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SCOPRI E IMPARA 14-19 anni

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I PAPI CHE RESERO GRANDE LA SISTINA | SCOPRI E IMPARA

2Giudizio Universale, Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel

IN QUESTO CAPITOLO

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SISTO IV

GIULIO II

CLEMENTE VII

NAVIGARE NEL TESTOEspandi e approfondisci gli argomenti utilizzando i link che trovi nel testo.Tutti i contenuti del sito utilizzano la font ad Alta Leggibilità Biabconero©

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3Giudizio Universale, Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel

Protagonisti di Giudizio Universale, insieme a Michelangelo, sono coloro che vollero e resero possibile la realizzazione della Cappella Sistina e dei capolavori in essa racchiusi: i Papi.Siamo nel 500, il secolo della Renovatio urbis, il progetto di monumentalizzazione e modernizzazione di Roma: l’intento dei Papi era non solo quello di consacrare la città come fulcro della religiosità, ma anche rafforzare il potere terreno, loro e delle loro famiglie. Furono dunque uomini religiosi, militari, abili politici. Ma non solo. Mecenati illuminati coinvolsero i migliori artisti del tempo regalando a Roma capolavori ineguagliabili, “gocce di pura bellezza” a cui collegare il proprio nome per l’eternità.

Dallo show - Visual | © BWS

Nuovi ponti, nuove strade, nuove chiese e cattedrali…”“

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4Giudizio Universale, Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel

Sisto IV è stato il 212° Papa della storia della Chiesa, dal 1471 al 1484, anno della sua morte.Francesco della Rovere, questo il suo nome prima di salire al soglio Pontificio, nacque il 21 luglio 1414 a Pecorile, in Liguria. Entrò nell’ordine dei frati minori conventuali, studiò teologia e filosofia. Le sue notevoli doti intellettuali gli permisero di intraprendere una brillante carriera universitaria ed ecclesiastica: nel 1467 venne nominato Cardinale.Alla morte di Paolo II, il 25 agosto del 1471, il conclave scelse lui come Pontefice. Subito dopo essere stato eletto, a causa di una rivolta scoppiata presso il Laterano, istituì per la prima volta un nucleo di milizia destinato alla difesa del Pontefice.

Il suo Pontificato non viene ricordato per essere stato un successo politico ed econonmico: appoggiò due crociate contro l’Impero Ottomano, divenuto estremamente minaccioso nei confronti dell’Europa. Favorì la nascita dell’Inquisizione spagnola e confermò la nomina del terribile Capo dell’Inquisizione di Siviglia, il Torquemada.

Fortemente influenzato dalla

Melozzo da Forlì, Sisto IV nomina il Platina prefetto della biblioteca Vaticana - Pinacoteca Vaticana | © Governatorato S.C.V. – Direzione dei Musei

SISTO IV1

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sua famiglia, fece scelte e prese decisioni poco lungimiranti che lo portarono a dilapidare il patrimonio della Chiesa. Sisto IV è infatti ricordato per il suo scandaloso nepotismo, grazie al quale condusse al rango cardinalizio due suoi nipoti: Giuliano della Rovere, che diventerà poi Papa con il nome di Giulio II e Girolamo Riario che, concentrato sul proprio tornaconto e ignorante in materia di politica, spinse il Papa verso guerre rovinose, come quelle contro Ferrara e contro la Firenze dei Medici.

UNO SPLENDIDO MECENATE: LA RENOVATIO URBIS

Se dal punto di vista politico ed economico la Chiesa non visse con Sisto IV un momento di “successo”, lo stesso non si può dire per quel che riguarda la cultura, l’arte e lo splendore di Roma. Egli, per certi aspetti, fu il tipico Papa rinascimentale, mecenate brillante impegnato nel cercare di rafforzare l’immagine e il prestigio della Chiesa attraverso un progetto di monumentalizzazione e

Dallo show - Volo su Roma | © Vulka & Mamuth

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modernizzazione di Roma (Renovatio urbis). Sisto contribuì in modo sostanziale a modificare la fisionomia della città grazie ai numerosi e cospicui interventi viari ed edilizi con cui pose le basi di grandi opere in alcuni casi proseguite e portate a termine dai suoi successori.Per realizzare i suoi ambiziosi progetti si circondò di menti raffinate, artisti speciali e pensatori illuminati con i quali Sisto IV fece tornare in auge l’Umanesimo.

In occasione del Giubileo del 1475, sulle rovine dell’antico ponte romano, fece costruire Ponte Sisto, in modo da facilitare l’accesso e il flusso dei pellegrini che, fino ad allora, erano costretti ad accalcarsi sul Ponte Sant’Angelo provocando frequenti incidenti.

Ponte Sisto è il primo ponte costruito sul Tevere dopo l’età classica e costituisce un’opera di alta ingegneria. Aprì nuove strade, come la via Sistina (oggi Borgo Sant’Angelo), fece costruire l’Ospedale di Santo Spirito nei pressi del Vaticano e ricostruì la Basilica di San Vitale.

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7Giudizio Universale, Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel

”“Trent’anni fa, ai tempi di mio zio, il Papa

Sisto IV, da Roma passavano così tanti pellegrini che lui fece costruire un nuovo ponte. Il Ponte Sisto. Molto più grande del Ponte Sant’Angelo… Nuovi ponti, nuove strade, nuove chiese e cattedrali

Così in Giudizio Universale, Michelangelo e i segreti della Cappella Sistina, Papa Giulio II parla a Michelangelo delle grandi opere fatte realizzare dallo zio Sisto IV, mentre come per magia ci si trova a volare su una meravigliosa ricostruzione di Roma nel ‘500.

DALLO SHOW - GIULIO II PARLA DELLE OPERE VOLUTE DA SISTO IV

Dallo show - Volo su Roma, Ponte Sisto © Vulka & Mamuth

Ponte Sisto, Roma | by Larry Koester via Flickr

A testimoniare il ruolo di Sisto nella valorizzazione di Roma, una lapide posta nel 1475 all’inizio del Borgo Sant’angelo:

Iam nunc sixtina vocari Roma potestLa città di Roma può ora chiamarsi Sistina

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Siamo nel 1477. Si dovrà attendere l’intervento di Giulio II per far comparire nella Cappella i capolavori di Michelangelo, ma altri e meravigliosi capolavori vennero fatti realizzare da Sisto IV, che reclutò i più geniali artisti del tempo, da Botticelli a Ghirlandaio, da Perugino a Pinturicchio a Rosselli.

Così in Giudizio Universale Giulio II racconta a Michelangelo che cosa aveva spinto lo zio Sisto IV a iniziare i lavori di ristrutturazione dell’antica Cappella Magna, che diventerà poi la Cappella Sistina: egli voleva lasciare in eredità all’umanità una “goccia di bellezza” che, infatti porta proprio il suo nome.

DALLO SHOW - LE RICCHEZZE PASSANO MA LA BELLEZZA RIMANE

giulio ii - Adesso, anni dopo, quel che resta dell’antico è solo una piccola cappella. Vecchia e malandata, che dovrà diventare una goccia di bellezza, Capisci perché?michelangelo - Per l’eternità di cui parlavate. Le ricchezze passano, ma la bellezza rimane. Sempre.”

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9Giudizio Universale, Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel

Dallo show - Video Test Design | © Luke Halls Studio

Un coinvolgente dialogo tra Giulio II e Michelangelo ci porta a scoprire i capolavori delle pareti della Cappella Sistina. Le loro parole diventano immagini e i personaggi degli affreschi si animano per farsi ammirare in tutto il loro splendore.

DALLO SHOW - IL RACCONTO DEGLI AFFRESCHI

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10Giudizio Universale, Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel

Nato ad Albisola in Liguria nel 1443, Giuliano della Rovere intraprese una carriera ecclesiastica particolarmente rapida e di successo grazie all’appoggio dello zio Francesco della Rovere, ovvero Sisto IV, noto per il suo nepotismo. Entrò nell’ordine francescano sotto la protezione dello zio che, nello stesso anno in cui divenne Papa (1471) lo nominò Cardinale. A questa, si aggiunsero altre cariche ecclesiastiche prestigiose: fu arcivescovo di Losanna, di Avignone (e vescovo di altre diocesi francesi), di Bologna, nonché protettore

dell’Ordine francescano.Ricoprì importanti incarichi politici e diplomatici e, con l’elezione di Papa Innocenzo VIII, a cui era particolarmente legato, divenne potentissimo e operò con grande determinazione per ricostruire la potenza dello Stato della Chiesa, se necessario ricorrendo alle armi. Si distinse fin da subito per il suo carattere irruento, per le sue doti militari e politiche, ancor più che per il suo essere uomo di fede.

Giuliano della Rovere divenne Papa il 1º novembre 1503, dopo un conclave che durò solo due giorni e che si concluse con il voto unanime dei cardinali, ottenuto soprattutto grazie all’appoggio dei Borgia in cambio di promesse che poi disattese. Scelse il nome di Giulio non

Dallo show - Bozzetto costumi Giulio II | © Giovanna Buzzi

GIULIO II2

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solo come richiamo al suo nome di battesimo, ma anche come richiamo esplicito a Giulio Cesare a cui fin da subito cercò di farsi accostare nell’immaginario collettivo.

Divenuto Pontefice, poté continuare la sua opera di rafforzamento dello Stato della Chiesa: ostacolò le famiglie che offuscavano il suo potere, compresi i Borgia, grazie all’appoggio dei quali era stato eletto. Fece alleanze con altre famiglie potenti, come gli Orsini e i Colonna e riuscì a legare alla sua figura buona parte della nobiltà romana.Riprese il controllo di varie città italiane in mano a signori locali, come Bologna e Perugia, fece il possibile per riprendere le terre in mano ai veneziani servendosi dell’appoggio del re di Francia Luigi XII, con il quale però ben presto entrò in rotta e che riuscì a fermare grazie alla costituzione della Lega Santa che vide unite Spagna, Inghilterra e la stessa Repubblica di Venezia.

A Giulio II si deve anche l’istituzione del Corpo della Guardia Svizzera Pontificia. Era il 22 gennaio del 1506 quando un gruppo di 150 soldati Svizzeri guidati dal Capitano Kaspar von Silenen, dalla “Porta del Popolo” entrarono per la prima volta nel Vaticano e furono benedetti dal Papa Giulio II.Essi, erano ritenuti invincibili per la loro forza d’animo, i nobili sentimenti e la proverbiale fedeltà.Nel 1512, ricevettero il titolo di «difensori della libertà della Chiesa».Dallo show - Bozzetto costumi,

Guardia svizzera | © Giovanna Buzzi

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Dunque un Papa che operò all’insegna del potere, del denaro, delle guerre e delle alleanze. Un uomo dalla forte leadership, data anche e soprattutto dal suo carattere irruento e sanguigno e dalla sua capacità di muoversi abilmente per raggiungere con ogni mezzo i suoi obiettivi. In tal senso Machiavelli, nel capitolo 25 del Principe ne parla così:

IL MECENATISMO DI GIULIO IISe da un lato Giulio II è passato alla storia con il soprannome di “Papa guerriero” per le sue numerose imprese politiche e militari, dall’altro fu uno splendido Papa Rinascimentale che, sulla scia dello zio Sisto IV, continuò la Renovatio urbis: committente intelligente e raffinato, si fece mecenate di artisti che hanno regalato al mondo capolavori di ineguagliabile bellezza.Stretta fu la sua collaborazione con il Bramante, che nel 1503 nominò sovrintendente generale delle fabbriche papali, affidandogli la ristrutturazione del Palazzo Apostolico e il collegamento dello stesso con la sua residenza estiva del Belvedere. Ma soprattutto lo coinvolse nella progettazione di quella che poi diventerà la Basilica di San Pietro. Giulio II, infatti nel 1506 decise di abbattere e ricostruire interamente la basilica risalente all’epoca di Costantino e affidò a Bramante il progetto, al quale lavorò fino al 1514. Sebbene il suo progetto sia stato poi abbandonato dai suoi successori in favore di una basilica a croce latina, sono comunque rimaste immutate

“Papa Iulio II procedette in ogni sua cosa impetuosamente, e trovò tanto i tempi e le cose conformi a quel suo modo di procedere, che sempre sortì felice fine.”

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la dimensione della pianta a croce e la grande cupola emisferica di 40 metri.

A Raffaello fece affrescare Le Stanze Vaticane, cioè il nuovo appartamento papale; sempre a Raffaello si deve il ritratto che ha immortalato il volto di Giulio II, oggi conservato alla National Gallery di Londra, descritto così dal Vasari nelle Vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori:

Dal punto di vista urbanistico i suoi interventi mirarono a migliorare la viabilità e gli spostamenti: fece inserire nel tracciato urbano due nuove vie importanti, come Via Giulia e Via della Lungara.

Burrascosi e complessi furono i suoi rapporti con Michelangelo, probabilmente anche a causa del carattere sanguigno che caratterizzava entrambi. Nel 1505 Giulio II gli commissionò la realizzazione della sua tomba che avrebbe dovuto trovare posto nella Basilica di San Pietro. Un progetto monumentale che coinvolse ed entusiasmò l’artista, ma per il quale Giulio II perse poi interesse, poiché distratto su altri fronti. La cosa non

Ritratto di Giulio II |

“Et egli, che nome grandissimo aveva acquistato, ritrasse in questo tempo Papa Giulio in un quadro a olio, tanto vivo e verace, che faceva temere il ritratto a vederlo”

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piacque a Michelangelo, che lasciò immediatamente Roma e si recò a Firenze interrompendo i suoi rapporti con il Papa.

Giulio II, determinato nel riportare Michelangelo a Roma, fu insistente e minaccioso nei confronti dell’artista: il riavvicinamento tra i due avvenne quando nel 1507 Michelangelo, in occasione della visita di Giulio II a Bologna, realizzò per lui una statua di bronzo.

Le incomprensioni per la mancata realizzazione del progetto della tomba, che Michelangelo avrebbe ancora voluto realizzare, vennero definitivamente superate quando gli venne commissionato l’affresco della volta della Cappella Sistina, una sfida senza precedenti per Michelangelo che praticamente in solitudine e in soli quattro anni (1508-1512) portò a termine uno dei più grandi capolavori della storia dell’arte. In ogni caso, il vecchio progetto della tomba venne ripreso nel 1544 grazie agli eredi di Giulio II: il risultato fu un’opera collocata presso la basilica di San Pietro in Vincoli e ridimensionata rispetto alla monumentale idea iniziale.

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15Giudizio Universale, Michelangelo and the secrets of the Sistine Chapel

Così in Giudizio Universale Giulio II convince Michelangelo a dipingere la volta della Cappella Sistina in cui, al posto del cielo stellato dipinto da Piermatteo d’Amelia, darà vita alle Storie della Genesi e dell’Antico Testamento.

Dallo show - Test Video Design, Separazione della terra dalle acque | © Luke Halls Studio

DALLO SHOW - L’ARTE CHE DÀ L’ETERNITÀ

giulio ii - C’è tempo, maestro, c’è tempo per la mia tomba.michelangelo - Lo spero per voi. Ma la vostra tomba consegnerà il vostro nome all’eternità.giulio ii - Sì. Voglio affidare il mio nome all’eternità, maestro, ed anche il tuo. Ma non con una tomba.”

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Giulio de’ Medici, figlio naturale poi legittimato di Giuliano de’ Medici, nacque a Firenze nel 1478, un mese dopo la morte del padre. Fu lo zio Lorenzo de’ Medici, il Magnifico, a prendersi cura di lui: lo accolse nella famiglia, lo allevò insieme ai propri figli e cercò di garantire lui un futuro brillante.

Sotto il pontificato di Leone X, suo cugino, nel 1513 divenne prima Arcivescovo di Firenze, quindi Cardinale. Così cominciò la sua

ascesa che lo portò poi al soglio pontificio a soli 43 anni , nel 1523, anche grazie all’appoggio di Carlo V d’Asburgo, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Spagna.

Clemente cercò di ottenere l’equilibrio tra Francia e Spagna, che si contendevano l’egemonia in Italia e in Europa. Ma le mire espansionistiche di Carlo V portarono Clemente a un avvicinamento al Re di Francia Francesco di Valois, che portò nel 1256 alla Lega di Cognac a cui aderirono, oltre al re di Francia, i principali Stati italiani: il Ducato di Milano, le Repubbliche di Venezia e di Genova e la Firenze dei Medici.In verità, i timori di Clemente erano soprattutto per lo Stato Pontificio: il sovrano asburgico, avendo già nelle sue mani l’intera Italia meridionale come eredità spagnola, avrebbe potuto unificare tutti gli Stati della penisola sotto un unico scettro, a danno dello Stato Pontificio, che

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rischiava, in tal modo, di scomparire completamente.Ma la Lega non riuscì a fermare Carlo V: nel 1523 i francesi vennero sconfitti a Pavia e Francesco venne fatto prigioniero. Nel 1525 in cambio della sua libertà, firmò il trattato di Madrid. La situazione andò peggiorando e raggiunse il suo apice nel 1527 con il Sacco di Roma: Carlo V aveva infatti arruolato 22.000 soldati mercenari tedeschi, i temibili Lanzichenecchi, violenti, brutali e senza scrupoli. Arrivati alle porte di Roma, costrinsero il Papa a rifugiarsi a Castel Sant’angelo dove rimase oltre sei mesi e da cui riuscì poi a fuggire ad Orvieto per tornare a Roma dopo un anno, quando le acque si erano calmate.

Nel 1529 venne sottoscritto il trattato di pace tra lo Stato della Chiesa e Carlo V che l’anno successivo venne incoronato Re d’Italia dallo stesso Clemente. Due giorni dopo venne nuovamente incoronato come Imperatore del Sacro Romano.L’Impero aveva avuto la meglio sulla Chiesa realizzando quindi l’assoggettamento della Santa Sede all’Impero.

CLEMENTE VII E LA CAPPELLA SISTINAAnche Clemente VII fu un Papa sensibile alle arti e alla cultura, a cui si dedicò in particolar modo dopo essere tornato dalla permanenza forzata ad Orvieto. Sviluppò ulteriormente la Biblioteca Vaticana, proseguì i lavori nella Basilica di San Pietro, portò a termine i lavori del cortile di San Damasco e di Villa Madama.

Ma sicuramente l’eredità più preziosa che ci ha lasciato in tal senso è il Giudizio Universale: per legare il suo

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nome alla Cappella Sistina così come avevano fatto i suoi predecessori, anch’egli chiamò Michelangelo. Erano passati circa 30 anni da quando l’artista aveva realizzato la magnifica volta della cappella: ed ora una nuova sfida, realizzare l’affresco della parete dietro all’altare con il Giudizio Universale.

Il Giudizio Universale di Michelangelo | © Governatorato S.C.V. – Direzione dei Musei

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Così Clemente chiede a Michelangelo di dipingere il giorno in cui arriverà il “tempo di Dio”

Dallo show - Studio video design | © Luke Halls Studio

Dallo show - Studio video | © Luke Halls Studio

DALLO SHOW - L’ETÀ DEL GIUDIZIO

clemente vii - Sono sempre tormentati i tempi degli uomini, maestro.michelangelo - Finché non arriverà il tempo di Dioclemente vii - Quel tempo è ancora lontano. Per ora potresti cominciare col dipingerlo (…) Hai l’età che serve per dipingere il Giudizio Universale. ”