Peloponneso

3
127 OTTOBRE 127 Grecia Peloponneso DA YDRA A KITHYRA D opo aver visto Kithira, è facile capire come sia nato il mito che vorrebbe Afrodite sorta dalle sue acque tur- chesi. Semplice, l’isola è splendida. Proprio come Lei, Venere, la dea della bellezza e della fertilità. Posta laggiù, a ca- vallo tra lo Ionio e l’Egeo, proprio sotto il lungo e impervio di- to orientale del Peloponneso, l’antica Citera sembra guardare da lontano la vita caotica di altre isole greche, disseminate in altri arcipelaghi. Senza scomporsi, si rinchiude nelle sue alture ri- servando al navigante che ha scelto di approdarvi lunghe gior- nate di quiete in luce abbagliante.Al suo interno, solo verdi val- late, superbe gole che finiscono in spiagge quasi sempre deser- te, piccoli villaggi dai colori candidi incorniciati in tenui pastelli, alveari per il miele, corsi d’acqua fresca, siti bizantini, memo- rie di Venezia. Intorno a lei un mare mai uguale, profondo e a volte tormentato dai venti che dallo Ionio entrano nel Mare de- gli dei. Nei pressi qualche avamposto della solitudine, come la quasi deserta Antikithira, che conduce a Creta, o la Elafonissos dalle spiagge bianche. Kithira è, quindi, meta agognata da ogni diportista che cerchi un mare da vivere a tempo pieno, dai lun- ghi bagni, alla pesca, alle cene nelle taverne in banchina. Oltre l’imponente Capo Maleas, a volte tanto impetuoso da im- porre lunghe attese, il Peloponneso ci aveva già riservato altre sorprese: l’incredibile Monemvasìa, con la sua inespugnabile città-rocca, la traquillità di Fokianos, Kiparissi e Gerakas, la ti- pica grecità di Spetses e Ydra. Il vento, nel pomeriggio, è buo- no, nulla a che fare con il duro Meltemi che batte le Sporadi e le Cicladi. Facile - se solo lo si desidera - scendere sin quaggiù. Ad attenderci - badate bene - c’è addirittura una dea. La Grecia che non ti aspetti: baie solitarie, poca gente, un mare splendido e ricco di storia, isole pressoché deserte anche in piena stagione: è il Peloponneso orientale, una rotta alternativa da vivere in barca inseguendo il mito di Venere NAVIGARE IN MEDITERRANEO Mar Mediterraneo Itinerari già pubblicati Itinerario del mese Kithira Capo Maleas Elafonissos Antikithira Peloponneso Grecia Peloponneso La rocca di Monemvasìa vista dal molo per il diporto. Sul lato sud della montagna (a destra nella foto) sorge l’inespugnabile “città nascosta”, gioiello urbanistico- militare della civiltà bizantina Capo Matapan Monemvasia

Transcript of Peloponneso

Page 1: Peloponneso

127O T TO B R E 127

Grecia Peloponneso

DA YDRA A KITHYRA

Dopo aver visto Kithira, è facile capire come sia nato ilmito che vorrebbe Afrodite sorta dalle sue acque tur-chesi. Semplice, l’isola è splendida. Proprio come Lei,

Venere, la dea della bellezza e della fertilità. Posta laggiù, a ca-vallo tra lo Ionio e l’Egeo, proprio sotto il lungo e impervio di-to orientale del Peloponneso, l’antica Citera sembra guardare dalontano la vita caotica di altre isole greche, disseminate in altriarcipelaghi. Senza scomporsi, si rinchiude nelle sue alture ri-servando al navigante che ha scelto di approdarvi lunghe gior-nate di quiete in luce abbagliante.Al suo interno, solo verdi val-late, superbe gole che finiscono in spiagge quasi sempre deser-te, piccoli villaggi dai colori candidi incorniciati in tenui pastelli,alveari per il miele, corsi d’acqua fresca, siti bizantini, memo-rie di Venezia. Intorno a lei un mare mai uguale, profondo e avolte tormentato dai venti che dallo Ionio entrano nel Mare de-gli dei. Nei pressi qualche avamposto della solitudine, come laquasi deserta Antikithira, che conduce a Creta, o la Elafonissosdalle spiagge bianche. Kithira è, quindi, meta agognata da ognidiportista che cerchi un mare da vivere a tempo pieno, dai lun-ghi bagni, alla pesca, alle cene nelle taverne in banchina.Oltre l’imponente Capo Maleas, a volte tanto impetuoso da im-porre lunghe attese, il Peloponneso ci aveva già riservato altresorprese: l’incredibile Monemvasìa, con la sua inespugnabilecittà-rocca, la traquillità di Fokianos, Kiparissi e Gerakas, la ti-pica grecità di Spetses e Ydra. Il vento, nel pomeriggio, è buo-no, nulla a che fare con il duro Meltemi che batte le Sporadi ele Cicladi. Facile - se solo lo si desidera - scendere sin quaggiù.Ad attenderci - badate bene - c’è addirittura una dea.

La Grecia che non ti aspetti: baie solitarie, poca

gente, un mare splendido e ricco di storia, isole

pressoché deserte anche in piena stagione: è il

Peloponneso orientale, una rotta alternativa da

vivere in barca inseguendo il mito di Venere

N AV I G A R E I N M E D I T E R R A N E O

Mar Mediterraneo

Itinerari già pubblicatiItinerario del mese

Kithira

Capo MaleasElafonissos

Antikithira

Peloponneso

Grecia Peloponneso

La rocca di Monemvasìa vista dalmolo per il diporto. Sul lato suddella montagna (a destra nella foto)sorge l’inespugnabile “cittànascosta”, gioiello urbanistico-militare della civiltà bizantina

Capo Matapan

Monemvasia

Page 2: Peloponneso

Tra Spetses e le ville di Capo Emilianos ePortoCheli, infatti, la distanza è minima (2miglia), tanto da trasformare il braccio di mare inuna via del centro sotto Natale. Nel portovecchio Baltiza Creek, si potrà sperare solo inuna seconda andana.Consigliabile,quindi, restarealla ruota al centro della baia (5 metri di fondalebuon tenitore, attenzione ad ancore e cavisommersi) e accostare in banchina per acqua egasolio in tarda mattinata, quando i potentimotoscafi avranno lasciato l’ormeggio.Numerosi i ristoranti, tra cui il migliore in paesepare quello dedicato alla Boubolina, eroina dellaresistenza greca contro i turchi. Il paese è divisotra una zona più turistica, nei pressi dell’apprododei traghetti, e una più tradizionale intorno alporto vecchio. Sul lato settentrionale i ridossi diOrmos Zoyioryia, articolata baia protetta tra SWe SE con fondo su sabbia di 5/8 metri.Lasciata a sinistra Spetses, si apre l’ampio Golfodell’Argolide. La tenue brezza da SE delpomeriggio lascia il tempo di immaginarememorie micenee, il vicino Teatro di Epidauro(per chi è interessato, scalo a Palea Epidauros emotorino in una ventina di minuti) e la fierezzadi Sparta. Davanti alla prua, invece, nulla parecambiato dall’età classica.Le impervie montagnedel Peloponneso, interamente ricoperte diboschi con solo una recente strada sterrata chene intaglia il profilo, sembrano inospitali eripetitive. Chi ha bisogno di provviste (acqua inbanchina) può dirigere su Leonidhion, distante11 miglia da Spetses, altrimenti le miglia sono 14fino alla Baia di Fokianos. Però... Il primocommento è di stupore, una specie di anfiteatro

naturale, dall’acqua limpida e dalla lunga spiaggiadi grossi ciottoli grigi, abbracciato da una pineta,con un piccolo stagno circondato da sparsi olivitra cui si scorge un piccolo baretto. Assolutosilenzio. Poche le barche alla ruota (in 5-7 metrisu alghe). Per la notte ci si può avvicinarenotevolmente a terra (i fondali lo consentono)per tonneggiarsi nell’angolo di destra (2) dellabaia. La brezzolina rinfrescante invita alla sosta. Icolori sono splendidi, tra il blu intenso del maree il verde che arriva altissimo fino ai 1.300 metridelle montagne sovrastanti.Tra Fokianos e Kiparissi la costa prosegue alta escoscesa. Da notare la fastidiosa onda lunga da E(residuo del lontano Meltemi) e la risacca diritorno da W, che impedisce a volte uncabotaggio troppo sotto costa. Dopo CapoTrikeri due miglia separano dalla Baia diKiparissi. Altro anfiteatro naturale, raggiungibilevia terra (come già Fokianos) solo tramite unafaticosa strada. Il paesino è delizioso, con lecasette bianche che sembrano ancor piùminuscole sovrastate come sono dalle montagne.Tre gli ancoraggi possibili. Il primo (3) nel senonord, dietro il moletto per l’aliscafo in 8-11metri su roccia. Il secondo davanti alla spiaggia aovest in 3-5 metri, reso però fastidioso dallarisacca: è il più vicino al paesino e a un piacevolebaretto gestito da una ragazza cubana. Il terzo(4), nel seno a levante davanti a una chiesetta, èil più protetto dal SE ma ha 14-18 metri difondale per cui è consigliabile tonneggiarsi aterra.Tutto il lato meridionale della baia èricchissimo di ricci, tra i migliori che ci siacapitato di assaggiare, e, per gli apneisti esperti, di

cernie. Anche qui l’estrema tranquillità invita auna sosta prolungata.Proseguendo verso sud, segnaliamo due pro-fonde insenature dopo Capo Vathi Avlaki: laprima, lunga e stretta, ha una spiaggia di ghiaiasul fondo; la seconda,conosciuta come Baia delleFarfalle (5) ,offre un ancoraggio in 10 metri sughiaia mediocre tenitrice con leggera risacca. Lacala è incastonata tra montagne verdi e ripide; lapresenza probabile di qualche stancoescursionista lascia intuire come questa sia anchezona per splendidi trekking tra le gole locali.Il cospicuo Monastero Evangelistrias (6) e CapoVathi annunciano il fiordo di Gerakas. Il paesino,minuscolo, si trova sulla sponda nord di unostretto calanco, sicuro da tutti i venti. Il lato sudè banchinato ed è possibile ormeggio conancora propria in 4-5 metri davanti ai dueristorantini. La laguna finale non è praticabile acausa dei bassi fondali. Questo buen retiro èdifficilmente riconoscibile proveniendo da sud,mentre da nord il già citato monastero, tre vecchimulini e un fanale sulla dritta guidano sicuriall’ingresso del fiordo.

Monemvasìa, la città nascosta sul mareLe 20 miglia da Fokianos a Gerakas siconcludono con le contorte forme di CapoGerakas e Capo Kremidi, doppiato il quale sierge maestosa la rupe di Monemvasìa.Scalo imperdibile di questa crociera, la “cittànascosta” non si fa vedere fino a notte. Primaoccorre ormeggiare la barca all’inglese (c’è quasisempre posto) alla banchina dell’aliscafo, che siapre a pennello dalla strada-ponte che collega la

A sinistra: Kapsali, principale approdo di Kithira. La soggettiva è dal castelloveneziano di Chora, il capoluogo. L’internodell’isola è lussureggiante, come aMilopotamos, dove si trova la Cascatadell’Assassina (foto sopra). A destra:relax sulla spiaggia di ciottoli di Fokianos

testo e foto di MICHELE TOGNOZZI

S e fosse per il passaggio degli yacht sottoal loro candido monastero abbarbicato sul-l’imponente Capo Maleas, i monaci or-

todossi di Aghios Lrinis avrebbero ben poche dis-trazioni nelle loro lunghe giornate, appena allie-tate dall’onnipresente vento che dallo Ionio si get-ta nell’Egeo. Decisamente ridotto - rispetto allemedie greche tra Ioniche,Cicladi e Dodecanneso- è, infatti, il numero delle imbarcazioni chescendono in crociera lungo la costa del Pelo-ponneso.Eppure,questa rotta - la discesa della co-sta orientale della penisola di Sparta,Epidauro eMicene con partenza dal Golfo Saronico fino al-la splendida Kithira - è un’alternativa meritevo-le dell’attenzione del navigante. In pieno agostopuò capitare di incrociare appena una dozzina diimbarcazioni in un’intera settimana. I pochi por-ti (nessun Marina) consentono, man mano checi si allontana da Atene, ormeggi addirittura al-l’inglese, con possibilità di rifornimenti suffi-ciente per 7-10 giorni di crociera. Il paesaggio èmaestoso. Le baie più belle - spesso inaccessibi-li da terra - riservano ancoraggi superbi, in asso-luto silenzio. Il verde delle scogliere, alternato alunghe spiagge di ghiaia, fa da contrasto ad an-tiche vestigia di Bisanzio. Il mare, la cui fastidio-sa onda lunga non riesce a spegnere l’incanto del-l’indaco, è ricchissimo di pesce, caldo e invitan-te. In alcuni tratti, il litorale è così impervio darendere quella acquea l’unica via percorribile.A farlo, da alcuni anni, è la Blue Nose di Bari, ilcui skipper Menico Piccinini percorre questemiglia con passione e competenza. L’imbarco

avviene alla Kalamaki Marina (taxi o autobus E96dal moderno Aeroporto Internazionale di Ate-ne), subito a sud del Pireo. In altri casi è possibi-le un one way dal porto di Kalamata al Pireo.Conbarca propria dall’Italia, i porti d’ingresso sono:Corfù, Preveza, Levkas, Argostoli (Cefalonia) eZante nelle Ioniche;Katakolon,Pylos e Kalamatanel Peloponneso occidentale.Ben lontana dal Meltemi che scuote l’Egeo trale Sporadi e le Cicladi, questa rotta gode invecedi un buon regime di venti che, nei pomeriggi(da E-SE) e nelle prime ore del mattino (daNE), consente di navigare molto a vela. La cosaè importante perché i rifornimenti di gasoliosono possibili solo in pochi scali (in banchina so-lo a Kithira e Spetses,con taniche a Ermioni,Ydra,Leonidhion e Kalamata). L’unico punto scabro-so è Capo Maleas, l’imponente roccione chechiude a sud il dito orientale del Peloponneso.Lì il vento subisce sempre notevoli rinforzi ed èpreferibile affrontarlo di giorno (nonostante il fa-ro,17 miglia,un lampo in 10 secondi, sia ben po-tente). Una previsione di 20 nodi ne comportaalmeno 40 al Capo,per cui è consigliabile resta-re nei ridossi di Elafonisos (a sud) o Monemva-sìa (a nord) in attesa di un meteo favorevole.Perle carte, le barche in charter proporranno la col-lezione Imray Tetra, a cui dovrebbe essere abbi-nata quella dell’Ammiragliato britannico.Nulla a che vedere con le notti brave di alcunedelle Cicladi o delle Ioniche, quindi. Il piacere,quaggiù,è dato da una cernia pescata in giorna-ta e gustata su un semplice tavolino in banchina,da una cavalcata in motorino alla ricerca dispiagge segrete, da una fresca serata nel silenzio

assoluto di Elafonisos, con il cielo stellato sopradi noi e un’acqua così trasparente da farci sognareuna breve notte in attesa del primo tuffo del mat-tino. Il compendio di questa rotta è Kithira, iso-la tra le più belle dell’intero Mare Nostrum.Grande (poco più dell’Elba) e solitaria,si erge mae-stosa a sud di Capo Maleas, fin quasi a costitui-re la prima parte di un ponte naturale (con la so-litaria cugina Antikithira) verso Creta.La nostra navigazione,però, inizia dal caotico Gol-fo Saronico,dove un Pireo pressoché intasato peri lavori in vista dei Giochi Olimpici 2004 invi-ta ad affrettare i tempi. Con attenzione al note-vole traffico mercantile e commerciale, il primosalto da Kalamaki è verso Ydra e Spetses, le iso-le “tuttegreche”che separano l’Argolide dal Gol-fo Saronico. Per Ydra sono 35 miglia: sulla drit-ta sfila prima la grande Egina,poi Poros (bello ilcanale tra il porto e la dirimpettaia Galatas).Qui,tanto per ingraziarsi gli dei, si può sostare per unbagno nella profonda cala a nord nei pressi delTempio di Poseidone.Ydra, stretta e lunga,va in-vece lasciata a sinistra. Rifugio per il week enddegli ateniesi (un’ora di aliscafo dal Piero), l’iso-la è affascinante e priva di automobili per decretomunicipale.Si trova acqua in banchina, anche seil porto risulterà senz’altro affollato.Lasciata a drit-ta Nisos Dokos, c’è l’occasione per un altro ba-gno nella cala orientale (1) della minuscola Tri-keri che, vista da ponente, farà poi da sfondo alquadro serale che si godrà dal porto di Spetses.La prima cosa che noterà il navigante, al di làdella folta vegetazione purtroppo macchiata quae là dal nero degli incendi, è la continua risaccadovuta all’incessante andirivieni dei water taxi.

128 O T TO B R E 129O T TO B R E

Page 3: Peloponneso

130 O T TO B R E

rocca alla terraferma e all’abitato moderno diGefira (provviste al Super Market Lekakis BoatService Tel. 273 206167). In banchina ci sono6/7 metri di fondale. L’acqua è gratuita a unafontanella sul molo, mentre il gasolio arriva conautobotte chiamando allo 0732 61721/61162.Per motorini a noleggio Tel. 0732 61483. Perassistenza e riparazioni nautiche Tel.0732 61998.La leggendaria e inespugnabile città bizantinaresta ancora nascosta alla vista, almeno finchénon si percorre a piedi (o con il piccolo autobus)la strada (7) che costeggia la rocca dal suo latomeridionale. Dopo una curva a picco sul mare,spunta una possente cinta muraria in cui si apreuna porta. Da lì si penetra nella città bassa, ilkastro prima bizantino e poi veneziano, da cuipoi un ardito sentiero porta alle rovine della cittàalta e al castello (8) che domina l’altopiano della“Gibilterra greca”. Il paese è un intrico distradine, poste in diagonale sul pendio dellamontagna: un quadrilatero racchiuso da murache sta vivendo ultimamente un illuminatorecupero da parte di nuovi abitanti che ne hannoapprezzato la quiete e la storia.Molti i ristoranti,tra cui il migliore è lo scenografico Marula (Tel.27320 61660) con splendide viste sull’Egeo e suCapo Maleas. Piacevoli e discreti i bar, tra cui cisembrano imperdibili il Bar Angelo per il giornoe, ancor più, il bar all’aperto dell’Hotel Malvasìaper la notte: luogo dall’atmosfera seducente oltreogni limite dei sensi. A metà del paese, sullasinistra, inizia l’ascesa alla città alta. La salita è

tanto impervia quanto breve (10 minuti). I piedidel navigante terrestre scorrono su pietre levigatedal tempo e dagli uomini, prima mercantilevantini o nobili veneziani, oggi turisti o piùattenti visitatori. Sull’altopiano, ricoperto disterpaglie e rovine, si erge, al fianco di un ulivosecolare che avrebbe molte storie da raccontare,la splendida chiesa bizantina di Aghya Sofìa (9),una delle più severe della Grecia, con alcuninotevoli affreschi all’interno.Chiesa che,vista dalmare, è anche uno dei più bei punti cospicuidell’intera costa.Tornati all’imbarcazione si restain attesa di salpare verso Capo Maleas e Kithira.In mattinata soffierà una solida brezza da NNE,destinata poi a girare a E e SE nel corso dellagiornata.L’ideale per dirigere a vela al lasco versoil grande capo, tenendo presente però che unavolta in loco il vento subirà notevoli rinforzi.Le 10 miglia fino a Capo Kamili sono pocointeressanti. Subito prima del capo dalle nererocce a forma di gobbe di cammello, si apronodue spiaggette deserte, con poche casette dipescatori. Capo Maleas è distante ancora 6miglia. Piccoli monasteri e il paese di Velanidhiasulla costa sono gli ultimi avamposti primadell’enorme roccione. Subito prima segnaliamoun ultimo ridosso dal N, con ancoraggio (10) in8/10 metri di fronte a una bella spiaggetta. Ilfaro, su un edificio ormai grigio, segue maestoso.

Verso l’isola di AfroditeTradizione vuole che i monaci di Aghios Lrinis

(11) suonino le campane al passaggio degliyacht a vela che segnalino la loro presenza aCapo Maleas con il corno da nebbia.Dall’Egeosi entra nello Ionio e il passaggio non è di pococonto, anche perché l’umore del Capo puòvariare imprevedibilmente, dalla bonaccia piattaai 40 e più nodi. Il profilo di Kithira si apre orasulla prua, anche se la nostra rotta vira a drittaverso l’alternativa Elafonissos, situata a 10miglia dal Capo. A Capo Zovolo prestareattenzione ai bassi fondali (12). Di notteconverrà tenere sulla dritta il faro di CapoSpathi a Kithira (20 miglia) prima di accostareverso Elafonisos. L’isola, celebre in zona per isuoi bravi pescatori, presenta dal lato sud il belridosso di Ormos Frangou (13), ottimo per iquadranti settentrionali. L’ancoraggio è susabbia, in 3/5 metri d’acqua. La spiaggia offreun ambiente eccentrico, con baretto hippy,dalle ottime scelte musicali, sulla spiaggia. Lapresenza di ombrelloni in stile caraibico nonturba più di tanto e un tuffo nell’acquacristallina della mattina, quando nelle dunedietro la spiaggia i liberi campeggiatortidormono ancora, sarà di sicuro effetto.Consigliabile, meglio se in dolce compagnia,un’ascesa sulla collinetta che domina le dunesabbiose della baia. La vista dei tre mariripagherà del poco sforzo. Ridosso dal SE offreil lato NE dell’isola (14), presso Katonisi.La prua va dritta sul faro di Capo Spathi,distante 5 miglia. E’ lui che annuncia Kithira,

l’antica Citera, l’isola del dolce miele e della deaVenere. Prima di arrivarci, specialmente se dinotte, prestare attenzione al naviglio, visto chetutto il traffico mercantile diretto verso ilMediterraneo orientale passa da questo bracciodi mare. Il primo porticciolo che si incontra, unmiglio e mezzo a sud del faro, è Platia Amos.Bell’ambiente, tranquillo e rilassato. Si può darfondo in 5 metri, mantenendosi con cimelunghe dal moletto (15). Un ristorante conterrazza domina la scena invitando a tornare.La costa NE di Kithira è aperta ai venti delprimo quadrante, che possono essere frequentie impetuosi, ma ben ridossata dal SW.L’ambiente è subito deserto, quasi brullo trannepiccole zone terrazzate che lasciano sospettareun interno composito e ricco di sorprese. Aconfortare l’ipotesi, giungono subito lunghivalloni, dei veri e propri canyon, che si apronoal mare in splendide e solitarie spiagge.L’ennesimo monastero cospicuo precede AghiaPelagia, scalo del traghetto. Proseguono icrepacci e le spiagge di ciottoli. Uno, inparticolare, è quasi un orrido tra alte montagnea picco. Si tratta di Limni (16), con ancoraggioin 7/8 metri su ghiaia. Lo scenario è superbo.La gola impervia, ma non tanto da impedire inun’infausta giornata del 1537 ai pirati di Khairad Din Barbarossa di risalirne il pendio e radereal suolo la città-castello di Paliochora,massacrandone i 7.000 abitanti.La costa si fa bella: verde, grigia, gialla, ocra,

bianca, cangiante secondo gli angoli del sole.Dopo Makronisi (ex isolotto ora collegato allaterraferma da un ponte e scalo principale deitraghetti per Kithira), si erge lo scoglio diPrassonissi (17). Ancor più alta è la prua delNordland, cargo incagliato da pochi anni sullesue rocce. Il castello di poppa con le eliche è auna ventina di metri di profondità, la pruaesce dall’acqua in analoga misura. Le gru e icamminamenti sono in perfetto ordine. Unbagno “sopra” il relitto, perfettamente visibilenell’acqua trasparente, è un’esperienza unica.Sembra di volare sulla nave ancora integra.Esperienza resa ancor più rara dalle scarseprobabilità di trovare una giornata senza ventoper ancorarsi (-5 metri, grippiale) in loco.L’estremità orientale di Kithira è circondata daipescosi ma brulli scogli di Dragonara eAntidragonara. Subito dopo si apre il golfo diOrmos Nikolaos, con il piacevole scalo diAvlemonas, ben ridossato tra NW e NE. Si dàancora propria in 3/4 metri con poppa inbanchina. Tranquillisimo e piacevole, questoscalo offre un ristorante e, nell’angolo dietro lapiccola fortezza veneziana, un’imperdibilepiscina naturale (18). I calanchi e le spiaggeproseguono fino a Capo Kapello, estremità sudorientale dell’isola.Mezzo miglio a ovest si aprela cala con la spiaggia di Chalkos (19), una dellepiù belle, dai multicolori ciottoli levigati.Tra lerocce spunta la rocca di Chora che domina labaia di Kapsali, principale approdo degli yacht a

Kithira.Tonneggiandosi a terra e con bel temposi può anche scegliere di passarvi la notte.L’atterraggio a Kapsali è superbo, con la Chora,il golfo diviso in due bracci (quello a Est haperò bassi fondali), la trafila di baretti lungo labanchina, l’interno che alterna verdi gole e rupimaestose, la rocca veneziana, spiagge ai piedi dialte pareti. L’inaccessibile Nisos Avgo sulladritta. Si ormeggia con ancora in banchina in5/6 metri. Per gasolio e acqua occorrechiamare lo 0977 853799. Il noleggio degliindispensabili motorini è vicino, sul lungomare,da Panagyotis (Tel. 273603 1600). Il ristorantemigliore è sulla destra, appena usciti dal molo.Una giornata va dedicata al giro dell’isola viaterra. L’interno è bellissimo, se ci fossero idammusi varrebbe quello di Pantelleria. Ilverde diventa a tratti lussureggiante. Piacevoleil fresco nelle vallate protette dal vento. Lecascate di Milopotamos (20). La ricerca deisospiri dei morti tra le rovine immobili da 500anni di Paliochora (21), in un silenzio cheintimidisce. Piccoli villaggi solitari ma vivibili.Kithira segna il confine tra Mare occidentale eorientale. Da qui i commerci di Venezia, lapotenza inglese, le forme di Bisanzio nellechiese. Maria, la storica dell’arte di bordo, neintuisce rapita le forme in pochi minuti. Lamano veneziana che realizzò un affresco ormaiappena visibile a Paliochora, racconta altrinaviganti, altri cabotaggi e altre storie. Chemare, il Mediterraneo.

131O T TO B R E

Tramonto sulle dune di sabbia e l’ancoraggio di Ormos Frangou, nell’esotica Elafonisos. Nella baia di destra si ancora su 3-5 metri di sicurasabbia. Il baretto a sinistra, sull’istmo, propone un ambiente alternativo fino a tarda notte. Sullo sfondo le montagne di Capo Maleas

Il relitto del Nordland, incagliato presso lo scoglio di Prassonissi (costa est di Kithira).A sinistra: l’ancoraggio di Fokianos; il monastero di Agios Lrinis, sull’impervio Capo Maleas