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Periodico di informazione dell’Associazione Pedagogica Steineriana Giardino degli Ulivi Scuola La Fonte - Manduria [email protected] - www.scuolawaldorfmanduria.org numero 2 - 2013 Quaderni della Fonte nuovo Tutta la natura sussurra i suoi segreti a noi attraverso i suoi suoni. I suoni che erano precedentemente incomprensibili alla nostra anima, ora si trasformano nella lingua espressiva della natura (in noi). Rudolf Steiner BUONA FORTUNA OTTAVA CLASSE! le esperienze dei ragazzi tra passato e futuro di Chiara, Emma, Lorenzo, Francesco, Silvia, Matteo, Angelo, Gianmarco, Florenzo, Rosa Angelica, Gaia, Danilo, Simone...e maestro Nicola. TRIARTICOLAZIONE SOCIALE Tre impulsi principali - tre sfere sociali di Nicola Tito Marin WALDORF ITALIA 2013 piccolo reportage - grande impegno La pagina della cronaca... GRUPPI GRUPPI GRUPPI eventi e notizie dai gruppi di lavoro dei genitori

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Periodico di informazione dell’Associazione Pedagogica Steineriana Giardino degli Ulivi

Scuola La Fonte - Manduria

[email protected] - www.scuolawaldorfmanduria.org

numero 2 - 2013 Quaderni della Fonte

nuovo

Tutta la natura sussurra i suoi segreti a noi attraverso i suoi suoni. I suoni che erano precedentemente incomprensibili alla nostra anima, ora si trasformano nella lingua espressiva della natura (in noi).Rudolf Steiner

BUONA FORTUNA OTTAVA CLASSE!le esperienze dei ragazzi tra passato e futurodi Chiara, Emma, Lorenzo, Francesco, Silvia, Matteo, Angelo, Gianmarco, Florenzo, Rosa Angelica, Gaia, Danilo, Simone...e maestro Nicola.

TRIARTICOLAZIONE SOCIALETre impulsi principali - tre sfere socialidi Nicola Tito Marin

WALDORF ITALIA 2013piccolo reportage - grande impegno

La pagina della cronaca... GRUPPI GRUPPI GRUPPI eventi e notizie dai gruppi di lavoro dei genitori

Quaderni della Fonte numero 2 - 201332

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SOMMARIO

3 . DEDICATO ALL’OTTAVA CLASSE di maestro Nicola le esperienze dei ragazzi, tra passato e futuro

8 . GALLERIA D’ARTE a cura della ottava classe e della maestra d’arte Anna Mezzolla

14 . ACHILLE e ETTORE quinta classe

16. TRIARTICOLAZIONE SOCIALE Tre impulsi principali - tre sfere sociali di Nicola Tito Marin

18 . WALDORF ITALIA 2013 piccolo reportage - grande impegno di Matteo Laudisa

20 . La pagina della cronaca GRUPPI GRUPPI GRUPPI dalle esperienze, eventi, conferenze... dei gruppi di lavoro della scuola

23 . SPAZIO BIO Naturale, biologico, biodinamico... Alimentazione, ambiente, salute... La terra rubata Tratto dal mensile Terra Nuova - Gennaio 2013, editoriale di Mimmo Trincale

23. LA GIOSTRA DELLE OCCASIONI annunci, occasioni, scambi...

23. dalla redazione

Copia riservata ai soci

Numero 2 - 2013

Responsabile: Nicola Tito Marin

Hanno collaborato a questo numero:Nicola Tito Marin, Matteo Laudisa, Tino Semeraro, Maestra Aurora (Francesco e Mattia), Wanda Digiacomo, Marilena Iunco.

L’ottava classe: Chiara, Emma, Lorenzo, Fran-cesco, Silvia, Matteo, Angelo, Gianmarco, Florenzo, Rosa Angelica, Gaia, Danilo, Simone.

Un grazie a tutti coloro che sostengono Koinè.

Progetto editoriale e impaginazione: Matteo Laudisa .it

Disegno di copertina: Chiara Melica - ottava classe

[email protected]

affiliata alla Federazione Italiana

Periodico di informazione dell’Associazione Pedagogica Steineriana Giardino degli Ulivi

Scuola La Fonte - Manduria

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numero 2 - 2013 Quaderni della Fonte

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Tutta la natura sussurra i suoi segreti a noi attraverso i suoi suoni. I suoni che erano precedentemente incomprensibili alla nostra anima, ora si trasformano nella lingua espressiva della natura (in noi).Rudolf Steiner

BUONA FORTUNA OTTAVA CLASSE!le esperienze dei ragazzi tra passato e futurodi Chiara, Emma, Lorenzo, Francesco, Silvia, Matteo, Angelo, Gianmarco, Florenzo, Rosa Angelica, Gaia, Danilo, Simone...e maestro Nicola.

TRIARTICOLAZIONE SOCIALETre impulsi principali - tre sfere socialidi Nicola Tito Marin

WALDORF ITALIA 2013piccolo reportage

La pagina della cronaca... GRUPPI GRUPPI GRUPPI eventi e notizie dai gruppi di lavoro dei genitori

DEDICATO ALL’OTTAVA CLASSEdi maestro Nicola

Eccoli là alti come pini, un pò impacciati, pieni di interessi ma anche un pò scorbutici; schivi verso il mondo e nello stesso tempo attratti. È normale a 15 anni, adolescenza, tempo di cambiamenti. Fino a ieri ragazzini, bambini e oggi giovani di belle speranze. È una bella età, come tutte del resto, piena di forze ma anche di paure, di tensioni, di desideri, di inquietudini inespresse e inesprimibili. Li ho visti crescere dalla 1ˆ all’8ˆ (3ˆ media), dall’asilo direi, dove andavo a conoscerli, fino ad oggi; e li “rivedo” ancora tutti come se quel tempo fosse appena ieri. Francesco Bisci robusto e focoso come un torello, Angelo Toma alto come una torre e mite come un vitello, Matteo Mingolla agile e svelto più di tutti, atleta di corpo e di pensiero, Gianmarco Fuggetti simpatico e accattivante coi suoi capelli chiari e il sorriso sempre pron-to, Lorenzo Dattis il pensieroso, quello che si poneva problemi difficili e riusciva sempre a risolverli (all’epoca non c’era indovinello che non risolvesse), Florenzo di Noi, il tranquillo, che si perdeva a contemplare e raccogliere gli animali più strani (una volta in gita raccolse e giocò per più di mezz’ora con una bella biscia

d’acqua). Fino alla 5ˆ c’era poi con noi un al-tro bambino, Francesco De Santis, il matema-tico del gruppo, quello che trasformava ogni cosa in calcolo o rapporto matematico; l’ho rivisto qualche volta. Anche le ragazze le ri-cordo bene, erano bambine molto simpatiche: Emma Manni, la bionda, sempre positiva, forte e tranquilla, amica di tutti, Rosa Angelica Bri-gante dagli occhi vivi e lampeggianti ma anche spesso morbidi e sereni, Gaia, la più sensibile di tutte, Chiara Melica la più forte e sistema-tica (venuta in 2ˆ classe) e infine Silvia Basile, la più artista del gruppo (venuta in 5ˆ classe). Nè va dimenticata Marta Pichierri che ora è seguita dalla Maestra Anna Rossetti ma che fino alla 5ˆ classe era con noi ed era importante per tutti. Nel tempo si sono poi aggiunti (alle medie) Danilo Matteo, il collerico lupo solitario (che nel tempo si è però poi sciolto e collegato agli altri) e Simone La Corte, l’inventore estro-so e simpatico che, come ogni inventore, che spesso è distratto (assorto nelle sue inven-zioni) e che bisogna richiamare a se stesso. Si, sono stati una bella classe; una classe va-ria ma unita, anche con qualche litigio a vol-te e a volte qualche occhio nero, una classe che merita di essere accompagnata nel mon-do da nostri buoni pensieri, dai nostri sen-timenti più cari, dai nostri migliori auguri...

Tanti auguri ottava classe!

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Son buona e frescae a dissetare servoArrivo dal monte in altoe quando serve acquieto un po il caldoPorto con me la vitapoi me ne vado via

Il gorgoglio delle acque in movimento mi dava la sensazione di essere in un sogno, un sogno in cui si è presenti, dove niente è confuso e sfocato, incomprensibile o surreale.Era la realtà, ma una realtà sognante.Ascoltando si poteva udire ogni piccolo movimento dell’acqua che mi dava una sensazione che ricorda la tranquillità e la protezione ma allo stesso tempo il rinnovamento.

Chiara Melica

Relazione

Il fiume è suddiviso in tre tratti: quello di montagna, quello di valle e quello intermedio. Il fiume che abbia-mo visto noi si chiama Tavo d è lungo 1700 m circa. i fiumi possono nascere da ghiacciai oppure da fal-de acquifere che stanno sotto terra. Ma possono nascere in moltissimi tipi di altitudini.Noi volevamo sapere a che velocità andava l’acqua del fiume Tavo e che temperatura aveva. La velocità del fiume erta di 0,76 m/sec. La temperatura invece era di 10°.Il fiume può avere diversi tipi di letti: il letto di magra, il letto di morbida e il letto di piena.Nel tratto medio, la vegetazione è costituita da salici e pioppi.

Silvia Basile

Il fiume

Arrivando al fiume Tavo con l’accompagnamento della maestra Cinzia abbiamo studiato le caratte-ristiche del fiume e delle cose che lo circondano. Arrivati, prima del fiume c’era uno spazio di pie-tre, lisce e corrose, anche piccole, così piccole da essere quasi sabbia, questo è il TERRAZZO FLUVIALE. Avvicinandoci al fiume vedemmo che scorreva velocemente.Per capire quale è la spon-da destra e sinistra bisogna mettersi con le spalle alla montagna da cui il fiume scende. Per misu-rare la velocità del fiume c’è bisogno di un me-tro, nel nostro caso, di 20 m. e di un cronometro. Aprendo il metro e stendendolo lungo la riva del fiume, gettando un legno nel fiume e cronome-trandone la velocità che ci mette per fare 20 m. e in fine dividendo il tempo per i metri, si ottiene la velocità.Sulla riva del fiume si trovano anche alberi che resistevano all’acqua senza marcire, per mesi. Sulle pietre della riva si trovano degli insetti che vivono sotto i sassi e nella loro vita, per quanto breve, l’unica cosa che fanno è riprodursi.

Emma Manni

Al fiume Tavo

Quando sto vicino a te mi sento rilassato,grazie dei tuoi rumori.L’acqua che scroscia tra le pietre,il vento che tremare le foglie e le fa cadere.

Grazie a te! Senza di te non ci sarebbe vita nel mondo

Angelo

FLUIDA, rinfrescante, vitale linea, sacra lucentezza di casuale vitae bei riflessi di anime nascostepur visibili nella torbida frescurapur palpabile nel tuo ondispensabile essere.Suono di onde, ritmo infinito, prezioso abbagliodi vivente, fisica vita.Veloce, pulsante sangue della terrarapidità di una pendenza terrenalentezza di una lunga valle,fonte di vita, fonte di noi.

L’acqua è trasparente, rumorosa e silenziosa.Porta con se oggetti e pensieri senza badare a nulla imita il cielo sereno o triste.Le sensazioni sono infinite, tutte di natura diversa. Mentre sembra sprofondare nel fondocoperto di sassi e ciottoli, c’è qualcosa che ti riporta a galla sui pensieri e sulle riflessioni: l’acqua.La visione del corso dell’acqua che gorgogliando scorre stimola la tranquillità ed un desiderio enorme di rimanere a guardare.Il fiume cambia come cambiano le cose.

poesia anonima 8ˆ classe Scuola Steineriana di Locarno

disegni di Emma Manni e Danilo Matteo

GALLERIA D’ARTEa cura dell’ottava classee della maestra d’arte Anna Mezzolla

Quaderni della Fonte numero 2 - 20131514

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ACHILLE

La forza dell’orgogliooffuscail tuocuoreAchille.Inamovibileattendi la finematudivinamente umanoresisteraiinfinenon sapraiese purper ritrovatoamore fraternoai Troianinuovamenteguerramuoverai.

ETTORE

Ettoresopportardovestil’ontanon tuaeil coraggiocentuplicarenella notte dell’inganno.Soloonorastituo padree la tua gente.Maoral’ecodelle tue impresecoralmentesi ascolta.

testi: maestra Auroradisegni: Mattia e Francesco

5ˆ classe

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TRIARTICOLAZIONE SOCIALETre impulsi principali - tre sfere socialidi Nicola Tito Marin

Nell’operare sociale interagiscono tre sfere umane che oggi vanno identificate, portate a coscienza e distinte se si vuol dar loro modo di agire in maniera feconda nell’insieme sociale (di articolarsi armonicamente).Le tre sfere sono: la sfera giuridica, la sfera cul-turale, la sfera economica. Esse sono per natu-ra essenzialmente diverse tra loro e hanno alla loro origine, nell’uomo, diversi tipi di impulsi.La sfera giuridica nasce da impulsi di equità e di giustizia, quella culturale nasce da impulsi e da sforzi di conoscenza e auto coscienza, quel-la economica nasce dallo scontro tra necessità esteriori, oggettive dell’uomo e risposte interiori dell’uomo stesso (o di più uomini) a esse.Queste tre sfere, proprio perché di natura di-versa, possono vicendevolmente intralciarsi tra loro oggi, possono invadere impropriamen-te il campo l’una dell’altra.Lo stato, lo stato giuridico odierno fa certa-mente parte della sfera, del campo giuridico nell’organismo sociale; si chiama proprio “Sta-to di diritto di una nazione” ma poi si occu-pa, e non marginalmente, di economia, vara ad esempio manovre finanziarie, lancia o ri-lancia l’economia, elabora piani di sviluppo, regola i flussi monetari, agevola o contrasta con norme giuridiche questa o quella azione sociale...d’altronde si occupa pure di cultura, di programmi scolastici nazionali, di finanzia-menti culturali (finanzia ad esempio i giornali, le ricerche scientifiche che ritiene utili).Ora però è da chiedersi: la sua natura d’origi-ne, il senso di equità e giustizia da cui nasce, l’impulso giuridico a mettere ordine basta a tutto? È sufficente a garantire il bene di una nazione...la sua crescita? La sua coscienza? Chissa!? Ed ecco che nel dubbio nascono tan-te visioni diverse sul “come” gestire la cosa pubblica, nascono tanti “partiti” che poi lotta-no “democraticamente” tra loro per giungere al potere e affermare il proprio punto di vista, la

propria valutazione dei fatti, la propria visione delle cose, le proprie priorità d’azione.Notare che siamo comunque sempre nel cam-po giuridico dove ognuno giustamente, equa-mente e democraticamente ha il diritto-dovere di dire la sua, dove tutti siamo uguali (e tali ci sentiamo) per quanto riguarda diritti e doveri (incluso quello di votare, di dare potere a chi si preferisce). In effetti siamo nel diritto umano ma il diritto di per sé è certo abile nell’ordina-re le cose tra loro non è detto però che lo sia altrettanto nel “creare” qualcosa o nello scan-dagliare in profondità con coscienza la verità e la bontà intrinseca di qualcosa (nemmeno di qualcuno). Ma andiamo ora nella sfera economica. In essa l’impulso umano principale che si ma-nifesta è il benessere, il voler stare bene. In tale luce persino la necessità esteriori, gli ostacoli, si possono vedere come un fattore positivo, benefico in economia; un fattore adatto a far sviluppare energie tali che risvegliano salute, inventiva, capacità di impresa, gioia di vivere. Il mettersi insieme, il fare impresa, l’accomu-nare forze e competenze, il trovare capitali, luoghi, mercati, l’intuire “ciò che occorre” è agire di conseguenza è qualcosa di certamen-te bello (come una sfida) che anima certi uo-mini fino a renderli benefici nell’ambito sociale, esperti nei bisogni umani. L’elemento “frater-no” collaborativo è quanto di più bello e sano ci si possa auspicare in economia. Naturalmente c’è però anche qualcosa che può dare molto filo da torcere in economia e intralciare il suo vero sviluppo, c’è ad esem-pio la mancanza di normative di legge da par-te dello Stato (stato giuridico) o anche talvolta l’eccesso di norme, divieti leggi e regole. La prima cosa può portare all’anarchia più egoista, alla bassa competizione; l’altra ad un pericoloso soffocamento di iniziativa (che dà poi aggio alla corruzione). La stessa cultura può dare del resto parecchio fastidio all’eco-

nomia. La cultura astratta morta, fatta solo di numeri, calcoli, proiezioni virtuali, indici e gra-fici, medie e tendenze. La cultura dove l’uo-mo è estromesso come persona e visto solo in funzione di un sistema, magari di un sistema tecnologicamente avanzato cui confrontarsi è una iattura… e lo è perché rende tutto relati-vo in economia, rende l’uomo un fantasma, un essere irreale riguardo alla sola vincente logica del guadagno del profitto del rendimento. Dif-fonde insicurezza, paura e disprezzo invece di umanità e coraggio. In questa chiave andreb-bero secondo me lette le ultime crisi finanziarie mondiali. Ma veniamo ora alla cultura, all’elemento cul-turale. La sfera culturale e quella che abbrac-cia gli impulsi più profondi dell’uomo, i motivi esistenziali, i segreti motori della vita. Da grandi profondità (profondità che l’uomo a volte esita persino a scandagliare) sorgono im-pulsi, a volte anche ispirati dall’alto, impulsi di conoscenza, di auto-conoscenza. L’uomo è di fondo un essere curioso indagato-re, incontentabile in quanto campo.Può accettare compromessi a un certo punto. Ma non per molto. Conoscere la verità, darsi ragioni, collegare le cose, intuire leggi, darsi disciplina per crescere, cercare il tutto nelle parti e in tutto le parti e un’attività propriamen-te umana. Concertare il sapere è cosa somma-mente importante, essenziale per l’uomo, per l’uomo interiore. Fatto di natura effimera l’uomo a ben vedere cer-ca sempre tuttavia le leggi della natura stessa, le leggi superiori, eterne, iscritte in se stesso. Non si accontenta di subire la natura (segno questo che una scintilla del Dio creatore in lui deve pur esistere). In questo campo ciò che l’uomo sommamente vuole è la libertà l’essere libero, e egli deve poter essere libero per po-ter attuare il proprio percorso individuale, per poter sviluppare le proprie individuali qualità;

libero da schemi o metri prestabiliti; libero per-ché dentro di sé, e in fondo a se, sente di es-sere già libero. Lo stato giuridico. L’economia possono certo aiutarlo in questo percorso ma anche impedir-glielo (se per esempio sono incoscienti di sè della propria natura) egli allora ha pur bisogno di una zona unica, vera, libera al mondo dove po-ter presto respirare appieno pensieri originari. Questa zona è la “cultura”, la sfera culturale, la zona sacra dove ci si prepara, dove l’uomo va a scuola e incontra i creatori precedenti, quelli che hanno cercato la conoscenza prima di lui. Questa zona non può essere preconfezionata, prescritta da fuori, scaturire da impulsi di giu-stizia, da voti di maggioranza, da logiche eco-nomiche sia pur di benessere generale, deve reggersi su sè, tramite organismi appositi, in-dipendenti da stato, chiese, forze politiche o economiche. Solo così potranno sorgere in futuro uomini libe-ri capaci di immaginare e quindi creare il futuro. Per concludere, se ben si guarda, si vede oggi come si sia ormai proprio una necessità che queste tre sfere, sorte da impulsi origina-ri dell’uomo, siano sempre più distinte, diffe-renziate, che diano anzi luogo ha organismi autonomi e rispettosi ognuno delle reciproca specificità dell’altro e questo per trovare ormai una via cosciente, reale alla collaborazione so-ciale.

Quaderni della Fonte numero 2 - 20131918

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Nel pomeriggio ci incontriamo con l’Avvocato Mar-co Masi per parlare di legalità delle scuole Waldorf; da quelle paritarie alle associazioni come la nostra. Il lavoro è lungo ma si vedono diverse soluzioni che ci mettono tranquilli per il nostro futuro e per la legalità delle nostre scuole. Questa persona è

a disposizione (tramite la Federazione) di tutte le scuole che avessero domande e/o richieste per so-luzioni “legali”.Dopo la pausa - meritata - si riprende con l’esposi-zione delle varie realtà. Direi interessantissimo come le scuole si sono trovate a risolvere le varie proble-matiche con grande coraggio e creatività.Gli atti del Waldorf Italia saranno presto a disposizione di tutti e li pubblicheremo nei prossimi numeri di Koinè.

Nella serata di sabato è stato presentato uno spet-tacolo di burattini “La volpe e il galletto Crestado-ro”, favola russa a cura del Teatrino Dognifiaba di Vicenza...veramente divertente...i bambini si sono sganasciati dalle risate.

Certo c’erano anche molti bambini (oltre a Tomma-so e Mattia) che grazie alle bellissime giornate si sono molto divertiti fra spiaggia e ristorante...ottimi piatti e gustosi dolci.Domenica abbiamo passato la mattinata parlando e confrontandoci sulla fratellanza. Lasciandoci, dopo l’ultimo pranzo, con una grande voglia di lavorare tutti insieme con progetti e solu-zioni comuni.

Anche quest’anno si è tenuto il Waldorf Italia a Ri-mini...questa volta siamo andati anche noi.Tutto si è tenuto fra l’Hotel Polo e l’Holiday Inn di Rimini 12-14 aprile. Tre giorni meravigliosi con an-che temperatura e tempo eccelsi...Oltre alla Federazione al completo erano presenti tante scuole, insegnanti, amministratori e genitori venuti da tutta Italia (soprattutto centro nord)... più di 160 iscritti; 16 realtà socie e 14 non associate; numeri inaspettati dalla Fererazione stessa.Claudia Gasperini - Presidente.Sabino Pavone - Vicepresidentee rappresentante degli insegnanti del 3° settennio.Loredana Frisinghelli - TesoriereMargarida Tavares - ConsigliereCristina Laffi - rappresentante degli insegnanti del 2° settennioSilvana Minari - rappresentante degli insegnanti del 1° settennioCiro Sannino - Consigliere

Prima di cominciare i lavori il simpatico e prepa-ratissimo Sabino Pavone ci invita a fare qualche esercizio musicale...giusto per “accordarci”.Alla presentazione delle scuole presenti l’emozione

è arrivata subito con un applauso al sud...lontano ma presente. Poi tante facce nuove ma anche tan-te persone già incontrate in altre occasioni....scopo comune lavorare per un futuro migliore delle scuole Waldorf.La Federazione sopra a tutti accompagna i genitori per lavorare insieme con fratellanza e coordinando le forze di tutte le realtà.La cosa che viene fuori subito è che siamo tutti di fronte agli stessi problemi e le soluzioni sono nel lavoro di gruppi.Occorre una profonda convinzione in quello che facciamo e amore per gli uomini...così abbiamo un grande futuro davanti.Sabato mattina si entra nel vivo del convegno, dopo una lauta colazione ci immergiamo nel tema del Waldorf di quest’anno: la triarticolazione sociale. Poi, una alla volta, vengono presentate le realtà con le esperienze e le soluzioni trovate per uscire dai problemi di gestione sociale ed economica; co-minciano Milano a Conegliano.

Quaderni della Fonte numero 2 - 20132120

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Si è pensato di trascorrere una domenica insieme con un open day della scuola, rallegrati da momenti conviviali con pranzo insieme all’aperto, momenti di giochi, laboratori, spettacoli e musica offerti dai no-stri amici di Urupia. È in fase di progettazione anche un altro evento importante per la nostra associazio-ne: il ventennale della scuola. Si sta pensando ad un pomeriggio musicale che vedrà come invitati tutti coloro che hanno fatto parte della storia della nostra scuola. L’appuntamento e previsto per sabato 25 maggio 2013. Con l’auspicio di una calda e numero-sa partecipazione il gruppo eventi coglie l’occasione per estendere un abbraccio e un saluto a tutti Marilena Iunco

Fiera Pessima 2013

Come consuetudine da 273 anni a questa parte si è tenuta, anche quest’anno, la tradizionale Fiera Pes-sima di Manduria, una fiera campionaria che si tiene ogni anno in occasione dei festeggiamenti patrona-li dedicati a San Gregorio Magno. A questo evento sono invitati a partecipare espositori provenienti da tutta l’italia centro-meridionale. Quest’anno anche la nostra scuola “LA FONTE” di Manduria, come asso-ciazione “Giardino degli Ulivi”, ha avuto l’opportuni-ta’ di avere un suo spazio. Un gruppo di genitori del-la scuola, coordinati dalla responsabile del “gruppo

bazar” Wanda Digiacomo, ha collaborato affinché tutto avvenisse per il meglio. Nello stand della nostra scuola, con l’aiuto dell’in-stancabile maestra Anna Milizia, è stato allestito un piccolo mondo Waldorf che riproduceva la realta che i nostri piccoli vivono ogni giorno.C’era da un lato l’angolo dei piccoli con banchetti e sedioline a misura di “nanetti”, i tipici giochi stei-neriani dell’asilo in lana e legno, le bamboline fatte a mano e altri giochi. Dall’altro lato c’era la “clas-

se” per i più grandi con la lavagna a muro, che raf-figurava un immagine della primavera, il banco ed il leggio del maestro, i porta flauti in lana realizza-ti ai ferri dai nostri bambini e, ancora, l’angolo del “REGNO” arredato a festa che accoglieva “ la FATA PRIMAVERA”. Dall’altro versante era stato allestito il “banchetto del bazar” su cui erano disposti i la-vori realizzati dal gruppo medesimo: le fatine della primavera in lana cardata, le ghirlande, i quadretti in lana cardata su iuta, gli animaletti in feltro, campa-nelle e fiori pasquali, sfiziose borsette ai ferri e unci-netto, spille, portachiavi e tanti altri piccoli lavoretti realizzati sempre a mano.Affiancato al banchetto delle nostra scuola c’era quello del “Girotondo” dei nostri amici di Collemeto, piccolo asilo Steineriano sostenuto dalla nostra as-sociazione, che ha esposto le sue creazioni in lana

La pagina della cronaca... GRUPPI GRUPPI GRUPPI dalle esperienze, eventi, conferenze...dei gruppi di lavoro della scuola

Pensieri del ”gruppo bazar”

L’idea del bazar nelle scuole Waldorf nasce con lo scopo di consentire, a più persone esterne, di acco-starsi alla pedagogia steineriana. La socialità della scuola è vissuta con pienezza in questa iniziativa che è occasione d’incontro fra i genitori e la vita nel-le nostre scuole.“Dita agili producono agilità di pensiero”; questo lo spirito di partecipazione e di dedizione che muove maestri e genitori a partecipare attivamente attra-verso la preparazione e la vendita di manufatti che caratterizzano la nostra pedagogia e contribuiscono al sostegno della scuola.Attraverso il bazar, la scuola festeggia il ritmo delle stagioni, in particolare due momenti dell’anno; Nata-le e Pasqua, la nascita e la resurrezione, l’avvento e la primavera. In queste occasioni sono proposti, ol-tre alla vendita di “preziosi” manufatti realizzati con materiali naturali, laboratori artistici, momenti musi-cali, vendita di libri per bambini e adulti e tanto altro.Anche nella nostra scuola la celebrazione di un mo-mento importante, nei vari periodi dell’anno, è fon-damentale sia per le singole famiglie sia per l’intera comunità sociale; ritualizza il passaggio di stagione, onora ricorrenze, scandisce il tempo, riunisce la scuola e i suoi soci intorno ad un evento.In occasione della prossima festa di primavera che si terrà presso la nostra scuola domenica 21 aprile, il bazar parteciperà con le sue piccole creazioni come espressione di bellezza, creatività, voglia di parteci-pare e di mettere a disposizione il proprio lavoro per gli altri, il condividere tempo per “FARE INSIEME”. Grazie.

Wanda Digiacomo

Gruppo eventi

Quest’anno all’interno delle nostra scuola si sono formanti dei gruppi di iniziativa sociale e consolidati quelli già esistenti. Il “gruppo eventi e feste”, dopo qualche tempo di silenzio, è ritornato a far sentire

la sua voce, proponendo di risvegliare l’entusiasmo nei cuori dei soci e di chi vuole avvicinarsi alla cul-tura che propone la nostra pedagogia. Quello di ac-cendere gli animi non è cosa facile e non si posso-no vedere risultati se il lavoro è svolto da pochi. Io per prima, in quanto referente del gruppo, mi rendo conto che non è semplice coordinare tante cose e che solo attraverso l’unione (che fa la forza) e so-prattutto un chiaro ideale comune, si possono rag-giungere grandi traguardi. Bisogna evidenziare che molti animi fervono di buoni propositi e in tanti han-no belle e valide proposte che saranno considerate e sviluppate in futuro. Occorre, quindi, convogliare le forze. Credo, inoltre, che proprio il momento della socialità ci può aiutare a consolidare i nostri pen-sieri in un progetto comune. E in queste occasioni che ci si “incontra” in ogni senso; in questi momen-ti di gioia e di leggerezza possiamo unire gli animi: l’entusiasmo, l’euforia dei preparativi di qualunque evento che si possa pensare di realizzare, veramen-te accende “un fuoco interiore”, come lo ha definito il Dott. Sabino Pavone invitato dall’amministrazione a tenere due conferenze che esponevano la peda-gogia Waldorf, tenutesi una a Sava presso la Sala conferenze - Servizi Sociali il 05 aprile 2013 e una a Francavilla Fontana presso il Palazzo degli Impe-riali, sede comunale il 06 aprile 2013, coordinate dai gruppi eventi, bazar e culturale. In questa ottica il gruppo eventi intende continuare a muoversi e su queste basi ha collaborato con il gruppo bazar per la realizzazione della festa “gran Bazar di Natale te-nutasi nei locali della associazione il 16 dicembre 2012. Il gruppo bazar si è occupato del banchetto, mentre il gruppo eventi ha curato più un abbraccio sociale in preparazione del Natale rallegrando la se-rata con una pettolata tenutasi all’aperto nel giardi-no delle scuola. Un altro elemento di grande entusiasmo lo abbiamo vissuto con l’evento fiera. Anche in questa occasio-ne gruppo bazar e gruppo eventi si sono uniti per una migliore realizzazione di questo evento. Il pros-simo obiettivo è realizzare la festa di primavera, che si terrà a scuola il 21 aprile 2013.

Quaderni della Fonte numero 2 - 20132322

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Regalo gattini di varie età, maschi e femmine.Matteo 3395418663

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4-12 mesi. Giusy 347 1862422

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La terra rubataTratto dal mensile Terra Nuova - Gennaio 2013, editoriale di Mimmo Trincale

Secondo il «Rapporto generale sulle acque: obietti-vo 2020» di Federutility, i danni causati dal dissesto idrogeologico tra il 1962 e il 2011 ammontano a 69,5 miliardi di euro. A questa cifra vanno poi ag-giunti i costi sostenuti per affrontare le emergen-ze, pari a 1,4 miliardi l’anno. Ma non è finita qui: per mettere in sicurezza la penisola, il Ministero dell’ambiente stima una spesa di circa 40 miliardi.Sommando le tre voci di spesa si arriva a una ci-fra da capogiro, superiore alle ultime tre finanziarie messe insieme. Un costo insostenibile non solo per le casse dello Stato, ma soprattutto per la perdita di vite umane e la distruzione del patrimonio artisti-co e di posti di lavoro. Di chi è la responsabilità di questo disastro annunciato, che ogni anno si ripro-pone in regioni diverse, ma con identiche modali-tà? Gli imputati acclarati di questo delitto reiterato che condanna oltre il 10% del territorio italiano a vivere costantemente sotto l’incubo di alluvioni, frane e valanghe si conoscono per nome: si chia-

mano cementificazione, urbanizzazione selvaggia, abusivismo e così via. Ma la cura di questi mali non sarà mai sufficiente se non si prende a cuore il più efficace e capillare tutore del territorio: l’agricolto-re, vero custode del paesaggio e della biodiversità.Esiste un legame diretto e provato tra abbandono delle campagne e dissesto idrogeologico. Cemen-to e asfalto hanno fatto diminuire in soli 10 anni la superficie agricola nazionale dell’8% (vedi articolo di Gabriele Bindi a pag. 10). Nel periodo che va dal 1990 al 2005, sono stati cementificati 3 milioni di ettari; solo negli ultimi dieci anni sono scomparse ben 700 mila piccole aziende agricole (13.335 nel primo trimestre 2012), mentre sono aumentate del 23% le imprese con oltre 100 ettari.Non si tratta di difendere il piccolo contro il gran-de, ma piuttosto l’agricoltura di qualità e rispettosa dell’ambiente (che in genere è legata a superfici ri-dotte), dalle grandi produzioni agroindustriali (che insistono su grandi superfici). Ecco perché la difesa del territorio non può che andare a braccetto con il sostegno a chi la terra la vive e la coltiva, soprat-tutto nei territori più difficili e marginali. La più effi-cace prevenzione contro il dissesto del territorio è riportare i giovani in campagna e premiare chi col-tiva la terra. Anche perché, come recita un vecchio adagio dei nativi americani: «Noi non ereditiamo la terra dai nostri avi, la prendiamo in prestito dai no-stri figli. Nostro è il dovere di restituirgliela».

LA GIOSTRA DELLE OCCASIONIDOVE TUTTI POTRETE INSERIRE CERCO, VENDO,

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cardata (gnometti, animaletti, fatine, ecc...). Uno spazio era stato dedicato anche alla cultura con esposizione di libri di antroposofia, fiabe e materiale didattico come cerette e coloretti in materiale natu-rale, e la nostra rivista Koinè.Il nostro obbiettivo era quello di fare pubblicità infor-mativa, di toccare nell’intimo i visitatori e per questo sono stati organizzatati un laboratorio di lana carda-ta e un laboratorio di maglia a dito aperti a tutti. Alcune classi hanno trascorso qualche ora in fiera ri-proponendo momenti di vita scolastica: hanno svol-to i loro lavoretti manuali a uncinetto, ai ferri, cucito e macramè. C’è stato anche un momento particolare: una lezione di musica coordinata dalla maestra Ma-rianna Calò, che ha guidato i ragazzi in un coro di flauti a più voci .Possiamo comunque essere soddisfatti del reso-conto, delle impressioni suscitate nei visitatori. La gente che entrava nel nostro spazio diceva che fuori c’era tanta confusione che li stordiva e sembra-va loro strana la tranquillità che, nonostante tutto, si respirava nel nostro stand ritenuto anche il più co-lorato. Al di là delle critiche e dei consensi, per tutti noi che abbiamo collaborato affinchè questo evento si preparasse in brevissimo tempo, è stata un espe-rienza veramente edificante, perchè abbiamo impie-gato forze che non sapevamo neanche di avere. Ci siamo sentiti molto uniti, abbiamo avuto modo di rafforzare i nostri legami tra soci, si sono rafforzate

amicizie, e soprattutto sappiamo di aver lanciato un messaggio nuovo a molte persone che non cono-scevano prima l’esistenza nè della nostra scuola nè dell’antroposofia, aprendo a loro una nuova finestra verso il mondo.

Un caro saluto ai lettori, spero che il futuro porti profondi cambiamenti scolastici e sociali a tutti noi. Non sentiamoci soli! Siamo sorretti da un mondo spirituale! Uniamo le forze per un meraviglioso pro-getto comune.Si ringraziano quanti hanno collaborato alla realizza-zione di questo evento.

dalla redazione Qualcuno ci ha giustamente suggerito di inserire le considerazini della redazione...certo il lavoro di assemblaggio di una rivista è lungo e complesso; e soprattutto non è facile farla diventare bella e inte-ressante; non solo nell’aspetto estetico ma fonda-mentalmente nei contenuti che vorrebbero unire le idee e gli sforzi di tutti. Questo dipende da tutti noi...e voi. È per questo che l’organo ufficiale dell’associazio-ne e della scuola sopravvive grazie all’impegno di tutti. La rivista diviene così uno strumento di scam-bio di opinioni, problematiche, feste, eventi; un modo per raccontare e condividere la vita dell’as-sociazione, della scuola e del mondo Waldorf. La redazione riceve volentieri materiale che sia ine-rente agli scopi sociali e alle attività dell’associazio-ne per visionarlo e valutarne la pubblicazione.Grazie.

Cos’è la Dentosofia? “Una terapia caratterizzata da un approccio umanistico all’arte dentistica, basata su tecniche funzionali conosciute, che pone in evidenza il legame tra l’equilibrio della bocca, l’equilibrio dell’essere umano e, più estesamente, quello del mondo intero”.

Luigi Emilio RicciDr. In Medicina e Chirurgia - Dr. In Odontoiatria e Protesi DentariaOmeopatia e Medicina Funzionale - Dentosofia

Ceglie Messapica (BR) - Via Porta di Giuso, 12 Manduria (TA) - Via G. Pacelli, 3Lecce - Via E. Sozzo, 4 angolo Viale Rossini Sup. Lecce-Maglie (Presso Centro Clinico Avanzato Occlusione e Postura)

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Il principale strumento terapeutico utiliz-zato dalla Dentosofia è un apparecchio, chiamato Attivatore plurifunzionale, pro-dotto originariamente in caucciù, attual-mente anche in silicone. Il primo “attiva-tore” fu presentato nel 1953 dal professor André Besombes, dell’università di Parigi, e dal professor René Soulet dell’Università di Clermont Ferrand. La Dentosofia rico-nosce che le malocclusioni sono causate da un’alterazione delle funzioni biologi-che vitali: suzione o masticazione(nello stadio maturo);deglutizione; fonazione; respirazione(che deve essere nasale) e non attraverso la bocca. Esiste inoltre un legame tra disturbi di queste funzioni biologiche vi-tali e la comparsa di svariate patologie.In più di vent’anni di esperienza, Michel Montaud e Rodrigue Mathieu hanno osser-vato una relazione sistematica tra una bocca disequilibrata e diverse condizioni patologi-che quali:• mal di testa• mal di schiena• dislessia• difficoltà di concentrazione• ipercinesia nei bambini• disturbi del sonno• stress, depressione• problemi della sfera otorinolaringoiatrica• problematiche allergiche• disturbi dell’equilibrio• dolori articolari

La Dentosofia si propone quindi di interve-nire sulle mal occlusioni riequilibrando leFunzioni neuro-vegetative E questo riequi-librio, a sua volta va ad agire sulle patolo-gie sistemiche che lo accompagnano, da un punto di vista neurofisiologico tutte queste funzioni vitali sono interdipendenti e colle-gate tra loro. Quindi lavorare su una di esse permette di lavorare sul loro insiemeAgire sulla loro correzione simultaneamente porta a un potenziamento dei risultati. L’at-tivatore plurifunzionale agisce proprio in questo senso:• impedisce la respirazione orale e rieduca la respirazione nasale• guida la lingua a posizionarsi in maniera corretta per una deglutizione non disfunzio-nale• agisce sulla masticazione attraverso le mi-crostimolazioni impartite ai danti• corregge o impedisce una posizione scor-retta della mandibola• favorisce la pressione concentrica delle labbra e delle guance su entrambe le arcate, impedendo che avvenga su una sola di esse.

La possibilità di rieducare le funzioni neu-ro-vegetative si fonda sulla neuroplasticità, cioè sulla capacità del sistema nervoso di stabilire nuove connessioni tra neuroni.