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PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE 2018 - 2019 - 2020 (Parte speciale del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/01)

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PIANO TRIENNALE

DI

PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE

2018 - 2019 - 2020

(Parte speciale del Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/01)

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Sommario PREMESSA .......................................................................................................................................... 3

1. ROMA SERVIZI PER LA MOBILITÀ ......................................................................................... 5

2. IL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA .............. 7

3. SOGGETTI PREPOSTI ALLA ATTUAZIONE DEL PIANO TRIENNALE DI

PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA .......................................... 10

3.1. IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ........................................................................... 10

3.2. RESPONSABILE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA

TRASPARENZA ................................................................................................................................ 10

3.3. I DIRIGENTI ........................................................................................................................... 12

3.4. Il PERSONALE DIPENDENTE ............................................................................................. 14

4. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI RISCHIO ..................................................................... 15

5. DISPOSIZIONI COMPORTAMENTALI PER TUTTI I DIPENDENTI .................................. 21

6. TUTELA DEL DIPENDENTE CHE SEGNALA ILLECITI E IRREGOLARITA’ .................. 22

7. IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO .............................................................................. 24

8. TRASPARENZA ......................................................................................................................... 26

9. FORMAZIONE DEL PERSONALE .......................................................................................... 29

10. PRIVACY ................................................................................................................................ 31

11. OBBLIGHI DI INFORMAZIONE .......................................................................................... 32

12. RESPONSABILITA’ PER MANCATA OSSERVANZA DEL PIANO ................................ 33

13. NORME DI CHIUSURA......................................................................................................... 34

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PREMESSA

La legge n. 190 del 6 novembre 2012, recante “Disposizioni per la prevenzione e la

repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, introduce numerosi

strumenti finalizzati al contrasto di fenomeni corruttivi e individua i soggetti preposti a mettere in

atto gli obblighi e le iniziative in materia.

Il presente Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (di seguito anche “PTPC” o

Piano) è stato predisposto tenendo conto degli aggiornamenti del Piano Nazionale Anticorruzione

(approvato con delibera n. 831 del 3 agosto 2016 approvato dall’ANAC con delibera n. 1208 del 22

novembre 2017) e della normativa di riferimento (in ultimo dell’importante Decreto legislativo 25

maggio 2016, n. 97 Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della

corruzione, pubblicità e trasparenza, correttivo della legge 6 novembre 2012, n. 190 e del decreto

legislativo 14 marzo 2013, n. 33, ai sensi dell'articolo 7 della legge 7 agosto 2015, n. 124, in

materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche), nonché della Legge 30 novembre

2017, n. 179 (“Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano

venuti a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato”) che riforma l’istituto

della tutela del dipendente che effettua una segnalazione (c.d. whistleblowing).

Come già avvenuto nel 2017, Roma Servizi per la Mobilità nel presente Piano ha integrato il

Piano Triennale per la Trasparenza in linea con le modifiche all’art. 43 del D.Lgs. n. 33 del 2013

dedicando un capitolo specifico alla materia, utile ad approfondire e delineare le prescrizioni e gli

adempimenti richiesti per la Trasparenza.

Nella predisposizione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, relativo al triennio

2018-2020, il Responsabile della Prevenzione della Corruzione (di seguito anche RPC”) ha

costituito un gruppo di lavoro con i referenti individuati dai Responsabili delle strutture organizzative

che garantisca il coinvolgimento e la partecipazione attiva di tutti i dirigenti e quadri che

posseggono una conoscenza approfondita dei processi e delle attività svolte in azienda. Nel

predisporre il presente documento si è conformato alle indicazioni contenute nella Legge 190/2012,

nei Decreti attuativi n. 33/2013 e 39/2013, nella normativa di riferimento, nei Piani Nazionali

Anticorruzione (di seguito anche “PNA”), e nelle Direttive e Determinazioni dell’ANAC.

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Attenendosi alle prescrizioni normative Il PTPC definisce la strategia di prevenzione

all’interno dell’azienda e persegue i seguenti obiettivi:

ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione;

aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione;

realizzare un contesto sfavorevole alla corruzione;

assicurare ulteriori forme di trasparenza rispetto a quelle già previste dalla normativa

nazionale.

L'ordinamento giuridico, d’altronde, ha intrapreso la strada di un'articolata politica di

prevenzione della corruzione e di promozione dell'imparzialità nelle pubbliche amministrazioni ad

integrazione della tradizionale risposta repressiva penale. Tale finalità sarà perseguita rinforzando

le politiche di prevenzione degli eventuali comportamenti deviati, agendo contemporaneamente su

dimensioni individuali (es. formazione) e di contesto (es. attraverso azioni organizzative).

Nel rispetto dei principi della completezza e della analiticità è stato avviato un processo di

analisi e intervento, capace di cogliere le specificità del contesto interno ed esterno nel quale si

opera (logica del risk management), definire le azioni di contrasto da concretizzare e sviluppare

una cultura aziendale che eviti di leggere tale lavoro come un mero adempimento burocratico.

Occorre sottolineare come la Legge n. 190 del 2012 non fornisca una definizione di

corruzione all’interno della norma, infatti non modifica quanto già previsto dal Codice penale se non

attraverso l’inasprimento di alcune sanzioni, ma ne amplia la portata: nelle azioni da ostacolare si

vuole ricomprendere, a prescindere dalla rilevanza penale, anche quelle situazioni in cui possa

verificarsi un malfunzionamento dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni

attribuite ovvero l’inquinamento dell’azione amministrativa ab externo, sia che tale azione abbia

successo, sia nel caso in cui rimanga a livello di tentativo.

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1. ROMA SERVIZI PER LA MOBILITÀ

Roma servizi per la mobilità s.r.l. (di seguito “Società”, “Azienda” o “Agenzia”) è un soggetto

di diritto privato che opera sotto forma di società a responsabilità limitata, sottoposta ad attività di

direzione e coordinamento da parte del socio unico Roma Capitale, secondo quanto previsto dagli

articoli 2497, 2497-bis cod. civ..

L’Azienda opera come organo strumentale di Roma Capitale. In tale contesto, il “sistema di

governo societario” rappresenta lo strumento principale per fornire al Socio unico le garanzie

sull’operato della Società e per consentire agli Amministratori di disciplinare i comportamenti e le

azioni all’interno della stessa.

La Società ha per oggetto la pianificazione, supervisione, coordinamento e controllo dei

processi inerenti la mobilità privata e pubblica, merci, logistica, sostenibile e ciclabile nell’interesse

e/o in favore di Roma Capitale.

Il sistema e le regole di governance per la gestione e il controllo dell’Azienda sono definite

dalla normativa vigente, dalle indicazioni e procedure di informazione e reporting disposte dal Socio

unico, dallo Statuto, dal Codice di Corporate Governance, dal Codice Etico, dal Codice di

Comportamento e dalla Procedura di ricerca e selezione del personale esterno.

Il sistema di governo societario, in conformità a quanto previsto dalla legislazione vigente e

dallo Statuto aziendale, si caratterizza per la presenza dell’Assemblea dei Soci, dell’Organo

Amministrativo (Consiglio di Amministrazione o Amministratore Unico) e del Collegio Sindacale

quale Organo di Controllo. La revisione legale dei conti è esercitata da una società di revisione

legale.

L'Assemblea dei Soci esercita le attribuzioni previste dalla legge e dallo Statuto.

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L’Organo Amministrativo riveste un ruolo centrale nell’ambito dell’organizzazione aziendale.

Ad esso fanno capo le funzioni previste dal Codice Civile oltre che dallo Statuto, la responsabilità

degli indirizzi strategici ed organizzativi, nonché la verifica dell’esistenza dei controlli necessari per

monitorare l’andamento della società.

La gestione ordinaria è stata affidata al Presidente e Amministratore Delegato in base alle

deleghe espressamente attribuitegli dal Consiglio di Amministrazione, oltre a quelle previste per

legge e dalla normativa vigente in materia.

L’organizzazione della società è di tipo gerarchico-funzionale. La macrostruttura, coerente

con le indicazioni del Socio unico in termini di efficacia e razionalizzazione, è suddivisa in Strutture

di staff, con il ruolo di assistenza, supporto e consulenza sia al Vertice aziendale che agli organi di

line, e in Strutture di line esclusivamente operative. Inoltre, nel rispetto degli indirizzi di Roma

Capitale sul contenimento dei costi, Roma servizi per la mobilità s.r.l. ha adottato un sistema di

procure e deleghe che declinano nel dettaglio i poteri e, conseguentemente, i limiti di spesa.

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2. IL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA

Il presente Piano è stato redatto dal Responsabile della Prevenzione della Corruzione in

osservanza a quanto stabilito dalla normativa vigente e contiene una analisi e una valutazione dei

rischi specifici di corruzione presenti in Roma servizi per la mobilità S.r.l. ed è pubblicato sul sito

aziendale alla sezione “Amministrazione trasparente”. L’aggiornamento del Piano o le modifiche dei

suoi contenuti derivanti da eventuali novità della normativa, da indicazioni specifiche dell’ANAC, da

cambiamenti dell’organizzazione, dal monitoraggio del Piano, sarà effettuato tempestivamente e

pubblicato sul sito internet.

La predisposizione del PTPC, come detto, viene avviata dall’analisi dei processi e delle

attività svolte in azienda per pervenire all’individuazione delle misure ritenute più idonee a

prevenire l’eventuale insorgenza di fenomeni corruttivi anche nell’accezione estensiva precisata

dalla normativa anticorruzione.

Va precisato che Roma servizi per la mobilità S.r.l., si è dotata di un Modello di

organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs 231/01 nell’anno 2010 e del Piano Triennale della

Prevenzione della Corruzione dal 2014. Attraverso la predisposizione del Piano (e i suoi

aggiornamenti), in sostanza, RSM ha predisposto l’attivazione di azioni ponderate e coerenti tra

loro, capaci di ridurre significativamente il rischio di comportamenti illegittimi e la mappatura dei

rischi è stata estesa non solo ai reati previsti dal D. Lgs. 231/01, ma anche a tutti quelli considerati

nella Legge n. 190/12, dal lato attivo e passivo. L’individuazione delle aree di rischio ha la finalità di

consentire l’emersione delle aree nell’ambito dell’attività dell’Agenzia che debbono essere

presidiate più di altre mediante l’implementazione di misure di prevenzione. Il PTPC diventa parte

integrante del Modello organizzativo ex D. Lgs. 231/01.

Il Modello prevede che l’attività di monitoraggio e controllo sia svolta da un Organismo di

Vigilanza (di seguito anche “OdV”) nominato dal Consiglio d Amministrazione. Il monitoraggio e

controllo dell’OdV, svolto in sinergia con l’attività di Internal Auditing, ha portato a successivi

aggiornamenti del Modello Organizzativo. Dal 2017 il Responsabile della Prevenzione della

Corruzione, come indicato nelle “Nuove Linee guida per l’attuazione della normativa in materia di

prevenzione della corruzione e della trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato

controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici”, non fa parte

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dell’Organismo di vigilanza ex D. Lgs. n. 231 del 2001 pur svolgendo le proprie funzioni in costante

coordinamento con quelle dell’OdV. La valutazione dell’adeguatezza del sistema di controllo

interno al fine di contrastare l’ipotetica commissione dei reati previsti dal D. Lgs. 231/01 e dalla

Legge n. 190/12 viene svolta congiuntamente e sinergicamente dal Responsabile della

Prevenzione della Corruzione con l’Organismo di Vigilanza e la funzione di Internal Auditing.

Il processo di gestione del rischio di corruzione (come indicato anche nel PNA 2017-2019) si

suddivide in tre fasi:

1. Analisi del contesto;

2. Valutazione del rischio;

3. Trattamento del rischio.

La mappatura dei processi e delle attività (analiticamente specificata anche dall’ultimo audit

organizzativo eseguito nel 2017) costituisce la prima fase di elaborazione del Piano ed è volta ad

effettuare una “fotografia” che individua le aree a rischio, i processi sensibili e analizza e valuta le

rischiosità esistenti. Il rischio, nell’accezione della Legge 190/12, si vuole intendere come l’effetto

dell’incertezza sul corretto perseguimento dell’interesse pubblico (inteso come obiettivo

istituzionale della Società) dovuto alla possibilità che si verifichi un determinato evento o

circostanze (non solo reati, ma anche azioni o comportamenti non corretti) che rendano difficile il

perseguimento del fine istituzionale.

Nell’identificazione delle aree a rischio, da presidiare in maniera più efficace, si è focalizzata

l’attenzione, innanzitutto, sulle aree obbligatorie identificate dall’art. 1, comma 16 della Legge

190/12, e successivamente su quelle ulteriori specifiche, peculiari dell’attività svolta da RSM per

Roma Capitale. Nel rispetto dei principi di completezza e di analiticità, il RPC, coadiuvato dagli altri

dirigenti e quadri aziendali e con il supporto dei referenti individuati, ha provveduto alla mappatura

di tutti i processi in maniera puntuale al fine di identificare i rischi esistenti, valutare i controlli e

stabilire eventuali azioni ulteriori di contrasto

La valutazione del rischio (non misurazione, così come accade per il Modello ex D.Lgs.

231/01) esamina la probabilità che si verifichi un evento con l’obiettivo di ridurlo o di controllarne le

conseguenze. Le modalità di effettuazione di tale analisi e valutazione saranno specificate nei

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paragrafi successivi. Nelle schede di valutazione del rischio sono stati mappati i processi aziendali

e per ogni processo considerato “sensibile” sono state identificate le rischiosità presenti e valutate

secondo quanto previsto dal PNA 2012 (allegato n.5). Le valutazioni riportate nelle schede di

analisi, allegate al presente Piano, sono la sintesi del lavoro condotto dal RPC.

La valutazione dei sistema di controllo interno esistente consiste nella verifica continua e/o

periodica della efficacia del disegno dei controlli interni e della effettiva operatività dei medesimi al

fine di verificare che essi: operino secondo gli obiettivi formulati e siano adeguati rispetto ad

eventuali cambiamenti intervenuti nella realtà operativa.

La trasparenza nel contesto complessivo degli strumenti di contrasto alla corruzione risulta

essere altrettanto importante e utile; nei prossimi paragrafi il tema sarà affrontato in maniera

approfondita, occorre al momento solo evidenziare come il D.Lgs. 33 del 2013 ha subito modifiche

rilevanti dal D. Lgs. 25 maggio 2016, n. 97: si introduce una nuova forma di accesso civico ai dati e

documenti pubblici equivalente a quella che nel sistema anglosassone è definita Freedom of

Information Act (FOIA), che consente ai cittadini di richiedere anche dati e documenti che le

pubbliche amministrazioni non hanno l’obbligo di pubblicare.

Nei prossimi paragrafi saranno sviluppati anche le tematiche relative alle situazioni previste

dal D. Lgs. 39/13 di incompatibilità ed inconferibilità degli incarichi; alla formazione dei dipendenti e

alla comunicazione verso l’esterno di tutti gli aspetti inerenti l’anticorruzione; nonché, alle

segnalazioni di malfunzionamento effettuate dai dipendenti.

Il presente Piano rappresenta quindi lo strumento per l’individuazione di misure concrete che

l’Azienda intende realizzare per prevenire e contrastare i fenomeni corruttivi vigilando sulla loro

attuazione e sulla loro efficacia. Il PTPC 2018-2020 è pubblicato sul sito istituzionale di Roma

servizi per la mobilità S.r.l., alla pagina web “Amministrazione trasparente” nelle sezioni:

Disposizioni generali e Altri contenuti - sottosezione “prevenzione della corruzione.

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3. SOGGETTI PREPOSTI ALLA ATTUAZIONE DEL PIANO TRIENNALE DI

PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA

3.1. IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

L’Organo Amministrativo di Roma servizi per la mobilità S.r.l. nomina il Responsabile della

prevenzione della corruzione e della trasparenza, approva il Piano Triennale di Prevenzione della

Corruzione, vigila sull’operato del RPC e sull’efficacia delle azioni poste in essere così come

pianificate nel Piano Triennale.

L’Organo Amministrativo adotta tutte le misure organizzative e tutti gli atti di indirizzo di

carattere generale finalizzati alla prevenzione della corruzione; prende atto dei contenuti della

relazione annuale predisposta dal RPC.

3.2. RESPONSABILE PER LA PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E

DELLA TRASPARENZA

L'art. 1, comma 7, della L. 190/2012 prevede la nomina del Responsabile della Prevenzione

della corruzione per tutte le Pubbliche amministrazioni. Tale previsione è stata estesa dal PNA agli

enti pubblici economici e agli enti di diritto privato in controllo pubblico, indicando la possibilità che

tale figura sia individuata tra i Dirigenti in forza in azienda e che esso possa essere anche membro

dell’Organismo di vigilanza, previsto ex D. Lgs. n. 231/2001. Il D. Lgs. 97/16 ha apportato

importanti modifiche al D. Lgs. 33/13 anche relativamente alla figura del Responsabile per la

prevenzione della corruzione al quale spetta anche l’incarico di Responsabile della Trasparenza.

I dati relativi alla nomina sono trasmessi annualmente all’ANAC, con il modulo disponibile sul

sito dell’Autorità nella pagina dedicata ai servizi on line secondo le indicazioni dalla stessa

delineate.

La Società ha nominato come Responsabile della prevenzione della corruzione un dirigente

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in servizio presso la società, attribuendogli, con lo stesso atto di conferimento dell’incarico, funzioni

e poteri idonei e congrui per lo svolgimento dell’incarico con piena autonomia ed effettività.

Al Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza sono affidati diversi

compiti:

la predisposizione e l’aggiornamento del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione;

l’individuazione delle misure organizzative finalizzate a prevenire il rischio corruzione e a

favorire la diffusione della cultura e della legalità;

la verifica dell'efficace attuazione del Piano e del suo aggiornamento, in stretta condivisione

con l’Organismo di Vigilanza, secondo le disposizioni normative vigenti e le indicazioni del

Socio Unico Roma Capitale;

la verifica dell’assolvimento degli obblighi relativi alla trasparenza (così come previsti dal

D.Lgs. 33/13 e ssmmii);

la vigilanza sull’osservanza delle norme in materia di inconferibilità e incompatibilità degli

incarichi di cui al D. Lgs. 39/13;

la definizione, con la stretta collaborazione degli uffici competenti, di percorsi formativi

adeguati e mirati specialmente per i dipendenti destinati ad operare in settore particolarmente

esposti alla corruzione.

Al termine di ogni anno, in attuazione di quanto previsto dalla normativa e dalle disposizioni

impartite dall’ANAC su modalità, tempi e contenuti, il RPCT predispone la relazione annuale

recante i risultati dell’attività svolta e ne da diffusione pubblicandola sul sito aziendale.

Cura la diffusione dei contenuti del piano e realizza attraverso le strutture aziendali

competenti idonei percorsi formativi sulla materia a tutti i dipendenti, promuove la comunicazione

verso l’esterno con tutti i mezzi ritenuti necessari.

Nel caso di segnalazione da parte di dipendenti (o terzi) nel rispetto delle previsioni della

procedura sul whistleblowing aziendale, denuncia alle autorità competenti i casi in cui riscontra

condotte che possono dar luogo a responsabilità amministrativa o penale e ne dà tempestiva

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notizia ai vertici aziendali e all’ANAC.

Il RPC partecipa al Tavolo Tecnico, istituito dal Dipartimento Partecipazioni Gruppo Roma

Capitale, per il monitoraggio sulla corretta attuazione degli adempimenti previsti nel Piano

Anticorruzione di Roma Capitale e nella normativa sull’anticorruzione e sulla trasparenza. Al tavolo

tecnico partecipano, oltre al Dipartimento Partecipazioni Gruppo Roma Capitale, i Responsabili

della Prevenzione e della Trasparenza delle società partecipate di Roma Capitale.

3.3. I DIRIGENTI

I Dirigenti, referenti per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza, concorrono

all’applicazione del PTPC ed in particolare:

svolgono attività informativa nei confronti del RPC fornendo elementi e riscontri per la

formazione e il monitoraggio del Piano triennale affinché si possa avere un quadro chiaro e

completo dell’organizzazione aziendale e delle attività svolte;

concorrono alla definizione di misure atte a prevenire e contrastare i fenomeni di corruzione

e a controllarne il rispetto da parte dei dipendenti degli uffici cui sono preposti;

segnalano al RPC ogni esigenza di aggiornamento/modifica che si ritiene necessaria a

fronte dei presidi e dei controlli effettuati, anche in caso di modifiche organizzative;

promuovono l’adozione di adeguate misure correttive nei casi in cui, durante l’attività svolta,

dovessero emergere criticità connesse al mancato rispetto della normativa anticorruzione e del

PTPC;

forniscono le informazioni richieste dal RPC per il monitoraggio trimestrale, svolto in sinergia

con l’OdV., sulle principali attività aziendali con particolare attenzione a quelle in cui è più elevato il

rischio corruzione e concorrono alla individuazione di specifiche proposte volte alla prevenzione del

rischio medesimo;

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provvedono al controllo delle attività nell’ambito delle quali è più elevato il rischio corruzione

e propongono la rotazione del personale nei casi di avvio di procedimenti penali o disciplinari per

condotte di natura corruttiva;

propongono procedure interne o modifiche di esistenti correlate alle attività di rischio volte a

disciplinare il funzionamento del primo livello di controllo di cui sono responsabili;

promuovono la diffusione e la conoscenza del PTPC, anche attraverso l’identificazione dei

fabbisogni formativi e informativi;

attestano la veridicità dei dati inviati al RPC ai fini dell’assolvimento degli obblighi di

pubblicità di cui al D.Lgs.33/2013 e ss.mm.ii.;

osservano le misure contenute nel PTPC;

sono responsabili della trasmissione e della pubblicazione dei documenti, delle informazioni

e dei dati per la sezione web “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale, come previsto dal

D. Lgs. 33/13.

Responsabile Struttura organizzativa

Luca Avarello Servizi, Informazioni e Sistemi per la Mobilità

Alessandro Fuschiotto Ingegneria della mobilità

Angelo Marinetti Risorse Umane, Acquisti e Affari generali

Assunta Mastellone Servizi per la comunicazione

Enrico Sciarra Modelli di mobilità, Integrazione tariffaria, Contratto di servizio,

Anticorruzione e trasparenza, Risk, Sicurezza sul lavoro

Luciano Tomasello Amministrazione, finanza, controllo

Tutta la dirigenza è investita di puntuali responsabilità in relazioni ad eventuali

inadempimenti, da parte dei dipendenti, rispetto a quanto previsto dal PTPC.

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3.4. Il PERSONALE DIPENDENTE

Tutti i dipendenti partecipano al processo di gestione e controllo dei rischi e devono

osservare quanto previsto nel presente Piano. Partecipano attivamente al controllo quotidiano sulla

gestione aziendale per i compiti e le attività di competenza suggerendo eventuali miglioramenti

organizzativi e segnalando gli eventuali malfunzionamenti/illeciti agli organi di controllo preposti. Si

attengono a quanto previsto dal Codice Etico aziendale ex D. Lgs. 231/01 e dal Codice di

Comportamento.

Tutto il personale operante di RSM è tenuto a segnalare tempestivamente situazioni di illecito

di cui sia venuto a conoscenza, nonché situazione di personale conflitto di interessi.

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4. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI RISCHIO

Roma servizi per la mobilità S.r.l. possiede una mappatura dei rischi aziendali svolta

conformemente ai dettami del D. lgs. 231/2001 e Legge n. 190/2012, ma ai fini dell’adozione del

presente piano è stata svolta una specifica valutazione delle “aree di maggior rischio”, come

indicate nel Piano Nazionale Anticorruzione, utilizzando la metodologia di valutazione delle aree di

rischio contenuta nel relativo Allegato n. 5 del PNA.

Per redigere il Piano Triennale della Prevenzione della Corruzione e adottare adeguate

misure di prevenzione occorre effettuare una analisi preventiva delle attività svolte dalla Società,

valutare i rischi specifici esistenti nei processi e i relativi controlli per eventualmente proporre un

miglioramento del sistema di controllo interno al fine di operare nel rispetto della legge. La modalità

di valutazione dei processi/rischi/controlli è analoga a quella prevista per la Responsabilità

amministrativa degli Enti, l’ANAC nel Piano Annuale ha stabilito, quindi, che le società controllate

che già si fossero dotate di un Modello di organizzazione, gestione e controllo ex D. Lgs. 231/01

(di seguito anche “Modello”), dovessero inserire tali valutazioni all’interno proprio del Modello.

Roma Capitale ha trasmesso una direttiva alle proprie società controllate di predisporre il Piano e di

considerarla come una parte speciale proprio del Modello (al Pari di quanto fatto da altri enti locali e

dal MEF per le c.d. aziende di Stato).

L’approfondimento della conoscenza delle rischiosità presenti in Azienda è stato l’obiettivo

prioritario dell’attività di analisi e mappatura dei rischi, così come suggerito dall’ANAC, per

migliorare la consapevolezza del livello e del contesto di minaccia che può gravare sulla Società

che deve essere il punto di partenza per assicurare l’efficacia di ogni azione di contrasto della

corruzione. A tal fine, nel 2017, è stato effettuato un audit organizzativo che evidenziasse le attività

per ogni processo e area organizzativa, le risorse coinvolte e le eventuali criticità emerse nel corso

dell’attività di verifica con un alto grado di dettaglio.

Come già detto, l valore del rischio di un evento di corruzione è stato calcolato rilevando:

1) la probabilità che si verifichi uno specifico evento di corruzione: l’analisi dell’attività

nello specifico sia da un punto di vista oggettivo (come per esempio l’esistenza di

eventi di corruzione specifici già accaduti, segnalazioni pervenute

all’amministrazione, articoli sui media), sia da un punto di vista soggettivo, senza

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dimenticare la verifica del contesto esterno, degli strumenti, delle potenziali

motivazioni e delle modalità dei soggetti che potrebbero attuare azioni corruttive.

2) l’impatto dell’evento corruttivo sulla Società valutando anche le eventuali

conseguenze rispetto alle attività svolte, agli effetti economici, organizzativi e

reputazionali prodotti. Occorre, inoltre, focalizzare l’attenzione dell’attività di analisi

anche sugli effetti che di riflesso si potrebbero manifestare sugli stakeholders

(cittadini, utenti, imprese, mercato, ecc.).

Per ogni attività, il rischio è stato complessivamente valutato attraverso la media degli

indicatori evidenziati dall’Allegato 5 del PNA 2013 inerenti la probabilità di realizzazione dell’illecito

(scala di valori e frequenza della probabilità) moltiplicata la media delle conseguenze che il rischio

produce (scala di valori e importanza dell’impatto).

Agli indicatori è possibile attribuire un valore minimo di 1 sino ad uno massimo di 5 e sono:

Indici di valutazione della probabilità

la discrezionalità del processo

la rilevanza esterna

la complessità

il valore economico

la frazionabilità del processo

i controlli esistenti

Indici di valutazione dell’impatto

l'impatto organizzativo

l'impatto economico

l'impatto reputazionale

Impatto organizzativo, economico e sull’immagine

Occorre sottolineare, come previsto nell’allegato 5 del PNA 2013, che gli indici di impatto

devono essere stimati sulla base di dati oggettivi, ossia di quanto risulta all’Azienda. Per controllo si

intende qualunque strumento di controllo esistente che sia confacente a ridurre la probabilità del

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rischio. La valutazione sull’adeguatezza del controllo va fatta considerando l’efficacia del controllo

stesso in relazione al rischio considerato, e non la sua semplice esistenza.

Pro

bab

ilit

à

5 Molto

Probabile

4 Probabile

3 Moderato

2 Improbabile

1 Raro

1 Trascurabile 2 Basso 3 Moderato 4 Alto 5 Estremo

Impatto

Il livello di rischio insito in ciascun processo è stato quantificato attribuendo un punteggio

basato sulla probabilità che l’evento rischioso si verifichi ed un altro punteggio in merito al suo

impatto sempre secondo le modalità previste dall’Allegato n. 5 al PNA, per poi pervenire alla

valutazione complessiva del rischio risultante dal prodotto tra la media aritmetica dei punteggi delle

probabilità e la media aritmetica dei punteggi dell’impatto

La formula risulta essere quindi:

Valutazione complessiva del rischio =

(valore medio indici probabilità) x (valore medio indici impatto)

I valori possibili per la valutazione complessiva del rischio vanno da 1 a 25, secondo il

seguente schema:

• intervallo da 1 a 5 rischio basso;

• intervallo da 6 a 15 rischio medio;

• intervallo da 16 a 25 rischio alto.

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Appare evidente che i processi per i quali risulta un punteggio complessivo più alto dovranno

essere oggetto di maggiore attenzione rispetto agli altri e richiederanno l’adozione di adeguate

misure di prevenzione del rischio ed una costante ed attenta attività di monitoraggio.

L’identificazione, l’analisi e la valutazione dei rischi sono state compiute innanzitutto per le

“aree di rischio comuni e obbligatorie” così come sono elencate nel PNA all’allegato 2, ma già

individuate all’art. 1 comma 16 della Legge n. 190 del 2012, e attinenti alla realtà aziendale di

Roma Servizi per la Mobilità.

L’attività è stata poi estesa alle altre aree aziendali focalizzando l’attenzione come già detto

per le aree considerate a maggior rischio. Di seguito sono riepilogati le aree individuate e la

valutazione complessiva dei rischi, il cui dettaglio rimane allegato al presente Piano.

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AREA A: ACQUISIZIONE E PROGRESSIONE DEL PERSONALE

AREE DI RISCHIO INDIVIDUATE

VALUTAZIONE

COMPLESSIVA DEL

RISCHIO

A1. RECLUTAMENTO 6,67

A2. PROGRESSIONI DI CARRIERA 3,21

A3. CONFERIMENTO DI INCARICHI DI COLLABORAZIONE 5,25

AREA B: AFFIDAMENTO DI LAVORI, SERVIZI E FORNITURE

AREE DI RISCHIO INDIVIDUATE

VALUTAZIONE

COMPLESSIVA DEL

RISCHIO

B1. DEFINIZIONE DELL'OGGETTO DELL'AFFIDAMENTO 4,00

B2. INDIVIDUAZIONE DELLO STRUMENTO/ISTITUTO PER

L'AFFIDAMENTO 4,00

B3. REQUISITI DI QUALIFICAZIONE 4,00

B4. REQUISITI DI AGGIUDICAZIONE 3,75

B5. VALUTAZIONE DELLE OFFERTE 4,00

B6. VERIFICA DELL'EVENTUALE ANOMALIA DELLE OFFERTE 4,00

B7. PROCEDURE NEGOZIATE 3,75

B8. AFFIDAMENTI DIRETTI 4,25

B9. REVOCA DEL BANDO 5,25

B10. REDAZIONE CRONOPROGRAMMA 3,50

B11. VARIANTI IN CORSO DI ESECUZIONE DEL CONTRATTO 4,38

B12. SUBAPPALTO 4,38

B13. UTILIZZO DI RIMEDI DI RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE

ALTERNATIVI A QUELLI GIURISDIZIONALI DURANTE LA FASE DI

ESECUZIONE DEL CONTRATTO

5,83

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AREA E: ALTRI RISCHI

AREE DI RISCHIO INDIVIDUATE

VALUTAZIONE

COMPLESSIVA DEL

RISCHIO

E1. RILASCIO PERMESSI 3,75

E2. TRASFERIMENTO LICENZE 4,25

E3. RILASCIO ABBONAMENTI 3,75

E4. RINNOVO LICENZE 4,25

E5. ALTRE ISTANZE TPL NON DI LINEA 3,75

E6. RILASCIO PERMESSI SEDI ESTERNE 3,75

E7. APPALTI CANTIERI PER REALIZZ OPERE - MONIT GESTIONE 5,25

E8. PAGAMENTI 5,00

E9. TRANSAZIONI, SOLUZIONI STRAGIUDIZIALI 4,00

E10. ASSISTENZA PREDISPOSIZIONE CONTRATTI/APPALTI 4,00

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5. DISPOSIZIONI COMPORTAMENTALI PER TUTTI I DIPENDENTI

Roma servizi per la mobilità S.r.l. ha adottato un Codice Etico, ai sensi del d.lgs. 231/01, e

dispone di un sistema Disciplinare che si applica anche alle violazioni del presente Piano e,

limitatamente ad esse, viene esteso ai dirigenti, con garanzia di un giusto procedimento che tenga

conto anche della necessità di informare e coinvolgere il Responsabile della prevenzione della

corruzione.

La normativa vigente in tema di anticorruzione e trasparenza ed in particolare le modifiche

apportate dal D. Lgs. 97/2016 precisano che in caso di ripetute violazioni del PTPC sussiste la

responsabilità dirigenziale e per omesso controllo, sul piano disciplinare, se il RPC non prova di

aver comunicato agli uffici le misure da adottare e le relative modalità e di aver vigilato

sull’osservanza del PTPC. I dirigenti, pertanto, rispondono della mancata attuazione delle misure di

prevenzione della corruzione, ove il RPC dimostri di avere effettuato le dovute comunicazioni agli

uffici e di avere vigilato sull’osservanza del Piano.

Resta immutata, in capo al RPC, la responsabilità di tipo dirigenziale, disciplinare, per danno

erariale e all’immagine della pubblica amministrazione, prevista all’art. 1, co. 12, della L. 190/2012,

in caso di commissione di un reato di corruzione, accertato con sentenza passata in giudicato,

all’interno dell’amministrazione. Il RPC può andare esente dalla responsabilità ove dimostri di avere

proposto un PTPC con misure adeguate e di aver vigilato sul funzionamento e sull’osservanza

dello stesso.

L’art. 54 del D. Lgs. n. 165 del 2001, come modificato dall’art. 1, comma 44, della Legge n.

190, ha assegnato al Governo il compito di definire un Codice di comportamento “al fine di

assicurare la qualità dei servizi, la prevenzione dei fenomeni di corruzione, il rispetto dei doveri

costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell’interesse pubblico.”

In attuazione della delega il Governo ha approvato il D.P.R. n. 62 del 2013, recante Codice di

comportamento dei dipendenti pubblici. Roma servizi per la mobilità S.r.l. ha approvato un proprio

Codice di comportamento, esso si affianca e integra il Codice Etico ex D. Lgs. 231/01 e viene

considerato una ulteriore misura di prevenzione che integra il Modello con ulteriori e più precise

disposizioni relativamente ai principi e agli obblighi cui si deve attenere il dipendente la cui

violazione dà luogo a responsabilità disciplinare.

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6. TUTELA DEL DIPENDENTE CHE SEGNALA ILLECITI E IRREGOLARITA’

L’articolo 54 bis “Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti” del D. Lgs. 165/01,

introdotto dall’articolo 1, comma 51, della Legge 190/12, ha istituzionalizzato nel nostro

ordinamento giuridico la tutela del c.d. whistleblowing, ossia del dipendente pubblico che denuncia

o segnala alla magistratura ordinaria, contabile o al suo superiore gerarchico episodi di corruzione

o illeciti.

La norma prevede specifiche forme di tutela per il dipendente che segnala illeciti:

divieto di qualsiasi forma di discriminazione nei confronti del whistleblower;

sottrazione della denuncia dal diritto di accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della Legge

241/1990 e ssmmii, fatta esclusione delle ipotesi eccezionali descritte nel comma 2 dell’articolo 54

bis del D. Lgs. 165/01 in caso di necessità di rivelare l’identità del denunciante;

tutela dell’anonimato del segnalante in quanto deve essere assicurata la riservatezza

dell’identità del denunciante che non può essere rivelata senza il suo espresso consenso, ad

eccezione dei casi in cui sia configurabile una responsabilità a titolo di calunnia e di diffamazione ai

sensi delle disposizioni del codice penale e delle ipotesi in cui l’anonimato non è opponibile per

legge;

la violazione dell’obbligo di riservatezza è fonte di responsabilità disciplinare. Nei confronti del

dipendente che effettua una segnalazione ai sensi della presente procedura, non è consentita

alcuna forma di ritorsione o misura discriminatoria, diretta e indiretta, per motivi collegati

direttamente o indirettamente alla segnalazione stessa.

Il dipendente che ritiene di aver subito una discriminazione per il fatto di aver segnalato un

illecito deve dare notizia circostanziata dell’avvenuta discriminazione al RPC, il quale valuterà la

sussistenza degli elementi per poi, a sua volta, comunicare su quanto accaduto al Dirigente

sovraordinato del dipendente, al Presidente per gli accertamenti e i provvedimenti di competenza, e

all’Autorità Nazionale Anticorruzione nei casi considerati più gravi.

Nel 2017 con l’approvazione della Legge n. 179 “Disposizioni per la tutela degli autori di

segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di

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lavoro pubblico o privato” si è inteso accordare maggiori protezioni al whistleblower contro le

ritorsioni riconducibili alla segnalazione.

A tal fine Roma servizi per la mobilità S.r.l. ha approvato la “procedura per la tutela del

dipendente che denuncia o segnala illeciti e irregolarità” che disciplina le modalità di inoltro della

segnalazione e le varie fasi attuative del procedimento di accertamento di quanto denunciato.

La verifica e la gestione delle segnalazioni sono affidate al Responsabile per la Prevenzione

della Corruzione che, con il supporto dell’Internal Auditing, svolgerà le audizioni del segnalante e di

eventuali altri soggetti che possono essere a conoscenza dei fatti oggetto di segnalazione proprio

in ragione del lavoro svolto, nel rispetto dei principi d’imparzialità e riservatezza.

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7. IL SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO

Il sistema di controllo interno viene definito come l’insieme dei processi diretti a monitorare

l’efficienza delle operazioni aziendali, l’affidabilità dell’informazione finanziaria, il rispetto di leggi e

regolamenti, la salvaguardia dei beni aziendali; in altri termini tale sistema è costituito dalle attività

poste in essere al fine di assicurare il rispetto sia dei corretti principi di gestione e di

amministrazione dell’impresa sia dell’adeguatezza degli assetti e delle procedure organizzative

aziendali. I destinatari di tali controlli sono individuabili sia negli organi volitivi dell’azienda, sia nei

portatori di capitale di rischio sia, infine, nel più ampio universo costituito dagli stakeholders.

I principi di Corporate Governance individuano il Sistema di Controllo Interno come lo

strumento per assicurare il corretto funzionamento e il buon andamento dell’Impresa. È dunque un

continuo processo di attività svolto da tutti gli organi dell’Impresa che permea tutte le unità aziendali

costituendo parte integrante dell’attività quotidiana.

Un sistema di controllo interno ha come obiettivo e priorità il governo dell’azienda attraverso

l’individuazione, valutazione, monitoraggio, misurazione e mitigazione/gestione di tutti i rischi

d'impresa, coerentemente con il livello di rischio scelto/accettato dal vertice aziendale. Il fine ultimo

del SCI si può dire sia il perseguimento di tutti gli obiettivi aziendali.

Il COSO Report (Committee of Sponsoring Organizations) ha identificato come componenti

del sistema di controllo interno i seguenti elementi:

Ambiente aziendale di controllo, valutandone la coerenza con le strategie e gli obiettivi

aziendali;

Processo di conoscenza e gestione dei rischi (risk assessment);

Adeguatezza della struttura dei controlli, cioè le modalità con cui vengono disegnati,

strutturati ed effettivamente eseguiti i controlli ai diversi livelli organizzativi;

Sistema informatico con la verifica della integrità e della completezza dei dati e delle

informazioni, al fine di garantire la gestione e controllo di tutti i processi e attività aziendali.

Attività di monitoraggio svolta dai risk owner, dagli organi di controllo, dall’Alta Direzione

inteso come presidio costante del sistema.

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Il controllo sul rispetto incondizionato della legalità, trasparenza e integrità delle attività svolte

e sul rispetto delle procedure e regolamenti societari viene effettuato all’interno dell’azienda da un

lavoro coordinato che coinvolge, oltre al RPC e l’OdV, il Collegio Sindacale, l'Internal Auditing e il

Risk Management aziendale anche attraverso la strutturazione di flussi informativi verso

l’Organismo di vigilanza con cadenza trimestrale da parte di tutte le strutture organizzative

aziendali coinvolte nei processi considerati rischiosi..

L’Organismo di vigilanza, per approfondire quanto trasmessogli e per effettuare l’attività di

testing, incontra i Responsabili di S.O. per verificare, anche con indagini a campione, il corretto

operare dei soggetti coinvolti nei diversi processi nel rispetto di quanto disposto dalle “regole”

aziendali.

I risultati di questa attività di verifica vengono trasmessi periodicamente al Presidente (tranne

i casi che richiedono informative tempestive) per meglio pianificare quegli interventi considerati utili

per migliorare il sistema dei controlli aziendali.

Le attività svolte in azienda e i compiti e responsabilità attribuiti al personale dipendente

sono definiti e eseguiti nel rispetto di regolamenti interni e procedure che prescrivono nel dettaglio

le modalità operative e dettano i comportamenti che devono essere tenuti, quelli da contrastare e le

sanzioni da applicarsi in caso di violazione o di mancato rispetto delle regole, da parte di tutto il

personale e dei collaboratori che, a vario titolo, operano all’interno della società.

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8. TRASPARENZA

Con il D.lgs. n. 33/2013 il legislatore ha imposto, in capo alle pubbliche amministrazioni e ai

soggetti tenuti al rispetto della normativa sulla trasparenza, una serie di obblighi di pubblicazione di

informazioni, dati e documenti sui relativi siti istituzionali, in una apposita sezione denominata

“Amministrazione Trasparente” che diviene pertanto uno degli strumenti di contrasto alla corruzione

nella pubblica amministrazione.

Com’è noto il D.lgs. n. 33/2013 è stato modificato dal D.lgs. n. 97/2016 e l’ANAC ha

adottato, con Determina n. 1310/2016, le “Prime linee guida recanti indicazioni sull’attuazione

degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni contenute nel d.lgs. 33/2013

come modificato dal d.lgs. 97/2016” con cui si è operata una prima generale ricognizione degli

obblighi di trasparenza, modificando, anche in modo sostanziale, quanto precedentemente

pubblicato sul Sito istituzionale.

Successivamente l’Autorità ha emesso, con Determinazione n.1134 del 08/11/2017, le

“Nuove linee guida per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione e

trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto privato controllati e partecipati dalle

pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici”, indicando ulteriori modifiche da

apportare nell’ elenco degli obblighi di pubblicazione all’interno della pagina web Amministrazione

trasparente.

Nel corso del 2017, a seguito delle importanti modifiche apportate dal D.lgs. 97/2016, sono

stati instaurati meccanismi di collaborazione con tutte le articolazioni di RSM per rendere sempre

più efficace e tempestiva l’attività di pubblicazione.

In linea con quanto previsto dagli artt. 5 e 5-bis del d.lgs. 33/2013 di riconoscere a chiunque

il diritto di richiedere documenti, informazioni e dati detenuti dalla Società, anche ulteriori rispetto a

quelli oggetto di pubblicazione obbligatoria, si è provveduto a pubblicare, nella Sezione - Altri

contenuti - accesso civico, della pagina web “Amministrazione Trasparente”, i seguenti documenti:

il Regolamento per l'accesso ai documenti, ai dati e alle informazioni

il modulo per accesso agli atti

il modulo per accesso civico generalizzato

il modulo per accesso civico per omessa pubblicazione

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il “Registro degli accessi civici” (come indicato dalla Determinazione Anac n.1309 del 28

dicembre 2016, che prevede l'istituzione e la pubblicazione di un registro delle richieste di

accesso presentate per tutte le tipologie, che ne contenga l'elenco, l'oggetto, la data e

l'esito).

Nei mese di ottobre e novembre 2017, il Responsabile della prevenzione della corruzione e

della trasparenza ha dato indicazioni per la redazione e la somministrazione di due questionari.

Il primo ha riguardato le azioni in materia di Anticorruzione e Trasparenza di Roma Servizi

per la mobilità” ed ha coinvolto tutti i dipendenti di RSM. I risultati ottenuti consentono alla Società

di individuare i mezzi e le misure da adottare per una migliore circolarità delle informazioni e della

comunicazione interna, nonché di ridisegnare la pagina web delle pubblicazioni con la

partecipazione di tutti i dipendenti. È anche possibile prevedere progetti formativi dedicati ad aree

specifiche di attività a maggiore rischio di corruzione.

Il secondo questionario, relativo alla responsabilità amministrativa degli Enti ex d. lgs.231/01,

ha visto il coinvolgimento di tutti i dirigenti e quadri aziendali. Anche in questo caso lo scopo del

questionario è stato quello di valutare il grado di conoscenza delle materie trattate nei corsi di

formazione e di pianificare e realizzare, per il 2018, percorsi formativi mirati a soddisfare le

esigenze emerse distinti per ruolo e area aziendale.

A seguito dell’emanazione delle “Nuove linee guida per l’attuazione della normativa in

materia di prevenzione della corruzione e trasparenza da parte delle società e degli enti di diritto

privato controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e degli enti pubblici economici”,

Determinazione ANAC n.1134 del 08/11/2017, RSM ha provveduto ad apportare le modifiche

richieste nell’apposita pagina web individuando i Responsabili della trasmissione e della

pubblicazione dei documenti, delle informazioni e dei dati, ai sensi del D. Lgs. n. 33/ 2013.

Le modifiche apportate hanno riguardato le seguenti Sezioni dell’elenco degli obblighi di

pubblicazione (Allegato alla delibera 1134):

Organizzazione:

è prevista la pubblicazione sul sito web della documentazione relativa ai Cessati dall'incarico

(art. 14, co. 2)

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Personale

è stata aggiunta la sottosezione: Dirigenti cessati dal rapporto di lavoro;

nella sottosezione “dotazione organica “ sono stati inseriti due nuovi obblighi:

Personale in servizio.

Costo del personale.

Performance

la Sezione performance è modificata nel seguente modo:

sottosezione “ammontare complessivo dei premi” in cui riportare i criteri di distribuzione dei

premi al personale e l’ammontare aggregato dei premi effettivamente distribuiti

Per il 2019 è, inoltre, prevista:

la realizzazione di uno o più incontri “Giornate della Trasparenza” organizzate anche

con formule e modalità innovative, nell’ottica di stimolare l’attenzione e la

partecipazione attiva dei dipendenti di RSM sui temi della Trasparenza e della

cultura della legalità;

la redazione delle procedure aziendali per l’invio di dati, documenti e informazione

obbligo di pubblicazione, ai sensi del D.Lgs. 33/2013 e ss.mm.ii, da parte dei

Responsabili di S.O.;

l’implementazione della pagina web “Amministrazione Trasparente” con la

pubblicazione di ulteriori informazioni nell’apposita Sezione “Altri contenuti;

Il progetto di informatizzazione dei flussi informativi, con l’utilizzo di programmi

informatici realizzati in house.

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9. FORMAZIONE DEL PERSONALE

Il Piano Formativo è predisposto dal RPC, di concerto e con l’ausilio degli uffici competenti,

ed ha lo scopo di sensibilizzare i dipendenti al rispetto di quanto previsto nel Piano Triennale della

prevenzione della corruzione e della trasparenza e alla condivisione del valore della legalità, del

bene comune e dell’etica pubblica.

La realizzazione di percorsi formativi strutturati e personalizzati erogati a tutti i dipendenti

almeno annualmente, affrontano tematiche che abbracciano l’anticorruzione, la trasparenza,

l’incompatibilità e inconferibilità degli incarichi, ma anche l’organizzazione aziendale, la

responsabilità amministrativa degli enti, il risk management, ecc. anche con la presentazione di

casi pratici attinenti all’area aziendale coinvolta e questionari che verificano la partecipazione e la

comprensione di quanto affrontato.

La qualità del piano formativo sui temi dell’anticorruzione è monitorata dal Responsabile della

Prevenzione della Corruzione e dai Referenti che verificano, a fine di ogni percorso formativo e con

particolare attenzione a quello riferito sulle attività ritenute sensibili, un riscontro rispetto ai risultati

attesi, alla comprensione degli argomenti trattati e agli eventuali suggerimenti richiesti nel corso

dell’attività.

Dal 2015, annualmente, sono stati realizzati corsi di formazione rivolte a tutti i dipendenti sia

a carattere generale sia specialistico (per quelle aree maggiormente a rischio), e, tenuto conto del

grado complessivo di conoscenza generale dell’impianto normativo e degli obblighi esistenti sarà

possibile ipotizzare che oltre al piano formativo di seguito rappresentato, il RPC potrà pianificare e

concretizzare attività formative rivolte ad aspetti specifici e a carattere prettamente operativo per i

quali si avverte l’esigenza di particolari approfondimenti o per ruoli/funzioni particolari.

In previsione dei limiti di spesa imposti dalla normativa e da Roma Capitale, nel corso del

2018 si privilegeranno i corsi di formazione di natura obbligatoria/trasversale su tematiche

specifiche, con la presentazione di casi pratici attenti all’area aziendale coinvolta, senza trascurare,

tuttavia la formazione specialistica ritenuta prioritaria.

Quindi, i corsi di formazione previsti sono:

Privacy D. Lgs. n. 196/2003: il progetto formativo ha l’obiettivo di illustrare i concetti

fondamentali della legge sopra citata (Testo Unico della Privacy – T.U.P.) e i concetti base

del Regolamento europeo 2016/679 . Il corso è rivolto a tutto il personale aziendale e si

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svolgerà entro il primo semestre. Tale progetto è stato presentato e approvato dal Fondo

Paritetico Interprofessionale Fonservizi per l’attivazione della richiesta di finanziamento con

risorse finanziarie esterne.

Formazione sulla prevenzione della corruzione: In continuità con gli anni passati

(progetto unico su Anticorruzione, Trasparenza e Responsabilità amministrativa degli enti),

anche nell’anno 2018 sarà erogata una formazione in materia di prevenzione della

corruzione che si svolgerà tra il primo e il secondo trimestre, a seguito delle valutazioni delle

aree di rischio riscontrate dal PTPC.

Formazione per la crescita professionale nel settore informatico: si tratta di un progetto

rivolto a 154 partecipanti che è stato presentato sulla piattaforma on-line del Fondo

Paritetico Interprofessionale Fonservizi nel mese di dicembre u.s., ed è in fase di

approvazione.

Formazione sulla Sicurezza del Lavoro ex D. Lgs. n. 81/2008 - aggiornamento

normativo: è previsto il completamento dell’aggiornamento normativo, previsto per legge,

per tutte le figure professionali (circa 180 dipendenti). E’ in corso la definizione della

progettazione di dettaglio con il RSPP, con particolare riferimento alle modalità formative (p.

es. formazione esperienziale in aula partendo dai rischi specifici). Il corso si svolgerà nel

secondo semestre dell’anno 2018.

Formazione sulla Sicurezza del Lavoro ex D. Lgs. n. 81/2008 - aggiornamento per

RLS: secondo le indicazioni di legge, la U.O. Formazione procederà con corsi di

aggiornamento per gli RLS su rischi specifici condivisi con il RSPP.

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10. PRIVACY

La pubblicazione dei dati che presentano connotati di riservatezza viene effettuata

garantendo la tutela della privacy, nel rispetto della normativa e delle indicazioni del Garante della

Privacy.

Nello specifico vengono diffusi i dati personali per finalità di trasparenza solo per espressa

disposizione di legge o regolamento.

Vengono comunque selezionati i dati personali da inserire in tali atti e documenti, verificando,

caso per caso, se ricorrono i presupposti per l’oscuramento di determinate informazioni.

Si è comunque tenuti al rispetto dei principi di necessità (vengono resi illeggibili i dati

personali non pertinenti o, se sensibili o giudiziari, non indispensabili rispetto alle specifiche finalità

di trasparenza della pubblicazione) di pertinenza e non eccedenza.

Resta il divieto della diffusione dei dati idonei a rilevare lo stato di salute, la vita sessuale,

ecc.

La pubblicazione dei dati sensibili e giudiziari avviene solo nel caso in cui sia prevista da un

espressa disposizione di legge e pertanto solo se indispensabile per il perseguimento di una finalità

di trasparenza.

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11. OBBLIGHI DI INFORMAZIONE

Roma servizi per la mobilità S.r.l. attua un sistema informativo nei confronti di Roma Capitale

che effettua il controllo ai sensi dell’art. 2359 C.C., secondo il sistema di raccordo definito nel PTPC

messo a punto dalla Amministrazione vigilante.

Il Responsabile del presente Piano di prevenzione della corruzione cura la trasmissione dello

stesso e dei suoi aggiornamenti a Roma Capitale verifica l’osservanza delle disposizioni contenute

nel PTPC di Roma Capitale, anche in relazione alle Direttive inviate alla società dal Responsabile

per la Prevenzione e per la Trasparenza di Roma Capitale.

Roma servizi per la mobilità S.r.l. redige e invia ai singoli Dipartimenti, secondo modalità

definite nel Contratto di Servizio stipulato tra la Società e Roma Capitale, report trimestrali sullo

stato di attuazione delle attività svolte, entro 30 giorni dalla chiusura del trimestre di riferimento,

descrittivi degli interventi realizzati, dell’andamento economico-finanziario, dell’analisi sul

gradimento dei servizi nel medio/lungo periodo e completi dei dati numerici in termini di affluenza e

della customer satisfaction. Nei report sono evidenziate eventuali criticità rilevate nel corso della

gestione dei servizi resi e proposte di possibili soluzioni per superare le problematiche rilevate. Il

Contratto di Servizio prevede anche, a fronte della verifica dei servizi resi, possibili sanzioni

specificatamente regolamentate dal contratto stesso.

Il Piano triennale di Prevenzione della Corruzione di Roma Capitale - I° rimodulazione (2016-

2017-2018) approvato con Deliberazione del Commissario Straordinario con i poteri della Giunta

Capitolina n. 112 del 15 giugno 2016 specifica che è in fase di adozione un Regolamento sul così

detto controllo analogo, volto a disciplinare le attività di programmazione, indirizzo, controllo e

rendicontazione nei confronti dei propri organismi direttamente e indirettamente controllati. La

Società provvederà, in tal caso, a conformarsi a quanto prescritto nel nuovo Regolamento.

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12. RESPONSABILITA’ PER MANCATA OSSERVANZA DEL PIANO

La mancata osservanza delle disposizioni contenute nel presente PTPC costituisce illecito

disciplinare ed il suo accertamento attiva il procedimento per l’applicazione delle sanzioni

disciplinari e costituisce grave inadempimento contrattuale per i fornitori e collaboratori esterni.

In caso di ripetute violazioni del PTPC sussiste la responsabilità dirigenziale come indicato al punto

5 del presente Piano.

Chiunque venga a conoscenza di presunte violazioni delle disposizioni contenute nel

presente Piano, o comunque di condotte illecite tenute in ambito aziendale, è tenuto a riferirne al

RPC e all’ODV secondo le modalità indicate nel presente Piano e nell’art. 10.1 del Modello

Organizzativo parte generale. Il RPC e il Presidente dell’ODV si coordinano, per rispettive

competenze, in merito alle azioni da intraprendere rispetto alle segnalazioni di presunte violazioni.

Page 34: PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE … · 3. Trattamento del rischio. La mappatura dei processi e delle attività (analiticamente specificata anche dall’ultimo audit

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13. NORME DI CHIUSURA

Le disposizioni del presente Piano eventualmente in contrasto con la normativa di settore

sopravvenuta saranno disapplicate anche nelle more del suo formale adeguamento, salva

l'applicazione dell'eventuale disciplina transitoria disposta per legge e, comunque, del principio di

carattere generale tempus regit actum. Il Piano è comunque soggetto ad aggiornamenti annuali,

ogni qual volta emergano rilevanti mutamenti organizzativi dell’Azienda, o quando debba essere

adeguato alle indicazioni che verranno fornite dall’Autorità Nazionale Anticorruzione con eventuali

aggiornamenti del Piano Nazionale Anticorruzione e con altri atti di indirizzo.

ALLEGATO

Schede Valutazione del rischio