Piano aria regione sicilia copiato dal piano aria veneto allegato3 prc sicilia con allegati

380
Tribunale di Palermo I A Sezione Civile - Proc. Civile n. 9916/2013 R.G. Ing. Fabio D’Agostino - Via Poggio Ridente 8 - 90137 Palermo - P.IVA 05926780825 fax 091.7486750 – PEC [email protected] Allegato 3 Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente della Regione Sicilia

Transcript of Piano aria regione sicilia copiato dal piano aria veneto allegato3 prc sicilia con allegati

Tribunale di Palermo IA Sezione Civile - Proc. Civile n. 9916/2013 R.G.

Ing. Fabio D’Agostino - Via Poggio Ridente 8 - 90137 Palermo - P.IVA 05926780825 fax 091.7486750 – PEC [email protected]

Allegato 3

Piano regionale di coordinamento

per la tutela della qualità dell’aria ambiente

della Regione Sicilia

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 7

PREMESSA

Negli ultimi anni l’Unione Europea ha definito nuove strategie di controllo della qualità dell’aria, finalizzate a tutelare la salute e l’ambiente mediante la regolamentazione di una vasta gamma di sostanze inquinanti. Tramite un articolato sistema di norme (si veda in particolare la direttiva 96/62/CE) sono stati infatti individuati obiettivi vincolanti per i paesi membri, ed è stato soprattutto messo a punto un sistema di valutazione della qualità dell’aria completo ed efficiente.

Va evidenziato che le modalità con cui deve essere fatta tale valutazione non si limitano a semplici misure, ma prevedono anche la combinazione di più tecniche, come l’impiego di modelli di diffusione o l’utilizzo di stime oggettive sulla distribuzione ed entità delle emissioni (inventari delle emissioni). E’ quindi evidente la necessità di mantenersi al passo con l’evoluzione della normativa, sia a livello nazionale che comunitario, aggiornando gli strumenti operativi ed i metodi utilizzati per conoscere e valutare lo stato dell’ambiente.

La direttiva 96/62/CE è stata recepita in Italia con il D. Lgs. 4 agosto 1999 n. 351, che ha fissato alcuni principi generali finalizzati a:

stabilire gli obiettivi per la qualità dell’aria ambiente al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti dannosi per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso;valutare la qualità dell’aria ambiente sull’intero territorio nazionale in base a criteri e metodi comuni;disporre di informazioni adeguate sulla qualità dell’aria ambiente e far sì che siano rese pubbliche, con particolare riferimento al superamento delle soglie d’allarme;mantenere la qualità dell’aria ambiente, laddove è buona, e migliorarla negli altri casi.

Il D. Lgs. n. 351/99, ed i conseguenti decreti di applicazione (D.M. 2 aprile 2002 n. 60 e D.M. 1 ottobre 2002 n. 261), hanno inoltre trasferito a livello regionale specifiche attività relative alla gestione della qualità dell’aria, ed in particolare:

l’individuazione di agglomerati e zone di rilievo ai fini della tutela delle popolazioni e dell’ambiente dall’inquinamento atmosferico;l’effettuazione di valutazioni preliminari e di successive valutazioni periodiche che, utilizzando misurazioni e/o tecniche modellistiche, permettano di pervenire alla predisposizione di piani e programmi di risanamento o di mantenimento della qualità dell’aria al fine, rispettivamente, di ricondurre o di conservare i livelli degliinquinanti al di sotto dei valori limite;la chiara, comprensibile ed accessibile informazione al pubblico sulla qualità dell’aria ambiente.La regione in particolare, nell’elaborazione dei piani e programmi citati al punto precedente, deve attenersi ad

alcuni principi generali:

miglioramento dell’ambiente e della qualità della vita, evitando il trasferimento dell’inquinamento tra i diversi settori ambientali;coerenza delle misure adottate con gli obiettivi di riduzione delle emissioni sottoscritti dall’Italia in accordi internazionali o derivanti dalla normativa comunitaria;internalizzazione della questione ambientale nelle politiche settoriali, al fine di assicurare uno sviluppo sociale ed economico sostenibile;modifica dei modelli di produzione e di consumo, pubblico e privato, che incidono negativamente sulla qualità dell’aria;utilizzo congiunto di misure di carattere prescrittivi, economico e di mercato, anche attraverso la promozione di sistemi di ecogestione e audit ambientale;partecipazione e coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico;previsione di adeguate procedure di autorizzazione, ispezione, mo nitoraggio, al fine di assicurare la migliore applicazione delle misure individuate.

La Regione Siciliana ha già effettuato, con il D.A. n. 305/GAB del 19 dicembre 2005, la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente ed una prima zonizzazione del territorio regionale, ai fini della protezione della salute umana e degli ecosistemi. Sono stati inoltre approvati, rispettivamente con il D.D.U.S. n. 07 del 14/06/06 e con il D.D.U.S.n. 19 del 05/09/06, i piani d’azione con i primi interventi relativi alle Aree ad elevato rischio di crisi ambientale di Siracusa (agglomerato IT19R2) e Messina (agglomerato IT19R3). Tali iniziative costituiscono tuttavia soltanto il punto di partenza di un processo che deve essere continuamente verificato, aggiornato ed implementato, man mano che le conoscenze sullo stato di qualità dell’aria e sulle sorgenti di emissione si evolvono, al fine di raggiungere gli obiettivi individuati dall’Unione Europea.

Risulta quindi evidente la necessità di dare attuazione ad una politica di settore organica e coerente che necessita tuttavia, per raggiungere i propri obiettivi, di solide fondamenta tecniche e scientifiche. La programmazione e la

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 8

pianificazione regionale infatti, non possono fare a meno di adeguati strumenti conoscitivi di valutazione dello stato della qualità dell’aria (e delle origini dell’inquinamento), a supporto delle scelte e delle decisioni finalizzate alla prevenzione ed al risanamento. Devono essere pertanto avviate azioni finalizzate ad acquisire strumenti conoscitivi indispensabili, in particolare per:

la realizzazione e la gestione dell’inventario regionale delle emissioni;lo sviluppo di modelli di trasporto/diffusione delle sostanze inquinanti;l’implementazione e l’utilizzo di algoritmi, tarati sul territorio regionale, per la stima delle emissioni da traffico in connessione con la modellistica sul trasporto e la mobilità;la realizzazione e la gestione di banche-dati sulla qualità dell’aria e sul clima, con georeferenziazione dei sistemi di rilevamento distribuiti sul territorio.Questo spiega perché la regione abbia già avviato, da quasi un anno, un progetto che entro pochi mesi consentirà

di disporre di dati aggiornati ed informatizzati sulle fonti di emissioni, e stia attivando specifici progetti di collaborazione(con Università e Arpa Sicilia) finalizzati allo studio ed al controllo della matrice aria. Tali iniziative forniranno un importante contributo ai fini del miglioramento delle conoscenze di base, non solo rispetto allo stato della qualità dell’ariain ambito regionale e in specifiche aree di interesse, ma anche per quanto riguarda il monitoraggio e la gestione del rischio industriale. Questo, infine, è anche il motivo per cui viene istituzionalizzato l’Inventario Regionale delle Sorgenti di Emissioni in Aria ambiente (I.R.S.E.A.), insieme agli inventari provinciali, in attuazione peraltro di quanto previsto dall’art. 281, comma 7, del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152.

Il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente costituisce pertanto unostrumento organico di programmazione, coordinamento e controllo in materia di inquinamento atmosferico, finalizzato al miglioramento progressivo delle condizioni ambientali e alla salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente nel territorio della regione, e prevede tutte le iniziative necessarie per dare rapidamente seguito agli adempimenti previsti dalle norme UE e nazionali, soprattutto per quanto riguarda i piani d’azione ed programmi di cui agli articoli 7, 8 e 9 del D. Lgs.351/99. L’elaborazione di tali strumenti di intervento e risanamento, infatti, è molto complessa in ogni sua fase(programmazione, valutazione, applicazione, verifica), riguarda diverse discipline scientifiche, e coinvolge diversi soggetti, pubblici e privati, interessati alle proposte di risanamento e alla messa in opera dei relativi interventi.

Per tale motivo presso il Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente viene istituito il Tavolo tecnico regionale di coordinamento sulla qualità dell’aria ambiente, organismo che ha il compito di coordinare – nel rispetto delle competenze proprie dei diversi soggetti istituzionali che operano nel campo della tutela della qualità dell’aria – le iniziative finalizzate a dare attuazione alle norme statali e comunitarie sopra citate per quanto riguarda la tutela della qualità dell’aria ambiente nell’intero territorio regionale.

Va evidenziato infine che, nell’attuale formulazione, il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente costituisce soltanto il primo momento di una complessa ed articolata attività che, con una serie di aggiornamenti (il primo è previsto alla fine del 2008) e tramite i necessari provvedimenti attuativi, si protrarrà nel tempo al fine di:

conseguire sull’intero territorio regionale il rispetto dei limiti stabiliti dalle normative europee entro i termini temporali previsti;preservare e migliorare la qualità dell’aria mediante la diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti dove si registrano valori prossimi ai limiti;perseguire un miglioramento generalizzato dell’ambiente e della qualità della vita, evitando il trasferimento dell’inquinamento tra le varie matrici ambientali;concorrere al raggiungimento degli impegni di riduzione delle emissioni di gas-serra sottoscritti dall’Italia negli accordi internazionali;favorire l’informazione, la partecipazione e il coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico.

Il Piano è stato elaborato dagli uffici del Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente, che si sono avvalsi della collaborazione di Arpa Sicilia e delle Università di Palermo (Centro Interdipartimentale di Ricerca in Ingegneria dell’Automazione e dei Sistemi) e Messina (Dipartimento di Chimica Industriale ed Ingegneria dei Materiali), che si ringraziano per il supporto tecnico e l’elevato contributo scientifico forniti nella stesura di questo documento.

L’Assessore (Avv. Rossana Interlandi)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 9

1 INQUADRAMENTO GENERALE

La gestione e lo sviluppo sostenibile delle aree urbanizzate richiedono un corretto controllo delle condizioni ambientali indoor e outdoor, controllo che può essere realizzato attraverso un’analisi integrata dello stato delle diverse componenti ambientali. In questo senso l’aria è tra le tematiche ambientali più trasversali, e come tale richiede azioni integrate per la sua tutela.

La procedura teorico-sperimentale per l’analisi dei vari aspetti del controllo ambientale (termico, visivo, acustico, atmosferico, elettromagnetico) richiede l’individuazione e la relativa determinazione quantitativa di parametri guida che esprimono i fenomeni chimici e fisici coinvolti. La messa a punto di strumenti di supporto alle decisioni è pertanto uno stadio fondamentale per il proseguimento di una attenta e moderna analisi dello stato dell’ambiente.

Per tali ragioni il Piano regionale di coordinamento per la tutela dell’aria ambiente, che ha efficacia a tempo indeterminato, sarà inserito nel Piano di Tutela e Risanamento Ambientale che avrà come obiettivi generali:

la sostenibilità e lo sviluppo;analisi degli indicatori ambientali per lo sviluppo sostenibile;il risanamento della qualità dell’aria;analisi degli inquinanti fisici (rumore, elettromagnetismo e radiazioni ionizzanti)la gestione dei rifiuti;le bonifiche ambientali.

1.1 SINTESI DELLA STRATEGIA DEL PIANO

Il risanamento e la tutela della qualità dell’aria costituiscono un obiettivo irrinunciabile e inderogabile in tutte lepolitiche della Regione Sicilia, anche in considerazione delle importanti implicazioni sulla salute dei cittadini esull’ambiente.

Il rapido sviluppo della regione, caratterizzato da una transizione da un’economia agricola ad una condizione che vede la progressiva affermazione di attività artigianali, industriali e turistiche, ha infatti comportato un aumento della produzione di emissioni inquinanti in atmosfera dovute alle specifiche attività produttive, ai trasporti, alla produzione di energia termica ed elettrica, al trattamento ed allo smaltimento dei rifiuti, e ad altre attività di servizio.

Per quanto concerne le emissioni dagli impianti industriali, con l’entrata in vigore del DPR 203/88 (parzialmente abrogato dal D. Lgs. 351/99 e dal D. Lgs. 152/06) e dei decreti attuativi è iniziata, intorno agli anni ’90, la messa in atto di una serie di mis ure di controllo, attraverso l’utilizzo di materie prime e combustibili meno inquinanti, tecniche diproduzione e combustione più pulite ed infine l’adozione di sistemi di abbattimento. Questa strategia ha consentito di conseguire buoni risultati. Tuttavia vi sono zone del territorio regionale o settori produttivi che necessitano di interventi più incisivi ed un’accelerazione delle azioni di mitigazione.

Se si analizza l’evoluzione della qualità dell’aria nell’ultimo decennio si vede che si è verificata una netta inversione di tendenza: da un inquinamento dell’atmosfera originato soprattutto dalle attività industriali si è passati ad un inquinamento originato prevalentemente dai veicoli a motore, stante la crescita inarrestabile del parco circolante e della congestione del traffico. Al di là dei provvedimenti amministrativi (ad es. restrizioni alla circolazione) e del miglioramento della tecnologia di combustione, della manutenzione e della qualità dei carburanti, le principali linee di intervento riguardano pertanto interventi strutturali, tra i quali:

la realizzazione e l’ampliamento della metropolitana di superficie e tramviaria, con la conseguente trasformazionedel sistema mobilità da auto private a mezzo pubblico;lo snellimento del traffico, attraverso la realizzazione di una adeguata viabilità di grande, media e piccola dimensione;il rilancio e potenziamento del trasporto su rotaia e di porti ed interporti.

Le competenze in materia di inquinamento atmosferico e di controllo della qualità dell’aria sono distribuite a diversi livelli: protocolli ed accordi internazionali, normativa comunitaria, nazionale e regionale. In quest’ambito, Regione ed Enti Locali, in particolare Province e Comuni, svolgono un ruolo di primaria importanza.

Il Decreto Legislativo n. 351/99 “Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente” assegna alla Regione il compito di valutare preliminarmente la qualità dell’aria secondo un criterio di continuità rispetto all’elaborazione del Piano di risanamento e tutela della qualità dell’aria previsto dal D.P.R. 203/88, al fine di individuare le zone del territorio regionale a diverso grado di criticità in relazione ai valori limite previsti dalla normativa in vigore per i diversi inquinanti atmosferici. Questo documento riporta una valutazione preliminare della qualità dell’aria nell’ambito regionale , unitamente ad una prima identificazione e classificazione delle zone del territorio regionale che presentano una qualche crit icità definita sulla base dei tre seguenti elementi territoriali:

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 10

superamenti dei valori limite di uno o più inquinanti registrati a partire dai rilevamenti di un insieme significativo di stazioni di misura fisse e mobili afferenti alle reti di monitoraggio della qualità dell’aria presenti nel territorio regionale (gestita da soggetti pubblici e privati);presenza di agglomerati urbani (ovvero di zone del territorio con più di 250.000 abitanti) e/o di aree densamente popolate;caratteristiche dell’uso del suolo (desunte dal CORINE Land cover).

L’adozione del presente Piano da parte della Regione Sicilia ha dunque il duplice obiettivo di mettere a disposizione delle Province, dei Comuni, di tutti gli altri enti pubblici e privati e dei singoli cittadini un quadro aggiornato e completo della situazione attuale e di presentare una stima sull’evoluzione dell’inquinamento dell’aria nei prossimi anni (valutazionepreliminare).Gli obiettivi del Piano possono essere così definiti:

pervenire ad una classificazione del territorio regionale in funzione delle caratteristiche territoriali, delladistribuzione ed entità delle sorgenti di emissione e dei dati acquisiti dalle reti di monitoraggio presenti nelterritorio regionale;conseguire, per l'intero territorio regionale, il rispetto dei limiti di qualità dell'aria stabiliti dalle normative italianeed europee entro i termini temporali previsti;perseguire un miglioramento generalizzato dell'ambiente e della qualità della vita, evitando il trasferimento dell'inquinamento tra i diversi settori ambientali;mantenere nel tempo una buona qualità dell'aria ambiente mediante:

la diminuzione delle concentrazioni in aria degli inquinanti negli ambiti territoriali regionali dove si registrano valori di qualità dell'aria prossimi ai limiti;

la prevenzione dell'aumento indiscriminato dell'inquinamento atmosferico negli ambiti territoriali regionali dove i valori di inquinamento sono al di sotto dei limiti;

concorrere al raggiungimento degli impegni di riduzione delle emissioni sottoscritti dall'Italia in accordiinternazionali, con particolare riferimento all'attuazione del protocollo di Kyoto;riorganizzare la rete di monitoraggio della qualità dell’aria ed implementare un sistema informativo territoriale per una più ragionale gestione dei dati;favorire la partecipazione e il coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico

Con questo strumento, la Regione Sicilia fissa inoltre la strategia che intende perseguire per raggiungere elevati livelli di protezione ambientale nelle zone critiche e di risanamento. I risultati effettivamente raggiungibili saranno tuttavia limitati dall’ambito delle proprie competenze e dalle disponibilità finanziarie.

La Regione Sicilia ha provveduto in molte materie a delegare agli Enti Locali (Province) alcune competenze autorizzative che direttamente incidono sulle emissioni in atmosfera.

È evidente, peraltro, che risultati efficaci ed in tempi brevi, non sono conseguibili solo attraverso l’inasprimento di norme e provvedimenti, ma coinvolgendo i cittadini, gli enti pubblici e privati attraverso adeguate prescrizioni ed una seria formazione ed informazione.

Un grande sforzo è stato profuso nella costruzione di banche dati per diversi settori. La costruzione di banche dati più complete costituisce, comunque, uno degli obiettivi prioritari del prossimo aggiornamento del Piano.

È stato delineato, con la precisione possibile, il quadro degli interventi previsti e necessari per specifici settoriproduttivi, stimandone l’evoluzione a seguito dell’introduzione di nuovi provvedimenti, già in vigore o in corso diadozione, da parte della Regione, del Parlamento Italiano e dell’Unione Europea. Particolare attenzione è stata rivolta anche ai provvedimenti e protocolli internazionali, non ancora recepiti nel nostro ordinamento legislativo, ma chediverranno operativi nei prossimi anni.

Sono stati considerati sia i problemi d’inquinamento strettamente locali, sia quelli di rilevanza globale, ponendo in primo piano i problemi legati ai fenomeni nazionali e internazionali d’inquinamento, quali le emissioni di gas serra e di gas che danneggiano la fascia di ozono stratosferico, le piogge acide, il trasporto transfrontaliero di sostanze inquinanti e lo smog fotochimico.

La Regione Sicilia si sta adoperando al fine di mettere a punto misure incisive di riduzione dell’inquinamento prodotto da alcuni settori significativi, ad esempio quello dello smaltimento dei rifiuti, da adottare nel prossimo futuro.

Le proposte d’intervento formulate intendono privilegiare un approccio globale al problema al fine di conseguire un miglioramento della qualità dell’aria, evitando soluzioni che comportino benefici rispetto ad un singolo inquinante, o in un ristretto ambito territoriale e ambientale, a scapito di un incremento dell’inquinamento dovuto ad altri inquinanti o in altre aree del territorio. Sono state privilegiate scelte che non comportano, per quanto possibile, trasferimenti limitati di inquinanti ad altri comparti ambientali (cross-media effects) quali l’acqua e i rifiuti, ma anche aumento dei livelli di rumore e di consumo delle risorse.

L’approccio seguito è quello della prevenzione e del controllo integrato dell’inquinamento, nello spirito della direttiva europea “IPPC” (Integrated Pollution Prevention and Control), recepita a livello italiano dal D.L.vo 372/99.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 11

Laddove possibile, tenendo conto delle competenze della Regione Sicilia in alcuni settori, obiettivi e tempi diattuazione sono stati precisati in modo dettagliato, affinché in futuro i risultati possano essere facilmente misurati e confrontati.

Nella redazione del presente Piano si è privilegiato lo stretto coordinamento con le altre strutture regionali,particolarmente con quelle che si occupano della redazione dei Piani collegati (Piano Energetico Regionale, Piano Regionale di gestione dei rifiuti urbani e speciali, Piano Regionale dei Trasporti, ecc…), prendendo in considerazione iProtocolli internazionali, le direttive europee, la normativa nazionale e regionale di interesse e cercando la collaborazione con le strutture provinciali, l’ARPA SICILIA e le associazioni delle aziende che operano nei settori ritenuti di maggior interesse per il loro apporto rilevante all’inquinamento atmosferico.

L’adozione del presente Piano e dei provvedimenti previsti consentirà un forte avanzamento nella direzione del raggiungimento degli obiettivi strategici, comunitari e internazionali, riguardanti la qualità dell’aria nella sua accezione più ampia.

I risultati conseguiti saranno suffragati da indici obiettivi, quali per esempio: dati di monitoraggio della qualità dell’aria, qualità e quantità dei combustibili e carburanti impiegati, caratteristiche del parco circolante, etc.

Le priorità di intervento indicate nel Piano sono state individuate considerando l’importanza, in termini emissivi di taluni macrosettori e settori produttivi, la zonizzazione del territorio per aree critiche, di risanamento e di mantenimento di cui al D. Lgs. 351/99.

Il presente documento di programmazione è organizzato secondo il seguente schema:

valutazione preliminare della qualità dell’aria nel territorio regionale: primi elementi conoscitivi;zonizzazione del territorio ed identificazione delle aree di intervento;settori prioritari di intervento:

settore trasporti; settore energetico; settore rifiuti;

zone soggette a particolari interventi di tutela (Aree a elevato rischio industriale e agglomerati così come definiti dal D.lgs. 351/99).

Per tenere conto di eventuali modifiche rilevanti che potranno verificarsi nel territorio, è necessario che il piano sia costantemente aggiornato.

Si precisa che la mancata disponibilità di alcuni dati (catasto delle emissioni, dati di qualità dell’aria acquisisti ed elaborati secondo procedure/protocolli standardizzati, etc..) non consente di poter definire attualmente una stesura piùavanzata del Piano.

Si ritiene che la revisione con cadenza triennale sia una soluzione idonea per sintonizzare le azioni programmate alla evoluzione della situazione ambientale . Considerando che numerose iniziative sono in corso di esecuzione, una primarevisione del Piano sarà effettuata entro un anno dall’approvazione del presente documento.

Nelle more dell’aggiornamento, interventi specifici saranno adottati dalla Regione per affrontare e risolvereproblematiche ambientali di rilievo. L’iter di revisione del Piano è descritto nel paragrafo 6.7.

1.2 INQUINANTI CHE SUPERANO GLI STANDARD

L’analisi della serie storica dei di concentrazione in aria degli inquinanti, registrati dalla rete di monitoraggio regionale e la verifica del superamento dei valori limite prescritti dalla più recente normativa in materia (D.L.vo.351/99, DM 60/2002, DM 261/2002, DL 59/2005, D.L.vo.152/06 e successive modifiche e/o integrazioni) hanno portato allaformulazione delle seguenti valutazioni. I dati di qualità indicano una condizione di inquinamento atmosferico da polveri fini e da ozono nella Città di Palermo e nell’area industriale Priolo G. - Augusta- Melilli. Tale situazione pur non essendo particolarmente critica presenta un trend negativo, e pertanto richiede interventi incisivi e tempestivi.

Per quanto riguarda le polveri fini, si evidenzia il superamento degli standard previsti dal DM 60/02 in molte delle stazioni in cui tale parametro è misurato, con particolare riferimento ai comuni di Palermo, Catania e provincia di Siracusa.

Relativamente alle polveri PM10, è difficile stabilire la tipologia di misure da adottare dal momento che è oramai dimostrata la natura in parte secondaria di tale inquinante e tenendo conto che il traffico è solo una delle più importanti fonti di produzione. L’altra caratteristica è la dipendenza dei livelli di concentrazione dalle condizioni dispersivedell’atmosfera. Le particelle, infatti, possono essere prodotte e immesse in atmosfera attraverso fenomeni naturali (ad esempio l’erosione del suolo ad opera di agenti atmosferici, emissione vulcanica) o antropogenici (emissioni da traffico e industriali di vario genere). Altro materiale particellare si può formare in atmosfera come risultato di complicati processi chimico-fisici tra gas, oppure tra gas e particelle (ad esempio solfati, nitrati e alcuni composti organici). Le particelle fini hanno la caratteristica di permanere in atmosfera da un minimo di pochi giorni ad un massimo di qualche settimana e vengono rimosse essenzialmente mediante deposizione secca o deposizione umida (nel corso delle precipitazioni) al suolo.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 12

Anche l’ozono è un inquinante di tipo secondario, prodotto da reazioni fotochimiche di trasformazione degli inquinanti primari, quali composti organici volatili e ossidi di azoto. Anche in questo caso, le condizioni meteorologiche hanno un’enorme influenza sulle concentrazioni di tale parametro. In particolare le condizioni atmosferiche che favoriscono la formazione di smog fotochimico e l’aumento delle concentrazioni troposferiche di ozono sono quelle di intensa radiazione solare, temperatura mite o calda e venti moderati. Precursori sono i composti idrocarburici e gli ossidi di azoto presenti nell’aria, anche relativamente distanti dal punto di formazione dell’O3. Dall’analisi dei dati effettuata, l’inquinamento da ozono risulta particolarmente critico in alcune province della Sicilia, con particolare riguardo alle province di Palermo e Siracusa, nelle quali il valore bersaglio per la protezione della salute umana è stato ripetutamente superata nel 2005. Tuttavia, si ritiene che le misure finalizzate alla riduzione di tale parametro inquinante debbano essere applicate sull’intero territorio regionale.

Anche per il biossido di azoto sono stati riscontrati superamenti dei valori limite in provincia di Siracusa, oltre che nei capoluoghi di Palermo e Catania. In base alle considerazioni svolte nel Capitolo 4, le azioni di risanamento, finalizzate alla riduzione dei livelli di concentrazione di tale parametro, dovranno essere applicate in tutti i capoluoghi della regione, e estese anche alla provincia di Siracusa.

Il quadro appare più confortante per quanto riguarda monossido di carbonio. Dall’analisi dei dati risulta che negli ultimi anni non si sono verificati superamenti. E’ da osservare che anche il monossido di carbonio è un parametro altamente influenzato dalle condizioni meteorologiche per cui, nei giorni più sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti, soprattutto nel periodo invernale, si possono registrare anche picchi di tale inquinante. In corrispondenza delle aree nelle quali dovessero verificarsi nel futuro eventuali superamenti del valore limite, andranno previste misure specifiche finalizzate al risanamento della qualità dell’aria.

Per quanto riguarda il benzene, sono stati riscontrati in provincia di Siracusa superamenti del valore limite (aumentato del margine di tolleranza che verrà ridotto di 1 µg/m3 ogni anno, fino a raggiungere il valore limite di 5 µg/m3 nel 2010). Considerando i dati rilevati nell’ultimo triennio, per poter ottemperare al valore limite europeo di 5 µg/m3 nel 2010, dovranno essere effettuate azioni più incisive rispetto alle semplici misure di limitazione del traffico; una di queste potrà essere la riformulazione della composizione dei carburanti, misura che dovrà essere opportunamente programmata a livello nazionale e comunitario.

Anche i livelli di biossido di zolfo sono risultati superiori ai limiti di normativa in provincia di Siracusa. Le azioni di risanamento, finalizzate alla riduzione dei livelli di concentrazione di tale parametro, dovranno essere applicate in provincia di Siracusa.

Infine i livelli di piombo non destano preoccupazione; dall’analisi dei dati della serie storica e delle campagne conoscitive effettuate, risulta che i valori misurati sono ampiamente al di sotto dei valori limite previsti dal DM 60/02. Per entrambi i parametri, quindi, sarà sufficiente applicare un Piano di Mantenimento dei livelli di concentrazione esteso all’intero territorio regionale.

1.3 MISURE E RISULTATI PREVISTI

Il Piano costituisce uno dei necessari quadri di riferimento per lo sviluppo delle linee strategiche delle differenti politiche settoriali, riferite in particolare a trasporti, energia, assetto del territorio, lotta agli incendi boschivi, smaltimento rifiuti, e per l’armonizzazione dei differenti atti di programmazione e pianificazione ai diversi livelli di responsabilitàterritoriale. Funge pertanto da innesco e sostegno per un processo ampio e concreto di integrazione delle politiche territoriali per uno sviluppo maggiormente sostenibile.

Le azioni del piano sono organizzate secondo due livelli di intervento:

misure di contenimento dell’inquinamento atmosferico, propedeutiche alla definizione dei piani applicativi;azioni di intervento che prospettano una gamma di provvedimenti da specificare all’interno dei piani applicativi precedentemente concordati.

Misure ed azioni (organizzate per settori e per aree di intervento) sono descritte in dettaglio nel Capitolo 6.

1.4 ARTICOLAZIONE DEL PIANO O PROGRAMMA IN FASI

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 13

Il presente Piano di Risanamento e Tutela dell’Atmosfera si propone l’ambizioso proposito di perseguire su tutto il territorio regionale il raggiungimento degli obiettivi di riduzione degli inquinanti così come previsti dalla più recentenormativa italiana ed europea e di quella in corso di recepimento, nel pieno rispetto della tempistica evidenziata dalle stesse.

Per i singoli parametri inquinanti le azioni del piano, con gli interventi a breve, medio e lungo periodo (Capitolo 6 e Capitolo 7), si devono conseguire, nei tempi sotto indicati e nell’intero territorio della Sicilia, i seguenti risultati (D.M. 60/2002):

Biossido d’azoto

1°gennaio2003

1°gennaio2004

1°gennaio2005

1°gennaio2006

1°gennaio2007

1°gennaio2008

1°gennaio2009

1°gennaio2010

Limite orario per la protezione della salute

umana(1 ora)

270 g/m3

come NO2 danon superarepiù di 18 volte nell’anno civile

260 g/m3 250 g/m3 240 g/m3 230 g/m3 220 g/m3 210 g/m3 200 g/m3

Limite di 24 ore per la protezione

della salute umana

(anno civile)

54 g/m3

come NO2

52g/m3

50g/m3

48g/m3

46g/m3

44g/m3

42g/m3

40g/m3

Limite per la protezione degli

ecosistemi(anno civile)

30 g/m3

come N0x

Soglia di allarme 400 mg/m3 misurati per tre ore consecutive

Biossido di zolfo

1°gennaio 2003 1°gennaio 2004 1°gennaio 2005

Limite orario per la protezione della salute umana(1 ora)

410 g/m3

da non superare più di 24 volte nell'anno

civile

380g/m3

350g/m3

Limite di 24 ore per la protezione della salute umana(24 ore)

125 g/m3

da non superare più di 3 volte nell'anno civile

Limite per la protezione degli ecosistemiAnno civile e inverno(1° ottobre - 31 marzo)

20 g/m3

(19 luglio 2001)

Soglia di allarme: 500 g/m3misurati per tre ore consecutive

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 14

Polveri fini (PM10)

Fase 1 2003 2004 2005 2010

Valore limite di 24 ore per la protezione della salute umana 24 ore

60 g/m3

da non superare più di 35 volte

nell’anno

55g/m3

50g/m3

50 g/m3

da non superare più di 7 volte l’anno

Valore limite annuale per la protezione della saluteumana

Anno civile43,2g/m3

41,6g/m3

40g/m3

20g/m3

IPA (Benzo(a)pirene)

Obiettivo di qualità(dal 1° gennaio 1999)

1ng/m3

Benzene

Fino al 31/12/2005

1°gennaio2006

1°gennaio2007

1°gennaio2008

1°gennaio2009

1°gennaio2010

Valore limite per la protezione della salute

umanaAnno civile

10g/m3

9g/m3

8g/m3

7g/m3

6g/m3

5g/m3

Piombo

All’entrata in vigore del decreto:

VALORELIMITE (ug/m3)

All’entrata in vigore del decreto:

VALORE DI PARTENZA

(ug/m3)

1/1/2005(ug/m3)

1/1/2010(ug/m3)

Valore limite per la protezione della salute umana Anno 0.8 0.5 0.5

Monossido di carbonio

All’entrata in vigore del decreto: VALORE

LIMITE (mg/m3)

All’entrata in vigore del decreto: VALORE DI PARTENZA

(mg/m3)

1/1/2005(mg/m3)

1/1/2010(mg/m3)

Valorelimite per

laprotezionedella salute

umana

Mediamassima

giornalierasu 8 ore

16 10 10

Il Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 183 "Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria"stabilisce, per l'inquinante ozono:

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 15

Parametro Periodo di mediazione Valore limite Condizioni

aggiuntiveData di entrata in vigore del limite

Valore Bersaglio per la protezione della salute umana

Mediamassima

giornaliera su 8 ore

120 µg/m3

Da non superareper più di 25 giorni

per anno civile come media su 3

anni

2010

Valore Bersaglio per la protezione della vegetazione

AOT40 da maggio a

luglio18000 (µg/m3)h

Come valore medio su 5 anni 2010

Obiettivo a lungo termine perla protezione della salute umana

Mediamassima

giornaliera su 8 ore

120 µg/m3- -

Obiettivo a lungo termine perla protezione della vegetazione

AOT40 da maggio a

luglio6000 (µg/m3)h - -

Soglie di informazione Media 1 ora 180 µg/m3 - -Soglia di allarme Media 1 ora 240 µg/m3 - -

Limite per la protezione delle foreste

AOT40 da aprile a

settembre20000 (µg/m3)h - -

Limite per la protezione dei beni materiali 1 anno 40 µg/m3

- -

1.5 CARATTERISTICHE GENERALI DEL TERRITORIO REGIONALE

La Sicilia, l’isola più grande del Mediterraneo, è suddivisa amministrativamente in 9 province di cui quella di Palermo è sia la più estesa che la più popolosa (seguita in entrambe le graduatorie da Catania e Messina). Nonostante sia la regione più estesa d'Italia il numero di Comuni ammonta solo a 390 (circa 1/4 dei comuni lombardi) e la maggior parte delle Province ne ha veramente pochi (Ragusa 12). Da notare infine che in due casi (Caltanissetta e Trapani) il capoluogo provinciale ha meno abitanti di un'altra città presente nel suo territorio. Con una superficie di 25707 km2, la Sicilia rappresenta circa l’8 % del territorio nazionale.

La Sicilia è separata, dalla penisola italiana dallo stretto di Messina ( larghezza di 3,4 km) e dal continente africano dal canale di Sicilia (larghezza , 140 km). Le fanno corona a nord-est l’arcipelago delle isole Eolie, a nord-ovest l’isola di Ustica, a ovest le isole Egadi, a sud-ovest l’isola di Pantelleria.

La Sicilia è caratterizzata da un insediamento abitativo concentrato nei capoluoghi di provincia e lungo la fasciacostiera. Nella tab. 1.1 sono riportati i dati sulla densità di popolazione (Censimento 2001).

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 16

Tabella 1.1 – Popolazione residente per sesso, densità per Kmq e popolazione presente per provincia. Censimento 2001

questi dati riportati evidenziano come solo due provincie in Sicilia hanno superato il milione di abitanti, Palermo e Catania sono collocate in due versanti opposti, il capoluogo di Regione nella parte Occidentale e l’altra nella costa Orientale dell’isola ai piedi dell’imponente massiccio dell’Etna, ma è quest’ultima a far segnare nel 2001 la maggiore percentuale di crescita della popolazione residente, segnando un importante 5,4% ed una corrispondente elevata densità media per Kmq. di abitanti.

Nel 2001 la provincia di Palermo, oltre all’aumento della popolazione, fa segnare anche un incremento della densità abitativa, ma comunque si rileva solo un lieve incremento percentuale pari al 2,2%. Il capoluogo Peloritano continua a crescere come abitanti nel 2001 e incrementa la sua densità abitativa.

Indici positivi valgono per Caltanissetta e Ragusa, mentre per il resto delle provincie i dati rilevati sono decisamente negativi e segnano un –9,2% nel 2001 per la provincia di Agrigento, che continua purtroppo, a perdere sempre più ampi strati di popolazione, soprattutto, di intelligenze professionali ed imprenditoriali a favore delle Regioni del Nord più industrializzate, realizzando una bassa densità rispetto alla media regionale. La provincia che nel 2001 mostra il più basso indice, è Enna. In fig. 1.1 è mostrata la distribuzione provinciale della popolazione per il 2000.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 17

Figura 1.1 - Distribuzione provinciale della popolazione per il 2000

Le pressioni antropiche sono i principali insediamenti produttivi, industriali e turistici della regione, unitamente alle più importanti vie di comunicazione (strade statali e autostrade, porti ed aeroporti) che attraversano il suo territorio. Per maggiori dettagli sul sistema dei trasporti in Sicilia si rinvia all’allegato 1.

1.5.1. Morfologia ed uso del suolo

I tratti morfologici della parte del territorio siciliano classificato “montano” sono il prodotto dell’azione concomitante di diversi fattori, tra cui un ruolo primario va senz’altro attribuito alle vicende tettoniche ed epirogeniche, col minor contributo delle oscillazioni paleoclimatiche ed eustatiche. Il paesaggio morfologico siciliano mostra strette analogie con quello appenninico, cui si ricollega geologicamente, in particolar modo per quanto riguarda la fascia settentrionaledell’isola, che costituisce la continuazione della fascia corrugata appenninica, rispetto alla quale si ha stretta analogia e continuità sia dei terreni affioranti che delle relative vicende tettoniche. In relazione con questi fattori determinanti dell’evoluzione morfologica possono distinguersi in Sicilia differenti tipi di paesaggio.

Il differente grado di erosione dei terreni completa i tratti morfologici fondamentali dell’area in esame. Nel dettaglio, si nota inoltre una grande eterogeneità di situazioni, dovuta all’accentuata variabilità dei tipi litologici ed alle frequenti deformazioni e dislocazioni che hanno interessato la Regione fino ad epoche recenti.

Il sistema orografico di maggiore continuità è quello rappresentato dalla catena settentrionale, che si estende daMessina a Trapani per una lunghezza superiore ai 200 km. Dal punto di vista morfologico si rilevano le seguenticaratteristiche generali:

una fascia montuosa (catena settentrionale);una zona vulcanica (Etna);vaste zone collinari;alcune piccole pianure;alcuni laghetti naturali ed artificiali;coste che si sviluppanno per 1.039 km.

Complessivamente dunque il territorio della Sicilia si può considerare diviso in tre zone altimetriche:Area nettamente montuosa che occupa il 24% del territorio;

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 18

Area collinare che occupa circa 62% del territorio;Area pianeggiante, che costituisce il 14% del territorio.

Figura 1.2 - Regione Sicilia: orografia

Per una descrizione di maggiore dettaglio circa la climatologia della Regione Sicilia, si rimanda alla trattazioneriportata al paragrafo 2.2.

L’uso del suolo è tratto dal CORINE Land Cover (CLC) 2000 (v. Fig. 1.3), un database elaborato nell’ambito del progetto europeo Coordination of Information on the Environment, contenente l’inventario delle caratteristiche biofisichedella copertura del suolo.

Il CLC è strutturato in 44 classi divise in 3 livelli. Al primo livello vi sono le classi gerarchiche più elevate di copertura del suolo (es. Urbano, Agricolo, Forestale, ecc.), le altre due classi gerarchiche sono degli approfondimenti via via maggiori (es. Classe 2 Terre agricole, classe 2.1 Seminativi, 2.1.1 Seminativi non irrigati). Nel 2000 il Ministero perl'Ambiente e la Tutela del territorio ha realizzato il IV livello di copertura del suolo per la classe delle aree naturali e seminaturali (Classe 3 della legenda). La definizione del IV livello è avvenuta per via fotointerpretativa da immagini Landsat 5 TM riferibili al 1998. Il IV livello per la classe delle aree naturali e seminaturali è sicuramente un valoreaggiunto all'originaria impostazione della legenda del CLC, soprattutto per un territorio quale quello italiano dove leformazioni forestali coprono un gran parte del territorio nazionale.

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 19

Figura 1.3 - Il CORINE Land Cover per la Regione Sicilia

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 20

Legenda111 zone urbanizzate tessuto denso112 zone urbanizzate tessuto rado121 aree industriali122 infrastrutture generiche123 aree portuali124 aereoporti131 aree in costruzione, escavazioni, suoli rimaneggiati132 discariche133 aree estrattive141 aree verdi urbane sportive e ricreative142 aree archeologiche211 seminativo semplice, irriguo, arborato;foraggere; colture orticole211a seminativo con presenza di agrumi211c seminativo con presenza di ortaggi 211k seminativo con presenza di carrubi211ko seminativo con presenza di carrubi e olivi211m seminativo con presenza di mandorli211mo seminativo con presenza di mandorli e olivi211o seminativo con presenza di olivi211om seminativo con presenza di olivi e mandorli211s seminativo con presenza di serre o tendoni212 colture in serra e sotto tunnel212v colture in serra o sotto tunnel con presenza di viti221 agrumeto221c agrumeto con presenza di ortaggi221o agrumeto con presenza di olivi221s agrumeto con presenza di serre o tendoni222 vigneto222m vigneto con presenza di mandorli222s vigneto con presenza di serre o tendoni223 oliveto224 mandorleto224o mandorleto con presenza di olivi224v mandorleto con presenza di viti225 frutteto225f ficodindieto225k carrubeto225m frutteto con presenza di mandorli225n noccioleto

225t pistacchieto225v frutteto con presenza di viti226 legnose agrarie miste226m legnose agrarie miste con presenza di mandorli226o legnose grarie miste con presenza di olivi226v legnose agrarie miste con presenza di viti227 associazioni di olivo con altre legnose227a associazioni di olivo conaltre legnose con presenza di agrumi227k associazioni di olivo con altre legnose con presenza di carrubi227km associazioni di olivo con altre legnose con presnza di carrubi e mandorli227m associazioni di olivo con altre legnose con presenza di mandorli227mk associazioni di olivo con altre legnose con presenza di mandorli e carrubi227n associazioni di olivi con altre legnose con presenza di noccioli227v associazioni di olivo con altre legnose con presenza di viti231 sistemi colturali e particellari complessi232 seminativo associato a vigneto232mo seminativo associato a vigneto con presenza di mandorli e olivi232om seminativo associato a vigneto con presenza di olivi e mandorli232s seminativo associato a vigneto con presenza di serre o tendoni311 latifoglie312 conifere313 bosco misto314 aree parzialmente boscate o bosco degradato321 macchia e cespuglieto321p macchia e cespuglieto con presenza di palme nane322 pascolo323 incolto, incolto roccioso323p incolto, incolto roccioso con presenza di palme nane331 aree in erosione, calanchi,rocce332 alvei fluviali333 spiagge411 pantani interni421 pantani422 saline511 laghi naturali e naturali ampliati512 laghi artificiali521 lagune522

Per la regione Sicilia le principali classi di utilizzo del territorio sono così aggregate ai fini del calcolo della Capacità Biologica:

73 % circa del territorio è agricolo;il 7% circa è di tipo boschivo;il 9% è superficie degradata;l’11% è adibito a pascolo.

Il deficit/surplus ecologico

L’impronta ecologica di una comunità può essere confrontata con la capacità biologica pro capite disponibile nel territorio in cui tale comunità risiede. La capacità biologica viene calcolata secondo la seguente formula:

Capacità biologica = Area produttiva x Fattore di rendimento x Fattore di equivalenza

Dove il fattore di rendimento è un fattore correttivo che rappresenta la maggiore o minore produttività del paese (nel nostro caso l’Italia) rispetto alla media mondiale, per ognuna delle sei categorie; mentre il fattore di equivalenzarappresenta la capacità di produrre biomassa di una singola categoria ecologica di terreno rispetto alla media mondiale.

Questo ultimo è impiegato per rendere confrontabile il valore della capacità biologica con quello dell’impronta e riportare entrambe le grandezze in ettari globali.

Per la stima della capacità biologica della regione Sicilia e del Comune di Palermo sono stati impiegati i dati di uso del suolo ricavati dal CORINE Land Cover in formato vettoriale e si è proceduto alla loro sovrapposizione, mediante strumenti GIS, con i limiti amministrativi regionali e comunali. In tal modo risono ricavate informazioni sulla superficie impiegata per ogni tipo di utilizzo.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 21

I valori risultanti dall’elaborazione delle capacità biologiche sono stati raffrontati con il valore dell’impronta ecologica del comune e della regione, calcolando il deficit o surplus come differenza:

D = CB – EFove:

CB = capacità biologica del comune / regioneEF = impronta ecologica del comune /regione

In questo modo è possibile effettuare raffronti tra la superficie teoricamente necessaria a sostenere i consumi, e in generale lo stile di vita degli abitanti di una data regione o comune e la superficie effettivamente a loro disposizione.

In particolare, se l’impronta ecologica supera la capacità biologica (D < 0) ci si trova in presenza di un deficit ecologico, qualora invece D sia positivo, la situazione è di maggiore sostenibilità ed è lecito parlare di surplus ecologico.

CAPACITA’BIOLOGICA TOTALE

[gha]

CAPACITA’BIOLOGICA PRO CAPITE [gha/ab]

IMPRONTAECOLOGICA PRO CAPITE [gha/ab]

SURPLUS ECOLOGICO PRO CAPITE [gha/ab]

Sicilia 9.661.993 1,90 3,37 -1,47Palermo 84.457 0,12 4,08 -3,96

Tabella 1.2 – Capacità ed impronta biologica in Sicilia ed a Palermo

La Regione, come già rilevato, ha una impronta meno estesa di quella nazionale, anche se superiore della media mondiale. Comunque si rileva un deficit ecologico pro-capite pari a 1,47 gha/ab.

1.5.2 Verde Urbano e fenomeni di dissesto e processi degradativi dei suoli

La presenza di aree verdi all’interno delle città, ha una funzione molto importante, non solo in termini di naturalità e biodiversità, ma anche come contributo essenziale al livello di qualità della vita per le popolazioni.

In questo senso aree verdi, anche sottoposte a gradi di artificializzazione molto forti, quali verde attrezzato, giardini, parchi urbani, etc. hanno un’importanza notevolissima dal punto di vista funzionale, senza dimentica la loro funzione di “avvicinamento” culturale alla comprensione dell’importanza degli spazi aperti.

Nel caso specifico, Palermo affianca ad una notevole presenza di aree naturali protette, anche una importante presenza di altre aree di verde urbano, che ammontano ad una dotazione di 32,2 mq/abitante.

Se si confronta tale dato, desunto dalle elaborazioni ISTAT per i Comuni capoluogo di Provincia, con gli altri Comuni della Regione, si evince che Palermo detiene il primato assoluto.

Il dato che fa spiccare Palermo è principalmente quello dei parchi urbani gestiti dal Comune (come segnalato dall’ISTAT) seguito però anche da una importante quantità di aree verdi speciali, come evidenziato in tab. 1.3.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 22

AREE SPECIALIC

OM

UN

I

Ver

de a

ttrez

zato

Parc

hi u

rban

i

Ver

de st

oric

o

Are

e di

arr

edo

urba

no

Gia

rdin

i sco

last

ici

Ort

i bot

anic

i e v

ivai

Gia

rdin

i zoo

logi

ci

Cim

iteri

urb

ani

Altr

o

Tota

le a

ree

spec

iali

(al n

etto

dei

cim

iteri

ur

bani

)

Tota

le (a

l net

to d

ei

cim

iteri

urb

ani)

Trapani 0,8 - 0,7 0,4 … - - … - … …

Palermo 0,5 27,5 0,4 0,9 0,5 0,3 - 0,4 2,1 2,9 32,2

Messina … … … … … … … … … … …

Agrigento 1,1 - - 0,3 - - - - - - 1,4

Caltanissetta … … … … … … … … … … …

Enna … … … … … … … … … … …

Catania 0,2 1,2 0,2 2,5 1,0 0,1 - 0,1 1,5 2,6 6,7Ragusa 1,2 0,4 1,1 2,1 0,1 - - 0,2 - 0,1 4,8

Siracusa 0,2 0,6 0,3 1,1 0,4 .. - 0,2 - 0,4 2,6

Fonte: ISTAT, Osservatorio ambientale sulle cittàa) Gli indicatori si riferiscono al verde urbano gestito dal comune

Tab. 1.3 - Disponibilità di verde urbano per tipologia per i comuni capoluogo di provincia – Anno 2003 (m2 per abitante) (a)

Del resto, come noto, Palermo è caratterizzata da numerosi giardini storici che rappresentano il prolungamento delle Ville Palermitane; oltre alla loro abbondanza bisogna sottolinearne anche la qualità: qualità progettuale, qualitàdell’impianto colturale e qualità per l’inserimento in un contesto edilizio, oggi spesso degradato, che trova nel residuo giardino storico il supporto per iniziare a riqualificare la zona di appartenenza. Alcuni giardini storici sono compresi ancheall’interno di quelle aree di rilevante pregio paesistico e ambientale che il PRG definisce Parchi Urbani (la Favorita e le Ville settecentesche, l’Oreto, Boccadifalco ex Riserva Reale, a cui si deve aggiungere pur con specifiche caratteristiche, proprio come parco, il parco agricolo di Ciaculli Croce Verde).

Sono aree/zone di grande estensione, che in parte rispecchiano un territorio scomparso, ma che singolarmente o nel loro insieme restituiscono il paesaggio naturale di Palermo. Nella varietà di queste aree si incontrano non solo giardini storici ma anche e soprattutto entità agricole; il territorio agricolo, infatti, in prevalenza si manifesta – anche se oramai in estenzione molto ridotta – nelle zone pianeggianti della città. Le colture sono variamente articolate: dall’agrumeto al ficodindieto, dall’orto alle colture intensive, queste ultime in realtà sempre più scarse.

Discorso a parte merita l’Orto Botanico palermitano: è un vero polmone verde cittadino dove si ha l’alternanza di varie specie di piante ma anche rappresentazioni artistiche come i busti dedicati a personaggi storici. L’Orto Botanico si estende per 10 ettari e la sua struttura, come gli edifici presenti adibiti alla sperimentazione, furono progettati dall’architetto francese Dufourny. Al suo interno si trovano innumerevoli specie vegetali, a partire da quelle orientali come i bambù e le sudamericane chorisie, tanto per citare quelle poco comuni in Sicilia.

A conferma e completamento di quanto esposto, è stata effettuata una elaborazione sulle diverse destinazioni di uso del suolo a partire dalla copertura del suolo Corine Land Cover.

Nonostante tale strumento cartografico, risponda ad esigenze di diverso tipo e di diversa scala (si ricorda che l’unità minima cartografabile sono 25 ettari) la sua analisi contribuisce alla comprensione delle caratteristiche del sistema del verde naturale ed artificiale, nel Comune di Palermo.

Aggregando le singole voci della carta Corine si evince che la superficie complessiva del tessuto urbano edificato, è pari al 44,5% circa della superficie territoriale totale, le aree vedi urbane ammontano al 2,34% le aree agricole al 17,89% e le aree naturali al 34,79% ad indicare comunque una buona percentuale di aree, quanto meno, non edificate.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 23

CODE Ettari % Descrizione

111 2444,919 15,32% Tessuto urbano continuo112 4272,711 26,77% Tessuto urbano discontinuo121 81,356 0,51% Arre industriali o commerciali122 37,06 0,23% Reti stradali e ferroviarie123 37,166 0,23% Aree portuali124 91,835 0,58% Aeroporti131 82,253 0,52% Aree estrattive132 42,789 0,27% Discariche141 336,868 2,11% Aree verdi urbane142 36,142 0,23% Aree sportive e ricreative211 89,8 0,56% Seminativi in aree non irrigue222 2816,642 17,65% Frutteti e frutti minori223 33,461 0,21% Oliveti242 6,35 0,04% Sistemi colturali e particellari complessi312 768,754 4,82% Boschi di conifere321 448,522 2,81% Aree a pascolo naturale323 695,392 4,36% Aree a vegetazione sclerofilla324 1417,989 8,88% Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva331 30,321 0,19% Spiagge, dune e sabbie332 321,35 2,01% Rocce nude, falesie, rupi e affioramenti333 1870,975 11,72% Aree con vegetazione rada

Fonte: Corine Land Cover2000Tabella 1.4 - Uso del suolo nel Comune di Palermo - selezione delle sole voci presenti su Corine Land Cover

Fenomeni di dissesto e processi degradativi dei suoli

I fenomeni di dissesto, sia erosivi che frane ed esondazioni nelle valli minori, sono assai frequenti nei territori ad altitudine più elevata e non di rado imponenti. Vi sono addirittura aree o zone franose che coprono decine e talora centinaia di ettari. L’attuale superficie sottoposta a vincolo idrogeologico, ai sensi della normativa vigente ammonta a km² 12.357 (pari al 48,06% dell’Isola). I territori ad altitudine più elevata sono caratterizzati da boschi ed incolti e da un’estensione limitata dei seminativi e finiscono col presentare condizioni di popolamento repulsive, soccombendo nel confronto con le aree pianeggianti litoranee e soprattutto con i centri urbani maggiori che hanno esercitato ed esercitano l’attrazione più forte.

La problematica connessa all’instaurazione di fenomeni di erosione e dissesto idrogeologico del territorio è senza dubbio complessa, a causa delle numerose interrelazioni con fattori di diversa natura non sempre agevolmenteindividuabili.

In ogni caso, è da rilevare un progressivo aggravamento di tali dannosi processi, essenzialmente causati dalla mancanza di un’adeguata e coordinata politica di salvaguardia e tutela delle ottimali condizioni idrogeologiche dei suoli.Tra i fattori che maggiormente hanno contribuito ai fenomeni di erosione ricordiamo:

insufficiente copertura boschiva con discrete caratteristiche strutturali e tipologiche;abbandono delle aree marginali a bassa redditività; assenza di opere di sistemazione dei terreni a funzione regimante;adozione di tecniche di lavorazione “a ritocchino” orientate lungo le linee di massima pendenza; progressiva cementificazione degli alvei dei fiumi; elevato indice di torrenzialità dei corsi d’acqua; eccessiva incidenza della rete viaria, anche in zoneparticolarmente predisposte a fenomeni erosivi; cattiva gestione e manutenzione delle superfici destinate apascolo.

Fra le aree più soggette a fenomeni di dissesto, si possono annoverare le zone collinari interne di matricefondamentalmente argillosa, a scarsa permeabilità.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 24

1.5.3 Aree protette della regione

In fig. 1.4 si riporta la localizzazione delle principali aree protette (parchi regionali, riserve marine, riserve naturalietc...).

In Allegato 2 è riportato l’elenco delle aree protette e delle riserve naturali della Sicilia disaggregato per provincia.

Figura 1.4 - Aree protette della regione Sicilia

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 25

1.6 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO

1.6.1 Il contesto europeo

In materia di tutela dell’ambiente si è riscontrato in Europa un salto di qualità quando il trattato sull'Unione ha conferito rango politico agli interventi in campo ambientale. Questa evoluzione è proseguita con il Trattato di Amsterdam che ha posto, tra le priorità assolute, il raggiungimento di un livello elevato di protezione dell'ambiente.

Il Quinto programma di azione ambientale “Per uno sviluppo durevole e sostenibile” ha stabilito i principi di una strategia europea per il periodo 1992-2000, segnando l’inizio di un’azione comunitaria orizzontale che tiene conto di tutti i fattori di pressione sull’ambiente (industria, energia, turismo, trasporti, agricoltura). L'integrazione della problematica ambientale nelle altre politiche è diventata obbligatoria per le istituzioni comunitarie, ed è stata oggetto di vari atti comunitari, tra cui la comunicazione del maggio 2001 sulla strategia europea per lo sviluppo sostenibile.

Il Sesto programma d’azione per l’ambiente, adottato con la Decisione n. 1600/2002/CE del Parlamento e delConsiglio del 22 luglio 2002, definisce le priorità dell’Unione europea fino al 2010. Per realizzare tali priorità vengono proposte alcune linee d’azione: migliorare l'applicazione della legislazione ambientale, operare con il mercato e con icittadini e aumentare l'integrazione della componente ambientale nelle altre politiche comunitarie.

Per cercare di conseguire l'obiettivo che l’Unione Europea si è fissata nell'ambito del Protocollo di Kyoto sulla riduzione dei gas serra, è stato adottato un programma sui cambiamenti climatici che individua, in particolare nei settori dell'energia, dei trasporti, dell'industria e della ricerca, i campi d’azione prioritari (ratifica dell’Italia con Legge n. 120 del 01/06/02).

La Comunità è anche parte contraente della Convenzione di Ginevra sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza, oltre che sui protocolli internazionali sul contenimento delle emissioni inquinanti responsabili deifenomeni di acidificazione, eutrofizzazione e smog fotochimico che danno attuazione alla convenzione. In questo ambito, la legislazione comunitaria ha come obiettivo prioritario la lotta contro le emissioni prodotte dalle attività industriali e dai trasporti. In materia di trasporti, la strategia è basata su diversi elementi, tra cui la riduzione delle emissioni inquinanti dei veicoli (marmitta catalitica, revisione periodica), la diminuzione dei consumi delle autovetture (in collaborazione con i costruttori automobilistici) e la promozione di veicoli puliti (misure fiscali).

Con riferimento alla limitazione delle emissioni da altre attività, vanno citate la direttiva 1999/13/CE sulla limitazione delle emissioni di composti organici volatili dovute all’uso di solventi organici in talune attività e in taluni impianti, la direttiva 1999/32/CE relativa alla riduzione del tenore di zolfo in alcuni combustibili liquidi, nonché la direttiva2001/80/CE concernente l’aggiornamento della direttiva relativa alla limitazione delle emissioni in atmosfera originate dai grandi impianti di combustione di recente emanazione .

Infine, va menzionata la direttiva relativa ai tetti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici, e precisamente biossido di zolfo, ossidi di azoto, composti organici volatili e ammoniaca (direttiva NEC, National Emission Ceilings),anch’essa di recente emanazione (direttiva 2001/81/CE).

Per migliorare la qualità dell'aria, nel maggio 2001 è stata adottata una strategia globale denominata programma CAFE, Clean Air For Europe, mentre a partire dal 1996 sono state emanate quattro direttive europee. In particolare, oltre alla direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e gestione della qualità dell’aria (la cosiddetta “direttiva quadro sulla qualità dell’aria”), sono state emanate tre “direttive figlie” concernenti i valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo (direttiva 1999/30/CE), il benzene e il monossido di carbonio (direttiva 2000/69/CE) e la direttiva per ridurre la concentrazione dell'ozono nell'aria ambiente (direttiva 2002/3/CE).

Per finire non vanno dimenticate le connessioni con la direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e controllo integrato dell’inquinamento (direttiva IPPC, Integrated Pollution Prevention and Control), riguardante le attività con elevato impatto ambientale, soprattutto industriali. La direttiva è stata recepita con il D.Lgs. 372/99 per gli impianti esistenti.L’elenco non esaustivo delle principali norme europee per il comparto aria è riportato nel capitolo 4.

1.6.2 La normativa nazionale

Le prime disposizioni di legge in materia di inquinamento atmosferico emanate in Italia risalgono al 13 luglio 1966 con la pubblicazione della legge n. 615. Prima di tale data esistevano soltanto delle norme applicabili indirettamente e comunque prive di organicità tra cui gli artt. 216 e 217 del testo unico delle leggi sanitarie del 1934, inerenti le industrie con lavorazioni insalubri e gli artt. 674 e 734 del codice penale.

Il quadro normativo di riferimento per la tutela della qualità dell'aria trova oggi fondamento nella normativacomunitaria così come recepita dal legislatore nazionale. L'attuazione dei principi e disposizioni è invece demandata - in ottemperanza a quanto previsto dal d.lgs. 112/98 ("Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 26

Regioni e agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59") - alle Regioni e alle Province autonome.

Da ultimo, è stato recentemente pubblicato il D.M. n. 60/2002 che recepisce (ai sensi dell'art. 4 del d.lgs. 351/99) alcune direttive comunitarie che fissano i valori limite per taluni inquinanti (biossido di zolfo, biossido di azoto, ossidi di azoto, materiale particolato, piombo, benzene e monossido di carbonio).

Con riferimento all’atmosfera, la normativa che maggiormente impatta con le attività a livello regionale e locale, è il D.Lgs. 351/99, che ha recepito la direttiva europea 96/62/CE in materia di valutazione e gestione della qualità dell’aria; a sua volta, quest’ult ima prevede l’emanazione di una serie di atti normativi successivi tra cui:

il DM n. 60 del 02 aprile 2002 “Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell’aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio” (previsto dall’art. 4 del D.Lgs. 351/99).DM n. 261 del 1 ottobre 2002 “Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente (previsto dall’art. 5 del D.Lgs. sopra citato), i criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351”.Decreto del Ministro dell’ambiente 20 settembre 2002, che stabilisce le modalità e le norme tecniche perl’approvazione dei dispositivi di misurazione quali metodi, apparecchi, reti e laboratori (art. 6, comma 9).Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 183 "Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all'ozono nell'aria".Decreto Legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 “Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa allaprevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento”.Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”. (G.U. n. 88 del 14 aprile 2006 – suppl. ord. n. 96)

Pure recepita con D.Lgs. 372/99 è la direttiva IPPC, limitatamente alle emissioni degli impianti esistenti, come anchela direttiva 1999/32/CE relativa alla riduzione del tenore di zolfo in alcuni combustibili (DPCM 395 del 7 settembre 2001).

Per una trattazione di maggiore dettaglio sulla normativa inerente la qualità dell’aria e le emissioni in atmosfera si rimanda al Capitolo 4.http://serviziregionali.org/prtra/files/33/prtra/PRTRA-04.htm1.7 AMMINISTRAZIONI COMPETENTI

La definizione dei piani applicativi, misure e azioni trova riferimento tecnico nel presente piano ed èregolamentata con le mo dalità individuate al paragrafo 6.2.1.3.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 27

1.8 INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO E PER GLI ORGANISMIINTERESSATI

Una moderna gestione dell’ambiente richiede una partecipazione consapevole dei cittadini e la condivisione diobiettivi di razionalizzazione e contenimento dei consumi, in particolare di quelli energetici e di protezione dell’ambiente.

È noto che in questo campo - anche per effetto dell’eredità del passato - si registrano resistenze e pregiudizi e vi è la necessità di offrire una informazione corretta e di promuovere, anche nell’ambito delle altre politiche di settore,un’adeguata informativa rivolta agli operatori del settore esistenti e potenziali.Tali azioni devono tendere non solo a facilitare la conoscenza degli obiettivi e delle proposte di intervento contenute nel Piano, ma anche a motivare le persone.

A questo scopo, la Regione Sicilia promuoverà - direttamente o finanziando comuni, consorzi, associazioni - iniziative di comunicazione mirate a realizzare campagne di informazione e sensibilizzazione sullo sviluppo sostenibile rivolte ai cittadini e a specifici gruppi di interesse, circa i contenuti, gli obiettivi e le proposte del programma, comprensivedell’informazione tecnico-scientifica.

Il presente documento sarà trasmesso dapprima agli altri Assessorati della Regione Sicilia (Agricoltura e Foreste, Turismo Comunicazioni e Trasporti, Beni Culturali, Industria, ecc.), maggiormente interessati ai risultati del Piano ed alle misure che ne conseguono. Saranno, inoltre, opportunamente informati gli operatori economici, in particolare, leassociazioni di categoria, in quanto i loro associati sono direttamente coinvolti nelle misure di riduzione delle emissioni da impianti industriali e da impianti di combustione.

Fondamentale è l’informazione alla popolazione sulla qualità dell’aria, sulle previsioni e sugli interventi necessari alla riduzione delle emissioni. Si organizzeranno campagne di sensibilizzazione nelle scuole.

La comunicazione deve conseguire i seguenti obiettivi:

promuovere l’importanza delle azioni di piano attraverso un’azione di sensibilizzazione mirata alle attività maggiormente inquinanti;responsabilizzare tutti i cittadini affinché contribuiscano e partecipino al processo di riduzione delle emissioni di inquinanti, fornendo loro informazioni facilmente utilizzabili;enfatizzare l'impegno ambientale nel quadro di una visione globale del problema (sviluppo sostenibile).

La Regione Sicilia si impegna inoltre, in collaborazione con Province, Comuni e Arpa Sicilia, a mettere a disposizionedel pubblico e degli organismi interessati i dati aggiornati sulla qualità dell’aria relativamente agli inquinanti normati, rendendo pubblici i livelli di concentrazione degli inquinanti e fornendo, nel caso di superamento delle soglie di allarme, informa zioni aggiuntive sui superamenti registrati, previsioni per i giorni seguenti, indicazioni sui possibili effetti sulla salute e sulla condotta raccomandata, indicazioni in merito alle principali fonti inquinanti ed azioni raccomandate per la riduzione delle relative emissioni. Il DM 60/02 ha introdotto nuovi obblighi anche in materia di informazione al pubblico, con l’indicazione della tipologia e della frequenza di aggiornamento dei dati che devono essere forniti al pubblico. La tab.1.5 riporta sinteticamente le informazioni che la Regione è tenuta a trasmettere alla popolazione ai sensi del decreto citato e del D.Lgs. 351/99.

Inquinante Tipo di informazione Frequenza di aggiornamento dell’informazione Competenza

Livelli di SO2Giornaliera; oraria, se possibile,

avendo a disposizione valori orari RegioneSO2 Informazioni di cui all’allegato I,

sezione IIISolo in caso di superamento della

soglia di allarmeRegione

Livelli di NO2 e NOX

Giornaliera; oraria per quanto riguarda NO2, se possibile, avendo a disposizione valori orari di NO2

RegioneNO2 e NOX

Informazioni di cui all’Allegato II, sezione III

Solo in caso di superamento della soglia di allarme

Regione

PM10 e PM2.5

Livelli di materiale particolato Giornaliera Regione

Pb Livelli di Piomb o Trimestrale Regione

Benzene Livelli di benzene relativi ai 12 mesi precedenti Trimestrale o se possibile mensile Regione

CO Massima media mobile su 8 ore Giornaliera, oraria (se possibile) RegioneTabella 1.5 - Informazioni al pubblico (artt. 11, 16, 23, 28, 33, 37 del DM 60/02 e art. 11 D.Lgs 351/99)

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 28

Alla luce di quanto esposto sopra, le informazioni da fornire sono numerose, in particolare, è obbligatorio:

informare il pubblico secondo le indicazioni del DM 60/02;verificare il rispetto dei limiti di attenzione/allarme per O3 previsti dal Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n.183.verificare il rispetto dell’obiettivo di qualità per gli IPA previsto dal DM 25/11/94.

L’informazione al pubblico fino ad oggi veniva effettuata in base alle indicazioni del DM 20/05/91 (“Criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualità dell’aria”), alla data di stesura del presente Piano, abrogato quasi per intero. Tale decreto prevedeva (art. 4) che “le reti di rilevamento automatiche devono essere dotate di un idoneo sistema di informazione, di carattere divulgativo, per i cittadini tale da permettere una semplice interpretazione dei dati, da realizzare secondo le modalità e i contenuti indicati dal Ministero dell’Ambiente”. L’art. 7 del DM 20/05/91 istituiva “ilCentro Operativo Provinciale (C.O.P.), ossia un centro operativo di raccolta dati a livello provinciale al quale trasferire i dati di tutte le postazioni ubicate sul territorio”.

Il Centro Operativo Provinciale era tenuto a svolgere le seguenti funzioni:

gestione tecnico-operativa delle reti pubbliche;supervisione del sistema di rilevamento;valutazione igienico sanitaria dei dati provenienti dalle reti.

L’art. 9 del DM 20/05/91 stabiliva, inoltre, che “la rete di rilevamento dovrà permettere la trasmissione in tempo reale dei dati relativi agli inquinanti al fine di accertare il superamento dei livelli di attenzione e allarme. Il superamento dei livelli di attenzione e di allarme deve essere notificato in tempo reale alle autorità designate”.

A tale scopo era stato istituito un bollettino quotidiano, tuttora trasmesso alle autorità competenti territorialmente (Sindaco, Assessori all’Ambiente del Comune e della Provincia, AULSS, ecc.), al fine di intraprendere eventuali azioni di contenimento dell’inquinamento, e alla stampa per la divulgazione delle informazioni al pubblico.

Nella regione Sicilia queste funzioni erano esercitate dalle Province. Nel corso degli ultimi anni i dati rilevati dalle reti sono stati acquisiti dalla regione Sicilia che ha svolto compiti di analisi ed elaborazione attraverso i Dipartimenti Arpa Provinciali. La metodologia di trasmissione delle informazioni è stata mantenuta e implementata con l’inserimento, negli Annuari dei Dati Ambientali, di dati relativi all’intero territorio della Sicilia. I dati ambientali sono stati elaborati e sintetizzati mediante diagrammi e tabelle.

I nuovi obblighi normativi hanno reso necessaria una rivisitazione sia del formato del bollettino informativo quotidiano (ex “COP”), sia delle informazioni da rendere accessibili al pubblico.

Per quanto concerne il primo, si è fatto riferimento ai nuovi valori limite introdotti dal DM 60/2002, optando per quelli che hanno un tempo breve di mediazione (orario, 8 ore o giornaliero), poiché tengono conto degli effetti dovutiall’esposizione acuta, almeno per quanto riguarda SO2, NO2, PM10 e CO.

Nel caso di benzene e benzo(a)pirene si è optato per un aggiornamento della media annuale, mentre per quanto riguarda l’ozono, si è tenuto conto dei livelli di attenzione/allarme (180/240 µg/m3) previsti dal Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n.183.

Per quanto riguarda il PM10, la Regione Sicilia si doterà di analizzatori automatici che permetteranno di verificare giornalmente i livelli in aria di tale inquinante. Il grafico mostrerà l’aggiornamento sulle concentrazioni di PM10 rilevate nei capoluoghi siciliani il giorno antecedente a quello di visualizzazione, e fino a dieci giorni precedenti. Questo strumentopermetterà di informare la popolazione e fornirà un utile strumento agli enti preposti per l’attuazione dei provvedimenti di limitazione della circolazione.

Un altro utile strumento che sarà realizzato è il “Bollettino Meteo PM10 Sicilia”, che permetterà di prevedere le concentrazioni di tale inquinante per il giorno successivo e fino a due giorni seguenti a quello di emissione. Il Bollettino nascerà per informare giornalmente la popolazione (specie le fasce più sensibili) dello stato effettivo della qualità dell’aria e per prevedere le concentrazione delle polveri sottili per il giorno in corso, il giorno seguente e una tendenza per i giorni successivi. Il Bollettino sarà disponibile in internet (come primo metodo di diffusione) al sito www.arpa.sicilia.it erealizzerà la previsione su zone della regione Sicilia, tracciate secondo l’esperienza degli anni passati, riguardo ad aree che hanno mostrato andamenti simili.

La zone interne a scarsa densità demografica o antropica che mostrano una qualità dell’aria migliore caratterizzate da un sistema di significative circolazioni atmosferiche non saranno prese in considerazione. Anche le isole minori non saranno prese in considerazione. Il Bollettino Meteo PM10 Sicilia suddividerà le concentrazioni previste in 3 fasce:

buona < 50 mg/m3;

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 29

scadente tra i 50 e i 100 mg/m3;pessima > 100 mg/m3.

Uno strumento analogo, il “Bollettino Ozono”, verrà realizzato durante il periodo estivo per informare la popolazione sui livelli di ozono registrati e previsti per i giorni successivi, offrendo la possibilità agli enti preposti di attuare iprovvedimenti finalizzati al contenimento del rischio sanitario per la popolazione esposta.

Si intendono applicare gli indici qualitativi (di stress, di qualità o di vulnerabilità), in grado di offrire unarappresentazione sintetica dello stato della qualità dell’aria, ed inserire nei siti web della Regione Sicilia e da Arpa Sicilia un bollettino informativo quotidiano sulla base di nuove indicazioni normative o tecnico-scientifiche. I dati di qualità dell’aria potranno essere visualizzati in tempo reale su un Sistema informativo territoriale in corso di implementazione che potrà essere visualizzato sul sito web della Regione Sicilia e di Arpa Sicilia.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 30

2 – ELEMENTI DI SINTES I SULL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO

Nel presente capitolo viene inquadrata la situazione del sistema aria sul territorio regionale. Viene valutata l’entità della pressione esercitata sul territorio dalle diverse fonti di emissione sia di origine antropica che naturale (anche se l’inventario regionale delle emissioni in atmosfera è in avanzata fase di elaborazione).

Poiché le postazioni di rilevamento della qualità dell’aria non possono essere rappresentative della distribuzione di livelli di concentrazione degli inquinanti al di fuori dell’agglomerato o zona di pertinenza; sulla parte di territorio regionalenon coperta da monitoraggio sistematico saranno applicati modelli di simulazione e/o tecniche di stima per la valutazionedella qualità dell’aria.

2.1 FONTI DI EMISSIONE DI INQUINANTI NELL’ARIA: STIME APAT

La qualità dell’aria è il risultato di un equilibrio complesso tra gli apporti diretti degli inquinanti emessi in aria, ciò che chiamiamo le emissioni di inquinanti, e tutta una serie di fenomeni ai quali gli inquinanti sono sottomessi una volta che si trovano in atmosfera: il trasporto, la dispersione (i venti e le turbolenze all’origine della diluizione delle emissioni) la deposizione e infine le trasformazioni chimiche (per esemp io sotto l’effetto dell’irraggiamento solare come la produzione dell’ozono estivo a partire dagli ossidi di azoto e dagli idrocarburi). E’ per questo che non bisogna confondere le concentrazioni nell’aria ambiente degli inquinanti [espressi per esempio in microgrammi per metro cubo (µg/m3) o per un indice di qualità dell’aria], che caratterizza la qualità dell’aria respirata, e le emissioni di inquinanti (di cui le quantità sono espresse in grammi, chilogrammi o tonnellate) scaricate da una fonte data ( un camino, un tubo di scappamento,…) durante una durata determinata (ora, anno,…). Dalle emissioni dipende la qualità dell’aria, anche se non c’è un legame semplice e diretto tra i due elementi. A partire dalle emissioni di inquinanti equivalenti in luogo e intensità, i livelli degli inquinanti nell’ambiente possono variare di un fattore venti seguendo le condizioni meteorologiche più o meno favorevoli alla dispersione e dunque alla diluizione, o al contrario alla concentrazione di questi inquinanti. La conoscenza di queste emissioni è dunque primordiale per il monitoraggio della qualità dell’aria” (AIRPARIF, 2005).

Alla data di elaborazione del presente Piano, la Sicilia si sta adoperando alla redazione dell’inventario delle emissioni a livello regionale quale strumento conoscitivo, la cui importanza è stata ribadita dal D. Lgs. n. 351 del 4/08/1999, e dal D.M. 60/02 secondo quanto previsto dall’allegato 2 del DM 261/2002. Infatti, una delle principali novità introdotte dalla nuova normativa consiste nell’integrazione delle informazioni derivanti dalla misura degli inquinanti e da due nuovi strumenti: l’inventario delle emissioni (ARTA) e la modellistica numerica ambientale (ARPA Sicilia).

Tali importanti strumenti sono in avanzato stato di progettazione da parte dell’Assessorato Territorio ed Ambiente edin corso di realizzazione da parte di ARPA SICILIA. La sua realizzazione sarà completata presumibilmente entro la fine del 2007 (Allegato 8).

L’inventario contiene il censimento delle sorgenti, le quantità annue di inquinanti emessi da tutte le sorgenti di emissione in atmosfera ivi comprese quelle dei principali insediamenti produttivi.

Per la costruzione dell’inventario regionale le emissioni sono state suddivise come puntuali o come lineari/nodali (arterie e nodi di comunicazione). Per la costruzione dell’inventario per particolari infrastrutture (porti, aeroporti, traffico veicolare, etc..) sono stati e saranno utilizzati specifici modelli per la stima delle emissioni.

La stima delle emissioni in aria di gas inquinanti, gas serra, composti organici persistenti e metalli pesanti si basa su una metodologia consolidata, rispetto alla quale la ricerca continua ad affinare strumenti e metodi. Il progetto CORINAIR (COoRdination-INformation-AIR), promosso e coordinato dalla Comunità Europea nell’ambito del programmasperimentale CORINE (COoRdinated Information on the Environment in the European Community), ne è l’asse portante dal 1985, anno in cui è stato realizzato il primo inventario italiano armonizzato a livello europeo.

Il principale obiettivo della prima fase delle attività di tale progetto, al quale hanno partecipato tutti i Paesi membri della Comunità, è stato la realizzazione di un inventario prototipo delle emissioni di Ossidi di Zolfo (SOX), Ossidi di Azoto(NOX) e Composti Organici Volatili (COV) riferito all’anno 1985, da utilizzare come base scientifica per la scelta delle politiche ambientali in materia di inquinamento atmosferico.

L'inventario del ‘90 ha opportunamente rivisto la metodologia applicata nel 1985, estendendo il numero di inquinanti considerati e cioè SO2, CO, CO2, NH3, N2O, NOX, CH4, composti organici volatili non metanici (COVNM), ampliando il numero di attività censite ed armonizzando ulteriormente i metodi di stima delle emissioni in Europa.

La classificazione delle fonti di emissione, adottata nell’ambito del progetto è definita in termini di “Macrosettori”. Ciascuna delle 11 voci di questo livello è suddivisa in settori (in tutto 76) che sono a loro volta suddivisi in attività (in tutto375).

Gli 11 Macrosettori CORINAIR sono:

1. Centrali Elettriche Pubbliche, Cogenerazione e Teleriscaldamento2. Combustione Terziario ed Agricoltura3. Combustione nell’industria4. Processi produttivi5. Estrazione e distribuzione di combustibili fossili

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 31

6. Uso di solventi7. Trasporto su strada8. Altre fonti mobili9. Trattamento e smaltimento rifiuti10. Agricoltura e silvicoltura e cambiamento del suolo11. Natura

La suddivisione territoriale utilizzata nel progetto CORINAIR considera quattro livelli di unità territoriali e individua, per l’Italia, le entità geografico-amministrative corrispondenti:

livello 1: gruppi di regioni (Italia settentrionale, centrale, meridionale e insulare);livello 2: regioni;livello 3: province;livello 4: comuni.

Il progetto CORINAIR, realizza l’inventario delle emissioni per le unità territoriali di livello 3. Di seguito dipresentano le stime APAT regionali di CH4, CO, CO2, COVNM, N2O, NH3, NOX, SO2 e PM10 relative agli anni 19901995, 2000 e 2003.

In linea generale si ricorda che, a partire dalla metà degli anni ’80, le emissioni di biossido di zolfo sono statefortemente ridotte, grazie all’introduzione negli usi civili ed industriali di combustibili a basso tenore di zolfo e del gas naturale, praticamente privo di zolfo. Questo, insieme ad altre misure di intervento sui processi (miglioramentodell’efficienza, processi meno inquinanti) e/o sulle emissioni (abbattimento degli inquinanti ai camini) ha portato, a partire dalla seconda metà degli anni ’80, ad un generalizzato contenimento delle emissioni da fonti fisse di altri inquinanti, tra cui gli ossidi di azoto, il monossido di carbonio, i composti organici.

Relativamente alle emissioni dal settore trasporti, l’aumento del numero di veicoli e del consumo di combustibili ha controbilanciato l’effetto positivo dovuto alla diffusione di veicoli meno inquinanti; questo, oltre ad aumentare le situazioni di congestione con i connessi disagi, ha fatto permanere i problemi legati alle emissioni di inquinanti caratteristici del traffico.

2.1.1 EMISSIONI DI PARTICOLATO (PM10)

L’indicatore rappresenta una stima, regionale e disaggregata per provincia e per settori delle emissioni di PM10 (polveri di dimensioni inferiori a 10 µm) per valutarne l’andamento nel tempo.Il particolato è costituito dall’insieme di tutto il materiale non gassoso, generalmente solido, in sospensione nell’aria. Le polveri da dimensione inferiore a 10 µm hanno origine sia naturale sia antropica. Le particelle di origine naturale sono generate dall’erosione dei suoli o dei manufatti (frazione più grossolana) da parte di agenti atmosferici, dal trasporto di sabbia proveniente dal Sahara, dal materiale inorganico prodotto da agenti naturali (vento e pioggia), dall’emissionivulcaniche e dalla produzione di aerosol (marino e biogenico) (frammenti vegetali, polline, spore). Una parte consistente delle polveri presenti in atmosfera ha origine secondaria ed é dovuta alla reazione di composti gassosi quali ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca e composti organici.Nelle aree urbane il materiale particolato può avere origine da lavorazione industriali (cantieri edili, fonderie, cementifici), dall’usura dell’asfalto, dei pneumatici, dei freni, delle frizioni e dalle emissioni di scarico degli autoveicoli, in particolare quelli dotati di motore diesel. Le polveri hanno una notevole rilevanza sanitaria per l’alta capacità di penetrazione nelle vie respiratorie. Le stime effettuate sono relative solo alle emissioni di origine primaria, mentre non sono calcolate quelle di origine secondaria così come quelle dovute alla risospensione delle polveri depositatesi al suolo. La Direttiva LCP 2001/80/CE indica i valori limite di emissioni di polveri per combustibili solidi, liquidi e gassosi nei grandi impianti di combustione e la Raccomandazione 2003/47/CE fornisce orientamenti per gli Stati Membri nell’elaborazione del piano nazionale di riduzione delle emissioni nei grandi impianti individuati nella Direttiva citata. Il DM 60 del 02/04/02 introduce i “valori limite” per il PM10 che sono entrati in vigore dal 01/01/2005 (fase 1) e che verranno ulteriormente ridotti a partire dal 01/01/2010 (fase 2).La Figura 2.1. raffigura l’andamento nel tempo delle emissioni provinciali di PM10 per ciò che concerne gli anni che vannodal 1990 al 2003. La tabella 2.1. riporta i valori di queste emissioni in t/anno per gli anni di riferimento 1990, 1995, 2000 e 2003.Dall’analisi della Figura 2.1. che riporta la distribuzione provinciale di emissioni da PM10 con il relativo andamento neglianni 1990, 1995, 2000 e 2003 si nota un aumento nelle stime realizzate ed una natura eterogenea del particolato PM10. I settori che incidono maggiormente sono: Settore 7: Trasporti stradali con un valore di 2931,22 t/anno; Settore 11: Altre sorgenti di Emissione ed assorbimenti con 12933 t/anno. Per quanto riguarda il settore trasporti il particolato può avere origine dall’usura dell’asfalto, dei pneumatici , dei freni, delle frizioni e dalle emissioni di scarico degli autoveicoli, in particolare quelli dotati di motore diesel. Per il settore Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti il particolato ha origine naturale, ne fanno parte le polveri sospese, il materiale organico disperso dai vegetali (pollini e frammenti di piante), il

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 32

materiale inorganico prodotto da agenti naturali (vento e pioggia), dall’erosione del suolo o dei manufatti (frazione più grossolana) ecc.I valori di emissioni rilevati dalle tabelle associate alle figure sopra descritte riportano flussi elevati di PM10 che hanno un impatto certo sull’ambiente circostante. Questo sarà uno dei settori emissivi su cui nei prossimi anni si dovrà agire per programmare delle azioni di contenimento di emissione di flussi relativi al PM10.

Trend di emissioni di PM10 (t/anno)

0100020003000400050006000

1990 1995 2000 2003

Figura 2.1:Trend emissioni provinciali PM10

PROVINCIA 1990 1995 2000 2003

Agrigento 1268,578 1345,498 1306,662 2119,59

Caltanissetta 1813,127 2208,624 1037,241 1499,53

Catania 2134,604 1979,869 2045,997 3367,94

Enna 617,539 631,543 703,821 1387,57

Messina 4681,447 5093,808 4527,814 5346,48

Palermo 3677,369 3134,272 2585,221 4916,44

Ragusa 755,129 717,665 808,137 1354,09

Siracusa 3922,626 3765,140 2537,957 2686,23

Trapani 1482,004 1473,539 1365,514 3187,63

TOTALE 20.352,42 20.349,96 16.918,36 25865,50

Tabella 2.1: Trend emissioni provinciali di PM10 (t/anno)

PM10 (t/anno) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani TotaleCombustione-Energia ed industria di trasformazione 1 54.86 146.33 0.65 0.22 297.12 182.95 0.14 396.31 21.42 1100Combustione-Nonindustriale

2 39.72 39.60 107.79 53.16 63.41 75.02 33.46 25.52 43.63 481.31Combustione-Industria

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 33

3 49.01 11.90 151.60 13.79 56.96 110.25 86.75 58.93 91.99 631.18Processi produttivi

4 97.07 39.28 120.60 36.90 117.32 189.96 146.20 310.21 98.15 1155.69Trasporti stradali

7 205.18 98.15 233.73 100.65 1158.26 365.17 103.35 212.23 454.50 2931.22Altre sorgenti mobili

8 262.64 138.35 152.07 119.88 54.90 238.58 79.21 47.55 248.46 1341.64Trattamento e SmaltimentoRifiuti 9 25.07 27.74 15.22 44.06 0.85 54.17 13.24 8.45 16.86 205.66Agricoltura ed Allevamento

10 32.48 37.96 62.26 31.34 70.56 23.58 24.48 8.84 24.24 315.74Altre sorgenti di Emissioneed Assorbimenti 11 1060 750 1684 694 2673 2458 677 1343 1594 12933 Tabella 2.2: Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali PM10 t/anno (2003)

2.1.2 EMISSIONI MONOSSIDO DI CARBONIO (CO)

L’indicatore fornisce una stima delle emissioni provinciali di CO e la relativa disaggregazione settoriale per valutarne l’andamento nel tempo.Il monossido di carbonio è un gas inodore ed incolore e viene generato durante la combustione di materiali organici quando la quantità di ossigeno a disposizione è insufficiente. La principale sorgente di CO è rappresentata dal traffico veicolare (circa l’80% delle emissioni a livello mondiale), in particolare dai gas di scarico dei veicoli a benzina. La concentrazione di CO emessa dagli scarichi dei veicoli è strettamente connessa alle condizioni di funzionamento del motore; si registrano concentrazioni più elevate con motore al minimo ed in fase di decelerazione, condizioni tipiche di traffico urbano intenso e rallentato.Utilizzando le stime elaborate dall’APAT, si è fornita una descrizione dei quantitativi di CO emessi in Sicilia dal 1990 al 2003.La Direttiva 98/77/CE è re lativa alle misure da adottare per ridurre le emissioni dei veicoli a motore e la 97/687CE attiene all’emissione di inquinanti gassosi e particolato. Altri riferimenti normativi concernono le emissioni da processi dicombustione, tra cui l’incenerimento dei rifiuti (DM n. 503 del 19/11/1997) e la combustione in impianti industriali (DM 12/07/90 e D. Lgs. N. 372, in recepimento della Direttiva 96/61/CE sull’approccio integrato). La Figura 2. presenta il trend delle emissioni provinciali di CO per ciò che concerne gli anni che vanno dal 1990 al 2003. La Tabella 2.3 riporta i valori di queste emissioni in t/anno per gli anni di riferimento. Dalla Figura 2.2 si nota come a livello provinciali dal 1990 al 1995 le emissioni di CO siano rimaste praticamente costanti,nel 2000 subiscono una diminuzione fino ad oltre il 30% per poi aumentare nel 2003. Questa riduzione è facilmente leggibile dalla Tabella 3 associata alla figura descritta. Dall’analisi della Tabella 4 si evince che i macrosettori produttivi che incidono maggiormente nell’emissione di CO sono principalmente i trasporti stradali (83597,16 t/anno) con percentuali relative elevate in tutte le province, ed anche in buona parte il macrosettore relativo al Settore 11( Altre sorgenti di Emissione ed Assorbimenti) (411985 t/anno).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 34

Trend di emissioni di CO (t/anno)

0

50000

100000

150000

200000

250000

1990 1995 2000 2003

Figura 2.2: Trend emissioni provinciali CO

PROVINCIA 1990 1995 2000 2003Agrigento 52534,87 52427,16 35726,73 55114,44Caltanissetta 35345,03 33810,61 21951,82 40849,66

Catania 124607,32 121104,71 85009,17 130914,09Enna 20558,17 20709,83 15381,11 28136,41Messina 95925,57 100545,46 81116,58 197999,96Palermo 151747,50 148328,36 100583,40 169331,52

Ragusa 35939,33 36947,46 25577,50 43080,3Siracusa 58498,89 57311,42 37834,90 57006,27Trapani 65216,18 66194,24 45362,69 101537,57

TOTALE 640372,88 637379,3 448543,905 823970,22

Tabella 2.3: Trend emissioni provinciali di CO (t/anno)

CO (t/anno) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani TotaleCombustione-Energiaed industria di trasformazione 1 274.04 616.85 11.20 3.73 1422.03 910.72 2.48 1741.95 108.67 5091.67Combustione-Nonindustriale

2 935.18 934.36 2531.89 1251.45 1482.34 1772.32 785.87 600.18 1027.76 11321.35Combustione-Industria

3 505.56 13.88 367.30 126.75 83.30 727.99 870.03 611.00 3650.73 6956.54Processiproduttivi

4 58.80 46.61 756.03 0 558.40 103.45 694.25 307.94 95.95 2621.43

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 35

Trasporti stradali7 1206.59 923.70 2586.54 570.12 58760.29 4328.08 702.68 2758.13 11761.03 83597.16

Altre sorgenti mobili

8 6043.96 3183.81 3499.42 2758.69 1262.78 5490.21 1822.85 1093.62 5717.70 30873.04Trattamento e SmaltimentoRifiuti 9 144.36 159.74 87.66 253.71 4.88 311.91 76.26 48.65 97.09 1184.26Agricoltura ed Allevamento

10 330.70 386.43 633.84 319.06 718.35 240.06 249.25 90.02 246.80 3214.51Altre sorgenti di Emissioneed Assorbimenti 11 27557 20425 65457 14068 99000 84666 21540 28503 50769 411985 Tabella 2.4: Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali CO t/anno (2003)

2.1.3 EMISSIONI DI SOSTANZE ACIDIFICANTI (SOX, NOX, NH3)

L’indicatore fornisce una stima delle emissioni regionali di sostanze acidificanti SO2, NOx ed NH3, espresse come equivalenti acidi (H+/kg) e le relative disaggregazioni macrosettoriali, al fine di verificare l’andamento nel tempo, il raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Goteborg ed il rispetto dei limiti definiti dalla normativa europea (Direttiva NEC). Il biossido di zolfo (SO2) è il naturale prodotto di ossidazione della zolfo e dei composti che lo contengono allo stato ridotto. E’ un gas incolore e di odore pungente. Le principali emissioni di biossido di zolfo derivano dai processi di combustione che utilizzano combustibili di tipo fossile (gasolio, olio combustibile, carbone), in cui lo zolfo è presente come impurità e dai processi metallurgici. Una percentuale molto bassa di biossido di zolfo nell’aria (6-7%) proviene dal traffico veicolare, in particolare dai veicoli con motore diesel. La concentrazione di biossido di zolfo presenta una variazione stagionale molto evidente, con i valori massimi nella stagione invernale, laddove sono in funzione gli impianti diriscaldamento domestici. Il biossido di zolfo era ritenuto, fino agli anni ’80, il principale inquinante dell’aria ed ècertamente tra i più studiati, anche perché è stato uno dei primi composti a manifestare effetti sull’uomo e sull’ambiente. Tuttavia, oggi, il progressivo miglioramento della qualità dei combustibili (minor contenuto di zolfo nei prodotti diraffineria, imposto dal D.C.P.M. del 14 novembre 1995 e dal D. LGS.66 del 21 marzo 2005) insieme al sempre più diffuso uso del gas metano, hanno diminuito sensibilmente la presenza di SO2 nell’aria.Gli ossidi di azoto (NOx) si formano principalmente dai processi di combustione che avvengono ad alta temperatura. In particolare, il biossido di azoto è da ritenersi fra gli inquinanti atmosferici maggiormente pericolosi, sia perché è per sua natura irritante, sia perché da inizio, in presenza di forte irraggiamento solare, ad una serie di reazioni fitochimiche secondarie che portano alla costituzione di sostanze inquinanti quali l’ozono, complessivamente indicate con il termine di “smog fotochimico”. Un contributo fondamentale all’inquinamento da biossido di azoto e derivati fotochimici è apportato, nelle città, dai fumi di scarico degli autoveicoli. L’entità delle emissioni può, in questo caso, variare anche in funzione delle caratteristiche, dello stato del motore e delle modalità di utilizzo dello stesso, (valore della velocità, accelerazione ecc.). In generale l’emissione di ossidi di azoto, in modo particolare per il biossido di azoto, è maggiore quando il motore funzione ad elevato numero di giri (arterie urbane a scorrimento veloce, autostrade ecc.).L’ammoniaca (NH3) proviene in gran parte dalle fonti di origine agricola, dall’allevamento e dai trasporti stradali. Si può rilevare la presenza di ammoniaca nell'atmosfera molto facilmente grazie al suo odore penetrante. Gli usi dell'ammoniaca sono innumerevoli, è una sostanza estremamente importante in campo industriale: come base per fertilizzanti agricoli, come componente per vernici, nell'industria cartaria come sbiancante, ecc..Utilizzando le stime elaborate da APAT si è rappresentato il trend emissivo dal 1990 al 2003 di SO2, NOx ed NH3, nonché la disaggregazione macrosettoriale al 2003.Gli obiettivi fissati dal Protocollo di Goteborg, nell’ambito della Convenzione di Ginevra sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a lunga distanza (1999) sono i seguenti:a) SOx: valore limite 500 ktb) NOx: valore limite 1.000 ktc) NH3: valore limite 419 ktI limiti nazionali di emissione da raggiungere entro il 2010 fissati dalla Direttiva NEC (2001/81/CE) sono: SOx = 475 kt, NOx = 990 kt, NH3=419 kt (APAT, 2003). Questo indicatore verrà aggiornato periodicamente ogni anno.Le emissioni di gas acidificanti sono espresse in tonnellate (t) emesse ogni anno e per valutare l’andamento complessivo vengono utilizzati i fattori di conversione in equivalenti acidi (H+). Tali fattori sono quelli utilizzati dall’Agenzia Europea dell’Ambienti: SOx=31,25; NOx= 21,74; NH3=58,82.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 36

La Figura 2.3 raffigura l’andamento nel tempo delle emissioni provinciali di sostanze acidificanti espresse come equivalenti acidi (H+/kg) per ciò che concerne gli anni che vanno dal 1990 al 2003. La tabella 2.5 riporta i valori di queste emissioni in t/anno per gli anni di riferimento 1990, 1995, 2000 e 2003. Per chiarezza di calcolo in questa tabella si sono riportati anche le emissioni relative alle singole sostanze che contribuiscono alle emissioni di sostanze acidificanti in atmosfera (SO2, NOx ed NH3). La Tabella 2.6 rappresenta la disaggregazione macrosettoriale delle emissioni provinciali di sostanze acidificanti riferite al 2003. Le emissioni nazionali sono disaggregate secondo la nomenclatura delle attività Selected Nomenclature Air Pollution (SNAP97), adottata dalla metodologia CORINAIR (“Atmospheric Emission Inventory Guidebook”, terza edizione 2002 EMEP/CORINAIR).Dall’analisi dei trends, come risulta dalla Figura 2.3, si nota come la provincia di Messina ma soprattutto la provincia di Catania abbiano dei valori elevati di emissione di sostanze acidificanti, soprattutto da contributo di SO2. Questo è dovuto principalmente all’attività vulcanica che come è noto ris ulta essere un’attività non continua sia in termini di portate emesse che in termini di frequenza temporale dell’attività, dagli impianti per la produzione di energia, dalla combustione dicarbone, gasolio ed oli combustibili, dagli impianti industriali, dal riscaldamento domestico. Osservando la disaggregazione macrosettoriale rappresentata in Tabella 2.6, si nota che, oltre alla già citata attività di origine vulcanica, i macrosettori che maggiormente contribuiscono alla formazione delle emissioni acidificanti sono la combustione e gli impianti energetici, i trasporti stradali, l’agricoltura e l’allevamento distribuite rispettivamente in maniera disomogenea sull’intero territorio regionale.

Trend di emissioni provinciali in equivalenti acidi (H+/kg) (t/anno)

0

10000000

20000000

30000000

40000000

50000000

60000000

1990 1995 2000 2003

Figura 2.3: Trend emissioni provincia li in equivalenti acidi (H+/kg) (t/anno)

H +/kg 1990 1995 2000 2003

Agrigento 505533,20 486850,12 375914,26 637588,90

Caltanissetta 3040360,53 2519255,6 735229,66 2932471,60

Catania 52688490,82 52472522,8 52338774,9 52849037,28

Enna 332623,74 306718,55 229843,82 348009,75

Messina 12015493,14 12319775,4 12547685,3 12229361,29

Palermo 1806514,63 1349932,89 900777,64 2048578,44

Ragusa 414260,94 349762,67 326420,69 426168,20

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 37

Siracusa 4253822,14 2756052,89 2092618,25 4060766,82

Trapani 403608,23 361731,156 292798,13 760217,52

TOTALE 75460707,39 72922602,1 69840062,7 76292199,8

Tabella 2.5:Trend emissioni provinciali in equivalenti acidi (H +/kg) (t/anno)

H+/kg (t/anno) Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa TrapaniCombustione-Energiaed industria di trasformazione 1 106765 448753.51 684.24 227.90 676226.1 195778.7 151.72 1187899 8684.43Combustione-Nonindustriale

2 4655.54 4722.10 13073.63 6365.51 8723.91 8022.16 3739.61 2787.22 4865.24Combustione-Industria

3 20685.4 1303.78 15874.31 5505.01 5075.98 30714.89 35181.12 25083.71 7251.90Processi produttivi

4 4714.54 30782.91 3638.73 1125.63 122886.9 6281.003 11625.88 351748.9 286.21Trasporti stradali

7 42322.4 21283.31 109315.5 23065.49 410073.9 135414.7 19646.26 46538.75 129083.8Altre sorgenti mobili

8 7207.92 5904.32 13103.14 3182.91 363323.2 22764.47 2227.19 13852.74 71107.48Trattamento e SmaltimentoRifiuti 9 2504.38 8232.18 7929.51 1139.70 29584.91 10322.05 2065.21 75554.63 2600.96Agricoltura ed Allevamento

10 121353 75121.05 147249.6 96565.89 99554.02 204005.4 147120.4 92664.8 100911.1Altre sorgenti di Emissioneed Assorbimenti 11 154418 155371.44 311805 104815.9 766678.5 507592 96128.95 379833 286633.9

Tabella 2.6: Disaggregazione macrosettoriale emissioni in equivalenti acidi (H+/kg) (t/anno) (2003)

SOx=31,25 1990 1995 2000 2003Agrigento 6402,44 4695,62 3521,08 3258Caltanissetta 81357,57 69261,70 17223,31 13141Catania 1665863,08 1662318,51 1661051,24 1206Enna 1161,10 574,45 118,21 255Messina 338525,18 347905,86 358838,56 33771Palermo 25616,24 15207,69 6913,02 5509Ragusa 2639,95 1030,91 1029,97 808Siracusa 102440,29 62105,20 48903,72 44321Trapani 2391,37 1197,79 255,12 2511TOTALE 2.226.397,21 2.164.297,72 2.097.854,23 104780

Tabella2.7: Trend emissioni provinciali di SOx (t/anno)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 38

NOx=21,74 1990 1995 2000 2003Agrigento 10763,90 10855,27 8938,84 14172,43Caltanissetta 12581,45 13551,57 6934,94 14254,29Catania 21833,84 17046,67 14301,85 28620,42Enna 6.636,14 6634,28 5.393,60 9610,17Messina 58530,26 59763,35 54823,84 70457,55Palermo 38066,54 32032,74 23528,07 46672,21Ragusa 6070,52 4993,98 4.838,22 8818,18Siracusa 31735,39 25528,38 20022,78 34934,02Trapani 12994,71 12924,37 10687,90 26344,03TOTALE 199212,75 183330,60 149470,05 253883,3

Tabella 2.8:Trend emissioni provinciali di NOx (t/anno)

NH3=58,82 1990 1995 2000 2003Agrigento 1.214,72 1770,12 1216,42 2200

Caltanissetta 3815,30 1023,74 786,06 1363

Catania 2645,39 2626,23 2040,14 2867

Enna 2585,34 2457,29 1851,29 1748

Messina 2790,44 2524,01 2416,01 2018

Palermo 3033,67 3031,30 2945,35 3968

Ragusa 3134,09 3552,83 3214,06 2584

Siracusa 6165,18 4425 2194,52 1701

Trapani 788,39 736,56 892,06 1917

TOTALE 26.172,51 22147,07 17555,92 20365 Tabella 2.9:Trend emissioni provinciali di NH3 (t/anno)

2.1.4 EMISSIONI DI PRECURSORI DELL’OZONO (NOX e COVNM)

L’indicatore fornisce una stima delle emissioni di NOx e COVNM a livello regionale e la relativa disaggregazione settoriale per valutarne le pressioni e il loro andamento negli anni a fronte degli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni (Protocollo di Goteborg e Direttiva NEC).Come indicato in precedenza, la valutazione delle emissioni avviene attraverso opportuni processi di stima che si basano su fattori d’emissione ed indicatori di attività. Per i precursori dell’ozono troposferico la metodologia utilizzata é quella indicata dal Progetto CORINAIR dell’Agenzia Europea dell’Ambiente. Il problema dell’ozono troposferico rivestenotevole importanza sia nell’ambiente urbano, dove si verificano episodi acuti di inquinamento, sia nell’ambiente rurale, dove si verifica un impatto sulle colt ivazioni. Le emissioni dei precursori dell’ozono troposferico hanno anche unarilevanza transfrontaliera. Le reazioni fitochimiche, attivate dalla luce solare, trasformano alcuni degli inquinanti primari presenti nell’atmosfera in inquinanti secondari, tra cui l’ozono, che per il suo elevato potere ossidante ha effetti dannosi sulla popolazione, sull’ecosistema e sul patrimonio storico-artistico.I principali responsabili della formazione dell’ozono troposferico sono gli ossidi di azoto e i composti organici volatili diversi dal metano che attraverso processi di fotodissociazione danno origine a una miscela di composti ossidanti. Iprecursori dell'ozono sono rilasciati in atmosfera sia naturalmente (es. composti aromatici di origine vegetale) che per la combustione civile ed industriale (NO x da traffico, riscaldamento, produzione di energia) e per l'uso di sostanze chimiche volatili (solventi, carburanti ecc.). La formazione dell'ozono è quindi dipendente dalla concentrazione dei precursori edall'intensità dell'irradiazione solare; è pertanto un'inquinante stagionale caratteristico delle stagioni tardo-primaverile ed

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 39

estiva e delle ore più calde ed assolate della giornata. Le concentrazioni di Ozono sono influenzate anche da diverse variabili meteorologiche, come l'intensità della radiazione solare e la temperatura. Pertanto la sua presenza è variabile nell’arco della giornata e delle stagioni. Il periodo critico per tale inquinante è tipicamente quello estivo, quando leparticolari condizioni di alta pressione, bassa umidità, elevate temperature e scarsa ventilazione favoriscono il ristagno e l'accumulo degli inquinanti e il forte irraggiamento solare innesca le reazioni fotochimiche responsabili della formazione dell’Ozono: normalmente i valori massimi sono raggiunti nelle ore più calde della giornata, dalle 12 alle 18 per poi scendere durante le ore notturne. Al contrario in inverno si registrano le concentrazioni più basse, soprattutto a causa del limitato irraggiamento solare. I motivi che rendono necessari il monitoraggio dell’ozono e la riduzione delle sueconcentrazioni in atmosfera sono numerosi. La presenza di elevati livelli di ozono, a causa del suo alto potere ossidante (per effetto dell'ossigeno nascente che si libera quando la molecola si dissocia), danneggia la salute umana, ma anche quella degli animali e delle piante (ne influenza la fotosintesi e la crescita, entra nel processo di formazione delle piogge acide, con danni alla vegetazione ed ai raccolti), deteriora i materiali (danni al patrimonio storico-artistico) e riduce la visibilità. Le fonti principali di questi inquinanti sono:i trasporti e le fonti fisse di combustione, più l’uso dei solventi per quanto riguarda i COVNM. Le emissioni dei precursori di ozono sono espresse in tonnellate (t) emesse ogni anno e possono essere aggregate usando il Tropospheric Ozone-Forming Potential (TOFP) , potenziale di formazione di ozono troposferico. Tali fattori di conversione sono quelli utilizzati dall’Agenzia Europea dell’Ambiente nei rapporti ambientali e sono validi soprattutto per lavalutazione aggregata a livello europeo. Per il calcolo del TOFP i fattori di conversione utilizzati sono i seguenti: NOx=1,22; COVNM = 1 (APAT, 2003).La Figura 2.4 rappresenta l’andamento nel tempo delle emissioni provinciali di COVNM ed NOx espresse come TOFP per ciò che concerne gli anni che vanno dal 1990 al 2003. La Tabella 2.10 riporta i valori di queste emissioni in t/anno per gli anni di riferimento 1990, 1995, 2000e 2003. Per chiarezza di calcolo in questa tabella si sono riportati anche le emissioni relative alle singole sostanze che contribuiscono alle emissioni dei precursori dell’ozono in atmosfera (COVNM ed NOx ). La Tabella 2.13 rappresenta la disaggregazione macrosettoriale delle emissioni provinciali di sostanze precursori della formazione di ozono troposferico riferite al 2003. In tabella 10 è possibile confrontare i valori di emissioni provinciali dei precursori dell’ozono (espresse come TOFP) afferenti ai diversi macrosettori. Le emissioni nazionali sono disaggregate secondo la nomenclatura delle attività Selected Nomenclature Air Pollution (SNAP97), adottata dalla metodologiaCORINAIR (“Atmospheric Emission Inventory Guidebook”, terza edizione 2002 EMEP/CORINAIR).La Figura 2.4 rappresenta il trend delle emissioni provinciali di COVNM ed NOx, espresse come Potenziale di formazione dell’ozono troposferico (TOFP) per gli anni che vanno dal 1990 al 2003. Le emissioni di precursori dell’ozono (NOx e COVNM) espresse come potenziale di formazione dell’ozono troposferico (TOFP) restano costanti dal 1990 al 1995 per poi diminuire fino al 2003.La Tabella 2.13 rappresenta la disaggregazione macrosettoriale delle emissioni provinciali di TOFP; da questa si evince come i macrosettori che maggiormente influiscono nella formazione dei precursori dell’ozono sono i trasporti stradali, le altre sorgenti mobili e l’uso di solventi. Considerando i singoli componenti sia per gli NOx che per i COVNM influiscono maggiormente il Settore 11:Altre sorgenti di emissione ed Assorbimenti; il Settore 6:Uso di solventi; il Settore 7: Trasporti stradali. Dalla Tabella 2.13 dei valori di emissioni provinciali di TOFP per macrosettore si rileva come anche gli altri macrosettori siano delle sorgenti importanti (emissioni biogeniche, processi produttivi, uso di solventi,…).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 40

Trend emissioni provinciale in TOFP (t/anno)

020000400006000080000

100000120000140000

1990 1995 2000 2003

Figura 2.4:Trend emissioni provinciali in TOFP

TOFP 1990 1995 2000 2003

Agrigento 26570 26951,70 21392,55 23413,64

Caltanissetta 27917,13 28242,49 17246,10 24343,03

Catania 58008,94 55032,60 40456,49 50821,71

Enna 13714,78 13515,31 10889,35 15023,11

Messina 99020,63 101031,24 90959,25 125125,39

Palermo 85824,13 77318,02 57978,31 76087,33

Ragusa 16961,32 15649,87 13160,30 15572,91

Siracusa 65354,40 57301,72 43031,68 59095,26

Trapani 32548,63 32701,30 25163,13 44073,44

TOTALE 425919,96 407744,25 320277,16 433555,83

Tabella 2.10:Trend di emissioni provinciali in TOFP (t/anno)

COVNM=1 1990 1995 2000 2003Agrigento 13438,04 13708,26 10487,15 6123,28Caltanissetta 12567,76 11709,58 8785,48 6952,8Catania 31371,65 34235,67 23008,23 15904,8Enna 5618,69 5421,49 4309,16 3298,7Messina 27613,72 28119,95 24074,17 39167,18Palermo 39382,95 38238,07 29274,06 19147,23Ragusa 9555,28 9557,21 7257,66 4814,73Siracusa 26637,22 26157,10 18603,89 16475,76Trapani 16695,08 16933,58 12123,89 11933,72TOTALE 182880,40 184080,91 137923,70 123818,2

Tabella 2.11:Trend di emissioni provinciali in COVNM (t/anno)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 41

Tabella 2.12:Trend di emissioni provinciali in NO x (t/anno)

TOFP (t/anno)Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani

Combustione-Energia ed industria di trasformazione

1

1269.75 4512.42 38.69 12.90 7482.615 4224.94 8.579 11488.19 500.72

Combustione-Nonindustriale

2 288.034 289.41 802.75 391.089 518.14 509.48 236.2 177.0142 305.97

Combustione-Industria3 1157.35 72.71 892.86 306.69 279.54 1723.434 1995.205 1405.083 414.433

Processi produttivi

4 208.009 1109.63 425.15 108.79 3570.08 481.65 201.32 9528.109 302.0032

Trasporti stradali

7 4988.45 3103.38 13497.5 2082.804 27050.06 16427.09 3402.614 5552.022 10378.4

Altre sorgenti mobili

8 664.97 481.15 928.379 314.57 25588.3 1732.778 288.404 1202.93 5257.681

Trattamento e Smaltimento Rifiuti

9 345.20 200.34 336.526 162.91 166.97 472.76 132.59 187.91 331.053

Agricoltura ed Allevamento

10 19.61 21.90 27.83 27.58 30.888 27.91 17.25 7.52 14.12

Altre sorgenti di Emissioneed Assorbimenti

11

8860.64 10220.71 18526.56 6569.46 44702.49 29636.23 5484.19 21506.16 16239.73

Uso di solventi

6 5467.55 3827.36 15108.66 4920.656 14607.47 20569.57 3746.491 5238.80 10207.33

Tabella 2.13: Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali TOFP t/anno (2003)

2.1.5 Emissioni di gas serra anidride carbonica (CO2 eq): CO2, CH4, N2OL’indicatore considerato fornisce una stima delle emissioni regionali di CO2 e la relativa disaggregazione settoriale. E’

finalizzato a verificare il raggiungimento dell’obiettivo individuato dal Protocollo di Kyoto.L’inasprimento dell’effetto serra,ovvero del riscaldamento dello strato inferiore dell’atmosfera, è probabilmente da

attribuire in gran parte alle emissioni di anidride carbonica (CO2), connesse principalmente ad attività antropiche (impianti per la produzione di energia, impianti industriali, trasporti) e segnalatamente all’utilizzo dei combustibili fossili.Contribuiscono all’effetto serra anche altri inquinanti come il metano(CH4), il protossido di azoto (N2O), gli Fgas o gas fluorurati (HFCs, PFCs, SF6).

NOx=1,22 1990 1995 2000 2003Agrigento 10763,90 10855,27 8938,84 14172,43Caltanissetta 12581,45 13551,57 6934,94 14254,29Catania 21833,84 17046,67 14301,85 28620,42Enna 6.636,14 6634,28 5.393,60 9610,17Messina 58530,26 59763,35 54823,84 70457,55Palermo 38066,54 32032,74 23528,07 46672,21Ragusa 6070,52 4993,98 4.838,22 8818,18Siracusa 31735,39 25528,38 20022,78 34934,02Trapani 12994,71 12924,37 10687,90 26344,03TOTALE 199212,75 183330,60 149470,05 253883,3

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 42

Si è scelto di rappresentare il trend e la disaggregazione macrosettoriale delle emissioni di CO2eq calcolate come somma pesata dagli inquinanti che maggiormente contribuiscono allo sviluppo dell’effetto serra, dando risposta così al bisogno informativo richiesto dal protocollo di Kyoto sulla riduzione della CO2eq. In particolare per il calcolo di questo parametro si sono sommati i valori di CO2 con quelli di protossido di azoto moltiplicato per il fattore numerico 310 e con il metano moltiplicato per il fattore numerico 21.

Utilizzando le stime elaborate dall’ APAT,si è fornita una descrizione dei quantitativi di CO2 emessi in Sicilia,nel 1999. Il protocollo di Kyoto, ratificato dall’Italia con la legge n. 120 del 01/ 06/02,ed entrato in vigore nel febbraio 2005,individua come obiettivo per l’Italia la riduzione dei gas serra nel periodo 2008-2012 del 6,5% rispetto al 1990. Il protocollo stesso prevede complessivamente per i paesi industrializzati l’obiettivo di riduzione del 5.2%, mentre per i paesi dell’Unione Europea una riduzione complessiva delle emissioni pari al 8%.

La delibera CIPE approvata il 19 dicembre 2002,relativa alla revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra, istituisce un Comitato Tecnico Emissioni Gas Serra al fine di monitorare l’attuazione delle politiche di riduzione delle emissioni. Questo indicatore verrà aggiornato periodicamente ogni anno.

I macrosettori di maggiore rilevanza per le emissioni di (CO2 eq): sono generalmente rappresentati da:

agricoltura;trattamento e smaltimento dei rifiuti;centrali termoelettriche; combustione industria;estrazione, distribuzione combustibili fossili;natura.

Le emissioni di gas sono espresse in tonnellate di CO2 equivalente per ogni anno. Il valore equivalente è calcolato moltiplicando le emissioni di ogni gas per il Global Warming Potential (GWP),potenziale di riscaldamento globale di ogni specie in rapporto al potenziale dell’anidride carbonica.La fig. 2.5 rappresenta il trend delle emissioni provinciali di CO2eq negli anni che vanno dal 1990 al 2000. I valori di emissione provinciali di CO2eq dissociati per contributi degli inquinanti (CO2, CH4, N2O) sono rappresentati nella tab.2.5.

Per la presentazione dei dati relativi alle disaggregazione macrosettoriale delle emissioni provinciali di CO2eq è stata utilizzata la classificazione IPCC (milioni di tonnellate di CO2 equivalente annue), in riferimento alle Linee Guidadell’IPCC (“Revised 1996 IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories”, IPCC/OECD 1997). Questarappresentazione è stata riportata in fig. 2.5. In tab. 2.14 si sono riportati i valori di concentrazione dei singoli inquinanti contribuenti alle emissioni di CO2eq disaggregati per macrosettore secondo la classificazione CORINAIR.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 43

Figura 2.5 - Trend emissioni provinciali CO2eq t/anno (1990-2000)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 44

CO2eq 1990 1995 2000Agrigento 2197865 2480185 2699620Caltanissetta 4052851 5541255 3740573Catania 3784939 3202954 3297634Enna 1115891 1156233 1254035Messina 9188443 11110629 15749149Palermo 7668132 7010964 6775893Ragusa 1746236 1441086 1567153Siracusa 10675541 10606711 13597868Trapani 1688996 1745812 1870103

CO2 1990 1995 2000Agrigento 1884985 2120689 2361891Caltanissetta 3784905 5264274 3482865Catania 3169501 2600919 2691982Enna 679702.2 754019.3 864570.9Messina 8544647 10497432 14986728Palermo 6903897 6242867 5901209Ragusa 1315038 922706.9 1089424Siracusa 10171925 10171672 13166401Trapani 1459081 1513118 1591000

CH4=21 1990 1995 2000Agrigento 5738.856 8823.439 7426.895Caltanissetta 4863.413 6134.724 5462.938Catania 16150.64 16434.42 17050.33Enna 13331.64 11262.49 11501.54Messina 17227.89 14450.04 18421.24Palermo 20593.76 20850.42 24493.42Ragusa 9904.398 11223.11 10570.9Siracusa 8474.652 10190.83 9623.651Trapani 5475.339 5842.2 6675.347

N2O=310 1990 1995 2000Agrigento 620.5288627 561.9479513 586.3340093Caltanissetta 534.8851987 477.9085027 461.2461222Catania 891.2070781 828.7467369 798.7582625Enna 503.9505308 534.5221709 477.1998236Messina 909.709563 999.1823193 1211.530604Palermo 1070.212643 1065.28455 1162.330474Ragusa 720.0204964 911.9162392 824.9688717Siracusa 1050.479991 713.0045368 739.9058186Trapani 370.7521244 354.865365 448.131483

Tabella 2.14 - Trend emissioni provinciali CO2eq t/anno (1990-2000)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 45

Figura 2.6 - Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali CO2eq t/anno (2000)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 46

AG CL CT EN ME PA RG SR TPAgricoltura 162305.8 115725.4 219082.1 284306.9 390254.4 380294.5 379657.3 182778.5 115070.7

Altreemissioni ed assorbimenti

44222.05 38211.44 -30424.8 18892.73 -1591.88 13497.4 34861.81 33447.2 47760.24

Altre sorgenti e macchinari

mobili182653.2 89144.06 372263.7 74313.45 2120902 404336.1 88904.56 204515.2 218916.4

Combustionedell’industria

e impianti energetici

723668.5 2692801 0 46053.21 11005954 2128269 0 10364002 0

Estrazione o distribuzione

dicombustibili

fossili ed energia Geo

108920.9 113286.8 393234.3 182159 227436.5 194160.7 93373.19 89258.74 103549.5

Impianti di combustione

nonindustriali

355555.9 27505.19 213832.5 13363.42 108066.9 437359.1 257196.9 1052527 65219.02

Processiproduttivi

(combustionedell’industriamanifatturier

a)

386481 144459.9 98727.24 19354.45 226542.3 470211.7 270944.9 937074.9 62128.16

Processiproduttivi

(combustionesenza

contatto)

5992.172 18214.3 16704.7 2396.374 32299.09 20378.2 4790.64 67868.7 7586.813

Trasportistradali 625893.3 437779.3 1731376 581140.2 1701421 2382197 380682.6 573983.9 1150462

Trattamentodei rifiuti e discariche

162305.8 115725.4 219082.1 284306.9 390254.4 380294.5 376957.4 182778.5 11507.7

Uso di solventi ed

altri prodotti44222.05 38211.44 -30424.8 18892.73 -159188 13497.4 34861.81 33447.2 4760.24

Tabella 2.15 - Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali CO2eq t/anno (2000)

Dall’analisi della fig. 2.5, si evince come le emissioni di CO2eq nel decennio che va dal 1990 al 2000 siano in aumento in quasi tutte le province. In generale a livello regionale le emissioni di CO2eq sono aumentate di quasi il 17% circa nel suddetto decennio. La prossima stima verrà realizzata per il quinquennio 2000-2005 e permetterà di comprendere meglio il fenomeno e di controllarne l’andamento/crescita adottando piani e programmi di intervento in linea con le prescrizioni del protocollo di Kyoto ratificato a livello nazionale italiano nel febbraio del 2005. Tra i macrosettoriproduttivi che nel 2000 hanno inciso maggiormente nell’emissione di CO2eq sono la combustione nell’industria e gli impianti energetici e in minor misura i trasporti stradali. Le stime elaborate da APAT quantificano le emissioni totali di CO2eq per il 2000 in 50.552.048 t.

La stima riferita al 2000 mostra un incremento sostenuto delle emissioni prodotte nelle province di Messina, Siracusa, Trapani, Enna ed Agrigento, una diminuzione nelle province di Palermo, Catania, Ragusa e Caltanisssetta.

2.1.6 Emissioni di Benzene (C6H6)

L’indicatore fornisce una stima delle emissioni di (C6H6) e la relativa disaggregazione settoriale; l’indicatore è finalizzato a valutarne l’andamento nel tempo.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 47

La metodologia utilizzata per la stima di questo tipo di emissioni si basa su fattori di emissione e indicatori di attività sviluppati nell’ambito del progetto CORINAIR dell’agenzia europea per l’ambiente.

Le emissioni di benzene hanno origine principalmente dai trasporti, da alcuni processi produttivi e non ultimi dai sistemi di stoccaggio e distribuzione dei carburanti ( stazione di servizio, depositi). Perciò che concerne i trasporti si distinguono due tipi di evaporazioni: a motore acceso ( che rappresenta la totalità delle emissioni ) e a motore spento. Utilizzando le stime fornite dall’APAT (2004) si rappresentano i risultati per la Sicilia e le sue province. In Italia la L.413 del 4/11/97 ha imposto quantitativi massimi di benzene e di idrocarburi aromatici totali nelle benzine con e senza piombo pari rispettivamente all’1% e 40% in volume ( v/v ). Il DM 60 del 2/04/02 introduce il valore limite per il benzene che entrerà in vigore solo a partire dal 1/1/2010. questo indicatore verrà aggiornato periodicamente ogni anno. L’unità di misura è tonnellate/anno ( t/anno ).

La fig. 2.7 raffigura l’andamento nel tempo delle emissioni provinciali di benzene perciò che concerne gli anni che vanno dal 1990 al 2000. La tab. 2.16 riporta i valori di queste emissioni in t/anno per gli anni di riferimento 1990, 1995 e 2000. La fig. 2.8 rappresenta la disaggregazione macrosettoriale delle emissioni provinciali di benzene riferito al 2000. In tab. 2.17 è possibile confrontare i valori di emissione provinciali di benzene afferenti ai diversi macrosettori. Le emissioni nazionali sono disaggregate secondo la nomenclatura delle attività Selected Nomenclature Air Pollution ( SNAP 97 ), adottata dalla metodologia CORINAIR ( “Atmospheric Emission Invotory Guidebook”, terza edizione 2002EMEP/CORINAIR ).

Figura 2.7 - Trend emissioni provinciali C6H6 t/anno (1990-2000)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 48

C6H6 1990 1995 2000AG 358.6243697 268.3153 119.5611CL 242.3497769 188.3714 98.69495CT 819.7746988 639.3696 293.8947EN 127.0459643 96.42862 42.4023ME 613.8371592 518.1238 312.2842PA 958.1221877 736.7385 335.8084RG 227.0227645 177.1835 85.11327SR 530.6974771 429.9083 232.302TP 442.4676974 319.7144 143.0687

Fonte: elaborazione ARPA Sicilia su dati APAT (2004)Tabella 2.16 - Trend emissioni provinciali C6H6 t/anno (1990-2000)

Figura 2.8 - Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali C6H6 t/anno (2000)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 49

AG CL CT EN ME PA RG SR TPProcessi produttivi (combustione senza contatto) 0.04 24.46 0.40 0.04 31.62 0.07 0.02 107.50 0.05Estrazione e distribuzione di combustibili fossili ed energia geotermica 0.20 0.26 0.44 0.08 0.42 0.53 0.12 0.65 0.18Uso di solventi ed altri prodotti 2.58 3.03 8.30 2.16 4.24 7.74 1.86 2.28 3.02trasporti stradali 95.18 65.50 256.67 34.97 146.40 299.26 74.06 96.99 110.60Altre sorgenti e macchinari mobili (off-road) 21.56 5.44 28.08 5.15 129.60 28.21 9.05 24.83 29.21

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati APAT (2004)Tabella 2.17 - Disaggregazione macrosettoriale emissioni provinciali C6H6 t/anno (2000)

La fig. 2.7 mostra come il benzene dal 1990 al 2000 sia in continuo riduzione. Infatti le emissioni di benzene sono diminuite negli anni 90 sia per la riduzione del benzene nei combustibili, sia per il rinnovo del parco autovetture. Nei prossimi anni sono attese ulteriori riduzioni nel settore dei trasporti stradali in conseguenza del rinnovo del parcoautovetture. Settore che rappresenta il maggiore strumento di pianificazione per ridurre l’impatto di questa tipo di sorgente che incidono non poco sui livelli di qualità dell’aria così come definiti dalla recente normativa. Dall’analisi della fig. 2.8che segue, si evince che i settori produttivi che incidono maggiormente nell’emissione di (C6H6) sono i trasporti stradali ed in genere le sorgenti mobili così come anche i processi produttivi per le tre province delle aree a rischio di crisi ambientale ( Messina, Siracusa, Caltanissetta ).

2.1.7 Emissioni inquinanti nei centri urbani della regione Sicilia

La qualità dell’aria nei centri urbani rappresenta uno dei temi di maggiore criticità ambientale, la cui causa va ricercata nelle emissioni prodotte dal traffico, dai ris caldamenti domestici e dalle attività produttive. Attualmente, in corrispondenza delle aree urbane, i trasporti costituiscono, su base annua, la principale fonte di emissione di inquinanti come ossidi di azoto, composti organici volatili tra cui benzene, monossido di carbonio, polveri PM, in particolare PM10, e CO2. Questo, unitamente al fatto che i veicoli emettono praticamente al livello del suolo, li rende le fonti di impatto più importanti a scala locale. A ciò si aggiunga che a volte le condizioni meteorologiche sono favorevoli alla stagnazione dell’aria: vengono così favoriti i processi di accumulo degli inquinanti nonché le reazioni chimiche che portano alla formazione di inquinanti secondari come l’ozono e la componente secondaria del PM10.

Per quanto concerne i veicoli a motore, due sono le principali tipologie di emissioni in atmosfera: quelle generate dalla combustione e quelle prodotte dall’evaporazione del carburante, soprattutto dai veicoli con motore a benzina.

Le emissioni evaporative, che mediamente negli ambiti urbani rappresentano una quota pari a circa il 35% delle emissioni di NMVOC emesse da traffico, sono dovute quasi esclusivamente alle benzine. Esse si manifestanoprevalentemente nel periodo estivo e sono una causa importante della formazione dello smog fotochimico, che si manifesta con valori di concentrazione in aria molto elevati, soprattutto nelle ore centrali della giornata. I composti organici volatili, in gran parte idrocarburi, sono emessi nell’atmosfera per evaporazione del carburante dai serbatoi degli autoveicoli (ma anche dei ciclomotori e motoveicoli), ovvero nel corso delle consegne alle stazioni di servizio e durante il rifornimento dei veicoli a motore. Emissioni evaporative si verificano anche durante l’esercizio, ad esempio, dal carburatore.

Uno degli obiettivi da perseguire è quello di aumentare la quota della flotta veicolare conforme agli standard di emissioni atmosferiche più recenti (e più stringenti) per i nuovi veicoli.

Bisogna valutare quanta parte della flotta veicolare risulta essere conforme agli standard di emissioni più recenti (e più stringenti) per i nuovi veicoli.

La Direttiva 1998/69/CE impone riduzioni del 30% delle emissioni di CO e del 40% dei COV e di NOx rispetto a Euro 2; limiti di emissione più restrittivi sono previsti a partire dal 2005. Normative corrispondenti sono state adottate per gli autocarri, gli autobus e i motocicli; in particolare, per i veicoli commerciali nuovi sono previsti limiti di emissione dal 1997 e il processo di progressiva riduzione delle emissioni per chilometro percorso fissato dalla normativa comunitaria si dovrebbe concludere nel 2009.

Sono stati aggiornati i dati relativi alle stime delle emissioni da trasporto stradale. In questo documento si riportano i dati sulle emis sioni degli inquinanti significativi da trasporto stradale riferibili agli anni 2003, 2004 e 2005. Si è continuato anche per l’anno 2006 il popolamento di un indicatore specifico delle emissioni da trasporto stradale, sviluppato per la prima volta in regione Sicilia dall’ARPA Sicilia nel 2004 stimando le emissioni relative all’anno 2003. In particolare per ciò che concerne le emissioni da trasporto stradale, si è utilizzata la metodologia “COmputer Programme to calcolate Emissions from Road Transport” COPERT (EEA, 2005).Valutare la dimensione della flotta veicolare privata (automobili e veicoli motorizzati a due ruote), in quanto “driving factor” o forzante per la domanda di trasporto stradale, e le pressioni ambientali da essa determinate.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 50

L’indicatore descrive l’evoluzione del parco dei veicoli stradali, automobili e veicoli commerciali, responsabili di gran parte dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra e di inquinanti del settore dei trasporti.La dimensione della flotta veicolare privata (automobili e veicoli motorizzati a due ruote) è un importante driving factorper la domanda di trasporto stradale e le pressioni ambientali da essa determinate. È dimostrato che un maggiore possesso di auto private ne determina un maggiore utilizzo, mentre può avere effetto opposto sull’utilizzo del trasporto pubblico.La tabella 2.17 mostra la composizione del parco veicolare per l’anno 2005.Il trend relativo al parco veicolare in Sicilia (2004-2005) continua ad essere caratterizzato, così come già riportato nel precedente periodo (2003-2004) dall’aumento delle autovetture diesel e delle moto; altresì si riscontra una diminuzione delle autovetture alimentate a benzine e GPL così come dei veicoli commerciali leggeri.

Tabella 2.17 – Composizione del parco veicolare in Sicilia nel 2005

Fonte: Elaborazione su dati ACI, 2006

TIPOLOGIE VEICOLARI

PROVINCEAutovetture Veicoli Commerciali

Leggeri

VeicoliCommerciali

PesantiBUS MOTO

Benzina Diesel GPL Benzina Diesel Urban Extraurb

Agrigento 170.398 68.400 7.936 1.320 17.070 8394 179 375 29.617

Caltanissetta 101.234 39.641 4.294 859 8.263 3712 83 122 15.050

Catania 484.311 161.781 26.074 3.638 41.521 17628 667 916 117.743

Enna 62.724 26.050 3.035 591 6.415 1948 82 329 8.576

Messina 278.645 83.129 8.652 2.759 22.163 8696 357 586 63.249

Palermo 515.512 150.867 11.005 6.055 31.600 13463 460 2.018 127.546

Ragusa 126.456 53.112 5.440 1.072 16.433 5470 136 142 24.715

Siracusa 164.059 63.270 6.641 1.113 15.104 4661 141 189 39.204

Trapani 177.521 65.432 7.665 1.646 19.428 8592 193 271 30.245

TOTALE 2080860 711682 80742 19053 177997 72564 2298 4948 455945

Valutare i consumi di carburante (Benzina, Gasolio, GPL), in quanto “driving factor” per le pressioni ambientali determinate dal suddetto consumo.L’indicatore descrive i consumi di carburante, responsabili di gran parte dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra e di inquinanti del settore dei trasporti.I consumi di carburanti costituiscono il principale fattore che determina la pressione ambientale in termini di emissioni in atmosfera. La distribuzione provinciale dei consumi di carburante in Sicilia, ripartiti per tipologia di carburante (benzina, gasolio, gpl) permetterà di valutare il rispettivo contributo per la stima delle relative emissioni. La Delibera CIPE 123/2002 fissa obiettivi settoriali di emissione di gas-serra, strettamente connessi ai consumi di combustibili fossili. Il grafico 2.9 riporta l’istogramma relativo ai consumi di carburante registratisi in Sicilia nel 2005 suddiviso per provincia. Nella tabella 2.18 sono espressi in termini quantitativi le tonnellate di carburante consumato. Dal grafico 2.9 risulta un maggiore consumo totale di carburante nella provincia di Catania; le percentuali consumate di ciascun carburante sul totale sono comunque pressoché costanti per ogni provincia. Dalla tabella 2.18 si nota come a fronte di elevati consumi di benzina e di gasolio si registrano limitati consumi di gpl; le cause vanno ricercate essenzialmente nel numero piuttosto esiguo di veicoli (peraltro solo autovetture e veicoli commerciali leggeri) alimentati con gpl.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 51

Figura 2.9 – L’istogramma illustra i consumi di carburante registrati nel 2005 nelle province siciliane

Consumi provinciali di carburante in Sicilia - Anno 2005

0

100000

200000

300000

400000

500000

600000

700000

800000

900000

[t]

GPLGasolioBenzina

Fonte: MSE, 2006

Tabella 2.18 – Consumi di carburante registratisi in Sicilia nel 2005 [t]

Benzina Gasolio GPL

Agrigento 72756 99606 13474

Caltanissetta 42828 53580 6859

Catania 294215 441745 76683Enna 23128 47480 20730

Messina 142619 195259 22503Palermo 251395 236328 53148Ragusa 103174 137535 26657Siracusa 60782 123732 13475Trapani 85629 121655 17131

TOTALE 1076526 1456920 250660Fonte: MSE, 2006

2.1.8 EMISSIONI DI SOSTANZE INQUINANTI DA TRASPORTO STRADALE (NOX , COVNM, CO, SOx, PM): trend e disaggregazione settoriale

L’indicatore fornisce una stima delle emissioni di NOX, COVNM, CO, SOx, PM da trasporto stradale a livello regionale e provinciale per valutarne le pressioni e il loro andamento negli anni, al fine di ridurne l’impatto.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 52

Il settore trasporti è responsabile del 61% delle emissioni nazionali (Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 2006). Per questo, in attesa che venga costruito un inventario regionale delle emissioni, l’ARPA Sicilia ha aggiornato le stime di inquinanti emessi dal macrosettore del trasporto stradale nel 2005 mediante l’adozione della metodologia COPERT III. Le figure (2.10-2.14) rappresentano le emissioni settoriali dei principali inquinanti in Sicilia (CO, NMVOC, PM, SO2,NOx) secondo la metodologia COPERT nel 2005. Nelle tabelle (2.19 -2.23) sono riportati i quantitativi di inquinante emessi in atmosfera dalle varie categorie veicolare in ciascuna provincia. La figura 2.15 riporta il trend relativo agli anni 2003-2005 in Sicilia relativo alle emissioni dei singoli inquinanti analizzati. Di seguito vengono rappresentate le emissioni atmosferiche dei principali inquinanti nelle nove province siciliane; si precisa che il calcolo è effettuato per i cinque inquinanti sopra citati riportando, oltre alle quantità annuali, anche le percentuali di impatto, per singolo inquinante, generate dalle diverse tipologie veicolari. Dalla figura 2.15 si nota come sia netta la riduzione delle emissioni dei principali inquinanti emessi dal settore del trasporto stradale negli anni che vanno dal 2003 al 2005. In particolare si nota come le emissioni di CO, NOx, NMVOC, PM da trasporto stradale diminuiscono in ciascuna provincia. In controtendenza le emissioni di SO2 da trasporto stradale che aumentano leggermente in ciascuna provincia.

Emissioni di CODai diagrammi riportati nella figura 2.10 si ricava che le autovetture (soprattutto quelle alimentate a benzina), costituendo la maggior parte del parco veicolare in tutte e nove le province, contribuiscono in larga misura alle emissioni di monossido di carbonio; basta osservare come in ogni provincia superano tutte l’80%. Scarso è invece il contributo dei veicoli commerciali (leggeri e pesanti) alle emissioni di CO. Autobus e motocicli influiscono poco sugli scarichi di CO nonostante i secondi siano in numero piuttosto elevato, ma sono caratterizzati da minori potenze in termini di cilindrate. Gli autobus, sia extraurbani che urbani e rurali, non raggiungono l’1% in nessuna provincia. Dalla tabella 2.19 si osserva per lo più la stretta relazione tra le emissioni di CO e il numero di autovetture dal momento che le troviamo maggiormente concentrate nelle grandi città.Emissioni di NOx

I risultati che si ricavano dalla lettura dei diagrammi riportati nella figura 2.11 mettono in evidenza la forte influenza dei motori diesel sulle emissioni di ossidi di azoto; una buona fetta è infatti attribuibile ai veicoli commerciali pesanti (solo motori diesel). Per quanto riguarda le autovetture con motore diesel i valori si attestano intorno a una media per le province di poco più del 10%; l’impatto di quelle alimentate a benzina è invece più che dimezzato rispetto a quanto si era stimato per l’ossido di carbonio. Le auto alimentate con GPL presentano un impatto limitato sulle emissioni di ossidi di azoto le cui percentuali eguagliano pressoché quelle degli autobus. Scarsissima infine l’immissione in atmosfera di ossidi di azoto da parte dei motocicli. Anche in questo caso i carichi maggiori si riscontrano nelle grandi città a conferma ancora una volta della forte influenza del numero dei veicoli sul funzionamento del modello COPERT III.

Emissioni di SO2

Dall’osservazione dei diagrammi riportati nella figura 2.12 riguardanti le emissioni di biossido di zolfo, analogamente con quanto ottenuto per gli ossidi di azoto, la maggior parte di esse provengono dai veicoli alimentati a gasolio; in particolare l’impatto medio delle autovetture diesel nelle province si aggira intorno al 25%; questa media è inferiore di pochi punti percentuale rispetto alle autovetture alimentate a benzina. Per quanto riguarda i veicoli commerciali pesanti, per i quali ricordiamo si sono considerati solo quelli alimentati a gasolio visto il numero notevolmente esiguo dei motori a benzina, il loro impatto è certamente notevole in confronto al numero. Infine decisamente poco rilevanti sono le emissioni di biossido di zolfo per quanto riguarda autobus e soprattutto i motocicli. A conferma della forte influenza dei motori diesel sulle emissioni di biossido di zolfo, osserviamo come nelle province di Caltanissetta e Siracusa i quantitativi relativi alle autovetture diesel risultano maggiori rispetto a quelli dovuti alle auto alimentate a benzina sebbene risultino in numero maggiore delle prime.

Emissioni di NMVOC

Si rileva immediatamente come le percentuali relative risultano simili a quelle calcolate per le emissioni di monossido di carbonio. Anche in questo caso infatti le autovetture sono le principali responsabili dell’inquinamento di NMVOCproveniente da traffico veicolare, in particolare quelle alimentate a benzina. I valori percentuali si aggirano intorno al 75%. Le percentuali per le altre province ricadono tutte all’interno di questo intervallo limitato, a testimonianza del fatto che il notevole impatto delle autovetture sulle emissioni di NMVOC è un dato che si riscontra in tutte le province. I veicoli commerciali incidono poco sulle emissioni di NMVOC, anche se si nota in tutte le province che le emissioni da veicoli commerciali pesanti sono circa quattro volte superiori di quelle relative ai leggeri (anche sei volte maggiori come si evince dalle emissioni di NMVOC registrate nella provincia di Agrigento). Ridotti risultano gli apporti di NMVOC in atmosfera da parte degli Autobus. Infine per quanto riguarda i motocicli contribuiscono in maniera limitata alle emissioni di NMVOC

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 53

con percentuali simili in tutte e nove le province. Come per gli altri inquinanti precedentemente calcolati, anche in questo caso le maggiori quantità di NMVOC provengono dalle grandi città dove è concentrata la maggior parte delle unità veicolari.

Emissioni di PM

Si è già accennato al fatto che il modello COPERT III stima le emissioni di particolato totale per i soli veicoli diesel. In effetti le polveri generate dal traffico riguardano sia il contributo delle emissioni prodotte dalla combustione veicolare (polveri exhaust), che quello delle emissioni prodotte dall’usura dei freni, degli pneumatici e del manto stradale (polveri non-exhaust); il software stima soltanto la prima tipologia di polveri le quali sono principalmente collegate al parco veicoli a gasolio essendo trascurabile l’apporto delle polveri exhaust da parte dei veicoli a benzine. Si osserva immediatamente dai diagrammi riportati nella figura 2.14 che le maggiori emissioni si hanno per le autovetture e i veicoli commerciali pesanti. In generale in tutte e nove le province i rapporti delle emissioni rimangono pressoché costanti; non si notano sostanzialidifferenze nelle emissioni fra una provincia e l’altra. Dalla tabella 2.23 possiamo osservare i quantitativi in peso di polveri totali emesse; è necessario precisare che le emissioni valutate riguardano le polveri totali senza distinzione dimensionale, tuttavia la bibliografia riporta che la componente ‘fine’ è quella decisamente maggioritaria (anche superiore al 90%) fra le polveri totali exhaust. Si evince chiaramente come in tutte le province i maggiori contributi provengono principalmente dalle autovetture e dai veicoli commerciali pesanti con una leggera preponderanza delle autovetture.

Figura 2.10 – Emissioni di inquinanti in Sicilia – anno 2005 [t]Emissioni di CO nella provincia di Agrigento

16797,56

650,98

938,40

296,14

252,51

371,38

76,25

1546,12

0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO [t]EMISSIONI % DI CO

80,26%

3,11% 4,48%1,41%1,21%1,77%0,36%7,39%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars DieselPassenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di CO nella provincia di Caltanissetta

9902,88

373,86

513,73

176,23

120,35

324,82

18,91

396,71

0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI CALTANISSETTA [t] EMISSIONI % DI CO

82,71%

2,04%

4,60%

1,44%

0,86%

3,15%

0,19%

5,02%

BenzinaPassenger Cars

DieselPassenger Cars

GPLPassenger Cars

BenzinaLight Duty Vehicles

DieselLight Duty Vehicles

DieselHeavy Duty Vehicles

Benzina+DieselBuses

BenzinaMotorcycles

Emissioni di CO nella provincia di Catania

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 54

4 9 7 8 4 , 3 8

1 5 6 5 , 8 9

3 3 8 2 , 5 3

9 1 1 , 7 9

6 1 3 , 3 6

1 3 9 6 , 7 4

1 3 4 , 2 8

1 6 0 4 , 3 5

0 , 0 0 5 0 0 0 , 0 0 1 0 0 0 0 ,0 0 1 5 0 0 0 ,0 0 2 0 0 0 0 , 00

B e n z i n a

D i e s e l

G P L

B e n z i n a

D i e s e l

D i e s e l

B e n z i n a + D i e s e l

B e n z i n a

E M IS S I O N I D I C O N E L L A P R O V IN C IA D I A G R IG E N T O [ t ] EMISSIONI % DI CO

83,82%

2,64%5,70%1,54%1,03%2,35%0,23%2,70%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel Passenger Cars GPL

Light Duty Vehicles Benzina Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di CO nella provincia di Enna

6335,71

246,17

363,63

132,86

91,83

165,17

36,57

548,42

0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

Pass

enge

rC

arsPa

ssen

ger

Car

sPass

enge

rC

ars

Ligh

tD

uty

Vehi

cles

Ligh

tD

uty

Vehi

cles

Hea

vyD

uty

Veh

icle

sBus

esMot

orcy

cles

EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI ENNA [t] EMISSIONI % DI CO

82,14%

2,08% 4,61%1,56%1,03%3,78%0,28%4,51%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars DieselPassenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di CO nella provincia di Messina

26 874, 59

7 93 ,5 8

1003,87

701,81

3 29 ,4 9

678,00

80,1 0

2182,61

0 , 0 0 5 0 0 0 , 0 0 1 0 0 0 0 ,0 0 1 5 0 0 0 ,0 0 2 0 0 0 0 , 00

Benzina

D ies el

G PL

Benzina

D ies el

D ies el

B enz ina+ Diesel

Benzina

EMISSIONI D I C O NELLA PROVINCIA DI MESSINA [ t ]EMISSIONI % DI C O

8 2 ,1 4 %

2 , 0 8 % 4,61%1,56%1 ,0 3 %3 ,7 8 %0 , 2 8 %4,51%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars DieselPassenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diese lBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di CO nella provincia di Palermo

48215,02

1419,36

1331,15

1522,08

447,26

1066,82

223,37

5816,21

0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00

Ben zin a

Diesel

GPL

Ben zin a

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Ben zin a

EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI PALERMO [t] EMISSIONI % DI CO

82,14%

2,08% 4,61%1,56%1,03%3,78%0,28%4,51%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars DieselPassenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di CO nella provincia di Ragusa

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 55

12734,78

513,16

656,62

269,84

244,77

421,29

43,94

940,70

0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI RAGUSA [t]

EMISSIONI % DI CO

80,47%

3,24% 4,15%1,71%1,55%2,66%0,28%5,94%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars DieselPassenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di CO nella provincia di Siracusa

17846,27

1279,93

175,61

287,51

215,59

366,26

42,76

1445,61

0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI SIRACUSA [t] EMISSIONI % DI CO

82,39%

5,91% 0,81%1,33%1,00%1,69%0,20%6,67%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di CO nella provincia di Trapani

17507,30

620,73

936,14

424,72

284,23

711,24

56,99

1388,66

0,00 5000,00 10000,00 15000,00 20000,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

Pass

enge

rC

arsPa

ssen

ger

Car

sPass

enge

rC

ars

Ligh

tDu

tyVe

hicl

es

Ligh

tDu

tyVe

hicl

es

Heav

yD

uty

Veh

icle

sBus

esMot

orcy

cles

EMISSIONI DI CO NELLA PROVINCIA DI TRAPANI [t]EMISSIONI % DI C O

7 9 , 8 3 %

2 , 8 3 % 4 ,27 %1 ,94 %1 ,30 %3 ,24 %0 , 2 6 %6 , 3 3 %

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia adottando la metodologia COPERT III su dati ACI (2007)

Tabella 2.19 – Emissioni di CO nella regione siciliana espresse in tonnellate/anno per il 2005.

AG CL CT EN ME PA RG SR Trapani

Benzina 16797,56 9902,88 49784,38 6335,71 26874,59 48215,02 12734,78 17846,27 17507,30Autovettu

reDiesel

650,98 373,86 1565,89 246,17 793,58 1419,36 513,16 1279,93 620,73

GPL 938,40 513,73 3382,53 363,63 1003,87 1331,15 656,62 175,61 936,14Legg.Benz. 296,14 176,23 911,79 132,86 701,81 1522,08 269,84 287,51 424,72

VeicoliComm.

Legg.Diesel 252,51 120,35 613,36 91,83 329,49 447,26 244,77 215,59 284,23

Pes.Diesel 371,38 324,82 1396,74 165,17 678,00 1066,82 421,29 366,26 711,24Buses Benzina+

Diesel 76,25 18,91 134,28 36,57 80,10 223,37 43,94 42,76 56,99

Motocicli Benzina 1546,12 396,71 1604,35 548,42 2182,61 5816,21 940,70 1445,61 1388,66TOTALE 20929,34 11827,49 59393,31 7920,36 32644,06 60041,27 15825,08 21659,53 21930,01

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 56

Figura 2.11 - Emissioni di NOx nelle province siciliane nel 2005 – [t]Emissioni di NOx nella provincia di Agrigento

1851,92

889,07

230,02

31,75

355,42

1213,30

279,37

22,32

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00

Benzina

Diesel

G PL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

Pass

enge

rC

arsPa

ssen

ger

Car

sPas

seng

erC

ars

Ligh

tD

uty

Vehi

cles

Ligh

tDu

tyV

ehic

lesHea

vyD

uty

Veh

icle

sBus

esMot

orcy

cles

EMISSIONI DI NO X NELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO [t]

EMISSIONI % DI NO X

38,00%

18,24%4,72%

0,65%

7,29%

24,90%

5,73%0,46%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NOx nella provincia di Caltanissetta

1088,81

508,70

127,15

18,06

169,90

791,61

65,03

45,98

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI NO X NELLA PROVINCIA DI CALTANISSETTA [t]

EMISSIONI % DI NOX

38,68%

18,07%4,52%

0,64%

6,03%

28,12%

2,31%1,63%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars DieselPassenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NOx nella provincia di Catania

5 6 9 9 , 8 2

2 0 7 8 , 2 7

8 8 3 , 9 3

1 0 2 , 5 3

8 5 8 , 3 8

3 2 6 1 , 4 7

4 5 1 , 9 8

3 0 7 , 9 8

0 , 0 0 5 0 0 ,0 0 1 0 0 0,0 01 5 0 0 , 0 02 0 0 0 , 0 02 5 0 0 , 0 03 0 0 0 , 0 0

B e n z i n a

D i e s e l

G P L

B e n z i n a

D i e s e l

D i e s e l

B e n z i n a + D i e s e l

B e n z i n a

EMISSION I D I NO X NELLA PRO VIN CIA DI A GRIG EN TO [ t]

EMISSIONI % DI NO X

41,77%

15,23%6,48%

0,75%

6,29%

23,90%

3,31%2,26%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NOx nella provincia di Enna

706,17

337,39

89,91

14,26

131,47

403,38

131,61

19,19

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00

Ben zin a

Diesel

GPL

Ben zin a

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Ben zin a

EMISSIONI DI NO X NELLA PROVINCIA DI ENNA [t]EMISSIONI % DI NO X

38,52%

18,40%4,90%

0,78%

7,17%

22,00%

7,18%1,05%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NOx nella provincia di Messina

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 57

2941,78

1067,98

243,22

79,25

459,10

1652,20

269,24

206,61

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00

Ben zin a

Diesel

GPL

Ben zin a

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Ben zin a

EMISSIONI DI NO X NELLA PROVINCIA DI MESSINA [t]EMISSIONI % DI NOX

42,52%

15,43%3,52%

1,15%

6,63%

23,88%

3,89%2,99%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NOx nella provincia di Palermo

1441,62

691,18

163,74

30,28

341,48

937,30

150,50

21,82

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00

Ben zin a

Diesel

GPL

Ben zin a

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Ben zin a

EMISSIONI DI NO X NELLA PROVINCIA DI RAGUSA [t] EMISSIONI % DI NO X

38,16%

18,30%4,33%

0,80%

9,04%

24,81%

3,98%

0,58%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NOx nella provincia di Ragusa

5181,57

1896,91

331,87

171,35

643,73

2501,58

812,79

250,78

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00

Benzina

Diesel

GP L

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI NOX NELLA PROVINCIA DI PALERMO [t]EMISSIONI % DI NO X

43,95%

16,09%2,81%

1,45%

5,46%

21,22%

6,89%2,13%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NOx nella provincia di Siracusa

1790,65

953,47

14,37

32,50

295,03

862,18

148,69

11,93

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00

Benzina

Diesel

GP L

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

Pass

enge

rC

arsPa

ssen

ger

CarsPa

ssen

ger

Car

s

Ligh

tD

uty

Vehi

cles

Ligh

tDu

tyVe

hicl

es

Heav

yD

uty

Vehi

cles

Buse

sMot

orcy

cles

EMISSIONI DI NOX NELLA PROVINCIA DI SIRACUSA [t]EMISSIONI % DI NO X

43,58%

23,21% 0,35%

0,79%

7,18%

20,98%

3,62%

0,29%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars DieselPassenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NOx nella provincia di Trapani

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 58

1 9 3 5 , 9 1

8 4 1 , 4 6

2 3 4 , 7 9

4 8 , 3 1

4 0 1 , 3 7

1 5 4 6 , 4 7

2 0 0 , 9 8

4 0 , 1 8

0 , 0 0 5 0 0 , 0 0 1 0 0 0 ,0 0 1500,00 2 0 0 0 , 0 02 50 0 ,0 0 3 0 0 0 , 0 0

B e n z i n a

D i e s e l

G P L

B e n z i n a

D i e s e l

D i e s e l

B e n z i n a + D i e s e l

B e n z i n a

E M IS S I O N I D I N O X N E L L A P R O V I N C IA D I T R A P A N I [ t ]

EMISSIONI % DI NO X

36,88%

16,03%4,47%

0,92%

7,65%

29,46%

3,83%0,77%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel Passenger Cars GPL

Light Duty Vehicles Benzina Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia adottando la metodologia COPERT III su dati ACI (2007)

Tabella 2.20 – Emissioni di NOx nelle varie province espresse in tonnellate nel 2005AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Benzina 1851,92 1088,81 5699,82 706,17 2941,78 5181,57 1441,62 1790,65 1935,91Autovetture Diesel 889,07 508,70 2078,27 337,39 1067,98 1896,91 691,18 953,47 841,46

GPL 230,02 127,15 883,93 89,91 243,22 331,87 163,74 14,37 234,79Legg.Benz. 31,75 18,06 102,53 14,26 79,25 171,35 30,28 32,50 48,31

VeicoliComm.

Legg.Diesel 355,42 169,90 858,38 131,47 459,10 643,73 341,48 295,03 401,37

Pes.Diesel 1213,30 791,61 3261,47 403,38 1652,20 2501,58 937,30 862,18 1546,47Buses Benzina+Diesel 279,37 65,03 451,98 131,61 269,24 812,79 150,50 148,69 200,98Motorcycles Benzina 22,32 45,98 307,98 19,19 206,61 250,78 21,82 11,93 40,18

TOTALE 4873,17 2815,22 13644,3 1833,38 6919,38 11790,5 3777,93 4108,82 5249,48

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 59

Figura 2.12 - Emissioni di SO2 nelle province siciliane nel 2005 – [t]Emissioni di SO2 nella provincia di Agrigento

20,93

34,83

2,69

0,33

9,56

15,79

3,57

0,56

0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI S O2 NELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO [t] EMISSIONI % DI SO 2

23,71%

39,47% 3,05%

0,38%

10,83%

17,89%

4,04%0,63%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di SO2 nella provincia di Caltanissetta

12,63

18,78

1,37

0,22

4,28

9,76

0,94

0,49

0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI SO2 NELLA PROVINCIA DI CALTANISSETTA [t] EMISSIONI % DI SO 2

26,05%

38,75%2,83%

0,45%

8,83%

20,13%

1,94%

1,02%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di SO2 nella provincia di Catania

87,61

145,52

15,33

0,65

40,57

77,44

10,89

7,90

0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

Pass

enge

rC

arsPa

ssen

ger

Car

sPass

enge

rCa

rs

Ligh

tD

uty

Vehic

les

Ligh

tD

uty

Vehi

cles

Heav

yDu

tyVe

hicl

esBu

sesM

otor

cycl

es

EMISSIONI DI SO2 NELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO [t]

EMISSIONI % DI S O 2

22,70%

37,71%3,97%

0,17%

10,51%

20,07%

2,82%2,05%Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di SO2 nella provincia di Enna

6,81

16,36

4,14

0,13

4,39

6,66

2,44

0,51

0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00

Ben zin a

Diesel

GPL

Ben zin a

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Ben zin a

EMISSIONI DI SO2 NELLA PROVINCIA DI ENNA [t]EMISSIONI % DI SO 2

16,43%

39,48%10,00%

0,31%

10,60%

16,06%5,88%1,24%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Light Duty Vehicles Benzina Light Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di SO2 nella provincia di Messina

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 60

4 2 , 3 8

6 4 , 1 1

4 , 4 9

0 , 4 2

1 8 , 5 5

3 2 , 6 0

5 , 7 0

3 , 8 6

0 , 0 0 10,00 2 0 , 00

3 0 ,00

4 0 ,00

5 0 , 0 0

B e n z i n a

D i e s e l

G P L

B e n z i n a

D i e s e l

D i e s e l

B e n z i n a + D i e s e l

B e n z i n a

E M IS S I O N I D I S O 2 N E L L A P R O V IN C IA D I M E S S I N A [ t ] EMISSIONI % DI S O2

24,63%

37,25% 2,61%

0,24%

10,78%

18,94%3,31%2,24%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di SO2 nella provincia di Palermo

7 4 , 2 8

8 1 , 7 3

1 0 , 6 1

1 , 1 5

1 8 , 5 6

3 6 , 1 4

1 0 , 2 7

4 , 3 8

0,00 1 0 , 0 0 2 0 ,00

3 0 , 00

4 0 , 00

5 0 , 0 0

B e n z i n a

D i e s e l

G P L

B e n z i n a

D i e s e l

D i e s e l

B e n z i n a + D i e s e l

B e n z i n a

E M IS S I O N I D I S O 2 NE L L A P R O V INC IA D I P A L E RM O [ t ]EMISSIONI % DI S O 2

31,32%

34,47%

4,48%

0,48%

7,83%

15,24%4,33%1,85%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di SO2 nella provincia di Ragusa

3 0 , 6 9

4 6 , 4 2

5 , 3 2

0 , 2 7

1 5 , 6 9

2 1 , 9 3

3 , 4 4

0 , 4 6

0 , 0 0 1 0,0 0 2 0 , 0 0 3 0 , 0 0 4 0 , 0 0 5 0 , 0 0

B e n z i n a

D i e s e l

G P L

B e n z i n a

D i e s e l

D i e s e l

B e n z i n a + D i e s e l

B e n z i n a

EMISSION I D I S O 2 N ELLA PR O VIN C IA D I R A G U SA [ t ]

EMISSIONI % DI SO 2

24,71%

37,37%4,28%

0,22%

12,63%

17,66%

2,77%

0,37%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars DieselPassenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di SO2 nella provincia di Siracusa

19,05

55,87

0 ,85

0,26

15,55

23,21

3,31

0,33

0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI SO2 NELLA PROVINCIA DI SIRACUSA [t] EMISSIONI % DI S O2

16,09%

47,17% 0,72%

0,22%

13,13%

19,60%

2,79%

0,28%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars DieselPassenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di SO2 nella provincia di Trapani

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 61

25,47

38,02

3,42

0,23

12,32

23,86

2,86

0,72

0,00 10,00 20,00 30,00 40,00 50,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI SO2 NELLA PROVINCIA DI TRAPANI [t]

EMISSIONI % DI SO 2

2 3 , 8 2 %

35,57%3 , 2 0 %

0,21%

11,53%

2 2 ,3 2 %

2,67%

0 ,6 7 %

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcyc le s Benzina

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia adottando la metodologia COPERT III su dati ACI (2007)

Tabella 2.21 – Tonnellate di SO2 immesse in atmosfera nel 2005AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Benzina 20,93 12,63 87,61 6,81 42,38 74,28 30,69 19,05 25,47Autovetture Diesel 34,83 18,78 145,52 16,36 64,11 81,73 46,42 55,87 38,02

GPL 2,69 1,37 15,33 4,14 4,49 10,61 5,32 0,85 3,42Legg.Benz. 0,33 0,22 0,65 0,13 0,42 1,15 0,27 0,26 0,23

Veicoli Comm. Legg.Diesel 9,56 4,28 40,57 4,39 18,55 18,56 15,69 15,55 12,32Pes.Diesel 15,79 9,76 77,44 6,66 32,60 36,14 21,93 23,21 23,86

Buses Benzina+Diesel 3,57 0,94 10,89 2,44 5,70 10,27 3,44 3,31 2,86Motorcycles Benzina 0,56 0,49 7,90 0,51 3,86 4,38 0,46 0,33 0,72

TOTALE 88,26 48,48 385,91 41,44 172,09 237,12 124,21 118,43 106,89

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 62

Figura 2.13 - Emissioni di NMVOC nelle province siciliane nel 2005 – [t]Emissioni di NMVOC nella provincia di Agrigento

2 6 1 4 , 1 9

1 2 5 , 2 9

1 0 3 , 6 2

4 5 , 0 1

3 9 , 8 2

1 9 2 , 9 0

3 2 , 4 0

1 7 7 , 5 2

0 , 0 0 5 0 0 , 0 010 00,00 1500,002 0 0 0 , 00

2 50 0 ,0 0 3 0 0 0 ,00

3 5 0 0 , 0 0

B e n z i n a

D i e s e l

G P L

B e n z i n a

D i e s e l

D i e s e l

B e n z i n a + D i e s e l

B e n z i n a

E M IS S I O N I D I N MV OC N E L L A P R O V IN C IA D I A G R IG E N T O [ t ]EMISSIONI % DI NMVOC

78,49%

3,76%

3,11%

1,35%

1,20%

5,79%

0,97%5,33%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NMVOC nella provincia di Caltanissetta

1516,82

71,25

57,22

27,70

19,05

168,14

6,89

54,94

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00 3500,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI NM VOC NELLA PROVINCIA DI CALTANISSETTA [t]EMISSIONI % DI NMVOC

78,92%

3,71%

2,98%

1,44%

0,99%

8,75%

0,36%

2,86%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NMVOC nella provincia di Catania

8 0 0 4 , 9 8

3 0 3 , 9 1

3 9 5 , 7 8

1 3 2 , 6 1

9 6 , 6 3

7 2 1 , 2 1

4 6 , 2 1

2 5 5 , 7 8

0 , 0 0 5 0 0 , 0 010 00,00 1 50 0 ,0 02 0 0 0 ,00

2 50 0 ,0 03 0 0 0 ,00

3 5 0 0 , 0 0

B e n z i n a

D i e s e l

G P L

B e n z i n a

D i e s e l

D i e s e l

B e n z i n a + D i e s e l

B e n z i n a

E M IS S I O N I D I NMVOC N E L L A PR O V IN C IA D I A G RI GE N T O [ t ]EMISSIONI % DI NMVOC

80,39%

3,05%

3,97%

1,33%

0,97%

7,24%

0,46%

2,57%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NMVOC nella provincia di Enna

1 0 0 7 , 3 7

4 7 , 1 1

4 0 , 4 7

2 0 , 1 2

1 4 , 8 4

8 5 , 3 1

1 7 , 0 8

5 7 , 5 9

0 , 0 0 5 0 0 , 0 01 0 0 0 ,0 01 50 0 ,0 02 0 0 0 , 00

2 5 0 0 , 0 03 0 0 0 , 00

3 5 0 0 , 0 0

B e n z i n a

D i e s e l

G P L

B e n z i n a

D i e s e l

D i e s e l

B e n z i n a + D i e s e l

B e n z i n a

E M IS S I O N I D I NMVOC N E L L A P R O V IN C IA D I E N N A [ t ]EMISSIONI % DI NMVOC

78,10%

3,65%

3,14%

1,56%

1,15%

6,61%

1,32%4,46%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars DieselPassenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NMVOC nella provincia di Messina

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 63

4136,44

151,21

109,59

101,53

51,56

341,62

27,64

276,55

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00 3500,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI NMVOC NELLA PROVINCIA DI MESSINA [t]EMISSIONI % DI NMVOC

79,61%

2,91%

2,11%

1,95%

0,99%

6,57%

0,53%5,32%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NMVOC nella provincia di Palermo

72 43 ,27

267,33

149,29

2 2 1 , 2 3

73,0 9

556,69

98,2 0

652,17

0 , 0 0 50 0,0 0 1 0 0 0 ,0 01 50 0 ,0 0 2 0 0 0 , 00

2 5 0 0 , 0 03 0 0 0 , 00

3 5 0 0 , 0 0

Benzina

D ies el

G PL

Benzina

D ies el

D ies el

B enz ina+ Diesel

Benzina

E MIS S IO NI DI N MV OC N E L L A P R O VI N CI A DI P AL E R M O [ t ] EMISSIONI % DI NMVOC

78,21%

2,89%

1,61%

2,39%

0,79%

6,01%

1,06%7,04%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NMVOC nella provincia di Ragusa

2009,97

99,98

73,62

39,15

38,41

219,72

16,58

109,36

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00 3500,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI NMVOC NELLA PROVINCIA DI RAGUSA [t]EMISSIONI % DI NMVOC

77,11%

3,84%

2,82%

1,50%

1,47%

8,43%

0,64%

4,20%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NMVOC nella provincia di Siracusa

2595,25

202,29

8,15

40,92

33,02

192,28

16,94

193,45

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00 3500,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI NMVOC NELLA PROVINCIA DI SIRACUSA [t] EMISSIONI % DI NMVOC

79,07%

6,16%

0,25%

1,25%

1,01%

5,86%

0,52%5,89%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di NMVOC nella provincia di Trapani

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 64

2744,63

118,90

105,61

61,06

45,27

361,06

21,99

150,35

0,00 500,00 1000,00 1500,00 2000,00 2500,00 3000,00 3500,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI NMVOC NELLA PROVINCIA DI TRAPANI [t]

EMISSIONI % DI NMVOC

76,05%

3,29%

2,93%

1,69%

1,25%

10,00%

0,61%

4,17%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars DieselPassenger Cars GPL Light Duty Vehicles BenzinaLight Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles DieselBuses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia adottando la metodologia COPERT III su dati ACI (2007)

Tabella 2.22 –Carichi di NMVOC espressi in tonnellate immessi in atmosfera nel 2005AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Benzina 2614,19 1516,82 8004,98 1007,37 4136,44 7243,27 2009,97 2595,25 2744,6Autovetture Diesel 125,29 71,25 303,91 47,11 151,21 267,33 99,98 202,29 118,90

GPL 103,62 57,22 395,78 40,47 109,59 149,29 73,62 8,15 105,61Legg.Benz. 45,01 27,70 132,61 20,12 101,53 221,23 39,15 40,92 61,06

Veicoli Comm. Legg.Diesel 39,82 19,05 96,63 14,84 51,56 73,09 38,41 33,02 45,27Pes.Diesel 192,90 168,14 721,21 85,31 341,62 556,69 219,72 192,28 361,06

Buses Benzina+Diesel 32,40 6,89 46,21 17,08 27,64 98,20 16,58 16,94 21,99Motorcycles Benzina 177,52 54,94 255,78 57,59 276,55 652,17 109,36 193,45 150,35

TOTALE 3330,73 1922,00 9957,12 1289,90 5196,15 9261,27 2606,80 3282,30 3608,8

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 65

Figura 2.14 - Emissioni di PM nelle province siciliane nel 2005 – [t]Emissioni di PM nella provincia di Agrigento

154,32

65,79

92,07

12,76

0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00

Benzina

Diesel

GP L

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

Pass

enge

rCa

rsPass

enge

rCa

rsPass

enge

rC

ars

Ligh

tDu

tyVe

hicl

es

Ligh

tD

uty

Vehi

cles

Heav

yD

uty

Vehi

cles

Bus

esMot

orcy

cles

EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI AGRIGENTO [t]EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)

47,49%

20,25%

28,33%3,93%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di PM nella provincia di Caltanissetta

86,70

31,27

63,44

2 ,76

0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00

Benzina

Diesel

GP L

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI CALTANISSETTA [t] EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)

46,52%

16,78%

34,04%

1,48%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di PM nella provincia di Catania

381,21

160,01

2 67 ,5 2

1 9 ,3 8

0,00 5 0 , 0 0 1 0 0 ,0 0 150,00 2 0 0 , 0 0 25 0,0 0 3 0 0 , 0 0

B e n z i n a

D i e s e l

G P L

B e n z i n a

D i e s e l

D i e s e l

B e n z i n a + D i e s e l

B e n z i n a

E M IS S I O N I D I P M (s o lo m ot or i d ie s el ) N EL LA P RO VIN CIA DI A G R I G E N T O [ t ] EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)

45,23%

18,98%

31,74%

2,30%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel Passenger Cars GPL

Light Duty Vehicles Benzina Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di PM nella provincia di Enna

57,32

23,71

32,37

6,18

0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00

Benzina

Diesel

G PL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI ENNA [t] EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)

47,78%

19,77%

26,98%

5,16%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di PM nella provincia di Messina

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 66

186,43

86,14

131,80

11,54

0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI MESSINA [t] EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)

43,90%

20,28%

31,03%

2,72%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di PM nella provincia di Palermo

319,71

115,06

204,57

40,30

0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI PALERMO [t]EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)

46,59%

16,77%

29,81%

5,87%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di PM nella provincia di Ragusa

125,60

63,93

77,48

6,88

0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00

Benzina

Diesel

GP L

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI RAGUSA [t] EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)

45,79%

23,31%

28,24%2,51%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di PM nella provincia di Siracusa

129,33

56,96

70,82

7,01

0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI SIRACUSA [t]

EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)

48,97%

21,57%

26,81%2,65%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Emissioni di PM nella provincia di Trapani

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 67

145,24

73,89

127,43

9,29

0,00 50,00 100,00 150,00 200,00 250,00 300,00

Benzina

Diesel

GPL

Benzina

Diesel

Diesel

Benzina+Diesel

Benzina

EMISSIONI DI PM (solo motori diesel) NELLA PROVINCIA DI TRAPANI [t] EMISSIONI % DI PM (solo motori diesel)

40,70%

20,71%

35,72%

2,60%

Passenger Cars Benzina Passenger Cars Diesel

Passenger Cars GPL Light Duty Vehicles Benzina

Light Duty Vehicles Diesel Heavy Duty Vehicles Diesel

Buses Benzina+Diesel Motorcycles Benzina

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia adottando la metodologia COPERT III su dati ACI (2007)

Tabella 2.23 – Quantità di particolato in tonnellate emesso in atmosfera nel 2005 nelle province siciliane

AG CL CT EN ME PA RG SR TP

Benzina 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00Autovetture Diesel 154,32 86,70 381,21 57,32 186,43 319,71 125,60 129,33 145,24

GPL 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00Legg.Benz. 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00

Veicoli Comm. Legg.Diesel 65,79 31,27 160,01 23,71 86,14 115,06 63,93 56,96 73,89Pes.Diesel 92,07 63,44 267,52 32,37 131,80 204,57 77,48 70,82 127,43

Buses Benzina+Diesel 12,76 2,76 19,38 6,18 11,54 40,30 6,88 7,01 9,29Motorcycles Benzina 0,00 2,19 14,78 0,38 8,80 6,65 0,43 0,00 0,95

TOTALE 324,93 186,35 842,90 119,96 424,71 686,30 274,31 264,12 356,81

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 68

Figura 2.15 – Trend emissioni provinciali di inquinanti da trasporto stradale (2003-2005)

Trend emissioni provinciali di CO (2003-2005) Trend emissioni provinciali di NOx (2003-2005)

Trend emissioni provinciali di SO2 (2003-2005) Trend emissioni provinciali di NMVOC (2003-2005)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 69

Trend emissioni provinciali di PM (2003-2005)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 70

Il parco veicolare circolante è stato successivamente analizzato in funzione dell’anno di immatricolazione dei veicoli, al fine di definire lo stato di anzianità dei mezzi (ricavato dalla data di prima immatricolazione) e stabilire l’ammontare dei mezzi conformi ai regolamenti legislativi europei di riduzione delle emissioni (i cosiddetti veicoli “Euro”).

Si definiscono “conventional” (“convenzionali” o “non catalizzati”) e “non conventional” (“non convenzionali” o “catalizzati”) le tipologie di veicoli che rispondono ai seguenti criteri:

sono detti “conventional” o “non catalizzati” se immatricolati dal 1900 al 1991 (per i veicoli ad alimentazione diesel), dal 1900 al 1992 (per i veicoli ad alimentazione a benzina e GPL), dal 1900 al 1998 (per ciclomotori e motoveicoli);sono detti “non conventional” o “catalizzati” appartenenti alla classe “EURO I” se immatricolati a partire dal 1992 (per i veicoli diesel), dal 1993 (per i veicoli a benzina e GPL);sono detti “non conventional” o “catalizzati” appartenenti alla classe “EURO II” se immatricolati dal 1997 al 2000 (per i veicoli diesel, GPL e benzina);sono detti “non conventional” o “catalizzati” appartenenti alla classe “EU RO III” se veicoli leggeriimmatricolati dal 2001 al 2004 (per alimentazione diesel, GPL e benzina), se veicoli pesanti immatricolati dal 2001 al 2005;sono detti “non conventional” o “catalizzati” appartenenti alla classe “EURO IV” se veicoli leggeriimmatricolati a partire dal 2005 (per alimentazione diesel, GPL e benzina), se veicoli pesanti immatricolati dal 2006 al 2008;sono detti “non conventional” o “catalizzati” appartenenti alla classe “EURO V” se veicoli pesantiimmatricolati dopo il 2008;sono detti “non conventional” o “catalizzati” appartenenti alla classe “97/24/EC Stage I” se ciclomotori o motocicli immatricolati a partire dal 1999;sono detti “non conventional” o “catalizzati” appartenenti alla classe “97/24/EC Stage II” se ciclomotori immatricolati dopo il 2001.

Si ricorda che nel nostro paese gli standard europei di riduzione delle emissioni Euro I sono entrati in vigore negli anni 1992-93, gli standard Euro II nel 1997 (per ciclomotori e moto nel 1999), gli standard Euro III nel 2001.

Si analizza l’andamento delle nuove immatricolazioni di veicoli verificatesi negli ultimi anni, al fine di valutare l’orientamento del parco verso i nuovi veicoli a minor impatto ambientale e le categorie veicolari che ne sono statemaggiormente coinvolte.

Se si considera il parco veicolare disaggregato per provincia e per tipologia realtivo alle autovetture immatricolate negli anni 2001, 2002 e 2003 si può fare riferimento alla tab. 2.24.

AG CL CT EN ME PA RG SR TPEURO I 38.114 21.980 98.697 13.122 57.825 104.297 28.657 36.689 39.766EURO II 59.394 36.119 135.847 21.572 88.559 164.199 41.911 56.397 57.939EURO III 32.559 21.801 83.331 12.979 56.417 116.910 24.678 31.432 33.507

Convenzionali 21.238 11.685 67.756 7.313 25.556 41.454 18.798 19.386 21.290ECE 15/00-01 5.921 3.205 27.880 2.223 11.782 21.581 5.349 6.247 6.763

ECE 15/02 5.286 2.795 20.241 2.080 9.134 17.188 3.934 5.078 5.563ECE 15/03 6.454 3.777 23.449 2.738 10.482 19.420 4.718 6.198 7.197ECE 15/04 59.931 35.264 176.188 21.909 92.214 165.819 45.532 60.341 64.056PRE ECE 8.032 4.251 35.608 3.411 16.533 32.886 7.116 7.950 10.038

NonContemplato 2 174 106 4 4 0 219 2 2

Nonidentificato 209 0 1.282 35 1.076 1.170 0 321 358

TotaleComplessivo 237.140 141.051 670.385 87.386 369.582 684.924 180.912 230.041 246.479

Tabella 2.24- Parco veicolare autovetture 2003 (Fonte Arpa Sicilia su dati ACI, 2005)

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 71

Negli ultimi anni si è verificato un parziale rinnovo del parco veicolare circolante nella Regione Sicilia ma lasituazione vede ancora una quota significativa di veicoli non catalizzati. Se si fa riferimento, a titolo di esempio, alle serie storiche dei dati della Provincia di Messina forniti dall’ACI si può osservare che nel corso dell’ultimo decennio il parco veicoli circolanti in provincia di Messina, come del resto quello a livello nazionale, ha subito una profonda modificazione: il tasso annuo medio di rinnovo del parco in questo periodo risulta attorno al 3% all’anno, ma è passato dal 2% del 94 all’8% del 98 sulla spinta delle incentivazioni alla rottamazione (tab. 2.15).

Anno 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004

Numero veicoli86

.047

88.1

88

88.1

27

88.8

14

95.6

68

95.7

24

98.2

38

101.

554

103.

975

107.

894

109.

658

Tasso annuo di incremento 2% 0% 1% 3% 8% 3% 3% 2% 4% 2% 2%

Tabella 2.25- Tasso annuo medio di rinnovo del parco

La fig. 2.16 riassume la suddivisione del parco veicolare provinciale in convenzionali (non catalizzati) e catalizzati (Euro I-II-III), nel 2003.

Parco veicolare

020.00040.00060.00080.000

100.000120.000140.000160.000180.000

AG CL CT EN ME PA RG SR TP

EURO IEURO IIEURO IIIConvenzionali

Figura 2.16– Suddivisione del parco circolante provinciale (2003)

La composizione del parco circolante provinciale nell’anno 2003 suddiviso in categorie veicolari, è riportata sempre in Allegato 4 (un grafico per ogni provincia).

Le province con il numero maggiore di veicoli risultano essere Palermo, Catania e Messina, inferiori le province di Agrigento Trapani e Siracusa e infine Caltanissetta Ragusa e Enna.

La provincia della Sicilia con la quota maggiore di veicoli convenzionali (non catalizzati) nella composizione del parco circolante risulta essere Catania.

Analizzando in dettaglio i dati relativi al 2005 riportati in allegato si può constatare che la quota di veicoli Euro 0 è inferiore alla metà dei veicoli circolanti. I veicoli Euro II sono i più numerosi dopo quelli Euro 0 in tutte le province.

Dall’analisi del parco circolante nella regione Sicilia, suddiviso per singola provincia, si può notare come ad una progressiva diminuzione di veicoli cosiddetti “convenzionali” (non catalizzati) corrisponda un aumento di veicolicatalizzati (Euro II in particolare.

Il comportamento degli ultimi anni delinea un quadro di potenziale rinnovo del parco circolante che al 2005 non si era ancora completato.

Emissioni di gas serra (CO2, CH4, N2O) dal settore dei trasporti, per modalità

L’indicatore riguarda la presenza in atmosfera di gas climalteranti. Dei sei gas presi in considerazione dal Protocollo di Kyoto, in questa sede si considerano i tre principali: anidride carbonica (CO2), metano (CH4) e protossido di azoto (N2O).

La legge 120/2002 ratifica il Protocollo di Kyoto, impegnando l’Italia a ridurre le proprie emissioni, entro il 2008-2012, del 6,5% rispetto al 1990. La delibera CIPE 123/2002, che assegna a ciascun settore economico un obiettivo di emissione per l’anno 2010, prevede per i trasporti una crescita del 30,1%.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 72

Obiettivo del presente paragrafo è quello di valutare le emissioni di gas serra prodotte dal settore dei trasporti al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi nazionali e internazionali di riduzione delle emissioni entro il 2010. Le unità di misura sono milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente (MtCO2eq) e percentuale (%).

La fig. 2.17 mostra la distribuzione delle emissioni di CO2eq per le diverse tipologie veicolari. Si osserva come la tipologia veicolare relativa alle autovetture rappresenti quella a più alta incidenza emissiva in rapporto al totale emesso dal settore dei trasporti stradali.

Rispetto al 2003 i valori di CO2eq emessa dal settore del trasporto stradale per l’anno 2004 sono in crescita, in contrasto con la riduzione programmata nell’ambito degli accordi internazionali (Kyoto).

Fonte: ARPA Sicilia, 2006Figura 2.17 - Totale emissioni di CO2eq da trasporto stradale per modalità (2004)

Gli studi indicano che le particelle più fini provocano gli effetti più devastanti per la salute, le fonti, le caratteristiche e gli effetti sulla salute del PM10 e del PM2.5 (particelle con diametro aerodinamico di 10 e 2.5 m rispettivamente) sono molto differenti. In particolare le particelle più fini possono più facilmente penetrare nei polmoni e quindi è più probabile che procurino effetti a breve ed a lungo termine come disturbi respiratori, disfunzioni polmonari, alterazione dei tessuti polmonari e morte prematura. I diversi effetti del PM sulla salute, da quelli meno seri a quelli più gravi, sono associati alla natura chimica e fisica (e quindi anche morfologica) dei suoi componenti. La dimensione della particella è mo lto importante sia in termini della più profonda penetrazione nei polmoni sia perché le particelle più fini trasportano generalmente inquinanti tossici dell’aria come metalli pesanti e composti organici.

Le emissioni di particolato, presentate per PM, PM10 e PM2,5, sono relative alle sole emissioni da combustione. Le emissioni totali di particolato sono state derivate sommando alle emissioni da combustione il contributo originato da abrasione e consunzione di freni, gomme e manto stradale.

Di seguito si rappresentano i fattori medi di emissione stimati per PM, PM10 e PM2,5 e per categoria veicolare. Il confronto delle singole grandezze permette di determinare il contributo specifico di ogni categoria veicolare in relazione alle componenti freni, gomme, manto stradale.

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 73

Figura 2.18 - Fattori di emissione di Polveri PM suddivisi in categorie veicolari e tipologia emissiva (fonte ANPA-IIASA-TNO)

Figura 2.19- Fattori di emissione di Polveri Fini PM10 suddivisi in categorie veicolari e tipologia emissiva (fonte ANPA-IIASA-TNO)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 74

Figura 2.20 - Fattori di emissione di Polveri Fini PM2,5 suddivisi in categorie veicolari e tipologia emissiva (fonte ANPA-IIASA-TNO)

I grafici evidenziano come le diverse categorie veicolari abbiano fattori di emissione molto diversificati a seconda della tipologia emissiva originaria del Particolato:

per Polveri Totali PM la categoria veicolare che presenta fattori di emissione più elevati è rappresentata dai veicoli commerciali pesanti che presentano valori 6 volte maggiori di autovetture e commerciali leggeri e addirittura 12 volte maggiori di ciclomotori e motocicli. La componente emissiva prevalente è rappresentata dalla consunzione dei pneumatici (gomme);per Polveri Fini PM10 la categoria veicolare che presenta fattori di emissione più elevati è rappresentata dai veicoli commerciali pesanti che presentano valori 5 volte maggiori di autovetture e commerciali leggeri e addirittura 12 volte maggiori di ciclomotori e motocicli. La componente emissiva prevalente è rappresentata dalla consunzione dei pneumatici (gomme) e dall’abrasione del manto stradale (strada); il contributo dovuto al logoramento dei freni è circa la metà di quello dovuto a gomme e strada;per Polveri Fini PM2,5 la categoria veicolare che presenta fattori di emissione più elevati è rappresentata dai veicoli commerciali pesanti che presentano valori 5 volte maggiori di autovetture e commerciali leggeri e addirittura 13 volte maggiori di ciclomotori e motocicli. La componente emissiva prevalente è rappresentata dall’abrasione del manto stradale (strada) ed in misura minore dalla consunzione dei freni (freni). Il contributo dovuto al logoramento dei freni è circa un terzo di quello dovuto ad abrasione stradale.

I fattori di emissione di particolato evidenziano anche il peso delle diverse categorie veicolari rispetto all’emissione annua complessiva, assegnando, sia per le Polveri Totali (PM) che per le due frazioni fini (PM10 e PM2,5) una maggiore responsabilità a carico degli autoveicoli, seguiti dai veicoli commerciali pesanti e bus, dai veicoli commerciali leggeri e dai ciclomotori.

Il forte peso della categoria autovetture è data dall’elevata numerosità di tale tipologia nel parco veicolare regionale, rispetto ai veicoli commerciali leggeri e pesanti e ai mezzi di trasporto pubblico.

Si ricorda, infatti, che i veicoli commerciali (soprattutto pesanti) presentano fattori di emissione per le Polveri fino a 6 volte maggiori di quelli degli autoveicoli ma la loro consistenza nel parco veicolare è molto ridotta rispetto alle autovetture.

2.1.9 Concentrazioni dei metalli pesanti. Analisi dei dati rilevati a Palermo nel 2007

La determinazione delle concentrazione dei metalli pesanti è stata condotta dal dipartimento di Chimica Analitica dell’Università di Palermo nel 2007. In questa prima fase le analisi hanno riguardato esclusivamente il piombo, il rame, lo zinco ed il cadmio, catalitico delle marmitte.

Dall’andamento delle misure si rileva la bassa presenza di tutti i metalli ricercati incluso il Pb che ormai èessenzialmente assente dalle benzine; una eccezione sembra lo Zn che a cospetto di valori di centesimi di g/m3 degli altri metalli raggiunge anche valori di 56.7 di g/m3 nel campione 2 restando generalmente 3-4 volte superiore alleconcentrazioni degli altri metalli. Cd in piccole quantità accompagna probabilmente lo Zn.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 75

Campione Centralina filtri Pb g/m3 Cu g/m3 Zn g/m3 Cd g/m3

1 Unità d'Italia 501-502 0,028 0,090 0,143 -2 Unità d'Italia 512-513 0,069 0,022 56,670 0,0143 Castelnuovo 541-542 0,016 0,022 0,082 -4 Castelnuovo 536-537 0,012 0,024 0,069 -5 Di Blasi 531-532 0,012 0,024 0,069 -

Tabella 2.26 - Riepilogo analisi dei metalli pesanti

Determinazione cationi ed anioni

Sono stati analizzati n.9 filtri in fibra di vetro relativi al campionamento di PM2.5 presso la cabina “Castelnuovo” e n. 9 filtri in fibra di vetro relativi al campionamento di PM10 presso la cabina “Unità d’Italia”. Per ciascun filtro è indicato: codice filtro, data campionamento, peso iniziale medio del filtro, peso finale medio del filtro, volume d’aria campionato in Nm3 ed il valore di PM2.5 e di PM10. I filtri sono stati conservati a temperatura < 4 °C e così trattati: sono stati inseriti in 18 provette in plastica e successivamente trattati con 5 ml di acqua distillata prefiltrata a 0,2 µm di cui si conosceva la composizione ionica; ed inoltre è stato calcolato e detratto il contributo ionico (rilevante) dovuto al filtro di vetro. Leprovette chiuse sono state sonicate per 20 minuti e successivamente previa filtrazione a 0,2 µm il liquido d’estrazione èstato iniettato nell’apposito sistema cromatografico.Di seguito si riportano i dati analitici in tabella dei campioni di particolato PM10 della centralina di piazza Unità di Italia, e di piazza Castelnuovo, PM 2.5.

filtro data Nm3 PM10 NO3- Cl- SO4

2- Na+ NH4+ K+ Mg2+ Ca2+

491 16.10.06 53,05 35 2,01 0,24 4,88 1,71 0,18 0,07 0,18 1,34492 17.10.06 52,76 31 1,07 0,48 2,26 2,70 0,16 0,08 0,20 1,05493 18.10.06 52,50 33 2,20 0,85 3,46 1,70 0,04 0,07 0,18 1,20519 13.11.06 52,61 41 2,22 4,17 1,38 3,45 0,04 0,06 0,34 1,25520 14.11.06 51,72 44 4,19 1,71 1,87 2,60 0,08 0,10 0,21 1,41521 15.11.06 51,89 45 4,36 1,12 2,24 2,16 0,07 0,10 0,23 1,44537 01.12.06 50,93 46 6,35 0,12 3,00 1,33 0,37 0,16 0,15 1,47538 02.12.06 51,17 49 5,20 0,06 3,96 1,12 0,41 0,16 0,14 1,45539 03.12.06 51,24 48 4,50 0,27 4,92 1,40 0,72 0,26 0,14 1,24

Tabella 2.27- Concentrazione degli ioni presenti nel PM10 – Centralina piazza Unità di Italia

filtro data Nm3 PM2.5 NO3- Cl- SO4

2- Na+ NH4+ K+ Mg2+ Ca2+

C522 16.10.06 52,71 25 0,09 1,84 1,82 0,97 0,05 0,05 0,07 0,27C523 17.10.06 52,44 21 0,25 0,60 4,96 0.95 0,85 0,15 0,07 0,37C524 18.10.06 51,94 24 0,31 1,03 3,26 1,19 0,73 0,10 0,07 0,41C550 13.11.06 52,03 18 0,68 0,95 0,88 0,86 0,04 <0,01 0,09 0,23C551 14.11.06 51,23 25 0,44 1,10 1,81 0,95 0,11 0,06 0,07 0,33C552 15.11.06 51,15 24 <0,01 0,94 5,70 1,36 0,73 0,12 0,10 0,47C568 01.12.06 50,66 30 <0,01 2,92 2,38 1,17 0,53 0,21 0,07 0,44C569 02.12.06 51,60 32 <0,01 2,35 3,24 1,21 0,62 0,25 0,08 0,39C570 02.12.06 50,91 34 <0,01 2,15 4,93 1,15 1,05 0,37 0,07 0,42

Tabella 2.28 - Concentrazione degli ioni presenti nel PM2.5 – Centralina piazza Castelnuovo

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 76

% ioni su PM10

altro71.96%

sodio5.10%

solfati7.68%

nitrati8.26%

cloruri2.48%

calcio3.23%

magnesio0.49%

potassio0.28%

ammonio0.53%

Figura 2.21 - Grafico a torta delle percentuali ioniche presenti nel PM10 – Centralina piazza Unità di Italia

% ioni su PM2,5

solfati12,53%

altro72,24%

sodio4,30%

ammonio1,98%

potassio0,51%

nitrati5,73% cloruri

0,94%calcio1,45%

magnesio0,31%

Figura 2.22 - Grafico a torta delle percentuali ioniche presenti nel PM2.5 – Centralina piazza Castelnuovo

I grafici sopra riportati sono stati costruiti calcolando la media dei valori in percentuale con l’intento di verificare se nelle due frazioni di particolato vi siano significative differenze nella composizione ionica. Dal confronto si nota che nella frazione PM2.5 v’è un aumento di ammonio e di solfati mentre gli altri ioni sono inferiori ai valori riscontrati nella frazione PM10. Rimane di fatto inalterata la percentuale del residuo non ionico costituente il resto della frazione di campione di particolato sottile che risulta essere circa il 72%.

Determinazione IPA nel particolato atmosferico

Per quanto riguarda la frazione organica la classe degli idrocarburi policiclici aromatici costituisce una frazione molto piccola della massa totale del particolato atmosferico (<0.1%) ma ha un importante interesse tossicologico, in relazione all’attività mutagene e cancerogena di alcuni IPA.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 77

Nelle figure seguenti si riportano i contenuti percentuali di IPA in diversi campioni provenienti dalle centraline Di Blasi (D), Unità di Italia (U) nei diversi giorni della settimana.

% IPA nel particolato

0,000

0,025

0,050

0,075

0,100

D-513-gio D 548-ven D-550-sab

D-247-gio D-565-Ven

D-564-Mer

D-512-Mer

U-541-Mar

U-542-Merc

12,10,06 16,11,06 18,11,06 7,12,06 8,12,2006 06,12,06 11,10,06 05,12,06 06,12,06

Campioni

Figura 2.23- Percentuale di IPA nel particolato per diversi giorni della settimana per le centraline Di Blasi (D) e Unità di Italia (U).

Esistono evidenze sperimentali che indicano che miscele di IPA sono cancerogene per l’uomo. Il benzo(a)pirene è il composto più ampiamente studiato dal punto di vista tossicologico e più frequentemente determinato nelle varie matrici ambientali perché il più pericoloso. In particolare l’EPA (United States Environmental Protection Agency) ha identificato tra gli idrocarburi policiclici aromatici 16 composti prioritari.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 78

1 = non classificabile come cancerogeno per l’uomo2A = probabile cancerogeno per l’uomo2B = possibile cancerogeno per l’uomo

Tabella 2.29 – Potenza cancerogena

Gli IPA vengono prima estratti in bagno ad ultrasuoni con cicloesano, la soluzione così ottenuta viene ridotta a piccolo volume (ca. 0,25 ml) ed addizionata di 4 idrocarburi aromatici deuterati utilizzati come standard interni (acenaftene d10,fenantrene d10, risene d12 e perilene d12). La soluzione così ottenuta viene analizzata tramite gascromatografo dotato di rilevatore allo spettrometro di massa che consente un elevata capacità risolutiva e basso limite di rilevabilità.

D-512 D-513 D 548 D-550 D-564 D-247 D-565 U-541 U-542naftaline 18,89 10,20 12,03 2,45 36,12 36,01 25,16 11,66 35,68acenaftilene 1,81 0,84 0,62 0,71 1,92 1,95 1,54 1,12 1,22Acenaftene 0,33 0,35 0,62 0,96 0,64 0,40 0,47 0,16 0,50Fluorene 0,39 0,13 0,14 0,01 0,52 0,30 0,30 0,16 0,24Fenantrene 0,92 0,73 0,66 1,05 2,10 1,75 1,33 0,63 0,77Antracene 0,06 0,09 0,11 0,13 0,24 0,23 0,15 0,11 0,13fluorantene 1,50 1,19 2,22 2,22 4,23 3,18 2,61 0,88 0,95Pirene 2,32 1,81 3,91 3,75 7,01 5,29 4,14 1,31 1,39benzo(a)antracene 0,60 0,45 2,45 1,70 2,68 1,16 1,51 0,98 1,01risene 1,36 1,21 3,13 2,10 4,16 4,19 2,02 1,40 1,53benzo(b)fluorantene 0,85 0,69 2,89 2,40 2,75 2,04 1,66 1,16 1,49benzo(k)fluorantene 0,48 0,33 1,49 0,61 1,22 1,42 0,79 0,62 0,99benzo(a)pirene 0,38 0,16 1,93 1,06 1,60 1,67 1,08 0,69 0,94terilene 0,09 0,04 0,27 0,17 0,25 0,44 0,18 0,14 0,20ideno(1,2,3cd)pyrene 0,28 0,17 0,86 0,72 0,88 0,79 0,57 0,30 0,53dibenzo(a,h)anthracene 0,03 0,06 0,38 0,15 0,21 0,18 0,10 0,07 0,08benzo (g,h,i) perilene 0,99 0,47 2,67 1,69 3,32 2,68 1,74 1,23 2,22

Tabella 2.30 - Concentrazione degli IPA (ng/m3) nel particolato per le centraline Di Blasi (D) e Unità di Italia (U)

12Adibenzo(a,h)antracene

0.12Bindeno(1,2,3,cd)pirene

12Abenzo(a)pirene

0.12Bbenzo(k)fluorantene

0.12Bbenzo(b)fluorantene

0.011crisene

0.12Abenzo(a)antracene

1pirene

1fluorantene

1antracene

1fluorene

Potenzacancerogena

Classe IARCComponente

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 79

12

9

24

19

34

28

20

11

14

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

11,10,06 12,10,06 16,11,06 18,11,06 06,12,06 07,12,06 08,12,2006 05,12,06 06,12,06

D-512-Mer D-513-gio D 548-ven D-550-sab D-564-Mer D-247-gio D-565-Ven U-541-Mar U-542-Merc

Campioni

Figura 2.24 - Concentrazione degli IPA totali (ng/m3) nel particolato in funzione del giorno della settimana per le centraline Di Blasi (D) e Unità di Italia (U)

0,00

0,50

1,00

1,50

2,00

2,50

11,10,06 12,10,06 16,11,06 18,11,06 06,12,06 07,12,06 08,12,2006 05,12,06 06,12,06

D-512-Mer D-513-gio D 548-ven D-550-sab D-564-Mer D-247-gio D-565-Ven U-541-Mar U-542-Merc

Campioni

Figura 2.25 - Concentrazione del benzo(a)pirene (ng/m3) nel particolato in funzione del giorno della settimana per le centraline Di Blasi (D) e Unità di Italia (U).

Attualmente la normativa italiana prevede un limite di legge solo per il benzo[a]pirene (DM 25/11/1994), stabilendo che la sua concentrazione nel PM10 deve rispettare l’obiettivo di qualità di 1 ng/m3 come valore medio annuale, valore da non superare al fine di minimizzare il rischio associato all’esposizione. Il marcato gradiente stagionale e spaziale delle concentrazioni degli IPA, appare riconducibile alla riduzione dei volumi di traffico nei periodi estivi rispetto a quelli invernali, alle emissioni degli impianti di riscaldamento in inverno, alle condizioni meteoclimatiche estive più favorevoli alla dispersione degli inquinanti rispetto ai mesi freddi dell’anno (caratterizzati da periodi di inversione termica e quindi con scarsa dispersione degli inquinanti) nonché alla degradazione subita dagli IPA per opera della temperatura elevata, dell’irraggiamento solare e della presenza di specie chimiche ossidanti quali O3, NO2 in periodo estivo.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 80

0% 20% 40% 60% 80% 100%

D-512-Mer

D 548-ven

D-564-Mer

D-565-Ven

U-542-Mercacenaftilene

acenaftene

fluorene

fenantrene

antracene

fluorantene

pirene

benzo (a) antracene

crisene

benzo (b) fluorantene

benzo (k) fluorantene

benzo (a) pirene

perilene

indeno(1,2,3-cd) pyrene

dibenzo (a,h) anthracene

benzo (g,h,i) perilene

Figura 2.26 - Contributi percentuali dei singoli componenti degli IPA – Centralina Di Blasi ed Unità di Italia.

0,0

6,0

12,0

18,0

24,0

30,0

0,00 0,25 0,50 0,75 1,00 1,25 1,50 1,75 2,00

Fluorantene/pirene

Figura 2.27 - Rapporto fluorantene/pirene in funzione del rapporto fenantrene/antracene

Il rapporto tra le concentrazioni di fluorantene e pirene risulta essere molto prossimo a 0,6 mentre il rapportofenantrene antracene risulta prevalentemente al di sotto di 10. Per quanto sopra se ne può dedurre che gli IPA rilevati provengono da fonte autoveicolare; infatti dall’elenco seguente si può, con ottima approssimazione, stabilire, in funzione del rapporto delle concentrazioni dei due composti, quale sia la sorgente responsabile della loro presenza.

Fluorantene/Pirene 0,6 emissione da traffico veicolare;Fluorantene/Pirene 1,0 processi di combustione;Fluorantene/Pirene 1,4 combustione carbone e/o legno;Fenantrene/Antracene < 10 inquinamento da combustione;Fenantrene/Antracene <25 - >10 inquinamento da combustione e prodotti petroliferi;Fenantrene/Antracene > 25 inquinamento da prodotti petroliferi.

In conclusione si può ipotizzare che gli IPA del particolato nei campioni analizzati derivino sostanzialmente daemissione da traffico autoveicolare. È da verificare se una frazione possa provenire dall’abrasione del manto stradale e da altre fonti periodiche od occasionali.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 81

2.1.10 Campionamenti passivi. Applicazione a Palermo (fonte AMIA Palermo)

Per la valutazione dell’inquinamento atmosferico da benzene, biossido di azoto e biossido di zolfo possono essere utilizzati i campionatori passivi. Nell’area urbana della città di Palermo sono stati condotte alcune campagne di indagine nei periodi 1998 e 1999-2000, si riportano alcuni risultati di tali indagini.

Campagna di monitoraggio del benzene nel periodo 1998

Il rilevamento è stato eseguito in 45 siti, di cui 7 coincidenti con le altrettante cabine della rete fissa di monitoraggio dell’inquinamento atmosferico, nel periodo 26/01/1998 ed il 9/02/1998.

Per ciascun tipo di inquinante e per ciascun sito sono riportati i valori della concentrazione media in aria sia in forma tabellare che grafica.

Sono altresì riportati i valori medi dei principali parametri meteoclimatici (temperatura, pressione atmosferica, velocità e direzione del vento) relativi al periodo di monitoraggio.

Il rilevamento degli inquinanti atmosferici è stata effettuata mediante campionatori passivi messi a punto e prodotti dal Centro Ricerche Ambientali di Padova della FONDAZIONE S. MAUGERI IRCCS.

In particolare per il rilevamento contemporaneo del biossido di zolfo e del biossido di azoto sono state utilizzate delle cartucce chemioadsorbenti del diametro di 5,9 mm rivestite di 15 mg di tetranolammina.

Per il rilevamento del benzene sono state usate cartucce adsorbenti di identiche dimensioni contenenti 530 mg di carbone attivo.

Per ciascun punto di monitoraggio sono stati posizionati due campionatori passivi: uno per il rilevamentocontemporaneo del biossido di zolfo e del biossido di azoto ed uno per il benzene. Ciascuna coppia di campionatori è stata fissata all’interno di un apposito riparo in materiale plastico che, pur garantendo la necessaria ventilazione deicampionatori, assicura la protezione degli agenti atmosferici, in particolare della pioggia per il campionatore del primo tipo.

Tutto il sistema di monitoraggio è stato posizionato ad una altezza compresa tra 2,5 e 3 m dal piano stradale in zona aperta e ventilata ed ancorato, tramite fascetta di serraggio in materiale plastico, prevalentemente ai pali della rete di illuminazione pubblica.

I campionatori passivi sono stati esposti per un periodo di tempo compreso tra un minimo di circa 3 giorni ed un massimo di circa 4 giorni.

La campagna di monitoraggio ha avuto inizio, contestualmente su tutti i siti prescelti, la mattina del lunedì 26/01/1998 e si è articolata nelle 4 fasi di campionamento riportate nella tabella. .

Ciascuna fase, della durata di 4 o 3 giorni, ha coperto rispettivamente il periodo feriale (lunedì-venerdì) o quello festivo (sabato-domenica) di ciascuna settimana secondo il calendario riportato nella tab. 2.31.

GENNAIO '98 FEBBRAIO '98

26lun

27mar

28mer

29gio

30ven

31sab

1dom

2lun

3mar

4mer

5gio

6ven

7sab

8dom

9lun

Fase fase 2 fase 3 fase 4

Tabella 2.31 - Periodo e fasi della campagna di monitoraggio

Per ciascun tipo di inquinante monitorato sono stati esposti complessivamente 180 campionatori passivi.La campagna di monitoraggio è stata condotta su 45 punti della città di Palermo, di cui 7 coincidenti con le attuali

cabine fisse della rete di monitoraggio. I punti, ad eccezione del nr. 1 (cabina Casa del Sole), ricadono nell’area delimitata a NORD della via Belgio, ad OVEST e a SUD dal viale Regione Siciliana e ad EST dalla zona industriale di Brancaccio.La scelta dei punti è stata effettuata tenendo conto della diversa densità di traffico ed in particolare, per le zone ad intenso, medio e basso traffico, il numero dei siti è stato suddiviso rispettivamente nelle percentuali del 30%, 35% e 35%. Tale criterio di scelta garantis ce una sufficiente rappresentatività dei valori rilevati e al contempo consente di evitare una errata visione, in eccesso o in difetto, dello stato complessivo della qualità dell’aria a Palermo.

Risultati e discussione

I valori della concentrazione media in aria di benzene, biossido di azoto e biossido di zolfo ottenuti per ciascun sito nelle quattro fasi del campionamento sono riportati geograficamente nelle figg. E’ stato eseguito il confronto dei dati con i valori dell’obiettivo di qualità per il benzene, con i valori limite per il biossido di azoto e con i valori di attenzione per il biossido di zoto, previsti dalla normativa vigente (nel periodo oggetto di indagine). Per il Benzene, nel 1998, l’obiettivo di qualità è stato rispettato nel numero di siti indicato nella tab. 2.32.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 82

Nr. siti entro i limitiObiettivodi qualità Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 410 mg/m3 6 10 20 18

15 mg/m3 20 27 32 30

Tabella 2.32- Fasi della campagna di monitoraggio

Per i restanti siti i valori si sono sempre mantenuti oltre i valori degli obiettivi di qualità. In particolare, durante il periodo della fase 1, caratterizzata da una situazione meteoclimatica piovosa ma stabile con venti deboli, i siti nr. 12, 17, 18, 20, 27, 29, 30, 31 e 42 hanno fatto registrare concentrazioni superiori a 25 mg/m3 con valori particolarmente elevati per quanto riguarda il sito 31 (fase 1: 160 mg/m3; fase 2: 331 mg/m3, fase 3: 435 mg /m3; fase 4: 216 mg /m3). In fig.2.39 è riportata una mappa colorata in funzione delle concentrazioni di benzene in mg/m3 relativa alla fase 1. Le mappe relative alle altre fasi sono riportate in allegato 5.

Figura 2.28 - Distribuzione della concentrazione media di benzene fase 1 (1998)

Biossido di azoto

I valori della concentrazione media del biossido di azoto in aria ottenuti per ciascun sito nelle quattro fasi del campionamento sono riportati geograficamente in planimetria. In fig. 2.40 si riporta a titolo di esempio la mappa relativaalle seconda fase.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 83

Anche in questo caso, seppur in entità meno evidente per le peculiarità del processo di formazione del biossido di azoto, dall'esame dei dati si è osservata in generale una riduzione dei valori rilevati nelle fasi successive alla 1 dovuta alle mutate condizioni meteo.

Per il biossido di azoto non risulta possibile un confronto diretto dei dati ottenuti (espressi come media giornaliera) con il valore limite previsto dalla normativa vigente nel periodo di indagine (media oraria 200 mg/m3). Pertanto, il codice di colori delle concentrazioni adottato in fig. 2.40 è da ritenersi puramente indicativo ed ha lo scopo di evidenziare soltanto le diverse concentrazioni rilevate.

Figura 2.29 - Distribuzione della concentrazione media di biossido di azoto fase 2 (1998)

Biossido di zolfo

I valori della concentrazione media del biossido di zolfo in aria ottenuti per ciascun sito nelle quattro fasi delcampionamento sono stati riportati geograficamente in planimetria. Nella fig. 2.41 si riportano a titolo di esempio i valori relativi alla prima fase del 1998 mentre in allegato 5 si riportano le mappe relative alle altre tre fasi.

Anche in questo caso, analogamente al benzene, dall'esame dei dati si è osservata in generale una sensibile riduzione dei valori rilevati nelle fasi successive alla 1 dovuta alle mutate condizioni meteo.

Dall'esame dei dati rilevati si è evidenziato che in nessuna fase della campagna di monitoraggio è mai stato raggiunto il valore del livello di attenzione previsto dalla vigente normativa all’epoca della indagine (DM 25/11/94) di 125 mg/m3. In particolare, il valore più alto, rilevato durante la fase 1 presso il sito 17, è di 71,4 mg/m3.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 84

Anche in questo caso, il codice di colori delle concentrazioni adottato in fig. 2.30 ed in allegato 5 è da ritenersi puramente indicativo ed ha lo scopo di evidenziare soltanto le diverse concentrazioni rilevate.

Figura 2.30 - Distribuzione della concentrazione media di biossido di zolfo fase 1 (1998)

Campagne di monitoraggio del benzene nel periodo 1999-2000

Sono state eseguite quattro campagne di rilevamento del benzene nel periodo 1999-2000 (25/01/1999-06/02/1999,22/09/1999, 11-25/10/1999, 15/05/2000-05/06/2000 rispettivamente in 50, 30, 55 e 69 punti di misura). Le determinazioni analitiche dei campionatori sono state effettuate presso il laboratorio chimico del Dipartimento Controllo Ambientale e Servizi dell’AMIA ed eseguita secondo la metodica standard.

Alcuni dei risultati ottenuti sono riportati nelle figg. 2.31 e 2.32 la cui comparazione consente di valutare il contributo positivo dell’utilizzo delle ZTL (Zone a Traffico Limitato).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 85

Figura 2.31- Distribuzione della concentrazione media di benzene 22/09/1999 (aerea contornata da linea blu chiusa al traffico)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 86

Figura 2.32 - Distribuzione della concentrazione media di benzene 25/10/1999

2.1.10 Simulazioni e mappature a scala urbana. Applicazione nel territorio comunale di Milazzo (ME)

L’allegato 1 del DM 261/2002 prevede l’applicazione di modelli di diffusione come un utile strumento per ottenere informazioni su porzioni di territorio in cui non esistano punti di misura, correlazioni tra emissioni ed immissioni (matrici sorgenti-recettori), studiare scenari ipotetici di emissioni alternativi rispetto al quadro attuale e/o passato.

In ambito regionale sono state già effettuate applicazioni di modelli di diffusione, si riporta a titolo di esempio un caso studio effettuato sul territorio comunale di Milazzo (ME) ma applicabile a tutto il territorio regionale.

L’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente in collaborazione con il DREAM (Dipartimento di RicercheEnergetiche ed Ambientali di Palermo ) ha effettuato la valutazione dell’inquinamento atmosferico da traffico veicolare per differenti scenari nell’ambito del territorio comunale di Milazzo (ME). E’ stato costruito il grafo delle più importanti arterieviarie della città, si è effettuato il rilievo dei flussi e della composizione del traffico e sono state condotte alcunesimulazioni con il modello Caline 4 in una griglia di punti. E’ stata infine eseguita l’interpolazione grafica dei valori calcolati al fine di costruire le curve di isoconcentrazione. Si riporta in fig. 2.33 titolo di esempio la mappa delle concentrazione medie diurne nelle peggiori condizioni meteo-climatiche per il parametro CO in mg/m3.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 87

Fig. 2.33 - Mappa delle concentrazione medie diurne di CO nelle peggiori condizioni meteo-climatiche

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 88

2.1.11 Emissioni di inquinanti da altre infrastrutture dei trasporti

L’Assessorato Territorio e Ambiente si è già attivato al fine di elaborare la stima e valutazione dell’inquinamento proveniente da infrastrutture portuali ed aeroportuali. Nella prossima revisione del Piano saranno presentati i primi risultati di tali attività.

2.1.12 Emissioni di inquinanti da impianti di riscaldamento. Mappature urbane

L’organizzazione di un valido programma di lotta contro gli inquinamenti atmosferici è evidentemente subordinata alla predisposizione di studi e ricerche al fine di stabilire il carattere dell’inquinamento, la sua entità e la sua distribuzione spaziale.

Si dispone qui di seguito un breve esame delle fonti di inquinamento atmosferico, tenendo conto in particolare dell’analisi delle fonti della “contaminazione di fondo”, che è presente in misura variabile in tutti gli altri agglomerati urbani e comprende essenzialmente i prodotti della combustione degli impianti di riscaldamento ed i gas di scarico dei motori a scoppio. Si osserva che negli ultimi anni un notevole passo avanti è stato fatto nel campo degli impianti di riscaldamento con la sostituzione degli impianti a gasolio con quelli a metano, con la conseguente riduzione dell’SO2immessa nell’atmosfera.

Infine gli impianti industriali, quando esistono, si aggiungono o si sovrappongono alla contaminazione di fondo, e la contaminazione globale che ne deriva assume nelle diverse località aspetti vari per tipo, grado ed estensione. Generalmente, e ciò è sempre vero per la Sicilia, gli impianti di produzione sono concentrati in aree (A.S.I.), fissate da piani regolatori relativamente distanti dai centri abitati, consentendo un più facile controllo dei prodotti emessi. Le imprese, inoltre, investono sui sistemi di depurazione delle effluenze al fine di limitare le immissioni in atmosfera.

Il processo metodologico e valutativo ha esaminato l’inquinamento atmosferico causato dal traffico veicolare e da quello indotto dalle attività antropiche insediate nell’area stessa. I principali elementi di valutazione sono.

situazioni d’insediamento esistenti;tipologie architettoniche e di trasporto quali: geometria ed altezza degli edifici; tipologie viarie; flussi di traffico (correlati alla tipologia dei mezzi); nodi di traffico; peculiarità di sviluppo.

In riferimento al grado di conoscenza degli elementi principali (ed in funzione di questi), si è proceduto all’esame dei dati sperimentali storici relativi e disponibili su aree urbane e perturbane compatibili e coerenti per tipologia viaria / urbanistica e per regime di traffico, allo sviluppo di correlazioni; alle proiezioni d’impatto; alla definizione dei vincoli che vanno garantiti e previsti.

La sequenza d’analisi è stata sviluppata sui seguenti elementi:

Concentrazione;Traffico;Tipologia viaria;Periodo stagionale;Densità edilizia e coefficiente volumico;Dati meteoclimatici;Parametri fisico-tecnici degli edifici.

I parametri più significativi sono SO2, NO2 e CO. Gli impianti di riscaldamento contribuiscono circa il 5% per gli ossidi di zolfo, il 4% per quelli di azoto ed il 3% per il monossido di carbonio.

Le emissioni di inquinanti da impianti di riscaldamento a gasolio sono di tipo stagionale, cioè limitato al periodo invernale, ed interessano i bassi strati dell’atmosfera sovrastante i grossi centri urbani, dove è massiccio l’addensamento

delle sorgenti di inquinamento. Esso trae origine dalle condizioni di esercizio degli impianti termici e dal tipo di combustibile impiegato. La qualità e quantità degli effluenti sono direttamente influenzati dal tipo di fonte energetica utilizzata, cioè di combustibile, come può osservarsi nella tab. 2.33.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 89

Tipo di inqui nante Fonti di combustioneCarbone Nafte Gas

Acidi Organici 15.000 6.000 0,50Aldeidi 1.000 400 0,50

Ammoniaca 1.000 400 0,10Idrogeno Solforato 500 250 tracceMaterie Organiche 10.000 2.000 0,50

Materiali Solidi 100.000 400 tracceOssidi di Azoto 4.000 3.000 3,00Ossidi di Zolfo 20.000 9.000 0,20

Tabella 2.33 - Tipo e quantità di inquinanti immessi giornalmente nell’aria da una comunità di 100.000 ab, secondo le fonti di combustione (KG.)

L’effluente maggiormente prodotto, nel caso di impianti di riscaldamento funzionanti a gasolio, è SO2 per cui viene assunto come elemento tracciante per la valutazione dell’inquinamento atmosferico da impianti di riscaldamento. La determinazione delle quantità di SO2 da detti impianti e la distribuzione al suolo è stata ogget to del presente studio.Ai fini della valutazione dell’incidenza dei prodotti combustivi degli impianti termici sull’inquinamento urbano, assume notevole importanza il regime di funzionamento degli impianti. Il cattivo funzionamento è dovuto, oltre che all’impiego di combustibile inadatto, anche a difetti di progettazione e dei materiali, e di tiraggio della canna fumaria. Per ovviare a questo inconveniente il legislatore già con il D.P.R. 24/05/88 n. 203 prescriveva le temperature di esercizio, i criteri di ventilazione dei locali caldaia, i tipi di combustibili consentiti, le dimensioni dei camini e indica con appositi regolamenti anche le operazioni necessarie per manutenzione e controllo degli impianti. Per calcolare la quantità di SO2 immessa nell’atmosfera(costituenti gli input nel modello di Gifford - Hanna) e quindi il grado di inquinamento dovuto agli impianti termici, è necessario conoscere il consumo stagionale dei combustibili usati per il riscaldamento degli edifici.

Quindi la valutazione teorica del grado di inquinamento atmosferico delle aree urbane causato dal riscaldamento degli edifici si basa sulla conoscenza dei consumi di combustibili, da cui si può risalire alla quantità di SO2 immessanell’ambiente.

Al fine di ottenere la mappa di emissione il territorio è stato suddiviso in un reticolo a maglia quadrata. Ciascuna maglia del reticolo comprende una definita area geografica in cui cade un certo numero di sorgenti puntiformiuniformemente distribuite (impianti di riscaldamento degli edifici). L’insieme di queste piccole sorgenti rappresenta una sorgente-area il cui effetto complessivo (coefficiente di emissione in µg/m2*sec) è quello corrispondente ad una sorgente ideale equivalente posta al centro della maglia.

Anche per questa tipologia di sorgente antropica di inquinanti è stoto condotto uno studio del territorio comunale di Milazzo (ME), In base ad un’analisi dettagliata delle caratteristiche orografiche dell’area di Milazzo e del suo sviluppo urbanistico, si è suddiviso il territorio in un reticolo a maglie quadrate di lato 500 m.

I criteri di scelta del reticolo tengono conto essenzialmente di due fattori:

esistenza di un asse preferenziale di sviluppo urbanisticoproliferazione di fasce di edilizia spontanea lungo le varie reti esterne

Quindi il coefficiente di emissione delle sorgenti-area su definite è funzione:

della quantità di SO2 emessa per riscaldare di 1°C un metro cubo di volume edificato;della zona climatica;della densità edilizia effettiva;del microclima del territorio.

La distribuzione al suolo di SO2 può essere ottenuta realizzando una mappa della zona in studio, in funzione del diverso livello di inquinamento potenziale, conoscendo le caratteristiche e la quantità di emissioni.

La mappatura della zona in esame, può essere realizzata sviluppando il calcolo della ricaduta al suolo dei vari contaminanti atmosferici mediante l’uso del modello matematico di Gifford – Hanna. Tale modello è adatto alla stima previsionale dell’inquinamento atmosferico di impianti di riscaldamento. Per il caso di recettori all’interno di una città la componente dell’inquinamento dell’aria urbana, dovuta a sorgenti distribuite, è fortemente influenzata dalla intensità delle emissioni e dalla velocità media del vento.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 90

I valori ottenuti sono risultati sempre minori dei limiti di normativa e possono lasciare presumere un rischio contenuto per la popolazione esposta.

La percentuale di impianti funzionanti a gasolio è notevolmente ridotta a favore degli impianti di riscaldamento a metano che non producono SO2. Il risultato è stato quindi quello di ottenere un notevole abbattimento di SO2 nel territorio, che pertanto diventa quasi esclusivamente dovuto agli impianti industriali della zona.

Al fine di valutare gli inquinanti prodotti dagli impianti di riscaldamento alimentati a metano ci si è riferiti ai dati di consumo annuale di tale gas. In particolare sono stati presi in considerazione i consumi di gas annuali con riferimento spaziale. I valori a disposizione per ciascuna area rappresentano i mc consumati durante l’anno all’interno di ciascuna area.

Per valutare l’emissione del CO e dell’NOx è stato adottato il metodo proposto dal CORINAIR per gli impianti per uso civile e con potenzialità inferiore ai 50 MW.

L’emissione media oraria di CO di ogni cella è stata determinata considerando che il numero di ore di funzionamento giornaliero degli impianti di riscaldamento previsto dalla normativa in base alla zona climatica è pari ad 8 ore.

I risultati relativi alle diverse simulazioni di emissione atmosferica degli inquinanti sono stati riportati sotto forma di emissione media (CO ed NOx) al suolo su un dominio esteso.

Anche in questo caso i valori ottenuti possono lasciare presumere un rischio contenuto per la popolazione esposta.

2.1.13 Inquinamento proveniente da altre aree esterne

Molti dei fenomeni atmosferici di maggiore rilevanza ambientale e sanitaria sono connessi all’inquinamentofotochimico da ozono e dal materiale particolato, in particolare nelle frazioni fine PM10 ed ultrafine PM2,5. Recenti studi hanno messo in evidenza il peso determinante dei processi di produzione secondaria delle polveri, analoghi a quelli che portano alla formazione dell’ozono. Sia l’ozono troposferico che il materiale particolato sono quindi manifestazioni del medesimo problema di inquinamento, esteso a larga scala.

A tal fine si promuoverà la costituzione di un tavolo di coordinamento tecnico che coinvolgendo l’ARPA Sicilia el’Agenzia Ambientale di Calabria, porti all’avvio di un progetto per la realizzazione di un servizio di valutazione,previsione e supporto alla gestione della qualità dell’aria a scala extraregionale. Tale sistema, utilizzando metodi dimodellazione, combinati con la meteorologia, gli inventari delle emissioni ed i sistemi di misurazione, consentirà di:

eseguire con continuità una valutazione della qualità dell’aria estesa a tutto il territorio, individuando gliagglomerati e le zone dove gli obiettivi di qualità dell’aria non sono rispettati;prevedere l’evoluzione degli episodi di inquinamento;eseguire l’analisi degli scenari a lungo termine e su larga scala ed a breve termine su scala limitata.

2.1.14 Inqui namento generato da eventi naturali

Le fonti dell'inquinamento atmosferico sono molteplici. Si possono individuare fonti di origine naturale, come le emissioni legate a effetti vulcanici o alle reazioni di decomposizione di materiali organici naturali che avvengono nelle paludi, nelle torbiere e così via. L’inquinamento atmosferico ascrivibile ad eventi di tipo naturale rileva, nel caso del territorio siciliano, uno specifico interesse rispetto allo studio dell’aerosol marino e delle emissioni vulcaniche.

Ogni fonte di emissione è caratterizzata da una serie di fattori che riguardano:

a) la natura della sostanza o delle sostanze contemporaneamente immesse nell'atmosfera;b) la quantità e la durata dell'emissione;c) le modalità con le quali questa emissione avviene; d) la localizzazione dell'emissione;e) la porzione di atmosfera direttamente interessata all'emissione.

Saranno realizzati alcuni campionamenti di aria e di polveri, attivando l’aspirazione dell’aria solo quando il ventosoffierà in determinate direzioni, al fine di distinguere tre situazioni emissive diversificate: urbana+industriale,indifferenziata, aerosol marino oppure urbana+industriale, indifferenziata, vulcanica.

In Sicilia le attività vulcaniche dell’Etna e dello Stromboli effetti amb ientali che possono esser così riassunti:

Etna: colate laviche, incendi boschivi, emissioni di gas in atmosfera, deposizioni di ceneri, danni a persone, edifici, infrastrutture.

Stromboli: colate laviche, emissione di gas in atmosfera, deposizione di ceneri.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 91

2.2 ANALISI DEI DATI METEOCLIMATICI

2.2.1 Introduzione

La caratterizzazione meteoclimatica della regione Sicilia è stata condotta al fine di individuare le informazioninecessarie alle applicazione dei modelli di previsione e di simulazione della qualità dell’aria. A tale scopo sono stati analizzati i dati delle varie reti di rilevamento comprendendo anche quelli delle stazioni dell’Aeronautica Militare. Lo studi si articola in varie fasi di analisi. Preliminarmente sono state descritte le reti di rilevamento, sono stati analizzati i dati delle stazioni e sono state elaborate alcune carte tematiche. Sono state quindi definite le caratteristiche del clima a livello locale e regionale.

2.2.2 Rete di rilevamento e sue finalità

L’assessorato Agricolture e foreste ha predisposto un della Regione Sicilia ha predisposto un Atlante climatologico e la Carta Climatica della Sicilia frutto delle elaborazioni climatologiche territoriali svolte anche con l’ausilio di opportune tecniche di spazializzazione dei dati puntuali. I dati di base sono quelli del trentennio 1965-1994 relativi a 125 stazioni pluviometriche e 55 termopluvometriche del Servizio Idrografico Regionale (fig. 2.34). Le carte tematiche sono state realizzate alla scala 1:25000.

Alle stazioni del Servizio Idrografico si aggiungono altre stazioni di rilevamento dei parametri climatici (includendo anche intensità e direzione del vento, pressione atmosferica, radiazione globale, ecc…) gestite da enti locali, università e privati, distribuite su tutto il territorio regionale.

Le stazioni presenti sul territorio regionale sono in grado di garantire il monitoraggio in continuo dei principali parametri agro-idro-meteorologici del territorio della Sicilia con un’adeguata risoluzione spaziale e temporale, allo scopo di:

caratterizzare il territorio dal punto di vista climatico in un ottica di lungo periodo (studio, pianificazione territoriale e progettazione, analisi statistica);supportare l'attività meteorologica ed agrometeorologica nelle sue azioni quotidiane;supportare talune scelte decisionali di enti preposti alla gestione o all’utilizzo del territorio quali Consorzi di Bonifica, Comunità Montane, Genio Civile, Operatori agricoli, ecc.;supportare l'azione di organismi di pronto intervento nella gestione delle situazioni di allerta meteorologica, idrologica ed ambientale.

L’integrazione delle stazioni in un’unica rete può costituire un adeguato compromesso in grado di assolvere alle molteplici esigenze di varie categorie di utenti.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 92

Stazione pluviometricaStazione termopluviometrica

Figura 2.34 - Distribuzione delle stazioni del Servizio Idrografico Regionale

La Carta climatica della Sicilia consiste in diversi tematismi, alcuni dei quali alla scala 1:250000 (temperatura e precipitazioni medie annue) altri, in forma di carte ancillari (di accompagnamento alla principale), alla scala 1:1500000 (quinto, venticinquesimo, cinquantesimo, settantacinquesimo e novantacinquesimo percentile delle precipitazioni totali annue, temperatura media delle minime nel mese più freddo, media delle massime nel mese più caldo, evapotraspirazione potenziale media annua e alcuni indici climatici).

L’Atlante climatologico, oltre a comprendere tutte le rappresentazioni cartografiche ora dette, contiene ulteriori particolari elaborazioni (altri indici climatici, distribuzione spaziale dei valori mensili di temperatura ed evapotraspirazione potenziale, ecc.).

In accordo con l’Organizzazione Meteorologica Mondiale, secondo cui “il clima è costituito dall’insieme delle osservazioni meteorologiche relative ad un trentennio”, è stato preso in considerazione il trentennio disponibile più vicino, che va dal 1965 al 1994, sulla base dei dati già pubblicati dal Servizio Idrografico Regionale.

Delle numerose stazioni presenti in Sic ilia, come già detto ne sono state scelte 55 termopluviometriche e 125 pluviometriche. Questa selezione è stata fatta preferendo quelle stazioni che consentissero la maggiore copertura possibile del territorio regionale, individuate possibilmente tra quelle che presentavano l’intero trentennio climatico.

Sull’archivio provvisorio è stata avviata una procedura automatizzata di controllo di qualità dei dati, per verificarne l’attendibilità. Sono stati condotti due tipi di controllo di qualità dei dati meteorologici; il primo, consistente nel cosiddetto controllo climatico, si basa sul confronto tra il dato in esame e alcune soglie climatiche, considerate come i limiti al di là dei quali è rilevante la probabilità che esso sia errato; il secondo tipo di controllo (controllo spaziale) mette in relazione i dati rilevati nello stesso momento in diverse stazioni, ubicate su siti vicini e confrontabili e aventi quindi caratteristiche climatiche simili, determinandone il grado di correlazione. Attraverso questi controlli è stato possibile scartare i dati non attendibili e passare così alla fase di ricostruzione statistica dei dati.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 93

La distribuzione spaziale delle elaborazioni climatologiche

Per passare da una serie di dati puntuali a una distribuzione continua nello spazio, che consenta la rappresentazione cartografica dell’andamento delle diverse grandezze meteo-climatiche si possono impiegare diversi metodi. Tra i più diffusi si ricordano ad esempio la media aritmetica (il più semplice), la media mobile pesata, in cui il peso è in genere l’inverso della distanza elevato a potenza, le tecniche delle isoiete e dei topoieti. Negli ultimi anni, anche in climatologia si fa ricorso sempre più spesso ai metodi geostatistici, che oltre all’interpolazione dei i dati puntuali, mediante l’impiego di appropriati algoritmi di calcolo, danno pure la possibilità di un’analisi statistica, sia a monte che a valle del processo dispazializzazione. In proposito, il metodo del Kriging sembra presentare le migliori possibilità applicative in climatologia; per tale ragione esso è stato qui utilizzato per l’interpolazione dei dati delle precipitazioni. I risultati ottenuti, confrontati con i dati puntuali sulle singole stazioni e con le conoscenze del territorio regionale sembrano confermare la validità dell’applicazione di tale metodologia per l’interpolazione spaziale dei totali annui di precipitazioni. In ogni caso esso si è ritenuto di privilegiare tale metodo rispetto ad altri che, provati nella fase iniziale delle elaborazioni (ad esempio media mobile pesata con l’inverso della distanza al quadrato o alla quarta potenza) avevano portato a risultati comunqueaccettabili.

Per l’interpolazione dei dati di temperatura, considerata l’elevata correlazione con la quota di tale parametro, almenoper quanto riguarda i valori medi, che poi sono quelli elaborati, è stato invece utilizzato il metodo del gradiente termico verticale medio (0,5°C/100 m di quota, per le temperature medie annue) attraverso l’impiego del DEM (Digital Elevation Model) prodotto qualche anno fa dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e Ambientali. Purtroppo non è stato possibile applicare in parte o in tutto tale metodologia alle precipitazioni, in quanto in tal caso la correlazione con la quota non è mai costante e definita su tutto il territorio, come invece succede, appunto, per le temperature.

Le elaborazioni anzidette sono state effettuate utilizzando alcune funzioni offerte dagli strumenti GIS (sistemiinformativi geografici).

Nel caso oggetto di studio è stato soprattutto utilizzato il software ARC-VIEW con l’estensione SPATIAL ANALYST, mentre solo per qualche applicazione sono state utilizzate anche alcune particolari funzioni di ARC-INFO.

Le carte di base ottenute attraverso tali metodologie sono:

temperature medie annue e mensili, precipitazioni medie annue,precipitazioni annue a diversi livelli di probabilità: 5°, 25°, 50°(mediana), 75° e 95° percentile.

A partire da esse, attraverso ulteriori elaborazioni, sono poi state ottenute molte altre carte derivate: escursionitermiche medie annue, temperature massime nel mese più freddo, temperature minime nel mese più freddo,evapotraspirazione potenziale mensile e annua, indici climatici di Lang, De Martonne, Emberger, Thornthwaite, Rivas-Martinez.

Carta delle precipitazioni annue

La carta riporta i valori mediani (50° percentile) dei totali annui delle precipitazioni del trentennio 1965-1994. Per quanto anche in questo caso si tratti di una carta di tipo generale, essa dà già la possibilità di una migliore conoscenza delle caratteristiche pluviometriche delle diverse aree, soprattutto se a essa si affiancano i grafici che schematizzano la distribuzione mensile dello stesso parametro.

Anche in tal caso vale il criterio della similitudine già detto, per cui in aree con analoghe caratteristiche pluviometriche risulta più agevole la scelta delle stazioni rappresentative dell’area di interesse in modo da accedere successivamente alle analisi probabilistiche a livello puntuale (singolo sito di rilevazione). Ciò, appare peraltro ancora più valido e interessante, qualora si consideri che la distribuzione mensile delle precipitazioni annue risulta in Sicilia raggruppabile in tre tipologie che poco, tuttavia, differiscono tra loro, e tutte comunque riconducibili al tipico clima mediterraneo.

Carte di elaborazione probabilistica delle precipitazioni totali annue

Oltre alla carta ora detta, sono state anche effettuate delle elaborazioni cartografiche sulla base dello studioprobabilistico delle precipitazioni totali annue. Si tratta di un arricchimento dell’informazione di tipo pluviometrico che ci consente di conoscere l’entità delle precipitazioni annue a diversi livelli di non superamento, secondo il significato già visto prima, nella parte metodologica. Carte di elaborazione probabilistica delle precipitazioni totali annue Oltre alla carta ora detta, sono state anche effettuate delle elaborazioni cartografiche sulla base dello studio probabilistico delle precipitazioni totali annue. Si tratta di un arricchimento dell’informazione di tipo pluviometrico che consente di conoscere l’entità delle precipitazioni annue a diversi livelli di non superamento, secondo il significato già visto prima, nella parte metodologica.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 94

Sul territorio regionale sono presenti altre stazioni meteorologiche ed agrometeorologiche come indicato in tab. 2.34.

TRAPANI BIRGI 154 SICILIA TP TRAPANI 7 37° 55' 12° 30' AM

PALERMO PUNTA RAISI 157 SICILIA PA CINISI 21 38° 10' 13° 5' ENAV

MESSINA 164 SICILIA ME MESSINA 59 38° 12' 15° 33' AM

PIETRANERA 230 SICILIA AG SANTO STEFANO QUISQUINA 158 37° 30' 13° 31' RAN

GELA 168 SICILIA CL GELA 11 37° 5' 14° 13' AM

SANTO PIETRO 231 SICILIA CT CALTAGIRONE 313 37° 7' 14° 31' RAN

LIBERTINIA 232 SICILIA CT RAMACCA 183 37° 32' 14° 34' RAN

COZZO SPADARO 175 SICILIA SR PORTOPALO DI CAPO PASSERO 46 36° 41' 15° 8' AM

AM = Rete sinottica del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica militare ENAV = Ente nazionale di Assistenza al VoloRAN = Rete Agrometeorologica Nazionale dell’Ufficio Centrale di Ecologia Agraria

Tabella 2.34 - Rete regionale stazioni

La dotazione strumentale è costituita da sensori in grado di acquisire i parametri indicati nelle tabb. 2.35 e 2.36.

Sensori installati Intervallo diacquisizione Tipo di misura Massimi e minimi Unità di misura

Temperatura aria a 2 m 60 min. Istantanea si °C

Precipitazione a 2 m 10 min. Totale no mm

Umidità relativa a 2 m 60 min. Istantanea si %

Velocità del vento a 10 m 10 min. Media no m/s

Direzione del vento a 10 m 10 min. Istantanea no gradi

Pressione atmosferica 60 min. Istantanea si hPa

Radiazione globale 60 min. Totale no KJ/m²

Tabella 2.35 - Configurazione Stazioni Trapani, Palermo, Messina, Gela, Cozzo Spadaro

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 95

Sensori installati Intervallo di acquisizione Tipo di misura Massimi e minimi Unità di misura

Temperatura aria a 2 m 60 min. Istantanea si °C

Temperatura aria a 5 cm 60 min. Istantanea si °C

Temperatura suolo a -10 cm 180 min. Istantanea si °C

Temperatura suolo a -50 cm 180 min. Istantanea si °C

Precipitazione a 2 m 10 min. Totale no mm

Umidità relativa a 2 m 60 min. Istantanea si %

Velocità del vento a 10 m 10 min. Media no m/s

Direzione del vento a 10 m 10 min. Istantanea no Gradi

Pressione atmosferica 60 min. Istantanea si hPa

Radiazione globale 60 min. Totale no MJ/m²

Eliofania 60 min. Totale no Ore

Bagnatura fogliare 60 min. Totale no Ore

Tabella 2.36 - Configurazione stazioni Pietranera, Santo Pietro E Libertinia

Figura 2.35 - Ubicazione Stazioni RAN

Obiettivo della Regione Sicilia è di mettere in rete tutte le stazioni al fine di creare una rete di monitoraggio integrata soggetta a verifiche periodiche ed a validazione e certificazione dei dati che potrà:

garantire l’affidabilità dei dati e dei prodotti elaborati;migliorare il servizio verso l’utenza;favorire l’omogeneità dei comportamenti del personale preposto alle attività di manutenzione stazioni,acquisizione, validazione e diffusione dei dati.

La rete sarà composta da:

stazioni periferiche di rilevamento;rete di telecomunicazione;centro di acquisizione elaborazione dati con sede a Palermo.

Le stazioni periferiche di rilevamento e la rete di telecomunicazione potranno costituire la rete di telemisura.Le stazioni saranno suddivise essenzialmente in 4 categorie:

stazioni agro-meteorologiche;stazioni meteorologiche;stazioni idrometriche;stazioni idrometeorologiche.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 96

Alcune delle stazioni fungeranno da ripetitori radio garantendo le telecomunicazioni dei dati.Il personale provvederà quotidianamente alle operazioni di acquisizione ed archiviazione dei dati monitorati dalle

periferiche della rete in tempo reale, verificandone l’integrità e la consistenza temporale ed analizzando i valori con l’ausilio di programmi che evidenziano: ripetitività dei dati, superamento di valori soglia e presenza di aberrazioni. Ulteriori controlli verranno operati confrontando anche graficamente la consistenza e l’evoluzione temporale dei fenomenitra stazioni circostanti o tra diversi parametri meteorologici correlati.

Sempre a cura del personale addetto saranno periodicamente eseguiti presso la stazione meteorologica gli interventi di manutenzione atti a garantire il corretto funzionamento dei sensori, la loro sostituzione in caso di guasto, o il loro controllo in caso di dubbio funzionamento.

2.2.3 Considerazioni climatiche sulla Sicilia

La climatologia è la scienza che studia i macroclimi ed i microclimi. Per macroclima si intende l’effetto risultante dalla combinazione dei vari fattori meteorologici che caratterizzano una regione in un lungo periodo; per microclima invece si intende l’effetto risultante dei vari fattori meteorologici che caratterizzano una piccola area del territorio.

I fattori meteorologici sono: la temperatura dell’aria, le precipitazioni, la pressione atmosferica, l’umidità relativa, lo stato del cielo, il regime dei venti, la radiazione solare. La combinazione dei vari fattori in un preciso istante fornisce la condizione del tempo.

L’analisi di queste condizioni può avere risvolti applicativi molto vasti e interessare numerosi campi delle attività umane, come la gestione del territorio nei suoi vari aspetti, la salvaguardia dell’ambiente e tutte le attività diprogrammazione, sia a livello politico che tecnico.

La conoscenza dettagliata del clima in tutte le sue manifestazioni consente di guardare i fenomeni atmosferici più come risorsa utile che come avversità.

Tra i settori maggiormente interessati alla climatologia ricordiamo:

l’agricoltura, sia a livello di programmazione in generale, sia per la scelta della destinazione nei diversi comprensori;la protezione dalle avversità atmosferiche, attraverso l’individuazione dei migliori mezzi necessari a limitarne i danni;l’idrologia, in relazione alla problematica dei dissesti e della conservazione del suolo ad alla gestione delle risorse idriche;la protezione dell’ambiente, sia agricolo che urbano, anche in relazione alla diffusione di sostanze inquinanti.In agricoltura disporre di studi climatici dettagliati consente di definire specificamente e con precisione la vocazionalità dell’ambiente nei confronti di una determinata coltura.

E’ noto, infatti, che aree anche geograficamente vicine possono presentare differenze climatiche talvolta consistenti, soprattutto in dipendenza di una differente situazione orografica o topografica.

Non tenere conto di questi elementi può comportare scelte sbagliate, con notevoli ripercussioni economiche ed ambientali.

La conoscenza approfondita dell’andamento di alcuni elementi meteorologici (radiazione solare, vento, ecc.) può essere di grande aiuto, inoltre, per la definizione dei criteri costruttivi degli apprestamenti protettivi (serre, tunnels, ecc.).

Un altro settore, assai caro soprattutto all’agricoltura del Meridione, in quanto legato ai problemi della cronica e crescente carenza d’acqua, è quello dell’idrologia. L’acqua è una risorsa insostituibile e preziosa, anche perché, purtroppo, limitata e sempre più contesa tra i diversi ambiti delle attività umane. Per questo è necessario gestirla in modo ottimale.

Studio del clima

I principi della climatologia trovano, oggi, ampia applicazione in varie branche della scienza, quali la geomorfologia, l’agricoltura, la biologia, l’ecologia, la bioclimatologia, ecc..

Il clima è uno dei fattori che condizionano le caratteristiche del paesaggio terrestre, sia sotto l’aspetto panoramico che dal punto di vista degli equilibri biologici.

La morfologia superficiale della terra è continuamente modificata dall’erosione esercitata dal vento e dalle acque meteoriche, talvolta in forma rovinosa: frane, spostamento di litorali, dilavamento di terreni agrari, ecc..

Le condizioni atmosferiche e quelle del suolo (umidità, temperatura, pedologia) influenzano lo sviluppo e la crescita delle piante, la produzione di vegetali e, quindi, la loro distribuzione sulla crosta terrestre.

Le caratteristiche fisiche dell’Habitat sono in stretta correlazione con la ripartizione delle specie animali nelle varie parti della terra e ne influenzano la mobilità: fauna stanziale o migrante.

Ai vari elementi climatici è stata sempre riconosciuta un’azione importante nel rapporto con gli organismi. Questa constatazione, che ha avuto alterne vicende, torna oggi più che mai alla ribalta riconoscendo in questi elementi una concausa nella patogenesi di alcune forme morbose e, per altro aspetto, in azione di medicina preventiva e terapeutica.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 97

Le informazioni della climatologia dinamica (inversione di temperatura, stabilità dell’aria, rosa dei venti,precipitazioni) permettono di individuare le condizioni meteoclimatiche critiche nei riguardi della salvaguardiadell’ambiente dall’inquinamento atmosferico.

La conoscenza dell’evoluzione del clima nel tempo costituisce la base per prevedere le mo dalità dei fenomeni di diffusione e, quindi, per intervenire opportunamente al fine di evitare manifestazioni pericolose. Inoltre un’analisi basata sui dati rilevati in periodi temporali superiori ai dieci anni può consentire di effettuare una razionale localizzazione delle aree industriali.

Tra le modalità ed i criteri utilizzabili per valutare il clima, possiamo sinteticamente citare:

a) metodo analitico;b) metodo degli indici climatici;c) metodo sinottico o genetico.

Il metodo analitico prevede il calcolo delle medie (giornaliere, mensili od annue) dei principali elementi del clima (temperatura, insolazione, precipitazioni) considerandoli separatamente ed elaborando delle tabelle. Confrontando i risultati per località diverse, si può mettere in evidenza l’appartenenza a determinatati tipi climatici. In base a questo metodo il clima di una data località o zona geografica può essere definito come “l’insieme delle condizioni meteorologiche cheinfluiscono costantemente e spiccatamente sulla morfologia, idrografia e vegetazione del territorio e che quindi possono considerarsi tipiche”.

Il metodo degli indici climatici consiste nel costruire degli indici empirici che esprimono l’effetto complessivo dei singoli elementi climatici. Esso, infatti, si basa sulla considerazione che i diversi parametri climatici non concorrono singolarmente a definire il clima di una qualsiasi località, bensì combinandosi tra loro nel modo più vario possibile, anche se si assumono soltanto i valori medi.

Il metodo sinottico si inquadra in una linea di ricerca, abbastanza recente, la quale analizza i principali elementi della circolazione atmosferica generale e ne studia la ripartizione media sulla superficie terrestre, oppure considera ladistribuzione media stagionale delle principali masse d’aria. In relazione a quest’ultimo metodo si può introdurre un altro concetto di clima basato sulla individuazione della sequenza degli strati dell’atmosfera al di sopra di un luogo, presi nella loro successione abituale.

Il metodo analitico, pur costituendo un utile primo approccio, non è completo sia perché considera solo alcune variabili, prese in modo indipendente, come caratterizzanti il clima, sia perché si basa sui valori medi, i quali possono in alcuni casi non essere significativi.

Il metodo sinottico ha d’altra parte l’inconveniente di non delimitare i singoli tipi climatici mediante valori numerici e neppure con formule, per cui l’appartenenza di una stazione ad un tipo di clima o ad un altro simile può essere dedotta in via approssimativa; è, poi, un ostacolo rilevante il fatto che la rete di osservazioni sinottiche comprende semplicemente le stazioni dell’aeronautica Militare.

Lo studio climatologico di località o aree geografiche mediante la determinazione di un indice climatico più o meno emp irico consente di migliorare od integrare le informazioni desunte con gli altri metodi.

Indici climatici

Una classificazione della superficie terrestre in tipi climatici può essere ottenuta basandosi su una particolarecaratteristica del clima, per esemp io la marittimità, che si presenta con diversa intensità nelle varie parti della terra, o su un fattore ecologico sfavorevole che fa sentire la sua influenza sia sulla litosfera che sulla via vegetale e sulle attività umane e può condizionare l’ambiente a volte a tal punto da rendere impossibile la vita, come è il caso dell’aridità dei deserti.

Per stabilire una graduatoria dell’intensità con cui si ripartiscono i suddetti fattori, si elaborano particolari indici climatici a cui si fanno corrispondere determinati tipi di clima: marittimo, di transizione, continentale od umido, semiarido, arido.

In particolare sono stati presi in esame l’indice di marittimità K nella forma elaborata dal climatologo russo N.N. Ivanow (1959) e l’indice di umidità globale I del climatologo americano C.W. Thornthwaite (1955). Nelle tabb. 2.37 -2.39è indicata la distribuzione per tipo climatico.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 98

Distribuzione per tipo climaticoDebolmente marittimo (A)

I - Arido LampedusaII - Semiarido Ustica, Palermo P.R., Trapani, Gela aeronautica, Pantelleria

Debolmente continentale (B)I - Arido Cozzo SpadaioII - Semiarido Stromboli, Isola delle Femmine, Capo San Vito, Marsala, Mazzara del Vallo,

LicataIII - Da subumido a subarido Ganzirri, Messina, Tindari, Cefalù, S.Marina Salina

Debolmente continentale (C)I - Arido Gela idrograficoII - Semiarido Palermo Osservatorio, Partitico, Sciacca, Catania, Agrigento, Siracusa, VittoriaIII - Da subumido a subarido Ciminna, Partanna, AcirealeV - Umido San FratelloIX - Per umido Floresta

Moderatamente continentale (D)II - Semiarido Castelvetrano, Caltanissetta, CaltagironeIII - Da subumido a subarido San Giuseppe Iato, Taormina, Corleone, Piedimonte Etneo, Lercara Friddi,

Prizzi, Bidona, Racalmuto, MineoIV - Da subumido a umido Ficuzza, Petralia Sottana, Piano del Leone, Piazza ArmerinaVI - Umido Linguaglossa, Zafferana Etnea, Enna

Moderatamente continentale (E)II - Semiarido MazzarinoIII - Da subumido a subarido Palermo ist. zoot., Monreale, Gioia Bassoria, Monterosso Almo, RagusaV - Umido ViagrandeVII - Umido Nicolosi

Tabella 2.37 - Distribuzione per tipo climatico

Tipo climatico K% Tipo climatico K%

1 estremamente oceanico < 47 6 debolmente continentale 101 - 121

2 oceanico 48 – 57 7 moderatamente continentale 122 - 146

3 moderatamente oceanico 57 – 68 8 continentale 147 - 177

4 marittimo 69 – 82 9 fortemente continentale 178 - 214

5 debolmente marittimo 83 – 100 10 estremamente continentale > 214

Tabella 2.38 - Tipo climatico

Tipo climatico 1%Per umido 100 e oltreUmido 80 100Umido 60 80Umido 40 60Umido 20 40Da umido a subumido 0 20Da subumido a subarido -33 0Semiarido -66 -33Arido -100 -66

Tabella 2.39 - Tipo climatico

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 99

2.2.3.1 Caratteristiche generali

La Sicilia grazie alla sua posizione geografica, gode di un clima particolarmente mite che consente una vegetazione rigogliosa in tutte le stagioni dell’anno; la sua forma triangolare, ed il suo sistema montuoso determinano la suasuddivisione in tre distinti versanti:

- il versante settentrionale, da Capo Peloro a Capo Boeo, per circa 6.630 km²;- il versante meridionale, da Capo Boeo al Capo Passero, per circa 10.754 km²;- il versante orientale dal Capo Passero al Capo Peloro, per circa 8.072 km².

D'estate, quando l'Anticiclone si estende, la regione entra nella zona delle alte pressioni. La prima conseguenza è che vengono a cessare i venti dominanti e a stabilirsi venti locali, quali le brezze. Nella fascia costiera la temperatura inferiore del mare nelle ore centrali della giornata tende a stabilizzare le masse d’aria e ad impedire lo sviluppo di celletemporalesche.

La distribuzione delle piogge nei tre distinti versanti ha, in genere, caratteristiche diverse in dipendenza della esposizione dei versanti stessi e dei venti in essa predominanti.

Le precipitazioni non appaiono così scarse come si potrebbe pensare e la loro quantità è fortemente influenzata dall’altitudine: dalle piane costiere dei lati sud-ovest ed est dell’isola ove si è al di sotto dei 500 mm annui, si sale ad oltre 1.100 mm sui rilievi dominanti Palermo sui Peloritani e sulle Caronie, mentre infine si toccano i 1.400 mm sul monte Etna.

Il carattere fondamentalmente mediterraneo del clima dell’isola evidenzia una concentrazione di pioggia nelle stagioni autunnale ed invernale, particolarmente in quest’ultima, ed una deficienza di precipitazione nelle altre due stagioni, specialmente durante l’estate.

La quantità di pioggia appare molto variabile da un anno all’altro e le piogge, spesso concentrate in brevi, talora brevissimi tempi, assumono carattere di particolare violenza.

Nel versante meridionale i valori delle precipitazioni medie annue e stagionali si mantengono inferiori agli analoghi valori degli altri versanti mentre le maggiori precipitazioni medie ricadono nel versante settentrionale, negli intervalli di quota compresi fra 250 e 750 m.

Soprattutto per il versante meridionale la stagione estiva risulta povera di piogge e con lunghi periodi di siccità.La Sicilia, come altre aree mediterranee, risulta particolarmente interessata da potenziali fenomeni di desertificazione,

che conducono alla perdita irreversibile di suolo fertile. Il clima delle aree montuose, con forti escursioni diurne e piogge più abbondanti, è condizionato dall’altitudine e

dall’esposizione, che variano fortemente da luogo a luogo.La temperatura non è governata solo dalla normale diminuzione con la quota. Infatti a questa si associa anche il

fenomeno dell’inversione termica, per cui l’aria più fredda e quindi più pesante tende a raccogliersi a fondovalle,specialmente durante l’inverno.

L’aria più rarefatta e trasparente determina una intensa radiazione globale che nel periodo estivo è causa di una magiore nuvolosità rispetto alla pianura, per lo sviluppo di cumuli di origine termoconvettiva che possono portareprecipitazioni sotto forma di locali rovesci. L’inverno è caratterizzato da maggiore serenità. La neve permane per qualche settimana a quote più elevate durante il periodo invernale.

La particolarità del litorale è determinata dalla vicinanza al mare, la cui influenza e i cui venti umidi e le brezze penetrano abbastanza nell’interno del territorio. L’alternanza delle brezze nella fascia litoranea è tipica del periodo caldo in situazioni prevalentemente anticicloniche, quando l’assenza di correnti di circolazione generale, attiva le circolazioni locali dovute alle discontinuità termiche fra mare e terra. Durante il giorno si sviluppa la brezza di mare che raggiunge la massima intensità nelle ore pomeridiane. La brezza notturna è perpendicolare alla costa.

2.2.3.2 Le precipitazioni

La precipitazione media annua (fig. 2.36), considerando i dati del periodo 1965-94 (fonti: Ufficio Idrografico di Palermo, ed al.), se si considera l’indice 95 percentile varia da poco più di 500 mm riscontrabili nella parte più meridionale della Regione Sicilia (provincia di CL) fino ad oltre 2.000 nella zona dell’Etna (CT).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 100

Figura 2.36 - Distribuzione delle precipitazioni medie annue (95 percentile) per il periodo 1965-1994

Se si considera l’indice 5 percentile varia da poco più di 100 mm riscontrabili nella parte più meridionale della Regione Sicilia (provincia di CL) fino ad oltre 1.000 nella zona dell’Etna (CT).

Figura 2.37 - Distribuzione delle precipitazioni medie annue (5 percentile) per il periodo 1965-1994

L’andamento delle precipitazioni medie annuali si può ritenere crescente da Sud a Nord. Alla relativa uniformità della pianura e delle zone collinari, si contrappone una notevole variabilità riscontrabile nella fascia montana. Notevole è l’incremento nel cono dell’Etna rispetto alle aree circostanti.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 101

La distribuzione delle precipitazioni nel territorio della Sicilia è in parte determinato dalla configurazione orografica che influenza il regime delle precipitazioni, anche per quanto riguarda la loro intensità.

Il numero di giorni piovosi annui (fig. 2.38) assume un andamento sul territorio simile a quello delle precipitazioni ossia decrescente verso sud fino, con valori compresi tra i 30-40 giorni nella pianura di Catania ed in provincia di Ragusa, tra i 70 e i 80 giorni nella fascia settentrionale e generalmente superiori a 90 giorni nelle zone montane della provincia di Messina.

Figura 2.38 - Distribuzione dei giorni piovosi medi annui per i periodi 1965-1994

2.2.3.3 Le temperature

Con l’ausilio delle carte delle temperature medie, delle massime nel mese più caldo e delle minime nel mese più freddo e della carta delle escursioni termiche medie annue è possibile evidenziare un maggiore livello di approfondimento sulle differenze climatiche esistenti tra le diverse aree territoriali, in relazione agli effetti che alcune caratteristiche geografiche e topografiche esercitano sull’estrinsecazione dei valori termici giornalieri (temperature massime e minime diurne).

Dalla distribuzione dei valori di temperatura su base stagionale si evince che, per quanto riguarda i valori massimi nel mese più caldo (fig. 2.39), le temperature più elevate vengono misurate aree estese in provincia di Trapani, Caltanissetta e Siracusa, con valori medi superiori a 32°C in estate. Queste sono zone dell’entroterra caratterizzate da debole circolazione o aree esposte a venti di Libeccio in provincia di Trapani e di Scirocco nelle altre. Valori leggermente inferiori si osservano i litorali e nelle zone che beneficiano della brezza di mare. Un settore più fresco è la l’area dell’Etna, nella quale la temperatura diminuisce abbastanza regolarmente con la quota.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 102

Figura 2.39 - Distribuzione della media delle temperature massime del mese più caldo per i periodi 1965-1994

Se nel periodo invernale la debolezza dei venti e il grado di umidità delle masse d’aria presenti nei bassi strati delle aree di pianura, favoriscono l’aumento della concentrazione di sostanze inquinanti nei bassi strati dell’atmosfera, nel periodo estivo favoriscono condizioni di afa (atmosfera calda e umida) e di conseguente disagio fisico. L’aumento delletemperature e dell’insolazione favoriscono inoltre la crescita di pericolosi inquinanti secondari quali l’ozono.

In autunno e in inverno (fig. 2.40) l’area a temperature massime più alte si sposta sulla lungo le fasce costiere dato che tali zone subiscono quindi un raffreddamento inferiore.

Figura 2.40 - Distribuzione della media delle temperature massime invernali per uno dei mesi invernali (febbraio) per i periodi 1965-1994

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 103

In inverno (fig. 2.41) le temperature minime risultano più elevate nelle stazioni litoranee. Le più basse minime si osservano sui rilievi al di si sopra di una certa quota.

Figura 2.41 - Distribuzione della media delle temperature minime del mese più freddo per i periodi 1965-1994

Carta delle temperature medie annue

Tale carta, ancorché di tipo generale, fornisce già una buona idea sulla diversificazione climatica della regione. A parte la possibilità di un uso diretto dei dati in essa presenti, per gli scopi che richiedono solo un livello minimo diapprofondimento, essa, attraverso un criterio di similitudine, può anche servire come base per la scelta delle stazioni meteorologiche che meglio rappresentano l’area di interesse. In fig. 2.42 è facile riscontrare valori più elevati lungo la fascia costiera che vanno progressivamente decrescendo andando verso le aree interne ed ancora maggiormente nelle zone montuose (Madonne, Nebrodi Peloritani) e vulcaniche (Etna).

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 104

Figura 2.42 - Temperature medie annue

Per quanto concerne le escursioni termiche medie annue (fig. 2.43) è facile riscontrare valori più contenuti lungo la fascia costiera (13-15 gradi) e valori sensibilmente più elevati nelle zone montuose (Madonne, Nebrodi Peloritani) e vulcaniche (Etna).

Figura 2.43 - Escursioni termiche medie annue

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 105

2.2.3.4 Peculiarità del clima della Sicilia e Schede del Profilo Climatico della Sicilia (Fonte ENEA)

Per ciascuna località è data una scheda divisa in due o tre pagine, secondo la disponibilità dei dati. La struttura delle pagine è fissa. La prima contiene l’intestazione completa della scheda e le tabelle con i valori numerici delle grandezze disponibili; le altre danno grafici ed istogrammi delle stesse grandezze. La terza pagina manca del tutto se non sono disponibili i dati di copertura del cielo, vento e precipitazioni.

IntestazioneDati del comune

- Nome- Altitudine- Coordinate geografiche- Zona climatica- Gradi – giorno

Profilo climaticoRiporta un grafico con la classificazione dei mesi ed una tabellina con il tipo di profilo e la percentuale di anno in cui è

necessario riscaldare (RISC) o raffreddare (RAFF) per garantire il comfort ambientale.

Temperature mensiliValori medi mensili di :

- temperatura minima MIN MEDIA- temperatura massima MAX MEDIA- temperatura media MEDIA

Valori estremi mensili di :

- temperatura minima MIN ESTR- temperatura massima MAX ESTR

intesi come quei valori che si verificano in media almeno una volta all’anno.

Sole e nuvoleValori medi mensili di :

- Eliofania (durata giornaliera dell’insolazione)- Radiazione solare al suolo sul piano orizzontale (giorno medio mensile)- Decimi di cielo coperto- Numero di giorni sereni (copertura del cielo <= 4 decimi)

Vento

- Le due direzioni di provenienza più frequenti in ciascun mese- Velocità media nel mese- Velocità massima del mese (= media + deviazione standard)- Numero di giorni ventosi nel mese (velocità medi a > 3.3 m/s)

Precipitazioni

- Valore medio mensile dei mm di pioggia + neve e grandine fuse- Numero di giorni piovosi (precipitazione totale giornaliera > 1 mm)

UmiditàValori medi mensili minimo e massimo di umid ità relativa ricavati dalle formule psicometriche. Per la Sicilia sono

disponibili le schede relative alle località indicate nella seguente immagine.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 106

Figura 2.44 – Ubicazione località stazioni

Carte degli indici climatici

Gli indici climatici sono delle particolari elaborazioni con cui si riassumono, in uno o pochi numeri e/o simboli, le condizioni climatiche di una località, utilizzando soltanto alcuni principali parametri meteorologici (in genere, temperatura e precipitazioni).

Le carte ottenute sono relative a cinque diverse classificazioni climatiche, proposte negli anni passati da diversi climatologi, geografi e botanici che si sono occupati dell’argomento: indice pluviometrico di Lang, indice di aridità di De Martonne, quoziente pluviometrico di Emberger, indice globale di umidità di Thornthwaite e indice bioclimatico di Rivas-Martinez. L’ultimo indice è stato elaborato in considerazione delle sempre più frequenti segnalazioni e richieste da parte di molti studiosi e tecnici, che affrontano lo studio sulle conoscenze del territorio in chiave bioclimatica, guardando quindi principalmente alle interazioni fra clima e biosfera, vegetali in particolare.

L’utilità di queste carte, come peraltro dei dati puntuali, consiste nella definizione sintetica delle specificità climatiche delle distinte zone dell’Isola, secondo diversi approcci metodologici messi a punto dai vari Autori nel tempo, che nel caso specifico sono caratterizzati da livelli di complessità crescente, nell’ordine di elencazione visto sopra.

Come già indicato nel volume “Climatologia della Sicilia”, gli indici di classificazione che sembrano interpretaremeglio la situazione regionale, sono quelli proposti da De Martonne, da Thornthwaite e da Rivas-Martinez. Laclassificazione di Lang appare infatti poco adatta a distinguere le diverse aree dell’Isola, tendendo ad enfatizzare l’aridità mentre all’opposto quella di Emberger tende ad ampliare eccessivamente le classi di clima umido, raggruppando situazioni mesoclimatiche caratterizzate da evidenti diversità.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 107

Figura 2.45 - Indici climatici: Pluviofattore di Lang

Figura 2.46 - Indice di aridità di De Martonne

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 108

Figura 2.47 - Quoziente pluviometrico di Emberger

Disponendo di serie storiche complete di dati solo per la temperatura dell’aria e le precipitazioni, almeno relativamente ad una rete di stazioni di densità accettabile, la scelta ricade su quelle equazioni che utilizzano soltanto questi dueparametri, quale ad esempio quella di Thornthwaite (1957). Il bilancio idrico del suolo secondo Thornthwaite-Mather è stato tra l’altro indicato come metodo standard per il calcolo del regime idrico dei suoli a livello tassonomico, dalla Soil Taxonomy, del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti d’America, (U.S.D.A.) (1975).

Figura 2.48 - Indice globale di Thornthwaite-Mather

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 109

Figura 2.49 - Indice bioclimatico di Rivas-Martinez

Evapotraspirazione e desertificazione

I fattori che influenzano i processi di desertificazione sono di diversa natura, ma riconducibili in gran parte al clima e alle attività antropiche. Alcune di tali cause sono state già considerate dalla Regione Siciliana in una prima proposta metodologica per la realizzazione di una carta regionale della vulnerabilità alla desertificazione. E’ già però in corso un’analisi più dettagliata, che consideri ulteriori importanti aspetti del fenomeno: incendi a carico della vegetazione, salinizzazione, pressione di pascolamento, perdita di sostanza organica, ecc.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 110

Figura 2.50 - Carta delle aree vulnerabili alla desertificazione

Carte dell’evapotraspirazione potenziale annua

La disponibilità di dati climatici, pedologici e colturali consente lo studio delle condizioni idriche dei suoli erappresenta uno degli strumenti più validi per un corretto e razionale uso della risorsa acqua in campo agronomico e territoriale, indicando in particolare la presenza di zone più o meno deficitarie dal punto di vista della disponibilità idrica, e permettendo, nel contempo, di classificare i territori in base al livello di marginalità pedoclimatica.

Lo studio del bilancio idrico dei suoli di un ambito territoriale, specie se questo è vasto ed eterogeneo, comporta sempre delle inevitabili semplificazioni dei fenomeni fisici e i dei processi fisiologici che interagiscono nel sis tema terreno – pianta - bassa atmosfera.

Tali considerazioni conducono alla scelta di una metodologia che utilizzi delle relazioni empiriche per il calcolo del bilancio idrico, in particolare per quanto riguarda l’evapotraspirazione potenziale (ETP).

L’applicazione dei risultati di questa elaborazione risulta utile per conoscere le potenziali perdite evapotraspirative che caratterizzano le diverse aree territoriali della regione a livello annuo. L’utilità principale consiste, ad esempio, nella possibilità di valutare i diversi ambienti, in relazione ai fabbisogni annui di acqua irrigua e consente quindi di definire le caratteristiche progettuali delle strutture di raccolta e degli impianti di distribuzione della stessa.

Le carte mensili oltre a consentire un maggiore dettaglio per gli stessi scopi ora detti, permettono di definire più correttamente i parametri che caratterizzano la distribuzione dell’acqua nel corso della stagione irrigua, sia a livello aziendale che a livello consortile.

E’ bene sottolineare ancora una volta che trattandosi di informazioni climatiche, e quindi medie, le carte danno la possibilità di conoscere la situazione che normalmente si verifica in una zona, e quindi trovano possibilità applicative nelle fasi di stima, pertanto a priori, dei fenomeni studiati.

Riguardo agli aspetti gestionali lungo la stagione corrente, l’utente, pur potendo trarre delle buone informazioni di massima dalle carte dell’evapotraspirazione potenziale, dovrà comunque valutare la situazione del presente (datometeorologico), con altri strumenti operativi (modelli di bilancio idrico), che consentono un affinamento della tecnica irrigua, anche attraverso eventuali confronti con il dato climatico presente nella carte stesse.

Infine, anche in questo caso va ricordato che i valori riportati sulle carte sono quelli medi annui.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 111

Figura 2.51 - Evapotraspirazione potenziale – Medie annue

2.2.3.5 Precipitazioni di massima intensità e loro frequenza probabile

L’analisi degli eventi pluviometrici intensi può essere eseguita elaborando i dati annui di precipitazione di massima intensità per le durate di 1 ora e 1 giorno, delle serie storiche dal 1965 al 1994. La legge utilizzata per rappresentare la distribuzione empirica delle frequenze delle piogge massime è quella del valore estremo di Gumbel, ricorrentementeimpiegata nella regolarizzazione delle stesse. L’elaborazione statistico-probabilistica permette di stimare le altezzemassime di precipitazione per assegnati tempi di ritorno che, come noto, rappresentano il numero medio di anni entro cui il valore di pioggia calcolato, viene superato una sola volta. In conclusione è possibile redigere le carte regionali della piovosità per le durate ed i tempi di ritorno esaminati ovvero delle altezze di pioggia che, per le durate di 1 ora e 1 giorno, ci si attende non vengano superate, a meno di un rischio valutato attraverso il tempo di ritorno (10, 50 e 100 anni).

Sono state elaborate carte tematiche indicanti medie mensili e medie decadiche di piovosità ed anche carte tematiche indicanti i giorni piovosi mensili e decadici. Tali elaborati sono omessi dal presente documento.

2.2.3.6 Individuazione e caratterizzazione delle condizioni meteorologiche tipiche e/o frequenti sfavorevoli alladispersione degli inquinanti

Gli enti gestori delle stazioni meteorologiche presenti in tutto il territorio regionale; forniscono i dati di direzione e velocità del vento al fine di determinare i parametri micrometeorologici secondari (in particolare: stabilità atmosferica) e per lo studio delle caratteristiche di ventilazione delle varie zone della regione.

La stabilità atmosferica può essere caratterizzata con diversi metodi, fra questi in particolare quelli basati su:- il numero di Richardson dei flussi, Rf , ovvero il rapporto tra il tasso di dissipazione (o produzione) di turbolenza

termica e il tasso di turbolenza dovuta a sforzi tangenziali di scorrimento (rispettivamente Rf < 0, = 0 e > 0 per condizioni instabili, neutre e stabili);

- la lunghezza di Monin-Obukhov, L che può definirsi come l’altezza sopra il livello del suolo per cui la produzione di turbolenza meccanica eguaglia quella termica (1/L < 0, =0 e > 0 rispettivamente per condizioni instabili, neutre e stabili);

- metodi empirici, tra cui il più famoso è lo schema di Pasquill, presentato nella tab. 2.40, i cui parametri di riferimento sono l’intensità del vento al suolo, la radiazione solare e la copertura del cielo.

Metodi alternativi a quello di Pasquill utilizzano il valore della deviazione standard della direzione orizzontale del vento, il cosiddetto ‘sbandieramento’, oppure la valutazione del gradiente termico verticale, zT / , grandezzadirettamente connessa al significato fisico di stabilità atmosferica (tab. 2.41).

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 112

Insolazione (W/m2) Stato del cielo notturnoVelocità del

vento al suolo (m/sec)

Forte>700

Media350 - 700

Debole<350

Copertura>4/8

Copertura<4/8

<2 A A - B B2 – 3 A - B B C E F3 – 5 B B - C C D E5 – 6 C C - D D D D

>6 C D D D DA= instabilità forte, B= instabilità media, C= instabilità debole, D= neutralità, E= stabilità debole, F= stabilità forte

Tabella 2.40- Definizione delle classi di stabilità di Pasquill

Grado di stabilità Categoria di Pasquill Deviazione standard

Gradiente termico verticale

zT / (°C/100m)Instabilità forte A 22,5° <-1,9Instabilità media B 17,5° - 22,5° da -1,9 a -1.7Instabilità debole C 12,5° - 17,5° da –1,7 a –1,5Neutralità D 7,5° - 12,5° da –1,5 a –0,5Stabilità debole E 3,75° - 7,5° da –0,5 a 1,5Stabilità forte F <3,75° >1,5

Tabella 2.41 - Definizione delle categorie di stabilità in funzione della fluttuazione della direzione orizzontale del vento e del gradiente termico verticale

Le diverse definizioni, in effetti, non sono del tutto coincidenti (soprattutto perché le grandezze che individuano le classi hanno significati diversi) per cui può accadere che la medesima situazione atmosferica venga attribuita, a seconda del metodo utilizzato, a due classi di stabilità distinte.

Nel volume 15 dell’ENEL e SMAM “Caratteristiche diffusive dei bassi strati dell’atmosfera” sono riportati i dati concernenti la distribuzione delle frequenze mensili, stagionali ed annuali delle classi di stabilità della Regione Sicilia. Le tabelle di ENEL SMAM saranno implementate in un database relazionale per poter effettuare ulteriori elaborazioni statistiche ed elaborazioni grafiche. I dati più significativi sono: stabilità verticale dell’atmosfera, direzione del vento e velocità del vento. I dati sono relativi alle stazioni indicate anche in tab. 2.42 e fig. 2.52.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 113

REGIONE INDICATIVO NUMERICO e NOME DELLA STAZIONE LATITUDINE LONGITUDINE ALTITUDINE

(m)400 USTICA 38° 42' 13° 11' 250405 PALERMOPUNTA RAISI 38° 11' 13° 06' 21410 PALERMO BOCCADIFALCO 38° 07' 13° 19' 105416 STROMBOLI 38° 48' 15° 15' 4420 MESSINA 38° 12' 15° 33' 59428 TRAPANI CHINISIA 37° 53' 12° 32' 74429 TRAPANI BIRGI 37° 55' 12° 30' 7430 MARSALA 37° 48' 12° 27' 1434 PRIZZI 37° 43 13° 26' 1034436 SCIACCA 37° 31' 13° 05' 113440 LICATA 37° 05' 13° 55' 134442 GIBILMANNA 37° 59' 14° 01' 800444 FINALE 38° 01' 14° 10' 35450 ENNA 37° 34' 14° 17' 940453 GELA 37° 05' 14° 13' 11457 MONTE ETNA 34° 41' 14° 59' 1881459 CATANIA SIGONELLA 37° 24' 14° 55' 22460 CATANIA FONTANAROSSA 37° 28' 15° 03' 11462 AUGUSTA 37° 14' 15° 12' 7464 SIRACUSA 37° 03' 15° 16' 2470 PANTELLERIA 36° 49' 11° 58' 191480 COZZO SPADARO 36° 41' 15° 08' 46

SICILIA

490 LAMPEDUSA 35° 30' 12° 36' 16Tabella 2.42 – Stazioni per le quali sono state calcolate le classi di stabilità

I numeri che precedono il nome della stazione sono quelli di identificazione utilizzati dal Servizio Meteorologico A.M.

Fig. 2.52 - . Ubicazione stazioni

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 114

Le classi di stabilità di Pasquill modificate, calcolate nell’ambito di uno studio condotto sui dati di tutte le stazioni, secondo la tab. 2.43, saranno riportati nella prima revisione del presente Piano.

Giorno Notte

Radiazione solare W/m2 Nuvolosità ottavi

>750 600<<750 450<<600 300<<450 150<<300 <150

TramontoAlba

0-3 4-7 80<<1 A A A B B C D F F D1<<2 A A B B B C D F F D2<<3 A B B B C C D F E D3<<4 B B B B C C D E D D4<<5 B B C C C C D E D D5<<6 C C C D D D D D D D

>6 C C D D D D D D D DTabella 2.43 - Definizione delle categorie di stabilità in funzione della fluttuazione della direzione orizzontale del vento e del gradiente termico verticale

Tipicamente le classi stabili (E e F) favoriscono la formazione di inquinanti primari e sono collegate a scarsaventilazione e a notti serene con forte inversione termica; le classi neutre (D) sono collegate a situazioni ventose e/o con cielo coperto, favorevoli alla dispersione degli inquinanti; le classi instabili (A, B e C) sono causate da forte irraggiamento solare e scarsa ventilazione, sono situazioni di rimescolamento atmosferico, che però possono essere collegate a formazione di inquinanti secondari se accompagnati da scarsa ventilazione.

I risultati dello studio saranno interpolati geograficamente al fine di fornire una distribuzione delle classi di stabilità atmosferica. Saranno forniti anche i dati riassuntivi sulla ventilazione media e sulla percentuale di calme per le varie stazioni.

2.2.3.7 Condizioni meteorologiche tipiche e/o frequenti favorevoli alla formazione di inquinanti secondari

Nel documento EPA “Guideline for developing an Ozone Forecasting Program” del Luglio 1999 si propongono vari metodi per la previsione degli episodi acuti di concentrazione di Ozono. Tra i più semplici c’è il metodo dei “Criteri” (4.1.3), che suggerisce di partire dall’individuazione di alcuni parametri meteorologici correlati ai superamenti dideterminate soglie di inquinamento. Come primo criterio si ricorda che spesso la temperatura al di sopra di una certa soglia è ben correlata con i massimi di concentrazione di Ozono, e si individua la soglia in 28°C. Tale valore è solo indicativo in quanto bisognerebbe trovare i valori più adeguati per ogni zona e ogni mese e valutare contemporaneamente laventilazione. L’andamento ed il trasporto di ozono nel periodo estivo è legato anche ai regimi di brezza, dominanti a scala locale nel periodo caldo, con la classica alternanza giornaliera tra circolazione di mare e di terra. L’andamento dell’ozono,strettamente legato alla radiazione solare, sembra risentire di questo scambio di circolazione tra il giorno e la notte.

In base a quanto riportato in precedenza risulta evidente che nella Sicilia le zone con ventilazione più scarsa sono anche le più esposte al raggiungimento di temperature estive elevate. Una prima stima dell’esposizione delle varie aree della regione a concentrazioni elevate di ozono può quindi essere una valutazione della frequenza con cui una soglia di temperatura elevata (28°C per esempio) viene superata nel semestre più caldo. E’ in corso di elaborazione la stesura di mappe del territorio regionale in cui saranno definite le aree che corrispondono alle stazioni meno ventilate, e in particolare quella relativa alla distribuzione della classe A. Infine è in corso di elaborazione anche una mappa della Sicilia in cui sarà riportata la % dati > 28°C , per i dati orari.

Per un’analisi più approfondita dei fenomeni considerati saranno individuate le stazioni più rappresentative della reale circolazione delle masse, d’aria anche attraverso un’attenta analisi della topografia che in una regione come la Sicilia gioca un ruolo importante nella concentrazione e dispersione degli inquinanti.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 115

2.3 ELEMENTI DI SINTESI RELATIVI ALLA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELL'ARIA“Ozono troposferico nei mesi estivi, PM10 (materiale particel lare di dimensione inferiore ai 10 milionesimi di metro) nei mesi invernali: sono gli inquinanti che periodicamente, oramai da diversi anni, salgono alla ribalta delle cronache per le elevate concentrazioni in atmosfera, concentrazioni spesso superiori ai valori limite per la protezione della salute umana e degli ecosistemi imposti dalle direttive europee. A questi si aggiunge il biossido di azoto (NO2), le cui concentrazioni attuali fanno prevedere che non sarà facile rispettare i valori limite che andranno in vigore a partire dal 2010. Sono questi gli inquinanti dell’aria “critici”, su cui si appunta l’attenzione dell’Unione Europea per la difficoltà che si riscontra in molti Stati Membri – Italia compresa – di rispettarne i valori limite” (APAT, 2007). Dal confronto con i dati di qualità dell'aria rilevati nel 2006 dalle stazioni di rilevamento gestite da enti pubblici (comuni, province, regione) con quelli già pubblicati e rilevati nel precedente anno (2005), si rileva come la qualità dell'aria generalmente sia peggiorata nelle diverse realtà del territorio urbanizzato siciliano (zone industriali e ambito urbano). In particolare si é riscontrato un aumento dei superamenti dei limiti di legge per ciò che concerne le concentrazioni di PM10nelle principali aree urbanizzate della Sicilia, nonché, in misura meno rilevante, delle concentrazioni di NO2. Rimane ancora grave la situazione relativa ai superamenti delle concentrazioni di SO2 nelle aree a rischio di crisi ambientale, ove si sono registrati soglie di allarme superate. Anche le concentrazioni di ozono non rispettano i valori limite di informazione e di allarme nell'area a rischio di crisi ambientale di Priolo; nella città di Palermo così come a Messina non si sono registrati superamenti della soglia di informazione, in netto miglioramento rispetto alla situazione del 2005. Solamente per le concentrazioni del monossido di carbonio e del benzene non si rileva alcun superamento dei valori limite imposti dalla normativa vigente, nonostante il limite sia stato ulteriormente abbassato rispetto al 2005 per le concentrazioni di benzene.Di seguito si rappresentano in tabella i limiti di concentrazione in aria di inquinanti nel rispetto della normativa vigente:

InquinantePeriodo di

riferi-mento del limite

limiti per il 2002 (entrata in vigore del DM 60/02)

limiti in vigore nel 2006

Limitegiornaliero 65 (35)* 50 (35)*

PM10 (µg/m3)Limite annuale 44,8 40

Benzene (µg/m 3) Limite annuale 10 9

Monossido Carbonio (mg/m3)

Valoregiornaliero su 8

ore16 10

Limite orario NO2 280 (18)* 240 (18)*

Limite annuo NO2 56 48Ossidi di Azoto (µg/m3)

Soglia di allarme (limite orario) 400 400

Limite orario 440 (24)* 350 (24)*

Limitegiornaliero - 125 (3)*Biossido di Zolfo

(µg/m3)Soglia di allarme

(limite orario) 500 500

Soglia di informa-zione(limite orario)

180 180

Soglia di allarme (limite orario) 240 240Ozono (µg/m 3)

Massimo sulla me-dia di 8 ore 120 120

Tabella 2.44 - Limiti di concentrazione in aria di inquinanti

2.3.1 Rete di monitoraggio della qualità dell'aria

La rete di monitoraggio della qualità dell’aria rappresenta uno degli strumenti di conoscenza di base sul territorio, indispensabile e fondamentale per la pianificazione e la programmazione degli interventi.

La conoscenza sempre più dettagliata dell’intero sistema ambientale, del suo stato e delle sue tendenze evolutive, è fondamentale e indispensabile per l’individuazione di interventi strategici capaci di orientare lo sviluppo verso la

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 116

sostenibilità. Per poter quantificare, valutare e controllare lo stato dell’ambiente e il suo costante mutamento occorre individuare quali siano gli ambiti tematici prioritari, le attività antropiche e i relativi impatti sul territorio, per individuare quindi gli obiettivi e valutare costi e benefici delle politiche da adottare.

I dati delle misurazioni, opportunamente elaborati, permettono di giudicare lo stato di qualità ambiente con riferimento ai valori limite.

La conoscenza della qualità dell’aria in relazione alle attività umane e produttive che si svolgono nel territorio regionale, è di notevole interesse in quanto permette alle autorità competenti di valutare lo stato di inquinamento dell’ambiente e di trovare gli strumenti che consentano di conciliare la produzione con la salvaguardia dell’ambiente e della salute dell’uomo.

I livelli di concentrazione in aria degli inquinanti sono monitorati presso le stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, facenti parte della più ampia e complessa rete di controllo della qualità dell’aria presente in ambito regionale e gestita da Enti Locali (Provinciali, Comunali, …) e da privati.

Il DM 20/05/1991 (abrogato dal D.Lgs. 351/99) definiva le caratteristiche delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria, classificandone le stazioni di misura secondo quattro tipologie di localizzazione:

A: background urbanoB: residenziale non direttamente influenzate dal traffico veicolareC: trafficoD: extraurbane per studiare l’inquinamento fotochimico

Gli obiettivi di una rete per il controllo della qualità dell’aria si possono riassumere in quattro punti:

Verificare e documentare il rispetto ovvero il superamento dei valori limite fissati dalla vigente normativa e darne comunicazione alle autorità competenti;Diffondere ai cittadini i valori dei livelli di inquinamento registrati giornalmenteIndividuare la dinamica dell’inquinamento ed i periodi critici, nonché fornire elementi per trovare le cause che le determinanoFornire uno strumento per migliorare la gestione del territorio per quanto concerne gli aspetti dell’inquinamentoatmosferico.

Le Direttive 99/30/CE e 00/69/CE, recepite dal DM 2 aprile 2002, n. 60, forniscono indicazioni circa il numero minimo di punti di campionamento per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle, il piombo, il monossido di carbonio e il benzene.

La determinazione del numero dei siti deve fare riferimento a due parametri: la protezione della salute umana e della vegetazione.

La Direttiva 02/3/CE sull’ozono individua invece almeno quattro tipologie di stazioni dipendenti dalla finalità della misurazione: stazioni di tipo urbano, di tipo suburbano, ai margini di agglomerati urbani e in stazioni di tipo rurale, al fine di individuare la dinamica di formazione e trasporto di questo inquinante.

La rete di rilevamento della qualità dell’aria della Sicilia è attualmente costituita da stazioni, delle quali alcune sono localizzate in punti di monitoraggio assimilabili a posizioni di misura dell’inquinamento atmosferico derivante dal traffico veicolare, da attività industriali ed altre dell’inquinamento atmosferico di fondo o di background, distribuiteterritorialmente.

Le reti di rilevamento Pubbliche (Provincia e Comune) fisse esistenti coprono un bacino di utenza che corrisponde a gran parte della popolazione siciliana e comprendono le province di Messina, Siracusa, Caltanissetta, Agrigento e i comuni di Palermo e Catania, Le altre province, tranne la provincia di Catania, sono dotate solo di mezzi mobili.

Le reti di rilevamento private più significative, sono quelle a servizio delle Centrali Termoelettriche.Da ricordare inoltre la Rete AGIP di Gela e la Reti della Cementerie di Porto Empedocle e di Augusta e del CIPA di

Siracusa.Nelle tabelle allegate, viene riportata la configurazione attuale delle reti pubbliche e private sia per quanto riguarda il

rilevamento dei parametri chimici che per quanto riguarda il rilevamento dei parametri meteorologici. Inoltre vengono riportate, per ogni centralina, sia le coordinate geografiche sia i parametri rilevati (chimici e meteorologici).

E’ da notare che la provincia di Siracusa, dove maggiormente si è sentita la necessità di un controllo (è bene ricordare a questo proposito che la zona di Siracusa-Priolo –Melilli-Augusta è stata dichiarata già nel 1990 area ad elevato rischio ambientale), è l’unica provincia in cui si sia attuata una interconnessione tra la rete pubblica (Provinciale) e le reti private (ENEL e CIPA) dando vita così ad una Rete di rilevamento maggiormente rappresentativa, sia per numero di postazioni che per i parametri rilevati, in termini di conoscenza dei reali livelli di inquinamento sul territorio.

La rete di rilevamento pubblica fa capo all’amministrazione provinciale di Siracusa e consente di tenere sotto controllo sia l’inquinamento urbano, dovuto essenzialmente, al traffico veicolare, che quello di tipo industriale; le postazioni fisse sono principalmente collocate nell’area urbana di Siracusa e presso i maggiori centri industriali.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 117

Le Reti private, come precedentemente detto, fanno capo all’ENEL e al CIPA anch’esse dislocate su tutto il territorio provinciale laddove le sorgenti di inquinamento, costituiti da insediamenti produttivi particolarmente inquinanti o didimensione significativa, mettono a rischio la salute umana e gli ecosistemi.

Oltre alle stazioni della rete fissa le Province sono dotate di mezzi mobili utilizzati per la realizzazione di campagne specifiche su tutte le parti del territorio regionale.

Gli inquinanti monitorati sono per la maggior parte dei casi quelli primari e solo in alcuni casi viene monitorato l’ozono.

Si riporta in fig. 2.53 lo schema generale dell’architettura proposta dall’ARPA Sicilia per il Sistema di Rilevamento Regionale della Qualità dell’Aria e nella fig. 2.54 lo schema di Gestione del Sistema.

Figura 2.53 - Schema Generale Architettura di SistemaIl COPA, dislocato presso alcuni dei Dipartimenti Provinciali ARPA, si occupa principalmente del controllo sul

funzionamento della rete necessario a garantire l’ottenimento dei valori e l’attendibilità degli stessi.

Figura 2.54 - Schema Gestione Sistema di Rilevamento Regionale della Qualità dell’Aria

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 118

Dopo l’acquisizione delle coordinate delle centraline di monitoraggio dell’area di interesse, si è realizzata unacartografia georeferenziata con l’indicazione delle postazioni della centraline della rete interconnessa Provincia-Eurogen.

La fig. 2.55 illustra la dislocazione delle centraline sul territorio regionale (pubbliche e private): alcune zone risultano completamente “scoperte”, altre invece, come ad esempio le aree urbane di Palermo, Catania, Pace del Mela e Messina e la provincia di Siracusa e Caltanissetta presentano un numero considerevole di siti di misura.

Per ovviare a tali lacune e al fine di rispondere ai requisiti richiesti dalla nuova normativa in tema di monitoraggio della qualità dell’aria, la Regione Sicilia si sta adoperando alla redazione del piano di ottimizzazione della rete dimonitoraggio regionale (paragrafo 7.1.2).

Figura 2.55 Mappatura stazioni per inquinante aggiornato all’anno 2005Stazioni di rilevamento del CO Stazioni di rilevamento del NOx

Stazioni di rilevamento del PM10 Stazioni di rilevamento del Benzene

Stazioni di rilevamento del SO2 Stazioni di rilevamento dell’Ozono

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 119

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 120

Tabella 2.45 – Stazioni di monitoraggio e inquinanti monitorati (Anno 2006)*Porto Empedocle_1: HC, NOx, O3, PM10 Condrò: NOx, PTS, SO2

Porto Empedocle_3: NOx, PM10 Messina (Archimede): C6H6, CO, NOx, PM10, PTSAgrigentoCentro:HC, NOx, O3, PM10, CO, SO2 Messina (Caronte): C6H6, CO, NOx, PM10, O3, SO2

AgrigentoMonserrato: NOx, PM10, SO2 Messina (Minissale): CO, NOx, PM10, PTS, SO2

Agrigento_Valle_dei_templi: NOx, PM10, SO2 Milazzo (Capitaneria di Porto): NOx, PTS, SO2

Sciacca: NOx, PM10, CO Pace del Mela (Mandravecchia): HC, NOx, PTS, SO2

Canicatti: NOx, PM10, CO, O3 S. Filippo del Mela: NOx, PTS, SO2

Licata: HC, NOx, O3, PM10, CO, SO2 S. Lucia del Mela: NOx, PTS, SO2

Raffadali: C6H6, NOx, PM10, CO Messina (Boccetta): C6H6, CO, NOx, PM10

Cammarata: O3

RET

E P

RO

VIN

CIA

LE

DI

ME

SSIN

A

Messina (Università): C6H6, COBivona: O3 Belgio: HC, CO, NOx, PM10, PTS, Pb, SO2, pHSiculiana: O3 Boccadifalco: BTX, CO, Cd, Ni, NOx, O3, Pb, PM10, SO2

RET

E PR

OV

INC

IALE

DI

AG

RIG

ENT

O

Lampedusa: O3 Giulio cesare: HC, CO, NOx,PM10,PTS,SO2, metalli pesantiAgip mineraria:PM10, SO2 Indipendenza: CO, NOx, PM10, PTS, SO2, metalli pesantiAgip pozzo 57:SO2 Torrelunga: CO, NOx, PM10, PTS, Pb, SO2

Cimitero farello:SO2 Unità d'Italia: CO, NOx, PM10, PTS, Pb, SO2Corso Vittorio Emanuele:C6H6, CO, HC, NOx, O3,PM10, PTS Castelnuovo:BTX,HC,CO,NOx,PM10/2,5,O3,PTS,SO2,met.pesLiceo scientifico:SO2

RET

E C

OM

UN

AL

E D

I PA

LER

MO

Di Blasi: BTX, CO, NOx, PM10/2,5 , PTS, As, Cd, Ni, Pb, SO2

Minerbio:CO, PTS, SO2 Augusta: HC, H2S, NOx, PM10, PTS, SO2

Ospedale V. Emanuele:C6H6, CO, HC, NOx, O3,PM10, PTS Belvedere: HC, H2S, NOx, PM10, PTS, SO2

Cavour: CO,O3, PTS, SO2 San Cusmano: BTX, HC, H2S, NOx, PM10, PTS, SO2, O3

Gori: CO, NOx, PTS Melilli: HC, H2S, NOx, PM10, PTS, SO2, O3

Venezia: CO, HC, NOx, O3, PTS, SO2

RET

EIN

DU

STR

IAL

EPR

OV

INC

IA D

I SI

RA

CU

SA

Priolo: HC, H2S, NOx, PM10, PTS, SO2, O3

Turati: CO, PTS ScalaGreca: HC, CO, H2S, NOx, O3, PTS, SO2, PAN

RET

E P

RO

VIN

CIA

LE

DI

CA

LT

AN

ISSE

TT

A

Capuana: CO, NOx Acquedotto: HC, CO, NOx, O3, IPA, PM10, PTS, SO2

Librino: BTX, HC, CO, NOx, O3, PM10 Bixio: HC, NOx, IPA, PM10, SO2

P. Giovanni XXIII: HC, CO, NOx, SO2, PM10 Specchi: BTX, NOx, PM10, SO2

V. Messina: HC, CO, PM10 Teracati: BTX, CO, IPA, PM10

P. A. Moro: HC, CO, NOx, O3, PM10 Tisia: CO, NOx, SO2

V. Passo Gravina: HC, CO, NOx, SO2

RE

TE U

RB

AN

A

DE

LLA

PR

OV

INC

IA

DI

SIR

AC

USA

Floridia: CO, NOx, SO2

V.le F. Fontana: HC, CO, NOx, SO2, PM10

V.le Vittorio Veneto: HC, CO, NOx, SO2, PM10

P. Europa: HC, CO, NOx, SO2, PM10

P. Gioeni: HC, CO, NOx, SO2, PM10

P. Michelangelo: HC, CO, NOx, SO2, PM10

P. Stesicoro: BTX, HC, CO, NOx, SO2, PM10

V. Giuffrida: BTX, HC, CO, NOx, SO2, PM10

* Per una maggiore informazione relativa alle stazioni di monitoraggio e alla loro relativa ubicazione consultare www.brace.sinanet.apat.it .

Osp. Garibaldi: HC, CO, NOx, SO2, PM10

Zona Industriale: HC, CO, NOx, SO2, PM10

P. Risorgimento: HC, CO, NOx, SO2, PM10

RE

TE C

OM

UN

ALE

DI C

AT

AN

IA

V.le della Regione: HC, CO, NOx, SO2, PM10

Fonte: ARPA Sicilia su dati BRACE, 2007

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 121

Lampedusa e Linosa

Comprensorio del Mela

Figura 2.56 - Stazioni di monitoraggio (pubbliche e private) della qualità dell’aria in ambito regionale

Rete della Provincia Regionale di PalermoLa Provincia Regionale di Palermo non ha una rete di rilevamento ma è dotata di due mezzi mobili che negli ultimi

anni ha effettuato campagne di rilevamento nei seguenti comuni:

- Comune di Partinico;- Comune di Sciara;- Comune di Termini Imerese;- Comune di Ficarazzi;- Comune di Bagheria;- Comune di Carini;- Comune di Misilmeri.- Comune di Partinico

Nel territorio di Termini Imerese è presente la rete ENEL composta da n. 5 centraline per i parametri chimici e n. 1centralina per il rilevamento dei parametri meteorologici.

Il Comune di Palermo è dotato di 10 centraline (gestite dall’AMIA) per il rilevamento degli inquinanti chimici derivanti dal traffico veicolare di cui 2 rilevano anche i parametri meteorologici. In aggiunta si è dotato di una stazione meteorologica dislocata a Bellolampo.

La rete comunale è dotata anche di:

- centro di raccolta ed elaborazione dati CRED (ubicato a Brancaccio);- punti remoti di accesso alla banca dati di cui 3 ubicati in Uffici comunali e uno c/o gli Uffici della Provincia;- punti di diffusione delle informazioni al pubblico, ubicati all’interno delle stazioni ferroviarie Notarbartolo e

Centrale.

Rete della Provincia Regionale di AgrigentoLa Provincia Regionale di Agrigento è dotata di una rete di monitoraggio della qualità dell’aria costituita da n. 6

stazioni fisse per il rilevamento dei parametri chimici, e di 4 stazioni fisse di monitoraggio dell’ozono e dei parametri meteorologici.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 122

Il Comune ha una rete di monitoraggio costituita da 3 stazioni fisse di cui una rileva anche i dati meteorologici. La Provincia è inoltre dotata di un mezzo mobile per il rilevamento sia dei parametri chimici che di quelli

meteorologici.

Rete della Provincia Regionale di CaltanissettaLa Provincia Regionale di Caltanissetta ha una rete di monitoraggio costituita da 11 stazioni fisse per il monitoraggio

dei parametri chimici, di 3 stazioni meteorologiche e di una unità mobile per il monitoraggio dei parametri sia chimici che meteorologici.

Rete della Provincia Regionale Provincia di Catania La Provincia Regionale di Catania non è dotata di rete di rilevamento fisse ne di mezzi mobili per il rilevamento degli

inquinanti atmosferici.Di contro il Comune di Catania ha una rete di monitoraggio composta da 17 stazioni fisse, opportunamente dislocate

sul territorio comunale, in grado di rilevare in continuo e in modo automatico i valori delle concentrazioni nell’atmosfera dei parametri chimici.

Inoltre possiede due stazioni per il rilevamento dei parametri meteorologici.

Rete della Provincia Regionale di EnnaLa Provincia Regionale di Enna non è dotata di reti di rilevamento fisse ma è dotata di una unità mobile per il

rilevamento sia dei parametri chimici che di quelli meteorologici.

Rete della Provincia Regionale di Messina La Provincia Regionale di Messina è dotata di una rete di rilevamento della qualità dell’aria costituita da 16 postazioni

fisse, ubicate su vari comuni della provincia, e da 2 laboratori mobili.Nel territorio di San Filippo Del Mela è presente inoltre la rete ENEL composta da n. 5 centraline per i parametri

chimici e n. 1 centralina per il rilevamento dei parametri meteorologici.Anche se l‘area del Comprensori del Mela è stata dichiarata soltanto nell’anno 2002 area ad elevato rischio di crisi

ambientale , la zona è monitorata da parecchi anni da una rete di rilevamento interconnessa costituita da n. 14 stazioni chimiche e da n. 1 stazione meteorologica, in particolare 5 stazioni chimiche più una stazione meteo fanno parte della rete di qualità dell’aria della centrale Eurogen S.p.a di S. Filippo del Mela

S.N. Staz.di monitoraggio Parametri monitorati Latitudine Longitudine

(10) Valdina SO2 38°11’36’’ 15°22’14’’(8) S. Pier Niceto SO2 38°11’14’’ 15°20’08’’(6) Pace del Mela SO2 38°10’52’’ 15°17’35’’(18) S.F. del Mela SO2 38°10’25’’ 15°16’19’’(5) Milazzo SO2 38°13’52’’ 15°14’58’’(16) Stazione Meteo VV.DV.sigma,TA,PA,UM

,PIOGGIA,IRR.38°12’56’’ 15°17’14’’

Tabella 2.46 – Stazioni dell’area del comprensorio del MelaLe restanti 9 stazioni chimiche fanno parte della rete qualità dell‘aria della Provincia di Messina:

N.S. Staz.di monitoraggio Parametrimonitorati

Latitudine Longitudine

(3) S. Filippo. del Mela SO2 NO2 38°10’37’’ 15°16’17’’(2) S. Lucia. del Mela SO2 NO2 38°09’40’’ 15°16’35’’- Milazzo ospedale SO2 NO2 38°11’20’’ 15°15’12’’

(11) Archi SO2 NO2 38°11’45’’ 15°16’35’’(17) Milazzo porto SO2 NO2 38°13’16’’ 15°14’35’’(7) Pace del Mela SO2 NO2 38°10’59’’ 15°17’49’’(13) Giammoro SO2 NO2 38°12’07’’ 15°19’04’’(3) Condirò SO2 38°10’04’’ 15°19’33’’(15) Valdina SO2 38°12’40’’ 15°21’44’’

Tabella 2.47 – Stazioni dell’area del comprensorio del Mela

Si riporta di seguito la cartografia con l’indicazione delle postazioni delle centraline della rete di monitoraggio interconnessa Provincia-Edipower

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 123

Figura 2.57 - Stazioni di monitoraggio (pubbliche e private) del Comprensorio del Mela (ME)

Rete della Provincia Regionale di TrapaniLa Provincia regionale di Trapani non è dotata di rete di rilevamento fisse ma è dotata di una unità mobile per il

rilevamento sia dei parametri chimici che di quelli meteorologici, che da informazioni assunte dal responsabile, oggi è praticamente dismesso.

Rete della Provincia Regionale di RagusaLa Provincia Regionale di Ragusa non è dotata di rete di rilevamento fisse ma è dotata di una unità mobile per il

rilevamento sia dei parametri chimici che di quelli meteorologici.La stessa ha effettuato negli ultimi anni le seguenti campagne di monitoraggio:ù

Campagna di RagusaCampagna di Marina di RagusaCampagna di IspicaCampagna di RagusaCampagna di Comiso

Provincia di SiracusaLa Provincia di Siracusa è quella dove il programma di interconnessione delle reti di rilevamento dell’inquinamento

atmosferico ha coinvolto maggiormente sia i gestori delle reti pubbliche (Provincia Regionale) che quelli Privati (ENEL e CIPA).

La Provincia Regionale ha una rete di monitoraggio costituita da 7 stazioni fisse, opportunamente ubicate in alcuni comuni della provincia, per il rilevamento dei parametri chimici e da 3 stazioni per il rilevamento dei parametrimeteorologici..

L’ENEL possiede 6 stazioni fisse, ubicate in varie località della provincia, per il rilevamento dei parametri chimici e 1 stazione per il monitoraggio dei parametri Meteorologici.

La rete CIPA è costituita da 11 stazioni fisse, ubicate in località della provincia, per il rilevamento dei parametri chimici e di 1 per il rilevamento dei parametri meteorologici.Il S.O.D.A.R.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 124

Altro strumento utile per la valutazione della qualità dell’atmosfera è il S.O.D.A.R.. che fornisce indicazioni sulle stratificazioni termiche esistenti nei bassi strati atmosferici, per cui indirettamente permette l’acquisizione di informazioni sulla dispersione degli inquinanti; infatti prevede lo studio della stabilità atmosferica, della turbolenza e dei movimenti convettivi. Questi elementi, uniti a delle doti di praticità, completezza e costi limitati, lo rendono idoneo a integrare una rete di monitoraggio atmosferico.

Il SO.D.A.R. è una tipica strumentazione di telesondaggio, che invia in atmosfera un impulso con portante difrequenza compresa tra 1 kHz e 3 kHz e riceve un segnale retrodiffuso.Può presentare tre configurazioni:- Monostatica: l’antenna ricevente e la trasmittente coincidono;- Bistatica: un’antenna trasmette l’impulso in atmosfera, un’altra riceve il segnale di ritorno;- Pluristatica: un’antenna trasmette l’impulso, e due o più ricevono il segnale retrodiffuso.

L’intervallo di altezza esplorato varia da 500 a 1000 metri, con risoluzione di 30 metri. La singola scansione può avere durata (3 o 6 secondi) in dipendenza dallo strato di atmosfera sotto studio.

Le perturbazioni prodotte dalle disomogeneità atmosferiche sull’onda acustiche incidente vengono analizzate per fornire misure in continue del vento e della turbolenza. Dai tracciati facsimile e dai corrispondenti diagrammi dei venti, si nota come lo strato di inversione termica impedisca il movimento verticale delle masse d’aria.

Questo risultato induce a considerare il SO.D.A.R. come uno strumento adeguato allo studio della diffusione degli inquinanti in ambiente urbano, sia nel contesto di una rete di monitoraggio, sia in previsione della creazione di un modello previsionale di diffusione.

Altri strumenti di remote sensing per lo studio dei bassi strati dell’atmosfera sono il R.A.S.S , il RA.D.A.R, e il LI.D.A.R, qui brevemente descritti.

Il R.A.S.S. (Radio Acoustic Sounding System) è costituito da un generatore di onde acustiche e da un ricetrasmettitore radio. Sfruttando l’effetto Doppler, permette di tracciare il diagramma delle velocità di propagazione dell’onda acustica alle diverse quote. Poiché tale velocità è funzione della radice quadrata della temperatura dell’aria, il R.A.S.S. fornisce, in definitiva, il profilo della temperatura in quota.

Il LI.D.A.R. (LIght Detection And Ranging) trasmette all’atmosfera un fascio laser che nel suo cammino interagisce con le molecole d’aria, particelle sospese e gocce di pioggia. Il fascio riflesso viene analizzato al fine di rilevare la presenza e la concentrazione delle particelle di interesse. E’ utilizzato inoltre per lo studio degli aerosol.

Il RA.D.A.R (Radio Detecting And Ranging) trasmette e riceve segnali a microonda e viene utilizzato per lo studio delle turbolenze nell’ABL. E’ in grado di fornire addensamenti di umidità.

Obiettivo dell’Assessorato è quello di presentare (nel sito web di ARPA SICILIA) il database in rete delle stazioni di monitoraggio della Sicilia che conterrà le informazioni anagrafiche e tecniche delle stazioni di monitoraggio, suddivise per ambito territoriale provinciale.

Utilizzando la banca dati BRACE, nella quale sono stati introdotti dagli Enti Gestori i dati e i metadati di qualità dell’aria aggiornati all’anno 2005, si sono individuati il tipo di inquinante misurato stazione per stazione. In base alla popolazione presente in ogni agglomerato e dei rispettivi analizzatori, si è calcolata la percentuale di popolazione monitorata sul totale della popolazione presente in tutti gli agglomerati, inquinante per inquinante. L’indicatore proposto fornisce una descrizione complessiva della risposta alla popolazione monitorata presente negli agglomerati, così comedefiniti dalla Regione Siciliana, seguendo l’allegato XII del DM 60/02 (2004).

La tab. 2.48 fornisce la percentuale della popolazione monitorata presente negli agglomerati sul totale del territorio zonizzato, ed in particolare sugli agglomerati per i quali è previsto il monitoraggio per la misura di concentrazioni in aria di anidride solforosa, biossido di azoto, monossido di carbonio, polveri totali sospese, polveri sospese con diametro aerodinamico inferiore a 10 micron, benzene, ozono. La fig. 2.58 rappresenta la zonizzazione del territorio siciliano secondo il D. Lgs. 351/99 approvata con D.D.G. del Dipartimento Regionale Territorio del 19 dicembre 2005.Dalla tab. 2.48 si evince un miglioramento nella copertura di monitoraggio della qualità dell’aria nelle zone definite dalla Regione Siciliana, in termini di percentuale di popolazione monitorata presente nelle stesse zone.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 125

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati APAT, 2004

Figura 2.58- Zonizzazione in agglomerati (D. Lgs. 351/99) approvata con D.D.G. del 19 dicembre 2005 (2006)

Inquinante monitorato % popolazione monitorata presente negli agglomerati

Anidride solforosa (SO2) 89.95 %

Biossido di azoto (NO2) 89.95 %

Monossido di carbonio (CO) 79.62 %

Polveri sospese con diametro aerodinamico inferiore a 10 micron (PM10)

79.62 %

Benzene (C6H6) 85.48 %

Ozono (O3) 89.95 %Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori (2006)

Tabella 2.48 – Percentuale della popolazione monitorata presente negli agglomerati sul totale del territorio zonizzato (2005)

2.3.2 I principali inquinanti atmosferici

Nel presente paragrafo si propone in forma tabellare un riassunto dei livelli medi dei principali inquinanti atmosferici monitorati presso differenti realtà ambientali e le linee guida di esposizione stilate dall’OMS per escludere significativi effetti sulla salute umana (WHO, 1999).

Si tratta di una raccolta eterogenea di dati provenienti da paesi e situazioni differenti, monitorati secondo tempi e metodiche diverse e quindi aggregati e confrontati con un certo grado di arbitrarietà. Lo scopo principale è di fornire, in

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 126

mancanza di dati più precisi e attendibili, un quadro sintetico della situazione di massima che è presumibile attendersi in differenti contesti ambientali (livelli naturali, zone rurali, aree di fondo e urbane di differenti realtà socio-economiche).

Le linee guida stilate dall’OMS, ed elencate nella tab. 2.43, rappresentano i livelli medi di esposizione (a breve, medio e lungo termine) al di sotto dei quali non sono riscontrabili significativi effetti sulla popolazione. Si tratta di valori di esposizione definiti in condizioni standard sulla base di ricerche epidemiologiche e che quindi come tali non sono direttamente confrontabili con i valori ambientali medi registrati dal sistema di monitoraggio di uno specifico contesto ambientale.

Il superamento nel breve periodo dei valori indicati nelle linee guida OMS non implica che gli effetti negativi ad essi associati vengano necessariamente riscontrati ma determina solo un incremento del rischio relativo. Si ricorda inoltre che le linee guida non sono limiti per sé, e quindi normativa vincolante, ma rappresentano standard a cui gli stati fanno riferimento tenendo conto anche di fattori addizionali quali il livello prevalente di esposizione, i livelli naturali di fondo, le condizioni ambientali medie e gli aspetti socio-economici (WHO, 1999).

Ossidi di zolfo (SOX)

Sono costituiti essenzialmente da biossido di zolfo (SO2) e in minima parte da anidride solforica (SO3); rappresentano itipici inquinanti delle aree urbane e industriali dove l'elevata densità degli insediamenti ne favorisce l'accumulo soprattutto in condizioni meteorologiche di debole ricambio delle masse d'aria.

L’emissione di anidride solforosa deriva dal riscaldamento domestico dai motori alimentali a gasolio, dagli impianti per la produzione di energia, ed in generale dalla combustione di carbone, gasolio ed oli combustibili contenenti piccole percentuali di zolfo, dalla produzione dell'acido solforico, dalla lavorazione di molte materie plastiche, dall'arrostimento delle piriti, dalla desolforazione dei gas naturali. L’emissione naturale di anidride solforosa proviene principalmente dai vulcani. Le emissioni naturali ed antropogeniche di questa specie sono all’incirca dello stesso ordine di grandezza

Le situazioni più serie sono spesso verificate nei periodi invernali ove alle normali fonti di combustione si aggiunge il contributo del riscaldamento domestico. E’ comunque da notare che in seguito alla diffusa metanizzazione degli impianti di riscaldamento domestici il contributo inquinante degli ossidi di zolfo è notevolemte diminuito nel corso degli anni.

Il biossido di zolfo (SO2) è un gas dal caratteristico odore pungente; le emissioni di origine antropica di sono dov uteprevalentemente all'utilizzo di combustibili solidi e liquidi e correlate al contenuto di zolfo, sia come impurezze, sia come costituenti nella formulazione molecolare del combustibile (gli oli).

L’anidride solforosa è un gas fortemente irritante e già a 3 ppm se ne apprezza l’odore pungente. Gli effetti nocivi conseguenti alla sua inalazione interessano le mucose delle prime vie respiratorie e può causare costrizione dei bronchi in soggetti predisposti, anche a concentrazioni dell’ordine delle centinaia di ppb

A causa dell'elevata solubilità in acqua l’SO2 viene assorbito facilmente dalle mucose del naso e del tratto superiore dell'apparato respiratorio (solo piccolissime quantità raggiungono la parte più profonda del polmone). L'SO2 reagisce facilmente con tutte le principali classi di biomolecole: in vitro sono state dimostrate interazioni con gli acidi nucleici, le proteine, i lipidi e varie altre componenti biologiche. Fra gli effetti acuti imputabili all'esposizione ad alti livelli di SO2 sono compresi: un aumento della resistenza al passaggio dell'aria a seguito l'inturgidimento delle mucose delle vie aeree, l'aumento delle secrezioni mucose, bronchite, tracheite, spasmi bronchiali e/o difficoltà respiratoria negli asmatici. Fra gli effetti a lungo termine ricordiamo le alterazioni della funzionalità polmonare e l'aggravamento delle bronchiti croniche, dell'asma e dell'enfisema. I gruppi più sensibili sono costituiti dagli asmatici e dai bronchitici. E' stato accertato un effetto irritativo sinergico in seguito all'esposizione combinata con il particolato, probabilmente dovuto alla capacità diquest'ultimo di veicolare l'SO2 nelle zone respiratorie profonde del polmone.

Ossidi di azoto (NOX)

Gli ossidi di azoto, monossido (NO) e biossido (NO2), che, essendo presenti contemporaneamente nell'aria, sono comunemente indicati come NOx e si formano da tutti i processi di combustione che avvengono ad alta temperatura.

L'ossido di azoto è un gas inodore e incolore che costituisce il componente principale delle emissioni di ossidi di azoto nell'aria e viene gradualmente ossidato a NO2. Il biossido di azoto ha un colore rosso-bruno ed è caratterizzato ad alte concentrazioni da un odore pungente e soffocante.

Il monossido di azoto si forma per reazione dell’ossigeno con l’azoto, nel corso di qualsiasi processo di combustione che avvenga in aria e ad elevata temperatura (T>2000°C); l’ulteriore ossidazione del monossido di azoto produce anche tracce di biossido di azoto, che in genere non supera il 5% degli NOx totali emessi.

Le fonti antropiche, rappresentate da tutte le reazioni di combustione, comprendono principalmente gli autoveicoli, le centrali termoelettriche e il riscaldamento domestico.

Le emissioni naturali di NO comprendono i fulmini, gli incendi e le emissioni vulcaniche e dal suolo. Le emissioni antropogeniche sono principalmente dovute ai trasporti, all’uso di combustibili per la produzione di elettricità e di calore ed alle attività industriali. Forti quantità sono prodotte dai motori delle automobili, dagli impianti termici e dalle industrie che producono composti azotati. Si calcola che in Italia siano immessi nell'aria, a opera dell'uomo, 1,9 milioni di tonnellate l'anno di ossidi di azoto, metà dei quali prodotti dagli autoveicoli. Negli ultimi anni le emissioni antropogeniche di ossidi di

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 127

azoto sono aumentate notevolmente e questa è la causa principale dell’incremento della concentrazione atmosferica delle specie ossidanti.

L’NO2 è circa 4 volte più tossico dell’NO. I meccanismi biochimici mediante i quali l’NO2 induce i suoi effetti tossici non sono del tutto chiari anche se è noto che provoca gravi danni alle membrane cellulari a seguito dell'ossidazione di proteine e lipidi. Gli effetti acuti comprendono: infiammazione delle mucose, decremento della funzionalità polmonare, edema polmonare. Gli effetti a lungo termine includono: aumento dell'incidenza delle malattie respiratorie, alterazioni polmonari a livello cellulare e tissutale, aumento della suscettibilità alle infezioni polmonari batteriche e virali. Il gruppo a maggior rischio è costituito dagli asmatici e dai bambini.

La pericolosità degli ossidi di azoto e in particolare del biossido, è legata anche al ruolo che essi svolgono nella formazione dello smog fotochimico. In condizioni meteorologiche di stabilità e di forte insolazione, le radiazioniultraviolette possono determinare la dissociazione del biossido di azoto e la formazione di ozono, che può ricombinarsi con il monossido di azoto e ristabilire una situazione di equilibrio. In presenza di altri inquinanti, quali per esempio gli idrocarburi, l’ozono e altri radicali liberi prodotti per reazioni di fotodissociazione, possono innescare un complesso di reazioni chimiche che portano alla formazione dello smog fotochimico. I costituenti principali di tale smog, oltre all’ozono, sono le aldeidi e i perossiacilnitrati (PAN), composti altamente tossici, che risultano essere intermedi di reazione o prodotti secondari. La produzione di smog fotochimico dipende quindi dalle concentrazioni in atmosfera degli ossidi di azoto e degli idrocarburi ed è strettamente legata alle emissioni dovute al traffico veicolare.

Monossido di carbonio (CO)

Il monossido di carbonio, CO, si forma durante la combustione delle sostanze organiche, quando questa è incompletaper difetto di ossigeno. La quantità maggiore di questa specie è prodotta dagli autoveicoli dal trattamento e smaltimento dei rifiuti e dall'industria (impianti siderurgici e raffinerie di petrolio). Nettamente minore è l'emissione di CO dalle centralitermoelettriche e degli impianti di riscaldamento, perché la combustione è meglio controllata. Tra i motori degliautoveicoli, quelli a ciclo Diesel ne emettono in minima quantità, perché la combustione del gasolio avviene in eccesso di aria. Le emissioni naturali del monossido di carbonio comprendono l’ossidazione del metano e degli altri idrocarburi naturalmente emessi nell’atmosfera, l’emissione diretta dalle piante e l’attività microbica negli oceani. Le emissioninaturali ed antropogeniche di questa specie sono globalmente dello stesso ordine di grandezza.

Il monossido di carbonio è un gas incolore, inodore e fortemente tossico: esplica la sua azione sull’uomo formando con l'emoglobina un complesso irreversibile che inibisce il trasporto di ossigeno nel sangue, causando problemi al sistema respiratorio e, ad elevate concentrazioni, la morte per asfissia. L'affinità del CO per l'emoglobina è di oltre 200 volte superiore a quella dell'ossigeno: la carbossiemoglobina che si forma impedisce l'ossigenazione dei tessuti: i primi sintomi dell'avvelenamento sono cefalea e vertigine. Forti concentrazioni di CO in ambienti chiusi, provocate dal cattivofunzionamento di stufe e scaldabagni (generalmente per cattiva installazione o per otturazione dei camini) o dalfunzionamento di motori, provocano la morte in breve tempo: 90 minuti in presenza di 1000 ppm di CO. Concentrazioni inferiori danno esito letale dopo alcune ore: ma il fatto che il monossido di carbonio sia inodoro impedisce alle vittime, colpite inoltre da sonnolenza, di avvertire il pericolo e di aerare il locale. L'esposizione prolungata a concentrazioni di 50 ppm (valore che viene spesso superato nelle vie a forte traffico) è notevolmente dannosa.

Gli effetti sanitari sono essenzialmente riconducibili ai danni causati dall'ipossia a carico del sistema nervoso,cardiovascolare e muscolare. Comprendono i seguenti sintomi: diminuzione della capacità di concentrazione, turbe della memoria, alterazione del comportamento, confusione mentale, alterazione della pressione sanguigna, accelerazione del battito cardiaco, vasodilatazione e vasopermeabilità con conseguenti emorragie, effetti perinatali. I gruppi più sensibili sono gli individui con malattie cardiache e polmonari, gli anemici e le donne in stato di gravidanza.

La quantità di CO emessa dagli scarichi degli autoveicoli è negli ultimi anni diminuita a causa della migliorata efficienza dei motori, del controllo delle emissioni autoveicolari e dell’utilizzo di marmitte catalitiche. Attualmente, la concentrazione atmosferica localizzata di questo inquinante risulta in genere in diminuzione. La concentrazione atmosferica di CO è di circa 120 ppb nella troposfera non inquinata e di 1-10 ppm nell’aria inquinata di aree intensamente urbanizzate. Il ruolo del mo nossido di carbonio nella chimica troposferica delle aree industrializzate è di trascurabile importanza, data la scarsa reattività di questa molecola. Il tempo medio di residenza del CO in atmosfera è di circa quattro mesi, e quindi il monossido di carbonio può essere utilizzato come tracciante dell'andamento temporale degli inquinanti primari al livello del suolo.

Ozono (O3)

La quasi totalità della riserva planetaria di ozono si trova localizzata fra i 15 e i 50 Km di altezza, in una zona chiamata stratosfera, e in particolare nella fascia compresa fra i 20 e i 30 Km, detta appunto ozonosfera. La quantità di ozono presente nella stratosfera viene mantenuta costante mediante un equilibrio dinamico fra la reazione di formazione e quella di fotolisi. La formazione predomina ad un altitudine superiore ai 30 Km, dove la radiazione UV avente lunghezza d’onda inferiore ai 242 nm dissocia l’ossigeno molecolare, largamente presente, in ossigeno atomico; questo si combina

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 128

rapidamente con un’altra molecola di ossigeno a formare la molecola triatomica dell’ozono. L’effetto netto della reazione è la conversione di tre molecole di ossigeno in due molecole di ozono. Le molecole di ozono formate assorbono a loro volta la radiazione solare di lunghezza d’onda compresa fra 240 e 320 nm, subendo fotolisi e dando luogo ad una molecola ed un atomo di ossigeno. Questo assorbimento della radiazione solare ha l’importantissimo effetto di schermare la terra da più del 90% delle radiazioni UV dannose per la vita sul nostro pianeta.

Nella troposfera, ed in particolare in vicinanza del suolo, le radiazioni ultraviolette ad elevata energia necessarie per la formazione di ozono dalla fotolisi dell'ossigeno sono quasi totalmente schermate, e quindi questo meccanismo diformazione non è attivo. I livelli troposferici naturali di ozono sarebbero dunque molto bassi e legati al minimo scambio esistente fra la stratosfera e la troposfera e all'attività fotochimica associata ai processi emissivi naturali. In condizioni naturali, cioè, l’ozono sarebbe quasi del tutto confinato in una zona non a diretto contatto con la vita.

L’alterazione dell’equilibrio naturale avvenuta nel corso degli ultimi decenni ha provocato l’attivazione di fenomeni fotochimici di notevole entità in prossimità del suolo, con produzione di quantità rimarchevoli di ozono; la concentrazione di fondo di O3 è infatti più che raddoppiata nell'ultimo secolo e, nelle aree urbanizzate ed industrializzate è aumentata dell’1-2% annuo nel corso dell’ultimo decennio. In particolare, in condizioni di smog fotochimico i livelli di ozono possono raggiungere concentrazioni molto elevate (150-200 ppb) e quindi questa specie deve essere considerata non solo un inquinante della troposfera, ma anche un pericolo per la salute e per l'ambiente

E’ un gas bluastro dall'odore leggermente pungente che non viene emesso come tale dalle attività umane. E' infatti un tipico inquinante secondario che si forma nell'atmosfera in seguito alle reazioni fotochimiche a carico di inquinantiprecursori prodotti dai processi di combustione (NOX, idrocarburi, aldeidi). Le concentrazioni ambientali di O3 tendono pertanto ad aumentare durante i periodi caldi e soleggiati dell'anno. Nell'arco della giornata, i livelli sono bassi al mattino (fase di innesco del processo fotochimico) raggiungono il massimo nel primo pomeriggio e si riducono progressivamente nelle ore serali con il diminuire della radiazione solare.

Nella troposfera la sorgente principale di ozono è rappresentata dall'ossigeno atomico messo a disposizione dallafotolisi del biossido d'azoto. I processi che determinano la produzione di biossido d’azoto, e quindi di ozono, vanno sotto il nome di processi radicalici fotochimici, nell’ambito dei quali l'ozono rappresenta la specie fotochimica più importante. L’ozono viene rimosso per fotolisi e per reazione con composti organici volatili e con ossidi di azoto

Lo smog fotochimico, oltre a effetti irritanti e tossici sull'uomo (occhi e vie respiratorie) provoca danni particolarmente gravi alla vegetazione. La concentrazione dell'ozono nell'atmosfera è rilevata come indice della presenza di smog fotochimico: l'OMS ha stabilito un massimo di 0,1 ppm. La concentrazione di ozono di origine naturale varia tra 0,01 e 0,04 ppm; in alcune città della California sono state raggiunte punte di 0,9 ppm, mentre nelle grandi città italiane difficilmente sono stati superati gli 0,3 ppm. Gli effetti irritanti dell'ozono (bruciore agli occhi e irritazione alla gola) si manifestano già alla concentrazione di 0,1 ppm. Gli effetti biologici nocivi dell’ozono sono legati alle sue proprietà ossidanti. Per quanto riguarda la salute umana, l’ozono in concentrazione superiore agli 80 ppb ha effetti acuti sui polmoni, le cavità nasali e la gola (ma i soggetti sensibili, ad es. gli asmatici, ris entono degli effetti dell’ozono anche aconcentrazioni più basse). Per quanto riguarda la vegetazione, l’effetto ossidante della molecola si esplica nell’inibizione della fotosintesi e del trasporto delle sostanze nutrienti dalle radici alle foglie e nell’accelerazione del l’invecchiamento. L’ozono provoca inoltre danni ai materiali ed ai monumenti, causando un depauperamento del patrimonio culturale ed artistico, nonchè ingenti perdite economiche. Tra gli effetti dell’ozono troposferico sull’ecosistema bis ogna ancheannoverare il suo contributo all’effetto serra, dovuto alla capacità di questa molecola di assorbire nell’infrarosso (l’effetto di una molecola di ozono è pari a circa 2000 volte quello di una molecola di anidride carbonica). Oltre ad essere un prodotto dell'inquinamento fotochimico, l’ozono è anche un precursore di radicali OH, e quindi un iniziatore di processi fotochimica.

Il ruolo di questa specie nei processi di inquinamento fotochimico ossidativo è quindi di primaria importanza. La concentrazione di ozono in atmosfere inquinante può variare da qualche ppb a 200-250 ppb. La concentrazione di fondo di questo inquinante varia invece, alle nostre latitudini, fra i 30 ed i 70 ppb, a seconda del periodo dell’anno

A livello cellulare l'O3 agisce ossidando i gruppi sulfidrilici presenti in enzimi, coenzimi, proteine e acidi grassi insaturi interferendo così con alcuni processi metabolici fondamentali e provocando il danneggiamento delle membrane degli organelli cellulari. Il bersaglio principale dell'O3 è l'apparato respiratorio dove i danni principali sono a carico dei macrofagi e delle pareti delle piccole arterie polmonari. Gli effetti acuti comprendono secchezza della gola e del naso, aumento della produzione di muco, tosse, faringiti, bronchiti, diminuzione della funzionalità respiratoria, dolori toracici, diminuzione della capacità battericida polmonare, irritazione degli occhi, mal di testa. Le conseguenze a seguito diesposizioni a lungo termine (croniche) sono: fibrosi, effetti teratogeni, effetti sulla paratiroide e sul sistema riproduttivo. Il ruolo dell'O3 nell'eziologia dei tumori polmonari non è stato ancora completamente chiarito.

Particolato atmosferico (PM)

Viene così identificato l'insieme di tutte le particelle solide o liquide che restano in sospensione nell'aria. Il particolato sospeso totale rappresenta un insieme estremamente eterogeneo di sostanze la cui origine può essere primaria (emesse come tali) o derivata (da una serie di reazioni fisiche e chimiche). Una caratterizzazione esauriente del particolato sospeso si basa oltre che sulla misura della concentrazione e l’identificazione delle specie chimiche coinvolte anche sulla

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 129

valutazione della dimensione media delle particelle. Le particelle di dimensioni maggiori (diametro > 10 m) hanno un tempo medio di vita nell’atmosfera che varia da pochi minuti ad alcune ore e la possibilità di essere aerotrasportate per una distanza massima di 1-10 Km. Le particelle di dimensioni inferiori hanno invece un tempo medio di vita da pochi giornifino a diverse settimane e possono venire veicolate dalle correnti atmosferiche per distanze fino a centinaia di Km. La principale conseguenza ambientale per una data regione geografica è che la concentrazione di particelle grossolane è meno uniforme di quelle più fini. La dimensione media delle particelle determina inoltre il grado di penetrazione nell’apparato respiratorio e la conseguente pericolosità per la salute umana. Il monitoraggio ambientale del particolato con diametro inferiore a 10 m (PM10) può essere considerato un indice della concentrazione di particelle in grado di penetrare nel torace (frazione inalabile). La determinazione delle particelle con diametro inferiore a 2,5 m, frazione respirabile (PM2,5), è inoltre un indice della concentrazione di una serie molto eterogenea di composti chimici primari o derivati in grado di raggiungere la parte più profonda del polmone. Tra i composti primari, cioè emessi come tali, vi sono le particelle carboniose derivate dalla combustione di legname e dai fumi dei motori diesel; nella seconda categoria, cioè tra i composti prodotti da reazioni secondarie, rientrano le particelle carboniose originate durante la sequenza fotochimica che porta alla formazione di ozono, di particelle di solfati e nitrati derivanti dall’ossidazione di SO2 e NO2 rilasciati in vari processi di combustione.

Le fonti antropiche di particolato sono essenzialmente le attività industriali ed il traffico veicolare. Stime preliminari dell’ANPA a livello nazionale (con riferimento al 1994) indicano per i trasporti un contributo alle emissioni intorno al 30% rispetto al totale; gli impianti di riscaldamento contribuiscono per circa il 15%; le emissioni da fonte industriale (inclusa la produzione di energia elettrica) danno conto di quasi il 50% delle emissioni di PM10. Per quanto riguarda le emissioni di polveri da traffico, sono soprattutto i veicoli diesel a contribuire alle emissioni allo scarico, e tali emissioni nei centri urbani risultano grosso modo equiripartite tra auto e veicoli commerciali leggeri da una parte, e bus e veicoli commerciali pesanti dall’altra. Un’altra fonte significativa di emissione di PM da attribuire al traffico è quella dovuta all’usura di freni, gomme, asfalto stradale.

Sempre nei centri urbani, una frazione variabile, che può raggiungere il 60-80% in massa del particolato fine presente in atmosfera è di origine secondaria, ovvero è il risultato di reazioni chimiche che, partendo da inquinanti gassosi sia primari (cioè emessi direttamente in atmosfera come gli idrocarburi e altri composti organici, gli ossidi di azoto, gli ossidi di zolfo, il monossido di carbonio, l’ammoniaca) che secondari (frutto di trasformazioni chimiche come l’ozono e altri inquinanti fotochimici), generano un enorme numero di composti in fase solida o liquida come solfati, nitrati e particelle organiche.

Nella maggior parte delle città si registra un incremento percentuale significativo della frazione PM10, anche in presenza di una diminuzione della quantità totale di particolato. Nelle città in cui sono monitorate entrambe le frazioni di particolato (PST e PM10), e in alcuni casi studio specifici, è stato registrato un rapporto percentuale del PM10 sul particolato totale variabile dal 40 all’80%. La concentrazione media della fra zione respirabile PM2.5 risulta essere generalmente pari al 45-60% della frazione inalabile PM10.

Ai fini degli effetti sulla salute è quindi molto importante la determinazione delle dimensioni e della composizione chimica delle particelle. Le dimensioni determinano il grado di penetrazione all'interno del tratto respiratorio mentre le caratteristiche chimiche determinano la capacità di reagire con altre sostanze inquinanti (IPA, metalli pesanti, SO2). Le particelle che si depositano nel tratto superiore o extratoracico (cavità nasali, faringe e laringe) possono causare effetti irritativi locali quali secchezza e infiammazione; quelle che si depositano nel tratto tracheobronchiale (trachea, bronchi e bronchioli) possono causare costrizione e riduzione della capacità epurativa dell'apparato respiratorio, aggravamento delle malattie respiratorie croniche (asma, bronchite ed enfisema) ed eventualmente neoplasie. Le particelle con un diametro inferiore ai 5-6 mm possono depositarsi nei bronchioli e negli alveoli e causare infiammazione, fibrosi e neoplasie. Il particolato fine può anche indurre indirettamente effetti sistemici su specifici organi bersaglio a seguito del rilascio nei fluidi biologici degli inquinanti da esso veicolati. I gruppi più sensibili sono costituiti dagli asmatici e dai bronchitici. E' stato accertato un effetto sinergico in seguito all'esposizione combinata di particelle sospese e SO2.

Idrocarburi (HC e NMHC)

E' un complesso insieme di composti organici che si trovano nell'aria in fase gassosa e/o particolata. Le fonti antropiche sono costituite soprattutto dagli autoveicoli, dagli impianti termici, dalle centrali termoelettriche e dagli inceneritori di rifiuti. In genere si usa distinguere tra metano (CH4) e gli altri composti organici, genericamente definiti come idrocarburi non metanici (NMHC). All'interno della grande ed eterogenea classe degli idrocarburi non metanici sono compresi anche gli inquinanti non convenzionali quali il benzene e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

Benzene (C6H6)

Il benzene è invece una molecola stabile e relativamente inerte e non ha un ruolo significativo nei processi di inquinamento secondario. Proprio per la sua stabilità e per la prevalente antropicità delle sue sorgenti questa specie può essere utilizzata come tracciante dell'andamento temporale degli inquinanti primari al livello del suolo. La concentrazione di benzene nelle aree urbane varia fra le poche unità e le poche decine di ppb

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 130

E' un liquido incolore e dotato di un odore caratteristico. Il benzene è un idrocarburo aromatico tipico costituente delle benzine. Gli autoveicoli rappresentano quindi la principale fonte di emissione: in particolare, circa l'85% viene immesso nell'aria con i gas di scarico e il 15% rimanente per evaporazione del combustibile e durante le operazioni di rifornimento.

L'intossicazione di tipo acuto è dovuta all'azione del benzene sul sistema nervoso centrale. A concentrazioni moderate i sintomi sono stordimento, eccitazione e pallore seguiti da debolezza, mal di testa, respiro affannoso, senso di costrizione al torace. A livelli più elevati si registrano eccitamento, euforia e ilarità, seguiti da fatica e sonnolenza e, nei casi più gravi, arresto respiratorio, spesso associato a convulsioni muscolari e infine a morte. Fra gli effetti a lungo termine vanno menzionati interferenze sul processo emopoietico (con riduzione progressiva di eritrociti, leucociti e piastrine) e l'induzione della leucemia nei lavoratori maggiormente esposti. Il benzene è stato inserito da International Agency for Research on Cancer (IARC) nel gruppo 1 cioè tra le sostanze che hanno un accertato potere cancerogeno sull'uomo.

Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)

Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono composti organici la cui struttura è caratterizzata dalla fusione di due o più anelli aromatici. Gli idrocarburi policiclici aromatici possono derivare da sorgenti naturali (alghe, microrganismi, piante, incendi) ma la principale sorgente atmosferica è di origine antropica ed è la combustione incompleta degli idrocarburi.

Sono costituiti da due o più anelli aromatici condensati e derivano dalla combustione incompleta di numerose sostanze organiche. La fonte più importante di origine antropica è rappresentata dalle emissioni veicolari seguita dagli impianti termici, dalle centrali termoelettriche e dagli inceneritori.

Nelle aree urbane la fonte principale di idrocarburi policiclici aromatici è rappresentata dagli scarichi autoveicolari. Gli idrocarburi policiclici aromatici si sono rivelati potenti cancerogeni, favorendo tra l'altro l'insorgere di tumori polmonari. Inoltre, assieme all'ossido di carbonio e al piombo tetraetile, gli idrocarburi, concorrono, a livello cellulare, al blocco enzimatico della catena respiratoria. In particolare il benzopirene, è dotato di forte azione cancerogena, soprattutto sulla cute e sulle strutture dell'apparato respiratorio. Gli IPA sono stati i primi inquinanti atmosferici classificati comecancerogeni e tra questi, quelli costituiti da quattro o più anelli aromatici sono ritenuti i più pericolosi. La legislazione italiana prescrive che nelle principali aree urbane siano determinate la concentrazione delle "polveri respirabili" (particelle con diametro aerodinamico inferiore a 10 µm) e la concentrazione in aria del solo Benz(a)Pirene (BaPy), che è il più potente cancerogeno tra gli idrocarburi policiclici aromatici non sostituiti, quantunque le specie appartenenti alla classe degli IPA classificate come possibili cancerogeni siano ben sette. Data la stabilità della loro struttura, gli idrocarburi policiclici aromatici risultano piuttosto inerti. In atmosfera questi composti si trovano principalmente nel materialeparticellare: benché essi vengano emessi in fase vapore, infatti, a causa della loro bassa tensione di vapore, condensano rapidamente e si adsorbono sulle particelle carboniose.

Gli idrocarburi policiclici aromatici sono molto spesso associati alle polveri sospese. In questo caso la dimensione delle particelle del particolato aerodisperso rappresenta il parametro principale che condiziona l'ingresso e la deposizione nell'apparato respiratorio e quindi la relativa tossicità. Presenti nell'aerosol urbano sono generalmente associati alle particelle con diametro aerodinamico minore di 2 micron e quindi in grado di raggiungere facilmente la regione alveolare del polmone e da qui il sangue e quindi i tessuti. Oltre ad essere degli irritanti di naso, gola ed occhi sono riconosciuti per le proprietà mutagene e cancerogene. E’ accertato il potere cancerogeno di tutti gli IPA a carico delle cellule del polmone, e tra questi anche del benzo(a)pirene (BaP) (gli IPA sono stati inseriti nel gruppo 1 della classificazione IARC). Poiché è stato evidenziato che la relazione tra BaP e gli altri IPA, detto profilo IPA, è relativamente stabile nell'aria delle diverse città, la concentrazione di BaP viene spesso utilizzata come indice del potenziale cancerogeno degli IPA totali.

Metalli Pesanti

Alla categoria dei metalli pesanti appartengono circa 70 elementi (con densità > 5 g/cm3), anche se quelli rilevanti da un punto di vista ambientale sono solo una ventina. Tra i più importanti ricordiamo: Ag, Cd, Cr, Co, Cu, Fe, Hg, Mn, Pb, Mo, Ni, Sn, Zn.

Le fonti antropiche responsabili dell'incremento della quantità naturale di metalli sono principalmente l’attività mineraria, le fonderie e le raffinerie, la produzione energetica, l’incenerimento dei rifiuti e l’attività agricola. I metalli pesanti sono presenti in atmosfera sotto forma di particolato aerotrasportato; le dimensioni delle particelle a cui sono associati e la loro composizione chimica dipende fortemente dalla tipologia della sorgente di emissione. Le concentrazioni in aria di alcuni metalli nelle aree urbane e industriali può raggiungere valori 10-100 volte superiori a quelli delle aree rurali.

Piombo (Pb)

La principale fonte di inquinamento atmosferico è costituita dagli scarichi dei veicoli alimentati con benzina super (il piombo tetraetile veniva usato come additivo antidetonante). Con il definitivo abbandono della benzina “rossa” i livelli di piombo nell’aria urbano sono diminuiti in modo significativo. Le altre fonti antropiche derivano dalla combustione del

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 131

carbone e dell'olio combustibile, dai processi di estrazione e lavorazione dei minerali che contengono Pb, dalle fonderie, dalle industrie ceramiche e dagli inceneritori di rifiuti.

Il Pb assorbito attraverso l'epitelio polmonare entra nel circolo sanguigno e si distribuisce in quantità decrescenti nelle ossa, nel fegato, nei reni, nei muscoli e nel cervello. L'intossicazione acuta è rara e si verifica solo in seguito all'ingestione o all'inalazione di notevoli quantità di Pb. La tossicità del Pb può essere spiegata in parte dal fatto che, legandosi ai gruppi sulfidrilici delle proteine o sostituendo ioni metallici essenziali, interferisce con diversi sistemi enzimatici. Tutti gli organi costituiscono potenziali bersagli e gli effetti sono estremamente vari (anemia, danni al sistema nervoso centrale e periferico, ai reni, al sistema riproduttivo, cardiovascolare, epatico, endocrino, gastro-intestinale e immunitario). I gruppimaggiormente a rischio sono costituiti dai bambini e dalle donne in gravidanza . Il livello di piombo nel sangue èl’indicatore più attendibile delle esposizioni ambientali a questo inquinante e le linee guida dell’OMS propongono un valore critico pari ad una concentrazione di 100 g/l. Alcuni studi condotti su bambini indicano che una ricaduta al suolo giornaliera superiore a 250 g/m2 è responsabile di un significativo incremento di piombo nel sangue.

SO2g/m3

NO2g/m3

COmg/m3

PTSg/m3

PM10g/m3

Livelli naturali 0.4-9.4 0.06-0.14Aree isolate o di fondo- media 24 h- media anno < 5Aree rurali- max 1 h- media 7 h- media 24 h- media anno 5-25 (1)

Aree urbane città europee- max 1 h < 60- media 8 h < 20- media 24 h < 500 200-400- media anno < 100 50-150 20-98Aree urbane paesi industrializzati- media 1 h 940- max 1 h 75-1000- media 24 h 400- media anno < 100 20-90 18-47Aree urbane paesi via di sviluppo- media 24 h < 125- media anno 20-40 > 200 > 300 > 100Note(1) a causa della notevole capacità di dispersione delle polveri fini i valori medi registrati nelle aree rurali sono spesso comparabili con i valori minimi delle adiacenti aree urbane (fino a 100 Km di distanza);(2) la maggior parte delle misurazioni si riferiscono al benzo(a)pirene (BaP) assunto come indicatore del profilo IPA;(3) si tratta di “misurazioni spot” in differenti città europee e statunitensi e non riferibili con precisione ad un tempo di mediazione di 1 ora.

PM2.5g/m3

O3g/m3

C6H6g/m3

IPAng/m3

Pbg/m3

Livelli naturali 40-70 ~ 0 6 *10 -4

Aree isolate o di fondo- media 24 h 0,51- media anno < 1 (2)

Aree rurali- max 1 h 200-520- media 7 h 40-100- media 24 h 1.5- media anno (1) 1-5Aree urbane città europee- max 1 h 300-400

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 132

- media 8 h- media 24 h < 120 1-10- media anno 3-6 (2)

Aree urbane paesi industrializzati

- media 1 h 60-100 0,17-0,18(3)

- max 1 h < 400- media 24 h < 120 2,8-40- media anno 11-30 1-6 (2)

Aree urbane paesi via di sviluppo- media 24 h- media annoNote(1) a causa della notevole capacità di dispersione delle polveri fini i valori medi registrati nelle aree rurali sono spesso comparabili con i valori minimi delle adiacenti aree urbane (fino a 100 Km di distanza);(2) la maggior parte delle misurazioni si riferiscono al benzo(a)pirene (BaP) assunto come indicatore del profilo IPA;(3) si tratta di “misurazioni spot” in differenti città europee e statunitensi e non riferibili con precisione ad un tempo di mediazione di 1 ora.

SO2

g/m3NO2

g/m3CO

mg/m3PTS

µg/m3PM10µg/m3

Linee guida OMS- media 10 min 500- media 15 min 100- media 30 min 60- media 1 h 200 30- media 8 h 10- media 24 h 125- media anno 50 40- altro (1) (1) (2)

Note(1) non esistono indicazioni precise sul tempo minimo di esposizione per evitare significativi effetti sulla salute; (2) il valore di PM2,5 (polveri inalabili) è considerato il miglior indicatore per prevenire eventuali rischi sanitari: non sono state fornite precise linee guida a breve o a lungo termine ma è raccomandata la minor esposizione possibile con elevata presenza di SO2 e metalli pesanti aerodispersi; (3) raccomandato nell’edizione del 1987; le più recenti ricerche considerano questa linea guida superflua perché il livello di protezione per la media di 8 h è preventivo anche nei confronti di eventuali esposizioni a breve termine (e quindi comprensivo anche della media di 1 h); (4) non applicabile: benzene e benzo(a)pirene (BaP) sono stati inserit i da IARC (International Agency for Research on Cancer) nel gruppo 1 cioè tra le sostanze ad accertato potere cancerogeno per cui non è possibile definire i livelli minimi accettabili di esposizione;(5) il livello di Pb nel sangue è l’indicatore più attendibile delle esposizioni ambientali; le linee guida indicano un valore critico di concentrazione nel sangue pari a 100 g/l e quindi su questa base è stata proposta la stima del valore di concentrazione media annuale in aria.

PM2.5µg/m3

O3µg/m3

C6H6µg/m3

IPAng/m3

Pbµg/m3

Linee guida OMS- media 10 min- media 15 min- media 30 min- media 1 h 150-200 (3)

- media 8 h 120- media 24 h- media anno 0.5 (5)

- altro (2) (4) (4)

Note

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 133

(1) non esistono indicazioni precise sul tempo minimo di esposizione per evitare significativi effetti sulla salute;(2) il valore di PM2,5 (polveri inalabili) è considerato il miglior indicatore per prevenire eventuali rischi sanitari: non sono state fornite precise linee guida a breve o a lungo termine ma è raccomandata la minor esposizione possibile con elevata presenza di SO2 e metalli pesanti aerodispersi; (3) raccomandato nell’edizione del 1987; le più recenti ricerche considerano questa linea guida superflua perché il livello di protezione per la media di 8 h è preventivo anche nei confronti di eventuali esposizioni a breve termine (e quindi comprensivo anche della media di 1 h);(4) non applicabile: benzene e benzo(a)pirene (BaP) sono stati inseriti da IARC (International Agency for Research on Cancer) nel gruppo 1 cioè tra le sostanze ad accertato potere cancerogeno per cui non è possibile definire i livelli minimi accettabili di esposizione;(5) il livello di Pb nel sangue è l’indicatore più attendibile delle esposizioni ambientali; le linee guida indicano un valore critico di concentrazione nel sangue pari a 100 g/l e quindi su questa base è stata proposta la stima del valore di concentrazione media annuale in aria.

Tabella 2.49 – linee guida OMS

2.3.3 Dati storici di qualità dell’aria: gli ambiti urbani ed extra-urbani

La qualità dell’aria negli ambiti urbani ed extra -urbani è monitorata attraverso:

reti di monitoraggio della qualità dell’aria, dotate di postazioni fisse di misura (descritte al paragrafo 2.3.1); laboratori mobili che svolgono campagne periodiche di verifica della qualità dell’aria in ambiti territoriali non

serviti dalla rete fissa; campagne di biomonitoraggio e bioaccumulo; mappature del territorio con campionatori passivi (nella maggioranza dei casi per la misura del benzene).

L’analisi dei dati relativi ai livelli di concentrazione in aria degli inquinanti, registrati negli ultimi anni, è stata condotta su un numero limitato di stazioni di misura ritenute significative in quanto rappresentative delle tipologie territoriali ed emissive.

Al fine di ottenere una rappresentazione di sintesi, sono stati mediati e rappresentati su grafico i valori dei parametri statistici sopra indicati per categoria di stazioni: background urbano, di traffico ed extra -urbane, per gli inquinanti convenzionali e non.

Le elaborazioni prodotte hanno l’obiettivo di:

evidenziare, in modo sintetico e comprensibile, l’andamento temporale dei livelli di inquinamento registrati negli ultimi anni presso le stazioni di monitoraggio della regione Sicilia;

caratterizzare, inquinante per inquinante, i livelli di concentrazione media che si registrano nel corso dell’anno-tipo, rispetto alle tre tipologie di stazioni di misura individuate.

2.3.3.1 Concentrazione in atmosfera di biossido di zolfo (SO2)

Il biossido di zolfo è generato da fonti naturali, quali le eruzioni vulcaniche, e da fonti antropiche, quali i processi di combustione industriali, in particolare le centrali termoelettriche nonché, in misura più ridotta, gli impianti non metanizzati. Questo è sicuramente l’inquinante più conosciuto, ed è stato uno dei primi ad essere monitorato. Ha, però, perduto l’importanza di un tempo, collocandosi su valori piuttosto modesti, almeno per ciò che concerne le areeurbanizzate; questo grazie anche alla riduzione del tenore di zolfo nei combustibili per uso civile ed industriale. La finalità dell’indicatore consiste nel verificare se le concentrazioni in aria di biossido di zolfo non oltrepassino i valori limite prescritti dalla normativa vigente. Utilizzando i dati rilevati dai comuni di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2006, è stato verificato il rispetto del limite orario di protezione della salute umana il cui valore, da non superarsi per più di 24 volte nell'anno civile, è pari a 350 µg/ m3 (D.M. 2 aprile 2002, n. 60).Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dalla Provincia Regionale di Siracusa, dalla Provincia Regionale di Caltanissetta, dalla Provincia Regionale di Agrigento, dalla Provincia regionale di Messina, dal Comune di Catania Direzione Tutela Ambientale per la città di Catania, e infine dall’AMIA s.p.a. per il Comune di Palermo (2006).

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 134

La tabella 2.50 sintetizza il numero dei superamenti del limite orario di biossido di zolfo rilevati nel 2006, per la protezione della salute umana.Dall’analisi della tabella che segue, si rileva come l’inquinamento da biossido di zolfo incida maggiormente nelle aree di tipo industriale, ed in misura minore anche nelle aree urbane. Inoltre, si può notare come le concentrazioni medie annuali di biossido di zolfo in aree metropolitane come quella di Catania si mantengano ad un livello basso; stessa cosa non può dirsi per il comune di Palermo. Rispetto ai dati del 2005, ove erano assenti i dati di diversi gestori, si nota comunque un peggioramento generale. Si sono verificati tre superamenti della soglia di allarme di 500 µg/m3 nel comune di Pace del Mela nel 2006.

Tabella 2.50: Superamenti del Limite orario di biossido di zolfo (SO2) per la protezione della salute umana (2006)N. di superamenti del limite orario per la protezione della salute umana

350 µg/m3 per il 2006 (max 24 volte nell’anno)Comune di Catania 0Comune di Palermo 6 (Castelnuovo)Provincia di Siracusa (Urb + Ind) 1 (Melilli), 21 (San Cusmano), 1 (Scala Greca)

Provincia di Messina44 (Pace del Mela Mandravecchia– 3 superamenti soglia allarme ), 19

(San Filippo del Mela), 1 (Santa Lucia del Mela), Provincia di Caltanissetta* 4 (AGIP_Mineraria)Provincia di Agrigento 0ARPA Sicilia (rete ENVIREG) 7 (C.da Gabbia (ME)

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche (2007)

* escluso le città di Caltanissetta e San Cataldo, dati non pervenuti in tempo utile

I dati di Palermo (tab. 2.51) talvolta mostrano un decremento che può essere attribuito all’introduzione negli usi civili ed industriali di combustibili e carburanti a basso tenore di zolfo e del gas naturale, praticamente privo di zolfo.

2001 2002 2003 2004Stazioniµg/m3

Boccadifalco (1) 2 2 2Indipendenza 5 4 6 6Giulio Cesare 7 9 9 8Castelnuovo 9 10 7 11Unità d'Italia 5 7 6 7Torrelunga 7 5 5 3Belgio 7 7 5 4Di Biasi - 9 9 13

Tabella 2.51- SO2 Concentrazione media annuale nel comune di Palermo (limite per la protezione degli ecosistemi =20mg/m3)

2.3.3.2 Concentrazioni in atmosfera di particolato (PM10 )

Per PM10 si intende materiale particellare con diametro uguale o inferiore a 10 µm. Le sorgenti emissive antropicheprincipali, in ambiente urbano, sono costituite dagli impianti di riscaldamento civile e dal traffico veicolare. È opportuno ricordare che anche le eruzioni vulcaniche assumono un ruolo di primo piano; infatti, le ceneri vulcaniche contengono una frazione di particolato che viene rilevata dagli analizzatori di PM10. Ma anche gli incendi boschivi, la risospensione delle polveri e l’aerosol marino sono fonti naturali di PM10. La finalità dell’indicatore consiste nel verificare se le concentrazioni in aria di PM10 non oltrepassino i valori limite prescritti dalla normativa vigente. Utilizzando i dati riferiti alle città di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2006 è stato verificato il rispetto del limite della media giornaliera, il cui valore, da non superarsi per più di 35 volte nell'anno civile, è pari a 50 µg/ m3 (D.M. 2 aprile 2002, n. 60).La tabella 2.52 sintetizza il numero di superamenti del valore limite della media giornaliera (da non superarsi più di 35 volte nell’arco di un anno) registrati nel 2006. Il D.M. 60/02 ha stabilito che la concentrazione media annua per il PM10 non debba superare il valore limite di 40 µg/m3 in vigore dal 01/01/2005. Dalla tabella 2.12 si rileva come il valore limite della media giornaliera venga superato diverse volte

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 135

e in postazioni di misura differenti sia nel comune di Palermo che di Messina e Siracusa; lo stesso si ripete nelle stazioni posizionate nel comune di Porto Empedocle. Rispetto ai dati del 2005, si nota un peggioramento dello stato di qualità dell’aria concernente le concentrazioni di PM10. Solo nel caso del comune di Catania non si riscontrano superamenti dei limiti di legge in netto miglioramento rispetto all’anno precedente.

Tabella 2.52 : PM10, numero di superamenti del valore limite della media giornaliera (2006)N° Superamenti del valore limite della media giornaliera

50 µg/m3 per il 2006 da non superare per un max di 35 volte nell’anno

Comune di PalermoBoccadifalco: 18 (17), Indipendenza: 38 (33), Giulio Cesare: 65 (61), Castelnuovo: 57 (53), Unità d’Italia: 80 (75), Torrelunga: 27 (26), Belgio: 89 (84), Di Blasi: 210, CEP:49 (47)

Comune di Catania Europa: 22; Stesicoro: 2; Giuffrida: 12; Regione: 8; Zona Industriale: 1; Risorgimento: 2

Provincia di Agrigento Agrigento Giardino Botanico: 2; Canicattì: 13; Licata: 24; Monserrato: 7; PortoEmpedocle_1: 61; Porto Empedocle_3: 42; Raffadali: 6; Sciacca: 2.

Provincia di Siracusa Rete Ind. Augusta: 8; Ciapi: 51; Priolo: 15; Melilli: 16; San Cusmano: 13; Belvedere: 16

Provincia di Siracusa Rete Urb. Acquedotto: 10; Teracati: 282; Bixio: 154; Specchi: 109

Provincia di Caltanissetta* Ospedale-Gela: 25Provincia di Messina Caronte: 7; Archimede: 53; Boccetta: 1

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti pubbliche (2007)

* escluso le città di Caltanissetta e San Cataldo, dati non pervenuti in tempo utile

Nella tab. 2.53 seguente sono mostrati gli andamenti degli ultimi anni registrati nelle centraline di Palermo.

VL + MDT 46,4 ug/m3

VL + MDT 44,8 ug/m3

VL + MDT 43,2 ug/m3

VL + MDT 41,6 ug/m3Stazioni

2001 2002 2003 2004Boccadifalco 26 28 29 28Indipendenza 33 38 34 32Giulio Cesare 40 45 45 42Castelnuovo 45 44 41 39

Unità d'Italia 45 43 41 40Torrelunga 34 32 31 29

Belgio 34 32 39 38Di Blasi 49 46 43

Tabella 2.53 – PM10 – concentrazione media annuale (valore limite annuale per la protezione della salute umana = 40 mg/m3)

La Regione Siciliana sta provvedendo alla elaborazione degli andamenti temporali, delle medie annuali e del 98° percentile, degli ultimi anni al fine di valutare il trend delle concentrazioni sia negli ambiti urbani (più o meno esposti al traffico veicolare), ma anche in quelli extra-urbani.

Il DM 60/2002, (art. 38) indica la possibilità di valutare il livello di polveri totali sospese partendo dai dati di PM10 e moltiplicando gli stessi per un fattore pari a 1.2.

Le polveri totali sospese ed il PM10 mostrano un andamento discontinuo nelle varie stazioni. Tale andamento si registra per tutte le tipologie di stazioni di misura.

2.3.3.3 Concentrazione media annuale del biossido di azoto (NO2)

Il biossido di azoto è un inquinante secondario, generato dalla reazione tra il monossido di azoto (NO) e le sostanzeossidanti. È strettamente connesso al traffico veicolare, che introduce in atmosfera l’NO. Le altre sorgenti principali sono gli impianti di riscaldamento civile ed industriale e le centrali di produzione di energia. Lo scopo attribuito all’indicatore consiste nel verificare che le concentrazioni in aria di biossido di azoto non oltrepassino i valori limite prescritti dalla normativa vigente.

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 136

DESCRIZIONE: Utilizzando i dati riferiti alle città di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2006, è stato verificato il rispetto del limite orario per la protezione della salute umana, il cui valore è pari a 240 µg/m3 per l’anno 2006 da non superare per più di 18 volte per anno civile (D.M. 2 aprile 2002 n. 60).UNITÀ di MISURA: Microgrammi al metro cubo (µg/m3).FONTE dei DATI: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dalla Provincia Regionale di Siracusa, dalla Provincia Regionale di Caltanisetta, dalla Provincia Regionale di Agrigento, dalla Provincia regionale di Messina, dal Comune di Catania, Direzione Tutela Ambientale per la città di Catania, dall’AMIA s.p.a. per il Comune di Palermo (2006).NOTE TABELLE e FIGURE: La tabella 2.10 riporta il numero complessivo di superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana, registrati rispettivamente nelle città di Catania e Palermo e nelle province regionali di Siracusa, Messina, Caltanissetta e Agrigento nel 2006.STATO e TREND: Analizzando i dati di qualità dell’aria rilevati nel 2006, si evince come i valori più alti si registrano nelle città di Palermo e Catania in postazioni ubicate nelle zone centrali e pertanto più soggette all'inquinamento da traffico. Per il 2006, il valore limite delle concentrazioni medie orarie è pari a 240 µg/m3, da non superarsi per più di 18 volte. La tabella 2.54 sintetizza il numero di superamenti che si sono verificati nel 2006; in nessun caso è stato superamento il limite di legge. Rispetto ai dati del 2005, si nota un leggero peggioramento per la città di Palermo. Nessun superamento della soglia di allarme di 400 µg/m3 si è verificato nel periodo considerato.

Tabella 2.54: Biossido di azoto (NO2), superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana (2006)

N° Superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana Per l’anno 2006 il valore limite è pari a 240 µg/m3 (max 18 volte nell’anno)

Comune di Catania 3 (Michelangelo)

Comune di Palermo 1 (Boccadifalco), 3 (Castelnuovo), 2 (Di Blasi), 1 (Unità d’Italia)

Provincia di Siracusa (Urb +Ind) 5 (Scalagreca), 9 (Specchi)Provincia di Caltanissetta* 1 (Via Venezia)Provincia di Messina 0Provincia di Agrigento 0

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori (2007)

* escluso le città di Caltanissetta e San Cataldo, dati non pervenuti in tempo utileL’Assessorato Territorio e Ambiente e ARPA Sicilia stanno provvedendo alla elaborazione degli andamenti temporali,

delle medie annuali e del 98° percentile, degli ultimi anni al fine di valutare il trend delle concentrazioni sia negli ambiti urbani (più o meno esposti al traffico veicolare), ma anche in quelli extra -urbani.

In Palermo i dati storici dal 2001 al 2004 mostrano un andamento irregolare del biossido di azoto nel valore della media annuale. Tale andamento non si manifesta in maniera uniforme per tutte le stazioni di monitoraggio.

Stazioni2001

VL+MDT58 µg/m3

2002VL+MDT56 µg/m3

2003VL+MDT54 µg/m3

2004VL+MDT52 µg/m3

Boccadifalco [12] 19 15 19Indipendenza 42 59 57 58Giulio Cesare 73 73 84 71Castelnuovo 57 67 58 62

Unità d'Italia 51 70 70 55Torrelunga 50 45 41 40

Belgio 54 60 55 48Di Biasi - 67 73 71

Tabella 2.55 – Concentrazione media annuale( valore limite per la protezione della salute umana nel 2010= 40 mg/m3)

2.3.3.4 Concentrazioni in atmosfera di Ozono (O3)

L’ozono è un inquinante secondario, generato dalla trasformazione degli ossidi di azoto e dai composti organici volatili (detti inquinanti “precursori”) reattivi in presenza di radiazione solare anche a distanze notevoli dalle sorgenti primarie. E’ strettamente correlato alle condizioni meteoclimatiche, infatti, tende ad aumentare durante il periodo estivo e durante le ore

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 137

di maggiore irraggiamento solare. L’ozono, inoltre, è responsabile, in presenza di talune sostanze organiche, del fenomeno dell’inquinamento fotochimico. L’indicatore proposto è finalizzato a valutare che le concentrazioni in aria rispettino i limiti introdotti dalla normativa vigente.

DESCRIZIONE: Utilizzando i dati riferiti alle città di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2006 è stato verificato il rispetto del livello di attenzione delle concentrazioni medie orarie, il cui valore limite è pari a 180 µg/ m3 (D.M. 16/05/1996). UNITÀ di MISURA: Microgrammi al metro cubo (µg/ m3).FONTE dei DATI: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dagli enti gestori di Reti pubbliche per il monitoraggio dell’inquinamento atmosferico (2006).NOTE TABELLE e FIGURE: La tabella 2.56 riporta il numero complessivo di superamenti del livello di attenzione delle concentrazioni medie orarie nel 2006. Al riguardo, è opportuno specificare che il “livello di attenzione”, indicato anche come “livello per l’informazione della popolazione”, non rappresenta una condizione di rischio ma la possibilità di un aggravarsi del fenomeno nel caso continuassero, per più giorni, condizioni atmosferiche sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti che contribuiscono alla formazione dell’ozono.STATO e TREND: Dall’analisi della tabella 2.56 dei superamenti si nota un peggioramento con superamenti della soglia di attenzione e della soglia di allarme. Il comune di Palermo in controtendenza fa registrare un netto miglioramento azzerando il numero di superamenti riscontrati nel 2005. Rimane grave la situazione relativa all’area a rischio di Priolo, dove la presenza di un’elevata concentrazione di precursori nonché delle particolari condizioni atmosferiche causal’innalzamento dei valori di concentrazione dell’ozono.

Valori limite di ozono, obiettivo lungo termine e valore target per la protezione della salute umanaObiettivo Livello di concentrazione (µg/m3) Tempo medioLimite di informazione 180 1 oraLimite di allarme 240 1 oraObiettivo lungo termine 120 Media su 8 ore, max giornalieroValore target 120 Media su 8 ore, max giornaliero(EEA, 2005)

Tabella 2.56: Ozono (O3), numero di superamenti della soglia di informazione (2006)Concentrazione media di 1 ora: 180 µg/m3

Comune di Catania Moro: 1 Comune di Palermo 0

Provincia di Agrigento Cammarata: 4

Provincia di Caltanissetta Ospedale V. Emanuele: 1;Via Venezia: 3

Provincia di Messina 0

Provincia di Siracusa (Urb + Ind)*

Priolo: 11 (2);Melilli: 81 (17);

San Cusmano: 51 (5) Acquedotto: 3;C.da Fusco: 33

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dagli Enti Gestori (2007)

* tra parentesi i superamenti della soglia di allarme media oraria > 240 µg/m3

L’Assessorato Territorio e Ambiente e ARPA Sicilia stanno provvedendo alla elaborazione degli andamenti temporali, delle medie annuali e del 98° percentile, degli ultimi anni al fine di valutare il trend delle concentrazioni sia negli ambiti urbani (più o meno esposti al traffico veicolare), ma anche in quelli extra -urbani.

Nel territorio del comune di Palermo (tab. 2.57), l’ozono mostra un andamento irregolare nel valore della media annuale per entrambe le tipologie di stazione di misura.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 138

Boccadifalco CastelnuovoSoglia Limite Unità di misura Periodo

2001 2002 2003 2004 2001 2002 2003 2004AOT4O (prot.

vegetaz.) mg/m3h maggio-luglio 31922 28074 53943 27653 325 74 4768 2151AOT4O (prot.

foreste.) mg/m3h aprile -settembre 52845 65336 91556 34461 689 129 6475 3011

Conc. Media annuale mg/m3 anno civile 82 88 91 74 29 30 (35) 38

Tabella 2.57 – Ozono O3 – Valori rilevati per anno e per stazione (D. L.vo 21/05/2004 n.183)

Per la stazione di background urbano i livelli di concentrazione medi annuali vanno da 70 a 90 µg/m3. Le stazioni soggette alle emissioni da traffico veicolare presentano medie annuali variabili tra 30 e 40 µg/m3.

2.3.3.5 Concentrazioni in atmosfera di monossido di carbonio (CO)

In ambiente urbano, la sorgente antropica principale da cui è generato il monossido di carbonio (CO) è costituita dagli autoveicoli a benzina durante il funzionamento a basso regime. Pertanto, le maggiori concentrazioni di CO, nelle città, si registrano nelle zone congestionate dal traffico veicolare. Contribuiscono ulteriormente all’emissione di CO, se pure in minor grado, gli impianti di riscaldamento e alcuni processi industriali. L’indicatore proposto è finalizzato a verificare il rispetto, in ambiente urbano, degli obiettivi statuiti dalla normativa.DESCRIZIONE: Utilizzando i dati riferiti alle città di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria delle province di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2006, è stato verificato il rispettodei superamenti del valore limite orario su 8 ore per la protezione della salute umana, pari a 10 mg/m3 (D.M. 2 aprile 2002 n. 60).UNITÀ di MISURA: Milligrammi al metro cubo (mg/m3).FONTE dei DATI Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dal Co mune di Catania, Direzione Tutela Ambientale, dall’AMIA s.p.a. e dalle Province di Agrigento, Caltanissetta, Messina, Siracusa (2006).NOTE TABELLE e FIGURE La tabella 2.58 fornisce una rappresentazione congiunta del numero di superamenti della soglia di attenzione, registrati rispettivamente nelle città di Catania, Palermo e nelle province regionali di Siracusa,Messina, Caltanissetta e Agrigento nel 2006. La media massima giornaliera su 8 ore viene individuata esaminando le medie mobili su 8 ore, calcolate in base a dati orari e aggiornate ogni ora. Ogni media su 8 ore così calcolata è assegnata al giorno nel quale finisce. In pratica, il primo periodo di 8 ore per ogni singolo giorno sarà quello compreso tra le ore 17.00 del giorno precedente e le ore 01.00 del giorno stesso; l’ultimo periodo di 8 ore per ogni giorno sarà quello compreso tra le ore 16.00 e le ore 24.00 del giorno stesso. STATO e TREND Nessun superamento della soglia d’allarme e del valore limite su 8 ore, che per il 2006 è pari a 10 mg/m3, è stato registrato a Palermo, Catania e Caltanissetta nonché nella Province di Siracusa nel periodo considerato;stesso risultato era stato ottenuto dall’analisi dei dati relativi al 2004 e 2005.

Tabella 2.58: Superamenti della media max giornaliera su 8 ore (2006)Superamenti del limite orario per la protezione della salute umana

10 mg/m3 per il 2006 Comune di Catania 0Comune di Palermo 0

Provincia di Siracusa (Urb + Ind) 0Provincia di Messina 0

Provincia di Caltanissetta* 0Provincia di Agrigento 0

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche (2007)

* escluso le città di Caltanissetta e San Cataldo, dati non pervenuti in tempo utile

L’Assessorato Territorio e Ambiente e ARPA Sicilia stanno provvedendo alla elaborazione degli andamenti temporali, delle medie annuali e del 98° percentile, degli ultimi anni al fine di valutare il trend delle concentrazioni sia negli ambiti urbani (più o meno esposti al traffico veicolare), ma anche in quelli extra -urbani.

Nelle centraline di Palermo il monossido di carbonio mostra un andamento decrescente sia nel valore della media annuale che per la massima media su 8 ore (tab. 2.59) per tutte le tipologie di stazione di misura.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 139

Stazioni 2001 2002 2003 2004

Boccadifalco 2 2 1 1Indipendenza 7 10 5 5Giulio Cesare 12 8 7 7Castelnuovo 8 11 6 5

Unità d'Italia 9 10 7 8Torrelunga 4 6 5 5

Belgio 7 9 5 7Di Blasi 8 7 6

Tabella 2.59– CO Massima media su 8 ore (mg/m3) rilevata dal 2001 al 2004

2.3.3.6 Concentrazioni in atmosfera di benzene (C6H6)

Il benzene è un idrocarburo aromatico volatile. E’ generato dai processi di combustione naturali, quali incendi ed eruzioni vulcaniche, ed inoltre è rilasciato in aria dai gas di scarico degli autoveicoli e dalle perdite che si verificano durante il ciclo produttivo della benzina (preparazione, distribuzione e l'immagazzinamento). Considerato sostanza cancerogena, riveste un’importanza particolare nell’ottica della protezione della salute umana. L’indicatore proposto è volto a verificare che le concentrazioni in aria di benzene non oltrepassino i valori limite prescritti dalla normativa vigente. DESCRIZIONE: Utilizzando i dati riferiti alle città di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete dimonitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2006 è stato verificato il rispetto del limite della media annuale (D.M. 2 aprile 2002, n. 60).UNITÀ di MISURA: Microgrammi al metro cubo (µg/ m3).FONTE dei DATI: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dagli Enti gestori delle reti pubbliche (2006).NOTE TABELLE e FIGURE: La tabella 2.60 riporta i superamenti registrati nell’anno 2006. STATO e TREND: Il D.M. n. 60/02 ha introdotto un valore limite per la protezione della salute umana pari a 5 µg/m3

come media annuale da raggiungere entro il primo gennaio 2010, a cui si aggiunge un margine di tolleranza di 5 µg/m3 fino al 31 dicembre 2005. Dal primo gennaio 2006, e successivamente ogni 12 mesi, il valore è ridotto secondo una percentuale costante per raggiungere lo 0% di tolleranza al primo gennaio 2010. Pertanto, sino al 1 gennaio 2006 il valore limite per il benzene coincide con il valore previsto per l’obiettivo di qualità dal D.M. 25 novembre 1994. Dalla tabella che segue si evince che le concentrazioni medie annue di benzene risultano, per l’anno 2006, inferiori al valore limite di 9 µg/m3. Nelle aree urbane si raggiungono tuttavia picchi orari di concentrazione di alcune decine di microgrammi al metro cubo.

Tabella 2.60: Benzene numero di superamenti del valore limite (2006)

N° Superamenti del valore limite annuale9 µg/m3 per l’anno civile 2006

Comune di Palermo 0Comune di Catania 0

Provincia di Agrigento 0Provincia di Caltanissetta* 0

Provincia di Messina 0Provincia di Siracusa 0

ARPA Sicilia (rete ENVIREG:c.da gabbia, Fosfogessi, Monte Tauro) 0

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti pubbliche (2007)

* escluso le città di Caltanissetta e San Cataldo, dati non pervenuti in tempo utile

Nel territorio urbano di Palermo il Benzene ha mostrato un trend decrescente in due stazioni e crescente nella terza(tab. 2.61).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 140

Stazioni 2002 2003 2004

Boccadifalco 2.11 2.1 1.7Castelnuovo 7.52 5.5 5.2Di Blasi 10.33 8.2 10.5

Tabella 2.61– Benzene C6H6 Concentrazione media annuale

2.3.3.7 Anno-tipo

Al fine di evidenziare i differenti livelli che si registrano mediamente nel corso dell’anno solare è in corso dieffettuazione l’elaborazione dell’anno-tipo per i due inquinanti primari CO e C6H6, dovuti alle emissioni del traffico veicolare e la correlazione nell’andamento temporale delle concentrazioni delle due sostanze in aria, per le stazioni di background urbano e di traffico urbano.

Per le stazioni di background urbano e di traffico urbano si effettuerà l’elaborazione dell’anno-tipo per il biossido di azoto, derivante in parte dalle emissioni del traffico ed in parte dai riscaldamenti domestici, al fine di evidenziare i differenti livelli che si registrano mediamente nel corso dell’anno solare.

Anche l’elaborazione dell’anno-tipo per le polveri totali sospese e le polveri fini PM10, sarà effettuata solo per le stazioni di background urbano e di traffico urbano, al fine di evidenziare i differenti livelli che si registrano mediamente nel corso dell’anno solare.

L’anno-tipo dell’ozono sarà posto in raffronto con quello del biossido di azoto nelle stazioni extra-urbane. La dinamica di formazione e trasformazioni dei due inquinanti è strettamente connessa e nota: in condizioni meteorologiche di stabilità e di forte insolazione, le radiazioni ultraviolette possono determinare la dissociazione del biossido di azoto e la formazione di ozono, che può ricombinarsi con il monossido di azoto e ristabilire una situazione di equilibrio.

2.3.4. Integrazione della rete di rilevamento dell’inquinamento atmosferico mediante tecniche e strumenti di biomonitoraggio

Con il termine di “Biomonitoraggio” si intende il monitoraggio dell’inquinamento mediante organismi viventi. Le principali tecniche di biomonitoraggio consistono nell’uso di:

- organismi “Bioaccumulatori” (organismi in grado di sopravvivere in presenza di inquinanti che accumulano nei loro tessuti; con il loro uso è possibile ottenere dati sia di tipo qualitativo che quantitativo);

- organismi “Bioindicatori” (organismi che subiscono variazioni evidenti nella fisiologia, nella morfologia o nella distribuzione spaziale sotto l'influsso delle sostanze presenti nell'ambiente).

Spesso non si conosce nulla riguardo la presenza delle migliaia di molecole sintetiche veicolate in atmosfera,trasportate dall'acqua, deposte al suolo, delle quali sono ignote non solo la pericolosità e il grado di biodisponibilità (se una sostanza inquinante non è biodisponibile non risulta dannosa per l’organismo) ma, nella maggioranza dei casi, sono sconosciuti anche il nome, la formula chimica, l’origine. Tanto meno si conosce il comportamento di queste molecole nell’ambiente, nelle varie condizioni meteorologiche, le loro modalità di assunzione e i loro effetti sugli esseri viventi, le sinergie e le reazioni che esse provocano all’interno di questi.

Le maggiori difficoltà nelle misurazioni dirette delle alterazioni ambientali si verificano in presenza di basseconcentrazioni di inquinanti propagati da sorgenti puntiformi o diffuse, spesso discontinue, le cui sostanze immessenell’ambiente subiscono trasformazioni ignote. Queste difficoltà possono essere superate con l’uso degli organismi viventi bioindicatori che, seppure non in grado di definire le sostanze tossiche presenti nell'ambiente, sono capaci di rilevare gli effetti tossici che queste sostanze hanno su di essi.

Il biomonitoraggio, rispetto alle tecniche analitiche tradizionali, ha il vantaggio di fornire stime sugli effetti combinati di più inquinanti sugli esseri viventi, ha costi di gestione limitati e dà la possibilità di coprire con relativa facilità vaste zone e territori diversificati, consentendo una adeguata mappatura del territorio (APAT).

Ad integrazione della rete di monitoraggio con centraline e tecniche classiche di tipo chimico (esistente e/o in via di implementazione), nelle aree industriali dovrà essere sviluppato un sistema di controllo basato su tecniche di

1 dal 15/02/022 dal 20/02/20023 dal 29/03/02

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 141

biomonitoraggio per l’analisi di componenti degli ecosistemi reattivi all’inquinamento atmosferico (nello specifico,organismi bioaccumulatori e bioindicatori quali licheni e piante vascolari), per la stima di deviazioni da condizioni normali.

Le attività si dovranno articolare in due tipologie:

- biomonitoraggio di elementi in traccia aerodispersi mediante organismi bioaccumulatori in situ;- biomonitoraggio di ozono troposferico mediante vegetali indicatori.

I dati ricavati dovranno essere elaborati attraverso analisi multivariata della matrice dei siti di campionamento e dei metalli, al fine di individuare clusters di metalli con simili patterns e/o eventuali gradienti di deposizione. Tutti i dati saranno trattati con programmi di cartografia GIS computerizzata, per la visualizzazione dei tassi di dispersione dei metalli dalle fonti note e da quelle prevedibili e per la visualizzazione della distribuzione aereale di ozono troposferico. Gli obiettivi ed i risultati da ottenere sono:

- una mappatura, in tempi abbastanza contenuti ed attraverso una significativa densità di punti-misura, delledeposizioni atmosferiche di metalli a diverse scale territoriali;

- la possibilità di individuare i patterns geografici del trasporto e della deposizione dei metalli e di valutarel’affidabilità di modelli diffusionali;

- la possibilità di verificare, su lunghi periodi, l’efficacia di misure eventualmente introdotte per la riduzione delle emissioni di metalli;

- la valutazione di trends temporali ad intervalli di almeno un anno;- l’individuazione di aree a maggiore ricadute per l’eventuale localizzazione di strumenti di rilevazione e/o lo sviluppo

di ricerche epidemiologiche.

Potrà inoltre essere valutata la possibilità di attivare progetti di biomonitoraggio, i quali attraverso la valutazione analitica dei tassi di concentrazione degli inquinanti atmosferici presenti nei liquidi ematici e negli essudati da siero (latte) di animali utilizzati in ambito zootecnico (bovini, ovini, caprini, suini, altro), ed assunti attraverso i processi dibioaccumulo, bioconcentrazione e biomagnificazione, possano condurre alla determinazione del livello di polluzione nelle predette aree.

2.3.5 Dati storici di qualità dell’aria: Gli ambiti produttivi

L'art. 7 della legge n. 349/86 prevedeva che i territori caratterizzati da gravi alterazioni degli equilibri ecologici nei corpi idrici, nell'atmosfera o nel suolo, tali da comportare un rischio per l'ambiente e per la popolazione, fossero dichiarati "Aree ad elevato rischio di crisi ambientale", al fine di predisporre per essi un vero e proprio programma di tutela e salvaguardia. Il 30 novembre 1990, con D.P.C.M., i territori ricadenti nei comuni di Siracusa, Priolo, Melilli, Augusta, Floridia, Solarino, Gela, Butera e Niscemi sono stati dichiarati "Aree ad elevato rischio ambientale". Nel 1995 le parti hanno sottoscritto un accordo di programma per l'area a rischio della provincia di Siracusa e per quella di Gela, al fine di gestire in modo unitario ed integrato l'attuazione del piano e tutte le problematiche ambientali dell'area. Con decreto del Presidente della Regione del 23 gennaio 1996, sono stati approvati gli accordi di programma e sono stati istituiti i comitati di coordinamento. L'art. 72 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, sostituisce l'art. 7 della legge n. 349 e delega alle regioni le competenze in campo di aree a rischio. La Regione siciliana, ai sensi del decreto legge n. 112/98, con Decreto del 4 settembre 2002 ha dichiarato area ad elevato rischio di crisi ambientale il comprensorio del Mela. Con decreti dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente n. 189 e 190/GAB dell'11 luglio 2005, i territori dei comuni di Siracusa, Augusta, Melilli, Floridia, Solarino, Priolo,Gela, Niscemi e Butera sono stati nuovamente dichiarati aree ad elevato rischio di crisi ambientale. Nell'anno 2005, con delibera di Giunta di governo n. 306 del 29 giugno 2005, è stato istituito l’Ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisi ambientale, ai sensi dell'art. 4, comma 7, della leggeregionale n. 10/2000. Alcuni dei compiti demandati all'Ufficio speciale sono: l'acquisizione delle informazioni sullo stato dell'ambiente nell'area ai fini dell'attuazione dei piani di risanamento; esprimere parere preliminare su qualsiasiprovvedimento di competenza della Regione e degli enti locali relativamente a problematiche ambientali, o comunque, con implicazioni ambientali, inerenti l'area a rischio o relative all'attuazione dei piani di risanamento; curare l'attivitàstraordinaria e sperimentale per il miglioramento ed il potenziamento dell'azione di risanamento tramite l'impiegocoordinato di più strutture operative anche appartenenti a diversi Assessorati o sviluppando rapporti con le Università. L'ufficio verifica la compatibilità degli interventi con il risanamento ambientale e con il carico ambientale dell'area interessata dal progetto. Essa è finalizzata all'individuazione, descrizione e quantificazione degli effetti che un determinato progetto, opera o azione, potrebbe avere sull'ambiente, inteso come insieme delle risorse naturali di un territorio e delle attività antropiche in esso presenti.

La conoscenza ad oggi acquisita sulla qualità dell’aria nei distretti produttivi ed industriali necessita di alcuni approfondimenti, specie per gli ambiti territoriali sopracitati che sono ritenuti prioritari. Si riportano a titolo di esempio alcuni dati dell’area del Comprensorio del Mela.

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 142

Rete di rilevamento del Comprensorio del Mela Milazzo e San Filippo del Mela

I dati acquisiti, relativamente alla zona di interesse hanno riguardato:

- Medie orarie di concentrazione di SO2 dal 01/01/2004 al 31/12/2004 (rete Provinciale). Relativamente allacentralina di monitoraggio di san Filippo del Mela una ulteriore elaborazione ha fornito le medie giornaliere di concentrazione di inquinanti;

- Medie delle concentrazioni medie giornaliere di SO2 dal 1992 al 2000 (rete Provinciale);- SO2 - 98° percentile delle medie giornaliere rilevate nell’ arco di un anno dal 1991 al 2000 (rete Provinciale);- SO2 - 98° percentile delle medie giornaliere rilevate nell’ arco di un anno dal 1991 al 2000 (rete Eurogen);- NO2 - 98° percentile dal 1995 al 2000 (Rete Provinciale);- PTS concentrazione medie dal dal 1992 al 2000 (Rete Provinciale);- PTS – 95° percentile dal 1992 al 2000 (Rete Provinciale);- Concentrazione al suolo di SO2 dal 2001 al 2003 (rete Eurogen);- Dati relativi al flusso veicolare “Comune di Milazzo”.

Nei grafici che seguono sono stati riportati i valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 relativamente agli anni1998, 1999, 2000, 2001, 2002, e per le stazioni di rilevamento San Filippo Del Mela e Milazzo della Eurogen S.p.a.

STAZIONE DI SAN FILIPPO DEL MELA

Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2 anno 1998

0

50

100

150

200

1 23 45 67 89 111

133

155

177

199

221

243

265

287

309

331

353

Giorni

ugr/

m3

Grafico 2.1 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2. San Filippo Del Mela anno 1998.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 143

Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2 anno 1999

0

50

100

150

200

250

300

1 23 45 67 89 111

133

155

177

199

221

243

265

287

309

331

353

Giorni

ugr/

m3

Grafico 2.2 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2. San Filippo Del Mela anno 1999.

Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2 anno 2000

0

50

100

150

200

250

300

1 23 45 67 89 111

133

155

177

199

221

243

265

287

309

331

353

Giorni

ugr/

m3

Grafico 2.3 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2. San Filippo Del Mela anno 2000.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 144

Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2 anno 2001

0

50

100

150

200

250

300

1 23 45 67 89 111

133

155

177

199

221

243

265

287

309

331

353

Giorni

ugr/

m3

Grafico 2.4 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2. San Filippo Del Mela anno 2001.

Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2 anno 2002

0

50

100

150

200

250

1 23 45 67 89 111

133

155

177

199

221

243

265

287

309

331

353

Giorni

ugr/

m3

Grafico 2.5 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2. San Filippo Del Mela anno 2002.

STAZIONE DI MILAZZO

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 145

Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2 anno 1998

0

20

40

60

80

100

1 23 45 67 89 111

133

155

177

199

221

243

265

287

309

331

353

Giorni

ugr/

m3

Grafico 2.6 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 per la stazione di Milazzo anno 1998.

Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2 anno 1999

01020304050607080

1 23 45 67 89 111

133

155

177

199

221

243

265

287

309

331

353

Giorni

ugr/

m3

Grafico 2.7 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 per la stazione di Milazzo anno 1999.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 146

Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2 anno 2000

0

20

40

60

80

100

1 23 45 67 89 111

133

155

177

199

221

243

265

287

309

331

353

Giorni

ugr/

m3

Grafico 2.8 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 per la stazione di Milazzo anno 2000.

Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2 anno 2001

010203040506070

1 23 45 67 89 111

133

155

177

199

221

243

265

287

309

331

353

Giorni

ugr/

m3

Grafico 2.9 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 per la stazione di Milazzo anno 2001.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 147

Valori medi giornalieri di concentrazione di SO2 anno 2002

0

20

40

60

80

100

1 23 45 67 89 111

133

155

177

199

221

243

265

287

309

331

353

Giorni

ugr/

m3

Grafico 2.10 - Valori medi giornalieri delle concentrazioni di SO2 per la stazione di Milazzo anno 2002.

Dopo aver reperito i dati della rete di rilevamento provinciale e quelli dell’Eurogen, relativamente alle concentrazioni di SO2, si è approfondita l’analisi ambientale, del Comune di Milazzo, attraverso l’acquisizione dei dati relativi al flusso veicolare delle maggiori arterie stradali.

Tabella 2.62 – Medie delle concentrazioni medie giornalierie.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 148

Grafico 2.11 - Medie giornalierie delle concentrazioni di SO2.

Tabella 2.63 – 98° percentile delle concentrazioni medie giornalierie

Tabella 2.52 – 98° percentile delle concentrazioni medie giornalierie

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 149

Grafico 2.12 – 98° percentile di NO2.

Tabella 2.64 – Concentrazioni medie di PTS

Grafico 2.13 – Concentrazione media di PTS

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 150

Grafico 2.14 – 95° percentile di PTS

Nella tab. 2.65 sono indicati, espressi in i valori limite di SO2 e quelli riscontrati nelle varie postazioni negli anni 2001-2003.

Tabella 2.65– Valori limite di SO2 e quelli riscontrati nelle varie postazioni negli anni 2001 -2003

Oltre all’acquisizione dei dati ambientali si è proceduto all’acquisizione dei dati cartografici.Sono inoltre disponibili gli andamenti delle concentrazioni medie orarie di SO2 dell’anno 2004, rilevati dalle centraline

di Milazzo Porto, San Filippo del Mela e Santa Lucia del Mela. L’elaborazione dei dati rilevati dalle centraline sopradette nel periodo gennaio-dicembre 2004, in base a quanto previsto dal DM. n. 60 del 2/4/2002 ha fornito le seguenti indicazioni:

Postazione di S. Filippo del Mela SO2 : sono stati registrati n. 1 superamenti del valore limite (350 µg/m3 come media oraria, da non superare più di 24 volte nell’anno).

Postazione di S. Lucia del Mela SO2 : sono stati registrati n. 8 superamenti del valore limite (350 µg/m3 come media oraria, da non superare più di 24 volte nell’anno).

Postazione di Milazzo – Porto SO2 : è stato registrato n. 1 superamenti del valore limite (350 µg/m3 come media oraria, da non superare più di 24 volte nell’anno).

In fig. 2.59 sono riportati i dati di SO2 relativi alla centralina Milazzo Porto per quanto concerne l’anno 2004 mentre in fig. 2.60 quelli di San Filippo del Mela.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 151

Pr ovinc ia Reg io nale di MessinaD ip ar t im en to A m b ie nt e1° U f f ic io D i r igen zia le

0.0

100.0

200.0

300.0

400.0

500.0

600.0

Milazzo Porto - media oraria

Parametro: SO2 (µg/m³), periodo: 01 gen 2004-31 dic 2004

Figura 2.59 - Andamento di SO2 (µg /m 3 ) per l’anno 2004Pr ovinc ia Reg io nale di Messina

D ip ar t im en to A m b ie nt e1° U f f ic io D i r igen zia le

0.0

100.0

200.0

300.0

400.0

500.0

600.0

S.Filippo del Mela - media oraria

Parametro: SO2 (µg/m³), periodo: 01 gen 2004-31 dic 2004

Figura 2.60 - Andamento di SO2 (µg /m 3 ) per l’anno 2004

Campagne di misura eseguite da ARPA Sicilia nel comprensorio del Mela.

Nel corso degli anni più recenti i Dipartimenti ARPA SICILIA Provinciali hanno avviato alcune campagne di misura degli inquinanti nelle aree del territorio della Sicilia nelle quali sono presenti le attività produttive di maggiore rilevanza.

In particolare, si riporta quanto è stato recentemente rilevato nell’area (a cura della Direzione Generale ARPA Sicilia, Struttura Tecnica IV Atmosfera). Si riportano a titolo di esempio i dati acquisiti in una delle sette campagne mensilieffettuate nell’area del Mela (24/04/2005 – 19/10/2006); i report relativi a tutte le campagne effettuate sono pubblicati sul sito di arpa Sicilia http://www.arpa.sicilia.it/tematiche/aria/lab_mobile.htm.

Nella zona sono presenti le centraline fisse precedentemente indicate.Di seguito vengono riportati dati di sintesi ottenuti in base a rilievi dei sistemi di monitoraggio in continuo delle

emissioni e/o a stime relative ai principali agenti inquinanti per le aziende che rappresentano le principali sorgenti fisse di inquinamento atmosferico.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 152

Tabella 2.66– Monitoraggio delle emissioni (2005)

Andamento degli inquinanti nel periodo di misura

Esaminando gli indicatori proposti dalla normativa appare evidente come la scala temporale adeguata per unavalutazione della qualità dell’aria è generalmente quella annuale.

Tuttavia, una campagna di misura condotta per un periodo più breve, può essere utile in un’ottica di approccio preliminare alla caratterizzazione dei livelli di inquinamento nel luogo soggetto all’indagine.

I dati, rilevati dalla strumentazione installata sul laboratorio mobile, sono stati trasferiti, via modem, al centro elaborazione dati (C.E.D.) allocato negli uffici della direzione generale A.R.P.A. Sicilia e qui elaborati e rappresentati, per una immediata lettura, tramite grafici e tabelle.

I risultati sono stati confrontati, al fine di verificarne il rispetto, con i valori limite di qualità dell’aria indicati nelle normative vigenti.

In materia di livelli di attenzione e di allarme, le medie orarie e giornaliere sono state confrontate con gli obiettivi di qualità previsti dal D.M. 2/04/2002 n. 60.

In generale, l’evoluzione temporale dei diversi inquinanti monitorati è rappresentata con l’utilizzo di grafici relativi a:

concentrazioni medie orarie: evoluzione oraria dell’inquinante nel periodo di misura;concentrazioni medie sulle 8 h: ogni valore è ottenuto come media tra l’ora h e le 7 ore precedenti l’ora h;concentrazioni medie giornaliere: evoluzione giornaliera dell’inquinante ottenuta mediando i valori delle concentrazioni dalle ore 0.00 alle ore 23.00 dello stesso giorno;giorno tipo: evoluzione media delle concentrazioni medie orarie nell’arco delle 24 ore.

Si fa inoltre presente che l’ora a cui sono associati i dati è quella solare e che le concentrazioni sono normalizzate a 20°C e 101.3 kPa.

In sintesi sono stati predisposti i seguenti grafici:

concentrazioni medie giornaliere, orarie e giorno tipo per il biossido di zolfo (SO2);concentrazioni medie giornalie re, medie sulle 8 ore e giorno tipo per il monossido di carbonio (CO);concentrazioni medie orarie, giornaliere e giorno tipo per il monossido di azoto (NO);concentrazioni medie orarie, giornaliere e giorno tipo per il bionossido di azoto (NO2);concentrazioni medie orarie, medie sulle 8 ore, medie giornaliere e giorno tipo per l’ozono (O3);concentrazioni medie orarie, giornaliere, e giorno tipo per i BTX;concentrazioni medie sulle 3 ore, medie giornaliere e giorno tipo per gli idrocarburi non metanici (NMHC);concentrazioni medie orarie, giornaliere, e giorno tipo per il PM10.

Biossido di Zolfo (SO2)

Il valore massimo orario delle concentrazioni rilevate è stato di 75,96 µg/m 3 (3 maggio ore 9), mentre il massimo valore medio giornaliero è stato di 15,66 µg/m 3 rilevato in data 28 aprile.

Sono pertanto largamente rispettati il valore limite orario (350 µg/m 3 ) e il valore limite sulle 24 ore (125 µg/m3 ) per la salute umana, nonché il valore della soglia di allarme misurato su tre ore consecutive (500 µg/m 3 ).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 153

Non si è ritenuto utile calcolare il 98° percentile delle medie sulle 24 ore (D.P.C.M. 28 marzo 1983) per il limitato periodo di rilevamento.

Monossido di carbonio (CO)

Il valore della media massima giornaliera su 8 ore è di 0,96 mg/m3 rilevato in data 11 maggio 2005. Questo valore risulta largamente inferiore a quello limite per la protezione della salute umana (10 mg/m3 ) di cui al D.M. 60/02.

Le concentrazioni rilevate come media di 1 ora e media di 8 ore calcolate sono al di sotto del valore limite di accettabilità delle concentrazioni e dei limiti massimi di esposizione di cui al D.P.C.M. 28 marzo 1983.

Monossido di azoto (NO)

Il monossido di azoto non è soggetto direttamente a normativa.Ciò nonostante risulta interessante conoscere gli andamenti orari delle sue concentrazioni, poiché oltre a trasformarsi

in tempi brevi in NO2, la sua presenza influenza i processi fotochimici che determinano la produzione di O3 troposferico.Il valore massimo orario raggiunto durante la campagna di monitoraggio è stato di 28,68 µg/m3 rilevato in data 11

maggio alle ore 8.00.

Biossido di azoto (NO2)

I livelli di biossido di azoto (NO2), registrati durante il periodo di misura, sono stati molto contenuti.Le concentrazioni medie orarie sono al di sotto sia del valore limite orario per la protezione della salute umana che

della soglia di allarme misurata su tre ore consecutive.Il valore massimo orario raggiunto è stato 70,21 µg/m3 , rilevato il 3 maggio 2005 alle ore 9; che quindi risulta essere

largamente inferiore al limite orario di 200 µg/m 3 fissato dal D.M. 60/02.Così come per il biossido di zolfo, anche in questo caso non è stato calcolato il 98° percentile delle medie sulle 24 ore.

Ozono (O3)

Poiché la formazione di ozono (O3) è legata all’intensità della radiazione solare, le concentrazioni più elevate siriscontrano d’estate, che, quindi, risulta essere il periodo più significativo per eseguirne le misure.

In ogni caso, in riferimento al D. Lgs. 21 maggio 2004 n.183, non si è mai assistito al superamento del livello della soglia di informazione (180 g/m³ di media oraria).

Inoltre le concentrazioni medie sulle 8 ore non hanno mai superato il valore previsto dalla normativa come obiettivo a lungo termine per la salvaguardia della salute umana (120 g/m³).

Il valore di concentrazione orario più elevato è stato di 126,87 µg/m3 , rilevato 11 maggio 2005 alle ore 16.00, mentre il valore massimo raggiunto dalla concentrazione mediata sulle 8 ore è stato di 117 µg/m 3 anch’esso rilevato in data 11 maggio 2005.

Da notare il classico andamento ciclico, associato alla luce diurna, di questo inquinante fotochimico.

Benzene, Toluene, XILENI (BTX)

La media oraria delle concentrazioni di benzene, unico inquinante tra i tre sottoposto a normativa, calcolata su tutto il periodo di monitoraggio è stata di 4,28 µg/m3 , quindi largamente al di sotto del limite normativo.

In effetti, il valore obiettivo da raggiungere per il benzene, calcolato come media annuale delle concentrazioni orarie rilevate, è fissato, dal D.M. 60/2002, in 10 µg/m3, considerando il margine di tolleranza previsto per l’anno 2005.

Nel breve periodo di rilevamento si sono verificati 2 superamenti orari di questo valore in data 24 aprile 2005 alle ore 9.00 e 10.00, altri 2 superamenti in data 26 aprile 2005 alle ore 8.00 e alle ore 20.00, ed infine un superamento in data 9 maggio 2005 alle ore 21.00.

Il massimo valore di concentrazione orario è stato di 15,49 µg/m3, rilevato il 26 aprile alle ore 8.00.

Idrocarburi non Metanici (NMHC)Come indicato in precedenza (vedi par. “Normativa in materia di inquinamento atmosferico”), per gli idrocarburi non

metanici, il valore obiettivo, valutato su un periodo di mediazione di 3 ore consecutive, è fissato dal D.P.C.M. del 28/3/83 in 200 g/m³.

Tale valore viene adottato soltanto nelle zone e nei periodi dell’anno nei quali si sono verificati superamenti significativi dello standard dell’aria dell’ozono, che, durante questa campagna di monitoraggio, non sono mai stati riscontrati.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 154

Tuttavia vanno evidenziati:

elevate punte di concentrazioni orarie rilevate durante l’intera campagna di monitoraggio;l’elevato valore di concentrazione media oraria riferita all’intero periodo, che è stata di 288 g/m³;i numerosi picchi di concentrazione di idrocarburi aromatici verificatisi in concomitanza con i picchi di idrocarburi

In particolare, l’11 maggio 2005 si è verificato il valore più alto della media su 3 ore consecutive, 1899 g/m³, superiore più di nove volte il limite suddetto, ed un valore di concentrazione media oraria di 3180 g/m³ rilevato alle ore 3.00.

Particolato Fine (PM10)Durante la campagna di misura non si è verificato il superamento del valore limite medio giornaliero per la protezione

della salute umana, fissato dal D.M. 60/2002 in 50 g/m³.Il valore massimo di concentrazione oraria è stato di 117,45 g/m³ rilevato 11 maggio 2005 alle ore 13.00, mentre il

massimo valore medio giornaliero è stato di 41,18 g/m³ rilevato il 12 maggio 2005.

Monossido di carbonio (CO ).Figura 2.61 – Monitoraggio CO

Figura 2.62 – Monitoraggio CO- media giornaliera

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 155

Figura 2.63 - Monitoraggio CO – media oraria

Studio di simulazione di dispersione atmosferica degli inquinanti effettaute dal DREAM dell’Università di Palermo

Di seguito si riportano i risultati relativi alle simulazioni di diffusione atmosferica degli inquinanti effettuate dalDREAM dell’università di Palermo. In particolare sono riportati i risultati sotto forma di:

Concentrazione media al suolo di SO2 su un dominio esteso (simulazioni effettuate con il modello ISC3).Concentrazione media al suolo di SO2 su un dominio esteso per differenti periodi mensili e valore medio relativo ai primi 6 mesi dell’anno (interpolazioni effettuate a partire dai dati rilevati dalle centraline di monitoraggio).Concentrazione media al suolo nell’area oggetto di studio su dominio locale.

I risultati della simulazione sono confrontabili con i dati rilevati con le centraline di monitoraggio e con i dati della campagna dell’ARPA.

La mappa visualizzata mostra che già a poche centinaia di metri di distanza dai camini la concentrazione al suolo si riduce di 4 volte rispetto al valore massimo ottenuto in corrispondenza delle vicinanze dell’impianto. Tale valore massimo, in ogni caso, risulta di entità non superiore rispetto ai limiti di legge.

I valori massimi di concentrazione di SO2 che si ottengono dalle simulazioni rispetto al valore limite per la qualità dell’aria dal D.M. 2 aprile 2002, n. 60 (350 µg/m3 come media oraria da non superarsi più di ventiquattro volte per anno civile, e 125 µg/m3 come media giornaliera da non superarsi più di tre volte per anno civile), risultano evidentemente contenuti.

Le soglie di concentrazione di 100 e di 50 µg/m 3 non vengono mai superate (in ambito urbano), secondo lesimulazioni eseguite, mentre la soglia di 5 µg/m 3 viene superata per diverse ore/anno ed anche nel centro urbano.

Per tale inquinante è possibile quindi evidenziare uno stato di carico ambientale generato significativo ma non superiore ai limiti di normativa.

Sulla base delle impostazioni definite per il modello, il considerare inerti gli inquinanti analizzati non influisce in maniera apprezzabile sui risultati. Se si effettua una simulazione relativa all’SO2, considerando una trasformazione chimica in atmosfera con cinetica di trasformazione pari ad un tempo di dimezzamento (parametro di half-life) pari a 4 ore, generalmente accettata per tale inquinante in condizioni atmosferiche medie, si può ipotizzare qualitativamente lacoincidenza dei valori. Per un confronto di tipo quantitativo dovrebbero essere applicati alcuni indicatori statistici.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 156

Fig. 2.64 - Impianti industriali - media dei primi 6 mesi dell’anno - mappa di concentrazione di SO2 (mg/m3)

Figura 2.65 - Simulazione con ICS3: mappa di concentrazione media di SO2 (mg/m3)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 157

Convenzione ARTA- Dipartimento ITAF- UNIPA, D. R. S. n° 473 del 8 giugno 2005", Progetto di Monitoraggio Biologico degli Inquinanti Atmosferici nel "Comprensorio territoriale dell'Area a Rischio di Crisi Ambientale di Pace del Mela mediante l’utilizzo di organismi lichenici"

La rete di monitoraggio è stata pensata e progettata con lo scopo di coprire una porzione di territorio interno ad un raggio di 25 Km dal comparto industriale di Milazzo.

La rete di monitoraggio biologico ha interessato una porzione di territorio pari a circa 15.000 ettari escluso le aree di bianco previste

Le mappe ricavate nell’ambito dello studio rappresentano i risultati dell’analisi spaziale eseguita per tutti i metalli pesanti monitorati e per entrambi i cicli di campionamento. Sono mappe tematiche bidimensionali che mettono in evidenza con differenti gradazioni di colori la distribuzione spaziale degli elementi chimici sul territorio. La scala cromatica va dal verde (minore concentrazione) al rosso (maggiore concentrazione).

Per ciascun elemento chimico è stata creata una scala “ad hoc” funzione dei valori fatti registrare dall’elemento in questione, per permettere il confronto dei risultati tutti i valori sono espressi in Parti Per Milione (ppm).

2.3.6 Il monitoraggio delle piogge acide

Nel territorio regionale il monitoraggio delle piogge acide non è stato effettuato in maniera sistematica e diffusa ma si dispone di dati acquisiti in campagne di monitoraggio limitate nello spazio e nel tempo. Si riportano a titolo di esempio i dati acquisiti da studi effettuati nell’area metropolitana di Palermo.

2.3.6.1 Misura dell’acidità delle piogge a Palermo (fonte AMIA Palermo)

La misura dell’acidità delle piogge è stata effettuata presso le cabine di piazza Giulio Cesare e via Belgio. I risultati ottenuti negli anni 1997, 1998, 1999 e 2000 sono riportati in forma tabellare, con istogrammi o grafica.

Nella tab. 2.56 si riportano i risultati dal 1997 al 2000.

CabineGIULIO CES ARE BELGIO

1997 1998 1999 2000 1997 1998 1999 2000Numero eventi piovosi 31 56 68 58 61 67 70 67Giorni di funzionamento 243 303 362 365 365 334 343 366pH minimo 4,16 4,45 4.18 4.48 5,06 4,89 4.86 4.58pH massimo 9,14 9,74 7.74 8,35 8,1 7,9 7.23 8.62% Campioni con pH <.5,6 41,2 12,8 29.4 29.4 3,2 17,2 18.3 24.3% Campioni con 5,6 < pH < 6,5 26,5 30,5 34.9 57.3 41,5 46,4 51.9 33.6

% Campioni con 6,5 < pH < 8 28,4 54,3 35.7 26.8 54,7 36,4 29.8 25.7

% Campioni con pH > 8 3,9 2,4 0 2.4 0,6 0 0 2.9Conducibilità minima 1,2 12,9 1.8 1.6 1,3 1.9 5.9 10.2Conducibilità massima 693 600 498 586 312 488 258 278Numero misure valide di pH 102 164 235 201 159 140 104 115

Numero misure valide di conducibilità

97 162 235 201 154 139 102 112

Tabella 2.67– Riepilogo annuale acidità piogge

Dai dati riportati nella tab. 2.67 risulta che il valore minimo di pH dell'anno 1998 è stato rilevato presso la stazione di Giulio Cesare il 12/10/98 con un valore di pH = 4,45 nel 200 il valore più basso è stato registra to nella stessa stazione con il valore di 4,48.

Dal confronto dei dati risulta che la percentuale di campioni di piogge acide (pH < 5,6) tra il 1997 ed il 2000 è aumentata presso la cabina di Belgio mentre è diminuita presso la cabina di Giulio Cesare. Presso quest'ultima cabina si è avuto un aumento della percentuale dei campioni con pH compreso fra 6,5 e 8 e quindi una successiva diminuzione. Questa variazione per la cabina di Giulio Cesare potrebbe essere imputata alla perdita di dati verificatasi nel corso del 1998 in corrispondenza di quei mesi in cui nel 1997 sono stati registrati eventi piovosi più acidi (in particolare nel mese di agosto 1997). Nel territorio di Palermo i valori di pH delle piogge sono principalmente alcalini, probabilmente per la presenza di particelle di aerosol marino, di calcite e di dolomite.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 158

CAPITOLO 3 – CARATTERIZZAZIONE DELLE ZONE

3. 1 PRIMA ZONIZZAZIONE a sensi del D. Lgs. n. 351/99

In ottemperanza all’art.5 del dlgs n.351/99, la regione, laddove non siano disponibili misure rappresentative dei livelli degli inquinanti, dovrà provvedere ad effettuare,una valutazione della qualità dell’aria ambiente ed individuare le zone in cui i livelli superano i valori limite (artt. 7, 8 e 9).

Le zone o gli agglomerati così individuati dovranno dotarsi, per la valutazione della qualità dell’aria, di una rete di monitoraggio o secondo i casi potranno avvalersi di altri metodi di stima.

Il dlgs 351/99 ha individuato per i vari inquinanti, due soglie di valutazione (inferiore e superiore) che delimitano 3 fasce di concentrazioni da confrontare con le medie annuali delle concentrazioni rilevate; da tale confronto potràindividuarsi la tecnica di valutazione della qualità dell’aria da impiegare nell’area cui i dati si riferiscono:In particolare se:

Il livello dell’inquinante è maggiore della soglia di valutazione superiore

La valutazione della qualità dell’aria dovrà essere effettuatamediante monitoraggio in continuo

Il livello dell’inquinante è minore della soglia di valutazione inferiore

La valutazione della qualità dell’aria potrà essere effettuata tecnichemodellistiche;

Il livello dell’inquinante è compreso tra le due soglie di valutazione

La valutazione della qualità dell’aria potrà essere effettuatacombinando le due tecniche precedenti

Occorre sottolineare a questo punto che, ai sensi del dlgs 351/99, per effettuare la verifica di eventuali superamenti della soglie di valutazione è richiesta una disponibilità di dati relativi agli ultimi 5 anni.

E’ noto che la Sicilia, ancora, non è dotata di una Rete regionale per il rilevamento dell’inquinamento atmosferico e pertanto non è stato possibile effettuare una valutazione globale della qualità dell’aria sull’intera regione.

Sono però presenti in Sicilia , come ampiamente descritto nei paragrafi precedenti, 4 reti provinciali (Agrigento, Siracusa, Messina e Caltanissetta), 2 comunali (Palermo e Catania) e alcune reti private (ENEL, AGIP, CIPA, Italcementi) di cui quelle presenti nella provincia di Siracusa sono interconnesse alla rete pubblica.

Pertanto, da una analisi dei dati prodotti dalle reti pubbliche, dopo elaborazione agli standard del DM 60, è stato possibile effettuare, per alcune aree di territorio, la zonizzazione di cui agli artt. 7, .8 e 9 del dlgs n.351/99.

In questo caso, per la determinazione della distribuzione spaziale delle concentrazioni è stata essere utilizzata la combinazione misura + interpretazione.

Si è assunto, allora, che la rete coprisse e fosse rappresentativa dell’intero territorio preso in esame (nel nostro caso ilterritorio provinciale oppure quella parte del territorio provinciale per cui si è ritenuto che la rete fosse rappresentativa).

La tecnica su esposta è stata impiegata per la mappatura degli inquinanti in particolari aree a rischio e per laindividuazione di eventuali superamenti dei valori limite ai fine della zonizzazione di cui agli artt. 7, 8 e 9 del dlgs n.351/99.

Per le aree non coperte da reti di rilevamento e dove non sono disponibili misure rappresentative dei livelli di inquinanti, è stato necessario effettuare la zonizzazione ricorrendo ad altri metodi (es. metodi di misura indicativi basatisull’uso di mezzi mobili, autorizzazioni, inventario delle emissioni…….).

Poiché, come già precedentemente accennato, non si dispongono di dati su tutta la regione, si sono adottati i seguenti criteri per effettuare una prima zonizzazione.

In primo luogo sono state prese in considerazione le Aree a Elevato Rischio Ambientale di Siracusa, Caltanissetta e Milazzo.

Le tre aree sono, peraltro, coperte da reti di rilevamento pubbliche (provincia, ARPA (rete Envireg). Occorre rilevare la rete della provincia di Messina negli ultimi anni è stata spesso non operante.

Nelle stesse aree sono presenti alcune reti private di cui è stato, in prima approssimazione, tenuto conto dei dati forniti (ENEL, EdiPower, AGIP, CIPA).

Sono state altresì prese in considerazione anche alcune aree ad elevata concentrazione industriale.In prima approssimazione sono state prese in considerazione:

le zone ad alta concentrazione industriale ed in particolare quelle denominate “Aree a elevato rischio industriale”;le zone che pur non portando questa denominazione presentano una considerevole presenza di impianti industriali che per entità o per tipo di produzione rappresentano un potenziale rischio di inquinamento;i territori dei comuni scarsamente popolati e con scarsa concentrazione industriale;

inoltre, occorre far notare che negli gli agglomerati sono stati inseriti anche i territori dei comuni confinanti con le grosse aree metropolitane per i quali è previsto o è prevedibile uno sviluppo industriale o antropico in grado di produrre un notevole inquinamento atmosferico.

All’interno di tali zone sono stati individuati gli agglomerati così come definiti dal D.lgs. 351/99.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 159

Provincia di PALERMO :

Agglomerato A1: Palermo, Villabate, Altofonte, parte del Comune di Monreale (inquinamento dovuto principalmente a traffico automobilistico)

Agglomerato A2: Termini Imprese (inquinamento dovuto principalmente a alla CTE ENEL)Agglomerato A3: Isola delle Femmine, Capaci, Carini (inquinamento dovuto principalmente a traffico

automobilistico(A 29 ) a alla Cementeria ITALCEMENTI)Agglomerato A4: Partinico (Distilleria Bertolino), Montelepre, Giardinello, Borgetto

Provincia di CALTANISSETTA:

Agglomerato R1: Butera, Gela, Niscemi (area a elevato rischio industriale);

Provincia di SIRACUSA:

Agglomerato R3: Priolo, Augusta, Melilli , Floridia, Solarino e Siracusa (area a elevato rischio industriale);

Provincia di Agrigento:

Agglomerato A5: Agrigento, Porto Empedocle (CTE ENEL, Cementeria), Canicattì

Provincia di MESSINA:

Agglomerato R3: Messina, Condrò, Gualtieri Sicaminò, Milazzo, Pace del Mela, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, San Pier Niceto (a rea a elevato rischio industriale);

Provincia di CATANIA:

Agglomerato A6: Catania, Misterbianco, Motta S. Anastasia

Provincia di Ragusa:

Agglomerato A7: Ragusa (Polo Chimico e Cementeria)

Provincia di Trapani:

Agglomerato A8:Trapani, Custonaci (notevole presenza di cave di marmo), Castellammare, Alcamo (presenza di cantine e distillerie)

Disponibilità dei dati

In merito alla disponibilità dei dati si rileva la non continuità temporale degli stessi (ovviamente ci si riferisce alle aree coperte da Reti di rilevamento) e pertanto la non piena utilizzazione degli stessi (per esempio la Rete della provincia di Messina non ha prodotto dati con regolarità negli ultimi anni).

Formato dei dati

A causa del lungo lasso di tempo intercorso tra l’emanazione del dlgs 351/99 e uno dei decreti di attuazione dello stesso (DM 60/2002), si è in presenza di un periodo di transizione di circa 3 anni durante il quale i dati rilevati devono essere trattati sia secondo quanto previsto dal dlgs 351 (valori limite, valori guida, livelli di attenzione e di allarme) sia secondo quanto introdotto dal DM 60/2002.

Rappresentazione cartografica della zonizzazione

Una volta definite le zone sono state realizzate:

1. cartografia globale della Regione Siciliana con l’individuazione di tutte le zone;2. cartografie relativamente alle nove province Regionali.

Si riportano di seguito le sopracitate elaborazioni cartografiche.

Pian

o re

gion

ale

di c

oord

inam

ento

per

la tu

tela

del

la q

ualit

à de

ll’ar

ia a

mbi

ente

Serv

izio

3 “

Tute

la d

all’i

nqui

nam

ento

atm

osfe

rico”

– T

el. 0

91-7

0775

85–

e-m

ail:

sanz

a@ar

tasi

cilia

.it16

0

Pian

o re

gion

ale

di c

oord

inam

ento

per

la tu

tela

del

la q

ualit

à de

ll’ar

ia a

mbi

ente

Serv

izio

3 “

Tute

la d

all’i

nqui

nam

ento

atm

osfe

rico”

– T

el. 0

91-7

0775

85–

e-m

ail:

sanz

a@ar

tasi

cilia

.it16

1

Pian

o re

gion

ale

di c

oord

inam

ento

per

la tu

tela

del

la q

ualit

à de

ll’ar

ia a

mbi

ente

Serv

izio

3 “

Tute

la d

all’i

nqui

nam

ento

atm

osfe

rico”

– T

el. 0

91-7

0775

85–

e-m

ail:

sanz

a@ar

tasi

cilia

.it16

2

Pian

o re

gion

ale

di c

oord

inam

ento

per

la tu

tela

del

la q

ualit

à de

ll’ar

ia a

mbi

ente

Serv

izio

3 “

Tute

la d

all’i

nqui

nam

ento

atm

osfe

rico”

– T

el. 0

91-7

0775

85–

e-m

ail:

sanz

a@ar

tasi

cilia

.it16

3

Pian

o re

gion

ale

di c

oord

inam

ento

per

la tu

tela

del

la q

ualit

à de

ll’ar

ia a

mbi

ente

Serv

izio

3 “

Tute

la d

all’i

nqui

nam

ento

atm

osfe

rico”

– T

el. 0

91-7

0775

85–

e-m

ail:

sanz

a@ar

tasi

cilia

.it16

4

Pian

o re

gion

ale

di c

oord

inam

ento

per

la tu

tela

del

la q

ualit

à de

ll’ar

ia a

mbi

ente

Serv

izio

3 “

Tute

la d

all’i

nqui

nam

ento

atm

osfe

rico”

– T

el. 0

91-7

0775

85–

e-m

ail:

sanz

a@ar

tasi

cilia

.it16

5

PRO

VIN

CIA

DI

PAL

ERM

O

Pian

o re

gion

ale

di c

oord

inam

ento

per

la tu

tela

del

la q

ualit

à de

ll’ar

ia a

mbi

ente

Serv

izio

3 “

Tute

la d

all’i

nqui

nam

ento

atm

osfe

rico”

– T

el. 0

91-7

0775

85–

e-m

ail:

sanz

a@ar

tasi

cilia

.it16

6

Pian

o re

gion

ale

di c

oord

inam

ento

per

la tu

tela

del

la q

ualit

à de

ll’ar

ia a

mbi

ente

Serv

izio

3 “

Tute

la d

all’i

nqui

nam

ento

atm

osfe

rico”

– T

el. 0

91-7

0775

85–

e-m

ail:

sanz

a@ar

tasi

cilia

.it16

7

Pian

o re

gion

ale

di c

oord

inam

ento

per

la tu

tela

del

la q

ualit

à de

ll’ar

ia a

mbi

ente

Serv

izio

3 “

Tute

la d

all’i

nqui

nam

ento

atm

osfe

rico”

– T

el. 0

91-7

0775

85–

e-m

ail:

sanz

a@ar

tasi

cilia

.it16

8

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 169

3. 2 VERIFICA DEL SUPERAMENTO DEI VALORI LIMITE

La revisione della zonizzazione e l’eventuale identificazione di nuove zone è di competenza della Regione Sicilia ed è legata alla disponibilità di nuove misure o di stime modellistiche, la cui gestione è a carico di ARPA SICILIA. In ragione di ciò, la Regione si avvale del supporto tecnico di ARPA SICILIA e degli Uffici regionali competenti per rivedereperiodicamente (ogni 3 anni) la zonizzazione dei regimi di qualità dell’aria nel suo territorio.

La prima analisi è la verifica del superamento del valori limite indicati dal DM 60/2002 che, ai sensi del D. Lgs. 351/99, costituisce uno degli elementi conoscitivi per la valutazione del piano (di azione, di risanamento e dimantenimento) da applicare alle zone a diversa criticità ambientale rispetto alla matrice aria, del territorio regionale.

Tale valutazione è condotta sulle posizioni puntuali di monitoraggio delle reti regionali di qualità dell’aria.

L’articolo 5 del D.Lgs. n. 351 del 4 agosto 1999 assegna alle Regioni il compito di effettuare la valutazionepreliminare della qualità dell’aria sul proprio territorio, attraverso l’individuazione di zone a diverso grado di criticità rispetto ai valori limite previsti dalla normativa per i diversi inquinanti atmosferici. In particolare devono essere individuate le zone nelle quali:

i livelli di uno o più inquinanti comportano il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme; in queste zone andranno applicati i Piani di Azione;i livelli di uno o più inquinati eccedono il valore limite aumentato del margine di tolleranza o sono compresi tra il valore limite e il valore limite aumentato del margine di tolleranza; in queste zone dovranno essere applicati i Piani di Risanamento;livelli degli inquinanti sono inferiori al valore limite e sono tali da non comportare il rischio del superamento degli stessi; in queste altre zone andranno applicati i Piani di Mantenimento.

La valutazione preliminare della qualità dell’aria per quel che riguarda la Regione Sicilia è stata effettuata sulla base dei dati delle stazioni di misura della Rete di Rilevamento della Qualità dell’Aria relative agli ultimi anni.

In occasione della prima revisione del piano che eccezionalmente sarà effettuata entro un’anno dalla pubblicazione del presente sarà effettuata la zonizzazione definitiva che terrà conto di una più accurata analisi dei dati rilevati in tutte lestazioni di rilevamento presenti nel territorio regionale.

Il D.Lgs. 351/99 e il successivo D.M. 60/02 prevedono che le informazioni provenienti dai punti di campionamento in siti fissi possano essere integrate con quelle provenienti da altre fonti di informazione, quali gli inventari delle emissioni e le tecniche di modellizzazione e di stima obiettiva, con l’obiettivo finale di pervenire ad una adeguata rappresentazione spaziale delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici sull’intero territorio regionale. L’allegato X al D.M. 60/02 indica le informazioni generali che devono essere contenute nella Relazione di sulla Qualità dell’Aria per le zone o agglomerati in cui si ricorra a fonti diverse dalla misurazione in siti fissi.

In questa fase, al fine della realizzazione di una valutazione preliminare, verranno impiegati i dati disponibili delle Retidi Rilevamento della Qualità dell’Aria, relativamente ai periodi disponibili (almeno cinque anni) per quanto riguarda i parametri convenzionali (SO2, NO2, CO, O3) ed un triennio per quel che riguarda i parametri non convenzionali (PM10,benzene, IPA).

Ci si riserva, per la definitiva applicazione dell’art. 6 (individuazione delle zone e degli agglomerati per i quali si rende obbligatorio il monitoraggio della qualità dell’aria), di implementare quest’analisi attraverso l’utilizzo di tutti i dati delle campagne di misura effettuate sul territorio regionale e attraverso l’impiego di modelli, che dovranno essere sottoposti a certificazione da parte del Ministero dell’Ambiente, come previsto dal DM 20/09/02

La valutazione preliminare della qualità dell’aria è stata effettuata verificando se per le stazioni di monitoraggio, vi siano stati dei superamenti dei valori limite previsti dal DM 60/02. Sono stati presi in considerazione sia i valori limite da rispettare entro il 2005, sia i valori limite più i rispettivi margini di tolleranza da rispettare per gli anni precedenti, per stabilire se il percorso di raggiungimento indicato dalla normativa sia attualmente rispettato o meno.

La valutazione preliminare presentata non tiene conto dei valori limite per la protezione degli ecosistemi per il biossido di azoto e per gli ossidi di azoto individuati dal DM 60/02, in quanto tale valutazione andrebbe eseguita rispetto a stazioniidentificate appositamente secondo i criteri di ubicazione previsti dall’allegato VIII del decreto citato. Quest’analisi sarà effettuata, una volta realizzate la riqualificazione e l’ottimizzazione della rete di monitoraggio come da progetto sintetizzatoal paragrafo 7.1.2, e selezionate le stazioni che soddisfino i criteri di microposizionamento indicati dalla normativa.

Di seguito viene riportata l’analisi effettuata per ciascun parametro preso separatamente. Questa analisi permette di stabilire in quali stazioni della rete si sono verificati dei superamenti dei valori limite previsti dal DM 60/02 e D.L.vo 21/05/2004, n. 183 e forniscono delle indicazioni sulle aree nelle quali devono essere intraprese azioni finalizzate al risanamento della qualità dell’aria.

Per ciascuna stazione di rilevamento, dove possibile, il confronto è stato effettuato secondo tre modalità:

tenendo conto del margine di tolleranza (MDT);in condizioni di valore limite a regime con margine di tolleranza nullo;al netto di eventuali eventi eccezionali.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 170

Per le tabelle e i grafici valgono le seguenti osservazioni:

tutti i valori sono approssimati alla cifra intera più vicina;il numero dei superamenti è calcolato dopo che i valori di concentrazioni sono stati approssimati come alpunto precedente;i valori riportati fra parentesi indicano che la percentuale minima dei dati valicati per l’elaborazione non è stata raggiunta.

BIOSSIDO DI ZOLFO

Utilizzando i dati riferiti alle città di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE dell’APAT, è stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:

limite orario di protezione della salute umana il cui valore, da non superarsi per più di 24 volte nell'annocivile, è pari a 350 µg/ m3 (D.M. 2 aprile 2002, n. 60).limite di 24 ore di protezione della salute umana il cui valore, da non superarsi per più di 3 volte nell'anno civile, è pari a 125 µg/ m3 (D.M. 2 aprile 2002, n. 60).

Per ciò che concerne la rete provinciale di Agrigento invece non esistono dati utili in quanto la rete non è stata attivata nel 2005. I valori sono misurati in microgrammi al metro cubo (µg/m3).

In tab. 3.1 sono riportati i valori limite previsti dal DM 60/02 per il biossido di zolfo, rispetto ai quali deve essereeffettuata la valutazione preliminare, ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs.351/99. Nelle stazioni delle Reti di Rilevamento della Qualità dell’Aria, nel 2005 non è stata mai superata, nel periodo considerato, la soglia di allarme pari a 500 µg/m3 misurata su tre ore consecutive; il valore limite orario di 350 mg/m3 e il valore limite sulle 24 ore di 125 mg/m3 sono stati superati nella stazione di San Cusumano in provincia di Siracusa. Il trend, tuttavia, è in miglioramento rispetto al 2004. Sporadici superamenti del valore limite orario di 350 mg/m3 si sono registrati a Melilli e Specchi (tab. 3.2). Nel 2004 il valore limite orario di 380 mg/m3 e il valore limite sulle 24 ore di 125 mg/m3 sono stati superati nella stazione di San Cusumano in provincia di Siracusa e nel porto di Milazzo (ME), nella stazione di Agip – Gela in provincia di Caltanissetta il limite è stato superato 120 volte. Sporadici superamenti del valore limite orario di 380 mg/m3 si sono registrati a in Provincia diMessina e Siracusa.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 171

Tipologia del valore limite Valore limiteValore limite + Margine di tolleranzaper ciascun anno

Soglia di allarme (3 ore consecutive) 500 g/m3

Limite orario da non superare più di 24 volte per anno civile 350 g/m3

1 gennaio 2002: 440 g/m3

1 gennaio 2003: 410 g/m3

1 gennaio 2004: 380 g/m3

1 gennaio 2005: 350 g/m3

Limite di 24 h da non superare più di 3 volte per anno civile Dal 1 gennaio 2005:125 g/m3

Limite per la protezione degli ecosistemiAnno civile e inverno:20 g/m3

Tabella 3.1 – Valori limite previsti dal DM 60/02 per il biossido di zolfo.

La tabella 3.2 sintetizza il numero dei superamenti del limite orario e del limite di 24 ore di biossido di zolfo rilevati nel 2005, per la protezione della salute umana.

Dall’analisi della tabella che segue si rileva come l’inquinamento da biossido di zolfo incida maggiormente nelle aree di tipo industriale. Infatti nel 2005 si sono registrati dei superamenti sia del limite orario che di quello giornaliero per la tutela della salute umana nonché del limite annuale relativamente alla Provincia di Siracusa. Inoltre si può notare come le concentrazioni medie annuali di biossido di zolfo in aree metropolitane come quella di Catania si mantenga ad un livellobasso, così come nel comune di Palermo. Ciò significa che il problema di inquinamento da biossido di zolfo è tipico delle zone industriali e sempre meno delle aree dove le fonti di inquinamento provengono dal traffico piuttosto che dalriscaldamento domestico. Questo tipo di comportamento risulta di carattere generale anche in altre regioni italiane; in Sicilia il problema di biossido di zolfo risulta ancora maggiore nelle aree industriali se paragonato al resto d’Italia. Rispetto ai dati del 2004, si nota un miglioramento nell’area della Provincia di Siracusa. Nessun superamento della soglia di allarme di 500 µg/m3 si è verificato nel periodo considerato.

Superamenti del limite orario per la protezione della salute umana350 µg/m3 per il 2005 (max 24 volte)

Comune di Catania 0Comune di Palermo 0Provincia di Siracusa 2 (Melilli); 18 (San Cusimano);1 (Specchi)Provincia di Messina n.d.Provincia di Caltanissetta n.d.Provincia di Agrigento* -

Superamenti del limite di 24 ore per la protezione della salute umana125 µg/m3 per il 2005 (max 3 volte)

Comune di Catania 0Comune di Palermo 0Provincia di Siracusa 1 (S. Cusimano)Provincia di Messina n.d.Provincia di Caltanissetta n.d.Provincia di Agrigento* -

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche* nel 2005 la rete non è stata attivataTabella 3.2 - Superamenti del Limite orario e del Limite di 24 ore di biossido di zolfo (SO2) per la protezione della salute umana (2005)

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 172

Se si fa riferimento al 2004 i dati sono indicati nelle tabb. 3.3 e 3.4.

Superamento del limite orario per la protezione della salute umana380 m3 per il 2004 (max 24 volte)

Comune di Catania 0Comune di PalermoProvincia di Siracusa

03 (Melilli), 36 (S.Cusumano)

Provincia di Messina* 2 (S.Filippo del Mela), 8 (S.Lucia del Mela), 3 (Pace del Mela – Mandravecchia), 1 (Porto di Milazzo)

Provincia di Caltanissetta 120 (Agip Mineria-Gela)Provincia di Agringento** -

Tabella 3.3 - Superamento del limite orario per la protezione della salute umana

Superamento del limite di 24 ore per la protezione della salute umana125 m3 (max 3 volte)

Comune di Catania 0Comune di Palermo 0Provincia di SiracusaProvincia di Messina*

1 (S. Cusimano)1 (Porto di Milazzo)

Provincia di Caltanissetta n.d.Provincia di Agringento** -Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche (2004)*gennaio-giugno 2004**periodo di osservazione non rappresentativo (novembre-dicembre 2004)n.d. non disponibile

Tabella 3.4 - Superamento del limite di 24 ore per la protezione della salute umana

Nell’area metropolitana di di Palermo è stata effettuata un’analisi più dettagliata dei dati come indicato nella tab. 3.5.

Stazioni 2001 2002 2003 2004

Boccadifalco 0 0 0 0Indipendenza 0 0 0 0Giulio Cesare 0 0 0 0Castelnuovo 0 0 0 0Unità d'Italia 0 0 0 0Torrelunga 0 0 0 0Belgio 0 0 0 0Di Biasi - 0 0 0Tab. 3.5 - SO2 Numero di superamenti del valore limite giornaliero (125mg/m3) per la protezione della salute umana (max 3 volte)

La situazione che emerge negli ambiti urbani risulta complessivamente positiva; si può affermare che in baseall’analisi dei dati considerati non vi è il rischio di superamento per i prossimi anni dei valori limite individuati dal DM 60/02. La situazione riferita ai punti di misura considerati può essere ragionevolmente estesa a tutta l’area regionale. In tutte le aree della Sicilia (escludendo le aree produttive) potrà quindi essere applicato un Piano di Mantenimentocontenente misure atte a mantenere o migliorare l’attuale situazione rispetto al biossido di zolfo.

BENZENE

Il benzene è un idrocarburo aromatico volatile. E’ generato dai processi di combustione naturali, quali incendi ed eruzioni vulcaniche, ed inoltre è rilasciato in aria dai gas di scarico degli autoveicoli e dalle perdite che si verificano durante il ciclo produttivo della benzina (preparazione, distribuzione e l'immagazzinamento). Considerato sostanzacancerogena, riveste un’importanza particolare nell’ottica della protezione della salute umana. L’indicatore proposto è volto a verificare che le concentrazioni in aria di benzene non oltrepassino i valori limite prescritti dalla normativa vigente.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 173

Utilizzando i dati riferiti alle città di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE dell’APAT, è stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:

limite della media annuale (D.M. 2 aprile 2002, n. 60). I valori sono espressi in microgrammi al metro cubo (µg/ m3).

I dati sono tratti da elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dagli Enti gestori delle reti pubbliche.Il D.M. n. 60/02 ha introdotto un valore limite per la protezione della salute umana pari a 5 µg/m3 come media annuale

da raggiungere entro il primo gennaio 2010, a cui si aggiunge un margine di tolleranza di 5 µg/m3 fino al 31 dicembre 2005. Dal primo gennaio 2006, e successivamente ogni 12 mesi, il valore è ridotto secondo una percentuale costante per raggiungere lo 0% di tolleranza al primo gennaio 2010. Pertanto, sino al 1 gennaio 2006 il valore limite per il benzene coincide con il valore previsto per l’obiettivo di qualità dal D.M. 25 novembre 1994.

In tab. 3.6 sono riportati i valori limite previsti dal DM 60/02 rispetto ai quali è stata effettuata la valutazionepreliminare ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs.351/99, in riferimento al benzene. Il valore limite da considerare fino al31.12.2005 è pari 10 µg/m3. Nelle tabb. 3.7 e 3.8 sono riportati i superamenti dei valori limite annuale e giornaliero.

Dalla tabella 3.7 che segue si evince che le concentrazioni medie annue di benzene risultano, per l’anno 2005, inferiori al valore limite di 10 µg/ m3, ad eccezione delle postazioni site nella città di Siracusa. Rispetto ai dati del 2004, si notal’assenza di superamenti nella città di Palermo.

Tipologia del valore limite Valore limite Valore limite + Margine di tolleranzaper ciascun anno

Valore limite annuale per la protezione della salute umana

Anno civile5 g/m3

1 gennaio 2002: 10 g/m3

1 gennaio 2006: 9 g/m3

1 gennaio 2007: 8 g/m3

1 gennaio 2008: 7 g/m3

1 gennaio 2009: 6 g/m3

1 gennaio 2010: 5 g/m3

Tab. 3.6 - Valori limite previsti dal DM 60/02 per il benzene

La tab. 3.7 riporta i superamenti registrati nell’anno 2005.

N° Superamenti del valore limite annuale10 µg/m3 per l’anno civile 2005

Comune di Palermo 0Comune di Catania 0Provincia di Agrigento* -Provincia di Caltanissetta 0Provincia di Messina n.d.Provincia di Siracusa 1(Specchi); 11(Teracati)Provincia di Siracusa (ENVIREG) -

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti pubbliche (2006)* nel 2005 la rete non è stata attivata

Tabella 3.7 - Benzene numero di superamenti del valore limite nell’anno civile (2005)

Benzene N° Superamenti del valore limite della media giornaliera10 mg/m3 per l’anno civile 2004

Comune di Palermo (media annuale) 1 (Di Blasi)Comune di Catania 0

Provincia di Agrigento**Provincia di Caltanissetta 0

Provincia di Messina* 0Provincia di Siracusa 0

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti pubbliche (2004)*gennaio-giugno 2004**periodo di osservazione non rappresentativo (novembre-dicembre 2004)

Tabella 3.8 - Benzene numero di superamenti del valore limite della media giornaliera nell’anno civile (2004)

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 174

E’ evidente come il trend, negli ultimi anni, sia globalmente in diminuzione nell’area di Palermo. In tab. 3.9 sono riportati i valori delle medie registrate negli ultimi tre anni nelle stazioni in cui è garantito il monitoraggio di taleparametro.

Stazioni 2002 2003 2004

Boccadifalco 2.11 2.1 1.7Castelnuovo 7.52 5.5 5.2Di Blasi 10.33 8.2 10.5

Tabella 3.9 - Valori registrati per il benzene (media annuale)

L’analisi storica dei dati comunque lascia prevedere che (eccezion fatta per la stazione Di Blasi) non vi saranno per gli anni futuri, per lo meno fino al 2010, superamenti del valore limite medio annuo di 5 µg/m3. La situazione deve essere attentamente rivalutata dal 2005, quando il margine di tolleranza viene ridotto di 1 µg/m3 ogni anno, fino a che nel 2010 il valore limite sarà fissato a 5 µg/m3. Considerando i dati rilevati negli ultimi anni, per poter ottemperare al valore limite europeo di 5 µg/m3 nel 2010, dovranno essere intraprese delle azioni più rilevanti rispetto alle semplici misure di riduzione del traffico; una di queste potrà essere la revisione della composizione dei carburanti, misura che dovrà essereopportunamente soppesata a livello nazionale e comunitario.

PIOMBO

Dai dati disponibili che si riferiscono alle analisi di questo parametro effettuate sul particolato atmosferico, risulta che i valori rilevati risultano già sensibilmente inferio ri al valore limite di 0.5 µg/m3 fissato dal DM 60/02 e che doveva essererispettato entro il 1° gennaio 2005 (tab. 3.10).

Tipologia del valore limite Valore limite Valore limite + Margine di tolleranzaper ciascun anno

Valore limite annuale per la protezione della salute umanaAnno civile

0.5 g/m3

1 gennaio 2002: 0.8 g/m3

1 gennaio 2003: 0.7 g/m3

1 gennaio 2004: 0.6 g/m3

1 gennaio 2005: 0.5 g/m3

Tabella 3.10 - Valori limite previsti dal DM 60/02 per il piombo

Il piombo, non è tra i parametri da tenere sotto stretto controllo: la progressiva riduzione negli ultimi anni di tale inquinante è stata determinata dal ridotto tenore di piombo nelle benzine, essendo stato sostituito con altri composti impiegati per incrementare il potere antidetonante, quali alcani ramificati e aromatici tra cui il benzene stesso.

I dati rilevati nel comune di Palermo sono indicati nella tab. 3.11

2001 2002 2003 2004VL+MDT0,9 g/m3

Numerorilevamenti

VL+MDT0,8 g/m3

Numerorilevamenti

VL+MDT0,7 g/m3

Numerorilevamenti

VL+MDT0,6 g/m3 Numero rilevamenti

Boccadifalco 0.02 114 0.02 170 0.02 182 0.01 96Indipendenza 0.07 117 0.04 89 0.05 98 0.03 45

GiulioCesare 0.09 116 0.04 90 0.03 92 0.03 81

Castelnuovo 0.08 117 0.04 90 0.02 92 0.02 75Unità d'Italia 0.06 88 0.03 89 0.03 93 0.02 45Torrelunga 0.07 88 0.03 88 0.03 94 0.01 45

Belgio 0.05 87 0.03 90 0.02 91 0.02 30Tab. 3.11 - Pb –Concentrazione media annuale (valore limite annuale per la protezione della salute umana = 0,5 mg/m3)

1 dal 15/02/02

2 dal 20/02/2002

3 dal 29/03/02

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 175

Nel caso del piombo, sarà sufficiente applicare un Piano di Mantenimento dei livelli di concentrazione su tutto il territorio regionale. C’è da sottolineare, inoltre, come le medie calcolate nei periodi considerati siano inferiori anche alla soglia di valutazione inferiore di 0.25 µg/m3 prevista per il piombo, pertanto ai sensi dell’art. 6 del D.Lgs.351/99, non è obbligatorio il monitoraggio in continuo di tale parametro con rete fissa, eccezion fatta per gli agglomerati.

MONOSSIDO DI CARBONIO

Utilizzando i dati riferiti alle città di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE dell’APAT, è stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:

i superamenti del valore limite orario su 8 ore per la protezione della salute umana, pari a 10 mg/m3 da raggiungere entro il 1/1/2005 a cui si aggiunge un margine di tolleranza, pari a 6 mg/m3 per i primi 3 anni, con riduzione progressiva (D.M. 2 aprile 2002 n. 60).

Il valore limite che è stato preso come riferimento per l’individuazione delle zone da destinare a Piani di Risanamento, Azione o Mantenimento è quello indicato in tab. 3.12, ossia quello individuato dal DM 60/02, pari a 10 mg/m3, calcolato come massimo giornaliero della media mobile di 8 ore. La verifica del rispetto a tale valore e al valore limite aumentato del margine di tolleranza è stata effettuata per le stazioni della Rete di Rilevamento della Qualità dell’Aria, di cui sopra.

Tipologia del valore limite Valore limite Valore limite + Margine di tolleranzaper ciascun anno

Massimo giornaliero della media mobile di 8 h 10 mg/m3

1 gennaio 2002: 16 mg/m3

1 gennaio 2003: 14 mg/m3

1 gennaio 2004: 12 mg/m3

1 gennaio 2005: 10 mg/m3

Tabella 3.12 - Valori limite previsti dal DM 60/02 per il monossido di carbonio.

La tabella 3.13 fornisce una rappresentazione congiunta del numero di superamenti della soglia di attenzione, registrati rispettivamente nelle città di Catania, Palermo e nelle province regionali di Siracusa, Messina, Caltanissetta e Agrigento nel 2005. La media massima giornaliera su 8 ore viene individuata esaminando le medie mobili su 8 ore, calcolate in base a dati orari e aggiornate ogni ora. Ogni media su 8 ore così calcolata è assegnata al giorno nel quale finisce. In pratica, il primo periodo di 8 ore per ogni singolo giorno sarà quello compreso tra le ore 17.00 del giorno precedente e le ore 01.00 del giorno stesso; l’ultimo periodo di 8 ore per ogni giorno sarà quello compreso tra le ore 16.00 e le ore 24.00 del giorno stesso.

Nessun superamento della soglia d’allarme e del valore limite su 8 ore, che per il 2005 è pari a 10 mg/m3, è stato registrato a Palermo, Catania e Caltanissetta nonché nella Province di Siracusa nel periodo considerato (tab. 3.13). ; stesso risultato era stato ottenuto dall’analisi dei dati relativi al 2004 (tab. 3.14).

Superamenti del limite orario per la protezione della salute umana10 mg/m3 per il 2005

Comune di Catania 0Comune di Palermo 0Provincia di Siracusa 0Provincia di Messina n.d.Provincia di Caltanissetta 0Provincia di Agrigento* -

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche (2005)*nel 2005 la rete non è stata attivata

Tab. 3.13 - Pb – Superamenti della media max giornaliera su 8 ore (2005)

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 176

Superamenti del limite orario per la protezione della salute umana12 mg/m3 per il 2004

Comune di Catania 0Comune di Palermo 0Provincia di Siracusa 0Provincia di Messina* 0Provincia di Caltanissetta 0Provincia di Agrigento** -

Fonte:elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori reti pubbliche (2005)*gennaio-giugno 2004**periodo di osservazione non rappresentativo (novembre-dicembre 2004)

Tab. 3.14 -CO - Superamenti della media max giornaliera su 8 ore (2004)

Il monossido di carbonio è un inquinante originato essenzialmente dal traffico (si rimanda al Capitolo 2 per una trattazione più approfondita sulla stima delle emissioni da traffico suddivise per provincia).

Per il comune di Palermo è stata effettuata un’analisi più dettagliata dei dati come indicato in tab. 3.15.

2001 2002 2003 2004Stazioni

>16mg/m3

>10mg/m3

>16mg/m3

>10mg/m3

>16mg/m3

>10mg/m3

>16mg/m3

>10mg/m3

Boccadifalco 0 0 0 0 0 0 0 0

Indipendenza 0 0 0 0 0 0 0 0Giulio Cesare 0 2 0 0 0 0 0 0Castelnuovo (4) 0 0 0 14 0 0 0 0

Unità d'Italia 0 0 0 0 0 0 0 0Torrelunga 0 0 0 0 0 0 0 0Belgio 0 0 0 0 0 0 0 0

Di Blasi 0 0 0 0 0 0 0 0Tab 3.15 - CO: numero di superamenti del valore limite su 8 ore

4 Evento eccezionale dovuto alle emissioni di un gruppo elettrogeneratore a benzina posizionato in prossimità della stazione

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 177

PARTICOLATO PM10

Utilizzando i dati riferiti alle città di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE dell’APAT, è stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:

limite della media giornaliera, il cui valore, da non superarsi per più di 35 volte nell'anno civile, è pari a 50 µg/ m3

a cui si aggiunge un margine di tolleranza con riduzione annua (D.M. 2 aprile 2002, n. 60).

I valori sono espressi in microgrammi al metro cubo (µg/ m3). Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dagli Enti gestori delle reti pubbliche.

I valori limite che sono stati presi come riferimento per l’individuazione delle zone nelle quali applicare i Piani di Risanamento o di Mantenimento sono quelli indicati in tab. 3.16: valore limite di 24 ore da non superare più di 35 volte per anno civile e valore limite annuale.

Tipologia del valore limite Valore limite Valore limite + Margine di tolleranzaper ciascun anno

Limite di 24 h da non superare più di 35 volte per anno civile

50 g/m3

1 gennaio 2002: 65 g/m3

1 gennaio 2003: 60 g/m3

1 gennaio 2004: 55 g/m3

1 gennaio 2005: 50 g/m3

Valore limite annualeAnno civile 40 g/m3

1 gennaio 2002: 44.8 g/m3

1 gennaio 2003: 43.2 g/m3

1 gennaio 2004: 41.6 g/m3

1 gennaio 2005: 40 g/m3

Tabella 3.16 - Valori limite previsti dal DM 60/02 per il particolato (PM10).

La tab. 3.17 sintetizza il numero di superamenti del valore limite della media giornaliera (da non superarsi più di 35volte nell’arco di un anno) registrati nel 2005. Il D.M. 60/02, nell’abrogare gli obiettivi di qualità per il PM10 così come statuiti dal DM 25/11/94, ha stabilito che la concentrazione media annua per il PM10 non debba superare il valore limite di 40 µg/m3 in vigore dal 01/01/2005. Dalla tab. 3.17 si rileva come il valore limite della media giornaliera venga superato diverse volte e in postazioni di misura differenti sia nel comune di Palermo che di Catania e Siracusa. Rispetto ai dati del 2004 (tab. 3.18), si nota un peggioramento dello stato di qualità dell’aria concernente le concentrazioni di PM10.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 178

N° Superamenti del valore limite della media giornaliera50 µg/m3 per il 2005 da non superare per un max di 35 volte

Comune di Palermo**

Boccadifalco: 10 (7), Indipendenza: 13 (11), Giulio Cesare: 65 (58), Castelnuovo: 37 (30), Unità d’Italia: 54 (47), Torrelunga: 9 (7), Belgio: 48 (42), Di Blasi: 80 (73), CEP:31 (26)

Comune di CataniaVeneto: 36,8 (16); Europa: 29,32 (4); Stesicoro: 31,26 (9); Giuffrida: 42,49 (29); Zona

Ind.le: 21,15 (1); Risorgimento: 36,56 (18)Provincia di Agrigento* -Provincia di Siracusa Rete Ind. Augusta: 1; Ciapi: 3; Priolo: 3; Melilli: 3; San Cusmano: 2; Belvedere 3

Provincia di Siracusa Rete Urb. Acquedotto: 1; Teracati: 196; Bixio: 31; Specchi: 55

Provincia di Caltanissetta n.d.Provincia di Messina n.d.

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti pubbliche (2005)* nel 2005 la rete non è stata attivata** tra parentesi il numero dei superamenti al netto degli eventi eccezionali

Tab. 3.17 - PM10, numero di superamenti del valore limite della media giornaliera (2005))

N° Superamenti del valore limite della media giornaliera55g/m3 per il 2004 da non superare per un max di 35 volte

Comune di Palermo*** Ss Boccadifalco:12, Indipendenza:13, Giulio Cesare:45(37), Castelnuovo:41(35), Unità D’Italia:44 (38), Torrelunga: 8 (6), Belgio: 41 (36), Di Blasi: 47 (42).

Comune di Catania Piazza Risorgimento: 13; Piazza Stesicoro: 22; Viale V. Veneto – C.so Italia: 26; Piazza Europa: 5; Osp. Garibaldi: 8; Viale della regione: 3; P.A. Moro: 9; Piazza Risorgimento: 13, Zona Industriale: 1; Via Messina: 1; Piazza Michelangelo. 1.

Provincia di Agrigento**Provincia di Caltanissetta Centro storico di Caltanissetta: 26; Ospedale di Gela: 12Provincia di Messina* Liceo Archimede: 22, Bccetta-S. Francesco: 60; Minissale-Via consolare: 23;

Caronte Viale delle Libertà: 21.Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti da enti gestori di reti publiche (2004)*gennaio-giugno 2004**periodo di osservazione non rappresentativo (novembre-dicembre 2004)***tra parentesi il numero dei superamenti al netto degli eventi eccezionali

Tab. 3.18 - PM10, numero di superamenti del valore limite della media giornaliera (2004)

Se il quadro globale dovesse permanere allo stato attuale o addirittura peggiorare come è avvenuto negli ultimi anni, vi sarebbe il rischio, ma più che un rischio appare come una certezza, di superare su tutto il territorio regionale il valore limite consentito.

Il quadro appare molto critico in molte delle stazioni nelle quali viene effettuato il monitoraggio del PM10. Essendo accertata la natura in parte secondaria di tale parametro, si ritiene opportuno applicare sia misure di contenimento finalizzate alla riduzione su scala regionale del numero di superamenti del valore limite giornaliero (soprattutto durante il periodo invernale), sia misure più generali finalizzate al rispetto del valore limite annuale di 40 µg/m3 entrato in vigore apartire dal 1° gennaio 2005.

Per il comune di Palermo è stata effettuata un’analisi più dettagliata dei dati come indicato nelle tabb. 3.19- 3.23.

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 179

2001 2002 2003(5) 2004(5)

Stazioni > 70 µg/m3

> 50 µg/m3

> 65 µg/m3

> 50 µg/m3 > 60 µg/m3 > 50 µg/m3 > 55 µg/m3 > 55

µg/m3Boccadifalco 3 10 13 19 13 125 23 22 12 9 17 13Indipendenza 9 27 16 52 16 15 36 35 13 8 28 23Giulio Cesare 11 59 28 94 43 41 104 102 45 37 66 58Castelnuovo 25 93 30 72 30 29 69 68 41 35 59 53Unità d'Italia 27 96 36 88 33 32 73 72 44 38 60 54Torrelunga 9 28 11 18 8 7 18 17 8 6 11 9

Belgio 8 30 12 37 31 30 67 66 41 36 53 48Di Blasi - - 33 77 50 47 107 104 47 42 72 67TOTALE 92 343 179 457 224 213 497 486 251 211 366 325

Tab. 3.19 - PM10: Numero di superamenti del valore limite giornaliero per la protezione della salute umana (max 35 volte) ripartito per stazione

AnnoGiorno2001 2002 2003 2004

Totale

lunedì 54 59 53 42 208martedì 37 90 72 53 252

mercoledì 32 89 88 57 266giovedì 59 80 86 63 288venerdì 75 62 108 75 320sabato 50 53 76 46 225

domenica 36 24 14 30 104TOTALE 343 457 497 366 1663

Tab. 3.20 - PM10: Distribuzione settimanale del numero complessivo di superamenti del valore limite giornaliero (50mg/m3)

AnnoGiorno2001 2002 2003 2004

Totale

gennaio 33 36 25 17 111febbraio 34 22 18 55 129marzo 59 51 38 41 189aprile 7 53 38 19 117

maggio 47 31 69 12 159giugno 25 30 58 1 114luglio 13 39 46 15 113

agosto 13 34 21 35 103settembre 11 26 20 18 75

ottobre 51 39 67 80 237novembre 44 50 70 34 198dicembre 6 46 27 39 118TOTALE 343 457 497 366 1663

Tab. 3.21 - PM10: Distribuzione annuale del numero complessivo di superamenti del valore limite giornaliero (50mg/m3)

5 i numeri in rosso indicano il numero di superamenti al netto degli eventi eccezionali

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 180

Boccadifalco Indipendenza GiulioCesare Castelnuovo Unità d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi

2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004

Lunedì 3 2 3 3 12 10 7 6 8 7 1 2 5 6 14 6

Martedì 1 1 5 3 17 12 11 8 9 10 3 10 7 16 12

Mercoledì 4 2 7 6 19 9 12 10 13 9 2 2 12 8 19 11

Giovedì 4 4 6 4 19 11 11 10 14 10 6 3 10 8 16 13

Venerdì 8 4 8 5 22 12 13 10 16 12 4 2 12 12 25 18

Sabato 3 2 5 4 14 8 12 9 11 8 2 1 13 7 16 7

Domenica 2 2 3 1 4 3 6 2 4 1 5 5 1 5

TOTALE 23 17 36 28 104 66 69 59 73 60 18 11 67 53 102 72

Tab. 3.22 - PM10 distribuzione media settimanale del numero di superamenti del valore limite giornaliero (50 mg/m3)ripartito per stazione

Boccadifalco Indipendenza GiulioCesare Castelnuovo Unità d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi

2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004

Gennaio 7 11 4 1 5 2 1 8 3

Febbrio 4 5 10 15 6 8 3 6 8 3

Marzo 1 2 3 14 5 4 10 5 8 2 1 5 13 6

Aprile 1 2 2 12 3 6 2 5 3 1 2 5 3 7 3

Maggio 4 1 6 3 13 4 11 3 2 17 16 1

Giugno 4 9 2 8 8 2 17 8 1

Luglio 5 8 1 5 1 7 3 7 3 4 3 1 7 6

Agosto 3 4 4 3 3 5 3 5 3 5 1 2 5 3 7

Settembre 1 5 4 3 3 4 4 3 2 5 4

Ottobre 2 3 5 7 16 10 8 14 10 14 3 7 16 16 16

Novembre 2 1 5 2 18 5 10 6 11 6 3 8 7 13 7

Dicembre 2 2 3 3 6 4 3 5 4 4 2 3 4 8 3 10

Totale 23 17 36 28 104 66 69 59 73 60 18 11 67 53 107 72Tab. 3.23 - PM10 distribuzione annuale del numero di superamenti del valore limite giornaliero (50 mg/m3) ripartito per stazione

IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICI

Pur non essendo tra gli inquinanti normati dal DM 60/02 e quindi tra gli inquinanti per i quali è prevista ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs.351/99, la valutazione preliminare, è stata effettuata un’analisi dei dati disponibili di questo parametrofinalizzata a verificare eventuali superamenti dell’obiettivo di qualità di 1 µg/m3, ancora in vigore ai sensi del DM 25/11/94, e del valore limite di 1,5 µg/m3 calcolato come media annua, che sarà introdotto da una Direttiva Europea attualmente in fase di bozza.

Tipologia del valore limite Valore limite

Valore limite + Margine di tolleranza

per ciascun annoRiferimento normativo

Obiettivo di qualitàMedia mobile annuale 1 ng/m3 DM 25/11/94

Valore limiteAnno civile 1.5 ng/m3

2005: 1.5 ng/m3

2006: 1.4 ng/m3

2007: 1.3 ng/m3

2008: 1.2 ng/m3

2009: 1.1 ng/m3

Tabella 3.24 - Obiettivo qualità (DM 25/11/94) e valori limite annuo (Direttiva Europea in preparazione) per il Benzo-a-Pirene

Sul territorio regionale il monitoraggio degli Idrocarburi Policic lici Aromatici è stato effettuato a Palermo.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 181

E’ in corso di effettuazione l’acquisizione dei dati provenienti da altre campagne di monitoraggio al fine di effettuare una valutazione estesa a livello regionale. Le misure finalizzate alla riduzione degli IPA dovranno essere estese per lo meno ai comuni capoluogo e dovranno essere parallele a quelle applicate per ridurre i livelli di concentrazione del PM10;particolare attenzione dovrà essere rivolta al caso di Palermo presso la stazione Di Blasi.

BIOSSIDO DI AZOTO

La valutazione preliminare della qualità dell’aria rispetto al biossido di azoto, è stata effettuata verificando se, per il set di stazioni indicate in tab. 3.27, sono stati superati:

la soglia di allarme di 400 µg/m3,misurata per tre ore consecutive;il limite orario di 200 µg/m3 da non superare per più di diciotto volte l’anno;il valore limite della media annuale pari a 40 µg/m3 da rispettare entro il 1° gennaio 2010.

Utilizzando i dati riferiti alle città di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE dell’APAT, è stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:

limite orario per la protezione della salute umana, il cui valore è pari a 200 µg/ m3 da non superare per più di 18 volte per anno civile; a tale limite, che dovrà essere rispettato al 1/1/2010 si aggiunge un margine di tolleranza di 100 µg/m3 con riduzione annua costante (D.M. 2 aprile 2002 n. 60). I valori sono espressi in microgrammi al metro cubo (µg/m3).

Tipologia del valore limite Valore limite Valore limite + Margine di tolleranzaper ciascun anno

Soglia di allarme* 400 g/m3

Limite orario da non superare più di 18 volte per anno

civile200 g/m3

1 gennaio 2002: 280 g/m3

1 gennaio 2003: 270 g/m3

1 gennaio 2004: 260 g/m3

1 gennaio 2005: 250 g/m3

1 gennaio 2006: 240 g/m3

1 gennaio 2007: 230 g/m3

1 gennaio 2008: 220 g/m3

1 gennaio 2009: 210 g/m3

1 gennaio 2010: 200 g/m3

Valore limite annuale per la protezione della salute

umanaAnno civile 40 g/m3

1 gennaio 2002: 56 g/m3

1 gennaio 2003: 54 g/m3

1 gennaio 2004: 52 g/m3

1 gennaio 2005: 50 g/m3

1 gennaio 2006: 48 g/m3

1 gennaio 2007: 46 g/m3

1 gennaio 2008: 44 g/m3

1 gennaio 2009: 42 g/m3

1 gennaio 2010: 40 g/m3

Limite per la protezione della vegetazione NOx

Anno civile 30 g/m3 19/07/2001

* periodo di mediazione tre ore consecutiveTabella 3.25 - Valori limite previsti dal DM 60/02 per il biossido di azoto.

I dati sono stati ricavati da elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti, dalla Provincia Regionale di Siracusa, dalla Provincia Regionale di Caltanisetta, dalla Provincia Regionale di Agrigento, dalla Provincia regionale di Messina, dal Comune di Catania, Direzione Tutela Ambientale per la città di Catania, dall’AMIA s.p.a. per il Comune di Palermo.La tab. 3.26 riporta il numero complessivo di superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana,registrati rispettivamente nelle città di Catania e Palermo e nelle province regionali di Siracusa, Messina, Caltanissetta e Agrigento nel 2005.

Analizzando i dati di qualità dell’aria rilevati nel 2005 (BRACE) si evince come i valori più alti si registrano nelle postazioni ubicate nelle zone centrali delle città e pertanto più soggette all'inquinamento da traffico nelle città di Palermo e

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 182

Catania. Per il 2005, il valore limite delle concentrazioni medie orarie è pari a 250 µg/m3, da non superarsi per più di 18 volte. La tab. 3.27 sintetizza il numero di superamenti che si sono verificati nel 2005; se nella provincia di Siracusa, la normativa è stata rispettata, nella città di Catania, nella città di Siracusa e nella città di Palermo si oltrepassano i limiti di legge, essendo verificatisi rispettivamente n. 3, n. 4 e n. 1 superamenti. Rispetto ai dati del 2004, si nota un miglioramento per le città di Palermo e Catania. Nessun superamento della soglia di allarme di 400 µg/m3 si è verificato nel periodo considerato.

N° Superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana Per l’anno 2005 il valore limite è pari a 250 µg/m3 (max 18 volte)

Comune di Catania 3 (piazza Giovanni XXIII –Terminal Bus extraurbani e capolinea AMT)

Comune di Palermo 1 (CEP)Provincia di Siracusa 4 (Scalagreca)Provincia di Caltanissetta n.d.Provincia di Messina n.d.Provincia di Agrigento* -

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori (2005) * nel 2005 la rete non è stata attivataTabella 3.26 - Biossido di azoto (NO2), superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana (2005)

N° Superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umanaPer l’anno 2004 Valore limite orario + margine di tolleranza pari a 260 g/m3 (max 18 volte)

Comune di Catania 1 (Viale Veneto – C.so Italia), 1 (Piazza Giorni)Comune di Palermo 2 (Indipendenza), 2 (Giulio Cesare), 1 (Castelnuovo), 0 (Unità

d’Italia), 0 (Torrelunga), 0 (Belgio), 0 (Di Blasi)Provincia di Siracusa 0Provincia di Caltanissetta 0Provincia di Messina* 0Provincia di Agrigento** -Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati Enti Gestori (2005)*gennaio-giugno 2004**periodo di osservazione non rappresentativo (novembre-dicembre 2004)Tabella 3.27 - Biossido di azoto (NO2), superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana (2004)

Dall’analisi dei dati emerge la necessità di prevedere delle misure di riduzione dei livelli di concentrazione di tale inquinante. Tuttavia, se la situazione dovesse permanere allo stato attuale, non vi sarebbe il rischio di superare nel 2010, il tetto dei 18 superamenti per anno del valore limite orario di 200 µg/m3.

Per il comune di Palermo è stata effettuata un’analisi più dettagliata dei dati come indicato nelle tabb. 3.28- 3.36

2001 2002 2003 2004Stazioni > 290

µg/m3> 200 µg/m3

>280µg/m3

> 200 µg/m3

> 270 µg/m3

> 200 µg/m3

> 260 µg/m3

> 200 µg/m3

Boccadifalco 0 0 0 0 0 0 1 1Indipendenza 0 4 3 11 0 2 2 7Giulio Cesare 0 13 5 14 1 7 2 6Castelnuovo 0 8 3 14 0 4 1 8Unità d'Italia 0 3 2 13 2 12 0 2Torrelunga 0 10 1 4 0 1 0 0Belgio 1 5 4 10 0 2 0 2Di Biasi - - 3 10 1 12 0 3T O T A L E 1 43 21 76 4 40 6 29Tab. 3.28 - NO2: Numero di superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana (max 18 volte)

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 183

2001 2002 2003 2004Stazioni

µg/m3Boccadifalco [14] 20 16 21Indipendenza 68 92 88 93Giulio Cesare 149 144 144 134Castelnuovo 92 106 89 98Unità d'Italia 82 104 97 85Torrelunga 80 77 67 63Belgio 96 106 87 83Di Biasi - 148 163 164

Tab. 3.29 - NOx – Concentrazione media annuale( valore limite per la protezione della vegetazione = 30 mg/m3)

AnnoORE2001 2002 2003 2004

TOTALE

1234567 1 1 28 12 6 2 3 239 14 20 11 4 4910 6 27 10 9 5211 8 19 10 4 4112 1 3 1 4 913 1 1 1 314 1 1 1 315 1 11617 1 1 218 1 119 1 120 1 121222324

TOTALE 43 76 40 29 188Tab. 3.30- NO2: Distribuzione giornaliera del numero di superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana(200 mg/m3)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 184

AnnoGiorno2001 2002 2003 2004

TOTALE

Lunedì 4 11 3 18Martedì 3 16 6 10 35

Mercoledì 10 14 11 3 38Giovedì 14 28 8 4 54Venerdì 7 6 12 10 35Sabato 5 1 2 8

DomenicaTOTALE 43 76 40 29 188

Tab. 3.31 - NO2: Distribuzione settimanale del numero di superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana(200 mg/m3)

AnnoMese2001 2002 2003 2004

TOTALE

Gennaio 7 7 2 16Febbraio 4 4Marzo 4 15 1 20Aprile 6 7 10 23Maggio 3 4 7Giugno 4 3 7Luglio 2 1 4 7Agosto 4 3 2 9Settembre 1 3 1 5Ottobre 6 32 12 21 71Novembre 3 7 4 14Dicembre 3 1 1 5TOTALE 43 76 40 29 188Tab. 3.32 - NO2: Distribuzione mensile del numero di superamenti del valore limite orario per la protezione della salute umana(200 mg/m3)

Tab. 3.33 NO2: Distribuzione settimanale del numero di superamenti del valore limite orario (200 mg/m3) ripartito per stazione

Boccadifalco Indipendenza GiulioCesare Castelnuovo Unità d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi

Giorno2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004

lunedì 1 1 1martedì 1 1 1 3 3 2 1 1 2 1mercoledì 1 1 2 2 1 1 1 4 1giovedì 2 1 1 2 3 3venerdì 1 2 3 5 1 2 5 2 1sabato 1 1domenicaTOTALE 0 1 2 7 7 6 4 8 12 2 1 0 2 2 12 3

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 185

Giorno Boccadifalco Indipendenza GiulioCesare Castelnuovo Unità d'Italia Torrelunga Belgio Di Blasi

2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004 2003 2004gennaio 1 1febbraiomarzo 1aprile 1 1 3 1 1 3maggiogiugno 1 2luglio 2 2 1agosto 1 1 1 1 1settembre 1 1 2ottobre 1 1 4 3 6 5 5 2 1 3 2novembre 1 3dicembre 1 1TOTALE 0 1 2 7 7 6 4 8 12 2 1 0 2 2 12 3

Tab. 3.34 - NO2: Distribuzione annuale del numero di superamenti del valore limite orario (200 mg/m3) ripartito per stazione

Stazione Valore Limite più MDT

ElementoInquinante

ValoreRaggiunto

Unità di Misura Data Giorni Ora

Giulio Cesare 270 NO2 294 µg/m3 03/10/2003 Venerdì 11Unità d'Italia 270 NO2 303 µg/m3 03/10/2003 Venerdì 10

Unità d'Italia 270 NO2 291 µg/m3 03/10/2003 Venerdì 11

Di Blasi 270 NO2 277 µg/m3 27/06/2003 Venerdì 9Tab. 3.35 - NO2: Superamenti rilevati nel 2003

Stazione Valore Limitepiù MDT

ElementoInquinante

ValoreRaggiunto

Unità di Misura Data Giorni Ora

Boccadifalco 260 NO2 264 µg/m3 26/10/2004 martedì 12Indipendenza 260 NO2 271 µg/m3 08/07/2004 giovedì 9

Indipendenza 260 NO2 267 µg/m3 19/10/2004 martedì 12

Giulio Cesare 260 NO2 283 µg/m3 29/10/2004 venerdì 11Giulio Cesare 260 NO2 279 µg/m3 29/10/2004 venerdì 12

Castelnuovo 260 NO2 262 µg/m3 26/10/2004 martedì 10Tab. 3.36- NO2: Superamenti rilevati nel 2004

OZONO

Per quanto riguarda l’ozono occorre fare una dovuta premessa. Il D.Lgs.351/99 all’art. 5, per la determinazione delle zone nelle quali applicare, a seconda della criticità, i Piani di Azione o di Risanamento o di Mantenimento, fa riferimento ai valori limite indicati da decreti da emanarsi a cura del Ministero dell’Ambiente. Il DM 60/02, decreto di recepimento delle Direttive 99/30/CE e 00/69/CE è solo uno di tali decreti e non disciplina il parametro ozono. Tale parametro è stata oggettodel Decreto Legislativo 21/05/2004 n. 183 che ha recepirto la Direttiva 02/03/CE, emanata dalla Commissione Europea nel marzo 2002. Sono stati presi in considerazione:

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 186

Obiettivo Livello di concentrazione (µg/m3) Tempo medioLimite di informazione 180 1 ora

Limite di allarme 240 1 oraObiettivo a lungo termine 120 Media su 8 ore, max giornaliero

Valore bersaglio da non superare per più di 25 giorni per anno civile come media su 3 anni (dal 2010)

120 Media su 8 ore, max giornaliero

(EEA, 2005)Tab. 3.37- Valori limite di ozono, obiettivo lungo termine e valore target per la protezione della salute umana

Valore bersaglio: livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e sull’ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo.Soglia di informazione: livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione e raggiunto il quale devono essere adottate opportune misure.Obiettivo a lungo termine: concentrazione di ozono nell’aria al di sotto della quale si ritengono improbabili, in base alle conoscenze scientifiche attuali, effetti nocivi diretti sulla salute umana e sull’ambiente nel suo complesso.

Nelle zone nelle quali è stata superata la soglia di allarme, dovrà essere applicato un Piano di Azione (come previsto dall’art. 7 del D.Lgs. 351/99); nelle zone in cui si è accertato, almeno per tre anni, il superamento del valore bersaglio, andranno applicati i Piani di Risanamento (art. 8, D.Lgs. 351/99).

Prima di passare all’analisi dei dati, occorre sottolineare come la natura secondaria dell’ozono implichi che la concentrazione misurata in un punto, purché non di traffico, sia facilmente riconducibile alla concentrazione rilevabili in aree più vaste. Infatti, a differenza del caso degli inquinati primari, l’area di rappresentatività di una misura di ozono risulta estremamente più ampia. A ciò va aggiunto che le condizioni meteorologiche hanno un’enorme influenza sulleconcentrazioni di tale parametro. In particolare le condizioni atmosferiche di intensa radiazione solare, temperatura mite o calda e venti moderati favoriscono la formazione di smog fotochimico e l’aumento delle concentrazioni troposferiche di ozono.

Utilizzando i dati riferiti alle città di Palermo e Catania, e quelli acquisiti dalla rete di monitoraggio della qualità dell’aria della provincia di Siracusa, Agrigento, Caltanissetta e Messina, per l’anno 2005, ricavati dalla banca dati BRACE dell’APAT, è stato verificato il rispetto dei seguenti limiti:

livello di attenzione delle concentrazioni medie orarie, il cui valore limite medio orario è pari a 180 µg/ m3 (D.M. 16/05/1996).

I valori sono espressi in microgrammi al metro cubo (µg/ m3).I dati sono tratti da elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dagli enti gestori di Reti pubbliche per il monitoraggio

dell’inquinamento atmosferico (2005).La tab. 3.41 riporta il numero complessivo di superamenti del livello di attenzione delle concentrazioni medie orarie

nel 2005. Al riguardo, è opportuno specificare che il “livello di attenzione”, indicato anche come “livello perl’informazione della popolazione”, non rappresenta una condizione di rischio ma la possibilità di un aggravarsi delfenomeno nel caso continuassero, per più giorni, condizioni atmosferiche sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti che contribuiscono alla formazione dell’ozono.

Dall’analisi della tab. 3.38 dei superamenti si nota come soprattutto nella Provincia di Siracusa ed in particolare nellapostazione di Melilli, e nel comune di Palermo si rilevano delle concentrazioni di ozono che superano la soglia di attenzione. Rispetto ai dati del 2004, si nota un peggioramento dello stato di qualità dell’aria relativamente alleconcentrazioni di ozono per la città di Palermo, la città e la provincia di Siracusa.

Concentrazione media di 1 ora: 180 µg/m3

Comune di Catania 0Comune di Palermo 10 (Boccadifalco)

Provincia di Agrigento* -

Provincia di Caltanissetta 0Provincia di Messina n.d.

Provincia di Siracusa 1(Priolo); 19(Melilli); 14(San Cusmano); 3(Acquedotto)

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dagli Enti Gestori (2006)* nel 2005 la rete non è stata attivata

Tab. 3.38- Ozono (O3), numero di superamenti della soglia di informazione (2005)

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 187

Concentrazione media di 1 ora da non raggiungere più di una volta al mese: 200??g/m3Comune di Catania 0Comune di Palermo 0Provincia di Agrigento** -Provincia di Caltanisetta 0Provincia di Messina* 0Provincia di Siracusa 8 (Melilli)

Fonte: Elaborazione ARPA Sicilia su dati forniti dagli Enti Gestori (2005)* gennaio – giugno 2004** periodo di osservazione non rappresentativo (novembre – dicembre 2004)

Tab. 3.39- Ozono (O3), numero di superamenti della soglia di attenzione (2004)

Superamenti del Valore bersaglio d'ozono per la protezione de lla salute umana registrati nell'anno 2004Fonte Dei Dati: Questionari sulla Qualità dell'Aria relativi all’anno 2004 inviati da Regioni e Province autonome, secondo il formato della Decisione 2004/461/CEInformazioni relative alle

zoneInformazioni relative alle stazioni Superamenti registrati

Nomecompletodella zona

Codicedella zona

CodiceEoI della stazione

Codice della stazionelocale

Provincia di ubicazione

Tipo di stazione

Numero di giorni di superamento per anno civile

(media su 3 anni)

Anno o anni civili presi in

considerazione

Palermo,Villabate,

Bagheria,Monreale,Altofonte

IT19A1 1908202 PABoccadifalco PALERMO S 89

2002-2003-2004

IT19R2 1908962 Melilli SIRACUSA U 492002-2003-2004

IT19R2CIPA

SiracusaBelvedere

692002-2003-2004

IT19R2 CIPA Melilli + Meteo 35

2002-2003-2004

Siracusa,Priolo,Melilli,

Augusta,Floridia,Solarino

IT19R2 CIPA Melilli Villasmundo 105

2002-2003-2004

Tab. 3.40- Superamenti del Valore bersaglio d'ozono per la protezione della salute umana registrati nell'anno 2004

Nel comune di Palermo è stata effettuata un’analisi più dettagliata dei dati come indicato nelle tabb. 3.41-3.46

Boccadifalco CastelnuovoSoglia Limite Valore

(mg/m3)

Intervallo di mediazione dei

dati 2001 2002 2003 2004 2001 2002 2003 2004Soglia di

Informazione 180 1ora 15 10 57 0 0 0 0 0

Soglia di Allarme 240 1 ora 0 2 2 0 0 0 0 0

Soglia di Protezione della

salute120 8 ore 63 96 139 31 0 0 0 0

Tab. 3.41- Ozono O3 – Numero di superamenti dei valori limiti ripartiti per anno e per stazione (D. L.vo 21/05/2004n.183)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 188

AnnoGiorno2001 2002 2003 2004

Totale

Lunedì 2 2Martedì 1 1 1 3Mercoledì 1 4 24 29Giovedì 3 1 17 18Venerdì 8 4 7 19Sabato 2 7 9Domenica 2 2TOTALE 15 10 57 0 82

Tab. 3.42- Ozono: Distribuzione settimanale del numero di superamenti della soglia di informazione (180 mg/m3)

AnnoORE2001 2002 2003 2004

Totale

1 02 03 04 05 06 07 08 09 2 2

10 4 1 10 1511 5 4 11 2012 5 2 15 2213 1 1 7 914 2 3 515 5 516 2 217 1 118 1 119 020 021 022 023 024 0

TOTALE 15 10 57 0 82Tab. 3.43- Ozono: Distribuzione giornaliera del numero di superamenti della soglia di informazione (180 mg/m3)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 189

AnnoGiorno2001 2002 2003 2004

Totale

gennaio 0febbraio 0marzo 0aprile 3 7 10

maggio 2 4 6giugno 1 23 24luglio 1 13 14agosto 9 3 7 19

settembre 1 1ottobre 5 3 8

novembre 0dicembre 0TOTALE 15 10 57 0 82

Tab. 3.44- Ozono: Distribuzione annuale del numero di superamenti della soglia di informazione (180 mg/m3)

AnnoGiorno2001 2002 2003 2004

Totale

lunedì 8 14 20 3 45martedì 5 10 14 3 32

mercoledì 10 17 18 3 48giovedì 13 12 21 4 50venerdì 10 15 19 9 53sabato 9 14 25 4 52

domenica 8 14 22 5 49TOTALE 63 96 139 31 329

Tab. 3.45- Ozono: Distribuzione settimanale del numero di superamenti della soglia di protezione della salute (120mg/m3)

AnnoGiorno2001 2002 2003 2004

Totale

gennaio 0febbraio 1 2 3marzo 4 10 2 16aprile 2 24 21 1 48

maggio 9 12 26 5 52giugno 18 10 27 8 63luglio 11 10 25 15 61agosto 11 13 23 47

settembre 4 14 4 22ottobre 8 8 1 17

novembre 0dicembre 0TOTALE 63 96 139 31 329

Tab. 3.46- Ozono: Distribuzione annuale del numero di superamenti della soglia di protezione della salute (120 mg/m3)

Come evidenziato dalle tabelle, il problema dell’inquinamento fotochimico è esteso a in provincia di Siracusa e nellacittà di Palermo; la soglia di allarme di 240 µg/m3, fissata dalla Normativa è stata superata 2 volte presso la stazione di Boccadifalco di Palermo sia nel 2002 che nel 2003.

Il problema dell’inquinamento da ozono diviene ancora più esteso considerando i superamenti del valore della soglia di informazione e quella di protezione della salute sia in provincia di Siracusa che in Palermo.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 190

3.3 IDENTIFICAZIONE DELLE ZONE CRITICHE, DI RISANAMENTO E DIMANTENIMENTO

A partire dall’analisi dello stato di qualità dell’aria fin qui presentata, per ognuno degli inquinanti SO2, NO2, O3, CO, PM10, benzene e IPA, sono state individuate le postazioni nelle quali si sono verificati superamenti del valore limite e soglie di allarme. In corrispondenza delle aree nelle quali tali stazioni sono ubicate, dovranno essere applicati precisi provvedimenti, azioni dirette e azioni integrate, per il miglioramento dello stato di qualità dell’aria, come precisato nel Capitolo 6.

Le aree ricadenti nella zona A, per specifico inquinante, sono caratterizzate dal superamento dei valo ri limite aumentati del margine di tolleranza e/o delle soglie di allarme (nel caso in cui siano previste); in zona B rientrano le aree per le quali sono stati registrati superamenti dei valori limite (senza margine di tolleranza); infine appartengono alla zona C le aree considerate a basso rischio di superamento dei valori limite (assenza di superamenti o superamenti relativi a uno o due anni non recenti).

In particolare:

per l’SO2ricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, più di 24

superamenti della soglia oraria aumentata del margine di tolleranza (350 µg/m3 dal 2005 in poi) e/o il superamento per più di tre volte all’anno della soglia giornaliera di 125 µg/m3;

ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, più di 24superamenti della soglia oraria di 350 mg/m3;

ricadono in zona C le restanti aree.

per l’NO2ricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, più di 18

superamenti della soglia oraria aumentata del margine di tolleranza (230 µg/m3 nel 2007) e/o il superamento del valore limite annuale aumentato del margine di tolleranza (46 µg/m3 nel 2007);

ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati per almeno 3 anni, più di 18 superamentidella soglia oraria di 200 µg/m3 e/o il superamento del valore limite annuale di 50 µg/m3;

ricadono in zona C le restanti aree.

per l’O3ricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, superamenti della

soglia di allarme (240 µg/m3 per almeno 3 ore consecutive) e più di 25 superamenti del valore bersaglio di 120 µg/m3;ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, più di 25

superamenti del valore bersaglio di 120 µg/m3;ricadono in zona C le restanti le aree.

per il COricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, il superamento del

valore limite aumentato del margine di tolleranza (10 mg/m3 dal 2005 in poi);ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati, per almeno 3 anni, il superamento del

valore limite di 10 mg/m3;ricadono in zona C le restanti aree.

per il Benzene (per il quale non si hanno serie storiche più lunghe di 3 anni) ricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati superamenti del valore limite annuale

aumentato del margine di tolleranza (8 µg/m3, nel 2007);ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati superamenti del valore limite annuale di

5 µg/m3;ricadono in zona C le restanti aree.

per il PM10ricadono in zona A le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati più di 35 superamenti del valore limite

giornaliero aumentato del margine di tolleranza (50 µg/m3 dal 2005 in poi) e/o il superamento del valore limite annuale aumentato del margine di tolleranza (40 µg/m3 dal 2005 in poi);

ricadono in zona B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati più di 35 superamenti del valore limite giornaliero di 50 µg/m3 e/o il superamento del valore limite annuale di 40 µg/m3;

ricadono in zona C le restanti aree.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 191

per gli IPAricadono in zona A e B le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati superamenti del valore limite

annuale di 1 ng/m3;ricadono in zona C le restanti aree.

La zonizzazione del territorio regionale non può essere tuttavia condotta solo attraverso tali verifiche puntuali, la cui significatività può essere molto limitata spazialmente.

Non essendo ancora disponibile un inventario delle emissioni, (in corso di effettuazione) che consenta di ricostruire, Comune per Comune, secondo un intervallo temporale definito (ora, giorno, mese, anno), le emissioni degli inquinanti atmosferici di maggiore interesse (polveri PM, ossidi di azoto, precursori dell’ozono), né tanto meno una valutazione modellistica dei loro livelli di concentrazione al suolo (sarà effettuata nei prossimi mesi), sono stati presi in considerazione, ai fini della zonizzazione anche i seguenti criteri territoriali:

il numero degli abitantila densità di popolazione la localizzazione delle aree produttive di maggiore rilievo

Le aree produttive sono state identificate nella prima zonizzazione di cui nel paragrafo 3.1 e trattate a parte,individuando nel Capitolo 6, per ciascuna di esse, le azioni da intraprendere per la riduzione delle specifiche emissioni.

Nel paragrafo 3.1 sono stati indicati i principali i principali ambiti produttivi presenti sul territorio regionale.Nei tre paragrafi successivi sono indicati i criteri adottati per la definizione delle ZONE A, B e C, effettuata rispetto ad

ogni singolo parametro come stabilito ai sensi dell’art. 5 del D. Lgs.351/99. Per la stessa area potranno quindi essere previsti piani ed azioni differenti a seconda della criticità accertata per ciascun inquinante.

Per quanto riguarda il monossido di carbonio e il biossido di zolfo la valutazione preliminare effettuata fa ritenere che non ci siano sul territorio regionale zone a rischio di superamento degli standard di qualità.

3.4 ZONE A (ZONE CRITICHE NELLE QUALI APPLICARE I PIANI DIAZIONE)

PM10Appartengono alle ZONE A:1. le aree in corrispondenza delle quali si sono verificati superamenti dei valori limite aumentati del margine di tolleranza2. i comuni capoluogo di provincia3. i comuni con più di 20.000 abitanti4. i comuni con densità abitativa maggiore di 1000 ab/Km2, contermini ai Comuni individuati ai punti 2 e 3

Nella prima revisione del piano che sarà effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sarà indicato l’elencodei Comuni appartenenti alle ZONE A con indicati anche: area, numero di abitanti, densità di popolazione ed eventuali stazioni di qualità dell’aria per il PM10

IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICIAppartengono alle ZONE A:1. le aree in corrispondenza delle quali è stato superato l’obiettivo di qualità previsto dal DM 25/11/942. i comuni capoluogo di provincia3. i comuni con più di 20.000 abitanti4. con densità abitativa maggiore di 1000 ab/Km2, contermini ai Comuni individuati ai punti 2 e 3.

Nella prima revisione del piano che sarà effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sarà indicato l’elencodei Comuni appartenenti alle ZONE A con indicati anche: area, numero di abitanti, densità di popolazione ed eventuali stazioni di qualità dell’aria per gli IPA.

BIOSSIDO DI AZOTOAppartengono alle ZONE A:1. le aree in corrispondenza delle quali sono stati superati i valori limite più il margine di tolleranza2. i comuni capoluogo di provincia

Nella prima revisione del piano che sarà effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sarà indicato l’elencodei Comuni appartenenti alle ZONE A con indicati anche: area, numero di abitanti, densità di popolazione ed eventuali stazioni di qualità dell’aria per il biossido di azoto.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 192

OZONOPer quanto riguarda l’ozono, essendo questo un parametro di natura secondaria e non potendolo direttamente correlare

alle fonti di pressione, quali il numero di abitanti o la densità abitativa, sono state individuate come aree ricadenti in zona A quelle nelle quali si sono verificati superamenti della soglia di allarme e dell’obiettivo a lungo termine, individuati dalla recente normativa italiana che ha recepito la Direttiva 02/03/CE. Resta inteso che le misure di risanamento dovranno essere attuate a livello regionale come indicato nel Capitolo 6.

Palermo,Villabate, Bagheria,

Monreale,Altofonte

IT19A1 1908202 PA Boccadifalco PALERMO S 89 2002-2003-2004

IT19R2 1908962 Melilli SIRACUSA U 49 2002-2003-2004

IT19R2 CIPA Siracusa Belvedere 69 2002-2003-

2004

IT19R2 CIPA Melilli + Meteo 35 2002-2003-2004

Siracusa,Priolo, Melilli,

Augusta,Floridia,Solarino IT19R2 CIPA Melilli

Villasmundo 105 2002-2003-2004

Tabella 3.47 - Elenco dei Comuni appartenenti alle ZONE A per l'ozono.

Nella prima revisione del piano che sarà effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sarà indicato l’elencodei Comuni appartenenti alle ZONE A con indicati anche: area, numero di abitanti, densità di popolazione ed eventuali stazioni di qualità dell’aria per l’ozono.

3.5 ZONE B (ZONE NELLE QUALI APPLICARE I PIANI DI RISANAMENTO)

PM10Appartengono alle ZONE B:1. le aree in corrispondenza delle quali sono stati superati i valori limite2. i comuni con densità abitativa maggiore di 1000 ab/Km2, non compresi nelle zone A

Nella prima revisione del piano che sarà effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sarà indicato l’e lencodei Comuni appartenenti alle ZONE B con indicati anche: area, numero di abitanti, densità di popolazione ed eventuali stazioni di qualità dell’aria per il PM10.

IDROCARBURI POLICICLICI AROMATICIAppartengono alle zone B:1. i comuni con densità abitativa maggiore di 1000 ab/Km2, non compresi nelle zone A

Nella prima revisione del piano che sarà effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sarà indicato l’e lencodei Comuni appartenenti alle ZONE B con indicati anche: area, numero di abitanti, densità di popolazione ed eventuali stazioni di qualità dell’aria per gli IPA.

BENZENEAppartengono alle ZONE B:1. le aree in corrispondenza delle quali è stato superato il valore limite 2. i comuni capoluogo di provincia3. i comuni con più di 20.000 abitanti4. i comuni con densità abitativa maggiore di 1000 ab/Km2, contermini ai Comuni individuati ai punti 2, 3.

Nella prima revisione del piano che sarà effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sarà indicato l’e lencodei Comuni appartenenti alle ZONE B con indicati anche: area, numero di abitanti, densità di popolazione ed eventualistazioni di qualità dell’aria per il Benzene.

BIOSSIDO DI AZOTOAppartengono alle zone B:1. le aree in corrispondenza delle quali sono stati superati i valori limite2. i comuni con più di 20.000 abitanti3. i comuni con densità abitativa maggiore di 1000 ab/Km2, contermini ai Comuni individuati ai punti 1, 2

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 193

Nella prima revisione del piano che sarà effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sarà indicato l’e lencodei Comuni appartenenti alle ZONE B con indicati anche: area, numero di abitanti, densità di popolazione ed eventuali stazioni di qualità dell’aria per il Biossido di Azoto.

OZONO

Sono stati individuate come aree ricadenti in zona B, quelle in corrispondenza delle quali si sono verificati isuperamenti del valore bersaglio per la protezione della popolazione individuato dalla Direttiva 02/03/CE.

Nella prima revisione del piano che sarà effettuata entro un anno dalla pubblicazione del presente sarà indicato l’e lencodei Comuni appartenenti alle ZONE B con indicati anche: area, numero di abitanti, densità di popolazione ed eventuali stazioni di qualità dell’aria per l’ozono.

3.6 ZONE C (ZONE NELLE QUALI APPLICARE I PIANI DIMANTENIMENTO)

Sono da considerarsi comprese nelle ZONE C tutte le aree non ricomprese nelle zone precedentemente individuate come A e B.

3.7 MAPPATURA DELLE ZONE

La zonizzazione preliminare è stata riportata nel paragrafo 3.1. Nella mappa complessiva sono riportate le zone che si prestano a rientrare in zona A e/o B in funzione della popolazione e della densità abitativa.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Pian

o re

gion

ale

di c

oord

inam

ento

per

la tu

tela

del

la q

ualit

à de

ll’ar

ia a

mbi

ente

Serv

izio

3 “

Tute

la d

all’i

nqui

nam

ento

atm

osfe

rico”

– T

el. 0

91-7

0775

85–

e-m

ail:

sanz

a@ar

tasi

cilia

.it19

4

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 195

La zonizzazione definitiva sarà effettuata dopo aver eseguito un’accurata ricognizione di tutti i dati disponibili e della zonizzazione preliminare.

Nelle mappe della zonizzazione definitiva saranno rappresentati, per ogni inquinante, le aree appartenenti alle ZONE A e B; saranno attribuite alla ZONA C le restanti zone.

Resta inteso che, ai fini della zonizzazione del territorio, i confini amministrativi del “comune”, seppure utili ai fini dell’applicazione delle azioni, non deve essere confuso con l’agglomerato areologico interessato dal fenomenidell’inquinamento atmosferico. In altre parole, ai fini della valutazione (monitoraggio) e della gestione (azioni correttive) della qualità dell’aria , in ottemperanza alla normativa (D.Lgs. 351/99 artt. 5,6), occorre che venga superato il concetto di confine amministrativo comunale e si proceda a un coordinamento delle azioni a livello sovracomunale o areale a seconda della criticità della corrispondente area.

Sarà redatta una mappa per i seguenti paramentri: benzene, IPA, PM10, biossido di azoto, ozono.La mappatura dell’ozono sarà considerata solo orientativa, in quanto il fenomeno del superamento degli standard di qualità

si verifica presumibilmente su un territorio omogeneo comprendente tutto il territorio pianeggiante, collinare e pedemontano della regione Sicilia.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 196

CAPITOLO 4 - QUADRO NORMATIVO DI BASE IN MATERIA DICONTROLLO DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO

4.1 ASPETTI GENERALI

Il quadro normativo di riferimento per la tutela della qualità dell’aria trova fondamento nella normativa comunitaria, così come recepita dal legislatore nazionale. In particolare, la direttiva 96/62/CE, recepita in Italia con D. Lgs. 4 agosto 1999 n. 351, ha definito la nuova strategia di controllo della qualità dell’aria attraverso la successiva emanazione di decreti derivati. Tale direttiva definisce, secondo criteri armonizzati in tutti i paesi dell’Unione Europea, il contesto entro il quale operare la gestione della qualità dell’aria, e demanda poi a direttive “figlie” la definizione dei parametri tecnico-operativispecifici per ciascun inquinante.

Le modalità con cui effettuare la valutazione non si limitano alla misura ma prevedono una combinazione di tecniche quale l’impiego di modelli di diffusione o di stime oggettive sulla distribuzione ed entità delle emissioni (inventari delle emissioni). Appare quindi chiaro come sia in atto una evoluzione, a livello di strumenti e metodi, per conoscere e valutare lo stato dell’ambiente.

Il D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 351, ed i conseguenti decreti di applicazione (D.M. 2 aprile 2002 n. 60 e D.M. 1 ottobre2002 n. 261), in particolare, hanno ricondotto, alle regioni tutte le attività relative alla gestione della qualità dell’aria, ivi comprese:

l’individuazione di agglomerati e zone di rilievo ai fini della tutela delle popolazioni e dell’ambientedall’inquinamento atmosferico;l’effettuazione, nei predetti agglomerati e zone, di valutazioni preliminari e di successive valutazioniperiodiche che, utilizzando misurazioni e/o tecniche modellistiche, permettano di pervenire allapredisposizione di piani di risanamento o di mantenimento della qualità dell’aria al fine, rispettivamente, di ricondurre o di conservare i livelli degli inquinanti al di sotto dei valori limite;la chiara, comprensibile ed accessibile informazione al pubblico sulla qualità dell’aria ambiente.

Le regioni, nell’elaborazione dei piani sopra citati, devono attenersi, in particolare, ai seguenti principi generali:

miglioramento generalizzato dell’ambiente e della qualità della vita, evitando il trasferimentodell’inquinamento tra i diversi settori ambientali;coerenza delle misure adottate nel piano con gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni sottoscritti dall’Italia in accordi internazionali o derivanti dalla normativa comunitaria;integrazione delle esigenze ambientali nelle politiche settoriali, al fine di assicurare uno sviluppo sociale ed economico sostenibile;modifica dei modelli di produzione e di consumo, pubblico e privato, che incidono negativamente sulla qualità dell’aria;utilizzo congiunto di misure di carattere prescrittivi, economico e di mercato, anche attraverso la promozione di sistemi di ecogestione e audit ambientale;partecipazione e coinvolgimento delle parti sociali e del pubblico;previsione di adeguate procedure di autorizzazione, is pezione, monitoraggio, al fine di assicurare la migliore applicazione delle misure individuate.

4.2 NORMATIVA DELLA COMUNITÀ EUROPEA

La normativa comunitaria in tema di controllo dell’inquinamento atmosferico è in rapida evoluzione. Si riporta l’elenco delle principali norme della Comunità Europea:

Direttive 80/779/CEE, 82/884/CEE, 84/360/CEE e 85/203/CEE (Norme in materia di qualità dell’aria,relativamente a specifici agenti inquinanti, e di inquinamento prodotto dagli impianti industriali).Direttiva 94/63/CE (Controllo delle emissioni di composti organici volatili derivanti dal deposito della benzina e dalla sua distribuzione dai terminali alle stazioni di servizio).Direttiva 96/61/CE (sulla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento).Direttiva 96/62/CE (in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente).Direttiva 1999/13/CE (limitazione delle emissioni di composti organici volatili dovute all’uso di solventi organici in talune attività e in taluni impianti).Direttiva 1999/30/CE (modificata con la Decisione 17 ottobre 2001 n. 744; concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo).

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 197

Direttiva 1999/31/CE (relativa alle discariche di rifiuti).Direttiva 2000/25/CE (relativa all’emissione di inquinanti gassosi e particolato ad opera di motori di trattori agricoli o forestali).Direttiva 2000/69/CE (concernente i valori limite per il benzene ed il monossido di carbonio nell’ariaambiente).Direttiva 2000/76/CE (sull’incenerimento dei rifiuti).Direttiva 2001/77/CEE (sulla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità).Direttiva 2001/80/CE (concernente la limitazione delle emissioni nell'atmosfera di taluni inquinanti originati dai grandi impianti di combustione).Direttiva 2001/81/CE (relativa ai limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici).Direttiva 2001/100/CE (che modifica la direttiva 70/220/CEE del Consiglio concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative alle misure da adottare contro l’inquinamento atmosferico da emissioni dei veicoli a motore).Regolamento (CE) n. 1484/2001 (che modifica il regolamento (CEE) n. 3528/86 del Consiglio relativo alla protezione delle foreste nella Comunità contro l’inquinamento atmosferico).Direttiva 2002/3/CE (relativa all’ozono nell’aria).Decisione 12 agosto 2002 (che istituisce un meccanismo per l’assegnazione ai produttori e agli importatori di quote di idroclorofluorocarburi per gli anni 2003-2009 ai sensi del regolamento (CE) n. 2037/2000 del Parlamento Europeo e del Consiglio).Decisione 2002/215/CE (di approvazione del quarto emendamento al protocollo di Montreal sulle sostanze che riducono lo strato di ozono).Decisione 2002/358/CE (Approvazione del protocollo di Kyoto).Direttiva 2003/76/CE (che modifica la direttiva 70/220/CEE sulle misure da adottare contro l’inquinamento atmosferico con le emissioni dei veicoli a motore).Regolamento n. 1804/2003 (CE) del 22 settembre 2003 (che modifica il regolamento (CE) n. 2037/2000, per quanto concerne il controllo dell’halon esportato per usi critici, l’esportazione di prodotti e apparecchiature contenenti clorofluorocarburi e i controlli sul bromoclorometano).Direttiva 2003/87/CE (istituzione di un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità e che modifica la direttiva 96/61/CE del Consiglio).Direttiva 2004/26/CE (Modifica alla Direttiva 97/68/Ce sui provvedimenti contro le emissioni inquinanti dei motori).Direttiva 2004/42/CE (Limitazione delle emissioni di composti organici volatili da pitture e vernici).Direttiva 2004/101/CE (modifica della D. 2003/87/CE relativa allo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra).Direttiva 2004/107/CE (valori obiettivo per la concentrazione nell’aria ambiente di arsenico, cadmio,mercurio, nickel e idrocarburi policiclici aromatici).Decisione 2004/224/CE (valori limite per taluni inquinanti dell'aria ambiente - elenco delle informazioni che gli Stati membri devono comunicare annualmente alla Commissione europea - rif. direttiva 96/62/CE)Decisione 2004/280/CE (Meccanismo per monitorare le emissioni di gas a effetto serra nella Comunità e per attuare il protocollo di Kyoto).Decisione 2004/461/CE (Questionario annuale che gli stati della Comunità devono compilare).Regolamento (Ce) n. 850/2004 (Inquinanti organici persistenti (POPs).Regolamento (Ce) n. 2077/2004 (Modifica Reg. 2037/2000 inerente le sostanze che riducono lo strato di ozono).Regolamento (Ce) n. 2216/2004 (Sistema di registrazione delle quote di emissione di gas ad effetto serra).Regolamento (Ce) n. 2121/2004 (Modifica al regolamento n. 2278/1999 sulla protezione delle foreste contro l'inquinamento atmosferico).Direttiva 2005/13/CE (Modifica della Direttiva 2000/25/CE relativa all’emissione di inquinanti gassosi eparticolato ad opera di motori di trattori agricoli o forestali).Direttiva 2005/21/CE (Adeguamento al progresso tecnico della Direttiva 72/306/CE relativa all’inquinamento prodotto da motori diesel).Direttiva 2005/55/CE e Direttiva 2005/78/CE (Provvedimenti contro l’emissione di inquinanti gassosi e del particolato emessi dai motori dei veicoli).Direttiva 2005/166/CE (Modalità di applicazione della Direttiva 2004/280 Ce relativa ad un meccanismo per monitorare le emissioni di gas a effetto serra nella Comunità e per attuare il protocollo di Kyoto).Decisione 2005/381/Ce (Istituzione del questionario per la rela zione sull’applicazione della direttiva2003/87/CE inerente il sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra).Decisione 2005/468/Ce (Decisione relativa alle sostanze che riducono lo strato di ozono: il bromuro di metile).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 198

Direttiva 2006/51/CE (Modifiche alle D 2005/78/Ce e 2005/55/Ce relative ai requisiti del sistema di controllo delle emissioni nei veicoli e le deroghe per i motori a gas).Decisione 2006/61/CE (Firma da parte della Comunità europea del protocollo Unece sui registri delleemissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti).Regolamento 166/2006/CE (Istituzione di un registro europeo delle emissioni e dei trasferimenti di sostanze inquinanti).Decisione 2006/350/CE (Quantitativi di bromuro di metile consentiti per usi critici nella Comunità tra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2006 ai sensi del regolamento (CE) n. 2037/2000 sulle sostanze che riducono lo strato di ozono).Decisione 2006/507/CE (Relativa alla conclusione, a nome della Comunità europea, della convenzione diStoccolma sugli inquinanti organici persistenti).Decisione 2006/534/CE (Concerne il questionario relativo alle relazioni degli Stati membri sull’attuazione della direttiva 1999/13/CE nel periodo 2005-2007).Decisione 2006/780/CE (Come evitare la doppia contabilizzazione delle riduzioni delle emissioni di gas serra nell’ambito del sistema comunitario di scambio delle quote di emissioni per le attività di progetto delprotocollo di Kyoto in applicazione della direttiva 2003/87/CE).Decisione 2006/803/CE (Modifica della decisione 2005/381/CE che istituisce il questionario per la relazione sull’applicazione della direttiva 2003/87/CE, che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità e che modifica la direttiva 96/61/CE).Regolamento 2006/842/C E (Regolamento relativo ad alcuni gas fluorurati ad effetto serra).Decisione 2006/944/CE (Determinazione dei livelli di emissione rispettivamente assegnati alla Comunità e a ciascuno degli Stati membri nell'ambito del protocollo di Kyoto ai sensi della decisione 2002/358/CE)Regolamento 2006/1195/CE (Modifica del Reg. 850/2004 sugli inquinati organici persistenti).Regolamento 2006/1366/CE (Modifica del regolamento (CE) n. 2037/2000 relativamente all’anno diriferimento per l’assegnazione delle quote degli idroclorofluorocarburi).

4.3 NORMATIVA STATALE

Si riporta un elenco non esaustivo delle norme italiane in materia di inquinamento dell’aria e si effettua una breve descrizione di quelle più significative:

Decreto Ministeriale 5 febbraio 1998 (Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22).Decreto Legislativo 16 marzo 1999, 79 (Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica).Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 351 (Attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente).Decreto Legislativo 4 agosto 1999, n. 372 (Attuazione della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento).Decreto Ministeriale 3 ottobre 2001 (Recupero, riciclo, rigenerazione e distribuzione degli halon).Decreto Ministeriale 2 aprile 2002, n. 60 (Recepimento della direttiva 1999/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 concernente i valori limite di qualità dell’aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell’aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio).Legge 6 maggio 2002, n. 82 (Disposizioni urgenti per l’individuazione della disciplina relativaall’utilizzazione del coke da petrolio (pet-coke) negli impianti di combustione).Decreto Ministeriale 2 settembre 2003 (Modalità per il recupero di alcune sostanze dannose per l’ozono stratosferico).Decreto Ministeriale 1 ottobre 2002, n. 261 (Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente, i criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351).Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 (Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti; è richiesto il monitoraggio dell’aria).Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387 (Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità).Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 171 (Limiti nazionali di emissione di alcuni inquinanti atmosferici).Decreto Legislativo 21 maggio 2004, n. 183 (Attuazione della direttiva 2002/3/CE relativa all’ozono nell’aria)Decreto Ministeriale 31 gennaio 2005 (Emanazione di linee guida per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell’allegato I del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 372).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 199

Decreto Legis lativo 18 febbraio 2005, n. 59 (Attuazione integrale della direttiva 96/61/CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento).Decreto Legislativo 21 febbraio 2005, n. 16 (Interventi urgenti per la tutela dell’ambiente e per la viabilità e per la sicurezza pubblica).Decreto Legislativo 11 maggio 2005, n. 133 (Attuazione della direttiva 2000/76/CE, in materia diincenerimento dei rifiuti).Decreto Ministeriale 21 settembre 2005 (Recepimento della direttiva 2005/13/CE relativa all’emissione di inquinanti gassosi e particolato ad opera di motori di trattori agricoli o forestali).Decreto Ministeriale 20 dicembre 2005 (Modalità per il recupero degli idrofluorocarburi dagli estintori e dai sistemi di protezione antincendio).Legge 125 del 6 Marzo 2006 (Ratifica ed esecuzione del Protocollo alla Convenzione del 1979sull’inquinamento atmosferico attraverso le frontiere a lunga distanza, relativo agli inquinanti organicipersistenti, con annessi, fatto ad Aarhus il 24 giugno 1998).Decreto Legislativo 161 del 27 marzo 2006 (Attuazione della direttiva 2004/42/CE, per la limitazione delle emissioni di composti organici volatili conseguenti all'uso di solventi in talune pitture e vernici, nonché in prodotti per la carrozzeria).Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale).Decreto Legislativo 4 aprile 2006, n. 216 (Attuazione delle direttive 2003/87 e 2004/101/CE in materia di scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità, con riferimento ai meccanismi di progetto del Protocollo di Kyoto).

4.4 NORMATIVA DELLA REGIONE SICILIA

La legislazione regionale in materia di controllo dell’inquinamento atmosferico è indicata nell’elenco seguente:

Legge regionale 18 maggio 1977, n. 39 (che istituisce le Commissioni provinciali per la tuteladell’ambiente e la lotta contro l’inquinamento e ne definisce i compiti).Legge regionale 4 agosto 1980, n. 78 (Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 18 giugno 1977, n. 39, riguardante norme per la tutela dell’ambiente e per la lotta contro l’inquinamento).Circolare Assessoriale 26 giugno 1989, n. 44062.Circolare Assessoriale 18 settembre 1989, n. 56868Circolare Assessoriale 9 marzo 1994, n. 18042.Decreto Assessoriale n. 50/17 del 3 febbraio 1995 (Modalità per il rilascio alle imprese delleautorizzazioni previste dagli articoli 4 e 5 del decreto del Presidente della Repubblica 25 luglio 2001).Legge regionale 3 ottobre 1995, n. 71 (che trasferisce alle province la competenza a rilasciare leautorizzazioni in campo ambientale per impianti non sottoposti a procedure di valutazione di impatto ambientale).Decreto Assessoriale n. 409/17 del 14 luglio 1997 (fissa adempimenti a carico delle imprese chegenerano emissioni diffuse di polveri).Decreto del Presidente della Regione n. 73/GR7/S.G. del 24 marzo 1997 (ai sensi della legge regionale n. 71/95, individua l’elenco delle attività per le quali l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera vienedelegata alle province regionali).Decreto del Presidente della Regione n. 374/GR7/S.G. del 20 novembre 1998 (integra l’elenco delle attività già individuate dal decreto del Presidente della Regione n. 73/GR7/S.G. del 24 marzo 1997, per le quali l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera viene delegata alle province regionali).Decreto Assessoriale n. 31/17 del 25 gennaio 1999 (determinazione dei contenuti delle relazioni di analisi alle emissioni in atmosfera effettuate dalle imprese e dagli enti ed organi preposti all’attività di controllo).Legge regionale 27 aprile 1999, n. 10 (che individua sanzioni accessorie a quelle stabilite dall’articolo 10 del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, ed al successivo comma 8 individua la Provincia regionale quale autorità competente a ricevere il rapporto di cui all’articolo 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689).Decreto Assessoriale n. 191/17 del 30 marzo 2001 (Adempimenti a carico di imprese a ridottoinquinamento ambientale sostitutivi dell’obbligo di effettuare periodiche analisi delle emissioni).Decreto Assessoriale n. 232/17 del 18 aprile 2001 (Nuove direttive per l’ottenimento di autorizzazioni alle emissioni in atmosfera, ai sensi del D.P.R. 24 maggio 1988, n. 203).Delibera di Giunta Regionale n. 306 del 29 giungo 2005 (con la quale è stato istituito l’Ufficio Speciale per le Aree ad elevato rischio di crisi ambientale, ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 15 maggio 2000, n. 10).Decreto Assessoriale n. 305/GAB del 19 dicembre 2005 (con il quale è stata adottata la zonizzazione del territorio della Regione Siciliana, redatta ai sensi degli articoli 7, 8 e 9 del D. Lgs. 351/99).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 200

Note:

E’ in via di definizione la nuova normativa regionale di adeguamento ai principi ed ai criteri del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, con la conseguente abrogazione dei D.A. 14 luglio 1997, n. 409/17, D.A. 25 gennaio 1999, n. 31/17, D.A. 30 marzo 2001, n. 191/17, D.A. 18 aprile 2001 n 232/17.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 201

CAPITOLO 5 – ANALISI DELLE TENDENZE

5.1 SCENARI DI RIFERIMENTO PER LA QUALITÀ DELL’ARIA

L’indicatore fornisce una stima delle emissioni regionali CO2eq, H+, TOFP, C6H6, PM10, CO seguendone l’andamento a livello regionale dal 1990 al 2000. Inoltre confronta i valori di riduzione percentuale in questo periodo rapportandoli con quelli stimati a livello nazionale.

La metodologia utilizzata per questo tipo di emissioni si basa su fattori di emissione e indicatori di attività sviluppati nell’ambito del progetto CORINAIR dell’Agenzia Europea per l’Ambiente. Le emissioni di benzene hanno origineprincipalmente dai trasporti e da alcuni processi produttivi e non ultimi dai sistemi di stoccaggio e distribuzione dei carburanti (stazioni di servizio, deposito). Per ciò che concerne i trasporti si distinguono due tipi di evaporazione: a motore acceso (che rappresenta la totalità delle emissioni) e a motore spento. Utilizzando le stime fornite dall’APAT sirappresentano i risultati per la Sicilia e le sue province.Questo indicatore verrà aggiornato periodicamente ogni anno. L’unità di misura è tonnellate/anno (t/anno)

La fig. 5.1 raffigura l’andamento nel tempo delle emissioni regionali di anidride carbonica equivalente, di acidi equivalenti, di precursori dell’ozono, di monossido di carbonio, di benzene e di materiale particellare per ciò che concerne gli anni che vanno dal 1990 al 2000. La tab. 5.1 riporta i valori di queste emissioni in t/anno per gli anni di riferimento 1990,1995 e 2000. La figura 5.2 rappresenta la percentuale di riduzione delle emissioni del periodo 1990-2000 sia a livello regionale siciliano che a livello nazionale italiano. Le emissioni regionali e nazionali sono disaggregate secondo lanomenclatura delle attività Selected Nomenclature Air Pollution (SNAP97), adottata dalla metodologia CORINAIR(“Atmospheric Emission Inventory Guidebook”, terza edizione 2002 EMEP/CORINAIR).

Figura 5.1 – Trend emissioni dei principali inquinanti

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 202

Tabella 5.1 - Trend emissioni dei principali inquinanti in Sicilia t/anno (1990-2000)

Figura 5.2 – Trend emissioni dei principali inquinanti

La fig. 5.1 mostra come vi sia stata nei dieci anni che vanno dal 1990 al 2000 una continua riduzione di tutte le emissioni. In particolare per le emissioni di TOFP e di CO si nota come la riduzione maggiore sia avvenuta nel passaggio dal 1995 al 2000. Per gli altri inquinanti la riduzione è uguale e quasi costante nei tre break-period che si sono rappresentati. Dall’analisi della fig. 5.2 che segue, si evince come le riduzioni sulle emissioni regionali di PM10, CO, C6H6,TOFP siano in linea con l’andamento di riduzione riscontrato a livello nazionale italiano, anche se i valori di riduzione percentuale sono quasi sempre inferiori a volte fino a raggiungere un terzo della riduzione stessa. Si nota un aumento delle emissioni da metano, di anidride carbonica e di protossido di azoto superiore all’aumento che a livello nazionale si ha nel caso del CO2 e dell’N2O.

Nel Capitolo 3, è stato estesamente delineato il quadro della qualità dell’aria a livello regionale, con chiara indicazione delle criticità e delle emergenze ambientali. Per quanto riguarda altre informazioni sui trend è in corso l’acquis izione e l’elaborazione dei relativi dati per l’inserimento nel prossimo aggiornamento del piano.

Sebbene il rischio di fenomeni di inquinamento acuto sia prevalentemente significativo per ozono e PM10, il rischio legato all’esposizione della popolazione sul lungo periodo permane anche per inquinanti come NO2 e benzene, mentre si ritiene che gli accorgimenti tecnologici per ridurre l’emissione da fonti mobili, energetiche ed industriali, nonché il miglioramento della qualità dei combustibili, abbiano sensibilmente ridotto l’inquinamento da SO2 e CO.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 203

L’analisi finora condotta è stata focalizzata sui nuovi standard di qualità dell’aria, introdotti dal DM 60/02 e dallanormativa che ha recepito la direttiva 2002/03/CE sull’ozono. Per completare la valutazione dello stato, in base al quale focalizzare le azioni di risanamento e/o mantenimento, si presentano di seguito le elaborazioni condotte sulle serie storiche registrate presso il set di stazioni del Capitolo 3, per la verifica dei limiti di legge ancora in vigore, fino a completo recepimento delle nuove normative europee.

In particolare, fino al raggiungimento dei valori limite in senso stretto (senza margine di tolleranza) previsti dal DM 60/2002, per SO2, PTS, CO, NO2 e O3 restano in vigore gli standard di qualità della Tabella A, Allegato I del DPCM 28/03/83, modificati in valori limite dal DPR 203/88.

5.2 SCENARI DI RIDUZIONE DELLE EMISSIONIPer valutare una possibile riduzione delle emissioni inquinanti prodotte in atmosfera dal traffico veicolare, è

importante considerare alcuni scenari sia tendenziali, in atto o previsti, sia da attuare. Sul fronte tecnologico, gli scenari che possono ridurre, in modo generalizzato, le emissioni in atmosfera sono

individuabili in:

1. miglioramento del parco circolante prodotto dal rinnovo con motori più ecocompatibili (mantenendo invariato il tipo di alimentazione)

2. impiego di carburanti più puliti (gasolio e benzine con specifiche obbligatorie dal 2010, e carburanti modificati: biodiesel, gasolio bianco, etc.)

3. modifica del tipo di alimentazione, privilegiando l’alimentazione a gas (GPL e metano) ed elettrica (o ibrida)4. miglioramento del parco circolante mediante frequente e accurata revisione (revisione periodica obbligatoria e

bollino blu).

Tutte queste azioni sono in grado di realizzare un sicuro miglioramento della qualità dell’aria e meritano di essere perseguite, per quanto possibile.

Nell’aggiornamento del piano saranno considerati alcuni possibili scenari riferiti ai precedenti 4 punti.Il Comune di Palermo dispone di un sistema semaforico computerizzato, per il monitoraggio in continuo dei flussi di

traffico su alcune sezioni stradali dell’area urbana di Palermo ; tale sistema consente il conteggio classificato del traffico con risoluzione su base oraria.

La disponibilità di una buona base dati di traffico, con flussi veicolari e velocità medie di percorrenza suddivise per categoria veicolare, unita alla conoscenza degli archi stradali appartenenti alla rete viaria urbana ed alla composizione del parco veicolare circolante (fonte ACI), consentirà l’applicazione della metodologia COPERT per la stima delle emissioni da trasporto stradale a differenti scenari urbani.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 204

CAPITOLO 6 - LE AZIONI DEL PIANO

Le azioni di risanamento dovranno garantire il rispetto dei limiti in tutte le zone soggette a quanto previsto dall’art. 8 del d. Lgs 351/99, cioè in tutte quelle in cui il superamento dei limiti sia stato misurato o stimato in almeno una maglia territoriale di 1 Km2 all’interno dei comuni compresi nelle stesse, per almeno un parametro.

In tutte queste zone le azioni del Piano sono organizzate secondo due livelli di intervento:

misure di contenimento dell’inquinamento atmo sferico, propedeutiche alla definizione dei piani applicativi; azioni di intervento che prospettano una gamma di provvedimenti da specificare all’interno dei piani applicativi precedentemente concordati.

6.1 RASSEGNA DELLE MISURE DI CONTENIMENTO DEGLI INQUINANTIATMOSFERICI

Il conseguimento di un miglioramento generalizzato della qualità dell’aria, nonché il raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla normativa comunitaria e nazionale, dipende da un complesso di misure a differente scala: nazionale, regionale, locale.

L’efficacia delle singole misure o della sovrapposizione di diverse misure applicate su contesti locali è soggetta ad un elevato grado di incertezza. Si riporta una rassegna delle misure utili al contenimento degli inquinanti atmosferici presenti nel territorio sicilianoriferibili alla normativa vigente (D.Lgs. 351/99 e DM 60/02). Successivamente verrano proposti i piani di azione studiati per i suddetti inquinanti e per le zone del territorio individuate come critiche per la presenza di inquinanti di naturaindustriale.

L’elenco delle misure riportato non è certamente esaustivo e sarà implementato, in occasione della prima revisione del Piano, in relazione all’evoluzione delle tecnologie, della normativa ed in funzione di un continuo ed efficace monitoraggio delle azioni che verranno attuate.

Per quanto riguarda le Aree ad elevato rischio di crisi ambientale, caratterizzate dalla presenza di impianti di notevole impatto ambientale soggetti ad A.I.A. (Autorizzazione Integrata Ambientale) statale, va evidenziato che misure risolutive per la tutela della qualità dell’aria devono essere adottate dall’Autorità competente (lo Stato) nell’ambito delle procedure di cui al D. Lgs. 59/05.

6.1.1 Misure di carattere generale valevoli per tutti gli inquinanti e per tutto ilterritorio

Il trasporto è la fonte principale di inquinamento atmosferico per cui, un’attività volta a conseguire una riduzione della pressione dovuta al traffico veicolare privato, a convertire il trasporto merci da gomma a rotaia o ro-ro ed in generale a favorire l’intermodalità dei vettori di trasporto deve integrarsi con misure più puntuali.

Le azioni a livello nazionali sono riferite al tempestivo recepimento delle direttive comunitarie e/o alla loro attuazione con i provvedimenti di tipo statale. Sarà importante che sia garantito il flusso finanziario per la realizzazione delle grandi opere che possono influire sulla qualità dell’aria.

La pianificazione regionale potrà avere un ruolo importante attraverso una impostazione dei piani di settore e della loro attuazione. L’attuazione del Piano Energetico Regionale sarà significativa. Il sostegno alle iniziative di certificazione e di agenda 21 possono dare un importante contributo.

Le azioni locali sono indirizzate alle misure sul trasporto locale e al traffico (vedasi grandi centri in cui il contributo del traffico locale è comparabile a quello di attraversamento). Una riduzione delle emissioni di inquinanti conseguibile con gli interventi che saranno descritti, consentono la riduzione dell’inquinamento acustico e la riduzione delle malattiecardiovascolari.

A. Interventi di natura tecnologico-strutturale:

1. Incentivazione al risparmio energetico 2. Verifica del buon funzionamento degli impianti di riscaldamento e di combustione in genere3. Bollino blu annuale obbligatorio su tutto il territorio regionale per i veicoli immatricolati nella Sicilia 4. Incentivazione all’uso del metano per gli impianti di riscaldamento e per i grandi impianti di combustione

industriale5. Riduzione dei fattori di emissione per km percorso dai mezzi di trasporto pubblici e privati mediante interventi

tecnologici (svecchiamento del parco circolante, trattamento più efficiente dei gas di scarico, utilizzo di carburanti alternativi, aumento di veicoli elettrici,…).

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 205

6. Fluidificazione del traffico dei veicoli a motore mediante interventi di miglioramento della rete stradale (nuove strade, sovra- sotto-passi, ...)

7. Incremento delle piste ciclabili e delle aree pedonali 8. Ampliamento delle aree urbane vietate al traffico veicolare, in particolare quello privato ed in genere ai veicoli a

motore più inquinanti (non dotati di marmitta catalitica, di omologazione del motore meno recente, ...) 9. Incremento dell’offerta di mezzi pubblici e miglioramento della qualità del servizio (ferrovia, autobus, metro/bus

cittadini) e delle infrastrutture (rete ferroviarie, parcheggi scambiatori, aree di sosta, sistemi informativi, ...), sia per il trasporto di persone, sia di beni

10. Incentivazione alla certificazione ambientale (EMAS, ISO 14000) di imprese, enti e comunità di cittadini con particolare riguardo alle aree a rischio di inquinamento atmosferico.

11. Presenza diffusa su tutta la rete di distribuzione di carburanti di nuova generazione (ad esempio: benzine a bassissimo tenore di benzene e zolfo, biodiesel, gasolio a bassissimo tenore di zolfo, anticipando i tempi previsti dall’Unione europea a partire dal 2005-2009)

12. Verifica degli obiettivi previsti dalla legge 413/97 volta al contenimento delle emissioni evaporative dai sistemi di produzione, stoccaggio e distribuzione degli idrocarburi.

13. Organizzazione capillare del sistema distributivo di carburanti alternativi (elettricità, gas metano, GPL)

B. Interventi di mitigazione della domanda di mobilità privata:

1. Ampliamento delle aree pedonalizzate o accessibili ai soli mezzi pubblici, servite da parcheggi scambiatori(possibilmente coperti al fine di ridurre le emissioni evaporative nei periodi estivi)

2. Attivazione di sportelli unici di supporto ai cittadini e alle imprese, fruibili anche da remoto (servizi via internet) e/o da sedi decentrate (es. Comuni periferici)

3. Definizione di accordi con le categorie interessate per razionalizzare i flussi delle merci soprattutto da e per i centri storici, favorendo il trasporto delle stesse con mezzi più eco-compatibili (es. metano)

4. Applicazione di tariffe minori sui biglietti di ingresso a manifestazioni (mostre, fiere, etc.) ai possessori di biglietti di mezzi pubblici

5. Realizzazione di un coordinamento dei Mobility Manager (DM 27/03/98) anche al fine di:

Applicare un sistema tariffario integrato connesso alla bigliettazione intelligente Diversificare gli orari di apertura dei grandi centri di aggregazione (es. scuole, centri commerciali, …) Favorire la riduzione dei tempi di percorrenza dei mezzi pubblici e la fruibilità degli stessi da parte dei cittadini, a discapito dei mezzi privati (ad es. attraverso l’estensione delle corse anche a Comuni vicini, parcheggi scambiatori integrati, corsie privilegiate/semafori privilegiati per bus…) Realizzare percorsi ciclabili protetti (zone off-road) da e verso i centri storici, utilizzando ad esempio gli

argini di fiumi e canali. Favorire l’applicazione del “car-sharing” e del ”car-pooling”Decentrare alcuni poli di attrazione di cittadini e dotarli di trasporti pubblici possibilmente su rotaia (es.

Università).Promuovere il coordinamento tra realtà produttive/erogatrici di servizi presenti nella stessa area territoriale, al fine di creare le condizioni per l’attuazione di servizi di trasporto collettivo.Le misure riguardanti i trasporti sono orientati prevalentemente a favorire la riduzione del traffico privato su strada in ambito urbano e del traffico merci su gomma in ambiente extraurbano.L’applicazione di una seria politica di attivazione di piste ciclabili sarebbe favorita dal clima mite della regione.

6.1.2 Misure da applicare per la riduzione degli inquinanti PM10 e IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici)

La zonizzazione preliminare, effettuata ai sensi del D. Lgs. 351/99, presuppone azioni mirate al contenimento dell’inquinante PM10 e del Benzo(a)pirene in esso contenuto, da attuarsi:

in modo programmato e strutturale sui principali assi viari di attraversamento del territorio regionale, in modo programmato e obbligatorio nei Comuni di fascia A,in base ad accordi locali, nei Comuni di fascia B,per i rimanenti Comuni di fascia C, si consiglia di adottare comunque accordi o provvedimenti di natura volontaria, volti a prevenire l’acuirsi del fenomeno a livello locale e regionale.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 206

Azioni in zone A:

Nelle zone A individuate nel Capitolo 3, devono essere predisposti piani di azione costituiti da provvedimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico (“Azioni integrate”), in combinazione con interventi da effettuare in fase di emergenza (“Azioni dirette”), volti alla mitigazione/risoluzione del problema di durata temporale limitata e per porzioni definite del territorio. L’applicazione di efficaci “azioni integrate” deve portare, alla data limite del 01/01/2010, al superamento della necessità di dette azioni dirette, di carattere estemporaneo.

Azioni integrate:

1. Presenza nella rete di distribuzione solo di gasolio a basso tenore di zolfo (< 50 mg/kg) 2. Incentivi alla metanizzazione degli impianti di riscaldamento e di centrali termiche industriali e disincentivazione

all’uso di combustibili fossili a medio-alto tenore di zolfo (es. oli pesanti, nafte), se non dotati di idonei sistemi di abbattimento delle polveri

3. Intensificazione delle verifiche in strada dei livelli di opacità dei veicoli diesel con particolare riguardo ai mezzi pesanti e commerciali

4. Intensificazione delle verifiche in strada delle prestazioni dei ciclomotori a due tempi.5. Trasformazione dei veicoli di enti o aziende pubbliche alimentati a gasolio verso combustibili più eco-compatibili

(metano-GPL- elettrici) 6. Alimentazione con biodiesel o gasolio a basso tenore di zolfo dei veicoli di enti o aziende pubbliche alimentati a

gasolio (autobus, veicoli trasporto rifiuti, autovetture, etc.) 7. Incentivi alla trasformazione dei taxi verso combustibili gassosi, in primis il metano 8. Alimentazione con biodiesel o gasolio a basso tenore di zolfo dei taxi alimentati a gasolio 9. Incenti alla trasformazione dei mezzi commerciali a prevalente azione locale, verso combustibili gassosi, in primis

il metano 10. Riduzione dei livelli di emissione di polveri e IPA delle attività produttive esistenti nel territorio anche mediante

accordi volontari (es. EMAS e ISO 14000) e regolamentazione del sistema delle autorizzazioni di nuoviinsediamenti, al fine di migliorare complessivamente il bilancio di area

11. Attivazione di campagne di sensibilizzazione, educazione e informazione partendo dalle scuole fino a raggiungere il singolo cittadino

12. Realizzazione di barriere sempreverdi ad elevata ramificazione lungo le principali direttrici di traffico 13. Esecuzione delle operazioni di lavaggio frequenti delle strade soprattutto durante i periodi di stabilità atmosferica

delle stagioni autunnali, invernali e primaverili 14. Verifica del rispetto del divieto di combustione all’aperto di ramaglie e altri residui vegetali (al fine di favorirne il

conferimento a centri di riutilizzo)

Azioni dirette : queste azioni vengono messe in atto al fine di impedire il superamento dei 35 giorni all’anno in cui le PM10risultino eccedere l’indicatore di effetto acuto espresso dalla media giornaliera (dal 2005 è pari a 50 µg/m3). Lo scopo è quello di disincentivare la circolazione dei mezzi privati, soprattutto quelli maggiormente inquinanti e di impedire l’accesso a specifiche aree e in determinati periodi a veicoli con scarsa ecocompatibilità (es. non alimentati a GPL/metano, oppure con omologazione non recente del motore).

1. Blocco del traffico per i veicoli commerciali pesanti e autoarticolati ad alimentazione diesel immatricolati prima del 01/10/1997 o comunque non rispondenti alla normativa 91/542/EEC Stage II, all’interno di aree prestabilite (possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso) a meno che non siano dotati di FAP

2. Blocco del traffico per le autovetture ad alimentazione diesel immatricolate prima del 01/01/1997 o comunque non rispondenti alla normativa 94/12/EC (Euro II)

3. Limitazione degli orari di riscaldamento per impianti termici civili e produttivi funzionanti a combustibili non gassosi, all’interno di aree stabilite (possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso) a meno che non siano dotati di FAP

4. Blocco del traffico per le autovetture alimentate a benzina immatricolate prima del 01/01/1993 o comunque non rispondenti alla normativa 91/441/EEC (Euro I)

5. Blocco dei motoveicoli/ciclomotori non catalizzati6. Blocco di attività produttive comportanti l’emissione significativa (> 10 kg/die) di polveri, all’interno di aree

stabilite (possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso) 7. Attuazione di piani di trasporto alternativi, previa opportuna campagna informativa capillare, così come

predisposti dai mobility manager 8. Intensificazione della frequenza di lavaggio delle strade

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 207

9. Intensificazione dei controlli sulla circolazione e la sosta da parte delle autorità preposte (vigili, polizia,carabinieri, guardia di finanza)

Azioni in zone B:

Nelle zone B individuate nel Capitolo 3 devono essere predisposti piani di risanamento costituiti da accorgimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico (“Azioni integrate”) già elencati per le zone A. A differenza delle zone A, non si applicano “azioni dirette”.

Azioni in zone C:

Nelle zone C individuate nel Capitolo 3, devono essere predisposti piani di mantenimento costituiti da accordi e provvedimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico di carattere generale come elencate al paragrafo 6.1.1.

6.1.3 Misure da applicare per la riduzione degli inquinanti Benzene, Piombo, CO, SO2

La zonizzazione preliminare, effettuata ai sensi del D. L.vo. 351/99, presuppone azioni mirate al contenimento diquesti inquinanti da attuarsi:

in modo programmato e strutturale sui principali assi viari di attraversamento del territorio regionale, in modo programmato e obbligatorio nei Comuni di fascia A,in base ad accordi locali, nei Comuni di fascia B,per i rimanenti Comuni di fascia C, si consiglia di adottare comunque comportamenti virtuosi di natura volontaria, volti a prevenire l’acuirsi del fenomeno a livello locale, regionale e di bacino aerologico padano.

Per quanto concerne le azioni da intraprendere per ridurre le emissioni di questi inquinanti nei centri densamente popolati e sulle grandi arterie di attraversamento del territorio regionale, occorre puntare l’attenzione soprattutto sul traffico privato (benzene, CO), sulla movimentazione delle merci effettuata con automezzi pesanti (SO2) e sui combustibili (SO2) e sul funzionamento ottimale degli impianti da riscaldamento (CO).Le azioni strutturali individuate sono, quelle generali indicate al paragrafo 6.1.1.

Per quanto attiene al Biossido di Zolfo (SO2), nonostante i livelli registrati in atmosfera possano ritenersi ampiamente al di sotto delle soglie indicative di un’esposizione cronica critica, in talune realtà, prossime ad aree di tipo industriale e portuale, è possibile che si registrino limitati episodi acuti di inquinamento da SO2. Nelle aree industriali-portuali , è possibile che, in concomitanza di particolari condizioni meteorologiche, si verifichino valori di concentrazione media oraria prossimi al valore limite di 350 µg/m3 (DM 60/2002).

Azioni in zona A

Qualora si evidenziassero superamenti delle soglie previste, le azioni sarebbe quelle di seguito elencate.

Azioni integrate: Tutte quelle indicate nel paragrafo 6.1.1. ed inoltre:

1. Riduzione dei livelli di emissione di SO2, CO, Benzene e Piombo delle attività produttive esistenti nel territorio anche mediante accordi volontari (es. EMAS) e regolamentazione del sistema delle autorizzazioni di nuoviinsediamenti al fine di migliorare complessivamente il bilancio di area

Azioni dirette: queste azioni dovrebbero essere messe in atto al fine di impedire il superamento dei valori limite e della soglia di allarme. Per il Piombo non si prevedono azioni dirette, in quanto il metallo non è più presente nella formulazionedelle benzine e non sono individuabili fonti di emissioni specifiche da particolari attività.Lo scopo è quello di disincentivare la circolazione dei mezzi maggiormente inquinanti e di impedire l’accesso a specifiche aree e in determinati periodi a veicoli con scarsa eco-compatibilità (es. non alimentati a GPL/metano, oppure conomologazione non recente del motore). Nella fattispecie:Superamento soglia di allarme di SO2:

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 208

1. Blocco del traffico pesante e commerciale diesel immatricolato prima del 01/10/1997 all’interno di areeprestabilite (possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso)

2. Blocco delle autovetture diesel immatricolate prima del 01/01/1997 3. Limitazione degli orari di riscaldamento per impianti termici civili e produttivi funzionanti a combustibili non

gassosi, all’interno di aree stabilite (possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso), non dotati di sistemi di abbattimento della SO2

4. Blocco di attività produttive comportanti l’emissione significativa (> 10 kg/die) di SO2, all’interno di aree stabilite (possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso) Superamento valore limite di CO e valore limite annuale di Benzene:

1. Blocco delle autovetture a benzina immatricolate prima del 01/01/1993 2. Blocco dei motoveicoli/ciclomotori non catalizzati 3. Blocco di attività produttive comportanti l’emissione significativa (> 10 kg/die) di CO, all’interno di aree stabilite

(possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso) 4. Limitazione degli orari di riscaldamento per impianti termici civili e produttivi 5. Attuazione dei piani di trasporto alternativi, previa opportuna campagna informativa capillare, così come

predisposti dai mobility manager.

Azioni in zone B

Le zone B sono identificate nel Capitolo 3.Trattasi in questo caso di un pacchetto di accorgimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico “Azioniintegrate” a livello regionale (vedi quanto elencato al punto Azioni in zona A).

Azioni in zone C

Le zone C sono intese come le aree afferenti all’intero territorio regionale, eccezion fatta per le zone Bprecedentemente trattate.Trattasi in questo caso di un pacchetto di accorgimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico, “Azioniintegrate” sovrazonali o a livello regionale come già elencato al punto 6.1.1.

6.1.4 Misure da applicare per la riduzione del Biossido di Azoto (NO2)

Come già citato nel Capitolo 2 il biossido di azoto riveste un ruolo fondamentale nei meccanismi di formazione dello smog fotochimico.La zonizzazione preliminare, effettuata ai sensi del D. Lgs. 351/99, presuppone azioni mirate al contenimento di questo inquinante, che comunque negli ultimi anni non ha superato le soglie di allarme pur mostrando superamenti del valore limite orario e di media annuale, con un trend medio in crescita, in modo esteso sull’intero territorio pianeggiante della regione:

in modo programmato e strutturale sui principali assi viari di attraversamento del territorio regionale, in modo programmato e obbligatorio nei Comuni di fascia A,in base ad accordi locali, nei Comuni di fascia B,per i rimanenti Comuni di fascia C, si consigliano comunque dei comportamenti virtuosi di natura volontaria volti a prevenire l’acuirsi del fenomeno a livello locale e regionale.

Per quanto concerne le “Azioni integrate” da intraprendere per ridurre le emissioni di questo inquinante nei centri densamente popolati e sulle grandi arterie di attraversamento del territorio regionale, occorre puntare l’attenzionesoprattutto sul traffico privato con veicoli diesel, sulla movimentazione delle merci effettuata con automezzi pesanti e sul buon funzionamento degli impianti da riscaldamento e degli impianti di combustione in genere.Le azioni strutturali individuate sono quelle citate al paragrafo 6.1.1.

Azioni in zona A:

Le Zone A sono quelle individuate al Capitolo 3.Trattasi anche in questo caso di un pacchetto di accorgimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico, le così dette “Azioni integrate”che prevedano, oltre alle misure già citate al punto 6.1.1, le seguenti azioni:

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 209

Azioni integrate:

1. Intensificazione delle verifiche in strada dei livelli di emissione di NOX dei veicoli diesel con particolare riguardoai mezzi pesanti e commerciali.

2. Trasformazione dei veicoli di enti o aziende pubbliche alimentati a gasolio verso combustibili più ecocompatibili (metano-GPL-elettrici-ibridi)

3. Incentivi alla trasformazione dei taxi verso combustibili gassosi, in primis il metano 4. Incentivi alla trasformazione dei mezzi commerciali a prevalente azione locale, verso combustibili gassosi, in

primis il metano 5. Riduzione dei livelli di emissione di NOX delle attività produttive esistenti nel territorio anche mediante accordi

volontari (es. EMAS/ISO 14000) e regolamentazione del sistema delle autorizzazione di nuovi insediamenti, al fine di migliorare complessivamente il bilancio di area

6.Azioni dirette

Queste le azioni che dovrebbero essere messe in atto al fine di impedire il superamento dei valori limite e della soglia di allarme del biossido di azoto:

1. Blocco del traffico pesante e commerciale diesel immatricolato prima del 01/10/1997 all’interno di areeprestabilite (possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso).

2. Blocco delle autovetture diesel immatricolate prima del 01/01/1997, all’interno di aree prestabilite (possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso).

3. Blocco delle autovetture a benzina immatricolate prima del 01/01/1993 e dei ciclomotori immatricolati prima del 01/06/1999, all’interno di aree prestabilite (possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso).

4. Limitazione degli orari di riscaldamento per impianti termici civili e produttivi all’interno di aree stabilite (possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso)

5. Blocco di attività produttive comportanti l’emis sione significativa (> 60 kg/d) di NOX, all’interno di aree stabilite (possono coincidere con la totalità del territorio o con porzioni dello stesso)

6. Attuazione di piani di trasporto alternativi, previa opportuna campagna informativa capillare, così comepredisposti dai mobility manager.

7.Azioni in zona B

Le Zone B sono quelle individuate al Capitolo 3.Trattasi in questo caso di un pacchetto di accorgimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico “Azioniintegrate” già previste per le zone A.

Azioni in zona C

Le Zone C sono quelle individuate al Capitolo 3.Trattasi in questo caso di un pacchetto di accorgimenti da porre in essere in modo strutturale e programmatico “Azioniintegrate” sovrazonali o a livello regionale come già elencato al punto 6.1.1. Non sono previste azioni dirette.

6.1.5 Misure da applicare per la riduzione dell’Ozono

Premessa metodologica: ai fini della zonizzazione è stato considerato sia il superamento della soglia di allarme pari a 240 µg/m3 su tre ore consecutive, sia il valore bersaglio per la protezione della salute umana (media massima giornaliera su otto ore) pari a 120 µg/m3 da non superare per più di 25 giorni per anno civile (rif. Direttiva 2002/3/CE). Nel caso in cui si sia superata la soglia di allarme si deve applicare il Piano di azione, nel caso si sia superato il valore bersaglio anche persolo un anno va applicato il Piano di risanamento.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 210

La zonizzazione preliminare, effettuata ai sensi del D. L.vo 351/99, presuppone azioni mirate al contenimento dei precursori dell’ozono (in particolare ossidi di azoto ed alcune categorie di idrocarburi), da attuarsi su tutto il territorio regionale.

Nella tabella seguente si riporta la descrizione di alcune misure adottate dalla regione SICILIA per la riduzione delle concentrazioni d'ozono e dei suoi precursori

Descrizione della misura

Calendario di

attuazionedella

misura

Comuni a cui si applica la misura

Riferimenti a Delibere

regionali/ordinanze sindacali etc…

1

Adesione al programma Nazionale I.C.B.I (Iniziativa Carburanti a Basso Impatto Ambientale) per promuovere

l'utilizzo del metano e del GPL per autotrazione.Il programma ha previsto lo stanziamento di fondi:

• per la trasformazione a gas metano o GPL delle auto non catalizzate, immatricolate fra il 1988 ed il 1995;

• per lo sviluppo della rete di distribuzione attraverso la realizzazione di stazioni di rifornimento dedicate per flotte

pubbliche.Sono state effettuate complessivamente 432

trasformazioni nel Comune di Catania, 39 trasformazioni nel Comune di Gela e circa 3000 trasformazioni nel

Comune di Palermo tra il 2001 e il 2003

Dal 2001

Carini, Palermo, Ragusa, Gela,

Siracusa,Solarino,

Augusta, Catania, Canicatti’,Condro’

Convenzione di Comuni costituita il

24/09/2001Nuovo Accordo di programma del 19 ottobre 2005 tra il Comune di Parma

(Capofila) ed il MATT (DM Ambiente 24 maggio 2004)

3

Finanziamenti per la realizzazione di progetti relativi a:1) Trasporto elettrico: Incentivi due ruote

2) Mobility management3) Taxi collettivo

4) Bus navetta parcheggi scambiatori5) Acquisto veicoli elettrici e colonnine di ricarica;

6) Campagna promozione servizio car sharing;7) Mobility manager.

2002 Catania e PalermoProgramma Stralcio Tutela Ambientale D.D. 495/SIAR/99

5 Finanziamenti per l'attivazione del servizio di CAR Sharing 2002 Palermo

6

Adesione al Programma nazionale Domeniche Ecologiche.

Finanziamenti per la realizzazione di progetti relativi a: •Acquisto biciclette e ciclomotori elettrici;

•Attrezzature per il monitoraggio inquinanti (IPA);•Sistema telematico controllo traffico.•Acquisto minibus eco-diesel e ibridi

•Acquisto autobus a basso impatto ambientale e veicolielettrici.

2002 Palermo e Caltanissetta

DomenicheEcologiche D.D.

815/SIAR/00

Azioni integrate

Per le azioni volte al contenimento degli ossidi di azoto (NOX) si rimanda al paragrafo 6.1.4.Per quanto concerne gli idrocarburi precursori si individuano, oltre a quelle già citate al punto 6.1.1, le seguenti azioni,mirate soprattutto alla riduzione delle emissioni di idrocarburi:

1. Sostituzione dei ciclomotori a due tempi non catalizzati con ciclomotori a 4 tempi, a GPL e, soprattutto, a trazione elettrica

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 211

2. Sostituzione dei veicoli alimentati a benzina con veicoli alimentati a gas (GPL, metano) o elettrici 3. Estensione dei parcheggi coperti/alberati per ridurre le emissioni evaporative di benzina 4. Riduzione delle emissioni di Idrocarburi (es. solventi) delle attività produttive esistenti nel territorio mediante

tecniche di prevenzione ed abbattimento, anche mediante accordi volontari (es. EMAS, ISO 14000). Pienaapplicazione della direttiva europea sulle emissioni di solventi (1999/13/CE). Regolamentazione del sistema delle autorizzazioni di nuovi insediamenti al fine di migliorare complessivamente il bilancio di area

5. Attivazione di campagne di sensibilizzazione, educazione e informazione partendo dalle scuole fino a raggiungere il singolo cittadino, sulla genesi di questo inquinante, sugli effetti sanitari e ambientali dell’ozono e sul modo per difendersi

6. Incentivazione delle colture di specie vegetali e arboree non produttrici di idrocarburi biogenici precursori dell’ozono (quali i Composti Organici Volatili ed altri): iniziative di piantumazione fino ad arrivare ad un rapporto di 1 albero a cittadino, privilegiando aree sensibili come parchi, scuole, asili, ospedali, ecc.

6.2 INDIVIDUAZIONE DELLE AZIONI DI INTERVENTO

6.2.1 Misure a favore della mobilità sostenibile e della prevenzione e riduzione delle emissioni nelle città ed al controllo delle emissioni dei veicoli circolanti

Sulla base delle risultanze dalle informazioni derivanti dalla valutazione preliminare della qualità dell’aria e tenendo conto delle tendenze e degli sviluppi normativi a protezione dell’ambiente e delle popolazioni esposte, risultaindispensabile intervenire in via prioritaria per la riduzione delle emissioni inquinanti, al fine di prevenire e contenere i superamenti dei limiti (già in vigore o previsti per il 2005) per le polveri inalabili (PM10), il Benzene, CO, NO2 e O3,nonché per il mantenimento degli obiettivi di qualità dell’aria per gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), in modo da ridurre la possibilità del verificarsi sul territorio regionale di episodi acuti di inquinamento atmosferico.

La possibilità di superamento dei limiti e degli obiettivi di qualità dell’aria si verifica principalmente nelle aree urbane con numero abitanti e densità di popolazione elevati e dove sono localizzate infrastrutture, imprese, attività commerciali e ricreative, arterie di grande comunicazione tali da indurre elevati livelli di traffico, ovvero strade o nodi stradali a bassa fluidità (vedasi il capitolo sulla zonizzazione urbana e industriale).

Dalla valutazione preliminare della qualità dell’aria, cui si rimanda per i necessari approfondimenti, risulta che il contributo del settore dei trasporti alle emissioni totali è di circa l’80%. Al fine di prevenire gli episodi di inquinamento e dimigliorare le caratteristiche della qualità dell’aria, risulta prioritario intervenire con provvedimenti stabili e strutturali per ridurre quanto possibile le emissioni inquinanti dovute al traffico, in particolare nelle aree urbane più densamente popolate.Assumono pertanto particolare rilievo i contenuti del Piano Regionale dei Trasporti, dei Programmi Regionali e locali per i servizi di trasporto pubblico locale, dei Piani Urbani del Traffico (PUT) e della mobilità (PUM), atteso che fra gli obiettivi di detti piani vi sia anche la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale, la razionalizzazione e la fluidificazione della circolazione.

Considerato che le emissioni inquinanti dovute al traffico hanno un ruolo diffuso su tutto il territorio regionale e che è possibile quindi massimizzare gli effetti della politica ambientale e di quella dei trasporti solo operando in ambito territoriale regionale e perseguendo obiettivi comuni, i provvedimenti finalizzati alla prevenzione e alla riduzione delle emissioni nelle città ed al controllo delle emissioni dei veicoli circolanti riguardano indistintamente tutto il territorio della regione Sicilia .

Provvedimenti differenziati sono, invece, da prevedere per la gestione di episodi acuti di inquinamento.Il presente Piano si pone come obiettivo il miglioramento delle emissioni di tutti i mezzi di trasporto, la riduzione delle emissioni complessive dovute al traffico mediante la razionalizzazione e fluidificazione della circolazione, la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale.

Si considera strategico garantire in via preventiva e prioritaria la riduzione delle emissioni di inquinanti dei veicoli circolanti su tutto il territorio regionale, attraverso il controllo del rispetto dei limiti e delle prescrizioni tecniche stabiliti dall’art. 2 del Decreto del Ministro dei Trasporti e della Navigazione 5 febbraio 1996. Una regolare manutenzione del motore porta non solo ad un minor inquinamento dell’aria, ma anche a minore consumo di carburanti, ad una miglior efficienza e maggior durata dei motori stessi. Si considerano strategiche anche campagne di controllo volontario, messe in atto dai Comuni, Province ed altri enti/associazioni, dei gas di scarico dei veicoli a motore da effettuarsi in diverse realtà locali per sensibilizzare la cittadinanza sul principio e l’importanza del controllo periodico frequente dei gas di scarico.

Si ritiene inoltre necessario fornire le prime indicazioni, indirizzi e criteri tendenti alla razionalizzazione efluidificazione e decongestionamento della circolazione, alla riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato individuale.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 212

La revisione, l’aggiornamento e l’integrazione dei provvedimenti per la mobilità sostenibile, per il raggiungimento degli obiettivi fissati, saranno stabiliti con Deliberazione della Giunta Regionale.

6.2.1.1 Interventi a medio e lungo termineSviluppo dei veicoli alimentati con carburanti alternativi

E’ prevista un’azione di incentivazione per un adeguato sostegno agli enti e alle aziende pubbliche (aziende di trasporto pubblico, aziende municipalizzate, aziende del gas, acqua, smaltimento di rifiuti, etc.) per l’espansione dei veicoli a motore con alimentazione a metano (gas naturale), a GPL, a biodiesel, ibrida ed elettrica e, qualora disponibili, a celle combustibili. S’intende favorire sia l’acquisto di nuovi veicoli alimentati da carburanti alternativi più puliti, sia laconversione del parco circolante a GPL o metano.

E’ prevista un’azione di formazione ed informazione relativamente ai vantaggi ambientali dei carburanti alternativi, agli obblighi degli enti e le aziende pubbliche e alle opportunità economiche per i privati.

Le Province attivano entro il 1.7.2005 degli Osservatori di: immatricolazioni di nuovi automezzi da parte delle aziende e di enti pubblici (D.M. 27 marzo 1998); parco circolante a carburanti alternativi; consumo di GPL (Gas di Petrolio Liquefatti) e GN (Gas Naturale o Metano) per autotrazione. Successivamente è previsto un aggiornamento annuale. Con frequenza annuale, entro il 1° luglio, esse inviano i dati riferiti all’anno precedente alla Regione.

Veicoli a motore. Obblighi per gli enti e le aziende pubbliche

Con l’entrata in vigore del presente Piano, gli enti e le aziende pubbliche possono acquistare solo veicoli a motore con il tipo di omologazione più recente, ancorché non ancora resa obbligatoria dalle norme nazionali ed europee. Tale vincolo è condizionato all’effettiva disponibilità commerciale. Il costo non deve essere superiore al 10% del costo di un veicolo di caratteristiche equivalenti, ma con omologazione di tipo antecedente. Lo scopo è di favorire la penetrazione, per quanto possibile anticipata, di veicoli a basse emissioni.Deroghe sono consentite per l’acquisto di autoveicoli delle stesse categorie alimentati esclusivamente da GPL o da metano, ibridi ed elettrici o per l’acquisto di veicoli con caratteristiche tecniche specifiche per usi particolari (ad esempio,fuoristrada, mezzi di soccorso ed emergenza).

Veicoli pesanti a basso impatto ambientale. Obblighi per gli enti e aziende pubbliche.

Considerate le elevate emissioni inquinanti dei veicoli pesanti, adibiti al trasporto di persone e di merci, si adottano i seguenti criteri:

a. per tutti gli Enti e le aziende pubbliche o di servizio pubblico sono fissate le seguenti quote minime di acquisto di veicoli ecologici migliorati EEV (Enhanced Environmentally Friendly Vehicle); nel rinnovo del parco circolante nelle aree urbane: 20% nel 2007; 30% nel 2009;

b. la Regione Sicilia e gli enti locali possono erogare contributi alle aziende pubbliche o di servizio pubblico per l’acquisto di veicoli ecologici migliorati EEV, o almeno omologati in base alla Euro V, e per la conversione del parco circolante esistente a carburanti alternativi.

Deroghe sono consentite solo per l’acquisto di mezzi da impiegare in condizioni particolari, ad esempio mezzi di emergenza.

Per quanto attiene al Trasporto Pubblico Locale nell’ottica della mobilità sostenibile, tenuto conto delle indicazioni fornite dalla legge n. 194/98, che pone particolare attenzione all’esigenza di tutelare l’ambiente dalle conseguenzedell’inquinamento, in particolar modo nelle aree urbane, ed in considerazione dello sviluppo delle tecnologie di controllo delle emissioni da parte dei veicoli, si ritiene di incentivare l’acquisto di mezzi ad alimentazione non convenzionale ed a basso impatto ambientale, riservando a questa categoria di veicoli almeno il 40% del finanziamento previsto perl’ammodernamento del parco.

Misure per favorire i veicoli a motore meno inquinanti

Nei bandi di gare d’appalto per l’assegnazione di servizi di pubblica utilità con elevata incidenza dell’uso di veicoli a motore per il trasporto di merci e di persone (trasporto pubblico cittadino, raccolta di rifiuti urbani e pulizia delle strade, servizi di consegna della posta, servizi di vigilanza, …) gli enti e le aziende pubblici attribuiranno un punteggio premiante ai concorrenti che propongono flotte di mezzi, o quote rilevanti di esse, alimentate con carburanti alternativi (Gpl, metano,

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 213

elettricità e ibridi). per i mezzi pesanti, un punteggio premiante dovrà essere assegnato all’impiego di mezzi omologati EEV e EURO V.

Nella redazione o nell’aggiornamento dei piani urbani del traffico (PUT) e dei piani urbani di mobilità (PUM), i Comuni devono fissare le condizioni restrittive per consentire solo la circolazione di mezzi pesanti più ecologici (“EEV” o omologati secondo la “EURO V” o successive), in zone a traffico limitato (ZTL) o nei periodi di superamento dei livelli di attenzione e di allarme.

Nella redazione dei piani urbani del traffico, i Comuni devono fissare condizioni specifiche per favorire la circolazione di mezzi privati alimentati con carburanti alternativi, consentendone la circolazione in zone a traffico limitato (ZTL) o nei periodi di superamento delle soglie di allarme, purché le condizioni generali non lo impediscano.

Manutenzione degli impianti termici e controlli relativi

Il Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993 n. 412, in attuazione dell'a rt. 4, comma 4, della Legge 10/91, detta norme in materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici ai fini del contenimento dei consumi di energia, e individua nei Comuni e nelle Province i soggetti attivi per il ris petto delle norme contenute nel DPR stesso. L'articolo 30, comma 5, del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 112 affida alle Regioni funzioni di coordinamento dei compiti attribuiti agli enti locali per l'attuazione del DPR 26 agosto 1993 n° 412. L'art. 11del DPR 412/93 come successivamente modificato dal DPR 551/99 prevede il controllo e verifica degli impianti termici, finalizzati all'uso razionale dell'energia e alla riduzione delle emissioni inquinanti nell'atmosfera. In particolare ai sensi dell’art. 31, della Legge 10/91, i Comuni con più di 40.000 abitanti e le Province per la restante parte del territorio, effettuano con cadenza almeno biennale e con onere a carico dell’utente, anche avvalendosi di organismi esterni aventi specifica competenza tecnica, i controlli necessari ad accertare l’effettivo stato di manutenzione e di esercizio dell’impianto termico. Entro 6 mesi dalla data di adozione del presente Piano e successivamente ogni due anni, gli enti di cui sopra inviano alla Regione Siciliana una relazione sulle caratteristiche e sullo stato di efficienza e di manutenzione degli impianti termici nel territorio di propria competenza, con particolare riferimento alle risultanze dei controlli effettuati nell’ultimo biennio.

Benzina e gasolio più puliti

La Regione Siciliana, le Province e i Comuni capoluoghi di provincia si fanno carico di cercare delle intese volontarie con le compagnie petrolifere e le associazioni di categoria dei distributori di carburanti, per anticipare lacommercializzazione di benzina e gasolio per autotrazione più puliti, con le stesse specifiche tecniche obbligatorie a partire dal 1° gennaio 2009, o almeno con caratteristiche ecologiche migliorate rispetto a quelle attuali, considerato che il loro utilizzo sui veicoli in circolazione consentirà una sostanziale diminuzione delle emissioni di tutti gli inquinanti atmosferici tradizionali.

Per quanto riguarda il gasolio per autotrazione, la Regione Siciliana imporrà l’utilizzo esclusivo, nel territorio regionale, di combustibile con tenore di zolfo < 10 mg/kg (ppm).

Piste ciclabili

Il Piano persegue l’obiettivo di ottimizzare disponibilità e utilizzo delle piste ciclabili nell’ambito di ciascuna Provincia e di ciascun Comune soggetto al Piano Urbano del traffico; detti Comuni, allo scopo, dovranno pertanto inserire nel Programma Annuale delle Opere Pubbliche, a favore della mobilità ciclistica, interventi per almeno 500.000 €.Le Amministrazioni Provinciali attiveranno, entro il 2010 un Osservatorio per il censimento delle reti di piste ciclabilirealizzate nei propri territori provinciali. Successivamente è previsto un aggiornamento annuale. Con frequenza annuale, entro il 1° luglio, esse inviano i dati riferiti all’anno precedente alla Regione.

Evaporazione di carburanti da fonti fisse

Entro il 31/12/2010, la Giunta Regionale dovrà elaborare una relazione per quanto riguarda gli obblighi di adozione degli interventi tecnici atti a ridurre le emissioni di vapori di idrocarburi nel ciclo di produzione e distribuzione dei derivati del petrolio imp iegati come carburanti.Provvedimenti per contenere l’uso e le percorrenze delle autovetture private per favorire l’uso di mezzi collettivi sono adottate le seguenti misure:

a. i Comuni devono incoraggiare una maggior diffusione del veicolo pubblico, attribuendo dei vantaggi ai mezzi collettivi. Nell’ambito dei PUT e dei PUM, ai mezzi pubblici va privilegiato l’accesso alle zone a traffico limitato (ZTL) e l'utilizzo di corsie preferenziali; vanno inoltre considerate la realizzazione di parcheggi scambiatori con i mezzi pubblici e la tariffazione della sosta per i mezzi privati;

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 214

b. i Comuni, per quanto di loro competenza, sono tenuti a promuovere a costo ridotto l’accesso a fiere, mostre, musei, etc. ai possessori di abbonamenti e di biglietti di trasporto pubblico, bus, tram, treno, taxi, etc.;

Motocicli e ciclomotori. Obblighi per gli enti e le aziende pubbliche

L’impiego di ciclomotori e motoveicoli non deve essere sfavorito rispetto alle autovetture alla luce dei minori effetti sulla congestione del traffico e dei minori spazi richiesti per la sosta, purché sia supportato da una adeguata rete diparcheggi, al fine di non occupare impropriamente la sede stradale o i marciapiedi.

Nell’adozione di provvedimenti restrittivi alla circolazione, le autorità comp etenti possono discriminare i ciclomotori e i motoveicoli non conformi alla direttiva 97/24/CE (quindi immatricolati prima del 1999) e i motoveicoli a 2 tempi rispetto ai 4 tempi (se 2 tempi non conformi alla direttiva 97/24/CE). Tali mezzi, infatti, sono stimati maggiormente inquinanti sia per le emissioni atmosferiche che per quanto riguarda le emissioni di rumore.

Parcheggi e interventi strutturali

I Comuni devono farsi carico, anche favorendo le relative procedure urbanistiche, di incrementare i parcheggi in zone semiperiferiche e periferiche. Vanno privilegiati i parcheggi su più piani, anche per non pregiudicare la fruibilità degli spazi destinati alle aree verdi o alla fluidità della circolazione.

Il governo della mobilità, particolarmente nelle aree urbane e metropolitane, non può essere perseguito solo mediante interventi interni al sistema dei trasporti. Gli interventi sulla struttura degli insediamenti e l’assetto del territorio, attuabili nel lungo periodo, costituiscono uno strumento particolarmente efficace per la riduzione dell'entità della domanda e la modifica della sua distribuzione modale, spaziale e temporale. tra gli interventi di questo tipo, acquistano particolare rilevanza: la localizzazione di servizi e, più in generale, della qualità urbana nelle aree periferiche; le localizzazioni delle attività produttive in relazione alla mobilità indotta e all’offerta di trasporto attuale o programmata; la presenza nei nuovi insediamenti di assetti urbanistici favorevoli al trasporto collettivo; le destinazioni d’uso degli immobili, specie nelle aree centrali.

I Comuni e le altre amministrazioni competenti devono salvaguardare le aree disponibili per i parcheggi e sosta breve in caso di nuove costruzioni, ristrutturazioni e ampliamenti di edifici esistenti, qualunque ne sia l’uso; devono inoltre favorire e incentivare le trasformazioni di edifici in parcheggi coperti.

La Regione Sicilia intende promuovere l’intermodalità dei trasporti, che consente di utilizzare per ogni segmento dello spostamento complessivo il modo più idoneo sotto il profilo tecnico, economico ed ambientale.

Lo sviluppo delle reti di intermodalità (nodi di interscambio fra mezzi pubblici, parcheggi delle autovetture incorrispondenza di fermate/stazioni di mezzi pubblici) e di sistemi innovativi, quali la bigliettazione integrata, e un recupero di efficienza complessiva del sistema costituisce un punto irrinunciabile del presente Piano. La realizzazione dicollegamenti del trasporto pubblico locale con le stazioni ferroviarie e con i centri delle città costituiscono un importante strumento, sotto il profilo ambientale, del contenimento della congestione e dei costi interni del trasporto.

Per lo sviluppo e il sostegno delle politiche di intermodalità, la Giunta Regionale, le Province e i Comuni effettuano efficaci e capillari campagne di informazione ai cittadini.Considerato che l’inadeguatezza dei parcheggi e delle altre infrastrutture presso i caselli autostradali costituisce un ostacolo alla riduzione del traffico e all’auspicato sviluppo dell’intermodalità dei trasporti, le amministrazioni pubbliche competenti devono intervenire nei confronti dei gestori delle autostrade, in particolare per:

a. la realizzazione di idonei parcheggi, sia a pagamento sia gratuiti, presso tutti gli accessi ai caselli autostradali; b. il miglioramento della viabilità complessiva e una riduzione della congestione in corrispondenza dei caselli

autostradali.

Entro il 31.12.2009, la Giunta Regionale è tenuta ad effettuare uno studio di verifica della situazione viabilistica in corrispondenza di tutti i caselli autostradali e a proporre interventi di miglioramento.

Piani Urbani del Traffico (PUT) e Piani Urbani della Mobilità (PUM)

La Regione invita i Comuni inadempienti a provvedere quanto prima alla redazione dei PUT e porre l’aspetto specifico dell’inquinamento dell’aria come punto fondamentale nella redazione dei piani e nella revisione degli stessi.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 215

I Comuni con più di 100.000 abitanti devono elaborare i piani urbani della mobilità (PUM) per affrontare i problemi della mobilità secondo un Piano strategico di medio-lungo termine.La Regione afferma la propria piena disponibilità a concertare linee generali di intervento con i Comuni e le Province interessate, avvalendosi anche della collaborazione dell’A RPA Sicilia.La Giunta Regionale procede, previa diffida, alla nomina di un commissario straordinario qualora i Comuni soggetti al PUT non provvedano all’approvazione di detto documento entro il 31.12.2009.

Interventi per il decongestionamento del traffico

La Regione Siciliana, al fine di migliorare la mobilità del traffico automobilistico nelle diverse reti urbane edextraurbane e di attuare una mobilità supportata da ausili informatici all'interno delle aree urbane, oltre a prevedere opere strutturali per il miglioramento del Sistema Ferroviario nelle Aree Metropolitane, concede altresì contributi finalizzati ad incentivare:

a. l'installazione di sistemi di pagamento informatizzati del pedaggio autostradale sulle auto di nuovaimmatricolazione;

b. la sperimentazione da parte dei Comuni capoluogo di Provincia di sistemi di accesso selezionato ad aree individuate, o a parcheggi, attraverso l'uso di strumenti di riconoscimento e rilevamento automatizzati in ingresso e in uscita.

Le forze dell’ordine pubblico stabiliscono, in accordo con le Province, programmi di massima mobilitazione esorveglianza, da attuarsi in tutti i periodi di superamento delle soglie di allarme, per il pieno rispetto del “Codice della Strada” e delle norme qui stabilite in materia di “bollino blu”.

Contributi finanziari

Specifiche risorse, anche a integrazione di quelle eventualmente destinate dallo Stato, saranno rese disponibili da parte della Regione, Province e Comuni per l’attuazione degli interventi previsti dal Piano.

6.2.1.2 Interventi di breve periodoBollino Blu

A partire dal 01/07/2009, tutti i veicoli a motore di proprietà di persone o enti aventi residenza o sede nella RegioneSiciliana, immatricolati da oltre un anno, per circolare sul territorio regionale devono essere in grado di attestare il rispetto delle prescrizioni tecniche di cui all’art. 2 del Decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione 5 febbraio 1996, mediante l’esibizione del “bollino blu” valido su tutto il territorio nazionale di cui al decreto del Ministro dei trasporti 28 febbraio 1994, e il possesso del certificato relativo al controllo delle emissioni.Il rilascio del bollino blu avviene contestualmente alle scadenze per la revisione dell’autoveicolo.

In conformità con quanto previsto della Direttiva del Ministero dei Lavori Pubblici del 7 luglio 1998, la circolazione dinamica sul territorio regionale in assenza di bollino blu sarà punita ai sensi dell’articolo 7, comma 13 del Decreto legislativo 285/92 “Nuovo codice della strada”, con la sanzione amministrativa prevista. Alla polizia municipale e agli organismi di vigilanza individuati dai Comuni compete la verifica dell’ottemperanza di quanto disposto dal presenteprovvedimento.Gli autoveicoli a motore in possesso del bollino blu e della relativa documentazione di rito, rilasciato da altra regione o provincia sono autorizzati alla circolazione sul territorio regionale.

6.2.1.3 Provvedimenti da assumere in caso di superamento delle soglie di allarme e dei valori limite per uno o più inquinantiCompetenze

In considerazione del fatto che, in ambito regionale, le emissioni inquinanti sembrano presentare una componente areale dominante e che provvedimenti scarsamente coordinati e differenziati nella tipologia, intensità, tempo e spazio di applicazione potrebbero non consentire di ripristinare condizioni accettabili di qualità dell’aria in tempi adeguati, la gestione dei superamenti delle soglie di allarme e dei valori limite per gli inquinanti atmosferici è così articolata.

Tavolo tecnico regionale di coordinamento sulla qualità dell’aria ambiente

1. E’ in corso di istituzione, presso il Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente, il “Tavolo tecnico regionale di coordinamento sulla qualità dell’aria ambiente” che avrà il compito di coordinare, nel ris petto delle competenze

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 216

proprie dei diversi soggetti istituzionali che operano nel campo della tutela della qualità dell’aria, le iniziative finalizzate a dare attuazione al D. Lgs. 4 agosto 1999, n. 351, al D. Lgs. 1 ottobre 2002, n. 261, ed al D. Lgs. 21 maggio 2004, n. 183, al fine di pervenire all’adozione dei piani e dei programmi previsti dalla normativa vigente per risanare e mantenere la qualità dell’aria ambiente nel territorio regionale.

2. Nella predisposizione degli strumenti attuativi (piani e programmi) si dovrà tenere conto dell’importanza della collaborazione tra i diversi livelli istituzionali (comunale, provinciale, regionale, nazionale), ciascuno coinvolto con le proprie competenze in fase di programmazione ed attuazione.

3. Fanno parte del Tavolo tecnico regionale di coordinamento sulla qualità dell’aria ambiente:

L’Assessore Regionale al Territorio e Ambiente (o suo delegato), che presiede il tavolo;il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente (o suo delegato);il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Urbanistica (o suo delegato);il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Industria (o suo delegato);il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale Trasporti e Comunicazioni (o suo delegato);il Dirigente Generale dell’Ispettorato Regionale Sanitario (o suo delegato);il Dirigente Generale dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale (o suo delegato);il Direttore Generale dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (o suo delegato);il Direttore dell’Ufficio Speciale per le Aree ad elevato rischio di crisi ambientale (o suo delegato);i Direttori Generali delle province regionali (o loro delegati);i Direttori Generali dei comuni capoluogo di provincia (o loro delegati);un rappresentante di A.N.C.I. Sicilia;un rappresentante per ognuna delle seguenti associazioni di categoria: Confindustria Sicilia, A.P.I. Sicilia, Confcommercio Sicilia;un rappresentante per ognuna delle seguenti associazioni ambientaliste: W.W.F. Sicilia, Legambiente Sicilia;un esperto designato da ognuno dei Rettori degli Atenei di Palermo, Catania, Messina ed Enna;il dirigente responsabile del Servizio 2 - “Valutazione ambientale strategica e valutazione di impatto ambientale” del Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente (o suo delegato);il dirigente responsabile del Servizio 3 - “Tutela dall’inquinamento atmosferico” del Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente.

4. Il Tavolo tecnico regionale di coordinamento sulla qualità dell’aria ambiente potrà essere di volta in voltaintegrato da altri componenti, in rappresentanza degli enti di cui sopra e/o di altri enti, in funzione di specifiche esigenze che dovessero emergere ai fini di un corretto svolgimento delle attività istituzionali di cui al comma 1, per dare seguito agli adempimenti previsti dalle norme in premessa richiamate. Il tavolo potrà riunirsiperiodicamente con la presenza di tutti i suoi componenti, per gli adempimenti di carattere generale, e/o in gruppi ristretti per specifiche tematiche riguardanti le competenze assegnate dalle norme vigenti ad una o più amministrazioni.

5. A supporto dell’attività del Tavolo tecnico regionale di coordinamento sulla qualità dell’aria ambiente sarà attivato un Ufficio di Segreteria presso il competente servizio del Dipartimento Regionale Territorio e Ambiente.

Indicazioni generali per la gestione di episodi acuti di inquinamento atmosferico

Nei Piani di azione, o nei provvedimenti ad esso collegati, sono stabiliti per ciascuna delle possibili situazioni di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme, azioni e interventi specifici che devono essere attuati per la riduzione delle emissioni dovute al traffico, agli impianti per il riscaldamento di ambienti, agli impianti produttivi; sono altresì definiti i soggetti ai quali sono rivolte le diverse azioni, le procedure operative, le modalità ed i tempi di attuazione.I provvedimenti previsti nel Piano di azione, o nei provvedimenti ad esso collegati, devono riguardare prioritariamenteinterventi per la riduzione delle emissioni dovute a:

traffico veicolare; impianti termici civili; impianti individuati come sorgenti puntuali nel Registro Europeo delle Emissioni (EPER) in applicazione della direttiva 96/61/CE (detta “IPPC”); impianti produttivi, sia termici che tecnologici, non inclusi nell’EPER; centrali termoelettriche non incluse nell’EPER.

La scelta dei provvedimenti da mettere in atto sarà effettuata sulla base della natura dell’inquinamento e dell’entità della riduzione delle emissioni necessaria per ripristinare le condizioni di qualità dell’aria. Questa sarà valutata tenendo conto dell’entità del superamento e dell’estensione spaziale e temporale previsto del fenomeno.

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 217

La riduzione delle emissioni sarà ascritta alle categorie di sorgenti maggiormente significative e suscettibili di riduzione, tenendo conto della necessità di escludere dai provvedimenti gli insediamenti, gli impianti ed i servizi individuati come essenziali.

I provvedimenti devono riferirsi almeno al territorio delimitato come appartenente alla zona A.Al perdurare della situazione critica, a meno che le previsioni meteorologiche facciano prevedere un suo significativo miglioramento, i Comuni interessati adottano i provvedimenti stabiliti dal Piano d’azione, o dai Provvedimenti regionali in applicazione del Piano di azione, che devono essere messi in atto dal giorno successivo.Sono previste misure che possono arrivare a:

blocco totale del traffico privato, con progressione crescente di territorio e di durata; chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado, con gradualità, in ordine decrescente di età a partire dalle scuole superiori.

I provvedimenti assunti cessano i loro effetti qualora, al termine del ciclo di monitoraggio giornaliero, non sussistano più tali condizioni.

I provvedimenti di limitazione della circolazione non si applicano ai veicoli elettrici, a quelli alimentate a gas metano e GPL, ai veicoli con almeno 3 persone a bordo (car pooling) e ai veicoli condivisi (car sharing).

6.3 IDENTIFICAZIONE DEI RISULTATI DI RIDUZIONE DELLECONCENTRAZIONI DEL PIANO

Le riduzioni previste/attese delle concentrazioni degli inquinanti sono state indicate nel Piano sia in linea generale, sia per le zone A e B e specifiche e saranno meglio dettagliati a seguito dei piani di azione adottati.

6.4 STRATEGIE PER LA PARTECIPAZIONE DEL PUBBLICO

La prima revisione del Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela dell’Aria Ambiente (versione definitiva) seguirà il seguente iter di approvazione:La Giunta Regionale provvede ad adottare il Piano, depositandone copia integrale (su supporto cartaceo ed informatico) presso il Settore Ambiente della Regione Sicilia e delle Province e presso i Dipartimenti ARPA SICILIA Provinciali dellaSicilia.

Dell’avvenuta adozione del Piano viene data notizia sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Sicilia e, pertanto, entro sessanta giorni da tale data, chiunque ne abbia interesse può fare pervenire alla Giunta regionale eventuali osservazioni e proposte. Analogo avviso va pubblicato sui quotidiani regionali. La conclusione della procedura prevede che tutte le osservazioni pervenute vengano valutate dalla Giunta regionale e, per quanto ritenuto opportuno, introdotte nel Piano, procedendo quindi ad una riadozione e successiva trasmissione al Consiglio regionale, assieme a tutta la documentazione relativa alle osservazioni, per la definitiva approvazione.

Dopo l’approvazione, il CD contenente il Piano definitivo può essere inviato a tutti gli Enti Locali (Comuni e Province).Per quanto attiene alla comunicazione con il pubblico, si ritiene opportuno agire su due fronti, attraverso:

la stesura e pubblicazione in allegato ai principali quotidiani regionali, di una breve sintesi non tecnica del Piano (max 10 pagine), da presentarsi nel corso di una conferenza stampa; l’organizzazione di un seminario pubblico di presentazione dei contenuti del Piano, con la presenza della stampa locale.

In riferimento agli eventuali superamenti dei livelli di allarme e dei valori limite degli inquinanti atmosferici, la comunicazione al pubblico è attuata secondo quanto richiamato al paragrafo 1.8.In fase di gestione, si suggerisce l’attivazione di un forum di consultazione, sulla tipologia di Agenda 21.

6.5 MONITORAGGIO DEL PIANO

Le procedure e le modalità di monitoraggio, delle singole fasi di attuazione e dei relativi risultati sono indicati nelle varie sezioni del Piano.

Nel documento “Monitoraggio del Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela dell’Aria Ambiente”, elaborato ogni tre anni entro il 31 maggio, l’Assessore Regionale all’Ambiente indicherà eventualmente alle strutture tecniche competenti, le integrazioni alle procedure e modalità di monitoraggio stabilite nel Piano.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 218

6.6 VERIFICA DEL PIANO

Entro il 31 maggio di ciascun anno, l’Assessore Regionale Territorio e Ambiente trasmette alla Giunta Regionale, all’Assemblea Regionale e alle Province, un documento denominato “Monitoraggio del Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela dell’Aria Ambiente”, relativo all’anno precedente, in cui espone una sintesi sullo stato di attuazione del Piano.

E’ demandata all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente la verifica dello stato di attuazione e dell’efficacia del Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela dell’Aria Ambiente.

Entro il 31 marzo di ciascun anno, l’ARPA SICILIA trasmette all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente una valutazione dettagliata sull’andamento annuale delle concentrazioni degli inquinanti rilevate dalle centraline fisse e mediante campagne di controllo ”ad hoc”, in tutto il territorio regionale e specificatamente per le zone A e B individuate dal Piano. Dovranno altresì essere individuati gli scostamenti dagli obiettivi del presente Piano e più in generale il rispetto della normativa.

Per quanto concerne gli aspetti di assistenza tecnica nelle differenti fasi di attuazione del piano ai diversi livelli potrà essere previsto il coinvolgimento di figure specialistiche e strutture universitarie al fine di fornire supporto e consulenza tecnico-scientifico per le seguenti attività:

aggiornamento delle sorgenti puntuali;pianificazione dell’agiornamento dell’inventario delle emissioni diffuse e lineari;consulenza al responsabile della pianificazione per tutte le attività di sua competenza;pianificazione della manutenzione del sistema.

6.6.1 Controlli

Il primo livello viene identificato con le strutture provinciali (Province e/o sedi provinciali di ARPA SICILIA). Questo livello deve garantire il flusso di informazioni relativamente alle reti di monitoraggio esistenti nel territorio regionale.Per le funzioni tecniche di controllo di propria competenza i Comuni e le Province si avvalgono dell'ARPA SICILIA,dell’Università, o di esperti settoriali, mediante apposite convenzioni.

6.6.2 Informazione alla popolazione

La Regione Sicilia promuove direttamente, o attraverso le province, i Comuni, i consorzi e le associazioni, l’universitàiniziative di comunicazione mirate a realizzare campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte ai cittadini e a specifici gruppi di interesse, sui contenuti, gli obiettivi e le proposte del Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela dell’Aria Ambiente. La Regione Sicilia, in collaborazione con le Province, i Comuni, l’Università e l’ARPA SICILIAmette a disposizione degli organismi interessati e dei singoli cittadini i dati aggiornati sulla qualità dell’aria.

6.7 REVISIONE DEL PIANO

In fase di avviamento del Piano con la prima Revisone saranno introdotti i risultati di alcune attività in corso di completamento (inventario delle emissioni, mappatura definitiva delle zone A, B e C, analisi dei trend, simulazioni con modelli, etc..). La prima revisione del Piano sarà eseguita entro il 2008. L’Assessore Regionale Territorio e Ambiente trasmette alla Giunta Regionale, all’Assemblea Regionale e alle Province, un documento denominato “prima Revisione del Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela dell’Aria Ambiente” per l’approvazione del documento definitivo.

Successivamente, a regime, ogni tre anni, entro il 31 maggio, l’Assessore Regionale Territorio e Ambiente trasmettealla Giunta Regionale, all’Assemblea Regionale e alle Province, un documento denominato “Revisione del Piano Regionale di Coordinamento per la Tutela dell’Aria Ambiente”, relativo al triennio precedente in cui indica fra l’altro gli interventi di correzione e di integrazione necessari per l’allineamento con gli obiettivi stabiliti dal Piano e dalla nuova normativa nazionale ed europea.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 219

CAPITOLO 7 – PROVVEDIMENTI O PROGETTI A LUNGO TERMINE

7.1 I PROGETTI

La Regione Sicilia , attraverso: l’ARPA SICILIA, l’Università ed esperti di settore, provvederà nell’immediato futuro all’attivazione di alcuni progetti di monitoraggio della matrice aria che intendono contribuire al miglioramento della conoscenza non solo rispetto allo stato della qualità dell’aria in ambito regionale e in specifiche aree di interesse, ma anche finalizzati al monitoraggio e gestione del rischio industriale.

7.1.1 Progetto SIMAGE

Il Progetto SIMAGE (Sistema Integrato per il Monitoraggio Ambientale e la Gestione del rischio industriale e delle Emergenze), è in corso di espletamento per le aree a rischio della regione Sicilia . I principali obiettivi sono:

a. realizzazione del progetto pilota del Sistema Integrato di Monitoraggio del Rischio e delle Emergenze, che prevede la definizione e sintesi delle problematiche pertinenti al progetto, la progettazione esecutiva dell’architettura del sistema, l’acquisizione di parte della strumentazione di controllo per una prima sperimentazione in campo e l’implementazione del Centro di Gestione delle emergenze,

b. studio dell’ambiente atmosferico attraverso un piano di monitoraggio integrato con la modellistica, finalizzata a: stima delle emissioni, meteorologia, dispersione e deposizione degli inquinanti e definizione di scenari di riduzione conseguenti a politiche di abbattimento delle emissioni.

Altri obiettivi sono: l’acquisizione della strumentazione utile al monitoraggio delle emergenze rispetto all’intero perimetro delle aree industriali, l’ultimazione del Centro di Gestione, l’integrazione del Centro di Gestione con un Sistema Esperto per la gestione delle emergenze, lo studio del follow-up ambientale, la messa a punto e il test di procedure operative di intervento, in collaborazione con i VV.F., e di procedure di tempestiva comunicazione sugli eventi anomali.Infine sarà prevista l’interconnessione e lo sviluppo dell’intero sistema anche con strumenti satellitari di indagine e dimonitoraggio ambientali.

7.1.2 Progetto di razionalizzazione e ottimizzazione delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria della Sicilia. Sistema integrato di monitoraggio meteo-ambientale

Il Progetto prevede la razionalizzazione e riorganizzazione della rete di monitoraggio della qualità dell’aria della Regione Siciliana, al fine di migliorarne la rappresentatività spaziale, in ottemperanza al D.Lgs. 351/99 e al DM 60/02.

Parallelamente il Progetto intende favorire la sostituzione di parametri a scarsa rilevanza ambientale (PTS, SO2,NMHC) con altri ad elevato interesse sanitario (PM10, PM2.5, IPA, metalli), oltre che garantire l’uniformazione delle procedure di produzione, validazione e trasmissione dei dati di qualità dell’aria, inserendo la rete di monitoraggio in un Sistema Qualità.

La riqualificazione della rete di monitoraggio della qualità dell’aria della Sicilia può essere intesa come risposta al bisogno di informazioni capillari sullo stato della qualità dell’aria, in linea con la nuova normativa, comunitaria e nazionale, che si sta rapidamente evolvendo.

La Direttiva Quadro 96/62/CE (recepita in Italia dal D.Lgs. n° 351 del 04/08/99) e le Direttive Figlie 99/30/CE e 00/69/CE puntano alla razionalizzazione dei punti di campionamento mediante l’individuazione dei criteri diposizionamento su macroscala e microscala delle stazioni di monitoraggio e alla definizione dei nuovi inquinanti per i qualisi rende necessaria la misura (metalli pesanti, composti organici volatili).

Oltre a ciò occorre tener conto del documento dell’Agenzia Ambientale Europea “Criteria for Euroairnet” (febbraio 1999), nel quale viene indicata la metodologia per la realizzazione della Rete Europea di Rilevamento della Qualità dell’Aria (EURO-AIR- NET).

Parallelamente l’ottimizzazione della rete della qualità dell’aria dovrebbe consentire una razionalizzazione delle spese di gestione, oltre che garantire un livello di qualità dei servizi erogati più elevato rispetto a quello attuale.

E’ in corso di effettuazione una ricognizione delle reti di monitoraggio della qualità dell’aria presenti in Sicilia; sono stati raccolti i metadati (tipo di stazione, tipo di zona, coordinate geografiche, ecc.) è stato verificato ilmicroposizionamento di tutte le centraline della Regione. Entrambe le iniziative hanno portato alla luce le numeroseproblematiche che la rete di rilevamento della qualità dell’aria presenta, ossia:

- difficoltà di armonizzazione dei metodi di rilevamento e frammentarietà di gestione;- eccessiva presenza di siti di misura nei centri urbani;

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 220

- difficoltà a mantenere in qualità un numero elevato di stazioni;- problematiche di microposizionamento delle centraline (rappresentatività limitata);- mancanza di copertura di tutto il territorio regionale;- Ridondanze nel rilevamento di alcuni inquinanti (SO2, PTS) e carenze nel rilevamento di altri (PM10, benzene, O3).

Il Progetto si prefigge inoltre l’obiettivo di sviluppare un sistema integrato di monitoraggio (qualità dell’aria e meteorologia) con particolare riguardo allo studio dello strato limite planetario (PBL) in aree depresse, per applicazioni alla meteorologia ambientale anche come input e/o verifica di modelli avanzati di simulazione per il trasporto e la dispersione di inquinanti in atmosfera. Il programma prevede la pianificazione, l’acquisizione e la gestione della strumentazione proposta (profilatori di temperatura e vento e strumenti per misurare la turbolenza alla superficie) e la messa in rete dei dati, rilevati con ampio utilizzo delle tecnologie di telecontrollo in sintonia con la tendenza della meteorologia mondiale. I dati acquisiti potranno essere ampiamente utilizzati nello studio della dispersione degli inquinanti urbani e da camini e per la previsione della dispersione dei fumi rilasciati da eventi accidentali. Tale approccio consentirà da un lato una migliore gestione dell’inquinamento atmosferico (valutazioni di impatto ambientale, piano di gestione del traffico etc.), dall’altro una pronta risposta a supporto delle strutture di protezione civile sia in caso di incidenti, sia in concomitanza di condizioni meteorologiche avverse. Il progetto prevede la gestione delle stazioni meteorologiche. I dati di direzione e velocità del vento rilevati da questi strumenti saranno utilizzati per la derivazione di parametri micrometeorologici secondari (in particolare: stabilità atmosferica). Sulla base dei dati di direzione e velocità del vento relativi potrà esere effettuata lacaratterizzazione delle varie zone.

7.1.3 Progetto di un sistema di controllo della qualità dell’aria a scala urbana

E’ prevista la costituzione di un osservatorio permanente per la misura, valutazione, previsione e controllo della qualità dell’aria atmosferica a scala urbana. La gestione del sistema integrato di monitoraggio e telecontrollo sarà affidata ad un gruppo di lavoro comprendente personale universitario e funzionari del Servizio 3 DTA dell’ARTA e di altri Assessoratiterritorialmente interessati per gli aspetti di loro competenza (ufficio speciale per le aree ad elevato rischio di crisiambientale, urbanistica, sanità, agricoltura, industria, etc..).

Attraverso metodi di modellazione, combinati con la meteorologia, gli inventari delle emissioni ed i sistemi di misurazione, il servizio consentirà di:

eseguire con continuità una valutazione della qualità dell’aria estesa ai territori urbani (a grande, media e piccola taglia), individuando le zone dove gli obiettivi di qualità dell’aria non sono rispettati;

prevedere l’evoluzione degli episodi di inquinamento; eseguire l’analisi degli scenari a lungo termine e su larga scala ed a breve termine su scala limitata.

Per quanto concerne la qualità atmosferica saranno implementati indicatori significativi idonei al controllo degli standard di qualità. Saranno considerati ed applicati ndicatori semplici diretti (per es. concentrazione dei principali inquinanti: SO2, NOx, CO, PM10, Pb, O3, etc..;) e indicatori compositi quali per es. indici di stress a lungo termine utili per la pianificazione territoriale o a breve termine (per es. AQSI), indici d i qualità legati all’impatto (per es. AQI, DAQx, ATMO, API, etc..), indici di vulnerabilità ambientale legati alla tossicità dei costituenti atmosferici (per es. VI).

La serie di dati territoriali e ambientali acquisiti, integrati dai valori desunti dall’applicazione di modelli di previsione,consentirà la costruzione di mappe di rischio o di qualità per il successivo confronto con gli standard di qualità normativi o igienico-sanitari.

7.1.4 Progetto di implementazione di una banca dati ambientale SITA

Uno degli approcci più efficaci per affrontare problematiche in campo ambientale, nella pianificazione e nella gestione territoriale consiste nell'impiego dei GIS (Geographic Information System) come strumenti di supporto.

I GIS nati per soddisfare l'esigenza dei pianificatori territoriali di manipolare dati spaziali e per essere un valido supporto all'ingegneria civile, hanno subito nel tempo numerose influenze che li hanno resi degli strumenti versatili da utilizzare in vari campi (ambiente, pianificazione, ecc.); essi permettono infatti di risolvere diversi problemi connessi con il controllo dei dati geografici mediante operazioni di conversione, trattamento, interrogazione ed analisi, e mediante la possibilità di studiare le relazioni spaziali tra dati derivanti da sorgenti eterogenee.

Da queste considerazioni è nata l’idea di sviluppare un software di gestione e controllo del territorio e dell’ambiente denominato SITA (Sistema di Informazione Territoriale Ambientale).

Scopo del sistema è di mostrare un quadro della qualità dell’aria per quanto concerne i parametri chimico-fisiciall’interno di aree urbane considerando il peso fondamentale del sistema dei trasporti e degli impianti (riscaldamento, industriali ed artigianali) e di correlare l’inquinamento con gli effetti sulla popolazione esposta.

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 221

Sarà effettuato l’inventario georeferenziato delle sorgenti fisse e mobili (impianti termici civili, attività artigianali e/o industriali, infrastrutture dei trasporti, ecc…) e quindi l’archiviazione e visualizzazione di sorgenti fisse georeferenziate con i relativi tempi di funzionamento, emissioni, livelli di immessi in punti di riferimento, ecc...

Per supportare le fasi di analisi le banche dati informatizzate consentono di collegare dati inerenti il territorio comestrade, edifici, insediamenti produttivi, infrastrutture in genere con dati di tipo ambientale quali l’inquinamento acustico, ma anche con altri aspetti quali, per esempio, l’inquinamento atmosferico e la qualità del clima, il posizionamentoterritoriale e geografico ed infine la rappresentazione grafica con riferimento a cartografie IGM digitalizzate in formato raster (file Bitmap) o in formato vettoriale provenienti da aereofotogrammetria.

Un accurato rilievo diretto dei dati necessari a censire lo stato di fatto consente di individuare i tre sistemi fondamentali dell'ambiente urbano esistente: ambientale, insediativo (residenze, insediamenti produttivi, servizi e funzioni urbane) ed infrastrutturale (strade, ferrovie, aeroporti, porti, etc…).

La banca dati risulta essere così un vero e proprio contenitore di dati organizzati e strutturati in grado di consentire l’elaborazione e l’estrapolazione di dati statistici, progettuali e descrittivi relativi allo stato dell’ambiente di porzioni più o meno vaste di territorio.

Inoltre si è pensato di dotare il software di una interfaccia che consentisse l’interrogazione della banca dati tramite INTERNET per consentirne l'utilizzo al pubblico.

E’ possibile interrogare l’archivio e visualizzare: il loro posizionamento territoriale e geografico e le informazioni sia in forma tabellare che grafica; viceversa a partire da un’entità grafica georeferenziata è possibile visualizzare i dati ad essa collegati.

L’archivio dati è costituito da tabelle interconnesse che consentono il facile scambio di dati.Considerando la grande mole di dati che in teoria la banca dati dovrebbe contenere a pieno regime, sorgono diverse

esigenze:

- Necessità di utilizzare database relazionali.- Necessità di utilizzare il linguaggio SQL per l'interrogazione della banca dati.- Grande mole di dati gestibile.- Velocità di esecuzione delle interrogazioni.- Flessibilità.- Affidabilità.- Scarsa manutenzione.- Robustezza.- Possibilità di utilizzo multiutente in tempo reale.- Possibilità di interrogazione ed aggiornamento dati tramite internet.- Possibilità di assegnare password di accesso e privilegi ad utenti appartenenti a gruppi e categorie differenti.

Il software potrà consentire di visualizzare, esplorare, interrogare ed analizzare geograficamente i dati a disposizione in pochissimo tempo. Il software consentirà la visualizzazione georeferenziata del quadro di unione di un insieme di carte in formato raster e la possibilità di sovrapporre ad esse un piano di disegno vettoriale sul quale è possibile disegnare linee poligonali, anch’esse georeferenziate, delimitare e campire delle aree, contrassegnare dei punti. Una volta creata la mappa, è possibile aggiungervi dati con estrema facilità. Le informazioni di tipo grafico vettoriale possono essere poi collegate con i dati di tipo acustico-ambientali contenuti nella banca dati, in modo biunivoco, così da poter sempre recuperare i dati collegati ad una data entità vettoriale, o rappresentare sul piano un insieme di entità vettoriali che corrispondono ad un dato criterio di ricerca. Il software sarà composto da tre moduli principali indipendenti:

- Il modulo di gestione delle cartografia e del disegno vettoriale;- Il modulo di gestione della banca dati;- Il modulo di internet.

In questo modo sarà possibile evidenziare e contrassegnare elementi della cartografia con linee, aree retinate e simboli, anche se nessun dato è stato caricato nel database dei dati acustico-ambientali, ed è possibile riempire interamente la banca dati anche se nessun riferimento sulla cartografia è stato ancora disegnato.

Per le infrastrutture dei trasporti potrà essere messo a punto un catasto informatico georeferenziato e contenere dati ed informazioni di tipo geometrico, acustico, ambientale e sulla tipologia e composizione del traffico.

In particolare, a titolo di esempio, nell’archivio possono essere inseriti:

- i livelli di rumore medi diurni e notturni DNL ed Lden calcolati in funzione del Traffico Medio Giornaliero, Annuo TMGA;

- i valori di concentrazione degli inquinanti chimici calcolati in funzione delle settimane tipo di Traffico veicolare, dei parametri meteo-climatici etc..

- i valori di concentrazione degli inquinanti chimici misurati.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 222

Per quanto riguarda le centraline di monitoraggio sarà messo a punto un software di acquisizione ed elaborazione dati. I dati potranno essere importati da una qualsiasi centralina di monitoraggio con il comando importa

Nella maschera dell’archivio centraline sarà possibile visualizzare le caratteristiche della centralina, i parametriacustici e chimici giornalieri ed orari, ecc… Selezionando il comando “media periodo” si attivarà un form di calcolo ed elaborazione che consentirà la costruzione di grafici del tipo mostrato nella figura seguente. Il software consentirà di selezionare il periodo per il quale eseguire i calcoli e consentirà di selezionare i parametri da visualizzare nel grafico.

Selezionando il comando media settimanale si attiverà un altro programma di calcolo che consentirà di calcolare la settimana tipo del periodo selezionato. In questo caso il programma calcolerà l’ora tipo del giorno tipo della settimana tipo del periodo selezionato come media dei valori orari di tutti i corrispondenti valori.

Il SITA potrà essere collegato in tempo reale con centraline di monitoraggio mobili da collocare ad esempio sul tetto di autobus o di mezzi che percorrono circuiti ben determinati in tempi determinati. E’ necessario disporre di una flotta di veicoli tale da coprire un quartiere o tutta la città. I dati collezionati (temperatura umidità relativa, concentrazioni di inquinanti) sono trasmessi in tempo reale con le coordinate geografiche o UTM al software di acquisizione e dielaborazione.

7.1.5 Progetto: Analisi della Climatologia Urbana e Qualità del Clima

I ricercatori che indagano nei singoli campi della climatologia applicata tendono a finalizzare lo studio del clima mettendo in evidenza gli aspetti che meglio corrispondono alle proprie esigenze. Naturalmente i risultati ottenuti con tale approccio non rivestono un carattere generale così da soddisfare le esigenze di tutti gli studiosi. Ne deriva un gran numero di modalità e criteri per classificare i climi della terra, i quali possono sinteticamente ridursi ai seguenti:

a) metodi analitici;b) metodi degli indici climatici;c) metodi sinottici o genetici.

Il metodo analitico prevede il calcolo delle medie (giornaliere, mensili od annue) dei principali elementi del clima (per es. temperatura, insolazione, umidità, precipitazioni, vento) considerandoli separatamente ed elaborando delle tabelle. Confrontando i risultati, per località diverse, si può mettere in evidenza l’appartenenza a determinati tipi cimatici. In base a questo metodo il clima di un data località o zona geografica può essere definito come “l’insieme delle condizioni meteorologiche che influiscono costantemente e spiccatamente sulla morfologia, idrografia e vegetazione del territorio e che quindi possono considerarsi tipiche”.

Il secondo metodo consiste nel costruire degli indici empirici che esprimono l’effetto complessivo dei singoli elementi limatici. Esso, infatti, si basa sulla considerazione che i diversi parametri climatici non concorrono singolarmente a definire il clima di una qualsiasi località, bensì combinandosi tra loro nel modo più vario possibile, anche se si assumono soltanto i valori medi.

Il metodo sinottico si inquadra in una linea di ricerca la quale analizza i principali elementi della circolazione atmosferica generale e ne studia la ripartizione media sulla superficie terrestre, oppure considera la distribuzione media stagionale delle principali masse d’aria.

Ciascuno dei metodi sopra esposti parte da un presupposto diverso, ma tutti si propongono lo stesso fine che è quello di ridurre gli innumerevoli climi locali ad un numero relativamente esiguo di classi o gruppi entro i quali i singoli elementi climatici presentano evidenti caratteristiche in comune. Lo studio della ripartizione dei tipi climatici sulla superficie terrestre permette, poi, di delimitare delle regioni geografiche, più o meno estese, in cui i caratteri del clima sono simili e che prendono il nome di zone climatiche.

Aspetti da valutare sono in particolare:

- Correlazione clima e comfort/salute. - Il caldo umido. - Indicatori biometeorologici umani. Indici analitici a 2 o più gradi di libertà. - L’isola di calore urbana. Inversione termica e diffusione dell’inquinamento atmosferico - Laboratori mobili e mappe di discomfort termoigrometrico. - Applicazioni.

Si è già visto come la conoscenza del quadro climatico sia un importante complemento per lo studio dell’inquinamento atmosferico, e più in generale per la determinazione del comfort globale outdoor.

Nel campo dello studio dei siti esterni, il comfort può essere analizzato attraverso variabili meteoclimatiche dirette,tradizionalmente la temperatura dell’aria, l’umidità relativa, la radiazione solare, il regime anemologico, la pressioneatmosferica, il regime pluviometrico.

Un utile metodo di indagine è costituito dall’analisi di indici biometeorologici umani. Si tratta di indici a due o tre gradi di libertà, generalmente a piccola scala temporale. Di seguito si riportano i principali indici biometeorologici umani:

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 223

- indice Heat Stress HS (1982);- indice di discomfort DI, sviluppato da Thom nel 1959 e ripreso da Giles nel 1990;- indice THI (Temperature – Humidity Index) di Steadman (1976);- un indice elaborato per descrivere gli ambienti “freddi” è il WCI (Wind Chill-Index) di Steadman;- indice di potenza raffreddante K di Sipel e Passel (1945);- indice Perception of Climate CP, di Tacken (1989);- un indice oggetto di norma ISO è il Wet Bulb Globe termometer (WBGT),- un altro indice per lo studio dei climi caldi è l’Heart Rate (RC).

Vi sono poi altri indici, più complessi, tra i quali si citano il voto medio previsto PMV per ambienti esterni, e l’indice di stress meteorologico WSI.

7.1.6 Messa a punto di un protocollo per la Sostenibilità Ambientale

Oggetto del presente Progetto è di regolamentare interventi rivolti alla sostenibilità (con particolare riferimento a quella urbana) secondo i criteri fissati e sviluppati internazionalmente da Agenda 21 a livello globale, regionale e locale. Per la valutazione dei risultati possono essere analizzate le serie di indicatori proposti da varie strutture a livello internazionale che perseguono obiettivi di sviluppo economico e sociale.

Un indicatore può essere definito come un parametro, o un valore derivato da parametri, che fornisce informazioni su un fenomeno. Gli indicatori ambientali e di sostenibilità, sviluppati per scopi specifici, rappresentano quindi una sintesi di dati e la loro attenta scelta deve permettere di elaborare un insieme di dati circostanziati, leggibili e concreti, indispensabili per valutare l'andamento nel tempo delle performance ambientali, evidenziando i risultati positivi e le criticità, e per effettuare raffronti temporali, analisi costi/benefici, valutazioni ambientali strategiche.

Gli indicatori semplificano inoltre il processo di comunicazione delle informazioni a tutte le parti interessate. Di fondamentale importanza è la scelta degli indicatori, che devono essere particolarmente affidabili, semplici e facilmente confrontabili e costantemente reperibili e devono essere "strategici" per le tematiche affrontate. Tra le batterie di indicatori maggiormente utilizzate a livello locale sono presenti gli indicatori di sostenibilità urbana messi a punto dalla Commissione Europea (ICE: Indicatori Comuni Europei). Il set di indicatori ICE è stato predisposto nel 2000 dalla CommissioneEuropea, in collaborazione con un team di esperti dell'ambiente urbano ed è stato oggetto di una iniziativa sperimentale denominata Towards a local sustainability profile - European Common Indicators, che ha coinvolto diversi comuni italiani ed europei con A21L in atto. Il set è composto da 10 indicatori di sostenibilità dell'ambiente urbano, cinque obbligatori e cinque facoltativi, cui di recente è stata aggiunta l’impronta ecologica (11° indicatore). Di seguito viene riportata la lista dei 10 indicatori e dei sei principi di sostenibilità su cui essi si basano. Gli indicatori servono a verificare i progressi verso la sostenibilità ottenuti da amministrazioni locali europee, particolarmente impegnate nell'implementazione di processi disviluppo sostenibile. Alla base di questa iniziativa c'è il concetto di città sostenibile come luogo in cui sviluppo economico, equità sociale e qualità ambientale coesistono in una condizione di equilibrio armonioso. Si spiega pertanto il motivo per cui gli ICE vanno ben oltre i soli indicatori ambientali.

N' Indicatore Principio n°

1 2 3 4 5 6

1 Soddisfazione dei cittadini con riferimento alla comunità locale X X X X X

2 Contributo locale al cambiamento climatico globale X X X X

3 Mobilità locale e trasporto passeggeri X X X X X

4 Accessibilità delle aree verdi e dei servizi locali X X X X

5 Qualità dell'aria locale X X X

6 Spostamenti casa - scuola dei bambini X X X X

7 Gestione sostenibile dell'autorità locale e delle imprese locali X X X

8 Inquinamento acustico X X X

9 Uso sostenibile del territorio X X X X

10 Prodotti sostenibili X X X X

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 224

Principi:

uguaglianza ed inclusione sociale (accesso ai servizi di base adeguati ed economici per tutti) partecipazione e democrazia (ai processi decisionali) relazione tra la dimensione locale e quella globale economia locale(promozione dell'occupazione e dell'impresa secondo modalità che minaccino in misura minimale le

risorse naturali e l'ambiente) protezione ambientale patrimonio culturale/qualità dell'ambiente edificato (protezione, conservazione e recupero di valori storici, culturali ed

architettonici; accrescimento e salvaguardia della bellezza e funzionalità di spazi ed edifici).

Come si vede gli indicatori proposti riguardano aspetti ecologico/ambientali, economici e/o sociali. In questa sede ci si riferisce più specificatamente alle tematiche ambientali a cui sono per altro collegate strettamente le altre.

Si vuole qui intervenire per diminuire il contributo al cambiamento climatico globale (indicatore 2) e migliorare la qualità dell’aria locale (indicatore 5) e ridurre l’inquinamento acustico (indicatore 8), altresì programmando il monitoraggio (e gestione) della qualità dell’aria perseguendo il rispetto degli standard di qualità prescritti dalle norme vigenti in materia.

Le iniziative proposte contribuiranno a garantire una gestione sostenibile dell’autorità locale e delle imprese locali (indicatore 7) ed un uso sostenibile del territorio (indicatore 9). Si postula anche l’uso di prodotti sostenibili (indicatore 10) con attenzione al riuso di materiali di scarto. Migliorerà altresì la soddisfazione dei cittadini con riferimento alla comunità locale (indicatore 1).

In sede di programmazione di azioni efficaci di contrasto al degrado della qualità ambientale saranno comunque interessati anche i rimanenti indicatori 3, 4 e 6.

Il Piano può essere costruito riferendosi in avviamento ad aree circoscritte del territorio comunale. Questa fase ha carattere di progetto pilota i cui risultati potranno essere estesi alla rimanente parte del territorio urbano e d’altra parteintroduce un approccio del tipo bottom-up verso la sostenibilità denominato approccio ad isola. L’assunzione base delle “Isole di Sostenibilità” è che lo sviluppo verso la sostenibilità può essere introdotto partendo da regioni sostenibili di ridotte dimensioni. Un’isola è un’area dove la sostenibilità è raggiunta localmente. Punti chiave per creare una regione sostenibile sono le attività di comunicazione, quali lo scambio di materia, di informazioni energetiche, di cultura, di capitali e persone all’interno della rete comunale (o regionale) e con l’ambiente.

Il Monitoraggio e la gestione della qualità dell’aria (sia per il comparto chimico che per quello acustico) risulta indispensabile per verificare gli eventuali miglioramenti nel percorso avviato verso il raggiungimento della pienasostenibilità ambientale urbana.

L’analisi svolta nel quadro conoscitivo, la valutazione dello stato della qualità dell’aria e la delineazione dello scenario di riferimento al 2010 permetteranno di individuare le principali criticità sul territorio regionale.

Gli obiettivi del 6° Programma Comunitario di Azione Ambientale e della Strategia nazionale saranno pienamenterecepiti a livello regionale in un Programma triennale regionale di tutela ambientale con Legge regionale: “Piano di Azione Ambientale per un Futuro Sostenibile”. Il Piano assumerà totalmente gli obiettivi europei e nazionali in materia di tutela dell’ambiente e della salute.

7.1.7 Gestione sostenibile del territorio urbano. Progetto di ricerca per lasperimentazione di intonaci decorativi e rivestimenti stradali fotocatalitici

Coerentemente con le linee guida a favore del miglioramento della qualità dell’aria urbana viene qui richiamato brevemente un progetto di ricerca finalizzato all’uso di materiali fotocataliti, sfruttando le esperienze di altre regioni italiane.

Nel febbraio 2006 la Giunta della Regione Lombardia ha emanato un provvedimento in cui tra l’altro individua tra le misure strutturali, aventi come obiettivo la riduzione del 50% in 5 anni delle emissioni di polveri sottili in Lombardia investimenti nell’innovazione tecnologica. In particolare è previsto il sostegno alla diffusione dell’uso dei rivestimentifotocatalitici.

Di seguito è riportato stralcio del Decreto 1 aprile 20041. Sono individuate le linee guida per l’utilizzo di sistemi innovativi per l’abbattimento e la mitigazione

dell’inquinamento ambientale, così come riportate nell’allegato 1.O M I S S I S

2. Nella redazione dei progetti il proponente deve attenersi al contenuto delle linee guida per l’utilizzo di sistemi innovativi per l’abbattimento e la mitigazione dell’inquinamento ambientale, ciò al fine di garantire una migliore qualitàambientale dei progetti stessi.

L’allegato 1 del Decreto contiene Metodologie e Raccomandazioni per la mitigazione e abbattimentodell’inquinamento ambientale. La SCHEDA TECNICA N. ST-001 individua per il contenimento dell’inquinamentoatmosferico: Malte, Pavimentazioni, Pitture, Intonaci e Rivestimenti contenenti sostanze Fotocatalitiche con Biossido di Titanio (Ti O2) per la riduzione di ossidi di azoto NOxt, VOC, Batteri, ed altri inquinanti atmosferici.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 225

In particolare:

- 2.1 Manto stradale drenante rinforzato con filato di vetro in calcestruzzo, contenete cemento fotocatalitico di spessore da 50 a 250 mm;

- 2.2 Rivestimento stradale rinforzato con filato di vetro di spessore non superiore a 3 mm premiscelato in polvere, composto da cemento fotocatalitico, inerti calcarei e di quarzo a granulometria selezionata e additivi speciali.

- 2.3 intonaco rasante rinforzato con filato di vetro, premiscelato in polvere, composto da cemento fotocatalitico, inerti calcarei e di quarzo a granulometria selezionata, additivi fluidificanti speciali.

- 2.4 Pittura cementizia di spessore minore di 1 mm realizzata con cemento fotocatalitico, inerti calcarei e di quarzo a granulometria fine e additivi speciali.

- 2.5 Pittura a base di silicato di potassio contenete fotocatalizzatore (Ti O2) inerti ultrafini ed additivi speciali.- 2.6 Pavimentazioni per parcheggi, piste ciclabili. rotonde, piazze e simili, realizzate con masselli a base di cemento

fotocatalitico aggregati silicei e calcarei di granulometria controllata ed additivi speciali.-

E’ stato condotto l’accertamento della validità tecnico scientifica mediante prove tecniche, validazioni e certificazioni; i risultati relativi alle prove tecniche sono contenute in una specifica documentazione tecnica. L’efficacia è variabile in finzione dello spettro e della distribuzione spettrale della potenza raggiante incidente sulla superficie trattata con sostanze fotocatalitiche. Di seguito vengono riportati i dati sull’efficacia del sistema innovativo come nei documenti e certificati:

- riduzione degli Ossidi di Azoto NOx pari a circa 30 Tonnellate/Anno per Km2 di superficie trattata;- riduzione dal 2 al 37% delle concentrazioni di NO2 all'interno di appartamenti con pareti dotate di intonaco trattato;- riduzione delle concentrazioni di NO2 pari al 14%;- accertata Fotodegradazione di 4-Clorofeno, Benzaldeide, Bis -Fenolo.

Il campo di applicazione è:

- Infrastrutture di trasporto stradale- Pavimentazioni stradali (rivestimenti, manti stradali etc.)- Barriere spartitraffico- Infrastrutture di trasporto Aeroportuale- Piste aeroportuale, viabilità interna e strutture edilizie aeroportuali- Infrastrutture di trasporto ferroviario, stazioni- Intonaci esterni ed interni- Rivestimenti interni di gallerie con idonea illuminazione- Rivestimenti interni barriere acustiche- Superfici di elementi di arredo urbano- Superfici esterne esposte alla radiazione solare- Parcheggi- Ricettori sensibili quali scuole, ospedali abitazioni, edifici pubblici e privati- Rivestimento dei canali e vasche di raccolta di acque di piattaforma ed acque di prima pioggia

Progetti di norma UNI consentono la “Determinazione dell’attività di degradazione di ossidi di azoto in aria da parte di materiali inorganici fotocatalitici” (UNI, 10/3/2005) e la “Determinazione dell’attività di degradazione catalitica di microinquinanti in aria da parte di materiali fotocatalitici cementizi” (UNI 31/3/2005).

La Delibera n. VII / 19126 adottata dalla regione Lombardia nella seduta del 22 ottobre 2004 riporta il “Bando per l’assegnazione di contributi per l’impiego di materiali contenenti sostanze catalitiche con biossido di titanio (TiO2), limitatamente ad opere pubbliche localizzate nelle zone critiche e negli agglomerati della Regione Lombardia, come definiti dalle dd.g.r. 19/10/2001, n. 6501, 6/12/2002, n. 11485 e 29/7/2003, n. 13856.” In particolare nell’Allegato A, sono richiamate le finalità del bando (art. 1.), gli interventi ammessi a contributo e la descrizione dei materiali fotocatalitici (art. 2).

Nel febbraio 2006 la Giunta della Regione Lombardia ha emanato un provvedimento in cui tra l’altro individua tra le misure strutturali, aventi come obiettivo la riduzione del 50% in 5 anni delle emissioni di polveri sottili in Lombardia investimenti nell’innovazione tecnologica. In particolare è previsto il sostegno alla diffusione dell’uso dei rivestimenti fotocatalitici.

Gli aspetti teorico-scientifici possono essere integrati mediante la Relazione tecnica “Malte cementizie fotocatalizzate (ecorivestimenti) per la riduzione dell’inquinamento atmosferico” redatta in data 20.03.2003 dall’Istituto Inquinamento Atmosferico del CNR di Roma e disponibile all’indirizzo:

Il progetto propone di verificare l’efficacia dell’azione antinquinante ed autopulente di intonaci decorativifotocatalitici, particolarmente indicati per la realizzazione degli intonaci delle facciate di tutti i tipi di edifici vecchi e nuovi e di quelli che rivestono interesse storico e monumentale.

Verrà eseguito il confronto con altri prodotti tradizionali:

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 226

- Intonaco decorativo ecologico per la bioedilizia a base di calce idraulica naturale, idoneo per il recupero di edifici antichi e moderni conferendo un gradevole effetto di pregio decorativo. Risulta particolarmente idoneo per il recupero architettonico di edifici storici.

- Intonaco minerale decorativo, anch’esso particolarmente indicato per la realizzazione degli intonaci delle facciate di tutti i tipi di edifici vecchi e nuovi e di quelli che rivestono interesse storico e monumentale.

Per condurre la sperimentazione saranno realizzati campioni da testare costituiti da blocchetti in tufo, cotto o pietra pomice oppure o da supporto in legno multistrato con rete porta intonaco; rivestimento costituito dai vari intonaci; intonacichiari o medi. Secondo le combinazioni indicate risultano n. 18 elementi da analizzare in campo.

Saranno realizzati pannelli contenenti gli elementi sopra descritti e posizionati lungo l’arteria di grande traffico ed a elevato tasso di inquinamento prescelta per eseguire lo studio programmato.

I livelli di inquinamento esistenti saranno rilevati:

- direttamente analizzando campioni di aria aspirati in corrispondenza dei siti di collocazione dei campioni-test;- indirettamente utilizzando coupon di corrosione (argento e rame) disponibili in commercio.

I campioni di intonaco costituiranno ulteriori coupon di corrosione evitando di agire sulle facciate degli edifici. Si rileva che in letteratura sono riportate indagini analoghe utilizzando coupon di corrosione in marmo o materiale lapideo.

La conoscenza del microclima ambientale sarà completata acquisendo dati termoigrometrici, illuminotecnici ed anemologici. La procedura di misura consente di contenere i costi di indagine semplificando l’apparato sperimentale.N.B.: Si deve studiare la metodologia idonea per valutare l’effetto autopulente (confronto visivo, valutazione dell’indice colorimetrico, misura della radianza, etc..).

L’indagine completa richiede l’acquisizione di almeno 2 stazioni per effettuare i necessari confronti.Alla fine della sperimentazione si avrà a disposizione un elevato numero di dati ottenuti dalle analisi in laboratorio e

dalla strumentazione in sito (parametri meteorologici, di inquinamento etc.). Dall’attento esame di tutti i dati rilevati e dalle analisi effettuate saranno tratti i risultati che verranno opportunamente descritti e discussi.

7.1.8 Studio sulla composizione del particolato respirabile PM10 e PM2.5 ecaratterizzazione dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane del Comune diPalermo

Secondo l’allegato tecnico al Protocollo d’Intesa stipulato tra Il Comune di Palermo, l’Università degli Studi di Palermo, il CEPA, il CIRITA, la Fondazione Bellisario, e l’ARPA Sicilia in data 13/12/2006 le parti coinvolte si sono impegnate ad affrontare il problema dell’inquinamento dell’aria nella città di Palermo con una tempistica suddivisa in tre fasi.

In particolare le tematiche affrontate sono:

- caratterizzazione composizionale degli inquinanti;- stima del contributo all’inquinamento proveniente da ogni sorgente;- modellazione della dispersione degli inquinanti nell’area urbana per la definizione di aree di rischio; - realizzazione di un sistema informativo territoriale dedicato.

La prima fase dello studio ha previsto da una parte la messa a punto delle metodiche di analisi per la caratterizzazione chimica e morfologica del particolato atmosferico sui campioni AMIA relativi alle centraline di monitoraggio Unità di Italia e Castelnuovo (PM2.5), dall’altra, l’avvio della fase di individuazione e caratterizzazione delle sorgenti responsabili delle emissioni inquinanti e la definizione degli indici di qualità dell’aria e di rischio più adatti a rappresentare il livello complessivo di inquinamento ed il rischio per la salute della popolazione urbana.

7.1.9 Attività di Supporto Tecnico-Scientifico alla revisione del Piano di Risanamento e Tutela della Qualità dell’Aria

L’attività di supporto tecnico-scientifico alla revisione del Piano di Risanamento e Tutela della Qualità dell’Aria (D.L.vo 351/99, art.8) sarà uniformata ai principi ed alle indicazioni tecniche e normative riportate nell’all.4 del D.M. 1 ottobre 2002, n. 261 “ Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente, i criteri per l’elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n.351”. In particolare tale attività riguarderà a) Individuazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni

Nel caso in cui lo scenario `di riferimento della qualità dell'aria evidenzierà che i livelli di concentrazione saranno inferiori ai valori limite, il piano di risanamento della qualità dell’aria sarà finalizzato all’ individuazione delle misure

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 227

necessarie per assicurare una corretta attuazione delle norme e dei provvedimenti necessari per garantire il mantenimentodella situazione rilevata. Nel caso in cui lo scenario di riferimento della qualità dell'aria evidenzi livelli di concentrazione superiori ai valori limite, il piano o programma per la qualità dell’aria prevederà ulteriori misure di contenimento delleemissioni rispetto a quelle considerate nello scenario di riferimento e dovranno essere individuati gli obiettivi di riduzione delle emissioni necessari a conseguire il rispetto dei limiti di qualità dell'aria. Gli obiettivi di riduzione delle emissionivengono individuati tramite l'uso reiterato dei modelli di diffusione e trasformazione degli inquinanti. Attraverso tale processo è infatti possibile individuare, per i singoli inquinanti, le quote di riduzione delle emissioni che consentono il conseguimento dei valori limite entro i termini previsti.b) Individuazione delle possibili misure da attuare e costi di abbattimento delle emissioni

Una volta definite le quote di riduzione delle emissioni inquinanti saranno individuate tutte le possibili misure daattuare per il loro conseguimento.

A ogni misura saranno associati i relativi costi per unità di abbattimento delle emissioni dell'inquinante considerato ordinati secondo un ordine crescente.

Per quanto riguarda le emissioni industriali è opportuno fare riferimento, nella scelta delle misure da selezionare, alle cosiddette migliori tecniche disponibili per le diverse attività industriali di cui all'articolo 5 del decreto legislativo n. 372 del 4 agosto 1999.

Possono inoltre essere consultati i BREF Reports indicati tra i documenti di supporto.Altre indicazioni sui costi di abbattimento delle emissioni potranno essere reperite nelle informazioni a supporto di

modelli che ottimizzano i costi di abbattimento in funzione di determinati obiettivi.Tali modelli potranno essere utilizzati a supporto dell'individuazione delle migliori strategie di riduzione delle

emissioni in termini di costi. In tal caso gli strumenti modellistici scelti dovranno essere adeguatamente documentati anche per quanto riguarda l'affidabilità dei risultati e l'incertezza associata ai risultati. E' essenziale ai fini della scelta dei modelli verificare la disponibilità di dati di ingresso adeguati alle esigenze dei modelli e il più aggiornati possibile.c) Selezione dell'insieme di misure più efficaci per realizzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni

Sulla base delle possibili misure individuate ed analizzate in termini di efficacia di riduzione delle emissioni e costi viene selezionato l'insieme delle misure più efficaci anche in termini di costi per realizzare gli obiettivi di riduzione delle emissioni che consentono il rispetto dei valori limite. La selezione dell'insieme di misure più efficaci è effettuata anche con riferimento alla coerenza e alle sinergie dell'insieme di misure per la zona o agglomerato con gli insiemi di misure identificati per le altre zone o agglomerati all'interno del territorio regionale o sovraregionale.

(Qualora venissero individuate misure la cui adozione è di competenza dell'amministrazione centrale, la necessità di intervento è segnalata ai Ministeri competenti, unitamente a tutte le informazioni e le motivazioni che portano a ritenere necessaria l'adozione delle specifiche misure).

Ciascuna delle misure selezionate è attuata secondo un progetto esecutivo che illustrerà dettagliatamente la misura, la stima del miglioramento programmato della qualità dell'aria, le fasi di attuazione e i tempi, i soggetti responsabili, i provvedimenti che attuano le misure, le procedure tecnico-amministrative necessarie per l'attuazione dei provvedimenti, i soggetti responsabili dell'attuazione delle singole parti della misura, costo e risorse economiche attivate per la realizzazione della misura identificata e meccanismi di controllo.

7.1.10 Progetti ed attività avviate dall’Ufficio speciale “Aree ad elevato rischio di crisi ambientale”

L’Ufficio speciale, nell’ambito dei propri compiti:

- ha stipulato una convenzione con l’Università di Catania - CUTGANA – che ha tra gli obiettivi anche di coadiuvare lo stesso nella redazione dei Piani di risanamento della Provincia di Siracusa, della Provincia di Gela e delComprensorio del Mela;

- ha proceduto alla promozione e sviluppo dei processi di Agenda 21 locale presso le amministrazioni comunali nell’ambito dei quali verrà istituito tra gli altri un apposito Gruppo di lavoro che affronterà le problematiche di inquinamento atmosferico al fine di definire proposte e contributi concreti per la redazione del Piano di risanamento;

- ha sottoscritto una convenzione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, nell’ambito della quale sisvilupperanno indagini epidemiologiche sui territori ad elevato rischio di crisi ambientale e ha in corso un rapporto di collaborazione con il Centro Comune di Ricerca di Ispra e con la Regione Lombardia per affrontare problematiche relative all’inquinamento atmosferico;

- ha definito per la provincia di Siracusa, d’intesa con le maggiori imprese operanti sul territorio, con D.D.U.S. n. 07 del 14/06/06:1. il piano di azione che detta le norme di comportamento, le modalità di acquisizione dei dati delle centraline per

il controllo dell’inquinamento atmosferico, i parametri da rilevare e i livelli di concentrazione al fine diindividuare gli stati di preallarme, allarme ed emergenza;

2. gli interventi di prevenzione dell’inquinamento atmosferico che dovranno essere attuati dalle Ditte;

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 228

- ha approvato, per il Comprensorio del Mela, con la collaborazione della C.P.T.A. di Messina e d’intesa con le maggiori imprese operanti sul territorio, con D.D.U.S. n. 19 del 05/9/06 il documento dell’1 agosto 2006 predisposto dalla Commissione Provinciale Tutela Ambiente di Messina, costituito da:1. il piano di azione che detta le norme di comportamento, le modalità di acquisizione dei dati delle centraline per

il controllo dell’inquinamento atmosferico, i parametri da rilevare e i livelli di concentrazione al fine diindividuare gli stati di preallarme, allarme ed emergenza;

2. gli interventi di prevenzione dell’inquinamento atmosferico che dovranno essere attuati dalle Ditte;3. le caratteristiche delle stazioni della rete di rilevamento della qualità dell’aria;4. l’ ubicazione delle stazioni della rete di rilevamento della qualità dell’aria.

Quanto contenuto nei predetti decreti costituisce Intervento di risanamento della qualità dell’aria nell’ambito dei piani di risanamento ambientale delle due aree a rischio, in attesa della definizione, da parte del Dipartimento T. e A., dei Piani d’azione per la gestione della qualità dell’aria previsti dall’art. 7 del D.Leg.vo 351/99.

Per quanto riguarda l’area a rischio della provincia di Caltanissetta è in corso la concertazione con le imprese e la Provincia per la predisposizione di analogo provvedimento.

Inoltre, in considerazione della necessità di aggiornare ed implementare le reti di rilevamento dell’inquinamento atmosferico delle aree della provincia di Caltanissetta e del comprensorio del Mela, si stanno predisponendo appositicontratti di programma con le aziende e accordi di programma con gli Enti locali.

Infine, l’Ufficio sta collaborando con la Prefettura di Siracusa per l’attuazione degli interventi previsti dal Piano di risanamento vigente.

7.1.11 Analisi dei dati meteoclimatici e dei parametri chimici, implementazione di un database relazionale e determinazione degli anni tipo a micro e macroscala.

L’Assessorato produrrà nella prossima revisione del piano un’accurata analisi dei dati che saranno inseriti in un database relazionale. Saranno determinati gli anni tipo per le singole centraline di monitoraggio, per le centralineraggruppate per tipologia della stessa città (urbane di background, di traffico, etc..) e per le centraline raggruppate per tagliadella città (piccola, media e grande). Stesso lavoro sarà effettuato per i parametri meteoclimatici e per le classi di stabilità.Al fine di valutare i trend settimanali saranno determinate le settimane tipo per tutte le stagioni dell’anno.

7.1.12 Correlazioni tra inquinamento dell’aria da traffico veicolare ed inquinamento acustico

Considerando che l’inquinamento dell’aria e quello acustico da traffico veicolare sono determinati dagli stessiparametri (volume e composizione dei flussi veicolari, caratteristiche geometriche del sito (geometria della strada, presenza o meno di canyon urbano, etc..) e che anche i paramentri di input dei modelli sono simili, sarà sviluppato un progetto avente come obiettivi: la determinazione di una correlazione tra i valori misurati dalle centraline di monitoraggio e tra quelli calcolati con modelli di simulazione e la correlazione tra parametri chimici e fisici (rumore). L’effetto combinato dell’impatto da parametri chimici e fisici potrà essere visualizzato in nomogrammi come quello mostrato in fig . 7.1.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 229

autunno

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

50 55 60 65 70 75 80

DNL [dB]

Boccadifalco

Castelnuovo

Figura 7.1 - Nomogramma per la valutazione atmosferico-acustica della settimana tipo per Boccadifalco e Castelnuovo(estate 2000) in Palermo.

7.1.13 Convenzione ARTA Sicilia, DREAM1, Messa a punto di un sistema integrato per la valutazione e la gestione della qualità dell’aria nelle aree metropolitane della regione Sicilia”.

L’Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente, per le finalità di cui al decreto legislativo 4 agosto 1999 n. 351 ed al decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 1 ottobre 2002 n. 261 – con particolare riferimento alla redazione del Piano e dei Programmi di Qualità dell’Aria – si è interessato a sviluppare una ricerca scientifica finalizzata alla messa a punto di un sistema integrato per la valutazione e gestione della qualità dell’aria nelle aree metropolitane della Regione Sicilia tramite l’utilizzo di modelli previsionali in grado di riprodurre efficacemente i fenomeni che, alla scala locale o alla microscala (per esempio, in un canyon urbano) determinano i valori d’inquinamento più alti, da confrontare con gli standard di qualità. Tale ricerca dovrà prioritariamente interessare le aree metropolitane di maggiori dimensioni (Catania, Messina e Palermo), in quanto sottoposte ad intenso livello di inquinamento da emissioni di sostanze inquinanti, nonché sedi di reti di monitoraggio atmosferico dotate di serie temporali significative di dati meteorologici e di indicatori della qualità dell’aria. In relazione alla disponibilità delle risorse finanziarie in atto, derivanti dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito dei PTTA 1994-96, il Programma operativo della presente Convenzione ha interessato, in fase di prima applicazione, i seguenti punti dell’Allegato tecnico:

1 Stato dell’arte sui modelli e sui sistemi di simulazione più idonei al caso studio. Esame della normativa e della principale letteratura tecnico-scientifica in materia di misura, valutazione e controllo della qualità dell’aria nelle aree urbanizzate.

2 Inventario delle tipologie di emissione a scala urbana (sorgenti fisse e mobili)3 Stima delle emissioni a scala urbana (sorgenti fisse e mobili) e costruzione di mappe tematiche relative ai

principali parametri guida atmosferici). 4 Selezione ed acquisizione di modelli validi per la simulazione delle emissioni/immissioni in atmosfera delle

sorgenti relative agli agglomerati urbani.5 Individuazione dei parametri da monitorare per l’applicazione dei modelli.6 Acquisizione e ricognizione dei dati ambientali (microclimatici e di qualità dell’aria) e territoriali esistenti

finalizzati alla taratura e validazione dei modelli.7 Considerazioni e prime valutazioni sull’impatto atmosferico nell’ambito del Comprensorio del Mela prodotto

dagli agglomerati industriali.8 Simulazioni e valutazioni dell’impatto atmosferico da traffico veicolare. Simulazioni per lo scenario attuale

con software previsionale. Mappe di isoconcentrazione per lo scenario di riferimento attuale. Le mappe hannomostrato l’inquinamento atmosferico relativo ai principali indicatori semplici (pollutanti atmosferici) edhanno fornito elementi di valutazione per effetti negativi potenziali sulla popolazione esposte (mappe di rischio).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 230

9 Costruzione ed applicazione di indicatori compositi (per esempio AQSI e AQI) ai fini della messa a punto di una metodologia standard per la valutazione degli effetti combinati delle attività industriali e dal traffico veicolare. Utilizzazione di serie di dati storici ambientali e run test in corrispondenza agglomerati urbani pilota.

7.1.14 Progetto POR Sicilia 2007. Combustibili alternativi e tutela della qualitàdell’aria

Il progetto è propedeutico a future ulteriori proposte utilizzando canali di finanziamento europei (CORNET, LIFE Ambiente e LIFE Energia, 7° Programma quadro e R&ST) e sarà sviluppato nell’ambito di un accordo di programma tra alcune unità operative dell’Università di Palermo afferenti al CIRIAS (U.O. 1-4), il servizio 3 dell’ARTA (tuteladall’inquinamento atmosferico U:O. 5) ed il comparto della scuola secondaria (U.O. 6) .

UNITA’ OPERATIVA 1 – Coltivazioni arboree e Meccanizzazione agricolaGruppo di Lavoro: Michele Carrara, Leto, Felice Pipitone, Salvatore Piraino, ValloneUNITA’ OPERATIVA 2 – Energia e AmbienteGruppo di Lavoro: Salvatore Barbaro, Francesco M. Raimondi, Rosario Caracausi, Rosa M.Chisesi, Alessia Hoffmann, Antonino Ganci, Francesco CampioneUNITA’ OPERATIVA 3 – Mobilità sostenibileGruppo di Lavoro: Salvatore Amoroso, Giuseppe SalvoUNITA’ OPERATIVA 4 – Impatto paesaggistico e Riqualificazione terreni incoltiGruppo di Lavoro: Domenico.Costantino, Raffaella Riva SanseverinoUNITA’ OPERATIVA 5 – Combustibili alternativi e Tutela della Qualità dell’ariaGruppo di Lavoro: Salvatore Anzà, Francesco Rosario Lipari, Enzo La RoccaUNITA’ OPERATIVA 6 – Comparto Scuola SecondariaGruppo di Lavoro: Paolo Daino

Il piano di lavoro può essere sintetizzato per fasi:

1. Analisi delle coltivazioni arboree in ambito regionale. Individuazione di prodotti potenzialmente convertibili in combustibili liquidi (frumento, girasole, arachidi, soia, etc.., nonché infestanti come il treu del frumento). Analisi degli aspetti pedologici e colturale. Analisi microclimatica ed ambientale. Produzione (t/Ha o equivalente) e Costi di coltivazione, raccolta e conferimento agli stabilimenti di trattamento..

2. DPCM 8 marzo 2002 e D,leg. 3 aprile 2006, n. 152, che definisce le biomasse per tipologia e provenienza e ne detta le condizioni di utilizzo compresi i limiti di emissione. Sotto il MW termico sono tutti a ridotto inquinamentoatmosferico. Biomasse da coltivazioni dedicate. Residui agricoli da trattamento esclusivamente meccanico. Residui da arboricoltura e selvicoltura. Scarti da lavorazione meccanica di legno vergine. Scarti da lavorazione meccanica di prodotti agricoli. Sanse esauste.

3. Analisi dei residui agroalimentari (olio di colza e di sansa, vinacce, etc..) e di lavorazioni varie come potatura e disboscamenti in ambito regionale. Individuazione di prodotti di risulta potenzialmente convertibili in combustibili liquidi.. Analisi microclimatica ed ambientale. Produzione (t/Ha o equivalente) e Costi di raccolta e conferimento agli stabilimenti di trattamento.

4. Impianti di trasformazione a biomasse ed acquisizione dei dati sulla resa specifica (litri di biocombustibile / Kg. di prodotto secco o umido trattato).

5. Analisi delle caratteristiche chimico-fisiche dei prodotti e residui di lavorazione come sopra specificati.Determinazione del potere calorifico inferiore, in MJ/Kg, mediante combustione di un campione pesato in apposito calorimetro. L’analisi chimica può essere effettuata dal Dipartimento di Chimica Inorganica dell’Università di Palermo o dall’ARPA. Determinazione dell’emissione effettiva dei pollutanti prodotti nella combustione mediante l’impiego di un boiler con analizzatore di biomassa e di vapore, o in alternativa valutando il comportamento sulla base della composizione chimica. Analisi del ciclo di vita.

6. Applicazioni: trasporti e meccanizzazione agricola, climatizzazione ed impiantistica tecnica degli edifici civili e industriali , serricultura, agriturismo, etc.. Tipologie e caratteristiche delle biomasse. Caldaie a biodiesel: tecnologia, efficienza, impatto ambientale. Caldaie a legna. Valutazione economica (Costi di investimento, Costi delcombustibile).

7. Sostenibilità. Indicatori di sostenibilità. Indicatori Comuni Europei. Mobilità sostenibile.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 231

8. Analisi dei terreni incolti in ambito regionale. Valutazione dell’impatto visivo e paesaggistico. Piano di coltivazione continua od a rotazione.

9. Linea di produzione, trattamento e commercializzazione del biodiesel. Motori e numero di cetano. .10. Possibilità di integrazione della gestione dei rifiuti con le biomasse di origine forestale o agricola.

11. Uso di Sistemi Informativo Territoriali nella pianificazione della filiera biomassa-energia. Sistemi di conversione e applicazioni. Produzione di energia termica. Produzione di energia elettrica. Produzione combinata di energia elettrica e termica (Cogenerazione). Biocarburanti. La filiera biomassa-energia: pianificazione territoriale e ambientale. Utilizzo di strumenti GIS nella pianificazione della filiera biomassa-energia.

12. Combustibili liquidi e Tutela della qualità dell’aria nelle zone urbane e metropolitane della Regione Sicilia.Descrizione delle filiere, elementi critici, aspetti economici, ricadute nel settore della meccanizzazione.

13. Programma di informazione e formazione formatori, seminari e workshop, aggiornamento professionale, percorsi didattici, etc..

14. Altre informazioni: Elenco proprietari di terreni. Aziende costruttrici di mezzi di trasporto o della meccanizzazione agricola.

7.1.15 Applicazione di modelli per la stima della qualità dell’aria in aree campione

La Regione Siciliana sta avviando alcuni progetti aventi come obiettivo l’applicazione di modelli di simulazione a micro e meso scala al fine di valutare la qualità dell’aria in aree campione. Per la valutazione della distribuzione dei livelli di inquinamento sul territorio regionale, all’analisi dei dati di qualità dell’aria provenienti dalle principali reti fisse dirilevamento e di quelli registrati nel corso di specifiche campagne di misura, saranno utilizzati altri metodi di valutazione, così come previsto dalla normativa (d. Lgs 351/99, DM 60/02, DM 261/02).

7.1.16 Altre misure ed azioni finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria ambiente nelle aree a maggiore concentrazione di impianti industriali

Salute e ambiente:prevenire o ridurre gli effetti dannosi degli inquinanti per la salute umana e per l’ambiente nel suo complesso;migliorare le conoscenze di base necessarie per definire valori limite e soglie di allarme, con riferimento a:

grado di esposizione dei settori di popolazione più vulnerabili; condizioni climatiche; vulnerabilità della flora e della fauna e dei loro habitat; esposizione del patrimonio storico; fattibilità economica e tecnica; trasporto a distanza degli inquinanti, inclusi quelli secondari (compreso l’ozono);

Tecnologie Energetiche Innovative:incentivare lo sviluppo di processi di separazione/confinamento e/o conversione/riutilizzo della CO2 prodotta dai processi di combustione di impianti chimici/petrolchimici ed energetici (tecnologie “kyoto” e “post-kyoto”);incentivare lo sviluppo di processi per la produzione di energia, H2 e combustibili puliti basati sulla massificazione di biomasse/CDR/rifiuti e sottoprodotti dei processi di raffinazione; recupero di H2 da off-gas nei polipetrolchimici siciliani e successiva valorizzazione energetica;incentivare lo sviluppo di processi di combustione catalitica “zero emission” come tecnologie alternative aiprocessi di combustione convenzionali;ideazione, progettazione, realizzazione e sviluppo di progetti pilota di “biorefinery”, che consentano di valutare la fattibilità tecnico-economica di alcuni dei processi produttivi in atto eserciti nei poli petrolchimici utilizzando biomasse come feedstock;incentivare lo sviluppo di processi di conversione del gas naturale in prodotti a più alto valore aggiunto; ideazione di un nuovo assetto dell’industria petrolchimica basato sull’impiego/valorizzazione del gas naturale come feed-stock (e non come combustibile) alternativo al petrolio;incentivare lo sviluppo di processi per la valorizzazione del biodisel; valorizzazione e sviluppo di risorse agricole “rinnovabili” per la produzione di combustibili “puliti”;

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 232

Efficienza energetica e riduzione impatto ambientale:promuovere la diffusione di sistemi di ecogestione ed audit ambientale;incentivare l’utilizzo delle BAT (Best Available Techniques);incentivare lo sviluppo di processi che comportino la riduzione contemporanea delle emissioni inquinanti e dei gas serra;avviare interventi in materia di risparmio energetico;

Raccolta e gestione dati ambientali, sviluppo di piani e programmi, informazione al pubblico:implementare la rete regionale di rilevamento della qualità dell’aria tramite postazioni fisse e laboratori mobili, campionatori a esposizione;promuovere il miglioramento della capacità di gestione e di programmazione in materia di tutela della qualità dell’aria attraverso la realizzazione di sistemi informatizzati per la raccolta e l’accesso a dati e informazioni a livello provinciale e regionale; avviare e/o implementare l’inventario regionale delle emissioni, anche nelle sue articolazioni provinciali; sviluppare e sperimentare metodi e strumenti strategici per la valutazione e la gestione della qualità dell’aria ambiente, volti ad individuare e valutare gli impatti dovuti ai diversi settori (trasporti, produzione industriale, civile, ecc.) e a definire scenari di qualità dell’aria, ai fini dello sviluppo di piani e programmi d’azione; definizione di modelli di diffusione e trasformazione degli inquinanti in atmosfera, interpretazione dei dati,sviluppo di cartografia, zonizzazione;agevolare la raccolta e la diffusione al pubblico di dati ed adeguate informazioni sulla qualità dell’aria ambiente.

7.2 I PROVVEDIMENTI

7.2.1 Accordo di Programma sulla Chimica

La Regione Sicilia, analogamente a quanto fatto in altre Regioni italiane, prevede di avviare un accordo di programma sulla chimica nelle aree a rischio avente l’obiettivo di costituire e mantenere nel tempo in queste aree condizioni ottimali di coesistenza tra tutela dell’ambiente, sviluppo e trasformazione produttiva nel settore chimico, in un quadro di certezze gestionali e di sviluppo sostenibile.

E’ in quest’ambito che si inserisce la realizzazione del sistema SIMAGE, di cui si è già riferito.L’Accordo potrà proporre investimenti per il miglioramento dei processi produttivi, al fine di ridurre le emissioni in

atmosfera di tutti i principali macro e microinquinanti.Saranno indicati gli effetti complessivi dell’Accordo, paragonando le quantità per le quali le aziende hanno richiesto

autorizzazione all’emissione alle diverse autorità di competenza, con quelle effettivamente emesse e con quelle ridotte, previste dopo la realizzazione degli investimenti inseriti nel piano.

7.2.2 IPPC

Il D. Lgs. 372/99 ha recepito la Direttiva 96/61/CE del Consiglio del 24/9/96, per i soli impianti esistenti, relativa alla prevenzione ed al controllo integrato dell'inquinamento, conosciuta con l'acronimo IPPC.

Scopo del decreto è stabilire un approccio integrato per prevenire le emissioni in aria, acqua e suolo (prendendo in considerazione anche lo smaltimento dei rifiuti) ed il consumo di risorse e nella gestione di attività produttive (esistenti) quali:

Attività energetiche, produzione e trasformazioni metalli Industria prodotti minerali Industria chimica Gestione dei rifiuti Attività produttive di allevamento e macello animali, fabbricazione carta, carbonio e trattamenti superfici di

materie

Per tali categorie sono stati stabiliti delle soglie al di sopra delle quali l'imp ianto deve essere sottoposto adautorizzazione IPPC. In pratica, sono soggette all’IPPC tutte le attività produttive primarie con elevato impatto ambientale.

Il Decreto IPPC introduce l’autorizzazione integrata ambientale, che sostituisce ad ogni effetto ogni altro visto, nulla osta o parere in materia ambientale e prescrive la formazione di un inventario integrato delle emissioni, atto a monitorare tutte le emissioni derivanti dall'intero sistema produttivo. La Commissione europea ha già provveduto ad emanare molti documenti contenenti linee-guida (denominate BREF) per settori specifici, per facilitare e rendere uniforme la suaapplicazione a livello comunitario (http://eippcb.jrc.es/pages/FActivities.htm).

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 233

I gestori degli impianti in esercizio sono infatti tenuti a trasmettere all'autorità competente e al Ministero dell'ambiente per il tramite dell'Agenzia nazionale per la protezione dell'ambiente, entro il 30 aprile di ogni anno, i dati caratteristici relativi alle emissioni in aria, acqua e suolo, dell'anno precedente.

Per gli impianti esistenti erano previste due importanti scadenze: aprile 2004 (termine ultimo per il rilasciodell’autorizzazione ambientale integrata da parte delle autorità competenti), ottobre 2007 (termine ultimo perl’adeguamento degli impianti alle prescrizioni contenute nell’autorizzazione).

7.2.3 Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità (2002)

Il Piano Direttore costituisce lo strumento programmatorio regionale finalizzato ad orientare e coordinare le politiche di intervento nel settore trasportistico, in coerenza con gli indirizzi di pianificazione socio-economica e territoriale della Regione Siciliana, ed a perseguire obiettivi di efficacia, efficienza, compatibilità ambientale e sicurezza del sistema dei trasporti.

Le linee e le proposte del Piano Direttore recepiscono gli indirizzi di politica dei trasporti già formulati dagli Organi di governo della Regione e sono correlate allo scenario nazionale così come delineato nel Piano Generale dei Trasporti e della logistica (PGTL) del gennaio 2001, approvato con delibera del Consiglio dei Ministri il 2 marzo 2001 ed a quello Comunitario (Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006), nonchè allo Strumento Operativo per il Mezzogiorno, al Programma Operativo Nazionale 2000-2006 ed al Programma Operativo Regionale Sicilia 2000-2006.

Il Piano Direttore, individua le scelte “macro” individuate per il riassetto dei trasporti regionali, di valenzaistituzionale, gestionale e infrastrutturale, e prevede gli indirizzi generali per la pianificazione dei servizi di trasporto di competenza degli enti locali, al fine di garantire il coordinamento con i livelli di pianificazione e programmazione infraregionale (Piani Provinciali e di Bacino, Piani Comunali, Piani Urbani di Mobilità, ecc.)

I Piani Attuativi contengono le scelte di dettaglio, affrontando i temi specifici di ogni modalità di trasporto, nel rispetto delle scelte generali, integrabili secondo la logica di “processo”, già formulata nel Piano Direttore.

Seguendo le indicazioni del PGTL, la pianificazione regionale dei trasporti viene configurata come “Progetto di sistema”, nel quale si parte dall' individuazione dei bisogni di mobilità, passeggeri e merci, per arrivare alla definizione del “Piano dei servizi integrati di trasporto” in grado di soddisfare la domanda con un adeguato livello di servizio ed, infine, alla individuazione delle nuove infrastrutture di trasporto necessarie alla attuazione del Piano dei servizi.

Il Piano Direttore è dimensionato sulla base delle effettive risorse finanziarie pubbliche attivabili sia per larealizzazione di infrastrutture che per la gestione della mobilità locale.

pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 234

CAPITOLO 8 – ELENCO DEI DOCUMENTI UTILIZZATI

8.1 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO

Regione Siciliana, Assessorato Agricoltura e Foreste – Servizi allo Sviluppo - Unità Operativa di Agrometeorologia, A. Drago, Carta Climatica e Atlante Climatologico della Sicilia .Accordo 5 settembre 2002, Accordo tra Governo, regioni, province, comuni e comunità montane per l'esercizio dei compiti e delle funzioni di rispettiva competenza in materia di produzione di energia elettrica (G. U. N. 220 del 19 Settembre 2002).DREAM, S. Barbaro, R. Caracausi, R.M. Chisesi, G. Cognata, E. La Rocca, Messa a punto di un sistema integrato per la valutazione e gestione della qualità dell’aria nelle aree metropolitane della Regione Sicilia. Caso studio: analisi deifenomeni di impatto atmosferico sugli agglomerati urbani ricadenti nel Comprensorio Territoriale del Mela (ME), 2006.S. Barbaro, R. Caracausi, Second International Scientific -Technical Conference "ECOLOGY AND LIFE PROTECTION OF INDUSTRIAL-TRANSPORT COMPLEXES" ELPIT, in Togliatti City, RUSSIA. Impact of the vehicular traffic in the acoustic -atmospheric climate of the Perriera district in Sciacca”, 2005.S. Barbaro, R. Caracausi, 2nd International Conference on Occupational Risk Prevention in Gran Canaria Island, Spain, An Ergonomical approach to the global Environmental quality, 2002.ACI, Automobile Club d’Italia, Parco Veicolare Circolante nella Regione Sicilia.ANCMA, Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, Parco Ciclomotori Circolante nella Regione SiciliaANPA, Le emissioni in atmosfera da trasporto stradale.ANPA, http://www.sinanet.anpa.it/aree/atmosfera/emissioni/emissioni.aspARPA SICILIA, Annuario dei dati ambientali Sicilia 2004.ARPA SICILIA, Annuario dei dati ambientali Sicilia 2005.ARPA SICILIA, Progetto esecutivo SIMAGECommissione europea, documenti BREF per l’applicazione della Direttiva 96/61/CE “IPPC”http://eippcb.jrc.es/pages/FActivities.htmComune di Palermo , Agenda 21, Relazione sullo Stato dell’Ambiente città di Palermo, 2006.APAT, Annuario dei dati ambientali, 2004.AMIA SpA - Palermo , Il rilevamento dell’inquinamento atmosferico ed acustico nel Comune di Palermo, 3a 4a e 5a

Relazione.Regione Veneto, Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera, 2000.Comunicazione della Commissione, Il programma “Aria pulita per l’Europa” (CAFE): verso una strategia tematica per laqualità dell'aria, COM(2001) 245 definitivo del 04.05.2001.CORINAIR, 1988. European Inventory of emissions of pollutants into the atmosphere, Commission of the European Communities – CORINAIR project, DG XI, 30/3/1988.EEA, COPERT III, Computer Programme to calculate emissions from road transport, Methodology and emission factors (Version 2.1), november 2000EMEP/CORINAIR, 1999. Atmospheric Emission Inventory Guidebook, 2nd edition, September 1999.Gasolio Bianco, http://www.gasoliobianco.com/IIASA, Lükeville, A., I. Bertok, M. Amann, J. Cofala, F. Gyarfas, C. Heyes, N. Karvosenoja, Z. Klimont and W. Schöpp, 2001: A framework to estimate the potential and costs for the control of fine particulate emissions in Europe. InterimReport IR-01-023, IIASA, Laxenburg.Protocollo di Kyoto, Decisione del Consiglio (2002/358/CE) del 25 aprile 2002 riguardante l'approvazione, a nome della Comunità europea, del protocollo di Kyoto allegato alla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici e l'adempimento congiunto dei relativi impegni.Regione Siciliana, Assessorato del Turismo delle Comunicazioni e dei Trasporti, Piano Regionale dei Trasporti e della Mobilità, Piano Direttore, 2002.TNO, Berdowski J.J.M., A.J.H. Visschedijk and T. Pulles, 2001. Presentation at the UNECE TFEIP and EIONETWorkshop, Geneva, May 9-11, 2001.S. Barbaro, R. Caracausi, 56° Congresso Nazionale ATI, Napoli, Uno studio biometeorologico del territorio urbano di Palermo, 2001.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 235

CAPITOLO 9 – RIMOZIONE DEGLI OSTACOLI PROCEDURALI

Fra gli interventi prioritari di tipo tecnologico per il miglioramento generalizzato della qualità dell’aria sono state individuate alcune misure di competenza del Ministero dell’Ambiente e più in generale dell’UE, sotto meglio individuate e specificate.

9.1 CARBURANTI PIÙ PULITI

A livello comunitario la Direttiva 98/70/CE del 28.12.1998 stabilisce le specifiche ecologiche dei combustibili disponibili sul mercato, in particolare a decorrere dal 01.01.2000 per le benzine il tenore di zolfo deve essere <150 mg/Kg e il tenore di piombo <0.005 g/l, per i diesel il tenore di zolfo deve essere <350 mg/Kg; a decorrere dal 01.01.2005 per entrambi il tenore di zolfo deve essere <50 mg/Kg (ppm).

Sempre a livello comunitario la successiva Proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del consiglio COM(2001) 241 del 11.05.2001 stabilisce modifiche alla Direttiva 98/70/CE per la riduzione del tenore di zolfo della benzina e del combustibile diesel, considerato elemento utile per il raggiungimento degli obiettivi proposti in materia di qualità dell’aria. In particolare si stabilisce che a decorrere dal 01.01.2005 nel territorio degli Stati membri vengano commercializzati benzina senza piombo e combustibile diesel con tenore massimo di zolfo di 10 ppm, e che a decorrere dal 01.01.2011 nel territorio degli Stati membri vengano commercializzati esclusivamente benzina senza piombo e combustibile diesel con tenore massimo di zolfo di 10 ppm, su tutto il territorio nazionale. Gli Stati membri possono tuttavia imporre il limite nel tenore massimo di zolfo < 50 ppm (Direttiva 98/70/CE) o < 10 ppm (COM(2001) 241) a decorrere da una data anticipata rispetto a quanto stabilito dalla presente Proposta compatibilmente alla disponibil ità di adattare i sistemi di produzione e agli sviluppi delle tecnologie di raffinazione da parte dei produttori di carburanti.

E’ di competenza degli Stati membri, quindi anche del Governo italiano, valutare la possibilità di introdurreanticipatamente carburanti “più puliti” rispetto alla scadenza imposta dall’UE, come avvenuto per altri Paesi europei.

Ciò porterebbe ad un miglioramento generalizzato del rendimento dei convertitori catalitici con riduzione delle emissioni di tutti gli inquinanti primari, ed in particolare del particolato fine.

9.2 CONVERTITORI CATALITICI

Una misura che potrebbe apportare sensibili benefici per il miglioramento della qualità dell’aria riguarda lasostituzione periodica dei convertitori catalitici (marmitte catalitiche) dei gas di scarico su tutti i veicoli a motore Euro I-II-III. Si ritiene opportuno che provvedimenti in tal senso siano adottati dall’UE.

Appare una misura idonea la verifica e l’eventuale sostituzione del catalizzatore al compimento dei 100.000 km di percorrenza per i veicoli ad alimentazione diesel e dei 50.000 Km di percorrenza per i veicoli alimentati a benzina.

9.3 APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA 96/61/CE (“IPPC”)

La Direttiva 96/61/CE del Consiglio del 24/9/96, relativa alla prevenzione ed al controllo integrato dell'inquinamento, conosciuta con l'acronimo IPPC, ha lo scopo di stabilire un approccio integrato per prevenire le emissioni in aria, acqua e suolo (prendendo in considerazione anche lo smaltimento dei rifiuti) ed il consumo di risorse dalle attività produttive ad alto impatto ambientale.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 236

CAPITOLO 10 – COORDINAMENTO INTERREGIONALE

Ai sensi del DM 60/2002 e del DM 261/2002, è necessario prevedere azioni di coordinamento tra le Regioni per far fronte all’inquinamento di natura secondaria, che interessa per produzione e diffusione più ambiti territoriali regionali: Considerando l’insularità della Sicilia non si hanno particolari problematiche di diffusione e scambio di inquinanti con la Regione Calabria.

Potrà tuttavia essere avviato un coordinamento di ARPA regionali (Sicilia, e Calabria) e la promozione di un tavolo di coordinamento tecnico che, in sinergia con il Centro Tematico Nazionale - Aria, Clima ed Emissioni (CTN-ACE), porti all’avvio di un progetto per la realizzazione di un servizio di valutazione, previsione e supporto alla gestione della qualità dell’aria a scala interregionale.

pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato
pc
Evidenziato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 240

BIBLIOGRAFIA ACE-T-RAP-00-06. Relazione tecnica per l’avvio della realizzazione della rete nazionale di monitoraggio delle Deposizioni e dell’inquinamento Atmosferico di Fondo. AIRPARIF Acutalité, Surveillance de la qualité de l’air en Il de France, n° 27 – Octobre 2005 www.airparif.asso.fr ANPA, 2000 – Inventari locali di emissione in atmosfera . Prima indagine conoscitiva RTI CTN_ACE 1/2000 APAT, 2003. Annuario dei Dati Ambientali. APAT, 2004. Annuario dei Dati Ambientali. APAT, 2004 – Inventari locali delle emissioni in atmosfera. Seconda indagine conoscitiva, gruppo di lavoro CTN_ACE. ANPA, 2000 – Le emissioni in atmosfera da trasporto stradale, Serie Stato dell’ambiente n. 12/2000. Assessorato Territorio e ambiente della Regione Siciliana, 2002 - Prima Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Sicilia, Palermo, 1- 880. Assessorato Territorio e ambiente della Regione Siciliana, 2006 - Relazione sullo Stato dell’Ambiente della Sicilia 2005, Palermo. ARPA Sic ilia, 2003 – Annuario regionale dei dati ambientali, Palermo 1-580. ARPA Sicilia, 2004 – Annuario regionale dei dati ambientali, Palermo 1-620. EEA, 2005 - COPERT IV Decreto legislativo del 4 agosto 1999, n. 351, di recepimento della direttiva 96/62/CE del Consiglio in materia di valutazione e di gestione della qualita' dell'aria ambiente, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 13 ottobre 1999, n. 241. Decreto del Ministro dell'ambiente del 20 maggio 1991 concernente i criteri per la raccolta dei dati inerenti la qualita' dell'aria ambiente, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 31 maggio 1991, n. 126. Decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1992 recante atto di indirizzo e coordinamento in materia di sistemi di rilevazione dell'inquinamento urbano, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 gennaio 1992, n. 7. Decreto del Ministro dell'ambiente 15 aprile 1994 concernente le norme tecniche in materia di livelli e di stati di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane, ai sensi degli articoli 3 e 4, del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, e dell'articolo 9, del decreto del Ministro dell'ambiente 20 maggio 1991, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 10 maggio 1994, n. 107. Decreto del Ministro dell'ambiente 25 novembre 1994 sull'aggiornamento delle norme tecniche in materia di limiti di concentrazione e di livelli di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane e disposizioni per la misura di alcuni inquinanti di cui al decreto del Ministro dell'ambiente del 15 aprile 1994, pubblicato nel supplemento ordinario n. 159 alla Gazzetta Ufficiale del 13 dicembre 1994, n. 290. Direttiva 99/30/CE del Consiglio del 22 aprile 1999 relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo, come modificata con decisione 2001/744/CE del 17 ottobre 2001. Direttiva 2000/69/CE del Consiglio del 16 novembre 2000 relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio. Decisione 97/101/CE del 27 gennaio 1997 che instaura uno scambio reciproco di informazioni e di dati provenienti dalle reti e dalle singole stazioni di misurazione dell'inquinamento atmosferico negli Stati membri, come modificata con decisione 2001/752/CE del 17 ottobre 2001. Decisione 2001/744/CE del 17 ottobre 2001 che modifica l'allegato V della direttiva 99/30/CE del Consiglio concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo. DECRETO 1 ottobre 2002, n. 261 Regolamento recante le direttive tecniche per la valutazione preliminare della qualità dell'aria ambiente, i criteri per l'elaborazione del piano e dei programmi di cui agli articoli 8 e 9 del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351.(G.U. n. 272 del 20.11.2002). Decreto ministeriale n° 60 del 4 Aprile 2002 (DM 60/2002). Decreto legislativo del Governo n° 183 del 21 maggio 2004 (D. Lgs. 183/2004). Di Gangi D., 2006 – Trasporti. Relazione sullo stato dell’ambiente 2005. Assessorato Territorio e Ambiente della regione Siciliana (www.regione.sicilia.it) A. Drago - Regione Siciliana – Assessorato Agricoltura e Foreste – Servizi allo Sviluppo - Unità Operativa di Agrometeorologia ARPA SICILIA, Università di Palermo, Comune di Palermo, AMIA, 2007. Studio sulla composizione del particolato respirabile PM10 e PM2.5 e caratterizzazione dell’inquinamento atmosferico nelle aree urbane del Comune di Palermo. European Environment Agency, Criteria for EUROAIRNET. Technical Report n. 12 (febbraio 1999). European Environment Agency, Euroairnet – Status Report 2000. (2003) EEA, technical report 2005c – Ozone EEA, 2005 – Trend gas emissions EEA Technical report No 5/2004a - Air pollution and climate change policies in Europe: exploring linkages and the added value of an integrated approach. EEA Technical report No 5/2004 Air pollution and climate change policies in Europe: exploring linkages and the added value of an integrated approach. Weblink: http://reports.eea.eu.int/technical_report_2004_5/en

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 241

EEA Technical report No 3/2005 Air pollution by ozone in Europe in summer 2004. Weblink: http://reports.eea.eu.int/technical_report_2005_3/en EEA Topic report No 4/2003 Air pollution in Europe 1990–2000. Weblink: http://reports.eea.eu.int/topic_ report_2003_4/en/ EMEP/CORINAIR, “Atmospheric Emission Inventory Guidebook”, terza edizione, 2002. EMEP/Corinair emission inventory guidebook —Third edition, September 2004 update. Technical report No 30 - Weblink: http://reports.eea.eu.int/ EMEPCORINAIR4/en IPCC/OECD , " Revised 1996 IPCC Guidelines for National Greenhouse Gas Inventories", 1997. Parere del Comitato economico e sociale europeo sul tema Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alle restrizioni in materia di immissione sul mercato e di uso di taluni idrocarburi policiclici aromatici contenuti negli oli diluenti e negli pneumatici (ventisettesima modifica della direttiva del Consiglio 76/769/CEE) (COM(2004) 98 def. 2004/0036 (COD)) (2005/C 120/07). Recommendations on the review of Council Directive 1999/30/EC – Draft 11-05-2004 del CAFÉ Working Group on Implementation. Romano D., Mario Contaldi, Riccardo De Lauretis, Domenico Gaudioso, Barbara Gonella, 2004 - Italian Greenhouse Gas Inventory 1990-2002 National Inventory Report 2004, APAT. Van Minnen, J. G., J. Onigkeit, J. Alcamo (2002). ‘Critical climate change as an approach to assess climate change impacts in Europe: development and application’. Environmental Science and Policy 5: 335–347. WHO-Systematic Review of Health Aspects from Air Pollution WHO has updated its Air Quality Guidelines for Europe (AQG), providing information on adverse health effects of exposure to specific air pollutants on human health, in the 1990s.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 237

GLOSSARIO AOT40 = (espresso in µg/m3× ora) s’intende la differenza tra le concentrazioni orarie superiori a 80 µg/m3× ora (= 40 parti per miliardo) e 80 µg/m3 in un dato periodo di tempo, utilizzando solo valori orari rilevati ogni giorno tra le 8:00 e le 20:00 (ora dell’Europa centrale). Background (stazione): punto di campionamento rappresentativo dei livelli d’inquinamento medi caratteristici dell’area monitorata. BAT = Best Available Techniques; migliori tecnologie disponibili per la riduzione delle emissioni. CIS = Comitato di Indirizzo e Sorveglianza. CORINE = COordinated Information on the Environment in the European Community. CORINAIR = COordination INformation AIR; progetto promosso e coordinato dalla Comunità Europea nell’ambito del programma sperimentale CORINE. COVNM = Composti organici volatili, non metanici. COPERT = Computer Programme to calculate Emissions from Road Traffic; strumento di valutazione delle emissioni da trasporto stradale nell’ambito del programma CORINAIR. DOCUP = Documento Unico di Programmazione 2000-2006. EEV = Enhanced Environmentally Friendly Vehicle; veicoli ecolocigi migliorati EEV. EMEP = Enviromental Monitoring European Program; programma avente per oggetto la caratterizzazione delle precipitazioni atmosferiche a livello europeo, mediante la realizzazione di una rete di rilevamento dedicata. EPER = European Pollutant Emission Register (Registro Europeo delle emissioni). Fattore di emissione = valore che esprime la quantità in grammi di ciascun inquinante emessa per ogni Kg di carburante consumato dal veicolo; il fattore di emissione è calcolato rapportando il valore di emissione di ogni categoria di veicolo al corrispondente dato di consumo di carburante. Industriale (stazione): punto di campionamento per monitoraggio di fenomeni acuti posto in aree industriali con elevati gradienti di concentrazione degli inquinanti. Tali stazioni sono situate in aree nelle quali i livelli d’inquinamento sono influenzati prevalentemente da emissioni di tipo industriale. IPPC = Integrated Pollution Prevention and Control (Prevenzione e Riduzione Integrate dell’Inquinamento). OMS = Organizzazione Mondiale della Sanità. PAN = Perossiacilnitrati, inquinanti secondari prodotti per reazione degli NOx e dei COV in episodi di inquinamento fotochimico. Piano di Mantenimento = Programmi stabiliti dalle regioni e da adottare nelle zone e negli agglomerati in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite, come fissato ai sensi dell’art. 9 del D.Lgs. 351/99. I Piani di Mantenimento sono adottati al fine di preservare e migliorare la qualità dell'aria ambiente in tali aree compatibilmente con lo sviluppo sostenibile. Piano di Risanamento = Programmi stabiliti dalle regioni e da adottare nelle zone e negli agglomerati in cui si sono verificati dei superamenti dei valori limite e dei valori limite aumentati dei margini di tolleranza ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. 351/99. Tali Piani sono adottati al fine del raggiungimento dei valori limite entro i termini stabiliti dal DM 60/02. Piani di Azione = Programmi stabiliti dalle regioni contenenti le misure da attuare nel breve periodo, affinché sia ridotto il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme, nelle zone del proprio territorio individuate ai sensi dell’art. 7 del D.Lgs. 351/99. I piani possono prevedere misure di controllo e, se necessario, di sospensione delle attività, compreso il traffico veicolare, che comportano il superamento dei valori limite e delle soglie di allarme. PUM = Piano Urbano della Mobilità. PUT = Piano Urbano del Traffico. SFMR = Servizio Ferroviario Metropolitano Regionale. Traffico (stazione): punto di campionamento rappresentativo dei livelli d’inquinamento massimi caratteristici dell’area monitorata influenzato prevalentemente da emissioni da traffico provenienti dalle strade limitrofe. TTZ = Tavoli Tecnici Zonali. WHO = World Health Organization. ZTL = Zona a traffico limitato. Classificazione delle categorie veicolari Le terminologie seguenti seguono la classificazione proposta dalla metodologia COPERT, che suddivide ogni categoria veicolare in funzione del tipo di alimentazione e dell’anno di immatricolazione del mezzo; il corrispondente Riferimento Legislativo Europeo vigente all’atto dell’immatricolazione impone fattori di emissione specifici per la riduzione dell’inquinamento atmosferico. Autovetture ad alimentazione a benzina di classe PRE ECE: veicoli immatricolati fino al 31/03/1973; Autovetture ad alimentazione a benzina di classe ECE 15/00-01: veicoli immatricolati dal 01/04/1973 al 31/09/1978; Autovetture ad alimentazione a benzina di classe ECE 15/02: veicoli immatricolati dal 01/10/1978 al 31/12/1981; Autovetture ad alimentazione a benzina di classe ECE 15/03: veicoli immatricolati dal 01/01/1982 al 31/12/1984; Autovetture ad alimentazione a benzina di classe ECE 15/04: veicoli immatricolati dal 01/01/1985 al 31/12/1992;

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 238

Autovetture ad alimentazione a benzina di classe Euro I: veicoli immatricolati dal 01/01/1993 al 31/12/1996, rispondenti alla Direttiva 91/441/EEC. L’introduzione obbligatoria dei catalizzatori a tre vie, in questa classe, rende obbligatorio l’uso di benzine senza piombo; Autovetture ad alimentazione a benzina di classe Euro II: veicoli immatricolati dal 01/01/1997 al 31/12/2000, rispondenti alla Direttiva 94/12/EC; Autovetture ad alimentazione a benzina di classe Euro III: veicoli immatricolati dal 01/01/2001 al 31/12/2004, rispondenti alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2000; Autovetture ad alimentazione a benzina di classe Euro IV: veicoli immatricolati dal 01/01/2005 in poi, rispondenti alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2005; Autovetture ad alimentazione diesel di classe Conventional + ECE 15/04: veicoli immatricolati fino al 30/06/1994, equipaggiati con motori a iniezione indiretta senza post-trattamento delle emissioni; Autovetture ad alimentazione diesel di classe Euro I: veicoli immatricolati dal 01/07/1994 al 31/12/1996, rispondenti alla Direttiva 91/441/EEC; Autovetture ad alimentazione diesel di classe Euro II: veicoli immatricolati dal 01/01/1997 al 31/12/2000, rispondenti alla Direttiva 94/12/EEC; Autovetture ad alimentazione diesel di classe Euro III: veicoli immatricolati dal 01/01/2001 al 31/12/2004, rispondenti alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2000; Autovetture ad alimentazione diesel di classe Euro IV : veicoli immatricolati dal 01/01/2005 in poi, rispondenti alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2005; Autovetture ad alimentazione a GPL di classe Conventional : veicoli immatricolati fino al 31/12/1992; Autovetture ad alimentazione a GPL di classe Euro I: veicoli immatricolati dal 01/01/1993 al 31/12/1996, rispondenti alla Direttiva 91/441/EEC; Autovetture ad alimentazione a GPL di classe Euro II: veicoli immatricolati dal 01/01/1997 al 31/12/2000, rispondenti alla Direttiva 94/12/EC; Autovetture ad alimentazione a GPL di classe Euro III: veicoli immatricolati dal 01/01/2001 al 31/12/2004, rispondenti alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2000; Autovetture ad alimentazione a GPL di classe Euro IV: veicoli immatricolati dal 01/01/2005 in poi, rispondenti alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2005; Autovetture ad alimentazione a benzina, diesel, GPL di classe Euro V e VI: veicoli stradali nuovi venduti nella U.E. rispettivamente a partire dal 2009 e dal 2014; Veicoli commerciali leggeri (< 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina e diesel di classe Conventional : veicoli immatricolati fino al 30/09/1994; Veicoli commerciali leggeri (< 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina e diesel di classe Euro I: veicoli immatricolati dal 01/10/1994 al 30/09/1998, rispondenti alla Direttiva 93/59/EEC; Veicoli commerciali leggeri (< 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina e diesel di classe Euro II: veicoli immatricolati dal 01/10/1998 al 31/12/2000, rispondenti alla Direttiva 96/69/EC; Veicoli commerciali leggeri (< 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina e diesel di classe Euro III: veicoli immatricolati dal 01/01/2001 al 31/12/2005, rispondenti alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2000; Veicoli commerciali leggeri (< 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina e diesel di classe Euro IV: veicoli immatricolati dal 01/012006 in poi, rispondenti alla Direttiva 98/69/EC-Stage 2005; Veicoli commerciali pesanti (> 3,5 tonnellate) ad alimentazione a benzina di classe Conventional : veicoli immatricolati dal 1900 in poi; Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32 tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Conventional -ECE 49(1988) : veicoli immatricolati dal 1900 al 1987 e veicoli immatricolati dal 1988 al 30/09/1993, rispondenti alla Direttiva ECE 49(1988); Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32 tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Euro I: veicoli immatricolati dal 01/10/1993 al 30/09/1996, rispondenti alla Direttiva 91/542/EEC-Stage I; Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32 tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Euro II: veicoli immatricolati dal 01/10/1996 al 31/12/2000, rispondenti alla Direttiva 91/542/EEC-Stage II; Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32 tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Euro III: veicoli immatricolati dal 01/01/2001 al 31/12/2005, rispondenti alla Direttiva COM(97)627; Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32 tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Euro IV : veicoli immatricolati dal 01/01/2006 al 31/12/2007, rispondenti alla Direttiva COM(1998)776; Veicoli commerciali pesanti (< 7,5 tonnellate e 7,5-16 tonnellate), veicoli commerciali autoarticolati (16-32 tonnellate, > 32 tonnellate), bus urbani e pullman ad alimentazione diesel di classe Euro V: veicoli immatricolati dal 01/01/2008 in poi, rispondenti alla Direttiva COM(1998)776;

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 239

Ciclomotori non conformi alla Direttiva 97/24/EC: veicoli immatricolati fino al 30/06/1999; Ciclomotori conformi alla Direttiva 97/24/EC-Stage I: veicoli immatricolati dal 01/07/1999 al 31/12/2000; Ciclomotori conformi alla Direttiva 97/24/EC-Stage II: veicoli immatricolati dal 01/01/2001 in poi; Motoveicoli non conformi alla Direttiva 97/24/EC : veicoli immatricolati fino al 30/06/1999; Motoveicoli conformi alla Direttiva 97/24/EC : veicoli immatricolati dal 01/07/1999 in poi.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 242

ALLEGATO 1

Il sistema dei trasporti in Sicilia Il sistema dei trasporti contribuisce considerevolmente all’inquinamento dei sistemi terra-acqua-aria. Situata ai confini meridionali dell’Unione Europea, la Sicilia risente condizione di perifericità geografica aggravata

da una dotazione di infrastrutture di trasporto inferiore alla media italiana ed europea. Lo spopolamento dei centri minori e lo sviluppo caotico delle aree metropolitane rendono centrale il peggioramento

della mobilità urbana. Le infrastrutture di trasporto coinvolgono tutti i settori, oltre che la collettività stessa; in particolare la loro

efficienza è necessaria per garantire l’accessibilità e la mobilità nel territorio, oltre alla puntualità e alla sicurezza nel trasferimento.

Esiste un legame tra lo sviluppo economico di un’area e la presenza di una buona rete infrastrutturale. Si può sostenere che le dotazioni infrastrutturali ed il sistema dei trasporti in particolare, sono tra i principali fattori

utili allo sviluppo di un’area territoriale (tramite un forte legame tra crescita del PIL provinciale e la dotazione di infrastrutture), anche se essi, da soli, non possono essere considerati sufficienti a garantire lo sviluppo economico.

Peraltro, anche il calcolo stesso delle dotazioni infrastrutturali non è semplice; esistono vari studi che utilizzano indicatori di infrastrutturazione calcolati rispetto alla popolazione, al territorio o ad altre variabili. I risultati non sono generalmente univoci, variando a seconda degli indicatori prescelti. In base ai dati dell’Istituto Tagliacarne (2001), il Mezzogiorno italiano e la Sicilia sono caratterizzati da un livello di infrastrutture inferiore alla media italiana. Mediamente il Meridione ha una presenza di infrastrutture sul territorio pari al 78,1 per cento del livello medio nazionale; la Sicilia si colloca su un livello migliore, ma sempre inferiore a quello medio nazionale, con un valore pari all’86,2 per cento (tab. A).

Province Strade e autostrade Ferrovie Porti Aeroporti Totalea

% % % % % Agrigento 73,2 65,5 116,9 41,6 59,8

Caltanissetta 77,2 77,1 151,8 21,8 63,9 Catania 67,4 61,6 227,5 110,6 108,7

Enna 103,0 66,5 81,1 27,3 51,7 Messina 142,0 107,0 196,9 85,8 106,2 Palermo 82,7 56,8 86,9 135,4 89,1 Ragusa 64,6 28,7 98,0 12,6 58,6 Siracusa 65,1 73,5 368,3 17,3 93,4 Trapani 104,5 32,9 286,4 137,3 95,7 Sicilia 87,4 64,7 174,9 81,7 86,2

Mezzogiorno 91,8 84,7 109,2 60,5 78,1 a Il totale comprende anche indicatori relativi ad altre tipologie di infrastrutture, quali metanodotti, impianti elettrici, acqua, telecomunicazioni e servizi alle imprese. Fonte: Istituto Tagliacarne (2001).

Tabella A - Indicatori di dotazione infrastrutturale (numeri indice: Italia = 100) In particolare l’isola supera il valore medio nazionale soltanto con riferimento alle dotazioni portuali (174,9 per

cento), risentendo positivamente della sua insularità. Al netto delle strutture portuali in rapporto al bacino d’utenza, il valore scende al 76,3 per cento. I dati sono la risultante di indicatori di tipo meramente quantitativo (come la lunghezza delle reti stradali e ferroviarie) e di tipo qualitativo (benché sempre dipendenti da informazioni quantitative); questi ultimi sono utilizzati per valutare il grado di efficienza delle infrastrutture e la rispondenza alle esigenze degli operatori economici (ad esempio la quota delle linee ferroviarie elettrificate e a doppio binario, il volume del traffico, la numerosità delle corsie).

La rete stradale esistente è caratterizzata da livelli di efficienza disomogenei, sia per l’inadeguatezza della dotazione infrastrutturale sia per la mancanza di nodi efficacemente collegati in rete in un’ottica intermodale.

Stesse considerazioni possono farsi per la rete ferroviaria, le cui carenze si rilevano sia nelle linee commerciali (le due dorsali tirrenica e ionica) sia, e maggiormente, nelle linee di interesse regionale. La rete ferroviaria siciliana in esercizio è estesa 1.440 Km, di cui solamente 102 a doppio binario, che rappresenta lo 0,16% della rete nazionale, e 744 elettrificati, che rappresentano il 51,6% della rete regionale contro il 63% della rete nazionale.

Il settore portuale, commisurato alle esigenze di traffico attuali, presenta vuoti infrastrutturali evidenti e carenze notevoli riguardo ai collegamenti con il retroterra portuale e le infrastrutture logistiche.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 243

Per gli aeroporti, il continuo aumento del traffico ha determinato la congestione degli scali di Palermo e Catania e ha posto in evidenza l’inadeguatezza anche degli scali minori.

Il generale aumento anche in Sicilia, in linea con il trend nazionale, del traffico passeggeri è stato assorbito per la maggior parte dal trasporto stradale, che a fronte di una staticità della rete sia in termini di qualità sia in termini di sviluppo chilometrico dei tracciati ha determinato un abbassamento della qualità dei servizi, con maggiori livelli di inquinamento, incidentalità e congestione.

Analoga situazione è riscontrabile nel trasporto merci dove l’aumento complessivo della domanda di trasporto è stato assorbito dalla modalità tutto strada, nonostante un significativo sviluppo del traffico marittimo, che ha visto incrementare nel corso del 2002 le linee di collegamento con il continente e l’istituzione di nuovi collegamenti dedicati espressamente al trasporto merci.

E’ indubbio che le attività economiche, soprattutto quelle legate all’import-export, sono fortemente condizionate dai livelli di efficienza del sistema trasportistico e ciò è particolarmente influente nei confronti di quelle attività per le quali la tempestività della consegna delle merci ai mercati, costituisce un valore aggiunto, come nel caso del settore ortofrutticolo. Non sono da trascurare quei settori che recentemente si affacciano sui mercati nazionali ed europei operanti nei settori dell’informatica, mobiliera, ecc…

Nel complesso, la dotazione infrastrutturale viaria a servizio del traffico di interesse regionale risulta attualmente insufficiente ed inadeguata a garantire livelli di accessibilità ottimali. I volumi di traffico prevalenti si concentrano soprattutto lungo le autostrade e nei tratti delle strade statali più prossimi alle tre aree maggiormente urbanizzate di Palermo, Messina e Catania e nelle zone costiere mentre risultano penalizzate le aree interne e montane In Sicilia l’autotrasporto sostiene l’89% del traffico totale sulle medie e lunghe distanze.

Dall’analisi dei movimenti via mare si evidenzia che il trasporto merci marittimo in Sicilia ha registrato un notevole incremento negli ultimi anni assorbendo il 13,6% del traffico merci nazionale; il trasporto passeggeri invece, si attesta al 12%.

Nel breve e medio periodo si prevede che la domanda di trasporto marittimo continui ad essere in crescita anche per le difficoltà di realizzazione delle infrastrutture terrestri. La crescita della domanda di trasporto, soprattutto per le merci, pone l’esigenza di valorizzare la specificità geografica-strategica della Sicilia, privilegiando l’utilizzo del corridoio naturale costituito dal Tirreno per il raggiungimento dei mercati del Nord Italia e del Nord Europa e altre rotte per il raggiungimento dei paesi del bacino del Mediterraneo.

Considerato che un efficiente sistema dei trasporti costituisce una precondizione necessaria ad avviare e supportare lo sviluppo economico e sociale dell’isola, la Regione Siciliana ha individuato nei trasporti un settore strategico per lo sviluppo dell’Isola e, con la stipula degli Accordi di Programma Quadro (APQ), si è dotata di strumenti operativi per la realizzazione degli interventi infrastrutturali ritenuti prioritari per l’innalzamento del livello di efficienza e di qualità del sistema.

Le politiche attuate dal Dipartimento regionale dei Trasporti e delle Comunicazioni hanno consentito l’avviamento delle procedure per l’attuazione degli interventi contenuti negli APQ, nonché l’avviamento di nuove politiche atte a implementare le modalità di trasporto Ro-Ro per le merci e per migliorare il livello di efficienza e di qualità dei servizi per la mobilità di persone e cose.

Ora, poiché la ritardata cantierabilità e realizzazione delle opere in programma potrebbe determinare, come più volte è avvenuto in passato, il mancato raggiungimento dell’obiettivo relativo all’efficienza del sistema dei trasporti con grave pregiudizio dello sviluppo sociale ed economico dell’Isola, il Dipartimento regionale dei Trasporti ha attivato tutte le possibili procedure negoziali (conferenze di servizi, tavoli tecnici, e quant’altro necessario) per accelerare la realizzazione delle opere contenute negli Accordi di Programma Quadro ed inoltre, per implementare la funzionalità dei servizi di trasporto, sta attivando le procedure per la regolamentazione degli stessi nell’ambito del Trasporto Pubblico Locale, nonché il passaggio ai contratti di servizio di diritto privato per i servizi di collegamento marittimo con le isole minori.

Tali attività trovano momento di raccordo nel Piano Regionale dei Trasporti e della mobilità – Piano Direttore predisposto dal Dipartimento Trasporti in otto mesi di intenso lavoro e recentemente approvato dalla Giunta di Governo regionale (Delibera n. 322 dell’11 ottobre 2002) previa acquisizione del prescritto parere della IV Commissione dell’Assemblea Regionale Siciliana. Le infrastrutture stradali

Data la poca competitività ed efficienza del trasporto su rotaia, le imprese siciliane sono generalmente costrette a

ricorrere al trasporto su gomma. Nel 1999 il 58 per cento del trasporto merci sulle medie e lunghe distanze si è rivolto al mezzo gommato ed un ulteriore 24 per cento alla tipologia intermodale di tipo Ro/Ro (strada/mare).

Anche nell’ambito stradale, tuttavia, la dotazione infrastrutturale regionale risulta fortemente deficitaria e pari al 60,6 per cento del valore medio nazionale (70,5 il dato del Mezzogiorno).

La rete viaria esistente sul territorio siciliano è pari a quasi 21.000 chilometri, di cui il 2,7 per cento rappresentato da autostrade, il 17,3 per cento da strade statali e l’80 per cento da strade provinciali e comunali (Fonte Regione Siciliana 2001).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 244

Le insufficienze infrastrutturali possono ostacolare la commercializzazione in Italia e alimentano scetticismi da parte dei rivenditori del Nord sul fatto che le consegne possano essere effettuate puntualmente. Gli imprenditori lamentano anche la mancanza di collegamenti efficienti tra le aree industriali e le principali reti di trasporto.

Nel capoluogo ad esempio è in costruzione da molti anni la bretella di collegamento tra l’area industriale e il sistema autostradale; più volte i lavori sono stati interrotti e hanno subito modifiche nella progettazione. Si è in attesa di un suo completamento, che porterebbe benefici sia alle imprese sia al traffico cittadino, che risulterebbe liberato dal passaggio dei mezzi di trasporto delle aziende industriali dalle strade del centro.

In generale vi è un problema di qualità delle reti di trasporto e delle strutture logistiche o una loro non ottimale distribuzione sul territorio.

La costruzione di un ponte sullo stretto di Messina potrebbe eliminare un’importante strozzatura del sistema dei trasporti; sarebbero necessari peraltro almeno 9 anni (2 prima di passare alla fase esecutiva del progetto e 7 per la sua realizzazione effettiva) e un investimento superiore ai 5.000 milioni di euro.

Il ponte non risolverebbe del tutto le carenze oggi esistenti nei trasporti a media-lunga distanza da e verso la Sicilia, poiché tale tipologia di domanda di trasporto si rivolge per quasi il 50 per cento al mezzo aereo.

Nel caso in cui si decida sull’utilità dell’infrastruttura, per un migliore sfruttamento delle sue potenzialità andrebbero completate e potenziate le altre reti di trasporto che convergono verso il ponte, sia stradali sia ferroviarie. Inoltre, in base alle prospettive di crescita dell’economia e della domanda di servizi di trasporto, in assenza di interventi il sistema dei trasporti attuale diverrebbe insufficiente già nei prossimi anni.

L’advisor incaricato dal Governo di valutare il progetto del ponte sullo Stretto aveva fatto notare che attualmente, soprattutto nei periodi di punta stagionale di traffico, “si verificano fenomeni di congestione stradale dovuti: all’inadeguatezza delle infrastrutture viarie di collegamento degli approdi con le aree di accumulo e di queste con la viabilità autostradale; all’insoddisfacente rapporto offerta/domanda di punta di posti auto a bordo delle navi traghetto; all’organizzazione non ottimale del sistema di emissione dei biglietti. Le conseguenze sono elevati tempi di attesa in condizioni di scarsissimo comfort per i traffici di attraversamento ed inquinamento acustico ed atmosferico per le aree urbane attraversate”.

La rete attuale si basa essenzialmente su un collegamento che percorre tutta la costa e che avviene su autostrada, nell’itinerario Mazara del Vallo, Trapani, Palermo, Messina, Catania, Siracusa e Gela. L’itinerario lungo la costa è completato, tra Gela e Trapani, da strade statali.

All’interno, l’autostrada Palermo Catania connette alla rete anche le città di Caltanissetta ed Enna. Una rete di strade statali e provinciali connette infine tutti i principali centri dell’entroterra.

Figura A - Rete stradale regionale (fonte: Regione Siciliana Assessorato Beni Cult.ed Amb.)

Lungo le direttrici di trasporto, i flussi di traffico sono variabili in base all’importanza dei nodi che essi connettono,

sia dal punto di vista produttivo che turistico.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 245

Figura B - Principali flussi della rete siciliana

Le infrastrutture ferroviarie

La localizzazione periferica delle aziende siciliane, rispetto ai maggiori mercati europei e ai principali fornitori di

materie prime si risente negativamente in termini di competitività. Lo svantaggio rappresentato dalle più elevate distanze da percorrere si cumula con le inefficienze del sistema di trasporti locale.

Esemplare è lo stato della rete ferroviaria, soltanto in parte elettrificata per 744 Km (circa il 52 per cento della rete regionale contro il 64,6% di quella nazionale) e basata in buona parte ancora sul binario unico anche nelle tratte più importanti come i collegamenti tra le tre città principali. La rete in esercizio è attualmente costituita da 1440 Km di cui solamente 102 a doppio binario che rappresentano lo 0,16% della rete nazionale.

Flussi proporzionali allo spessore

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 246

Figura C - Rete ferroviaria regionale (fonte: Regione Siciliana Ass. Beni Cult. ed Amb.)

Sia il trasporto delle persone sia quello delle merci risultano particolarmente penalizzati dalla vetustà della rete che

non consente collegamenti rapidi. Un dato per tutti: la tratta Palermo – Catania, una delle principali e pari a circa 200 chilometri, viene percorsa in oltre tre ore.

La mancanza di un attraversamento stabile dello stretto di Messina, con la necessità di scomporre i convogli ferroviari per imbarcarli sui traghetti, impedisce l’utilizzo della rete Eurostar per la non scomponibilità dei suoi convogli.

Con riferimento alla domanda di servizi di trasporto per le medie e lunghe distanze, nel 1999 il 14 per cento del traffico passeggeri e il 18 per cento di quello merci si è rivolto al mezzo ferroviario ATI (2001).

La dotazione media siciliana di infrastrutture ferroviarie è pari al 64,7 per cento del dato nazionale, livello notevolmente più basso di quello meridionale (84,7 per cento); tra le province Ragusa e Trapani sono le più penalizzate, con valori pari rispettivamente al 28,7 e 32,9 per cento.

Proprio la provincia iblea avrebbe necessità di un sistema di trasporti moderno ed efficiente, poiché la struttura produttiva dell’area è basata sulla vendita di prodotti dell’agro-alimentare, spesso altamente deperibili e quindi bisognosi di collegamenti rapidi con i mercati di sbocco. La dotazione di infrastrutture di trasporto è tra le più basse nell’isola anche con riferimento alle strade (64,6 per cento del valore nazionale), ai porti (98 per cento) e soprattutto agli aeroporti (12,6 per cento). La perifericità di Ragusa viene quindi ulteriormente accentuata dalla significativa carenza di infrastrutture di trasporto. Le infrastrutture portuali

Nonostante il livello di infrastrutture portuali, rispetto al bacino di utenza, risulti superiore alla media nazionale

(174,9 per cento), dalle interviste effettuate presso imprenditori locali emerge che il problema principale non risiede nel numero di porti presenti sul territorio siciliano ma nella tipologia e nella qualità dei servizi offerti da tali strutture, inadeguate rispetto alle necessità del sistema imprenditoriale.

In modo particolare mancano, di norma, i necessari raccordi stradali e ferroviari che possano permettere una efficiente integrazione tra i differenti mezzi di trasporto. Inoltre i porti siciliani effettuano il trasporto via container soltanto verso un numero limitato di nazioni per cui le aziende locali sono talvolta costrette a trasportare la propria merce presso porti esterni alla Sicilia per riuscire a esportarle.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 247

Figura D - Sistema portuale regionale (fonte: Regione Siciliana Ass. Beni Cult. ed Amb.) Le infrastrutture portuali regionali si possono suddividere in:

porti di interesse nazionale: sedi di autorità portuale: Palermo, Messina, Catania ed Augusta; porti di interesse regionale: Porto Empedocle, Trapani, Siracusa, Gela, Pozzallo, Licata, Marsala, Mazara del

Vallo; porti che garantiscono l’accessibilità alle isole minori e porti per il diportismo nautico; Porti militari e per la sicurezza: Trapani, Sciacca.

Nel confronto con i principali porti nazionali, l’utilizzo delle strutture siciliane per la movimentazione di container

è piuttosto modesto; nel 2000 i porti di Palermo, Catania e Trapani hanno movimentato complessivamente circa 47.000 contenitori, rispetto al milione e mezzo di Genova o ai 2 milioni 650 mila di Gioia Tauro, o – per citare alcuni porti con dati più contenuti - agli oltre 200 mila di Venezia o di Trieste o i quasi 400 mila di Napoli [Fonte: Autorità portuali varie, Capitanerie di porto e Aziende speciali].

I porti della Sicilia dell’est sono utilizzati soprattutto per il commercio di prodotti petroliferi, sia in entrata sia in uscita, poiché tre dei principali poli petroliferi nazionali risiedono nell’area orientale dell’isola. Si tratta in particolare dei porti di Gela, Siracusa, Augusta e Milazzo. Nel 2000 in questi 4 porti sono state sbarcate oltre 40 milioni e imbarcate circa 28 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi. Complessivamente tali produzioni hanno pesato per circa l’89 per cento nel transito merci dei porti della Sicilia orientale, con una maggiore preponderanza tra le merci sbarcate (93 per cento, rispetto all’84 per cento delle merci imbarcate). Nella Sicilia occidentale questa tipologia merceologica ha un’incidenza molto più contenuta e pari nello stesso anno a meno del 15 per cento delle merci complessivamente transitate.

Al netto del petrolio nell’anno citato i porti siciliani hanno imbarcato 9,7 milioni di tonnellate di merce rispetto ai 7,4 milioni di merce sbarcata.

Con riferimento al numero di passeggeri il porto di Messina risulta quello con il più elevato movimento in Sicilia e tra i più utilizzati in Italia, a causa del servizio di traghettamento, per l’attraversamento dell’omonimo stretto, che insiste sulla struttura portuale; nel 2000 sono transitati per la struttura messinese oltre 11 milioni di passeggeri. Tra gli altri porti principali della regione per movimento passeggeri si possono citare quello del capoluogo, che ha superato il milione e 300 mila unità, utilizzato sia da primarie compagnie per il trasporto verso altre città d’Italia (in particolare Cagliari, Napoli, Livorno e Genova), sia da navi da crociera. Seguono Milazzo (oltre 1 milione e 100 mila), Lipari e Trapani (circa un milione di passeggeri), con movimenti tipicamente turistici da e verso le isole minori.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 248

Lo sviluppo delle vie di comunicazione marittime potrebbe portare a una maggiore incidenza del turismo nautico, quasi del tutto assente nell’isola a causa del modesto numero di porti turistici attrezzati. Nonostante siano presenti lungo i litorali regionali 70 approdi e porti turistici, la maggior parte di questi sono di quarta classe, alcuni sono difficilmente praticabili, soprattutto per le imbarcazioni di maggiore dimensione, e molti di questi non sono neppure dotati di servizi igienici a terra, di servizi di rimessaggio o di distributori di carburante. Inoltre i posti barca nel complesso esistenti nei porti siciliani sono appena sufficienti a coprire le esigenze dei residenti, non consentendo quindi alcuno spazio allo sviluppo della nautica da diporto.

Sarebbe utile creare una rete regionale di porti turistici, poiché le singole strutture non hanno sufficiente capacità di attrazione. La Regione Siciliana sta predisponendo un programma per la riconversione di alcune strutture verso la nautica da diporto; le potenzialità più alte si ritrovano nelle isole minori, i cui porti rappresentano anche strutture essenziali per garantire l’accesso ai turisti. Interporti

L’Accordo di Programma Quadro per il trasporto marittimo ha riconfermato la realizzazione in Sicilia di due

interporti uno a Catania–Bicocca e l’altro nell’area del palermitano (Termini Imerese). Con riguardo a quest’ultimo sta promuovendo in tempi brevissimi la costituzione della società interporto di Termini Imerese per attivare finanziamenti nell’area di Termini che possano costituire volano per l’economia di quella città in un momento particolarmente delicato come quello attuale causato dalla crisi FIAT e che possa garantire occupazione nel breve lungo periodo. Si prevede che a regime l’interporto di Termini Imerese potrà occupare circa 400 lavoratori. Le infrastrutture aeroportuali

La perifericità della Sicilia rispetto ai principali mercati di sbocco potrebbe essere parzialmente attutita da una più

ampia presenza di strutture aeroportuali. Anche in questo ambito le dotazioni infrastrutturali siciliane sono inferiori alla media nazionale (81,7 per cento). La maggior parte dei collegamenti internazionali è effettuata via Roma o Milano, anche per le rotte del Mediterraneo. La privatizzazione delle società di gestione degli aeroporti siciliani stenta a partire, così come alcuni lavori di ammodernamento delle strutture logistiche. La Regione, nonostante la sua posizione strategica baricentrica nel Mediterraneo non viene considerata come dovrebbe nelle rotte sia dalle compagnie nazionali che di quelle estere.

Gli aeroporti operanti in regione sono, oltre ai due principali di Palermo e Catania, quello di Trapani, attualmente sovradimensionato rispetto ai flussi effettivi di passeggeri e merci, e due scali presenti presso isole minori (Lampedusa e Pantelleria) soggetti a una forte stagionalità legata ai flussi turistici. L’area sud-orientale della Sicilia è priva di strutture aeroportuali; sono allo studio alcune ipotesi, tra cui la riconversione dell’aeroporto militare di Comiso (RG) e la costruzione di un nuovo aeroporto a Gela (CL) o in provincia di Agrigento.

In base ai dati sul traffico aereo l’aeroporto di Catania – Fontanarossa risulta il sesto in Italia per numero di passeggeri (oltre 3 milioni e 900 mila sia nel 2000 sia nel 2001); quello di Palermo – Punta Raisi è l’ottavo (circa 3 milioni e 200 mila passeggeri). Più contenuto il traffico merci, con Catania al nono posto con 12 mila tonnellate di merci trasportate.

Anche lo sviluppo del turismo risente delle carenze nei trasporti aerei da e verso l’isola. Si calcola che benché la domanda turistica potenziale sia molto alta, una parte di questa non si realizzi effettivamente per i lunghi tempi di arrivo a destinazione a causa delle carenze dei servizi di trasporto e per l’elevato costo dei pacchetti turistici, in cui il costo del trasporto è parte preponderante.

L’importanza del mezzo aereo per il turismo in Sicilia si evince anche dal fatto che oltre la metà degli arrivi turistici nell’isola raggiunge la regione utilizzando i servizi aeroportuali e le dinamiche previste per i prossimi anni porteranno a un ulteriore incremento nell’utilizzo di questo mezzo di trasporto; le carenze nella presenza delle infrastrutture aeroportuali locali diventeranno quindi sempre più evidenti, potendo costituire un freno per il settore turistico.

Soltanto negli ultimi anni si è sviluppato maggiormente il mercato dei voli charter, soprattutto nell’aeroporto catanese. In generale, rispetto al passato, è aumentata la presenza di vettori di trasporto aereo diversi dalla linea di bandiera, soprattutto nelle tratte principali (da e verso Roma e Milano); questo sta consentendo un abbassamento delle tariffe, con un potenziamento della competitività delle mete turistiche regionali.

D’altra parte l’integrazione tra il sistema aeroportuale e le altre reti di trasporto è di primaria importanza per consentire un maggiore sviluppo del turismo, soprattutto verso le aree dell’isola più lontane dagli aeroporti. Attualmente questa integrazione è soltanto parziale e le carenze infrastrutturali del sistema dei trasporti siciliano nel complesso causano una perdita di competitività del sistema Sicilia rispetto ad altre mete turistiche straniere. Ad esempio i tempi di percorrenza per giungere alle principali destinazioni turistiche siciliane - a esclusione di Catania e Palermo, dove sono presenti aeroporti - supererebbero mediamente del 50 per cento i tempi di viaggio verso mete estere comparabili (in Spagna, Turchia, Tunisia, Marocco, Egitto).

Gli aeroporti dell’isola sono collegati ai capoluoghi di riferimento attraverso il trasporto su gomma. A Palermo soltanto alla fine del 2001, dopo 18 anni dall’approvazione del progetto esecutivo, è stato inaugurato il servizio di

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 249

collegamento su rotaia. È questa l’ennesima conferma della lentezza con cui le infrastrutture locali si adeguano alle necessità di sviluppo dell’economia: i lavori iniziarono nel 1986 con una previsione di completamento entro l’inizio del 1990 (in tempo per i campionati del mondo di calcio). Tra problemi burocratici e difficoltà causate dai Comuni attraversati dalla rete ferroviaria soltanto nel 2001 è stato effettuato il primo collegamento, su binario unico, tra la città e il suo aeroporto; per il doppio binario si prevede un’ulteriore fase dei lavori che dovrebbe completarsi non prima del 2010.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 250

ALLEGATO 2 Parchi e riserve in sicilia

Provincia di Agrigento Riserve Naturali Regionali

• Foce del fiume Platani • Grotta di S.Angelo Muxaro • Isola di Lampedusa • Isola di Linosa e Lampione • Macalube di Aragona • Monte Cammarata • Monte Genuardo e S.M. del Bosco • Monte S. Calogero (Kronio) • Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio • Torre Salsa

Aree Marine Protette • Riserva marina Isole Pelagie

Provincia di Caltanissetta Riserve Naturali Regionali

• Il Biviere di Gela • Lago Sfondato • Lago Soprano • Monte Capodarso e Valle dell'Imera Meridionale • Monte Conca • Riserva Geologica di Contrada Scaleri • Sughereta di Niscemi

Zone umide • Il Biviere di Gela

Provincia di Catania Parchi Regionali

• Parco fluviale dell'Alcantara • Parco dell'Etna • Parco dei Nebrodi

Riserve Naturali Regionali • Bosco di Santo Pietro • Complesso Immacolatelle e Micio-Conti • Fiume Fiumefreddo • Isola Lachea e Faraglioni dei Ciclopi • Oasi del Simeto • La Timpa

Aree Marine Protette • Riserva marina Isole Ciclopi

Provincia di Enna Parchi Regionali

• Parco dei Nebrodi Riserve Naturali Regionali

• Lago di Pergusa • Monte Altesina • Monte Capodarso e Valle dell'Imera Meridionale • Rossomanno - Grottascura - Bellia • Sambuchetti - Campanito • Vallone di Piano della Corte

Provincia di Messina

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 251

Parchi Regionali • Parco fluviale dell'Alcantara • Parco dei Nebrodi

Riserve Naturali Regionali • Bosco di Malabotta • Fiumedinisi e Monte Scuderi • Isola di Alicudi • Isola Bella • Isola di Filicudi • Isola di Panarea e Scogli Viciniori • Isola di Stromboli e Strombolicchio • Isola di Vulcano • Laghetti di Marinello • Laguna di Capo Peloro • Le Montagne delle Felci e dei Porri • Vallone Calagni sopra Tortorici

Provincia di Palermo Parchi Regionali

• Parco delle Madonie Riserve Naturali Regionali

• Bagni di Cefalà Diana e Chiarastella • Bosco della Favara e Bosco Granza • Bosco della Ficuzza, Rocca Busambra, Bosco del Cappelliere e Gorgo del Drago • Capo Gallo • Capo Rama • Grotta Conza • Grotta di Carburangeli • Grotta di Entella • Grotta dei Puntali • Isola di Ustica • Monte Carcaci • Monte Genuardo e S.M. del Bosco • Monte Pellegrino • Monte S. Calogero • Monti di Palazzo Adriano e Valle del Sosio • Pizzo Cane, Pizzo Trigna e Grotta Mazzamuto • Serre di Ciminna • Serre della Pizzuta

Aree Marine Protette • Capo Gallo - Isola delle Femmine • Isola di Ustica

Provincia di Ragusa Riserve Naturali Regionali

• Macchia Foresta Fiume Irminio • Pino d'Aleppo

Provincia di Siracusa Riserve Naturali Regionali

• Cavagrande del Cassibile • Complesso speleologico Villasmundo-S. Alfio • Fiume Ciane e Saline di Siracusa • Grotta Monello • Grotta Palombara • Oasi faunistica di Vendicari • Pantalica, Valle dell'Anapo, Torrente Cava Grande • Saline di Priolo

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 252

Aree Marine Protette • Plemmirio

Provincia di Trapani Riserve Naturali Regionali

• Bosco di Alcamo • Foce del fiume Belice e dune limitrofe • Grotta di Santa Ninfa • Isola di Pantelleria • Isole dello Stagnone di Marsala • Lago Preola e Gorghi Tondi • Monte Cofano • Saline di Trapani e Paceco • Zingaro

Aree Marine Protette • Riserva marina Isole Egadi

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 253

ALLEGATO 3

Parco veicolare in Italia

NUMERO DI VEICOLI PER 100 ABITANTI (Fonte ACI)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 254

NUMERO DI AUTOVETTURE PER 100 ABITANTI

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 255

PERCENTUALE DI AUTOVETTURE DIESEL

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 256

PERCENTUALE DI AUTOVETTURE ECOLOGICHE (GPL, METANO, ELETTRICHE)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 257

PERCENTUALE DI AUTOVETTURE EURO 0

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 258

PERCENTUALE DI AUTOVETTURE EURO 3 O EURO 4

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 259

PERCENTUALE DI AUTOVETTURE CON CILINDRATA > 2000 cc

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 260

PERCENTUALE DI AUTOVETTURE CON CILINDRATA FINO A 2000 cc

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 261

INCREMENTO DEL PARCO AUTOVETTURE (valori relativi)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 262

NUMERO DI MOTOCICLI PER 100 ABITANTI

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 263

ALLEGATO 4

Parco veicolare in Sicilia

Parco Circolante Siciliacategoria veicolare: Autovetture

0

100000

200000

300000

400000

500000

600000

Agrige

nto

Caltan

issett

a

Catania

Enna

Messin

a

Palerm

o

Ragus

a

Siracu

sa

Trapan

i

Benzina

Diesel

GPL

Parco Circolante Siciliacategoria veicolare: Veicoli Commerciali Leggeri

05000

1000015000200002500030000350004000045000

Agrige

nto

Caltan

issett

a

Catania

Enna

Messin

a

Palerm

o

Ragus

a

Siracu

sa

Trapan

i

Benzina

Diesel

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 264

Parco Circolante Siciliacategoria veicolare: Veicoli Commerciali Pesanti

02000400060008000

100001200014000160001800020000

Agrige

nto

Caltan

issett

a

Catania

Enna

Messin

a

Palerm

o

Ragus

a

Siracu

sa

Trapan

i

Diesel

Parco Circolante Siciliacategoria veicolare: BUS

0

500

1000

1500

2000

2500

3000

3500

4000

4500

Agrige

nto

Caltan

issett

a

Catania

Enna

Messin

a

Palerm

o

Ragus

a

Siracu

sa

Trapan

i

Urbano

Extraurbano

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 265

Parco Circolante Siciliacategoria veicolare: Moto

0

20000

40000

60000

80000

100000

120000

140000

Agrige

nto

Caltan

issett

a

Catania

Enna

Messin

a

Palerm

o

Ragus

a

Siracu

sa

Trapan

i

Moto

Figure - Andamento del parco circolante provinciale per categoria veicolare e tipo di combustibile nel 2004 (fonte

ACI)

BUS AUTOCARRI TRASPORTO

MERCI

AUTOVEICOLI SPECIALI / SPECIFICI

AUTOVETTURE

MOTOCARRI E

QUADRICICLI

TRASPORTO MERCI

MOTOCICLI

MOTOVEICOLI E

QUADRICICLI SPECIALI / SPECIFICI

RIMORCHI E SEMIRIMOR

CHI SPECIALI / SPECIFICI

RIMORCHI E SEMIRIMOR

CHI TRASPORTO

MERCI

TRATTORI

STRADALI O

MOTRICI

ALTRI VEICO

LI Totale

AG 561 26.968 2.786 247.043 3.926 29.617 194 1.226 1.474 941 3 314.739CL 209 12.911 1.767 145.557 2.160 15.050 101 1.334 1.060 576 3 180.728CT 1.606 63.571 8.560 673.292 7.266 117.743 334 6.261 5.518 2.927 18 887.096EN 415 9.010 1.196 91.864 1.918 8.576 107 459 475 297 114.317ME 955 34.016 3.485 370.613 8.579 63.249 366 1.469 1.603 916 5 485.256PA 2.499 51.611 8.369 677.928 8.806 127.546 232 6.591 4.101 2.158 8 889.849RG 283 23.097 1.941 185.316 3.513 24.715 81 1.330 1.382 854 242.512SR 337 21.046 2.629 234.150 3.867 39.204 112 2.299 1.149 650 305.443TP 468 29.906 3.009 250.826 3.518 30.245 135 2.670 2.533 1.095 324.405Tot

7.333 272.136 33.742 2.876.589 43.553 455.945 1.662 23.639 19.295 10.414 37 3.744.3

45 Tabella – Composizione del parco veicolare per categoria e provincia in Sicilia nel 2005

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 266

Composizione provincia di AG

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

AG

EURO IEURO IIEURO IIIConvenzionaliECE 15/00-01ECE 15/02ECE 15/03ECE 15/04PRE ECENon ContemplatoNon identificato

Composizione provincia di CT

020.00040.00060.00080.000

100.000120.000140.000160.000180.000200.000

CT

EURO IEURO IIEURO IIIConvenzionaliECE 15/00-01ECE 15/02ECE 15/03ECE 15/04PRE ECENon ContemplatoNon identificato

Composizione provincia di CL

05.000

10.00015.00020.00025.00030.00035.00040.000

CL

EURO IEURO IIEURO IIIConvenzionaliECE 15/00-01ECE 15/02ECE 15/03ECE 15/04PRE ECENon ContemplatoNon identificato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 267

Composizione provincia di EN

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

EN

EURO IEURO IIEURO IIIConvenzionaliECE 15/00-01ECE 15/02ECE 15/03ECE 15/04PRE ECENon ContemplatoNon identificato

Composizione provincia di ME

010.00020.00030.00040.00050.00060.00070.00080.00090.000

100.000

ME

EURO IEURO IIEURO IIIConvenzionaliECE 15/00-01ECE 15/02ECE 15/03ECE 15/04PRE ECENon ContemplatoNon identificato

Composizione provincia di PA

020.00040.00060.00080.000

100.000120.000140.000160.000180.000

PA

EURO IEURO IIEURO IIIConvenzionaliECE 15/00-01ECE 15/02ECE 15/03ECE 15/04PRE ECENon ContemplatoNon identificato

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 268

Composizione provincia di RG

05.000

10.00015.00020.00025.00030.00035.00040.00045.00050.000

RG

EURO IEURO IIEURO IIIConvenzionaliECE 15/00-01ECE 15/02ECE 15/03ECE 15/04PRE ECENon ContemplatoNon identificato

Composizione provincia di SR

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

SR

EURO IEURO IIEURO IIIConvenzionaliECE 15/00-01ECE 15/02ECE 15/03ECE 15/04PRE ECENon ContemplatoNon identificato

Composizione provincia di TP

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

TP

EURO IEURO IIEURO IIIConvenzionaliECE 15/00-01ECE 15/02ECE 15/03ECE 15/04PRE ECENon ContemplatoNon identificato

Figure– Suddivisione del parco circolante provinciale (2003)

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 269

Se si considerano le sole autovetture circolanti nella regione Sicilia nel 2005 la situazione può essere riassunta nella

tab. seguente (disaggregazione per provincia, alimentazione e cilindrata).

Autovetture distinte per provincia alimentazione e fascia di cilindrata. Anno 2005

Provincia Alimentaz. FASCIA EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4 Non cont.

Non ident Totale

Agrigento benzina Fino a 1400 56.343 25.047 35.132 24.610 3.586 167 144.885 1401 - 2000 9.013 6.782 6.053 2.391 305 16 24.560 Oltre 2000 373 99 199 196 40 1 908 Non identificato 3 2 38 1 1 45 benzina totale 65.732 31.930 41.422 27.198 3.931 185 170.398

benzina o gas liquido Fino a 1400 1.657 574 517 92 3 2.843

1401 - 2000 2.569 1.620 745 90 2 5.026 Oltre 2000 41 4 13 7 1 1 67

benzina o gas liquido totale 4.267 2.198 1.275 189 6 1 7.936

benzina o metano Fino a 1400 67 41 29 14 151

1401 - 2000 58 41 35 10 1 145 Oltre 2000 1 1

benzina o metano totale 125 82 64 25 1 297

gasolio Fino a 1400 1.658 18 71 2.907 2.530 2 7.186 1401 - 2000 6.785 3.069 16.854 21.799 2.180 1 50.688 Oltre 2000 3.284 825 3.011 3.220 166 5 10.511 Non identificato 15 15 gasolio totale 11.727 3.912 19.951 27.926 4.876 8 68.400 altre Non contemplato 2 2 altre totale 2 2

dato non identificato Fino a 1400 2 1 3

Non identificato 5 2 7

dato non

identificato totale

7 3 10

Agrigento totale 81.858 38.122 62.712 55.338 8.814 2 197 247.043

Caltanissetta benzina Fino a 1400 31.358 13.709 20.887 15.107 2.729 121 83.911 1401 - 2000 5.973 4.497 4.173 1.644 279 22 16.588 Oltre 2000 227 52 195 202 56 2 734 Non identificato 1 1 benzina totale 37.559 18.258 25.255 16.953 3.064 145 101.234

benzina o gas liquido Fino a 1400 992 262 239 45 1.538

1401 - 2000 1.359 893 397 67 4 2.720 Oltre 2000 18 2 12 2 1 1 36

benzina o gas liquido totale 2.369 1.157 648 114 5 1 4.294

benzina o metano Fino a 1400 54 31 39 19 1 144

1401 - 2000 72 71 70 21 234 Oltre 2000 3 2 5

benzina o metano totale 129 102 111 40 1 383

gasolio Fino a 1400 1.017 6 74 1.898 1.592 1 4.588 1401 - 2000 3.473 1.444 8.938 13.470 1.439 3 28.767 Oltre 2000 1.737 461 1.765 2.162 158 3 6.286

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 270

gasolio totale 6.227 1.911 10.777 17.530 3.189 7 39.641

dato non identificato Fino a 1400 2 2

Non identificato 1 1 1 3

dato non identif. totale 1 1 3 5

Caltanissetta totale 46.284 21.428 36.792 34.638 6.259 156 145.557

Catania benzina Fino a 1400 173.540 63.802 84.872 59.763 15.532 926 398.435 1401 - 2000 30.180 21.407 19.417 8.644 1.585 127 81.360 Oltre 2000 1.670 448 924 1.096 341 21 4.500 Non identificato 12 1 2 1 16 benzina totale 205.402 85.658 105.215 69.504 17.458 1.074 484.311

benzina o gas liquido Fino a 1400 7.464 1.765 1.242 80 1 9 10.561

1401 - 2000 9.192 4.366 1.574 115 2 6 15.255 Oltre 2000 171 29 44 10 3 1 258

benzina o gas liquido totale 16.827 6.160 2.860 205 6 16 26.074

benzina o metano Fino a 1400 163 163 130 20 4 480

1401 - 2000 201 167 82 37 1 1 489 Oltre 2000 5 5 1 1 12

benzina o metano totale 369 335 213 58 5 1 981

gasolio Fino a 1400 6.468 20 194 9.959 7.782 4 24.427 1401 - 2000 17.543 6.730 32.651 46.198 6.560 20 109.702 Oltre 2000 9.071 2.165 6.766 8.916 705 29 27.652 gasolio totale 33.082 8.915 39.611 65.073 15.047 53 161.781 altre Non contemplato 112 112 altre totale 112 112

dato non identificato Fino a 1400 16 4 20

1401 - 2000 2 2 Non identificato 5 6 11

dato non

identificato totale

23 10 33

Catania totale 255.703 101.068 147.899 134.840 32.516 112 1.154 673.292 Enna benzina Fino a 1400 22.510 8.527 12.486 8.975 1.126 27 53.651

1401 - 2000 3.269 2.402 2.023 979 100 1 8.774 Oltre 2000 115 32 57 78 14 2 298 Non identificato 1 1 benzina totale 25.894 10.961 14.566 10.032 1.240 31 62.724

benzina o gas liquido Fino a 1400 703 227 212 21 1 1.164

1401 - 2000 955 594 278 17 1 1.845 Oltre 2000 16 3 4 3 26

benzina o gas liquido totale 1.674 824 494 41 2 3.035

benzina o metano Fino a 1400 6 7 11 2 26

1401 - 2000 12 4 3 4 23

benzina o metano totale 18 11 14 6 49

gasolio Fino a 1400 779 13 60 1.206 905 2.963 1401 - 2000 2.256 1.218 6.469 8.668 755 1 19.367 Oltre 2000 1.053 265 1.098 1.249 52 2 3.719 Non identificato 1 1 gasolio totale 4.088 1.496 7.628 11.123 1.712 3 26.050 altre Non contemplato 3 3

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 271

altre totale 3 3

dato non identificato Non identificato 3 3

dato non

identificato totale

3 3

Enna totale 31.674 13.292 22.705 21.202 2.954 3 34 91.864 Messina benzina Fino a 1400 87.885 37.651 57.098 40.541 9.968 690 233.833

1401 - 2000 14.486 10.699 10.613 5.493 1.048 119 42.458 Oltre 2000 860 257 503 526 177 17 2.340 Non identificato 7 1 6 14 benzina totale 103.238 48.608 68.214 46.560 11.193 832 278.645

benzina o gas liquido Fino a 1400 1.673 629 686 98 15 3 3.104

1401 - 2000 2.748 1.673 837 152 5 1 5.416 Oltre 2000 78 23 25 5 1 132

benzina o gas liquido totale 4.499 2.325 1.548 255 21 4 8.652

benzina o metano Fino a 1400 37 20 10 5 3 75

1401 - 2000 29 14 12 4 1 60 Oltre 2000 1 3 4

benzina o metano totale 67 34 25 9 4 139

gasolio Fino a 1400 2.418 8 58 6.071 4.373 10 12.938 1401 - 2000 6.855 2.707 15.907 25.358 3.970 36 54.833 Oltre 2000 5.116 1.105 3.863 4.937 311 23 15.355 Non identificato 2 1 3 gasolio totale 14.389 3.820 19.830 36.366 8.654 70 83.129 altre Non contemplato 17 17 altre totale 17 17

dato non identificato Fino a 1400 17 1 4 22

1401 - 2000 1 1 2 Non identificato 3 4 7

dato non

identificato totale

21 1 9 31

Messina totale 122.214 54.787 89.618 83.190 19.872 17 915 370.613 Palermo benzina Fino a 1400 149.688 68.004 107.974 84.872 21.734 859 433.131

1401 - 2000 25.797 20.065 20.392 9.779 2.183 123 78.339 Oltre 2000 1.844 356 744 800 248 25 4.017 Non identificato 22 3 25 benzina totale 177.351 88.425 129.110 95.451 24.165 1.010 515.512

benzina o gas liquido Fino a 1400 2.538 925 785 76 8 3 4.335

1401 - 2000 3.558 2.047 810 108 4 4 6.531 Oltre 2000 100 13 19 3 2 2 139

benzina o gas liquido totale 6.196 2.985 1.614 187 14 9 11.005

benzina o metano Fino a 1400 93 60 49 7 6 1 216

1401 - 2000 71 41 27 11 2 152 Oltre 2000 3 3

benzina o metano totale 167 101 76 18 8 1 371

gasolio Fino a 1400 3.738 20 211 12.632 10.695 3 27.299 1401 - 2000 11.663 5.141 29.587 48.123 7.274 24 101.812 Oltre 2000 6.826 1.415 5.423 7.541 531 18 21.754 Non identificato 1 1 2

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 272

gasolio totale 22.228 6.576 35.222 68.296 18.500 45 150.867 altre Non contemplato 130 130 altre totale 130 130

dato non identificato Fino a 1400 18 10 28

1401 - 2000 1 1 Non identificato 8 6 14

dato non

identificato totale

26 1 16 43

Palermo totale 205.968 98.087 166.022 163.953 42.687 130 1.081 677.928 Ragusa benzina Fino a 1400 42.273 17.849 24.326 15.426 4.007 147 104.028

1401 - 2000 7.992 5.913 4.748 2.307 492 15 21.467 Oltre 2000 345 87 211 223 61 6 933 Non identificato 25 3 28 benzina totale 50.635 23.849 29.285 17.956 4.560 171 126.456

benzina o gas liquido Fino a 1400 914 315 290 40 3 2 1.564

1401 - 2000 2.097 1.106 488 93 8 1 3.793 Oltre 2000 50 11 15 6 1 83

benzina o gas liquido totale 3.061 1.432 793 139 12 3 5.440

benzina o metano Fino a 1400 20 16 28 14 5 83

1401 - 2000 67 58 44 31 1 201 Oltre 2000 3 1 4

benzina o metano totale 90 75 72 45 6 288

gasolio Fino a 1400 1.452 7 38 3.119 1.516 6.132 1401 - 2000 6.501 2.465 12.327 14.918 1.925 5 38.141 Oltre 2000 2.714 742 2.463 2.728 187 4 8.838 Non identificato 1 1 gasolio totale 10.667 3.214 14.829 20.765 3.628 9 53.112 altre Non contemplato 1 1 altre totale 1 1

dato non identificato Fino a 1400 15 15

Non identificato 2 2 4

dato non

identificato totale

17 2 19

Ragusa totale 64.470 28.570 44.979 38.905 8.206 1 185 185.316 Siracusa benzina Fino a 1400 51.892 22.238 32.949 21.004 5.806 257 134.146

1401 - 2000 9.504 7.677 7.660 3.308 580 29 28.758 Oltre 2000 389 118 271 285 83 7 1.153 Non identificato 2 2 benzina totale 61.787 30.033 40.880 24.597 6.469 293 164.059

benzina o gas liquido Fino a 1400 1.485 457 333 34 1 2.310

1401 - 2000 2.332 1.301 565 42 3 4 4.247 Oltre 2000 63 8 11 2 84

benzina o gas liquido totale 3.880 1.766 909 78 4 4 6.641

benzina o metano Fino a 1400 28 18 22 4 4 76

1401 - 2000 31 29 16 8 2 86 Oltre 2000 1 1

benzina o metano totale 59 47 38 13 6 163

gasolio Fino a 1400 1.547 5 57 4.571 1.825 1 8.006

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 273

1401 - 2000 5.410 2.564 15.092 19.043 2.415 6 44.530 Oltre 2000 3.024 990 3.190 3.323 201 3 10.731 Non identificato 3 3 gasolio totale 9.981 3.559 18.342 26.937 4.441 10 63.270 altre Non contemplato 5 5 altre totale 5 5

dato non identificato Fino a 1400 6 1 7

1401 - 2000 2 2 Non identificato 1 2 3

dato non

identificato totale

9 3 12

Siracusa totale 75.716 35.405 60.169 51.625 10.920 5 310 234.150 Trapani benzina Fino a 1400 60.091 26.451 35.347 23.604 5.577 254 151.324

1401 - 2000 8.938 7.005 6.275 2.433 477 33 25.161 Oltre 2000 435 95 202 233 56 10 1.031 Non identificato 4 1 5 benzina totale 69.468 33.551 41.824 26.270 6.110 298 177.521

benzina o gas liquido Fino a 1400 1.712 645 515 34 6 2 2.914

1401 - 2000 2.627 1.466 549 32 10 1 4.685 Oltre 2000 50 7 5 4 66

benzina o gas liquido totale 4.389 2.118 1.069 70 16 3 7.665

benzina o metano Fino a 1400 63 34 17 1 3 118

1401 - 2000 40 23 9 3 75 Oltre 2000 1 1 2

benzina o metano totale 104 58 26 4 3 195

gasolio Fino a 1400 1.482 9 52 3.814 2.886 8.243 1401 - 2000 6.335 2.643 15.518 20.617 2.564 13 47.690 Oltre 2000 3.048 768 2.533 2.951 189 10 9.499 gasolio totale 10.865 3.420 18.103 27.382 5.639 23 65.432 altre Non contemplato 1 1 altre totale 1 1

dato non identificato Fino a 1400 1 1

1401 - 2000 2 1 3 Non identificato 6 2 8

dato non

identificato totale

9 1 2 12

Trapani totale 84.835 39.147 61.022 53.727 11.768 1 326 250.826

Sicilia totale 968.722 429.906 691.918 637.418 143.996 271 4.358 2.876.589

Tabella - Autovetture distinte per provincia alimentazione e fascia di cilindrata. Anno 2005

I dati provinciali delle autovetture alimentate a benzina del 2005 possono essere schematizzati in nelle figure seguenti (un grafico per ogni provincia).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 274

AGRIGENTOBenzina Totale

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

CALTANISSETTA Benzina Totale

05.000

10.00015.00020.00025.00030.00035.00040.000

EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

CATANIA Benzina Totale

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 275

ENNA Benzina Totale

0

5.000

10.000

15.000

20.000

25.000

30.000

EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

MESSINA Benzina Totale

0

20.000

40.000

60.000

80.000

100.000

120.000

EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

PALERMO Benzina Totale

020.00040.00060.00080.000

100.000120.000140.000160.000180.000200.000

EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 276

RAGUSA Benzina Totale

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

SIRACUSA Benzina Totale

0

10.000

20.000

30.000

40.000

50.000

60.000

70.000

EURO 0 EURO 1 EURO 2 EURO 3 EURO 4

Figura– Dati provinciali delle autovetture alimentate a benzina del 2005

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 277

ALLEGATO 5

Vendita di carburante per autotrazione in Italia ed in Sicilia negli anni 1997-2005 Nelle tabelle seguenti è indicato il trend (1997-2005) dei consumi mensili nazionali distinti per categoria di

combustibile ed il consumo regionale dei combustibili.

CONSUMI DI CARBURANTE IN ITALIA PER MESE

(Benzina senza piombo: migliaia di tonnellate)

MESI 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

Gennaio 610.0 735.0 767.0 851.0 997.0 1.295.0 1.236.0 1.158.0 1.034.0

Febbraio 617.0 716.0 769.0 896.0 956.0 1.184.0 1.148.0 1.082.0 984.0

Marzo 684.0 803.0 906.0 993.0 993.0 1.359.0 1.236.0 1.248.0 1.175.0

Aprile 748.0 857.0 915.0 981.0 1.080.0 1.338.0 1.342.0 1.262.0 1.106.0

Maggio 738.0 796.0 876.0 1013.0 1.126.0 1.388.0 1.337.0 1.224.0 1.186.0

Giugno 732.0 864.0 949.0 1.041.0 1.134.0 1.309.0 1.302.0 1.271.0 1.181.0

Luglio 831.0 933.0 995.0 1.050.0 1.196.0 1.481.0 1.422.0 1.322.0 1.196.0

Agosto 776.0 869.0 941.0 1.090.0 1.285.0 1.421.0 1.308.0 1.207.0 1.193.0

Settembre 783.0 873.0 928.0 1.023.0 1.078.0 1.306.0 1.302.0 1.216.0 1.137.0

Ottobre 795.0 874.0 913.0 1.028.0 1.185.0 1.405.0 1.323.0 1.169.0 1.094.0

Novembre 699.0 812.0 904.0 971.0 1.090.0 1.220.0 1.157.0 1.127.0 1.055.0

Dicembre 837.0 948.0 1.005.0 1.065.0 1.181.0 1.361.0 1.325.0 1.246.0 1.120.0

Tabella a - consumi di carburante in Italia per mese

(Gasolio: migliaia di tonnellate)

MESI 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

Gennaio 1.190.0 1.305.0 1.300.0 1.328.0 1.480.0 1.767.0 1.756.0 1.798.0 1.786.0

Febbraio 1.235.0 1.349.0 1.423.0 1.524.0 1.497.0 1.668.0 1.809.0 1.857.0 1.875.0

Marzo 1.225.0 1.530.0 1.630.0 1.640.0 1.699.0 1.835.0 1.889.0 2.077.0 2.115.0

Aprile 1.285.0 1.409.0 1.431.0 1.390.0 1.550.0 1.725.0 1.817.0 1.971.0 2.003.0

Maggio 1.292.0 1.330.0 1.429.0 1.613.0 1.704.0 1.877.0 1.941.0 2.008.0 2.137.0

Giugno 1.307.0 1.466.0 1.533.0 1.601.0 1.696.0 1.782.0 1.828.0 2.045.0 2.081.0

Luglio 1.440.0 1.526.0 1.565.0 1.585.0 1.794.0 1.913.0 2.004.0 2.162.0 2.132.0

Agosto 1.022.0 1.086.0 1.217.0 1.349.0 1.497.0 1.477.0 1.507.0 1.733.0 1.838.0

Settembre 1.438.0 1.485.0 1.600.0 1.548.0 1.751.0 1.778.0 1.921.0 2.051.0 2.114.0

Ottobre 1.475.0 1.570.0 1.609.0 1.599.0 1.840.0 1.988.0 2.132.0 2.042.0 2.115.0

Novembre 1.422.0 1.526.0 1.613.0 1.584.0 1.852.0 1.855.0 1.875.0 2.098.0 2.108.0

Dicembre 1.470.0 1.539.0 1.622.0 1.543.0 1.729.0 1.841.0 1.891.0 2.020.0 2.104.0 Tabella b - Consumi di gasolio in Italia per mese

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 278

CONSUMI DI CARBURANTE IN ITALIA PER MESE (GPL: tonnellate)

MESI 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

Gennaio 99.200 114.695 108.042 111.000 116.149 115.000 107.000 96.000 82.000

Febbraio 94.300 114.377 107.051 112.000 107.214 100.000 97.000 90.000 79.000

Marzo 96.600 123.458 119.937 123.000 119.127 112.000 105.000 96.000 90.000

Aprile 106.300 112.571 116.963 116.000 117.142 114.000 106.000 93.000 88.000

Maggio 92.800 101.952 108.042 123.000 118.134 116.000 104.000 94.000 89.000

Giugno 89.700 110.447 111.016 120.000 126.999 101.000 97.000 88.000 85.000

Luglio 105.800 115.757 112.999 118.000 116.149 116.000 103.000 88.000 85.000

Agosto 99.100 108.323 108.042 123.000 116.149 115.000 96.000 87.000 88.000

Settembre 101.500 107.261 112.160 117.000 105.229 111.000 96.000 86.000 89.000

Ottobre 105.700 110.447 112.999 121.000 118.134 112.000 100.000 86.000 88.000

Novembre 94.900 95.580 112.999 116.000 114.163 99.000 89.000 85.000 84.000

Dicembre 114.000 112.571 123.902 124.000 117.142 110.000 102.000 92.000 88.000 Tabella c - Consumi di GPL in Italia per mese

Consumi nazionali di carburante

5.000.000

10.000.000

15.000.000

20.000.000

25.000.000

30.000.000

35.000.000

2002

2000

1998

1996

1994

1992

1990

1988

1986

1984

1982

1980

tonn

ella

te

Benzine Gasoli Olio Combustibile GPL e Lubrificanti

Figura– Consumi nazionali di carburamte disaggregati per tipologia

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 279

CONSUMI DI CARBURANTE IN ITALIA NELLE REGIONI

(Gasolio: migliaia di tonnellate)

REGIONI 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005*

Piemonte 1.196.2 1.341.8 1.388.7 1.431.0 1.554.0 1.570.6 1.704.3 1.672.7 1.779.0

Valle D'Aosta 56.4 64.2 74.6 80.3 83.4 110.1 102.5 130.0 122.8

Lombardia 2.647.8 2.862.9 2.909.9 2.983.5 3.322.4 3.536.3 3.682.1 3.963.9 4.016.1

Trentino A.A. 459.3 480.0 493.8 527.0 552.0 564.9 615.0 602.8 641.0

Veneto 1.380.4 1.583.3 1.706.9 1.716.3 1.811.4 1.882.9 2.024.2 2.156.9 2.177.2

Friuli V.G. 264.0 283.2 296.8 297.9 318.0 363.7 366.5 367.2 394.9

Liguria 480.9 515.2 532.2 530.3 586.0 510.6 608.6 531.7 594.1

Emilia Romagna 1.416.7 1.536.5 1.730.7 1.792.9 2.013.7 2.240.9 2.262.5 2.628.1 2.558.6

Toscana 940.1 1.023.2 1.077.5 1.109.0 1.222.0 1.306.1 1.360.7 1.517.9 1.501.8

Umbria 304.2 337.6 361.4 399.2 429.2 415.7 465.5 438.5 474.6

Marche 475.3 508.5 554.6 575.7 601.6 712.1 706.9 765.7 785.2

Lazio 1.503.2 1.601.0 1.618.2 1.570.3 1.929.7 2.302.8 2.170.9 2.484.2 2.500.0

Abruzzo 374.2 420.0 442.1 484.3 508.3 543.6 574.7 684.2 645.9

Molise 93.2 94.1 97.6 106.3 111.1 120.2 126.3 115.7 130.5

Campania 1.184.4 1.319.6 1.374.0 1.373.9 1.474.6 1.558.2 1.648.6 1.643.9 1.744.3

Puglia 945.8 1.028.3 1.062.7 1.137.1 1.238.0 1.247.8 1.355.4 1.397.1 1.436.9

Basilicata 144.8 149.0 155.0 168.4 177.6 199.0 203.9 180.3 210.3

Calabria 418.7 423.6 423.5 430.8 457.4 536.4 533.0 617.2 605.3

Sicilia 919.9 993.4 1.013.3 1.055.7 1.190.6 1.267.7 1.314.6 1.502.6 1.465.4

Sardegna 382.0 406.8 580.0 479.9 477.2 497.0 544.0 628.1 598.1

Enti statali 213.8 149.3 78.2 54.3 30.6 24.3 40.9 5.8 26.0

ITALIA 15.801.0 17.121.3 17.971.7 18.304.0 20.088.7 21.510.9 22.411.0 24.034.6 24.408.0 Tabella - Consumi di carburante nelle Regioni

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 280

CONSUMI DI CARBURANTE IN ITALIA NELLE REGIONI GPL: tonnellate

REGIONI 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005*

Piemonte 59.019 75.503 74.199 69.187 57.155 55.492 44.117 44.894

Valle D'Aosta ,, 137 ,, 553 75 276 135 142

Lombardia 146.550 132.910 143.860 133.486 118.839 110.826 118.378 100.336

Trentino A.A. 8.069 10.294 6.142 5.788 6.401 5.354 16.181 8.284

Veneto 87.578 84.316 85.467 80.333 69.409 65.770 55.469 54.640

Friuli V.G. 13.225 10.246 10.374 10.205 8.500 8.216 5.787 6.424

Liguria 9.192 12.608 10.986 15.018 9.676 10.846 13.435 9.883

Emilia Romagna 238.262 189.473 200.366 208.139 190.044 174.890 157.339 149.803

Toscana 85.488 71.780 63.148 54.370 45.287 43.771 39.236 36.850

Umbria 24.583 23.931 28.426 26.741 24.739 22.611 19.048 19.008

Marche 63.886 57.179 54.781 52.721 51.125 45.611 47.283 41.428

Lazio 211.476 226.392 255.819 243.250 237.598 211.198 186.904 182.064

Abruzzo 44.625 47.848 48.289 48.689 44.141 40.773 32.468 33.567

Molise 4.636 5.160 6.754 4.726 4.484 4.045 4.038 3.613

Campania 119.836 149.387 170.576 167.169 187.408 155.737 169.311 147.283

Puglia 113.534 120.623 123.791 119.943 112.605 102.140 81.438 84.652

Basilicata 8.385 9.530 10.265 9.643 9.773 8.528 6.874 7.189

Calabria 22.861 25.596 26.775 27.294 23.560 22.336 16.521 17.830

Sicilia 44.955 76.430 76.463 86.679 86.600 76.108 71.394 67.127

Sardegna 21.282 24.810 27.519 27.796 25.643 23.472 20.608 19.982

ITALIA 1.327.442 1.354.153 1.424.000 1.391.730 1.313.062 1.188.000 1.105.964 1.035.000 Tabella b - Consumi di carburante nelle Regioni

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 281

CONSUMI DI CARBURANTE IN ITALIA NELLE REGIONI (Benzina senza piombo: migliaia di tonnellate)

REGIONI 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005*

Piemonte 778.1 878.0 933.9 1.001.7 1.074.9 1.192.7 1.206.6 1.070.4 1.015.5

Valle D'Aosta 34.1 38.8 40.3 49.1 47.5 55.8 56.2 53.1 48.4

Lombardia 1.668.2 1.890.8 1.994.8 2.150.2 2.364.6 2.710.4 2.666.6 2.357.9 2.262.7

Trentino A.A. 212.8 231.5 241.9 248.2 258.4 285.7 292.4 252.8 243.1

Veneto 816.6 923.4 978.8 1.040.9 1.128.1 1.300.7 1.280.5 1.203.9 1.108.4

Friuli V.G. 201.1 264.4 302.2 339.5 382.3 449.8 432.4 407.2 377.4

Liguria 289.8 326.4 347.9 376.8 407.7 479.4 466.4 417.4 398.8

Emilia Romagna 842.0 947.7 997.8 1.042.4 1.110.1 1.287.5 1.269.5 1.210.1 1.103.4

Toscana 758.6 856.7 920.0 987.3 1.057.3 1.200.9 1.197.8 1.078.0 1.017.5

Umbria 131.5 149.8 163.3 179.7 194.1 239.3 226.3 216.8 199.8

Marche 239.1 271.9 290.7 312.4 338.3 434.4 400.4 371.6 352.8

Lazio 873.6 1.008.2 1.116.4 1.285.0 1.474.8 1.761.9 1.668.8 1.556.2 1.459.2

Abruzzo 184.2 212.7 228.7 254.3 280.8 332.0 320.0 320.2 284.9

Molise 29.5 34.0 36.4 41.3 46.3 60.8 54.8 56.3 50.3

Campania 461.0 534.7 621.0 746.3 870.4 1.131.2 1.014.1 1.074.7 943.5

Puglia 385.0 441.2 500.0 593.9 681.5 888.8 798.7 819.2 734.1

Basilicata 52.3 59.3 66.5 76.1 85.7 115.3 102.2 102.6 93.7

Calabria 191.6 221.2 248.3 290.5 325.2 431.3 386.4 398.7 356.2

Sicilia 508.4 586.3 665.5 788.3 895.7 1.200.6 1.064.6 1.136.2 996.5

Sardegna 227.8 264.3 296.8 343.4 385.6 470.3 442.6 448.6 398.9

Enti statali 17.2 19.8 22.2 24.6 31.3 24.1 29.5 0.9 15.6 ITALIA 8.902.2 10.161.1 11.013.4 12.171.7 13.440.2 16.052.9 15.377.0 14.553.0 13.461.0

Fonte: Elaborazioni ACI su dati Bollettino Petrolifero * Valori stimati

Tabella c - Consumi di carburante nelle Regioni

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 282

Il dato relativo al carburante per autotrazione venduto nella regione Sicilia, suddiviso per provincia e per tipo

(benzina, gasolio, GPL) è stato tratto dal Bollettino Petrolifero ed è stato riportato nelle tabelle seguenti (anni 1998-2002). Nelle seguenti si riportano i dati regionali dei consumi di carburante distinti per categoria di combustibile.

VENDITE DI BENZINA (in tonnellate) GENNAIO - DICEMBRE 2002

PROVINCIA TOTALE RETE ORDINARIA

RETE AUTOSTRADALE

EXTRA RETE

AGRIGENTO 94.748 90.383 4.365

CALTANISSETTA 47.330 46.801 529

CATANIA 311.281 293.106 10.648 7.527

ENNA 28.025 25.070 2.922 33

MESSINA 160.884 137.022 18.385 5.477

PALERMO 273.924 263.359 6.254 4.311

RAGUSA 113.600 106.773 6.827

SIRACUSA 72.491 67.129 5.362

TRAPANI 98.291 96.048 2.243

TOTALE 1.200.574 1.125.691 38.209 36.674 Tabella– Vendita benzina 2002

VENDITE DI BENZINA (in tonnellate)

GENNAIO - DICEMBRE 2001 BENZINA TOTALE DI CUI SENZA PIOMBO

PROVINCIA TOTALE RETE ORDINARIA

RETE AUTOSTR.

EXTRARETE TOTALE RETE

ORDINARIA RETE

AUTOSTR. EXTRARETE

AGRIGENTO 90.044 85.050 4.994 66.154 62.712 3.442 CALTANISSETTA 49.190 48.350 840 37.361 36.680 681

CATANIA 302.836 287.216 11.714 3.906 221.818 208.648 10.221 2.949 ENNA 27.177 24.008 3.165 4 20.113 17.243 2.866 4

MESSINA 164.433 139.374 19.216 5.843 124.102 103.058 17.025 4.019 PALERMO 277.316 265.331 6.999 4.986 218.245 208.188 6.234 3.823 RAGUSA 102.831 95.465 7.366 74.242 71.649 2.593

SIRACUSA 71.964 69.778 2.186 55.229 53.526 1.703 TRAPANI 102.573 101.067 1.506 78.425 77.159 1.266 TOTALE 1.188.364 1.115.639 41.094 31.631 895.689 838.863 36.346 20.480

Tabella– Vendita benzina 2001

VENDITE DI BENZINA (in tonnellate) GENNAIO - DICEMBRE 2000

BENZINA TOTALE DI CUI SENZA PIOMBO

PROVINCIA TOTALE RETE RETE EXTRA

TOTALERETE RETE EXTRA

ORDINARIA AUTOSTR. RETE ORDINAR. AUTOSTR. RETE

AGRIGENTO 92.460 88.447 4.013 59.628 57.149 2.479

CALTANISSETTA 50.230 50.145 85 32.893 32.843 50

CATANIA 308.167 291.729 12.194 4.244 193.775 181.375 9.850 2.550

ENNA 26.693 23.487 3.206 17.427 14.675 2.752

MESSINA 165.933 141.162 19.140 5.631 109.353 90.286 15.587 3.480

PALERMO 279.495 267.420 7.247 4.828 191.393 182.463 6.055 2.875

RAGUSA 103.337 98.644 4.693 65.453 62.178 3.275

SIRACUSA 73.089 69.712 3.377 49.233 47.255 1.978

TRAPANI 102.801 101.384 1.417 69.175 68.146 1.029

TOTALE 1.202.205 1.132.130 41.787 28.288 788.330 736.370 34.244 17.716 Tabella – Vendita benzina 2000

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 283

VENDITE DI BENZINA (in tonnellate) GENNAIO - DICEMBRE 1999

BENZINA TOTALE DI CUI SENZA PIOMBO

PROVINCIA TOTALE RETE ORDINARIA

RETE AUTOSTR.

EXTRARETE TOTALE RETE

ORDINARIA RETE

AUTOSTR. EXTRARETE

AGRIGENTO 99.490 97.183 2.307 52.004 51.014 990 CALTANISSETTA 53.935 53.914 21 28.752 28.743 9

CATANIA 315.945 298.331 13.080 4.534 158.716 146.840 9.327 2.549 ENNA 28.566 25.118 3.448 15.692 12.797 2.727 168

MESSINA 172.152 146.547 20.708 4.897 94.339 76.769 15.036 2.534 PALERMO 287.965 273.831 7.933 6.201 161.661 152.375 5.978 3.308 RAGUSA 98.866 95.500 3.366 50.207 48.662 1.545

SIRACUSA 79.247 75.302 3.945 44.324 42.364 1.960 TRAPANI 108.042 106.893 1.149 59.770 59.343 427 TOTALE 1.244.208 1.172.619 45.169 26.420 665.465 618.907 33.068 13.490

Tabella– Vendita benzina 1999 VENDITE DI BENZINA (in tonnellate)

GENNAIO - DICEMBRE 1998 BENZINA TOTALE DI CUI SENZA PIOMBO

PROVINCIA TOTALE RETE ORDINARIA

RETE AUTOSTR.

EXTRARETE TOTALE RETE

ORDINARIA RETE

AUTOSTR. EXTRARETE

AGRIGENTO 99.678 99.639 39 45.306 45.291 13 2 CALTANISSETTA 54.243 54.216 27 25.595 25.589 6

CATANIA 296.469 280.900 13.685 1.884 130.917 120.339 9.427 1.151 ENNA 28.563 25.065 3.497 1 14.125 11.477 2.647 1

MESSINA 173.691 151.278 21.007 1.406 85.122 70.001 14.167 954 PALERMO 296.639 284.394 7.843 4.402 147.707 139.504 5.950 2.253 RAGUSA 97.342 95.434 81 1.827 43.148 42.486 16 646

SIRACUSA 82.269 80.906 1.363 41.038 39.280 155 1.603 TRAPANI 106.974 103.790 2.503 681 53.351 52.890 125 336 TOTALE 1.235.868 1.175.622 48.616 11.630 586.309 546.857 32.500 6.952

Tabella – Vendita benzina 199 VENDITE DI GASOLIO (in tonnellate)

GENNAIO - DICEMBRE 2002 GASOLIO MOTORI GASOLIO ALTRI USI

PROVINCIA GASOL. TOTALE G.MOT.RETE ORD. G.MOT.RETE AUT. G.MOT.

EX.RETE GASOL.

RISC. GASOL.

AGR. AGRIGENTO 92.109 64.115 27.994 570 16.139

CALTANISSETTA 43.975 37.643 6.332 93 7.418 CATANIA 316.947 167.831 17.028 132.088 4.766 27.619

ENNA 36.671 16.119 8.693 11.859 587 13.601 MESSINA 174.724 67.950 31.870 74.904 1.852 1.458 PALERMO 188.565 123.874 11.611 53.080 975 15.836 RAGUSA 152.273 85.780 66.493 5.773 15.023

SIRACUSA 162.135 40.551 121.584 20.478 11.564 TRAPANI 100.299 67.185 33.114 209 24.051 TOTALE 1.267.698 671.048 69.202 527.448 35.303 132.709

Tabella – Vendita gasolio 2002

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 284

VENDITE DI GASOLIO (in tonnellate)

GENNAIO - DICEMBRE 2001 GASOLIO MOTORI GASOLIO ALTRI USI

PROVINCIA TOTALE RETE

ORDINARIA RETE

AUTOSTR. EXTRA RETE

RISCALD. AGRICOLO

AGRIGENTO 83.267 59.029 24.238 989 12.445 CALTANISSETTA 43.602 37.656 5.946 385 5.489

CATANIA 329.469 161.595 18.329 149.545 21.873 31.282 ENNA 31.098 14.504 8.509 8.085 1.154 10.492

MESSINA 158.522 64.519 30.280 63.723 3.524 801 PALERMO 167.206 117.078 11.525 38.603 4.751 10.005 RAGUSA 134.958 76.345 58.613 10.311 18.856

SIRACUSA 150.616 39.300 111.316 45.720 7.974 TRAPANI 91.828 65.765 26.063 703 20.459 TOTALE 1.190.566 635.791 68.643 486.132 89.410 117.803

Tabella – Vendita gasolio 2001

VENDITE DI GASOLIO (in tonnellate) GENNAIO - DICEMBRE 2000

GASOLIO MOTORI GASOLIO ALTRI USI

PROVINCIA GASOL. TOTALE

G.MOT.RETE ORD.

G.MOT.RETE AUT.

G.MOT. EX.RETE

GASOL. RISC. GASOL. AGR.

AGRIGENTO 77.738 55.815 21.923 723 12.871 CALTANISSETTA 38.325 35.335 2.990 424 6.768

CATANIA 318.198 152.631 16.189 149.378 32.767 39.623 ENNA 27.537 12.864 8.116 6.557 1.049 10.808

MESSINA 157.956 61.745 28.747 67.464 2.326 1.071 PALERMO 155.236 111.212 10.505 33.519 1.953 13.479 RAGUSA 117.182 73.083 44.099 10.188 23.151

SIRACUSA 82.129 35.986 46.143 4.551 12.606 TRAPANI 81.420 61.292 20.128 366 22.978 TOTALE 1.055.721 599.963 63.557 392.201 54.347 143.355

Tabella – Vendita gasolio 2000 VENDITE DI GASOLIO (in tonnellate)

GENNAIO - DICEMBRE 1999 GASOLIO MOTORI GASOLIO ALTRI USI

PROVINCIA TOTALE RETE ORDINARIA

RETE AUTOSTR.

EXTRARETE RISCALD. AGRICOLO

AGRIGENTO 77.439 55.775 21.664 490 11.685 CALTANISSETTA 37.770 34.685 3.085 647 8.457

CATANIA 305.895 142.737 15.690 147.468 34.180 34.579 ENNA 28.134 12.803 7.685 7.646 1.088 9.793

MESSINA 157.205 59.591 27.688 69.926 999 1.163 PALERMO 147.450 107.023 9.638 30.789 119 15.478 RAGUSA 105.748 63.889 41.859 10.813 27.005

SIRACUSA 75.536 36.192 39.344 4.328 14.042 TRAPANI 78.148 60.570 17.578 340 22.863 TOTALE 1.013.325 573.265 60.701 379.359 53.004 145.065

Tabella – Vendita gasolio 1999

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 285

VENDITE DI GASOLIO (in tonnellate) GENNAIO - DICEMBRE 1998

GASOLIO MOTORI GASOLIO ALTRI USI

PROVINCIA TOTALE RETE ORDINARIA

RETE AUTOSTR.

EXTRA RETE RISCALD. AGRICOLO

AGRIGENTO 80.403 57.234 23.169 1.574 14.604

CALTANISSETTA 37.048 32.721 4.327 664 8.519

CATANIA 283.853 132.617 17.428 133.808 27.882 30.658

ENNA 28.457 12.103 7.483 8.871 273 11.584

MESSINA 144.420 58.648 24.754 61.018 719 1.289

PALERMO 159.336 110.792 9.517 39.027 463 16.490

RAGUSA 107.691 57.619 50.072 6.573 23.585

SIRACUSA 73.515 36.597 36.918 1.873 9.685

TRAPANI 78.671 59.204 19.467 624 22.741

TOTALE 993.394 557.535 59.182 376.677 40.645 139.155

Tabella – Vendita gasolio 1998

VENDITE DI OLIO COMBUSTIBILE E ALTRI PRODOTTI GENNAIO - DICEMBRE 2002

OLIO COMB. G.P.L. LUBRIFICANTI

PROVINCIA TOTALE DENSO

BTZ TOTALE AUTOTRAZIONEAUTOTRAZIONE

RETE TOTALE RETE EXTRARETE

AGRIGENTO 37.739 37.721 15.112 4.681 2.915 1.792 270 1.522 CALTANISSETTA 1.719 1.696 9.277 1.501 1.270 1.203 158 1.046

CATANIA 32.686 25.917 75.256 26.940 9.864 5.173 553 4.620 ENNA 455 455 22.253 8.082 2.083 2.421 100 2.320

MESSINA 1.268.545 317.641 25.404 7.250 7.156 2.886 501 2.385 PALERMO 524.416 523.412 54.892 15.939 7.737 4.043 658 3.385 RAGUSA 39.641 2.300 28.464 13.065 9.835 1.782 154 1.628

SIRACUSA 528.712 274.204 10.371 3.706 3.554 1.786 207 1.579 TRAPANI 12.944 12.794 16.309 5.436 5.399 2.069 291 1.778 TOTALE 2.446.857 1.196.140 257.338 86.600 49.813 23.155 2.892 20.263

Tabella– Vendita GPL 2002

VENDITE DI OLIO COMBUSTIBILE E ALTRI PRODOTTI

GENNAIO - DICEMBRE 2001 OLIO COMB. G.P.L. LUBRIFICANTI

PROVINCIA TOTALE DENSO

BTZ TOTALE AUTOTRAZIONE

AUTOTRAZIONERETE

TOTALE RETE EXTRA RETE

AGRIGENTO 58.873 58.873 17.125 5.725 3.661 1.897 338 1.558

CALTANISSETTA 10.451 1.603 1.374 1.288 173 1.115

CATANIA 44.987 36.726 75.398 25.823 12.865 4.941 500 4.441

ENNA 332 332 21.150 5.651 2.661 591 82 509

MESSINA 1.398.438 490.618 26.607 8.073 7.723 2.749 509 2.240

PALERMO 480.234 469.593 55.050 16.866 8.348 4.662 756 3.906

RAGUSA 720 720 28.270 13.127 10.139 2.043 267 1.776

SIRACUSA 261.762 147.330 10.990 3.648 3.648 1.834 211 1.623

TRAPANI 2.396 2.371 18.182 6.163 2.466 2.309 322 1.987

TOTALE 2.247.742 1.206.563 263.224 86.679 52.886 22.314 3.159 19.155

Tabella – Vendita GPL 2001

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 286

VENDITE DI OLIO COMBUSTIBILE E ALTRI PRODOTTI

GENNAIO - DICEMBRE 2000 OLIO COMB. G.P.L. LUBRIFICANTI

PROVINCIA TOTALE DENSO BTZ TOTALE AUTOTRAZIONE AUTOTRAZIONE

RETE TOTALE RETE EXTRA RETE

AGRIGENTO 60.650 60.650 15.897 3.150 2.650 2.113 370 1.743

CALTANISSETTA 10.764 2.499 2.293 1.443 269 1.174

CATANIA 45.289 38.592 74.534 20.406 12.751 6.521 817 5.704

ENNA 18.951 3.023 3.023 2.389 162 2.227

MESSINA 1.364.713 573.837 25.857 8.884 7.549 3.230 645 2.586

PALERMO 328.905 318.912 59.200 18.203 8.823 5.201 886 4.315

RAGUSA 877 877 23.581 9.683 8.766 2.096 220 1.876

SIRACUSA 213.330 111.108 17.624 5.207 4.587 2.107 294 1.814

TRAPANI 1.733 1.706 16.959 5.407 5.107 2.854 469 2.385

TOTALE 2.015.497 1.105.682 263.367 76.463 55.551 27.955 4.131 23.824

Tabella – Vendita GPL 2000

VENDITE DI OLIO COMBUSTIBILE E ALTRI PRODOTTI GENNAIO - DICEMBRE 1999

OLIO COMB. G.P.L. LUBRIFICANTI

PROVINCIA TOTALE DENSO BTZ TOTALE AUTOTRA

ZIONE TOTALE RETE EXTRA RETE

AGRIGENTO 151.435 131.249 16.317 2.160 2.066 421 1.645

CALTANISSETTA 534 534 11.214 2.320 1.472 288 1.185

CATANIA 46.090 35.908 74.696 24.127 6.062 992 5.069

ENNA 26 26 17.802 2.845 2.620 169 2.451

MESSINA 1.062.130 342.620 28.040 7.473 3.670 723 2.947

PALERMO 571.678 233.759 63.421 20.174 5.411 1.030 4.381

RAGUSA 1.245 1.245 20.843 6.448 2.028 258 1.770

SIRACUSA 244.226 85.344 18.865 6.672 2.315 329 1.986

TRAPANI 890 864 15.889 4.210 2.771 545 2.226

TOTALE 2.078.254 831.549 267.086 76.430 28.416 4.755 23.661

Tabella– Vendita GPL 1999

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 287

VENDITE DI OLIO COMBUSTIBILE E ALTRI PRODOTTI

GENNAIO - DICEMBRE 1988 OLIO COMB. G.P.L. LUBRIFICANTI

PROVINCIA TOTALE DENSO BTZ TOTALE AUTO

TRA ZIONE TOTALE RETE EXTRA RETE

AGRIGENTO 119.696 108.852 16.545 2.367 1.956 495 1.462

CALTANISSETTA 12.801 1.915 1.644 248 1.396

CATANIA 47.174 16.761 69.298 11.916 6.056 952 5.104

ENNA 27 27 17.848 2.552 2.908 167 2.741

MESSINA 1.739.050 816.170 27.747 5.964 3.389 738 2.652

PALERMO 733.162 234.241 54.762 8.998 5.289 1.091 4.198

RAGUSA 1.169 872 17.924 4.870 2.073 323 1.750

SIRACUSA 300.671 103.292 17.614 4.136 2.455 393 2.062

TRAPANI 1.425 26 13.926 2.235 2.579 511 2.069

TOTALE 2.942.374 1.280.241 248.463 44.955 28.351 4.918 23.434

Tabella – Vendita GPL 1998 Dal 1998 al 2002 la vendita di benzina vede un decremento in tutte le province ad eccezione della provincia di

Ragusa e di Catania. Per quanto concerne il gasolio invece si è verificato un incremento della vendita in tutte le province.

Totale Benzina

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

1998 1999 2000 2001 2002

Anni

AGRIGENTO

CALTANISSETTA

CATANIA

ENNA

MESSINA

PALERMO

RAGUSA

SIRACUSA

TRAPANI

Figura - Benzina venduta nella regione Sicilia negli anni 1998-2002, suddivisione per provincia

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 288

Totale Gasolio

0

50.000

100.000

150.000

200.000

250.000

300.000

350.000

1998 1999 2000 2001 2002

Anni

AGRIGENTO

CALTANISSETTA

CATANIA

ENNA

MESSINA

PALERMO

RAGUSA

SIRACUSA

TRAPANI

Figura - Gasolio venduto nella regione Sicilia negli anni 1998-2002, suddivisione per provincia

La provincia di Catania vede una vendita di gasolio doppia rispetto a quella di Palermo e Messina e decisamente superiore rispetto alle altre.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 289

ALLEGATO 6

Valutazione preliminare e zonizzazione

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 290

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 291

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 292

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 293

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 294

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 295

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 296

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 297

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 298

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 299

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 300

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 301

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 302

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 303

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 304

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 305

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 306

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 307

ALLEGATO 7

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 308

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 309

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 310

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 311

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 312

ALLEGATO 8 D.D.U.S. n° 07 del 14 giugno 2006

REPUBBLICA ITALIANA

REGIONE SICILIANA

ASSESSORATO TERRITORIO E AMBIENTE

UFFICIO SPECIALE AREE AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE

IL DIRIGENTE PREPOSTO Visto lo Statuto della Regione Siciliana; Vista la Legge Regionale n. 2 del 10/04/1978; Vista la Legge Regionale n. 39 del 18/05/1977; Vista la Legge Regionale n. 78 del 04/08/1980; Visto il Decreto Presidente della Repubblica n. 203 del 24/05/1988; Vista la Legge n. 288 del 4/08/1989; Visto il Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri del 21/07/1989; Visto il Decreto del Ministro dell'Ambiente del 12 luglio 1990; Visto il Decreto del Presidente della Repubblica del 25 luglio 1991; Visto il D.A. n. 409/17 del 14 luglio 1997, col quale sono stati individuati gli adempimenti a carico delle imprese per la verifica delle emissioni diffuse di polveri; Visto il D.A. n. 31/17 del 25/01/99, con il quale sono stati individuati i contenuti delle relazioni di analisi, nonché le condizioni e le modalità di effettuazione dei campionamenti, le metodiche e l'esposizione dei risultati analitici; Visto il D.M. del 25/08/2000 “Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione degli inquinanti ai sensi del D.P.R. 203/88”; Visto il D.A. n. 232/17 del 18/04/2001 recante direttive per il rilascio delle autorizzazioni ai sensi del D.P.R. 203/88; Vista la circolare dell’ARTA n. 6526/U del 30/03/1996 relativa alla fissazione dei limiti alle emissioni ed alla periodicità dei rilevamenti; Visto il D.A. 1131/91 del 12 luglio 1991; Visto il D.A. 498/17 del 16 luglio 1993. Visto il decreto dell’ARTA n. 888/17 del 18 novembre 1993 relativo al “codice di autoregolamentazione”; Visti gli art. 7, 8, 9 del D.L.gs. n. 351/99; Visto il D.M. 2/04/2002 n. 60 che ha recepito le Direttive 1999/30/CE e 2000/69/CE con aggiornamento dei valori limite delle emissioni; Visto il Decreto dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente n. 189/GAB dell'11 luglio 2005, con il quale è stata nuovamente dichiarata area ad elevato rischio di crisi ambientale il territorio dei comuni di Siracusa, Augusta, Melilli, Floridia, Solarino, Priolo Gargallo; Vista la Delibera della Giunta Regionale di Governo n. 306 del 29.6.2005 con la quale viene istituito l’Ufficio Speciale per le Aree ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, ai sensi dell’art. 4, c.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 313

7 della L.r. 10/2000, al fine di consentire ad un’unica struttura di coordinare la realizzazione di programmi e progetti di rilevante entità nelle aree dichiarate a rischio ambientale; Visto il decreto dell’ARTA n. 305/2005 del 19.12.2005; Visto il D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006, parte Va “Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera”; Considerate le modifiche e le innovazioni che negli anni si sono succedute negli impianti; Considerata la situazione ambientale dell’area ad elevato rischio di crisi ambientale del polo Siracusano; Ritenuto di dover procedere, nella qualità di Autorità preposta, al risanamento ambientale dell’area a rischio in oggetto,

DECRETA

Articolo 1 È approvato il piano di azione con gli interventi di prevenzione dell’inquinamento

atmosferico dell’Area ad elevato rischio di crisi ambientale della provincia di Siracusa, contenuti negli Allegati 1 e 2 del presente decreto, di cui fanno parte integrante. Quanto contenuto nel presente decreto costituisce “Intervento di risanamento della qualità dell’aria nell’ambito del piano di risanamento ambientale dell’area a rischio della provincia di Siracusa”.

Articolo 2 L’autorità competente alla gestione del piano d’azione è individuata nella Provincia

Regionale di Siracusa .

Avverso il presente provvedimento può essere proposto ricorso entro il termine di 60 giorni al Tribunale Amministrativo Regionale, ai sensi della legge 6 Dicembre 1971 n. 1034, ovvero ricorso straordinario al Presidente della Regione Siciliana, entro il termine di 120 giorni, ai sensi dell’art. 23, ultimo comma, dello Statuto Siciliano. Il presente Decreto verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana. Gli Allegati 1 e 2 sono consultabili presso le sedi centrale e periferica dell’Ufficio Speciale per le Aree ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale

Il Dirigente preposto all’Ufficio Speciale

Dott. Antonino Cuspilici

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 314

D.D.U.S. n° 07 del 14 giugno 2006

ALLEGATO 1 PIANO DI AZIONE

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 315

A) NORME DI CARATTERE GENERALE A.1 Le norme di comportamento devono essere rispettate da tutti gli insediamenti industriali

di cui all’Allegato 2 del presente decreto, indipendentemente dalla loro localizzazione.

A.2 I gestori delle fonti di emissione hanno l’obbligo di mettere in atto autonomamente le procedure di intervento di cui all’Allegato 2 tutte le volte che si verificheranno gli eventi previsti nel presente Allegato.

A.3 In deroga al punto 2, le procedure di intervento non verranno effettuate su espressa autorizzazione delle Autorità di controllo dalle Aziende e solamente per quei punti di emissione, in cui siano in corso campionamenti, misure e/o verifiche condotte direttamente dalle Autorità di controllo stesse.

B) STAZIONI DELLA RETE INTERCONNESSA

B.1 Le stazioni della RETE INTERCONNESSA sono individuate e numerate nella Tabella sotto riportata.

Stazioni della Rete Interconnessa ENEL - PROVINCIA REGIONALE SR - CIPA

RETE n° INT n° NOME STAZIONE LATITUDINE* LONGITUDINE* PARAMETRI MISURATI ENEL 0 1 SIRACUSA 37° 4’ 59” 15° 16’ 7” SO2 ENEL 1 2 FLORIDIA 37° 5’ 50” 15° 9’ 22” SO2 ENEL 2 3 SORTINO 37° 8’ 13” 15° 4’ 6” SO2 ENEL 3 4 MOSTRINGIANO 37° 7’ 31” 15° 10’ 29” SO2 ENEL 4 5 MELILLI 37° 11’ 9” 15° 7’ 43” SO2 - Polveri ENEL 5 6 VILLASMUNDO 37° 15’ 6” 15° 5’ 3” SO2

ENEL 6 7 C.LE PRIOLO 37° 8’ 2” 15° 12’ 55” DV – VV – T° - Press.Atm. – UR– Rad.Glob

PROV 7 1 SCALA GRECA 37° 6’ 9” 15° 15’ 56” SO2 – NOX – NO – NO2 – CO – NMHC – CH4 – PTS – H2S

PROV 8 2 AUGUSTA 37° 13’ 7” 15° 13’ 13” SO2 – NOX – NO – NO2 – NMHC – CH4 – PTS – H2S

PROV 9 3 CIAPI 37° 8’ 29” 15° 12’ 6”

SO2 – NOX – NO – NO2 – CO – NMHC – CH4 – PTS – H2S – VV – DV – UR - T° - Press.Atm. –Rad.Glob – Pluviometro – pH piogge - Pasquili

PROV 10 4 PRIOLO 37° 9’ 23” 15° 11’ 28” SO2 – NOX – NO – NO2 – O3 - NMHC – CH4 – PTS – H2S

PROV 11 5 MELILLI 37° 10’ 56” 15° 7’ 44” SO2 – NOX – NO – NO2 – O3 - NMHC – CH4 – PTS – H2S – T°

PROV 12 6 SAN CUSUMANO 37° 12’ 45” 15° 9’ 5”

SO2 – NOX – NO – NO2 –NMHC – CH4 – PTS – H2S – Cl2 - VV – DV – UR - T° - Press.Atm. –Rad.Glob – Pluviometro – pH piogge - Pasquili

PROV 13 7 BELVEDERE 37° 5’ 38” 15° 12’ 31”

SO2 – NOX – NO – NO2 – O2 – NMHC – CH4 – PTS – H2S – VV – DV – UR - T° - Press.Atm. –Rad.Glob – Pluviometro – pH piogge - Pasquili

PROV 14 8 PRIOLO SCUOLE 37° 9’ 32” 15° 10’ 44”

VV – DV – UR - T° - Press.Atm. –Rad.Glob – Pluviometro – pH piogge - Pasquili

PROV 15 9 BELVEDERE C.LLO 37° 5’ 36” 15° 12’ 16”

VV – DV – Sigma - UR - T° - Press.Atm. – Rad.Glob – Pluviometro – Pasquili

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 316

PROV 16 10 AUGUSTA M. TAURO 37° 15’ 24” 15° 13’ 38”

VV – DV – Sigma - UR - T° - Press.Atm. – Rad.Glob – Pluviometro – Pasquili

RETE n° INT n° NOME STAZIONE LATITUDINE LONGITUDINE PARAMETRI MISURATI

CIPA 17 1 SAN FOCA' 37° 8’ 49” 15° 11’ 13” SO2 – H2S – PM10 – NO – NO2 -NOX

CIPA 18 2 BRUCOLI 37° 16’ 7” 15° 10’ 44” SO2

CIPA 19 3 BELVEDERE 37° 5’ 45” 15° 12’ 5” SO2 – NMHC – THC – CH4 – O3 - PM10 – NO – NO2 -NOX - BTX

CIPA 20 4 FLORIDIA 37° 5’ 36” 15° 9’ 13” SO2 CIPA 21 5 FARO DROMO 37° 11’ 59” 15° 9’ 9” SO2 – H2S – PM10 CIPA 22 6 OGLIASTRO 37° 14’ 22” 15° 7’ 43” SO2

CIPA 23 7 VILLASMUNDO 37° 14’ 56” 15° 5’ 44” SO2 – NMHC – THC – CH4 – O3 - NO – NO2 -NOX

CIPA 24 8 MELILLI 37° 10’ 34” 15° 7’ 35”

SO2 – NOX – NO – NO2 – NMHC – THC – CH4 – O3 – BTX – PM10 - H2S - VV – DV – UR - T° - Pasquili -

CIPA 25 9 SIRACUSA 37° 5’ 30” 15° 16’ 1” SO2 – DVV - VV – DV – UR - T° - Pasquili -

CIPA 26 10 BONDIFE' 37° 10’ 26” 15° 9’ 19” SO2 CIPA 27 11 AUGUSTA 37° 15’ 47” 15° 12’ 55” SO2 – PM10

CIPA 28 12 CIPA 37° 10’ 46” 15° 10' 48”

VV – DV – UR - T° - pH Piogge - Press.Atm. – Rad.Nette - Rad.Glob – R.A.S.S. – Sodar -Pluviometro – Pasquili

* Coordinate geografiche riferite a Greenwich

B.2 La finalità degli interventi previsti dal presente decreto è quella della prevenzione operativa dei fenomeni di inquinamento atmosferico, quindi si ritiene di dover adottare una diversa ripartizione del territorio rispetto ai criteri previsti dalla normativa (D.lgs 351/99) destinata alla definizione del riconoscimento delle zone da risanare.

Pertanto, l’intera zona a Nord di Siracusa è stata divisa (Fig. 1), in base al diverso utilizzo, in:

7 AREE URBANE

3 AREE RURALI

AREE URBANE

A = Siracusa (Staz. 0, 7, 25) B = Belvedere (Staz. 13, 19) C = Floridia (Staz. 1, 20) D = Priolo G. (Staz. 3, 10, 17) E = Melilli (Staz. 4, 11, 24) F = Augusta (Staz. 8, 27) G = Villasmundo (Staz. 5, 23)

In considerazione dell’ubicazione delle stazioni, allo scopo di garantire un maggiore rispetto della qualità dell’aria e un migliore controllo di episodi acuti, la procedura di controllo delle emissioni dovrà essere attivata al superamento delle soglie previste in una delle stazioni ricadenti nelle singole aree circoscritte.

AREE RURALI

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 317

Settore NORD (Staz. 12, 18, 22) Settore CENTRO (Staz. 21, 26) Settore SUD (Staz. 2, 9)

L’attivazione della procedura di controllo delle emissioni inizierà quando almeno due stazioni rurali rileveranno un superamento delle soglie previste. Nei casi in cui le stazioni che danno luogo all’attivazione degli interventi si trovino in stati di allerta di diverso livello, in considerazione del fatto che anche livelli di attenzione non necessariamente coincidenti evidenziano un probabile stato di inquinamento diffuso in più punti e non imputabile a disservizi o altre anomalie; in tali casi dovrà essere attivato il livello più grave.

A

G F

D

C

B

NORD

CENTRO

SUD

E

M

M

M

M

M

Figura 1

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 318

C) LIVELLI E PROCEDURE DI INTERVENTO C.1 Sono stabiliti tre livelli di intervento, finalizzati al rispetto dei valori limite della qualità

dell’aria per i parametri indicati, secondo lo schema della Tabella 01:

a) Interventi di PRIMO LIVELLO

b) Interventi di SECONDO LIVELLO

c) Interventi di TERZO LIVELLO

C.2 I livelli e le procedure di intervento di cui al punto 5 e alla Tabella 1 sono definiti in rapporto ai parametri meteorologici specificati nella stessa Tabella e alle concentrazioni rilevate di SO2, NO2 e O3. La correlazione tra i superamenti dei valori di O3 e di idrocarburi si verifica solo nel caso in cui il superamento della media di un’ora di O3 ricada nell’arco di tempo corrispondente alla media di tre ore previste per il parametro “idrocarburi totali escluso il metano (NMHC)” come definito nella tabella B del D.P.C.M. 28 marzo 1983.

C.3 Gli interventi da attuarsi da parte dei gestori delle emissioni sono quelli approvati e riportati nell’Allegato 2. Tutte le operazioni per la riduzione delle emissioni dovranno essere documentabili e documentate. La relativa documentazione dovrà essere fornita, su richiesta, alle autorità competenti al controllo.

C.4 Un format su cui riportare indicazioni essenziali per il riscontro degli interventi di contenimento effettuati alle emissioni, dovrà essere armonizzato fra i gestori delle emissioni e la Provincia Regionale di Siracusa.

C.5 Le operazioni da attivarsi per i vari livelli di intervento devono essere poste in atto fino a quattro ore dopo il riallineamento. Nel caso di interventi determinati da inversione termica saranno cinque le ore di mantenimento degli assetti ridotti dopo il riallineamento.

C.6 In caso di permanenza di stati di Terzo Livello per almeno dodici ore dei parametri o in caso di mancato funzionamento delle norme stabilite col presente decreto, la Provincia Regionale provvederà all’immediata convocazione di una conferenza di servizio con tutti gli enti interessati, al fine di individuare gli opportuni correttivi.

C.7 Sarà resa operativa l’attuazione delle azioni di riduzione delle emissioni per Intervento di Secondo Livello SO2 e per Intervento di Primo Livello di O3, al verificarsi di un Intervento di Primo Livello per Inversione Termica.

C.8 I Primi Livelli d’intervento per condizioni meteorologiche critiche, Direzione e Velocità del Vento, saranno attivati quando per due ore consecutive i dati forniti dalle stazioni 9 -12-15-16-24-28 della Rete Interconnessa, rientreranno nei seguenti campi:

d) Velocità vento < 1,0 m/sec con direzione da 0° a 360°.

e) Velocità vento < 2,5 m/sec con direzione da 22,5° a 157,5°.

C.9 E’ fissato in due ore consecutive il superamento della C.M.R. (Concentrazione Media Residua), perché si abbia l’attivazione del Primo Livello d’intervento per SO2.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 319

TABELLA 1 - LIVELLI DI INTERVENTO INTERVENTI DI 1° LIVELLO Condizioni meteorologiche critiche perduranti almeno un’ora rilevate nelle stazioni della rete

interconnessa 9-12-15-16-24 e 28: Velocità vento < 1,0 m/sec con direzione da 0° a 360° Velocità vento < 2,5 m/sec con direzione da 22,5 a 157,5

SO2 Superamento due ore consecutive C.M.R. NO2 200 µg/m3 O3

(1) 100 µg/m3 O3

(1) Al perdurare per almeno un’ora di un episodio di Inversione Termica, con gradiente minimo di 1,3 °C, rapportato a 100 m, rilevato fino ad una quota di 450 m

INTERVENTI DI 2° LIVELLO SO2 Superamento C.M.R. per tre ore consecutive SO2 400 µg/m3 SO2 Al perdurare per almeno un’ora di un episodio di Inversione Termica,

con gradiente minimo di 1,3 °C, rapportato a 100 m, rilevato fino ad una quota di 450 m

NO2 300 µg/m3 O3

(1) 200 µg/m3 INTERVENTI DI 3° LIVELLO SO2 Mancato riallineamento nelle tre ore successive alla condizione di 2°

Livello della C.M.R. SO2 600 µg/m3 SO2

(2) Al superamento di una delle sottoelencate condizioni 1) Numero 24 concentrazioni medie orarie maggiori di 350 µg/m3 2) Numero 3 concentrazioni medie giornaliere maggiori di 125 µg/m3 NO2 400 µg/m3 NO2

(2) Al superamento di una delle sotto elencate condizioni: 1) Numero 18 concentrazioni medie orarie maggiori di 200 µg/m3 +

margine di tolleranza secondo tabella A 2) Concentrazioni medie annuale maggiori di 40 µg/m3 + margine di

tolleranza

O3 (1) 300 µg/m3

(1) La correlazione fra il superamento dei valori di O3 e di NMHC si verifica solo nel caso in cui il superamento della media di un’ora di O3 ricade nell’arco di tempo corrispondente alla media di tre ore previste per il parametro di idrocarburi totali escluso il metano (tabella B del D.P.C.M. 28 marzo 1983).

(2) Il periodo di osservazione si riferisce all’intero anno solare, mentre le concentrazioni saranno desunte dalla media aritmetica dei dati rilevati nelle stazioni ricadenti all’interno in ogni singola area, come indicato al punto “B” del presente documento.

DEFINIZIONI 1. Condizioni critiche meteorologiche perduranti almeno un’ora:

Inversione termica da verificarsi ad una quota massima di 450 m con un gradiente di 1,5 °C;

Velocità vento < 1,0 m/sec con direzione da 0° a 360°

Velocità vento < 2,5 m/sec con direzione da 22,5 a 157,5

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 320

2. Concentrazione media residua (C.M.R.) di SO2

i 6000- ∑ Ch

h=1 C.M.R. = -------------------- dove

24-i i

∑ Ch è la sommatoria delle concentrazioni orarie acquisite sino all’ora i-esima h=1 della giornata in corso.

La C.M.R. può essere calcolata a partire dalla ora 1 e si può assumere Il valore massimo di 23.

D) ATTIVITA’ DEI GESTORI DELLA RETE D.1 I gestori delle tre Reti dovranno mettere in atto gli strumenti tecnologici per velocizzare

l’acquisizione dei dati dalle proprie stazioni nonché garantire la più alta efficienza nel processo di interscambio dei dati.

D.2 Il CIPA dovrà coordinare azioni mirate alla riduzione dei tempi di diramazione degli interventi ai gestori delle emissioni.

D.3 I gestori delle emissioni dovranno ridurre al minimo i tempi intercorrenti fra la richiesta d’intervento e la messa in atto dell’intervento stesso.

D.4 Impostare il processo di interscambio fra le reti e di valutazione delle altre sostanze, già da qualche tempo monitorate in diverse stazioni della Rete, quali: Idrogeno Solforato, Benzene, o-m-p Xilene, Toluene ed Etilbenzene.

D.5 Il CIPA attraverso Televideo e la Provincia Regionale di Siracusa attraverso Internet, dovranno istituire idonei strumenti d’informazione alla cittadinanza sullo stato di qualità dell’aria.

D.6 Un canale diretto fra Gestori della Rete, ARPA, Aziende e Comuni interessati dovrà essere istituito allo scopo di fornire informazioni di particolare rilievo.

D.7 Le reti devono essere dotate di un reperibile tecnico per i controlli necessari.

D.8 La strumentazione deve essere calibrata secondo le comuni metodiche in uso e, periodicamente, con la supervisione dell’ARPA DAP Siracusa. deve essere effettuata un’intercalibrazione multipunto almeno una volta l’anno. A tale scopo dovrà essere istituita una connessione con lo stesso per la trasmissione oraria dei dati.

D.9 Le reti dovranno essere dotate di un reperibile tecnico per i controlli necessari durante gli stati d’intervento;

D.10 I gestori delle tre Reti dovranno concordare e rispettare i parametri da utilizzare nel sistema di validazione dei dati e a tal fine sarà istituito un gruppo tecnico di valutazione costituito da:

1 rappresentante dell’Ufficio Speciale per le aree a rischio

1 rappresentante per ognuna delle tre reti

1 rappresentante della ARPA DAP Siracusa

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 321

D.11 Le direttive contenute nel presente decreto saranno comunque verificate dal Gruppo Tecnico. di cui al punto D.10, a distanza di un anno dalla loro emanazione.

Compito del Gruppo sarà anche:

Verificare la conformità alle nuove direttive della strumentazione adottata;

Sovrintendere alle pratiche di certificazione di qualità;

Coordinare le attività di ottimizzazione, razionalizzazione, ammodernamento e potenziamento della rete.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 322

D.D.U.S. n° 07 del 14 giugno 2006

ALLEGATO 2 INTERVENTI DI PREVENZIONE

DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 323

ERG RAFFINERIE MEDITERRANEE S.P.A.

Raffineria ISAB Impianti Nord

PER SO2 1° LIVELLO DI INTERVENTO Predisporre l’impianto di distillazione CR30 ad un eventuale cambio di combustibile da alto a basso tenore di zolfo; 2° LIVELLO DI INTERVENTO Cambio combustibile da MTZ a BTZ nell'impianto di distillazione CR30. Un tale assetto comporta già un abbassamento di SO2 di circa il 30% del totale in quanto l’impianto di cui sopra è il maggiore consumatore di combustibile della raffineria e quindi il maggior produttore di emissioni. 3° LIVELLO DI INTERVENTO Cambio combustibile da MTZ a BTZ nell'impianto di distillazione CR30. Un tale assetto comporta già un abbassamento di SO2 di circa il 30% del totale in quanto l’impianto di cui sopra è il maggiore consumatore di combustibile della raffineria e quindi il maggior produttore di emissioni. PER IDROCARBURI IN PRESENZA DI OZONO 1° LIVELLO DI INTERVENTO Predisporre il rallentamento delle operazioni di:

- Blending - bonifica in atmosfera di apparecchiature contenenti idrocarburi

2° LIVELLO DI INTERVENTO Rallentare le operazioni di:

- Blending - bonifica in atmosfera di apparecchiature contenenti idrocarburi - trasferimento tra serbatoi di stoccaggio ( vedi N.B. 2 ) - movimentazione di idrocarburi leggeri;

3° LIVELLO DI INTERVENTO Rallentare le operazioni di carico e scarico navi dei seguenti prodotti di categoria A:

- Petrolio greggio; - virgin nafta; - benzine; - benzolo; - etere di petrolio; - miscele carburanti.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 324

- Sospendere i drenaggi greggi e slop.

Tutte le operazioni effettuate devono essere registrate nel quaderno delle consegne di ciascun reparto interessato. N.B. 1): Nel caso in cui dal 1° livello di intervento si dovesse passare direttamente allo stato di 3° livello di intervento bisogna effettuare, ovviamente, anche le operazioni previste nella fase intermedia e cioè di 2° livello. N.B. 2): A questa procedura non sono interessati i serbatoi di carico e colaggio impianti per non innescare transitori di marcia.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 325

Raffineria ISAB Impianti Sud

PROGRAMMA D’INTERVENTO PER IL CONTENIMENTO DELLE EMISSIONI

Emissioni di SO2

INTERVENTO DI 1° LIVELLO A seguito della segnalazione della situazione di Intervento di Primo Livello da parte del CIPA la Raffineria effettuerà la seguente azione: - predisporrà tutte le operazioni per il cambio di olio combustibile da MTZ a BTZ INTERVENTO DI 2° LIVELLO A seguito della segnalazione della situazione di Intervento di Secondo Livello da parte del CIPA la Raffineria effettuerà la seguente azione: - procederà al cambio dell’olio combustibile MTZ con quello BTZ INTERVENTO DI 3° LIVELLO A seguito della segnalazione della situazione di Intervento di Terzo Livello da parte del CIPA la Raffinerie effettuerà la seguente azione: - sostituirà tutto l’olio combustibile BTZ con combustibile gassoso

Emissioni di NOx INTERVENTI DI 1° LIVELLO Si allertano tutti i sistemi ad intervenire in caso di Intervento di Terzo Livello INTERVENTI DI 2° LIVELLO Si allertano tutti i sistemi ad intervenire in caso di Intervento di Terzo Livello INTERVENTI DI 3° LIVELLO Si sostituisce tutto l’olio combustibile utilizzato in raffineria con combustibile gassoso.

Emissioni di idrocarburi nel caso di superamento dei limiti di ozono INTERVENTI DI 1° LIVELLO Si allertano tutti i sistemi per essere pronti ad adottare le misure di riduzione previste nella fase di Interventi di Secondo Livello. INTERVENTI DI 2° LIVELLO Si verifica che l’assetto dei sistemi di raffreddamento dei prodotti leggeri sia massimizzato, in caso contrario si procede alla sua massimizzazione. Si interrompono tutte le eventuali operazioni di manutenzione e lavaggio linee e serbatoi che comportino svaporamenti all’atmosfera. Si limitano le preparazioni delle benzine alle ore meno soleggiate. INTERVENTI DI 3° LIVELLO Si fermano tutte le operazioni di blending delle benzine. Si rallentano tutte le operazioni di carica/discarica navi di grezzo/benzine fino ai limiti minimi di sicurezza delle apparecchiature.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 326

ISAB ENERGY IMPIANTO INTEGRATED GASSIFICATION COMBINED CYCLE

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 327

ESSO ITALIANA RAFFINERIA DI AUGUSTA

1° LIVELLO - Controlla con l'ONSITE Fuels e l'OM&B che venga predisposto il circuito di alimentazione di

olio combustibile a basso tenore zolfo (BTZ) ai forni e verifica se c'è la possibilità di aumentare la quota di metano nel gas ai forni.

- Verifica la qualità della carica che in quel momento alimenta l'FCCU predisponendo le operazioni necessarie per ridurre il contenuto di estratti.

- Informa la Polimeri Europa sulla possibilità di sospendere l'invio di propilene.

- Verifica con il Capo Turno OM&B quali siano le operazioni in corso e/o programmate di movimentazione, blending e spedizioni di prodotti leggeri.

- Informa l'Operation Manager e il Responsabile PAES&O e, in fuori orario e nelle giornate festive, i Dirigenti di Reperibilità.

Questo sistema d'informazione dovrà essere mantenuto operante durante tutte le fasi dell'emergenza fino alla sua conclusione. 2° LIVELLO Per ciascuno dei parametri riportati nella Tabella 1 il TPT dispone per i seguenti interventi:

SOx - Massimizzazione del metano ai forni di Raffineria e sostituzione dell'olio combustibile con BTZ

o, in alternativa al brucio del BTZ, sostituzione del 35% dell'olio combustibile con gas "commerciale", sfiatando propano in rete e, se è caso, sospendendo la fornitura di propilene alla Polimeri Europa.

NOx

- Rimpiazzo del 30% dell'olio combustibile con gas, sospendendo la fornitura di propilene alla Polimeri Europa e, se è il caso, sfiatando propano in rete.

IDROCARBURI e OZONO

- Sospensione delle operazioni di travaso tra serbatoi di prodotti volatili (Butano e Isopentano)

nelle ore soleggiate.

- Sospensione di qualunque bonifica di serbatoio di prodotti leggeri.

- Sospensione di tutti i purgaggi e/o svaporamenti di impianti.

- Sospensione di tutti i drenaggi di serbatoi di grezzo e slop.

- Limitazione ai soli casi indispensabili di operazioni di blending di idrocarburi leggeri curando di effettuarli nelle ore meno soleggiate.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 328

3°LIVELLO Anche per tale livello il TPT deve porre in atto interventi differenziati a seconda del tipo di parametro in gioco. E precisamente:

SOx - Oltre agli interventi previsti in caso di 2° livello, ridurre gradualmente, fino al minimo tecnico

per emergenza prolungata, la quota di estratti contenuta nella carica dell'FCCU.

NOx - Oltre all'intervento previsto nel caso di 2° livello, rimpiazzo di un ulteriore 50% di combustibile

inserendo in rete quantità addizionali di propano.

IDROCARBURI e OZONO Oltre a quelli previsti nel caso di 2° livello, deve essere dato corso ai seguenti in-terventi:

- Riduzione delle rate di caricamento delle navi di benzina e di altri prodotti leggeri.

- Sospensione di tutti i trasferimenti e travasi di prodotti leggeri. Tutti gli assetti operativi sovresposti dovranno essere mantenuti durante tutto l'arco del periodo di 2° livello/3° livello e protratti per altre 4 ore successive al segnale di cessato intervento che verrà diramato dal CIPA.

REPORTING Tutte le operazioni eseguite in conseguenza delle segnalazioni CIPA dovranno essere registrate e tenute a disposizione per eventuali verifiche da parte della Provincia. L'archiviazione delle suddette registrazioni è di competenza del TPT e deve essere ritenuta registrazione critica per l'ambiente, va quindi inserita nella lista della documentazione critica e gestita secondo le modalità stabilite dalla PQ 16 "Gestione della Documentazione Critica" Nel caso in cui la Provincia Regionale richiedesse di specificare gli interventi effettuati dovrà essere inviata via fax la scheda "INTERVENTI EFFETTUATI PER COMUNICAZIONI CIPA" (allegato 2), compilata nelle parti strettamente attinenti al tipo di emergenza. Copia della scheda verrà poi trasmessa alla Funzione PAES&O. INFORMAZIONI AD ENTI ESTERNI A fronte dell'Ordinanza del Sindaco di Melilli citata nello SCOPO della presente procedura, è obbligatoria una comunicazione preventiva via fax al DAP di Siracusa, alla Provincia Regionale di Siracusa, al Comune di Melilli e per conoscenza alla Prefettura di Siracusa ed al Comando Provinciale dei VV.F. di Siracusa, in caso di attività operative che comportino emissioni di sostanze volatili in atmosfera. Tale comunicazione conterrà: - in caso di svuotamento, bonifica, apertura e manutenzione di serbatoi o linee:

+ sigla del serbatoio o linea; + volume del serbatoio; + prodotto contenuto; + inizio e durata prevista per l'intervento e descrizione dell'intervento stesso;

- in caso di fermata impianti, sfiaccolamento o anomalia operativa: + dati identificativi dell'impianto; + inizio attività di bonifica; + durata prevista della bonifica e descrizione delle attività, con particolare riferimento alle

possibili emissioni; + tipo di vapori di idrocarburi emettibili.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 329

- in caso di utilizzo del Campo Prove Antincendio per esercitazioni, i giorni in cui è previsto siano effettuati gli addestramenti. I Business Team Leaders hanno la responsabilità di fornire con congruo anticipo tali informazioni al T.P.T. ed al PAESO - Environmental Engineer., che sono i responsabili della predisposizione e dell'inoltro della comunicazione alle Autorità (vedi All. 3), rispettivamente il TPT al di fuori del normale orario di lavoro e l'Env. Eng. nell'orario giornaliero. In caso di richiesta di informazioni da parte di Enti esterni (Comuni, Provincia, Capitaneria di Porto, VV.F. ecc...) per sfiaccolamenti imprevisti, odori molesti, rumori od altro, sarà cura del T.P.T (al di fuori del normale orario di lavoro) fornire ai richiedenti le informazioni del caso. Le informazioni riguarderanno strettamente l'episodio che ha causato l'evento e gli interventi per il ritorno alle condizioni operative standards. Nel normale orario di lavoro quanto sopra sarà a cura della Funzione PAES&O (Env. Engineer) in collaborazione con il T.P.T. Nel caso sia richiesto, che l'informazione sull'accaduto sia seguita dall'invio di una relazione tecnica, sarà cura della funzione PAES&O provvedere ad essa. La relazione sarà inviata il primo giorno utile nel caso l'evento si verifichi al di fuori dal normale orario di lavoro. La richiesta d'informazioni e la relativa risposta, così come le comunicazioni preventive di cui all'allegato 3, vanno registrati in un'apposita raccolta, a cura del TPT. Essa è da ritenere "registrazione critica".

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 330

SASOL ITALY S.P.A Stabilimento di Augusta

PROCEDURA DI INTERVENTO SO2

Non sono previsti interventi o procedure operative in quanto lo Stabilimento usa come combustibile per i propri processi termici quasi esclusivamente metano in pratica esente da zolfo e solo piccole quantità, circa 5 % di combustibile liquido autoprodotto con contenuto in zolfo mediamente inferiore allo 0.05 % peso.

NOX Non sono previsti interventi nei forni di processo in quanto utilizzano come combustibile essenzialmente metano. Gli interventi previsti tendono a limitare il consumo di combustile liquido, ove presente, in sostituzione con l’utilizzo del metano. 1° Livello: viene preavvertito il reparto dei Servizi Ausiliari a prepararsi ad intervenire in caso di dichiarazione del 2° livello 2° Livello: vengono date disposizioni a: • Servizi Ausiliari di ridurre del 50 % il consumo di combustibile liquido autoprodotto sostituendolo con metano 3° Livello: vengono date disposizioni a:

• Servizi Ausiliari di ridurre completamente il combustibile liquido autoprodotto con metano Si provvede alla raccolta della documentazione necessaria per dimostrare che le operazioni suddette sono state effettuate. Il Servizio AMBI provvede ad archiviare copia della documentazione da esibire, a richiesta, agli Enti interessati al controllo. Idrocarburi 1° Livello: si preavvertono tutti i reparti di produzione e servizi dello Stabilimento (Stoccaggi –

Pontili – S.A.) a prepararsi ad eventuali interventi in caso di dichiarazione del secondo livello

2° Livello: si danno disposizioni a tutti i reparti di produzione e servizi di limitare le operazioni di

trasferimento di idrocarburi leggeri (inferiori a C10), e tutte quelle attività per le quali si possono prevedere emissioni in atmosfera, rinviando tali attività, ove possibile, nelle ore meno soleggiate. Quanto sopra si applica se il trasferimento non implica attività nei reparti e/o servizi che possono creare situazioni peggiorative in termini di emissioni.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 331

3° Livello: si danno disposizioni a reparti di produzione e servizi di:

- non effettuare operazioni di trasferimento di idrocarburi leggeri (inferiori a C10), secondo quanto sopra detto per situazioni di 2° livello; - sospendere eventuali operazioni di bonifiche di impianti o sezioni di essi da cui potrebbero derivare emissioni di idrocarburi; - rinviare operazioni di manutenzione che potrebbero causare perdite di idrocarburi leggeri; - ridurre il rateo di carico navale degli idrocarburi leggeri (inferiori a C10); - sospendere eventuale drenaggi da serbatoi di idrocarburi leggeri (inferiori a C10) e slop .

COMUNICAZIONI - REGISTRAZIONI Le segnalazioni dei vari livelli di intervento, comunicati da CIPA, verranno trasmesse alla sala operativa Antincendio dello Stabilimento (Tel. 0931988248 sempre presidiato) il cui addetto si farà carico di trasmettere prontamente la comunicazione : - nel normale orario di lavoro al Servizio AMBIENTE per l’attivazione degli interventi previsti . - Fuori dal normale orario di lavoro al Tecnico di Turno (quando presente) e/o al Coordinatore Tecnico per l’attivazione degli interventi previsti presso i servizi Ausiliari Il servizio AMBIENTE provvederà a redigere un rapporto sugli episodi relativi ai 2° e 3° livello

di intervento.

Di tutte le attività deve essere possibile un riscontro oggettivo, nel caso in cui ciò non fosse

possibile, un preciso riscontro sul registro delle consegne di reparto o servizio o documento

similare.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 332

ENEL TIFEO

Centrale Termoelettrica ENEL di Augusta

INTERVENTI PROGRAMMATI PER SO2

Interventi di 1° Livello:

A seguito della segnalazione di intervento di 1° livello acquisita attraverso la comunicazione via telefax proveniente dal CIPA, il Personale di esercizio dovrà porsi in condizioni di allerta; verificherà con maggiore attenzione i parametri fisici dei gruppi in esercizio predisponendosi ad eventuali interventi qualora detta situazione perdurasse nel tempo o peggiorasse.

Contemporaneamente il Personale di esercizio seguirà in tempo reale la tendenza delle grandezze chimiche monitorate dalla rete interconnessa. In ogni caso, dopo tre ore dalla prima segnalazione di superamenti relativi alla SO2, in assenza di comunicazioni di rientro dell’intervento di 1° livello, il Personale si disporrà in attesa di ricevere il fax del CIPA per avviare gli interventi di 2° livello.

Interventi di 2° Livello:

A seguito della segnalazione di intervento di 2° livello acquisita attraverso la comunicazione via telefax proveniente dal CIPA, il Personale di esercizio attuerà tutti gli accorgimenti tecnici necessari al fine di realizzare, nei tempi indicati e al permanere delle condizioni di Secondo Livello, i seguenti interventi in ordine prioritario e sequenziale:

- Innalzamento della temperatura dei fumi in una delle tre sezioni in servizio, immediatamente alla

ricezione della comunicazione. - Innalzamento della temperatura dei fumi nella seconda sezione in servizio dopo mezz’ora dalla

precedente azione. - Innalzamento della temperatura dei fumi nella terza sezione in servizio dopo un’ulteriore

mezz’ora dalla precedente azione. - Limitazione del carico generato da uno dei gruppi in servizio ad un massimo del 75% del carico

producibile (52,5 MW) dopo quaranta minuti dall’intervento precedente. - Limitazione del carico generato dal secondo gruppo in servizio ad un massimo del 75% del carico

producibile (52,5 MW) dopo quaranta minuti dall’intervento precedente. - Limitazione del carico generato dal terzo gruppo in servizio ad un massimo del 75% del carico

producibile (52,5 MW) dopo quaranta minuti dall’intervento precedente.

In ogni caso, dopo tre ore dalla prima segnalazione di superamento della SO2, in assenza di comunicazioni di rientro dell’intervento di 2° livello, il Personale si disporrà in attesa di ricevere il fax del CIPA per avviare gli interventi di 3° livello.

La scelta della sezione su cui avviare prioritariamente le azioni è a discrezione della Centrale. Contemporaneamente a ciascun intervento di cui sopra, il personale di esercizio seguirà in tempo reale anche la tendenza delle altre grandezze chimiche monitorate dalla rete interconnessa verificando l’effettiva incidenza degli interventi adottati sull’ambiente.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 333

Dopo due ore dalla ricezione della comunicazione di cessazione dello stato di Intervento di Secondo Livello, verranno a decadere le limitazioni su indicate.

Interventi di 3° Livello:

A seguito della prima segnalazione diretta di intervento di 3° livello acquisita attraverso la comunicazione via telefax proveniente dal CIPA, il Personale di esercizio attuerà, nei tempi indicati e al permanere delle condizioni di Intervento di Terzo Livello, tutti gli accorgimenti tecnici necessari al fine di realizzare i seguenti interventi in ordine prioritario e sequenziale:

- Innalzamento della temperatura dei fumi in una delle tre sezioni in servizio, immediatamente alla ricezione della comunicazione.

- Innalzamento della temperatura dei fumi nella seconda sezione in servizio dopo mezz’ora dalla precedente azione.

- Innalzamento della temperatura dei fumi nella terza sezione in servizio dopo un’ulteriore mezz’ora dalla precedente azione.

- Limitazione del carico generato da uno dei gruppi in servizio ad un massimo del 50% del carico producibile (35 MW) dopo quaranta minuti dall’intervento precedente.

- Limitazione del carico generato dal secondo gruppo in servizio ad un massimo del 50% del carico producibile (35 MW) dopo quaranta minuti dall’intervento precedente.

- Limitazione del carico generato dal terzo gruppo in servizio ad un massimo del 50% del carico producibile (35 MW) dopo quaranta minuti dall’intervento precedente.

La sezione su cui avviare prioritariamente le azioni di cui sopra resta a discrezione della Centrale. Contemporaneamente a ciascun intervento di cui sopra, il personale di esercizio seguirà attraverso il terminale della rete interconnessa la tendenza delle altre grandezze chimiche monitorate in tempo reale, verificando l’effettiva incidenza.

Nel caso in cui l’intervento di 3° livello fosse sequenziale ad un intervento di II livello, il Personale di turno attiverà direttamente le azioni di riduzione del carico secondo l’ordine e i tempi prima elencati.

Dopo due ore dalla ricezione della comunicazione di cessazione dello stato di intervento, verranno a decadere le limitazioni su indicate.

INTERVENTI PROGRAMMATI PER NOx Interventi di 1° Livello: A seguito della segnalazione di intervento di 1° livello per NOx acquisita attraverso la comunicazione via telefax proveniente dal CIPA, il Personale di esercizio dovrà porsi in condizioni di allerta; verificherà con maggiore attenzione i parametri fisici dei gruppi in esercizio predisponendosi ad eventuali interventi qualora detta situazione perdurasse nel

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 334

tempo o peggiorasse. Contemporaneamente seguirà, attraverso il terminale della rete interconnessa, la tendenza delle altre grandezze chimiche monitorate.

Analizzerà inoltre i dati disponibili relativi alle misure delle emissioni di NO e all’andamento del rapporto SO2/NO.

Interventi di Secondo Livello:

A seguito di tale segnalazione, il Personale di esercizio verificherà immediatamente se il fenomeno è transitorio, in quanto dovuto ad un picco di concentrazione non giustificato da andamenti progressivi, o persistente in quanto derivante dall’intervento di I livello, o dedotto dalle analisi dei dati orari disponibili relativi alle ore precedenti. Il Personale di esercizio attuerà quindi tutti gli accorgimenti tecnici al fine di realizzare i seguenti interventi in ordine prioritario e sequenziale:

- Diminuzione del rapporto aria primaria/aria secondaria ai bruciatori delle sezioni in servizio con

passo di circa mezz’ora dalla prima alla terza. - Riduzione eccesso d’aria bruciatori delle sezioni in servizio con passo di circa mezz’ora dalla

prima alla terza. - Apertura dei registri aria superiori ove consentito dall’impianto bruciatori delle sezioni in servizio

con passo di circa mezz’ora dalla prima alla terza.

Dopo due ore dalla ricezione della comunicazione di cessazione dello stato di intervento, verrà ripristinato l’assetto di normale esercizio dell’impianto.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 335

Interventi di Intervento di 3° Livello:

A seguito di tale segnalazione, il Personale di esercizio verificherà immediatamente se il fenomeno è transitorio, in quanto dovuto ad un picco di concentrazione non giustificato da andamenti progressivi, o persistente in quanto derivante dall’intervento di II livello, o dedotto dalle analisi dei dati orari disponibili relativi alle ore precedenti. Il Personale di esercizio attuerà quindi tutti gli accorgimenti tecnici noti al fine di realizzare i seguenti interventi in ordine prioritario e sequenziale:

- Ulteriore diminuzione del rapporto aria primaria/aria secondaria ai bruciatori delle sezioni in

servizio con passo di circa mezz’ora dalla prima alla terza, qualora le misure delle emissioni correlabili lo consentissero.

- Riduzione eccesso d’aria bruciatori delle sezioni in servizio con passo di circa mezz’ora dalla prima alla terza, qualora le misure delle emissioni correlabili lo consentissero.

- Apertura dei registri aria superiori ove consentito dall’impianto bruciatori delle sezioni in servizio con passo di circa mezz’ora dalla prima alla terza, qualora le misure delle emissioni correlabili lo consentissero.

Contemporaneamente a ciascun intervento di cui sopra, il Personale di esercizio seguirà attraverso il terminale della rete interconnessa la tendenza delle altre grandezze chimiche monitorate in tempo reale, verificando l’effettiva incidenza.

Dopo due ore dalla ricezione della comunicazione di cessazione dello stato di intervento, verrà ripristinato l’assetto di normale esercizio dell’impianto.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 336

POLIMERI EUROPA S.p.A. Stabilimento di Priolo

PROCEDURA DI INTERVENTO

1. SO2

I combustibili impiegati sono essenzialmente gassosi: gas metano di rete e gas combustibile autoprodotto costituito da metano, GPL e idrogeno. L’eventuale utilizzo di combustibile liquido autoprodotto a basso contenuto di zolfo (tipicamente < 0,15%) è marginale (3-4 % del totale). Pur non essendovi quindi contributi significativi alla concentrazione di SO2 nelle emissioni globali nell’area industriale, la Società, seppur partendo da livelli di emissione molto bassi, si impegna comunque ad attuare degli interventi che tendono a ridurre ulteriormente le emissioni di SO2.

1.1 1° e 2° LIVELLO In caso di raggiungimento da parte della rete di rilevamento dello stato di 1° e 2° livello non è prevista alcuna procedura d’intervento dei reparti Polimeri Europa.

1.2 3° LIVELLO In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 3° livello, l’impianto Etilene dovrà sostituire la quota di combustibile liquido autoprodotto utilizzata nelle caldaie con combustibile gassoso.

2. NOx

2.1 1° 2° e 3° LIVELLO In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento del CIPA dello stato di 1° 2° e 3° livello non si attua alcun intervento o procedura operativa. Si precisa tra l’altro che tutti i forni di cracking dell’impianto Etilene, fonte principale di emissione dello stabilimento, sono dotati di bruciatori Low - NOx.

3. IDROCARBURI (HC)

3.1 1° LIVELLO In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 1° livello, saranno avvisati tutti gli impianti per predisporre le operazioni finalizzate alla riduzione delle emissioni di HC indicate nel seguito per gli interventi di 2° e 3° livello.

3.2 2° LIVELLO In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 2° livello, gli impianti effettueranno le seguenti azioni:

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 337

- controllare che i raffreddamenti dei prodotti inviati a stoccaggio per gli impianti Aromatici ed Etilene siano massimizzati.

- sospendere eventuali bonifiche di serbatoi.

3.3 3° LIVELLO In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 3° livello, gli impianti effettueranno le seguenti azioni:

- sospendere il trasferimento di prodotti idrocarburici verso i serbatoi di stoccaggio a tetto fisso pressurizzati con azoto (vedi Nota).

- sospendere le operazioni di carica/discarica navi di prodotti idrocarburici.

Nota: tale azione non interesserà i serbatoi di carico e i colaggi impianti onde evitare possibili transitori di marcia. COMUNICAZIONI E REGISTRAZIONI La comunicazione di inizio e fine evento e dei relativi livelli di intervento da parte del CIPA, è ricevuta preventivamente per via telefonica e successivamente via fax, dall’Unità AMSI/ECO di Polimeri Europa, durante il normale orario di lavoro nei giorni feriali e dal TdT nei seguenti giorni e orari: - dal lunedì al giovedì: dalle ore 17 alle ore 8 del giorno successivo; - venerdì: a partire dalle ore 13; - sabato, domenica e festivi: intero arco della giornata. La comunicazione così ricevuta sarà a sua volta trasmessa per via informatica agli assistenti in turno dei reparti interessati i quali registreranno le comunicazioni ricevute e gli eventuali interventi eseguiti. Per ogni comunicazione verrà registrato il nome della persona (AMSI/ECO o TdT) che ha ricevuto la comunicazione, quello del tecnico CIPA, l’ora, nonché il tipo ed il livello di intervento comunicato.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 338

INTERVENTI ATTUATI dalla Soc. Nu. Ce.

Tipo di inquinante

e/o parametro

Livello di intervento

Responsabile Comunicazione e Accertamento Implementazione Azioni Sito Nord e Sud

Responsabile Azioni Azioni Sito Nord Azioni Sito Sud

SO2

1° S-CTG N-CTG

Responsabile in turno unità interessate

Predisporre gli impianti SA1/N 2°, SA1/N 3° CT1, CT2, CT3, ad un eventuale cambio di combustibile da ATZ a BTZ.

Predisporre gli impianti CT tutte le operazioni per il cambio dell’olio combustibile da ATZ a BTZ

S-CTG N-CTG

Responsabile in turno unità interessate

Effettuare il cambio combustibile da MTZ a BTZ nelle centrali termoelettriche SA1/N 2°, SA1/N 3°, CT1, CT2, CT3. Al cessare delle condizioni che hanno generato il 2° livello di intervento, l’assetto ultimo degli impianti dovrà rimanere immutato per le quattro ore successive alla rilevazione del dato migliorativo.

Cambio olio combustibile da ATZ a BTZ

S-CTG N-CTG

Responsabile in turno unità interessate

Ipotesi in cui siano in marcia i tre gruppi. Abbassare il carico di uno dei tre gruppi di CTE al minimo tecnico. Se dopo due ore lo stato di 3° livello di intervento permane, abbassare al minimo tecnico un secondo gruppo di CTE. Ipotesi in cui uno dei tre gruppi sia fermo Se dopo due ore permane lo stato di 3° livello abbassare il carico di uno dei due gruppi in funzione Ipotesi in cui solo uno dei tre gruppi sia in marcia Si applicano le sole azioni previste per il 1° e 2° livello di intervento In tutte le ipotesi nel caso in cui dal 1° livello di intervento si dovesse passare direttamente al 3° livello di intervento bisogna effettuare, ovviamente, anche le operazioni previste nella fase di 2° livello di intervento. Al cessare delle condizioni che hanno generato il 3° livello di intervento, l’assetto ultimo degli impianti dovrà rimanere immutato per le quattro ore successive alla rilevazione del dato migliorativo.

Sostituire parte dell’olio combustibile con fuel gas fino ai limiti tecnici delle caldaie Al cessare delle condizioni che hanno generato il 3° livello di intervento, l’assetto ultimo degli impianti dovrà rimanere immutato per le quattro ore successive alla rilevazione del dato migliorativo.

Tipo di

inquinante e/o

parametro

Livello di intervento

Responsabile Comunicazione e Accertamento Implementazione Azioni Sito Nord e Sud

Responsabile Azioni

Azioni Sito Nord Azioni Sito Sud

NO2

S-CTG N-CTG Responsabile in

turno unità interessate

Predisporre uno dei tre gruppi della centrale termoelettrica CT per la riduzione di carico del 25% solo nell’ipotesi in cui siano in marcia i tre gruppi

Predisporre gli impianti per l’eventuale evoluzione al 2° livello.

S-CTG N-CTG

Responsabile in turno unità interessate

Mettere in atto la riduzione del 25% del carico di uno dei tre gruppi della centrale termoelettrica CTE solo nell’ipotesi in cui siano in marcia i tre gruppi Al cessare delle condizioni che hanno generato il 2° livello di intervento, l’assetto ultimo degli impianti dovrà rimanere immutato per le quattro ore successive alla

Sostituire l’olio combustibile utilizzato nei forni nei quali non sono installati bruciatori low NOx con combustibile gassoso

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 339

rilevazione del dato migliorativo.

S-CTG N-CTG

Responsabile in turno unità interessate

Ipotesi in cui siano in marcia i tre gruppi. Abbassare ulteriormente, sino al minimo tecnico, il carico del gruppo di CTE che marciava con la riduzione del 25%; prevista dal livello 2°. Se dopo due ore dall’abbassamento del carico di un gruppo al minimo tecnico, lo stato di intervento permane abbassare al minimo tecnico un secondo gruppo di CTE. Ipotesi in cui uno dei tre gruppi sia fermo Se dopo due ore permane lo stato di terzo livello mettere in atto la riduzione al minimo tecnico di uno dei due gruppi in funzione Ipotesi in cui solo uno dei tre gruppi sia in marcia Non sono previste azioni specifiche. Al cessare delle condizioni che hanno generato il 3° livello di intervento, l’assetto ultimo degli impianti dovrà rimanere immutato per le quattro ore successive alla rilevazione del dato migliorativo.

Sostituire tutto l’olio combustibile con fuel gas fino ai limiti tecnici delle caldaie Al cessare delle condizioni che hanno generato il 3° livello di intervento, l’assetto ultimo degli impianti dovrà rimanere immutato per le quattro ore successive alla rilevazione del dato migliorativo.

Tipo di inquinante e/o

parametro

Livello di intervento

Responsabile Comunicazione e Accertamento Implementazione Azioni Sito Nord e Sud

Responsabile Azioni

Azioni Sito Nord Azioni Sito Sud

Idrocarburi / O3

1° S-CTG N-CTG

Responsabile in turno unità interessate

Predisporre il rallentamento delle operazioni di bonifica in atmosfera di apparecchiature contenenti idrocarburi

Predisporre gli impianti per l’eventuale evoluzione al 2° livello.

S-CTG N-CTG Responsabile in

turno unità interessate

Rallentare le operazioni di:bonifica apparecchiature con idrocarburi in atmosfera;

Interrompere tutte le eventuali operazioni di manutenzione e lavaggio linee e serbatoi che comportino svaporamenti in atmosfera;

S-CTG N-CTG Responsabile in

turno unità interessate

Rallentare le operazioni di:bonifica apparecchiature con idrocarburi in atmosfera;

Interrompere tutte le eventuali operazioni di manutenzione e lavaggio linee e serbatoi che comportino svaporamenti in atmosfera;

Condizioni

meteo critiche

S-CTG N-CTG Responsabile in

turno unità interessate

Intraprendere le azioni corrispondenti al 2° livello di intervento per SO2 . Tale azione deve essere intrapresa solo in caso di inversione termica.

Predisporre le caldaie per la sostituzione dell’olio combustibile con fuel gas fino ai limiti tecnici delle stesse. Tale azione deve essere intrapresa solo in caso di inversione termica

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 340

BUZZI UNICEM S.p.A

Stabilimento di Augusta

Nel caso che la rete di monitoraggio ambientale, preposta al controllo della qualità dell’aria, segnali il raggiungimento dei tre livelli previsti dal decreto, si attueranno le procedure di seguito elencate.

La comunicazione dei livelli di intervento da parte dell’ente preposto CIPA, è ricevuta per via telefonica dal responsabile di turno che deve verbalizzare su apposito registro il proprio nominativo, quello del tecnico del CIPA, l’ora, nonché il tipo (SO2, NOX, condizioni meteo) ed il livello (1° Livello – 2° Livello – 3° Livello) di intervento comunicato.

Il comportamento da adottare sarà diversificato in funzione del livello di intervento e verrà attuato autonomamente da parte del responsabile di turno per garantirne la tempestività.

Tali modalità di intervento vengono riassunte nella seguente tabella: INTERVENTO SO2 NOX 1° LIVELLO Allerta degli operatori e dei sistemi

di conduzione per intervenire in caso di raggiungimento del limite di 2° Livello.

Controllo dei parametri di conduzione, delle temperature e dei tenori di ossigeno caratteristici del processo .

2° LIVELLO Verifica del corretto funzionamento del mulino delle materie prime; mantenimento di condizione di marcia costante o, nel caso questo si trovasse in condizioni di fermata, effettuazione della messa in marcia.

Sospensione di qualsiasi manovra in atto che potrebbe creare condizioni di scarsa stabilità nel processo di combustione e di cottura incrementando le emissioni di NOX .

3° LIVELLO Qualora non fossero ancora state effettuate le operazioni previste in caso di Intervento di Secondo Livello, attuarle immediatamente.

Variazione della distribuzione dell’aria comburente al precalcinatore, tramite l’attivazione del sistema “Minox” per la riduzione delle emissioni di NOX .

La durata dell’intervento deve essere protratta fino a quattro ore dopo il riallineamento, che viene

comunicato dall’ente preposto CIPA sempre telefonicamente.

* IDROCARBURI: L’attività non genera emissioni di idrocarburi.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 341

SYNDIAL S.P.A

Stabilimento di Priolo

IMPIANTI IN ESERCIZIO A seguito dei recenti riassetti societari e la fermata definitiva dell’impianto PO (Ossido di Propilene), l’attuale assetto produttivo dello stabilimento Syndial di Priolo (ex EniChem) è costituito dai seguenti impianti in esercizio:

- Impianto CS3 (produzione cloro e soda); - Impianto CS4 (produzione ipoclorito di sodio); - Impianto CS6 (movimentazione, stoccaggio e diluizione soda); - Impianto CS8 (produzione acido cloridrico); - Impianto DL (produzione dicloroetano) e annesso termocombustore TC1. PROCEDURA DI INTERVENTO 1. SO2 Il combustibile impiegato nell’esercizio degli impianti attualmente in esercizio ed in particolare per il termocombustore TC1 annesso all’impianto DL, è il gas metano in pratica esente da zolfo. Non avendo alcun contributo sulle concentrazione di SO2 delle emissioni in atmosfera provenienti dall’area industriale, in caso di raggiungimento e comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 1°, 2°e 3° livello, non è previsto alcun intervento da parte dei reparti Syndial. 2. NOX In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 1°, 2° e 3° livello per concentrazioni di NOx in atmosfera, in considerazione delle caratteristiche delle emissioni in atmosfera degli impianti Syndial in esercizio e dei relativi contributi di NOx, non è prevista l’attuazione di alcun intervento o procedura operativa da parte dei reparti.

3. IDROCARBURI (HC)

1° e 2° LIVELLO In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 1° e 2° livello, non si attua alcun intervento o procedura operativa.

3° LIVELLO In caso di comunicazione da parte della rete di rilevamento CIPA dello stato di 3° livello, gli impianti sospenderanno le eventuali attività di bonifica in atto su apparecchiature che hanno contenuto idrocarburi o altre sostanze organiche.

COMUNICAZIONI E REGISTRAZIONI

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 342

La comunicazione di inizio e fine evento e dei relativi livelli di intervento da parte del CIPA, è ricevuta preventivamente per via telefonica e successivamente via fax, dalla Funzione SIC di Syndial, durante il normale orario di lavoro nei giorni feriali, e dal TdT nei seguenti giorni e orari: - Dal lunedì al giovedì dalle ore 17 alle ore 8 del giorno successivo; - Il venerdì: dalle ore 12,45 alle ore 8 del giorno successivo; - Sabato, domenica e festivi per l’intero arco della giornata. La comunicazione così ricevuta sarà a sua volta trasmessa per via informatica agli assistenti in turno dei reparti interessati i quali registreranno le comunicazioni ricevute e gli eventuali interventi eseguiti. Per ogni comunicazione verrà registrato il nominativo della persona (SIC o TdT) che ha ricevuto la comunicazione, quello del tecnico CIPA, l’ora, nonché il tipo ed il livello di intervento comunicato.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 343

CENTRALE ENEL ARCHIMEDE DI PRIOLO GARGALLO INTERVENTI PROGRAMMATI PER NO2: Interventi di 1° livello: - Il Personale di esercizio si pone in condizioni di allerta ai fini di eventuali interventi al perdurare delle condizioni di anormalità; Interventi di 2° livello: A seguito di tale segnalazione, il Personale di esercizio verificherà l’andamento delle concentrazioni di NO2 nelle postazioni (sottovento) in cui si sono verificati i superamenti e, Constatato l’andamento non in diminuzione nelle successive due ore delle concentrazioni di NO2, attuerà il seguente intervento in ordine sequenziale, con passo di mezz’ora per ognuna, delle due sezioni: - Aumento della temperatura dei fumi fino al massimo possibile per aumentare il camino virtuale e distribuire su un’area più vasta le immissioni conseguenti; Qualora, a seguito degli interventi di cui sopra, non venisse riscontrato il risultato atteso, nei tempi previsti dal Decreto, si procederà all’intervento immediatamente successivo. Interventi di 3° livello: Se l’intervento, a seguito di Interventi di 2° livello o se le modifiche impiantistiche effettuate non sono seguite da riduzioni dell’inquinante, il Personale di esercizio attuerà gli ulteriori seguenti interventi in ordine sequenziale, con passo di mezz’ora per ognuna, delle due sezioni: - Compatibilmente con le indicazioni fornite dal Gestore circa la sicurezza della Rete Elettrica interconnessa, opererà una riduzione della potenza eventualmente erogata dal turbogas fino al 75% del massimo producibile dallo stesso (« 190 MW generati dal solo turbogas); Compatibilmente con le indicazioni fornite dal Gestore della Rete circa la sicurezza della Rete Elettrica medesima, con il permanere, nell’ora successiva, della condizione di Intervento di 3° Livello, a causa dell’andamento non decrescente della concentrazione di NO2, opererà una ulteriore riduzione della potenza erogata dal turbogas fino al Minimo Tecnico Ambientale (« 120 MW generati dal solo turbogas). Le operazioni poste in atto per i vari livelli di intervento, sono poste in atto fino a quattro ore dopo il rientro dei superamenti.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 344

D.D.U.S. n° 19 del 05.09.2006

REPUBBLICA ITALIANA

REGIONE SICILIANA

ASSESSORATO TERRITORIO E AMBIENTE

UFFICIO SPECIALE AREE AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE

IL DIRIGENTE PREPOSTO Visto lo Statuto della Regione Siciliana; Vista la Legge Regionale n. 2 del 10/04/1978; Vista la Legge Regionale n. 39 del 18/05/1977; Vista la Legge Regionale n. 78 del 04/08/1980; Visto il Decreto Presidente della Repubblica n. 203 del 24/05/1988; Vista la Legge n. 288 del 4/08/1989; Visto il Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri del 21/07/1989; Visto il Decreto del Ministro dell'Ambiente del 12 luglio 1990; Visto il Decreto del Presidente della Repubblica del 25 luglio 1991; Visto il D.A. n. 409/17 del 14 luglio 1997, col quale sono stati individuati gli adempimenti a carico delle imprese per la verifica delle emissioni diffuse di polveri; Visto il D.A. n. 31/17 del 25/01/99, con il quale sono stati individuati i contenuti delle relazioni di analisi, nonché le condizioni e le modalità di effettuazione dei campionamenti, le metodiche e l'esposizione dei risultati analitici; Visto il D.M. del 25/08/2000 “Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione degli inquinanti ai sensi del D.P.R. 203/88”; Visto il D.A. n. 232/17 del 18/04/2001 recante direttive per il rilascio delle autorizzazioni ai sensi del D.P.R. 203/88; Vista la circolare dell’ARTA n. 6526/U del 30/03/1996 relativa alla fissazione dei limiti alle emissioni ed alla periodicità dei rilevamenti; Visti i DD.AA. 13/02/1998 e 26/06/1998 relativi al contenimento dell’inquinamento atmosferico nell’area industriale di Milazzo; Visti gli art. 7, 8, 9 del D.L.gs. n. 351/99; Visto il D.M. 2/04/2002 n. 60 che ha recepito le Direttive 1999/30/CE e 2000/69/CE con aggiornamento dei valori limite delle emissioni; Visto il Decreto dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente n. 50/GAB del 4 settembre 2002, con il quale è stato dichiarato area ad elevato rischio di crisi ambientale il territorio del Comprensorio del Mela costituito dai comuni di Condrò, Gualtieri Sicaminò, Milazzo, Pace del Mela, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela e San Pier Niceto; Vista la Delibera della Giunta Regionale di Governo n. 306 del 29.6.2005 con la quale viene istituito l’Ufficio Speciale per le Aree ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, ai sensi dell’art. 4, c. 7 della L.r. 10/2000, al fine di consentire ad un’unica struttura di coordinare la realizzazione di programmi e progetti di rilevante entità nelle aree dichiarate a rischio ambientale;

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 345

Visto il decreto dell’ARTA n. 305/2005 del 19.12.2005; Visto il D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006, parte Va “Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera”; Visto il documento dell’1 agosto 2006 predisposto dalla Commissione Provinciale Tutela Ambiente di Messina in adempimento a quanto disposto con D.A. 48/GAB del 23/02/2005; Considerato che alcune Aziende operanti nell’area hanno come obiettivo il miglioramento delle prestazioni ambientali avendo acquisito le relative certificazioni riconosciute a livello comunitario; Considerata la situazione ambientale dell’area ad elevato rischio di crisi ambientale del Comprensorio del Mela; Ritenuto di dover procedere, nella qualità di Autorità preposta, al risanamento ambientale dell’area a rischio in oggetto,

DECRETA

Articolo 1 È approvato il documento dell’1 agosto 2006 predisposto dalla Commissione Provinciale

Tutela Ambiente di Messina, in premessa citato, costituito dai seguenti allegati che fanno parte integrante del presente decreto: Allegato 1 - piano di azione; Allegato 2 - interventi di prevenzione dell’inquinamento atmosferico; Allegato 3 - caratteristiche delle stazioni della rete di rilevamento della qualità dell’aria; Allegato 4 - ubicazione delle stazioni della rete di rilevamento della qualità dell’aria;

Quanto contenuto nel presente decreto costituisce “Intervento di risanamento della qualità dell’aria nell’ambito del piano di risanamento ambientale dell’area a rischio del Comprensorio del Mela”.

Articolo 2 Nelle more della definizione della rete di rilevamento di cui agli allegati 3 e 4, l’attivazione delle procedure di intervento, in conformità a quanto prescritto negli allegati 1 e 2, dovrà essere basata sulle centraline e sui parametri rilevati dalla rete di rilevamento attualmente esistente di cui al citato D.A. del 13/02/1998. Nella fase transitoria la Provincia Regionale di Messina curerà l’allertamento delle Aziende in caso di superamento dei livelli di concentrazione delle sostanze monitorate, così come fissati nel presente decreto, vigilando sull’attuazione degli interventi di prevenzione stabiliti. Avverso il presente provvedimento può essere proposto ricorso entro il termine di 60 giorni al Tribunale Amministrativo Regionale, ai sensi della legge 6 Dicembre 1971 n. 1034, ovvero ricorso straordinario al Presidente della Regione Siciliana, entro il termine di 120 giorni, ai sensi dell’art. 23, ultimo comma, dello Statuto Siciliano. Il presente Decreto verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana. Palermo, 05 settembre 2006

Il Dirigente preposto all’Ufficio Speciale

Dott. Antonino Cuspilici

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 346

Allegato 1 – PIANO DI AZIONE

1) I gestori delle fonti di emissione hanno l’obbligo di mettere in atto autonomamente le procedure di intervento di cui al presente allegato tutte le volte che si verificheranno gli eventi in esso previsti.

2) Le norme di comportamento devono essere rispettate da tutti gli insediamenti industriali

individuati nel presente decreto, indipendentemente dalla loro localizzazione. 3) I dati relativi alla qualità dell’aria verranno forniti, in tempo reale, su supporto telematico,

dalle reti di rilevamento in esercizio, che saranno interconnesse per lo scambio costante dei dati.

4) I dati delle centraline saranno acquisiti dal gestore della Rete e, a cura dello stesso, saranno

inviati ai soggetti istituzionalmente competenti (C.P.T.A., Provincia, DAP Messina, Comuni, ecc.), e con sistemi idonei resi accessibili ai cittadini. La rete interconnessa del comprensorio industriale di Milazzo è costituita complessivamente da n. 17 stazioni (le caratteristiche e la localizzazione riportati negli Allegati 3 e 4) . I dati meteo di riferimento utilizzati nei calcoli sono quelli rilevati dai sensori installati sulla torre meteorologica della centrale termoelettrica di San Filippo del Mela a quota 100 m e dal sistema RASS-SODAR della Provincia Regionale di Messina. Ai fini dell'applicazione delle norme comportamentali si farà riferimento, oltre che ai parametri chimici, anche ai parametri meteo (direzione prevalente del vento, velocità del vento, temperatura dell’aria, ecc.) misurati a quota 100 m e dal sistema RASS-SODAR.

5) Ogni postazione chimica di ciascuna rete elabora e rende disponibile ogni ora, per ogni

inquinante misurato, un dato di concentrazione media oraria sulla base delle misure elementari acquisite nell'ora, oltre alle concentrazioni medie di 10 minuti per SO2 (anidride solforosa) e NMHC (idrocarburi non metanici). Nel caso che le medie orarie siano elaborate su base semioraria, queste dovranno esser riportate su base oraria. Il dato di concentrazione in uscita è espresso in µg/m3 ed è corretto in base all'ultima calibrazione. Qualora gli analizzatori di inquinanti forniscano la concentrazione espressa in ppm il software provvederà alla necessaria conversione in µg/m3 (a 293 K e 101,3 kPa) utilizzando i seguenti coefficienti moltiplicativi:

2664 per la concentrazione di SO2; 1914 per la concentrazione di NO2; 499 per la concentrazione di NMHC (espressi in C).

Per la postazione meteo la rete elabora e rende disponibile ogni ora i seguenti parametri: direzione prevalente del vento a quota 100 m; velocità del vento a quota 100m in m/s.

Dovranno inoltre essere disponibili: velocità del vento a quota 10 m (m/sec); sigma direzione vento a quota 100 m (gradi nord); direzione risultante del vento a 10 e 100 m (gradi nord); velocità risultante del vento a 10 e 100 m (m/sec);

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 347

temperatura aria (°C); pressione aria (kPa); umidità relativa dell’aria (%); precipitazione (mm/h); irraggiamento solare (kW/m2).

Dovrà inoltre essere attivato un sistema di rilevamento del fenomeno dell’inversione termica con idoneo sistema (RASS-SODAR o equivalente), da verificarsi ad una quota max di 300 m con gradiente termico di 1,3°C rapportato a 100 m.

I dati di cui sopra sono registrati presso il centro di elaborazione dati.

6) Per il buon funzionamento delle apparecchiature, a garanzia della qualità ed affidabilità

delle misure, la Rete dovrà essere gestita secondo le specifiche tecniche contenute nella “Guida al manuale della qualità delle reti di rilevamento della qualità dell’aria” (RTI CTN_ACE 2/2001) e successive modifiche ed integrazioni.

Dovrà essere reso disponibile dal gestore della Rete un soggetto “reperibile” cui fare riferimento per eventuali segnalazioni di anomalie, guasti, chiarimenti inerenti al funzionamento ed alle indicazioni fornite dalla rete. La richiesta di intervento del reperibile dovrà riguardare esclusivamente situazioni particolarmente significative ed importanti quali ad esempio la mancanza di dati di una rete per più di 2 ore o la presenza di valori elevati di concentrazione in postazioni con test di riferibilità negativo. Successivamente alla prima applicazione i casi di richiesta reperibile saranno evidenziati da software sulla base delle anomalie riscontrate.

7) Per ciascuna postazione sono definiti livelli di concentrazione di SO2, NO2, NMHC (in µg/m3) in base ai quali sono individuati gli stati di preallarme, allarme ed emergenza. Preallarme

superamento CMR SO2; concentrazione media oraria di SO2>150; concentrazione media oraria di NO2>200; concentrazione media oraria di NMHC >500

Allarme

superamento CMR SO2 per 3 ore consecutive; concentrazione media oraria di SO2>225; concentrazione media oraria di NO2>250; concentrazione media oraria di NMHC >700

Emergenza

mancato riallineamento nelle tre ore successive alla condizione di allarme della CMR SO2;

concentrazione media oraria di SO2>350; concentrazione media oraria di NO2>300; concentrazione media oraria di NMHC >1000.

dove per CMR SO2 si intende la Concentrazione Media Residua di SO2 calcolata come:

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 348

i

3000 -∑ Ch h=1 CMR = ——————————

24-i i in cui ∑Ch è la sommatoria delle concentrazioni orarie acquisite sino all’ora i-esima

h=1 della giornata in corso. La CMR SO2 può essere calcolata a partire dalla ora 1, ed “i” può assumere il valore massimo di 23.

E' inoltre definito di seguito il criterio di riferibilità meteorologica in base al quale lo stato segnalato comporta o meno gli interventi programmati delle aziende per il contenimento delle emissioni. Ai fini dell’applicazione del criterio di riferibilità, per Edipower e Raffineria di Milazzo, in via iniziale si farà riferimento ad un solo punto di emissione fittizio, PEF con Lat. 38°12'16" e Long. 15°16'26", ubicato in posizione baricentrica (per inquinanti emessi) rispetto alle ciminiere presenti nel territorio. Per la ESI il punto di emissione fittizio PE ha coordinate coincidenti con il centro dello stabilimento (Lat. 38° 12' 20", Long. 15°18' 53"). Si definisce AZ(j) l’angolo in gradi Nord che il segmento congiungente il punto fittizio PE con la postazione j forma con un asse Y avente origine coincidente con PE. Il test di riferibilità effettuato ogni ora nel programma di gestione per ognuna delle postazioni chimiche della rete interconnessa è positivo se:

la velocità del vento a quota 100 m è < 1,5 m/sec; la velocità del vento a quota 100 m è compresa tra 1,5 m/sec e 2,5 m/sec (estremi

inclusi) e la direzione prevalente del vento a quota 100 m compresa in un settore di ampiezza 180 gradi cioè:

AZ - 90 ≤ D.V. ≤ AZ + 90 la velocità del vento a quota 100 m è compresa tra 2,5 m/sec. e 4 m/sec. e la direzione

prevalente del vento quota 100 m. è compresa in un settore di ampiezza 120 gradi cioè: AZ - 60 ≤ D.V. ≤ AZ + 60

la velocità del vento a quota 100 m è > = 4 m/sec. e la direzione prevalente del vento quota 100 m è compresa in un settore di ampiezza 60 gradi cioè:

AZ - 30 ≤ D.V. ≤ AZ + 30

L'insorgenza di anomalie in una o più postazioni che avesse determinato la necessità di

interventi, comporterà la cancellazione degli stati di allarme ed emergenza eventualmente in

atto solo nel caso in cui nessun altra postazione permarrà nello stato di allarme o emergenza

con riferibilità positiva.

8) Gli interventi programmati dalle aziende del territorio per il contenimento delle immissioni

di SO2 , NO2 e NMHC approvati con il presente decreto e riportati in Allegato 2, saranno attuati al verificarsi contemporaneo delle seguenti condizioni:

riferibilità meteorologica accertata;

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 349

una postazione in condizioni di preallarme, allarme o emergenza. 9) Gli interventi da attuarsi da parte dei gestori delle emissioni sono quelli riportati in Allegato

2 per ciascuna azienda. Inoltre tutti gli stabilimenti industriali, individuati nel presente provvedimento, sono tenuti anche ad adottare adeguati interventi al fine di evitare la produzione di “emissioni diffuse” secondo la normativa vigente.

10) Tutti gli interventi per la riduzione delle emissioni dovranno essere documentabili ed

annotati su apposito registro a disposizione delle autorità di controllo, ed essere comunicate in tempo reale al gestore della Rete.

11) Qualora, a seguito di ciascuno degli interventi previsti, entro un’ora non venisse riscontrata

inversione di tendenza, si procederà agli interventi successivi. Il ripristino delle condizioni normali potrà essere effettuato dopo un’ora dal cessato stato di preallarme, allarme o emergenza.

12) In caso di permanenza dello stato di emergenza per mancato riallineamento dei parametri,

malgrado l’attuazione degli interventi correttivi previsti dal presente provvedimento, il gestore della Rete provvederà ad allertare le autorità competenti al fine di individuare gli opportuni interventi.

13) Dopo un’ora dal verificarsi della condizione di inversione termica, come precedentemente

definita, le aziende daranno seguito ai seguenti interventi programmati: Raffineria di Milazzo - avvio delle procedure di preallarme per SO2 ed NO2, avvio di

procedure di emergenza (livelli I e II ) per NMHC; Edipower – innalzamento della temperatura dei fumi di tutte le Unità termoelettriche

da 160 MW fino a 150 °C; verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 2 Unità termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 180 kg/ora per singola Unità.

ESI S.p.A.- avvio di procedure di allarme per SO2 e NO2. Restano ferme le procedure previste negli allegati seguenti in caso di superamento delle soglie di cui al punto 7.

14) L’efficacia degli interventi previsti dal presente provvedimento saranno comunque verificate

al termine di un anno dalla data di entrata in funzione della rete di monitoraggio interconnessa, al fine di una eventuale revisione alla luce dell'esperienza acquisita.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 350

Allegato 2 – INTERVENTI DI PREVENZIONE DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO

A seguito di segnalazione – proveniente dal sistema di controllo delle emissioni o

dalla rete di monitoraggio delle immissioni – di superamento di una delle soglie previste

(preallarme, allarme, emergenza), il personale preposto alla conduzione degli impianti

degli insediamenti industriali sotto elencati attuerà gli interventi previsti da questo

allegato, in ordine prioritario e sequenziale.

1. EDIPOWER

1.1 Interventi programmati per il controllo di SO2

1.1.1 Preallarme

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete. Con test di riferibilità positivo, si procede all’innalzamento della temperatura dei fumi di tutte le Unità termoelettriche da 160 MW fino a 150 °C .

II. Nella seconda ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 2 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 180 kg/ora per singola Unità.

esclusione dalla teleregolazione per le quattro unità termoelettriche da 160 MW con innalzamento della temperatura fino a 155 °C delle stesse Unità da 160 MW.

III. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 580 kg/ora per singola Unità.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 351

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero attuare,

cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre azioni

sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi orari di

massa di SO2 da conseguire.

1.1.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale ad uno stato di preallarme, si procederà

come di seguito:

1) Se si proviene dalla terza ora di preallarme lo step di intervento successivo sarà il III del punto 1.1.2 realizzando contestualmente anche il II dello stesso punto.

2) In tutti gli altri casi lo step di intervento successivo sarà il II del punto 1.1.2.

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete. Con test di riferibilità positivo, si procederà alla esclusione dalla teleregolazione e all’innalzamento della temperatura dei fumi fino a 155 °C per le quattro unità termoelettriche da 160 MW compatibilmente con il carico del gruppo.

II. Nella seconda ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 2 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 160 kg/ora per singola Unità.

III. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 465 kg/ora per singola Unità.

IV. Nella quarta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 1 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora per singola Unità.

V. Nella quinta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 2 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora per singola Unità.

VI. Nella sesta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 3 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora. per singola Unità.

VII. Nella settima ora dalla segnalazione:

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 352

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle quattro Unità termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 Kg/ora per singola Unità.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero

attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre

azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi

orari di massa di SO2 da conseguire.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate non si realizzasse il rientro della

segnalazione al di sotto della soglia di allarme, dovranno essere attuati progressivamente

nelle ore successive gli ulteriori interventi previsti nel caso di segnalazione di emergenza.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della

segnalazione al di sotto della soglia di allarme, tutti gli interventi già attuati dovranno

essere mantenuti per una ulteriore ora successiva dal cessato stato di allarme.

1.1.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale ad uno stato di allarme, si

procederà come di seguito:

1) Se si proviene dalla settima ora di allarme lo step di intervento successivo sarà il III del punto 1.1.3 realizzando contestualmente anche il II dello stesso punto.

2) In tutti gli altri casi lo step di intervento successivo sarà il II. del punto 1.1.3.

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete. Con test di riferibilità positivo, si procede all’innalzamento della temperatura dei fumi fino a 155 °C per tutte le unità da 160 MW, inoltre, verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle 2 Unità termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 150 kg/ora per singola Unità.

II. Nella seconda ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 Kg/ora per singola Unità.

III. Nella terza ora dalla segnalazione:

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 353

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle due Unità termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 110 Kg/ora per singola unità;

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 1 Unità termoelettrica da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora.

IV. Nella quarta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 2 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola Unità.

V. Nella quinta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 3 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola Unità.

VI. Nella sesta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola Unità.

VII. Nella settima ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 1 Unità termoelettrica

da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora. VIII. Nella ottava ora dalla segnalazione:

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 2 Unità termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola Unità.

IX. Nella nona ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 3 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola Unità.

X. Nella decima ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola Unità.

XI. Nella undicesima ora dalla segnalazione: fermare n. 1 Unità termoelettrica da 160 MW.

XII. Nella dodicesima ora dalla segnalazione: fermare n. 2 Unità termoelettriche da 160 MW.

XIII. Nella tredicesima ora dalla segnalazione: fermare n. 3 Unità termoelettriche da 160 MW.

XIV. Nella quattordicesima ora dalla segnalazione: fermare le 4 Unità termoelettriche da 160 MW.

XV. Nella quindicesima ora dalla segnalazione: fermare n. 1 Unità termoelettrica da 320 MW.

XVI. Nella sedicesima ora dalla segnalazione: fermare le 2 Unità termoelettriche da 320 MW.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero attuare,

cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre azioni

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 354

sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi orari di

massa di SO2 da conseguire.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della

segnalazione al di sotto della soglia di emergenza, allarme e preallarme, tutti gli interventi

già attuati dovranno essere mantenuti nell’ora successiva.

1.2 Interventi programmati per il controllo di NOx

1.2.1 Preallarme

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete e la riferibilità della capannina di rilevamento. II. Nella seconda ora dalla segnalazione:

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle quattro Unità termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 200 kg/ora per singola Unità.

III. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle due Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 130 kg/ora per singola Unità.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero

attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre

azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi

orari di massa di NOx da conseguire.

1.2.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di

intervento successivo sarà il II di questo punto 1.2.2.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 355

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete e la riferibilità della capannina di rilevamento II. Nella seconda ora dalla segnalazione:

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unità termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale 150 kg/ora per singola Unità.

III. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 100 kg/ora per singola Unità.

IV. Nella quarta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale 100 kg/ora per singola Unità.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero

attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre

azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi

orari di massa di NOx da conseguire

1.2.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di

intervento successivo sarà il III di questo punto 1.2.3

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete e la riferibilità della capannina di rilevamento verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 150 kg/ora per singola unità.

II. Nella seconda ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 120 kg/ora per singola Unità.

III. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 90 kg/ora per singola Unità.

IV. Nella quarta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 100 kg/ora per singola Unità.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 356

V. Nella quinta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 70 kg/ora per singola Unità.

VI. Nella sesta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 60 kg/ora per singola Unità.

VII. Nella settima ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 50 kg/ora per singola Unità.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare ovvero

attuare cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre

azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi

orari di massa di NOx da conseguire.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della

segnalazione al di sotto della soglia di emergenza, allarme e preallarme, tutti gli interventi

già attuati dovranno essere mantenuti nell’ora successiva.

Si sottolinea altresì, che tutti i passaggi tra un livello di allarme inferiore ad un

livello superiore saranno gestiti secondo il criterio di attuare il gradino di intervento

successivo a quelli già attuati applicando sempre un’azione di intervento restrittiva.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 357

2. RAFFINERIA DI MILAZZO S.C.p.A.

2.1 Interventi programmati per il controllo di SO2

2.1.1 Preallarme

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e la qualità del combustibile utilizzato . innalzamento della temperatura dei fumi al di sopra dei 200 °C degli impianti di combustione utilizzanti olio combustibile.

II. Nella seconda ora dalla segnalazione: sostituzione dell’olio combustibile impiegato da MTZ a BTZ.

L’intervento verrà mantenuto fino ad un’ora dopo il riallineamento.

2.1.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di

intervento successivo sarà il II di questo punto.

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete ed innalzamento della temperatura dei fumi degli impianti di combustione utilizzanti olio combustibile al di sopra dei 200 °C. Sostituzione dell’olio combustibile impiegato da MTZ a BTZ.

II. Nella seconda ora dalla segnalazione: sostituzione progressiva dell’olio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di

10 t/h necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare affidabilità di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 358

L’intervento verrà mantenuto fino ad un’ora dopo il riallineamento dal cessato

stato di preallarme.

2.1.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di intervento successivo sarà il III di questo punto

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete ed innalzamento della temperatura dei fumi degli impianti di combustione utilizzanti olio combustibile al di sopra dei 200 °C. Sostituzione dell’olio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di 10 t/h necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare affidabilità di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.

II. Nella seconda ora dalla segnalazione: incremento del prelievo di vapore dalla Centrale Termica Milazzo (funzionante a

gas naturale) sino al valore massimo di 110 t/h e contemporanea riduzione della produzione vapore di Raffineria.

III. Nella terza ora dalla segnalazione: riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo

sostenibile pari a 13000 t/giorno per la prima unità di distillazione. IV. Nella quarta ora dalla segnalazione:

riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo sostenibile pari a 13000 t/giorno per la seconda unità di distillazione.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della segnalazione al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli interventi già attuati dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.

2.2 Interventi programmati per il controllo di NOx

2.2.1 Preallarme

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi d’aria, riducendoli al minimo laddove non effettuato.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 359

2.1.3 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di

intervento successivo sarà il II di questo punto.

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi d’aria riducendoli al minimo laddove non effettuato.

II. Nella seconda ora dalla segnalazione: sostituzione progressiva dell’olio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di

10 t/h necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare affidabilità di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.

2.2.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di

intervento successivo sarà il III di questo punto.

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi d’aria riducendoli al minimo laddove non effettuato.

II. Nella seconda ora dalla segnalazione: sostituzione dell’olio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di 10 t/h

necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare affidabilità di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.

III. Nella terza ora dalla segnalazione: incremento del prelievo di vapore dalla Centrale Termica Milazzo (funzionante a

gas naturale) sino al valore massimo di 110 t/h e contemporanea riduzione della produzione vapore di Raffineria.

IV. Nella quarta ora dalla segnalazione: riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo

sostenibile pari a 13000 t/giorno per la prima unità di distillazione. V. Nella quinta ora dalla segnalazione:

riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo sostenibile pari a 13000 t/giorno per la seconda unità di distillazione.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della segnalazione al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli interventi già attuati dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 360

2.3 Interventi programmati per il controllo di NMHC

L’azienda darà seguito agli interventi in caso di superamenti (preallarme, allarme

ed emergenza) segnalati dalle due centraline dedicate (ubicate nei pressi della Raffineria).

2.3.1 Preallarme

Verificare la congruità delle misure previo immediato contatto telefonico con il

Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi di

prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di idrocarburi

non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri massimizzando il

raffreddamento.

2.3.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di

intervento successivo sarà il III di questo punto 2.3.2.:

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo immediato contatto telefonico con il

Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi di prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di idrocarburi non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri massimizzando il raffreddamento.

II. Alla seconda ora dalla segnalazione:

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 361

limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di vapore (nafte e benzine) al 50 % del valore massimo laddove non dotati di sistema di recupero vapori .

III. Alla terza ora dalla segnalazione: rallentare eventuali operazioni di bonifica in atmosfera di apparecchiature che

hanno contenuto idrocarburi, sospendere i drenaggi dei serbatoi di greggio e prodotti, rallentare le operazioni di blending delle benzine.

2.3.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di

intervento successivo sarà il IV di questo punto 2.4.3.

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo immediato contatto telefonico con il

Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi di prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di idrocarburi non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri massimizzando il raffreddamento.

II. Alla seconda ora dalla segnalazione: limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di

vapore (nafte e benzine) al 50 % del valore massimo laddove non dotati di sistema di recupero vapori .

III. Alla terza ora dalla segnalazione: rallentare eventuali operazioni di bonifica in atmosfera di apparecchiature che

hanno contenuto idrocarburi, sospendere i drenaggi dei serbatoi di greggio e prodotti, rallentare le operazioni di blending delle benzine.

IV. Alla quarta ora dalla segnalazione: limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di

vapore (nafte e benzine) al 25 % del valore massimo laddove non dotati di sistema di recupero vapori.

V. Alla quinta ora dalla segnalazione: sospendere le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione

di vapore (nafte e benzine) laddove non dotati di sistema di recupero vapori e le operazioni di blending delle benzine.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della segnalazione al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli interventi già attuati dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 362

3. ECOLOGICAL SCRAP INDUSTRY S.p.A.

3.1 Interventi programmati per il controllo di SO2 e NOx

3.1 Allarme

I. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare le condizioni di riferibilità e la congruità delle misure previo contatto

telefonico con il Reperibile di Rete. II. Nella seconda ora dalla segnalazione:

innalzamento della temperatura dei fumi dal camino A4 (forno di fusione rifiuti) fino al massimo consentito, per motivi di sicurezza degli impianti (90 ± 2 °C).

III. Nella terza ora dalla segnalazione: verificare le condizioni di emissione dal camino A4 relativamente ad ossidi di

azoto e di zolfo. IV. Nella quarta ora dalla segnalazione:

predisposizione e attuazione di tutte le operazioni previste per la fine del ciclo di fusione. Relativamente al ciclo di raffinazione, al perdurare delle condizioni di allarme, ridurre al minimo tecnicamente fattibile il funzionamento del bruciatore di riscaldo delle coppelle.

3.2 Emergenza

I. Nella prima ora dalla segnalazione: si procederà a verificare le condizioni di riferibilità e la congruità delle misure

previo contatto telefonico con il Reperibile di Rete. II. Nella seconda ora dalla segnalazione:

innalzamento della temperatura dei fumi dal camino A4 fino al massimo consentito, per motivi di sicurezza degli impianti (90 ± 2 °C).

III. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica delle condizioni di emissione dal camino A4 relativamente ad ossidi di

azoto e di zolfo. IV. Nella quarta ora dalla segnalazione:

predisposizione e attuazione di tutte le operazioni previste per la fine del ciclo di fusione. Relativamente al ciclo di raffinazione, al perdurare delle condizioni di

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 363

emergenza, ridurre al minimo tecnicamente fattibile il funzionamento del bruciatore di riscaldo delle coppelle e sospendere le operazioni di caricamento degli impianti (forno fusorio o coppelle di raffinazione).

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 364

D.D.U.S. n° 19 del 05.09.2006

REPUBBLICA ITALIANA

REGIONE SICILIANA

ASSESSORATO TERRITORIO E AMBIENTE

UFFICIO SPECIALE AREE AD ELEVATO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE

IL DIRIGENTE PREPOSTO Visto lo Statuto della Regione Siciliana; Vista la Legge Regionale n. 2 del 10/04/1978; Vista la Legge Regionale n. 39 del 18/05/1977; Vista la Legge Regionale n. 78 del 04/08/1980; Visto il Decreto Presidente della Repubblica n. 203 del 24/05/1988; Vista la Legge n. 288 del 4/08/1989; Visto il Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri del 21/07/1989; Visto il Decreto del Ministro dell'Ambiente del 12 luglio 1990; Visto il Decreto del Presidente della Repubblica del 25 luglio 1991; Visto il D.A. n. 409/17 del 14 luglio 1997, col quale sono stati individuati gli adempimenti a carico delle imprese per la verifica delle emissioni diffuse di polveri; Visto il D.A. n. 31/17 del 25/01/99, con il quale sono stati individuati i contenuti delle relazioni di analisi, nonché le condizioni e le modalità di effettuazione dei campionamenti, le metodiche e l'esposizione dei risultati analitici; Visto il D.M. del 25/08/2000 “Aggiornamento dei metodi di campionamento, analisi e valutazione degli inquinanti ai sensi del D.P.R. 203/88”; Visto il D.A. n. 232/17 del 18/04/2001 recante direttive per il rilascio delle autorizzazioni ai sensi del D.P.R. 203/88; Vista la circolare dell’ARTA n. 6526/U del 30/03/1996 relativa alla fissazione dei limiti alle emissioni ed alla periodicità dei rilevamenti; Visti i DD.AA. 13/02/1998 e 26/06/1998 relativi al contenimento dell’inquinamento atmosferico nell’area industriale di Milazzo; Visti gli art. 7, 8, 9 del D.L.gs. n. 351/99; Visto il D.M. 2/04/2002 n. 60 che ha recepito le Direttive 1999/30/CE e 2000/69/CE con aggiornamento dei valori limite delle emissioni; Visto il Decreto dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente n. 50/GAB del 4 settembre 2002, con il quale è stato dichiarato area ad elevato rischio di crisi ambientale il territorio del Comprensorio del Mela costituito dai comuni di Condrò, Gualtieri Sicaminò, Milazzo, Pace del Mela, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela e San Pier Niceto; Vista la Delibera della Giunta Regionale di Governo n. 306 del 29.6.2005 con la quale viene istituito l’Ufficio Speciale per le Aree ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale, ai sensi dell’art. 4, c.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 365

7 della L.r. 10/2000, al fine di consentire ad un’unica struttura di coordinare la realizzazione di programmi e progetti di rilevante entità nelle aree dichiarate a rischio ambientale; Visto il decreto dell’ARTA n. 305/2005 del 19.12.2005; Visto il D.Lgs. 152 del 3 aprile 2006, parte Va “Norme in materia di tutela dell’aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera”; Visto il documento dell’1 agosto 2006 predisposto dalla Commissione Provinciale Tutela Ambiente di Messina in adempimento a quanto disposto con D.A. 48/GAB del 23/02/2005; Considerato che alcune Aziende operanti nell’area hanno come obiettivo il miglioramento delle prestazioni ambientali avendo acquisito le relative certificazioni riconosciute a livello comunitario; Considerata la situazione ambientale dell’area ad elevato rischio di crisi ambientale del Comprensorio del Mela; Ritenuto di dover procedere, nella qualità di Autorità preposta, al risanamento ambientale dell’area a rischio in oggetto,

DECRETA

Articolo 1 È approvato il documento dell’1 agosto 2006 predisposto dalla Commissione Provinciale

Tutela Ambiente di Messina, in premessa citato, costituito dai seguenti allegati che fanno parte integrante del presente decreto: Allegato 1 - piano di azione; Allegato 2 - interventi di prevenzione dell’inquinamento atmosferico; Allegato 3 - caratteristiche delle stazioni della rete di rilevamento della qualità dell’aria; Allegato 4 - ubicazione delle stazioni della rete di rilevamento della qualità dell’aria;

Quanto contenuto nel presente decreto costituisce “Intervento di risanamento della qualità dell’aria nell’ambito del piano di risanamento ambientale dell’area a rischio del Comprensorio del Mela”.

Articolo 2 Nelle more della definizione della rete di rilevamento di cui agli allegati 3 e 4, l’attivazione delle procedure di intervento, in conformità a quanto prescritto negli allegati 1 e 2, dovrà essere basata sulle centraline e sui parametri rilevati dalla rete di rilevamento attualmente esistente di cui al citato D.A. del 13/02/1998. Nella fase transitoria la Provincia Regionale di Messina curerà l’allertamento delle Aziende in caso di superamento dei livelli di concentrazione delle sostanze monitorate, così come fissati nel presente decreto, vigilando sull’attuazione degli interventi di prevenzione stabiliti. Avverso il presente provvedimento può essere proposto ricorso entro il termine di 60 giorni al Tribunale Amministrativo Regionale, ai sensi della legge 6 Dicembre 1971 n. 1034, ovvero ricorso straordinario al Presidente della Regione Siciliana, entro il termine di 120 giorni, ai sensi dell’art. 23, ultimo comma, dello Statuto Siciliano. Il presente Decreto verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana. Palermo, 05 settembre 2006

Il Dirigente preposto all’Ufficio Speciale

Dott. Antonino Cuspilici

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 366

Allegato 1 – PIANO DI AZIONE

15) I gestori delle fonti di emissione hanno l’obbligo di mettere in atto autonomamente le procedure di intervento di cui al presente allegato tutte le volte che si verificheranno gli eventi in esso previsti.

16) Le norme di comportamento devono essere rispettate da tutti gli insediamenti industriali

individuati nel presente decreto, indipendentemente dalla loro localizzazione. 17) I dati relativi alla qualità dell’aria verranno forniti, in tempo reale, su supporto telematico,

dalle reti di rilevamento in esercizio, che saranno interconnesse per lo scambio costante dei dati.

18) I dati delle centraline saranno acquisiti dal gestore della Rete e, a cura dello stesso, saranno

inviati ai soggetti istituzionalmente competenti (C.P.T.A., Provincia, DAP Messina, Comuni, ecc.), e con sistemi idonei resi accessibili ai cittadini. La rete interconnessa del comprensorio industriale di Milazzo è costituita complessivamente da n. 17 stazioni (le caratteristiche e la localizzazione riportati negli Allegati 3 e 4) . I dati meteo di riferimento utilizzati nei calcoli sono quelli rilevati dai sensori installati sulla torre meteorologica della centrale termoelettrica di San Filippo del Mela a quota 100 m e dal sistema RASS-SODAR della Provincia Regionale di Messina. Ai fini dell'applicazione delle norme comportamentali si farà riferimento, oltre che ai parametri chimici, anche ai parametri meteo (direzione prevalente del vento, velocità del vento, temperatura dell’aria, ecc.) misurati a quota 100 m e dal sistema RASS-SODAR.

19) Ogni postazione chimica di ciascuna rete elabora e rende disponibile ogni ora, per ogni

inquinante misurato, un dato di concentrazione media oraria sulla base delle misure elementari acquisite nell'ora, oltre alle concentrazioni medie di 10 minuti per SO2 (anidride solforosa) e NMHC (idrocarburi non metanici). Nel caso che le medie orarie siano elaborate su base semioraria, queste dovranno esser riportate su base oraria. Il dato di concentrazione in uscita è espresso in µg/m3 ed è corretto in base all'ultima calibrazione. Qualora gli analizzatori di inquinanti forniscano la concentrazione espressa in ppm il software provvederà alla necessaria conversione in µg/m3 (a 293 K e 101,3 kPa) utilizzando i seguenti coefficienti moltiplicativi:

2664 per la concentrazione di SO2; 1914 per la concentrazione di NO2; 499 per la concentrazione di NMHC (espressi in C).

Per la postazione meteo la rete elabora e rende disponibile ogni ora i seguenti parametri: direzione prevalente del vento a quota 100 m; velocità del vento a quota 100m in m/s.

Dovranno inoltre essere disponibili: velocità del vento a quota 10 m (m/sec); sigma direzione vento a quota 100 m (gradi nord); direzione risultante del vento a 10 e 100 m (gradi nord); velocità risultante del vento a 10 e 100 m (m/sec);

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 367

temperatura aria (°C); pressione aria (kPa); umidità relativa dell’aria (%); precipitazione (mm/h); irraggiamento solare (kW/m2).

Dovrà inoltre essere attivato un sistema di rilevamento del fenomeno dell’inversione termica con idoneo sistema (RASS-SODAR o equivalente), da verificarsi ad una quota max di 300 m con gradiente termico di 1,3°C rapportato a 100 m.

I dati di cui sopra sono registrati presso il centro di elaborazione dati.

20) Per il buon funzionamento delle apparecchiature, a garanzia della qualità ed affidabilità

delle misure, la Rete dovrà essere gestita secondo le specifiche tecniche contenute nella “Guida al manuale della qualità delle reti di rilevamento della qualità dell’aria” (RTI CTN_ACE 2/2001) e successive modifiche ed integrazioni.

Dovrà essere reso disponibile dal gestore della Rete un soggetto “reperibile” cui fare riferimento per eventuali segnalazioni di anomalie, guasti, chiarimenti inerenti al funzionamento ed alle indicazioni fornite dalla rete. La richiesta di intervento del reperibile dovrà riguardare esclusivamente situazioni particolarmente significative ed importanti quali ad esempio la mancanza di dati di una rete per più di 2 ore o la presenza di valori elevati di concentrazione in postazioni con test di riferibilità negativo. Successivamente alla prima applicazione i casi di richiesta reperibile saranno evidenziati da software sulla base delle anomalie riscontrate.

21) Per ciascuna postazione sono definiti livelli di concentrazione di SO2, NO2, NMHC (in µg/m3) in base ai quali sono individuati gli stati di preallarme, allarme ed emergenza. Preallarme

superamento CMR SO2; concentrazione media oraria di SO2>150; concentrazione media oraria di NO2>200; concentrazione media oraria di NMHC >500

Allarme

superamento CMR SO2 per 3 ore consecutive; concentrazione media oraria di SO2>225; concentrazione media oraria di NO2>250; concentrazione media oraria di NMHC >700

Emergenza

mancato riallineamento nelle tre ore successive alla condizione di allarme della CMR SO2;

concentrazione media oraria di SO2>350; concentrazione media oraria di NO2>300; concentrazione media oraria di NMHC >1000.

dove per CMR SO2 si intende la Concentrazione Media Residua di SO2 calcolata come:

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 368

i

3000 -∑ Ch h=1 CMR = ——————————

24-i i in cui ∑Ch è la sommatoria delle concentrazioni orarie acquisite sino all’ora i-esima

h=1 della giornata in corso. La CMR SO2 può essere calcolata a partire dalla ora 1, ed “i” può assumere il valore massimo di 23.

E' inoltre definito di seguito il criterio di riferibilità meteorologica in base al quale lo stato segnalato comporta o meno gli interventi programmati delle aziende per il contenimento delle emissioni. Ai fini dell’applicazione del criterio di riferibilità, per Edipower e Raffineria di Milazzo, in via iniziale si farà riferimento ad un solo punto di emissione fittizio, PEF con Lat. 38°12'16" e Long. 15°16'26", ubicato in posizione baricentrica (per inquinanti emessi) rispetto alle ciminiere presenti nel territorio. Per la ESI il punto di emissione fittizio PE ha coordinate coincidenti con il centro dello stabilimento (Lat. 38° 12' 20", Long. 15°18' 53"). Si definisce AZ(j) l’angolo in gradi Nord che il segmento congiungente il punto fittizio PE con la postazione j forma con un asse Y avente origine coincidente con PE. Il test di riferibilità effettuato ogni ora nel programma di gestione per ognuna delle postazioni chimiche della rete interconnessa è positivo se:

la velocità del vento a quota 100 m è < 1,5 m/sec; la velocità del vento a quota 100 m è compresa tra 1,5 m/sec e 2,5 m/sec (estremi

inclusi) e la direzione prevalente del vento a quota 100 m compresa in un settore di ampiezza 180 gradi cioè:

AZ - 90 ≤ D.V. ≤ AZ + 90 la velocità del vento a quota 100 m è compresa tra 2,5 m/sec. e 4 m/sec. e la direzione

prevalente del vento quota 100 m. è compresa in un settore di ampiezza 120 gradi cioè: AZ - 60 ≤ D.V. ≤ AZ + 60

la velocità del vento a quota 100 m è > = 4 m/sec. e la direzione prevalente del vento quota 100 m è compresa in un settore di ampiezza 60 gradi cioè:

AZ - 30 ≤ D.V. ≤ AZ + 30

L'insorgenza di anomalie in una o più postazioni che avesse determinato la necessità di

interventi, comporterà la cancellazione degli stati di allarme ed emergenza eventualmente in

atto solo nel caso in cui nessun altra postazione permarrà nello stato di allarme o emergenza

con riferibilità positiva.

22) Gli interventi programmati dalle aziende del territorio per il contenimento delle immissioni

di SO2 , NO2 e NMHC approvati con il presente decreto e riportati in Allegato 2, saranno attuati al verificarsi contemporaneo delle seguenti condizioni:

riferibilità meteorologica accertata;

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 369

una postazione in condizioni di preallarme, allarme o emergenza. 23) Gli interventi da attuarsi da parte dei gestori delle emissioni sono quelli riportati in Allegato

2 per ciascuna azienda. Inoltre tutti gli stabilimenti industriali, individuati nel presente provvedimento, sono tenuti anche ad adottare adeguati interventi al fine di evitare la produzione di “emissioni diffuse” secondo la normativa vigente.

24) Tutti gli interventi per la riduzione delle emissioni dovranno essere documentabili ed

annotati su apposito registro a disposizione delle autorità di controllo, ed essere comunicate in tempo reale al gestore della Rete.

25) Qualora, a seguito di ciascuno degli interventi previsti, entro un’ora non venisse riscontrata

inversione di tendenza, si procederà agli interventi successivi. Il ripristino delle condizioni normali potrà essere effettuato dopo un’ora dal cessato stato di preallarme, allarme o emergenza.

26) In caso di permanenza dello stato di emergenza per mancato riallineamento dei parametri,

malgrado l’attuazione degli interventi correttivi previsti dal presente provvedimento, il gestore della Rete provvederà ad allertare le autorità competenti al fine di individuare gli opportuni interventi.

27) Dopo un’ora dal verificarsi della condizione di inversione termica, come precedentemente

definita, le aziende daranno seguito ai seguenti interventi programmati: Raffineria di Milazzo - avvio delle procedure di preallarme per SO2 ed NO2, avvio di

procedure di emergenza (livelli I e II ) per NMHC; Edipower – innalzamento della temperatura dei fumi di tutte le Unità termoelettriche

da 160 MW fino a 150 °C; verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 2 Unità termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 180 kg/ora per singola Unità.

ESI S.p.A.- avvio di procedure di allarme per SO2 e NO2. Restano ferme le procedure previste negli allegati seguenti in caso di superamento delle soglie di cui al punto 7.

28) L’efficacia degli interventi previsti dal presente provvedimento saranno comunque verificate

al termine di un anno dalla data di entrata in funzione della rete di monitoraggio interconnessa, al fine di una eventuale revisione alla luce dell'esperienza acquisita.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 370

Allegato 2 – INTERVENTI DI PREVENZIONE DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO

A seguito di segnalazione – proveniente dal sistema di controllo delle emissioni o

dalla rete di monitoraggio delle immissioni – di superamento di una delle soglie previste

(preallarme, allarme, emergenza), il personale preposto alla conduzione degli impianti

degli insediamenti industriali sotto elencati attuerà gli interventi previsti da questo

allegato, in ordine prioritario e sequenziale.

1. EDIPOWER

1.1 Interventi programmati per il controllo di SO2

1.1.1 Preallarme

IV. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete. Con test di riferibilità positivo, si procede all’innalzamento della temperatura dei fumi di tutte le Unità termoelettriche da 160 MW fino a 150 °C .

V. Nella seconda ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 2 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 180 kg/ora per singola Unità.

esclusione dalla teleregolazione per le quattro unità termoelettriche da 160 MW con innalzamento della temperatura fino a 155 °C delle stesse Unità da 160 MW.

VI. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 580 kg/ora per singola Unità.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 371

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero attuare,

cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre azioni

sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi orari di

massa di SO2 da conseguire.

1.1.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale ad uno stato di preallarme, si procederà

come di seguito:

3) Se si proviene dalla terza ora di preallarme lo step di intervento successivo sarà il III del punto 1.1.2 realizzando contestualmente anche il II dello stesso punto.

4) In tutti gli altri casi lo step di intervento successivo sarà il II del punto 1.1.2.

VIII. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete. Con test di riferibilità positivo, si procederà alla esclusione dalla teleregolazione e all’innalzamento della temperatura dei fumi fino a 155 °C per le quattro unità termoelettriche da 160 MW compatibilmente con il carico del gruppo.

IX. Nella seconda ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 2 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 160 kg/ora per singola Unità.

X. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 465 kg/ora per singola Unità.

XI. Nella quarta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 1 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora per singola Unità.

XII. Nella quinta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 2 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora per singola Unità.

XIII. Nella sesta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 3 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 kg/ora. per singola Unità.

XIV. Nella settima ora dalla segnalazione:

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 372

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle quattro Unità termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 Kg/ora per singola Unità.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero

attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre

azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi

orari di massa di SO2 da conseguire.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate non si realizzasse il rientro della

segnalazione al di sotto della soglia di allarme, dovranno essere attuati progressivamente

nelle ore successive gli ulteriori interventi previsti nel caso di segnalazione di emergenza.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della

segnalazione al di sotto della soglia di allarme, tutti gli interventi già attuati dovranno

essere mantenuti per una ulteriore ora successiva dal cessato stato di allarme.

1.1.4 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale ad uno stato di allarme, si

procederà come di seguito:

3) Se si proviene dalla settima ora di allarme lo step di intervento successivo sarà il III del punto 1.1.3 realizzando contestualmente anche il II dello stesso punto.

4) In tutti gli altri casi lo step di intervento successivo sarà il II. del punto 1.1.3.

XVII. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete. Con test di riferibilità positivo, si procede all’innalzamento della temperatura dei fumi fino a 155 °C per tutte le unità da 160 MW, inoltre, verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle 2 Unità termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 150 kg/ora per singola Unità.

XVIII. Nella seconda ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle n. 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 430 Kg/ora per singola Unità.

XIX. Nella terza ora dalla segnalazione:

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 373

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle due Unità termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 110 Kg/ora per singola unità;

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 1 Unità termoelettrica da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora.

XX. Nella quarta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 2 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola Unità.

XXI. Nella quinta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 3 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola Unità.

XXII. Nella sesta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 350 Kg/ora per singola Unità.

XXIII. Nella settima ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 1 Unità termoelettrica

da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora. XXIV. Nella ottava ora dalla segnalazione:

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 2 Unità termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola Unità.

XXV. Nella nona ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 di n. 3 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola Unità.

XXVI. Nella decima ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di SO2 delle 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 300 Kg/ora per singola Unità.

XXVII. Nella undicesima ora dalla segnalazione: fermare n. 1 Unità termoelettrica da 160 MW.

XXVIII. Nella dodicesima ora dalla segnalazione: fermare n. 2 Unità termoelettriche da 160 MW.

XXIX. Nella tredicesima ora dalla segnalazione: fermare n. 3 Unità termoelettriche da 160 MW.

XXX. Nella quattordicesima ora dalla segnalazione: fermare le 4 Unità termoelettriche da 160 MW.

XXXI. Nella quindicesima ora dalla segnalazione: fermare n. 1 Unità termoelettrica da 320 MW.

XXXII. Nella sedicesima ora dalla segnalazione: fermare le 2 Unità termoelettriche da 320 MW.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero attuare,

cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre azioni

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 374

sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi orari di

massa di SO2 da conseguire.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della

segnalazione al di sotto della soglia di emergenza, allarme e preallarme, tutti gli interventi

già attuati dovranno essere mantenuti nell’ora successiva.

1.2 Interventi programmati per il controllo di NOx

1.2.1 Preallarme

IV. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete e la riferibilità della capannina di rilevamento. V. Nella seconda ora dalla segnalazione:

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle quattro Unità termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 200 kg/ora per singola Unità.

VI. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle due Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 130 kg/ora per singola Unità.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero

attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre

azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi

orari di massa di NOx da conseguire.

1.2.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di

intervento successivo sarà il II di questo punto 1.2.2.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 375

V. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete e la riferibilità della capannina di rilevamento VI. Nella seconda ora dalla segnalazione:

verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unità termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale 150 kg/ora per singola Unità.

VII. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 100 kg/ora per singola Unità.

VIII. Nella quarta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale 100 kg/ora per singola Unità.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare, ovvero

attuare, cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre

azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi

orari di massa di NOx da conseguire

1.2.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di

intervento successivo sarà il III di questo punto 1.2.3

VIII. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete e la riferibilità della capannina di rilevamento verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 150 kg/ora per singola unità.

IX. Nella seconda ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 120 kg/ora per singola Unità.

X. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 90 kg/ora per singola Unità.

XI. Nella quarta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unità

termoelettriche da 160 MW ad un valore inferiore o uguale a 100 kg/ora per singola Unità.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 376

XII. Nella quinta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 70 kg/ora per singola Unità.

XIII. Nella sesta ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 2 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 60 kg/ora per singola Unità.

XIV. Nella settima ora dalla segnalazione: verifica e riallineamento delle emissioni massiche di NOx delle 4 Unità

termoelettriche da 320 MW ad un valore inferiore o uguale a 50 kg/ora per singola Unità.

Qualora per motivi tecnico-gestionali non fosse possibile verificare ovvero

attuare cadauna azione sopraindicata il gestore dell’impianto dovrà intraprendere altre

azioni sostitutive che abbiano una incidenza di pari intensità sulla riduzione dei flussi

orari di massa di NOx da conseguire.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della

segnalazione al di sotto della soglia di emergenza, allarme e preallarme, tutti gli interventi

già attuati dovranno essere mantenuti nell’ora successiva.

Si sottolinea altresì, che tutti i passaggi tra un livello di allarme inferiore ad un

livello superiore saranno gestiti secondo il criterio di attuare il gradino di intervento

successivo a quelli già attuati applicando sempre un’azione di intervento restrittiva.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 377

2. RAFFINERIA DI MILAZZO S.C.p.A.

2.1 Interventi programmati per il controllo di SO2

2.1.2 Preallarme

III. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e la qualità del combustibile utilizzato . innalzamento della temperatura dei fumi al di sopra dei 200 °C degli impianti di combustione utilizzanti olio combustibile.

IV. Nella seconda ora dalla segnalazione: sostituzione dell’olio combustibile impiegato da MTZ a BTZ.

L’intervento verrà mantenuto fino ad un’ora dopo il riallineamento.

2.1.4 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di

intervento successivo sarà il II di questo punto.

III. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete ed innalzamento della temperatura dei fumi degli impianti di combustione utilizzanti olio combustibile al di sopra dei 200 °C. Sostituzione dell’olio combustibile impiegato da MTZ a BTZ.

IV. Nella seconda ora dalla segnalazione: sostituzione progressiva dell’olio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di

10 t/h necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare affidabilità di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 378

L’intervento verrà mantenuto fino ad un’ora dopo il riallineamento dal cessato

stato di preallarme.

2.1.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di intervento successivo sarà il III di questo punto

V. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete ed innalzamento della temperatura dei fumi degli impianti di combustione utilizzanti olio combustibile al di sopra dei 200 °C. Sostituzione dell’olio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di 10 t/h necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare affidabilità di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.

VI. Nella seconda ora dalla segnalazione: incremento del prelievo di vapore dalla Centrale Termica Milazzo (funzionante a

gas naturale) sino al valore massimo di 110 t/h e contemporanea riduzione della produzione vapore di Raffineria.

VII. Nella terza ora dalla segnalazione: riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo

sostenibile pari a 13000 t/giorno per la prima unità di distillazione. VIII. Nella quarta ora dalla segnalazione:

riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo sostenibile pari a 13000 t/giorno per la seconda unità di distillazione.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della segnalazione al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli interventi già attuati dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.

2.2 Interventi programmati per il controllo di NOx

2.2.1 Preallarme

II. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi d’aria, riducendoli al minimo laddove non effettuato.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 379

2.1.5 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di

intervento successivo sarà il II di questo punto.

III. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi d’aria riducendoli al minimo laddove non effettuato.

IV. Nella seconda ora dalla segnalazione: sostituzione progressiva dell’olio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di

10 t/h necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare affidabilità di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.

2.2.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di

intervento successivo sarà il III di questo punto.

VI. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo contatto telefonico con il Reperibile di

Rete, verificare le condizioni di marcia degli impianti e gli eccessi d’aria riducendoli al minimo laddove non effettuato.

VII. Nella seconda ora dalla segnalazione: sostituzione dell’olio combustibile in uso (sino ad un valore minimo di 10 t/h

necessario a mantenere in esercizio la rete di distribuzione e ad assicurare affidabilità di marcia ai servizi di produzione vapore ed energia elettrica) con Fuel Gas e/o GPL gassificato e/o gas naturale.

VIII. Nella terza ora dalla segnalazione: incremento del prelievo di vapore dalla Centrale Termica Milazzo (funzionante a

gas naturale) sino al valore massimo di 110 t/h e contemporanea riduzione della produzione vapore di Raffineria.

IX. Nella quarta ora dalla segnalazione: riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo

sostenibile pari a 13000 t/giorno per la prima unità di distillazione. X. Nella quinta ora dalla segnalazione:

riduzione della lavorazione di greggio di raffineria sino al valore minimo sostenibile pari a 13000 t/giorno per la seconda unità di distillazione.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della segnalazione al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli interventi già attuati dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 380

2.3 Interventi programmati per il controllo di NMHC

L’azienda darà seguito agli interventi in caso di superamenti (preallarme, allarme

ed emergenza) segnalati dalle due centraline dedicate (ubicate nei pressi della Raffineria).

2.3.1 Preallarme

Verificare la congruità delle misure previo immediato contatto telefonico con il

Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi di

prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di idrocarburi

non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri massimizzando il

raffreddamento.

2.3.2 Allarme

Qualora lo stato di allarme sia consequenziale allo stato di preallarme, lo step di

intervento successivo sarà il III di questo punto 2.3.2.:

IV. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo immediato contatto telefonico con il

Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi di prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di idrocarburi non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri massimizzando il raffreddamento.

V. Alla seconda ora dalla segnalazione:

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 381

limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di vapore (nafte e benzine) al 50 % del valore massimo laddove non dotati di sistema di recupero vapori .

VI. Alla terza ora dalla segnalazione: rallentare eventuali operazioni di bonifica in atmosfera di apparecchiature che

hanno contenuto idrocarburi, sospendere i drenaggi dei serbatoi di greggio e prodotti, rallentare le operazioni di blending delle benzine.

2.3.3 Emergenza

Qualora lo stato di emergenza sia consequenziale allo stato di allarme, lo step di

intervento successivo sarà il IV di questo punto 2.4.3.

VI. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare la congruità delle misure previo immediato contatto telefonico con il

Reperibile di Rete. Verificare le condizioni di marcia degli impianti e dei serbatoi di prodotti per individuare eventuali anomalie che possano causare emissioni di idrocarburi non metanici. Verificare le temperature di colaggio dei prodotti leggeri massimizzando il raffreddamento.

VII. Alla seconda ora dalla segnalazione: limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di

vapore (nafte e benzine) al 50 % del valore massimo laddove non dotati di sistema di recupero vapori .

VIII. Alla terza ora dalla segnalazione: rallentare eventuali operazioni di bonifica in atmosfera di apparecchiature che

hanno contenuto idrocarburi, sospendere i drenaggi dei serbatoi di greggio e prodotti, rallentare le operazioni di blending delle benzine.

IX. Alla quarta ora dalla segnalazione: limitare le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione di

vapore (nafte e benzine) al 25 % del valore massimo laddove non dotati di sistema di recupero vapori.

X. Alla quinta ora dalla segnalazione: sospendere le operazioni di caricazione ai pontili dei prodotti ad elevata tensione

di vapore (nafte e benzine) laddove non dotati di sistema di recupero vapori e le operazioni di blending delle benzine.

Qualora nel corso delle azioni sopraindicate si riscontrasse il rientro della segnalazione al di sotto della soglia di preallarme, allarme ed emergenza, tutti gli interventi già attuati dovranno essere mantenuti per una ulteriore ora.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 382

3. ECOLOGICAL SCRAP INDUSTRY S.p.A.

3.1 Interventi programmati per il controllo di SO2 e NOx

3.1 Allarme

V. Nella prima ora dalla segnalazione: verificare le condizioni di riferibilità e la congruità delle misure previo contatto

telefonico con il Reperibile di Rete. VI. Nella seconda ora dalla segnalazione:

innalzamento della temperatura dei fumi dal camino A4 (forno di fusione rifiuti) fino al massimo consentito, per motivi di sicurezza degli impianti (90 ± 2 °C).

VII. Nella terza ora dalla segnalazione: verificare le condizioni di emissione dal camino A4 relativamente ad ossidi di

azoto e di zolfo. VIII. Nella quarta ora dalla segnalazione:

predisposizione e attuazione di tutte le operazioni previste per la fine del ciclo di fusione. Relativamente al ciclo di raffinazione, al perdurare delle condizioni di allarme, ridurre al minimo tecnicamente fattibile il funzionamento del bruciatore di riscaldo delle coppelle.

3.2 Emergenza

V. Nella prima ora dalla segnalazione: si procederà a verificare le condizioni di riferibilità e la congruità delle misure

previo contatto telefonico con il Reperibile di Rete. VI. Nella seconda ora dalla segnalazione:

innalzamento della temperatura dei fumi dal camino A4 fino al massimo consentito, per motivi di sicurezza degli impianti (90 ± 2 °C).

VII. Nella terza ora dalla segnalazione: verifica delle condizioni di emissione dal camino A4 relativamente ad ossidi di

azoto e di zolfo. VIII. Nella quarta ora dalla segnalazione:

predisposizione e attuazione di tutte le operazioni previste per la fine del ciclo di fusione. Relativamente al ciclo di raffinazione, al perdurare delle condizioni di emergenza, ridurre al minimo tecnicamente fattibile il funzionamento del bruciatore di riscaldo delle coppelle e sospendere le operazioni di caricamento degli impianti (forno fusorio o coppelle di raffinazione).

383

Allegato 3 - CARATTERISTICHE DELLE STAZIONI DELLA RETE DI RILEVAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA

Postazione Analizzatori

WET & DRY

HCNM SO2 CO NOX PM10 O3

METEO BTX ODOR

I 1 Milazzo X X X 2 Milazzo - Porto X X X X X X 3 C.da S. Pietro X X X X X X X 4 Archi X X X X X 5 Raffineria Mediterranea X 6 Raffineria Mediterranea X 7 Giammoro - Gabbia X X X 8 S. Filippo del Mela X X 9 Mandravecchia X X X

10 Pace del Mela X 11 S. Lucia del Mela X 12 Pace del Mela – S. G. X X 13 Gualtieri Sicaminò X X 14 Condrò X X X 15 Valdina X 16 S. Pier Niceto X 17 Peloritani X X X X X X

La proposta di dislocazione delle postazioni è stata effettuata tenendo conto dei seguenti criteri:

1) razionalizzare il sistema, e fornire elementi conoscitivi relativi alla qualità dell’aria in prossimità delle zone più vulnerabili e/o urbanizzate dell’area a rischio di crisi ambientale;

2) prevedere nella fase iniziale, rispetto alla rete esistente, solo gli spostamenti strettamente necessari per evitare sovrapposizioni e coprire zone completamente scoperte come Gualtieri Sicaminò e l’area dei Peloritani; quest’ultima è da considerarsi postazione di bianco;

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 384

3) delineare un assetto preliminare della rete, in funzione dei dati oggi disponibili, che consenta una prima caratterizzazione della matrice “aria” nel Comprensorio del Mela; in una fase successiva, con l’ausilio di modelli matematici di diffusione degli inquinanti, sarà possibile un’eventuale rimodulazione della rete alla luce dei nuovi elementi conoscitivi acquisiti;

4) prevedere l’utilizzo di analizzatori di PM10 dotati di campionatori su filtro per la determinazione in laboratorio di IPA e metalli pesanti; 5) monitorare gli idrocarburi non metanici; le centraline 5 e 6 sono ubicate nei pressi e/o all’interno della Raffineria, e sono destinate

esclusivamente al controllo di HCNM provenienti da tale impianto.

Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente

Servizio 3 “Tutela dall’inquinamento atmosferico” – Tel. 091-7077585 – e-mail: [email protected] 385

Allegato 4 - UBICAZIONE DELLE STAZIONI DELLA RETE DI RILEVAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA