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PER I NOSTRI CARI DEFUNTI

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Sac. GIACOMO ALBERIONE, S S. P

I NOSTRI CARI DEFUNTI

CONSIDERAZIONI PER IL MESE DEI DEFUNTI

Quinta Edizione

EDIZIONI PAOLINE

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Visto.Per le Curie Genereliziadella Pie Società S. PaoloSac. Federico Muzzarelli S. S. P.Roma, 18 VII 1953

Mons. Pasquale Gianolio, Vic. GenAlba, 5 Agosto 1953

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Signore Gesù Cristo, Re della gloria, liberale anime di tutti i fedeli defunti dalle penedell'inferno e dal profondo dell'abisso.

(Offertorio della Messe dei Defunti)

Un mese consacrato ai Defunti apporterà:

Sollievo a quelle care anime, poiché ciecciterà a suffragarle.

a noi, poiché se il pensierodell’inferno aiuta a schivare il peccato mortale, ilpensiero del Purgatorio a l l o n t a n a dal peccatoveniale.

Gloria al Signore, poiché si aprirà il Paradisoa tante anime che canteranno a Dio onoree lode per l'eternità.

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PER I DEFUNTI

col n. 1 La pace dei santi

concedi, o Signoreai morti aspettantil'eterna mercéRimetti il dolore di uncarcere orrendoli chiama con te!

Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua riguardisevero luceat eis.

Deh, fa che si ascoltinel buio romitodei cari sepoltila voce d'amor.Il giorno infinitorisplenda per lor.

Requiem aeternam

***

Dei nostri fratelliafflitti e piangenti

col n.2

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Signor delle gentiperdono, pietà..

Sommersi nel fuocodi un carcere orrendoti gridan piangendo:perdono, pietà.

Se all'opere nostreriguardi severoallor più non speroperdono. pietà.

Ma il guardo benignose volgi alla Croce,ripete ogni voceperdono, pietà.

Ai nostri fratelli dài dunque riposo o Padre amoroso: perdono, pietà.

Finché da quel fuoco saranno risorti,Signor dei tuoi morti:perdono, pietà.

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71. Immortalità dell'anima

Canet enim tuba et mortui resurgunt incorrupti... etnos immutabimur. -- Squillerà la tromba, e i mortirisusciteranno e con essi risusciteremo anche noi per non moriremai più (I Cor XV, 52).

In natura -- hanno altamente proclamato gliscienziati--niente si crea e niente si distrugge. Adimostrare la verità di questa asserzione sta il fattoche nessuno mai ha creato nè creerà qualche cosa,e che la dissoluzione di un essere è sempre servitae sempre servirà alla riproduzione di un altro.Ma se questo si avvera per gli esseri materialie sensibili, non si avvererà tanto più per lo spiritoumano? L'uomo consta di anima e di corpo.11 corpo, dopo una vita più o meno lunga, èdestinato alla morte, non però all'annientamento. Ilchicco di grano affidato alla terra, non è distruttoma solo subisce una mirabile trasformazione chefarà di esso una turgida spiga; così il corpodell'uomo, posto nel camposanto, si decomponerapidamente, ma non si distrugge. Quel pugno di polvere,forse dispersa dal vento, allorché, « squilleràla tromba e i morti risusciteranno » (I Cor. XV,52), per virtù di Dio si ricomporrà per partecipareall'immortalità dell'anima.

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Il corpo deve pagare il suo tributo alla terra.Su di esso grava e graverà sempre la sentenza diDio che punì il fallo dei nostri progenitori: a Morrete».Il corpo, privo dell'anima, non ha più vita,è morto. Ma l'anima continua a vivere, e non puòmorire, essendo stata creata immortale da Dio.E la Chiesa ha sempre professato la sua fedenell'immortalità dell'anima: « Credo... vitamaeternam... ».

Vi sono stati spiriti superficiali che hanno osatonegare la immortalità dell'anima, che hanno osatoripetere il grido del paganesimo: « Coroniamocidi rose prima che marciscano », che hanno osatoaffermare: « Morti noi, morto tutto ». Ma costoroerano intimamente convinti delle loroasserzioni? Si sarebbe potuto interrogarli nel silenzio,nelle ombre della notte, nell'imminenza di unpericolo, di fronte a una catastrofe... Se avessero volutoessere sinceri, avrebbero dovuto contraddirese stessi. Che cos'è, infatti, il desiderio innatodella nostra conservazione se non una tendenzaall'immortalità? Che cos'è quel vuoto che provail nostro cuore, dopo essersi inebriato nei piaceridella terra, se non una dimostrazione che siamocreati per cose che non possono avere la lororealizzazione quaggiù? E' la voce potente della naturache ci avverte con S. Paolo: « Non è qui lanostra dimora ». Il nostro cuore è fatto per Dio;la nostra anima non muore col corpo, ma vive in

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eterno Solo nell'eternità la nostra anima potrà saziarele sue più alte brame, solo allora vedrà ilbene giustamente premiato e il male adeguatamentepunito.

I pagani stessi ammisero l'immortalità dell'anima.Seneca, per consolare una madre desolata perla morte del figlio, scriveva: « Il sepolcro al qualecorri e che bagni di lacrime, non racchiude chele spoglie mortali del caro pegno dell'amor tuo:...l'anima sua fu portata nei luoghi eccelsi fra leanime beate». I superbi mausolei che sfidano isecoli, le piramidi che hanno resistito all'azionedistruggitrice del tempo, sono là a testimoniare lafede dei popoli in una vita avvenire, una vitasenza fine che l'anima vive anche dopo separatadal corpo. Cicerone, nei suoi libri delle DisputazioniTusculane, così si esprimeva: « Non sicirconderebbero i sepolcri di tante cure, nè le leggidivine e umane si accorderebbero a proteggerli,se nella mente di tutti non fosse ben definito ecerto che la morte non è distruggitrice degli uomini,ma passaggio ad altra vita che per gli uominisaggi è nel cielo ».

I popoli ce lo dicono, la Chiesa ce lo insegna,la ragione ce lo dimostra: l'anima è immortale!

Noi beati se crederemo senza volerne fare latriste esperienza che ne fece il PrincipeLubomirski.

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Era soprannominato il Salomone della Polonia per lasua sapienza. Volle negare Dio e l'anima per darsi senzafreno a tutti i piaceri che lo allettavano. Anzi, perdimostrare che l'anima non è immortale, diede principio ad unasua opera cui consacrava spesso molte ore della notte. Stanco ed agitato per quel lavoro, un giorno in cuiprolungò oltre il consueto la sua passeggiata giornaliera,si imbattè in una vecchietta: -- Non hai proprio nessun altro lavoro? - domandòalla povera donna che andava caricando il suo asino difoglie e di rami secchi. -- No, purtroppo. Mio marito sosteneva da solo tuttala famiglia. Ho avuto la disgrazia di perderlo ed ora nonmi resta neppure tanto da far dire una Messa per il riposodell'anima sua. --Prendi - disse il Principe, gettandole alcune moneted'oro. - Fagliene dire quante ne vuoi... E ritornò sui suoi passi, quasi incurante dei ringraziamentidella povera vecchia. Davanti al suo scrittoio, lasera di quello stesso giorno, mentre egli era immerso nelsuo lavoro preferito, vide un contadino, ritto, immobile. -- Che fai tu, qui? Chi ti ha permesso di entrare? gridail Principe, agitando violentemente il campanello perrimproverare ai familiari l'inescusabile negligenza. Ma questiprotestano di non aver visto nessuno. Il caso rimase senzaspiegazione. Il giorno dopo, alla stessa ora, la medesima apparizionedel silenzioso e inafferrabile visitatore. Il Principe non chiamò alcuno ma, gettata lontano lapenna, andò difilato verso il contadino, apostrofandoloarditamente: --Chiunque tu sia, o disgraziato, dimmi che cosa vienia fare qui. L'ombra parlò: -- Io sono il marito della vedova che voi avetesoccorso: ho chiesto a Dio la grazia di pagare il vostro beneficiocon queste parole: « L’anima è immortale! ».

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Ciò detto, spari Il Principe, chiamata la famiglia quasia volerla testimone del suo atto, lacerò subito ilmanoscritto: le pagine lacerate esistono tuttora

Pratica: Crediamo all'immortalità dell'anima eviviamo praticamente la nostra fede. Che tutte lenostre azioni ci assicurino una vita beata, unameritata eternità felice! Ripetiamo spesso nel giorno:Vita breve, morte certa; - di morire l'ora è incerta:-un'anima sola che si ha, - se si perde, che sarà?

Preghiera: Cuore trafitto di Gesù, abbiate pietàdi noi e delle anime sante del Purgatorio.

2. Che cos' è il Purgatorio

Heu mihi, quia colatus meus prolongatus est. -- Miserome! il mio pellegrinaggio si è prolungato (Salm. 119, 5).

Il Purgatorio è lo stato di purificazione in cuivengono a trovarsi le anime passate all'altra vitacon qualche pena da scontare, o con peccati venialinon ancora perdonati. Una persona che vive con il cuore attaccato allaterra non può cambiare d'un tratto i suoi affetti.Occorre che un fuoco purificatore consumi leimpurità dell'amore, onde possa ardere il fuocod'amore divino che accende i beati. Una personache ha fede languida, quasi spenta, la cui animavive avvolta nell'ignoranza, guidata da massime

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terrene, non può sopportare d'un tratto quella lucealtissima, splendidissima, inaccessibile, che èil Signore. Attraverso il Purgatorio i suoi occhicompiranno gradatamente il passaggio dalle tenebrealla « luce eterna »: et lux perpetua luceateis. Il Purgatorio è lo stato in cui le anime freddevanno esercitandosi in desideri santi di stare sempree solo con Dio. E' lo stato in cui Dio, permezzo di un lavoro sapientissimo e misericordioso,va rendendo belle e perfette le anime. Là, gli ultimiritocchi, perché l'anima sia degna di restarenel regno celeste; là, l'ultima mano perché l'animasia tutta profumata e imbalsamata dal Sanguedi N. S. Gesù Cristo e possa venir accolta in odoredi soavità dal Padre Celeste. E' giustizia emisericordia divina nello stesso tempo il Purgatorio;come è giustizia e misericordia insieme tutto ilmistero della Redenzione. Dio compie il lavoroche l'anima da se stessa non ebbe il coraggio dicompiere sulla terra.S. Tommaso dice: « E' scritto della Sapienzache niente di macchiato trovasi in essa. Ora l'animasi macchia appunto col peccato, da cui puòpurificarsi soltanto con la penitenza. Ma spesso accadeche una penitenza completa e piena non si fasulla terra. Ed allora si passa all'eternità portandodebiti colla Divina Giustizia, poiché non sempresi accusano e detestano tutti i peccati veniali; nèsempre, nella confessione, rimane del tuttocancellata la pena dovuta al peccato grave o a quello

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veniale. Queste anime non meritano l’inferno; maneppure possono entrare in cielo; è necessario chevi sia un luogo di espiazione, e questa espirazionesi fa con pene, più o meno intense, più o menolunghe ».

Uscita dal corpo, l'anima, con un solo sguardo,abbraccerà tutti e singoli i suoi atti interni edesterni, con tutte le circostanze di tempo e diluogo che li accompagnarono. Di tutto renderàconto, anche di una parola oziosa, vana, proferita,forse, tanti anni prima: « Omne verbum otiosum,,qllod locuti fllerint homines, reddent rationem deeo in die iudicii.» (Matt. VII, 36).

Nel giorno del giudizio i peccati li vedremo assaipiù gravi che non durante la vita, come, perun giusto compenso, anche le virtù brilleranno diun più vivo splendore. Se riflettessimo di piùall'esistenza del Purgatorio e alle sue pene, comesaremmo più vigilanti su noi stessi, più esatti aldovere, più generosi al sacrificio!

Ridotto in fin di vita, un religioso di nome Stefano,venne trasportato in ispirito al tribunale di Dio. Agonizzantesul letto di morte lo si vide turbarsi improvvisamentee lo si udì rispondere ad un interlocutore invisibile. I suoifratelli di religione che circondavano il letto, ascoltavano conterrore queste sue risposte: -- Feci, è vero, la tale azione,ma m'imposi pur tanti anni di digiuno. -- Io non negoquel fatto, ma 1' ho pianto per tanti anni. -- Ancor questoè vero ma, in espiazione, ho servito il mio prossimoper tre anni continui. -- Dopo breve silenzio, lo udironoesclamare: -- Ah! su questo punto non ho nulla da

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rispondere; voi mi accusate giustamente, e non ho altro permia difesa che raccomandarmi alla misericordia infinitadi Dio. S. Giovanni Climaco che riferisce questo fatto di cuifu testimone oculare, ci fa sapere che quel religioso avevavissuto quarant'anni nel suo monastero, che aveva il donodelle lingue e molti altri privilegi, che avanzava di granlunga gli altri monaci per l'esemplarità della vita e i rigoridelle penitenze, e conchiude con queste parole: «Meinfelice! che cosa mai diverrò e qual cosa potrò sperare iocosì meschino, se il figlio del deserto e della penitenzatrovavasi privo di difesa dinanzi a poche colpe leggere?».

Pratica: Imprimiamoci nella mente, ripetendolespesso nel giorno, queste tre parole: «Paradiso,Purgatorio, Inferno ».

Preghiera: L'eterno riposo, dona loro, o Signore,e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino inpace! Così sia.

3. Comunione dei Santi

Domine, quis habitabit in tabernaculo tuo; aut quisrequiescet in monte sancto tuo? Qui ingreditur sine macula,et operatur justitiam. -- Chi abiterà, o Signore, nel tuotabernacolo? Ovvero, chi riposerà nel tuo santo monte? Coluiche vive esente da ogni macchia e compie opere digiustizia (Salm. 14, 1-2). La Comunione dei Santi è uno dei dogmi piùconsolanti della nostra religione. Esso fa di noi,

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delle anime purganti e dei beati del Paradiso unasola famiglia, in cui tutto si riceve dal Capo GesùCristo. Tale dogma è fondamento di tutta lanostra carità verso i defunti e della premura chela Chiesa militante e la Chiesa trionfante hannoper quelle anime sofferenti. Dante ne avvisa (Par.XV, 95-96): «Ben si convien che la lunga fatica «Tu gli raccorci con le opere tue ». E poi continua dicendo che le anime purgantipregano per noi e quindi altrettanto dobbiamofare noi per esse (Purg. VI, 31 ss.). Anche i beatisoccorrono le anime purganti (Par. XIV, 64-66): «Forse non pur per lor, ma per le mamme, «Per li padri e per gli altri che fur cari «Anzi che fosser sempiterne fiamme».Comunione dei Santi significa che i fedeli interra, i beati in cielo e le anime che sono nelPurgatorio formano un solo corpo in Gesù Cristo,loro Capo. La Chiesa universale: militante,purgante, trionfante, forma il Corpo Mistico di GesùCristo. Siamo un corpo solo in cui circola vivificatoreil Sangue di Gesù; siamo tutti membra dinostro Signore Gesù Cristo. Come nel corpo dell'uomo l'attività di un membro,per esempio, degli occhi o delle mani ridondaa beneficio di tutto il corpo, poiché l'occhionon vede per sè solo, ma per tutto il corpo, e lamano non lavora per sè, ma per tutto il corpo;così tutto il bene che si opera nel Corpo Mistico

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di Gesù Cristo torna a vantaggio delle singolemembra, di tutti in una parola. Solo il peccatopuò inaridire un membro in modo che il Sanguedi Gesù C. più non scorra in esso. Il tralcio staccatodalla vite inaridisce! Ma chi, con la grazia,rimane in Gesù Cristo, questi porta molto frutto. La Chiesa militante onora i beati che sono inParadiso come amici di Dio, esemplari di virtù; lisupplica ad intercedere presso il Signore, onde ciottengano le grazie necessarie; anima i fedeli aimitarne gli esempi e a camminare sulla via delcielo come essi hanno fatto. La Chiesa militante suffraga le anime che sononel Purgatorio, con Messe, penitenze, indulgenzee opere buone, onde ne siano abbreviate lepene e se ne affretti l'entrata in Paradiso. I Beatiin Paradiso e le stesse anime purganti pregano pernoi e ci aiutano con la loro intercessione che èpotente presso il Signore. Essi ancora intervengonoa liberare le anime purganti e condurle incielo. Tutti i fedeli in grazia partecipano a questibeni sommi: alla S. Messa che continuamente sioffre sulla terra; alle pubbliche preghiere dellaChiesa; al Breviario che ogni giorno recitano iSacerdoti sparsi nel mondo. Le anime gloriose conservano intelligenza ecuore con tutti i ricordi che hanno portato dallaloro vita terrestre; lo stesso possiamo dire delle

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anime purganti. Esse hanno un'attività meravigliosa;conoscono gli avvenimenti di quaggiù,comprendono, amano e quindi posseggono quanto sirichiede per continuare coi parenti ed amici lerelazioni d'amicizia un tempo contratte. Tra viventie trapassati si forma dunque una unione invisibile,ma reale; unione d'anime che corrispondonoinsieme, a vicenda, e che si amano. Non solo, mal'affezione di queste sante anime separate, libere ormaida quanto vi fu in passato d'imperfetto ed umano,è molto più efficace di prima. Sicure della lorofelicità, di cui ben conoscono il prezzo, esseprendono viva parte alla salvezza e santificazionedei propri parenti ed amici La loro più grandesollecitudine non è forse di avere un giorno incielo, in una felicità comune, coloro che essecontinuano ad amare con tutto il cuore ? Abbiamoquindi gli elementi della vera amicizia: comunicazionedi veri beni, aiuto vicendevole, mutuacarità. Noi tributiamo alle anime dei defunti ilculto del ricordo, gli omaggi e le buone opere;in contraccambio esse pregano Dio per i loro amicidella terra. Amiche di Gesù, viventi nell'intimitàdi Gesù, esse sono nella condizione miglioreper essere esaudite.Senza dubbio, grazie a questa intercessioneamichevole, noi riceviamo molti importanti favorisenza averli domandati: santi pensieri, risoluzionigenerose al bene, soccorsi imprevisti che cisollevano e confortano. Chi potrà mai narrare

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l'efficacia benefica di queste anime? Il mondo stessoconosce e possiede la delicatezza dell'amicizia chesa indovinare e prevedere prima ancora che labocca si apra alla domanda; a più forte ragione,il cielo dovrà possederla in grado più eminente.Avere in Paradiso parenti e amici, è grandeconsolazione, protezione sicura, vantaggio prezioso.

Nella visita che S. Maria Maddalena de' Pazzi fecein Purgatorio, allorché arrivò alla prigione di coloro chepeccarono per ignoranza o per debolezza, vide star lorovicini gli Angeli Custodi a consolarli. Altrettanto accaddea S. Margherita Maria Alacoque: in una delle malattiestraordinarie che la tormentarono, ebbe un giorno la visitadel suo Angelo Custode il quale, invitatala a recarsi conLui in Purgatorio, la condusse in un luogo vastissimo, tuttofiamme e carboni ardenti; le fece vedere molte anime,sollevanti in alto le braccia, per implorare misericordia, mentreavevano accanto i loro Angeli Custodi, che leconsolavano con parole affettuosissime. Molta era la carità di Santa Teresa per le anime delPurgatorio, e Iddio la ricompensava, anche in questa vitafacendole spesso vedere quelle anime che ella aveva liberateda quel luogo d'espiazione con le sue preghiere. Eccocome scrive la Santa stessa: « Mi si annunziò la morte diun religioso, stato per l'innanzi molto tempo Provinciale.Io avevo avuto molta relazione con lui, ed egli mi avevareso sempre buoni uffizi. Questa notizia mi portò non pocoturbamento: sebbene egli fosse stato assai commendevoleper molte virtù, io ero in apprensione per la salutedell'anima sua, poiché io temo sempre molto per quelli cheebbero in vita il carico delle anime, ed egli era statosuperiore per circa vent'anni. Piena di tristezza, mi portaiin un Oratorio, ove scongiuravo Nostro Signore di applicarea quel religioso il poco bene da me fatto in vita e disupplire al rimanente coi meriti suoi infiniti, perché

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venisse quell'anima liberata dal fuoco del Purgatorio. Mentrechiedevo questa grazia con tutto il fervore di cui erocapace, vidi, al mio lato destro, uscire quell'anima dal fondodella terra e salire al Cielo fra i trasporti dell'allegrezzapiù pura. Questa visione, assai breve nella sua durata,mi lasciò piena di gioia, e senz'ombra di dubbio sullaverità di quanto avevo veduto.-- Una religiosa della miacomunità, grande serva di Dio, era morta da due giorni.Per lei si celebrava l'ufficio dei morti nel coro: una sorelladiceva la lezione ed io stavo in piedi per dire il versetto.A metà lezione vidi l'anima di quella religiosa uscire, comequella di cui dissi più sopra, dal fondo della terra eandarsene al Cielo. Questa visione fu puramente intellettuale,mentre la precedente mi si era presentata sottoimmagini: ma sia l'una che l'altra lasciarono nell'anima miaun'uguale certezza ¨ (Opere di S. Teresa di Gesù).

Pratica: Fare la Via Crucis in suffragio (leiDefunti.

Preghiera: Nostra Signora del Suffragio, pregateper noi e per le anime sante del Purgatorio.

4. Il Purgatorio esiste

Si quis autem superaedificat super fundamentum hoc...Iigna, foenum, stipulam... ipse autem salvus erit; sic tamenquasi per ignem. --Se uno sopra questo fondamentofabbrica... legna, fieno, stoppia... sarà salvo, così però, comeper mezzo del fuoco (I Cor. III, 12-15).

Calvino, uno contro tutti, cristiani e pagani,negò il Purgatorio; ma nella sua sconfinata

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superbia dovette dichiarare: « Per mille e trecento anninella Chiesa si è sempre pregato pei defunti; matutti sono caduti in errore, perciò io dico di nonimitarli ". E' dunque chiara, anche per i più ostinati,la fede universale nel Purgatorio, che sempreebbe la Chiesa cattolica. Del resto, i Protestanti stessi che negano ilPurgatorio, vanno poi a inginocchiarsi e a pregaresulle tombe dei loro morti, contraddicendosiapertamente. Sono di ieri le parole del ProtestanteBrown: « Ti desidererei che la preghiera dei mortifosse permessa dalla mia religione: spesso io sentendosuonare le campane a morto per qualchedunodei miei amici, non ho potuto trattenermidal pregare per l'anima sua ». E le parole diBeausobrè, ministro protestante: «La preghiera peimorti non fa disonore alla ragione; ciò è conformealla Scrittura », convengono con quelle di Martin,suo correligionario, il quale afferma: « E' costumedi tutti i tempi pregare per i defunti ».

Origene dice che i giusti non vanno generalmentesubito al cielo: « Essi si portano in un luogodove vi è un battesimo di fuoco. Non tuttiperò soffrono ugualmente in quel fuoco ». S. Agostinonel suo libro: La Città di Dio afferma: « IlSignore purifica sulla terra gli eletti con moltetribolazioni; ma se essi passano all'eternità nondel tutto mondati dovranno subire pene temporali».Contrapponendo poi queste pene temporali

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a quelle eterne dell'inferno, dice che esiste unostato di purificazione.Tutte le Chiese dell'antichità nelle singoleliturgie hanno preghiere per i morti. Così la Chiesadi Gerusalemme, di Alessandria, di Etiopia, diCostantinopoli e specialmente la Chiesa di Roma,madre e centro di tutte le Chiese. In tutte ein ognuna troviamo ufficiature per i defunti, main modo particolare non manca mai, in nessunaMessa, uno speciale « Memento », cioè una specialememoria di suffragio.Dante, l'immortale nostro Poeta, è da considerarsi come l'interprete e lo specchio della fede delsuo tempo, che egli canta in modo così meraviglioso.Riassumendo nella sua Divina Commediale pie credenze del suo tempo, espone, coi cantipiù soavi e le descrizioni più toccanti, le colpe, lepene e le speranze di quelle anime.S. Caterina da Genova nel suo trattato sulPurgatorio scrive: «L'anima separata dal corpo,non trovandosi nella purezza in cui era stata creata,e vedendo in sè l'impedimento che non può esserletolto se non per mezzo del Purgatorio, prestovi si getta dentro e volentieri; e se non trovassequesta ordinazione, atta a levarle quell'impaccio,in quell'istante in lei si genererebbe un veroinferno, vedendo di non poter accostarsi (perl'impedimento) al suo fine, che è Dio, il quale le statanto a cuore che, in confronto, stima il Purgatorioun nulla, benché, come si è detto, sia simile

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all'inferno. Più ancora dirò che io veggo Dio ditanta e tale purezza che l'anima, la quale abbiain sè un briciolo di imperfezione, si getterebbepiuttosto nell'inferno che starsene così innanzi alSignore. Perciò sapendo che il Purgatorio è ordinatoa purificarla da quelle macchie, subito vi sigetta entro e non vuole uscirne se non purificata.Tutti i popoli, guidati dall'istinto, hanno credutoesservi uomini che lasciano questo mondonon abbastanza puri da essere trasportati subitonella luce di Dio, nè tanto colpevoli da esserneprivati eternamente. Dunque è necessario che visia un luogo in cui possano purificarsi prima dicomparire davanti a Dio che scopre delle macchienegli Angeli suoi.Quest'idea era troppo sublime, troppo umanamentereligiosa, perché potesse sfuggire al genioispiratore dei grandi poeti dell'antichità: Omero,Eschilo, Sofocle Platone, Virgilio... « La mortescrive Platone -- parmi non essere altro che laseparazione dell'anima dal corpo. Dopo questaseparazione, l'anima compare davanti al giudiceche la esamina, senza tener conto del posto cheoccupava sulla terra. Coloro che gli dei puniscono,affinché il castigo sia loro utile, sono infeliciche hanno commesso colpe sanabili. Il dolore arrecaloro un bene reale, perché non si può esseresciolti dall'ingiustizia che per suo mezzo. Ma percoloro, i quali, avendo toccato gli estremi limitidel male sono affatto incurabili, i meritati supplizi

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servono di esempio agli altri, senza che neriportino alcun vantaggio, perché non sono suscettibilidi guarigione; perciò soffriranno eternamentesupplizi spaventevoli ». Virgilio canta in versi diuna commovente bellezza, la sorte di quelle animeche sono troppo sante per essere precipitatenell'inferno, ma non lo sono abbastanza per essereintrodotte nel puro Eliseo (Eneide, libro VI).

« A grado a grado che i libri sacri dei popolidell'Oriente hanno potuto essere letti,--scrive ilBougaud -- si e trovato nell'Egitto, nella Cina,nelle Indie e, in progresso di tempo, nelle dueAmeriche, l'intuizione o la tradizione di un luogodi purificazione, prima di essere ammessidefinitivamente in Cielo. Intuizione sacra, o più veramenteavanzo d'una rivelazione primitiva eprobabilmente l'una cosa e l'altra» (Il Crist. etc. VolumeV).

Ma non meno che intorno all'esistenza delPurgatorio è chiara ed esplicita presso tutti la fedeche i vivi possono scendere in aiuto delle animeche si trovano nel Purgatorio. Ce lo dimostranoefficacissimamente gli usi di ogni tempo e di ognipopolo a pro dei trapassati.

Presso i Romani, appena moriva qualcuno, si facevail possibile per accorrere in aiuto dell'anima sua, recitandospeciali preghiere. Si implorava per lui il soccorso di quelliche già si riputavano beati nel Cielo, dicendo loro: Adestesuperi: Venite, o spiriti celesti, in suo aiuto. Lo siraccomandava caldamente agli dei Mani, indirizzando ad essi

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queste od altro simili parole: Ita vos, Manes sanctissimi,c ommendatum habeatis meum coniugem, et velis illii ndulgentissimi esse: Vogliate. o Mani santissimi, aver curadel defunto ed usargli massima indulgenza. Dii tibi benefaciant: era l'augurio cordiale che si faceva al defunto:«gli dei ti siano propizi!» Nel trasportare il cadavere dallacasa al tempio oltre accompagnarlo con nere torce chesi usavano solo nei funerali, si cantava per strada l'innodei morti al suono dei flauti, e, giunti al luogo sacro, losi incensava e si aspergeva con l'acqua lustrale; quindiportatolo al luogo della tomba, nell'atto stesso di rinchiudervelo,da tutti i circostanti ad alta voce ed a più riprese,gli si dava l'aetemum vale, saluto che significava: Possa tuessere felice al più presto per tutta l'eternità Con questastessa fede, dappertutto, si trova il massimo impegno perdare ai morti; la sepoltura più onorata. Ed ecco gli Egizianiinnalzare a tal fine colonne, obelischi e piramidi,che ancor oggi formano l'ammirazione del mondo; i Cinesiseppellire i propri congiunti nei loro giardini. all'ombradi folti a alberi; gli Etiopi fare delle statue entro cuiracchiudere le ceneri dei loro morti; gli Spartani non piantarevicino alle tombe che alberi d'ulivo, in segno dimisericordia e di pietà per i trapassati; i Greci e i Romanistabilire necropoli, erigere mausolei e tombe lungo le strademaestre e nei luoghi più frequentati; gli indigeni dell'America del Sud prostrarsi dinanzi ai soldati spagnoli,supplicandoli con le lacrime agli occhi a rispettare le tombedei loro cari estinti; gli stessi selvaggi fuggenti davantila pretesa civiltà inglese, affaticati ed ansanti, costernatie grondanti di sudore, trasportare con religiosa pietà leossa dei loro morti attraverso i deserti.Oltre questa esteriorità necessaria al cuore umano, tuttii popoli, ebbero usi particolari animati dalla fede di poteraiutare nell'altra vita i propri trapassati. Fra i popolipiù antichi della nostra cara Italia, troviamo gli Albani iquali erano soliti portare le cose più preziose sopra isepolcri dei loro parenti ed amici defunti. Gli Ebrei, i Greci,

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i Romani ed altri popoli deponevano sopra le tombe deitrapassati farina, vino, olio; i Maomettani mettevano grandequantità di monete nella cassa dei morti credendo chepotessero loro giovare e ne cospargevano la tomba di essenzeodorose; i Groenlandesi sotterravano coi morti i loroarnesi da pesca e da caccia, pensando che se ne potesseroservire a loro pro; alcuni popoli come gli Americani,celebravano una grande festa in memoria di tutti i loro morti;i Romani poi consacravano a loro speciale commemorazioneun mese intero, quello di febbraio, chiamato appuntocosì da februa, una solennità religiosa in cui si celebravanoriti espiatori per i defunti.

Ma dove specialmente si conosce quanto grandesia la fede che hanno avuto tutti i popoli dipoter giovare alle anime dei trapassati, è neisacrifici. Platone, parlando di questi sacrifici diceche « non solamente i privati sono obbligati Afarli, ma che le città stesse devono guardarsi daltrascurarli, essendo essi di una grande efficacia perliberare i morti dai tormenti che soffrono ». I Romanidenominavano questi sacrifici « iusta "volendocon tale parola, come dice Tito Livio,indicare che il fare sacrifici per le anime dei mortiè dovere di giustizia. Gli Indiani, i Cinesi, iPersiani, gli Assiri, i Fenici, i Cartaginesi, gli Etruschi,i Galli, i Germani, i Bretoni, e quanti altri popoliesistettero nell'antichità, sempre offrirono sacrificidi espiazione a pro dei loro morti, poiché tutticredevano che il sangue delle vittime, immolatesulle ceneri del defunto, avesse la virtù di sollevaree purificare l'anima dalle macchie con lequali era passata all'altra vita.

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26 «Quando io ero giovane ed ancor laico, scrive San GregorioMagno, udii narrare dai vecchi che erano ben informati,come il Diacono Pascasio apparve a Germano, Vescovodi Capua. Pascasio, diacono della sede Apostolicae autore di eccellenti libri sopra lo Spirito Santo, era uomod'eminente santità e di una carità zelante del bene altruie disinteressata del bene proprio. Essendo sorta contesaper un'elezione pontificale, Pascasio si separò dai Vescovie abbracciò il partito di colui che l'episcopato non avevaapprovato. Dopo breve, il Diacono morì, lasciando grande famadella sua santità, fama che Dio si compiacque confermarecon un miracolo: il giorno dei suoi funerali, al semplicecontatto della sua dalmatica, si ebbe una strepitosaguarigione. Molto tempo dopo, Germano, vescovo di Capua,fu dai medici inviato ai bagni di Sant'Angelo negli Abruzzi.Quale non fu il suo stupore nel trovar colà lo stesso diaconoPascasio, in uno stato di espiazione! Qui, disse l'apparizione,io espio il torto che ebbi di schierarmi nel cattivopartito. Ve ne supplico, pregate per me il Signore. Il nonvedermi più in questi luoghi, sarà per voi segno d'esser statoesaudito. Germano cominciò a pregare pel defunto, edopo alcuni giorni, ritornato colà, cercò inutilmentePascasio: era scomparso. a Egli, conclude S. Gregorio, nonebbe che a sostenere un temporaneo castigo dopo questavita, avendo peccato solo per ignoranza».

Pratica: Recitare con l'Angelus anche il DeProfundis al mattino, al mezzodì e a sera, per le animepurganti.

Preghiera: Eterno Padre, Vi offro il Sangue diGesù Cristo per i bisogni della Chiesa, in scontodei miei peccati, a suffragio delle anime purganti.

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275. Esistenza del Purgatorio: Scrittura eTradizione

Sancta et salubris est cogitatio pro defunctis exorare.-E'santo e salutare il pensiero d- pregare per i Defunti.(II Macc. XII, 46).

Il Concilio di Trento è la voce solenne dellaChiesa che, contro le novità dei Protestanti, haproclamato la dottrina della Scrittura e dellaTradizione tutta, dai primi secoli ad oggi. Esso hadefinito che il Purgatorio esiste e che le anime ividetenute possono venire aiutate dai suffragi deifedeli, particolarmente dal Santo Sacrificio dellaMessa.In una delle battaglie che Giuda Meccabeocombatté per la legge di Dio e per il suo popolo,perirono anche alcuni Giudei. Andato poi Giudaper seppellire i cadaveri, trovò loro indosso coseche erano state offerte agli idoli, e che essi, controil divieto della legge, si erano appropriati nellaespugnazione della città di Jamnia. A tale scopertatutti supplicarono il Signore di volerdimenticare il peccato commesso. Giuda esortò i soldatia conservarsi senza peccato; poi fece una collettaper i caduti: raccolse dodici mila dramme d'argentoche mandò a Gerusalemme perché venisse offertoun sacrificio al Signore pei peccati di queidefunti. Con ciò egli dava una chiara prova dellasua fede nella risurrezione dei morti. La Scrittura

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conchiude la narrazione del fatto con queste parole:« Santo e salutare è il pensiero di pregareper i defunti, affinché vengano sciolti dai loropeccati » (II Macc. XII, 46). La condotta di Giuda,dei suoi soldati e dei sacerdoti che offrirono ilsacrificio, provano l'esistenza del Purgatorio e laloro fede nel valore delle preghiere per i defunti.Iddio, vero Autore della Sacra Scrittura, chiama talepratica santa in sè, e utile a salvare quelleanime.Nostro Signor Gesù Cristo ci ha parlato di alcunipeccati che non possono essere perdonati nèin questa vita nè in quella futura. E chiaro dunque,che il Divin Maestro supponeva buona ecerta la fede di quanti credevano a peccaticancellabili nella vita futura. Ma non sono i peccatimortali, che meritano l'inferno; quindi sono i venialiche vengono cancellati dalle fiamme espiatricie purificatrici del Purgatorio.Nel memoriale presentato dai Padri latini alConcilio di Firenze è riportato il passo di S. Paolo(I Cor III, 13 seg.): « Il giorno del Signore(quello del giudizio) farà conoscere l'opera diciascuno, perché essa si rivelerà per mezzo del fuoco,e così il fuoco proverà quale sia l'opera di ciascuno.Se l'opera innalzata da qualcuno sul fondamentosussiste, egli riceverà la propria ricompensa;se invece piglierà fuoco, egli ne riceverà danno;sarà però salvo, ma come chi passa attraversoil fuoco". Un commentario breve provava che

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queste parole non si riferivano ai beati i quali nonsaranno tocchi dal fuoco, nè ai dannati che nonpossono più essere salvati; ma alle anime purganti.Tertulliano applicava al purgatorio la paraboladel servo crudele rinchiuso in carcere, non ineterno ma finché paghi anche l'ultimo quadrante.Nel secolo V, S. Agostino rende omaggio allapietà di sua madre, S. Monica, con uno splendidopasso delle sue Confessioni che qui citiamo, nelquale dimostra la fede ch'egli aveva nel Purgatorioe quanto sperasse dalle preghiere fatte per lamadre sua (S. Agostino, Conf. Iib. IX, capo 9 seg.):«Un giorno, la mia diletta madre, assalita daimprovvisa debolezza, perdette i sensi; quandoaccorremmo in suo aiuto, essendo ritornata in sè,guardò tutti noi che la circondavamo; riconobbeme, mio fratello e, con voce piangente, ci disse:-- Dov'ero? --E poiché ci vedeva inerti edoppressi dal dolore soggiunse: -- Qui, o figli miei,lascerete vostra madre.--Io non risposi, perché ilpianto mi impediva di parlare, ma mio fratello,con parole di conforto, la esortò a sperare poichéavrebbe avuto la sorte di riposare nella terra dei padrisuoi. Ella, fissatolo con sguardo triste permostrargli che aveva tutto compreso, volse gli occhi ame, e mi disse: -- Senti cosa ha detto? --Pocodopo, rivolgendosi ad ambedue: -- Voi porteretequesto corpo in luogo dove meglio vi piacerà--soggiunse. -- Non prendetevene pensiero: l'unicapreghiera che vi rivolgo e che dovunque vi

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troverete vi ricordiate di me nel SacrificioDivino».S. Agostino. l'aquila di Ippona, così riflette suquesto passo: «Ora che il primo dolore, prodottodall'affetto naturale, è passato, io vi loderò, oSignore... Nutro filiale fiducia che la madre miaabbia trovato misericordia al vostro cospetto. Perciò,o Dio del mio cuore, io lascio a bella postada parte le opere sante, fatte dalla mia dilettagenitrice e delle quali mi consolo, rendendovi grazieinfinite, per domandarvi solo il perdono deisuoi peccati... Ricordatevi che, nel momento delsuo passaggio all'altra vita, la vostra serva nonpensò a far rendere al suo corpo onoranze funebri,con splendide esequie o con profumi preziosi,non domandò un sepolcro superbo, nè di esseretrasportata in quello che aveva fatto costruire inTagaste, sua patria; ma solo volle che noi ci fossimoricordati di lei dinanzi ai vostri santi altari,nel mistero sublime cui ogni giorno ella prese parte,poiché sapeva che in questo si dispensa la Vittimaimmacolata, il sangue della quale ha annullatola sentenza fatale della nostra condanna. Cheella dunque, o Signore, riposi in pace presso leossa del suo consorte, accanto a colui al qualerimase fedele nelle gioie della verginità e nelletristezze della vedovanza, accanto a colui di cierasi fatta serva per guadagnarlo a voi con la suapazienza salutare. E Voi, o mio Dio, ispirate aivostri servi che sono miei fratelli, ispirate ai miei

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figli spirituali che sono miei maestri (poiché ilmio cuore, la mia voce, i miei scritti sono al loroservizio), ispirate a tutti quelli che leggerannoqueste mie parole, di ricordarsi dinanzi ai vostrialtari di Monica, vostra serva, e di Patrizio, suosposo. Furono essi che m'introdussero nel mondo;fate dunque che tutti coloro che vivono fra la luceingannevole di questo secolo, si ricordino piamentedei parenti miei, affinché l'ultima preghieradi mia madre morente sia esaudita anche più diquel che desiderava; non debba essa ricevere soltantoil soccorso delle mie preghiere, ma quellodi molti altri ancora ». Un Arcivescovo anglicano di Canterbury, in unalettera pastorale in rendimento di grazie per unavittoria riportata dagli inglesi, raccomandava aDio le anime dei morti in battaglia, dicendo:«Ricevete, o Signore, noi vi supplichiamo, ricevete leanime loro nella vostra misericordia ». Così pureun pastore d'Allemagna, il signor Rebe, invitava isuoi compatriotti a pregar per i caduti in guerraper liberare la patria: « Ricordatevi, loro dicevaricordatevi nelle vostre preghiere di coloro i qualinon ebbero tempo di prepararsi per la partenzada questo mondo ». Tehiner, altro moderno dottoreprotestante, va ancora più avanti, e vuoleche in fine di ogni anno si facciano dellepreghiere nelle quali i fedeli raccomandino a Dio leanime dei loro parenti e dei loro amici defunti.Finalmente valga per tutti quanto dice la duchessa

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di Yorck nella relazione che fa di una conferenzatenuta con alcuni celebri dottori protestanti:« Io ho voluto, ella dice, conferire di queste materiecoi due più dotti vescovi che noi abbiamoin Inghilterra, e mi hanno ingenuamente confessatoche nella Chiesa Romana, ci sono molte cose, lequali avrebbero dovuto essere conservate nellachiesa anglicana, come sarebbe la confessione deipeccati che non si sa come non sia stata comandatada Dio medesimo, e la preghiera pei mortiche è una delle più antiche e autentiche pratichedella religione cristiana ». La Scrittura e la Tradizione ci dimostranounanimemente l'esistenza del Purgatorio.

Fra gli Atti dei Martiri, certamente autentici, sono dariporsi gli Atti di Santa Perpetua, scritti in gran parte dallaSanta stessa durante la sua prigionia. In questi atti, cherisalgono al terzo secolo, noi troviamo espressa esplicitamentela fede nel Purgatorio e l'efficacia della preghierapei defunti. Citiamo qui, per intero, il passo che si riferiscea questo argomento. La santa, dopo aver parlato delle circostanze della suacattura e dei primi giorni passati nel carcere, in compagniadi altri santi confessori della fede, così prosegue:«Un giorno, mentre eravamo tutti in preghiera, mi vennein pensiero il mio Dinocrate e rimasi stupita di non essermimai, fino a quel punto ricordata di lui. (Era mortomolti anni prima, consumato da un cancro). M'afflisse ilpensiero che allora mi sorse in mente, della sua infelicitàe conobbi, in pari tempo, che io ero degna di pregare perlui e che dovevo farlo. Mi posi quindi a pregare fervorosamentegemendo davanti a Dio e, nella notte, ebbi questavisione. Vidi Dinocrate uscire da luoghi tenebrosi, dove

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molti altri albergavano con lui; era egli tutto arso edivorato dalla sete, col volto contraffatto, l'aspetto pallido,la faccia ancora corrosa dalle ulceri, di cui era perito.Dinocrate era mio fratello secondo la carne; in età di annisette morì di un cancro al volto, che lo rendeva oggetto diorrore a quanti lo miravano. Per lui avevo pregato.Parevami, adunque, che fra lui e me corresse una grandistanza, in modo che fosse impossibile appressarci l'unaall'altro. Vicino a lui vidi un bacino pieno d'acqua, il cuiorlo era più alto della persona del fanciullo; questisollevavasi, quanto più poteva per bere e dissetarsi; ma,nonostante che vi fosse stata acqua in abbondanza, non potevaattingerne una stilla. Questo supplizio mi pungevafortemente. «In questo frattempo, io mi svegliai e da tutto ciòcompresi che mio fratello trovavasi in istato di pena e speraidi poterlo sollevare. Incominciai dunque a pregare Diogiorno e notte, con lacrime e sospiri perché mi concedessela grazia della sua liberazione; continuai le preghiere finchéfummo trasferiti nella prigione del campo, per serviredi pubblico spettacolo nella festa di Cesare Geta. Il giornoin cui fummo avvinti in catene, per essere condotti allafesta, in un'altra visione che ebbi, scorsi il medesimoluogo, visto la prima volta, e Dinocrate col corpo mondo,rivestito di splendide vesti, senza neppure più una lievecicatrice, a posto dell'antica piaga. L'orlo del bacino s'eraabbassato fino all'ombelico del fanciullo e Dinocrate,avvicinatosi incominciò a bere di quell'acqua, servendosi diuna conchiglia che non si vuotava mai; quando ne fu sazio,abbandonò ilare il bacino per andar a giuocare, com'ècostume dei fanciulli di quell'età. In quel mentre mi svegliaie compresi da ciò che mio fratello era ormai libero daogni pena» (Acta S. Perpetuae, Bollandisi, 7 marzo).

Pratica: Evitare oggi le parole inutili, vane, edette fuori tempo, esercitandoci invece in brevipreghiere per le anime purganti.

Per i nostri cari defunti

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Preghiera: Padre Eterno e Misericordioso, iovi offro l'agonia e il sudore di sangue di Gesù nell'ortoper le sante anime purganti.

6. Nel Purgrtorio si soffre

Quis poterit habitare cum igne devorante Chi divoi potrà abitare, con un fuoco divoratore? (Is. 33, 14).

Riportiamo l'insegnamento di alcuni Padri dellaChiesa sulle pene del Purgatorio in generale. S. Cirillo insegna: « Se si potesse rappresentaretutte le pene, tutte le croci, tutte le afflizioni delmondo, queste, paragonate alle sofferenze delPurgatorio, diverrebbero dolcezze. Per evitare ilPurgatorio si sopporterebbero volentieri tutti i malisofferti da Adamo fino ad oggi. Le pene che ivisi soffrono, sono tali che uguagliano in acerbitàle stesse pene dell'inferno: eadem sunt magnitudine.Una sola differenza passa tra esse: le penedell'inferno sono eterne, quelle del Purgatorioavranno fine ». I dolori della vita presente sonopermessi da Dio nella sua misericordia, peraccrescere i meriti; le pene del Purgatorio invece sonocreate dalla Giustizia Divina offesa. San BedaVenerabile, scrive: « Poniamoci pure innanzi ainostri occhi tutti i tormenti più crudi inventatidai tiranni per torturare i martiri: le mannaie e le

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croci, le ruote e le seghe, le graticole e le caldaiebollenti di pece e piombo, gli uncini di ferro e letenaglie roventi, ecc.; il tutto non ci darà ancoral'idea delle pene del Purgatorio ». I martirisono gli eletti che Dio prova nel fuoco: le animepurganti sono anime che devono scontare la penadelle proprie colpe. S. Agostino e S. Tommaso diconoche La minima pena del Purgatorio sorpassale pene più grandi che si possano da noi soffriresulla terra. Pensiamo ora al più vivo dolore fisico,capace anche di dare la morte. Ebbene: le penedel Purgatorio sono assai più acerbe. E quindiS. Caterina da Genova scrive: «Le anime purgantiprovano tormenti tali che lingua umana nonpuò descrivere, nè alcuna intelligenza comprendere,eccetto che Dio li faccia conoscere per graziaspeciale ». Che se da una parte provano la dolcecertezza d'essere salve, dall'altra « la loro inesprimibileconsolazione non ne diminuisce punto iltormento» Scendendo poi alle pene in particolare, notiamo:la pena principale è quella del danno. SanGiovanni Crisostomo dice: . Poni da una parte lasola pena del danno, poni dall'altra cento fuochid'inferno e sappi che è maggiore quella sola chequesti cento. Quelle anime, infatti, mentre sonolontane da Dio, sentono un amore inesprimibileverso un Padre sì buono ». Uno slancio incessanteverso di Lui, Dio di consolazione! Bramano la suafaccia più che Assalonne, il quale, condannato dal

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padre a non più comparirgli innanzi esclamava:« Mi uccida il padre mio, se è ancora risoluto dinon lasciarmi vedere la sua faccia » (Cfr. II ReXIV, 32). Eppure esse si sentono respinte dalSignore, dalla Giustizia Divina, dalla Purezza e Santitàdi Dio. E piegando il capo rassegnato, comenaufrago nella mestizia, esclamano: Quanto sistarebbe bene nella casa del Padre! Esse bramanola compagnia della cara Madre Maria, dei parentigià in cielo, dei beati, degli Angeli: ma rimangonofuori, in tristezza, innanzi alle porte chiuse diquel Paradiso ove è gioia e gaudio! L'anima, uscitadal corpo, non ha che un solo desiderio esospiro: unirsi a Dio, unico oggetto degno d'amore,da cui è attratta come ferro dalla più potente calamita.E ciò perché essa sia conosciuto quale benesia il Signore, quale felicità essere con Lui. E nonlo può. « Noi--diceva un'anima a S. Margherita--patiremmo volentieri il doppio di tutti i nostritormenti: li patiremmo volentieri fino al giorno delgiudizio, purché potessimo vedere amico il voltodi Gesù».Anche per i dannati è lo stesso bisogno tormentoso:--Chi sei?-- fu domandato una volta adun ossesso.--Colui che odia Dio. ---Perché odii Dio?---Perchè non posso goderlo.--E che faresti se potessi goderlo?

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-- Starei rassegnato all'inferno per sempre, sepotessi goderlo un solo momento. E mandava sospiri che parevano ruggiti. Con quanto maggiore ardore le anime che sonosante aspirano a questo Bene e quanto debbonosoffrire nell'esserne prive! Qualcosa delle pene del Purgatorio si può capirepensando al dolore di un'anima delicata chericorda i suoi peccati, le sue ingratitudini alSignore. S. Luigi che sviene innanzi al confessoreversando dolcissime, ma cocenti lacrime, spremutedall'amore e dal dolore ai piedi del Crocifisso, cidà l'idea della pena del danno. L'anima è talmenteafflitta dei suoi peccati che prova una penacapace di far scoppiare il cuore e di far morire,se morire potesse. Pure, rassegnatissima prigionierain quel carcere, non vuole uscirne prima di averetutto scontato, perché così vuole quel Signore cheessa ama ora con perfezione. Ma la sua rassegnazionenon diminuisce il dolore e l'anima soffre,soffre indicibilmente. Certi cristiani, allorché unapersona è morta, esclamano quasi con sollievo:Ha finito di patire! Ha finito di patire in questavita, è vero, ma proprio in quel momento, in quelluogo, si sta compiendo il giudizio e chissà che lasua anima non cominci allora a soffrire di più?Cosa sappiamo noi dei giudizi divini? Se possiamoarguire che essa non ha meritato l'inferno, comepossiamo esser certi che non abbia meritato ilPurgatorio? Innanzi a quel cadavere, in quel

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momento in cui si decide l'eternità, chiniamocimeditabondi e preghiamo.

Nella storia del Padre Stanislao Choscoa, domenicano,si legge: Un giorno, mentre questo santo religioso pregavaper i defunti, ebbe una celeste visione: avvolta e divoratadalle fiamme, un'anima gli si avvicinò. Un grido di doloredoveva essere la risposta alla domanda del padre: --Ahimè!tutto il fuoco della terra, paragonato a quello delPurgatorio, è come un soffio di aria freschissima. -- Ecome mai ciò è possibile?--soggiunse il religioso; --bramereipur farne la prova, a condizione che giovi a farmiscontare una parte delle pene che dovrò un giorno subirenel Purgatorio. -- Nessun mortale, potrebbe sopportarnela minima parte, senza morirne all'istante; tuttavia, se tuvuoi convincertene, stendi la mano.Alla proposta di quell'anima, il religioso aderì subitamente:stese la mano su cui il defunto fece cadere unagoccia del suo sudore (o almeno, di un liquido, che aveval'apparenza di sudore). All'improvviso, grida acutissimerisuonarono per l'aria: Padre Stanislao era caduto a terratramortito, tanto era grande lo spasimo provato. I suoiconfratelli, accorsi, gli prodigarono ogni cura, ottenendoche ritornasse in sè. Il religioso, riavutosi, raccontòterrorizzato lo spaventoso avvenimento, di cui era stato testimonee vittima, concludendo: Fratelli miei, se ognuno dinoi conoscesse il rigore dei divini castighi, non peccherebbegiammai; facciamo penitenza in questa vita pernon farla nell'altra perché quelle pene sono terribili;combattiamo i nostri difetti, correggiamoli, ma specialmenteguardiamoci dai piccoli falli; il Giudice eterno tiene strettoconto di tutto. La maestà divina è tanto santa che nonpuò soffrire, nei suoi eletti, la minima macchia.Incredibili sofferenze, prodotte dall'ardore della piagaformatasi sulla mano, lo costrinsero a letto. Dopo un anno,prima di spirare, esortò nuovamente i suoi confratellia ricordarsi dei rigori della divina giustizia.

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Lo storico, V. Brovius, soggiunge che l'esempio terribileridestò l'osservanza in tutti i monasteri e che i religiosisi infervoravano a vicenda nel servizio di Dio, ondeessere salvi da sì atroci supplizi.

Pratica: Facciamo bene l'esame di coscienzaed eccitiamoci vivamente alle lacrime di compunzioneprima della confessione.

Preghiera: Eterno, divin Padre, io vi offrotutte le ferite aperte nel Sacro Corpo di Gesù eil Sangue da lui sparso, a sollievo e liberazionedelle anime purganti.

7. Pena del senso nel Purgatorio

Sitivit anima mea ad Deum fontem vivum: quandoveniam et apparebo ante faciem Dei?-- L'anima mia hasete di Dio fonte viva: quando sarà che io venga e mipresenti davanti alla faccia di Dio? (Salm. 41, 2).

Oltre la pena del danno, nel Purgatorio vi èla così detta pena del senso che proviene da altresofferenze proporzionate ai debiti contratti conla Divina Giustizia. Tra le varie pene, la dottrinauniversale della Chiesa, insegnata da S. Paolo,dai SS. Padri e dalla Liturgia, ricorda in modospeciale quella del fuoco. Di questo fuoco, laChiesa non ha definito la natura, cioè se sia unfuoco materiale, vero e proprio, oppure fuoco in

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senso metaforico, cioè altro patimento dell'animale cui pene somigliano, in qualche modo, all'azioneespiatrice e purificatrice del fuoco.S. Tommaso lo dice esplicitamente fuoco corporeoe materiale; anzi aggiunge che s'identificacon quello dell'inferno. Inoltre, rispondendo all'obiezione che un fuoco corporeo non sembrapoter bruciare un'anima spirituale, egli dice: Sel'anima nostra sulla terra può star unita al corpoche è materiale e subirne l'influsso, potrà benissimonell'altra vita restar unita al fuoco del Purgatoriocome l'agente al paziente.a seguente affermazione di S. Agostino ci fatremare. Egli dice che il fuoco dell'inferno è cosìardente, che il fuoco da noi usato sulla terra ècome dipinto sopra una parete: fuoco, quindi, sucui può scorrere la nostra mano senza lesioni discottatura. Vale a dire che il fuoco della terra inconfronto al fuoco dell'inferno e del Purgatorio ècome un fuoco dipinto!L'espressione di S. Roberto Bellarmino, rivelaun concetto, sul fuoco del Purgatorio, non difformeda quello di S. Agostino. Pregate così, egli dice: «Signore, io non vi chiedo che liberiate quelleanime, non lo consente la vostra giustizia. Ma vidico solo: invece che farle ardere nel Purgatorio,mandatele nella più ardente fornace ». Di questapreghiera le anime purganti, continua il Santo,vi saranno eternamente grate, poiché anche una

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fornace di 800 gradi è quasi tiepida in confrontoagli ardori del Purgatorio.E noi non possiamo tener cinque minuti unamano su una candela accesa, una mano in unastufa ardente, una mano, anzi, sulla bocca di unafornace accesa!... Come resistere, totalmenteabbandonati all'ardore di una fornace?La B. Caterina da Racconigi, assalita dalla febbre,mentre giaceva in letto malata, pensava agli ardoridel Purgatorio. Fu rapita in estasi e di lìa poco condotta da nostro Signore in quel luogodi pena. Mentre osservava con terrore quegli ardentibracieri e quelle fiamme divoratrici, in mezzoalle quali sono trattenute le anime che hannoancora da espiare qualche fallo, udì una voce dirle:Affinché tu, Caterina, possa procurare laliberazione di queste anime con fervore maggiore,sperimenta per un istante sul tuo capo le lorosofferenze. E una favilla di quel fuoco andò a colpirlanella guancia sinistra. Le consorelle, che sitrovavano vicino a lei per curarla, testimoni ocularidel fatto, osservarono con orrore che il viso diCaterina si era repentinamente gonfiato in manieraspaventosa, mantenendosi tale per più giorni.a Beata raccontava poi alle sue sorelle chetutti i patimenti da lei sofferti fino allora (ed eranostati molti), paragonati alle sofferenze prodotteleda quella scintilla, potevano dirsi un nulla. Finoa quel giorno Caterina erasi sempre occupata,in modo speciale, di sollevare le anime

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purganti, ma d'allora in poi raddoppiò il fervore el'austerità, per accelerarne la liberazione, poichésapeva, ormai per esperienza, il gran bisogno chehanno quelle anime d'essere sottratte ai loro supplizi(Diario Domenicano, Vita della Beata, 4 lett.).

A Zamora, in Spagna, viveva un buon religiosoDomenicano, legato con santa amicizia ad un Francescano, uomodi gran virtù. Un giorno in cui s'intrattenevano fra loro dicose spirituali, si promisero scambievolmente che il primo amorire, sarebbe apparso all'altro, (se così a Dio fossepiaciuto), per informarlo della sorte toccatagli nell'altro mondo.Morì prima il Francescano. Fedele alla sua promessa,un giorno apparve al religioso domenicano mentre questistava preparando il refettorio. Dopo averlo salutato, constraordinaria benevolenza, gli disse di essere bensì salvo, mache gli restava ancora molto a soffrire per un' infinitàdi piccoli falli, di cui non s'era abbastanza pentito in vita.Indi soggiunse: Niente vi è sulla terra che possa dareun'idea delle mie pene. E perché il Domenicano ne avesseuna prova, stese la destra sulla tavola del refettorio:l'impronta rimasiavi, sembra denotare l'applicazione di un ferrorovente. E' facile immaginare la commozione delDomenicano alla vista di tale spettacolo! Questa tavola siconservò a Zamora fino a quando le rivoluzioni politichedel secolo scorso la fecero sparire, insieme a tanti altri ricordidi pietà di cui abbondava l'Europa.Pratica: Oggi esercitiamoci in qualche penitenzae specialmente nell'esattezza ai nostri doveri,in suffragio dei Defunti.Preghiera: Eterno Divin Padre, vi offro leindicibili pene della incoronazione di spine del VostroGesù, per il sollievo e la liberazione dellesante anime del Purgatorio.

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438. Pene particolari

Amen dico tibi: non exies inde, donec reddas novissimumquadrantem. -- Ti dico in verità: non uscirai di làprima di aver pagato fino all'ultimo spicciolo (Matt. V. 26)

Circa le pene delle anime purganti non abbiamouna definizione formale della Chiesa. Ma isanti, persone autorevoli per bontà di vita e spessoanche per scienza, ci hanno diffusamente parlatodella natura e della intensità di tali pene.E' principio: che l'uomo sarà punito per quellestesse cose che gli furono strumento di peccato:per quae peccat quis per haec et torquetur (Sap.XI, 17).Perciò si può affermare che vi sarà una certacorrispondenza tra la pena e la materia, cioè: lafacoltà che ha peccato. E' vero che non tutti iparticolari descrittivi del Purgatorio sono daconsiderarsi secondo la materialità dell'espressione,ma ciò non deve portarci a conchiudere che sitratti di esagerazioni o falsità, no. Piuttosto dobbiamoconvincerci che spesso noi siamo incapacidi intendere le cose soprannaturali e tanto menospiegarle.Dobbiamo sempre fermamente ritenere che lepene del Purgatorio, nella loro realtà, sono assai piùgravi di ogni descrizione umana, per quantoterrorizzante.

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Può dirci qualcosa l'esempio di S. MariaMaddalena de' Pazzi che, ammessa a vedere le pene delPurgatorio, ne distingueva così bene quelle diciascun peccato, che ne inorridiva di spavento.Una sera, mentre passeggiava con alcune suorenel giardino del monastero, la Santa fu improvvisamenterapita in estasi: «Sì, ne farò il giro! ne faròil giro!» fu sentita gridare. Il suo Angelo Custodele rivolgeva l'invito ed ella così acconsentiva. Leconsorelle, stupite e terrorizzate, la viderointraprendere quel doloroso viaggio di cui, cessatal'estasi, scrisse una splendida narrazione. Per dueore continue fu vista come facesse realmente ilgiro del Purgatorio, girare intorno al vasto giardinodel monastero, fermandosi con attenzione aconsiderare quanto, probabilmente, le venivamostrato dall'Angelo: ora faceva atti di commiserazione,di orrore, di pietà; ora: si rannicchiava comeschiacciata sotto un gran peso; ora col visopallidissimo e col trabalzare della persona, davamanifesto segno di orrore. « Misericordia, mio Dio,misericordia!, andava gridando. Sangue preziosodel mio Salvatore, scendete su queste anime eliberatele dai loro spasimi ». Fermatasi ad un trattospaventata e tremante, esclamò: « Come! Sacerdotie Religiosi in questo luogo sì orribile!? Ah! mioDio, mio Dio, come li veggo tormentati! » E daltremito del suo corpo, dava a conoscere l'intensitàdelle sofferenze che in quel momento contemplava.Di là andò in quello delle anime semplici,

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45dei bambini e di coloro le cui colpe sono attenuatedall'ignoranza. Là non vide che ghiaccio efuoco: le anime passavano alternativamente dall'unoall'altro. « Povera anima del fratello mio fuintesa gridare alla vista del fratello morto dapoco tempo.--Quanto soffri! eppure te ne consoli;bruci, eppure sei contento, perché sai chequeste pene sono strada alla felicità! » Fatti altripochi passi diede a capire che stava contemplandoanime assai più infelici: « Ahimè! gridò: quantoè orribile questo luogo! Com'è pieno d'incredibilitormenti! Ah, come le vedo trafitte da punted'aghi acutissime, e quasi fatte a brani!» Erail supplizio delle anime che in vita avevano cercatodi piacere agli altri ed avevano talvolta peccatod'ipocrisia. Proseguendo vide una tuba spintaverso un dato luogo e quasi schiacciata sottouna pressa e capì, per rivelazione, essere quelleanime le impazienti e disobbedienti. Dopo un po'parve divenire anche più afflitta ed emise un gridodi spavento: entrava allora nel carcere deibugiardi. Dopo averlo attentamente osservato, dissead alta voce che i menzogneri stanno in un luogovicinissimo all'inferno, che grandi sono le loropene perché nella loro bocca viene versato piombofuso, mentre sono immersi in uno stagnoghiacciato, sicché bruciano e gelano al tempo stesso.Un pò più lontano riconobbe gli avari che liquefanocome piombo nella fornace. Passò fra gliimpudichi perdonati, ma non abbastanza purificati in

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vita: una prigione sudicia e fetente, che solo avederla da lontano chiudeva il cuore. Dal carceredegli impudichi passò a quello degli ambiziosi esuperbi; tenebre folte e dolori acutissimi: «Misericoloro che, per aver voluto elevarsi sugli altri, sonoora condannati a vivere in tanta oscurità! »esclamò. Vide poi le anime di quelli che, ingrativerso Dio, duri di cuore, non hanno mai conosciutocosa volesse dire amare il loro Creatore, Redentoree Padre, e perciò vivono immersi in un lago dipiombo fuso, in pena di avere colla loro ingratitudine,fatto rimanere sterili le sorgenti della grazia.Finalmente, in un'ultima prigione, le furonomostrate quelle anime che, pur non avendo avuto invita alcun vizio particolare, parteciparono peròdi tutti, con molti piccoli falli commessi; osservòche, per pena corrispondente, devono subire icastighi propri ai vizi stessi, ma in piccolaproporzione.Dopo due ore di sì penoso e duro pellegrinaggio,la Santa ritornò in sè, ma in tale statodi debolezza e di prostrazione morale, che duròparecchi giorni a rimettersi dall'impressione delterribile spettacolo veduto.Tutte queste particolarità ed altre ancora, cheper brevità omettiamo, si trovano nella vita di S.Maria Maddalena de' Pazzi, scritta dal suoconfessore, il P. Cepàri della Compagnia di Gesù.Santa Brigida ci narra quest'altro esempio (libroVI, c. 52).

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Fra le tante anime che ella vide nel Purgatorio,ve n'era una che le fece particolare compassione.Il capo era divorato all'interno ed all'esterno dafiamme cocentissime; i lunghi capelli le si arrotolavanoattorno alle spalle come serpi; le bracciaerano strette da catene di ferro rovente; i piedi, sìagili nella danza, erano avvinghiati e morsi da vipere,che li insozzavano colla loro bava immonda;tutte le membra, che in vita era solita sovraccaricaredi monili, gioielli, perle, fiori, erano torturate daspaventevole pena. La giovinetta, gemendo, gridava:«Madre mia, madre mia, quanto sei statacrudele verso di me! La tua soverchia indulgenza,peggiore dell'odio più atroce che tu avessi potutoportarmi, mi ha fatto precipitare in queste orribilipene! Tu mi conducevi alle feste, ai balli, aglispettacoli, a tutte le riunioni mondane, che sonola rovina dell'anima e per le quali ora soffromiseramente. Quanto tempo ho perduto nell'abbigliarmi,nell'andar dietro alle mode del tempo! Orapago a caro prezzo lo sbaglio. I sollazzi, gli spassisono finiti. Oh! quanto soffro!--Chi sei?--le domandò la santa -- perchésoffri sì spaventevoli pene?--Ahimè! Io fui fanciulla ricca. Curai troppoi miei capelli che ora mi sono diventati vermi eserpi, portai le braccia nude, fui agile al ballo...Con queste pene, io pago i peccati che commisi efeci commettere con le mie vanità. Dovevo esserecondannata all'inferno, ma, presso a morire,

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ripensai al male fatto e me ne pentii Ero stata devotadella Passione di Gesù e questo pensiero misalvò, poiché, essendomi prima confessatainvalidamente, feci poi un atto di contrizione vera,promettendo, se avessi avuto tempo, di riparare con lapenitenza le mie colpe».Lo storico soggiunge che la Santa raccontò lavisione compassionevole ad una cugina delladefunta, e quella, santamente impressionata, rinunziòle vane lusinghe del secolo, e si rinchiuse inun monastero di austerissima penitenza, dovesantamente visse e morì.Quanto alle mancanze contro la carità, Iddiousa rigore estremo nelle pene del Purgatorio,soprattutto quando sono commesse da anime a Luiconsacrate. E la ragione è chiara: Dio, come diceS. Giovanni, è amore, e quindi non v'è cosa chepiù gli dispiaccia quanto le inimicizie, i rancori,le maldicenze, i giudizi temerari e tutti quei fallicontro la carità, che purtroppo si riscontrano spessonelle persone più pie e di più esemplarecondotta.Uno speciale e più rigoroso Purgatorio avrannole anime consacrate a Dio. Ed è giusto: essefurono maggiormente beneficate.A molte anime il Signore concede aiuti e lumispeciali sulla terra; molte grazie per evitare ilpeccato veniale, molte occasioni e mezzi persoddisfare la pena meritata sulla terra. La trascuratezzasarà punita con pena speciale.

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Un saggio predicatore esortava: « Viviamo, viviamoda santi, perché il Purgatorio delle animeconsacrate a Dio è molto terribile ».S. Agostino ci avverte: « Chi non ha fatto granpenitenza in questo mondo sarà bruciato nell'altro».Molti pensano così bene delle anime consacrateal Signore, che si dispensano dal pregare per esse,dopo che sono passate all'eternità. Grave errore!« Era così buono! Ora dal cielo prega per me »si dice. Stimarli i nostri morti è carità, ma pregareper essi è carità maggiore, più sapiente, piùsicura.S. Agostino che comprendeva meglio di noi leesigenze della giustizia divina, per vent'anni noncessò di pregare per la mamma defunta, anzi insistecaldamente presso i lettori che voglianosuffragarla. Eppure egli ce l'aveva presentata comeuna santa, e la Chiesa l'onora come tale!

In un convento dei Frati Minori a Parigi, era passatoall'altra vita, in età molto avanzata, un santo frate che,per la sua eminente pietà veniva soprannominato l'Angelico.La sua vita intera e specialmente gli ultimi anni eranostati di grande edificazione nel Convento, tanto che unconfratello credette inutile celebrargli le solite tre Messedi suffragio. Una sera, mentre questi passeggiava meditabondonel giardino, si vide innanzi il defunto frate Angelico,estremamente mesto e sofferente. -- Ma come? Voiqui? e così triste? -- Sono in Purgatorio, dove aspetto levostre tre Messe per uscirne --Ma voi ci avete dati tantiesempi santi, avete fatto tanta penitenza, io vi credevo inParadiso! -- Ohimè! Altro è l'occhio dell'uomo, altro

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l'occhio purissimo di Dio: Il Signore vede le imperfezioni anchenelle azioni più sante. Se conosceste come Dio è santo,e come noi siamo indegni di mirarlo da vicino in cielo,mi avreste subito celebrate le Sante Messe!Una volta si presentarono a Santa Margherita da Cortona(Bolland, 22 Febbr.) le anime di due mercanti. Uccisiper via da due malfattori e colti quindi cosìall'improvviso dalla morte, non avevano potuto riceverel'assoluzione dei loro peccati; ma per divina bontà, avevanoavuto il tempo di fare un atto di perfetta contrizione. Efurono salvi. I loro tormenti erano atroci, causa le molteingiustizie commesse nell'esercizio della loro professione.Supplicarono la Serva di Dio di avvertire i loro parenti(e li nominarono) affinché quanto prima restituissero, aidanneggiati, il denaro da loro male acquistato. « Perchè--dissero -- senza tale restituzione noi non saremo liberatidalle pene del Purgatorio ».La confidente del Sacro Cuore, S. Margherita MariaAlacoque, un giorno stava pregando per due uomini illustri,morti da poco tempo. Durante quelle preghiere levenne rivelato un segreto molto istruttivo per noi: seppeche uno di quei due nobili era in Purgatorio. Venivano offertiper lui molti suffragi di Messe, ma questi nonapportavano all'infelice anima alcun sollievo. Egli, durantela sua vita aveva derubato e danneggiato alcune famigliedi onesti contadini esigendo da loro più di quanto avrebberovoluto la carità e la giustizia. Dio, buon Padre pertutti, applicava il frutto delle Messe celebrate per quelsignore, a beneficio delle famiglie danneggiate: sia per lepersone ancora vive sia per quelle già defunte. Così il Signorestesso pensava a compiere la restituzione che coluiavrebbe dovuto fare.Il Rossignoli nel libro: a Meraviglie del Purgatorio »,narra di un pittore che si lasciò trascinare dall'andazzo comunea dipingere un quadro indecente.Peccato, questo, simile a quello degli scritti sconvenienti,delle mode lascive, dell'uso di cartoline e ritratti

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disonesti. (Certi salotti faranno piangere tante anime nelPurgatorio!)Quel pittore vendette il quadro e non vi pensò più.Venne poi a morire mentre stava dipingendo la chiesa diun convento di Carmelitani. Era morto da poco tempo,quando un religioso, mentre stava pregando in coro, selo vide comparire davanti. Meravigliato il buon frate lointerrogò se fosse salvo o dannato. a Sono salvo--risposeil povero defunto--ma condannato a rimanere in Purgatoriofinché il mio brutto quadro continuerà sulla terra adessere occasione di sguardi cattivi! Va, per carità, alla casadel tal signore: digli che voglia gettare alle fiamme queldipinto. Io soffro, ma quel signore, che mi indusse col denaroa così dipingere, perderà presto i suoi due figli ancorgiovanissimi; e, guai a lui se non distruggerà il quadro!»Il quadro fu bruciato, ma i due figli morirono presto.Quel signore condusse poi una vita penitente e mortificatae nella sua vecchiaia riparò con molte opere buone la suacattiva azione.

Pratica: Allorchè la campana della chiesaannunzia qualche sepoltura, procuriamo di intervenirvise le occupazioni ce lo permettono. Se siamoimpediti, cerchiamo di unirci col cuore, pur fra lenostre occupazioni, alle preghiere con cui la Chiesaaccompagna i suoi figli passati all'eternità.Pensiamo: la misura di misericordia che io adoperoper gli altri sarà adoperata, a suo tempo, per me.

Preghiera: Maestro Gesù, durante le lunghesolitudini e silenzi eucaristici, offrite al Divin Padre,la santità della vostra mente, del vostro cuore,della vostra volontà, della vostra vita, per le animedel Purgatorio.

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529. Conforti delle anime purganti

Dico vobis, quamdiu fecistil uni ex hisfratribus meis minimis, mihi fecistis. -- In verità vi dico,ogni volta che avete fatto qualche cosa per uno dei più piccolidi questi miei fratelli, l’avete fatto a me (Matt. 25, 40).si pena nel Purgatorio, come si penanell'Inferno: ma fra l'uno e l'altro vi sono diversitàessenziali: l'Inferno è eterno, il Purgatorio ètemporaneo; l'Inferno è lo stato definitivo di un'animaodiata e ripudiata da Dio, il Purgatorio è lostato transitorio di un'anima amata e attesa alcielo da Dio; nell'Inferno non vi è speranza disalvezza, nel Purgatorio vi è la certezza del Paradiso;nell'Inferno si soffre disperatamente e senzavantaggio, nel Purgatorio si soffre rassegnati per entraredegnamente in cielo; nell'Inferno regna lamaledizione eterna di Dio, nel Purgatorio labendizione paterna di Dio; l'Inferno è sotto il dominiodella giustizia inesorabile, il Purgatorio dellagiustizia misericordiosa e paterna; l'Inferno è illuogo dei dannati, il Purgatorio il luogo dei salvi;mentre la terra è luogo degli incerti della propriasalvezza; l'Inferno è tanto più infelice della terra;il Purgatorio è, per molte ragioni, più fortunato.

Molte sono le consolazioni del Purgatorio: sonoconsolazioni austere, limitate al modo di quelledella terra, ma sono consolazioni vere e grandi che,spoglie di ogni elemento sensibile, penetrano nel

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profondo dell'anima. Se su questa terra i giustisopportano volentieri le traversie, i dolori, gli affannied i tormenti da cui vengono angustiati, perchénon dobbiamo ugualmente credere chesopportino volentieri le loro pene anche le anime delPurgatorio, che sono là per giungere al Cielo? Leanime purganti si consolano per i suffragi chericevono da parenti e amici; godono per sapersi oggettodi misericordia e di compassione da partedi Dio, della Madonna, degli Angeli; si rallegranoper le improvvise abbreviazioni di pene; gioisconoper la compagnia di anime sante, perché tuttein stato di grazia e amanti di Dio, sebbene conqualche pena da scontare.tre sono le grandi ed essenziali gioie delleanime purganti. E cioè: la sicurezza della loro salvezzaeterna. Esse si sentono confermate in grazia,quindi nella felice impotenza di peccare e di perdersiSulla terra questa gioia non vi è, e i Santistessi vivono sempre in timore. Per le anime purgantiil cielo è differito, ma è sicuro. Il Padre Faberscrive: « Vorrei occupare uno degli ultimi postiin quel soggiorno di sicurezza piuttosto che fruiredi tutti i godimenti incerti e fallaci di questo mondo».S. Giovanni Crisostomo, nell'entusiasmo dellasua fede, esclamava: « Se fosse necessario ch'iopassassi per mille inferni, purché fossi sicuro ditrovarmi, in capo ad essi, in Paradiso, oh! quantomi sarebbero dolci questi mille infermi!... » E quanteanime sante segnerebbero col proprio sangue il

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patto di dimorare negli ardori del Purgatorio finoal giorno del giudizio, purché si desse loro lasicurezza di entrare finalmente nella gloria eterna!bisognerebbe comprendere cosa voglia dire: visionedi Dio, eternità, gloria del Cielo, sicurezza dipossederlo un giorno! La seconda gioia del Purgatorio è costituitadalla espiazione dei propri falli. Il peccato è unabruttura schifosa dell'anima, una lebbra immonda. Se proviamo una vera consolazione quando ci laviamodalla immondezze del corpo, quando neastergiamo le suppurazioni, quanto più deve gioirenel Purgatorio l'anima che, passata all'eternità,ormai la deformità del peccato. Il peccato è insulto,offesa, ingiuria alla Maestà e Santitàdi Dio: l'anima che, libera dal corpo, comprendel'ingiustizia, la temerarietà, la stoltezza che commise,desidera dare soddisfazione fino all'ultimocentesimo e ridonare a Dio tutta la gloria che merita.Perciò sarebbe disposta a soffrire maggiormentese Dio lo volesse. Sotto un certo aspetto, il Purgatorio è qualche cosa di simile allo stato di S. Francesco di Assisi, S. Margherita da Cortona, S. Agostino dopo le celebri loro conversioni. Laloro sete di penitenza era tale che si dovetteromoderare in essa. Questo spirito spontaneo dipenitenza per soddisfare a Dio, questo desiderio dimondarsi fa amare la tribolazione, gioire in essa,non solo in questo povero mondo, ma anche e piùancora nel regno dell'espiazione, nel Purgatorio. Le

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anime purganti amano Dio di un amore pieno,puro, disinteressato, e quindi amano quantofacilita il conseguimento della visione beatifica diDio: le pene del Purgatorio. Perciò, spintedall'amore, se Dio lo volesse sarebbero pronte aprecipitarsi in un Purgatorio ancora più terribile, ondeliberarsi più presto da quanto allontana l'oggettodel loro amore. Aveva compreso questa veritàil nostro Dante, quando, dipingendo con profondaverità teologica lo stato delle anime purganti,parlava «dei dolci assensi, dei dolci martirii,del patire che si dovrebbe chiamare gioire ». S.Caterina da Genova, che aveva avuto tanteillustrazioni sull'argomento delle gioie del Purgatorio,così ne scriveva: «Quelle anime patiscono volentierie sembra loro che Dio usi gran misericordia,poiché pensano che meritarono assai di più... Esseguardano più alla disposizione di Dio che alleloro fiamme. Trasformandosi e purificandosi siaccorgono di avvicinarsi a Dio e il riflesso di Dioormai vicino fa presentire una gioia simile, mamolto più grande di quella dei Santi nell'avvicinarsial giorno del premio: « Cupio dissolvi et essecum Christo ». Non credo che vi possa essere sullaterra gioia così intensa da paragonarsi a quelladelle anime purganti ».terza gioia è l'amore di Dio. L'amore facilitaogni sacrificio. S. Agostino dice: « Quando siama non si soffre; chè se si soffrisse, lo stesso soffriresarebbe amato ». L'anima purgante ama il

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Signore con vivissima intensità di affetto: l'amoredesidera il sacrificio e l'immolazione. E' lo stesso Salvatore che ci spiega questo: ci amò tanto eaffrettava col più vivo desiderio il momento dellasua passione per mostrare quanto amava il Padree quanto amava gli uomini. Il Cuore di Gesù nulla harisparmiato per gli uomini! Chi ama si sacrificavolentieri. L'amore stesso poi, quando è puro,è estasiante. S. Caterina da Genova scrive ancora:«lo vedo che questo Dio d'amore lancia sulleanime certi raggi infuocati così penetranti chebasterebbero a consumare anima e corpo se tale fossela volontà di Dio... L'anima purgante è felice nelsuo stato, ma felice come il martire sul rogo, felicedi una felicità tutta pura, soprannaturale, cheil mondo non può capire. Come il martire, che silascia uccidere prima di offendere Dio, e sente dimorire, ma disprezza la morte per l'ardore che hadi Dio; così l'anima purgante, conoscendo ladisposizione di Dio, l'ama, ne giubila, felice che Dio lavoricon gli spasimi il suo spirito. Dio poi occupatanto l'anima, che essa sente Lui e si concentratotalmente in Lui. Ma non dimentichiamo che laloro gioia è mista a dolori atrocissimi e studiamocidi essere gli Angeli consolatori, mandati dallaProvvidenza per apprestare il calice di salute che valga asollevarle dalle pene e affrettare lorol'amplesso di Dio.

S. Stanislao, Vescovo di Cracovia, difendendo nellesue prediche la santità della religione, incontrò l'ira del Re

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Boleslao. Fra le altre accuse il Re incolpò il Santo Vescovodi essersi impadronito di un campo senza pagarne il prezzo.Non esistevano purtroppo, prove scritte e il Vescovofu condannato perché il venditore era morto e non potevafar testimonianza. Ma la fede del Vescovo fu viva comeera stato fermo il suo coraggio: egli propose di citare inprova il defunto venditore. La proposta fu accettata conscherno. Ma dopo tre giorni di digiuno, S. Stanislao andòal sepolcro e chiamò il morto. Pietro Miles uscì dal sepolcroe tenne dietro al Vescovo fino innanzi al Re. Fra lostupore universale e il terrore di Boleslao, quegli dichiarò:« Vendetti al Vescovo il mio campo ed egli mi pagòinteramente il prezzo pattuito ». Ma poi, quando il Miles ebbefatto la sua deposizione, il Vescovo interrogò: « Ora, inpremio della tua buona testimonianza, vuoi ancora viverealcuni anni, oppure vuoi subito tornare all'eternità? ». Edil morto-risuscitato rispose: «Sebbene io sia in Purgatorio,ove soffro molto, tuttavia, desidero di tornare subito a soffrirepiuttosto che rimanere in una vita in cui è continuopericolo di dannazione eterna. Pregate per me, santoVescovo, e rimandatemi dove soffrivo, ma ero sicuro del Cielo.E Stanislao, col Clero, lo riaccompagnò con salmi dipenitenza alla tomba, ove ricadde nello stato di prima.

Pratica: Diportatevi con molta carità verso tuttie offrite tale esercizio a suffragio e conforto delleanime purganti.

Preghiera: O dolcissimo Gesù, per i doloriche avete sofferto nella vostra crudelissimacrocifissione, abbiate pietà di queste anime. Abbiatepietà, o Signore!

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5810. Circostanze del Purgatorio

In praesenti tempore vestra abundantia illorum inopiamsuppleat.-- Al presente, la vostra abbondanzasupplisca alla loro indigenza (II Cor. VIII, 14).

Ricordiamo tre circostanze: acerbità delle penedel Purgatorio; durata di esse; impotenza delleanime a soccorrersi da sè.Dopo la nostra morte tutti i nostri desideri siconcentrano in un unico desiderio: veder Dio,possederlo, goderlo. Fame potentissima che non puòessere saziata che da Dio! Sete ardentissima chebrucia e non può sentire refrigerio che da Dio!Santa Caterina spiega con un paragone: « Se nelmondo vi fosse un solo pane per sfamare gli uomini,tutti vi tenderebbero con ardente desiderio!» Iddio è davvero il Pane Celeste cui solo ognianima sospira dopo il passaggio all'eternità.Supponiamo ancora che vi sia una sola acqua chepossa dissetare: e quest'acqua venga chiesta e nonsia data! Dio è la fonte dell'acqua che sale allavita eterna. E l'anima assetata deve vederla dilontano e non può accostarvi le sue labbra! VedereDio, godere Dio! Ecco il sospiro, la fame, lasete di ogni anima; sospiro, fame, sete che divorai dannati e fa soffrire tanto le anime purganti.Quando un'anima sulla terra ebbe gran fame esete della giustizia di Dio, sospirerà poco tempoquel Pane e quell'Acqua; ma quando fu languida

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in tali desideri sarà tormentata tanto da quellafame e da quella sete.

S. Tommaso si esprime così: « Quanto piùardentemente si desidera una cosa, tanto più dolorosoriesce esserne privi. Ora, essendo intensissimoil desiderio che le anime sante hanno di Dio,dopo questa vita, ne consegue che, se il possessodi Lui vien loro ritardato, ne soffrono sommamente».E come S. Tommaso la pensava pure S. BedaVenerabile, il quale nel 18° Discorso sui Santisi domandava: « Se bisognasse soffrire anche ognigiorno e tollerare per breve tempo lo stesso fuocoinfernale, per esser degni di veder Gesù Redentorenella sua gloria, ed essere nel numero dei beati,non converrebbe forse patir tutti i dolori, per esserfatti partecipi d'un tanto bene e di tanta gloria?»

Il Suarez poi--anch'egli di questa idea--sispiega ancor meglio; e nel suo trattato sulPurgatorio, nella Sezione 3, dice: « La gravità di questapena del danno, per le anime purganti, derivaanzitutto dalla grandezza del bene di cui sonoprive. In secondo luogo deriva dalla cognizionechiarissima che quelle anime hanno del loro malee dal sapere che, se soffrono, è per colpa e negligenzaloro. Ed in terzo luogo deriva dall'amoreintensissimo con cui si sentono portate a Dio e, quindidal desiderio, pur esso vivissimo, di vederlo epossederlo; ond'è che non possono non penare

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sommamente, vedendo ritardato l'appagamento ditale desiderio ». Sulla durata delle pene per le anime purganti,possiamo ricordare alcune cose che ci fanno moltopensare e temere. Anzitutto: altra è la durataassoluta e altra la durata relativa. La prima è iltempo che l'anima realmente passa nel Purgatorio;la seconda è l'impressione che l'anima sente ditale tempo, cioè l'anima che soffre anchebrevemente, crede di soffrire per tanto tempo. Molterivelazioni dicono come un'ora sola di Purgatoriosembri più lunga di un secolo. S. Antonino raccontadi un ammalato che, straziato da tanti dolori,invocava liberatrice la morte. Gli apparve unAngelo: « Dio mi manda a te--gli disse.--Scegli:vuoi un anno di dolori o un giorno diPurgatorio? » L'ammalato scelse il secondo. A pochiistanti dalla morte 1' Angelo scese in Purgatorioa consolarlo. Ma quegli, emettendo un gridospaventevole, disse: a Angelo seduttore, mi aveteingannato! Mi avevate promesso un solo giorno di Purgatorio, ed invece sono anni ed anni che mitrovo tra queste indicibili torture!... ». Una seramentre S. Paolo della Croce stava per andare a riposo,intese colpi ripetuti alla porta della suacella. Era l'anima di un Sacerdote, morto un quartod'ora prima, che andava ad implorare suffragi.--Oh, quanto soffro--diceva.--Mi pare di esserein quest'oceano di fuoco da mille anni!... Commosso fino alle lacrime, il Santo si alzò e,

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guardando l'orologio: -- Ma che? -- disse -- èappena un quarto d'ora che siete morto e già visembra di aver passato mille anni?--Oh, se sapestequanto è lungo il tempo in Purgatorio!... Enon si allontanò che quando ebbe la solenne promessadi suffragio per l'anima sua.Deve rimanere molto l'anima nel Purgatorio?Tl Divin Maestro ci fa intravvedere qualcosa inqueste parole: « Conformatevi alla legge di Dio,acciocché non cadiate nelle mani dei carnefici, chevi rinchiuderanno in quelle prigioni dalle quali nonsi esce, fino a quando non si sia pagato anche l’ultimospicciolo» (Matt. V, 26). Dall'inferno non siesce più; dal Purgatorio si esce, ma solo dopo pagatol'ultimo spicciolo. La durata del Purgatorioè in proporzione dei nostri debiti con Dio. Omneverbum otiosum, quod locuti fuerint homines, reddentrationem de eo in die iudicii:--Gli uomininel giorno del giudizio, dovranno render conto diogni parola oziosa, che avranno proferito (Matt.XII, 36). E si renderà conto non già con la condannaeterna all'inferno per una parola oziosa; ma colpagare ogni debito in Purgatorio. E' quindi unabisso imperscrutabile quello che tentiamo oraconsiderare. Infatti, per ben penetrarlo dovremmoconoscere le grazie ricevute e i nostri debiticon Dio, la nostra corrispondenza di mente, dicuore, di opere, di parole. Ma chi può far ciò conprecisione? Certo, la Giustizia di Dio può accelerarela liberazione dell'anima, intensificandone le

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pene; certo, essa può accettare in espiazione suffragidai vivi; certo, il Purgatorio sarà chiuso allafine del mondo. Ma ciò nonostante quanta incertezzae timore per ognuno di noi! Nihil mihi consciussurn, diceva San Paolo, sed non in hocjustificatus sum: -- Io non mi sento colpevole di alcunacosa, ma non per questo io sono giustificato(I Cor. VI, 4).Il profeta Davide peccò. Pentito, ottenne il perdonodal Signore, ma quanto lungo e penoso fuil castigo del suo peccato! Ed egli dovette subirlocompletamente. Dunque, anche del peccatoperdonato è necessario scontare la pena: alcuni la scontanoin vita; ma i più vanno incontro alla mortesenza una degna soddisfazione. Per questo la Chiesaaccetta fondazioni di Messe perpetue e imponedi soddisfare ai legati anche dopo secoli dalla mortedei testatori.

Nella vita di Santa Ludgarda si legge l'apparizione diPapa Innocenzo III. Egli fu uno dei più grandi Pontefici.Ebbe zelo ardentissimo per la gloria di Dio e la salutedelle anime, compiendo, nella Chiesa, opere meravigliose.Ebbene, nello stesso giorno in cui mori, apparve alla Santacircondato da fiamme: -- Sono Papa Innocenzo, disse. --Possibile che voi, rispose Santa Ludgarda, siate in tale stato?-- Sì, rispose il Defunto: Pago la pena di tre fallicommessi, e poco mancò che per essi non precipitassinell'inferno. La Madonna mi ottenne il dolore e il perdono,ma ora ne devo scontare anche la pena. Questa dureràfino al giorno del giudizio, se non mi aiuterete voi. Peramor di Maria, soccorretemi, presto. Il Cardinale S. RobertoBellarmino, commentando tale esempio nel libro Del

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gemito della Colomba, scrive: « Se un Pontefice, così degnodi lode, da tutti stimato non solo buono e prudentema santo e degnissimo di essere imitato, poco mancò chenon precipitasse nell'inferno e dovrebbe penar nel purgatoriofino al giudizio finale, chi non temerà, chi nontremerà?.

Le anime del Purgatorio non possono soccorrerese stesse. Uscita l'anima dal corpo, è terminato iltempo in cui essa poteva soddisfare con la penitenzala pena dovuta ai suoi peccati. Nel Purgatorio leanime possono venire aiutate dai suffragi dei vivi,ma non possono più soddisfare per sè, come possiamofare noi nella vita presente. Il Signore hadato a noi le chiavi del Purgatorio, ma non ad esse.Da sole, senza il soccorso, dovrebbero rimanersenecolà fino alla completa soddisfazione. Grandela nostra responsabilità! Soltanto noi possiamoliberarle, e lo possiamo con facilità avendo a nostradisposizione tanti mezzi: preghiere,indulgenze. Messe, opere buone, ecc... Vi sono tantiche, ingrati, dimenticano i loro cari, quasi subitodopo la loro morte; altri, invece, li ricordano, masolo per procurare una solennità esteriore difunerali, accompagnamenti, ricordi, lapidi, fiori.Queste esteriorità devono curarsi relativamentecome le vesti per la persona, cioè devono tributarsicon quel decoro e proprietà che si addicono al defuntoed al suo grado. S. Agostino fa sapientementeosservare che spesso sono piuttosto pompa deivivi che sollievo ai defunti. Che cosa giovano ad

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essi tutte le esteriorità, se la preghiera ed il Sanguedi Gesù Cristo non ne toglie o diminuisce i dolori?« Cosa ben strana--scrive il Moroni--chela vanità cerchi di soddisfarsi in ciò che vi ha dipiù umiliante per la natura umana! » Oh sì, per ipoveri trapassati valgono assai di più le preghieree i suffragi.

Una signora comparsa dopo la sua morte si mostrò inuno stato pietosissimo, nè solo ad una persona, ma a diversereligiose le quali ne raccolsero un salutare spavento. La signoraera stata in vita molto benefica e generosa verso ipoveri, le Missioni, l'apostolato della stampa, gli orfani deiCaduti in guerra e in altre opere pie. La pietà e l'esemplaritàdella sua vita le cattivavano stima universale. Ascoltavaogni giorno varie sante Messe, faceva quotidianamentela Comunione, viveva dedita alle cure della famiglia eritirata. Un po' di vanità nel beneficare, un caratterealquanto pronto a deprimersi o risentirsi, una loquacità unpò eccessiva, erano i motivi del suo Purgatorio: difetti peròtanto piccoli che solo una persona molto attenta potevarilevarli. Eppure rimase a lungo in Purgatorio, nonostanteche le si fossero mandati molti e molti suffragi.

Pratica: Introduciamo nella comunità, nellafamiglia e nella vita nostra l'uso della Confessione eComunione il giorno terzo, settimo, trigesimo eanniversario della morte dei nostri cari.

Preghiera: Cuore dl Gesù, siate l'asilo e lasperanza dei morenti e delle anime purganti.

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11. Purificazione e glorificazione del nostrocorpo

Seminatur in corruptione, surget in incorruptione.Seminatur in ignobilitate, surget in gloria; seminatur ininfirmitate, surget in virtute; seminatur corpus animale, surgetcorpus spiritale. --Si semina (un corpo) corruttibile erisorgerà incorruttibile; si semina ignobile e risorgeràglorioso; si semina inerte, risorgerà robusto; si semina un corpoanimale, risorgerà un corpo spirituale. (I cor. Xl, 42).

Trattiamo ora della umiliazione del nostro corponella morte e nel sepolcro; della sua risurrezionefinale; della gloria che esso avrà con l'anima inParadiso.Dio aveva creato l'uomo immortale, per ungran privilegio: l'uomo peccò e fu condannato allamorte. Peccò Adamo e in lui tutta l'umanafamiglia: l'uomo nel suo corpo e nella sua anima, ilgenere umano tutto ne subirono le deplorevoliconseguenze.L'umiliazione del sepolcro è veramente profonda.L'uomo ha innato il desiderio dell'immortalità:ma la morte ne separa il corpo dall'anima e l'uomo,privo dell'anima, muore. Tra la morte e larisurrezione finale abbiamo ancora un cadavere, abbiamoun'anima: ma non più l'uomo. Con larisurrezione, l'anima si unisce al corpo: e l'uomoesiste nuovamente.Il corpo è parte essenziale dell'uomo; corpo edanima, uniti in una sola persona, vivono ed

3. Per i nostri cari defunti

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operano; soffrono o godono; meritano o demeritano; enon è che un'unica persona che vive, opera, soffre,gode, merita il premio o il castigo. E' dunque conformealla ragione che anche il corpo partecipi alpremio o alla pena. Infatti anch'esso prega, lavora,soffre, pecca, si soddisfa o si priva del frutto proibito.Il corpo è dunque prezioso strumento di merito.Non è uno schiavo nè un padrone, ma unbuon figliolo, compagno di fatica e di meriti.Nel concetto cristiano è ben nobile il corpo: Essoserve all'anima nel conoscere, nel volere, nell'operare;è creatura plasmata dalle mani di Dio: essendoperò composto di elementi materiali, è di suanatura corruttibile. Lavato dalla colpa nel Battesimo,unto col S. Crisma nella Cresima, nutrito dellecarni immacolate dell'Agnello nella SS. Eucaristia,purificato d'ogni male nell'Estrema Unzione, il corpoè l'augusto tempio dello Spirito Santo, l'abitazioneeletta di Dio. E' perciò vietato ferirlo,danneggiarne le energie, ucciderlo. La Chiesa ne hasomma cura. Avvenuta la morte, la Chiesa vuoleche i corpi siano decorosamente composti,convenientemente rivestiti, chiusi in feretro degno.Vuole, ancora, che siano portati al tempio dovegià erano stati purificati con le acque battesimali;che siano benedetti; che vi sia un devoto e mestoaccompagnamento; che sia cristiano e onestoil luogo del sepolcro; che la croce, unica speranza,sia pur là, simbolo di pietà e di fede nella vita,tra le rovine della morte.

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Fra le verità che crediamo vi è un dogma cheè rivincita contro la vittoria della morte: larisurrezione finale. Essa è la riabilitazione completa delcorpo in Gesù Cristo: O morte, ov'è la tua vittoria?(I Cor. XIII, 51). Infatti, compiuto il numerodegli eletti, si chiuderà il mondo e noi saremoall'epilogo finale, definitivo. L'angelo suonerà latromba: l'udranno i morti e rivivranno. Notiamola mirabile vittoria: questo corpo, disceso mortalenel sepolcro, ne uscirà impassibile e incorruttibile;disceso ignobile, ne uscirà glorioso e splendentecome il sole; disceso inerte e pesante, neuscirà ornato dell'agilità; disceso nel sepolcro animale,ne uscirà dotato della sottigliezza. Glorificazionegrande, simile a quella della Sacra Umanitàdi Gesù Cristo ed alla glorificazione di Maria SS.assunta al cielo in anima e corpo. Questo corpoporterà su di sè impresse le virtù, segnati i meriti,glorificate le fatiche e le penitenze. Che più?purificato nel sepolcro, questo corpo, sarà degno disalire nel cielo per abitare eternamente fra glispiriti immortali. Quale esaltazione! Ma non basta.Questo stesso corpo avrà parte ai gaudiidell'anima sarà appagato in tutto ciò che è utileconoscere e dilettevole sapere, in tutto ciò che è buonoe lecito godere, in tutto ciò che è onesto e bellodesiderare.Sarebbe già tanto per il corpo se il cielo fossesoltanto senza lacrime, senza sofferenze, senza dolori;sarebbe ancor più se il corpo avesse tutte le

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soddisfazioni che gli spettano seconde la sua natura;ma esso avrà ancora di più: avrà come unriflesso, un fedele riverbero di quella visione, diquel gauciio, di quell'amore che inonderà l'animain Paradiso. ( So che il mio Redentore vive e cheio dovrò rivederlo con questi occhi; io stesso »(Giob. IX, 25). Da questa consolante verità dellarisurrezione, ne derivano più conseguenze.Prima conseguenza: amare veramente il corpo.« Chi salva la propria vita perde l'anima, e chidà la propria vita, salva la sua anima », dice ilSignore. Amare il corpo e perciò guidarlo come uncarissimo figliuolo, riecco di attitudini al bene, macapace di tirarci in inganno da un momentoall'altro. Salvare l'anima e quindi contentare omortificare il senso secondo il bisogno. Abstine: astenercida ciò che è proibito: l'occhio non guardi ilmale; l'orecchio non ascolti ciò che è peccato; iltatto ed il gusto si privino delle soddisfazioni illecite;la lingua si freni per non scorrere a parolevietate; le passioni interne ed il cuore in generale,siano frenate in ciò che può offendere Dio,danneggiare l'anima. Oh se Adamo ed Eva avesseroassecondato la voce della coscienza! Volleroassaporare il frutto vietato: veleno mortifero per sèe per i discendenti. Sustine: il corpo sostenga lefatiche necessarie richieste dall'anima, che è reginain noi. Si dia al corpo il ristoro, il riposo, ilsollievo necessario: ma poi si richieda che lavori,che preghi, che si eserciti in tutti i doveri

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quotidiani. « Lavoriamo, lavoriamo, ci riposeremo inParadiso! »: è la massima dei santi. Anzi: essi hannoabbondato in penitenze, umiliazioni, mortificazioni:onde procurare al corpo maggior gloriain Cielo.Seconda conseguenza: accettiamo l'umiliazionedel sepolcro. Alla natura ripugna la morte, e perciòsi ribella ad essa. Non è da stupire: lo stesso DivinSalvatore, fatto simile a noi in tutto, fuorché nelpeccato, sentì questa ripugnanza, tanto da pregareil Padre che allontanasse, possibilmente, dalle suelabbra quel calice amaro, perché: a lo spirito èpronto, ma la carne è inferma » (Matt. XXVI, 41).D'altronde la morte è una necessità, una realtà.Cantava un poeta: -- « Morte, che sei tudunque?-- Un'ombra oscura;--un bene o maleche diversa prende ---dagli effetti dell'uomo formae natura ». I;Diamo alla nostra morte forma e natura dibene, cambiamola in mezzo di soddisfazione, dimerito. Mezzo di soddisfazione: poiché lo sfacelodel sepolcro ci servirà a scontare i peccati commessicon gli occhi, col gusto, col tatto, con l'udito,col cuore, con la lingua, la fantasia, ecc. E' giàmolta penitenza l'accettare la Sacra! Unzionedell'olio santo; ma è molto di più il rassegnarsi allacorruzione del sepolcro. Mezzo di merito: poichése volontariamente accettiamo una povera cassa,l'oblio, il silenzio del sepolcro, la corruzione, i vermi,la cenere, questa accettazione volontaria è per

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noi grande merito. Dopo la scelta dello stato divita non vi è merito più grande che l'accettazionedella morte. E' buona cosa farlo almeno qualchevolta in vita. E' celebre l'atto di accettazioneinsegnato dal Santo Cafasso e arricchito dell'indulgenzaplenaria: « Signore, io accetto qualunquemorte che piacerà a voi mandarmi, secondo i vostrisanti voleri, e l'accetto con i dolori e leumiliazioni che l'accompagneranno». Per lucrare questaindulgenza, non è necessario ripetere l'atto diaccettazione. Basta che l'anima si conservi in taledisposizione di volontà e di cuore per la vita intera.Terza conseguenza: onoriamo i defunti con cultosacro. Si imiti la Chiesa nella cura che ha peri corpi dei defunti. Piangiamone la dipartita conlacrime, ma specialmente con la vita più ritirata,più mortificata, più seria. Si abbondi in elemosineper i poveri, si stia lontani dai divertimenti e sollievinon conformi alla gravità dell'ora. In alcuniluoghi si organizzano balli e divertimenti perbeneficenza agli orfani, alle vedove, ai derelitti.Chi ha testa, cuore, fede, condanna questesconvenienze di coprire cioè la smania di peccare aqualunque costo, sotto qualunque pretesto, financosu tombe aperte recentemente. Questo è un apertoinsulto al dolore, creato dalla civiltà paganao paganeggiante. Rispettiamo i defunti: si faccianofunerali convenienti allo stato della famiglia:non sordida avarizia, nè lusso inutile e ambizioso,ma tributo di venerazione e fede per l'estinto. Si

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curi anche il decoro, alla tomba, come cosa sacra;vi si facciano visite e si ispiri in famiglia sacrorispetto per il defunto. Se ne parli in bene in ognioccasione in cui si può convenientemente fare. Ilritratto dei trapassati rimanga sacro nella famiglia;se ne rievochi il ricordo negli anniversari;si narrino ai figli le azioni buone degli antenati,si conservino i loro ricordi. Si rispetti il defuntoe la sua sacra volontà, scritta o espressa a voce,secondo le buone norme. Spesso la divisione delleeredità e le successioni danno occasione allibero sfogo di passioni, prima nascoste nel cuore:gelosie, avarizie, ambizione sfrenata, cupidigiadi piacere. Ognuno potrebbe molto beneritenere questa saggia, prudente, cristiana norma:«trattare il defunto come ragionevolmente desiderodi essere trattato dopo la mia morte». E idefunti non mancano di ricompensare.

Il P. Magnanti, vero discepolo di S. Filippo Neri anchenella divozione alle anime purganti, era giunto a pregareil Signore di alleviare le pene di quelle anime, facendosubire a lui i castighi loro dovuti. E fu esaudito, mala sua eroica carità era ricambiata da continui favori.Un giorno, tornando da un devoto pellegrinaggio aLoreto, incappò nelle mani di feroci assassini. Spogliatoloe legatolo ad un albero, stavano per ucciderlo.Il servo di Dio si raccomandò, secondo il suo solito,alle anime purganti, ed ecco apparire nella strada duegiovani soldati in aiuto. I briganti scaricarono le armi mloro, ma questi, rimasti illesi, andarono loro incontro contal severo aspetto che gli assassini impauriti, si diederoprecipitosamente alla fuga. Poi i due giovani si portarono

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presso il povero prigioniero, lo sciolsero premurosamentee disparvero. Il P. Magnanti aveva riconosciuto in queldifensori due anime purganti, e ringraziando il Signore,sentiva raddoppiare in sè l'amore verso le povere anime.

Pratica: Conserverai un portamento delicato el'offrirai alla Madonna, perché l'applichi all'animapurgante più bisognosa.

Preghiera: Gesù mio, vi chiedo ricovero edasilo nel vostro Cuore per le anime purganti!

12. Le anime purganti rispetto a noi

Miseremini mei, miseremini mei, saltem vos, amici mei.-- Abbiate pietà di me, abbiate pietà di me, almeno voi,amici miei! (Giob. XIX, 21).

e anime purganti sono a noi unite da vincolidiversi, ma carissimi, che la morte non ha potutoper nulla distruggere: vincoli di giustizia, disangue, di riconoscenza.Possiamo aver vincoli di giustizia con molteanime. Possono trovarsi in Purgatorio persone chehanno lasciato i beni che ci sostentano, le caseche abitiamo, le comodità di vita che godiamo.Anzi, talvolta si trascurano legati di sante Messe,di preghiere, di beneficenze prescritte in vitadal defunto che soffre in Purgatorio perché privatodel suffragio. Offendere la giustizia verso

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i vivi è male; ma offendere la giustizia verso imorti è male gravissimo, è furto sacrilego, ètradimento. E' pascersi del sacrificio dei morti elasciare tra fiamme cocentissime i benefattori; èderubarli, spogliarli!...I morti, d'ordinario, non si levano a difendersio ad accusarci; ma si leverà Dio a pagarci lafedeltà ai defunti e vendicare il torto loro fatto.Guai a chi possiede denaro o averi cheappartengono ai defunti o che si devono dare loro persuffragio! E' una maledizione in casa, che occorrescuotere al più presto, rendendo pienagiustizia. Eh ! Quante fertilissime proprietà sfumatecome polvere al vento ! Quante malattie,disgrazie, morti, per la negligenza di questo dovere!La giustizia di Dio raggiunge i colpevoli in questavita solo talvolta e con piccoli acconti, mapienamente e sempre nell'altra vita. Non si aspetti;col tramandare potrebbe diventare impossibileciò che ora è facile. Può anche essere che si trovinoin Purgatorio persone colà cadute per l'affettotroppo vivo e la cura smoderata nell'accumulareciò che noi ora possediamo. Esse penano;e noi ingrati, ne godremo così egoisticamente?Se esse ci domandano suffragi, se cidomandano una piccola parte dei beni lasciatici,non ci domandano del nostro. Ammalati, noi liavremmo soccorsi i nostri cari, e non vorremoora sentire il loro richiamo al soccorso?« Conobbi, dice il pio Autore delle " Feste

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Cristiane", un luterano Scozzese, reso cattolicodalla nostra fede nel Purgatorio. Egli, in unafesta da ballo aveva perduto un fratello eretico,ma di buona fede: quel repentino passaggio daisollazzi alla bara gli stava continuamente dinanzi,lo agitava, gli tormentava il cuore. Avevaquindi molto bisogno di conforto. Sapeva che nonsi entra nel cielo se non del tutto purificati, mail proprio culto non gli additava verun luogointermedio fra gli atrii del Paradiso e gli abissiinfernali. Per distrarmelo, gli amici e il medico,lo indussero a viaggiare nel continente. Miincontrai con lui sul medesimo vascello. Conversandoinsieme ci trovammo d'accordo su vari punti.Sbarcati, prendemmo alloggio nello stessoalbergo. Dopo qualche giorno quello scozzese mirivelò la causa della sua afflizione: la morte delfratello e le sue incertezze sugli eterni destini diuna vita a lui tanto cara !... "Voi cattolici, midisse una volta, festeggiate un giorno dei morti?Per amor di mio fratello voglio subito abbracciarla vostra fede! Quanto è dolce credere con icattolici che possiamo scambievolmente aiutarci anchedopo morte! Le vostre preghiere tolgono alsepolcro il suo silenzio desolante; voi poteteintrattenervi con quelli che sono usciti di vita;voi conoscete l'umana debolezza, la quale se nonè un delitto, non è neppure purezza, e tra i confinidel cielo e della terra Dio vi ha messo unluogo di espiazione. Mio fratello forse è in esso,

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perciò io mi faccio Cattolico per liberarlo, perconsolarmi ed alleggerirmi del peso che miopprime; questo peso sparirà, ne sono sicuro, appenapotrò pregare".--E si fece cattolicoPossiamo aver vincoli di sangue con molteanime purganti. Noi vediamo nella nostra parentelaposti vuoti; posti un giorno occupati da nostricongiunti! Ricordiamo il nome di alcuni; deipiù prossimi, dei più recentemente segnati sulregistro dei defunti. Forse tra i nostri famigliarivi sono sepolcri aperti recentemente: forse quellodel padre, della madre, di un fratello, di unasorella... altri forse, aperti da più antica data eperciò maggiormente dimenticati. La voce dellanatura, del cuore, della ragione, reclamano un doveredi riconoscenza; i vincoli del sangue sonostrettissimi. La carità, secondo la religionecristiana, è ordinata; e chi è più vicino a noi di coloroin cui circolò lo stesso sangue? Qualiobblighi non ha un figlio verso i proprii genitoried i proprii antenati che gli hanno dato la vita,hanno provveduto con tanti sacrifici al suosostentamento ed alla sua educazione? Quante protested'affetto, forse fatte in vita, sul letto dimorte ai nostri genitori e parenti, cadute! Fraternepromesse svanite; paterne speranze deluse;amore materno barbaramente tradito! Di chipotrebbe aver cura colui che non ha cura di quelliche hanno lo stesso suo sangue? Che, se si trattassedi coniugi, la Sacra Scrittura dice di essi

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che sono una carne unica. Allora bisogna benaver cura almeno di chi forma non altra, ma lastessa carne! Gli oggetti stessi che abbiamo incasa, il cognome con cui ci sottoscriviamo, illume della fede cattolica, la posizione sociale...sono tanti argomenti per farci ricordare gliobblighi strettissimi verso i nostri congiunti passatiall'eternità.Possiamo ancora aver vincoli di riconoscenzaverso anime che si trovano in Purgatorio. Sonoforse già passati all'eternità benefattori spirituali:forse quel Parroco che ci battezzò, ci istruì nelcatechismo, ci ammise alla prima comunione;forse quel Confessore che tante volte ci sciolsedai nostri peccati, ci consolò nelle pene di spirito,ci diresse nella via del bene; forse quelpredicatore che ci illuminò, quella persona virtuosache ci lasciò tanti buoni esempi, quello scrittoreche ci fu veramente di buon aiuto con i suoiscritti. Sono forse già passati all'eternità benefattorinaturali: forse quel buon maestro che sui banchidella scuola ci incamminò con gran faticanella via del sapere: forse quella persona facoltosache con sussidi ci raccolse orfani, porse aiutoalla famiglia nostra, ci fece apprendere unaprofessione od un mestiere; forse quel capo d'arte,quel datore di lavoro, quella persona cosìinfluente ed oculata nelle associazioni religiose, nelleamministrazioni pubbliche o private.E chi può mai enumerare tutti i benefattori,

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se siamo in una società ove formiamo religiosamenteo civilmente un unico organismo? Lariconoscenza è sentimento naturale per l'uomo, ilquale suole rispondere almeno con un grazie achi lo benefica. Non solo, ma è anche istintoinsito nella natura, come ci dimostrano alcunianimali, di cui si narra che furono sempre gratiai loro benefattori. La riconoscenza è virtùcristiana, che fa parte della giustizia, che piace alSignore ed ha per frutto grande merito. Perciòil Divin Maestro all'unico dei dieci lebbrosi sanatiche venne a ringraziarlo faceva osservare:Non sono forse dieci i guariti? e come mai unosolo è venuto a ringraziare Dio del beneficio? Lariconoscenza si dimostra in molte occasioni, maspecialmente nel soccorrere lo stesso benefattorequando egli si trovi nel bisogno. Orbene, chi piùbisognoso delle anime purganti? Soffrono famee sete di Dio e nessuno le sazia o disseta!Dimostriamo in opere la nostra calda amicizia versochi ci ha preceduti alla tomba e dimostriamolaora che si trovano nella sofferenza.

Una povera orfana di Parigi si trovava in estremobisogno di lavoro. Più pochi soldi e poi avrebbe dovutostendere la mano per potersi sostentare. Che fare diquegli ultimi pochi spiccioli che le rimanevano? Sarebberostati utili a tante cose... ma no: l'orfanella pensò dioffrirli per una S. Messa a suffragio dell'anima piùbisognosa. E pregò; finita la Messa, nell'uscire di chiesa, lafigliuola s'incontrò con un giovane che l'indirizzò pressouna vedova alla parte opposta della città.

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La ragazza vi si portò fiduciosa e, dopo molto cammino,giunse alla casa di quella signora che abbisognavaappunto di una domestica, avendo licenziato proprio inquel momento quella che aveva. La signora che non neaveva ancor parlato con nessuno, stupì ed interrogò:--Chi vi ha diretta da me?--Un tal giovane sui ventanni che ho incontratostamane uscendo dalla Chiesa del Carmine... Aveva ilvolto tanto pallido, con una cicatrice sulla fronte, capellibiondi come l oro e due occhi così azzurri...--Ma quello è mio figlio,--interruppe la signora,-ilmio povero Luigi morto il mese scorso... -- Poi, fattasinarrare ogni cosa e conosciuta la pietosa azionedell'orfanella, volle adottarla per figlia.

Pratica: Farai tre mortificazioni di lingua,offrendole per quelle anime purganti a cui sei statolegato da qualche vincolo.

Preghiera: Dolcissimo Gesù, per l'immenso doloreche avete sofferto nel rendere l'anima vostraal Padre, abbiate pietà delle anime sante delPurgatorio. Abbiate pietà, o Signore!

13. Le anime purganti rispetto a Dio

de custodia animam meam ad confitendum nominituo. -- Signore, fa uscire dal carcere l anima mia,affinché io dia lode al tuo nome (Salm. 141, 8).

altri dolcissimi vincoli ci stringono alle animepurganti, se consideriamo chi siano quelle

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anime rispetto a Dio. Sono anime redente dal sanguedi Gesù Cristo; anime bellissime, perché ornatedi grazia; anime attese da Dio in cielo. IlPadre creò quelle anime; il Figlio le redense; loSpirito Santo le santificò. Esse sono dunque costatea nostro Signore Gesù Cristo, non già oroed argento, ma il suo sangue immacolato. Ce lodice S. Pietro nelle sue Epistole. Contempliamoil Divin Salvatore nel Getsemani; ovvero legatoalla colonna e flagellato; curvo sotto il peso della croce; condotto a morire; offeso sotto i colpidei chiodi che gli traforarono le membra; crocifissoe agonizzante e, poi, spirato su quel penosopatibolo. Ecco quanto ha fatto Gesù per la salvezzadi quelle anime. Ecco la preziosità di un'anima.Ma sentiamo ancora Gesù che mostrandosiad una Santa, dice: Ecco quel Cuore chetanto ha amato gli uomini e nulla ha risparmiatoper essi! E domandiamoci pure: noi per un'animanon sapremo fare qualche piccolo sacrificio?Vediamo inoltre come altri imitano l'esempiodel Divin Maestro: missionari che lasciano la patriae si condannano ad una vita di stenti, dipericoli, di fatiche; sacerdoti, confessori, predicatoriche consumano la loro vita nel confessare,nell'amministrare i Sacramenti, nel seminare la paroladi Dio; suore che vivono negli ospedali tragrandi sacrifici per il bene del prossimo;educatori che consumano i loro giorni nel faticosoapostolato educativo della gioventù; anime

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vittime che soffrono un quotidiano martirio pur disalvare altre anime.E noi che cosa sapremo fare per un'animaForse riserviamo tutto al nostro stretto egoismo,e poi vogliamo chiamarci seguaci di Gesù, suoidiscepoli ed imitatori? Seguiamolo, impariamo daLui ed imitiamolo veramente: siamo generosi perle anime purganti.S. Francesco di Sales ci narra quest'esempio.

Una sera un compagno del Santo che allora era studentea Padova, tornando a casa dalla scuola, fu colpitoalla testa da una palla di archibugio e cadde morto. L'autoredel colpo -- (uno di quei giovani spensierati che lanotte si divertivano a percorrere la città con l arma inmano, gridando il « chi va là» a quanti incontravano, etirando se non ricevevano risposta) -- senza sapere chiavesse ucciso, preso da spavento si diede a precipitosafuga. Non sapendo dove fuggire, entrò nella casa di unabuona vedova di sua conoscenza, il cui figlio era suocompagno di scuola. Piangendo, confessò di aver uccisouno sconosciuto, e la pregò di nasconderlo in casa sua.Presa da compassione, la buona donna lo confortò comepoté, e lo nascose in una piccola camera, dove nessunol avrebbe trovato. Pochi minuti dopo si udì gran fracassoalla porta. La vedova accorse, e, giunta alla porta, sivide cadere ai piedi un cadavere insanguinato: suo figlio!Fuori di sè dal dolore, si trascinò presso il giovane cheteneva nascosto, e: « Che mai vi fece mio figlio, esclamò,per averlo sì crudelmente ucciso?»

A tale notizia il povero omicida grida, si strappacapelli, piange come un disperato. Poi si getta a terra, e,chiedendo perdono alla sua protettrice, la prega diconsegnarlo alla Giustizia. Quella madre desolata si ricordò inquel momento di essere cristiana, e l'esempio del Divin

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Redentore che sulla Croce perdonò ai suoi crocifissori, leispirò un atto eroico. Invitò l'assassino di suo figlio achiedere perdono a Dio e mutar vita, e promise che essanon solamente lo perdonava, ma si sarebbe opposta aqualunque azione contro di lui.

11 Signore non tardò a premiare tantagenerosità. Nella notte seguente infatti, le apparvegloriosa l'anima di suo figlio, e le disse: « Mamma,pel perdono che voi concedeste a chi tantovi ha addolorato, io sono libero dal Purgatorio,ove avrei dovuto fermarmi lungo tempo! ». Eroismodi virtù, ed efficacia mirabile delle opere dimisericordia!Inoltre, le anime purganti riflettono la bellezzadi Dio. Esse hanno la grazia inamissibile equindi partecipano della gloria divina del cuisplendore sono rivestite.Sebbene abbiano ancora qualche debito conla Divina Giustizia, tuttavia posseggono unaricchezza inestimabile. S. Tommaso afferma che tuttii beni della terra uniti insieme non valgonoun minimo grado di grazia. E nel Purgatoriospesso si tratta di anime che hanno molti gradidi grazia! Perché arricchite di grazia, esse sonofiglie di Dio, eredi del Cielo, incorporate a GesùCristo, come insegna S. Paolo. Riprenderanno ungiorno nella risurrezione il loro corpo non piùmortale e corruttibile, ma glorioso, splendente,sottile, agile, impassibile, immortale, partecipe comeper riflesso della gloria e letizia dell'anima

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felice. Queste care anime meritano dunque tuttala nostra considerazione, il nostro amore e aiuto.Si soccorre un infelice peccatore che essendo ancorasu questa terra ha la possibilità di pensarea se stesso; perché a maggior ragione non sisoccorreranno queste anime belle che non possonoaiutarsi da sè? «Venni perché abbiamo la vita»,dice Gesù. Ebbene queste anime hanno la vita,ma una vita imperfetta, perché hanno ancora lereliquie, il debito del peccato. Soccorrerle significacompletare l'opera redentrice di Gesù Cristo;dare ad esse la vita perfetta; entrare nello spiritostesso del Divin Maestro.

Il Signore è misericordioso non meno che giusto.E mentre la giustizia lo costringe a rinchiuderele anime in quel carcere, la misericordia glifa desiderare la loro liberazione. Dio, mentre conforza divina desidera che la sua giustizia abbiapresto le soddisfazioni dovute, desidera pure chela sua misericordia abbia presto libero corso,nell'aprire a quelle anime le porte del cielo. Questoduplice desiderio divino, non dice nulla al nostrocuore?Quelle anime, in cielo, daranno al Signore unagloria incessante; poiché lo contempleranno, lopossederanno, l'ameranno, lo loderanno in eterno,in gara con gli Angeli. Dio le ha create perquesto. E S. Agostino esclama: Signore, tu ci haifatti per Te ed il nostro cuore è inquieto finché

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non riposa in Te. Andare a Dio è il sospirodell'anima, è il sospiro di Dio stesso che a sè ciattrae. Liberando le anime del Purgatorio, noiotteniamo dunque il fine della creazione, il fine dellaRedenzione, il fine delle comunicazioni delloSpirito Santo.Rappresentiamoci il padre del figliuol prodigo,che sospira il ritorno dell'infelice giovane enotte e giorno pensa ad un riabbraccio con Lui.Rappresentiamoci il Buon Pastore che percorre montie pianure, spinto dal desiderio di ritrovare econdurre all'ovile la pecorella smarrita. Rappresentiamocila donna che va in cerca della drammasmarrita. Belle immagini evangeliche che citraducono il desiderio di Dio di riabbracciare laanima fedele, l'anima che trovasi già sicura delCielo, vicina, ma ancor fuori dell'eterno ovile.E' dunque soddisfare il cuore di Dio ilmandargli anime al Paradiso. E' dunque estinguere lasete ardente del Redentore Divino che dalla crocegridò: « Ho sete! ». E' dunque aprire quella portache ancora divide il Padre Celeste dal figlio, perchécadano l'uno nelle braccia dell'altro conineffabile contento.E si noti: tante volte noi lavoriamo su questaterra, ma nell'incertezza: « Se quei peccatori siconvertiranno, se quei giovani persevereranno... ».Le anime del Purgatorio sono al sicuro, non possonopiù perdersi, e, lavorando per loro, il nostrozelo opera per anime elette.

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Dunque, la carità verso Dio ci induce a mandare suffragi quanto più possiamo a quelle anime

Ricordiamo il fatto riguardante il duca d'Iramond. Gliera morta la madre da qualche mese, ma egli conservavasempre venerazione profonda verso di lei. Un mattino,mentre si preparava ad uscire per le solite manovre militari,sentì il suono cadenzato di un campanello. Poco dopo,vide entrare nel suo appartamento un sacerdote che,seguito dal chierichetto e da altre persone, recavasolennemente il Santo Viatico. Il giovane ufficiale, meravigliato,osservò che dovevano essersi sbagliati: forse avevanopreso una porta per un altra...-- ma no,--- rispose il sacerdote,--non è forse questoil numero tre, l'appartamento del capitano d'Iramondi--Ma allora -- riprese il duca -- si vede che chivi ha indirizzato ha voluto farci un brutto scherzo. Inquesta casa abito io solo, e, come vedete, sto benissimo,non ho bisogno di Viatico io...-- Eppure, eppure, --replicò il buon prete, -- eppurepare impossibile; chi mi ha diretto è stata una nobilesignora che ho incontrato appena terminata la Santa Messa.« Corra, corra in fretta, mi ha detto. Corra a portareil Viatico al duca d Iramond che sta nella via tale, alnumero tale... ma, per carità, faccia presto, altrimenti nongiungerebbe in tempo!... ». Ed io, come vede, sono subitocorso...--Possibile? -- interruppe il capitano. -- Non cicapisco proprio nulla. Chi può essere questa signora chesi prende gioco di me?-- Ah! eccola, ecco la signora che mi ha qui mandato!--- esclama il prete, accennando un ritratto ad oliappeso alla parete. -- E proprio lei... la riconosco!...-- Che dite mai? quella è mia madre morta già daquasi un almo!... -- gridò attonito il duca d'Iramond.Anche il sacerdote trasalì, si fece un poco pallido e,con voce commossa, disse al capitano:

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Io caro, i disegni della Provvidenza sonoimpenetrabili; ricevete la Comunione: è sempre buona cosaessere in pace con Dio... e poi, chissà! Ciò farà certo piacerealla defunta vostra madre, la duchessa d'Iramond,che, nell'altra vita, veglia senza dubbio su di voi.Intenerito e compunto, il capitano finì per confessarsie comunicarsi, e quindi uscì di casa per le grandimanovre. Vi rientrava dopo un'ora; ma col capo sfracellatoda un'improvvisa caduta da cavallo. Il santo Viatico che ilprete aveva portato, era proprio per lui!...Pratica: Ti imporrai una mortificazione di golache offrirai al Signore a suffragio delle anime chescontano i peccati di golosità.Preghiera: O dolcissimo Gesù, per il sudore disangue che avete sparso nel giardino del Getsemani,abbiate pietà delle sante anime delPurgatorio. Abbiate pietà. o Signore.

14. La carità verso i defunti è utile ancheai vivi.

Quomodo potueris, ita esto misericors... Praemium enimbonum tibi thesaurizas in die necessitatis. -- Usa miseri-cordia secondo la tua possibilità poiché ti acquisterai una...grande ricompensa per il giorno del bisogno (Tob. 4, 8, 19).

a carità verso i defunti non è solo utile perloro, ma è ancora salutare per noi. L'opera delsuffragio è eccellente in se stessa, e ciò sarebbeun motivo bastante per incitarci a praticarla; ma

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i preziosi vantaggi che ne riceviamo ci stimolanomaggiormente alla generosità.Il Divin Salvatore proclama: Beati i misericordiosi,perché otterranno misericordia (Matt. V,7). E lo Spirito Santo dice: Beato l'uomo che siricorda dell'indigente e del povero: il Signore lolibererà nel giorno cattivo (Salmo XL, 2). In veritàvi dico, dice ancora Gesù, tutte le volte cheesercitate misericordia verso il minimo dei mieifratelli, l'avrete fatto a me (Matt. XV, 40). Vi siamisericordioso il Signore come voi lo foste coi defunti(Rut. I, 8). Nel loro senso più elevato, questeespressioni ci inculcano la carità verso idefunti.S. Ambrogio nel suo libro degli Officii, dice:Tutto ciò che si offre a Dio per carità ai morti,si cambia in merito per noi, e dopo la morte neritroveremo il centuplo. Si può dire che ilsentimento della Chiesa, dei suoi Dottori e dei suoiSanti può esprimersi con questa sola frase: Quantofate per i morti, lo fate nel modo più eccellenteper voi stessi. Qui si può applicare la celebreespressione di San Giovanni di Dio. Egli, nellacarità del suo cuore, per soccorrere i bisogni degliinfermi che manteneva nell'ospedale, percorrevale contrade di Granata, gridando « Fateelemosina, miei fratelli, fate elemosina per voimedesimi». Questa nuova formola faceva stupire ifedeli che erano assuefatti a sentirsi dire: Fateelemosina per amor di Dio. « Perché, domandavano

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al Santo, chiedete l'elemosina per amor di noistessi?». « Perchè, rispondeva, l'elemosina è il granmezzo di riscattare i nostri peccati, secondo quellaparola del Profeta: Con l'elemosina riscatta ituoi peccati e le tue iniquità con la misericordiaverso i poveri (Daniele IV, 24): facendo elemosinacurate lo stesso vostro interesse, poiché conessa vi sottraete ai più terribili castighi meritatidai vostri peccati ».Se questo era vero trattandosi di carità ai vivi,non si dovrà dire che sia maggiormente vero,trattandosi dell'elemosina che facciamo alle povereanime del Purgatorio? L'aiutarle è un preservarenoi stessi da quelle terribili espiazioni, dalle qualialtrimenti non potremmo andarne esenti: Facciamoloro l'elemosina di suffragi, soccorriamoleper amore di noi stessi!E' un fatto dimostrato dall'esperienza che lacarità verso i poveri è contraccambiata ericompensata da ogni sorta di grazie, la cui sorgenteè la riconoscenza delle anime, nonché quella diGesù Cristo che considera come fatto a se stessoil bene fatto alle anime.E non è difficile comprendere la riconoscenzadelle anime purganti. Papa Adriano IV ha unaespressione degna di nota: « Chi prega per leanime del Purgatorio--dice--le obbliga ariconoscenza ed a servizi uguali». Se aveste liberatodalla più dura schiavitù un prigioniero, come nonsarebbe egli riconoscente a tale beneficio?Quando

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l'imperatore Carlo V s'impadronì della cittàdi Tunisi, mise in libertà ventimila schiavicristiani, i quali, prima della sua vittoria, erano ridottialla più spaventevole condizione. Pieni diriconoscenza pel loro benefattore, quelli, benedicendoloe cantandone le lodi, lo circondavanoaffettuosamente. Se rendeste la sanità ad uninfermo, la fortuna ad un infelice caduto nell'indigenza,non raccogliereste forse la loro gratitudinee le loro benedizioni? E sentiranno diversamente sì sante e sì buone anime riguardo ai lorobenefattori, esse, la cui prigionia, le cui sofferenzefurono assai più dure di ogni altra prigionia,indigenza, malattia terrena? No; le anime purgantisono riconoscenti verso i benefattori e, soprattutto,vanno loro incontro nel momento della morte,per proteggerli, accompagnarli e introdurlinell'eterno riposo. San Bernardino scrive: « Vi èmaggior merito nel fare qualche bene ad un'animapurgante, che farne dieci a favore di un vivo,quand'anche fosse prigioniero, ammalato otormentato dalla fame ».

S. Brigida nelle sue rivelazioni attesta di avereudita una voce uscire dalle vorticose fiamme delPurgatorio e dire: « Sia ricompensato e pagato chici procurerà qualche refrigerio in mezzo alle nostrepene ». Ed altra volta: « Signore, usate dellavostra incomprensibile onnipotenza e rendete ilcentuplo a coloro che ci vengono in aiuto coi

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loro suffragi e ci elevano fino agli splendori dellavostra divinità ».« Non v'è dubbio -- dice il pio PadreRossignoli--che i primi favori che le anime, dopola loro entrata nella gloria, domandano alla divinaMisericordia, sian per quelli che aprirono lorole porte del Paradiso. Non mancheranno poi dipregare per i loro benefattori tutte le volte cheli vedranno in qualche bisogno o pericolo, neirovesci di fortuna, nelle malattie, negli accidentidi ogni genere; esse saranno i loro protettori. Macrescerà il loro zelo quando si tratterà degliinteressi dell'anima, li aiuteranno potentemente avincere le tentazioni, a praticare buone opere, amorire cristianamente, a sottrarsi alle espiazionidell'altra vita ». Il Card. Baronio, racconta cheuna persona assai caritatevole verso le animepurganti, si trovò in punto di morte fra vive angoscie.Lo spirito delle tenebre, velando alla suaanima la dolce luce delle divine misericordie e,insinuandole seri timori, tentava gettarla nelladisperazione. Ad un tratto sembrò aprirsi davantiai suoi occhi il Cielo: migliaia di difensori volatiin suo soccorso, ne rianimavano la confidenza,promettendole la vittoria. Chi erano? Le animeda lui suffragate. L'infermo si sentì trasformatoe ripieno della più dolce confidenza. Pocotempo dopo spirò con l'allegrezza in cuore,riflessa nella serenità del suo volto.Per ben comprendere la riconoscenza delle

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anime, dovremmo aver una cognizione più chiaradel beneficio che ricevono dai loro benefattori;cioè dovremmo sapere che cosa sia entrare in Cielo.Chi ci dirà, scrive l'Abate Louvet, le gioie diquell'ora benedetta? Una pallida idea puòoffrirci la felicità di un esiliato che rientra finalmentein patria. Qual piacere la vista di terresue! Quale gioia l'abbraccio dei suoi cari! Durantei giorni del Terrore, un povero Sacerdotedella Vandea sfuggì alla morte per miracolo, edovette trovare la sua salvezza nell'emigrazione.Quando alla Chiesa e alla Francia fu resa la pace,l'emigrato si affrettò a rientrare nella sua Parrocchia:il villaggio era in festa; la Chiesa era ornatacome nelle grandi solennità: i parrocchianitutti erano venuti incontro al loro pastore e padre,mentre nell'aria si ripercuotevano festosi isacri bronzi. Il vecchio curato sorridendo si avanzavatra i suoi figli: ma quando dinanzi a lui siaprirono le porte del luogo santo, quando videquell'altare, che per sì lungo tempo aveva rallegratoi suoi giorni, il cuore gli si spezzò in petto,troppo debole per sostenere tanta gioia. Con vocetremante intonò il « Te Deum », ma fu il « Nuncdimittis» della sacerdotale sua vita: egli caddeai piedi dello stesso altare. L'esiliato non avevaavuto la forza di sopportare i gaudi del ritorno.Se tali sono le gioie che procura all'esule il ritornoalla patria terrestre, chi potrà dirci quelledell'entrata in Cielo, vera patria delle anime

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nostre? E come meravigliarci della riconoscenza chenutrono per noi i beati che vi introducemmo?S. Geltrude aveva fatto dono di ogni sua operasoddisfatoria alle anime purganti. Presso a morire fu assalitadal demonio il quale tentava persuaderla che, per averessa liberato molte anime dal Purgatorio ora, priva dimeriti, doveva andare a soffrire in Purgatorio in loro vece.Il Signore che aveva tanto gradito la carità diGeltrude, le apparve e, dopo averle domandato la causa dellasua afflizione, sorridendole dolcemente, la consolò:«Geltrude, figlia mia, affinché tu sappia quanto mi sia stataaccetta la tua carità e devozione per le anime purganti,io ti rimetto fin dora tutte le pene che ti sarebbero serbate.Inoltre, avendo io promesso il centuplo a chi accendeil mio amore, voglio compensarti ancora,aumentandoti il grado di gloria che ti aspetta lassù.Tutte le anime da te sollevate verranno per mio ordinead introdurti festanti nella celeste Gerusalemme ..Geltrude, rassicurata pienamente ed esultante della divinapromessa, andò poco dopo a ricevere il meritato premio.Noi felici se riuscissimo ad anticipare il possesso dellabeata eternità ad un'anima sola! Quale copia di grazie nonavremmo motivo di sperare dalla loro protezione! Oh, nontemiamo che quelle anime pervenute all’eterno riposo, sidimentichino di chi procurò loro le gioie eterne del Cielo.Sospetto si reo ed ingiurioso verso le anime sante e giàbeate, non si annidi mai in alcuno di noi! Anzi, esse,prostrandosi al Trono del Padre Celeste, faranno come giàil giovanetto Tobia, che ritornato dal lungo viaggio allacasa paterna, dati appena i primi amplessi ai genitori, sipreoccupò di compensare il suo compagno benefattore:In qual modo, domandò al venerando genitore, potremonoi ringraziare il fedelissimo mio condottiero per tantibenefici che mi ha fatto? Il Signore risponderà: « Ego...merces tua magna nimis: lo stesso sarò la tua mercedestraordinariamente grande... » (Gen. XV, 1).

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Qual ricompensa, o Signore, domanderanno quelleanime buone, qual ricompensa potrò mai rendere io a chimi procurò un bene tanto grande, che siete Voi, Diamio? Io gemevo in quel lungo e doloroso esilio; l'animimia si struggeva di ardente sete di unirsi con voi, languivadi amore e di desiderio di presentarsi a Voi, vedeil vostro bel volto, giorno e notte scorrevano dai mieiocchi le lacrime, prorompevano dal mio petto sospiri,ma indissolubili e ritorti legami mi tenevano vincolata,lungi dagli amabili vostri tabernacoli. Orbene quegli aprìle porte del mio carcere, quegli spense la mia sere, queglispezzò i gravi ceppi, terse il mio amaro pianto, diede fineai miei dolenti gemiti, mi trasse dal penoso esilio e miporse le ali per volare al vostro cospetto, alla vostra unioneScendano adunque sopra di lui le vostre misericordie.e trovi anch'egli nel vostro seno centuplicata quella pietàche usò verso di me. Il vostro lume gli serva di guidaperchè non travii; la vostra mano di sostegno perché non cada,la vostra voce di conforto perchè non venga meno. Ilvostro braccio a sua difesa sia steso, alla cui ombra,vincitore del demonio, del mondo e di se stesso, possa ancheegli un bel giorno pervenire al Monte Santo.

Questa dottrina è confermata da molterivelazioni e dalla pratica di sante persone.Il Santo Curato d'Ars diceva ad un Ecclesiasticoche lo consultava: « Oh, se si sapesse quantogrande è il potere delle buone anime delPurgatorio sul Cuore di Dio! e se bene siconoscessero tutte le grazie che per loro intercessionepossiamo ottenere, non sarebbero tanto dimenticate!Bisogna pregar molto per loro, onde essepreghino molto per noi! »

S. Margherita da Cortona esercitò grande carità versoi morti; e ne ebbe il compenso. Alla sua morte, riferisce

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la storia, vide presso di sè una moltitudine di anime, dalei liberate, che venivano a farle corteggio e condurla inParadiso. Una santa persona di Città di Castello, rapita in spiritonel momento in cui Margherita abbandonava la terra,ne vide la beata anima in mezzo a quel celeste stuolo.. Filippo Neri per le anime del Purgatorio aveva unatenerissima devozione; la sua inclinazione lo portavasoprattutto a pregare per quelle che aveva diretto nellospirito. A suo modo di vedere, la sua carità doveva seguirele anime a lui affidate dalla Provvidenza, fino alla lorointera purificazione ed alla loro entrata nella gloria.Assicurava a sua volta che per loro mezzo aveva ricevutomolte grazie. Dopo la sua morte, un Padre Francescano,pregava nella Cappella ov'era stato deposto, quando gli apparveil Santo circondato di gloria, fra un brillantecorteggio. Quel Padre Francescano, guadagnato dall'ariadi bontà e di familiarità che spirava dallo sguardo delSanto, gli domandò chi fossero quei numerosi beati checircondavano Filippo gli rispose che erano le anime dlquelli ai quali era stato utile nella sua vita mortale, eche coi suoi suffragi aveva liberato dal Purgatorio; eranovenute ad incontrarlo per introdurlo nella gloria celeste.

Pratica :Oggi per mezzo di ritratti, annotazioni,ricordi, richiamatevi il nome dei defunti dellavostra famiglia, parentela, amicizia, conoscenzaed interrogatevi: ho adempiuto verso di loro tuttii miei doveri di giustizia, carità e amicizia?

Preghiera: O dolcissimo Gesù, per le ineffabilisofferenze che avete sopportato nella incoronazionedi spine, abbiate pietà delle anime purganti.Abbiate pietà, o Signore.

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15. Vantaggi dal sollevare le anime purganti

Renefac justo, et invenies retributionem magnam. -- Fadel bene al giusto e avrai grande mercede (Eccl. 12, 2).

Chi salva si assicura la salvezza! « Hai salvatoun'anima? Hai predestinato la tua» dice S.Agostino. Il Paradiso! ecco l'unico, eterno nostro bene!Se le anime sono riconoscenti verso i lorobenefattori, nostro Signor Gesù Cristo, che amaquelle anime e che riceve come fatto a sè tuttoil bene che si fa ad esse, non si mostrerà menoriconoscente e premierà largamente coloro che furonogenerosi verso le anime purganti. Il Signoreè più inclinato a ricompensare che a punire, e secastiga con la dimenticanza chi dimentica le animepurganti tanto care al suo cuore, si mostrariconoscente verso chi le soccorre. Nel giorno dellaricompensa dirà loro: «Venite, o benedettidal Padre mio; possedete il regno per voi preparato.Esercitaste misericordia coi vostri fratellibisognosi e sofferenti: ora, in verità vi dico: il beneche faceste al minimo di essi, l'avete fatto a mestesso (Matt. XXV, 40).Spesso Gesù ricompensa anche in questa vitale anime compassionevoli e caritatevoli. Nèpotrebbe essere altrimenti, perché Dio è giusto erimuneratore. Se un solo bicchier d'acqua che

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estingue la sete al povero avrà la sua mercede; quantamaggiore mercede otterrà il dare alle animepurganti quell'acqua di grazia che ne estinguele fiamme e le fa salire alla vita eterna? Chi èmisericordioso verso i morti, può dirsi in un certosenso sicuro della sua salvezza, non perché siaesente dai pericoli, ma perché può aver grazie eaiuti particolarissimi dalle anime liberate dalPurgatorio, le quali sarebbero ingrate se non lo aiutassero.Per la sua salvezza, si può ben dire impegnatotutto il Paradiso: si impegnano gli Angeli e i Santi,i quali sospirano di avere con sé le anime purgantiperché aumenteranno la gloria estrinseca di Dio;si impegna specialmente Maria SS.ma,, la quale,protegge in modo tutto particolare coloro chesoccorrono le anime sofferenti dei defunti.

Si legge nei Proverbi, che il « misericordiosofa bene all'anima sua », e quindi si conclude chechi usa misericordia con le anime del Purgatorio,fa bene all'anima propria, ottenendo prima ditutto il perdono dei peccati.

Salomone dice ancora: « L'uomo proclive allamisericordia attira le benedizioni sull'anima sua »,e quindi si conclude che, mostrandosi misericordiosoverso le anime del Purgatorio, accumulamolte benedizioni sull'anima propria. Ma comepotrebbe essere benedetta l'anima, se non si liberaprima da ciò che le è ostacolo ad essere benedetta?

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Si legge pure nell'Ecclesiaste che, « facendobene al giusto, si ottiene dal Signore una granderetribuzione », e da ciò si deduce che, beneficandole anime purganti, le quali sono giuste, otterremocerto una grande ricompensa. Ma quale altra ricompensa potrebbe accordarci Iddio primadel suo perdono?Ancora: si legge in Isaia, che « soccorrendo ipoveri e confortando gli afflitti, si acquistaabbondanza straordinaria di grazie, di gloria, diconsolazioni celesti... » e quindi si conclude che,suffragando le anime purganti, le quali sono appuntopovere ed afflitte, ci saranno accordate grazie,gloria, consolazioni. Ma come potrebbe Iddioconcedere tali doni senza prima averci sciolti dai debitie dai peccati?Se poi le nostre colpe fossero tali e tante danon potersi completamente scontare nella vitapresente per cui dovessimo passare anche noi inPurgatorio, non faremmo altro che passarvi, poichéle Anime da noi beneficate, verrebbero prestoa liberarcene. a Io vi salverò --diceva Raab agliesploratori mandati da Giosuè nella città diGerico--quando il re, avutane notizia, spedirà gentearmata onde avervi nelle mani: io vi salverò;ma datemi un segno che, venuta per noi l'ora delpericolo, voi salverete anche me » (Cfr. Gios. II,1-2). Il segno fu dato e la promessa mantenuta.

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Ebbene, quando anche per noi sarà venuta l'oradel pericolo, l'ora del Purgatorio, stiamo pur certiche le anime da noi suffragate, manterranno la parolae, dal Cielo, verranno subito a liberarci.

L'angelico dottore S. Tommaso d Aquino, puredivotissimo verso le anime purganti, fu ricompensato conparecchie apparizioni. Mentre era lettore di Teologiaall'Università di Parigi, gli morì una sorella badessa nel monasterodi Santa Maria di Capua. Appena il santo conobbela sua morte, con fervore ne raccomandò l anima a Dio.Alcuni giorni dopo gli apparve scongiurandolo di usarlepietà, di continuare, anzi di raddoppiare i suoi suffragi,perché soffriva crudelmente tra le fiamme dell'altra vita.Tommaso si diede premura di offrire a Dio tutte lesoddisfazioni possibili, non solo ma domandò anche i caritatevolisuffragi dei suoi amici. In tal modo ottenne laliberazione della sorella: ella stessa gliene diede l'assicurazione.Poco tempo dopo, essendo stato inviato a Romadai suoi Superiori, gli apparve nuovamente l anima dellasorella, non più sofferente, ma in tutto lo splendore deltrionfo e della gioia. Reso familiare colle cose soprannaturali,il Santo non temette di interrogare l'apparsa, edomandarle che cosa ne fosse dei suoi due fratelli Annaldoe Landolfo, morti da qualche tempo. « Quanto aLandolfo, rispose, si trova ancora in Purgatorio, ove soffremolto ed ha grande bisogno di soccorsi. Amaldo èin Cielo, e gode un alto grado di gloria per aver difesola Chiesa ed il Sommo Pontefice contro le empie aggressionidell’imperatore Federico». Soggiunse poi: «A te miocaro fratello, è preparato un posto magnifico in Paradiso,in compenso di quanto hai fatto per la Chiesa. affrettatia dar l'ultima mano ai vari lavori che hai incominciato, poichében presto verrai a raggiungerci». Infatti il santo Dottorenon visse più a lungo.Un altra volta, lo stesso Santo, facendo orazione nellaChiesa di S. Domenico in Napoli, vide avvicinarglisi il

4.Per i nostri cari defunti

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confratello Romano, che gli era successo nella cattedradi teologia a Parigi. Il Santo ignorandone la morte, dapprimacredette che arrivasse da Parigi, perciò si alzò, gliandò incontro e lo salutò, domandandogli notizie dellasalute e del suo viaggio. « Non sono più di questo mondo,gli disse il religioso sorridendo, e per la misericordiadi Dio già posseggo il Bene supremo: d ordine suo vengoad incoraggiarvi nei vostri lavori .. -- « Sono in statodi grazia? » domandò subito Tommaso. -- « Sì, fratellomio, e le vostre opere sono a Dio graditissime .. -- « Evoi avete provato il Purgatorio? » -- «Sì, per quindicigiorni, per causa di varie infedeltà, non prima sufficientementeespiate».Allora Tommaso, sempre preoccupato da questioniteologiche, volle profittare dell'occasione per rischiarareil mistero della visione beatifica; ma gli fu risposto conquel versetto del salmo XLVII: « Sicut audivimus, sic vidimusin civitate Dei nostri: ciò che conoscemmo per mezzodella fede, lo vediamo coi nostri occhi nella città diDio .. E Romano disparve, lasciando l'angelico Dottoreacceso dal desiderio dei beni eterni.

Le anime purganti pregano incessantemente pernoi. La preghiera è il grande e sicuro mezzo persalvarci, per salvare, per ottenere grazie. Quantopiù la preghiera è ben fatta, tanto più sicuramenteottiene dal Signore. Dio ci concede quantochiediamo debitamente. Ebbene, questo stessomezzo che è nelle nostre mani, è l'unico, grandemezzo che è pure nella possibilità delle animepurganti: esse pregano. Pregano, e la loropreghiera è santa, efficace, ed ottiene quantodomandano. Ecco la ricompensa che aspettiamo inprimo luogo dalle anime purganti. La ragionestessa dimostra come le anime purganti, appunto

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perché separate dal corpo, sono atte ad esercitareun potere naturale molto superiore al nostro. Illoro stato di vita le rende simili agli Angeli. Esseci impetrano ogni grazia. « O Cristiani, esclamaqui il grande oratore Bossuet, vi è un popoloinvisibile unito a noi per la carità: il Paradiso deiSanti!» S. Giovanni Crisostomo dice: «Come isoldati, che dopo la battaglia, mostrano le loroferite e parlano delle loro vittorie sono graditi alre, così i Santi mostrando a Dio i loro meriti ele loro vittorie sul demonio, sono potenti nellaloro preghiera. Essi sono i grandi protettori dellaumanità e dei popoli ». Lo Chollet, oratore dottoe pio, così ci parla: « Canonizzati o no, gli elettipartecipano tutti della stessa vita... Anche idefunti, in cielo, sebbene meno vicini a Dio, gli sonoperò più vicini di noi. Inoltre essi sono più legatia noi, per i legami stessi del sangue e dellafamiglia, che Dio vuol rispettati in questa enell'altra vita. Perché un padre, una madre in cielonon potrebbero e non vorrebbero fare quanto altri,anche estranei, vogliono e possono fare? »Per tal modo il padre resta lassù speranza delfiglio, la madre della figlia, lo sposo della sposa.Le anime dei trapassati esercitano prima dalPurgatorio, poi, più perfettamente, dal Cielo questoufficio di carità. Il dottissimo Suarez scrive: «Leanime purganti sebbene soffrano ancora, tuttaviasono care a Dio; e possono pregare per i vivi ».Ed ecco che i divoti delle anime purganti divengono

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facilmente fervorosi, amanti della virtù,desiderosi di perfezione, delicati di coscienza. Scriveun ottimo oratore: « La carità verso i defuntiè in modo singolare salutare a quelli che lapraticano, perché ottiene loro. il fervore nel serviziodi Dio e suggerisce i più santi pensieri. Pensarealle anime del Purgatorio è un pensare alle penedell'altra vita, è un ricordarsi che ogni peccatoesige la sua espiazione, sia in questo che nell'altromondo. Ora, chi non comprende essere megliosoddisfare quaggiù, dacché tanto terribili sono icastighi futuri? ».Sembra uscire dal Purgatorio una voce che ciripete con l'Imitazione di Cristo: « Meglio estirpareadesso i nostri vizi, anziché rimandarne laespiazione all'altro mondo ». Ed ancora: « Làun'ora nei tormenti sarà più terribile che adessocent'anni della più amara e rigorosa penitenza ».Alla luce di questi pensieri, penetrati da un timoresalutare, si soffrono volentieri le pene dellavita presente, e si dice a Dio con Sant'Agostino:«Domine, hic ure, hic seca, hic non parcas, utin aeternum parcas: Signore, quaggiù adoperateferro e fuoco, non risparmiatemi in questa vita,purchè mi risparmiate poi nell'altra ». Allora siriguardano le tribolazioni della vita presente, edin modo particolare i tormenti e i patimenti talvoltaben dolorosi delle malattie, come unPurgatorio in vita, che potrà dispensare dal Purgatoriodopo morte.

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Di più, le anime purganti ci assistonocontinuamente. Molte cose straordinarie che compionogli Angeli a nostro vantaggio, sempre col concorsoe l'autorizzazione divina, possono compierle,e talvolta le compiono anche le anime delPurgatorio. Così, già lo abbiamo altrove osservato,e del resto lo afferma S. Tommaso, certe animepurganti, «vel ad vivorum instructionem, vel admortuorum subventionem: o per istruzione deivivi o per vantaggio dei defunti», possono espiareil loro Purgatorio invisibilmente in mezzo a noi,nelle nostre case, al nostro fianco, e la ragionetrova conveniente che esse procurino di starespecialmente vicino alle persone che le amano e fannoloro del bene.Da questa intima vicinanza derivano a noi moltivantaggi. « Le anime purganti-- dice San Francescodi Sales-- vivendo in mezzo a noi, nellenostre case, nella nostra stessa atmosfera, cicomunicano l'ardore della loro carità e il profumosoprannaturale della loro santità, rendendoci, senzache ce ne accorgiamo, sempre più buoni e accettial Signore».Inoltre, anch'esse, come i nostri AngeliCustodi, appunto perché vicine, possono, quando siaconveniente, giovarci con saggi consigli, con avvisied ammonimenti preziosissimi.« Nè la loro azione è così segreta che non siriesca, almeno in qualche istante, a sorprenderla.Non avete osservato, talvolta, certi fatti strani

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della vostra vita che non sapete spiegarvi? Soventedurante un lavoro, una conversazione, unacircostanza critica, qualche idea improvvisa hacolpito la vostra intelligenza; un pensiero, sortoa un tratto, senza motivo e legame alcuno alcorso normale delle riflessioni o delle occupazioni,nel momento, è apparso all'orizzonte delvostro spirito: un pensiero di bene, un consigliodi benevolenza, un eccitamento, una risoluzionevirtuosa gettata là, per caso, in mezzo alle piùstrane preoccupazioni. Orbene, quella luceimprovvisa non può esservi venuta da voi chepensavate a tutt'altro; ma dev'esservi venuta dall'aldilàdal vostro buon Angelo, oppure da qualcunodei vostri cari defunti restati al vostro fiancoonde venire in contatto, all'ora opportuna, conl'anima vostra e parlare al vostro spirito ».Però le ricompense delle anime purganti nonfiniscono qui, c'è ben altro!... Esse, come gli Angeli,possono talvolta venire visibilmente in nostroaiuto. «Dio, osserva un altro devoto e profondoteologo, il Ribet, nella sua Mistica divina,permette queste comparse a conforto delle animestesse che in tal modo vengono ad eccitare semprepiù la nostra pietà... E tali apparizioni si sonoripetute con frequenza tale, che non si possonomettere in dubbio ».

Il B. Padre Claudio de la Colombière morì santamentea Parigi, il 15 febbraio 1682, come glielo aveva predettoS. Margherita M. Alacoque. Appena spira o, una

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giovane divota ne annunziò la morte a Suor Margherita.La religiosa, senza commuoversi e senza sciogliersi indolore, disse semplicemente a quella giovane: « Andate apregare Dio per lui, e fate in modo che dovunque sipreghi per il riposo dell'anima sua .. Il Padre era mortoalle cinque del mattino; verso sera la Santa scrisse allastessa persona un biglietto in questi termini: « Cessate diaffliggervi, invocatelo. Non temete niente: egli è piùche mai pronto a soccorrervi .. Questi due suggerimentifanno presumere che era stata soprannaturalmenteavvertita della morte di quel santo uomo e del suo statonell'altra vita. La Superiora fu sorpresa della tranquillitàdi Margherita circa la morte del santo missionario epiù ancora, perché non le chiedeva il permesso di farequalche penitenza straordinaria per il riposo di quell'anima,come era solita fare alla morte di persone conoscenti;e per cui si credeva in dovere di interessarsi in modoparticolare. Ne domandò la cagione alla serva di Dio, checon tutta semplicità le rispose: « Non ce nè bisogno, perchéè in stato di pregare Dio per noi, trovandosi bencollocato in Cielo per la bontà e misericordia del SacroCuore di nostro Signore Gesù Cristo. Solamente, ellaaggiunse, per soddisfare a qualche negligenza commessanell'esercizio del divin amore, la sua anima è stata privatadi veder Dio dal primo uscire dal corpo fino al momentoin cui fu deposto nella tomba ».

Pratica: Fate ogni sera un serio esame dicoscienza, eccitandovi al pentimento e dicendopreghiere indulgenziate, per cancellare le pene delPurgatorio che potete aver meritato nella giornata.

Preghiera: O dolcissimo Gesù, per i dolori cheavete sofferto nel portare la vostra Croce alCalvario, abbiate pietà delle anime purganti.Abbiate pietà, o Signore.

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16. Suffragi: la Santa Messa

Lavit nos a peccatis nostris in sanguine suo. -- Gesùci ha lavati dai nostri peccati col suo sangue. (Apoc. 1, 5).

La Santa Messa è il sacrificio del Calvario portatoin mezzo a noi, sui nostri altari; è l'unicovero sacrificio con cui noi riconosciamo la supremaautorità di Dio, gli offriamo il tributo dellanostra servitù, l'omaggio della nostra gratitudine;lo supplichiamo per la remissione dei nostri peccati,per i bisogni della vita presente, per ilconseguimento della futura.Quando si celebra, è lo stesso Figlio di Dioche viene offerto al Padre in adorazione epropiziazione, è lo stesso Gesù che opera come offerenteprincipale, per mano del Sacerdote. Ed eccoil motivo sostanziale della sua grande efficacia:mentre nelle altre preghiere siamo noi a pregare,pur appoggiandoci ai meriti di Gesù Cristo, quichi prega è lo stesso Figlio di Dio che viene ascoltatoper i suoi meriti infiniti. « Tutte le buone opere,riunite insieme, diceva il Santo Curato d'Ars,non equivalgono alla Santa Messa, perché essesono opere degli uomini, mentre la Messa è l'operadi Dio». Convinto di questa verità, il santouomo ricorreva alla Messa ogni qualvolta volevaliberare un'anima dal Purgatorio. Vi era una persona(narrava egli un giorno parlando di se stessoin terza persona, come era solito fare) la quale,

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afflittissima per la morte di un amico diletto, pensòche nulla di meglio avrebbe potuto fare perlui che celebrare la S. Messa in suo suffragioQuando fu al momento della consacrazione, presel'ostia tra le dita e disse: «Eterno Padre, facciamoun cambio; Voi tenete l'anima del mio amicoche è in Purgatorio ed io tengo il Corpo delVostro divin Figlio che è nelle mie mani; ebbene,liberate il mio amico, ed io vi offrirò Vostro Figliocon tutti i meriti della sua passione e morte».Infatti, al momento dell'elevazione, egli vide l'animadel suo amico salire verso il Cielo, raggiantedi gloria.La Messa quale preghiera! Non sono dellesemplici cerimonie o delle formole recitate, odelle candele accese, o dei riti celebrati: è la stessaimmolazione della Vittima Divina: è il Figliodi Dio che si offre vittima di espiazione per leanime purganti. Perciò, sempre nella Chiesa laS. Messa fu offerta per i defunti, e sul luogo dellasepoltura; perciò sono tanti i pii legati e altriimpegni di Ss. Messe; perciò il Concilio di Trento,i Santi, i Dottori della Chiesa incoraggianoquesta pratica.S. Gregorio Magno dice che la pena temporaledovuta ai peccati, sia dei vivi come dei morti,viene mitigata per coloro per cui si celebra lasanta Messa, e che ascoltare devotamente unaMessa è sollevare le anime dei defunti, ottenendoda Dio la remissione dei loro peccati.

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San Girolamo, uno dei massimi Dottori dellaChiesa, asserisce che per qualsiasi Messa, devotamentecelebrata, molte anime escono dal Purgatorioe che le anime purganti non soffrono alcunapena mentre si celebra la S. Messa, se il sacerdoteprega per loro nell'offrire questo sacrificio.Anche S. Agostino insegna che le anime purgantiper le quali il sacerdote prega nella S. Messa,non sentono alcun tormento durante il S.Sacrificio.S. Cirillo di Gerusalemme, spiegando la dottrinacristiana ai neofiti, ossia a quelli che da pocosi erano convertiti al cristianesimo, diceva loro:«Celebrando il santo Sacrificio noi preghiamo ancheper coloro che sono morti tra noi, poichériteniamo che le loro anime riceveranno ungrandissimo sollievo dall'augusto Sacrificio dei nostrialtari. Se i parenti di qualche esiliato presentasseroal principe una corona d'oro per calmare ilsuo sdegno, ciò sarebbe senza dubbio un granmezzo per impegnarlo ad abbreviare il tempodell'esilio. Ma noi, offrendo a Dio il sacrificio dellasanta Messa, non gli offriamo soltanto una coronad'oro, ma lo stesso Gesù Cristo, morto peri nostri peccati. Quale adunque non sarà ilgiovamento che colla Messa recheremo alle anime delPurgatorio!»S. Ambrogio, animato dalla stessa fede, dopola morte di suo fratello Satiro, si diede la

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massima sollecitudine di pregare ed offrire il santoSacrificio della Messa per suffragarne l'anima.S. Giovanni Crisostomo, nel predicare al suopopolo, fra le altre cose diceva: « Non invano gliApostoli stabilirono che, quando si celebrano i sacriMisteri, si faccia pure commemorazione di coloroche sono già passati all'altra vita, poichè essisapevano che tale cosa tornava a quelli di grandevantaggio e sollievo. Difatti quando tutto ilpopolo assieme col sacerdote offre a Dio l'ostiadi salute, non sarà forse allora placata la colleradivina?».Il Sacrosanto Concilio di Trento ha detto: 6 LaChiesa Cattolica, ammaestrata dallo Spirito Santoed appoggiata ai libri del Vecchio e del NuovoTestamento, sopra l'antica Tradizione dei Padrie dei Concilii, insegna e definisce: Che le animetrattenute nel Purgatorio si possono sollevare coisuffragi dei vivi e specialmente col sacrificio dellasanta Messa. E se alcuno dirà che il Sacrificio dellaSanta Messa non è propiziatorio e che nondeve essere offerto nè per i vivi nè per i morti...sia scomunicato» (Sess. 25). La Santa Messa,adunque, come insegnano i santi Padri e come hadefinito la santa Chiesa, costituisce uno dei mezziprincipalissimi per suffragare le sante anime delPurgatorio; anzi, il principale tra i suffragi. Ed èin conformità di questa fede che la Chiesa, oltreallo speciale memento per i defunti in ogni Messa,celebra anche la Messa appositamente per

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loro. Per il gran potere della Messa, S. Giovanni diAvila, interrogato in morte quali suffragi desiderasse,rispose con prontezza e forza: Messe, Messe,Messe. Un monaco di Chiaravalle che era statoliberato dal Purgatorio per le preghiere di S. Bernardoe dei suoi confratelli, apparve ad unreligioso della comunità, il quale si era maggiormenteinteressato di lui e, mostrandogli l'altaresu cui in quel momento si celebrava la S. Messa,disse: « Ecco le armi che più di tutto hannocontribuito a liberarmi dal mio carcere: ecco il prezzodel mio riscatto il quale mi fa ora salire al cielo ».San Leonardo da Porto Maurizio racconta di unricco negoziante genovese che, venuto a morte,non lasciò cosa alcuna in suffragio dell'anima sua.Tutti si meravigliavano come mai un uomo, cosìricco, così pio e caritatevole verso tutti in vita,fosse poi stato in morte così crudele verso se stesso.Ma, sepolto che fu, si trovò scritto sopra untaccuino il gran bene che si era fatto da se stessoin vita. Si era fatto celebrare oltre duemila santeMesse, che aveva anche potuto ascoltare. Al terminedel libretto aveva scritto: chi vuol essere sicurodel bene, se lo faccia egli stesso in vita.Udire devotamente la S. Messa, scrisse ancoraS. Gregorio, allevia le pene delle anime purgantie rimette loro i peccati. Infatti, San Bernardo,celebrando una volta la S. Messa a Roma, nellaChiesa che sorge presso il luogo del martirio diSan Paolo (Tre Fontane), vide una scala su cui gli

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Angeli discendevano dal cielo al Purgatorio, edal Purgatorio salivano al cielo, accompagnandole anime che egli aveva ricordato e raccomandatoin quel Santo Sacrificio. Si possono farcelebrare ed ascoltare Messe in suffragio delle animepurganti. Chiedere la celebrazione di una Messasignifica chiederne l'applicazione: cioè il fruttospeciale della Messa, viene offerto a quella personache si vuol suffragare. E' un frutto molto maggioreper l'anima, di quello che le verrebbe se lasi ricordasse solo in generale, con gli altridefunti. Vi sono persone che hanno obblighitestamentari o legati di far celebrare Ss. Messe. Allorasi tratta delle cose tra le più sacre che sipossono pensare. Altre volte l'agiatezza della propriaposizione, il dovere della pietà o dellariconoscenza, spesso anche quello della carità,chiederanno che si facciano celebrare Ss. Messe. Mapiù facile che fare applicare, è assistere alla Messaper i defunti. Vi sono persone che hannocomodità di farlo; altre che lo possono, pur conqualche sacrificio. Specialmente è buona praticafarlo nel primo lunedì del mese, nei tempimaggiormente liberi, e nelle domeniche.

Un povero fanciullo, orfano di padre e di madre, erastato ricevuto in casa di un suo fratello che lo trattavaduramente e gli lasciava persino mancare il pane e levesti. Un giorno trovò per via una moneta d'argento. Cercò,ma non ne rinvenne il padrone. Immaginate la sua

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gioia! Gli parve di aver trovato un tesoro, e subito pensòdi comperarsi diverse cose: abbisognava di tutto! Ma inquel punto ricordò il padre e la madre defunti, gliocchi gli si riempirono di lacrime. Che fece? Prese unadecisione eroica per il suo stato e la sua età, e corse aportare quella moneta ad un Sacerdote, affinchécelebrasse la S. Messa per i suoi poveri genitori.Da quel giorno, protetto dalle anime del Purgatorio,la fortuna dell'orfanello si cambiò. Un altro fratello loraccolse, lo fece studiare, e quel bambino diventò Sacerdote,Vescovo, Cardinale, Santo: S. Pier Damiani.Ecco ancora come una sola Messa, fatta celebrareper le anime del Purgatorio, sia stata principio d'immensivantaggi. Ma, oh! quali vantaggi maggiori se allaMessa si unisce la S. Comunione.

Pratica: E' molto buona la pratica di farcelebrare ogni anno una Messa di suffragio per iDefunti di tutta la famiglia; anche per ripararele possibili mancanze che possono occorrere.Preghiera : O dolcissimo Gesù, per i dolori cheavete sofferto nella vostra crudele flagellazione,abbiate pietà delle sante anime purganti. Abbiatepietà, o Signore.

17. Messa quotidiana dei defunti

Ego sum resurrectio et vita: si quis manducaverit exhoc pane, vivet in aeternum.--Io sono la risurrezione e lavita: chi mangia di questo pane vivrà in eterno (Gio. 11, 26).

Due sono gl'insegnamenti da ricavare in questaMessa: il primo si deduce dall'Epistola, il secondodal Vangelo.

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L'Epistola è un tratto dell'Apocalissi: San Giovanniparla della beatitudine degli eletti: « Beatiquelli che muoiono nel Signore», cioè coloro chesono passati all'eternità nella fede, nell'amor diDio, colla grazia santificante. Come dice lo SpiritoSanto, già si riposano dalle fatiche terreneper servire Dio. Le loro opere li seguono, e verràil giorno della gloria completa, quando anima ecorpo godranno la luce eterna.Vangelo ci dà la ragione della risurrezionefinale. Noi per la S. Comunione veniamo ad esserein un senso più stretto membra di Gesù Cristo,incorporati a Lui, Capo di tutti gli eletti. Perciò,come egli è risuscitato, così risorgeremo purenoi. L'Eucaristia è la vita: «Io sono la risurrezionee la vita; chi mangia la mia carne e beveil mio sangue ha la vita eterna; ed io lo risusciteròl'ultimo giorno».

Col n. 1 Introitus. -- Requiem aeternamdona eis Domine; et luxperpetua luceat eis.

Ps, LXIV, 2-3. Te decethymnus Deus, in Sion et tibi reddetur votum in Jerusalemexaudi orationem meam,ad te omnis caro veniet. Requiem aeternam.

Col n. 2- Introito. -- Il riposo eternodona loro, o Signore, e la luceeterna risplenda su di essi.Salmo LXIV, 2-3. A te,Signore, si conviene la lode inSion e a te s'adempie il (nostro)voto in Gerusalemme;esaudisci la mia orazione, a tesi rivolge ogni creatura.Il riposo eterno.

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Col n.3

Pei Vescovi, o Sacerdoti defuntiOratio. -- Deus qui interapostolicos Sacerdotes famulostuos pontificali, seusacerdotali fecisti dignitate vigere:praesta, quaesumus, ut eorum

Col n. 4Orazione. -- Dio, che haiinnalzato i tuoi servi alla dignitàdl pontefici o di sacerdotidando loro il Sacerdoziodegli Apostoli, deh! fa chesia

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Col n. 1

quoque perpetuo aggregenturconsortio.Per Dominum.

Col n. 2no ancora aggregati per semprealla loro socletà. Per il Signore.

Pei Fratelli, Congiunti e Benefattori defunti

Col n. 3Oratio. -- Deus, Deniaelargitor, et humanae salutis amator:quaesumus clementiamtuam; ut nostrae congregationisfratres, propinquos, etbenefactores qui ex hoc saeculotransierunt, beata Maria semperVirgine intercedente cumomnibus sanctis tuis

Col n. 4

Orazione. -- Dio, largitore diperdono e amatore della salvezzadegli uomini, tipreghiamo per la tua clemenza,di concedere che i fratelli dellanostra famiglia, congiuntie benefattori, usciti da questomondo, per lntercessione dellabeata Maria sempre Verginee di tutti i tuoi Santi,raggiungano la società dell'eternabeatitudine.

Per tutti i Fedeli defunti

Col n. 5

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Oratio. -- Fidelium, Deusomnium conditor et redemptor,animabus famulorum famularumquetuarum remissionemcunctorum tribue peccatorum;ut indulgentiam, quam semperoptaverunt, piis supplicationibusconsequantur. Qui vivis etregnas cum deo Patre in unitateSpiritus Sancti,, Deus, peromnia saecula saecul. Amen.

Lectio libri Apocalypsis beatiJoannis Apostoli (Ap. 14,13).

In diebus illis: Audivivocem de coelo dicentem mihi:Scribe: beati mortui qui inDomino moriuntur. Amodojam dicit Spiritus, ut requiescanta laboribus suis: operaenim illorum sequantur illos.

Graduale. Requiem aeternamdona eis, Domine: e luxperpetua luceat ais.v) Ps. III, 7. In memoriaaeterna erit justus, ab auditionemala non timebit.

Col n. 6

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Orazione. -- Dio, creatore eredentore di tutti I fedeli,concedi la remissione di tuttii peccati alle anime dei tuoiservi e serve affinché per lenostre pie suppliche, conseguanoquel perdono chesempre bramarono. Il quale vivie regni con Dio Padre nellaunità dello Spirito Santo, Dio,per tutti i secoli dei secoli. Così sia.

lettura del libro dell'Apocalissedel beato GiovanniApostolo (Ap. 14,13).In quel dì: Udii una vocedal cielo che mi diceva: Scrivi:beati i morti che muoiononel Signore. Già fin d'ora,dice lo Spirito, che si riposinodalle loro fatiche: poichévanno dietro ad essi le loroopere.

Graduale. Il riposo eternodona loro, o Signore, e la luceperpetua rispenda su di essi.V) Salmo III, 7. Il giustosarà in memoria eterna: nontemerà di udire sinistreparole.

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Col n. 1

Tractus. -- Absolve, Domine,animas omnium fideliumdefunctorum ab omni vinculodelictorum.V). Et gratia tua illis suc-currente, mereantur evadereiudicium ultionis.V). Et lucis aeternaebeatitudine perfrui.

Col n .2Tratto. -- Assolvi o Signore,le anime di tutti i fedelidefunti da ogni vincolo dipeccatoV) E col soccorso della tuagrazia, meritino di scampareil giudizio della condanna.V) E godere la beatitudinedell'eterna luce.

La sequenza: Dies irae, nelle Messe lette si può ometterea piacimento del Sacerdote.

Col n. 3

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Sequentia sancti Evangeliisecundum Joannem.In illo tempore: Dirit Iesusturbis Judacorum: Egosum panis vivus qui de coelodescendi. Si quis manducaveriter hoc pane, vivet in aeternum: et panis quem egodabo, caro mea est pro mundivita Litigabant ergo Iudaeiad invicem, dicentes: Quomodo potest hic nobis carnemsuam dare ad manducandum?Dilit ergo eis Jesus: Amenamen dico vobis: Nisimanducalderitis carnem Filii hominiset biberitis ejus sanguinemnon habebitis vitam in vobis.Qui manducat meam carnemet bibit meum sanguinem habetvitam aeternam: et ego eumdie.

Col n. 4Seguito del santo Vangelo(Jo. VI, secondo Giovanni (Giov. VI51-55).In quel tempo: Disse Gesùalle turbe dei Giudei: Io sonoIl pane vivo disceso dal cielo.Se uno mangia di questopane, vivrà In eterno: e ilpane che lo darò è la mia carneper la vita del mondo.Altonavano perciò tra loro IGiudei dicendo: Come mal costuipuò darci a mangiare lasua carne? Disse dunque loroGesù: In verità, in verità vidico: Se non mangerete lacarne del Figlio dell'uomo enon berrete il suo sangue, nonavrete in voi la vita. Chi mangiala mia carne e beve il miosangue, ha la vita eterna edio lo risusciterò nell'ultimoresuscitato in novissimo giorno.

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L'Offertorio, le Segrete, il Prefazio, ci indicanolo spirito con cui la Chiesa, in Gesù Cristo,per Gesù Cristo, con Gesù Cristo, prega per idefunti, nella parte centrale della Messa.a) Si offrono ostia, calice, incenso, preci, GesùCristo stesso, pregando il Signore a gradirequesti doni «per quelle anime di cui oggi

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facciamo memoria». Si dona cioè a Dio perchéEgli doni la luce ed il riposo eterno ai defunti.Si prega Gesù Re, coronato nella gloria, perchéliberi i fedeli defunti dalle pene dell'inferno, cioèdel Purgatorio; le liberi da quel profondo abissodi fiamme e di pene; le liberi dalla bocca delleone, affinché non le inghiotta il tartaro, e noncadano nel buio. Anzi S. Michele che alzò la bandieradegli eletti le guidi, come capitano deglieletti, alla luce celeste promessa ad Abramo eda tutta la sua stirpe; cioè a quanti fedelmentehanno servito il Signore.b) Gli Oremus delle Segrete e del Postcommuniodella Messa quotidiana, sono: Per i Vescovie Sacerdoti, per i Fratelli, Congiunti eBenefattori, per tutti i Fedeli defunti. Ciò significa chesiamo invitati a pregare con ordine di carità; cioè,in primo luogo per i nostri genitori e congiunti secondolo spirito e la carne; poi per tutti i fratellidefunti, salvi, veri figli di Dio come noi.c) Il Prefazio proclama che è degno, giusto,equo e salutare ringraziare, sempre e in ogni luogo,il Padre Celeste per mezzo di Gesù Cristo.Infatti, per Gesù Cristo noi abbiamo la speranzadella risurrezione finale; di modo che se il pensierodella morte ci contrista, la certezza dellarisurrezione ci allieta. Poiché la morte non èdistruzione, ma cambiamento di dimora, così che,

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invece di una casa meschina e povera, avremoun'eterna e gloriosa abitazione in cielo. Sia dunquegloria a Dio eterno! insieme al suo Figliodiletto Gesù Cristo ed allo Spirito Santo. Lo lodinoe lo esaltino gli Angeli e gli Arcangeli, iTroni e le Dominazioni, con tutto l'esercitoceleste, cantando: Santo, Santo, Santo è il Signore.

A noi pare quasi di accompagnare le anime deidefunti, che, liberate dalle proprie pene, fanno illoro ingresso solenne, in cielo, lodando la DivinaBontà. Ed è specialmente nel momento dellaconsacrazione che noi diamo davvero qualcosa didegno a Dio: diamo il suo Figlio diletto, AgnelloImmacolato, Redentore santissimo. Sublime lapreghiera del Sacerdote, allorché, guardando laVittima palpitante innanzi a Lui, esclama:«Supplichevoli ti preghiamo, o Dio onnipotente: comandache questo Corpo e questo Sangue, per lemani del Tuo Angelo santo, vengano portati sulTuo sublime altare, al cospetto della Tua sublimemaestà; affinché quanti partecipando a questo altare,riceveremo il sacrosanto Corpo e Sangue delTuo Figliuolo, veniamo ricolmi d'ogni benedizionee grazia.--- Ricordati, o Signore, dei tuoi servie delle tue serve, che ci hanno preceduto col segnodella fede e dormono il sonno di pace ».Col n. 1Offertorium. -- Domine Jesu Christe, Rex gloriae, liberaanimas omnium fidelium

Col n. 2

Offertorio. -- Signore GesùCristo, Re della gloria, liberaleanime di tutti i fedelide

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Col n. 1

defunctorum de poenis infermi,et de profundo lacu: liberaeas de ore leonis, ne absorbeateas tartarus, ne cadantin obscurum: sed signifersanctus Michael repraesenteteas in lucem sanctam: Quamolim Abrahae promisisti etsemini ejus.V). Hostis et preces tibi Domine,laudis offerimus: tu suscipepro animabus illis, quarumhodie memoriam facimus;fac eas, Domine, de mortetransire ad vitam. Quamolim Abrahae promisisti, etsemini eius.

Col n. 2

defunti dalle pene dell’inferno,e dal profondo dell’abisso:liberale dalla bocca del leoneaffinché non le inghiotta iltartaro e non cadano nelbuio: ma il vessillifero SanMichele le ,rappresenti a quellaluce canta: Che una voltaPromettesti ad Abramo e allasua discendenza

V). Ostie e preci di lode tioffriamo, o Signore: tu le riceviper quelle anime di cuioggi facciamo memoria, fallepassare, Signore, dalla mortealla vita: Che una voltapromettesti ad Abramo, e alla suadiscendenza.

Pei Vescovi, o Sacerdoti Defunti

Col n. 3

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Secreta. -- Suscipe, Domine,quaesumus, pro animabusfamulorum tuorum Pontificum,seu Sacerdotum, quas offerimushostias: ut quibus in hocsaeculo pontiflcale, seusacerdotale donasti meritum, incelesti regno sanctorum tuorumjubeas iungi consortio.Per Dominum.

Col n. 4Segreta. -- Ricevi, te nepreghiamo, Signore, le ostie cheti offriamo per le anime deltuoi servi Pontefici o Sacerdoti:affinché ordini che coloroai quali donasti in questo secolola dignità di Pontefice odi Sacerdote, vengano ammessinel regno dei cieli tra lasocietà dei tuoi santi. Per ilSignore.

Pei Fratelli, Congiunti e Benefattori defuntiCol n. 5Deus cuius misericordiaenon est numerus, suscipepropitius praeces humilitatisnostrae: et animabus fratrum,propinquorum et benefactorumnostrorum, quibus tui nominisdedisti confessionem perhaec sacramenta salutisnostrae, cunctorum remissionemtribue peccatorum.

Col n. 6

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Dio, la cui misericordia nonha limiti, accogli propizio lenostre umili preghiere: e Perquesto sacramento di nostrasalute concedi alle anime deinostri fratelli, congiunti ebenefattori, ai quali hai dato diconfessare il tuo nome, laremissione di tutti i peccati.

Per tutti i Fedeli defunti

Col n. 7Hostias, quaesumus, Domine,quas tibi pro animabus

Col n. 8Deh! Signore, riguarda propizioalle ostie che ti offriamo

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117Col n. 1

famulorum, famularumque tuatumoflerimus propitiatusintende: ut quibus fideichristianne meritum contulisti doneset praemium. PerDominum.Praefatio. -- V) Per omniasaecula saeculorum.R) Amen.V) Dominus vobiscum.R) Et cum spiritu tuo.V) Sursum corda.R) Habemus ad Dominum.V) Gratias agamus DominoDeo nostroR) Dignum et justum est.Vere dignum et justum est,aequm et salutare, nos tibisemper et ubique gratias agere, Domine sancte. Pateromnipotens, aeterne Deus: perChistum Dominum nostrum.ln quo nobis spes beataeresurrectionis effulsit ut quoscontristat certa moriendi,conditio, eosdem consoletur futuraeimmortalitatis promissio.Tuis enim fidelibus, Domine,vita mutatur, non tollitur, etdissoluta terrestris huius inco-latus domo, aeterna in coelishabitatio comparatur. Et ideocum Angelis et Areangelis, cumThronis et Dominationibus,cumque omni militia coelestisesercitus, hymnum gloriaetuae canimus sine finedicentes:Sanctus, Sanetus, SanctusDominus Deus Sabaoth. Pleni,sunt coeli et terra gloria tua.

Hosanna in excelsis. Benedictusqui venit in nomine Domini,Hosanna in excelsis.

Col n. 2

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per le anime del tuoi servie serve; affinché dopo averdonato loro il merito dellafede cristiana, ne doni ancheIl premio. Per il Signore.

Praefazio. -- V) Per tutti isecoli dei secoli.R) Così sia.V) Il Signore sia con voi.R) E col tuo spirito.V) In alto i cuori.

R) Li abbiamo dal Signore.V) Rendiamo grazie alSignore Dio nostro.R) E' degno e giusto.

Veramente è degno e giusto.equo e valutare che non sempree dovunque ti rendiamograzie, Signore santo, Padreonnipotente, eterno Dio, perCristo Signor nostro. Nel qualeci rifulse la speranza dellabeata risurrezione, cosicchécoloro cui contrista la certezzadella morte, sian consolatidalla promessa della futuraImmortalità. Dacche, Signore,

la vita dei tuoi fedeli non sidistrugge, ma si commuta: e,demolita la casa di questa dimoraterrestre s’acquista eternaabitazione in Cielo. Ondecon gli Angeli ed Arcangeli,coi Troni e Dominazioni, e contutta la milizia dell’esercito celestecantiamo l'inno della tuagloria, dicendo senza fine:Santo, Santo, Santo è il SignoreDio degli eserciti. Dellatua gloria sono pieni cieloe terra. Osanna nel più altodei celi. Benedetto colui cheviene nel nome del Signore.Osanna più alto dei cieli.

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La terza parte della Messa si compone del Pater,della Comunione e delle altre preghiere.Il Pater Noster è la divina preghiera insegnata

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da Gesù Cristo, in cui è contenuto tutto quantobisogna sperare da Dio. Comprese, dunque, anchele grazie da chiedere per il Purgatorio. Possiamoinfatti applicar così le parole:Padre nostro che sei nei cieli: tu, Signoreche hai cuore di Padre, accogli questi figli prodighi,che ritornano alla casa paterna dal terrenopellegrinaggio; hanno contratto un pò di polveremondana; ma ordina, o padre, vesti nuove eil banchetto celeste. Sia santificato il nome tuo:sono infatti queste anime che loderanno in eterno,il tuo santo nome, il tuo potere, la tua virtù.Venga il tuo regno: che è quello in cui eternamentedominerai circondato dagli spiriti beati,che coronerai della tua carità. Sia fatta la tuavolontà: ed in espiazione quelle anime si assoggettanoalla giustizia che le punisce, in perfettaobbedienza; un'obbedienza che è completa comequella degli spiriti celesti. Dà a noi il nostro panequotidiano: il pane eucaristico nella Comunione,per cui suffragheremo quelle anime e pregheremoper accenderci d'amore e di fede. Rimettia noi i nostri debiti: perché non cadiamo dopo lamorte in quelle fiamme; e per questo vogliamoperfettamente perdonare chi ci ha offesi. Non ciindurre in tentazione: nè le anime purganti, nènoi stessi fummo fermi nelle tentazioni; perciò,Signore, o liberaci, o dacci grazia di non caderenel pericolo. Ma liberaci dal male: poiché il peccatoè l'unica causa di dannazione per tanti, di

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Purgatorio per molti; di rimorsi e castighi sullaterra; di offesa e disgusto all'infinita tua Bontà eMaestà ed al tuo Cuore Paterno.La Comunione ci unisce a Gesù Cristo; ed inLui abbiamo la perfetta carità col Padre. Innalziamoallora due preghiere: che il Signore dia laluce eterna; che il Signore conceda il riposo eternoa quelle anime. Infatti il Paradiso è visione:vedere Dio come Egli è, faccia a faccia; ma è pureriposo d'amore e perfetta soddisfazione nel possessodi Dio. «Anime cristiane e devote,--esclamavaS. Bonaventura--volete voi dare attestati divero amore verso i vostri defunti? Volete inviareloro i più preziosi soccorsi e la chiave d'oro delcielo? Fate spesso la S. Comunione in lorosuffragio».

Le ultime Orazioni sono ancora una insistenzadella Chiesa per tutti i suoi figli gementi nelPurgatorio. Per la terza volta ella prega comeGesù nell'Orto, ripetendo la medesima domanda.E' la perseveranza nel chiedere che ci assicural'esaudimento, e l'ha detto Gesù stesso. E la Chiesa,maestra di preghiera, ci propone il modo concui chiedere.Col n. 1Communio. -- Lux aeternaluceat eis, Domine cum sanctistuis in aete;num quiapius es.V) Requiem aeternam donaeis Domine- et lex perpetualuceat eis. Cum sanctis tuisin aeternum. quia pius es.

Col n. 2

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Comunione. -- La luce eternarisplenda su di essi, oSignore: coi tuoi Santi In eterno;perché sei buono.

V) Il riposo eterno dona loro,o Signore: e la luce perpetuarisplenda su di essi. Coituoi santi in eterno perché seibuono.

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Pei Vescovi, o Sacerdoti defuntiCol n. 1Postcommunio. -- P r o s i t,quaesumus, Domine, animabus famulorum tuorumPontificum, seu Sacerdotummisericordiae tuae implorataclementia: ut eius in quosperaverunt et crediderunt,aeternum capiant, te miserante,consortio. Per Dominum.

Col n.2Dopocomunione. -- L'Implorataclemenza di tua misericordia,deh ! Signore giovi alleanime dei tuoi Pontefici oSacerdoti affinché, per tuamisericordia conseguano l'eternasocietà di Colui In cui hannosperato e creduto. Per ilSignore.

Pei Fratelli, Congiunti e Benefattori defuntiCol n. 3Postcommunio. -- Praestaquoesumus, omnipotens etmisericors Deus: ut animaefrafactorum, nostrorum pro quitrum,propinquorum, et benebushoc sacrificium, laudistuae obtulimus majestati; perhuius virtutem Sacramenti apeccatis omnibus expiatae lueisperpetuae, et miseranté,recipiant beatitudinem.

Col n. 4

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Dopocomunione. -- Fa, te nepreghiamo, Dio onnipotente emisericordioso, che le animedei nostri fratelli, congiuntie benefattori, per le quali abbiamoofferto alla tua maestàquesto sacrificio di lode, purgateIn virtù dl questoSacramento da tutti i peccatiricevano, per tua misericordiala beatitudine dell'eterna luce.

Per tutti i Fedeli defuntiCol n. 5Postcommunio. --Animabusquaesumus, Domine,famulorum, famularunque tuarumoratio proficiat supplicantium:ut eas et a peccatisomnibus exuas, et tuaeredemptionis tacias essepartieipes: qui vivis.

Col n. 6Dopocomunione. -- L'orazionedi coloro che ti supplicanodeh! Signore, sia utile alle animedel tuoi servi e serve;affinché tu le sciolga da tuttiI peccati, e faccia loro gustareI frutti di tua redenzione:Il quale vivi.

Il Beato Enrico Susone aveva promesso ad un religiosodel suo ordine cui egli molto voleva bene, che, segli sopravviveva, tutti i lunedì di un intero anno avrebbecelebrato la Messa in suo suffragio.Essendo il religioso venuto a morire, dopo qualchetempo comparve al Beato e si lamentò amaramente conlui che l'aveva dimenticato. Enrico si scusò, dicendoche aveva però fatto altre preghiere per lui. Ma il defuntolo riprese con gemiti e sospiri, gridando: . E' ilsangue di Gesù Cristo che io voglio per estinguere ilfuoco che mi divora!

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Pratica: Ascoltiamo una Messa seguendolacon le soprascritte preghiere, e comunicandocipossibilmente.

Preghiera: O dolcissimo Gesù, per l'immensodolore che avete sofferto nel rendere e nel riconsegnarela vostra anima santa all'Eterno Padre, abbiatepietà di queste sante anime, Abbiate pietà,o Signore.

18. Maria Regina del Suffragio

Ego mater... canctae spea. -- Io sono la madre dellasanta speranza (Eccli. XXIV, 24).

La divozione a Maria SS. è segno di predestinazione;è, come si esprime S. Giovanni Damasceno,un'arma che Iddio dona alle anime che vuolsalvare. S. Efrem, S. Cirillo, S. Germano, S. Anselmo,S. Bernardo, S. Alfonso de' Liguori ed altrimoltissimi fra i Santi fanno eco all'asserzione delDamasceno. Essi sono unanimi nell'affermare chela divozione a Maria è moralmente necessaria perla salvezza dell'anima, e l'anima che è divota diMaria SS. si salva; e l'anima che è molto divotadi Maria SS. si santifica. La Chiesa mette in boccaa Maria SS. le belle parole della Sacra Scrittura:« Qui me invenerit, inveniet vitam et hauriet salutema Domino (Prov. VIII, 35): qui elucidant

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me vitam aeternam habebunt (Eccli. XXIV, 31).Chi ha trovato me, ha trovato la vita ed attingeràla salvezza dal Signore. Quelli che mi amano, mionorano e mi sono divoti avranno la vita eterna ».Questa divozione, così strettamente legata ainostri destini, è pure la divozione che ha relazioneintima col Purgatorio. E ciò perché la divozionealla Madonna è anzitutto un mezzo efficacissimoper scampare dal Purgatorio; in secondoluogo perché questa divozione, qualora non potessimosfuggire a quelle pene, gioverà assai a renderlemiti e brevi a noi, e a quelle sante anime apro delle quali ce ne serviremo.Parlare e sentir parlare di Maria fa sempretanto piacere all'animo cristiano, ma parlarne esentirne parlare come mezzo di liberazione dalPurgatorio e di consolazione per le animepurganti, pare debba recarci un piacere ancora piùgrande. S. Alfonso dice: « Le anime purganti sonosoccorse dalla SS. Vergine assai più che leanime ancora sulla terra. Infatti quelle sono piùdegne di misericordia, non potendosi aiutare esalvare da se stesse ». S. Bernardino da Siena dice:« In quel carcere di anime Spose di GesùCristo, Maria ha un dominio, tanto per sollevarle,come per liberarle: B. Virgo in regno purgatoriidominium habet ». La Madonna stessa dichiarò aS. Brigida di essere la regina e la madre di tutticoloro che si trovano nel luogo di espiazione eche le sue preghiere ne mitigano assai le pene.

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Anzitutto la Madonna solleva, consola, confortale anime del Purgatorio.S. Bernardino da Siena, meditando le paroledell'Ecclesiastico: Camminai nei flutti del mare,dice: Le pene del Purgatorio si chiamano fluttidel mare perché sono transitorie, a differenzadelle pene dell'inferno che non finiscono più; e sidicono flutti del mare perché sono veramenteamare. Maria SS. si reca spesso a visitare le animepurganti per recar loro sollievo fra quelleamare pene. Certo Maria SS. soccorre tutte le animepurganti, ma prime a ricevere soccorso e sollievoda Maria sono quelle dei suoi divoti: « Vediquanto sia importante essere divoti di questa Madre:Ella non sa dimenticare i suoi divoti cadutinel Purgatorio; e sebbene porti sollievo a tuttigli uomini, pure è più sollecita pei suoi divoti»;così il Novarino. S. Bonaventura mette in bocca aMaria SS. queste parole: « Io ho penetrato il profondodell'abisso del Purgatorio, per sollevare conla mia presenza quelle anime sante ». S. VincenzoFerreri: « Quanto è cortese e benigna la SS. Verginea quanti penano nel Purgatorio, poiché persuo mezzo essi ricevono continui conforti erefrigerio » (Salmo 2 de Nat.). Narra il Beato Alanodi una nobile donna d'Aragona di nome Alessandra,la quale era stata causa di gelosia e di odiifra diversi giovani della città. Essendo stata percausa di quelle gelosie uccisa e gettata in un pozzo,S. Domenico che l'aveva convertita in vita e

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soccorsa in morte, la raccomandò alla Confraternitadel Santo Rosario, ed egli stesso elevò perlei molte preghiere a Maria. Quella sua figlia vennea ringraziarlo a nome delle anime che pativanocon lei nel Purgatorio e a pregarlo che predicassedappertutto il Rosario a Maria in suffragio,poiché da esso ne sentivano più grande sollievo.Ella intanto, per quella preghiera a Maria, se nevolava al Cielo, c senza di questa sarebbe rimastachissà per quanti anni in Purgatorio! La Madonnasi compiace molto di quelli che la pregano perle anime purganti.Quante anime se si mettessero per tempo sottola protezione di Maria, eviterebbero non solol'Inferno, ma anche questo grande rigore delPurgatorio. E quale altra è la loro consolazione in quellepene, se non Maria e il soccorso di questa Madredi misericordia? Santa Brigida intese un giornodire da Gesù alla Madre: «Tu sei la Madre mia,tu la Madre di misericordia, consolazione di quelliche sono in Purgatorio ». E la stessa Santa Verginedisse a Santa Brigida, che come un povero infermostando afflitto ed abbandonato in un lettosi sente ricreare da qualche parola di sollievo,così quelle anime si sentono consolare nell'udiresolo il suo nome. Il solo nome di Maria, nome disperanza e di salute, che spesso quelle figlie diletteinvocano in quel carcere, è per esse un grandeconforto.In secondo luogo: Maria SS. libera i suoi

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divoti dalle pene del Purgatorio. La Ven. Sr. Paoladi S. Teresa, domenicana, racconta che, essendostata rapita in estasi e trasportata nel Purgatorioin giorno di sabato, fu sorpresa nel vedere questocarcere trasformato in Paradiso di delizie, conluce sfolgorante nel centro in luogo delle folte tenebreche abitualmente lo riempiono. Sr. Paola,mentre ammirava stupita, vide la Vergine circondatada stuolo numeroso di Angeli. A ciascuno diquesti ella ordinava di liberare e condurre in cieloquelle anime che erano state particolarmentesue devote in vita. Gersone scrive che il giornodell'Assunzione di Maria SS. fu vuotato tutto ilPurgatorio: e le anime colà trattenute fecero iltrionfale accompagnamento in Cielo. Fin d'allora,dice Gersone, la beata Vergine ebbe il privilegiodi liberare i suoi servi da quelle pene. ESan Bernardino da Siena dice che la Vergine pregandoed applicando anche i suoi meriti, ha ilpotere di liberare le anime dal Purgatorio especialmente i suoi divoti. La stessa asserzione ripeteil Novarino, ritenendo che per i meriti diMaria si alleviano le pene di quelle anime nonsolo, ma si abbreviano anche. Basta che Maria sipresenti a pregare. S. Pier Damiani attesta cheogni anno, nel giorno dell'Assunzione, la Verginelibera migliaia di anime.Una donna, chiamata Marozia, apparve dopola morte ad una sua parente che stava inginocchiatanella Basilica di S. Maria in Ara Coeli (Roma).

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Stupita la nobil dama, interrogò l'apparsa ed ebbela seguente risposta: « Fino ad oggi sono rimastatra fuoco cocentissimo in pena di tanti peccatidi vanità, commessi in gioventù; ma in occasionedi questa grande solennità dell'Assunta, Ella,la Regina del cielo, è discesa tra le fiamme delPurgatorio e mi ha liberato insieme a tante altreanime, affinché entrassimo in cielo nel giornostesso della sua Assunzione. Ogni anno la VergineSS.ma rinnova questo miracolo di misericordia».Lo stesso asserisce S. Dionisio Cartusianoriguardo la festività della nascita e della Risurrezionedi Gesù Cristo, dicendo che in tali giorniMaria, accompagnata da schiere di Angeli, scendenel Purgatorio e libera molte anime da quellepene.

Singolare privilegio è la promessa fatta da MariaSS. al Papa Giovanni XXII. Gli comparve mentre eglistava pregando, rivestita di luce con fra le mani l'abitinodel Carmine, e fra l'altro gli disse: « Se tra i religiosi odi confratelli del Carmelo vi sono di quelli che per le lorocolpe vengono a cadere nel Purgatorio, io, come teneramadre, scenderò in mezzo ad essi il sabato dopo la loromorte e li condurrò sulla santa Montagna della vita eterna.. E' in questi termini che il Pontefice fa parlare Marianella celebre Bolla del 3 marzo 1321, comunemente chiamataBolla Sabbatina. La chiude con queste parole: «Accettodunque questa santa Indulgenza, la ratifico e laconfermo sulla terra, come Gesù Cristo l'ha graziosamenteconcessa in Cielo, per i meriti della SS ma Vergine». In seguito, questo privilegio è stato confermatoda un gran numero di Bolle e decreti dei SommiPontefici. E questa è la divozione del santo Scapolare. E'

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sanzionata dalla pratica delle anime pie in tutta lacristianità, dal testimonio di ventidue Papi, dagli scritti diinnumerevoli dotti autori e da miracoli moltiplicatisi daoltre seicento anni; «tanto che-- dice Benedetto XIV-coluiil quale osasse porre in dubbio la solidità delladivozione allo Scapolare o negarne i privilegi, sarebbe unorgoglioso sprezzatore della religione ».Per godere di questo privilegio bisogna osservare certecondizioni, cioè: 1. custodire la castità conveniente alproprio stato; 2. recitare il piccolo Ufficio della SantaVergine. Quelli che recitano l'Ufficio Divino, soddisfanocon questo; quelli che non sanno leggere, sostituiscono larecita dell'Ufficio con l'osservanza dei digiuni prescrittidalla Chiesa e con l'astinenza tutti i mercoledì, venerdìe sabato; 3. in caso di necessità, l'obbligo dell'Ufficio, laastinenza e il digiuno possono essere commutati in altreopere pie da chi ne ha la facoltà.Gli annali dei Carmelitani riferiscono in grande numerodi fatti miracolosi che confermano la promessa fattadalla Regina del Cielo. Sana Teresa, in una delle sueopere, dice di aver visto un'anima liberata nel primo sabatoper avere, in tutta la sua vita, osservato fedelmentele condizioni della Sabbatina.Per questa pietà materna di Maria la Chiesa offrivaa Lei la causa delle povere anime. Noi non dobbiamolasciar trascorrere giorno senza rivolgere alla VergineSS. una fervorosa preghiera perché ci assista in vita ed inmorte, e perché non si abbandoni alle terribili fiammedel Purgatorio.

Pratica: Recitare ogni settimana un Rosarioper i Defunti, scegliendo di preferenza il sabato.Preghiera: O Gesù dolcissimo, per la penosissimavostra incoronazione di spine, abbiate pietàdelle sante anime del Purgatorio. Abbiate pietà,o Signore.

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19. Le sante Indulgenze

Est qui multa redimat modico pretto - Taluno compramolte cose a poco prezzo. (Eccli. 20, 12).

Fra i molti modi di soddisfare la divinagiustizia per i nostri peccati e di suffragare le animePurganti ha importanza quello delle Indulgenze.Dio può venire soddisfatto a mezzo della preghiera,dell’elemosina e di altre opere buone; e puòvenire soddisfatto anche col Sacramento dellapenitenza e colle indulgenze: nel primo casopredomina la parte nostra e la giustizia di Dio; neisecondo la misericordia.Che cosa sono le indulgenze? Quali sono i vantaggidelle indulgenze? Quali sono le premuredella Chiesa e quali debbono essere le nostre perle indulgenze?Le indulgenze sono una remissione, davanti aDio, della pena temporale dovuta per i peccati giàperdonati quanto alla colpa, che l'autoritàecclesiastica, servendosi del tesoro della Chiesa (cioèdei meriti infiniti di Gesù Cristo e dei meritisovrabbondanti della Beata Vergine e dei Santi),concede per i vivi a modo di assoluzione, per i defuntia modo di suffragio.Le indulgenze non rimettono la colpa, ma lapena dovuta alla colpa già condonata per laconfessione o l'attrizione.Nell'indulgenza risplendono la giustizia e la

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misericordia di Dio: la giustizia, poiché si offronoi meriti di nostro Signore Gesù Cristo e deiSanti in soddisfazione; la misericordia, poiché Iddioli accetta in luogo della penitenza che sidovrebbe fare da noi.Le indulgenze si possono acquistare per noi eper le anime del Purgatorio; tutte sono applicabiliai Defunti. Non si possono dai fedeli applicare adaltri fedeli ancora viventi.La benignità della Madre Chiesa, fedeleinterprete della infinita misericordia del Cuore diGesù, si propone tante e svariate indulgenze; essasola ha da Dio il potere di concederle.L'indulgenza è totale ossia plenaria, quandonell'intenzione della Chiesa può liberare l'animada ogni debito di pena; parziale, per es. l'Indulgenzadi sette anni, per cui la Chiesa intendeperdonare tanta pena, quanta se ne sarebbe scontatacon sette anni di penitenza canonica, quale eraanticamente stabilita per i peccatori.La Chiesa può concedere questa remissione dipena, sotto forma d'indulgenza?Certamente: ed è questa una verità di fede:come è di fede che le indulgenze sono utili. Dopotanti secoli che la Chiesa concedeva le indulgenzee che i fedeli credevano nella loro utilità,Lutero osò insegnare che le indulgenze sono inutili;contro tale eretica dottrina il Concilio diTrento definì che è fuori della Chiesa chi le negatale potere o dice inutili le indulgenze.

Per i nostri cari defunti

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-E' però diverso il modo con cui la Chiesa concedele Indulgenze per i vivi e per i defunti:ai vivi le concede per modo d'assoluzione, ai defuntiper modo di suffragio. La Chiesa ha sui viviun potere diretto e per essi pronuncia una sentenzadi assoluzione che viene confermata in cielo:« Ciò che scioglierete sulla terra, sarà assoltoanche in cielo» (Matt. XVIII, 18). Allorché invecesi tratta dei Defunti, poiché non sono soggettialla giurisdizione della Chiesa, questa Madrebenigna, ne offre il prezzo di remissione, disponendoche i fedeli compiano le opere prescritte dallaChiesa per l'acquisto delle indulgenze, e, anzichéapplicarle a se stessi, le offrano a suffragiodelle anime del Purgatorio; e a Dio sta l'accettarquesto prezzo quando vuole e nella misura chevuole. Il suffragio per i defunti equivale quindi apreghiera; di gran valore certamente, ma preghiera.Per i vivi l'effetto delle indulgenze è infallibile,se vi sono le dovute condizioni; per i defunti,invece, secondo gli occulti disegni della DivinaMisericordia.Soltanto il Papa può concedere indulgenzeplenarie, e indulgenze a tutto il mondo cattolico; ifedeli però devono attenersi strettamente allecondizioni stabilite dalla S. Sede.« Le indulgenze sono di così gran pregio --scrive S. Ignazio--che io mi trovo nell'impossibilitàdi apprezzarle secondo il loro giusto valoree di esaltarle convenientemente a parole. Perciò

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vi scongiuro di averle nella maggior stima possibile».a Chiesa nel concedere le indulgenze fa operasanta e salutare: l. perché segue lo spirito dimisericordia di Gesù il quale era tutto pietà ecompassione per i poveri peccatori: e sappiamobene come trattò e difese la Maddalena, e il buonladrone sulla croce a cui disse: . Hodie mecum erisin paradiso: oggi sarai con me in paradiso» (Luc.XXIII, 43); cioè gli promise l'indulgenza generale.2. La Chiesa adempie un preciso mandato diriconciliazione degli uomini con Dio: il mandato diricondurre i figli prodighi al Padre Celeste. 3. LaChiesa si fonda sul tesoro dei meriti infiniti diGesù Cristo e dei meriti sovrabbondanti della SS.Vergine e dei Santi. I meriti di Gesù Cristo nonsaranno mai esauriti. Essi possono venire applicatiai fedeli; anzi Gesù Cristo ha sofferto ed èmorto sulla croce appositamente perché noi potessimosoddisfare tutti i nostri debiti con Dio. Edè questo il desiderio del Suo Cuore. 4. La Chiesaopera come una società perfetta in cui esistono legrazie e i condoni; mentre che in essa un membrodebole, può venire aiutato da un altro, come unamano malata, può venire aiutata dall'altra manosana e forte. Anzi essendo la Chiesa più proclivealla misericordia che alla giustizia, secondo lospirito stesso di Gesù Cristo di cui è il corpomistico, ad essa, più che ad ogni altra società, siaddice il condonare e l'agire con idulgenza. 5.

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Perciò la Chiesa può concedere indulgenze; e sonoutili: questo è dogmatico. Il modo, la misura,l'estensione, ecc. sono cose disciplinari, che possonocambiare secondo i tempi e i bisogni, e secondoche la Chiesa, nella sua sapienza, giudicheràopportuno.Da quanto si è considerato, ne vengono doveri.

a) Intendere bene le indulgenze.

Esse sono misericordia di Gesù: cioè con esse sisoddisfa per il nostro debito offrendo il prezzo delSangue di Gesù. E' perciò cosa simile a quantoavviene nel Sacramento della Penitenza. Leindulgenze non dispensano dalle penitenze imposte,nè dalle restituzioni, nè da riparazioni che sidebbono fare. Oggetto delle indulgenze è di supplirealle penitenze omesse, o malamenteadempiute, o troppo leggere di fronte all'enormità deipeccati. L'indulgenza è anzi concessa, come dicela Chiesa, « vere poenitentibus, a coloro che sonoveramente pentiti »; e solamente chi è davveropentito, e fa davvero penitenza in quanto può,riceve il condono di quanto non potrebbe dare.Onde è costante nella Teologia Cattolica che « perguadagnare l'indulgenza plenaria si richiede chesia tolto del tutto ogni affetto al peccato veniale;poiché fino a quando rimane qualche affetto alpeccato non può essere rimessa la pena dovuta alpeccato e neppure il peccato stesso ». Il Santodottore Roberto Bellarmino, che per aver combattuto

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contro i protestanti sviscerò bene questamateria, scrisse: « In verità è più utile e sicurosoddisfare da se stesso che cercare le indulgenze. Maè utilissimo: far quello e non omettere questo. Eciò è quanto consigliano i buoni autori, affinchéchi riceve le indulgenze non cessi di far frutti dipenitenza, i quali, il più delle volte, vogliono esseremeritori e medicinali; ed è più utile fareil cammino con due piedi che con uno solo... Icristiani prudenti accettano le pontefice indulgenzee contemporaneamente si studiano di far degnifrutti di penitenza e di soddisfare al Signore peiloro peccati » (Lib. I, c. l0, 12).

b) Apprezzare le indulgenze.

I cristiani sono i figli della Chiesa; perciò devonoapprezzare ciò che essa apprezza, amareciò che essa ama, seguire gli esempi e gliinsegnamenti che essa propone. La Chiesa è infallibilein fatto di fede e di morale; i cristiani debbonocredere alle sue parole. Ecco le parole del Concilio di Trento: « LaChiesa fece uso fin dai tempi più remoti del poteredi concedere indulgenze; perciò il SacrosantoConcilio insegna e comanda che sia tenuto econservalo l'uso delle indulgenze, grandementeutile al popolo cristiano e approvato dall'autoritàdei Concili». Si notino le parole: insegna ecomanda si tratta di un parere, consiglio odesortazione soltanto, sebbene anche in questo

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dovremmo ascoltare e seguire ugualmente con massimariverenza, trattandosi della Chiesa, che vuolesolo il nostro bene; ma si tratta di un vero eproprio obbligo: comanda. Inoltre dice « grandementeutile al popolo cristiano » quindi, non soltantoconveniente per alcune anime, ma per tutti.Poi seguono le parole con cui viene separato dallaComunione della Chiesa, viene cioè scomunicatochi insegna diversamente.Perciò ecco qual'è oggi la pratica della Chiesa.Chi volesse consultare la raccolta autentica e completadelle indulgenze, che oggi sono in vigore,capirebbe subito quanto stia a cuore alla Chiesache acquistiamo le indulgenze. (EnchiridionIndulgentiarum. Preces et Pia Opera, 1950. - LibreriaVaticana-.

c) Acquistare le sante Indulgenze.

S. Alfonso era così sollecito di lucrare indulgenzeche, dopo morte, gli fu trovata una borsache portava appesa al collo, e conteneva medaglie,abitini, crocifissi, ed altri oggetti indulgenziatiche il Santo portava sempre con sè per guadagnareil massimo d'indulgenze.Abbiamo verso Dio tanti debiti noi stessi emolte anime del Purgatorio attendono dalla nostracarità. Che cosa ci vuole di più perstimolarci? La somma facilità di lucrare le indulgenzedovrebbe farci solleciti come api industriose.

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Verso la metà del secolo diciassettesimo, a Munster,in Vestfalia, scoppiò un male pestilenziale che mietevainnumerevoli vittime.Fra la costernazione generale si vedeva il P. GiovanniFabrizio della Compagnia di Gesù consacrarsi totalmentea sollievo dei malati. Li confessava, amministravaloro i Ss. Sacramenti, li seppelliva con le proprie manie celebrava in loro suffragio il S. Sacrificio.Il buon Padre compì in morte il maggior prodigiodella sua carità generosa e disinteressata, facendo sacrificiodi tutti i meriti, delle preghiere, delle Messe, dellemortificazioni, e delle indulgenze che sarebbero state fattein suo suffragio. Testamento sublime, eroico.

Pratica: Sceglietevi alcune giaculatorieindulgenziate da ripetere spesso lungo il giorno, nelcorso dei lavori, nei momenti di calma, per istradaecc.Preghiera: O dolcissimo Gesù, per i doloriche avete sofferto nella vostra suprema agoniasulla Croce, abbiate pietà di queste anime. Abbiatenepietà, o Signore.

20. Condizioni per acquistare le indulgenze

Si distribuero in cibos pauperum omnes facultatesmeas, et si tradidero corpus meum ita ut ardeam, charitatemautem non habuero, nihil mihi prodest. - Quandodistribuissi in nutrimento ai poveri tutte le mie facoltà, equando sacrificassi il mio corpo ad essere bruciato, se nonho la carità, nulla mi giova (I Cor. XIII, 3).

Le sante indulgenze sono la nostra partecipazioneal Sacro Tesoro della Chiesa. Questo tesoro

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è formato dai meriti di nostro Signor Gesù Cristo,della Vergine SS.ma e dei Santi.Per questa partecipazione: 1. noi soddisfiamoai debiti di pena, contratti con la Divina Giustizia;2. possiamo offrire a medesima soddisfazioneal Signore per le anime penanti nel Purgatorio.

La Chiesa ci propone una immensa ricchezzadi indulgenze; ma per lucrarle si richiedono piùcondizioni. Ne enumeriamo sei:

1. Essere battezzati, non scomunicati, in istatodi grazia. Anzitutto bisogna appartenere alla Chiesa.Gli infedeli, i giudei, i catecumeni, non sono ancoramembri della Chiesa; gli scomunicati, gli eretici,scismatici, apostati, sono separati dalla Chiesa,perciò tanto gli uni che gli altri sono esclusi dalleindulgenze. perché possano lucrare indulgenze,occorre che divengano prima membra del corpomistico di Gesù Cristo, che è la Chiesa.Si richiede pure lo stato di grazia. E' necessarioche chi acquista le indulgenze, almeno quandocompie l'ultima opera pia, si trovi senza colpagrave sulla coscienza e, col cuore distaccato daogni affetto al peccato. perché la pena temporalenon si può rimettere prima che venga rimessala colpa e la pena eterna. Sarebbe lodevole chenon solo si sia in istato di grazia nel compierel'ultima opera, ma che tutte le opere prescrittesiano fatte in grazia di Dio. Come può placareDio chi, con i suoi peccati, lo muove a sdegno?

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Nella concessione di alcune indulgenze parzialisi suole inserire la dicitura « con cuore contrito».Ciò significa che occorre lo stato di graziaa chi voglia lucrarle; non già che debba fareun atto di contrizione, chi già fosse in stato digrazia. Se si tratta d'indulgenza plenaria è necessarioche il cuore sia distaccato da ogni affetto alpeccato anche veniale. Poiché non può rimettersi lapena dovuta pel peccato finché rimane l'affetto alpeccato. E' però bene osservare che, l'indulgenzaplenaria, non acquistata come tale per qualche affettoal peccato veniale, sarà acquistata almenoparzialmente.Le indulgenze non si possono applicare aiviventi.

2. In secondo luogo, per acquistare le indulgenzeoccorre l'intenzione: infatti un beneficio siconcede a chi vuol riceverlo. Basta che l'intenzionesia generale, e tale intenzione l'ha ogni fedeleche nelle sue opere desidera acquistare l'indulgenzeannesse, ancorché non sappia propriodettagliatamente quali siano. E' sufficiente l'intenzionedetta abituale; cioè quella che, avuta una volta,non è mai stata ritrattata. S. Alfonso con S. Leonardoda Portomaurizio esortano a mettere ognimattina, o almeno di tanto in tanto, l'intenzionedi acquistare tutte le indulgenze annesse alle operee preghiere che si faranno.

3. In terzo luogo è necessario: compiere le

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opere prescritte nel tempo e nel modo stabilito,integralmente e per quel determinato motivo.a) Nel tempo prescritto. Il tempo utile, pervisitare una chiesa recitando preghiere secondol'intenzione del Sommo Pontefice, va dal mezzodìdel giorno precedente, alla mezzanotte del giornoseguente. Invece per le altre preghiere e opere pie(come l'insegnamento del catechismo, una pia letturauna meditazione), il tempo utile va dallamezzanotte alla mezzanotte. Ma se si tratta di indulgenzaannessa in giorno festivo, le pie opere epreghiere si possono fare già dai primi vespri(circa le due del giorno precedente) fino alla nottedel giorno seguente La Confessione e lacomunione ordinariamente si possono anticipare.b) Compiere le opere nel modo prescritto.Poiché, se le preghiere si devono recitare inginocchio, ciò si deve osservare: per esempio nellarecita del Sacrosanctae, al termine dell'ufficio divino.E' necessario che l'atto sia posto consapevolmente;non a caso, per errore, per forza. Le operesono personali; cioè non possono farsi da altrapersona; eccetto che l'opera, pur rimanendopersonale, possa compiersi da altri; ad esempio, se ilpadrone facesse elargire l'elemosina dalla personadi servizio.c) Compierle integralmente, cioè, sostanzialmenteintere. Chi nella recita del Rosario

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omettesse un Pater od Ave, acquista ancora l'idulgenza.Chi invece omettesse un Pater ed Ave quandone sono prescritti cinque, omette già una parterelativamente importante e non può lucrare l'annessaindulgenza. Se fra le opere viene prescrittoil digiuno, non può lucrare l'indulgenza chi l'omette,benché per ignoranza o impotenza (come sarebbedi un vecchio?; in quest'ultimo caso ènecessaria una legittima commutazione.

Compiere le opere per il determinato motivodell'indulgenza. Vale qui il principio generaleche con un'unica moneta non si possono pagaredue debiti, corrispondenti ciascuno aquell'unica moneta. E cioè: se due sono le obbligazioni,non può soddisfare ad esse un unico atto: peresempio il digiuno di una vigilia, la Messa festiva,non possono servire e all'adempimento del precettoe insieme all'indulgenza del Giubileo, se perquesto vi fossero prescritte tali opere pie. Peròla penitenza Sacramentale può servire a compierel'obbligo derivante dal Sacramento ed a lucrarel'indulgenza. Con la stessa opera, cui siano annesseindulgenze sotto varii aspetti, non si possonoacquistare più indulgenze, ma una sola; vi èuna speciale concessione per la recita del S. Rosarioin cui si possono cumulare le indulgenzedette dei PP. Cruciferi e quelle dette dei PP.

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Predicatori, e ordinariamente, anche quelleApostoliche.4. Le opere, comunemente prescritte sono:Confessione, Comunione, visita ad una Chiesa, precivocali.a) Circa la Confessione vi sono alcuneavvertenze: i fedeli soliti a confessarsi due volte almese e comunicarsi almeno cinque volte persettimana, possono acquistare tutte le indulgenze cherichiederebbero confessione e comunione (eccettuatosoltanto il Giubileo). Inoltre la confessionebasta che sia fatta nella settimana che precedee nell'ottava che segue il giorno cui è stata fissatal'indulgenza. La confessione quantunque nonrichiesta per certe indulgenze, in pratica, occorre:poiché vi è posta la clausola . contriti e confessati»o «alle solite condizioni». Ma in questi casichi usa confessarsi e comunicarsi, come soprasi è detto, può lucrare le indulgenze senzaconfessione apposita.b) La Comunione è la parte migliore; giacchéassicura le disposizioni del cuore per acquistarele sante Indulgenze. Può riceversi nel giorno cuiè fissata l'indulgenza, o alla vigilia o negli ottogiorni successivi. Il Viatico serve come Comunioneper l'acquisto delle indulgenze anche delGiubileo; ma la Comunione spirituale non èsufficiente. La Comunione poi ha una particolarità:una sola Comunione basta per lucrare molte

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indulgenze plenarie nella giornata. Infatti laComunione è l'unica opera che non si deve ripetereper lucrare le indulgenze, ancorché queste sianodistinte e si richieda la Comunione per ognuna;ma è necessario ripetere tante volte le altre opere,quante sono le indulgenze che si vogliono lucrare.

5. Per i defunti vi sono poi due condizionispeciali da osservarsi perché siano loro applicatele indulgenze. Cioè: è necessario che siano state concessecome applicabili ai defunti (e questo puòfarlo soltanto il Papa); e, in secondo luogo, occorreche chi le acquista metta l'intenzione diapplicarle, almeno con un'intezione abituale.

6. Inoltre, spesso vengono prescritte preghierevocali: allora è necessario farle con la bocca,giacché l'orazione mentale sarebbe insufficiente.Se sono da farsi in una Chiesa, tale condizione ènecessaria per l'acquisto; nè possono servirepreghiere già obbligatorie per altro motivo. Si possonorecitare in qualunque lingua, alternativamentecon compagni; per sordomuti e per i malati sisuol fare la commutazione.Spesso, come condizione per l'acquisto delleIndulgenze, si deve aggiungere alle altre opereuna preghiera secondo l'intenzione del SommoPontefice. Per adempiere tale condizione èsufficiente la recita di un Pater, Ave, Gloria.I fedeli, ascritti a qualche confraternita, possonolucrarne le indulgenze, compiendo le opere

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prescritte, ancorché non abbiano osservato gli statutidelle confraternite stesse.

Adriana era cugina di S. Margherita da Cortorìa e suaconfidente; sin dalla gioventù, desiderando conseguire la celebreindulgenza della Porziuncola, si portò ad Assisi, nellaChiesa della Madonna degli Angeli. Quel 2 agosto viera grande concorso di gente. Adriana fu tanto oppressada quella calca che, ritornata a Cortona, tormentata daviolentissimi dolori morì. S. Margherita non poté trattenerele lacrime per la morte di sua cugina. E, mentre neraccomandava l'anima al Signore, ebbe da Gesù Cristo questarivelazione: -- Non piangere più l'anima della tuaAdriana, giacché per i meriti grandi dell'indulgenza,conseguiti da lei in Santa Maria degli Angeli, io l'ho ammessaalla gloria dei beati.S. Maria Maddalena de' Pazzi aveva assistito con sommacarità alla morte di una consorella. Le monache eranostate sollecite nei consueti suffragi della Religione nonsolo, ma le applicarono anche le sante indulgenze lucratein quel giorno. Nella chiesa restava esposto il cadavere.Dalle grate, con affetto di tenerezza e di devozione, loguardava Maria Maddalena. Mentre implorava requie epace alla defunta, vide l'anima di quella consorella innalzarsiverso il Cielo per ricevere la corona dell'eterna gloria.Addio, sorella -- esclamò la santa -- addio, animabeata; prima tu in cielo che il corpo tuo nel sepolcro. Oh,felicità! oh, gloria! negli amplessi del divino Sposo ti sostengadi noi che sospiriamo quaggiù! Mentre così diceva,le apparve Gesù per consolarla, dichiarandole che in virtùdelle Indulgenze, quell'anima era stata tanto presto liberatadal Purgatorio ed ammessa in Paradiso. Perciò in quelmonastero si accese tanto fervore per l’acquisto delle santeindulgenze, che si aveva quasi scrupolo di lasciarne alcuna.Una scintilla di quel santo fervore si avvivi e divampinei nostri petti.

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Pratica: Tra le orazioni indulgenziate vi è ilsegno di croce, l'Angelus, gli atti di fede, speranza,carità. Abituatevi a fare e dire devotamentetali atti e preghiere.

Preghiera: O anime sante del Purgatorio, noipreghiamo per voi; ma voi che siete già sicuredella salvezza, pregate per noi che ci troviamo ancorain tanti pericoli di perderci.

21. Alcune fra le principali indulgenze

« Quando potueris, ita esto misericors... Praemium enimbonum tibi thesaurizas in die necessitatis.--Usa misericordiasecondo la tua possibilità... poiché ti accumulerai unagrande ricompensa per il dì del bisogno. (Tob. IV, 8-10).

Grande è la larghezza della Chiesa nelsoccorrere i suoi figli; perciò ha creato una ricchissimaquantità di mezzi per comunicarci le santeindulgenze. Sta sommamente a cuore a questaMadre che non cadiamo nelle fiamme delPurgatorio, o, se caduti, ne siamo liberati al più presto.Ricordiamo alcune tra le principali indulgenze:1. Il Giubileo. E' un'indulgenza plenaria esolenne, concessa in circostanze straordinarie, dalSommo Pontefice.

Venne la prima volta concessa nel 1300 da BonifacioVIII: dapprima si concedeva una volta ogni 100 anni;poi ogni 50, poi ogni 30 anni; e dal 1475 restò fissatoogni 25 anni. E' però da notarsi che il Giubileo è di quattrospecie; ordinario e straordinario, universale e particolare.

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Infatti oltre a quello di 25 anni, che si dice ordinario,vi è quello che il Papa può concedere per un fattoimportante nella Chiesa; e oltre a quello concesso a tuttala Chiesa vi è quello concesso a tutta una nazione oprovincia ecclesiastica. Il Giubileo è sostanzialmente comeun'altra indulgenza plenaria; ma differisce accidentalmenteper il modo solenne e per i privilegi che l'accompagnano.E potremmo dire che ne differisce anche perchéne è più facile l'acquisto, poiché nel Giubileo vi è comoditàe occasione di prepararsi meglio. Oltre le solitecondizioni, dello stato di grazia e l'intenzione, si richiedonoopere particolari: confessione, comunione, visita alle Chieseed altre come è indicato nella Bolla di promulgazione.

2. Indulgenze « toties quoties». Sono indulgenzeplenarie che si possono lucrare tante volte,quante volte si compie una determinata opera o siadempie un determinato atto di pietà. Le condizioniper lucrare le indulgenze « toties quoties».sono pressoché le comuni: intenzione, stato di grazie?confessione, comunione, visita a qualche chiesarecitando ad ogni visita 6 Pater, Ave e Gloriao una preghiera equivalente. Simili concessioni diindulgenza toties quoties particolari vi sono:

Per la festa della SS. Trinità, nelle Chiese dei Trinitarie dove ne è eretta la Confraternita, per la festa delCorpus Domini nelle Chiese della Congregazione del SS.Sacramento; per la celebrazione del mese del S. Cuore(ultima domenica di giugno) in tutte le chiese, ed ancheoratori dei Seminari e pie comunità; per la festa dellaMadonna del Carmine ( 16, luglio ) in tutte le Chiese deiCarmelitani e dei Terziari; per la festa del Rosario in tuttele Chiese ove è canonicamente eretta la Confraternita delRosario; per la festa dell'Addolorata (15 settembre) nelleChiese dei Servi di Maria, dei Terziari e dove ne è eretta

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la Confraternita; per la festa di S. Ignazio (31 luglio)in tutte le Chiese dei Gesuiti; per la festa di San Francescodi Paola (2 aprile) nelle Chiese dei Minimi.Per tutti i fedeli: il giorno della Commemorazione ditutti i fedeli defunti (2 novembre) in tutte le Chiese edOratori anche semipubblici; l'ultima domenica di Gennaioo di Giugno dove si è celebrato il mese predicato del SacroCuore di Gesù.La Basilica Vaticana gode dell'insigne privilegiodell'indulgenza toties quoties ogni giorno.Vi è pure l'indulgenza toties quoties per ogni terzaparte di Rosario che si recita davanti al SS. Sacramentoesposto o chiuso nel Tabernacolo, anche senza uscire diChiesa.

Il Confessore può commutare le pie opereprescritte (visite, ecc., ma non la Confessione oComunione) se si è legittimamente impediti.

3. Ricche d; indulgenze sono molte invocazionidette giaculatorie. E le si acquistano anche conla sola recitazione mentale. Ne ricordiamo alcune:

Il Dio: Sia fatta, lodata e in eterno esaltata lagiustissima, altissima ed amabilissima volontà di Dio in tuttele cose. (500 giorni).Mio Dio e mio tutto. (300 giorni).Sia benedetto il Nome del Signore. 500 giorni).Mio Dio, concedeteci l'unità delle menti nella verità,e l'unione dei cuori nella carità. (300 giorni).O Dio, abbi pietà di me peccatore. (500 giorni).O Dio, Voi siete onnipotente, fatemi santo. (500 g.).O Signore, liberami da ogni peccato (500 giorni).O Signore, sia fatta la tua volontà. (500 giorni).O Signore, aumenta la mia fede. (500 giorni).

I Gesù Cristo: Gesù mio, misericordia. (300 giorni).

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Gesù, Dio mio, ti amo sopra ogni cosa. (300 giorni).Benedetto Gesù Cristo e la purissima Madre. (300 g.).Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo edivinissimo Sacramento. (300 giorni).Signore, vi ringrazio che siete morto in Croce per imiei peccati, (300 giorni).Dolce Cuore del mio Gesù, fa' che io ti ami semprepiù. (300 giorni).

Cuore di Gesù, confido in Voi. (300 giorni).Sacro Cuore di Gesù, convertite i poveri bestemmiatori.(300 giorni).Eterno Padre, io vi offro il Sangue preziosissimo diGesù Cristo in sconto dei miei peccati in suffragio delleanime sante del purgatorio e per i bisogni della santaChiesa. (500 giorni).

Allo Spirito Santo: O Dio, Spirito Santo, abbi pietàdi noi. (500 giorni).La grazia dello Spirito Santo illumini i nostri animie i nostri cuori (500 giorni).

A Maria Santissima: Maria, speranza nostra, abbi dinoi pietà. (300 giorni).Santa Maria, liberaci dalle pene dell'inferno. (300 g.).Madre mia, fiducia mia. (300 giorni).Vergine Maria, Madre di Gesù, fateci santi. (300 g.).Madre di misericordia, prega per noi. (300 giorni).O Maria concepita senza peccato, pregate per noi, chericorriamo a voi. (300 giorni).Dolce Cuore di Maria, siate la salvezza mia. (300giorni) .Regina degli Apostoli, prega per noi. (300 giorni).Gesù, Maria, Giuseppe. (7 anni).Gesù, Giuseppe, Maria, vi dono il cuore e l'anima mia.Gesù, Giuseppe, Maria, assistetemi nell'ultima agonia. Gesù, Giuseppe, Maria, spiri in pace con voi l'animamia. (7 anni per ogni invocazione).

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Requiem aeternam dona eis, Domine; et lux perpetualuceat eis. Requiescant in pace. Amen. (300 giorni).Pie Jesu Domine, dona eis requiem sempiternam (300 g).

4. Sono ricchi di Indulgenze applicabili ai Defuntii così detti Scapolari o Abitini. Ne ricordiamospecialmente tre:

Scapolare del Carmine: Risale a S. Simone Stoch. Nellanotte dal 15 al ;6 luglio 1251, apparendogli la Madonna,gli disse: « Ricevi, diletto figlio, questo scapolare deltuo ordine:... chi morrà piamente rivestito di quest'abitosarà preservato dal fuoco dell'inferno ». Lo stesso scapolareha annesso l'altro privilegio che si dice sabbatino erisale a Papa Giovanni XXII, nel 1321: per il quale coloroche ne sono rivestiti, saranno dalla Madonna liberatidalle fiamme de! Purgatorio, il primo sabato dopo la morte.Occorre: portare l'abitino (o la medaglia che losostituisce) con pietà, cioè vivendo cristianamente e osservarela castità secondo il proprio stato.

Scapolare ceruleo o dell’immacolata: Nel 1617 la Ven.Orsola Benincasa ottenne da Gesù grazie e privilegi percoloro che, vivendo castamente secondo il proprio stato,avessero professato una sincera devozione all'Immacolatae ne avessero portato l'abitino o scapolare. E' necessaria laimposizione da un sacerdote e autorizzato e che si porti sullapersona l'abitino o la Medaglia-ScapoLare. E' un privilegioa favore dei PP. Teatini, come il precedente è a favoredei Carmelitani e il seguente a favore dei Serviti.

Scapolare nero o dell'Addolorata: Mira in modo specialea compatire la Vergine SS. nella sua pazienza, frai suoi dolori e le sue pene intime. Risale al 1240 in seguitoad un'apparizione della Madonna ai Sette SantiFondatori. E' necessaria l'imposizione dell'abitino e alcunepratiche. L'iscrizione è richiesta per lo scapolare dell'Addolorata e del Carmine, non per quello dell'Immacolata.

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5. Fonte di indulgenze per noi e per le animepurganti è l'iscrizione alle varie Opere, quali: laPontificia Opera per la Propagazione della Fede;l'Opera della Santa Infanzia; la Confraternita delS. Rosario; la Pia Società San Paolo; la Congregazionedel Sacro Cuore.

6. Una vera ricchezza di indulgenze sonoracchiuse nella devozione alla SS. Eucaristia. Nericordiamo alcune.

Indulgenza plenaria: per chi recita una terza parte diRosario innanzi a Gesù Sacramentato (sia esposto che chiusonel Tabernacolo; per i Sacerdoti che recitano l'interoUfficio Divino anche se diviso m parti, innanzi al SS.moSacramento (esposto o chiuso); per tutti i fedeli che fannoalmeno mezz'ora di adorazione a favore delle VocazioniSacerdotali, alle solite condizioni; per chi fa celebrare laSanta Messa in riparazione delle ingiurie fatte al SS.moSacramento; una volta al mese, in giorno a scelta, per chicomunicandosi prega per le Missioni, e visiterà una chiesaod un oratorio pubblico.

Pratica: Chi ha zelo per l'anima propria ecarità per le anime purganti fa un gran conto diquesto tesoro inestimabile che sono le indulgenze.Procura oggi di acquistare più indulgenze chepuoi e rinnova l'intenzione di acquistare tutte leindulgenze annesse alle pie opere che compi nelgiorno.

Preghiera: Ricordati o Signore, della tua creaturache hai redento col tuo prezioso sangue.

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22. Il mese di novembre

Beatus qui intelligit super eger um et pauperem.Beato colui che ha pensiero del miserabile e del povero.(Salm. 40, 1).

Novembre con la sua mestizia c'invita a pensare,a suffragare i morti. Il cielo è nuvoloso, glialberi spogli, la terra ricoperta di foglie secche.Freddo e melanconico, il vento soffia attraversoqueste rovine. Niente sorride; tutto sembrapiangere.

La Chiesa sceglie questo mese per farci piangeresui nostri morti. Essi pure hanno vissuto;anch'essi hanno visto dolci aurore e contatti giocondi;ora sono preda della tomba. Ma la tomba nonè abbastanza profonda per sottrarre l'uomo ai rigoridella divina giustizia. Prima di fare un passoirrevocabile, prima di oltrepassare la soglia sìardentemente desiderata dell'eterna beatitudine, molteanime devono purificarsi nelle fiamme espiatrici.Una regione dolorosa le aspetta, le riceve e lecustodisce con sorveglianza gelosa. Nessuno usciràda quel carcere tenebroso senza avere pagatocon moneta d'angoscia, sino al suo ultimospicciolo. Nel numero di questi esiliati dal cielo edalla terra, languiscono nostri amici e nostrifratelli. Le loro voci lamentevoli sono dirette a noi,notte e giorno: Anima in angustiis et spiritus anxiusclimat ad te (Baruc, III, 1). Ma, forse, il

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rumore degli affari, del lusso, delle allegrie, ilchiasso dei nostri piaceri coprono le voci di questeanime, le quali stupiscono di non essere udite dacoloro che pretendevano amare ed avevano lorogiurato, nel momento della separazione, uneterno ricordo. Compassionevole per le dimenticate e idimenticati, la Chiesa impone silenzio ai suoni festevoli,alle cadenze del ballo, ai rumori della vita, e levale braccia al Dio delle misericordie. Attraverso unnero manto di dolore essa ci tende la mano e dice:«Per le anime del Purgatorio! » Quali viscere non sono commosse da questasupplica? Ci è forse una miseria più grande? Visono forse miseri più sfortunati e più cari? Nonsiamo loro uniti con i legami della carità, dellareligione, della società, della famiglia e del sangue?Le anime Purganti sono forse lontane dainostri cuori, perché non sono davanti ai nostriocchi? La minima delle loro sofferenze qui cifaceva piangere, ed ora che sono oppresse daatrocissimi dolori restiamo insensibili? Un giornola nostra santa Madre, la Chiesa, non tenderàpiù la mano per gli altri, ma per noi. Quale dirittoavremo allora alla compassione dei nostrifratelli, se noi siamo stati senza pietà? Crudeli cisaranno allora i dolori dell'abbandono: terraoblivionis. L'amicizia, la giustizia e l'interesse ciobbligano dunque a pregare per le anime del

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Purgatorio. Diamo loro largamente; grandi sono i lorobisogni, e noi siamo tanto potenti per suffragarle,mentre esse sono incapaci di aiutarsi. Noiabbiamo tesori fra le nostre mani; basta che le apriamoper effondere questi tesori sulle povere anime. Oh, sì, preghiamo molto per le anime delPurgatorio! Ogni preghiera, soprattutto se arricchitadi Indulgenze, ogni buona opera di suffragio nediminuisce l'intensità delle pene, ne anticipa laliberazione. Un'ora di più in Paradiso, un'ora dipiù per amare, godere, possedere Dio in tutta lapotenza dell'affetto, chi può dire quanta gioia efelicità apporta a quelle anime? Se abbiamo qualcheinfluenza su altri perché Sacerdoti, Religiosi,madri di famiglia, Superiori di comunità, stabiliamol'uso di pregare, soffrire ed operare persuffragare i defunti. Sarà per noi sorgente di felicitàin vita ed anche dopo morte. La Teologia c'insegna che ogni volta che glialtri fanno un'opera buona, della quale noi abbiamoposto la causa durante la nostra vita, lanostra gloria aumenta e se siamo in Purgatorio, lapena diminuisce. Così, abbiamo stabilito in unaParrocchia il Rosario? abbiamo abituato i nostrifigli a pregare sera e mattina, a visitare gli ospedali,a fare l'elemosina ai poveri? abbiamo insegnatoqua]che preghiera ad un ignorante? Ognivolta che in questa Parrocchia sarà recitato ilRosario, ogni volta che i nostri figli praticherannouna delle virtù loro insegnate, noi risentiremo una

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nuova gioia, la gioia di vedere Dio maggiormenteglorificato per merito nostro.Preghiamo molto per le care anime purganti,acquistiamo per esse molte indulgenze. Sappiamo,del resto, che « basta per divenire un santo,acquistare più indulgenze che sia possibile »: celo insegna S. Alfonso. E Sant’Ignazio scrive che:« Per coloro che cercano l'amor di Dio ed il Cielo,le indulgenze sono un ricco tesoro e come tantepietre preziose ».Ma fra tutte le pratiche di pietà di cuidovremmo essere zelatori e propagandisti, quelladel mese di Novembre sembra essere la più efficacea suffragio delle anime purganti. Un meseintero di continue preghiere, un mese intessutodi continui esercizi di pietà, di opere di suffragio!Quante anime si possono trarre da quel carceretenebroso! Zeliamo questa ottima e piissima pratica.Non potendo pubblicamente, facciamolo almenoin privato, in seno alle nostre famiglie, fra inostri amici e conoscenti. Le anime del Purgatorioci saranno molto riconoscenti.Ecco le indulgenze annesse alla pratica delmese di Novembre, dedicato ai defunti.

I fedeli che nel mese di Novembre faranno preghiereod altro esercizio di pietà in suffragio de; fedeli defunti,acquistano:1. l'indulgenza di tre anni una volta al giorno; . l'indulgenza plenaria, alle solite condizioni, seavranno compiuto le stesse opere l'intero mese.

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Coloro poi che nel mese di Novembre assisterannodevotamente agli esercizi di pietà in suffragio dei defunti,in qualche Chiesa od oratorio pubblico, acquistano:1. l'indulgenza di sette anni in ciascun giorno del mese;2. l'indulgenza plenaria una volta nello stesso mese,se avranno assistito ai suddetti esercizi almeno per quindicigiorni, e faranno la Confessione, la Comunione e unapreghiera secondo l'intenzione del Papa.

Se tutto il mese di Novembre è dedicato alsuffragio, la liturgia dei defunti però spiega lasua maggior solennità nel giorno dei Morti.La Santa Chiesa possiede una particolare liturgiapei defunti: attraverso il dolore e le lacrime fabrillare agli occhi dei fedeli la consolante lucedell'immortalità. La S. Messa ha il primo posto,è come il centro divino al quale tutte le altrepreghiere e cerimonie si riferiscono. Celebrata lafesta di « tutti i Santi », i Ministri del Santuariohanno deposte le vesti della giocondità per indossarequelle del lutto: le voci di giubilo si sonocambiate in quelle mestissime della « requiemaeternam »; le campane che prima suonavano a festahanno incominciato a dare mesti rintocchi e,nella grande solennità dei trapassati, tutti iSacerdoti celebrano il Sacrificio pei defunti, mentrei fedeli si fanno un dovere di assistervi ed offrirela santa Comunione con preghiere, elemosine persollevare i loro fratelli del Purgatorio.

Assai antica è la Commemorazione dei fedeli Defunti.Fin dal principio la Chiesa usò pregare per i suoi figlitrapassati: cantava Salmi, recitava preghiere, offriva la

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Santa Messa pel riposo delle loro anime; non vi era peròun giorno determinato per raccomandare a Dio i mortiin generale. Ma, nel secolo X, la Chiesa, sempre direttadallo Spirito Santo, istituì la Commemorazione di tutti iFedeli Defunti, per impegnare i fedeli viventi a compierecolla maggior cura e il fervore possibile il grande doveredella preghiera per i morti, ordinato dalla cristiana carità.La culla di questa commovente solennità fu l'abbaziadi Cluny. Ne era abate S. Odilone, il quale sulla finedel secolo X, edificava la Francia colla sua carità verso ilprossimo. E non cessava di pregare anche per le animedel Purgatorio. Fu questa stessa carità che gli ispirò distabilire a Cluny, nel suo monastero e nei luoghi postisotto la sua dipendenza, la Commemorazione di tutti itrapassati. Si crede, dice lo storico Berault, che vi fosseindotto da una rivelazione, poiché Dio si degnòmanifestare in modo miracoloso quanto gli fosse gradita ladivozione di Odilone.Ecco come il fatto è riferito dagli storici. Mentre- ilS. Abate governava il suo monastero in Francia, viveva unpio eremita in una piccola isola sulle coste della Sicilia.Un pellegrino francese che ritornava da Gerusalemme, fugettato da una tempesta su quello scoglio. L'eremita cheandò a visitarlo, gli domando se conoscesse l'abazia diCluny e l'abate Odilone. « Certamente rispose il pellegrino,li conosco e mi glorio di conoscerli; ma voi come liconoscete? e perché mi fate questa domanda? » «Odospesso, replicò il solitario, gli spiriti maligni lamentarsi dellepie persone che con le loro preghiere ed elemosineliberano le anime dalle pene che soffrono nell'altra vita; maparticolarmente si lamentano di Odilone, abate di Cluny,e dei suoi religiosi. Quando, dunque, sarete giunto nellavostra patria, in nome di Dio, vi prego ad esortare quelsanto abate ed i suoi monaci a raddoppiare le loro buoneopere in favore delle povere anime ».Il pellegrino si recò all'abazia di Cluny per fare quantoaveva promesso.

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Perciò S. Odilane ordinò che in tutti i monasteri delsuo istituto ogni anno, il giorno dopo la festa diOgnissanti, si facesse la Commemorazione di tutti i fedeli trapassati,recitando, fin dalla vigilia, il vespro dei defunti ed ilmattutino nell'indomani, suonando tutte le campane, ecelebrando una messa solenne per i defunti.Si conserva ancora tale decreto emanato nell'anno 998a Cluny. Ben presto una pratica tanto pia passò ad altrechiese, e, dopo qualche tempo divenne pratica universaledi tutto il mondo cattolico.

Il Papa Benedetto XV conferì maggiore solennitàa detta Commemorazione. Infatti, il 10 Agosto1915, con una Costituzione Apostolica speciale,stabilì che ogni Sacerdote possa, in tal giorno,celebrare tre SS. Messe per suffragare più largamentele anime purganti.Nel giorno della Commemorazione dei fedelidefunti tutte le SS. Messe godono dell'altareprivilegiato ed hanno perciò annessa l'indulgenza plenaria(Can. 917). L'altare privilegiato, è una specialeindulgenza plenaria annessa ad un altare,indulgenza che può acquistare chiunque vicelebra.Il Beato Pio X aveva già arricchito di prezioseindulgenze questo santo e pio giorno. Egli concessea chi visita qualunque chiesa, oratorio pubblicoo privato, qualunque cappella, anche delcimitero o campestre, di lucrare un'indulgenza plenariaa toties quoties ». Non è neppur necessarioche nella Chiesa si conservi il SS. Sacramento; mal'indulgenza può essere lucrata solo in sollievo

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delle anime del Purgatorio. Nella visita bisognarecitare « sei Pater, Ave e Gloria» o preghiera didurata equivalente e adempiere le solitecondizioni. Questa è una delle indulgenze più facili: èconcessa a tutti, senza bisogno di appartenere aTerzi Ordini, Confraternite, od altro; e le visitesi possono fare ovunque.

In seguito ad informazione degne di fede l'UnitàCattolica, alcuni anni or sono, raccontava il seguente fatto:Il prof. Cesare Parrini, uomo di molto merito, faceva dalungo tempo parte della massoneria. E, come massone, siera pure impegnato nel testamento a non ricevere alcunprete se fosse caduto ammalato, ed aveva chiesto che lesue esequie fossero solamente civili. In un duello, il Parriniaveva riportato molte ferite. Conscio della gravità delsuo stato, il Professore volle un Sacerdote; fece chiamareil Vicario della Parrocchia, e, dinanzi ai testimoni richiestidal Sacerdote, ritrattò la sua adesione alla setta massonica,e a tutti i suoi scritti contro la Chiesa e la fede. Fatta cosìla sua ritrattazione, ricevette gli ultimi Sacramenti contali disposizioni che edificarono tutti i presenti e moribaciando il Crocifisso e dichiarando di riconoscer Gesù Cristoper sua unica consolazione e speranza. L' «Unita Cattolica»aggiungeva che parecchi si domandavano quale fosse stata lacausa di questa conversione. E ne dava la spiegazione: CesareParrini era stato educato cristianamente e mai avevadimenticato di recitar ogni giorno il De profundis per leanime del Purgatorio; di più, amava e rispettava molto laSS. Vergine di cui teneva un'immagine sul tavolino dalavoro. Maria, il rifugio dei peccatori, si ricordò di luinel punto estremo, e le anime sofferenti gli dimostraronoallora la doverosa gratitudine per il bene che aveva lorofatto.

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Pratica: E' veramente un pensiero santo esalutare il pregare per i morti. Proponete, oggi, didedicare e, possibilmente, far dedicare il mese diNovembre alle anime purganti e recitate a lorosuffragio un De Profundis.

Preghiera: Sacro Cuore di Gesù, venga ilnostro regno !

23. Le tre Messe per i defunti

Tunc acceptabis sacrificium justitiae, oblationes etolocausta, tunc imponent super altare tuum vitulos - Alloraaccetterai il sacrificio di giustizia, le oblazioni e gli olocausti;allora offriranno sopra il tuo altare i vitelli. (Salm. 50, 20).

Il Papa Benedetto XV estendeva a tutti isacerdoti del mondo la facoltà già concessa alla Spagnae al Portogallo di poter celebrare tre Ss. Messenel giorno 2 novembre, Commemorazione di tuttii fedeli Defunti. Queste tre Ss. Messe devono essereapplicate: una secondo l'intenzione del Sacerdotecelebrante; l'altra a beneficio di tutte le animepurganti; la terza secondo l'intenzione del SommoPontefice. Nelle intenzioni del S. Padre vi è anchequella di adempiere tutti quei legati di Messeche, per qualche motivo, rimangono insoddisfatti,e di suffragare efficacemente le anime purgantidei tanti morti in causa od occasione della guerra.

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Le tre Ss. Messe sembrano uguali; e lo sonoinfatti oltre che nella parte ordinaria anche inquelle parti che vengono sempre recitate o cantatenelle Messe dei Defunti. Tuttavia le tre Ss.Messe hanno uno spirito e un carattere propriospirito e carattere speciale che si desume dall'Oremus,dall'Epistola e dal Vangelo. La prima Messaricorda specialmente la risurrezione finale; laseconda ci parla particolarmente del bisogno e dellaefficacia dei suffragi; la terza è un ammonimentoanche per i vivi: per giungere alla felicerisurrezione ed evitare il Purgatorio è necessario fareuna vita buona e pia.Prima Messa: Come dogma e verità è unammaestramento circa la risurrezione finale. Comemorale ed insegnamento pratico inculca lasantificazione dell'anima e del corpo che dovrà risorgerein gloria. Come culto è una supplica per i Defuntiche sono in Purgatorio.L'Oremus infatti chiede la liberazione di tuttele anime purganti con una remissione generale ditutti i loro peccati.Nell'Epistola S. Paolo descrive la risurrezionefinale. Dice che al suono della tromba, ossia allavoce onnipotente del Figlio di Dio, tutti uscirannodal sepolcro, ma non tutti saranno trasformati incorpi impassibili e gloriosi. Avranno un corpopassibile ed orrendo i dannati, mentre avranno un corpotrasformato, simile a quello di Gesù Cristo, glieletti: allora per questi non vi sarà più né dolore

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né morte, perché la morte è stata completamentevinta da Gesù Cristo. Poiché è di fede: il corpodegli eletti si vestirà di incorruzione e diimmortalità. Ed ecco un'altissima considerazionedell'Apostolo nel considerare lo splendore dei corpirisuscitati: « La vita ha vinto la morte: o morte doveè la tua vittoria? Dov'è il tuo pungiglione?» (ICor. XV, 55) -- Il pungiglione con cui la morteha inoculato il veleno negli uomini è il peccato;ma la virtù si oppone e ferma il peccato. Ora: siabenedetto Gesù Cristo. Il quale con la sua mortedi croce ci ottenne il perdono, ci riaperse il Cielo,ci diede la risurrezione anche del corpo.Col n.1 Oremus. -- Fidelium, Deus,omnium conditor et redemptor;animabus famulotum,famularumque tuarum remissionemcunctorum tribuepeccatorum; ut indulgentiam quomsemper optaverunt, pis suppli-cationibus consequantur: Quivivis

Col n. 2Preghiamo. -- Dio creatore eredentore di tutti i fedeli, da-alle anime dei tuoi servi e servela remissione di tutti i peccati;affinché per le piepreghiere conseguano quel perdonoche sempre bramarono: IlQuale vivi.

Lettura dell'Epistola del beato Paolo Apostolo ai Corinti(Cor. XV, 51-57). --Fratelli, io vi dico un mistero:Risorgeremo veramente tutti, ma non tutti saremocambiati. In un momento in un batter d'occhio, all'ultimatromba; che suonerà la tromba e i morti risorgerannoincorrotti, e noi saremo cambiati. Poiché fa d'uopo chequesto corpo corruttibile si rivesta dell'immortalità. Quandopoi questo corpo mortale si sarà rivestito dell'immortalità,allora sarà adempiuta la parola che sta scritta: Estata assorbita la morte nella vittoria. Dov'è, o morte,la tua vittoria? Dov'è, o morte, il tuo pungiglione? Oril pungiglione della morte è il peccato: e la forza delpeccato è la legge. Ma grazie a Dio il quale ci ha dato

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vittoria per Gesù Cristo Signore Nostro.

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Il Vangelo parla della risurrezione spiritualedelle anime e della risurrezione dei corpi nell'ultimogiorno. La risurrezione delle anime ce la portòGesù Cristo con la verità, con la virtù, con la nuovavita di grazia. Potente fu la voce del Maestro:. Vi dico, sarà l'ora (ed è questa), in cui i mortiudranno la voce del Figlio di Dio e chi avrà udito,vivrà ». La risurrezione finale avverrà pure per laparola onnipotente di Gesù Cristo. Finito il mondo,sarà quella l'ora in cui Egli chiamerà in unagiornata solenne al premio gli eletti suoi; e confinerànell'eterno orrore i reprobi: sarà l'ora di GesùCristo. Questo è l'ora in cui il demonio e lo spiritodel mondo hanno qualche potere: allora invece tuttisaranno sotto il potere di Gesù Cristo, poichéil Padre diede a Lui ogni facoltà di giudicare.

del santo Vangelo secondo Giovanni (Giov, V,25-29). -- In quel tempo disse Gesù alle turbe dei giudei:in verità, in verità vi dico, verrà l'ora, ed è questa,in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio: e chil'udrà, vivrà. perché, come il Padre ha la vita in sè, cosìha dato al Figlio l'avere in se stesso la vita: e gli hadato il potere di fare il giudizio, perché è Figlio dell'Uomo. Non vi stupite di questo; perché viene l'ora incui tutti nei sepolcri udranno la voce del Figlio di Dio;e ne usciranno quanti fecero il bene, in resurrezione divita; quanti poi fecero il male, in resurrezione dicondanna.

La Secreta prega quel Gesù che è propiziazionee pace, perché, avendo donato alle anime purgantiil grande dono della fede cristiana, aggiunga

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una nuova misericordia, dandone anche ad essa ilpremio.

Il Postcommunio chiede che l'offerta del S.Sacrificio della Messa sia utile a quelle anime percui fu fatta; onde ottengano la risurrezione deipeccati e il frutto della redenzione.Col n.1 Secreta. -- Hostias, quaesumus,Domine, quas tibi proanzmabus famulorum,famularumque tuarum offerimus,provitiatus intende: ut quibusfidei christianae meritumcontulisti, dones et praemium. chePer Dominum.

Col n.2Segreta. -- Deh! Signore,riguarda propizio, alle ostie cheti offriamo per le anime deituoi servi e serve: affinché, dopoaver donato loro il meritodella fede cristiana, ne doni anchepremio. Per il Signore.

Col n. 3 Postcommunio. --Animabus,quaesumus, Domine, famulorum,famularumque tuarumoratio proficiat supplicantium:ut eas et a peccatis omnibusexuas, et tuae reremptionisfacias esse participes: Quivivis

Col n.4Dopocomunione. --L'orazionedi coloro che ti supplichiamo,de! Signore, sia utile alle animedel tuoi Bervi e serve; affinchée le sciolga dai peccati loroe le faccia godere deifrutti della tua redenzione: il Qualevivi

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Seconda Messa. Come verità ci parla delPurgatorio: della sua esistenza, delle pene, deisuffragi. Come morale ci anima a suffragare quelleanime specialmente col massimo dei suffragi cheè la Santa Messa. Come culto, è ancora dominantela preghiera per i defunti. L'Oremus invoca dalla misericordia di Dio « lasede del refrigerio, la beatitudine del riposo e laluce della gloria ».Col n. 5 Oremus. -- Deus, indulgentiarumDomine: da animabusfamulorum famularunque tuarum,refrigerili sedem, quietisbeatitudinem, et luminis claritatem. Per Dominum.

Col n. 6Preghiamo. -- Dio, Signoredelle misericordie da alle animedei tuoi servi e serve lasede del refrigerio, la beatitudinedel riposo, la luce dellagloria Per il Signore.

Per i nostri cari defunti

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L'Epistola narra il fatto di Giuda Maccabeo,che abbiamo riportato più sopra.

Lettura del libro dei Maccabei (II Mach. XII, 43-46):In quel giorno il fortissimo Giuda, fatta una colletta, mandòa Gerusalemme dodici mila dramme d'argento, perché sioffrisse un sacrificio pei peccati dei defunti, rettamente epiamente pensando intorno alla risurrezione (perché se eglinon avesse avuto speranza che quei defunti avesseroa risuscitare, superflua e inutile gli sarebbe parsa l'orazioneper i morti); e perché considerava che per quelliche si erano addormentati nella pietà, serbavasi una grandemisericordia. Santo è dunque e salutare il pensierodi pregare per i defunti, affinché siano sciolti dai peccati.

Il Vangelo ci descrive la volontà e la missionesalvifica del Figlio di Dio Il Padre celeste perquesto fine ha mandato il suo Figlio sulla terra:perché egli salvasse il mondo che per i suoi erroridi mente e di cuore aveva smarrito la via delcielo. Ed il Figlio di Dio venne come buon Pastorea ricercare la pecorella smarrita. L'intero genereumano è raffigurato in questa pecorella smarrita;e, purtroppo, ognuno di noi è membro diquesto genere umano; è figlio di Adamo, e pel peccato,dovrebbe andar perduto. Ma Gesù Cristo èil Salvatore: chiunque crede in Lui avrà la grazia,la vita dell'anima; e Gesù Cristo lo risusciterà nellagloria nel giorno finale.

Seguito del S. Vangelo secondo Giovanni (Joann. XVI,37-40 ) . -- In quel tempo disse Gesù alle turbe dei Giudei:verrà a me tutto quanto il Padre mi dà; ed io nonscaccerò chi viene a me; perché sono disceso dal cielo

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non per fare la mia volontà, ma la volontà di coluiche mi ha mandato. E la volontà del Padre che mi hamandato e questa: che di quanto egli mi ha dato, ioniente perda, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. E la volontàdel Padre che mi ha mandato è questa: che chiunqueconosce il Figlio e crede in lui, abbia la vita eterna:ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno.

La Secreta ricorda il dogma della Comunionedei Santi, in virtù della quale hanno valore isuffragi.Nel Postcommunio si prega il Signore che gradiscala purificazione di queste anime come laChiesa intende venga compiuta nella S. Messa.Col n. 1Secreta. -- Propitiare Domine,supplicationibus nostris,pro animabus famulorumfamularumque tuarum pro quibustibi offerimus sacrificiumlaudis: ut eas sanctorum tuorumconsortio sociare dignerisPer Dominum.

Col n.2Segreta. -- Sii propizio, osignore, alle nostre suppliche perle anime dei tuoi servi e delletue serve a favore delle qualiti offriamo il sacrificio di lode:onde ti degni aggregarle allasocietà dei tuoi santi. Per ilSignore.

Col n.3Postcommunio. -- Praestaquaesumus Domine, ut animaeJamuíorum famularumquetuarum his purgataesacrficiis, indúlgentiam pariteret requiem capiant sempiternam.Per dominum.

Col n. 4

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Dopocomunione. -- Deh! fa osignore, che le anime dei tuoiservi e delle tue serve, puribcateda questi sacrifici ricevanoinsieme il perdono ed ilriposo eterno. Per il Signore.

Terza Messa: E' un ammonimento per noi: evitareil peccato e fare la debita penitenza per evitareil Purgatorio e meritare di entrare subito allagloria.Le preghiere di questa Messa sono quelle dellaMessa quotidiana dei Defunti (pag. 110).

l n povero vecchio, portinaio di un Seminario, durantela sua vita, soldo per soldo aveva accumulato coi

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suoi risparmi la somma di 800 franchi. Non avendo famigliaa cui lasciarli, li aveva destinati a far celebraretante Messe in suffragio dell'anima sua quando fossemorto.Un giovane Sacerdote che stava per recarsi nelle missionistraniere, ebbe occasione di parlare della suapartenza al povero vecchio, il quale, ispirato da Dio,si decise subito di erogare a vantaggio dellapropagazione della fede il suo piccolo peculio. Preso indisparte il giovane missionario, gli disse che quantunqueavesse già destinato quella somma in suffragio dell'animapropria, tuttavia preferiva restare dopo morte un pò piùdi tempo in Purgatorio, purché il nome di Dio fosseglorificato sulla terra ed il Vangelo si dilatasse nel mondo.Il giovane sacerdote, commosso a tale offerta, vollerifiutarla, ma l'altro insistette tanto, e tanto supplicò, chefinalmente dovette cedere. Pochi mesi dopo, quel buonvecchio morì. Quest'atto eroico gli avrà certamente ottenutodi entrare presto nella gloria, perché il Cuore diGesù, tanto amabile e generoso, avrà largamentericompensato chi si affidò alle fiamme del Purgatorio purchéil nome santo di Dio fosse conosciuto dagli infedeli, el'avrà voluto in Cielo, dove contemplerà quel Dio chetanto aveva amato su questa terra.

Pratica: Ascoltate le tre Sante Messe il giornodei Morti.

Preghiera : O Gesù, vita eterna nel seno del Padre,vita delle anime fatte a vostra somiglianza innome del vostro amore, svelate e fate conoscere ilvostro Cuore.

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24. Suffragi: le opere buone

Dominus preces nestras si manentes permanseritisin ieuniis et orationibus in conspectu DominiIlSignore esaudirà le vostre preghiere se sareteperseveranti nel digiuno e nelle orazioni dinanzi al Signore.(Jud. IV, 12).

Il Signore, che salva gli uomini col ministerodegli uomini, vuole e desidera vivamente liberarele anime purganti coi suffragi dei vivi. Egli hadato a noi il potere di soccorrere i nostri fratellidolenti da quelle fiamme per via di suffragio,ossia per mezzo di impetrazione e di soddisfazione.La parola suffragio nella lingua della Chiesaera spesso sinonimo di preghiera. Ma quandoil Concilio di Trento definì che le anime purgantipossono essere aiutate coi suffragi dei fedeli, adoperòtale parola in un senso più largo. La parolasuffragio comprende tutto quanto possiamo offrirea Dio in favore dei defunti. E noi possiamo offrirea Dio non solo le preghiere, ma tutte lenostre opere buone in quanto sono soddisfatorie eimpetratorie.Infatti tutte le nostre opere buone compiute ingrazia, formano, secondo S. Francesco di Sales, lapreghiera vitale, che è appunto il complesso dellenostre opere buone offerte al Signore con rettofine. Col nome di opere buone si intendono tuttequelle opere che sono almeno indifferenti e chesi compiono rettamente e con fine buono. Opera

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buona è il lavoro manuale di una donna di casache attende alle faccenduole domestiche; cosìl'attendere alla cucina, il far la spesa, l'educazionee la custodia dei bambini. Opera buona: il lavorodell'operaio, dell'artigiano, del contadino, chenelle officine e nelle industrie, nei campi e nelleminiere, sui mari, per terra, in aria, compie cose insé oneste. Opera buona: quella intellettualedell'artista che dipinge, riproduce, scolpisce; del medicoche esercita il suo ufficio; dell'avvocato cheattende alla sua professione; del maestro che educanella scuola. Opera buona: il lavoro del fanciulloe dello studente; del soldato che difende la patria;dell'uomo d'ordine che vigila all'osservanzadelle leggi. Opera buona: il lavoro che ha compitomorale, come quello intellettuale o materiale;collettivo o individuale; compiuto in casa o fuori;di giorno o di notte; in pubblico o in privato. E'opera buona ogni atto, anche per sè indifferente:lo stare, il conversare, il passeggiare, il riposare,il ristorarsi, ecc., purché fatto nel debito modo econ retta intenzione. Per comprendere questo, osserviamo che ogninostra opera, compiuta in stato di grazia,d'ordinario ha davanti a Dio un triplice valore: meritorio,impetratorio, soddisfatorio. Meritorio: aggiunge ainostri meriti il diritto ad un nuovo gradodi gloria in Cielo. Impetratorio: (impetra, ottiene),ossia ha la virtù di ottenere da Dio qualche grazia.Soddisfatorio, ossia l'opera è adatta a soddisfare

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alla divina giustizia, a pagare i nostri debiti dipene temporali dinanzi a Dio.Il merito è inalienabile e rimane proprio dellapersona che fa l'azione. Invece, il valore impetratorioe soddisfatorio può giovare ad altri, in virtùdella Comunione dei Santi.Esposte queste nozioni, rivolgiamo questa domandapratica: Quali sono i suffragi, coi quali,secondo la dottrina della Chiesa, possiamo aiutarle anime del Purgatorio? Rispondiamo: Sono lepreghiere, le elemosine, i digiuni e qualunquepenitenza, le indulgenze, soprattutto il santo Sacrificiodella Messa, ed ogni altra opera buona. Tuttequeste opere, compiute in stato di grazia, GesùCristo ci permette di offrirle alla divina Maestàper il sollievo dei nostri fratelli del Purgatorio:Dio le applica a quelle anime secondo le regoledella sua giustizia e della sua misericordia.La preghiera vocale: il soccorso misericordiosoche Gesù Cristo ci permette di porgere ai nostrifratelli sofferenti, apporta a noi stessi un fruttoeccellente! è opera vantaggiosa non soltanto peidefunti, ma santa ancora e salutare pei vivi. Lapreghiera ha grande potenza per impetrare daDio il perdono alle altrui colpe, per soddisfarle,espiarle. Possiamo e dobbiamo quindi servirceneper suffragare le anime del Purgatorio. La SacraScrittura stessa, ci esorta a quest'opera di suffragio,sentenziando « essere cosa santa e salutarepregare per i morti, perché siano sciolti dai loro

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peccati » (II Macc. XII, 46). Ecco perché la Chiesacoi suoi esempi ci stimola alla preghiera.Infatti, appena muore un suo figliuolo, col suono lugubredella campana, la Chiesa ne annunzia aifedeli il passaggio all'altra vita, perché preghinoper lui. Manda poi il suo Sacerdote a togliere dicasa la salma; la fa coprire di funebre drappo;l'asperge di acqua santa; e, portandola alla Chiesaal canto di devoti salmi, prega Iddio che non guardiall'iniquità, ma usi grande misericordia. NellaChiesa, rinnova le sue preghiere e invocazioni, e,nel congedare il cadavere che sarà trasportato alCimitero, si volge agli Angeli, invitandoli a portarela sua anima in seno a Dio.E quando quel cadavere sarà giunto alCamposanto, prima di calarlo nella fossa, rinnova ancorauna volta le sue preghiere e ancora lo aspergedi acqua benedetta. Ma il suo suffragio noncessa con lo scomparire del feretro agli sguardiumani. La Chiesa è molto larga nel concedere lacelebrazione della Messa da Requiem e per dipiù ordina ai suoi Sacerdoti che non celebrinomai la santa Messa senza ricordarsi in modo specialedei trapassati e, vuole che questo mementodei defunti si faccia subito dopo la Consacrazione.Tutte le sere, col suono dell'Ave Maria, invita ifedeli a recitare il De profundis; nella sua liturgia,indirizza continuamente a Dio delle preghierecommoventissime per i defunti; vuole che, in alcuneparticolari circostanze, si reciti l'Ufficio dei

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morti, e che ogni volta si recita anche una breveparte, una sola ora dell'Ufficio divino, si terminicon un pensiero ai defunti: Et fidelium animaeper misericordiam Dei requiescant in pace: E leanime dei fedeli defunti, per la misericordia diDio riposino in pace.Oh! seguiamo anche noi l'esempio e la praticadella Chiesa. Preghiamo anche noi per i defuntidurante la S. Messa e recitiamo anche noi,specialmente alla sera, il De profundis. In questabreve preghiera noi diciamo in sostanza: « Io gridoa te, o Signore, dal profondo luogo dove mitrovo, e t u ascolta la mia preghiera. Deh! nonguardare alle mie iniquità, perché se guardi adesse chi potrà stare innanzi a Te? Guarda soloalla tua misericordia ed alla copiosa redenzione,in cui io ripongo tutta la mia speranza ». Allarecita del De profundis aggiungiamo la recita diqualche Pater, Ave e Requiem, ed almeno di tantoin tanto, se non tutte le sere, la recita del SantoRosario. Oh! Il Rosario che la Chiesa tantoraccomanda, non è solo sorgente di tante grazieper i vivi, ma è pure d'una efficacia singolarissimaper sollevare i morti.Ad imitazione ancora della Chiesa, preghiamoper i defunti in particolari circostanze: Appenaveniamo a conoscenza che una persona è passataall'eternità; al terzo, settimo e trigesimo giornodella morte ed all'anniversario; quando ci troviamopresso il Cimitero, quando passa un accompagnamento -

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funebre, e soprattutto, quando noi stessi.vi partecipiamo. Fin dai primi tempi, la Chiesapose fra le opere di misericordia l'accompagnare idefunti all'ultima dimora, pregando per essi; eda questa azione, molto elogiata dalla Sacra Scrittura,sono annesse molte indulgenze. Quello chedesideriamo e diamo ai defunti, è costituito dabeni spirituali che Dio stesso è in qualche modoimpaziente di accordar loro. Inoltre, noi siamocerti che le anime per cui preghiamo non possonoporre ostacolo all’effetto delle nostre preghiere,essendo confermate in grazia. Perciò, molti Santiaffermano che la preghiera per le anime purgantie più efficace di quella per i peccatori.La Santa Comunione: la Comunione per i Defuntiè, dopo la S. Messa, il maggiore dei suffragi.Gesù Cristo ha istituito la Comunione sottoforma di cibo per indicarci che, come ogni giornoci sostentiamo di pane materiale, così ogni giornosarebbe nostro vantaggio cibare l'anima del paneEucaristico.Il Beato Pio X ha concesso molte indulgenzea coloro che si comunicano spesso e, specialmentea coloro che zelano la frequenza della Comunione.Vi sono molte pie persone che hanno l'abitudinedi fare una Comunione per settimana insuffragio dei defunti, scegliendo il lunedì od il martedì.Un bravissimo industriale diceva: Io nonho mai lasciato passare una settimana senza sentireuna Messa e fare la Comunione per le anime

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del Purgatorio, da cinquant'anni: d'allora le cosedella mia famiglia e della mia industria hannosempre prosperato. Il digiuno: sotto questo nome s'intende anzituttoil digiuno propriamente detto e, in secondoluogo, tutte le opere di penitenza e di mortificazione.Anche il digiuno e tutte le altre penitenzeservono assai ad espirare il peccato: basta ricordarel'esempio dei Niniviti. Ma poiché non tutti possono digiunare o faregravi penitenze per le loro deboli forze, o peraltre giuste ragioni, riflettiamo che vi sono millealtri mezzi per mortificarci, senza nuocere allanostra santità e senza distrarci dalle abitualioccupazioni. Astenerci, per esempio, da qualchedivertimento, da certe conversazioni; da certi giochio spettacoli, che sono anche troppo pericolosi peril buon cristiano, moderare gli affetti nei piacerie diletti leciti, qualche volta privarci nel pasto diciò che solletica solo il palato, concedere menolibertà alla lingua, tacere a tempo e reprimere lapropria voglia di parlare, il che è fare al Signore,secondo il linguaggio della Scrittura, una sacrificiodelle labbra; astenerci dal guardare cose vanee pericolose; non porgere orecchio indiscreto adogni discorso; tollerare il freddo dell'inverno, ilcaldo dell'estate, le fatiche quotidiane, qualchepò di sete, qualche pò di stanchezza e cosesimili... Queste mortificazioni non hanno nulla dispaventevole e sono al Signore molto gradite.

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Esigono, è vero, attenzione e forse anche un pò diviolenza; ma ricordiamo che col crescereordinariamente della violenza cresce anche il merito.Vi è poi un altro genere di penitenza, tanto piùaccetto a Dio in quanto viene dalla sua mano:le afflizioni. Se il Signore ci vuole afflitti o dalunghe malattie o da perdite improvvise di beni,dell'onore o dei parenti, abbracciamo queste crocicon tutto il cuore, non mormoriamo, ma diciamorassegnati: Sia fatta la volontà di Dio! Nericaveremo grandi tesori di meriti per noi, e potremodarne alle anime purganti il valore soddisfatorio.Rimane un'altra specie di mortificazioni che ognunopuò e deve praticare: l'accettare amorosamentei piccoli contrasti della vita. Si è forse ricevutoqualche offesa? dimentichiamola e sacrifichiamo aGesù il nostro risentimento: sarà questo un attodi virtù eroica e per noi molto meritorio.

Santa Maria Maddalena de' Pazzi raccomandava moltocaldamente alle sue novizie di fare Comunioni per iDefunti. Un giorno le apparve il padre defunto e le disse:Sono salvo, ma in Purgatorio, e, per essere liberato, hoancora bisogno di cento e sette Comunioni. La Santa leincominciò subito e col massimo fervore: vide poi l'animadel padre volarsene immediatamente al Cielo.La Beata Giovanna della Croce, francescana, ebbe unasingolare visione, mentre essendo a letto inferma, non potevacomunicarsi. Vide entrare nella sua stanza un angeloche, portando un' Ostia, le ordinò di fare la Comunionein suffragio di una persona defunta, che era stata moltodivota della SS. Eucaristia.

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Pratica: Non alziamoci mai da tavola senzaaver fatto almeno una piccola mortificazione digola e di lingua.

Preghiera: Eterno Divin Padre, vi offro le treore di agonia di Gesù, vostro Figliolo, per le animesante del Purgatorio.

25. L'elemosina

Et pauperi porrige manum tuam, ut perficiaturpropitiatio. -- Stendi al povero la tua mano, affinchè sia perfettala tua propiziezione. (Eccli. VII, 36).

L'elemosina è l'esercizio pratico della carità.Essa distacca il nostro cuore dagli affetti alle cosedella terra; esercita la virtù della carità verso idefunti che si suffragano; soccorre il povero el'infermo. Un angelo venuto dal cielo diceva che« l'elemosina salva dalla morte, cancella i peccatie fa trovare grazia presso Dio » (Tob. XII, 9).L'elemosina anzitutto giova a chi la fa. Anziè tale l'importanza della carità da sembrare quasiche la nostra eterna sorte dipenda dal fare o nonfare carità. Si legge infatti nel Vangelo: « Dirà ilRe a quelli che saranno alla sinistra: andate lontanida me, nel fuoco eterno: poiché avevo fame,ma non di deste da mangiare; avevo sete, ma nonmi deste da bere; ero pellegrino, ma non miaccoglieste; ero in carcere, ma non mi visitaste; ero

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ignudo, ma non mi vestiste... opporranno i tristi:Ma quando mai, o Signore, ti vedemmo affamato,assetato, ignudo, carcerato, afflitto, pellegrino,e non ti abbiamo soccorso?--Risponderà il Re:Ogni volta che l'avete negato a questi piccoli,l'avete negato a me. Dirà il Re a quelli che sarannoalla destra: Venite, o benedetti dal Padremio, nel regno da lui preparato. Poiché io eroaffamato, e voi mi deste da mangiare; avevo setee mi deste da bere; ero ignudo e mi ricopriste; eroafflitto e mi avete consolato; ero in carcere e miavete visitato; ero pellegrino e mi avete accolto.--Risponderanno gli eletti: Maestro, e quando maiti abbiamo veduto bisognoso e ti abbiamo soccorso?--Dirà il Re: Ogni volta che l'avete fatto peruno di questi piccoli, l'avete fatto a me » (Cfr. Matt.XXV, 34-35).Consideriamo la parabola del ricco Epulone:Banchettava costui splendidamente, vestiva porporae bisso; ma alla sua porta giaceva piagato ilmendico Lazzaro; non domandava molto: sicontentava delle bricciole che potevano mangiare icagnolini. Ma anche quelle erano negate al poveroLazzaro: avevano pietà di lui i cagnolini, ma nonil ricco. E come finirono? Il ricco Epulone finìnell'inferno di dove invocava da Lazzaro, beato,una stilla d'acqua per refrigerarsi tra le fiammeche lo divoravano.All'elemosina verso le anime del Purgatoriosembra averci esortati Gesù Cristo con questa

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bella parabola: « Vi era un ricco, che aveva un fattoreil quale fu accusato dinanzi a lui come seavesse dissipato i suoi beni. E, chiamatolo a sé,gli disse: « Che è quello che io sento dire di te?Rendi conto del tuo operare, poiché non potraipiù essere fattore ». Disse il fattore dentro di sé:« Che farò, mentre il padrone mi leva la fattoria?A zappare non son capace, a chiedere l'elemosinami vergogno. So ben io quel che farò, affinchéquando mi sarà tolta la fattoria, vi sia chi mi ricevain casa sua ». Chiamati pertanto ad uno aduno i debitori del suo padrone, disse al primo:« Di quanto sei debitore tu al mio padrone?. Equegli disse: « Di cento barili d'olio ». Ed egli glidisse: « Prendi la tua nota, mettiti a sedere, escrivi cinquanta ». Poi disse ad un altro: «E tudi quanto sei debitore? » Quegli rispose: « Di centostaia di grano ». Ed egli: « Prendi la tua nota,e scrivi ottanta ».Per tal modo, questo fattore infedele si fece degliamici che lo ricevessero in casa quando fossecacciato dal suo ufficio. Così dico a voi: « Fatevidegli amici per mezzo delle inique ricchezze;affinché quando veniate a mancare, vi ricevano neitabernacoli eterni ». Cioè: Per mezzo delle vostreelemosine, scontate qualche pò della pena che lesante anime del Purgatorio devono scontare, edesse, insieme ai poveri da voi soccorsi, vi farannoun bel ricevimento in Cielo (Cfr. Luc. 16, 1-9).Il denaro avvince e lega schiavi molti cuori:

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tanti sono in pericolo proprio per quei beni chein morte si perderanno da tutti. L'elemosina, invece,distacca meritoriamente il nostro cuore dallecose della terra; ci libera da affetti disordinati chepoi condannerebbero ancor noi al fuoco delPurgatorio. Mentre quindi libera i defunti dalle pene,ne preserva noi stessi e ci aumenta il grado digloria pel cielo. Perciò, conclude S. Ambrogio: « Sela morte vi ha tolto un figlio od una persona cara,e voi soffrite profondamente per tale perdita e vorresteancora potere assisterlo, difenderlo, aiutarlo,servirlo, mentre non potete più farlo, pensate chevoi trovate ancora modo di assisterlo, aiutarlo,soccorrerlo nella persona dei poveri. Tutto quelloche darete al povero, gioverà veramente a quelcaro defunto. Assistendo nella persona dei poverila persona perduta, metterete presto questa stessaal godimento dei beni eterni ».Se volete non arrestarvi nelle vostre elemosine,diceva il Curato d'Ars, immaginate di vedere inquell'infelice ammalato, o in quel povero che bussaalla vostra porta qualcuno dei vostri morti, cheviene a chiedervi l'elemosina, e avrete subitocoraggio a farla. L'elemosina, oltre ad essere utile achi la compie, giova molto ai defunti. Nell'elemosina,come in ogni opera buona, vi è un valoresoddisfatorio; valore che è molto intenso,predominante più che nelle semplici preghiere vocali.Ora tale valore come nelle penitenze, si può semprecederlo alle anime purganti.

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La Sacra Scrittura esalta ad ogni passo il valoredell'elemosina. Con l'elemosina si allevianotante miserie, si consolano tanti afflitti: bimbi, orfani,malati, vecchi, poverelli. Ne conseguono perciòdue vantaggi: carità verso i bisognosi, caritàverso le anime purganti.Se si tratti di ricchi, significa adempimento diun vero precetto: « Ciò che sopravanza, datelo aipoveri », dice Gesù nel Vangelo. Ed il suo precettoè categorico per tutti, per ogni luogo, per ognitempo. L'elemosina è un dovere da cui, purtroppo,quasi tutti credono di andarne esenti. I ricchi perlo più, la ritengono un consiglio; i poveri che possonofar l'elemosina della preghiera non lo credonoun dovere; i fanciulli, i deboli, gli infermi hannoil potere della sofferenza, che possono offrire al Signorea sollievo delle anime purganti. Per nonfare elemosina si adducono scuse e pretesti, maqueste non serviranno innanzi al Giudice supremo:« Ogni volta che non l'avete fatto a uno di questipiccoli, l'avete negato a me », Egli dirà.E' precetto, notiamolo, non consiglio. L animalo capirà bene in morte. Dice la Scrittura: « Chiha due vesti, ne dia una al povero che non ne ha;chi ha cibo oltre il necessario, ne dia a chi hafame » (Luca III, 11). « Siate misericordiosi comeè misericordioso il Padre Vostro Celeste. Date evi sarà dato; una misura giusta, e pigiata, e scossa,e colma vi sarà versata nel seno; poiché la stessamisura usata per gli altri verrà usata per voi »

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(Luca Vl, 36-38). Guai a chi trovasse sempre chenulla gli è superfluo! La generosità rende il cuorelargo, l'avarizia è un gretto egoismo. Perciò S. Gregoriocome suffragio, faceva sempre due opereassieme: l'offerta del Divin Sacrificio della Messa ela distribuzione delle elemosine ai poveri. Tale usodivenne regola presso i Benedettini ed in moltefamiglie religiose. La regola prescrive loro che, venutoa morte uno dei fratelli, per un mese siapplichi la S. Messa per il defunto, si dia ai poverila porzione di cibo che sarebbe stata consumatada quegli, se fosse stato ancora in vita. Talelodevole usanza vige ancora in qualche modo, pressoi ricchi, i principi; si suffraga la persona defuntadando elemosine ai poveri, anzi, si invitano ipoveri ai funerali, con impegno di dare loroelemosina in danaro, in pane o vesti.S. Giovanni Crisostomo consigliava, già ai suoitempi, gli abbienti a ritenere nella propria stanzauna borsa appesa al capezzale. Alla sera, facendol'esame di coscienza, desiderava che ognuno siimponesse come penitenza di deporvi una qualcheofferta da distribuirsi nel giorno seguente ai poveri,in suffragio delle anime purganti. Volete, diceS. Agostino, trafficare bene il vostro denaro, perchévi renda anche per l'eternità? « Date quel chenon potete conservare sempre, affine di ottenerequello che non si potrà perdere mai ». L'elemosinalibererà i defunti, i defunti dal cielo preserverannoo libereranno voi. « Date e vi sarà dato » è la

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regola evangelica che non avrà mai smentita alcuna.Beato l'uomo che è sensibile ai mali dei poverie dei bisognosi; il Signore lo libererà nel grangiorno del giudizio! A chi usò misericordia, nonsi applicherà la giustizia, ma la misericordia.« Se tu hai molto--diceva Tobia a suo figlio--tu darai molto; se hai poco, darai poco, maquello che dai, sia almeno sempre dato di buoncuore ». Si dia da ognuno ciò che si può e quantosi può: sotto il titolo di elemosina vengono tutte leopere di misericordia sia corporale che spiritualea vantaggio dei nostri simili. Una buona parola,un sapiente e disinteressato consiglio, un saggioavvertimento, un conforto al bisognoso, un'esortazioneal bene, può essere carità più preziosa chenon qualunque elargizione in denaro. Ognuno diaquello che può: denaro, vesti, consigli, preghiere,compatimento, conforto, catechismo, libri buoni...Ma la nostra carità sia intelligente; si preferiscanole opere più bisognose, i poveri vergognosi, sifavoriscano le missioni-, l'apostolato stampa, levocazioni, l'Azione Cattolica. E poi, diamo anche congenerosità. Molti credono di soddisfare all'obbligodell'elemosina con qualche soldo o con lacommiserazione, mentre dispongono di tanti altri mezzi.Il dovere dell'elemosina a certi ricchi imponeelargizione di centinaia o migliaia di lire, specialmenteper Chiese, Seminari, Istituti, Ospizi, Ospedalipoveri, nonché per quei luoghi ove, in un modoo nell'altro, si soccorrono tanti indigenti e si

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provvede a tanti bisogni della società. Secondo, loinsegnamento di S. Tommaso, l'elemosina, possedendola virtù di soddisfare il peccato in modo piùpieno che la preghiera, è anche più utile dellapreghiera stessa.Che l'elemosina sia una delle opere che megliosoddisfano la divina Giustizia, l'ha insegnatol'Arcangelo Raffaele a Tobia e a tutta la sua famiglia:« L'elemosina salva dalla morte, cancella i peccatie fa trovare grazia presso Dio » (Tobia XII, 9).Dice ancora lo Spirito Santo: « Come l'acquaspegne il fuoco più ardente, così l'elemosinadistrugge i peccati » (Eccl. III, 33), e per farciintendere che le nostre opere buone vengonoperfezionate dall'elemosina, soggiunge: « Apri lamano al povero, affinché il tuo sacrificio espiatoriosia perfetto » (Ivi VII, 36). Fare elemosina dunqueed offrirne il merito soddisfatorio per le santeanime, è lo stesso che versare acqua sul fuoco chele brucia.

Un Religioso laico della Compagnia di Gesù cercavaogni mezzo per aiutare le anime purganti Per loro offrivaanche il sacrificio di non essere sacerdote e nonpoter celebrare per esse In Santa Messa. Non avendo denaroproprio usava sante industrie per ottenerne e farecelebrare delle SS. Messe di suffragio. Quando si presentavaqualche ricco signore, il Religioso che era portinaio,chiedeva qualche elemosina; spesso componeva elegantimazzetti di fiori che coltivava appositamente nel giardinodella casa, per donarli alle famiglie benestanti ericavarne in cambio qualche offerta. Tante altre piccole

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risorse trovava il suo zelo, che gli consentì di mandaretanti suffragi di Messe. In punto di morte le anime dalui liberate vennero visibilmente a prendere la sua animaper condurla al cielo.S. Pier Damiani racconta un bellissimo esempio: Ilsignore aveva soccorso una vecchiarella, intirizzita dalfreddo e sotto la pioggia, mettendole sulle spalle il suoricco mantello. Avvenne un'apparizione dopo la morte dientrambi- fu vista la vecchia innanzi alla Vergine adintercedere per quel signore che era in Purgatorio, mostrandoleil mantello ricevuto in carità. E la supplica della vecchiaottenne la liberazione di quell'anima.

Pratica: Proponi seriamente di adempiere il tuodovere verso chi è più povero di te. E oggi fa aqualcuno elemosina, se non altro, di preghiera, asuffragio delle anime purganti.

Preghiera: Sante anime, noi offriamo suffragiper voi; ma voi, che siete tanto care a Dio, e sicuredi non più perderlo, pregate per noi, che siamoin pericolo di perderlo per sempre.

26. Suffragi e vita cristiana

Benefacit animae suae vir misericors. -- L'uomomisericordioso fa del bene all'anima sua. (Prov. XI, 17).

Tra il Purgatorio e la terra vi può essere unoscambio di meriti e di aiuti potenti ed un affettoche lega chi milita e chi si purga. Chi vive sollevae libera l'anima dalle sue pene e, suffragando, si

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santifica. Chi si purga, riceve e dà; salvato poi dalpurgatorio, attira al cielo il liberatore:«Amicusfidelis pretector fortis: l'amico fedele è una forteprotezione» (Eccl. VI, 14). Chi è devoto delleanime purganti godrà molti suffragi:a) Anzitutto avrà il bene di convertirsi edacquistare la remissione della colpa ed anche dellapena dei propri peccati. Chi libera gli altri dallepene concepirà vivo dolore delle proprie colpe,avrà la grazia di sante confessioni, farà penitenzacon diligente premura, e acquisterà le Indulgenzedella Chiesa. Le considerazioni che egli fa sulPurgatorio e l'aiuto delle preghiere delle animepurganti da lui soccorse opereranno santamentesopra il suo cuore.b) Inoltre, eviterà le colpe veniali che sonoaltra causa per cui tante anime cadono inPurgatorio. Il peccato veniale, considerato con l'occhiodel mondo, è un piccolo male: ma considerato allaluce del fuoco del Purgatorio, sebbene non siala morte, come il peccato grave, è un male grande.Se un peccato veniale, per esempio una bugia,costasse anche solo un'ora di fuoco, chi non laeviterebbe ad ogni costo?c) L'accettazione della morte ed il ricevere iSacramenti per tempo è uno dei mezzi più sicuri,più efficaci per acquistare in morte la remissionedella pena che dovremmo scontare in purgatorio.Chi assiste l'infermo sia sollecito ad avvertirlo intempo e a prestargli tutti i soccorsi e gli aiuti

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spirituali necessari in quei momenti. Con ladivozione delle anime purganti acquistiamo moltoaumento di grazia sulla terra e di gloria nell'eternità.Infatti, tale divozione è un perfetto eserciziodelle virtù teologali. Esercizio di fede: la divozionealle anime purganti ci fa entrare in unmondo invisibile e ci fa operare con tanto ardoreper esso, come se lo vedessimo con i nostri occhi...risveglia la fede nella comunione dei Santi, neglieffetti del Santo Sacrificio, nel potere della Chiesa.Esercizio di speranza: di questa virtù, diceun pio scrittore, la cui mancanza si fa purtropposentire anche in anime di vita spirituale. Speriamoper quelle anime l'applicazione dei meriti diGesù Cristo; speriamo ricompensa anche per noidel bene loro fatto e la remissione della stessapena a noi dovuta. Esercizio di carità: verso Dioche aspetta quelle anime e verso Gesù Cristo cheper la loro salvezza ha dato la vita; verso il prossimopoiché è una sete cocente e un desiderio accesodi veder Dio che le punge e tormenta.Il pensiero del Purgatorio, ricordandoci inovissimi, ci fa diventare uomini spirituali e cidistacca dalla terra Allorché pensiamo sempre allaterra siamo terreni, quando pensiamo all'eternitàdiventiamo uomini di eternità: Homo aeternitatisego sum: io sono un uomo di eternità; di qui ildetto: Alemorare novissima tua et in aeternumnon peccabis: ricorda i tuoi novissimi e nonpeccherai in eterno (Eccli. VII, 40). Chi tiene

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l'occhio fisso su quello che lo attende alla fine dellavita, saprà guidarsi cristianamente e saggiamentenel suo cammino. Il Purgatorio ricorda la morteche ci stacca dalla vita, che butta il corpo in unafossa e porta l'anima nell'eternità. Ricorda ilgiudizio, dove l'anima fu trovata bella, ma non ancoradel tutto monda, degna del Paradiso, nonancora atta ad un ingresso immediato. Ricordal'eternità dove si riceve il premio od il castigodelle opere fatte. In vita possiamo sempreconvertirci, riparare, farci santi, ma nell'eternità èimmutabile la nostra sorte. Ricorda inferno eParadiso, poiché l'anima vi è come sospesa in mezzo;essa è sicura del cielo, e lo sospira come un affamatosospira il pane.La divozione ai defunti ci fa più cristiani, piùbuoni, più spirituali. Le persone che intendono lecose spirituali si attengono anche a questi tremezzi per suffragare i defunti:a) La santificazioni delle opere comuni, cioèdelle azioni che si compiono nel corso della giornata,abitualmente: i lavori comuni, comunioccupazioni dello stato o della professione. Di questeopere buone si è trattato sopra. Con esse possiamomandare continui suffragi, poiché sono opered'ogni giorno; suffragi preziosi perché l'umiltàe la semplicità li rendono accetti a Dio.b) L'esame di coscienza quotidiano. Essoperfeziona e abbellisce l'anima nostra. E Questo lavoroha molto valore soddisfatorio. Richiede

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infatti lo studio di perfezionarci, la vigilanza sudi noi, il pentimento delle nostre colpe, l'aspirazionecontinua ad amare tutti i giorni di più ilSignore.c) La semplicità di cuore. E' quella rettitudinenei nostri sentimenti, pensieri, intenzioni,aspirazioni per cui il nostro cuore tende direttamenteal cuore d Dio. La semplicità è opposta a tortuosità,finzione, raggiro. L'anima semplice è comeun candido bambino, oggetto, quindi, delle Divinecompiacenze. A questa anima Dio dà quantochiede, poiché, dice S. Francesco di Sales, l'animasemplice rapisce il cuore di Dio. Quell'animamanda a Dio dei suffragi che ottengono tantofacilmente la Misericordia Divina. Il Purgatorioci anima a farci santi. In esso vediamo puniteanime per leggerissime imperfezioni: occorre chele evitiamo. Ecco il consiglio di S. Agostino: « Studeatergo quisque sic delicta corrigere, ut postmortem non oporteat paenam tolerare: Ciascunosi impegni ad emendarsi in modo da non doversubire alcuna pena dopo la morte ». E col medesimoS. Agostino ognuno di noi dirà: «In hac vitapurges me, et talem me reddas cui iam emendatorioigne non opus Sit: Signore purgatemi in questa vitae rendetemi così mondo che io non abbia bisognodel fuoco del Purgatorio nell'altra vita ».

Una pia giovanetta aveva condotto una vita innocente,esemplarissima. Vissuta dapprima in famiglia, entrò poi inun istituto religioso, ove mostrò somma diligenza nell'

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osservanza di ogni minima regola. Vi fu tanto fedele dauscirne gravemente malata; per un anno intero, consumatadal terribile male, si preparò nella pazienza e nellapreghiera al suo passaggio, edificando quanti l'accostavano.Prima di morire, dopo aver ricevuta la S. Comunionedal fratello Sacerdote, fece a lui la promessa di venirgli aportare un segno del suo ingresso in Paradiso. Il fratelloappena spirata, cominciò a celebrare per lei la S. Messae continuò aspettando il segnale promesso e moltiplicandopreghiere, indulgenze, mortificazioni. Soltanto dopo unanno ebbe l'atteso segnale, una mattina, quando essa si fecesentire nel modo che usava chiamarlo in vita. Diceva perciòquel Sacerdote: Se solo dopo un anno, mentre anchesul letto di morte era stata favorita di tante indulgenze, contanta innocenza e penitenza di vita, con tante Messe esuffragi, poté entrare in cielo, quale spavento! è benrigoroso Dio nella resa dei conti.

Pratica: Prega: Anime benedette, voi penate echiedete soccorso a me; io sono in tanti pericolie bisogni e aspetto da voi aiuto e protezione. Ebbene,per questa settimana (mese od anno) iooffro per voi tutte le mie preghiere e specialmentele opere buone E voi ricordate le mie necessità:liberatemi dai miei pericoli, ottenetemi specialmentela grazia... E la prima di voi ad entrare incielo non cessi di supplicare per me la DivinaMisericordia finché anch'io non vi sia arrivato.Benedica questo patto il Divin Cuore.

Preghiera: O Signore, o buon Gesù, concediad essi il riposo eterno.

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21. Assistenza agli infermi- Sepoltura- Cimitero

Infirmus eram et visitastls me. -- Ero infenno e voimi avete assistito. (Matt. XXV, 36).

Infirmus eram et visitastis me: ero infermo emi avete assistito». (Matt. XXV, 36). L'assistenzaai malati può riguardare il corpo e l'anima.

Il Divin Maestro ci si presenta come insuperabilemodello di assistenza agli ammalati. Egline guarì tanti: il cieco nato, il paralitico, l'idropico,quello della mano arida, l'emorroissa, ecc. Alprincipio della sua vita pubblica, dopo la vocazionedi Pietro, entrato nella casa di questo suoapostolo prediletto, ne guarì la suocera; il Vangelonota che gli portarono molti ammalati, e tuttiquelli che avevano in casa degli infermi affetti daqualsiasi malattia, li portavano a lui; così pure gliconducevano gl'indemoniati. Ed Egli, imponendoloro le mani, li guariva e cacciava i demoni; siadempiva così la parola d'Isaia: « Egli si prese lenostre infermità, Egli portò via i nostri mali(Isa. LIII, 4).

La Chiesa seguendo le orme del Maestro, ebbesempre gran cura degli ammalati e dei moribondiNella storia troviamo registrate innumerevoliistituzioni di carità per opera della Chiesa: deimoribondi, ospedali, ricoveri per vecchi, per bambinio bisognosi. Molte pagine del Rituale Romano sioccupano della cura degli infermi: De cura

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infirmorum. La Chiesa ha lo spirito del Cuore di Gesùche disse: « Ho pietà di questo popolo ». Gliammalati, i poveri, i bambini, i deboli sono oggettodelle sue premure.Le opere che compiono gli Ascritti alle conferenzedi S. Vincenzo de' Paoli in servizio dei malatie dei poveri sono davvero ammirabili alcospetto della società e della Chiesa. Essi danno pane,carne, medicine, legna, ma specialmente siprestano a tutti i servizi più umili: rifare i letti,curare piaghe, apprestare cibi, far pulizia alle camere.E ancor più ammirabili sono le molte e santeindustrie di cui si servono per disporre lo spiritoalla cristiana rassegnazione e preparareall'estremo passo i moribondi.Circa la cura spirituale degli infermi vi è uncumulo di pregiudizi e insidie da sventare,pregiudizi e insidie che- possono dipendere dal malato,come da chi circonda l'ammalato stesso. Matutti i pregiudizi portano a questo effetto: cheil povero infermo muoia senza prepararsi, e passiall'eternità inconsciamente. Eppure tutti, maspecialmente i poveri peccatori hanno gran bisognodi riconciliarsi con Dio, con quel Dio che stendele braccia della sua misericordia fino all'estremomomento. Il demonio, sapendo che più poco tempogli rimane per conquistare quell'anima, moltiplicale sue insidie, mentre i SS. Angeli raddoppianole loro premure per salvarla. E' un momentosupremo, decisivo da cui dipende l'eternità.

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Assistere spiritualmente i poveri infermi significa1. Consolarli compatendoli, suggerendo loropensieri confortanti, verità della religione, parlandodi Gesù Crocifisso, del Paradiso.2. Chiamare per tempo il Sacerdote, affinchépossa amministrare i SS. Sacramenti mentre l'infermoè ancora in possesso delle facoltà mentali,per quanto il decorso della malattia lo permette.I Sacramenti degli infermi non sono per i morti,né per i destituiti dai sensi. Nessun atto richiedetanto l'intelligenza ed il libero consenso e lacooperazione umana cosciente quanto i SS.Sacramenti.3. Preparare l'infermo stesso ai Sacramenti:avvisandolo del suo stato con prudente ma fermacarità; aiutandolo a prepararsi ad accettare la divinavolontà, tanto ardua in quei momenti,disponendolo alla Confessione, al S. Viatico,all'Estrema Unzione e Benedizione Papale, o allealtre indulgenze.4 Man mano poi che si avvicina la morte, ilpio assistente moltiplica le caritatevoli premurepregando e sollecitando alla preghiera, suggerendobrevi orazioni e giaculatorie; recitando lepreghiere stabilite dalla Santa Chiesa per gli agonizzanti;vigilando perché il demonio, scaltro, nonabbia a vincere quell'anima con astute tentazionidi disperazione o presunzione; curando in pocheparole, che la vita sia prolungata quanto si può,

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che l'agonia sia confortata, che la persona passiall'eternità nel massimo fervore. Quanta vacuitàumana e prudenza crudele, e talvolta nauseante,in certe assistenze ad infermi! Il mondo che nonha i beni eterni ed in quel momento non saconservare i beni temporali si ritiri, si allontani: l'animaha bisogno di Dio e del suo Ministro. Quantopiù è diligente e premurosa l'assistenza ai malati,tanto più saranno le anime che si salvano, cheabbreviano il loro Purgatorio, o che lo schivanoanche.Il Beato Pio X ha voluto approvare la SantaCrociata pei moribondi sotto la protezione di SanGiuseppe che ha sede Primaria in Roma e il cuiorgano ufficiale è la «Santa Crociata». Pensa, ocristiano... come ogni battito del tuo polso segnail passaggio di un'anima alla vita eterna; perciòvi sono più di 50 milioni di morenti all'anno, celo dicono accurate statistiche. Orbene nel mondoodierno paganeggiante, fra tante morti violente,apoplessie, guerre, terremoti, disastri, relativamentepochi sono coloro che muoiono bene. Prega, dunque,e rifletti all'eterna ricompensa che avrai seriuscirai a salvare anche una sola anima al giorno!Prega, e rifletti che, fra non molto, anche tuti troverai nel terribile cimento e sentirai il bisognodel patrocinio del gran Santo mercé lepreghiere dei tuoi fratelli, e ringrazierai il Signore diessere appartenuto a questa Santa Crociata, a questaSocietà di previdenza per la vita immortale!

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a sepoltura: è la prima cura che si ha delcadavere, come compagno dell'anima nella vita enelle opere; come sacro tempio ove abitò lo SpiritoSanto; come membra che, purificate nel sepolcro,saranno richiamate nel gran giorno a nuovavita immortale.Spirata l'anima di persona cara, è bene intrattenersisubito in religioso silenzio, ed in preghiera,perché in quel momento si compie il giudizio e sifissa un'eternità. E' l'istante più solenne e graveper le conseguenze eterne. L'anima entra nellacasa della sua eternità. E' meritorio il dolore perla perdita dei nostri cari; ma noi non dobbiamoabbandonarci a un dolore soltanto umano; no: lenostre lacrime somiglino a quelle di Gesù sullatomba dell'amico Lazzaro. Noi non siamo comegli uomini che non hanno speranza. La nostrapena sia eco di quella che provarono Gesù e Mariaalla sepoltura di San Giuseppe; piangiamopure, ma le nostre lacrime siano soprattutto lacrimedi rassegnazione e di filiale abbandono allasanta volontà di Dio. S. Francesco di Sales inoccasione della morte della pia sua madre, scriveva:« Ah sì, il mio dolore è vivo, ma pure ètranquillo e non oso né gridare, né lamentarmisotto il peso della mano divina che ho imparatoad amare teneramente fin dalla mia giovinezza...Dio ci dà; Dio ci toglie: sia benedetto il suo santonome! »Siamo premurosi di comporre convenientemente

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quella Salma che la morte ha fatto sua vittima.e sua preda. Tutto sia sacro come è sacro il momentodella morte: il modo di trattare il cadavere,il modo di rivestirlo, gli abiti che gli sifanno indossare, gli oggetti (crocifisso e coronaalmeno!) che gli si affidano compagni. Siano austerie sacri gli addobbi, i quadri della camera,i mobili d'attorno: pochi ceri, o almeno uno; unpò di verde a indicare la speranza, moltepreghiere. Vi sono buoni usi sociali di partecipazionee di condoglianze che è bene conservare eservirsene sull'esempio dei buoni che seppero vivereconvenientemente fra gli uomini, facendosi santi.Ricordiamo però in primo luogo che l'amoreal defunto si dimostra con le preghiere ed isuffragi; in secondo luogo con l'adempierne, al piùpresto, la volontà e i desideri; in terzo luogo colrendergli quell'onore e quell'omaggio di luttoconveniente alla sua posizione ed ai suoi meriti. Lapassione della vanità come quella dell'avarizia edella sensualità vana trovano il loro pascolo anchelà dove è abbominazione e morte. Non sia cosìper noi: ma splenda ardente e ci guidi la fiaccoladella fede. La cassa, l'accompagnamento funebre,la funzione in Chiesa e la tomba siano decorosi econvenienti; ma specialmente la divozione, lo spiritodi preghiera e la pietà nei discorsi mostrinoquanto cristianamente sappiamo amare e ricordare.Se Sant'Agostino lamentava che fin dai suoi tempivi erano funerali che servivano più all'ambizione

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dei vivi che a sollievo dei morti, ciò si può ripeteretanto più oggi. In Chiesa, o durante la sepoltura,o nel primo giorno libero, si offra a suffragioil S. Sacrificio della Messa, ed i parenti siaccostino possibilmente alla Santa Comunione: saràil migliore dei suffragi.Tobia aveva molto a cuore di dare onoratasepoltura ai defunti; l'arcangelo Raffaele ne lodòl'opera di pietà. La Chiesa ci presenta tanti esempidi Santi, che si prendevano sulle spalle anchei cadaveri degli appestati per seppellirli convenientemente.Imitiamoli nel modo che ci è dato, poichéè suffragio ed opera di misericordia che il Signoreci pagherà abbondantemente. Partecipareal funerale di una persona cara è sempre lezioneutilissima anche per l'anima nostra: la morte hadegli insegnamenti austeri, eterni: «O mors, bonumest iudicium tuum: o morte, è buono il tuosuggerimento», ci dice lo Spirito Santo (Eccli.XLI 3,). Dal feretro viene una voce solenne,ammonitrice « Oggi a me, domani a te »; « Statepreparati perché il Figlio dell'uomo verrà in quell'orain cui non l'aspettate » (Luc. 3, 16).Cimitero: è così chiamato il Camposanto! camposanto perché in esso domina la croce, perchéin esso si purificano i corpi dalle brutture, perchénon regna più il peccato, perché sarà il luogospettatore del gran fatto della risurrezione.La parola cimitero significa luogo didormizione, poiché i morti udranno un giorno la gran

3. Per i nostri cari defunti

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voce della tromba finale che li chiamerà a nuovavita. Là è campo comune: poiché, se i vivi hannoproprietà e case distinte, quel terreno invece èdi tutti e per tutti; là tutti abbiamo persone checi precedettero nel viaggio verso l'eternità; là andremoancora noi, quando la morte passerà adividerci dai vivi ed a trasportare l'anima al cielo,mentre il nostro corpo subirà lo sfacelo delladistruzione. « Non v'è persona, povera o ricca --esclama il domenicano Lacordaire, -- che nonpensi alla sua tomba e non desideri riposare inuna tomba amata sotto la custodia di santi ricordi».Gli antichi stessi, quantunque meno istruitidi noi sulla grandezza dei resti mortali, stimavanouna disgrazia l'essere privi di una sepoltura diloro scelta. E quando Scipione volle con unrimprovero eterno vendicarsi di Roma che, nonostantela sua provata onestà, aveva dato ascolto aisuoi accusatori inverecondi, legò le sue ceneri aduna terra d'esilio e fece incidere sulla sua tombaquesta amara ed eloquente iscrizione: « Ingratapatria, non avrai le mie ossa! »Sentiamoci dunque penetrati di rispetto versoil luogo sacro del cimitero e consideriamolo noncome regno e dimora della morte, ma come veroluogo di dormizione. Anzitutto le tombe sianoconvenienti, ma senza lusso! Anche colà l'ambizioneha saputo entrare e qualche volta persinouna cosidetta arte vi ha introdotto la profanazione.La croce e i simboli della risurrezione vi

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predominano a significare il regno della speranza. Ilcamposanto si visiti frequentemente con lo spiritocristiano: mestizia, speranza, pie risoluzioni. Nelgiorno dei Defunti, ripuliamo e ordiniamo le tombe;andiamoci con la famiglia per un doveroso esalutare tributo di preghiere e di affetto. Trattiamocome vorremmo essere trattati.

S. Margherita da Cortona si convertì all'aspetto delcadavere dell'ucciso suo compagno di peccati; e divenneuna santa. S. Francesco Borgia, nel mirare il cadavere già inputrefazione della Regina, prese la risoluzione: voglio serviread un padrone che non venga mai a mancare. S.Silvestro abate, prima assorto in mille pensieri e progetti dimondo, quando meditò la vanità dei beni della terra, sulsepolcro aperto di un parente, si convertì: la Chiesa ebbeun nuovo istituto religioso, il cielo un santo.

Pratica: Ogni sera, al suono dell'Ave Maria,salutate tutti i defunti, almeno con la recita del« Requiem aeternam ». Specialmente andando a riposopensiamo che forse qualcuno dei nostri caririposa in un letto di fiamme in Purgatorio e silamenta: « Non ho alcuno che pensa a me ».

Preghiera: Ricordati, o Signore, dei tuoi servi edelle tue serve che ci hanno preceduti col segnodella fede e dormono il sonno della pace. Ad essi,o Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo,concedi, te ne preghiamo, il luogo del refrigerio,della luce e della pace. Per lo stesso Cristo NostroSignore. Così sia.

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28. Tre mezzi per evitare il Purgatorio

Quodcumque facere potest manus tua, instanter operare,quia nec opus, nec ratio, nec sapientia, nec scientiaerunt apud inferos.--Tutto quello che può operare la tuamano, fallo con sollecitudine, perché né azione, népensiero, né sapienza, né scienza ha luogo nel sepolcro. (Eccl.IX, 10).

Fra i tanti mezzi utili a farci evitare il Purgatoriosono importantissimi questi tre:1. La lettura della Bibbia in generale e delNuovo Testamento in particolare.a. La devozione alla SS. Eucaristia.3. La meditazione quotidiana.

La lettura della Bibbia è un buon mezzo nonsolo per abbreviare, ma anche per evitare ilPurgatorio. Il Paradiso è in primo luogo «visione diDio», cioè godimento della vista di Dio. Si vedràDio faccia a faccia, come Egli è in se stesso.In Lui si vedranno i misteri divini, misteri di grazia,misteri di natura; l'anima passerà di meravigliain meraviglia, sempre sitibonda e sempresaziata. Ora chi potrà affissarsi in Dio? Chi molto hadesiderato di conoscerlo sulla terra; chi ha ritrattoil suo occhio dai beni temporali per fissarlo inquelli eterni; chi ha negato a se stesso la soddisfazionedi leggere cose terrene, frivole ed ha sfuggitodi pascere la propria intelligenza e immaginazionedi ciò che è fugace, questi ha un occhio di

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intelligenza molto puro e capace di contemplareIddio. Chi volentieri legge la parola di Dio, chivolentieri medita i suoi desideri, la sua legge e lecose soprannaturali, questi è pronto alla lucesoprannaturale. Vi sono anime così assuefatte a leggerela Bibbia e libri religiosi che non vedono enon gustano più le cose della terra; esse non viparlano che il linguaggio della fede. Queste animecambieranno presto il lume della fede col lumedella gloria. Ma l'occhio continuamente rivoltoalle tenebre di questa terra, come potrà sopportared'un tratto lo splendore del sole celeste che è Dio?D'altra parte Dio non si nasconde a chi locerca; anzi egli si fa trovare da chi lo brama consincerità di cuore e dà la luce a chi lo desidera.Nessuno ama la verità di Dio e la sua luce piùdi colui che è fedele alla lettura della Sacra Scrittura.Nessuno ama vedere Gesù più di colui chene considera la vita nel Santo Vangelo. Nessunosi solleva maggiormente alla contemplazione dellecose celesti più di colui che legge il Vangelo diS. Giovanni, le lettere di S. Paolo, l'Apocalissi.Ogni desiderio santo nell'eternità sarà soddisfatto,pienamente saziato- Ma è anche evidente che chiora trascura le cose divine, dovrà poi sospirarleassai nel purgatorio. Ed è anche evidente che chiha l'occhio coperto di terra debba poi liberarsenee deporre ciò che non può entrare in cielo. Perciòvogliamo avere tutti in casa il Santo Vangelo,le lettere di S. Paolo e tutta la Sacra Bibbia.

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Questo libro, lungamente considerato, ci meriteràdi vedere Dio direttamente; poiché si romperannoi sigilli che lo tengono chiuso: e cioè cadrannole mura della prigione terrena e noi scopriremoil Signore. Si tenga la Bibbia al posto d'onore infamiglia: formi essa il gran libro, il gran codice,il gran conforto, la gran luce d'ogni casa. Con questolume giungeremo alla luce eterna che è Dio.

S. Girolamo da giovane amava più la letturadell'elegantissimo latino di Cicerone, che non le sacre paginedella Bibbia. Nostro Signore volle correggerlo. Una notteS. Girolamo ebbe un sogno: gli parve di essere venutoa morire e di essere portato al giudizio. Il Giudice lointerrogò: Chi sei tu?--Sono cristiano! -- rispose.-- No,non sei cristiano, -- ribatté il Giudice --tu sei Cicereniano!--E fattolo prendere, anziché ammetterlo allacontemplazione di Dio, lo fece battere con verghe.--Non sose sia stato sogno o visione, -- scrisse S. Girolamo --maquando mi svegliai avevo tutte le ossa indolenzite.Cosi chi si annoia della Bibbia e della parola di Dio inquesta vita, nell'altra dovrà subire un castigo; dovrà deporrecome una scoria di impurità terrena. Sarà il crogiolodi fuoco per cui l'oro si purificherà e diverràsplendente.

Ad evitare il Purgatorio, in secondo luogo, giovasommamente la divozione alla SS. Eucaristia.Amare la compagnia di Gesù Sacramento,frequentare la santa Messa, comunicarsi spesso ebene: ecco come il nostro cuore possederà il Cuoredi Gesù contemplante il Padre. Poiché chi amail Signore forma un solo spirito con Lui; è unitocon Lui. Il Paradiso è il godimento di Dio; il

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cuore che sempre sospirò questo sommo Bene, finalmentelo possiede, lo gode. Non volle che Dio, eDio gli si dona ora intieramente, eternamente.In Dio pose tutte le sue delizie: ebbe fame e setedi Lui. Già sulla terra assai spesso chi ha famedi questa Eucaristia, sente di vivere di essa e dopola S. Comunione, prova consolazioni ineffabili.Così avveniva a S. Paolo, così a S. Francescod'Assisi, a S. Teresa, a San Luigi, a S. Alfonso de'Liguori, a S. Filippo Neri. E questo è un saggiodi quella inesauribile contentezza che godrànell'altra vita l'anima che cercò solo Dio. Il Pellico,dopo la Comunione, alle volte non poteva piùcontenere la gioia della sua anima e si sfogava inespressioni quali:« io lo posseggo, Egli è tuttomio! », che ripeteva tante e tante volte.Ma chi sulla terra pose il suo cuore in vanità,in ambizioni, in posseder terra, in amori vani,come potrà d'un tratto desiderare unicamente ilBene Infinito che è Dio? Egli ebbe nausea di Dionon amò la Comunione, abbreviò le SS. Messe!la compagnia di Gesù Eucaristico gli dava noia...Poveretto! dovrà ora esercitarsi in santi desideri!E ciò è giustissima pena! Quell'anima sospireràassai quel pane celeste che non volle sulla terra;tarderà ad avere i suffragi che vengono dalla Messache non frequentò sulla terra; dovrà aspettareper possedere quel Dio con cui non volle conversaresulla terra, quando lo trovava sacramentatonelle Chiese.

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Un signore aveva preparata una gran cena, e quandotutto fu pronto mandò a chiamare gli invitati. Ma questicominciarono a scusarsi. Uno disse: Io ho comperato unavilla, devo andare a vederla, tienimi per iscusato se nonvengo. L'altro disse: Ho comperato cinque paia di buoi,devo andare a provarli, abbi pazienza se non posso venire.Il terzo: ho preso moglie, neanche io posso venire. Ritornatoil servo narrò queste cose al padrone. Questi adirato,disse: Va presto per la città, per le piazze e per le vie,raduna tutti i poveri, gli storpi, i ciechi e conducili allamia cena. Il servo fece come fu detto e riferì al padrone:Vi è ancora qualche posto vuoto. Ma il padroneinsistette: esci di nuovo e va per le viuzze, cerca all'ombradelle siepi e sforza a venire quanti troverai, perché si riempiala mia casa. Dico a voi: nessuno di quelli che furonoinvitati, gusterà la mia cena (Luca, XIV, 16-24). Chiaddirittura esclude l'Eucarestia, cioè non fa la Comunionepasquale, non interviene alla S. Messa festiva, sarà ineterno escluso dal cielo: poiché: «Se non mangerete lacarne del Figlio dell'uomo e non berrete il suo sangue nonavrete in voi la vita » -- dice il Signore nel Vangelo(Giov. VI, 57). Chi invece soltanto negligenta la frequenzaalla Messa, alla Comunione, la Visita alla SS. Eucaristia, mentrepotrebbe, costui sarà privato soltanto temporaneamente delcielo. Egli dovrà in Purgatorio soffrire una gran fame euna gran sete. « Se tu mi avessi chiesto da bere, io ti avreidato un'acqua che disseta in eterno » disse Gesù allaSamaritana (Cfr. Giov. IV; 10). Andiamo dunque a GesùSacramentato.

Terzo mezzo per evitare il Purgatorio è lameditazione quotidiana. La meditazione è l'eserciziodella volontà umana che vuole accendersi,infiammarsi per abbracciare con costanza e calorela volontà divina. L'intelligenza conosce Dio, lavolontà ne segue la legge, i voleri, i consigli. E

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nella meditazione la volontà si va eccitando adun santo, ardimentoso coraggio: considerando i motiviche devono indurla al bene, dolendosi delpassato, proponendo per l'avvenire, pregando conumile insistenza. E qui sta il vero amor di Dio.La meditazione è il divin focolare ove l'anima siaccende d'amore al Signore. Chi brucia di amorein questa vita non arderà di fuoco nell'altra. Itiepidi saranno accesi nel fuoco del Purgatorio,prima di venir ammessi ad amare Dio nel cielo.

S. Brigida vide nel Purgatorio una fanciulla chestandosene colle braccia ritte verso il Giudice divino, gliconfessava così i suoi peccati: « Soffro perché ho perdutotanto tempo! soffro, perché ho dimenticato le mie penitenzesacramentali! soffro, perché ho acconsentito a sentimentidi vanità, di orgoglio, di sensualità! Soffro, perchéper superbia dicevo motti che volevano essere spiritosi,perché fui un po' dura col mio prossimo, perchétrascurai più volte le preghiere brevi».La tiepidezza nel divino servizio è la causa ordinariae più generale per cui si va a finire in Purgatorio. Lameditazione non sta col peccato né colla tiepidezza: o silascierà la meditazione o si abbandonerà la vita tiepidaper condurre una vita fervorosa. L'anima tiepida moltiplicai peccati veniali; l'anima fervente, invece, scontaanche i peccati passati e progredisce celeremente nellavirtù.Pratica: Far celebrare od assistere una Messain suffragio delle anime purganti.Preghiera: Durante l'elevazione della Messa,fissando l'Ostia, Santa diciamo: « Signore mio eDio mio »; oppure ripetiamo questa giaculatoriaquando è esposto il SS. Sacramento.

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29. Diffondiamo la divozione del Purgatorio

Benedicti tios a Domino, qui fecistis misericordiam.Benedetti dal Signore voi che avete fatto opere dimisericordia! (II Re, II, 5).

Le anime purganti ebbero qualche volta dalSignore, per sapientissimi fini, la facoltà dicomunicare coi vivi. Scopo precipuo delle loro apparizioni,in generale, fu di chiedere soccorso dipreghiere. Però conviene ed è doveroso vigilareattentamente sia per non credere ad ogni cosa, sia pernon rigettare ogni narrazione quasi fossero tutteinvenzioni o fantasie.Ma in generale le anime purganti sono costrettea soffrire senza farci udire la loro voce Soffrononel proprio luogo di pena, ignorate edimenticate. Chi può mai dire quante sono trattenutecolà, da secoli, senza soccorso? Gemono, supplicano,implorano, ma la loro invocazione si perde nelsilenzio glaciale dei vivi. Hanno bisogno diapostoli, di chi parli e perori la loro causa. Diffondiamodunque la divozione delle anime purganti.Il Vangelo ha pagine atte a farci comprenderequesti pensieri. «Essendo una festa dei Giudei,Gesù andò a Gerusalemme. Qui vi è la piscinaprobatica, in ebraico: Batsaida, la quale ha cinqueportici. In questi giaceva gran quantità d'infermi,ciechi, zoppi e paralitici ad aspettare il motodell'acqua. Un Angelo del Signore, infatti, scendeva

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ogni tanto nella piscina e l'acqua n'era agitata. Echi per il primo si tuffava dopo il moto dell'acquaguariva da qualunque malattia fosse oppresso.Vi era un uomo infermo da trentotto anni. Gesù,vistolo giacere e sapendo che da molto tempo sitrovava in quella condizione, gli disse: Vuoi essereguarito? Signore, rispose l'infermo, non ho nessunoche mi metta nella vasca quando l'acqua è agitata,e quando mi accosto io, un altro vi è già discesoprima di me. Gesù gli disse: alzati, prendi iltuo lettuccio e cammina. E nell'istante, l'uomo guarì,e preso il letticciuolo cominciò a camminare(Giov. V, 1-9).Questo è il lamento delle anime purganti: « Nonabbiamo chi pensi a noi »! Facciamoci eco di quellecare anime, anzi siamo la loro stessa voce chesi ripercuote in tanti cuori: « Grida, non cessaremai! ».Vi sono persone che hanno un particolare doveredi zelare la divozione alle anime purganti. E'costruito in questo dovere anzitutto il Sacerdote:questi infatti, è per vocazione e per ufficio ilsalvatore di anime. « Vi ho eletti, dice il Signore,perché andiate e salviate le anime, ed il vostrofrutto rimanga in eterno » (Cfr. Giov. XV, 16). IlSacerdote deve confessare, predicare, pregare persalvare anime. Egli le rigenera a Cristo col santoBattesimo; le nutre e le fa crescere col CiboEucaristico; le illumina con la sapienza evangelica; lesostiene con la vigile premura; le risuscita con la

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Penitenza; le mette sulla via sicura e corrobora peril viaggio all'eternità sul letto di morte! Ma il compitodel Sacerdote verso le Anime non finisce ancora:quando ormai sono già sulla soglia del cielo,quando più non le trattiene che qualcheimperfezione, egli che ha la chiave del cielo, cioè ilpotere del suffragio, le prenda coraggiosamente, ese ne serva. Compia il suo ufficio: salvi, salvi molteanime; raddoppi il suo zelo quando queste sonodetenute in Purgatorio: sarà un completare la suaopera di salvatore!Il Sacerdote Parroco deve particolarmente zelarela divozione alle anime purganti. Infatti alParroco anche per giustizia compete l'ufficio e ildovere di salvare i suoi figliuoli spirituali, iparrocchiani. Egli non ha la cura dei cristiani ingenerale, ma ha la cura particolare di quel piccologregge che è una parrocchia. Verso di esso devedire: « Io sono il buon pastore, e conosco le miepecorelle, ed esse conoscono me ed ascoltano lamia voce. Io le amo fino a dare tutti i giorni dellamia vita, tutto il mio tempo, i miei beni per loro.Chi non è pastore, ma semplice mercenario, lasciale anime nel pericolo e nel dolore, né pensa asalvarle, a liberarle, a consolarle. Io sono il buonPastore: e le salvo dal peccato, le salvo dall'inferno,le salvo dal Purgatorio. Non mi dò pace, non riposofinché posso dubitare che anche una sola animapossa trovarsi nelle pene, nelle fiamme delPurgatorio ». Così parlava uno zelantissimo Parroco.

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Inoltre devono zelare questa devozione iCatecihisti e i Maestri elementari. E' religiosamente ecivilmente educativo, formativo, illuminativo il pensierodel Purgatorio: « E' santo e salutare ilsuffragare i Defunti ». Infatti questo pensiero incitaalla perfezione cristiana, allontana dal peccato, educail cuore, inclinandolo ad atti di bontà e carità,ricorda i novissimi. I catechisti troverannofacilità a indurre i fanciulli a pregare per i loro morti;la società civile da cittadini che temono il peccato,anche veniale, non ha che da guadagnare.Cittadini spensierati ed una gioventù assetata dipiaceri terreni sono per la società civile un pericolomorale continuo.I genitori che hanno dalla natura l'obbligo dieducare i figli devono, con paziente sollecitudine,formare in loro un cuore buono ed inclinato allamisericordia. Si svilupperà così in essi quel sentimentodi riconoscenza, di amore, di pietà verso ibenefattori, i defunti di famiglia, i conoscenti,sentimento che ben si mostrerà a suo tempo. In questomodo i genitori assicureranno a se stessi i suffragiper dopo la loro morte: poiché i figlisuffragheranno i loro genitori, come hanno veduto iloro genitori suffragare i nonni e inculcare la buonae riconoscente memoria.Le anime pie diffondano la divozione alPurgatorio. Amano Gesù? Ebbene, ricordino la divinasete di Gesù per quelle anime. Hanno cuoresensibile? Ebbene sentano quelle anime che

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invocano soccorso. Desiderano farsi del bene? Pensinoche suffragare le anime purganti è fare eserciziodi tutte le opere di misericordia e carità.Dice S. Francesco di Sales: « Con la pietà versoi defunti noi saziamo la fame ed estinguiamo lasete di quelle anime; pagando i loro debiti, noi veniamocome a spogliarci dei nostri tesori spiritualiper rivestirne esse; noi le liberiamo da una schiavitùpiù dura che qualsiasi prigionia; noi diamoospitalità a quelle pellegrinanti nella casa stessadi Dio, il cielo. Venendo il giorno del giudizio, sialzerà un coro di voci che giustificherà noi stessi.Poiché le anime liberate grideranno: Questosacerdote, questa persona ci ha soccorse, liberate;eravamo in Purgatorio ed essa vi è discesa, ne haestinto le fiamme, ci ha sollevate con la sua mano;e con i suoi suffragi ci ha aperto la via del cielo ».La Chiesa, incomparabile maestra di zelo pertutte le anime che Gesù Cristo le ha affidato, ci dàl'esempio. Non possiamo dire la cura che essaebbe per i defunti suoi figli, in ogni tempo edin ogni luogo: per essi ha tutta una liturgiaspeciale. Quasi in ogni Parrocchia, Capitolo, Seminario,Istituto Religioso, sono stabiliti legati di Messeper i Defunti. Nel corso dell'anno, una parte notevoledelle Sante Messe, anche se sono celebratein onore di Dio o dei suoi Santi, viene applicataai defunti. Quante Indulgenze, Confraternite. Altariper le anime purganti! E' innumerevole il cumulodelle preghiere, dei libri, delle prediche in

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favore dei morti. Ora se la Chiesa esercita tantozelo nel far pregare per i Defunti, non significache pure noi dobbiamo accenderci di altrettantozelo? I figli della Chiesa devono operare secondol'esempio della loro madre.Per la divozione al Purgatorio, abbiamo tantimezzi. Ne ricordiamo alcuni:

a) Diffondere libri sul Purgatorio.

ALBERIONE Il Purgatorio - Ed. Paoline.BOTTONI: I dormienti del cimitero - Ed. Paoline.ONOFRI: Raggi sui sepolcri - Ed. Paoline.TOMASELLI: La casa di tutti - Ed. Paoline.PERRET Verso la casa del Padre - Ed. Paoline.PERRET: Il devoto delle anime purganti - Ed. Paoline.PERRET: Le anime del Purgatorio - Ed. Paoline.PERRET: Preghiamo per i defunti - Ed. Paoline.b) Parlare del Purgatorio.

Nelle scuole, i Maestri hanno frequentioccasioni: hanno occasione dagli anniversari dellaguerra o della morte delle personalità; dalla mortedi qualche fanciullo o dei genitori di scolari; dalgiorno dei morti o dalla stagione autunnale.Nei catechismi gli Insegnanti spieghino beneil pensiero e l'insegnamento della Chiesa sulPurgatorio, le pene e i suffragi, servendosi di immagini,proiezioni, altari, funzioni, fatti, esempi.Nelle prediche, i Sacerdoti, hanno le più bellee frequenti occasioni di esortare i fedeli alsuffragio: non solo nella Commemorazione dei

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Defunti; ma in tutta la novena dei Santi, nell'ottavariodei morti, e nell'intero mese di novembre.Nella vita parrocchiale poi il Pastore d'anime:ha frequentemente infermi, sepolture, Messe ofunerali di parrocchiani: il Parroco zelante di tuttosa profittare per ricordare i trapassati.I superiori di istituti, i genitori nella famigliapossono parlare dei nonni, degli zii e degli altridefunti ai loro giovani e mentre di essi ricordanocose care inculchino il dovere della riconoscenza,dell'affetto, della preghiera.c) Pregare.

Ma sui due mezzi eccelle il terzo: pregare,esercitare la divozione del Purgatorio. Nellaparrocchia vi sia un cimitero ben tenuto e spessovisitato. Vi sia la Compagnia del Carmine ed anchequalche altra compagnia in cui sia facilel'acquisto delle indulgenze. Si dia importanzaall'accompagnamento funebre: sia decoroso e devotosempre, pur usandosi le distinzioni di grado. LeMesse da Requiem e i funerali, rivestano quellamestizia devota e pia che si conviene. Nel giornodei Morti si promuova una Comunione generale,si vada processionalmente al Camposantopregando, si promuova l'acquisto dell'indulgenzatoties quoties, facendo le visite in modo collettivo,od almeno ordinato. Nelle famiglie si tenganopure i ritratti degli antenati; si curi la pia praticadel De Profundis alla sera; si abbia non solo

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l'impegno dei suffragi lasciati per testamento, ma anchela cura di far celebrare frequentemente Ss.Messe per i Defunti della famiglia. Il primo lunedìo martedì del mese siano per i Defunti; nell'anniversario si faccia la Comunione da tutta lafamiglia; si usi tutta la cura perché nelle varieoccorrenze vi siano più preghiere che parate esterne.

La Serva di Dio Maria Villani, Domenicana, nottee giorno praticava opere buone a favore dei Defunti. Ungiorno, quello della Commemorazione dei Defunti, le fuordinato di lavorare intorno a dei manoscritti e di passarela giornata a scrivere. Ne provò una sensibileripugnanza, poiché avrebbe voluto passare l'intera giornata inpreghiere per i Defunti (dimenticava alquanto che l'obbedienzaè il miglior suffragio e il sacrificio più accetto aDio). Il Signore, degnandosi di apparirle, volle istruirlameglio e le disse: « Obbedite volentieri, o figlia mia; fateil lavoro che vi è stato ordinato ed offritelo per le animedel Purgatorio; ogni linea che oggi scriverete con questospirito d'obbedienza e di carità otterrà la liberazione diun'anima ».

Pratica: Zeliamo la divozione al Purgatorio,inculcandola oggi a qualcuno. Se ciò non ci èpossibile, indirizziamo una preghiera allo stesso scopo.

Preghiera: Gesù dolcissimo, non siate per meGiudice, ma Salvatore

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30. Novena proposta da Sant'Alfonso

Mutuam vicem reddere parentibus... acceptum est coramDeo. -- Rendere il contraccambio ai genitori, è accettodinanzi a Dio. (Tim. V, 4).

Scrive Sant'Alfonso:«La devozione verso lesante anime del Purgatorio, il raccomandarle aDio perché Egli le consoli nelle loro pene, e perchéle riceva al più presto nella sua gloria, è pernoi di grande profitto, poiché queste animebenedette sono sue spose per tutta l'eternità, e sonogenerosamente riconoscenti verso quelli che loroottengono la liberazione da quel carcere o anchesolo un conforto nei loro tormenti. Certamenteappena arrivate in Cielo si ricorderanno di chi leha soccorse.Secondo una pia credenza, Dio manifesta alleanime purganti le nostre preghiere: ed esse, incontracambio, pregano per noi. Queste animebenedette non possono più, è vero, pregare per sestesse, essendo in Purgatorio, come vere colpevoliche soffrono soddisfazione per i loro peccati;ma essendo beniamine di Dio, possono pregareper noi ed ottenerci grazie.Quando voleva qualche grazia, Santa Caterinada Bologna, ricorreva alle anime del Purgatorioed era subito esaudita « perché per mezzodi queste aveva ottenute grazie più facilmenteche non col ricorrere ai Santi del Cielo ».

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sono le grazie ottenute per lorointercessione, come fan fede i credenti.

Noi desideriamo il soccorso delle loro preghiere;è adunque nostro dovere soccorrerle coi nostrisuffragi. Nostro dovere, ho detto, perché lacarità esige che noi portiamo assistenza nellenecessità del prossimo... Sempre in questo fuoco cheè molto più tormentoso del fuoco terreno, privatedella vista di Dio! questa è la pena dolorosa più ditutte le altre. Tra quelle anime forse vi è nostropadre, nostra madre, fratelli, parenti, amici..., cheattendono il nostro soccorso. Regine sante, maimpotenti per sè; esse devono anzitutto saldare ilproprio debito! Siamo quindi ardentementecoraggiosi nel soccorrerle con tutte le forze. Facendoquesto, noi siamo molto accetti a Dio, e acquistiamograndi meriti per noi, mentre quelle anime,riconoscenti, ci ottengono abbondanti grazie,specialmente la salute eterna.

Io tengo per certo questo: un'anima liberata dalPurgatorio coi nostri suffragi, appena arrivata inParadiso dice continuamente a Dio: a Ah, Signore!non permettete che si perda colui che mi hatolta dalla prigione, colui che mi ha aiutata nelvenire a godere più presto la vostra visione! »

Che tutti i fedeli si occupino a sollevare e aliberare le benedette Anime del Purgatorio: conMesse, elemosine, o almeno con preghiere. Tal'èlo scopo mio nel pubblicare questa Novena ».

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Devota novena per le anime purganti.

Raccomandiamo a Gesù Cristo ed alla sua santaMadre tutte le anime del Purgatorio, specialmentel'anima di coloro per cui siamo obbligatia pregare. Offriamo a Dio in loro suffragio leseguenti orazioni, considerando le grandi pene chepatiscono quelle sante spose di Gesù Cristo.I. Molte sono le pene che patiscono quelleanime benedette; ma la maggiore è il pensieroche esse, coi loro peccati commessi in vita, sonostate causa dei dolori che soffrono. O GesùSalvatore, tante volte io ho meritato l'inferno; ora,quale sarebbe la mia pena, se io fossi già dannato,nel pensare di avermi io stesso causato ladannazione? Vi ringrazio della pazienza che aveteavuto con me. Mio Dio, perché Voi siete Bontàinfinita, io vi amo sopra ogni cosa e mi pento contutto il cuore di avervi offeso. Vi prometto di morireprima di offendervi di nuovo; datemi voi laperseveranza, abbiate pietà di me ed abbiate purepietà di quelle anime benedette che ardono di quelfuoco. Madre di Dio, Maria, soccorretele voi conle vostre potenti preghiere.

Pater, Ave.

Quelle figlie e quelle sposeChe son tanto tormentateO Gesù, chè Voi le amate.Consolate per pietà.

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II. L'altra pena che molto affligge quelle animebenedette, è il tempo perduto in questa vitain cui potevano acquistare più meriti pel Paradiso,e che a questa perdita non possono piùrimediare; poiché finito il tempo della vita, è finitoanche il tempo di meritare. Io che da tantianni vivo su questa terra, e forse non ho conquistatoaltro che guadagnarmi l'inferno! Vi ringrazioche mi date ancora tempo di rimediare almale fatto. Mi pento, mio Dio così buono, di avervidato disgusto; datemi il vostro aiuto, onde lavita che mi resta la spenda solo a servirvi e amarvi.Abbiate ancora pietà di me ed abbiate pietàdi quelle anime sante che ardono nel fuoco. OMadre di Dio, Maria, soccorretele Voi colle vostrepotenti preghiere.

Pater, Ave, Quelle figlie, ecc.

III. Un'altra grande pena tormenta quelle animebenedette, ed è la vista spaventosa dei loropeccati che esse stanno purgando. In questa vitanon si conosce la bruttezza del peccato, ma la siconosce nell'altra, e questa è una delle maggioripene che patiscono le anime del Purgatorio. O mioDio, perché voi siete bontà infinita, io vi amo sopraogni cosa e mi pento con tutto il cuore d'avervioffeso. Vi prometto di morire prima dioffendervi; datemi Voi la santa perseveranza, abbiatepietà di me ed abbiate ancora pietà di quelle

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anime che ardono nel fuoco. E voi, Madre di Dio,soccorretele colle vostre potenti preghiere.

Pater, Ave, Quelle figlie, ecc.

IV. La pena poi, che affligge maggiormentequelle anime, spose di Gesù Cristo, è il pensareche in vita colle loro colpe hanno dato disgusto aquel Dio che ora amano tanto. Alcuni penitenti,anche su questa terra, pensando d'aver offeso unDio così buono, sono arrivati al punto di morirdi dolore. Le anime del Purgatorio conoscono assaipiù di noi quanto è amabile Dio. E lo amanocon tutte le forze; quindi, pensando d'averlodisgustato in vita, provano un dolore che superaogni altro dolore. O mio Dio, perché Voi sietebontà infinita, mi pento con tutto il cuore d'avervioffeso. Vi prometto di morire prima di offendervidi nuovo; datemi la santa perseveranza, abbiatepietà di me e abbiate ancora pietà di quelle santeanime che ardono nel fuoco e vi amano con tuttoil cuore. O Madre di Dio, Maria, soccorretele Voicolle vostre potenti preghiere.

Pater, Ave, Quelle figlie, ecc.

V. Un'altra pena grande di quelle animebenedette è lo stare in quel fuoco e patire, senzasapere quando finiranno i loro tormenti. Sannoper certo che saranno liberate un giorno; mal'incertezza di quando giungerà la fine del loro penareè per esse un grande tormento. Miserome, Signore, se mi aveste mandato all'inferno!

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Sarei certo di non uscire più da quel carcere ditormenti. Vi amo sopra ogni cosa, Bontà infinita,e mi pento con tutto il cuore d'avervi offeso. Viprometto di morire prima di offendervi di nuovo;abbiate pietà di me ed abbiate ancora pietà diquelle sante anime che ardono nel fuoco. O Madredi Dio, Maria, soccorretele Voi colle vostre potentipreghiere.Pater, Ave, Quelle figlie, ecc.

VI. Quelle benedette anime quanto sonoconsolate alla memoria della Passione di Gesù Cristoe del Santissimo Sacramento dell'Altare, poichéper mezzo della Passione si trovano salve eper mezzo della Comunione e delle Messe hannoricevuto e ricevono tante grazie, altrettanto sonotormentate dal pensiero di essere state ingrate inquesta vita a questi due benefici grandi dell'amoredi Gesù Cristo. O mio Dio, Voi anche per mesiete morto e tante volte Vi siete dato a me nellaSS. Comunione; ed io vi ho ripagato sempre coningratitudine. Ma ora Vi amo sopra ogni cosa, miosommo Bene, e mi pento, più che di ogni male, diavervi offeso. Vi prometto di morire prima dioffendervi di nuovo; datemi Voi la santa perseveranza,abbiate pietà di me ed abbiate ancora pietà diquelle povere sante anime che ardono nel fuoco.O Madre di Dio, Maria, soccorretele Voi collevostre potenti preghiere.Ave, Quelle figlie ecc.

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VII. Accrescono poi la pena di quelle animebenedette tutti i benefizi particolari ricevuti daDio, come: l'essere nate in paesi cattolici, l'esserestate aspettate a penitenza e perdonate dei loropeccati... Sì, perché questi benefici fanno conosceremaggiormente l'ingratitudine che esse hannoavuto con Dio. Ma chi più ingrato di me, oSignore? Voi mi avete aspettato con tanta pazienza,più volte mi avete perdonato con tanto amore;ed io, dopo tante promesse sono tornato adoffendervi. Deh! non mandatemi all'inferno, dovenon potrò più amarvi. Mi pento, Bontà infinita,di avervi offeso; prometto di morire prima dioffendervi di nuovo; datemi Voi la santa perseveranza,abbiate pietà di me, ed abbiate ancora pietàdi quelle sante anime. O Madre di Dio, Maria,soccorretele colle vostre potenti preghiere.

Pater, Ave, Quelle figlie, ecc.

VIII. Di più, è una pena troppo amara perquelle anime benedette, il pensare che Dio hausato loro in vita tante misericordie speciali, nonusate ad altri; mentre esse, coi loro peccati l'hannoprovocato a condannarle all'inferno, benché Egliper sua sola misericordia, abbia loro perdonatoe le abbia salvate. Ecco, Dio mio, uno di questiingrati: sono io! Ho disprezzato il vostro amoree Vi ho costretto a condannarmi all'inferno. Bontàinfinita, ora Vi amo sopra ogni cosa e mi pentocon tutta l anima di avervi offeso; Vi prometto

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di morire prima di offendervi di nuovo; datemiVoi la santa perseveranza, abbiate pietà di me edabbiate pietà ancora di quelle anime che ardononel fuoco. O Madre di Dio, Maria, soccorreteleVoi colle vostre preghiere.Pater, Ave, Quelle figlie, ecc.

IX. Grandi sono, insomma, tutte le pene diquelle anime benedette: il fuoco, il tedio, l'oscurità,l'incertezza del tempo in cui saranno liberateda quel carcere; ma, fra tutte, la pena maggioredi quelle sante Spose è lo star lontane dal loroDio e l'essere private di vederlo. O Dio mio, comeho potuto vivere tanti anni lontano da Voi eprivo della vostra grazia? Bontà infinita, io Vi amosopra ogni cosa e mi pento con tutto il cuore diavervi offeso; Vi prometto di morire prima ancoradi offendervi; datemi la santa perseveranza e nonpermettete che io abbia a vedermi un'altra voltain disgrazia vostra. Abbiate pietà, Vi prego, diquelle sante anime, alleggerite le loro pene edabbreviate il tempo del loro esilio; chiamatelepresto a godervi faccia a faccia in Paradiso. OMadre di Dio, Maria, soccorretele Voi colle vostrepotenti preghiere e pregate anche per noi,che siamo ancora in pericolo di dannarci.

Pater, Ave, Quelle figlie, ecc.

Nella predicazione quaresimale in alcuni luoghi si costumafare la raccolta delle elemosine per tre volte, durantela predica sul Purgatorio.

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In una Cattedrale d'Italia, due fratelli della Confraternitasi accingevano a compiere il pio ufficio, quando, congrande meraviglia, osservarono che a loro si era unito unterzo, irriconoscibile, perché anch'egli portava il cappucciocalato sulla faccia.Lo sconosciuto, partendo dalla sagrestia, si portòdirettamente ad una signora vestita a lutto che divotamentestava ascoltando la predica e, fermatosi a lei dinanzi,attese in silenzio l'elemosina. Avutala, ritornò in sagrestiae scomparve. Alla questua dopo la seconda parte della predica,si rinnovò la stessa scena, con sempre maggiormeraviglia dei confratelli. La signora ripetè l'oblazione e losconosciuto scomparve come la prima volta. Al termine deldiscorso, ecco i tre uscire di sagrestia e il misteriosoConfratello andare verso quella signora. Era dinanzi a lei fermo,con la borsa aperta, in attesa. La signora levò alloragli occhi a riguardare l'importuno questante e con un certorisentimento disse: « Ma è la terza volta che vi facciol'elemosina; mi pare che basti!»Allora lo sconosciuto, scoprendosi la faccia, affannosamentedisse: « Per tuo figlio non basta ancora!» edisparve. La signora aveva perduto di recente un figlio e peresso vestiva ancora a lutto.

Pratica: Recitare tutti i giorni un « Deprofundis . per le anime purganti.

Preghiera: O Dio, che fra gli apostoliciSacerdoti hai voluto annoverare i tuoi servi,rivestendoli di dignità sacerdotale, fa, te ne preghiamo,che siano pure aggregati alla loro società ineterno.

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Preghiere per le anime del Purgatorio

Salmo 129: De profundis clamavi ad te, Domine:Domine, exaudi vocem meam:Fiant aures tuae intendentes, in vocemdeprecationis meae.Si iniquitates observaveris, Domine: * Domine,quis sustinebit?Quia apud te propitiatio est; * et propter legemtuam sustinui te, Domine.Sustinuit anima mea in verbo eius, * speravitanima mea in Domino.A custodia matutina usque ad noctem: a speretIsrael in Domino.Quia apud Dominum misericordia: * et copiosaapud eum redemptio.Et ipse redimet Israel * ex omnibus iniquitatibuseius.

Requiem aeternam * dona eis, Domine.El lux perpetua * luceat eis.Requiescant in pace.Amen.

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Per tutti i Defunti.--Gesù mio, per i dolori davoi sofferti nell'agonia dell'Orto, nella flagellazionee coronazione di spine, nel viaggio al Calvario,nella crocifissione e morte vostra, abbiate misericordiadelle anime del purgatorio, specialmente di quelledimenticate; liberatele dalle pene atroci che soffrono,chiamatele ed ammettetele ai vostri dolcissimiamplessi in paradiso.

Pater, Ave, Requiem. Indulgenza di 500 giorni.

O Dio, Creatore e Redentore di tutti i fedeliconcedi alle anime dei tuoi servi e delle tue servela remissione di tutti i peccati, affinché, per le piepreghiere, ottengano quel perdono che hannosempre desiderato.

Pater, Ave, Requiem.

Giovi, te ne preghiamo, Signore, alle anime deituoi servi e delle tue serve, l'orazione di coloro cheti supplicano, affinché le sciolga da tutti i loro peccatie le faccia partecipi della tua redenzione. Pater, Ave, Requiem.

Per i genitori Defunti.--O Dio, che ci haicomandato di onorare il padre e la madre, abbi pietànella tua clemenza delle anime dei nostri genitori:

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rimetti loro i peccati e fa che li rivediamo nella gloriadella luce eterna.

Pater, Ave, Requiem. Indulgenza di 3 anni

Per i fratelli, parenti e benefattori Defunti.--O Dio, generoso nel perdono e desideroso della salvezzadegli uomini, scongiuriamo la tua clemenza afar sì che i fratelli della nostra congregazione, icongiunti, i benefattori, usciti da questo mondo, perintercessione della beata Maria sempre Vergine e ditutti tuoi santi, raggiungano la società dellabeatitudine eterna.

Pater, Ave, Requiem.

Per i Sacerdoti defunti. --O Dio, che fra gliapostolici Sacerdoti, hai voluto annoverare i tuoiservi, rivestendoli di dignità sacerdotale, fa te nepreghiamo, che siano pure aggregati alla loro societàin eterno.

Pater, Ave, Requiem.Indulgenza di 3 anni

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