Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

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Vista su Piana degli Albanesi View on Piana degli Albanesi Piana degli Albanesi Hora e Arbëreshëvet 6.200 abitanti circa Si affaccia a 725 m slm, sull’omonimo la- go, a una quindicina di chilometri da Pa- lermo. Oltre ad essere all’interno della Riserva Naturale Serre della Pizzuta, Piana ricade all’interno dei Siti Naturalistici di Interesse Comunitario “Lago di Piana degli Albanesi” e di “Mon- te Pizzuta, Costa del Carpineto, Moarda” . Nel XV secolo i coloni albanesi trovarono un accordo con l’Arcivescovato monrealese e ottennero il permesso di costruire un loro centro abitativo nelle campagne dell’en- troterra palermitano. Il primo villaggio sorse alle falde di Monte Pizzuta, ma nel 1487 l’insediamento venne spostato più a valle, proprio dove ora sorge il paese di Hora e Arbëreshëvet, la Piana dei Greci per i contadini indigeni. (about 6,200 inhabitants) It is 725 metres above sea level, and looks out on the lake of the same name, about fifteen kilometres from Palermo. As well as being in the Serre della Pizzu- ta Nature Reserve, Piana is in the “Piana degli Albanesi Lake” and “Monte Pizzuta, Costa del Carpineto and Moarda” Nature Sites of Community Interest. In the 15 th century the Albanian settlers reached an agreement with the Archbishopric of Monreale and obtained permission to build a village in the countryside of the Palermo hinterland. The first village came into being on the slopes of Monte Pizzuta, but in 1487 the settlement was moved down the hill,to where there is now the village of Hora and Arbëreshëvet, Piana dei Greci for the native farmers. 147 PIANA DEGLI ALBANESI - GUIDA AI COMUNI COMMUNES GUIDE SP89 SP89 SP5b SP5b SP120 SP5b SP38 SP38 SP34 SP5b SP5b SP68b SP102 Piana degli Albanesi Piana degli Albanesi S. Cristina Ge S. Cristina Ge RISERVA DI SERRE RISERVA DI SERRE DELLA PIZZUTA DELLA PIZZUTA M. Leardo 1016 M. Rossella 1029 M. Giuhai 968 M. Maganoce 902 M. Pizuta 1333 M. Kumeta 1233 Grotta del Garrone

Transcript of Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

Page 1: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

Vista su Piana degli AlbanesiView on Piana degli Albanesi

Piana degli AlbanesiHora e Arbëreshëvet6.200 abitanti circa

Si affaccia a 725 m slm,sull’omonimo la-

go,a una quindicina di chilometri da Pa-

lermo.Oltre ad essere all’interno della

Riserva Naturale Serre della Pizzuta,

Piana ricade all’interno dei Siti

Naturalistici di Interesse Comunitario

“Lago di Piana degli Albanesi” e di “Mon-

te Pizzuta, Costa del Carpineto, Moarda”.

Nel XV secolo i coloni albanesi trovarono

un accordo con l’Arcivescovato monrealese

e ottennero il permesso di costruire un loro

centro abitativo nelle campagne dell’en-

troterra palermitano.

Il primo villaggio sorse alle falde di Monte

Pizzuta, ma nel 1487 l’insediamento venne

spostato più a valle, proprio dove ora sorge

il paese di Hora e Arbëreshëvet, la Piana dei

Greci per i contadini indigeni.

(about 6,200 inhabitants)

It is 725 metres above sea level, and

looks out on the lake of the same name,

about fifteen kilometres from Palermo.

As well as being in the Serre della Pizzu-

ta Nature Reserve, Piana is in the “Piana

degli Albanesi Lake” and “Monte Pizzuta,

Costa del Carpineto and Moarda” Nature

Sites of Community Interest.

In the 15th century the Albanian settlers

reached an agreement with the Archbishopric

of Monreale and obtained permission to build

a village in the countryside of the Palermo

hinterland.

The first village came into being on the slopes

of Monte Pizzuta, but in 1487 the settlement

was moved down the hill, to where there is

now the village of Hora and Arbëreshëvet,

Piana dei Greci for the native farmers.

147

PIANA DEGLI ALBANESI - GUIDA AI COMUNI COMMUNES GUIDE

SP89

SP89

SP5b

SP5b

SP120

SP5b SP38

SP38

SP34

SP5b

SP5b

SP68b

SP102

S. Martino delle Scale

Santuario Madonnadel Balzo

Madonnadi Tagliavia

Madonnadelle Grazie

Madonnadella Dayna

Madonna della Provvidenza

Santa Mariadel Bosco

Torre del Bosco

La Montagnola

Montagnola

Castello diCalatamauro

Castello Gristia

Castellaccio

Castello diMaranfusa

Real Casinadi Ficuzza

PalazzoFilangeri

Castellaccio

Palazzo Principidi Camporeale

Gibilrossa

Pulpitodel Re

Pietra diSalomone

Jetas

Ponte diCalatrasi

Adranone

Makella

TermeArabe

Rocca di Entella

AltofonteBelmonte

Mezzagno

Bisacquino

Bolognetta

Campofiorito

Marineo

Piana degli AlbanesiPiana degli Albanesi

S. Cristina GelaS. Cristina Ge

Monreale

San Giuseppe Jato

San Cipirello

Godrano

Cefalà Diana

Villafrati

Mezzojuso

Prizzi

Palazzo AdrianoChiusa SclafaniGiuliana

Contessa Entellina

Roccamena

Camporeale

Corleone

RISERVA MONTE CÁRCACI

RISERVA MONTI DI PALAZZO ADRIANOE VALLE DEL SOSIO

RISERVA DI MONTE GENUARDOE SANTA MARIA DEL BOSCO

RISERVA DI SERRERISERVA DI SERREDELLA PIZZUTADELLA PIZZUTA

RISERVA NATURALEGROTTA DI ENTELLA

RISERVA DI BOSCO DELLA FICUZZA, ROCCA BUSAMBRABOSCO DEL CAPPELLIERE E GORGO DEL DRAGO

RISERVA DI BAGNIDI CEFALÀ DIANAE CHIARASTELLA

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M. dei Cavalli

M. Leardo1016

M. Rossella1029

M. Giuhai968

M. Maganoce902

M. Pizuta1333

M. Kumeta1233

Grottadel Garrone

Page 2: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

Il lago artificiale di PianaThe artificial lake of Piana

La storia della città si legge nella sua stes-

sa topografia. Infatti, quando nel XV secolo

si dovette provvedere alla costruzione del

paese, visto che il luogo avrebbe dovuto

ospitare già 2000 anime, si iniziò con lo

strutturare un assetto urbano che rispon-

desse alle esigenze dell’organizzazione

sociale già conformata. Così il primo nucleo

della cittadina, formato dai quartieri S.Vi-

to, S.Giorgio e S.Demetrio, suddivide la

zona abitata per famiglie appartenenti alla

stessa stirpe, suddivisi in aree che prendo-

no il nome dalle chiese.

Nel corso del Cinque-Seicento vennero

costruiti gli edifici pubblici, edificati in

modo tale da dare forza alla Strada

Grande, ovvero il corso Castriota, l’asse via-

rio principale della cittadina.

La città si completa nel suo disegno alla

fine del Settecento, tanto che anche per

tutto l’Ottocento si svilupperà secondo lo

schema cinquecentesco.

Persino la costruzione della diga sul brac-

cio destro del Belice (1921) non influenze-

rà più di tanto la vita di Piana, e il lago così

The history of the place can be read in its

topography.When in the 15th century the vil-

lage was to be built, considering that it would

already have to contain 2000 people, they

started by structuring an urban layout that

responded to the demands of the social

organization already conformed.Thus the first

nucleus of the town, formed by the San Vito,

San Giorgio and San Demetrio districts, subdi-

vided the dwelling area by families belonging

to the same stock, subdivided into areas that

took their names from the churches.

In the sixteenth-seventeenth centuries the pub-

lic buildings were put up, in such a way as to

give strength to the Strada Grande (Big Road)

or Corso Castriota, the main street in the village.

The layout of the place was completed at the

end of the eighteenth century, and indeed

throughout the nineteenth century develop-

ment was to continue according to the six-

teenth-century scheme.

Even the construction of the dam on the right

arm of the Belice (1921) hardly influenced the

life of Piana, and the lake thus formed was

inserted in a harmonious way in the history of

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GUIDA AI COMUNI - PIANA DEGLI ALBANESI COMMUNES GUIDE

Page 3: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

La Chiesa di San NicolaThe Church of San Nicola

formato si inserisce in modo armonico

nella storia della città: la ricchezza d’acqua

della piana era stata alla base della scelta

originaria del sito.

Da vedere

In questa cittadina l’indentità originaria

albanese poggia sulla lingua e sul rito reli-

gioso greco. Il nostro percorso inizierà quin-

di dalle chiese che fanno capo all’Eparchia

cattolico-greca di Piana degli Albanesi,

estesa anche agli altri quattro comuni di

origine albanese e alla famosa parrocchia

della Martorana di Palermo, dove si officia

con lo stesso rito greco.

In corso Giorgio Castriota, nella Chiesa di

San Nicola, edificata alla fine del XVI

secolo, si custodiscono icone del Seicento e

del Settecento provenienti dalla palermita-

na chiesa di San Nicola. Qui, però, sono da

vedere soprattutto le icone settecentesche

realizzate da Ioannichios, monaco dell’ab-

bazia di Mezzojuso, il più famoso artista di

icone dell’Italia meridionale secentesca. A

lui si deve la cosiddetta “scuola siculo-cre-

tese”, riconoscibile per la lavorazione del

fondo in argento a mecca.

La chiesa custodisce anche un bel taberna-

colo ligneo del XVIII secolo e una statua in

legno dorato raffigurante l’Immacolata

(XVII secolo). Le due opere sono state

restaurate con il progetto Mirabile

Artificio e fanno parte del Museo

Diffuso dell’Alto Belice Corleonese.

Sempre sul corso intitolato all’eroe albane-

se, sulla destra si incontra, la Cattedrale

di San Demetrio Megalomartire, edifi-

cata nel 1498, poi rimaneggiata, e affre-

scata da Pietro Novelli nella prima metà

the place: the abundance of water in the plain

had been at the basis of the original choice of

the site.

Things to see

In this town the original Albanian identity is

founded on the language and on the Greek

religious rite. Our itinerary will therefore begin

from the churches coming under the Greek

Orthodox Eparchy of Piana degli Albanesi, also

extending to the four other communes of

Albanian origin and the famous Martorana

parish in Palermo, where the service is officiat-

ed with the same Greek rite.

In Corso Giorgio Castriota, at the San Nicola

Church, built at the end of the 16th century,

there are seventeenth-century and eighteenth-

century icons coming from the San Nicola

church in Palermo.Here, however, one should

see the eighteenth-century icons done by

Ioannichios, a monk at the Mezzojuso abbey,

the most famous icon artist in southern Italy in

the seventeenth century.To him we also owe

the so-called “Sicilian-Cretan school”, recogniza-

ble for workmanship of a silver background

with mecca (transparent lacquer).

The church also has a beautiful eighteenth-

century wooden tabernacle and a statue in

gilded wood depicting the Immaculate Virgin

(17th century).The two works have been

restored with the Mirabile Artificio project

and belong to the Alto Belice Corleonese

Diffused Museum.

Also in the street named after the Albanian

hero, on the right you meet the San

Demetrio Megalomartire Church, built in

1498, then altered, and frescoed by Pietro

Novelli in the first half of the 17th century. In

the left aisle there is the beautiful sixteenth-

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PIANA DEGLI ALBANESI - GUIDA AI COMUNI COMMUNES GUIDE

Page 4: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

La Cattedrale dedicata a SanDemetrio Megalomartire e la

Fontana Fusha e PontitSan Demetrio Megalomartire

Cathedral and the Fountain Fusha e Pontit

del XVII secolo. Nella navata di sinistra, la

bella icona cinquecentesca della Vergine

con il Bambino, realizzata con la tecnica

della tempera ad uovo tipica della scuola

senese. Bellissimo il gruppo ligneo policro-

mo -ottocentesco -raffigurante S. Demetrio

di Tessalonica e S. Nestore, di Girolamo

Bagnasco e bottega; si ammira anche la

Madonna di Trapani, in marmo alabastrino,

realizzata da scuola tosco-lombarda tra il

XV e il XVI secolo. Nella facciata, i due

mosaici di scuola monrealese (1960).

Percorrendo tutto il corso, verso l’alto, si

deve svoltare a sinistra per visitare, sulla

via Barbato, la Chiesa di San Giorgio

Megalomartire, la più antica di Piana

degli Albanesi (originaria del 1495). La

volta è interamente affrescata dal Cresta-

doro (1759) che dipinge San Giorgio in

Gloria, mentre all’abside occidentale c’è -

dipinto con la tecnica del falso mosaico - il

Cristo Pantocrate. A sinistra, la nicchia con

la statua di San Giorgio che trafigge il

drago, opera tra le più riprodotte nella

cesellatura dei brezi, le fibbie degli abiti

tradizionali femminili. In fondo, l’affresco

che raffigura Sant’Antonio Abate, da molti

attribuito ai Novelli, padre e figlio.

Qualche metro più su, sempre sulla destra,

si incontra la Fontana ad una Bocca,

testimonianza della ricchezza d’acqua

della zona. È la più antica della cittadina,

sulla lapide è riportata la data del 1567, ed

è stata restaurata di recente. Particolare il

fatto che, mentre le altre fontane hanno

impresso lo stemma delle due spighe lega-

te con un nastro e con una stella in centro,

questa fontana è stata “sigillata” con un

giglio, simile nel disegno a quello fiorenti-

century icon of the Virgin with Child, done with

the egg tempera technique typical of the Siena

school.There is a very beautiful polychrome

wooden group – nineteenth-century – depict-

ing St. Demeter of Thessalonica and San Nestore,

by Girolamo Bagnasco and coworkers; you can

also admire the Madonna of Trapani, in alabas-

trine marble, done by an artist of the Tuscan-

Lombard school in the 15th or 16th century. In the

façade, there are two mosaics by artists of the

Monreale school (1960).

Going all the way along the thoroughfare,

towards the top you have to turn left to visit, in

Via Barbato, the San Giorgio Megalomar-

tire Church, the oldest one in Piana degli

Albanesi (originally built in 1495).The ceiling

was entirely frescoed by Crestadoro (1759),

who painted St. George in Glory, while in the

western apse, painted with the false mosaic

technique, there is Christ Pantocrator.To the left

there is a niche with the statue of St. George

slaying the dragon, one of the works most

reproduced in the engraving of brezi, the buck-

les of traditional female dresses. At the back

there is a fresco of St. Anthony Abbot, by many

attributed to the Novellis, father and son.

A few metres further on, on the right, you

meet the Fountain with one Mouth, testi-

fying to the abundance of water in the area. It

is the oldest fountain in the town: the tablet

bears the date 1567; it was recently restored. A

peculiarity is that while the other fountains

bear the coat-of-arms of two ears of corn tied

with a ribbon, with a star in the centre, this

fountain was “sealed” with a lily, similar in

design to the Florentine one, and with the

coat-of-arms of the Monreale archbishopric.

Going back down, you make a halt in Piazza

Vittorio Emanuele (to the right of the Corso) to

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Page 5: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

Madonna Odigitria all’interno della omonima chiesaThe Madonna Odigitria inside the homonymous church

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Page 6: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

La Fontana dei Tre CannoliThe Fountain with Three Spouts

no, e con lo stemma dell’Arcivescovado

monrealese.

Tornando verso valle, si fa tappa in piazza

Vittorio Emanuele (a destra del corso) per

visitare la Chiesa della Madonna Odi-

gitria (XVIII secolo), unica testimonianza

dell’opera di Pietro Novelli come architet-

to: le tre navate sono suddivise da quattro

colonne che sorreggono la grande cupola

ottagonale che, contrariamente a quanto

succede nelle chiese barocche, risulta più

vicina all’ingesso che all’altare maggiore.

Qui si ammira, incassato in una statua

secentesca, il quadro della Vergine Odigitria

che la tradizione dice essere stato portato

fin qui dai primi coloni albanesi.

Quasi di fronte alla chiesa, la Fontana dei

Tre Cannoli. Costruita tra il 1608 e il 1609,

è composta da una vasca che si alza su una

base a tre gradini e sulla quale si affacciano

tre bocche zoomorfe. Su queste bocche è

stata posta nel 1659 una lapide, a ricordare

la data in cui alla fontana è stata aggiunta

la parte superiore a forma di tempio.

Dalla piazza, voltando a sinistra, ci si

immette in via Padre Guzzetta, dove sorge

il Museo “Nicola Barbato”, ospitato nei

locali settecenteschi dell’ex Oratorio S.

Filippo Neri. Al suo interno, alcuni abiti tra-

dizionali completi dei gioielli, e la mostra

della cultura materiale contadina, ovvero

una serie di ambienti in cui sono state

riprodotte le antiche attività rurali.

Tornando nella piazza Vittorio Emanuele,

risalendo prima la via Barbato e poi via

Amendola si raggiunge corso Umberto I.

Ecco la Chiesa di San Vito, cinquecentesca

e di rito latino, perfetto esemplare di arte

visit the Madonna Odigitria Church (18th

century), the only testimony of the work of

Pietro Novelli as an architect: the nave and two

aisles are divided by four columns supporting

the big octagonal dome that, unlike what hap-

pens in Baroque churches, is closer to the

entrance than to the high altar. Here you can

admire, enclosed in a seventeenth-century

statue, the picture of the Virgin Odigitria, which

according to the tradition was brought here by

the first Albanian settlers.

Almost opposite the church there is the

Fountain with Three Spouts. Built

between 1608 and 1609, it is made up of a

tub rising on a base with three steps; on it

there are three zoomorphic mouths. A tablet

was placed on these mouths in 1659, to mark

the date when the upper part was added to

the fountain, the shape of a temple.

Turning left from the piazza, you get into Via

Padre Guzzetta, where there is the “Nicola

Barbato” museum, in the former eigh-

teenth-century San Filippo Neri Oratory. Inside

it, there are some traditional costumes com-

plete with jewels, and a country life exhibition,

i.e. a series of rooms in which old rural activi-

ties have been reproduced.

Returning to Piazza Vittorio Emanuele, first

going back up Via Barbato and then Via

Amendola, you reach Corso Umberto I. Here

there is the sixteenth-century San Vito

Church with the Latin rite, a perfect example

of late Baroque art, rich in altars in polychrome

marbles and friezes.There is a fine gilded stat-

ue of San Vito, from the first half of the six-

teenth century.

At the opposite end of Via Umberto I, in Piazza

Nino Bixio, there is another old fountain: it is

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GUIDA AI COMUNI - PIANA DEGLI ALBANESI COMMUNES GUIDE

� Museo “Nicola Barbato”

Nicola Barbato museum

via Guzzetta, 11

tel. 091 8575668

Page 7: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

La Chiesa di San VitoThe San Vito Church

tardo-barocca, ricca di altari in marmi poli-

cromi e fregi. Bella la statua dorata di San

Vito, della prima metà del Cinquecento.

Al capo opposto di via Umberto I, in piazza

Nino Bixio, ancora una antica fontana: è la .

Fontana Fusha e Pontit, del 1765.

Nel centro cittadino, però, sono molte

le fontane presenti, tutte in attività,

ancorché riadattate per una più moderna

fruizione.

the Fusha and Pontit Fountain, done in

1765.

In the town centre, however, there are a lot of

fountains, all active although modified for

more modern use.

Feasts and Festivals

Particularly alluring are the liturgical solemni-

ties for Epiphany and Easter: the former is

seen as “theophany”, i.e. the appearance of the

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PIANA DEGLI ALBANESI - GUIDA AI COMUNI COMMUNES GUIDE

Page 8: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

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GUIDA AI COMUNI - PIANA DEGLI ALBANESI COMMUNES GUIDE

Il patrimonio tradizionale

Piana degli Albanesi, si diceva all’inizio, ha mantenuto i propri usi e costumi: la lingua

d’origine è di uso quotidiano, impiegata nelle insegne e nelle indicazioni urbane

accanto a quella italiana.

A proposito dei costumi, caratteristico è l’abito femminile. Oggi viene indossato solo

quello dei giorni di festa, mentre si è lasciato negli armadi delle nonne il vestito gior-

naliero, realizzato con una gonna di panno nero su cui si indossava un busto di velluto

(anch’esso generalmente di colore scuro) che aveva ampie maniche strette ai polsi.

L’abito tradizionale delle feste è ricamato con fili d’oro,e si compone di una gonna (nci-

lona) tenuta stretta alla vita da una altrettanto preziosa cintura (brezi) ricamata d’ar-

gento che raffigura al centro, di solito, l’immagine di San Giorgio. Sulla gonna si indos-

sa una camicia bianca (linja), un corpetto (krahët) anch’esso rosso e ricamato in oro su

cui si affibbiano le maniche.Si può portare anche uno scialle (mandilina).L’abito nuzia-

le prevede anche un velo (sqepi), un fiocco (shkoka përpara) tra gonna e corpetto.

La preparazione rigorosamente artigianale di questi abiti può richiedere molti mesi, se

non addirittura degli anni, e, una volta confezionati, entrano a far parte del patrimonio

della componente femminile della famiglia. Alcuni abiti sono esposti al Museo “Nicola

Barbato”.

Agli abiti tradizionali si accoppia l’artigianato orafo. I gio-

ielli, infatti, sono tutti realizzati secondo il gusto bizantino.

Ci sono orecchini (pindajet), collane di granati (rrusarji),

pendenti e battipetto (kriqja e kurçetës), tutto rigorosa-

mente realizzato secondo sistemi tradizionali; belli ed ele-

ganti,non mancano di completare l’abbigliamento nei dì di

festa.

In centro si trovano sia botteghe orafe, sia laboratori di

icone, le raffigurazioni sacre che a Piana degli Albanesi ven-

gono ancora prodotte secondo un preciso studio dei mate-

riali, dei procedimenti e dei caratteri stilistici.

Curiosità/Curiosity

Tipici costumi femminili.Accanto, dettagli

della cintura e dei moniliTypical women clothes.

Right, details of the belt and jewels

Page 9: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

155

PIANA DEGLI ALBANESI - GUIDA AI COMUNI COMMUNES GUIDE

The traditional patrimony

Piana degli Albanesi, it was said at the beginning, has maintained

its lore and customs: the original language is used daily, employed

in signs alongside Italian.

Speaking of customs,something characteristic is the female cos-

tume.Today only the one for feast days is worn, while the every-

day dresses of the grandmothers are left in the closets. The old

dress was made with a black linen skirt on which a velvet corselet

was worn (also generally dark in colour) which had big sleeves

narrowing at the wrists.

The traditional dress for feasts is embroidered with gold threads,

and is made up of a skirt (ncilona) kept tight at the waist by a no

less fine belt (brezi) embroidered silver, usually with a depiction at

the centre of St.George.On the skirt a white blouse (linja) is worn,

and a red bodice (krahët) embroidered in gold on which the

sleeves are buckled. A woman can also wear a shawl (mandilina).

The wedding dress also involves a veil (sqepi) and a bow (shkoka

përpara) between the skirt and the bodice.

The rigorously non-industrial preparation of these dresses can take

many months, even years, and once they are made they become

part of the patrimony of the female members of the family. Some

dresses are exhibited at the Nicola Barbato Museum.

Alongside traditional dresses there is the goldsmith’s craft. The

jewels are all made according to the Byzantine tradition.There are

earrings (pindajet), garnet necklaces (rrusarji), pendants and

breast-pieces (kriqja and kurçetës) – everything rigorously made

according to traditional systems. These objects are beautiful and

elegant and complete the woman’s attire on feast days.

In the centre there are both goldsmith’s shops and icon workshops.

At Piana degli Albanesi these sacred objects are still produced

according to precise study of the materials, the procedures and the

stylistic characteristics.

Page 10: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

La sfilata delle donne la domenica di PasquaThe parade of women

on Easter Sunday

Feste e Sagre

Particolarmente attraenti sono le solennità

liturgiche dell’Epifania e della Pasqua: la

prima è riguardata come “teofania”, cioè

l’appalesarsi dell’essenza divina in Gesù

nel battesimo del Giordano; è celebrata il 6

gennaio con la benedizione delle acque

alla Fontana dei Tre Cannoli in piazza Vit-

torio Emanuele e culmina nel volo della

colomba che simboleggia lo Spirito Santo.

La “Grande Settimana”di Pasqua prende

l’avvio dalla Domenica delle Palme, giorno in

cui l’Eparca percorre in groppa ad un asino le

vie principali del paese, rievocando l’ingresso

di Gesù a Gerusalemme.Per l’intera Settima-

na Santa si susseguono le funzioni solenni

con canti tradizionali in greco e in albanese.

Qui sopravvive l’antico uso peculiare dei

luoghi di rito orientale di cantare nelle case

il venerdì precedente la Domenica delle

Palme, per celebrare la resurrezione di Laz-

zaro come preludio della Resurrezione di

Cristo. I canti sono particolarmente poetici

e toccanti.

divine essence in Jesus in the baptism in the

Jordan; it is celebrated on 6 January with the

blessing of the water at the Fountain with

Three Spouts in Piazza Vittorio Emanuele and

it culminates in the flight of the dove symbol-

izing the Holy Spirit.

The “Great Week” of Easter starts from Palm

Sunday, the day when the Eparch goes on a

donkey through the principal streets in the

place, evoking the time when Jesus entered

Jerusalem.Throughout Easter Week there are

solemn functions with traditional songs in

Greek and in Albanian.

Here there survives the peculiar old custom of

places with the oriental rite of singing in hous-

es on the Friday before Palm Sunday to cele-

brate the resurrection of Lazarus as a prelude

to the Resurrection of Christ.The songs are

particularly poetic and touching.

On Easter Sunday, a crowded procession of

women dressed in the rich traditional cos-

tumes takes to the Odigitria Church the eggs

painted red that will be blessed and subse-

quently offered to visitors.

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GUIDA AI COMUNI - PIANA DEGLI ALBANESI COMMUNES GUIDE

Page 11: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

Dettaglio dell’abito tradizionale femminileDetail of the female traditional costume

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PIANA DEGLI ALBANESI - GUIDA AI COMUNI COMMUNES GUIDE

Page 12: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

L’ottimo pane, famoso per il suogusto in tutta la provincia, e, in

basso, le pecore al pascolo: dal lorolatte, la rinomata ricotta

The excellent bread, wellknownaround the province for its taste,and, bottom, grazing sheep: from

their milk, the famous ricotta

La Domenica di Pasqua, un affollato corteo

di donne vestite dei ricchi abiti tradizionali

porta fino alla Chiesa dell’Odigitria le uova

dipinte di rosso che saranno benedette e

successivamente offerte ai visitatori.

Da comprare

Una tradizione tanto ricca non può pre-

scindere da una gastronomia altrettanto

ricca di sapori e profumi.

A cominciare dal pane, buka in lingua ori-

ginale, preparato con la farina ottenuta dai

grani duri locali, lasciato lievitare natural-

mente e cotto nei forni a legna con forme

in genere rotonde. Prodotti “dal grano” e

ancora oggi preparati dalle mamme, gli

strangujtë, gnocchi di farina che in genere

si cucinano per essere conditi con il sugo di

pomodoro.

Anche la produzione caseraria di Piana

degli Albanesi merita di essere menziona-

ta. Prima di parlare della ricotta, bisogna

fare cenno ai formaggi, prodotti con il

latte degli allevamenti ovini, da cui pro-

vengono anche squisite carni.

Things to buy

Such a rich tradition obviously involves gastron-

omy which is just as rich in tastes and scents.

It starts with the bread, buka in the original

language, made with flour from local durum

grain, leavened naturally and baked in fire-

wood ovens, generally with round shapes. Also

produced “from wheat” and still today pre-

pared by mothers are strangujtë, flour gnocchi

that are generally cooked to be eaten with a

condiment of tomato sauce.

Dairy production at Piana degli Albanesi also

deserves to be mentioned. Before speaking of

the ricotta, we must mention the cheeses,

made with milk from sheep, from which deli-

cious meats also originate.

Let us return to the ricotta and the most

appreciated sweetmeat: the cannolo.

Characteristic of the cannolos produced at

Piana degli Albanesi, in addition to the quality

of the ricotta, is the wafer, made with flour, salt

and lard plus a secret ingredient: a few drops

of wine.The shell thus gets a truly unique

taste, blending its perfection with that of the

ricotta beaten with sugar and candied fruits

with drops of chocolate.

There is a ricotta festival, held in the first

half of March, in which cannolos are also

offered in “pieces” that reach a kilo in weight.

Needless to say, a lot of people coming from

every part of the island participate in the can-

nolo festival!

In the very rich confectioners’ shops, in addi-

tion to modern production you can find tradi-

tional Sicilian sweetmeats and biscuits: the

tarallo, the sponge finger and buccellato, the

158

GUIDA AI COMUNI - PIANA DEGLI ALBANESI COMMUNES GUIDE

Page 13: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

I cannoli, simbolo della pasticceriadi Piana degli AlbanesiThe cannolos, symbol of the Pianadegli Albanesi confectionary

Torniamo alla ricotta e al dolce più apprez-

zato: il cannolo.

Caratteristica dei cannoli prodotti a Piana

degli Albanesi, oltre che qualità della ricot-

ta, è la cialda, ottenuta con farina, sale,

strutto più un ingrediente segreto: qualche

goccia di vino. La scorza così ottiene un

gusto davvero unico, che sposa alla perfe-

zione quello della ricotta battuta con lo

zucchero e candita con gocce di cioccolato.

A questo dolce è riservata una sagra, che si

svolge la prima metà di marzo, in cui i can-

noli vengono proposti anche in “pezzi” che

raggiungono il chilo di peso. Inutile dire che

alla sagra del cannolo partecipa moltissima

gente proveniente da ogni angolo dell’Isola!

Nelle ricchissime pasticcerie, oltre a una

moderna produzione si possono trovare

dolci e biscotti tradizionali siciliani: il tarallo,

il savoiardo e il buccellato, quest’ultimo un

dolce natalizio che può avere varie forme

(da quella del piccolo biscotto fino alla

ciambella da 250 grammi al mezzo chilo),

ma sempre riempito di marmellata di fichi.

Particolari di Piana degli Albanesi i loshkat

e petullat, ovvero dolcetti di pasta lievitata

di forma rotonda, fritti e zuccherati che si

preparano per il carnevale, e i pani di

Pasqua (panaret), pani a cui viene data la

forma di un cesto e dentro i quali viene

messo a cuocere un uovo.

Nel territorio comunale di Piana degli

Albanesi si trova la Riserva Naturale

Orientata Serre della Pizzuta, un piccolo

sistema montuoso che si specchia nell’oasi

WWF del lago artificiale di Piana. Della

Riserva e del lago si tratta nella sezione

naturalistica di questa guida da pag. 238

latter being a Christmas sweetmeat that can

be various shapes (from the small biscuit up to

the bun weighing from 250 grams to half a

kilo), but always filled with fig jam.

Some things which are peculiar to Piana degli

Albanesi are loshkat and petullat, round sweet-

meats of leavened dough, fried and sweet-

ened, made for Carnival, and Easter loaves

(panaret) given the shape of a basket, inside

which an egg is cooked.

In the municipal territory of Piana degli

Albanesi there is the Serre della Pizzuta

Special Nature Reserve, a small mountain

system that is mirrored in the WWF oasis of

the artificial lake.The reserve and the lake are

dealt with in the nature section of this guide

from page 238.

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PIANA DEGLI ALBANESI - GUIDA AI COMUNI COMMUNES GUIDE

Page 14: Piana degli Albanesi Monreale Hora e Arbëreshëvet Mezzagno

Portella delle Ginestre

Proprio all’interno della riserva, e facilmente raggiungibile anche

in auto dalla provinciale 34 (dopo Altofonte, si attraversa

Giacalone e si seguono le indicazioni), si trova la località di Portella

delle Ginestre. Qui il memoriale realizzato tra il 1979 e il 1980

ricorda il 1° maggio del 1947, data in cui circa 2000 contadini si

riunirono quassù da Piana degli Albanesi, San Giuseppe Jato e San

Cipirello per festeggiare la conquista del “diritto di occupare e

avere in concessione le terre incolte o mal coltivate del latifondo”.

Quando iniziò a parlare il primo oratore, la banda di Salvatore

Giuliano scatenò sulla Portella tutta la sua capacità di fuoco: la

mafia riaffermò il proprio potere, uccidendo 27 persone (tra cui

donne e bambini) e ferendone una cinquantina. La strage di

Portella delle Ginestre è stata rappresentata nel bel film-inchiesta di

Francesco Rosi, Salvatore Giuliano (1961), premiato dalla stampa estera nel

1962 come “miglior film italiano”. Nei titoli di testa, il regista specifica che il

film è stato girato in Sicilia “nelle case, nelle strade, nelle montagne” dove

Salvatore Giuliano “regnò per sette anni”.

Murales commemorativoMemorial wall-painting

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COMMUNES GUIDEGUIDA AI COMUNI - PIANA DEGLI ALBANESI

Portella delle Ginestre

Inside the reserve, easy to get to by car from provincial highway 34 (after

Altofonte, you go through Giacalone and follow the signs) you find Portella delle

Ginestre. Here the memorial done between 1979 and 1980 refers to 1 May 1947,

when about 2000 farm labourers came up here from Piana degli Albanesi, San

Giuseppe Jato and San Cipirello, to celebrate the conquest of the “right to occupy

and have in concession the uncultivated or ill-cultivated lands of the latifundium.”

When the first speaker began, the gang of Salvatore Giuliano unleashed on the

Portella all its firepower: the mafia reaffirmed its own power, killing 27 people

(including women and children) and wounding about fifty.The slaughter at

Portella delle Ginestre was portrayed in the beautiful film-investigation by

Francesco Rosi, Salvatore Giuliano (1961), hailed by the foreign press in 1962 as

the “best Italian film.”In the credits,the director specifies that the movie was made

in Sicily “in the houses, in the roads, in the mountains” where Salvatore Giuliano

“reigned for seven years.”