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Formatura e sagomatura della lamiera Piegatura Curvatura Stampaggio

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Formatura e sagomatura della lamiera

Piegatura

Curvatura

Stampaggio

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Formatura e sagomatura della lamiera

Piegatura: la piegatura propriamente detta si ha quando la

lamiera viene deformata secondo un raggio di curvatura molto piccolo, che può andare da quasi zero (piegatura a spigolo vivo) a 7-8 volte lo spessore della lamiera. R< 7-8 S.

Curvatura: quando il raggio di curvatura supera di molto lo

spessore della lamiera, l’operazione prende il nome di curvatura. R> 7-8 S

Stampaggio: lo stampaggio è caratterizzato dalla

contemporanea presenza di raggi di curvatura di diversa lunghezza. R1≠ R2≠ R3

Si intende per formatura o sagomatura delle lamiere l’operazione mediante la quale si può dare alla lamiera una forma determinata, a mano o a macchina, sfruttando le proprietà elastiche del materiale.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Un pezzo (quadrotto) di lamiera da piegare o curvare, secondo un certo raggio, deve essere preventivamente tracciato e tagliato secondo la sagoma di contorno più opportuna per ottenere le dimensioni finali.

Concetti di fibra e piano neutro

Per eseguire la formatura, la lamiera deve essere sottoposta ad uno sforzo di flessione fino a superare il limite elastico del materiale, in modo che la deformazione ottenuta assuma un carattere permanente.

Durante questa operazione le fibre del materiale che rimangono all’esterno della curva (zona convessa A), sono sottoposte a trazione; quelle interne (zona concava B) sono sottoposte a compressione. Tra le due zone si trova un piano le cui fibre non sono sollecitate (zona neutra C).

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Formatura e sagomatura della lamiera

Il piano neutro non coincide necessariamente con la metà dello spessore S della lamiera, ma può risultare spostato verso il centro di curvatura. Questo spostamento dipende dal tipo di materiale utilizzato e dal raggio di curvatura (minore è il raggio di curvatura, maggiore è lo spostamento delle fibre neutre dalla mezzeria dello spessore).

Concetti di fibra e di piano neutro

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Formatura e sagomatura della lamiera

Intorno alla zona neutra le sollecitazioni risultano inferiori al limite elastico, perciò al cessare dello sforzo di flessione, la zona neutra tenderà a ritornare alla forma primitiva, mentre le zone contigue hanno già subito una deformazione permanente.

Ritorno elastico

Il materiale tende ad assumere una forma intermedia C tra la forma primitiva A e quella creata dalla formatura B. Tale fenomeno è detto ritorno elastico. Il ritorno elastico è tanto più forte quanto più è alto il limite elastico della lamiera piegata.

Inoltre, il materiale sottoposto a formatura si allunga. Mentre tale allungamento non assume particolare importanza nella curvatura, esso non deve essere trascurato nella piegatura. Con artifici adatti si cerca di eliminare, o per lo meno attenuare, questa allungatura, che renderebbe sempre inesatta la forma finale del pezzo.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Lo sviluppo in piano di una lamiera piegata va calcolato secondo il piano neutro della lamiera stessa. Nel caso della piegatura, non sempre il piano neutro giace a metà spessore ma può risultare spostato verso il centro di curvatura, a seconda dell’entità del raggio di curvatura in relazione allo spessore della lamiera.

Calcolo dello sviluppo in piano mediante il concetto di fibra neutra

Sperimentalmente è stato accertato che la distanza y del piano neutro dalla superficie interna alla metà dello spessore S di lamiera quando questo non supera il millimetro: Per S≤ 1 mm : y= ½ S.

E’ uguale a circa un terzo dello spessore quando questo supera il millimetro: Per S> 1 mm : y= 1/3 S.

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Formatura e sagomatura della lamiera

L’operazione di piegatura consiste nel ricavare nella lamiera un angolo diedro, avente lo spigolo più o meno arrotondato.

Piegatura della lamiera

Lamiera piegata

Bordo ripiegato

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Formatura e sagomatura della lamiera

Per eseguire una piegatura occorre esercitare, mediante un apposito utensile che prende il nome di stampo, una certa pressione sulla lamiera, che generalmente è appoggiata su du un adeguato sostegno, detto controstampo o matrice.

Meccanismo della piegatura

A - Stampo M - Matrice P - Sforzo di piegatura C - Lamiera piegata S - Spessore lamiera B - Lunghezza della piega R - Raggio interno della piega L - Larghezza dei lembi piegati

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Formatura e sagomatura della lamiera

L’entità dello sforzo di piegatura dipende dai seguenti fattori:

Sforzo di piegatura

A. Qualità del materiale impiegato

B. Spessore della lamiera

C. Lunghezza della piega

D. Raggio interno della piega

E. Larghezza dei lembi da piegare

F. Tolleranza angolare richiesta

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Formatura e sagomatura della lamiera

Qualità del materiale impiegato Lo sforzo di piegatura deve essere proporzionato al limite di snervamento, che è una funzione della durezza, della resistenza a trazione e dell’allungamento, cioè dei dati caratteristici del materiale impiegato.

Sforzo di piegatura

Spessore della lamiera Quanto più grande è lo spessore della lamiera, tanto più intenso deve essere lo sforzo di piegatura.

Lunghezza della piega La lunghezza della piega da eseguire influisce allo stesso modo dello spessore; quanto più la piega è lunga, più grande è lo sforzo di piegatura.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Raggio interno della piega Quanto più è piccolo il raggio interno della piega, che è vincolato allo spessore della lamiera, tanto maggiore è lo sforzo di piegatura richiesto. Un raggio interno molto piccolo rispetto allo spessore può portare alla incrinatura o rottura della lamiera.

Sforzo di piegatura

Larghezza dei lembi da piegare Dalla larghezza dei lembi da piegare dipende l’ampiezza massima del controstampo. Aumentando la larghezza dei lembi, diminuisce lo sforzo di piegatura, ma oltre un certo limite si possono produrre delle gibbosità adiacenti alla piega. Diminuendo la larghezza dei lembi, aumenta lo forzo e si corre il rischio di provocare delle incrinature o rotture.

Tolleranza angolare richiesta Per ottenere un raggio di curvatura prestabilito occorre tener conto del ritorno elastico del materiale. Pertanto lo stampo e le matrici dovranno avere un raggio di curvatura inferiore a quello del pezzo da curvare.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Si taglia una striscia della stessa lamiera da piegare, di cui si conosce la lunghezza L e lo spessore S. Si piega questa striscia a 90° e si rilevano le misure di R, A e B, così che: L = A+B+2∏(R+y)/4 Dove y è la distanza delle fibre neutre dalla superficie interna. Posto H = L-A-B, si ha Y = (2H/∏)-R

Determinazione pratica di y nello sviluppo in piano

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Formatura e sagomatura della lamiera

Determinazione pratica di y nello sviluppo in piano

Mediante la seguente tabella si può invece ottenere il valore di y, dal rapporto che intercorre tra raggio di curvatura e spessore.

R/S Y

10 0,489

5 0,476

2 0,455

1,5 0,437

1 0,420

0,5 0,3775

0,2 0,3000

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Procedimenti di piegatura Piegatura in aria

Si esegue senza controstampo, sistemando semplicemente la lamiera su due appoggi opportunamente distanziati. Questa piegatura ha un raggio di curvatura interna superiore allo spessore della lamiera. Non presenta una precisione angolare molto accurata. Le tabelle di corredo alle macchine piegatrici indicano sempre lo sforzo occorrente per piegare le lamiere in aria a 90° (caso 1). Altre tabelle danno indicazioni pratiche per conoscere gli sforzi di piegatura in condizioni diverse della piega base a 90°: per esempio, la piegatura del caso 2 richiede uno sforzo quattro volte superiore a quello occorrente per la piega base.

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Procedimenti di piegatura Piegatura a fondo matrice

Viene eseguita mediante controstampo sul fondo del quale si porta ad aderire la lamiera da piegare, premendola con uno stampo a forma di lama. La matrice è a forma di V, il cui angolo viene stabilito tenendo conto del ritorno elastico, per avere una costanza di esecuzione ed una maggiore precisione nella piegatura. Il raggio interno R della piegatura non deve essere minore dello spessore S della lamiera. Lo sforzo necessario per la piega sarà di poco superiore a quello richiesto per la piegatura in aria.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Procedimenti di piegatura

Piegatura coniata

Questo sistema richiede che lo stampo abbia una forma corrispondente a quella della matrice. Permette di ottenere raggi di curvatura interna minori dello spessore della lamiera ed una buona precisione angolare; esige però uno sforzo da 7 a 10 volte superiore a quello occorrente per la piegatura in aria. Questo sistema richiede inoltre una precisa attrezzatura ed una macchina molto robusta.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Procedimenti di piegatura

Prova tecnologica di piega

L’esecuzione di pieghe è di valido aiuto nelle prove tecnologiche atte a determinare le caratteristiche di resistenza dei materiali. Il provino di lamiera viene piegato a freddo operando lentamente e gradualmente fino ad un determinato angolo di piega. A piegatura eseguita, si esaminano le fibre tese del provino per constatare la eventuale presenza di lesioni.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Macchine piegatrici. Presse

La piegatura, oltre che con i mezzi manuali da officina, come morse, mazze, stampi, ecc. viene eseguita mediante macchine, che oltre a garantire piegature più precise, non danneggiano la lamiera.

Le macchine principali sono le piegatrici a mano, le piegatrici a motore e a tavola oscillante e le presse piegatrici meccaniche o idrauliche.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Piegatrici a mano

Queste macchine sono di semplice costruzione e si prestano per lavori di piccola serie e di limitate dimensioni. Sono utili per piegare le lamiere sottili (0,5- 3 mm). La larghezza utile può variare da 1,50 a 2 m circa, le lavorazioni possono essere a spigolo vivo e a spigolo tondo.

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Formatura e sagomatura della lamiera Piegatrici a mano

La piegatrice a mano è costituita da una incastellatura composta da un bancale fisso inferiore B e da una traversa superiore mobile M che agisce da premilamiera, la cui ascesa è comandata da un volantino a mano V. Tra questi due elementi viene afferrata e stretta la lamiera da piegare A. La traversa mobile M col suo spigolo arrotondato R funziona anche come stampo di piegatura. Nelle piegatrici a mano con maggiore lunghezza utile, due volani azionano lo spostamento della traversa mobile, mentre due contrappesi agevolano il movimento della tavola oscillante.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Piegatrici a mano

Al basamento inferiore è collegata, mediante una cerniera, il cui asse di rotazione coincide con lo spigolo della traversa mobile, la tavola oscillante O, che viene fatta ruotare a mano mediante una leva L e con l’aiuto di un contrappeso C. La parte di lamiera che sporge dal premilamiera viene sollevata sotto la spinta della tavola oscillante ed è così costretta a piegarsi per tutta la lunghezza attorno allo spigolo.

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Formatura e sagomatura della lamiera Piegatrici a mano

Lo sforzo da applicare alla tavola oscillante dipende dalla distanza esistente tra lo spigolo dello stampo ed il bordo libero della lamiera. Per questa ragione è opportuno che lo spigolo di piega non sia troppo vicino al margine della lamiera, anche perché in queste condizioni il lembo piegato, non sufficientemente rigido, assume pieghe e ondulazioni. Il corredo delle piegatrici a mano prevede generalmente una lama a spigolo vivo di 45° ed una lama tonda di 5-8 mm di raggio. La lama viene applicata alla traversa mobile del premilamiera, per costruire lo spigolo dello stampo.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Piegatrici a tavola oscillante Le piegatrici a tavola oscillante sono normalmente motorizzate, per cui con esse è possibile piegare lamiere anche di spessore medio, disponendo di maggior potenza rispetto a quelle manuali. Queste macchine sono impiegate nelle officine di carpenteria, pur essendo macchine piuttosto lente e non adatte a realizzare pieghe di grande precisione, a causa del loro principio di funzionamento piuttosto rudimentale. Le piegatrici a motore possono avere dimensioni notevoli: quelle più grandi sono adatte per piegare lamiere anche di 10 mm di spessore, lunghe sino a 4 m circa.

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Piegatrici a tavola oscillante Le piegatrici a tavola oscillante sono costituite da una robusta incastellatura formata da due spalle S-S’, entro le quali scorrono due traverse, una superiore Ts, che funziona come premilamiera, ed una inferiore Ti, che funziona da bancale. Tra le due traverse viene inserita e stretta la lamiera da piegare, in modo che il lembo che deve essere piegato resti sporgente. Un apposito scontro registrabile regola la distanza del bordo libero della lamiera dallo spigolo di piega; una leva V agisce sulla traversa superiore che può essere alzata ed abbassata verticalmente, per stringere la lamiera sul bancale Ti.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Piegatrici a tavola oscillante Alla traversa superiore vengono applicate lame di diverso tipo adatte a vari lavori di piegatura, bordatura, ecc. Lo sforzo di piegatura viene impresso al lembo sporgente della lamiera dalla tavola oscillante Tr, alla quale la rotazione è trasmessa per mezzo di due settori dentati D-D’, collegati con essa, che ricevono il moto attraverso un innesto a frizione e gli ingranaggi contenuti nella scatola di un riduttore. La tavola oscillante, che può essere regolata in altezza con apposite viti, viene azionata mediante una leva V’. Il motore che dà i movimenti a tutta la macchina è del tipo monopuleggia. Un solo operatore può comandare la macchina per mezzo delle due leve V e V’.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Piegatrici a tavola oscillante Lo scema di funzionamento di una piegatrice a tavola oscillante consiste in due fasi principali: 1. La lamiera A viene

introdotta nella macchina e la tavola oscillante B è ferma in posizione verticale.

2. La tavola oscillante B si muove ruotando attorno al suo asse C e piega la lamiera secondo il raggio di curvatura voluto.

Mediante la piegatrice a tavola oscillante è possibile eseguire piegature di ogni forma e dimensione, come indicato in figura.

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Presse piegatrici Le presse piegatrici sono macchine generalmente di grandi dimensioni, molto usate per la piegatura in serie di lamiere pesanti ed estese. I gruppi principali comuni a tutte le presse sono i seguenti: 1. Una pesante incastellatura che

raggiunge una lunghezza frontale da 3 a oltre 6 m.

2. Uno stampo costituito da una lama orizzontale dotata di moto verticale impressole dal cosiddetto pestone, che può essere azionato meccanicamente o idraulicamente.

3. Un controstampo, che è fisso ed esteso per tutto il bancale inferiore, e che ha una sezione a V.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Presse piegatrici

Per mezzo di queste macchine è possibile esercitare sulle lamiere pressioni molto elevate, da 10 a 500 tonnellate, secondo i modelli. La striscia di lamiera da piegare viene appoggiata sui bordi del controstampo. Lo stampo esercita la sua azione al centro della striscia, finché la lamiera non aderisce perfettamente alle pareti del controstampo. Le presse possono essere azionate mediante dispositivi meccanici o idraulici.

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Le presse piegatrici ad azionamento meccanico sono chiamate presse “a ginocchiera”, perché lo sforzo viene esercitato da un meccanismo ad eccentrico, che compie un movimento simile al ginocchio umano. Le presse meccaniche sono basate sulla seguente catena cinematica. A. Motore B. Volano C. Frizione e freno D. Riduttore di velocità E. Albero eccentrico F. Bielle G. Pestone H. Stampo e lama I. Controstampo J. Bancale

Presse ad azionamento meccanico

Formatura e sagomatura della lamiera

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Il motore imprime il movimento a tutti gli organi della macchina. Il volano B rende regolare ed uniforme il movimento trasmesso dal motore per il sollevamento del pestone G che sostiene la lama H. L’innesto a frizione ha lo scopo di accoppiare dolcemente il volano con la parte della macchina a movimento alternativo, cioè all’ingranaggio di riduzione D, quindi agli eccentrici E che comandano le bielle F. La frizione è comandata, nelle macchine di media potenza, da un pedale P. Il freno interviene a bloccare il movimento quando è terminato il ciclo di lavoro o per interrompere il funzionamento della macchina.

Presse ad azionamento meccanico

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Formatura e sagomatura della lamiera

Nelle presse piegatrici ad azionamento idraulico il movimento del pestone S viene comandato da un gruppo oleodinamico. La struttura di questa macchina è sostanzialmente analoga a quella delle presse piegatrici ad azionamento meccanico, cioè è costituita da una incastellatura formata da due montanti M laterali, collegati fra loro in basso da un piastrone porta-bancale B. Il pestone è azionato da due cilindri idraulici C solidali ai montanti e si muove lungo le guide di cui sono dotati i montanti.

Presse ad azionamento idraulico

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La posizione più bassa del pestone è regolata da un dispositivo di fine corsa, comandato manualmente o da un motore elettrico. Il gruppo oleodinamico comprende le seguenti parti: Una pompa ad alta pressione Un distributore che permette di regolare la corsa del pestone fino alla posizione stabilita per l’inizio della corsa di lavoro, manovrando sul pedale Z. Un limitatore di pressione, che consente di prefissare lo sforzo di piegatura in relazione al lavoro da eseguire. Il ritorno del pestone al suo punto di riposo superiore è ottenuto mediante apposito dispositivo oleopneumatico.

Presse ad azionamento idraulico

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Formatura e sagomatura della lamiera

Le parti principali dell’impianto idraulico della pressa illustrata in figura sono le seguenti: Pistoni Supporti Ruote dentate per la regolazione della profondità Viti senza fine collegate alle ruote Puleggia solidale al pistone Pulegge solidali all’incastellatura Vite di regolazione del parallelismo Cinghia d’acciaio a catena Tubazione dell’olio proveniente dalla pompa Uscita dell’olio dal distributore Spessori che permettono all’olio di passare nei cilindri.

Presse ad azionamento idraulico

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Formatura e sagomatura della lamiera

L’attrezzatura normale di una pressa piegatrice è costituita dalla lama superiore, detta stampo e dall’utensile inferiore, detto controstampo. Lo stampo, allo scopo di ovviare agli inconvenienti dovuti al ritorno elastico dei metalli, deve permettere una piega leggermente più accentuata di quella da eseguire. Alla fine della piegatura il pezzo deve assumere l’angolo richiesto. Esempio: per eseguire una piega ad angolo di 90° si deve costruire uno stampo di 88°, considerando 2° per il ritorno elastico del materiale.

Attrezzature per le presse piegatrici

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Formatura e sagomatura della lamiera

Con un adeguato corredo di controstampi e di stampi si possono eseguire svariate piegature. A. Alcuni dispositivi particolari

permettono di variare automaticamente la velocità di discesa del’utensile superiore. La macchina viene così ad avere la possibilità di effettuare:

Un rapido accostamento dello stampo alla lamiera da piegare; Un moto di piegatura lento; Un ritorno rapido al punto morto superiore.

Attrezzature per le presse piegatrici

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Formatura e sagomatura della lamiera

Attrezzature per le presse piegatrici

Con un adeguato corredo di controstampi e di stampi si possono eseguire svariate piegature. B. Spesso la posizione della

piega viene riferita ad un lembo della lamiera da piegare: a tale scopo servono appositi scontri regolabili, che devono essere robusti e facilmente registrabili.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Dispositivi di sicurezza

Tra le macchine impiegate per la lavorazione dei metalli, le presse sono le più pericolose per la sicurezza dell’operatore. Tutti i dispositivi di sicurezza tendono ad evitare che una parte del corpo dell’operatore ed in particolare le dita o le mani, vengano a trovarsi nella zona di lavoro della macchina. I principali dispositivi antinfortunistici sono gli schermi mobili, i dispositivi di arresto e i dispositivi a doppio comando (comando a due mani)

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Formatura e sagomatura della lamiera

Dispositivi di sicurezza

Schermi mobili. Si tratta di dispositivi che entrano in azione un attimo prima della discesa dello stampo e precludono all’operatore ogni possibile accesso alla zona di lavoro. Generalmente sono a forma di griglia, per permettere la visibiltà della zona di lavoro.

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Formatura e sagomatura della lamiera

Dispositivi di sicurezza

Dispositivi di arresto. Impediscono la discesa dello stampo quando le mani dell’operatore si trovano nella zona di lavoro. Generalmente si tratta di dispositivi a cellula fotoelettrica. Perché questi dispositivi siano del tutto sicuri occorre però che l’arresto dello stampo possa avvenire anche durante la sua discesa, cioè in ogni istante in cui le mani dell’operatore possano trovarsi nella zona di lavoro

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Dispositivi di sicurezza

Dispositivi a doppio comando. Si tratta di comandi studiati in modo da costringere l’operatore ad usare entrambe le mani per mettere in azione la macchina. Questi comandi risultano molto sicuri soltanto quando la macchina è azionata da un unico operatore e quando il tempo di discesa dello stampo risulta molto breve così che l’operatore non possa raggiungere la zona di lavoro dopo avere azionato i comandi e prima che lo stampo abbia già piegato la lamiera.