PELLET DAY - Home | Laboratorio Biomasse · 10,30 –10,50 Il mercato del pellet di legno e degli...

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PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere alternative, gli incentivi INCONTRO ORGANIZZATO DA: Comitato Termotecnico Italiano – www.cti2000.it Laboratorio Biomasse – Università Politecnica Marche www.laboratoriobiomasse.it

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PELLET DAYI mercati del pellet, gli aspetti tecnici e filiere

alternative, gli incentivi

INCONTRO ORGANIZZATO DA:

Comitato Termotecnico Italiano – www.cti2000.it

Laboratorio Biomasse – Università Politecnica Marche www.laboratoriobiomasse.it

PELLET DAY

Moderatore: Antonio Panvini – Comitato Termotecnico Italiano

I mercati del pellet10,30 – 10,50 Il mercato del pellet di legno e degli apparecchi termici in Italia - Annalisa Paniz – AIEL

10,50 – 11,10 Il mercato internazionale del pellet e relativi riflessi sul mercato domestico - Fabrizio Gugliermetto

4 Energy

Aspetti tecnici e filiere alternative11,10 – 11,20 La nuova normativa tecnica del pellet: UNI EN ISO 17225-2 – Giuseppe Toscano – Laboratorio

Biomasse Università Politecnica Marche

11,20 – 11,40 Riflessi dei sistemi di produzione sulla qualità del pellet - Enrico Carlesso

11,40 – 12,00 Produzione sostenibile del pellet di legno – Alessandro Guercio

12,00 – 12,20 Agripellet e pellet alternativi al legno – Giuseppe Toscano – Laboratorio Biomasse Università

Politecnica Marche

Gli incentivi12,20 – 12,40 Strumenti per lo sviluppo della filiera bosco energia in Piemonte – Marco Corgnati – Regione

Piemonte

12,40 – 13,00 Il nuovo Conto Termico – Antonio Panvini – Comitato Termotecnico Italiano

13,15 Discussione e chiusura convegno

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Annalisa Paniz

Il mercato del pellet e degli apparecchi termici in Italia

Torino, 25 settembre 2015

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

PELLET DAY I mercati del pellet, gli aspetti tecnici e

filiere alternative, gli incentivi

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• AIEL

• Il mercato del pellet italiano da

una prospettiva internazionale

• I principali numeri del mercato

italiano

Di casa parleremo?

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A PROPOSITO DI AIEL La principale associazine della filiera Legno-Energia in Italia

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Progettisti

AIEL: Struttura e organizzazione

Associazione della filiera Foresta – Legno – Energia (oltre 300 aziende assocaite)

Rappresentiamo gli interessi del settore dal “bosco al camino”

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Sviluppo del mercato pellet certificato

40 imprese attive in Italia (2015)

ENplus sviluppo del marchio in IT

Attività di promozione, corretta informazione e controllo (uso marchio)

Attività di monitoraggio del mercato e dei prezzi

Il Gruppo Pellet ENplus

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Come riconoscere il pellet certificato ENplus

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Dove trovare le lista delle aziende italiane certificate

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MERCATO ITALIANO VISTO DA UNA PROSPETTIVA INTERNAZIONALE

Il principale mercato europeo per consumo residenziale

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European Pellet Heating Outlook

Continued strong, but decelerating growth

6 paesi con oltre il 90% del mercato

Da dove provine il pellet?

Co

nsu

mo

(M

t)

Fonte, EPC 2014

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Il consumo finale lordo di energia

Fonte: GSE –2014

Mto

e

Il consumo di energia per il riscaldamento del settore residenziale e commerciale rappresenta la quota principale del

consumo finale lordo di energia

Consumo lordo per riscaldamento59 Mtep

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Il mercato italiano

Consumo di pellet: • Larga scala (imp. elettrici) • Media scala (teleriscaldamenti) • Piccola scala: Dei singoli locali Riscaldamento centralizzato

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Final Consumption of Pellet in Italy in 2014

96% Consumato nel

settore residenziale

~2,9 Mln tonnellate

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Previsioni di conusumo al 2017

Contrazione delle domanda nel 2013. Il consumo è stato comparabile al 2012

Cause principali: inverno mite (-30% della domanda energetica) e prezzo competitivo dei fossili

Previsione: reggiungere 3 Milioni di t nel 2015 poco realistica

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Picco di vendita nel 2006 e 2013, ~275.000 nuove installazioni

Oltre 2,2 Milioni di stufe installate

Elevata competizione sul mercato con margini risicati per I produttori di apparecchi

Stufe a pellet. Il principale segmento di mercato

2013

Source: REF-e 2014

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Segmento delle caldaie a pellet

Picco di vendite nel 2013, ~13,000 nuove installazioni

Il pellet è il combustibile leader per le caldaie fino a 100 kW

In 2014 more wood log boilers installed than pellets

2013

Source: REF-e 2014

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Confronto fra offerta e consumo

L’Italia è fortemente dipendente dall’import

La dipendenza è destinata a crescere

I paesi da cui importiamo cambianio

Fonte: Eurostat, AIEL,2014

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I fornitori di pellet del mercato italiano

Europa centrale: primo fornitore ~680 kt nel 2014

Nord America in crescita

Altri paesi si stannoi affacciando come il Sud America

In generale la torta aumenta di anno in anno

Fonte: Eurostat | AIEL 2015

2014

2.2 Mln

tonnellate

2013 2012

1.2 Mln tonnellate

11%

1,7 Mln

tonnellate

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Il costo dell’energia con il pellet vs altri combustibii

Il pellet è competitivo rispetto ad altri combustibili

Aumento dell’IVA maarginalmente percepito

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Costo dell’energia primaria

Primo motivo di crescita del mercato. Il costo rispetto altre forme di riscaldamento

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Principali preoccupazioni degli operatori

Inverno mite e aumento dell’IVA sono #1 e 2# preoccupazione

Ancora non è facile dare una previsione del reale impatto dell’aumento dell’IVA

Elevati quantitativi di pellet nei magazzini

Scala 0-5

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Inverni miti: prima proccupazione

Media delle temperature minime medie giornaliere nel periodo invernale

L’invero 2013-14 è stato il più caldo degli ultimi anni

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CONCLUSIONS

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• In questo contesto (senza considerare la variabile climatica) il mercato continuerà a crescere (lentamente)

• Essendo un mercato che ruota attorno al cliente finale, è sempre un mercato dinamico e in evoluzione

• C’è un enorme potenziale per la sostituzione di sistemi di riscaldamento datati (Conto Termico)

• Gli apparecchi a pellet devono essere considerati per la loro potenzialità anche nell’ambito dell’efficienza e del risparmio energetico

• È necessario tuttavia aumentare la professionalità di molti operatori del mercato e la consapevolezza del cliente finale

Conclusioni

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GRAZIE! [email protected] www.aiel.cia.it

www.enplus-pellets.it

PELLET DAYI mercati del pellet, gli aspetti tecnici e

filiere alternative, gli incentivi

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

I MERCATI INTERNAZIONALI DEL PELLET

E

RELATIVE INFLUENZE SUL MERCATO DOMESTICO

Fabrizio Gugliermetto

importatore

PRODUZIONE MONDIALE

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PRINCIPALI PAESI CONSUMATORI

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MAGGIORI ESPORTATORI E IMPORTATORI

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IMPATTO CAMBIO EURO/DOLLARO

SUI PREZZI CIF

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RIFLESSI

SUL

MERCATO NAZIONALE

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● DIMINUZIONI DELLE IMPORTAZIONI DAI PAESI CHE

QUOTANO IL PELLET IN $

● MAGGIORI VENDITE DI PELLET EUROPEO AD USO

INDUSTRIALE

● MAGGIOR SPAZIO A PRODUZIONI, SPESSO DI SECONDO

ORDINE, CHE TROVANO TERRENO FERTILE CAUSA LE

INCERTEZZE DEL MERCATO DOMESTICO (L’ITALIA

PRATICAMENTE DIPENDE PER IL SUO FABBISOGNO

DALLE PRODUZIONI ESTERE)

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ULTERIORI CONDIZIONAMENTI SUL NOSTRO MERCATO

● GRANDE FRAMMENTAZIONE DEL MERCATO SENZA IDENTITA’ DI POLITICHE COMMERCIALI

● MERCATO PENALIZZATO E NON REATTIVO ALL’AUMENTO DELL’IVA

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PERCHE’

CONTINUARE AD INVESTIRE NEL PELLET

E

QUALI POLITICHE SOSTENERE

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● PER LA SOSTENIBILITA’ DEL MERCATO DELLE BIOMASSE RISPETTO AI COMBUSTIBILI FOSSILI

● PERCHE’ QUESTO MERCATO E’ COMUNQUE DESTINATO A CRESCERE ALMENO FINO AL 2020/2025

● E’ FONDAMENTALE LA COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI DI QUALITA’ E DI PROVENIENZA CERTIFICATA, NONCHE’ LA CERTIFICAZIONE DI TUTTA LA FILIERA PRODUTTIVA

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GRAZIE PER L’ ATTENZIONE

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filiere alternative, gli incentivi

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La nuova normativa tecnica del pellet

UNI EN ISO 17225-2

Giuseppe Toscano

Laboratorio Biomasse – Università Politecnica delle Marche

www.laboratoriobiomasse.it

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Documento con contenuti tecnici che definiscono le caratteristiche di un

prodotto

Applicazione volontaria: non è un obbligo conformarsi

Sviluppata da esperti del settore e basata sullo stato dell’arte

Riconosciuta da organismi internazionali

LA NORMATIVA TECNICA DEI BIOCOMBUSTIBILI

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Norma UNI EN ISO Titolo genericoVecchia norma

UNI EN sostituita

UNI EN ISO 17225-1:2014Fuel specifications and classes:

General requirementsUNI EN 14961-1:2010

UNI EN ISO 17225-2:2014Fuel specifications and classes:

Graded wood pelletsUNI EN 14961-2:2011

UNI EN ISO 17225-3:2014Fuel specifications and classes:

Graded wood briquettesUNI EN 14961-3:2011

UNI EN ISO 17225-4:2014Fuel specifications and classes:

Graded wood chipsUNI EN 14961-4:2011

UNI EN ISO 17225-5:2014Fuel specifications and classes:

Graded firewoodUNI EN 14961-5:2011

UNI EN ISO 17225-6:2014Fuel specifications and classes:

Graded non-woody pelletsUNI EN 14961-6:2012

UNI EN ISO 17225-7:2014Fuel specifications and classes:

Graded non-woody briquettesNessuna norma

LA NORMATIVA TECNICA DEI BIOCOMBUSTIBILI

PELLET DI LEGNO

PELLET NON LEGNOSO

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LA NORMATIVA TECNICA PER IL PELLET DI LEGNO

UNI EN 14961-2:2011 UNI EN ISO 17225-2:2014

Cambiamenti

- Tipologie di prodotto e nuove classi di qualità

- Variazioni di limiti di alcune classi

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Stabilisce le specifiche o classi di qualità del pellet di legno

Pellet ad uso commerciale e residenziale

Classe A1 – A2 - B

Pellet ad uso industriale

Classi I1 - I2 – I3

LA NORMATIVA TECNICA UNI EN ISO 17225-2Biocombustibili solidi - Specifiche e classificazione del combustibile -

Parte 2: Definizione delle classi di pellet di legno

No biomassa residuale da

trattamenti chimiciSottoprodotti

dell’industria del legno

anche con trattamenti

chimici

CLASSI DI QUALITA'

PARAMETRO A1 A2 B

Origine

Diametro e lunghezza

Umidità

Ceneri

Durabilità Meccanica

Polveri

Additivi

Potere calorifico netto

Massa volumica

Azoto

Zolfo

Cloro

Arsenico

Cadmio

Cromo

Rame

Piombo

Mercurio

Nickel

Zinco

Fusibilità ceneri

UNI EN ISO 17225-2

Graded wood pellets

Usi commerciali e

residenziali

Parametro

informativo

Limiti più restrittivi

dalla classe B alla A1

Sono definite:

- Le unità di misura

- I metodi di analisi

CLASSI DI QUALITA'

PARAMETRO A1 A2 B

Origine

Diametro e lunghezza

Umidità

Ceneri

Durabilità Meccanica

Polveri

Additivi

Potere calorifico netto

Massa volumica

Azoto

Zolfo

Cloro

Arsenico

Cadmio

Cromo

Rame

Piombo

Mercurio

Nickel

Zinco

Fusibilità ceneri

UNI EN ISO 17225-2

Graded wood pellets

Usi commerciali e

residenziali

ORIGINE

- Materiale vergine

per le classi A1 e A2

- Possibilità dell’uso

di legno trattato

chimicamente

1.2 By-products and residues from wood processing

industry

1.2 Sottoprodotti e residui della lavorazione

del legno

1.2.2 Chemically treated wood

by-products, residues, fibres and

wood constituents

In Italia questo

prodotto è un rifiuto

(vedi 152/06 s.m.i.)

CLASSI DI QUALITA'

PARAMETRO A1 A2 B

Origine

Diametro e lunghezza

Umidità

Ceneri

Durabilità Meccanica

Polveri

Additivi

Potere calorifico netto

Massa volumica

Azoto

Zolfo

Cloro

Arsenico

Cadmio

Cromo

Rame

Piombo

Mercurio

Nickel

Zinco

Fusibilità ceneri

UNI EN ISO 17225-2

Graded wood pellets

Usi commerciali e

residenziali

Le novità

rispetto alla

UNI EN 14961-2

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

UNI EN ISO 17225-2 : le novità rispetto alla

precedente UNI EN 14961-2

CLASSI DI QUALITA’

NORMA Unità A1 A2 B

UNI EN

14961-2

% peso su s.s.< = 0,7 < = 1,5 < = 3,0

UNI EN ISO

17225-2% peso su s.s. < = 0,7 < = 1,2 < = 2,0

Contenuto in ceneri

- Parametro chiave nella determinazione della qualità della biomassa

- Dipende dalla materia prima e da come si gestisce nella filiera

- La determinazione per via termo-gravimetrica con muffola a 550°C è molto

delicata e richiede molta precisione (http://www.laboratoriobiomasse.it/media/docs/downloads/149-1.pdf)

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

UNI EN ISO 17225-2 : le novità rispetto alla

precedente UNI EN 14961-2

CLASSI DI QUALITA’

NORMA Unità A1 A2 B

UNI EN

14961-2MJ/kg o kWh/kg

su t.q.

16,5 – 19

4,6 – 5,3

16,3 – 19

4,5 – 5,3

16 – 19

4,4 – 5,3

UNI EN ISO

17225-2MJ/kg o kWh/kg

su t.q.

>= 16,5

>= 4,6

>= 16,5

>= 4,6

>= 16,5

>= 4,6

Potere calorifico netto

- Esprime l’energia prodotta dall’unità di massa del biocombustibile

- Determinazione con calorimetro e correzione del dato con il contenuto di

umidità ed il contenuto di idrogeno http://www.laboratoriobiomasse.it/media/docs/downloads/149-9.pdf

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UNI EN ISO 17225-2 : le novità rispetto alla

precedente UNI EN 14961-2

CLASSI DI QUALITA’

NORMA Unità A1 A2 B

UNI EN

14961-2

% peso su s.s.<= 0,03 <= 0,03 <=0,04

UNI EN ISO

17225-2% peso su s.s. <= 0,04 <= 0,05 <= 0,05

Contenuto di zolfo

- Può indicare la presenza di contaminanti ed impurità o trattamenti

- Normalmente presente a basse concentrazioni nel legno

- Un metodo per determinarlo è in cromatografia ionica http://www.laboratoriobiomasse.it/media/docs/downloads/149-3.pdf

Prelievo di campioni casuali di pellet: circa 130 campioni

Periodo 2010-2013

Provenienza: 16 regioni d’Italia

Distribuzione

- 67% campioni nord Italia

- 25% campioni centro Italia

- 8% campioni sud Italia

INDAGINE QUALITA’ PELLET DI LEGNO

www.laboratoriobiomasse.it

http://www.biomasslab.it/ita/papers.html

PAPERS – Pubblicazioni sito Laboratorio Biomasse

Confronto distribuzione campioni applicando la vecchia e

nuova normativa

CONTENUTO IN CENERI

UNI EN 14961-2 UNI EN ISO 17225-2

A1 A2 B Extra A1 A2 B Extra

52%

52%

13%

35%

5%

27%

16%

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

Giuseppe Toscano

Laboratorio Biomasse

Dipartimento D3A

Università Politecnica delle Marche

www.laboratoriobiomasse.it –

[email protected]

PELLET DAYI mercati del pellet, gli aspetti tecnici e

filiere alternative, gli incentivi

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RIFLESSI DEI SISTEMI DI PRODUZIONE SULLA QUALITA’ DEL PELLETS

Carlesso Enrico

COSTRUZIONI NAZZARENO S.R.L.

PELLETS DI LEGNO VERGINE

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La normativa non classifica il pellets in base a colore o essenza di legno, ma rispetto a specifiche contenute nella

norma UNI EN ISO 17225-2

L’impianto di produzione pellets

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MACINAZIONE

L’impianto di produzione pellets

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MACINAZIONE

ALIMENTAZIONE

L’impianto di produzione pellets

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

MACINAZIONE

ALIMENTAZIONE

1a RAFFINAZIONE

L’impianto di produzione pellets

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MACINAZIONE

ALIMENTAZIONE

1a RAFFINAZIONE

ESSICCAZIONE

L’impianto di produzione pellets

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MACINAZIONE

ALIMENTAZIONE

1a RAFFINAZIONE

ESSICCAZIONE STOCCAGGIOSEGATURA

L’impianto di produzione pellets

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MACINAZIONE

ALIMENTAZIONE

1a RAFFINAZIONE

ESSICCAZIONE STOCCAGGIOSEGATURA

2a RAFFINAZIONE

L’impianto di produzione pellets

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MACINAZIONE

ALIMENTAZIONE

1a RAFFINAZIONE

ESSICCAZIONE STOCCAGGIOSEGATURA

2a RAFFINAZIONE

PELLETTATURA

L’impianto di produzione pellets

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MACINAZIONE

ALIMENTAZIONE

1a RAFFINAZIONE

ESSICCAZIONE STOCCAGGIOSEGATURA

2a RAFFINAZIONE

PELLETTATURA

RAFFREDDAMENTOPULITURA PELLETS

L’impianto di produzione pellets

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

MACINAZIONE

ALIMENTAZIONE

1a RAFFINAZIONE

ESSICCAZIONE STOCCAGGIOSEGATURA

2a RAFFINAZIONE

PELLETTATURA

RAFFREDDAMENTOPULITURA PELLETS

STOCCAGGIO PELLETS

L’impianto di produzione pellets

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

MACINAZIONE

ALIMENTAZIONE

1a RAFFINAZIONE

ESSICCAZIONE STOCCAGGIOSEGATURA

2a RAFFINAZIONE

PELLETTATURA

RAFFREDDAMENTOPULITURA PELLETS

STOCCAGGIO PELLETS

CONFEZIONAMENTOPELLETS

L’impianto di produzione pellets

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MACINAZIONE

ALIMENTAZIONE

1a RAFFINAZIONE

ESSICCAZIONE STOCCAGGIOSEGATURA

2a RAFFINAZIONE

PELLETTATURA

RAFFREDDAMENTOPULITURA PELLETS

STOCCAGGIO PELLETS

CONFEZIONAMENTOPELLETS

ASPIRAZIONEFILTRAZIONE

Possibili aree di intervento per migliorare la qualità del pellets

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1 -SCORTECCIATURA TRONCHI

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1 -SCORTECCIATURA TRONCHI

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Vantaggi

Diminuzione contenuto ceneri

Eliminazione di impuritàdovute al trasporto tronchi

2 –ALIMENTAZIONE CHIPS

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2 –ALIMENTAZIONE CHIPS

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

Vantaggi

Eliminazione di impurità dovute allamovimentazione sul terreno del chips

Con presenza di mix tra latifoglie e conifere, è possibile installare due tramogge per mantenere costante il rapporto tra le essenze

3 –1a RAFFINAZIONE CHIPS UMIDO

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3 –1a RAFFINAZIONE CHIPS UMIDO

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Vantaggi

Riduce dimensioni materialeper l’essiccazione

Uniforma il prodotto per l’essiccazione

4 –CONTROLLI DI UMIDITA’ IN CONTINUO

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4 –CONTROLLI DI UMIDITA’ IN CONTINUO

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Vantaggi

Prima dell’essiccazioneControllo costante della materiaprima umida per massimizzare il rendimento dell’essiccazione

Dopo l’essiccazioneControllare e mantenere stabile l’umidità del prodotto da inviare alla pellettatura

5 –VAGLIO SETACCIATORE

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5 –VAGLIO SETACCIATORE

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Vantaggi

Rimozione componenti fini dal prodotto secco, che sono normalmente costituite da inerti e impurità che contribuiscono ad aumentare ceneri e altri paramenti

Diminuire quantità di prodotto che passa nel mulino a martelli per secco

5 –PELLETTATURA

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5 –PELLETTATURA

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

Vantaggi

Il miscelatore rende continuamente omogeneo il prodotto per la pressa

Con compressione della trafila adeguata al mix di legno, viene prodotto pellets con peso specifico adeguato, compattezza adeguata e con pochissimo «sfarinamento»

Dosaggio finale di acqua per ottimizzazione della pellettatura

6 –RAFFREDDAMENTO PELLETS

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6 –RAFFREDDAMENTO PELLETS

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Vantaggi

Rapido raffreddamento in controcorrente mantiene alta la durabilità del pellets

Il raffreddamento elimina possibilità condensa nel sacchetto di pellets

7 –VAGLIATURA PELLETS

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7 –VAGLIATURA PELLETS

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Vantaggi

Eliminazione delle componenti fini residuali che comporterebbero aumento del contenuto in polveri nei sacchi o altri scarichi

Grazie per l’attenzione e sono a disposizione per eventuali domande.

COSTRUZIONI NAZZARENO S.R.L.

Via delle Industrie, 17 (zona industriale Vacil)31030 Breda di Piave (TV) ItaliaTelefono: + 39 / 0422 / 60 05 92

Fax: + 39 / 0422 / 60 71 19E-mail: [email protected]

Web: www.nazzareno.it

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

PELLET DAY - Forlener 2015 - Lingotto Fiere, Torino - Sala Verde - Sabato 26 settembre 2015

Alessandro GuercioITI Engineering – Direzione Commerciale

La sostenibilità energetica nel processo di produzione del Pellet

PELLET DAYI mercati del pellet, gli aspetti tecnici

e filiere alternative, gli incentivi

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ITI Engineering: chi siamo, la nostra storia

PELLET DAYI mercati del pellet, gli aspetti tecnici

e filiere alternative, gli incentivi

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ITI Engineering: la valorizzazione della biomassa

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e filiere alternative, gli incentivi

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ITI Engineering: prodotti e servizi

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ITI Engineering: la produzione termica al servizio dei processi di essiccazione

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e filiere alternative, gli incentivi

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La produzione del pellet

- ricevimento materia prima- scortecciatura e cippatura- macinatura del verde- essiccazione- macinatura del secco- pellettizzazione- raffreddamento- insacchettamento

Fonte dell'illustrazione:BIOS BIOENERGIESYSTEME GmbH

www.bios-bioenergy.at/uploads/pics/Schema_Pelletsproduktionsanlage_en_big.jpg

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Il fabbisogno termico ed elettrico nella produzione del pellet

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Fase del processo Consumo elettrico in kWh per tonnellata di prodotto finito

Scortecciatura e Cippatura 11

Macinatura del verde 30-40

Essiccazione 25-45

Macinatura del secco 30-40

Pellettizzazione 60-90

Raffreddamento pellet 8-15

Stoccaggio e movimentazione 10-20

Totale 174-261

Il fabbisogno termico può essere stimato nel valore medio di 1MWh termico per tonnellata di prodotto finito.

Il rapporto tra fabbisogno elettrico e termico sta nell'intorno di 1 / 5.

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Tecnologie per l'essiccazione nella produzione del pellet

Essiccatoi a tamburo a fumi diretti Essiccatoi a nastro indiretti

Fonte delle illustrazioni:Swiss Combi

http://www.swisscombi.ch/en/dryers

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La cogenerazione a biomassa per la produzione del pellet

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La cogenerazione consiste nella produzione e nella effettiva valorizzazione, dell'energia termica ed elettrica generate da un ciclo termodinamico, con l'obiettivo di ridurre il fabbisogno di energia primario rispetto all'equivalente produzione separata.

Nel confronto tra le tecnologie per la cogenerazione due importanti parametri sono:- il rendimento complessivo;- il fattore di cogenerazione (il rapporto tra potenza elettrica e potenza termica erogate) in funzione del livello di temperatura del calore cogenerato.

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Le tecnologie disponibili per la cogenerazione a biomassa (1/2)

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Le tecnologie disponibili per la cogenerazione a biomassa (2/2)

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ITI Engineering e la cogenerazione a biomassa

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ITI engineering conta varie esperienze nella cogenerazione a biomassa sia con turbine a vapore che con moduli ORC.

A settembre 2015 è attesa la messa in marcia dell'impianto di cogenerazione Renovo di Iglesias con caldaia ad olio diatermico e modulo ORC da 1MW elettrico e 4MW termici.A seguire sarà avviato il secondo progetto Renovo di uguale capacità e tecnologia presso Caltagirone.

Entro la fine del 2015 sono inoltre previsti gli avviamenti di ulteriori due impianti di cogenerazione a biomassa da 200kW elettrici con turbina a vapore (Cremona) e modulo ORC (Bari).

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Pellet e Teleriscaldamento

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Il teleriscaldamento è un sistema di distribuzione del calore producibile centralmente in maniera efficiente e usando combustibili rinnovabili.

Un TLR con una richiesta di picco di 1MW genera un fabbisogno termico annuo di c.a 2.000MWh, a fronte di oltre 8.000MWh producibili.

Il calore producibile ma non richiesto dal TLR può essere usato per produrre pellet o altri bio-combustibili densificati (es. cialde o bricchette) con le quali è possibile allargare il raggio di azione del TLR operando il servizio calore, attraverso caldaie dedicate, ad utenze non fisicamente connesse al TLR.

La centrale termica potrà operare per tutto l'anno a pieno carico massimizzando le potenzialità e implementando la cogenerazione.

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Pellet e Teleriscaldamento

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Considerazioni finali:

L'Italia è il primo consumatore al mondo di pellet per riscaldamento con oltre 3Mt/a

L'Italia è anche il primo importatore al mondo di pellet con oltre 2,5Mt/a di import

La produzione locale di pellet o altri biocombustibili densificati è però possibile

Per essere economicamente e ambientalmente sostenibile la produzione locale deve puntare su risorse locali sia per le materie prime che per l'energia necessaria

La cogenerazione a biomassa a partire dai residui è una ottima pratica per una produzione sostenibile con decine di casi rappresentativi in Europa e Italia

Sono disponibili varie tecnologie per la cogenerazione, altre sono in fase di sviluppo

Una politica che incentivi la cogenerazione a biomassa dedicata al soddisfacimento dei processi produttivi locali, quali la produzione del pellet, sarebbe auspicabile.

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Per approfondimenti

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e filiere alternative, gli incentivi

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Grazie per la gentile attenzione

[email protected]

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Agripellet e pellet alternativi al legno

Giuseppe Toscano

Laboratorio Biomasse – Università Politecnica delle Marche

www.laboratoriobiomasse.it

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Prodotto macinato e densificato a pellet costituito da biomassa agricola o agroindustriale, normalmente di tipo residuale

AGRIPELLET

Potature di vite

Potature di olivo

Potature di piante da frutto

……………

Paglie

Stocchi

Prodotti erbacei in generale

…………….

Vinaccia

Sansa

………….

Legnose

Erbacee

Da frutti e semi

Biomassa

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Norma UNI EN ISO Titolo genericoVecchia norma

UNI EN sostituita

UNI EN ISO 17225-1:2014Fuel specifications and classes:

General requirementsUNI EN 14961-1:2010

UNI EN ISO 17225-2:2014Fuel specifications and classes:

Graded wood pelletsUNI EN 14961-2:2011

UNI EN ISO 17225-3:2014Fuel specifications and classes:

Graded wood briquettesUNI EN 14961-3:2011

UNI EN ISO 17225-4:2014Fuel specifications and classes:

Graded wood chipsUNI EN 14961-4:2011

UNI EN ISO 17225-5:2014Fuel specifications and classes:

Graded firewoodUNI EN 14961-5:2011

UNI EN ISO 17225-6:2014Fuel specifications and classes:

Graded non-woody pelletsUNI EN 14961-6:2012

UNI EN ISO 17225-7:2014Fuel specifications and classes:

Graded non-woody briquettesNessuna norma

LA NORMATIVA TECNICA DEI BIOCOMBUSTIBILI

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Agro-residuo

UNI EN ISO 17255-2

UNI EN ISO 17255-2

UNI EN ISO 17255-6

Le potature non

rientrano nei limiti

delle ceneri….

UNI EN ISO 17255-6

AGRIPELLET E NORMATIVA TECNICA

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10 litri > 200 litri

260 MJ

VOLUME

LOGISTICA UTILIZZO MERCATO

Standard

LE RAGIONI DELLA PELLETTIZZAZIONE DEGLI AGRORESIDUI

La densità energetica e lo standard

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Cattive condizioni di combustione

incontrollate – NON recupero risorsa

Condizioni di combustione controllate –

USO della risorsa

LE RAGIONI DELLA PELLETTIZZAZIONE DEGLI AGRORESIDUI

Elementi energetico-ambientali

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AGRIPELLETColtello

Trafila

Rulli interni

Additivi inorganici

migliorativi della

temperatura di fusione

delle ceneri

AGRI-RESIDUO

Permesso dalla

normativa tecnica

LE RAGIONI DELLA PELLETTIZZAZIONE DEGLI AGRORESIDUI

Ingegnerizzazione del pellet

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GESTIONE DELLE QUALITA’ DELL’AGRIPELLET

Alcune biomasse erbacee generano problematiche

di incrostazione negli impianti termici

La causa è la bassa temperatura di fusione delle

ceneri che liquefano e tendono a produrre aggregati

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RICERCA LABORATORIO BIOMASSE - AIFE

Ingegnerizzazione del biocombustibile

BIOMASSE AGRICOLE

ERBACEE RESIDUALIADDITIVI INORGANICI e

BIOMASSA LEGNOSA

PROGETTO DI RICERCA PER LA GESTIONE DELLA QUALITA’ DEI BIOCOMBUSTIBILI

- Combinazione di biomasse erbacee e legnose

- Integrazione ottimizzata di additivi inorganici

BIOCOMBUSTIBILE

OTTIMIZZATO

CONFORME ALLA

NORMATIVA

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USO AGRIPELLET

CALDAIE

GASSIFICATORI

Agripellet

STUFE

Contenuto in ceneri critico

per questi apparecchi

Buone caratteristiche

soprattutto per impianti

predisposti per più tipologie

di biomasse

Non sono note esperienze

Agripellet competitivo con il cippato di legno

1 m3 di agripellet = 4 m3 di cippato di legno

X

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PELLET DI LEGNO vs CIPPATO vs AGRIPELLET

PROPRIETA’ Pellet di legno Cippato di legno Agripellet

Umidità (% tq) < 10 30 - 50 < 10

Ceneri (% ss) 0,7 – 3 1 - 5 2,5 – 10

PCI (MJ/kg tq) 16,5 - 18 7 – 10 15 – 18

Azoto (% ss) 0,03 – 1 0,03 – 1 0,05 – 2

Cloro (% ss) 0,02 – 0,1 0,03 – 0,1 0,05 – 0,3

Massa volumica

(kg/m3 tq)

600 – 670 150 – 250 600 – 670

Densità energetica

(GJ/m3 tq)

10 - 12 1,5 – 2,5 9 – 11

Range orientativi delle proprietà di alcuni biocombustibili (considerando legnosi ed erbacei)

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https://www.dbfz.de/index.php?id=872&L=0

APPLICAZIONI

- Casi applicativi in Italia

- Uso prevalente di pellet di paglia o erbaceo

- Sviluppo cantieri per le potature di arboree e vite

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- Circa 5-6 m3/giorno acqua a 85°C

- PELLET DI PAGLIA

- Circa 30-33 t/anno di pellet/anno

UTILIZZO DI AGRIPELLET DI PAGLIA

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PRODUZIONE DI AGRIPELLET DI VITE

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IMPIANTO MOBILE

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PRODUZIONE DI AGRIPELLET DI VITE

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UTILIZZO DI AGRIPELLET DI VITE

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La normativa tecnica può essere rivisitata su alcuni aspetti

Performance energetiche elevate e proprietà gestibili nel processo

Competitività con il cippato

- prezzo equivalente meno favorevole

- minori costi di trasporto

- logistica più semplificata

- stabilità del prodotto

CONSIDERAZIONI

Combustibile ordinario

Combustibile di riserva

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Giuseppe Toscano

Laboratorio Biomasse - Dipartimento D3A

Università Politecnica delle Marche

www.laboratoriobiomasse.it – [email protected]

Approfondimenti su Agripellet, Qualità ed Analisi delle biomasse, ….

IL PELLET – GUERCIO, TOSCANO

DARIO FLACCOVIO EDITORE

Biomasse legnose: petrolio verde per

il teleriscaldamento italiano - FIPER

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Strumenti per lo sviluppo della filiera bosco

energia in Piemonte

Marco Corgnati

Regione Piemonte - Settore Foreste

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Premessa

L’utilizzo del pellet per la produzione di energia non è oggetto di specifiche

previsioni nell’ambito delle politiche regionali per una serie di ragioni:

- è un settore in forte espansione, che non necessita di incentivi

- è visto positivamente nell’ambito delle politiche ambientali relative alla

tutela della qualità dell’aria,

- è visto positivamente nell’ambito delle politiche energetiche, in quanto

FER e per l’elevato utilizzo dell’energia primaria

- è visto positivamente nell’ambito delle politiche forestali quando prodotto a

partire da risorse forestali locali

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Lo sviluppo della filiera bosco - energia

a) gli strumenti di strategia

b) gli strumenti di comunicazione

c) gli strumenti di supporto economico

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Quale filiera bosco – energia e quali obiettivi

a) Legna da ardere: selvicoltura / legalità

/innovazione

b) termico piccola scala: filiera corta e vendita

diretta di energia

c) cogenerazione e teleriscaldamento:

gestione forestale associata / logistica /

cooperazione

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Le STRATEGIE

1) In materia di ENERGIA- Relazione programmatica sull’energia

- Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR)

Nell’ambito degli obiettivi specifici FER, le biomasse

sono individuate come la fonte con le maggiori

potenzialità di sviluppo

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Le STRATEGIE

2) In materia di FORESTE- Piano Forestale Regionale

La produzione di energia da biomasse è individuata

come opportunità di reddito e strumento di

valorizzazione degli assortimenti di qualità inferiore

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Le STRATEGIE

2) In materia di FORESTE

Nell’ambito del progetto RENERFOR:

- si sono costruiti gli scenari di sviluppo delle

biomasse al 2020 su base territoriale

- si sono messi a punto strumenti di valutazione delle

potenzialità delle produzioni legnose (e biomasse in

particolare) sul territorio regionale (CDLP – BRUSA)

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La COMUNICAZIONE

1) il SITO regionale – forestehttp://www.regione.piemonte.it/foreste/it/filiere/legnoenergia.html

Sezione dedicata alle filiere bosco-energia

2) Le PUBBLICAZIONI

- Censimento degli impianti a biomassa

- L’energia del legno (AIEL)

- …..

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Il SUPPORTO ECONOMICO

1) PAR FSC 2007-2013 – Linea d’azione 2 –

Filiera Bosco – Energia

1,65 M€ contributi pubblici

10 iniziative

8,8 M€ investimento

- Aspetti organizzativi / «vestiti su misura»

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Il SUPPORTO ECONOMICO

2) PSR 2014-2020

- Aspettative frustrate

- Mis. 16.6 Approvvigionamento da biomasse

3 M€ risorse pubbliche

- Ma anche: 16.1 – 16.2 – 16.3 – 16.8

- E soprattutto: LEADER

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CONCLUSIONI

Grandi potenzialità e grandi opportunità

Ruolo strategico della tecnologia e

dell’innovazione

Terreno su cui giocare le capacità

imprenditoriali

FORLENER 2015 PELLET DAYI mercati del pellet – Aspetti tecnici e filiere alternative – Gli incentivi

Il nuovo Conto TermicoGli incentivi

Antonio PanviniLINGOTTO FIERE – TORINO

Sala Verde – Sabato 26 settembre 2015

21. COME OPERA IL CTI

IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI – 26 Settembre 20152

31. QUALI INCENTIVI PER LA BIOMASSA

- DETRAZIONE DEL 65 % - EFFICIENZA ENERGETICA

- DETRAZIONE DEL 50 % - RISTRUTTURAZIONI EDILIZIE

- CONTO TERMICO

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L’agevolazione fiscale consiste in detrazioni dall’Irpef o dall’Ires ed è concessaquando si eseguono interventi che aumentano il livello di EFFICIENZAENERGETICA degli edifici esistenti.

Le detrazioni sono riconosciute se le spese sono state sostenute per:

•la riduzione del fabbisogno energetico per il riscaldamento dell’intero edificio(100.000 €)

•il miglioramento termico dell’edificio (coibentazioni - pavimenti - finestre,comprensive di infissi) (60.000€)

•l’installazione di pannelli solari e schermature (60.000€)

•la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale. (30.000€)

http://finanziaria2015.enea.it

2. DETRAZIONE DEL 65 %4

IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI – 26 Settembre 2015

La legge di stabilità 2015 ha esteso l’agevolazione alle spese sostenute dal 1°gennaio 2015 fino al 31 dicembre 2015 per l’acquisto e la posa in opera:

• di impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentatida biomasse combustibili, fino a un valore massimo della detrazione di 30.000euro.

!!! In precedenza le caldaie a legna o a pellet erano incentivate con l’ecobonussolo in caso di sostituzione di un impianto preesistente.

Possono usufruire della detrazione:

•le persone fisiche, compresi gli esercenti arti e professioni

•i contribuenti che conseguono reddito d’impresa

•le associazioni tra professionisti

•gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.

2. DETRAZIONE DEL 65 %5

IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI – 26 Settembre 2015

2. DETRAZIONE DEL 50 %6

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Per le spese effettuate dal 26 giugno 2012 al 30 giugno 2013 (la legge di stabilità2015 ha prorogato la scadenza al 31 dicembre 2015 ) la detrazione è pari al 50 %delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo delle stesse nonsuperiore a 96.000 euro per unità immobiliare. La detrazione è concessa perinterventi di RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA.

Accedono alla detrazione impianti a legna o a pellet, stufe e anche impianti ex-novo

!!! Dal 1° gennaio 2016 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% econ il limite di 48.000 euro per unità immobiliare.

Possono usufruire della detrazione tutti i contribuenti assoggettati all’impostasul reddito delle persone fisiche (Irpef).

La detrazione per gli interventi di recupero edilizio non è cumulabile con ladetrazione del 65%.

2. CONTO TERMICO7

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Decreto 28 Dicembre 2012

Incentivo in denaro per l'acquisto di stufe, termocamini e caldaie a biomassache rispondono a particolari requisiti e che sono installate in sostituzione diimpianti di climatizzazione invernale o di riscaldamento delle serre esistenti edei fabbricati rurali esistenti con impianti dotati di generatore di calorealimentato a biomassa.

L’incentivo viene erogato per 2 anni per generatori con potenza termicanominale al focolare inferiore o uguale a 35 kW. Sopra i 35 kW la duratadell’incentivo arriva a 5 anni.

Possono usufruire della detrazione le amministrazioni pubbliche e i soggettiprivati (imprese, persone fisiche, condomini).

2. CONTO TERMICO8

IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI – 26 Settembre 2015

TIPOLOGIE DI GENERATORI AMMESSI

a) caldaie a biomassa di potenza termica nominale inferiore o uguale a500 kW;b) caldaie a biomassa di potenza termica nominale superiore a 500 kW einferiore o uguale a 1.000 kW;c) stufe e termocamini a pellet;d) stufe e termocamini a legna.

L’incentivo varia in funzione:• della potenza nominale del generatore• delle emissioni di polveri in atmosfera distinto per tipologia installata• delle ore di funzionamento stimate in relazione alla zona climatica di

appartenenza• del coefficiente di valorizzazione dell’energia termica prodotta distinto per

tipologia installata

2. CONTO TERMICO9

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REQUISITI TECNICO AMBIENTALI DEGLI APPARECCHI DOMESTICI A BIOMASSA

Per le caldaie a biomassa di potenza termica nominale inferiore o uguale a 500kWt

•certificazione di un organismo accreditato che attesti la conformità alla normaUNI EN 303-5 classe 5;•rendimento termico utile non inferiore a 87%+log(Pn) dove Pn è la potenzanominale dell’apparecchio;•emissioni in atmosfera non superiori a quanto riportato nella Tabella 11, comecertificate da un organismo accreditato;•obbligo di installazione di un sistema di accumulo termico dimensionatosecondo quanto segue:-per le caldaie con alimentazione manuale del combustibile, secondo quantoprevisto dalla norma EN 303-5;-per le caldaie con alimentazione automatica del combustibile, prevedendo unvolume di accumulo non inferiore a 20 dm3/kWt;

2. CONTO TERMICO10

IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI – 26 Settembre 2015

• il pellet utilizzato deve essere certificato da un organismo di certificazioneaccreditato che ne certifichi la conformità alla norma UNI EN ISO 17225-2classe A1 oppure A2;

• possono altresì essere utilizzate altre biomasse combustibili purché previstetra quelle indicate dal D.Lgs. 152/2006 e succ. mod. Parte quinta, Allegato Xparte II, Sezione 4, solo nel caso in cui la condizione di cui al punto iii(emissioni) risulta certificata anche per tali combustibili.

2. BOZZA ALLEGATI DEL DM CONTO TERMICO DEL 04/05/201511

IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI – 26 Settembre 2015

NOVITÀ RISPETTO AI MECCANISMI ANCORA IN VIGORE

• Per le caldaie automatiche a pellet si è rilevata la necessità di mantenerel’obbligo di installazione dell’accumulo, poiché determinante per ilcontenimento delle emissioni, senza però dare indicazione di un volumeminimo e pertanto lasciando al progettista il compito del dimensionamento.

• Aggiornamento normativo in conseguenza del fatto che le UNI EN ISO17225:2014 hanno sostituito le UNI EN 14961:2012.

• E’ stato maggiormente specificato che cosa si intende per pellet certificato(evidenza della classe di qualità e codice di identificazione).

2. CONTO TERMICO12

IL NUOVO CONTO TERMICO: GLI INCENTIVI – 26 Settembre 2015

REQUISITI TECNICO AMBIENTALI DEGLI APPARECCHI DOMESTICI A BIOMASSA

Per le caldaie a biomassa di potenza termica nominale superiore a 500 kWt einferiore o uguale a 1000 kWt:• rendimento termico utile non inferiore all'89% attestato da una

dichiarazione del produttore del generatore nella quale deve essere indicatoil tipo di combustibile utilizzato;

• emissioni in atmosfera non superiori a quanto riportato nella tabella 11,come certificate da un laboratorio accreditato secondo la norma UNI ENISO/IEC 17025 misurate in sede di impianto;

• il pellet utilizzato deve essere certificato da un organismo di certificazioneche ne certifichi la conformità alla norma UNI EN ISO 17225-2 classe A1oppure A2.

• possono altresì essere utilizzate altre biomasse combustibili purché previstetra quelle indicate dal D.Lgs. 152/2006 e succ. mod. Parte quinta, Allegato Xparte II, Sezione 4, solo nel caso in cui la condizione di cui al punto i e iirisulta certificata anche per tali combustibili.

2. BOZZA ALLEGATI DEL DM CONTO TERMICO DEL 04/05/201513

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NOVITÀ RISPETTO AI MECCANISMI ANCORA IN VIGORE

Oltre alle integrazioni già descritte per le caldaie a biomassa di potenzainferiore o uguale a 500 kWt (dimensionamento accumulo, aggiornamentonormativo e pellet certificato) è stata innalzato il limite massimo di potenzatermica nominale da 1000 kWt a 2000 kWt.

2. CONTO TERMICO14

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REQUISITI TECNICO AMBIENTALI DEGLI APPARECCHI DOMESTICI A BIOMASSA

Per le stufe ed i termocamini a pellet:• certificazione di un organismo accreditato che attesti la conformità alla UNI

EN 14785;• rendimento termico utile maggiore dell’85%;• emissioni in atmosfera non superiori a quanto riportato nella Tabella 11,

come certificate da un organismo accreditato;• il pellet utilizzato deve essere certificato da un organismo di certificazione

che ne certifichi la conformità alla norma UNI EN 14961-2 classi A1 oppureA2.

2. BOZZA ALLEGATI DEL DM CONTO TERMICO DEL 04/05/201515

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NOVITÀ RISPETTO AI MECCANISMI ANCORA IN VIGORE

E’ stato maggiormente specificato che cosa si intende per pellet certificato(evidenza della classe di qualità e codice di identificazione).

2. CONTO TERMICO16

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REQUISITI TECNICO AMBIENTALI DEGLI APPARECCHI DOMESTICI A BIOMASSA

Per i termocamini a legna:• siano installati esclusivamente in sostituzione di camini aperti;• certificazione di un organismo accreditato che attesti la conformità alla

norma UNI EN 13229;• rendimento termico utile maggiore dell’85%;• emissioni in atmosfera non superiori a quanto riportato nella Tabella 11,

come certificate da un organismo accreditato;• possono altresì essere utilizzate altre biomasse combustibili purché previste

tra quelle indicate dal D.Lgs. 152/2006 e succ. mod. Parte quinta, Allegato Xparte II, Sezione 4, solo nel caso in cui la condizione di cui al punto iii risultacertificata anche per tali combustibili.

2. CONTO TERMICO17

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REQUISITI TECNICO AMBIENTALI DEGLI APPARECCHI DOMESTICI A BIOMASSA

Per le stufe a legna:• certificazione di un organismo accreditato che attesti la conformità alla alle

norma norme UNI EN 13240;• rendimento termico utile maggiore dell’85%;• emissioni in atmosfera non superiori a quanto riportato nella Tabella 11,

come certificate da un organismo accreditato;• possono altresì essere utilizzate altre biomasse combustibili purché previste

tra quelle indicate dal D.Lgs. 152/2006 e succ. mod. Parte quinta, Allegato Xparte II, Sezione 4, solo nel caso in cui la condizione di cui al punto iii risultacertificata anche per tali combustibili.

2. BOZZA ALLEGATI DEL DM CONTO TERMICO DEL 04/05/201518

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ULTERIORI INTEGRAZIONI e AGGIORNAMENTI

• Aggiornamento normativo della tabella 11 con rispettivi metodi di misuradelle emissioni

• Riformulazione dei requisiti di termoregolazione

Particolato

primario

(PP/PPBT)

OGC CO

Stufa e termocamino UNI CEN/TS

15883

UNI CEN/TS

15883

UNI EN 13229

UNI EN 13240

Stufa e termo camino (a pellet) UNI CEN/TS

15883

UNI CEN/TS

15883UNI EN 14785

Caldaia a biomassa Pn ≤ 500 kW UNI EN 303-5 UNI EN 303-5 UNI EN 303-5

Caldaia a biomassa Pn ≥ 500 kW UNI EN 13284-1 UNI EN 12619 UNI EN 15058

GRAZIE PER L’ATTENZIONE!

[email protected]

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