Picasso Giorgio Ce Liba To

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Come e quando la Chiesa dì Roma ha deciso dì non ordinare uomini sposati? È possibile conoscere come, quando e perché nella Chiesa di Roma è stato vietato agli uomini sposati di diventare presbiteri e vescovi? Una tale decisione della gerarchia non è in contrasto con il comportamento di Gesù e con la prassi dei primi cristiani? Livio N. – Roma di GIORGIO PICASSO Il lettore scrive di avere apprezzato molto i fascicoli di Storia della Chiesa pubblicati insieme a Famiglia Cristiana, ma alla sua puntuale domanda, “come, quando e perché” la Chiesa di Roma ha vietato agli uomini sposati di diventare presbiteri e vescovi, si può rispondere soltanto sulla base di elementi che offre la storia della Chiesa, o meglio la storia del celibato ecclesiastico. Si dice “ecclesiastico” appunto perché la legge che lo disciplina non si trova formulata nei testi della Sacra Scrittura, né si può affermare sia stata prassi unica nella Chiesa primitiva, anche se nella Bibbia e nella Tradizione (in particolare si veda il Vangelo di Matteo 19,11-12, e la prima lettera ai Corinti 7,32-33), si incontrano princìpi ispiratori di quella disciplina. Oriente e Occidente Nulla però di più esplicito. Del resto la prassi della Chiesa d’Oriente che ammette, a certe condizioni, l’ordinazione di uomini sposati (come fu codificata dal Concilio detto “in Trullo” del 692) è una conferma, sia dell’istituzione ecclesiastica del celibato sacerdotale, sia della sua grande congruenza con l'esercizio del sacro ministero. Nella Chiesa d’Occidente la pratica del celibato si è generalizzata ed è divenuta una legge, a partire dal secolo IV in poi. Infatti il primo sicuro riferimento esplicito in questo senso, di proibire cioè a tutti i chierici in ministerio positi, ossia costituiti nell’ordine sacro – e perciò vescovi, presbiteri e diaconi – di vivere nello stato coniugale e di generare figli, risale al concilio di Elvira (Granada) celebrato verso l’anno 300. Da allora, sia pur lentamente e nonostante qualche resistenza» le

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Un dono scoperto nei secoli

Come e quando la Chiesa d Roma ha deciso d non ordinare uomini sposati? possibile conoscere come, quando e perch nella Chiesa di Roma stato vietato agli uomini sposati di diventare presbiteri e vescovi? Una tale decisione della gerarchia non in contrasto con il comportamento di Ges e con la prassi dei primi cristiani? Livio N. Romadi GIORGIO PICASSOIl lettore scrive di avere apprezzato molto i fascicoli di Storia della Chiesa pubblicati insieme a Famiglia Cristiana, ma alla sua puntuale domanda, come, quando e perch la Chiesa di Roma ha vietato agli uomini sposati di diventare presbiteri e vescovi, si pu rispondere soltanto sulla base di elementi che offre la storia della Chiesa, o meglio la storia del celibato ecclesiastico. Si dice ecclesiastico appunto perch la legge che lo disciplina non si trova formulata nei testi della Sacra Scrittura, n si pu affermare sia stata prassi unica nella Chiesa primitiva, anche se nella Bibbia e nella Tradizione (in particolare si veda il Vangelo di Matteo 19,11-12, e la prima lettera ai Corinti 7,32-33), si incontrano princpi ispiratori di quella disciplina.Oriente e OccidenteNulla per di pi esplicito. Del resto la prassi della Chiesa dOriente che ammette, a certe condizioni, lordinazione di uomini sposati (come fu codificata dal Concilio detto in Trullo del 692) una conferma, sia dellistituzione ecclesiastica del celibato sacerdotale, sia della sua grande congruenza con l'esercizio del sacro ministero.Nella Chiesa dOccidente la pratica del celibato si generalizzata ed divenuta una legge, a partire dal secolo IV in poi. Infatti il primo sicuro riferimento esplicito in questo senso, di proibire cio a tutti i chierici in ministerio positi, ossia costituiti nellordine sacro e perci vescovi, presbiteri e diaconi di vivere nello stato coniugale e di generare figli, risale al concilio di Elvira (Granada) celebrato verso lanno 300. Da allora, sia pur lentamente e nonostante qualche resistenza le prescrizioni si sono ripetute un po dovunque e vennero pure dalla Sede Apostolica. Nel concilio Romano del 386, il papa Siricio promulg una legge analoga con lintenzione di estenderla a tutte le Chiese latine. N qui il caso di citare tutte le disposizioni in merito; si possono facilmente leggere nelle enciclopedie ecclesiastiche e nei manuali di storia della Chiesa. Al tempo del papa san Leone Magno (secolo V) anche i suddiaconi, ossia coloro che ricevevano il primo degli ordini allora ritenuti maggiori, furono sottoposti alla medesima disciplina. Neppure allora sono mancate resistenze alla pratica del celibato dei chierici, ma i maggiori Padri della Chiesa, come santAmbrogio, san Girolamo e santAgostino, nelle loro opere, ne sostennero la validit, come veniva raccomandata dai papi e dai vari concili provinciali.Si pu ritenere, in sostanza, che su queste basi la disciplina del celibato sia rimasta in vigore fino allinizio del secolo XII, allorch il concilio ecumenico o generale Lateranense I (1123), sotto il papa Callisto II, al canone 2 T le confer ufficialmente valore di legge per tutta la Chiesa dOccidente. Il canone stabiliva: Ai presbiteri, ai diaconi, ai suddiaconi e ai monaci vietiamo assolutamente di avere concubine e contrarre matrimonio. Ordiniamo, secondo quanto stabiliscono i sacri canoni, che matrimoni contratti da tali persone siano sciolti e le stesse persone debbano essere ricondotte alla penitenza. Si deve tuttavia riconoscere che in questo lungo periodo, dal IV al XII secolo, specialmente in momenti di crisi delle istituzioni della Societas christiana, la pratica del celibato a volte fu eclissata; ne conseguirono reazioni vivaci da parte di uomini di Chiesa, come fece san Pier Damiani (1072) durante la riforma che ha preso il nome da Gregorio VII.Un dono scoperto nei secoliDa questi rapidi cenni si pu desumere che non possibile rispondere in modo apodittico come, quando, perch. Ma con il Decreto del concilio Vaticano II sul ministero e sulla vita dei presbiteri (n. 1298), bisogna riconoscere che il celibato dei preti un "dono del Padre, che la Chiesa stessa ha scoperto lungo i secoli. Prima, si legge nel citato documento, veniva raccomandato ai sacerdoti, in seguito stato imposto per legge nella Chiesa latina a tutti coloro che si avviano a ricevere lordine sacro. Nello stesso testo per non citarne molti altri sono indicate le ragioni per le quali la Chiesa si sente in dovere di mantenere questo dono.Viviamo in epoca di profonde trasformazioni; senzaltro lecito porsi delle domande per capire, per riflettere e anche per avanzare proprie opinioni. Sullargomento esiste una vasta letteratura. Penso che unattenta considerazione della storia della Chiesa ci aiuter a non ritenere in contrasto con il comportamento di Ges il celibato dei sacerdoti; n a pensare che la Chiesa sia ostinata se intende mantenerlo. Piuttosto ritiene suo compito custodire un dono!