PERCEZIONE A DISTANZA FUORI DAL CORPO INDOTTA DA SUGGESTIONE IPNOTICA.pdf

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PERCEZIONE A DISTANZA FUORI DAL CORPO INDOTTA DA SUGGESTIONE IPNOTICA Patrizio E. Tressoldi 1* , Luciano Pederzoli 2 , Simone Melloni 2 , Alessandro Ferrini 2 , Florentina Richeldi 2 e Patrizio Caini 2 1 Dipartimento di Psicologia Generale, Università di Padova, Italy 2 EvanLab, Italy Questa ricerca è una replica concettuale di un lavoro del 2005 di Del Prete e Tressoldi, i quali scoprirono che, sotto specifiche suggestioni ipnotiche, i partecipanti identificavano correttamente il 37,5% delle immagini collocate in una stanza distante, superando il 25% previsto dalla pura casualità. Nel presente studio ad almeno cinque partecipanti, selezionati per la loro esperienza con l’induzione ipnotica, sarà richiesto di descrivere verbalmente e/o graficamente un’immagine selezionata in modo casuale e collocata in una stanza distante centinaia di chilometri dal luogo in cui viene indotta l’ipnosi. Per raggiungere la potenza statistica di 0,80 e una stima della dimensione dell’effetto pari a 0,4, tale procedura sarà ripetuta due volte. I rapporti verbali o grafici saranno utilizzati per identificare l’immagine-obiettivo tra quattro che rappresentano temi diversi (ad esempio un essere umano, un animale, una pianta e un oggetto d’arredamento). Diversamente dal lavoro del 2007 di Del Prete e Tressoldi, tuttavia, i rapporti dei partecipanti saranno presi in esame non solo per l’accuratezza della descrizione, ma anche per la loro prospettiva visiva fuori dal corpo rispetto all’orientazione dell’immagine-obiettivo. In una sessione l’immagine-obiettivo sarà piazzata orizzontalmente su di uno scaffale a muro in modo da essere visibile solo da sopra. Nell’altra sessione l’immagine-obiettivo sarà piazzata verticalmente, in modo da essere visibile solo standole davanti. In ambedue le sessioni i partecipanti saranno indotti ad adottare prospettive “visive” fuori dal corpo che consentano oppure impediscano la vista dell’immagine-obiettivo stessa. Inoltre l’OBE sarà esaminata sotto la prospettiva del senso di appartenenza minimo dal punto di vista fenomenologico (MPS), come definita nel 2009 da Blanke e Metzinger, per la quale le principali caratteristiche sono: (I) una forma di identificazione globale con il corpo come un tutto (opposta a quella del possesso di parti del corpo), (II) una collocazione spazio-temporale di sé stessi, (III) una prospettiva in prima persona (1PP). Ai partecipanti saranno poste semplici domande riguardanti quelle tre caratteristiche mentre sono nello stato fuori dal corpo. Ipotesi confermativa: o La correttezza dell’identificazione a distanza delle immagini conferma il valore della dimensione dell’effetto ottenuto da Del Prete e Tressoldi nel 2005. Ipotesi esplorative: a) L’immagine obiettivo sarà identificata più facilmente (maggiore percentuale di successi) quando la sua orientazione è la stessa che ha la prospettiva visiva fuori dal corpo. b) Durante l’OBE, le uniche caratteristiche del senso di appartenenza minimo dal punto di vista fenomenologico (MPS) saranno solo una collocazione spazio-temporale di sé stessi e una prospettiva in prima persona (1PP). Traduzione dell'abstract http://www.frontiersin.org/Journal/abstract/65652

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Presentazione sulla prestigiosa Frontiers in Human Neuroscience della ricerca su OBE e Visione a distanza, in corso a Firenze, condotta da Ph.D. Patrizio E. Tressoldi (Università di Padova, Dipartimento di Psicologia Generale) e Dott. Ing. Luciano Pederzoli insieme a Dott. Simone Melloni, Dott. Alessandro Ferrini, Dott.ssa Florentina Richeldi e Ph.D. Patrizio Caini

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PERCEZIONE A DISTANZA FUORI DAL CORPO INDOTTA DA

SUGGESTIONE IPNOTICA Patrizio E. Tressoldi1*, Luciano Pederzoli2, Simone Melloni2, Alessandro

Ferrini2, Florentina Richeldi2 e Patrizio Caini2

• 1Dipartimento di Psicologia Generale, Università di Padova, Italy • 2 EvanLab, Italy Questa ricerca è una replica concettuale di un lavoro del 2005 di Del Prete e Tressoldi, i quali scoprirono che, sotto specifiche suggestioni ipnotiche, i partecipanti identificavano correttamente il 37,5% delle immagini collocate in una stanza distante, superando il 25% previsto dalla pura casualità. Nel presente studio ad almeno cinque partecipanti, selezionati per la loro esperienza con l’induzione ipnotica, sarà richiesto di descrivere verbalmente e/o graficamente un’immagine selezionata in modo casuale e collocata in una stanza distante centinaia di chilometri dal luogo in cui viene indotta l’ipnosi. Per raggiungere la potenza statistica di 0,80 e una stima della dimensione dell’effetto pari a 0,4, tale procedura sarà ripetuta due volte. I rapporti verbali o grafici saranno utilizzati per identificare l’immagine-obiettivo tra quattro che rappresentano temi diversi (ad esempio un essere umano, un animale, una pianta e un oggetto d’arredamento). Diversamente dal lavoro del 2007 di Del Prete e Tressoldi, tuttavia, i rapporti dei partecipanti saranno presi in esame non solo per l’accuratezza della descrizione, ma anche per la loro prospettiva visiva fuori dal corpo rispetto all’orientazione dell’immagine-obiettivo. In una sessione l’immagine-obiettivo sarà piazzata orizzontalmente su di uno scaffale a muro in modo da essere visibile solo da sopra. Nell’altra sessione l’immagine-obiettivo sarà piazzata verticalmente, in modo da essere visibile solo standole davanti. In ambedue le sessioni i partecipanti saranno indotti ad adottare prospettive “visive” fuori dal corpo che consentano oppure impediscano la vista dell’immagine-obiettivo stessa. Inoltre l’OBE sarà esaminata sotto la prospettiva del senso di appartenenza minimo dal punto di vista fenomenologico (MPS), come definita nel 2009 da Blanke e Metzinger, per la quale le principali caratteristiche sono:

(I) una forma di identificazione globale con il corpo come un tutto (opposta a quella del possesso di parti del corpo),

(II) una collocazione spazio-temporale di sé stessi, (III) una prospettiva in prima persona (1PP).

Ai partecipanti saranno poste semplici domande riguardanti quelle tre caratteristiche mentre sono nello stato fuori dal corpo.

Ipotesi confermativa: o La correttezza dell’identificazione a distanza delle immagini conferma il valore della

dimensione dell’effetto ottenuto da Del Prete e Tressoldi nel 2005.

Ipotesi esplorative: a) L’immagine obiettivo sarà identificata più facilmente (maggiore percentuale di successi)

quando la sua orientazione è la stessa che ha la prospettiva visiva fuori dal corpo. b) Durante l’OBE, le uniche caratteristiche del senso di appartenenza minimo dal punto di vista

fenomenologico (MPS) saranno solo una collocazione spazio-temporale di sé stessi e una prospettiva in prima persona (1PP).

Traduzione dell'abstract http://www.frontiersin.org/Journal/abstract/65652