Piccola Mostra delle Armi Antiche

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Accademia Jaufré Rudel di studi medievali PICCOLA MOSTRA DELLE ARMI dalla Collezione D’Agnolo dell’Accademia Jaufré Rudel di studi medievali Sala dell’Accademia Jaufré Rudel (Museo Lapidario) via C. Battisti, 18 - 34072 Gradisca d’Isonzo 4-5 ottobre 2014

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Accademia Jaufré Rudel di studi medievali

Piccola mostra delle armi

dalla Collezione D’Agnolo

dell’Accademia Jaufré Rudel di studi medievali

Sala dell’Accademia Jaufré Rudel (Museo Lapidario)via C. Battisti, 18 - 34072 Gradisca d’Isonzo

4-5 ottobre 2014

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Accademia Jaufré Rudel di studi medievali

Piccola mostra delle armi

dalla Collezione D’Agnolo dell’Accademia Jaufré Rudel di studi medievali

Sala dell’Accademia Jaufré Rudel (Museo Lapidario)via C. Battisti, 18 - 34072 Gradisca d’Isonzo

4-5 ottobre 2014

Progetto e direzione: Marialuisa Cecere

Allestimento:Marialuisa Cecere G. Paolo Cecere

Fabio Cavalli

Brochure illustrativa

Testi di: Marialuisa Cecere

Schede a cura di:Gloria FerassuttiVinicio Quassi

Grafica e impaginazione:Fabio Cavalli

Con il contributo del Comune di Gradisca d’Isonzo

Con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia

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LA MoStRA

In questa piccola mostra viene esposta una serie di armi provenienti dalla Collezione D’Agnolo di trieste, donata all’Accademia Jaufrè Rudel nel 2006, che comprende sia riproduzioni, perlopiù ottocentesche, di armi del XIV - XV secolo che manufatti originali sia europei che “esotici” (africane e orientali) databili tra il XVIII e il XX secolo.La scelta effettuata per questa esposizione riguarda per la maggior parte riproduzioni di armi inastate antiche alle quali si aggiunge una scelta di armi dalle origini, dimensioni, fogge e provenienza diverse.Si tratta esclusivamente di armi bianche, termine con il quale si suole classificare tutte quelle armi che provocano ferite per mezzo di punte, forme contundenti o lame di metallo. Appartengono di diritto a questo gruppo anche armi che lanciano oggetti bellici (come archi, balestre, e catapulte) e quelle che fungono da difesa da esse (come scudi e armature). Viste le innumerevoli tipologie di armi bianche, queste vengono variamente suddivise in base a caratteristiche peculiari come le armi bianche da mano corte (che generalmente non superano la trentina di centimetri come coltelli, pugnali, stiletti, ecc.) e lunghe (le tipiche armi individuali da guerra, da usare a corta distanza come spade, sciabole, asce da guerra ecc.).Un’altra tipologia è rappresentata dalle armi bianche inastate o immanicate quelle, cioè, munite di un manico lungo che superava i due metri al fine di aumentare il raggio d’azione delle armi stesse.

LA SeDe

La mostra di armi è ospitata all’interno della sede sociale dell’Accademia Jaufré Rudel di studi medievali situata in un edificio storico sito in via Battisti: la Loggia dei Mercanti.La costruzione è caratterizzata dalla loggia a tre archi bugnati con colonne rustiche, sovrastati da una cornice marcapiano, che costituisce un elemento divisorio fra il piano terra e quello superiore. Quest’ultimo presenta due ordini di finestre e la sua facciata è scandita da quattro paraste.La Loggia dei Mercanti risale ad un periodo storico particolarmente florido per Gradisca. e’ infatti datata 30 luglio 1688 la delibera che prevedeva l’edificazione nella cittadella di una struttura adibita a luogo d’incontro per la nobiltà locale. Al tempo Gradisca era la capitale della Contea Principesca degli eggenberg (1647-1717) ed era governata da Francesco Ulderico della torre, che fu capitano di Gradisca dal 1660 al 1695 e fu il principale promotore di questa opera pubblica.Con il tempo l’edificio divenne un importante punto di riferimento per la classe mercantile e sede di una pesa pubblica.Attualmente la Loggia ospita il lapidario cittadino, ove sono conservate epigrafi gradiscane di grande valore storico, mentre il piano superiore è, dal 1996, la sede ufficiale dell’Accademia Jaufré Rudel di Studi medievali.

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LA MoStRA

L’InGReSSo ALLA MoStRAPassando per il Lapidario, si accede all’edificio e dalla terza scalinata si possono vedere le prime rastrelliere di armi inastate.nella Prima rastrelliera si trovano esposti alcuni esempi di falcioni. Questi rappresentano una tipologia di armi inastate particolarmente diffuse tra gli eserciti europei nel Medioevo.

Scale - Prima rastrelliera

Il falcione consisteva di una lama ricurva affilata sul lato convesso e dotata di uno spuntone perpendicolare al dorso, inastata su di un manico in legno di lunghezza variabile. Il falcione trae la sua origine da un utensile, ed all’occorrenza arma, contadina (la falce messoria) poi trasformato nel falcione da guerra munito di arresti che può essere considerato l’evoluzione medievale della falce da guerra già in uso alle popolazioni balcaniche nell’Antichità.A partire dal XVII secolo il falcione, come altre armi inastate, perse valenza campale nel teatro bellico europeo ormai dominato dal modello “Pike and Shot” (picca e archibugio) dell’esercito spagnolo, divenendo arma di rappresentanza o, comunque, destinato a corpi di guardia di addestramento specialistico. Il falcione da comparsa ed il falcione da casada sono due esemplari della destinazione finale di quest’arma come arma da parata.

1.Falcione de Casada

Datazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni: (lunghezza): 153 cm. (complessiva); 91 cm. (lama alla gorbia) + 42 cm. (bandella)

Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.

Descrizione: L’asta a sezione rettangolare è ricoperta da un velluto rosso ed è decorata con dei rivetti. La lama di grandi dimensioni da comparsa appare larga e stondata alla sommità; quest’ultima è messa a becchetto ed appare riccamente elaborata e decorata con incisioni tra le quali spicca un marchio.

2.Falcione da guerra

Datazione: Storicismo (XIX sec.)Dimensioni: (lunghezza): 260 cm. (complessiva); 96 cm. (lama alla gorbia) + 25 cm. (bandella)

Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.

Descrizione: L’asta a sezione rettangolare è ricoperta da un velluto giallo ed è decorata con rivetti. La lama è composta da un ferro di coltella a filo bombato e a punta; è inoltre munita di un dente dorsale in corrispondenza del colmo e arresti ai talloni. Sulla superficie metallica spicca l’incisione di un marchio.

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3.Falcione da comparsa

Datazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni: (lunghezza): 276 cm. (complessiva); 95 cm. (lama alla gorbia) + 17 cm. (bandella)

Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.

Descrizione: L’asta a sezione rettangolare è decorata da rivetti. La lunga lama ricurva è arricchita da un arresto dorsale lunato e arresti ai talloni. Su un lato spicca un marchio inciso.

4. Falcione da comparsa

Datazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni: (lunghezza): 307 cm. (complessiva); 88 cm. (lama alla gorbia) + 28 cm. (bandella)

Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.

Descrizione: L’asta, a sezione rettangolare, è decorata con rivetti. La lunga lama ricurva è decorata con un arresto dorsale lunato e arresti ai talloni: la sua superficie reca inciso un disegno composto da un leone che ruggisce sotto al quale si scorgono due figure umane, uno stemma, un volto e dei motivi floreali.

5. Falcione da comparsaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

6. Falcione da guerraDatazione: Storicismo (XIX sec.)

7. Falcione da CasadaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

nella seconda rastrelliera trovano posto due corsesche palmate (o pipistrello) e tre partigiane.

Scale - Seconda rastrelliera

La Corsesca propriamente detta ha lunga cuspide centrale, a sezione romboidale o a quadrello, dalla quale dipartono, alla base, due ali divaricate ed arcuate terminanti in un unghiolo. Spesso risulta affilata solo sulle parti convesse. In battaglia, il fante armato di corsesca sfruttava infatti i rebbi ricurvi dell’arma per agganciare gli spigoli dell’armatura del cavaliere e trascinarlo giù dalla sella. Parimenti, lo spiedo centrale poteva essere utilizzato per degli affondi mirati alla visiera dell’elmo o per cercare di sfondare la piastra pettorale della corazzala Corsesca palmata o Pipistrello (Chauve-souris in inglese e francese), rispetto alla corsesca propriamente detta, ha lame triangolari al posto della cuspide e delle ali e costolonatura longitudinale che diparte dalla gorbia (cono metallico cavo nel quale viene infisso il manico o astile delle armi per garantire maggior solidità rispetto ad un sistema di bloccaggio basato su di un anello d’arresto). Le due lame laterali, palmate, dipartono dalla gorbia e tutta la superficie dell’arma è affilata, rendendola più atta a colpire di punta che per agganciare il nemico.La partigiana è un’arma inastata (assimilabile alla lancia) composta da un lungo manico in legno e da una cuspide in metallo costituita da una larga lama centrale a due taglienti simmetrici e rettilinei che terminano alla base in due alette ricurve. Quest’arma fu molto utilizzata in combattimento in Italia durante il periodo rinascimentale ma andò in disuso, sui campi di battaglia d’europa, dalla fine del XVI secolo. Continuò ad essere usata fino al XIX secolo come arma di rappresentanza o come porta insegna di reparto.

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1.Corsesca palmata

Datazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni: 258 cm. (lungh. complessiva); 54 cm. (lama)Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.

Descrizione: L’asta, a sezione circolare, è ricoperta da uno strato di velluto scuro ed è decorata con rivetti. La lama è composta da una cuspide a triangolo acuto con costolatura longitudinale che prosegue per tutta la gorbia, alla cui base si diramano due ali divaricate e palmate, costolate alle punte. Alla base della lama è possibile scorgere un marchio parzialmente danneggiato.

2.PartigianaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni: 301 cm. (lungh. complessiva); 76 cm. (lama)Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.

Descrizione: L’asta con sezione circolare è ricoperta da un velluto rosso ed è decorata con rivetti. La lama è composta da un ferro a forma di dagona con due alette che partono dalla base.

3.PartigianaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

4. PartigianaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

5. Corsesca PalmataDatazione: Storicismo (XIX sec.)

Con l’ultima rampa di scale si accede alla sala principale dove sono esposte, in gruppi, altre tipologie di armi inastate.Prima rastrelliera. Questo gruppo presenta due tipologie diverse di alabarde.

Scale - Seconda rastrelliera

L’alabarda può essere considerata l’arma inastata per antonomasia e si compone di una lama di scure sormontata da una cuspide o da una lama di picca e sviluppante, posteriormente, in un uncino o in una seconda cuspide. Per forma ed utilizzo ricorda molto la voulge, anche nota come “mannaia inastata” con lama molto pesante rassomigliante, appunto, a quella di una mannaia, della quale si costituisce come una sorta di evoluzione più raffinata.Diffusa massicciamente in europa a seguito dei successi militari dei mercenari svizzeri, a partire dal XIV secolo restò in uso alle forze di fanteria sino ai primi decenni del XVII secolo. nel XVIII secolo era ormai divenuta arma di rappresentanza per le guardie di palazzo ed a tal fine è ancora in uso alla Guardia Svizzera Pontificia ed alla Guardia Real di Spagna.

LA SALA PRInCIPALe

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1.Alabarda

Datazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni (lunghezza): 291 cm. (complessiva); 62 cm. (lama alla gorbia) + 18 cm. (bandella).Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.Descrizione: L’asta, a sezione ottagonale, è ricoperta da un velluto scuro ed è decorata con rivetti. La lama è modellata a forma di ampia scure con tagliente parallelo al manico: presenta una forgiatura a larga cuspide ed un becco aggiunto al dorso di quest’ultima. Sul becco è inciso un marchio.

2.Alabarda

Datazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni (lunghezza): 294 cm. (complessiva); 55 cm. (lama alla gorbia) + 14 cm. (ban-della).Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben con-servati.Descrizione: L’asta a sezione ottagonale è ricoperta da pelle rossa e velluto marrone: presenta alcune decorazioni realizzate da rivetti di forma semisferica. La lama è formata da una lunga cuspide con sezione da taglio a filo dritto; sulla superficie metallica è inciso un marchio.

3. AlabardaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

4. AlabardaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

5. AlabardaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

nella seconda rastrelliera sono presenti tre esemplari di spiedo alla friulana: arma di origine veneta adottata anche in ambiente austriaco, deriva dall'arma inastata d'uso venatorio nota come "spiedo" o "spiede" già in uso presso gli antichi Romani con il nome di venabulum ed utilizzata per la caccia a selvaggina di grandi dimensioni.

Sala - Seconda rastrelliera

Come altre armi da fanteria basate su attrezzi agricoli, nei secoli centrali del Medioevo anche il venabulo funse da archetipo per lo sviluppo di un'arma d'assalto vera e propria: lo spiedo da guerra (spetum) che venne poi sviluppato in armi più raffinate quali il brandistocco e la corsesca. Lo spiedo alla friulana fu adoperato nel XV secolo per contrastare le cavallerie dell'Islam dalle quali era considerata un'arma insidiosa e letale.

1.Spiedo alla friulana

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Datazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni (lunghezza): 291 cm. (complessiva); 103 cm. (lama). Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben con-servati.Descrizione: Il manicamento, a sezione ottagonale, è decorato per un terzo con velluto scuro e rivetti. Il ferro con lunga lama centrale è accompagnato da due grandi raffi curvi divaricati che si diramano dalla sua base.

2. Spiedo alla friulanaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

3. Spiedo alla friulanaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

nella terza rastrelliera vengono esposti altri esempi di armi inastate derivanti da attrezzi di uso agricolo.

Sala - Terza rastrelliera

Il roncone o ronco, arma tipica delle milizie urbane italiane del XIV secolo ma citato nei documenti già del XIII secolo. Forgiato da un singolo pezzo, era un adattamento dalla roncola, attrezzo agricolo usato per tagliare i rami degli alberi. Lo scopo del roncone in battaglia era sia quello di trafiggere che quello di agganciare e disarcionare i cavalieri.

1.Roncone

Datazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni (lunghezza): 275 cm. (complessiva); 74 cm. (lama). Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.Descrizione: L’asta presenta una sezione rettangolare decorata (per un terzo) con velluto scuro e rivetti. La lama è composta da un ferro piatto con gorbia a tronco di piramide a base rettangolare con arresti dentati. Il filo dell’arma ha un andamento convesso che si aggetta a ronca tagliente su entrambi i bordi. Sul dorso si trova una cuspide.

2. Spiedo alla friulanaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

3. RonconeDatazione: Storicismo (XIX sec.)

nella quarta rastrelliera il gruppo di armi esposte è composto da elementi di probabile provenienza mediorientale: il tridente, arma inastata composta da una lancia con tre rebbi nato per derivazione da un utensile agricolo (la forca o forcone), ed una forca da breccia. anche in questo caso si tratta di un’arma di derivazione contadina (se. XII) perfezionata poi per uso militare ed utilizzata fino ai primi anni del XVIII secolo.

Sala - Quarta rastrelliera

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1. tridente

Datazione: Storicismo (XIX sec.)Dimensioni (lunghezza): 279 cm. (complessiva); 48 cm. (lama). Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.Descrizione: L’asta a sezione circolare appare liscia e priva di decorazioni. La larga lama ha forma piatta a tre rebbi e presenta dei fori che formano il disegno di una stella sopra ad una mezzaluna. La superficie della lama è decorata da un pregiato motivo a rilievo dal carattere astratto.

2. Forca da breccia

Datazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni (lunghezza): 294 cm. (complessiva); 53 cm. (lama).

Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.

Descrizione: L’asta a sezione circolare è ricoperta, per tutta la sua lunghezza, da velluto rosso. La lama in ferro presenta due rebbi aguzzi paralleli alla base dei quali si può scorgere un disegno dorato rappresentante dei motivi arabeggianti: lo i può notare su entrambi i lati.

3. tridenteDatazione: Storicismo (XIX sec.)

nella quinta rastrelliera, ultimo gruppo di armi inastate è presente, oltre ad altre già presentate, il brandistocco, arma inastata atta a colpire di punta.

Sala - Quinta rastrelliera

Il brandistocco può essere considerato un’evoluzione dello stocco del quale il cavaliere del XIV-XV secolo era solito servirsi per bucare la pesante corazza del cavaliere avversario destinata, in questo caso, alle forze di fanteria. tramite dell’evoluzione dall’arma manesca all’arma inastata fu lo spiedo da guerra, del pari arma inastata ma con manico corto, lungo all’incirca quanto la parte metallica.La caratteristica peculiare del brandistocco, i rebbi da forca, ottimi per bloccare l’avversario corazzato ad una buona distanza dall’utilizzatore, accomunano quest’arma da mischia ai particolari spiedi da caccia utilizzati sin dall’età carolingia per la caccia alla selvaggina di grossa taglia (v. lancia da cinghiale). Il brandistocco sarebbe dunque da considerarsi quale ibrido tra lo spiedo da guerra e la picca: un’arma ideata per abbattere la “preda” più pericolosa di tutte, cioè il cavaliere europeo massicciamente corazzato in sella ad un cavallo bardato. In auge nel XV secolo, già nel XVII il brandistocco viene relegato al ruolo di arma di rappresentanza o utilizzata da corpi di guardia con addestramento specialistico.

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1.Brandistocco

Datazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni (lunghezza): 266 cm. (complessiva); 86 cm. (lama).

Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.

Descrizione: L’asta a sezione ottagonale è rivestita in velluto e presenta dei rivetti decorativi. Due ali, con ferri a sezione di losanga, si ripartono dallo spiedo con lunga cuspide centrale. Ad altezza dell’incrocio delle due ali e dello spiedo si trova un’incisione.

2. RonconeDatazione: Storicismo (XIX sec.)

3. Corsesca

Datazione: Storicismo (XIX sec.)

Dimensioni (lunghezza): 263 cm. (complessiva); 72 cm. (lama).

Stato di conservazione: L’asta e la lama appaiono ben conservati.

Descrizione: L’asta è decorata per metà della lunghezza con velluto scuro e rivetti. La lama presenta una lunga cuspide a quadrello centrale dalla cui base si diramano due ali divaricate, arcuate e terminanti con una forma ad unghiolo. Su una delle due ali è inciso un marchio.

4. PartigianaDatazione: Storicismo (XIX sec.)

5. BrandistoccoDatazione: Storicismo (XIX sec.)

In orizzontale sono esposte alcune armi originali divise per tipologie.Roncone da manesco e beidana piemontese: entrambi provengono da strumenti in uso in ambito contadino utilizzabili, al bisogno, come arma difensiva. Per quanto riguarda il roncone da manesco vale quanto detto per l’omologa arma inastata. Più particolare è la storia della beidana che, nata nelle valli valdesi del Piemonte tra i 1200 e il 1500, era un attrezzo agricolo, una specie di roncola, simile a tante altre nel mondo (come il machete) ma che venne usata come un’arma dai contadini valdesi nell’autunno-inverno del 1560-61 contro Giorgio Costa, signore della trinità.Caratteristiche tipiche di questa arma sono l’impugnatura dotata di gancio coprimano per migliorare la presa ed il tipico foro a cuore verso la punta tronca.

1.Roncone da manesco

Datazione: XVIII secolo

Dimensioni (lunghezza): 81 cm. (complessiva); 66,5 cm. (lama), 12 cm (codolo).

Peso: 645 g.Stato di conservazione: La lama oltre ad essere forata, presenta alcune abrasioni

generate dalla ruggine.

Descrizione: La lama termina con un becco ricurvo deco-rato su un lato con l’incisione di un sole stilizzato; si pos-sono notare anche altre piccole incisioni curvilinee lungo di essa. nel corso del tempo la lama è stata risaldata. Il codolo termina con una forma curvilinea decorata da una piccola sfera.

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2.Beidana piemontese

Datazione: XVIII secolo

Dimensioni (lunghezza): 77 cm. (complessiva); 65 cm. (lama), 7,5 cm (codolo).

Peso: 560 g.Stato di conservazione: La lama presenta alcune abrasioni generate dalla ruggine.

Descrizione: La lama termina con un becco ricurvo al cui centro spicca un foro dalla tipica forma a cuore; essa è inoltre incisa con piccoli motivi curvilinei su di un lato. Il codolo termina con un gancio.

L’ultima parte riguarda le armi bianche da mano classificate in base alla loro lunghezza.Le armi corte: il pugnale è un utensile di uso manuale utilizzato per il taglio di origine antichissima, sicuramente è stata una delle prime armi di cui l’uomo si è servito per cacciare e difendersi. Inizialmente era costituito dalla lama in pietra (selce) e, successivamente, in metallo. Si tratta di un’arma leggera, dalle dimensioni ridotte e facilmente occultabile, caratteristiche che la hanno resa da sempre un’arma piuttosto insidiosa. nel corso dei millenni praticamente non ha subìto modifiche sostanziali conservandone gli scopi e le dimensioni.Il Kinzal (o kindjal) è un’arma di origine Circassiana il cui nome significa, sia in russo che in turco, ‘il coltello’.Le armi lunghe: la sciabola (dal polacco szabla) è un’arma bianca manesca del tipo spada destinata ai reparti di cavalleria. La lama curva è affilata sul lato convesso e può essere di lunghezza variabile a seconda del paese di provenienza. La guardia è molto pronunciata, atta a coprire tutta la mano. era normalmente portata in un fodero a due punti di sospensione appeso ad una apposita fascia ma

alcuni esemplari venivano portati fissi sulla sella: tale fu il caso di quella in uso agli Ussari alati di Polonia, vero e proprio archetipo della sciabola moderna. In lingua italiana, come in altre lingue, la sciabola finì però per indicare anche altre forme di arma bianca del tipo spada in uso alla cavalleria pesante dell’europa pre-Industriale. A partire dal XIX secolo, la sciabola divenne attributo precipuo per gli ufficiali e tale è ancora il suo utilizzo in ambito militare contemporaneo.

1. Pugnale da caccia balcanico

Datazione: XIX secolo.

Dimensioni (lunghezza): 28 cm. (complessiva); 17,5 cm. (lama).

Peso: 168 g.Stato di conservazione: La lama, oltre ad essere forata, presenta alcune abrasioni generate dalla ruggine.

Descrizione: La lama, stretta e dalla punta alta, è inserita in un’impugnatura finemente lavorato con motivi floreali a bassorilievo.

2.Pugnale nordafricano

Datazione: XIX - XX secolo.

Dimensioni (lunghezza): 36,5 cm. (complessiva); 26,5 cm. (lama).

Peso: 110 g.Stato di conservazione: La lama, oltre ad essere forata, presenta alcune abrasioni generate dalla ruggine.

Descrizione: L’impugnatura è composta da due materiali diversi e si inserisce su una guardia metallica di forma curvilinea. La lama è decorata su entrambi i lati da un’incisione: la prima rappresenta una scritta orientale, mentre la seconda una mezzaluna che racchiude tra le sue falci una stella a sei punte.

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3.Kinzal

Datazione: XIX secolo.

Dimensioni (lunghezza): 28 cm. (complessiva); 17,5 cm. (lama).

Peso: 168 g.Stato di conservazione: La lama, oltre ad essere forata, presenta alcune abrasioni generate dalla ruggine.

Descrizione: La lama, stretta e dalla punta alta, è inserita in un’impugnatura finemente lavorato con motivi floreali a bassorilievo.

4.Sciabola ungherese

Datazione: XVIII - XIX secolo.

Dimensioni (lunghezza): 87,5 cm. (complessiva); 73,5 cm. (lama).

Peso: 168 g.Stato di conservazione: La lama, oltre ad essere forata, presenta alcune abrasioni generate dalla ruggine.

Descrizione: L’impugnatura in ottone, leggermente bombata, è percorsa da alcune canalette a rilievo. Una ghiera parte dall’elsa, la quale termina da un lato con un piccolo rombo decorativo, mentre dall’altro troviamo un accenno di rombo da cui si dirama una guardia ricurva. La lama è incurvata.

5.Sciabola da sala

Datazione: XIX secolo.

Dimensioni (lunghezza): 100 cm. (complessiva); 84,5 cm. (lama).

Peso: 530 g.

IscrIzIonI

Tecnica di scrittura: Incisione

Posizione: lama (un solo lato)

Trascrizione: “SoLInGen”

Stato di conservazione: La lama, oltre ad essere forata, presenta alcune abrasioni generate dalla ruggine.

Descrizione: La lama, stretta e dalla punta alta, è inserita in un’impugnatura finemente lavorato con motivi floreali a bassorilievo.

6.Sciabola asburgica

Datazione: XIX secolo.

Dimensioni (lunghezza): 99 cm. (complessiva); 82 cm. (lama).

Peso: 1055 g.

IscrIzIonI

Tecnica di scrittura: Incisione

Posizione: lama (due lati)

Trascrizione: “D R” (1° lato); “Wn 79_Un_” (2° lato, la scritta è parzialmente danneggiata)

Stato di conservazione: La lama, oltre ad essere forata, presenta alcune abrasioni generate dalla ruggine.

Descrizione: L’impugnatura anatomica, realizzata in legno, è protetta da una guardia a forma di coppa con dei fori nella zona prossima alla lama: essa si unisce al bottone sulla cima del manico mediante la guardia e va a toccare la cappetta metallica sita sulla sommità dell’immanicamento. La lama è appena incurvata.

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AA.VV. Armi difensive dal medioevo all’età moderna a cura di L.G. Boccia, Firenze 1982AA.VV. Armi bianche dal medioevo all’età moderna, a cura di C. De Vita, 1983R. Burton, The Book of the Sword, London 1833G. Grassi, Dizionario militare italiano 2, torino 1833M. troso, Le armi in asta, novara 1988vedi inoltre:“La Beidana”, n.2, 1986, p.3. Il N.46 della rivista è dedicato in parte alla storia di questo attrezzo/arma; per un approfondimento si vedano gli articoli: Marco Fratini, Dalle “guerre valdesi” ad internet. Storia e curiosità della beidana, p.2-8; Luca Pasquet, Come si fabbrica una beidana, p.9-10; William Jourdan, La beidana: attrezzo o arma?, p.11-12.

BIBLIoGRAFIA

nata nel 1988 con lo scopo di promuovere lo studio della musica del medioevo romanzo, l’Accademia Jaufré Rudel si è rapidamente strutturata come centro internazionale di studio dell’arte, della cultura e delle tecniche di vita materiale del medioevo europeo attraverso un’azione di studio e ricerca ampiamente interdisciplinare.organizzata in sezioni di studio comunicanti e aperte alla collaborazione di studiosi di varie discipline l’Accademia organizza corsi, seminari, incontri di studio ed altri eventi culturali presso la propria sede o, attraverso la collaborazione con enti pubblici o Associazioni private, nelle varie città italiane.Dal 1990 si impegna in una piccola attività editoriale, anche multimediale. Dal 2002 è stata riconosciuta Associazione Culturale di interesse regionale dall’Amministrazione della Regione Fruli Venezia Giulia.Le varie sezioni di studio vantano, specialmente nel campo della Bioarcheologia, Storia dell’Alimentazione e Storia della Medicina, una buona produzione scientifica su riviste nazionali ed internazionali.Dai corsi residenziali di danza Antica e tecnica delle Armi si sono formati gruppi con attività di spettacolo e didattica riconosciuti a livello nazionale.Il gruppo di studio di Storia dell’Alimentazione ha al suo attivo manifestazioni di gastronomia storica in numerose città italiane ed estere tra cui Siena, Assisi, Genova, nuova Dehli, Shangai, Beirut, Rabat.Dal 2010 l’Accademia ospita la deputazione per il triveneto dell’Associazione Internazionale di Studi sul Mito, con sede a Recanati.

Accademia Jaufré Rudel di studi medievali calle dei macellai, 2 - 34127 Gradisca d’Isonzo (Go)[email protected]

L’ACCADeMIA JAUFRe’ RUDeL

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