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PERCORSO STORICO IL RINASCIMENTO

E ROMA SCOPRI E IMPARA

14-19 anni

IL RINASCIMENTO E ROMA | SCOPRI E IMPARA

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IN QUESTO CAPITOLO

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INTRODUZIONE E CONTESTO STORICO

UNA NUOVA PROSPETTIVA CULTURALE

FIRENZE E LE ARTI FIGURATIVE

IL CANTIERE DEL RINASCIMENTO A ROMA

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PERCORSO STORICO IL RINASCIMENTO

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Dallo show - Studio video Affreschi laterali | © Luke Halls Studio

In Giudizio Universale, Giulio II e Michelangelo guardano insieme e commentano le pareti laterali della Cappella Sistina, affrescate dagli artisti più importanti del Rinascimento fiorentino della seconda metà del 400: Botticelli, Perugino, Ghirlandaio, Cosimo Rosselli.

In questo percorso attraverseremo insieme il 400, per scoprire cultura e valori del Rinascimento e contestualizzare dal punto di vista storico le opere e gli artisti che durante lo spettacolo incontreremo; poi ci sposteremo su Roma, negli anni in cui Michelangelo fu chiamato ad affrescare la volta della Cappella Sistina. Roma, nella prima metà del 500 divenne il centro principale del Rinascimento italiano.

Ecco, maestro. Ora sei al centro della Cappella Sistina: da questa parte le storie di Mosè, dall’altra le storie di Cristo.”

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Con il termine Rinascimento si indica quel movimento letterario, artistico e culturale, che si sviluppa in Italia e in Europa a partire dalla seconda metà del 400 fino ai primi decenni del 500, e che coincide con la fine del Medioevo e l’avvio dell’età moderna.

Dal punto di vista storico è il periodo delle grandi scoperte geografiche, dell’invenzione della stampa, dell’utilizzo della polvere da sparo, è il periodo della riforma

protestante. Tramontati i grandi poteri universali - Papato e Impero - si assiste all’affermarsi dei regni nazionali in Europa e degli Stati regionali in Italia. Si sviluppa inoltre una nuova borghesia dedita ai traffici commerciali e al guadagno.

L’Italia è il nucleo principale, il centro propulsore della vita culturale e artistica durante il Rinascimento: le corti diventano luogo di scambio e di produzione artistica e culturale. All’interno di queste, per volere dei principi e dei signori che svolgono il ruolo di mecenati, vengono ospitati poeti, intellettuali, artisti, a cui viene affidato il compito di ripensare e “abbellire” le residenze e le città.

INTRODUZIONE E CONTESTO STORICO1

La Bibbia di Gutenberg | by Henry Trotter

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Si tratta di una vera e propria politica culturale, attraverso la quale i signori e i principi danno lustro al proprio casato, si assicurano prestigio e fama e che consente il formarsi di un nuovo tipo di intellettuale e artista: l’intellettuale non è più legato forzatamente a una carriera di tipo ecclesiastico come avveniva in precedenza, ma può mettersi a disposizione del principe; l’artista non è più solo artigiano, lavoratore manuale, ma intellettuale esso stesso.

Nel primo Cinquecento ricordiamo tra le corti più prestigiose la Ferrara degli Este, la Milano degli Sforza, la Firenze dei Medici, ma anche corti più piccole, come quelle di Mantova e Urbino.

Anche Roma è straordinariamente attiva e importante nel panorama artistico e culturale rinascimentale grazie all’attività di Chiesa e Papato, e rappresenta un vero e proprio polo di attrazione

per artisti e uomini di cultura.

L’ORIGINE DEL TERMINEIl significato del termine Rinascimento è legato al rinnovamento culturale avvenuto: nel 400 e nel 500 si assiste infatti a una completa rinascita della cultura europea che interessa le arti figurative (pittura, architettura), le scienze (medicina, filosofia, diritto) e la

Melozzo da Forlì, Sisto IV nomina il Platina prefetto della biblioteca Vaticana - Pinacoteca Vaticana © Governatorato S.C.V. – Direzione dei Musei

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letteratura.Una “rinascita” della civiltà in contrapposizione al periodo precedente, la riscoperta del mondo classico e della cultura antica dopo l’intermezzo medievale.

Il termine “rinascita” in riferimento al periodo viene utilizzato già da Vasari in relazione all’arte figurativa che parte con Giotto, si afferma con Masaccio, Donatello e Brunelleschi e culmina con Michelangelo, in cui le forme greco-bizantine vengono abbandonate a favore di quelle romano-latine.

È durante l’ottocento, invece, che entra nell’uso il termine Rinascimento. A dare questa definizione del periodo è lo storico francese Jules Michelet che lo usò per la prima volta nel 1855 per definire la “scoperta dell’uomo e del mondo” che avvenne durante il 400. Lo storico tedesco Burckhardt subito dopo, nel suo saggio “La civiltà del Rinascimento” del 1860, ne amplia ulteriormente il significato descrivendo il Rinascimento come origine della coscienza moderna in contrapposizione e rottura rispetto alla barbarie culturale del Medioevo, pregiudizio questo ormai superato.

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Il Rinascimento rappresenta il culmine di una rinascita culturale che era iniziata in ambito letterario con l’Umanesimo, grazie alla riscoperta delle opere e dei valori della classicità, e all’intensa attività letteraria che ne conseguì. Ricordiamo qui due avvenimenti che favorirono lo sviluppo di questa sensibilità e attenzione per la classicità, anche se non sono i soli:

L’indebolimento dell’impero bizantino prima e la caduta di Costantinopoli poi (1453), per cui molti intellettuali bizantini cercarono e trovarono ospitalità presso le corti italiane, e qui diffusero la conoscenza della lingua greca, determinando la nascita di un rinnovato interesse per l’antichità classica

La nascita della stampa: nel 1455 Gutenberg diede alle stampe un’edizione della Bibbia in latino composta da caratteri mobili

Le trasformazioni a cui si assiste in ogni campo arrivano a modificare il significato stesso dato all’esistenza umana e al rapporto dell’uomo con la natura e con Dio.

UNA NUOVA PROSPETTIVA CULTURALE

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Michelangelo, La creazione di Adamo - Volta della Cappella Sistina © Governatorato S.C.V. – Direzione dei Musei

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L’UOMO AL CENTRO DELL’UNIVERSO

Queste sono le parole che Pico della Mirandola nell’orazione “De hominis dignitate” (1486) fa rivolgere da Dio ad Adamo durante l’atto della creazione. E queste parole rappresentano e ci aiutano bene a capire uno dei concetti fondamentali del cambiamento alla base di questa “rivoluzione” culturale: l’uomo rinascimentale è al centro del mondo, capace di autodeterminarsi attraverso le

sue capacità e le sue competenze.

Da una visione medievale teocentrica si passa quindi a quella antropocentrica rinascimentale. Mentre l’uomo medievale è parte di un ordine cosmico dato, predeterminato, in cui è semplice e fragile strumento nelle mani di Dio, nel Rinascimento l’uomo diventa protagonista assoluto della propria vita, dotato di libero arbitrio e libero di costruirsi il proprio destino in base alle sue capacità (“Homo faber fortunae suae”).

Sono due visioni contrapposte della realtà: una cupa e pessimistica, in cui l’uomo è svalutato e la vita è semplice

Ti ho collocato al centro del mondo perché potessi così contemplare più comodamente tutto quanto è nel mondo. Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale perché tu possa plasmarti, libero artefice di te stesso, conforme a quel modello che ti sembrerà migliore.”

Ritratto di Pico della Mirandola

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attesa della salvezza divina; l’altra vitale, ottimistica, tesa alla realizzazione dell’uomo sulla terra, senza che questo significi allontanamento da Dio. L’altra faccia di questo cambiamento è però l’angoscia dell’ignoto di fronte al quale l’uomo ora si ritrova, la faccia tormentata del Rinascimento.

Questo riposizionamento dell’uomo al centro, muta come dicevamo il rapporto con Dio, ma anche il rapporto con il mondo e la natura. L’uomo viene definito dal filosofo Marsilio Ficino (1433-1499) “copula mundi”, mediatore tra Dio e il mondo, tra Dio e la natura, una natura che può e deve essere indagata, conosciuta, così come il corpo umano.

Nel celebre disegno dell’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, l’uomo rappresenta il perfetto elemento di raccordo tra la sfera divina (rappresentata dal cerchio) e quella terrestre (il quadrato).

Marsilio FicinoBy de Boulonois

Leonardo da Vinci, Le proporzioni del corpo umano secondo Vitruvio© Archivio fotografico Gallerie dell’Accademia

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LA CONOSCENZA CRITICALa conoscenza non è più basata sull’auctoritas, contemplazione di una verità incontestabile (la Bibbia ad esempio), ma è conoscenza critica, basata sullo studio e l’osservazione diretta e finalizzata ad applicazioni pratiche. In questo contesto i saperi (lo studio della natura, la filologia, etc.) acquistano la loro autonomia, ciascuno di essi con i propri metodi di studio, di analisi e finalità. Ci si allontana dall’idea di sapere universalistico tipica del periodo precedente, in cui tutto deve essere ricondotto ad unità - Dio - e in cui quindi tutte le scienze vengono subordinate alla teologia.

Interesse per il mondo naturale e per la parte fisica della persona, significano come dicevamo studio del corpo, ma anche ricerca del piacere e di una felicità terrena, dimensioni non più associate al peccato. Un esempio è la Canzona di Bacco di Lorenzo il Magnifico, che esprime proprio questo invito a godere a pieno delle gioie della vita.

Matura un ideale di unità armoniosa tra anima e corpo che ancora una volta ci porta a vedere in questa nuova visione l’elogio della vita attiva e del successo personale.Ma non è una visione in cui l’uomo è sganciato dal suo contesto, o esaltato semplicemente nella sua individualità, l’ideale è invece quello di un uomo attivo all’interno della

Ciascun suoni, balli e canti,arda di dolcezza il core:non fatica, non dolore!Ciò che ha esser, convien sia.Chi vuole esser lieto, sia:di doman non c’è certezza.”

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propria comunità. La necessità di confronto e di scambio dialettico è infatti costantemente sottolineata e ben presente. Una delle forme letterarie tipiche del periodo è infatti quella del dialogo, ispirato alle conversazioni quotidiane o ai modelli classici, in cui diverse tesi o idee vengono messe a confronto. Dimostrazioni queste del fatto che conoscenza e studio sono intesi come percorsi sperimentali passibili di revisioni e modifiche, ma che sottolineano anche il valore dello scambio e della “socialità” di cui la corte è luogo privilegiato.

Tra le opere più importanti di Raffaello, uno degli artisti chiave del Rinascimento, La Scuola di Atene, “manifesto” della concezione antropocentrica dell’uomo rinascimentale, rappresenta i filosofi più conosciuti della storia, impegnati a discutere tra loro, con l’intento di dimostrare come l’uomo possa raggiungere la “verità” attraverso la cultura e gli studi.

Raffaello, Scuola di Atene - Stanza della Segnatura | © Governatorato S.C.V. – Direzione dei Musei

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Le caratteristiche culturali del Rinascimento in sintesi:- centralità dell’uomo: non strumento di Dio ma artefice del proprio destino- riscoperta dei classici, affermazione di una cultura critica e autonomia dei saperi- nuovo rapporto con la natura e il corpo basati sull’osservazione e lo studio- un rinnovato senso storico- la riscoperta del valore della vita attiva

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Così, in Giudizio Universale, Michelangelo dice a Giulio II alla fine del dialogo sugli affreschi laterali della Cappella Sistina. I maestri fiorentini Perugino, Botticelli, Ghirlandaio, Cosimo Rosselli, ne furono gli autori e Michelangelo allude qui al fatto che Lorenzo de’ Medici, signore di Firenze, avesse offerto a Roma i suoi migliori artisti nell’ambito di un preciso disegno: riconciliarsi con il Papa (che aveva sostenuto la congiura dei Pazzi del 1478) e far risaltare ancora una volta il primato culturale della sua città.

La culla del Rinascimento è proprio Firenze dove furono le arti figurative a farsi tramite prezioso di questo nuovo modo di intendere la realtà. A Firenze infatti operarono tra gli altri Brunelleschi, Donatello e Masaccio, che sono considerati i tre artisti

fondatori del Rinascimento, nelle loro opere si ritrovano le caratteristiche essenziali di questo nuovo stile figurativo:

FIRENZE E LE ARTI FIGURATIVE3

Dallo show - Michelangelo

I maestri fiorentini furono un regalo di Lorenzo de Medici al papa Sisto IV.”“

La Basilica di Santa Maria del Fiore By No machine-readable author provided. Rnt20

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- attenzione all’uomo come individuo complesso, da considerare nelle sue caratteristiche fisiche ed anatomiche, ma anche dal punto di vista emotivo- ricerca dell’essenzialità e quindi riduzione delle parti decorative- utilizzo della prospettiva lineare centrale

LA PROSPETTIVA, STRUMENTO SIMBOLO DEL RINASCIMENTO

Perugino, Consegna delle chiavi - Cappella Sistina | © Governatorato S.C.V. – Direzione dei Musei

Dallo show - Giulio II

Guarda come la prospettiva aerea del Perugino congiunge la terra con il cielo”“

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E proprio la prospettiva può essere considerata lo strumento simbolo del Rinascimento, solo uno tra i modi possibili di rappresentare la realtà e lo spazio, che ben esprime lo spirito del periodo: la realtà può essere vista e conosciuta solo attraverso un punto di vista particolare, e questo significa ancora una volta che l’uomo occupa una posizione centrale come osservatore della realtà. Nello stesso tempo lo spazio che viene rappresentato con la prospettiva è uno spazio “ordinato”, elaborato grazie a regole matematiche, uno spazio ideale, la cui costruzione parte però dalla soggettività dell’autore.

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Queste sono alcune delle parole che Giulio II rivolge a Michelangelo in Giudizio Universale. Come si presentava Roma all’epoca in cui Michelangelo fu chiamato da Giulio II per dipingere la volta della Sistina? Nello spettacolo, il pubblico viene trasportato in uno straordinario volo sopra la città, ambientato nel 1508.

IL CANTIERE DEL RINASCIMENTO A ROMA

Dallo show - Volo sopra la città, Roma 1508 | © Vulka & Mamuth

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Dallo show - Giulio II

Roma, la grande capitale.Nell’antichità aveva raggiunto un milione e mezzo di abitanti. Poi, la caduta.Ci sono voluti secoli per ricostruirla, per farne la capitale della cristianità. E trent’anni fa, ai tempi di mio zio, il Papa Sisto IV, da Roma passavano così tanti pellegrini che lui fece costruire un nuovo ponte.Il ponte Sisto. Molto più grande del ponte Sant’Angelo…Nuovi ponti, nuove strade, nuove chiese e cattedrali… ”

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Roma, che ai tempi dell’Impero Romano aveva raggiunto il milione e mezzo di abitanti, subì una forte decadenza durante il Medioevo. Il 300, con l’assenza del papato che aveva trasferito la propria sede ad Avignone (la cosiddetta Cattività avignonese), fu un secolo di abbandono e miseria per la città, la cui economia si basava essenzialmente sulla presenza della corte papale, e giunse ai minimi storici in quanto a popolazione.

Solo con il consolidarsi del potere papale nel corso del 400 e quando la sua sede fu riportata in città da Martino V iniziò la ripresa. Era il 1420 e Roma era una città spopolata, invasa dai campi e in un evidente stato di degrado.La necessità di riportare Roma agli antichi splendori e renderla nuovamente simbolo del potere papale, diede vita a un grandissimo fermento che parte

proprio con il papato di Martino V e prosegue fino alla metà del secolo successivo. In questo processo i papi assumono il ruolo di importanti mecenati.

Rispetto ad altre città, come Milano, Firenze e Venezia, Roma non ebbe la stessa espansione economica e finanziaria. Ma nonostante la profonda crisi del regno pontificio – aggravata poi dalla Riforma protestante del 1517 – il primo quarto del XVI secolo si rivelò essere una stagione artistica di eccezionale livello per la città, già anticipata dagli interventi urbanistici di Papa Sisto IV alla fine del secolo precedente.

Martino V |

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Per tutto il periodo Roma appare come un enorme cantiere: scavi archeologici (si scopre la Domus Aurea di Nerone, Michelangelo e Sangallo riconoscono il Laocoonte), restauro di edifici e di sculture antiche, decorazioni pittoriche, interventi urbanistici importanti da parte degli architetti sull’esempio di Vitruvio, gli antichi acquedotti romani vengono ristrutturati e riaperti, le chiese proliferano e le facciate dei palazzi principeschi vengono decorate con bassorilievi antichi.

Le opere principali vengono affidate agli artisti più importanti d’Italia, che confluiscono a Roma da fuori. Negli anni 20 furono chiamati Gentile da Fabriano, Pisanello, Masaccio, Donatello, Brunelleschi, più tardi Alberti, Michelangelo, Raffaello, Bramante.Sarà proprio la presenza e l’incontro di questi grandi artisti di formazione diversa a rendere Roma, tra la fine del 400 e l’inizio del 500, il polo principale di produzione artistica e di cultura. Roma prende così il posto che all’inizio del secolo era stato di Firenze.

I PAPI DELLA RENOVATIO URBISIn questo processo di rinnovamento e ristrutturazione della città, di ritorno ed emulazione degli antichi fasti dell’impero, che doveva rappresentare il riconquistato potere papale, alcuni papi svolsero un ruolo centrale:

Martino V (1368-1431) Iniziò l’opera di riparazione dei principali edifici, dei monumenti, delle strade, diede vita a ordinanze per il mantenimento dell’igiene pubblica, riprese le commissioni artistiche, vero e proprio strumento di propaganda papale.

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Niccolò V (1447-1455) Avviò un’azione organica di renovatio urbis: rafforzò le mura, fece costruire un nuovo acquedotto, ma soprattutto iniziò la ricostruzione del palazzo del Vaticano e della Basilica di San Pietro.

Sisto IV (1471 - 1484) Avviò grandi interventi edilizi e urbanistici: commissionò il ponte Sisto, fece aprire una nuova strada (la Sistina), ma è ricordato soprattutto per la ricostruzione e decorazione della Cappella Sistina.

Giulio II (1443 - 1513)Illuminato mecenate, chiamò a Roma Raffaello, Michelangelo e Bramante, modificò la rete viaria, fece aprire una nuova strada (la via Giulia) e nel 1506 decise di ricostruire completamente la Basilica di San Pietro.

Clemente VII (1478 - 1531) Sviluppò, tra le altre cose, la Biblioteca Vaticana, proseguì la costruzione della Basilica di San Pietro.

Dallo show - studio video Piazza San Pietro | © Luke Halls Studio

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Durante il pontificato di Clemente VII, nel 1527, il sacco di Roma da parte delle truppe di Carlo V, decretò la fine di questo periodo di grande fermento culturale e artistico. Le conseguenze del sacco furono disastrose sotto ogni punto di vista: politico, civile, filosofico e religioso. Nel mondo delle arti il sacco rappresenta uno spartiacque tra lo sperimentalismo rinascimentale romano e l’inizio del manierismo europeo dovuto alla diaspora degli artisti che erano presenti a Roma.

UN INTINERARIO NELLA ROMA DEL RINASCIMENTOClicca sull’immagine e naviga nella mappa alla scoperta di Roma rinascimentale.

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