Periodico Aziendale AsSei Periodico d’informazione l ... Pordenonese, avviandole alla pratica...

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C onoscenza S icurezza R esponsabilità A mbiente E quità L egalità A ppartenenza U manità R elazione T rasparenza E ccellenza E fficienza l’editoriale Giorgio Simon Periodico Aziendale AsSei Periodico d’informazione - Anno XVIII - n. 11 / Novembre 2014 Sulle spalle dei giganti In questo periodo incontro molte persone che si chiedono quale sarà il loro futuro. L’incertezza che producono i cambiamenti crea sempre apprensione all’interno delle organizzazioni. Sono in molti a chiedersi “Cosa succederà il primo Gennaio? Cosa farò? Cosa sarà del mio servizio?”. La mia risposta è semplice. Dal primo Gennaio questo territorio dovrà riprendere appieno il proprio ruolo di laboratorio che tanto lo ha caratterizzato nella storia. Questo è il territorio dove è stata elaborata la prima idea di servizio sanitario integrato e universale quando il Prof. Gallo fece nascere il Consorzio Sociosanitario. Qui, negli anni ‘70 la psichiatria, prima con Lucio Schittar e poi con Enzo Sarli, ha scelto di non avere manicomi e di creare solo servizi territoriali. Qui è nata, grazie a molte persone, la straordinaria avventura della cooperazione sociale che è un grande luogo di integrazione della disabilità oltre che una delle realtà produttive più importanti del territorio. Qui il Prof. Zanuttini ha lanciato l’idea nuova di cardiologia costruendo servizi efficaci e una scuola che ha creato ottimi professionisti. Sempre a Pordenone sono nate alcune delle esperienze culturalmente più avanzate di medicina generale e di collaborazione tra ospedale e territorio. Dalla storica esperienza della Nostra famiglia e ANFFAS è nata una rete di sostegno alla disabilità diffusa su tutto il territorio. Le associazioni delle famiglie hanno assunto nel corso degli anni il ruolo di protagoniste nel progettare e realizzare servizi innovativi. Ad Aviano è nato il primo hospice della regione creato dalla straordinaria capacità di solidarietà che il volontariato è da sempre capace di mettere in campo. L’hospice ė stato il primo luogo in cui si è iniziato a discutere della dignità del morire. Sempre ad Aviano uomini come Tirelli e Trovò e tutto il gruppo storico hanno costruito una nuova idea di oncologia integrata tra cura, assistenza e ricerca. Al CRO con Silvia Franceschi sono nati l’epidemiologia regionale, il registro di mortalità e il registro tumori. Con Silvia Franceschi abbiamo progettato ed avviato il primo screening oncologico regionale, quello per i tumori della cervice uterina. A San Vito al Tagliamento è nato il primo consultorio pubblico regionale. Il Policlinico San Giorgio, grazie all’Ing. Sist, ha dimostrato come si possano mettere assieme filantropia, spirito imprenditoriale, sanità di qualità e legame con il territorio. L’elenco potrebbe essere molto lungo ed arrivare fino ai nostri giorni. Sicuramente ho dimenticato qualcosa o qualcuno di importante e me ne scuso. Messe tutte in fila queste esperienze ci raccontano che se si guarda lontano e si mettono assieme intelligenza e legame con il territorio si possono fare cose straordinarie. L’importante è lasciare da parte personalismi e campanilismi che sono stati e sono ancora oggi uno dei punti deboli della nostra area geografica. La nostra provincia ha segnato il passo quando si è divisa, mai quando ha deciso di mettere assieme tutte le energie in campo. Sono profondamente convinto che nel nostro territorio ci siano tutte le energie, le intelligenze, le idee per progettare e realizzare servizi di grande qualità al passo con i tempi. Per questo il cambiamento non ci deve spaventare. La nostra storia dice che, citando Bernardo di Chartres, “siamo sulle spalle dei giganti” e quindi possiamo vedere più cose e più lontane. Buon futuro a tutti! P.S. Il primo gennaio non sarò più direttore sanitario dell’ASS6, che non esisterà più. Questo è quindi il mio ultimo editoriale. Alla fine avrò fatto questo lavoro per 391 giorni. Ringrazio tutti, in particolare i miei collaboratori più vicini, per avermi aiutato e sopportato.

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C onoscenza S icurezzaR esponsabilità A mbienteE quità L egalitàA ppartenenza U manitàR elazione T rasparenza E ccellenza E fficienza

l’editoriale Giorgio Simon

Periodico AziendaleAsSei Periodico d’informazione - Anno XVIII - n. 11 / Novembre 2014

Sulle spalle dei giganti

In questo periodo incontro molte persone che si chiedono quale sarà il loro futuro. L’incertezza che producono i cambiamenti crea sempre apprensione all’interno delle organizzazioni. Sono in molti a chiedersi

“Cosa succederà il primo Gennaio? Cosa farò? Cosa sarà del mio servizio?”.La mia risposta è semplice. Dal primo Gennaio questo territorio dovrà riprendere appieno il proprio ruolo di laboratorio che tanto lo ha caratterizzato nella storia. Questo è il territorio dove è stata elaborata la prima idea di servizio sanitario integrato e universale quando il Prof. Gallo fece nascere il Consorzio Sociosanitario. Qui, negli anni ‘70 la psichiatria, prima con Lucio Schittar e poi con Enzo Sarli, ha scelto di non avere manicomi e di creare solo servizi territoriali. Qui è nata, grazie a molte persone, la straordinaria avventura della cooperazione sociale che è un grande luogo di integrazione della disabilità oltre che una delle realtà produttive più importanti del territorio. Qui il Prof. Zanuttini ha lanciato l’idea nuova di cardiologia costruendo servizi efficaci e una scuola che ha creato ottimi professionisti. Sempre a Pordenone sono nate alcune delle esperienze culturalmente più avanzate di medicina generale e di collaborazione tra ospedale e territorio. Dalla storica esperienza della Nostra famiglia e ANFFAS è nata una rete di sostegno alla disabilità diffusa

su tutto il territorio. Le associazioni delle famiglie hanno assunto nel corso degli anni il ruolo di protagoniste nel progettare e realizzare servizi innovativi. Ad Aviano è nato il primo hospice della regione creato dalla straordinaria capacità di solidarietà che il volontariato è da sempre capace di mettere in campo. L’hospice ė stato il primo luogo in cui si è iniziato a discutere della dignità del morire. Sempre ad Aviano uomini come Tirelli e Trovò e tutto il gruppo storico hanno costruito una nuova idea di oncologia integrata tra cura, assistenza

e ricerca. Al CRO con Silvia Franceschi sono nati l’epidemiologia regionale, il registro di mortalità e il registro tumori. Con Silvia Franceschi abbiamo progettato ed avviato il primo screening oncologico regionale, quello per i tumori della cervice uterina. A San Vito al Tagliamento è nato il primo consultorio pubblico regionale. Il Policlinico San Giorgio, grazie all’Ing. Sist, ha dimostrato come si possano mettere assieme filantropia, spirito imprenditoriale, sanità di qualità e legame con il territorio.L’elenco potrebbe essere molto lungo ed arrivare fino ai nostri giorni. Sicuramente

ho dimenticato qualcosa o qualcuno di importante e me ne scuso.Messe tutte in fila queste esperienze ci raccontano che se si guarda lontano e si mettono assieme intelligenza e legame con il territorio si possono fare cose straordinarie.L’importante è lasciare da parte personalismi e campanilismi che sono stati e sono ancora oggi uno dei punti deboli della nostra area geografica.La nostra provincia ha segnato il passo quando si è divisa, mai quando ha deciso di mettere assieme tutte le energie in campo.Sono profondamente convinto che nel nostro territorio ci siano tutte le energie, le intelligenze, le idee per progettare e realizzare servizi di grande qualità al passo con i tempi. Per questo il cambiamento non ci deve spaventare. La nostra storia

dice che, citando Bernardo di Chartres, “siamo sulle spalle dei giganti” e quindi possiamo vedere più cose e più lontane. Buon futuro a tutti!

P.S. Il primo gennaio non sarò più direttore sanitario dell’ASS6, che non esisterà più. Questo è quindi il mio ultimo editoriale. Alla fine avrò fatto questo lavoro per 391 giorni. Ringrazio tutti, in particolare i miei collaboratori più vicini, per avermi aiutato e sopportato.

Malattie professionali,il bilancio del recente convegno a Pordenone

Diritto alla mensa, approvato il nuovo regolamento

Carlo Venturini

Lo scorso 31 ottobre si è tenuto il Convegno “Malattie Professionali: conoscenza e strumenti di prevenzione”. Organizzato da INAIL e ASS6 con il sostegno di AOSMA, Provincia di Pordenone, Comune di Pordenone, Unione Industriali, Confartigianato, Confcommercio - Ascom, CGIL,CISL,UIL e il Patrocinio di ANMIL Pordenone

– il Convegno ha rappresentato un significativo momento per sensibilizzare la popolazione sui vari aspetti del Protocollo d’Intesa siglato in Provincia di Pordenone in tema di “Prevenzione e Sicurezza sul lavoro con particolare riguardo alla qualificazione ed alla tutela delle Malattie Professionali”. Negli ultimi anni tali patologie hanno assunto una particolare rilevanza sanitaria e sociale, confermata dai dati elaborati a livello locale e anche da iniziative nazionali promosse dalla Commissione permanente per la salute e la sicurezza del lavoro ex art. 6 del D. Lgs 81/08. In particolare tale Commissione ha ritenuto opportuno promuovere una campagna informativa volta ad “alimentare il processo culturale di conoscenza e d’informazione sulla tematica delle Malattie Professionali e sulla doverosa adozione delle misure di prevenzione, da parte dei datori di lavoro e dei lavoratori”. Ogni anno in Friuli Venezia Giulia vengono denunciate oltre 1300 Malattie Professionali e muoiono per tali patologie oltre 60 persone (3-4 volte quelle che decedono per infortuni). In verità però il fenomeno delle Malattie Professionali rappresenta un problema di salute ancora in parte sottostimato sia per alcune difficoltà nel percorso che porta alla loro diagnosi, sia per il fatto di essere patologie che nelle maggior parte dei casi sono di tipo cronico. Possiamo quindi ragionevolmente affermare che anche le Malattie Professionali parteciperanno ad incrementare il capitolo delle malattie croniche che rappresentano e rappresenteranno uno dei maggiori impegni per il nostro sistema sociale e sanitario in termini di cure, riabilitazioni e tutela. Negli ultimi

anni l’andamento delle certificazioni e dei riconoscimenti delle malattie professionali risulta in evidente crescita, in controtendenza rispetto a quello degli infortuni. Ciò pare imputarsi solo in parte ad una reale crescita di tale fenomeno nella popolazione: non possono essere infatti trascurati il miglioramento delle conoscenze sul potenziale nesso tra alcune patologie e l’attività lavorativa e alcuni cambiamenti nella tutela assicurativa che hanno permesso l’emersione di patologie prima non riconosciute. Il progetto si propone di intensificare in modo coordinato le azioni di informazione sulle cause di malattia professionale, sui percorsi di tutela previdenziale e di prevenzione avendo come target sia i datori di lavoro che i lavoratori. In particolare, ci si propone, in modo integrato con le forze sociali, di: 1) attivare momenti formativi rivolti ai medici di medicina generale; 2) attivare un confronto operativo con le strutture di Ricovero e Cura (della Provincia di Pordenone) sulle cause di mancata certificazione; 3) elaborare materiale informativo da proporre ai lavoratori e ai datori di lavoro sulle cause di malattia professionale e sui percorsi di tutela previdenziale e di prevenzione; 4) realizzare eventi di informazione pubblica in modo coordinato ed integrato con le forze sociali; 5) integrare il materiale informativo promosso dalla Campagna ministeriale con le informazioni di interesse locale. A tal fine è stato siglato un Protocollo d’intesa tra i soggetti sopra citati che vincola i vari firmatari nella realizzazione di questa complessa azione di prevenzione, a ulteriore conferma di un modello di cooperazione progettuale e di approccio integrato nei confronti dei problemi di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il Convegno, oltre a favorire un utile confronto su questo complesso tema, ha costituito una tappa importante di informazione della popolazione sui vari aspetti del Protocollo siglato.

Federica Faggiano

Con delibera n. 280/2014 è stato adottato il nuovo Regolamento aziendale sull’esercizio del diritto di mensa per il personale del comparto sanità e delle aree dirigenziali.

Si coglie quindi l’occasione per ricordare i principi generali che regolano il diritto alla mensa.

Hanno diritto alla mensa tutti i dipendenti, a tempo pieno e a part-time, che abbiano lavorato almeno sei ore e che abbiano effettuato un rientro pomeridiano dopo la pausa pranzo di almeno un’ora. È fatta salva la specificità del personale turnista.

Il pasto va consumato al di fuori dell’orario di lavoro, tra le 12.00 e le 14.30 e la pausa deve necessariamente risultare da idonea timbratura di uscita e di rientro. Nell’eventualità di mancata timbratura il dipendente è tenuto a inserirla manualmente nel self-service dipendente.

Nel caso in cui non sia stato possibile istituire il servizio di mensa interna, è garantito l’esercizio del diritto con modalità sostitutive, ossia tramite buoni pasto elettronici e, solo nei casi previsti dal Regolamento, tramite buoni cartacei.

Mensilmente vengono effettuati dei controlli a campione per verificare la corrispondenza esistente tra data e ora di fruizione del pasto e le relative timbrature della pausa. Viene altresì verificato il numero complessivo dei pasti fruiti (risultanti dalla somma dei pasti fruiti in mensa e dei buoni cartacei ed elettronici utilizzati) con il numero di giorni lavorati nel mese.

Per ulteriori informazioni, è possibile trovare il nuovo Regolamento sul sito aziendale seguendo il seguente percorso: Azienda Informa/Amministrazione Trasparente/Disposizioni Generali/Atti Generali/Regolamenti Aziendali.

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Invalidità civile, dal 1° novembre tutti gli accertamentiall’Inps provinciale

Disabilità, la collaborazione aziendale con il Comitato Italiano Paralimpico

Dal 1° novembre 2014, l’accertamento dei requisiti sanitari in materia di invalidità civile, cecità civile, sordità civile, handicap e disabilità viene svolto dall’INPS provinciale di Pordenone; è un accordo tra la regione Friuli Venezia Giulia, la nostra Azienda e l’INPS regionale che durerà fino al 31 ottobre 2015 in via sperimentale; già in diverse province nazionali le competenze di tali accertamenti sono passati all’INPS (Veneto, Campania, Lombardia,…), come peraltro previsto dalla recente normativa. Nella nostra regione siamo i primi ad applicare il mandato

legislativo, consapevoli anche dei risvolti organizzativi che tale scelta comporta all’interno del Dipartimento di Prevenzione. Premesso che tutte le richieste pervenute fino al 31 ottobre c.a. sono di nostra competenza e che presumibilmente verranno espletate entro marzo-aprile 2015 (stiamo parlando di circa 1200 domande), indubbiamente, a passaggio avvenuto, il ruolo del Servizio di Medicina Legale dovrà modificarsi ed adeguarsi anche a quello che

verrà richiesto dall’unificazione con l’Azienda Ospedaliera a partire dal 1° gennaio 2015. E’ quindi prevedibile che verranno implementate le competenze relative ad esempio alla responsabilità professionale od al rischio clinico, fino ad ora poco sviluppate per il notevole carico di

lavoro che le Commissioni richiedevano sia al comparto che alla dirigenza (si ricorda che ogni mese venivano svolte circa 45-50 commissioni per rispondere alle richieste dei cittadini entro i limiti temporali previsti dalla legge), con ricadute inevitabili anche sulle normali attività lavorative cui gli stessi

erano preposti. E’ una scommessa, sia per l’INPS, che dovrà garantire gli stessi livelli di qualità della nostra Azienda, frutto di una esperienza pluridecennale, sia per la nostra Azienda e per il Dipartimento di Prevenzione in particolare, che dovrà essere in grado di sviluppare nuove attività e nuovi servizi ai cittadini ed alle amministrazioni.

L’ASS6 e il Comitato Italiano Paralimpico stanno realizzando iniziative di promozione del benessere psico-fisico e sociale delle persone con disabilità residenti nell’Area Vasta Pordenonese, avviandole alla pratica sportiva o coinvolgendole in attività ad essa correlate. L’impegno principale è promuovere l’attività motorio-sportiva in modo continuativo a favore degli utenti inseriti nei centri diurni, attivando contemporaneamente l’associazionismo sportivo presente nei territori per arricchire le opportunità di movimento e di inclusione sociale. Si tratta di un progetto annuale, sperimentale, ma che affonda le radici in una pluridecennale collaborazione con il Servizio di Medicina Sportiva di Pordenone, impegnato a svolgere costantemente accertamenti medico-sportivi nei confronti dei giovani studenti con disabilità - durante il loro percorso sportivo scolastico - e degli adulti praticanti uno sport paralimpico agonistico e amatoriale. In provincia sono da tempo consolidate diverse discipline sportive per persone con disabilità fisica, sensoriale e intellettiva relazionale: Atletica Leggera, Bocce, Ciclismo, Curling, Judo, Nuoto, Paravolley, Rugby in carrozzina, Scherma in carrozzina, Sittingvolley, Sci, Tiro con l’arco, Tennis in carrozzina, Tennistavolo, Tiro a segno, Trail-o e attività motorie di base. Mantenimento della salute, inclusione sociale, miglioramento delle autonomie, sono i principali obiettivi trasversali perseguiti dallo sport paralimpico in sinergia con l’ASS6, le agenzie educative del territorio, l’associazionismo di volontariato sportivo, in un percorso di crescita culturale e umana che riguarda tutte le persone, portatrici o meno di disabilità.

Carlo FachinLucio Bomben

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D’Anna Little

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Mortalità per tumori, l’andamento in Provincia negli anni 2008 - 2012

Nella Provincia di Pordenone si verificano circa 500 decessi all’anno per tumore negli uomini, e circa 410 nelle donne (Tabella 1, Figura 1). Nel periodo 2008-2012 non si è registrato una variazione sostanziale del tasso grezzo di mortalità, di quello standardizzato, e della percentuale di decessi per tumore sul totale dei decessi.

Tabella 1: Mortalità per tumori: numero di decessi (N), proporzione sul totale (%), tasso grezzo (TG) e tasso standardizzato (TS) per sesso (tassi per 100.000). Provincia di Pordenone, anni 2008-2012. Standardizzazione diretta, popolazione standard: Friuli Venezia Giulia 1° gennaio 2008.

Figura 1: Mortalità per tumori: tasso standardizzato per sesso (per 100.000). Provincia di Pordenone, anni 2008-2012. Standardizzazione diretta, popolazione standard: Friuli Venezia Giulia 1° gennaio 2008.

In Tabella 2 si evidenzia come la mortalità sia simile in uomini e donne sino dai 15 ai 29 anni, maggiore nel sesso femminile nella fascia di età 30-44, e maggiore nel sesso maschile nelle classi di età successive; in particolare a partire dai 65 anni la mortalità per tumore è doppia negli uomini rispetto alle donne, e tale differenziale si mantiene anche nei grandi anziani. L’impatto a livello di popolazione è tale che tra i 65 ed i 74 anni un uomo su 100 ed una donna su 200 muoiono ogni anno per tumore. L’età media al decesso è 72,9 anni negli uomini e 75,1 nelle donne.

Tabella 2: Mortalità per tumori: numero di decessi (N), tasso grezzo (TG), tasso standardizzato (TS) e intervallo di confidenza al 95% (IC 95%) per classi d’età e sesso (tasso per 100.000). Provincia di Pordenone, periodo 2008-2012.

I principali tumori tra le cause di morte sono il tumore maligno della mammella, il tumore maligno del polmone e il tumore maligno del colon-retto nelle femmine (Figure 2) e il tumore maligno del polmone, il tumore maligno del colon-retto e il tumore maligno del fegato nei maschi (Figura 3). Figura 2. Numero di decessi per i principali tumori e proporzione sul totale dei decessi per tumore (%) nelle femmine residenti nella Provincia di Pordenone 2008-2012.

Figura 2. Numero di decessi per i principali tumori e proporzione sul totale dei decessi per tumore (%) nei maschi residenti nella Provincia di Pordenone 2008-2012.

Nel periodo considerato, si registra un calo di mortalità per i tumori maligni dello stomaco e della prostata nei maschi e una tendenza alla diminuzione della mortalità per tumore maligno della mammella, e dello stomaco nelle femmine. La mortalità per tumore maligno del colon retto nelle femmine e del fegato nei maschi è stazionaria mentre in entrambi i sessi è stazionaria la mortalità per tumore del polmone e del fegato.

Conclusioni

Dai dati raccolti dall’Archivio Provinciale delle cause di morte dell’Area Vasta Pordenonese emerge che nell’ultimo quinquennio, i tassi di mortalità per tumori nel totale siano sostanzialmente stazionari. Questo aspetto è dovuto al fatto che il buon risultato ottenuto dal sistema socio sanitario comporti l’ invecchiamento della popolazione in generale. Di conseguenza, essendo il cancro più frequente nei soggetti anziani, l’aumento della loro quota nella popolazione, determina un dato stabile della mortalità per tumore.

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Silvana Corona

Da 15 anni, il 25 novembre è la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne in ricordo delle tre sorelle dominicane Mirabal, torturate e uccise per il loro impegno nella lotta di liberazione contro la dittatura del loro paese. Secondo i dati della ricerca europea

“Violence against women: an EU-wide survey” (2014), in Italia, il 19% delle donne ha subito nel corso della vita violenze fisiche o sessuali da un partner o da un ex-partner, e il 38% ha subito da lui abusi psicologici gravi; il 9% inoltre ha subito comportamenti di persecuzione (stalking), quasi sempre da un ex partner. La Convenzione di Istanbul (firmata da 32 Paesi, ratificata dall’Italia nel 2013) è il primo strumento internazionale giuridicamente vincolante che crea un quadro giuridico completo per proteggere le donne contro le seguenti forme di violenza: violenza psicologica; atti persecutori - stalking; violenza fisica, violenza sessuale, compreso lo stupro; matrimonio forzato; mutilazioni genitali femminili, aborto forzato e sterilizzazione forzata; molestie sessuali. Le violenze subite dalle donne hanno conseguenze negative sulla loro salute: le donne vittime presentano più spesso qualsiasi problema di salute fisica o psicologica, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera la violenza contro le donne come un “problema di salute enorme” e stima che sia “una causa di morte o di invalidità per le donne in età riproduttiva altrettanto grave del cancro”. Le donne che subiscono violenza hanno spesso bisogno di ricorrere alle strutture sanitarie a causa delle conseguenze dell’abuso. Per questo, è molto probabile che l’incontro con il personale sanitario sia uno dei primi contatti che la donna ha con realtà istituzionali. Anche quando non ci sia da parte della donna l’intenzione di denunciare l’abusante, una relazione di aiuto e di supporto con un operatore della salute può fare la differenza nel promuovere il necessario percorso di uscita dalla situazione di violenza. Non si tratta quindi solo di assicurare

un’assistenza corretta dal punto di vista clinico, ma di garantirle quel supporto emotivo e psicologico necessario a determinare una relazione di fiducia e di ascolto, una premessa importante per fare il primo passo verso l’ammissione della propria situazione di vittima di abuso. Scaturiscono da queste premesse le nuove Linee guida dell’OMS in materia (Responding to intimate partner violence and sexual violence against women

- 2013) che hanno l’obiettivo di fornire indicazioni basate su evidenze scientifiche riguardo le corrette azioni da mettere in atto per rispondere ai complessi bisogni di salute determinati dai maltrattamenti e dalle violenze. La violenza contro le donne costa cara, in termini economici oltre che umani. Qualcosa come 17 miliardi l’anno, a fronte di 6 milioni spesi in azioni di prevenzione. Sono i dati della ricerca Quanto costa il silenzio? Indagine nazionale sui costi sociali della violenza sulle donne, realizzata da Intervita Onlus (2013). Una cifra enorme dunque che se ne va tra assistenza medica, interventi di polizia e costi del sistema giudiziario e dei servizi sociali, fino alla mancata produttività, le giornate di lavoro perse, i problemi relazionali che ne derivano, i disagi per le vittime ma anche per i figli e gli altri familiari, e che più in generale costituiscono una stima del costo umano, esistenziale ed emotivo. Emerge chiaramente la necessità di promuovere una maggiore integrazione tra i vari servizi sanitari, territoriali e ospedalieri e il sistema di servizi a cui riferire la donna in caso di bisogno.

Numeri utili Numero Nazionale Antiviolenza 15122

Voce Donna - Viale Cossetti, 16 PordenoneTel./Fax 0434 21779 Cell. 3343295364 www.vocedonnapn.it

In una piccola città c’erano sei saggi ciechi che vivevano insieme. Un giorno fu condotto in città un elefante. I sei volevano conoscerlo, ma come? “Io lo so” disse il primo saggio “lo toccheremo”.

“Buona idea” dissero gli altri “così sapremo com’è un elefante”. I sei andarono dall’elefante. Il primo gli toccò l’orecchio grande e piatto che si muoveva avanti e indietro. “È come un ventaglio”, proclamò. Il secondo toccò le gambe. “È come un albero”, affermò. “Vi sbagliate”, disse il terzo toccando la coda “l’elefante è simile ad una fune”. Il quarto toccata la punta aguzza di una zanna, esclamò

“L’elefante è come una lancia”. “No, no”, disse il quinto toccandogli il fianco, “è simile ad un’alta muraglia”. Il sesto afferrando la proboscide disse “Avete torto, l’elefante è come un serpente”.

“Fune”. “Ventaglio”. “Muraglia”. “Avete torto”. “Ho ragione io”. I sei continuarono a litigare e non riuscirono a scoprire come fosse fatto un elefante!I sei, a sto punto “poco” saggi, costituiscono una buona metafora delle possibili conseguenze legate all’uso prevalente di approcci settoriali piuttosto che un approccio olistico, secondo cui ogni informazione ha senso solo nell’ambito di un contesto di riferimento: le connessioni tra i fenomeni sono importanti quanto i singoli dettagli che li compongono, anche quando i dettagli sono selettivi, precisi, specialistici. Lo stesso accade in molti campi della promozione della salute, compreso quello, condiviso tra più Enti, della prevenzione degli incidenti stradali. L’evento “La mobilità sostenibile a supporto della prevenzione degli incidenti stradali” del 24 novembre ha voluto presentare agli operatori sanitari il problema sotto diverse luci ed ha stimolato le connessioni fra i suoi differenti aspetti. L’Ing. Marco Passigato, riconosciuto esperto sul tema, ha saputo indirizzare l’attenzione dei presenti sulla nuova mobilità come argomento trasversale di prevenzione, sostenibilità urbana e allarme sulla qualità dell’aria ed ha sollecitato la responsabilità di ognuno come portatore di messaggi di salute.

Comitato Unico di Garanzia, il punto sulla violenza di genere e la salute delle donne

Silvana Widmann

Prevenzione degli incidenti

stradali, un supporto

dalla mobilità sostenibile

Servizio Veterinario, tutto sulla leptospirosi del cane

Generare comunità, abitare le istituzioni,una giornata di studio il 4 dicembre

Quando è legittimo il licenziamento del lavoratore per malattia con scarsorendimento

Segnaliamo che da alcuni mesi sono in forte aumento casi di leptospirosi nei cani. Si tratta di una grave malattia che colpisce soprattutto i cani giovani e i cani da caccia; provoca serie lesioni a fegato e reni; determina spesso la morte dell’animale o la necessità dell’eutanasia quando incurabile. E’ anche una grave zoonosi, cioè una malattia che può colpire l’uomo.Il clima caldo umido di questa stagione favorisce la sopravvivenza delle leptospire in tutte le zone in cui vi è ristagno di acqua. Si tratta di batteri, di cui esistono diversi ceppi, che vengono rilasciati nell’ambiente attraverso le urine in special modo di topi, ratti, ricci.Come si trasmetteLa via più frequente è rappresentata dal contatto con urina infetta, in genere attraverso acque contaminate.Come ci si accorgeI sintomi della leptospirosi dipendono dall’età, da fattori ambientali, dallo stato del sistema immunitario del cane e dal ceppo di leptospira coinvolto. Possiamo distinguere diverse forme della patologia, con diversa gravità dei sintomi. In genere è conosciuta la forma itterica perchè è facile vedere che il cane ha gli occhi gialli.Quando si arriva a questo stadio, però, vuol dire che il cane è malato già da alcuni giorni. E’ importante invece cogliere ogni situazione di malessere del cane e rivolgersi prontamente al veterinario che formulerà l’eventuale sospetto della malattia e si aiuterà per la diagnosi con opportuni esami di laboratorio.Cosa fare per prevenire E’ consigliata la vaccinazione periodica dei cani, a partire dai 2 - 3 mesi di età. È necessario evitare che i cani vadano a bere nei corsi d’acqua, nelle pozzanghere e in genere in acque stagnanti. E’ importante che il cane abbia sempre a disposizione acqua fresca. Il controllo dei roditori è una misura fondamentale per ridurre l’inquinamento generale dell’ambiente e delle acque. E’ anche importante per il cittadino che si ritrova con un animale ammalato adottare precauzioni adeguate come l’utilizzo di guanti usa e getta nelle operazioni di manipolazione, lavare e disinfettare i luoghi e le attrezzature che vengono a contatto con le urine dell’animale.

Enzo Re Sandro Santarossa

La Corte di Cassazione afferma che è sempre legittimo il licenziamento del lavoratore per scarso rendimento qualora il datore di lavoro provi, in base alla valutazione complessiva dell’attività resa dal lavoratore stesso ed in base agli elementi dimostrati, una evidente violazione della diligente collaborazione dovuta dal dipendente, ed a lui imputabile, a causa dell’enorme sproporzione tra gli obiettivi fissati dai programmi di produzione/attività per il lavoratore e quanto effettivamente realizzato nel periodo di riferimento, avuto riguardo al confronto dei risultati globali desunti da una media di attività dei vari dipendenti ed indipendentemente dal conseguimento di una soglia minima di produzione. Deve trattarsi inoltre di uno scarso rendimento che si protragga nel tempo. Di queste regole ha fatto applicazione la Corte di Cassazione con la sentenza n. 18678 del 4.9.2014 che ha dichiarato legittimo il licenziamento del lavoratore in presenza di assenze per malattia che pure non superino il periodo di comporto (il periodo di malattia nel corso del quale il lavoratore conserva il diritto al posto di lavoro), ove queste, anche se incolpevoli, diano luogo a scarso rendimento e rendano la prestazione inutilizzabile per il datore di lavoro, incidendo in modo gravemente negativo sulle esigenze di organizzazione e funzionamento dell’azienda e dando luogo a scompensi organizzativi. Nel caso concreto era accaduto che le assenze venivano comunicate dal lavoratore all’ultimo momento determinando la difficoltà, proprio per i tempi particolarmente ristretti, di trovare un sostituto: il dipendente era ammalato proprio quando doveva effettuare il turno di fine settimana o il turno notturno, causando ulteriori difficoltà nella sostituzione e gravi malumori nei colleghi che dovevano provvedere alla sostituzione visto il verificarsi delle assenze “a macchia di leopardo”.

Grazie alla collaborazione tra l’Ambito distrettuale 6.5, l’ASS6 “Friuli Occidentale”, la Provincia di Pordenone e le Cooperative sociali ACLI, FAI e Itaca è stata organizzata per giovedì 4 dicembre una giornata di studio dal titolo “Generare comunità, abitare le Istituzioni”. L’incontro si svolgerà presso la sala consiliare della Provincia di Pordenone con inizio alle ore 8.45. La Giornata di studio intende offrire a più livelli - culturale, politico, scientifico - un momento di riflessione e di confronto tra operatori e amministratori sulle logiche e le strategie che presiedono, e sempre più dovranno orientare, le pratiche cliniche e socio-assistenziali di comunità. Oggi più che mai, la qualità e l’efficacia delle risposte al disagio sono variabili strettamente correlate alla mobilitazione delle molteplici risorse già presenti nel territorio. Per le istituzioni, chiamate in tal senso a far fronte alla loro congenita tendenza all’autoreferenzialità, diventa quindi una priorità strategica stringere un nuovo patto con la comunità, farsi promotrici di buone sinergie, favorire il rilancio o l’implementazione delle competenze civili e di salute che da sempre le appartengono. Come pensava Franco Basaglia, il contatto con la comunità vivente contribuisce in maniera decisiva all’umanizzazione delle istituzioni, ma è altrettanto certo che la comunità, solo grazie alla mediazione critica esercitata da queste ultime, può mantenersi fedele alla sua vocazione di luogo di accoglienza, ascolto e solidarietà. Il programma della giornata è stato pubblicato tra le news sul portale dell’ASS6 (http://www.ass6.sanita.fvg.it/).La partecipazione alla giornata è libera, si consiglia tuttavia l’iscrizione, lasciando il proprio nome e qualifica alla segreteria: [email protected]

Francesco Stoppa

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Rubrica, l’angolo della sicurezza

Biblioteca: vetrina delle novità a cura della Biblioteca Scientifica [email protected]

Dal punto di vista nutrizionale questo frutto è più simile ai cereali, ha infatti un elevato valore calorico dovuto ai glucidi zuccherini e amilacei, pertanto è indicata per chi soffre di astenie, è soggetto a stress o pratica sport. Ha un buon contenuto di fibra soprattutto insolubile, con azione favorevole sulla motilità e sulla flora batterica intestinale. Presenta inoltre un discreta quantità di proteine, pochi grassi, ma preziosi in acidi grassi essenziali che svolgono un ruolo importante nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Buono è l’apporto di potassio, modesti invece gli apporti di magnesio, fosforo e calcio. Le vitamine B2 e PP si trovano in quantità non trascurabile, inoltre polifenoli e vitamina E, antiossidanti naturali, spazzini dei radicali liberi che contrastano gli effetti dell’invecchiamento cellulare e prevengono i fenomeni ossidativi.

Gnocco di castagne (ingredienti per 8 persone) - 300 g di farina di castagne- ½ litro di latte- 120 g di zucchero- 100 g di cioccolata fondente in polvere- la buccia grattugiata di 1 limone- 1 bustina di lievito per dolci

In una ciotola setacciate la farina di castagne ed il lievito. Unite la cioccolata in polvere, la buccia grattugiata del limone, lo zucchero e quindi diluite il tutto con il latte. Foderate una teglia del diametro di circa 26 cm con carta da forno, versatevi il composto e fate cuocere in forno a 180° C per circa 40 minuti. Trascorso questo tempo, sfornate lo gnocco e servitelo freddo..

a cura di Fabiola Stuto

L’R.LS. è la persona eletta o designata per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro.L’R.L.S., ha quattro diritti fondamentali: 1) diritto all’informazione; 2) diritto alla formazione; 3) diritto alla partecipazione; 4) diritto al controllo.Essere RSL in un’Azienda Sanitaria potrebbe sembrare più facile che esserlo in una ditta privata. Basti pensare alla nostra mission aziendale: “La missione aziendale consiste nell’assicurare ai cittadini della provincia di Pordenone le funzioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, secondo gli standard di assistenza sanitaria e sociosanitaria definiti a livello regionale. L’intento è quello di far raggiungere alla popolazione il più elevato livello possibile di salute, intesa come condizione di benessere fisico, mentale e sociale e non soltanto come assenza di malattia”.Nella realtà, declinare nell’operativo le funzioni di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro è estremamente difficile.Le sedi di lavoro sono numerose, ubicate su tutto il territorio provinciale. Numerosi sono dipendenti, ma tanti sono anche i preposti e i dirigenti.Pur essendo indubbi gli obblighi del datore di lavoro, in un azienda così complessa, il ruolo dei dirigenti e dei preposti assume sempre di più un ruolo fondamentale.Uno dei rischi di essere R.L.S. in un’Azienda sanitaria è quello di esercitare un ruolo burocratico, anziché sostanziale.La complessità dell’organizzazione, dei processi, della logistica, della normativa deve essere sostenuta da un maggiore investimento formativo degli R.L.S. che non può certo concludersi con la formazione iniziale e una formazione annuale.

Essere R.L.S. in un’azienda sanitaria

Rubrica, le ricette della salute

La ricetta del mese di novembre a base di...

CASTAGNE !!!

Giuseppe Pedrinelli

Riprogettare la sanità. Modelli di analisi e sviluppo. Carocci faber 2012

I sistemi sanitari detengono il primato della complessità organizzativa e come tali rappresentano una sfida per chi si occupa di concreta gestione aziendale. È dalla configurazione complessiva, generalizzata, pensata e progettata del sistema salute che nascono, si stabilizzano e si diffondono i valori e l’ideologia complessiva di una sanità nazionale. Questo volume passa in rassegna alcuni modelli fondamentali di diagnosi e progettazione di impianti organizzativi complessi e di conduzione dei processi sociali e lavorativi che li caratterizzano. I modelli trattati teoricamente sono affiancati e validati da concreti esempi applicativi, sperimentati in ambito sanitario.

La sanita’ futura. Come cambieranno gli utenti, le istituzioni, i servizi e le tecnologie. Università Bocconi 2010

In questo volume si analizzano i possibili “futuri” dei sistemi sanitari nella prospettiva dei prossimi dieci o vent’anni, utilizzando la tecnica degli scenari, che per ogni variabile rilevante indica le possibili traiettorie evolutive e ne delinea i principali impatti. Gli scenari sono costruiti cercando di cogliere i “segnali” presenti nel sistema, i pareri di opinion leader del settore, i trend di alcune variabili rilevanti e il dibattito nella letteratura internazionale, oltre a quelle che potrebbero essere le principali aree di discontinuità. Per ogni scenario sono discusse le possibili implicazioni strategiche per gli attori del sistema: le aziende pubbliche e private del Servizio Sanitario Nazionale, le imprese farmaceutiche e tecnologiche e gli erogatori di servizi di supporto.

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Impaginazione e Grafica Sergio SaracchiniStampa Grafica Goriziana - Gorizia

Registrazione Tribunale di Pordenone n. 515 del 28 luglio 2004

Direttore Responsabile

Marco Castelletto

Coordinamento Redazionale

Silvana Corona

Redazione

Sara Daneluzzi Anna Maria Falcetta, Nevio Iacuzzi

Ornella Miot, Luciana Pignat, Sandro Santarossa, Sergio Saracchini

Segreteria

Ornella Miot, Luciana Pignat Tel. 0434-369917 Fax 0434-522650

e-mail: [email protected] [email protected]

Lucio BombenDirettore Dipartimento di Prevenzione

Silvana CoronaPresidente Comitato Unico di Garanzia

Carlo FachinMedicina dello Sport

Dipartimento di Prenzione

Federica FaggianoS.C. Politiche e Gestione delle Risorse Umane

D’Anna LittleDipartimento di Prevenzione

Lucia Marcolin Riabilitazione ambulatoriale territoriale

Distretto Sud

Giuseppe Pedrinelli

Dipartimento di Salute Mentale

Enzo ReDirettore Servizio VeterinarioDipartimento di Prevenzione

Sandro SantarossaAffari Generali e Legali

Giorgio SimonDirettore Sanitario

Francesco StoppaDipartimento di Salute Mentale

Fabiola StutoResponsabile Area Igiene della Nutrizione

Dipartimento di Prevenzione

Carlo VenturiniDirettore Servizio di Prevenzione e Sicurezza

Ambienti di LavoroDipartimento di Prevenzione

Silvana WidmannUnità Funzionale

Promozione e Prevenzione della SaluteDipartimento di Prevenzione

A questo numero hanno collaborato:

Date e corsi sicurezza sono disponibili in intranet: http://intranet-ass6/ Formazione del personale Corsi sicurezza

Termina a novembre un ricco impegno del Distretto Sud nella promozione della salute attraverso l’attività motoria con la conclusione del corso di ginnastica

“Volersi bene con la ginnastica dolce” guidato dalla Fisioterapista L. Marcolin e rivolto ai dipendenti del Distretto Sud, Casa di Riposo di Azzano Decimo e delle sedi di Azzano Decimo del Dipartimento di Prevenzione, Dipartimento di Salute Mentale, Dipartimento delle Dipendenze oltre al Centro Diurno di Poincicco e all’ambito Socio-Sanitario 6.3. La partecipazione è stata tutta al femminile, sia per la prevalenza di colleghe donne impegnate nelle diverse sedi, sia perché è noto il maggiore interesse delle donne alle attività di benessere con l’attività fisica. La scelta dell’orario favorevole ai più è stato forse l’aspetto più difficile da individuare, per le innumerevoli esigenze di servizio che ogni ambito lavorativo deve ottemperare: il gruppo ha comunque partecipato con buona regolarità, ostacolata saltuariamente da impegni lavorativi sopraggiunti all’ultimo

minuto. Da tutte è stato apprezzato il beneficio di migliorata elasticità nei movimenti di vita quotidiana e minore affaticabilità. Gli esercizi proposti sono stati resi disponibili in formato audio su penna USB o CD. Ognuna ha così a disposizione un semplice supporto di auto-cura e prevenzione secondaria dei disturbi dell’apparato neuro-muscolo-scheletrico. La promozione alla salute si è sviluppata anche con l’incontro in sala riunioni del Distretto dei Walking leaders dei gruppi di cammino che dal giugno di quest’anno sono attivi nel Comune di Azzano Decimo. L’iniziativa, già attiva in numerosi Comuni d’Italia, è stata incoraggiata con l’impegno in prima linea della dott.ssa S. Widmann, Coordinatrice dell’Unità Funzionale di Promozione della Salute dell’ASS6, che ha relazionato sulle tematiche di primo soccorso, dando informazioni ed accorgimenti che sono stati accolti con grande interesse da tutti i partecipanti, tra i quali, l’Assessore allo Sport e quello alla Salute e un Consigliere Comunale

di Azzano, la cui presenza ha arricchito il dibattito. Gli Assessori hanno informato sulle iniziative del Comune per favorire ed incoraggiare iniziative di promozione alla salute, come i gruppi di ballo ed i gruppi di cammino, salvaguardando la sicurezza dei partecipanti predisponendo defibrillatori in luoghi strategici, installando l’illuminazione nella pista all’interno dell’area del Palazzetto dello Sport e da ultimo, in occasione dell’incontro in Distretto, con la consegna dei giubbini rifrangenti a tutti i walking leaders. La presenza e la guida dell’ASS6 ha permesso il grande successo di questa iniziativa che ha visto ben 220 iscritti ed oltre 15 conduttori di cammino. La particolare attenzione ai progetti di prevenzione che il Distretto Sud e tutta l’ASS6 hanno verso programmi di promozione della salute, si sono concretizzate con iniziative di significativo valore per il benessere della popolazione e di educazione verso stili di vita virtuosi.

Promozione della salute, le iniziative del Distretto Sud

Lucia Marcolin

Gruppi di cammino e ginnastica