Periodico della Contrada Capitana dell'Onda · mente, lo vorranno, per il bene della nostra...

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Periodico della Contrada Capitana dell'Onda numero 54 • anno XXXVI dicembre 2008 Autorizz. del tribunale di Siena n. 400 del 2/6/80 - Spediz. in abb. postale 50%

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Periodico della Contrada Capitana dell'Onda

numero 54 • anno XXXVI dicembre 2008Autorizz. del tribunale di Siena n. 400 del 2/6/80 - Spediz. in abb. postale 50%

2 alborghetto dicembre 2008

MalborghettoPeriodico della ContradaCapitana dell’Ondanumero 54 • anno XXXVIdicembre 2008

Autorizzazione del tribunaledi Siena n. 400 del 2/6/80 -Spedizione in abbonamen-to postale 50%

Direttore responsabileAlessandro Rossi

DirettoreMario Cataldo

Capo redattoreSimonetta Losi

TestiAdele AgnesoniChiara AmbrosiniGuido BelliniMartina BenatoAlessandro BettiAndrea CancelliNello CancelliBeatrice CastagniniCaterina CataldoChiara CicaliMario De GregorioChiara FineschiMassimo GorelliCecilia MoriCaterina PisaniSandra RaveggiGianni RogginiMatilde RosiniCeleste RossettiAlarico RossiJacopo RossiDebora StacchiniDaniela Ugolini

Segretariodi RedazioneFranco Fantozzi

FotoStudio Donati,Elisabetta Scelfo,Armando Santini,Archiviodella ContradaCopertina econtrocopertina: Gigi Lusini

EDITORIALELo spazio dell’Onda 3

LADIRIGENZAVi ci s’è mandato 4

ATTUALITA’L’erba del delfino è sempre più verde 5

SOCIETÀDONNESocietà delle donne 6Macchine da guerra... ma con stile

PALIOEDINTORNICanecelli aperti alla vittoria 7Il punto sul Masgalano 8La Hall of Fame bincoceleste 9La Comparsa 10Le nuove monture del Cero 11

ILRICORDOPiù di un personaggio 12

PICCOLIDELFINIGita del 2 giugno: 14destinazione lago di Pedilucoe cascata delle marmoreI Tabernacoli 15

ARTISTIONDAIOLII colori della semplicità 17

ILDOCUMENTOStatuto del Gruppo Giovani 18

ILRICORDOIl ragazzo con gli occhi di sole 20

L’ARCHIVIOL’archivio dell’Onda nel XXI secolo 21

PERSONAGGIDELPASSATOMagia nera 22Rinaldo Ticci: filosofo della musica 23alla sua maniera

LACURIOSITA’Partigiani in San Giuseppe 24

SERVIZIIl servizio è un bel... “vizio” 26

LOSPORTUna corsa della... Madonna 28Cross dei Rioni 29Una vincita inaspettata 29

NEWS 30

Orgoglioso della sua natura e della sua storia, “Malborghetto”pubblica le libere opinioni dei singoli Ondaioli. Tali espressioniimpegnano esclusivamente i loro autori e in nessun caso pos-sono essere attribuite alla Contrada come tale.

Il 2009 sarà un anno impor-tante per la nostra Contrada:con il rinnovo delle cariche,con due palii e forse tre da

correre… Il gruppo dirigente la-vorerà fino all’ultimo giorno peronorare un mandato fondato sul-l’amore per l’Onda e sulla volon-tà di farla più grande. In quale misura ci siamo riusciti?Tutto sommato, pensiamo di averreso un buon servizio all’Onda; ilpriore ed i vicari hanno fatto“squadra“, pur con idee, espe-rienze e personalità molto diver-se lavorando con unità e lealtà. Preziosi sono stati gli ondaioli,con incarichi di seggio o senzaincarichi, che hanno donato il lo-ro consiglio, il loro impegno ed illoro affetto. Oggi l’Onda ha un bilancio sano,un parco progetti ricco ed unprogramma di recupero e di valo-rizzazione dei suoi beni di gran-de valore – anche per la città: l’ex asilo, la terra sulla valle, lanuova stalla, la Sacrestia diS.Giuseppe ed i locali sovrastan-ti, il percorso pedonale da Fonta-nella a Porta Giustizia, il restaurodel Chiesino e della facciata diS.Giuseppe, la valorizzazione dipreziosi beni artistici... ed altroancora. Su questo piano traiamoun bilancio positivo. Altrettanto non possiamo dire peralcuni obiettivi che desideravamoraggiungere. Primo: una vera unità tra gli on-daioli. Persiste una diffusa diffi-coltà a guardare oltre il proprionaso ed oltre le storie del passa-to; un grande popolo deve saperpensare in grande, avere in men-te un’idea di contrada da realiz-zare, rispetto alla quale lasciarperdere i personalismi ed i ran-cori… Quest’anno correremo due e for-se tre palii; noi vogliamo vincere;il Palio si vince con il, cavallo, ilfantino, la stalla, la fortuna, unadirigenza capace….Ed altro ancora.Ma per vincere serve avere allespalle una contrada compatta,determinata, con la testa alta e losguardo volto in avanti! La Con-trada viene sempre prima delPalio, non può né deve diventa-re un suo strumento. All’Onda, con un territorio chiusoentro le mura, serve una capa-cità di accoglienza straordinaria: verso gli ondaioli che poco fre-

Editoriale

EDITORIALE

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SLo spazio

dell’Ondaiamo alla fine dell’anno, maanche alla fine del triennio.Inevitabili e forse dovuti i bi-lanci, soprattutto quelli mo-rali, sull’attività svolta, cheemergono dagli articoli pre-senti in questo numero.La Contrada vive la fase dirinnovo degli incarichi istitu-zionali, ma rimane come inattesa, proiettata verso iPalii del 2009. La vittoria èil progetto dei progetti, lamadre di tutte le attività.Noi ci auguriamo un 2009alla grande, denso di occa-sioni per stare insieme: nel-la terra finalmente fruibileda tutti, al Policarpo, in ogniluogo della nostra vita as-sociata, dalla Duprè a unterritorio del quale dobbia-mo, in qualche modo, ri-vendicare o ribadire l’ap-partenenza.Riprendere ciò che ci ap-partiene, dunque, poten-ziandolo e facendolo vivere:è una questione di spaziesterni, ma anche e forsesoprattutto di spazi interiori:quegli spazi dove abitanol’entusiasmo e la passioneper l’Onda insieme al ricor-do dei molti contradaioli,troppi, che in questi anni cihanno lasciato. Queglispazi di umanità ed appar-tenenza condivisa che cirendono unici e che ci fan-no essere grandi.Lo spazio dell’Onda, nellatesta e – forse soprattutto –nel cuore. Non sono tempifacili: basta uno sguardo almondo esterno, alla città eoltre per rendersene conto.Forse è proprio in questimomenti che si tempra il le-

game con la Contrada, so-no proprio questi i momen-ti nei quali ci si isola e ci sifrantuma con il dolore datodal senso di perdita di unaparte importante di noistessi o che ci si guarda infaccia, ci si cerca, ci si con-ta e si reagisce. Perché illuogo dell’Onda è compo-sto anche dalla sommatoriadei nostri luoghi personali,dal nostro modo di essere edi sentire. Si avvicinano lefeste, un po’ in sordina. Cisentiamo tutti un po’ piùpoveri dell’anno scorso eun po’ smarriti. Ma aprendole porte del cuore scopria-mo di avere una ricchezzaincalcolabile: l’Onda. E cel’abbiamo non perché qual-cuno, dall’esterno, ce l’hadata, ma perché noi siamol’Onda, perché la Contradaè una parte importante dinoi stessi.

Lavorare in questo luogodel cuore, dando una rinfre-scata, risistemando le co-se, buttando via i sentimen-ti inutili e le vecchie convin-zioni dannose e stantie ètanto importante quanto si-stemare i luoghi esterni, leterre, le strade e i muri. An-zi, forse è la cosa più im-portante. Riprendersi i pro-pri spazi interiori, volersi piùbene è volere più bene allavita e anche all’Onda, chedella nostra vita fa parte. Riprendersi lo spazio del-l’Onda è il primo, fonda-mentale atto per riprendersilo spazio dell’Onda in Piaz-za e la Piazza tutta.Che il 2009 veda la Piazzaaccarezzata dai nostri colo-ri festanti e cullata dal rullodei nostri tamburi a vittoria.E’ più di un desiderio, è lanostra preghiera laica.

S.

quentano o verso coloro che po-trebbero diventare dell’Onda; all’Onda serve una forte politicadi promozione dei giovani e delledonne ai livelli di responsabilità. Non servono i buoni propositi ole belle parole: servono i fatti;fatti che non ci sono stati nellamisura necessaria. Nessuna dirigenza ha poteri “tau-maturgici”, tali da risolvere da so-la i problemi della Contrada. E’ vero: sono stati tanti coloroche hanno sostenuto questo pro-getto con il loro affetto, il loro ap-prezzamento e la loro disponibili-tà. Ma la maggioranza è rimastaa guardare in silenzio; e non sem-pre il silenzio significa assenso, ecomunque in contrada serve l’im-pegno concreto e fattivo. Questa dirigenza si è sentitaspesso sola: priva del sostegnoall’altezza del progetto, se d’ac-cordo, oppure della critica co-struttiva, con proposte ed indica-zioni correttive, se non concordi. Ciononostante, rimaniamo con-vinti che la strada imboccata siaquella giusta da percorrere, e cheoccorra quindi perseverare ed in-sistere con rinnovato entusiasmo.Perciò restiamo al servizio del-l’Onda: a disposizione di coloroche verranno eletti per dar lorol’aiuto che vorranno, se, natural-mente, lo vorranno, per il benedella nostra Contrada.Ringraziamo l’Onda per quelloche ci ha dato e ringraziamo tut-ti gli ondaioli; li ringraziamo tutti,chi ci ha aiutato e chi ci ha sem-plicemente sopportato.

W l’OndaIl Priore

LADIRIGENZA

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“Questa dirigenza mi piace.Però voglio vede’ se si leticaco’ la Torre chi va a divide’…accident’al più alto…!” Cosìil Popolo, con il solito spiritosalace e simpaticamente irri-verente, ci ha bollato all’iniziodel mandato.È avvenuto che - nonostanteun momento di tensione inPiazza brillantemente supe-rato - i torraioli non ci hannodato una “carica”. E siamoriusciti anche a sedare unoscambio di idee con i pun-kabbestia che rischiava ditrasformarsi in un “Incontro-scontro”.Insomma, Mario, Francesco,Simonetta e Paolo non han-no avuto bisogno di mostra-re i muscoli, lasciando chefossero gli economi a “met-tere fuori i braccialetti”.La “carica” ce l’hanno datagli Ondaioli, nel senso di unabellissima opportunità di la-vorare per la Contrada econtribuire a costruire il suofuturo.Noi quattro abbiamo sco-perto di avere la carica (dientusiasmo) le idee chiare -nemmeno poche, a dire laverità - che si possono rias-sumere in tre punti fonda-mentali: ricompattare tutte leanime della Contrada; risi-stemare la gestione finanzia-

Vi ci s’è“mandato”!{ di Mario, Francesco,

Paolo, Simonetta

ria; aumentare e recuperareil patrimonio immobiliare;valorizzare le risorse umane,in particolar modo delledonne e dei giovani. Ma tut-to questo è nel documentoapprovato dal Seggio ed èinutile stare a ripeterlo.Quello che non è scritto neldocumento è che dal 2006ad oggi, il mercoledì oltre almercato settimanale e allepartite di Coppa c’è stata lariunione del Priore con i Vi-cari. Ogni mercoledì signifi-ca 52 volte all’anno che intre anni, per fare cifra tonda,fa 150. 150 riunioni, delladurata minima di due ore,per fare il punto della situa-zione. Mario, Paolo, France-sco e io siamo persone mol-to diverse l’una dall’altra (iopoi, in quanto donna, sonoanche più diversa… e gli at-tributi sui quali posso conta-re non sono fisici!): come s’èfatto a sopportarsi? Faciledire “perché siamo tutti dal-l’Onda”.La condizione è necessariama non sufficiente.Abbiamo lavorato insiemecon entusiasmo, glissandosui rispettivi – inevitabili – di-fetti, discutendo fino a chenon si raggiungeva la sintesipositiva, guardando al futu-ro con lucido entusiasmo,

affrontando i problemi dipetto, o di pancia, o di te-sta, o di slancio, vedete voi.L’unione ha fatto la forza.In verità, non ci siamo fattimancare niente: le Fornacici hanno “crogiolato” a pun-tino (con tutti gli sforzi tesi anon farsi…lardellare); la ter-ra ha rischiato di farci diven-tare verdi come l’erba delMatassoni; il Policarpo - chesta timidamente passandoda asilo a spazio degli On-daioli e dei gruppi di Contra-da - è stato acquisito conqualche rischio di affogarenella burocrazia. L’obiettivosono i lavori di ristrutturazio-ne, che con l’aiuto del Co-mune e del Monte sarannoavviati appena possibile:speriamo che anche il Cristodel Meini ci metta delsuo…È stata una stagionedi risanamenti economici, diacquisizioni e di restauri,che proseguiranno anchenegli anni futuri. Questo perquanto riguarda le opered’arte, gli immobili. E le per-sone? Beh, si potrebbe direche molti Ondaioli sono del-le opere d’arte, molti altrisono… immobili!Dobbiamo imparare a esse-re grandi, perché possiamoesserlo. E qui non è que-stione di statura fisica (noi

quattro si sarebbe perso inpartenza!), ma di un atteg-giamento morale: riscoprirevalori antichi come la fierez-za, che non è litigiosità, lapassione, che non è esa-sperazione, il Palio che ègioia e gusto del gioco mache non è terreno di faide esoprattutto NON è la Con-trada. Nel senso che il Paliopassa - e detto per incisosarebbe l’ora che si fermas-se! - e la Contrada resta:l’Onda è il nostro punto fer-mo senza il quale non puòesistere nient’altro, nemme-no il Palio, che verrebbe adessere un evento senza so-stanza fatto per motivi poconobili. Noi non vogliamo ca-dere nel moralismo, non vo-gliamo lasciare testamentispirituali (chi ha modo, fac-cia gli scongiuri…!), nem-meno salutarvi dicendo chesiamo stati ganzi a bestia:non abbiamo mai pensatodi essere i salvatori della Pa-tria e se qualcuno lo ha pen-sato per noi ha fatto male.Siamo felici e orgogliosi diavere avuto la fiducia degliOndaioli e siamo tranquilliperché abbiamo la consa-pevolezza serena di averdato il meglio, il nostro me-glio, per l’Onda. Chi ci suc-cederà potrà - se lo ritieneopportuno - continuare se-condo un metodo di lavorogià rodato che ha dato buo-ni frutti e potrà contare, se lovorrà, sull’esperienza fatta esull’appoggio di tutti noi.Grazie a tutti per averci datouna carica, ma sarebbe piùcorretto dire un “carico”,grazie a chi ci ha dato il man-dato per operare per il benedell’Onda.E grazie anche a quelli che inquesti anni… ci hanno“mandato”! Non ce ne siamoavuti a male e vi vogliamobene lo stesso.

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E

ATTUALITA’

rba di casa miaL’ho vista, una mattina di fi-ne estate, dalla Torre delMangia: uno spicchio verdebrillante che spunta, quasibirichino, da dietro i mattonidella Duprè.Finalmente. Finalmente hovisto nella terra la gente achiacchiera. Finalmente hovisto le cittine e i cittini,“quelli del vicolo” - il magicovicolo della Stufa, con la ca-sa accogliente della nonnadi Benedetta che si fa caricodi una banda di nipoti “ac-quisiti” - giocare nella terra,chiacchierare di cose miste-riose, segretissime per gliadulti; giocare non a barberio a nascondino, ma con icellulari, per scambiarsimessaggini, suonerie, can-zoni sguaiate inviate viabluethooth.Mi ricordo di altri giochi, di al-tre feste in quello spazio ver-de faticosamente conquista-to: la cena fai-da-te con ledonne vestite da contadine(e l’anno dopo da signore!); ilricevimento delle autorità nel1995 e ancora bambini, chegiocano sull’altalena.

L’erba del vicinoSfido qualunque invidioso vi-cino ad avere un’erba piùverde della nostra. Non èancora un piede dentro lavalle di Porta Giustizia, ma èpur sempre un polmone per

una Contrada come la no-stra, chiusa nella cerchiadelle mura, con Fontanellache è Onda, ma che risultalievemente decentrata ri-spetto al cuore del Rione,che va più o meno del Chie-sino alla Cannella.

Verde speranzaSpero che i lavori venganocompletati nel più brevetempo possibile, che il no-stro angolo verde possa es-sere dotato di servizi funzio-nali e decorosi.Soprattutto vorrei che i gio-vani, le donne e gli ex giova-ni inventassero un modoquotidiano e straordinarioper gustare insieme il ritornoa quella che per lunghi anniè stata la… terra promessa.Ora la terra c’è!

Nell’erbetta tenerellaA breve termine, vorrei go-dermela, la terra. Vorrei es-sere certa che tutti noi, la Di-rigenza di Contrada e la Du-prè, non abbiamo lavoratoinvano. Vorrei che oltre alleserate dell’olio, che final-mente hanno cambiato no-me (‘un s’ha a da’ la colpa aniente…) ci venissero orga-nizzate rappresentazioni, ce-ne, ritrovi.Senza schiacciare troppol’erba, per carità, costata al-l’ottimo Piero Sestini infinitecure (telefonate al mare: “Si-

monetta come va?” “Io be-ne, e te? E l’erba che fa?”Telefonata n. 1: “Ingiallisce,secca, non attacca”; telefo-nata n. 2: “L’annaffio duevolte al giorno, è ridiventataverde. Forse attacca”; tele-fonata n. 3: “È attaccata”;telefonata n. 4 e seguenti,tono soddisfatto: “Cresce,se Dio vòle!”).Insomma: i matassoni d’er-ba del Matassoni (un nome,un destino!) hanno attecchi-to. I soliti pessimisti hannodetto: “Sie, ora vedrai nell’in-verno quando gela!” Io sonoottimista e ho fiducia (incro-ciando le dita) nella natura enel solito Piero.Peccato non aver sfruttatol’ultimo scampolo d’estate:quando si è deciso per un’i-naugurazione tutta per noiha messo acqua. Il Pisciotti-no era diventato più espertodi previsioni meteo del co-lonnello Giuliacci.Così i cittini non hanno potu-to fare, come era previsto, lareplica di Ondeon. Peccato.L’età verde nel verde dell’er-ba ci sarebbe stata propriobene.

A piedi nudi sull’erbaAttualmente la terra è uncampo da golf: nel sensoche è freddo, e ci vuole ilmaglione e il cappotto (e,guardando di là dalla terra,abbasso Salicotto!)

Ma vi consiglio, con la bellastagione, di andare nella ter-ra, levarvi le scarpe e cam-minare sul prato.È un grande piacere e unagrande soddisfazione.L’ “Homo Ondaiolus” (e an-che la Foemina Ondaiola,naturalmente) sono unaspecie che, pur avendo vo-cazione marina, camminan-do scalza sui teneri steli sen-te il richiamo della terrafermae della foresta.L’unico albero rimasto lì enon trapiantato altrove dovràberciare forte, come stavaper fare l’educatissimo Ste-fano Neri quando gli è statodetto “Ma quest’albero quinel mezzo che ci fa?! Lo po-tresti anche leva’!”

L’erba voglioNon cresce nemmeno nelgiardino del re. Ma qui, an-che se di Siena è la sovrana,parliamo della bella Capita-na…! E allora, con un condi-zionale che è d’obbligo soloper la cortesia che si deveusare con la Sorte, per far-sela amica, dico che vorreiche su questa terra nasces-sero bandiere a vittoria, vor-rei pestare l’erba dopo averpestato la terra di Piazza edessermi sciolta in un mare dilacrime di gioia e di canti ur-lati, di quelli dove sai di finirela voce e non te ne importaniente.

L’erba delDelfinoè sempre

più verde{ di Simonetta Losi

E’arrivato anche il termine delsecondo triennio di mandatoe, di conseguenza, anche ilmomento dei saluti e dei bi-lanci. Se per quanto riguardai saluti, è facile abbracciare ebaciare metaforicamente tut-ti ed augurare buon lavoroalla nuova dirigenza, il dis-corso sui bilanci si fa piùcomplicato. Trovare un pun-to di vista obiettivo per valu-tare il proprio operato non èsemplice: possiamo peròcon onestà affermare che daparte nostra abbiamo lavora-to con il massimo impegno,portando avanti una serie diiniziative che potessero divolta in volta coinvolgerecontradaioli con interessi di-versi. Infatti abbiamo ferma-

mente creduto che il ruolodella Società delle Donne inquesto particolare momentofosse quello di creare occa-sioni di aggregazione diversedalle consuete attività ga-stronomiche: dalla visita allamostra del Mantegna a Man-tova al corso di ginnasticadolce passando dal corso didegustazione di vini al corsodi ballo e alla commedia, adesempio. Ormai è molto chese ne parla, ma purtroppo larealtà è sempre la stessa: lamaggioranza dei contradaiolinon vive più nel rione e nep-pure nel centro storico. E’quindi indispensabile creareoccasioni che stimolino lepersone ad uscire di casaper recarsi in contrada ed è a

questo che abbiamo miratocon le nostre iniziative. Tal-volta abbiamo avuto la sod-disfazione di rivedere perso-ne che da tempo non parte-cipavano se non agli appun-tamenti più importanti dellaContrada, altre volte la delu-sione di riscontrare una scar-sa partecipazione ad alcuneiniziative che per noi avevanoun particolare significato.Non ultimo, la partecipazionedei contradaioli alle attivitàorganizzate dalla Societàdelle Donne ha comportatoun discreto risultato econo-mico che ci ha consentito siadi investire in nuove iniziative,come Donne in Onda e ilprogetto in corso d’opera dellibro-racconto fotografico

sulla storia della Società, siadi contribuire puntualmentealle entrate della Contrada.Tutto sommato quindi il bi-lancio ci appare positivo.Ci auguriamo comunque chein futuro ci sia sempre unamaggiore collaborazione tra ivari organismi della Contrada- Società delle Donne, So-cietà Duprè e Gruppo Giova-ni - al fine di realizzare mani-festazioni che, come il Festi-valbar, al cui successo han-no contribuito tutti, abbianoun forte potere di coinvolgi-mento.Un abbraccio e un ringrazia-mento a tutti coloro che cihanno sostenuto e un since-ro augurio di buon lavoro al-la nuova dirigenza!

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Societàdelle donne{ di Caterina Pisani e Daniela Ugolini

SOCIETA’DONNE

Quando decidono di fare qualcosa la fanno: e lasciano tutti a bocca aperta. Le nostre donne sono “macchine da guerra”, cheuniscono determinazione e savoir faire, capacità organizzative e classe, quel tocco in più che fa la differenza.Nello specifico, Daniela, Gabriella, Gloria, Margherita, Patrizia, con la preziosa collaborazione di Piero e delle altre donne del-la Commissione per il ripristino del Policarpo, hanno lustrato a specchio tutto il piano superiore del nostro immobile, hannoreso lo spazio che è stato loro assegnato accogliente e gradevolissimo e hanno arredato con stampe e documenti antichi tut-ti gli ambienti. Dalla Contrada un sentito “grazie” per questo esempio di autonomia e di dedizione.

MACCHINE DA GUERRA… MA CON STILE

PALIOEDINTORNI

A

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d una giornalista senese,che la sera del 16 agosto2008, nella Contrada vitto-riosa, mi chiedeva le mie im-pressioni sulla corsa, dopoaverle risposto al riguardo edopo averle manifestato tut-ta la mia soddisfazione per ilrisultato della nostra avver-saria conclusi dicendo “ fi-nalmente quest’anno si cor-re due volte”. Lei non capisubito ma io ero ben co-sciente di ciò che le avevodetto.Perché l’Onda, finalmente,corre, due volte!!Per affrontare il 2009 non sipuò non partire dal 2008. Unanno che ci ha visto ufficial-mente spettatori ma non solo.L’impegno c’è stato, grossoe importante.Sono soddisfatto e orgoglio-so di ciò che l’Onda ha fatto.Sicuramente, se pur avendoavuto in sorte due primi ca-valli, la nostra avversaria èstata meno competitiva diquanto era lecito attendersi,ciò è anche dovuto al fatto di

Cancelli aperti alla vittoria

{ di Nello Cancelli

essere riusciti nel nostro in-tento e di averci messo ilnostro zampino.Con questo risultato e conquesto spirito mi sono resocosì disponibile per un nuo-vo mandato.L’Assemblea del 12 Settem-bre mi ha ancora chiamato,per la quarta volta, a ricopri-re l’incarico di Capitano. So-no contento ma soprattuttoorgoglioso. E’ un onore e,ancora una volta, voglio rin-graziare tutti gli ondaioli perquesta grande manifesta-zione di stima e di fiducia neimiei confronti.Spero di essere all’altezza,spero di ricambiare tuttaquesta fiducia e di poter fi-nalmente gioire, tutti assie-me, vincendo questo Palioche oramai da troppo tem-po aspettiamo. Non è e non sarà facile, ledifficoltà sono tante.Prima dell’Assemblea hoavuto alcuni incontri con va-rie e importanti realtà dellaContrada. Sono convinto

che questo dialogo debbacontinuare. Non è facile ri-muovere problemi vecchiche indubbiamente esistononella nostra Contrada.Un tentativo c’è comunquestato e penso che, forse, al-la fine sia mancato un po’ ditempo.Possiamo e dobbiamo co-munque insistere.Ci aspettano due Palii, dafare c’è e ci sarà molto e cisarà senz’altro spazio perchi avrà voglia e sincera dis-ponibilità. Tutti però, indi-pendentemente dal ruolo, sidevono sentire coinvolti. Ioho sempre inteso che laContrada vada vissuta conquesto spirito e con questadisponibilità.E’ stato inserito, nel gruppo,Guglielmo Ascheri. Sonocerto che potrà fare espe-rienza e magari portarequell’entusiasmo e quellaspregiudicatezza tipica deigiovani. Speriamo che portianche fortuna.In fondo, a pensarci bene,non abbiamo nemmeno poitanto da fare e pensare.L’Onda deve vincere il Pa-lio!!Ho detto che per il 2009 siparte dal 2008. Fin dal sor-teggio del 6 luglio, in tutto ilnostro lavoro, abbiamosempre tenuto presente chel’Onda, l’anno prossimo,avrebbe corso due voltecon un unico obbiettivo.Lo dobbiamo a tutti noi, aigiovani e ai meno giovani,uomini e donne e anche achi purtroppo non c’è più.Ci ha lasciato, recentemen-te, anche Spago, diceva diessere il quarto mangino.Sarebbe un gran bel modoper ricordarlo.Un abbraccio a tutti.

A

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PALIOEDINTORNI

nche quest’anno il Masgala-no ci è sfuggito per un sof-fio. Questo, se da un lato si-gnifica che la scelta degliuomini e il loro impegno so-no vicini all’eccellenza – enon possiamo che ringra-ziarli – dall’altro ci lascia unfilo di amarezza per un suc-cesso meritato e mancato.Per tre anni siamo stati a unpasso dall’ambìto baciled’argento che premia laComparsa migliore, arrivan-do due volte secondi e unavolta terzi. “Nel 2006 e nel2008 – dice Stefano Sbar-dellati - siamo stati penaliz-zati per due prese difettose;nel 2006 ad agosto, que-st’anno sia a luglio che adagosto. Sembra che ci siastata anche la stecca di untamburo e un figurante delPopolo fuori passo, maqueste comportano penalitàmeno gravi. Anche l’annoscorso ci eravamo andati vi-cini, se non era per gli spe-roni, furono messi al fantinodi luglio ma nelle fotografienon ci sono e quindi ci haportato via 20 punti”.Peccato che a fronte di unimpegno forte e ad un buonlivello del comportamentodella comparsa durante lapasseggiata storica nonfacciano seguito i risultati:“anche perché – ci dice Da-vid - per un economo vesti-re la comparsa è fare di tut-to per vincere il masgalano,far fare bella figura alla Con-trada”.“Forse – aggiunge Stefano -sarebbe opportuna una re-visione del regolamento per

l’attribuzione delle penalità:le sbandierate dovrebberoessere valutate da ex alfieri,le stamburate da ex tambu-rini eccetera”. Come si sceglie la compar-sa? “In questo triennio – di-ce Massimo – ci siamo ba-sati sul premiare ragazzi eadulti per il lavoro svolto: seuna persona si è rifiutata diandare a un funerale o a unmatrimonio non entra, ameno che non siamo presiper la gola.Inoltre si deve tener contoanche del fisico”. “Insom-ma, scherza Fabrizio, “inpasseggiata storica ci devo-no essere i rotellini, sì, manon quelli di grasso!”Gianni spiega che ci sonoregole precise: “i capelli, sesono lunghi, vanno sotto laparrucca, pena l’esclusione.La barba è consentita sol-tanto al Duce, l’unica con-cessione è una leggera pe-luria per gli uomini d’arme.Non ci devono essere orec-chini, né anelli vistosi. Gliunici gioielli consentiti sonoquelli previsti nelle foto.“Di solito – dice Stefano – laComparsa di luglio vienedecisa per la Festa Titolare,quella per agosto la seraprima della Tratta”.In effetti una decisione tem-pestiva, prima che inizino igiochi del Palio, mette al ri-paro da giustificati malumo-ri e spiacevoli fraintendi-menti.Come si veste la Compar-sa? “Si comincia subito dalPopolo e dal Capopopolo,perché sono i più veloci davestire: poi è la volta degliuomini d’arme, dei paggi alfigurin maggiore, del paggiomaggiore, del tamburino.

Per ultimi gli alfieri, che han-no particolari problemi amettersi le parrucche, chedevono essere appuntatemolto bene.Gli altri figuranti, invece,hanno meno problemi conle parrucche, che vengonomesse in capo e via. La vestizione del Duce èmolto complessa: l’espertoè il Mommi, che sa la se-quenza esatta dei pezzi del-la corazza: deve esseremontata seguendo un ordi-ne ben preciso.Viene iniziato subito e fini-sce fra gli ultimi, anche senon ha la parrucca.Se si corre si deve conside-rare la vestizione di altre duefigure. Il barbaresco si vestenella stalla, perché vienescelto dal capitano: nellacesta dei vestiti del fantinoc’è anche la montura delbarbaresco. In sede si vesteil palafreniere - che non hala parrucca e quindi è tra iprimi - e il fantino, perchédeve andare a prendere ilcavallo nel piazzale o a san-t’Agostino, a seconda del-l’irrequietezza dell’animale.Il soprallasso che viene riti-rato a mezzogiorno e vesti-to per primissimo, sotto l’ar-co. Riguardo al cavallo èsempre necessario l’aiuto diesterni che hanno a che fa-re con questi animali.Ad aiutare i nostri ragazzi cisono gli economi, il Mommi,Piero e le donne della Stan-zina. Bisogna controllaretanti dettagli: guardare seguanti non siano bucati, setutti hanno le cinture ecce-tera. Gli armadietti e le ce-ste vengono portate in Co-mune la sera prima dellaprova generale o nelle ore

che vanno da subito dopola provaccia a prima dellasegnatura dei fantini. Negliarmadietti ci sono le pettori-ne per il ricambio dei ragaz-zi della Comparsa: nel Palcosi lasciano i vestiti interni e sileva tutto il resto: le pettori-ne hanno la funzione di pro-durre l’effetto cromatico.Nelle ceste ci sono custodiee coperte: in una c’è la selladel soprallasso e nell’altra lecorazze del duce e dei pag-gi e le armi. Le ceste vengo-no riposte nella sala delleLupe, salvo le Contrade di-ciassettesima e la nona, chevanno nella stanza Magi-strato. Dopo il Palio vengo-no riportate subito in Con-trada, vengono aperte e vie-ne sistemata subito la robaper farle prendere aria. Ladisposizione delle ceste edegli armadi nella Sala delleLupe è basata sull’ordine diestrazione a sorte delleContrade, tenendo contodelle varie rivalità: se ci sonodue rivali si mette una terzaContrada nel mezzo, in mo-do che non ci sia nessunmotivo per attaccare briga.C’è stata, in passato, la cor-sa di tutte le Contrade adoccupare un certo posto,perché andandoci per 8 Pa-lii a fila ci si vinceva. Alla fine,per non leticare, si è decisoche lì ci doveva andare laquindicesima, creando unanaturale alternanza. In Saladelle Lupe si tiene conto an-che dell’ordine di uscita dal-la Piazza della Comparsa:così si mettono a scacchie-ra la prima e la seconda, laterza e la quarta, eccetera.La quindicesima e la sedi-cesima vanno una a destrae una a sinistra dei tavoli.

Il “punto” sulMasgalano

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PALIOEDINTORNI

I

LaHall of Famebiancocceelleessttee{ di Guido Bellini

n uno dei tanti pomeriggidell’inverno scorso passatialla Duprè, fra una chiac-chiera e l’altra, mi misi a sfo-gliare, come consuetudine,il giornalino di una nostraconsorella. Così, per curio-sità. E come sempre pensa-vo di non dargli tanto peso:si sa, ognuno è orgogliosodella propria “roba”.Invece in quel caso l’occhiomi cascò su un simpaticoarticolo nel quale il redattoredell’occasione creava la“comparsa di sempre” o co-me direbbe gli americani la“HALL OF FAME” dei mon-turati del 2 luglio, 16 agostoe straordinari compresi. Su-bito pensai: “Lo voglio fareanche io!”. Così prendendospunto da quell’articolo(sperando non me ne abbiail selvaiolo che lo ha redattoprima di me e levando quin-di l’originalità dell’idea), hoiniziato a recuperare, grazieanche al valido aiuto degliarchivisti, le gloriose com-parse ondaiole che sono sfi-late in Piazza dal 2/07/1945

al 16/08/2008.“Momenti brutti, momentigioiosi, ma sempre fieri diessere dall’Onda quando siindossano questi due colo-ri” direbbe Mario Cataldo.Mi è sembrata quindi l’oc-casione migliore per dare unplauso e ricordare tutti quelliche, dal tamburino al sem-plice rappresentante del po-polo, hanno portato addos-so il pesante manto dellagloria contradaiola: il biancoe celeste, inserendo inoltrela simpatica iniziativa per laquale rimasi attratto dall’ar-ticolo ovvero questa com-parsa perfetta formata dacoloro che, per ogni ruolo, sisono vestiti più volte. Certo(o almeno lo spero) che miscuserete per qualche inevi-tabile errore, inizieremo, ov-viamente, il nostro viaggio(fatto di sei puntate) con co-lui che cadenza il passo del-la comparsa e che apre lastrada ai nostri colori: il tam-burino. Per primo come nu-mero di presenze troviamoMMaarriioo CCaarrmmiiggnnaannii che quasi

ininterrottamente inanella 17presenze dal 1951 al ’59 eche stacca di ben 6 il piùgiovane GGiiuusseeppppee ““BBeeppppee””DDiirroonnaattoo (1965-72 11 pre-senze). Subito dopo Beppesi impone a quota 10 un no-to trio di virtuosi delle mazzee del tamburo: GGiioovvaannnnii““NNaannnnii”” QQuueerrcciioollii (1960-65),RRuuggggeerroo CCaammiioolloo (1980-90)e MMaarrccoo CCoosseellsscchhii (1992-98+2002), ultimo tamburinovittorioso sul campo.Staccati di sole due lun-ghezze troviamo un altrotrio, del quale gli ultimi duesono vincitori rispettivamen-te dei Masgalani ’77 e ’89,ovvero UUmmbbeerrttoo ““MMoommmmii””CCoonnttii (1967-74), AAnnggeellooGGiiaalllloommbbaarrddoo (1977-81) eRRoobbeerrttoo TTooppppii (1985-89)mentre a quota 7 IIrriioo SSbbaarr--ddeellllaattii (1945-50), per il qua-le ci sarà una curiosità chescoprirete la prossima pun-tata, e DDoonnaatteelllloo ““LLeelllloo””GGiiaalllloommbbaarrddoo (1990-1997).Mentre si contano 6 presen-ze negli anni che vanno dal1973 al ’78 per AAnnddrreeaa

““SSvveennttoolliinnaa”” BBaarrttaalliinnii, per lacoppia formata da NNiiccccoollòòGGiiaalllloommbbaarrddoo (1999-03)(vincitore tra l’altro del Ma-sgalano del 2000) e daTToommmmaassoo DDiirroonnaattoo (1998-04), e per GGiiuulliioo SSaallvviinnii(2004-08) se ne contano 5 atesta. Ci stiamo ormai avvi-cinando alla fine e così con-tiamo con 4 presenze ilgrande NNoovveelllloo IInngglleessii(1947-48+1962) e il giovanemangino GGuugglliieellmmoo ““GGuuss””AAsscchheerrii (2003-07) mentrecon 2 un quartetto formatoda AAllvvaarroo RRiiccccii (1946-47),GGiiuusseeppppee VViiggnnii (1949),AAddoollffoo ““FFooffffoo”” EErrmmiinnii (1959-61) e MMaassssiimmoo CCaasstteellllaannii.Ultimi, ma solo per ordinenumerico, con una presen-za registriamo OOmmaarr CCoonn--ssoorrttii (1960), PPaaoolloo TToottttii(1976), TToommmmaassoo FFrraannccii(1995) e GGiiuulliioo MMaassoottttii(2008). Incoronato quindicome tamburino TOP e cheentra di diritto nella Hall offame delle comparsa on-daiola è MMaarriioo CCaarrmmiiggnnaanniicon le sue 17 presenze.

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PALIOEDINTORNI

TAMBURINO SALVINI GIULIO

ALFIERE MORINI ANDREA

ALFIERE GUERRINI CLAUDIO

DUCE SALVADORI FRANCESCO

UOMO D’ ARME CODENOTTI JACOPO

UOMO D’ ARME NICCOLINI SIMONE

PAGGIO MAGGIORE SALVINI FILIPPO

PAGGIO VESSILLIFERO BELLINI GUIDO

PAGGIO VESSILLIFERO SPESSOT PIETRO

VESSILLIFERO SCHEGGI DANIELE

RAPPRESENTANTI

DEL POPOLO BROD MAX

CARLETTI MARCO

CASTALDO MARCO

CAVATI GIACOMO

MARZI FEDERICO

SALVADORI ALESSANDRO

La nostraComparsa

2 LUGLIO 2008

TAMBURINO GIULIO MASOTTI

ALFIERE EMANUELE LUCHERINI

ALFIERE GIACOMO SALVINI

DUCE FRANCESCO MEINI

UOMO D’ ARME DAVID BORGOGNI

UOMO D’ ARME VELIO INGLESI

PAGGIO MAGGIORE SIMONE CERQUIGLINI

PAGGIO VESSILLIFERO GIACOMO ROSINI

PAGGIO VESSILLIFERO ANDREA BETTI

VESSILLIFERO RUGGERO CAMIOLO

RAPPRESENTANTI

DEL POPOLO DARIO AMBROSINI

FEDERICO GENTILINI

DANIELE SCHEGGI

PIETRO SPESSOT

ALBERTO SIMONI

EUGENIO FORCONI

16 LUGLIO 2008

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PALIOEDINTORNI

La Contrada Capitana del-l’Onda partecipa con dellenuove monture, che vedo-no completamente rinnova-ta la parte superiore. Percominciare, la camicia pre-senta una chiusura al collocon bottoni invece che ilconsueto velcro laterale.Ma l’innovazione più evi-dente consiste nella parte

Le nuovemonture

del Ceroceleste della montura, infat-ti troviamo una superficie li-scia senza alcun delfino ar-gentato riportato sopra, ca-ratteristica delle vecchiemonture.Vestirsi è sempre motivo diorgoglio per ogni contra-daiolo, possiamo immagi-nare che questa sensazioneè stata ancora più grande

per le ragazze monturatesiper la processione del cerodi questo anno.Ovviamente un ringrazia-mento particolare va a Car-la e a tutte le donne dellaStanzina che come semprehanno messo a disposizio-ne tutto il loro impegno e laloro passione per il bene el’amore della contrada.

{ di Matilde Rosini

e Chiara Ambrosini

C

12 alborghetto dicembre 2008

ILRICORDO

onobbi Luciano Fusi, perdavvero nella sua totale “es-senza”, in un freddo pome-riggio di novembre. Il luogo,forse insolito ai più, era lostadio Giuseppe Meazza diSan Siro a Milano. Ricordo,vagamente, che si trattava diun Inter-Lazio. San Siro stra-colmo, noi eravamo al primoanello arancione, di fronte al-la tribuna d’onore, in quartao quinta fila: a due passi daigiocatori. Ricordo che Lucia-no era con Massimo e Jaco-po Castagnini, che tutte lesante domeniche portavanoSpago allo stadio. L’idolo diLuciano era l’uruguaianoRuben Sosa, di cui cantic-chiava la canzone della cur-va “senesizzandola”: “atten-zione a Ruben Sosa” diven-tava spesso e volentieri “chilo marca Ruben Sosa”. SanSiro stracolmo di nerazzurro,noi a due passi dai giocatorie il boato dell’ingresso incampo: era il momento pre-

ferito di Luciano. Le squadresi disponevano in campo e ilnumero undici dell’Inter si gi-rava verso tutto lo stadio peril suo saluto augurale a tuttigli spalti. Luciano si alzò inpiedi urlando “Ruben! Ru-ben! Ciao Ruben!” salutan-dolo con la mano. Gli occhigli brillavano dalla contentez-za quando si rimise a sederedicendoci: “avete visto? Miha salutato!”. È difficile raccontarle tutte, lemille avventure di Spago.Perché quello che abbiamoconosciuto noi ragazzi di og-gi non è stato il Luciano deitempi d’oro. Negli ultimi annice lo ricordiamo provare abere succhi di mela verde albanco della Duprè, oppurelo rivediamo passare tra i ta-voli in via Duprè la sera dellaprova generale rassicurandotutti che è stato fatto il mas-simo per vincere e che do-mani sarà sicuramente On-da. “Perché io le cose le so,e parlo con le persone checontano”. Ma è stata tutta lavita di Spago strabiliante,che lo ha fatto diventare un

personaggio storico di unaSiena che forse non c’è più.Luciano Fusi nacque il 26aprile del 1958, il suo so-prannome glielo affibbiaronogli amici di giochi. Il motivodel perché Luciano fu chia-

mato “Spaghino”, si perdenella leggenda. Così comelui è stato leggendario. For-se, ma sembra una favola, ilsignor Fusi portava da bam-bino sempre un filo di spagoin tasca, scontato il suo so-

Più di un semplicepersonaggio

{ di Alarico Rossi

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ILRICORDO

prannome. Per altri invece,la dicitura gli è stata data perla sua corporatura mingherli-na. Fatto sta che da bambi-no giocava nelle scale dellaContessa Ugurgieri a zufoli,e pare che fosse uno deisuoi divertimenti preferiti.Nel numero unico del 1972,a quattordici anni, la dida-scalia della sua foto parlachiaro, definendo Spago“paggio full-time”. Perché aquel tempo (ormai usanzache si sta sempre più per-dendo), i paggetti riscuote-vano sia ai funerali che aimatrimoni: mettersi la mon-tura dell’Onda allora era nonsolo motivo di orgoglio, maanche la merenda per unasettimana.E Luciano, che quando sa-rebbe stato un po’ più gran-de avrebbe amato fare cola-zione con pane burro e ac-ciughe e un brick di tè fred-do, di certo non si facevamancare l’occasione.Proprio da paggio forse si hail suo aneddoto più diverten-te. Chiamato per un funera-le, Luciano non perse l’oc-casione di presentarsi al ci-mitero. Vedendo una fila dimacchine, non si sa come,non si sa perché, fu caricatoin una macchina che seguivail carro funebre. Peccato chefosse quello sbagliato. Lacarovana proseguì fino allalontana Montalcino, doveSpago si accorse, solo giun-to a destinazione, di aversbagliato funerale.Non si sa bene come sia ri-tornato a Siena.Da piccolo delfino, in occa-sione degli allenamenti aMontarioso della squadra dicalcio, i mezzi di trasportoerano spesso improvvisati:era un lusso poter salire inmacchina di Gigi. Chi intram, chi in due in motorino,in qualche modo gli altri siarrangiavano. Il ritorno, cheperò poteva essere fatto conpiù calma, iniziava a piedi, inattesa di un passaggio.Mentre si incamminavanoverso la città, Lucianino e ilBiondo fecero l’autostop, neipressi di viale Sclavo. Si fer-mò, e li fece salire, l’Arcive-scovo in persona. L’autista, i

due bambini nel sedile ac-canto e l’Arcivescovo dietro.Ma i bambini stavano stretti,e allora Spaghino chiese, eottenne, di potersi sedereaccanto all’Arcivescovo.Fu un evento, un peccatonon poterselo più sentireraccontare.L’Onda era la sua vita, inutileribadirlo. E con l’Onda havissuto le sue esperienze piùbelle. Come quando, era for-se il Palio vittorioso del1972, vestito nel popolino,subito dopo la Fonte, a cau-sa probabilmente del caldo,tutti fecero un passo avantitranne lui che rimase fermo:“Luciano, muoviti!”. È chiaroche l’Onda quel Masgalanonon lo vinse. Tamburino perpassione, un’altra volta sce-se dal pulmino per un giro incampagna e si accorse dinon avere il tamburo. Comesi può lasciare un coantra-daiolo senza sbandierata?Bene, il rullo allora si fa conla bocca.Altro episodio significativo fuquando Luciano lavorava alMonte dei Paschi. In Banchidi Sopra, doveva scaricareun camion di carta, o co-munque di roba molto pe-sante. Dopo un’ora che il la-voro non era stato comple-tato, qualcuno chiese a Spa-go: “O Luciano, ma sei sem-pre qui?” Leggendaria la ri-sposta: “oh, ‘un so’ micagatti, che gli fai sciò sciò escendono!”E noi ce lo ricordiamo così ilnostro Luciano, ognuno coni suoi aneddoti personali,episodi più o meno famosi.Come le sue eterne discus-sioni con Dunga, che negliultimi tempi stava in casacon lui. Una notte che Lucia-no non trovava la Vespa, chepoi era davanti al Bibò, dice-va a Dunga: “forse è ai Quat-tro Cantoni…” e via a cer-carla. Dopo mezz’ora eranodi nuovo nell’Onda a discu-tere su questa Vespa chenon si trovava: “forse è aPorta Camollia…” Alle seidel mattino, via Duprè potédormire tranquilla. Già, la Ve-spa di Luciano. Quella chesistematicamente guidavacon una mano sulla mano-

pola del gas e quell’altra chepensava alla sigaretta, vera-mente immancabile. Il pro-blema era la notte al ritornoa casa, quante volte in terrao contro un muro… Ancheperché Luciano, da giovane,si era fissato con una sfidaimpossibile. Girare a sessan-ta all’ora la curva a gomito incima a via del Sole, subitodopo l’asilo di San Girolamo.Luciano ci provava, ma tro-vava sempre il muro.Negli ultimi anni, come det-to, ce lo ricordiamo consun-to dai vizi e dalla malattia. Ece lo ricordiamo, incredibil-mente splendente come ilsole, nelle sere prima del 29giugno del 2002. Era statolavato, imbrillantato, impo-matato, lisciato e rivestito:nelle sere della Festa Titolaresembrava tornato un bambi-no. Doveva andare a pren-dere il cavallo, lo sentivi par-

lare di chi si doveva prende-re e chi invece andava datoalla Torre. Il destino gli vollemale, la mattina del 29 giu-gno 2002: una crisi epiletticalo colpì in via Duprè subitodopo la fine delle batterie. Echissà come sarebbe anda-to quel Palio se Luciano fos-se andato a prendere il ca-vallo. Non ci dimentichere-mo mai la sua voce incon-fondibile, il suo balbettìo chelo caratterizzava. “Ti manca-no le ore di volo”, oppure lasua battuta sempre pronta. Ilsuo saluto con la manoaperta tirata su e il lungo fi-schio. Le serenate, il Pingui-no belisario, Io vagabondo,Vincerò e Pittore. E lassù,quella Vergine bianca, gli an-gioletti neri e l’Onda, semprenel cuore.P.S.: sugli aneddoti si po-trebbe andare avanti all’infi-nito...

I

14 alborghetto dicembre 2008

l giorno 2 giugno, è stata or-ganizzata dagli addetti aiPiccoli Delfini, la tradizionalegita... del 2 giugno! L’itinera-rio prevedeva una visita gui-data con il battello, sul lagodi Pediluco; dopo, la partepiù emozionante della gita:l’escursione sul fiume Neraper praticare rafting soft; infi-ne a vedere le cascate dellemarmore.

Tutto è cominciato dalla par-tenza al campino di San Pro-spero (intorno alle 7:00/7:30). Lungo il tragitto nel-l’autobus, gli addetti insiemeai piccoli delfini si sono se-duti in fondo, dove ha segui-

to l’interrogazione del “prof.Baina” (Andrea Bonelli) sullageografia dell’itinerario delviaggio... cose che sapevasolo lui (nessuno sapeva do-ve le aveva trovate!!!!). Dopocirca tre ore di viaggio, sia-mo giunti al lago di Pediluco,dove ci aspettava la visita sulbattello, la guida ci ha mo-strato il paesaggio circo-stante poi arrivati in un pun-to preciso del lago la guidaha spento il motore e ha ur-lato per farci sentire l’eco.Rossella e Adele hanno te-stato la funzionalità del feno-meno gridando “VIVA L’ON-DAAAAA!!!!!”, ha seguito ilBaina con una frase incom-prensibile. Siamo tornati sulpullman e ci siamo divisi perpranzare; un gruppo ha pro-seguito in autobus per recar-si al ristorante, un altro ha

preferito mangiare al sacco.Dopo un lungo pasto il grup-po del ristorante è finalmen-te tornato...con mezz’ora diritardo; a questo punto cisiamo riuniti per dividercinuovamente divisi in quattrogruppi. In seguito ci hannoconsegnato l’ equipaggia-mento: tuta, giacca, stivalet-ti, casco e salvagente; siamorisaliti in pullman per arrivareal fiume Nera dove ci aspet-tavano gli istruttori, lì siamostati muniti di pagaie (remi) esaliti sulle canoe in 8/9 per-sone. Gli istruttori hanno in-segnato a ciascun gruppo leregole base del rafting:avanti, indietro, stop e...ami-ci il comando più divertente,quando un’altra canoa si av-vicinava la dovevi schizzare.Dopo cinque chilometri sia-mo arrivati all’arrivo, sotto lapioggia abbiamo lavato le tu-te e le giacche e siamo corsia fare la doccia., l’unico pro-blema era il phon...inesisten-te, anche se sul sito avevanoscritto che c’era. Stanchissi-mi siamo risaliti in pullmanper recarci a vedere le Ca-scate delle Marmore. Arrivatiabbiamo scelto dei sentieridai quali si potevano ammi-rare le cascate alle sette etrenta abbiamo ripreso l’au-tobus e siamo ripartiti perSiena, durante il tragitto c’e-ra chi dormiva, chi ascoltavala musica e chi cantava asquarciagola disturbando laquiete.

È stata una gita emozionan-te e divertente e... faticosaperchè si doveva remare.

{ di Adele Agnesoni e Debora Stacchini

Gita del 2 giugno

destinazione: lago di Pediluco

e Cascata delle Marmore

PICCOLIDELFINI

dicembre 2008 alborghetto 15

PICCOLIDELFINI

Tabernacoli:festa e cultura

SCHEDA N° 1

TTiittoolloo ooppeerraaMadonna del forno bruciato

UUbbiiccaazziioonneeCasato di Sopra, 3TTeeccnniiccaadipinto olio su tavola25x40 cmEEppooccaa XVII secoloAAuuttoorreeBattista Ansano Olmasroni

CCeennnnii ssttoorriicciiIl dipinto è contenuto in unapregevole edicola lignea delxvii secolo, in passato muni-ta di sportelli. Da un recenterestauro e’ stata rinvenuta lafirma dell’autore sul retrodella tavola.

SCHEDA N° 2

TTiittoolloo ooppeerraaMadonna Bertolini

UUbbiiccaazziioonneePiazzetta tra Casatodi Sopra e Casato di SottoTTeeccnniiccaaaffresco, 218x142 cm.posto ad un’altezza di 3,50mt. dalla strada EEppooccaa pprreessuunnttaa 1625-1620AAuuttoorree Attribuito da fontistoriche a Sebastiano Folli

CCeennnnii ssttoorriicciiL’affresco si trova sulla fac-ciata di casa Mensini ed èracchiuso in una cornice astucco con timpano curvili-neo spezzato, lesene concapitelli e altri elementi de-corativi. Il nome attribuito al-l’affresco in realta’ ingannaperche’ ha come soggetto il“compianto sul Cristo”.

rif. cartografico - prg. scala 1:50 rif. cartografico - prg. scala 1:50 rif. cartografico - prg. scala 1:50 rif. cartografico - prg. scala 1:50

SCHEDA N° 3

TTiittoolloo ooppeerraaMadonna con Bambino

UUbbiiccaazziioonneeVia Giovanni Duprè, 36TTeeccnniiccaaDipinto su tavola eseguito atemperaEEppooccaa XV secoloAAuuttoorree anonimo

CCeennnnii ssttoorriicciiLa tavola originale è statatrasferita al museo civico nel1982 per motivi conservati-vi. Non si conosce il nomedell’autore ma si ritiene cheappartenga ad un pittore bi-zantineggiante.

SCHEDA N° 4

TTiittoolloo ooppeerraaMadonna con Bambino

UUbbiiccaazziioonneeVia Giovanni Duprè, 51TTeeccnniiccaaAltorilievo in terracotta20x 33 cmposto ad un’altezza di 4 mt.dalla stradaEEppooccaa pprreessuunnttaaXVII - XVII secoloAAuuttoorree bottega dei Mazzuoli

CCeennnnii ssttoorriicciiL’opera scultorea si presen-ta molto deteriorata.attualmente è visibile partedel corpo del bambino privodegli arti e della testa. laMadonna seppur integra èin cattivo stato di conserva-zione.

Quest’anno, grazie all’impegno di Elisabetta Scelfo, degli Addetti e di tutti i Piccoli Delfini, la Festa della Madonna è stata carat-terizzata da una ricognizione molto interessante sulle nostre Madonnine.

16 alborghetto dicembre 2008

PICCOLIDELFINI

rif. cartografico - prg. scala 1:50

SCHEDA N° 5

TTiittoolloo ooppeerraaMadonna con Bambino conai lati Santa Caterina e SanBernardino

UUbbiiccaazziioonneeCasato di Sotto, 37TTeeccnniiccaa DipintoEEppooccaa XIV secoloAAuuttoorree anonimo

CCeennnnii ssttoorriicciiAttualmente del dipinto co-stituito da una tavola a fon-do oro rimane solo una cor-nice in stucco e la predellalignea con lo stemma degliUgurgieri.

SCHEDA N° 6

TTiittoolloo ooppeerraaSacra Famiglia con figureallegoriche

UUbbiiccaazziioonneeVia Giovanni Duprè, 26TTeeccnniiccaaTavola dipinta ad olio150x 20 cm EEppooccaa 1980AAuuttoorree commissionata adIrio Sbardellati dal contra-daiolo Otellino in memoriadella figlia Lilia.

CCeennnnii ssttoorriicciiTale tabernacolo ha ispiratoben tre dipinti, il primo risa-lente al XVI secolo e cono-sciuto come affresco di Bar-tolomeo Neroni detto il “Ric-cio”. L’opera gravementedanneggiata venne sostitui-ta nel 1929 dal pittore sene-se Vittorio Giunti sotto com-missione della Contrada.Anche quest’ultima si dete-riorò in fretta e venne coper-ta nel 1980 dalla tavolacommissionata ad Irio Sbar-dellati. Il soggetto rappre-senta la Sacra Famiglia configure allegoriche ed è incor-niciata sotto l’arco di SanGiuseppe. Il dipinto risultaessere un connubio tra reli-gione e amore per la contra-da e la città di Siena.

rif. cartografico - prg. scala 1:50

dicembre 2008 alborghetto 17

MMaria Cialfi è un’artista di fa-ma internazionale. Ha espo-sto in molte città italiane, havinto premi prestigiosi racco-gliendo il giudizio positivo dimolti critici, è stata nominatamembro orario della statuni-tense Columbian Academy,di St.Louis.Eppure, il capolavoro piùgrande lo ha realizzato rima-nendo sempre una personasemplice, lontana da ognisnobismo, che pur la suacondizione di artista di suc-cesso, per giunta donna, leavrebbe consentito. Unasemplicità che le ha permes-so di capire, in un precisomomento del suo percorso,che i colori sarebbero stati lasua vita. Colori tra i quali, na-turalmente, ci sono anche ilbianco e celeste della suacontrada. Di arte, di Siena,della sua infanzia, del suoamore per il marito Sergio edel Palio, abbiamo parlatonella sua bella casa senese.QQuuaannddoo èè iinniizziiaattoo iill ttuuoo ppeerr--ccoorrssoo aarrttiissttiiccoo??Prestissimo, la pittura era nelmio dna, mio nonno era pitto-re, come mio zio. Già a nove,dieci anni disegnavo ovun-que, anche se mia madresoffocava questa mia passio-ne perché per una donna, ametà del secolo scorso, nonera conveniente fare una pro-fessione artistica. Così, an-che quando vinsi un concor-so che mi avrebbe permessodi fare della pittura una pro-fessione, fui ostacolata. Solopiù tardi riuscì a fare ciò che èsempre stato la cosa che hoamato fare: dipingere, dise-gnare. Fin da piccola amavodisegnare cose elaborate, ve-stiti eleganti, drappi, paesag-gi, elementi della natura. Sen-

tivo questa spinta verso sog-getti complessi, ricercati.CCoommee ee qquuaannddoo ccoorroonnaassttii iill

ttuuoo ssooggnnoo ddii ffaarree llaa ppiittttrriiccee??Fu difficile e avvenne tardi, do-po tanti anni da quei primi di-segni giovanili. Anche miomarito Sergio, infatti, con ilquale mi sposai nel 1952, nonaccettò questa passione e,insieme al ‘no’ di mia madre,frenò anch’egli ogni entusia-smo. Fu mio padre, regalan-domi una cassetta di colori adolio, a spingermi nuovamentenella professione che era sta-ta di suo padre e di suo fratel-lo.UUnn nnuuoovvoo ccoollppoo ddii ffuullmmiinneeccoonn llaa ppiittttuurraaSì, che vide proprio mio mari-to divenire il mio primo soste-nitore. Dopo aver superatoquesta forma di gelosia versola mia arte, una volta impara-to a conoscermi a fondo di-ventò un fan entusiasta: se-condo lui, infatti, ero bravissi-ma. La prima mostra fu un’e-stemporanea a Torrenieri, do-ve vinsi il primo premio. Dal’66 - ’67 dunque, ricominciaa dipingere e fu un successo,vendevo, i miei quadri anda-vano nelle scuole, nelle colle-zioni private, nei musei: c’eraun seguito che mio marito as-secondava con intelligenza ecapacità da manager. Venivoinvitata per fare mostre per-sonali in tutta Italia, segnoche stavo facendo breccia.Ho avuto molti riconoscimen-ti e molte recensioni di criticiimportanti tra cui ricordo soloalcuni: Enzo Carli; EverardoDalla Noce; Piero Bargellini;Stefano Cairola; Giorgio Cre-ma; Giovanni Magrini e moltealtri. Ricordo, con particolarepiacere, una mostra al Palaz-zo delle esposizioni a Roma,

quando premiarono tre mieiquadri, c’era anche mio pa-dre e fu una grande gioia. QQuuaallii ffuurroonnoo ii ttuuooii mmooddeellllii,, iittuuooii aarrttiissttii ddii rriiffeerriimmeennttoo?? Mi piacciono tutti i pittori, mipiace l’arte nella sua globali-tà, amo gli antichi, ma anchei moderni: Renoir; Picasso; ilgenio di Salvador DalÍ, di cuiamo anche la follia. Ho ammi-rato tutti i grandi pittori, manon li ho mai copiati, fin dapiccola ho sempre creato se-condo ciò che sentivo dentro.Forse piacevo proprio perquello. Io ho sempre fatto ciòche sentivo, la sensibilità allavita era la mia fonte di ispira-zione.QQuueessttaa ttuuaa dduuttttiilliittàà ee aatttteenn--zziioonnee vveerrssoo cciiòò cchhee ttii cciirrccoonn--ddaa ccoommee ttii hhaa ffaattttoo vviivveerree iillPPaalliioo ee llaa CCoonnttrraaddaa??L’Onda, purtroppo, non hoavuto modo di frequentarlada giovane, anche perché lecontrade erano molto diverserispetto ad oggi, anche a li-vello di presenza femminile.Negli ultimi anni ho avuto lafortuna di riviverla, special-mente nel 1995 quando, inoccasione dell’ultima vittoria,partecipavo ogni sera ad uncenino, fu un momento moltobello. Dell’Onda poi, ricordola mia infanzia, i giochi in Fon-tanella dove vivevo, e in Piaz-za del Campo.IIll PPaalliioo ccoommee hhaa sseeggnnaattoo llaattuuaa eessppeerriieennzzaa aarrttiissttiiccaa??Pur non avendo frequentatola contrada, da senese, è unacosa che ho dentro, che faparte di me. Ricordo, semprenel 1995, quando l’Onda vin-se il Palio, la corsa verso Pro-venzano, trovando energie eforze che non avrei mai pen-sato di avere. Era l’energiadell’emozione, della gioia.

Dal punto di vista artistico, di-pinsi anche un bozzetto per ilPalio, nel 1981.Non vinsi, ma fu una bellaesperienza e molti miei colle-ghi apprezzarono l’originalitàdel lavoro.AA SSiieennaa sseeii ssttaattaa aanncchhee pprroo--ttaaggoonniissttaa ddii uunn mmoommeennttoo ppaarr--ttiiccoollaarrmmeennttee vviivvaaccee ddeellllaa ppiitt--ttuurraa cciittttaaddiinnaa iinn uunn ggrruuppppoocchhee rriiuunniivvaa iill ““ffiioorree”” ddeeii ppiittttoorriiddeellllaa cciittttààSì, fu appunto quando fon-dammo il gruppo Siena 9 cheraccoglieva i pittori migliori diSiena intorno alla fine deglianni sessanta. Facevamo le“collettive” insieme, sia a Sie-na che fuori. Fu un periodomolto bello e i miei colleghifurono sempre rispettosi egentili con me, mi accettaro-no, seppur donna, come arti-sta e oggi voglio a tutti i com-ponenti di quel gruppo moltobene. E’ un ricordo veramen-te stupendo e bello. Col tem-po, il grande lavoro che miportava lontana da Siena, miportò ad allontanarmi dalgruppo, ma dentro di me ri-cordo con immenso piacerequegli anni e quelle persone.CCoonnttiinnuuii aa ddiisseeggnnaarree ooggggii?? EEqquuaallii ssoonnoo llee ttuuee ffoonnttii ddii iissppii--rraazziioonnee??Purtroppo, dopo un brutto in-cidente stradale nel 1986,non ho più fatto mostre e, an-che se talvolta sento il desi-derio di dipingere e disegnareancora, faccio molta fatica.L’ispirazione resta però e, og-gi come ieri, non mi sento le-gata a nessun tema in parti-colare. Mi guida lo stato d’a-nimo. Non ho mai voluto ac-cettare posizioni prestabilite.Ho sempre fatto quello cheho sentito ispirata dalla vita intutti i suoi aspetti.

{ di Massimo Gorelli

ARTISTIONDAIOLI

I colori della semplicità

18 alborghetto dicembre 2008

ILDOCUMENTO

Capo IDefinizione del Gruppo

Art. 1 - Il GGO è un orga-nismo di chiara emanazio-ne ondaiola che si fondesui principi della Contradae dell’associazionismo de-mocratico tra tutti i giovanidell’Onda. Art. 2 - Il GGO è nato conil preciso scopo di integra-re le attività della ContradaCapitana dell’Onda, svol-gendo una serie di attivitàche si rivolgono non soltan-to verso i giovani ma versotutti i contradaioli e simpa-tizzanti dell’Onda. Al Gruppo Giovani posso-no essere affidati dallaContrada Capitana del-l’Onda compiti e mansionidi natura organizzativa,sportiva, culturale e socialeparticolarmente adatti allacondizione giovanile.Art. 3 - Fanno parte delGruppo Giovani Ondaioli igiovani dell’Onda dal com-pimento del quattordicesi-mo fino al compimento delventiquattresimo anno dietà. Inoltre, vi appartengo-no i membri del Consiglioche, eventualmente, abbia-no compiuto il ventiquattre-simo anno di età durante ilproprio mandato.

Capo IIOrgani del Gruppo

Art. 4 - Gli organi delGruppo sono: il Presidente,il Consiglio e l’Assembleadei Giovani.Art. 5 - Il Presidente è ilrappresentante del Gruppoin tutti i rapporti interni edesterni al Gruppo ed even-tualmente alla Contrada.

Ha diritto a partecipare alSeggio della Contrada e faparte del Consiglio delGruppo Giovani Ondaioli.Al momento della sua ele-zione, deve aver già com-piuto la maggiore età.Il Presidente prende parteal seggio della Contrada,indice i consigli e le assem-blee, accoglie le richieste diAssemblea, affida le spe-cializzazioni e le mansioniai membri del gruppo.Art. 6 - Il Consiglio è com-posto dal Presidente, 2 Vi-ce Presidenti, 1 Segretario,1 Economo e 6 Consiglieri.Il Consiglio ha il compito didiscutere su argomenti ine-renti alla vita del GruppoGiovani Ondaioli, ideare eproporre le attività da dis-cutere in Assemblea. Art. 7 - I Vice Presidentifanno le veci del Presidentein caso di suo impedimen-to temporaneo, possonoavere particolari mansionidecise dal Presidente ri-guardo anche all’indirizzodi Consiglieri.Entrambi devono avercompiuto, al momento del-l’elezione, il diciottesimoanno di età.Art. 8 - Il segretario regolale pubbliche relazioni delGruppo, pubblicizzando leattività attraverso mezzi distampa, sms, internet equalsiasi altro veicolo;comunica le assemblee e iconsigli; redige i verbalidelle assemblee.Art. 9 - L’Economo gesti-sce il patrimonio del grup-po, riferisce le situazioni dibilancio e amministra i benidel Gruppo Giovani.Art. 10 - Ai consiglierivengono affidate dal Consi-

glio e dal Presidente variemansioni in base alle situa-zioni del caso. Art. 11 - Nel caso in cuiun membro del Consigliocompia il ventiquattresimoanno di età durante il pro-prio mandato, perde i di-ritti di membro del GruppoGiovani, mantenendo i di-ritti di membro del Consi-glio.Può quindi partecipare inmaniera diretta alle singoleassemblee (partecipando evotando), ma perde il dirittodi eleggibilità e di voto inoccasione delle elezioni delConsiglio. Non può essereeletto come membro dellaCommissione Elettorale nécome nuovo membro delConsiglio. Art. 12 - I membri delConsiglio sono eletti in se-de di elezione e la loro cari-ca ha durata concomitantecon gli atri organi dellaContrada.Art. 13 - Le riunioni diConsiglio devono essereconvocate dal Presidente edevono essere comunicatedal Presidente o dal Segre-tario almeno cinque giorniprima del loro svolgimento. Art. 14 - L’Assemblea è ilmassimo organo del Grup-po Giovani, in cui si discu-tono tutti gli argomenti ine-renti la vita del Gruppo Gio-vani ed è l’unico organodeliberativo del Gruppo.In essa vi sono riuniti tutti imembri del Gruppo Giova-ni. All’Assemblea possonopartecipare anche rappre-sentanti della Contradaqualora le circostanze lo ri-chiedano e quei membridel Consiglio del GruppoGiovani in carica che hanno

compiuto il ventiquattresi-mo anno di età, con le mo-dalità di cui all’art. 11. Tuttii partecipanti hanno dirittodi parola e di voto. Gli even-tuali rappresentanti dellaContrada hanno solo dirittodi parola e non di voto.Art. 15 - L’Assemblea èconvocata dal Presidentetramite avviso del segreta-rio entro dieci giorni primala data di effettuazione. L’avviso deve contenere ladata, il luogo, l’orario previ-sti per l’Assemblea e l’ordi-ne del giorno che sarà dis-cusso. L’Assemblea deve essereconvocata dal Presidenteentro dieci giorni qualorane facciano richiesta scrit-ta e motivata dodici ap-partenenti al Gruppo Gio-vani esterni al Consigliooppure la maggioranza delConsiglio.Art. 16 - L’Assemblea de-ve essere convocata: entro San Giuseppe, per laprogrammazione primave-rile e l’organizzazione diSan Giuseppe; entro la Festa Titolare, perl’organizzazione della FestaTitolare e in previsione delPalio di luglio; entro il Palio di agosto, peril resoconto del Palio pre-cedente e in previsione diquello successivo; entro la Festa della Madon-na, per il resoconto del Pa-lio di agosto; entro Sant’Ansano, per ilresoconto dell’annata; entro il mese di ottobre del-l’anno di scadenza delConsiglio per l’elezione del-la Commissione elettorale.Art. 17 - L’Assemblea èpresieduta dal Presidente.

Statuto delGruppo Giovani

dicembre 2008 alborghetto 19

ILDOCUMENTO

Prima dell’inizio dell’As-semblea dovrà essere lettoil verbale della seduta pre-cedente che dovrà esseresottoposto a votazione.L’Assemblea è ritenuta vali-da alla presenza di almeno15 persone con diritto dipresenza. Art. 18 - L’Assemblea de-libera a maggioranza.Le decisioni impegnanoanche il dissenziente, chedovrà pertanto assicurarepieno rispetto delle decisio-ni prese e totale collabora-zione unitamente agli altri,contribuendo all’unità di in-tenti che è alla base dellospirito del Gruppo Giovani.Le votazioni avvengono peralzata di mano e a scrutiniosegreto ogni volta che lavotazione concerne perso-ne. La votazione a scrutiniosegreto potrà essere richie-sta anche dal Presidente oda un terzo dei presenti.In caso di votazione a scru-tinio segreto, dovranno es-sere nominati tre scrutatori. Art. 19 - Non potrà esse-re trattato alcun altro argo-mento non previsto dall’Or-dine del Giorno.Nel caso siano proposti al-tri argomenti, il Segretariodovrà prenderne nota equesti saranno discussinell’Assemblea successiva,a meno che detto argo-mento non sia consideratodal Presidente da discuter-si immediatamente per lasua rilevante importanza.

Capo IIIElezione dei membridel Gruppo

Art. 20 - Le elezioni per ilrinnovo del Consiglio si ef-fettuano secondo il sistemadelle liste aperte di candi-dati. A tutte le operazionielettorali presiede un’appo-sita Commissione.Art. 21 - La Commissioneelettorale è composta dacinque membri del GruppoGiovani i quali, al momentodell’Assemblea in cui sielegge la Commissionestessa, non abbiano com-

piuto il ventiquattresimoanno di età. I membri della Commissio-ne elettorale vengono elettidall’Assemblea del GruppoGiovani a scrutinio segretomediante votazione di trenomi scelti in una rosa pro-posta indicativamente dalConsiglio ed aperta ad altreproposte dell’Assemblea.La rosa dei candidati deveessere formata da un mini-mo di sette persone.La Commissione nomina alsuo interno un Presidenteed un Segretario.Art. 22 - La Commissioneelettorale deve:formare una lista d’orienta-mento, da esporre nellaSede della Contrada e del-la Società “Giovanni Du-prè” almeno dieci giorni pri-ma delle elezioni ed indica-tivamente non oltre il suc-cessivo mese di gennaio,nel redigere la quale dovràconsultare il Collegio deiMaggiorenti, il Priore ed iVicari. La Commissioneelettorale dovrà operare instretta collaborazione e co-ordinando si con la Com-missione elettorale dellaSocietà “Giovanni Duprè” ele Commissioni elettoralidegli altri Organi della Con-trada, quando anche le ele-zioni di questi si svolganocontemporaneamente:Controllare che tutte le per-sone segnalate nelle listesiano contradaioli Protetto-ri e abbiano superato ilquattordicesimo anno dietà e non abbiano ricusatola candidatura;diramare a tutti i contra-daioli, mediante comunica-zione pubblica a mezzostampa e manifesti, l’invitoa partecipare alle votazioni;sovrintendere e vigilare sututte le operazioni di votoche devono essere pubbli-che ad alle quali devonocostantemente presenziarealmeno tre membri;effettuare pubblicamente lospoglio dei voti e compilareil verbale conclusivo, con-tenente tutte le indicazionidel caso e, in allegato, l’e-

lenco in ordine di presenta-zione dei votanti, con le fir-me degli stessi;rimettere immediatamentela documentazione al Col-legio dei Maggiorenti che,dopo aver verificato la legit-timità della procedura, au-torizza la Commissioneelettorale stessa a renderedi pubblico dominio l’esitodella votazione, a mezzoavviso da affiggere fuoridalla Sede e mediantepubblicazione sulla stampacittadina, ed a provvederealla comunicazione a tuttigli eletti.Art. 23 - Il diritto di voto èriservato ai membri delGruppo Giovani, che nonabbiano compiuto il venti-quattresimo anno di età.Il voto deve essere eserci-tato personalmente pressoil seggio elettorale.L’elettore ha facoltà di vo-tare la lista presentata dallaCommissione modificando,sostituendo ed includendoi nomi di coloro che intendeeleggere alle varie cariche.Tutte le schede devono re-care, accanto ai nomi pro-posti, uno spazio in biancoper eventuali sostituzioni.Art. 24 - La scheda èconsiderata nulla se recacontrassegni oppure secontiene scritte superflue.In caso di contestazioni, laCommissione elettoraledecide a maggioranza.Art. 25 - Per la validitàdelle elezioni, il numero deivotanti non deve essere in-feriore a quindici.In caso contrario le elezionidovranno essere ripetute acura della stessa Commis-sione elettorale e ciò avver-rà anche nel caso in cui lasomma delle schede nullerisulti pari o superiore allametà dei votanti.Art. 26 - In caso di falli-mento della Commissione,dovranno essere ripetutetutte le operazioni di nomi-na della stessa di cui all’art.21 e segg.Art. 27 - Qualora duranteil mandato una carica delConsiglio rimanga vacante,

la persona chiamata allasostituzione sarà eletta dal-l’Assemblea del GruppoGiovani. In tal caso, i nominativi deicandidati possono essereproposti da qualsiasi mem-bro dell’Assemblea e la vo-tazione si tiene a scrutiniosegreto.Per lo scrutinio segreto,dovranno essere nominatitre scrutatori.La persona eletta dall’As-semblea può ricoprire qual-siasi carica tranne quelladel Presidente.Art. 28 - Per le eventualisostituzioni di Vice-Presi-dente o Economo, l’As-semblea potrà scegliereper la sostituzione solo edesclusivamente un ele-mento già presente nelConsiglio.In Assemblea, nella stessasede, si provvederà adeleggere sia chi ricoprirà lacarica venuta meno, sia l’e-lezione di colui che prende-rà il posto del sostituto.Art. 29 - Nel caso in cui lacarica del presidente ri-manga vacante, si provve-derà a ripetere le elezioni ditutto il Consiglio.

Capo IVDisposizioni finali etransitorie

Art. 30Il presente Statuto entra invigore immediatamente inseguito all’approvazionedell’Assemblea del Grup-po Giovani del giorno 7settembre 2008 e all’ ap-provazione di coerenzacon lo Statuto della Con-trada Capitana dell’Ondada parte del Seggio diret-tivo del giorno 18 settem-bre 2008.Art. 31Il presente Statuto può es-sere modificato attraverso illavoro di una commissionenominata dall’Assembleadel Gruppo Giovani.Le modifiche dello Statutodovranno avere il consensodei due terzi dell’Assem-blea del Gruppo Giovani.

20 alborghetto dicembre 2008

ILRICORDO

Mattia negli occhi aveva il so-le. Era una di quelle personeche quando entravano inuna stanza la illuminavanodi una luce calda, gioiosa. Equella luce negli occhi ti da-va un senso di serenità. Tut-to sembrava più bello, tuttopiù semplice. Anche perchéMattia era una di quelle per-sone che hanno il dono e lagrazia di rendere la vita piùfacile e più gradevole a tuttiquanti hanno la fortuna distare loro vicino.Una disponibilità inusuale,profonda, quella di Mattia,perché illuminata dall’alle-gria e dall’entusiasmo delfare che derivano dallagrandezza dell’essere, daun’anima vasta, ricca,straordinariamente Mattia era il sorriso che timancava, quello che avevidimenticato di fare fin dalmattino; era quella conten-

tezza che avevi accantona-to nei tuoi giorni spesso im-bronciati e che riscoprivi co-me uno di quei tesori dell’in-fanzia che non ti erano capi-tati da tempo, persi nelletue giornate convulse espesso stolide.Il suo sorriso era una speciedi abbraccio che ti coinvol-geva in un mulinello ilare epieno di belle emozioni.Mattia era capace, in unasera qualunque, di regalarefiori alle donne dell’Onda ditutte le età che aveva vicino,semplicemente perché c’e-ra festa, erano comparseinaspettatamente delle rosee c’era stato il naturale im-pulso di fare un dono.Il modo di essere di Mattia,il suo stare con gli altri ti me-ravigliavano sempre un po’,per la loro freschezza e laloro autenticità.Amava la vita, le donne, gliamici, in maniera assoluta-mente solare, con sensibili-tà ed intelligenza del cuore.E, naturalmente, la famiglia.Gente straordinaria, che ti fasentire piccino.Quella madre che nel giornodel dolore più grande rin-grazia Dio per averle donatoMattia, senza rimproverarglidi averglielo tolto; quel pa-dre che viene pochi giornidopo in Contrada a ringra-ziare, trovando Mattia per lenostre strade, negli occhidella sua gente. I fratelli e lesorelle, con gli occhi cheassomigliano a quelli diMattia come un tratto co-mune, un’identità familiare.A pochi giorni dalla tragediasono lucidi e tristi, ma non

spenti: e Iari, Valentina, Al-berto, Marianna, Luca stan-no nell’Onda, semplice-mente perché sono dell’On-da e perché in quel momen-to Mattia nell’Onda ci sareb-be stato. E’ dura parlare diMattia al passato, dopo chela morte assassina lo hapreso di notte, tendendogliun agguato vigliacco.Viene da pensare che in unaltro momento non avrebbepotuto, perché il sole di

Mattia era capace di fugarele tenebre. La morte lo haghermito tra lo spazio e iltempo giocoso della Con-trada e lo spazio e il tem-po degli affetti grandi dicasa sua. E’ giunta di sop-piatto, al buio, come una la-dra, in una dolcissima notted’estate, piena di profumi edi attese. Un attimo solo, eMattia non c’era più.Nel cielo, due stelle si sonospente per sempre.

Il ragazzocon gli occhidi sole { di Simonetta Losi

dicembre 2008 alborghetto 21

L’ARCHIVIO

L’archiviodell’ Onda

nel XXI secolo

L’

{ di Caterina Cataldo ee Andrea Cancellirare in gruppo, sfruttando lesingole competenze, in par-ticolare in ambito “compute-ristico”, è senza dubbio piùdivertente e piacevole.L’interesse non manca, siada parte di un buon gruppodi ragazzi, che ci hanno da-to la loro disponibilità, maanche di persone un po’ piùattempate come GiancarloMulinacci, che si occupatodi riordinare i video, senzadimenticare il pazientissimoPiero, che ci ha aiutato aspostare il materiale di mi-nore interesse al PolicarpoBandini, lasciando le cose dimaggior pregio nella vec-chia e bellissima sede, di-ventata di rappresentanza.L’auspicio, infatti, è che ilvecchio asilo sia recuperatoquanto prima affinché l’ar-chivio possa disporre di unambiente sicuro dove lavo-rare e consultare continua-mente, lasciando, se neces-sario, anche il materiale sultavolo per ritrovarlo il giornosuccessivo, perché, contra-riamente a ciò che si puòpensare, l’archivio non èsemplicemente conserva-zione e silenzio, ma è princi-palmente un luogo di me-moria in evoluzione.Infine, giunti quasi al terminedel mandato, vorremmo rin-graziare la dirigenza, perchéci ha dato fiducia e disponi-bilità, ed in particolare Simo-netta, nostro vicario di riferi-mento, per le direttive, leidee e lo spirito di collabora-zione con cui ha gestito ilnostro gruppo.

archivio ha smesso di esse-re un luogo solitario e polve-roso, o meglio, lo è.È una montagna di libri… li-bri?? Non solo, prendi adesempio l’archivio dell’On-da: libri, fotografie, oggetti etanto altro. Due archivisti con bambinipiccoli al seguito si sentonoschiacciati da una moleenorme di materiale comel’archivio di Contrada.Ma non siamo soli: graziead una serie di scambi congli archivisti delle consorelleci siamo accorti che gli ar-chivi, più o meno ordinati,sono sempre complicatissi-mi e soprattutto mancano lebasi per una gestione ocu-lata e ben organizzata checonsenta un accesso facileai contradaioli e a tutti colo-ro che si interessano al vec-chio (ed al nuovo).È così che dopo due anni di

incontri ed il parere positivodel Magistrato delle Contra-de, supportato dal consen-so dei Priori, finalmente èiniziato il corso per archivistidi Contrada, aperto anchead un gruppo ristretto di in-teressati ed organizzatograzie al sostegno dellaBanca Monte dei Paschi edell’Università di Siena. Contemporaneamente ab-biamo trovato un grande in-teresse da parte della no-stra dirigenza che in questainiziativa ha riconosciutoun’occasione per appren-dere una parte di quellecompetenze fondamentaliper gestire un argomentocosì complesso ed esteso,avendo ben presente quan-to il nostro archivio, nel pa-norama generale degli ar-chivi di Contrada, sia ricco esignificativo.Due anni di impegno duran-

te i quali si terranno lezioniteoriche e pratiche per af-frontare i problemi dei sin-goli archivi in maniera speci-fica con sopralluoghi nellesedi delle Contrade che nefaranno richiesta, per unacatalogazione mirata cheutilizzi un linguaggio comu-nemente codificato.Da qui è emersa la necessi-tà di coinvolgere più perso-ne, in particolare giovani,perché gli obiettivi del corsonon rimangano ai due archi-visti ma si “allarghino” an-che ad altri che in futuro po-trebbero assumere lo stes-so ruolo.In effetti ci siamo resi contoche due persone non sonosufficienti per gestire un ar-chivio con gli impegni congli ruotano intorno, ancheperché rinchiudersi da soliin una stanza può diventaremolto noioso, mentre lavo-

22 alborghetto dicembre 2008

Magia nerain Malborghetto

PERSONAGGIDELPASSATO

MMagia nera, alchimia, evocazio-ne di spiriti, malie, stregoneria.C’è chi, leggendo queste paro-le storcerà subito il naso, pen-sando a schiere di creduloni o apratiche ormai lontane dalla no-stra cultura. Ma il misterioso,l’insolito, spesso si trova più vi-cino di quanto possiamo im-maginare, nascosto magari daquel velo di routine e apparentebanalità che scandisce il ritmodel nostro vivere quotidiano. Inun luogo a noi familiare, peresempio, come la nostra So-cietà, è possibile imbattersi instorie, magari con la “s” minu-scola, che aprono uno squarciosu un passato insolito e vaga-mente inquietante. Queste ri-flessioni nascono dalla letturadi un libro di Patrizia Turrini, in-titolato “De Occulta Philoso-phia, cultura accademica epratiche esoteriche a Siena nel-la seconda metà del XVI seco-lo”, che ripercorre, nella formadi un’avvincente cronaca giudi-ziaria, la vicenda del giovanerampollo della famiglia Zonda-dari, Scipione, accusato dalgiurista Cesare Campani diaver perpetrato ai suoi danniuna malìa, un maleficio, cau-sandone una grave malattia.Patrizia Turrini, con il rigore del-la storica e la brillantezza dellagiornalista, partendo da una vi-cenda giudiziaria, ci regala unaffresco della Siena cinquecen-tesca, andando ad indagare edescrivere le pieghe di un mon-do “altro” fatto di intrighi, pozio-ni magiche, evocazioni di spiritie strani rituali. L’affaire Zonda-dari si inserisce in un contestostorico caratterizzato da unagrande turbolenza all’internodella città, a causa dei difficiliequilibri fra le classi al potere, laRepubblica senese ormai ago-nizzante e i conflitti fra le grandifamiglie che, nel tentativo dimantenere inalterato il loro pe-so politico, strizzavano l’occhioora ai fiorentini filoimperiali, oraai francesi. Ma la storia di Sci-

pione e Cesare Campani, dueelementi di quella intellighenziasenese composta anche di let-terati raffinati e filosofi ermetici,si sviluppa attraverso le testi-monianze di un popolo variega-to, raccolte durante il processosvoltosi a cavallo fra il settem-bre del 1550 e la primavera del1551. Artigiani, servi, dottori,professionisti, attraverso le de-posizioni rese al capitano digiustizia Giovanni Andrea Cru-ciani, offrono un quadro vivacedi personaggi e vicende dellaSiena di quel periodo. I rappor-ti fra Scipione e il Campani, ini-zialmente di amicizia, si incrina-no a tal punto da arrivare alladenuncia, all’arresto e al pro-cesso dello Zondadari in segui-to alla malattia e all’aggravarsidelle condizioni di salute dellapresunta vittima della malia,convinto a tal punto delle re-sponsabilità del giovane sene-se da denunciarlo, facendoloarrestare. Una bambola di ceratrafitta dagli spilli lasciata da-vanti casa è l’atto d’accusaprincipale del Campani che,con il tempo, dal misterioso ri-trovamento vede peggioraresempre di più la sua salute. Inun primo momento, Scipioneprova a mettere al servizio del-l’amico le sue arti magiche,cercando attraverso strani ri-tuali di guarirlo. Ed è qui che lanostra contrada entra in questavicenda, divenendo uno deiluoghi in cui sisvolgono “i fatti”.Cesare Campani,infatti, viveva inuna casa collegataalla Chiesa di SanSalvatore, con ilpadre NiccolòCampani, che, al-l’epoca, era il ret-tore del nostro“chiesino”. In quel-le stanze annesseall’edificio religiosoemerge, dai verbalidel processo, che

Scipione dette vita a strani e in-quietanti rituali nei quali accan-to a elementi tratti dal culto cri-stiano, come l’acqua, le cande-le e l’incenso, venivano impie-gati anche fuoco, piante, ani-mali. Per eseguire i riti in manie-ra corretta, inoltre, era preferibi-le aspettare la notte, servivanocondizioni atmosferiche parti-colari, la presenza della luna,dovevano essere rispettateprecise prescrizione sulla dis-posizione degli oggetti e dellepersone coinvolte nel rituale.Dove oggi pulsa la vita ondaio-la, insomma, nelle sale dellaDuprè, quasi cinquecento annifa venivano compiute inquie-tanti pratiche divinatorie. Se-condo la pubblica accusa, l’at-tività di Scipione “oltre ad averperpetrato delitti contro la reli-gione cristiana evocando de-moni, facendo sortilegi confuochi e chiamando morti” eraculminata con il confeziona-mento dell’immagine di ceraper far ammalare Cesare, laquale, come effetto collaterale,aveva causato anche la mortedi una serva del Campani, Gio-ma, che aveva toccato il fetic-cio di cera. Da parte sua, il gio-vane Zondadari, si difese stre-nuamente, negando tutto an-che quando fu “sollecitato” allaconfessione da pesanti torture,limitandosi ad ammettere di es-sersi interessato alla magia so-lo per “burla”, e di aver cercato

al massimo di aiuta-re Cesare Campaniavvalendosi anchedi pratiche divinato-rie. L’evolversi deglieventi portò allascarcerazione delloZondadari che, neglianni successivi fu dinuovo arrestato conl’accusa di magia,ma l’aspetto interes-sante di questa “sto-ria nera”, è da ricer-care in un substratoparticolarmente fer-

tile a certe attività, che ha ca-ratterizzato la storia senese. Lacittà ha sempre avuto una vitaculturale dinamica e vivace, an-che riguardo a culture definite“altre”, al limite della magia,della superstizione, dell’eresia.Nella stessa vicenda giudiziariadi Scipione, esiste un retroterraculturale che era costituito datesti esoterici fondamentali pergli “apprendisti stregoni” di ogniepoca, dal De occulta philoso-phia di Enrico Cornelio Agrip-pa, al Clavicola Salomonis, finoagli studi di magia di Pico dellaMirandola e Marsilio Ficino.Passata la bufera giudiziariaCesare e Scipione continuaro-no a vivere le loro vite in mezzoalle turbolenze e alle vicendepolitiche in cui si trovava Siena,fino quando la scomparsa deiloro nomi dai documenti citta-dini, ce ne annuncia la morte. Inquesta storia non si avverte so-lo la cupa atmosfera stregone-sca o l’infernale odore di zolfo,ma si possono cogliere sfuma-ture più leggere: dalla vivace vi-ta di strada, ai personaggi chepopolano le varie deposizioni,fino alle tante donne che, comesplendide ammaliatrici, scandi-scono gli eventi in un inestrica-bile groviglio di amore, morte epassione. Da questo punto divista, Scipione, cercò più voltedi adattare la sua magia alla bi-sogna, come quella volta in cuisedusse una donna di Macera-ta, dove si trovava per motivi distudio, costringendola tramiteuno strano rito a cadere tra lesue braccia. Siena, al di là deicliché folcloristici, è una città in-trisa di mistero. Anche per que-sto ho deciso di viverci. Le suestorie e le sue suggestioni sipossono cogliere nelle vie, nel-le strade, negli antichi palazzi,ma anche nelle società di con-trada, dove le persone e i con-tradaioli di oggi continuano, piùo meno consapevolmente, afar vivere una straordinaria quo-tidianità.

{ di Massimo Gorelli

Se l’Italia è terra di santi edi eroi, Siena nei secoliprodiga degli uni e deglialtri, si spinge oltre lad-dove vissero quei sempli-ci e schietti, coerenti eroidel Bello, veri cultori del-l’Arte, che “non meritava-no d’essere, come furo-no, quasi del tutto messiin oblio”.

Devoto di quella bella egentile arte che è la mu-sica fu Rinaldo Ticci, on-daiolo di vicolo della Fon-te nato nel 1805 e pocoincline al radical chic.Non gli importava affattofare da tappezzeria neisalotti della Siena di metàOttocento, dove prima ditutto il bon-ton e poi for-se l’arte. Il Morrocchi celo presenta come distintocompositore, suonava ilcontrabbasso e cono-sceva quasi tutti gli stru-menti a fiato.Per molti anni maestrodirettore delle scuole edella banda del comune,

fu anche autore teatraledi opere buffe e serie.Non era fatto per le belleconversazioni tanto dimoda in quegli anni. Se-condo il Ticci proprio lamoda, anzi, una certa“moda progressista” erail danno più grande che sipotesse arrecare all’artein genere e alla musica inparticolare.E a chi obiettava dicendoche le arti belle sono de-bitrici del loro incrementoalla “Dea tutelare” che èla moda, Ticci risponde-va risoluto che “essa nonè che una pazza imitazio-ne delle stravaganze chemontano in testa a queipochi, ai quali il mondogalante ha accordata l’al-ta reputazione di appar-tenere al bon-ton e se adessi venisse la volontà dimettersi le scarpe in te-sta siamo certi di vederetutti gli individui che aguisa di scimmiotti li imi-tano”.Nei salotti si conversavadi musica, ritenendobuona “quella che divertee che esprime filosofica-mente il senso della pa-rola”, ma per lui, schivo eappassionato, la musicaera il contenuto della vita,tanto da considerarlaun’arte sublime oltre il li-mite della natura, slan-ciata in un mondo ideale,dove solo la potenza del-

l’armonia può scuotere lepassioni umane.“Oh povera Filosofia! - re-plicava Ticci - prevedoche tu pure andrai sog-getta agli influssi dellamoda conquistatrice.Chiamasi oggi giorno filo-sofia, quell’espressionemusicale che viene adat-tata al sentimento dellapoesia ed il più delle vol-te al sentimento della pa-rola presa isolatamente[...]. Per esempio nelMattutino della Madonnaalle parole in confessioneun certo tal maestro fa-ceva cantare e suonareestremamente piano nel-la persuasione, non in-tendendo il latino, che si-gnificassero confessione,la quale si suol fare sotto-voce per non far udire inostri peccati a qualcheindiscreto.E alle parole hodie si vo-cem ejus audieritis face-va udire un tale strepitoonde esprimere la parolahodie che supponeva si-gnificasse odio...”.Della musica assaporòl’essenza fino all’ultimodei suoi giorni, ricordan-do a se stesso e ai suoiconcittadini che è “la mo-da di non studiare e di er-gersi talvolta a maestri,senza aver prima appre-so ciò che è necessario adivenir tali”, a far decade-re le Arti belle.

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Rinaldo Ticci“filosofo” della musica

alla sua maniera{ di Cecilia Mori

PERSONAGGIDELPASSATO

“Quando avete telefonato hodetto: ‘ma che vorranno dame questi pezzi grossi del-l’Onda’?”I pezzi grossi - certamentenon per il fisico - si sarebbe ioe Mario, che in un giorno diautunno pieno, sotto un mez-zo diluvio siamo partiti allavolta del grossetano, per an-dare a Pancole (verso Scan-sano) a trovare Bruna Losi,un’ondaiola – curiosamentecon lo stesso cognome di Si-monetta ma con un ramo diparentela diverso – che, se-condo la cortese segnalazio-ne di Enzo Santini, pittore,aveva una storia interessanteda raccontare.Ed eccola, Bruna Losi, cugi-na dell’indimenticato Bruno,che ci viene incontro e che ciaccoglie gentilmente in una

bella e grande casa piena dilibri. Una donna simpatica,indomita, che trasmetteschiettezza ed energia e chedimostra almeno vent’anni inmeno della sua ragguardevo-le età anagrafica. In macchi-na si era parlato per tutto iltempo dell’Onda di oggi e didomani. Ora si accende il re-gistratore e parte la macchi-na del tempo: Bruna Losi ciriporta a un’Onda di quasisessant’anni fa. “Sono nata il 19 agosto 1925in via S. Agata al numero 4,davanti al piazzale della MensSana. Ci sono stata fino allaquarta elementare (frequenta-ta alla Saffi), quando siamotornati in via Paolo Mascagni3 e poi in via Stalloreggi. I mieivicini di casa erano il calzolaioCarapelli e un falegname”.

Un rione di gente semplice, dioperai e piccoli artigiani, cheviveva i tempi non facili delVentennio. Il babbo di Brunaera un contadino emigrato incittà: “Non ha mai preso latessera del Fascio e non ave-va lavoro – racconta Bruna –io mi vergognavo, e ai mieicompagni di scuola dicevoche faceva l’operaio. Poi pre-se una bottega di vini all’iniziodi Pian de’ Mantellini, doveora è una trattoria, segnandola moglie alla “due Porte”, purdi non avere coinvolgimenticon il regime. Gli affari anda-vano bene, perché lui cono-sceva i contadini e si facevamandare il vino buono. Benpresto l’esercizio divenne ri-nomato e quando il mio zio“battezzava” il vino, se questoera troppo forte (le regole diallora proibivano una grada-zione troppo alta), nessunose ne accorgeva. Bruna ci parla di Vittorio,Adele e Bruno Losi, nomi cheoggi solo gli Ondaioli più ma-turi ricordano.“Tre persone più il nonno chevivevano in uno scantinato eche poi si trasferirono in unacasa dell’Onda. Da qui, nel’50, Vittorio suonava le cam-pane”. Facile identificare la“casa dell’Onda” con l’attuale“casa del fantino”, un po’ piùdifficile localizzare lo scanti-nato: ma dalla descrizioneabbiamo capito che si trattadi un locale sotterraneo alquale si accede dallo strettocorridoio accanto all’archi-vio, quello che oggi porta nelbagno.Sembra incredibile che daquella porticina sulla destraentrassero delle persone chevivevano in un posto del ge-

nere. Nell’odierna casa delcustode “quando io ero picci-na ci stavano un certo Vaiss ePerla Rossi. Avevano un caneimbalsamato che mi facevamolta impressione”.Ma la vita di quegli anni sisvolgeva abbastanza spessoe per vari motivi in locali sot-terranei: “Mi ricordo le cenedell’Onda, che venivano fattenella cripta, sotto la chiesa.Una volta all’improvviso sisentì berciare: ‘arrivano i tor-raioli! Arrivano i torraioli!’. Miricordo il tramestio, le corseper le scale, i cazzotti. Unodella Torre mi aveva dato unaspinta e mi ritrovai con il san-gue che mi usciva dal naso.Sarà stato più o meno nel1933…”.Ma eccoci arrivati alla partepiù gustosa della storia: “AllaCroce del Travaglio c’era unnegozio che vendeva mac-chine da scrivere, con unoche insegnava dattilografia eio avevo imparato a scrivere amacchina. All’epoca in casamia ci venivano il Raveggi eun certo Guastalli, capo parti-giano e amico del mio babbo,

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LACURIOSITÅ

Partigianiin San Giuseppe

{ dai nostri inviati a Scansano Mario e Simonetta

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che ci parlava sempre di poli-tica. Nel 1943 – avevo diciot-t’anni – cominciò a portarmidel materiale da battere amacchina: erano messaggi,fogli, manifesti.Io venni incaricata di portarequesti messaggi e facevo lastaffetta tra la brigata parti-giana “Spartaco Lavagnini” ela Federazione comunista.Partivo in bicicletta e andavoin Valli a portare il materiale,nascondendo i fogli nel reggi-petto. Ho conosciuto tantagente, partigiani che venivanodall’alta Italia, da Lucca, daViareggio, da Arezzo. Ma delmio gruppo operativo, permotivi di prudenza, conosce-vo solo quattro o cinque per-sone. Una volta tornavo daMonsindoli, a Porta San Mar-co c’era un gruppetto di fa-scisti. Ebbi paura, perché erocarica di materiale moltocompromettente: per fortunavidero una ragazzetta, miapostrofarono con una galan-teria e mi lasciarono passaresenza fermarmi. Sarebberostati guai grossi... Battevo amacchina anche i testi deimanifesti di propaganda anti-fascista che poi venivano at-taccati al muro di nascosto:mi ricordo mio cugino BrunoLosi tutto impelagato d’in-chiostro che faceva funziona-re il ciclostile, nascosto nelpiccolo vano sotto l’altare del-la chiesa di San Giuseppe”.Chi l’avrebbe mai detto che ilnostro San Giuseppe fossestato il testimone muto di unframmento di storia della Re-sistenza senese? Sotto i suoipiedi, nel silenzio immobiledella chiesa dell’Onda, in unatipografia clandestina e pre-caria scorrevano parole cheincitavano alla lotta partigianae all’insurrezione, alla rivoltacontro il regime e alla libertà.“I manifesti dicevano che c’e-

rano centinaia di partigiani in-torno a Siena. Un giorno siseppe che avevano arrestatoun certo Marco, che era unelemento della mia cellula. Cifu la corsa a far scomparire leprove della nostra attività: lamia macchina da scriverevenne riposta in una damigia-na finta, altro materiale venneportato via in tutta fretta daun collaboratore che lavoravaal cimitero e nascosta in unacappella della Misericordia”.Contatti con le altre donne?“Ero molto amica di Nunziati-na Gentilini. Ci fu un periodoche in città non c’erano più itedeschi, ma non c’erano an-cora gli inglesi. Io insieme auna quindicina di donne an-dai a manifestare in Piazzadavanti al Comune chieden-do pace e cibo e distribuendoaringhe. Dopo la guerra ci fula stagione dei balli alla Du-prè, con il babbo che non vo-leva che Bruna ci andasse ela mamma che ce la accom-pagnava di nascosto.In Federazione, alla Lizza,Bruna incontrò anche l’amo-re: Enzo era un abruzzeseche era stato un informatoredegli inglesi.Il destino lo portò a studiaremedicina a Siena.A 27 anni Bruna sposò l’uo-mo con il quale condividevasentimenti, ideali e passionepolitica, diventando la signoraCiafrè, e lo seguì nelle con-dotte di Santa Fiora, di Casteldel Piano e di Scansano. Un figlio a Grosseto, una figliaa Firenze e una vita trascorsalontano dall’Onda, con il ri-cordo sempre vivo di queglianni in cui la libertà dalla dit-tatura e la pace erano unaspecie di preghiera laica chemacchiava le mani d’inchio-stro e che si levava in segre-to da sotto l’altare di SanGiuseppe.

Il 13 Settembre, in San Giuseppe, il nostro Correttoreha celebrato le nozze di DDuucccciioo RRooggggiinnii e NNiiccllaa FFaarriinneell--llaa. Alla fine della cerimonia, Duccio ha reso omaggio al-l’Onda e alla fresca sposa ribadendo agli ospiti non se-nesi – forte della suggestione del luogo e dell’evento –le “ragioni del cuore” per le quali erano stati invitati aviaggiare fino a Siena e a ritrovarsi nella Chiesa di Con-trada. E l’ha fatto (buon sangue non mente…) con que-sto sonetto:

Amici miei, certo non è vicinoil luogo in cui v’ho chiesto di venirema solo in questa Chiesa può salireil Coro di Contrada e dal Delfino

sgorgano gioie, inni ed emozioni.Oggi che vivo fuori Malborghettoritrovo qui l’orgoglio ed il rispetto d’un popolo che mai avrà padroni.

Lampi di ieri scorrono su un telo,mani di gente che vorrei abbracciare…Poi, d’improvviso, si solleva il velo

la sola Donna che ho voluto amare:colei che porta in sé il Color del Cieloe insieme a me ha la Forza del Mare.

A Nicla e Duccio i più affettuosi auguridi “Malborghetto”.

fiori d’arancio

N

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Il servizio è unbel... “vizio”!

{ di Sandra Raveggi e Alessandro Betti

Nella Contrada come fami-glia ci si incontra a tavola, ininverno e in estate, per con-dividere cibo e parole, pia-ceri della cucina e il piaceredi stare insieme: Ondaioliche si mettono, a turno, alservizio di altri Ondaioli.In questi tre anni gli addettiai servizi vogliono ringraziaredi cuore tutte le persone –tante, uomini e donne – checon il loro impegno e la lorodisponibilità hanno contri-buito alla riuscita e al suc-cesso delle iniziative.Gli addetti ai servizi hannotrovato risposte positive allevarie chiamate, dai cenini aipranzi e alle cene, alle tanteoccasioni di incontro tra lequali la Festa titolare, le se-rate del Frantoio, San Giu-seppe. Vorremmo sottoli-neare una collaborazionemolto costruttiva fra gli ad-detti che, pur essendo duepersone molto diverse peretà e per esperienze, hannodimostrato che si può lavo-rare insieme piacevolmenteed efficacemente: Ma pro-prio questa differenza,si è ri-velata la cosa più stimolan-te,che ci ha permesso dicreare una sinergia tra noied allo stesso tempo di inte-ragire con fasce di età diver-se,che forse è stata la cosapiù appagante

SERVIZI

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SERVIZI

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ià da qualche lustro il connubioContrada - sport, che a tanticontradaioli che hanno supera-to gli “anta” poteva sembrareuna calzante idiosincrasia, èstato perfettamente rodato ecollaudato con i vari tornei dicalcio, pallavolo, pesca, bici-cletta, corsa organizzati dallevarie società di contrada, cheoramai sono perfettamente ap-prezzati. A conferma di ciò vi èil fatto che quasi tutte le con-trade vi partecipano e dall’atte-sa spasmodica che ruota at-torno a tali venti sportivi.Oggi possiamo dire con tran-quillità che alcuni tornei sonentrati a far parte a tutti gli ef-fetti del calendario sportivo cit-tadino. Ora se è vero quantosopra detto, più difficile è fareandare a passeggio sotto-braccio il binomio tavola – fati-ca, ovvero chi sta comoda-mente (o quasi dato che inFontebranda quello che man-gia in cima vede cosa c’è nelpiatto di quello che sta in fon-do!!!) seduto a tavola “a riem-pissi il buzzo” e chi, magari, già

Una corsa della... Madonna{ di Chiara Cicali

LOSPORT

dopo avere fatto di corsa lasalita di Fontebranda, vedeangeli e santi tutti in coro can-tare le lodi... Ormai da 26 annia questa parte, l’8 di settem-bre, giorno della festa dellaMadonna (data in cui il rione èin festa per la preparazione delTabernacolo con annessa ce-na per strada) porta per le viedi Siena un centinaio di impa-vidi podisti (qualcuno moltoimprovvisato per l’eventoqualcuno invece che lo vedipartì e lo rivedi cambiato,asciugato e sorridente quantomagari te arrivi con la linguaciondoloni o la milza oramai ri-dotta come la particella di so-dio della nota pubblicità) chedanno vita ad una corsa sullepietre serene del nostro centrostorico all’ultimo fiato.Come tutti sappiamo, l’eventoè organizzato dalla Contradadella Selva e dalla piazzettaantistante l’oratorio si parte esi arriva, dopo la “scaramanti-ca” provvidenziale benedizio-ne, toccando tutti e 17 i rioni.Ora, detta cosi, potrebbe an-che sembrare una corsetta ti-po “fanfara dei bersaglieri” chesfila per dare lustro alla divisaindossata (i colori della propriacontrada)… sie… vedessi cheaccanimento che c’è! Ancheperché, arrivare primi dà ov-

viamente un certo gusto, chiarriva secondo a Siena si sa…già il terzo posto è motivo diorgoglio e ancora fino al deci-mo… ma tra l’arrivare ultimo openultimo, forse lo scattod’orgoglio è più notevole chenello sprint finale dei primi 3!!!Atteso, infatti, il fatto che lospirito dell’organizzazione èquello dell’aggregazione... poisi sa... che quando siamo ingioco, tutti vogliono vincere enessuno vuole perdere!!! Dun-que il cross de’ rioni è sicura-mente gara sui generis, difficil-mente inquadrabile sia sottol’aspetto agonistico che sottoquello “associativo”, perchévero è che corri per la tu’ con-trada ma a corrè sei solo (an-che se poi tutti i componenticon il punteggio ottenuto dan-no vita alla classifica finale enon è detto che chi arriva pri-mo vede anche la contradaper la quale corre classificarsiprima nella classifica genera-le). Poi, specialmente le duecontrade che hanno vinto i ri-spettivi palii, magari partecipa-no a mò di corteo, nel sensoche sfilano (questa volta nelvero senso del termine) per ri-cordare ancora una volta cheloro hanno vinto e te no!!!Ma arriviamo al punto: datoche la gara inizia alle 21 primaun puoi mangià, dopo, se ti vabene, qualcosa ti lasciano daparte, in contrada, ma sai chesugo, dopo aver fatto col cuo-re in gola quasi 8 km, trovà unpiatto di tortellini diacci che tifanno strozzo o le patate alforno che sembrano calce-struzzo??!!! E allora quandoinizi la gara e passi dall’Oca,dalla Lupa, dalla Giraffa anco-ra i commensali sò al primo ela scia degli olii canforati deiprimi 15 – 20 podisti si mischiaa quella dei tortellini al ragù, oai fusilli ai funghi….e quandopassi dal Nicchio, dal Monto-ne, dalla Torre e dall’Onda sia-mo al secondo e magari chi

già vede San Pietro pronto adaprire la porta del Paradiso(anche perché nel frattemposò state fatte le salite più sner-vanti, lunghe e ripide del per-corso!!!) butta un occhio suipiatti e vede fette di arista ocosci di pollo in compagnia dipatate o piselli… Quando, infi-ne, passi per la Chiocciola, laPantera e l’Aquila vedi tranci dicrostate girare per i tavoli e tifermeresti volentieri a fare ilpieno di zuccheri, ma ormai iltraguardo è vicino e chi si fer-ma è perduto (quest’anno c’èmancato poco che venisse al-lertata la protezione civile per-ché due giovanissimi corridori,tra i quali il Cavatino, ‘un si ve-devano arrivare!!!!) Chi da die-ci anni come me partecipa alcross è quasi in grado di elen-care (anche perché non sonomai stata e mai sarò tra le pri-me ad arrivare!!!!), tra uno sla-lom di seggiola e uno spigolodi tavolo evitato proprio all’ulti-mo, i menù delle varie contra-de ma ancora oggi mi chiedo:con tutto il ben di Dio che giràsu qui tavoli, o perché ci por-gete sempre quelle bottigliac-ce d’acqua, tra l’altro, marma-ta???Comunque alla fine della garac’è sempre la gratificazione dirientrare tutti in gruppo in con-trada, applauditi da chi ormaiè all’ammazzacaffè, sentirsi“campioni” per una sera e fi-nalmente mettersi a sedè an-che noi.

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LOSPORT

Anche quest’anno, quin-di, in quel di Siena, comeda consuetudine, si èsvolta la gara podisticapiù attesa: il CROSS DEIRIONI. L’organizzazionedella stessa è stata im-peccabile, tutto è giratosenza intoppi (a parte ilfatto che i giudici stavanosmontando il traguardoquando ancora il cavati-no’un si vedeva) e perquesto bisogna senzadubbio fare un plauso al-la contrada della Selva.In questa edizione l’Onda(con la media età più gio-vane in assoluto, con ben5 under16 tra le sue fila),data alla vigilia tra le pos-sibili outsiders, si è rivela-ta tale, centrando un pre-stigioso 6° posto, su 16contrade partecipanti,nella graduatoria finale, aridosso del podio lontanosolo una manciata dipunti. Risultato che ripa-ga gli sforzi fatti da chicome, negli ultimi due an-ni, si è prodigato nellainumana ricerca di perso-ne disponibili a sobbar-carsi 8 Km scarsi.

Per detto risultato ringra-zio il gruppo Sportivo inpersona del suo Pres.Melani G, e la squadratutta, composta da (lielencherò in base all’ordi-ne di arrivo):MMeeiiaattttiinnii MM.. (8°- una sicu-rezza oramai), BBiiaanncciiaarrddiiGG.. (9° - un’autentica sor-presa se si considera chealla prima sua esperien-za), AAsscchheerrii GG.. (30° - otti-ma la sua prestazione an-che senza il pallone tra ipiedi), BBeettttii AAlleexx (34°giunto alla sua terzaesperienza), GGiiaalllloommbbaarr--ddoo DD.. (42° - in barba achi lo dava per finito),BBeettttii AA.. (64° - uno diquelli alla prima esperien-za), TToossccaannoo GG.. (intornoall’80° - idem come so-pra), MMiinngghhii AA.. (intornoalla 100esima posizione –idem come sopra), CCiiccaalliiCC.. (unica donna dell’On-da a partecipare), CCaavvaattiiGG.. (penultimo ma vincito-re indiscusso del trofeoper “il più giovane in ga-ra”).

Una squadra splendida!!!

Crossdei Rioni{ di Alessandro Betti

Una vincitainaspettata{ di BBeeaattrriiccee CCaassttaaggnniinnii e CChhiiaarraa FFiinneesscchhii

Domenica 1 Giugno, la no-bile contrada del Bruco haorganizzato come tutti glianni il Barbicone, un torneodi pallavolo fra tutte le con-trade. Ci siamo trovati alle 8e 30 in Piazza del Mercato eci siamo diretti verso i localidel Bruco. La squadra eraformata da: Beatrice Casta-gnini, Chiara Fineschi, Chia-ra Ambrosini, Costanza Pel-lati, Amos Codenotti, Fran-cesca Lusini, Guido Cavati,Fabio Lusini, Federico To-scano e Riccardo Minghi. Lanostra allenatrice era Elisa-betta Scelfo accompagnatadalle addette Eva e Rossellainsieme alla numerosa tifo-seria che ci dava la carica inogni partita. Lo scopo dellanostra squadra era quello divincere e magari tornare allaDuprè con un premio, ma lacosa più importante era di-vertirsi. Il Capitano della no-stra squadra era Amos Co-denotti. Alle 9 siamo scesi incampo con i nostri migliorigiocatori e abbiamo notatoche eravamo più uniti, piùcarichi ma soprattutto dav-vero più bravi. La seconda

partita è stata contro il bru-co e qui abbiamo dimostra-to la nostra bravura. Pur-troppo abbiamo perso acausa di una battuta. La no-stra squadra era comunquesoddisfatta perché il bruco èsempre stato imbattibile enoi eravamo a un passo dal-la vittoria. La terza partita èstata contro il leocorno, nonsappiamo cosa sia potutoaccadere ma abbiamo per-so anche questa. Da questomomento inizia la risalitadell’Onda, abbiamo dispu-tato una serie di partite, tracui quelle contro la Lupa e laSelva dove abbiamo trionfa-to. Ma la partita che ci hadato più soddisfazione èstata contro la Torre, abbia-mo fatto di tutto e l’ondanuovamente a testa alta havinto ancora. Gioia più gran-de non potevamo avere!!Verso le 18 c’è stata la pre-miazione.Siamo arrivati PRIMI al IITorneo e abbiamo vinto la“Coppa Lanternino”. Tutticontenti ci siamo diretti ver-so la nostra cara Societàesultando dalla gioia.

NEWS

30 alborghetto giugno 2007

Al Sig. Sindaco del Comune di SienaAll’Assessore all’ Urbanistica Fabio MinutiAl Dirigente Fabrizio Valacchi

OOggggeettttoo:: Osservazioni e proposte per il nuovo Regolamento Urbanistico diSiena.

Nel momento in cui stanno elaborando i nuovi strumenti urbanistici per “dise-gnare“ la città dei prossimi anni, il Comune di Siena sollecita a partecipare conidee, proposte ed osservazioni critiche anche le Contrade. Di ciò ne siamograti e offriamo volentieri il nostro contributo di idee. La Contrada Capitana dell’Onda, “chiusa” all’interno dell’antica cerchia mura-ria, pone come priorità fondamentale tutte le iniziative che possano portare al-l’aumento della popolazione residente nel suo territorio, ma ponendo parti-colare attenzione alla sua tipologia.Per fortuna l’Onda non è invasa dal terziario, come avviene in altre contrade;nelle sue strade vivono ancora un numero apprezzabile di abitanti; ma il pro-blema che si pone è quello della tipologia dei residenti: si tratta per lo più diuna popolazione composta da anziani, spesso soli, e da studenti, mentre po-che sono le famiglie. E’ noto che è soprattutto la presenza delle famiglie che dà vitalità al territorio,garantisce la presenza della gente in strada in ogni ora del giorno e soprat-tutto della notte, produce quindi il miglior controllo civico che si possa desi-derare e la funzione abitativa “socialmente più utile” alla città antica, primache alla Contrada. Il primo, grande problema è come dare importanti e po-sitive risposte:- all’utenza già residente, in particolare alle persone anziane, che spesso han-no gravi difficoltà a stare in case non idonee alle loro necessità (si pensi adesempio alle ripide rampe di scale che sovente portano agli appartamenti delcentro storico); - ed all’incremento della residenza che vorremmo recuperare, e cioè le fami-glie, in particolare a quelle di reddito medio e medio-basso. Il nodo da sciogliere è pertanto:Quali strumenti attivare per risanare, recuperare e riusare gli appartamenti amisura di una utenza particolare come gli anziani e a misura delle famiglie areddito medio o basso, per favorire il loro ritorno nel rione; come sia possibile favorire l’acquisto di appartamenti da parte della stessaContrada, in maniera che possano essere concessi in affitto ai contradaioli,soprattutto alle famiglie ed alle giovani coppie, a canone concordato e con-trollato secondo un apposito bando di assegnazione concordato con la stes-sa Amministrazione Comunale.In assenza della Legge Speciale per Siena, che tanto ha giovato alla città edalle Contrade, riteniamo che il Comune, in accordo con la Fondazione, la Ban-ca Mps ed altri importanti Enti, possa mantenere comunque viva una politi-ca tesa a favorire la funzione abitativa nel centro storico, in maniera che es-so possa così restare realmente “centrale“ nella cosiddetta area vasta, nella

moderna città reale.Poi vengono altre importanti questioni. Crediamo che sul nostro territorio l’offerta di servizi cultu-rali, sociali, sanitari, educativi ed assistenziali sia abbastanzabuona; tuttavia, potrà essere ulteriormente arricchita se verrà rea-lizzato:il progetto dell’ex asilo P. Bandini, con l’apertura di un laboratorio didatti-co per i piccoli, uno spazio museale dedicato a G. Duprè ed all’otto-nove-cento senese, ed alcuni locali idonei per incontri ed iniziative, oltre che un mu-seo di Contrada più bello, fruibile e visitabile… il percorso pedonale esterno alle antiche mura che conduce da Fontanella al-la Valle di Porta Giustizia, lambendo il giardino dell’ex asilo, dove è ipotizzatoil Laboratorio didattico per i piccoli contradaioli;la terra della Società G.Duprè, le Fornaci recuperate… Si tratta di serie di in-terventi che legherebbero gli Orti del Tolomei alla Valle di Porta Giustizia, e cheaprirebbe ai bambini, e non solo a loro, un grande spazio verde da vivere eda godere nel cuore del rione (e della città storica). Si tratta di progetti di idee che in buona misura l’Onda ha donato all’Ammi-nistrazione Comunale, la quale riconoscendone la qualità, si è già da tem-po impegnata a favorire e/o a realizzare.

Inoltre, dopo l’avvenuta risistemazione gli Orti del Tolomei e dell’area del Par-cheggio Il Campo, sarebbe opportuno completare l’opera:recuperare il brutto piazzale della mensa per riportarlo alla dignità che merita(restituendogli anche il suo nome dignitoso di Piazzale S.Croce); legare e riqualificare l’intero spazio “Piazzale S.Croce, Fontanella, spazio anti-stante la Chiesa di S.Giuseppe“, e realizzare il restauro della facciata dellachiesa stessa; recuperare la Fonte di Fontanella e la stessa Fonte Serena, tra le più belle diSiena, oggi un po’ abbandonate, nascoste o assediate dalle auto in sosta.lastricare in pietra serena tutta o parte della Piazza del Mercato e rendere piùaccogliente l’interno del Tartarugone; recuperare il Chiesino, l’antica chiesa del popolo dell’Onda, con la sua faccia-ta cadente ed il suo interno “disastrato”; incentivare il rifacimento delle facciate dei palazzi e delle abitazioni, nascon-dendo per quanto possibile la brutta rete di cavi e di fili che la coprono e ri-portare a nuova vita ( ed idonea illuminazione) i tanti suggestivi vicoli che ar-ricchiscono il territorio dell’Onda.Nella cura del centro storico, e nell’attenzione alla vitalità delle Contrade rac-chiuse entro le mura, è decisiva la c.d. “accessibilità“ e quindi la politica deltraffico, della mobilità e della sosta; va rafforzata la vigilanza per limitare al massimo il frequente non rispetto del-le norme nelle strade del rione, soprattutto di notte, ed occorre riprendere ildiscorso finalizzato a liberare al possibile il suolo pubblico dalla occupazionedelle auto in sosta per restituire spazi di vita ai pedoni, in particolare ai bam-bini;E’ quindi auspicabile che riprenda vigore la politica dei parcheggi riservati airesidenti ed un nuovo programma di realizzazione e di integrazione dei par-cheggi scambiatori con il trasporto pubblico, in particolare con il Pollicino;l’obiettivo è quello di garantire l’ accesso al centro storico ai contradaioli che,pur abitando in periferia, vogliono vivere pienamente, come i residenti, la lo-ro Contrada. In attesa di un Vs. cortese riscontro, si porgono distinti saluti.

Il Priore Mario CataldoSiena 15 Novembre 2008

IL SALONE PIENO DI CITTINIDI TUTTE LE CONTRADESSii èè ssvvoollttaa iinn uunn’’aattmmoossffeerraa aalllleeggrraa ee sseerreennaa llaa mmeerreennddaa oorrggaa--nniizzzzaattaa ddaaii PPrroovvvveeddiittoorrii aaii PPiiccccoollii DDeellffiinnii aa ccoonncclluussiioonnee ddeellll’’aann--nnaattaa ddii OOnnddeeoonn.. AAppppuunnttaammeennttoo nneell 22001100 ccoonn uunnaa nnuuoovvaabbrriillllaannttiissssiimmaa rraapppprreesseennttaazziioonnee ppeerruunnaa mmaanniiffeessttaazziioonnee ggrraaddiittaaaa ttuuttttaa llaa CCiittttàà..

LETTERA URBANISTICA

SSoonneettttoo ppeerr llaa RRaasssseeggnnaa ddeell SSoonneettttoo ddiiCCoonnttrraaddaa oorrggaanniizzzzaattaa ddaallllaa NNoobbiill CCoonnttrraa--ddaa ddeell BBrruuccoo,, 1133 sseetttteemmbbrree 22000088

““FFeeddeerraalliissmmoo!!”” èè ll’’uullttiimmaa iinnvveennzziioonneeeessccooggiittaattaa iinn qquuaallcchhee vvaallllee aallppiinnaa,,oovvvveerroo ssppeezzzzeettttaarree llaa nnaazziioonneeee ddooppoo ffaarree ii ggrroossssii ccoonn llaa CCiinnaa..

IIll ssuuddiicciioo ddii llìì,, ssii mmaannddaa aallttrroovvee,,aa ssccuuoollaa ppooii,, ttii iinnsseeggnnaannoo iill ddiiaalleettttoo,,llaa mmoogglliiee ttee llaa ppiiggllii ccoommee iill bboovveeee aaii ggaalleeoottttii,, uunn bbaacciioo ee uunn bbrraacccciiaalleettttoo..

EE iinn ccooddaa aa qquueessttaa ffiillaa ddii sscceemmeennzzeevviiaa llee pprroovviinnccee,, ee rreessttaa llaa RReeggiioonnee::ee ttuuttttii qquuaannttii sseerrvvii ddii FFiirreennzzee..

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PPaaoolloo MMaazzzziinnii

sonetto“Nove” è il titolo del-l’opera di arte orafarealizzata dalla no-stra Roberta Crocia-ni, in mostra a “Me-stieri d’Autore”.Speriamo che l’annoprossimo il barberosia bianco e celeste!

NOVE

PPuubbbblliicchhiiaammoo llaa lleetttteerraa iinnvviiaattaa ddaall PPrriioo--rree aallll’’AAmmmmiinniissttrraazziioonnee CCoommuunnaallee ssuullllee pprrooppoo--

ssttee ppeerr iill ffuuttuurroo ddeell nnoossttrroo RRiioonnee,, rriitteenneennddoollaa iinnttee--rreessssaannttee ppeerr ttuuttttii ii CCoonnttrraaddaaiioollii ee nnoonn ssoolloo......

giugno 2007 alborghetto 31

NEWS

L’ANAGRAFEDI MALBORGHETTOSono entrati a far partedella grande famiglia ondaiolaAleida CicaliMattia BrogiPatricia SangiovanniFebe SalvadoriDavide TrombiniViola VannoniViolante NeriHellen AgrestiAdele e AliceMugnaini

Ci hanno lasciatoMattia SimoniVittorio Veneto GuerriniLuciano FusiSiria Levrini ved. FalchiCinzia Cecchi

IInn pprriinncciippiioo èè ssttaattaa llaa PPaanntteerraa.. PPooii llee FFaarrffaallllee RRoossssee,, mmaa ggllii èè vveennuuttaa mmeennoo bbeennee::bbaassttaavvaa ddiirrlloo ee aavvrreemmmmoo ssccoonnssiigglliiaattoo uunnaa sscceellttaa ddii ccoolloorree ccoossìì ddiissggrraazziiaattaa...... OOggggii èèll’’OOnnddaa:: aa lloorroo ii ppiicccchheettttii,, aa nnooii ii CCaanncceellllii.. LLoottttiiaammoo ccoonnttrroo iill mmeerrccaattoo ddeellll’’UUnniivveerrssiittààee ppeerr llaa lliibbeerraa UUnniivveerrssiittàà ddeell MMeerrccaattoo!!VVeeddrreemmoo iill PPrriioorree ffaarree lleezziioonnee,, cciiooèè,, tteenneerree llee aasssseemmbblleeee iinn PPiiaazzzzaa?? NNiieennttee eeqquuiivvoo--ccii,, ll’’OOnnddaa èè ll’’OOnnddaa,, llaa nnoossttrraa.. PPeerr nnooii èè ppiiùù iimmppoorrttaannttee iill ’’6699 ddeell ‘‘6688 ee llee lleezziioonnii iinn PPii--aazzzzaa ssppeerriiaammoo ddii ddaarrllee nneell 22000099:: iinn PPiiaazzzzaa ddeell CCaammppoo!!

SERATEDELFRANTOIOSi è rinnovato il successo delle Seratedel Frantoio, che si sono svolte il 2288 e2299 novembre.Cucina di prim’ordine e servizio perfetto,

per quello che è ormai diventato un ap-puntamento fisso nel calendario

dell’autunno ondaiolo.

ULTIM’ORABoati in successione, fiamme, fumo denso e nero: un brutto risveglio per gli abi-tanti di via delle Lombarde, quello del 30 novembre scorso.Il rogo, sicuramente doloso, ha distrutto alcuni motorini e danneggiato due autoin sosta. Il pericolo maggiore è stato per le persone: alcuni sono stati svegliati dalcampanello, avvertiti dai vicini.Al momento la Questura è sulle tracce degli autori di questo atto gravissimo.

il giornale è andato in stampa il 1° Dicembre 2008

La liberaUniversità del Mercato