Perché fare sport all’ U.S. Cappuccini Calcio file• elaborare annualmente una programmazione...

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________________________________________________________________________________ Perché fare sport all’ U.S. Cappuccini Calcio (.....“SE TI DIVERTI, NON PERDI MAI”...)

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Perché fare sport all’

U.S. Cappuccini Calcio

(.....“SE TI DIVERTI, NON PERDI MAI”...)

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Perché fare sport Lo sport è uno dei fenomeni più rilevanti del nostro tempo. Coinvolge innumerevoli persone in ogni paese del mondo e si sviluppa ogni giorno di più. Praticato direttamente o vissuto come spettacolo, se opportunamente orientato, costituisce una grande risorsa a disposizione della persona umana e della collettività, poiché è in grado di svolgere importanti funzioni: - ludica, in quanto si propone come mezzo per sprigionare creatività, gioia, gratuità nella fruizione del tempo libero, sia individuale che collettiva; - culturale, poiché contribuisce una più approfondita conoscenza delle persone, del territorio e dell'ambiente naturale; - sanitaria, poiché concorre a preservare e migliorare la salute di ogni persona; - educativa, perché favorisce un'equilibrata formazione individuale e lo sviluppo umano a qualsiasi età; - sociale, in quanto intende promuovere una società più solidale, lottare contro l'intolleranza, il razzismo e la violenza, operare per l'integrazione degli "esclusi"; - etico-spirituale, perché, nel perseguire i valori morali, vuole contribuire allo sviluppo integrale della persona umana; - religiosa, perché, sviluppando appieno le potenzialità della persona, aiuta ad apprezzare sempre più la vita, che per i credenti è dono di Dio. Lo sport sa parlare alle persone con un linguaggio semplice, per dire cose importanti: - che occorre impegnarsi a fondo per realizzare le proprie mete ed

aspirazioni, senza tuttavia cadere nel culto della perfezione fisica; - che bisogna prendere coscienza dei propri limiti e capacità; - che si deve resistere alla tentazione di arrendersi alle prime difficoltà; - che la vittoria e la sconfitta fanno parte della vita e quindi bisogna saper vincere senza ambizione, prepotenza e umiliazione dell'avversario, e bisogna saper accettare la sconfitta con la consapevolezza che non si tratta di un dramma irreparabile e che la vera vittoria ciascuno la ottiene dando il meglio di se stesso; - che qualunque competizione deve svolgersi nell'osservanza delle regole, nel rispetto degli altri e

senza esasperazioni.

U.S. Cappuccini Calcio

La U.S. Cappuccini Calcio nasce 1 settembre 1970 nell’ambito dell’attività oratoriana della Parrocchia di S. Salvario.

La U.S. Cappuccini Calcio è lo strumento con cui si propone lo sport all’interno dell’Oratorio non come una semplice attività ricreativa ed agonistica, ma uno strumento educativo; anzitutto al sapersi misurarsi con se stessi, con le proprie capacità, con i propri limiti, con la fatica, con la passione e con l’aggressività; è cioè l’ambito in cui si favorisce la socializzazione e la relazionalità, ambito nel quale ci si deve educare a valori come il rispetto, la lealtà, la collaborazione, il coraggio e la costanza. Si sottolinea la specificità degli allenatori come figura educativa con un diretto mandato da parte della Parroco.

La U.S. Cappuccini Calcio intende promuovere il calcio a livello giovanile, organizzando campionati e tornei fino alla categoria giovanissimi compresa. Per le successive categorie è stato stipulato un accordo con la polisportiva Juventina e la U.S. Casalpusterlengo Juv. Che prevede il confluire degli atleti provenienti dai due oratori nella squadra allievi del U.S. Casalpusterlengo Juv.

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La U.S. Cappuccini Calcio, proponendo ai ragazzi l’esercizio della disciplina calcistica ha lo scopo di:

• animare l’attività sportiva della Parrocchia come momento di educazione, di maturazione umana e di impegno, in una visione ispirata alla concezione cristiana dell’uomo e della realtà a cui l’oratorio tende

• elaborare annualmente una programmazione sportiva in sintonia con la natura sportiva del gruppo e l’insieme della proposta educativa oratoriana.

La proposta elaborata dalla società nell’affrontare l’attività calcistica per bambini di sei fino ai

quattordici anni è quella di aderire all’ invito della FIGC di adempiere alle linee guida della “Carta dei diritti e dei doveri per i giovani calciatori e gli adulti”. Relative all’approccio didattico e pedagogico da tenere nei confronti dei giovani calciatori. Essa è rivolta ai genitori, dirigenti sportivi e scolastici, insegnanti, educatori sportivi e agli atleti. Vuole essere utile strumento per conoscere meglio il mondo calcistico giovanile affinché i “nostri adulti” genitori, tecnici e dirigenti, comprendano il delicato ruolo educativo che occupano e si assumano le relative responsabilità, per favorire, la formazione di buoni sportivi, ma soprattutto di ottimi cittadini.

Garantendo il 1. diritto di divertirsi e giocare 2. diritto di fare sport 3. diritto di avere i giusti tempi di riposo 4. diritto di beneficiare di un ambiente sano 5. diritto di praticare in assoluta sicurezza a salvaguardia della propria salute 6. diritto ad essere circondato e preparato da personale qualificato 7. diritto di seguire allenamenti adeguati ai giusti ritmi 8. diritto a partecipare a competizioni adeguate alle varie età, seguendo allenamenti che

corrispondono a giusti ritmi d’apprendimento 9. diritto a misurarsi con giovani che abbiano le stesse probabilità di successo 10. Diritto di non essere un campione

(Potete trovare ulteriori informazioni al sito http://www.settoregiovanile.figc.it/) La U.S. Cappuccini Calcio è riconosciuto come “Centro Calcistico di Base”. Per cui l’attività

viene svolta nel rispetto delle norme previste dal Settore Giovanile e Scolastico della FIGC che per le categorie di Base sono:

- “Piccoli Amici”: attività motoria ad indirizzo calcistico - “Pulcini”: attività a carattere eminentemente promozionale, ludico e didattico (vedi allegato modalità di svolgimento attività e gare) - “Esordienti ”: attività a carattere eminentemente ludico-promozionale e di approfondimento

tecnico e formativo - “Giovanissimi”: attività di verifica e avanzamento del processo di apprendimento tecnico –

tattico –formativo. Una precisazione va fatta per quanto riguarda l’assegnazione del ruolo ad ogni ragazzo: esso viene come conseguenza di un percorso di formazione tecnico tattico che si completerà nelle categorie maggiori presso La U.S. Casalpusterlengo Juv. Oltre la figura degli allenatori/educatori e dirigenti sono parte integrante dell’U.S. Cappuccini Calcio, i ragazzi e le rispettive famiglie. Tenete presente che l’U.S. Cappuccini Calcio spende per potere svolgere la normale attività sportiva oltre 35.000 € all’anno per far giocare i circa 100 atleti iscritti. Finchè il buon cuore di amici e sponsor lo consentiranno manterremo modesta la quota associativa e distribuiremo il materiale tecnico necessario. Inoltre la parrocchia si accolla tutte le spese delle utenze, gas luce, acqua.

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UN ATLETA per AMICO Ad ogni ragazzo che entra a far parte della società U.S. Cappuccini Calcio viene offerto l’occasione di realizzare il sogno di vivere un momento in cui tutta la sua persona ha la possibilità di “divertirsi giocando al calcio”. Come per i responsabili vi è l’impegno di offrire un servizio che faccia sentire l’atleta al centro di un progetto educativo e di gioco, anche al ragazzo viene chiesto nel limite della sua responsabilità di una scelta personale di rispettare un modo di porsi con se stesso e con gli altri, per cui l’impegno di ogni ragazzo deve essere:

Responsabile • Frequentare gli allenamenti con assiduità; • avvisare telefonicamente in anticipo in caso di impossibilità di presenziare all'allenamento e

alla partita; • comunicare all'allenatore gli impegni scolastici (verifiche, gite,rientri pomeridiani) ed

extrascolastici (comunione, cresima, visite mediche, appuntamenti familiari); • presentarsi con estrema puntualità alle convocazioni di allenamenti e partite; • avere con sé tutto l’abbigliamento sportivo occorrente (tuta,le scarpe, i lacci, i tacchetti

ecc..), prevedendo del materiale di scorta; • mantenere con cura la dotazione; • avvisare l’allenatore di eventuali infortuni o malanni vari occorsi prima della convocazione • prendere visione degli avvisi/comunicazione attraverso la Bacheca dell’Oratorio impegnato a • partecipare attivamente alle sedute di allenamento offrendo sempre un contributo attivo; • non risparmiarsi e non rinunciare alla seduta quando le condizioni atmosferiche sono

avverse; • non abbattersi e non lasciarsi andare quando mancano i risultati agonistici; • rispettare il proprio turno d’incaricato dell’ordine, della predisposizione del materiale e delle

attrezzature sportive (palloni, casacche, conetti, borracce…) • mantenere gli spogliatoi ordinati; motivato dell’apprendimento per • Ricercare costantemente la massima motivazione dell’apprendimento e alla riuscita sportiva.

Cioè: piacere del movimento, migliorare la propria prestazione, raggiungere il successo personale;

• credere nel valore costruttivo dell’allenamento e applicarsi in modo costante; • sopportare la fatica; non lasciarsi andare alle prime difficoltà; essere sociale nel • Accettare tutti i compagni; • Rispettare i compagni e i loro oggetti personali (abbigliamento, portafogli, merenda, ecc…); • rispettare gli adulti; • mettere in atto comportamenti d’aiuto; • cooperare al fine di raggiungere risultati collettivi; • accettare e rispettare le regole; • porgere il saluto a compagni, tecnici, addetti al campo e allo spogliatoio;

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LA FAMIGLIA Nello svolgere la ns. attività non possiamo prescindere dalla presenza della famiglia, la quale è

invitata a considerare il proprio figlio come una persona da educare e non un campione da allenare. Anteporre sempre il benessere fisico e psicologico del giovane calciatore al proprio desiderio di vederlo vincere. Avere fiducia nell’operato degli educatori sportivi, lavorando in sinergia con loro. Essere un tifoso rispettoso, incoraggiando in modo leale. Ricordarsi che la partita è per i bambini e non per gli adulti. Gli adulti, insomma, non devono essere quelli che si limitano ad accompagnare i bambini agli allenamenti o, peggio, che assistono alle partite con atteggiamenti da “ultras” o ancora polemizzano con i tecnici, magari perché non fanno giocare titolare il proprio figlio. Il ruolo dei genitori è importante anche a livello partecipativo e proprio per questo si desidera aiutare le famiglie a capire che il calcio va inteso prima di tutto come attività motoria e ludica. Soprattutto si auspica un dialogo, confronto per assolvere al meglio al compito e ruoli che la responsabilità nei confronti dei ragazzi ci impone.

Come ogni sport, anche il calcio può aiutare il bambino ad accettare le sconfitte. Sbagliare è sempre possibile. Ciò che conta è l’impegno, è la coscienza di aver dato il massimo. Il bambino impara così a mantenere un atteggiamento concreto, a confrontarsi con i propri limiti, a capire che può succedere anche di perdere e che non tutti i sogni si possono realizzare. Infine c’è l’aspetto dell’allenamento: corsa, ginnastica, piegamenti, palleggi, esercizi ripetuti tante volte, tecniche per padroneggiare il pallone. Tutto questo insegna ai bambini che i risultati non piovono dal cielo ma sono frutto di impegno, fatica, tenacia e costanza. L’allenatore, esperto di gioco e di tecnica, si pone a guida del piccolo, il quale capisce che dando ascolto a chi ha più esperienza, si può raggiungere più velocemente un obiettivo. Deve essere chiaro a tutti i genitori che questo sport all’inizio deve essere considerato un gioco, non una competizione agonistica da vincere ad ogni costo, né tanto meno una pista di lancio per diventare “qualcuno” e guadagnare facilmente tanti soldi. Certo qualche campione uscirà dai “pulcini”, ma potrebbe non essere vostro figlio… quindi nessuna aspettativa, nemmeno inconscia!

Consapevoli dal ruolo importante della famiglia e soprattutto per tutelare i ragazzi, la U.S. Cappuccini Calcio evidenza alcuni metodi operativi.

L’U.S. Cappuccini Calcio non è contraria alla possibilità di far fare l’esperienza calcistica presso una società professionistica, ma per il rispetto del minore, riteniamo sia corretto che la richiesta venga fatta ufficialmente alla società, la quale informando i genitori lascerà loro la libera facoltà di decidere. Non verranno prese in considerazione richieste da società che non rispettano tale procedura.

Si porta a conoscenza che nel rispetto del Comunicato n. 1 del settore Giovanile e Scolastico (“alla luce del carattere eminentemente promozionale e didattico dell’attività, è vietata l’organizzazione di provini o raduni selettivi per le categorie Piccoli Amici – Pulcini – Esordienti e comunque per tutti i tesserati che non abbiano compiuto il dodicesimo anno di età”) . Il direttivo dell’U.S. Cappuccini Calcio aderisce totalmente a tale direttiva.

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La U.S. Cappuccini Calcio fin dal 1996 ha sentito il dovere di normare una serie di comportamenti generali da perseguire nello svolgimento dell’attività:

NORME DI COMPORTAMENTO GENERALI DELL'U.S. CAPPUCCIN I

1) L'attività dell'US Cappuccini Calcio è oratoriana e quindi ogni ragazzo è tenuto a comportarsi sempre come se fosse in Oratorio. E' auspicabile la presenza continua alla S. Messa, Catechesi e alle altre attività oratoriane.

2) E' fatto obbligo a tutti il rispetto delle strutture (spogliatoi, campi, attrezzatura sportiva...) come cosa pubblica e, quindi, bene di tutti. Chi volontariamente arrecasse danno a tali strutture è tenuto a risarcirne il danno provocato.

3) Ai propri dirigenti ed allenatori va portato ris petto e considerazione; ogni comportamento scorretto nei loro confronti è considerato fatto grave.

4) Con i propri compagni occorre ricercare l'amicizia ed il rispetto per far si che l'esperienza con l'U.S. Cappuccini Calcio sia divertente ed aiuti a crescere in armonia, evitando la bestemmia ed il linguaggio volgare.

5) Durante le gare il comportamento da tenersi nei confronti degli avversari e degli arbitri deve essere il più educato e corretto possibile.

6) Ad ogni atleta si raccomanda serietà, fedeltà, puntualità ed impegno negli allenamenti e nelle gare, dando il meglio di se stessi.

7) L'attività sportiva non deve influire negativamente nei rapporti famigliari e sull'andamento scolastico: un bravo atleta sa organizzare bene i propri impegni e le sue giornate.

8) Ogni ragazzo deve cercare di coinvolgere i propri genitori, per quanto possibile, nell'attività sportiva, per essere, anche nello sport, guide e consiglieri (non tecnici) dei propri figli.

9) Qualora sorgano discussioni con i compagni od avversari, riferire sempre dell'accaduto ai dirigenti o al Sacerdote, per risolvere sempre in modo civile e maturo ogni controversia.

10) Qualora qualche atleta non si comporti in modo degno dello spirito dell'US Cappuccini Calcio può venire temporaneamente escluso mediante decisione presa dai dirigenti e/o dal Sacerdote

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INDICAZIONI DIDATTICHE L’U.S. Cappuccini Calcio svolge ed organizza l'attività con finalità rivolte a: - contribuire alla formazione motoria, da realizzarsi in ambiente sano, controllato da Istruttori

esperti; - favorire e valorizzare la voglia di giocare a pallone dei nostri ragazzi; - educare il giovane a rispondere tecnicamente in modo efficace alle varie situazioni di gioco; - formare nel corso della permanenza nella nostra Scuola, ragazzi che possano

successivamente dimostrare livelli adeguati alle qualità calcistiche apprese, e inserirsi eventualmente nelle numerose Società che formano il pianeta calcistico giovanile;

- arricchire il patrimonio motorio dei bambini affinchè possa essere riutilizzato con successo anche in altre discipline sportive;

- contribuire alla formazione di una personalità, dove l'insuccesso e la sconfitta non determinino sfiducia ma stimolino il desiderio di riprovare, di valutare laddove si è sbagliato;

- dare a tutti la possibilità di ricevere gratificazioni in quello che si fa, dosando opportunamente le difficoltà sia in allenamento che durante gli eventi agonistici, evitando esasperazioni o richieste di maggiori prestazioni.

Per potere svolgere la propria attività la U.S. Cappuccini Calcio ha necessità di risorse finanziarie

per le quali chiede il Vs. aiuto con la quota di iscrizione. Essa è una quota associativa non da diritto a nessuna dotazione di materiale tecnico, è solamente

un contributo alle spese generali per permettere l’attività. Finchè il buon cuore di amici e sponsor lo consentiranno distribuiremo materiale tecnico necessario

Tenete presente che l’U.S. Cappuccini Calcio spende per potere svolgere la normale attività sportiva oltre 35.000 € all’anno per far giocare i circa 100 atleti iscritti.

Finchè il buon cuore di amici e sponsor lo consentiranno manterremo modesta la quota associativa e distribuiremo il materiale tecnico necessario.

Inoltre la parrocchia si accolla tutte le spese delle utenze, gas luce, acqua. Norme gestione materiale tecnico

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CATEGORIA PULCINI - PROGRAMMAZIONE ATTIVITA' (da “Guida Tecnica Settore Giovanile e Scolastico F.G.C.I) Fantasia, creatività, esuberanza, passione, dolcezza, entusiasmo, lealtà, sono caratteristiche

«tipiche della fanciullezza. La fascia dì età che va dagli 9 ai 10 anni può essere considerata un'età d'oro per l'apprendimento, un periodo fecondo caratterizzato da una elevata disponibilità motoria e Intellettuale.

� IL PROFILO PSICOMOTORIO DEL BAMBINO DI 8-10a ANNI E LE SUE

RELAZIONI L’ obiettivo dell'Insegnamento del calcio ai bambini e bambine può essere riassunto netta

seguente frase: muoversi - con competenza tecnico/Tattica - Insieme ad altri coetanei – per raggiungere obiettivi comuni - divertendosi. Se questa è la prospettiva in cui Inserire l'Insegnamento del calcio ne derivano alcune conseguenze operative la cui applicazione potrebbe essere di aiuto all'azione degli allenatori e degli altri adulti che Interagiscono con questi bambini,

� COSA RICERCANO I BAMBINI NEL CALCIO Le motivazioni che caratterizzano i bambini in questa fascia di età sono le seguenti: trarre piacere

dall'azione sportiva, muoversi pensando, sapersi assumere dei rischi calcolati e saper vivere In gruppo. Trarre piacere dell'azione sportiva è estremamente importante in quanto soddisfa una delle motivazioni che determinano il coinvolgimento sportivo: quella di entusiasmarsi, di divertirsi e di spendere onerata attraverso II movimento. Il calcio consente di soddisfare questa motivazione attraverso allenamenti In cui vi sta un'adeguata varietà di esercizi, alcuni di più facile esecuzione altri più diffidi. In cui i ragazzi siano costantemente impegnati. riducendo così al minimo Indispensabile i momenti al pausa o di attesa. Muoversi pensando significa invece imparare a servirsi dei propri pensieri mentre si gioca. Avere calciatori psicologicamente autonomi in campo dovrebbe essere l'obiettivo di ogni allenatore. Questo comporta che nei momenti di maggior pressione agonistica questi sarebbero in grado di non perdere la testa e di continuare a perseguire i propri obiettivi di gioco. Questo atteggiamento va costruito nei giovani sin da quando sono bambini facendoli svolgere delle esercitazioni in cui devono prendere delle decisioni e rinforzando non solo la correttezza delle loro scelte ma soprattutto la capacità di operare delle scelte. Pertanto, non deve essere insegnato ai bambini solo ad agire in funzione delle istruzioni ricevute dall'allenatore, ma bisogna creare dette situazioni in cui autonomamente devono risolvere situazioni di gioco.

Al muoversi pensando, ben si collega il sapersi assumere del rischi calcolati durante il gioco. Sempre più spesso si sente affermare dai tecnici che i giovani calciatori tirano raramente in porta e non sanno effettuare un dribbling. Dal punto al vista psicologico queste sono situazioni individuali rischiose. In cui è possibile sbagliare ed essere tacciati dagli altri di essere egocentrici o troppo individualisti. Certamente uno sport di squadra richiede spirito di gruppo e la capacità di lavorare per la squadra ma richiede pure espressioni creative e la capacità di assumersi le proprie responsabilità (anche quello di effettuare un tiro sbagliato). Il ruoto dell'allenatore è essenziale nel favorire raffermarsi di questa mentalità. Il bambino assumerà del rischi se sa che il tecnico apprezza questo modo di agire e non premia soltanto le azioni corrette o quelle che sono state preparate in precedenza insieme alla squadra. Bisogna, quindi, mantenere un equilibrio fra rischio individuale e gioco collettivo e gli allenamenti devono servire a insegnare ad agire in questa maniera. L'ultima dimensione da sviluppare riguardo la capacità di vivere in gruppo. II sentirsi parte di un determinato contesto sodale, in questo caso la squadra di calcio, soddisfa uno del bisogni primari e pertanto, saper rispettare le regole dei gruppo, collaborare in un ambiente competitivo. Imparare ad anteporre

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i propri obiettivi personali a quelli della squadra sono fra gli elementi chiave nell'educazione con ogni individuo.

� LE REGOLE In relazione ai coetanei i bambini di 8-10 anni preferiscono coloro che si dimostrano collaborativi e che contraccambiano ciò che ricevono. A questa età i bambini preferiti non vengono solo più scelti in funzione di alcune loro caratteristiche strettamente individuali (ad esempio, la maestria nel gioco o la forza fisica) ma in base anche ad abilità interpersonali, quali la lealtà e l'accettazione reciproca. L'allenamento dovrebbe essere strutturato così da incentivare la collaborazione fra i calciatori. In tal modo si favorirebbe ulteriormente l'affermazione della capacità di mettersi nei panni degli altri, ponendo un limite a quegli individualismi nel gioco che sono motivo di litigio nella squadra e che dai bambini. In (linea di massima, verrebbero risolti applicando la legge detta reciprocità: "Non hai passato la palla. adesso lo farò anch'io". L'appartenenza al gruppo squadra svolge un ruolo essenziale nello sviluppo della capacità a collaborare e maggiore sarà il senso di amicizia che i bambini sviluppano maggiore sarà la coesione in campo. Al contrario minori saranno i tegami interpersonali maggiore sarà la tendenza a non seguire le regole stabilite e minore sarà l'accettazione dei comportamenti degli altri. In relazione alle regole stabilite dall'allenatore. I bambini di questa età le interpretano meno come modalità arbitrarle di controllo e ne comprendono la motivazione e l'utilità. Se nelle età precedenti era più abituale pensare che l'allenatore imponeva le regole "perché è più grande, perché è più forte, perché sa riconoscere quando diciamo le bugie" ora i bambini pensano che bisogna obbedire "perché sa cosa è utile per noi ed è più esperto". I bambini accettano, quindi, le regole stabilite dall'allenatore e ne comprendono i vantaggi e, nello stesso tempo. I tecnici per mantenere questa condizione positiva, devono comportarsi in modo coerente con quanto hanno stabilito. Infatti, ora i fanciulli sanno quando gli adulti non le rispettano e richiedono spiegazioni, che ovviamente vanno fornite.

� ACCETTARE LE SCONFITTE O CONTESTARE L'ARBITRO E L' ALLENATORE

Gli adulti (genitori, allenatore e accompagnatore) svolgono un ruolo fondamentale nel fornire al fanciullo un sistema per interpretare quanto succede durante la partita. Ancora troppo spesso si sentono allenatori urlare dalla panchina contro i bambini che non eseguono le loro istruzioni o contro gli arbitri (con maggior veemenza se è una ragazza!), o genitori che si vogliono sostituire al tecnici o che inveiscono contro l'allenatore perché non fa giocare il loro figlio oppure “fuori ruolo”. In questi casi l'obiettivo è quello di esprimere le proprie passioni, senza badare agli effetti che producono e comunque si ha l'intenzione di offendere il ricevente. A questo riguardo le indicazioni da seguire sono le stesse codificate dal calcio a livello Internazionale e che riguardano il fair-play e cioè la cosiddetta sportività. A questo riguardo, i genitori devono sostenere i loro figli mostrando una comprensione affettuosa verso di loro, ascoltando le loro esperienze calcistiche, sostenendo l'entusiasmo che i bambini dimostrano e chiedendogli se si divertono. In relazione invece agli allenatori i preferiti sono quelli capaci di: rinforzare, incoraggiare dopo un errore, fornire istruzioni tecniche dopo un errore, riconoscere l'impegno, organizzare l'attività in maniera precisa e mantenere la disciplina. Al contrario, gli allenatori meno preferiti sono coloro che con maggior frequenza forniscono: punizioni, istruzioni tecniche date in maniera punitiva dopo un errore e non sanno mantenere la disciplina. In sostanza i bambini vogliono imparare e migliorare le loro competenze sportive in un ambiente che sia regolato da regole precise e in cui si sentano psicologicamente sostenuti. Infine, se vogliamo che i bambini imparino ad essere responsabili, essere coraggiosi, lavorare in squadra e mantenere un elevato impegno non possiamo permettere che imparino dagli adulti a dare la colpa dei loro errori, di quelli della squadra e delle sconfitte all'arbitro o ad altri fattori esterni. Più frequenti sono i comportamenti degli adulti che spiegano le difficoltà incontrate in termini di colpe di altri maggiore sarà la probabilità che i bambini non sviluppino quelle caratteristiche psicologiche sopra riportate. Ad esempio, i bambini si sentiranno autorizzati a

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contestare l'operato dell'arbitro se avranno visto l'allenatore (o altri adulti) agire in quella stessa maniera.

� COME VIVERE LA PARTITA

I bambini prima di una partita provano sensazioni di forte curiosità verso quello che andranno a fare. Vogliono vincere, divertirsi, mostrare quanto sono bravi e non vedono l'ora che inizi. L'obiettivo degli adulti, dall'accompagnatore al genitore e all'allenatore dovrebbe essere quello di sostenere questo clima positivo e ricco di energia psicologica, senza trasformare quella partita in una finale della Coppa dei Mondo. Gli allenatori dovranno trasmettere ai loro bambini la convinzione che la squadra nel suo complesso riuscirà, con il proprio impegno collettivo, a soddisfare le motivazioni di ognuno di loro. Inoltre, la partita dovrebbe servire per comprendere come ogni bambino vive l'errore; come qualcosa da nascondere e di cui giustificarsi o come unica opportunità di miglioramento? Una valutazione di quale atteggiamento e reazione determina l'errore consentirebbe di allenare in seguito i bambini ad assumere un approccio più corretto. Un suggerimento: prima di mettere in atto questo processo l'allenatore dovrebbe chiedersi: "sono consapevole di come vivo i miei errori e di come reagisco a quelli della squadra? C'è qualcosa che voglio fare per migliorarmi?"

� ASPETTI PECULIARI DEL BAMBINO di 8- 1O ANNI

I bambini a questa età hanno superato la fase spiccatamente egocentrica che ha caratterizzato il loro comportamento nell'età precedente. Cominciano ad acquisire una predisposizione alla collaborazione e a decentrare in qualità delle loro azioni motorie, che vengono Inserite in un contesto al gioco collettivo;

In altre parole le esigenze della squadra cominciano a porsi in una posizione gerarchica non subalterno rispetto all'individualismo, centro in passato del loro comportamenti. Questo predispone il piano didattico a concepire l’insegnamento tecnico in un contesto applicativo, dove il rapporto con la palla è regolato sul piano cognitivo da afferenze di natura situazionale. La natura degli esercizi proposti sarà caratterizzata da un ambiente in continuo divenire, i parametri spazio e tempo dovranno sollecitare continui adattamenti. Le chiavi comportamentali tecniche, disponibili a creare adattamenti efficaci, non saranno poste come avveniva anni fa' su un versante esclusivamente di natura biomeccanico, ma dovranno risultare funzionali, in una dialettica dove qualità del gesto e applicabilità dello stesso interagiscono e si integrano. Questo sta a significare che pur predisponendo nella didattica momenti nei quali l’allievo dovrà mostrare attenzione sul come eseguire un fondamentale tecnico, sarà prevalente nell'insegnamento un'attività spiccatamente situazionale.

� PRINCIPI DI BASE PER LA PROGRAMMAZIONE NELLA CATEG ORIA PULCINI

La programmazione che andremo a strutturare, avrà come riferimenti i tre grandi parametri che interagiscono nel 'ambito della prestazione di gioco: tecnico, tattico e fisico.

Sul piano tecnico, i grandi obiettivi da raggiungere, riguardano le condotte tecniche fondamentali, gli strumenti operativi essenziali che durante il gioco permettono la risoluzione di problemi tattici. Favorire un migliore comportamento tecnico, sta a significare che l'itinerario formativo, non avrà uno sviluppo esclusivamente mirato all'acquisizione di un preciso modello, ma dovrà subire sollecitazioni dove "ostacoli" di natura coordinativa implicheranno continui adattamenti. Allo stesso modo l'esecuzione delle varie gestualità, riceveranno sollecitazioni di natura spazio-temporale riferita alla ricerca di rapidità, alla presenza di avversari. In una situazione di maggiore o minore complessità, in funzione del grado d abilità acquisito. II versante tattico in stretta congiunzione con l'ambito tecnico, e non potrebbe essere dirimenti vista la natura dei gioco, si mostrerà più attento a costruire comportamenti di collaborazione, che in fase di possesso e di non possesso palla, risultano

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regolatori fondamentali dei comportamenti collettivi. Ci riferiamo per esempio a concetti di appoggio, sostegno, passaggio a muro oppure d posizionamento difensivo, copertura dolo spazio, movimenti verso l'avversario in possesso di palla. Tutti questi comportamenti andranno sollecitati attraverso una continua ricerca che si svilupperà attraverso il gioco, dove l'intervento dell'istruttore sarà quello al generare entusiasmo, curiosità, esplorazione; il bambino dovrà in forma autonoma trovare soluzioni efficaci sollecitando nel suo "Impianto" cognitivo a generare continue soluzioni. Non dobbiamo confezionare per lui comportamenti stereotipati, suggerendo continuamente quali azioni compiere, ma dovremo contribuire alla formazione di quell'autonomia che risulterà fondamentale a fargli trovare soluzioni efficaci in gara. Per quanto riguarda lo sviluppo della componente fisica, non dobbiamo assolutamente pensare alla preparazione atletica che svolgono gli adulti; spesso si tende ad imitare quello che fanno i grandi proponendo esercitazioni a carattere fisico. che rischiano di produrre danni dell’impianto scheletrico del bambino in via di accrescimento. Sicuramente andranno proposti giochi di rapidità curando particolarmente lo frequenza dei movimenti, si presterà attenzione ad esercitazioni dove il bambino dovrà rispondere rapidamente (capacità di reazione) a stimoli di natura visiva o acustica, la componente aerobica andrà sollecitata attraverso il gioco, evitando tra altro troppi tempi morti all'interno della lezione (eccessive e inutili spiegazioni, lunghe file di attesa). Il piano di lavoro annuale dovrà essere concepito attraverso una scansione temporale dove risulterà chiaro come i vari anelli della formazione siano gerarchicamente predisposti d fine di costruire e sollecitare comportamenti tecnici e tattici adeguati all'età. L'Istruttore dal punto di vista metodologico più che dirigere e impartire ordini, dovrà osservare per modificare eventualmente metodo e contenuto; suo compito sarà quello di creare un ambiente ricco di motivazioni, suscitando nei bambini interesse e piacere nell'allenamento. Non dovrà utilizzare nella correzione degli errori reiterati comportamenti disapprovativi, questi producono ansia, sfiducia e disattivano ogni spinta che nel bambino è naturalmente presente a migliorarsi. Viceversa nella correzione degli errori, deve valorizzare la parte fatta bene e poi spostare il suo Intervento per correggere la parte fatta male. Inoltre non dobbiamo considerarlo un adulto in miniatura e coerentemente a quanto viene proposto durante l'allenamento, anche il modello di gioco (dal 5c5 a) 7c7) si struttura su spazi e numero di giocatori ridotti, "come un vestito che cresce insieme a chi lo indossa anche la struttura del gioco cambia coerentemente alle disponibilità psico-fisiche del bambino. Uno spazio e numero di giocatori adeguato consente un loro maggior coinvolgimento, un più elevato numero di contatti col pallone, un maggior dinamismo tra fase di possesso e non possesso, un maggior numero di conclusioni a rete.

� LA PARTITA

Ferme restando le necessità di far svolgere al bambino gare in cui il divertimento sia un fattore preponderante nella sua formazione, in particolare nelle categorie di base, questa modalità di gioco consente di raggiungere due importanti obiettivi:

1. consentire un passaggio graduale tra i vari modelli confrontandosi in uno spazio gradualmente più ampio e con un numero maggiore di giocatori (complessivamente 2 bambini in più rispetto al 5 contro 5), prevedendo anche una diversa distribuzione dello spazio al gioco; 2. sviluppare ulteriormente la propria capacità di orientamento nello spazio in riferimento alla propria posizione rispetto al rettangolo di gioco e alla posizione del propri compagni.

Infatti, in questa modalità di gioco, il bambino inizia ad ampliare le proprie conoscenze spaziali, non ponendo solo attenzione alle quattro posizioni fondamentali (ed essenziali) dello spazio di riferimento: avanti, dietro, a destra, a sinistra, bensì si troverà ad occupare anche posizioni intermedie all’interno del campo, come, per esempio, "a destra al...', "dietro a...', ecc., trovandosi di conseguenza a dover risolvere compiti di tipo cognitivo-tattico in relazione alla posizione e al movimento del compagni.

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� GLI OBIETTIVI

Come le strutture di gioco si modificano, così anche gli obiettivi didattici e i percorsi formativi hanno un itinerario conforme alle esigenze del bambino. Nella TABELLA sottostante viene illustrato sinteticamente l'excursus didattico proposto nel corso dei tre anni dell'attività pulcini. Il patrimonio motorio acquisito consentirà al giovane calciatore al misurarsi efficacemente ed adeguatamente col gruppo dei pari. Gli consentirà di esprimersi in maniera creativa e personale, collocandolo al centro della programmazione didattica. Un siffatto piano sarà in grado di garantire ad ognuno la possibilità al esprimere compiutamente le proprie potenzialità, non obbligandolo a diventare un campione ma allo stesso tempo non privandolo del sogno di poterlo, chissà, un giorno diventare.

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� L’ALIMENTAZIONE Per potere meglio affrontare l’attività sportiva è necessario osservare un buon regime alimentare,

nei tempi e nei modi. Questi sono gli errori nell’alimentazione dei bimbi dai 6 ai 12 anni: - un basso consumo di vegetali e di fibre; - un apporto di proteine elevato con eccesso di proteine animali; - un ridotto apporto di carboidrati complessi; - l’eccessivo consumo di zuccheri semplici; - uno scarso apporto di latte e yogurt (da cui deriva una carenza dell’apporto di calcio); - un consumo di cerali poco raffinati pressoché nullo; - un alto apporto calorico giornaliero; - un apporto di colesterolo troppo elevato; COSA MANGIARE; CARBOIDRATI SEMPLICI (MARMELLATA, MIELE) E COMPLESSI (PASTA, RISO, PANE, ECC.), PROTEINE VEGETALI (FRUTTA E VERDURE) ED ANIMALI (CARNI BIANCHE E ROSSE, PESCE), GRASSI VEGETALI (OLIO, FRUTTA SECCA) E ANIMALI (PESCE). COSA EVITARE: BEVANDE GASATE, GRASSI ANIMALI ED INDUSTRIALI (PATATINE, MERENDINE, CIOCCOLATO, INSACCATI, FORMAGGI IN GRANDE QUANTITÀ', CARNI SUINE). CONSIGLI ALIMENTARI: DIVIDERE IL FABBISOGNO GIORNALIERO DI CALORIE IN CINQUE PASTI (TRE PRINCIPALI E DUE SECONDARI). COLAZIONE: LATTE O THÈ, BISCOTTI, FETTE BISCOTTATE, PANE, MARMELLATA, MIELE, FIOCCHI DI MAIS, SUCCO DI FRUTTA O D'ARANCIA. PRANZO: PASTA O RISO, CARNE, PESCE O AFFETTATI, VERDURA, CENA: COME SOPRA. MERENDA: FRUTTA, YOGHURT, BISCOTTI, PANE, MARMELLATA, SUCCO DI FRUTTA. CONSIGLI PER ATTIVITA’ AGONISTICA: EVITARE DI MANGIARE 1 ORA E 1/2

PRIMA DELLA PARTITA O ALLENAMENTO. NON CONSUMARE FRUTTA DURANTE I PASTI PRINCIPALI, PERCHE' ALLUNGA LA DIGESTIONE, MA DURANTE LA MERENDA. ABBONDANTE IDRATAZIONE CON ACQUA, SOPRATTUTTO NELLE STAGIONI CALDE E DURANTE LO SFORZO FISICO. DOLCI POSSIBILMENTE SECCHI (TORTE, CROSTATE, BISCOTTI) E SENZA CREME O

PANNA. GELATO CON MODERAZIONE E COME SOSTITUTO DI UNA PORTATA DEL PASTO PRINCIPALE O COME MERENDA.