Piano Triennale dell’Offerta Formativa 2016/2019 · L’uomo è figlio dell’educazione e, come...

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Piano Triennale dell’Offerta Formativa 2016/2019 Istituto Comprensivo Statale San Giovanni BoscoIsernia SOMMARIO Profilo storico ed evolutivo ......................... …..2 Contesto di operatività ................................. …..2 Bisogni e istanze dell’utenza ....................... …..3 Reti e collaborazioni con il territorio………..3 Mission e Vision di Istituto ......................... …...5 La nostra Scuola è...Mission ........................ …...6 La nostra Scuola è...Apertura al territorio….10 La nostra Scuola è…Appartenenza…………12 La nostra Scuola è...Documentazione………13 La nostra Scuola è…Valorizzazione………..17 La nostra Scuola è…..Integrazione…………18 La nostra Scuola è…...Passione……………..20 La nostra Scuola è….Innovazione…………..21 La nostra Scuola è…..Organizzazione……...23 La nostra Scuola è...Offerta formativa……...24 La finalità fondamentale della Scuola è di “coltivare l’umanità”, accompagnando il sogget- to lungo un percorso di evoluzione, verso lo sviluppo della capacità di porsi empaticamente verso l’altro, di assumere uno sguardo decentra- to rispetto al proprio, nonché di interrogarsi criticamente sulla realtà che lo circonda e que- sto è possibile solo se lo si educa al pensiero riflessivo, cogliendo, in ogni specifica prospetti- va disciplinare, le opportunità formative che consentono di valorizzare le diversità, crescen- do in conoscenza. L’uomo è figlio dell’educazione e, come è stato ben espresso da Pieron, il bambino è un candi- dato alla condizione umana, che può, pertanto, diventare uomo solo attraverso l’educazione che è, sostanzialmente, un processo di umanizzazio- ne. La vera sfida, insita in tale mandato, non è quel- la di cogliere e accettare le differenze, bensì di creare un ambiente di apprendimento, che, nella diversità, sia significativo per tutti. Si tratta, in altri termini, di costruire una scuola atta a for- mare cittadini empatici, flessibili, aperti alle diversità e capace, pertanto, di coltivare, al mas- simo grado, l’umanità di ciascuno. Infatti, il suo compito non è solo quello di far acquisire le conoscenze, attraverso i canali dell’istruzione, ma anche e soprattutto quello di promuovere la formazione delle capacità e degli atteggiamenti, perché, prima di riempire la mente, occorre formarla, come suggeriva Gabelli. Alla luce di tale prospettiva, infatti, secondo Montagne e Morin, “è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”. La scuola dell’autonomia si pone il fondamenta- le obiettivo di assicurare il successo formativo a tutti gli alunni, in un contesto che riconosce e valorizza le diversità, facendo ricorso alle stra- tegie organizzative ed educative più efficaci, quali quella della flessibilità e della personaliz- zazione educativa, per quella scuola a misura di allievo agognata da Cleparéde. A cominciare da Rousseau, la moderna pedago- gia individua, infatti, proprio nella personalizza- zione educativa e nella flessibilità degli obiettivi e dei percorsi gli strumenti essenziali per assi- curare il successo formativo a ogni alunno e, così, la scuola viene a configurarsi come il luogo del successo formativo, della flessibilità e della eguaglianza educativa, in quanto intende assicu- rare il diritto all’educazione e all’istruzione a tutti gli alunni, giacché queste rappresentano gli strumenti per umanizzarsi, per pervenire alla condizione umana e al pieno sviluppo della persona. Per realizzare ciò, occorre, tuttavia, migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento, tanto più che il successo forma- tivo non è a portata di mano, non esistendo strategie didattiche e percorsi formativi prefor- mati e validi in assoluto, che consentono di garantire a tutti il successo formativo e, così, ogni docente deve ricercarli, ma non da solo, bensì con un continuo impegno di studio, ricer- ca e sperimentazione, da profondersi all’interno della dimensione di gruppo, mettendosi in rete con gli altri componenti della comunità educan- te di appartenenza. Il nostro Istituto si connota quale agenzia edu- cativa che pone la sua attenzione alla centralità dell’alunno, futuro cittadino del mondo, come studente e come persona, per favorire un ap- prendimento attivo, critico ed efficace, in rela- zione ai continui cambiamenti che avvengono nella società. È, infatti, profondamente radicata, tra tutti gli attori della compagine scolastica, la consapevolezza che la conoscenza può produrre cambiamenti significativi nel sistema di valori e che, pertanto, la scuola ha il compito di contri- buire a questo processo, stimolando e favorendo la diffusione del sapere, del saper fare, del saper agire, del saper essere, attraverso, dunque, la promozione dello sviluppo di competenze valide per la vita. Revisione A.S. 2017/2018 MODELLO IDENTITARIO: LE COORDINATE DEL NOSTRO FARE SCUOLA

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Piano Triennale

dell’Offerta Formativa

2016/2019

Istituto Comprensivo Statale “San Giovanni Bosco” Isernia

SOMMARIO

Profilo storico ed evolutivo ......................... …..2

Contesto di operatività ................................. …..2

Bisogni e istanze dell’utenza ....................... …..3

Reti e collaborazioni con il territorio………..3

Mission e Vision di Istituto ......................... …...5

La nostra Scuola è...Mission ........................ …...6

La nostra Scuola è...Apertura al territorio….10

La nostra Scuola è…Appartenenza…………12

La nostra Scuola è...Documentazione………13

La nostra Scuola è…Valorizzazione………..17

La nostra Scuola è…..Integrazione…………18

La nostra Scuola è…...Passione……………..20

La nostra Scuola è….Innovazione…………..21

La nostra Scuola è…..Organizzazione……...23

La nostra Scuola è...Offerta formativa……...24

La finalità fondamentale della Scuola è di “coltivare l’umanità”, accompagnando il sogget-to lungo un percorso di evoluzione, verso lo sviluppo della capacità di porsi empaticamente verso l’altro, di assumere uno sguardo decentra-to rispetto al proprio, nonché di interrogarsi criticamente sulla realtà che lo circonda e que-sto è possibile solo se lo si educa al pensiero riflessivo, cogliendo, in ogni specifica prospetti-va disciplinare, le opportunità formative che consentono di valorizzare le diversità, crescen-do in conoscenza. L’uomo è figlio dell’educazione e, come è stato ben espresso da Pieron, il bambino è un candi-dato alla condizione umana, che può, pertanto, diventare uomo solo attraverso l’educazione che è, sostanzialmente, un processo di umanizzazio-ne. La vera sfida, insita in tale mandato, non è quel-la di cogliere e accettare le differenze, bensì di creare un ambiente di apprendimento, che, nella diversità, sia significativo per tutti. Si tratta, in altri termini, di costruire una scuola atta a for-mare cittadini empatici, flessibili, aperti alle diversità e capace, pertanto, di coltivare, al mas-simo grado, l’umanità di ciascuno. Infatti, il suo compito non è solo quello di far acquisire le conoscenze, attraverso i canali dell’istruzione, ma anche e soprattutto quello di promuovere la formazione delle capacità e degli atteggiamenti, perché, prima di riempire la mente, occorre formarla, come suggeriva Gabelli. Alla luce di tale prospettiva, infatti, secondo Montagne e Morin, “è meglio una testa ben fatta che una testa ben piena”. La scuola dell’autonomia si pone il fondamenta-le obiettivo di assicurare il successo formativo a tutti gli alunni, in un contesto che riconosce e valorizza le diversità, facendo ricorso alle stra-tegie organizzative ed educative più efficaci, quali quella della flessibilità e della personaliz-zazione educativa, per quella scuola a misura di allievo agognata da Cleparéde. A cominciare da Rousseau, la moderna pedago-

gia individua, infatti, proprio nella personalizza-zione educativa e nella flessibilità degli obiettivi e dei percorsi gli strumenti essenziali per assi-curare il successo formativo a ogni alunno e, così, la scuola viene a configurarsi come il luogo del successo formativo, della flessibilità e della eguaglianza educativa, in quanto intende assicu-rare il diritto all’educazione e all’istruzione a tutti gli alunni, giacché queste rappresentano gli strumenti per umanizzarsi, per pervenire alla condizione umana e al pieno sviluppo della persona. Per realizzare ciò, occorre, tuttavia, migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento, tanto più che il successo forma-tivo non è a portata di mano, non esistendo strategie didattiche e percorsi formativi prefor-mati e validi in assoluto, che consentono di garantire a tutti il successo formativo e, così, ogni docente deve ricercarli, ma non da solo, bensì con un continuo impegno di studio, ricer-ca e sperimentazione, da profondersi all’interno della dimensione di gruppo, mettendosi in rete con gli altri componenti della comunità educan-te di appartenenza. Il nostro Istituto si connota quale agenzia edu-cativa che pone la sua attenzione alla centralità dell’alunno, futuro cittadino del mondo, come studente e come persona, per favorire un ap-prendimento attivo, critico ed efficace, in rela-zione ai continui cambiamenti che avvengono nella società. È, infatti, profondamente radicata, tra tutti gli attori della compagine scolastica, la consapevolezza che la conoscenza può produrre cambiamenti significativi nel sistema di valori e che, pertanto, la scuola ha il compito di contri-buire a questo processo, stimolando e favorendo la diffusione del sapere, del saper fare, del saper agire, del saper essere, attraverso, dunque, la promozione dello sviluppo di competenze valide per la vita.

Revisione A.S. 2017/2018

MODELLO IDENTITARIO:

LE COORDINATE DEL NOSTRO FARE SCUOLA

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PROFILO STORICO-EVOLUTIVO

L’Istituto Comprensivo Statale “San Giovanni Bosco” nasce, nella sua attuale configurazione, nell’A.S. 2014/2015, a seguito del processo di riorganizzazione della rete territoriale delle scuole del Comune di Isernia, connotandosi, sin da subito, qua-le agenzia formativa dotata di una identità ricca e articolata, specie sul versante del mandato educativo-didattico assunto, incentrato sul perseguimento del successo da parte di tutti gli alunni e del raggiungimento di elevati livelli di apprendimento, come documentano, tra l’altro, i risultati conseguiti nelle prove INVALSI. L’Istituto definisce la propria impresa sulla base di elementi identitari e modelli strategici, di lavoro e relazionali, che si rivelano essere positivi per l’utenza, oltre che efficaci per l’or-ganizzazione stessa. In particolare, lo stesso contesto unitario, nell’ambito del quale l’Istituto opera, viene a configurarsi come lo scenario ideale per la conduzione della sperimentazione dei principali aspetti infor-manti la nuova Scuola del Primo Ciclo. La presenza, infatti, di più ordini di scuola fornisce:

la possibilità di costruire un curricolo unico progressivo, nell’ottica della verticalità;

la creazione di maggiori opportunità per la continuità, nel passaggio da un ordine all’altro;

la valorizzazione delle competenze;

la costituzione di gruppi di lavoro didattici unitari. Nello specifico, l’Istituto è costituito dalle due Scuole dell’In-fanzia “San Giovanni Bosco” e “San Pietro Celestino”, dalle due Scuole Primarie “San Giovanni Bosco” e “San Pietro Celestino” e dalla Scuola Secondaria di Primo Grado “Andrea d’Isernia”, con una popolazione scolastica totale che ammonta a 1171 alunni. A tal proposito, occorre sottolineare, come, a partire dagli ulti-mi anni, si sia registrato, per tutti gli ordini di scuola, un incre-mento degli iscritti. Le famiglie, infatti, hanno mostrato e continuano a mostrare di privilegiare il raggiungimento di elevati livelli nell'apprendi-mento, attraverso l'innovazione didattica da noi promossa e la strutturazione generale del servizio erogato, un servizio accor-to alle esigenze della propria utenza. Questo fa sì che, agli alunni effettivamente residenti nel bacino d'utenza dell'Istituto, si aggiunga una cospicua affluenza di iscritti provenienti da tutti i quartieri della città, nonché dall'immediata periferia e, anche, da fuori il territorio comunale.

Scuola dell’Infanzia

“San Giovanni Bosco”

Scuola Primaria

“San Giovanni Bosco”

Scuola dell’Infanzia

“San Pietro Celestino”

Scuola Primaria

“San Pietro Celestino”

Scuola Secondaria di Primo

Grado “Andrea d’Isernia”

Le scuole del nostro Istituto

CONTESTO DI OPERATIVITÀ

L’Istituto raccoglie, come poc’anzi accennato, un bacino di utenza variegato dal punto di vista della provenienza, nonché dell’estrazione socio-economico-culturale. La scuola, infatti, annovera, tra la sua popolazione, alunni variamente residenti, oltre che nelle zone centrali del capoluogo, anche nelle frazio-ni periferiche e nei comuni limitrofi. Lo stesso territorio presenta una fisionomia articolata dal punto di vista economico e occupazionale. Infatti, si registra le presenza di attività nel settore industriale - con prevalenza di imprese di piccola/media dimensione, nonché artigianali – e, soprattutto, in quello terziario – con attività commerciali, filiali di banche e studi professionali. In particolare, in ambito pubblico, si rileva l’esistenza di un numero congruo di strutture sanitarie e culturali, soprattutto di tipo scolastico, mentre quelle culturali, di ordine extra-scolastico, non risultano essere pienamente in linea con le

esigenze di una comunità in evoluzione. Conforme ai settori di impiego su menzionati si presenta la situazione occupazionale dell’utenza di riferimento del nostro Istituto; occorre, tuttavia, segnalare l’aumento, a partire dagli ultimi anni, di genitori disoccupati, o collocati in cassa inte-grazione, aspetto, quest’ultimo, che, in taluni casi, può incide-re negativamente sulla definizione del background degli alunni, che vivono tali contingenze. Dal punto di vista, invece, della composizione dei nuclei fami-liari, prevalgono le realtà con due figli, sebbene si stia incre-mentando il numero di quelle con figli unici, o adottati. In ultima istanza, è da registrare la presenza di famiglie pro-

venienti da altri Paesi europei ed extra, nonché appartenenti

alla comunità rom stanziale all’interno della città.

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BISOGNI E ISTANZE DELL’UTENZA

Il nostro Istituto, come, quindi, illustrato, incide su un conte-sto socio-economico variegato, che, proprio in virtù di tale articolata fisionomia, necessita della ricerca e dell’attuazione di sempre nuove e vigorose azioni didattico-educative. In particolare, alla luce della consapevolezza delle urgenze formative, imposte dai grandi cambiamenti in corso nell’attua-le scenario sociale, con l’elaborazione del proprio piano dell’of-ferta formativa, la nostra istituzione scolastica intende focaliz-zare l’attenzione proprio sulle sfide che provengono dai pro-cessi di globalizzazione, che hanno investito la società e sul nuovo senso acquisito, nell’ambito di tale scenario generale, dal “fare scuola”, oltre che su quelle lanciate dal mutevole as-setto sociale, che connota il territorio di riferimento e che ri-chiede risposte concrete da parte della Scuola stessa, in quanto principale agenzia educativa, al fine di prevenire il disagio formativo e la dispersione scolastica. In particolare, le azioni di analisi dei processi e delle trasfor-mazioni culturali, in atto nel territorio, su cui insiste la nostra Istituzione scolastica, svolte in forma continuativa e sistemati-ca dal Collegio dei Docenti e, in particolare, dal Nucleo di Va-lutazione, al fine di individuare i bisogni e le esigenze formati-ve dell’utenza, unitamente alle indagini condotte per la rileva-zione delle caratteristiche socio-economiche dello stesso, han-

no messo in evidenza:

la carenza, nel territorio, di occasioni di aggregazione sociale, di crescita culturale e di esperienza di comunica-zione globale;

la relativa difficoltà che molti alunni incontrano nell’uti-lizzo corretto e appropriato dei linguaggi verbali e non verbali;

la presenza di alunni con carenze negli apprendimenti disciplinari;

la provenienza di alcuni alunni da luoghi, periferici, di scarsa aggregazione sociale e con notevoli disagi culturali;

la dispersione del potenziale cognitivo per quegli alunni che escono dalla scuola con un bagaglio di conoscenze, in termini di abilità e competenze, inferiori agli standard previsti;

i grandi cambiamenti, ma anche i notevoli problemi che investono il mondo della scuola in quanto principale agenzia culturale presente sul territorio di riferimento.

Pertanto, sulla base di tali considerazioni, prende corpo il pre-

sente piano, ispirato al mandato prioritario della mission della

scuola, ossia garantire il pieno successo formativo di tutti,

superando tutte le possibili frontiere delle difficoltà.

RETI E COLLABORAZIONI CON IL TERRITORIO

L’apertura, da parte del nostro Istituto, al territorio, non si esplica solo ed esclusivamente attraverso l’analisi e il recepi-mento delle istanze socio-culturali, da esso provenienti, ma si sostanza anche mediante l’attuazione di forme di progettazio-ne integrata con il territorio stesso, considerato come sogget-to sia ricettore, che propositivo di iniziative didattiche e cultu-rali, promosse in collaborazione con le diverse realtà in esso presenti; una vocazione, questa, manifestatasi sin dalla prima costituzione dell’Istituto, divenuto oggetto di interesse e in-terlocutore privilegiato da parte di enti, associazioni e agenzie formative, per l’attivazione di forme di partnership di varia natura. In primis, infatti, l’efficacia stessa della proposta didattico-educativa, elaborata dalla scuola, viene misurata sulla base della sua rispondenza alle esigenze del contesto di riferimento, attraverso l’instaurazione di una rete di rapporti significativi e proficui, che contribuiscono ad arricchire e meglio definire il PTOF. L’analisi delle attività progettuali, che l’Istituto realizza, met-te, infatti, in luce un insieme composito di stakeholder che, a vario titolo, direttamente o indirettamente, sono coinvolti in dette attività. Nello specifico, ai fini della propria azione formativa, vengono considerati tutti i soggetti istituzionali, gli enti locali, le asso-ciazioni e le agenzie, culturali e non, operanti, a vario titolo, sul territorio e dei quali sono impiegate proficuamente compe-tenze e disponibilità. Nello spirito della massima disponibilità alle sinergie e della

razionalizzazione delle risorse, vengono, pertanto, accettate collaborazioni, che risultino significative, sia in direzione della risposta a bisogni di docenti e alunni, sia in funzione della sperimentazione di nuovi percorsi. Tutte le componenti della comunità scolastica sono, perciò, impegnate a favorire il rapporto fra la scuola e le altre agenzie educative del territorio, anche allo scopo di ren-dere la scuola stessa centro di promozione culturale, sociale e civile. In virtù dell’autonomia organizzativa e didattica l’Istituto mira, pertanto, a:

riconoscere la valenza formativa del territorio sociocultu-rale e naturale esterno alla scuola;

dare un’identità alla scuola, sensibilizzando le realtà terri-toriali;

maturare nell’alunno la conoscenza e la consapevolezza della realtà in cui vive;

integrare scuola e territorio nell’elaborazione di progetti educativi e culturali;

dimostrare attenzione e disponibilità alle proposte e pro-grammare attività comuni.

Alla luce di tali considerazioni, la partecipazione ad accordi di

rete rappresenta, per il nostro Istituto, un’opportunità impor-

tante per gestire e governare in modo concordato le attività

“ordinarie”, per consolidare i rapporti già esistenti tra le scuo-

le e il territorio per il miglioramento dell’offerta formativa,

oltre che per ottimizzare l’uso delle risorse.

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LA NOSTRA SCUOLA: UN SISTEMA FORMATIVO INTEGRATO

Per l’A.S. 2017/2018, il nostro Istituto, oltre a rinnovare quel-

le forme di collaborazione che, da sempre, supportano la pro-

pria impresa formativa, ha proceduto alla stipula di nuovi pro-

tocolli di intesa, collaborazioni, partenariati e accordi di rete,

per la realizzazione delle attività progettuali programmate.

Di seguito, un prospetto di sintesi riepilogativo:

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MISSION E VISION DI ISTITUTO

Ispirato ai principi identitari di etica e qualità, il nostro

Istituto persegue il raggiungimento dell’obiettivo primario

del successo formativo di ciascun alunno, attraverso la

cura delle relazioni e la costruzione di percorsi orientati

verso l’apprendimento permanente.

La nostra impresa formativa è costruita a partire dalla defi-

nizione di quegli elementi identitari, di cui si sostanziano i

modelli strategici attuati, quali:

l’apertura al territorio, per un agire locale e un pen-

sare globale;

l’accoglienza, per la cura di ciascun bambino, nell’ot-

tica dell’inter-cultura;

l’appartenenza, per la comune ricerca di senso;

la documentazione, per il miglioramento continuo;

a valorizzazione, attraverso una didattica laborato-

riale e personalizzata;

l’integrazione, “nuclei fondanti, mappe concettua-

li, trasversalità”;

la passione, come educazione al sentirsi;

l’innovazione, ossia anticipazione e governo del

cambiamento;

l’organizzazione, quale modello strutturale informato

ai principi della collegialità e condivisione;

l’offerta formativa, attraverso cui la scuola esprime,

compiutamente, il proprio progetto.

PER IL SUCCESSO FORMATIVO

Il nostro Istituto si connota quale agenzia educativa che fo-

calizza la sua attenzione sulla centralità dell’alunno, futuro

cittadino del mondo, come studente e come persona, per fa-

vorire in lui un apprendimento attivo, critico ed efficace, che

gli consenta di affrontare, agevolmente, i continui cambi-

amenti in atto nella società. L’identità della nostra scuola

emerge dal connubio tra la mission e la vision: se con la prima

si individua una meta, verso cui tendere, la seconda viene a

delinare l’orizzonte, entro il quale navigare e, pertanto, esse

rappresentano le principali coordinate del nostro operato, dal

momento che orientano decisioni e azioni.

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La nostra Scuola è...MISSION

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ETICA, QUALITÀ E SUCCESSO FORMATIVO

IDENTITÀ CULTURALE E PEDAGOGICA DELLA SCUOLA

Gli alunni, spesso, si trovano ad avere un bagaglio perso-nale, abbastanza eterogeneo, fatto di esperienze, vissuti, competenze, attitudini e disposizioni personali. La scuola mette in campo diversi percorsi formativi per rispondere alle istanze particolari di ogni soggetto. La predisposizione di percorsi individualizzati deve per-mettere ad ogni alunno il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento prefissati, al fine di evitare che le diversità culturali possano tradursi in disuguaglianze nelle opportu-nità e nelle chances di vita. Attraverso il consolidamento di solide alleanze con le famiglie e con il territorio, la scuola costruisce intorno all'alunno l'idoneo ambiente di appren-dimento e di cura ove ciascun discente potrà sviluppare le proprie attitudini realizzando appieno le sue potenzialità. In quanto luogo privilegiato di incontro, la scuola rimane aderente alla propria mission. Il lavoro quotidiano, nella scuola, si nutre di continue rela-zioni e legami tra persone, che, insieme, contribuiscono a formare una comunità di valori professionali e di principi dalla forte valenza etica. Il mondo delle relazioni di mutua assistenza, di regole condivise e di saperi, che aprono alla

conoscenza, costruiscono e fondano la base comune di una rinnovata idea di cittadinanza. Nella scuola si incontrano e dialogano diverse visioni del mondo. La sua tradizionale matrice pluralistica può essere la base di un comune espe-ranto, in grado di garantire un futuro di pacifica conviven-za. La nostra comunità scolastica si caratterizza per questa forte valenza etica e pluralista, che è in grado di accogliere tutti senza pregiudizi di sorta e la stessa costruzione del sapere si sostanzia attraverso il recupero di questa dimen-sione comunitaria. L’attenzione alle persone e al loro be-nessere fa sì che la scuola non sia il luogo di una cultura dei saperi di tipo trasmissivo, ma un laboratorio permanen-te di costruzione dei saperi stessi. Il prosieguo degli studi sarà caratterizzato da un lavoro di

specializzazione, peraltro ancorato a mappe e codici com-

portamentali già acquisiti nei primi anni di formazione. La

relazione unica ed esclusiva, che la scuola coltiva all'inter-

no della sua piccola comunità, asseconda e realizza una sua

specifica vocazione di tipo etico-sociale.

La nostra Scuola conserva una precisa connotazione cultu-rale e pedagogica, che costituisce un patrimonio per l'intera città e un punto di riferimento per tutto il territorio pro-vinciale. Preservarla e valorizzarla nella società contempo-ranea costituisce un dovere morale, oltre che una scelta strategica. Nel solco della tradizione e delle esperienze maturate, l'Istituto “San Giovanni Bosco” accoglie ed ela-bora le istanze provenienti dal mondo contemporaneo. In tale contesto si propone come scuola innovatrice, moderna, a dimensione europea, ma anche come fedele interprete di una tradizione e di una cultura che affondano le loro radici nella storia. La nostra Scuola, infatti, nasce dalla fusione delle scuole più antiche della città di Isernia. Nella loro storia pluride-cennale, esse hanno istruito e formato generazioni di ra-gazzi e di giovanissimi, divenuti, successivamente, prota-gonisti delle profonde trasformazioni economiche, sociali, civili e culturali che hanno investito la nostra Regione e il nostro Paese a partire dalla metà del secolo scorso.

Coerentemente con gli indirizzi e i valori costituzionali, la nostra istituzione scolastica ha sempre perseguito l’obietti-vo primario di valorizzare tutte le risorse dell’individuo e della persona per formare uomini liberi e cittadini respon-sabili che sapessero coniugare i diritti soggettivi con i do-veri verso la collettività locale e nazionale. La nostra mis-sion muove, quindi, dalla consapevolezza che l’istruzione e la cultura siano il fondamento e la garanzia della democra-zia e della pacifica convivenza. Sempre attenta ai mutamen-ti di una società e di un territorio in continua e rapida evo-luzione, la nostra scuola ha saputo adeguare, progressiva-mente, obiettivi, strategie, metodi e strumenti, per permet-tere ai suoi studenti di comprendere e governare il cambia-mento ed anche oggi, nell’era della tecno-scienza e della comunicazione globale, essa interpreta il suo ruolo in un'ottica moderna e adeguata ai tempi, pur conservando un cuore e delle radici che vengono da molto lontano.

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Identità pedagogica

Partendo dal presupposto che la scuola è un SISTEMA APERTO, che intera-gisce con tutte le componenti interne ed esterne, svolge una funzione di promo-zione, valorizzazione e raccordo. Il triangolo, che presuppone una circo-larità e un’interazione continua, rappre-senta la tridimensionalità di prospetti-va, che consente, all'istituzione scolasti-ca, di fornire risposte adeguate alla complessità e alla liquidità di un mondo

contemporaneo. Il processo formativo, diviene così il tramite, lo sfondo, il costante riferimen-to per l’allievo impegnato a costruire il suo personale progetto di vita. La nostra scuola è, pertanto, impegnata ad ancorare la sua azione al contesto territoriale, interagendo con tutte le risorse sociale e culturali.

La nostra Scuola ispira la sua azione ai principi cardine della moderna psico-pedagogia dell’età evolutiva. Riconosce, nel processo di insegnamen-to-apprendimento, la centralità dell’alun-no, come persona che costruisce il suo apprendimento in maniera originale e irripetibile attraverso:

• l’acquisizione personale dei saperi;

• la conquista progressiva delle abili-tà:

• l’esercizio di competenze, reali e spendibili.

In tale ottica, l’insegnamento si pone come servizio, interazione, mediazione e organizzazione e presuppone il possesso

e l’esercizio di competenze didattiche, metodologiche e psicologiche, il riferi-mento a un codice deontologico da par-te di tutte le componenti coinvolte, nonché la formazione e l’aggiornamento continui. Promuove la valorizzazione del singolo, considerandolo al centro di un comples-so sistema di relazioni, di compiti, di funzioni e di responsabilità. Favorisce lo sviluppo e l’integrazione delle competenze culturali, pragmatiche ed esistenziali, perseguendo la sostan-ziale unità, che si realizza tra essere, agire e sapere. Persegue tale ambiziosa finalità, progettan-

do piani di studio personalizzati, attività

di recupero e integrazione, iniziative per la

valorizzazione degli alunni.

Realizza l’unitarietà dell’apprendimento,

promuovendo la conquista di conoscenze,

abilità e competenze, in modo da favorire

l’insegnamento educativo, basato sulla in-

terdipendenza dei processi di formazione e

istruzione.

Garantisce le pari opportunità, favorendo

l’accettazione e la valorizzazione delle

diversità e promuovendo l’integrazione,

attraverso l’accoglienza e le attività inter-

culturali.

Identità culturale

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Finalità del percorso educativo-didattico

L'Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco” si pone, come obiettivo generale, il successo formativo di ciascun alunno, me-diante l’esercizio di competenze comunicative e relazionali, non-ché tramite l'acquisizione di abili-tà cognitive estese alla dimensio-ne dell'operatività e della creati-vità.

Identificazione della mission

Per raggiungere l’obiettivo formativo generale, che ingloba tutti gli altri e che si misura attraverso il livello delle competenze realmente conseguito da ciascun allievo, è necessario operare scelte educative, didattiche, metodologiche, orga-nizzative e finanziarie che la scuola esplicita, come stabilito dal Contratto For-mativo stipulato con la sua utenza. La nostra scuola è, pertanto, impegnata a:

• riconoscere la centralità della persona nel processo di insegnamento-apprendimento;

• ricercare e incrementare la collaborazione con le famiglie, gli enti lo-cali, le altre scuole, le altre agenzie formative;

• creare condizioni di pari opportunità per eliminare le difficoltà e i disa-gi;

• favorire l’integrazione di tutti i soggetti potenzialmente più deboli: diversamente abili, stranieri, emarginati;

• valorizzare le potenzialità e le eccellenze;

• progettare situazioni formative in cui ognuno possa, in maniera attiva, sperimentare le proprie abilità e competenze;

• operare ed esplicitare le scelte formative di fondo che ne connotano l’identità e ne costituiscono l’impresa.

Persegue, quindi, l’obiettivo primario del successo formativo dei suoi allievi attraverso la formazione della persona, l’istruzione, la continuità e l’orienta-

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La VISION, elementi identitari della nostra impresa

La vision del nostro Istituto definisce quelli che sono gli elementi identitari dell’impre-sa formativa promossa dall’organizzazione scolastica stessa, identificabili in quelle che sono diventate le ragioni d’essere di ogni azione svolta.

La Nostra Scuola è… APERTURA AL TERRITORIO

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La necessità di garantire un efficace collegamento tra il piano dell'offer-ta formativa e le reali esigenze rappresentate dal “territorio” impone alla Scuola l’adozione di modalità di rilevazione dei bisogni e delle aspettative dell’utenza. Nell'ottica di un proficuo confronto e di un tavolo di discussione permanente, il nostro Istituto si pone al centro di un complesso sistema territoriale, mediando tra istanze diverse. Infatti, pur avendo finalità specifiche, dettate da norme e principi costitutivi, la Scuola è chiamata a coniugare gli obiettivi generali del proprio servizio con l’esigenza di creare un forte radicamento socio-ambientale, che sarà volto a contemperare le istanze provenienti dalla complessità del mon-do sociale con le peculiarità culturali proprie del territorio, al fine di cogliere e sfruttare ogni più piccola opportunità di crescita formativa. Tutto ciò, a livello operativo, implica l'individuazione e la scelta di strumenti di analisi che traccino una sorta di mappa dei bisogni. Il territorio pone alla scuola precise richieste, sia in maniera diretta, attraverso l’utenza, sia in maniera indiretta, mediante gruppi, associa-zioni, comunità ed enti locali. Il sistema delle aspettative esterne, dun-que, andrà contemperato con il sistema delle finalità istituzionali, allo scopo di definire le linee strategiche di indirizzo dell’azione formativa. Definire la politica scolastica può avere risvolti di carattere organizza-tivo, come quelli relativi al definizione del tempo scuola e alla scelta del tipo di attività, risvolti che implicano la gestione delle risorse umane interne ed esterne, nonché quella di strumenti, strutture e risorse eco-nomiche. Parimenti, la nostra scuola si connota per una spiccata vocazione di matrice internazionalista, grazie a una politica attiva volta a seguire e mettere in atto gli indirizzi tracciati dalle Istituzioni europee. Nella seduta del 18 dicembre 2006, il Consiglio europeo ha, infatti, inteso assumere il concetto di cittadinanza come fondamento di un impianto complessivo che individua nelle competenze chiave uno dei suoi capisaldi. L’Europa ha, così, inteso delineare un modello di istru-

zione ove la competenza, cioè la capacità di interagire nel mondo socia-le, all’insegna di un'idea di cittadinanza di stampo decisamente cosmo-polita e internazionale, attiva e partecipe. La nostra scuola fa propria questa prospettiva, assumendola come base di un impianto formativo e curriculare proiettato in una dimensione internazionale. Al cittadino europeo non può mancare una competenza linguistica nella madrelingua, volta ad affrontare tutti i contesti comu-nicativi della vita reale; allo stesso modo, tuttavia, si renderà necessaria l'acquisizione di competenze specifiche nelle lingue comunitarie diverse dalla lingua madre. Un deciso e convinto europeismo, del resto, viene costantemente tenu-to vivo nella nostra scuola. Lo studio delle lingue comunitarie, presente in tutti i plessi del nostro Istituto, è naturalmente un formidabile stru-mento di co-costruzione culturale. La partecipazione, inoltre, ai vari progetti Erasmus e E-Twinning, da parte della Scuola Secondaria di Primo Grado, ha inteso dare risposta proprio a questa esigenza. I nostri alunni, insieme agli insegnanti, viag-giano per integrarsi in un'Europa che è sempre più dei popoli e sempre meno delle nazioni. Lo scambio comunicativo e la libera circolazione di persone e di beni all’interno di un’area comune sono, in fondo, la mi-glior garanzia per la costruzione identitaria di un grande Stato euro-peo. La sensibilizzazione verso le tematiche inerenti a una costituenda citta-dinanza europea è un aspetto altrettanto importante che si concretizza attraverso lo studio della storia del nostro continente, letta attraverso la lente dell'attenzione costante a quei valori e a quelle conquiste politi-che e sociali che sono alla base di un patriottismo costituzionale euro-peo. La costruzione di un'identità comune di stampo marcatamente europei-sta si può dire sia una costante che proietta la nostra scuola in una dimensione internazionale.

Le competenze matematiche, come quelle scientifiche e tecnologiche rappresentano la cifra interpretativa di una realtà tecnologicamente orientata e protesa verso i valori della ricerca. Le competenze digitali, invece, sono finalizzate a un utilizzo sempre più consapevole della tecnologia, quale veicolo di costruzione di signi-ficati condivisi e partecipati. Ma la società dei nativi digitali avrà biso-gno di competenze critiche per poter far fronte a quello che spesso si presenta come un eccesso di informazione. Gli effetti di tale eccedenza, spesso, creano confusione e disorientamento, offuscano la capacità di discriminare l'essenziale da ciò che non lo è, non consentendo di di-scernere tra loro fatti e valori, non offrendo chiavi di lettura volte alla demistificazione di certi messaggi e così l’imparare a imparare rappre-senta il traguardo epistemologico più importante dell'insegnamento. Coloro che riescono a conseguire piena coscienza del loro apprendi-mento, fino a governarne autonomamente gli esiti, riteniamo possano

arrivare a realizzare appieno le proprie potenzialità. Le competenze nel campo dell'imprenditoria sono un invito a sfidare il futuro, gli obiettivi orientati allo sviluppo economico infatti creano lavoro e prosperità. Ma cosa sarebbe la vita senza la bellezza, senza l'arte, senza quell'ane-lito che spinge a riconciliarsi con una perfezione iscritta nel cosmo, una perfezione di cui forse ci sentiamo inconsciamente parte e che riaffiora come una reminiscenza? Il campo dell'arte e la a musica in particolare offrono lo spunto per ribadire la nostra appartenenza a una comune cultura europea. la Nona sinfonia di Beethoven, il Requiem di Mozart, il Nabucco di Verdi, le Polacche di Chopin appartengono a tutti noi. Difficilmente potremmo separarci dalla nostra storia, da un nostro vissuto comune che è reminiscenza storica, archetipo dell'inconscio, simbolo della nostra identità che è quella trans-nazionale che si apre alle culture di tutto il mondo.

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La Nostra Scuola è… APERTURA AL TERRITORIO

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La Nostra Scuola è… APPARTENENZA

La nostra scuola intende ribadire la sua

missione sociale sul territorio, dichiaran-

dosi presidio di legalità, di giustizia e di

uguaglianza, ambiente dove viene garan-

tito “l’incontro”, finalizzato ad una comu-

ne ricerca di senso. I valori etici dell’ac-

coglienza, della cura e della passione

sono e rimangono alla base del nostro

impegno sociale e didattico.

Il concetto di appartenenza rimanda alla percezione di un legame che si instaura tra soggetti che sono spesso accomunati da quel comples-so di valori, principi, ideali e visioni del mondo, posto alla base dell'assunzione di azioni, comportamenti e schemi di condotta. Alla base dell’appartenenza si trova, in genere, un processo di identi-ficazione, in cui la sfera dell’Io viene a trasfondersi in quella del Noi ed è proprio tale essenziale passaggio che permette di riconoscersi e di essere riconosciuti come membri del gruppo. In questo processo un ruolo importante giocano, di certo, alcuni segni o simboli distinti-vi, tuttavia l'appartenenza diviene elaborazione consapevole allor-quando innesca un processo di ridefinizione della propria identità e dei propri schemi mentali anche in rapporto a quelli del gruppo di cui si è parte. Attraverso l’apertura al confronto, di cui è premessa ineludibile la consapevolezza del proprio vissuto personale, ogni

persona sperimenta molteplici appartenenze fino ad arrivare a defini-re la dimensione individuale e sociale della sua identità.

La nostra scuola, quale modello culturale fatto di valori, principi, esperienze e conoscenze sedimentati in vocabolari costruiti nel tem-po, nonché opificio di costruzione di "possibili mondi" mai sperimen-tati, ove si apprende facendo, richiede un passaggio necessario a tutti i suoi operatori, in nome del principio guida dell’appartenenza: l’ab-bandono di ogni atteggiamento solipsistico per la realizzazione di collegialità agita. La consapevolezza della propria identità viene, quindi, continuamente costruita e ri-plasmata e la personale perce-zione del sé si integra appieno in quella dimensione comunitaria e

sociale che è elemento fondante del nostro microcosmo scolasti-co.

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In particolare, il cosiddetto “Modello delle 4C” di Federico Butera

sembra idoneo a rappresentare quello che la nostra comunità scola-

stica è impegnata a realizzare nei fatti. Si tratta, infatti, di un model-

lo organizzativo che favorisce il coinvolgimento di tutti e una so-

stanziale condivisione dei processi decisionali.

n questo modello, le 4C stanno ad indicare le caratteristiche princi-pali del sistema scolastico, ovvero:

• la Comunità professionale che compone e anima la scuola, “una comunità orientata agli obiettivi, ossia una organizzazione sia razionale sia naturale, fatta di organizzazioni socialmente capa-ci, team autoregolati, comunità che apprendono, corporazioni cosmopolite”;

• la Cooperazione intrinseca indispensabile per agire all’interno della comunità scolastica, “ossia il lavorare insieme nei processi

didattici, in quelli gestionali e nei progetti; con obiettivi comu-ni e condivisi, con comunità di pratiche, con regole sviluppate in parte dai membri stessi dell’organizzazione”;

• la Comunicazione estesa, anch’essa indispensabile per operare nella comunità scolastica e per interagire con l’ambiente socia-le di riferimento, “una comunicazione estesa, entro e fuori l’I-stituto, costituita da varie forme di comunicazione supportate da adeguati media”;

• la Conoscenza condivisa come processo e come azione principa-le nelle istituzioni formative, “una conoscenza condivisa fra tutti i membri dell’organizzazione di una grande varietà e for-mati di conoscenza: non solo testi e dati, ma esperienze, cono-scenze tacite e contestuali”.

Comunità professionale

Comunicazione estesa

Cooperazione intrinseca

Conoscenza condivisa

Processi e microstrutture

Persone

Istituzioni e soggetti

Sistema socio-economico

La Nostra Scuola è… DOCUMENTAZIONE

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La Nostra Scuola è… APPARTENENZA

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La Scuola si interroga continuamente su quelle che possono essere le pratiche di documentazione da attivare. Sicuramente, a tal riguardo, si integrano risorse documentarie multimediali, si sviluppano abilità e strategie di uso competente dell’informazione e si migliora un habi-tat documentario per la socializzazione della esperienza. Tra le varie forme di documentazione implementabili la nostra Scuo-la predilige la narrazione. Essa rappresenta, infatti, la porta per conoscere pensieri e convinzio-ni, oltre che esperienze e culture diverse, considerando che esse non sono qualcosa di separato dagli individui, non hanno certo una vita propria, ma si comprendono solo attraverso le persone che le incar-nano. La narrazione, come forma di conoscenza della realtà e costruzione di significati, trova la propria origine negli studi di psicologia sociale classica e nella recente psicologia cognitiva, basti citare, a titolo esemplificativo, l’opera di Bruner. Secondo vari studiosi, le strutture narrative sono forme universali, attraverso cui si comprende la realtà e si comunica su essa. La narra-zione permette, infatti, di costruire significati, grazie ai quali gli uomini interagiscono con il sistema di convenzioni culturali, all’in-terno del quale vivono o, nel caso degli stranieri, imparano a vivere. Raccontando, inoltre, si impara ad affrontare l’incerto, il non cono-sciuto, veicolati dall’altro che ha già vissuto e costruito l’esistente. Nel contempo, è proprio nel narrare che si rafforzano le condivisioni di senso che portano costruzioni condivise. Queste, quindi, racchiu-dono la posizione di più soggetti e, proprio per questo, appaiono ricche di aspetti emotivi e cognitivi.

Il narrare apre alla relazione e consente al soggetto di riflettere su vissuti cognitivi ed affettivi. Attraverso la narrazione vengono indi-viduati e ripercorsi eventi e cambiamenti, si creano occasioni per creare corrispondenze, per condividere e comprendere non solo il passato, l’accaduto, ma anche per proiettarsi, per orientarsi, per mo-dificare l’agire individuale e di gruppo, per socializzare conoscenze, rendere pubbliche competenze e concertarle per il raggiungimento di obiettivi comuni.

La narrazione come stile della documentazione

“La cultura della documentazione”, che, nella nostra scuola, è prassi

consolidata, nasce dalla volontà di mostrare non solo ciò che l’istitu-

zione pensa, dichiara e realizza, ma anche il potenziale di cultura

didattica che essa mette a disposizione per la crescita della professio-

nalità, nell’ambito della ricerca e dell’innovazione didattico-

pedagogica, fornendo, inoltre, le informazioni giuridiche e ammini-

strative indispensabili per il riconoscimento dei percorsi formativi.

La cultura della documentazione si rende, pertanto, necessaria per:

• testimoniare l’evolversi di atteggiamenti, comportamenti, com-petenze;

• barrare per ripercorrere le fasi di crescita di un’esperienza;

• conservare memoria dell’agito;

• tracciare itinerari fruibili, replicabili;

• monitorare il processo formativo;

• valutare per regolare le azioni formative;

• impostare progetti di miglioramento;

• valorizzare soggetti e buone pratiche;

• socializzare;

• migliorare e migliorarsi;

• controllare l’efficacia e l’efficienza delle esperienze. Nel procedere all’organizzazione e all’elaborazione della documenta-zione la scuola conduce, quindi, una riflessione continua, partendo dall’assunto che “documentando” si evita l’isolamento e il rischio dell’autoreferenzialità.

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La Nostra Scuola è… DOCUMENTAZIONE

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La documentazione per il miglioramento continuo

Un effetto a medio e lungo termine delle azioni di documentazione è dato dal miglioramento continuo, anche alla luce di quanto di-sposto dall’art. 1 del D.P.R. 275/1999, che sottolinea, appunto, come “[…] l’autonomia delle istituzioni scolastiche è finalizzata a garantire il successo formativo degli alunni coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema d’istruzione e con l’esi-genza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e ap-prendimento”. Che cosa significa migliorare l’efficacia del processo di insegna-mento e apprendimento? Perché si dovrebbe migliorare? Come coniugare gli obiettivi del sistema d’istruzione con la mission della scuola? Ogni istituzione scolastica deve progettare e attuare il processo di miglioramento e questo significa: fare ricorso all’autovalutazione come punto di partenza; indicare percorsi puntuali e traguardi di sistemi condivisi. L’autovalutazione d’Istituto non può essere considerata come una forma di autoreferenzialità della singola scuola, ma deve diventare una strategia attuata consapevolmente, per migliora-re il servizio erogato, utilizzando modelli condivisi. “Il processo di valutazione, che consente a un’amministrazione di individuare chiaramente i punti di forza e aree di migliora-mento, deve tradursi in azioni di miglioramento pianificate e monitorate nel tempo per verificarne l’andamento” e, pertanto, quando un’istituzione scolastica effettua l’autovalutazione, at-

tua un processo i cui elementi caratterizzanti sono rappresentati dalla sistematicità, periodicità, condivisione e diffusione. Alla luce di tali considerazioni, il nostro Istituto è impegnato in un percorso di miglioramento continuo per: effettuare una valutazione fondata su evidenze riferite a criteri ampiamente condivisi a livello europeo; identificare i progressi raggiunti nel tempo; raggiungere il consenso su ciò che deve essere fatto per migliora-re; collegare i risultati con le azioni di miglioramento; creare motivazione nel personale per attuare i miglioramenti; promuovere e condividere le buone pratiche.

Controllo della qualità e miglioramento continuo

La scuola, al fine di assicurare la qualità, svilupparla e perseguire standard più elevati, utilizza misure valutative che combinano diverse procedure, quali:

• l’utilizzo di test di apprendimento, specialmente nelle mate-rie chiave;

• l’estensione della valutazione esterna;

• lo sviluppo di standard;

• la gestione della qualità nella scuola;

• il rafforzamento dell’autonomia;

• lo sviluppo di programmi e profili specifici;

• la promozione di cooperazione interscolastica. Il controllo, dunque, che la scuola attua, investe più aspetti, così come si evince dallo schema. Le pratiche valutative, all’interno della nostra Scuola, si dispiegano, pertanto, su più canali. Innanzitutto, la valutazione si esplica, a livello interno, attraver-so, come detto, procedure di autovalutazione. A queste si affianca la valutazione esterna di spettanza dell’Inval-si, il quale, secondo quanto stabilito dalla legge 176 del 2007, effettua le procedure necessarie per le rilevazioni finalizzate al monitoraggio del valore aggiunto realizzato dalle scuole. Infine, segue la valutazione di sistema. Dall’analisi critica delle risultanze ottenute attraverso tali prati-che il nostro Istituto riflette su quegli aspetti chiave per il perse-guimento del miglioramento della qualità.

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Azioni per il miglioramento

Nell’ottica del perseguimento del miglioramento continuo, la nostra Scuola pianifica e pone in essere le seguenti azioni: progettare in dettaglio gli indicatori più utili e rispondenti alla neces-sità di verificare ogni area del progetto di scuola; mettere a punto un sistema di rilevazione, sia interno che esterno, per la raccolta delle informazioni necessarie alla valutazione; coordinare le rilevazioni e la tabulazione dei dati; individuare le criticità emerse e ipotizzare le possibili soluzioni; predisporre rapporti di sintesi per i diversi organi decisionali; ooordinare la progettazione delle azioni di miglioramento; curare la raccolta e la documentazione “storica” degli esiti della valu-tazione per effettuare, a distanza, confronti e analisi successive in merito ai processi. In particolar modo, relativamente, alla strutturazione di un sistema di rilevazione per la raccolta dei dati utili ai fini della valutazione, predi-spone una serie di strumenti da utilizzare in situazioni diverse di rilevazione e rivolte a diversi soggetti. Per quanto concerne, poi, la componente allievi, si procede con l’ela-borazione di questionari funzionali alla rilevazione del grado di ap-

prezzamento delle attività progettate, ma anche il livello individuale di partecipazione, coinvolgimento e motivazione, promuovendo forme di auto-osservazione e auto-monitoraggio continuo sui processi di apprendimento. La rilevazione, infine, nei confronti dei genitori prevede momenti generalizzati e formalizzati mediante somministrazione di questionari predisposti per accertare la qualità complessiva del servizio scolastico erogato, sebbene, per la conduzione di indagini più approfondite e mirate su aspetti specifici della progettazione, la scuola organizzi momenti di focus group. I docenti sono chiamati a registrare l’andamento del processo di inse-gnamento/apprendimento, annotando, periodicamente, le attività svolte, segnalando la rispondenza con quanto progettato inizialmen-te; tale pratica serve sia a scopo documentale, sia per riportare, in tempo, reale gli elementi ostacolanti e a mettere in risalto i possibili percorsi di aggiustamento. Nel corso di un intero anno scolastico si prevedono, poi, fasi successi-

ve, inerenti al controllo della progettazione di Istituto, così come

esemplificato dal cronogramma di seguito riportato.

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La Nostra Scuola è… DOCUMENTAZIONE

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La Nostra Scuola è… VALORIZZAZIONE

Il sistema di istruzione, soprattutto negli ultimi anni, ha subito pro-fonde trasformazioni, che hanno comportato, sia in fase di program-mazione, che nella didattica applicata, l'adozione di nuovi modelli, tanto più che la Scuola rappresenta il luogo preposto all’acquisizione di quelle strumentalità di base, senza le quali sarebbe impossibile avere accesso alla complessità del mondo contemporaneo, informato ai paradigmi della globalizzazione e, primo tra tutti, all’inter-cultura. Alla Scuola, pertanto, spetta il compito di fornire supporti adeguati affinché ogni persona sviluppi autonomamente un’identità consapevo-le e aperta, in un clima ispirato ai valori della tolleranza e della pacifi-ca convivenza. Parallelamente, però, la formazione scolastica dovrà fornire anche le chiavi per un'autentica alfabetizzazione, attraverso l’acquisizione dei fondamenti epistemologici dei saperi, dei linguaggi specifici, dei metodi di indagine, in un complesso di abilità e compe-tenze sempre più articolate. Inoltre, come, peraltro, viene ribadito nei

diversi e importanti documenti di indi-rizzo emanati dalle Istituzioni europee, gli apprendimenti non debbono mai presentarsi come saperi inerti, lontani dal mondo reale e avulsi dalla concre-tezza della vita quotidiana. Il sapere, in altre parole, deve configurarsi sempre più come "saper fare" in situazioni com-plesse e quasi mai prevedibili. La cono-scenza diventa, così, funzionale al suo impiego, connotandosi essa stessa come competenza, che sarà spendibile nei contesti autentici prodotti dalla scuola, così come in quelli reali della vita quoti-diana, in vista del raggiungimento dell’obiettivo della formazione di co-scienze critiche. Lo scopo della scuola, infatti, non è quello di formare uno studente omolo-gato, passivo o standard, ma di proietta-re il soggetto verso una nuova definizio-ne delle conoscenze, affinché diventi in grado di rielaborarle criticamente, me-diante percorsi formativi sempre più rispondenti alle inclinazioni personali di ognuno, nella valorizzazione delle di-verse dimensioni costitutive dell’indivi-duo. La didattica laboratoriale si inserisce a pieno titolo nella prospettiva di uno sviluppo non solo della dimensione cognitiva, ma anche di quella affettiva, sociale e relazionale, in quanto essa consente all’alunno di vivere esperienze

formative mettendo in gioco non solo le sue capacità cognitive, ma anche la sua identità personale, il suo modo di interpretare regole e ruoli, la sua voglia di confrontarsi e di condividere le esperienze e le idee con i compagni. Consentendo, infatti, di superare le due cause principali poste alla base di un apprendimento superficiale, meramen-te riproduttivo e che genera un trasfert limitato delle conoscenze all’interno e all’esterno della scuola, ossia la separazione tra i due momenti della costruzione e dell’utilizzo della conoscenza, nonché la natura decontestualizzata del sapere, tale approccio persegue la co-struzione di un apprendimento significativo, nella misura in cui pro-muove lo svolgimento di attività relativamente a specifici contesti d’uso, attraverso l’esecuzione di compiti autentici, attivando e soste-nendo pratiche d’indagine riflessive, così da favorire la costruzione di conoscenze, abilità e competenze in modo non generalista, privile-giando forme di collaborazione tra pari.

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La Nostra Scuola è…INTEGRAZIONE

Oggigiorno, giungono alla scuola istanze di diverso genere. Se, da una parte, si reputa indispensabile l’acquisizione delle strumenta-lità di base, in particolare di quelle linguistiche e matematiche, senza le quali è impossibile un approccio ad apprendimenti com-plessi, dall'altra, si avverte l'esigenza di andare oltre una mera alfabetizzazione culturale. Al di là del possesso delle nozioni che consentono di orientarsi nell’ambiente fisico, sociale e culturale di riferimento, la scuola deve, infatti, garantire una sostanziale inte-grazione tra esperienze e culture diverse, al fine di elaborare un modus vivendi adeguato al nuovo modello sociale. È come se ci trovassimo di colpo a vivere in un orizzonte allargato, in cui nuo-vi linguaggi, nuovi modi di relazionarsi, nuovi paradigmi ideolo-gici sembrano dominare un mondo sempre più interconnesso e proiettato verso la scala globale. In tutti i più importanti documenti emanati dalle Istituzioni euro-pee sulla scuola emerge, con chiarezza, l’esigenza fondamentale: che tutti gli apprendimenti non restino inerti, ma che si trasfor-mino in risorse idonee a un esercizio di competenze spendibili nel mondo contemporaneo. L'Istituto Comprensivo “San Giovanni Bosco” intende muoversi proprio in questa direzione, operando

una sintesi tra “le mete formative” da far raggiungere agli alunni e la messa a punto di un curricolo e di una didattica orientata allo sviluppo delle competenze. L’attenzione costante è da noi posta alla condizione infantile e adolescenziale. Spesso la scuola si trova ad accogliere “bambini accelerati”, stregati da video e computer, adolescenti “senza infan-zia”, spesso bambini “iper-protetti”, senza capacità di affrontare gli ostacoli della vita, bambini convinti che tutto sia loro dovuto, esposti agli stessi messaggi degli adulti. La scuola cerca di porsi in sintonia con tutti loro, ritenendo di doversi riappropriare di un potere di intervento educativo e formativo, interrogandosi altresì sulle direzioni, sulle traiettorie e sulle modalità di tale intervento. Il nostro Istituto intende, così, sostenere ogni alunno nel dare un senso alle sue esperienze, divenendo in tal modo “ambiente prefe-renziale” per l’esperienza di relazione, di conoscenza, di vita del discente e del suo futuro sociale. In tale ottica, perciò, ragiona su azioni da promuovere ed opera costantemente l’integrazione di metodologie, tecniche e strumenti al fine di favorire lo sviluppo di “intelligenze strategiche” ( E. Morin “La testa ben fatta”).

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SUSCITARE NEGLI ALUNNI LO STUPORE E LA MERAVIGLIA PER LA

CONOSCENZA La passione per la conoscenza genera altra passione.

FAR EMERGERE LE CONOSCENZE SPONTANEE Porre domande significative, cogliere nuclei fondanti, stimolare

rappresentazioni ingenue, categorizzarle, filtrarle, elaborare nuo-

ve conoscenze. STIMOLARE ALLA SCOPERTA Rinforzo alla costruzione della conoscenza, evitando di fornire

risposte, ma stimolando la motivazione e il desiderio di apprende-

re. PROMUOVERE LA COSTRUZIONE DI UNA INTELLIGENZA GENERALE Dare informazioni riferite al contesto e al globale, in modo multi-

FAVORIRE LA RIFLESSIONE SUI PROCESSI MENTALI Brainstorming, narrazioni, rappresentazione.

FACILITARE L’INTERIORIZZAZIONE DI MODELLI Costruzione “personale” della propria “mappa del mondo”.

Strategie per l’apprendimento

Fondamentale è la propensione al dialogo che si alimenta attraverso:

l’atteggiamento democratico rispetto dell'altrui parere;

l’argomentazione basata su una tesi sostenuta da criteri e princi-pi;

il momento euristico;

la costruzione di un percorso di conoscenza;

il rispetto delle idee degli altri;

l’eventuale cambiamento, modificazione e/o arricchimento della propria opinione.

Le idee di Edgar Morin, in tal senso, sembrano offrire un adeguato vademecum: “Una testa ben fatta è una testa atta ad organizzare le conoscenze così da evitare la loro stessa accumulazione” (E. Morin “La testa ben fatta”). Nella nostra scuola, l’educazione viene intesa come cultura volta alla costruzione del “percorso formativo” dei bambini e degli adolescenti: l’attenzione al soggetto, alla relazione, al contesto, al globale e al com-plesso forniscono le basi per una capacità progettuale, che connette inevitabilmente teoria e pratica, per giungere all’integrazione dei sa-peri, anche attraverso l'utilizzo di un metodo critico. La scuola opera, così, una integrazione dei saperi attraverso un dialogo critico attento.

Individuazione obiettivi

minimi

Attività di recupero

Individualizzate (in caso di

competenze inferiori)

Attività di potenziamento/

ampliamento (in caso di com-

petenze superiori)

PERSONALIZZAZIONE

OBIETTIVI FORMATIVI

Lavori multi-disciplinari

Progetti integrati

Mappe concettuali

Coordinamento tra discipline

Nuclei tematici

INTEGRAZIONE TRA

DISCIPLINE

CONTINUITÀ

VERTICALE

Progetti comuni e tutoring

(alunni di diversi ordini di

scuola)

Responsabili di progetto

(docenti di diversi ordini di

scuola)

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La Nostra Scuola è…PASSIONE

L’Istituto “San Giovanni Bosco” ha ridefinito il ruolo e la professio-nalità docente a partire dall’analisi etimologica del termine “maestro”, dal latino “magister”, ossia colui che guida, che spiana il cammino, con la consapevolezza di ciò che insegna. È convinzione della scuola che il vero maestro sia colui che sa instaurare un rappor-to significativo con l’alunno e che opera in modo da rappresentare per lui un valido modello di riferimento. Pertanto, per essere mae-stro è necessario possedere un ideale di vita, saper condurre per

mano l’alunno lungo i sentieri della vita, favorendo in lui lo sviluppo della capacità di percepirsi come unico, di sentirsi affettivamente protetto. La nostra scuola, quindi, si connota per la volontà di cre-scere nella relazione educativa e nella trasmissione del “curricolo implicito”, che deve essere patrimonio personale di ogni insegnante, in modo da poter essere proposto ai bambini e ragazzi. Ma la premesse indispensabile per “sentirsi maestri” è il vivere il mondo della scuola con passione.

La passione che informa il nostro operato trae alimento dalla volontà

di affrontare tutti i problemi nella loro complessità, al fine di trasmet-

tere alle nuove generazioni i diversi saperi e, nel contempo, promuo-

vere l’apprendimento dei modi di acquisizione e manutenzione di que-

sti patrimoni nell’arco di tutta la vita, sia attraverso le competenze

professionali del singolo insegnante, sia mediante l’agire collettivo.

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La Nostra Scuola è…INNOVAZIONE

Nell’ambito della contemporanea società globalizzata, informata alla complessità (Morin) e liquidità (Baumann), l’innovazione e il cambiamento diventano le principali coordinate che ne orientano l’evoluzione e, nello scenario che viene a configurarsi, la Scuola, che del sistema articolato di tale società è parte integrante, è chiamata a tenere il passo con i mutamenti in atto, ridefinendo continuamente il proprio mandato. In realtà, un elevato grado di mobilità interna è stato, da sempre, fisiologicamente connaturato alla Scuola, tanto più che il continuo ricambio di alunni incide e rimodula costantemente la scala dei bisogni e degli interessi e, così, anche gli ambienti di apprendimen-to sono destinati a mutare. Ciononostante, sebbene lo scenario politico, economico e sociale, caratterizzato, appunto, dalla incedente globalizzazione, presenti fattori dinamici, che determinano il continuo cambiamento, i pro-cessi di adeguamento dei quadri normativi, a siffatte evoluzioni, risultano spesso più lenti, cosicché l’accelerazione dei mutamenti

politici, sociali ed economici viene a rappresentare, per la Scuola, una sfida a cui è necessario rispondere con altrettanta prontezza e dinamismo. Occorre, tuttavia, sottolineare che una discreta capacità di adattamento si rende oltremodo necessaria anche alla luce delle nuove acquisizioni maturate in campo psicologico e pedagogico, là dove prendono corpo nuovi percorsi e paradigmi, che implicano, pertanto, non solo una assecondamento del cambiamento, ma una sua, se possibile, anticipazione. A tale scopo è necessario implementare un approccio orientato alla

continua ricerca di moduli organizzativi e gestionali in grado di

contemperare i principi della buona didattica e del successo formati-

vo con i criteri di efficacia ed efficienza da implementare sul versan-

te gestionale e amministrativo, il che comporta, a livello individuale

e collegiale, la presenza di una forte tensione motivazionale, che

deve far leva sulla specifica professionalità degli operatori in un

clima organizzativo aperto e dinamico

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Pertanto, per fornire una risposta compiuta alle nuove emergenze, la Scuola deve continuamente ripensarsi, rimodulare la sua vision, mettere in discussione prassi consolidate, cercando di costruire nuovi percorsi. Il processo di cambiamento, che prende, così, avvio, va governato e sostenuto attraverso lo sviluppo di una policy adeguata, nell’ambito della quale il Dirigente scolastico deve assumere il ruolo strategico di leader trasformazionale, ponendo sotto la sua guida l’organizzazione e la gestione dei processi. Il management del cambiamento costituisce, infatti, un momento estremamente delicato, in cui è necessario abban-donare schemi di azione e mappe cognitive consolidate. In altri termini, in un sistema complesso tali processi vanno gestiti, governati e razionalizzati attraverso una politica che non si riduca a

una mera lista di azioni da compiere, ma che configuri lo spazio di una vera e propria attività creativa, che si dispiega su più versanti. In prima istanza, un processo di cambiamento deve prendere il via dall’analisi delle variabili implicate nei campi di forza rappresentati dal quadro delle situazioni di contesto interne ed esterne all’organizzazio-ne scolastica. Detta analisi, infatti, passando attraverso il bilanciamento tra fattori positivi e negativi, consente di convogliare le energie dell’i-stituzione verso la direzione auspicata. In altri termini, una analisi preliminare, che tenga conto dei vincoli, punti di forza, criticità, rischi, si rende necessaria prima di progettare qualsiasi azione.

Ma un processo di cambiamento non può prescin-dere dall’analisi e valorizzazione delle risorse, così che, qualora dovessero emergere dei gap, questi andranno colmati attraverso politiche volte alla formazione del personale, all'incremento delle risorse stesse disponibili, al miglioramento del clima organizzativo. Sarebbe necessario, in tale contesto, assicurare, inoltre, anche strumenti cognitivi coerenti con il cambiamento da sostene-re, attraverso azioni di beanchmarking finalizzate, precipuamente, a “costruire” una cornice metodo-logica entro cui sviluppare e sistematizzare princi-pi e azioni in vista del miglioramento continuo. Ciò comporta la necessità di determinare i tipi di cambiamento richiesti, prevedendo i possibili effetti cosiddetti “valanga”, individuando i gruppi di problemi, in successione gerarchica, formando figure di “facilitatori”, istituendo gruppi operativi, gestendo i conflitti, nonché monitorando e con-trollando gli sviluppi delle azioni intraprese.

Ogni cambiamento è un processo di “coinvolgimento diffu-sivo”, che richiede un impegno individuale e collettivo. Esso deve essere gestito concretamente e, non solo, pianifi-cato. Importanti leve per un programma di cambiamento fondato su un approccio di tipo partecipativo diventano, quindi, la comunicazione strategica, la negoziazione, l’ap-prendimento. In particolare, la comunicazione strategica, praticata a diversi livelli e rivolta all’interno e all’esterno dell’istituzione scolastica, viene a sostituire quella formale, rappresentando il complesso delle strategie adottate in vista dei risultati da perseguire, i valori impliciti ed esplici-ti, a cui deve ispirarsi la quotidiana azione didattica e, infi-ne, i processi che si intendono rivedere e riconfigurare.

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La Nostra Scuola è…INNOVAZIONE

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La Nostra Scuola è…ORGANIZZAZIONE

La collegialità è ormai prassi consolidata tanto da rappresentare il modus operandi attraverso il quale la gestione democratica e partecipativa della scuola trova concreta attuazione. Il varo della L. N. 275, che ha introdotto a pieno titolo la cosid-detta autonomia scolastica, ha comportato un sostanziale raffor-zamento della pratica collegiale. Alcuni importanti spazi decisio-nali in campo organizzativo, didattico e gestionale sono stati, infatti, affidati alla potestà degli organi di governance delle singole istituzioni scolastiche. Ma l'autonomia ha comportato, altresì, l'assunzione di precise responsabilità. Il controllo costante di tutte le variabili interne ed esterne che intervengono nel processo di insegnamento-apprendimento è la prima e più importante ricaduta in tal senso. Tutte le risorse umane e professionali della scuola, opportuna-

mente ottimizzate e valorizzate, sono, infatti, funzionali al rag-giugimento di un'unica e fondamentale finalità: quella di fornire risposte ai bisogni formativi degli alunni. L’ampliamento dei poteri decisionali e degli spazi di flessibilità, nella definizione dell’offerta formativa, rafforza le responsabilità individuali e collettive, determinando una puntuale definizione di ruoli e competenze di tipo didattico e organizzativo, a livello di Istituto, come di sistema. La “decisione”, dunque, entra a far par-te del tessuto connettivo di un'organizzazione come la scuola, tradizionalmente caratterizzata dai suoi "legami deboli" (Weick). L’esercizio della collegialità va inteso, pertanto, come lavoro scolastico coordinato. Nella scuola dell’autonomia, risulta fonda-mentale, infatti, l'acquisizione di capacità tese a creare sinergie intorno a obiettivi di breve, medio e lungo termine.

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La Nostra Scuola è…OFFERTA FORMATIVA

La Legge N. 107/2015, dando piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche e introducendo la predisposizione del Piano trien-nale dell’Offerta Formativa, aumenta la responsabilità di ogni scuola che è chiamata ad assumersi, in piena libertà, il compito di definire:

• quali finalità formative devono essere realizzate nel triennio;

• quali contenuti sono adatti a realizzare tali finalità;

• come si devono organizzare e gestire le esperienze educative;

• come si fa a stabilire se le finalità sono state raggiunte. Queste operazioni devono essere effettuate prima di predisporre il curri-

colo, perché consentono di stabilire il quadro di riferimento e i criteri rispetto ai quali vengono prese le decisioni curricolari. Certamente nessuna persona di buon senso può dire di conoscere i se-greti del successo scolastico e di poter dominare tutte le variabili che incidono sull’apprendimento, ma l’attenta considerazione di ciò che emerge da queste operazioni preliminari costituisce la base necessaria per predisporre un curricolo idoneo ad adeguare il “fare scuola” alle istanze del nostro tempo e a ridurre la carenza di apprendimento e lo scarto esistente fra le proposte didattiche della scuola e il mondo dei nostri studenti, con la loro cultura e i loro linguaggi.

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