vallelunga, rispettivamen-te di 46, 53, 36 e 59 anni, e Cosimo Franzé,42enne, tutti di Serra San Bruno, a 5 anni e 6mesi di reclusione; Nicola Arena, 70enne, bossdi Isola Capo Rizzuto, a 8 anni e 4 mesi; Pie-tro Scerbo, 60enne, capobastone di San Leo-nardo di Cutro, a 9 anni, Giovanni Trapasso,59enne, braccio destro di Nicola Arena, a 8 an-ni e 2 mesi. Assolti, invece, Luciano Battaglia,54 anni, di Soverato, e Salvatore Vallelunga, 48anni, di Serra San Bruno. Non luogo a proce-dere, poi, per Salvatore Cossari, di Borgia, eCesare Napolitano, di Caulonia, deceduti du-rante il procedimento. Il collegio giudicanteha riconosciuto a titolo di risarcimento, per laparte civile costituita dall’imprenditore e testi-mone di giustizia Giuseppe Masciari, rappre-sentato dall’avvocato Claudia Conidi, 9milaeuro, più pene accessorie. Associazione a de-linquere di stampo mafioso e estorsione ag-gravata dalle modalità mafiose in concorso,questi i reati principali contestati agli imputa-ti, diversi dei quali già condannati, grazie alledichiarazioni dello stesso testimone GiuseppeMasciari, nell’ambito del maxiprocesso scatu-rito dall’operazione “Mangusta 1”. Lo stesso

INBR

EVE

IL TESTIMONEUn altro processo che siè incardinato grazie alledichiarazioni di GiuseppeMasciari, il supertesteprivato della scorta

I VIPERARICondannati i referentidella cosca Vallelunga diSerra San Bruno, in affaricon le ‘ndrine di IsolaCapo Rizzuto e Cutro

LE CONDANNENuovo successo per ilpm Marisa Manzini cheottiene condanne chevanno dai 5 anni e 6 mesiai 9 anni di reclusione

PRECEDENTIDiversi imputati sono giàstati condannati nelmaxiprocesso apertosidopo l’inchiesta“Mangusta 1”

A lato in senso orarioDamiano, Cosimo,Antonio e SalvatoreVallelunga. Sotto il pmMarisa Manzini.Adestra Pino Masciari

ex imprenditore di Serra San Bruno, balzatoagli onori della cronaca per il suo impegnoantimafia e per essere stato privato del servi-zio di scorta, sarebbe stato costretto a pagare50 milioni delle vecchie lire per assicurarsi laprotezione dei cantieri che aveva aperto neglianni ’90 a Catanzaro Lido per costruire 56 abi-tazioni per conto dell’Istituto autonomo casepopolari. Somma poi consegnata ai boss Are-

na, Scerbo e Trapasso. Intermediario del-l’estorsione sarebbe stato il capo del “clan deiviperari” Damiano Vallelunga, che assieme aisuoi accoliti avrebbe condotto Giuseppe Ma-sciari a San Leonardo di Cutro, dove avrebbeconsegnato a Pietro Scerbo 30 milioni di lire.Mentre il “saldo” del pizzo sarebbe stato con-segnato a Damiano Vallelunga che, poi,l’avrebbe consegnato a Nicola Arena. Damia-

no, Cosimo e il più anziano dei due SalvatoreVallelunga sono stati riconosciuti colpevoli diestorsione nei confronti dell’imprenditore ca-tanzarese Raffaele Zinzi, impegnato a Serranella costruzione della caserma dei carabinie-ri e costretto a pagare una mazzetta di 80 mi-lioni di vecchie lire per la “protezione”.

«Stanco di subire intimidazio-ni e richieste di tangenti, dopoaver aver bussato, inutilmente,alle porte di alcuni esponentidelle forze dell'ordine - raccon-ta Pino Masciari - il 22 novem-bre del 1994, giorno del comple-anno di mia moglie, chiamail’allora comandante della sta-zione di Serra San Bruno, mare-sciallo Nazzareno Lopreiato. Dalì cominciò la mia vicenda di te-stimone di giustizia e la mia finedi imprenditore». Un testimonedefinito dall’ex procuratore an-timafia Pierluigi Vigna, come

uno dei più importanti. Quellodi Crotone è il quinto processoscaturito dalle denunce di Ma-sciari costituitosi sempre partecivile, con procedimenti tutticonclusi con condanne per gliimputati, nonostante le carenzedel servizio di protezione abbia-no spesso impedito a Masciaridi poter esercitare il suo ruolo ditestimone. «Ho appreso delle

condanne nella località protettain cui mi trovo - ha detto Ma-sciari - Ma la sentenza arrivadopo quasi 10 anni, un temposcandaloso, in quanto gli estor-tori sono liberi, mentre io, sonostato portato in esilio dove vivocon moglie e due figli, in conti-nuo pericolo di vita perché scar-samente protetto. Vorrei tornarea fare l’imprenditore - ha detto

Masciari - sarebbe questa la for-ma migliore di risarcimento daparte dello Stato. Vorrei rifarmiuna vita, dimostrando così alla‘ndrangheta che lo Stato è piùforte. Ho due figli minorenniche non conoscono i nonni - haconcluso, commosso, Masciari -e mia moglie, all’epoca, era unaffermato medico dentista».

Michele Garrì

la reazione

«Dieci anni per un processo, uno scandalo»Il commento del supertstimone Pino Masciari dalla sua località segreta

processo “nuova alba”I 34 imputati di “Nuova al-

ba” davanti al gup distrettualeAntonio Rizzuti. Ieri, nell’aulabunker di Catanzaro, sono sta-te sollevate le prime eccezionipreliminari degli avvocati degliimputati per i quali il pm Mari-sa Manzini, il 19 dicembre scor-so, ha chiesto il rinvio a giudi-zio. In particolare sono interve-nuti, con articolate argomenta-zioni tecnico-giuridiche, i lega-li Enzo Gennaro, Salvatore Sta-iano, Giuseppe Di Renzo,Emilio Stagliano, Bruno Gani-no e Michelangelo Miceli, i qua-li hanno sollevato questioni inordine alla presunta nullità del-l’avviso di conclusione delle in-dagini per omessa notifica aidifensori e in ordine all’inutiliz-

zabilità di alcune intercettazio-ni e di alcuni atti depositati, poitrasmessi al gip prima che neavessero preso cognizione i le-gali del collegio difensivo. Abuon fine è andata, al momen-to, con il verdetto del gup, l’ec-cezione dell’avvocato Gennaro,difensore dell’imputato Paoli-no Lo Bianco. Il giudice ha di-sposto, infatti, la restituzionedegli atti al pm che dovrà pro-cedere alla reiterazione dellanotifica all’imputato e allo stes-

so avvocato difensore. Sulle al-tre eccezioni sollevate dai lega-li Staiano, Stagliano, Di Renzo,Ganino e Miceli, il gup si pro-nuncerà nel corso della nuovaudienza che è stata fissata per il26 gennaio. Il calendario delleudienze vedrà poi il ritorno de-gli imputati davanti al giudiceRizzuti il 29 e 31 gennaio e infi-ne il 2 febbraio, data entro laquale il gup potrebbe pronun-ciarsi sulla richiesta di rinvio agiudizio. Diversi imputati po-

trebbero, però, optare per il ritoabbreviato (alcuni hanno giàpresentato istanza, fra questiSalvatore Mantella e CarmeloLo Bianco detto “Caprina”) che,in caso di condanna, consenteuno sconto della pena pari a unterzo. Durante l’udienza di ieriha presentato istanza di costi-tuzione di parte civile l’avvoca-to Giovanna Fronte che assisteil testimone Giuseppe Scriva.Lo stesso Scriva ha chiesto lacostituzione di parte civile

esclusivamente contro Carme-lo Lo Bianco (‘32) ritenuto il ca-po dell’omonima presunta co-sca. Al momento non si sono re-gistrate altre istanze di costitu-zione da parte degli enti - Re-gione, Provincia e Comune diVibo - già parte civile nel pro-cesso “Dinasty”. La posizionedell’indagato Leoluca Lo Bian-co, stralciata in precedenza perun difetto di notifica, invece,sarà discussa il 3 febbraio.

g.bag.

Prime eccezioni dei difensoriGiuseppe Scriva si costituisce parte civile contro Carmelo Lo Bianco (‘32)

GIUSEPPE [email protected]

Tommaso
Evidenziato
Page 95: Pino masciari

24 ore in CalabriaGiovedì 24 gennaio 200816

CATANZARO - E adessochiamiamoci tutti Masciari.Proprio come il “testimoned'ingiustizia”, per dirla congli “Amici di Beppe Grillo”,che, ancora una volta, hannofatto sentire la loro voce a fa-vore dell'imprenditore cala-brese al quale, di recente, ilministero dell'Interno ha re-vocato il programma di pro-tezione. Per farlo, sono anda-ti fino a Roma, i sostenitoridi Pino Masciari. E, lì, unadelegazione del Meetup diCatanzaro, insieme ai Mee-tup di Torino, Roma, Anco-na, Napoli e Bari, hanno sta-zionato davanti al Viminale eal Tar per tutta la mattinatadi sabato, muniti di centinaiadi provocatorie e simbolicheschede contenenti la richie-sta di cambio del proprio co-gnome in Masciari, raccoltesul blogwww.pinomasciari.it. Schedeinfine consegnate alla dotto-ressa Ferraro, consiglieregiuridico del vice ministroMarco Minniti, che ha apertouno spiraglio di luce verso larisoluzione della vicenda cheruota intorno alla figura diquesto imprenditore che, nellontano 1997, decise di colla-borare con la giustizia per fa-

re nomi e cognomi di boss egregari della 'ndranghetache, per anni, lo avevano sot-toposto ad un vortice di vio-lenze e richieste estorsive diogni genere.

Dichiarazioni dirompenti,quelle di Masciari, che comeprimo effetto ebbero quello dimandarlo lontano dalla suaterra insieme alla moglie e aifigli, in un esilio obbligatoche, a conti fatti, è servito so-lo ad impedire loro di viverela vita che si erano scelti. Maadesso sono arrivare le rassi-curazioni romane. Il Ministe-ro sta lavorando alla risolu-

zione della vicenda Masciari,ha affermato con sicurezzaFerraro, riferendosi in parti-colare alla necessità di con-sentire all'imprenditore di ri-prendere a lavorare in sicu-rezza. Il tutto immortalatodalle telecamere della web tv“Antenneattive” www.anten-neattive.org. Dove, ancorauna volta, Masciari potrà di-re di non sentirsi abbandona-to da quella parte di societàcivile che, in ogni occasione,gli si stringe intorno facen-dogli sentire tutto il propriocalore. Come stanno facendoi membri del Meetup di Ca-

tanzaro. «Del resto - dicono - non ci

aspettavamo nulla di più.L'obiettivo era quello di farsentire il fiato sul collo ai rap-presentanti delle Istituzioniche hanno il dovere di pro-teggere ed assicurare un fu-turo alla famiglia Masciari.E' quello che stiamo facendoda alcuni mesi ormai, soloper amore della verità e dellagiustizia. Se la storia di Pinoe della sua famiglia non di-venta un esempio positivoper tutti gli italiani onestiche hanno perso la fiducianelle istituzioni - concludono- allora 10 anni di sacrifici diquesta famiglia non sarannoserviti a nulla».

Singolare iniziativa degli “Amici di Beppe Grillo” a favore del testimone di giustizia

«Chiamiamoci tutti Masciari»Il Viminale rassicura: «Presto la risoluzione del caso»

di STEFANIA PAPALEO

La consegna delle richieste di cambio del cognome consegnate al-la dottoressa Ferraro del Viminale e (a lato) Pino Masciari

Vibo, confermato il nodoal cordone ombelicale

VIBO VALENTIA – Oltre40 minuti. Tanto è duratol’esame autoptico sul fetomorto lunedì scorso edeseguito ieri sera, pocoprima delle 21, dal medicolegale Pietro Antonio Ric-ci, coadiuvato dal profes-sore Giulio Di Mizio. Al-l’autopsia, disposta dal so-stituto procuratore dellaRepubblica di Vibo, EnricaMedori, hanno preso parteanche il perito nominatodai genitori del piccoloAndrea (questo il nomeche avevano scelto per illoro bambino), Aldo Bar-baro, unitamente al colle-ga Francesco La Cava, in-dicato dall’unica personaindagata al momento inquesta tragica vicenda: ilginecologo GianfrancoMarataroIn base a quanto si è potu-to apprendere, l’esameavrebbe confermato ciòche i sanitari dello “Jazzo-lino” avevano riscontrato

durante il taglio cesareo: ilpiccolo sarebbe morto acausa della presenza di unnodo al cordone ombelica-le che, di fatto, avrebbe im-pedito ogni forma di ali-mentazione del feto stesso.Sarà necessario, comun-que, attendere il depositodella relazione definitivache sarà redatta dai con-sulenti incaricati dallaProcura vibonese, Ricci eDi Mizio, per capire si cisono responsabilità del gi-necologo in ordine al trat-tamento somministrato al-la sua paziente, seguita findalle prime fase della gra-vidanza, e agli esami dicontrollo effettuati neigiorni precedenti. Esamiche avevano mostrato co-me il feto godesse di buo-na salute. Tutto infattisembrava andare bene mala situazione è precipitatarapidamente nelle ore pre-cedenti il parto.

Gianluca Prestia

CooperativaAutonomieLocali

Tommaso
Evidenziato
Page 96: Pino masciari

16 Giovedì 24 gennaio 2008 24 ore in Calabria ilQuoticlicmo

Singolare iniziativa degli "Amici di Beppe Grillo" a favore del testimone di giustizia

«Chiamiamoci tutti Masciarl> n Viminak rassicura: «Presto ki risoluzione del caso»

Vibo, confermato il nodo al cordone ombelicale

di STEFANIA PAPALEO

CATANZARO - E adesso chiamiamoci tutti Masciari. Proprio come il "testimone d'imriustizia". per dirla oon g']j"'Ami.ci di Bep Grillo", Che, anoora una vo~. banno fatto sentire la loro voce a fa. vore dell'impreoditore ca.la. brese al quale, d i recente, il ministe1'0 dell'Interno ha re­vocato il programma di pro­tezione. Per farlo, sono ancia. ti fino a Roma. i sostenitori di Pino lv!asciari. E, Il, una delegwjone del Meetup di Catahzaro, insieme ai Mee­tup di Turino, Roma, Anco­na, Napoli e Bari, hanno sta­zionato davanti al Viminale e al Ta.r per tutta la mattinata di sabato, mtllliti di centinaia. di provocatorie e simboliche schede oontenenti la richie­sta di cambio del proprio co­gnome in Masciari, racoolte sul blog www.pinoma.<;cim'ì.lt. Schede iriflne consegn.~te alla dotto­ressa Ferraro, consigliere giw•idioo del vice ministro Ma.roo Minniti, che ha aperto \lllO spiraglio di luce verso la risoluzione della vicenda che ruota intorno alla figura di questo imprenditore che, nel lontano 1997, decise di oo~ bo rare oon la giustizia. per fa-

La consegna delle richieste di cambio del cognome consegnate al· la dottoressa Ferrara del Viminale e (a lato) Pino Masciari

tanzaro. •Del resto - dicono - non ci

aspettavamo nulla di più. L'Obiettivo era quello di far sentire il fl.ato sul collo ai rap­presentanti delle Istituzioni che hanno il dovere di pro­teggere ed assicurare un fu. turo alla famiglia Masciari. E' quello ('lle stiamo facendo da alcuni mesi ormai, solo per amore della verìtà e della giustizia. Se la storia di Pino e della sua famiglia non di­venta un esempio positivo per tutti gli italiani onesti che hanno perso la fiducia nelle istituzioni - concludono - allora 10 arUli di sacrifici di questa famiglia non sarnnno serviti a.nulla.•).

VIBO VALENTIA - Oltre 40 minuti. Tanto è du.rato l'esame autoptico sul feto morto lunedì scorso ed eseguito ieri set'a. pooo p r·imadelle 21, dal rnedioo teg-.<le Pietro Antonio Ri<.,'­ci, coadiuvato dal profes­sore Giulio D i Mizio. Al­l'autopsia, di.sposta dal so­stituto procuratore della Repubblica cli Vibo, Enrica Medori, hanno preso parte anche il perito no=to dai genitori del picoolo Andrea (questo il nome che a vevano scelto per il loro bambino), Aldo Ba1'­ba.ro, unii.a.mente al oolle­ga Francesoo La Ca.va, in­dica.lo dall'unica pel'SOna indagata al momento in questa tragica viOP.nda: il

durante il ~lio cesareo: il piccolo sarébbe morto a causa della presenza di un nodo al cordone ombelica­le cho, di fatto. avrebbe im· pedjto ogni forma di ali­mentazione del feto s00sso. Sarà necessario, comun­que, attendere il depoeito della relazione definitiva. che sarà redatta dai con­sulenti incaricati dalla Procura vibonese, Rioci e Di Mizio, per capire si ci sono responsabilità del gi­necologo in ordine al trat­truncnfu somministru.to al­la sua paziente, seguita fin dalle prime fa-<;e della ~r-..­vidam,a, e agli esanu ili controllo effettuati nei giorni precedenti. Esami che avevano mostrato co­me il feto godesse di bu~ na salute. Tutto infatti sembrava andare bene ma la situazione è precipitata rapidamente nelle ore pro­cedenti il parto.

re nomi e cognomi di boss e gregari dellB. ~idrangheta Che,-per anni, lo avevano sot­toposto ad un vortice di ID lenze e richieste estorsive di

ogni ~~e:;f· · diro ti DicuLi;l,ol WJ.Om mpen , quelle di Masciari, che oorne primo effetto ebbero quello di mandarlo lontano dalla sua terra insieme alla moglie e ai figli, in un esilio obbligato che, a oonti fatti, è servito so­lo ad impedire loro di vivere la vita che si el'8l10 scelti. Ma adesso sono arrivare le rassi­cti.razioni romane. Il Ministe­ro sta lavorando alla risolu-

PUBBLICITÀ LEGALE

LA LEGGE LA lMPONE. I CITIA.01.Nl LA ESIGONO.

QUFSTO GIORNALE LA DIFFONDE.

REGIONE CALABRIA Dipartimento n. 5 Attività Produttive Viale Cassiodoro Palazzo Europa

88060 Santa Maria di Catanzaro

AWISO

SI INFORMA CHE LA GRADUATORIA RELATIVA AL BANDO PUBBLICO POR CALABRIA 200012006 "CONCESSIONE DI INCENTIVI ALLE IMPRESE COMMERCIALI Al SENSI DELLA LEGGE N° 266/1997" È STATA PUBBLICATA SUL BUR CALABRIA N° 1 PARTE Ili DEL 04.01.2008 IN MODO INCOMPLETO.

SI COMUNICA CHE LA GRADUATORIA COMPLETA È IN CORSO DI PUBBLICAZIO­NE FATTI SALVI GLI EVENTUALI RICORSI GIÀ PRESENTATI.

Il Dirigente Dott. Francesco Simonetti

zione della vicenda Masciari, ha affermato oon sicW'ezza Ferraro, riferendosi in paru­oolare alla. necessità di oon­sentire all'imprenditore di ri­prendere a lavorare in sicu­l'El'ZZ<'l.. Il tutto immortalato dalle telecamere della web tv "Antenneattive" W\vw.anum­nea.ttive.org. Dove, ancora una volta, .Masciari potrà di­re di non sentirsi abbandona­to da quella parte di società civile che, in ~ <=asione, gli si stringe mtorno facen­dogli sentire tutto il proprio calore. Come stanno facendo i membri del Meetup di Ca-

-

~~ Gianfranco

In base a quanto si è potu­to apprendere, l'esame avrebbe confermato ciò che i sanitari dello "Ja.zro. lino" avevano riscontrato

+ + Rei;looe Calabria

Gianluca Prestia

u alone Eurnpea Fondo Sodale Europeo

Ministero del lavoro &

dellé Polltlclle Sociali U.C.O.F.P.L.

Olp. IO Sett. 3 Formazione Profe11slonale

POR CALABRIA 2000/2006 ASSE ru RISORSE UMANE - 08. I F.S.E. PRO(;EITO INTERREGIONALE "SISTEMA MODA"

In attua:rjonc: del Dc:c.reto del Dirc-ttore Gene-mie n. 11871 del 8/812007, l'A TS "Sl.MODA.CAL" c.osì composta:

('Qo.'l~ll\O Alll-Olh,'.lll'lk­Ull'.llb

Pr~mid'oo

tivvis:it. eh~· !>Uno apt:rte le iseri.z.iont ~r u 0 I S nHievi da 11.vvluru nell' 1>1.1tiv hà di Conn~icm" pti.l!f.~ lu 9c.d" d<: lla ECI PA Cal.abrlli $ila m Mcndidnò (CS)- Contrada Plt.i<qu::t.li. 86 - po:r- il c.u nso:guimcmto d ella q ualilica prof(.\$i<io nalé di:

•DESIGN ER DEGLJ ACCESSORI MODA E DEL GJOLELLO• S•; O& - C 4'.1ntnda Pa15quaH~ 86 - MEN"DIC INO (CS)-

rJ ..:orso e 81flt() programma.IO dAU.a R.c.gfooe Calabria e fi.m•nl:itUO d~I Fondo Social e Europeo (FSB). L'attività rormadva vemi.sv<>ha prCSS() f::.CIPA C A LABRJA Co1H.nlda Pasquali. 86- 87100 C..:OSENZA. U t:'Or$0 della dunìla di 1200 o~. tivrà in b:io pl'C$umibilmenté cntrù U mé~é di Febbraio l008 o le le;,doni j j c.(fenuerdnno da l L.un~dl a.I Ven crdi <.:Omptt!'O. c<m un impegno ma»imò di 6 ore giumalicre.

Pr(IOJO Prof~$3lc.ln• l4l-: n Dcsipcr dee:li ac;c.:essori e del gfo ic llo e lH.'I progertisu. che deve saper un.ire te<:nica e c reA1iv i1J&. cd esse.re in p do di conoscere e soddi&n.rc le csigcruc dcl s..::uoro orafb-arg~'tk-rc - gcmmoklgioo. Il OC$-ig.nc-r degli accessori ..:: dcl g1oicUo pi.:>g<.:ua. d isegna e definL~cc. la c.rca.doinc d cl prowtipo abblnand<> alle doti cr~ati-ve Je. o.:unpch .. --nu csscn:.daH po.'lr la reali~ltitiono ili un a<.:<.:e;siorio. nprodono m divef'lli colori c. fi'lntaik . Tal~ pi'<>geua~ione. èrt'~c.donc ~~viluppo viene gcncni.L01cnte 5vultu con meU>di Lrod.i:donali dcl d isegno. nu1 anche attmvcrw J'utili:.i:xu di prognimm.i wf\wim:t di SJ1'-l'io::a_

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Obienivi contenuti e localizzazione R equh1Ui l'"ichiesti 1•él'" Pammi~:11ion~

U progeno ò destinato a n. I S giovani e adulti uominVdonue che abbiano acq u isito uria quabflca profcssiooale <> un l.lipk>ma dJ i1c:uola. modi.a s upçrior<:. appart~nt:nti alla 1ip01ogia di ino«:upati o dis.occupati da ollr'e 6 n1es.i nc1 ca:io di di90Ceupati gi.ovaui (IS-24 ann.i d f eW) - Oppure da p tù d i 12 me~i . no:J 1:al'O di di!IUC:çu put-i :tduld (olt.-., 24 anni d i. e tà).

Mod•Ut• per l'iscriUone La domand a di i.11<.:ri:.:.-.io11e., p0ll'à es-9.:-ie ritirat,a pres110 Ja ~dé déll' ECLl"A CALABRJA. sita ln Ca.t• uxaru - Vla T ravér sa C•niOOor o 15/C- Tel. é

Fax 09S4-631$42 -096 1-61$ 17162920 o 11caric1Ull di.I sitQ internet www.ecinacal.it - o prc&"'> lutti i Co0m uni d ella Pro.., inci.:a di CS · Centri 1lCr r hnp~g<> <> p~so le Strunurei dell" A T'S e potrA essere Inviata a mo~ posta o presentata direuanlentie eni.ro te IO"' 13.JO dd J I Cen11.aio 20-08) (non l'à fede iJ timbro postale). hl ba!OC a lla nor1nativa vlgcmc. 1lon po8801lO ptcseinare doma.1\da ct·L<1crizlonc al suddcuo c:otso rutti coloto e.be ha1l1lO cons.egu.ito uu a ucslat.:> di qualifica negli uldmi 4 anuì fotmalÌV• (cicli di alm~o 2400 ore) presso Centtl dl f'onnui-Ol'•C: l'rolbssi<>natc RègionaU, o cotwen::d<>na1L in <>ssequi<> a quanto pl'\WìS-t<> dallit. legge 84.Snli e da.Ila L..R. 11° 18/ 85.

Se.ll':done Nel Cll!KI In e ui te domande coeiedal'lo. rlspe1to, posta dlspon ibill ( 15). sarA etY'e.uuata la se.le:z1one oon pro.;e a tthudlllali di. basi?. (questiouario -c:l.:1bornti li<:ritti), colloqui fi n.:aliz7.:iti ii \'c: rific11.rc l"idone ità, le 11tti tudin i e le motiVl:l-7.io nL La g r11.du.:atori.1t fi na le $1:1.rà fonnuhal.ll n el ri$petto della nonn.ativa n:sion:dc di riferimento. Gli nmm~l!'i 11a.mnno ~ttQpc:i,;ti a v-i:dtn m cdtcn pef' il ri ln.<ic:i c;i d c:I Certificato di idoneibi ~anitari i'I ai ~n~i dcll 'nrt. l6 lc tlCra" - Ot.ss 62(i/94. 6\'Cl)tunli soggetti riJ;\,lltnti ooo id(lnei s11mnno csclu5i dal c:o-ns.o e $0'Stituit i facen do SC<:11TCrc la gradun.tc;iri ;a, OLI amm essi d ovranne> preseotarc p rima dcU-l.nlzlo dcl CotSO. la scguerue doeumcnuizlooe In carta Jibeta! - Fotocop{a codice fi.!lcate~ - Numero 2 (d'Ue) fotografie fol':lrtato tcsacni: - Copia del tlrolo di s1udio posseduto o autocertiflea:donc dell'obbligo lbnrtativu. a l sensi del.l ' art. 4 dclhl Legge 04/0 1168n° 14 nel tt>Sto i:1100i(ic-..ato.> .:-d Integrato da.Ila Lcgg~ I S/05197 n° 127 e del 0.1'.R . 20110198 n 9 403.

l\>1J$ure di sostegno La parh~dp•mlle al e-orso f: gratuita. l..c: spese. 801~0 a totale-. carloo dcl tlnanziaa~emo, Agli a Uh!fV'i s.r à e-or risposto un ln(flbti"o ora.rio di E: 1.2~ r-appol'"tllto alla t'rrcttiv• pl'"C'ffn~ a 1,·•rnalkr11. A g li allic:\• i frequentanti non rC-11identi ne l com une Jiedc del co~o s 11.rà c-0rri~to il rimbor.co 'f'CSC

di vil*ggio c-qu ivu.lcntc ;il C.c)Sto degli abl;l<,mumenti u tilizz:iti per i mc:r,z;i pubblici. Agli allievi vcrrli f()n)i ll) in c;o ltrc il Q.l a tcrialc didattico ( l ibri, qmadcmi, d ispeon$C, ecc) Q.(ll)ch é il mntcrinle ncc.:ci;$nrio per le c~rcitaz.ic;m i pr11.ticbc.

A cc:mclusionc del pctt'Otso fu!"m1tlvo, agli allle .. ·I e hc supcrera.1rno le ptO\'C fì.nall. satà rUaselato ''1'Ane.stato di Qua.Ufic• ... al scusi della. legge l\08 4 5 dcl 21/ J 2178 art. 14 e della L.R. n . I 8/8S valido. pe:r l'avvia.ncJ\tO al lavoro, aU"loquadtarncnto aa.tcndale ed alla pat1eeipa2ione ai 1n 1bbllci ooneorsl..

l Jltcl'"io ri in(Qr-n:uu~ionl pouono c:uc:rc- l'"ichit."'t c a ll 'Ente C aponla F.CIPA CAL ABRIA Vi:a ,.r-avc:rs• C:aH;Od(lrO IS/C • Cat• n:u.r-n - Tel. e ..... 11:

()98416..11841 - 096.1/615J7 - 0961161910

n 'Pl'"c11ide ntc dell1A't'S SIMOOACA.L

Pasquale Coseu:.r..a

1,.'Aqc:,.;:11or-atC) Reelc.rn•lc alla f'orma.Uone 1• .. ortsslor1•le

u Olr"igeute d~I SettoN' n, 3 oou~sa Cot1eetUna Oi Gesu

Tommaso
Evidenziato
Page 97: Pino masciari

Fonte: www.obiettivo.info

ATTENTATO PM DOMINIJANNI. TESTIMOME GIUSTIZIA. TEMO PER LA MIA VITA

- Vibo Valentia, 28 gen. – Il piano della ‘ndrangheta per uccidere il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Gerardo Dominijanni, fortunatamente fallito grazie ad alcune intercettazioni, oltre ad aver suscitato forti preoccupazioni nella sua sfera privata e in quella giudiziaria, ha seminato terrore e sconforto anche nel testimone di Giustizia Pino Masciari, l’ex imprenditore vibonese che vive in una località cosiddetta protetta. “ temo per la mia vita e per quella dei miei familiari – ha detto all’(AGI) appena ha appreso la notizia – perché se hanno osato attentare alla vita di Dominijanni – che è super protetto come è giusto e doveroso, figuriamoci alla mia che non lo sono e che con le mi e denunce ho fatto condannare i suoi stessi presunti attentatori, quelli del clan Novella- Gallace, dell’operazione Mithos, Revange, che sta a significare gli Arena, Scerbo, il Vallelunga che proprio l’altro ieri hanno subito una raffica di ulteriori condanne, ma che nonostante ciò sono più forti di prima al punto di progettare un attentato alla maniera di Falcone. Cosa vuole allora lo Stato? Portarmi una corona dopo che mi hanno eliminato? No, grazie, no! Io la mia parte l’ho fatta oltre 10 anni fa quando, nel pieno della mia attività imprenditoriale, mi ribellai e denunciai le ‘ndrine di mezza Calabria ed un comitato d’affari parallelo che mi vessavano con continue richieste estor sive e attentati. Per me fu la fine. Mi deportarono in questa località dove sopravvivo con moglie e figli che protetta e segreta non lo è affatto, tentando di impedirmi persino di esercitare il mio ruolo di testimone di giustizia e di parte civile in tutti i processi in cui mi sono costituito. Dopodomani – aggiunge con le lacrime agli occhi – con il “treno della memoria” assieme con i ragazzi di Libera, partirò per Cracovia per rendere omaggio alle vittime del Nazifascismo, un brutto ricordo che pensavamo cancellato per sempre dalla memoria, ma che purtroppo affiora sotto altre vesti ed altre forme” Masciari ha annuncia che al suo assumerà iniziative davvero eclatanti. Non vedo – prosegue Masciari - perché se ad incominciare dall’allora procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna, sono stato rite nuto il più importante testimone di giustizia, lo Stato mi debba riservare mi debba ignorare e riservare questo trattamento che potrebbe significare l’anticamera della morte fisica e civile, mentre io continuamente chiedo di essere protetto in base al grado di pericolosità, mi è stato detto infatti chiaramente che in Calabria non posso mettere piede, e di poter ritornare a fare l’imprenditore sia per ritornare a vivere sia per far capire alla ‘ndrangheta che lo Stato è forte e non abbandona i testimoni di giustizia”

28/01/2008

Page 98: Pino masciari

«In questa campagna elettoraleLibera non scenderà direttamentein campo, per come già ha precisa-to il nostro presidente nazionaledon Luigi Ciotti, ma con ciò non si-gnifica che ce ne staremo con le ma-ni in mano. Ci orienteremo versoquei partiti che non “puzzano” dimafia». Ad affermarlo monsignorGiuseppe Fiorillo, presidente pro-vinciale dell’associazione antimafiae antiracket Libera della provinciadi Vibo Valentia, nel corso diun’assemblea con gli scritti che si ètenuta l’altra sera nella sala del Va-lentianum. E l’appello di don Fioril-lo, amato arciprete del duomo diSan Leoluca, affiancato da don Ni-no Vattiata, responsabile dell’areaper i problemi culturali, pare nonsia destinato a rimanere uno slogan.«Da domani - ha infatti aggiunto

don Fiorillo - cominceremo a farstampare dei manifesti e ad inviaredelle lettere alle segreterie dei par-titi affinché si astengano dal candi-dare personaggi non solo con sen-tenze passate in giudicato, ma an-che condannati in primo grado.Questo vale - ha proseguito - nonsoltanto per quanto riguarda le ele-zioni nazionali, ma anche per quel-le locali. A questi ultimi chiedere-mo anche una dichiarazione che at-testi l’impegno a costituirsi parte ci-vile in tutti i processi di mafia». Edè stato così che l’assemblea indettaper discutere dei problemi organiz-zativi di Libera, inevitabilmente èfinita con l’affrontare anche temidi scottante attualità politica. Libe-ra, insomma, in una città comequella di Vibo Valentia che don Ni-no Vattiata ha definito «addormen-

tata e apatica», vuole stimolare lacoscienza di tutte le persone, giova-ni soprattutto, affinché della legali-tà ne facciano la propria bandiera».Ieri, inoltre, una delegazione guida-ta da Antonio Lavorato, responsa-bile dell’area “beni confiscati”, si èrecata dal sindaco per chiedere unimmobile ove vendere ed esporre iprodotti di “Libera Terra”, coltivatisui terreni confiscati alla mafia. Al-tro passo ufficiale, sarà quello del-la richiesta per la concessione dellacittadinanza onoraria a Pino Ma-sciari, il testimone di giustizia vibo-nese, che ha denunciato e fatto spe-dire in galera i boss delle più poten-ti cosche calabresi che vessavano lasua attività imprenditoriale e con-tro i quali si è costituito parte civilein tutti i processi.

Michele Garrì

Libera: «Basta alla politica in odor di mafia»Il monito del presidente provinciale dell’associazione che invierà una lettera ai partiti

l’ora di ViboTelefono: 0963.547589 - 45605 Fax: 0963.541775 Mail: [email protected] - [email protected]

MERCOLEDÌ 13 febbraio 2008 PAGINA 33

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Ariganello 0963.596494Buccarelli 0963.592402Centrale 0963.42042David 0963.263124Depino 0963.42183Iorfida 0963.572581Marcellini 0963.572034Montoro 0963.41551

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Capitaneria di Porto 0963.573911Carabinieri 0963.592404Corpo forestale dello Stato 0963.311026Guardia di finanza 0963.572082Polizia municipale 0963.599606Polizia provinciale 0963.997111Prefettura-Questura 0963.965111Vigili del fuoco 0963.572900

EMERGENZE

Suem 118Ospedale 0963.962111Pronto soccorso 0963.962235Guardia medica 0963.41774Consultorio familiare 0963.41014-472105Croce Rossa Italiana 0963.472352Mimmo Polistena Onlus 0963.94420Guardia costiera 0963.573911Soccorso stradale Aci 0963.262263

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l’appello

Don Peppino Fiorillo

verso le elezioniBruni si dimetteIeri l’annunciooggi la consegna

Bruni, ora o mai più. Ie-ri il giorno dell’annuncio.Ad assessori, consiglieri eamici di partito. Oggi, nel-l’ultimo giorno utile, laconsegna delle dimissioninelle mani del segretariogenerale dell’amministra-zione provinciale, Ulderi-co Petrolo. Il presidentissi-mo chiude una fase dellasua carriera politica e spe-ra di aprirne un’altra. Almomento non sa ancorase per lui il Partito demo-cratico riserverà un postosicuro per approdare inParlamento. Ieri, davantiagli «amici», è apparso«realista». Ci sono diversipassaggi, superati i qualisi potrà scrivere il suo fu-turo. In parte dipende dal-l’ingresso di Italia dei va-lori nelle liste del Partitodemocratico e ciò stringe-rebbe ulteriormente glispazi, anche in Calabria.Poi bisognerà prendereatto delle «linee guida»che saranno impartite daWalter Veltroni durantel’assemblea nazionale chesi svolgerà sabato a Roma.Se non ci saranno ulterio-ri restrizioni, dovute adesempio, al principio del-l’alternanza uomo-donnanelle liste, Bruni si gioche-rebbe le sue chance nel-l’ambito della trattativatra le varie componenti re-gionali del Pd. Per quantoriguarda la Camera, gliuscenti del Pd sono sette,ma un deputato verràperso perché il vento è fa-vorevole al centrodestrache vincerebbe le elezionie godrebbe del premio dimaggioranza. Un altro,invece, sarebbe vittimadel calo di consenso chenel Pd si annuncia come«fisiologico». A conti fattirimarrebbero cinque i po-sti utili per la Camera. Equi Bruni deve trovarespazio. Davanti a lui, au-spicando che Loiero siacoerente con la sua deci-sione di non candidarsi, cisono Mario Pirillo e EvaCatizone. La partita è tut-ta qui. Può essere l’iniziodi una nuova stagione perBruni o la fine, nell’attesadelle elezioni regionali del2010. Perché una voltarassegnate, le dimissioni,con il decreto che il mini-stro Amato presenteràgiovedì, diverrebberopraticamente irrevocabili.

SPAGNUOLOprocuratoreLa Commissione del Csm ha proposto a larga maggioranza la nomina del coordinatore della Dda alla Procura di Vibo

Sarà Mario Spagnuolo, attualeprocuratore aggiunto e coordi-natore della Direzione distret-tuale antimafia di Catanzaro, ilnuovo capo della Procura dellaRepubblica di Vibo Valentia. LaCommissione per gli incarichidirettivi del Csm ha proposto lasua nomina al plenum, a larghis-sima maggioranza, con cinquevoti a favore, durante la sedutadedicata alla copertura delle Pro-cure della Calabria, i cui titolaridevono necessariamente esseretrasferiti. Si tratta di quei procu-ratori che hanno superato il limi-te massimo, fissato dalla riformadell’ordinamento giudiziario, diotto anni di permanenza nell’in-carico. Tra questi l’attuale capodella Procura della Repubblicadi Vibo, Alfredo Laudonio, chesarà destinato ad altra sede.

L’arrivo di Mario Spagnuolo aVibo Valentia è estremamente si-gnificativo, trattandosi del magi-strato che ha coordinato anche leattività del sostituto procuratoredella Direzione distrettuale anti-mafia Marisa Manzini, cioé del

pm che dal 2003 fino a oggi hamesso in ginocchio, con una se-rie impressionante di maxiope-razioni e successi processuali, lecosche mafiose del Vibonese. Da“Dinasty” a “Uova del drago”,passando per “Rima”, “Odis-sea”, “Nuova Alba”, “Domino”e “Rotarico”: processi e retate chehanno colpito al cuore le mag-giori ‘ndrine del Vibonese inau-gurando una stagione nuova do-po decenni di latitanza dello Sta-to sul territorio. Insomma, a Viboarriva un procuratore per il qua-le parlano i risultati e che per l’at-tività esercitata a Catanzaro co-nosce bene il tessuto criminalelocale, che non è permeato solodalla mafia, ma anche da vastesacche di corruzione troppospesso rimaste nascoste e impu-nite. Al suo arrivo, Mario Spa-gnuolo - che, logicamente conti-nuerà a lavorare in sinergia conil pm della Dda Marisa Manzini-, troverà un pool di giovani so-stituti che possono dare molto.Pochi, ma in gamba, capaci disobbarcarsi il lavoro sporco di

una Procura difficile comequella di Vibo Valentia, chemeno di un anno fa haperso il suo magistrato dipunta, Sisto Restuccia,che ha lasciato Vibo Va-lentia non senza de-nunciare un singolaresistema di monito-raggio attraverso di-spositivi di video-sorveglianza, all’in-terno della Procu-ra. Ulteriore casoche ha mostrato lafragilità degli uffi-ci giudiziari vibo-nesi, la cui credi-bilità era statagià messa forte-mente in discus-sione dopo l’ar-resto del giudicePasquin. ConMario Spagnuo-lo a capo dellaProcura si spe-ra in una nuo-va epoca.Pietro Comito

CAPO Il nuovo procuratore Mario Spagnuolo

Tommaso
Evidenziato
Page 99: Pino masciari

La richiesta dei ‘Grilli sanniti’: cittadinanza onoraria a MasciariData: 14-02-2008

Cittadinanza onoraria per Pino Masciari, imprenditore calabrese che si è ribellato al racket. E' la richiesta del gruppo “Grilli sanniti”, afferente alla rete di Meetup “Amici di Beppe Grillo”, presentata al sindaco e al presidente del Consiglio comunale, Giovanni Izzo. “I 'Grilli sanniti' - si legge nella nota - auspicano che la nostra comunità si faccia precorritrice fra i comuni italiani nel riconoscere l'assoluto valore, per la coscienza civile di tutti i cittadini, della testimonianza di vita di Pino Masciari nella lotta contro la mafia. Sarebbe questo un gesto di indiscutibile valore etico per un Comune che ha iniziato il 2008 all’insegna della lotta alla malavita ed all’usura mediante l’apertura di uno sportello dedicato alla raccolta delle denunce contro tali reati”. “Ci auguriamo che la testimonianza di Pino Masciari serva a forgiare la coscienza di noi tutti ed in particolare dei giovani di oggi, i soli con la potenzialità di rendere l'Italia di domani un Paese più giusto e civile. A tal fine i 'Grilli Sanniti' si stanno anche attivando per far conoscere l’esperienza di vita di Pino Masciari agli studenti degli istituti scolastici di Benevento”.

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Mercoledì, febbraio 20, 2008Io sono Pino Masciari

Ogni giorno, in media 200 persone leggono questo blog. Persone che non posso che ringraziare e rispettare. Ma oggi mi arrogo il diritto di regalarvi ad una persone speciale, senza chiedervelo, senza avvertirvi che quello che leggerete è un virus. Vi rubo un pezzo della vostra memoria per regalarlo a Pino Masciari. Pino è un uomo, ma anche un concetto, e secondo lui ogni persona in più che conosce la sua storia gli allunga la vita di un giorno. Si direbbe anche che ha doti poetiche, se non fosse che questa bella frase nasconde l'inferno. Pino Masciari oggi è un uomo che vive in località segreta, che quando va in giro per gli incontri con le scuole, con i giovani, lo fa con la scorta. Pino ha fatto condannare capi della N'drangheta, politici, giudici corrotti e consiglieri di Stato. Ma Pino ieri era solo un imprenditore, che a soli trentadue anni aveva appalti sparsi per l'Europa, per un giro di affari di centinaia di miliardi e con duecento dipendenti. Il padre era imprenditore, Pino era imprenditore. Ma un giorno, e so bene di cosa parla, gli chiesero dei contributi per gli amici in carcere. Pino però di amici in galera non ne aveva. Cominciarono col chiedergli il 3% sugli appalti e l'assunzione di persone vicine ai clan. Gente per bene gli N'dranghetisti, se pensate che invece il sistema politico-colluso gli chiedeva il 6%. Pino denuncia tutto dal primo minuto, nonostante le minacce, gli attentati e una fucilata a suo fratello. E allora cosa ci fa Pino in località segreta oggi? Semplice. Una notte lo Stato gli dice che il rischio per la sua vita è imminente e deve obbligatoriamente lasciare la Calabria perchè non si è in grado di garantire la sua incolumità. Lo deportano, in una notte. Io non sto qui a raccontarvi tutto quello che ha vissuto, ma avrei preferito non conoscere la storia di Pino Masciari, perchè vi do la mia parola che adesso ci penso ogni giorno, non riesco a dimenticare le sue parole, le parole di un uomo grande e grosso che chiede aiuto a bambini, ragazzi e anziani. Che ti lacera il cuore raccontandoti che i suoi bambini non sanno correre perchè sono cresciuti tra le mura domestiche, che un giorno, su una panchina, un amico del figlio continuava a chiedergli come si chiamasse di cognome e il bambino continuava a ripetere il nome. Non lo sapeva il cognome. Come faccio a vivere una vita spensierata io, sapendo che ogni mattina, quando esce di casa, potrebbe essere, l'ultima volta che lo fa? Perchè Pino nel paese in cui vive non ha scorta, non ha protezione. Tutti sanno chi è. Ma lo Stato gli ha categoricamente vietato di tornare in Calabria. Gli avevano anche vietato di andare alle udienze dei processi che grazie a lui si sono istruiti. E sapete che le dichiarazione non confermate in sede processuale equivalgono al nulla. Gli hanno revocato la protezione già una volta, poi lo hanno lasciato in Calabria, durante i giorni del processo, solo in una stanza d'albergo. Hanno giocato con un uomo che si è consegnato nelle mani di uno Stato indegno di accoglierlo, che da Pino dovrebbe trarre onore e non cercare in tutti i modi di seppellirlo mentre è ancora vivo. Se Pino Masciari si fosse piegato a quello che tutti fanno, pagare senza dignità, oggi sarebbe probabilmente uno tra gli imprenditori più ricchi della Calabria, con una bella moglie medico odontoiatra, e due figli che sono il suo ritratto. Oggi, per aver fatto quello che ogni italiano sarebbe tenuto a fare, vive in esilio, con i pochi euro che lo Stato gli passa, con il divieto di tornare a fare l'imprenditore e con la rabbia di chi sa di stare dalla parte giusta ma maledice questa Italia che va al contrario. Vi ho raccontato l'1% di quello che Pino ha vissuto e vive quotidianamente. Il suo sito è www.pinomasciari.org. Seguitelo, ha bisogno di tutti voi. E questo l'ho capito quando mi ha detto che è giusto commemorare e ricordare i caduti, coloro che sono morti perchè hanno fatto come lui, ma che non si deve aspettare che lo uccidano, per accorgersi di lui e poi innalzarlo ad eroe. Pino Masciari è vivo, stiamogli adesso vicini e non quando sarà troppo tardi.

posted by Benny Calasanzio at 2/20/2008 09:23:00 AM 0 comments http:// www.bennycalasanzio.blogspot.com/

Page 101: Pino masciari

'NDRANGHETA: CORDOPATRI, SOCIETA' CIVILE NON E' RASSEGNATA (ANSA) - CATANZARO, 21 FEB - ''Non e' affatto vero che in Calabria la societa' civile e' rassegnata all'oppressione del crimine organizzato. Lo posso affermare nella mia qualita' di teste antimafia e parte civile costituita in un processo che si celebra 'soltanto' dopo 12 anni dalle mie chiare e circostanziate denunce''. A sostenerlo, in una dichiarazione, e' la baronessa Maria Giuseppina Cordopatri, testimone di giustizia nel processo contro presunti affiliati alle cosche di Gioia Tauro. ''D'altronde - ha aggiunto - le vicende giudiziarie che hanno interessato imprenditori e commercianti calabresi che come Gaetano Saffioti, Pino Masciari, Roberto Molinaro, Giuseppe Grasso e tanti altri che hanno denunciato il racket, stanno li' a dimostrare che le istituzioni spesso espongono i cittadini onesti ad un vero e proprio calvario di incomprensioni, omissioni ed assenteismo''. (ANSA).

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12 Mercoledì 27 febbraio 2008 24 ore in Calabria

CATANZARO-storie di 'n­drangheta e aI?palti. Di presunti boss e picciotti. In un oontesto estorsivo che avrebbe visto come vittima. privilegiata il noto t.a;ti­mone di giustizia Giusep­peMasciari

Il processo scaturito dal­l'operazione "Mangusta" è approdato, ieri mattina, in Cote d 'appello di Catanza­ro. Dove i giudici, pur mantenendo saldo il ca­stello accusatorio messo su contro il presunto clan dei Viperari, hanno ridotto lepenepertuttigliimputa­ti.

Si chiude ca.sì un secon­do importante capitolo di un procedimento lnngo e fatiooso che ha visto alla sbarra coloro che la Procu­ra distrettuale antimafia. ha definito come gli appar­tenenti al "clan di oontrada Ninfo", quello dei "Vipera­ri'' di Serra San Bruno.

Estorsioni, minaoce, vio­lenze e altro ancora. Di ciò,

Operazione Mangusta. Ieri il processo in Corte d 'appello

Pene ridotte ai Viperari Vittima del clan il teste di giustizia Giuseppe Masciarl con l'a:5:avante determi­nata d forza intimida­trice derivante dal vincolo alla. cosca, dovevano ri­spondere i venti imputati del procedimento. L'ele­mento probatorio chiave si basava sulla prova testi­moniale offerta dall'im­prenditore catanzarese Giuseppe Masciari. Era la metà degli anni '90, aveva lavori appaltati per circa 25 miliardi di vecchie lire. Masciari contribuiva a so­stenere centinaia di fami­glie. Poi un'escalation im­pressionante di intimida­zioni, mazzette per centi­naia di milioni da pagare al

fine di dimostrare - aveva cruale parlare e alleggerire denunciato - il "rispetto" il peso dei suoi silenzi. Lo­alle famiglie delle Serre (il preiato conguistò la fidu­Vallelunga, gli Emanuele, eia cli Mascl.8.ri. Nel 1999 i Ciconte e i Pi.sano), di Iso- iniziarono così le deposi­la Ca Riz- zioni ai ma-zuto(gliAre- ---------- gistrati. na) e di Sove- Alia balTa re ta L'avvio del rafu (i Prooo- programma pio). Un di protezio-giorno, dopo il pre lU1tO clan ne. Giuseppe alcuni episo- Masciari eli-di che aveva- di contra eia Ninf o venne il SU-DO fatto crol- pertestimo-lare la. suafi- ne nel pro-ducia nello cesso ''Man-Stato e nelle forze dell'orcli- gusta'', a cari.co dei "Vipe­ne, trovò nel maresciallo rari'' delle Serre e dei boss dei Carabinieri Nazzareno di Isola e del Soveratese. Lopreiato un uomo oo~ Oggi il testimone ha perso

tutto. Vive blli1dato sotto scorta, con uno stipenclio di mille e 500 euro, con la moglie e i suoi due figli, iscritto ai ruoli dei testimo­ni di iustizia.

Di ~ronte ai magistrati ha seml?re sostenuto, con oonvinz:lone, tutte le aoou­se. Ha rioostruito i contatti oon gli ambasciatori delle cosche delle Sen-e, del Cro­tonese e del Soverate.se. Gli anni di minacce e di intimi­dazioni. I momenti in cui aveva chiesto aiuto e du­rante i quali in molti han­no ignorato il suo appello. Dicliiara.zi.oni fiume du­rante le quali sono stati

I Quotidiano

menzionati i nomi di politi­ci, sindaci, colletti bianchi, che hanno consentito di aprire nuovi filoni di in­chiootaa.nche in altri ptmti nevralgici della Calabria. Giuseppe Masciari conti­nua a girare per i tribunali della Calabria per deporre controboss e affiliati ai clan della 'ndrangheta.

Ieri la. riduzione delle pe­ne: 10 anni di reclusione e 1000,00 euro di multa per Da.mia.no Vallelunga; 3an­ni cli reclusione e 600 euro di multa per Cosimo Valle­lunga; 5 anni e 4 mesi quattro di reclusione e 535.00 cli multa per Salva­tore Vallelunga; anni due, mesi quattro e giorni venti cli reclusione ed euro 268,00 cli multa per Ma.ria Procopio; anni quattro cli reclusione ed euro 600,00 cli multa per Vittorio Pro­copio; e anni sei e mesi die­ci di reclusione ed euro 850,00 di multa per Anto­nio Pi.sa.no.

Tommaso
Evidenziato
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Gazzetta del Sud Mercoledì 27 Febbraio 2008 45

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Pene ridotte nei confronti dei “Viperari” e loro presunti affiliati

Mangusta 2, riformate in Appellole condanne per sei imputati

New Sunrise La macchina della giustizia sempre più ingolfata

Rimesso in libertàPaolo Lo Biancoper una mancatanotifica al difensoreIn precedenza era stato coinvolto nell’operazioneFlash e condannato dal Tribunale a 5 anni di carcere

Riparte domani davanti ai giu-dici del Tribunale il processoscaturito dall’operazione de-nominata Ricatto, la sanitopo-li vibonese scattata nel settem-bre del 2005 e dalla quale èsaltato fuori un giro di maz-zette attorno all’appalto delnuovo ospedale e nello stessotempo una serie di abusi rela-tivi alla stipula di alcuni servi-zi.

Il processo, benché spacca-to in tre tronconi, ripartirà conil fascicolo relativo all’appalto

Nicola Lopreiato

Scarcerato per decorrenza ter-mini. Questa volta a far leva suun “cavillo” è stato Paolo LoBianco, 45 anni, figlio del bossCarmelo Lo Bianco, persona chegli inquirenti ritengono unemergente dell’omonimo clan.Paolo Lo Bianco da circa un an-no, insieme ad altri esponentidella cosca, si trovava in carcereperché al centro dell’inchiestaantimafia sfociata nel febbraioscorso nell’operazione denomi-nata New Sunrise (Nuova Al-ba). In quell’occasione rimaserocoinvolte ben 34 persone, unavera e propria organizzazionemafiosa operante nella città ca-poluogo che faceva capo pro-prio a Carmelo Lo Bianco e al fi-glio Paolo.

Un’indagine che era andataavanti per circa due anni nelcorso dei quali è stato accertatoche il clan gravava sulla città co-me una vera e propria cappa,opprimeva e soffocava qualsiasiattività commerciale e impren-ditoriale, imponendo da unaparte la regola del pizzo edall’altra quella dell’usura.

E nei confronti di Paolo LoBianco, è stata formalizzataproprio l’accusa di associazionemafiosa, lo stesso capo d’impu-

tazione che ha interessato buo-na parte delle persone raggiun-te dai provvedimenti restrittivi.Secondo quanto contestato dal-la Procura distrettuale antima-fia, Paolo Lo Bianco e il padreCarmelo Lo Bianco sarebberostati i promotori di una estorsio-ne ai danni di un imprenditore.Attraverso altri affiliatidell’omonimo clan l’avrebberocostretto ad emettere assegniper un importo di circa 450milaeuro. Proprio uno degli autoridelle minacce, infatti, riferiva«sono andato là da quello che gliho messo la pistola in bocca, gliho dato un calcio e l’ho buttatosulla sedia...».

Paolo Lo Bianco ha potuto la-sciare il carcere perché la notifi-ca relativa al 415 bis, quella at-traverso la quale si comunica laconclusione delle indagini e cheprecede la richiesta di rinvio agiudizio, non è andata a buon fi-ne. Il provvedimento, infatti, èstato notificato solo a uno deidue avvocati difensori. Da qui ladecisione dell’avvocato EnzoGennaro di sollevare il proble-ma dinnanzi al Gup di Catanza-ro nel corso della prima udienzapreliminare tenutasi il 23 gen-naio scorso. Il difensore, infatti,ha chiesto e ottenuto l’annulla-mento della richiesta di rinvio a

giudizio, facendo leva propriosul difetto di notifica del prov-vedimento. A nulla è valso l’im-mediato rinnovo degli atti daparte della Procura distrettualeche aveva tra l’altro fatto pre-sente che Lo Bianco dal carcereaveva indicato un solo difenso-re, ma senza avere mai forma-lizzato la revoca del precedentelegale di fiducia.

Pertanto, da lunedì pomerig-gio Paolo Lo Bianco ha potutolasciare il carcere e ci tornerà so-lo in presenza di una condanna.

Paolo Lo Bianco, in prece-denza, era stato coinvolto an-che nell’operazione denomina-ta Flash condotta dalla Guardiadi Finanza e coordinata dallaDistrettuale antimafia di Catan-zaro. In quell’occasione eranostrati raggiunti da provvedi-menti restrittivi, per un giro diusura, anche Carmelo Lo Bian-co, successivamente processatoe condannato in primo grado aotto anni di carcere; VincenzoBarba, condannato a 4 anni e seimesi; Paolo Carchedi 5 anni;Giovanni Franzé 2 anni, Maria-no Fiamingo 2 anni e 4 mesi;mentre avevano patteggiato lapena Francesco Barba e Orlan-do Di Renzo. Condannato a 5anni di carcere anche Paolo LoBianco.�

In Aula oggi le 16 persone coinvolte nell’operazione Ricatto

Sanitopoli, riprende il processo

Altieri segretario

Avvocati,Pontorieroconfermatopresidentedell’Ordine

Il tabellone esposto in Questura il giorno della conferenza stampa dopo gli arresti relativi a “New Sunrise”

Riformata dalla Corte d’Appellola sentenza di primo grado neiconfronti di sei degli imputaticoinvolti nel procedimento scatu-rito dall’operazione “Mangusta2”, condotta nel ‘99 dai carabinie-ri e dalla Dda di Catanzaro, controil clan dei “Viperari”, ritenuta unadelle maggiori cosche delle Serrevibonesi. Inizialmente erano 20 lepersone implicate ma 14 furonoassolte, nell’ottobre del 2004, dalTribunale di Vibo. Per due di loroil reato era caduto in prescrizio-ne.

Ieri la Corte d’Appello di Ca-tanzaro (presidente Sirena, Mar-chianò e Petrini) ha riformato lasentenza riducendo le pene, no-nostante il procuratore generale

del nuovo ospedale nel qualesono imputati l’ex commissa-rio dell’Asl Santo Garofalo,Enzo Fagnani (faccendiereUdc), Domenico Liso e Dome-nico Scelsi del Consorzio di Bi-tonto che si era aggiudicato ilavori per la realizzazione del-la struttura. Nello stesso pro-cesso anche l’ex direttore delprocedimento Fausto Vitiello.

In Aula pure gli imputaticoinvolti nella vicenda del ser-vizio di risonanza magnetica equindi Santo Garofalo, Mauri-

L’avv. Antonio Pontoriero èstato confermato alla presi-denza del Consiglio dell’Ordi -ne degli avvocati. A rinnovarela piena fiducia nel suo operatosono stati i 15 componenti delConsiglio dell’Ordine che, do-po le elezioni dello scorso 28gennaio ed il successivo ballot-taggio del 2 febbraio, si sonoriuniti per la prima volta mar-tedì.

Nel corso della stessa sedu-ta, l’avv. Giuseppe Altieri è sta-to nominato segretario, men-tre l’incarico di tesoriere è statoattribuito all’avv. Angelo Ter-ranova. I tre sono, ora, chiama-ti a gestire il non poco lavoroche ruota attorno alla gestionedel Consiglio dell’Ordine. Nel-la recente elezione per il rinno-vo del Consiglio s’era presenta-to alle urne oltre il 70% degliiscritti all’Ordine ed erano ri-sultati eletti gli avvocati Anto-nio Pontoriero, Giuseppe Al-tieri, Santo Gurzillo, GiuseppeArcuri, Rosa Carmen Badola-to, Costantino Casuscelli, Pie-tro Chiappalone, Marcello Col-loca, Antonino Crudo, SergioLa Grotteria, Sonia Lampasi,Angelina Maria, FerdinandoPietropaolo, Gaetano Servelloe Angelo Terranova.�(p.b.)

Grisolia avesse chiesto la confer-ma della condanna per tutti gliimputati (difesi dagli avvocatiLuigi Gullo, Nicola Cantafora eAntonino Cersosimo). PertantoDamiano Vallelunga (ritenuto ilcapo dell’omonima “famiglia”) èstato condannato a 10 anni, ri-spetto ai 14 inflittigli in primogrado; Salvatore Vallelunga a 5anni e 6 mesi (inizialmente erastato condannato a 11 anni); Co-simo Vallelunga a 3 anni (6 in pri-mo grado). Ridotte anche le con-danne di Antonio Pisano (6 anni e6 mesi, rispetto ai 7 anni e 6 mesiiniziali); Vittorio Procopio (da 8anni a 4 anni) e Maria Procopio(da 5 anni e 6 mesi a 2 anni e 6 me-si).

zio Marchese (ex direttoreamministrativo dell’Asl) e Gio-vanni Emilio Regazzoni.

Il terzo troncone, invece, ri-guarda una serie di abusi e ve-de coinvolti l’ex direttore sani-tario dell’Asl Bruno Alia, non-ché Santo Garofalo, MaurzioMarchese, Mario Martina,Giuseppe Panio, Giuseppe Na-mia e Carmelo Lo Bianco. Ilcollegio giudicate sarà compo-sto da Bianchi (presidente)con a latere Gomez De Ayala eAlbarano.�(n.l.)

Gli imputati, a vario titolo, ri-spondevano di associazione ma-fiosa, estorsioni continuate, dan-neggiamenti e agguati.

La Corte ha estromesso dalprocedimento la parte civile, per-ché costituitasi in ritardo, rappre-sentata dall’avv. Maria ClaudiaConidi per conto dell’imprendito -re Pino Masciari. E nell’operazio -ne Mangusta, seguita dalla Man-gusta 2 un ruolo di primo pianol’ha avuto proprio l’imprenditoreMasciari di Serra San Bruno checon le sue denunce consentì diportare alla luce un fitto intrecciodi “affari” pressioni ed estorsioninel settore edile e degli appaltipubblici. Le dichiarazioni di Ma-sciari, che da tempo vive con la fa-miglia in altra località, ebbero unimpatto tale da coinvolgere “fa -miglie” e presunti affiliati non so-lo del Vibonese ma anche delleprovince di Crotone, Catanzaro eReggio. Non a caso l’operazioneviene ricordata come quella dellequattro province.�(m.c.)Damiano Vallelunga

Dirigerà Carmen Consoli e Max Gazzè

Il maestro Ferrarisul palcoscenicodel Festival di Sanremo

Il direttore d’orchestra Cle-mente Ferrari al Festival di Sa-nremo. Il musicista vibonesedirigerà nel corso della mani-festazione canora, sezione big,artisti del calibro di CarmenConsoli e Max Gazzè. Il mae-stro, molto apprezzato per ilsuo estro e la sua genialità, finda giovane si è formato allascuola di artisti famosi. Ferrarinasce come pianista-tastieri-sta, ma con il tempo, la sua in-nata verve musicale, lo porta adedicarsi alla composizione eall’arrangiamento con unacontinua ricerca di sonoritànuove.

Questa sua particolaritànon rimane inosservata e lo fainserire nel circuito dei musici-sti che contano a livello nazio-nale. Nonostante i suoi molte-plici impegni non disdegna dipartecipare ai tour degli artisticon i quali collabora. Ultima

tournèe è appunto quella conil vincitore del Festival di Sa-nremo dello scorso anno Si-mone Cristicchi, che lo ha por-tato a girare, in lungo ed in lar-go tutta Italia. Il maestro Fer-rari, inoltre, ha partecipato adaltri tour tra cui quello dell’ar-tista siciliana Carmen Consoli.Ha suonato il piano e le tastie-re nel lavoro di Marina Rei“L’incantevole abitudine”.

Il suo fiore all’occhiello, co-munque, resta la direzionedella “London session orche-stra” nei mitici studi dei Bea-tles “Abbey road” per ben duevolte , nel 206 e 2007. Ferrariha varcato anche i confinid’Italia in quanto è anche mol-to conosciuto all’estero, so-prattutto in Spagna e Messicodove, arrangiando e produ-cendo dischi ha collezionatosei dischi di platino e addirit-tura dodici d’oro.�(l.f.)

Agenda telefonica cittadinaFARMACIA DI TURNOFARMACIA CENTRALE - C.so VittorioEmanuele, 51 - Tel. 42042

GUARDIA MEDICAOrario: prefestivi: dalle ore 10 alle ore20; festivi: dalle ore 8 alle ore 20; not-turni: dalle 20 alle 8 all’Ufficio sanitario,tel. 93808 e Vibo Marina tel. 572621ACQUARO tel. 353289ARENA tel. 355312BRIATICO tel. 391946CAPISTRANO tel. 325548CESSANITI tel. 501005DINAMI tel. 0966/904478DRAPIA (Brattirò) tel. 68455FABRIZIA tel. 314156FILADELFIA tel. 0968/724425GEROCARNE (Ciano) tel. 356314JOPPOLO tel. 883336LIMBADI tel. 85990MAIERATO tel. 253399MILETO tel. 336303MONGIANA tel. 311214MONTEROSSO CALABRO, 325557NARDODIPACE tel. 313135NICOTERA tel. 886222PIZZO tel. 534102PIZZONI tel. 358688POLIA tel. 321157RICADI tel. 663818ROMBIOLO tel. 366011

SAN CALOGERO tel. 361092SAN COSTANTINO CAL., 331574SAN GREGORIO D’IPPONA 261483SAN NICOLA DA CRISSA, 73013SANT’ONOFRIO tel. 267214SERRA SAN BRUNO tel. 71354SIMBARIO-SPADOLA tel. 74776SORIANO CALABRO tel. 351433SPILINGA tel. 65500STEFANACONI tel. 508637TROPEA tel. 61366VIBO VALENTIA tel. 41774VIBO VALENTIA MARINA tel. 572621ZAMBRONE tel. 392450ZUNGRI tel. 664404

AMBULANZECroce Rossa italiana tel. 43843.Mimmo Polistena Onlus, 0963/94420

«118»Servizio d’emergenza sanitaria.

OSPEDALE CIVILECentralino tel. 9621Pronto soccorso tel. 962352

CARITAS - CENTRO SERVIZIPiazza Luigi Razza, 10 (Santa Maria delsocc.) tel. 0963/471750

COMUNETel. 0963/599111

CONSULTORIO FAMILIAREViale Matteotti - Tel. 096342014-472105

CHIAMATA TAXITel. 41490

IGIENE PUBBLICATel. 0963 962541-962537

ITALGASUfficio guasti tel. 800 900 999

POLIZIA MUNICIPALETel. 0963/599606

TELEFONO AZZURROLinea di emergenza tel. 19696 (gratuito)Linea istituzionale tel. 051/481048

EMERGENZA INFANZIAtel. 114 (24 ore su 24) sulla salute psi-co-fisica di bambini e adolescenti in peri-colo immediato.

VIGILI DEL FUOCOChiamata di soccorso 115Sala operativa tel. 0963/9969Uffici tel. 0963591648Distaccamento portuale 0963572900

BENZINAIO NOTTURNOSelf-Serv. TAMOIL Mesiano di Filandari

OSPEDALE CIVILE DI PIZZOCentralino - Tel. 0963/962983

OSPEDALE CIVILE DI SORIANOCentralino - Tel. 0963/962700OSPEDALE CIVILEDI SERRA SAN BRUNOCentralino - Tel. 0963/777111

OSPEDALE CIVILE DI TROPEACentralino - Tel. 0963/962800

CARABINIERIVia pellicanò, 19 tel. 0963/592404Pronto intervento, 112

QUESTURAVia S. Aloe, tel. 0963/965111Pronto intervento, 113Ufficio stranieri tel. 0963/965515Ufficio Relazione Pubb., 0963/965549

POLISTRADAVia Manzoni, tel. 0963/996611

SCUOLA ALLIEVI AGENTIPiazza D. Taverna, tel. 0963479111

GUARDIA DI FINANZAVia Emilia, 11 Vibo Marina: Pronto inter-vento, 117 - Roan: tel. 0963/572082

Il direttore d’orchestra Clemente Ferrari

Brevi

RADIO AZZURRA

Festival trasmessoin diretta da SanremoRADIO AZZURRA sta trasmet-tendo, anche quest’anno, indiretta da Sanremo, il Fe-stival della canzone italia-na. Il collegamento andrà inonda dal Palafiori tutti igiorni sino a sabato, dalleore 10 alle ore 12 e dalleore 16 alle ore 18. PippoBardari e lo staff della radiodiffonderanno in tutto ilSud Italia notizie, curiosità,interviste, gossip.

GUARDIA DI FINANZA

Pubblicati i bandiper l’AccademiaI GIOVANI di età compresatra i 17 ed i 22 anni inpossesso del diploma diistruzione secondaria di se-condo grado o che lo con-seguiranno entro il correnteanno scolastico, possonopartecipare al concorso a 55posti di allievi ufficiali dellaGuardia di Finanza. La do-manda va presentata entroil 6 marzo 2008.

ISTITUTO PREVIDENZA SOCIALE

Centralino guasto,attivo nuovo numeroSTA CREANDO disagi all’uten-za un guasto alla linea te-lefonica del centralino infunzione nella sede della di-rezione provinciale Inps. Perovviare ad ogni inconvenien-te e in attesa che la Telecomprovveda alla soluzione delproblema, è stato attivato ilnumero 0963-598298 alquale potranno rivolgersi icittadini interessati.

Antonio Pontoriero

Cronaca di Vibo

Tommaso
Evidenziato
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Fonte: http://fattialcubo.blogspot.com/2008/04/il-coraggio-e-le-lacrime-di-pino.html

Il coraggio e le lacrime di Pino Masciari

Paradossale, struggente, frustante. Tre aggettivi per provare a descrivere l’incontro di Pino Masciari con gli studenti dell’università della Calabria. Mercoledì 16 Aprile, una sala stampa insolitamente gremita ha assistito all’accorata testimonianza dell’imprenditore calabrese che da 11 anni vive a Torino, in pratica da quando ha avuto il coraggio e la tenacia di denunciare la ‘ndrangheta. Ci si rende conto subito che Pino è un uomo di Calabria, e nonostante gli 11 anni di “esilio”, il suo accento lo dimostra, tutto questo lo rende subito simpatico agli occhi degli studenti Unical. Paradossale dunque, perché la sua storia ha del sorprendente: Pino Masciari intraprese l'attività lavorativa nell'impresa edile del padre rilevandola, nel 1988, alla morte di quest'ultimo. Per i successivi tre anni Masciari ha pagato con riluttanza le pretese estorsive di politici e mafiosi. Nel 1990 decise di non sottostare al groviglio di ‘ndrangheta e politica e di non pagare il pizzo che questi chiedevano, tale rifiuto lo rese nei mesi successivi vittima di minacce furti e incendi quando nel 1994 si rivolge ai carabinieri di Serra San Bruno e diventa collaboratore di giustizia. Dopo quella denuncia Masciari ha perso tutto, impresa, amici e affetti, ed è in questo momento che le sue sorti diventano calvario e la sua storia assume i caratteri del paradosso, perché dalle sue parole ci si rende conto che il nostro è un paese dove le istituzioni non sono dalla parte dei giusti, un paese dove pentiti e liberi cittadini che denunciano i malavitosi vengono trattati con lo stesso riguardo, un paese, che a guardar bene i recenti risultati elettorali, dove il mangia cannoli Totò Cuffaro ha trovato posto in parlamento a discapito di Rita Borsellino. Struggente perché le parole dell’imprenditore toccano le coscienze degli studenti presenti, il rammarico e le lacrime del collaboratore di giustizia, sopraggiunte quando ha accennato alla sua partenza per il programma e alle ripercussioni che le sue denuncie hanno avuto sulla vita dei figli e della moglie, non lasciano indifferenti. Frustante perché la caparbia tenacia di Pino Masciari, che afferma di continuare a credere nelle istituzioni, e la constatazione di cosa le istituzioni hanno fatto per lui (niente), indigna le nostre coscienze, ci da un senso di impotenza e innerva la lucida consapevolezza che molte volte ribellarsi alla ‘ndrangheta è una battaglia cervantessiana. Gli abbiamo chiesto se alla luce di quello che la sua famiglia ha passato in questi anni abbia mai pensato che il denunciare politici corrotti e mafiosi sia stata una scelta sbagliata: “Mai - ci ha risposto - molte volte soffro per la situazione dei miei figli di mia moglie, ma mai ho rinnegato la scelta di ribellarmi, la scelta di denunciare i capi mafia di 4 provincie calabresi. Gli amici di Torino, le varie associazioni, i presidi sparsi in tutto il mondo mi danno il loro appoggio rendono le delusioni meno amare, e ti danno la forza di andare avanti.” Abbiamo ascoltato una testimonianza autentica, dunque, e la speranza è che lo slogan di Pino Masciari e di chi quotidianamente combatte contro la mafia si realizzi “ogni persona che viene a conoscenza della mia storia mi allunga la vita di un giorno.”

Carmine Mura

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Fonte: http://www.polizia-oggi.it/archives/00012164.html .

‘NDRANGHETA: COISP, SOLIDALI CON TESTIMONE MASCIARI

(AGI) - Catanzaro, 2 apr. - “Tutto il Coisp e’ solidale con l’azione dimostrativa di Giuseppe Masciari, l’imprenditore calabrese che non si e’ piegato al racket della n’drangheta, testimone di Giustizia, abbandonato dalle Istituzioni”. Cosi’ Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, si esprime in merito alle accuse di Masciari, pronto a tornare senza scorta e protezioni in Calabria, “dopo 11 anni di carente programma speciale di protezione, tale da far perdere il lavoro a lui e alla sua consorte e a vivere in costante pericolo”. “Dopo l’indulto, i benefici di legge, i programmi di rieducazione e reinserimento dei detenuti, le scarcerazioni “facili”, questo e’ quanto le Istituzioni sono capaci di garantire agli onesti cittadini - prosegue Maccari - ed e’ tutto molto sconfortante. Ed indecente. Ci ribelliamo a questa logica delle cose, all’attenzione sociale verso i delinquenti e alla trascuratezza nei confronti di chi espone la propria persona e l’incolumita’ della propria famiglia per seguire concetti come Legalita’: parola vuota incarnata nella realta’ da Masciari, che torna senza senso grazie al comportamento delle Istituzioni, che gli hanno tolto il pane, poi la liberta’, infine anche la speranza. Gente come Masciari deve essere considerata come eroi della societa’, capace di denunciare, di esporsi, di rinnegare la delinquenza - conclude Maccari - altro che delinquentelli che tirano estintori. Eppure verso di essi lo Stato non garantisce quanto sarebbe dovuto, fino a costringerli a gesti estremi. Undici anni di esilio, mancanza di protezione, buio nel futuro: questo e’ il premio concesso ai migliori cittadini. Non e’ cosi’ che si puo’ combattere la malavita organizzata, non e’ cosi’ che si possono spronare esempi. A Masciari va tutta la solidarieta’ del Coisp ed ogni azione egli voglia concordare perche’ gli sia reso onore, giustizia, futuro”. (AGI)

Com/Adv

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Fonte: http://rossocinque.wordpress.com/2008/04/03/pino-masciari-per-ora-un-eroe-speriamo-non-martire/

PINO MASCIARI. PER ORA UN EROE, SPERIAMO NON UN MARTIRE.

Pubblicato il Giovedì 3, Aprile, 2008 di Guy Fawkes

Con colpevole ritardo pubblico questo appello lanciato da Pino Masciari, Imprenditore Calabrese nonché testimone di giustizia condannato a morte dalla ‘ndrangheta, che per protesta verso le istituzioni che lo hanno lasciato solo al suo destino ha lasciato la località protetta senza scorta per ritornare nella sua regione e affrontare le conseguenze del suo amore per la legalità e per il suo diritto a una vita normale.

Per maggiori informazioni è disponibile il comunicato stampa in pdf oltre alla “diretta” del suo viaggio, accompagnato solo da due ragazzi del Meetup di Grillo di Torino, sul suo BLOG www.pinomasciari.org .

L’IMPRENDITORE CALABRESE GIUSEPPE (PINO) MASCIARI TESTIMONE DI GIUSTIZIA LASCIA LA LOCALITA’ PROTETTA SENZA SCORTA PER RECARSI IN CALABRIA COME FORMA ESTREMA DI PROTESTA IN ATTESA DELLA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONI E CONTEMPORANEAMENTE CHIEDE PER LA FAMIGLIA ASILO POLITICO O ADOZIONE AD ALTRO STATO:Sono un imprenditore calabrese che non si è piegato al racket, che ha denunciato, fatto arrestare e condannare decine di appartenenti al sistema `ndranghetista con le sue collusione all’interno delle Istituzioni. Inserito nel Programma Speciale di Protezione a partire dal 17 Ottobre 1997, portato via dalla Calabria e da allora sprofondato in un tunnel senza via d’uscita: in questi 11 anni non si contano i comportamenti omissivi tenuti dalle Istituzioni preposte alla mia protezione, contrari alla legge e prima ancora alla dignità della persona. Abbandonato al mio destino insieme con la mia famiglia, isolati, esiliati dalla propria terra, privati delle imprese edili e delproprio lavoro (mia moglie è un medico-odontoiatra).Prima mi hanno tolto il pane, poi mi hanno tolto la libertà, infine la speranza.Dopo 11 lunghi anni di attesa e di fiducia nelle Istituzioni oggi devo ammettere che non ci sono le condizioni perché la mia famiglia continui a restare ancora in Italia considerando la situazione di abbandono e l’assenza dei settori preposti alla protezione, che sarebbe dovuta avvenire in modo vigile e costante nella località (per così dire) protetta.La conclusione è che mi ritrovo facile bersaglio insieme alla mia famiglia della vendetta mafiosa, nell’allarmante contesto di ‘ndrangheta, acceso e dilagante.Pertanto chiedo formalmente al Presidente del Consiglio Romano Prodi, al Ministro dell’Interno Giuliano Amato e al Viceministro dell’Interno Marco Minniti con delega alla Commissione Centrale ex art. 10 L. 82/91 di risolvere tempestivamente prima della consultazione elettorale la mia annosa vicenda, garantendo il diritto al lavoro e la sicurezza presente e futura per me e la mia famiglia.Contemporaneamente chiedo formalmente ad una qualsiasi delle Nazioni dell’Unione Europea o altra Nazione l’ADOZIONE della mia famiglia, per mia moglie ed i miei due figli, perché si prenda cura di loro con la dovuta sicurezza.Io no! Scelgo di rimanere nel mio paese, a rischio della vita, per proseguire la strada della denuncia civile e legale dell’impotenza delle Istituzioni, che alle parole non fanno seguire i fatti concreti e per raccontare la verità sulla lotta alla mafia in Italia: chi non scende a compromessi con le dinamiche mafiose deve essere fatto fuori, in un modo o nell’altro.Lascio dunque in data odierna la località protetta per arrivare in Calabria ed affrontare quello che sarà il mio destino, mantenendo almeno fino in fondo la dignità che in questi anni ho difeso dagli attacchi prima della `ndrangheta e poi delle Istituzioni. Poi sarò davanti ai “Palazzi” di Roma e al TAR del Lazio dove giace

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vergognosamente arenato da più di tre anni il ricorso contro lo Stato che mi ha revocato ingiustamente il programma di protezione, che equivale alla condanna a morte.Lo farò in giro per l’Italia, fiducioso di trovare al mio fianco i tanti cittadini, associazioni, gruppi e Meetup, le forze sane delle istituzioni e della politica che ho incontrato in questi lunghi anni, che condividono la mia scelta e che si riconoscono nei valori della legalità e della giustizia.

La COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, già nella scorsa legislatura, la quattordicesima, aveva analizzato ed esaminato approfonditamente “il caso dell’imprenditore Giuseppe Masciari”, riconoscendo le ragioni di quanto esposto, (si rimanda ai seguenti documenti:Approvazione della Relazione del Comitato TESTI del 9 marzo 2005- Resoconto Stenografico della 69° seduta del 14 giugno 2005 - approvazione della Relazione di Minoranza del 18 gennaio 2006, pag. 72 “Testimoni di giustizia: una risorsa umiliata”).L’attuale COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, quindicesima legislatura, nella Seduta di martedì 19 febbraio 2008 ha approvato la Relazione annuale sulla ‘ndrangheta (Rel. On. Forgione) e la Relazione sui testimoni di giustizia (Rel. On. Napoli), che ha fatto emergere “le gravi cadute di efficienze del sistema di protezione dovute spesso a inettitudine, trascuratezza ed irresponsabilità” per questo “Lo Stato recuperi il terreno perso nei confronti di chi ha mostrato di possedere uno spirito civico esemplare”. Ha riconosciuto il rispetto dei diritti dei testimoni di giustizia, risorsa da premiare e non da umiliare. Nella relazione sulla `ndrangheta ha dichiarato lapericolosità mondiale di tale struttura criminale.Le Istituzioni, la politica, Confindustria, raccolgono collezioni di buone intenzioni cui non seguono fatti concreti. Non ho bisogno di pacche sulle spalle, ma di sicurezza, impiego e futuro per me e soprattutto per la mia famiglia.Se si permette che chi ha scelto di stare dalla parte della Giustizia maturi solo disagi diventando esempio tangibile del fallimento di una rapida risposta dello Stato, ciò non rappresenta una sconfitta solo per Pino Masciari, ma una sconfitta per l’Italia intera, una vittoria per la `ndrangheta, che ha continuato e continua a fare imprenditoria moltiplicando i suoi guadagni, tanto è vero che in Calabria ha un bilancio di 35 miliardi di euro sporchi, mentre al sottoscritto non gli viene restituito il diritto di ritornare a fare l’imprenditore. Addirittura il Ministero dell’Interno con delibera del 28 luglio 2004, così afferma: “non consente di autorizzare il rientro del testimone di giustizia Masciari Giuseppe e del suo nucleo familiare nella località di origine ritenuto che sussistono gravi ed attuali profili di rischio”.Una sconfitta per lo Stato Italiano, un messaggio devastante per chi domani si trovasse a decidere se denunciare o abbassare la testa di fronte alle intimidazioni mafiose. .Confermo fino alla fine e con fermezza che non ho alcun rimpianto per ciò che ho fatto, perché ritengo che la denuncia sia atto doveroso di ciascun cittadino che appartenga ad uno Stato che possa ancora considerarsi di diritto.

Lì 31 marzo 2008 f.to Giuseppe (Pino) Masciari

Contatti:[email protected]@gmail.comDavide Mattiello 3488079996Roberto Laddaga 3475129117

DIFFONDETE QUESTA NOTIZIA! E’ L’UNICO SISTEMA PER “SCORTARE” QUEST’UOMO E I SUOI CORAGGIOSI ACCOMPAGNATORI NEL SUO VIAGGIO CONTRO LE MAFIE.

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Sabato 5 Aprile 2008 Gazzetta del Sud44

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Il coordinamento provinciale riapre la scottante questione e ribadisce: la nostra associazione non ha alcun colore politico nè appoggia partiti

Libera si schiera con i testimoni di giustiziaPino Masciari esorta imprenditori, commercianti e cittadini ad avere un ruolo attivo nella lotta alle cosche

Giovanna Fronte, mons. Giuseppe Fiorillo, Alfredo Mercatante e Franco Gioghà

Marialucia Conistabile

Libera chiarisce e ribadisce di nonavere alcun colore e appartenen-za politica; Pino Masciari, l’im -prenditore oggi testimone di giu-stizia, lancia un appello ai settoriproduttivi calabresi, esortandoimprenditori, commercianti e cit-tadini ad assumere una posizionenetta «e un ruolo attivo e concretonella lotta contro l’arroganza ma-fiosa, tramite la denuncia».

A sei giorni dal suo rientro inCalabria, Masciari nell’esprimeregratitudine verso chi si è mobilita-to e si sta mobilitando (presidii so-no in atto o si sono già conclusi aTorino, Vercelli, La Spezia, Asti,Napoli, Trento, Taranto, Ferrarae Bari), sottolinea di essere torna-to nel Vibonese in quanto ferma-mente convinto che le istituzionisiano in grado di tutelare i suoi di-ritti e quelli della sua famiglia. Inqueste ore, intanto, la sua scorta èstata potenziata, mentre misuredi sicurezza sono state attivatenella località protetta per sua mo-glie e i suoi figli. Inoltre Masciariritiene opportuno precisare che ilblog www.pinomasciari.it è l’uni -ca «voce ufficiale attraverso cuisono reperibili documenti, video,interviste e comunicati stampa»da egli direttamente esternati.

Intanto, ieri mattina Valentia-num il coordinamento provincia-le di Libera ha rimarcato alcuniconcetti: Libera non ha colore po-litico e tantomeno appoggia al-cun partito. In parole povere l’as -sociazione fondata da don LuigiCiotti non si fa tirare la giacca danessuno e sbaglia di grosso chipensa di poterla strumentalizzareper fini elettorali. Alfredo Merca-tante, mons. Giuseppe Fiorillo,Giovanna Fronte e Franco Gioghà

sono andati dritti al cuore del pro-blema, ribadendo che nessunesponente di Libera parteciperà ainiziative di partito. Il riferimentoera alla partecipazione del coor-dinatore provinciale alla manife-stazione di Italia dei Valori in pro-gramma stamattina. «Il nostrostatuto ci impone di non interferi-re nè appoggiare questo o quelpartito –è stato sottolineato –per -ché Libera fa altro, promuovendoi valori di libertà e legalità».

Aperta e chiusa questa paren-tesi il discorso si è spostato su unterreno più consono all’associa -zione: la battaglia che sta condu-cendo Pino Masciari, testimone digiustizia. Caso che ha consentitoal coordinamento provinciale diLibera di allungare il tiro e porrel’accento sulla difficile situazioneche vivono tutti i testimoni di giu-stizia e di sollecitare una rispostachiara e inequivocabile dello Sta-to: «Reinsediando Pino Masciari,ma non solo lui, nel territorio do-ve per anni ha lavorato e vissuto,lo Stato dimostrerebbe di avere lacapacità e i mezzi per far sì che isimboli in carne e ossa di questabattaglia vincente contro la crimi-nalità diventino presidio perma-nente ed esempio concreto perpoter dire che la lotta a qualunqueforma di criminalità è possibile,potenziandola in maniera espo-nenziale».

«L’esilio a cui sono costretti peranni e anni i testimoni di giustiziacon i loro familiari – ricorda ilcoordinamento provinciale – è

paradossale per vari motivi. I te-stimoni di giustizia, perlopiù im-prenditori che hanno avuto il co-raggio di denunciare, sottraendo-si al giogo e all’oppressione dellacriminalità organizzata, vengonostrappati dal loro territorio e dailoro affetti e costretti ad abbando-nare la loro terra, senza nessunaprospettiva e tempi certi di poter-ci tornare». E ancora per mons. Fi-rillo, Mercatante, Fronte e Gioghà«non si capisce perché, una voltaesaurita la fase delle indagini conil rinvio a giudizio dei criminali,grazie alla denuncia dei testimonidi giustizia, il programma di pro-tezione non venga modificato».

A parere degli esponenti sulterritorio dell’associazione di donLuigi Ciotti è arrivata l’ora di pas-sare a una nuova fase e cioè «dallosdradicamento del proprio terri-torio, che chiaramente è finaliz-zato alla protezione degli stessi, alreinsediamento proprio lì dovequesti soggetti hanno profuso illoro contributo e il loro coraggio,facendo conseguire allo Stato ri-sultati di legalità e di lotta alla cri-minalità che non avrebbe mai po-tuto ottenere con gli strumenti or-dinari di cui dispone. Bisogna chelo Stato dimostri tutta la sua capa-cità di difendere, tutelare, ridarericonoscimento ai diritti fonda-mentali dei testimoni di giustizia–ribadisce il coordinamento di Li-bera – che altro non vuol dire cheridare agli stessi il diritto alla vitae alle relazioni sociali per troppotempo sospesi e annullati». Unasituazione che appare ancora piùparadossale se si considera che«dall’altra parte, ai criminali assi-curati alla giustizia, sono garanti-ti, e in maniera a volte sproposita-ta, tutti i diritti e i cavilli del pro-cesso penale».�

Potenziatele misuredi sicurezzaall’imprenditoredi Serra San Bruno

Valtur Nicotera

Pomeriggiola Cgilincontrai lavoratoriLa Valtur prima minaccia lachiusura del villaggio di Nicote-ra, poi torna sui suoi passi e pro-pone una diversa strategia chedovrebbe comportare soltantouna riduzione dei posti di lavo-ro e l’avvio delle assunzioni perla prossima stagione estiva. Isindacati, però, non si fidano evogliono vederci chiaro.

E mentre a Roma i vertici del-le organizzazioni sindacali si in-contreranno ancora con la Val-tur il prossimo 23 aprile, a Nico-tera il sindacato si spacca a va inguerra a ranghi sparsi. La Cisl ela Uil, infatti, avevano già indet-to un incontro con i lavoratoriper lunedì prossimo alle ore 15nella cittadina tirrenica, ma laCgil ha anticipato tutti e oggipomeriggio, alle ore 17, in unnoto locale di Nicotera Marinaterrà un’assemblea con i dipen-denti Valtur.

Alla riunione saranno pre-senti il segretario provincialedella Filcams Cgil, FortunatoPetrolo, e la delegata sindacaledella stessa organizzazione nelvillaggio Valtur di Nicotera,Giuseppina Megna. L’obiettivoè quello di esaminare la situa-zione e attivare tutte le iniziati-ve ritenute utili per la tutela deilivelli occupazionali esposti aserio rischio.�(p.b.)

Lettera di Enzo Romeo ai candidati alla presidenza della Provincia

«La sfida da vincere è di riappropiarsidell’identità culturale perduta»

Enzo Romeo

Vittoria Sicari

In una lettera aperta indirizzataa tutti i candidati a presidentedella Provincia, Enzo Romeo, inqualità di primo presidentedell’ente, partendo dal lavoro didefinizione dell’identità cultu-rale, iniziato dall’amministra-zione da lui guidata, scrive: «Co-me primo presidente della Pro-vincia ho voluto mettere assie-me tutti gli attori dello sviluppo,in un progetto di osmosi con ilterritorio. Tornando a fare l’am-ministratore del Comune capo-luogo, ho trovato un tessuto so-cio-istituzionale sfilacciato,mentre fino a qualche anno ad-dietro era motivato e coeso».

Una stagione politica moltoedificante, quella a cui si richia-ma il presidente Romeo, «in cui –ricorda – tutti gli attori dello svi-luppo erano davvero convinti,che attraverso il lavoro comunesi potessero creare le condizioniper un’inversione di tendenza».

Secondo l’ex numero uno del-la Provincia occorre ripartire,per riprendere le fila, proprio daquella fase di concertazione ecoinvolgimento, che, in passato,ha interessato tutte le parti so-ciali. Occorre anche, secondoRomeo, ridisegnare le linee disviluppo della provincia, conmaggiori capacità progettuali edi pianificazione, per interveni-

re in modo efficace ed efficien-te.

«Solo una progettazione inte-sa in questi termini – si legge an-cora nella lettera – può rendereuna provincia moderna e capacedi diventare un vero moltiplica-tore di spesa».

Insomma, è un ente che dialo-ga, quello a cui fa riferimentoEnzo Romeo. Un ente che perpoter funzionare ha bisogno diriacquistare quel ruolo di coor-dinamento di tutte le potenziali-

tà esistenti sul territorio, sianoesse ambientali, culturali, com-merciali, artigianali o turistiche.

Da assessore alla Cultura delComune capoluogo, Romeo,con la sua lettera ha voluto mo-strare apprezzamento per l’inte-resse che tutti i candidati alla ca-rica di presidente della Provin-cia hanno messo nei confrontidel settore Cultura.

«La sfida che bisognerebbeportare avanti – prosegue Ro-meo –per risollevare le sorti diun territorio considerato dasempre marginale, visto cometerra di mafia e malaffare, e direcente anche come “prototipo”di malasanità, è quella d’inne-scare un processo di riappro-priazione dell’identità culturaleperduta. Auspico – si legge, inol-tre, nella lettera – che la coali-zione del Pd, a cui io credo, gui-data da Francesco De Nisi, pos-sa intraprendere un nuovo per-corso e che superi la fase attua-le, che lo vede a Vibo, diviso inuna miriade di correnti, per ri-trovare coesione e senso d’a p-partenenza». Agli altri candida-ti, il primo presidente della Pro-vincia, rivolge un appello di col-laborazione, affinchè medianteun lavoro comune, che passi perla reale moralizzazione dellapolitica e per la riscopertadell’identità perduta, si riescaad invertire la rotta.�

Si celebra domani il “Calabria day”

Pane ‘nduja, vinoe tanta... politica

Nicola Galloro

Teresa Munari

Ai calabro-romani e a tutte leassociazioni regionali checoltivano nella capitale usi etradizioni della loro terra, laprossima amministrazioneprovinciale, sempre che siagovernata dal Pd, promette“la Casa delle culture regio-nali” dove senza costi ag-giuntivi i club di emigrati po-tranno organizzare eventi eoccasioni di incontro.

La regia dell’iniziativa è diNicola Galloro, originario diSan Nicola da Crissa, candi-dato alla provincia di Romadopo l’esperienza felice nellaGiunta Veltroni, e che per lapresentazione del progettoha invitato i calabro-romania rinnovare i voti primaverilicon la “scialata” che fra li-scio, tarantelle, vino buono etanta ‘nduja celebra domaniil Calabria Day.

Un picnic all’aria aperta,che Galloro, organizza nelcuore della campagna lazialevicino a Spinaceto. Qui gliospiti condivideranno le tra-dizioni tipiche delle nostrefeste popolari.

Hanno confermato la loropresenza Massimo Ghini,Gianni Pellegrino, ValerioSanzotta Tinamaria, OtelloProfazio la Banda Casadei, i

Senza terra, gli Hantura eVentu Novu. «L’ aspetto ludi-co, evocativo e sentimentaledel piacevole ritrovarsi traconterranei che condividonoorigini e cultura, – ha dettoGalloro – si intreccerà, comedi consueto, con momenti diriflessione politica insiemead alcuni tra gli uomini mi-gliori e più rappresentativi,candidati alle elezioni, delnuovo partito democratico».

Interverranno, infatti,Francesco Rutelli e NicolaZingaretti, Goffredo Betti-ni, Michele Meta e MassimoBrutti, e, dalla Calabria,Marco Minniti, Rosa Cali-pari, Vito Teti, Maria GraziaLaganà, ved. Fortugno, Ma-dia Marianna e Ignazio Ma-rino.�

Il leader della Fiamma Tricolore a Nicotera

Rilancio turistico,proposte di Romagnoli

Restuccia e Luca Romagnoli

L’europarlamentare Luca Ro-magnoli (Movimento socialeFiamme Tricolore) arriva a Ni-cotera in un momento in cuil’ora non gli permette di incon-trare gli elettori e simpatizzan-ti, per come avevano program-mato i dirigenti provinciali delpartito e il segretario SalvatoreRestuccia. La visita al Porto diGioia Tauro si è protratta piùdel previsto. A Nicotera, dovein questi giorni non si parla al-tro che della possibile perditadi 200 posti di lavoro nel com-parto turistico (è recente, in-fatti, la notizia in base alla qua-le il villaggio della Valtur po-trebbe arrivare a non aprire ibattenti) Luca Romagnoli havoluto soffermarsi sul rilanciodel turismo. «Non conosco neiparticolari questa vicenda le-gata alle decisioni di Valtur,ma una cosa è certa: qui biso-gna puntare sul turismo. Biso-gna mettersi in testa che non èsufficiente far arrivare la genteall’aeroporto di Lamezia Ter-me attraverso voli da ogni par-te del mondo, se poi non riescea dare una giusta offerta traqualità e prezzo e servizi ade-guati». Insomma i fattori chedebbono sostenere il rilancioturistico debbono cominciarea tenere conto che biosgna ab-battere la conccorrenza che ar-riva da altri paesi europei dove

le offerte sono maggiori». Ro-magnoli non dimentica, inol-tre, la politica sui porti. «Michiedo come è possibile fare ameno del piccolo diporto neipaesi della fascia costiera. Senon riusciamo ad offrire questiservizi è chiaro che qui i turistipreferiscono andare altrove».

Ma non è solo la scommessasul turismo che la Calabria, e ilVibonese, in modo particolare,debbono vincere. Ci sono an-che altre questioni che vannoaffrontate e in maniera defini-tiva. Romagnoli a tal propositomette al primo posto la crimi-nalità organizzata. «Lo Statosu questo terreno deve fare lasua parte fino in fondo, perchécreando situazioni di sicurez-za si accelera lo svilup-po».�(n.l.)

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Concerto per la vitadi Roberto GiordanoStamane (ore 10)al Palasportconcerto per la vitadel pianistaRoberto Giordano.

Pino Masciari con i ragazzi di Libera e dei meetup di Lamezia Terme e Catanzaro

Tommaso
Evidenziato
Page 110: Pino masciari

22 Sabato 5 aprile 2008

Smentita in conferenza stampa la partecipazione dell’associazione a manifestazioni elettorali

Masciari ritorni nella sua terraLo ha chiesto con forza il comitato provinciale di Libera

di ENZO CALLIPO

IL coordinamento provincia-le di "Libera" nel corso di unaconferenza-stampa al Valen-tianum ha smentito la parte-cipazione, a qualunque tito-lo, di un suo rappresentantea manifestazioni elettorali.Una precisazione resasi ne-cessaria dopo che nei giorna-li locali, "Quotidiano" com-preso, è stata pubblicata lanotizia che alla presentazio-ne della lista di "Italia dei va-lori" prevista per questa mat-tina, sarebbe stato presenteanche monsignor GiuseppeFiorillo nella sua qualità dicoordinatore e presidenteprovinciale dell'associazioneantiracket e antiusura pre-sieduta a livello nazionale daDon Luigi Ciotti. Nel corsodella conferenza stampa diierimattina, è statoprecisatoche alla vigilia della campa-gna elettorale, Libera ha de-ciso di non partecipare ad al-cuna manifestazione sulleelezioni, limitandosi a racco-mandare di non inserire nel-le liste candidati in odore dimafia.

All'incontro di ieri mattinaoltre a mons. Fiorillo hannopartecipato Alfredo Mercan-tante e Franco Gioghà, en-trambi componenti del comi-tato di Libera, nonché Gio-vanna Fronte, legale del te-stimone di giustizia, PinoMasciari, che in questi giorniha denunciato la sua delicataposizione in ordine alla suasicurezza personale e al fattoche le sue richieste vengonodisattese dallo Stato.

Sulla vicenda dopo che cia-scuno ha espresso la sua opi-nione, è stata diffusa una no-ta stampa. Nella stessa mes-sa in evidenza «l'annosa e mairisolta problematica dei testi-monidi giustizia»vienechie-sto allo Stato di dare rispostechiare e definitive in ordine«al ritorno di Pino Masciarinella sua terra, nella nostraterra, la Calabria, la Provin-cia di Vibo dopo un'odissea di11 anni» durante ì quali è sta-to costretto «ad una sorta diconfino insieme a tutta la suafamiglia». Un lungo esilio pa-radossale per vari motivi. Ri-cordato che questi testimoni,

per lo più imprenditori chehanno avuto il coraggio didenunciare, sottraendosi algiogo e all'oppressione dellacriminalità, vengono strap-pati alla loro terra senza nes-suna prospettiva e tempi cer-ti di poterci ritornare, «non sicapisce perché, una voltaesaurita la fase delle indagini

con il conseguente rinvio agiudizio dei criminali, la de-nuncia dei testimoni di giu-stizia, il programma di prote-zione non venga modificato».Secondo Libera bisogna inve-ce passare «dallo sradica-mento dal proprio territorioal reinsediamento nello stes-so, dove i testimoni hanno

profuso il loro contributo e illoro coraggio, facendo conse-guire allo Stato risultati di le-galità e di lotta alla criminali-tà che non avrebbe mai potu-to conseguire con gli stru-menti ordinari. Nel docu-mento di Libera è detto inol-tre che lo Stato deve dimo-strare tutta la sua capacità didifendere, tutelare, ridare ri-conoscimento ai diritti dei te-stimoni di giustizia, che si-gnificaridare agli stessi il di-ritto alla vita e alle relazionisociali per troppo tempo so-spesi e annullati. Ciò appareancora più paradossale se sipensa che ai criminali assicu-rati alla giustizia, sono ga-rantiti, e a volte in manieraspropositata, tutti ì diritti e ìcavilli del processo penale».La nota così conclude: «Rein-sediando Masciari, ma nonsolo lui, nel territorio doveper anni ha lavorato e vissu-to, lo Stato dimostrerebbe diavere la capacità e ì mezzi perfar sì che ì simboli in carne edossa di questa battaglia vin-cente contro la criminalitàdiventino presidio perma-nente ed esempio concretoper poter dire che la lotta aqualunque forma di crimina-lità è possibile, potenziando-la in maniera esponenziale».

Assemblea dell’Ordine dei medicioccasione di riflessione profondaL'ANNUALE assemblea dell'Ordine deimedici-chirurghi e odontoiatri di Vibo, inprogramma lunedì alle 17, presso il Valen-tianum, prevede l'approvazione del con-suntivo 2007, del bilancio di previsione2008, il giuramento professionale dei neoi-scritti e la premiazione con medaglia d'orodei medici che hanno compiuto il 45° annodi iscrizione all'Albo. Ai lavori, diretti dalpresidente dell'Ordine, Tito Rodà, inter-verranno il dg dell’Asp, Domenico Stalteri,il presidente della Federazione Regionaledegli Ordini dei medici della Calabria Giu-seppe Varrina, i presidenti degli Ordini deimedici e odontoiatri Vincenzo Ciconte (Ca-tanzaro), Eugenio Concioni (Cosenza),Enrico Ciliberto (Crotone), e Pasquale Ve-neziano (Reggio Calabria). L'Assembleaannuale è l'occasione per i medici di rinno-

vare, con i giovani colleghi, quel secolarerito che segna l'ingresso nella professionee di esprimere la loro vicinanza ai colleghianziani che verranno premiati. E' anchel'occasione per «una riflessione comune,attenta e maggiormente condivisa, sullostatus dei problemi della professione chespesso, da più parti, appare minacciata, su-perficialmente giudicata e, non di rado,scarsamente tenuta in considerazione». Ilgiuramento dei neoiscritti e la premiazio-ne con medaglia d'oro ai veterani saranno«il simbolo della fiducia riposta nelle nuoveleve che intraprenderanno una professio-ne difficile ma esaltante ed il riconosci-mento dell'attività di servizio prestata conabnegazione, sacrificio e umanità dai colle-ghi anziani a favore della collettività».

a. c.

Garantito l’impegno per ottenere una sede nuova

Sammarco in visita all’InpsIL sindaco Franco Sammarco ha fatto visita ieri mattinaalla sede dell'Inps. A ricevere il primo cittadino, il diret-tore Pasquale Scortecci, che ha guidato Sammarco attra-verso gli uffici del fabbricato di Via Murmura, soffer-mandosi soprattutto in quei locali che tanti disagi crea-no a dipendenti e all'utenza. Negli scorsi giorni l’Istitutosi era già recato il prefetto, Ennio Mario Sodano, che toc-cando con mano le condizioni in cui versa l'edificio, ave-va garantito il suo impegno affinché si potesse trovareun'alternativa all'attuale situazione di difficoltà. Il sin-daco, accompagnato dall'assessore ai Lavori pubbliciAntonio Iannello, è intervenuto all'assemblea perma-nente dei dipendenti, ai quali ha manifestato solidarietà,e ha promesso di impegnarsi in prima persona. «Già neiprossimi giorni - ha dichiarato Sammarco - provvederò ainoltrare una lettera alla Direzione Centrale Logisticaper affrettare l'avvio delle procedure per effettuare unbando pubblico necessario all'individuazione di nuovi lo-cali. La sicurezza e luoghi dove operare con più dignitàin un settore così delicato, debbono essere garantiti inmodo da lavorare con maggiore tranquillità ed esserepiù efficienti ed efficaci nel rendere servizi all'utenza». Irappresentanti sindacali presenti all'assemblea, nel rin-graziare Sammarco, si sono detti fiduciosi, perché «conla solidarietà e l'impegno manifestato dal sindaco, si hala possibilità di ampliare anche la voce di una legittimaprotesta».

Questa mattina alle 10.30 al Palazzetto dello sport

Giordano in concerto per l’AidoOGGI concerto del pianista originario di Mileto RobertoGiordano al palazzetto dello sport (tennis), alle ore 10,30.Iniziando dalla “Ballata” di Chopin passando per gli“Studi-Tableaux”di Rachmaninov, sarà possibile goderedella sua straordinatia tecnica e del suo maturato talen-to. Il musicista ventisettenne darà grande prova di sen-sibilità artistica in vista del “Concerto per la vita”, spon-sorizzato dall'Aido, da Kivanis International, dal LionsInternational Club, dal Rotary International Club e pa-trocinato dalle amministrazioni comunale e provincialedi Vibo Valentia. Giordano si esibirà nei i movimenti delmusicista rivoluzionario russo Modest Mussorgsky,"Quadri di una esposizione", alcuni dei quali vennero ri-prodotti per l'animazione musicale del “Animusic”.

Dalla Forestale sul litorale di Ricadi

Sequestrati una ventina di immobiliA CAPO Vaticano la Forestale ha posto sotto sequestrouna ventina di immobili posti in particolare lungo il li-torale del comune di Ricadi. La gran parte degli edifici sitrova all'interno o in prossimità di villaggi turistici e ri-cade in zone sottoposte a vincolo paesaggistico-ambien-tale. I proprietari delle strutture, del valore di circa duemilioni e mezzo di euro e alcuni liberi professionisti sonostati deferiti all'Autorità giudiziaria. In totale i forestalihanno denunciato 25 persone, ne sono state poi arresta-te altre 4 per violazione dei sigilli. In relazione ad alcuniimmobili è intervenuta la sanatoria, mentre gli altri sonoin attesa di demolizione dopo l'ordinanza del Comune.

Da sinistra monsignor Fiorillo, Mercatante e Gioghà

Vibo

NUMERI UTILIFFSS Informazione viaggiatori 892021PRO LOCO 45300MUNICIPIO (Centralino) 599111

“ (Numero Verde) 167-276400(Uff.rela. con il pubblico) 800-237391

CORPO FORESTALE DI STATO 311022AEROPORTO di Lamezia Terme 0968/414111CAPITANERIA DI PORTO 572004QUESTURA 965111CARABINIERI 592404GUARDIA DI FINANZA 42160PREFETTURA 965111NUOVO COMPLESSO PENITENZIARIO 262122SERVIZIO GUASTIACQUA 42991 - 599261ENEL 800 900800ITALGAS 800 900999TELECOM ITALIA 182UTILITA’ SOCIALECONSULTORIO FAMILIARE Viale Matteotti 0963-42014/472105TELEFONO AZZURRO linea di emergenza 19696SER.T. (ospedale Tropea) 962884/5SER. T. (Pizzo Calabro) 0963-533571COMUNITÀ TOSSICODIPENDENTI MARANATHA’ 336566AVIS 43069

TELEFONIUTILI

SOS EMERGENZECARABINIERI Pronto intervento 112POLIZIA 113VIGILI DEL FUOCO 115ACI Soccorso stradale 116GUARDIA DI FINANZA 117PRONTO SOCCORSO 118POLIZIA MUNICIPALE 599270POLIZIA STRADALE 996611SOCCORSO IN MARE 1530CORPO FORESTALE 1515SCUOLA ALLIEVI AGENTI DI POLIZIA 0963-479111AMBULANZE MIMMO POLISTENA ONLUS 0963/94420

CINEMA

MODERNO via E. Gagliardi 41173Il cacciatore di aquiloni 17-00-19,15-21,30Spiderwick (Le cronache) 17,00-19,15-21,3010.000 a.C. 17,00-19,15-21,30

MUSEI & BIBLIOTECHEMUSEO ARCHEOLOGICO STATALE 43350 MUSEO STATALE DI MILETO 337015MUSEO DELL’ARTE SACRA 42040MUSEO DELLA CERTOSA 70608MUSEO DEL MARE 534903CASTELLO NORMANNO 43350

BIBLIOTECA CALABRESE 351275-352363 (FAX)CENTRO SISTEMA BIBLIOTECARIO 547557BIBLIOTECA COMUNALE 599278

Tanti auguri…

PRONTO SOCCORSO

OSPEDALE JAZZOLINOPRONTO SOCCORSO 962235

CENTRALINO 962111PORTINERIA 962337

SUEM 118 - 962518RIANIMAZIONE 962230 - 962229POSTO DI POLIZIA 962238

GUARDIE MEDICHEVIBO VALENTIA 118 - 0963-41774 AMBULANZECROCE ROSSA ITALIANA 43843SOCCORSO GENNY 43999FARMACIEARIGANELLO via Mesima, 21 596494CENTRALE c.so Vittorio Emanuele 42042 DAVID via Scannapieco (Vena Superiore) 263124 DEPINO piazza San Leoluca (turno sett.) 42183BUCCARELLI via Popilia 592402 IORFIDA via V. Industria 572581MARCELLINI via Toscana, 6 572034MONTORO via Luigi Razza, 66 41551

(Se avete da segnalare un lieto evento (ricorrenze, lauree,nozze, nascite, successi in carriera) da pubblicare in que-sta rubrica, inviate un fax al numero 0963/472059 o unabreve nota per posta alla redazione de “Il Quotidiano”,corso Vittorio Emanuele III, 58 - 89900 - Vibo Valentia,indicando il vostro preciso recapito).

Tommaso
Evidenziato
Page 111: Pino masciari

32 Sabato 5 aprile 2008

Finanziamento regionale e provinciale per un milione e mezzo di euro. Fra 480 giorni il completamento

Il liceo avrà venti aule in piùConsegnati i lavori di ampliamento del “Galilei”

di LINA LATELI NUCIFERO

DOPO un travagliato iter l'ingegnere Francesco Au-gruso e l' architetto SabinaBonacci hanno firmato gliatti formali con iquali lapro-vincia, rappresentata dall'amministratore straordina-rio Fabio Costantini, ha con-segnato al Liceo Scientifico “Galileo Galilei” i lavori previ-sti per il suo ampliamento.

«La progettazione - ha af-fermato il direttore e proget-tista Francesco Augruso -era partita nel 2004 in consi-derazione della notevole cre-scita della popolazione scola-stica di questo istituto, masolo orapossiamo dare inizioal progetto dopo aver ottenu-to il finanziamento provin-ciale e regionale che si aggi-ra intorno a un milione e 550mila euro. Aggiungiamouna nuova scuola a quellaesistente». La nuova scuolasarà costruita nel piazzaleantistante l' istituto e sarà co-stituita da tre piani, ognunodei quali conterrà sette aulee, in aggiunta, un' altra aulainterdisciplinare che potràessere adibita a vari usi comea quello di laboratorio. Inol-tre sarà munita di una serieservizi che mancano attual-mente alla vecchia scuola eche le conferiranno connota-zioni moderne.

Una risposta forte per ilpersonale della scuola e pergli studenti che potrannousufruire di una strutturacapace di soddisfare le loroesigenze. Ma certamente ifortunati studenti non sa-ranno quelli di quest' anno odel prossimoanno, maquelliche verranno dopo perché oc-correranno, per contratto,480 giorni prima che i lavorisiano portati a termine e,quindi dovrebbero essere

completati nel settembre2009.

La puntualità della conclu-sione dei lavori è auspicatada tutti confidando nell' effi-

cienza dell' azienda lametinaCegar che certamente rispet-terà i tempi contrattuali an-che «per dare ai ragazzi unalezione di efficienza e di vita»

come ha asserito Fabio Co-stantini. La giornata è ap-parsa particolarmente im-portanteper ladirigentesco-lastica Angela De Sarro poi-ché ha segnato l' inizio di unanuova era che vedrà la strut-tura scolastica unificata.«Per me - ha detto convinta ecommossa - è la realtà di unsogno dopo un cammino gra-tificante ma anche di delusio-ni per non poter offrire aimiei alunni spazi adeguati».

Seduti al tavolo di presi-denza anche il sindaco Gian-ni Speranza, Rino Amato, re-sponsabile dell' area tecnicadella direzione di Catanzaro,Antonio Guerrisi, presiden-te del Consiglio di Istituto,Ernesta Mazza, vicepresi-dente della CircoscrizioneNicastro Nord, GiampaoloBevilacqua consigliere pro-vinciale uscente e il giornali-sta Giuseppe Natrella nelruolo di moderatore.

Da sinistra: Speranza, Augruso, Costantini e Bonacci

Casa della legalità, salta l’incontro con Pino Masciari«CHE strada può percorrere uno Statoche lascia solo chi denuncia e si ribellaad un sistema criminale imposto, con lasopraffazione ed il terrore?».

E' la domanda che si pone la Casa dellaLegalità di Lamezia Terme in merito alcaso di Pino Masciari, ritornato in Cala-bria senza scorta per denunciare le gra-vi mancanze dello Stato nei suoi con-fronti e in quelli della sua famiglia.

«Sarebbe bello se gli onorevoli candi-dati perdessero due tre punti del loro di-scorso, per lanciare un messaggio chesia il primo segnale concreto per la riso-luzione di questa, annosa, vicenda», so-stiene fermamente l'associazione.

«Come mai continuiamo a chiederci,dopo tanto tempo, e ricordiamo che Ma-sciari è stato inserito nel programma diprotezione nel 1997, ancora non è statatrovata una soluzione ferma al suo ca-

so?», chiede ancora l'associazione, laquale esprime forte solidarietà all'im-prenditore, che dopo undici anni di iso-lamento, per essersi giustamente ribel-lato al racket, completamento privo del-le sue origini, dell'affetto della sua terra,privo soprattutto di quanto aveva co-struito per se stesso e la propria fami-glia, si è trovato costretto ad abbandona-re lo stato di “protezione” decidendo difar valere suoi diritti personalmente,mettendo a rischio non solo la propriavita ma anche quella dei suoi familiari.

L’associazione “Casa della legalità” diLamezia Terme tra l’altro aveva organiz-zato una conferenza stampa per ierimattina alla sala consiliare alla presen-za dell’imprenditore Pino Masciari.

Un incontro con la stampa che poi èstato annullato per motivi non dipen-denti della “Case per la legalità”.

Boutique innovativa dove sarà possibile organizzare eventi

I fratelli Barberae la loro tradizione dal 1974SE in tanti pensano che per fare impresa bisogna lasciarela propria terra, i fratelli Francesco, Gianluca e Pino Bar-bera hanno tanti motivi (e coraggio) per smentirli.

Una tradizione che nel settore dell’abbigliamento duradal 1974 quanto il loro papà, Angelo, ha messo su l’aziendache ora si è allargata.

La tradizione continua in corso Giovanni Nicoterà dove èstata inaugurata la nuova boutique in un locale completa-mente ristrutturato e dove quando si entra si ha l’impres -sione di essere in una galleria di “belle arti” più che in unaboutique. Un modo diverso insomma di accogliere il clien-te, innovativo ma senza trascurare la storia e la tradizionevisto che anche l’idea dell’architetto Pontoriero è un mistofra antico e moderno.

Non c’è stato nemmeno bisogno di chiamare grandi arti-giani o specialisti del Nord per mettere su un’attività com-merciale che si integra con il tessuto sociale della città. Einfatti in questa boutique ci sarà spazio anche per eventicon l’esclusivo spazio privè.

La “mano” artigianale è rigorosamente lametina tant’èche i fratelli Lopreiato di Maida hanno concretizzato le ideedell’architettoPontoriero oltreche i consigli diFrancesco,Gianluca e Pino Barbera. I figli di “mastru angelo”, così co-me veniva chiamato il padre le cui foto storiche all’internodi questo nuovo locale lo ritraggono quando da bambinoandava al sarto, proseguono nel solco lasciato dal padre.

Da oggi, quindi, un motivo in più per la città di Lamezia eper i lametini per avere coraggio e intraprendenza da spen-dere per la propria terra. L’esempio dei fratelli Barbera in-somma vale la pena seguirlo. Lamezia è anche questo.

p.re.

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FrancescoGianluca ePino Barbera

Lamezia Terme e Piana

Tommaso
Evidenziato
Page 112: Pino masciari

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«Rimango sindaco ddla mia città Ma il Coniglio Regionale si sciolga» pi·. ""r::. --·••<llW""'t" l'Io• _ .. _ ..... .. ......... • , ..... """'.u.

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Tommaso
Evidenziato
Page 113: Pino masciari

3 2 Sabato 5 aprile 2008 Lamezia Terme e Piana ilQuotlcllano

Finanziamento regionale e provinciale per un milione e mezzo di euro. Fra 480 gio1ni il completamento

Il liceo avrà venti aule in più Consegnati i lavori di ampliamento del "Galilei"

di LINA LATELI NUCIFERO

DOPO un travagliato iter I' ingegnere Francesco A u­gruso e I ' architetto Sabina Bonaoci banno firmato gli attiformaliconiqualilapro­vincia, rappresentata dall' amministratore strao1•dina­rio Fabio Cootantini, ha oon­segnato al Liceo Scientitico " Galileo Galilei" i lavori previ­sti per il suo ampllamento.

•La progettazione - ha af­fermato il direttore e proget­tista Francesco Augruso -era partita nel 2004 inconsi­derazione della notevole cre­scita della popolazione scola­stica d i questo istituto, ma solo ora p0$$iamo dal-e inizio al progettodopoaverottenu­to il finanziamento provin­ciale e regionale che s i aggi­raintornoa un milione e 550 mila euro. Aggiungiamo una nuova scuola a quella esistente•. La nuova scuola sarà oostru.i1.a nel piazzai.e antistantel' istitutoesaràe<r stituita da tre piani, ognuno dei quali conterrà sette aule e, in a~giunta. un'altra aula interdisciplinare che potrà esscreadibitaa vari usi come a quello di laboratorio. Inol­t1-e sarà munita dì una serie servizi che mancano attual­mente alla vecchia scuola e che le conferiranno oonnota­zioni moderne.

Una risposta forte per il personale della scuola e per gli studenti che potranno usufl'uil-e di una struttura capace di soddisfare le loro esigenze. Ma certamente i fortunati studenti non sa.-1'3.JlilO quelli di quest' anno o del prossimoanno, maquelli cheverrannodopoperchéoc­coneranno, per contratto, 480 giorni prllllache i lavori siano portati a termine e. quindi dovrebbero essel'e

come ha asserito Fabio Co­s tantini. La giornata è ap­parsa partioolarmente in1-portante per la dirigente sco­lastica Angela De Sarro poi­ché ha segnato l'inizio cli una nuova era che vedrà la strut­tura scolastica unificata. "Per me - hadettoconvintae commossa. - è la realtà di un sognodopouncamminogra­tificantemaanchedidelusio­nl per non poter offi'tre al rnieialunnispaziadeguati•.

Da sinistra: Speranza1 Augruso 1 Costantini e Bonacci

Seduti al tavolo di presi­denza. anche il sindaoo Gian­ni Speranza, Rino Amato, re­sponsabile dell' area tecnica della direzione di Catanzaro, Antonio Ouerrisi, presiden­te del Consiglio di Istituto, Ernesta Mazza, vicepresi­dente della Circoscrizione Nicastro Nord, Giampaolo Bevilacqua oonsili(liere pro­vinciale uscente e il giornali­sta Giuseppe NatreUa nel ruolodi moderatore.

completati nel settembre cienza detl' azienda lametina 2009. Ce~ che certamente rispet­

La puntualitàdelJaconclu- tera i tempi oontrattuali an­sione dei lavori è auspicata che "pe.r dare ai ragazzi una dMutti oonfidando nell' effi- lezione d i efficienza e di vita•

Casa della legalità, salta l'incontro con Pino Masciari •CHE strada può percorrere uno Stato che lascia solo chi denuncia e s i ribella ad un sistema c1•im!nale impooto, con la sopraffazìone ed il terrore?•.

E' la domanda.elle si pone la Casa. della Legalità di Lamezia Terme in merito al caso di Pino Masciari, r itornato in Cala­bria. senza soorta per denunciare le gra­vi mancanze dello Stato nei suoi con­fronti e ìn quelli della sua famiglia.

•Sarebbe bello se gli onorevoli candi­d.'l.ti perdessero due tre punti del loro di­scorso, per lancia.re w 1 messaggio elle sia il primo segnale c,'Oncreto perla riso• luzione di questa, ao nosa, vicenda», so­stiene fermamente l'as$00iazione.

•Come mai continuiamo a chiederci, dopo tant-0 tempo, e r icordiamo elle Ma­sc1ari è stato inserito nel programma di p rotezione nel 1997, ancora non è stata trovata una soluzione ferma. al suo ca-

so?>), chiede ancora l'associazione, la quale esprime forte solidarietà all'im­p1-endltore, che dopo undici anni di iso­lamento, per essersi giustamente l'ibel­la.to al racket, completamento pl'ivo del­le sue origini, dell'8.ffettodella sua terra, privo soprattutto di quanto aveva. co­struito per se stesso e la propria fami­glia, s i è trovato costretto ad abbandona­re lo stato di "protezione" decidendo di far valei-e suoi diritti personalmente, mettendo a rischio non solo la propria vita m.aanche quella dei suoi fa.mili.ari.

L'associazione "Casa della legalità" di Lame-~ia. Terme tT>a l'a ltroavevaorgani2-zato una conferenza stampa per ieri 1nattina alla. sala consilial-e alla presen­za dell'imprenditore Pino Masciari.

Un incontro con la stampa. che poi è stato anmùla.to per motivi non d ipen­denti della "Case per la legalità".

Francesco Gianluca e Pino Barbera

Boutique innova riva <love S<lfà possibile organizzare eventi

I fratelli Barbera e la loro tradizione dal 197 4 SE in tanti pensano che per fare impresa bisognalasdare la prop ria terra, i fratelli Francesco, Gianluca e PinoBar­berahannotantimotivi(ecoraggio)perS111entirti.

Una t.radizione che nel settore dell'abbigliamento dura dal 1974~tantoilloropapà, Angelo. ha messo su l'azienda cheorasieallarga.t.a..

t.atracJ.i7jonecontìn uain oorsoGiovanni Niooterà dove è stata inauguratala nuovaboutique in un localeoompleta­mente ristrutturato e dove quando si entra si lla. l'impres­sione di esserein unagalleriadi "bellearti"piùchein una boutique. Un mododiversoinsammadiaocogliere ilclien­te, innovativo ma.senza. t.rascurare la storiaela tradizione visto che anche l'idea.dell'architetto Pontoriero è un misto fra.antico e moderno.

Nonc'èstatonemmenobisognodichiamaregr•andiarti­giani o specialisti del Noro permettere su un'attivitàoom­merciale elle si integra con il tessnto sociale della dttà. E infatti in questa boutique ci sarà spazio anche per eventi conl'esclusivospazioprivè.

La "mano" artigianale è rigorosamente larnetina tant'è cheifratelliLopreiatodiMaidahannoconcretizzatoleidee dell'architetto Pontorierooltrechc i oonsiglì di Francesoo, OianlucaePinoBarbera. Tfiglidl "mastrua.ngelo",coale<r me ve1liva chiamato il padre le cui foro sooriche all'interno di questo nuovo locale lo ritraggono quando da bambino andava al sarto,p1'0seguononel solco lasciato dal pad re.

Daoggì , quindi, un motivo in più per lacittàdi l...ameziae peri la metini per avere coraggioeintraprendenzadaspen­dere per la propria terra. L'esempio dei fratelli Barbera in­somma. vale la pena seguirlo. Larilezia è anche q uesto.

p.re.

Una pillola per tutto.

CONGRESSIX MOleCOla (l9al'ttzlatlfce

SolO per uso congressuale

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Tommaso
Evidenziato
Page 114: Pino masciari

33V I B O

SABATO 5 aprile 2008 calabriaora

«Libera non sostienealcun partito politico»L’associazione rinnova invece vicinanza a Masciari

GiovannaFronte,GiuseppeFiorillo,AlfredoMercadantee FrancoGioghà inconferenzastampa. Inalto, iltestimone digiustizia PinoMasciari(Foto Grillo)

L’impegno antimafia nonha colore politico. Né a destrané a sinistra e neanche... alcentro della contesa elettora-le intende porsi l’associazio-ne “Libera”. Perché chi credenei valori della libertà e dellagiustizia sociale non può chetenere alta una sola bandiera:quella della legalità. Sbagliachi crede di «tirare per lagiacca» l’associazione anti-mafia e i suoi attivisti; sbagliachi suppone di potersi farescudo dei simboli di “Libera”attingendo alla trasparenzadella sua storia, segnata dauna lotta indefessa contro l’il-legalità diffusa. E’ per questomotivo che, alla conferenzastampa indetta da Idv per lapresentazione della capolistaal Senato, la baronessa TeresaCordopatri (grande baluardodella lotta al crimine organiz-zato), contrariamente a quan-to annunciato, non ci sarà ilcoordinatore provinciale diLibera, monsignor GiuseppeFiorillo; e non ci sarà alcuncomponente del coordina-mento. E ciò al solo scopo dichiarire che l’associazione -dal punto di vista politico -«non sta da nessuna parte».A precisarlo sono stati ierimattina lo stesso monsignorFiorillo, il vice presidente del-l’associazione Franco Gioghàe i due legali di “Libera”, gliavvocati Giovanna Fronte eAlfredo Mercadante. «Nonabbiamo colore politico - han-no spiegato - perché portia-mo avanti altri valori. Nonsaremo presenti alla confe-renza stampa convocata daItalia dei valori». I referentidell’associazione, inoltre,hanno tenuto a precisare cheproprio in occasione dell’av-vio della campagna elettora-

le, si erano resi protagonistidi un appello ai partiti affin-ché, nelle liste presentate peril Parlamento e per le ammi-nistrative, si provvedesse atenere alla larga quanti erano«in odor di mafia». Questo,nei fatti, l’unico “accosta-mento” tra Libera e i partiti.Non è un caso che, qualchesettimana fa, sia stato decisodi sospendere le iniziative al-lo scopo di evitare strumen-talizzazioni. L’unica “conces-sione” che verrà fatta alla po-litica, riguarderà la parte...delle «valutazioni successiveall’esito delle elezioni, allequali non ci sottrarremo». E agiudicare dall’andamentodella competizione elettora-

le, di valutazioni da fare “Li-bera” ne avrà davvero tante.

Niente politica, dunque;ma soltanto un impegno stra-ordinario a sostegno di quan-ti sono costretti a raffrontarsicon la ‘ndrangheta. Come nelcaso del testimone di giusti-zia Pino Masciari, salito nuo-vamente agli onori della cro-naca per la sua battaglia mi-rata ad ottenere il placet dalViminale per l’avvio di unanuova attività imprenditoria-le. A Masciari, “Libera”, nonha mai fatto mancare soste-gno. E continua a stare al suofianco anche adesso. «Il ritor-no di Pino nella sua terra, do-po una lunghissima odisseadi 11 anni, pone alcuni inter-

rogativi e perplessità a cui loStato deve necessariamentedare risposte chiare, inequi-vocabili e definitive». Qualiperplessità? «L’esilio cui so-no costretti i testimoni di giu-stizia con i loro familiari è pa-radossale: vengono strappatidal loro territorio e dai loroaffetti senza avere alcunaprospettiva e certezza circa illoro ritorno. Non si capisceperché, una volta esaurita lafase delle indagini con il con-seguente rinvio a giudiziodei criminali, il programmadi protezione non venga mo-dificato». Appare evidenteche diventa necessario «pas-sare a una nuova fase, ovve-ro al reinserimento dei testi-

moni proprio lì dove questisoggetti hanno profuso il lorocontributo e il loro coraggio,facendo conseguire allo Statorisultati di legalità e di lottaalla criminalità». Anche perLibera, insomma, Masciaridovrebbe essere messo nellecondizioni di tornare nellapropria terra. «Bisogna che loStato - hanno spiegato i com-ponenti di “Libera” - dimo-stri tutta la sua capacità di di-fendere, tutelare, ridare rico-noscimento ai diritti fonda-mentali dei testimoni di giu-stizia, ovvero ridare agli stes-si il diritto alla vita.Reinserendo Masciari, manon solo lui, nel territorio do-ve ha lavorato e vissuto, loStato dimostrerebbe di averela capacità per far sì che i sim-boli in carne e ossa di questabattaglia contro la criminalitàorganizzata diventino esem-pio concreto per poter direche la lotta a qualunque for-ma di criminalità è possibile».Una presa di posizione, que-sta, che avrà certamente raf-forzato la posizione di Ma-sciari, il quale ha confermatoin serata la sua volontà di ri-manere in Calabria fino aquando non avrà le risposteattese: «Dopo sei giorni dal

mio rientro in Calabria - haspiegato il testimone di giu-stizia - voglio esprimere lamia gratitudine verso chi si ègià mobilitato con presidi da-vanti alle prefetture di Tori-no, Vercelli, La Spezia, Asti,Napoli, Trento, Taranto, Fer-rara e Bari. Esorto tutti ad as-sumere una posizione nettaed un ruolo attivo nella lottacontro l’arroganza mafiosatramite la denuncia. Ho intra-preso questo viaggio perchécredo che le Istituzioni possa-no garantire i diritti miei edella mia famiglia. Non mimuoverò dalla Calabria fin-ché ciò non avverrà e sonocerto che il vice ministro Mar-co Minniti sarà decisivo nellarisoluzione della mia vicen-da che nel frattempo ha regi-strato un potenziamento del-la mia sicurezza in Calabriacosì come l’attivazione dellemisure di sicurezza per miamoglie e i miei figli presso lalocalità segreta. La risoluzio-ne del mio caso rappresente-rà un messaggio di riconosci-mento dei diritti di tutti i cit-tadini che affrontano batta-glie di libertà e giustizia nellalegalità».

Gli appuntamentidi oggi e domani

OGGI

Ore 10.00 Teresa Cordopatri,capolista al Senato di Italia deivalori terrà una conferenzastampa al Valentianumaccompagnata da IsabellaScalfaro, Pino Masciari, NinoPotenza e Francesco De Nisi.

Ore 10.00 Inizia il tour nelleSerre Vibonesi del capolista alSenato della Sinistra arcobalenoFranco Forgione

Ore 19.00 Il candidato del Pdalla presidenza della ProvinciaFrancesco De Nisi terrà unincontro pubblico pressol’Oratorio di Nicotera Marina.

Ore 20.30 Francesco De Nisisarà nella ex sala consiliare delComune di Rombiolo perincontrare iscritti al Pd esimpatizzanti.

DOMANI

Ore 11.00 Il ministrodell’Istruzione Giuseppe Fioroniterrà un comizio in piazzaMunicipio al fianco di FrancescoDe Nisi.

Ore 15.00 Al Castello diNicotera il candidato premierdel Partito comunista deilavoratori Marco Ferrandoterrà una conferenza stampa.

ELEZIONICANDIDATI& LA NOVITA’

Asp, convenzione per 19 veterinariIl dg Stalteri: «L’azione di prevenzione sarà più efficace»

«Trasparenza negli incarichi»De Nisi assume l’impegno con gli Ordini professionali

Il direttore generale dell’Aziendasanitaria provinciale di Vibo Valentia,Domenico Stalteri, sulla base della de-libera numero 35 della giunta regio-nale, ha deliberato la trasformazionedel rapporto di lavoro libero profes-sionale di 19 medici veterinari da pre-stazione d’opera inrapporto conven-zionale.

Il dg dell’Asp hainteso adottare l’ur-gente provvedi-mento sulla scortadi una necessità evi-denziata dalle gravilacune che si eranodeterminate di re-cente nel delicatosettore della pre-venzione animale.

Criticità che han-no trovato abba-stanza sensibili ilpresidente dellagiunta regionale Agazio Loiero e l’as-sessore regionale alla Salute, Vincen-zo Spaziante che, d’intesa con lo stes-so Stalteri e sulla base dei dati venutifuori da una attenta azione di monito-raggio, hanno avviato la procedurache porterà a colmare una lacuna percerti aspetti preoccupante.

Con l’impiego dei 19 medici veteri-nari sarà possibile avviare una lottapiù concreta, su tutto il territorio del-la provincia nel campo della preven-zione alla brucellosi e a tutte le pato-logie provocate dalle infezioni deglianimali. Inoltre, l’avvio di un capilla-

re e più articolato monitoraggio ga-rantirà più tranquillità ai cittadini an-che sul piano della sicurezza alimen-tare. «Rispetto al passato, la conven-zione adottata nei giorni scorsi - pre-cisa tra le altre cose il direttore gene-rale Domenico Stalteri - permetterà di

portare avanti unapiù ordinata ed effi-cace azione di pre-venzione sui varipunti nevralgici delterritorio, andandooltre il semplice ser-vizio di prelieviematici rientrantenel contesto del pia-no di risanamentoper la lotta al feno-meno della brucel-losi. Attraverso ilpotenziamento deiservizi e con una

più incisiva azionedi controllo, infatti,

diventa possibile rendere indenne ilterritorio da ogni forma di patologiainfettiva causata da animali. C’era lanecessità ed opportunità - concludeDomenico Stalteri - di assicurare fidu-cia e serenità all’opinione pubblica vi-bonese qualche volta preoccupata peril debole controllo esercitato sul terri-torio».Il dg Stalteri ha infine autoriz-zato l’iniziativa con il responsabiledell’unità operativa dell’area veteri-naria sanità animale, Francesco Mas-sara, con il quale ha concordato ilcomplessivo piano operativo.

r. v.

il confronto

Le responsabilità della politicache «nell’affidamento degli inca-richi di progettazione non privi-legia la qualità» sono state al cen-tro del confronto tra il candidatoalla presidenza della Provinciaper il centrosinistra, FrancescoDe Nisi, e i rap-presentanti de-gli Ordini pro-fessionali degliarchitetti e degliingegneri, gui-dati, rispettiva-mente, da FabioFoti e FilippoMobrici.

L’incontro,svoltosi ierimattina nella sa-la del Valentia-num di Vibo Va-lentia, è servitoanche per riba-dire la necessitàdella politica di «progettare losviluppo inserendolo in un con-testo armonioso con il territorio».Da parte dei rappresentanti de-gli Ordini professionali è emersal’esigenza di «privilegiare il pro-getto rispetto al progettista, attra-verso la realizzazione di un’ar-chitettura di qualità, con opere digrande respiro e in grado di qua-lificare, dal punto di vista esteti-co, il territorio». Un impegnoche, a giudizio di Foti e Mobrici,può essere raggiunto attraverso

la procedura del «concorso diidee». Da ingegnere, FrancescoDe Nisi, ha fatto tesoro delle pro-poste emerse, ribadendo, la ne-cessità di «ridare dignità alla pro-fessione. In tale direzione - ha ag-giunto l’esponente politico - mi

attiverò affinchéla gestione degliincarichi esternivenga affidatacon proceduretrasparenti». Unobiettivo che,per De Nisi, po-trà essere rag-giunto anche at-traverso «il mi-glioramentodell’apparatoburocratico del-l’ente». Quantoalla possibilità

di ricorrere alleprocedure del

concorso di idee, il candidato al-la presidenza del Pd, al riguardo,ha voluto raccogliere la sfida,promettendo che, in caso di vitto-ria, nei prossimi cinque anni al-meno un’opera di rilievo sarà as-segnata in tale modo». Una sfidache, De Nisi, ha voluto accettarenella certezza che «grazie al pre-zioso aiuto degli ordini profes-sionali» riuscirà «a vincere per ri-dare slancio allo sviluppo del ter-ritorio».

sal. berl.

Il dg Domenico Stalteri Francesco De Nisi

PIER PAOLO [email protected]

Tommaso
Evidenziato
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2 2 Sabato 5 aprile 2008 Vibo I Quotidiano

Smentita in conferenza stampa la pa1tecipazione dell'associazione a manifestazioni elettorali

Masciari ritorni nella sua terra Lo ha chiesto con forza il comitato provinciale di Libera

di ENZOCALLIPO

IL coordinamento provincia­le di "Llbera' nel corso di una conferenr.a.stampaal Valen­tianum ha smentito la parte­cipazione, a qualunque tito­lo, di un suo rappresentante a manifestazioru elettorali. Una precisazione resasi ne­cessaria dopo che nei ~orna· li locali, 'Quotidiano com· preso, è stata pubblicata la notizia che alla: presentazio­ne della lista di ' Italia dei va­lori' prevista per questa mat· tilla, sarebbe stato presente anche monsignor Giuseppe Fiorillo nella sna qualità di coordinatore e presidente provinciale dell'associazione antiracket e antiusura pre­siedutaa livello nazior1ale da Dori Luigi Cìott.i. Nel corso della ooniere02.a s tampa di ieri mattina, è stato preci._<;ato che alla vigilia della campa­gna elettorale, Libera ha de­ciso di non P,arteci,Pa.re ad al­cuna manifestazione sulle ele-.Qoni, limitandosi a racoo­mandare di non inser!J-e 11el­le liste candidati in odore dl mafia.

All'incontro di ieri mattina oltre a mons. Fiorillo hanno partecipato Alfredo Mercan­ìante e Franco Gioghà, en­trambi componenti dcl comi­tato d i Libel'a, nonché Gio­vanna F1'0nl;e, leg-..ùe del te­stimone di giustizia, Pino Ma.sciari, che in questi giorni hadenunciat-0Jasuadelicata posizione in ordine alla sua sicurezza personale e al fatto che le sue richieste Vé11gono disattese dallo Stato.

Sulla vicenda dopo che cia­sctmo ha espresso la sua opi­nione, è stata diffusa tma no­ta stampa. Nella stessa mes­sain evide02.a o<l'an:nooae mai risoltaproblematicadei !e$ti· molli di giustizia,, viene chie­sto allo Stato di dare risposte chiare e definitive in ordine «al ritorno di Pino Masciari nella sua terra, nella nostra terra, la Galabria, la Provi n­ciadi Vibodopow1'odisseadl 11 anni• durante l quali è sta­to costretto •<ad tma sorta di confinoinsiemeatuttalasua famiglia'" Unlun~esiliopa­radossale per van motivi. Ri­cordato che questi testimoni,

Da sinistra monsignor Florlllo, Mercatante e Gloghà

profuso il loro contributo e il loro coraggio, facendoconse­guire allo Stato risultati dile­~i tàedi 10UaallacrimI11ali­tà che non avrebbe mai potn­to conseguire con gli s tru­menti ordinari. Nel docu­mento di Libera è detto inol­tre che lo Stato deve dimo­strare tutta la sua capacità di difendere. tutelare, ridare ri· conoscimer1toai diritti dei te­stimonl cli giustizia, che si­gnificaridareagli stessiil di­ritto alla vita e alle relaz.ioni sociali per troppo tempo so­spesi e annulla ti . Ciò appa re ancora più paradossale se si peusacheaicriminaliassiou­ratì alla giustizia, sono ga­rantiti, e a volte i.n maniera spropositata, tutti ì diritti e ì cavilli del processo penale•. La notaòOSl conclude:• Rein ­sediando Masc'.iari, ma non solo lui, nel territorio dove per anni ha lavorato e vissu­to, lo Stato dimostrerebbe di avere la capacità e ì mezzi per far sì cheì simboli incarne ed ossa di questa battaglia vin­cente oont1·0 la criminalità diventino presidio perma­nente ed esempio concreto per poter dire Che la lotta a ~unqueformaclicrìmina­lità è possibile, potenziando­lainmanleraesponenziale».

per lo più iml,lrenditori che hanno avuto U coraggio di denunciru-e, sottraendosi al giogo e all 'oppressìone della criminalità, veni,'O'no strap­pati alla loro terra senza nes­suna pro&']l0ttìva e tempi cer­ti di poterci ritorna.re, •non si capisce perché, una volta esauritalafa.sedelleindagini

con il conseguente rinvio a giudizio dei criminali. la de­nuncia dei testimoni di giu­stizia, il prog1·a mmadì prote­zione non venga modlJ\calo•. SecondoLiberabisognainve­ce passare .,dalJo sradica­mento dal proprio territorio al reinsediamento nello stes­so, dove i testimoni hanno

Assemblea dell'Ordine dei medici occasione di riflessione profonda

L'ANNUALE assemblea dell'Ordine dei medici-chirurghi e odontoiatri dJ Vibo, in programma lunedì alle 17.pressoil Valen­t.ian.um, prevede l'approvaz.ione del con­suntivo 2007. del b1lancio di pr-evislone 2008, ll giuramentoprofessionaledei neoi· scritti e la premiazione con medaglia d 'oro dei medici che hanno compiuto il 45° anno cli iscrizione all'Albo. Ai lavori, diretti dal p residente dell'Ordine, Tito Rodà, inter­verrannoU dgdeff Asp.DomenicoStalteri. il presidente della Federazione Regionale degli Ordinì dei medicì dellaGalabria Giu· seppe Varrina. i presidenti deg li Ordini dei medici e odontoiatri VincenzoCiconte (Ca­tanzaro}. Eugenio Concioni (Cosenza), Enrico Ciliberto (Crotone), e Pasquale Ve­neziano (Reggio Calabria). L'Assemblea annuale è l'occasione per i medici di rinno-

vare, con i giovani colleghi., quel secolare rito che segna l'ingresso nella professione e di esp rimere la loro vicinanza ai colleghi anziani che vermnno premiati. E' anche l'occasione per •una r iflessione comune, attenta e maggiorment.e oondivisa., sullo status dE'j p roblemi della professione che spesso,dapiù parti, appa.reminacciata,su­perficialmente giudicata e, non di rado, scarsamente tenuta in considerazione• . Il giuramento dei neoiscrittì e la premiazio­ne con medaglia d'oro ai veterani saranno •ilslmbolodellafiduciaripostanellenuove leve che in Lraprendel'anno nna p1•ofessio­ne di.fficile ma esaltante ed il riconosci­mento dell'attività di servizio prestata con abnegazione,sacrificioe umanità dai colle­ghì anziani afavore dellacollettiviw.

a.e.

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Garantito )'impegno per ottenere una sede n uova

Sammarco in visita all'Inps ILsindaooFranooSamma.roohafattovis ita. ieri mattina alla sede dell'Inps. A r ioeve1-e il primo cittadino, il dil-et­tore Pasquale Sòortecci, che haguidal.-0 Sammarco attra­verso gli uffici del fabbricato di Via Murmura, soffer­mandosi soprattutto in quei locali che tanti disagi crea­no a dipendenti e all'utenza. Ne~li scorsi giornl ristituto si era già recato il prefetto, Eruùo Mario Sodano, che toc­cando oon mano leoondiz.ioni in cui versa l'edificio, ave­va ~rantito il suo impegno affinché si potesse trovare lUl 8.lternativa all'attuale situazione di cfifficoltà. Il sin­daoo, accompagnal.-0 dall'assessore ai Lavori pubblici Antonio TMnello, è intet•venuto all'assemblea per•rna.­nente dei dipendenti, ai qual i ha manifestato solidarietà, e ha promesso di impegnarsi in prima persona. •Già nei prossimi giorni - hadichiarat-0 88.mmarco-provvederò a moltrare una lettera alla Direzione Centrale Logistica per affrettare l'avvio delle procedure per effettuare nn bando pubblico necessari.o all'individuazione di nuovi lo­cali . La sicm-ezza e luoghi dove operare con più dignità in un settore 00$Ì delicato, debbono essei•e garantiti in modo da lavora.re con roagglo1-e t1-anqu.illità ed esser-e più efficienti ed efficaci nel rendere servizi all'ut.enza». I r appresentanti sindacali presentì all'assemblea, nel r in­graziare Sammarco, s i sono detti fiduciosi, perché «oon fa solidarietà e l'impegno manifestato dal sindaco, si ha la possibilità di ampliare anche la voce di nna legittima protesta».

Questa mattina alle 10.30 al Palazzetto dello sport

Giordano in concerto per l'Aido OGGI concerto del pianista ori.g:inaxio dJ Mileto Roberto Giordano al palazz.etl.-0 dellosport(tennis), alle ore 10,30. Iniziando dalla "Ballata" di Chopin passando per gli "Studi·Tableaux"diRachmaninov,saràpossibilegodere della sua s trnordinatia tecnica e del suo maturato talen­to. Il musicista ventisettenne darà grande prova di sen­sibilità artistica in vista del "Concerto per la vita'·, s~n­sorizzato da ll'Aido, da Ki.vani.s Int.ernational, dal Lìons International Club, dal Rotary International Club e~­trocinato dalle amministrazioni oomunale e provinciale di Vibo Valé11til1. Giordano si esibirà. nei i molli.menti del m usicista rivoluzionario russo Moclest Mussorgsky, ' Quadri cli tma esposizione", alcuni dei qual.i vennero r i­prodotti per l'animazione musicale del "Ànimusìc".

Dalla Forestale sul litorale di Ricadi

Sequestrati una ventina di immobili A CAPO Vaticano la Forestale ha posto sotto sequestro una ventina cli immobili posti in partioolare lungo il li­torale del comnne di Ricadi. La gran parte degli edifici si trova all'interno o in prossimità di villaggi tmistici eri­cade in zone sottoposte a. vincolo paesaggistico-ambien­tale . I proprietari delle struttw•e, del valore cli circa due milionl e mezzo di euro e alcuni liberi professionisti sono stati deferiti all'Autorità giudiziaria . In tota.le i forestali hanno denunciato 25 persone, ne sono state poi a rresta.­te altre 4 ~violazione dei. sigilli. In relazione ad alcuni immob ili e intervenuta la sanatoria, mentre gli altri sono in attesa di demolizione dopo l'ordinanza del Comune.

P RONTO S occoRso

Tanti auguri ...

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118 . 0963-41774

(Se avete da segnalare w1 lieto evenco (ricorrenze. lauree. nozze, nascite, succes.$1 in carriera) da puJ)blicare in que­sta rubrica. inviate un fax al numero 096314 72059 o una breve nota per posta alla redazione de "Il Quotidiano·. corso Vittorio Emanuele lll. 58 - 89900 - Vibo Va/encia. indicando il vostro preciso recapico).

Tommaso
Evidenziato
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Continuano le iniziative, organizzate dal "Comitato Gente di Mare e amici di San France;co", nùratead onora· re il grande taumalUrgo cala· brese in occasione dcr quinto centenario della sua morte. NelYambito della rÌOOtt'U\2ll, la "COAAilta fusto raie Ciov a­nilc Nazioralc dei Minimi", la •Parrocchia San Martino VescovoH di Soriano Calwro, in ooUaborazione oon la Ca· pitaneria di Porto-Guardia oostiera di Vibo Valentia Ma· rina diretta dal capitano [)o. mcnioo Napoli, la Guardia

Ancora celebrazioni in onore di san Francesco di Paola Le ini=iatil:e ten1ue a oriano in collabornz.io11e con la Capitaneria e mrmerose o ·socia::ioni costiero di Pizzo, Niootcrn e Tropea e la. "Bottcg;i degli Ar­tisti" di Soriano, hanno orga­nizzato un ooncorso di disc­gnoe poesiasu& vitaed i mi· racolidelSartoal fine nonso­lo di divulgare la figuro del Beato, ma soprattutto di tra­sfondere and\eai più giovani i suoi sani principi e le sue virtù. L'ultima giornata dei fcsteggian'IC'nti s.i è tenuta ~

r~ in mattinata è stata O!lcbra­ta la santa n'IC'ssa; nel pome­riggio si è invece tenuta la premiazione dei partecipanti al concorso di diSegno e poe­sia pre;;so la Cattedrale di San Martino a Soriano. Ai primi venti classificati è stato con· segnato in ptcnlio un buono acquisto di Slcumed il Crcst uf.6cialcdella Ma della Gen­te di Mare 2008; ulteriori

Crest saranno assegnati alle IO scuole che avranno conse­gnato più lavor~ per tutti i partecipanti sono rise.vati buoni sconto del l!l%. b\seta· ta, dopo la processione con l'imm.1ginc di San Francesco perle vie del paese,è stato o" ganiz.z.1lo uno spettacolo pi· rotcolico e un cor-.rrto rock tenuto dal gruppo "Extra 'li· me". Inoltre, il Comitato

Prosegue la battaglia del testimone Masciari L'ùnprenditore incassa ÙL solidarietà di Confcomniercio

Non molla k1 presa. Eri· lancia la sfida. AUo Stato e alla ' ndrangheta. Pino Ma· sciar~ 111 Calabria, non irtcn· de lasciarla. L'aveva pro­messo, una settimana fa, che dalla sua terra non si sareb· bcm0550linoaqua.ndo il Vi• minale non avesse provve­duto a fomiregamnziecin:a la sua reintroduzione nel mondo dell'imprenditoria. Ed è stato di parola.

Ieri mattina, inlattL s i è nuovamente "materializza· lo" cfavanti la sede dcl Va­lentianum per incontrare i rapp rescntanti del la Con· fcommercio di Vibo e Lan'IC'· zia, Pino Rito e Salvatore Cittadino, intenzionati ad esprimergli solidaridà perla coraggiosa battaglia intra· presa e dcsidcrCISi di n'IC'tter· si a «disposizione perla pro­mozione di iniziative comu­ni.» mirate a ridliamarc l'at­tenzione degli organi dello Stato sul suo ca.so. Il oon· fronto • se di q uesto si pub parlare · è durato podli nù ·

Pino Rito. Salvatore Cìttadino c P'ono Masdarl ieri aJValootiarum

nuti. Giusto il tcmpo per ri· badire d\e la Confoommcr· ciovibonesec quella lan'IC'ti· na, attraverso i loro massi nù rapprese.ntanti, intendono fare scudo intorno a M~ia· ri, sebbene non sia un loro iscritto ma un appartenente alla Confu\dustria (Masciari è stato per diversi ann~pri· ma di denunciare i soprusi subiti, un i mp rendi torc di prinlo livello e di grande

successo). Rito e Cittadino hanno voluto a;coltarc le pa· role dcl tl!slimonc di giusti zia, parole sempre pregnan· ti e mirate a stimolare sul tcr· ritorio una reazione energi­ca, doverosa, contro ogni proll:!rvi a mafiosa. «Bisogna soon(~re la culturadell'il· legalità • ha ugridaton Ma· sdari ., E colpire princi p.il· n'IC'nll:! i oollctti bianch~ che ci sono. Ho il sostegno dci

n'IC'ct up e degli attivisti di al­tre associazioni che conti­nuano da giorni a stazionare davanti le Prei>ttu re di mcv za Italia. li loro coraggio mi rafforza. E li ringrazio tutti. Ma. c'è bisogno che la stessa rosa accada qui, in questo territorio, perd\é un uomo pub essere ucciso anche con il silenzio .. A tenere in v ita Pino Masciari è invece il "ru· more" dci tanti giovani che manifestano in diversi cen· lri del Paese. Quindi la pro­posta, fortìssima: «Ci stiamo atln.'ZZoindo per cos tituin:i parte civile contro la 'ndran· ghcta in tuti i proccss~ nclki nQStra veste di cittadini». Da parte loro, Rito e Cittadino hanno and\c denunciato gli spredli e rinutilitll di taluni organismi antimafia, diccn· dosi disponibili per rorga· niz.z.azione anche nel Vibo­ncsc e nel lamctino dcl ''Ma· sciari day", già 0!lebratC1Si a Soverato.

PIElt PAOLO CMIBARERI pp.umbnrC\ri<à~:.l:tbrt:u>r:t.it

"Gente di Mare amici di San Franccsoo", al fine di rendere omagsio aU'unioo Santuario inonoredel Santo ·raumatu"' go presente in Sicilia. ha o" ganizzato una prooossione a mare che si svolgerà da Vlbo Marina a Milazzo e ritorno il 19luglio, in aggiunta ad altre manifestazioni d le sono in oorso di definizione.

Martino M. Battaglia Il capitano Oomcnlco Napoi

l'intervento

I capaci e gli onesti costretti all'angolo Nell'aria si respira un diffuso uuorodi legalità. fn

mo/(I) parti del Paese si sono aperti ampi squarci di mola,tfare. In oostearee del Sud, criminalità mya­nizzata e politica non solo vanno a bracretto, ma spesso si identificano 11cl/e stesse pcrsollll, come di· mostrano le amministrazioni locali sciolte per ma· fia. E non è IDIO spetttrolo roffiamll!, speciahnen· te quando malcost1D11e, con·uziorie, criminalità cammi110:no di pmi pas..<r:i con clientelismo, i11capa­dtzl, sciatteria. Emblematico èi/ca.çndclla spazza­tw·a in Campania dm.'ll tutti questi ingredienti hm1-nofonna1D una miscela esp!osua. la cui deflagra­zionchaprodottn dalllli ingenti all'economia regio­nale e all'i111111agi11c del Paese.

Nemmeno la Ca/oblia si trova in una situazione migliore i casi di malaso11ità hamt0 completamc11-tefatto perdere /a.fiducia nei corifronti de/sistema pubbliro. hnperoersa, poi, la doppiezza dei com· portmnmti (capeggiano le proteste quegli stessi amministratori che hallllo creato e 11011 risolto il problema) e dove il grado di pressappochismo è eil!l.IQto. Perché queste 1.oicende, che hanno il singo­lare pl"imato di aver dato stabilità all'cmergenro, sono miche impregnate di IDIO profonda incompe­tl'llza mnministrotiva e contabile, oltre ad essere caratterizzata da grnui episodi di comaionc, e rimi· nalità, incapacità progettuale e gestionale. li male ]Jl!ggiorc èchequestifatti 11onda111loquasi mai luo­go a pentimenti, rimor9, sensi di rolpa. Di questi tempi PICS5WlO piìl ammette i Jll'opri torti I re:pon· sabili si dichiarano inmccmti· giuridicamente, po­liticamente e mor·almC!llte • miche quando è lanl­pante la loro colpcvolc7.m. Anche quelli che, in un momento di abbattimento, ammettcmo IDIO q11C1./che disattenzione, subito rito1·110no sui propri pass~ 11e­gm1do l'euidenza.Ed èfol'Sl! /àipctto più inquictllll· te di queste vicel1cic, a cui.fcumo da odioso corolla· rio l'esibizione di illegalità, la Jll'etesa di impartire lezioui di oomportamento, il mettersi in cattedra

Tommaso
Evidenziato
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DALL'AGENZIA AGI ‘NDRANGHETA. UDIENZA CONTRO CLAN CROTONESI. PROTESTA TESTIMONE GIUSTIZIA MASCIARI

- Vibo Valentia, 4 ott. – Vibrata protesta del testimone di giustizia Pino Masciari alla vigilia dell’attesa sentenza contro il clan dei crotonesi trascinati alla sbarra dallo stesso e contro cui si è costituito parte civile e a cui avrebbe voluto essere presente. “ Domani – precisa meglio l’ex imprenditore Masciari – nel rendere noti i motivi della sua denuncia, il tribunale di Crotone si riunirà in camera di Consiglio per l’emissione della sentenza a conclusione dell’iter processuale contro i clan crotonesi e del basso Ionio e contro cui il PM Marisa Manzini nella sua requisitoria, ha chiesto pene per circa un secolo per reati che vanno dall’associazione a delinquere di stampo mafioso a quelli estorsivi nei miei stessi confronti. Ed avendo io partecipato, con alterne vicende, a quasi tutte le udienze che si sono tenute dal 2003 ad oggi, avrei voluto esserci anche all’atto finale, se non altro per far vedere che lo Stato è presente e che non è cessata in me la voglia di resistere. Ma stamattina il servizio di protezione, mi ha risposto che mi dovrei rivolge al presidente del tribunale di Crotone, spiegarne i motivi per poi avere il permesso. Il che – ha proseguito Pino Masceri – mi ha indignato e non solo per il solo fatto di essere costituito parte civile, ma anche perché, fino a prova contraria, alle udienze possono partecipare tutti i cittadini. A meno che – aggiunge Masciari – essendomi ribellato ad un sistema di potere mafioso, massonico, politico, che mi costringeva a pagare delle tangenti fino al 6% su tutti i lavori, non abbia perso i diritti di cittadino italiano. Continuo a ripetere e lo ripeto anche in questa occasione che, nonostante in questi ultimi tempi sia cambiato il clima a favore dei testimoni di giustizia, c’è qualcuno che rema contro, qualcuno che vuole denigrare lo Stato. E’ questi che bisogna cerca” Le vicende di Pino Msciari, nato 48 anni fa a Serra San Bruno, nel vibonese, risalgono ad oltre 10 anni fa, allorquando, giovane imprenditore edile che dava lavoro ad un centinaio di persone, si ribellò alle cosche di mezza Calabria che lo taglieggiavano. Con le sue denunce che trovarono pronto riscontro, spedì in galera decine e decine di ‘ndranghetisti contro cui si costituì anche parte civile, diventando come ebbe a dire l’ex procuratore antimafia Pier Luigi Vigna, uno dei testimoni di giustizia più importanti d’Italia. Anche se per lui fu fine, la sua fine e quella dei suoi cari in quanto una notte, come lui stesso racconta, i carabinieri lo hanno “impacchettato” e portato in una località protetta, in esilio, strappandolo dalla sua terra. . “ Una località che col passare del tempo – afferma – è diventata sempre meno protetta in quanto tutti sanno dove sono, dove vanno i miei figli a scuola. La mia protezione si limita alla scorta che mi viene concessa soltanto quando mi debbo muovere per motivi impellenti. Adesso mi viene fatto anche l’ostruzionismo di partecipare, ironia della sorte, a quei processi dove o oltre che accusatore, sono costituito parte civile”

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Gazzetta del Sud Sabato 26 Aprile 2008 45

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Cronaca di Vibo

Marialucia Conistabile

In Calabria, o meglio nel Vibone-se, è arrivato il 31 marzo accom-pagnato dal clamore, in partico-lar modo mediatico, provocatodalla sua decisione di ritornarenella terra d’origine senza scorta,se non quella ideale dei ragazzi diLibera che da sempre gli sono vi-cini.

In questi suoi “primi” ventiseigiorni in Calabria, Pino Masciari,imprenditore e testimone di giu-stizia, originario di Serra SanBruno, non si è fermato un mo-mento. Aspetta sempre che loStato risponda alle sue richieste –per quanto riguarda la sicurezzail problema è stato risolto sia neisuoi confronti, sia verso quellidella moglie e dei loro due figli –enel frattempo spostandosi da unauditorium all’altro getta dove gliè possibile il seme della legalità.

Da Vibo a Tortorici in Sicilia,passando per l’Università di Co-senza, per le scuole di LameziaTerme, Tropea, Castrovillari, perVazzano e per Caltanissetta, PinoMasciari ha fatto sentire la suavoce; ha posto l’accento sullacomplessa questione dei testimo-ni di giustizia, problematica chedavanti agli auditorium attentiacquista un valore aggiunto, inquanto si trasforma in testimo-nianza reale di una lotta alla‘ndrangheta fatta concretamente– e spesso a carissimo prezzo – enon certo solo a parole. E Mascia-ri, che in questi ventisei giorni è

diventato cittadino onorario diTorino e che si collega con semi-nari sulla legalità (come quello diModena) di tutta Italia – con lesue parole semplici, raccontandola storia dell’esilio perpetuo a cuiè stato “condannato” dallo Statoassieme alla sua famiglia, riven-dicando il diritto di vivere nellasua terra, è riuscito finora a coin-volgere le platee più indifferenti.

«I giovani vogliono essere dal-la parte dello Stato –evidenzia Pi-no Masciari – colgo nei loro occhiil desiderio di avere fiducia nelloStato, al contrario di molti adultiormai avvezzi a regole non certoimposte dalla nostra Costituzio-ne. I ragazzi, invece, no. Dopoavermi ascoltato mi contattano,

promuovono iniziative. E ciò mifa capire che ho lasciato qualcosadentro di loro. In questa terra nonc’è solo ‘ndrangheta, sono tanti,infatti, quelli che vogliono vivereda liberi cittadini». Al tempo stes-so l’imprenditore non manca disottolineare il silenzio e l’indiffe -renza del Comune di Serra SanBruno e di palazzo “Luigi Razza“nei suoi confronti: «Mentre in tut-ta Italia, da nord a sud, isole com-prese, mi sono molto vicini, quinella mia terra le istituzioni mihanno riservato indifferenza.Probabilmente on mi ritengonodegno d’essere un loro concitta-dino, ma io penso che siano loro anon essere degni di avere un cit-tadino come me».�

Pino Masciari (al centro) con gli uomini della scorta

La reazioneIstituzioni amiche e nonnemiche per Pino Masciariche, nonostante tutto,continua a riporre in essela massima fiducia. «La fi-ducia nelle Istituzioni nonmi è venuta mai meno –dice – e nemmeno quellanei governi. Di qualsiasicolore siano stati abbiamoavuto al nostro fianco par-lamentari validi. Non ul-tima l’on. Angela Napoliche, nella sua relazionesui testimoni, ha messo ildito nella piaga. Insiemecambieremo le cose».

Da circa un mese in Calabria Pino Masciari veicola il suo messaggio tra i giovani

Legalità, prosegue la missionedel testimone di giustiziaDa Nord a Sud, isole comprese, fiocca la solidarietà nei suoi confronti

Brevi

OPERATORE D’O RO

La consegnail 5 maggioLUNEDÌ 5 maggio, nell’aulamagna dell’Ipsia “G. Pre-stia” cerimonia di consegnadella seconda edizione delPremio “Operatore d’Oro”quest’anno assegnato al so-stituto procuratore dellaDda Marisa Manzini.

BIBLIOTECA COMUNALE

Pomeriggio concertoChambery-TorrefrancaOGGI POMERIGGIO (ore 18)nell’auditorium della Biblio-teca concerto di alcuni stu-denti del Conservatorio diChambery e del Conserva-torio Torrefranca, nel qua-dro di un progetto di scam-bio culturale.

MONTEROSSO CALABRO

Alunni visitanofattoria didatticaVISITA mercoledì 7 maggiodegli alunni dell’Istitutocomprensivo di MonterossoCalabro nella fattoria didat-tica Caratozzolo, nel comunedi Bagnara, sul tema: “dalchicco di grano al pane”.

La spedizione umanitaria in Tunisia

L’associazione presieduta da Fabroni

Con “Direzione Sud”spedizioni umanitarieed escursionismoUn nuovo consapevole e singola-re approccio per l’utilizzo delle ri-sorse naturali, attraverso l’escur -sionismo. Una pratica che diventail cavallo di battaglia dell’associa -zione “Direzione Sud”, presiedu-ta da Fabrizio Fabroni, presentein città.

«La richiesta di attività turisti-che alternative – spiega Fabroni –è divenuta ormai un’esigenza e laCalabria, territorio per definizio-ne a vocazione prettamente turi-stica, è una regione fortementeindicata per un nuovo modello dipratica caratteristica qual èl’escursionismo; pratica che con-sente di vivere e fruire a pieno delpatrimonio e delle risorse natura-li di cui il territorio è sorprende-mente ricco».

Al tempo stesso il presidentedell’associazione “DirezioneSud” pone in risalto un altroaspetto dell’escursionismo, prati-ca molto più attinente «a un visi-

tatore particolarmente attento edesigente, amante delle bellezzenaturali che tende a discostarsidal turismo di massa o comunquedalla routine».

I punti di forza di “DirezioneSud” sono le peculiarità delleescursioni offerte che racchiudo-no un mixer di aspetti, spaziandodalle bellezze naturali alla storiae, dalle tradizioni all’eno-gastro -nomia, rivalutando l’intero terri-torio. «Un’attività extra che l’as -sociazione svolge da anni per pas-sione – dice Fabroni – sono i viag-gi-avventura in fuoristrada che,correlati alle azioni di volontaria-to, presentano una nuova formu-la di “vacanza consapevole”. In-fatti, almeno una volta all’anno,in collaborazione con diversi enti,“Direzione Sud” fa spedizioniumanitarie nei villaggi del deser-to nord africano, consegnando aibimbi beni di prima necessità,materiale didattico, ecc.�(m.c.)

La cerimonia a Sant’Onofrio il 5 maggio alla presenza del Vescovo

Conferita a don Maurizio Ranitila cittadinanza onorariaRaffaele Lopreiato

L'amministrazione comunale diSant’Onofrio conferirà la cittadi-nanza onoraria a don MaurizioRaniti. A renderlo noto, il sinda-co Franco Ciancio che, oltreall’interessato, ha provveduto acomunicarlo, accompagnato dauna delegazione di amministra-tori, al vescovo mons. Luigi Ren-zo, che oltre ad esprimere ap-prezzamento per tale riconosci-mento al magistero pastorale diuno dei suoi parroci, ha garantitola propria presenza in occasionedel consiglio comunale che sisvolgerà il prossimo 5 maggio.

La decisione dell’amministra-zione comunale, la cui grande va-

lenza simbolica è accresciuta dal-la considerazione che per la pri-ma volta nella storia di Sant'Ono-frio viene conferito tale presti-gioso riconoscimento, è stataunanimemente condivisa dallacittadinanza. Che in tutte le suecomponenti riconosce al giovanesacerdote l’impegno sempre pro-teso a stimolare e far crescerenella fede e nella concordia la co-munità. Originario di San Grego-rio d’Ippona, 41 anni, di cui diecitrascorsi a Sant’Onofrio, seppurgli ultimi due nelle sole vesti dicollaboratore dell’attuale parro-co don Antonio Mazzeo, donMaurizio Raniti sin dal suo inse-diamento si è saputo caratteriz-zare per la promozione di un’in-

tensa attività sia in campo reli-gioso che sociale.

Il conferimento della cittadi-nanza onoraria costituisce, se-condo il comune sentire, il giu-stoquanto doveroso riconosci-mento «ad un sacerdote che haamato e che si è fatto amare».Permettendo a Sant’Onofrio divivere un periodo di grande ri-sveglio spirituale e culturale.

Tante le iniziative promosse inquesti anni da don Raniti, tra cuimeritano essere ricordate l’aper-tura dell’Oratorio parrocchiale,le quattro edizioni del Conciliodiocesano dei giovani, i campiscuola riservati a ragazzi e ragaz-ze di ogni età, i gemellaggi con lerealtà a più alta densità di emi-grati santonofresi culminati conla rappresentazione dell’Affrun-tata in Piemonte ed in Canada, lapromozione della rassegna cul-turale “Canuscimundi oh Cala-brisi!”, l’istituzione delPremio in-ternazionale “Città di Sant’ Ono-frio-Memorie d’impegno”.�Don Raniti e alcuni collaboratori

Agenda telefonica cittadinaFARMACIA DI TURNOFARMACIA CENTRALE - C.so VittorioEmanuele, 51 - Tel. 42042

GUARDIA MEDICAOrario: prefestivi: dalle ore 10 alle ore20; festivi: dalle ore 8 alle ore 20; not-turni: dalle 20 alle 8 all’Ufficio sanita-rio, tel. 93808 e Vibo Marina tel.572621ACQUARO tel. 353289ARENA tel. 355312BRIATICO tel. 391946CAPISTRANO tel. 325548CESSANITI tel. 501005DINAMI tel. 0966/904478DRAPIA (Brattirò) tel. 68455FABRIZIA tel. 314156FILADELFIA tel. 0968/724425GEROCARNE (Ciano) tel. 356314JOPPOLO tel. 883336LIMBADI tel. 85990MAIERATO tel. 253399MILETO tel. 336303MONGIANA tel. 311214MONTEROSSO CALABRO, 325557NARDODIPACE tel. 313135NICOTERA tel. 886222PIZZO tel. 534102PIZZONI tel. 358688POLIA tel. 321157RICADI tel. 663818ROMBIOLO tel. 366011SAN CALOGERO tel. 361092SAN COSTANTINO CAL., 331574SAN GREGORIO D’IPPONA 261483SAN NICOLA DA CRISSA, 73013SANT’ONOFRIO tel. 267214

SERRA SAN BRUNO tel. 71354SIMBARIO-SPADOLA tel. 74776SORIANO CALABRO tel. 351433SPILINGA tel. 65500STEFANACONI tel. 508637TROPEA tel. 61366VIBO VALENTIA tel. 41774VIBO VALENTIA MARINA tel. 572621ZAMBRONE tel. 392450ZUNGRI tel. 664404

AMBULANZE

Croce Rossa italiana tel. 43843.Mimmo Polistena Onlus,0963/94420

«118»

Servizio d’emergenza sanitaria.

OSPEDALE CIVILE

Centralino tel. 9621Pronto soccorso tel. 962352

CARITAS - CENTRO SERVIZI

Piazza Luigi Razza, 10 (Santa Mariadel socc.) tel. 0963/471750

COMUNE

Tel. 0963/599111

CONSULTORIO FAMILIARE

Viale Matteotti - Tel. 096342014-472105

CHIAMATA TAXI

Tel. 41490

IGIENE PUBBLICA

Tel. 0963 962541-962537

ITALGAS

Ufficio guasti tel. 800 900 999

POLIZIA MUNICIPALE

Tel. 0963/599606

TELEFONO AZZURRO

Linea di emergenza tel. 19696 (gra-tuito)Linea istituzionale tel. 051/481048

EMERGENZA INFANZIA

tel. 114 (24 ore su 24) sulla salutepsico-fisica di bambini e adolescentiin pericolo immediato.

VIGILI DEL FUOCO

Chiamata di soccorso 115Sala operativa tel. 0963/9969Uffici tel. 0963591648Distaccamento portuale0963572900

BENZINAIO NOTTURNO

Self-Serv. TAMOIL Mesiano di Filan-dari

OSPEDALE CIVILE DI PIZZO

Centralino - Tel. 0963/962983

OSPEDALE CIVILE DI SORIANO

Centralino - Tel. 0963/962700

OSPEDALE CIVILEDI SERRA SAN BRUNO

Centralino - Tel. 0963/777111

OSPEDALE CIVILE DI TROPEA

Centralino - Tel. 0963/962800

CARABINIERI

Via pellicanò, 19 tel. 0963/592404Pronto intervento, 112

QUESTURA

Via S. Aloe, tel. 0963/965111Pronto intervento, 113Ufficio stranieri tel. 0963/965515Ufficio Relazione Pubb.,0963/965549

POLISTRADA

Via Manzoni, tel. 0963/996611

SCUOLA ALLIEVI AGENTI

Piazza D. Taverna, tel. 0963479111

GUARDIA DI FINANZA

Via Emilia, 11 Vibo Marina: Pronto in-tervento, 117 - Roan: tel.0963/572082

NUCLEO DI PT E COMPAGNIA

Corso Umberto I, 152 tel.0963/42160

CAPITANERIA DI PORTO

Vibo Marina, tel. 0963/5739201Soccorso in mare, 1530

CORPO FORESTALEDELLO STATO

Via Roma, 30 Mongiana tel.0963/311022Pronto intervento, 1515

ADMO

Via ipponio, 10 tel. e fax 0963/43075

Tommaso
Evidenziato
Page 122: Pino masciari

http://www.imgpress.it/notizia.asp?idnotizia=32817&idsezione=1 ANGELA NAPOLI INTERVIENE SULLA VICENDALA GRAVITÀ DELLE PROTESTE DI GRASSO E MASCIARI EVIDENZIANO IL DISAGIO DEI TESTIMONI DI GIUSTIZIA

(08/04/2008) - Il gesto con il quale, nella giornata di ieri, il testimone di giustizia calabrese, Giuseppe Grasso, ha inteso urlare la sua disperazione e l’abbandono della località protetta, senza scorta, da parte dell’altro testimone di giustizia calabrese, Giuseppe Masciari, per recarsi nella nostra Regione, come forma estrema di protesta per la mancata risposta delle Istituzioni, non possono non richiamare l’attenzione di chi è preposto a garantire tutti coloro che, come Grasso e Masciari, con grandi coraggio e senso civico, hanno contribuito ad assicurare alla giustizia importanti pezzi della criminalità organizzata. Giuseppe Grasso, insieme alla moglie, Francesca Franzè, sono stati preziosi testimoni nei processi contro i Mancuso, principali clan della ‘ndrangheta vibonese; Giuseppe Masciari ha testimoniato in numerosi processi penali contro la criminalità organizzata calabrese; entrambi i testimoni non hanno mai risparmiato nelle loro denunzie i richiami alle collusioni politico-mafiose-istituzionali esistenti in Calabria. La gravità delle proteste di Grasso e Masciari evidenziano il disagio dei testimoni di giustizia e le numerose criticità esistenti nell’attuale gestione degli stessi, sia sotto il profilo della sicurezza, sia sotto i profili connessi con il soddisfacimento dei bisogni materiali, psicologici, economici e sociali riferibili alle stesse figure ed ai rispettivi nuclei familiari. Disagi e criticità emerse durante l’attività d’inchiesta sui testimoni di giustizia svolta dal I Comitato, coordinato dall’on. Angela Napoli, e che hanno portato la Commissione Parlamentare Antimafia, ad approvare una specifica relazione, trasmessa al Parlamento, contenente proposte di riforma dell’attuale sistema. L’indagine ci ha portati a proporre “un mutamento di mentalità e metodo, una diversa filosofia nell’approccio alla figura del testimone che va visto non come un peso ma come una risorsa”. Il testimone di giustizia non può acquisire tale status e poi non essere seguito “passo passo” per la soluzione di tutte le sue necessità; non può essere privato dell’effettivo mantenimento del pregresso tenore di vita goduto, né dell’aiuto necessario per il suo reinserimento lavorativo, né di un adeguato sistema di protezione che assicuri la sua incolumità fisica e quella dei suoi familiari. Molte delle proposte contenute nella citata specifica relazione della Commissione Antimafia non avrebbero bisogno di interventi normativi, ma semplicemente di un diverso approccio e valutazione dei singoli casi da parte della Commissione Centrale e del Servizio Centrale di Protezione, istituiti con decreto-legge n. 8/91, ed è proprio a questi due Organi che sento di fare appello al fine di chiedere un adeguato intervento sui due casi, Grasso e Masciari, congiunto con la salvaguardia di tutti i Testimoni di giustizia, preziosi per garantire alla giustizia i mafiosi. On. Angela Napoli Componente Commissione Nazionale Antimafia

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Gazzetta del Sud Sabato 10 Maggio 2008 45

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Catanzaro - ProvinciaSoverato Seconda manifestazione “Cento passi per il Sud liberato dalle mafie”

I politici che hanno pauradevono soltanto dimettersiPino Masciari critica pesantemente l’assenza delle IstituzioniAlla fiaccolata presenti anche Mario Congiusta e Liliana Carbone

Cesare BaroneSOVERATO

«Se avete paura dimettetevi.Non siete in grado di mantenerela poltrona che tanto vi sta acuore. Fatelo per i vostri figli».Sono le parole del testimone digiustizia Pino Masciari, rivoltealle istituzioni, assenti ingiusti-ficati all’evento, presente a So-verato in occasione della secon-da edizione dei “Cento passi peril Sud liberato dalle mafie”.

Una giornata dedicata inte-ramente alla lotta alla mafia, or-ganizzata dall’associazione Me-tasud di Luna Loiero e RaffaellaCosentino. Un evento al qualehanno aderito un centinaio diassociazioni provenienti da tut-ta la regione, genitori delle vit-time di mafia, come Mario Con-giusta, papà di Gianluca, la si-gnora Liliana Carbone mammadi Massimiliano e tanti altri.Una giornata che ha avuto ini-zio con la conferenza stampa dipresentazione nel piazzale anti-stante l’istituto tecnico com-merciale “Calabretta” per poicontinuare con la fiaccolata chesi è snodata per le vie principalidella cittadina fino a arrivare in

piazza Maria Ausiliatrice. Spet-tacoli musicali, intrattenimentopuro, stand espositivi e una mo-stra allestita nell’androne di pa-lazzo di città, hanno fatto da co-rollario alla manifestazione,che è culminata con un concer-to di musica rock. Degni di notagli interventi fatti dal testimonedi giustizia Pino Masciari e daigenitori delle vittime di mafia,caratterizzati da tante polemi-

che per l’assenza delle istituzio-ni.

«Quando ho denunciato imiei aguzzini - ha esclamato Pi-no Masciari - non esisteva landrangheta. Oggi è definita la“mafia liquida”, la più potentedel mondo che è entrata nelleistituzioni. Dobbiamo capire dache parte stare, da quella dellagiustizia e della legalità. Ce lapossiamo fare, basta stare tuttiuniti e andare avanti. I giovanistanno dimostrando di averequesta voglia di legalità. Quan-do ruppi undici anni fa quel mu-ro di omertà ero solo, non esi-steva la ndrangheta. Sono undi-ci anni che vivo da deportato e ilMinistero dell’Interno mi ha or-dinato che non posso fare piùrientro nella mia terra, in quan-to sono ad alto rischio. Undicianni che non lavoro più, ne ione mia moglie che è un medicodentista. E’ questa la giustizia?E’ questo il segnale che si vuoledare alla Calabria? Se io fossiistituzione mi vergognerei dime stesso. Sono una vittima diun sistema, ragion per cui, leistituzioni sono chiamate a ri-spondere delle proprie azioni,non solo a livello locale. Ognu-no deve fare quello che può, so-prattutto a livello nazionale».

Un intervento forte quello diPino Masciari, imprenditoreedile e testimone di giustizia,nativo di Serra San Bruno, chedimostra la forza di volontà didire basta ai fenomeni mafiosi.Grazie al suo coraggio, Masciarioltre a denunciare i suoi perse-cutori, ha denunciato alti magi-strati e funzionari dello Statocompiacenti con il sistema ille-gale della ndrangheta.

Altre polemiche per l’assenzadelle istituzioni giungono an-che dal presidente del consigliocomunale di Badolato, Turi Ca-miniti che ha dichiarato: «Sia-mo fortemente infastiditi in

quanto sono stati spesi centi-naia di migliaia di euro perl’educazione alla legalità dallescuole di Soverato e oggi nonabbiamo visto ne i dirigenti sco-lastici ne tantomeno i professoriche hanno tenuto i corsi, conscarsissima partecipazione distudenti. Non sono stati presen-ti nemmeno i sindaci del com-prensorio. L’unico gonfalonepresente era quello del comunedi Badolato».

Presente per l’amministra-zione comunale di Soveratol’assessore Sonia Munizzi, dasempre strenuo difensore dellacultura della legalità. «Siamo

vicini – ha detto – a tutti coloroche alzano la loro voce per testi-moniare eventi delittuosi comequelli che si celebrano oggi. Miriferisco al trentennale dellamorte di Peppino Impastato eall’eccidio di Aldo Moro. È ovvioche stare vicino a chi manifestaa chi vuole dimostrare che lanostra terra, tutto sommato,non è solo ‘ndrangheta e nega-tività ma esistono tanti giovanidi buona volontà che sicura-mente vogliono far si che questaterra migliori. Costituiscono igermogli, la parte buona dellaCalabria e noi vogliamo stare vi-cino a loro».�

Parte del pubblico che ha partecipato alla manifestazione

Brevi

S OV E R ATO

Giro d’Italia, oggiriunione operativaRIUNIONE tecnico - operativaoggi alle ore 10.30 al Co-mune, per monitorare e pia-nificare gli interventi neces-sari in occasione del pas-saggio del novantunesimoGiro d'Italia. Lo ha comu-nicato l'assessore all'am-biente, igiene e tempo li-bero, Antonio Matozzo. Sa-ranno presenti i sindaci diDavoli, Montepaone e Sa-triano. (c.b.)

MANIFESTAZIONE A SOVERATO

Raccontiamole donne“LE DONNE intorno a noi.Raccontiamole”. Questo iltitolo della manifestazioneculturale che si terrà oggicon inizio alle ore 9 nel sa-lone dell'istituto Maria Au-siliatrice di Soverato. L'e-vento, organizzato dal Cgs“Il faro”, ha lo scopo di sot-tolineare l'importanza del-l'incontro tra scuola e vo-lontariato culturale. (c.b )

VOLUTE DA ENEL E LEGAMBIENTE

“Voler bene all’Italia”domani ad AmaroniNUMEROSE iniziative sono inprogramma domani, adAmaroni, nell’ambito dellemanifestazioni promosse daEnel e Legambiente “Volerbene all’Italia”. Concentra-mento in piazza Emigranteper poi dare il via ad unaserie di visite in aziendeagricole, nel centro storico,nelle chiese e anche nel Mu-nicipio. (r.s.)

Gimigliano Dopo il ritorno dell’effigie

Madonna di Porto,domani inizianoi festeggiamentiSaverio ArtirioGIMIGLIANO

L’accensione del cero votivo do-mani nella chiesa madre del San-tissimo Salvatore, darà il via aifesteggiamenti in onore dellaMadonna di Porto, patrona dellaProvincia e da quest’anno protet-trice di Gimigliano unitamente aSan Giuseppe. Saranno il sinda-co di Gimigliano, Maria Niny Gi-gliotti ed il presidente dell’am-ministrazione provinciale, fre-sca di elezione, Wanda Ferro, aprocedere alla funzione che si ri-pete ogni anno nel corso dellaSanta Messa solenne.

Alla cerimonia saranno pre-senti il presidente del consigliocomunale di Catanzaro, France-sco Passafaro, delegato dal sin-daco Rosario Olivo a rappresen-tare a città capoluogo di regionelegata alla Vergine di Porto dauna antica tradizione, il presi-dente della Comunità montanadel Reventino, Giacomo Muraca,gli onorevoli Michele Traversa eNicodemo Oliverio, i sindaci deicomuni del comprensorio delCorace e quelli dei centri che fan-no capo al consorzio “CalabriaGiubileo 2000”, il comandantedella locale stazione dei carabi-nieri, Francesco Mazzone. Oltrea agenti della Polizia provincialee del Corpo municipale di Gimi-gliano e Catanzaro, autorità mi-litari e religiose. Ma ci sarà so-prattutto tantissima gente chevorrà stringersi attorno alla loroMadre ritornata nella sua storicasede dopo i lavori di restauro ai

quali lo splendo tempio è statosottoposto.

Il quadro, infatti, è stato custo-dito per circa nove mesi nel Mu-seo diocesano di Catanzaro. Undistacco spiacevole, in tantiavrebbero preferito che l’Effigievenisse sistemata provvisoria-mente nel santuario di Porto, manecessario per evitare che le pol-veri prodotte dai lavori, non lointaccassero. Interventi che nehanno esaltato il suo splendoreed i suoi ornamenti architettoni-ci che fanno della chiesa Madreuno delle strutture più importan-ti del patrimonio artistico – cul-turale dell’intera Provincia. Traqualche mese saranno completa-te anche le parti esterne, compre-so la facciata stile rinascimentalee la torre campanaria. L’aperturaal culto della chiesa, quindi,coinciderà con i solenni festeg-giamenti in onore della Madon-na. Una festa di Popolo che nelcorso dei secoli ha registrato unaumento costante di pellegrini epellegrinaggi legati alla fede ma-riana della gente calabrese.

Per quanto riguarda il pro-gramma civile, un ospite d'ecce-zione sarà presente in piazza Al-do Moro: il comico “Dado”, fa-moso cabarettista della nota tra-smissione televisiva Zelig Circussu Italia 1. L'inizio dello spettaco-lo gratuito è alle ore 21,30, mani-festazione organizzata dal comi-tato festa di Gimigliano, al segui-to di don Orlando Amelio, ispira-tore non solo dell'evento ricreati-vo, ma anche e soprattutto diquello ecclesiastico.�

Numerose le adesionidi associazionie di genitoridelle vittime di mafia

La chiesa nella quale si venera il quadro della Madonna di Porto

Pino Masciari Mario Congiusta

Tommaso
Evidenziato
Page 124: Pino masciari
Page 125: Pino masciari

Martedì 13 Maggio 2008 Gazzetta del Sud38

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Cosenza Area UrbanaBisignanoUna soluzione di comodo che permetterebbe di risolvere un problema annoso

Sarà costruito un nuovo depuratoreLo gestiranno Comune e ConsulecoI due enti potrebbero occuparsi anche dell’impianto fotovoltaico

Rino GiovincoBISIGNANO

L’Amministrazione comunale,dopo avere sistemato la questio-ne relativa alla Casa di Riposo,con l’avvio della società “in hou-se” denominata “Bisignano Ser-vizi srl”, cerca una soluzioneall’annoso problema della depu-razione e, più specificatamente airapporti che, in futuro deve averecon la Consuleco, società che ge-stisce un depuratore comunale euno privato. Nell’ultimo periodo,con delibera di Giunta, l’Ammini -strazione ha dato incarico agli uf-fici di cercare soluzioni alternati-ve e di interrompere la conven-zione, in scadenza, con la Consu-leco, per la gestione dell’impian -to. Successivamente, la RegioneCalabria, nel corso della confe-renza dei servizi, presenti tutti gliorgani competenti, compreso ilComune di Bisignano, ha espres-so parere positivo all’amplia -mento dell’impianto della Con-suleco, hanno votato contro i rap-presentanti del Comune, vanifi-cando, in parte, la decisione, ap-provata in sede locale, di sposta-mento dell’area. Ma, nel frattem-po, si è cercato di ricucire i rap-porti con la Consuleco per una so-luzione che salvaguardi i livellioccupazionali ed eviti un bracciodi ferro fra istituzione e aziendache potrebbe andare per le lun-ghe e comunque, alla fine, nonsoddisfare nessuno. Nel corso diun vertice, le parti avrebbero già

avviata una proficua discussionee concordato delle soluzioni. I de-puratori gestiti dalla Consuleco,quello privato e quello comunale,sarebbero spostati di sito e sareb-bero gestiti, questa è la prima no-vità, da una società mista. I soci diquesta nuova società sarebberoproprio il Comune di Bisignano ela Consuleco. Il nuovo sito po-trebbe portare i depuratori nellazona di contrada Marinella, inogni caso restando sul fiumeMoccone. Si tratterebbe quindi didue nuovi impianti che usufrui-

rebbero anche delle nuove auto-rizzazioni regionali di amplia-mento, quindi “dell’autorizza -zione integrata ambientale perun impianto di depurazione rifiu-ti liquidi pericolosi e non della ca-pacità di 300 tonnellate al gior-no”. Ma non finisce qui. L’accor -do, infatti, dovrebbe prevedereanche che la società mista possagestire un impianto fotovoltaico.Si tratta di una tecnologia checonsente di trasformare diretta-mente in energia elettrica l’ener -gia solare, quindi senza l’uso dialcun combustibile. Con questosistema, oltre a produrre energiaelettrica per le esigenze interne,la società venderebbe quella ineccesso con introiti di danaro. In-somma, una vertenza avviata at-traverso un braccio di ferro chesembrava dover avere l’epilogosulle Carte da Bollo, trova inveceuna soluzione che accontenta leparti ed anzi, dalla depurazione edella trasformazione dell’ener -gia solare potrebbero arrivaresoldini importanti per lo sviluppodella città. In ogni caso, resta l’in -cognita legata alle popolazioniche risiedono nella zona del nuo-vo insediamento. Tutto potrebbeessere risolto applicando all’im -pianto tutte le accortezze che lenuove tecnologie mettono sulmercato. Si salverebbero così iposti di lavoro che, addiritturapotrebbero aumentare, sarebberispettato l’ambiente “sfruttato”per produrre energia alternati-va.�

La Casa di Riposo “Giglio” di Bisignano

In brevePotrebbe finire l’annosoproblema del depuratore,più volte oggetto di pro-teste da parte degli abi-tanti sul cui territorio ri-cade l’impianto. Ne verràcostruito uno nuovo inuna località poco distantee sarà gestito direttamen-te dal Comune e dalla so-cietà Consuleco

Brevi

IERI SERA

Rapinatoil BaraondaIERI SERA, intorno alle 22.30,due banditi, incappucciati earmati, hanno fatto irruzioneall’interno del locale “Ba -raonda” che si trova nel com-plesso del centro commercia-le dei “2 Fiumi”. I malviventisi sono fatti consegnare l’in -casso e sono fuggiti, proba-bilmente a bordo di un’auto.Sul posto sono intervenuti icarabinieri del Radiomobile.

DAL 15 AL 17 MAGGIO

La Fiera del libroche liberaCONFERENZA STAMPA stamat -tina alle 12 alla Casa delleCulture (Sala Morante) perpresentare “La liberìa-La Fie-ra del libro che libera”. Saràpresente l’assessore MariaRosa Vuono. La manifesta-zione è in programma dal 15al 17 maggio presso il ca-pannone dell’ex deposito fer-roviario di piazza Matteotti.

CONFERENZA ALL’AC CA D E M I A

Il Dna alla basedella vitaCONTINUANO le conferenzeorganizzate dall’AccademiaCosentina. Venerdì, alle ore18, la dottoressa AlessandraPatitucci, del Cnr-Isn di Pia-no Lago, socio dell’Accade-mia, parlerà sul tema “IlDna alla base della vita”. Il23 maggio, sempre alle 18,il prof. Paolo Cristiani, par-lerà invece sul tema “Un ri-tratto di Guido Gozzano”.

Iniziativa dell’associazione bisignanesi.it

Legalità e sicurezzaNe hanno discussoi giovani imprenditoriBISIGNANO. Organizzatadall’Associazione culturale“Bisignanesi.it” si è svolta a Bi-signano, nell’Aula Magnadell’Istituto di Istruzione Su-periore “E. Siciliano”, unaconferenza-dibattito sul tema:“Legalità e sviluppo giovani-le”.

L’interessante iniziativa èstata voluta dai giovani della“Bisignanesi.it” p a r t i c o l a r-mente sensibili alla problema-tica della legalità e della sicu-rezza necessaria al mondodell’imprenditorialità giovani-le, in una regione come la Ca-labria dove fare impresa ri-chiede tanto coraggio e tantavoglia di fare.

Alla conferenza ha parteci-pato Pino Masciari, giovaneimprenditore calabrese di Ca-tanzaro sottoposto a program-ma speciale di protezione in-sieme alla moglie, Marisa Sa-lerno, odontoiatra, e ai due fi-gli, sin dal 1997 per avere de-nunziato la criminalità orga-nizzata e le sue collusioni.

Sono intervenuti oltre a Pi-no Masciari, don Nino Vattia-ta, parroco di Vezzano e com-ponente dell’Associazione Li-bera; Francesco Lo Giudice eGianluca Sportaro, presidentedell’Associazione “Bisignanesi.it”.

Nel corso del suo interven-to, Pino Masciari ha riferitosulla sua vicenda personale eimprenditoriale e sulle diffi-coltà incontrate in ordine allarealizzazione del suo progetto

imprenditoriale, gravementecompromesso a causa delle ri-chieste di danaro che la“n’drangheta” faceva conti-nuamente in ordine alla suainiziativa.

Nel vari interventi e nel di-battito seguito, diversi giovanihanno sostenuto la improro-gabile necessità che il nuovogoverno, appena nato, si ado-peri seriamente e decisamenteper impedire che l’o r g a n i z z a-zione criminale possa crearedifficoltà alle iniziative im-prenditoriali dei giovani nelterritorio calabrese e nel restodel Paese.

Una conferenza molto beneriuscita, durante la quale sonointervenuti molti giovani im-prenditori, tra cui, appunto,Pino Masciari insieme allamoglie Marisa Saler-no.�(m.g.)

Una panoramica di Bisignano

Tommaso
Evidenziato
Page 126: Pino masciari

Sent: Saturday, May 17, 2008 6:42 PMSubject: TESTIMONI GIUSTIZI3

TESTIMONI GIUSTIZIA. PINO MASCIARI. “TEMO DI FARE LA FINE DI NOVIELLO”

- Vibo Valentia, 17 mag. – “Temo di fare anch’io la stessa fine che ha fatto Domenico Noviello, l’imprenditore di Castel Volturno, ucciso dalla camorra per essersi ribellato al pagamento del pizzo e con le sue denunce ha mandato in galera i suoi estorsori” Ad affermarlo Pino Masciari, l’ex imprenditore calabrese, uno dei più importanti testimoni di giustizia, al pari di Novello lasciato senza programma di protezione dopo aver servito la giustizia e lo Stato. “Dicono sempre la stessa cosa, quando per qualcuno di noi arriva la camorra o la “ndrangheta a punirti. Dicono che si era fuori dal programma di protezione. Ma perché, mi chiedo, ci deve mandare al macello quando si sa che sia la “ndrangheta sia la camorra non scherzano. “Ho chiesto scorta e tutela, ma come risposta mi hanno tolto il programma di protezione – ha aggiunto Pino Masciari – costringendomi a ricorrere al Tar, ma ohimè! Nemmeno il tribunale amministrativo si decide a dare una risposta. E poi Gerardo Dominianni, il magistrato che proprio ieri in un comune del vibonese, ha disposto il fermo di sei presunti estorsori, dichiara che tutti gli imprenditori pagano il pizzo. La risposta è semplice – continua Masciari – E’ perché sembra che sia proprio lo Stato a volerle così, altrimenti si dovrebbe comportare meglio verso coloro che si ribellano. Non è giusto, non è umano che ciò avvenga”. Pino Masciari, l’imprenditore vibonese di 49 anni, che 11 anni fa denunciò e mandò in galera, costituendosi anche parte civile, gli esponenti delle più pericolose cosche calabresi, da allora è stato inviato unitamente alla moglie e i due figli piccoli in una località protetta, si fa per dire, come lui ama dire ironizzando. “In effetti si è trattato – aggiunge amaramente di un vero e proprio esilio, una deportazione, mentre io ho chiesto sempre di essere reinserito nel lavoro, come unica ed efficace risposta dello Stato contro la “ndrangheta”. Un mese fa Pino Masciari, come segno di protesta, senza scorta è ritornato in Calabria dove ha tenuto una serie di conferenze sulla legalità. Adesso è in giro per l’Italia accolto ovunque con tutto il rispetto che merita, la città di Torino, gli ha concesso la cittadinanza onoraria ed altre città stanno per farlo. Si stanno organizzando ovunque dei gruppi e per i prossimi giorni ha annunciato azioni di protesta eclatanti. Intervista a Michele Garrì

Page 127: Pino masciari

Gazzetta del Sud Domenica 18 Maggio 2008 53

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Celebrato in piazza Municipio il 156esimo Anniversario

La Polizia festeggiaoltre un secoloe mezzo di storiacon e tra la genteIl questore: la nostra presenza sul territorionon deve riassumersi nel concetto di militarizzazione

Marialucia Conistabile

Una cerimonia semplice ma par-tecipata, soprattutto a direttocontatto con la gente, che ha po-sto in risalto un aspetto diverso dipiazza Municipio, ieri trasforma-ta in un grande salone all’apertoper festeggiare la Polizia, che hacelebrato il 156esimo anniversa-rio della sua fondazione.

I vari momenti, scanditi dallavoce della dirigente MarcellaMazzeo, si sono alternati con so-lennità ed emozione, in particolarmodo da parte del personale cheper meriti ha ricevuto –dalle manidel prefetto Ennio Mario Sodanoe del questore Filippo Nicastro –adeguati riconoscimenti. Non èmancata l’esibizione dell’Unità ci-nofila e degli Artificieri che, comeal solito, ha calamitato l’attenzio -ne dei presenti.

Parlamentari, sindaci e autori-tà militari, civili e religiose, tutti sisono stretti al fianco della Polizia.Partecipazione sottolineata dalquestore Nicastro il quale, nel suointervento, ha ribadito la volontàdi celebrare la Festa «nel cuorepulsante della città, a stretto con-tatto con la gente cui è rivolto ilnostro impegno a tutela della lorosicurezza». Insomma “vicini allagente” nel vero senso della paro-la. Un impegno costante, però, da

concretizzare con i fatti. Per ilquestore infatti ciò significa «piùagenti sulle strade, nelle piazze,nei parchi, nelle scuole, semprepresenti e visibili, pronti a dare ri-sposte adeguate alle domande disicurezza della società civile. Pre-senza –ha aggiunto Nicastro –cheperò non deve intendersi come“militarizzazione” ma più sempli-cemente come integrazione sulterritorio che si riassume nel con-cetto di “polizia di prossimità”, dasempre voluta dal nostro capo cheha determinato il rinnovamentodella Polizia di Stato». Il questorepoi ha posto in risalto l’impegnoprofuso da ogni singola compo-nente o ufficio della Questura di-cendosi «orgoglioso» di rappre-sentare gli uomini e le donne chehanno saputo ribattere colpo sucolpo a ogni fenomeno criminale,contribuendo così a rafforzare ilsenso di sicurezza tra i cittadini. «Irisultati conseguiti – ha rilevato ilquestore –sono stati più che lusin-ghieri e hanno messo in evidenzaun eccezionale lavoro di squadrache ognuno ha svolto con tenacia,

passione e senso del dovere».E prima di procedere alla con-

segna delle ricompense al perso-nale, sono stati consegnati atte-stati di compiacimento agli alun-ni delle scuole: Media Murmura,Media Filadelfia, Media Acquaro,primaria di Nicotera, Cessaniti,Vena Superiore e Dinami, per laloro partecipazione al progetto“Un poliziotto un amico in più”.

La consegna delle ricompenseè stata aperta da cinque promo-zioni per «merito straordinario»legato alle operazioni di soccorsodurante l’alluvione. FrancescoAdriano Carchedi è stato promos-so al grado di vice sovrintenden-te; assistente capo sono invece di-ventati: Santo Grillo, FrancescoPagnotta e Gianfranco Anello,mentre il grado di assistente è an-dato a Piergiorgio Betrò.

Tre gli encomi solenni: al pri-mo dirigente Rocco Romeo (perattività condotte a Siderno); alòvice querstore aggiunto OnofrioMarcello, all’ispettore capo Gio-vanni Cosentino e all’agente scel-to Antonio Giordano per la cattu-ra di un pericoloso latitante. Ope-razione verificatasi a Monsoretodi Dinami. Encomio solenne an-che al commissario capo MaurizioLento, dirigente della Mobile, perun’attività investigativa condottaa Reggio Calabria. �

Messo in lucedal questoreFilippo Nicastrol’impegno controla criminalità

Da sinistra in alto: l’arrivo del prefetto Sodano accolto dal questore Nicastro; lo schieramento in piazzaMunicipio; l’esibizione dell’Unità cinofile; gli alunni delle scuole premiate; il sovr. capo GiuseppeAntonio Tavella mentre disinnesca una carica esplosiva; il palco e le autorità presenti alla cerimonia

Polizia

Encomisolenni, lodie promozionial personaleOltre ai tre encomi solenni –consegnati (come si evidenziaspecificatamente nell’articoloa fianco) al primo dirigenteRomeo, al vice questore ag-giunto Marcello, all’ispettorecapo Cosentino, all’agentescelto Giordano e al capo del-la Mobile Lento – sono stati at-tribuiti quattro encomi.

A riceverli: il comm. deiruoli speciali in quiescenzaLudovico Belligerante (per lacattura di un rapinatore,“placcato” nell’ottobre del2005 da Belligerante in orarioal di fuori del servizio in pros-simità di un istituto di credi-to); al commissario capo Mau-rizio Lento (per il coordina-mento di indagini concluse aMelito Porto Salvo con il “s a c-co” a un’associazione crimina-le dedita alle estorsioni eadulterazione di prodotti ali-mentari); al sovrintendentecapo Giuseppe Antonio Tavel-la (per le capacità professio-nali dimostrate nel disinne-scare un potente ordignopiazzato sotto un’auto a Fabri-zia); all’assistente LeonardoMirile (per aver tratto in sal-vo, a Catania, una donna chestava per annegare).

Attestati di lode sono stati,inoltre, attribuiti: al capo del-la Mobile Maurizio Lento; alsostituto commissario in ser-vizio alla Mobile Carmelo Pro-nestì; al sovrintendente Anto-nio Zottola; all’assistente capoFabio Rubino; agli assistentiFrancesco Iannello, GiuseppePulici e Francesco Tambuscio;agli agenti scelti AntonelloMarasco, Marco Pasquale Si-ca, Giuseppe Colavecchia,Vincenzo Coletta, LeopoldoMarino e all’agente Pietro Na-scè.�

L’assessore Romeo mira alla creazione di un polo interdisciplinare

Il Comune avvia la realizzazionedella “fabbrica della cultura”Vittoria Sicari

Grazie ad un protocollo d’intesacon l’Anac (Associazione nazio-nale autori cinematografici), l’as -sessorato comunale alle Attivitàculturali dà il via al progetto “Lafabbrica della cultura”.

L’idea nasce dalla volontà direalizzare un polo interdiscipli-nare, che promuova l’attività ci-nematografica ed audiovisiva incittà, in modo da proporre una va-sta offerta formativa, che parten-do dal cinema, si estenda alla let-teratura, al teatro, alla pittura edalle arti in genere.

L’interessamento del registavibonese, Andrea Frezza, che haavviato i contatti con l’Anac, deci-

sa a patrocinare l’iniziativa pro-mossa dall’assessore Enzo Romeoe sostenuta dal sindaco, FrancoSammarco, porterà all’istituzionedi un vero e proprio “laboratoriodella cultura”.

Bisogna ricordare che l’Anac,fondata nel 1946 da grandi mae-stri del cinema, tra cui Vittorio DeSica, Luchino Visconti e FedericoFellini, annovera al suo internoquasi tutti i registi e gli sceneggia-tori italiani. «Vorrei che si capissel’importanza di questo riconosci-mento – ha detto l’assessore Ro-meo – concesso ad un’iniziativache avrà sicuramente ripercussio-ni positive, che daranno la possi-bilità alla nostra città di avere unruolo privilegiato nel rapporto

con il grande cinema nazionale».Alcuni registi famosi, che han-

no accettato la sfida, tra cui EttoreScola, Giorgio Arlorio, Citto Ma-selli, Carmine Russo e Ugo Grego-retti, insieme all’attrice Anna Ga-liena, saranno in città il 13-14 e 15di giugno, per ufficializzare il pro-getto. Durante la loro permanen-za visiteranno Palazzo SantaChiara, destinato ad ospitare lafutura “Accademia della cultura edella cinematografia”. Dunque,Vibo come crocevia culturale ditutto il Mediterraneo, centro diattrazione, con l’opportunità diproiettare la sua storia ancheall’estero. Un team qualificato, dicui farà parte il Sistema bibliote-cario, le scuole di danza con mag-giore esperienza e l’Accademiad’arte “Fidia”, supporterà l’azionedell’assessorato. «È già in itinere ilprogetto per l’acquisizione deifondi europei – ha spiegato Ro-meo – L’auspicio è che l’idea ven-ga inserita nel “Progetto creativi-tà” della Regione».�L’assessore Enzo Romeo

Allarme di Masciari testimone di giustizia

«Temo di fare anch’iola stessa finedi Domenico Noviello»«Temo di fare anch’io la stessafine che ha fatto Domenico No-viello, l’imprenditore di CastelVolturno, ucciso dalla camorraper essersi ribellato anni ad-dietro al pagamento del pizzo eche con le sue denunce ha man-dato in galera i suoi estorsori».

La forte denuncia, peraltrol’ennesima, è Pino Masciari,l’ex imprenditore calabrese, te-stimone di giustizia che datempo denuncia di essere fuoridal programma di protezione.«Dicono sempre la stessa cosa,quando per qualcuno di noi ar-riva la camorra o la ‘ndranghe-ta a punirti. Dicono – aggiungeMasciari – che si era fuori dalprogramma di protezione. Maperchè, mi chiedo, lo Stato cideve mandare al macelloquando si sa che sia la ‘ndran-gheta sia la camorra su questecose non scherzano?».

E l’ex imprenditore aggiun-ge: «Ho chiesto scorta e tutela,ma come risposta mi hanno tol-to il programma di protezione,così come hanno fatto con No-viello, costringendomi a ricor-rere al Tar, ma nemmeno il tri-bunale amministrativo si deci-de a dare una risposta e di mesine sono trascorsi oltre quaran-ta». Pino Masciari, 49 anni, un-dici anni fa denunciò e mandòin galera, costituendosi ancheparte civile, esponenti delle piùpericolose cosche calabresi, eda allora è stato inviato assie-me alla moglie e i due figli(all’epoca in tenera età) in unalocalità segreta e protetta. «In

effetti si è trattato – sottolineaamaramente Masciari – di unvero e proprio esilio, una de-portazione, mentre io ho chie-sto sempre di essere reinseritonel lavoro, come unica ed effi-cace risposta dello Stato controla ‘ndrangheta». Un mese fa Pi-no Masciari, come segno diprotesta, senza scorta è ritor-nato in Calabria dove ha tenutouna serie di conferenze sulla le-galità. Adesso è in giro per l’Ita-lia per raccontare la sua storia edi recente la città di Torino gliha concesso la cittadinanzaonoraria. La sua è una battagliache oltrepassa i confini dell’ir-risolta “questione testimoni digiustizia” ed è diventata unalotta ideale contro tutte le ma-fie. Una battaglia sostenuta danumerosi presidii sorti nellepiazze e davanti alle Prefetturedi tutto il Paese.�(m.c.)

Pino Masciari

Domani sera

Al Moderno“Prometeoai Fuochidi Beltame”C’è anche vibonesità nellospettacolo “Prometeo ai Fuo-chi di Beltame” (dall’Ellade aifuochi celtici) in programmadomani (ore 21) al CinemaModerno, unica tappa calabre-se della rappresentazionescritta e diretta da Anna RitaLuongo, con musiche originalidi Bernardo Nardini. Accantoagli artisti della Compagnia deiTerrazzi di Ada, ci sarà ElisaAchille, nelle vesti di aiuto re-gista Un ruolo che la giovanevibonese ha già svolto con suc-cesso in un precedente spetta-colo “Terra...Madre” sempreportato in scena dalla stessaCompagnia. Elisa Achille, do-po aver conseguito la maturitàclassica al Morelli, si è trasferi-ta a Roma dove frequenta conprofitto il corso di laurea in Artie Scienze dello spettacolo a “LaSapienza”. A Roma è avvenutol’incontro con la Luongo ed èiniziata per lei questa nuova eaffascinante avventura.�

Elisa Achille

Agenda telefonica cittadinaFARMACIA DI TURNOFARMACIA CENTRALE - C.so VittorioEmanuele, 51 - Tel. 42042

GUARDIA MEDICAOrario: prefestivi: dalle ore 10 alle ore20; festivi: dalle ore 8 alle ore 20; not-turni: dalle 20 alle 8 all’Ufficio sanitario,tel. 93808 e Vibo Marina tel. 572621ACQUARO tel. 353289ARENA tel. 355312BRIATICO tel. 391946CAPISTRANO tel. 325548CESSANITI tel. 501005DINAMI tel. 0966/904478DRAPIA (Brattirò) tel. 68455FABRIZIA tel. 314156FILADELFIA tel. 0968/724425GEROCARNE (Ciano) tel. 356314JOPPOLO tel. 883336LIMBADI tel. 85990MAIERATO tel. 253399MILETO tel. 336303MONGIANA tel. 311214MONTEROSSO CALABRO, 325557NARDODIPACE tel. 313135NICOTERA tel. 886222PIZZO tel. 534102PIZZONI tel. 358688POLIA tel. 321157RICADI tel. 663818

ROMBIOLO tel. 366011SAN CALOGERO tel. 361092SAN COSTANTINO CAL., 331574SAN GREGORIO D’IPPONA 261483SAN NICOLA DA CRISSA, 73013SANT’ONOFRIO tel. 267214SERRA SAN BRUNO tel. 71354SIMBARIO-SPADOLA tel. 74776SORIANO CALABRO tel. 351433SPILINGA tel. 65500STEFANACONI tel. 508637TROPEA tel. 61366VIBO VALENTIA tel. 41774VIBO VALENTIA MARINA tel. 572621ZAMBRONE tel. 392450ZUNGRI tel. 664404

AMBULANZECroce Rossa italiana tel. 43843.Mimmo Polistena Onlus, 0963/94420

«118»Servizio d’emergenza sanitaria.

OSPEDALE CIVILECentralino tel. 9621Pronto soccorso tel. 962352

CARITAS - CENTRO SERVIZIPiazza Luigi Razza, 10 (Santa Maria delsocc.) tel. 0963/471750

CONSULTORIO FAMILIAREViale Matteotti - Tel. 096342014-472105

POLIZIA MUNICIPALETel. 0963/599606

TELEFONO AZZURROLinea di emergenza tel. 19696 (gratuito)Linea istituzionale tel. 051/481048

EMERGENZA INFANZIAtel. 114 (24 ore su 24) sulla salute psi-co-fisica di bambini e adolescenti in peri-colo immediato.

VIGILI DEL FUOCOChiamata di soccorso 115Sala operativa tel. 0963/9969Uffici tel. 0963591648Distaccamento portuale 0963572900

OSPEDALE CIVILE DI PIZZOCentralino - Tel. 0963/962983

OSPEDALE CIVILE DI SORIANOCentralino - Tel. 0963/962700OSPEDALE CIVILEDI SERRA SAN BRUNOCentralino - Tel. 0963/777111

OSPEDALE CIVILE DI TROPEACentralino - Tel. 0963/962800

CARABINIERIVia pellicanò, 19 tel. 0963/592404Pronto intervento, 112

QUESTURAVia S. Aloe, tel. 0963/965111Pronto intervento, 113Ufficio stranieri tel. 0963/965515Ufficio Relazione Pubb., 0963/965549

POLISTRADAVia Manzoni, tel. 0963/996611

GUARDIA DI FINANZAVia Emilia, 11 Vibo Marina: Pronto inter-vento, 117 - Roan: tel. 0963/572082

CAPITANERIA DI PORTOVibo Marina, tel. 0963/5739201Soccorso in mare, 1530CORPO FORESTALEDELLO STATOVia Roma, 30 Mongiana tel.0963/311022Pronto intervento, 1515

ADMOVia ipponio, 10 tel. e fax 0963/43075

Cronaca di Vibo

Tommaso
Evidenziato
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Sabato 24 maggio 2008 23

Da sinistra: Sonia Alfano,Rosanna Scopelliti

e Aldo Pecora durantel’incontro commemorativo

tenutosi al Cedir

Si è tenuta al Cedir la giornata in ricordo della strage di Capaci

La ’ndrangheta è un cancro

NELL’ANNIVERSARIO dellastrage di Capaci, il 23 maggio di17 anni fa, in cui persero la vitail giudice Giovanni Falcone,sua moglie e la scorta, la “Fon -dazione Scopelliti”, assieme almovimento “Ammazzateci tut-ti”, ha organizzato all’audito -rium ‘Versace’ una manifesta-zione rivolta agli studenti chesono accorsi numerosi perascoltare testimonianze e ri-flessioni su tutto quello che gi-ra intorno alla mafia e ‘ndran -gheta. Tanti gli spunti e gli in-terventi che hanno reso la gior-nata assai proficua dal punto divista dell’apprendimento del fe-nomeno attraverso un linguag-gio semplice e di grande effetto.

Grande partecipazione all’iniziativa commemorativa

La voce di mille ragazzisi è alzata contro la mafia

di DOMENICO GRILLLONE

ALDO Pecora, il leader delmovimento “Ammazzatecitutti”, ricorda il giudiceFalcone ai numerosi stu-denti che ieri sono accorsinumerosi nell’auditorium‘Versace’ del Cedir, racco-gliendo l’invito della ‘Fon -dazione Antonino Scopelli-ti’ e dello stesso movimen-to fondato a Locri all’indo -mani dell’omicidio Fortu-gno.

Un ricordo rivolto so-prattutto verso le nuovegenerazioni che hanno ri-cordi confusi della stragedi Capaci in cui morironooltre al magistrato, la mo-glie e gli uomini della scor-ta. Nel giorno del triste an-niversario, Pecora, affian-cato da Rosanna Scopellitie Sonia Alfano, figlie ri-spettivamen -te del giudiceAntonino edel giornali-sta Peppe,ambedue as-sassinatidalla mafia,ripercorre inmanierasemplice, come fosse quasiuna favola, i giorni dellastrage ma anche tutto ciòche ruota attorno a mafia endrangheta. Una favola, oracconto ‘didattico’, per ar-rivare più velocementenelle menti e nei cuori de-gli studenti. “La mafia è le-tale come il cancro. E’quando te ne accorgi ètroppo tardi – spiega Peco-ra – Ma se noi lo prevenia-mo, se cominciamo a cu-rarlo prima di contrarlo,allora guarisce, scompa-re”. Rispetto alla mafia, or-ganizzazione criminaleoggi ritenuta meno fortedella ‘ndrangheta, Pecorasottolinea il fatto che l’an -timafia “oggi è molto piùforte in Sicilia che in Cala-bria”.

Poi un appello ed unapromessa: quella di ripor-tare in Calabria Pino Ma-sciari, presente in sala. “Ilmiglior testimone di giu-stizia calabrese”, dice Pe-cora - attualmente sottoprotezione per le sue de-nunce che hanno permes-so di mettere in galera unbuon numero di mafiosi”E’ la volta poi del procura-tore capo della Dda reggi-na, Giuseppe Pignatone, ilquale nel ringraziare “chiha fatto lo sforzo di ricor-dare i nostri morti, perche'Giovanni Falcone e PaoloBorsellino sono i morti di

tutti noi'', aggiunge che''l'impegno di tutti quantideve essere quello di farecamminare le idee di Gio-vanni e Paolo con le nostregambe per costruire unasocietà diversa”. Il procu-ratore porta poi l’esempiodell’associazione “AddioPizzo”a Palermo. “Impren -ditori, semplici cittadiniche non sopportano più laviolenza della mafia, e nel-le loro azioni rivivono leidee di Giovanni Falcone ePaolo Borsellino e dei tan-ti, troppi servitori delloStato assassinati dalla ma-fia''. Dopo i saluti del que-store Santi Giuffrè, è toc-cato al giudice SalvatoreBoemi intervenire. Ed ilsuo non è stato certo un di-scorso formale. “Sarebbebene che i nostri libri distoria si aggiornassero, la

storia delpaese do-vrebbe essereoggetto dipiù attenzio-ne per capire,maturare escegliere” hadetto il pro-curatore ag-

giunto rispetto al fatto cheproprio i fatti di mafia endrangheta dovrebberoessere oggetto di studionelle scuole.

“Voi - ha aggiunto - sietesani e puliti, ma mi auguroche qui il prossimo annosiano invitati anche i com-mercianti e gli imprendi-tori taglieggiati della cittàche spesso sfuggono, con-sapevolmente o inconsape-volmente, alle loro respon-sabilità” Secondo Boemi,in Calabria è necessariauna rivoluzione culturalecapace di fare restare i mi-gliori figli di questa terra.“Corriamo il rischio dimandare via le forze piùsane della regione e tenerei figli dei mafiosi. Abbiamobisogno che il cambiamen-to passi attraverso voi”.“Chi sta dalla parte deibuoni non tifa – aggiungeBoemi – non sta dalla no-stra parte, il che significache non ci sono testimonidi giustizia. E’ una città,questa, che reputo sconfit-ta. Forse c'e' troppa rasse-gnazione”. Meno pessimi-sta il sindaco GiuseppeScopelliti, per il quale si stavivendo una stagione nuo-va in città. “I più grandi al-leati della mafia sono colo-ro i quali dicono che tutto èmafia, delegittimando ilnostro impegno controquesto fenomeno”.

Alcuni ragazzi delle scuole che hanno partecipato

Boemi auspicauna rivoluzione

dei giovani

di MELINA CIANCIA

PIÙ di mille ragazzi dellescuole reggine di età com-presa tra i 12 e i 18 anni era-no presenti all'incontro: neigiorni scorsi avevano parla-to con i loro insegnanti del-l'anniversario della mortedi Falcone, sapevano giàche avrebbero sentito parla-re di mafia ma non a questilivelli.

Si leggeva sui visi l'inte-resse per un argomento piùgrande di loro, e in un silen-zio religioso, hanno seguitoper tre ore l'alternarsi deirelatori. Il prologo di Peco-ra, cheha parlatodella favo-la della vita con i buoni e icattivi, li ha calamitati, equando è salito sul palco ilgiudice Salvatore Boemi,asserendo che non sapeva sefosse stato in grado di parla-re a questa platea, visto cheda vent'anni vive su un ter-razzo, i ragazzi hanno fattoesplodere la sala con un ap-plauso che ha significato:“ti siamo vicini e ti vogliamobene per aver sacrificato latua vita per la giustizia”.

Quella cultura della lega-lità di cui ha parlato il Sinda-co Giuseppe Scopellitiquando ha detto ai ragazzidell'importanza della testi-monianza resa con la pro-pria vita, negli atteggia-menti e nelle scelte che se-gnano l'esistenza. I giovani

si sono sentiti coinvolti neldolore di Pino Masciari cheha detto loro che i suoi bam-bini sono costretti all'esilio,mentre i delinquenti sono inlibertà.

E ancora la figlia di Giu-seppe Alfano ha toccato i lo-ro animi quando ha parlatodella corruzione della magi-stratura e delle raccoman-dazioni: questa è mafia, hadetto Sonia, e la platea ha ri-sposto con applausi scro-scianti. E il giudice Gratteriha saputo trasmettere la re-gola affinché non accettino

mai la mafia: la bellezza del-la libertà. Hanno parlato intanti ai ragazzi della“ndrangheta”: il Questore,il Procuratore, ma quelloche ha tenuto vivo l'interes-se per tre ore è stato losguardo e l'espressione diangoscia che i ragazzi han-no letto sul volto di RosannaScopelliti, che a distanza di17 anni, sembra abbia sapu-to dire ai giovani quanto siadifficile sopportare la man-canza del padre ucciso dalla“ndrangheta”perché giudi-ce!

Il pubblico in sala, riconoscibili da destra Boemi, Pignatone e Giuffrè

Il sindaco Scopelliti

“COMBATTO la‘ndrangheta attraver-so il lavoro ed il quoti-diano impegno versola città. E nella batta-glia per la legalità nondeve esistere nessuncolore politico. Credoche nella nostra realtàsi stia vivendo unastagione nuova. Ed ipiù grandi alleati del-la mafia sono coloro iquali dicono che è tut-to mafia, delegitti-mando il nostro lavo-ro”.

Così si è espresso ilsindaco Scopelliti.

“CAMBIAMOLA in -sieme questa realtà.Loro, i mafiosi, sisanno organizzareper delinquere. Per-ché noi non sappia-mo farlo per fartrionfare la legalità?Chi sta dalla partedei buoni deve ‘tifa -re’, ed invece il tifonon c’è, non si stadalla nostra parte.Questo è il problema.Ecco perché non esi-stono testimoni digiustizia”.

Questo in sintesi inpensiero di SalvoBoemi.

Salvatore Boemi

Uniti contro la mafia

Reggio

SCOPELLITI

BOEMI

Tommaso
Evidenziato
Tommaso
Evidenziato
Page 131: Pino masciari

Lunedì 26 Maggio 2008 Gazzetta del Sud18

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Cronaca di ViboVia M.T. Cicerone, 15 - Cap 89900Tel. 0963.44034 / Fax [email protected]

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Fondazione RepubblicaCerimonia al CastelloLunedì 2 giugnocerimonia al Castellopromossa dal Prefettoper l’anniversariodella Repubblica.

L’invito del magistrato della Dda di Catanzaro Marisa Manzini nel corso del convegno tenutosi a Vazzano

Ribellarsi al ricatto delle coscheEnzo Ciconte si sofferma sull’evoluzione di ‘ndrangheta, mafia e camorra

Maurizio Onda

Commenti e critiche positive sulconvegno di Vazzano si stannoraccogliendo negli ambienti poli-tico-culturali del Comprensoriodelle Serre in odine agli argo-menti trattati e ai risultati rag-giunti. Le parole del pm distrret-tuale Marisa Manzini, che ha da-to una “lezione di legalità” aquanti minano il tessuto sociale emantengono connivenze con lacriminalità organizzata, suggel-lano un codice di comportamen-to morale che personaggi comeNello Ruello, Giuseppe Masciaried altri, oggi, sventolano comeuna bandiera, ponendosi adesempio di come bisogna opporsiall’arroganza e all’intransigenzamafiosa.

Sottostare ai ricatti, cedere al-le minacce, praticare l’omertà e lasottomissione significa perpetra-re l’illegalità organizzata sul ter-ritorio e agevolare la criminalitàche, per questo motivo, si diffon-de a macchia d’olio e prolifera,trovando adepti e fiancheggiato-ri in tutti i settori della vita socialedella regione. Nel corso del con-vegno, organizzato dall’ammini -strazione di Vazzano, la dotto.ssaManzini è stata chiara. «Calabre-

si –ha detto – riappropriatevi del-la vostra libertà. Diventate indivi-dui liberi, ribellandovi alla‘ndrangheta e ritrovando il co-raggio di parlare e di denunciare.Solo così potete riscattare la vo-stra terra e gettare le basi per unfuturo più prospero e migliore».

E sulle formule giuste per ope-rare il riscatto morale della Cala-bria dopo anni di soggezioneall’arroganza mafiosa, il sostitutoprocuratore si è espresso in modofermo e chiaro. «Fino a qualcheanno fa – ha spiegato – nessunoparlava di ‘ndragheta, oggi si co-mincia ad avere il coraggio di par-lare. La società calabrese è unasocietà che, purtroppo, è intrisadi ‘ndrangheta, soggiace ancoraalle regole mafiose, reprime e sof-foca lo sviluppo economico e cul-turale. Per liberarsi e voltare pa-gina ognuno deve fare la sua par-te a cominciare dagli uomini poli-tici a cui compete nella società uncompito molto importante. Lacriminalità organizzata va perse-guita ed isolata e coloro che la so-stengono e l’appoggiano vannoindividuati e puniti con le leggi».

Alla domanda se esistono lecondizioni in Calabria per scon-figgere questa organizzazionecriminale, che resiste agli attac-chi dello Stato, ha risposto in mo-do esauriente e dettagliato EnzoCiconte, scrittore attento al feno-meno mafioso e autore di due li-bri sulla ‘ndrangheta. «Per debel-lare la criminalità organizzata –ha osservato Ciconte – occorre

cominciare a dire alla gente che imafiosi non sono degli “eroi” co -me certi film televisivi vorrebbe-ro far capire. Chi uccide donne ebambini non può essere ritenutotale perchè si mette fuori anchedalle proprie regole. Occorre, al-tresì capire che la ‘ndranghetanon è un fenomeno calabrese, maitaliano ed europeo. Essa è stataimportata in Calabria dalle gran-di imprese del Nord quando si so-no aggiudicate gli appalti dell’au -

tostrada Salerno-Reggio Cala-bria, prima, e della costruzionedel porto di Gioia Tauro, poi. Lasede della ‘ndrangheta, al contra-rio di quella della mafia, che è Pa-lermo, non si trova in Calabria,ma a Milano, a Roma, a Napoli enon esiste un capo dei capi, matanti capi». E dopo aver tracciatol’evoluzione di mafia, ‘ndranghe -ta e camorra, Ciconte non ha tra-lasciato di fare un esempio allar-mante sulla dimensione che sta

assumendo il fenomeno nella no-stra regione. «Oggi – ha detto – inalcuni comuni non si paga più ilpizzo, non perchè non c'è la ma-fia, ma perchè essa ha ormai lemani dappertutto e chiedere ilpizzo significherebbe chiederlo ase stessa». Da qui la necessità diintervenire subito e con mezzi ef-ficaci se si vuole veramente co-minciare ad uscire fuori dal tun-nel e dare un avvenire alle gene-razioni future.�

Il sindacodi VazzanoNino Mirenzitra i promotoridel convegno

Enzo Ciconte e il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Marisa Manzini

Molte ombre sull’emergenza rifiuti

In ferie alla Proserpina“volontari” al ComuneL’assessore comunale all’Am-biente Silvestro Scalamandrèha individuato la ditta per fareuscire la città dall’emergenzarifiuti e ha annunciato che inpochi giorni la situazione sinormalizzerà. Tale incarico èstato affidato alla ComputerHouse Ambiente. Dai compu-ter ai rifiuti, per la verità, ilpassaggio non dovrebbe esse-re facile, ma va bene lo stessoperché in situazioni di emer-genza ogni soluzione ci puòstare.

Così come in situazioni diemergenza si possono accetta-re anche azioni di volontaria-to. Solo che in questo caso lapratica rischia di diventarepiuttosto spinosa perché ad es-sere chiamati, e non si sa co-me, sono 5 dei 30 operai dellaProserpina spa collocati in fe-rie forzate. Insomma, anche separliamo di differenziataquando si tratta di rifiuti lapuzza è sempre in agguato.

L’assessore, tuttavia, ha ri-badito che il servizio è in viaprovvisoria perché l’ammini-

strazione di palazzo “LuigiRazza” ha in programma di ar-rivare ad un regolare bando digara. Un obiettivo che vieneinseguito già da qualche annoma fino ad oggi non è statocentrato. E così la città, in ma-teria di nettezza urbana, e nonsolo di differenziata (perché inquesto caso rimane bloccataagli ultimi posti della classifi-ca) lascia molto a desiderare.Si preferisce puntare a proro-gare il servizio attraverso l’af-fidamento diretto e non met-tere mano ad un vero e propriocapitolato d’appalto. L’asses-sorato all’Ambiente “brilla”per non essere riuscito a pre-sentare il progetto per la rac-colta “porta a porta” relativo acarta, vetro e plastica. L’asses-sore regionale all’AmbienteDiego Tommasi, che in cittàconta tra i suoi collaboratorianche l’assessore Scalaman-drè, non ha avuto il piacere dipoter inserire la città capoluo-go tra i 30 Comuni che hannousufruito del finanziamentoper il “porta a porta”.�(n.l.)

Ma Mazzeo avverte: metteremo alla prova De Nisi e gli assessori

Giunta tecnica alla Provincia,moderata soddisfazione di AnVincenzo Varone

La giunta tecnica alla Provinciaincassa la «moderata soddisfa-zione» del presidente del Circolodi Alleanza nazionale MarioMazzeo. «Avremmo parlato direale cambiamento – afferma –qualora il neo presidente avessevarato una giunta tecnica in pri-ma battuta e non come forma diripiego. Notiamo infatti che si èdovuta fare di necessità virtù nelmomento in cui i vecchi capi e ca-petti del centrosinistra vibonesesi sono azzuffati su tutto nonavendo più a disposizione l’unicacosa che li teneva insieme, cioè ilpotere di gestione delle risorsepubbliche».

Il presidente del circolo di An,vista la situazione che si è venutaa determinare, sostiene che «ildado ormai è tratto e che De Nisisa di non poter più tornare indie-tro, alla vecchia politica parassi-taria che ha distrutto qualsiasisperanza di sviluppo di questanostra provincia. Ove dovessefarlo – osserva Mazzeo – gli elettidel Pdl in consiglio provincialenon esiterebbero a iniziare unabattaglia contro la restaurazioneed i rigurgiti clientelari».

Da An parte, quindi, l’invito di«buon lavoro» ai nuovi assessori,«sperando che si comportino di-versamente dai loro predecesso-ri che hanno usato le istituzioniper mantenersi la poltrona e fa-

cendo un uso partigiano delle ri-sorse pubbliche». Gli auguri ven-gono, inoltre, estesi al presiden-te Francesco De Nisi, «la cui vo-lontà di cambiamento e di rottu-ra con il triste passato misurere-mo volta per volta. Innanzituttovedremo – continua Mazzeo – sea fine maggio saprà dire basta al-le illegittime proroghe dei diri-genti facenti parte dell’ex castadi governo. E presto vedremo an-che se sarà capace di dare unasperanza a quei giovani che inquesta provincia confidano an-cora sul curriculum professiona-le anziché sul curriculum politi-co che fino adesso è stato l’unicosistema di selezione alla Provin-cia».

Altre problematiche poste daMario Mazzeo all’attenzione delneo presidente riguardano «l’Atomai partito, i programmi infor-matici per il mercato del lavoropagati a prezzo d’oro e mai utiliz-zati e i pletorici staff, costituti perpromuovere amici e parenti».�Mario Mazzeo

Brevi

IV CIRCOSCRIZIONE

L’assembleasi riunisce a BivonaDOMANI (ore 18) riunione(sala “Marinella”) a Bivonadel consiglio della IV Cir-coscrizione. L’iniziativa vuo-le dare centralità alla fra-zione alle prese con innu-merevoli problemi, più voltedenunciati e spesso rimastilettera morta.

IL PRESIDENTE FRANCESCO DE NISI PRESENTA LA NUOVA SQUADRA

Martedì consiglio provincialeCONVOCATO per martedì (ore 18) il consiglio provinciale. Ilpresidente Francesco De Nisi presenterà la sua nuova Giunta.Mancherà all’appello solo l’assessore ai Lavori pubblici, de-lega che, per il momento, il presidente ha tenuto per sé. Lariunione si terrà nell’aula di palazzo “Luigi Razza”.

RAPPORTI STATO-REGIONI

Un convegnocol prof. Paolo FalzeaRAPPORTI Stato-Regioni. Sidiscuterà venerdì (17,30)nel salone del Sistema bi-bliotecario. All’incontro sa-ranno presenti il prof. PaoloFalzea, il prof. Antonio Vi-scomi, il sen. Antonino Mu-mura, il dott. Paolo Nicosiae il dott. Elio Costa.

SALA CONSILIARE DI PIZZO

Terzo memorial“Salvatore Gaglioti”MERCOLEDÌ (ore 10,30) pre-sentazione, nella sala con-siliare del Comune di Pizzo,del terzo memorial di bea-ch-volley dedicato al piccoloSalvatore Gaglioti, il bimbodi 18 mesi, morto durantela devastante alluvione del3 luglio 2006, che ha fla-gellato il territorio vibonese.

IPSIA “G. PRESTIA”

La scuola presentai progetti attuati“LE NUOVE tecnologie ascuola” è il tema dell’incon-tro in programma domani(ore 10,30) nel parco verdedell’Ipsia durante il qualesaranno presentati i pro-getti Pon e Pof sviluppatida docenti e studentinell’anno scolastico2007-2008.

Dinasty

L’on. Napolireplicaai legalidi MancusoL’on. Angela Napoli (An) contro-replica ai legali di PantaleoneMancuso, di 61 anni, coinvoltonell’operazione contro la ‘ndran -gheta denominata Dinasty-Affaridi famiglia e da circa una settima-na ai domiciliari.

In una brevissima nota, indiriz-zata agli avv. Giuseppe Di Renzoed Ernesto d’Ippolito, la deputatali richiama «a una più attenta let-tura» dell’intera sua interrogazio-ne parlamentare e «alla finalitàdella stessa, al cui quesito il mini-stro della Giustizia è l’unico titola-to a dare risposta».

Sottolineato ciò l’on. Napoliaggiunge: «Chiarisco, infine, chequalsiasi atto ispettivo parlamen-tare, che rientra nelle prerogativedi ogni deputato o senatore, nonpuò e non deve essere consideratoquale “interferenza della politicanell’amministrazione della giu-stizia”, considerata la piena e do-vuta autonomia della Magistratu-ra, dettata dalla Costituzione. Illegislatore ha, però, il compito e ildovere di verificare se le norme invigore garantiscono pienamentela tanto richiesta e necessaria “ef -fettività della pena”».�

Agenda telefonica cittadinaFARMACIA DI TURNOFARMACIA MONTORO - Via Luigi Razza58/66 - Tel. 547306/41551

GUARDIA MEDICAOrario: prefestivi: dalle ore 10 alle ore20; festivi: dalle ore 8 alle ore 20; not-turni: dalle 20 alle 8 all’Ufficio sanitario,tel. 93808 e Vibo Marina tel. 572621ACQUARO tel. 353289ARENA tel. 355312BRIATICO tel. 391946CAPISTRANO tel. 325548CESSANITI tel. 501005DINAMI tel. 0966/904478DRAPIA (Brattirò) tel. 68455FABRIZIA tel. 314156FILADELFIA tel. 0968/724425GEROCARNE (Ciano) tel. 356314JOPPOLO tel. 883336LIMBADI tel. 85990MAIERATO tel. 253399MILETO tel. 336303MONGIANA tel. 311214MONTEROSSO CALABRO, 325557NARDODIPACE tel. 313135NICOTERA tel. 886222PIZZO tel. 534102PIZZONI tel. 358688POLIA tel. 321157RICADI tel. 663818

ROMBIOLO tel. 366011SAN CALOGERO tel. 361092SAN COSTANTINO CAL., 331574SAN GREGORIO D’IPPONA 261483SAN NICOLA DA CRISSA, 73013SANT’ONOFRIO tel. 267214SERRA SAN BRUNO tel. 71354SIMBARIO-SPADOLA tel. 74776SORIANO CALABRO tel. 351433SPILINGA tel. 65500STEFANACONI tel. 508637TROPEA tel. 61366VIBO VALENTIA tel. 41774VIBO VALENTIA MARINA tel. 572621ZAMBRONE tel. 392450ZUNGRI tel. 664404

AMBULANZECroce Rossa italiana tel. 43843.Mimmo Polistena Onlus, 0963/94420

«118»Servizio d’emergenza sanitaria.

OSPEDALE CIVILECentralino tel. 9621Pronto soccorso tel. 962352

CARITAS - CENTRO SERVIZIPiazza Luigi Razza, 10 (Santa Maria delsocc.) tel. 0963/471750

COMUNETel. 0963/599111

CONSULTORIO FAMILIAREViale Matteotti - Tel. 096342014-472105

CHIAMATA TAXITel. 41490

IGIENE PUBBLICATel. 0963 962541-962537

ITALGASUfficio guasti tel. 800 900 999

POLIZIA MUNICIPALETel. 0963/599606

TELEFONO AZZURROLinea di emergenza tel. 19696 (gratuito)Linea istituzionale tel. 051/481048

EMERGENZA INFANZIAtel. 114 (24 ore su 24) sulla salute psi-co-fisica di bambini e adolescenti in peri-colo immediato.

VIGILI DEL FUOCOChiamata di soccorso 115Sala operativa tel. 0963/9969Uffici tel. 0963591648

Distaccamento portuale 0963572900

BENZINAIO NOTTURNOSelf-Serv. TAMOIL Mesiano di Filandari

OSPEDALE CIVILE DI PIZZOCentralino - Tel. 0963/962983

OSPEDALE CIVILE DI SORIANOCentralino - Tel. 0963/962700OSPEDALE CIVILEDI SERRA SAN BRUNOCentralino - Tel. 0963/777111

OSPEDALE CIVILE DI TROPEACentralino - Tel. 0963/962800

CARABINIERIVia pellicanò, 19 tel. 0963/592404Pronto intervento, 112

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POLISTRADAVia Manzoni, tel. 0963/996611

SCUOLA ALLIEVI AGENTIPiazza D. Taverna, tel. 0963479111

Tommaso
Evidenziato
Tommaso
Evidenziato
Page 132: Pino masciari

4M O N I T O R

GIOVEDÌ 28 febbraio 2008 calabriaora

lotta alla mafia

Testimoni di giustizia«Serve una svolta»Il monito nell’appendice alla relazione dell’antimafia

Serve una svolta nella se-lezione, gestione e utilizzodei testimoni di giustizia. Èl’ultimo appello che laCommissione parlamentareantimafia ha lanciato ieriprima di congedarsi al ter-mine di un lavoro analiticoe propositivo rilevante e no-nostante il tempo concessodalla XV legislatura sia sta-to il più breve dalla nascitadella Repubblica. Il monitoè contenuto nell’appendicecurata dall’onorevole Ange-la Napoli alla relazione chela Commissione presiedutada Francesco Forgione ha li-cenziato all’unanimità lascorsa settimana.

L’approfondimento cura-to dalla Napoli vivisezionala figura del testimone digiustizia restituendoci unquadro, qualitativamente equantitativamente interes-sante, che mette a fuoco i li-miti che bloccano il poten-ziale dirompente del tdgnella lotta alle mafie. Limitigenerati da una legislazio-ne carente che dopo setteanni di “sperimentazione”servirebbe aggiornare.

I DATI Secondo i dati diffusida Forgione e dalla Napoli,e aggiornati al 12 dicembre2007, i testimoni di giustiziasottoposti alle speciali mi-sure di protezione in Italiasono 67.

Di questi sessantasette te-stimoni ventisei riferisconosu fatti di camorra (39%),diciotto su vicende di'ndrangheta (27%), nove sufatti di mafia (13%), tre suSacra Corona Unita e undi-ci su altre organizzazionicriminali. L'andamento nu-merico della popolazioneinserita nel sistema di pro-tezione mette poi in luceuna crescita negli ultimidieci anni del numero deitestimoni di giustizia, pas-sati dai 56 del 1999 ai 74 del2001, con leggere variazioninegli anni successivi fino adarrivare a 71 unità nel 2006e ai 67 di fine 2007. In co-stante aumento invece il da-to relativo ai familiari dei te-stimoni di giustizia sottopo-sti a misure di protezionepassati dalle 121 unità del1999 alle 220 unità del 2007.

Dal punto di vista econo-mico la spesa per i testimo-ni e i collaboratori è statapari a 69.859.103 euro, piùche raddoppiata rispetto al2001 (era di 33.459.860 eu-ro). Un dato su cui «graval'incentivazione alla capita-lizzazione sia per i collabo-ratori di giustizia che per itestimoni», spiega la rela-zione.

Tab. 3 Andamento dei testimoni di giustizia e dei loro familiari 1995-2007.

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007*

Testimoni 67 59 56 55 56 61 74 64 65 71 74 71 71

Familiari 121 145 198 185 181 219 229 224 220

*2007 Primo semestre

Tab. 4 Andamento spese per collaboratori e testimoni in Euro.

2001* 2002 2003 2004 2005 2006

33.459.860 62.808.607 61.607.934 64889.344 68.213.016 69.859.103

*2001 Secondo semestre

COSA FARE? Il testimone vavisto non come un "peso"ma come una "risorsa".«L’impressione - si legge inun passaggio chiave dellarelazione - è che l’ammini-strazione dei testimoni ven-ga attuata secondo una ge-stione a sportello anziché ri-correre al metodo, certo piùimpegnativo ma più ade-guato, relazionale. Ossia,non si è compiuto il passag-gio da una gestione pura-mente burocratica della fi-gura del testimone ad unmodello che dovrebbe ve-der costituito un rapportofra due parti dove non figu-ra l’intervento dominantedell’apparato istituzionalema il riconoscimento di duesoggettività chiamate ad of-frire il reciproco contribu-to».

Lo Stato - evidenzia laCommissione - il più dellevolte non è in grado di ma-tenere le sue promesse di-sincentivando gli “aspiran-ti” tdg. «Dopo un momentodi assistenza iniziale, il te-ste viene “abbandonato” inbalia di se stesso e delle sueesigenze familiari, lavorati-ve e sociali che non solo nonvengono prese in esame esoddisfatte, ma incontranoostacoli - per lo più di natu-ra burocratica - frappostiproprio da chi è, per legge,preposto a superarli e risol-verli».

La medicina è una rivolu-zione nel modus operandi,un approccio “sistemico”che si faccia carico del tdg,dalla “denuncia” alla nuo-va collocazione lavorativasotto mentite spoglie. Per-ché ciò sia possibile partico-lare attenzione va riservataalla selezione e alla forma-zione del personale prepo-sto alla protezione dei testi-moni.

Tra le proposte avanzatedalla Commissione c'é quel-la di rendere flessibili le mi-sure di assistenza e prote-zione, di istituire il "Comi-tato di garanzia per l'esple-tamento del programma diprotezione dei testimoni digiustizia", la creazione dellafigura del "tutor" del testi-mone e l’istituzione di uncorpo specializzato di ope-ratori della protezione: inuovi Nop.

«In conclusione - recita larelazione - si ritiene oppor-tuno affermare la necessitàdi superare l'attuale suddi-visione dei compiti di assi-stenza e tutela, da un lato, esicurezza dall'altro, affidatiad organi diversi, per addi-venire alla creazione di unorganismo unico che, attra-verso unitarietà strutturalee specializzazione, assicuriefficacia a tutto il compartodi protezione, sollevando leforze di polizia territorialidai compiti di scorta e tute-la attualmente a loro affida-ti dal Servizio centrale».

MARCO [email protected]

In Italia sono 67Diciotto quelliche riferiscono di fatti di‘ndrangheta

«Dopo un momento di assistenza inizialeil teste viene “abbandonato” in balia

di se stesso e delle sue esigenze»

ROMA

cosa prevede la normativa

Dare valore alla denunciaLa figura del testimone di giustizia

e le conseguenti specifiche misure ditutela e di assistenza alla categoria in-dividuata sono state introdotte con lalegge 45 del 13 febbraio 2001. Le nuo-ve disposizioni - inserite nell’impian-to normativo originario della legge 82del 1991 - sono state introdotte permarcare una netta distinzione, sino adallora inesistente, tra il collaboratoredi giustizia proveniente da organizza-zioni criminali e il testimone.

La nuova legge diriforma - si leggenella relazione cu-rata da Angela Na-poli (nella foto) - ènata per premiare ilvalore della “de-nuncia” e il contri-buto dato alla giu-stizia da tali sogget-ti. Proprio la “gravi-tà” di tali denuncerese dal testimoneagli organi di poli-zia o agli organigiudiziari può de-terminare uno statodi grave pericoloper l’incolumità deltestimone e dei suoi fa-miliari, tanto da richie-dere l’adozione di spe-ciali misure di prote-zione e il trasferimentoin una località protet-ta. Le misure conseguentemente pos-sono estendersi alle persone che coa-bitano o convivono stabilmente con iltestimone ed a coloro che comunquerisultano esposti a grave pericolo «acausa delle relazioni trattenute» concostui.

Due sono gli organi che intervengo-no concretamente nel procedimentodella protezione: la Commissione cen-trale ed il Servizio centrale di prote-

zione.La “Commissione centrale per la

definizione e applicazione delle spe-ciali misure di protezione” è compostada un Sottosegretario di Stato all’In-terno che la presiede, da due magi-strati e cinque tra ufficiali e funziona-ri scelti è l’organo politico-ammini-strativo cui spetta di decidere in meri-to all’ammissione dei testimoni allespeciali misure di protezione e di sta-bilire i contenuti e la durata delle stes-

se.Il Servizio Centra-

le di Protezione, isti-tuito nell’ambito delDipartimento dipubblica sicurezza,è una struttura in-terforze compostada personale dellaPolizia di Stato, del-l’Arma dei Carabi-nieri e del Corpodella Guardia di Fi-nanza. Il Servizio halo scopo di garantirela sicurezza del sog-getto tutelato, attra-verso la creazione diuna condizione di

“mimetizzazione” nel-la località protetta incui il testimone vive.

Ha una strutturacentrale, con sede a Ro-ma, e nuclei periferici

(con ambito operativo regionale o in-terregionale) ripartiti sul territorio, icosiddetti Nuclei Operativi di Prote-zione (Nop) istituiti con Decreto Inter-ministeriale del 26 maggio 1995. Icompiti di vigilanza e sicurezza in lo-co dei soggetti sottoposti a protezione,come gli accompagnamenti e le scor-te per gli impegni giudiziari, vengonoinvece svolti dagli organi di poliziaterritoriale.

RIFARSI UNA VITAIl testimone di giustizia devepotersi rifare una vita.La suagestione implica farsi carico dei suoi familiari con unconseguente aggravio della spesa

Fino al 2001non era neppureprevista la distinzione dai collaboratori

Mettere a fuoco l’oggettodell’indagine. Il primo pro-blema nel procedimento diprotezione è relativo all’in-dividuzione univoca del sog-getto. Il testimone di giusti-zia non è un criminale né,alla luce del contributo cherende, può essere conside-rato un semplice “cittadino”.Per questo la Commissionechiede un cambiamentod’approccio che in terminidi marketing si potrebbesintetizzare così: dalla “pro-duzione di massa” alla “per-sonalizzazione del prodot-to”.

«L’analisi del profiloumano e sociale del testimo-ne di giustizia (TdG) - con-ferma la relazione - non èsempre chiara e distinta».Solo in rari casi il tdg si puòidentificare «nella personache, avendo assistito occa-sionalmente al compimen-to di gravi reati di mafia, sidetermina ad assicurare al-la giustizia, con la sua testi-monianza, un contributo diinformazioni e conoscenze,talvolta risolutivo per l’indi-viduazione dei responsabilidi gravissimi reati».

Molto più spesso le situa-zioni vissute dal testimone«risultano border-line, inquanto riconducibili a pre-gressi - e talvolta continuati-vi - rapporti con soggetti eambienti della criminalitàorganizzata. Si tratta, nellamassima parte, di personeche, soprattutto in ragionedell’attività imprenditorialeo lavorativa svolta, sono en-trati in contatto con il siste-ma delinquenziale di tipomafioso, divenendone vitti-me, ovvero di persone cherisultano inserite in un con-testo fortemente compro-messo dal condizionamen-to mafioso o legate da rela-zioni di parentela diretta oindiretta con soggetti mafio-si o ad essi contigui».

«Appare indispensabile -al fine di eliminare ab origi-ne gran parte delle incon-gruenze che sono state evi-denziate nell’inchiesta e dievitare che le misure di tute-la e assistenza approntatedallo Stato possano essere,in qualche modo, usufruiteda soggetti che hanno trattodirettamente o indiretta-mente vantaggi economicidi natura criminale - irrobu-stire i parametri normativiche fissano i criteri per l’ac-cesso allo status di testimo-ne di giustizia».

Mettere a fuocol’oggetto “Tdg”

Page 133: Pino masciari

C’è chi ha raccontato di quando volevaproseguire gli studi in medicina e invece siè ritrovato iscritto a giurisprudenza pergiunta con le stesse generalità. Oppuredi quando gli vennero affibbiate le ge-neralità di una persona nata e vissutaall’estero benché egli non conoscesseuna parola della lingua di quel Paese. Ec’è anche chi ha denunciato il parados-so nel quale si è venuto a trovare quan-do - al termine di un corso di formazio-ne professionale per l’avviamento al la-voro in una località protetta - si è visto co-stretto a rinunciare perché non in grado diprodurre la documentazione necessariacon le semplici “generalità di copertura”.

Un grande pregio dell’approccio sceltodalla Commissione parlamentare antima-fia nell’esaminare la realtà dei testimonidi giustizia è stato quello di partire dal-l’ascolto di coloro che, nel bene e nel ma-le, il programma di protezione già l’aveva-no, o lo stavano, sperimentando. Una fasedi ascolto preziosissima sebbene per una

serie di validi motivi non «potesse - si leg-ge nella Relazione - costituire un campio-ne statistico significativo e bastevole ad un

giudizio in termini di validità logico-scientifica».

Eppure un momento fondamentale per

comprendere come la discussione sul futu-ro impiego ed utilizzo dei testimoni digiustizia passi da una riforma degli stru-menti a disposizione. Quel nuovo model-lo «logico-concettuale» cui fa riferimentola Commissione che prevede una prote-zione completa, commisurata, effettivache tenga effettivamente conto di “fami-liari” e “tenore di vita”, che garantisca ilreinserimento lavorativo e un’assistenzapsicologica laddove necessario. Sia che siprediliga la scelta di apportare «singole especifiche modifiche» alle normative vi-genti, che prediligendo una «complessivae radicale riforma del sistema di protezio-ne».

LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE I puntifermi che la Commissione individua sonouna quindicina. Fondamentale innanzitut-to definire compiutamente e garantire aitestimoni (attraverso adeguate misure diassistenza) «l’effettivo mantenimento delpregresso tenore di vita goduto dai mede-simi e dai loro familiari». Di pari impor-tanza anche fornire un quadro informati-vo ampio edettagliatocirca i dirittie i dovericonnessicon l’assun-zione dellostatus di te-stimone digiustizia. Nella pratica il tdg deve esserereso «conscio delle difficoltà della vita mi-metizzata, in una corretta rappresentazio-ne dei presidi che lo Stato offre».

Insieme al sostegno materiale per esse-re efficiente ed “attraente” il programmadi protezione dovrà prevedere l’istituzio-ne di «un’équipe di professionisti e tecni-ci, ovvero di una équipe multidisciplinare,in grado di valutare le peculiari situazio-ni dei testimoni e fornire le opportunesoluzioni (di natura psicologica, sanitaria,patrimoniale, aziendale, lavorativa, con-tributiva, ecc.)». Al tdg dovrà inoltre esse-re assicurato il reinserimento lavorativoprevedendo «interventi normativi (adesempio individuando quote riservate neiconcorsi pubblici) atti a garantire l’assun-zione – a tempo indeterminato – del testi-mone di giustizia nei ruoli della PubblicaAmministrazione» (ma non solo). Insiemea ciò sarà bene prevedere l’applicazione dibenefici fiscali e/o l’entrata in vigore dimeccanismi agevolatori delle imprese in-dividuali di cui sia titolare il testimone digiustizia

Completano il quadro: la possibilità perlo Stato di acquisire i beni immobili di pro-prietà del testimone, la soluzione delleproblematiche legate alla mimetizzazioneanagrafica, l’adeguamento delle misure diprotezione con un aumento di mezzi e uo-mini e la tempestiva e completa regolariz-zazione delle posizioni previdenziali deltestimone di giustizia e dei loro familiari.Oltre a ciò - sempre secondo quanto pre-scrive la Commissione - sarebbe auspica-bile un maggior ricorso alla videoconfe-renza, un occhio di riguardo per la “capi-talizzazione” del progetto lavorativo ap-plicato al tdg, un riconoscimento econo-mico compensativo dei minori introiti de-rivanti dall’assunzione dello status dipersona sottoposta a programma di prote-zione e l’acquisizione obbligatoria del pa-rere della Direzione nazionale antimafiain tutti i casi di richiesta di adozione delpiano provvisorio di protezione.

(mfan)

5M O N I T O R

GIOVEDÌ 28 febbraio 2008 calabriaora

Tdg, sedotti e abbandonatiLo Stato promette ma non mantiene. Le proposte per un nuovo “modello”

il caso

L’odissea di Pino MasciariSituazioni kafkiane per l’imprenditore che da dieci anni vive sotto protezione

CATANZARO - Una vicenda em-blematica. Prima soffocato dalla mor-sa letale della criminalità organizzatapoi “scaricato” da uno Stato indiffe-rente. Pino Masciari è un imprendi-tore edile, nato a Catanzaro nel 1959,sottoposto a programma speciale diprotezione dal 18 ottobre 1997. La suaè una vita normale, con una famigliafelice ed una attività ben avviata matutto cambia quando decide di de-nunciare il sistema affaristico-mafio-so che lo portava da un lato a pagareuna percentuale tra il 5 ed il 6% perpoter espletare i procedimenti buro-cratici necessari al perfezionamentodegli appalti e dell’altro a versare ilconsueto tributo alla cosca mafiosa diturno.

Stanco di subire le continue richie-ste di denaro e le minacce dai clan,Pino Masciari nel novembre del 1994inizia a parlare con il comandante deicarabinieri di Serra San Bruno. L’im-prenditore denuncia i suoi aguzzinima anche quella ragnatela di contattiche arrivano fino alleistituzioni, magistra-tura e politica. I giu-dici della Dda di Ca-tanzaro che verbaliz-zarono le sue denun-ce, considerato il gra-ve ed imminente pe-ricolo di vita per lui ela sua famiglia, prospettarono l’asso-luta necessità di far allontanare Ma-sciari sua moglie e i suoi due figli dal-la Calabria e di entrare quindi sottotutela del Servizio Centrale di Prote-zione.

Sopravvissuto alla sete di vendettadei clan, l’odissea dell’imprenditorecalabrese è solo all’inizio. La sua scel-ta coraggiosa viene ricompensata conun esilio forzato fatto di solitudine.

Fino alla sconcertante delibera redat-ta nel 2004, dalla Commissione Cen-trale del Ministero dell’interno ex art.10 L. 82/91, che prevedeva la fuoriu-scita dell’imprenditore dal program-ma di protezione testimoni. Una deci-sione che il testimone haimpugnato davanti al Tardel Lazio, ma insolitamentea distanza di due anni an-cora l’organo giudicante

non si è espresso. In attesa di questa de-

cisione Pino Masciaricontinua a vivere lontano dalla suaterra in una località segreta o che al-meno così dovrebbe. Dovrebbe e in-vece Masciari racconta di episodi chefarebbero sorridere se in gioco non cifosse la vita di un uomo. I suoi figlicontinuano ad andare a scuola connome e cognome, da anni lui e la suafamiglia non hanno ancora ottenutoil cambio di residenza. Così capitache i vigili urbani della località in cui

vive facciano una multa a Masciari.Una contravvenzione che viene spe-dita nel paese di origine dell’impren-ditrore calabrese con su scritto il luo-go da cui proviene con a fianco il no-me di Giuseppe Masciari.

E ancora le mac-chine di scorta conla targa della loca-lità “segreta” la-sciate in bella vistanel parcheggio deltribunale doveMasciari sta testi-moniando. Oppu-

re quando lo mandarono, di recente,a dormire in un albergo a pochi metridalle abitazioni dei boss che avevacontribuito a mandare dietro le sbar-re. Situazioni paradossali ma soprat-tutto pericolose.

Fuori dal servizio di protezione, Pi-no Masciari comunque continua a de-nunciare, a testimoniare nei processicontro la ’ndrangheta. L’ultima voltaa scortarlo fino al palazzo di giustiziadi Catanzaro sono stati i ragazzi del-l’associazione “Libera” di don Ciotti.Nonostante si senta abbandonato,l’imprenditore non molla. Il suo im-pegno è diventato un simbolo dellalotta alla criminalità organizzata. Ne-gli ultimi mesi in Calabria, a Roma ein altre città italiane si sono svolti i“Pino Masciari day”, un sito internetcostantemente aggiornato racconta levicissitudini quotidiane dell’impren-ditore. L’obiettivo è consentire a Ma-sciari di potersi reinserire in manierapiena ed operativa nella società, ri-tornando nelle medesime condizioniin cui si trovava prima delle sue de-nunce come per altro prevede la leg-ge.

La sua sceltacoraggiosa

ricompensata con un esilio fatto

di solitudine

La multa speditaal paese d’originecon su scritto il nome dellalocalità “segreta”

GAETANO [email protected]

Pino Masciari

COSENZA

Francesco Forgione presidente della Commissione parlamentare antimafia della XV legislatura

Tra le necessitàanche quella di un adeguatosupportopsicologico

Prioritariogarantire

il mantenimentodel tenore di vita

del testimone

Tommaso
Evidenziato
Page 134: Pino masciari
Page 135: Pino masciari

GIOVEDI 28 febbraio 2008

Tdg, sedotti e abbandonati Lo Stato promette ma rwn mantiene. Le proposte per un nuavo "rrwdello" • COSENZA

C'è chi ha raccontato di qu ando voleva proseguire gli studi in medicina e invec:e s i è ritrovato iscritto a giurisprudenza per giunta con le stesse generalità. Oppure di quando gli vennero affibbiate le ge­nera lità di una persona nata e vissuta all'estero benché egli non co1toscesse una parola della lingua di quel Paese. E c'è anche chi ha denunciato il parados­so nel quale si è venuto a trova.re quan­do - al termine di wt corso di formazio­ne professionale per l1avvfornento al 1a· voro in una località protetta - si ~visto co­stretto a rinmiciare perché non in grado d i produrre la docUJnentazione necessaria con le sernplici "generalità di copertura".

Prioritario garantire

il mantenimento del tenore di vita

del testimone

Un grande pregio dell'approccio scelto dalla Commissione parlamentare antirna­fia ncll'csarninare I ~ realtà dci tcs timorU di giustizia è $lato quello d i partire dal­l'ascolto di coloro che, nel bene e nel ma­le, il programma dj protezione già l'aveva­no, o lo s tavano, s perimentando. Una fose di ascolto p reziosissima sebbene per una

Francesco Forgione presidente della Commis.sione parlamentare antimafia della XV legìslawra

serie di validi motivi non «potesse -si leg­ge nella Relazione - costituire un campio· ne statistico signi ficativo e bastevole <ld un

Il caso

gi udizio in termini di validità logico­sdcntific~w.

Eppure un momento fondamentale per

IiodMea di Pino Maseiari SituazWni kafkiane per l'imprenditore che da dieci anni vive sotto protezinne

CATANZARO - Una vicel\da em­blematica. Prima soffoca to dalla mor­sa letale della criminalità organizzata poi "scaricato" da uno Stato indiffe­rente. Pino Masciari è un imprendi­tore edile, nato a Cata nzaro nel 1959, sottoposto a progra mma s peciale di protezione dal 18 ottobre 1997. La s ua è una vita normale, con una famiglia fe lice ed una a ttività ben avviata ma tutto cambia qua ndo decide d i de­nunciare il sistema affaristico-mafio­so che lo portava da un lato a pagare una percentuale tra il 5 ed il 6% per poter espletare i procedimenti buro­cratici nece-ssari al perfezionamen to degli appa lli e dell'altro a versare il cons ueto tributo a lla cosca mafiosa di turno.

Stanco di subire le continue richie­ste d i denaro e le minacce dai clan, Pi no Masciarì nel novembre del ·1994 inizia a parlare con il comandante dei carabinieri d i Serra San Bruno. L'im­prend itore denuncia i suoi aguzzi ni ma anche quel la ragnatela d i contatti che arrivano fino alle

vive faccia.no una multa a Masciari. Una contravvenzione che viene spe­dita nel paese di orig ine dell'i mpren­ditrore calabrese con su scritto il luo­go da cui proviene con a fianco i I no­me di Giuseppe Masciari.

Fino alla scol\certante delibera redat­ta nel 2004, dalla Commissione Cen · trale del Ministero dell'interno ex art. 10 L. 82/91, che prevedeva la fuoriu­scita dell'imprenditore dal program­ma di protezione tes timoni. Una deci· s io ne che il tes timone ha impugnato davanti a l Ta r La multa spedita

al paese d'origine con su scritto

del Lazio, ma insolitamente a dis t .. 1.nz41 d i due anni an· cora l'orga no g iudicante

E ancora le mac­chi ne di scorta con la targa della loca­lità "segreta" la­sciate in bella vista nel parcheggio del tribu nale dove Masciari sta tes ti · mon iando. Oppu­

il nome della località "segreta"

re quando lo manda rono, tii recen te, a dorrrure in un albergo a pochi metri dalle abitaz ioni dei boss che aveva contribuito a ma ndare dietro Je sbar­re. Situazio1\i paradossaH ma soprat­lullo pericolose.

istituzioni, magistra­tura e politica. T giu­dici della Oda di Ca­ta nzaro che vcrbaliz· zarono le sue denun­ce, considerato il gra­ve ed imminente pe­ricolo d i vita per lui e

coraggiosa ricompensata

con un esilio fatto di solitudine

Pino Ma.sdari

non s i è espresso. In attesa di questa de·

Fuori da l servizio d i protezione, Pi­no Masciad comunque continua a de· nunctare, a teslimonjare nei processi cont ro la ' ndrangheto. L'u ltima volta a scortarlo Cino a l palazzo di g iustizia di Ca tanzaro sono s tati i ragazzi d el­l'associazione " Libera" di don Ciotti. Nonostante si sen ta abbandonato, l'imprenditol'e non molla. Il suo im­pegno è d iventato un :;imbolo del la lotta a11a crimina li tà organizzata. Ne­gli ultimi mesi in Ca labria, a Roma e in altre città italiane si sono svolti i "Pino Masdari day", u n sito internet costantemente aggiornato racconta le vicissitudini quotidiane dell'impren­d itore. L'obiettivo è consentire a Ma­sciari d i potersi re inserire in maniera piena ed operativa nella società, ri­lornando nelle medesime condizioni in cui si trovava pri ma delle sue de· nunce come per altro prevede la leg­ge.

la sua famiglia, prospettarono l'asso­lu ta necessità di far allontanare Ma­sciari sua moglie e i s uoi due figli dal­la Ca labria e di entrare t-luind i sotto tutela del Servizio Centrale d i Prote­zione.

Sopravvissuto a lla sete di vendetta dei clan, l'odi>se<1 dell'imprenditore calabrese è solo a ll' inizio. La sua scel­ta coraggiosa viene ricompensata con un esi lio forzato fatto di soli tudine.

cisione P ino Masciari conH nua a vivere lo nta no dalla s ua terra in una loca lità segreta o che al­meno cosl dovrebbe. Dovrebbe e in­vece Masciari racconta di episodi che farebbero sorridere se in gioco non d fosse la vi ta di u n uomo. l s uol figli conti nuano ad andare a scuola çon nome e cognome, da anni lu i e la sua famiglia non hanno ancora ottenuto il cambio di residenza. Cosl ca pita che i vigi li urbani de l.lo località in cui

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comprendere come la discussione sul futt1-ro impiego ed utilizzo de i testimoni di giustizia passi da una r iforma degli s tru­menti a dis posiz ione. Quel nuovo model­lo «logico·concettuale» cuj fa r iferimento la Com.missione che prevede una prote· zione completa, commis u(ata, effettiva che tenga effettiva mente conto di "fami­liari'' e "tenore d i vita", che garantisca il reinserimento lavorativo e un'assistenza psicologica laddove necessa rio. Sia che si prediliga la scelta di apportare «Singole e specifiche modifiche» alle normative vi­genti, che prediligendo una «COll'• plessiva e radicale riforma de) sistema di protez,io· ne».

LE PROPOSTE DELLA COMMISSIONE I pu nti fermj che la Commissione individua sono una quindicina. FondamentaJe innanzitut­to definire compiutamente e garantire ai testimoni (attraverso adeguate misu re di assjstenza) «l'effettivo mantenimento del pregresso tenore ru vita goduto dai mede­simi e dal loro familiari>» Di pari impor· tanza a nche fornire un quadro informati· vo ampio e dettaglialo circa i diritti e i doveri connessi con )'assun­zione dello s tatus di te· stimone di

Tra le necessità anche quella di un adeguato supporto psicologico

giustizia. Nella pratica il tdg deve essere reso «conscio delle difficoltà della vita mi­metizzata., in w1.a corretta rappresenta.zio· ne dei presidi che lo Stato offre».

Insieme al sostegno materiaJe per es.e­re efficiente ed "attraente" il programma di protezione dovrà prevedere 1 ~ istituz.io­n~ di «un' équìpe di professionisti e terni· ci, ovvero di una équipe multidisciplinare, in grado di valutare le peculiaxi siluazio· ni dei testimoni e fornire le opportune snluzìoni (di natura psicologica, sanitaria, patrimoniaJe, azienda le, lavorativa, con· tributi va, ecc.)». Al tdg dovrà inoltl'e esse· re assicurato il reinserimento lavorativo prevedendo «interventi normativi (ad esempio individuando quote riservate nei concorsi pubblici) atti a garantire I' assun· zione - a tempo i ndetenninato - del testi­mone d i gius tizia nei ruoli della Pubblica Amministraz.ione• (ma non solo). Iitsieme a ciò sarà bene prevedere l'applicazione di benefià fiscali e/o l'entrata in vigore di meccanismi agevolatori delle imprese in­dividuati di cui s ia titolare il testimone di giustizia

Completano il quadro: la possibili!~ per lo Stato di acquisire i beni immobili di pro· p rietà del testimone, la soluzione delle problematiche legate alla mimetizzazione anagrafica, ladeguamento delle misure di protezione con un aumento di mezzi e uo~ mini e la tempestiva e completa regolariz­zazione delle posi2ioni previdenziali del testimone di giustizia e dei loro familiari. 0 1 tre a ciò • sempre secondo quanto pre· scrive la Comm-issione · sarebbe a us pica· bile un maggior ricorso alla videoconfe­renza, un ocèhio di riguardo per la "capi­talizzazione'' deJ progetto lavorativo ap· plicato a l tdg, un riconoscimento econo­mico compensativo dei minori introiti de­r ivanti dall'assunzione dello status d i persona sottopé»ta a programma di prote­zione e l'acquis izione obbligatoria del pa­rere deJJa DiL-ezione nazionale antimafia in tutti i casi di richiesta di adozione del piano provvisorio di protezione.

Tommaso
Evidenziato
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Fonte: http://www.casertanews.it/public/articoli/200805/art_20080531083916.htm

Sabato 31 Maggio 2008

Dal Piemonte un omaggio a Domenico Noviello

LEGALITÀ | Caserta – Una delegazione di LIBERA-Piemonte sarà a Casal di Principe domenica 1° giugno, per rendere omaggio a Domenico Noviello, ucciso dalla camorra a Baia Verde il 16 maggio scorso. I ragazzi di LIBERA-Piemonte stanno accompagnando la lotta di Pino Masciari, imprenditore calabrese tra i primi a denunciare i potentissimi clan 'ndrangheta e oggi senza alcuna protezione. A Casale, presso la tomba di Domenico Noviello, ci sarà anche Pino Masciari e diversi altri testimoni di giustizia. L'iniziativa ne accompagna un'altra, quella di riscoprire "i luoghi della Costituzione", di cui parlava Piero Calamandrei. La giornata "casalese" è stata organizzata da Libera Caserta e dal Comitato don Peppe Diana. Qui di seguito il comunicato emesso da Libera Piemonte

Page 140: Pino masciari

Gli amici di Pino Masciari sono invitati a partecipare insieme a Pino e altri testimoni di giustizia, all'iniziativa di Libera Piemonte che si recherà domenica 1 Giugno sulla tomba di Domenico Noviello, riporto la lettera di Davide Mattiello che rende bene il senso di questo incontro a San Cipriano D'Aversa.

DOVE E' DIFESA LA COSTITUZIONEin memoria di Domenico Noviello

con i Testimoni di GiustiziaDomenica 1° Giugno

da Torino a San Cipriano d'Aversa ore 11:00"Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle

montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani,

col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione". Piero Calamandrei. Gennaio 1955, Milano

Noi nei luoghi evocati da Calamandrei ci siamo tornati e ci torneremo ancora mille volte, ma con la stessa intensità e volontà di impegno concreto e tenace sentiamo il dovere di "andare in

pellegrinaggio" nei luoghi nei quali la Costituzione è stata difesa in questi sessant'anni. Sappiamo infatti quanto l'attuazione e la tutela del patto fondativo della nostra Repubblica abbia richiesto e

richieda a ciascuno di noi un continuo sforzo e un'immutata passione. Per questo ci raccoglieremo sulla tomba di Domenico Noviello, ucciso il 16 Maggio 2008, a 65 anni

dalla camorra, che non dimentica. Aveva denunciato e fatto condannare i suoi estorsori, era stato sottoposto a programma di protezione nel 2001, ma nel 2003 il programma era stato revocato,

ritenendo la Commissione Centrale che non sussistessero più motivi di rischio. Il coraggio dei Testimoni di Giustizia nel denunciare, preferendo la legalità e la giustizia alla

sudditanza o alla complicità, rappresenta l'anima della nostra Costituzione. Il dolore e la solitudine in cui queste persone troppo spesso si trovano a vivere, rappresentano una ferita profonda per tutti

noi. La responsabilità di certi segmenti delle Istituzioni nel procurare questo dolore e questa solitudine è per noi uno scandalo vergognoso e inaccettabile. La Commissione Parlamentare Anti

mafia stessa nella relazione approvata il 20 Febbraio 2008 all'unanimità (relatrice On. Angela Napoli) ha richiamato con forza il valore dei Testimoni di Giustizia e l'inammissibilità di certi

inadempimenti imputabili al Ministero dell'Interno. Inadempimenti quanto meno colposi. Speriamo di poter condividere questo pellegrinaggio con i Testimoni di Giustizia, le loro famiglie e

con quanti si sentono corresponsabili delle loro scelte, delle loro fatiche e della loro fame di giustizia. Speriamo che questo gesto ci aiuti a vivere con rinnovata consapevolezza la festa del 2 Giugno: noi nella storia di questa Repubblica ci riconosciamo, ce la assumiamo fino in fondo e

sapendo che è stata ed è anche storia matrigna e cattiva, non ci diamo alternativa all'impegno per farla migliore.

Per Libera Piemonte Davide Mattiello

Page 141: Pino masciari

CAMORRA: TESTIMONE MASCIARI, "E' MATTANZA INTERVENGA MARONI" (AGI) - Vibo Valentia, 2 giu. - "L'eliminazione del pentito Michele Orsi, avvenuta ieri a Casal di Principe per mano della Camorra, qualora ve ne fosse stato bisogno, sta dimostrando davvero, che siamo all'inizio di una vera e propria mattanza, una offensiva della criminalita' organizzata contro chiunque osa denunciare, ribellarsi, siano essi pentiti, collaboratori di giustizia, testimoni di giustizia, sotto gli occhi assenti dello Stato che non reagisce, non provvede alla protezione. A questo punto penso che e' arrivata l'ora che il Ministro dell'Interno Maroni a cui chiedero' di essere ricevuto, si faccia carico di questo gravissimo problema ed intervenga con decisione prima che sia troppo tardi, se davvero si ha a cuore, come da anni si va sostenendo, la sconfitta della criminalita'". Ad affermarlo l'ex imprenditore calabrese Pino Masciari, uno tra i piu' importanti testimoni di giustizia che con le sue denunce ha spedito in galera numerosi esponenti della 'ndrangheta, di ritorno da Casal di Principe dove si e' recato con una delegazione di suoi sostenitori per deporre un fiore sulla tomba di Domenico Noviello, anch'egli assassinato dalla Camorra e stringere la mano alla moglie e ai figli e che ha detto di temere per la sua vita. "Nel momento in cui e' avvenuto l'assassinio di Michele Orsi - aggiunge Masciari - mi trovavo poco distante. Non si e' capito niente. ci ha fatti scappare. So soltanto che con questo ultimo delitto penso che lo Stato abbia fatto molti passi indietro sul piano della lotta alla criminalita' e sulla voglia di ribellarsi ad essa dopo aver notato che e' piu' forte, che uccide quando vuole e quando crede e quando si viene a sapere - continua Masciari - che tutti coloro che hanno pagato non avevano un sistema di protezione, vedi Orsi, vedi Noviello. A chi non lo danno, c'e' chi lo sta attendendo ed a chi come me glielo hanno tolto ed avendo fatto ricorso al Tar 41 mesi fa, non sa ancora qual e' la risposta. Adesso mi stanno proteggendo alcuni ragazzi che credono nella mia lotta, ma a costo di passare per un 'rompiscatole' continuo a ripetere di temere sempre piu' per la mia vita". (AGI) Cli/Cz/Sma (Segue)

CAMORRA: TESTIMONE MASCIARI, "E' MATTANZA INTERVENGA MARONI" (2)(AGI) - Vibo Valentia, 2 giu. - Il caso di Pino Masciari che l'allora procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna, defini' uno dei piu' importanti testimoni di giustizia d'Italia, e' davvero emblematico. Una decina di anni fa, Masciari, 48 anni, era titolare di una impresa edile con oltre 100 dipendenti che oltre ad operare a Serra San Bruno, il centro montano del vibonese, dove e' nato, appaltava lavori in tante altre realta' calabresi: Catanzaro, Crotone e tutto il basso Jonio, ma ben presto, si e' fatto avanti un comitato d'affari composto da 'ndranghetisti, politici, apparati dello Stato che pretendevano una tangente del 6% su tutti i lavori, pena incendio dei mezzi, attentati, minacce di morte. Fino a quando non trovo' ascolto nel comandante della stazione di Serra San Bruno Nazzareno Lopreiato, che diede l'avvio' alle indagini che consentirono di arrestare decine di 'ndranghetisti contro cui si costitui' parte civile in tutti i processi: quello contro le cosche dei 'Viperari' di Isola Capo Rizzato ed altri ancora. Una scelta doverosa, un qualcosa che sentiva dentro, come spesso va dicendo. Una liberazione. Allora non c'era nemmeno l'antiracket. Ma per lui e per la sua famiglia, moglie dentista e due figli di pochi mesi, fu la fine, una specie di morte civile. Venne prelevato di notte e spedito in esilio, in una localita' segreta, si fa per dire, da dove continua a lottare, con un minimo programma di protezione che alla fine gli e' stato tolto del tutto. L'ex imprenditore va in giro per tutta Italia, spesso senza scorta, per parlare di legalita'. Torino ed altre citta' gli hanno concesso persino la cittadinanza onoraria, mentre lo Stato a cui si e' rivolto, da quell'orecchio non sente, aspetta soltanto di prendere nota del prossimo morto ammazzato, collaboratore o testimone di giustizia che sia, per poi domandare perche' non era stato ammesso al programma di Protezione. Tutte le volte cosi'. Un fatto che "non si sa fino a che punto sia casuale", come va dicendo ormai da troppo tempo Masciari.(AGI) Cli/Cz/Sma

Page 142: Pino masciari

Fonte: www.pupia.tv

Casale, Libera commemora Domenico Noviello

di Raffaele De Biase del 2/06/2008 in Cronaca - Letto 115 volte - Voto: 1 / 5

CASAL DI PRINCIPE (Caserta). Mentre si scrive per fare la cronaca della commemorazione di Domenico Noviello da parte della società civile, così come si è svolta domenica mattina nel cimitero di Casal di Principe fra associazioni, testimoni di giustizia e semplici cittadini, ...

...ecco che la camorra non fa attendere la sua cupa, terrificante voce fatta del rimbombo delle armi da fuoco. A pagare il prezzo, stavolta, per aver inculcato il timore, il sospetto, di poter compromettere qualche delicato equilibrio è stato Michele Orsi, l’imprenditore attivo nel settore dello smaltimento dei rifiuti, coinvolto nello scandalo del consorzio Eco4 insieme al fratello Sergio. Ciò, però, non toglie alcunchè anzi, rimarca ancor più il valore della testimonianza portata questa mattina dai testimoni di giustizia Pino Masciari, Silvana Fucito, Bruno Piazzese e da Libera Piemonte, nella persona di Davide Mattiello, dinanzi alla tomba di Domenico Noviello. Una giornata di testimonianza, ripeto, ma nel contempo di monito, come quello lanciato dall’imprenditore calabrese Pino Masciari, sottoposto da dieci anni a d un programma speciale di protezione per aver denunciato elementi della ‘ndrangheta e indicato pesanti collusioni con la politica. “Lo Stato deve essere più presente. - ha gridato Masciari dinanzi alla lapide di Noviello - La morte di Domenico Noviello poteva essere evitata!”. Molte persone muoiono perché noi non siamo abbastanza vivi! Il ruolo dei testimoni di giustizia deve essere valorizzato da parte delle Istituzioni con una risposta più pronta ed organizzata, sia per quanto attiene alla loro protezione, sia come reazione alle cosche”. Ricordiamo a riguardo che dopo due anni a Noviello fu revocato il programma di protezione.

“Oggi qui per noi è il due giugno. -ha esordito il responsabile provinciale di Libera Valerio Taglione - Siamo venuti, sostenuti anche dagli amici di Libera Piemonte, insieme a Pino, Silvana e Bruno a rendere omaggio a quelli che sono oggi i nostri partigiani, i nostri difensori della Repubblica. Questa giornata serve anche a rimarcare la nostra vicinanza a tutti coloro che hanno il coraggio di dire no alla camorra e ad esprimere la nostra volontà di collaborare con loro per il cambiamento”.

Presente nella circostanza il sindaco Cipriano Cristiano, che ha sottolineato l’assurdità della morte di Noviello e la voglia di riscatto di una comunità che non ci sta ad essere etichettata come culla del la camorra, ricordando a riguardo la partecipazione alla festa nazionale della polizia svoltasi a Casal di Principe, quasi due settimane fa. L’importanza del ruolo delle associazioni sparse sul territorio per affermare il culto della legalità è stato il passaggio saliente dell’intervento del testimone di giustizia siciliano Bruno Piazzese che ha ringraziato i giovani di Libera Piemonte che hanno attraversato l’Italia per rendere onore a Domenico Noviello. Rimane l’interrogativo che anche l’imprenditore siracusano ha posto a sé stesso ed a tutti su quale sarà l’azione che lo Stato esprimerà a fronte di un fenomeno che tarda a dismettere i suoi tragici panni.

Toccanti le parole di Davide Mattiello di Libera Piemonte che ha ricordato a tutti come la loro presenza fosse nel segno di un sentirsi famiglia con tutti coloro che condividono un percorso di riaffermazione di legalità e civismo. Presenti, quindi, eccome, i ragazzi di Libera Piemonte, che hanno distribuito ai presenti il sidro fatto con le loro mani, lasciandone due bottigliette alla base della tomba di Noviello.

Pressochè assenti, invece, le autorità ed i politici, ad eccezione del primo cittadino di Casal di Principe, dell’ex sindaco Renato Natale e di Lorenzo Diana.

Page 143: Pino masciari

"È stata una morte annunciata" | Napoli la Repubblica.it http://napoli.repubblica.it/dettaglio/%C3%88-stata-una-morte-annunc...

2 di 3 03/06/2008 22.15

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"È stata una morte annunciata"

Il fratello dell´uomo ucciso a Casal di Principe accusa

di Raffaele Sardo

Una trappola: poco dopo le 12,30 lo hanno convinto a scendere al

"Roxibar" sotto casa, al corso Dante 30 di Casal di Principe, e lo hanno

ucciso con due colpi al torace e uno alla testa. E´ morto all´istante Michele

Orsi, 47 anni, coinvolto con il fratello Sergio, nell´inchiesta sui rifiuti del

Consorzio Eco 4. Finirono sott´inchiesta anche un ex consigliere

comunale di Mondragone, il presidente di Eco quattro, l´ex presidente del

consorzio di bacino e il boss di Mondragone Augusto La Torre:

associazione mafiosa, estorsione, corruzione di pubblico ufficiale, truffa ai

danni dello Stato le accuse. Giuseppe Valente, già presidente del

Consorzio di bacino, secondo gli inquirenti, avrebbe fatto da cerniera "tra

la sfera politico-amministrativa comunale, il potere imprenditoriale e

l´aggregazione mafiosa", gestendo anche assunzioni. Nella stessa

inchiesta fu coinvolto anche l´ex ministro di An, Mario Landolfi. Per gli

inquirenti l´assassinio di Orsi sarebbe stato commesso dalla camorra

casalese vicina al boss Francesco Bidognetti. Lo stesso gruppo che due

giorni fa ha preso di mira Francesca Carrino, nipote di Anna, pentita,

moglie del boss, e che ha ucciso Umberto Bidognetti, padre del pentito

Domenico. E che il 16 maggio freddò a Baia Verde l´imprenditore

Domenico Noviello.

«C´erano già stati segnali minacciosi - racconta in lacrime il fratello di Orsi,

Sergio, a pochi metri dal cadavere di Michele -. Dopo Pasqua gli avevano

già sparato nel portone di casa. Negli ultimi giorni qualcuno lo ha seguito in auto. Michele - dice Sergio Orsi

- aveva paura e non lo nascondeva. I suoi interrogatori, che dovevano essere secretati, venivano pubblicati

da un quotidiano casertano. Ne io né mio fratello frequentiamo i bar di Casal di Principe, per cui - dice - mi

sembra strano che Michele fosse sceso al bar sotto casa.

L´avrà chiamato qualcuno di cui si fidava. Mio fratello stava collaborando con i magistrati. Stava dicendo

quello che sapeva. Proprio ieri stavamo discutendo sul divano di come pagare i debiti. Ci hanno sequestrato

tutto. Piangeva perché pareva non ci fosse via d´uscita. Io dicevo sempre all´avvocato di andare a parlare

col giudice perché senza alcuna protezione quella di mio fratello era una morte annunciata. E così è stato».

In due mesi, più volte, l´avvocato Carlo Destavola, legale di Orsi, aveva chiesto protezione per il suo

assistito alla Dda e ai carabinieri. «Sono senza parole - dice - difendo Michele Orsi da anni. Ogni volta che

andavamo a questuare perché fosse attribuita una qualsiasi forma di tutela a Orsi non c´erano molte

persone ad ascoltare...Il mio assistito lascia quattro figli, una bambina di quattro anni e un ragazzo con

gravi disabilità. Spero che adesso saranno protetti». Orsi avrebbe dovuto deporre giovedì in un processo,

sempre sulle irregolarità dello smaltimento dei rifiuti.

Nel cimitero di Casal di Principe, in mattinata, 24 ragazzi di Libera-Piemonte, insieme ai testimoni di

giustizia, Pino Masciari, Silvana Fucito e Bruno Piazzese, aveva portato un fiore sulla tomba di Domenico

Noviello. Poi erano erano stati a casa della famiglia Noviello, a Castelvolturno, con moglie e figli

dell´imprenditore ucciso, che vogliono andare via. Intorno alle 13,30, testimoni di giustizia e esponenti di

Libera si erano ritrovati nella Nuova Cucina Organizzata, un ristorante di San Cipriano d´Aversa. Avevano

avuto solo il tempo di assaggiare qualcosa, quando un agente delle scorte è entrato dicendo: «Dovete

andare via, non possiamo più proteggervi». I ragazzi arrivati dal Piemonte erano increduli e con le facce

spaventate, ma non hanno potuto fare altro che salire sulle auto a andare via da "Gomorra".

(02 giugno 2008)

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Page 144: Pino masciari

‘NDRANGHETA: SALVATORE BORSELLINO, “TESTE MASCIARI A RISCHIO”

(AGI) - Catanzaro, 6 giu. - Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il giudice di Palermo ucciso dalla mafia, ha scritto una lettera al ministro dell’Interno Roberto Maroni, proponendo un incontro da dedicare alla vicenda di Pino Masciari, l’imprenditore-testimone di giustizia le cui denunce contro la ‘ndrangheta hanno permesso di arrestare mafiosi, politici e magistrati collusi con i clan. Masciari, secondo Borsellino, e’ in pericolo di vita. L’imprenditore-etstimone, nelle scorse settimane, in polemica con le istituzioni, aveva rinunciato al programma di protezione, giudicandolo insufficiente. “Le scrivo oggi - si legge nella lettera di Borsellino a Maroni - per chiederLe urgentemente un incontro sul caso dell’imprenditore Giuseppe Masciari, che dopo aver fatto il proprio dovere, quello di denunciare i suoi estortori e farli condannare, oggi si trova in un pericolosissimo limbo istituzionale. Lui assieme alla moglie, medico odontoiatra, ed ai due suoi figli. Voglio incontrarLa presto, perche’ anche se sono certo - aggiunge - che non riusciro’ mai ad avere giustizia per mio fratello Paolo, sento di dovere impegnarmi con tutto me stesso affinche’ questo imprenditore coraggioso e la sua famiglia abbiano la speranza di un futuro certo in termini di sicurezza e possibilita’ di lavoro oltre che di tutela della propria vita. Se chi si ribella al pizzo viene ripagato in questa maniera dallo Stato - chiede Borsellino - come puo’ lo stesso Stato chiedere ad altri di rifiutarsi di sottostare a queste vessazioni o risultare credibile quando parla di volonta’ di lotta alla criminalita’ organizzata ? Lo Stato italiano non puo’ muoversi solo in occasione delle tragedie, dovrebbe evitare che accadano, dovrebbe tutelare questi cittadini di cui dovrebbe andare fiera finche’ sono in vita e non piangerli dopo morti. Per questo - conclude - le chiedo ufficialmente un incontro alla presenza mia e dei coniugi Masciari, per chiederLe di profondere ogni energia per risolvere questo caso, che si trascina vergognosamente e nell’indifferenza delle Istituzioni da ormai 11 lunghi anni”. Masciari, che ha reso pubblico il contenuto della lettera, afferma di aver appreso “con gioia e speranza” la “forte presa di posizione” del fratello del giudice Paolo Borsellino, il quale, afferma Masciari, “ha chiesto in via estremamente urgente un incontro tra il ministro stesso e la famiglia Masciari per trovare una soluzione immediata all’imbarazzante situazione di un imprenditore e della sua famiglia che vive nell’insicurezza solo per aver fatto il proprio dovere”. (AGI)

Page 145: Pino masciari

Fonte: www.articolo21.info

11 giugno 2008

EDITORIALE

Da Casal di Principe e’ iniziato l’attacco al cuore dello Stato

di Pietro Nardiello

La strategia è fin troppo chiara e, semmai qualcuno avesse potuto alimentare ancora qualche dubbio, l’assassinio del collaboratore di giustizia Michele Orsi, avvenuto a Casal di Principe, si pone come un suggello definitivo su quanto è in atto non solo a Casale ma ben oltre la Provincia casertana. Il clan dei Casalesi ha sferrato un preciso attacco al cuore dello Stato con omicidi ed azioni di stampo terrosistico orientate all’eliminazione di ogni possibile oppositore e alla diretta o indiretta intimidazione della cittadinanza attiva. La sentenza di secondo grado del processo “Spartacus ” si avvicina e le figure storiche del clan Francesco, Sandokan, Schiavone, Francesco Bidognetti, entrambi in carcere, alle quali si aggiungono i latitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine hanno paura delle condanne definitive e, prendendo atto come l’azione intimidatoria che in principio avevano pensato non ha sortito alcun effetto, ricordiamo proprio le minacce rivolte alla giornalista Rosaria Capacchione, al pm Raffaele Cantone e allo scrittore Roberto Saviano contenute nella lettera letta nell’aula del tribunale napoletano da un avvocato difensore proprio durante lo svolgimento del processo, hanno deciso di innalzare i toni dello scontro dando luogo ad una serie di omicidi per far comprendere come, nonostante l’azione repressiva messa in atto dalle forze dell’ordine e gli slogan ripetuti in occasione di ogni particolare manifestazione proprio dai rappresentanti dello Stato, il territorio sia ancora sotto il loro pieno controllo.

L’omicidio di Michele Orsi, che avrebbe dovuto comparire davanti ai giudici proprio giovedì prossimo per riferire su trame illecite sul traffico dei rifiuti in Campania, giudizio che vede coinvolto anche l’ex ministro della commissione di vigilanza Rai Mario Landolfi, si aggiunge a quelli di Umbero Bidognetti, padre del collaboratore di giustizia Domenico, dell’imprenditore Domenico Noviello che aveva denunciato e fatto arrestare i propri estorsori alcuni anni fa e al ferimento, avvenuto a meno di ventiquattr’ore di distanza a Villaricca, un paese del napoletano, della venticinquenne Francesca Carrino, nipote della collaboratrice Anna e compagna di vita di Francesco Bidognetti, nota oramai alle cronache nazionali per aver pubblicamente preso le distanze nei confronti del clan e che sta aiutando i giudici inquirenti a chiarire molti retroscena inquietanti.Se a ciò aggiungiamo anche la distruzione dell’azienda di materassi con un incendo doloso dell’imprenditore Pietro Russo, presidente dell’associazione antiracket di S.Maria C.V., e della lettera di Angela Pagano, vedova di Umberto e madre del collaboratore Domenico, con la quale ha invitato proprio quest’ultimo a terminare la via del pentitismo, si comprende come il tutto sia il frutto di una strategia studiata a tavolino con la quale si vuole instaurare un clima di terrore che crei dei contraccolpi anche tra gli inquirenti che, da un po di tempo, si stanno dedicando, giustamente, soprattutto ad un’azione di contrasto nei confronti degli enormi patrimoni illecitamente accumulati da questa forza criminale e alla ricerca dei due latitanti Iovine e Zagaria il cui eventuale arresto,

Page 146: Pino masciari

“potrebbe mettere in discussione addirittura il futuro dell’organizzazione”.

La Commissione Parlamentare antimafia uscente, con la sua relazione conclusiva, aveva indicato come l’apparente calma non doveva trarre in inganno e di come la strategia “chirurgica, fino ad allora adottata dal clan, “caratterizzata da un bassissimo livello di omicidi e di violenza, si sarebbe potuta evolvere con gravi fatti di sangue”.Ma anche quest’analisi, così come tutte quelle meritevoli di considerazione, sembra aver stimolato solo alcuni addetti ai lavori e per nulla preoccupato la rappresentanza politica che continua a considerare, o preferisce farlo, la malavita casertana un fenomeno folkloristico locale che va semplicemente contenuto così come in passato è avvenuto a Napoli per il contrabbando. Nessun seguito sembra aver avuto, anche l’indicazione che si legge sempre nella medesima relazione della Commissione, sulla “strana compravendita di terreni avvenuta nella zona di Villa Literno successivamente affittati al Commissariato di Governo per il ricovero provvisorio di ecoballe da parte di soggetti che sono risultati, in molti casi, imparentati ad esponenti del clan”.

A conclusione di ciò va aggiunto che la giornata del primo giugno si sarebbe dovuta ressere una giornata di riflessione dedicata ai testimoni di giustizia che hanno deciso di lottare, in silenzio, in favore di quei principi che hanno ispirato i Padri costituenti sessant’anni fa quando, finalmente, anche questo Paese iniziò ad essere regolato da una Costituzione democratica. Una tappa di avvicinamento alla festa del due giugno che aveva visto l’arrivo a Casal di Principe di una delegazione di Libera Piemonte che insieme al coordinamento casertano rappresentato da Valerio Taglione, al comitato “Don Peppe Diana” voleva offire la propria solidarietà ai collaboratori di giustizia. “Una festa” alla quale avevano preso parte, raccontando le propria storia, anche Bruno Piazzese e Pino Mascari, e che tale non è potuta essere perché proprio qualche istante dopo l’omicidio di Orsi, nel ristorante dove si stava concludendo l’incontro si è precipitata una rappresentanza delle forze dell’ordine che ha invitato tutti i commensali ad abbandonare il luogo perché da quel momento, queste sono state le serafiche parole, “non poteva essere garantita loro nessuna sicurezza”.

Oramai è chiaro che per questo territorio, per l’intera regione Campania non servono solo analisi ma azioni concrete per estirpare definitivamente un cancro in metastasi, che ha irrimediabilmente coinvolto una rappresentanza trasversale di tutta la Società. Non possiamo più accettare e giustificare l’impotenza di uno Stato incapace di assicurare l’incolumità ai propri cittadini e che li invita, così com’è successo alle delegazioni dell’associazione Libera, ad abbandonare un luogo del Paese proprio come se ci si trovasse su uno scenario di guerra ritornando così indietro di sessant’anni.

Page 147: Pino masciari

N. 24 13 giugno 2008 3 EUROAVVENIMENTI

Da culla dell’umanità a pattumiera del mondo.Una terra ricca e disperata,

ancora in cerca del suo modello di sviluppo.Per spezzare le catene

e riprendere in mano il proprio futuro.Viaggio nel continente violentato

da guerre,neocolonialismi,fame e aids

PI - SPED. IN A.P. - D.L. 353/03 ART. 1, COMM

A 1, DCB VERONAANNO XXI - ISSN 1594

-123XLEFT + ALTERNATIVE PER IL SOCIALISM

O EURO 13

ECONOMIA Un disastro firmato Bce MAFIA Dietro il decreto, il trucco FRANCIA Riforma scolastica con botte CENSURA Luttazzi rompe il silenzio

Mald’Africa

Page 148: Pino masciari

sommarioleftAnno xxI, nuova serie N. 24 / 13-19 giugno 2008

STORIA DI COPERTINA

Mal d’Africa

Nel continente africa-no la crescita c’è, manon porta sviluppo. Gli

investitori stranieri non rinuncia-no al modello neocoloniale e le po-tenze asiatiche si contendono ma-terie prime e alleanze strategiche.Il saccheggio delle risorse si tra-duce in guerre e immani flussi dirifugiati, che perpetuano la crisiumanitaria. Eppure c’è ancoraun’Africa che crede nell’Africa.

18

PENTITI

Dead man walking

È il testimone di giu-stizia più importanted’Italia. Per questo ha

abbandonato assieme alla fami-glia la sua Calabria. Ma ora è so-lo. Nel 2005 gli è stata tolta lascorta. Dopo undici anni da re-cluso, Pino Masciari ha detto ba-sta ed è uscito allo scoperto:«Ogni giorno che passa e qualcu-no racconta la mia storia è ungiorno in più che resto in vita».

MEZZOGIORNO

I vicerédella monnezza

Palermo come Napoli.Il ciclo dei rifiuti in Si-cilia affoga in un mare

di debiti: 600 milioni di euro.Tanti che non si riescono più apagare gli stipendi dei lavoratori.La mappa degli sprechi negli Ato,27 società per azioni divenutecentri di clientele, dove c’è il dop-pio dei dipendenti rispetto allamedia nazionale. Mentre torna ilfantasma dei termovalorizzatori.

28 64

DIRETTORE EDITORIALE Luca Bonaccorsi

DIRETTORERESPONSABILE

Pino Di MaulaCAPOSERVIZIO CULTURA

E SCIENZASimona Maggiorelli

CAPOSERVIZIO INTERNIMarcantonio Lucidi

REDAZIONEAlberto Ferrigolo(servizi speciali),

Sofia Basso, Manuele Bonaccorsi,Pierpaolo De Lauro,

Paola Mirenda, Vincenzo Mulè,Pietro Orsatti, Paolo Tosatti,

Cecilia Tosi, Federico TulliGRAFICA

Monica Di Brigida,Gianluca Rivolta

(responsabile)PROGETTO GRAFICO

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Andrea CanforaEDITRICE

DELL’ALTRITALIAVia Ravenna, 34

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Chiuso in tipografia il 99 AAPPRRIILLEE 22000088

LA TESTATA FRUISCE DEICONTRIBUTI DI CUI LA LEGGE

AGOSTO 1990 N. 250

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In determinati ambiti, raramentele coincidenze sono frutto del ca-so. Il giorno in cui Michele Orsi èstato freddato da un raid camor-

ristico, una compagnia di circa quaran-ta persone stava per sedersi al tavolo diun ristorante vicino al luogo del delitto.Il clima era allegro, sebbene il gruppofosse di ritorno dalla commemorazionedi Domenico Noviello, l’imprenditoresessantacinquenne testimone di giusti-zia ucciso il 16 maggio scorso per averedenunciato e fatto arrestare i suoiestorsori. All’improvviso uno scambiodi occhiate ha raggelato la compagnia.Un uomo si è subito staccato dal restodel gruppo e, accompagnato da altriquattro, è sparito. Anzi, è scappato.L’uomo in fuga si chiama Pino Mascia-ri. A farlo allontanare dal ristorante,che per ironia della sorte si chiamaNuova cucina organizzata, è stata lanotizia della sparatoria a pochi metrida lui. Michele Orsi era un collaborato-

societàcriminalità

Èil testimone di giustizia più importante d’Italia.Ma nel 2005 gli è statatolta la scorta.Dopo 11 anni da recluso,Pino Masciari ha dettobasta di Vincenzo Mulè

Dead man walking

ribellarsi, siano essi pentiti, collabora-tori di giustizia, testimoni, sotto gli oc-chi assenti dello Stato che non reagisce,non provvede alla protezione».

Pino Masciari è prima di tutto un im-prenditore, come ama lui stesso ricor-dare. Purtroppo, però, la sua storia è di

Casal di Principe dopo l’uccisione di Michele OrsiPino Masciari circondato dalla sua scorta

il fenomenoUn esercito ombra in attesa di riforme

In Italia sono 71 i testimoni di giustiziaaffidati al Servizio centrale di protezio-ne. Dai 56 del 1999 si è passati ai 74 del2001, con leggere variazioni negli anniimmediatamente successivi, attestan-

dosi a 71 unità nel 2006. Il numero deifamiliari dei testimoni di giustizia dal1999 è in costante aumento: si è passatidai 121 del 1999 alle 220 unità del 2007.Secondo i dati aggiornati al 30 aprile2007, è prevalente il numero dei testimo-ni che riferiscono su fatti di camorra(26). A questi seguono i testimoni di’ndrangheta (19), 12 sulla mafia e 2 sullaSacra corona unita (Scu). Sono, infine, 12quelli relativi ad altre aree criminali nontradizionali. Fino al 2001, il nostro ordi-

re di giustizia, ma soprattutto era untest chiave del maxiprocesso alla Ca-morra, Spartacus. «L’eliminazione diOrsi, qualora ve ne fosse stato bisogno,sta dimostrando davvero che siamo al-l’inizio di una vera e propria mattanza,un’offensiva della criminalità organiz-zata contro chiunque osi denunciare,

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di Masciari, Damiani all’epoca dei fatti,magistrato presso il Tar Calabria, neglianni ’88-89, avrebbe preteso una tan-gente del 6 per cento sui lavori da luieseguiti nelle Serre vibonesi. La som-ma era da dividere con un comitatod’affari in cui vi erano politici, malavi-tosi, pezzi delle istituzioni. Nel novem-bre del 2006 l’operazione “Dinasty 2 -Do ut des” smascherò un sistema’ndranghetistico che aveva come com-plici esponenti della magistratura. Traquesti, Patrizia Pas-quin, la stessa che nel1996 pronunciò la sen-tenza di fallimentocontro l’imprenditorecalabrese. La storia diMasciari è emblemati-ca. Fino al 1997 era ti-tolare di una impresa

edile con più di cento dipendenti cheoltre a operare a Serra San Bruno, ilcentro montano del vibonese dove ènato, appaltava lavori in tante altrerealtà calabresi: Catanzaro, Crotone etutto il basso Jonio. «Il mio errore piùgrande fu quello di voler lavorare nelsettore degli appalti pubblici», ricordal’uomo calabrese. Ben presto, si trovòsotto lo schiaffo di un comitato d’affaricomposto da criminalità organizzata,politici, apparati dello Stato che pre-tendevano tangenti su tutti i lavori. In-cendio dei mezzi, attentati, minaccedi morte erano le risposte alla sua op-posizione. Fino a quando non trovòascolto nel comandante della stazio-ne di Serra San Bruno, Nazzareno Lo-preiato, che avviò le indagini che poiconsentirono di arrestare decine di’ndranghetisti contro cui si costituìparte civile in tutti i processi: quellocontro le cosche dei “Viperari” di Iso-la Capo Rizzuto su tutti, anche se Ma-sciari ripete spesso che il processo piùimportante «è quello che non si è maifatto: contro la massoneria deviata,responsabile di tutta la mia odissea».

Quella che sembrava a prima vista unaliberazione, si rivelò un incubo, che co-involse tutta la sua famiglia, moglie

dentista e due figli cheall’epoca delle primedenunce avevano me-no di due anni. La not-te tra il 17 e il 18 ottobre1997 Masciari e la suafamiglia vennero pre-levati e spediti in esilio,in una località segreta

dominio pubblico da quando è testimo-ne di giustizia. L’allora procuratore na-zionale antimafia Pier Luigi Vigna lodefinì uno dei più importanti testimonidi giustizia d’Italia. L’imprenditore ha,infatti, denunciato all’autorità giudizia-ria - dopo aver subito, fino al dissesto fi-nanziario delle sue società, anni diestorsioni dalla ’ndrangheta e da pub-blici funzionari - ben 42 persone rinvia-te a giudizio in sei processi, tuttora pen-denti in diverso grado. Lo scorso 23maggio, dopo circa 20 anni, si è conclu-so il dibattimento contro l’alto magi-strato Saverio Damiani, intentato neisuoi confronti proprio da Masciari. Treanni di carcere e l’interdizione perpetuadai pubblici uffici, oltre a 62mila euro ea un risarcimento dei danni da liquidar-si in separata sede, è la condanna finaleinflitta al magistrato. Secondo le accuse

L’imprenditore era un teste chiave nel processo Spartacus. Nella foto sotto, Domenico Noviello

namento non faceva distinzione tra colla-boratore e testimone di giustizia. La leg-ge prevede che al testimone di giustiziavengano corrisposti un assegno mensiledi mantenimento, il pagamento del cano-ne di locazione e altre misure di assisten-za economica. Il testimone ha diritto alla«capitalizzazione» del costo dell’assi-stenza; alla corresponsione di una som-ma a titolo di « mancato guadagno »(concordata con la Commissione centra-le) derivante dalla cessazione dell’attività

lavorativa nella località di provenienza; amutui agevolati volti al reinserimentoeconomico-sociale proprio e dei familiari.Inoltre, se nei confronti del testimone èstato disposto per ragioni di sicurezza iltrasferimento in una località diversa daquella di origine dove deve « rifarsi unavita », lo Stato è tenuto ad acquisire, aprezzo di mercato, i beni immobili di pro-prietà del testimone, ubicati nella sua lo-calità di origine, e a corrispondergli l’e-quivalente in denaro. La relazione sui uu

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Le sue denuncehanno colpitoduramentela ‘ndrangheta.Ma ora è solo

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del Nord. Ma ben presto l’imprenditorenota che non tutto fila liscio e soprattut-to trova insopportabile che a lui sia vie-tato fare ritorno nella sua terra, mentre icriminali da lui denunciati scorrazzinotranquilli, alcuni addirittura conti-nuando a vivere negli ap-partamenti intestati allostesso Masciari. «I mieifigli non sanno correre,perché costretti a cresce-re come carcerati», urlapiangendo l’imprendito-re al quale dal marzo del2005 è stato anche revo-cato il programma diprotezione. Il 31 marzodel 2008 Masciari hadetto basta e si è nuova-mente ribellato. Questavolta alle condizioni di vita imposteglidallo Stato. L’uomo ha quindi comin-ciato un tour attraverso tutta l’Italia perfar conoscere a tutti la sua storia. Godeancora di una seppur limitata scorta so-lo perché l’impugnativa contro la deli-bera che lo priva della protezione giaceda 41 mesi negli uffici del Tar del Lazio.«Aiutatemi perché voglio vivere. Ognigiorno che passa e che qualcuno rac-conta la mia storia è un giorno in più cheresto in vita». La sua storia è fatta dimancata tutela fisica, di abbandoni, du-rante la notte e senza scorta, negli alber-ghi calabresi delle località dove dovevatestimoniare. Una volta si è anche ritro-vato nell’aula bunker di Catanzaro, go-mito a gomito con 41 imputati da lui de-nunciati. Più volte ha viaggiato su autonon blindate. In una di queste, è statoinseguito sull’autostrada, tanto che il

troviamo. Tutti hanno visto da dovearrivava e dove era diretta - aggiunge -ma il problema era soltanto di farmelapagare e certamente non di tutelare lanostra sicurezza».

Il 6 giugno, Salvatore Borsellino, fratel-lo di Paolo Borsellino, ha scritto al mi-nistro Maroni chiedendogli un’inizia-tiva per Masciari. Nella lettera, Borsel-lino chiede di incontrare il ministrodell’Interno insieme al testimone digiustizia calabrese e ai suoi familiari:«Pino Masciari oggi si trova in un peri-colosissimo limbo istituzionale. Se chisi ribella al pizzo viene ripagato in que-sta maniera dallo Stato, come si puòchiedere ad altri di rifiutarsi di sotto-stare a queste vessazioni?». �

caposcorta decise di interrompere ilviaggio per reperire un mezzo più si-curo. I suoi racconti, se non avesseroun risvolto tragico, potrebbero appa-rire anche comici: «Mi si accusa dimettere a repentaglio la nostra tutela

quando poi è dal 1998che i miei bambini sonoiscritti a scuola con il lo-ro vero nome e cogno-me. Una multa che mi èstata elevata con l’auto-velox nella località pro-tetta è stata trasmessasenza alcun problema aSerra San Bruno e poida lì, attraverso i Nop,mi è stata recapitatanell’abitazione in cui ci

testimoni di giustizia approvata loscorso febbraio dalla Commissione par-lamentare d’inchiesta sul fenomeno dellacriminalità organizzata mafiosa o simila-re auspicava «un cambiamento radicaledella gestione dei testimoni» per «miglio-rare l’efficacia di un modello che si pre-senta non più adeguato alla specificitàdella figura del testimone». Il documentoauspicava «un mutamento di mentalità,una diversa filosofia nell’approccio alla fi-gura del testimone» visto «non come un

peso ma come una risorsa: un modellopositivo che incarna una scelta di legalitàin aree ad alta densità mafiosa». Il testoauspica una maggiore attenzione alla se-lezione e alla formazione del personalepreposto alla speciale protezione e lacreazione di un organismo che assicuriefficacia a tutto il comparto di protezio-ne. Va contrastato un modus operandibasato sulla convinzione che «l’elargizio-ne delle rilevanti somme di denaro asse-gnate ai testimoni possa risolvere qual-

siasi tipo di problema, assumendo unasorta di significato liquidatorio rispetto aogni obbligo dello Stato. Al testimone, inpratica, vengono forniti soldi e beni ma-teriali, dopodiché questi deve mimetiz-zarsi con l’ambiente circostante. Un’in-chiesta promossa da un comitato internoalla Commissione ha invece rivelato co-me, dopo un momento di assistenza ini-ziale, il teste viene « abbandonato » in ba-lia di se stesso e delle sue esigenze fami-liari, lavorative e sociali. v.m.

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«Ogni giornoche passa eche qualcunoracconta la mia storia è un giorno in più cheresto in vita»

Il corpo senza vita di Michele Orsi sull’asfalto di Casal di Principe©

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'NDRANGHETA: MASCIARI, STATO MANDA AL MACELLO CHI LA COMBATTE (AGI) - Vibo Valentia, 26 giu. - "Il taglio della scorta al magistrato della Dda Marisa Manzini e ad altri che al pari di lei sono quotidianamente impegnati nella lotta alla criminalita' organizzata e' la riprova che lo Stato, oltre a non voler combattere questo terribile fenomeno, vuole mandare al macello tutti coloro che quotidianamente lo combattono con i fatti". Ad affermarlo e' Pino Masciari, uno tra i piu' importanti testimoni di giustizia, dalla localita' segreta dove si trova con la sua famiglia da oltre 10 anni in continuo pericolo di vita per aver denunciato le cosche piu' pericolose della Calabria. "Il 19 gennaio del 2005 - denuncia l'ex imprenditore vibonese - ho presentato ricorso contro la revoca del programma di protezione al Tar del Lazio ed ancora non c'e' stata una sentenza. Come se non bastasse, adesso a subire sono anche magistrati come la Manzini che stanno lavorando giorno e notte per liberare la Calabria dalle numerose cosche che non la fanno crescere. A questo punto non ci resta altro che andare tutti a Roma, dinnanzi al palazzo del Governo per protestare con tutti i mezzi, compreso lo sciopero della fame, l'unica arma che ci resta. E a tale proposito - aggiunge Masciari - che sta ricevendo attestati di solidarieta' da tutto il Paese, c'e' gia' l'adesione non solo dei testimoni di giustizia, ma anche quella dei collaboratori e di numerose personalita' della cultura e dello spettacolo". (AGI) Red

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Fonte: http://groups.google.com/group/it.politica/browse_thread/thread/9921206188d7d455/ab62f2d9e55e8608?hl=it&q=pino+masciari#ab62f2d9e55e8608

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http://www.antoniodipietro.com/2008/06/di_pietro_il_giustizialista.html

Di Pietro il giustizialista

Pubblico una lettera ricevuta da Alfredo Amato, un cittadino come tanti che traccia un quadro del nostro Paese facendo riferimento a fatti più o meno recenti. Il titolo di questa lettera lo ha deciso lui spiegando poi nelle prime righe il senso di questa "etichetta", senso che condivido.

"Buongiorno On Di Pietro! Quello in oggetto era il titolo di un mio post sul sito SocialistaLab.it probabilmente censurato perchè non in linea con le idee del partito di cui io faccio parte.

Ho aderito sulla base di una promessa di rinnovamento che, sinceramente, al momento non vedo. Ma la militanza in uno schieramento opposto al Suo non mi impedisce di vedere le cose con obiettività, non diminuisce la mia stima per Lei e non mi imbavaglia. Accade spesso di sentire etichettare Di Pietro come giustizialista. E ancora più spesso, l'etichetta è appiccicata con una strumentale urgenza di riforme di cui gli italiani avrebbero bisogno e che porrebbero in ennesimo piano questioni che, invece, io ritengo di gravità enorme!

Innanzitutto il diritto di Europa 7 di utilizzare le frequenze televisive indebitamente e abusivamente mantenute da Rete 4. Essendoci, su questa vicenda, una direttiva europea, mi chiedo come mai il governo italiano si preoccupi di attuare con rigore le direttive europee in materia di quote latte mentre ignori completamente quelle in materia di frequenze televisive.

Esiste, poi, la questione del falso in bilancio. Che non è un problema personale ma una questione di principio su cui si fonda la credibilità di un gruppo dirigente, che si tratti di un'azienda o di un governo non importa.

E che dire della ventennale gestione camorristica dei rifiuti campani, con la solita ipocrita e falsa estraneità delle regioni del Nord Italia, che alla parola "racket" preferiscono la più elegante "business"? In un video recente si vede un esercito che pattuglia un'area critica e, davanti, indisturbato, un esercito di motociclisti senza casco.

E in quest'ottica permissivista e garantista, il PM De Magistris viene definito un malato di protagonismo, glissando spudoratamente sul coinvolgimento di personaggi di spicco della politica nelle inchieste Poseidone e Why Not.

La Forleo viene "massacrata" dal mondo politico e dalla stessa magistratura non appena si permette di chiedere l'autorizzazione ad utilizzare le

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intercettazioni telefoniche a carico di D'alema in merito alla vicenda Unipol-BNL. E il governo, per tutta risposta cosa fa? S'inventa una legge per censurare le intercettazioni! Si è detto che la maggior parte degli italiani si sente spiata al telefono...ma se è vero che c'è un'emergenza di riforme...se è vero che la gente non ce la fa ad arrivare a fine mese, a chi volete che importi di essere intercettato? Magari a chi sta rovinando un'azienda, sta trasferendo soldi all'estero, sta "piazzando" il figlio deficiente a capo di un ospedale, sta bruciando 100 mila miliardi di vecchie lire oppure sta avvertendo un capo mafia di una imminente indagine!

E così, i Testimoni di Giustizia, come Pino Masciari, diventano le vittime di uno Stato assente prima ancora che delle mafie. Quelle mafie che li hanno privati del presente e del futuro. Mentre Andreotti, colpevole del reato di mafia negli anni 80, risulta assolto perchè innocente e non perchè il reato è andato in prescrizione.

E mentre ci interroghiamo sbigottiti sul perchè 8 sudenti su 10 ritengano inutile la scuola, perchè 9 milioni di neodiplomati risultino di un'ignoranza abnorme, perché un esperto del ministero ignori i contenuti della traccia di un esame di stato, perchè dei giovani assassini decidano di lanciare dei sassi da un cavalcavia, 200 giovani torinesi assaltino un'auto dei vigili urbani, un gruppetto di deficienti ammazza la noia devastando una scuola, frotte di automobilisti utilizza la comune strada per ingaggiare sfide quasi sempre a spargimento di sangue, sul perchè di questa perdita di valori, del senso di responsabilità prima che di autorità...mentre ci interroghiamo, appunto, il garantismo della casta passa sopra gli scempi edilizi, ambientali, i depuratori che non esistono, i reati di corruzione, di concussione, le assunzioni "pilotate", i figli di papà disseminati in ogni dove, i "regali" del governo a lobby, gli abusi delle aziende nei confronti dei dipendenti o, peggio, dei precari. Il garantismo dei furbetti protegge le famiglie mafiose, non indaga su abusi e pestaggi come quelli del G8 di Genova e del giovane Federico Aldrovandi.

Ed è di questi giorni la norma "salva premier", le decisioni in materia di nucleare, l'esortazione ad accettare il trattato di Lisbona etc etc..

Così, attraverso il suo esercito di burattini senza fili che popolano la politica, le istituzioni, i posti di potere, i partiti, si attua il disegno di un potere superiore occulto. Grazie" Dott. Alfredo Amato

Postato da Antonio Di Pietro

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TESTIMONI GIUSTIZIA: MASCIARI, SUBIAMO INEFFICIENZA SISTEMA (AGI) - Vibo Valentia, 9 lug. - "La Masciari costruzioni era una delle piu' importanti imprese edili della Calabria. Aveva circa 100 dipendenti fissi piu' decine di collaboratori, contratti in Italia e all'estero per decine di miliardi di lire. Mia moglie, giovane odontoiatria, aveva uno studio ben attrezzato, clienti ed ottime prospettive di lavoro; il nostro tenore di vita era buono: avevamo la nostra casa, la casa al mare, altri immobili di proprieta', i familiari vicino". Cosi' scrive Pino Masciari, uno tra i piu' importanti testimoni di giustizia, ex imprenditore vibonese, in relazione alla nota del Viminale relativa ai testimoni di giustizia. Precisando di parlare senza "alcun spirito polemico" ed attenendosi ai fatti, Masciari afferma: "da oltre 11 anni, ovvero da quando siamo entrati nello speciale programma di protezione abbiamo perso tutto. Io non faccio piu' l'imprenditore (e forse non lo potro' piu' fare); mia moglie non ha piu' fatto la odontoiatra e non la potra' piu' fare; viviamo lontano dai familiari (i nostri figli hanno conosciuto nel 2007 i nonni i cugini, gli zii). L'ammissione al programma di protezione e' avvenuta il 17/18 ottobre 1997 nel momento in cui ho lasciato la Calabria unitamente alla mia famiglia. L'aspetto sicurezza, motivo fondamentale della sottoposizione al programma di protezione, non e' stato considerato nella delibera del 27 ottobre 2004, come confermato successivamente nella delibera del 1 febbraio 2005 che cita 'alla mancata accettazione da parte del Masciari, seguira' comunque la cessazione del programma speciale di protezione, ai sensi dell'art. 16 quater, comma 2 della legge 82/91, trattandosi di rinuncia al piano di reinserimento sociale e lavorativo, cosi' com'e' articolato nella richiamata delibera del 27 ottobre 2004'. Dunque la soluzione e' stata inaccettabile: da qui il ricorso presentato al Tar del Lazio e per tale motivo usufruisco nelle more del programma di protezione, non per proroga del ministero. Sono ancora - aggiunge Masciari - in attesa di una pronuncia dal Tar Lazio benche' il ricorso sia stato depositato nel 2004. Delle somme che il ministero indica non abbiamo percepito alcunche' salvo quelle destinate a mia moglie per riacquistare le attrezzature odontoiatriche perse. L'impossibilita' di avviare l'attivita' odontoiatrica e' consequenziale alla mancanza di documenti di copertura e di ogni forma di sicurezza posta l'autorizzazione del servizio centrale di protezione del 1 luglio 1998 ad esercitare la professione con i reali documenti che avrebbe esposto a pericolo l'intera famiglia". Le somme per la chiusura del fallimento causato dalle estorsioni come riconosciuto dalla magistratura e dallo stesso ministro dell'interno - spiega ancora Masciari - non sono certo somme imputabili a lui eppure il ministero continua a computargliele. (AGI) Cli/Cz/Ing (Segue)

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Fonte: http://www.liberainformazione.org/news.php?newsid=4119

Vibo, 11.07.2008 | di redazione

Masciari, Noviello e gli altri testimoni"Così lo Stato abbandona chi denuncia"

Il Corriere: l'imprenditore di Vibo in esilio da anni. Il ministero: immagine falsata. Ma il commerciante campano ucciso dalla camorra non era protetto

Un’amara denuncia, una replica puntuale anche se parziale, la durezza dell’esilio a vita. La storia di Pino Masciari è la storia del travaglio e della paura dei testimoni di giustizia. Che troppo spesso si sentono abbandonati dallo Stato, dal punto di vista umano innanzitutto. Ultimo atto una dura polemica con il ministero del’Interno, mediata da alcuni articolo del Corriere della Sera. Con una polemica destinata a durare sulla vicenda dell’impenditore campano Domenico Noviello, ucciso dai Casalesi a maggio, mai entrato nel programma di protezione.

IL CORRIERE ALL’ATTACCO: TESTIMONI ABBANDONATIE’ l’8 luglio e il giornalista Carlo Vulpio pubblica sul quotidiano di via Solferino due articoli dedicati all’odissea dei testimoni di giustizia, con un approfondimento sulla vicenda Masciari. “Undici anni di esilio”, così è riassunta la vicenda dell’imprenditore edile di Vibo (la sua azienda era la settima in Calabria, con cento operai fissi e altrettanti collaboratori) costretto ad abbandonare la propria casa per aver detto no alle estorsioni con una denuncia. Più volte Masciari ha lamentato di essere stato “sequestrato” dallo Stato, un esilio a vita per l’intera famiglia dalla propria terra, l’impossibilità di riprendere il proprio lavoro, di tornare in Calabria sotto protezione.

C’è anche un altro caso eclatante, quello dell’imprenditore Domenico Noviello, coraggioso nel denunciare il clan dei Casalesi nel 2001. E punito il 15 maggio del 2008 a Castelvolturno. Secondo il primo quotidiano del Paese, nel 2003 la commissione centrale di protezione (ministero dell'Interno) avrebbe ritirato la protezione perché Noviello non correva più rischi.

IL MINISTERO ALZA GLI SCUDI:MOLTO E’ CAMBIATOIl Viminale replica in una lunga nota alle bordate del Corriere della Sera. Primo dato: la commissione centrale ha riconosciuto a Masciari 3,5 milioni di euro di “liquidazione”, la cifra più alta fino ad oggi.Il ministero ripercorre la vicenda sottolineando come già nel 2004 l’allora ministro del’Interno Alfredo Mantovano avesse proposto un risarcimento di 1.3 milioni per il fallimento e la riabilitazione di Masciari. Una proposta rifiutata, con tanto di ricorso al Tar. Segue, sotto il governo Prodi, la nuova proposta che ammonta a 3,5 milioni. Intanto Masciari, si precisa, continua a percepire un assegno e a usufruire di un alloggio.

Poi le bacchettate al Corriere, accusato di dare un’immagine falsa che “non rende un servizio alla verità e scoraggia chi intenda affrontare un percorso difficile, ma non da clandestino”. Dal 2001 molto è cambiato, tanto che “i nuovi ingressi nel programma sono quadruplicati in sette anni”. Ultima precisazione: l’imprenditore Noviello non è uscito dal programma di protezione nel 2003 semplicemente perché non vi è mai entrato. Una smentita che, probabilmente, aggraverà le contestazioni del fronte dei testimoni di giustizia.

MASCIARI E NOVIELLOLo sfogo dell’imprenditore vibonese non si è fatto attendere: al ministero Masciari ricorda di aver perso tutto con il trasferimento al Nord. Una perdita risarcita, di diritto. In altri termini la prima proposta, quella del 2004, considerava il semplice risarcimento relativo al fallimento dell’azienda, senza un euro in più. Ma la cosa che ha fatto infuriare Masciari riguarda l’aspetto sicurezza: non era prevista la protezione, il che vorrebbe dire rinunciare per sempre alla Calabria, un esilio inaccettabile per il focoso imprenditore : “I nostri figli hanno conosciuto nel 2007 i nonni i cugini, gli zii”. Anche la nuova capitalizzazione non tiene conto della questione sicurezza. Ancora una condanna all’esilio. Che per Masciari è motivo di scandalo: “Non sono quindi i "testimoni di giustizia" a scoraggiare chi intende denunciare i malavitosi ma il trattamento che i testimoni ricevono dallo stato una volta entrati nel programma”. Di certo c’è che i testimoni di giustizia vanno protetti. Per non fare la fine di Noviello.

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Fonte: www.lastampa.it

13/7/2008 - BILANCIO E PROGETTI DI UN FESTIVAL CHE DEVE CAMBIARE A Traffic l'ultima nottedi note e fulmini

Patti Smith canta sotto la pioggia. Gran finale e si pensa al futuro GABRIELE FERRARIS TORINOE’ finita, alla Pellerina è tornato il silenzio, lasciando il consueto strascico di proteste dei residenti che allarmano il sindaco Chiamparino, ma pure il ricordo di una notte di pioggia impietosa, che ha martirizzato quella che doveva essere l’apoteosi di Traffic Free Festival, con Patti Smith e gli Afterhours, e i rinati Massimo Volume. Onore a Patti, che ha cantato sotto il diluvio e al pubblico che non è fuggito: premiato con un concerto memorabile, forse il più emozionante del Festival. E’ finita, ma ci saranno altre occasioni, altre notti meno sfortunate. Almeno, in tanti lo sperano, benché sul Festival si addensino nubi ancor più procellose di quelle che venerdì e ieri lo hanno sferzato.

Messe in conto all'imponderabile le traversie atmosferiche, il bilancio dell’edizione 2008 può prendere l’avvìo proprio dall’entusiasmo di Johnny Rotten, al termine del burrascoso show con lanci d’oggetti e scambio di contumelie d’ordinanza con i pogatori sul fronte del palco. L’anziano ribaldo ha abbracciato commosso uno degli organizzatori, e quasi in lacrime per la gioia gli ha detto: «Grazie, grazie! E’ il pubblico più civile che ho mai avuto!». In verità, e con tutto il relativismo d’obbligo in casi simili, il primo merito di Traffic è stato proprio d’aver costruito, educato, formato, in cinque anni, un pubblico “civile” – persino un concerto ad alto rischio come quello dei Sex Pistols s’è risolto senza problemi – e capace di apprezzare un cartellone che ingloba culture differenti, affiancando al rock l’arte contemporanea, il cinema, la letteratura. Un Festival che non si riduce musica fine a se stessa, che si apre alla società, tanto che ieri ha ospitato, con il riserbo necessario per tutelare un uomo nel mirino della ‘ndrangheta, Pino Masciari, un simbolo della ribellione contro la criminalità organizzata.

Ma pur restando all’ambito musicale, core business di Traffic, il pubblico è diventato, con gli anni, sempre più sensibile alle proposte meno corrive, pronto ad accorrere in massa pur quando il cartellone non propone le superstar del momento, ma stimola scoperte e riscoperte non banali. E poi, Traffic ha dimostrato che un festival rock può avere un spirito proprio: può creare comunicazione fra le persone. E la quinta edizione ha definitivamente raggiunto un altro degli obiettivi programmatici, imporre un’immagine positiva, una visibilità vasta per Torino: bastava sbirciare le targhe delle migliaia di auto posteggiate attorno alla Pellerina per scoprirci cuore d’Italia, d’Europa: da Milano a Palermo, dall’Austria alla Francia, testimoniavano che Traffic è una realtà forte a livello europeo.

Eppure, ieri la soddisfazione dei direttori Max Casacci, Alberto Campo, Fabrizio Gargarone e Cosimo Ammendolia era offuscata, più che dal cielo gravido d’acqua, dal pensiero del “dopo”. Li preoccupa non tanto il taglio del finanziamento pubblico – il Festival ha ormai argomenti tali da allettare qualsiasi sponsor – quanto la volontà di parte della giunta comunale, sindaco in testa, di deportare Traffic nella sedicente Arena Rock, un’area recitata che farebbe rimpiangere un carcere, figurarsi gli alberi e i prati del Parco della Pellerina. Né si capisce che cosa accadrebbe se l’afflusso del pubblico fosse superiore – com’è accaduto l’altra sera – ai sessantamila posti della sullodata Arena; chi spiegherebbe al punkettone arrivato da Salisburgo per un free concert che, peccato, non si entra più, e se ne torni cortesemente a Salisburgo senza farne un dramma.

La contromisura, sostengono i laudatori del progetto, sarebbe imporre l’ingresso a pagamento, negazione suprema della filosofia di un free festival come Traffic. A palazzo civico sembrano decisi a tirare diritto. E allora, quella che abbiamo salutato in quest’umida notte di luglio sarebbe l’ultima notte di Traffic come l’abbiamo conosciuto e amato. Con la consueta, signorile noncuranza, Torino si appresta a disfarsi di un altro suo gioiello. 13 07 2008

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'NDRANGHETA: LUMIA, GARANTIRE SICUREZZA TESTIMONE MASCIARI (AGI) - Vibo Valentia, 21 lug. - Il deputato Giuseppe Lumia ha rivolto una interrogazione ai ministri dell'interno e della Giustizia sulla vicenda del testimone di giustizia Pino Masciari. "Masciari - scrive Lumia - e' un imprenditore edile calabrese sottoposto a programma speciale di protezione dal 18 ottobre 1997 (unitamente alla moglie Marisa Salerno e ai loro due bambini), perche' non si e' piegato al racket, che ha denunciato, facendo arrestare e condannare decine di appartenenti al sistema 'ndranghetista; i giudici della Direzione distrettuale antimafia che accolsero le sue denunce, valutando la vastita' dei suoi racconti e dei personaggi accusati, personaggi del mondo politico, amministrativo e mafioso, e, considerato il grave ed imminente pericolo di vita cui erano esposti lui e la sua famiglia quale conseguenza delle sue denunce, gli prospettarono l'assoluta necessita' di allontanarsi con la famiglia dalla sua regione e di avvalersi della tutela del Servizio centrale di protezione, lasciando cosi' famiglia, amici, lavoro, ruolo sociale con le gravi ripercussioni che anche la moglie e i due figli, che hanno condiviso sempre con lui tali scelte, hanno subito". Secondo Lumia, "in questi undici lunghi anni di attesa e di fiducia nelle istituzioni, molti sono stati i comportamenti omissivi tenuti dalle istituzioni preposte alla sua protezione, dei quali il piu' grave e' stato certamente il provvedimento di revoca da parte dello Stato del programma di protezione (successivamente ripristinato), ma anche il mancato reinserimento lavorativo suo e della moglie, incongruenze nel fornire nuove generalita', errori nella gestione della sua sicurezza che lo hanno costretto, alcune volte, a rinunciare a fornire la sua testimonianza, come risulta alla stessa Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalita' organizzata mafiosa o similare". Lumia chiede di sapere "se il Governo non ritenga necessario assumere le opportune iniziative affinche' la situazione personale del Masciari e della sua famiglia siano garantite sia sotto il profilo del reinserimento che sotto il profilo della sicurezza; se il Governo non consideri necessaria ed urgente un'effettiva attivazione dei settori preposti alla protezione del Masciari e degli altri testimoni che hanno scelto di stare dalla parte della giustizia e rischiano ogni giorno la vita per denunciare la criminalita' organizzata; quali urgenti iniziative, anche di carattere normativo, intenda attuare per garantire tutti i testimoni di giustizia ed incentivare le testimonianze delle persone offese dai vari reati commessi dalla criminalita' organizzata secondo gli indirizzi forniti nella relazione della Commissione parlamentare antimafia approvata all'unanimita'". (AGI) Cli/Adv

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Gazzetta del Sud Giovedì 10 Luglio 2008 5

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AttualitàLloret de Mar La polizia spagnola ha bloccato vicino a Barcellona l’uruguaiano accusato di essere l’assassino della giovane padovana

Omicidio di Federica, arrestato VictorMa per tutta la giornata si erano fomentate polemiche sulle indagini della polizia catalana

Marta LobatoLLORET DE MAR

Victor è stato individuato e arre-stato. Era vicino Barcellona. Èaccusato di essere l’assassino diFederica Squarise, la venti-treenne padovana scomparsa il30 giugno scorso a Lloret deMar, sulla Costa Brava. È bruno,corpulento e con le braccia co-perte di tatuaggi. Indossa jeanschiari e una maglietta celestedella nazionale uruguaiana.Questa è l'immagine di VictorDiaz Silva, «el gordo», che è sta-to sin da subito il maggior indi-ziato per la morte di Federica,nelle due fotografie che i «mos-sos d’esquadra» avevano diffusocon un comunicato interno ai di-versi corpi della polizia.

Il cameriere uruguaiano di 28anni, che si era reso irreperibile,era ricercato per omicidio dallapolizia che voleva interrogarloancora sulla fine della ragazzapadovana.

In tarda serata, l’avvocato Al-do Pardo (un penalista con unpassato di militante nella destradi Pino Rauti durante la sua resi-denza a Reggio Calabria, cittàdove è nato), dalla Spagna ave-va fatto sapere che per Victor «leore sono contate» e che è «uffi-cialmente ricercato».

Il documento interno dellapolizia – rivelava per prima la ra-dio Cadena Ser – recitava così:«Comunicato di interesse. Og-getto: detenzione di presuntoomicida. Priorità: alta. Interessala detenzione del soggetto Vic-tor Diaz Silva», seguito da tutti idati del «gordo», l’ultimo ad es-sere stato visto con Federica lanotte della sua scomparsa, tra il30 giugno e il 1 luglio.

La polizia, che è in possesso didue sue fotografie, lo cercava dalunedì. La Farnesina nel pome-

riggio aveva anche smentito lanotizia del giornale El periodicosecondo cui Victor si sarebbe al-lontanato dal Paese. La poliziastava infatti seguendo una pistache avrebbe dovuto condurre alocalizzarlo in tempi relativa-mente brevi. E così, infatti, è sta-to.

In serata, prima della catturadel giovane sudamericano, aLloret si sono inseguite voci se-condo cui la polizia avrebbecompiuto diverse perquisizioniin città.

Dall’Italia, intanto, nella stes-sa giornata di ieri erano montatele polemiche nei confronti dellapolizia catalana: l’avvocato Ste-fano Squarise, il legale della fa-miglia, aveva sostenuto che«queste dabbenaggini da partedegli inquirenti spagnoli nonpossono essere tollerate. Faccia-mo appello al Premier Berlusco-

Luciana BorsattiS. GIORGIO DELLE PERTICHE (PD)

È stato ancora un giorno di ansia,di dolorosa attesa, in casa Squari-se, ma anche un giorno di rabbia.La rabbia del padre e del fratellodi Federica, che per la prima voltasono usciti da casa per parlare coni giornalisti. «Voglio giustizia permia figlia – dice il padre Ruggero– Se prendono l’assassino speroche gli facciano fare la stessa fineche ha fatto mia figlia».

«Chiediamo giustizia per miasorella – gli fa eco il figlio France-sco –. Spero che l’assassino abbiala fine che merita. Attendo orache ritornino i miei fratelli perchéin questo momento ho bisognoanche di loro».

Entrambi sono usciti con l’avv.Stefano Squarise, il cugino rima-sto vicino alla famiglia mentre glialtri tre legali sono da martedì inSpagna. Ed è ora anche lui ad usa-re parole di fuoco nei confrontidegli inquirenti in Spagna chehanno negato ai loro legali la pos-sibilità di assistere all’autopsia econtinuano a tenere segreti gliesiti delle indagini. Ma anche, esoprattutto, per la fuga dell’uru -guaiano Victor, principale indi-ziato e ora ricercato per omicidio.

«Sono esterrefatto da comestanno conducendo le cose inSpagna: è inammissibile, se la no-tizia è vera, che Victor sia scappa-to», dice. La Spagna «ha tutto il di-ritto di attenersi alle proprie pro-cedure, ma se questo è il modo di

operare di un Paese dell’UnioneEuropea, anche il nostro Governodovrà intervenire», aggiunge, ap-pellandosi poi direttamente aBerlusconi e Frattini, perché in-tervengano nella vicenda.

Ma è il capo della Polizia Anto-nio Manganelli a dare una primarisposta ufficiale alle critiche deilegali di famiglia. La polizia spa-gnola «sta lavorando molto bene,in silenzio – dice –. Se le cose nonsi dicono non vuol dire che non siconoscono».

In attesa che giungano notizieufficiali – per le quali però biso-gnerà attendere ancora, visto chesolo ieri sono stati prelevati deicampioni di saliva dei genitori perl'esame del Dna sul corpo ritrova-to – l'attenzione del paese si rivol-ge sempre di più al ruolo dell’ami -ca di Federica, e soprattutto al fat-to che la vittima sia rimasta sola.

«Sono rimasto sorpreso an-ch’io che le due ragazze si sianoseparate», dice il cugino del padredi Federica, Luciano Squarise. Unpensiero che hanno avuto in tantie che carica Stefania anche del pe-so di un’indiretta responsabilità.Ma Stefania può anche contaresugli amici. «L'ho sentita al telefo-no anche prima, le ho detto chenoi siamo qui tutti e che l’aspettia -mo», sono le parole di solidarietàe di amicizia di Pippo, che gesti-sce un bar frequentato dalle dueragazze. Che proprio qualchegiorno prima gli avevano manda-to una cartolina: «Evviva la Spa-gna!», scrivevano festose.�

Fiori e un Tricolore nel parco in cui è stato trovato martedì il corpo di Federica Squarise a Lloret de Mar

Nel Senese Il complice è riuscito a dileguarsi, ma in serata è stato acciuffato

Gioielliere spara e uccide un rapinatoreGiampaolo GrassiSAN ROCCO A PILLI (SI)

Ha accolto i clienti col sorrisosulle labbra, anche perché unodei due già lo conosceva: la se-ra precedente si era presentatoin negozio con una ragazza,per comprare un braccialetto.Ma quando, ieri mattina, il ne-goziante ha aperto la cassafor-te, voltandosi ha scoperto che idue uomini impugnavano lepistole. Il gioielliere, Gino Se-stini, 59 anni, di San Rocco aPilli, un borgo di collina nel co-mune di Sovicille, alla periferiadi Siena, ha reagito d’istinto:prima ha lottato con un rapina-tore, poi ha impugnato un fu-cile da caccia che teneva vicinoal bancone e ha fatto fuoco.

Uno sparo ha raggiunto e ucci-so uno dei due malviventi,Gaetano Brancato, 62 anni, diorigini napoletane, già cono-sciuto dalle forze dell’ordine.L’altro colpo, probabilmente ri-volto verso il secondo malvi-vente, è finito sul bancone.

Sestini, due figli, un ma-schio e una femmina – lei è vi-gile urbano a Sovicille – è tito-lare da 15 anni della gioielle-ria. La ex moglie gestisce unostudio fotografico, proprio ac-canto. Al rumore degli spari, ladonna è uscita, ha visto l’altromalvivente fuggire e lo ha col-pito con un bastone. L’auto sul-la quale il secondo rapinatoresi è allontanato, una Ford, èstata ritrovata in un comunevicino: dentro c'erano la refur-

Napoli

Avvocatofilmavale donnesotto la gonnaNAPOLI.Saliva di continuo le sca-le mobili: percorreva le tre rampeche immettono sul piazzale co-perto del Nuovo Palazzo di Giu-stizia al Centro direzionale di Na-poli, poi scendeva e ricominciavadaccapo. Un comportamentoanomalo che ha insospettito i po-liziotti. F. C, penalista del foro diNapoli, è stato così bloccato perun controllo e si è scoperto checon un telefonino puntato sotto legonne aveva ripreso in pochi mi-nuti decine di immagini osè, siafoto che video. Ma la scoperta piùsconcertante è avvenuta quandola polizia ha perquisito il suo ap-partamento in un quartiere colli-nare di Napoli: centinaia di file,conservati su cd o pen drive, conmigliaia di scatti, in pratica unagalleria sterminata di cosce e mu-tandine in ordine sparso.

Nessuna categoria di donne, diogni forma e di ogni età, è sfuggi-ta all’obiettivo: avvocatesse, giu-dici, cancelliere, testimoni, im-putati e loro parenti. L’avvocato èstato denunciato in base all’arti -colo 615 bis: interferenza illecitanella vita privata. Secondo talenorma «chiunque, mediante l'usodi strumenti di ripresa visiva o so-nora, si procura indebitamentenotizie o immagini attinenti allavita privata è punito con la reclu-sione da sei mesi a quattro anni».

Agli investigatori ha spiegatocon evidente imbarazzo di avercominciato un giorno, quasi perscherzo, ma che poi il gioco si ètrasformato in una sorta di malat-tia. A querelarlo anche una poli-ziotta, che si è riconosciuta.�

Roma Immediata replica al testimone di giustizia calabrese che si era detto “tradito” dallo Stato

Il Viminale: a Masciari abbiamo offerto 3,5 milioniROMA. A Giuseppe Masciari, eximprenditore calabrese inseritonel programma di protezione deitestimoni di giustizia, la commis-sione centrale del Viminale ha of-ferto una “capitalizzazione” ditre milioni e mezzo di euro: ipo-tesi di definizione del rapporto«più ampia mai riconosciuta a untestimone di giustizia». Così ilministero dell’Interno intervienesu una vicenda che si trascina datempo: Masciari, che ha collabo-rato in alcune inchieste della Ddadi Catanzaro, qualche tempo faha lasciato per protesta la locali-tà protetta in cui viveva ed è tor-nato in Calabria sostenendo di

essere stato abbandonato dalloStato. Da ultimo, in un’intervistarilasciata al Corriere della sera,l’uomo parla di tradimento daparte dello Stato. Il suo ingressonel programma di protezione, in-sieme con la moglie e con i figli –come ricorda il Viminale – risaleal 17 marzo 1998. «Al termine diuna complessa istruttoria, laCommissione sui programmi diprotezione, all’epoca presiedutadal sottosegretario dell’Interno,Alfredo Mantovano, il 27 ottobre2004 ha formulato la seguentedefinizione del programma: a)euro 1.293.418,60, per la chiu-sura del fallimento, per far otte-

nere a Masciari la riabilitazione;b) euro 267.400 per capitalizza-zione delle misure di assistenzaeconomica; c) euro 18.870 perMasciari e euro 29.670 per la mo-glie a titolo di danno biologico;d) mantenimento del contributodi lire 388.631.000, deliberatodal Commissario antiracket il 23marzo 2000, finalizzato a far ri-prendere alla moglie il lavoro diodontoiatra e mai utilizzati inquella direzione; e) proroga delprogramma di protezione».

Masciari ha rifiutato questasoluzione, impugnandola da-vanti al Tar del Lazio. Durante ilGoverno Prodi la posizione di

L’avv. Aldo Pardo, reggino,legale della famiglia Squarise

ni e al ministro Frattini perchéintervengano».

E polemiche molto forti an-che da parte dell’altro legale del-la famiglia, l’avvocato Pardo,che, al suo arrivo ieri in Spagna anotte fonda, dopo più di 10 oredi viaggio in macchina avevasparato a zero contro gli investi-gatori spagnoli: «Ma come è pos-sibile che senti versioni contra-stanti» tra i ragazzi ascoltati «enon li metti sotto torchio, ma cheindagini sono queste». Pardo,però, poi ha corretto il tiro, dopoaver incontrato il console italia-no a Barcellona, Roberto Natali,e il commissario Josep Milan, ca-po dei «mossos d’esquadra.Rientrando a Lloret de Mar perincontrare i media italiani e spa-gnoli, ha infatti spiegato che, do-po qualche ritardo all’inizio, leindagini hanno imboccato lastrada giusta. «Sono venuto in

Spagna – ha spiegato – per solle-citare che le indagini si svolganonel minor tempo possibile», hadetto. Adesso, «la restituzionedella salma è la cosa che interes-sa di più la famiglia – ha aggiun-to –e il Consolato ha predispostotutte le formalità per le procedu-re amministrative per il rimpa-trio al più presto della salma».Anche se per il rimpatrio, biso-gnerà aspettare la decisione delmagistrato di Blanes.

All’istituto di medicina legaledi Girona, dove è stata eseguitamercoledì l’autopsia, sono statiintanto effettuati altri esamiistologici e tossicologici per veri-ficare la causa del decesso e ac-certare se ci sia stata violenzacarnale.

Nel pomeriggio, sul luogo delritrovamento del cadavere,qualcuno ha portato dei fiori euna bandiera tricolore.�

Il colpevole merita una condanna esemplare

Il padre e il fratello:«Vogliamo giustizia»

Brevi

CLAN DEI CASALESI: 32 ARRESTI

Sequestrati beniper 300 milioniSONO 32 gli arresti eseguitinei confronti di altrettantiappartenenti al clan camor-ristico Licciardi, attivo a Se-condigliano (Napoli); sei leordinanze notificate in car-cere e sei i latitanti. Oltre300 milioni il valore dei be-ni sequestrati. In carcere,per estorsione, è finita an-che Errichetta Avallone, mo-glie del capoclan latitantedei Casalesi Antonio Iovine.

IMPRENDITORE DI PESCARA

Italiano rapitoin VenezuelaL’IMPRENDITORE italiano Ar-mando Di Battista è stato se-questrato in Venezuela, aSan Felipe, da un gruppo diuomini armati che lo hannoportato via a forza da un ma-gazzino di sua proprietà. DiBattista, 79 anni, originariodi Pescara, è proprietario dialcune imprese, fra cui unadi costruzioni a La Cuchilla,dove è avvenuto il sequestro.

NEL BERGAMASCO

Giù dal balconeper evitare lo stuproSI È LANCIATA dal balcone dicasa, fratturandosi una ca-viglia, per sfuggire all’ex fi-danzato che la stava violen-tando. È successo in una lo-calità del Lago d’Iseo, nelBergamasco. La vittimadell’aggressione è una don-na di 39 anni, mentre l’ag-gressore è l’ex compagno,un senegalese clandestinodi 29 anni, S.B.F.

tiva e una pistola. Il bandito,prima di fuggire, era riuscitoad afferrare la sua arma e quel-la del complice, oltre al botti-no.

Gli investigatori della poli-zia hanno rilevato le improntedella vittima, identificata in se-rata: con sé non aveva docu-menti. Nel pomeriggio, i magi-strati hanno ascoltato la ver-sione della ex moglie delgioielliere. Poi hanno interro-gato anche lui, ancora sottochoc: «per il momento non èindagato», ha detto il suo avvo-cato, Francesco Pletto, primadi incontrare i magistrati tito-lari dell’inchiesta. In serata,poi, è stato arrestato il compli-ce della vittima, Jonathan (inalcuni documenti risulta Jona-

ta) Lamia, individuato a Carpi(Modena), e proprietario dellaFord con cui è scappato.

«Ho agito d’istinto», ha rac-contato Sestini, che ancoranon è riuscito a riprendersi, alproprio avvocato. Il negozian-te non aveva mai subito rapine.Nonostante alcuni problemi disalute, ieri mattina ha trovatola forza e il coraggio di reagireai malviventi: in passato, ilgioielliere aveva frequentatocorsi di arti marziali. Dopo larapina e l’omicidio, è stato por-tato all’ospedale senese LeScotte, dove è stato sottopostoad accertamenti per tutta lagiornata. Là lo hanno interro-gato i magistrati. Le indaginiproseguono nella ricerca delcomplice e della ragazza, chemercoledì pomeriggio ha ac-compagnato Brancato nellagioielleria di Sestini. Gli inve-stigatori non si sbilanciano, mala svolta non sembra lonta-na.�Un carabiniere davanti alla gioielleria

Masciari è stata nuovamente esa-minata dalla Commissione, pre-sieduta dal viceministro dell’In-terno, Marco Minniti. «Il 24 apri-le 2008 – prosegue il Viminale – èstata adottata la seguente delibe-razione: a) euro 1.293.418,60per la chiusura del concordatofallimentare; b) euro 287.200 atitolo di capitalizzazione; c) euro25.287 per Masciari e euro39.760 per la moglie a titolo didanno biologico; d) euro200.711,16 a titolo di confermadella somma già erogata alla mo-glie per l’avvio dello studio denti-stico; e) euro 200.000 per i figlidi Masciari; f) euro 1.639.131,88

a titolo di mancato guadagno; g)euro 300.000 per mutuo a tassoagevolato; h) prosecuzione dellemisure di protezione e di assi-stenza per un ulteriore biennio».

«Si è trattato – sottolinea il Vi-minale – della ipotesi di defini-zione più ampia mai riconosciutaa un testimone di giustizia (quasitre milioni e mezzo di euro!)».«Al momento il testimone è inse-rito nel programma di protezio-ne, con assegno di mantenimen-to in relazione a un nucleo fami-liare di 4 persone e alloggio a ca-rico del Servizio di Protezione».«Nonostante questo Masciari sidefinisce «clandestino». �

L’uruguaiano Victor Diaz Silva

Tommaso
Evidenziato
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53Domenica 24 agosto [email protected]

Il sondaggioIl sondaggio

Colpisce il fascinodell’ambientalista

Il quarto

Si piazza al terzo posto

il “ver de”Palmiro Manco

Natrella, il bellodel giornalismo

«CHE mondo sarebbe senzaNatrella». La rima tra il suocognome e la cioccolataspalmabile più conosciutasi sarebbe prestato moltobene per pubblicizzare e so-stenere questo giovanegiornalista di Lamezia Ter-me. Eppure anche senzaslogan questo nostro colle-ga è riuscito a piazzarsi alquartoposto nellaclassifcadel nostro sondaggio sugliuomini piùfighi dellaCala-bria.Pasqualino Natrellaha 32 anni. E’ nato, infatti,il 6 febbraio sotto il segnodell’acquario. Laureato inScienze della Comunicazio-ne, è diventato giornalistaprofessionista nel gennaioscorso. Figlio d’arte, pro-viene da una famiglia digiornalisti: il papà Giusep-pe, la mamma GabriellaRuffo e il fratello Armandosono giornalisti professio-nisti. E come se non bastas-se, anche la moglie, Luigi-na Pileggi, è giornalista.Professionista, natural-mente. Dal nonno Arman-do Ruffo, invece, ha eredi-tato la passione per il ten-nis.

«Il sondaggio promossodal Quotidiano - ci ha detto -ha ottenuto un ottimo suc-cesso considerato il gran

numero di persone che hapartecipato. E’ stata un'ini-ziativa che ha fatto diverti-re molto i lettori.Ringraziotutti gli amici, i colleghi e isimpatizzanti che in questigiorni mi hanno sostenuto.Sono contento del risulta-to, anche se sono consape-vole che è solo un gioco eche ci sono tanti altri cala-bresi “fighi”. Non mi aspet-tavo di entrare a far parte diun sondaggio del genereha concluso - e soprattuttonon mi aspettavo (questa èstata la sorpresa più gran-de) il gran numero di votiottenuti».

1 Antonio Eroi 238262 Salvatore Angelo Paolino 150343 Palmiro Manco 110694 Pasqualino Natrella 108615 Mario Russo 73226 Francesco Rovito 32957 Carmine Canino 14918 Francesco La Gamba 13189 Michelangelo Ferraro 123810 Giuseppe Forestieri 119511 Nicola Abbaduto 111712 Gabriele Prestia 105413 Giuseppe Matragrano 101914 Filippo Valia 101115 Pino Scopelliti all. 78416 Franco Sarago' 73117 Biagio Pepe 36618 Sabatino Savaglio 36019 Giulio Pignataro 35620 Pino Masciari 33621 Giuseppe Eraclini 30922 Vincenzo Alberti 28423 Totonno Chiappetta 25324 Raul Bova 23725 Alessandro Pecora 23026 Massimo Esaltato 22826 Francesco Gagliardi 22828 Domenico Distilo 22429 Ciccio Marino 17430 Florindo Rubbettino 16031 Nicola Scirchio 14832 Giampaolo Chiappetta 14633 Nuccio Caffo 13334 Aldo Cotrona 11035 Walter Belmonte 10635 Carmelo Panetta 10637 Franco Laratta 9738 Santino Gurzillo 9639 Luigi De Magistris 9540 Gennaro Marsiglia 8840 Rino Gattuso 8842 Giuseppe Scopelliti 8743 Mario Artese 8644 Santo Versace 8245 Giuseppe Mazzeo Quirino 8146 Luigi Andria 7847 Claudio Greco 7648 Cesare Loizzo 7449 Orlandino Greco 7350 Antonio Castorina 7151 Alessio Mamone 6752 Aurelio Morrone 6353 Silvio Sestito 6254 Gianluca Greco 6155 Diego Tommasi 5956 Pino Nano 5357 Lucio Presta 4958 Emanuele Bertucci 4459 Pino Cacozza 4360 Giuseppe Zeno 36

61 Nicola Adamo 3562 Giovanni Consiglio 3462 Giancarlo Aloia 3464 Francesco Arabia 3165 De Rosa Raffaele 2966 Giovanni Di Senso 2767 Rocco Mazza 2667 Pietro Molinaro 2669 Ciccio Cozza 2569 Antonio Pappaterra 2571 Roberto Occhiuto 2471 Lindo Nudo 2473 Lillo Foti 2373 Max Mazzotta 2375 Gennaro Marsiglia 2275 Tonino Marasco 2277 Pierluigi Misasi 2178 Gaspare Perri 2078 Franz Manco 2078 Pasquale Barbuto 2080 Salvatore Varano 1881 Enzo De Vito 1782 Maurizio Gennaio 1683 Gianluca Palermo 1583 Armando Fantasia 1585 Raffaele Perrone 1485 Ciccio Macrì 1485 Giuseppe Campana 1488 Fabio Rizzo 1388 Mario Rausa 1388 Mimmo Calopresti 1388 Franco Napoli 1392 Antonio Gaetano 1292 Omar Minniti 1294 Marco Minniti 1194 Giuseppe Aieta 1196 Antonio Condello 1096 Franco Pippinella 1096 Klaus Algeri 1098 Maurizio Gangemi 998 Mazza Rocco 998 Domenico Vissicchio 998 Dr. Mouse 998 Giovanni Russo 9103 Armando Piccolillo 8103 Franco Lammoglia 8103 Aldo Crusco 8103 Peppe Bova 8103 Roberto Iacobino 8108 Giuseppe Mandato 7108 Joseph Zicchinella 7108 Salvatore Velardi 7108 Leonardo Graziano 7108 Andrea Parisi 7113 Salvatore Angelo 6113 Sergio Cammariere 6113 Salvatore Palermo 6113 Francesco Ciarlo 6113 Pietro Altavilla 6113 Sergio Trapuzzano 6

119 Giovanni Latorre 5120 Pasquale Sapone 5120 Salvatore Mammoliti 5120 Victor Derebo 5120 Mauro Campilongo 5120 Pinone Morabito 5120 Alberto Tocci 5120 Saverio Stanizzi Carrambaboys 5127 Daniele Moraca 4127 Claudio Serra 4127 Gennaio Maurizio 4127 Rino Gaetano 4127 Roberto Pistacchio 4127 Enzo Vigliaturo 4127 Giovanni Nucera 4127 Lillo Paravati 4127 Peppe Defina 4127 Franco Morrone 4127 Maurizio Mauro 4127 Andrea Caputo 4127 Maurizio Carlei 4127 dj @ladin 4127 Francesco Altimari 4127 Bruno Scoleri 4127 Aurelio Dell'Osso 4127 Fulvio D'Ascola 4146 Antonino Castorina 3146 Martino Vergata 3146 Franco Barbalace 3146 Salvatore Cozza 3146 Beppe Contartese 3146 Gianni Pellegrino 3146 Cosimo Lillo Licata Caruso 3146 Domenico Miceli 3146 Pietro Filippo 3146 Giuseppe Gallo 3146 Gino Foglia 3146 Roberto Kamataro 3146 Emanuele Di Matteo 3146 Massimo Bozzo 3146 Francesco Talarico 3146 Marco D'Ambrosio 3146 Lillo Gentile 32 voti (163): Giuseppe Mandarano, RobertoFiumara, Gianmichele Rosa, Cirillo Grillo, Pa-dre Fedele, Le Pera Francesco, Luigi Gallo,Fosco Giannini, Gianluca Callipo, Antonio DeCarlo, Fulvio D'Ascola, Pippo Callipo, Rober-to Chimenti, Fiorino Giuseppe, MassimoMannarino, Franco Sammarco, GaetanoScarnati, Gianni Testa, Franco Sergio, Mas-simo Idà, Giovanni Guzzardi, Mario Bianco,Daniele Rossi, Raf Vallone, Giovanni Tor-chio, Pasquale Filella, Giuseppe Pulice, djz@k, Pino Vizzari, Simone Perrotta, GiovanniCristofalo, Antonio Russo, Fabrizio Capua,Francesco Pontrelli.1 voto (197): Fabio De Napoli, Marraldo,Gennaro Nicoletti, Valerio Guaglianone, Sa-verio Mancini, Egidio Chiarella, Agazio Me-

gna, Dyson, Mario Cipollini, Roberto Caligiuri,Fernando Screnci, Paolo Ventura, FrancescoFalcone, Francesco D'Ambrosio, ErnestoMagorno, Nik Mancuso, Massimo Porcelli,Ciccillo Pantano, Rino Barillari, PasqualeGalluppi, Pasqualino Ruberto, Enrico Pro-venzano, Roberto Leo, Enzo Sculco, AlfonsoRende, Giovanni Ubaldo, Franco Corbelli,Antonio Marziale, Giovanni Baccellieri, Gen-narino Esposito, Fulvio Scarpino, PeppuccioDe Vuono, Pietro Le Piane, Alessandro Ber-gamo, Vivone Giancarlo, Antonello Longo,Luca Veltri, Gianluca Gallo, Ciccio Cataldo,Mattia Federico, Antonio Canino, BignanoMarcello, Napoli Francesco, Giovanni Dona-to, Sergio Iritale, Franco Serrago, Paolo Je-dlowski, Corrado Alvaro, Giuseppe Morosini,Adolfo Adamo, Pasquale Lento, Peppe Volta-relli, Umberto Silvagni, Aldo Ventrici, Luigi In-carnato, Gesuino Napoli, Toni Corbo, Fran-cesco Squadriglia, Alberto Roperti, Mario Ma-gno, Giuseppe Barilaro, Sergio Bilotta, Isido-ro Aloisio, Giovanni Merolillo, Silvestri Fran-cesco, Massimo Brescia, Giuseppe Sicilia,Giampietro Coppola, Egidio Bevacqua, SantiZappalà, Luigi Salsini, Gianluca Congi, Giam-paolo De Luca, Lorenzo Daffinoti, PasqualinoScaramuzzino, Francesco Silvestri, Toni Cor-bo, Massimo Arcidiacono, Mirko Musacchio,Claudio Serra, Gaetano Baffa, Duilio Rialti,Franco La Rupa, Paolo Mallamaci, GianvitoCasadonte, Derebo Victor, Piero Granata,Sergio Crocco, Nicola Guercio, mio nonno,Francesco Napolitano, Marco Rubbettino,Gianfranco Ponzio, Salvatore Prodino, Roc-co Mazza, Carmine Camino, MichelangeloSerra, Pino Gennaio, Checco Mirarchi, LelloBisogno Peppino Ruberto, Lino Polimeni, Ta-lamo Giuseppe, Dario De Luca, ArmandoCalvosa, Henry John Woodcock, MassimoFurci, Eugenio Facciola, Francesco Mendici-no, Massimo Tigani Sava, Rocco Barocco,Patrick Pecora, Francesco Panella, France-sco Maria Fazio, Pietro Ruffolo, PasqualePuzzonia, Sandro Principe, Marcello Arnone,Lorenzo Cersosimo, Lorenzo Assenzi, Bron-zo di Riace (Capelli lunghi), Pacheco France-sco, Domenico Iaria, Mimmo Cersosimo, Lui-gi La Rosa, Claudio Guido, Roberto Bertrano,Marcello Rota, Alfredo Cosenza, Attilio Nica-stro, Franco Capalbo, Carmine De Napoli,Fabio Colella, Francesco Delmorgine, Fran-cesco Livadoti, Mago Janny, Vincenzo Mala-crinò, Mele Delia, Nicola La Carla, NuccioBellumio, Pino Pacenza, Raffaele Colonna,Raffaele Figliano, Rosario Franco, SaverioDaniele, Vincenza Speziali jr, Carlo Taranto,Carmine Cirimele, Gabriele Limido, Giusep-pe Maritato, Mario Massaro, Antonino Monte-leone, Pasquale Didona, Carmine Quintiero.

LA CLASSIFICA: totale voti 93.371

SI è aggiudicato il terzo posto e haavuto modo di confermarlo anche neigiorni scorsi. Così come hanno fattotutti, afferma di aver partecipato per ilpuro semplice gusto del gioco. Eppu-re in questi giorni, Palmiro Manco, in-sieme agli altri due esponenti dell'altoTirreno, ha generato una serie infini-ta di clic sui bottoni della tastiera.

«Una volta tanto - ha detto PalmiroManco - il Tirreno cosentino viene te-nuto in considerazione». Una freccia-tina lanciata contro chi, invece, per lequestioni importanti dimentica spes-so questa fascia. «Abbiamo dimostra-to, giocando con il Quotidiano, di es-sere una comunità attiva, alla qualenon piace sopirsi al caldo sole di ago-sto». Palmiro Manco è un attivo espo-nente dei Verdi e dal suo sito “Il faro”,ma anche con una serie di e-mail, hachiesto il sostegno nella speciale clas-sifica.

«Un sostegno - ha detto - che va in-terpretato all'interno dell'idea del pu-ro gioco, dello scherzo». Manco ha an-che smentito voci che lo volevano qua-si in competizione con altri nomi com-parsi nella lista dei più fighi, con l'o-biettivo di misurarsi in vista delleprossime elezioni. «Quelle sono altrecose - ha detto -. La classifica del Quo-tidiano non poteva essere certamente

una pedana di lancio per le elezioni.Posso solo ringraziare chi ha ideatoquesto gioco per la visibilità che ci hadato e che ha dato all'alto Tirreno. Spe-riamo, però che chi di dovere, ci tengain considerazione anche sulle questio-ni più importanti».

Palmiro Manco e il sito “Il faro”

Pasqualino Natrella

Tommaso
Evidenziato
Page 168: Pino masciari

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Page 169: Pino masciari

52 E • o

Il "Peppone"

Domenica 24 agosto 2008 ilquotid [email protected]

n primo cittadino al secondo posto

Raul? Meglio Totonno

di Santa Domenica 1L Tirreno hadato tantoallaclassifica sul più figo della Calabr·ia. Nei giorni scorsi il duello si stava r isolvendo in un lestaa testa, maallalun~a tener duro, più degli altri, è stato il sindaco di Santa Domenica Talao, Salvatore Paolino(secondoclassificato).

Totonno Chiappena e Raul Bova

I NOMI nella griglia che avevamo proposto inizial­mente sono arrivati lontanissimi dalle posizioni che contano. Tra questi Tot-0n110 Chiappetta è stato il più votato (253). Addirittura più di Raul Bova(237)

Ciccio Crowe dimenticato

Un personaggio certamente parti­colare. Che riesce spesso ad attirare l'attenzione su di sé. Un sindaco che. pe1• esempio, va in vespa a trovare i giovani compaesani che fanno Jaoolo­nia. estiva sulla costa; un primo citta­dino che porta a.vanti le sue idee con determinazione fino alla fine. Un per­sonaggio pronto a contestare la pla­tea per far passare le proprie idee. In­somma, dal puntodi vist.adell'impat­to con i cjttadini potrebbe essere giu­dicato un figo. Poi, in questo periodo, vanno anche di moda. le teste pelate e, anche su questo punt-0, Paolino, è sta­to certamente pronto a raocogliere vo­ti.

Sopra Salvatore Paolino sindaco di Santa Domenica Talao

n sindaco di SantaDomen;c,,, Talao, pernotevicendeavvenutenelsuo~e­se, è un indicato come il ''Peppone-' del film del 1955 con Fernandel e Gillo Cervi per la sua "e terna'' lotta portata avanti con determinazione contro il Don Carnillo, su alcune questioni "fondamentali" del paese. Santa Do­menica T&lao è famosa per i tetti grigi

e gli abitanti, grazie a questa partioo­la t ità, vengono chiamati "biggiuru''. proprio dal colore dei tetti, ma Paoli­no viene definito un personaggio so­lare.

Per il resto. chi conosce il giovane sindaco di Santa Domenica Talao può definirlo w1 giocherellone, talvolta un po' ingenuo, anche In politica. La

corsa verso la classifica del "Più figo" calabrese potrebbe 1'appresenta.re pe1' I tti una sori.a ru prova del nove per le prossime elezioni comunali, un modo per diventare visibile. Po; se si lascia­no dietro nomi come qtlello di Ratù Bova, {'000 im12orta. La "figaggine" si può :rruslu-aro m altro modo, anche in politica.

Ciccio Cozza e Rus·sell Crowe

E'BELLO, figo,conisolruepW'eunadonnabellissima per moglie come ManHa Na.zz.a:ro. E lo danno pure per sos;a di Russell Crowe. Da Ciccio Cozza, quindi, ci sa­renm10 ~ttati di più. Invece chiude oon appena 25 voti, pochini per il capita.no della Reggina.

SCELTI DA V 01

~!

Alessandro non è il più figo ma ha una grande forza Viva chi dice no alla mafia Gentile redazione del Quotidiano della Calabria, chi vi scrive sono due rngazze frcquen tanti la scuola supe­riore a Reggio Qllabl'ia città ..

Voleva.mo anzitutto ra.rvi i compli­menti per la tmva.ta del sondaggio estivo, assolutamente simpatica e se vogliamo ancl1e seria e impegnata. Avete colto nel se$DO perché m alto in classifica non 01 sono i 'soliti noti". ma persona~ locali. personaggi che vivono giornalmente ne11a ne>­stra. terra., ger1te impegna.la nei va.ri ambiti della nostra societ.à ..

Leggendo il Quotidiano a qualcl1e giorno dalJ'inizjo del sondaggio ab­biamo felicemente visto che nella classifica sono comparsi pei·sonaggi esterni. a quelli da voi pro)XJSti, per­sonaggi ohe bene o male oonosciamo tutti(oenesonopa.i'OOChidella.11ostro città e di questo ne siamo felicissi· me). Tra. questi abbiamo notato il no­me di un ragazzo di Polistena, Ales­sandro Pecora, e lo abbiamo vot.ato. Lo abbiamo votato perché lo abbiamo

conosciuto durante una manifesta.­zionedi solida.rfritàal giudioeOratW­rial Cedi e• qtutlche tempo fa. (quando l'u ritrovata una. miCI'O$pfa nella stanM de~li inrerrogatori) e abbia­mo visto m lui w1a carica tale da coinvolgerci di li i11 poi in tutte le at­tività che pmmuovono con i movi­menti e le associazioni antimafia in città.

Aless,wd1-o è sicu romen te un g ran bel ragazzo, ma.non il più flgodi 01-labria.(o'è w1 certoRaul Bovaassolu­ÙU11ente insuperabile e un Giuseppe Zenocl1e ci l1a fatto ilmamorare della serie 'Onore e rispetto~ altroc11eGa­briel Garko ... ) però lo abbiamo scelto lo stesso per Jasua grande forza e la sua. gnwde voglia. di mette1'Si ù:1 gie>­oo per la pc-ovincla di Reggio e per tuttala regione.

Complimenti a voi della redazione, e continuale ad interagi.re con noi lettori.

Maria.LuciaNucera Antonella Idà

Antonio non 111ontarti la testa Gentili signori,

Sollo rimasto vem.mentedivertito da questo sondaggio e i1on posso esimermi dalco1istatarecheipitìf'ìghiperlagente calabrese sono sopratutto le persone simpatiche e disponibili che si trova.no sulterritado, aloontnuiodicalcia.to1·ic attori chepuressendobeUi e bravi spes· so'espatJ·iano' edicaùibresemanumgo­nosolo l'origine, ammettocl1e per giooo mi sono fatto votare da qualol1e amico anche io, ma il fatto c11e m ottima posi­zione di classifica ci sia il consigliere provinciale, no11chè presidente della miacircoscrizioneAntonioEroi fa vt.'<ie­reohechf lavora.sul territorio, aoontat· toconla.ge11teesenzacarrozzolli media­tici, vi0llepremiatodalla.gelltestessa ..

FbrzaAlltonio e s~l'Ì1illloche questa vittoria.11on ti monti la testa e non ti fa,c­cia pensare di cambiare il tuomestierein attore o modello.

ltuoi elettori tJ vogliono bene, ripagali con lavoro e sacrificio. Dott. Al&Ssio Ma.mone

Oen tile redazio­ne,

pcz· il vostro soodaggio ho dat;oil miovotoa. Pino MEscia.i·i, tm imprenditore calabrese che si é ribellato alla 11-d.rangheta e da lJ anlli vive lon­tano da11a sua term insieme al· la.sua famiglia..

Un messaggio semplice per il mio voto: clti si oppone alla ma­fia è un figo!

Vi allego la fe>­to di Pino nella spenmza. di poterla. vedere pubblica­ta sul quotidiano, magari insieme alla. sua. storia che potrete leggere sul sito inwrnet : ht­tp:llwww.pinomasciaJ'i.org

Giorgio

Io tifavo per Pepe Il più figo? Sono io Cari giornalisti, ho appreso da Quotidiano di oggi che il concorso per il più figo termina.

1Wi dispiace proprio adesso cl1e avevo inviato la foto della persona dame votata, e che a mio parere

D.istin ti saluti

se portata a conoscen­za degli altri votanti avrnbbe nwcolto mol­ti oonsensf. Fa nient,e sru'à pel' la. prossima volta e comunque grazie a. voi del quoti­Clia110 di avenni e averci dato la possibi­li tit con w2 voto di esprimere tutta la no­stra. a..m mi l'a.:tione per· i nost.ri preferW, nel mio caso per il oonsi­gliere com tm.ale di Praia a Man~ Biagio Pepe.

[email protected] Eoooil verofigo! Avv. Massi.milianoCi­leone ([email protected])

Tommaso
Evidenziato
Page 170: Pino masciari

Fonte: http://altravoce.blog.espresso.repubblica.it/ultima_voce/2008/09/perche-e-stata.html

PERCHE’ E’ STATA REVOCATA LA SCORTA A PINO MASCIARI?

Giunge notizia che, in data 18 settembre 2008, il Presidente della Commissione Centrale di

Protezione, Alfredo Mantovano, ha comunicato al testimone di giustizia Giuseppe Masciari, tramite

il Servizio Centrale di Protezione di Roma, la revoca della scorta per i suoi spostamenti.

Però, allo stesso tempo, lo ha anche autorizzato a muoversi da solo ed in autonomia. Ma per fare

che cosa: il bersaglio?

Proprio il sottosegretario all’Interno, l’on. Mantovano, si pronunciò a suo tempo a favore della

funzione educativa dei testimoni di giustizia sollecitando il loro intervento nelle scuole e tra la

gente.

Ora, senza una scorta, Pino Masciari vede ripagata la sua collaborazione con l'assegnazione di un

nuovo incarico: fare da tiro a segno mobile per la malavita organizzata!

Sergio Di Rosa

Scritto il 19/09/08

Page 171: Pino masciari

Confindustria Sicilia vara una norma anti-pizzoData: Martedì 11 settembre

Argomento: Libera

Il direttivo regionale dell'associazione degli industriali siciliani ha stabilito una norma anti-pizzo con l’espulsione dall’associazione per gli imprenditori che pagano e che non si ribellano alla criminalità organizzata. Secondo Prodi, si tratta di «una decisione seria, perché la lotta contro la mafia la si vince solo con una reazione della società civile. Quello della Confindustria siciliana è un bell’esempio». Il ministro dell’Interno, Amato, saluta l’iniziativa con favore, perché «l’imprenditore sottoposto a pizzo può avere una remora a denunciare. Ma se viene obbligato a farlo diventa una buona iniziativa».

Il presidente di Confindustria Montezemolo è così convinto che sia “una decisione che cercherà di contribuire al miglioramento del vivere civile in questo Paese” che è favorevole all'inserimento della norma nel codice etico, appena approvato a livello nazionale.Anche un giurista come Di Pietro riconosce “un atto di coraggio e grande impegno civile” ma aggiunge che “sarebbe ancora più giusto, se ad essere espulsi fossero anche coloro che pagano le tangenti”, perché “uno dei mali peggiori per l'economia del Paese e per la stessa politica è proprio il reato di corruzione che, a differenza del pizzo, prevede due soggetti egualmente colpevoli: chi prende la tangente e chi la paga”.

Di fronte a tutto questo entusiasmo, si rischia di restare senza la terra sotto i piedi.Ma chi paga il pizzo, non è più una vittima? E in quei luoghi in cui il pizzo è “normalità”, non si rischia di far crollare definitivamente un sistema produttivo che è già malato?Facciamo nostre le parole di Pino Masciari : “Finche’ chi ha il coraggio di denunciare viene punito e maltrattato anche dalla burocrazia dello Stato, finche’ non si cambia rotta e ad essere puniti non sono i veri colpevoli con pene esemplari e certe, dopo un iter giudiziario breve ed efficiente, con il conseguente sequestro e la confisca dei beni accumulati illecitamente, l’isolamento da ogni livello sociale e politico, finche’ non ci sara’ una sinergia di questi fattori, le varie forme di mafia continueranno ad esistere e a fare paura”

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Page 172: Pino masciari

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  Masciari, il comitato: "Mantovano gli ha revocato la scorta" Venerdì 19 Settembre 2008 14:21

E' stata revocata la scorta al testimone di giustizia calabrese Pino Masciari. Lo rende noto, in un comunicato, il

comitato ''Amici di Pino Masciari''. ''Il presidente della Commissione centrale di protezione, Alfredo Mantovano, - e'

detto nella nota - ha comunicato a Masciari, tramite il Servizio centrale di protezione, la revoca della scorta per i suoi

spostamenti, autorizzandolo a muoversi in autonomia da solo e con mezzi propri''. ''Solo qualche mese fa, - prosegue

il comunicato - in occasione dell'uccisione di Domenico Noviello, imprenditore campano che aveva denunciato il

racket, Mantovano si pronuncio' a favore della funzione educativa dei testimoni di giustizia indicando il loro intervento

nelle scuole come strada da intraprendere per combattere la cultura mafiosa''. ''In quanto 'Amici di Pino Masciari', -

conclude la nota - iniziamo una protesta non violenta: come fatto in passato, lo accompagneremo noi ad assemblee e

incontri pubblici affinche' sia testimone del suo alto senso dello Stato e della giustizia. Se sara' necessario lo

accompagneremo anche ai processi, perche' Masciari continua ad essere un testimone di giustizia''. (ANSA).

< Prec.

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Il selvaggio

19.09.08 17:38

Reggio, modifiche alla circolazione

19.09.08 17:21

Bova, domenica la "Festa Rossa"

del PdCI

19.09.08 17:16

Roccella, "Bellezze d'Italia" finale

regionale alla reggina Michela

Nicolazzo

19.09.08 16:00

Condello, la potestà sulla figlia

resta alla moglie

19.09.08 15:52

Domenica prossima la "Terza

giornata per la salvaguardia del

creato"

19.09.08 15:30

Reggio, "Settimana del Mare":

Poste dedica due annulli filatelici

19.09.08 14:44

Reggio, mostra marinara a Villa

Zerbi: per saperne di più

19.09.08 17:49

Messina, compravendita libri usati,

basta un click

19.09.08 17:29

Presto realizzazione del Ponte

digitale sullo Stretto

19.09.08 17:26

Messina, al via monitoraggio

qualità dell'aria

19.09.08 17:02

Regione Sicilia: ecco il testo unico

per gli appalti pubblici

19.09.08 15:59

Catania: già rimosso annuncio su

ebay

19.09.08 15:48

Catania: su ebay c'è chi vende

l'elefante simbolo della città

19.09.08 15:00

Joseph: ecco il primo vitello da

trapianto di embrione

19.09.08 17:09

Riflessioni esame di stato

2007/08...

19.09.08 15:44

Scopelliti sindaco più popolare: la

soddisfazione di Reggio Futura

19.09.08 14:07

Iaria (I Circoscrizione): "Reggio a

rischio isolamento"

19.09.08 13:40

Amato (VII Circoscrizione):

"Reggio città dei contrasti"

19.09.08 13:33

Reggio, Martino replica a Sidari

19.09.08 10:30

Azione Giovani: "commento

conclusivo" su dichiarazioni

Larosa

19.09.08 09:27

E scusate se è poco...

di Elda Musmeci - Ogni stagione la moda detta nuove tendenze.

Spesso assistiamo a dei grandi ritorni dal passato, dai colori ai

tessuti, dai tagli agli stili; ma ci sono dei capi intramontabili ai quali

ognuno di noi non dovrebbe rinunciare mai. C è stata addirittura una

scrittrice, Nina Garcia, che ha pubblicato un nuovo interessantissimo

libro, Cento, Una guida ai pezzi alla moda che ogni donna deve

possedere . Titolo molto chiaro, definito dall Observer, nota rivista

londinese, il Santo Graal dell universo fashion . Ecco allora i più

importanti capi e accessori ai quali non dovremmo mai rinunciare.

Cominciamo con la lista per le donne. Qual è l indumento a cui ogni donna non dovrebbe mai rinunciare?un

semplicissimo ma elegantissimo tubino nero. Leggi tutto  

16.09.08 09:04

Pentidattilo Film Fastival: il calendario

15.09.08 12:40

Cosenza: "in viaggio tra i tesori"

14.09.08 19:59

Maltempo a Reggio: rinviato concerto dei Kalavria

13.09.08 21:14

17.09.08 13:56

Tutto pronto per il Pentidattilo Film Festival

16.09.08 14:33

Concorso "Racconta Reggio": i termini scadono il 30

novembre

15.09.08 17:36

Gallico, al Cartella incontro con autori "L'arte della

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Page 1 of 3Masciari, il comitato: "Mantovano gli ha revocato la scorta"

20/09/2008http://www.strill.it/index.php?option=com_content&view=article&id=22883:masciari...

Page 173: Pino masciari

Camorra, schierati 400 uominiNuovi agenti, carabinieri e finanzieri per la caccia ai killer di CastelvolturnoIl governo valuta anche l’impiego dei militari nell’area dominata dai Casalesi

ROMA Una risposta «forte e im-mediata» per far sentire la presen-za dello Stato nel Casertano: quat-trocento uomini (150 poliziotti,150 carabinieri e cento finanzie-ri) sono in partenza. Dovranno da-re la caccia, già da domani, ai sei-sette componenti del gruppo difuoco – giovani, cocainomani eferoci – che terrorizza l’area e in-tensificare il controllo del terri-torio. Da valutare l’impiego di mi-litari, anche se il ministro dellaDifesa, Ignazio La Russa, frena.Questo il risultato della riunionevoluta dal ministro dell’Interno,Roberto Maroni, per affrontare l’e-mergenza criminale dei Casalesi.

LA CACCIA AI LATITANTI

Ieri in mattinata c’è stato un pri-mo incontro interforze presiedu-to dal vice capo della polizia, Ni-cola Cavaliere. Nel pomeriggio,poi, al Viminale si sono riuniti ilsottosegretario Alfredo Mantova-no, il capo della polizia, AntonioManganelli, e i capi di stato mag-giore di carabinieri eGuardia di Finanza,generali LeonardoGallitelli e Paolo Po-letti. Sul tavolo ilsanguinoso dossierCastelvolturno: lastrage di giovedì se-ra e la successiva ri-volta degli immigra-ti, ultimi clamorosiepisodi di una lungascia di violenza.

Priorità è la cacciaal manipolo di lati-tanti del clan dei Ca-salesi che da temposemina il terrore eche agisce con fero-cia, non seguendologiche di «ordina-ria» convivenza cri-minale: proprio perquesto non è facileindividuarli. Sonoquel che resta di dueclan – i Bidognetti egli Schiavone – dicui sono stati neutralizzati i capie ora i gregari sparano, spesso al-la cieca, per far valere la propriasupremazia. Gli investigatori so-no da tempo sulle tracce di que-sti sei-sette uomini, che si rifugia-no nel loro territorio contando sucomplicità e paura: ora si punta afare terra bruciata intorno ai kil-ler.

Nei prossimi giorni il Caserta-no sarà battuto a tappeto dalleForze dell’ordine, ci saranno po-sti di blocco, irruzioni nelle case,retate. Accanto alla strategia dipolizia ci sarà quella «carceraria»:saranno intensificate le misuredure per i boss non pentiti e au-menteranno i colloqui con i dete-nuti che potrebbero fornire ele-menti utili alle indagini.

IL CAPITOLO IMMIGRATI

Le scene di guerriglia urbana divenerdì scorso a Castelvolturnohanno suscitato grande impres-sione: ci sarà quindi una rispostaforte nei confronti di chi non è inregola – e non sono pochi –, conespulsioni celeri e ripristino del-la legalità in quella che che pertanto tempo è stata «terra di nes-suno».

C’è stata, infine, una discussio-ne sul possibile impiego dei mi-litari nell’area. Si è ventilata l’i-potesi di aumento da tremila aquattromila unità del contingen-te delle Forze armate che da ago-sto affianca le Forze dell’ordinenel presidio del territorio, in mo-do da liberare altri agenti da de-stinare alle indagini e alla cacciaai latitanti. Ma le scarse risorseeconomiche non consentirebbe-ro l’operazione. Quello che il mi-nistro Maroni si è impegnato a fa-re è portare al prossimo Consigliodei ministri un provvedimentoper rendere più flessibile l’uso deimilitari non solo per le aree urba-ne, ma anche per altre zone criti-che dove c’è un’emergenza crimi-nalità. Da La Russa è intanto arri-vato un colpo di freno all’inviodei militari a Castelvolturno. «Èun’ipotesi – ha spiegato – che de-ve essere sottoposta prima allamia attenzione, voglio verificare,non ho ancora dato il via libera,deciderò entro i prossimi giorni».

«Non voglio – ha poi sottolinea-to – che passi l’idea che siamo lapanacea di tutti i mali, dopo es-sere stati considerati gli arteficidella militarizzazione del territo-rio: ci vuole equilibrio. I militari,se chiamati, dicono "obbedisco";il ministro deve prima valutare lasituazione».

Massimo Nesticò

LE INDAGINIMI IE

NEI DUE AGGUATI UTILIZZATO

LO STESSO KALASHNIKOV

La strage degli immigrati di Castelvoltur-no e l’agguato di Baia Verde sono staticommessi con lo stesso kalashnikov. I si-cari erano probabilmente sei. Si fa chia-rezza, ora, sulla dinamica dei fatti acca-duti giovedì notte nel Casertano. E si con-solida l’idea che i sei extracomunitari sel-vaggiamente ammazzati sulla Domizia-na sarebbero stati il bersaglio di un gestodimostrativo. Terrorismo, per dimostra-re che i padroni di tutto sono sempre lo-ro, i Casalesi. Uno scenario inquietan-te. Chi indaga sulla strage ribadisce cheva ancora definito il profilo di ciascunadelle vittime. Non risultano però prece-denti penali significativi: alcuni di quel-li che si trovavano nella sartoria di fron-te al fuoco impazzito erano coinvolti inattività di piccolo spaccio, avevano for-se le mani in un giro di prostituzione; nul-la che possa reggere, nelle consuete logi-che malavitose, un regolamento di con-ti di questa portata. Mentre la perizia ba-listica conferma le ipotesi fatte a caldo,secondo le quali dietro il sangue versatoc’è un’unica mano, i rilievi su una FiatPunto e una Audi A3 date alle fiamme,ritrovate fra la notte di giovedì e l’alba divenerdì, producono nuove conferme: sitratterebbe proprio dei veicoli utilizzatidal commando, che si è avvalso proba-bilmente anche di una motocicletta, dicui non c’è invece alcuna traccia. Il que-store di Caserta Carmelo Casabona par-la di un «intervento chirurgico» da par-te della camorra. Aggiunge anche che An-tonio Celiento, il titolare della sala gio-chi di Baia Verde, ha pagato con la vitail rifiuto di una tangente. «Sappiamo –spiega – che lo scopo è di creare un cli-ma di paura, affinché qualsiasi richiestaavanzata sia subito evasa. Questa è la vio-lenza che stanno usando per avere que-sto tipo di risultato». Gli stessi killer, dun-que, potrebbero aver agito con moventidiversi: «Può darsi – ha spiegato anco-ra Casabona – che non tutte le vittime era-no coinvolte in attività illecite, ma dob-biamo capire».

Il testimone «Ho accusato la ’ndranghetama adesso lo Stato mi ha lasciato solo»

SAN PAOLO D’ARGON Sulla pagina d’a-pertura del suo blog, in Internet, figuraun appello ai lettori: «Ogni persona cheviene a conoscenza della mia storia, miallunga la vita di un giorno». Venerdìsera Pino Masciari (nella foto Bedolis)è intervenuto presso la chiesa parroc-chiale di San Paolo d’Argon, su invitodel curato don Omar Valsecchi e delcoordinamento «Libera» di «associa-zioni, nomi e numeri contro le mafie»,per parlare del suo impegno nella lottacontro la ‘ndrangheta, che è poi il mo-tivo per cui da undici anni è costrettoa vivere in una località segreta lontanodalla sua regione d’origine, la Calabria.

È una vicenda per certi aspetti pa-radossale, quella dell’ex imprendito-re edile Masciari, che dal punto di vi-sta giuridico è un «testimone di giusti-zia», figura introdotta dalla legge 45 del2001 e che va chiaramente distinta daquella dei «collaboratori di giustizia»:se questi ultimi (i cosiddetti pentiti)si sono dissociati dalle organizzazio-ni criminali in cui prima militavano,testimoni di giustizia sono coloro chesi sono sentiti in dovere di testimonia-re su fatti delittuosi, esponendo in que-sto modo se stessi e le loro famiglie apossibili ritorsioni da parte degli accu-sati.

Nonostante la legge preveda per que-sti testimoni una rigorosa tutela, Ma-sciari non si sente sufficientemente pro-tetto né appoggiato da quello Stato concui ha deciso di schierarsi, contribuen-do all’arresto e alla condanna di nume-rosi esponenti della malavita calabre-se.

All’incontro di venerdì scorso, egli siè presentato non con una scorta di po-lizia, ma con un gruppetto di ragazzi di-sarmati, membri dell’associazione«Amici di Pino Masciari»: ha poi spie-gato di aver ricevuto in mattinata la co-municazione che il sottosegretario agliInterni, Alfredo Mantovano, delegatoalla presidenza della commissione cen-trale per le misure di protezione ai te-stimoni di giustizia, non gli avrebbeconcesso il servizio di accompagnamen-to per gli spostamenti previsti in set-tembre e in ottobre («Il teste potrà inogni caso – aggiungeva la nota - effet-tuare tali spostamenti in piena autono-mia». In una successiva dichiarazione,peraltro, Mantovano definiva «del tut-to infondata» la notizia per cui sarebbestata revocata la scorta a Masciari). «Ne-

gli ultimi anni – ha commentato Ma-sciari –, ho girato l’Italia, incontrandostudenti liceali, universitari, rappresen-tanti della società civile. Non mi consi-dero un eroe per quello che ho fatto, epreferirei essere benvoluto da vivo checelebrato da morto. Credo però che loStato italiano avrebbe tutto l’interessea facilitare la mia testimonianza pub-blica, se davvero si vogliono convince-re altri imprenditori e commercianti delSud a ribellarsi ai soprusi delle mafie.Invece, ho ricevuto una lunga serie diumiliazioni dai rappresentanti delleistituzioni, come se mi volessero obbli-gare a restarmene nell’ombra».

Nel corso della serata, Masciari ha ri-costruito le tappe della sua vicenda: na-to a Catanzaro nel 1959, costruttore edi-le come suo padre, giunse ad avere due-cento dipendenti, con cantieri apertianche all’estero. «I problemi – riferisce– iniziarono quando decisi di concor-rere agli appalti pubblici. Cominciai aricevere le visite di alcuni personaggi,

ben noti nella zona, che sulle prime michiedevano semplicemente un picco-lo aiuto per sbarcare il lunario, per tro-vare lavoro. In seguito, arrivò l’esplici-ta ingiunzione di pagare un pizzo deltre per cento; ma a certi amministra-tori pubblici questa quota non bastava,e chiedevano tangenti del sei per cen-to. Mi ribellai a questo stato di cose, enei miei cantieri iniziarono a verificar-si furti e strani incidenti. Anche uno deimiei fratelli fu ferito. Nel ’96 fu dichia-rato il fallimento della "Masciari costru-zioni": ma le indagini di polizia hannoappurato che di questo fallimento (pe-raltro dichiarato da un giudice che è poistato arrestato con l’accusa di corruzio-ne e truffa ai danni dello Stato) io nonebbi alcuna colpa, perché era la conse-guenza delle vessazioni a cui ero sta-to sottoposto».

Nel frattempo, dopo aver contattatoun maresciallo dei carabinieri di SerraSan Bruno (Vibo Valentia), Pino Ma-sciari aveva iniziato a denunciare gliepisodi criminosi di cui era stato vit-tima o testimone. Il grande cambiamen-to avvenne per lui il 18 ottobre 1997,quando insieme alla moglie e ai due fi-gli dovette lasciare d’urgenza la Cala-bria «per vivere da deportato – raccon-ta -: i miei bambini hanno potuto rive-dere i nonni solo lo scorso anno, miamoglie ha dovuto rinunciare a eserci-tare la professione di medico odontoia-tra, io conduco le mie giornate all’inse-gna della precarietà, pensando che i si-cari della ‘ndrangheta mi potrebberocomunque rintracciare. Vorrei davveroriuscire a parlare della mia situazionedirettamente con il ministro dell’Inter-no Maroni». Ritornano, nel discorso chePino Masciari conduce, il timore di es-sere lasciato solo e, al tempo stesso, laconsapevolezza di non doversi pentiredella scelta compiuta a suo tempo:«Una scelta – dice – per cui ho perdu-to tutto, tranne la dignità».

A San Paolo d’Argon Masciari ha ri-cevuto un’attestazione di stima da par-te delle istituzioni, sia pure a livello lo-cale: il sindaco Elena Pezzoli, insiemeagli assessori Annalisa Speranza, Or-nella Plebani e Giorgio Cortesi, gli hafatto tra l’altro dono di un’ape dorata(immagine che ricorre nello stemma co-munale), esprimendogli la propria so-lidarietà dal punto di vista umano e po-litico.

Giulio Brotti

Negli ultimi anni ho giratol’Italia, incontrando studentie rappresentanti della societàcivile, ma sono stato umiliato

dai rappresentanti delleistituzioni, come se mi volesseroobbligare a restare nell’ombra

Pino Masciari

ex imprenditore edile

Il luogo dove giovedì scorso si è consumata la strage degliimmigrati. Sotto, un momento della protesta degli immigratidi venerdì. Ieri il vertice interforze a Roma (Ansa e LaPresse)

ITALIA L’ECO DI BERGAMO 7DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008

Tommaso
Evidenziato
Page 174: Pino masciari

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Page 175: Pino masciari

'NDRANGHETA: LUMIA, GARANTIRE SICUREZZA TESTIMONE MASCIARI (AGI) - Vibo Valentia, 21 lug. - Il deputato Giuseppe Lumia ha rivolto una interrogazione ai ministri dell'interno e della Giustizia sulla vicenda del testimone di giustizia Pino Masciari. "Masciari - scrive Lumia - e' un imprenditore edile calabrese sottoposto a programma speciale di protezione dal 18 ottobre 1997 (unitamente alla moglie Marisa Salerno e ai loro due bambini), perche' non si e' piegato al racket, che ha denunciato, facendo arrestare e condannare decine di appartenenti al sistema 'ndranghetista; i giudici della Direzione distrettuale antimafia che accolsero le sue denunce, valutando la vastita' dei suoi racconti e dei personaggi accusati, personaggi del mondo politico, amministrativo e mafioso, e, considerato il grave ed imminente pericolo di vita cui erano esposti lui e la sua famiglia quale conseguenza delle sue denunce, gli prospettarono l'assoluta necessita' di allontanarsi con la famiglia dalla sua regione e di avvalersi della tutela del Servizio centrale di protezione, lasciando cosi' famiglia, amici, lavoro, ruolo sociale con le gravi ripercussioni che anche la moglie e i due figli, che hanno condiviso sempre con lui tali scelte, hanno subito". Secondo Lumia, "in questi undici lunghi anni di attesa e di fiducia nelle istituzioni, molti sono stati i comportamenti omissivi tenuti dalle istituzioni preposte alla sua protezione, dei quali il piu' grave e' stato certamente il provvedimento di revoca da parte dello Stato del programma di protezione (successivamente ripristinato), ma anche il mancato reinserimento lavorativo suo e della moglie, incongruenze nel fornire nuove generalita', errori nella gestione della sua sicurezza che lo hanno costretto, alcune volte, a rinunciare a fornire la sua testimonianza, come risulta alla stessa Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalita' organizzata mafiosa o similare". Lumia chiede di sapere "se il Governo non ritenga necessario assumere le opportune iniziative affinche' la situazione personale del Masciari e della sua famiglia siano garantite sia sotto il profilo del reinserimento che sotto il profilo della sicurezza; se il Governo non consideri necessaria ed urgente un'effettiva attivazione dei settori preposti alla protezione del Masciari e degli altri testimoni che hanno scelto di stare dalla parte della giustizia e rischiano ogni giorno la vita per denunciare la criminalita' organizzata; quali urgenti iniziative, anche di carattere normativo, intenda attuare per garantire tutti i testimoni di giustizia ed incentivare le testimonianze delle persone offese dai vari reati commessi dalla criminalita' organizzata secondo gli indirizzi forniti nella relazione della Commissione parlamentare antimafia approvata all'unanimita'". (AGI) Cli/Adv

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Camorra, schierati 400 uominiNuovi agenti, carabinieri e finanzieri per la caccia ai killer di CastelvolturnoIl governo valuta anche l’impiego dei militari nell’area dominata dai Casalesi

ROMA Una risposta «forte e im-mediata» per far sentire la presen-za dello Stato nel Casertano: quat-trocento uomini (150 poliziotti,150 carabinieri e cento finanzie-ri) sono in partenza. Dovranno da-re la caccia, già da domani, ai sei-sette componenti del gruppo difuoco – giovani, cocainomani eferoci – che terrorizza l’area e in-tensificare il controllo del terri-torio. Da valutare l’impiego di mi-litari, anche se il ministro dellaDifesa, Ignazio La Russa, frena.Questo il risultato della riunionevoluta dal ministro dell’Interno,Roberto Maroni, per affrontare l’e-mergenza criminale dei Casalesi.

LA CACCIA AI LATITANTI

Ieri in mattinata c’è stato un pri-mo incontro interforze presiedu-to dal vice capo della polizia, Ni-cola Cavaliere. Nel pomeriggio,poi, al Viminale si sono riuniti ilsottosegretario Alfredo Mantova-no, il capo della polizia, AntonioManganelli, e i capi di stato mag-giore di carabinieri eGuardia di Finanza,generali LeonardoGallitelli e Paolo Po-letti. Sul tavolo ilsanguinoso dossierCastelvolturno: lastrage di giovedì se-ra e la successiva ri-volta degli immigra-ti, ultimi clamorosiepisodi di una lungascia di violenza.

Priorità è la cacciaal manipolo di lati-tanti del clan dei Ca-salesi che da temposemina il terrore eche agisce con fero-cia, non seguendologiche di «ordina-ria» convivenza cri-minale: proprio perquesto non è facileindividuarli. Sonoquel che resta di dueclan – i Bidognetti egli Schiavone – dicui sono stati neutralizzati i capie ora i gregari sparano, spesso al-la cieca, per far valere la propriasupremazia. Gli investigatori so-no da tempo sulle tracce di que-sti sei-sette uomini, che si rifugia-no nel loro territorio contando sucomplicità e paura: ora si punta afare terra bruciata intorno ai kil-ler.

Nei prossimi giorni il Caserta-no sarà battuto a tappeto dalleForze dell’ordine, ci saranno po-sti di blocco, irruzioni nelle case,retate. Accanto alla strategia dipolizia ci sarà quella «carceraria»:saranno intensificate le misuredure per i boss non pentiti e au-menteranno i colloqui con i dete-nuti che potrebbero fornire ele-menti utili alle indagini.

IL CAPITOLO IMMIGRATI

Le scene di guerriglia urbana divenerdì scorso a Castelvolturnohanno suscitato grande impres-sione: ci sarà quindi una rispostaforte nei confronti di chi non è inregola – e non sono pochi –, conespulsioni celeri e ripristino del-la legalità in quella che che pertanto tempo è stata «terra di nes-suno».

C’è stata, infine, una discussio-ne sul possibile impiego dei mi-litari nell’area. Si è ventilata l’i-potesi di aumento da tremila aquattromila unità del contingen-te delle Forze armate che da ago-sto affianca le Forze dell’ordinenel presidio del territorio, in mo-do da liberare altri agenti da de-stinare alle indagini e alla cacciaai latitanti. Ma le scarse risorseeconomiche non consentirebbe-ro l’operazione. Quello che il mi-nistro Maroni si è impegnato a fa-re è portare al prossimo Consigliodei ministri un provvedimentoper rendere più flessibile l’uso deimilitari non solo per le aree urba-ne, ma anche per altre zone criti-che dove c’è un’emergenza crimi-nalità. Da La Russa è intanto arri-vato un colpo di freno all’inviodei militari a Castelvolturno. «Èun’ipotesi – ha spiegato – che de-ve essere sottoposta prima allamia attenzione, voglio verificare,non ho ancora dato il via libera,deciderò entro i prossimi giorni».

«Non voglio – ha poi sottolinea-to – che passi l’idea che siamo lapanacea di tutti i mali, dopo es-sere stati considerati gli arteficidella militarizzazione del territo-rio: ci vuole equilibrio. I militari,se chiamati, dicono "obbedisco";il ministro deve prima valutare lasituazione».

Massimo Nesticò

LE INDAGINIMI IE

NEI DUE AGGUATI UTILIZZATO

LO STESSO KALASHNIKOV

La strage degli immigrati di Castelvoltur-no e l’agguato di Baia Verde sono staticommessi con lo stesso kalashnikov. I si-cari erano probabilmente sei. Si fa chia-rezza, ora, sulla dinamica dei fatti acca-duti giovedì notte nel Casertano. E si con-solida l’idea che i sei extracomunitari sel-vaggiamente ammazzati sulla Domizia-na sarebbero stati il bersaglio di un gestodimostrativo. Terrorismo, per dimostra-re che i padroni di tutto sono sempre lo-ro, i Casalesi. Uno scenario inquietan-te. Chi indaga sulla strage ribadisce cheva ancora definito il profilo di ciascunadelle vittime. Non risultano però prece-denti penali significativi: alcuni di quel-li che si trovavano nella sartoria di fron-te al fuoco impazzito erano coinvolti inattività di piccolo spaccio, avevano for-se le mani in un giro di prostituzione; nul-la che possa reggere, nelle consuete logi-che malavitose, un regolamento di con-ti di questa portata. Mentre la perizia ba-listica conferma le ipotesi fatte a caldo,secondo le quali dietro il sangue versatoc’è un’unica mano, i rilievi su una FiatPunto e una Audi A3 date alle fiamme,ritrovate fra la notte di giovedì e l’alba divenerdì, producono nuove conferme: sitratterebbe proprio dei veicoli utilizzatidal commando, che si è avvalso proba-bilmente anche di una motocicletta, dicui non c’è invece alcuna traccia. Il que-store di Caserta Carmelo Casabona par-la di un «intervento chirurgico» da par-te della camorra. Aggiunge anche che An-tonio Celiento, il titolare della sala gio-chi di Baia Verde, ha pagato con la vitail rifiuto di una tangente. «Sappiamo –spiega – che lo scopo è di creare un cli-ma di paura, affinché qualsiasi richiestaavanzata sia subito evasa. Questa è la vio-lenza che stanno usando per avere que-sto tipo di risultato». Gli stessi killer, dun-que, potrebbero aver agito con moventidiversi: «Può darsi – ha spiegato anco-ra Casabona – che non tutte le vittime era-no coinvolte in attività illecite, ma dob-biamo capire».

Il testimone «Ho accusato la ’ndranghetama adesso lo Stato mi ha lasciato solo»

SAN PAOLO D’ARGON Sulla pagina d’a-pertura del suo blog, in Internet, figuraun appello ai lettori: «Ogni persona cheviene a conoscenza della mia storia, miallunga la vita di un giorno». Venerdìsera Pino Masciari (nella foto Bedolis)è intervenuto presso la chiesa parroc-chiale di San Paolo d’Argon, su invitodel curato don Omar Valsecchi e delcoordinamento «Libera» di «associa-zioni, nomi e numeri contro le mafie»,per parlare del suo impegno nella lottacontro la ‘ndrangheta, che è poi il mo-tivo per cui da undici anni è costrettoa vivere in una località segreta lontanodalla sua regione d’origine, la Calabria.

È una vicenda per certi aspetti pa-radossale, quella dell’ex imprendito-re edile Masciari, che dal punto di vi-sta giuridico è un «testimone di giusti-zia», figura introdotta dalla legge 45 del2001 e che va chiaramente distinta daquella dei «collaboratori di giustizia»:se questi ultimi (i cosiddetti pentiti)si sono dissociati dalle organizzazio-ni criminali in cui prima militavano,testimoni di giustizia sono coloro chesi sono sentiti in dovere di testimonia-re su fatti delittuosi, esponendo in que-sto modo se stessi e le loro famiglie apossibili ritorsioni da parte degli accu-sati.

Nonostante la legge preveda per que-sti testimoni una rigorosa tutela, Ma-sciari non si sente sufficientemente pro-tetto né appoggiato da quello Stato concui ha deciso di schierarsi, contribuen-do all’arresto e alla condanna di nume-rosi esponenti della malavita calabre-se.

All’incontro di venerdì scorso, egli siè presentato non con una scorta di po-lizia, ma con un gruppetto di ragazzi di-sarmati, membri dell’associazione«Amici di Pino Masciari»: ha poi spie-gato di aver ricevuto in mattinata la co-municazione che il sottosegretario agliInterni, Alfredo Mantovano, delegatoalla presidenza della commissione cen-trale per le misure di protezione ai te-stimoni di giustizia, non gli avrebbeconcesso il servizio di accompagnamen-to per gli spostamenti previsti in set-tembre e in ottobre («Il teste potrà inogni caso – aggiungeva la nota - effet-tuare tali spostamenti in piena autono-mia». In una successiva dichiarazione,peraltro, Mantovano definiva «del tut-to infondata» la notizia per cui sarebbestata revocata la scorta a Masciari). «Ne-

gli ultimi anni – ha commentato Ma-sciari –, ho girato l’Italia, incontrandostudenti liceali, universitari, rappresen-tanti della società civile. Non mi consi-dero un eroe per quello che ho fatto, epreferirei essere benvoluto da vivo checelebrato da morto. Credo però che loStato italiano avrebbe tutto l’interessea facilitare la mia testimonianza pub-blica, se davvero si vogliono convince-re altri imprenditori e commercianti delSud a ribellarsi ai soprusi delle mafie.Invece, ho ricevuto una lunga serie diumiliazioni dai rappresentanti delleistituzioni, come se mi volessero obbli-gare a restarmene nell’ombra».

Nel corso della serata, Masciari ha ri-costruito le tappe della sua vicenda: na-to a Catanzaro nel 1959, costruttore edi-le come suo padre, giunse ad avere due-cento dipendenti, con cantieri apertianche all’estero. «I problemi – riferisce– iniziarono quando decisi di concor-rere agli appalti pubblici. Cominciai aricevere le visite di alcuni personaggi,

ben noti nella zona, che sulle prime michiedevano semplicemente un picco-lo aiuto per sbarcare il lunario, per tro-vare lavoro. In seguito, arrivò l’esplici-ta ingiunzione di pagare un pizzo deltre per cento; ma a certi amministra-tori pubblici questa quota non bastava,e chiedevano tangenti del sei per cen-to. Mi ribellai a questo stato di cose, enei miei cantieri iniziarono a verificar-si furti e strani incidenti. Anche uno deimiei fratelli fu ferito. Nel ’96 fu dichia-rato il fallimento della "Masciari costru-zioni": ma le indagini di polizia hannoappurato che di questo fallimento (pe-raltro dichiarato da un giudice che è poistato arrestato con l’accusa di corruzio-ne e truffa ai danni dello Stato) io nonebbi alcuna colpa, perché era la conse-guenza delle vessazioni a cui ero sta-to sottoposto».

Nel frattempo, dopo aver contattatoun maresciallo dei carabinieri di SerraSan Bruno (Vibo Valentia), Pino Ma-sciari aveva iniziato a denunciare gliepisodi criminosi di cui era stato vit-tima o testimone. Il grande cambiamen-to avvenne per lui il 18 ottobre 1997,quando insieme alla moglie e ai due fi-gli dovette lasciare d’urgenza la Cala-bria «per vivere da deportato – raccon-ta -: i miei bambini hanno potuto rive-dere i nonni solo lo scorso anno, miamoglie ha dovuto rinunciare a eserci-tare la professione di medico odontoia-tra, io conduco le mie giornate all’inse-gna della precarietà, pensando che i si-cari della ‘ndrangheta mi potrebberocomunque rintracciare. Vorrei davveroriuscire a parlare della mia situazionedirettamente con il ministro dell’Inter-no Maroni». Ritornano, nel discorso chePino Masciari conduce, il timore di es-sere lasciato solo e, al tempo stesso, laconsapevolezza di non doversi pentiredella scelta compiuta a suo tempo:«Una scelta – dice – per cui ho perdu-to tutto, tranne la dignità».

A San Paolo d’Argon Masciari ha ri-cevuto un’attestazione di stima da par-te delle istituzioni, sia pure a livello lo-cale: il sindaco Elena Pezzoli, insiemeagli assessori Annalisa Speranza, Or-nella Plebani e Giorgio Cortesi, gli hafatto tra l’altro dono di un’ape dorata(immagine che ricorre nello stemma co-munale), esprimendogli la propria so-lidarietà dal punto di vista umano e po-litico.

Giulio Brotti

Negli ultimi anni ho giratol’Italia, incontrando studentie rappresentanti della societàcivile, ma sono stato umiliato

dai rappresentanti delleistituzioni, come se mi volesseroobbligare a restare nell’ombra

Pino Masciari

ex imprenditore edile

Il luogo dove giovedì scorso si è consumata la strage degliimmigrati. Sotto, un momento della protesta degli immigratidi venerdì. Ieri il vertice interforze a Roma (Ansa e LaPresse)

ITALIA L’ECO DI BERGAMO 7DOMENICA 21 SETTEMBRE 2008

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Cronaca di Vibo Via M.T. Cicerone, 15 - Cap 89900 Te!. 0963.44034 I Fax 0963.44192 [email protected]

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Il collegio di direzione dell' Asp chiede alla Giunta di rivedere il prowedimento di sospensione del manager adottato ieri

Capidipartimento difendono Stalteri Tassi (Sinistra democratica) : nessun rimpianto ma la Regione ha le sue responsabilità

Nicola Lopreiato

l.a sospensione det direaore ge· neraleOomenk-OSl<1lttridapar-1edeHaGiu0ta regionnle,dopo iJ bfackòulnelreparLodlltianjma­tione delJ'osped:.tle "Jazootino". ha (n.nescato ré<'lrion.i <.-Ontra· stanri inarnhie.nti saniu1ri e poli· dc:L 11 collegio di direzione de ll'A1.ienda $8njt3ria pro\lin· ciaJe. composto da <:apldlmeuo e capidipa.rtimento (anche se in serata si è sparsa la voce che i1 documentononsiaM.arofìnnato da lullO. dd'ede alla GiuJ1ra re· gionale di «rivedere la propria posh:.ione valUlando ultel'ioc· mente la p.ilrtkolare vicenda ed esan1immdo l'i11tero operalo de1 manager che di fatto ha operato pet l'iJldivklua.t.iot\e del supera· mento di sacche di sprechi e di prMlegi, ridando speranz.:i asJl operatori e alla società civile ...

Una richiesta quella del colle· gio di direz.ione che nasce so· pr.muno dalla preoccup3zione «nell'ulteriore degrado del rap· pono fiduciario tra l'utei)Za e la sanità pubblica ... l..osresso orga· nismo deU'Asp, che si è riuJljto ieri pomeriggio, sottoline<i .. ta imeo\pesti~ modalità con cui la Giunta rcgiona.le scari<.:a un'a lta proression 11 li t~ rl all:,su~.ssa iden· tit'kata sotraoto alcuni roesl or· sono come la migliore per af. fromareJee.mergt1'nti criticirà vi·

bOlle$i .... 11 t.'òlleglù. P<'rtanto, si se-Mera

al fianco del direrrore generole riJlgral.iandolo ..:per a vel' awiato il processo di risanamento e d i rlnnovamemo <.:he ::wrebbt senz'altro migliorato la qu;1li1à dcUa sanità pubblìtti neUa no­stra provincia ...

Negli ambienti poUtld, pren· dep0$i.zione, im·eoe, PinQ Tassi, del roordJnamentC> regionale dJ Sini.~tni democratica: ·~essuno l'iJnplange la l'i.1notiooe deJ di· rettore generate doti. Stalteri che çenamente non ha l'appl'e·

Domenif.'.o

IStallerl era mto nominato selme!tJ fae indicato come. uno dei ma11ager più affidabili

sentato I.il novità di cui la sanità vibonese ha bisogno. Ma quello che rende stupefacente questa sce-Jla è che si.amo alfo rerza ri· mozione e alla quan a nuova no· mina nena sofo Asp di Vibo. In qucsri anni - aggmngt' Tassì -abbiamQ assistiw in catabrkt 3 nomine, revoche, arresti, rinvii a giudizio. c:omn\i$S.,r[am~nto. Di luno di più. È U caso di ricordare che lenomm~deidirettori gene­rali non sono di ceno 3\'\•enure

perc:onoorso()perscelreeredita· te da altre giunte rtgionali. Son<i - rioorda J'esponeme di Sinisrm dt.mQc.'.r'3tiéa - tutte S<:elte optca-1e ed effem1:.l1e dal presidente Loiero e daUa sua Giunta. Per le ultime si è perfìnQ isriruira una <:01nmissicm~<:hedo~-evavaluta­re i ci'niculumdei presc:elti. Na· set.il dubbie>, oche Loieronon ne ha azzeccmo proprio una di no~ mine oppure d1e dietro queste rimozioni si vogliano coprire le pl'oprie rtsponsabJlhà politiche per la mancan.ur di sceltecorag· giose:einnovative ...

Secondo Tas$i si sarebbe in· nescato .o.un balletto oot1Linuo e infinito con la mohiplic:lzione de.i oosù a danno della çollettivi· tà e del bilancio regionale». Ese· oondo quanto sostiene l'espo· nente d j Si11istra democrati<.:a. .. adesso s.i aprirà la corsa e la quesrua per la nomina del nuovo dlfenore gen<:rale al posto dell'appena nominato commis~

sari-0 regionale e e<$ via. In una spirale senr.a flne-si chiede Tas· si - come s.i fa a U'Ovare tempo per parlari.' d i sanità, di investi­mene~ di miglioramento dei ser· vi.z.i e del repani. della salute pubtitica?->.

lnfìn~ l'esponente p0lìtico d\iudeoon uon h.iron3 n.1bar11 nl palcoscenico calcis.r.ico: •Loiero è diventato lo Zamparini della S<tnità pubbltc.., ... •

La delibera di sospensione sarà notificata stamani Sarà notificarn $tamanl al don. Domenic;o Stalteri la delibera della Giuntà re· giqnale c:on la quale l'ese­cutivo, pr~iOOuto dal pre­sidente l\gaiio Loiero, ha adottatò U prowedimentò d i SQspensione del d iret· mn:: gencràlc dcl'Asp.

CiJntcstualmt.nLe l(!mpora­neamente alla guida deU'AUe1\da sanitaria di

Vibo si lnsedicrà U com­missario Rube.ns Curia, di· rlgentc ~gk>nalc. Nomi· nato nella stessa $e<luta di Giunta tenutasi ntUà tar­da manina d i ieri.

li tU{-tO in attesa che 1)().. mcnioo StaJtcri prov\•eda a rispondere a tutte te <:OntcStaùonl ricevute <laJ. la Regione in m~rito a l b1ack ouc verificatosi neJ

reparto dJ Rianimazione: dell'ospedale nella notte. tra U 13 e iJ 14 settembre.

ln c1udl'occ.asionc l'ener­gia elettrica si è interrotta, ambe .se i pazienti lntu· bari non hannQ subito al· runa conseguenza pcrchè i respiratqri automatici erano autoalJuu::nt:tti. Tut· tavia, il gruppo d i conti· nultà uo1\ era a ttivo.

La sede dell'Azienda sanitaria provinciale. Stamani arriva il commissario Rtibens Curia

Consiglio comunale lunedi prossimo

Si riunirà lunedì il Consiglio comunale. In primo piano la salvaguardia degli equilibri di bilancio.

Comune

Pensionati, Cgil, Cisl e Uil denunciano: promesse disattese Uiritti. ne<:essità e aspettilb\1e degli tlnz.i~ni, queste ierem.·ui· <:hc messe sul tavolo dd c.'(ln· fromo rra sindaC8ri e :immini· Strattone comunale:. Un lnc.'On· rro oonvoc;.no 3 ~l:lzio "l,uigi ttar..za .. pét discutere di .. pro. messie dis.•mese• e sulle quali Vitalfono SiJipo (Spi Cgil). Fmn.cesco l.o Gu~rro. Gh•sep· pe Malu<eio, Ctnnelo fede-le, Ivana Vaz1J1nn (Fnp CisJ) e Giow.nnl Vaukua (Uilp Uill banno \1oluio a\'ere deJucida· ztoni.

Diverse le.questioni su I ban­co degli impulali. a paitfre dall'accordo, sigbuo nel mag· gio "07, che pc1:w:deva mtet· venrispecifi.cisui tributiafovo· re delle fasce dti cluadinj pili disagiati. previo stan.z.iamento da pane deU'nnuninistra?.ione comunale di un apposito fon· do dì SOmila euro.<> Taleacoor· do-scrive in una nota i1 segre· tario generale della Fnp Cisl, Gaetano Comito - per mori\li del rutto iJ1oomprensibili, non ès1.aroattu.at0o>.

A capprese1ml.l'e O Comune, il \•kc sindac.'O Antonino Daffi· nà che, sulla questione tributi, ha assumo l'impcgnodi acc1ui· site. enm)qui11dici sforni. i cL1· ti reddiruali perprocederei:iJJe agevolazioni fiscali a (a.,·ore deUefosrepi~deboJL

Tributi. <' non solo. pcrchè i "dirit•i" in peosiMe non ci so· no andati, e risposte i sindaca· ti, infarti, ne hanoo volm e an· che in merito alla situazione dei rmspcmi urbani, da 1empo sospesi. e s.ul trasfcriJntnto della guMdi~ mediC(I da piar.· za Martiri d'Ungheria in lo1:ati­til Mode~t:.t Ounw. Sul primo punto, nello spedA<.:o. l'asses. sorf! P3S<]1i..1le &lrburo, pre­sente al momento della riehie· S-tir, ha assicuraro che il ~r\li· zi-0 sal'à rlprlsthi.uo a breve. Per il resto, im·ece, si nvmnno risposte t u tl'O qufodid gl<1tnj, daM de.I nuovo incontro. •

Provincia La proposta dello Slai Cobas al presidente De Nisi L'associazione smentisce Mantovano Ai "domiciliari" il pastore che lo sfruttava

«Organizzare un'azienda pubblica per il settore igienico-ambientale» Un anodJ rornsgio. questo chie­de lo Slai Cobas che per domani alle- 10 ha orga1lizzato w1 pr~I· dio davanti agli uffici della Pro­vi.J1da. segujlo dil una oollferen­za nampa indena perle 11,30. 11 mittente è il presid('fltt.> France­scoDeNisi,dliam3tOa«Ol'ganiz.· zare un·az.iènda pubblk.él del set· rore igienico - ambiemaleu ehe. spiega Naz.zarcnoPiperno.«d (i. berid~Jfo morsa del ri<:;C1t1oedel· lo sfrutta.memo di azi~dc seni.a scrupoli•.

U dopo Proserpina. quindi, continua a 1enerebanco, perehè, dopo la mC$$à in Li.quidatio~ dell::i società pubblice>-priv:lu:t. sono emersi «i due anelli deboli de Ila ca 1.ena - souoline~ il .sind;C1· <.:alista-da una parte l lavorato. ri, sfn.mati da imprese 4;mordi e fuggi .. , dall'altra i cit1adini c::he viVQnoinçondir.ionidi~me.rgen· za ambientale•.

Chjudere il capitolo rleU~ ge-­s1ione cornmissarialé~ rtstitut"n· do i pieni poteri e responsabilità aUe autorità pl'epostc. e aprire un nuovo capitolo "P"ssando ad UJJ'azlenda pul>blka territoriale.

t.avotatori della ex Proserpana insieme a• dmgenti de-Uo Sta• Cobas

che operi per ta ridu1,,iQne ddJ'impauo ambientale dei rì· fiu rie del c;ons.umopiùc;ons.1~ vole d i energia ... quanto chtesto da N;:ii.iareno Pipem.o. E per r:.tre tuuoqucsto. «<.Tediamo- ribadi­sc:e tlnoom il wordinatore dello Sia i Cobas-che gran pane delle risorse um{lne J>O$$tlno essere ri· trovate nei te-c:nid é nel dipen­dentidella Pro.<>erpina,cheoffro. no le più sicurt gJtatlZie per un servizio d i raccohn e smahimen· 10 del l'Uiut:I oomp.alibiJe con la

salngu~rdiadel l'~mbieme ... Unap~lloa rÌ(()Struiredado­

vemt1osiè"rorm",insomm3.Un appello <.'be, però, in maniera c;onsapevole è ri\'olto ·~111'1 poi iti · t.'<'.l che devt lnter.·eni.re .. , pe_rdiè in gio<:o c'è li l:.t\'OfQ dei dipen· denti e la $tl Iute dei cittadini e dcl terrirorio, moth•o per cui.secon· do Pipe:rno, ora non nruanc altro che fare «scehe coraggio.o;e e op­ponune che 1•kadrebbel'o sul lungo tempo :J tutto beneflcio del MSll'OSYfluppo ..... (t.m.)

«Il testimone Masciari non ha alcuna scorta» Gli Amici dj Pino Masciari smentiscono quanto affermalo dal presfdeme della Comtn.is· sionecenttaledi pmre.zione,AJ· fredo Mamovaoo, iJ quale nel g.ioml srorsi aveva affermato che al Lesrimonc di giustiz.ia non era starn revoc~na lt1 scorw.

ln una nota, gli Amici di Ma· sciari, sostengoDo: 1tl.n relazio­ne alla risposia dt'll'on. Mattto­\'ano, riport<ltadall'o.lgenzi.aAn· sa, che smentisce che al testi· monedi giustizia sfa stara revo­carn lascortareplkhiamocon le paroled('-IJa fonno.\Je comuni\.!· zione al 1cstimonc di giustizia. rice\•ma in d:m:i 18 .settembre 2008, utlla qual<" si legge: "in esito alle isran?.e presemare d~ .\tasciari con le quali ha ehitsto ncwmpagnamen1oesc;.011ad11· rante i suoi \'iaggi per tutti gli Spost.itmenti che avranno luogo nel periodo <.:Ompreso fra il 19 sertembre e il 19 ottobre. non son ostate a<.:oolte. ti tesce potrà in ogni caso effettuare tali spo­s~mentJ In piena autonomia" ...

Alla lu<.:e di questa rispost.~ gU Amici di Mascla1·i aggiungo-

I testrnonedi giustille Pno MaSQòfl

no: Kln questo momento Pioo Masciari, persona sottoposta. a prog:ramm$ di pro<e?.ione, è paJtito dalfo località do\·e \1h·e. '1coompagnaio dai sooi :lmici che fanno scudo umano e da s:cort.it civil~e fungonodaosser· va.torio che ttstimonia che la surisif:u~a neglisp~tamenri non è garantila dal ptrSOnale delle fonedell'ordine, ma è sa· nunltaesclusivamentedaJJa l'é· 1e dei suoi nmici e deUn società dvll~. •

Scarcerato il russo ridotto in schiavitù Scarcerazione e ooDCessione di un regola.re permesso di sog· giorno per •mocivì di giu.sti1.ia•, questo, quanto è stato disp06.to perFlaridTaglrov,qua.mnracln· quenne russo, che lo scorso sa· bàtoera Stato arrestato a Rkadi, insieme all3 coppi~ .. Giuseppe Arena, pastore dj Ricadi dj 43 annjeM<1n;C1 Oclziomek. polaoca di 29anni-chc klavcva ridono io sdliavitù,approtinan<lodella sua dandestinità. Ieri manina l'uomo, su.I quale pendevil vo dttrctodiespulsione,è<.:ompar­so dinanii al Tribunale di Tro· pt>.a e haottenutodaJlaqutstura il permesso. ~do restimooe e parteofft'Sà nel proc'tSSOl'Mlo ''ede vinim3 della vi~nda di sfruttamento, <.:On libertà di muQ\'etsi in nnwil 1errirorio i1a· bano, ancll~ st Jimjtatò :l)l'esple1 .. men10 del prooedi· mento pen.'llè nei confronti dei due coniugi.

Per la coppia. invcc.-c, li>m· p.'tll3 sempre ieri davanti al ma· glstr.no,diversason.e:aGiusep· pe Arena, conosciuro come "Peppe •u R.itzu", che al mot1leJ\·

10 deU'arresco stava scontando una pena ai domiciliari per reati di detenzione e SJ>3C(io di srupe· facenti, la conferma dei domid· ljari. mencre per la doona. l'ob· bligodidfvletodi dimora nel CO· muncdiRicadi.

A men ere fine a Q'liesw Sloria da sfruttamento. consumatasi flel eompreusorio di R.kadi. in JocalitàToncMarino,ernnosta· ti i cambinte1i di Spilinga, i qua· li, fatta inw.ione nella k>calità dove il pastore \'eodeva il for· maggio pc<.'Orino, prodotto dal gregge cood<ltto aJ pascolo dal duadinorusso.aVevano tro~·a tu quesr"ulrimo memre dormiva in çoodizioui di!Sumane. Ea gnwa. re su quesu1 condi1ionerliSl(;.hill· vitù, l.e-130fedi 1<1,•oroalgiorno. per poco più di nn euro atrorn. imJ)ostt al quarantadnqooine. il qu.ale em anche oostrerto !I dormitemuna roulottcfatiS('t.n· te, senin servi~i .:ic;C(lntOatl~ 'lii· leuadelconfogi, che, In partk'O· lare. era proprio facendo levs sullo StalO di dandesdnltà di Fla rid, che lo avrebbero cosuet • toaquestiomndilawJco. •

Tommaso
Evidenziato
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Fonte:http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/09/23/caso-masciari-da-che-parte-sta-lo-stato/#comment-177513 Caso Masciari: da che parte sta lo Stato?Ignoro le motivazioni per cui il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano ha tolto la scorta - in occasione degli spostamenti per incontri pubblici e conferenze - a Giuseppe Masciari.

Masciari non è famoso come Roberto Saviano, ma alla ‘ndrandgheta ha rotto le scatole proprio come Saviano alla camorra. E su Masciari, testimone di giustizia, pende una condanna a morte esattamente come su Roberto.Gli amici di Masciari adesso gli fanno una scorta volontaria, in supplenza di uno Stato che se n’è andato, il che non mi pare il massimo.Ho scritto al sottosegretario Mantovano ([email protected] e [email protected]) questa breve mail: vi terrò informati in caso di risposta.______________

Gentile sottosegretario,gli amici di Pino Masciari mi informano che Lei, nella Sua qualità di Presidente della Commissione Centrale di Protezione, ha “autorizzato” il dottor Masciari a “spostarsi in autonomia” per recarsi a conferenze e incontri pubblici, revocandogli di fatto la scorta in questi frangenti.Desidererei chiederLe la conferma di questa informazione e, nel caso, a quali motivazioni è dovuta.Non Le sarà ignoto, infatti, che nella sua qualità di testimone di giustizia Pino Masciari è da tempo nel mirino della ‘ndrangheta e rappresenta un simbolo nella battaglia per la legalità in Italia.Certo di una Sua pronta risposta, cordialmente La saluto._____________________________________________Qui sotto, un breve riassunto sul caso Masciari a cura di Giuseppe:Giuseppe Masciari è un imprenditore edile calabrese, sottoposto a programma speciale di protezione dal 18 ottobre 1997, insieme a sua moglie e ai loro due bambini.Pino ha denunciato la ‘ndrangheta e le sue collusioni con il mondo della politica.Il sei per cento ai politici e il tre per cento ai mafiosi, ma anche angherie, assunzioni pilotate, forniture di materiali e di manodopera imposta da qualche capo-cosca o da qualche amministratore, nonché costruzioni di fabbricati e di uffici senza percepire alcun compenso, regali di appartamenti, e acquisto di autovetture: questo fu il prezzo che si rifiutò di pagare.Fu allontanato dalla sua terra per l’imminente pericolo di vita a cui si è trovato esposto lui e la sua famiglia.Sono passati 11 anni.11 anni nei quali Pino ha vissuto in una località protetta con la sua famiglia come un deportato, come un esiliato, come se lui dovesse scontare la pena per aver denunciato le collusioni tra alcuni dei poteri deviati non solo della sua regione mentre chi lo ha condannato a privarsi della sua identità, quasi confiscandone la vita, è rimasto libero continuando a reiterare le sue violenze e a imporre le sue regole.Pino non ha mai abbassato la testa, non si è mai arreso, nonostante i tantissimi momenti di sconforto e di amarezza, di tristezza e di paura, perchè sempre convinto di essere nel giusto come sono nel giusto tutti quelli che credono lealmente e onestamente in valori, oggi smarriti, quali la Giustizia e la Legalità.In un momento storico nel quale i collaboratori di giustizia, o pentiti, e i testimoni di giustizia venivano trattati nella medesima maniera, non solo da un punto di vista normativo ma anche da un punto di vista sociale, lui, uno dei 75 testimoni di giustizia presenti in italia, si è fatto forza e, grazie ai primissimi Amici di Pino Masciari, e supportato inoltre pure da Davide Mattiello di Libera Piemonte, ha cominciato a incontrare studenti, associazioni e quanti lo invitavano per fargli raccontare la sua esperienza e la sua testimonianza a favore della legalità.Non sono stati pochi gli amministratori e i giornalisti, gli imprenditori e i cittadini già noti per il loro impegno civile, che non lo conoscevano, come Carlo Vulpio del Corriere, come diversi sindaci, come l’associazione AddioPizzo e tantissime altre componenti importanti.Se oggi, a distanza di molti anni, Pino non è solo è per merito inequivocabilmente di tutti perchè tutti corresponsabilmente si sono impegnati a far conoscere la sua storia e la sua lezione di civiltà, di come e quanto sia massiccio l’interesse della gente onesta e per bene per certe storie che quasi si infrangono con tutto quello che ci viene propinato in questo periodo, drogando le nostre anime e coscienze.L’ex procuratore nazionale antimafia Pier Luigi Vigna ha definito il caso Masciari uno dei più gravi se non il più grave tra tutti i testimoni di Giustizia non solo per la complessità del suo caso (con le sue denunce ha fatto arrestare anche un Consigliere di Stato oltre che un magistrato colluso con le ‘ndrine) ma anche per come è stato trattato dalle Istituzioni in questi 11 anni.Addirittura è stata una onorevole di Alleanza Nazionale, Angela Napoli, componente della Commissione Parlamentare Antimafia, lo scorso 19 febbraio 2008, in una relazione (dal seguente link si accede direttamente al testo originale e integrale della relazione http://pinomasciari.org/files/chisono/relazione19feb.pdf) votata all’unanimità, a partire dal Presidente della medesima commissione Francesco Forgione, ad evidenziare quali e quante siano le criticità e le problematiche legate ai Testimoni di Giustizia e di come queste persone non possano essere viste come dei “pesi” ma come delle risorse da proteggere e da custodire affinchè anche attraverso essi si intuisca quale politica di aggressione alle criminalità organizzate lo stato voglia fare.

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Su queste medesime posizioni si era anche espresso in tempi non sospetti, precisamente dopo l’assassinio a Casal di Principe dell’imprenditore Domenico Noviello, anche colui che è diventato nuovamente sottosegretario all’interno con delega ai testimoni di giustizia, quell’Alfredo Mantovano che giovedi 18 settembre, con una delibera, gli ha revocato di nuovo la scorta [http://www.pinomasciari.org/2008/09/comunicato-stampa-amici-di-pino-masciari/] (si, di nuovo perchè già quando ricopriva questo incarico nella precedente legislatura berlusconiana gliela revocò, rimuovendolo dal Servizio Centrale di Protezione, salvo poi dover prendere atto di come questa sua scellerata delibera sia stata impugnata al Tar del Lazio, il quale dopo più di 36 mesi ancora non si è pronunciato sul ricorso avanzato).Mantovano all’Ansa ha dichiarato che il comunicato stampa con il quale gli Amici di Pino Masciari diffondevano la revoca della scorta per Pino, era illegittimo perchè non era vero che questo provvedimento era stato adottato: http://www.pinomasciari.org/2008/09/ndrangheta-mantovano-non-e-stata-revocata-la-scorta-a-masciari/In relazione, quindi, a questa smentita si è proceduto con un altro comunicato stampa, nel quale si fa espressamente riferimento alle parole utilizzate presenti sulla comunicazione ricevuta da Pino nel quale viene dichiarato sia che lui non è più interessato da alcun programma di protezione sia che può muoversi in piena autonomia e indipendenza per quelli che saranno i suoi prossimi appuntamenti.http://www.pinomasciari.org/2008/09/comunicato-stampa-in-risposta-alla-smentita-dellon-mantovano/Nello scorso fine settimana, Pino, a seguito di impegni assunti da tempo, al quale non ha voluto rinunciare per il rispetto che sempre da a tutte le persone che si interessano a lui e alla sua vicenda, ha partecipato nel bergamasco ad una serie di appuntamenti.E’ stato accompagnato da ragazzi come me che gli hanno fatto da scorta, senza alcuna protezione e senza alcuna arma, consci del grande rischio a cui sono andati e vanno incontro, ma convinti che stare dalla parte di Pino significhi stare dalla parte giusta.http://www.pinomasciari.org/2008/09/pino-masciari-si-muove-senza-scorta/Uno degli slogan che lo accompagna è questo: “Ogni persona che viene a conoscenza della mia storia, mi allunga la vita di un giorno”.Come dare torto ad una persona che vuole vivere, che non si è mai arreso, che nonostante tutto ha sempre ostinatamente voluto credere nello stato, nei suoi valori, e nella Sua giustizia, impartendo questi valori ai suoi bambini piccoli che cresciuti in questo regime di reclusione, nell’anonimato della loro località protetta, hanno sempre pensato che quella fosse l’ordinarietà del vivere e non una anormalità tutta italiana dovuta al coraggio del padre non gratificata da una classe dirigente e politica fatta di mercenari, di collusi e di pregiudicati indegni e amorali.

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Fonte: www.dire.it

Imprenditore anti-pizzo senza più scorta: "Ho paura di finire come Libero Grassi"

BOLOGNA - "Braccato dalle mafie e perseguitato dalle istituzioni". Così sintetizza la sua storia Pino Masciari, imprenditore calabrese che si è ribellato alle estorsioni e oggi alle sue accuse contro la 'ndrangheta aggiunge quelle al ministero dell'Interno, denunciando che gli è stata appena tolta la scorta. Masciari ha partecipato oggi ad una commissione consiliare del Comune di Bologna, richiesta da Cantiere, Verdi e Prc per conferirgli la cittadinanza onoraria della città.

Dopo i primi contatti con il pizzo, racconta Masciari a Palazzo D'Accursio, "quando hanno cominciato a chiedermi il 3% sui cantieri ho detto 'no', senza tentennare, 'non vi dò più un soldo'". Masciari diventa testimone di giustizia e dai primi anni '90 inizia la sua vita "da deportato" e la sua odissea. "Ho denunciato loro, ma anche il sistema politico, istituzionale e massonico che con loro fa affari". Nel 2004, il ministero gli comunica che non può più tornare nella sua terra, per "l'accertato pericolo di vita". I suoi "anche per andare a giocare o al catechismo- racconta con le lacrime agli occhi- devono chiedere l'autorizzazione". Qualcuno, continua, "ha pensato che io volessi entrare in politica, ma io sono solo un imprenditore e voglio solo fare l'imprenditore". Senza troppe illusioni: "Se il prezzo che devo pagare è la morte pagherò anche quello, ma non voglio essere un martire". L'appello di Masciari è asciutto e crudo. "Io non voglio morire- si sfoga al microfono- non voglio fare la fine di Libero Grassi", imprenditore siciliano ucciso dalla mafia nel 1991. Nonostante tutto dice di riporre ancora fiducia nella Costituzione, nelle forze dell'ordine e nelle istituzioni. E dalle stanze del Consiglio comunale di Bologna lancia due messaggi precisi.

"Combattere la mafia non c'entra niente con gli schieramenti politici- ricorda Masciari- le colpe ce le hanno tutti". E poi: "Loro sono anche qui, nel modenese, sono anche in Emilia-Romagna".

Sulla vicenda intervengono Pd, Fi e Sd. Tutti d'accordo sulla cittadinanza ma anche sulla necessità di "andare oltre". In Consiglio comunale, intanto, arriverà un odg unitario affidato alla presidente della commissione, Maria Cristina Marri dell'Udc ("Abbracciamo Masciari tutti insieme e vogliamo far sentire la nostra solidarietà autentica").

Presenti anche una quindicina di attivisti del meetup di Beppe Grillo. Sulle magliette: "Io sono amico di Pino Masciari" e una frase tratta dal suo blog, "Ogni persona che viene a conoscenza della mia storia, mi allunga la vita di un giorno".

30 settembre 2008

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del 06/10/08 Estratto da pagina 3

«Non si vince in un giorno»Polemica tra governo ePd

Mantovano - il livello diattenzione è talmente alto che si puòprevedere che il gruppo di fuoco possaessere rapidamente catturato, come è avve­nuto con i responsabili della strage degliimmigrati.

Ela società civile ora che deve fare la suaparte ripetono dal Viminale. Un punto sucui si sofferma Maroni. «Oltre alla coesionedelle forze politiche - spiega a Milano ­serve l'unione delle forze sane della societàe di tutte le persone oneste». Incalza Manto­vano: «Dobbiamo essere consapevoli cheun atteggiamento omertoso - spiega - ren­de tutto più complicato: lo Stato i suoi passili ha fatti e si moltiplicheranno se ci saràuna risposta da parte della popolazione».

Sono novecento gli uomini inviati nellaprovincia di Caserta. Cinquecento uominidelle forze dell' ordine e quattrocento mili­tari. Questi ultimi impiegati nel controllodel territorio e arrivati proprio due giorni fain Campania. Una decisione, ricorda, Maro­nì, presa nel giro di appena 24 ore, d'intesacon il ministro della Difesa Ignazio LaRussa a dimostrazione che «non c'è nessu­na diversità di vedute». Parole confermateda La Russa: «L'unica guerra esistente èquella alla camorra». -

La vittima di ieri, Stanislao Cantiello,aveva rinunciato al programma di protezio­ne che gli era stato offerto. Non si sentìvéìnpericolo di vita, malgrado fosse zio anchese non diretto dei fratelli Diana, i duepentiti che con le loro dichiarazioni hannoreso possibile buona parte degli arrestiavvenuti nei giorni scorsi. I poliziotti reste­ranno in Campania - spiega Maroni - fino aquando la battaglia non sarà vinta. E non èesclusa l'ipotesi che anche l'esercito, mal­grado nel decreto sia ìndìcato come termi­ne ultimo la data del,31 dicembre, possa

ROMA. Colpo su colpo. Lo Stato dichiaraguerra alla camorra e i clan alzano la testa escelgono, per colpire e riaffermare la loroforza sul territorio, obiettivi difficilmenteprevedibili. Il ministro dell'Interno, Rober­to Maroni, parla chiaro: «La camorra è untumore maligno, la sfida non si vince in ungiorno. Ma la lotta continuerà senza nessu­na titubanza, fino a quando non sarà vintadefinitivamente». Il ministro dell'Internoinvita le forze politiche a non dividersi inquesta sfida. Per questa ragione alla criticadel ministro ombra del Pd, Marco Minniti(sarà oggi a Caserta) risponde in manieraseccata: «non ci credo». Eppure Minnitinon è stato tenero: «Al di là di qualche facileottimismo - spiega - il delitto di Casal diPrincipe ci fa comprendere quanto siadifficile ristabilire il dominio dello Stato suquesto territorio, la lotta ai clan si vincenon con iniziative emergenziali ma con unintervento organico dello Stato».

Al Viminale sono molto cauti. L'effera­tezza del delitto viene considerata, anchealla luce di precedenti omicidi, come l'esi­

genza del clan di rìaffer­mare la propria forza sulterritorio. «Sono dispera­ti - spiega il sottosegreta­rio all'interno, AlfredoMantovano - si sentonoaccerchiati e per questaragione scelgono obietti­vidifficilmente individua­bili». E forse colpirannoancora. Leforze dell' ordi­ne hanno messo in contoanche questo. Il delitto diieri potrebbe non esserel'ultimo. Ma - aggiunge

Minniti attacca: senene intenenti organici. Il Viminale: la lotta prosegueAppellodi Maroniai partiti:non dividiamociOggi aCaserta.l'iniziativacon ilministroombra

IlsottosegreUuioMantovanoalla società civile:«L'omertà rende tuttopiù complicatoserve una risposta fortedella popolazione»ELENA ROMANAZZI

a cura dell' Ufficio Stampa e Comunicazione

Antonio
Evidenziato
Antonio
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guerraè controle cosche»

Superatele tensionicon laDifesaLaRussa:«L'unica

restare ancora qualche mese. È una que­stione di risorse - fanno notare al Viminale-l'invio dei 500parà è stata possibile grazieai risparmi ottenuti con l'impiego dei 2.500militari a tutela degli obiettivi sensibili.

I contatti, ieri, tra iresponsabili delle forzedell'ordine sono stati fre­netici. Non sono previsti ­fanno notare al Viminale- nuovi vertici per affron­tare l'emergenza camor­ra. La strategia è già statapreparata nel dettaglionel corso del Comitatoprovinciale per l'ordine ela sicurezza che si è tenu­to a Caserta venerdì scor­so. Il lavoro di intelligen­ce è già intensificato ne­gli ultimi giorni. Di piùnon si può fare. Ora - come ribadisceMantovano -la popolazione deve dare unarisposta forte, senza trincerarsi dietro unmuro fatto di silenzi.

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del 06/10/08 Estratto da pagina 3

a cura dell' Ufficio Stampa e Comunicazione

Antonio
Evidenziato
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32V I B O

MERCOLEDÌ 8 ottobre 2008 calabriaora

Gli «Amici» del testimone digiustizia Pino Masciari denun-ciano come lo stesso continui amuoversi «autonomamente»senza alcuna garanzia di sicu-rezza. Si tratta di un superte-stimone di Serra San Bruno adaltissimo rischio di incolumità.Eppure nei suoi recenti viaggiin Sicilia, a Roma, Bergamo, To-rino, Bologna, Milano, i suoi in-contri pubblici, preventivamen-te annunciati alle autorità pre-poste, non sarebbero stati presi-diati dalle forze dell’ordine, tan-tomeno Pino Masciari è statocontattato affinché ciò avvenis-

se. «Abbiamo assistito – scrivo-no in una lettera diretta alle au-torità competenti – a sporadi-che e fugaci apparizioni di forzedell’ordine giunte per verifica-re la presenza di Pino Masciari,tuttavia abbandonando subitoil luogo delle conferenze: a di-mostrazione che è da escluderel’intenzione di garantire la sicu-rezza di Pino. E noi, suoi amici,che portiamo avanti l’azione didifesa popolare, ne siamo testi-moni insieme a tutti i cittadinipresenti. Non siamo e non dob-biamo essere noi i responsabilidella protezione di Pino: questo

è dovere, obbligo e competenzadella Commissione centrale chedà direttive al Servizio centraledi protezione, il quale a sua vol-ta dispone le forze dell’ordinesul territorio. Noi lo accompa-gniamo – aggiungono gli Amicidi Pino Masciari – e gli stiamoaccanto in assenza della scortadi protezione che dal 19 settem-bre 2008 non è stata più asse-gnata, cercando di impedire lalibertà di movimento e la volon-tà di esprimersi nel percorso divalori di legalità, di lotta allemafie e rispetto dello Stato. E’inutile contattare noi, Amici di

Pino. E’ successo nelle scorseore, ma non essendo responsa-bili della sua sicurezza non da-remo mai indicazioni sensibiliriguardo Pino a una voce tele-fonica che potrebbe essere dichiunque».

il superteste

Gli Amici di Masciari: «Pino sempre a rischio»I volontari che lo scortano: «La sua sicurezza deve essere compito dello Stato»

Nello scorso mese di maggio losciopero degli operatori della so-cietà nazionale “Meeting Service”,addetta alla verbalizzazione audiodelle udienze penali, aveva fattorinviare il processo “Minosse” al 7ottobre. Ma ieri l’anomala compo-sizione del collegio giudicante hafatto slittare ancora la trattazionedel processo al 18 novembre. “Mi-nosse” è uno dei processi più im-portanti in corso a Vibo, frutto diun’operazione del 10 febbraio2005, scaturita da un’attività in-vestigativa del comandante dellastazione di Vibo, maresciallo Naz-zareno Lopreiato. Usura, estorsio-

ni, traffico di armi e droga, i reaticontestati, a vario titolo, agli im-putati. La cocaina, nel Vibonese,arrivava direttamente dalla Co-lombia, mentre la marijuana pro-veniente dall’Albania, dopo losbarco a Taranto proseguiva ver-so Vibo. Da quanto emerge dai fa-scicoli dell’inchiesta, inoltre, dopola consegna del carico di cocaina,almeno quattro corrieri colombia-ni sarebbero stati uccisi ed i lorocorpi si troverebbero nelle campa-gne di Rosarno, mentre uno sa-rebbe stato gettato nel fiume Me-sima. Omicidi che avrebbero pro-vocato la durissima reazione dei

colombiani. Gli imputati sono:Carmelo Belvedere, 51 anni, diCessaniti; Domenico Belvedere, di31 di Vibo; Giuseppe Corsaro, 30,di Limbadi; Giovanni Cossu, 29,di Vibo; Emiliano De Vita, 34 an-ni, di Rombiolo; Michele Farina,29 anni, di Vibo; Mariano Fiamin-go, 35 anni, di Zungri; Filippo Fu-scà, 27 anni, di Vibo; GregorioGiofrè, 45 anni, di San Gregoriod’Ippona; Leonardo Guastalegna-me, 39 di Triparni ma residente aBrescia; Rosario Guastalegname,41 anni, di Triparni; Gabriele Io-nadi, 41 anni, di Vibo; FrancescoLimardo, 47 anni, di Motta Filoca-

stro; Giuseppe Lo Bianco, 28 an-ni, di Vibo; Paolino Lo Bianco, 45anni, di Vibo; Tommaso Lo Schia-vo, 47 anni di Piscopio; MicheleRanieli, 31 anni, di Rombiolo;Gianluca Tassone, 29 anni, di So-riano; Salvatore Il Grande, 41 an-ni, di Tropea.

g. bag.

operazione “minosse”

Il dibattimento riparte il 18 novembreL’anomala composizione del collegio giudicante provoca l’ennesimo rinvio

Lampasi rispondedi tentato omicidio

il caso

Si aggrava la posizione processuale del54enne Nazzareno Lampasi. Nel corso del-l’udienza a suo carico svoltasi ieri dinanzi alTribunale collegiale presieduto dal giudiceGiancarlo Bianchi, il pm Francesco Roton-do ha infatti chiesto la modifica del capo diimputazione (che ha comportato il passag-gio del caso dal giudice monocratico al col-legiale) a carico del bracciante agricolo diSerra San Bruno, che dovrà ora risponderedell’accusa di tentato omicidio e non piùdell’accusaoriginariadi lesionipersonali«perché il10 lugliodel 2003 -si legge nelnuovo capodi imputazione - Nazzareno Lampasi com-piva atti idonei, in modo non equivoco, a ca-gionare la morte di Francesco Tassone ed inparticolare dopo essersi portato all’internodi un terreno di proprietà di questi, venu-tosi a trovare a circa 20 metri dal Tassone,esplodeva verso di lui in rapida successio-ne ad altezza d’uomo sette colpi di pistola,non riuscendo nell’intento omicida per cau-se indipendenti dalla sua volontà, in quan-to il Tassone si spostava prontamente dal-la linea di tiro». I fatti al centro del proces-so scaturiscono da un diverbio avvenutonelle campagne di Spadola per una que-stione di confini relativi a terreni di pro-prietà del Lampasi e di suo cognato, Fran-cesco Tassone. Dopo la sparatoria Lampa-si era finito in carcere. Nel processo, conuna differente posizione processuale, è im-putato anche Giuseppe Lampasi. L’udien-za riprenderà il 18 novembre.

g.bag.

Processo “Bluff”, ritorno in aulaE l’avvocato Brancia presenta la perizia psichiatrica su Michele Bonavota

E’ ripreso davanti al Tri-bunale collegiale il processofrutto dell’operazione “Bluff”– nata da indagini condottedai carabinieri di Sant’Ono-frio e San Gregorio d’Ippo-na, nonché dalla Guardia difinanza – contro un’organiz-zazione che, stando all’im-palcatura accusatoria, avreb-be commesso una serie ditruffe ai danni di società fi-nanziarie, assicurazioni editte commerciali. L’organiz-zazione sarebbe riuscita afalsificare i documenti di di-verse autovetture modifican-do le generalità ed i codici fi-scali degli intestatari. I mez-zi venivano poi acquistatitramite finanziarie, alle qua-li andavano le prime rate,per poi essere piazzate sulmercato. Ma altre truffe sisarebbero consumate ancheai danni di società commer-ciali. In questo caso gli ordi-ni di acquisto venivano fattisulla base di società fittizieintestate, nella maggior par-te dei casi, ad avvocati di fa-ma. Un modo per non desta-re sospetti e godere dellamassima fiducia: i tir scari-cavano poi la merce che ve-niva subito venduta, ma peri pagamenti nulla da fare. Al-tre truffe sarebbero state

compiute ai danni delle assi-curazioni. Nel processo si ècostituta parte civile la socie-tà finanziaria Fiditalia. Nelcorso dell’udienza di ieri, ilTribunale ha rigettato alcuneeccezioni difensive inerentila mancanza negli atti delladata in cui la supposta orga-nizzazione avrebbe operato.Quindi ha preso atto di alcu-ne richieste formulate dal-l’avvocato Diego Brancia perl’imputato Michele Bonavo-ta, ritenuto dall’accusa la“mente” dell’intera organiz-zazione. Il legale ha deposi-tato una memoria difensivae della documentazione me-

dica con una perizia psichia-trica attestante una schizo-frenia cronica grave del suoassistito che sarebbe in curada uno specialista (il profes-sor Franco Bruno di Roma).Da qui la parziale incapacità- secondo l’avvocato Brancia- di intendere e volere di Mi-chele Bonavota e quindi la ri-chiesta di verificare se lostesso sia in grado di presen-ziare al processo e se la stes-sa incapacità sussisteva almomento della commissio-ne dei fatti. Il pm FrancescoRotondo si è riservato di re-plicare alle eccezioni delle di-fese nella prossima udienzadel 18 novembre. Imputatinel processo, oltre a MicheleBonavota (41 anni) di San-t’Onofrio, sono: GiuseppeBonavota, 30 anni, MariaConcetta Patania (49), Mas-simo Putrino (42), OnofrioSantaguida (55), GerardoPaolo Barbieri (47), GerardoAddesi (31), Giuseppe Bona-vota (53), Mario Veneziano(37), tutti di Sant’Onofrio.Ed ancora: Nunzio Pagano(33), Antonino Pagano (56),Antonio Baldo (65), tutti diSan Gregorio d’Ippona, Ni-cola Lopreiato (50) di Stefa-naconi, Salvatore Marsico(40) di Vena di Ionadi, Anto-

giustizia e dintorni

La Gomez è trasferitaSaltano i procedimenti

Il trasferimento del giudice Francesca Gomez de Aya-la come gip del Tribunale di Lamezia Terme continuaa far slittare i processi in corso dinanzi al Tribunale col-legiale di Vibo. A causa dell’anomala composizione delcollegio, infatti, è saltato al 18 novembre il procedimen-to a carico di Nicola Ime-neo, 40 anni, Nicola Bora-gina, 42 anni, Stefano Riz-zuto, 43 anni, tutti di SanNicola da Crissa, e di Sa-verio Boragina, 35 anni,residente a Vallelonga. Iquattro, a vario titolo, de-vono rispondere di estor-sione, danneggiamento,rapina aggravata, furto,violenza privata e deten-zione illegale di armi dafuoco e da taglio. Secondol’accusa e le indagini in-vestigative dei carabinieri di Serra San Bruno i quattroindagati, tra aprile e giugno 2006, si sarebbero resi re-sponsabili di una serie di danneggiamenti ai danni di al-cuni operai boschivi allo scopo di costringerli al paga-mento di una tangente consistente in alcuni quantita-tivi di legname e di altri oggetti materiali. Le indaginihanno permesso di accertare che quanti si ribellavanoalle imposizioni del quartetto finivano per subire inti-midazioni di ogni tipo.

g.bag.

IN BREVE

LA GANGTramite l’operazione“Bluff” è stata sgominatauna presunta gang deditaalle truffe in danno disocietà assicurative,finanziarie e commerciali

IL PROCESSO Alla sbarra diversepersone, quasi tutte diSant’Onofrio e SanGregorio d’Ippona. Partecivile si è costituita lasocietà Fiditalia

IL CAPOMichele Bonavota èritenuto il capo dellabanda. E’ in cura presso ilnoto criminologo epsichiatra romanoFrancesco Bruno

nio Mandaradoni (53) di Vi-bo e Alessandro Staropoli(28) di Vibo Marina.

Giuseppe Baglivo

LA MENTE Michele Bona-vota, presunto capo della gang

Il tribunale, saltano i processi

007 Il luogotenente Lopreiato

TESTE Pino Masciari

Tommaso
Evidenziato
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I Quotidiano Catanzaro Lunedì 21 gennaio 2008 15

Vertice alla Regione tra Agazio Loiero e Rosario Olivo sul futuro della città

Nuova linfa per il capoluogo Priorità sarà data alla mobilità e ai parcheggi

PIANO PARCHEGGI, scale mobili a servizio del parcheg­gio Musofalo, copertura della Fitunarella all'altezza di San­ta. Maria.. riqualificazione del­le pinete di Sia.no e Giovino, nuovo depw:a.tore e rete idri­ca.

Sono queste le opere C'.he là Regione Calabl'ia inserirà nei suoi progi'8lll.tni di fumnzia­mento. contribuendo a risol­vere importanti problemi che attanagliano là città capoluo­b'O. Di ciò si è <fuoousso, nella Sfr

de della Giunta. regionale di Pala2ZO Alemanni, nel corso del primo incontro tra il sot­tDsef?!-etario agli Affari della pros1dell2B, Vmcenro ~ ne, e tma delegazione del­l'Ammintstrazione comtuuv le, guida,ta dal sindaco Rosa, rio Olivo. Il sottosegretario Falcone

era ooamuvato da.I dirigente dell'a......._,ra.lo all'Urbanisti­ca Rosaria Amantea. e dai flll'l2ionari dell'ufficio rela:zio. Ili con i Comuni Franoesoo Aloisi, Rooellina Brancati, Bnmella Soozzafava, Valerio

Ripete. Il sindaoo era aocompagruv

to dal suo vice. Antonio Tu& soni, dall'assessore alle atti­vità economiche Franco Cw·­cio e dal dirigente Biagio Cantisani. Il sotta;egreta.rio Faloone,

nel suo intervento di apertu· m, si è soffemiato sulle prio­rità segiialate dal Comune di Calamaro e sulle quali esiste w:ia. particolare at1enzione c;J,'l parte del presidente Loiero. Ha concordato sulla oeces·

sità di intrap1-ende1-e due pet" OOl'Si paralleli: il primo rioon· ducibile alle mislll'e di stretta emergenza; il secondo ascri­vìbile ad una più ampia pro­spettiva di sviluppo del.l'arEa cli Catanzaro. Il sindaco Olivo, dopo avere

apprezzato la scelta del pro­Sledente della regione Agazio Loiero di dotare L'.L Regione di w1 ufficio d i relazioni con i Comuni, ha enucleato le ope-1-e che a.Ilo stato attuale sono da 1•itenersi di impellente im­portanza per il capoluogo: il piano W'bano dei parcheggi oon l'assoluta priorità d01 Il sindaco Rosario Olivo e il presidente Agazio Loiero

Il sostegno di Italia dei valori all'imprenditore testimone di giustizia

Si rinnova il Masciari day IERI 19 gennaio, a Roma si è svolta tma manifestazione per il terro anniversario del r·icol'$0 al 'l'<Lr t'atto da Pino Masciari, l'imprenctito1-e edile ca.labrese , che vi ve oon la sua famiglia in una loca­lità segi-eta, per essersi fat­to testimone di giustizia contro la 'ndrangheta e le s ue collusioni col mondo po­litico istituzionale.

glia la stessa condizione di vita antooedente al sistema di protezione.

~~e~e~~~ bili a servizio del parch~gio del Musofalo: la riq:uruincar zionc del ccntt'O stonco e iJ1-tcrventi diretti alla ripresa commerciale; la costruzione del nuovo depuratore anche in funzione dello sviluppo w• banistioo della Valle del Com­ce.

E ancora. il rimoderna­mento della rete idrica; at­trezzatura delle due aree wr­cti di cui dispone la città, Sia· no e il qtiartiei-e marinat'O; roo!.i=ione di una sede per il centt'O poliJ\mzionale di ag­~~ne sociale di Sant'

L'assessore oomunal.e alle Attività economiche Franoo Curdo ha aggiunto la neces­sità di reaJiziza.re la copertura della Fiuma.rella all'altezza del quart.iere Santa Maria. Tale opere avtebbe due fun· zioni: da una parte deoonge. stionare il traffico intemo al quartiei-e e realiZ'zaloe un'area mercatale moderna ed effi­ciente.

Alla parte finale della riu-

nione, han.no partecipato an­che il dirigente generale del dipartimentoLavori pubblici de1Ja Regione, Pìettantonio Isola. e il direttore dell'Alo 2, Salvatore Russetti. Il dirigente generale del d i·

pa rtimento Lavori pubblici dellà Regione Calahria, Pie­tranl.onio 1solà ha. conferma­to l'esistenza nell'Apq-'lra· sporti di cospicui fondi desti­nati alla mobilità nella. città capoluogo (si1>1ema ferrovia,. rio meb'OpOlilano), menttoe, dal canto suo, l'ingegnE'.re Salvai.ore Russetti Ila illu· strato la sua relazione sul nuovo depuratore (per realiz. zare l'opera occorrono treclìci milioni di euro, di ctù sette a carico del Mitù.stero dell'am­biente). Il sindaco Rosario Olivo, a

conclusione di questo primo inoontro con il sottooegreta­rio agli Affari della Presiden· za Falcone, ha esp.t'éSSO sod­disfazione pe1· il làvOr'O impo. stato elle - Jia sottoli:nea.to -•sortirà sicura.mente effetti pooitivi e imPOrta.nti per il ca­poluogo di regione•.

1n tale occasione, Atu-elio Misiti. segretario regionale di Idv, e Sergio SCa.ipino .oommìssario provinciale di C'-a.tanwr'O, acoornpagnati da.ll'avvocata cLi Masèiari, Claudia Conidi, hanno tenu­to una oonferenza stampa per «tenere alta l'attenzìone s tilla storia di Pino Mascia­ri».

erano finiti•. Ma oosì non è. «Ci sono anoora pendenze processuali a Crotone e a Catanzaro · sostiene l'avvo­cato Conidi • e non gode di alcuna protezione per esser­ci-. Alla decisione della Commissione Centrale, Pi­no Masciari fece , allora, ri· corso al Thr che doveva pro­nunciarsi entro 60 giorni e invece sono passati tre an­ni. Da qui l'iniziativa del Masciari day a Roma e la conferenza sta.mra di !dv. Che oosa. si chiede? Che ven· ga annullala la deliber'<> della Commissione e sia ga,. rantito- come previsto dalla legge- a lui e alla sua farni·

" A lu i . afferma il suo le­gale- basterebbe un inpu t per ric-om inciare" . La batta­glia di Masciari è sostenuta aa Idv - come hanno ribadi­to ì suoì dirigenti nel corso della confe1-enza stampa. «Vmcere la battaglia. a favo­re di Masciari - ha sostenuto Misìti- è vincere una batta­islia di ci.viltà nel momento in cui c'è il d.i..~ta.oco tra la. so­cietà e la politica.. E' impen· sabile che veng-.mo lasciati soli i testimoni di giusti:cia. come lui . La politica. deve mettere in grado queste

persone clanneg;giate di ri· prendei-e una vita. normale m tempi definiti. Il nostro oompito è pubblici22are la. verità., l'ioorre1•e al governo , al ministero degli lnterni, perché pos.<;a.essei-e protetto quando va a testimoniare e perché gli vengano ricono­sciuti gli stessi diritti deì pentit.i di mafia. Se non ci sarà vittoria su questo caso. altri s i g uarderanno bene dal denuncia.re. I tanti Ma· sciari sono degli eroi e ven­gono lasciali soli •. Parlando cLi 'ndraJlgheta e collusioni con il mondo politioo istitu­zionale, denunciato da Ma­sciari, non poteva.. da parte

Aurelio Mlsltl, Claudia Conidi, Sergio Scarpino e Pietro Ippolito

Una storia fatta cli estor­sioni a cui l'imprenclitore si ribella e nel 1997 insieme alla famigli<i ( moglie e due figli) viene sottoposto a pro­gramma. speciale d i prote­z ione. Nel 2004 ,tale pro­gramma g li viene i-evocato dalla Commissione Centrale ex art. 10 L. 82/91 del mini­stero dell'Interno, oon la motivazione che •i processi

I LA RIFLESSIONE I continua da pagina 13

e nel contempo dilaga la di­soccupazione

La sanità cittadina, per sua stessa incapacità riorga­nizzati va oltre che per le ca­renze strutturali del passato e le miopie politiche di oggi, non risponde a.i bisogni de­gli ut.enti, a par tire da una ospedalità sempm più pre­caria.

Le periferie, i11tese ora co­me tutte le rone fuori da Corso Mazzini, bisognereb­be vederle per rendersi oon-

~ui ~~0 :0~~ gT~~cfil quartieri, oggi periferie ab­bandonate. banno al loro in· terno aree di ulteriore de­g rado ed e~na.zione.

Si pensi a. Rione Fol'tuna per Marina e a Pistoia o Aranceto per San1a Mari.a. o a Ca.va e Santo Ianni per la. rona nord-est. o per Mater

della stampa., mancare una domanda sulla vicenda del magistrato Luigi De Magi·

Sigillò di nuovo presidente nazionale del circolo dei Giuristi SI È TENUTA nei giorni scorsi l'as­semblea annuale del Circolo dci Giuri· st.i Tulematici, l'a..'IOOcia7-ione cultul'ale che unisce i più a.utorevoli esperti ifa.. liani dell'informatica giur·idica e del di· ritto delle nuove tecnologie.

Significativa, anche per il prossilno biennio, la presenza calabrese nell'as-

sooiazione, che sarà nuovamente rap­presentata da un.profe1>.~onista catan-1..a.rere, Fabrizio Sigillò, st1.1diooo della ma.lel'ia. da olt.re un dro:.nnio ed a cui l'assemblea dei soci ha. rinnovato fidu· eia rxmf'erendo{l'li, per la. seconda volta consecutiva, l'mcarioo di presidenza nazionale.

•Un riconoscimento che mi onora -ha dicll.iar'dl.o Sigillò· e che mi consen· te di pl'ooegui.re anche in quell'intento di a mpliare l'ambito di oonosoenza dei profili giuri etici dell'informatica. e delle nuove tecnologie anche ad un conte­sto, quello calabrese, non sem pre at­tento agli aggiornamenti legislativi••.

s t1·is. <>La pOSizione d i Ma· sciai•i · dice Misiti· è più co­raggiosa di quella. cLi De Ma­gistris. Ltù e un niagistra.­to, comunqtte, protetto, non l'hanno mandato in esilio. Lì c'è stato m1 giudizio di al­tri magistrati . Noi abbiamo sostenuto che doveva porta­i-e avanti le inchieste giudi­ziarie e poi si poteva sposta· re•.

•Non faocia.mo pa.rago­n i•,ripetono pi.ù volte i due dirigenti politici, conclu· dendo l'incontro con la. stampa.

Franca Fortunato

Sondaggio e fiducia popolare: la città è in declino Domini e Gagiiano per lazo. na nord-ovest. La criminalità è in cresci­

ta: di manovalanza, di pote-1-e. di traootanza., di hòertà di movimento. Si tace su due dati impressionanti, da autentico primato: l'usu ra e la. dil'1ùsione delle droghe, soprattutto tra. i giovantssi· llll.

E l'estensione dei casi di bullismo studentesco, inve­ce che mterrogare 1ia provo­cato una sorta cli rigetto o cli superficiale catalogazione a divertente giochi.no per ra­gazzi. C'è =questione "si­curezza a.mbientale".

Essa è determinata. dalla sottova.lutazione di quante sostanze nocive si immetto­no nell'aria per opera di cen· tra.li termoelettriche a due passi da noi. Ma anche dalla persistente cattiva igiene delle nostre strade, sulle quali occorro fare delle au-

tentiche gincane per sot­trarsi ai rioorrenti "indesi­derata". La nuova mobilità cit1adi­

na, al di là della confusione e del disordine i.nsopportooili. i,nvece che liberar-e im prig io­na. macchi.ne e persone, ren· dendo talvolta impossibile l'aooesso in città.

C'è di più: quei bruttissimi serpentoni clùamati cordoli, oltt-e ad essere antiestetici, sono perioolosissinùi. Le at­tività produttive. e il com­mercio in particolru-e, grida­no. Di dolore e di smarri­mento, anche per la. ma.n­=.a di regole e di nuova org-aniz;.azione, che le possa. rilanciare se.ma la. pena di doversi conf'rontare con i gt'l!.lldi centri di distribuzio­ne e di commercializzazione.

La. città continuamente perde pezzi e poclù ssimo ri­pi-encle dopo le tunilianti questue dietro la porta di

qualche sottosegretario. Uormai famosa Scuola di

Magistratura ci è stata "ru­bata'' non solo da w1 gover­no bug:iru:do verso la. Cala.· bria, ma anche da.Ua noob·a debolezza politica.

Di c ittà. che non riooie a svolgere pi1>.namente il suo ruolo di Cil.poluogo di Regio­ne. Stiamo perdendo ogni giorno autorevolezza dina.n­zì al Paese e alla Calabria.

Questo, la gente lo avverte, wù tamente a guel senso di smarrimento di mm identità cittadina che stenta ad aff er­marsi. Le attuali spinte au­tonomistiche. interne ed est.eme alla città, sono i.I se­gi10 della sllducia verso il Capoluogo, la misura di quanto non ci si senta rap­presentati da noi

Anche la crisi della Società di calcio, le difficoltà della squadra gloriosa che tanta cat.a.nzaresità 1ia alimentato

dentro e fuori la Calabria, procurano rabbia e disorien­ta.mento. E dolore per quel radicamento che il Catanza­ro calcio ha nel cuore di tut­ti. Manca una strategia poli· ticadi ampio "espi1x>, cheoo­stru.isca quel triangolo pre­zioso sul quale unire passa· to, presente e futuro.

Manca un collega.mento politioo, prima che proget­tuale, con Lamezia 'Turme, città con la quale realizzare = nuova forza economica e produ ttiva per la Calabria. Mrutca un confronto ampio e stabile con le n>altà. pro­duttive e con l'Univer-sità, per fare dell'unità t1'3. lavo­ro, capitale e 11cei= scienti· fica, un laboratorio per in· ventare un*ecx>nomia mo­derna, cl1e parta dal basso e dalla valorizzazione delle ri­sorse proprie del territorio. Manca soprattutto la politi­ca.

Un Consiglio oonnmale, 1-esoonnai miserocentrodi trasnùssione delle volontà di un esecutivo che non è so­stenuto dalla sua f!l<lggio­ranza.. essa si.essa dilaili<.ta da ri$$El e lotte tl'a pel'sone e fazioni, rappresenta la foto­gral'ia della realtà dramma,. tica i11 cui si trova il capoluo­go di regione. Occorre cam­biare stibito , prima che la barca. affondi. Il sindaco, se vuole e se

può, sa oome fare. Catanza­ro è bella ed ha una cittadi­nanza bella e civile. lnt.elli· ~nte cd operosa. C'tta.nzaro e bella per'Ché ha una posi· zione e risorse e uno sguar­do sul mondo, C'.he poche città. banno. È bella. perché ha tnia storia ed un futuro. Lasciarla soffrire o amma­larsi di solitudine e povertà è reato grave. E' un peccato . Imperdonab~~

Tommaso
Evidenziato
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COMUNE TORINO CONCEDE CITTADINANZA ONORARIA A PINO MASCIARI (AGI) - Vibo Valentia, 8 nov. - Lunedi' prossimo il Comune di Torino consegnera' la cittadinanza onoraria a Pino Masciari, l'ex imprenditore vibonese ribellatosi alla "ndrangheta ora testimone di giustizia. La consegna avverra' nella sala Rossa dove nel corso di una cerimonia alle ore 17 il presidente del Consiglio comunale, Beppe Castronovo, e il sindaco, Sergio Chiamparino, conferiranno l'importante onorificenza. Il neo cittadino onorario, dopo aver sostato in Piazza Castello unitamente ad un gruppo di amici, che lo accompagneranno a piedi al Palazzo civico con una scorta simbolica. Per l'occasione il Consiglio comunale ha organizzato nella stessa mattinata dalle 10 alle 12, un convegno sul tema dell'educazione alla legalita' presso d'Arte Moderna di via Magenta. Al convegno interverranno Giuseppe Castronovo, Sergio Chiamparino, Vincenzo Giuliani, Aldo Faraoni, Maria Luisa Coppa, Federico Casetta, Giuseppe Bagnolesi, Paola Buggia, Alessandro Cherio e Davide Mattiello. Pino Masciari dopo essere nato 49 anni a Catanzaro, e' cresciuto a Serra San Bruno, nel vibonese, dove divenne un grosso imprenditore edile, e dove si e' distinto per il coraggio con cui ha risposto alle minacce della 'ndrangheta, facendo spedire in galera le cosche di mezza Calabria che avevano iniziato a vessarlo. Dopodiche', unitamente alla sua famiglia, moglie e due figli piccoli, per ragioni di sicurezza nel 1997 venne esiliato, come lui dice, in una localita' protetta dalla Calabria. In tutti questi anni Pino Masciari e' diventato un simbolo della legalita' e partecipa a numerose iniziative. (AGI) Cli/Red/Cz

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Domenica 9 Novembre 2008 Gazzetta del Sud44

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Il pm Garofalo richiama davanti al Gup un episodio di elettrocuzione successivo al decesso della ragazza: il dg dell’epoca impose ai medici il silenzio

Altre “scariche” dopo la morte di FedericaSul caso della sedicenne indica due concause indipendenti tra loro e da sole idonee a fondare responsabilità

La sala operatoria provvisoria dell’ospedale Jazzolino finita sott’accusa per la morte della sedicenne

Marialucia Conistabile

Giovedì prossimo la parola pas-serà alla difesa, che scriverà unaltro capitolo sul caso Monte-leone. Intanto è stata la pubbli-ca accusa a fornire, davanti algup Gabriella Lupoli, la suaversione su quanto accadde il19 gennaio del 2007 nella salaoperatoria provvisoria delloJazzolino, dove Federica Mon-teleone veniva operata di ap-pendicite. Un intervento a cui,dopo una settimana, è seguitala morte della ragazza.

E per la pubblica accusa – so-stenuta in Aula dal procuratorecapo Mario Spagnuolo e dal so-stituto Fabrizio Garofalo – alleresponsabilità dei medici van-no aggiunte quelle «gravissi-me» di quanti hanno permessointerventi chirurgici in quellasala operatoria.

Durante la sua discussione ilpm Garofalo ha chiarito i termi-ni della questione spaziandosull’intera drammatica vicendae ipotizzando condotte colposenei confronti dell’anestesista edel management dell’epoca.Una responsabilità indotta,quella sul dott. Bruno Costa(medico anestesista) dallo sta-to della sala operatoria (carat-terizzato da una serie di irrego-larità) il quale non avrebbecontrollato i parametri vitali diFederica durante il black-outma ciò perché la sala sarebbepiombata nel buio. Comunqueper il pm, l’anestesista si sareb-be accorto della gravità diquanto accaduto «solo alla fine,quando la “frittata” era ormaifatta». Infatti, tentò di rianima-re la ragazza ma era ormai tar-di.

Più complesse le motivazioniche inducono la pubblica accu-sa a ipotizzare una condottacolposa nei confronti del mana-gement dell’allora Asl e che,per il pm, si concretizzanonell’esame di due concause, in-dispensabili da considerare neldecesso di Federica; l’una indi-pendente dall’altra però «cia-scuna delle due idonea da solaa fondare la responsabilità delmanagement». In particolare ilpm ha posto l’accento sulla sca-rica elettrica, fondando questosuo convincimento sull’esito

Inizialmente escluso per man-canza di fondi, il capoluogo(assieme agli altri 4 capoluo-ghi di provincia, più Lamezia eCorigliano) è stato ammesso alprogramma e, dunque, ai fi-nanziamenti legati al “Contrat -to di quartiere 2”. Nei giorniscorsi il vice sindaco e assesso-re al Bilancio, Antonino Daffi-nà (nella foto), ha sottoscrittoil protocollo che consente diaccedere ai fondi. Per Vibo 5milioni e 330mila euro.

Ora si tratterà di dare attua-zione agli interventi previstidalla programmazione pre-sentata al Ministero aggior-nandola in caso di necessità, fi-nalizzata a valorizzare attivitàe interventi nei centri urbanicon l’obiettivo di incrementa-re, con la partecipazione di in-vestimenti privati, la dotazio-ne infrastrutturale dei quartie-ri degradati. «Questo accordo –rileva Daffinà – fornisce al Co-mune ulteriori strumenti eco-nomici attraverso i quali realiz-zare, con l’apporto dei privati,importanti opere sul territorio.Un risultato determinante rag-giunto grazie alla volontà dellaRegione e dell’assessore ai La-vori pubblici, Luigi Incarnatoche hanno creduto nell’inizia -tiva, tanto da finanziare, construmenti provenienti dal bi-lancio regionale, quei Comunirimasti fuori».�

Gl’indagati

L’obiettivo è di realizzare un Polo logistico funzionale a Portosalvo

Delocalizzazione delle imprese,siglato un protocollo d’intesaUn Polo logistico, completo di in-frastrutture, da realizzarenell’area industriale di Portosal-vo, nel quale convergeranno lepiccole e medie imprese attual-mente insediate su viale delle In-dustrie a Vibo Marina, soggette adelocalizzazione obbligatoria.

È la finalità del protocollo d’in -tesa siglato dal presidente dellaRegione e commissario delegatoAgazio Loiero, assieme al com-missario della Camera di com-mercio Michele Lico e al presiden-te del Consorzio industriale Filip-po Sirgiovanni. L’accordo, sotto-scritto anche da sette imprese,prevede reciproci impegni perconsentire il trasferimento in areeattrezzate e per agevolare la ri-presa dell’attività produttiva diquelle imprese danneggiatedall’alluvione del 3 luglio 2006 e

soggette a delocalizzazione. Ilprotocollo prevede inoltre che ilcommissario delegato (cioè Loie-ro) attivi i necessari passaggi conil ministero dello Sviluppo econo-mico per la rimodulazionedell’Apq Sviluppo locale “Pro -gramma emergenza Vibo” per ilreperimento di fondi utili a finan-ziare la realizzazione delle opereinfrastrutturali.

Sarà compito della Camera dicommercio, ente attuatore, sup-portare il commissario delegatonella realizzazione di tutti quegliatti e provvedimenti necessari arendere operativa la delocalizza-zione delle imprese e la realizza-zione del Polo logistico funziona-le. A tal riguardo è in programmaun incontro tra il commissariodell’Ente camerale e quello delConsorzio industriale al fine di

chiarire alcuni aspetti, tra cuiquelli dell’individuazione diun’area precisa nel perimetro in-dustriale e dei fondi disponibiliper le infrastrutturazioni. Non èescluso che uno dei punti di delo-calizzazione potrebbe essere l’exCgr, in quanto già dotato di infra-strutture. Comunque, le impresedovranno proporre le rispettive especifiche esigenze di infrastrut-turazione all’Ente camerale, indi-cando le caratteristiche tecniche,particolarmente utili a una più ra-pida ripresa. Soltanto dopo tuttiquesti passaggi la Camera di com-mercio potrà procedere alla ste-sura di un master plan propedeu-tico alla concretizzazione del Po-lo logistico da sottoporre a Loieroper l’approvazione.

In merito alla sottoscrizionedel protocollo, il presidente dellaRegione ha evidenziato: «È un im-portante risultato, fruttodell’azione sinergica di attori isti-tuzionali, pubblici e privati, impe-gnati nel sostenere la ripresa so-cio-economica e infrastrutturaledella zona colpita dall’alluvio -ne».�(m.c.)Un’azienda danneggiata dall’alluvione

La cerimonia alla presenza di autorità e del sindaco Chiamparino

Pino Masciari riceverà domanila cittadinanza onoraria di TorinoDa domani l’imprenditore-testi -mone di giustizia Pino Masciari,originario di Serra San Bruno,sarà cittadino onorario di Tori-no. Alle 17, infatti, è in program-ma la cerimonia in Municipio nelcorso della quale il sindaco Ser-gio Chiamparino e il presidentedel Consiglio, Beppe Castro con-feriranno l’onorificenza all’im -prenditore che, assieme alla mo-glie Marisa Salerno e ai loro figli,vive dal ‘97 in località “protetta”.

Masciari, domani pomerig-gio, raggiungerà a piedi il Muni-cipio di Torino. Da piazza Castel-lo un gruppo di amici lo accom-pagnerà in Comune a mò di scor-ta simbolica. Lo scorso settem-bre, infatti, a Masciari è stata re-vocata la scorta durante i suoispostamenti in Italia e all’esteroper testimoniare l’impegno nella

lotta alle mafie. Impegno ricono-sciuto all’unanimità dal Consi-glio di Torino che ha deciso ilconferimento della cittadinanzaonoraria con la seguente motiva-zione: «Per aiutare e assicurarenon solo alla Calabria ma a tuttoil Paese un futuro libero dallamafia, può essere significativoampliare la voce di Pino Mascia-ri, così che la sua testimonianzaserva a sensibilizzare la coscien-za dei giovani di oggi, i soli con lapotenzialità di rendere l’Italia didomani un Paese più giusto e piùcivile, un Paese normale».

Per l’occasione, inoltre, ilConsiglio ha organizzato un con-vegno sull’educazione alla lega-lità al quale parteciperanno, tragli altri, il com. regionale carabi-nieri Vincenzo Giuliani e il que-store di Torino Aldo Faraoni.� Pino Masciari

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Ms-Fiamma, oggiincontro con RomagnoliStamattina (ore 10,30)alla Bibliotecaconferenza stampadell’europarlamentareLuca Romagnoli.

Nove le persone , tra exdirigenti dell’Asp, medicie tecnici, indagate per lamorte di Federica Monte-leone, 16 anni, decedutail 26 gennaio del 2007,dopo una settimana di co-ma.

Tutti gl’indagati rispondo-no di omicidio colposo inconcorso. Nei confrontidell’ex manager France-sco Talarico il pm ha ipo-tizzato anche il reato diistigazione alla corruzio-ne.

Per l’ex manager e per:l’anestesista, dott. BrunoCosta; il dott. Alfonso Lu-ciano (ex direttore sani-tario dell’Asp); il dott.Pietro Schirripa, direttoresanitario dell’ospedale; ilresponsabile dei servizitecnici Roberto De Vin-centiis; Nicola Gradia, uf-ficio tecnico dell’Asp; An-tonio Stuppia, titolaredell’impresa che eseguì ilavori in sala operatoria;Antonio Bruni, ingegnereex consulente dell’Asp eper il dott. Matteo Catau-della, responsabile deipresidii unificati dell’Asp,il pm Fabrizio Garofalo hachiesto il processo.

Comune

Contrattodi quartiere2,via liberaal programma

Federica Monteleone

degli esami istologici e sulla as-senza di altre cause, quale lacattiva intubazione, ma soprat-tutto sul fatto che altri episodidi elettrocuzione si sarebberoverificati successivamente aldecesso di Federica. Partendodalla considerazione che la na-tura o la provenienza della sca-rica elettrica che avrebbe per-corso la ragazza non si potràmai sapere «in quanto lo statodei luoghi è stato alterato», ilpm Fabrizio Garofalo ha ricor-dato un episodio successivo ac-caduto nella stessa sala opera-toria e che ha richiesto l’uso deldefibrillatore su una paziente.In altre parole per la pubblicaaccusa la scarica elettrica nonc’è stata solo con Federica. Epi-

sodio che sarebbe stato “oscu-rato” dal management. Per Ga-rofalo, infatti, il direttore gene-rale dell’epoca, Francesco Tala-rico avrebbe imposto il silenzioai medici che si erano precipita-ti da lui per segnalare quantoavvenuto.

Riguarda sempre le condi-zioni della sala operatoriaprovvisoria dell’ospedale Jaz-zolino la seconda concausa ci-tata dalla pubblica accusa da-vanti al Gup. In questo caso ilpm ha puntato il dito contro lamancata messa a norma dellasala, da cui sarebbe dipesa laresponsabilità indotta sul me-dico anestesista. Più precisa-mente il pm evidenzia che ilmalore di Federica si registra

all’inizio del black-out, ma senon si fossero spenti i monitorci si sarebbe subito accorti delmalore e la ragazza sarebbestata, dunque, rianimata. Infat-ti, secondo la pubblica accusa,«come si è riusciti a rianimarladopo un arresto cardiaco verifi-catosi molto tempo dopo l’ini-zio del malore, a maggior ra-gione si sarebbe riusciti a farlonon appena ci si fosse accortidello stesso malore».

Insomma per la pubblica ac-cusa il nodo da sciogliere perchiarire le cause della morte diFederica sarebbe tutto da ricer-care nelle condizioni della salaoperatoria, descritta con un im-pianto elettrico non a norma;con la certificazione degli im-

pianti falsa; con una palese vio-lazione della legge sulla sicu-rezza e con il mancato collaudodegli impianti.

Inoltre, altro aspetto da chia-rire rimane quello dell’appuntoin calce alla cartella clinica diingresso di Federica all’ospeda-le di Cosenza, evidenziato dauna perizia calligrafica presen-tata dall’avv. Giuseppe Altieri(uno dei difensori del dott. Co-sta) . Con una grafia diversa èstato segnalato che non c’eranosegni di ustione. Una precisa-zione sulla quale il pm haadombrato non pochi sospetti eche sarà oggetto di ulteriori in-dagini per capire chi ha messomano sulla cartella e per qualemotivo.�

Tommaso
Evidenziato
Page 191: Pino masciari

10 Martedì 11 novembre 2008

Consegnati alla Kpmg tutti i documenti sui debiti delle Aziende territoriali

Al lavoro sul piano di rientroSanità, dagli advisor accelerata sull’esame dei conti

di GIULIA VELTRI

CATANZARO - Gli advisordella Kpmg hanno inten-zione di velocizzare al mas-simo le procedure di con-trollo sui conti della sanitàcalabrese, e stringere i tem-pi sul piano di rientro.Quando ancora nulla di uf-ficiale si sa sulla reale enti-tà del debito sanitario nésugli interventi di taglio econtenimento della spesa,la Regione, attraverso ilcommissario, ha però ini-ziato concretamente a met-tere mano al piano di rien-tro. Ufficio del commissa-rio e soggetto attuatore, in-fatti, dopo aver fornito agliadvisor tutta la documen-tazione relativa alla verifi-ca sui conti, hanno iniziatoa confrontarsi su come fareper evitare il commissaria-mento del governo e, quin-di, su quali misure attivareper recuperare i soldi ne-cessari a coprire il buco fi-nanziario (due miliardi dieuro?). D'altro canto, sol-tanto quando il piano dirientro sarà pronto, saràpossibile verificare se laGiunta regionale è nellecondizioni di scansare ilcommissariamento ad ac-ta, soluzione - in realtà -molto presente nelle di-chiarazioni dei responsabi-li del governo, a partire dalministro alla Salute Mauri-zio Sacconi, il quale soltan-to ieri ha dato per scontatoil ricorso alla messa in mo-

ra. E, invece, almeno dagliuffici del dipartimento divia Buccarelli l'apprododella messa in mora e ancordi più del commissaria-mento, è nel novero dellecose possibili ma non inevi-tabili.

Finora, infatti, la Kpmg -almeno stando alle parolepronunciate dall'assessoreVincenzo Spaziante nelcorso del Consiglio regio-nale della scorsa settimana- ha apprezzato il lavoro fat-to dalla Regione sulla rico-struzione del debito, tantoda dichiarare di volerlo as-sumere a punto di riferi-mento anche per le altre re-gioni. Le previsioni di spe-sa per il 2008, poi, sono po-sitive, nel senso che regi-

strano un contenimentodei costi. Ragion per cui, al-meno sul piano tecnico, ne-gli uffici di Spaziante sicontinua a lavorare per da-re applicazione al piano dirientro. Per quanto - questoè pressoché certo - saràmolto impegnativo, com-porterà sacrifici e restrizio-ni e un imponente ridimen-sionamento dell’intero si-stema.

Ieri, nell'ambito degli in-contri settimanali con ilsoggetto attuatore, agli ad-visor è stato consegnato unultimo report stilato dal-l'ufficio del commissario. Iprimi, già nelle mani dellaKpmg, riguardavano leprocedure di accorpamen-to delle Asp e la situazione

contabile delle singoleaziende. Una corposa docu-mentazione all'interno del-la quale è ricostruita la vitacontabile della sanità cala-brese dal 2001 al 2007. Ilmateriale consegnato ieri,invece, fa il punto sulle spe-se che dipendono diretta-mente dalla Regione e nondalle aziende territoriali,come ad esempio quelle ri-ferite alla Fondazione Cam-panella e al servizio dell'eli-soccorso. Ora, in base al-l'accordo fra Kpmg e Re-gione, il lavoro di certifica-zione deve terminare entrola fine di novembre. Suc-cessivamente, si entrerànel merito della valutazio-ne sul piano di rientro e so-lo a quel punto di saprà se

Prosegue l’indagine dell’Asl di Locri per la morte di Bova

Sul medico sospeso decideràla commissione di garanzia

Cerimonia con Chiamparino

Torino, Masciaricittadino onorario

TORINO - Il presidente delConsiglio comunale di TorinoBeppe Castronovoe il sindacoSergio Chiamparino, hannoconsegnato la cittadinanzaonoraria a Giuseppe Mascia-ri. La mozione per il conferi-mento della cittadinanza ono-raria era stata votata all’una -nimità, il 16 aprile, da tutta laSala Rossa. Nato a Catanzaro49 anni, imprenditore edile,Giuseppe “Pino” Masciari dal1997 è testimone di giustiziaper aver denunciato tentatividi estorsione. Ha subìto graviintimidazioni da parte dellacriminalità organizzata e, perquesto, insieme allasua fami-glia, è costretto a vivere lonta-no dalla Calabria. La cerimo-nia di consegna della cittadi-nanza si è tenuta in Sala Ros-sa. Masciari vi è arrivato a pie-di, dopo essere partito da piaz-za Castello ed aver percorsovia Palazzo di Città accompa-gnato da una simbolica scortadi amici e conoscenti. «E' statala sua dignità a fargli sceglie-re la strada della denuncia -ha sottolineato Castronovo

durante il suo saluto - ma daquel giorno la suavita, e quel-la dei suoi cari, è profonda-mente cambiata. Ha dovutorinunciare al suo lavoro,chiudere l'azienda, lasciare lesue origini, cambiare nome,nascondersi, ma il suo sensocivico - ha concluso il presi-dente del Consiglio comunale- non è mai venuto meno. Hascelto di diventare paladinodella legalità, testimone digiustizia». Dopo aver ricevu-to il riconoscimento, Masciariha voluto esprimere parole diringraziamento «a tutti colo-ro che hanno contribuito aquesta cittadinanza, combat-tendo per valori fondamenta-li e mandando segnali fortiche dalla mia terra non rice-vuto. Sono dodici anni che vi-vo lontano dalla Calabria, dadeportato, da esiliato, ma ri-marrò sempre calabrese».«Dobbiamo essere d’esempioai giovani - ha concluso Ma-sciari - non possiamo più per-mettere che poche migliaia dipersone arroganti abbiano ilsopravvento sullo Stato».

Il ministro Maurizio Sacconi L’assessore Vincenzo Spaziante

la mannaia del commissa-riamento si abbatterà o me-no sulla Regione. Quel cheè certo è che sono state giu-dicate “disfattiste” le di-chiarazioni del ministroSacconi, il quale ha pratica-mente dato per scontatoche nel futuro della Cala-bria c'è la messa in mora,anticamera del commissa-riamento.

Intanto, da una rielabo-razione fatta da The Euro-pean House - Ambrosettisul “Rapporto Isae: Finan-za pubblica e Istituzioni”del 2008, la maglia neraper il buco nella sanità, nel2007 si concentra perl'82,9% in tre regioni: La-zio, Campania e Sicilia. Se-condo i dati presentati, lasituazione più critica si re-gistra in Lazio, dove è statoaccumulato un debito di1,4 miliardi di euro nel2007.

Le Regioni che seguonohanno invece un debito piùcontenuto, da 200 milionidi euro in giù. Per la Cala-bria, il debito accertato è di24 milioni di euro.

Il tutto in attesa della se-conda seduta del Consiglioregionale, dopo quella dimercoledì scorso - che si sa-rà in settimana - intera-mente dedicata alla que-stione sanità. E dopo le re-lazioni di Loiero e di Spa-ziante, toccherà ai consi-glieri regionali esprimersie dire la loro e dare vita aldibattito

CATANZARO - E’ pratica -mente scontato che le pri-marie per l’elezione degliorganismi territoriali delPd saranno rinviate. Perl’ufficialità manca soltantola firma del segretario re-gionale Marco Minniti e lapresa d’atto da parte delladirezione del partito. Si è te-nuta ieri pomeriggio a La-mezia Terme una riunionedecisiva fra la commissionedi garanzia e i rappresen-tanti delle cinque province.Il senso dell’incontro eraappunto quello di verificarea che punto fosse la campa-gna di tesseramento sui ter-ritori, ai fini della costitu-zione dei circoli e quindidella convocazione delleprimarie. Ebbene, da Co-senza a Catanzaro, pratica-mente nessuna provincia fi-nora è stata in grado di ri-spettare il calendario fissa-to nel regolamento varatoqualche settimana fa. Tan-to più che rispetto alle pre-visioni del regolamento,non è stato neanche appro-vato dalla direzione il testoattuativo, fondamentaleper l’allestimento dei seggie la presentazione materia-le delle liste e delle candida-ture a segretario provincia-le. Si attende, dunque, unpronunciamento definitivoda parte di Minniti e delladirezione. Non è esclusoche le primarie possano es-sere rinviate al nuovo an-no.

g.v.

Riunione del Pd

Primariesi correai ripari

Giustino Ranieri

Pino Masciari con il sindaco di Torino Sergio Chiamparino

24 ore in Calabria

di PINO LOMBARDO

LOCRI - Ancora sotto i riflettori la po-sizione del medico del reparto di urolo-gia dell’ospedale di Locri, Raffaele Ser-gi, sospeso dal servizio lo scorso 10 ot-tobre a seguito dell’inchiesta internaavviata dalla manager dell’AziendaSanitaria di Locri, Giustino Ranieri,all’indomani della improvvisa mortein corsia del giovane imprenditore diStilo, Alfonsino Bova, il giorno primache venisse dimesso dal reparto di uro-logia dove era stato ricoverato e sotto-posto ad un intervento chirurgico percalcolosi renale.

La pratica inerente il caso con i prov-vedimenti di sospensione assuntidall’Asl nei confronti del dottore Ser-gi, unitamente alla memoria difensivapresentata dal professionista, assisti-to dall’avvocato Mario Mazza, è statatrasmessa, ai sensi dell’articolo 23 delCcnl del comparto medici, al Comitatodi Garanzia della Sanità Calabrese.L’organo di garanzia adesso avrà 30giorni di tempo per “studiare” il caso e trasmettere i propri pareri “non vinco-lanti” al direttore generale dell’Asl lo-crese il quale solo allora potrà assume-re la decisione finale che potrebbe an-che essere quella della recessione delrapporto di lavoro.

La direzione dell’Asl di Locri fa sulserio per quanto inerisce la ricerca del-la verità sulle cause della improvvisamorte del giovane impresario di Stilo,Alfonsino Bova, sia per quanto riguar-da la ricerca di eventuali responsabili-tà e presentare il conto a coloro che nerisulteranno coinvolti. Secondo quan-to circolato in quei tristi giorni la cau-sa dell’improvvisa morte, che sarebbestata riscontrata anche attraverso lalettura della cartella clinica poi sotto-posta a sequestro, sarebbe da ricercarenella improvvisa “esplosione” di unembolo polmonare determinato moltoverosimilmente daL mancato tratta-mento del paziente con qualche farma-co, (leparina?). Come si ricorderà Al-fonsino Bova veniva sottoposto lo scor-so 3 ottobre, dai sanitari del reparto di

urologia ad un intervento chirurgicodi “calcolosi renali”.

L’esito dell’intervento era positivo esenza alcuna complicazione e, daquanto dichiarato, anche il trattamen-to post operatorio cui Bova veniva sot-toposto sembrava procedesse benetanto l’uscita dall’ospedale dell’ im -prenditorestileseeraprevistaper il7 l’8 ottobre scorso. Poi la sera del 6 ot-tobre accadeva l’imprevisto dopo chelo sfortunato impresario assumeva laterapia serale.

Infatti Bova veniva colto da un im-provviso malore dal quale non si ri-prendeva più dal momento che, nono-stante il tempestivo intervento dei sa-nitari, nell’arco di poco più di un’oraspirava. Su quella morte ha apertoun’indagine la procura locrese, ad in-dagare è la sostituta Federica Fortu-nati, che ha iscritto nel registro degliindagati sei persone, quattro medici e

due infermieri. Ma anche il managerdell’Asl locrese non è stato fermo. In-fatti, a seguito del funesto episodio, ilmanager Ranieri, prima ancora che laprocura locrese iscrivesse nel registrodegli indagati i sei operatori sanitaridel reparto di urologia, istituiva unacommissione d’indagine interna conl’obiettivo di accertare le cause di quel-la morte. Lo spirito che ha accompa-gnato la commissione d’indaginedell’Asl locrese, presieduta dal diretto-re sanitario dell’Azienda, DomenicoForte, non è stato quello di «colpevoliz-zare aprioristicamente alcuno», masemplicemente quello di «accertare sevi siano responsabilità, di chi siano, ese ci dovessero essere farle pagare aireali responsabili».

Il lavoro della commissione d’inda -gine interna, in attesa del deposito del-la perizia necroscopica effettuata daldottore Aldo Barbaro, perito medicolegale nominato dalla Procura di Lo-cri, è stato capillare. Non solo ha sen-tito tutti gli operatori sanitari del re-parto che hanno avuto a che fare con loscomparso Bova, del quale ha anchevisionato la cartella clinica, ma ha ri-chiesto agli operatori indagati dellememorie scritte. Venerdì ,a conclusio-ne del lavoro d’indagine Ranieri, dopoaver firmato la nota di “accompagna -mento” della spinosa pratica ed allega-tavi la memoria difensiva prodotta daldottore Sergi, ha inoltrato alla prepo-sta Commissione di Garanzia istituitapresso l’assessorato regionale alla Sa-nità. Il medesimo iter verrà effettuatodomani, quando scadranno le sospen-sioni cui sono stati sottoposti un se-condo medico ed una caposala entram-bi del reparto di urologia. Bisogneràadesso attendere i fatidici 30 giorninecessari alla Commissione per espri-mere il parere, poi la direzione azien-dale assumerà la decisione più idonea.Intanto ieri mattina il dottore RaffaeleSergi, finito il periodo di 30 giorni disospensione comminatigli dalla dire-zione aziendale, ha ripreso serviziopresso l’Asl locrese ma non presso reparto originario di Urologia.

Tommaso
Evidenziato
Page 192: Pino masciari

N.B: Ciano Magenta Giallo Nero

22CATANZARO - PROVINCIAGazzetta del Sud

MERCOLEDÌ 30 NOVEMBRE 2005

ALTO IONIO Vertice della Quercia con l�assessore regionale all�Ambiente Tommasi

Sull�onde le note del PianoSi cerca di affrontare il problema dell’inquinamento marino

A Botricello uno dei depuratori più attivi della zona

CROPANI � Una dele-gazione dei Ds di Cropaniha incontrato l�assessoreregionale all�Ambiente,Diego Tommasi. L�incon-tro ha fatto seguito ad unaltro, avvenuto durante lascorsa estate, promossoanch�esso dalla sezionediessina, a seguito dellenumerose segnalazioni dicittadini residenti e turi-sti pervenute sia alla se-zione del partito, sia ef-fettuate personalmente alconsigliere capogruppo diminoranza all Comune diCropani, Luigi Le Pera.

All�incontro erano pre-senti, oltre all�assessoreTommasi e allo stesso con-sigliere comunale Le Pe-ra, il coordinatore Ds diCropani, Salvatore Dra-gone, l�ingegnere NicolaLentini ed il geologo Raf-faele Guzzi, che da anni se-guono il problema dell�in-quinamento della fasciacostiera del Catanzarese.Scopo dell�incontro eraquello di fare il punto sul-le condizioni del tratto dimare antistante gli areni-li di Botricello, Cropani,Sellia Marina e SimeriCrichi, che si ripresenta,ormai puntualmente ognianno, inquinato.

La delegazione ha sot-toposto all�assessore tuttigli aspetti della situazio-ne, chiedendo al tempostesso quali provvedi-menti la Regione intendamettere in campo per af-frontare l�emergenza e laquestione ambientale inprevisione di una solu-zione definitiva e radica-le. Ciò al fine di porre al-l�attenzione delle Ammi-nistrazioni interessate lecause che stanno all�ori-gine del problema e le po-litiche da adottare per af-frontare seriamente ecomplessivamente l�in-quinamento del mare.

Il geologo Guzzi ha rile-vato l�esistenza di causediverse che concorrono acreare la situazione da tut-ti conosciuta: sovrapposi-zione di competenze tra idiversi enti interessati, a-spetti tecnici e di indiriz-zo di programmazionenelle politiche di sviluppoterritoriale. Si evince darecenti rilevazioni � hafatto notare Guzzi - che iComuni non sono nellecondizioni di verificare illivello di efficienza degliimpianti di depurazionedal momento che la ge-stione è demandata a so-cietà esterne e, pertanto,non sono in condizioni dipresidiare questo aspettodel problema, ancorché icittadini pagano ai Co-muni la tassa di depura-zione.

L�ingegnere Lentini haevidenziato gli aspetti tec-nici che é necessario con-siderare per prevenire ilfenomeno: la verifica del-l�adeguatezza della rete, ildimensionamento degliimpianti ed il completa-mento dei tratti non col-legati alla rete fognaria.Lo stesso ha evidenziatocome di recente, in conse-guenza dell�emergenza,siano stati realizzati trat-ti di fognatura a quote noncorrispondenti alle indi-cazioni dei piani di loca-lizzazione, con la conse-guenza che per spingere iliquami, si è reso neces-sario installare delle sta-zioni di pompaggio. Ma ta-li interventi correttivi

Rosario Stanizzi

comportano frequenti di-sfunzioni: emanazione dicattivi odori, notevoli co-sti di esercizio e la neces-sità di una manutenzionecostante che spesso gli en-ti locali non sono in gradodi assicurare.

Inoltre è stata rilevata,da parte della delegazionecropanese dei Ds, l�inesi-stenza di una completamappatura della rete conl�indicazione di tipologia,sezione, quote ed ubica-zione della stazioni dipompaggio, nonché l� ine-sistenza di una stima pre-cisa del fabbisogno e del-le potenzialità complessi-ve di depurazione degliimpianti esistenti. Inoltreandrebbe avviato un Pia-no di rilevazione degli sca-richi abusivi, della ido-neità delle fosse �imof�autorizzate in passato e

delle abitazioni che nonhanno ancora effettuato ilcollegamento alla rete, do-tando a tal fine le ammi-nistrazioni comunali di ri-sorse umane e strumen-tali per presidiare tutti gliaspetti e provvedere adavviare le necessarie col-laborazioni con i Comunilimitrofi e con gli enti so-vracomunali (Regione edAto) per coordinare gli in-terventi.

L�assessore Tommasiha riferito che da studi ef-fettuati e da informazioniin suo possesso la causaprincipale dell�inquina-mento marino è costitui-ta dal versamento nei fiu-mi di acque non depurateche giungono a mare, de-terminano il noto proble-ma. Proprio di recente siè concluso il lavoro deitecnici della regione - ha

sostenuto l�assessore - iquali hanno predispostoun Piano per intervenirelungo i tratti di tutti i fiu-mi della Calabria interes-sati dal problema. L�as-sessore però, pur dimo-strando grande disponi-bilità e sensibilità, non èstato in grado di dareinformazioni di tipo tec-nico circa gli interventiprevisti per i territori po-sti tra Simeri Crichi e Bo-tricello, essendo il Pianoancora in fase di appro-vazione, ed ha fatto rinvioad un successivo appun-tamento con i redattoridello strumento progra-matico, per poter dareinformazioni più precisecirca gli interventi previ-sti per il comprensorio diSimeri Crichi, Sellia Ma-rina, Cropani e Botricel-lo.

IN APPELLO

Ex giudicecondannatoa tre anniCATANZARO � La

Corte d� Appello di Romaha confermato la senten-za di condanna a tre annidi reclusione emessa inprimo grado a carico diun ex giudice del Tar del-la Calabria, Saverio Da-miani, 74 anni, accusatodi concussione. I fatti ri-salgono all� estate del 1988in complicità con l� expresidente dell� Iacp diCatanzaro, PasqualinoZumbo, nel frattempo de-ceduto. Secondo l� accu-sa, Damiani e Zumbo a-vrebbero costretto un co-struttore, Giuseppe Ma-sciari, a promettere loroil versamento di una tan-gente di 144 milioni di li-re per ottenere l� appaltoper la realizzazione di 62alloggi di edilizia popola-re a Soverato. La sommaconsegnata a Damiani sa-rebbe dovuta servire, se-condo l� accusa, ad otte-nere dal Tar una senten-za con la quale ottenere l�accoglimento di un ri-corso per annullamentodi una delibera dell� Iacpcon cui si consentiva lapartecipazione alla garad�appalto di altre impre-se, dopo una prima ag-giudicazione alla ditta dicui era titolare GiuseppeMasciari. Della sommapattuita Masciari avreb-be versato a Covelli eZumbo, in due tranche,novanta milioni di lire. Ilprocesso si è svolto a Ro-ma poichè la consegnadel denaro sarebbe avve-nuta nella capitale. Il Pgaveva chiesto la confer-ma della sentenza di pri-mo grado. Giuseppe Ma-sciari si è costituito par-te civile. (Ansa)

SOVERATO Giuseppe Calabretta (Udc) appoggia l�idea innovatrice

C�è odor di �terzo polo�Segnali di fumo nero al sindaco Mancini

SOVERATO - Piena a-desione al progetto poli-tico lanciato da GiacomoMatacera, ex consiglie-re provinciale e uomo dipunta dell�Udc nell�areadel Soveratese.

Le prime adesioni alleipotesi di una lista «mo-derata-centrista» daschierare alle prossimeconsultazioni elettoralicomunali, giungono pro-prio dal partito dell�Udc.Ad incoraggiare «l�ideaMatacera» è GiuseppeCalabretta, responsabi-le provinciale Organiz-zativo dell�Udc, il qualescende ufficialmentenell�agone politico sove-ratese con una dichiara-zione di sostegno.

«La posizione politicadi Giacomo Matacera -rimarca Calabretta - me-rita rispetto ed attenzio-ne da parte di tutti, siaall�interno dell�Udc ed,in particolare, all�ester-no, dove non è consenti-to a nessuno di imbasti-re processi di lesa mae-stà e pretendere prese didistanza e consequen-ziali atti di sottomissio-ni dell�Udc a linee poli-tiche e di programma daaccettare, con organi-grammi già costituiti,senza preventive e chia-re discussioni. GiacomoMatacera porta avanti u-na linea politica, su cuisi sta ampliamente di-scutendo a livello di co-mitato e di Direzioneprovinciale del partito,che è quella di verifica-re, situazione per situa-zione, se le amministra-zioni locali, espressionidella Casa delle libertà,hanno raggiunto o menogli obiettivi program-matici presentati di co-mune accordo, agli elet-tori che sulla base deglistessi ci hanno dato la lo-ro fiducia».

Chiaro ed esplicito inriferimento al sindaco u-scente Raffaele Mancini,che mentre predica da

Cesare Barone più parti, alla riproposi-zione del cartello politi-co comunale ispirato al-la Casa delle libertà, dal-l�altro lato lascerebbe in-tendere di aver già pron-ta la lista dei candidati,senza chequesta siastata con-cordata eprogram-mata congli organiprovincialidel centro-destra.

Poi, l�e-sponenteprovincia-le dell�Udc,chiedechiarezzaed aggiun-ge: «Percontinuarea meritarequesta fi-ducia, biso-gna, primadi tutto, fa-re chiarez-za e domandarsi se a So-verato esiste o meno an-cora la Casa delle li-bertà. Domandarsi poise l�azione amministra-tiva è stata sempre coe-

rente e se c�è stata la col-legialità con il coinvol-gimento di tutti».

Calabretta, chiede an-cora, «se ci sono stati itentativi di fughe in a-vanti e se ci sono state

interferen-ze ed intro-missioninella vitainterna deipartiti al-leati perromperegli equili-bri. Parten-do da que-sti presup-posti legit-timi perchi fa poli-tica, con laletteramaiuscola,e tenutoconto chel�Udc nonsi ritieneingessata alivello diconsulta-

zioni, dove bisogna in-vece privilegiare esclu-sivamente gli interessidella collettività e nonquelli di parte, apparechiaro che Giacomo Ma-

tacera pone problemireali e seri, largamentecondivisi dai cittadini diSoverato e, pertanto,non può essere conside-rato scheggia impazzitao eretico da mandare alrogo, ma continua ad es-sere patrimonio del-l�Udc ed una sua impor-tante risorsa da non di-sperdere».

«Se si vuole veramen-te bene a Soverato - con-clude Calabretta - biso-gna sedersi ad un tavo-lo, liberi da preconcettie senza disegni precosti-tuiti, discutere e ritro-vare le ragioni di un�al-leanza che sia credibilee sostenibile, non solodai promotori, ma cosaassai più importante enecessaria dagli eletto-ri, che dovranno giudi-care e democraticamen-te decidere a chi dare lafiducia ed il sostegno».

Una dichiarazione,articolata e puntualeche determinerà, se ilterzo polo avrà la suacellula creativa anchea Soverato, una verà in-novazione elettorale al-le prossime Ammini-strative.

Giuseppe Calabretta

GIRIFALCO

Il neurologo professore Salvatore Tolonecommemorato a cinquant�anni dalla morte

GIRIFALCO � A cin-quant�anni della morteGirifalco ha commemo-rato uno dei suoi figlipiù illustri, SalvatoreTolone, professore inneurologia che, concepìla professione come unvero apostolato, unamissione da realizzaretra la gente che amavae, in breve s�impose nelmondo del sapere di-ventando stimato pro-fessionista in tulle le u-niversità d�Italia.

Pietro Danieli Nato a Girifalco nel1913, conseguì la licen-za liceale al «Galluppi»di Catanzaro. Si iscris-se alla facoltà di Medi-cina dell�Università diNapoli e conseguì la lau-rea nel 1936, a soli 23 an-ni, presso l�Universitàdi Cagliari, dove si eratrasferito al seguito delrelatore della sua tesi, ilprofessore di neurologiaMario Gozzano. A soli 24anni ebbe l�incarico diassistente universitarionella Clinica neurologi-ca dell�Università di Na-

poli, e diventò professo-re ordinario a meno di27. Sarebbe andato, an-cora giovanissimo, allalibera docenza, ma scop-piata la seconda guerramondiale, tutti i con-corsi furono sospesi; ilprofessor Salvatore To-lone fu chiamato alle ar-mi e mandato da uffi-ciale medico in Croazia.Nell�estate del �43 ri-tornò a Napoli per quel-la che doveva essere u-na breve licenza, ma lasituazione precipitò: il25 luglio cadde il fasci-smo e dopo poco l�Italiameridionale fu liberatadagli alleati. Tolone, conmoglie e figlio si rifugiònella casa paterna a Gi-rifalco. Qui si prestò davolontario presso il lo-cale ospedale psichia-trico, dove erano rico-verati parecchie centi-naia di ammalati, versoi quali si prodigò oltre o-gni umano limite.

Tornato a Napoli, ri-prese servizio alla clini-ca neurologica. Imme-diatamente dopo la finedella guerra, quando ri-cominciarono i concor-si, conseguì la libera do-cenza in neurologia,classificandosi al primoposto assoluto in Italia,via via affermandosi co-me uno dei più noti spe-cialisti in campo nazio-nale.

Era ormai lanciatissi-mo verso la cattedra u-niversitaria, la cui no-mina � ironia della sor-te � pervenne pochi gior-ni dopo la sua morte,quando morì in un inci-dente stradale, in unafredda sera di autunno,il 24 novembre 1955, traBrusciano e Pomiglianod�Arco, a pochi chilo-metri da Napoli.

Dopo la messa cele-brata nella chiesetta difamiglia, dedicata allaMadonna del Dolore, lacommemorazione è sta-ta tenuta ad opera delprofessore Dargut Ke-mail, suo vecchio amicoed assistente e poi ordi-nario di psichiatria al-l�Università di Napoli,mentre per i giovani me-dici girifalcesi ha intro-dotto il dott. Gino Sca-lone che ha rammenta-to l�insegnamento uma-no e professionale del-l�illustre clinico.

GIZZERIA Il Comune aderiscea �Lazzati� e Lamezia Provincia

GIZZERIA � Il consiglio comunale di Gizzeria, con-vocato per ieri in seconda convocazione ha, per comegià prevedibile, approvato i due importanti punti del-l�ordine del giorno e cioè; l�adesione al progetto di leg-ge �Lazzati� e l�adesione del comune di Gizzeria a La-mezia Provincia.

Un Consiglio comunale gremito e che ha affrontatole due problematiche in modo compatto ed unitario.Per quanto riguarda l�adesione a Lamezia Provincia,non sono state inserite le pregiudiziali volute dal sin-daco Michele Rosato che intendeva condizionare il vo-to con l�impegno che nel nuovo ente intermedio il pre-sidente del consiglio avrebbe dovuto essere espres-sione dei paesi del comprensorio come anche la metàdegli assessorati. Due pregiudiziali che non sono sta-te prese in esame in quanto il presidente del movi-mento ProvinciaLameziaenonsolo Francesco Gran-dinetti, presente alla riunione del Consiglio ed invi-tato a parlare dal sindaco Rosato e dal presidente delconsiglio comunale di Gizzeria, ha sottolineato che lepregiudiziali indicati da Rosato sarebbero state esa-minate in un secondo momento dalla consulta dei sin-daci. A favore si sono espressi otto consiglieri, duecontrari (Caterina Antonio e il capogruppo dei Ds Tra-puzzano) e uno astenuto, (il sindaco Rosato che avevagià preannunciato la sua astensione). Grandinetti haespresso grande soddisfazione affermando: «Sono or-mai 14 i Comuni che hanno dato la propria adesioneal progetto di legge per Lamezia provincia ed ora si a-spetta l�desione del Comune di Curinga per raggiun-gere il fatidico quindicesimo comune per arrivare alnumero necessario per definire l�iter del progetto».

Sarah Incamicia

CHIARAVALLE CENTRALE - Lapronuncia della Corte dei Conti di as-soluzione del presidente della comu-nità montana �Fossa del lupo� EnzoBruno e dell�intera Giunta in caricanel novembre del 2003, composta da-gli assessori: Alessandro Doria, Ful-via Geracioti, Vincenzo Olivadese,Mario Ciliberto, Fernando Servello eGiulio Suppa, ha ridato tranquillitàall�esecutivo, ma anche all�interogruppo di maggioranza, che sostieneil cartello Bruno.

Il decreto vergato dal Procuratorecontabile Domenico Oriani, che hapresieduto la seduta, ha stabilito chegli incarichi tecnici affidati all�e-sterno dall�ente montano, in occa-sione della pubblicazione dei bandiPor, non hanno comportato alcun do-lo, né tantomeno colpa grave in quan-to per i progetti da realizzare nel ter-mine perentorio di 45 giorni, non po-tevano essere presenti all�interno del-la struttura della �Fossa del lupo� suf-ficienti competenze specifiche idoneead individuare soluzioni utili per l�en-te. Quindi, nessun danno erariale, ilche ha fatto ritornare il sorriso aimassimi sostenitori del presidente.Ovvero la componente dei Ds, Mar-gherita, Sdi, Udeur ed indipendenti

Vincenzo Iozzo di centrosinistra presenti nell�as-semblea della Comunità montana.

Ieri mattina, il presidente EnzoBruno, ha incassato pure il sostegnodel sindaco della città Nino Bruno,che ha espresso parole di stima neiconfronti del rappresentante politicodella sede di via Foresta. «Non ab-biamo mai nutrito sospetti sulla buo-na condotta amministrativa della�Fossa del lupo�, gestita da un presi-dente capace dal punto di vista poli-tico-amministrativo». Ha affermatoil sindaco.

Dall�ufficio di presidenza, invece,si fa sapere che l�intera maggioranzasi è dichiarata soddisfatta, anche sela soddisfazione con può essere con-divisa, purtroppo con il segretariogenerale dell�ente, avv. Giovanni Gul-là, deceduto da qualche mese prema-turamente, per un male incurabile.«Mi sento felice e soddisfatto - ha det-to il presidente commentando la sen-tenza prontamente ritirata dalla can-celleria della Corte dei Conti di Ca-tanzaro -. Si è trattato di un inciden-te di percorso, il primo in vent�annidi vita politico-amministrativa. Lacosa che mi gratifica maggiormenteè che il collegio giudicante, compostoda validi magistrati contabili, ha ri-conosciuto la legittimità della proce-dura che io e la mia Giunta abbiamo

adottato. Non c�è il direttore genera-le, che ci ha assistito nella redazionedegli atti, ma un grosso plauso lo me-rita la felice memoria».

Alla Corte dei Conti gli ammini-stratori erano arrivati a seguito di u-na denuncia. Allora per poter attin-gere ai finanziamenti messi a dispo-sizione dell�assessorato alla Foresta-zione per i Por-Calabria, finalizzatiall�assetto idrogeologico del territo-rio, era stato nominato un pool di pro-gettisti esterni per redigere gli ela-boratori tecnici esecutivi e dotarsidelle autorizzazioni amministrativenecessarie per pervenire in tempi ra-pidi alla definizione dei decreti disomministrazione dei contributi. Intutto erano stati presentati otto pro-getti, peraltro finanziati.

«La cosa strana di tutta la vicen-da - ha concluso il presidente - è checi hanno dato dei tempi e delle in-dicazioni per un territorio partico-larmente soggetto ad alluvioni e al-tre calamità naturali. Non ci scor-diamo la tragedia delle Giare a So-verato. Ci siamo trovati �incrimi-nati� perché il tecnico dell�ente permeccanismi a noi estranei ha inte-so sporgere denuncia, quando sape-vano benissimo che il lavoro non po-teva essere realizzato secondo le in-dicazioni della Regione». Enzo Bruno

TORRE DI RUGGIERO Ladri notturni nel Santuario. Obiettivo: le cassette (vuote) delle elemosine poi l�idea di compiere il furto sacrilego

Tentano di rubare la corona d�oro della Vergine ma poi si pentono

L�interno del Santuario della Madonna delle Grazie

CARDINALE - Arram-picatisi dietro l�altare, han-no raggiunto la statua del-la Madonna delle Grazie,custodita in una teca di ve-tro, forse per portare via,la preziosa corona d�oro,che orna il capo della Ver-gine. Quando si sono tro-vati al cospetto della sacraeffigie, illuminata dal rag-gio di luce della torcia, han-no desistito. Ecco l�insoli-to gesto dei �soliti ignoti�che, la notte scorsa, sonopenetrati all�interno delsantuario della Madonnadelle Grazie di Torre diRuggiero, alla ricerca didenaro, dopo aver segatole sbarre in ferro, di una fi-nestra della cappella in-terrata, meta per la festadella Vergine, di oltre40.000 fedeli.

Il denaro non è stato tro-vato: ogni sera le cassettedelle offerte vengono ri-mosse. Poi gli ignoti han-no messo a soqquadro la

Bruno Cirillo sacrestia e le stanze atti-gue, rovistando nei tirettie negli armadi, gettandocandelabri e libri sacri. U-no sensazione di �furia de-vastatrice�, si è presenta-ta agli occhi delle suoreche, ogni mattina, apronoil Santuario.

Forzate pure le porte deilocali, adiacenti la sacre-stia. Dopo l�incursione, gliignoti, sono fuggiti.

Sul posto sono interve-nuti i carabinieri della Sta-zione di Cardinale, al co-mando del marescialloGiuseppe Campolo che,

sotto le direttive del capi-tano Francesco Tocci del-la Compagnia di Soveratohanno avviato le indagini,facendo intervenire il per-sonale della Squadra rilie-vi scientifici per analizza-re le impronte digitali. An-che quelle, lasciate sullaporta in legno della tecache ospita la Vergine, tro-vata poi, semiaperta. Sulposto, pure gli i Vigili ur-bani, guidati dal mare-sciallo Vito Sangiuliano.

Don Maurizio Aloise,rettore del Santuario, purdicendosi amareggiato

«per questo atto che offen-de, non solo Torre di Rug-giero ma, tutta la Calabriadevota della Vergine» ha

avuto parole di perdono«per questi fratelli che han-no osato tanto, nella spe-ranza che, con l�interces-

sione della Madonna, pos-sano pentirsi». Anche ilsindaco Mario Barbieri, hacondannato il vile gesto.

CHIARAVALLE La Corte dei Conti ha esaminato gli incarichi tecnici affidati nel novembre 2003

Assolti presidente e Giunta della Cm

Tommaso
Evidenziato
Tommaso
Evidenziato
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Fonte: http://www.cnn.com

November 22nd, 2007Anti-mafia is going in Second Life Posted: 12:08 PM ET

Pino Masciari is a Calabrian ex-building contractor that rebelled to Calabria mafia’s threatening system many years ago. He sued his blackmailers starting a trial that is still running nowdays. After that day, mafia and many mafia-colluded Italian politicians forced him to close his company, and now Pino is hiding somewhere to avoid to be killed by mafia. While Italian State give to Pino broken armored cars, mobsters can still today walk freely in Calabria and act as gods. On 28 of October 2007, Pino managed to came back to Calabria with an escort to discuss with the ministry of inner affairs and other politicians why he have still to live as rat and mafiosi can do what they want. At the same time, Pino connected to Second Life at San Marco square in Venice Italy to explain to onlookers his situation. You can still contact him using the guest book from the Beppe Grillo Point in Venice Italy and in Lupulinus This is just the first step to ensure to Calabria and southern Italy a future free from mafia.Submitted by Spartakus Dagostino

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Mercoledì 5 Dicembre 2007 Gazzetta del Sud10

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AttualitàIntervista esclusiva al presidente Domenico Ielasi, che denuncia lo stato di degrado e le promesse mai mantenute dopo il delitto Fortugno

Locri, abbandonato il Tribunale di frontiera«Il palazzo cade a pezzi, i fascicoli dell’archivio in pericolo per infiltrazioni di acqua, organici carenti»

Tonio LicordariLOCRI

La facciata del Tribunale di Locri,dove si celebra in Assise uno deiprocessi (se non il processo) piùimportanti d’Italia, quello perl’uccisione del vice presidentedel Consiglio regionale FrancoFortugno, dà i segni evidenti deldegrado. Magari per magistrati,avvocati, addetti ai lavori e citta-dini di Locri la cosa passa ormaiinosservata, visto che l’occhio hafatto l’abitudine, ma per il visita-tore occasionale l’aspetto delladecadenza rimbalza evidente. Inuna pausa del processo, siamoandati a trovare il presidente diquesto Tribunale, il dott. Dome-nico Ielasi. Il suo ufficio è al pri-mo piano. Un ufficio spartano,tenuto con decoro ma nulla più.Il presidente è restìo a parlare,ma dopo tanta insistenza si lasciaandare in una battuta: «QuestoTribunale non è solo di frontiera,ma di abbandono».

Il ghiaccio è rotto. Il dott. Iela-si si apre e, in questa conversa-zione-intervista, esprime delu-sione per le promesse non man-tenute dopo il delitto Fortugno,sottolinea le difficoltà di organi-co, le carenze dell’edificio (diver-si fascicoli sono stati distrutti dainfiltrazione d’acqua), raccontaperché da 15 anni non è statopossibile mettere la prima pietradel nuovo Tribunale a causa diinfiltrazioni mafiose, denunciala mancanza di giudici di pace etante altre lacune. Il quadro cheviene fuori è davvero allarmante.Quando gli accenniamo ad un bi-lancio, risponde: «Decisamentenegativo».

– Eppure dopo il delitto ec-cellente del dott. Fortugno, siparlava di grande attenzioneverso questo Tribunale. Prodi,Mastella, la Regione facevanopromesse...

«Infatti abbiamo preso alloraatto di questa maggiore attenzio-ne in termini di risorse umane emateriali. Ma finora, dopo oltredue anni, non c'è stato alcun ri-sultato».

– Entriamo nei particolari,presidente.

«Per esempio si era subito ac-cennato ad un “Decreto Locri”,poi trasformato in “Decreto Cala-bria”per le richieste di partecipa-zione ai benefici pervenute da al-tre zone della Regione. In virtù

peraltro di una convenzione fra iministeri dell’Interno e della Giu-stizia un primo concreto risulta-to prevedeva la destinazione dicinque unità a tempo determina-to da adibire al personale di can-celleria del tutto carente. Le as-sunzioni dovevano avvenire perconcorso. Mi risulta che la proce-dura è stata sospesa e non si saquando potrà essere definita».

– L’edificio di questo Tribu-nale è cadente. Si parla dellaprossima costruzione di unnuovo, moderno palazzo digiustizia.

«Meglio tardi che mai. Nel mioritorno a Locri, nell’ormai lonta-no 1993, il problema logistico mifu posto come priorità assoluta.Ripresi una proposta di finanzia-mento inoltrata tre anni primada un commissario prefettizio alministero della Giustizia, il qualedopo qualche anno autorizzò ilnuovo. Sono passati, dunque,appena... 17 anni dalla inizialeproposta e ancora non si sa quan-do verrà posta la prima pietra».

–Come mai tutto questo lun-go periodo di stand-by? Qualisono le prospettive?

«La procedura, sospesa circaun anno fa dalla Prefettura diReggio in applicazione alla nor-mativa antimafia, è stata ripresadi recente. Speriamo che si vadaavanti adesso in tempi brevi. Cer-to non possiamo negare l’impre-scindibile necessità di prevenirequalsiasi infiltrazione meno chelecita. Ma intanto l’opera non de-colla».

– Certo è un problema evita-re questo tipo di infiltrazioni.Ci risulta che vi sono altre ope-re in cantiere che non si riesco-no ad eseguire per lo stessomotivo.

«Ancora prima della propostadi costruire un nuovo Tribunale,il ministero aveva finanziato unacospicua somma (circa 500 mi-lioni delle ex lire) per la ristruttu-razione dell’attuale palazzo. I la-vori stavano per essere conse-gnati ad una cosca mafiosa dellazona. L’iter fu interrotto dopoche la vicenda era stata segnalatain un’informativa di reato e poi

riportata nella relativa ordinan-za di custodia cautelare emessadal Gip distrettuale di Reggio».

– Come è finita?«Poiché si prevedevano tempi

lunghi, il finanziamento è statoutilizzato per dare più sicurezzae funzionalità al vecchio edificio.Abbiamo dotato il Tribunale de-gli apparati di controllo all’in-gresso, delle porte di accesso aivari reparti, degli impianti di cli-matizzazione e del rifacimentodell’impianto elettrico. Tutteopere indispensabili. Ma i pro-blemi irrisolti sono ancora tan-ti».

– Quali per esempio?«In primis il degrado dell’ar-

chivio storico, dove sono custo-dite i fascicoli relativi a cause de-finite, gli atti dello stato civile.Diverse pratiche sono state di-strutte dall’infiltrazione di ac-qua. È dal 1998 che segnalo que-sto problema ai veri sindaci di Lo-cri. Mi viene sempre risposto chec'è difficoltà a reperire una dittaspecializzata. E poi come lei ac-cennava c'è questa degradante

Il dott. Domenico Ielasi, presidente del Tribunale di Locri, in una foto di repertorio

Roma A Palazzo San Macuto interessante audizione davanti alla Commissione parlamentare dei magistrati della Dna Cisterna, Le Donne e Macrì

La lotta alla ‘ndrangheta richiede mezzi adeguati dello Stato

Il presidente Francesco Forgione

facciata».– Sì, non è un bel biglietto da

visita...«Non si tratta solo di una que-

stione estetica, direi anzi di deco-ro, ma di tutela dell’incolumitàpubblica. Cadono pezzi di into-naco, cornicioni. Speravo che ta-le gravità imponesse al Comunedi Locri di sistemare questa fac-ciata, ma non è stato fatto nulla.C'è una somma disponibile rima-sta da un mutuo della Cassa de-positi e prestiti. La pratica, dopoanni e anni di fermo burocratico,ha avuto uno sbocco positivo neldicembre del 2005. Sino al mo-mento non c'è nulla di concreto.Ma non è finita, qui si lotta pureper l’ordinaria manutenzione,c'è un unico custode part time, c'èun numero risicato degli addettialla pulizie. Pensi che è stato per-

Da 15 anni si aspettal’avvio del nuovopalazzo bloccatoda infiltrazioni mafiose

Ci sono i giudicitogati, mancanoquelli di pace. A Locrinessuno vuole venire

Teresa MunariROMA

Un’audizione interessante e riccadi novità quella dei magistratidella Direzione nazionale anti-mafia Cisterna, Le Donne e Macrìche ieri a San Macuto hanno offer-to uno spaccato utile alla Com-missione parlamentare per ap-profondire limiti e potenzialitàsia della ‘ndrangheta che delloStato. «Una relazione anche co-raggiosa – ha commentato il com-missario Angela Napoli – perchésenza remore si è evidenziata lagravità della situazione in cui ver-sa la Calabria di fronte alla sem-pre più incalzante offensiva ma-fiosa».

Il presidente Forgione ha aper-to i lavori consentendo ai tre giu-dici di svolgere in premessa unabreve informativa sul comprenso-rio nel quale svolgono la loro ope-ra, e successivamente ha fatto inmodo che ad ogni domanda deicommissari seguisse la rispostadei magistrati. Moltissime le do-mande e le risposte secretate, madai microfoni aperti è emerso unappello corale allo Stato che do-vrebbe concedere mezzi e uomini

adeguati, indispensabili per met-tere alle corde il fenomeno della’ndrangheta. Il procuratore ag-giunto Emilio Le Donne che dallaDda di Catanzaro ha competenzesulle quattro province, dopo aversegnalato il crescente dominiodella mafia nel lametino e nel vi-bonese, ha lamentato l’insuffi -cienza della sanzione penale. «Inuna lettera alla procura compe-tente, nel 2004 –ha detto – segna -lai come nelle mani di 4-5 società,tutte domiciliate a Cosenza, siconcentravano qualcosa come2.700 appartamenti e oltre 2.200terreni. Bene, le relative indaginisi sono concluse con l’archiviazio -ne, dopo accertamenti negativi su50 mila conti correnti». E ancora:«In Calabria la ricchezza è gestitada poche persone, mentre una po-vertà diffusa e la disoccupazionegiovanile supera il 22-23%, eppu-re nel 2006 c'erano 10 mila milio-ni di euro depositati e 171 milionidi azioni mentre per le strade cir-colavano 1.870 auto di cilindratasuperiore a 3000 cavalli». E suirapporti fra mafia e politica hadetto: «È sbagliato dire che la ma-fia è collusa con l’amministrazio -ne, la mafia è l’amministrazione,

mentre bisogna fare i conti conuna popolazione rassegnataall’oppressione della criminalitàorganizzata». Sull'omicidio For-tugno Vincenzo Macrì applicatoin Calabria per indagare sul delit-to sostiene che «la ‘ndranghetanon è la mente che ha deliberatol’omicidio, si tratta piuttosto di unfilone nel quale vanno inseriti l’at -tentato a Saverio Zavattieri, le mi-nacce alla vedova Fortugno, e ilcaso Chiefari ( l’ex poliziotto ac-cusato di aver messo ordigninell’ospedale di Siderno per inti-midire i familiari di Fortugno). Ilcaso Chiefari – ha spiegato il ma-gistrato – fa capire che in Calabriac'è una presenza dei servizi non alivello investigativo ed è una cosapreoccupante. Chiefari è un per-sonaggio marginale. Servirannoindagini ulteriori per capirlo. Lamia impressione – ha detto – èche, in questi anni, la presenza deiservizi in Calabria sia stata forteanche sotto il profilo dell’influen -za su indagini giudiziarie».

Macrì ha poi parlato della in-stabilità delle cosche della Locri-de che, dopo gli arresti dei capi,sono alla ricerca di nuovi equili-bri, ed ha fatto la differenza con

quelle della Piana che invece sonoben ancorate al territorio per lapresenza del porto.

Alberto Cisterna ha invecesquarciato i veli sul mercato delladroga, in particolare della cocai-na dove la ‘ndrangheta continuaad avere una posizione di rilievo.«Ma non sempre a gestirlo sonomembri dell’organizzazione – haspiegato il magistrato – anzi dopole condanne degli Anni 90, e come

sino possibile eseguire traslochidi arredi e fascicoli. Qui è un lus-so avere un centralino modernoe funzionante o la pitturazionedei corridoi e delle aule. Ancoraesiste una legge arcaica, per cuigli uffici giudiziari si debbono ri-volgere alle amministrazioni lo-cali per il semplice cambio di unalampadina».

– Uno sfogo in piena regola,il suo. Lo sfogo di un presidenteche si sente spesso dire «non sipuò fare perché sono finiti ifondi». Ma qual è la situazionedel personale?

«Per quanto riguarda i giudicitogati e onorari, di cui è compe-tente il Consiglio superiore dellaMagistratura devo dare atto diuna particolare attenzione dellostesso Csm nella copertura, nonappena possibile (espletamentodei concorsi) e per come possibi-le (solo con gli uditori, ossia congiudici di prima nomina) dei po-sti che di volta in volta restanovacanti. Il resto dipende più omeno del ministero della Giusti-zia. Va male con i giudici di pace

sia per le difficoltà dell’iter buro-cratico per la loro riconferma siaper questioni di bilancio, tantoche in corso un monitoraggio perla soppressione di alcuni di essi eper l’accorpamento di altri. La di-rettiva centrale dice che in questicasi bisogna arrangiarsi con le ri-sorse disponibili all’interno delDistretto della Corte d’Appello.Ma qui siamo al solito caso della“coperta corta”. Insomma quan-do un Tribunale dispone di giudi-ci togati e scarseggia di ausiliari ècome avere un battaglione senzamunizioni. Ma non è finita: negliultimi 15 anni sono rimasti quasisempre vacanti il posto di diri-gente, di un direttore di cancelle-ria e di ben sei funzionari su unorganico di otto. La situazione siè aggravata perché alcuni sonostati trasferiti altrove in via defi-nitiva o temporanea».

– Un quadro, il suo, abba-stanza chiaro e grave.

«Vado oltre. Qualche mese fail Ministero ha disposto un inter-pello su scala nazionale, esclusoLocri. Il motivo? Mi è stato dettoche qui non vuole venire nessu-no. Qualche trasferito, dopo averassunto servizio, se ne è rimastoa casa con tutte le garanzie di leg-ge! Tutto ciò paradossalmente farisultare questo Tribunale conun basso indice di scopertura ri-spetto ad altri del Centro-Nord.In effetti sono presenti in... so-prannumero alcuni dattilografi,qualche commesso e qualche au-tista, i quali a volte restano inatti-vi per insufficienza di computer edi autovetture. Pensi che solo dapoco è possibile disporre di unaterza macchina grazie ad unprovvedimento del presidentedella Corte d’Appello. Eppure gliuffici di questo Tribunale sonodislocati in quattro plessi diversi,oltre alla sezione staccata di Si-derno».

– Per concludere, presiden-te: la sua terapia è tra quelleche non lasciano spazio all’ot-timismo. Lasciate ogni speran-za...

«Gli antichi romani dicevano“spes ultima dea”. Di solito la ras-segnazione, caratteristica di noimeridionali, conduce al minoreottimismo. In realtà occorresconfiggere anche tale negativatendenza che porta ad un faciledisimpegno, se non si è forte-mente motivati alla soluzionedei problemi».�

Palizzi Sulla 106Grossa franain due galleriein costruzioneSalvi gli operaiPALIZZI . Un imponente dis-sesto franoso della monta-gna si è verificato lunedì po-meriggio agli imbocchi, latoReggio Calabria, di due gal-lerie in costruzione sulla va-riante della strada statale106 ionica. La prontezza diriflessi di sette operai impe-gnati nei lavori ha scongiu-rato una tragedia.Le canne delle gallerie, di-stanziate di una quindicinadi metri, sono scavate percirca 180. Rumori inconsue-ti alle volte hanno indottogli operai ad allertarsi e adallontanarsi rapidamente.Sono rimasti sepolti, perfortuna, solo mezzi e mac-chinari. L’impresa Condotteha già messo in sicurezza ilcantiere sia sul lato ReggioCalabria che, per motivi diprudenza, sul lato Taranto.

Il presidente dell’Anas,Pietro Ciucci, ha dispostoun’inchiesta nominandouna commissione che si av-vale di professionisti di chia-ra fama, esterni all’aziendaper valutare le cause del dis-sesto (non sarebbero estra-nee le piogge di questi gior-ni) e l’entità del danno. Laprosecuzione dell’opera èpossibile che subisca un ral-lentamento.

Lo smottamento ha inte-ressato il versante dellamontagna sovrastante il tra-foro. Le volte delle galleriesfranate non erano ancora,almeno secondo quanto si èappreso, cementificate. Si èriscontrata una profonda in-cisione, larga qualche metroe trasversalmente estesa percirca duecento con un totalecollasso.

La notizia, a parte il sol-lievo per lo scampato peri-colo, ha destato impressio-ne e preoccupazio-ne.�(p.p.)

se l’attività fosse stata data in out-sourcing», visto che i boss mano-vrano canali e rotte, ma a spaccia-re e vendere sono altri. Potremmoarrestarne 5 mila ma non dimi-nuiremmo di un grado la pressio-ne esercitata sul territorio da que-sto mercato». Un quadro tutt'altroche incoraggiante quello di Ci-sterna: «Niente collaboratori digiustizia, le tracce di pagamentoche emergono dalle intercettazio-ni sono labilissime, le cosche sono155, ma solo per 15 si riesce ad av-viare procedimenti nell’arcodell’anno e allora ritengo che in-vece di disperdere le energie neltentativo di contrastare le 155 or-ganizzazioni che si conoscono,dovremmo concentrare gli sforzisulle 15 maggiori per sterminar-le».

A raffica sono seguite le do-mande dei commissari. Lumia(Ds) ha chiesto ai magistrati unamappa delle cosche per indivi-duare i collegamenti politici edinternazionali, ma anche i termi-ni con cui la Dna si occupa deigrandi investitori che appaiono escompaiono dalla scena, facendol’esempio dell’israeliano che pro-poneva nel Crotonese l’Europara -

diso. Ma gran parte delle rispostesono state secretate, tranne quel-la di Macrì che ha escluso di poterfornire una mappatura per lamancanza di mezzi e uomini. Sec-gretato anche l’intervento delsen. Gentile (Fi), mentre l’on.Tassone ha chiesto se è possibileimmaginare finalmente un effica-ce coordinamento nel sistemagiudiziario. Sempre sul sistemagiudiziario è intervenuta AngelaNapoli, che ha chiesto lumi sul-l'arbitrio che consente al tribuna-le del riesame di scarcerare boss odi revocare provvedimenti re-strittivi. Macrì e Le Donne hannoevidenziato le difficoltà in cuiopera il collegio cui si concedononon più di dieci giorni per decisio-ni che meriterebbero una più ap-profondita attività investigativa.Mentre a proposito dell’auspicatocoordinamento Le Donne ha det-to che è affidato alla buona volon-tà, più esplicito è stato Macri: «Seuno vuole collaborare va bene,ma io non ho strumenti coercitiviper far sì che questo accada».

La Napoli ha anche chiesto lu-mi sulle truffe della 488 che han-no messo in relazione rappresen-tanti del ministero delle attività

produttive con la criminalità or-ganizzata ed ambienti politici, edanche sui legami fra la cosca Giof-frè di Seminara e i Piromalli; hachiesto di approfondire i compor-tamenti dei personaggi che ruota-no sulla società per la raccolta deitributi Gioseta e di conoscere lamappa delle 15 cosche sulle qualil’attenzione deve rimanere alta.Sui condizionamenti che intera-giscono con le aziende che vinco-no appalti in Calabria, sembra siaacclarato, l’ha dichiarato Le Don-ne, che le imprese arrivano qui giàpreparate a soccombere. E in me-rito alla intransigente presa di po-sizione assunta dal presidente diConfindustria, Luca Cordero diMontezemolo, che vorrebbeespellere quegli imprenditori col-lusi con il crimine organizzato, ilpresidente dell’Antimafia France-sco Forgione, a margine, ha dettoche gli segnalerà il caso di Raffae-le Vrenna, presidente degli indu-striali di Crotone, vice presidentedella Confindustria Calabria epresidente del Crotone Calcio cuila magistratura ha posto sotto se-questro i beni, ma che di rimandoavrebbe chiesto di patteggiare lacondanna.�

Tommaso
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Regionale - 3

perché non è più costretta a parti-re. Oggi le norme attuative preve-dono 24 mesi rinnovabili per altri24 mesi di programma di protezio-ne. E la persona può scegliere divivere nella propria terra. La perso-na che denunciava all’epoca erainclusa in un programma di prote-zione che non faceva i distinguotra la persona per bene ed il delin-quente. Sappiamo tutti che ci sonopentiti di mafia che l’hanno fattosolo per ottenere benefici a livelloprocessuale, e chi doveva subireergastoli collaborando con la giu-stizia si è trovato dopo pochi anniad essere già fuori dal carcere e hapotuto continuare a delinquere intutta tranquillità. Invece io hoperso tutto, non solo la professionee la casa. É incredibile a dirsi, maci sono ancora oggi mafiosi chevivono dentro i miei appartamenti.Ho perso tute le mie aziende: iodavo lavoro a centinaia di personeeffettive, più le ditte satelliti allemie aziende che collaboravano conaltre forme come gli installatori egli idraulici. In questi anni, iocome tanti altri nella mia stessasituazione, abbiamo cercato dimigliorare la legge e la differenza èche oggi c’è più attenzione verso itestimoni di giustizia» .Oggi le leggi sono in parte cam-biate eppure lei non può ancorarientrare?«No, perché a me la Commissionecentrale ha deliberato che né io némia moglie né i miei figli possiamopiù ritornare nella nostra terra perl’alto rischio di vita a cui siamoesposti. Nel caso facessi ritorno inCalabria mi toglierebbero il pro-gramma di protezione».

M.L.S.

Prima parte Un appello fiero e coraggioso.Quello di Pino Masciari. Un cala-brese che ha fatto una scelta e alquale noi della redazione di “Set-timana di Calabria” vogliamo dareun contributo, per la sua vicendacosì toccante affinché, le parole diquella voce possano diventare unavolta di più voce scritta.

Chi è Pino Masciari?«Io ero un imprenditore edile chelavorava e aveva la responsabilitàdella propria famiglia e quella dimolti altri. Un giorno ho deciso dinon pagare più il 3% ai mafiosi, il6% tra politici ed istituzioni locali.Mi davano anche delle imposizio-ni: mi dicevano chi era il personale

che dovevo assumere, le ditte a cuidovevo rivolgermi, quali lavoridovevo fare a titolo completamen-te gratuito. Ho dovuto costruirecase e fare ristrutturazioni per cen-tinaia e centinaia di milioni. Mihanno costretto a comprare mac-chine nuove. Io ero una personatecnicamente preparata. Mi sonotrovato con questi avvoltoi che congli strumenti che da sempre utiliz-zano, minacce ed intimidazioni,distruggono psicologicamente lepersone e hanno saputo annienta-re me e la mia famiglia»Che vita è oggi la sua? «Una vita di sofferenza, di amarez-ze, di soprusi, di abusi. Vieni trat-tato come immondizia. Anzi no,neanche quello. L’immondizia ha il

pregio di poter esserericiclata, noi neanchequello. Ma viviamoconfidando nella tantagente onesta che c’è,viviamo pensando achi ha dato la propriavita per gli stessi valo-

ri in cui io ho sempreciecamente creduto. Evivo con quel sensoche la giustizia primao poi trionferà sempre.La giustizia deve es-serci per forza, ci cre-do perché altrimentinon avrebbe neanchesenso vivere». Lei ha denunciatotutti: mafia e potenti.E’ vero che gli inqui-renti l’hanno sconsi-gliata dall’intrapren-dere qualunque azio-ne contro chi la ta-glieggiava?«Sicuramente non eraun suggerimento inmalafede. Mi hannodetto che difficilmenteavrei cambiato niente,però è anche vero chese nessuno comincia a

cambiare le cose, lasituazione rimane sem-pre la stessa. Avrebbero dovuto dirmiche io ero dalla partedello Stato, perché hodato la vita per rispet-tare le leggi. E invece,tutto questo non si èverificato anzi, è stato ilcontrario, come se l’in-teresse fosse stato soloil mio»Lei farebbe ancora lasua denuncia oggi?«Sì perché è una cosache ho dentro. Non èstato un fatto di conve-nienza, visto che ho solo persotutto. Ma anche se i sacrifici sonostati enormi, mi sento orgogliosodi quello che ho fatto. Se un infer-no esiste io l’ho già vissuto sullaterra».Non ha più paura di niente quin-

di?«No. Più di quello che mi è succes-so cosa potrebbe succedere anco-

ra?»Sua moglie ha condiviso fin dasubito la scelta che ha fatto?«Io ho sposato una superdonna.Mia moglie non mi ha mai rinfac-ciato niente. Insieme abbiamofatto l’unica cosa che sentivamo divoler fare. Mia moglie è un medicoodontoiatra che non esercita piùda quando siamo entrati nel pro-gramma di protezione testimoni.Sono dieci anni che non abbiamopiù un lavoro: viviamo con un con-tributo di 1.700 euro al mese. »Alla luce della sua esperienzaconsiglierebbe a chi si dovessetrovare oggi nella sua stessasituazione l’identico suo percorsodi denuncia?«Quando io ho denunciato non vierano leggi. Prima del 2001 erava-mo allo sfascio più totale perchénon c’era niente. Oggi la personache vuole denunciare un abuso dimafia può farlo tranquillamente

Pino Masciari, testimone di giustizia “abbandonato dallo Stato”, racconta la sua odissea

Ho detto no anche alla politica corrotta e oggi la mia è una vita di sofferenze«Sei come immondizia; ma almeno quella può essere riciclata. Noi no»

Page 198: Pino masciari

20 Giovedì 20 novembre 2008

Antimafia. Importante tavola rotonda in occasione del passaggio della “Carovana antimafie 2008”

«La lotta al crimine un dovere di tutti»Riaffermato l’appello al coraggio della denuncia dalla società civile

di STEFANO MANDARANO

HA FATTO tappa a Vibo Va-lentia il viaggio per i diritti,la democrazia e la giustiziasociale della “Carovana an-timafie 2008”, promossadall’associazione “Libera.Nomi e numeri contro lemafie”, dall’Arci e dalla retedi enti locali “Avviso pubbli-co”. E il passaggio in cittàdell’iniziativa di riscatto ci-vile diventa l’occasione perun’importante tavola roton-da presso la biblioteca co-munale, alla presenza dellemassime autorità istituzio-nali, militari e religiose delterritorio, proprio nellagiornata che ha regalato aVibo l’intitolazione di novestrade a chi ha pagato con lavita il suo impegno controla prevaricazione mafiosa.Di alto spessore anche il ta-volo dei relatori che ha ospi-tato il prefetto Ennio MarioSodano, il procuratore dellarepubblica Mario Spagnuo-lo, il sostituto procuratoredella Dda di Catanzaro, Ma-risa Mancini, e la rappre-sentante del ministerodell’Interno Maria Palma.Saluti tutt’altro che di circo-stanza sono giunti all’iniziodei lavori da parte del sinda-co Franco Sammarco («Og-gi è una giornata di legalitàin cui facciamo valere la vi-talità di una città dove a vol-te è difficile affermare i di-ritti costituzionalmentesanciti»), di monsignorPeppino Fiorillo, presiden-te provinciale di Libera («te-

niamo sveglie le coscienze,lavoriamo per un mondopiù giusto, togliamo insie-me i freni che rallentano losviluppo»), e della segreta-ria provinciale della CgilDonatella Bruni («i livellidella lotta alla ‘ndranghetasono due: quello investiga-tivo e quello culturale che èil più difficile e ci vede tutticoinvolti»).

I rappresentanti delle isti-tuzioni hanno risposto alledomande del giornalistaPietro Comito («qui lo Statoha dimostrato di saper esse-re presente. Lo ha fatto con iprocessi, con le sentenze econ le condanne. Qui una ri-nascita è possibile»), che haaperto e coordinato gli in-terventi.

Il dibattito ha da subito af-frontato uno dei temi piùcari alla mission di Libera,vale a dire quello dei testi-moni di giustizia, ed ha in-vestito da subito proprio lacomponente dell’ufficio delcommissario antiracket eantiusura Maria Palma cheha fornito chiarimenti inmerito alla normativa cheregola i rapporti con i colla-boratori di giustizia. «I te-stimoni calabresi - ha poiaggiunto - non sono maistati lasciati soli, nei loroconfronti c’è sempre statoun clima di solidarietà. Ècertamente auspicabile chei tempi si abbrevino, attra-verso sinergie tra forzedell’ordine e magistraturaper consentire una risposta

La platea presente al convegno e a lato il procuratore capo Mario Spaguolo e il pubblico ministero della Dda Marisa Manzini

La cerimonia nel popoloso quartiere “Feudotto”

Ricordate le vittime di mafia

con l’intitolazione delle viedi GIANLUCA PRESTIA

RICORDARE chi, per com-battere la mafia, ha dato lasua vita; chi, credendo in unmondo migliore, non ha esi-tato a spendersi fino all'ulti-mo respiro. Oggi, quell'e-stremo sacrificio deve servi-re a tutti, vecchie e soprat-tutto giovani generazioniche di gente come GiovanniFalcone, Paolo Borsellino,Rosario Livatino, Carlo Al-berto Dalla Chiesa, Pio LaTorre, Pier Santi Mattarella,Antonio Scopelliti, don PinoPuglisi e Giuseppe Fava, neha sentito parlare solo sui li-bri di scuola o in qualchetrasmissione televisiva. E' aloro che Vibo e la sua comu-nità hanno dedicato questagiornata; al loro ricordo, al-la loro memoria, in occasio-ne dell'arrivo della “Carova -na antimafie”che ha avuto ilsuo momento clou nel pome-riggio di ieri. Ma, nel frat-tempo, ieri mattina si è svol-ta nel popoloso quartiere“Feudotto” la cerimonia uf-ficiale di intolazione dellevie a questi nove martiri;giudici, politici, uomini del-lo Stato, religiosi, accomu-nati da un unico grandeobiettivo: sconfiggere ogniforma di mafia.

Una cerimonia semplice,iniziata con l'inno di Mame-li, e proseguita con il tagliodel nastro della strada prin-cipale del quartiere e lo sve-lamento della cartellonisti-ca ad opera del prefetto En-nio Mario Sodano e del sin-daco di Vibo Franco Sam-marco. Il corteo, presenti lepiù alte cariche istituziona-li, militari e religiose dellaprovincia, nonchè di compo-

nenti del mondo delle asso-ciazioni, si è poi radunatonella piazzetta del quartierein cui sono stati letti alcuniprincipi fondanti della Co-stituzione italiana, cui han-no fatto seguito i brevi inter-venti di don Giuseppe Fioril-lo, presidente provinciale di“Libera”, del prefetto Soda-no, del presidente della Pro-vincia, Francesco De Nisi, edel sindaco Sammarco e, in-fine, la messa a dimora diuna pianta di ulivo, simbolodella pace.

Da tutti, l'invito alla socie-tà civile a ribellarsi e denun-ciare ogni forma di illegali-tà. «Non bisogna soltanto li-mitarsi a proferire parole oalle buone intenzioni - hadetto al riguardo don Fioril-lo - ma bisogna agire. Il sa-crificio di queste persone ca-dute sul campo di lavoro de-ve servire da esempio pertutti noi. Non diamo spazioalla “mafia delle parole”, ma

prodighiamoci tutti per unasocietà migliore. Il sanguedei martiri genera altri mar-tiri, ma noi vogliamo chequesti siano martiri della te-stimonianza che coinvolga-no le scuole, gli uffici, le par-rocchie, i luoghi di lavoroinfondendo la speranza nel-la gente. La speranza di le-galità».

Dal prefetto, dal sindaco edal presidente della Provin-cia l'appello accorato a com-battere insieme il fenomenomafioso perché non bastasoltanto l'opera repressivadelle forze dell'ordine, ma ènecessaria l'azione a catenadi tutta la società civile. Poi,un invito agli studenti pre-senti ieri mattina a leggerela storia dei vari Falcone,Borsellino, Scopelliti e dellealtre vittime. Per capire unapersona bisogna conoscer-ne la storia, e queste personeche hanno perso la vita, nefanno parte integrante.

La cerimonia con il taglio del nastro

Vibo

più efficace alle loro esigen-ze. Ma la Calabria - ha fattonotare - è l’ultima regionenella graduatoria delle ero-gazioni da parte del mini-stero, ciò vuol dire che qui ledenuncie per estorsioni eusura sono ancora moltopoche».

Diversi “sassi nello sta-gno” sono stati poi lanciatidal prefetto Sodano che hainteso chiarire che: «i testi-moni di giustizia come PinoMasciari non sono stati mailasciati soli. L’appello alloStato - ha aggiunto poi rife-rendosi alle amministrazio-ni locali - spesso è un alibiper coprire le proprie in-competenze. Non è possibileche i comuni richiedanouna maggiore presenza del-

le forze dell’ordine quandonon sono in grado di gestirele questioni che competonodirettamente a loro». Rife-rendosi poi alla mancata co-stituzione di parte civile neiprocessi di mafia da parte dinumerosi sindaci, Sodanoha chiarito che: «spesso nonci sono i soldi, molto piùspesso non ci sono le capaci-tà. Per ovviare al primo pro-blema stiamo lavorando aduna convenzione con l’ordi -ne degli avvocati che con-senta ai comuni di spenderecifre minime. Ma è tempo inquesta provincia di stabilireregole etiche certe, che val-gano per tutti, per ricreareun clima di fiducia generaleche invogli la gente a farsiavanti».

Per Mario Spagnuolo:«quello che non ci serve so-no gli eroi. Ci occorre piut-tosto la normalità. Viviamoin una società liquida che fadella paura il suo unico col-lante. Di certo non aiutanoil nostro lavoro i tagli ai bi-lanci della giustizia a frontedi una ‘ndrangheta che ac-quista sempre maggioreforza economica che superaquella dell’economia lega-le».

Marisa Manzini ha poi of-ferto uno spaccato del feno-meno mafioso sul territo-rio. «Si sono fatti importan-ti passi in avanti - ha am-messo il magistrato - maqui c’è una criminalità po-tente sia dal punto di vistamilitare che economico, chemette in gioco più risorsedello Stato. Moltissimo ri-mane ancora da fare, servesensibilizzare la società ci-vile, un maggiore impegnodello Stato e servono perso-ne che lavorino in manieraseria».

Da registrare anche l’in -tervento di don Nino Vattia-ta, che ha riaffermato conforza i contenuti del docu-mento “Abitare il nostrotempo”, recentemente sot-toscritto dai parroci dell’al -to Mesima, e del vescovoLuigi Renzo. «Vogliamo la-vorare con voi - ha detto ri-volgendosi alle istituzionicivili - per riaffermare inquesto territorio una cultu-ra intesa come stile di vitapiù umano, più sociale, piùtrasparente».

Tommaso
Evidenziato
Page 199: Pino masciari

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Masciari: testimone di giustizia abbandonato dalleistituzioni

di Bruna Iacopino

Uno sciopero della fame e della sete. Uno sciopero per

chiedere che si ponga fine ad una condizione di vita

inaccettabile per chiunque. E' questo il gesto estremo che

Giuseppe Masciari ( meglio noto come Pino) imprenditore

calabrese sottoposto a programma di protezione in

seguito alle denunce fatte nei confronti dei suoi estorsori,

esponenti della 'ndrangheta, ma anche politici locali,

intende mettere in atto alle ore 10.00 del 7 aprile di fronte

al Quirinale. La motivazione: questione di vita o di morte.

Si, perchè dopo 12 anni di esilio in una località protetta

insieme alla sua famiglia, Pino viene completamente

lasciato solo.

Il 18 settembre 2008 il presidente della Commissione

Centrale di Protezione, Alfredo Mantovano, comunica infatti

a Masciari che da quel momento, nei suoi spostamenti in

funzione di incontri pubblici potrà muoversi

“autonomamente e con mezzi propri”; già nel 2005 era

stato escluso dal programma di protezione.

In seguito ad un suo ricorso, con sentenza del 23 gennaio

2009, dopo 4 anni, il Tar, non solo riconosce a Masciari lo

status di “importante testimone di giustizia”, ma ricorda

anche che la perdita dell'attività imprenditoriale gestita in Calabria sia da attribuirsi solo ed esclusivamente

al racket e alla criminalità organizzata: il programma di protezione non può “essere scaduto” e deve essere

rispettato il dettato legislativo che impone “...un tenore di vita personale e familiare non inferiore a quello

esistente prima dell’ingresso nel programma speciale di protezione.” ( Art. 16/ter introdotto il 13 febbraio

2001).

Già da tempo la famiglia Masciari lamentava il fatto di non poter più avere accesso ad una vita normale e

dignitosa, più volte Pino aveva fatto richiesta di poter riavviare un'attività, avere la possibilità di tornare a

lavorare, o essere accolto da uno stato straniero come richiedente asilo.

A queste richisete, finora, non è stata data risposta alcuna. Si stringono attorno a lui i suoi amici, le

persone che nel corso di questi 12 anni di esilio forzato dalla sua terra, non lo hanno mai lasciato solo e

hanno continuato a perorarne la causa di fronte alle istituzioni e, soprattutto di fronte alla gente comune,

ai cittadini. Sono loro, nel corso degli ultimi spostamenti di Pino, ad averne garantito la scorta, facendogli da

scudo umano. Suonano accorate dalle pagine del blog le parole della moglie Marisa, che rivolge il suo

appello non tanto ad uno Stato che ormai vede lontano e assente, quanto, proprio, a quella stessa società

civile. “Non lasciate che la famiglia Masciari muoia...”

Ancora più forti le parole di Pino, che in un videomessaggio denuncia apertamente lo stato di abbandono in

cui le istituzioni lo hanno lasciato. Chiede che vengano riconosciuti i suoi diritti, quelli sanciti dalla

Costituzione, chiede che venga rispettata una sentenza, quella emessa dal TAR e finora disattesa, chiede

che la gente si stringa di nuovo attorno a lui e lo accompagni in questa nuova battaglia, stavolta, con le

istituzioni.

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03/04/2009 Articolo 21 - Masciari: testimone di g…

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Page 200: Pino masciari

BRESCIAOGGILunedì 16 Marzo 2009 Cronaca 11

elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo e del collegio dei revisori

A.C. Brescia per il quadriennio 2009‐2013

Lista n.2NUOVO A.C. BRESCIA

Brescia, 16 marzo 2009

Egr. sig. Aldo Bonomi,

le prossime elezioni per il rinnovo del consiglio direttivo dell’Automobile Club

di Brescia ritengo abbiano una speciale importanza, poiché dopo quasi due anni di

commissariamento i Soci avranno la possibilità di scegliere tra due liste a chi

affidare la guida dell’Ente.

Per la prima volta dopo oltre vent’anni due schieramenti si sfidano alle

elezioni e questo è già di per sé un fatto molto positivo, una sfida democratica che

può invitare i Soci al voto e sensibilizzare gli stessi ad una maggiore attenzione

verso l’Ente che li rappresenta.

A questo proposito, essendo noi i candidati alla presidenza delle due liste, per

dare una maggiore trasparenza ai nostri programmi, La invito ad un confronto

pubblico in cui poter discutere delle tematiche che stanno a cuore ad entrambi.

Confidando in un incontro costruttivo ed utile a tutti i Soci, Le porgo

distinti saluti.

Giulio Ramponi

GiovanniBinotto,52 anni,al bar«Pippo»di viaVittorioVeneto

«TardivoinvestireorasulD’Annunzio»

Silvia Ghilardi

La «fiducia incondizionata»verso lo Stato è ciò che PinoMasciari non tralascia mai diprecisare ogni qual volta rac-conta la storiadella suavita.Lo dice fissando in faccia il

gruppodeirappresentantidel-le forze dell’ordine presentenellasala«Buozzi»diviaFolo-nari perdargli protezione.PinoMasciari - imprenditore

calabrese da undici anni «esi-liato» dalla sua terra per averdenunciato gli strozzini - amaquello Stato che pure moltospesso lo abbandona: quandonongligarantisce la scortaperglispostamenti,quandolo«di-mentica»permesiconla fami-glia inuna cascina inmezzo alnulla, quando il capo scorta èubriacooquando i sottosegre-tari dell’Interno decidono del-la sua sorte.Quest’ultimo, for-se, ilcolpopiùduroda incassa-re. Perchè, racconta Masciari,far sentire se stessi, la propriafamiglia, il gesto compiuto«scomodi», addirittura«esempinegativi».

Nel 2004 l’imprenditore,esaustodellavitada«deporta-to», chiededi poter far ritornoin Calabria, ma dal Ministeroglielo impediscono, «ritenutochesussistono-si leggetestual-mente nella delibera - gravi eattuali profili di rischio chenon consentonodi poter auto-rizzareilritornodelMasciari edel suo nucleo familiare nellalocalitàd’origine».Dopoqualchemeseunanuo-

va delibera decide che l’inseri-mentodel testimonePinoMa-sciari e della sua famiglia nelprogramma di protezione è fi-nito. «Da quel preciso istanteho pensato che per me l’ora xera arrivata - ricordaMasciari-, inquelmomentohopensato“mihanno venduto”».

DA ALLORAquest’uomogira inlungoe in largo l’Italiaper rac-contare la sua storia. E’ uscitoallo scoperto «per continuarea vivere». Perchè il program-maspecialediprotezionetesti-moni «non è fatto per la genteonesta, - commenta l’impren-ditore-,nonèfattoperdifende-re i testimoni di giustizia che

conlamalavitanonhannoavu-tomainienteache fare, senonnel ruolodi vittime».Masciari ricorda che lo Stato

paga ogni anno 12 milioni dieuroper le spese processuali aex-boss come Bernardo Pro-venzanoechelui, lespese lega-li se le deve pagare di propriatasca. «Dovete indignarvi -esorta il pubblico guardando-lodrittonegliocchi-,dovetein-dignarvi dell’ingiustizia e del-la realtà». E lui - che si defini-sce«vittimadeldovere»-snoc-ciolaunodopol’altro,gliepiso-di che l’hanno portato - nel1994 - a cessare lapropria atti-vitàdi imprenditore.Elenca lesofferenze, lapaura, lasolitudi-ne della lontananza. «Per die-ci anni - racconta - a Natale

non una telefonata di un pa-renteche ti fagliauguri», il di-staccodallamadree lanotte incui è fuggito «insieme ai suoifigliavvolti in coperte».

PER QUASI TRE ANNI i congiun-ti dell’imprenditore non han-no potuto avere notizie certedella sua sorte: «Mia madreha visto i miei figli tre volte indieci anni», si dispera. Poi - ilviso tirato ma fermo nel-l’espressione –-si domanda edomandaalla sala sePinoMa-sciari denunciando gli aguzzi-nie ipolitici,gliamministrato-ri locali - molti dei quali giàcondannati - di collusione conla ‘ndrangheta abbia fatto lasceltagiusta.«Sì, l’ho fattanonostante tut-

to, l’ho fatto anche per i mieifigli e per tutte quelle personeche credono nella giustizia enella volontàdi nonpiegare latestamai»,dice.L’imprenditore riferisce an-

che comemolte persone - nonsolo parenti- ma anche mem-bri delle forze dell’ordine - gliconsigliarono all’epoca di pa-gareilpizzoedinondenuncia-re,questo«lodicevanoperchémivolevano troppobene».PinoMasciari è convinto che

un’Italia in cui pagare il pizzoèla legalitàel’antistatoèloSta-to non sia un’Italia degna dilui e delle persone che hannoagitonelsuostessomodo:«So-loquandoPinoMasciari torne-ràa farel’imprenditoreinCala-bria loStatoavràvinto». f

L’ARRESTO.UnmarocchinocatturatodaiCarabinieridiGambara

Offredrogaai«cc»efinisceinmanette

GiovanniBinotto, 52 anni, ad-dettoallepulizie, leggeBrescia-oggi al bar «Pippo» di via Ve-netoe commenta lenotiziedelgiorno.

Il Brescia passa a Trieste con un2- 1che dà speranza ai tifosi: saràfinalmentel’anno dellaserieA?«Ho visto una grande squa-

dra, il gioco è migliorato mol-to, e Brescia dovrebbe essereorgogliosadeglisforzimessi incampo da una società che du-rante l’anno è passata da unagestione aun’altra, con il cam-bio Cosmi-Sonetti. Di questopasso la serie A non sarà piùun traguardo proibitivo. Cer-to, la squadra deve avere piùcontinuità, ma l’importante èrestare in quota più a lungopossibile. Lo stadio? Al mo-mentononèunapriorità».

La crisi mondiale morde anche aBrescia: le aziende chiudono omettono in cassa integrazione glioperai. Lei per quando si aspettalafine dellarecessione?«Gliespertidiconoper lame-

tàdel2010.E iomi chiedo:per

quella data le attività sarannoriprese?Ecosarimarràdelvec-chio tessutodipiccole emedieimprese?Difficile dirlo ora, inuna fase incuisinavigaavista,senzaapprodisicuripernessu-no.Di certo c’è che anche Bre-scia uscirà ridimensionata daquesta crisi che non ha prece-denti».

Il Comune di Brescia e la Provin-cia puntano al rilancio dell’aereo-porto di Montichiari con un maxiinvestimento.Maatutt’oggil’uni-co volo quotidiano dal «D’Annun-zio» è la tratta Brescia-Londra diRyanair. Lei come giudica l’inve-stimentosull’aeroporto?«Credo che ilD’Annunzio sia

un areoporto schiacciato traduepoli:daunaparteVerona,dall’altraBergamo.Perquestonon credo abbia i margini peruno sviluppo stabile. Non c’èlapossibilitàdivederlo “decol-lare” entro breve termine: perme, Bresciaavrebbedovuto ri-tirarsi quando era ancorapos-sibile, senza rimanere invi-schiata in un braccio di ferrosterile eunpo’ inutile». PODE

La temperaturamiteha indot-toiericentinaiadimotociclistialla prima uscita della stagio-ne sulle due ruote e non sonomancatigli incidenti.Spettaco-lare quello accaduto alle 18 aSanFelice.Motoda rottamareelesioninongraviper ilcondu-cente:unmiracolato.Altriduemotociclisti sono caduti sem-pre in zona Salò, una ragazzaalle Coste di Sant’Eusebio. Inaggiunta, in serata, una rissadopo un incidente senza feritia Sirmione. Una domenica digran lavoroper il «118» chehacontatounadecinadiinterven-ti per incidenti che hanno vi-sto coinvolti i motociclisti.Malapeggio è toccata adAlessan-

dro Imeri, bergamasco di 35anni, residente a Ciserano,mortonelpomeriggioaParza-nica mentre percorreva l’ exstatale del Sebino. L’Apriliasullaquale viaggiava si è scon-

trata contro la fiancata di unaGolf condottadaun 32ennediSorisole, finendo contro la«Panda» condotta da R.B., un20ennediMalonno,rimastoil-leso. Imeri èmorto sulcolpo.f

TRAGEDIA.AParzanicaun35ennesischiantasuun’autodiMalonno

SanFelice,miracolatoinmotoABergamounimpattofatale

#,)(&')*()#*%+$'"

IL GRIDO.AllaCameradel lavorol’accoratoappellodell’imprenditorecalabresechesièribellatoalla«’ndrangheta»

Masciari,unuomosolo«Io,vittimadeldovere»

PinoMasciari (al centro)alla Camera delLavoroinsiemea Fernando Scarlatae VitoCrimi FOTOLIVE

«LoStatoproteggeipentitiedimentica lagenteonesta:avràvintodavveroquandopotrò tornareacasa»

Ha tentato di vendere una do-sa di cocaina ad una personachesiaggiravaconfareannoia-to nei suoi paraggi nel centrostorico di Gambara, in piazzaCampofiera. Probabilmente siè lasciatoingolosiredaunpos-sibile cliente inatteso enonharesistitoalleregoledettatedal-laprudenzachedovrebbesem-pre contraddistinguere chivendedroga.Questa volta invece E.M.A.,

marocchinodi25anni clande-stinosul territorio italiano, si èavvicinato all’uomo che avevaneiparaggi e gli haoffertounadosedicocaina: inpochiminu-ti le sue prospettive sono cam-

biateall’improvviso.Ildestina-tario della sua offerta infattiera un Carabiniere in servizioindossandoabiti civili.Capito, inritardo,quantosta-

vaaccadendo, ilgiovanesièda-to alla fuga ma la sua corsa apiedi è durata giusto lo spaziodipochissimiminuti:dopopo-che centinaia di metri il Cara-biniere l’ha raggiuntoe ferma-to. Inevitabile a questo puntol’arrestodelgiovaneche,presoallasprovvista,ha tentatodiin-goiareduedosi di cocaina.Traglieffettipersonali iCarabinie-ri hanno trovatoanche 140eu-ro, probabilmente frutto del-l’attività di spaccio che porta-

va avanti regolarmente già daqualche tempo.Proprio l’attività di spaccio

che sembra proliferare conmaggiore insistenza in alcunicentri dellaBassa sembra atti-raresempredipiù l’attenzionedi molti pusher: i militari diGambara infatti, insospettitida alcune segnalazioni, da treo quattro settimane controlla-vano conmaggiore attenzionela zona.Inparticolare il giovanearre-

stato non rappresenta un vol-tonotoper le forzedell’ordine:giàqualchemese fa fuarresta-to per spaccio all’interno dellapropriaabitazione;eraabitua-to,dopo tre rintocchi del cam-panello, ad aprire la porta perfar salire gli acquirenti. Ulti-mamente,dopoessere tornatoin libertà, aveva cambiatome-todo. Un «cambio» che nonl’ha salvatodall’arresto.f

Lamoto distruttanell’incidente di SanFelice: illesoilpilota OTOLIVE

Page 201: Pino masciari

Gazzetta del Sud Domenica 14 Dicembre 2008 51

.

Emergono altri particolari dopo gli avvisi di conclusione indagine notificati dalla Dda di Catanzaro a nove affiliati alla cosca Mancuso di Limbadi

Estorsione e usura, i metodi delle coscheVittime un commerciante e un imprenditore agricolo al quale è stato sottratto un terreno di 300 milioni

Il sostituto procuratore Marisa Manzini, della Dda di Catanzaro, ha rispolverato un fascicolo su fatti risalenti agli anni Novanta

Nicola Lopreiato

Usura, estorsioni, sequestro dipersona, violenze. Reati aggra-vati dalle modalità mafiose.Dall’avviso di conclusioni inda-gini notificato alle nove perso-ne coinvolte nell’inchiesta rie-sumata dal sostituto procurato-re della Dda di Catanzaro Mari-sa Manzini, che vede al centrodelle indagini due vittime, l’im-prenditore agricolo DomenicoCrea e il commerciante AlfonsoOreste Carano, entrambi di Ni-cotera, emergono particolaripiuttosto inquietanti che il ma-gistrato ha racchiuso in sette di-stinti reati, che sarebbero staticommessi dal 1991 al 1999. Nelprovvedimento vengono trat-teggiate le violenze ed i dan-neggiamenti a scopo di estor-sione nei confronti dell’impren-ditore agricolo per indurlo amollare un terreno il cui valoreammontava a circa 300 milionidi vecchie lire.

Altrettanto pesanti i reaticontestati a Salvatore Valenzi-se, 42 anni di Nicotera; Panta-leone Mancuso, 47 anni di Lim-badi; Vincenzo Addesi, 55 annidi Soriano; Francesco Mancu-so, 51 anni di Limbadi; Dome-nico Mancuso, 33 anni di Lim-badi; Salvatore Cuturello, 38anni di Nicotera; Cosma Con-giusti, 51 anni di Nicotera eGiovanni Mancuso, 67 anni diLimbadi. Questi avrebbero agi-to in situazioni separate tenen-do sotto il giogo dell’usura Al-fonso Oreste Carano.

A raccontare quegli eventi èstato lo stesso commercianteattraverso denunce dettagliate.Il primo prestito lo aveva otte-nuto da Salvatore Valenzise,una somma pari a 25 milioni divecchie lire, con un tasso di in-teresse che sfiorava l’11 percento mensile. E quando Cara-no non riusciva a pagare alloraveniva costretto a cedere i suoibeni: prima l’auto in uso allasua compagna e, successiva-mente, merce per un valore di 6milioni di lire.

A distanza di qualche anno iltasso di interesse che Caranoavrebbe pagato a PantaleoneMancuso, invece, sarebbe statodel 12 per cento mensile. Maanche in quel caso non riuscen-

do a pagare gli veniva impostodi mettere mano ad altri beni alpunto che era costretto a cederetabacchino. Successivamente,il commerciante per fronteggia-re le continue richieste di dena-ro doveva tamponare le pres-sioni offrendo altra merce, inquesto caso per un valore di 15milioni.

Ma ci sono anche altre vicen-de che emergono dall’avviso diconclusioni indagini notificatoalle nove persone indagate: lepesantissime minacce di mortesempre al Carano allo scopo diindurlo a confessare un furtoche era stato commesso all’in-terno della tabaccheria che lostesso commerciante aveva inprecedenza ceduto ai suoi

aguzzini. In questo caso, secon-do quanto accertato dal magi-strato Francesco Mancuso, Pan-taleone Mancuso e VincenzoAddesi avrebbero prelevato ilcommerciante e portato in unacava abbandonata e lo costrin-gevano con ripetute minacce ascavare una fossa all’internodella quale avrebbero dovutoseppellire il suo cadavere.

A distanza di pochi giorniCarano, sempre allo scopo diconfessare i nominativi del fur-to, veniva intimorito da Dome-nico Mancuso, PantaleoneMancuso e Salvatore Cuturello.In questo caso per indurlo aparlare gli hanno infilato uncorda al collo minacciandolo disoffocarlo.3

Il percorso delineato da Enzo Le Pera curatore di una Enciclopedia

Un viaggio attraverso l’arte

nella Calabria dell’800 e del 900Lidia Ruffa

Un viaggio lungo due secoli,all’insegna del bello. Un percor-so artistico, storico e passionaleattraverso la Calabria ottocen-tesca e novecentesca.

Si tratta dell’enciclopediadell’arte di Calabria a curadell’artista Enzo Le Pera, editada Rubettino e dalla Camera dicommercio.

Un’opera che grazie alle sue600 pagine, racconta, attraver-so 514 immagini, il percorso di314 artisti, tutti rigorosamentecalabresi.

Un’enciclopedia che permet-te a chiunque di custodire a casapropria i tesori artistici che rac-contano la bellezza delle tradi-zioni delle tradizioni, dei colori,dei profumi, del territorio cala-

brese.«Un progetto ambizioso – lo

ha definito Michele Lico, com-missario della Camera di com-mercio – che è stato sin da subi-to accolto positivamente dalconsiglio camerale. L’arte e lacultura – ha proseguito Lico –devono essere uno strumentoper raggiungere una migliorequalità della vita. Ecco perchèla Camera di commercio ha vo-luto partecipare attivamente aquesto progetto facendosi coe-ditore assieme a Rubettino».L’artista Enzo Le Pera, con que-sta importante opera offre quin-di, un excursus artistico che ab-braccia pittori del calibro del vi-bonese Domenico Colao, a cui èstata dedicata la copertinadell’enciclopedia, che continuacon scultori come Pasquale Pa-

netta, disegnatori come AlfonsoFrangipane, per arrivare poiall’orafo crotonese GerardoSacco. Artisti che ciascuno amodo suo ma usando tutti lostesso linguaggio, quello uni-versale dell’arte, hanno fatto ar-rivare in tutto il mondo l’imma-gine migliore della nostra ter-ra.

Per sottolineare l’importanzae il valore artistico dell’enciclo-pedia dell’arte di Calabria Otto-cento e Novecento, che è statapresentata al Valentianum, so-no intervenuti i critici d’arteGiorgio di Genova e Lucio Bar-bera, nonchè il soprintendenteper i beni storici, artistici ed et-noantropologici della CalabriaFabio De Chirico. Tra i presentic’erano inoltre il sindaco dellacittà Franco Sammarco, l’asses-sore provinciale alla cultura Mi-chele Mirabello e il prefetto En-nio Mario Sodano il quale hasottolineato « quanto sia impor-tante rendere permanenti nonsolo questo tipo di opere maqualsiasi altra cosa si faccia peril bene del territorio». 3Michele Lico

Provincia Rigettato il ricorso di Michelangelo Gennaro

Il Tar conferma l’elezione di Pititto

che rimane all’interno del ConsiglioConfermata dal Tar di Catan-zaro l’elezione nel consiglioprovinciale di Francesco Pitit-to, eletto nelle scorse elezioninelle fila del Pdl.

Al termine dell’udienza,quindi, il Tribunale ammini-strativo ha rigettato il ricorsoproposto da MichelangeloGennaro contro l’elezione delconsigliere provinciale, con-dannando, inoltre, il ricorren-te al pagamento delle speselegali sostenute da Pititto,dalla Provincia, oltre alle spe-se di procedura sostenute dal-la Prefettura.

Ritenuti, quindi, infondati ipresunti motivi di illegittimitàesposti, che erano basati sudichiarazioni di rappresen-tanti di lista, secondo i qualinon gli sarebbero stati attri-

buiti dei voti, erroneamentegiudicati nulli dai presidentidei seggi elettorali di Spilingae Ricadi.

Dopo la verifica effettuatadalla Prefettura sulle schedecontestate, invece, il Tribuna-le amministrativo di Catanza-ro ha accertato l’infondatezzadelle dichiarazioni dei rappre-sentanti di lista, accogliendole motivazioni difensive delconsigliere Pititto, difesodall’avvocato Eleonora Greco,dello studio Manduca Grecoassociati, e della Provincia, di-fesa dall’avvocato VincenzoCantafio, tese a dimostrare lacorrettezza delle operazionielettorali e delle valutazionidelle schede elettorali postein essere dai singoli presidentidi seggio.3 Francesco Pititto

Cronaca di ViboVia M.T. Cicerone, 15 - Cap 89900

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Scuola, domaniconferenza dei sindaci

Si terrà domanial Valentianum (9,30)la Conferenzadei sindaci. Discuteràsul piano scolastico.

Dopo undici anni è ritornata tra isuoi colleghi, medici come lei, eha potuto votare, dopo tanti an-ni, per il rinnovo del consigliodell’Ordine. Una data importan-te non solo per Marisa Salerno,moglie del testimone di giustiziaPino Masciari, ma per l’intera ca-tegoria che l’ha accolta con or-goglio e calore.

Arrivata in mattinata dalla lo-calità protetta dove vive con lafamiglia, Marisa Salerno ha tro-vato tutti ad accoglierla. In pri-ma fila il fratello gemello, Brunoanch’egli medico odontoiatracome la sorella e in lizza per ilConsiglio, e poi nella sededell’Ordine la mamma e un’ami -ca d’infanzia, oltre ai numerosicolleghi che hanno voluto cono-scerla e stringerle la mano.

Con un sorriso stampato sulvolto, dove in un attimo sonopassate migliaia di emozioni,Marisa ha commentato: «La miapresenza qui (e per questo rin-grazio il servizio di protezione) èun forte segnale, una vittoriache non è solo della mia famigliama di tutte le persone perbeneche credono nella legalità. Perme è importante essere qui per-ché finora non mi era mai statadata l’opportunità di scegliere lepersone che mi devono rappre-sentare nell’Ordine di apparte-

nenza». E dopo aver sottolineatoil difficile percorso compiutocon la sua famiglia, Marisa Sa-lerno ha rilevato la positivitàdell’invito ricevuto dall’Ordinedei medici e degli odontoiatri,che ha definito un chiaro segna-le di cambiamento, «la voglia diriscatto di una terra martoriata,di persone soggiogate dall’op -pressione ambientale. Ovvia-mente – ha osservato – non vo-glio andare via con la rabbia diaver ricevuto una stretta di ma-no e un bocca al lupo, ma miaspetto e auspico che professio-nisti medici del mio Ordine miesprimano ufficialmente non so-lo solidarietà ma il loro impegnolungo il cammino della legalità».E un’assunzione di impegno intale direzione è arrivata. A riba-dirla il presidente uscente TitoRodà, Giovanni Rubino (consi-gliere uscente degli odontoiatri)e Tindarita Todaro. Dal cantosuo Bruno Salerno, dopo aver ri-marcato l’orgoglio in quanto fra-tello e in quanto odontoiatra perl’arrivo della sorella «che puòprendere attivamente parte allavita dell’Ordine come è suo dirit-to», ha messo in risalto la volon-tà di cambiamento.

I medici voteranno anche og-gi (fino alle 13) poi si procederàcon lo spoglio.3(m.c.)

Marisa Salerno moglie di Pino Masciari

Dopo undici anni

ritorna per votare

all’Ordine dei medici

L’arrivo di Marisa Salerno e del fratello Bruno nella sede dell’Ordine

In sintesi

Emergono ulteriori parti-colari per quanto concernel’inchiesta condotta dal so-stituto procuratore dellaDda Marisa Manzini a ca-rico delle nove persone af-filiate alla cosca Mancusodi Limbadi.

Il magistrato contesta settedistinti ipotesi di reato chevanno dall’estorsioneall’usura, dal sequestro dipersona alla violenza pri-vata.

Vittime l’imprenditoreagricolo Domenico Crea diNicotera e il commercianteAlfonso Oreste Carano. Ilprimo costretto a cedereun terreno, il cui valoreammonta a circa 300 milio-ni di vecchie lire, mentre ilcommerciante è finito nel-la morsa dell’usura ed haperso tutte le sue attività.

I fatti risalgono agli anniNovanta e sono stati tuttidenunciati dal commer-ciante.

Tommaso
Evidenziato
Page 202: Pino masciari
Page 203: Pino masciari

Gazzetta del Sud Giovedì 20 Novembre 2008 53

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Cronaca di Vibo

Agenda telefonica cittadinaFARMACIA DI TURNO

FARMACIA DE PINO - P.zza San Leoluca -Tel. 0963/42183

GUARDIA MEDICA

Orario: prefestivi: dalle ore 10 alle ore20; festivi: dalle ore 8 alle ore 20; not-turni: dalle 20 alle 8 all’Ufficio sanitario,tel. 93808 e Vibo Marina tel. 572621ACQUARO tel. 353289ARENA tel. 355312BRIATICO tel. 391946CAPISTRANO tel. 325548CESSANITI tel. 501005DINAMI tel. 0966/904478DRAPIA (Brattirò) tel. 68455FABRIZIA tel. 314156FILADELFIA tel. 0968/724425GEROCARNE (Ciano) tel. 356314JOPPOLO tel. 883336LIMBADI tel. 85990MAIERATO tel. 253399MILETO tel. 336303MONGIANA tel. 311214MONTEROSSO CALABRO, 325557NARDODIPACE tel. 313135NICOTERA tel. 886222PIZZO tel. 534102PIZZONI tel. 358688POLIA tel. 321157RICADI tel. 663818

ROMBIOLO tel. 366011SAN CALOGERO tel. 361092SAN COSTANTINO CAL., 331574SAN GREGORIO D’IPPONA 261483SAN NICOLA DA CRISSA, 73013SANT’ONOFRIO tel. 267214SERRA SAN BRUNO tel. 71354SIMBARIO-SPADOLA tel. 74776SORIANO CALABRO tel. 351433SPILINGA tel. 65500STEFANACONI tel. 508637TROPEA tel. 61366VIBO VALENTIA tel. 41774VIBO VALENTIA MARINA tel. 572621ZAMBRONE tel. 392450ZUNGRI tel. 664404

AMBULANZE

Croce Rossa italiana tel. 43843.Mimmo Polistena Onlus, 0963/94420

«118»

Servizio d’emergenza sanitaria.

OSPEDALE CIVILE

Centralino tel. 9621Pronto soccorso tel. 962352

CARITAS - CENTRO SERVIZI

Piazza Luigi Razza, 10 (Santa Maria delsocc.) tel. 0963/471750

COMUNE

Tel. 0963/599111

CONSULTORIO FAMILIARE

Viale Matteotti - Tel. 096342014-472105

CHIAMATA TAXI

Tel. 41490

IGIENE PUBBLICA

Tel. 0963 962541-962537

ITALGAS

Ufficio guasti tel. 800 900 999

POLIZIA MUNICIPALE

Tel. 0963/599606

TELEFONO AZZURRO

Linea di emergenza tel. 19696 (gratuito)Linea istituzionale tel. 051/481048

EMERGENZA INFANZIA

tel. 114 (24 ore su 24) sulla salute psi-co-fisica di bambini e adolescenti in peri-colo immediato.

VIGILI DEL FUOCO

Chiamata di soccorso 115Sala operativa tel. 0963/9969Uffici tel. 0963591648

Distaccamento portuale 0963572900

BENZINAIO NOTTURNO

Self-Serv. TAMOIL Mesiano di Filandari

OSPEDALE CIVILE DI PIZZO

Centralino - Tel. 0963/962983

OSPEDALE CIVILE DI SORIANO

Centralino - Tel. 0963/962700

OSPEDALE CIVILEDI SERRA SAN BRUNO

Centralino - Tel. 0963/777111

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Centralino - Tel. 0963/962800

CARABINIERI

Via pellicanò, 19 tel. 0963/592404Pronto intervento, 112

QUESTURA

Via S. Aloe, tel. 0963/965111Pronto intervento, 113Ufficio stranieri tel. 0963/965515Ufficio Relazione Pubb., 0963/965549

POLISTRADA

Via Manzoni, tel. 0963/996611

SCUOLA ALLIEVI AGENTI

Piazza D. Taverna, tel. 0963479111

Il procuratore capo Spagnuolo e il prefetto Sodano all’incontro di Libera: la criminalità si combatte denunciando violenze e ricatti e con l’impegno quotidiano

«Contro il malaffare non servono eroi»Il magistrato Manzini (Dda): nel Vibonese ben l’80 per cento dei commercianti ricorre agli usurai

Maria Palma, il prefetto Ennio Mario Sodano, il procuratore capo Mario Spagnuolo, il sostituto procuratore Marisa Manzini

Le due strade dedicate a Paolo Bosrellino e don Pino Puglisi Il viale intitolato a Giovanni Falcone

Vincenzo Varone

«Gli eroi non servono, serve gentenormale, serve la normalità. Ilmalaffare si combatte con l’impe -gno quotidiano, facendo ognunoil proprio dovere di cittadino, de-nunciando le violenze e i ricatti esenza far finta di non capire. Voidateci l’input il resto lo faremonoi». Tutti sulla stessa lunghezzad’onda ieri sera nella sala della bi-blioteca comunale, dove su ini-ziativa di Libera, nell’ambito del-la Carovana antimafie si è parlatodi racket, di mafia e della piagadevastante dell’usura.

Al tavolo dei relatori c'erano ilprefetto Ennio Mario Sodano, ilprocuratore della repubblica Ma-rio Spagnuolo, il magistrato Ma-risa Manzini, la rappresentantedel Commissario antiracket e an-tiusura del ministero dell’InternoMaria Palma, il segretario provin-ciale della Cgil Donatella Bruni eil presidente provinciale di Liberamons. Giuseppe Fiorillo. In sala irappresentanti delle istituzioni, iltestimone di giustizia Nello Ruel-lo e tante gente che ha seguito pa-rola per parola il dibattito, coordi-nato dal giornalista Pietro Comi-to. Segno che qualcosa forse stacambiando.

Il prefetto Sodano incalzatodalle domande è andato subito alsodo. Innanzitutto ha inteso chia-rire che «non è vero che la leggesulle vittime dell’usura non fun-ziona; il fatto è – ha sottolineato –che le vittime dell’usura del Sud alcontrario di quanto accade nelNord spesso non sono in grado dipresentare la documentazioneadeguata che la legge richiede».Sodano ha anche voluto chiarireche «Pino Masciari, al contrario diquanto si è detto e scritto, non èmai stato lasciato solo, tanto chequando viene qui è sempre scor-tato da due auto dei carabinieri».Il prefetto ha quindi invitato «i cit-tadini a fare fronte comune nonsolo quando ad essere chiamatoin causa per qualche problema,come nel caso di Masciari, è loStato, ma anche quando negli en-ti viene nominato qualcuno cheha avuto a che fare con la giusti-zia». Sodano ha, inoltre, lamenta-to che alcuni Comuni sono ridottidavvero male perchè non riesco-no a farsi pagare i tributi, comenel caso di Ricadi, «dove alcuniimprenditori turistici devonoall’ente tasse per oltre un milionee mezzo di euro». Il rappresentan-te del governo ha anche denun-ciato che «i fondi comunitari chehanno fatto la fortuna, tanto perfare un esempio, dell’Irlanda, quida noi non hanno portato benefi-ci, in quanto difettano di capacitàprogettuale, per colpa o di chi am-ministra o di chi nei vari enti svol-ge funzioni dirigenziali». Un mo-do approssimativo di gestire lacosa pubblica che di sicuro non vaincontro al rispetto della legalitàe che fa da apri strada alle coschemafiose che devono la loro fortu-na al mancato decollo del nostro

territorio. Senzi troppi giri di pa-role anche l’intervento del procu-ratore della repubblica MarioSpagnuolo. «Noi non abbiamo –ha subito esordito – bisogno dieroi, ma di cose normali. Gli eroi ame personalmente – ha aggiuntoil procuratore – stanno antipaticiperché spesso rappresentano unalibi». Spagnuolo ha, inoltre, evi-denziato che bisogna tenere gliocchi aperti «perchè la forza im-prenditrice della criminalità cala-brese ha superato quella dell’eco -nomia legale», quindi ha rivoltoun invito ai cittadini e alle asso-ciazioni: «Sappiate che lo Statonel Vibonese non è assente e chevi è una forte sinergia tra i vari or-ganismi che operano. Voi datecil’input, lo spiraglio e noi faremo ilresto perché il nostro lavoro losappiamo fare».

E anche il magistrato MarisaManzini ha rimarcato che «il Vi-bonese è interessato da una crimi-nalità potente dal punto di vistaeconomico e che lo Stato, visti i ri-sultati ottenuti, dovrebbe garan-tire di più i testimoni e i collabora-tori di giustizia». Al contempo haribadito che «l’80% dei commer-cianti ricorre agli usurai».

Nel dibattito sono, tra gli altriintervenuti, Maria Palma, in rap-presentanza del commissariatoantiracket e antiusura per la qua-le «i testimoni di giustizia non so-no stati abbandonati al loro desti-no», il segretario provinciale del-la Cgil Donatella Bruni , Giovan-na Fronte – che ha contestatoquanto asserito dalla rappresen-tante del Commissario antirackete antiusura – il sindaco FrancoSammarco, il vescovo mons, Lui-

gi Renzo, mons. Giuseppe Fioril-lo, Antonello Nusdeo e don Anto-nino Vattiata. Particolarmentetoccante è stata infine la testimo-nianza di Nello Ruello, vittimadegli usurai. «Dopo le mie denun-ce – ha detto Ruello – la mia vita èstata stravolta , ma io rifarei tuttoquello che ho fatto perchè non bi-sogna mai abbassare la testa mabisogna credere fino in fondo allagiustizia degli uomini e dello Sta-to».

La carovana antimafie ierimattina ha fatto anche tappa inlocalità Feudotto dove, su inizia-tiva dell’amministrazione comu-nale – e alla presenza del Prefettoe di altre cariche istituzionali – so -no state dedicate le strade delnuovo quartiere cittadino ad al-cune illustri vittime della ma-fia.3

In sintesi

Non c’è bisogno di eroi,ma di normalità, impegnoquotidiano e denunciaper combattere il malaf-fare. Il concetto, ieri po-meriggio, è stato ribaditoa chiare note dal procu-ratore capo Mario Spa-gnuolo e dal prefetto En-nio Mario Sodano, inter-venuti tra gli altri assiemeal magistrato della Dda diCatanzaro Marisa Manzi-ni, al convegno promossoda LIbera sul tema: «Rac-ket, usura e testimoni digiustizia».

«Dateci l’imput il resto lofaremo noi, perché il no-stro lavoro lo sappiamofare», ha sottolineato Spa-gnuolo il quale ha messoin guardia contro la forzaimprenditrice della crimi-nalità calabrese che hasuperato quella dell’eco-nomia nazionale.

La potenza della holding‘ndrangheta nel Viboneseè stata evidenziata anchedalla dottoressa Manziniper la quale, considerati irisultati raggiunti dalloStato in questo territorio,si dovrebbero garantire dipiù testimoni e collabo-ratori di giustizia. Il ma-gistrato, inoltre, ha riba-dito che nel Vibonese l’80per cento dei commer-cianti ricorre agli usurai.

Iniziative a Feudotto per l’arrivo della Carovana antimafie

Le istituzioni rispondonoma i cittadini scarseggianoPochi, ma buoni. Mai come inquesto caso non è stata la quantitàma la qualità a determinare la dif-ferenza. Istituzioni al gran com-pleto, diversi sindaci, associazio-ni e scuole in ordine sparso (scar-sa la partecipazione e certo nonper colpa degli studenti), cittadi-ni al lumicino e abitanti del quar-tiere degni di una segnalazione a“Chi l’ha visto?”, ieri mattina in lo-calità Feudotto si è svolta una del-le manifestazioni nell’ambito del-la tappa della Carovana antima-fie, iniziativa itinerante ideata daLibera con il supporto, nelle varietappe, dei Comuni e dell’Arci.

Il coordinamento provincialedi Libera e palazzo “Luigi Razza”hanno voluto far coincidere l’ap -puntamento con l’intitolazione dinove strade ad altrettante vittimedelle mafie: Giovanni Falcone,Paolo Borsellino, Rosario Livati-no, Antonino Scopelliti, Carlo Al-berto Dalla Chiesa, Giuseppe Fa-va, Don Pino Puglisi, Pier SantiMattarella e Pio La Torre. Un ge-sto simbolico, ma non solo, chevuole fare del quartiere Feudottoil punto di partenza per la rinasci-ta sociale, culturale e civiledell’intera collettività. Nel quar-tiere, inoltre, il sindaco e MariaConcetta Grasso hanno piantatoun albero d’ulivo simbolo di pace,ma anche di resistenza e forza,quest’ultime necessarie nella lot-ta contro le cosche.

A portare il “testimone” dellaCarovana è stata Tiziana, la qualeha consegnato il cofanetto a Ma-ria Concetta, figlia dei testimonidi giustizia Francesca e Pino Gras-so (presenti all’iniziativa), e a Ma-ria Rita Ruello, le quali hanno let-to brani della Costituzione. MariaConcetta (di fatto sottoposta con igenitori al programma di prote-zione) gli articoli 6 e 7 dei dirittiuniversali dell’uomo, nella fatti-

specie quello alla libertà, mentreMaria Rita ha letto quello (41)sulla libertà d’impresa, essendolei stessa imprenditrice ed essen-do il padre Nello Ruello, artigia-no, vittima e teste chiave nell’in -chiesta su alcune cosche cittadi-ne, dedite a estorsioni e usura.

A sottolineare il significatodell’iniziativa sono stati mons.Giuseppe Fiorillo, coordinatoreprovinciale di Libera; il prefettoEnnio Mario Sodano; il sindacoFranco Sammarco e il presidentedella Provincia, Francesco De Ni-si. A evidenziare la «scarsa consa-pevolezza» di essere artefici delnostro futuro è stato il Prefetto ilquale ha ribadito che senza que-sta consapevolezza «non c’è eser-cito o militarizzazione del territo-rio che tenga». Sodano, inoltre,ha ringraziato quanti «non perdovere istituzionale» hanno par-tecipato all’iniziativa sofferman-

dosi sul valore di quanti si spen-dono nella lotta alle mafie nellaconsapevolezza di «non essereeroi» ma di fare semplicemente illoro dovere. «Alcuni di questi uo-mini –ha detto –hanno bagnato lestrade con il loro sangue». Paroledi determinazione e speranza so-no state anche pronunciate damons. Fiorillo, da Sammarco, daDe Nisi e da don Tonino Vattiata.

Un appunto a margine dell’ini -ziativa è arrivato da FrancescoDaniele (Prc) il quale ha lamenta-to l’assenza di una via dedicata aPeppino Impastato, grande esem-pio di libertà e di lotta civile con-tro la mafia.3(m.c.)

Maria Concetta Grasso e il sindaco Sammarco piantano l’ulivo

Maria ConcettaGrasso mentrelegge gli articolidella Costituzionesulla libertà

Le forze dell’ordine da giorni impegnate

Lupara bianca, ricerche

nella zona di San ConoRicerche sono in atto nel territo-rio di San Cono, frazione di Ces-saniti, da parte delle forzedell’ordine. Da giorni, ormai,l’intera zona viene passata al se-taccio e, in alcuni punti, si è prov-veduto anche a effettuare scavi.

Si cerca qualcuno o qualcosama sul lavoro che viene svolto vi-ge il massimo riserbo. Non èescluso che le ricerche siano fi-nalizzate a localizzare il corpooppure i resti di qualche personascomparsa, rimasta vittima dellalupara bianca. Dalle pochissime

indiscrezioni emerse – e nonprovenienti dagli ambienti inve-stigativi – le operazioni sarebbe-ro proprio mirate alla ricerca diun corpo, anche se la scomparsasarebbe riconducibile a qualchetempo fa. Insomma non si tratte-rebbe di un episodio recente.

Nondimeno non è da esclude-re che le ricerche siano state av-viate non per recuperare un ca-davere ma qualche partita didroga o di armi, dirottata nellazona per far perdere le tracce dieventuali traffici illeciti. Insom-

ma il campo delle ipotesi è moltovasto e non è semplice venire acapo della vicenda.

Fatto sta, comunque, che nelterritorio vibonese, nel corso de-gli anni, si sono registrati nume-rosi casi di lupara bianca (oltre45) e nella maggior parte dei ca-si i corpi delle vittime non sonomai stati trovati. Al contempogrosse operazioni di polizia –pertutte basta ricordare quella de-nominata Decollo, contro il nar-cotraffico internazionale – han-no posto in risalto la centralità dialcune zone del Vibonese sceltecome base di “stoccaggio”per in-genti quantitativi di droga, so-prattutto cocaina, provenientidalla Colombia, tramite l’inter-cessione e i canali dei cartelli co-lombiani legati ai guerriglieridell’Auc.3

Page 204: Pino masciari

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I tuoi acquisti di Natale risentiranno della pesante crisi economica in corso?

No, manterrò immutato il mio budget per i regaliSi, sarò costretto a ridurre notevolmente sia il numero che il valore dei miei acquistiRisparmierò sugli acquisti natalizi in attesa dei saldiPunterò sul regalo fai da te, costa poco ed è originaleFarò pochi regali per non rinunciare a pranzi e cene con la famigliaRinuncio a regali e pranzi, ma non alla settimana bianca

Attualità Martedì 25 Novembre 2008 ore 15:00

Cuneo: incontro con Pino Masciari, testimone di giustizia

Per la giornata di domani 26 novembre il Comune di Cuneo ha organizzato un incontro pubblico a favore dei 'testimoni di giustizia' con l’intervento di Pino Masciari, l’imprenditore edile calabrese che oltre 11 anni fa denunciò la criminalità organizzata della sua regione, la 'ndrangheta', le sue collusioni e le sue infiltrazioni nelle Istituzioni. È previsto un doppio appuntamento : alle 10,00 presso il Teatro Monviso, in via XX Settembre 14, si terrà un incontro–dibattito con i ragazzi delle scuole medie superiori; alle 21,00 presso il Salone d’Onore del Comune di Cuneo, in via Roma 28, incontro pubblico rivolto a tutti i cittadini. Giuseppe Masciari, nato a Catanzaro nel 1959, è sottoposto a programma speciale di protezione dal 18 ottobre 1997, insieme a sua moglie (medico odontoiatra) e ai loro due bambini. Pino ha denunciato la ndrangheta e le sue collusioni con il mondo della politica. La criminalità organizzata ha distrutto le sue imprese di costruzioni edili, bloccandone le attività sia nelle opere pubbliche che nel settore privato, rallentando le pratiche nella pubblica amministrazione (dove essa è infiltrata), intralciando i rapporti con le banche con cui operava. Tutto ciò dal giorno in cui ha detto basta alle pressioni mafiose dei politici ed al racket della ‘ndrangheta. È stato allontanato dalla sua terra per l’imminente pericolo di vita per lui e la sua famiglia. Da allora sono trascorsi undici lunghi anni. Undici anni vissuti “da deportato” in una località protetta, ormai privo di alcuna speciale protezione, senza alcun cambiamento di identità, senza alcuna possibilità di lavoro, né per lui, né per sua moglie. La delibera della Commissione Centrale del Ministero dell’Interno del 28 luglio 2004, che così decide: “ritenuto che sussistono gravi ed attuali profili di rischio che non consentono di poter autorizzare il ritorno del Masciari e del suo nucleo familiare nella località d’origine” è una condanna all’esilio. Per Pino Masciari e la sua famiglia è iniziato un calvario, un vivere senza più dignità e senza diritti. Ora il testimone di giustizia chiede il ripristino dei suoi diritti: non può essere il cittadino che chiede il rispetto della legalità a pagare, con la propria vita e quella dei propri cari, nei casi più forti perdendola, e in generale rovinandosela. Lo sancisce la legge. Ottenere giustizia in una situazione simbolo come questa significa ridare speranza e dignità al nostro Paese. Per questo motivo, l’Associazione Nuovo Paradigma con il sostegno di Libera, ha portato la storia di Pino Masciari a conoscenza del Sindaco di Cuneo chiedendo l’assegnazione del riconoscimento di Cittadino Onorario, in modo che anche il nostro Comune possa farsi testimone e promotore di un messaggio di fiducia nel futuro, all’insegna di Legalità e Diritto. Il Consigliere Comunale Chiaffredo Laugero della lista civica 'Cuneo domani' si è fatto sostenitore dell’iniziativa, presentando un ordine del giorno in merito alla suddetta richiesta, che ha portato il Consiglio Comunale a deliberare a larga maggioranza di invitare il Testimone di Giustizia nella nostra Città.

In Breve

Mercoledì 26 Novembre 2008

Mondovì: rotonda collegherà Pascomonti con la provinciale (h.7:22)

Martedì 25 Novembre 2008

Mondovì: nominati i componenti della Consulta Giovanile (h.18:30)

Granda: i risultati dell'anagrafe sull'edilizia scolastica (h.17:20)

Granda: stanziati i fondi per i Comuni sotto i 5000 abitanti (h.16:15)

Saluzzo: per fare shopping in città basta un click (h.15:39)

Azienda Merlo: anche Confindustria soddisfatta per l'accordo (h.14:36)

Granda: contributi per gli scuolabus dei piccoli Comuni (h.14:27)

Pollenzo: l'Università alla scoperta dei formaggi cuneesi (h.13:42)

Cuneo: 3 milioni e 700mila euro per il polo agroalimentare (h.13:17)

Stanziati i fondi per la raccolta e depurazione acque reflue (h.12:35)

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Il Comune, quindi, in risposta all’appello del testimone di Giustizia Pino Masciari che invoca: “Ogni persona che viene a conoscenza della mia storia mi allunga la vita di un giorno”, organizza un incontro pubblico con la Cittadinanza per informare e dare voce a questo cittadino esemplare.

Barbara Simonelli

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Mercoledì 21 gennaio 2009 21

DIRITTO DI REPLICA

Il cantiere della ditta Romani

Si lavora all’emendamento. Nuova seduta di giunta

Blackout sul ParcoOggi l’incontro tra Curcio e Amato

di ALESSIA BURDINO

SLITTA ad oggi l'incontrotra l'assessore comunalealle Attività economiche,Franco Curcio, e il consi-gliere regionale, PieroAmato, presidente dellacommissione Bilancio. Ilrinvio della riunione è sta-to determinato dagli impe-gni politici che, fino a ierisera, hanno visto impe-gnato il coordinatore pro-vinciale del Partito demo-cratico.

Ma oggi, il titolare delsettore comunale chiederàal collega di partito una di-samina dell'operato messoin cantiere rispetto all'e-mendamento da collegareal bilancio. Il tutto in unclima di grande frenesia,dal momento che la vicen-da del Parco Romani è tor-nata prepotentemente allaribalta. Per due motivi. Ilprimo riconducibile pro-prio all'impegno a cui deveassolvere la Regione. Il se-condo, invece, legato allacontroversia in atto tra dit-ta e Comune: la prima nonha firmato la convenzionesiglata con l'Ente; il secon-

do ha trasmesso la diffidaper chiudere la partita. In-somma, ancora una volta,il destino del Centro dire-zionale torna al centro del-l'attenzione degli inquilinidi Palazzo de Nobili, chia-mati a dipanare una ma-

tassa particolarmente in-tricata.

Con la modifica dell'arti-colo 3 bis della convenzio-ne da stipulare tra dittaRomani e Comune di Ca-tanzaro erano state defini-te le modalità di pagamen-

to contestuale alla stipuladell'atto di trasferimento.Eppure l'emendamento acui il Consiglio regionaledeve dare il via libera, èfondamentale.

Sopratutto in questo cli-ma. Intanto si riunisce og-gi l’esecutivo comunale.Mentre deve essere ancorafissato il confronto politicocon il sindaco, Rosario Oli-vo. Venerdì consiglieri, as-sessori e primo cittadino siritroveranno alla Regioneper discutere le contromi-sure da adottare per i dan-ni causati dal maltempo. Ilprimo confronto, gli inqui-lini di palazzo de Nobili lohanno avuto lunedi scorsoper poi aggiornarsi a ve-nerdi. Eppure la discussio-ne tra le mura del Munici-pio continua a restare nelvivo.

Ieri mattina, a marginedei lavori di commissione,sono stati molti i consiglie-ri che hanno aprofittatodell’occasione del fare ilpunto sulle questioni aper-te, riservandosi poi di ap-profondirle nelle sedi delleapposite commissioni con-siliari.

Tipologico, verso una proroga della ricapitalizzazioneI PRIMI segnali ci sono. Arrivano daRoma. E nei prossimi giorni finiran-no sulla scrivania dei vertici delleistituzioni locali.

In particolare Regione, Provincia eComune. L’intenzione è quella proce-dere ad una proroga della ricapita-lizzazione del Centro tipologico na-zionale. A richiederlo sono stati, piùo meno, tutti i soggetti coinvolti nel-la vicenda che, pur avendo sempremostrato grande interesse per il de-stino del Centro, si ritrovano, ad og-

gi, a vivere una fase di incertezza.Proprio per questo motivo il presi-dente del Consiglio di amministra-zione, Felice Carpanzano, si è assun-to l’impegno di valutare se la stradadella proroga risulta fattibile. Se cosìfosse, allora gli enti locali avrebbeuna manciata di giorni in più perchiudere la partita. Per farlo, sarànecessario convocare l’assembleastraordinaria.

L’organismo dovrà, infatti, pro-nunciarsi sull’opportunità o meno di

approvare tale proroga. Insommaanche in questo caso la vicenda ètutt’altro che chiusa.

Anzi. Resta però la disponibilitàmanifestata dalla Provincia di rica-pitalizzare. Idem per Comune e Re-gione. Sebbene per il primo è statoCarpanzano a sollecitare un inter-vento sull’accaduto. Mentre per il se-condo, è stato il capo gabinetto, Mi-chele Lanzo, a trasmettere la docu-mentazione all’ufficio Ragioneria.

a.b.

di GIULIA ZAMPINA

E’ STATA aggiornata a do-mani la discussione dellacommissione urbanisticacirca la pratica sul centrosportivo Vivere insieme dicui dodici anni fa furono ti-rati su i primi pilastri, ri-masti l’unico segno di unaconvenzione firmata tral’amministrazione comu-nale e l’associazione onlusche avrebbe dovuto gestireil centro sportivo. La prati-ca è tornata all’attenzionedell’amministrazione co-munale dopo la lettera delprefetto di Catanzaro, cheha sollecitato gli uffici a ri-prendere l’iter burocrati-co.

A quanto pare di capireperò le cause ostative sa-rebbero più che altro di ca-rattere amministrativo enon di carattere urbanisti-co. Sembra infatti che l’as -sociazione Vivere Insiemesi sarebbe impegnata a pa-gare un canone per la su-perfice occupata a partiredal 1997 e per i successiviottanta anni. Impegno chesembra essere stato man-tenuto solo per i primi an-ni, in coincidenza appuntocon l’elevazione dei pila-stri. Dopo di che la questio-ne è rimasta in sospeso,forse per una variazione alprogetto chiesta e , non èben chiaro, se ottenuta neitempi.

Malgrado le sollecitazio-ni del prefetto dunque, dicerto la pratica non avràuna soluzione immediata,perchè saranno diversi gliorgani consiliari che do-vranno esaminarla e darneil parere, fino ad approda-re nell’aula rossa di palaz-zo de Nobili per il sì o il nodefinitivo dell’assemblea.

MANCANO davvero pochigiorni ormai all’emanazio -ne del bando da partedell’azienda sanitaria pro-vinciale di Catanzaro, rela-tivo al completamentodell’Umberto I la strutturasanitaria di via Acri, unavolta sede di un’ospizio e diun rifugio per gente biso-gnosa, da anni oramaichiuso e ristrutturato soloper metà, nella parte poste-riore della struttura. L’im -pegno formalizzato qual-che mese fa per lo stanzia-mento dei fondi dovrebbeammontare a circa 700 mi-la euro, tanta è la cifra ne-cessaria al completamentodella ristrutturazione delcomplesso ediliziodell’Umberto I.

Un passo importanteverso il riutilizzo dellastruttura, caldeggiato piùvolte dal sindaco RosarioOlivo che nei mesi scorsiha effettuato dei sopral-luoghi per verificare lo sta-to dei luoghi . Sempre neimesi scorsi si è costituitoun gruppo di lavoro che haoperato con un costantemonitoraggio sulle attivi-tà da intraprendere perportare a immediata solu-zione la ristrutturazionedel complesso. I lavori dicompletamento dell’Um -berto I consentirebbero direstituire alla città non so-lo un edificio storico quan-to una residenza sanitariadi notevole fruizione vistala posizione centrale nellaquale è ubicata. A comple-tare la riqualificazione del-la centralissima area po-trebbe arrivare presto an-che la notizia della ristrut-turazione del vecchio ospe-dale, posto sulla medesimavia.

g.z.

Questo scambio di opinione fa bene alla democraziaDOPO averci stupito una primavolta, con l'organizzazione delconvegno sui testimoni di giu-stizia, la Fondazione Don Fran-cesco Caporale ci stupisce unaseconda volta con il suo comuni-cato stampa in merito a presun-te “meschine illazioni” che ilMeetup degli “Amici di BeppeGrillo” di Catanzaro avrebbe fat-to nei confronti della stessa. Lostupore deriva dal fatto che noncomprendiamo a chi stia rispon-dendo la Fondazione visto che,nel nostro comunicato stampa,di tali illazioni non vi è traccia.

Il comunicatoinfatti è visibile,nella sua integritàed originalità, sulsito del Meetup eun testo per poteressere compresova letto nella suainterezza, altri-menti il rischio èquello di ricaderein errori di interpretazione e discrivere inesattezze ma soprat-tutto di inviarle al destinatariosbagliato. Forse la fondazionesta rispondendo ai giornalisti oai blogger che ne hanno riporta-to, aggiungendo propri com-menti, parti o spezzoni, ma diquesto ovviamente nè risponde-ranno i singoli autori. Questocomunicato ha pertanto, comeunico scopo, quello di esplicita-re meglio il senso del nostro in-tervento riguardo ciò abbiamoaffermato e ciò che, invece, nonabbiamo affermato ed evitarequalsivoglia fraintendimento.

In primo luogo gli “Amici diBeppe Grillo” non hanno fatto il-lazioni ma hanno fatto delle af-fermazioni di principio precise,che vanno al di là della specificainiziativa e al di là della Fonda-zione Caporale. Hanno afferma-to che è ora di finirla con i conve-gni sulla mafia perché inutili efini a stessi, tutti indistintamen-te. La società civile non ha biso-gno di parole o di bei discorsi, habisogno di esempi concreti, inmancanza dei quali le paroleperdono il loro significato. Ab-biamo deciso di assumere tale

posizione all'indo-mani di un altroconvegno, andatoin scena il 10 otto-bre dello scorsoanno presso il Co-mune di Catanza-ro, dal titolo “Con -tro ogni mafia”questa volta orga-nizzato dall'asso-

ciazione Magma, a cui preseparte, rivelandosi invitato “fuo -ri luogo”, lo stesso Masciari. An-che in quell'occasione sottoli-neammo l'inutilità di queste ma-nifestazioni e ci sottoponemmosenza remore ad un confrontoaperto con gli organizzatori sulforum del Meetup, così come so-litamente avviene in democra-zia. Il Meetup di Catanzaro nonha affermato che la FondazioneCaporale non ha voluto invitareil testimone di giustizia PinoMasciari, anche perché come po-trebbe fare a saperlo? Ha affer-mato, invece, che appare quan-

tomeno paradossale organizza-re un convegno sui testimoni digiustizia nella città del testimo-ne di giustizia Pino Masciarisenza la partecipazione dellostesso. Che questa mancata par-tecipazione sia dipesa dalle mo-tivazioni esposte dalla Fonda-zione nel suo comunicato o da al-tre, poco cambia. Qui non è in di-scussione la buona fede dellaFondazione ma il significatodelle scelte che si fanno, pertan-to il termine “gettare fango” uti -lizzato dalla Fondazione noi lointerpretiamo come libertà diespressione e di critica. Quantoai testimoni di serie A o di serieB, questa si che è un'illazione,questa volta confezionata dallaFondazione. Noi non siamo ilfan club di Pino Masciari, siamodei semplici cittadini che hannoconosciuto la storia di Pino edalla sua famiglia e che ritengo-no questa storia un esempio im-portantissimo (per la sua lungadurata e per il prezzo pagato intermini di sofferenze inferte aquesta famiglia) per l'intera col-lettività, soprattutto per queglialtri imprenditori che dovrebbe-ro fare la stessa scelta di Pinoma che, di fronte all'incapacitàdello Stato di difenderlo, si ar-rendono. Questa storia, che do-vrebbe essere un esempio positi-vo per tutti, si è trasformata in-vece in un deterrente di portatadevastante. La “riflessione inchiave critica”, che la Fondazio-ne auspicava potesse nascerenei giovani invitati al convegno,viene annullata in un colpo solo

dall'esistenza di questa tristerealtà, per cui di tali convegniresta soltanto il passaggio tele-visivo e l'articolo sul giornale.Gli unici convegni da organiz-zare sarebbero quelli in cuiesprimere riconoscenza a que-ste “vittime dello Stato”, perchiedere loro scusa per le soffe-renze che hanno patito, per pro-porli come modello ed esempiosoprattutto per i più giovani. Ilnostro stupore è maggiore per-ché, più che dalla Fondazione, cisaremmo aspettati un comuni-cato stampa di risposta da partedel Comune di Ca-tanzaro o da partedegli altri enti chehanno finanziatoil convegno e che,invece, tacciono.La critica maggio-re nel nostro co-municato, infatti,era rivolta proprioall'Amministra -zione Comunale di Catanzaro,critica seguita immediatamentedopo da un invito al confrontocon l'assessore alla legalità, adoggi non raccolto. In tutta ItaliaPino Masciari colleziona cittadi-nanze onorarie, (l'ultimo rico-noscimento, in ordine di tempo,lo riceverà lunedì 19 gennaiodal comune di Soveria Mannel-li), mentre l'amministrazionedella città in cui aveva sede lasua impresa tace, continua adignorarlo, facendo finta di nul-la. Questo atteggiamento, cre-diamo, rappresenti il sale sullaferita di quest'uomo che ha il so-

lo torto di aver fatto il propriodovere di cittadino. Quanto poialla gestione dei contributi, ilMeetup non ha mai affermatoche la Fondazione abbia orga-nizzato la manifestazione per in-tascare i contributi ricevuti maha, vista l'inutilità dell'iniziati-va precedentemente evidenzia-ta, sottolineato lo spreco di ri-sorse pubbliche (fosse anche uneuro) in un periodo di crisi eco-nomica che dovrebbe, invece,suggerire una ben più oculata eproficua gestione da parte deglienti coinvolti. La critica, pertan-

to, non è rivolta achi i contributi liha chiesti ma a chiha ritenuto di do-verli erogare. Cia -scuno è libero diorganizzare ciòche vuole con leproprie risorse,mentre è tenuto arendicontare circa

le spese ed i risultati ottenutiquando chiede un contributo al-la collettività, e può farlo attra-verso gli organi di stampa o i sitiweb ufficiali, cosa che siamoconvinti farà anche la Fondazio-ne Caporale in quell'ottica di tra-sparenza e chiarezza che dasempre la contraddistingue. Ciauguriamo che questo scambiodi opinioni, che possono solo farbene alla democrazia, sia servitoe serva a tutti coloro che ne han-no preso parte, direttamente oindirettamente.

Gli Amicidi Beppe Grillo di Catanzaro

Il Meetup non sapeva

se Pino Masciari

era stato invitato

Continuer emo

a lavorare

con trasparenza

Catanzaro

In commissione

Su “Viver einsieme”

discussionerimandata

Strutture sanitarie

Umberto Ipr ontoil bandodi gara

Tommaso
Evidenziato
Tommaso
Evidenziato
Page 207: Pino masciari

http://www.gazzettadelsud.it/edizioni.aspx?Pagina=edizioni.asp&Edizione=edz-ca.asp&ART=008&PAG=26 Potenziata la sicurezza attorno a Pino Masciari

VIBO VALENTIAA sei giorni dal suo rientro in Calabria, l'imprenditore e testimone di giustizia, Pino Masciari non è intenzionato a fare un solo passo indietro. «Ho intrapreso questo viaggio perchè credo fermamente che le istituzioni possano garantire i diritti miei e della mia famiglia», afferma infatti, in una nota, l'imprenditore che chiede sicurezza per sè e la sua famiglia, il mantenimento del tenore di vita che aveva prima d'essere portato in località protetta e il risarcimento per il mancato guadagno.«Non mi muoverò dalla Calabria – prosegue Masciari – finchè ciò non avverrà e resto fiducioso che il viceministro Marco Minniti sarà decisivo nella risoluzione della mia vicenda che nel frattempo ha registrato un potenziamento della mia sicurezza in Calabria così come l'attivazione delle misure di sicurezza per mia moglie e i miei figli nella località segreta».Inoltre, il testimone di giustizia esprime gratitudine «verso chi si è già mobilitato e si sta mobilitando in queste ore per starmi vicino». Al contempo esorta «i settori produttivi calabresi, imprenditori, commercianti e cittadini ad assumere una posizione netta ed un ruolo attivo e concreto nella lotta contro l'arroganza mafiosa tramite la denuncia. La risoluzione del mio caso significherà non solo libertà per Pino Masciari e per la sua famiglia, ma un messaggio di riconoscimento dei diritti di tutti i cittadini che affrontano battaglie di libertà e giustizia nella legalità».(m.c.) www.pinomasciari.it

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Gd Sondrio. Raccolta firme Pino MasciariSostegno per il testimone di mafia a cui il ministero dell'interno ha revocato la scorta.

Pubblicato il: 08/04/2009

Categoria: FUORIPORTA | VITA POLITICA

Il movimento dei Giovani Democratici della Provincia di Sondrio ha deciso di sostenere la lotta per Pino

Masciari, il testimone di mafia a cui il ministero dell'interno ha revocato la scorta, malgrado una sentenza del

tar del lazio che lo considera ancora sotto pericolo e bisognoso di protezione.

Pino Masciari è stato definito dall'ex Procuratore generale antimafia Pier Luigi Vigna come "Il più importante

testimone di giustizia d'Italia". La sua attività di denuncia della 'ndrangheta e della collusione del sistema

politico calabrese da dodici anni costringe lui e la sua famiglia a vivere nel calvario del programma speciale

di protezione dei testimoni, senza poter più ritornare nella propria terra, al proprio lavoro o vedere i propri

amici.

A fronte di questi sacrifici per la denuncia del sistema criminale in Calabria, la Commissione Centrale del

Ministero dell'Interno ha revocato nell'ottobre 2007 la scorta alla famiglia Masciari, disinserendola dal

programma di protezione testimoni; questo dopo tre mesi da una precedente comunicazione della stessa

Commissione che ribadiva la situazione di estremo pericolo in cui si trovava ancora il nucleo famigliare.

Malgrado il TAR del Lazio abbia stabilito, nel gennaio di quest'anno, che la famiglia Masciari deve ancora

essere protetta dallo Stato, ad oggi il Ministero dell'Interno non ha ancora ripristinato la scorta; non c'è stata

nemmeno una risposta alle richieste di adempimento alla sentenza presentate dal legale di Masciari al

Ministero.

L'associazione "Amici di Pino Masciari" ha dunque lanciato in questi giorni una petizione per chiedere il

reinserimento del testimone e della sua famiglia nel programma di protezione; come Giovani Democratici

della provincia di Sondrio, intendiamo appoggiare in tutto e per tutto questa iniziativa, e organizzeremo

dunque la raccolta firme Sabato 11 aprile, dalle 14 alle 18 a Morbegno, in piazza Sant'Antonio.

Invitiamo tutta la cittadinanza della Valle a prendere parte all'iniziativa; nel frattempo, rinnoviamo la nostra

solidarietà alla famiglia Masciari e a tutti coloro che, con la loro testimonianza, mettono a repentaglio le

proprie vite per la lotta al sistema mafioso.

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Pino Masciari <[email protected]>

Rif: Giuseppe (Pino) Masciari, imprenditore edile

calabrese

Pino Masciari <[email protected]> 31 marzo 2009 13.03

A: "Vincenzo On. Gibiino" <[email protected]>

Illustre onorevole avvocato gibiino,

le rispondo per conto degli amici di pino masciari, una realtà ormai ampia e radicata nel territorio nazionale

nata dall'esigenza di essere attivamente partecipi nel percorso di riappropriazione dei valori della

Costituzione e della Legalità.

grazie a pino masciari abbiamo imparato ad amare lo Stato.

dodici anni di sofferenza e esilio sono un prezzo altissimo che i masciari hanno pagato con dignità,senza

mai rinnegare la scelta fatta.

è ora che questo Stato riconosca loro quanto dovuto.

la società civile è pronta ad essere al fianco di chi vuole davvero far uscire l'italia dalla morsa delle mafie.

Le lascio i miei contatti e spero di poter avere i suoi per poterla aggiornare con tempestività:

federica rosin 3395016882 , [email protected]

Il giorno 31 marzo 2009 11.28, Vincenzo On. Gibiino <[email protected]> ha scritto:

[Testo tra virgolette nascosto]

05/04/2009 Gmail - Rif: Giuseppe (Pino) Masciari…

https://mail.google.com/mail/?ui=2… 1/1

Page 212: Pino masciari

«Si è trattato senza dubbiodi un’iniziativa ammirevo-le», ma è impossibile nonnotare «l’assenza di propo-nimenti seri». Con questeparole l’imprenditore Leo-nardo Chiarella, fondatoredel “Comitato per i cittadinia rischio di furto ed estorsio-ne” di Catanzaro Lido, sotto-linea il notevole interesse su-scitato dalla “Giornata nazio-nale dei testimoni di giusti-zia”, ma anche la sua valen-za prettamente teorica.

Promossa dal Centro studipolitico sociali “Don France-sco Caporale” e ospitata loscorso sabato dalla nostracittà, la manifestazione è sta-ta in grado di catalizzare l’at-tenzione di una folta schieradi cittadini e dei mezzi di co-municazione, grazie al-l’estrema rilevanza della te-matica affrontata e alla diret-ta partecipazione di numero-se personalità di spicco delpanorama istituzionale e cul-turale italiano, tra cui lacomponente della Commis-sione nazionale antimafiaIda D‘Ippolito.

Presente tra il nutrito pub-blico dell’evento, il fondato-re del “Comitato per i cittadi-ni a rischio di furto ed estor-sione”, ha sì espresso gran-de approvazione nei con-fronti di «un’iniziativa lode-

vole», ma ha anche manife-stato qualche perplessità ri-guardo alla mancanza di rea-li provvedimenti da attuareal fine di contrastare effica-cemente ogni forma di attivi-tà e di comportamento ma-fioso. Rimarcando infatti lanecessità di non limitarsiesclusivamente alle parole,ma di intraprendere azionidecise e concrete per supera-re tutti quegli ostacoli prati-ci che, di fatto, impedisconoa un testimone di giustizia diriprendere la sua vita nor-male, l’imprenditore di Ca-tanzaro Lido ha messo inevidenza la mancanza di

aiuti concreti a favore dei te-stimoni e dei loro familiari ele grandi difficoltà finanzia-rie incontrate dagli “impren-ditori che denunciano” neltentativo di mantenere inpiedi le proprie attività. «Ènecessario cautelare gli im-prenditori», afferma Chia-rella, che non si limita a par-lare in termini generali, mariferisce inoltre di alcuni epi-sodi riguardanti le sue per-sonali difficoltà ad accederea mutui e finanziamenti ne-cessari alla sua attività im-prenditoriale, causate dalleeccessive garanzie richieste-gli dagli istituti bancari: «Per

un mutuo di 25 mila euro, labanca a cui mi sono rivoltoha richiesto un’elevatissimaquantità di garanzie: dall’85per cento del fondo di garan-zia della Fondazione “SantaMaria del Soccorso” alla bu-sta paga di mia moglie, finoad arrivare ad una mia fide-iussione».

Come spiega l’imprendito-re, la “Giornata dei testimo-ni di giustizia” ha senza dub-bio avuto il merito di aver af-frontato una tematica im-portante e attuale, ma non èpossibile limitarsi a «una de-nuncia spassionata. A livellopratico, cosa si farà doma-ni?». Sottolineando signifi-cativamente l’assenza al-l’evento dell’imprenditorecalabrese Pino Masciari – untestimone di giustizia dive-nuto ormai un simbolo perl’intera regione, non invitatodagli organizzatori dell’ini-ziativa – Chiarella sostieneinfine come non ci sia un’ef-ficace sinergia tra il Governoe le banche, al fine di garan-tire a quegli imprenditoriche, con coraggio, denuncia-no le illegalità il legittimo di-ritto al lavoro e ad avere unavita dignitosa, che permettaloro di “camminare a testaalta nella società”.

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Tallini attacca il dg Ciconte: «Cerca appoggi elettorali»

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Forme di lotta e di protesta forti ed eclatanti, èquanto preannuncia il consigliere regionale Dome-nico Tallini tornando sulla vicenda del direttore ge-nerale dell’Azienda ospedaliera “Pugliese”, Enzo Ci-conte, dopo la sentenza favorevole allo stesso Cicon-te, «in chiara ed inequivocabile posizione di incom-patibilità, in quanto dirigente di Struttura Comples-sa della stessa Azienda presso cui esercita tali funzio-ni». «Incompatibilità - scrive Tallini - sancitadall’articolo 3 comma 9 del decreto Legge 502/92 ecertificata il 6 ottobre 2008 con parere scritto dalDipartimento della Funzione Pubblica e a seguito diapposito quesito posto dal sottoscritto, in quanto lostesso direttore trovasi in aperta e chiara condizio-ne di conflitto di interessi. Condizione di incompa-tibilità aggravata, tra l’altro, dal fatto che lo stesso di-rettore generale Ciconte, svolge il proprio mandatonell’ambito dello stesso territorio in cui ricopre an-che il ruolo di presidente dell’Ordine dei Medici».

«Tutto questo – continua Tallini - è stato dal sot-toscritto, non sussurrato a qualcuno in un orecchioo pronunciato per le strade a bassa voce, ma denun-ciato pubblicamente con documenti inconfutabilidurante una conferenza stampa del cui contenuto igiornali hanno dato ampio risalto. Di ciò, ho anchetempestivamente investito mediante comunicazioneformale il presidente della Regione Agazio Loiero af-finché intervenisse immediatamente, cosi come pre-visto dalla legge, per rimuovere la grave anomaliasegnalata. A questo punto, verrebbe anche da do-mandarsi: che valore hanno eticamente e legalmen-te le nomine fiduciarie effettuate da un direttore ge-nerale che esercita le sue funzioni in contrasto con lalegge, la stessa legge che addirittura prevede che tut-ti gli atti emanati dalla Direzione Generale in talicondizioni di incompatibilità, sono nulli. Inoltre, ildirettore generale dell’Azienda Ospedaliera Puglie-se-Ciaccio, che probabilmente avrà la garanzia diuna adeguata copertura politica, continua imperter-rito ad espletare nuovi concorsi come quelli: Labo-ratorio analisi, Chirurgia toracica, Chirurgia vasco-lare, Chirurgia d’urgenza, Ematoncologia pediatrica,Chirurgia plastica. Contestualmente – sostiene sem-pre il consigliere regionale - lo stesso direttore gene-rale, come da noi in tempi non sospetti preannuncia-to, ha avviato una serie di contatti all’interno dellastessa azienda ospedaliera, al fine di ottenere appog-gi elettorali in previsione di una sua sempre più pro-babile candidatura alle prossime elezioni regionali,col rischio, che l’aspetto dell’interesse della salutepubblica passi in secondo piano e sia sempre subor-dinato all’interesse di natura politica per il raggiun-gimento di obiettivi personali. A questo punto, sareb-be altresì opportuno, domandarsi per quali ragionile autorità preposte all’osservanza delle Leggi, alme-no sino ad oggi, non abbiano ritenuto di dover assu-mere alcuna iniziativa in merito, malgrado la gravi-ta dei fatti denunciati. Certamente non sarà il sotto-scritto a fermarsi, e sin da subito preannuncio per iprossimi giorni forme di lotta e di protestaforti ed eclatanti se necessario».

Sulla recente sentenza, Tallini commente «lungidal sancire la vittoria del Direttore Generale del-l’Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio, di fatto, con-ferma quanto dal sottoscritto affermato sia pure sot-to la forma dubitativa, in numerose denuncie ed in-terrogazioni scritte circa il criterio di nomina dei Di-rigenti di Struttura Complessa presso la stessa azien-da Ospedaliera. Infatti, il Giudice si è limitato a san-cire il “potere discrezionale” di nomina che spetta alDirettore Generale, nell’ambito dei concorrenti ido-nei a seguito dell’espletamento del concorso ogget-to del ricorso, trattandosi di nomina fiduciaria. Ri-mane, pertanto, forte il dubbio avanzato da molti ri-correnti e cioè che per tali nomine non sia stato se-guito il criterio della meritocrazia, quesito impor-tante questo, che presupponeva soprattutto per l’opi-nione pubblica, risposte chiare ed esaustive maipervenute».

r. c.

./+01(2(,34*21536178+193*:*7+);Giornata per i testimoni di giustizia, parla il presidente del comitato antiracket

NICOLETTA FABIO

[email protected]

!"#$%&'()#*+&',!'+(-&)+,./#-&'00-,1+()-*+&',)'0,2+$#*-*+

In questo avvio di nuovo annol’Italia in generale e la Calabria inparticolare, si trovano a vivere unasituazione di emergenza sociale edeconomica, forse senza precedenti.Sono apprezzabili le parole del ca-po dello Stato, nella parte in cuifanno riferimento alla necessità diuscire rinforzati da questa crisi.Ma sono parole che devono trova-re un seguito nei fatti, nelle azionidi tutti coloro i quali hanno impe-gni di governo e di programma-zione delle attività di rilancio del-l’economia e del lavoro, tutti devo-no sentirsi ampiamente coinvoltiin un necessario processo di cresci-ta. Si deve partire innanzitutto conil tutelare imprese e lavoro. I primia finire fuori dal mercato del lavo-ro saranno, inevitabilmente, i la-voratori atipici. E hanno anche lo-ro un mutuo da pagare, famiglieda mantenere: cosa faranno, sen-za alcun sostegno al reddito? Èquestione di equità sociale, ma nonsolo. Imprenditori e dipendentihanno costruito insieme il successodelle nostre imprese. Insieme dob-biamo ora affrontare questa crisi,per salvaguardare redditi, posti dilavoro e un grande patrimonio dicompetenze e professionalità :quando la crisi sarà passata, e pri-ma o poi accadrà , vorremmo ri-trovarlo intatto. Il sistema è com-plesso e coinvolge tutti, anche il si-stema creditizio che ha il dovere dinon abbandonare le imprese, so-

prattutto quelle piccole. Dal puntodi vista delle aziende, devono asso-lutamente imparare a fare rete etrovare nuovi canali di investimen-to e nuovi territori su cui far cresce-re le loro attività.Sul fronte dell’oc-cupazione poi , la critica più forteriguarda il sistema che caratteriz-za il mondo del lavoro in Italia,contrapposto a quello vigente al-l'estero diventato, in questi ultimianni, bacino di destinazione di tan-ti giovani italiani in cerca di occu-pazione nei diversi settori impren-ditoriali e universitari. Nel nostroPaese manca un sistema di meri-tocrazia. In Italia bisogna denun-ciare con criticità e coraggio e pro-porre delle soluzioni serie. Sonotante le richieste che rimangonoinascoltate di molti giovani che sot-tolinenao la necessità di sviluppa-re soluzioni imprenditoriali chepuntino sulla creatività facendofronte alla generalizzata mancan-za di finanziamenti. Dal quadro diinstabilità sociale ed economicache ci si apre davanti dobbiamoavere la forza di sviluppare e di farsviluppare ai nostri giovani unacapacità imprenditoriale moltoforte. Solo così genereremo svilup-po e faremo crescere le nostre for-ze migliori troppo spesso costrettea lasciare la loro terra, in cerca diun futuro migliore.

Filippo CapellupoPresidente commissione

per l'emersione del lavoro

Rimuovere la fioriera che impe-disce il deflusso del traffico da viaCase Arse su piazza Garibaldi. Èquanto chiede Umberto Maggio del-la segreteria provinciale del Movi-mento sociale Fiamma Tricolore.L’assessore Roberto Talarico «ave-va annunciato circa un mese fà unlodevole dietro-front rispetto allafioriera che impediva il deflusso deltraffico da Via Case Arse su PiazzaGaribaldi e verso la “Zona Ztl A”, at-to che avevamo vigorosamente ri-chiesto appena la fioriera era appar-sa a dannare la vita dei cittadini del-la zona ed a aumentare il già caoti-co traffico del centro Città, ma a tut-t’oggi ancora la fioriera, e le cateneche la circondano, restano dov’era-no ed i cittadini continuano a giro-vagare inutilmente per la città ed amaledirla più o meno sommessa-mente». «Gli stessi cittadini – pro-segue la nota della segreteria dellaFiamma - hanno cominciato a pro-testare anche con noi che avevamolodato l’outing dell’assessore e cichiedono quando le misure annun-ciate saranno rese finalmente ope-rative?

Noi – conclude la nota di Umber-to Maggio della segreteria provin-ciale di Fiamma Tricolore - giriamola domanda all’assessore nella spe-ranza che la risposta non ci vengadata sui giornali ma arrivi dalla de-finitiva rimozione dell’ingombran-te orpello da in mezzo alla strada».

r.c.

Fiamma tricolore«Via la fioriera»

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Investire sui giovani <=+*,36>3*,2

Tommaso
Evidenziato
Page 213: Pino masciari

in SiciliaOnLine.it Domenica | 03 Maggio 2009 | 16:41:56

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LEGALITA': IL 5 MAGGIO SIPARLA DI MAFIA A SIRACUSASIRACUSA (ITALPRESS) - "Parlate della mafia. Parlatene alla radio, intelevisione, sui giornali. Pero' parlatene" (Paolo Borsellino). Partendo daqueste parole di Paolo Borsellino i Grilli Aretusei, il Comitato "Cittadiniper la Legalita'" e gli "Amici di Pino Masciari" hanno organizzato per il 5maggio a Siracusa una giornata antimafia. Due gli incontri inprogramma. Saranno presenti: Salvatore Borsellino, fratello del giudicePaolo, Pino Masciari, testimone di giustizia calabrese, e Pino Maniaci,l'editore della tv Telejato di Partinico. Il primo incontro si terra' pressol'ITIS "Enrico Fermi", alle 9, dove gli alunni di molte scuole di Siracusa eprovincia avranno l'opportunita' di ascoltare le testimonianze dei trerelatori. Nel pomeriggio, alle 18, conferenza nel Salone "PaoloBorsellino" di Palazzo Vermexio. (ITALPRESS). abr/com 03-Mag-09 14:22NNNN

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PALERMO: NIENTE BUSAMAT PER L'1 MAGGIO

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PALERMO: 1 MAGGIO, ALVIA OPERAZIONESICUREZZA DEICARABINIERI

03/05/2009 LEGALITA': IL 5 MAGGIO SI PARLA …

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Page 214: Pino masciari

26V I B O

DOMENICA 14 dicembre 2008 calabria

ora

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col

La scuola si giudicadai suoi... studentiI nuovi percorsi di valutazione secondo l’Ocse

«Monitorare i risultati dei sistemiscolastici grazie al livello di prepara-zione degli studenti e in un quadrodi riferimento comune a livello in-ternazionale». L’Organizzazioneper la cooperazione e lo sviluppoeconomico (Ocse) nell’ambito delsuo Programme for internationalstudent assestment (Pisa) intendecontribuire a promuovere nel mon-do della scuola una nuova e più au-tentica cultura della valutazione. Edi ciò si è parlato nell’ambito del se-minario di informazione e sensibi-lizzazione sull’indagine Ocse-Pisa esu altre ricerche internazionali. «Pi-sa - ha spiegato in apertura Miche-le Piraino, dirigente scolastico del-l’Ipc “De Filippis” - è il frutto di unlavoro di collaborazione che vedecoinvolti i paesi partecipanti attra-verso rappresentanti governativi,istituti di ricerca ed esperti. L’obiet-tivo di tale collaborazione è quellodi garantire che gli strumenti di va-lutazione utilizzati nel progetto Oc-se-Pisa siano validi a livello inter-nazionale, cioè tengano conto deicontesti culturali e scolastici deipaesi membri». E ancora: «Pisa ac-certa, quindi, il possesso di cono-scenze e capacità in relazione conla preparazione per la vita e la pos-sibilità di apprendere lungo il corsodi ogni momento formativo». Piùspecificamente è emerso che l’inda-gine mira a verificare il livello di

competenza (literacy) nell’ambitodella lettura (reading literacy), chenon è più considerata un’abilità chesi acquisisce unicamente nell’infan-zia, ma come un insieme di cono-scenze e strategie in continua evo-luzione. «Nella matematica (ma-thematical literacy) - ha spiegato ildocente junior Vincenzo De Filippis- bisogna guardare alle capacità de-gli studenti di identificare e com-prendere il ruolo che la disciplinagioca nel mondo reale, cioè l’usoche di essa si può fare rispetto alleesigenze della vita attuale». Si so-stiene, quindi, un processo cultura-le che «non valuta tanto la padro-nanza di parti dei curricula scola-

stici, quanto la capacità di utilizza-re conoscenze ed abilità apprese».Meccanismi e processi valutativiche per due giorni hanno calamita-to l’attenzione dei docenti di lettere,matematica e scienze della provin-cia di Vibo Valentia, coordinati daldirigente Michele Piraino, la cuiscuola è stata individuata dall’In-valsi su indicazione del Miur. Gli in-segnanti delle tre aree disciplinari sisono incontrati all’importante ap-puntamento di informazione e sen-sibilizzazione anche in virtù delleprossime valutazioni di marzo-apri-le 2009 e hanno potuto seguire lediverse problematiche programma-te in seduta plenaria ed esposte daidocenti senior Piraino per la mate-matica, Maria Rosa Romano perl’italiano e Mario Branca per lescienze. Nelle fasi operative, perogni singolo ambito disciplinare, gliintervenuti sono stati coordinati daidocenti junior Vincenzo De Filip-pis, per la matematica, Anna PiaPerri per l’italiano e Giuseppe Mo-ricca per le scienze. Il servizio di se-greteria e di hostess è stato curatodal “De Filippis” e coordinato daiprofessori Cosma Mazzeo e Giusep-pe Luzza. La parte tecnica è stataaffidata al professor Pasquale Stra-no e al tecnico di laboratorio Nico-la D’Amico. Si replica il 18 e il 19 di-cembre.

Pino Cinquegrana

Il dirigente Michele Piraino

Scuola e lavoroRaccolta firmedei Comunisti

Il circolo vibonese del Parti-to dei Comunisti italiani hapromosso una raccolta firmeper portare all’attenzione delGoverno cinque punti fonda-mentali: scuola pubblica, dife-sa del salario, precarietà, con-flitto di interessi e diritto allacasa. Una firma, dunque, perchiedere maggiori risorse e perl’abrogazione dei tagli propostidai ministri Giulio Tremonti eMariastella Gelmini. Poi, an-cora, una firma per istituireuna nuova scala mobile cheadegui automaticamente glistipendi al costo della vita.Un’altra per istituire il salariominimo e per sollecitare unamaggiore stabilità nei rappor-ti di lavoro. E, inoltre, per pro-porre l’ineleggibilità al Parla-mento per coloro i quali abbia-no interessi economici rilevan-ti. Una firma, infine, per ga-rantire il diritto alla casa, perfavorire la locazione introdu-cendo sgravi fiscali e per chie-dere ulteriore risorse per lamanutenzione degli edifici po-polari.

la fotonotizia

Marisa Masciaririappare in città

il “blitz”

Avrebbe voluto raggiungere Serra SanBruno. Anche per un’ora. Giusto il tempodi rivedere i luoghi dell’infanzia, e cingerenell’abbraccio i familiari che non vede daanni. Sono passati più di due lustri, infatti,da quando Marisa Salerno, 43 anni, mogliedel testimone di giustizia Pino Masciari, èstata costretta a fuggire dalla sua terra.C’era anche lei quando il marito raccontòal luogotenente Nazzareno Lopreiato le an-gherie che era stato costretto a subire finoal momento in cui decise - pagandone uncarissimo prezzo - di ribellarsi al sistema‘ndranghetistico. Marisa Salerno, dal suoesilio forzato, è tornata ieri a Vibo peradempiere a un dovere che spetta a tuttigli appartenenti alla sua categoria profes-sionale: votare per il rinnovo dell’Ordinedei medici. Una decisione che lascia intui-re quanto forte sia la voglia di un ritorno al-la vita normale e che, nel contempo, mostratutto il carico di drammaticità di una vi-cenda personale che vede ancora lontana eindefinita la sua soluzione. Il dramma e lasofferenza della condizione di vita della fa-miglia di Pino Masciari e Marisa Salerno,infatti, stanno tutti nelle sue parole: «Nonho fatto in tempo ad andare al mio paese,dove ho esercitato a mia professione di me-dico-dentista, per motivi di sicurezza. Imiei due figli - ha aggiunto - non conosco-no neanche i loro nonni», ha rimarcato piùvolte. «Ma oggi, accompagnata dalla scor-ta, quando ho sentito pronunciare il mionome e deposto la scheda nell’urna, ho pro-vato tantissima gioia. Per la prima voltanon mi sono sentita una “donna fanta-sma”». Una condizione, questa, che da or-mai troppo tempo la segna e dalla qualeavrebbe il sacrosanto diritto di uscire, cosìcome ribadito ieri sera, nel corso della tra-smissione “Tg2 Storie” che ha raccontatoall’Italia i suoi 12 anni di vita blindata.

Andrea Fera

Tommaso
Evidenziato
Page 215: Pino masciari

32V I B O

MERCOLEDÌ 8 ottobre 2008 calabriaora

Gli «Amici» del testimone digiustizia Pino Masciari denun-ciano come lo stesso continui amuoversi «autonomamente»senza alcuna garanzia di sicu-rezza. Si tratta di un superte-stimone di Serra San Bruno adaltissimo rischio di incolumità.Eppure nei suoi recenti viaggiin Sicilia, a Roma, Bergamo, To-rino, Bologna, Milano, i suoi in-contri pubblici, preventivamen-te annunciati alle autorità pre-poste, non sarebbero stati presi-diati dalle forze dell’ordine, tan-tomeno Pino Masciari è statocontattato affinché ciò avvenis-

se. «Abbiamo assistito – scrivo-no in una lettera diretta alle au-torità competenti – a sporadi-che e fugaci apparizioni di forzedell’ordine giunte per verifica-re la presenza di Pino Masciari,tuttavia abbandonando subitoil luogo delle conferenze: a di-mostrazione che è da escluderel’intenzione di garantire la sicu-rezza di Pino. E noi, suoi amici,che portiamo avanti l’azione didifesa popolare, ne siamo testi-moni insieme a tutti i cittadinipresenti. Non siamo e non dob-biamo essere noi i responsabilidella protezione di Pino: questo

è dovere, obbligo e competenzadella Commissione centrale chedà direttive al Servizio centraledi protezione, il quale a sua vol-ta dispone le forze dell’ordinesul territorio. Noi lo accompa-gniamo – aggiungono gli Amicidi Pino Masciari – e gli stiamoaccanto in assenza della scortadi protezione che dal 19 settem-bre 2008 non è stata più asse-gnata, cercando di impedire lalibertà di movimento e la volon-tà di esprimersi nel percorso divalori di legalità, di lotta allemafie e rispetto dello Stato. E’inutile contattare noi, Amici di

Pino. E’ successo nelle scorseore, ma non essendo responsa-bili della sua sicurezza non da-remo mai indicazioni sensibiliriguardo Pino a una voce tele-fonica che potrebbe essere dichiunque».

il superteste

Gli Amici di Masciari: «Pino sempre a rischio»I volontari che lo scortano: «La sua sicurezza deve essere compito dello Stato»

Nello scorso mese di maggio losciopero degli operatori della so-cietà nazionale “Meeting Service”,addetta alla verbalizzazione audiodelle udienze penali, aveva fattorinviare il processo “Minosse” al 7ottobre. Ma ieri l’anomala compo-sizione del collegio giudicante hafatto slittare ancora la trattazionedel processo al 18 novembre. “Mi-nosse” è uno dei processi più im-portanti in corso a Vibo, frutto diun’operazione del 10 febbraio2005, scaturita da un’attività in-vestigativa del comandante dellastazione di Vibo, maresciallo Naz-zareno Lopreiato. Usura, estorsio-

ni, traffico di armi e droga, i reaticontestati, a vario titolo, agli im-putati. La cocaina, nel Vibonese,arrivava direttamente dalla Co-lombia, mentre la marijuana pro-veniente dall’Albania, dopo losbarco a Taranto proseguiva ver-so Vibo. Da quanto emerge dai fa-scicoli dell’inchiesta, inoltre, dopola consegna del carico di cocaina,almeno quattro corrieri colombia-ni sarebbero stati uccisi ed i lorocorpi si troverebbero nelle campa-gne di Rosarno, mentre uno sa-rebbe stato gettato nel fiume Me-sima. Omicidi che avrebbero pro-vocato la durissima reazione dei

colombiani. Gli imputati sono:Carmelo Belvedere, 51 anni, diCessaniti; Domenico Belvedere, di31 di Vibo; Giuseppe Corsaro, 30,di Limbadi; Giovanni Cossu, 29,di Vibo; Emiliano De Vita, 34 an-ni, di Rombiolo; Michele Farina,29 anni, di Vibo; Mariano Fiamin-go, 35 anni, di Zungri; Filippo Fu-scà, 27 anni, di Vibo; GregorioGiofrè, 45 anni, di San Gregoriod’Ippona; Leonardo Guastalegna-me, 39 di Triparni ma residente aBrescia; Rosario Guastalegname,41 anni, di Triparni; Gabriele Io-nadi, 41 anni, di Vibo; FrancescoLimardo, 47 anni, di Motta Filoca-

stro; Giuseppe Lo Bianco, 28 an-ni, di Vibo; Paolino Lo Bianco, 45anni, di Vibo; Tommaso Lo Schia-vo, 47 anni di Piscopio; MicheleRanieli, 31 anni, di Rombiolo;Gianluca Tassone, 29 anni, di So-riano; Salvatore Il Grande, 41 an-ni, di Tropea.

g. bag.

operazione “minosse”

Il dibattimento riparte il 18 novembreL’anomala composizione del collegio giudicante provoca l’ennesimo rinvio

Lampasi rispondedi tentato omicidio

il caso

Si aggrava la posizione processuale del54enne Nazzareno Lampasi. Nel corso del-l’udienza a suo carico svoltasi ieri dinanzi alTribunale collegiale presieduto dal giudiceGiancarlo Bianchi, il pm Francesco Roton-do ha infatti chiesto la modifica del capo diimputazione (che ha comportato il passag-gio del caso dal giudice monocratico al col-legiale) a carico del bracciante agricolo diSerra San Bruno, che dovrà ora risponderedell’accusa di tentato omicidio e non piùdell’accusaoriginariadi lesionipersonali«perché il10 lugliodel 2003 -si legge nelnuovo capodi imputazione - Nazzareno Lampasi com-piva atti idonei, in modo non equivoco, a ca-gionare la morte di Francesco Tassone ed inparticolare dopo essersi portato all’internodi un terreno di proprietà di questi, venu-tosi a trovare a circa 20 metri dal Tassone,esplodeva verso di lui in rapida successio-ne ad altezza d’uomo sette colpi di pistola,non riuscendo nell’intento omicida per cau-se indipendenti dalla sua volontà, in quan-to il Tassone si spostava prontamente dal-la linea di tiro». I fatti al centro del proces-so scaturiscono da un diverbio avvenutonelle campagne di Spadola per una que-stione di confini relativi a terreni di pro-prietà del Lampasi e di suo cognato, Fran-cesco Tassone. Dopo la sparatoria Lampa-si era finito in carcere. Nel processo, conuna differente posizione processuale, è im-putato anche Giuseppe Lampasi. L’udien-za riprenderà il 18 novembre.

g.bag.

Processo “Bluff”, ritorno in aulaE l’avvocato Brancia presenta la perizia psichiatrica su Michele Bonavota

E’ ripreso davanti al Tri-bunale collegiale il processofrutto dell’operazione “Bluff”– nata da indagini condottedai carabinieri di Sant’Ono-frio e San Gregorio d’Ippo-na, nonché dalla Guardia difinanza – contro un’organiz-zazione che, stando all’im-palcatura accusatoria, avreb-be commesso una serie ditruffe ai danni di società fi-nanziarie, assicurazioni editte commerciali. L’organiz-zazione sarebbe riuscita afalsificare i documenti di di-verse autovetture modifican-do le generalità ed i codici fi-scali degli intestatari. I mez-zi venivano poi acquistatitramite finanziarie, alle qua-li andavano le prime rate,per poi essere piazzate sulmercato. Ma altre truffe sisarebbero consumate ancheai danni di società commer-ciali. In questo caso gli ordi-ni di acquisto venivano fattisulla base di società fittizieintestate, nella maggior par-te dei casi, ad avvocati di fa-ma. Un modo per non desta-re sospetti e godere dellamassima fiducia: i tir scari-cavano poi la merce che ve-niva subito venduta, ma peri pagamenti nulla da fare. Al-tre truffe sarebbero state

compiute ai danni delle assi-curazioni. Nel processo si ècostituta parte civile la socie-tà finanziaria Fiditalia. Nelcorso dell’udienza di ieri, ilTribunale ha rigettato alcuneeccezioni difensive inerentila mancanza negli atti delladata in cui la supposta orga-nizzazione avrebbe operato.Quindi ha preso atto di alcu-ne richieste formulate dal-l’avvocato Diego Brancia perl’imputato Michele Bonavo-ta, ritenuto dall’accusa la“mente” dell’intera organiz-zazione. Il legale ha deposi-tato una memoria difensivae della documentazione me-

dica con una perizia psichia-trica attestante una schizo-frenia cronica grave del suoassistito che sarebbe in curada uno specialista (il profes-sor Franco Bruno di Roma).Da qui la parziale incapacità- secondo l’avvocato Brancia- di intendere e volere di Mi-chele Bonavota e quindi la ri-chiesta di verificare se lostesso sia in grado di presen-ziare al processo e se la stes-sa incapacità sussisteva almomento della commissio-ne dei fatti. Il pm FrancescoRotondo si è riservato di re-plicare alle eccezioni delle di-fese nella prossima udienzadel 18 novembre. Imputatinel processo, oltre a MicheleBonavota (41 anni) di San-t’Onofrio, sono: GiuseppeBonavota, 30 anni, MariaConcetta Patania (49), Mas-simo Putrino (42), OnofrioSantaguida (55), GerardoPaolo Barbieri (47), GerardoAddesi (31), Giuseppe Bona-vota (53), Mario Veneziano(37), tutti di Sant’Onofrio.Ed ancora: Nunzio Pagano(33), Antonino Pagano (56),Antonio Baldo (65), tutti diSan Gregorio d’Ippona, Ni-cola Lopreiato (50) di Stefa-naconi, Salvatore Marsico(40) di Vena di Ionadi, Anto-

giustizia e dintorni

La Gomez è trasferitaSaltano i procedimenti

Il trasferimento del giudice Francesca Gomez de Aya-la come gip del Tribunale di Lamezia Terme continuaa far slittare i processi in corso dinanzi al Tribunale col-legiale di Vibo. A causa dell’anomala composizione delcollegio, infatti, è saltato al 18 novembre il procedimen-to a carico di Nicola Ime-neo, 40 anni, Nicola Bora-gina, 42 anni, Stefano Riz-zuto, 43 anni, tutti di SanNicola da Crissa, e di Sa-verio Boragina, 35 anni,residente a Vallelonga. Iquattro, a vario titolo, de-vono rispondere di estor-sione, danneggiamento,rapina aggravata, furto,violenza privata e deten-zione illegale di armi dafuoco e da taglio. Secondol’accusa e le indagini in-vestigative dei carabinieri di Serra San Bruno i quattroindagati, tra aprile e giugno 2006, si sarebbero resi re-sponsabili di una serie di danneggiamenti ai danni di al-cuni operai boschivi allo scopo di costringerli al paga-mento di una tangente consistente in alcuni quantita-tivi di legname e di altri oggetti materiali. Le indaginihanno permesso di accertare che quanti si ribellavanoalle imposizioni del quartetto finivano per subire inti-midazioni di ogni tipo.

g.bag.

IN BREVE

LA GANGTramite l’operazione“Bluff” è stata sgominatauna presunta gang deditaalle truffe in danno disocietà assicurative,finanziarie e commerciali

IL PROCESSO Alla sbarra diversepersone, quasi tutte diSant’Onofrio e SanGregorio d’Ippona. Partecivile si è costituita lasocietà Fiditalia

IL CAPOMichele Bonavota èritenuto il capo dellabanda. E’ in cura presso ilnoto criminologo epsichiatra romanoFrancesco Bruno

nio Mandaradoni (53) di Vi-bo e Alessandro Staropoli(28) di Vibo Marina.

Giuseppe Baglivo

LA MENTE Michele Bona-vota, presunto capo della gang

Il tribunale, saltano i processi

007 Il luogotenente Lopreiato

TESTE Pino Masciari

Tommaso
Evidenziato
Page 216: Pino masciari

Sabato 22 Novembre 2008 Gazzetta del Sud44

.

L’orchestra sinfonica del Conservatorio invitata dal ministero dell’Istruzione a rappresentare tutto il sistema artistico nazionale

Concerto di Natale davanti al Santo PadreMa in città il “Torrefranca” combatte da anni per riuscire a trovare una sede adeguata

L’orchestra sinfonica del Conservatorio musicale “Fausto Torrefranca” diretta dal maestro Antonella Barbarossa

Nicola Lopreiato

Nella Basilica di Santa MariaMaggiore il 9 dicembre per ilconcerto di Natale e, due giornidopo, nella Basilica di San Pietrodavanti al Santo Padre. Ad esi-birsi sarà l’Orchestra sinfonicadel Conservatorio “Fausto Tor-refranca” sotto la guida della di-rettrice d’orchestra AntonellaBarbarossa. Con loro anche il so-prano Gabriella Morigi, docenteal Conservatorio di Vibo. Al con-certo di Santa Maria Maggioreanche il pianista Daniele Paolil-lo, 16 anni, premio nazionaledelle Arti 2008, e studente all’ot-tavo anno di pianoforte al Con-servatorio “Torrefranca”.

Un palcoscenico prestigioso,un riconoscimento di grande va-lore che proietta il “Torrefranca”e l’intera città in una dimensioneartistica internazionale. I dueconcerti saranno trasmessi inmondovisione dal Centro televi-sivo vaticano, dalla televisionedella Conferenza episcopale ita-liana (Sat 2000) e dalla RadioVaticana. Inoltre, le stesse esibi-zioni saranno registrate in undvd per una successiva diffusio-ne.

Ma di tutto ciò, evidentemen-te, in città fino ad oggi è importa-

to poco. Per amministratori eclasse politica, molto probabil-mente, le note che partono dallestanze del Conservatorio di viaCorsea, e si diffondono nelleviuzze del centro storico sem-brano più dei lamenti, dei rumo-ri da eliminare che delle melodieispirate dai valori dell’arte e dal-la creazione, quindi da amplifi-care il più possibile. Come? Met-tendo nelle condizioni l’istituto acrescere e ampliarsi, offrendoleuna logistica all’altezza, con unasede più adeguata e, nello stessotempo, attraverso la realizzazio-ne di un auditorium e un teatro.

Il Conservatorio combatte or-mai da anni per avere una sededefinitiva, considerato che gliiscritti da poco più di duecentohanno abbontemente superato ilmigliaio e il palazzo dell’ex Ban-ca d’Italia, ristrutturato dall’am-ministrazione provinciale di En-zo Romeo e offerto al “Torre-franca”, non è più nelle condizio-ni di fronteggiare le nuove esi-genze.

Proprio per superare questiinconvenienti giorni fa si è tenu-ta una riunione nella sede dellaProvincia, voluta dal presidenteFrancesco De Nisi, allo scopo diindividuare un percorso in gradodi dare stabilità e certezze alConservatorio. Dopo i necessarichiarimenti caratterizzati ancheda spunti piuttosto polemici, pervie delle voci relative alle ipotesidi trasferimento a Catanzarodell’istituto, amministratori epolitici hanno messo a punto un

percorso a tappe: a breve termi-ne offrire al “Torrefranca” unalogistica adeguata, allo scopo disvolgere tutte le funzioni didat-tiche, mentre a lungo termine sipotrà pensare alla realizzazionedi un nuovo edificio.

Nell’immediato, però, c’è ilpalcoscenico internazionale.L’orchestra per il Concerto di Na-tale eseguirà brani di Mozart(Exsultate, jubilate, Concertoper pianoforte e orchestra, Kv491; Adeste Fideles; Fermaronocieli; Astro del ciel (Stille Nacht)e Tu Scendi dalle stelle.

Il Conservatorio sarà, poi,

presente con il coro interuniver-sitario di Roma (composto da300 elementi) diretto da donMassimo Palombella nella Basi-lica di San Pietro giovedì 11 di-cembre.

A segnalare il “Torrefranca” èstato il ministero dell’Istruzioneche ha promosso i due concertid’intesa con l’Ufficio per la Pa-storale universitaria del Vatica-no. Per questo evento il Conser-vatorio, infatti, è stato invitato amettere a disposizione la «suaprestigiosa Orchestra giovanilein rappresentanza di tutto il si-stema artistico nazionale».3

La direttricedel TorrefrancaAntonellaBarbarossaprepara i concerti

Legalità e lotta alla mafia.L’obiettivo è piuttosto ambi-zioso e di tanto in tanto qualcu-no prova a trasferire la discus-sione tra la gente. Come se siavvertisse la necessità di tasta-re il polso alla società civile percarpirne i “battiti” dell’umore.Ma il risultato, purtroppo, èsempre lo stesso; puntualmen-te si registra una partecipazio-ne limitata e, inevitabilmente,il dibattito rimbalza solo tra gliaddetti ai lavori.

Un copione che si è ripetutoanche con la recente manife-stazione organizzata dall’as -sociazione Libera, Prefettura eComune, in occasione del“passaggio” della Carovanaantimafia. Una giornata carat-terizzata da due momenti:l’inaugurazione di un interoquartiere, quello di Feudotto,dedicato alle vittime della ma-fia, e un dibattito su usura, rac-ket e testimoni di giustizia. Nelprimo caso una partecipazionepiuttosto magra, senza il cora-le coinvolgimento delle scuole(presenti poche delegazioni diragazzi), e con rappresentantiistituzionali. Una lezione pocoseguita e sulla quale bisogne-rebbe interrogarsi, e non poco,perché la scuola vibonese nonè nuova a questa sorta di espo-sizione. Se appuntamenti diquesto tipo non vengono pre-ventivamente preparati, diffi-cilmente i ragazzi potrannoapprezzare che in città si inte-stino alcune vie ai simboli del-la lotta alla mafia, come il giu-dice Rosario Livatino, Giovan-ni Falcone e Paolo Borsellino.E se la partecipazione di frontea questi eventi viene meno, bi-sogna pure trovare il coraggioe interrogarsi sul perché. Mol-to probabilmente perché gliesempi che arrivano dall’altoin materia di legalità, di rispet-to delle regole e buoni esempi,non sempre sono edificanti.

Esemplare la decisione delSindaco di intitolare un quar-tiere alle vittime della mafia,ma altrettanto importante do-vrebbe essere arginare il caosin cui vive la città, dove i servizilasciano molto a desiderare,l’abusivismo edilizio dilaga, leconcessioni in deroga rappre-sentano una regola soprattut-to lungo la Statale 18, fino alpunto da comprometterne unpossibile ampliamento. Va be-ne alzare la voce contro le co-sche, ma è altrettanto impor-tante non perdere di vista la di-fesa dei diritti di tutti. Come icittadini sono chiamati al ri-spetto e all’osservanza delleregole, così, in questo senso, ilrichiamo del Prefetto non valesolo per loro ma innanzituttoper i sindaci.

Ma combattere la mafia si-gnifica anche difendere fino infondo gli organismi preposti aquesto scopo, a cominciare daimagistrati. È importante avereinvestigatori all’altezza. Non sipuò sostenere che abbiamo unnumero sufficiente di forzedell’ordine se poi si utilizzanoper andare in giro e controllarele discariche abusive, osserva-zione giustamente rilevata dalPrefetto.

Eppoi i testimoni di giusti-zia, meglio essere onesti fino infondo e ammettere che lo Sta-to ha mostrato tutti i suoi limitinella gestione di queste perso-ne. In caso contrario bisogne-rebbe concludere che tutti i te-stimoni sono pazzi.3(n.l.)

Commento

Vogliadi legalitàed esempinegativi

Brevi

SISTEMA BIBLIOTECARIO

Problemi ambientaliin CalabriaL’INCONTRO dibattito, orga-nizzato dal coordinatore na-zionale della CommissioneFare ambiente, Nicolino LaGamba, con inizio alle ore9, si terrà nella sede del Si-stema Bibliotecario. Si cer-cherà di fare il punto sullasituazione della Calabria.

CENTRO SISTEMA BIBLIOTECARIO

Giornata dell’archeologiaTERZA EDIZIONE della “Giornata dell’archeologia” a cura dellasezione vibonese dell’Archeo-club d’Italia. Tra i relatori fi-gurano il prof. Ermanno Arslan e la dor.ssa Maria TeresaIannelli, entrambi restauratori presso l’area archeologicaAloe. Al centro del dibattito il ruolo di Vibo in epoca romana.

SA N T ’ONOFRIO

Concerto musicaledel Kim Plaifield TrioL’ASSOCIAZIONE musicaleBeat presenta un nuovo ap-puntamento, previsto perlunedì 24 novembre alle ore16 al Beautiful body centerdi Sant’Onofrio. Un’occasio-ne per gli appassionati delpoliedrico batterista KimPlaifield.

ORATORIO SALESIANO

Manifestazioneculturale sulla paceLE ACLI del vibonese, con ilpatrocinio dell’Amministra-zione provinciale, per do-menica prossima alle 18,30,organizzano un’iniziativacanora e culturale dal tito-lo: Pensa.. percorso di edu-cazione alla pace, alla le-galità e alla non violenza.Coordinerà Teresa Saeli.

RACCOLTA DI FONDI

Sostegno ai disabilidai Leo clubIL PROGETTO dal titolo “Unileo 4 light” a cui aderisce ilLeo club della città è statoideato allo scopo di racco-gliere fondi per sostenere ilfuturo professionale dei ra-gazzi disabili di vista. L’ap-puntamento è per domenica23 novembre su corso Vit-torio Emanuele.

Dopo Torino altri conferimenti: lunedì a Ivrea e poi Alpignano, Chieri, Pinerolo e Grugliasco

Pino Masciari cittadino onorario di mezza ItaliaDopo il conferimento della citta-dinanza onoraria della città diTorino, Pino Masciari, imprendi-tore e testimone di giustizia, ori-ginario di Serra San Bruno, rice-verà quella di Ivrea. Lunedì po-meriggio, 24 novembre, infatti èin programma la cerimonia che èstata organizzata in concomitan-za con il consiglio comunale.Un’altra città piemontese, dun-que, si appresta ad annoveraretra i suoi cittadini anche Mascia-ri, come segno di solidarietà neiconfronti di chi ha scelto di schie-rarsi contro le mafie.

Ma non è tutto, perché tregiorni dopo, cioè giovedì 27 no-vembre, anche Alpignano (altracittadina piemontese) conferiràal testimone di giustizia –che conla famiglia da dodici anni vive inlocalità “più o meno protetta”– la

cittadinanza onoraria, sancendoin tal modo la propria vicinanza,la stima e l’orgoglio di poter ave-re tra i propri cittadini chi dellalotta alle mafie è diventato il te-stimone, molto spesso “scomo-do” e vivente.

Un riconoscimento che uniràil futuro della famiglia di PinoMasciari anche con la città diChieri (sempre in Piemonte). Ve-nerdì 28 novembre, infatti, nuo-va cerimonia nella sala consiliaredel Municipio. In questo caso ilconferimento sarà allargato nelsenso che a esserne insignito consarà soltanto Masciari, bensì an-che la moglie Marisa Salerno(medico odontoiatra) e i loro duefigli. Per fare questo il consigliocomunale di Chieri ha dovuto ap-portare alcune modifiche alloStatuto. Ma quando c’è la volon-

tà, tutto si può fare. E ancora,sempre in provincia di Torino, al-tri due appuntamenti sono inagenda: il 29 a Pinerolo e il primodicembre a Grugliasco. In en-trambi i casi a Masciari sarà con-ferita la cittadinanza onoraria.

L’imprenditore-testimone digiustizia nel dichiararsi felice pertutti questi attestati, ha commen-tato: «È vero che ho perso tutto, èvero anche che mi avrebbe fattopiacere ricevere qualche attesta-to di riconoscimento nella miaterra, ma è vero anche che dora inavanti non lo voglio più. Se me lodovessero dare lo rifiuterei. Per-chè è vero che ho perso tutto: la-voro, famiglia, pace, ma è pur ve-ro che ho trovato una famigliapiù grande, molto più grandelontano dalla Calabria, una terrabella e amara».3(m.c.)Pino Masciari

Comune La decisione dopo le dichiarazioni del consigliere di minoranza Giuseppe Rito

Sammarco chiude la porta in faccia all’UdcVincenzo Varone

La luna di miele con l’Udc è fi-nita. All’indomani delle dichia-razioni del consigliere delloscudo crociato Giuseppe Rito,il quale aveva detto chiaro etendo che “non è mia intenzio-ne, come ho comunicato al Sin-daco almeno una ventina digiorni fa, tradire la fiducia de-gli elettori che mi hanno elettoin una coalizione di centrode-stra”, il sindaco Franco Sam-marco fa sapere che ogni di-scorso con L’Udc può conside-rarsi chiuso e che la partita neiprossimi giorni si giocherà solo

ed esclusivamente in casa, ov-vero nell’ambito della stessacoalizione. Il decimo assessoresarà, dunque, scelto tra le forzepolitiche del centrosinistra edai giochi non sarà escluso nes-suno, neanche i Verdi, che giu-sto qualche settimana fa si era-no tirati fuori dall’esecutivo.

Franco Sammarco si è datoanche un termine. «Già nelleprossime ore – afferma – avròuna serie di rapidi colloqui econto quindi entro giovedìprossimo di essere nelle condi-zioni di chiudere le trattative e,quindi, di mettere nero subianco». Ma non è da escludere

che il sindaco, il quale al mo-mento sembra solo intenziona-to a riempire la casella rimastalibera dopo le dimissionidell’assessore dei Verdi, Silve-stro Scalamandrè, si veda co-stretto a procedere, viste lepressanti richieste che proven-gono soprattutto dai Democra-tici riformisti di Michele Soria-no, alla rivisitazione dell’interoesecutivo. In questo caso il po-sto più a rischio è quello dell’assessore ai Lavori pubbliciAntonio Iannello che FrancoSammarco fino ad oggi ha sem-pre sostenuto con ferma deter-minazione.3

Cronaca di ViboVia M.T. Cicerone, 15 - Cap 89900

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Martedì al Classicoincontro con Ayala

Si terrà martedìal Liceo classicol’incontro tragli studentie Giuseppe Ayala

Daniele Paolillo

Appuntamento

Due concerti sono in pro-gramma a Roma da partedell’Orchestra sinfonicadel Conservatorio “FaustoTorrefranca”: il 9 dicem-bre nella Basilica di SantaMaria Maggiore e l’11 di-cembre, nella Basilica diSan Pietro, davanti al San-to Padre. Due eventi cheproiettano il Conservato-rio su un palcoscenico ar-tistico internazionale.

Franco Sammarco

Tommaso
Evidenziato
Page 217: Pino masciari

Mercoledì 14 gennaio 2009 19

CatanzaroREDAZIONE: Via Milano, 9 - 88100 Catanzaro - Tel. 0961.792164 E-mail: [email protected]

Al “Mater Domini”

AntonioCar della

è il direttoreamministrativo

LA DIREZIONE generaledella Azienda ospedalieraUniversitaria “Mater Do-mini” Catanzaro ha nomi-nato Antonio Maria Car-della (nella foto) nuovo di-rettore amministrativo.

Cardella, professionistadi qualificata esperienzanel settore sanitario ha giàricoperto posizioni analo-ghe di direttore ammini-strativo presso altreAziende ospedaliere.

Laureato in giurispru-denza, professore abilitatoin materie giuridiche edeconomiche, Cardella van-ta nel suo curriculum tito-li di specializzazione nellematerie amministrative,ha ricoperto, attraversouna pluriennale esperien-za lavorativa, incarichi di-versi in quasi tutti i com-parti funzionali dell'Areaamministrativa (dalla Ge-stione risorse umane, agliAffari generali e legali, alSettore acquisizionebeni eservizi ed infine all'UfficioGestione risorse finanzia-rie) che gli conferisconoun'attitudine poliedricaalla gestione delle struttu-re amministrative azien-dali.

La decisione, assuntadal dg Anna Rosalba But-tiglieri, rientra in quellastrategia di rinnovamentoe rilancio tesa a rafforzaree la struttura organizzati-va e la componente mana-geriale.

di STEFANIA PAPALEO

PINO Masciari, testimone digiustizia dimenticato. Nondallo Stato, questa volta, mada una Fondazione Onlus, la“Don Francesco Caporale”,che, lo scorso 10 dicembre, hapromosso la “I Giornata na-zionale dei Testimoni di giu-stizia” proprio a Catanzaro,nella città in cui aveva sedel'attività dell'imprenditoreche, da ben 11 anni, si trovain esilio in una località segre-ta per avere avuto il coraggiodi sfidare l'ira delle cosche.Per aver svelato, nel lontano1997, nomi e cognomi di bosse gregari della 'ndrangheta,che lo tenevano sotto scacco,insieme a tutta la famiglia.

“Un'ennesima iniziativa fi-ne a se stessa”, denuncia IlMeetup degli “Amici di Bep-pe Grillo” di Catanzaro che,dopo aver mobilitato societàcivile, politici e istituzioni,spostando di piazza in piazzala battaglia intentata a favoredell'imprenditore coraggio,non esita oggi a gridare alloscandalo per “una iniziativamessa su a spese dei contri-buenti”, chiedendo, peraltro,conto all'assessorecomunalealla Legalità, Aldo StiglianiMessuti, su quali siano le ini-ziative concrete che ha incantiere l'Ente per aiutare itestimoni di giustizia, ed inparticolare quelli che lavora-vano nel capoluogo prima diessere costretti ad abbando-narla per non mettere in peri-colo la propria incolumità equella della propria famiglia,sollecitando un incontro dafissare al più presto.

Quindi, ancora giù controtutte quelle iniziative “pro -mosse, invitando nomi alti-sonanti, con lo scopo esclusi-vo di pubblicizzare le fonda-zioni, le associazioni e i centristudi che li organizzano, pri-ma d'ora mai sentiti nomina-re”. Un paradosso, secondogli “Amici di Beppe Grillo”,che ricordano come Pino Ma-sciari, che sta pagando sullapropria pelle la scelta di ribel-larsi alla 'ndrangheta de-nunciando i suoi estorsori,stia ricevendo la cittadinan-za onoraria in tutte le città delnord Italia, venendo, di con-tro, puntualmente ignoratoproprio nella sua città.

“Quando non censurato”,incalzano, manifestando stu-pore e sdegno per quanto ac-caduto sabato scorso. Nel mi-rino, poi, quei loghi del Con-siglio Regionale, del comunedi Catanzaro, della Comunitàmontana della Presila catan-zarese e della Presidenza del-la Regione Calabria, che la-sciano pensare a contributiversati alla Fondazione,

mentre “quando, nell'ottobredel 2007 - sottolineano -, ilMeetup di Catanzaro orga-nizzò il “Pino Masciari Day”aCopanello di Stalettì, perpuntare i riflettori su unadelle ingiustizie più grandiche si stanno consumando inquesto Paese aspese di unafamiglia cheha il solo tortodi avere fatto ilproprio dove-re di cittadini,le istituzionilocali latitaro-no tutte, nono-stante gli inviti, così come lamaggior parte delle associa-zioni “antimafia. Eppurequella fu un'iniziativa spon-tanea, organizzata a spesenostre, con l'unica finalità difare informazione. Credia-mo, dunque, che sia giuntal'ora di porre fine ai “conve -

gnifici”utili solo a chi li orga-nizza”, concludono gli “Ami -ci di Beppe Grillo”, il cuiobiettivo resta quello di farsentire il fiato sul collo ai rap-presentanti delle Istituzioni,che hanno il dovere di proteg-gere ed assicurare un futuro

alla famigliaMasciari,“sempre chenon si voglia -scrivevano glistessi “Amicidi Beppe Gril-lo” in un mes-saggio conse-gnato alla se-

gretaria del vice ministroMarco Minniti in occasionedi un incontro a Roma - vani-ficare 11 anni di sacrifici diquesta famiglia, che cosìnonsaranno serviti a nulla, la-sciandom passare un mes-saggio devastante per l'inte-ra collettività”.

Pino Masciari in occasione della manifestazione di Copanello

Accolto il ricorso della Regione Calabria

Ardis, per la Cassazioneha competenza il Tar

che diede torto alla LauritoCATANZARO - Quel defene-stramento dall'Agenzia re-gionale per il diritto allo stu-dio, deciso dal governatoreAgazio Loiero nel dicembredel 2005 in sede di “spoyl si-stem” per presun-te inadempienze eviolazioni ammi-nistrative riscon-trate negli attiprodotti fino aquel momento,non lo ha mai po-tuto digerire. E lasua determinazio-ne a riprendersi il“mal tolto” l'haportata a girare diaula in aula, dauna sede giudizia-ria all'altra, per ot-tenere ragione. A dargliela,peraltro, era stata in sedecautelare, nel 2006, il giudi-ce del Lavoro, al quale MariaTeresa Laurito si era rivoltaper ottenere l'annullamentodel provvedimento. Tutta-via, entrando poi nel merito,la causa aveva subito unbrusco dietrofront, con laproposta del ricorso per re-golamento di giurisdizioneda parte della Regione, permano dell'avvocato AlfredoGualtieri, accolto, ieri mat-tina, dalle Sezioni unite del-la Corte di cassazione che, invia definitiva, ha sancito lacompetenza del Tar a pro-nunciarsi in materia.

Pronunciamento che, in

effetti, c'era già stato, conuna sentenza che avevaavallato in pieno l'estromis-sione da presidente dell'Ar-dis dell'avvocato Maria Te-resa Laurito e che aveva tro-

vato conferma an-che in sede caute-lare davanti alConsiglio di Stato(pende ancora lacausa nel merito),al quale si era ri-volta inutilmentecon una richiestadi sospensivaavanzata contro lasentenza del Taranche dagli altricomponenti delConsiglio di ammi-nistrazione che l'a-

veva affiancata durante lapresidenza.

Ieri l'epilogo, davanti alleSezioni unite della supremacorte che, in pieno accogli-mento delle tesi difensive so-stenute dall'avvocato Gual-tieri, ha dichiarato “la giuri-sdizione del giudice ammi-nistrativo”, con condannadella parte resistente allespese di giudizio. Si chiudecosì il lungo braccio di ferro,tenuto conto che il Tar si ègià espresso sulla vicenda,respingendo il ricorso pro-posto a suo tempo dalla Lau-rito contro il commissaria-mento dell'Ardis, con estro-missione dalla presidenza.

s. p.

LETTERA DEL SIULP

IN PROVINCIA

«Il questore promuova l’immagine della Ps anche a Lamezia»

Sollecitato un incontro

con l’assessor e

alla Legalità, Stigliano

Badolato

Paziente malata

Le negano l’ambulanza

Montepaone

Piano spiaggia

Parla l’opposizione

Fossato Serralta

Tutti pazzi in paese

per le frittelle di patate

Squillace

Impianto sportivo

Appaltati i lavori del I lotto

Maltempo

Piogge torrenziali

flagellano il territorioa pagina 22 e 23

Parco Romani

La ditta non firma

la Convenzionea pagina 20

Gli “Amici di Beppe Grillo” denunciano: «Iniziative fini a se stesse»

“Te s t i m o n e ” dimenticatoPino Masciari ignorato dalla Fondazione Caporale

QUESTA Segreteria Provincialeesprime pubblicamente plauso esoddisfazione per la recente decisio-ne del Questore di Catanzaro ArturoDe Felice. di istituire presso il Com-missariato Sezionale di CatanzaroLido l'Ufficio per le Relazioni con ilPubblico. La decisione assunta dalQuestore, che ha avuto ampio risal-to sugli organi d'informazione, tro-va il nostro pieno consenso proprioperchè utile a promuovere nel terri-torio l'immagine della Polizia di Sta-to oltre che a consentire alla cittadi-nanza di potersi avvalere semprepiù dei servizi e della collaborazione

della Polizia di Stato.Il Siulp si è sempre prodigato in tal

senso al fine di creare i presuppostiper un rapporto collaborativo e siner-gico con tutte le forze sane espressio-ne della società civile. E' proprio in ta-le ottica che ci auguriamo che analo-ga decisione venga presa per il Com-missariato di Lamezia Terme, ove ilbacino d'utenza e la necessità di pro-muovere l'immagine della Polizia diStato è sempre più impellente.

E' notorio, infatti, come il territoriolametino sia oppresso da una crimi-nalità divenuta oramai sempre piùaggressiva che rende necessaria ed

indispensabile l'instaurazione di rap-porti collaborativi con la cittadinan-za, motivo, questo, che ci induce conforza a richiedere l'Istituzione del-l'Ufficio per le Relazioni con il Pubbli-co anche presso Quel Commissariatodi P.S. che. è bene rammentarlo, ri-sulta essere demograficamente laterza città calabrese.

Sicuri che il Questore De Felicesappia recepire tale impellenza ci di-chiariamo sin d'ora pronti ad offrirela nostra collaborazione.

La segreteria provincialeSiulp (Sindacato italiano

unitario lavoratori polizia)

Tommaso
Evidenziato
Page 218: Pino masciari

Home Archivio Politica e Società De Magistris. Tutti contro uno. di E.Paduano

De Magistris. Tutti contro uno. di E.Paduano

Il clamoroso scontro tra la procura di Salerno e quella di Catanzaro ha provocato l'intervento di

Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato, giovedì 4. con una iniziativa senza precedenti, ha chiesto ai

procuratori generali dei due uffici giudiziari "ogni notizia" e "ogni atto utile" per conoscere meglio una

situazione che può avere "gravi implicazioni di carattere istituzionale". A Catanzaro stava succedendo

di tutto: in procura c'erano ancora i carabinieri inviati dalle toghe di Salerno controllati, però, dai

carabinieri di Catanzaro, mobilitati dal procuratore generale, Iannelli, che ha parlato di atto eversivo

dei colleghi campani. Ora sarà il Csm, organo supremo di autogoverno della magistratura, a dover

risolvere questo assurdo conflitto.Martedì 2 la procura di Salerno aveva sequestrato i documenti

relativi alle inchieste Why not e Poseidone su cui indagava Luigi De Magistris, successivamente punito

col trasferimento a Napoli dal Csm. Era dallo scorso febbraio che richiedevano alla procura di

Catanzaro questi documenti. I pm salernitani sospettano che i loro colleghi calabresi abbiano sottratto

illegalmente le inchieste a De Magistris, al fine di favorire gli indagati. L'intervento del Capo dello Stato

inizialmente era destinato alla sola procura di Salerno. Ma poche ore dopo la richiesta è stata estesa

anche ai magistrati calabresi, i quali nel frattempo avevano reagito, procedendo a loro volta a un

contro-sequestro degli atti delle due inchieste, e ipotizzando per i sette colleghi salernitani (in testa il

procuratore capo Luigi Apicella) il reato di abuso d'ufficio e interruzione di pubblico servizio.Nel

frattempo il governo coglie l'occasione per accelerare la riforma del sistema giudiziario, puntando,

come al solito, sull'emergenza per giustificare i propri interventi. Questa auto-delegittimazione della

magistratura potrebbe essere l'occasione per l'esecutivo di forzare i tempi e procedere velocemente

alle riforme più volte prospettate, tutte tese a ridurre in qualche modo l'autonomia della magistratura

per aumentare il potere della politica. Tutto nasce da due inchieste condotte da De Magistris:

Poseidone. Nasce da una serie di esposti alla Procura di Catanzaro di cittadini indignati per quel mare,

perla del Mediterraneo, ridotto a una cloaca a cielo aperto, l'inchiesta madre che ha portato al

gravissimo scontro istituzionale di questi ultimi giorni. Mare sporco e inquinato perché i depuratori non

solo non funzionano, ma non esistono. Notizie sentite mille volte dai cittadini calabresi, ormai convinti

che questi depuratori siano figure mitologiche. E' il Novembre 2004, e il pm Luigi De Magistris inizia a

indagare. Passo dopo passo scopre il grande imbroglio dell'Alto commissario per l'emergenza

ambientale. Governatore della Calabria è l'ex procuratore generale di Catanzaro, Giuseppe

Chiaravalloti, che guida una giunta di centrodestra. 200 milioni di euro della Comunità Europea che

dovevano risolvere la questione ambientale scompaiono, secondo De Magistris, inglobati da una

strana connection di politica, affari e logge massoniche.Per esempio, a casa dell'ingegnere

Giovanbattista Papello, il cui referente politico è il mitico Maurizio Gasparri, vengono trovate persino

intercettazioni telefoniche illegittime, un grembiulino massonico, diamanti e alcuni conti correnti riferibili

ad Alleanza Nazionale. Gli indagati sono eccellenti, si va da Chiaravalloti a Giancarlo Pittelli,

parlamentare di Forza Italia, vero Duce del Pdl calabrese. Luigi De Magistris è costretto a condurre le

indagini in completa solitudine; i colleghi del suo ufficio non solo collaborano, ma iniziano ad usare tutti

i mezzi possibili per convincerlo a desistere. Poi a un certo punto tutto precipita. Il 10 maggio 2005 il

pm napoletano informa il capo dell'ufficio, Mariano Lombardo, che per il 18 maggio erano fissate

decine di perquisizioni. Ma il pm avverte che la partita è truccata. Gli indagati sono stati informati della

perquisizione imminente. Solo uno, perché si trova negli Stati Uniti, non riesce a portare via dalla casa i

suoi segreti. E' Papello.Da allora si incrina il rapporto di fiducia tra De Magistris e il suo capo. E gli

approfondimenti successivi del consulente Gioacchino Genchi vanno in una direzione sconvolgente: la

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ENRICO PADUANO

03/05/2009 Corriereweb.net | De Magistris. Tutti…

corriereweb.net/…/189-de-magistris-… 1/3

Page 219: Pino masciari

talpa, o le talpe, sono nascoste proprio al Palazzo di Giustizia di Catanzaro. Nel marzo 2007 il

procuratore capo Lombardo decide di avocare l'inchiesta Poseidone affidandola al pm Curcio. Why

not. E' il nome di una società di informatizzazione e servizi. Sono le parole di una socia, Caterina

Merante, a dare il via all'inchiesta. Anche qui la posta in gioco sono i finanziamenti europei. Il perno

dell'inchiesta è rappresentato da Saladino, il viceré della compagnia delle opere in terra calabrese, il

braccio imprenditoriale di Comunione e Liberazione. Per i legami con questo imprenditore vengono

addirittura indagati Mastella e Prodi, e mezza giunta calabrese. Sulle agende di Saldino vengono trovati

i numeri di Pisanu,ex ministro dell'interno, di Gozi, europarlamentare vicino a Prodi, Bassolino,

Marzano, Brunetta e tanti altri. L'inchiesta riguarda soprattutto il mercato dei posti di lavoro, delle

agenzie interinali. Di mezzo c'è sempre la massoneria, secondo De Magistris, la cosiddetta "Loggia di

San Marino". Dice De Magistris: "le indagini stavano ricostruendo l'influenza dei poteri occulti (...) in

meccanismi vitali delle istituzioni repubblicane: in particolare stavo ricostruendo i contatti intrattenuti tra

Giancarlo Elia Valori, Luigi Bisignani, Franco Bafferoni e altri, e la loro influenza sul mondo bancario e

finanziario". E proprio Elia Valori sarebbe ai vertici attuali della massoneria, e spesso si è occupato di

lavori pubblici. Nel verbale l'ex pm di Catanzaro tira in ballo anche il governo di centrosinistra guidato

da Massimo D'alema: "Nel recente passato Valori ha trovato anche una sponda rilevante a sinistra,

dentro il governo D'alema, in Marco Minniti". Quel Minniti ora coordinatore regionale del Pd. Il tutto

parte dal business della telefonia: "Valori s'è occupato del programma Blu. Questo era interessato alle

licenze Umts, quel sistema che unisce telefonino e internet, per le quali si scatenò una guerra di lobby.

Le cinque vennero poi assegnate da un comitato di ministri presieduto da D'Alema". Una di quelle

licenze finisce a Blu. La vicenda si intrica ulteriormente con il legame tra Valori e Pittelli. I pm di

Salerno scrivono:" Valori ha ricoperto la carica di presidente di Torino Internazionale, società per la

quale Pittelli ha emesso fatture per un ammontare di 269.380 euro, per prestazione consulenziali

oggetto di inchiesta in Why Not". Luigi Bisignani, anch'esso indagato, faceva già parte dell'elenco della

celeberrima P2, con il numero di tessera 203. Ha anche riportato una condanna a 3 anni e 4 mesi per

la maxi tangente Enimont. Il reggente procuratore generale di Catanzaro, Dolcino Favi, il 26 maggio

2007 risolve la situazione: avoca l'inchiesta. Ovviamente la mossa del Capo dello Stato ha ricevuto il

plauso da entrambi gli schieramenti. Solo Di Pietro esprime riserve per il modo e per il tono utilizzato

da Napolitano. Ma successivamente si scopre che lo stesso Di Pietro ha più volte incontrato Saladino,

solo per incontri elettorali dice lui. E' solo una caso che le inchieste di De Magistris avessero coinvolto

quasi tutti i partiti.Identica solidarietà è stata espressa per Nicola Mancino, vicepresidente del Csm,

che sarebbe stato coinvolto nel complotto contro De Magistris ipotizzato dalla procura di Salerno. "E'

giusto non avere alcuna ombra di sospetto. Se ne scorgesse qualcuno non avrei esitazione a togliere

l'incomodo", ha detto Mancino, chiarendo che la telefonata partita dal suo studio di Avellino verso il

cellulare dell'imprenditore calabrese Antoni Saladino, indagato principe, non fu fatta da lui, ma da una

persona del suo staff (Angelo Arminio). Intanto Saldino, leader della Compagnia delle Opere in

Calabria e principale indagato dell'inchiesta "why not", smentisce i presunti contatti con Mancino. "Di

sicuro non ricordo di avere mai conosciuto o avuto rapporti con l'on. Nicola Mancino", ha affermato

Saladino in una dichiarazione. Chiarisce poi che per il suo lavoro si è trovato spesso a conoscere

persone ai vertici delle istituzioni, ma sempre per ragioni professionali. Il 18 settembre 2008 De

Magistris dichiara alla procura di Salerno: "l'ipotesi investigativa sulla quale avevo raccolto gravi indizi

è quella sull'esistenza di una gestione illegale e anche occulta di settori rilevanti delle istituzioni, con

radici in Calabria e ramificazioni su tutto il territorio nazionale. Una sorta di nuova P2, per essere

sintetici".Il fatto stesso che il pm non sia riuscito a portare a termine le inchieste, perché chiaramente

ostacolato, dimostra che queste andavano nella direzione giusta, forse.

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03/05/2009 Corriereweb.net | De Magistris. Tutti…

corriereweb.net/…/189-de-magistris-… 2/3

Page 220: Pino masciari

l’ora di ViboTelefono: 0963.547589 - 45605 Fax: 0963.541775 Mail: [email protected] - [email protected]

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Giorno dopo giorno, i colpi discena cui il Palazzo da qualchetempo ci ha ormai abituati vannosempre più arricchendosi di nuo-vi spunti e d’intriganti risvolti. Se-condo i canoni di una modernacommedia dell’arte le recite si sus-seguono all’insegna dell’improvvi-sazione e dell’arguzia dialettica,che ben sanno rendere opinabilifatti e circostanze; per tal via af-francandoli dalla monotonaaspettativa di normalità e di pre-tesa aderenza a vecchie e nuovecodifiche di corretta amministra-zione volta ad esclusivo vantaggiodel progresso sociale. Sarebbe quiinutilmente tedioso ripercorrere letappe della rovinosa escalation diatti e fatti oltraggiosi di qual si vo-glia coerenza, e, comunque, in ri-gorosa antitesi con l’essenzialità dipercorsi politico-amministrativiche, a dar retta alle premesse,avrebbero dovuto caratterizzarsi

per la rigorosa sintonia con ilbuon senso, oltre che per l’assolu-ta dedizione al perseguimento delgenerale interesse della collettivi-tà. Torna semmai maggiormenteopportuno un richiamo per som-mi capi, utile, oltretutto, a dare ri-scontri di concretezza e di fondatarilevanza a quanto in argomento.

Senza strafare, basterebbe, for-se, evidenziare l’inconcludenza difatto che innegabilmente accomu-na le gestioni dei due enti territo-riali vibonesi per cogliere a pienol’assoluta contraddizione tra il di-re e il fare; e la strumentale utiliz-zazione del primo per insistite fi-nalizzazioni dilatorie, che, ancoraoggi, pretendono di spostare addi-rittura ben oltre le rispettive com-petenze temporali ogni possibilitàdi tangibili riscontri operativi del-le immaginate e, appunto, predi-cate panacee risolutive dei nume-rosi e gravissimi handicap che im-perterriti continuano a penalizza-

re la città capoluogo e l’intero ter-ritorio provinciale. Ma ciò, perquanto significativo ed incontesta-bile sul piano della veridicità, la-scerebbe totalmente in ombraaspetti parassitari di devianza edi speculazione politica ed ammi-nistrativa, che proprio grazie aquel sostrato di illusorie prospetti-ve trovano vita facile; per quanto,di volta in volta, avvelenate da ine-vitabili risvolti tristemente kafkia-ni, e, spesso, finanche irriguardo-si del buon senso, se non propriodella ragionevolezza.

Il pensiero corre rapido al pre-dicar bene e razzolar male con cuiogni anno in prossimità della sta-gione estiva si riaffrontano le pro-blematiche connesse al continuoscemare del flusso turistico, senzaaltro tangibile risultato che nuoviinutili sperperi di pubbliche risor-se; alla farsa dei bandi di concor-so per l’assunzione di giovani di-soccupati purché già privilegiati

da appena concluse esperienze la-vorative nel medesimo ente; allapretesa di coltivar fiori e verdepubblico ad abbellimento della cit-tà senza tuttavia curarsi di con-sentirne l’indispensabile irrigazio-ne. L’elenco potrebbe continuare.Ma perché far ricorso ai ricordi al-lorché soccorre ancor meglio l’at-tualità? Non c’è che da scorrere lecronache, per imbattersi, ad esem-pio, nel gran rifiuto dell’agente dipolizia municipale Giovanni Ca-forio. Per carità, nessuna insubor-dinazione. Soltanto la non accetta-zione della promozione di grado,quale plateale reazione all’ingiu-stizia subita per essere stato, a suodire, scientemente defraudato delrivendicato status di agente conmaggiore anzianità di servizio e,per conseguenza, della nomina avice-comandante del corpo. Ma ilcomandante Colaiacovo con pe-rentorietà individua il requisitonella maggiore anzianità matura-

ta tout court alle dipendenze del-l’ente comunale. Comunque sia,l’episodio è sintomatico di un ma-lessere che di certo contraddice ilpreteso clima di serenità ed ope-ratività e, semmai, si pone qualeulteriore tessera di quel mosaicodi procurati equivoci che semprepiù sembra caratterizzare ogniespressione dell’attività, per dir co-sì, politico-amministrativa dei duemaggiori enti territoriali vibonesi.

Altro giro, altra sorpresa. Il me-rito questa volta va per intero al-l’amministrazione provinciale,che, in nome d’inusuali pruriti dicontinenza di spesa, sembra rima-nere del tutto insensibile al rischiodi privare il territorio dell’unica re-altà sportiva di rilievo, quale ap-punto è e rimane la locale squa-dra di volley Tonno Callipo. «Lapallavolo non promuove l’imma-gine del territorio», sembra essereproprio questa la convinta giusti-ficazione. Fin troppo giusto. Mol-to meglio l’audience di “Report” odi altre trasmissioni televisive si-milari, nel solito appagante ruolodi protagonisti d’ineguagliabiliprimati negativi.

DI MARIO ROPERTO

La commedia degli equivociil dito

nell’occhio

«Serve la certezza della pena»Pino Rito bacchetta Libera: «Tutte le vittime del racket vanno risarcite»

Alcuni passaggi li condivi-de. In toto. Perché almeno sul-la linea di principio bisogna es-sere tutti d’accordo. Ma altri,invece, li ritiene improponibi-li. Perché destinati a scorag-giare ulteriormente - e «defini-tivamente», in certi casi - le giàimpaurite vittime del racket.Pino Rito, presidente provin-ciale di Confcommercio, rac-coglie la provocazione di “Li-bera”. La raccoglie, però, perrespingerla immediatamente.E spostare l’interesse su un al-tro punto: è lo Stato, innanzi-tutto, che deve fare la sua par-te. Poi, cittadini e commer-cianti, faranno ciò che è dove-roso fare.

Il motivo del contendere,nella rovente polemica inne-scata dal presidente dei com-mercianti con l’associazioneantiracket, è relativo esclusi-vamente alla proposta avanza-ta da “Libera” di modificare lalegge sui risarcimenti per levittime, inserendo un articoloin base al quale debbano esse-re rimborsati solo coloro i qua-li, oltre a denunciare gli atten-tati subiti, pronunzino anche i

nomi dei propri aguzzini. Suquesto punto, Rito, è total-mente contrario. Perché, a suoavviso, si farebbe solo il giocodella criminalità organizzata.

La sua teoria, in sintesi: nonsempre è possibile risalire agliautori dei messaggi intimida-tori. E non sempre quanti han-no fatto i nomi dei malavitosihanno avuto vita facile. Ora leconsiderazioni, in relazione al-la proposta di “Libera”: «Me-raviglia come l’associazione

antiracket più importante delPaese, a Vibo, invece di farsipromotrice di una campagnacontro la ‘ndrangheta che nondà respiro alle attività econo-miche non trovi di meglio dafare che rispolverare il temadell’omertà. Un tema che nes-suno nega, in verità; ma chespesso viene tirato in ballo co-me alibi per scaricare la re-sponsabilità e l’impotenza del-lo Stato sui cittadini».

Fatta questa precisazione,

Rito ammette quanto sia ne-cessario (se non addirittura vi-tale) ricorrere allo strumentodella denuncia: «L’unica cosache condivido oltre all’invitoalla denuncia da parte di chisubisce una intimidazione, uninvito che la Confcommercionon si stanca mai di rivolgereai propri associati, è che la nor-mativa in vigore che prevede irisarcimenti alle vittime è far-raginosa e ingarbugliata alpunto da frustrare le aspetta-tive delle vittime. Gli aggiusta-menti servono. Ma non nelladirezione proposta da “Libe-ra”». E perché? «Dire che la

modifica dovrebbe consisterenell’erogazione dei risarci-menti solo a vantaggio diquanti pronuncino i nomi de-gli aguzzini, equivale a dire chenon si conosce la strategia ve-ra della ‘ndrangheta. Il racketdell’estorsione, specie nel Vi-bonese, ha cambiato tattica:nessuno, dopo le operazioni diPolizia giudiziaria, osa chiede-re direttamente o esplicita-mente il pizzo. Semmai, sei tua doverti ingegnare per capireda dove arriva il messaggio eadeguarti. Se ti allinei non tisuccede niente. Se non lo faiarriva magari qualche bombaa farti cambiare idea».

Beh, rimane il fatto che, pri-ma o poi, il commerciante aqualcuno dovrà versarli i soldi.E metterli nelle mani di quel(ben noto) qualcuno. E’ allo-ra, secondo “Libera”, che biso-gnerebbe intervenire... E’ an-che vero, però, che i tanti te-stimoni di giustizia che hannodenunciato i propri aguzzinisono spesso stati costretti anumerose peripezie prima diottenere i rimborsi. E Rito, an-che in questo caso, incalza:

«Cosa ha fatto di concreto loStato verso i vari Masciari,Ruello, Grasso? Spesso, perottenere qualche beneficio,hanno dovuto protestare vi-bratamente. Eppure, ci sonotanti altri che non hanno laforza di protestare e che da an-ni aspettano in silenzio chequalcosa accada. Insomma,sono convinto che se dovessepassare la proposta di “Libe-ra”, quanti hanno subito atten-tati e danneggiamenti ma chenon sono al corrente dei nomidei propri persecutori, nonverrebbero neanche presi inconsiderazione dallo Stato. Equesto è inaccettabile».

Va bene, presidente. Maquale altra proposta bisogne-rebbe avanzare per mettere al-l’angolo la criminalità organiz-zata? «Mi sarei aspettato chel’associazione antiracket chie-desse conto allo Stato sullacertezza della pena. Perché èinconcepibile che quanti com-mettono un reato, dopo pochigiorni, tornino in libertà». E suquesto non ci sono dubbi...

“POLEMICO” Il presidente di Confcommercio Pino Rito

PIER PAOLO [email protected]

le istituzionirispondano

E’ lo Statoche deve fare lapropria parte. Icittadini e icommerciantipoi farannoil resto

Page 221: Pino masciari

www.pinomasciari.org

16 Maggio 2007

16 maggio 2007 - Masciari costretto a saltare il processo

L’auto blindata manca e Pino Masciari, ex imprenditore di Serra San Bruno dal ‘97 testimone di giustizia, è costretto a non partecipare all’udienza del processo davanti al Tribunale di Crotone nonostante, come parte civile, avesse il diritto di esserci.A rendere nota l’ennesima “non partenza” del testimone (al quale è stato revocato il programma di protezione con delibera impugnata davanti al Tar del Lazio) è il suo avvocato Maria Claudia Conidi in una lettera alla Commissione parlamentare antimafia (on. Forgione), al Comitato testi (on. Napoli), al ministro dell’Interno Amato e alla Commissione centrale (on. Minniti). La penalista racconta le ultime difficoltà vissute da Masciari il quale aveva da tempo comunicato al Nop (Nucleo operativo di protezione) la data e la volontà di volervi partecipare. I problemi sono esplosi però alla vigilia del processo (ore 16,30) quando gli è stato comunicato che avrebbe dovuto viaggiare su un’autovettura non blindata. Da qui il suo rifiuto per non mettere a repentaglio la sua vita e quella della scorta.La storia col passare delle ore è così diventata grottesca: alle 21,30 gli è stata prospettata la possibilità di intraprendere il viaggio di notte «nel tentativo già di per se inutile di farlo presenziare all’udienza fissata per il giorno successivo, pur nella consapevolezza – scrive l’avv. Conidi – che in termini di tempo si sarebbe impiegato 12-14 ore di viaggio», ma nella stessa notte la partenza è stata differita all’una o alle due del mattino. Morale della favola Pino Masciari a Crotone non è mai arrivato. «Il tutto ha dell’as - surdo – prosegue la Conidi – e, afferendo alla vita di una persona così tragicamente provata dalla vita, si tinge di note fortemente negative perché suona come vera e propria presa in giro, laddove si ravvisa palese l’improponibilità della situazione che avrebbe del grottesco se non fosse inerente a una vicenda vissuta nella più assoluta solitudine e amarezza».

5 Giugno 2007

Associazione mafiosa ed estorsione,chieste condanne per 98 anni

Pino Masciari (parte civile) costretto a non presentarsi all’udienza per la mancanza di un’auto blindata.

La storia è quella di sempre; amaramente uguale nonostante siano passati anni e nel frattempo siano cambiati pure i governi. Cambia l’ordine degli addendi ma non il prodotto per i testimoni di giustizia che si ritrovano sempre al punto di partenza. O meglio di non partenza considerato che c’è chi come Pino Masciari, l’imprenditore di Serra San Bruno che dal‘97 vive con la famiglia in località protetta, a partire per seguire i processi in cui si è costituito parte civile non riesce proprio.L’ultima “perla” risale a pochi giorni fa. Giorno 11 maggio Masciari avrebbe voluto essere a Crotone dove si svolgeva l’udienza a carico di undici imputati – due rispondono di associazione per delinquere, gli altri a vario titolo di estorsione semplice e di estorsione aggravata dalle modalità mafiose – conclusasi con la requisitoria del pm distrettuale Marisa Manzini. Procedimento che, come gli altri, vede l’ex imprenditore parte civile. Ebbene aveva comunicato la data anzitempo al Nop (Nucleo operativo di protezione) di competenza e anche quelle degli altri processi – il 22 dovrebbe essere a Catanzaro (Corte d’Appello), idem il 30 (ma in Tribunale) e nello stesso giorno a

Page 222: Pino masciari

Roma (Cassazione) – ma, nonostante le verifiche effettuate dai militari del Nop, è stato contattato soltanto la vigilia del processo (giovedì 10) e tra l’altro alle 16,30 quando gli è stato detto che avrebbe viaggiato su un’autovettura non blindata.Una storia assurda che è diventata paradossale e grottesca nelle ore successive a seguito del rifiuto di Masciari di viaggiare in quelle condizioni mettendo a repentaglio la sua vita e quella degli accompagnatori. Una storia che l’avvocato Maria Claudia Conidi ha posto all’attenzione della Commissione parlamentare antimafia, del Comitato testi, del ministro dell’Interno e della Commissione centrale ex art. 10 legge 82/91. Una denuncia bella e buona che mette in luce la difficoltà di vivere di Masciari e della sua famiglia, privati di ogni libertà, ma soprattutto della possibilità di essere presente «dove la giustizia intenderebbe chiamarlo».Morale della favola, come accaduto altre volte e come del resto dallo stesso Masciari denunciato pubblicamente in televisione, a quel processo non ci è andato. Per gli altri non si sa. Per quello in corso davanti al Tribunale di Crotone, iniziato nell’ottobre del 2003, la prossima udienza è stata fissata per l’8 giugno. È probabile che i giudici emettano la sentenza. Intanto il pm della Dda di Catanzaro Marisa Manzini ha chiesto pene per complessivi 98 anni più 42mila euro di multe nei confronti degli imputati. Le richieste più pesanti riguardano Pietro Scerbo (16 anni) e Giovanni Trapasso (12 anni), entrambi rispondono di estorsione e associazione.Le altre persone coinvolte sono accusate, a vario titolo, di estorsione semplice e aggravata. Si tratta di: Nicola Arena (9 anni e 6 mila euro di multa); Salvatore Vallelunga del ‘61, Damiano Vallelunga, Antonio Vallelunga e Cosimo Vallelunga (8 anni e 5 mila euro ciascuno); Rocco Vallelunga, Giovanni Vallelunga e Cosimo Franzè (7 anni e 4 mila euro di ciascuno); Salvatore Vallelunga del ‘59 (8 anni e 4 mila euro). Nei confronti degli stessi imputati è decaduto per intervenuta prescrizione il capo d’imputazione relativo alla violenza privata, mentre per altri reati sono stati assolti per non aver commesso il fatto.Coinvolti nel procedimento – che rappresenta uno dei diversi tronconi in cui l’inchiesta fu suddivisa – anche Salvatore Cassaro, Cesare Napolitano, Luciano Battaglia e Mario Scarpino per i quali è stato disposto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. I reati trattati, infatti, sarebbero stati commessi nel periodotra il ‘90 e il ‘91.

18 Giugno 2007

Settimana di Calabria intervista Pino Masciari - Prima parte

“Ho detto no anche alla politica corrotta e oggi la mia è una vita di sofferenze”

Prima parte

Un appello fiero e coraggioso. Quello di Pino Masciari. Un calabrese che ha fatto una scelta e al quale noi della redazione di “Settimana di Calabria” vogliamo dare un contributo, per la sua vicenda così toccante affinché, le parole di quella voce possano diventare una volta di più voce scritta.

Chi è Pino Masciari?

«Io ero un imprenditore edile che lavorava e aveva la responsabilità della propria famiglia e quella di molti altri. Un giorno ho deciso di non pagare più il 3% ai mafiosi, il 6% tra politici ed istituzioni locali. Mi davano anche delle imposizioni: mi dicevano chi era il personale che dovevo assumere, le ditte a cui dovevo rivolgermi, quali lavori dovevo fare a titolo completamente gratuito. Ho dovuto costruire case e fare ristrutturazioni per centinaia e centinaia di milioni. Mi hanno costretto a comprare macchine nuove. Io ero una persona tecnicamente preparata. Mi sono trovato con questi

Page 223: Pino masciari

avvoltoi che congli strumenti che da sempre utilizzano, minacce ed intimidazioni, distruggono psicologicamente le persone e hanno saputo annientare me e la mia famiglia»

Che vita è oggi la sua?

«Una vita di sofferenza, di amarezze, di soprusi, di abusi. Vieni trattato come immondizia. Anzi no, neanche quello. L’immondizia ha il pregio di poter essere riciclata, noi neanche quello. Ma viviamo confidando nella tanta gente onesta che c’è, viviamo pensando a chi ha dato la propria vita per gli stessi valori in cui io ho sempre ciecamente creduto. E vivo con quel senso che la giustizia prima o poi trionferà sempre. La giustizia deve esserci per forza, ci credo perché altrimenti non avrebbe neanche senso vivere».

28 Giugno 2007

Settimana di Calabria intervista Pino Masciari - Seconda parte

La settimana scorsa abbiamo pubblicato la prima parte dello sfogo di Pino Masciari, un nostro concittadino che sostiene di essere costretto da 10 anni alla fuga per aver denunciato la ‘ndrangheta ed i poteri forti calabresi. Ricordiamo che finché ha vissuto in Calabria, Masciari aveva 5-6 imprese di costruzione che fatturavano miliardi, centinaia di dipendenti, la moglie dentista con uno studio ben avviato di odontotecnico, e due bambini piccolissimi. Adesso Pino Masciari, ha sempre una moglie, ma non esercita più e i suoi due bimbi stanno crescendo lontano dalla terra dove sono nati. Tutto il resto lo ha perso. Vive insieme alla sua famiglia in un luogo definito “protetto” perché, un giorno, stanco di subire le pressioni della ‘ndrangheta – ma non solo della ‘ndrangheta- che continuava a chiedergli la tangente, ha deciso di porre fine a quelle che eufemisticamente chiameremo “angherie”.Ha denunciato tutti Pino Masciari: la ‘ndrangheta vera e propria, ma anche lo Stato - ‘ndrangheta, quelle che portano addosso le toghe di magistrati e giudici. Da oltre 10 anni, e solo per aver fatto quello che dovrebbe fare un qualunque cittadino onesto di un paese civile, Masciari vive da esiliato.Sono passati 10 anni da allora e la gente ha cominciato a non ricordarsi più della sua vicenda.Anche lo Stato si è spesso dimenticato di lui. Gli unici ad essergli rimasti accanto, a fargli un po’ di protezione, sono ragazzi poco più che ventenni: ‘Io sono molto seguito da diverse associazioni, da Libera , - dice Masciari - dai ragazzi di Locri Ammazzateci tutti, ai ragazzi di Beppe Grillo che hanno fatto anche le magliette e vanno in giro con la scritta Io sono amico di Pino Masciari‘. Negli ultimi tempi, forse proprio grazie ai tanti comitati che nascono a protezione della gente onesta come lui, ha notato un’attenzione maggiore verso la situazione dei testimoni di giustizia, e ha deciso che è arrivato il momento di uscire allo scoperto:‘Non sono io che devo nascondermi’ continua a dire, quasi nella speranza che basti proferirload alta voce perché la situazione cambi. Però ha ragione Pino Masciari: in un Paese che voglia definirsi civile, le persone che denunciano gli atti mafiosi a cui sono sottoposti, non devono più essere costrette alla fuga. Perché non sono loro ad aver sbagliato.Pino Masciari è stanco ma è anche consapevole che la sua storia può servire ad aiutare altri che oggi si trovano nella sua stessa condizione a non sottostare agli abusi.Masciari spera che la sua storia possa contribuire a far cambiare le leggi. È stanco ma ha speranza che prima o poi sarà il bene a trionfare.Il suo unico desiderio è poter far ritorno a casa, lui che una casa non ce l’ha più da oltre 10 anni. Lui che è ancora costretto a vedere i suoi appartamenti ‘occupati dai mafiosi’. Adesso chiede di poter riprendere in mano la sua vita e la sua attività. Chiede di poter godere della sua famiglia d’origine che è stato costretto a lasciare. Rivuole solo la sua normalità.

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E lo Stato per cui ha lavorato tanto dovrebbe potergli garantire questi elementari diritti. Ripercorre ancora una volta quello che è stato il suo dramma, il punto di partenza della sua attuale condizione: ‘Rifiutandomi di pagare non mi mettevano gli stati di avanzamento sui cantieri, non mi facevano le contabilità e non mi pagavano. Mi hanno bloccato le banche fino a farmi esaurire la mia liquidità. Puntavano a piegarmi con l’obiettivo di riuscire a gestire –loro!- la mia azienda e a farmi diventare un loro dipendente e fossi costretto rivolgermi all’usura. Io non l’ho accettato e ho tenuto duro. L’unica cosa era quella di farmi fallire, e mi hanno dichiarato fallito per 184 milioni malgrado le mie società, ancora oggi, in beni immobili valgano miliardi’.

Signor Masciari, quanto tempo ha avuto per prepararsi a lasciare tutto?

‘Quando mi hanno raggiunto due persone del servizio centrale di protezione per dirmi che dovevo partire ero a Lamezia Terme. A me, lì per lì, è sembrato uno scherzo.Certo, non immaginavo che dopo la mia denuncia sarei stato inserito in un programma di protezione. Non pensavo neanche esistesse un programma del genere’.

É cambiato qualcosa da quando lei ha deciso di uscire allo scoperto attraverso la rete internet?

‘Posso solo dire che da quando sono uscito allo scoperto ho ricevuto molti attestati di stima e adesso, anche chi vagamente sospettava che io potessi vivere una situazione particolare, conosce la mia situazione, e sono guardato con ammirazione’.

Concretamente siete stati aiutati, sorretti dalle istituzioni?

‘In realtà no. C’è stato l’abbandono più totale. Lo Stato non ha visto le nostre problematiche, ci ha dimenticato e ci ha ricattati sulla sicurezza. Io sono stato lasciato solo anche alla vigilia dei processi, per diversi giorni senza scorta e senza tutele, a Isola Capo Rizzuto, a Lamezia Terme, proprio dopo essere stato escusso per aver confermato le mie dichiarazioni presso la Dda di Catanzaro’.

Le modifiche apportate alla legge ‘45 del 2001 sono state di qualche utilità ai testimoni di giustizia?

‘La legge ‘45 del 2001 è nata con uno spirito di migliorare la vita dell’imprenditore o della persona che denuncia il reato dell’estorsione o altri illeciti, e bisognava avere il tenore di vita che faceva prima dell’entrata in vigore del programma di protezione, cosa che in realtà non è avvenuto. Il sottosegretario Massimo Brutti ha cercato di anticipare lo spirito della legge 45 del 2001, però nell’Aprile del 2003 il sottosegretario Alfredo Mantovano ha ucciso quello che era lo spirito iniziale voluto sia da destra che da sinistra e i miglioramenti non ci sono stati. Anzi: è stato il fallimento totale della L.45 del 2001 tanto voluta da entrambi gli schieramenti’.

Nella località protetta vi è riservata una copertura assoluta?

‘Anche nella località protetta c’è l’abbandono più assoluto da parte delle persone che hanno il compito di tutelarci. Noi, per loro, siamo un problema per tutto. Tanto per dirne una: nella “località protetta” i miei figli vanno a scuola con il loro nome e il cognome’

Ci sta dicendo che non vi hanno dotato di una nuova identità?

‘No, non abbiamo niente. Quello che si dice su questo tipo di programma sono storie romanzate: la realtà è ben diversa. Forse è perché quando siamo stati inseriti in questo programma di protezione, 10 anni fa, ancora non vi erano leggi, che ci siamo trovati spiazzati’.

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Anche lei ha mantenuto il suo nome?

‘Quando viaggio con la scorta e devo pernottare in qualche albergo io continuo a registrarmi col mio nome e cognome. Dai documenti in mio possesso risulta addirittura la località da dove provengo: non è difficile rintracciarmi’.Questa rivelazione ci lascia perplessi, ma non ci sconvolge più di tanto dal momento che neanche noi abbiamo faticato tantissimo per trovarlo. La domanda che segue è la sola che ci è venuta alla mente: E allora che razza di protezione è?Lui si avvede del nostro sconcerto e ribatte serenamente che dal momento che ha accettato di fare una chiacchierata con noi, qualunque parola uscirà dalla sua bocca è pronto a r i c o n f e r m a r l a a l l ’ i s t a n t e .Quindi, riprende a parlarci della località in cui è stato confinato insieme alla sua famiglia: ‘La chiamano località protetta, ma io la definisco Auswisch , perché per me è stata come una deportazione. Io mi sento deportato e segnato solo perché ho denunciato persone malavitose. Mi sono visto dalla sera alla mattina catapultato in un spazio che non mi apparteneva né allora, ne oggi. In questi ultimi 10 anni ho vissuto segregato 23 ore al giorno, tutti i giorni: non conosco pizzerie, non conosco pub, non conosco niente. La mattina esco da solo perché se qualcuno ha deciso di farmi fuori, è solo a me che devono sparare’.Malgrado si senta l’emblema del malfunzionamento di questo Stato, Masciari si dice sicuro che la situazione possa migliorare:‘Ultimamente noto una sensibilità maggiore nei confronti della problematica e per questo ringrazio il comandante provinciale di Vibo Valentia per l’efficienza dei suoi uomini e per il servizio eccellente che mi è stato predisposto in occasione del mio ultimo soggiorno calabrese’.Masciari ci ricorda che, in seguito alle sue denunce, il 23 maggio scorso in Cassazione è stato condannato a due anni di reclusione in maniera definitiva, e interdetto in maniera perpetua ai pubblici uffici, un nostro magistrato, un consigliere di Stato nominato dal precedente GovernoBerlusconi; e ci ricorda anche la richiesta di condanna contro altri 15 componenti mafiosi della richiesta dalla dda di Catanzaro contro esponenti della criminalità organizzata del crotonese, Isola Capo Rizzuto.Nel numero scorso abbiamo iniziato l’intervista chiedendole di raccontarci chi era Pino Masciari 10anni fa. La concludiamo chiedendole: chi è Pino Masciari, oggi?‘Io non voglio essere presuntuoso, ma sono stato giudicato attendibile da diversi tribunali. E intutte le varie fasi viene sottolineata la mia elevata attendibilità. Ho messo on line la mia storia perché vorrei che la gente leggesse quello che gli atti dicono di me. E quello che dicono è che Pino Masciari è una persona che non aveva niente a che fare con questi ambienti.L’unico suo torto era quello di fare l’imprenditore in una terra difficile. Di essere stato un cocciuto ossequioso delle leggi della nostra costituzione e aver denunciato e fatto quello che dovrebbero fare tutti i cittadini onesti’.Noi pensiamo che contrastare la mafia sia possibile, ma è necessario che lo Stato tuteli realmente chi decide di sporgere denuncia. Ma tutelare non dovrà più significare “sequestrare” chi fa il proprio dovere. Tutelare non dovrà più significare privare un onesto cittadino di ogni diritto perfino il più elementare. Chi denuncia non dovrà più essere equiparato ad un criminale: perché un testimone di giustizia non è un pentito di mafia.Un testimone di giustizia la mafia la combatte.Queste persone rischiano quando vengono dimenticate. Forse anche noi, mantenendo desto il ricordo delle loro vicende, possiamo contribuire a salvarle.

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22- 28 Giugno 2007

“Tutelare un testimone di giustizia può significare sequestrarlo!” da La Settimana di Calabria del 22-28 giugno 2007

12 Agosto 2007

art-gazzetta-del-sud-del-12-agosto-2007pdfleggi.pdf

16 Agosto 2007

Acmos, Libera e L’Associazione Antimafia Rita Atria, insieme in una tappa a Pisa

E’ UN BOICOTTAGGIO?

Omertà e cultura stonano: potrebbe essere una “distrazione” anche verso il calabrese Masciari?

EdizioneLeSiciliane

17 Agosto 2007

Strage di Duisburg. Pino Masciari: “la ‘ndrangheta sa dove abita. E’ un morto che cammina”

- Strage di Duisburg. Pino Masciari: “la ‘ndrangheta sa dove abita. E’ un morto che cammina”

La strage a Duisburg non può che farci seriamente preoccupare per l’incolumità dell’imprenditore Pino Masciari e della sua famiglia. Ci preoccupa la sua incolumità perché abbiamo visto a Reggio Calabria uno Stato debole che contro un super potere della ‘ndrangheta risponde con due uomini di scorta stanchi morti. Andiamo per gradi.Sabato 11 agosto Pino Masciari è intervenuto al meeting dei ragazzi di “Ammazzateci tutti” per parlare di Testimoni di Giustizia; noi di “Rita Atria” ci aspettavamo di certo lo stesso trattamento che il 25 e il 26 luglio hanno riservato per la Testimone Piera Aiello intervenuta in due iniziative in Sicilia. E invece siamo rimasti allibiti nel vedere come lo Stato sia poco rispettoso non solo verso il Testimone Pino Masciari, ma anche verso i propri uomini. Mentre le scorte di Piera Aiello sono state supportate da uomini appartenenti alle polizie locali, gli uomini di Pino Masciari sono stati lasciati soli con le proprie stanchezze. Abbiamo troppa esperienza per non notare che Pino Masciari poteva essere ammazzato in qualsiasi momento, anche il mafioso più inesperto non avrebbe avuto alcun problema…Oggi Pino Masciari è vulnerabile, gli uomini della ‘ndrangheta sanno dove si trova e in questo afoso agosto, mentre gran parte degli italiani è distratta dai problemi della tintarella, c’è una intera famiglia che vive nel terrore e soprattutto vive affrontando ogni minuto con la morte nel cuore.

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Chiediamo allo Stato di alzarsi dalla propria sedia sdraio e di recuperare la dignità restituendo a Pino Masciari il diritto di vivere una vita il più possibile dignitosa. Il SUD si ribella…ma lo Stato deve SVEGLIARSI!!!

Anticipiamo che le nostre preoccupazioni verranno inviate in una lettera più articolata a:

• Ministero degli Interni• Commissione Nazionale Antimafia• Presidenza dello Stato

Fonte : http://www.ritaatria.it/

25 Agosto 2007

Pino Masciari, testimone di giustizia e “vittima” del dovere

La storia di Pino Masciari, testimone di giustizia o, come lui preferisce definirsi, “vittima del dovere”, è per molti versi esemplare. In una Calabria dove il coordinatore della Dda di Reggio, Boemi, dichiara che l’85% delle indagini nascono da captazioni telefoniche piuttosto che da denunce specifiche, dove gli imprenditori sottomessi al racket delle estorsioni, evidentemente, non hanno fiducia nelle istituzioni che dovrebbero proteggerli, Pino ha avuto il coraggio di andare controtendenza. Figlio di un imprenditore edile, primogenito di nove fratelli, divenuto a sua volta titolare della ditta del padre, Masciari è uno che ci ha saputo fare nel proprio lavoro. In poco tempo è diventato uno dei grossi costruttori aprendo una seconda impresa, nuove sedi a Catanzaro e Serra San Bruno e cantieri in tutte le province della Calabria ed anche all’estero, in Germania. Tutto questo non poteva certamente passare inosservato e prima il padre, poi lui stesso, sono stati costretti a “regalìe” nei confronti di numerose famiglie della malavita. Appartamenti venduti sottocosto, villette costruite senza percepire neanche un soldo. Poi, mano a mano che il volume degli affari cresceva, l’obbligo di comprare calcestruzzo e i vari materiali da costruzione da “amici”, l’imposizione di assunzioni di persone “particolari”, e, infine, l’obbligo di pagare anche una percentuale fissa sui lavori. «La cosa più grave- dice con un filo di ironia- è che poi si ammazzavano tra di loro e dovevo costruire pure le cappelle cimiteriali, senza, ovviamente, percepire neanche un centesimo. Ero ancora giovane e potevo anche permettermi certe regalìe ma ad un certo punto non ce l’ho fatta più ed ho detto basta. Quando queste persone mi hanno imposto il tre per cento di ogni importo a base d’asta, in maniera categorica, ho detto no, a questo punto non dò più un soldo a nessuno. Ho deciso di denunciare. E da lì sono iniziati i guai più grossi. Incendi nei cantieri, colpi di lupara, telefonate minatorie. Sono stato costretto ad andare via dalla Calabria con mia moglie e i miei due figli. Vivo in una località del Nord dal 1997, allorquando una decina di carabinieri vennero di notte, mi caricarono su un furgone e mi portarono via, messo sotto programma di protezione da parte del Ministero dell’Interno». E già, perché Pino l’ha fatta grossa: ha avuto il coraggio di denunciare e far condannare esponenti mafiosi di ben quattro province. E non solo: ha denunciato anche pezzi delle istituzioni colluse, facendo processare anche un magistrato. «Non è stato facile. Parliamo degli anni ’92, ’93 e ’94 allorquando in Calabria la situazione era così calda che il giudice Antonino Caponnetto aveva detto che qui non c’era più lo Stato». Oggi, Masciari si definisce “un morto che cammina”; teme da un momento all’altro che possa succedere qualcosa a lui o alla sua famiglia. Ma nutre fiducia nella giustizia, anche se con le dovute specificazioni. «Devo per forza avere fiducia, sennò farei prima a mettermi io stesso sottoterra senza aspettare che lo faccia qualcun altro. Comunque in Calabria ci sono magistrati, che ho conosciuto personalmente, che vogliono lavorare e darsi da fare. Il punto è metterli nelle

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condizioni di poterlo fare». Pino, intanto, il suo dovere lo ha fatto. E per farlo è dovuto tornare più volte in Calabria per testimoniare. Lui stesso racconta come: portato da normalissime auto Fiat senza blindatura, con la targa della località “segreta” dove risiede con la sua famiglia e dove è censito con nome e cognome veri; lasciato più volte, a Nicastro come a Vibo o a Crotone, senza scorta e senza tutela; costretto ad esibire negli alberghi dove è stato alloggiato, assieme alla sua scorta, i documenti con i suoi dati reali cosicché molti hanno potuto vedere dove risiede. Nel corso degli anni, Masciari si è trovato più volte nelle aule dei tribunali di fronte alle persone che ha denunciato. Ha incrociato i loro sguardi infuocati e poco rassicuranti. «Devo sforzarmi di avere fiducia nella giustizia», ripete, forse anche per convincersene. La domanda, a questo punto, è quasi ovvia: lo rifarebbe? «Si. Oggi sono cambiate tante cose rispetto al passato. Si parla apertamente in pubblico di mafia, c’è la legge antiracket, chi denuncia non è costretto più a partire. E se ci saranno più persone a denunciare i propri estortori le cose possono migliorare ancora di più. Perché siamo anche noi che dobbiamo aiutare lo Stato a sconfiggere la mafia, non possiamo fare gli indifferenti». Intanto, Beppe Grillo lo chiama tutte le sere durante i suoi spettacoli e gli fa raccontare la propria storia. Anche questo è un modo per far cambiare le cose. Bravo Pino. E grazie.

Dalla redazione di Riviera on line

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Giovedì 18 dicembre 2008 23

ViboREDAZIONE: corso V. Emanuele III, 58 - Vibo Valentia - Tel. 0963/471595- Fax 472059 -E-mail: [email protected]

Opere pubbliche

Nuovo attacco di Confindustriatramite l’Ance, alla giunta Sammarco

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Il pubblicoministerodistrettualeMarisaManzini

Prima udienza per i cinque imputati in ordinario

La Provincia e due comunicostituiti parte civile

Il giudice per l’udienza preliminare Lucia Monaco

Entra nel vivo l’udienza preliminare al termine della quale il gup deciderà se rinviare a giudizio

Imprenditori sotto accusaIndagati per truffa, fatturazione falsa ed evasione fiscale

di FRANCESCO RIDOLFI

SETTANTRÉ indagati, dicui sei aziende, chiamati arispondere di reati graviche da ieri siedono dinanzial giudice per l’udienza pre-liminare in attesa di cono-scere se saranno rinviati agiudizio o prosciolti. Si trat-ta nella maggior parte diimprenditori fra i più im-portanti del territorio vibo-nese accusati a vario titolodi truffa ai danni dello Sta-to, fatturazioni false direttea certificare spese in realtàmai sostenute, e, in alcunicasi, anche di usura.

Un processo che certa-mente ha destato grandescalpore quando, oltre unanno fa, scattò con il seque-stro di numerose aziende eattività fra le più note e im-portanti del territorio.

Ieri il gup Lucia Monacoha dato inizio alla fase delladiscussione da parte dei le-gali della difesa che hannoaffrontato la posizione deipropri assistiti con l’obietti -vo, naturalmente, di con-vincere il giudice della loroestraneità ai fatti.

Fra gli imputati spiccanonomi eccellenti come l’at -tuale commissario straordi-nario della Camera di Com-mercio, Michele Lico, il te-stimone di giustizia, Vin-cenzo Ceravolo, o l’impren -ditore Lello Greco, cui si ag-giungo numerosi altri espo-nenti del mondo imprendi-toriale e alcune impresequali la Marenostro Srl, laCooperativa San Francescodi Paola, la Lab Infissi, laPlanet Inox srl, la Profilte-kna sas e la Gel Med snc.

Enucleare un contestounitario dai 112 capi di im-putazione contestati non èsemplice ma quello cheemerge da una sommariaanalisi è che per la maggiorparte si tratta di accuse ri-conducibili a violazioni ine-renti il decreto legislativo74 del 2000 relativo alla di-sciplina dei reati in materiadi imposte. In particolare lamaggioranza delle conte-stazioni si riferisce ad unaviolazione dell’articolo 8 deldecreto che persegue l’emis -sione di fatture o altri docu-menti per operazioni inesi-stenti e in conseguenza a ciòanche alla violazione previ-sta dall’articolo 2 che conte-sta la dichiarazione fraudo-lenta mediante uso di fattu-

re per operazioni inesisten-ti. Non mancano, comun-que, le contestazioni di truf-fa messa in piedi, secondol’accusa, «al fine di ottenerel’erogazione di un contribu-to pubblico a fondo perduto»che in molti casi fa riferi-mento al Patto territorialedella Provincia di Vibo Va-lentia.

Nel corso delle prossimeudienze, la prima delle qualiè stata fissata per l’11 feb-braio, sarà completata la fa-se della discussione da partedei legali degli indagati altermine della quale il gupMonaco deciderà sul rinvioa giudizio e scioglierà le ri-serve su alcune eccezioni digenericità del capo di impu-tazione avanzate dai legali.

OPERAZIONE UOVA DEL DRAGO

di DOMENICO MOBILIO

PRIMA udienza ieri davantial tribunale (presidente Bian-chi, giudici Loiacono e De Lu-ca) del processo a carico di al-cune delle persone coinvoltenell'operazione “Uova delDrago” che avevano chiestodi essere giudicati col rito or-dinario. Agli imputati 4 ini-ziali se n’è aggiunto ieri unquinto. I primi sono Pasqua-lePititto (40 anni) eGiuseppeProstamo (57) di Mileto; Car-lo Pezzo (27) e Bruno Di Leo(55) di Sant’Onofrio. Su ri-chiesta del pm Marisa Manzi-ni il tribunale ha aggiuntoSalvatore Arone (59) origina-rio di Sant’Onofrio ma resi-dente a Carmagnola. La suaposizione era stata stralciata.Fu esaminata a novembre dalgup distrettuale di Catanza-ro, Gabriella Reillo, che lo harinviato a giudizio. Rinvioche ha riguardato complessi-vamente 20 persone, cinquedelle quali, compreso Arone,hanno optato per il rito ordi-nario, mentre le rimanenti15 hanno ottenuto di essereprocessati col rito abbreviatonell'udienza del 26 gennaio2009. Le accuse contestate avario titolo sono quelle dell'o-

micidio di Raffaele Cracolici,ucciso a “Colamaio”di Pizzo il4 maggio 2004, da cui preseavvio l'inchiesta dei carabi-nieri, nonché associazionemafiosa, plurimo tentatoomicidio, estorsione, deten-zione di armi, minacce e variefattispecie di reati contro ilpatrimonio. L'indagine du-rata tre anni culminò conuna raffica di arresti il 30 ot-tobre 2007. Al centro la coscadei Bonavota che avrebbeesteso i suoi tentacoli su alcu-ni comuni della provincia, co-me Sant'Onofrio e Maierato,dove esiste una importantezona di sviluppo industriale ecommerciale,e Pizzo centrodi richiamo turistico. Ierimattina in tribunale c'è statala richiesta di costituzione diparte civile, notizia più volteanticipata, dell'Amministra-zione provinciale di Vibo Va-lentia e dei comuni di Sant'O-nofrio e di Maierato. La ri-chiesta che ha trovato l'oppo-sizione del collegio difensivo,è stata accolta dal tribunalesolo per quegli imputati gra-vati del reato di associazionemafiosa. Nel caso in specieper il solo Carlo Pezzo, anchese i reati contestati agli altri

imputati sono aggravati dal-lemodalità mafiose.Atutela-re le ragioni dei tre enti gli av-vocati Daniela Fuscà (comu-ne di Maierato); Maria Anto-nietta La Monica (Sant'Ono-frio) e Giuseppe Pasquino perla Provincia. Le ragioni dellacostituzione di quest'ultima,tra l'altro è stata motivatadall'avvocato Pasquino colfatto che «la presenza di unaassociazione criminale nelsuo territorio proiettaall’esterno un'immagine for-temente deteriore che siespande in maniera dirom-pente su tutto il territorio ita-liano e anche all'estero…». Eancora che «l'Amministra-zione provinciale ritiene cheesista anzitutto un dirittodell'Ente e dei propri cittadi-ni ad una immagine dellapropria terra che non sia con-fusa con l'idea di violenza esopraffazione che, inevitabil-mente, consegue al radica-mento delle cosche mafiose».Il processo è stato poi aggior-nato al 4 febbraio 2009 quan-dosarà sentito il testimonedigiustizia Francesco Michien-zi, che ha dato un contributodeterminante per il buon ri-sultato dell'inchiesta.

Oggi il Tar del Lazio discuteràil ricorso di Pino Masciari

DOPO quattro anni dallapresentazione, oggi, din-nanzi al Tar del Lazio, saràdiscusso il ricorso deposita-to da Pino Masciari, l’ex im-prenditore calabrese, testi-mone di giustizia, contro ilministero dell’Interno. Unricorso presentato in quantoil ministero «gli aveva revo-cato il programma di prote-zione a cui era stato ammes-so».

Masciari, una volta fatta lascelta di dire basta e denun-ciati i suoi estortori venneposto sotto protezione e difatto costretto a lasciare ilsuo paese, Serra San Brunodove aveva una grossa im-presa edilizia.

Divenuto, quindi, testimo-ne di giustizia fra i più im-portanti, fu trasferito con la

famiglia in una località pro-tetta, ma «fu privato dopoqualche tempo dei benefici dilegge».

Nel corso degli anni Ma-sciari è diventato un vero eproprio simbolo dell’antirac -ket e molte città gli hanno at-tribuito la cittadinanza ono-raria a testimonianza dell’al -to valore che le sue dichiara-zione e la sua scelta di vita hanella lotta alla ‘ndrangheta.

Per l’udienza in calenda-rio per oggi dinanzi al TarLazio si prevede la presenzaal fianco del collaboratore digiustizia oltre che dei ragaz-zi di Libera che lo seguonosempre anche di numerosialtri attivisti e volontari cheda alcuni anni sono sceni incampo nella lotta contro lamafia.

Vicenda Corigliano

Strali del senatore Bevilacquaall’indirizzo del sindaco

a pagina 24

Tommaso
Evidenziato