Phit number 13

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N° 13 PHIT 13 LUG/AGO 2012 ANNO III BIMESTRALE 3,90 euro ITALIA OLIMPICA PARLANO GLI ATLETI

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N° 13

PHIT 13LUG/AGO 2012

ANNO IIIBIMESTRALE

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E D I T O R I A L E

S N O W B O A R D I N G

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CITIUS, ALTIUS, FORTIUS

FEDERICO RIVA

PHIT13 È IL NUMERO DEDICATO AI GIO-

CHI OLIMPICI DI LONDRA 2012. SIAMO

VOLUTI ANDARE DIRETTAMENTE A CA-

PIRE QUALI FOSSERO LE SENSAZIONI,

LE ANSIE E I SOGNI DEI NOSTRI ATLETI.

DAL CANOTTAGGIO ALLA GINNASTICA

RITMICA PASSANDO PER NUOTO, PAL-

LANUOTO, ARTISTICA, ATLETICA, TEN-

NIS, VELA... ED È STATO COMMOVENTE

REALIZZARE QUANTO CONTRASTO VI

SIA TRA LA PASSIONE DI QUESTI ATLETI

E IL TRATTAMENTO LORO RISERVATO

IN QUALITÀ DI PROFESSIONISTI. CIÒ

CHE VIENE FUORI È UNA DENUNCIA AL

SISTEMA SPORTIVO ITALIANO, SPESSO

NON IN GRADO DI CREARE STRUTTU-

RE E PROCESSI CHE PERMETTANO A

UN CAMPIONE DI POTER "VIVERE" DI

SPORT, SENZA PER FORZA PROVENIRE

DA UNA FAMIGLIA AGIATA.

È UNA FOTOGRAFIA DEL PAESE ITALIA,

DOVE LA PASSIONE È ANCORA FORTU-

NATAMENTE PIÙ FORTE DELLE ISTITU-

ZIONI. E IL BELLO SAPETE QUAL È? CHE

SIAMO FORTISSIMI LO STESSO E QUE-

STO CI FA ONORE!

FORZA ITALIA!

PIÙ VELOCE, PIÙ IN ALTO, PIÙ FORTE!

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I N D I C E

< TECH >

Dalle foto in 3D ai blocchi di partenza al mille-simo, passando per i taxi a idrogeno: ecco tutte le innovazioni tecnologiche di Londra 2012, più gli "Oldies but goldies"...

PHIT PARADE14

< EVENTI >

Non solo Olimpiadi: ecco cosa accade nell'altro "emisfero" del mondo sportivo, dal surf al four cross.

PHIT PARADE17

< CINE-NEWS E CULT >

La grande sag(r)a del vedere ed essere visti prende piede tra VIP e illustri sconosciuti intorno a Londra e le sue Olimpiadi...

PHILMOTION73

< DISCHI VECCHI E NUOVI >

Michael Kiwanuka, Stefano Bollani, Patrick Watson sono alcuni dei nomi che vi accompagne-ranno con armonie soffici e intelligenti.

PHIT ORCHESTRA72

< H2O >

Una grande illustrazione racconta il sogno olimpico marino di Martina Grimaldi, Campionessa di nuoto di fondo.

PASSION57

< OLYMPIC STATE OF MIND >

Un gioco tra futurismo e glamour. Forme geo-metriche e linee con forti richiami al mondo del design...

OUTPHIT62

< RUGBISTI A CHI? >

Il mitico Settebello della Pallanuoto azzurra, raccontato dai suoi protagonisti. Maurizio Felugo e Valentino Gallo si svelano a PHIT...

PHITTED!

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< PEOPLE >

Tutti gli Azzurri in partenza per Londra, in una gallery da collezione, tra interviste esclusive, aneddoti, ricordi e grandi sogni a 5 cerchi...

PHIT OLIMPIADI19

< LA CASA DELLE FARFALLE >

Campionesse del mondo di Ginnastica Ritmi-ca per tre volte di fila, le ragazze di Emanue-la Maccarani ci accolgono "in casa".

PHIT INSIDE44

< STESSA BARCA >

Grandi (e grossi) campioni in tutina e infradito. I Canottieri azzurri in partenza per Londra lo gridano forte e chiaro: «ci siamo anche noi!».

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I N D I C E

P H O T O S H O C K

S N O W B O A R D I N G

FOTO DI ADAM PRETTY/GETTY IMAGES

Shanghai, Cina - Oriental Sports Center – 17 Luglio 2011 I bielorussi Vadim Kaptur e Timofei Hordeichik gareggiano durante i preliminari di Tuffo Sincronizzato dai 10m in occasione della 14esima edizione dei Campionati mondiali FINA.

S N O W B O A R D I N G

P H O T O S H O C K

Veduta aerea della partenza dell'Ironman Triathlonpresso Kailua Kona, Isole Hawaii.

FOTO DI ALVIS UPITIS/GETTY IMAGES

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La fiamma è accesa dal 10 maggio, giorno in cui ha attinto la sua energia dal "fuoco eter-

no" di Olimpia, e lo rimarrà fino al 27 luglio, data in cui raggiungerà lo Stadio olimpico di Londra per dare il via alla Trentesima Olimpiade dei tempi moderni. Lo studio e la realizzazione della torcia olimpica sono il frutto della collaborazio-ne tra il binomio dei giovani designer britannici Edward Barber e Jay Osgerby, già esposti al MoMa di New York e al Design Museum di Londra, e un pool di ingegneri incaricati di cre-are un oggetto leggero, accattivante e capace di inquinare il meno possibile, visto che il leitmotiv della kermesse londinese è proprio l'eco-sosteni-bilità. Allo scopo è stato scelto il GPL, ovvero il miglior compromesso per garantire il rispetto dell'ambiente, il peso ridotto e la tenuta della fiamma lungo il percorso di oltre 3.000 chilome-tri che separa la mitica città greca dalla casa del-la Regina d'Inghilterra. La leggerezza è garantita anche dallo speciale design che, con i suoi 800 fori in rappresentanza degli 8.000 tedofori che hanno l'onore di trasportare la torcia, combina perfettamente le esigenze tecniche a finalità più romantiche e iconiche. Naturalmente la torcia è al 100% prodotta nel Regno Unito, con una leg-gerissima lega di alluminio dorato che nei suoi 80cm di altezza la porta a pesare solo 800g. Per info: www.london2012.com.

A Londra, Olimpiadi e Paralimpiadi saranno visibili con innovative ri-

prese a 360º e incredibili fotografie a tre dimensioni, grazie alle tecnologie e alle telecamere robotizzate installate nei pun-ti più irraggiungibili dai fotografi Getty Images. Per info: www.gettyimages.com.

FIAMMANTE DESIGN

Londra approfitta dell'occasione olimpi-ca per spingere l'acceleratore sulla sua

svolta eco-sostenibile, portando a termine una serie di progetti che renderanno più “verde” l'Olimpiade e, nei casi migliori, re-steranno in piedi anche dopo. Grazie a GE e BMW, per esempio, saranno disponibili 200 auto elettriche e 120 stazioni di rica-rica, per ora riservate ad atleti e dirigenti, ma con la promessa del sindaco di 1.300 stazioni entro il 2013. Per chi non ama l'au-tomobile, poi, ecco otto nuove aree pedo-nali e piste ciclabili sicure, con sistemi di navigazione intuitivi, oltre a una flotta di taxi a idrogeno. Molti anche gli interventi "green" sugli edifici, dagli ospedali fino alle strutture create ad hoc per la manifestazione. Per info: www.london2012.com.

GREEN & THE CITY

5 CERCHI IN 3D

Nelle specialità dell'atletica, dove pochi centesimi di secondo fanno la differenza tra un nuo-vo incredibile record e una "semplice" medaglia d'oro, la tecnologia corre in aiuto. Omega

presenta gli ultramoderni blocchi di partenza, in grado di rilevare al millesimo la forza esplosiva espressa dagli atleti e l'esatto tempo di uscita dai blocchi. Si dice che Bolt ne abbia un paio proprio di fianco al letto... Per info: www.omegawatches.com.

PER UN MILLESIMO. . .

N E W T E C H

Tutta la capitale UK a portata di mano, anzi di dita, per iPhone e smartphone:

Join In, l'app ufficiale di "London 2012" si rivela accattivante, utilissima e straordi-nariamente completa. Non solo per seguire giorno per giorno il viaggio della torcia o le gare olimpiche, ma anche per avere un quadro dettagliato del "to see&do" londi-nese: una guida completa con tutte le strut-ture sportive, ma anche musei, luoghi da visitare ed eventi, dalla musica alla street art. Per info: www.london2012.com.

LONDRA IN UN'APP!

PH: LONDON 2012

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V I N T A G E T E C H

Nel 1945 la prima cellula fotoe-lettrica autonoma, portatile e im-permeabile; nel 1948, proprio a Londra, i blocchi di partenza tec-nologicamente avanzati; nel 1949 l'apparecchio per fotofinish, fon-damentale per determinare l'atle-ta vincitore negli arrivi di gruppo. Il 1952 è l'anno del cronometro elettronico, mentre dal 1961 l'O-

megascope permette di vedere in sovrimpressione su apparecchi TV i tempi dei concorrenti inquadrati dalle telecamere, che presto ver-ranno considerati ufficiali. Senza le “piastre di contatto” (“touch pad”), il nuoto non sarebbe stato lo stes-so. Cronografi e cronometri, pistole e blocchi di partenza, strumenti in grado di cogliere istanti altrimenti

impercettibili, millesimi di secon-do, millimetri oltre l'arrivo... Stru-menti che hanno fatto la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Gli scatti d'epoca di Omega, più volte crono-metrista ufficiale dei Giochi sin da Los Angeles 1932, rende onore agli “Oldies but goldies” della tecnolo-gia olimpica. Per info: www.omegawatches.com.

PH: LONDON 2012

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P H I T F R E E

UN MILIONE E MEZZO DI ITALIANI HA SCELTO EDISON:SCOPRIAMO PERCHÈFulvio Siotto gestisce i 3 canali di vendita dell’Azienda Edison Energia: le numerose agenzie presenti sul territorio, le efficienti strutture call center di vendita e i siti web di vendita sia per i Clienti privati (edisoncasa.it) che per le piccole e medie Imprese (edisonbusiness.it).

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C 'è ancora tempo per iscri-versi all'Analog 3Quarti

Surf Challenge (waiting period 1 giugno-15 luglio), ovvero la più divertente e spettacolare mani-festazione surf italiana, grazie ai grandi campioni che vi partecipa-no, ma anche al leggendario pon-tile di Forte dei Marmi. Premi eccezionali per il vincitore e per

gli esecutori dei migliori tricks di giornata. Le più giovani promesse della scena surf italiana, invece, si sfideranno nel Campionato Na-zionale Junior fino al 15 luglio, con i surfer dai 14 ai 18 anni e le giovani surfiste under 18. Frege-ne, Point Break, Lungomare di Levante. Per info: summerexpe-rience.burton.ittaekwondowtf.it.

Con un salto nel vuoto da 27 metri e una velocità d'im-

patto che in soli 3 secondi può raggiungere gli 85km/h, i miglio-ri tuffatori estremi del mondo si sfidano nelle varie tappe del Red Bull Cliff Diving World Tour (23 giugno-28 settembre). Giun-ta alla terza edizione, la manife-stazione si è già imposta come la

più spettacolare tra le gare di tuffi del mondo. Sette date in altrettante spettacolari location disseminate per il globo: Francia, Norvegia, Portogallo, Irlanda, USA, Galles e Oman. C'è da giurarci: i 14 atleti selezionati, preparati e motivati ai limiti della follia, dimostreranno di non avere alcuna paura di volare. Per info: www.redbull.com.

FRONTE DEL SURF30Mm IN PICCHIATA

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Dopo la finalissima europea in programma l'1 luglio, i

tifosi italiani aspetteranno metà agosto, per vedere la Vecchia Si-gnora, neo-campione d'Italia, e gli azzurri del Napoli, vincitori della Coppa Italia, contendersi la Supercoppa di Lega. Poi, che la nuova stagiona abbia inizio!

LEGASERIEA.IT

11 AGOSTO SUPERCOPPA ITALIANA

PECHINO

Giusto il tempo di vedere i mi-gliori triathleti italiani sfidar-

si lungo il percorso dei Campionati Assoluti di Triathlon Olimpico di Tarzo (TV) il 16 luglio, per poi godersi la gara Olimpica e finire in bellezza coi Mondiali a squadre di Losanna, in cui anche l'Italia può permettersi di sognare...

FITRI.IT

25 AGOSTOTRIATHLON

LOSANNA (CH)>

A scendere (e risalire) sui sen-tieri austriaci di Leogang fino

al 2 settembre sono i Campioni mondiali di downhill, la disciplina di MTB più conosciuta al mondo, ma anche quelli di four cross, spe-cialità in cui quattro atleti si sfida-no a eliminazione lungo un percor-so di cross country.

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31 AGOSTOMTB

LEOGANG (AUT)m>

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Dai singoli campioni che abbia-mo intervistato per lo speciale Azzurri a Londra 2012, si leva un'unica grande voce . Anzi, è un urlo a squarcia gola, di rab-bia, orgoglio, richiesta: «Italia, ci siamo anche noi!». Perché la verità è che nel Belpaese chi vive per lo sport a questi livelli fa fatica a camparci. E non per l'impegno e i sacrifici, già nel DNA di un campione, bensì per la carenza (se non assenza) di risorse economiche, strutture adeguate, assistenza psicofisica professionale e chance di lavoro e studio prima, durante e dopo l'attività agonistica. Tranne per il calcio e pochi eletti, insomma, sembra tutto un gran “fai-da-te”. I premi? Solo se si arriva sul podio più alto. Le Federazioni? Fanno quello che possono. Ai più bravi e fortunati capita di essere arruo-lati nei Gruppi sportivi delle For-ze dell'ordine, che garantiscono almeno lo stipendio fisso; quelli da Medaglia olimpica trovano

magari uno sponsor. Ma gli altri? A pari fatica, nessuna garanzia. Gli Azzurri a Londra 2012: quasi 300 persone che si preparano a questo momento da anni, perché è l'Olimpiade. Perché puoi arri-vare in cima al mondo. Perché è l'unica occasione per avere visi-bilità e qualche strumento in più per continuare, non fosse altro che la motivazione. Quasi 300 persone che, nel più totale silenzio, si battono in nome della passione, dell'emo-zione, dei valori sportivi. E di una bandiera...Non siamo riusciti a farceli stare tutti (i campioni, ma anche le loro famiglie, i tecnici, gli allenatori, i fisioterapisti, gli psicologi e tutti quelli lavorano “dietro le quin-te”). Ma speriamo che questo no-stro speciale, cucito insieme con una grande fatica (rintracciare, inseguire, intervistare, scrivere, trovare le foto adatte, incastrare tutto...) sia valso la pena. Sì Italia, ci sono anche loro.

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LONDRA 2012: COME TI SENTI?Per ora mi definisco un “work in progress”…

E LO STRESS?Per adesso non ne sento molto… Anzi zero. Io vado a Londra per divertirmi, oltre che per fare un grande risultato, e ho la consapevolezza che anche se non “arrivo”, ci avrò messo tutto me stesso. La mia carriera comunque non finisce lì…

MA QUALCUNO TI CHIAMA “L’UOMO OLIMPIADE”…Mah… (sorride, ndr). Va bene che arrivo dall’Argento dell’an-no scorso, ma questa è comunque la mia prima Olimpiade. E io sono un outsider. Ci sono molti altri atleti azzurri più forti e titolati…

PER ESEMPIO?Federica, che è al top, Filippo, Fabio Scozzoli…

FILIPPO MAGNINI: CHE RAPPORTO HAI CON LUI?Ci alleniamo insieme, ci rispettiamo e abbiamo un’amicizia di quelle vere al di fuori della vasca. È raro tra due atleti rivali, con uno che difende il titolo di re e l’altro che vuole toglier-glielo… Filippo è un punto di riferimento per i giovani che praticano le sue specialità.

SÌ, MA LA COMPETIZIONE?È bella e stimolante, perché nessuno vuole mai mollare, sia durante le gare che nei test event. Dopo si accettano vittoria e sconfitta, senza che ciò influisca sul rapporto.

L’OBIETTIVO OLIMPIADI?Vincere. È ovvio che è difficile e che gli avversari sono fortis-simi. Ma non basta partecipare, come diceva de Coubertin…

CHI TEMI DI PIÙ?Ce ne sono tanti, e tutti coi numeri giusti. L’australiano (James Magnussen, ndr) è in prima linea per la finale, però molti han-no buone possibilità… È la prima Olimpiade che vedrà sfidarsi

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Il suo compagno, amico e ispiratore Filippo Ma-gnini lo chiama “Bazu”, gli altri "Kimi", come Raikkonen. Velocista di stile libero, ha conqui-stato un meraviglioso Argento a Shangai 2011, in mezzo a Cesar Cielo e Alain Bernard, i mostri sacri che prima vedeva solo in TV. Rinunciando agli Eu-ropei del maggio scorso, ha comunque assicurato di essere in piena forma per Londra. Luca è orgo-gliosamente veneto e felicemente fidanzato con una catanese DOC: la campionessa di scherma Rossella Fiamingo. Ha dalla sua la giovane età, la disinvoltura e una bellezza sfacciata.

La classe non è acqua

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Con Filippo Magnini? Siamo grandi amici, ma la cosa finisce a bordo vasca: nei 48’’ di gara

l’altro è il tuo peggior nemico."

tutti i finalisti, non solo i “soliti” due o tre…

COME TI STAI PREPARANDO?Dopo tanti mesi dedicati alla resistenza e ai km, il clou è in luglio, poiché lavoriamo sulla velocità e l’aspetto qualitativo della nuotata: è quello che può far decidere una medaglia sul filo dei centesimi…

COSA RENDE GRANDE UN NUOTATORE? Ci vuole il talento, un feeling naturale con l’acqua... E quello ti arriva probabilmente da Dio. Poi ci vuole la volontà di fare sacrifici, e non lo dico perché è il mio sport, ma per-ché è lo sport più difficile al mondo, quello che richiede più sforzo e più voglia di fatica-re durante l’allenamento. Oltre a una buona dose di umiltà.

L’ARGENTO DI SHANGHAI: COSA È SCAT-TATO DENTRO?Ci ho creduto nel cuore fin da subito. Era una sicurezza strana, mai capitata: avevo piena fiducia nei miei mezzi ed ero concentratis-simo, anche se ben consapevole di avere di

fianco dei miti. All’inizio non riuscivo a ca-pire se fosse vero... Poi ho telefonato ai miei, li ho trovati in lacrime e sono scoppiato a piangere anch’io…

LUCA DOTTO PRIMA DI UNA GARA.Sono determinato, ma anche giocherellone: voglio esserci e divertirmi, non avere paura.

UN “GRAZIE” A...I miei genitori: sebbene sia figlio unico, mi hanno insegnato che le cose vanno sempre guadagnate.

QUANTO IL GOSSIP FA BENE AL TUO SPORT?Fa bene, perché più se ne parla meglio è, an-che se si tratta di “intrallazzi” e non di nuoto.

UN MESSAGGIO AI TUOI COMPAGNI AZZURRI. Ormai manca poco, stiamo facendo un sacco di sacrifici per agguantare quest’occasione e, quando arriverà il momento, dobbiamo esse-re pronti, con le scatole girate a mille!

Luca Dotto

stile

N U O T O

PH: ALFREDO FALCONE

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Non ha nulla di bolognese, poiché è di Ferrara (l’accento può ingannare). Si chiama Di

Tora, è del segno del toro, è soprannominato “La tora” ed è un “bel manzo” anche di fatto. Con lui la si può buttare sullo scherzo, perché ha un buon carattere, oltre che essere una buona forchetta. Tanto che se riconosce in Camille Lacourt il suo avversario olimpico numero uno, ammette sere-namente di temere molto di più i grassi saturi del cibo anglosassone. Del resto, Mirco vive benissi-mo la competizione: «i rivali diretti sono quelli con cui condividi tutte le fatiche: se non ci fossero loro, sarebbe una noia mortale!». Giocoso e com-pagnone nella vita, dice di vedersi ancora come «il bambino che va in piscina perché ci sono gli amici e si diverte!». Eppure Di Tora in vasca non

scherza affatto: con due record tricolore all’atti-vo (50m e 100m dorso) è considerato il miglior dorsista azzurro degli ultimi tempi. «Prima di una gara mi trasformo, sono concentratissimo: tutto l’opposto di ciò che sembro abitualmente…». E lo dimostra con l'ultimo Argento continentale nei 200m dorso. Modesto, pratico, con la testa sulle spalle, Mirco ha dimostrato più volte di saper-si emozionare quanto di gestire le emozioni. La parte tecnico-atletica è l’aspetto più curato della preparazione olimpica: «Aspetto da quattro anni e spero di fare meglio di quanto ho fatto a Pechino, ovvero una semifinale in gara individuale e una finale con la staffetta…». Ci saluta citando "Zo-olander" e ringraziando genitori e nonni, che per anni lo hanno scorrazzato per le piscine d'Italia.

Dedico l'Oro a chi mi è stato sempre vicino in questi anni, quando ho vinto e quando ho sba-gliato tutto. Ma anche a chi mi ha massacrato.

Filippo Magnini(Debrecen 2012)

La "Tora" sbuffa!Mirco Di Tora" dorso

Dedico questa Medaglia d'Oro europea

a Dale Oen.

"

1 '00''55: il tempo con cui Fabio conquista uno straordinario Oro agli ultimi Europei di Debre-

cen, oltre a un Argento nei 50. Una vittoria ina-spettata. Una vittoria che dà speranza. Una vitto-ria dedicata con il cuore ad Alexander Dale Oen, tra i rivali numero uno in previsione di Londra (insieme a Kosuke Kitajima e Cameron Van der Burgh), morto lo scorso aprile per un arresto cardiaco. Nel palmarès di Fabio brillano anche l'Oro nei 50m agli Europei di Budapest (2010) e l'Argento mondiale nei 100m a Shanghai. Classe

1988, emiliano di Lugo (Forlì), ama trascorrere il tempo libero con la fidanzata Carlotta e gli amici, sempre che non vada a trovare i genitori in cam-pagna. Agguerrito milanista, ha in Pippo Inzaghi il suo idolo sportivo calcistico e in Massimiliano Rosolino quello in vasca. Punta a una medaglia, e lo dice a modo suo, con modestia e trasparenza: «chi partecipa alle Olimpiadi ha sempre questo obiettivo e io sto lavorando duramente per que-sto». Goloso di tagliatelle al ragù, ha un sogno grande e difficile nella vita: essere felice.

Il re "ranocchio" rana

Fabio Scozzoli

N U O T O

PH: ARCHIVIO SPEEDO

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N U O T O

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Oro nei 1.500 s.l. e pass per le Olimpiadi di

Londra. A soli 17 anni, il giovanissimo campione di Carpi ha trionfato in Unghe-ria senza nemmeno aspettar-si che avrebbe cantato l'Inno di Mameli sul podio con una mano sul cuore. Freschez-za, sogno e pura emozio-ne, come nel caso di Alice Mizzau, classe 1993, che lotterà nella 4x100m s.l. e nella 4x200m s.l., e di Mar-tina De Memme (staffetta 4x200m s.l).

GREGORIO PALTRINIERI STILE LIBERO

Esordisce agli Europei e si aggiudica un Argento

nei 50m dorso, il nuovo re-cord nazionale (1'00''26) e altri due Argenti nei 100m dorso e nella staffetta mi-sta 4x100m. Classe 1989, padovana, la bella Arianna conquista così il lasciapas-sare per Londra, portando una ventata di novità e spe-ranza all'Italnuoto, insieme ad altre giovani quali Ilaria Bianchi (1990), impegna-ta nei 100m farfalla e nei 4x100m misti.

ARIANNA BARBIERI DORSO

B olognese dentro e fuo-ri, 22 anni, a detta del-

la mamma sarebbe dovuto nascere pesce: «passa metà della sua vita in acqua. E pensare che noi non sap-piamo nemmeno nuotare!». Specialista in vasca corta, Marco punta tutto sui 50m s.l. ovvero su potenza e ve-locità, ma sa che deve te-nere a bada l'esuberanza e l'impulso. Prima Olimpiade e primo grande sogno a por-tata di mano, con il gran tifo di famiglia e amici.

MARCO ORSI STILE LIBERO

Bello vederla raggiante, dopo il buio, due anni di lontananza dalla vasca dovu-

ti a un pesante problema alla spalla. Bello vederla con il sorrisone stampato in viso, dopo essersi sposata con il suo amore. Bello vederla staccare il pass olimpico proprio l’8 marzo. Bello vederla sguazzare per la ter-za volta nelle acque dell’Olimpo. Bella lei, insomma, Alessia Filippi, che i rotocalchi hanno soprannominato di volta in volta “La pupona”, “L’anti-Pellegrini” o “La finanzie-ra d’assalto”, ma che gli amici veri – pochi, ma buoni, tra i quali spicca la collega Elena Gemo (4x100 misti) – chiamano affettuo-samente “bradipo”. E non di certo per la lentezza in vasca, dove passa con disinvol-tura dal misto allo stile libero (Oro Budapest 2006, Oro Pechino 2008, Mondiali Roma 2009). Romana de Roma dal 1987, tosta e dolce, testarda e umile, Alessia punta tutto sulla sua bella rinascita e le lezioni imparate tornando in superficie. «Sono molto tosta: ho superato difficoltà grandi per la mia età. E ce l’ho fatta da sola, perciò ringrazio me stessa: mi hanno voltato le spalle in tanti nel momento del bisogno, eppure eccomi qui!». Ripresi nel settembre scorso, gli allenamenti sono stati particolarmente duri e la prova eu-ropea di Debrecen, con un settimo posto nei 200m dorso e l'addio alla finale degli 800m s.l., è risultata inferiore alle aspettative. Ma ora la carica c’è e l’obiettivo pure. L’impor-tante è trovare dentro di sé la concentrazio-ne giusta per gestire ansia ed emozione. Per concludere, un messaggio alle compagne: «soltanto noi possiamo capire i sacrifici e l’impegno che ci mettiamo giornalmente!».

Raggiante!

Martina fino in fondo...

Bolognese DOC, ha il viso di una bim-ba, il fisico di una campionessa, il cuore

di una “buona” e la determinazione di una guerriera. A 26 anni, è l’unica rappresen-tante femminile azzurra nel nuoto di fondo (proprio mentre scriviamo, arriva la con-ferma della qualificazione di Valerio Cleri nei 10km: complimenti!). Dopo un Oro ai Mondiali di Roberval (2010) e un Argento a Shanghai 2011, Martina ha le idee chiaris-sime: prima le Olimpiadi (di più non si dice per scaramanzia), poi la laurea. Nella valigia per Londra non mancheranno il computer, l’iPod pieno di rock bello verace (e di Va-sco), più il fido elefante di peluche che di nome fa Valentino, come Rossi. L’acqua per Martina è una grande amica, ma non l’unica: la sua è una vita ricca di affetti, tra la fami-glia, gli amici e gli insostituibili allenatori. È con loro che Martina, amichevolmente chia-mata “Grimmy”, si sfoga «parlando a raffi-ca» per calibrare al punto giusto la tensione pre-gara. In fondo, è tutta una questione di testa, ma lei questo lo sa… A pag. 57 PHIT le dedica un bel Passion.

Di cosa fa Federica Pellegrini quando non si allena, ce ne importa poco. E

anche della sua relazione con Filippo Ma-gnini. Noi vogliamo vederla quando vince, alza le braccia al cielo e fa la linguaccia. Imbattuta dal 2008 nei 200m s.l., agli ultimi Europei ungheresi Federica ha conquistato il quinto Oro consecutivo italiano nella spe-cialità, oltre che uno storico Oro nella staf-fetta 4x200m stile libero, accanto ad Alice Mizzau, Alice Nesti e Diletta Carli. Ma è crollata nei 400m, priva di qualsiasi energia. Senza trarre conclusioni sensazionalistiche, aspettiamo Londra fiduciosi, per lei come per il suo ex Luca Marin e per la giovanis-sima Stefania Pirozzi (1993), impegnati nei 400m misti.

Alessia Filippi Federica Pellegrini

dorso

stile

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PH: ALFREDO FALCONE

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P A L L A N U O T O

Non possiamo scherzare, adesso dob-biamo fare più degli altri. Fare il portie-re è un impegno tremendo: non posso mai sbagliare. La squadra conta su di

me e se non c'è il palo ci sono io!

Stefano Tempesti

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Christian Presciutti

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LONDRA 2012: COME TI SENTI?FD: Mi sento bene; sto facendo tutto ciò che posso per arrivare al meglio. TC: Emozionata, agitata e felice di esserci!

IL SEGRETO PER GESTIRE LO STRESS?FD: Mi piacerebbe scoprirlo... In ogni gara cerco di trovare la concentrazione migliore e pensare solo alla tecnica. TC: Tanto carattere e tecniche di rilassamento.

QUAL È IL TUO OBIETTIVO OLIMPICO?FD: Cercare di dare il meglio di me stessa, trovando l'armonia che serve sul trampolino.TC: Credo ormai si sia capito: una medaglia!

COME AVVIENE LA PREPARAZIONE?TC: Due/tre volte alla settimana solo atletica, per il resto sempre tecnica.

IN VALIGIA NON DIMENTICHERAI...FD: Costumi, creme per il corpo e qualche vestito per la sera...TC: Telefono e costume!

IL NEMICO NUMERO UNO A LONDRA.FD: L'ansia.TC: Jennifer Abel!

PRIMA DI SALIRE SUL TRAMPOLINO, SEI...FD: Carica, piena di voglia di fare bene, ma anche

molto agitata.TC: Concentrata, tesa, cerco di isolarmi... Il cuore batte più forte, le gambe spesso mi pulsano...

L'IDOLO SPORTIVO?FD: Ogni atleta che ci mette impegno, costanza e sacrificio, senza trovare scorciatoie. TC: Antonio Rossi.

COSA RENDE GRANDE UN TUFFATORE? FD: Sicurezza, freddezza in gara e costanza.

UN "GRAZIE" A...FD: Alla mia famiglia. TC: Ai miei genitori e allo staff che mi segue.

Tà e Frà, trampolino di lancio per due

Francesca Dallape'

Tania Cagnotto

Complicità, fiducia, amicizia: questo il rapporto tra le due belle tuffatrici azzurre Tania Cagnotto e Francesca Dallapé, Oro europeo nel sincronizzato da 3m, a due mesi dalle Olimpiadi. Un'atmosfera familiare che si respira in tutta la Nazionale di tuffi, allenata da Giorgio Cagnotto. Con un palmarès da urlo e tre Olimpiadi alle spalle, Tania è in cerca della Medaglia a cinque cerchi che non è mai arri-vata. Stimata anche per la modestia, la discrezione e la capacità di rialzarsi da brutte "cadute", non si è risparmiata nel denunciare la totale carenza ita-liana di strutture adeguate per allenarsi.

3m

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N U O T O S I N C R O N I Z Z A T O & T U F F I

Ecco Giulia, detta amichevolmente "Nonna Papera" per la sua lunga espe-rienza in vasca, e Mary-Mariangela, la sua giovane compagna di nuoto sincronizza-to nonché grande amica. «Siamo in cop-pia da poco più di un anno, abbastanza poco per il nostro sport. Ma, per fortu-na, ci siamo subito trovate molto bene. Siamo caratterialmente simili e questo aiuta molto». Anche perché nella disci-plina, oltre alla bellezza coreografica e alla perfezione tecnica dell'esercizio, vengono valutate la totale sincronia delle atlete, l'emozione e il sorriso.

Sirene in syncro

Giulia Lapi

Mariangela Perrupato

Syncro

PH: DEEPBLUEMEDIA.EU/G.SCALA

PH: ANGELO ZARAMELLA

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Tà e Frà, trampolino di lancio per due

Michele Benedetti - 3m

Andrea Chiarabini - 10m

Brenda Spaziani - 10m

Noemi Batki - 10m

Ancora le brillano gli occhi per l'Ar-gento conquistato agli ultimi Europei di Eindhoven. Certo, avrebbe prefe-rito che quei sei punti non la distan-ziassero dal primo posto, portandole via l'Oro faticosamente conquistato a Torino 2011. Ma la Batki, figlia d'arte, ucraina di nascita e italiana d'adozione da ormai 21 anni, si conferma comun-que una delle più grandi campionesse dalla piattaforma. E lei lo sa: Londra è a portata di medaglia.

Quando lo intervi-stiamo, non ha an-

cora avuto la conferma ufficiale della sua par-tecipazione olimpica a titolo individuale: i posti totali sono 34 e all’ap-pello della qualificazione mancano ancora alcune nazioni. «Non devo stare a pensarci troppo. Vivrò bene le prossime setti-mane, perché quello che è fatto è fatto. Certo, è una regola “sbagliata” della FINA, che poi ti porta a ridurre la prepa-razione all’ultimo…». In ogni caso “Tommasino”, come lo chiamano la ra-gazza e gli amici con cui trascorre gran parte del tempo libero, sembra un tipo piuttosto tranquillo. «Non ho trucchi partico-lari per gestire lo stress» ammette serenamente. «Mi alleno e vivo nor-malmente, giorno per giorno, come facevo pri-

ma». Un po’ scaraman-tico, però, lo è, perché così, su due piedi, non si sbottona sull'obiettivo londinese. «Ragiono step by step, per cui il primo traguardo sarebbe quello di partecipare alle Olim-piadi, poi di conquistare almeno la semifinale, perché la finale sarebbe quasi impossibile... In ogni caso non mi sto pre-parando solo per Londra, ma anche per il futuro: ho 21 anni e questa non sarà la mia ultima occasione». Romano, tifosissimo di Capitan Totti, Tommaso si tuffa in piscina prati-camente da quando è in fasce, anche perché figlio d'arte: il papà Domenico, oggi tecnico federale, può vantarsi di aver con-quistato un Bronzo euro-peo nel 1985. Il più gran-de sogno di Tommaso, in effetti, è di poter vincere una medaglia importante

con il padre come allena-tore. «Il rapporto tra me e mio padre è speciale, perché abbiamo questa passione in comune ed è bellissimo. Tante volte, lanciandomi dal trampo-lino, penso proprio a lui e al piacere di fargli vede-re un bel tuffo. Mi aiuta molto il pensiero di dar-gli gioia». Il tuffo come un misto di eleganza e potenza, il tuffo come una questione soprattut-to di testa. «È uno sport prettamente individuale. Prima di salire lassù, mi concentro sul movimento e sulla visione del tuffo corretto. All'inizio sono abbastanza teso, ma poi vado in automatico e tut-to diventa fluido...». Tre parole che lo descriva-no? «Testardo, simpatico e... Mo' ce penso». Ah, oggi è certo: Tommaso si lancerà dal trampolino olimpico.

TOMMASO RINALDI - NEL NOME DEL PADRE

SPLASH!? NO, GRAZIE...

Classe 1984, eroina dei suoi concit-tadini frusinati, Brenda è avvezza alle competizioni mondiali e continentali, che ha affrontato sempre in coppia con la storica compagna Valentina Marocchi (Bronzo a Madrid 2004). Agli ultimi Europei non è riuscita a qualificarsi per la finale, ma è tempo di pensare più in grande. Questa è la prima Olimpiade, e la affronterà tuf-fandosi da sola...

Chiude sesto gli Europei 2012, quasi dicendo al mondo che la giovanissima età (1996), la corporatura non statua-ria e gli esiti finora incostanti di una carriera cominciata tra i banchi delle Medie non costituiscano affatto un ostacolo. Del resto, la star inglese del-la piattaforma Thomas Daley non ha nemmeno 18 anni.

Non basta una giornata "no" a decide-re il destino di un campione: a dispet-to dell'eliminazione ai preliminari che l'ha visto concludere gli ultimi Euro-pei al ventisettesimo posto, Michele Benedetti ha tutte le potenzialità per giocarsela fino in fondo nella vasca olimpica.

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3m

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LONDRA 2012: COME TI SENTI?Mi sto riprendendo piano piano, visto che dopo la qualificazione olimpica ho avuto un calo per il tanto stress accumulato nei mesi precedenti.

LA TERZA OLIMPIADE: COME SEI CAMBIATO?Anche se ormai posso considerarmi un veterano, l'aspetto emozionale non cambia mai: ogni volta che mi trovo sulla piattaforma, sento sempre la stessa quantità di adrenalina di quando ho affron-tato la mia prima Olimpiade a 17 anni. È cambia-to, invece, l'approccio alla gara: oggi cerco di pre-pararmi anche psicologicamente, ripassando ogni singolo tuffo nella mente, in modo da essere più sicuro prima di buttarmi nel vuoto per 10 metri.

COME TI STAI PREPARANDO?Mi alleno cinque ore al giorno, eseguendo circa 100 tuffi e tre volte a settimana, dopo gli allena-menti in acqua, vado in palestra a fare pesi con un preparatore delle Fiamme Oro.

A LONDRA IL TUO NEMICO NUMERO UNO SARÀ...Vadim Kaptur: siamo avversari da una vita.

L'INDISPENSABILE IN VALIGIA?Il computer con la webcam, per poter sentire la mia dolce metà.

QUAL È LA TUA PAURA PIÙ PROFONDA?Battere la testa sulla piattaforma: dal trampoli-no mi è già successo e, per fortuna, non ricordo nulla. Ma avevo 15 anni e non pensavo troppo a queste cose. Col tempo, però, la paura aumenta.

SEI CONSIDERATO UN "BELLO D'ITALIA", QUE-STO HA INFLUENZATO LA TUA CARRIERA?Bel complimento, grazie mille. Ma non mi con-sidero affatto un "bello d'Italia". Fotogenico, se mai. Ho fatto diversi servizi fotografici e devo dire che mi divertono molto, a differenza della TV, in cui mi trovo meno a mio agio. Comunque

nessuna delle due cose ha mai ostacolato o age-volato la mia carriera! Ho sempre programmato tutto e al di fuori di gare e orari di allenamento.

PRIMA TANIA CAGNOTTO, POI DALILA SCHIE-SARO: È UN CASO CHE SIANO DUE GRANDI SPORTIVE?Assolutamente sì. Anzi, non avevo nessuna inten-zione di ributtarmi tra le braccia di una sportiva... Ma quando ho rivisto Dalila dopo tantissimo tem-po, è venuto tutto da sé!

SECONDO TE IL GOSSIP AIUTA LO SPORT?Zero! Può far bene alle tasche di molti, ma di cer-to non allo sport!

TRE AGGETTIVI PER DESCRIVERTI...Caparbio, umile, sportivo.

IL TUO SOGNO PIÙ GRANDE?Una famiglia unita e serena, come la mia.

Quando c'è l'amore...

Francesco Dell'UomoMezzo ritornato e triplo sono le sue specialità. A dispetto di chi lo dava per "finito" dopo un grave infortunio, il bel Francesco, alla sua terza Olimpiade, appare fresco come non mai. Merito anche dell'amore ritrovato con la sua "dolce metà" Dalila Schiesaro, campionessa di sincronizzato...

10m

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G I N N A S T I C A A R T I S T I C A

All'inizio ti tremano le gambe, soprat-tutto alla trave e alle parallele, perché

se cadi di lì ti fai veramente male. Ma è nel momento in cui dici “non ce la faccio più” che devi darci dentro! Sono mattoni su mattoni che costrui-

scono il tuo essere atleta!

"Francesca Deagostini

Carlotta Ferlito

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LONDRA 2012: COME TI SENTI?È la prima avventura olimpica, per cui non ho un metro di pa-ragone. Mi sono affacciato alla Nazionale assoluta solo l'anno scorso, ho vinto subito delle medaglie e ancora non mi rendo bene conto di quello che sta succedendo... IL SUCCESSO ALL'IMPROVVISO: COME LO VIVI?Sono su un treno in corsa, un treno pieno di risultati e di novità. Gli sponsor, un mondo nuovo... Sto vivendo tutto d'un fiato: le considerazioni le lascio al dopo.

UNA BELLA PRESSIONE... L'agitazione chiaramente c'è, perché mi rendo conto che ho davanti un traguardo importantissimo. E se non me ne rendo conto io ci pensano gli altri: la mia famiglia, la mia ragazza Rachele...

È UNA SPORTIVA ANCHE LEI?Faceva scherma come me, ma ora studia Architettura al Po-litecnico di Torino. Viviamo lontani, faccio di tutto per starle il più vicino possibile.

COME SI GESTISCE LO STRESS?In alcuni momenti è più difficile stare concentrati e l'agitazione può fare brutti scherzi. Bisogna trovare il modo di scaricarla, cosa che io faccio con gli amici e con la chitarra.

COSA SUONI?Mi piace il blues, l'ho imparato da autodidatta. (sorride, ndr)

SEI ANCHE ISCRITTO ALL'UNIVERSITÀ?Per ora non sono ancora riuscito a entrare a Medicina, però sono iscritto a Biologia Molecolare, il che mi permetterà poi eventualmente di convalidare alcuni esami... Ora sono concen-trato sulla scherma, ma quando finisco voglio riprendere gli studi e portarli a termine.

Battezzato "Il Conte" dalla stampa, con quegli oc-chi azzurri, i baffetti scuri, la parlata di Modica e il fioretto, pare effettivamente uscito dal romanzo di Tomasi di Lampedusa. Di avversari importanti ne ha già sconfitti, conquistando ben tre Medaglie d'oro individuali agli Europei (Sheffield, 2011) e un Bronzo ai Mondiali dello scorso ottobre nell'a-mata Sicilia. Sfumata la qualificazione olimpica individuale, Giorgio punta all'Oro nel fioretto a squadre. Ma non smette di vivere appieno anche al di là della scherma, dove c'è la vita "normale": la ragazza, gli amici, l'università, la chitarra e i sogni, ancora tanti da non sapere quale scegliere...

Il gattopardo

COM'È IL RAPPORTO COI COMPAGNI DI SQUADRA?Ho la fortuna di trascorrere gran parte del mio tempo con Andrea Baldini, il mio idolo sportivo di sempre e il mio attuale compa-gno di allenamenti a Livorno, oltre che un mio grande amico. La nostra amicizia mi è di grande aiuto.

SÌ, MA LA COMPETIZIONE?Nemici in pedana, amici fuori. Di base c'è la conflittualità sportiva, ma a livello personale e umano sappiamo sfruttare l'amicizia per crescere insieme. È un grandissimo schermi-dore e un grandissimo uomo: posso imparare molto da lui.

COME TI STAI PREPARANDO PER LONDRA?Franco Fabbri, il mio preparatore, si occupa di questo e mi dice tutto ciò che devo fare. Dalle prove in campo, si vede poi come pro-cedere: se accuso stanchezza, se mi sento pronto, se le gambe rispondono o meno... È faticoso, ma è soprattutto una questione di concentrazione mentale.

TANTA TESTA... Sì, la scherma è per il 99% testa e concent-razione. A certi livelli, la scaltrezza e la ra-pidità ce l'abbiamo tutti, ma in pedana servo-no anche un mordente bestiale, la voglia di e la capacità di sopraffare l'avversario anche psicologicamente.

PRIMA DI SALIRE IN PEDANA SEI...Agitato, cerco di trasformare l'agitazione in determinazione. C'è sempre da considerare il fatto che non siamo soli: tutto il mondo vuole vincere con coi. Oltre alla musica, as-sumo quantità inenarrabili di caffè, che mi fanno stare coi nervi a fior di pelle.

COS'HAI DI SICILIANO?Accento a parte, sono modicano con la "scocca". Si vede e si sente in tutto, è un bagaglio di cui sono orgoglioso. È qualcosa che resta, anche se stai mille anni fuori casa e conosci gente da tutto il mondo.

GIORGIO AVOLA IN TRE PAROLE.Determinato, testardo, incontentabile.

fioretto

S C H E R M A

Se sono nella squadra azzurra di fioretto maschile è perché posso vincere una medaglia."

Giorgio Avola

PH: AUGUSTO BIZZI

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Classe 1983, siciliano, trionfa proprio nella

sua Catania, diventando Campione del Mondo a 28 anni. Enorme la soddisfazio-ne per lui, soprattutto dopo l'amarezza dell'esclusione dai Mondiali di Antalya.

PAOLO PIZZO SPADA

Così disse in partenza per Pechino 2008 il giova-

ne Andrea Cassarà: «non sono la Vezzali, però non c'è nessuno che non possa battere», Oggi, a 27 anni, è il Campione del Mondo di fioretto individuale.

ANDREA CASSARÀ FIORETTO

Sconfitto in finale agli ultimi Campionati del

Mondo dal compagno e amico Andrea Cassarà, il 25enne di Frascati è Vice-campione del mondo di fio-retto individuale e affronta la sua prima Olimpiade.

VALERIO ASPROMONTE FIORETTO

Nonostante l'ultimo infortunio che l'ha fatto rimbalzare sulle pagine dei ro-

tocalchi di gossip con tanto di stampelle e fidanzata a fianco (Antonella Mosetti, ndr), Aldo Montano andrà comunque a Londra a rappresentare l'Italia della sciabola maschi-le individuale, accanto a Diego Occhiuzzi e Luigi Tarantino (squadra e riserva Luigi Samele). Le due sciabolatrici che si gio-cano l'individuale sono la 22enne livornese Irene Vecchi e Gioia Marzocca, 32 anni, lecchese, una lunga esperienza alle spalle e una gran voglia di Medaglia, dopo una brutta prova a Pechino 2008.

Uragano!

Scrive questi versi con il pennarello su una bandiera tricolore, che srotola dopo aver con-

quistato il titolo individuale di fioretto ai Campio-nati del Mondo 2009. Un atto provocatorio, che, sulla scorta della storia cantata da Bob Dylan (Rubin "Hurricane" Carter, il pugile imprigionato ingiustamente, senza poter diventare Campione del Mondo) racconta tutta la rabbia e la sofferenza

per l'esclusione dalle Olimpiadi di Pechino 2008, a poche ore dall'inizio dei Giochi e con un pass già in tasca da mesi. "Colpa" di un'accusa di doping, da cui un anno dopo il Tribunale della Federazione Internazionale della Scherma lo ha sostanzial-mente sollevato. Da allora Andrea non ha fatto che vincere: soprattutto doppiette d'Oro, nel fioretto individuale e a squadre, dagli Europei di Plovdiv

(2009) a quelli di Lipsia l'anno successivo, pas-sando per i Campionati del Mondo di Antalya. Con qualche calo tra i mondiali di Catania 2011 e le prime tappe di Coppa del Mondo 2012, An-drea ora punta tutto sulla gara olimpica che attende da quattro lunghi anni. L'ultimo Oro, nel fioretto maschile a squadre (Legnano 2012) fa ben sperare. Ce la farà?

Andrea Baldini

S C H E R M A

fioretto

A colpi di...

Here comes the story of Hurricane.

The one the authorities came to blame, for so-mething that he never done, and put him in a

prison cell, but one time he could have been Champion

of the world...

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sciabola

PH: AUGUSTO BIZZI

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Donne d'oro

Monzese del ’88, è tra le più giovani schermitrici italiane. Andrà a Lon-

dra sia per il fioretto femminile a squa-dre che per quello individuale. È la sua “prima volta” olimpica in mezzo alle più grandi. Entrata solo tre anni fa negli As-soluti, ha vinto un Bronzo ai Mondiali del 2009 nell’individuale e, con la squadra, ben due Ori e un Argento mondiali, più tre Ori europei. Ma Arianna sa bene che può e deve crescere ancora: «negli anni scorsi, data la poca esperienza, puntavo solo sui Mondiali e un altro paio di gare annuali importanti, convinta che non avrei mai "bucato" appuntamenti così im-portanti… Eppure, nonostante arrivassi al podio, continuavo ad avere problemi fisici, perché non mi allenavo con costan-za; sono dovuta stare fuori dalle pedane per due mesi a causa di un infortunio». È proprio un Mondiale "bucato", quello dello scorso ottobre a Catania, ad averle fatto capire l’importanza del percorso in-termedio tra un traguardo e l'altro. Certo, un po’ di ansia per le Olimpiadi c’è, ma Arianna sente che questa volta ha fatto le cose per bene, passo dopo passo. «Poi il pensiero finisce lì... E in ogni caso è un

pensiero piacevole: le Olimpiadi sono il mio sogno da quando faccio scherma e ho la fortuna di poterlo realizzare a 24 anni». Ma partecipare non basta: «punto all'Oro individuale, oltre che a quello in squadra... La competizione tra compa-gne? È strano, perché il giorno prima sei lì a combattere contro tutte e quello dopo sei lì con le altre a tifare e sostenere la squadra». Arianna trasmette in ogni paro-la il suo entusiasmo e l'amore per la sfida: «Prima di una gara importante sono tesa, ma è una bella sensazione: è l’adrenalina ovvero ciò che ti manca di più, quando non gareggi da un po’. Poi io mi impon-go di sorridere: penso a divertirmi e a far divertire». Uno stile di scherma d’attacco, più che d'attesa, dinamico e creativo, che le è valso il soprannome di “tsunami”. E il rapporto con le più grandi? «Quando sono riuscita a entrare in squadra, avevo intorno a me campionesse fortissime, con alle spalle tanta esperienza (e tante me-daglie). Vezzali, Granbassi, Triellini… Ma l'ho sempre vissuta bene, come uno stimolo a migliorare, imparando anche da chi ha più esperienza. Poi ho sem-pre amato la sfida: dove c’è più ansia

Arianna Errigo

e posta in gioco, do di più anch'io». Vulcanica e tra-sparente, Arianna ammette serenamente di essere sca-ramantica (ma non mania-cale), di detestare la parola

“dieta” e di mettersi a bal-lare il reggaeton da sola, quando è troppo tesa. Il so-gno? Non solo le Olimpiadi, ma anche una famiglia, dei fi-gli e quanti più cani possibili!

Campionessa europea, agli ultimi Mondiali arriva se-

conda dopo la "tigre" Vezzali. Jesina come l'eterna compagna-rivale, grintosa ed estroversa, Elisa ha 22 anni di esperienza in pedana e una medaglia che ancora manca all'appello.

ELISA DI FRANCISCA FIORETTO

Trionfa alla Coppa del Mondo di marzo, in una

giornata "no" per tutte le altre azzurre. Una bella carica di entusiasmo, che le servirà per affrontare la prima Olimpiade individuale, dopo il Bronzo a squadre di Pechino 2008.

ILARIA SALVATORI FIORETTO

Con il titolo di atleta più vincente della storia italia-

na, la 38enne di Jesi non ha bi-sogno di presentazioni. Quinta Olimpiade e un sogno realizza-to: portare la bandiera tricolore. «Mi batte forte il cuore, mio padre dal cielo sarà contento».

VALENTINA VEZZALI FIORETTO

P iange e parla di una gioia immensa Rossella Fiamingo, "Diesel" per gli

amici, dopo essersi aggiudicata la Coppa del Mondo nella spada individuale, a soli due mesi dall'inizio delle Olimpiadi. Con un Oro nella spada a squadre conquistato proprio in casa agli ultimi Mondiali, la bel-la catanese, 21 anni a luglio e un sorriso dolcissimo, ha molto da sperare per que-ste Olimpiadi. Poi a Londra ci sarà anche il grande amore Luca Dotto. Conosciutisi nella caserma della Guardia Forestale oltre un anno e mezzo fa, i due sono la coppia più bella del mondo sportivo azzurro. In-sieme a Rossella (e contro di lei), ci sa-ranno anche Bianca Del Carretto e Mara Navarria.

Regine di spade

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PH: AUGUSTO BIZZI

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A T L E T I C A

Ruggero Pertile

L'EMOZIONE DELLA QUALIFICAZIONE?Ho provato gioia e tanta felicità, anche se non ho capito subito ciò che avevo fatto, perché non me l'aspettavo. LONDRA È VICINA: COME GESTISCI LO STRESS?Non pensando soltato alla corsa, ma studiando e dedicandomi anche ad altre passioni.

QUINDI STUDI E TI ALLENI INSIEME?Sì, incastro gli orari dell'università con quelli degli allenamenti come fosse un puzzle. PUNTI A UNA MEDAGLIA?Voglio arrivare al meglio.

QUALE SARÀ IL PEGGIOR NEMICO LÌ?L'aspettativa e la responsabilità.

COSA PORTERAI CON TE?Il caffè: senza un buon caffè al mattino il cer-vello non si attiva!

LA MUSICA CHE TI CARICA?Qualsiasi canzone di Vasco!

IL FONDO È FATTO SOPRATTUTTO DI...Voglia di fare fatica!

AI KENIOTI VIENE PIÙ NATURALE...La loro è una corsa caratterizzata da elasticità e leggerezza.

QUALE VITTORIA HAI NEL CUORE?Il Bronzo agli Europei di Barcellona 2010.

LA TUA PIÙ GRANDE PAURA?Smettere di divertirmi quando corro...

HAI INIZIATO CON IL CALCIO, PERCHÈ POI TI SEI DATO ALLA CORSA?Per caso... Per rimanere in forma, insomma. Poi, però, è diventata come una droga.

CHI RINGRAZI PER CIÒ CHE SEI ORA?Tutte le persone che mi stanno vicino e che credono in me.

DANIELE MEUCCI IN TRE PAROLE.Agonista, testardo, generoso. Dalla mia regio-ne, invece, oltre al dialetto ho preso l'operosità e la dedizione al lavoro.

10.000 metri d'ingegno

Università di Stanford, California: una prestazione straordinaria con acce-lerazione finale, un nuovo record personale, la qualificazione europea e un tempo che entra nella storia dei 10.000 metri come il quarto migliore di sempre. Orgogliosissimo pisano, Daniele è l'unico emissario azzurro della specialità, in attesa di Helsinki (27 giugno/1 luglio). Incrociamo le dita an-che per Stefano La Rosa.

Classe 1977, Ruggero, detto “Rero” dagli amici, è l’unico attuale rappresentante

maschile della maratona. Un motivo di or-goglio, certo, per lui come per gli amici e i cittadini della "sua" Camposampiero (PD). Peccato, però, non avere un compagno con cui condividere gli allenamenti, le gioie e i dolori. Anche perché la corsa di endurance è già di per sé lunga, solitaria ed estenuan-te. Per le Olimpiadi, appuntamento simbolo dell’Atletica mondiale, Pertile punta a con-fermarsi primatista, tra i primi otto al mon-do, magari battendo un nuovo record perso-nale… L’avversario più grande? «I 42km e 195m che portano alla finish line». Lucido, maturo e, come nella migliore tradizione padovana, gran lavoratore, si descrive come «tenace, generoso e brontolone» e conclude con una bella dichiarazione d'amore per mo-glie e figlia. «Rivestono un ruolo fondamen-tale nella mia vita, di gioia e comprensione».

Tempo per pensare...

Daniele Meucci

Ruggero Pertile

maratona

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PH: IMMAGINI DI GIANCARLO COLOMBO PER FIDAL

Valeria Straneo

Anna Incerti

Rosaria Console

Felice e orgogliosa, con la foto della sua bimba in valigia, non vede l’ora di essere sulle linee di partenza. Vuole dare il massi-mo, perché coltiva da anni il sogno olimpi-co e deve ancora fare la “gara della vita”, al di là degli ottimi piazzamenti ottenuti negli anni. «Un maratoneta deve essere prima di tutto forte mentalmente: la mente, unita a un grande motore». Testarda, timida, istintiva, crede fermamente nei valori che trasmetterà alla figlia: non mollare mai e rispettare sem-pre e comunque l'avversario.

Bella, energica e travolgente, la

“panterita” dei 400m è fiera di difendere il Tricolore, senza nulla togliere a Santiago de Cuba, dove è nata e cre-sciuta. «Sono orgogliosa di sentire scorrere nelle vene lo stesso sangue dei miei connazionali». Dall’Isola ha preso l’ot-timismo, l’entusiasmo e la filosofia “no stress” (per quello, bastano cor-sa e allenamenti). Ma anche la passione per la

salsa boricua, il riso con maiale arrosto e il feno-meno dei 110m a osta-coli Dayron Robles. In piena forma e più matura rispetto a Pechino, dove «con la motivazione a mille» ha potuto indos-sare per la prima volta la maglia azzurra, Libania punta a scendere sotto i 50’’. «Servono un grande cuore e una grande te-sta. La gestione è fonda-mentale: bisogna avere un’andatura in progres-sione e chiudere forte gli

ultimi metri, tenendo a bada i nervi e lottando contro l’acido lattico». Una bellezza da pantera su cui non ha mai fatto leva né per la carriera sportiva, né tantomeno per finire sulle copertine dei giornali: «mi sono sempre guadagnata tutto con il sudore e i sacrifi-ci, anche grazie ai miei genitori, che mi hanno permesso di studiare in un college sportivo». Il sogno? L’Inno di Ma-meli.

QUE VIVA ITALIA!

42KM E...OLTRE

La migliore delle maratonete di Pechino è pronta a vivere un nuovo grande sogno. «Dopo una vita passata a gareggiare con le atlete più forti del mondo», appare sicura, concentrata e consapevole dei propri mez-zi, come del fatto che sarà dura: «le Russe e le Keniane correranno fortissimo…». Legata alla sua terra, dove vive con il marito mez-zofondista che la descrive come «testarda e determinata, in una parola siciliana», la pa-lermitana ha nel cuore l’Argento agli Euro-pei di Barcellona (2010). «È la maratona che ha scelto me…». Caparbia e ironica, amante di arancini e musica in stile AC/DC, manda un “grazie” agli amici e all’allenatore Tom-maso Ticali, che la «sopporta» da 16 anni.

«Ho scelto la maratona per amore: mi piace far fatica!». Solare, serena e felicissima del-la sua qualificazione, Valentina parte con la marcia giusta. «So che darò il massimo, per-ché ho lavorato duramente. E, comunque vada, sarà un’esperienza grandiosa… Punto a ricercare buone sensazioni e a entrare nel-le prime 10 classificate». La competizione con le altre? Benissimo, perché, se sana e positiva, spinge a migliorarsi. «Alle mie rivali stringo la mano, rispetto chi mi batte e sti-mo chi mi arriva davanti, dopo aver lottato e sofferto insieme». Poi ringrazia entusia-sta la famiglia e tutto lo staff che la segue, dall’allenatore all’ematologo. Ci saluta, con un gran bel sorriso.

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A T L E T I C A

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Libania Grenot

400m

PH: NIKE

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Staccano il pass "in corsa" al Golden Gala romano,

togliendo (se possibile) un po' di luce all'impresa di Usain Bolt, anche Silvia Weissteiner, Elena Romagnolo (5.000m) e Yuri Floriani, campione trenti-no dei 3.000m siepi.

METRI E SIEPI

Occhi puntati anche sul 27enne ligure Emanuele

Abate e sulla 30enne friulana Marzia Caravelli, che, il 13 marzo scorso, nella medesi-ma giornata, hanno segnato il nuovo record italiano dei 100m ostacoli.

OSTACOLI!

Se a scompigliarle la chioma bionda è la brezza salata che spira tra i car-

rugi di Genova, lei si sente a casa e sta a posto col mondo. Un viso solare come le migliori giornate d’estate, un carattere schivo e riservato come quello di molti genovesi e alcuni punti fermi: la mode-stia, la votazione al sacrificio, il lavoro duro, il perfezionismo, l’allenatore e gli affetti (fidanzato, famiglia, amici). Pur avendo abbondamentemente il physique du rôle, Silvia non ha mai voluto fare né la soubrette né la comparsa sui roto-calchi. Lei è un’atleta e per Londra 2012 punta dritto alla finale: «mi sento carica perché ho voglia di gareggiare, ma anche molto tesa perché quest'anno non si deve

sbagliare… Mi sto allenando scrupolosa-mente, cercando soprattutto di migliorare la forza». Per trovare la concentrazione pre-gara preferisce stare da sola, con un po’ di musica. Del resto, il suo è uno sport individuale e meno "maschile" di quanto si pensi, a differenza del getto del peso, dove l'Italia sarà rappresentata dalla pa-dovana Chiara Rosa. «L’ho scelto perché mi è riuscito bene fin da subito… Nel mio caso, visto che non ho un fisico massiccio, conta più la tecnica, ma sono una anche abbastanza forte». Oro ai Giochi del Me-diterraneo, Argento ai Mondiali in Corea 2011… Lancio del martello. E non lo di-reste mai. Per gli uomini ci sono, invece, Lorenzo Povegliano e Nicola Vizzoni.

Argento agli ultimi Mondiali indoor (Istanbul 2012), Antonietta Di

Martino coi suoi soli 169cm di altezza, è la primatista del salto in alto azzurro che ha battuto il record di Sara Simeoni con 202cm. Solo decima a Pechino ma con un Bronzo fresco a Daegu dopo Chi-cherova e Blanka Vlašić, torna in gran forma al sogno olimpico. Rappresentan-te maschile della specialità è il trentino Silvano Chesani che a 24 anni appena compiuti, con un salto di 2,31m, corona il suo sogno, aggiudicandosi il pass. Per il salto triplo, vanno in scena rispettiva-mente la palermitana Simona La Man-tia (Oro agli indoor di Parigi 2011) e, per gli uomini, Fabrizio Donato e Daniele Greco. La friulana Anna Giordano Bruno, atleta laureata in Matematica, darà il meglio di sé nel salto con l'asta. Per quanto riguarda il salto in lungo, purtroppo, sembra per ora "saltata" la qualificazione di Andrew Howe, troppo vicina all'ultimo brutto infortunio.

A battersi per il Tricolore saranno anche la grande

piemontese Elisa Rigaudo nei 20km (quarto posto a Daegu 2011; Bronzo a Pechino 2008) e il romano Marco De Luca, che affiancherà Schwazer nella lunga marcia dei 50km.

IN MARCIA!

Jump!

Maschiaccio a chi?

Sto bene e ho lavorato sodo. Voglio tornare a vincere nella mia gara: i 50 chilometri.

Alex Schwazer"

Silvia Salis

martello

PH: IMMAGINE DI GIANCARLO COLOMBO PER FIDAL

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V E L A & T E N N I S

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I suoi concittadini di Grosseto l'han-no soprannominata “Luna d'oro” ed

è così che le piace essere chiamata. Vento tra i capelli e vento nell'ani-ma; vento della vittoria, come per gli idoli Carl “figlio del vento” Lewis e i windsurfer Robby Naish e Nathalie Lelièvre. Vento e onde, come in “Un mercoledì da leoni”. Vento del mar Tirreno e di Napoli, dove Alessandra è stata l'italica madrina della tappa partenopea di World Series America's Cup. Sei Olimpiadi con Londra, quat-tro Medaglie olimpiche, un Bronzo agli ultimi Mondiali spagnoli: con le spalle larghe, la grintosa windsurfer toscana dai riccioli dorati sente ancora l'emozione della prima volta. Sul win-dsurf tricolore, per la categoria ma-schile, si batterà Federico Esposito.

La fatica, i piccoli riti del campo, i colpi ur-lati, il rimbalzo pneumatico della pallina, le

lacrime di gioia... Le belle vittorie del tennis sono tra le più emozionanti. Sara “Sarita” Er-rani, la romagnola ormai adottata dalla Spagna, ha appena sfiorato l'Impresa già conquistata nel 2010 dalla Schiavone: la vittoria in singolo al Roland Garros. Ma nulla ha potuto contro la za-rina Sharapova. Resta la gioia di essersi messa in luce tra le più grandi (partita 24esima, ora è nella top ten) e di aver vinto il doppio con la com-pagna Roberta Vinci. In coppia con Francesca Schiavone c'è Flavia Pennetta, detta “Flavi” o

“Penna”. Alla sua seconda Olimpiade, lei è sta-ta la prima donna italiana a entrare nelle prime dieci del ranking mondiale. Ora sta cercando di raggiungere la massima forma fisica e la deter-minazione giusta per giocarsela fino in fondo e portare a casa una medaglia. Spigliata, sorriden-te, solare, la numero uno del doppio scenderà sull'erba inglese per due impegnativi appunta-menti: prima Wimbledon, terzo Slam della sta-gione (25 giugno-8 luglio), poi le Olimpiadi, sullo stesso prato, insieme alle altre dello splen-dido gruppo e ai compagni del Tennis maschile Andreas Seppi e Fabio Fognini.

Per la classe 470 maschile scen-derà in acqua il duo composto da

Pietro Zucchetti (prodiere, brescia-no, classe 1981) e Gabrio Zandonà (timoniere, romano, classe 1977, alla terza Olimpiade) che, superando ogni aspettativa, hanno appena vin-to l'ultima prova alla Skandia Sail for Goal di Weymouth, proprio nelle acque olimpiche. La classe 470 fem-minile vedrà in scena l'esplosiva (e simpaticissima) coppia Giulia Conti (timoniera) e Giovanna Micol (pro-diera). Super-agguerrite, compagno-ne sulla terra, le due, rispettivamente romana e triestina, sono in barca da quando avevano 7 anni: «vogliamo dare il 100% e finire le Olimpiadi soddisfatte». Quanto ai 49ers, la cop-pia dei fratelli Sibello è attualmente sciolta a causa dell'angioma cerebra-le che per mesi ha stoppato Pietro. Gianfranco Sibello figura quindi al fianco di Giuseppe Angilelli. Della squadra azzurra fanno parte France-sca Clapcich (Laser Radial), Miche-le Regolo (Classe Standard), Filippo Maria Baldassari (Finn) e Federico Esposito (Windsurfer RS:X).

Luna d'oro...

Le palle!

Blowing in the...

Alessandra Sensini

RS:X

PH: FIV / CARLO BORLENGHI

tennis

vela

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P A L L A V O L O & B E A C H V O L L E Y

Vince il Torneo di qualificazione olimpica di Sofia e il pass olimpico, battendo la Germa-

nia al tie-break. È fatta: la Nazionale azzurra di pallavolo guidata dal CT Mauro Berruto sarà a Londra più agguerrita che mai, a lottare anche per il compagno Vigor "Bovo" Bovolenta, morto in campo lo scorso marzo. Se la vedrà con i Brasilia-ni, i Russi, gli Statunitensi e magari anche i Serbi (la sconfitta nella finale europea con la Serbia su-perfavorita dall'arbitraggio brucia ancora). Dodici i convocati: gli schiacciatori Ivan Zaytsev, Si-mone Parodi, Christian Savani, Samuele Papi, Jiri Kovar; gli alzatori Dragan Travica e Dante Boninfante; l'opposto Michail Lasko; il libero

Andrea Bari, e, non ultimi, i grandi centrali Ales-sandro Fei, Emanuele Birarelli e Luigi "Gigi" Mastrangelo. Per lui, 36 anni, veterano della "vecchia guardia" dell'Italvolley, sarà la quarta e ultima importantissima Olimpiade. In splendida forma, con una strabiliante "tartaruga" che gli è valsa le avances di Madonna e il titolo di sex symbol dello sport italiano, Gigi ha rilasciato una bella intervista a PHIT sul numero 09. Con tanti sogni per la sua futura vita al di là dello sport e un po' di amarezza per la Pallavolo italiana: «una di-sciplina bellissima e molto praticata, sin dai ban-chi di scuola, che non è sicuramente valorizzata come dovrebbe».

Fresco, veloce ed entusiasmante, il beach volley è stato tra le discipline più seguite

di Pechino 2008, dove è stato introdotto per la prima volta nella storia olimpica. A scate-nare il tifo dei fan, ci sono per l'Italia Gre-ta Cicolari e Marta Menegatti che, dopo essersi guadagnate l'Argento nella tappa ci-nese del Gran Slam, sono ora impegnate in quella romana e nella tappa russa di Coppa del mondo, l'ultima importante prova pri-ma di Londra. I risultati strepitosi delle due fanno ben sperare. Sempre sulla sabbia del Foro Italico, si è qualificata per Londra an-che la coppia Paolo Nicolai-Daniele Lupo.

Noi, le ragazze della femminile e quelli del beach volley vogliamo

far sognare l'Italia a Londra.

Mauro Berruto, CT Nazionale pallavolo

Staccano il pass per Londra, diventando Cam-pionesse del mondo in Giappone. Guidate dal

CT Massimo Barbolini, le azzurre dell'Italvolley hanno stravolto Statunitensi e Brasiliane, bissan-do la vittoria del 2007. Campionesse straordinarie come l'amatissima Eleonora "Leo" Lo Bianco (oltre 500 presenze in Nazionale), tornata in cam-po dopo aver sconfitto la sua battaglia contro il

cancro, o la schiacciatrice italo-argentina Caroli-na Costagrande. E, ancora, Sara Anzanello, Va-lentina Arrighetti, Cristina Barcellini, Caterina e Lucia Bosetti, Monica De Gennaro, Antonella Del Core, Simona Gioli, Noemi Signorile e Pa-ola Croce. Una squadra straordinaria che può re-galare sogni.

On the beach

Donne mondiali

Task force di squadra

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Gigi Mastrangelo

beach v.

pallavolo

pallavolo

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A L T R E D I S C I P L I N E

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Cercando di ripercorrere le orme sul tatami olimpico

del napoletano Pino Madda-loni (Oro a Sidney 2000), ecco la squadra dei judoka azzur-ri: Rosalba Forciniti, Giulia Quintavalle, Edwige Gwend, Erica Barbieri ed Elena Mo-retti; Antonio Ciano, France-sco Faraldo, Roberto Meloni, Elio Verde per i maschietti. Il judo è stata la prima disciplina orientale a essere ammessa alle Olimpiadi (Tokyo 1964).

Antiche mosse

Da buon napoletano, l'Ar-gento di Pechino nel

taekwondo Mauro Sarmiento non dimenticherà di mettere in valigia i suoi cornini (perché d'accordo il talento, ma la for-tuna ci mette sempre del suo). Solare, spigliato, tifosissimo del Napoli e innamoratissimo di Veronica, Mauro si è raccon-tato a PHIT sul numero scorso. A rappresentare l'Italia a Lon-dra sarà anche il brindisino Carlo Molfetta.

Tatami per 9

Un personaggio Clemente Russo, perché sta benissi-

mo sul palco, oltre che sul ring (ha già fatto l'attore e un reali-ty). Cognato di Maddaloni, ha nel palmarès le World Series 2011, un Argento olimpico (Pe-chino 2008) e un Oro mondiale (Chicago 2007). Si è sopranno-minato "tatanka", "bisonte" in lingua Sioux. Con lui ci sono anche il supermassimo Rober-to Cammarelle e altri cinque azzurri nelle varie categorie.

The Ring

Tre specialità in una sola disciplina. Nuoto (1.500km), bici (40km), corsa (10km) e

una grande dote richiesta oltre a quelle tecnico-atletiche: la completezza. Bisogna essere al top sia in acqua che sulla terra ferma e sulle due ruote. Sono tre i rappresentanti italiani che se la giocheranno a Hyde Park: Alessandro Fabian, Davide Uccellari e Anna Maria Mazzetti. Di-sciplina olimpica da Sydney 2000, il triathlon sta conquistando sempre più pubblico, tra ap-passionati, agonisti e amatori.

Fucili, pistole, carabine, archi: la tradizione italiana nei tiri è lunga e

consolidata. Per il tiro con l'arco ci rap-presenteranno Marco Galizzo (Oro ad Atene 2004), Mauro Nespoli, Michele Frangilli, Natalia Valeeva, Guendali-na Sartori e Jessica Tomasi. Per il tiro a segno, invece, insieme a Marco De Nicolo, hanno staccato il pass olimpico anche Giuseppe Giordano, France-sco Bruno, Niccolò Campriani, Luca Tesconi, Petra Zublasing ed Elania Nardelli. Per il tiro a volo a imbraccia-re il fucile saranno Giovanni Pellielo, nella categoria "trap" (un piattello) insieme a Massimo Fabbrizi e alla giovane Jessica Rossi (Oro mondiale a 17 anni). Per la categoria "skeet" (due piattelli incrociati) ecco, invece, Chia-ra Cainero (Oro a Pechino 2008), Lui-gi Agostino Lodde ed Ennio Falco. In "double trap" (due piattelli paralleli) competeranno Daniele Di Spigno e Francesco D’Aniello.

Tra Slalom e Velocità, a portare in alto la bandiera italiana della canoa, già sventola-

ta per lungo tempo dal grande Antonio Rossi, saranno l'immensa Josefa Idem, giunta in gran forma alla sua ottava Olimpiade, Daniele Mol-menti e altri sei azzurri: Norma Murabito, Maximiliam Benassi, Niccolò Ferrari, Pietro Camporesi, Stefano Cipressi e Clara Giai Pron. L'appuntamento è al Lee Valley White Water Center.

Acqua, terra, aria Uomini barca Sport, not war

In palio, ci sono 18 medaglie, tra stra-da, MTB, BMX e pista. A vedersela

con Mark Cavendish e con le diverse discipline delle due ruote olimpiche saranno in quattordici. La giovane pro-messa veronese Elia Viviani (classe 1989) per le prove su pista; per quelle su strada Damiano Cunego, Vincenzo Nibali, Marco Pinotti, Ivan Basso e la squadra femminile composta da Gior-gia Bronzini, Tatiana Guderzo, Noemi Cantele e Monia Baccaille. Gareg-geranno a cavallo della loro mountain bike Marco Aurelio Fontana, Gerhard Kerschbaumer ed Eva Lechner; men-tre nella BMX scenderà in pista il pluri-campione Manuel De Vecchi.

Su due ruote

Sarà Mirco Scarantino il rappresentante azzurro della pesistica.

Classe 1995, il giovane nisseno è figlio di un pesista olimpionico.

Esiste da quando sono nati i Giochi, ma è stato rinnovato nelle discipline da Pierre de Coubertin, fondatore delle Olimpiadi moderne. Tiro a segno, nuoto, scherma, equitazione, corsa; cinque

discipline per tre italiani in azione a Londra: Riccardo De Luca, Nicola Benedetti e Sabrina Crognale. Se la giocano anche Claudia Cesarini e Lavinia Bonessio, ma il posto è uno solo.

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RUGBISTI A CHI?LUGLIO 2011, SHANGHAI: ESATTAMENTE UN ANNO FA I RAGAZZI DEL SETTEBELLO CONQUISTANO IL TERZO TITOLO AZZURRO DI CAMPIONI DEL MON-DO. EPPURE DI PALLANUOTO NON SI SENTE MAI PARLARE, SE NON NEL PERIODO OLIMPICO. PERCHÉ? PERCHÉ NAZIONALI DI ALTRI SPORT, CHE NON HANNO AN-CORA RAGGIUNTO LE VETTE, RIESCONO A RIEMPIRE UNO STADIO INTERO, MEN-TRE LA PALLANUOTO, CHE PURE HA UN PALMARÈS DA URLO, È TRATTATA COME UNO SPORT DI PROVINCIA? MAURIZIO FELUGO E VALENTINO GALLO, MITICI VE-TERANI DEL SETTEBELLO AZZURRO, CI RACCONTANO COME LA PENSANO...

COMINCIAMO DAL PRINCIPIO: COME SI DI-

VENTA PALLANUOTISTI?

VG - Lo si diventa per caso, sempre che non si abiti in Liguria, dove c'è molta passione per questo sport (basti guardare i risultati della Pro Recco, dove gioca anche il ligure Felugo, ndr). Io, per esempio, che sono di Siracusa, ho iniziato da piccolino con il nuoto. L'ho fatto per circa due anni, finché un giorno un caro amico di mio padre, allenatore di pallanuoto, non mi chiese se volevo provare: gli sembravo fisica-mente portato. Avevo 9 anni, da lì sono partito e non ho più smesso. E direi che ho fatto bene...

SI PARTE SEMPRE DAL NUOTO O C'È AN-

CHE CHI INIZIA DIRETTAMENTE?

C'è chi comincia subito con la pallanuoto, ma non è consigliabile, perché una buona tecnica natatoria è la prima cosa che serve. Anzi, noi consiglieremmo almeno un paio d'anni di nuoto fatti bene, prima di cominciare a giocare.

SI TRATTA, PERÒ, DI DUE TIPI DI NUOTATE

DIVERSE...

Sì, perché nella nostra disciplina si nuota a te-sta alta, altrimenti non si hanno il controllo e la visione di gioco. La nuotata classica, però, serve: per recuperare acqua il più velocemente possibile.

IL VOSTRO SPORT È STATO SPESSO DEFINI-

TO "IL RUGBY DELL'ACQUA"...

Sì, ma noi non ci sentiamo rugbisti: è un acco-stamento un po' troppo utilizzato e che, se pro-prio vogliamo dirlo, ci sta anche un po' stretto, visto tutto quello che abbiamo vinto... Noi sia-mo dei pallanuotisti, e basta!

NIENTE DA SPARTIRE, INSOMMA?

I valori che condividiamo sono molto simili a quelli del rugby. A livello tecnico, poi, l'acco-stamento è sempre più corretto, perché nella pallanuoto è aumentata moltissimo la velocità di gioco; sono state persino modificate alcune regole, per rendere il tutto massimamente fisico e, quindi, spettacolare. Insomma, la tendenza è quella di far diventare i pallanuotisti dei super-atleti: più preparati fisicamente, ma meno fan-tasiosi nel gioco... Per essere all'altezza di un Olimpiade oggi ci vuole una preparazione atle-tica mostruosa, fuori e dentro l'acqua...

A VOI, PERÒ, LE AZIONI FANTASIOSE VEN-

GONO PARTICOLARMENTE BENE...

MF - Sì, e la pasta al pesto è quella che mi viene meglio! Scherzi a parte, è verissimo ed è pro-prio questo il valore aggiunto dell'Italia. Non essendo dei colossi come i giocatori di altre squadre, abbiamo puntato moltissimo su rapi-

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A CURA DI SIMONA CONTALDOINTERVISTE DI FEDERICO RIVA

settebello?

È vero che sono sette in campo, ma non si chiamano così solo per questo... Il termine venne utilizzato per la prima volta alle Olimpiadi di Londra del 1948 dal radiocronista Nicolò Carosio, per definire simpatica-mente la squadra di pallanuoto della Rari Nantes Napoli, i cui giocatori usavano fare lunghe partite a scopa, tra una tra-sferta e l'altra. Ai pallanuotisti, però, il soprannome piacque. Durante un'intervista, infatti, Ermenegildo Arena, Pasquale Buonocore ed Emilio Bulgarel-li dissero allo stesso Carosio: «alla radio ci chiami così; noi siamo il Settebello». Da allora quello rimase il soprannome della Nazionale azzurra di pal-lanuoto. (fonte: Wikipedia)

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PAG 40: CAMICIA BOGGIPAG 41: TOTAL LOOK BOGGI

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dità, agilità e fantasia di gioco. Non solo un'e-norme preparazione atletica quindi, ma anche un lavoro di intelligenza e creatività.

A PROPOSITO DI PREPARAZIONE, COME

PROCEDE LA STRADA VERSO LONDRA?

Sono finiti dal maggio scorso il campionato e gli allenamenti con le squadre di club, peral-tro utilissimi anche per la Nazionale, perché se il CT Campagna non ha una buona base su cui lavorare, non si va da nessuna parte. Prove come l'Europeo di gennaio (quarto posto, dopo Serbia, Montenegro e Ungheria, ndr) ci fanno capire ancora di più cosa significhi essere Cam-pioni del mondo... La pressione, le aspettative, le responsabilità... Anche per questo il ritiro con la Nazionale è durissimo: otto ore di allenamen-to al giorno; sveglia mai oltre le 8:30; alle 9:30 tutti in palestra, dove i difensori e i centro-boa caricano un po' di più, a differenza degli esterni e del portiere. Dopo pranzo, tutti in acqua: una parte dell'allenamento con la palla, una senza. Alla sera poi... Ma quale sera: a fine giornata siamo morti!

ALLA FINE, PERÒ, I RISULTATI ARRIVANO.

CERTO CHE IL PALO DELLA SERBIA AL 12''

DAL FISCHIO FINALE DEI MONDIALI...

Ci è andata bene... Ma il palo in pallanuoto non è poi così eclatante: se ne prendono tanti; è un "fuori" e basta. Poi siamo convinti che Stefano (Tempesti, il portiere, ndr) ci sarebbe comunque arrivato, su quella palla.

COSA È SCATTATO IN VOI, PER ARRIVARE A

ESSERE CAMPIONI DEL MONDO?

Una grande preparazione, un grande feeling con lo staff e l'armonia di squadra. È nato, e c'è tut-tora, un gruppo unico: siamo molto amici anche fuori dalla vasca, sebbene alla fine è in acqua che si deve andare d'accordo! All'epoca, poi, avevamo un gioco assolutamente innovativo,

con una difesa globale e un attacco nel quale veniva coinvolta l'intera squadra. Insomma, si aveva l'impressione che l'Italia fosse un pelo so-pra gli altri...

SENTITE DI AVER INNOVATO LA DISCIPLI-

NA, CON IL VOSTRO GIOCO?

Sentivamo! Poi ci hanno studiato e scopiazza-to anche un po'. Certo, non pretendiamo che gli avversari stiano lì solo a guardare: noi abbiamo imparato da altri in passato e ora probabilmente qualcuno guarda noi e impara. Ne siamo orgo-gliosi. Il problema è che adesso la difficoltà è maggiore, perché dobbiamo migliorare e ag-giungere sempre qualcosa in più.

MA, IN PARTICOLARE, COSA VI SIETE IN-

VENTATI?

Ohhh!! Non possiamo mica dirvi tutto! (sorri-dono, ndr).

VA BENE, ALLORA CI DITE COSA TENETE E

COSA BUTTATE DI QUESTO MONDO?

La pallanuoto è pulita e leale: da buttare non c'è nulla. Il problema è che ancora non si riesce a farla diventare importante come il basket o il rugby. Le società stesse non si fanno pubblicità bene, perciò il nostro rimane uno sport di provin-cia. Ma la verità è che la gente, per appassionarsi a uno sport, deve prima aver ben chiare le regole del gioco: se non capisci, come puoi divertirti? E sono i cronisti a dover spiegare bene come si gioca, per catturate i telespettatori. Ma qualcosa sta cambiando: con Londra 2012, per esempio, Sky avrà un canale completamente dedicato a noi: sarà quindi più facile farci vedere e capire!

SE VI TROVASTE DAVANTI UN RAGAZZINO,

COSA GLI DIRESTE PER FARLO GIOCARE A

PALLANUOTO?

L'acqua è un elemento che diverte e, se inse-gnato nella giusta maniera, ti dà la possibili-

Rapallo, 4 marzo 1981

Altezza: 189cmPeso: 87kgRuolo: AttaccanteSquadra: Pro Recco

Oro: Mondiali - Shanghai 2011

Argento:World League - Firenze 2011

Argento: Mondiali - Barcellona 2003

Argento:World League - New York 2003

Argento:Europei - Budapest 2001

maurizio felugo

La squadra che ci fa più paura?Sono gli altri che devono aver paura di noi!

Maurizio Felugo

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PAG 42: CAMICIA BOGGIPAG 43: TOTAL LOOK ZARA

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tà di entrare a far parte di un gruppo con cui cresci e con cui poi puoi toglierti delle belle soddisfazioni. "Arrivare" nel calcio - si sa - è un'operazione molto complessa, quasi impos-sibile. Con la pallanuoto, invece, essendoci molti meno atleti, si ha davvero la chance di diventare qualcuno. Ma noi avvisiamo prima: gli allenamenti sono veramente un massacro, quindi bisogna crederci sul serio. Ci ricordia-mo ancora come fosse ieri quando ai tempi del liceo dovevamo svegliarci alle 6 per poterci allenare, prima di andare a scuola!

TORNANDO ALLA NAZIONALE, COME CI È

ARRIVATO IL VOSTRO CT CAMPAGNA?

È uno tosto, lui! Con alcuni di noi è letteral-mente cresciuto, cominciando con l'allenare le giovanili. Poi, dopo un'esperienza all'estero, è tornato in Italia dove ha rovesciato un sistema che era in seria difficoltà. E tutto grazie alla sua incredibile capacità tattica durante le partite e a una gestione formidabile sia del gruppo che dell'intero sistema pallanuoto. Adesso, dopo tanto lavoro, è tutto molto più chiaro. I mec-canismi sono gli stessi delle giovanili, è l'e-sperienza che cambia e ti fa arrivare più in là. Tutto il mondo della pallanuoto italiana deve molto a Sandro Campagna.

UN'AZIONE "TIPO" DELL'ITALIA ALLE

OLIMPIADI?

Sono segreti: non possiamo assolutamente rivelarli. Vi diciamo solo che abbiamo una grande difesa e un portiere pazzesco: facciamo molto affidamento su di lui e sulla sua forza. Di solito, poi, giochiamo velocemente in con-tropiede e facciamo molte entrate in avanti per trovare compagni liberi. Velocità di pensiero e movimento, in due parole.

QUALI NAZIONALI TEMETE DI PIÙ PER

LONDRA?

Sono gli altri che devono avere paura di noi!

IL RITO SCARAMANTICO PRE-PARTITA?

Non ci cambiamo mai le mutande!

QUAL È LO SPORTIVO CHE VI ISPIRA DI

PIÙ?

Franco Porzio, "Il braccio sinistro di Dio". Estro, fantasia, furbizia, un tiro precisissimo e potentissimo: lui è uno che ha vinto tutto.

AVETE DEI MENTAL COACH?

No, ma abbiamo una psicologa: la dottoressa Bruna Rossi. Ognuno di noi passa "sotto" di lei. Ha un ruolo molto importante perché è una porta sempre aperta e fa anche da mediatrice, visto che con l'allenatore non si riesce a dire proprio tutto: esistono dei ruoli. Lei, invece, rappresenta una giusta via di mezzo. E porta equilibrio.

COM'È LA VOSTRA "DIETA"?

Chi mangia di più vince! No dai... Ci teniamo un attimo sotto controllo, ma alla fine mangia-mo veramente di tutto. Anche perché, con tutto l'allenamento che facciamo, non abbiamo certo problemi di accumulo...

SE NON FOSTE PALLANUOTISTI, SARE-

STE...

MF - Un tennista!VG - Sicuramente giocherei a basket: mi piace molto, anzi ne sono fanatico.

"PHIT" È SINONIMO DI ARMONIA: A VOI

COSA FA STAR BENE NELLA VITA?

(In coro, ndr) La sorella del... fico!

P H I T T E D !

valentino gallo

Velocità di pensiero e movimento con un portiere pazzesco.

Questo è il Settebello!Valentino Gallo

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Siracusa, 17 luglio 1985

Altezza: 193cmPeso: 95kgRuolo: AttaccanteSquadra: Posillipo

Oro: Mondiali - Shanghai 2011

Argento:World League - Firenze 2011

Argento:Europei - Budapest 2001

Argento:World League - New York 2003

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INTERVISTE DI FEDERICO RIVATESTI DI ALESSIA GIORGIA PAGANO

FOTO DI TOMMASO RIVA

95 MEDAGLIE, TRA MONDIALI, EUROPEI, COPPE DEL MONDO E OLIMPIADI. QUESTO LO STRAORDINARIO PALMARÈS DELLA SQUADRA ITALIANA DELLA RITMICA, DA QUANDO AD ALLENARLA C’È EMANUELA MACCARANI, LA DONNA CHE HA APERTO NUOVE STRADE NELLA DISCIPLINA PORTANDO L’ITALIA NEL MONDO.

Spettacolo, coreografia, acroba-zia, atletica, ritmo. E armonia, portamento, bellezza. Tutto que-sto arriva da ogni perfomance delle Azzurre della Ritmica, che PHIT va a trovare poco prima delle Olimpiadi al Centro Tec-nico Federale di Desio, dove trascorrono gran parte della loro esistenza. O, meglio, della loro esistenza da ginnaste, perché la vita delle farfalle è tanto intensa quanto breve… Quando inizia-no, a 4 anni, sono piccoli bruchi con grandi potenzialità (si parte con la palla, poi qualche salto, le capovolte, un percorso, fino ad arrivare a nastri e clavet-te, gli attrezzi più difficili).

Quando diventano J u n i o r e s

hanno 10 anni; sono Senior verso i 15. E a fine carriera non ne hanno più di 25. Le vetera-ne della Squadra Elisa Santoni ed Elisa Blanchi, per esempio, hanno cominciato rispettiva-mente a 5 e 3 anni e mezzo e ora, a 25 anni, dovranno smet-tere (dopo Londra 2012, s’in-tende).

DA BRUCHI A...…Non potrebbe essere altrimenti: la mobilità articolare straordi-naria richiesta dalla disciplina insieme a elasticità, velocità, ampiezza dei movimenti e al-tezza dei salti, va sviluppata fin dalla prima infanzia e diminu-isce con il passare del tempo, a causa del carico di lavoro intensissimo sul corpo e sulle articolazioni. Un’immersione full time di otto ore al giorno per 300 giorni all’anno trascorsi

in palestra. Più la tensione degli impegni internazionali, alme-no cinque ogni stagione, tra i Mondiali (la gara più impor-tante) e le varie tappe di Coppa del mondo. Per non parlare di quando ci sono le Olimpiadi… «Vuol dire tanto lavoro», rac-conta con affetto materno Ema-nuela Maccarani, ex ginnasta, classe 1966, aggraziata e tuttora bellissima. «Vuol dire sentire la responsabilità di riconfer-marsi Campionesse del mondo, presentarsi pronte al momento giusto e saper gestire la paura di sbagliare». Anche perché ba-sta una palla lanciata male e sei fuori. Poi c’è il timore di farsi male. Infortuni, stiramenti, mi-crofratture da stress: sono le gi-nocchia e i piedi a farne le spese più spesso, visto che su di essi si lavora puntando, girando, sal-tando, caricando e danzando…

la casa delle farfalle

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LAVORO CERTOSINOMa come si svolge la giornata di una ginnasta a questi livelli? «Le ragazze fanno otto ore al giorno di allenamento in palestra - prosegue Emanuela - «dalle 8 alle 17.30 circa, con una pausa dalle 13 alle 14.30. Al mattino c’è la parte di preparazione fisico-atletica, con un riscaldamento generale molto attivo per risve-gliare i muscoli e gli esercizi sulla reattività (dei piedi in particolare), sulla resistenza e sulla mobilità passiva (uno stretching tecnico mirato, ndr). Al pomeriggio, invece, è prevista un’ora e mezza di “coreografia”, che in realtà consiste in passi di danza classica alla sbarra, utili per l’allineamento, la postura, la tenuta del corpo e per superare difficoltà tipiche della disciplina quali salti, equilibrio e pivot. Infine ci sono un paio d’ore con gli attrezzi (palle, nastri, funi, cerchi, clavette, ndr) distribuite tra lavoro individuale, lavoro collettivo e fase conclusiva di relazione-collaborazione. L’e-sercizio è suddiviso in singole parti, che van-no ripetute così da diventare automatismi… Giorno dopo giorno, si aumentano la qualità e l’intensità dell’esecuzione, fino a che non si è pronte…». Insomma, per preparare gli eserci-zi (o “composizioni”) di una gara come quella olimpica, ci vuole una vita. Ecco perché i risul-tati contano.

LA CREATIVITÀQuesti si ottengono con il raggiungimento di un punteggio in decimi, stabilito da una giuria. «Per le Olimpiadi sono previsti due esercizi: uno con un solo tipo di attrezzo e l’altro con due, prefissati da una Commissione tecnica in-ternazionale ogni quattro anni. A Londra, per esempio, le squadre di Ginnastica ritmica do-vranno effettuare un esercizio con cinque palle e un altro con tre nastri e due cerchi». L’unico limite alla fantasia coreografica dell’allenato-re nel creare nuove composizioni è il “cosa”, ovvero il codice di riferimento in cui sono elencate tutte le difficoltà che ogni esercizio deve possedere (un certo numero di scambi, per esempio). Quanto al “come”, invece, non vi sono schemi o movimenti prefissati. Ed è proprio la creatività ad aver distinto Emanuela Maccarani: un metodo di rottura sostenuto con coraggio, che l’ha portata dov’è adesso, facen-do conoscere lei, la Squadra e la nostra Ritmica in tutto il mondo. La scelta della musica e degli elementi, la spettacolarità delle composizioni, gli atletismi estremi, la velocità di passaggi e “collaborazioni”, i voli acrobatici degli attrez-zi… Uno stile possibile anche grazie all’evolu-zione sperimentale della disciplina negli ultimi anni, che Emanuela ha vissuto in prima perso-na e contribuito a migliorare.

IL DOMINIO DELL'EST…Elisa Santoni, Elisa Blanchi, Anzhelika Savrayuk, Romina Laurito, Marta Pagnini, Andreea Stefanescu, Giulia Galtarossa: que-ste le Azzurre che, sotto la guida della Macca-rani, hanno conquistato tre Mondiali consecu-tivi dal 2009 a oggi e 95 medaglie complessive. Il che risulta tanto più straordinario, se si con-sidera che la Ginnastica ritmica è sempre stata appannaggio dei paesi dell’Est, Russia in testa, vuoi per la tradizione delle grandi scuole, vuoi per il livello fisico e tecnico superiore, vuoi per il business che in certi paesi si è costru-ito intorno a questo mondo. In quest’ottica, le Italiane hanno davvero vinto contro tutto e tutti, entrando nella storia. La pulizia e la per-fezione nell’esercizio, infatti, non sempre sono sufficienti a ottenere il risultato meritato: tutto dipende comunque da una giuria... E lo san-no bene le ragazze che, giunte a Pechino con l’Argento di Atene 2004 e svariati titoli inter-nazionali nel curriculum, dopo un’esibizione straordinaria si sono viste scalzate dal podio, mentre alla Cina, decima fino al giorno prima, è stato assegnato un improbabile secondo po-sto. Cina, Russia, Bulgaria: episodi che, pur isolati, fanno pensare. E, soprattutto, lasciano ferite che non si rimarginano. «È stato difficile accettare quello che è successo: abbiamo svol-

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All’inizio fa nuoto come il fratello più grande. Poi, a 5 anni, scopre la Ginnastica ritmica e non la lascia più, in una scalata continua al fianco dell’altra Elisa (Blan-chi), che la porta dagli Europei Juniores alle vette del mondo. Dal 2002 vive al Centro Tecnico Federale di Desio con la Nazionale Senior. Dopo le otto ore di allenamento studia Scienze Motorie, anche perché, a quasi 25 anni, deve lasciare la ginnastica. «Nonostan-te la stanchezza e i sacrifici, ogni volta che torna-vo a casa esausta da una gara, mi rendevo conto che avevo ancora voglia di fare questo sport».

Comincia a tre anni e mezzo per caso, entrando nella classe di Ritmica della palestra dove si tiene in forma la mamma. «Sono rimasta incantata dalla palla e non me ne sono più andata». Insieme alla coetanea e conterranea laziale Elisa “Sasà”, dalla prima squadret-ta Junior è convocata tra le Senior della Nazionale, nel 2001. Purtroppo conosce bene anche gli infortuni del mestiere: operata nel 2008 al menisco, ha poi subito una lesione alla fascia plantare che l’ha tenuta ferma per tre mesi. Come le altre farfalle olimpioniche, è ar-ruolata nel Gruppo sportivo dell’Aeronautica Militare.

ELISA SANTONIROMA, 10-12-1987

ELISA BLANCHIVELLETRI (RM) , 13-10-1987to due esercizi così puliti e precisi

che quasi rasentavano la perfezio-ne… Eppure il risultato non è ar-rivato». Il riscatto, però, sì: le Far-falle azzurre sono Campionesse del mondo nel 2009 in Giappone (con la Cina ritiratasi ancor prima della gara), nel 2010 a Mosca, patria del-le eterne rivali e, ancora, nel 2011 a Montpellier, con la qualificazione olimpica centrata in pieno.

...E L…ITALIA Ma la straordinaria forza di questa Squadra sta anche nella sua com-pattezza: tanti corpi, un’anima. «Tra compagne siamo come so-relle, ci confidiamo e ci suppor-tiamo l’un l’altra» conferma Elisa Blanchi. Per loro è fondamentale sentirsi una famiglia, visto che si distaccano dai genitori sin da gio-vanissime (si torna a casa per le feste o nelle pause dopo le gare im-portanti) e devono imparare più in

fretta a cavarsela da sole, a superare certi problemi, a mandare giù i ma-goni della nostalgia… Così come è fondamentale “sentirsi a casa” nella palestra dove ci si allena, nel ristorante dove si mangia e nell'al-bergo dove si dorme tutte insieme, ogni giorno, per anni e anni. Parti-colare attenzione è rivolta alle più piccole, spesso ancora adolescenti nel pieno degli studi superiori (da privatiste) e dei problemi tipici dell’età. Il controllo sul peso, per esempio, è quotidiano, perché le ginnaste devono sì mantenere una fisicità leggera, ma senza perdere il piacere di mangiare in maniera sana. Dalla nutrizione alla psico-logia, però, tocca arrangiarsi “in casa”. «Non ci sono fondi per die-tologi o motivatori, perciò faccia-mo noi…» conclude la dolce Elisa con una punta di amarezza. Sì, per essere le Farfalle azzurre ci vuole davvero un gran bel carattere.

ANZHELIKA SAVRAYUKLUTSK, UCRAINA, 23-08-1989

ROMINA LAURITOGALLARATE (VA), 04-05-1987

MARTA PAGNINIFIRENZE, 21-01-1991

ANDREEA STEFANESCULASI, ROMANIA, 12-12-1993

GIULIA GALTAROSSAPADOVA, 28-05-1991

LA SQUADRA

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Da 15 anni a questa parte, la ginnastica non è più “ritmica” solo perché ogni accenno o movimento del corpo è scandito dalla musica, ma anche perché le sempre maggiori difficoltà

degli esercizi hanno reso ogni gesto atletico e sportivo. Emanuela Maccarani

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STESSA BARCAUN CANOTTIERE CI METTE TRE ANNI E MEZZO A PREPARARE UN OLIM-PIADE. L'ULTIMO ANNO LO PASSA SEMPRE IN RITIRO CON LA SQUA-DRA, TORNANDO A CASA DA MOGLI, FIGLI E AMICI SOLO QUALCHE GIORNO AL MESE. GLI ALLENAMENTI E LA VITA COLLEGIALE, GIORNO DOPO GIORNO, SONO L'UNICA CERTEZZA. PER IL RESTO, NIENTE È OV-VIO. NEMMENO UNA VITA STABILE PER SÉ E LE PROPRIE FAMIGLIE...

Una giornata di sole e caldo torrido che anticipa l'estate in pieno maggio, gli uccellini che cinguettano, gli albe-ri che inverdiscono le sponde del lago, la spiaggia... È un mondo a sé, fatto di acqua e di vento. Di sport e natura. Di brezze e correnti che possono decidere una gara. Di colossi alti quasi due me-tri in tutina, infradito e occhiali da sole che, come in un rituale, sollevano tutti

insieme la barca, la depositano in ac-qua e la fanno scivolare sulla superficie muovendo braccia e gambe in sincrono, con potenti ed eleganti vogate. Le bar-che, velocissime, fendono il lago con una scia chirurgica e silenziosa... Ma la fascinazione d'insieme è rotta dalle in-dicazioni dei tecnici che, posizionati su piccoli motoscafi, gridano al megafo-no. Perché questo non è un quadro o un

film stile Oxford primo '900: mancano poche settimane alle XXX Olimpiadi e bisogna completare una faticosa prepa-razione che dura da mesi. Da anni, anzi, per chi si è fatto anche Pechino 2008. Perché un Olimpiade di canottaggio - quei sei minuti di gara in cui ti giochi tutto - non si prepara in qualche mese.

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TESTI DI ALESSIA GIORGIA PAGANOFOTO DI TOMMASO RIVA

IL "DUE SENZA": NICCOLÒ MORNATI, LORENZO CARBONCINI

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La vita del canottiere è una preparazione con-

tinua. Ti rilassi un mese o due dopo l'Olimpiade e poi lavori per altri tre

anni e mezzo.Lorenzo Carboncini

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SPORT DIm''SERIE B''?Gli Azzurri sono in ritiro prati-camente da otto mesi, anche se sapranno chi sarà effettivamen-te chiamato all'impresa londi-nese solo a pochi giorni dal 27 luglio. Certo, è una gran bella squadra, unita da amicizia, spirito cameratesco e grandi obiettivi comuni. Un'atmosfera familiare e “all'italiana” che si percepisce chiaramente dalla confidenza, dallo scambio di battute e nomignoli e dalle criti-che più schiette fatte gli uni agli altri. Perché anche questo signi-fica “fare barca”. Sveglia ore 7.30, colazione, tutti pronti per il riscaldamento, stretching, si parte per il primo lavoro in ac-qua, poi il pranzo e l'immanca-bile caffè con chiacchiera sotto il pergolato, un micro-pisolo, un altro allenamento in acqua e così via... Ma non è sempre semplice stare qui. Non tanto

per la fatica fisica e il “nomadi-smo” tra una gara e l'altra, quan-to perché sono mesi di sacrifici e rinunce alla vita, quella dove ci sono la casa e le esigenze re-ali di compagne, bimbi spesso piccolissimi, genitori, amici di sempre. Mesi in cui, nel bene e nel male, devi dividere la tua quotidianità con gli altri 24 ore su 24. Siamo poi piuttosto sor-presi nel vedere che quest'anno si allena qui a Gavirate anche la Nazionale svizzera, il che implica dover dividere a metà spazi e tempi di allenamento... Insomma, per quanto la nostra chiacchierata coi ragazzi (tutti disponibili come lo staff) sia piacevolissima e piene di risa-te, ne emergono anche tutte le difficoltà in cui versa la disci-plina, come del resto molte altre in Italia: un sistema di studio e lavoro non integrato all'attività agonistica, la mancanza di ri-

sorse, strutture adatte, visibili-tà. Non serve a molto ricordare l'incommensurabile sproporzio-ne economica e mediatica tra alcuni mondi, calcio su tutti, e il resto dello sport italiano, di cui spesso “ci si accorge” solo in occasione delle Olimpiadi... «Italia, ci siamo anche noi!» è il grido comune che si leva dai singoli e PHIT si unisce al coro. Questi ragazzi si fanno “un mazzo tanto”, detto all'italiana. Fortuna che hanno la marcia in più dell'essere atleti...

L'ITALIA DI IERI...E pensare che il canottaggio è una grande tradizione nostrana, passata attraverso le commo-venti immagini di Primo Baran e Renzo Sambo (prima Meda-glia d'oro olimpica a Città del Messico 1968) e le straordina-rie vittorie inanellate da Giu-seppe e Carmine Abbagnale tra

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il 1981 e il 1993 insieme al timoniere Giuseppe “Peppiniello” Di Capua e con le memorabili tele-cronache di Giampiero Galeazzi. Per non parlare del fratello più giovane, Agostino Abbagnale, che si stava preparando al suo quarto Oro olimpico, prima di veder interrotta la propria carriera coi remi a causa della trombosi.

...E DI OGGIMa torniamo al presente. Chi sono gli Azzurri che a luglio vedremo sfrecciare nel bacino di Eton Dorney accanto a Croazia, Germania, Australia e, naturalmente, Gran Bretagna? Sono sette le bar-che qualificate, tra cui tre Senior maschili: “due senza” (= senza timoniere), “quattro senza” (= senza timoniere) e “quattro di coppia” (due remi

a testa); una Senior femminile (“due senza”) e due Pesi Leggeri (“due” e “quattro senza”). Tra le più forti c'è senza dubbio il “due senza” dei Vicecampioni d'Europa Lorenzo Carboncini e Niccolò Mornati, che si sono qualificati per Londra con un Bronzo iridato agli Assoluti di Bled, il loro ottavo Mondiale consecutivo. I due sono “insieme” da quasi dieci anni e hanno or-mai un'amicizia telepatica: impossibile elencare tutto il loro palmarès. Poi ci sono il doppio Se-nior, targato FIAMME GIALLE, di Alessio Sar-tori e Romano Battisti e le grandi squadre dei “quattro” Senior, sempre guidate dal CT Beppe De Capua. Il “quattro di coppia”, la barca regina, la più bella ed elegante, proprio mentre scrivia-mo si aggiudica il Bronzo in Coppa del Mondo a

Monaco, con l'equipaggio composto da Matteo Stefanini, Francesco Fossi, Pierpaolo Fratti-ni e Simone Raineri (capovoga). Quest'ultimo, oltre ad aver portato a casa l'Argento di Pechi-no e quello ai Mondiali 2010, è stato anche uno dei “fantastici 4” dell'impresa più bella di questi Azzurri sinora: l'Oro di Sidney 2000, al fianco di Agostino Abbagnale, Alessio Sartori e Rossano Galtarossa. «Un'emozione impagabile» ricorda Simone; «abbiamo raggiunto l'estasi» aggiunge Galtarossa. Rossano poi, con cinque Olimpiadi e quattro Medaglie a cinque cerchi, è il canottiere che ha vinto di più in assoluto nella storia italiana. Ma a Londra ci saranno anche Simone Venier, Luca Agamennoni, Paolo Perino e Mario Pa-onessa. Non ultime le due donne qualificate alle

IL "QUATTRO DI COPPIA": SIMONE RAINERI, MATTEO STEFANINI, ROSSANO GALTAROSSA, SIMONE VENIER

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Il canottaggio ti insegna a rispettare il prossimo, a dare il massimo ai compagni, ad ave-re completa fiducia nell'altro.

Andrea Palmisano

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IL "QUATTRO SENZA": ANDREA PALMISANO, LUCA AGAMENNONI, ANDREA TRANQUILLI, VINCENZO CAPELLI

IN QUESTA FOTO: PAOLO PERINOA PAG. 53,IL "QUATTRO DI COPPIA": PAOLO PERINO, PIERPAO-LO FRATTINI, FRANCESCO FOSSI, MARIO PAONESSA

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I CAMPIONI

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36 anni a settembre, Argento a Sidney 2000, è molto attaccato alla famiglia (la moglie Erika e i figli Mattia e Matilde). Accento toscanissimo (di Empoli), “Il Secco” ha alle spalle una carriera lunga e ricca di medaglie. Realista o cinico, a seconda dei punti di vista, gestisce la tensione pre-gara facendo “il gioco delle Ca-pitali” insieme al compagno e amico Niccolò (detto “Il Ciccio”).

LORENZO CARBONCINI

Nato nel 1980 a Lecco e fratello del canottiere Carlo, ha consegui-to la Laurea in economia (più Master MBA) a Pavia, allenandosi e studiando nel college remiero della Federazione. Determinato quanto equilibrato, ha le idee chiarissime sul futuro prossimo (una medaglia a Londra) e remoto (manager, meglio se nello sport). Per ora single, è innamorato dell'Australia, dei libri e dell'Inter.

NICCOLO' MORNATI

Detto “Aga” o Armageddon”, si definisce «testardo, rompisca-tole e svalvolato» (ed effettivamente avendo chiamato i figli Achille e Aronne...). Classe 1980, livornese, coriaceo, si presenta con la t-shirt di Topolino e tutto il suo spirito sardonico e pungen-te. Oltre a svariati titoli mondiali, ha il Bronzo di Atene tatuato sul braccio e l'Argento di Pechino in tasca.

LUCA AGAMENNONI

Potrebbe dirsi “vecio” nel suo dialetto, ma solo perché è “il” ve-terano del canottaggio italiano (5 Olimpiadi, 4 Medaglie a cin-que cerchi, 4 Titoli mondiali). Padovano, classe 1972, Rox è un marito e un papà. Quando non è in ritiro, poi, si dà da fare alla Canottieri Padova. Serio, pratico e preciso, crede sinceramente nei valori sportivi che incarna: lavoro duro, rispetto e sacrificio.

ROSSANO GALTAROSSA

È di Casalmaggiore (MN), come il canottiere Gianluca Farina, la fidanzata Elena e il papà Pietro, ex allenatore dell'Eridania Canottieri. Occhioni blu, aria serena e battuta pronta, quando sorride Simone sembra ancora “Sanguetta”, il bimbo che so-gnava Gianni Bugno. Grande campione, con già due Medaglie olimpiche in tasca, ama la bici e la cucina di casa.

SIMONE RAINERI

Con lo sguardo da “belloccio” e una fidanzata che fu finalista a Miss Mondo, sembrerebbe il mondano del gruppo. E invece no: figlio d'arte e neo-papà dal 1 marzo, il laziale Simone è uno serio, determinato e pignolo, che crede nella famiglia e nella stabilità. Plurititolato, è orgoglioso del proprio sport, non valorizzato come dovrebbe. Un "grazie"? Alla compagna Valeria, per la pazienza.

SIMONE VENIER

Olimpiadi per la prima volta in Italia: Sara Bertolasi e Claudia Wurzel. La squadra olimpica dei Pesi Leggeri, capitanata dal CT Giuseppe Polti, è invece composta dai Campioni d'Europa del “quattro senza” Daniele Danesin, Andrea Caianiello, Marcello Miani e Martino Goretti e dal doppio dei Campioni d'Europa Lorenzo Bertini ed Elia Luini.

LE MOTIVAZIONI«Il canottaggio non ci rende ricchi e non ci dà alcuna ga-ranzia: la gente pensa che noi andiamo alle Olimpiadi per i soldi, ma un eventuale premio (lordo, ndr) ci arriva dal Coni solo in caso di medaglia, cosa per nulla semplice... Si fa prima a stare a casa e inventarsi qualcos'altro da fare» racconta Rossano Galtarossa. Eppure a casa loro non ci stanno, ma se non è per i soldi o per la visibilità, allora per che cos'è? «Lo facciamo per la passione, per la possibilità di dimostrare a noi stessi e agli altri che siamo tra i più forti del mondo, per le enormi gratificazioni personali che abbiamo la fortuna di vivere». Poi c'è il lavoro di squadra, poiché ciascuno deve fare bene la propria parte per l'intera barca, non inficiando ma, anzi, valorizzando lo sforzo dei compagni. Fatica e passione condivisi sono un grande mo-tore, cui si aggiunge il fortissimo innato spirito agonistico di ciascuno: «non vediamo l'ora di andare in gara», rac-conta Carboncini. «Anche perché nel nostro sport non puoi mai sapere quanto sei realmente bravo e veloce, finché non ti confronti con gli altri». Effettivamente le incognite che rendono diversa ogni gara sono molte e in gran parte na-turali: un risultato sul filo dei centesimi può essere pesan-temente condizionato dalle correnti e dalle imprevedibili folate traverse che, in strutture non adeguatamente ripa-rate dal vento come il bacino olimpico londinese, possono avvantaggiare alcune corsie. La natura, però, costituisce anche una grande motivazione in più: «quando sei costan-temente all'aria aperta e in acqua, poi non riesci più a farne a meno», conclude Simone.

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ILLUSTRAZIONE DI MICHELE SIGURANITESTI DI ANDREA ZAVAGLIA

DA UNA STORIA DI MARTINA GRIMALDI

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H2O

Acqua. Amica acqua. Antica origine di tutto. Fonte inesauribile di vita. Sono qui per te... Sono parte di te... Se puoi dammi il tuo amore, la tua forza, la tua energia infinita.

I giornalisti, dopo un Argento mondia-le, ti fanno tutti le stesse domande...Vuoi sapere come faccio; a cosa penso in quelle ore; cosa mi dà la forza di non fermarmi? Come fa il colibrì a battere le ali così velocemente? Come fa la tartaruga a raggiungere la sua destinazione tanto lontana? Come fanno i pinguini femmina a trovare la strada di casa? Ho branchie sul collo, pinne sulla schiena, pelle di squalo tigre. Non mi puoi catturare, solo provare a starmi dietro. Non puoi cercare di capirmi, solo pro-vare a starmi vicino. Non puoi raccontarmi, solo provare a essere dentro di me.

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Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Come un pendolo. Le gam-be che fanno la loro parte, la bocca che cerca aria quando serve. Un'orchestra di strumenti perfetti e accordati che

suonano all'unisono. «Sally cammina per strada leggera» e io volo sull'acqua. Sono io, Martina, la forza esplosiva del mare in un viso da brava ragazza. Sono Titty il canarino

giallo: ingenua e buona finché non cerchi di fregarmi. Sono Beep Beep, il Road Runner: veloce, furba, inesorabile!

Un altro Mondiale da vincere, ma questa volta con un pass da conquistare...

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P H I T P A S S I O NLondra 2012 è vicina... Shanghai, però, mi ricorda Pechino: brutte sensazioni. Mattina complicata, costume stretto. L’ac-

qua è troppo calda. La pinna destra mi fa male… Un’onda mi sorprende. Un calcio in faccia, gli occhialini che imbarcano acqua. Rabbia e frustrazione. Perdo il rifornimen-

to, mentre due avversarie mi sorpassano, come se sentis-sero l’odore della paura che mi si arrampica lungo tutta la

schiena... Respira, sistema gli occhialini, respira, risintonizza la frequenza giusta, respira.

Non c’è niente di più forte della mia mente.

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Se la mente lo vuole, tutto è luce, gioia, amore, vittoria.Voglio sentire l'energia delle avversarie diventare mia nel mo-mento in cui le sorpasserò. Voglio vedere i loro occhi quando mi vedranno felice sul podio. Voglio qualificarmi. Immagino

i cinque cerchi. Li immagino uno in fila all’altro, come a indicare una strada da percorrere. È una strada fatta di acqua, un’onda anomala colma di energia pronta a sprigionarsi per

me, per il mio sogno. Chiudo semplicemente gli occhi. E “sono” alle Olimpiadi.

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P H I T P A S S I O N

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Martina GrimaldiQualificata per l’Italia a Londra 2012 nel nuoto di fondo.

Londra 2012. La gara è già terminata. Mi trascinano via, io chiedo che succede, ma nessuno risponde. Nessuno in realtà

sembra sentirmi. È troppo alta la musica. Mi lasciano in mezzo a un prato, da sola, altro che Londra… Non può essere.

Intorno a me uno stadio enorme, pieno di gente. Proprio di fronte, seduti, ci sono mamma e papà, e dietro di loro Marti-na, Dario, Diego… C’è anche Rachele! La prima lacrima mi ba-gna il viso, mentre lo stadio - tutto lo stadio! - intona “Fratelli d'Italia”. Poi rido e piango, piango e rido. E mi sveglio così, col

viso inondato di lacrime. Sì, questo è il mio sogno.

A CURA DI SIMONA CONTALDOFOTO: MARTINA GIAMMARIA & FEDERICO CIAMEI SCENOGRAFIA: MARILISA MORTELLITISTYLING: MAELA LEPORATIASSISTENTE STYLING: SARA LEPORATIHAIR AND MAKE-UP: ZAIRA FONTANETO LIUK @WHYNOTTATIANA @FASHIONYULIA @FASHION

olympic

state

ofmind

In primo piano forme decise e geometrie, tutine e body tecnici, gonne lunghe e avvolgenti, giac-che minimal e trench dall'aria design. Un gioco tra futurismo e glamour, piani e prospettive.

YULIA: TOP GYM OYSHOABITO MMISSONI

TRENCH ILARIA NISTRI

LIUK: CANOTTA TVSCIAGIACCA STUDIOPRETZEL

PANTALONI ADIDAS SPORT PERFORMANCEFASCETTA REEBOK

ofmind

LIUK:TOP ROQUE BY ILARIA NISTRI

TRENCH MARIOSPANTALONCINI PUMA

SCARPE MAURO GRIFONI

TUTINA GYM OYSHOMAGLIA MMISSONI

SCARPE UNITED NUDE

TATIANA: BODY INDIVIDUALSLEGGINGS DELPHINE MURAT

LIUK: CANOTTA MARIOS

GIACCA NIKEPANTALONCINI MAURO GRIFONI

FASCETTA REEBOKSCARPE MAURO GRIFONI

BODY INDIVIDUALSGIACCA MARIOS

PANTALONCINI M MISSONI SCARPE ROBERT CLERGERIE

YULIA:CANOTTA ADIDAS BY STELLA MCCARTNEYGIACCHINO BAND OF OUTSIDERSPANTALONCINI M.GRIFONILEGGINGS ROQUE BY ILARIA NISTRISCARPE UNITED NUDE

TATIANA:TOP GYM OYSHOGONNA MMISSONISCARPE UNITED NUDE

LIUK:MAGLIA MAURO GRIFONILEGGINGS TVSCIAPANTALONCINI MARIOSSCARPE MAURO GRIFONI

P H I T O R C H E S T R A

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20121968

MICHAEL KIWANUKA

Home Again

Otis Redding? Bill Withers? Curtis Mayfield? Mac-

ché. Michael Kiwanuka. 24 anni. Nato a Londra. Perfetta reincarnazione di un passato (musicale) in cui le cose sem-bravano migliori. Degna di nota la traccia “Rest”… Mani dietro la nuca, occhi verso il cielo.

??aeuriooee

Èforse un po’ brusco defi-nirlo così, ma il sesto di-

sco della Band islandese è il perfetto album da “pennica”. Nel senso buono, ovviamente. Suoni che stendono e rilassa-no. Il loro sembra un ritorno alle origini, alla semplicità, alle “non parole”.

fortepiano

CHICK COREA / STEFANO BOLLANI

Orvieto

2011. Orvieto. Due piano-forti. Due forti al piano,

anzi fortissimi. Sembra una sfi-da. Una singolar tenzone a colpi di armonie impossibili. E inve-ce si tratta di una partita senza vincitori. Un grande regalo in un doppio CD live da restare senza fiato.

Canadese, dalla barba in-colta, Patrick Watson è un

simpatico e intelligente musici-sta dalla voce soave e dal tim-bro particolare, ricercato e per nulla scontato. È un folk delica-to e piacevole, intimo come una passeggiata nel giardino di casa nostra...

PATRICK WATSON

Adventures In Your Own Backyard

funnysoft

HOT CHIP

In Our Heads

Catalogato da iTunes sotto il genere indielectro, questo

nuovo disco degli Hot Chip è sor-prendentemente vario nel suo esse-re decisamente dance. Potente, ma soprattutto "joyful", è un abum da mettere in cuffia a tutto volume. A dire la verità a noi piaceva tanto la copertina...

indieelectro

NORAH JONES

Little Broken Hearts

Il titolo dell’album non è un caso. Il nuovo disco di Norah

Jones parte piano piano, come da una lenta convalescenza di un cuore troppo infranto, per-sino per cantare. C’è un gran-de cambiamento in corso, che porterà Norah verso nuove so-norità?

rahno

A CURA DI TOMMASO RIVA

SIGUR R SValtari

Ò

P H I L M O T I O N

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7 3

C’è chi pur di vincere un gara come le Olimpiadi è disposto a sparare ai con-tendenti, terrorizzando un intero Paese, come fa Sacha Baron Cohen nel suo ultimo film “Il dittatore”. Molto più prevedibili, invece, sono le intenzioni di coloro che, abituati ad altro tipo di riflet-tori, ambiscono a legare il proprio nome all’Evento: i XXX Giochi moderni di Londra. Notizie e dichiarazioni di ogni tipo si accompagnano al solo passaggio della torcia olimpica attraverso 1.000 diverse località britanniche, da Land’s End in Cornovaglia alla Capitale. Con una puntata al Castello di Alnwick, a nord di Newcastle, ambientazione della scuola di Hogwarts nella saga di Harry Potter. Insomma, sembra che tutti, dal-le star conclamate (v. box in calce) a chi vuole emergere, vogliano sfruttare il traino olimpico, per apparire. Le occa-sioni non mancano – va detto – come nel caso di “The Hollow Crown”, serie che la tv inglese manderà in onda duran-te i Giochi, o dei tanti focus sugli atleti divenuti attori, da Johnny Weissmuller

ed Esther Williams a Bud Spencer e Alberto Tomba, ma anche – prossima-mente? – Federica Pellegrini. Già si parla di “Fast Girls”, un film ispirato alle atlete britanniche della corsa, come lo fu il Premio Oscar “Momenti di glo-ria” (1981). Il “London 2012 Festival” (21 giugno-9 settembre) è pubblicizzato come “il più grande show mai visto nel Regno Unito”; vi parteciperanno mi-gliaia di artisti di ogni genere, inclusi Rihanna, Jay-Z e Douglas Gordon, già regista di un film su Zidane. Il 27 luglio, poi, tutto il mondo ammirerà “L’isola delle meraviglie”, titolo del-la grande Cerimonia inaugurale dei Giochi. Una serata nata dalla fantasia di Danny Boyle, a cui parteciperanno Paul McCartney, i The Who, i Take That e molti altri (ancora segreti), per rappresentare Inghilterra, Scozia, Irlan-da del Nord e Galles come una terra ricca di fiori e animali. Un ideale “Best of British” che «catturi un’immagine di noi come Nazione: da dove siamo venu-ti e dove vogliamo essere»…

A LONDRA,SOTTO I RIFLETTORI

LA MINI COOPERMa la vera star è lei: l’auto protagonista dell’a-drenalinico “The Italian Job”, le cui scene saranno ricreate nei punti più noti della capitale del Regno...

WILL SMITHAl cinema è diventato “leg-genda”, ma lo sport resta un sogno. In un video della BBC si "cimenta" con gli atleti olimpici inglesi, tra corsa a ostacoli, basket e boxe...

DANIEL CRAIGÈ del Cheshire, è James Bond, è bravo: chi meglio di lui? All'inaugurazione si calerà nello Stadio da un elicottero, con una scala di corda. Very British.

DANNY BOYLEDa “127 ore” a 27 milioni (di sterline): sarà lui il re-gista della Cerimonia inau-gurale dei Giochi. Inglese DOC (Manchester), dires-se "Trainspotting" nel '96.

BRANGELINA Pitt&Jolie hanno annun-ciato un party olimpico tutto loro, a due giorni dai Giochi. La guest list potrebbe far impallidire la Cerimonia ufficiale!

Olimpiadi: la grande sag(r)a del "to see & be seen"

A CURA DI

C O L O P H I T

P H I T

IN COPERTINAMaurizio Felugo e Valentino Gallo. Total Look Boggi.Ph. Federico Ciamei

Autorizzazione Tribunale di Tortona: Num. Reg. Stampa 1/2010

Direttore responsabileFederico [email protected]

Direttore esecutivo & Fashion directorSimona [email protected]

Art director Federico [email protected]

Photo editor Tommaso [email protected]

CaporedattoreAlessia Giorgia Pagano [email protected]

In redazione: Andrea Zavaglia, Maela Leporati

Philmotion a cura di 35mm (Mattia Pasquini e Paolo Piccioli)

Foto di: Adam Pretty/Getty Images, Alfredo Falcone, Alvis Upitis/Getty Images, Angelo Zaramella, Archivio Speedo, Augusto Bizzi, Deepbluemedia.eu, Federazio-ne Italiana Nuoto, Federico Ciamei, Martina Giammaria, FIDAL/Giancarlo Colombo, FIV/Carlo Borlenghi, London 2012, Mark Watson/Red Bull Content Pool, Nike, Tom-maso Riva, Vania Toni Management

Illustrazioni di: Michele Sigurani

Un progetto grafico di: [email protected]

Stampa Stampa Tipografica DerthonaTortona (Al)

DistribuzioneSo.di.p.

Milanese di sangue siculo, la caporedat-trice "dalla penna rossa" ama da matti il suo lavoro. Articoli, interviste, reda-zione, editing: fino all'ultima virgola, la sua professione è il testo. È giornalista freelance, editor e curatrice di guide turistiche, in particolare su Milano. Ric-ciola, esuberante, perfezionista e ordi-natissima nel suo caos, cerca sempre di realizzare grandi sogni. Ama i viaggi, lo champagne e le cose fatte bene.

Sguardo penetrante, pelle bruna, capelli corvini: la vulcanica Fashion director di PHIT si distingue per il gusto nello stile, la capacità organizzativa, la schiettez-za e un intuito infallibile, che le è valso il soprannome di "streghetta". Per qual-siasi dubbio in fatto di ultime tendenze, moda e tecnologia, chiedete pure a lei: la troverete di sicuro in compagnia del suo Diego, un piccolo cane dal grande carattere.

Va dalla Creative Suite a Visual Basic in un millesimo; grafica e programmazio-ne non hanno segreti per lui. Creativo e sportivo "dentro" come il magazine che dirige, è consulente tecnico e artistico per alcuni brand di moda. Di base è un "water and life addicted", ma ora che è nato Nicolò (sorpresa pasquale del 8 aprile 2012), ha avuto insieme agli ami-ci del surf una nuova idea: il movimento padri surfisti!

Quando non è lui a scattare con il suo "50mm fisso", riesce a trasformare una brutta fotografia in un capolavoro. Nonostante la barba incolta e il capello lungo, è un perfezionista dalla sensibi-lità raffinata e dal sottile cinismo. Odia la tv e ama il bianco e nero, il jazz, i viaggi, il buon vino e il suo pianoforte. Ha un metabolismo "disumano" e in-vidiatissimo, perché mangia di tutto e non ingrassa di un etto.

Alessia Giorgia Pagano

Simona Contaldo

Federico Riva

Tommaso Riva

Si ringraziano:Alessandro Vergendo; Arena; l’Aeronautica Militare; l’Arma dei Carabinieri; Attila, Luca Ferone e Marina Guarino; Chiara Borgi; Daoconsulting, Claudio Toscano e Silvia Tedeschi; Diego Jirillo; la Federazione Ginnastica d’Italia,

David Ciaralli e Pierluigi Girlando; la Federazione Italiana di Atletica Leggera e Marta Capitani; la Federazione Ita-liana Canottaggio, Giulia Benigni e Marco Callai; la Federazione Italiana Nuoto; la Federazione Italiana Pallavolo; la Federazione Italiana Scherma; Gianluca Sigurani; Giulia Salemi; la Guardia di Finanza; la Guardia Forestale; Marco Contaldo; Nicoletta Giannatasio; Nike, HUB e Daniela Bracci; Patrizia Giallombardo; la Polizia di Stato; Rossana

Rocci; Tom Sigu; Vania Toni Management; i Vigili del Fuoco

PHIT13 è stato chiuso il 21/06/2012. La redazione si impegna a verificare preventivamente la correttezza dei dati riportati, ma non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori, omissioni o cambiamenti.

N° 13

PHIT 13LUG/AGO 2012

ANNO IIIBIMESTRALE

3,90 euro

italiaolimpicaparlano gli atleti

PHIT 13

P H I T O L Y M P I C T E A M

UNO 61 srlEditore di riviste e periodiciDomicilio Fiscale: Tortona, (AL) Strada vicinale Ribrocca 6/5Redazione : Via Mecenate 76/22 - 20138, Milanocodice fiscale e p. iva: 02283960066web: http://www.unoseiuno.it / mail: [email protected]. R.E.A.: 241990 - C.C.I.A.A.: ALESSANDRIAAutorizzazione Tribunale di Tortona: Num. Reg. Stampa 1/2010Presidente: Luca MartinottiAmministratore delegato: Federico Riva, Carlo Salvador

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