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1 N. 227 - Verifica sulle gravi e perduranti inadempienze riguardanti il Piano regionale di risanamento della qualità dell’aria. MOZIONE L’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA RILEVATO che: 6 anni fa, il 21 novembre 2007, Legambiente Sicilia denunciava in una conferenza stampa, che il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente, approvato ed adottato con il D.A. n. 176/Gab del 9 agosto 2007 dall’Assessore per il Territorio e l’Ambiente Rossana Interlandi, era un copiato dall’omologo Piano della Regione Veneto di alcuni anni addietro, nonché un collage di capitoli, paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni già edite da altri enti ed amministrazioni; gli autori, coordinati dal dirigente responsabile del Servizio 3 ‘Tutela dall’inquinamento atmosferico’ del Dipartimento Ambiente, Salvatore Anzà, non si erano neppure accorti che quel Piano del Veneto, cui avevano attinto, era già stato bocciato dalla Comunità europea parecchi anni prima, né che nel copia e incolla si erano generate inedite ‘comunanze’ e similitudini’ tra le caratteristiche ambientali del Veneto e della Sicilia, tipo il ‘sistema aerologico padano’ della Regione siciliana, la limitazione delle ore di utilizzo del riscaldamento domestico a causa della rigidità del clima, l’incremento delle piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni siciliani al fine del miglioramento del traffico urbano, la persistenza delle Comunità montane, ecc.; la vicenda suscitava, a causa dei suoi risvolti paradossali, notevole clamore e turbamento a livello mediatico e nell’opinione pubblica regionale e nazionale, attirando persino l’attenzione della trasmissione satirica ‘Striscia la notizia’ che vi dedicava un esilarante servizio, nel corso del quale il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Pietro Tolomeo, per giustificare l’abnormità dei fatti, arrivava a definirli frutto di ‘pochi refusi’, tuttavia lasciandosi scappare che ‘nel copiare può succedere’;

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Il Piano regionale per la qualità dell'aria presentato dalla regione Sicilia nel 2007 somiglia stranamente a quello del Veneto. Semplice coincidenza? E' da un pò che in Sicilia non si respira più la stessa aria. Da Palermo a Gela, da Catania a Caltanisetta ci sono segnali di cambiamento che vengono dalla società civile, dai commercianti, dagli industriali che si ribellano contro la mafia e il pizzo. Anche la burocrazia regionale se n'è accorta. Per questo nel "Piano Regionale di Coordinamento per la tutela della qualità dell'aria", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, sono state introdotte importanti novità. Ora siamo più europei e lo conferma il rigido clima dell'isola. In più abbiamo un "bacino aerologico padano" e "piste ciclabili lungo gli argini dei fiummi e dei canali" presenti nei centri storici dei comuni siciliani. A leggere il piano in questione si può fare a meno anche dell'autonomia, dato che anche il Parlamento , l'Assemblea Regionale, è diventato un normale Consiglio regionale come quello del Veneto. http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2013/11/blog-post_28.html

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N. 227 - Verifica sulle gravi e perduranti inadempienze riguardanti il Piano regionale di risanamento della qualità dell’aria. MOZIONE L’ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA RILEVATO che: 6 anni fa, il 21 novembre 2007, Legambiente Sicilia denunciava in una conferenza stampa, che il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente, approvato ed adottato con il D.A. n. 176/Gab del 9 agosto 2007 dall’Assessore per il Territorio e l’Ambiente Rossana Interlandi, era un copiato dall’omologo Piano della Regione Veneto di alcuni anni addietro, nonché un collage di capitoli, paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni già edite da altri enti ed amministrazioni; gli autori, coordinati dal dirigente responsabile del Servizio 3 ‘Tutela dall’inquinamento atmosferico’ del Dipartimento Ambiente, Salvatore Anzà, non si erano neppure accorti che quel Piano del Veneto, cui avevano attinto, era già stato bocciato dalla Comunità europea parecchi anni prima, né che nel copia e incolla si erano generate inedite ‘comunanze’ e similitudini’ tra le caratteristiche ambientali del Veneto e della Sicilia, tipo il ‘sistema aerologico padano’ della Regione siciliana, la limitazione delle ore di utilizzo del riscaldamento domestico a causa della rigidità del clima, l’incremento delle piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni siciliani al fine del miglioramento del traffico urbano, la persistenza delle Comunità montane, ecc.; la vicenda suscitava, a causa dei suoi risvolti paradossali, notevole clamore e turbamento a livello mediatico e nell’opinione pubblica regionale e nazionale, attirando persino l’attenzione della trasmissione satirica ‘Striscia la notizia’ che vi dedicava un esilarante servizio, nel corso del quale il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Pietro Tolomeo, per giustificare l’abnormità dei fatti, arrivava a definirli frutto di ‘pochi refusi’, tuttavia lasciandosi scappare che ‘nel copiare può succedere’;

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l’Assessore Interlandi nominava una commissione d’inchiesta per gli accertamenti del caso e delle responsabilità, ma la commissione, di fronte all’imbarazzante situazione, si trincerava dietro un’enigmatica astensione dal rilasciare una qualsiasi relazione; a distanza di circa 7 mesi l’Assessore Interlandi, con il decreto n. 43/Gab del 12 marzo 2008, riteneva di sanare le abnormità con la semplice eliminazione dal testo del Piano dei riferimenti più spiccatamente ‘padani’, ma lasciando inalterate le altre parti interamente copiate; CONSIDERATO che: il c.d. Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell’aria ambiente della Regione siciliana, vale a dire un documento frutto di un mero assemblaggio, operato con il metodo del copia ed incolla di porzioni di documenti di varia estrazione e provenienza, alcuni dei quali persino di scarsa attinenza e molti altri anche temporalmente superati (basti considerare che il Piano della Regione Veneto risaliva all’anno 2000 ed era stato bocciato dalla Comunità europea), tutto può definirsi fuorché un documento di programmazione e pianificazione in materia di tutela e risanamento della qualità dell’aria; nessun provvedimento risulta essere stato intrapreso nei confronti dei responsabili della redazione del Piano copiato; detto Piano continua inspiegabilmente e poco decorosamente a risultare un documento ufficiale della Regione siciliana e ad essere inserito nel sito istituzionale dell’Assessorato Territorio e Ambiente, senza che i vertici politici dell’Assessorato, quelli burocratici del Dipartimento Ambiente ed i responsabili dell’ufficio competente che si sono succeduti abbiano ritenuto di intervenire al fine della sua revoca; a fine gennaio di quest’anno il Tribunale di Palermo ha depositato le motivazioni della sentenza n. 5455/2012, con la quale si sancisce che il c.d. Piano regionale per la tutela della qualità dell’aria contiene ‘vistose copiature di un piano di un’altra regione’ e si condanna ad 1 anno e 8 mesi di reclusione l’allora responsabile del Servizio 3 del Dipartimento Ambiente e coordinatore del Piano copiato dott. Salvatore Anzà, poichè nell’esercizio delle

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sue funzioni aveva redatto e inviato a diversi enti pubblici, regionali e ministeriali, una serie di note su carta intestata dell’Assessorato Territorio e Ambiente dai contenuti opinabili in danno di Legambiente e del suo Presidente regionale, arch. Domenico Fontana, per aver essi smascherato la copiatura del Piano; lo scorso 13 marzo il GUP del Tribunale di Palermo ha rinviato a giudizio, proprio per non avere mai adottato un vero Piano di risanamento della qualità dell’aria, nonostante fossero a conoscenza dei dati allarmanti sulla qualità dell’aria, gli ex Presidenti della Regione, Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, assieme agli Assessori pro tempore dell’Assessorato Territorio e Ambiente, Francesco Cascio, Rossana Interlandi, Giuseppe Sorbello e Roberto Di Mauro, ed il processo è attualmente in corso; VISTO che: durante l’audizione n. 69 del 26-09-2013, il dott. CAPILLI, dirigente dell’Assessorato del territorio e dell’ambiente, ‘riconosce che il piano sia stato copiato da altre regioni, ma è operativo da sei anni ed ha prodotto anche effetti, contenuti in alcuni decreti assessoriali. Il dott. CAPILLI riconosce che il piano non contiene alcunché sui cementifici, si limita a prevedere l’inventario regionale delle emissioni’; durante l’audizione n. 69 del 26-09-2013 la sig.ra LO BELLO, Assessore regionale per il territorio e l’ambiente, ‘esprime compiacimento per le iniziative intraprese sull’argomento in merito al quale ha dato risposta alle interrogazioni presentate. Ammette che il piano in questione è stato frutto di una riproduzione di un piano di altre regioni, ma assicura che i dati ivi contenuti sono della Regione siciliana. E su tali dati si è provveduto a dare attuazione mediante l’adozione di decreti assessoriali. Sostiene che il ritiro del piano comporterebbe una lacuna e che, pertanto, sarebbe più opportuno procedere ad un aggiornamento dello stesso’; l’Assessore Lo Bello ‘informa che ha avviato dei tavoli su tale tema, affinchè la Regione si adegui alle direttive del decreto legislativo n. 155 del 2010. Assicura che un’attenzione particolare è dedicata all’aria di Siracusa. A tal proposito informa di un prossimo incontro presso il Ministero dell’ambiente sulla rivisitazione dell’AIA di cui ha parlato il dott. LICATA di BAUCINA e sulla rete di monitoraggio dati che deve essere attivata nella Regione. Deposita una relazione redatta dai propri uffici sull’argomento datata il 22 marzo

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scorso....chiarisce che gli effetti citati che il piano ha finora prodotto sono effetti relativi all’organizzazione amministrativa. Ritiene meritorio il contributo che la Commissione sta offrendo con la seduta odierna. Si impegna ad organizzare un incontro con le parti presenti successivo al confronto con gli organi ministeriali’; CONSIDERATO che: le giustificazioni addotte nel corso dell’audizione dall’Assessore per il territorio, secondo cui il Piano ‘è stato sì frutto di una riproduzione di un piano di altre regioni ma i dati sono siciliani’, non solo hanno confermato l’avvenuta, aberrante, commistione di elementi ‘siculo-veneti’ nella redazione del documento, ma sono state l’esplicita ammissione che il risultato finale è stato un pot-pourri di dati siciliani e soluzioni venete, privo, proprio per tale motivo, di qualsivoglia rappresentatività e significatività quale strumento di programmazione istituzionale; la relazione prodotta dall’Assessore e messa agli atti della Commissione non attiene affatto alla problematica della copiatura del Piano e della relativa significatività e, per di più, per motivi non meglio precisati è stata fornita volutamente priva dell’ultima pagina, cioè delle conclusioni e della firma del redattore; a distanza di 2 mesi l’Assessore Lo Bello non ha fatto seguire nessuna iniziativa alle affermazioni ed agli impegni manifestati nel corso dell’audizione; il ritiro e l’annullamento del Piano copiato costituiscono un atto di trasparenza e di discontinuità rispetto ad un passato che sulla materia si è dimostrato oscuro fino al punto della incredibile mancata costituzione come parte civile della Regione siciliana nel processo penale, IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE e per esso L’ASSESSORE PER IL TERRITORIO E L’AMBIENTE a mettere la parola ‘fine’ ad una vicenda indecorosa che da 6 anni mortifica il prestigio istituzionale della Regione siciliana, procedendo alla immediata revoca, in autotutela, del Piano copiato dalla Regione Veneto; ad avviare tutte le procedure per la stesura di un vero piano della qualità dell’aria della Regione siciliana a tutela dell’ambiente ed a salvaguardia della

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salute della popolazione, giustappunto tutto ciò che è stato gravemente omesso e continua ancor più gravemente ad essere omesso dagli organi preposti. (19 novembre 2013) ZITO - CANCELLERI - CAPPELLO - CIACCIO - CIANCIO FERRERI - FOTI - LA ROCCA - MANGIACAVALLO - PALMERI - SIRAGUSA - TRIZZINO - TANCREDI - ZAFARANA http://www.ars.sicilia.it/icaro/default.jsp?icaAction=showDoc&id=1

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XVI Legislatura ARS MOZIONE

N. 227 - Verifica sulle gravi e perduranti inadempienze riguardanti il Piano regionale di risanamento della qualità dell'aria. Attuale 26 nov 2013 Annuncio Aula Seduta n. 100 AULA Storico 19 nov 2013 Deposito L'ASSEMBLEA REGIONALE SICILIANA RILEVATO che: 6 anni fa, il 21 novembre 2007, Legambiente Sicilia denunciava in una conferenza stampa, che il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell'aria ambiente, approvato ed adottato con il D.A. n. 176/Gab del 9 agosto 2007 dall'Assessore per il Territorio e l'Ambiente Rossana Interlandi, era un copiato dall'omologo Piano della Regione Veneto di alcuni anni addietro, nonché un collage di capitoli, paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni già edite da altri enti ed amministrazioni; gli autori, coordinati dal dirigente responsabile del Servizio 3 'Tutela dall'inquinamento atmosferico' del Dipartimento Ambiente, Salvatore Anzà, non si erano neppure accorti che quel Piano del Veneto, cui avevano attinto, era già stato bocciato dalla Comunità europea parecchi anni prima, né che nel copia e incolla si erano generate inedite 'comunanze' e similitudini' tra le caratteristiche ambientali del Veneto e della Sicilia, tipo il 'sistema aerologico padano' della Regione siciliana, la limitazione delle ore di utilizzo del riscaldamento domestico a causa della rigidità del clima, l'incremento delle piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni siciliani al fine del miglioramento del traffico urbano, la persistenza delle Comunità montane, ecc.; la vicenda suscitava, a causa dei suoi risvolti paradossali, notevole clamore e turbamento a livello mediatico e nell'opinione pubblica regionale e nazionale, attirando persino l'attenzione della

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trasmissione satirica 'Striscia la notizia' che vi dedicava un esilarante servizio, nel corso del quale il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Pietro Tolomeo, per giustificare l'abnormità dei fatti, arrivava a definirli frutto di 'pochi refusi', tuttavia lasciandosi scappare che 'nel copiare può succedere'; l'Assessore Interlandi nominava una commissione d'inchiesta per gli accertamenti del caso e delle responsabilità, ma la commissione, di fronte all'imbarazzante situazione, si trincerava dietro un'enigmatica astensione dal rilasciare una qualsiasi relazione; a distanza di circa 7 mesi l'Assessore Interlandi, con il decreto n. 43/Gab del 12 marzo 2008, riteneva di sanare le abnormità con la semplice eliminazione dal testo del Piano dei riferimenti più spiccatamente 'padani', ma lasciando inalterate le altre parti interamente copiate; CONSIDERATO che: il c.d. Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell'aria ambiente della Regione siciliana, vale a dire un documento frutto di un mero assemblaggio, operato con il metodo del copia ed incolla di porzioni di documenti di varia estrazione e provenienza, alcuni dei quali persino di scarsa attinenza e molti altri anche temporalmente superati (basti considerare che il Piano della Regione Veneto risaliva all'anno 2000 ed era stato bocciato dalla Comunità europea), tutto può definirsi fuorché un documento di programmazione e pianificazione in materia di tutela e risanamento della qualità dell'aria; nessun provvedimento risulta essere stato intrapreso nei confronti dei responsabili della redazione del Piano copiato; detto Piano continua inspiegabilmente e poco decorosamente a risultare un documento ufficiale della Regione siciliana e ad essere inserito nel sito istituzionale dell'Assessorato Territorio e Ambiente, senza che i vertici politici dell'Assessorato, quelli burocratici del Dipartimento Ambiente ed i responsabili dell'ufficio competente che si sono succeduti abbiano ritenuto di intervenire al fine della sua revoca;

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a fine gennaio di quest'anno il Tribunale di Palermo ha depositato le motivazioni della sentenza n. 5455/2012, con la quale si sancisce che il c.d. Piano regionale per la tutela della qualità dell'aria contiene 'vistose copiature di un piano di un'altra regione' e si condanna ad 1 anno e 8 mesi di reclusione l'allora responsabile del Servizio 3 del Dipartimento Ambiente e coordinatore del Piano copiato dott. Salvatore Anzà, poichè nell'esercizio delle sue funzioni aveva redatto e inviato a diversi enti pubblici, regionali e ministeriali, una serie di note su carta intestata dell'Assessorato Territorio e Ambiente dai contenuti opinabili in danno di Legambiente e del suo Presidente regionale, arch. Domenico Fontana, per aver essi smascherato la copiatura del Piano; lo scorso 13 marzo il GUP del Tribunale di Palermo ha rinviato a giudizio, proprio per non avere mai adottato un vero Piano di risanamento della qualità dell'aria, nonostante fossero a conoscenza dei dati allarmanti sulla qualità dell'aria, gli ex Presidenti della Regione, Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, assieme agli Assessori pro tempore dell'Assessorato Territorio e Ambiente, Francesco Cascio, Rossana Interlandi, Giuseppe Sorbello e Roberto Di Mauro, ed il processo è attualmente in corso; VISTO che: durante l'audizione n. 69 del 26-09-2013, il dott. CAPILLI, dirigente dell'Assessorato del territorio e dell'ambiente, 'riconosce che il piano sia stato copiato da altre regioni, ma è operativo da sei anni ed ha prodotto anche effetti, contenuti in alcuni decreti assessoriali. Il dott. CAPILLI riconosce che il piano non contiene alcunché sui cementifici, si limita a prevedere l'inventario regionale delle emissioni'; durante l'audizione n. 69 del 26-09-2013 la sig.ra LO BELLO, Assessore regionale per il territorio e l'ambiente, 'esprime compiacimento per le iniziative intraprese sull'argomento in merito al quale ha dato risposta alle interrogazioni presentate. Ammette che il piano in questione è stato frutto di una riproduzione di un piano di altre regioni, ma assicura che i dati ivi contenuti sono della Regione siciliana. E su tali dati si è

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provveduto a dare attuazione mediante l'adozione di decreti assessoriali. Sostiene che il ritiro del piano comporterebbe una lacuna e che, pertanto, sarebbe più opportuno procedere ad un aggiornamento dello stesso'; l'Assessore Lo Bello 'informa che ha avviato dei tavoli su tale tema, affinchè la Regione si adegui alle direttive del decreto legislativo n. 155 del 2010. Assicura che un'attenzione particolare è dedicata all'aria di Siracusa. A tal proposito informa di un prossimo incontro presso il Ministero dell'ambiente sulla rivisitazione dell'AIA di cui ha parlato il dott. LICATA di BAUCINA e sulla rete di monitoraggio dati che deve essere attivata nella Regione. Deposita una relazione redatta dai propri uffici sull'argomento datata il 22 marzo scorso....chiarisce che gli effetti citati che il piano ha finora prodotto sono effetti relativi all'organizzazione amministrativa. Ritiene meritorio il contributo che la Commissione sta offrendo con la seduta odierna. Si impegna ad organizzare un incontro con le parti presenti successivo al confronto con gli organi ministeriali'; CONSIDERATO che: le giustificazioni addotte nel corso dell'audizione dall'Assessore per il territorio, secondo cui il Piano 'è stato sì frutto di una riproduzione di un piano di altre regioni ma i dati sono siciliani', non solo hanno confermato l'avvenuta, aberrante, commistione di elementi 'siculo-veneti' nella redazione del documento, ma sono state l'esplicita ammissione che il risultato finale è stato un pot-pourri di dati siciliani e soluzioni venete, privo, proprio per tale motivo, di qualsivoglia rappresentatività e significatività quale strumento di programmazione istituzionale; la relazione prodotta dall'Assessore e messa agli atti della Commissione non attiene affatto alla problematica della copiatura del Piano e della relativa significatività e, per di più, per motivi non meglio precisati è stata fornita volutamente priva dell'ultima pagina, cioè delle conclusioni e della firma del redattore; a distanza di 2 mesi l'Assessore Lo Bello non ha fatto seguire nessuna iniziativa alle affermazioni ed agli impegni manifestati nel corso

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dell'audizione; il ritiro e l'annullamento del Piano copiato costituiscono un atto di trasparenza e di discontinuità rispetto ad un passato che sulla materia si è dimostrato oscuro fino al punto della incredibile mancata costituzione come parte civile della Regione siciliana nel processo penale, IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE e per esso L'ASSESSORE PER IL TERRITORIO E L'AMBIENTE a mettere la parola 'fine' ad una vicenda indecorosa che da 6 anni mortifica il prestigio istituzionale della Regione siciliana, procedendo alla immediata revoca, in autotutela, del Piano copiato dalla Regione Veneto; ad avviare tutte le procedure per la stesura di un vero piano della qualità dell'aria della Regione siciliana a tutela dell'ambiente ed a salvaguardia della salute della popolazione, giustappunto tutto ciò che è stato gravemente omesso e continua ancor più gravemente ad essere omesso dagli organi preposti. (19 novembre 2013)

ZITO - CANCELLERI - CAPPELLO - CIACCIO - CIANCIO - FERRERI - FOTI - LA ROCCA - MANGIACAVALLO - PALMERI - SIRAGUSA - TRIZZINO - TANCREDI - ZAFARANA http://www.ars.sicilia.it/icaro/default.jsp?icaAction=showDoc&id=1

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1) Audizione dell'Assessore regionale per il territorio e perl'ambiente e del direttore generale dell'ARPA Sicilia inrelazione al piano regionale di risanamento della qualitàdell'aria.

Testo del Sommario

La seduta inizia alle ore 10.45. Seduta n. 56 del 11.07.13 XVI Legislatura Il PRESIDENTE dichiara aperta la seduta e ricorda che sulla materia il Movimento cinque stelle ha presentato un'interrogazione, che sebbene siano passati mesi non ha ricevuto ancora alcuna risposta. L'onorevole CIACCIO, richiedente dell'odierna audizione, rileva che il piano regionale della tutela dell'aria approvato nel 2007 è stato copiato dal piano del Veneto, così da contenere dei riferimenti espliciti ad aspetti territoriali del bacino padano. Nel ricordare l'attività ispettiva svolta su tale materia, prende atto dell'assenza del governo. Il dott. GENCHI, CGIL, osserva che in seguito all'intervento di Legambiente successivo alla pubblicazione del piano si è ottenuta un'attenzione mediatica, alla quale non è susseguito alcun intervento. Infatti, il piano contiene dei riferimenti che non risultano compatibili con il territorio siciliano, anzi, vi sono rinvii a territori pianeggianti e percorsi che appartengono alla realtà veneta. Aggiunge che la stessa bibliografia è stata copiata. E sebbene sia stata chiesta più volte la revoca del piano, ancora oggi sul sito dell'assessorato del territorio si trova pubblicato il suddetto piano. Risulta imbarazzante che non si sia ancora provveduto. Chiede quale destinazione abbiano avuto i fondi stanziati per il risanamento dell'aria per le aree a rischio, come Gela e Siracusa. Il PRESIDENTE sulla destinazione dei citati fondi comunica che si è attivato per conoscere come siano stati utilizzati. L'onorevole FAZIO considera grave che non si sia ancora provveduto e che nessuno sia stato dichiarato responsabile. Si tratta di una questione che merita di essere affrontata alla presenza dell'Assessore, e propone di rinviare ad una successiva seduta. L'onorevole VINCIULLO stigmatizza sull'assenza dell'Assessore su un argomento così delicato.

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Il PRESIDENTE ricorda l'assenza dell'Assessore nelle ultime sedute tra cui la seduta di Gela e di Melilli. La dott.ssa MARABITO, Italia Nostra, rappresenta come la normativa vigente rispetto alle nuove sostanze si possa considerare obsoleta. Ritiene che nella redazione del piano occorra prendere in considerazione gli effetti sulla salute. Il prof. SOLARINO, Decontaminazione Sicilia, ripete quanto affermato dal dott. GENCHI e precisa che l'attuale sistema di controllo è inefficace per effettuare i dovuti controlli. Il dott. LA ROSA, CGIL, avverte sull'importanza che il piano riveste dal punto di vista della programmazione e pianificazione. Il dott. LICATA di BAUCINA, dirigente generale ARPA Sicilia, precisa che solo di recente l'ARPA è stata investita del compito di fornire dati per la rete di monitoraggio ambientale. Inoltre, riferisce che l'ARPA gestisce solo dodici centraline, le altre 28 sono gestite da comuni e province. Il sig. CIAMPOLILLO, Comitato Cittadino Isola Pulita, rappresenta che il piano attualmente ancora vigente non contiene alcun riferimento alle zone interessate da cementifici. Chiede, pertanto, che tali zone come Isola delle Femmine vengano attenzionate, in considerazione dei gravi danni alla salute che vengono rilevati. Il PRESIDENTE vista la delicatezza della questione propone di riconvocare un'altra seduta col medesimo ordine del giorno. Non avendo alcun altro chiesto di parlare, dichiara conclusa la seduta. La seduta è tolta alle ore 11.20.

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1) Audizione dell'Assessore regionale per il territorio e per l'ambiente e del direttore generale dell'ARPA Sicilia in relazione al piano regionale di risanamento della qualità dell'aria. 2) Audizione sulle problematiche inerenti il passaggio a livello di via Paestum e il sistema ferroviario presso il comune di Ragusa.

Testo del Sommario

La seduta inizia alle ore 11.00. Seduta n. 69 del 26.09.13 XVI Legislatura Il PRESIDENTE dichiara aperta la seduta e riferisce che sul tema relativo al piano regionale di risanamento della qualità dell’aria sono state intraprese numerose attività e auspica che si raggiungano dei risultati, vista la presenza dell’Assessore per il territorio e per l’ambiente. L’onorevole CIRONE ricorda gli atti ispettivi che ha presentato e la risoluzione approvata in Commissione. Dichiara che si tratta di un tema molto delicato che coinvolge interessi sensibili, quale la salute. Rammenta dell’incontro che la Commissione ha tenuto presso il comune di Melilli e la grave situazione che interessa la popolazione della provincia di Siracusa, che attendono risposte concrete e risolutive avverso i fattori inquinanti causati dall’industrializzazione. L’onorevole SORBELLO, in relazione alla zona di Siracusa, considera prioritari due obiettivi: da una parte la necessità della rivisitazione dell’autorizzazione integrata ambientale e dall’altra la opportunità di programmare una nuova collocazione delle centraline, in grado di monitorare costantemente gli agenti inquinanti. Nonostante consideri apprezzabile l’attività svolta da parte della Provincia di Siracusa e dall’ARPA, allo stato attuale, un’area di 10 chilometri è interessata da emissioni di sostanze altamente pericolose provenienti dalle industrie che sono ivi insediate. Il dott. LICATA di BAUCINA, dirigente generale ARPA Sicilia, rinvia alle dichiarazione già espresse nella seduta n. 56 dell’11 luglio scorso circa il piano regionale di risanamento della qualità dell’aria, ricordando che l’ARPA ha stipulato con l’assessorato del territorio un protocollo per fornire i dati utili per l’adeguamento del piano al

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decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155. Sulla problematica riguardante la zona di Siracusa comunica che ha trasmesso al Ministero dell’ambiente una nota con la quale viene chiesta una rivisitazione dell’AIA nella zona de qua. Tuttavia, non essendo organo competente ad inoltrare tale istanza è stata trasmessa all’assessorato del territorio affinchè provvedano. Il sig. GENCHI, CGIL, osserva che sei anni fa Legambiente denunciava che il piano regionale sulla qualità dell’aria era il prodotto di un copiato dal piano della Regione Veneto. Nonostante una particolare attenzione mediatica, non è susseguito alcun intervento. Infatti, il piano contiene dei riferimenti che non risultano compatibili con il territorio siciliano, anzi, vi sono rinvii a territori pianeggianti e percorsi che appartengono alla realtà veneta. E sebbene sia stata chiesta più volte la revoca del piano, ancora oggi sul sito dell’assessorato del territorio si trova pubblicato il suddetto piano con delle lievi modifiche. Sulle aree ad elevato rischio ambientale, come Siracusa, erano state stanziate ingenti somme per il risanamento dell’aria, di cui non si è visto alcun beneficio. Stigmatizza, inoltre, i contenuti della recente AIA sul petrolchimico di Siracusa, che opera dei rinvii in un’ottica di prospettive future. La sig.ra LO BELLO, Assessore regionale per il territorio e l’ambiente, esprime compiacimento per le iniziative intraprese sull’argomento in merito al quale ha dato risposta alle interrogazioni presentate. Ammette che il piano in questione è stato frutto di una riproduzione di un piano di altre regioni, ma assicura che i dati ivi contenuti sono della Regione siciliana. E su tali dati si è provveduto a dare attuazione mediante l’adozione di decreti assessoriali. Sostiene che il ritiro del piano comporterebbe una lacuna e che, pertanto, sarebbe più opportuno procedere ad un aggiornamento dello stesso. Informa che ha avviato dei tavoli su tale tema, affinchè la Regione si adegui alle direttive del decreto legislativo n. 155 del 2010. Assicura che un’attenzione particolare è dedicata all’aria di Siracusa. A tal proposito informa di un prossimo incontro presso il Ministero dell’ambiente sulla rivisitazione dell’AIA di cui ha parlato il dott. LICATA di BAUCINA e sulla rete di monitoraggio dati che deve essere attivata nella Regione. Deposita una relazione redatta dai propri uffici sull’argomento datata il 22 marzo scorso. L’onorevole SORBELLO chiede che prima di procedere alla

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Nota
Il Documento redatto dal Dr. Capilli manca della 7° ed ultima pagina. Come mai? In realtà il documento non era affatto la risposta all'interrogazione dell'onle La Rocca Claudia sulla problematica del Piano Aria Sicilia Copiato
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rivisitazione dell’AIA vengano coinvolti gli enti locali della zona interessata. Il dott. CAPILLI, dirigente dell’Assessorato del territorio e dell’ambiente, riconosce che il piano sia stato copiato da altre regioni, ma è operativo da sei anni ed ha prodotto anche effetti, contenuti in alcuni decreti assessoriali. Il sig. CIAMPOLILLO, Comitato Cittadino Isola Pulita, rappresenta che il piano attualmente ancora vigente non contiene alcun riferimento alle zone interessate da cementifici. Chiede come l’Italcementi presso Isola delle Femmine abbia ottenuto l’AIA se tali zone non risultano presenti nel piano. Il PRESIDENTE chiede chiarimenti in merito al rilascio dell’AIA al citato cementificio, senza il presupposto, ovvero la previsione all’interno del piano regionale Il dott. CAPILLI riconosce che il piano non contiene alcunché sui cementifici, si limita a prevedere l’inventario regionale delle emissioni. La dott.ssa NICOTRA, esperta in materia ambientale, elenca una serie di sostanze inquinanti che risultano presenti in tutta la zona di Siracusa. Riferisce che le sostanze rilevate sono altamente pericolose per la salute umana e il decreto legislativo n. 155 non le elenca tutte. Pertanto, propone che la Regione si faccia carico di aggiungere all’elenco nazionale tali sostanze mediante un atto proprio. Tra queste ricorda le emissioni di PM10 provenienti dalle torce del petrolchimico che sono continuamente accese e le emissioni provenienti dai camini. Dichiara, inoltre, che nella zona sono presenti inceneritori i cui controlli sono deferiti alle stesse società titolari dell’impianto. Ritiene che i controlli debbano essere compiuti da un organo esterno, quale potrebbe essere l’ARPA. Il PRESIDENTE condivide la proposta di adottare un atto regionale, trattandosi di materia che operando in via restrittiva nel rispetto dell’ambiente e della salute rientra tra le competenze regionali. L’onorevole CIRONE ritiene che la soluzione sia da individuare nell’adozione di un decreto assessoriale e riferisce di un lavoro di monitoraggio di sostanze non soggette a controllo da parte della prefettura. Il sig. GENCHI rappresenta le anomalie delle torce che sono sempre accese, sostenendo che servono non come segnale di mal funzionamento, bensì per bruciare alcune sostanze.

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Avverte sulla necessità di intervenire a disciplinare le bolle di raffineria, su cui riferisce di avere redatto nel 2006, quando prestava servizio presso l’assessorato del territorio, una relazione che contiene proposte normative sulla materia. Il sig. LA ROSA, CGIL, suggerisce all’Assessore di avviare una consultazione con i rappresentanti di tutte le categorie prima di redigere un nuovo piano sulla qualità dell’aria. E aggiunge che tale piano deve essere coordinato con gli altri piani regionali, quale ad esempio quello dell’energia. Il Prof. LOMBARDO, Università di Palermo, contesta le modalità di redazione del piano, non essendo sufficiente inserire dei dati di una regione in un contesto di un’altra regione. Il PRESIDENTE condivide il suggerimento di creare una rete di coordinamento tra tutti i piani regionali. L’Assessore LO BELLO chiarisce che gli effetti citati che il piano ha finora prodotto sono effetti relativi all’organizzazione amministrativa. Ritiene meritorio il contributo che la Commissione sta offrendo con la seduta odierna. Si impegna ad organizzare un incontro con le parti presenti successivo al confronto con gli organi ministeriali. Il sig. CIAMPOLILLO ribadisce l’opportunità di revocare il piano attualmente pubblicato sul sito dell’assessorato. Il PRESIDENTE dichiara concluso il primo punto all’ordine del giorno e passa al secondo punto. Riferisce che il tema era già stato affrontato in una precedente seduta, ma essendosi insediata la nuova giunta comunale ha ritenuto opportuno convocarla. Il dott. PICCITTO, sindaco del comune di Ragusa, ringrazia la Commissione e ricorda la questione relativa alla paventata chiusura di un passaggio a livello all’interno della città di Ragusa da parte della società RFI. In seguito all’incontro del maggio scorso, RFI ha mantenuto l’impegno di sospendere i lavori, ma il problema resta. Ritenendo che il passaggio a livello rappresenti una struttura fondamentale per collegare due parti della città, chiede un dialogo con gli organi RFI, al fine di rinegoziare l’accordo tra le parti. Chiede, inoltre, come potere promuovere la realizzazione di una metropolitana in superficie, rilevando che esistono già all’interno della città 18 chilometri di strade ferrate che possono essere riconvertite ad uso di metropolitana.

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Il dott. ARNONE, dirigente generale dipartimento regionale infrastrutture, mobilità e trasporti, chiarisce che sul primo tema illustrato l’assessorato non ha alcuna competenza, può soltanto farsi portavoce dell’istanza presso i rappresentanti di RFI. A tal proposito suggerisce, vista l’assenza nella seduta odierna dei vertici di RFI, di convocare un incontro con tutti le parti interessate. Sull’ipotesi di realizzazione di una metropolitana invita l’amministrazione comunale a presentare in tempi brevi un progetto, al fine di potere proporre il finanziamento con i fondi comunitari, essendo obiettivo dell’Unione europea favorire il trasporto su rotaia piuttosto che quello su gomma. Il sig. COSTA assessore ambiente comune di Ragusa, rappresenta l’esigenza di programmare un sistema di viabilità su rotaie tra Ragusa e Catania, vista la recente apertura dell’aeroporto di Comiso. Il sig. GURRIERI, CUB trasporti provinciale, rappresenta lo stato dell’arte della viabilità nella provincia di Ragusa, lamentando la esiguità di collegamenti ferroviari, in considerazione dell’apertura dell’aeroporto. Solleva, inoltre, la questione relativa al trasporto di studenti all’interno del territorio, in seguito alla riduzione di corse da parte dell’AST. Aggiunge che se AST non dismette la concessione i comuni interessati non possono procedere a bandire un nuovo affidamento. L’onorevole ASSENZA rappresenta che il problema dei collegamenti nella provincia è stato dallo stesso più volte posto all’attenzione dell’Assessore senza ricevere ancora alcuna risposta. In merito al passaggio a livello della città di Ragusa, richiama le considerazioni svolte dall’ing. CUCINOTTA durante la seduta del 23 maggio, il quale poneva un problema di sicurezza al mantenimento dello stesso. Invita l’amministrazione comunale a trovare una soluzione alternativa per collegare le due parti della città. La sig.ra CAMPO, assessore lavori pubblici del comune di Ragusa, dichiara che sull’ipotesi alternativa al passaggio a livello sono stati avviati numerosi studi, ma non si è trovata alcuna soluzione. L’unica opera realizzabile è un passaggio pedonale. Ritiene che debba essere rinegoziata la convenzione con RFI. L’onorevole FOTI manifesta perplessità sull’ipotesi di chiusura del passaggio a livello, che separerebbe la città in due parti. Sul sistema di trasporti in generale auspica una razionalizzazione dei collegamenti tra i mezzi su gomma

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e i mezzi su rotaie. Il sig. FIRRINCIELI, comitato NO MURO, ringrazia la nuova amministrazione comunale per l’attenzione riservata alla possibile chiusura del passaggio a livello, e rinvia a quanto già dichiarato nella precedente seduta. Il PRESIDENTE invita il dott. ARNONE ad avviare degli incontri tra gli amministratori locali e RFI sia per il problema del passaggio a livello, sia per una riprogrammazione del sistema viario nel territorio di Ragusa. Non avendo altri chiesto di intervenire, dichiara chiusa la seduta. La seduta è tolta alle ore 14.10.

http://www.ars.sicilia.it/icaro/default.jsp?icaAction=showDoc&id=15

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XVI Legislatura ARS XVI Legislatura Numero 40 del 15.04.13 INTERPELLANZA N. 40 - Chiarimenti sulle inadempienze riguardanti il piano (v. nota) regionale di risanamento della qualità dell'aria. Al Presidente della Regione e all'Assessore per il territorio e l'ambiente, rilevato che: più di 5 anni fa, il 21 novembre 2007, Legambiente Sicilia denunciava in una conferenza stampa, che il Piano Regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell'aria ambiente, approvato ed adottato con il D.A. n. 176/Gab del 9 agosto 2007 dall'Assessore per il territorio Rossana Interlandi, era un copiato dall'omologo Piano della Regione Veneto di alcuni anni addietro, nonché un collage di capitoli, paragrafi, ecc. integralmente trascritti da pubblicazioni già edite da altri Enti ed Amministrazioni; gli autori, coordinati dal dirigente responsabile del Servizio 3 Tutela dall'inquinamento atmosferico del Dipartimento Ambiente, Salvatore Anzà, non si erano neppure accorti che quel Piano del Veneto, cui avevano attinto, era già stato bocciato dalla Comunità europea parecchi anni prima, né che nel copia e incolla si erano generate inedite comunanze e similitudini tra le caratteristiche ambientali del Veneto e della Sicilia, tipo il sistema aerologico padano della Regione siciliana, la limitazione delle ore di utilizzo del riscaldamento domestico a causa della rigidità del clima, l'incremento delle piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti nei centri storici dei Comuni siciliani al fine del miglioramento del traffico urbano, la persistenza delle Comunità montane, ecc; la vicenda suscitava, a causa dei suoi risvolti paradossali, notevole clamore e turbamento a livello mediatico e nell'opinione pubblica regionale e nazionale, attirando persino l'attenzione della trasmissione satirica Striscia la notizia che vi dedicava un esilarante servizio, nel corso del quale il dirigente generale del Dipartimento Ambiente, Pietro Tolomeo, per giustificare l'abnormità dei fatti, arrivava a definirli frutto di pochi refusi ,

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tuttavia lasciandosi scappare che nel copiare può succedere; l'Assessore Interlandi nominava una commissione d'inchiesta per gli accertamenti del caso e delle responsabilità, ma la commissione, di fronte all'imbarazzante situazione, si trincerava dietro un'enigmatica astensione dal rilasciare una qualsiasi relazione; a distanza di circa 4 mesi l'Assessore Interlandi, con il decreto n. 43/Gab del 12 marzo 2008, riteneva di sanare le abnormità con la semplice eliminazione dal testo del Piano dei riferimenti più spiccatamente padani, ma lasciando inalterate le altre parti interamente copiate; considerato che: il c.d. Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell'aria ambiente della Regione Siciliana, vale a dire un documento frutto di un mero assemblaggio, operato con il metodo del copia ed incolla, di porzioni di documenti di varia estrazione e provenienza, alcuni dei quali persino di scarsa attinenza e molti altri anche temporalmente superati (basti considerare che il Piano della Regione Veneto risaliva all'anno 2000 ed era stato bocciato dalla Comunità europea), tutto può definirsi fuorché un documento di programmazione e pianificazione in materia di tutela e risanamento della qualità dell'aria; nessun provvedimento risulta essere stato intrapreso nei confronti dei responsabili della redazione del Piano copiato; detto Piano continua inspiegabilmente e poco decorosamente a risultare un documento ufficiale della Regione siciliana e ad essere inserito nel sito istituzionale dell'Assessorato Territorio, senza che i vertici politici dell'Assessorato, quelli burocratici del Dipartimento Ambiente ed i responsabili dell'ufficio competente che si sono succeduti abbiano ritenuto di intervenire al fine della sua revoca; a fine gennaio di quest'anno il Tribunale di Palermo ha depositato le motivazioni della sentenza n. 5455/2012, con la quale si sancisce che il c.d. Piano regionale per la tutela della qualità

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dell'aria contiene vistose copiature di un piano di un'altra regione e si condanna ad 1 anno e 8 mesi di reclusione l'allora responsabile del Servizio 3 del Dipartimento Ambiente e coordinatore del Piano copiato dott. Salvatore Anzà, poichè nell'esercizio delle sue funzioni aveva redatto e inviato a diversi Enti pubblici, regionali e ministeriali, una serie di note su carta intestata dell'Assessorato Territorio dai contenuti opinabili in danno di Legambiente e del suo Presidente Regionale arch. Domenico Fontana per aver essi smascherato la copiatura del Piano; lo scorso 13 marzo il GUP del Tribunale di Palermo ha rinviato a giudizio, proprio per non avere mai adottato un vero Piano di risanamento della qualità dell'aria, nonostante fossero a conoscenza dei dati allarmanti sulla qualità dell'aria, gli ex Presidenti della Regione, Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, assieme agli assessori pro tempore dell'Assessorato al Territorio e Ambiente, Francesco Cascio, Rossana Interlandi, Giuseppe Sorbello e Roberto Di Mauro, ed il processo si aprirà il prossimo 3 giugno; per conoscere: - quali iniziative ritengano di voler adottare, ed in che tempi (dopo quasi 6 anni) per la revoca immediata del Piano copiato; - come intendano procedere per fare emergere le responsabilità degli autori e le coperture di cui gli stessi hanno potuto godere nel corso di questi anni, anche come segnale forte di abbandono di un deleterio modus operandi; - per quali motivi il Piano copiato abbia continuato fino ad ora a fare bella mostra sul sito istituzionale dell'Assessorato Territorio senza che nessuno sia intervenuto al riguardo nonostante a conoscenza della copiatura e quindi della non conformità, il tutto ancor più aggravato dall'intervenuta condanna penale a carico del responsabile della redazione della copiatura del Piano; - per quali motivi siano rimaste senza risposta, a distanza di oltre 4 mesi, le richieste di ritiro del Piano inoltrate all'attuale assessore al territorio da parte di Legambiente e della CGIL,

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ulteriormente sollecitate, anche con formale diffida, dalle associazioni Comitato Cittadino Isola Pulita, AugustAmbiente, Italia Nostra, WWF Palermo, disattendendo le norme sui procedimenti e sulla trasparenza amministrativa di cui alla L.R. 5/2011; - se siano stati intrapresi provvedimenti nei confronti del dott. Salvatore Anzà a seguito della sua condanna e se il Governo intenda costituirsi parte civile nel processo contro gli ex Presidenti della Regione, Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo, e gli ex Assessori per il territorio, Francesco Cascio, Rossana Interlandi, Giuseppe Sorbello e Roberto Di Mauro, che si aprirà il 3 giugno prossimo presso il Tribunale di Palermo; - quando intendano adottare un vero Piano regionale di risanamento della qualità dell'aria. (Gli interpellanti chiedono lo svolgimento con urgenza) (15 aprile 2013) ZITO - CANCELLERI - CAPPELLO - CIACCIO - CIANCIO FERRERI - FOTI - LA ROCCA - MANGIACAVALLO - PALMERI - SIRAGUSA - TRIZZINO - VENTURINO - ZAFARANA ***** - Con nota prot. n. 27896/INTERP.16 del 4 giugno 2013, il Presidente della Regione ha delegato l'Assessore per il territorio e l'ambiente.

Attuale 06 mag 2013 Trasmissione Governo Storico 15 apr 2013 Presentazione 24 apr 2013 Annuncio Aula Seduta n. 36 AULA http://www.ars.sicilia.it/icaro/doc234-1.jsp?print=TRUE&icaQueryId=5&icaDocId=68

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Claudia MANNINO (Movimento 5 stelle) Con il decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155 è stata data attuazione alla direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa che ha...

presentato il: 03/10/2013

Interrogazione a risposta scritta 4-02066 presentato da MANNINO Claudia testo di Giovedì 3 ottobre 2013, seduta n. 90 MANNINO, TERZONI, GRILLO, PARENTELA, DE ROSA, DE LORENZIS, NUTI e LOREFICE. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che: con il decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155 è stata data attuazione alla direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa che ha abrogato, a partire dall'11 giugno 2010, le direttive 96/62/CE, 1999/30/CE, 2000/69/CE e 2002/3/CE; con il citato decreto legislativo 155 del 2010 sono state abrogate le norme con le quali l'Italia aveva recepito e dato attuazione alle citate direttive europee – in special modo i decreti legislativi n. 351 del 1999, n. 183 del 2004 e n. 152 del 2007 – stabilendo, all'articolo 19, apposite norme transitorie e prevedendo delle regioni e delle province autonome e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di provvedere al riesame e all'aggiornamento degli atti adottati in base alla normativa previgente; l'articolo 3 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che per il riesame della zonizzazione del territorio nazionale in atto alla data di entrata in vigore del presente decreto, il progetto di zonizzazione e di classificazione – di competenza delle regioni e delle province autonome – deve essere trasmesso, per l'adozione, al Ministero dell'Ambiente della tutela del territorio e del mare entro i successivi quattro mesi dall'entrata in vigore del decreto stesso, unitamente agli

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esiti dell'attività di monitoraggio e valutazione, in base ai quali vengono classificati le zone e gli agglomerati; l'articolo 4 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che la classificazione, in base alla presenza e ai livelli di inquinanti nell'aria ambiente, delle zone e degli agglomerati – di competenza delle regioni e delle province autonome – deve essere riesaminata almeno ogni cinque anni e, comunque, ogni volta che si registrino eventi che incidono sulle concentrazioni nell'aria ambiente degli stessi inquinanti; l'articolo 5 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero dell'Ambiente della tutela del territorio e del mare, all'ISPRA e all'ENEA – entro otto mesi dall'entrata in vigore del decreto – un progetto di adeguamento delle reti di misura, in conformità alla zonizzazione e alla classificazione risultanti dal primo riesame previsto dal citato articolo 3, che deve indicare anche la data prevista per l'adeguamento e il programma di valutazione da attuare nelle zone e negli agglomerati individuati; l'articolo 9 ha stabilito l'obbligo, a carico delle regioni e delle province autonome, di adottare un piano per la qualità dell'aria che assicuri il rispetto dei cosiddetti valori limite, quantificati nell'allegato XI dello stesso Decreto, rispetto alla concentrazione di sostanze inquinanti nell'aria ambiente, nel caso in cui all'interno di una o più aree comprese negli agglomerati o nelle zone classificati gli stessi valori limite vengano superati; l'articolo 9 ha stabilito l'obbligo a carico delle regioni e delle province autonome di adottare misure che assicurino il raggiungimento – entro il 31 dicembre 2012 – dei cosiddetti valori obiettivo relativi alle diverse sostanze inquinanti, quantificati nell'allegato XIII dello stesso decreto, nel caso in cui si registrino scostamenti rispetto agli stessi valori obiettivo; l'articolo 9 ha stabilito, altresì, l'obbligo a carico delle regioni e delle province autonome di adottare misure che assicurino il rispetto dei cosiddetti livelli critici relativi alle diverse sostanze inquinanti,

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quantificati nell'allegato XI dello stesso decreto, nel caso in cui gli stessi livelli critici vengono superati; in base all'articolo 9 del decreto legislativo 155 del 2010, al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, spetta il compito di curare la procedura finalizzata ad ottenere, dalla Commissione europea, le deroghe previste dall'articolo 22 della Direttiva 2008/50/CE relativamente al superamento dei valori limite per il biossido di azoto e per il benzene in determinate zone e agglomerati presenti nel territorio nazionale; l'articolo 10 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, a carico delle regioni e delle province autonome, di adottare un piano d'azione che contenga le misure da implementare a breve termine per prevenire il superamento delle cosiddette soglie di allarme, quantificate nell'allegato XII dello stesso Decreto, rispetto alla concentrazione di sostanze inquinanti nell'aria ambiente, nel caso in cui all'interno di una o più aree comprese negli agglomerati o nelle zone classificati si presenti il rischio che le stesse soglie di allarme vengano superate; l'articolo 10 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, a carico delle regioni e delle province autonome, di adottare un piano d'azione che contenga le misure da implementare a breve termine per prevenire il superamento dei cosiddetti valori limite o dei valori obiettivo, quantificati negli allegati XI e XII dello stesso Decreto, rispetto alla concentrazione di sostanze inquinanti nell'aria ambiente, nel caso in cui all'interno di una o più aree comprese negli agglomerati o nelle zone classificati si presenti il rischio che gli stessi valori vengano superati, per effetto di specifiche circostanze contingenti che non siano strutturali e ricorrenti; l'articolo 13 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, a carico delle regioni e delle province autonome, di adottare un piano – da integrare con i piani di qualità dell'aria di cui all'articolo 9 – che contenga le misure idonee a raggiungere, nei termini previsti, i cosiddetti valori obiettivo, di cui all'allegato XV dello stesso decreto, rispetto alla presenza di ozono nell'aria ambiente, nel caso in cui all'interno di una o più aree comprese negli agglomerati o nelle zone classificati, gli stessi valori obiettivo vengano superati; lo stesso articolo 13 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, a carico delle regioni e delle province autonome, di adottare misure idonee a

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raggiungere gli obiettivi a lungo termine concernenti la presenza di ozono nell'aria ambiente, nel caso in cui all'interno di una o più aree comprese negli agglomerati o nelle zone classificati, i livelli dell'ozono superano gli stessi obiettivi a lungo termine, pur essendo inferiori o uguali ai cosiddetti valori obiettivo; l'articolo 14 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che, nel caso in cui i livelli degli inquinanti superino la cosiddetta soglia di informazione o la soglia di allarme, le regioni e le province autonome informano il pubblico e trasmettono informazioni circa i livelli misurati e la durata del superamento al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, che ne da comunicazione alla Commissione; l'articolo 15 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, da parte delle regioni e delle province autonome, di comunicare al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – per l'approvazione e il successivo invio alfa Commissione – l'elenco delle zone e degli agglomerati in cui, relativamente ad un determinato anno, i livelli degli inquinanti superano i rispettivi valori limite o i livelli critici a causa del contributo di fonti naturali, corredato delle informazioni circa i livelli registrati e delle prove del contributo delle stesse fonti naturali; lo stesso articolo 15 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito l'obbligo, da parte delle regioni e delle province autonome, di comunicare al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare – per l'approvazione e il successivo invio alla Commissione – l'elenco delle zone e degli agglomerati in cui, i livelli del PM10 superano il rispettivo valore limite per effetto della risospensione del particolato a seguito della sabbiatura o della salatura delle strade nella stagione invernale; l'articolo 18 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito gli obblighi, a carico di tutti delle amministrazioni e degli enti che applicano lo stesso Decreto, concernenti l'informazione del pubblico prevedendo, tra le altre cose, che i piani per la qualità dell'aria e i piani di azione e un documento riepilogativo delle misure adottate dalle regioni e dalle province autonome in base all'articolo 9 comma 2 e all'articolo 13 comma 2 debbono essere, in tutti i casi, pubblicato su pagina web;

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l'articolo 19 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che le regioni e le province autonome, per le zone nelle quali si registri dei cosiddetti valori limite, trasmettono al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le seguenti informazioni: a) i livelli degli inquinanti superiori ai valori limite che sono stati misurati, le date o i periodi in cui è stato rilevato il superamento, e i motivi di ciascun superamento, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno; b) i piani per la qualità dell'aria, entro diciotto mesi dalla fine dell'anno durante il quale è stato rilevato il superamento dei valori limite; c) le modifiche, le integrazioni e gli aggiornamenti dei piani per la qualità dell'aria entro due mesi dalla relativa adozione; d) gli aggiornamenti dell'elenco delle zone e degli agglomerati nei quali vengono superati i valori limite e per i quali vengono adottati i piani per la qualità dell'aria, e di quelli nei quali i livelli degli inquinanti rispettano i valori limite e i valori obiettivo, per i quali le regioni adottano misure per la preservazione della qualità dell'aria; per le zone e gli agglomerati nei quali si registra il superamento dei cosiddetti valori obiettivo di cui all'allegato XIII, l'articolo 19 del decreto legislativo 165 del 2010 ha stabilito che le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le seguenti informazioni: a) l'elenco di tali zone e agglomerati, con l'individuazione delle aree di superamento, i livelli di concentrazione degli inquinanti oggetto di valutazione, le informazioni sui motivi dei superamenti, con particolare riferimento alle fonti, e le informazioni sulla popolazione esposta ai superamenti, con cadenza annuale entro il 30 giugno dell'anno successivo a quello a cui si riferiscono;

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b) la documentazione relativa all'istruttoria effettuata al fine di individuare le misure necessarie a perseguire il raggiungimento dei valori obiettivo di cui all'allegato XIII e di individuare, tra le stesse, quelle che non comportano costi sproporzionati nei casi in cui l'istruttoria svolta dalla regione o provincia autonoma ha esito positivo, le misure adottate ai sensi dell'articolo 9, comma 2; per quel che concerne la presenza dell'ozono, l'articolo 19 del decreto legislativo 155 del 2010 stabilisce che le regioni e le province autonome trasmettono al Ministero dell'ambiente della tutela del territorio e del mare le seguenti informazioni: a) gli aggiornamenti dell'elenco delle zone e degli agglomerati, per i quali si rende necessario adottare piani per la gestione della, qualità dell'aria rispetto all'ozono, entro 6 mesi dalla fine di ciascun anno; b) i livelli dell'ozono superiori al valore obiettivo e all'obiettivo a lungo termine che sono stati misurati, le date o i periodi in cui è stato rilevato il Superamento, e i motivi di ciascun superamento, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno; c) i livelli dell'ozono superiori che hanno superato le soglie di informazioni e di allarme, le date in cui è stato rilevato il superamento, e i motivi di ciascun superamento, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno; d) le informazioni sulla presenza dell'ozono e dei relativi precursori, relative a tutte le zone e gli agglomerati, entro sei mesi dalla fine di ciascun anno; e) gli atti dell'istruttoria finalizzata ad individuare le misure necessarie ad assicurare il raggiungimento dell'obiettivo a lungo termine, con una cadenza triennale; lo stesso articolo 19 prevede che il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare comunica alla Commissione europea le informazioni acquisite dalle regioni e dalle province autonome, in merito al superamento dei valori limite, dei valori obiettivo, della

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soglia di informazione e della soglia di allarme, ed ai piani per la qualità dell'aria, i piani di azione e le misure adottati per assicurare la qualità dell'aria ambiente; l'articolo 22 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che i provvedimenti di zonizzazione e di classificazione, la rete di misura, i piani e le misure di qualità dell'aria – approvati in base alla normativa previgente – devono essere adeguati alle disposizioni dello stesso decreto 155 del 2010, in base alle procedure e secondo i termini fissati, e che, in caso di mancato adeguamento trova applicazione i poteri sostitutivi di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e all'articolo 8 della legge 5 giugno 2003, n. 131; lo stesso articolo 22 del decreto legislativo 155 del 2010 ha stabilito che la reiterata violazione – da parte delle regioni e delle province autonome – degli obblighi di predisporre e di trasmettere informazioni e di adeguare i piani e le misure alle richieste del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, determina la mancata erogazione di finanziamenti previsti all'interno di provvedimenti ministeriali, e che lo stesso Ministero deve provvedere all'inserimento di una clausola analoga anche con riferimento a provvedimenti generali vigenti in materia; all'interno del portale del Ministero dell'ambiente, nella pagina dedicata alla gestione della qualità dell'aria, è pubblicato il link al Piano regionale di coordinamento per a qualità dell'aria ambiente approvato con decreto assessoriale n. 176/GAB del 9 agosto 2007 dalla regione siciliana; all'interno della banca dati «Misure di risanamento della qualità dell'aria» pubblicata all'interno del sito dell'Istituto Superiore per la protezione e la ricerca ambientale – che costituisce un archivio delle informazioni trasmesse dalle regioni e dalle province autonome a partire dal 2005 in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa nazionale ed europea in materia di Piani di risanamento della qualità dell'aria – non sono reperibili informazioni concernenti le situazioni di superamento dei livelli stabiliti e le misure di risanamento dell'aria adottate dalla regione Siciliana; disattendere gli obblighi di comunicazione alla Commissione europea di cui in premessa può costituire circostanza idonea e sufficiente

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perché si realizzi la violazione del diritti comunitario esponendo così l'Italia ad ulteriori e gravose procedure di infrazione; come denunciato dall'associazione ambientalista Legambiente Sicilia, sin dal 2007, il Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell'aria ambiente approvato con decreto assessoriale n. 176/GAB del 9/8/2007 è il frutto di un lavoro di «copiatura» del Piano regionale del Veneto che era stato approvato in precedenza; l'operazione di plagio è provata dal fatto che nel testo del Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell'aria ambiente della Sicilia si faceva riferimento al sistema aerologico padano, alla rigidità del clima, alla realizzazione di piste ciclabili lungo gli argini dei fiumi e dei canali presenti all'interno delle città siciliane; con decreto n. 43/Gab del 12 marzo 2008, l'assessore pro-tempore Interlandi ha provveduto ad eliminare dal testo le parti che risultavano palesemente «copiate» senza provvedere a una revoca integrale del Piano; a partire dalla fine del 2012, sono pervenute alla competente Regione Siciliana richieste di revoca del Piano regionale di coordinamento per la tutela della qualità dell'aria ambiente del 2007, da parte di Legambiente, dalla CGIL e dalle associazioni Comitato Cittadino Isola Pulita, AugustAmbiente, Italia Nostra e WWF Palermo; nel mese di gennaio 2013, il tribunale di Palermo ha depositato le motivazioni della sentenza n.5455 del 2012 con la quale l'allora responsabile del Servizio 3 del dipartimento ambiente, nonché coordinatore del Piano, è stato condannato per diffamazione in relazione alle dichiarazioni rese nei confronti del presidente regionale di legambiente che aveva scoperto e reso pubblica la notizia delle vistose copiature contenute nel pieno regionale del 2007 –: se risulti che la Regione Siciliana abbia trasmesso al Ministero dell'ambiente del territorio e del mare il progetto di zonizzazione e l'individuazione delle zone e degli se risulta che la Regione Sicilia abbia provveduto avvero stia provvedendo al riesame della classificazione delle zone e degli agglomerati, come previsto dall'articolo 5 del decreto legislativo 155 del 2010; se risulti che la Regione Siciliana abbia trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e dei mare, il progetto di adeguamento delle reti di misura dei livelli degli inquinanti nell'aria

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ambiente, come previsto dall'articolo 5 del decreto legislativo 155 del 2010; se, e in quali occasioni, risulti che la regione Siciliana abbia trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare informazioni in merito al superamento della soglia di informazione o della soglia di allarme, come stabilito dall'articolo 14 del decreto legislativo 155 del 2012; se risulti che la regione Siciliana abbia trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per l'approvazione e il successivo invio alla Commissione, l'elenco delle zone e degli agglomerati nei quali, relativamente ad un determinato anno, i livelli degli inquinanti superano i rispettivi valori limite o i livelli critici a causa del contributo di fonti naturali, e di quelli nei quali i livelli del PM10 superano il rispettivo valore limite per effetto della nuova sospensione del particolato a seguito della sabbiatura o della salatura delle strade nella stagione invernale; se e quando risulti che la regione Siciliana abbia trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare le comunicazioni e le informazioni richieste, relativamente alle zone e agli agglomerati nei quali si sia registrato il superamento dei valori limite e dei valori obiettivo degli inquinanti rilevati nell'aria ambiente, e dei valori obiettivo e degli obiettivi di lungo termine relativi all'ozono, come previsto dall'articolo 15 decreto legislativo 155 del 2010; se e quando abbia provveduto a trasmettere alla Commissione europea le informazioni acquisite dalla regione siciliana in merito al superamento dei valori limite, dei valori obiettivo, della soglia di informazione e della soglia di allarme, ed ai piani per la qualità dell'aria, i piani di azione e le misure adottati per assicurare la qualità dell'aria ambiente; se qualora tali dati non siano stati trasmessi si sia provveduto a comunicare alla Commissione europea l'impossibilità di trasmissione di detti dati stante la «non collaborazione» della regione Siciliana, o se la Commissione europea abbia sollecitato e/o chiesto informazioni sul mancato invio delle informazioni ambientali relative alla qualità dell'aria siciliana;

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quale sia lo stato di avanzamento della procedura finalizzata ad ottenere, dalla Commissione europea, le deroghe previste dall'articolo 22 della Direttiva 2008/50/CE relativamente al superamento dei valori limite per il biossido di azoto e per il benzene in zone e agglomerati presenti in Sicilia; se il Governo non intenda attivare, con la necessaria urgenza e determinazione, la procedura di cui all'articolo 5 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e a (l'articolo 8, della legge 5 giugno 2003, n. 131, come previsto dall'articolo 22 del decreto legislativo 155 del 2010, in considerazione del fatto che la Regione Siciliana non ha provveduto ad adeguare i piani e le misure per la qualità dell'aria, ovvero sia venuta meno agli altri obblighi stabiliti dal decreto e richiamati nel citato articolo 22; se, e in quanti casi, sia stata sospesa l'erogazione di risorse previste da programmi del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a beneficio della regione siciliana, in relazione alla mancata ottemperanza agli obblighi stabiliti dal decreto legislativo 155 del 2010, così come previsto dall'articolo 22, comma 2, dello stesso decreto. (4-02066) http://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/15476 A cura del Comitato Cittadino Isola Pulita di Isola delle Femmine http://tutelaariaregionesicilia.blogspot.it/2013/11/piano-regione-sicilia-tutela-qualita.html

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