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REGIONE SICILIA PROV. PA COMUNE di BELMONTE MEZZAGNO Approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del __.__.____ con atto n°__ – pubblicato all’Albo Pretorio del Comune Rep. ____ dal __.__.____ al __.__.____; PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE - EMERGENZA RISCHIO IDROGEOLOGICO 2013

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REGIONE SICILIA

PROV. PA

COMUNE di

BELMONTE MEZZAGNO

Approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del __.__.____ con atto n°__

– pubblicato all’Albo Pretorio del Comune Rep. ____ dal __.__.____ al

__.__.____;

PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE-

EMERGENZA RISCHIO IDROGEOLOGICO2013

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Autori del Piano:

- Ing. Pietro Di Liberto (Sindaco)

- Dott.ssa Cristina Rita Mazzola (Consulente del Sindaco)

- Dott. Vincenzo Bisconti (Ufficio P.C. Comune di Belmonte Mezzagno)

- Arch. Antonino Buttacavoli (Ufficio P.C. Comune di Belmonte Mezzagno)

Riferimenti:

- Linee guida per la predisposizione dei Piani di P.C. comunali e intercomunali in tema di rischi

idrogeologico (D.P. Gennaio 2011);

- Piano Stralcio di Bacino per l’assetto idrogeologico (P.A.I. ) - Bacino idrografico F.me Eleuterio e

area compresa tra il F.me Eleuterio e il F.me Oreto (Decreto N°120 del 21 gennaio 2011).

- Manuale operativo per la predisposizione di un piano Comunale o Intercomunale di Protezione Civile

(Ottobre 2007)

- Il rischio idrogeologico nel Comune di Belmonte Mezzagno - Dott.ssa Mazzola Cristina Rita (Tesi di

Laurea - Maggio2012)

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IL PIANO VIENE COSÌ ARTICOLATO:

PREMESSA

CAP.1 RELAZIONE ILLUSTRATIVA

1.1 Riferimenti generali del territorio

1.2 Assetto climatologico

1.3 Assetto morfologico

1.4 Assetto geologico

1.5 Assetto idrico sotterraneo

1.6 Assetto viario

CAP.2 SINTESI DEL CONTESTO GEOGRAFICO E STORICO

2.1 Inquadramento geografico

2.2 Contesto storico-culturale

2.3 Avvenimenti storici di dissesto idrogeologico

2.3.1 Rischio alluvione

2.3.2. Rischio frana

2.4 Interventi a salvaguardia del territorio

CAP.3 LIVELLI DI ALLERTA E MODELLO D’INTERVENTO

3.1 Modello di intervento

3.2 Struttura di coordinamento locale

3.2.1. Presidio Operativo - Presidio territoriale

3.2.2 Centro operativo comunale ( COC)

3.2.3. Funzioni di supporto

CAP.4. SCHEDE RISORSE UTILI

Cap.5 TAVOLE DI SINTESI

CONCLUSIONI

APPENDICE A - Studio idraulico del Torrente Landro, che attraversa il centro abitato e

confluisce nel Fiume Eleuterio.

APPENDICE B - Documentazione fotografica

ALLEGATO 1: Elenco risorse di protezione civile

ALLEGATO 2: Elenco telefonico e sitografia

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ALLEGATO 3: Popolazione residente suddivisa per via e famiglie in aree a rischio in

inondazione

TAVOLA 1: Reticolo idrografico

TAVOLA 2 : Tavola delle risorse

TAVOLA 3 : Rischio Geomorfologico e Criticità idrauliche CTR 595090

TAVOLA 4 : Rischio Geomorfologico e Criticità idrauliche CTR 595130

TAVOLA 5 : Viabilità principale e cancelli

TAVOLA 6 : Sedi viarie soggette ad inondazione

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PREMESSA

L'emanazione della L.R. n.14/98 riguardante “ Norme in materia di Protezione Civile” ha

determinato, in Sicilia, la giusta propulsione affinchè tutte le Istituzioni e tutti gli Enti Locali

attenzionassero con maggior impegno e serietà l'argomento “ Protezione Civile”, anche se,

di fatto, con la legge n. 225 del 24/02/1992, era stato istituito il “ Servizio Nazionale di

Protezione Civile e con il D. L.vo n.112 del 31/03/1998 erano state attribuite le funzioni ed i

compiti alle Regioni, alle Province ed ai Comuni.

Le attività di Protezione Civile, in riferimento alla legge istitutiva n. 225/1992, sono

sostanzialmente quattro:

la previsione, per la identificazione delle varie ipotesi di rischio;

la prevenzione, per ridurre al minimo o evitare i danni conseguenti a calamità;

il soccorso, per fornire ogni forma di prima accoglienza alla popolazione colpita;

il superamento dell'emergenza, volto all'attuazione delle iniziative necessarie alla

rimozione degli ostacoli ed alla ripresa delle normali condizioni di vita.

La legge prevede che dette attività vengano svolte dal Servizio Nazionale di protezione

Civile, costituito da una pluralità di istituzioni ( Comuni, Province, Regioni, Stato)

denominate componenti e da strutture operative ( Vigili del Fuoco, Forze dell'Ordine,

Volontariato, etc ) le quali, ordinariamente, svolgono i propri compiti istituzionali mentre, in

situazione di emergenza, devono intervenire in modo coordinato come se costituissero

uno specifico servizio destinato a tutelare l'integrità della vita, i beni, gli insediamenti e

l'ambiente dai danni o dal pericolo di questi ultimi derivanti da calamità naturali, da

catastrofi o da altri eventi calamitosi.

Il Sindaco, ai sensi dell'art.15, comma 3 della L.225/92, al verificarsi dell'emergenza

nell'ambito del territorio comunale,è la più alta Autorità Comunale di Protezione Civile.

Lo Stesso, al verificarsi delle emergenze, assume la direzione e il coordinamento dei

servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite avvalendosi della struttura

comunale di Protezione Civile ed ha l'obbligo di comunicare tempestivamente al Prefetto

ed al Presidente della Regione lo stato di emergenza.

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Il Sindaco gestisce l'emergenza attraverso il Piano Comunale di Protezione Civile di cui

ogni Comune, ai sensi dell'art. 2 della L.225/92 ed art. 108 del D.l.vo 112/98, deve dotarsi

assieme ad una vera e propria struttura comunale di Protezione Civile.

- con atto deliberativo n. 250 del 04/12/1988 la Giunta Municipale ha istituito l'Ufficio di

Protezione Civile ai sensi dell'art. 4 della L.R.n.14/98;

- con atto deliberativo n. 71 del 09/12/1988 il Consiglio Comunale ha approvato il

Regolamento Comunale di Protezione Civile e, nel contesto di esso, istituito il Gruppo

Comunale di Volontariato di Protezione Civile;

- con Determinazione n.22 del 23/04/2008 il Sindaco ha istituito l'Ufficio Comunale di

protezione Civile e contestualmente nominato il Responsabile, ai sensi della Direttiva

Presidenziale del 14/01/08;

Con determinazione n. 31 del 19/05/08 il Sindaco ha proceduto all’approvazione ed

adozione del Piano speditivi Comunale di P.C. per il rischio da “ Incendio Interfaccia “

Premesso quanto sopra, il presente Piano di Protezione Civile concerne nello specifico il

Rischio Idrogeologico gravante sul territorio.

Per la sua stesura vengono seguite soprattutto le Linee Guida diramate dalla Regione

Siciliana – Dipartimento della Protezione Civile – e lo stesso viene predisposto anche alla

luce del Decreto del Presidente della Regione n. 120 del 21 marzo 2011 di approvazione

del 1° Aggiornamento del Piano Stralcio di Bacino per l’assetto idrogeologico (PAI) del

Bacino del Fiume Eleuterio e dell’area compresa tra i bacini dell’Eleuterio e dell’Oreto

(Art.7 comma b delle Norme di Attuazione). aggiornato al 31 dicembre 2009, che integra e

sostituisce, nelle parti modificate, a tutti gli effetti quella del P.A.I. approvato con Decreto

del Presidente della Regione n° 278 del 27/10/05, pubblicato sulla G.U.R.S. n° 56 del

23/12/2005.

Il PAI è lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico operativo mediante il quale sono

pianificate e programmate le azioni di interventi e le norme d’uso riguardanti la difesa del

rischio idrogeologico del territorio siciliano.

Esso, come indicato nelle Norme di Attuazione, è uno strumento di pianificazione

dinamico, che può essere, pertanto, oggetto di integrazioni e modifiche su richiesta e/o

segnalazione di Enti Pubblici e uffici territoriali, in relazione a:

Indagini e studi a scala di dettaglio presentati da pubbliche Amm/ni;

Nuovi eventi idrogeologici idonei a modificare il quadro della pericolosità;

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Variazioni delle condizioni di pericolosità derivanti da effetti di interventi non strutturali,

realizzazione e/o completamento di interventi strutturali di messa in sicurezza delle aree

interessate ai fini della mitigazione del rischio

Obiettivi del presente Piano sono, pertanto:

Individuare le zone a rischio idrogeologico e, in funzione del tipo di problematica,

riconoscere le possibili soluzioni per la mitigazione del rischio ;

Definire un modello di intervento in caso di emergenza in funzione dello scenario di

evento prefigurato.

Individuare ogni necessaria funzione normativa e prescrittiva, destinata alle attività

connesse alla tutela del territorio e delle acque fino alla valutazione della

pericolosità e del rischio idrogeologico e alla conseguente attività di imposizione di

vincolo in regime sia straordinario che ordinario .

Per quanto attiene le soluzioni per la mitigazione del rischio si fa presente che queste

possono essere:

di tipo strutturale (es. interventi di ingegneria atti ad eliminare o ridurre il rischio

incombente), per esempio :

- crolli di roccia: rivestimenti corticali rinforzati ( interventi di protezione attiva),

barriera paramassi ( interventi di protezione passiva);

- scivolamenti : drenaggi superficiali e profondi, risagomature di versante,

palificate, gabbioni metallici, terre rinforzate;

- alluvioni: pulizia e risagomature di alvei, rinforzo e/o innalzamento degli

argini,realizzazione di briglie e opere di attraversamento, adeguamento delle

opere di attraversamento delle infrastrutture viarie;

di tipo non strutturale, per esempio:

- Informazione alla popolazione;

- L’allontanamento della popolazione interessata dalle località soggette a

rischio in caso di evento calamitoso;

- Le esercitazioni per posti di comando, le esercitazioni operative, dimostrative

che servono a testare l’efficacia di tutte le componenti del sistema.

Nell’esposizione del Piano vengono adottate specifiche terminologie delle quali sono da

intendersi i seguenti significati.

DEFINIZIONI E ACRONIMI :

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Danno – Indica le potenziali conseguenze derivanti al sistema antropico e ambientale in

termini sia di perdite di vite umane sia di danni materiali agli edifici, alle infrastrutture, al

sistema produttivo e ai beni ambientali, nel caso del verificarsi dell’evento.

Disastro – Implica sempre un danno, perdita o distruzione di qualcosa rispetto

all’ambiente naturale o alle attività umane. I disastri possono essere di tre tipi: naturali

(terremoti, eruzioni vulcaniche, alluvioni e frane, mareggiate, incendi); influenzati dall’uomo

(alluvioni e frane, incendi); causati dall’uomo (incendi, dispersione di inquinanti

nell’ambiente).

Pericolosità – E’ la probabilità, espressa in termini statistici, che un fenomeno con una

certa intensità si verifichi in un dato luogo.

Prevenzione – Consiste nelle attività volte ad evitare o ridurre la possibilità che si

verifichino danni conseguenti agli eventi calamitosi (ex Legge 225/92 art.2, comma 3).

La prevenzione si attua con interventi strutturali (opere di ingegneria) e/o interventi non

strutturali (pianificazione, informazione).

Previsione – E’ l’insieme delle attività dirette allo studio e alla determinazione delle cause

dei fenomeni calamitosi, alla identificazione dei rischi e alla individuazione delle zone del

territorio soggette ai rischi stessi (ex Legge 225/92 art. 3, comma 2).

Rischio – Esprime le conseguenze attese sui beni del sistema socioeconomico-

infrastrutturale causate da un fenomeno calamitoso di assegnata intensità, atteso in un

determinato intervallo di tempo; è espresso, in genere, dalla combinazione di pericolosità

e danno. Il rischio deve considerarsi come il prodotto di tre fattori fondamentali: - La

pericolosità o probabilità che l’evento calamitoso accada – Il valore degli elementi a rischio

– La vulnerabilità degli elementi a rischio.

Rischio idrogeologico – Si intende l’effetto sulle persone, sui beni ambientali e antropici

e sul sistema socio-economico nella sua complessità indotto da eventi calamitosi quali

frane e inondazioni innescate da piogge intense e/o prolungate, nonché da eventi

meteorologici quali gelate, nevicate, mareggiate, trombe d’aria. In senso estensivo può

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comprendere i fenomeni comunque legati al clima e alle sue modificazioni (siccità,

depauperamento delle falde idriche, ingressione marina, etc.).

Esposizione – E’ il valore degli elementi che possono subire un danno ( o che lo hanno

subito ) a seguito di un fenomeno calamitoso.

Calamità : è un evento provocato da cause naturali o da azioni umane, nel quale le

strutture fondamentali della società rimangono nella quasi totalità intatte, efficienti ed

agibili.

Catastrofe: è un evento naturale o legato ad azioni umane, nel quale le strutture

fondamentali della società sono distrutte o inagibili su un determinato ambito territoriale.

Periodo ordinario - nel periodo ordinario vanno prefigurate tutte quelle attività che non

prevedono interazioni dirette con la popolazione, ma che sono indispensabili per

l'attivazione del sistema comunale con sufficiente anticipo rispetto al tempo di

accadimento dell'evento previsto e che risultano comunque preparatorie alle fasi

successive.

Periodo d'intervento - nel periodo d'intervento vanno attuate tutte quelle attività che

interagiscono direttamente con il sistema inteso come tessuto socio-economico (limitazioni

preventive di funzioni, divieti, limitazioni d'uso, etc..). In questo periodo sono

progressivamente coinvolte le strutture operative e gli uffici comunali con compiti specifici.

Mitigazione – E’ l’insieme delle attività orientate alla riduzione degli effetti di un evento

calamitoso.

Monitoraggio – E’ riferito all’osservazione di eventi naturali o dei loro effetti per una

verifica della loro evoluzione ( pioggia, frana, erosione ,etc); In protezione civile si

preferisce il monitoraggio in tempo reale, poiché’ esso permette di predisporre allarmi in

caso di superamento di soglie critiche prefissate.

Cancelli : posti di blocco sulle reti di viabilità, in corrispondenza degli incroci, presidiati

dalle Forze dell’Ordine, che hanno lo scopo di regolamentare la circolazione in entrata ed

in uscita nell’area di rischio.

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Presidio operativo - è in emergenza l'organo di coordinamento della struttura di

protezione civile sul territorio colpito.

Presidio Territoriale – Si intende il nucleo costituito da tecnici esperti per la valutazione,

su base osservazionale o strumentale, dei contesti di criticità di natura geomorfologica e/o

idraulica. Il Presidio Territoriale si relaziona con il presidio operativo e con il Dipartimento

Reg.le della Protezione Civile.

Centro Operativo Comunale ( C.O.C.), presieduto dal Sindaco, provvede alla direzione

dei soccorsi e dell'assistenza alla popolazione del comune .

Sala Operativa - è l'area del centro operativo, organizzata in funzioni di supporto, da cui

partono tutte le operazioni di intervento, soccorso ed assistenza nel territorio colpito

dall'evento .

Funzioni di Supporto - costituiscono l'organizzazione delle risposte, distinte per settori di

attività di intervento, che occorre dare alle diverse esigenze operative. Per ogni funzione di

supporto si individua un responsabile che, relativamente al proprio settore,in situazione

ordinaria provvede all'aggiornamento dei dati e delle procedure ,in emergenza coordina gli

interventi della sala operativa.

Soglia - è il valore dei parametri monitorati al raggiungimento del quale scatta un livello di

allerta.

Livelli di allerta - scandiscono i momenti che precedono il possibile verificarsi di un

evento e sono legati alla valutazione di alcuni fenomeni precursori, o in alcuni casi, a valori

soglia.

Modello d'intervento - consiste nell'assegnazione delle responsabilità nei vari livelli di

comando e controllo per la gestione delle emergenze, nella realizzazione del costante

scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di protezione civile,

nell'utilizzazione delle risorse in maniera razionale.

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Pianificazione d'emergenza - consiste nell'elaborazione coordinata delle procedure

d'intervento da attuarsi nel caso si verifichi l'evento atteso contemplato in nun apposito

scenario.

Evento - fenomeno di origine naturale o antropica, in grado di arrecare danno alla

popolazione, alle attività alle strutture ed infrastrutture, al territorio. Gli eventi, ai fini

dell'attività di protezione civile si distinguono in : a) eventi naturali o connessi con l'attività

dell'uomo che possono essere fronteggiati mediante interventi attuabili dai singoli enti e

amministrazioni competenti in via ordinaria ; b) eventi naturali o connessi con l'attività

dell'uomo che per la loro natura ed estensione comportano l'intervento coordinato di piu'

enti e amministrazioni competenti in via ordinaria ; c) calamità naturali, catastrofi o altri

eventi che per intensità ed estensione devono essere fronteggiati con mezzi e poteri

straordinari ( art.2 .L.225/92)

evento atteso: rappresenta l'evento, in tutte le sue caratteristiche ( intensità, durata,

etc) che la Comunità Scientifica si aspetta possa accadere in una certa porzione del

territorio, entro un determinato periodo.

Evento non prevedibile: l'avvicinarsi o il verificarsi di tali eventi non è preceduto da

alcun fenomeno ( indicatore di evento) che consenta la previsione .

Evento prevedibile : un fatto si definisce prevedibile quando è preceduto da

fenomeni precursori.

Scenario di evento – si intende l’evoluzione nello spazio e nel tempo del solo evento

prefigurato, atteso e/o in atto.

Scenario di rischio - si intende l’evoluzione nello spazio e nel tempo dell’evento e dei

suoi effetti, cioè della distribuzione degli esposti stimati e della loro vulnerabilità anche a

seguito di azioni di contrasto.

Fasi operative - è l'insieme delle azioni di protezione civile da intraprendere prima ( per i

rischi prevedibili), durante e dopo l'evento; le attivazioni delle fasi precedenti all'evento

sono legate ai livelli di allerta / attenzione, preallarme, allarme).

Vulnerabilità - Concerne la sensibilità di diversi elementi a rischio ( falda acquifera, un

centro abitato, un impianto, etc ) per esposizione ad uno specifico tipo di pericolo

(alluvione, frana ) di una certa entità.

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Salvaguardia - l'insieme delle misure volte a tutelare l'incolumità della popolazione, la

continuità del sistema produttivo, e la conservazione dei beni culturali.

Stato di calamità - prevede il ristoro dei danni causati da qualsiasi tipo di evento alle

attività produttive e commerciali.

Stato di emergenza - al verificarsi di eventi di tipo “c” ( L.225/92 ) il Consiglio dei Ministri

delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale. Tale

stato prevede solitamente la nomina di un Commissario delegato ( ad hoc) con potere di

ordinanza extra ordinem

Potere di ordinanza extra ordinem - è il potere dell'autorità di protezione civile ( Sindaco,

Prefetto, o Commissario delegato) di agire, in seguito alla dichiarazione dello stato di

emergenza, per mezzo di ordinanze contigibili ed urgenti, anche in deroga ad ogni

disposizione vigente, purchè nel rispetto dei principi dell'ordinamento giuridico.

C.A.P.I. Centro Assistenziale di Pronto Intervento

C.O.A. Centro Operativo Avanzato

C.O.M. Centro Operativo Misto

C.O.P. Centro Operativo Provinciale

C.O.R. Centro Operativo Regionale

C.C.S. Centro Coordinamento Soccorsi

C.T.R. Carta Tecnica Regionale

DI. COMAC. Direzione Comando e Controlli

D.P.C. Dipartimento Protezione Civile

D.R.P.C. Dipartimento Regionale Protezione Civile

P.A.I. Piano per l'Assetto Idrogeologico

P.M.A. Posto Medico Avanzato

S.O.R.I.S. Sala Operativa Regionale Integrata Siciliana.

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SINDACOIng. Pietro Di Liberto

VICE SINDACODott. G.P.A. Dragotto

Assessore alla ProtezioneCivile,Salute, P.I., Beni Culturali.

Assessore:Sig. Domenico Benigno

Assessore alle Attività Produttive,Servizi a rete, Territorio ed

Ambiente, Viabilità e Servizimanutentivi, Polizia Municipale,

Igiene Ambientale e ServiziCimiteriali.

Assessore:D.ssa Nadia Bonadonna

Assessore alle Pari Oppotunità,Politiche Giovanili e del Lavoro,

Partecipazione e Decentramento,Turismo, Servizi Sociali, AttivitàCulturali e Ricreative e Gestione

Impianti Sportivi

Assessore:Rag. Domenico Orifici

Assessore al Bilancio, Finanze eProgrammazione, Tributi, Fondi

Comunitari, Gestione Fondi extracomunali, Politiche del Personale,

Formazione del Personale ePatrimonio

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CAP.1:

RELAZIONE ILLUSTRATIVA

1.1 Riferimenti generali del territorio

COMUNE di

BELMONTE MEZZAGNO

Provincia: PALERMO

Regione: SICILIA

Unione dei Comuni per lo sviluppo e la valorizzazione del territorio:

UNIONE DELLE QUATTRO TERRE (Belmonte Mezzagno-S.Cristina Gela-

Piana Degli Albanesi-Altofonte)

Popolazione: 11247 abitanti ( Dicembre 2012)

Estensione territoriale : 29.20 Kmq.

N.Foglio IGM (1:25.000) : 249 II S.E.

SEZIONI CTR scala 1/10.000 N°595130 – 595140 – 595100 - 595090

Comuni confinanti : Altofonte – S. Cristina Gela – Misilmeri – Palermo

Versante Sicilia Settentrionale

Bacini di pertinenza: Fiume Eleuterio – Fiume Oreto

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Indirizzo sede municipale: Piazza della Libertà–90031

Belmonte Mezzagno

tel. 091/ 8738011 fax 091/8738057

Indirizzo sede COC:

Via Matteotti n.4 –90031–Belmonte

Mezzagno

tel.091/8738020 fax 091/8738029

tel.091/8738882 fax 091/8736963

Indirizzo sede operativa Unione

delle Quattro Terre:

Via Trieste n.65 –90031–

Belmonte Mezzagno

tel.091/8720032 fax 091/8738057

TAVOLA DI INQUADRAMENTO REGIONALE

Fig.1.1: Corografia 1/500000 della Regione con rappresentazione del territorio comunale

1.2. Assetto climatologico

Belmonte Mezzagno

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Le caratteristiche climatiche del territorio non si discostano da quelle comuni a buona

parte della Sicilia Occidentale e sono caratterizzate da una distribuzione irregolare delle

precipitazioni nel corso dell’anno e da escursioni termiche generalmente limitate. Non

discostandosi dalle caratteristiche climatiche della regione Sicilia, si può parlare di clima

temperato caldo, caratterizzato da lunghe estati calde e secche, prive quasi

completamente di precipitazioni, e da inverni brevi e miti durante i quali si concentra la

quasi totalità delle piogge. La stagione autunnale è quella durante la quale si verificano i

fenomeni più intensi, costituiti in prevalenza da veri e propri nubifragi. Le temperature

medie invernali sono superiori a 5 gradi centigradi mentre quelle minime scendono

raramente al di sotto di 0 gradi. E’ il caratteristico clima di collina con temperatura media di

16 gradi, in cui il mese più caldo risulta essere Agosto ed il più freddo Gennaio. Il mese più

soleggiato è Giugno ( 14,6 ore), mentre il minimo annuo si riscontra a Dicembre ( 9,4 ore);

la maggior quantità di pioggia si ha, in generale, nei mesi di Dicembre e Gennaio con

valori medi di mm.160 ( circa il 18,25 del totale per ciascun mese ) distribuiti in 14 giorni

con valori medi giornalieri di mm12. Oltre il 90% della precipitazione è concentrato

nell’intervallo Ottobre- Maggio.

I fattori climatici influiscono direttamente sul regime delle acque sotterranee : essendo le

piogge concentrate in pochi mesi, e precisamente nel periodo dicembre–febbraio,

assumono particolare interesse i fenomeni di ruscellamento superficiale, di infiltrazione e

di evaporazione. Il consumo da parte della vegetazione e le perdite per evaporazione sono

molto limitate nei mesi freddi, mentre è relativamente elevato, a causa della morfologia

acclive, il ruscellamento superficiale, data la frequenza delle precipitazioni caratterizzate,

spesso, da forti rovesci della durata di poche ore. La ricarica degli acquiferi, tuttavia, in

questo periodo, risultante, come è ovvio, funzione dell’infiltrazione, è sufficiente in

considerazione della permeabilità dei termini litoidi affioranti; in estate, a causa dei lunghi

periodi di siccità, e per le elevate temperature, si hanno condizioni di deficit nell’umidità del

terreno, con livelli di aridità per la mancanza di risalienza di acqua per capillarità, ed

indirettamente un depauperamento delle risorse idriche sotterranee a causa

dell’aumentato fabbisogno idrico dal punto di vista agrario.

Per quanto riguarda, infine, i venti, si ha prevalenza dei venti provenienti da Sud,

canalizzati dal vallone Landro- o da Est, provenienti dal Piano Stoppa ( Misilmeri).

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1.3. Assetto morfologico

Il territorio in esame è nel complesso montuoso, povero di vegetazione arborea,

interessato nella sua parte centrale, da una valle di origine tettonica ( Valle del Landro );

ulteriori linee d’impluvio denotano il resto del territorio, interessando, in genere, massicci o

rilievi scarsamente erodibili;

il territorio in esame presenta, pertanto la morfologia tipica delle aree di montagna con

pendii variamente acclivi, raramente pianeggianti, con litotipi affioranti in grandissima

maggioranza a consistenza litoide, non soggetti a fenomeni erosivi di elevata intensità;

laddove, invece, si hanno affioramenti di terreno non propriamente litoidi ( quali detriti di

falda, terre rosse, marme, argilliti, etc ) i pendii presentano morfologia piu’ dolce,

risultando, nel complesso, uniformemente inclinati ma anche piu’ soggetti all’attività

erosiva delle acque dilavanti .

Nel territorio del bacino del F. Eleuterio sono presenti due gruppi montuosi prevalenti: il

gruppo montuoso di Belmonte Mezzagno, su cui si punterà l’attenzione, e quello della

Rocca Busambra, intervallati da altre emergenze montuose e collinari (es. la Rocca di

Marineo, e le pendici boschive del Bosco del Cappelliere - Ficuzza).

Il gruppo montuoso di Belmonte Mezzagno si presenta con caratteristiche orografiche ed

idrografiche ben definite, assumendo un aspetto orografico ed idrografico particolare. Tale

carattere peculiare è stato condizionato ed esaltato da una tettonica prima compressiva e

successivamente distensiva, in seguito rimodellata ed addolcita dagli agenti esogeni.

La tettonica ha delimitato il Gruppo Montuoso, rendendolo una unità completamente

autonoma nel contesto di Monti di Palermo.

Il Graben di Monreale ad ovest del bacino, le faglie distensive marginali a nord e il graben

lungo la direttrice Misilmeri - Marineo ad est, hanno provocato un distacco morfologico

evidente tra la valle dell’Oreto, la Piana di Palermo e la Valle dell’Eleuterio ed i versanti

estremamente acclivi che bordano il gruppo montuoso di Belmonte Mezzagno. A sud,

nella zona compresa tra la Pizzuta e Marineo, il fronte di sovrascorrimento impostato sulle

argille terziarie, che non ha causato bruschi passaggi alla morfologia di confine, che anzi

si presenta leggermente ondulata, degrada verso i laghi di Piana degli Albanesi e dello

Scanzano.

Nel suo insieme, il gruppo montuoso ha un aspetto massiccio e compatto, con una quota

media di 570 m, ed è caratterizzato dall’altezza quasi uniforme delle sue cime (700-800

m.); esso viene interrotto da valli profonde e rettilinee, impostate su linee di dislocazione

tettonica. La morfologia, aspra ed accidentata, con spuntoni e prismi di roccia emergenti

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dalla superficie e rotture di pendenza frequenti e brusche, è indice di una notevole

resistenza selettiva all’azione degli agenti esogeni.

Tra Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela, dove la roccia si presenta più facilmente

erodibile, l’aspetto morfologico subisce una variazione, presentandosi in forme più dolci ed

arrotondate e ad andamento più pianeggiante. Il Piano della Stoppa, ad est del paese di

Belmonte Mezzagno e del Pianetto e a NE dell’abitato di S.Cristina Gela, mostra aspetti

del tutto particolari dovuti a segmenti in via di sprofondamento, in seguito riempiti da

materiale alluviale e colluviale.

L’idrografia superficiale del Fiume Eleuterio è estremamente semplice, perché i corsi

d’acqua si sono impostati quasi esclusivamente lungo linee di faglia. I torrenti, insignificanti

per la loro portata, a meno di eventi piovosi eccezionali, sono per lo più delle semplici linee

di impluvio, ad eccezione del V.ne del Fico e del V.ne Cucchi che si sono impostati lungo

la faglia in direzione Altofonte, ed il Torrente Landro che, in periodo invernale, alimenta

l’Eleuterio.

1.4. Assetto geologico

Il gruppo montuoso di Belmonte Mezzagno, facente parte della geologia dei monti di

Palermo ,litostratigraficamente è formato prevalentamente da una successione

carbonatica di età mesozoica ( dolomie, calcareniti e/o calcilutiti grigiastre con noduli e

lenti di selce cornea, tipico della formazione Mirabella) che ne costituisce la parte rigida,

permeabile, ed è bordato da una formazione terziaria, essenzialmente argillosa (Flysch

Numidico), che ne costituisce la parte plastica, impermeabile. In subordine, in particolari

condizioni di affioramento, alla base della serie carbonatica rigida sono presenti delle

argille fissili del Trias superiore, che costituiscono il basamento impermeabile di tutto il

complesso montuoso.

I sedimenti di cui sopra sono localmente ricoperti da terreni di recente formazione,

comprendente travertini affioranti, alabastri calcarei, detriti di falda formati

prevalentemente dai materiali di disgregazione della stessa roccia, a spigolo vivi o

smussati, inglobati a volte nel materiale argilloso o mescolati a terre rosse residuali.

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1.5. Assetto idrico sotterraneo

L’assetto idrico superficiale e sotterraneo del territorio comunale è per la maggior parte

dotato di pozzi e sorgenti naturali .

All’interno del territorio esistono n. 3 pozzi trivellati di proprietà comunale, utilizzati per le

esigenze idropotabili, indicati nella carta idrogeologica con i numeri da 1 a 3 .

Il pozzo n.3, ( profondità 168mt.) ricade in C.da Ianzelmo, alle pendici di un rilievo calcareo

dolomitico che culmina a quota 851 del Pizzo Mezza Luna, mentre i pozzi n.1, ( profondità

158 mt.) e n. 2, (profondità 170mt), risultano ubicati sulla sponda destra del torrente

Landro, all’interno dell’estrema periferia sud-occidentale dell’abitato alle pendici del

predetto rilievo, culminante alla quota 853 del Pizzo Neviera.

Trattasi di zone di fondo-valle interessate dallo spartiacque geologico che divide il bacino

imbrifero di Pizzo Belmonte con il bacino imbrifero che convoglia le acque meteoriche da

Pizzo Mezza Luna e dal Pizzo Neviera negli strati relativamente profondi dei depositi

mesozoici della C.da Ianzelmo e della sponda destra del T.Landro.

Esistono altri n. 4 pozzi di proprietà privata, di cui :

n. 1 ( profondità 140 mt.) in contrada Casuzza, n. 1 ( profondità 120 mt.) in contrada

Landro, n. 1 (profondità 180 mt.) in c.da Janzelmo, via Valle-Fico, n.1 (profondità 130 mt. )

in c.da Casale.

Dal punto di vista idrogeologico i litotipi presenti nella zona sono permeabili per

fessurazione o per fessurazione e carsismo, ma, avendo spessori notevoli ed essendo il

substrato argillitico ( costituito dal Flysch Numidico) profondo, è possibile la formazione di

falde acquifere soltanto al tetto delle argilliti e, pertanto, a profondità superiore ai 100 mt.

Tra le sorgenti piu’ importanti sono da riportare:

la sorgente Casale, con una prima emergenza a quota 500 mt. ( liste Casale), una

seconda piu’ in alto a quota 525 ( Zubbio),con portate comprese tra 1 e 2 lt./s ed una

terza piu’ a valle ( Savuco) a quota 300 mt., con portata 4 lt./s.

a monte dell’abitato, in località “Giarritedda” una modestissima sorgente, le cui acque

vengono raccolte dai detriti di falda ricoprenti le argilliti impermeabili della F.Mufara.

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1.6. Assetto viario

La rete viaria esterna del territorio di Belmonte Mezzagno si sviluppa secondo le seguenti

arterie principali:

S.P.n.37 che collega il territorio comunale con la citta di Palermo;

S.P.n.38 che collega il territorio comunale con il territorio di S.Cristina Gela;

S.P n. 126 che collega il territorio di Belmonte con il territorio di Misilmeri;

mentre la viabilità minore di comunicazione e costituita dalla viabilità interna al centro

urbano ed alle zone di campagna (vd. Tavola 5).

Fig.1.2 : Rappresentazione del territorio comunale (cerchio con campitura)

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CAP.2:

SINTESI DEL CONTESTO GEOGRAFICO E STORICO

2.1 Inquadramento geografico

Il Comune di Belmonte Mezzagno, in provincia di Palermo, è situato ai piedi del Pizzo

"Belmonte" dal quale prende il nome. Si presenta come una stretta valle di 2.946 ettari,

ad un’altitudine di 356 m s.l.m, circondata da ogni lato da monti (Pizzo Belmonte, Santa

Caterina, Montagnoli e Monte Bosco), si trova a 38°, 64 di latitudine Nord e a 11° dal

meridiano di Parigi e dista circa 13 km dal capoluogo di Palermo. Il paese è

attraversato dal torrente Landro o Oleandro che confluisce più avanti nel fiume

Eleuterio in corrispondenza di Misilmeri. Nelle vicinanze del Comune si trovano le

località di Gibilrossa e Piano Stoppa, appartenenti però al Comune di Misilmeri, mentre

altre località nell'ambito comunale sono la valle di Piano Casale - il cui territorio è

estensivamente coltivato ad ulivi e SS. Salvatore il cui originario nome dialettale è il

"Serbatoio" (U Sarbaturi), che offre un superbo panorama sulla città di Palermo e il suo

golfo.

Fig.2.1:Inquadramento geografico Belmonte Mezzagno

Il paese di Belmonte Mezzagno è esposto a scirocco e ventilato da due vallate: l’una

detta “Beveratoio Vecchio” l’altra “Janzelmo”; i venti sono, in prevalenza, provenienti da

sud, canalizzati dal vallone Landro, o da est, provenienti dal Piano Stoppa.

Idrologicamente il comune di Belmonte Mezzagno ricade tra Fiume Eleuterio ad est ed

il fiume Oreto ad ovest. Risulta quindi necessario fare un esame di inquadramento

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generale intorno alla zona di studio per meglio descrivere le caratteristiche del bacino

di cui fa parte.

Fig.2.2: Vista di Belmonte Mezzagno

Il bacino idrografico del Fiume Eleuterio o Fiume Grande e l’area intermedia compresa

tra questo ed il bacino idrografico del Fiume Oreto, ricadono nel settore nord–

occidentale della Sicilia e, precisamente, nel territorio della provincia di Palermo,

interessando i comuni di Altofonte, Bagheria, Belmonte Mezzagno, Bolognetta,

Casteldaccia, Corleone (Ficuzza), Ficarazzi, Godrano, Marineo, Misilmeri, Monreale,

Palermo, Piana degli Albanesi, S. Cristina Gela, S. Flavia e Villabate.

Fig.2.3: Bacino Eleuterio

Il territorio del bacino del F. Eleuterio e dell’area compresa tra esso e l’Oreto occupa,

complessivamente, una superficie di circa 235,4 Kmq ed il Comune di Belmonte

Mezzagno avente una superficie totale di 29,22 Kmq ne fa parte per il 93,22 %. La

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quota massima del bacino Eleuterio, rappresentata dalla Rocca Busambra da cui ha

origine, è di 1614 m s.l.m., la quota minima della foce è corrispondente a quella marina,

in quanto si tratta di un bacino con sbocco diretto a mare sulla costa Tirrenica del Golfo

di Palermo, nei pressi del Comune di Ficarazzi. La quota massima dell’area n. 38 è

rappresentata da Monte Grifone (m 847 s.l.m.).

Cartograficamente, l’area di inquadramento ricade nei Fogli in scala 1:50.000 della

carta I.G.M.I. n. 594 (Partinico), 595 (Palermo), 607 (Corleone) e 608 (Caccamo),

mentre nella tavoletta 249 II SE Misilmeri Scala 1 :25.000 della carta I.G.M.

Altresi il territorio rientra nelle sezioni C.T.R. n.595130 e 595090 .

Il torrente Landro ha due principali affluenti, il torrente Ianzelmo ed il torrente

Giarritedda- Mandricelli, che scorrono sulle due vallate denominate rispettivamente “

Janzelmo “ e “ Beveratoio Vecchio “

Le sezioni della carta tecnica regionale (C.T.R.) a scala 1:10.000 in cui ricade il

territorio del bacino del F. Eleuterio e dell’area intermedia fra questo ed il bacino del F.

Oreto (chiamata area n.38, per abbreviare) sono indicate, relativamente ad ogni

territorio comunale (Tab.1) e nel Quadro d’Unione (Fig.2.4).

Tab.1: Sezioni delle C.T.R. per territorio comunale (Pai Eleuterio)

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Fig.2.4: Quadro d’Unione Eleuterio e Area 38 (Pai Eleuterio)

2.2 Contesto storico-culturale

Le origini del nome “Belmonte Mezzagno” non si possono stabilire con esattezza. Si sa

che il primo nome derivi dall’omonimo monte “Pizzo di Belmonte” che sovrasta il paese.

L’origine del secondo nome invece, è incerta e controversa. Due sono le tesi principali:

dalla prima sembra che il nome “Mezzagno” derivi dalla parola “Mezzo-Agno”, cioè

mezzo agnello, che era un obbligo che pagavano i contadini al Principe del feudo

perché possedevano le terre in enfiteusi; La seconda tesi, invece, è quella secondo cui

il nome “Mezzagno” sia di origini araba.

Le origini del centro abitato risalgono al 1752, quando il Principe Giuseppe Emanuele

Ventimiglia chiese ed ottenne dal Re Carlo III la “Licentia Populandi”. Il primo

insediamento urbano del paese fu il “Bagghiu”, presso l’attuale piazza Martiri

d’Ungheria.

Si presentava come una grande corte a cielo aperto, dove si affacciavano le abitazioni

e vi si accedeva da un grande ingresso comune sovrastato da un arco posto ai margini

del torrente Spatola, cosicché gli abitanti potevano attingere l’acqua facilmente.

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Successivamente si seguì uno schema urbano con maglia a scacchiera, perché

consentiva un’espansione in ogni direzione e si adattava facilmente alle caratteristiche

del sito con una buona esposizione e rifornimento idrico.

La piazza di questo paese, che fino a gli anni sessanta ospitava il busto di Giuseppe

Garibaldi, ha una forma rettangolare. Ponendosi al centro di essa e guardando verso

Ovest si apprezza una gradinata, che accompagna lo sguardo verso la suggestiva

scalinata tipicamente settecentesca, che collega, movimentando tutto il complesso

architettonico, lo spazio della piazza alla Chiesa del S.S. Crocifisso, di stile

prevalentemente Neoclassico, costruita tra il 1752 e il 1756.

La Piazza e la Chiesa creano un magnifico scenario al tradizionale "Incontro" tra la

Beata Vergine ed il Cristo Risorto che si svolge il giorno di Pasqua, organizzato dalle

Congregazioni religiose e che, sin dal 1810, sono presenti nella Comunità religiose

belmontese.

Un’altra manifestazione religiosa e culturale è la festa del SS. Crocifisso, Patrono del

paese, che si festeggia annualmente nella seconda domenica di Settembre.

Percorrendo le due stradine che fiancheggiano la chiesa, ci si immerge nel centro

storico caratterizzato da strade che presentano ancora tracce della vecchia

pavimentazione in blocchi di pietra e da case le cui facciate azzurro e rosa

testimoniano ancora oggi la sensibilità dei belmontesi fino agli anni sessanta.

Tra la via Stagnone e la via Mammana, dietro la Chiesa, venne costruito un grande

serbatoio d’acqua per il rifornimento idrico del paese, chiamato “Stagnone”. Un’antica

opera idraulica sotterranea, di oltre 350 mq, voluta dal Principe Ventimiglia che incaricò

del progetto Giovanni Battista La Licata, allievo del Marvuglia.

Lo Stagnone, costruito interamente sulla roccia viva con una capacità di 1715 metri

cubi di acqua, oggi è diventato Museo dell’acqua. L’acqua vi giungeva dalla

soprastante sorgente, detta localmente a “Giarritedda” che nasce nella Chiusa d’Elia.

L’acqua sorgiva non dista molto dalla “sella” dell’antica “Scala di Belmonte”, nota nella

letteratura storica coi toponimi di “Scala di Palermo” e di “Scala dei Muli”, tortuosa

trazzera che la mette in diretta comunicazione con il quartiere di Santa Maria di Gesù e

di Chiavelli.

A pochi metri della “Giarritedda”, alle falde del Pizzo di Belmonte, si trova

“l’Abbeveratoio Vecchio”, che veniva usato per abbeverare gli animali e dalle donne per

lavare i panni.

Sparsi nel territorio belmontese si trovano dislocati in vari punti altre sorgenti e

abbeveratoi.

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Tra questi l’abbeveratoio sito ai piedi di Monte Bosco e la sorgente “Savuco”, le cui

acque mettevano in movimento le macine del mulino “San Ferdinando” ubicato in

contrada Landro, costruito nel 1844 e successivamente sostituito dal moderno e fruibile

mulino “Andrea Piraino” sito nel centro del paese in via Magazzino Principe angolo via

Caffè.

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2.3 Avvenimenti storici di dissesto idrogeologico.

Volendo fare una breve descrizione storica sui cambiamenti che ha subito la rete

idrografica di Belmonte Mezzagno è necessario sottolineare come il paese era

attraversato da tre torrenti Janselmo, Spatola e Santa Caterina, che col passare degli

anni, in particolare già dagli anni 50 in cui il paese ha avuto un notevole sviluppo

edilizio, ma con maggiore importanza dal 1981 al 1991, sono stati canalizzati: le acque

bianche in un tubo armco da 3000 mm e le acque nere in due pozzetti laterali da 500

mm fino a raggiungere l’impianto di depurazione ( ad oggi inutilizzato) realizzato a valle

del paese. Inoltre ogni 50 - 100 m erano stati realizzati dei gradoni per diminuire le

velocità e consentire la decantazione del materiale detritico.

Se quindi prima i torrenti percorrevano a cielo aperto il paese, oggi risultano tombati.

Infine nel 1988, come si legge dagli archivi consultati presso il Comune di Belmonte

Mezzagno, “in seguito alle improvvise precipitazioni atmosferiche verificatesi nel mese

del novembre 1987 si sono verificati scoppi delle fognature limitrofe…”, si sono eseguiti

dei lavori di somma urgenza per l’incanalamento definitivo del T.Janzelmo e la

realizzazione ad opera del Comune della vasca d’espansione a valle di esso.

Altri eventi censiti e riportati nel P.A.I. sono stati:

- Segn. Comune: Le segnalazioni riguardano lo smottamento degli argini del Torrente

S. Caterina a causa delle piogge abbondanti del ‘95 e del ‘98 che hanno reso

intransitabili le vie di collegamento.

- Risp. Circ 1: prot. 6859 del 23 maggio 2003 Comune di Belmonte Mezzagno

Oggetto: Redazione del Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico.

Riferimento circolare Assessorato Territorio ed Ambiente n.1 del 7.3.2003,

aggiornamento perimetrazione aree a rischio.

Nella relazione per la riperimetrazione delle aree oggetto di rischio idrogeologico, in

relazione al rischio idraulico, è stata individuata e classificata con rischio idraulico

elevato l’area indicata in cartografia come Area 5 “in corrispondenza delle linee di

impluvio che, immettendosi nel vallone di Beveratoio Vecchio, drenano insieme a

quest’ultimo, un pendio posto a N-W a monte dell’abitato.

Altre aree potenzialmente soggette a rischio idraulico sono quelle interessate da

fenomeni di ristagno delle acque e/o alluvionamento, localizzate alle pendici meridionali

dei rilievi di c.da Janzelmo , nel centro storico dell’abitato di Belmonte, a Piano della

Stoppa, in c.da Placa ed in C.Casale.”

- Risp. Circ 1: incontro del 15 ottobre 2003 presso il Genio Civile di Palermo

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Il Comune trasmette 2 schede per la programmazione di interventi in aree a rischio

esondazione, per la mitigazione del rischio idrogeologico, concertati c/o il Genio Civile

di Palermo con l’Amministrazione Comunale. Il primo intervento, descritto nella scheda

n.10, prevede “la sistemazione idraulica ed adeguamento delle sezioni idrauliche del

torrente Giarritedda”. L’area in oggetto è valutata con livello di rischio elevato “R3” ed

interessa alcune infrastrutture in prossimità del centro abitato. Per l’intervento in

oggetto, indicato come previsto nella scheda di programmazione redatta in

ottemperanza alla Circolare ARTA n.1 del 7 marzo 2003, è previsto un costo stimato in

euro 3.000.000,00. Il secondo intervento, descritto nella scheda n.11, riguarda la

“sistemazione idraulica ed adeguamento delle sezioni idrauliche del torrente Landro” in

aree con livello di rischio elevato “R3” e, secondo quanto riportato nella scheda di

programmazione, interessa infrastrutture ubicate sia nel centro abitato sia in periferia. Il

costo dell’intervento è stimato in euro 5.000.000,00. Entrambi gli interventi proposti,

secondo quanto riportato nella relazione di accompagnamento alle schede, “appaiono

efficaci per lo stato dei luoghi rappresentato“. Nella stessa è altresì precisato che “la

proposta di interventi presentata, integrata con le ulteriori proposte recepite sulla base

della carta della pericolosità geologica redatta per il PRG e aggiornata al settembre

2003, è sostitutiva di qualsiasi altra scheda e valutazione del rischio precedentemente

trasmessa dall’Amministrazione”.

Studio geologico – tecnico ad opera del comune

Con nota prot.39441 del 21/05/08 l’Amm/ne comunale trasmette all’Ass/to territorio ed

Ambiente lo studio delle effettive condizioni di rischio per caduta massi dell’area a

ovest di Monte S. Caterina, a seguito del quale è stata modificata la perimetrazione

della pericolosità derivante dal dissesto di crollo identificato con la sigla 037-6BE-009.

La perimetrazione dell’area ( a monte della via Lenin Mancuso) a pericolosità P4 è

stata modificata e di conseguenza gli elementi a rischio piu’ prossimi al centro abitato

sono stati esclusi dalla pericolosità;

Danni delle alluvioni del 2007 e del 2009.

Il Comune di Belmonte Mezzagno è stato interessato nel 2007 e nel 2009 da eventi

metereologici avversi ed eccezionali, caratterizzati da precipitazioni particolarmente

intense e fortemente localizzate tali da causare danni ad infrastrutture pubbliche e

private con gravi disagi e situazioni di pericolo per la pubblica e privata incolumità. Tali

eventi temporaleschi, hanno causato il distaccamento dalle montagne di massi,

pietrame, terriccio e fanghiglia che si sono riversati con imperiosa furia su strade

pubbliche e private, su alcune abitazioni civili, sui torrenti a monte, i quali, non

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riuscendo a contenere l’enorme quantità di acqua e detriti, finivano con l’ostruire i

canali armico che attraversano il centro urbano e sfociavano nel versante estremo a

valle. Lo scenario che si apriva era il seguente: strade allagate e piene di detriti,

abitazioni, scantinati e magazzini di proprietà privata allagati dalla fanghiglia,

autovetture trascinate dalla fanghiglia, alcune di queste con persone a bordo le quali

venivano prontamente soccorse dai Vigili Urbani, dai Carabinieri e da volontari della

Protezione Civile, autovetture in sosta che venivano violentemente urtate da cassonetti

dei rifiuti trascinati dall’acqua e dal fango, tombini saltati in aria a causa della forte

pressione interna delle condutture sotterranee con la conseguente fuoriuscita di liquami

e fango, vari incidenti e traffico in tilt, code e ingorghi che hanno attanagliato le vie

principali del paese. Il violento nubifragio ha comportato danni ai terreni agricoli e

precisamente: lo sradicamento di alberi, l’abbattimento di recinzioni e muretti di

contenimento, l’interramento di canali di riflusso nelle linee d’impluvio dei terreni

nonchè il depauperamento della coltre detritica dei terreni a monte che ha causato lo

smottamento e lo scoscendimento dei terreni. Di conseguenza le colture sono andate

distrutte dall’inondazione e dall’accumulo di detriti e fanghiglia.

La colata verso valle di notevoli quantità di masse detritiche e pietrame è stata favorita

dall’incendio boschivo che in precedenza ha interessato diverse aree del territorio

comunale per una superficie di oltre 30 ettari; l’incendio boschivo ha ricoperto un ruolo

fondamentale nel ridurre l’equilibrio delle masse detritiche soprattutto in presenza di

piogge intense ed eventi alluvionali; il fuoco ha, infatti,distrutto tutta la vegetazione in

grado di svolgere un eccellente compito di contenimento del deflusso selvaggio delle

acque, di rallentare la corsa idraulica e trattenere lo scivolamento ei detriti; questi ultimi,

in presenza di tali eventi temporaleschi, hanno raggiunto massimi livelli di pericolosità a

causa dei terreni molti acclivi del territorio belmontese.

In particolare è da evidenziare:

- L’allagamento ed invasione di detriti di molte vie del paese: F.Turati, A.Casalini,

F.Morvillo, P.Borsellino (zona alta), G.Falcone, C.so Martiri di via Fani, Placido

Rizzotto, Papa G.XXIII e vie limitrofe ( zona bassa ) nonchè dei magazzini e

scantinati situati in dette vie, con conseguente disconnessione del manto stradale a

causa della forza erosiva dell’acqua;

- Nei costoni rocciosi di c/da S. Caterina e c/da Bosco, aree dissestate ad alto rischio

idrogeologico, si sono verificati smottamenti di terreno con conseguente caduta di

pietrame e detriti di varia natura che hanno invaso con forma bruta i torrenti ed il

canalone “Armco” interrato che attraversa il centro abitato e sfocia a valle nel

vallone “Landro”; in particolare la trazzera a monte del prolungamento di via G. La

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Pira risultava trasformata in un vero e proprio burrone ed a monte della via

Brodolini, l’azione erosiva dell’acqua torrenziale hanno dato origine ad uno

smottamento di terreno, trascinando a valle enormi quantità di terre provenienti

dalle montagne S.Caterina, ammassandosi dietro le abitazioni .

- In contrada Palombaro le acque e i detriti provenienti dalla zona a monte della via

Liguria, riversatisi a valle sulla S.P. 38. hanno provocato uno sbarramento nella

sede stradale, il crollo di un tratto di muro di sottoscarpa nella sede stradale, con

consequenziale allagamento del tratto terminale della S.P.38, sfociante all’ingresso

del paese nella via Alcide De Gasperi.

- Nella zona a monte del paese, in c.da Mandricelli, gli eventi temporaleschi, hanno

causato fenomeni di intensa erosione delle sponde del torrente Spatola, con

conseguente innalzamento del suo letto naturale, allagamento dei terreni circostanti

e trascinamento a valle di colate detritiche, pietrame e fanghiglia, con una velocità

di spostamento tipica dei mezzi fluidi, invadendo le strade a valle con grave rischio

per le vite umane, gli insediamenti produttivi ed abitativi e le infrastrutture esistenti;

in particolare, in via F. Morvillo e P.Borsellino, a causa dell’otturazione del tubo

Armico attraversante il centro abitato, le acque torrenziali, non riuscendo ad

incanalarsi, si riversavano lungo le sopracitate vie con forte violenza, trascinando

con sé ingenti quantità di materiale terroso e detritico, nonché veicoli, contenitori di

R.S.U. costituendo pericolo per l’incolumità pubblica e privata, particolarmente nella

zona a valle di via Papa G.XXIII, ove risultano ubicati i plessi scolastici;

- In contrada Giarritedda, la furia delle acque ha determinato il totale dissesto della

strada che conduce alla rete centrale SNAM e trazzera dei Muli, sollevando

totalmente il manto stradale e creando delle profonde voragini

- Il vallone Landro ,sito a valle dell’abitato,ha subito fenomeni di erosione con

conseguente innalzamento del suo letto naturale, si da rompere gli argini e formare

un unico letto di scorrimento delle acque con la trazzera adiacente alle sponde

dell’alveo, invadendo i terreni circostanti e provocando danni alle colture

agrumicole.

- Le caditoie di raccolta acqua piovana, site nelle vie del paese, sono state otturate

da detriti e fanghiglia tali da non potere più assolvere alla loro funzione ;

- I pozzetti di raccolta acque bianche ( “ bocche di lupo”) siti sulla S.P. 38 e sulla

S.P.126 in prossimità del centro urbano sono stati ostruiti da detriti e pietrame, e le

acque sversavano in materia incontrollata lungo le vie, costituendo pericolo per la

circolazione veicolare.

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 37

Nei costoni rocciosi di c/da S. Caterina e c/da Bosco, aree dissestate ad alto rischio

idrogeologico, si sono verificati smottamenti di terreno con conseguente caduta di

pietrame e detriti di varia natura che hanno invaso con forma bruta i torrenti ed il

canalone “Armco” interrato che attraversa il centro abitato e sfocia a valle nel vallone

“Landro”. Molti privati hanno subito ingenti danni ai propri beni immobili e mobili

richiedendo intervento ed indennizzo al Comune.

Interventi effettuati durante le alluvioni

- invio di squadra di tecnici sui punti critici e monitoraggio a vista dei valloni, torrenti,

ed aree sottoposte a rischio idrogeologico;

- interventi di sgombero dei detriti dalle strade comunali, urbane ed extraurbane;

- interventi di ripristino della percorribilità di alcune vie all’interno ed all’esterno del

centro abitato;

- censimento danni alle strutture pubbliche e private;

- sopralluoghi effettuati sulle proprietà private oggetto di segnalazione per danni

alluvionali;

- comunicazione immediata nel corso dell’evento alla prefettura di Palermo, al

D.R.P.C.,ed alla Provincia regionale di Palermo;

- intervento di somma urgenza da parte del Dipartimento della Protezione Civile della

regione Siciliana, consistente nella ripulitura dei tombini e delle porzioni di Armico

nella parte più alta del centro abitato, che risultavano essere completamente occlusi

sia da detriti sia da rifiuti di varia provenienza che probabilmente erano stati sversati

negli alvei dei torrenti nei periodi precedenti, contribuendo cosi in maniera

consistente alla riduzione della sezione.

Documentazione:

Nota prot. n. 10012 del 25/09/07 con la quale il Sindaco chiedeva al Presidente

della Regione Siciliana ed al Dipartimento Regionale della protezione Civile lo

stato di calamità naturale del territorio comunale per i gravi danni derivati dagli

eventi meteorici avversi ed eccezionali del 24-25 settembre 2007;

Delibera n.420 del 18/10/07 con la quale il Presidente della Regione Siciliana

dichiarava lo stato di calamità naturale del territorio comunale di Belmonte

Mezzagno, in conformità alla richiesta del Sindaco ed alla relazione redatta dal

Dipartimento della protezione Civile;

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Delibera n. 441 del 13/11/07 con la quale la Giunta Regionale avanzava allo

Stato, ai sensi della L.225/92, la richiesta dello stato di Emergenza per i gravi

danni derivati dagli eventi alluvionali nel comune di Belmonte Mezzagno;

nota prot. n. 10500 del 25/09/09 con la quale il Sindaco chiedeva al Presidente

della Regione Siciliana ed al Dipartimento Regionale della protezione Civile il

riconoscimento dei danni per calamità naturale occorsi al territorio comunale a

seguito dell'evento alluvionale del 16-21-25 Settembre 2009,-01/10/09, nonché il

riconoscimento dello stato di emergenza da parte dello Stato.

Nota prot. 46686 del 30/30/09 con la quale il D.R.P.C. segnalava i centri più

colpiti dagli eventi atmosferici del versante Tirrenico, tra cui il territorio di

Belmonte Mezzagno;

delibera n.408 del 30/09/09 con la quale il Presidente della Regione Siciliana

dichiarava lo stato di calamità naturale per i gravi danni provocati dagli eventi

meteorologici del Settembre 2009 che hanno colpito il territorio siciliano, a

seguito della proposta del Dipartimento della protezione Civile;

Nota prot.11175 del 15/10/09, con la quale il Sindaco trasmetteva al

Sottosegretario di Stato del D.P.C., Dr.Guido Bertolaso, una serie di

documentazione comprovante i danni occorsi al territorio comunale a seguito

delle passate alluvioni, al fine di sensibilizzare il suo interessamento alla

problematica del rischio idrogeologico in cui versava il paese;

nota prot. 69542 del 05/11/09 con la quale il Capo del D.P.C., Dr. Guido

Bertolaso, nel prendere atto della documentazione trasmessa dal comune,

inviava una nota agli Enti competenti ( Regione Siciliana, Ministero dell'Ambiente

e della Tutela del Territorio e del Mare, D.P.C., Ass/to Territorio ed

Ambiente,Genio Civile ) in ordine alla necessità di provveder con urgenza ad un

riassetto e messa in sicurezza del territorio di Belmonte Mezzagno fortemente

compromesso dal rischio idrogeologico.

Da un’analisi dei dati utili alla stima del rischio in oggetto, si evince che il territorio di

Belmonte Mezzagno è soggetto a fenomeni di tipo alluvionale, esondazione, frane e

crollo da costoni rocciosi ( cfr. cartografia allegata -Tavola 3 ,Tavola 4)

2.3.1. Rischio alluvione

Nel territorio comunale ricadono delle aree a rischio alluvione, ubicate a valle ed a

monte dell’abitato, ed individuate in apposita cartografia:

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via Martiri di Via Fani, via F. Morvillo e P. Borsellino, via Placido Rizzotto, via

Papa G. XXIII, e contrada Landro ( zona bassa del paese);

tratto terminale della S.P. n. 38 a raccordo con la via A.De Gasperi, contrada

Mandricelli, via F. Morvillo e P. Borsellino, via F. Turati e via A.Casalini ( zone a

monte dell’abitato ).

Nel caso di evento calamitoso che possa fare ipotizzare la riattivazione della frana

(piogge di forte intensità), è necessario predisporre un sopralluogo di tecnici che

verifichino la situazione in atto, e nel caso di compromissione o danneggiamento della

sede stradale o di altri manufatti, avvertano immediatamente il Sindaco per l’adozione

dei conseguenti provvedimenti, tra cui anche il monitoraggio a vista del fenomeno.

In tali zone si ripetono frequentemente allagamenti legati a piogge di forte intensità ed

alla ridotta capacità di smaltimento delle acque piovane da parte del sistema fognario.

Le aree a maggior rischio sono, comunque, quelle a valle dell'abitato, interessanti

particolarmente le vie Papa G. XXIII e P. Rizzotto, in quanto hanno una densità

abitativa maggiore rispetto alle altre ed inoltre insistono gli edifici scolastici.

Si può ipotizzare che un evento meteo eccezionale per intensità e durata puo’

provocare sul territorio uno scenario massimo atteso legato ai danni di seguito descritti:

- allagamento delle aree interessate

- blocco totale della rete viaria nelle zone sopracitate

- danneggiamento alla rete idrica e fognaria

- black-out dell’energia elettrica e fornitura del gas metano

- congestionamento delle reti telefoniche per sovraccarico del servizio

- panico e difficoltà di evacuazione della popolazione residente nelle zone coinvolte.

Obiettivi:

salvaguardia ed assistenza alla popolazione e stabilire percorsi alternativi alla rete

viaria.

Interventi non strutturali:

Pulizia delle caditoie e degli impianti di smaltimento delle acque superficiali lungo le

strade, impedire il posteggio di automezzi ed il transito veicolare e pedonale, avvisare

la popolazione di non transitare a piedi o con mezzi a due ruote, di interrompere le

attività lavorative ( specie all'aperto), allontanare la popolazione residente dalle aree a

rischio alluvione, raccomandare alla popolazione di non sostare nei piani cantinati e di

staccare gli impianti elettrici .

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 40

Interventi strutturali:

E' in corso un finanziamento di €. 3.000.000 nell'ambito del Piano degli interventi di cui

all' A.P.Q. siglato tra la Regione Siciliana ed il Ministero del Territorio ed Ambiente,per

la realizzazione dell'opera “ consolidamento del canale di gronda, regimazione corsi

d’acqua e revisione canale a protezione del centro urbano”, in cui sono previsti ad

opera del Dipartimento della Protezione Civile i seguenti interventi:

-realizzazione di 2 vasche di espansione, una sul torrente Ianzelmo da mc.2300 ed

un'altra nel vallone “ Beveratoio Vecchio” in corrispondenza del punto di confluenza tra

il torrente Giarritedda ed il torrente Mandricelli, al fine di rallentare le acque di

ruscellamento da monte ed inibire il trasporto a valle di detriti e terriccio;

- ripristino degli argini con gabbionate e pulitura dell'alveo dei torrenti Mandricelli e

Giarritedda, a monte ed a valle della vasca di espansione da realizzare;

- ripulitura degli argini con ripristino della funzionalità idraulica dell'alveo del

torrente Ianzelmo, in corrispondenza della vasca da realizzare;

- allargamento ed approfondimento della attuale sezione dell'alveo del torrente

Landro, in corrispondenza dell'area esondata, eliminando gli ostacoli al deflusso

delle acque ;

- realizzazione di un canale in pietrame nella parte a monte della strada ex

S.P.38, di raccolta delle acque provenienti da monte della via Liguria e scarico

nel corpo ricettore, torrente Ianzelmo, mediante un pozzetto in cls collegato ad

una condotta armco dm.1200.

pulizia delle caditoie a bocca di lupo disposte lungo la S.P.38, al fine di

raccogliere e convogliare le acque in apposito corpo ricettore.

E' altresì previsto, in un progetto preliminare redatto dall' UTC, la realizzazione di un

canale di gronda che convoglia le acque a monte del Torrente Santa Caterina e

mediante una canalizzazione in PVC diametro 800 (attraversante le vie Turati e Tripoli

fino all'innesto con la via Placido Rizzotto) conferisce in un collettore armico diametro

ml. 3,00 di raccolta acque provenienti dal Torrente Spatola e Torrente Janselmo.

Cancelli:

Personale appartenente alla Polizia Municipale e/o Carabinieri stabiliranno la

materializzazione di presidi con compito di controllare ed impedire il transito veicolare

(tav.5), pedonale e qualsiasi forma di eventuale sciacallaggio nelle vie oggetto di

allagamento; seguendo gli itinerari predisposti e tramite apposite vie di fuga, la

popolazione verrà trasferita all'area di ricovero comunale dove saranno a disposizione

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rappresentanti del Volontariato e/o della Protezione Civile per l'assistenza e

l'informazione del caso .

2.3.2 Rischio frana

Le aree a rischio frana e/o caduta massi sono state individuate in corrispondenza

delle parti alte delle pareti acclive e rocciose del monte S.Caterina ( Portella Larga),

monte del Bosco e Pizzo Belmonte.

In tali aree, le condizioni di rischio sono determinate dalla presenza di superfici di

discontinuità in seno agli ammassi rocciosi alquanto acclivi, con consequenziale

formazione di blocchi separati dall’ammasso roccioso e disarticolati gli uni dagli altri per

i quali in generale, a secondo dell’orientamento dei giunti rispetto ai fronti rocciosi, si

può avere il ribaltamento, lo scivolamento o il crollo ; inoltre il disboscamento o la

verticalità delle pareti rocciose ha fatto si che le stesse siano state e siano più soggette

all’azione disgregatrice degli agenti morfo-climatici ( azioni termiche,chimiche , eoliche,

vibrazioni naturali, etc.), con la conseguenza che, man mano che si formano o si

ampliano delle fratture lungo le predette pareti, basta un temporale, vento forte, o

scossa sismica, od anche la sola azione della gravità, a provocare lo scoscendimento a

valle di pietre, massi o anche di porzioni di costoni rocciosi, con consequenziale rischio

per le aree sottostanti, strutture pubbliche, insediamenti abitativi e viabilità.

Alcuni di questi fenomeni si sono verificati in passato nelle contrade Jancheria ( Pizzo

Belmonte ) Portella Larga e Bosco, arrecando danni ai manufatti posti a valle .

Particolarmente interessata da diffusi dissesti di crollo è l’area sita contrada Portella

Larga, nel versante nord- est dell’abitato, che interessa alcune abitazioni poste a valle,

ove è stato realizzato un intervento di consolidamento mediante rivestimento,

rafforzamento di scarpata, con la realizzazione di pannelli di funi di acciaio, imbracatura

con funi di acciaio ancorate a tiranti e barriera paramassi (finanziamento realizzato

nell’ambito del P.O.R.Sicilia 2000/2006 dell’importo di €. 1.342.786,94.

Lo scenario previsto dai probabili rischi sopracitati è il seguente:

- distacco delle pareti acclive e/o crepacci dei versanti rocciosi monte S.Caterina

(Portella Larga), Monte Bosco e Pizzo Belmonte

- rovesciamento e/o crollo di massi e pietre sugli edifici e su persone in transito

- blocco della rete viaria sottostante le aree di cui sopra.

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Obiettivi :

salvaguardia ed assistenza alla popolazione residente nelle zone a rischio e stabilire

percorsi alternativi alla rete viaria.

Interventi non strutturali :

Impedire il posteggio di automezzi ed il transito veicolare e pedonale, interrompere le

attività lavorative, allontanare la popolazione residente al di sotto di scarpate di roccia.

Interventi strutturali :

opere di difesa dalla caduta massi, distinte in :

- opere attive, che hanno la funzione di prevenire, impedire o limitare in modo

sostanziale il distacco ed il movimento degli elementi lapidei ( rimodellamento del

versante, legature, chodature, tiranti e pannelli di rete, iniezioni di consolidanti,

imbracatura mediante reti addossate;

- opere passive che provvedono ad intercettare e fermare gli elementi già in

movimento di caduta ( reti paramassi con funi e tiranti, trincee o rilevati di

rallentamento, muri di vario materiale, etc).

Cancelli:

personale appartenente alla Polizia Municipale e/o Carabinieri stabiliranno la

materializzazione di presidi con compito di controllare ed impedire il transito veicolare,

pedonale e qualsiasi forma di eventuale sciacallaggio nelle vie oggetto di rischio da

frana.

2.4 Interventi a salvaguardia del territorio

Nel programma triennale delle opere pubbliche A. 2012-2014, approvato con delibera

di C.C. n. 60 del 10/12/2012, l’Amm/ne comunale ha inserito le seguenti opere ai fini

della mitigazione del rischio idrogeologico :

- Consolidamento dei costoni rocciosi c.da S.Caterina – Portella Larga –

(Completamento di un’opera già realizzata ma non collaudata )

(Costo stimato €. 447.232,29, di cui al finanziamento P.O.R. Sicilia 2000/2006

dell’Ass/to Territorio ed Ambiente)

- Opere di consolidamento del canale di gronda, regimazione corsi d’acqua e

revisione canale a protezione del centro urbano (costo stimato dell’opera

€.3.000.000,00, nell’ambito del Piano degli Interventi di cui all’APQ Ambiente siglato

tra la Regione Siciliana ed il Ministero del Territorio ed Ambiente 2010);

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- Lavori di consolidamento e messa in sicurezza del versante occidentale del monte

“S.Caterina” nel comune di Belmonte Mezzagno ( codice dissesto 037-6BE-001)

( Costo stimato dell’opera €. 990.000,00)

- Lavori di consolidamento e messa in sicurezza del versante meridionale del monte

“S.Caterina” nel comune di Belmonte Mezzagno ( codice dissesto 037-6BE-009)

( Costo stimato dell’opera €. 1.350.000,00)

- Lavori di consolidamento e messa in sicurezza del versante orientale del monte

“S.Caterina” nel comune di Belmonte Mezzagno ( codice dissesto 037-6BE-004)

( Costo stimato dell’opera €. 1.250.000,00)

- Intervento di mitigazione del rischio idraulico nel centro abitato del comune di

Belmonte Mezzagno

( Costo stimato dell’opera €. 3.000.000,00)

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CAP. 3

LIVELLI DI ALLERTA E MODELLO D’INTERVENTO

COMUNE DI BELMONTE MEZZAGNO

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In Sicilia, in ossequio agli adempimenti previsti dalla direttiva P.C.M. 27.02.2004, in base

al comportamento climatico delle diverse aree geografiche sono state individuate le

seguenti zone di allerta:

A) Sicilia Nord orientale (Peloritani, versante tirreno)

B) Sicilia centro settentrionale (Nebrodi e Madonie)

C) Sicilia Nord occidentale (Monti di Palermo, Capo San Vito)

D) Sicilia Sud occidentale (Val di Mazzara, Belice)

E) Sicilia centro meridionale (Platani, Imera meridionale)

F) Sicilia Sud orientale,versante Mediterraneo (Gela, Capo Passero)

G) Sicilia Sud orientale, versante Ionico (Capo Passero Biviere Lentini)

H) Sicilia centro orientale (Simeto)

I) Sicilia Nord orientale, versante ionico.

I limiti territoriali per ciascuna Zona vengono riportati nella seguente carta:

Fig.3.1:Zone di allerta

Il territorio di Belmonte Mezzagno, seguendo tali indicazioni geografico-climatiche, viene a

configurarsi nella zona di Allerta C.

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Le precipitazioni medie, per un periodo compreso tra il 1921 e il 2002, così come riportato

nei seguenti prospetti estrapolati dalle Linee Guida per la pianificazione di P.C. regionale,

vengono desunte dai dati afferenti alla stazione di Altofonte posta nel bacino del Fiume

Oreto:

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Fig.3.2:Stazione pluviometrici di riferimento

Nell’ambito del Modello d’intervento adottato, i livelli di allerta nel sistema della protezione

civile hanno l’obiettivo di avviare:

- Prima del manifestarsi dell’evento temuto, le fasi di attivazione dei sistemi di contrasto

preventivo degli eventi e dei conseguenti effetti, nonché quelle finalizzate alla

preparazione all’emergenza;

- Durante e dopo il manifestarsi dell’evento, la fase di governo e superamento

dell’emergenza.

La relazione tra i livelli di criticità (ordinaria, moderata ed elevata) e i livelli di allerta

(preallerta, attenzione, preallarme, allarme) è stabilita come indicato nella seguente

tabella:

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LIVELLI di CRITICITA’Evento idrogeologico e/o idraulico

FASI diALLERTA

Bollettino di CRITICITA’ ORDINARIAPreavviso di eventi meteorici comunemente percepiticome “normali” con possibilità di fasi temporalescheintense.Possibilità di allertamento al manifestarsi dell’evento.

PREALLERTA

Avviso di CRITICITA’ MODERATAEvento in atto con criticità ordinaria.Nel caso di bacini a carattere torrentizio, all’aggravarsidella situazione nei punti critici monitorati a vista daipresidi territoriali e/o superamento di soglie riferite asistemi di allertamento locale, ove presenti.

ATTENZIONE

Avviso di CRITICITA’ ELEVATAEvento in atto con criticità moderata.All’aggravarsi della situazione nei punti criticimonitorati a vista dai presidi territoriali e/o alsuperamento di soglie riferite a sistemi di allertamentolocali, ove presenti.

PREALLARME

EVENTO IN ATTO con criticità elevataAll’aggravarsi della situazione nei punti criticimonitorati a vista da presidi territoriali e/osuperamento di soglie riferite a sistemi di allertamentolocale, ove presenti.

ALLARME

3.1 Modello di intervento

Con tale terminologia viene intesa l’individuazione della “catena di comando” per le

attivazioni delle procedure di protezione civile (chi fa /che cosa).

Poiché vi è una generale dipendenza tra eventi meteorologici ed eventi calamitosi di

natura idrogeologica, è possibile predisporre la risposta del sistema di protezione civile

quando sono previste precipitazioni di particolare intensità o in quantità considerevole.

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 49

Il sistema di protezione civile si attiva “per gradi” in funzione della capacità di predizione

degli eventi e dei correlati effetti al suolo: per quanto concerne il rischio idrogeologico,

l’efficacia della predizione dei fenomeni è legata alla attendibilità della modellistica

meteorologica, mentre la valutazione preventiva degli effetti al suolo richiede la

conoscenza delle criticità territoriali.

La struttura locale di protezione civile, il cui responsabile è il Sindaco, deve essere resa

nota al Dipartimento Regionale della protezione Civile.

Dovranno quindi essere individuate le seguenti figure:

- Responsabile e vice responsabile del Presidio Operativo:

- Componenti dei Presidi Territoriali, loro compiti e uffici di appartenenza;

- Componenti delle funzioni di supporto

STRUTTURA LOCALE di PROTEZIONE CIVILE

Responsabile:Sindaco

Ing. P. Di LibertoCell. 3386414224

Responsabile PresidioOperativo:

Dr.Vincenzo BiscontiRecapito tel. H24

Cell

Componente delPresidio Operativo:

Arch.A. ButtacavoliRecapito tel. H24

Cell

Responsabile delPresidio Territoriale:Comandante .P. M.Recapito tel. H24Cell. 329/3173567

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COMPONENTI DELLE FUNZIONI DI SUPPORTO

Funzione 1^ Tecnica e Pianificazione : Dr. Vincenzo Bisconti

sostituto: Arch. Antonino Buttacavoli

Funzione 2^ Sanità Ass. Soc. Veterinaria : Dr. Achille De Paola

sostituto Dr. A. Caruso

Funzione 3^ Volontariato : Sig. Santangelo Giovanni

sostituto : Signora Barrale Angela

Funzione 4^ Materiali e mezzi : Geom. Romano Giorgio

Funzione 5^ Serv. Essenziali a att. Scolastiche : Dr. Gioacchino Cusimano

Funzione 6^ Censimento danni : Geom. Gendusa Giuseppe

Funzione 7^ Viabilità e strutture operative : Sig.Gaetano Migliore.

Funzione 8^ Telecomunicazioni: Sig. Giovanni Migliore

Funzione 9^ Assistenza alla popolazione : Dr.ssa Vincenza Migliore

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 51

Il rischio idrogeologico è un tipo di rischio definito prevedibile in quanto legato a fenomeni

metereologici per i quali esistono strumenti di previsione o metodi per monitorarne

l'evolvere della situazione. L'avviso di Condizioni Metereologiche avverse viene emesso

dalla S.O.R.I.S. ( Sala Operativa Regionale Integrata Siciliana ) e dalla Prefettura a

seguito apposito bollettino ( AVVISO)

L' AVVISO è la comunicazione di un evento in atto o prevedibile che può avere diverse

fonti a secondo della natura. Il personale che riceve l'avviso, accertata la veridicità

dell'avviso, dovrà attivare le procedure come di seguito.

Procedura interna “1” ( Evento di modesta dimensione).

Ricevuta la comunicazione del verificarsi un dato evento, il personale addetto alla

postazione telefonica e centrale radio della Protezione Civile passerà l'avviso al

Responsabile della Protezione Civile o al suo sostituto; quest'ultimo,verificata

l'informazione, al verificarsi dell'evento di piccole o modeste dimensioni, attiva la squadra

di pronta reperibilità per la risoluzione dell'evento e se necessitante i Vigili del Fuoco.

AVVISO

Centrale operativa settore Protezione Civiletel. 0918738020/ - 091/8738882 fax. 091/8738029 - 091/8736963

Responsabile del Servizio Protezione Civile o suo sostituto:Dr. Vincenzo Bisconti tel. 091/8730473 cell.

sostituto: Arch. Antonino Buttacavoli tel. 091/ 8738006 cell.

SQUADRA REPERIBILITA'1 tecnico comunale2 operai comunali

2 vigili urbani

SQUADRAVigili del Fuoco

Segnalazione di qualsiasi cittadino Segnalazione delle forze di poliziapresenti sul territorio

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 52

Procedura interna “2” ( Evento di notevole dimensione)

Qualora le dimensioni dell'evento sono ritenute notevoli dopo l'attivazione della procedura

“1 “, viene attivato il sistema di Protezione Civile Locale. Pertanto il Responsabile della

Protezione Civile informa il Sindaco dell'evento verificato o in atto, nella qualità di Autorità

Comunale di P.C.

Il SINDACO dispone l'attivazione delle Funzioni di Supporto che compongono il Centro

Operativo Comunale ( C.O.C. )

Il SINDACO, a mezzo del sistema di Protezione Civile, dovrà assicurare la direzione e il

coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita dall'evento

calamitoso, provvedere alla continua informazione alla popolazione ed organizzare gli

interventi necessari dando immediata comunicazione al Prefetto di Palermo, al Presidente

della Regione Sicilia, al Dipartimento Regionale di P.C. ed alla Provincia di Palermo,

ricevendo così gli aiuti dovuti qualora l'evento per ampiezza o tipologia non possa essere

affrontato dal solo Comune .

AVVISO

Centrale operativa settore Protezione Civiletel. 0918738020/ o 091/8738882 fax. 091/8738029 - 091/8736963

Responsabile del Servizio Protezione Civile o suo sostituto:Dr. Vincenzo Bisconti tel. 091/8730473 cell.

sostituto: Arch. Antonino Buttacavoli tel 091/8738006 cell .

SINDACO (Autorità comunale di Protezione Civile)Cell.1: 3351260833 -Cell.2. 3386414224

C.O.C.

Segnalazione diqualsiasi cittadino

Comunicazione dellaPrefettura di Palermo

Comunicazione delD.R.P.C.

Segnalazione daparte delle FF.OOpresenti sul territorio

Funzione1

Funzione2

Funzione3

Funzione4

Funzione5

Funzione6

Funzione7

Funzione8

Funzione9

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 53

In virtù della tipologia del rischio il Sindaco disporrà la presenza di tutti i componenti del

C.O.C. ovvero dei Responsabili delle sole Funzioni necessarie alle operazioni di contrasto

e di risoluzione all'evento.

Tramite l'attività dei responsabili delle funzioni di supporto, si avrà la possibilità di tenere

sempre efficiente il piano di emergenza che individua, per ogni funzione, un unico

responsabile sia in emergenza sia in situazione di quiete, consentendo così al Sindaco di

utilizzare in emergenza e nel centro operativo comunale persone che già si conoscono e

lavorano insieme, raggiungendo una migliore omogeneità fra componenti e strutture

operative a tutto vantaggio dell'efficienza e del fare squadra.

Lo scenario di rischio potrebbe manifestarsi in modo ben differente da quanto descritto dal

relativo scenario di riferimento; l’evoluzione della dinamica dell’evento va monitorata e

sorvegliata attraverso l’attività del presidio territoriale che dovrà provvedere, in particolare,

al controllo dei punti critici facendo scattare le diverse fasi del piano di emergenza, quando

necessario.

Pertanto :

- Le comunicazioni che pervengono dal Centro Funzionale in termini di Avvisi Meteo,

Bollettini di criticità e Avvisi di criticità devono intendersi come parametro di riferimento

generale;

- Il Sindaco e/o il Responsabile del Presidio Operativo valutano, sulla base delle

manifestazioni locali dei fenomeni atmosferici e degli effetti al suolo, se attivare le

procedure di livello superiore a quello trasmesso con l’Avviso di criticità, informando le

componenti del sistema di protezione civile (Prefettura - UTG, Provincia, Regione ):

- Prefettura : trasmettendo fax al n. 091/338912 o telefonando al n.091/331309-338911

- Provincia Reg.le: trasmettendo fax al n. 091/6628645 o telefonando al n. 329/6509857

- SO.RI.S.:tramite fax al n. 091/6961966-7071937 o telefonando al N.ro verde 800458787

In modo sintetico le azioni che l’autorità locale di protezione civile può condurre al

ricevimento di un avviso di criticità vengono riassunte nella seguente tabella:

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 54

AVVISO STATO diALLERTA

SIGNIFICATO

NESSUNACRITICITA’

QUIETENon sono previste condizioni meteorologiche che possanodeterminare situazioni di criticità nel territorio (tempo stabile oprecipitazioni di scarso rilievo)

PREALLERTA

CRITICITA'ORDINARIA

PREALLERTA

Le precipitazioni previste, in quantità e intensità, rientrano tra

quelle comunemente percepite come “normali”. Possibili

intensificazioni localizzate.

IL SINDACO attiva il PRESIDIO OPERATIVO.

Il Responsabile del Presidio Operativo verifica:

- Il funzionamento dei sistemi di trasmissione

(fax, e-mail, telefono)

- L’operatività dei presidi territoriali

(contatti con Enti responsabili)

ALLERTA

CRITICITA’MODERATA

I° livelloATTENZIONE

Sarà attivato quando perviene da parte degli Organi preposti

apposito avviso di allerta, in previsione di un possibile evento o

per il raggiungimento dei valori di rischio degli strumenti di

monitoraggio.

Il Responsabile del Servizio di P.C.:

-Informa il Sindaco

-Informa la Prefettura e la SORIS dell’evolversi dell’evento

- Allerta il Nucleo di pronto intervento

- Allerta i Responsabili delle funzioni eventualmente interessate

all’evento

- Richiede l’autorizzazione al Sindaco per l’attivazione del 2°

livello in caso di evolversi dell’evento o alla fine dello stato di 1°

livello.

CRITICITA’ELEVATA

2° livelloPREALLARME

Precipitazioni in corso. Previsioni di piogge superiori a quelle

comunemente percepite come “normali”o per il superamento

dei valori degli strumenti di monitoraggio.

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 55

Il Responsabile del Presidio Operativo informerà il Sindaco il

quale attiverà il 2 ° Livello: preallarme

PROCEDURE DI ATTIVAZIONE

Il Responsabile dell'Ufficio Comunale Protezione Civile in caso

di attivazione del 2° livello provvede a:

Informare la Prefettura e la SORIS dell'evolversi dell'evento;

Ottenere notizie sulla evoluzione dell’evento tramite i Servizi

preposti;

attivare il Nucleo di pronto intervento;

attivare i Responsabili delle funzioni eventualmente interessate

all'evento.

valutare l’eventuale apertura della sede del C.O.C. e verificare

il funzionamento delle apparecchiature.

CRITICITA’ELEVATA

3° livelloALLARME

3 ° LIVELLO: ALLARME

Il passaggio al 3° livello avverrà quando si verifica un ulteriore

aggravarsi delle previsioni o dalla evoluzione dell'evento.

La Direzione delle attività di 3° Livello sono affidate al Sindaco

il quale provvederà a dare disposizione al Responsabile

dell'U.C.P.C. per l'attivazione delle procedure previste.

PROCEDURE DI ATTIVAZIONE

Informare la Prefettura e la SORIS dell'evolversi dell'evento;

attivare il C.O.C.;

1. apertura sede del C.O.C.

2. convocazione dei Responsabili delle funzioni;

3. verifica e attivazione apparati radio, telefax, computers, etc;

4. Attivazione Nucleo di pronto intervento;

5. Attivazione del volontariato.

monitorare le zone a rischio individuate nel Piano Comunale di

Protezione Civile;

allertare Aziende erogatrici di servizi (Telecom, Enel, Azienda

gas, etc.)

allertare eventuali Ditte convenzionate con il Comune

(manutenzioni impianti, servizi, etc).

accertare evoluzione dell’evento;

predisporre eventuale informazione alla popolazione;

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 56

predisporre ordini di servizio per il richiamo in servizio del

personale necessario.

CRITICITA’ELEVATA

EMERGENZAIn caso di evoluzione sfavorevole o non prevedibile dell’evento,

il Sindaco attiva il 4° Livello (emergenza) dichiarando lo stato di

emergenza.

PROCEDURE DI ATTIVAZIONE

Comunica stato emergenza a Prefettura e SORIS;

attiva le procedure di emergenza del Piano Comunale di

Protezione Civile:

mantiene i contatti con Prefettura, SORIS, etc.;

dispone ordini di servizio per il personale;

convoca il Comitato Comunale di P. C.;

informa la popolazione sull'evento.

La cessazione dello stato di emergenza o il passaggio al livello

precedente è disposta dal Sindaco sentito il Responsabile

dell'U.C.P.C., dandone comunicazione alla Prefettura e al

SORIS.

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 57

3.2 Struttura di coordinamento locale

3.2.1 Presidio Operativo - Presidio territoriale

Prima ancora dell’eventuale apertura del C.O.C., al ricevimento di avviso meteo che

presuppone l’eventuale sviluppo di situazioni di criticità, il Sindaco deve rendere attivo un

primo nucleo di valutazione, organizzato nell’ambito della stessa struttura comunale,

composto dal referente della Funzione Tecnica di Pianificazione, che fornisce i contatti con

gli enti interessati ( Regione, Provincia, Prefettura - UTG): il Presidio Operativo.

Il tecnico responsabile del Presidio Operativo è individuato in chi avrà il compito di

coordinare la Funzione tecnica di valutazione e pianificazione in caso di apertura del

C.O.C.

Presidio Operativo

Responsabile del Presidio

Operativo

Dr.Vincenzo Bisconti

Recapito telefonico H24

Cell.

Componente Responsabile del

Presidio Operativo

Arch.Antonino Buttacavoli

Recapito telefonico H24

Cell.

Il Responsabile del Presidio Operativo ha il compito di coordinare le attività del Presidio

territoriale, in particolare:

1 Predispone il servizio di vigilanza la cui organizzazione funzionale ed operativa

dovrà essere nota al Dipartimento Regionale della P.C. ;

2 Gestisce in piena autonomia tutte le attività del presidio;

3 Garantisce che tutte le osservazioni strumentali e non provenienti dal personale

dell’ufficio tecnico, dei Corpi dello Stato, degli Enti Locali e del Volontariato, siano

trasmesse al Centro Funzionale Decentrato Responsabile del Presidio Operativo

Viene costituito, altresì come da Direttiva P.C.M. 27/02/2004, il Presidio Territoriale.

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Il Sindaco, quale autorità locale di protezione civile, già in fase di pianificazione di

protezione civile, deve disporre la costituzione del Presidio Territoriale che, in caso di

allerta, provvederà al controllo del territorio nelle zone ritenute critiche, svolgendo cosi

azioni di supporto al Centro Operativo Comunale (COC).

Presidio Territoriale

Responsabile del Presidio territoriale

Comandante P. M. Salvatore Italiano

Recapito telefonico H 24

Cell. 3293173567

Il Presidio Territoriale è una struttura preposta al controllo dei fenomeni che possono

comportare criticità idraulica e idrogeologica. Esso dialoga col Presidio Operativo

informandolo sull’evoluzione delle situazioni. Il Presidio territoriale dovrà svolgere compiti

di sorveglianza dei fenomeni idraulici e geomorfologici con particolare riferimento a:

Lo stato del territorio nelle aree censite nel P.A.I. R4/R3 e P4/P3 nonché nei

cosiddetti “siti di attenzione”.

Lo stato del territorio nei punti singolari a rischio rilevati a seguito di sopralluoghi,

quali integrazioni alle informazioni dei P.A.I.

In tali aree si farà particolare attenzione a:

- Segnali di attivazione o riattivazione di fenomeni franosi;

- Presenza di elementi predisponenti al dissesto idrogeologico intervenuti

successivamente ai rilievi (aree incendiate);

- Condizione della rete idrografica specialmente in corrispondenza delle intersezioni

con assi stradali;

- Presenza di beni esposti che in via preventiva o in caso di evento potrebbero

essere oggetto di specifiche azioni di mitigazione del rischio.

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Il Sindaco, attraverso il Responsabile della Funzione Tecnica, indirizza la dislocazione e

l’azione del Presidio Territoriale provvedendo ad intensificarne l’attività in caso di criticità

rapidamente crescente.

A tal fine, il Comune può organizzare squadre miste, composte da personale ed operatori

dei propri uffici tecnici e delle diverse strutture operative presenti sul territorio, ( Corpo

Forestale, Vigili del Fuoco, e Volontariato Locale, di cittadini volontari), costituente la

struttura operativa comunale di P.C. ( N.O.C.) che provvede al controllo dei punti critici,

delle aree soggette a rischio preventivamente individuate, dell’agibilità delle vie di fuga e

della funzionalità delle aree di emergenza.

A seguito dell’evento, il Presidio provvede alla delimitazione dell’area interessata, alla

valutazione del rischio residuo e al censimento del danno.

Il Modello di Intervento è organizzato con la costituzione di Centri Operativi, all’interno dei

quali vi sono dei gruppi di lavoro, ciascuno con compiti ben precisi, denominati Funzioni di

Supporto.

I Responsabili delle “Funzioni di Supporto” ed i loro sostituti sono nominati

preventivamente dal Sindaco, a cui fanno capo e riferiscono; i componenti di tali Funzioni

di Supporto riassumono ed esplicano con poteri decisionali le funzioni dell'Amm/ne che

rappresentano; ogni Funzione, rispetto ad altre,acquisterà un rilievo differente a seconda

degli effetti causati dal singolo evento calamitoso; il numero ed il tipo di Funzioni di

Supporto da attivare dipendono dalla gravità dell’evento e dall’organizzazione dell’Ente

Locale.

Le Funzioni di Supporto, attraverso i responsabili o loro sostituti,provvedono, in via

ordinaria, all'aggiornamento continuo dei dati e delle procedure relative alla propria

funzione di supporto, in emergenza, ad attivare nel C.O.C. l'organizzazione delle risposte

che occorre dare alle diverse esigenze dall'evento calamitoso

3.2.2 Centro operativo comunale ( COC)

Il Centro Operativo Comunale si attiva in 24 h attraverso la convocazione delle diverse

funzioni di supporto individuate dal Sindaco, le cui competenze sono dettagliatamente

indicate nel successivo paragrafo 3.2.3. Il personale disponibile per l’espletamento delle

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 60

attività specifiche di ogni funzione sarà integrato in relazione alle necessità evidenziate

nella fase di emergenza.

Il COC è organizzato per funzioni di supporto ed ubicato esternamente alle aree a rischio

presso la Sede della Polizia Municipale, articolato in : sala operativa con le postazioni

delle funzioni di supporto, postazione radio, sala riunioni per incontri necessari al

coordinamento, segreteria per il raccordo tra le funzioni di supporto, attività amministrativa,

protocollo, etc.;

Ulteriori funzioni di supporto integrate al C.O.C. oltre a quelle previste sono:

● Responsabile della struttura di segreteria : Dr. Vincenzo Bisconti e suo sostituto

l’ Arch. Antonino Buttacavoli

Questa particolare struttura si occuperà:

in situazione ordinaria di:

organizzare una sezione distaccata dell'ufficio di segreteria del comune;

- mantenere i rapporti con altre Amm/ni, Organi ed Enti;

- predisporre un database ( suscettibile di modifiche ) per tutti gli atti amm/vi da utilizzare

in emergenza in base alle necessità contingenti;

- dare il necessario supporto legale;

in emergenza di:

- istituire la sezione distaccata dell'ufficio di segreteria del comune ed un protocollo di

emergenza;

- attivare le procedure amm/ve per l'emergenza, curandone la parte formale;

- garantire i rapporti con gli Enti Locali;

- organizzare la logistica del personale comunale in turnazione durante l'emergenza;

- coordinare l'Amm/ne comunale durante l'emergenza;

- fornire l'assistenza giuridica generale al Centro Operativo;

- assicurare i servizi amm/vi essenziali alla popolazione;

- istituire l'ufficio relazioni con il pubblico e curarne il funzionamento;

- mantenere un rapporto costante con la sala operativa, comunicazioni e stampa;

- elaborare la relazione giornaliera da inviare alla Prefettura.

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Responsabile della struttura di gestione dati – Arch.Antonino Buttacavoli e, suo

sostituto il Geom. Giuseppe Gendusa .

Tale struttura in situazione ordinaria si occuperà di :

- predisporre un database con tutte le schede di raccolta dati ( che sintetizzano le risorse

del comune ) e le schede di gestione dati ( da utilizzare in emergenza).

In emergenza si occuperà di:

- curare la parte informatica della struttura operativa e gli schemi in database di ordinanza

per l'emergenza;

- raccogliere i dati di tutte le Funzioni di Supporto, elaborarli e sintetizzarli e renderli

disponibili a tutta la struttura del C.O.C..

- mantenere un rapporto costante con la sala operativa, comunicazioni e stampa;

Responsabile della Sala stampa Dott.ssa Maria Lina Cusimano e suo sostituto la

D.ssa . Maria Pina Di Liberto

In locale separato da quelli previsti per il C.O.C. e per le postazioni delle Funzioni di

Supporto deve essere prevista una Sala Stampa in cui fare confluire le comunicazione per

i mass-media;

Tali comunicazioni dovranno essere rese e/o autorizzate esclusivamente dal Sindaco o

dall'Assessore delegato alla P.C..

Responsabile della Sala Operativa Comunale: Dr. Vincenzo Bisconti,

responsabile dell' U.P.C. e suo sostituto l’Arch. Antonino Buttacavoli .

la Sala Operativa viene allestita, su indicazione e direttive del Responsabile di protezione

Civile e sarà coordinata dallo stesso, per fronteggiare una grave situazione di emergenza.

La Sala Operativa, per questioni logistiche e di sicurezza, sarà ubicata presso la sede del

C.O.C. e la stessa dovrà disporre di :

sistema integrato e sicuro di telecomunicazioni atto a resistere ad ogni contingenza;

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 62

collegamento continuo con il Sindaco, quale autorità locale di P.C.

mezzi e strumenti idonei a potere ricevere notizie che consentano una rapida analisi

dell'evento;

copia del piano comunale di Protezione Civile – emergenza rischio idrogeologico;

copia delle carte topografiche e toponomastiche del territorio comunale ;

copia grafica dei servizi a rete con indicate le condutture d'acqua, fognature e gas,

linee telefoniche ed elettriche che attraversano il sottosuolo comunale ;

mappa aggiornata del territorio comunale con l'indicazione di itinerari per

raggiungere frazioni o nuclei sparse all'esterno del centro abitato;

gruppo elettrogeno;

apparecchiature ricetrasmittenti capaci di collegarsi con tutte le apparecchiature

radio del territorio comunale, nonché con il Centro Coordinamento Soccorsi

(C.C.S.) della Prefettura di Palermo;

personal computer e programmi software per la gestione delle emergenze ( dotati di

modem per collegamento on-line ed internet e con scheda hardware di

radiofrequenza, per il collegamento avanzato con le strutture permanenti di

P.C.,con gli organi di comunicazioni e stampa ).

Responsabile della Sala Radio : Sig. Agostino Buttacavoli e suo sostituto il

sig. Migliore Gaetano

In locale separato da da quelli previsti per il C.O.C. e per le postazioni delle Funzioni di

Supporto deve essere prevista una Sala Radio in cui fare confluire tutti i terminali di

comunicazione degli Enti Pubblici, privati e del Volontariato che si avvalgono delle

radiocomunicazioni.

ll Comune garantisce i collegamenti telefonici e fax, e se possibile e-mail, sia con la

Regione e con la Prefettura per la ricezione e la tempestiva presa visione dei

bollettini/avvisi di allertamento sia con le componenti e strutture operative di protezione

civile presenti sul territorio (Vigili del Fuoco, Corpo Forestale, Carabinieri, Asl, comuni

limitrofi ecc.) per la reciproca condivisione delle situazioni di criticità.

Il sistema di allertamento prevede che le comunicazioni, anche al di fuori degli orari di

lavoro della struttura comunale, giungano in tempo reale al Sindaco.

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 63

A tal fine, si potrà fare riferimento alla strutture presenti ordinariamente sul territorio

comunale già operative 24 h su 24 ( stazione dei carabinieri, presidi dei vigili urbani ).

Fig.3.3:Ubicazione C.O.C.

SEDE C.O.C

3.2.3. Funzioni di supporto.

Affinché il Modello d’intervento possa essere razionalmente organizzato, è necessario ed

indispensabile procedere alla costituzione di Centri Operativi all’interno dei quali vi sono

gruppi di lavoro ( Funzioni di Supporto ) ciascuno con compiti ben precisi.

Il numero ed il tipo di Funzioni di Supporto da attivare dipendono dalla gravità dell’evento e

dall’organizzazione dell’ente.

Le Funzioni di supporto individuate nell'ambito del C.O.C. sono 9, distinte come segue:

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F.1 – Funzione tecnica di valutazione e pianificazione

La funzione 1^ costituisce anche Presidio Operativo, il Responsabile della funzione è

anche responsabile del Presidio Operativo.

Responsabile : Dr. Vincenzo Bisconti tel. 091/8738073 fax 0918730473

In situazione ordinaria svolge i seguenti compiti:

- elaborazione e aggiornamento costante degli scenari degli eventi attesi;

- studio delle procedure più celeri ed efficaci per l'intervento in emergenza;

- composizione di un patrimonio cartografico del comune, comprendente ogni tipo di

carta tematica;

- indicazioni per l'attività di previsione e gli interventi di prevenzione dei rischi sul territorio;

- individuazione delle aree di ammassamento e ricovero all'interno del territorio comunale

in zone sicure ( campo sportivo, etc ).

In emergenza svolge i seguenti compiti :

- ricezione degli allertamenti trasmessi dalla Regione o dalla Prefettura, mantenendo con

esse un collegamento costante, dandone informazione alle altre Funzioni ;

- individuazione delle priorità d'intervento sul territorio finalizzate alla riduzione dei danni,

coordinandosi con la Funzione 4” Materiali e Mezzi “ e 6 “ Censimento danni a persone e

cose”;

- aggiornamento in tempo reale dello scenario dell'evento in funzione dei dati e delle

informazioni provenienti dalla sala comunicazioni ;

- delimitazione delle aree a rischio, individuazione dei percorsi, delle possibili vie di fuga, e

dei cancelli, dando direttive alla funzione 7 “ Strutture operative locali e viabilità”;

istituzione di presidi per osservazione / allerta delle zone a rischio;esegue il censimento

dei danni e la valutazione del rischio residuo;

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F.2 – Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria

Responsabile: Funzionario Asl Dr. Achille De Paola tel.091/7033186 fax 091/7033146

Sostituto: Dr. A. Caruso

Questa Funzione pianifica e gestisce tutte le situazioni e le problematiche legate agli

aspetti socio – sanitari dell'emergenza; in particolare coordina i contatti tra le realtà

disastrate e la centrale 118 e degli Enti preposti al soccorso in emergenza.

In situazione ordinaria svolge i seguenti compiti:

- censimento e gestione di posti letto e ricoveri in strutture sanitarie;

- elencazione ed aggiornamento della popolazione distinta in classi di età (<12 anni, tra 12

e 60 anni, > 60 anni) e comprendente i portatori di handicap (sia di tipo motorio che

psichico), così da indirizzare opportunamente i soccorritori. Tali elenchi devono essere

organizzati in macro-aree, quartieri o frazioni in maniera da sapere esattamente dove e

quante sono le persone che possono essere coinvolte dall’evento e smistate nelle strutture

predisposte allo scopo ;

- predisposizione di un servizio farmaceutico per l'emergenza ;

In emergenza svolge i seguenti compiti:

- organizzazione immediata degli interventi di soccorso alla popolazione in collaborazione

con la Funzione 3 “Volontariato Operativo” e Funzione 9 “Assistenza alla popolazione,

con costituzione di squadre di soccorso per assistenza feriti, ricerca dispersi e recupero

deceduti;

- allestimento di centri di soccorso nelle aree di protezione civile;

- svolgimento delle attività di assistenza sociale e psicologica alla popolazione colpita a

mezzo del volontariato assistenziale;

- tutela degli handicappati, degli anziani,e delle altre categorie che necessitano di

particolari cure mediche;

- competenza a esprimere giudizi sulla qualità delle acque, qualora si sospetti un

inquinamento ad opera di un evento (frana, rottura di reti idriche e fognarie, ecc.)

avvalendosi degli Enti preposti. Inoltre in caso di evento che coinvolga capi di bestiame, la

Funzione dovrà essere in grado di conoscere la consistenza e la distribuzione degli

allevamenti, nonché delle stalle e dei ricoveri che possano supplire a eventuali distruzione

delle strutture esistenti.

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F.3 – Volontariato

Responsabile: Sig. Santangelo Giovanni tel. 329/8944549

Sig.ra Barrale Angela tel. 388/8606069

I compiti delle organizzazioni di Volontariato Operativo variano in funzione delle

caratteristiche della specifica emergenza. In linea generale, il volontariato è di supporto

alle altre funzioni, offrendo uomini e mezzi per qualsiasi necessità.

In situazione ordinaria svolge i seguenti compiti:

- istituzione di gruppi comunali di volontariato operativo ed equipaggiamento degli stessi;

-attività di sensibilizzazione alla protezione civile della cittadinanza e delle associazioni di

volontariato assistenziale;

-realizzazione di corsi di formazione addestramento, esercitazione ed aggiornamento dei

volontari;

- raccordo con le altre funzioni collegate, in particolare con la 2 “Sanità Assistenza

sociale e veterinaria”, la 9 “Assistenza alla popolazione” e la 8 “Telecomunicazioni” per

la pianificazione degli interventi in emergenza;

- realizzazione di intese tra volontariato ed enti pubblici e privati;

- allestimento di un centro di operatori radio presso la sala operativa.

In emergenza svolge i seguenti compiti:

- intervento immediato per il soccorso alla popolazione, coordinandosi con le Funzioni 2

“Sanità Assistenza Sociale e Veterinaria”, e 9 “Assistenza alla Popolazione” ;

-redige un quadro sinottico delle risorse realmente disponibili, in termini di mezzi, uomini, e

professionalità specifiche e ne monitora la dislocazione ;

- mette a disposizione le risorse sulla base delle richieste avanzate dalle altre funzioni.

- allestimento di postazioni radio nei punti strategici colpiti da calamità per creare un

collegamento costante con la sala operativa.

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 67

F.4 – Materiali e Mezzi

Responsabile: Geom. Romano Giorgio tel. 091/8738266

E' una funzione determinante in emergenza che va programmata tenendo costantemente

aggiornata la situazione sulla disponibilità dei materiali e dei mezzi nel territorio comunale

in relazione agli scenari di evento probabili.

Particolare attenzione va tenuta nell'aggiornamento delle risorse relative al movimento

terra, ed alla prima assistenza alla popolazione, con particolare preventiva ricognizione

delle strutture in ambito comunale ; nel caso in cui la richiesta di materiali e/o mezzi non

può essere fronteggiata a livello locale, il Sindaco rivolgerà analoga richiesta al Prefetto.

In situazione ordinaria svolge i seguenti compiti:

- il censimento e la gestione delle risorse comunali per l'emergenza;

- la tenuta del magazzino comunale e del materiale di pronta disponibilità presso il centro

operativo;

- l'aggiornamento periodico di un database di tutte le risorse disponibili in collaborazione

con le altre funzioni di supporto;

- la redazione e l'aggiornamento degli elenchi di ditte e di fornitori, avvalendosi anche della

collaborazione di altri Enti, quali la Camera di Commercio;

- l'aggiornamento costante dei prezzi e preventivi e l'elaborazione di un prezziario di

riferimento per noli, manutenzioni e affitti;

- le prove periodiche di affidabilità di funzionamento dei materiali e dei mezzi.

In emergenza svolge i seguenti compiti:

- la raccolta dei materiali necessari durante l'emergenza e la loro distribuzione attraverso

le funzioni di supporto;

- la gestione del magazzino risorse ed equipaggiamento del personale del gruppo

comunale;

- l'organizzazione dei trasporti in collaborazione anche con aziende private;

- l'organizzazione e pianificazione dei servizi di erogazione carburanti;

- la gestione dei mezzi impegnati.

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F.5 – Servizi Essenziali ed attività Scolastiche

Responsabile: Dr.Gioacchino Cusimano tel.091/8738226

Sig. Valentina Girolama rappresentante scolastico scuola elementare via Papa Giovanni

e Piazza Della Libertà - tel.0918729828

Sign. Puleo Francesca Paola tel.0918729870 o Arch.Viola Valeria tel.3477342798

rappresentanti scolastici Istituto Comprensivo di via Placido Rizzotto

La Funzione sovrintende le attività inerenti i servizi erogati nel territorio e mantiene i

contatti con gli enti gestori dei servizi (acqua, luce, gas, telefono, fognatura ecc.).

In situazione ordinaria svolge i seguenti compiti:

- Tiene sotto monitoraggio lo stato manutentivo dei servizi a rete;

- cura in fase preventiva ed aggiorna costantemente la cartografia di tutti i servizi a rete del

comune (società energia elettrica, telefonica, gas, acqua, fognatura, rifiuti, pubblica

illuminazione);

- individua delle strutture alternative dove potere svolgere le attività scolastiche in caso di

danni alla strutture preposte;

- collabora col Volontariato Assistenziale per organizzare l'informazione a livello scolastico;

In emergenza svolge i seguenti compiti:

- garantisce la presenza dei rappresentanti delle aziende di servizio al C.O.C.;

- provvede all'allacciamento dei necessari servizi essenziali nelle aree destinate ai diversi

scopi di protezione Civile ;

- verifica costantemente lo stato dei servizi durante l'evolversi dell'evento, preoccupandosi

prima di tutto delle strutture più vulnerabili;

- garantisce che il personale scolastico provveda al controllo dell’avvenuta evacuazione

delle scuole;

Qualora gli edifici scolastici servissero come aree di attesa e/o accoglienza per il ricovero

della popolazione, ne cura l’allestimento;

- attiva le strutture e opera per l'immediato ripristino delle attività scolastiche.

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F.6 – Censimento danni a persone e cose

Responsabile :Geom. Gendusa Giuseppe tel.0918738250

L'effettuazione del censimento dei danni a persone e cose riveste particolare importanza

al fine di fotografare la situazione determinatasi a seguito dell' evento calamitoso e di

monitorare in tempi reali l'evolversi dell'evento;

In situazione ordinaria svolge i seguenti compiti:

- l'aggiornamento periodico dell'ultimo censimento in collaborazione con gli uffici

competenti del comune, con particolare attenzione al censimento delle persone anziane,

ai portatori di handicap, alle persone non autosufficienti, in collaborazione con la funzione

2 – Sanità assistenza sociale e veterinaria e 3 - Volontariato assistenziale ;

- la predisposizione di un'adeguata cartografia catastale

- l’organizzazione preventiva per la gestione delle richieste di indennizzo e predisposizione

di una metodologia operativa da tenere in caso di emergenza;

In emergenza svolge i seguenti compiti:

- il censimento danni a persone, animali, patrimonio immobiliare, attività produttive,

agricoltura, zootecnica, beni culturali, infrastrutture, etc

- l'attivazione e coordinamento delle squadre suddivise per aree per il censimento;

- il coordinamento con la funzione 2 – Sanità assistenza sociale e veterinaria e 3 -

Volontariato assistenziale .

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F.7 – Strutture operative locali e viabilità

Responsabile: Comandante P.M. Gaetano Migliore tel. 0918738219 fax 0918736963

Questa Funzione predispone, in collaborazione con la Funzione 1 – Tecnica e di

Pianificazione, il piano di viabilità d'emergenza e definisce con tutte le strutture operative

presenti sul territorio un piano d'interforze per l'intervento in emergenza per fronteggiare

l'evento calamitoso.

In situazione ordinaria svolge i seguenti compiti:

- coordina la predisposizione delle aree destinate ad uso di Protezione Civile;

- predispone una pianificazione della viabilità d'emergenza a seconda delle diverse

casistiche;

In emergenza svolge i seguenti compiti :

- organizza le attività di notifica urgente delle ordinanze;

- garantisce un costante collegamento e contatto con la Prefettura e gli Organi di Polizia o

altri Enti preposti;

- organizza delle squadre per la sicurezza e l'antisciacallaggio;

- delimita e controlla le aree a rischio, predisponendo ed attivando i “cancelli” e tutte le

attività inerenti i trasporti, la circolazione e il traffico, vie di fuga, viabilità alternativa e

quanto occorre per il deflusso della popolazione da evacuare ed il suo trasferimento nei

centri di accoglienza in coordinamento con le altre funzioni

- risponde alle richieste di uomini e mezzi da parte delle altre Funzioni di Supporto e della

sala comunicazione operativa.

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F.8 – Telecomunicazioni

Responsabile: Sig. Giovanni Migliore tel.0918738242

Questa funzione garantisce una rete di telecomunicazioni alternativa in caso di evento.

In situazione ordinaria svolge i seguenti compiti:

- pianifica la costituzione del C.O.C. Dal punto di vista tecnico operativo dei collegamenti

secondo le convenzioni assunte con le società telefoniche;

- organizza i collegamenti radio in esercitazione;

- mantiene in esercizio efficiente i ponti radio e i relativi apparati, coordina il servizio radio

comunale con i volontari operatori radio ed effettua prove di collegamento .

In emergenza svolge i seguenti compiti :

- richiede linee telefoniche via cavo, telefonia mobile e posta elettronica secondo le

convenzioni assunte con le società telefoniche;

- provvede al collegamento radio con le aree di emergenza;

- verifica costantemente lo stato del servizio durante l'evolversi dell'evento preoccupandosi

prima di tutto delle strutture più vulnerabili ( scuole, presidio sanitario, etc,).

- si coordina con la funzione 3 -Volontariato operativo.

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F.9 – Assistenza alla popolazione

Responsabile: un rappresentante del settore Servizi sociali –

Dr.ssa Vincenza Migliore tel.0918738255

La Funzione si occupa di predisporre i servizi necessari per l’assistenza alla popolazione

evacuata o colpita.

In situazione ordinaria svolge i seguenti compiti:

- raccolta ed aggiornamento dati relativi alle strutture ricettive ( pubbliche o private) ed ai

servizi di ristorazione, in collaborazione con la Funzione 4 – Materiale e Mezzi;

- studio delle tecniche migliori per l'organizzazione delle aree di ricovero, dei posti letto e

delle mense.

In emergenza svolge i seguenti compiti :

- gestione dei posti letto per gli evacuati ed i senzatetto, in raccordo con la Funzione 2

(Sanità,Assistenza Sociale e Veterinaria);

- gestione della mensa per popolazione, operatori e volontari di P.C.;

- raccolta di alimenti e generi di conforto in arrivo e loro razionale uso e distribuzione in

collaborazione con la funzione 4 ( Materiale e Mezzi);

- la collaborazione all'attività dell'ufficio di Relazioni con il pubblico;

- l'acquisto di beni e servizi per la popolazione anche tramite servizio economato;

- l'attività di supporto e sostegno alle persone colpite in collaborazione con le Funzioni 2

(Sanità,Assistenza Sociale e Veterinaria) e 3 ( Volontariato)

Ciascuna Funzione, per il proprio ambito di competenza, valuta l’esigenza di richiedere

supporto a Prefettura – UTG e Regione, termini di uomini, materiali e mezzi, informandone il

Sindaco.

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CAP. 4

SCHEDE RISORSE UTILI

Le schede relative alle risorse utili in caso di un eventuale soccorso alla popolazione sono

distinte in:

- Aree di protezione civile

- Delimitazione delle aree a rischio

- Elenco privati cittadini detentori di risorse di prima necessità ( Allegato 1)

- Elenco privati cittadini detentori di mezzi meccanici e/o titolari d’impresa operanti

all’esterno ed all'interno del territorio comunale ( Allegato 1)

- Altre attività commerciali sul territorio ( Allegato 1)

- Mezzi meccanici in dotazione al comune( Allegato 1)

- Mezzi meccanici in dotazione all’Unione dei Comuni “ Le Quattro terre” ( Allegato 1)

- Numero telefono custodi chiavi immobili di proprietà comunale ( Allegato 1)

STRUTTURE SUL TERRITORIO

A) EDIFICI STRATEGICI : sono quelli che svolgono una fruizione nel territorio, nell’ambito

della protezione civile, che non risulta determinata dall’evento ma che hanno valenza

predefinita per la necessità della salvaguardia delle persone.

Caserma dei carabinieri :

sede : via Placido Rizzotto n. 1 tel.091/8729214 - 091/8728165

referente : M.llo Celiberti

dotazioni : n.1 auto Subaru – Forester

Comando Polizia Municipale

sede: via G. Matteotti, civ.1 P.primo tel. 091/8738020

referente : Magg. Salvatore italiano

dotazioni : n. 1 auto Fiat Punto

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Centro operativo comunale (C.O.C)

sede : via G. Matteotti, civ. 1 P. secondo Via Matteotti n.4 –

tel.091 873.80.20-fax091 873.80.29

tel. 091/ 8738882 fax 091/8736963

referente : Sindaco

dotazione: n.2 sala operativa

dotazione: n. 1 fiat Panda 4x4

Presidio di pronto soccorso ( Asp )

via Placido Rizzotto n 4/A con struttura mobile ( 118) Tel. 091/8729037

Poliambulatorio ( centro medico Hippocrate)

via Carlo Alberto Dalla Chiesa, civ. 3C, Tel. 091/8738322

B) EDIFICI TATTICI: sono quelle strutture che potenzialmente potranno essere utilizzate

nel caso di evento calamitoso dopo aver verificato, su base del censimento, la tipologia

strutturale e le dotazioni, nell’ipotesi che venga mantenuta la funzionalità anche dopo

l’evento.

Palazzo comunale

sede : Piazza della Libertà, P.2° tel. 091/8738011

tipologia : rappresentanza, segreteria,

uffici amm/vi, ragioneria, tecnico,

servizi sociali e personale

sede: via G. Matteotti, p. terra tel. 091/8738002/01/04

tipologia: uffici anagrafe ed affari generali,

uso in emergenza : area di accoglienza popolazione

Scuola elementare :

sede : piazza della Liberta, P.terra - 1°

tipologia: edificio scolastico tel. 091/8729820

uso in emergenza : area di accoglienza popolazione

stima posti letto : n.150

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 75

Scuola elementare con annessa scuola materna

sede: via Papa G. XXII tel. 091/8729112

tipologia : edificio scolastico

uso in emergenza : area di accoglienza popolazione

stima posti letto : n.130.

Campo di calcio

sede : contrada Ianzelmo

tipologia: impianto sportivo

uso in emergenza : elisoccorso per atterraggio eliambulanza, deposito all'aperto di

materiali.

C) EDIFICI SENSIBILI: sono quegli edifici che contengono elementi che devono essere

salvaguardati opportunamente nel caso di evento calamitoso, per i quali occorre

prevedere l’evacuazione e la salvaguardia di beni e persone in essi contenuti.

Chiesa Madre SS.Crocifisso tel. 091/8729234

Sede : Piazza Garibaldi

tipologia : chiesa

Chiesa A.Sante tel. 091/8729323

Sede : Piazza A. Sante

tipologia : chiesa

Chiesa Madonna dei Poveri

ubicazione : contrada Landro

tipologia : chiesa

Chiesa Madonna del Rosario

ubicazione : via A. De Gasperi

tipologia : chiesa

Museo civico Lo stagnone

ubicazione : via Stagnone

tipologia : museo

Biblioteca comunale tel. 091/8738039

sede : via J. Kennedy,

tipologia : biblioteca

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Banco di Sicilia

sede: Piazza Garibaldi tel. 091/8729216 – 8729436

Tipologia: agenzia istituto bancario

Banca Montepaschi tel. 091/8736523

sede : via J.Kennedy n.2

tipologia: agenzia istituto bancario

CENSIMENTO DELLE RISORSE

Aree di protezione civile

Sono spazi e strutture che in caso di eventi calamitosi sono in grado di accogliere la

popolazione e di ospitare servizi essenziali destinati all’accoglienza ed alla gestione del I°

soccorso; sono distinte in : aree di accoglienza, aree di ammassamento mezzi e

soccorritori, aree per lo stoccaggio provvisorio.

Aree di accoglienza

Le aree di accoglienza sono quelle destinate all’alloggiamento ed allestimento di campi

provvisori dove la popolazione, coinvolta dall’evento calamitoso, risiederà per brevi,

medi,e lunghi periodi,nell’attesa del rientro nelle proprie abitazioni, alla sistemazione in

affitto e/o assegnazione di altre abitazioni, alla realizzazione ed allestimento di

insediamenti abitativi di emergenza.

Sono state individuate e rappresentate nella cartografia di base R= 1:10.000 in colore

rosso le seguenti aree con numeri da 1 a 6 e sono precisamente:

- EDIFICI SCOLASTICI COMUNALI ( ECCETTO L’ISTITUTO COMPRENSIVO )

- PIAZZA MAZZINI

- PIAZZA GARIBALDI

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1- 2) Scuola elementare con annessa scuola materna via Papa G. XXIII :

- scuola elementare : area perimetrale coperta di complessivi mq. 2000 circa al p.terra e

mq.800 circa al I° piano, con antistante ed adiacente spazio libero di mq 4000 circa.

- scuola materna : area perimetrale coperta di mq. 550, con antistante spazio libero ed

adiacente di mq. 1300.

L’accesso a tali aree sarà consentito dai cancelli secondari,come indicato nella Tav. 2:

Tavola delle Risorse,in quanto gli accessi principali si trovano sulla Via Papa Giovanni

soggetta a rischio inondazione.

3) Scuola elementare Piazza della Libertà :

area perimetrale coperta di mq. 900 su tre livelli con cortile interno al p.terra di mq.430;

4) Piazza Mazzini:

Area libera di mq .800 entro la quale sarà possibile allestire una tendopoli e/o roulottopoli.

5)Piazza Garibaldi:

Area libera di mq .2500 entro la quale sarà possibile allestire una tendopoli e/o

roulottopoli.

Area di ammassamento mezzi e soccorritori

Aree nelle quali è previsto si possano concentrare i soccorritori e le risorse da destinare

alla popolazioni colpite, nonché l'allocazione di tende e roulette per stabilire le attività

logistiche delle azioni da intraprendere .

Sono state individuate e rappresentate nella cartografia di base R= 1:10.000 in colore

giallo :

1) l’ area libera di fronte al Cimitero Comunale di mq 300 circa.

2) l’area adiacente il campo sportivo comunale (adibita a parcheggio) di mq 600 circa;

Area per lo stoccaggio provvisorio

I fenomeni di dissesto geomorfologico più rilevanti possono comportare il

danneggiamento di manufatti, per i quali occorre prevedere la demolizione oppure

l’accumulo di detriti ( di versante, alluvionali, etc. ) che vanno rimossi, nonché la morte di

bestiame ed animali che vanno seppelliti .

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 78

E’ stata identificata un’area per lo stoccaggio provvisorio di materiali in attesa dello

stoccaggio definitivo e l’ammassamento di bestiame e seppellimento di eventuali

carcasse di animale su terreno di proprietà comunale sito in contrada Piraino all’esterno

del paese nella discarica inerti . Tale sito comprende un'area coperta, immobile di mq.

160, con antistante area libera di mq. 1000, ed un'area destinata all'ammassamento di

inerti di mq.2500; risulta recintato e facilmente accessibile da mezzi pesanti.

Strutture di assistenza sanitaria

Trovandosi le strutture di assistenza sanitaria esistenti in aree a rischio inondazione, si è

scelto di utilizzare il Centro Anziani sito in Via Tripoli, da allestire quale struttura sanitaria

tramite personale competente in occasioni di emergenza, a seguito ad eventi

temporaleschi di notevoli intensità.

Area ex arena via Tripoli:

area perimetrale coperta complessivamente mq 130 circa con antistante area libera mq

280 circa, in cui potrebbe essere allestita una tendopoli, se necessario.

Area elisoccorso

Campo sportivo comunale

Trovasi in contrada Janselmo, a circa 3 Km dall’abitato, la cui superficie utilizzabile, di mq

12900 circa, è distinta in:

mq. 550 struttura sportiva coperta, mq.9000 in terreno battuto (di cui mq 6000 campo di

calcio e mq 3000 terreno vegetale adiacente alla struttura sportiva);la struttura è dotata di

illuminazione interna ed esterna ed erogazione idrica.

DELIMITAZIONE DELLE AREE A RISCHIO

L'operazione consiste nell'istituzione di posti di blocco denominati cancelli, durante il

periodo di emergenza, sulle reti di viabilità, aventi lo scopo di regolamentare la

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 79

circolazione in entrata ed uscita dall'intero territorio o delle zone colpite dall'evento. La

predisposizione dei cancelli è attuata in corrispondenza dei nodi viari onde favorire

manovre e deviazioni.

Nelle aree colpite dall'evento, ove si procederà all'evacuazione della popolazione, sarà

organizzato un sistema di vigilanza, sia per evitare l'accesso in zone potenzialmente

ancora a rischio, sia per evitare eventuali fenomeni di sciacallaggio. Pertanto tale attività

sarà organizzata dal responsabile della funzione preposta con l'ausilio di apposite squadre

di personale appartenente agli organi di polizia.

POSTI DI BLOCCO

- cancello n. 1: (tav.5) S.P. 126 al’altezza del supermercato Fortè n.192/E

- cancello n. 2: (tav.5) S.P. 38 all’altezza dell’incrocio con via G. Ciancimino.

- cancello n. 3: (tav.5) S.P.38 all’altezza dell’incrocio con via Valle Funda.

In caso di evento calamitoso interessante le vie sotto elencate, già oggetto di precedenti

alluvioni:

- via Alcide De Gasperi

- via Portella della Ginestra

- vie F. Morvillo e P. Borsellino

- corso Martiri di Via Fani

- via Papa Giovanni XXIII

- via Placido Rizzotto

- via Armando Casalini

- via Trazzera La Scala

dovrà essere inibito l'accesso alla popolazione ed effettuato l’eventuale sgombero.

Le dovute informazioni riguardanti l'inibizione al transito veicolare e pedonale nelle

sopracitate vie avverrà tramite dispositivi locali di allarme ( sirene, altoparlanti montati su

autovetture) o comunicazione per via telefonica o porta a porta mediante il volontariato e

la Polizia Municipale, in coordinamento con le Forze dell'Ordine.

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 80

CAP. 5

TAVOLE DI SINTESI

Il Comune di Belmonte Mezzagno avente una superficie totale di 29,22 Kmq fa parte per il

93,22 % del bacino del fiume Eleuterio e la restante minima parte rientra nella cosiddetta

area 38 che include l’area intermedia tra l’Eleuterio e l’Oreto. Nel recente P.A.I. del bacino

del Fiume Eleuterio (Decretato di aggiornamento D.P.R. n. 120 del 21.03.2011) sono stati

censiti 108 dissesti e di questi 18 sono stati individuati nel territorio di Belmonte

Mezzagno, denotando un indice di franosità If (rapporto tra area in frana e superficie

totale) pari a 2.0, come si evince dal quadro di sintesi sotto riportato.

Comune Numero

dissesti

Area in

dissesto [ha]

Area ricadente

nell’Eleuterio [ha]

Indice di

franosità

Belmonte Mezz. 18 9.51 2725.00 2.0

Codice dissesto Area interessata

037-6BE-001 Zona nord del paese

037-6BE-002 Valle Landro - Pendici Cozzo Pomara

037-6BE-003 Beveratoio Vecchio

037-6BE-004 Monte S. Caterina - C.da Portella Larga

037-6BE-005 Janzelmo

037-6BE-006 Sud-Ovest Janzelmo

037-6BE-007 Valle Landro - Pendici Cozzo Pomara

037-6BE-008 Est Portella di Pianetto

037-6BE-009 Sud Monte S. Caterina

037-6BE-010 Sud Monte S. Caterina

037-6BE-011 Nord Casa Denaro

037-6BE-012 Bosco Finocchiara

037-6BE-013 Est Bosco Finocchiara

037-6BE-014 Ovest Bosco Finocchiara

037-6BE-015 Nord – Est Pizzo Belmonte

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Piano Protezione Civile - Comune di Belmonte Mezzagno - Emergenza Rischio Idrogeologico 81

037-6BE-016 Pizzo Belmonte

037-6BE-017 Piano Casa

037-6BE-018 Monte S.Caterina

Elenco dissesti censiti

Le modifiche di aggiornamento al P.A.I. approvato con D.P.R.n. 278/05 riguardano

essenzialmente :

l’ampliamento della pericolosità del dissesto 037-6BE-001 per la più esatta individuazione

delle traiettorie dei blocchi rocciosi potenzialmente in crollo, includendo con una

pericolosità P4 ed un rischio R3 un impianto tecnologico ubicato in un piazzale a nord del

centro abitato;

l’inserimento di un nuovo dissesto in corrispondenza del centro urbano, e in particolare

nella zona perimetrale urbana settentrionale. Nel dettaglio, la porzione periferica del centro

urbano, compresa tra la via Bachelet e la via G. la Pira, corrispondente con il versante

occidentale di Monte S.Caterina in direzione Mandricelli, è sottoposta ad una parete di

roccia carbonatica, con evidente propensione a crolli, ed è stata identificata con la sigla

037-6BE-0018.

Le modifiche cartografiche di cui sopra riguardano le CTR n.595090 e 595130 del P.A.I.-

bacino idrografico del F. Eleuterio ed area compresa tra il F. Eleuterio ed il F.Oreto.

Nell’ambito dei 18 dissesti censiti sono state individuate 2 classi di pericolosità

geomorfologica, di cui:

- n.1 zona a pericolosità media (P2)

- n.17 zone a pericolosità molto elevata (P4)

e sono stati censiti n.30 ambiti a rischio, di cui :

- n. 16 a rischio elevato ( R3)

- n. 14 a rischio molto elevato (R4)

che si riportano in allegato nelle carte (Tavola 3 e Tavola 4) di pericolosità e rischio

geomorfologico relative all’ultimo aggiornamento PAI.

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Pericolosità geomorfologica

P4 P2 Totale

N

Area P4

[ha] N

Area P2

[ha] N Area P [ha]

17 202.72 1 3.12 18 205.85

Pericolosità geomorfologica dei dissesti

Rischio geomorfologico

R4 R3 Totale

N Area R4 [ha] N

Area R3

[ha] N

Area R

[ha]

14 5.37 16 3.62 30 8,99

Rischio geomorfologico dei dissesti.

Nelle aree a rischio R3 ricadono i seguenti elementi vulnerabili: case sparse, centro

abitato, viabilità varia; in tali aree sono possibili problemi per l’incolumità delle persone,

danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture con conseguente inagibilità degli stessi, la

interruzione delle attività socio- economiche e danni rilevanti al patrimonio ambientale;

nelle aree a rischio R4 ricade il centro abitato; in tali aree sono possibili la perdita di vite

umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio

ambientale, la distruzione di attività socio economiche.

I dissesti che determinano delle aree a rischio R4 sono imputabili a fenomeni di crollo.

Per quanto riguarda il rischio idraulico nell’aggiornamento del P.A.I. di cui al Decreto

n.120/2011, non vengono riportati calcoli idraulici, nonostante gli ultimi aventi alluvionali

del 2007 e del 2009; pertanto si è eseguita la modellazione idraulica del corso d’acqua

utilizzando il codice di calcolo monodimensionale HEC-RAS in cui sono state utilizzate le

portate al colmo di piena del sottobacino allo sbocco del Torrente Landro, a valle del

paese (Appendice in allegato).

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Lo scopo del presente studio è quello di verificare se le portate al colmo riescono a

defluire lungo le sezioni del suddetto tratto di asta fluviale senza dare luogo ad

esondazioni.

Di seguito sono elencate le tavole prodotte.

Nella Tavola 1 viene evidenziato lo spartiacque del bacino idrografico rappresentativo e la

rete idrografica principale.

Nella Tavola 2 delle Risorse in scala 1/10.000 sono state rappresentate le risorse

all’interno del territorio:

4 Le aree di accoglienza della popolazione

5 Le aree di ammassamento mezzi e soccorritori

6 Le strutture di assistenza medica

7 Le aree per lo stoccaggio provvisorio

8 L’area elisoccorso

Nella Tavola 3 e nella Tavola 4 del Rischio idrogeologico e idraulico viene cartografato il

paese e le aree limitrofe con l’ubicazione delle situazioni di criticità convertite dal P.A.I. o

derivanti da nuovi rilevamenti, con l’individuazione in dettaglio delle zone a Rischio

idrogeologico e idraulico.

Nella Tavola 5 di Inquadramento vengono riportati:

9 Il territorio comunale in scala 1/10.000

10 Il centro abitato

11 La rete viaria principale

-Gli svincoli viari

-Cancelli

Nella Tavola 6 della “Planimetria sedi viarie a rischio idraulico” sono individuate le strade

soggette ad inondazione nei pregressi eventi alluvionali.

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CONCLUSIONI

A conclusione di quanto fin qui redatto, è doveroso affermare che il lavoro svolto va

implementato e costantemente aggiornato. Infatti, al fine di stabilire che un piano

Comunale di Protezione Civile abbia vitalità lo stesso dovrà essere:

Aggiornato

Attivare quante più possibili esercitazioni

Posti in essere tutti i sistemi di informazione alla popolazione sui possibili rischi.

Il presente Piano Comunale - Emergenza Rischio Idrogeologico è stato redatto in base a

studi, informazioni, documenti e risorse disponibili al momento della sua redazione, motivo

per cui risulta necessario l’aggiornamento semestrale per la eventuale ridefinizione degli

scenari e delle procedure con la successiva approvazione delle modifiche da parte del

Sindaco, massima autorità in materia di Protezione Civile del Comune di Belmonte

Mezzagno.

Infine, occorre annualmente, prima della stagione autunnali , provvedere alla eventuale

pulizia di tutto ciò che ingombra gli argini dei torrenti, al fine di ristabilire le dovute

pertinenze dei torrenti stessi, nonché bonificare i suoli in applicazione alla legge 183/89

(legge quadro sulla difesa del suolo) e sulle leggi regionali relative alla gestione del

territorio con una visione più ampia del concetto di pianificazione, utilizzando gli strumenti

che la Regione, Provincia e Comune dispongono per il presidio del territorio.

Un’ ulteriore considerazione di rilievo tecnico riguarda la pulizia del canalone armico: dette

opere “di pulizia” metterebbero in protezione l’intera rete principale di convoglio delle

acque bianche, evitando che una probabile ostruzione del tubo circolare installato, diventi

potenziale pericolo nel tratto in cui ipoteticamente con la furia dell’acqua potrebbe

deformarsi con pericolo per l’incolumità pubblica.

In ultimo tutta la cittadinanza, senza esclusione alcuna, come soggetto protagonista nella

gestione dell’emergenza, deve adottare le seguenti semplici norme comportamentali nel

caso del rischio idrogeologico:

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IN CASO DI FRANA o CADUTA MASSI:

se ci si trova all’interno di un edificio nelle aree a rischio, cercare di uscire subito

fuori, in quanto potrebbe rimanere coinvolto nel crollo;

se si è per strada tornare indietro ed avvisare gli altri passanti per evitare che

rimangano coinvolti;

subito dopo l’evento segnalare alle autorità preposte l’accaduto e/o la presenza di

persone ferite;

nel caso lo si ritenga opportuno abbandonare la zona a rischio e dirigersi verso

l’Area d’Attesa più vicina.

IN CASO DI ALLAGAMENTO:

se ci si trova in auto spegnere subito il motore ed uscire subito dall’abitacolo;

se ci si trova per strada, cercare riparo all’interno di piani alti di edifici;

se ci si trova dentro ad edifici in aree soggette ad inondazioni, raggiungere i piani

alti senza usare gli ascensori ed aspettare l’arrivo dei soccorsi;

se ci si trova in zone di campagna, cercare un rifugio sicuro rimanendo lontano dai

pali della luce o strutture deboli e rimanere lontani da alberi;

dopo essersi messi al sicuro, segnalare l’evento alle autorità preposte ed attendere

l’intervento dei soccorritori.

Così facendo sarà garantito uno sviluppo sostenibile della comunità, in materia di rischio

idrogeologico, ed inoltre saranno poste utili azioni per la salvaguardia e la tutela delle

persone e dei beni che insistono nel territorio mediante l’utilizzo di strategie non strutturali,

finalizzate alla minimizzazione del danno producibile, ovvero alla copertura del rischio

residuo delle opere strutturali.