Piano dazione SCUOLA 21 Progetto ECOLOGICA.MENTE: valorizzare la biodiversità nel territorio locale...

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Piano d’azione SCUOLA 21 Piano d’azione SCUOLA 21 Progetto “ECOLOGICA.MENTE: valorizzare la Progetto “ECOLOGICA.MENTE: valorizzare la biodiversità nel territorio locale” biodiversità nel territorio locale” Azione di promozione del miglioramento dei Azione di promozione del miglioramento dei processi educativi per favorire la processi educativi per favorire la crescita delle persone nella comunità crescita delle persone nella comunità Percorso didattico sulle specie alloctone e Percorso didattico sulle specie alloctone e sulla conservazione della biodiversità” sulla conservazione della biodiversità” Marco Trizzino Unità di Analisi e Gestione delle Risorse Ambientali Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate Università degli Studi dell’Insubria, Varese

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Piano d’azione SCUOLA 21Piano d’azione SCUOLA 21

Progetto “ECOLOGICA.MENTE: valorizzare la Progetto “ECOLOGICA.MENTE: valorizzare la biodiversità nel territorio locale”biodiversità nel territorio locale”

Azione di promozione del miglioramento dei processi Azione di promozione del miglioramento dei processi educativi per favorire laeducativi per favorire la

crescita delle persone nella comunitàcrescita delle persone nella comunità

““Percorso didattico sulle specie alloctone e Percorso didattico sulle specie alloctone e sulla conservazione della biodiversità”sulla conservazione della biodiversità”

Marco TrizzinoUnità di Analisi e Gestione delle Risorse Ambientali

Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate

Università degli Studi dell’Insubria, Varese

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Percorso didattico sulle specie alloctone e sulla conservazione della biodiversità Busto Arsizio (VA) 19 ottobre 2012

Gli invertebrati alloctoni e la loro Gli invertebrati alloctoni e la loro

influenza su biodiversitinfluenza su biodiversità, produzioni à, produzioni

agricole, salute e attività umaneagricole, salute e attività umane

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Piante e animali che si insediano in Piante e animali che si insediano in

nuovi habitat per loro inconsueti nuovi habitat per loro inconsueti

possono sopraffare la flora e la possono sopraffare la flora e la

fauna autoctone e nuocere fauna autoctone e nuocere

all’ambiente. Questi organismi sono all’ambiente. Questi organismi sono

noti come «specie invasive».noti come «specie invasive».

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Hanno anche un impatto sociale ed economico, ad esempio sulla salute

umana, sulla pesca, sull’agricoltura e sulla produzione di alimenti.

L’ aumento degli scambi commerciali, del turismo e del trasporto di merci tra paesi

diversi ne ha accelerato la diffusione.

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L’UE ha di recente avanzato L’UE ha di recente avanzato

alcune proposte relative a una alcune proposte relative a una

strategia comunitaria di lotta strategia comunitaria di lotta

alle specie invasive. alle specie invasive.

È indispensabile È indispensabile

un’individuazione precoce: è un’individuazione precoce: è

molto più facile ed molto più facile ed

economicamente conveniente economicamente conveniente

fronteggiare nuove specie prima fronteggiare nuove specie prima

che si insedino.che si insedino.

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Specie alloctone: danni Specie alloctone: danni

causaticausatiL’impatto delle specie invasive nel nuovo

ambiente può portare ad una graduale degradazione ed alterazione dell’habitat e al

declino delle specie native a volte fino all’estinzione

Gli impatti delle specie invasive sulle specie native (“danni ambientali”) possono avvenire

attraverso quattro meccanismi diversi:

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• Competizione per le risorse

• Predazione diretta

• Ibridazione con specie native

• Trasmissione di malattie

Effetto a cascata

Danni ambientali

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Specie invasive: minacciano la Specie invasive: minacciano la

biodiversitàbiodiversità• Aumenta la competizione per il cibo e per gli

ambienti favorevoli

• Possono essere resistenti a infestazioni o malattie locali (es. gambero)

• Assenza, almeno in una prima fase, di controllo da parte di predatori e parassiti

• Possono essere “diversamente socievoli”

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Specie invasive: Specie invasive:

minacciano la salute pubblicaminacciano la salute pubblica

Possono essere vettori di malattie (es. zanzara tigre)

Possono essere loro stesse causa di malattie (es. molte piante)

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Specie invasive: Specie invasive:

sono un problema economicosono un problema economico

• Nel 2008 il costo sostenuto per il controllo delle specie invasive e per rimediare ai danni da queste causati in tutta l’UE ha raggiunto un valore stimato compreso tra i 9,6 e i 12,7 miliardi di EUR.

• Dal 1992 l’UE ha speso oltre 38 milioni di EUR in 180 progetti, sia all’interno che all’esterno della rete delle zone protette Natura 2000. In confronto, gli Stati Uniti spenderebbero, secondo le stime, 80 miliardi di EUR all’anno nella lotta contro gli organismi biologici invasivi.

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Danni economiciDanni economici

• Alloctoni possono essere delle vere pesti per la produttività dei raccolti

• Lo stesso si può dire per piante alloctone

• Aumentano i costi di controllo

• Riduzione dei profitti per la pesca

• Alterazioni strutturali (es. nutria)

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Possibili soluzioni: prevenzionePossibili soluzioni: prevenzione• L’unica soluzione veramente efficace è quella di attuare

concreti sforzi di PREVENZIONE

• LISTE NERE: proibiscono l’introduzione di specie già note come invasive

• LISTE BIANCHE: lavorano sul principio di precauzionalità secondo il quale se le conseguenze di un’azione sono potenzialmente severe o irreversibili, l’assenza di certezza scientifica riguardo agli effetti negativi di quell’azione non dovrebbe essere usata come scusa per portare avanti l’azione

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Possibili soluzioni: sorveglianzaPossibili soluzioni: sorveglianza

Le invasioni biologiche sono spesso caratterizzate da un periodo di colonizzazione iniziale

relativamente lento seguito da un periodo di forte espansione

I tentativi di eradicare le specie invasive hanno maggiori probabilità di successo se vengono

eseguiti prima che la specie si sia diffusa

E’ molto importante sorvegliare attentamente per rilevare i segni di presenza delle specie invasive

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Gli Insetti hanno indubbiamente una Gli Insetti hanno indubbiamente una

parte importante in questo parte importante in questo

fenomeno. Oltre il 75% delle fenomeno. Oltre il 75% delle

segnalazioni di specie introdotte in segnalazioni di specie introdotte in

Europa dal 1995 al 2004 è, infatti, Europa dal 1995 al 2004 è, infatti,

rappresentato da questi Artropodi rappresentato da questi Artropodi

(Zapparoli, 2007).(Zapparoli, 2007).

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Insetti alloctoniInsetti alloctoni

• 728 specie (Zapparoli, 2007) = il 2% dell’entomofauna nazionale

• Prevalgono i coleotteri, gli omotteri e gli imenotteri

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Insetti alloctoni: distribuzioneInsetti alloctoni: distribuzione

La percentuale maggiore di insetti alloctoni è concentrata in Italia centrale e meridionale

Una percentuale inferiore si ha invece al nord e in Sardegna

Dipende da vari fattori: gradi di antropizzazione, tipologia di territorio, utilizzo del territorio

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Insetti alloctoni: origineInsetti alloctoni: origine

• Oltre il 96% è di origine non italiana (nel restante 4% si tratta di passaggi dalle isole al “continente”)

• Di questo 96%: circa un terzo arriva dalla regione Paleartica, il 22% da USA-Canada, il 20% dall’Africa, il 12% dal Sud America, l’11% dall’Oriente e meno del 6% dall’Australia

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Insetti alloctoni: cause e finalitàInsetti alloctoni: cause e finalità

• L’80% deriva da introduzione non intenzionale: commercio e trasporto di piante ospiti (causa principale), spostamenti umani e importazione di derrate

• Introduzione intenzionale: controllo biologico e scopi economici (es. impollinazione forzata)

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Insetti alloctoni: ambienti colonizzatiInsetti alloctoni: ambienti colonizzati

• Il 91,4% delle specie introdotte è stata segnalata in ambienti artificiali (ambienti confinati e/o protetti, aree urbane e suburbane, ambienti agrari, rimboschimenti)

• Solo l’8,6% è presente in ambienti seminaturali o naturali (formazioni aperte e arbustive, formazioni forestali, ambienti d’acqua dolce, grotte)

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Il controllo biologicoIl controllo biologicoSi può definire controllo biologico qualsiasi pratica che

sfrutta l’attività di nemici naturali quali predatori, parassitoidi o patogeni al fine di ridurre o eliminare

popolazioni di insetti dannosi

Comprende una larga serie di interventi che vanno dalla semplice conservazione di nemici

naturali per mezzo di un razionale uso dei pesticidi fino alla programmata introduzione di entomofagi affinché agiscano come insetticida

vivente

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Il controllo biologicoIl controllo biologico

• VANTAGGI: non subisce le restrizioni legali, ambientali e sanitarie a cui invece sono sottoposti gli insetticidi

• VANTAGGI: in teoria, gli entomofagi possiedono preferenze specifiche e pertanto non danneggiano tutti gli "organismi non bersaglio” (come invece accade per insetticidi)

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Il controllo biologicoIl controllo biologico• SVANTAGGI: Rispetto al controllo chimico, quello

biologico necessita di una capacità di gestione e programmazione superiore

• SVANTAGGI: Richiede più tempo

• SVANTAGGI: Host-shift. Questo è un grande problema del controllo biologico

• SVANTAGGI: Talvolta si introduce una nuova specie alloctona per controllarne una già presente, pensando di poter controllare quella di nuova introduzione. Ma spesso sfugge al controllo

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Il controllo biologico: strategieIl controllo biologico: strategie

• Controllo biologico classico (importazione di specie utili): consiste nel raggiungere le zone d’origine di una specie dannosa per individuare ed importare nel nostro paese i suoi nemici naturali

• Incremento delle popolazioni utili: si tratta di una strategia che mira ad aumentare la consistenza numerica delle popolazioni dei nemici naturali delle specie dannose. Si può realizzare facendo riprodurre la specie utile in strutture apposite

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Il controllo biologico: strategieIl controllo biologico: strategie

• Conservazione delle specie utili: è parte importante di qualsiasi tentativo di controllo biologico. Per questo, è fondamentale saper individuare tutti quei fattori che potrebbero limitare l’attività delle specie utili ed, all’occorrenza, volgerli a favore

• Limitare le specie utili: evitare che le specie utili diventino a loro volta dannose

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Invertebrati alloctoni per la Invertebrati alloctoni per la

fauna italiana: una fauna italiana: una

carrellatacarrellata

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Procambarus clarkiiProcambarus clarkii: :

gambero delle paludi della Louisianagambero delle paludi della Louisiana

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ProcambarusProcambarus clarkii clarkii: :

• Originario degli USA centro meridionali

• Introdotto in Italia meno di 30 anni fa, per le sue carni prelibate e per la facilità di allevamento

• Colonizza praticamente tutti gli ambienti di acqua dolce

• Resiste in ambienti anche molto inquinati

• Resiste per molto tempo fuori dall’acqua

• Si riproduce molto velocemente

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ProcambarusProcambarus clarkii clarkii: :

• Portatore sano di una malattia causata dal fungo Aphanomyces astaci: peste del gambero

• In breve è “uscito” dagli allevamenti e si è rapidamente diffuso in tutto il territorio italiano, a discapito del nostro gambero autoctono Austropotamobius pallipes

• Tra i vari problemi A. pallipes NON è immune alla peste del gambero, che ne ha decimato le popolazioni

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Orconectes limosusOrconectes limosusgambero americano IIgambero americano II

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Orconectes limosusOrconectes limosus

• Proveniente dalla costa est degli USA

• Introdotto in Europa alla fine del 1800

• Si è rapidamente diffuso, ma meno del Procambarus (solo in Lombardia, Piemonte, Lazio ed Emilia)

• Si nutre di tutto quello che trova sui fondali limosi, anche uova di pesci

• Per questo motivo l’uomo l’ha anche introdotto in determinati ambienti per limitare pesci alloctoni come il siluro

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Le due specie alloctone e la peste del gambero hanno decimato le popolazioni italiane del nostro gambero autoctono, che si è

estinto localmente in moltissimi siti

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Come distinguere le tre specie?Come distinguere le tre specie?

Spina sul carpo della chela

• Entrambe le specie alloctone sono dotate di una spina molto marcata sul carpo della chela. Tale spina è assente in A. pallipes

• P. clarkii è di un colore rosso molto più acceso rispetto a O. limosus

• P. clarkii ha i bordi del rostro divergenti, O. limosus paralleli

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Austropotamobius pallipes

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Harmonia axyridisHarmonia axyridis: coccinella arlecchino: coccinella arlecchino

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Harmonia axyridisHarmonia axyridis

• Coleottero Coccinellidae

• Origine Asiatica

• Si nutre di afidi e cocciniglie

• Più grande delle comuni coccinelle (6-8 mm)

• Si riproduce tantissimo e velocemente (fino a 5 generazioni l’anno!)

• Prima in USA (1916), poi in Ucraina, Bielorussia e Francia (1964-1982), la coccinella arlecchino è stata introdotto per il controllo biologico di molti afidi dannosi all’agricoltura

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Harmonia axyridisHarmonia axyridis

• In tutti gli Stati in cui è stata introdotta, è andata fuori controllo nel giro di pochi anni e si è espansa in tutto il continente Europeo e negli USA

• Sfrutta le risorse alimentari di altre coccinelle autoctone e ne mangia anche le larve: è quindi estremamente dannosa sotto il punto di vista della biodiversità, sostituendosi completamente alle specie autoctone

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Harmonia axyridisHarmonia axyridis

• La coccinella arlecchino è particolarmente pericolosa per i vitigni: in autunno si rifugia all’interno di grappoli particolarmente grossi e rilascia la propria emolinfa: tale emolinfa è amara e tossica per l’uomo, causando nausee e alterando il sapore del vino

• Durante lo svernamento si raccolgono in massa all’interno delle mura degli edifici, continuando a rilasciare emolinfa che causa vistose macchie alle pareti

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Metcalfa pruinosaMetcalfa pruinosa

Omottero (in qualche modo parente delle cicale)

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MetcalfaMetcalfa pruinosapruinosa

• Insetto fitomizo: si nutre di linfa vegetale, di cui digerisce solo le proteine, mentre il resto viene espulso sottoforma di melata

• La melata, una sostanza zuccherina, attrae le api che la trasformano in miele

• Origine americana, è stata introdotta accidentalmente in Veneto nel 1980 e da li si è diffusa in tutta Italia e Stati limitrofi

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Metcalfa pruinosaMetcalfa pruinosa

• Provoca seri danni all’agricoltura a causa di funghi di varie specie che si sviluppano sulla melata

• La Metcalfa può attaccare più di 200 specie diverse di piante, tra cui alcune di origine economica: vite, agrumi, pomacee (es. melo, pero) e drupacee (es. pesca, albicocca)

• Sottraendo linfa alle piante, le danneggia, e la melata ne imbratta foglie, germogli, frutti etc..

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Metcalfa pruinosaMetcalfa pruinosa: contenimento: contenimento

• Si sta tentando la lotta biologica utilizzando un imenottero (Neodryinus typhlocybae) parassitoide che proviene dalle stesse aree della Metcalfa

• Sembra essere un buon fattore di contenimento

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Rhynchophorus ferrugineusRhynchophorus ferrugineus: punteruolo : punteruolo

rossorosso

Coleottero Curculionidae

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Punteruolo rossoPunteruolo rosso

• Originario del sud-est asiatico

• Terribile parassita delle palme

• E’ stato importato accidentalmente prima in Medio Oriente (anni ‘80) e poi in Italia (2004) con il trasporto di palme ornamentali infestate

• Segnalato in Sicilia, Campania, Puglia, Marche, Abruzzo, Toscana, Liguria e Lazio

• Dovunque è arrivato, ha portato alla morte di centinaia di palme secolari, di diverse specie

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Punteruolo rossoPunteruolo rosso

• La femmina può deporre fino a 200 uova per volta, all’interno delle parti più giovani e tenere della pianta

• Dopo la schiusa, le larve si dirigono verso l'interno della pianta, scavando gallerie grazie al robusto apparato masticatorio e danneggiando soprattutto la zona del tronco immediatamente sottostante alla corona foliare

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Punteruolo rossoPunteruolo rosso

• In assenza di fattori limitanti, quattro generazioni possono arrivare a produrre, a partire da una coppia, fino a 53 milioni di esemplari

• Colpisce anche palme di interesse economico, come quella da cocco e quella da olio

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Punteruolo rosso: segni di infestazionePunteruolo rosso: segni di infestazione

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Punteruolo rosso: lottaPunteruolo rosso: lotta• Insetticidi se la diagnosi è precoce (ma purtroppo

almeno in fase iniziale è asintomatica)

• Utilizzare parassiti (virus e vermi nematodi): in Spagna stanno testando l’utilizzo di vermi nematodi parassiti, che riescono a raggiungere le gallerie scavate dalle larve: sia preventivo sia curativo

• Utilizzo di trappole sia a base di feromoni, sia a base di sostanze zuccherine, per la cattura degli adulti

• Lotta integrata

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Dryocosmus kuriphilusDryocosmus kuriphilus: :

Imenottero cinipide del castagnoImenottero cinipide del castagno

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Cinipide del castagnoCinipide del castagno

• Originario della Cina, è stato introdotto prima in Giappone, poi negli USA, e solo recentemente in Europa (Cuneo, 2002)

• Si è rapidamente diffuso e adesso si trova in 15 delle 20 regioni italiane

• E’ parassita del castagno europeo, e si riproduce per partenogenesi, con una sola generazione all’anno

• Non si conoscono i maschi della specie

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Percorso didattico sulle specie alloctone e sulla conservazione della biodiversità Busto Arsizio (VA) 19 ottobre 2012

Cinipide del castagnoCinipide del castagno

• La femmina depone 20-30 uova su ogni gemma

• Le gemme si trasformano in galle solo in primavera, quando la pianta è pronta per il risveglio vegetativo

• Una volta formatasi la galla, l’insetto si impupa nella propria cella, per poi sfarfallare e ovideporre a fine maggio-inizio luglio

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Cinipide del castagno: segni di presenzaCinipide del castagno: segni di presenza

• Gli attacchi del Cinipide sono facilmente indivi- duabili per la presenza sui castagni delle galle che si presentano come escrescenze tondeg- gianti, con superficie liscia e lucida, inizialmente di color verde chiaro e in seguito rossastre

• Le galle si possono trovare su germogli, nervature fogliari e infiorescenze

• Le galle rimangono a lungo sulla pianta, anche in inverno

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Cinipide del castagno: danniCinipide del castagno: danni

• Causa danni sia alla produzione di frutti (castagne), a causa dell’inadeguato sviluppo dei fiori, sia all’accrescimento legnoso

• Permangono sulla pianta parti a ridotto accrescimento, dove rimangono foglie secche dell’anno precedente

• N.B. Il Cinipide da solo non è responsabile della morte dei castagni, ma li indebolisce molto, rendendoli più facilmente soggetti ad attacchi di altri parassiti ed agenti patogeni

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Cinipide del castagno: lottaCinipide del castagno: lotta• Da alcuni anni in Italia, a partire dal Piemonte

(prima Regione interessata dall'attacco del Cinipide), è iniziata l'introduzione nei boschi di castagno del parassitoide monofago specifico che è stato isolato nella zona di origine: il Torymus sinensis, insetto imenottero che si nutre del Cinipide stesso e che rappresenta attualmente l'unica forma di lotta valida

• La femmina del Torymus depone le proprie uova nelle galle del Cinipide, ed in questo modo le sue larve distruggono quelle dell’insetto aggressore

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Anoplophora chinensisAnoplophora chinensis: :

Tarlo asiaticoTarlo asiatico

Adulto misura 2,5 cm

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Anoplophora chinensisAnoplophora chinensis

• Coleottero Cerambycidae originario dell’estremo oriente

• Arrivato in USA nel 1996, in Europa (Olanda) nel 1980 e in Italia nel 2000

• Al momento presente solo in alcune province Lombarde (Varese, Milano, Brescia) e a Roma

• Attacca un grande numero di specie di latifoglie

• Introdotto con il commercio di piante ornamentali infestate

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Anoplophora chinensisAnoplophora chinensis: :

danni e segni di presenzadanni e segni di presenza• Danni molto ingenti sono causati dalla larva, che

scava gallerie all’interno delle piante, sviluppandosi in due anni

• Al termine dello sviluppo sfarfallano, uscendo dai peculiari grossi fori circolari (1,5 cm) da fine maggio in poi

• Un altro “sintomo” è rappresentato da fori di ovideposizione (a forma di “T”) su corteccia e/o radici

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Anoplophora chinensisAnoplophora chinensis: :

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Anoplophora chinensisAnoplophora chinensis: lotta: lotta

• Al momento l’unica soluzione efficace sembra essere l’abbattimento e incenerimento delle piante infestate

• Si sta tentando, in Italia, il rilascio dell’imenottero parassitoide Aprostocetus anoplophorae, ma da solo non sembra in grado di contenere il tarlo

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Cacyreus marshalliCacyreus marshalli: :

farfalla (licenide) dei geranifarfalla (licenide) dei gerani

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Farfalla dei geraniFarfalla dei gerani

• Originaria del Sud Africa

• Arrivata in Europa nel 1989 e in Italia nel 1996 (Lazio)

• E’ diffusa adesso in tutte le nostre regioni

• Introduzione causata da commercio di piante infestate

• Presenta 5-6 generazioni l’anno, nell’arco di 60 giorni (adulti in primavera)

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Farfalla dei gerani: danniFarfalla dei gerani: danni

• I danni sono causati dalle larve, che prima danneggiano le foglie e i boccioli florali, e successivamente scavano gallerie negli steli

• Le larve escono quando sono quasi mature, e si nutrono di fiori e foglie

• In caso di forti attacchi si ha totale perdita dei fiori e morte della pianta

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Farfalla dei gerani: danniFarfalla dei gerani: danni

• Per il contenimento delle larve sono stati ottenuti buoni risultati con insetticidi

• In ambito domestico si consiglia l’eliminazione delle piante colpite

• Sono stati individuati alcuni parassitoidi della specie, che però da soli non sembrano in grado di contenerla

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Culicoides Culicoides (ex (ex AedesAedes)) albopictus albopictus

zanzara tigrezanzara tigre

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Zanzara tigreZanzara tigre• Originaria del sud-est asiatico, diffusa ormai in tutto il

mondo

• In Italia è arrivata, a Genova, nel 1998, con un carico di pneumatici importati dall’estero

• A differenza delle altre specie di zanzara presenti in Italia, è attiva tutto il giorno

• Depone le uova in piccole raccolte d’acqua

• Le uova sono resistenti alla siccità

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Zanzara tigre: danniZanzara tigre: danni

• Oltre agli uomini punge altri mammiferi e uccelli

• Ogni zanzara punge più di una volta, quindi sono particolarmente idonee ad essere vettori di malattie (anche da una specie all’altra)

• Nelle zone tropicali è vettore di diverse malattie quali la febbre gialla (dengue), la febbre del Nilo e la filariasi (dirofilariasi canina)

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Zanzara tigre: lottaZanzara tigre: lotta• E’ sostanzialmente impossibile da controllare con efficacia

• Fondamentali il monitoraggio e la distruzione dei luoghi di ovideposizione

• Trattamento di raccolte d’acqua con Bacillus thuringiensis (batterio larvicida)

• Insetticidi hanno effetto molto limitato

• Le trappole hanno un’efficacia molto variabile