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NUOVA STAMPA - REVELLO - www.nuova-stampa.net CANTACAMMINA 2015 Il ritrovo è fissato in Piazza Gauthier (mt. 478), la piazza principale di Gambasca. Si scende percorrendo Via Santa Lucia attraversando il borgo "La Gabriella" e, passato un antico arco, si imbocca una strada sterrata che prosegue per le campagne. Proseguendo tra coltivazioni di mirtilli e campi di mais si giunge ad un ponte di legno sul Torrente Gambasca; una volta attra- versato, si giunge al Pilun dle Tusche (1° posto tappa) mt. 435, oggi restaurato recante le immagini di alcuni santi. Dopo la sosta, si continua con la passeggiata per i Carpenetti, la fra- zione più popolosa di Gambasca, risalendo la vecchia strada fino alla Cappella di San Defendente (mt. 477). Da qui si prosegue camminando nella borgata dove su alcune antiche case si posso ammirare le "mistai" del pittore Gauteri. Attraversato nuovamente il fiume, si risale oltrepassando la strada provinciale fino al Cumbal 'd Ciribibì; poco distante si giunge alla Cappella di San Rocco (2° posto tappa) mt. 473. Ultimi metri nella centrale Via Roma e si giunge al Municipio e alla bocciofila comunale; qui, dopo il pranzo, continua la giornata di festa con canti e balli della tradizione popolare. Ore 9,30: Ritrovo in piazza Mercato Ore 10,00: Inizio partenze gruppi Ore 11,00: Prima tappa - Pilun d’le Tusche Ore 12,00: Seconda tappa - Cappella S. Rocco Ore 13,00: Pranzo (da prenotarsi alla partenza o ai numeri sottostanti) Ore 15,30: Presentazione dei gruppi di canto e musica popolare partecipanti al Cantacammina PROGRAMMA:

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CANTACAMMINA 2015 Il ritrovo è fissato in Piazza Gauthier (mt. 478), la piazza principale di Gambasca. Si scendepercorrendo Via Santa Lucia attraversando il borgo "La Gabriella" e, passato un antico arco,si imbocca una strada sterrata che prosegue per le campagne. Proseguendo tra coltivazioni dimirtilli e campi di mais si giunge ad un ponte di legno sul Torrente Gambasca; una volta attra-versato, si giunge al Pilun dle Tusche (1° posto tappa) mt. 435, oggi restaurato recante leimmagini di alcuni santi. Dopo la sosta, si continua con la passeggiata per i Carpenetti, la fra-zione più popolosa di Gambasca, risalendo la vecchia strada fino alla Cappella di SanDefendente (mt. 477). Da qui si prosegue camminando nella borgata dove su alcune antichecase si posso ammirare le "mistai" del pittore Gauteri. Attraversato nuovamente il fiume, sirisale oltrepassando la strada provinciale fino al Cumbal 'd Ciribibì; poco distante si giungealla Cappella di San Rocco (2° posto tappa) mt. 473. Ultimi metri nella centrale Via Roma esi giunge al Municipio e alla bocciofila comunale; qui, dopo il pranzo, continua la giornatadi festa con canti e balli della tradizione popolare.

Ore 9,30: Ritrovo in piazza Mercato

Ore 10,00: Inizio partenze gruppi

Ore 11,00: Prima tappa - Pilun d’le Tusche

Ore 12,00: Seconda tappa - Cappella S. Rocco

Ore 13,00: Pranzo (da prenotarsi alla partenza o ai numeri sottostanti)

Ore 15,30: Presentazione dei gruppi di canto e musica popolare partecipanti al Cantacammina

PROGRAMMA:

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Gambasca è un piccolo e grazioso paesino diquasi 400 abitanti, a 478 mt. slm, posto ai piedidella dorsale che separa la Valle Po dalla ValleVaraita, a pochi chilometri dalle sorgenti delFiume Po. Il suo territorio è costituito da unaparte pianeggiante e coltivata che degrada verso ilPo e da una parte montagnosa che sovrasta l'abi-tato dove predominano ampi castagneti, un temposfruttati per le loro castagne e oggi in parte instato di abbandono, e cedui per la produzione dilegname. Il paese si allunga lungo la centrale ViaRoma ed è posto su un delizioso balcone naturaledal quale si può ammirare un bel panorama, dal Monviso al Montebracco, fino alleLanghe. Numerose sono le borgate e le "meire" nascoste nel boschi di Gambasca, nei secoli pas-sati molto popolate (si pensi che nel 1897 il paese contava più di mille abitanti), mentreoggi sono perlopiù disabitate, ma che conservano tutto il fascino e la tipicità di un tempo. Dopo aver rotto l’isolamento che a lungo l'ha tenuto fuori dalle correnti di traffico dellavalle, Gambasca oggi si sta trasformando in un centro abitato pur piccolo, ma nuovo emoderno. L'economia del paese, in passato legata principalmente all'agricoltura, all'alle-vamento e alla coltivazione delle cave, oggi sta evolvendo in attività più redditizie comel'artigianato, il commercio del legno, la meccanica e l'industria casearia. Gambasca èinoltre una tappa imperdibile della Valle Po: i ristoranti e le pizzerie offrono specialitàpiemontesi e non. UNA STORIA MILLENARIA La sua storia è antica: il nome, che ha chiare origini celtico-ligure, viene per la primavolta citato in un documento del dicembre 1138, in cui i marchesi di Saluzzo donanoall'Abbazia di Staffarda un castagneto sito nel territorio gambaschese. Un altro atto del1185 sancisce l'acquisto, sempre a favore degli abati di Staffarda, di una grangia-fattoria

a Gambasca. Nella prima metà del 1200, i territori diGambasca furono acquistati dal Monastero diSanta Maria della Stella di Rifreddo; le monacheottennero il possesso completo delle terre delpaese e la badessa del monastero potè fregiarsidel titolo di Contessa di Gambasca. Quest'ultimariceveva la fedeltà degli uomini e delegava ilgastaldo designato ad amministrare i beni postisotto la signoria del convento. Il forte legame con i due centri di potere politicoe religioso più potenti della Valle Po creò nonpochi problemi a Gambasca: nel XIII secolo ilpaese fu teatro di numerose controversie fra ledue compagini religiose e tra le varie liti emergeuna disputa scoppiata nel 1288. L'abate di

Staffarda accusò le monache di Rifreddo di possedere illecitamente un boschetto vicinoa Gambasca che forniva legna e castagne al monastero; naturalmente quest'ultimo sioppose, ma i giudici designati nella causa si pronunciarono a favore di Staffarda e con-dannarono le monache a rinunciare al bosco di Gambasca e a mantenere un silenzio per-petuo. Sulla scena compare un gambaschese, Grenonio, abile procuratore e notaio dellemonache di Rifreddo che con audacia ed astuzia mise in dubbio 1’imparzialità dei giudi-ci evidenziando palesi interessi personali. Successivamente nel 1434 la badessa Mercia de' Pugneti approvò e concesse gli Statutidelle terre di Rifreddo e Gambasca, confermando la piena potestà della sua alta signoria.Il Trattato di Lione del 1601 sancì l'annessione del Marchesato di Saluzzo ai Savoia eGambasca ne seguì le vicende storiche. Nel 1621 il monastero cedette alla comunità diGambasca in enfiteusi perpetua i propri beni per un canone annuo di 450 scudi d'oro enel 1657 Carlo Emanuele II di Savoia concesse l'investitura di Marchese di Gambasca alnobile francese Francesco Havard di Senantes; con tale atto i gambaschesi persero nuo-vamente il possesso proprio delle terre onde fossero pagate in loro scarico le pubblicheimposte di cui la comunità era gravata. Alla morte del Marchese il paese fu infeudatodagli Isnardi De Castello di Caraglio e nel 1771 dal Marchese Luigi Coardi di Carpeneto.Quest'ultimo nel 1833 cedette le terre del paese al comune oltre che la somma di f.12.000. Nel 1635 si ricorda nel boschi diGambasca l'uccisione dell'ultimo esemplare diorso bruno della Valle Po di ben 461 chilo-grammi. Con l'avvento del fascismo, Gambasca perse lasua autonomia e il 5 febbraio 1928 con undecreto reale venne amministrativamente lega-ta al Comune di Martiniana Po di cui ne diven-ne una frazione; riconquisterà la sua autonomiasolamente dopo la fine della seconda guerramondiale, nel 1946. ALLA SCOPERTA DEI REPERTI STORICI Molte case hanno conservato il loro aspettorurale, specialmente il nucleo più basso delpaese, all'altezza della Cappella di Santa Lucia,e le borgate dislocate a monte dell'abitato;numerose recano l'effigie di immagini sacredei pittori Gauteri e Boneto e sul territorio sitrovano sparsi alcuni piloni votivi, segno di un'attenta devozione alla religiosità. Sulla Piazza Gauthier sorge la Chiesa Parrocchiale di San Sebastiano fondata nel 1492ed eretta a parrocchia il 7 aprile 1497 dal Vescovo di Torino, Della Rovere. Fu rifatta instile barocco intorno al 1735, probabilmente sulla fondamenta del vecchio edificio.L'esterno si presenta con la tipica forma "a capanna" e la facciata reca un affresco otto-centesco raffigurante San Sebastiano. E' ancora evidente l'antica struttura della cappellaantecedente alla costruzione della Parrocchiale. Di particolare interesse il bel portale set-tecentesco in rovero scolpito. L'interno dalla chiesa si presenta con pianta a croce latinacon navata centrale suddivisa in tre campate uniformi. E' possibile inoltre ammirare la

fonte battesimale in stile barocco piemontese del1739 e un grande quadro della Madonna del 1673. Poco distante sorge la Cappella di Santa Luciacostruita nel 1774 grazie alle elemosione dei gam-baschesi; sulla facciata spicca un dipinto dellaSanta recante in mano i suoi occhi. Si segnalanoinoltre la Cappella di San Rocco dalla caratteristicapianta ottagonale che presenta sul davanti un picco-lo portico, realizzato successivamente, la suacostruzione è risalente probabilmente ai decennisuccessivi alla grande peste del 1630 che colpì tuttoil Piemonte decimando la popolazione anche dellaValle Po, e La Cappella di San Defendente, in fra-zione Carpeneti: fu costruita nel XV secolo ed è lapiù grande delle cappelle, al suo interno, degne di

nota sono una raffigurazione della Sacra Sindone opera del Borgna, datata 1885 qualedono degli emigranti del luogo a Marsiglia. LE ESCURSIONI FRA BOSCHI E RADURE. Gambasca offre la possibilità di molte passeggiate nei suoi splendidi boschi ricchi diquiete e silenzio alle quali si possono abbinare una visita alla antiche borgate ancoraintatte e nella tarda estate, la ricerca di funghi che si trovano abbondanti ai piedi deicastagni. Da non perdere una scampagnata alla Madonna delle Fonti di Gravera Granda,un'amena località sulle colline del paese, in un paesaggio incontrastato e immersa nelverde dei faggi da dove si può godere di uno splendido panorama sulla Valle Po. Da quisi può proseguire per un'escursione tra radure verdi e boschetti fino al "Col la Guran”oppure al "Ciur” a mt. 1432, il punto maggiormente elevato del Comune, sul crinale trale valli Po e Varaita che offre una vasta veduta sulle valli e sulla pianura. Dalla frazione Carpeneti, si raggiunge la parte pia-neggiante del paese, bagnata dal Fiume Po. Nellacampagne circostanti da alcuni anni si è sviluppatala coltivazione dei piccoli frutti come mirtilli, fra-gole e ribes, ma anche di albicocche e prugne. Sonopresenti inoltre piantagioni di pioppeti, mais ecampi di foraggio a servizio di alcune fattorie.Passeggiando per le vie sterrate di campagna neicampi attorno al Po è facile incontrare cinghiali,tassi e volpi, ma anche specie di animali protettecome caprioli e aironi.