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.צור-לבבי וחלקי-אלהים לעולם(Salmo 72/73)

GERUSALEMME

CON SANTINA A GERUSALEMMEPELLEGRINAGGIO 4-11 OTTOBRE 2007

SUSSIDIO E NOTE A CURA DI LUIGI GINAMI

Pro Manuscripto, Israele, Ottobre 2007

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INDICE

INTRODUZIONE 00

GERUSALEMME SPLENDIDA E MARTORIATA 09

I LUOGHI E GLI SPAZI CHE DIO HA SCELTOPER METTERE LA SUA TENDA TRA DI NOI 13

ROCCIA DEL MIO CUORE E’ DIOUNA MEDITAZIONE SUL SALMO 72/73 21I. Il testo del Salmo 22II. La meditazione del Card. Martini a Gerusalemme 26III. Dio come Roccia 30IV. Commento patristico 33

PELLEGRINAGGIO CON SANTINA A GERUSALEMMEPROGRAMMA 37

TU MI HAI PRESTO PER LA MANO DESTRABergamo - Gerusalemme, Giovedì 4 Ottobre 2007Festa di San Francesco d’Assisi 41

La leggenda della composizione del Salmo 72/3 Parte prima 42I. Una riflessione previa al Viaggio: la Speranza non delude 43II. Liturgia delle ore 4 ottobre 2007 53

INVANO DUNQUE HO CONSERVATO PURO IL MIO CUOREE HO LAVATO NELL’INNOCENZA LE MIE MANI,POICHÉ SONO COLPITO TUTTO IL GIORNO,E LA MIA PENA SI RINNOVA OGNI MATTINA.Monte degli Ulivi, Venerdì 5 ottobre 2007 61

La leggenda della composizione del Salmo 72/3 Parte seconda 62I. Notizie archeologiche 63II. Liturgia eucaristica al Getzemani 66III. Liturgia delle ore 5 ottobre 2007 68

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QUANTO È BUONO DIOCON I GIUSTI,CON GLI UOMINI DAL CUORE PURO!Cenacolo, Sabato 5 Ottobre 2007 77

La leggenda della composizione del Salmo 72/3 Parte terza 78I. Notizie archeologiche 79II. Liturgia eucaristica alla Dormizione di Maria al Monte Sion 82III. Liturgia delle ore 6 ottobre 2007 84

ROCCIA DEL MIO CUORE È DIOBasilica Santo Sepolcro, Domenica 7 Ottobre 2007Festa della Madonna del Rosario 93

La leggenda della composizione del Salmo 72/3 Parte quarta 94I. Notizie archeologiche 95II. Liturgia eucaristica della Risurrezioneed amministrazione Sacramento Unzione degli Infermi a Santina 101III. Liturgia delle ore 7 ottobre 2007 119

IO SONO CON TE SEMPREBetlemme, Basilica della Natività, Lunedì 8 Ottobre 2007 129

La leggenda della composizione del Salmo 72/3 Parte quinta 130I. Notizie archeologiche 131II. Liturgia eucaristica della Natività 133III. Liturgia delle ore 8 ottobre 2007 136

PER NARRARE TUTTE LE TUE OPERE PRESSO LE PORTE DELLA CITTÀ DI SIONTerza - Quarta Stazione della Via Dolorosa, Martedì 9 Ottobre 2007-09-07 145

La leggenda della composizione del Salmo 72/3 Parte sesta 146I. Avere casa a Gerusalemme 147II. Rito di Benedizione della casa 149III. Notizie archeologiche 156IV. Liturgia eucaristica alla III e IV Stazione della Via Crucis 160V. Rito della Via Crucis 162VI. Liturgia delle ore 9 ottobre 2007 172

RIFLETTEVO PER COMPRENDERE:MA FU ARDUO AGLI OCCHI MIEI,FINCHÉ NON ENTRAI NEL SANTUARIO DI DIOE COMPRESI QUAL È LA LORO FINEIl Tempio e la Chiesa di sant’Anna, Mercoledì 10 Ottobre 2007 181

La leggenda della composizione del Salmo 72/3 Parte settima 182I. Notizie archeologiche 183

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II. Liturgia eucaristica nella Chiesa di sant’Anna 185III. Liturgia delle ore 10 ottobre 2007 187

IL MIO BENE È STARE VICINO A DIONEL SIGNORE DIO HO POSTO IL MIO RIFUGIOViaggio Gerusalemme - Bergamo Giovedì 11 Ottobre 2007 197

La leggenda della composizione del Salmo 72/3 Parte ottava 198I. Ciò che le nostre mani hanno toccato lo raccontiamo a voi 199II. Liturgia delle ore 11 ottobre 2007 208

IL VANGELO DI SAN LUCAVersione integrale 217

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ANCHE A GERUSALEMME C’È IL CIELO. DA QUELLE PARTI È ANCHE PIÙ LUMINOSO CHE QUI IN ITALIA. L’AUGURIO DEL NOSTRO PARROCO

Carissimo don Gigi allora è proprio vero che porti tua madre a Gerusalemme! Ma tu sei matto! E matti sono anche i medici che ti hanno assicurato che Santina può reggere il viaggio. S. Agostino non ce l’ha fatta ad arrivare fino alla casa natale con la sua pur giovane mamma; han dovuto fermarsi a Ostia. E lì, oltre all’improvvisa malattia, rivelatasi poi mortale, sono avvenute cose strepitose: che madre e figlio si incantassero a guardare il cielo e parlassero del Paradiso, come se ambedue ne avessero varcato la soglia. Il loro colloquio è riportato nelle Confessioni di Agostino; sono pagine che da secoli rinfrescano l’umanità. Ma io devo cedere all’evidenza: la medicina di oggi permette di fare controlli seri e tu comunque sei deciso a partire. Buon viaggio! Tua madre non può parlare come prima, ma tu, più di tutti, hai il segreto di capire che cosa Santina vuol comunicare. Anche a Gerusalemme c’è il cielo. Da quelle parti è anche più luminoso che qui in Italia. Ma tu porti tua madre soprattutto vicino al sepolcro di Cristo. Quante Viae crucis ci sono state nella devozione di tua madre! Ma la vita tutta non è forse una via dietro alla croce di Gesù nella speranza che dall’amore, arrivato fino a quella profondità, scaturisca anche per ciascuno di noi la Resurrezione? Come sarà la carezza di tua madre su quella santa pietra? Ce lo dirai, vero?E poi so che farai vedere a Santina l’appartamento che hai acquistato a Gerusalemme, proprio con vista sul santo Sepolcro. Uno psicologo avrebbe forse molto da dire su questa tua gioia di unire queste due realtà nella benedizione di tua madre che è stata casa per te. Tu insisti a dire che tua madre è stata importantissima anche per la tua vocazione sacerdotale e non solo per il tuo venire a questo mondo.E’ qui che io mi fermo, perché il resto dovrai dircelo ancora tu. Dovrai farci innamorare della “Roccia” che è diventata lo slogan del tuo parlare di Dio. Io ti auguro che da Gerusalemme tu torni come uno che è stato vicino al fuoco, che arde dalla voglia di comunicare il Vangelo a tanti, ma proprio a tanti, idealmente a tutti. Sei prete da vari anni ormai e già questo è stato il tuo compito. Stavolta ritorna spinto anche da tua madre, come rinato per una nuova giovinezza sacerdotale. Hai tante idee in testa ( anche in merito alla tua casa di Gerusalemme): che tutto sia Vangelo per l’uomo di oggi! Il resto, per noi preti, conta poco.Auguri, don Gigi e da’ un bacio a Santina anche per me.

Tuo aff.mo Mons. Giuseppe Sala

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Spazio testo P. Luigi

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Spazio Sergio

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GERUSALEMMESPLENDIDA E MARTORIATA

Rula Jebreal

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LA VERA FORZA DELL’UOMO È NEL SUO SPIRITO, NELLA SUA RICERCA DI UNA VITA CHE CONTINUI OLTRE L’ESPERIENZA TERRENA

Rula Jebreal

Il luogo dove ho vissuto la mia infanzia e la mia giovinezza, la splendida e martoriata Gerusalemme, ha il potere di trasmettere a tutti, indipendentemente dall’età o dal censo, riflessioni profonde sulla vita e sulla morte, sulla gioia e sul dolore, sulla grandezza e sulla pochezza dell’uomo. Nella sua storia passata c’è il mistero che ha portato i testimoni delle grandi fedi monoteiste a considerare sacra questa terra, che ha prodotto guerre ed infiniti combattimenti per rivendicarne il possesso; nella sua storia recente c’è la follia di un conflitto di popoli e di religioni che continua a spargere sangue intorno ai luoghi di culto più amati da tutti i credenti, venerati ad ogni angolo della terra, che ispirano ad ogni essere umano sentimenti di pace e tolleranza. Se non fossi vissuta nel lacerante confronto con queste insanabili contraddizioni, se non avessi visto intorno a me interrompersi e consumarsi la vita nella ricerca negata del futuro, forse non avrei saputo far altro che stringermi a Don Gigi con tutto il mio affetto per cercare di lenire il suo dolore e per cercare di rafforzare la sua fede di fronte alla prova più dolorosa e più difficile da accettare. Tuttavia la commovente testimonianza della serenità con cui Santina ha affrontato la malattia e si prepara al ricongiungimento con il suo Dio, è una lezione troppo importante per non incastonarla, come una pietra preziosa, sul manto dorato che copre Gerusalemme e sotto il quale si nascondono le più variegate esperienze dell’uomo nella sua aspirazione terrena e trascendente.

Mi pare di vederla, la mia città, la città di tutto il genere umano; vista al tramonto dal Monte degli Ulivi è come un miraggio bianco disteso sull’altopiano, macchiata dal giallo chiaro, dal rosa, dall’indaco della notte che scende. A quest’ora della sera, la cupola della moschea Al Aqsa riflette una luce più morbida e intensa, e tutta la città sembra bagnata d’oro: i tetti bassi che incorniciano i vicoli, le possenti mura di pietra chiara interrotte e alleggerite dai merli, dalle guglie e dai bassorilievi delle porte. Mi sembra di sentire le voci della città che si prepara alla notte, di vedere i pellegrini entrare dalla porta di Damasco. Appartengono a nazionalità diverse, indossano abiti molto diversi che li caratterizzano in modo inequivocabile, ma da qui appaiono come un unico fiume di persone che percorrono la stessa strada, verso la stessa meta, come attratte da un centro di gravità spirituale a cui è impossibile resistere. Percorrono insieme la ripida discesa che porta al suq dove si confondono i profumi dei fiori e delle spezie, verso un labirinto di vicoli stretti abbelliti sotto dalle meraviglie e dai colori dei negozi e delle merci esposte, e sopra dalle rose e dai gelsomini che fioriscono sui terrazzi. Sono soltanto poche decine di metri di pietra bianca con profondi gradoni, ma rappresentano il cammino comune di uomini spinti da una diversa fede e restano dunque uno dei più forti simboli della tolleranza e del dialogo. I pellegrini sono destinati a dividersi, i cristiani a destra verso la basilica del Santo Sepolcro, i musulmani a sinistra, pochi isolati dopo, per salire la Spianata delle Moschee, e gli ebrei giù verso il Muro del Pianto, ma senza saperlo si recano tutti a pregare lo stesso Dio.

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I simboli dividono, la preghiera unisce. È qui che sento vicino al mio spirito il grande insegnamento di Santina che il suo Dio lo porta con sé, strettamente legato al suo cuore in un rapporto così puro, oramai etereo, da non aver più bisogno di rivendicare, con umana debolezza, nessun riferimento di spazio e di tempo. Sembra che la saggezza di queste pietre millenarie che hanno visto gli assedi e le conquiste, che hanno visto prevalere a turno i difensori della fede delle tre religioni, e che hanno davvero misurato la povertà della condizione umana, trovi finalmente ragione nell’amore e nelle preghiere di una donna tanto forte e coraggiosa quanto modesta e devota. Una fragile madre che ci ricorda come Dio sia ovunque e segua con spirito di carità ogni istante della nostra vita.

Gerusalemme è la città delle rocce sacre, la roccia del Golgota che si frantumò nel momento in cui ebbe fine la vita terrena di Gesù, la roccia della moschea dalla quale Maometto ascese in cielo. Gli uomini nella loro cecità hanno spesso dimenticato il messaggio fortemente spirituale che scaturiva da quelle rocce e ne hanno preteso il possesso o il dominio; così nella vita hanno creduto che il successo, il denaro ed il potere potessero essere la roccia a cui rimanere legati. La storia di Gerusalemme, che oggi trova una dolce conferma nel sorriso di Santina, ci racconta che la vera forza dell’uomo è nel suo spirito, nella sua ricerca di una vita che continui oltre l’esperienza terrena. Coloro che vivono così, che siano baciati o meno dal dono della fede, hanno la fortuna di godere della gioia e della serenità che sono il prodotto del creato e che nessun uomo può comprare o generare rimanendo chiuso dentro di sé. Questi uomini e queste donne hanno la fortuna di poter contare sull’amore profondo e sincero dei propri figli ai quali mancherà terribilmente la mano da stringere o la testa da accarezzare, ma che non si sentiranno mai soli nel loro pellegrinaggio su questa terra.

A Don Gigi voglio dire grazie – io musulmana, lui cattolico – per tutto quello che mi ha donato e per l’insegnamento prezioso che scaturisce dal suo racconto. Ho sempre avvertito in lui la sensazione che io potessi capire, che potessi essere partecipe del suo dolore. Come se io, figlia di questa terra condannata alla sofferenza, avessi dentro di me il codice per decifrare e per condividere il senso profondo della sua tragedia personale al di là della sua impeccabile compostezza esteriore.

Credo che Gerusalemme abbia aiutato Gigi nell’elaborazione del suo dolore; nel luogo in cui tutti si sentono vicini a Dio e manifestano con la massima tensione spirituale le proprie paure e le proprie speranze, Don Gigi ha certamente aperto il suo cuore ed ha provato il sollievo che la sua fede e la sua purezza d’animo meritano. Quello che forse non sapeva, o che non aveva sperimentato per diretta conoscenza è che nelle comunità colpite quotidianamente dal dolore aumenta enormemente la sensibilità degli individui e si trova una capacità insospettata di abbracciare gli altri e di sentirsene abbracciati. A Gerusalemme nel cuore degli uomini c’è un contatto speciale con l’altro, c’è la sorpresa di vedere che il proprio sentimento privato viene accompagnato e partecipato da un’intera città.

Qui si incontrano le vite di chi arriva in pellegrinaggio spinto dalla speranza della preghiera e di chi sopporta da sempre le contraddizioni della città santa: tante storie diverse che hanno come elemento di comunione il segno amaro del destino e l’attenzione verso gli altri. Gerusalemme, sotto questo aspetto e non solo, rimane immutabile nel tempo come se il suo compito fosse quello di

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ammonirci sulla fragilità e sulla caducità umana, mentre il mondo moderno è tutto proteso alla ricerca di nuove conquiste, di nuovi paradisi artificiali da cui sia bandita la sofferenza ed in cui sia quindi emarginato, sia pure con discrezione, anche chi la porta con sé. Per fortuna le anime semplici e belle posseggono una grande capacità di sentire che può rimanere intatta anche nella ricchezza e nel progresso e Don Gigi ce ne offre ogni giorno preziosa testimonianza.

Roma, 18 Luglio 2006

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I LUOGHI E GLI SPAZI CHE DIO HA SCELTOPER METTERE LA SUA TENDA TRA DI NOI

LETTERA DEL SOMMO PONTEFICE GIOVANNI PAOLO IISUL PELLEGRINAGGIO AI LUOGHI LEGATI

ALLA STORIA DELLA SALVEZZA

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LETTERA DEL SOMMO PONTEFICE GIOVANNI PAOLO II SUL PELLEGRINAGGIO AI LUOGHI LEGATI ALLA STORIA DELLA SALVEZZA

1. Dopo anni di preparazione, siamo ormai alle soglie del Grande Giubileo. Molto è stato fatto in questi anni, in tutta la Chiesa, per predisporre questo evento di grazia. Ma ora, è venuto il momento di provvedere, come nell'imminenza di un viaggio, agli ultimi preparativi. In realtà, il Grande Giubileo non consiste in una serie di adempimenti da espletare, ma in una grande esperienza interiore da vivere. Le iniziative esteriori hanno senso nella misura in cui sono espressione di un impegno più profondo, che tocca il cuore delle persone. Proprio a questa dimensione interiore ho voluto richiamare tutti, sia nella Lettera Apostolica Tertio millennio adveniente, che nella Bolla di indizione del Giubileo Incarnationis mysterium. Entrambe hanno avuto un'accoglienza cordiale e vasta. I Vescovi vi hanno attinto indicazioni significative e i temi proposti per i vari anni di preparazione sono stati ampiamente meditati. Di tutto ciò voglio esprimere gratitudine al Signore e sentito apprezzamento sia ai Pastori che all'intero Popolo di Dio.Ora l'imminenza del Giubileo mi suggerisce di proporre una riflessione, connessa con il mio desiderio di fare personalmente, se Dio vorrà, uno speciale pellegrinaggio giubilare, sostando in alcuni dei luoghi che sono particolarmente legati all'incarnazione del Verbo di Dio, evento a cui l'Anno Santo del 2000 direttamente si richiama.La mia meditazione si porta, dunque, ai « luoghi » di Dio, a quegli spazi che Egli ha scelto per mettere la sua « tenda » tra di noi (Gv 1, 14; cfr Es 40, 34-35; 1 Re 8, 10-13), così da consentire all'essere umano un incontro più diretto con Lui. Completo così, in certo senso, la riflessione della Tertio millennio adveniente, in cui la prospettiva dominante, sullo sfondo della storia della salvezza, era quella della fondamentale rilevanza del « tempo ». In realtà, la dimensione dello « spazio » non è meno importante di quella del tempo nella concreta attuazione del mistero dell'Incarnazione.

2. A prima vista, parlare di determinati « spazi » in rapporto a Dio potrebbe destare qualche perplessità. Non è forse lo spazio, non meno che il tempo, interamente sottoposto al dominio di Dio? Tutto infatti è uscito dalle sue mani e non c'è luogo dove Dio non si possa incontrare: « Del Signore è la terra e quanto contiene, l'universo e i suoi abitanti. E lui che l'ha fondata sui mari e sui fiumi l'ha stabilita » (Sal 23 [24], 1-2). Dio è ugualmente presente in ogni angolo della terra, sicché il mondo intero può considerarsi « tempio » della sua presenza.Ciò non toglie, tuttavia, che come il tempo può essere scandito dai kairoì, momenti speciali di grazia, in modo analogo lo spazio possa essere segnato da particolari interventi salvifici di Dio. E questa, del resto, un'intuizione presente in tutte le religioni, nelle quali si trovano non solo tempi, ma anche spazi sacri, nei quali l'incontro col divino può essere sperimentato in modo più intenso di quanto non avvenga abitualmente nell'immensità del cosmo.

3. Rispetto a questa generale tendenza religiosa, la Bibbia offre un suo specifico messaggio, collocando il tema dello « spazio sacro » nell'orizzonte della storia della salvezza. Essa, da una parte, mette in guardia dai rischi insiti nella definizione di tale spazio, quando ciò avviene nella prospettiva di una divinizzazione della natura — si ricordi, in proposito, la forte polemica anti-idolatrica dei profeti in nome della fedeltà a Jahvè, Dio dell'Esodo — dall'altra, non esclude un'utilizzazione cultuale dello spazio, nella misura in cui ciò esprime pienamente la specificità dell'intervento di Dio nella storia di Israele. Lo spazio sacro viene così progressivamente « concentrato » nel tempio di Gerusalemme, dove il Dio di Israele vuole essere onorato e, in certo senso, incontrato. Al tempio si volgono gli occhi del pellegrino d'Israele e grande è la sua gioia, quando raggiunge il luogo dove Dio ha posto la sua dimora: « Quale gioia, quando mi dissero:

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Andremo alla casa del Signore. E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte, Gerusalemme! » (Sal 121 [122], 1-2).Nel Nuovo Testamento, questa « concentrazione » dello spazio sacro ha il suo culmine in Cristo, che è ormai personalmente il nuovo « tempio » (cfr Gv 2, 21), in cui abita la « pienezza della divinità » (Col 2, 9). Con la sua venuta, il culto è destinato a superare radicalmente i templi materiali, per farsi culto « in spirito e verità » (Gv 4, 24). In Cristo, poi, anche la Chiesa è considerata dal Nuovo Testamento « tempio » (cfr 1 Cor 3, 17), e persino lo è ciascun discepolo di Cristo, in quanto abitato dallo Spirito Santo (cfr 1 Cor 6, 19; Rm 8, 11). Tutto ciò evidentemente non esclude che i cristiani, come la storia della Chiesa dimostra, possano avere luoghi di culto; è necessario tuttavia che non si dimentichi il loro carattere del tutto funzionale alla vita cultuale e fraterna della comunità, nella consapevolezza che la presenza di Dio per sua natura non può essere racchiusa in nessun luogo, giacché tutti li permea, avendo in Cristo la pienezza della sua espressione e della sua irradiazione.Il mistero dell'Incarnazione, dunque, rimodula l'esperienza universale dello « spazio sacro », da un lato ridimensionandola, dall'altro sottolineandone in termini nuovi l'importanza. Il riferimento allo spazio è infatti contenuto nello stesso « farsi carne » del Verbo (cfr Gv 1, 14). Dio ha assunto in Gesù di Nazaret le caratteristiche proprie della natura umana, compresa la necessaria appartenenza dell'uomo a un determinato popolo e a una determinata terra. « Hic de Virgine Maria Iesus Christus natus est » – ha una sua peculiare eloquenza questa espressione posta a Betlemme proprio nel luogo in cui, secondo la tradizione, Gesù è nato: « Qui dalla Vergine Maria è nato Gesù Cristo ». La concretezza fisica della terra e le sue coordinate geografiche fanno tutt'uno con la verità della carne umana assunta dal Verbo.

4. E per questo che, nella prospettiva dell'anno bimillenario dell'Incarnazione, avverto forte il desiderio di andare personalmente a pregare nei principali luoghi che, dall'Antico al Nuovo Testamento, hanno conosciuto gli interventi di Dio, fino a raggiungere il vertice nel mistero dell'incarnazione e della pasqua di Cristo. Questi luoghi sono già indelebilmente presenti nella mia memoria, da quando nel 1965 ebbi l'opportunità di visitare la Terra Santa. Fu un'esperienza indimenticabile. Ancora oggi torno volentieri alle pagine ricche di emozioni che allora scrissi. « Giungo in questi luoghi che Tu hai riempito di Te una volta per sempre... O luogo! Quante volte, quante volte ti sei trasformato prima che da Suo divenissi mio! Quando Egli ti riempì la prima volta, non eri ancora nessun luogo esteriore, eri soltanto il grembo di sua Madre. Oh, sapere che le pietre su cui cammino a Nazaret sono le stesse che il suo piede toccava quando era ancora Lei il Tuo luogo, unico al mondo. Incontrarti attraverso una pietra che fu toccata dal piede di Tua Madre! O luogo, luogo di Terra Santa – quale spazio occupi in me! Perciò non posso calpestarti con i miei passi, debbo inginocchiarmi. E così attestare oggi che tu sei stato un luogo d'incontro. Io m'inginocchio — e metto così il mio sigillo. Resterai qui col mio sigillo – resterai, resterai – e io ti porterò con me, ti trasformerò dentro di me in un luogo di nuova testimonianza. Io parto come un testimone che renderà la sua testimonianza attraverso i secoli » (K. Wojtyla, Opere letterarie. Poesie e drammi, Libreria Editrice Vaticana 1993, p. 124).Quando scrivevo queste parole, oltre trent'anni fa, non avrei immaginato che la testimonianza a cui allora mi impegnavo, l'avrei resa oggi come successore di Pietro, posto a servizio di tutta la Chiesa. E una testimonianza che mi inserisce in una lunga catena di persone, che da duemila anni sono andate a cercare le « orme » di Dio in quella terra, giustamente chiamata « santa », quasi rincorrendole nelle pietre, nei monti e nelle acque, che fecero da scenario alla vita terrena del Figlio di Dio. E noto dall'antichità il diario di viaggio della pellegrina Egeria. Quanti pellegrini, quanti santi, hanno seguito il suo itinerario nel corso dei secoli! Anche quando le circostanze storiche turbarono il carattere essenzialmente pacifico del pellegrinaggio in Terra Santa, dandogli un volto

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che, al di là delle intenzioni, mal si conciliava con l'immagine del Crocifisso, gli animi dei cristiani più consapevoli miravano solo ad incontrare su quella terra la memoria viva di Cristo. E la Provvidenza volle che, accanto ai fratelli delle Chiese orientali, per la cristianità di occidente fossero soprattutto i figli di Francesco d'Assisi, santo della povertà, della mitezza e della pace, a interpretare in modo genuinamente evangelico il legittimo desiderio cristiano di custodire i luoghi in cui affondano le nostre radici spirituali.

5. E con questo spirito che, a Dio piacendo, intendo ripercorrere, in occasione del Grande Giubileo del 2000, le tracce della storia della salvezza nella terra in cui essa si è sviluppata.Il punto di partenza saranno alcuni luoghi tipici dell'Antico Testamento. Desidero in questo modo esprimere la coscienza che la Chiesa ha del suo legame inscindibile con l'antico popolo dell'Alleanza. Abramo è anche per noi il « padre nella fede » per antonomasia (cfr Rm 4; Gal 3, 6-9; Eb 11, 8-19). Nel Vangelo di Giovanni si legge la parola che Cristo pronunciò un giorno a proposito di lui: « Abramo esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò » (8, 56).Proprio ad Abramo è legata la prima tappa del viaggio che coltivo nel desiderio. Mi piacerebbe infatti recarmi, se è volontà di Dio, ad Ur dei Caldei, l'attuale Tal al Muqayyar nel sud dell'Iraq, città in cui, secondo il racconto biblico, Abramo udì la parola del Signore che lo strappava alla sua terra, al suo popolo, in certo senso a se stesso, per farne lo strumento di un disegno di salvezza che abbracciava il futuro popolo dell'alleanza ed anzi tutti i popoli del mondo: « Il Signore disse ad Abram: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria, e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. In te si diranno benedette tutte le famiglie della terra” » (Gn 12, 13). Con queste parole inizia il grande cammino del Popolo di Dio. Ad Abramo guardano non soltanto quanti vantano una discendenza fisica da lui, ma anche quanti — e sono innumerevoli — si sentono sua discendenza « spirituale », perché ne condividono la fede e l'abbandono senza riserve all'iniziativa salvifica dell'Onnipotente.

6. Le vicende del popolo di Abramo si svilupparono per centinaia di anni, toccando molti luoghi del vicino Oriente. Centrali restano gli eventi dell'Esodo, quando il popolo di Israele, dopo una dura esperienza di schiavitù, s'avviò sotto la guida di Mosè verso la Terra della sua libertà. Tre momenti scandiscono quel cammino, legati a luoghi montuosi carichi di mistero. Si staglia, innanzitutto, nella fase preliminare, il monte Oreb, altra denominazione biblica del Sinai, dove Mosè ebbe la rivelazione del nome di Dio, segno del suo mistero e della sua efficace presenza salvifica: « Io sono colui che sono » (Es 3, 14). Anche a Mosè, non meno che ad Abramo, veniva chiesto di fidarsi del disegno di Dio, e di mettersi a capo del suo popolo. Cominciava così la drammatica vicenda della liberazione, che sarebbe restata nella memoria di Israele come esperienza basilare per la sua fede.Lungo il cammino nel deserto, fu ancora il Sinai lo scenario in cui venne stipulata l'alleanza tra Jahvè e il suo popolo. Questo monte resta così legato al dono del Decalogo, le dieci « parole » che impegnavano Israele a una vita di piena adesione alla volontà di Dio. Queste « parole », in realtà, esprimevano i contenuti fondamentali della legge morale di carattere universale scritta nel cuore di ogni uomo, ma ad Israele venivano consegnate nel quadro di un patto reciproco di fedeltà, in cui il popolo si impegnava ad amare Dio, ricordando le meraviglie da lui compiute nell'Esodo, e Dio assicurava la sua benevolenza perenne: « Io sono il Signore tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù » (Es 20, 2). Iddio e il popolo si impegnavano reciprocamente. Se nella visione del roveto ardente l'Oreb, il luogo del « nome » e del « progetto » di Dio, era stato soprattutto il « monte della fede », ora per il popolo pellegrino nel deserto esso diventava luogo dell'incontro e del patto reciproco, in certo senso il « monte dell'amore ». Quante

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volte, nel corso dei secoli, denunciando l'infedeltà del popolo all'alleanza, i profeti l'avrebbero vista come una sorta di infedeltà « coniugale », un vero e proprio tradimento del popolo-sposa rispetto a Dio, suo sposo (cfr Ger 2, 2; Ez 16, 1-43).A conclusione del cammino dell'Esodo, si staglia un'altra altura, il monte Nebo, da cui Mosè poté guardare la Terra promessa (cfr Dt 32, 49), senza la gioia di toccarla, ma con la certezza di averla ormai raggiunta. Il suo sguardo dal Nebo è il simbolo stesso della speranza. Egli poteva da quel monte constatare che Dio aveva mantenuto le sue promesse. Ancora una volta, però, doveva abbandonarsi fiducioso all'onnipotenza divina per il definitivo compimento del preannunciato disegno.Probabilmente non mi sarà possibile, nel mio pellegrinaggio, toccare tutti questi luoghi. Ma vorrei almeno, se al Signore piacerà, sostare ad Ur, luogo delle origini abramitiche, e fare poi tappa al celebre Monastero di Santa Caterina, al Sinai, presso quel monte dell'Alleanza, che racchiude in qualche modo tutto il mistero dell'Esodo, paradigma perenne del nuovo Esodo che troverà sul Golgotha la sua realizzazione compiuta.

7. Se tanto ricchi di significato sono per noi questi e simili itinerari dell'Antico Testamento, è ovvio che l'anno giubilare, memoria solenne dell'incarnazione del Verbo, ci invita a sostare soprattutto sui luoghi in cui si svolse la vita di Gesù.Vivissimo è il mio desiderio di recarmi innanzitutto a Nazaret, città legata al momento stesso dell'Incarnazione e poi terra in cui Gesù crebbe « in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini » (Lc 2, 52). Qui risuonò per Maria il saluto dell'Angelo: « Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te! » (Lc 1, 28). Qui Ella disse il suo fiat all'annuncio che la chiamava ad essere madre del Salvatore e, adombrata dallo Spirito Santo, a divenire grembo accogliente per il Figlio di Dio.E come non raggiungere poi Betlemme, dove Cristo venne alla luce e i pastori e i magi diedero voce all'adorazione dell'intera umanità? A Betlemme risonò anche per la prima volta quell'augurio di pace che, pronunciato dagli Angeli, avrebbe continuato ad echeggiare di generazione in generazione fino ai giorni nostri.Sosta particolarmente significativa sarà quella a Gerusalemme, luogo della morte in croce e della resurrezione del Signore Gesù.Certo, i luoghi che richiamano la vicenda terrena del Salvatore sono molto più numerosi e tanti sono quelli che meriterebbero di essere visitati. Come dimenticare, ad esempio, il monte delle Beatitudini o il monte della Trasfigurazione o Cesarea di Filippo, nella cui regione Gesù affidò a Pietro le chiavi del Regno dei cieli, costituendolo fondamento della sua Chiesa (cfr Mt 16, 13-19)? Nella Terra Santa, dal Nord al Sud, si può dire che tutto ricorda Cristo. Ma dovrò accontentarmi dei luoghi più rappresentativi e Gerusalemme, in qualche modo, li riassume tutti. Qui, se a Dio piacerà, intendo immergermi nella preghiera, portando nel cuore tutta la Chiesa. Qui contemplerò i luoghi in cui Cristo ha dato la sua vita e l'ha poi ripresa nella risurrezione, facendoci dono del suo Spirito. Qui vorrò gridare ancora una volta la grande e consolante certezza che « Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna » (Gv 3, 16).

8. Tra i luoghi gerosolimitani a cui è maggiormente legata la vicenda terrena di Cristo sarà irrinunciabile la visita al Cenacolo, dove Gesù istituì l'Eucaristia, fonte e culmine della vita della Chiesa. Qui, secondo la tradizione, erano riuniti gli Apostoli in preghiera con Maria, Madre di Cristo, quando nel giorno di Pentecoste venne effuso lo Spirito Santo. Cominciò allora l'ultima tappa del cammino della storia della salvezza, il tempo della Chiesa, corpo e sposa di Cristo, popolo

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pellegrinante nel tempo, chiamato ad essere segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano (cfr Lumen gentium, 1).La visita al Cenacolo vuole così essere un ritorno alle scaturigini stesse della Chiesa. Il successore di Pietro, che a Roma vive nel luogo dove il Principe degli Apostoli affrontò il martirio, non può non risalire costantemente al luogo da cui Pietro, il giorno di Pentecoste, cominciò a proclamare a voce spiegata, con la forza inebriante dello Spirito, la « buona notizia » che Gesù Cristo è il Signore (cfr At 2, 36).

9. La visita ai Luoghi santi della vita terrena del Redentore introduce, per logica connessione, ai luoghi che furono significativi per la Chiesa nascente e conobbero lo slancio missionario della prima comunità cristiana. Sarebbero tanti, se seguiamo il racconto di Luca negli Atti degli Apostoli. Ma in particolare mi piacerebbe poter sostare in meditazione anche in due città legate in modo speciale alla vicenda di Paolo, l'apostolo delle Genti. Penso innanzitutto a Damasco, luogo che evoca la sua conversione. Il futuro apostolo era infatti in cammino verso quella città in veste di persecutore, quando Cristo stesso attraversò la sua via: « Saulo, Saulo, perché mi perseguiti? » (At 9, 4). Lo zelo di Paolo, ormai conquistato da Cristo, di lì s'irradiò con una progressione inarrestabile fino a raggiungere gran parte del mondo allora conosciuto. Tante furono le città da lui evangelizzate. Sarebbe bello poter toccare in particolare Atene, nel cui Areopago egli pronunciò un mirabile discorso (cfr At 17, 22-31). Se si considera il ruolo avuto dalla Grecia nella formazione della cultura antica, si comprende come quel discorso di Paolo possa considerarsi in qualche modo il simbolo stesso dell'incontro del Vangelo con la cultura umana.

10. Abbandonandomi totalmente a quanto disporrà la divina volontà, sarei lieto se questo disegno potesse essere realizzato almeno nei suoi punti essenziali. Si tratta di un pellegrinaggio esclusivamente religioso, sia per la sua natura che per le sue finalità, e sarei addolorato se si attribuissero a questo mio progetto significati diversi. Fin d'ora anzi lo sto compiendo in senso spirituale, giacché andare anche solo col pensiero a questi luoghi significa in qualche modo rileggere il Vangelo stesso, significa ripercorrere le strade che la Rivelazione ha percorso.Recarci in spirito di preghiera da un luogo a un altro, da una città all'altra, nello spazio particolarmente segnato dall'intervento di Dio, ci aiuta non soltanto a vivere la nostra vita come un cammino, ma ci dà plasticamente l'idea di un Dio che ci ha anticipati e ci precede, che si è messo Egli stesso in cammino sulle strade dell'uomo, un Dio che non ci guarda dall'alto, ma si è fatto nostro compagno di viaggio.Il pellegrinaggio nei Luoghi santi diventa così un'esperienza straordinariamente significativa, evocata in qualche modo da ogni altro pellegrinaggio giubilare. La Chiesa infatti non può dimenticare le sue radici; ad esse anzi deve continuamente ritornare per tenersi totalmente fedele al disegno di Dio. Per questo nella Bolla Incarnationis mysterium ho scritto che il Giubileo, celebrato contemporaneamente in Terra Santa, a Roma e nelle Chiese locali del mondo intero, « avrà, per così dire, due centri: da una parte la Città, ove la Provvidenza ha voluto porre la sede del Successore di Pietro, e dall'altra la Terra Santa, nella quale il Figlio di Dio è nato come uomo prendendo la nostra carne da una Vergine di nome Maria » (n. 2).Questa attenzione alla Terra Santa, mentre esprime la doverosa memoria dei cristiani, vuole onorare il profondo rapporto che essi continuano ad avere con il popolo ebraico, da cui Cristo proviene secondo la carne (cfr Rm 9, 5). Molto cammino in questi decenni è stato fatto, specialmente dopo il Concilio Vaticano II, per stabilire un dialogo fecondo con il popolo che Dio ha scelto come primo destinatario delle sue promesse e dell'Alleanza. Il Giubileo dovrà costituire una ulteriore occasione perché cresca la coscienza dei vincoli che ci uniscono, contribuendo ad estinguere definitivamente incomprensioni che purtroppo hanno tante volte nei secoli amaramente segnato i rapporti tra cristiani ed ebrei.

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Non possiamo, inoltre, dimenticare che la Terra Santa è cara anche ai seguaci dell'Islam, che le tributano una speciale venerazione. Ho viva speranza che la mia visita ai Luoghi santi possa offrire anche una opportunità d'incontro con loro, perché, pur nella chiarezza della testimonianza, crescano motivi di reciproca conoscenza e stima, nonché di collaborazione nello sforzo di testimoniare il valore dell'impegno religioso e l'anelito per una società più conforme al disegno di Dio, nel rispetto di ogni essere umano del creato.

11. In questo cammino negli spazi che Dio ha scelto per mettere la sua « tenda » tra di noi è grande il mio desiderio di sentirmi accolto come pellegrino e fratello non solo dalle comunità cattoliche, che incontrerò con particolare gioia, ma anche dalle altre Chiese che hanno ininterrottamente vissuto nei Luoghi santi e li hanno custoditi con fedeltà e con amore per il Signore.Più di ogni altro mio pellegrinaggio, questo che mi accingo a compiere in Terra Santa nella circostanza giubilare sarà segnato dall'anelito della preghiera rivolta da Cristo al Padre perché tutti i suoi discepoli « siano una cosa sola » (Gv 17, 21), una preghiera che ci interpella in modo ancor più vigoroso nell'ora eccezionale che apre il nuovo Millennio. Per questo mi auguro che tutti i fratelli di fede, nella docilità allo Spirito Santo, possano vedere nei miei passi di pellegrino sulla terra percorsa da Cristo una « dossologia » per la salvezza che tutti abbiamo ricevuto, e sarei felice se insieme potessimo radunarci nei luoghi della nostra origine comune, per testimoniare Cristo nostra unità (cfr Ut unum sint, n. 23) e confermare il reciproco impegno verso il ristabilimento della piena comunione.

12. Non mi resta dunque che invitare caldamente tutta la comunità cristiana a mettersi idealmente in cammino per il pellegrinaggio giubilare. Esso potrà essere celebrato nelle molteplici forme che ho indicato con la Bolla di indizione. Ma certo non pochi lo vivranno anche mettendosi concretamente in viaggio verso quei luoghi che hanno avuto particolare rilievo nella storia della salvezza. Tutti dovremo comunque compiere quel viaggio interiore che ha per scopo di staccarci da ciò che, in noi e intorno a noi, è contrario alla legge di Dio, per metterci in grado di incontrare pienamente il Cristo, confessando la nostra fede in Lui e ricevendo l'abbondanza della sua misericordia.Nel Vangelo Gesù ci appare sempre in cammino. Sembra che Egli abbia fretta di muoversi da un luogo all'altro per annunciare la vicinanza del Regno di Dio. Annuncia e chiama. Il suo « seguimi » raccolse la pronta adesione degli Apostoli (cfr Mc 1, 16-20). Sentiamoci tutti raggiunti dalla sua voce, dal suo invito, dal suo appello a una vita nuova.Lo dico soprattutto ai giovani, davanti ai quali la vita si apre come un cammino ricco di sorprese e di promesse.Lo dico a tutti: mettiamoci sulle orme di Cristo!Il viaggio che intendo fare nell'anno giubilare possa rappresentare il viaggio di tutta la Chiesa desiderosa di essere sempre più pronta alla voce dello Spirito, per andare speditamente incontro a Cristo, lo Sposo: « Lo Spirito e la Sposa gridano: “vieni” » (Ap 22, 17).

DAL VATICANO, IL 29 GIUGNO, SOLENNITÀ DEI SS. PIETRO E PAOLO, DELL'ANNO 1999, VENTUNESIMO DI PONTIFICATO.

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ROCCIA DEL MIO CUORE E’ DIOUna meditazione sul Salmo 72/3

CON SANTINAA GERUSALEMME

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Salmo 73

מזמור, לאסףא :

אך טוב, לישראל אלהים-- .לברי לבב

1 A Psalm of Asaph. {N}Surely God is good to Israel, even to such as are pure in heart.

ואני--כמעט, נטוי (נטיו) רגלי; ב .כאין, שפכה (שפכו) אשרי

2 But as for me, my feet were almost gone; my steps had well nigh slipped.

כי-קנאתי, בהוללים; שלום ג .רשעים אראה

3 For I was envious at the arrogant, when I saw the prosperity of the wicked.

כי אין חרצבות למותם; ובריא ד .אולם

4 For there are no pangs at their death, and their body is sound.

בעמל אנוש אינמו; ועם-אדם,ה .לא ינגעו

5 In the trouble of man they are not; neither are they plagued like men.

לכן, ענקתמו גאוה; ו .יעטף-שית, חמס למו

6 Therefore pride is as a chain about their neck; violence covereth them as a garment.

יצא, מחלב עינמו; עברו, ז .משכיות לבב

7 Their eyes stand forth from fatness; they are gone beyond the imaginations of their heart.

ימיקו, וידברו ברע עשק; ח .ממרום ידברו

8 They scoff, and in wickedness utter oppression; they speak as if there were none on high.

שתו בשמים פיהם; ולשונם, ט .תהלך בארץ

9 They have set their mouth against the heavens, and their tongue walketh through the earth.

לכן, ישיב (ישוב) עמו הלם; י .ומי מלא, ימצו למו

10 Therefore His people return hither; and waters of fullness are drained out by them.

ואמרו, איכה ידע-אל; ויש יא .דעה בעליון

11 And they say: 'How doth God know? And is there knowledge in the Most High?'

הנה-אלה רשעים; ושלוי יב 12 Behold, such are the wicked; and they that are always at ease increase riches.

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.עולם, השגו-חיל

אך-ריק, זכיתי לבבי; וארחץ יג .בנקיון כפי

13 Surely in vain have I cleansed my heart, and washed my hands in innocency;

ואהי נגוע, כל-היום; יד .ותוכחתי, לבקרים

14 For all the day have I been plagued, and my chastisement came every morning.

אם-אמרתי, אספרה כמו; טו .הנה דור בניך בגדתי

15 If I had said: 'I will speak thus', behold, I had been faithless to the generation of Thy children.

ואחשבה, לדעת זאת; עמל טז .היא (הוא) בעיני

16 And when I pondered how I might know this, it was wearisome in mine eyes;

עד-אבוא, אל-מקדשי-אל; יז .אבינה, לאחריתם

17 Until I entered into the sanctuary of God, and considered their end.

אך בחלקות, תשית למו; יח .הפלתם, למשואות

18 Surely Thou settest them in slippery places; Thou hurlest them down to utter ruin.

איך היו לשמה כרגע; ספו יט .תמו, מן-בלהות

19 How are they become a desolation in a moment! They are wholly consumed by terrors.

כחלום מהקיץ-- אדני, בעיר כ .צלמם תבזה

20 As a dream when one awaketh, so, O Lord, when Thou arousest Thyself, Thou wilt despise their semblance.

כי, יתחמץ לבבי; וכליותי, כא .אשתונן

21 For my heart was in a ferment, and I was pricked in my reins.

ואני-בער, ולא אדע; בהמות,כב .הייתי עמך

22 But I was brutish, and ignorant; I was as a beast before Thee.

ואני תמיד עמך; אחזת, כג .ביד-ימיני

23 Nevertheless I am continually with Thee; Thou holdest my right hand.

בעצתך תנחני; ואחר, כבוד כד .תקחני

24 Thou wilt guide me with Thy counsel, and afterward receive me with glory.

מי-לי בשמים; ועמך, כה 25 Whom have I in heaven but Thee? And

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.beside Thee I desire none upon earth .לא-חפצתי בארץ

כלה שארי, ולבבי: צור-לבבי כו .וחלקי--אלהים לעולם

26 My flesh and my heart faileth; but God is the rock of my heart and my portion for ever.

כי-הנה רחקיך יאבדו; כז .הצמתה, כל-זונה ממך

27 For, lo, they that go far from Thee shall perish; Thou dost destroy all them that go astray from Thee.

ואני, קרבת אלהים-- לי-טובכח :

שתי, באדני יהוה מחסי; לספר, .כל-מלאכותיך

28 But as for me, the nearness of God is my good; {N}I have made the Lord GOD my refuge, that I may tell of all Thy works. {P}

I. Il testo in italiano

*Quanto è buono Dio con i giusti, con gli uomini dal cuore puro!

Per poco non inciampavano i miei piedi,per un nulla vacillavano i miei passi,perché ho invidiato i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi.

Non c’è sofferenza per essi, sano e pasciuto è il loro corpo.Non conoscono l’affanno dei mortali e non sono colpiti come gli altri uomini.

Dell’orgoglio si fanno una collana e la violenza è il loro vestito.Esce l’iniquità dal loro grasso,dal loro cuore traboccano pensieri malvagi.

Scherniscono e parlano con malizia, minacciano dall’alto con prepotenza.Levano la loro bocca fino al cielo e la loro lingua percorre la terra.

Perciò seggono in alto, non li raggiunge la piena delle acque.Dicono: «Come può saperlo Dio? C’è forse conoscenza nell’Altissimo?».Ecco, questi sono gli empi:

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sempre tranquilli, ammassano ricchezze.

Invano dunque ho conservato puro il mio cuore e ho lavato nell’innocenza le mie mani,poiché sono colpito tutto il giorno, e la mia pena si rinnova ogni mattina.

Se avessi detto: «Parlerò come loro», avrei tradito la generazione dei tuoi figli.*Riflettevo per comprendere: ma fu arduo agli occhi miei,finché non entrai nel santuario di Dio e compresi qual è la loro fine.

Ecco, li poni in luoghi scivolosi,li fai precipitare in rovina.Come sono distrutti in un istante, sono finiti, periscono di spavento!Come un sogno al risveglio, Signore,quando sorgi, fai svanire la loro immagine.

*Quando si agitava il mio cuore e nell’intimo mi tormentavo,io ero stolto e non capivo, davanti a te stavo come una bestia.

*Ma io sono con te sempre: tu mi hai preso per la mano destra.Mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella tua gloria.

*Chi altri avrò per me in cielo? Fuori di te nulla bramo sulla terra.Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma la roccia del mio cuore è Dio,è Dio la mia sorte per sempre.

*Ecco, perirà chi da te si allontana, tu distruggi chiunque ti è infedele.*Il mio bene è stare vicino a Dio: nel Signore Dio ho posto il mio rifugio,per narrare tutte le tue opere presso le porte della città di Sion.

*In grassetto sono le parti che si trovano nel testo iniziale del Manoscritto di asaf

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II. LA MEDITAZIONE DEL CARD, MARTINI A GERUSALEMME

Il salmo 72-73 esprime un momento particolare nella vita del cristiano, parla del momento della tentazione, personale, sociale e storica dell'uomo. La tentazione dell'uomo che sperimenta l'apparente assenza di Dio nella storia. Rappresenta quindi una particolare esperienza, non l'intera esperienza dell'uomo. Spesso noi facciamo, grazie a Dio, l'esperienza della pienezza della presenza di Dio, ma vengono anche momenti personali e comunitari nei quali facciamo l'esperienza dell'assenza, dell'apparente assenza di Dio: Mio Dio, ti chiamo e tu non rispondi, grido a te giorno e notte, e non sento la tua voce. Il salmo nasce da una esperienza così; pur avendo un carattere, un tono meditativo, è un salmo che nasce da una profonda sofferenza, da un dolore che a un certo momento si esprime, quasi scoppia; e poi, come vedremo, è questo scoppiare di dolore che si tramuta in contemplazione del mistero di Dio. È quindi un'esperienza religiosa molto grande, molto forte.

Un'esperienza ai limiti dell'abbandonoDa che cosa nasce questo salmo? Nasce da un cuore credente, certamente; chi parla in questo salmo è un uomo credente, è un uomo che si è affidato a Dio, che si è fidato di Dio,che ha messo in Dio la sua vita. E questo credente a un tratto si sente come ferito, quasi tradito nella sua fiducia. Perché?Perché altri (persone, singoli, gruppi, nazioni, popoli) che non hanno seguito l'esperienza del credente - nazioni che non hanno consegnato se stesse nelle mani di Dio come Israele, nazioni che hanno confidato in sé, nella propria forza - sembrano prevalere? Anzi, il loro strapotere politico schiaccia il minuscolo popolo di Israele, così come i prepotenti - coloro che agiscono e operano senza scrupoli - sembrano schiacciare il credente che si è affidato a Dio e ha agito con onestà. Quando questa esperienza diventa bruciante - in alcuni casi concreti, personali o collettivi - allora il credente è ferito, amareggiato, deluso. Deluso per i confronti che fa tra coloro che non si sono affidati a Dio - come lui - e sembrano pieni di sicurezza, ed il suo fidarsi di Dio, che sembra avere come risultato una delusione.È un'esperienza amara, dolorosa, che Dio non risparmia a coloro che ama. E qui già dovremmo trarre un insegnamento importante: non stupiamoci se anche noi passiamo per quest'esperienza, perché è l'esperienza del popolo di Dio, l'esperienza del credente che ha composto questo salmo. E dietro di lui intravediamo altri grandi credenti nell'Antico Testamento che sono passati per la stessa esperienza. II profeta Geremia diceva: «Signore, sei per me come un torrente incostante: quando mi attendo l'acqua - di cui ho bisogno - il torrente mi appare disseccato; non mi sei venuto incontro nel momento opportuno, non hai ascoltato le mie parole». E Giobbe va ancora più in là, fino a maledire il giorno della sua nascita, perché Dio lo ha messo come in una trappola dalla quale non vede come uscire.È un'esperienza religiosa, sì, ma diremmo quasi ai limiti della perdita di fede, ai limiti dell'abbandono di Dio.

L'esperienza di chi rischia fino in fondo

E’ interessante cogliere come la Scrittura non ha paura di queste esperienze; anzi, ce le presenta, le riporta, le registra, perché sono esperienze di chi veramente cammina nell'amicizia con Dio, di chi ha rischiato tutto.

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È chiaro che chi non rischia molto non vive queste esperienze; sono le esperienze di chi gioca la propria vita. Spesso i santi, addirittura i contemplativi, vivono al limite queste esperienze, perché hanno rischiato davvero tutto.Se noi leggiamo alcune frasi di santa Teresa di Gesù Bambino negli ultimi mesi della sua vita (quando era straziata dalla malattia; quando non riusciva quasi più a regge re, pur con quella sua volontà ferrea; oppure quando, ragazza giovanissima, aveva perduto la capacità di controllare, come sempre aveva fatto, la propria fantasia, le proprie parole) vediamo che escono da lei alcune parole che sono simili a quelle di questo salmo, e che del resto sono simili alle parole di Gesù: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».Questa esperienza drammatica è l'esperienza del Figlio di Dio; è l'esperienza di chi ama fino in fondo, di chi rischia fino in fondo, e quindi di chi assapora il gusto della prova. Non è l'esperienza di chi cammina sulle vie piane, facili, di chi non rischia nulla, ma l'esperienza di chi ama molto.Questo salmo nasce da un grandissimo amore, e proprio per questo esprime con molta libertà la propria sofferenza. Ci sembra strano, ma non viene chiusa la bocca di chi si lamenta così; anzi, il lamento viene portato avanti con amarezza. Questo uomo confronta la propria vita con quella di altri e dice: «Per poco non inciampavano i miei piedi, per un nulla vacillavano i miei passi», cioè sono stato a un pelo dalla disperazione.

Anche san Paolo ha espressioni come questa nella seconda lettera ai Corinzi. All'inizio dice: «Ho sentito su di me l'angoscia della morte». E questo confronto che il credente fa tra sé e coloro che invece, pur non avendo fede, «hanno fortuna», viene portato avanti con una descrizione molto calcata: questi uomini, queste potenze mondane hanno tutto, senza nessuna preoccupazione, si sentono quasi esenti dalle sofferenze e dai timori, pieni di orgoglio e di violenza. Sembra la descrizione di certe violenze politiche di cui il mondo ci dà l'esempio, violenze che sembrano ostentare una assoluta sicurezza; «Scherniscono, parlano con malizia, minacciano dall'alto con prepotenza». E a un certo punto nasce in questa esperienza di autosufficienza perfino un'espressione pratica di ateismo: «Come può saperlo Dio, c'è forse conoscenza nell'Altissimo?». Dio sembra non curarsi di queste cose.

L'amarezza si scioglieLa tentazione viene qui espressa in tutta la sua crudezza, quasi fino al limite della tollerabilità. Colui che prega, dopo essersi guardato intorno, guarda ancora in se stesso e si vede come abbandonato nell'amarezza tutto il giorno: «...la mia pena si rinnova ogni matti na». Quando la giornata inizia io guardo avanti a me e dico: anche questa sarà una giornata senza sole. Allora si è portati a concludere come Giobbe dopo la lunga riflessione che percorre tutto il libro: non capisco! «Riflettevo per comprendere, ma fu arduo agli occhi miei, finché non entrai nel santuario di Dio». Questa sofferenza, questo dolore è macerato nel cuore di una persona che, nonostante tutto, è rimasta legata a Dio: Non posso lasciare il numero dei tuoi figli; non capisco niente, non vedo niente, ma sono legato a te!È l'esperienza del buio, della desolazione, nella quale non si vede nulla, ma si dice: Signore, non ci capisco niente ma sono legato a te, tu non mi abbandonerai. E questa esperienza viene premiata: «Entrai nel santuario di Dio».Che cosa avviene dunque in quest'uomo che ha rimeditato dentro di sé questi pensieri? A un certo momento decide; o meglio, gli viene data la grazia, il dono di non guardarsi più intorno come se fosse lui solo il giudice delle cose, ma di mettersi dalla parte di Dio, entrare nel santuario di Dio, vedere le cose come Dio le vede, lasciarsi portar via dalla propria visione limitata delle cose, ed entrare in quella di Dio stesso.È il salto, il passaggio, il momento culminante nel quale l'amarezza può sciogliersi e diventare accettazione tranquilla di una realtà che si vede in maniera completamente diversa.

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Scoprire che Dio è amicoIl cambiamento avviene in due momenti che sono indicati nella seconda parte del salmo.Prima di tutto attraverso un momento di presa di coscienza, diciamo così, di saggezza storica. Quest'uomo, mettendosi dalla parte di Dio, cioè guardando la storia a partire dal giudizio di Dio - che è l'unico definitivo, il vero giudizio sulla realtà - capisce che tutto ciò è solo apparentemente solido; è tronfio, pieno di sé, capace di farsi violenza e giustizia da sé, ma non dura, non permane. Mi viene in mente la risposta che Giovanni Paolo II ha dato ai giornalisti, che gli chiedevano della situazione della sua patria: «Sono 400 anni che c'è il Santuario della Madonna di Czestochowa, e sempre resiste; altre cose non hanno resistito».Ecco, mettersi dalla parte di Dio è vedere le cose come Dio le vede, quindi coltivando il senso del tempo e della realtà come Dio lo sente nella pienezza del suo mistero: Come un sogno al risveglio, Signore, quando sorgi, fai svanire la loro immagine. Li poni in luoghi scivolosi, li fai precipitare in rovina, come sono distrutti in un istante! Questa è la saggezza storica che l'uomo acquista mettendosi dalla parte di Dio; ma è ancora poco, perché potrebbe essere una saggezza storica che fa giungere chi soffre semplicemente a una certa tranquillità, a un certo equilibrio interiore.La preghiera ci porta molto, molto più in là. Mettendosi dalla parte di Dio, il credente scopre che ha un tesoro superiore ad ogni altra cosa: Dio è con lui, Dio gli è amico.Questo salmo descrive, negli ultimi versi, nella maniera più tenera l'amicizia personale dell'uomo con Dio. Una realtà che l'uomo da solo non è stato capace di conoscere e che qui gli viene rivelata: «Io sono con te sempre». È la parola detta dal padre al figlio maggiore nella parabola del figlio prodigo: Ma tu sei sempre con me; se tu capissi che cosa vuol dire questo, tutto il resto varrebbe così poco.E dopo la rivelazione: «Ma io sono con te sempre», c'è una descrizione dell'amicizia con Dio che è splendida, in questo momento in cui Dio non si è ancora manifestato con il volto di Gesù, con il volto amico, ma rimane nel mistero. Questo uomo ispirato ha colto Dio come persona amica: «Mi hai preso per la mano destra, mi guiderai con il tuo consiglio, mi accoglierai nella gloria». Tre momenti attraverso i quali è vissuta questa amicizia con Dio che scioglie ogni problema. La soluzione di ciò che quest'uomo soffriva interiormente, di ciò che gli pesava, non viene da un ragionamento, ma dal fatto di sentirsi profondamente amato, sommamente amato.È quella meraviglia di cui parla Giovanni Paolo II nella Redemptor Hominis: «La meraviglia dell'uomo che si scopre sommamente amato da Dio, e quando ha capito questo interiormente, allora tutta la sua visione del mondo gli si riordina in maniera diversa, in una luce positiva».«Mi hai preso per mano... mi guiderai... mi accoglierai», cioè, il mio presente e il mio futuro sono nelle tue mani. E allora l'esclamazione di amore: «Chi altri avrò per me in cielo? Fuori di te nulla bramo sulla terra».Sono tra le parole più alte dell'amore. Si possono paragonare alle parole di Pietro quando, interrogato da Gesù: «Volete andarvene anche voi?», dice: «Signore, dove andremo? Tu solo hai parole di vita eterna» (Gv 6, 67s). E già centinaia di anni prima questo credente ignoto diceva: «Chi altri avrò per me in cielo? Fuori di te nulla bramo sulla terra». «Vengono meno la mia carne e il mio cuore», cioè la mia vita può abbandonarmi, posso essere vicino alla morte, «ma la roccia del mio cuore è Dio, è Dio la mia sorte per sempre». Pare di sentire la parola dei santi, di san Francesco d'Assisi che ripeteva nella sua estasi: «Mio Dio e mio tutto» «La roccia del mio cuore è Dio, è Dio la mia sorte per sempre... Il mio bene è stare vicino a Dio: nel Signore ho posto il mio rifugio».

Tutto ha compimento in Cristo

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Il salmo, termina dunque con una contemplazione, anzi con una immersione nel Dio buono e misericordioso. È l'esperienza nella quale soltanto l'uomo acquista il senso di fede capace di unificare la vita.Il Santo Padre, nell'udienza ai vescovi lombardi del 15 aprile 1981, ha affermato che il dovere del vescovo è uno solo, quello di testimoniare, di proclamare quella fede nella quale l'uomo trova il significato di tutta l'esistenza, di tutte le realtà che lo circondano, cogliere questo significato è difficile.All'inizio del salmo noi vediamo un uomo che cerca di capirlo, e tutto appare oscuro, anzi ingiusto; e sente in questa visuale addirittura l'assenza di Dio. Ma quando quest'uomo riesce a entrare nel mistero della misericordia di Dio, che è il mistero nel quale si racchiude tutta la storia della salvezza, la parola definitiva di tutta la Scrittura e la sintesi del mistero eucaristico: quando l'uomo è entrato nel cuore della Bibbia, nel cuore dell'Eucaristia - che è Dio misericordioso vicino a noi, vicino a me - allora la sua visuale si riordina, tutte le altre cose assumono un significato, un senso luminoso.Non c'è più niente che sia senza senso, tutto ha una direzione, tutto ha un significato per chi si è posto nel luogo giusto di osservazione che è, potremmo dire, il cuore stesso di Dio, il cuore di Cristo; a partire dal quale tutta la realtà assume la sua fisionomia giusta, e può essere colta e vissuta con impegno; perché sappiamo esattamente che nulla ci può mancare se siamo nel cuore di Cristo, se attraverso l'Eucaristia noi abbiamo colto il centro di tutta l'esperienza della comunità e di tutta l'esperienza della storia. Questo salmo termina allora con una visuale che è quella del Nuovo Testamento, del Cristo morto e risorto nel quale noi entriamo..Siamo in Cristo, in Cristo ci viene manifestato il mistero di Dio; e nel mistero di Dio, la vita, la morte, tutte le vicende nelle quali siamo coinvolti, tutto ciò che riesce nella nostra vita e tutto ciò che non riesce, tutto ha un significato e tutto ha il suo compimento in Cristo, perché con lui siamo sempre.

Come pregare questo salmoCi chiediamo come pregare questo salmo. Possiamo pregarlo vivendo alcune delle esperienze a cui il salmo fa riferimento. Prima di tutto le esperienze personali. Possiamo chiederci: nelle prove della vita sento fortemente che Cristo è con me, che non mi abbandona? Sono disposto ad accogliere questa parola: Cristo è con me sempre; nulla mi potrà separare da lui, né la morte, né la vita, come dice san Paolo; nessuna potenza, nessun strapotere mi separerà dall'amore di Dio che è in Gesù Cristo nostro Signore.E poi potremo pregare questo salmo mettendoci nella situazione della Chiesa sofferente, della Chiesa perseguitata, della Chiesa conculcata, disprezzata, che trova in Dio la sua forza.Potremo pregare questo salmo come cittadini del mondo, esprimendo l'adesione di ogni uomo al Dio che salva, la fiducia in lui solo, la certezza che egli non verrà mai meno.Infine, domandiamoci: in che maniera nella mia giornata esprimo questa certezza? Le mie azioni, le mie parole, sono come dice il salmo? «Se avessi detto: Parlerò come loro, avrei tradito la generazione dei tuoi figli».Le mie azioni, le mie parole esprimono la fiducia in me soltanto, nella mia potenza, nel potere del mio diritto, della mia forza, della mia violenza, oppure esprimono la certezza che Dio è con me, che Dio è con la sua Chiesa, che Dio è con coloro che a lui si affidano?Preghiamo insieme perché ci sia dato di cogliere la misericordia di Dio come luogo di giudizio per noi e per il mondo.

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III. DIO COME ROCCIA

Súr come epiteto di Dio

Sur è diventato uno dei titoli con cui si designa abitualmente Dio; questo specialmente nell'inno di Dt 32: "Quanto alla roccia... è un Dio fedele e senza iniquità"; Egli è giusto e retto (v. 4); ma Jeshurun ha ricalcitrato e ha sprezzato la roccia della sua salvezza (v. 15); ha abbandonato la roccia che gli ha dato vita (v. 18); per questo sono stati dati in mano del nemico: altrimenti come potrebbe un solo nemico inseguirne mille e due metterne in fuga diecimila, se la roccia non li avesse venduti? Poiché la roccia loro non è come la nostra roccia (vv. 30.31a). Però Jahweh avrà pietà dei suoi servi, sicché si dovrà dire: Ove sono i loro dèi, la roccia nella quale confidavano?" (v. 37). "Non v'è alcuno che sia santo come il Signore: non v'è roccia pari al Dio nostro" (1Sam 2,2) e chi è roccia fuor del nostro Dio? (2Sam 22,32 = Sal 18,31; Is 44,8). Il suo popolo confidi in Jahweh, poiché è la roccia dei secoli (Is 26,4) e ha stabilito questo suo popolo per esercitare i suoi giudizi: "O Jahweh, tu hai posto questo popolo / per esercitare i tuoi giudizi / Tu, o roccia, l'hai stabilito / per infliggere i tuoi castighi" (Ab 1,12).Quest'uso di Sur è frequente quando si deve sottolineare l'incomparabilità della divinità: "poiché la loro roccia non è come la nostra Roccia" (Dt 32,31; 1Sam 2,2; 2Sam 22,32 = Sal 18,32; Is 44,8).In tutti questi casi, però, sur non ha mai il senso mitico-cosmologico, come se indicasse la roccia dalla quale devono nascere gli dèi (per esempio Mitra che nasce da una pietra). Quando nel tardo-giudaismo si considera parallelo a sayyar, che significa modellatore e creatore, non s'intende che la Roccia abbia generato dei figli (Dt 32,18), come padre mitico, ma che Iddio ha fatto crescere Israele in quanto popolo suo eletto.In questo senso si deve prendere la frase sur israel. David dà a Jahweh tale titolo in quanto ha firmato con lui e con la sua casa un patto eterno, dandogli una salvezza completa (2Sam 23,3.5) e Isaia glielo darà perché libererà Israele dall'assiro (Is 30,29ss). Ma nell'AT non troviamo alcuna identificazione diretta di Jahweh con la roccia; nei LXX sur generalmente non è tradotto con petra, ma con vocaboli che riproducono il significato dell'immagine; anche nel NT Dio non è mai disegnato come roccia e a Qumran una sola volta (1QH 11,15).

Sela` come epiteto divinoAnche sela’ è usato come epiteto divino, spesso in parallelismo con sur. David, liberato da tutti i suoi nemici, canta: "Jahweh è mia rocca mia fortezza /mio scampo per me è il mio Dio / mia roccia (sur) in cui mi rifugio / mio scudo e mio corno di salvezza / mia roccia e mio scampo, mio salvatore. / Tu mi salvi dalla violenza" (2Sam 22,2.3). Con la stessa litania e con lo stesso parallelismo di sela ` e 115, Iddio è appellato nell'ode di vittoria che abbiamo nel Sal 18,1 Nel Sal 31,3b-4 abbiamo lo stesso parallelismo: "Sii per me rocca di scampo / come luogo fortificato per la mia salvezza / perché mia roccia (sur) e mia fortezza sei tu".Nella lamentazione del prigioniero che si trova a nord-est della Palestina e che desidera ardentemente di ritornare nella Santa Sion è detto:"O Dio mia roccia (con il lamed del vocativo), perché mi hai dimenticato?...Invia la tua Luce e la tua Verità,esse mi guidino e mi conducanoal Monte della tua santità,al luogo delle tue dimore" (Sal 42,10; 43,3).E lo stesso, il vecchio abbandonato da tutti, implora: "Sii per me una roccia di scampo rifugio inaccessibile per la mia salvezza.

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Perché sei la mia rupe e la mia fortezza" (Sal 71,3).

I vari sensi di Sur negli InniSoprattutto negli inni e nei canti individuali di ringraziamento, di fiducia e di lamento, il termine sur, roccia stabile e fissa, in senso traslato è immagine stereotipa dell'aiuto di Dio: per esempio, il Sal 18,47 loda il Signore come roccia benedetta, perché rappresenta il Dio del soccorso; nel Sal 62,3 è affermato che solo Dio è roccia di salvezza e di difesa, sicché l'individuo aiutato non vacillerà giammai; nel Sal 89,27, poema messianico, lo stesso Dio dirà che il Messia lo chiamerà padre, perché l'ha riconosciuto come roccia di salvezza, avendolo aiutato quando ha esteso i suoi confini dal mar Mediterraneo all'Eufrate; e David, in una liturgia di rendimento di grazie, invita il popolo intero a lodare Dio, Roccia della salvezza (Sal 95,1).Oltre che una roccia di aiuto, Dio è anche una roccia di protezione. Isaia, dando la ragione dell'invasione assira contro Efraim, dice:"Perché hai dimenticato il Dio della tua salvezza,e la Roccia della tua forza hai dimenticato;invece ti sei fatto delle piacevoli piantagionie hai interrato germogli esotici.Di giorno fai crescere ciò che hai piantato,al mattino fai fiorire le tue piante:ma la raccolta ti sfugge nel dì dell'angoscia,del dolore disperato" (Is 17,10-11).Dinanzi al timore di una morte degli empi, un fedele implora: "Verso te, o mia roccia (suri), io grido: / non sii sordo alla mia voce / il tuo silenzio mi renderebbe simile / a quelli che scendono nella fossa" (Sal 28, 1). E un giusto, crudelmente provato, pervenuto al punto della morte, scuote il suo Dio perché lo liberi:"Affrettati a salvarmi, o Jahweh,sii per me una roccia di sicurezzaun luogo fortificato per la mia salvezza,perché mia roccia (sela) e mia fortezza sei tu" (Sal 31,3).Considerando Dio come unico protettore, il Sal 62,2-3.6-7 esprime la sua assoluta confidenza con un ritornello uguale: "L'anima mia s'acquieta in Dio solo / perché la mia speranza viene da lui. / Egli solo è la Roccia, la mia salvezza / la mia fortezza: non vacillerò". Un anonimo conclude questo tema con una supplica ardente di protezione: "Sii per me una roccia tutelare / un luogo forte dove possa trovare la salvezza / perché sei la mia rupe e la mia fortezza" (Sal 71,3).Ma Dio è anche una roccia di sicurezza. David, nell'apogeo del suo regno, eleva a Dio suo liberatore un solenne "Te Deum", ormai sicuro dell'attuazione della profezia di Natan (v. 50), e perciò dei suoi destini e di quelli della sua progenie in perpetuo. E si rivolge a Dio con una litania di titoli:"Io ti esalto, o Jahweh, mia forza,mia roccia mia fortezza e mio rifugio,mio Dio, mia roccia, in cui mi riparo,mio scudo e mio corno di salvezza,mio alto ricettacolo, degno di ogni lode...Chi è mia roccia fuor del nostro Dio?" (Sal 18,2-3.32b).Anche l'attitudine del salmista regale è quella di una sicurezza assoluta nel proprio Dio protettore (Sal 10,17-18; 12,8-9; 13,6; 60,14): "Jahweh per me s'è fatto un riparo / il mio Dio è roccia del mio rifugio" (Sal 94,22). Per lui Iddio resta un luogo inaccessibile, una fortezza inespugnabile (Sal 9,10; 18,3; 46,8; 48,4; 59,10.17.18; 62,3.7; 144,2), una roccia infrangibile (Sal 18,3; 31,3; 61,3),

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un rifugio assicurato (Sal 7,2; 11,1; 62,8; 71,7; 73,28; 91,2.9; 142,6); contro di cui mai nessun empio potrà avere il sopravvento.E' veramente da benedirsi liturgicamente da parte del re e della sua dinastia davidica, Jahweh sua roccia, che gli ha addestrato le mani alla battaglia e alla guerra; Jahweh sua rocca, che gli è diventata scampo, scudo, sotto il quale si è potuto rifugiare (Sal 144,1.2).Ma la roccia è anche un mezzo di salvezza. Il redattore che ha combinato insieme l'inno delle creature (Sal 19,1-7A) con il canto di lode della legge (Sal 19,8-15B), ci vuol presentare Jahweh roccia stabile e go'el l garante, che prende nelle sue mani le sorti dell'uomo volubile e peccatore per assicurargli la salvezza. Come il mondo fisico non si illumina e non vive che a causa del sole, così l'anima dell'uomo non si espande e non raggiunge la pienezza di vita se non per mezzo della legge. Ma le inavvertenze umane e l'orgoglio accecano questa luce esterna e interiore dell'uomo, benché abbia la buona volontà (Sal 19,1214). Solo Dio, con la fermezza della roccia e la garanzia della redenzione, può rendere efficace e il sole e la legge:"Siano grate al tuo cospetto le parole della mia boccae la meditazione del cuore mio,o Jahweh mia roccia, e mio redentore" (Sal 19,14).La grande lezione della misteriosa storia della salvezza è un altro mezzo d'assicurare la fedeltà a Dio delle nuove generazioni (Sal 78,56; Es 10,2; 12,26-27; 13,8-14; Dt 4,9; 6,20-25; 11,19; 26,5-10). Ma mentre Jahweh desidera di essere servito per amore, invece che per paura (Sal 81; Es 19,3-6; 24,3-8; Dt 4,3-14; 6; 7,6-15), di fatto è il castigo come rimedio (Dt 4,25-28; 8,19-20; 11,5-7; 28,15-68; 29,1928; Gdc 2,10-19) che spinge l'uomo inclinato al male a convertirsi: "O Jahweh, nella distretta ti hanno cercato, si sono effusi in umile preghiera, quando il castigo li colpiva" (Is 26,16). Solo allora si sono accorti che "Dio era la loro roccia / e che 'El `Elyón era il loro redentore" (Sal 78,35).

Il senso di súr nell'Apocalisse di Isaia e nei SalmiFinalmente la roccia denota la fedeltà di Dio alle promesse. Nell'apocalisse di Isaia (capp. 24-27), si parla della retribuzione negativa del mondo, ostile al governo divino, della punizione dei suoi superbi politici, e della distruzione della città e della fortezza ridotte a un mucchio di pietre (25,2). Nello stesso tempo si parla anche della retribuzione dei giusti, invitati a un convito sacro sul Monte di Sion (25,6-10), città potente, con mura e baluardo, nel paese di Giuda, abitata da una "nazione giusta che mantiene la fedeltà" (26,1-2).Palladio di speranza sarà Jahweh, roccia perpetua, "perché ha abbattuto / quanti abitavano in alto; / la città elevata / l'ha umiliata / l'ha umiliata fino a terra / l'ha gettata nella polvere. La calpestano i piedi / i piedi del misero / i passi dei poveri!" (vv. 4-6). Il Sal 92 sviluppa il tema della fedeltà di Dio nei riguardi del giusto (vv. 2-4). Venuto a conoscenza dei profondi pensieri di Dio, governatore del mondo (v. 6), il fedele scoppia di gioia, vedendo che gli arroganti che pretendono di gestire la propria esistenza da soli (Sal 37,1.2.7.9.20; 49,17-21; 73,18-20) saranno puniti: germogliano come erbe effimere, ma tosto seccano (Sal 37,35.36; 73,4-12; 90,5). Al contrario, il giusto è esaltato (Sal 75,5.6; 89,18; 148,14; 1Sam 2,1), unto (Sal 23,5; 45,8; 133,2), reso vigoroso e invincibile come un bufalo (Nm 23,22; Dt 33,17; Sal 22,22; Gb 39,9-12). All'opposto degli empi che si vedono appassire come erba, il giusto, trapiantato nei fertili giardini del tempio (Sal 52,8), succhierà l'umore divino, diventando una palma feconda di datteri e un vigoroso cedro, sempre verdi e fecondi fino alla vecchiaia, sicché possano raccontare l'indefettibile e duratura protezione di Dio, roccia a favore dei giusti (32,4). Parallelo idealmente al precedente è il Sal 73. Dinanzi all'enigma della prosperità degli empi, il giusto scandalizzato, per poco stava per inciampare nell'infedeltà: "Per poco non inciampavano i miei piedi / per un nulla vacillavano i miei passi: / infatti portavo invidia ai prepotenti, / vedendo la prosperità dei malvagi" (vv. 2-3). Tentazione sottile, insidiosa, quasi irresistibile, contro la retribuzione temporale (Sal 37,1; 49,6-7; Ger 12,1.2; Mal 2,17):

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"Riempi, anche tu, il tuo ventre, o Gilgamesh;notte e giorno renditi gioioso.Fa festa ogni giorno,giorno e notte sii allegro e contento!Siano brillanti i tuoi vestiti,lavata la tua testa...La tua sposa goda sul tuo seno !Consigli di Sabitu, all'eroe della Mesopotamia; l'eterno Carpe diem di Orazio!Per fortuna, però, il nostro eroe dal cuore puro, dalle mani innocenti, entrò a meditare nei Santuari di Dio (in quello terrestre e in quello celeste, v. 17) e scoprì come, all'improvviso, sarebbero sdrucciolati e caduti in rovina (vv. 18.19). Mentre lui, preso per mano da Dio, sua roccia intima e sua porzione, sarebbe stato portato in gloria. Poiché Dio, nel giorno dell'avversità, nasconderà sempre il giusto nella sua tenda, nel luogo più segreto del suo padiglione, lo eleverà in alto sopra una roccia (Sal 27,5): lo farà, cioè, suo ospite, nella cittàrifugio per eccellenza (Es 21,13; 1Re 1,50-53; Sal 15,1; 61,4-5; Is 30,29).

La "Legge dell'Orientamento"Concludendo questo tema di Jahweh-súr, sapendo che originariamente era legato con il nord, per la "Legge dell'Orientamento", doveva trasferirsi verso il sud, verso Gerusalemme, verso il Monte del tempio, centro e ombelico della terra (Ez 16,4; Or. Syb. V,250; Giub. 8,19; 1 En 25-26)56, torre che veramente raggiunge i cieli (Or. Syb. V,423-424; 1 En 89,50), tratto di unione tra il tempio terrestre e quello celeste, che Dio mostrò ai patriarchi (Apoc. Bar. 4,1-6).

IV. COMMENTO PATRISTICO

Il Sal 73 (72) può essere definito il soliloquio del giusto tentato, che, superata la prova, “confessa” (nel senso agostiniano del termine) l’adesione piena al suo Dio.

Già GREGORIO NISSENO, nota come “il Libro III dei Salmi si apra sulla domanda fondamentale: come mai la giustizia di Dio permette l’ingiustizia dei casi di questa vita, in cui la felicità non corrisponde al merito? Spesso uno stesso uomo riunisce in sé tutte le malvagità e tutti i successi. La giustizia ha pur sempre corso, ma è un fatto: il giusto ha una vita infelice e disgraziata. Come scegliere, allora, la via della virtù?”.

E CASSIODORO, a sua volta, si chiede: “Come mai i nemici di Dio possono riuscire in tutto, malgrado ardiscano levare la loro bocca fino al cielo?”. E mette sulle labbra del giusto questa confessione: “Sì, ero invidioso; era troppo duro vedere la tranquillità degli empi”.

Di fronte ad un Dio che sembra non vedere la situazione assurda di una sorte che premia i cattivi e castiga i buoni, colui che è rimasto fedele alla Legge è fortemente tentato d’apostasia pratica: “Ho quasi desiderato d’essere come gli empi” (ATANASIO). “È inutile servire Dio: che vantaggio riceveremo dall’aver osservato i suoi comandamenti?” (Ml 3,14).

Questo travaglio interiore, ma anche la sua felice conclusione, trova voce attraverso la penna di EUSEBIO: “A che pro penare tanto? Lo pensavo ma non lo dicevo: se l’avessi detto ad alta voce, sarei stato colpevole di dare ad altri una cattiva dottrina. Avrei violato il patto della stirpe dei tuoi

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figli, poiché avrei adulterato l’insegnamento di tutti i santi di Dio. E se avessi insistito oltre misura per penetrare il mistero della felicità degli empi, non sarei approdato a nulla, e sarei caduto nel dubbio e nello sconforto. Ho visto che la cosa è incomprensibile agli uomini; ho quindi pensato che era meglio tacere e attendere; e ciò durerà finché non entrerò nel santuario di Dio. Abbandonando tutto alle promesse di Dio, io ho la mia risposta, la mia guarigione, il mio acquietamento e la mia consolazione”.

Tutto ha un perché, soprattutto nei progetti di Dio. Anche la sofferenza dei buoni ha la sua funzione provvidenziale.“Il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio” (Eb 12,5).“Io tutti quelli che amo li rimprovero e li castigo” (Ap 3,19).Nonostante la sensazione, Dio non ci abbandona, soprattutto nei momenti di prova: “Tu mi hai preso per mano... come un padre amorevole che vede il figlio in procinto di sbagliar strada, tu mi hai preso per mano e mi hai ricondotto a casa” (TEODORETO). Ed ecco che la crisi si risolve, perché il giusto, guidato da Dio, capisce di aver rischiato davvero di passare dalla parte degli empi: “Poiché avevo zelo per Dio, ho avuto la grazia di ricevere l’illuminazione … ma prima ero come una bestia da soma che non sa nulla, perché non potevo capire le ragioni della tua divina provvidenza. E malgrado ciò, mio Dio, tu non mi hai abbandonato ed io non sono caduto dalla mia speranza in te, ma ero con te sempre, non per le mie forze, ma per la tua grazia, poiché nella tua clemenza hai afferrato la mia mano e l’hai stretta perché io non cada ma possa restare con te” ATANASIO.

Superata la prova, si ha una vera esperienza mistica, una delle più alte presenti nell’AT:“Per me è bene aderire a Dio. L’anima percepisce che Dio è il Sommo Bene. Sentendo se stessa fragile, comprende che è bene per lei attaccarsi al Bene immutabile, e così partecipare alla sua bontà. E per quello che sfugge alla sua intelligenza, deve trasferire in Dio la sua speranza, finché l’occhio dell’intelligenza sia purificato: così l’anima è già beata, in realtà e in speranza. In realtà, perché conosce Dio; in speranza, perché dimora, grazie alla sua ancora sicurissima, sotto la protezione dell’Altissimo… L’anima leale verso Dio non domanda al suo sposo null’altro che lui stesso: né ricchezze, né onori o piaceri, nulla di ciò che vi è in questo mondo, perché essa ama soltanto colui nel quale tutto possiede… Anima fedele a Dio, ancora dunque la tua speranza nel Signore, e se non puoi ancora essere unita a lui senza posa con la tua presenza, unisciti interamente con la tua speranza certa. Innalzati a lui, e il peso del tuo amore salga incessantemente a Dio come una fiamma. PASCASIO RADBERTO.

Si potrebbe dire: “È valsa la pena!,” anche nel senso letterale dei termini. La pena, la sofferenza, ha avuto il suo corrispettivo insperato, ha avuto un grande valore agli occhi della Prima Causa di essa, agli occhi di Dio. Così sembra affermare la finale del libro di Giobbe:“Comprendo che puoi tutto e che nessuna cosa è impossibile per te. Chi è colui che, senza aver scienza, può oscurare il tuo consiglio? Ho esposto dunque senza discernimento cose troppo superiori a me, che io non comprendo…

Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono. Perciò mi ricredo e ne provo pentimento sopra polvere e cenere (Gb 42,2-3.5-6).

Ora il salmista può gridare, non più per la rabbia ma per la gioia, la sua esperienza intima e reale: “Quanto a me, la vicinanza di Dio è il mio bene!”. In ebraico “li TOV”, che può tradursi anche: “È bello”, “è il massimo della perfezione”, “ è una gioia indicibile”, “è godermi la pienezza dello shalom (la pace e tutti gli altri doni messianici)”… Questa vicinanza, questa intimità, è “la parte migliore che non sarà tolta” a Maria di Betania e a tutti coloro che, come lei, si siedono ai piedi del Signore e ascoltano la sua parola (Lc 10, 38-42).

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Il salmo scaturisce dalla vita vissuta e vuole essere una poesia istruttiva con cui l’autore intende illuminare il cammino dei fedeli di Dio che si trovano in tentazioni simili alle sue. Nel v. 2 infatti il salmista confessa la forte tentazione contro la fede che lo ha assalito a causa della felicità degli empi. Nel descriverla rivivono le parole Geremia 5,26-28: "Tra il mio popolo vi sono malvagi che spiano come cacciatori in agguato, pongono trappole per prendere uomini... Le loro case sono piene d’inganni; perciò diventano grandi e ricchi. Sono grassi e pingui, oltrepassano i limiti del male; non difendono la giustizia, non si curano della casa dell’orfano, non fanno giustizia ai poveri". Il modo di fare di questi arricchiti suggestiona molta gente e quindi possono contare su una folta schiera di seguaci. Osservare un tale trionfo ha costituito per il salmista una lunga e grave tentazione, fino al momento in cui egli è entrato nel santuario di Dio e ha ottenuto la luce della conoscenza. Egli ha capito che la strada della trasgressione dell’Alleanza finisce in perdizione (cfr. Sal 1,6), mentre la strada della fedeltà all’Alleanza mantiene l’uomo nella sfera santa di Dio.Una sintesi lapidaria di questo salmo è la sesta beatitudine: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 5,8).

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Casa di don Gigi a Gerusalemme: la copertura del tetto

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PELLEGRINAGGIO A GERUSALEMMECON SANTINA

PROGRAMMA

Gerusalemme, 4-11 OTTOBRE 2007

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DATA MATTINO POMERIGGIO FRASE GUIDASALMO 73

IN EBRAICO

4 ottobregiovedì

VIAGGIOBergamo – Tel Aviv

VIAGGIO Tu mihai preso per la mano destra

אחזת, ;.ביד-ימיני

5 ottobrevenerdì

RIPOSO Monte degli Ulivi e Getzemani (Messa Getzemani)

Invano dunqueho conservatopuro il mio cuore e ho lavatonell’innocenza lemie mani,poiché sonocolpito tutto il giorno,e la mia penasi rinnova ogni mattina.

אך-ריק,יג זכיתי לבבי;

וארחץבנקיון

כפי

ואהייד נגוע,

ום; כל-הי ותוכחתי,

לבקרים..

6 ottobresabato

Cenacolo – Dormizione(Messa Dormizione)

RIPOSO Quanto è buonoDio con i giusti, con gli uomini dal cuore puro!

אך טוב, לישראל אלהים--

לברי לבב

7 ottobredomenica

Santo Sepolcro(Messa e Unzione infermi)Pranzo di festa

RIPOSOEmmaus Latrun

Roccia del mio cuore è Dio

צור-לבבי וחלקי--אלהים .לעולם

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DATA MATTINO POMERIGGIO FRASE GUIDASALMO 73

IN EBRAICO

8 ottobrelunedì

Betlemme(Messa, pranzo e riposo)

Betlemme Ma io sono con te sempre

ואניכג ך תמיד עמ

9 ottobremartedì

Appartamento 3-4 Stazione della Via Crucis (Messa S. Maria dello Spasmo)

RIPOSOMuro del Piano

Per narrare tutte le tue opere presso le porte della città di Sion

לספר, ;כל-מלאכו

.תיך

10 ottobreMercoledì

Chiesa di sant’Anna(Messa )

RIPOSO Riflettevo percomprendere:ma fu arduo agli occhi miei,finché non entrai nel santuario di Dio e compresi qual è la loro fine.

ואחשבהטז , לדעת

זאת; עמל היא )הוא(

.בעיני

עד-אבואיז,

שי אל-מקד -אל;

אבינה,.לאחריתם

11 ottobre giovedì

VIAGGIO VIAGGIOTel Aviv - Bergamo

Il mio beneè starevicino a Dio:nel Signore Dio ho posto il mio rifugio

ואני,כח קרבת

אלהים--:לי-טוב

שתי, באדנייהוה מחסי

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Giovedì, 4 Ottobre 2007

Tu mi hai presoper la mano destra

VIAGGIO DI ANDATA

.אחזת, ביד-ימיני

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La leggenda della composizione del Salmo 72-73

PARTE PRIMA

Gerusalemme, 9 di Adar, Anno 5766

Gerusalemme è avvolta da una tormenta di vento gelido che porta con sé la sabbia fine del vicino deserto di Giuda; le case attorno al Tempio al quale in questa settimana presto servizio nella classe sacerdotale di Abia, alla quale appartengo, sono sbarrate.

Mi chiamo Asaf, figlio di Berechia, sono un Levita e cantore al Tabernacolo per volontà di Davide. Il Popolo ebraico mi reputa un Veggente. Ho scritto diversi salmi che compongono una mia piccola raccolta di tredici poesie.

Dalla mia abitazione sul Monte degli Ulivi sto scrivendo un nuovo inno per la Liturgia al Tempio. Ho un’idea forte nel mio cuore che voglio esprimere: Roccia del mio cuore è Dio nella mia lingua l’ebraico suonerebbe così לעולם וחלקי--אלהים :.צור-לבבי (zur levavi ve-helki e-lo-him le-olam). E’ una convinzione che ho trovato scritta in un sacro bracciale d’argento che porto al polso della mia mano destra. E’ il regalo di un amico e il frutto del lavoro di un cesellatore che compie la sua opera di artigiano nella Città vecchia e che ha imparato la sua arte a Tebe, nel lontano Egitto.

Tale bracciale mi è stato messo al polso da mia madre in un sereno e prolungato momento di preghiera dopo la sua malattia, quando mi ha posto al collo una importante e significativa teca di metallo.

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I. UNA RIFLESSIONE PREVIA AL VIAGGIO: LA SPERANZA NON DELUDE

Perché andare a Gerusalemme con Santina? Per adempiere un voto. Un voto fatto al Signore: “Signore se permetterai che mamma sopravviva, io la porterò a Gerusalemme! Il voto l’avevo fatto nel periodo in cui Santina era in fin di vita nella Terapia Intensiva dell’Ospedale Maggiore di Bergamo. In quelle difficili e dure giornate una speranza ci ha sempre accompagnato. Essa è descritta nelle seguenti pagine che sono state scritte due anni fa proprio in quei giorni. Durante le ore di volo verso Gerusalemme ci possono aiutare a cogliere la bella esperienza che spiamo per vivere insieme con l’aiuto del Signore!

1. “Non temere, Sion...”"Disse un'ostrica a una vicina: "Ho veramente un gran dolore dentro di me. E' qualcosa di

pesante e di tondo, e sono stremata. " Rispose l'altra con borioso compiacimento: "sia lode ai cieli e al mare, io non ho dolori in me. Sto bene e sono sana sia dentro che fuori". Passava in quel momento un granchio e udì le due ostriche, e disse a quella che stava bene ed era sana sia dentro che fuori: "Sì, tu stai bene e sei sana; ma il dolore che la tua vicina porta dentro di sé è una perla di straordinaria bellezza". Quella dell'ostrica è una grande grazia che dovremmo chiedere al Signore: quella di trasformare il nostro dolore in una perla preziosa. Quando in un'ostrica entra dentro un minuscolo granello di sabbia, una pietruzza che la ferisce, non si mette a piangere, non strepita, non si dispera. Giorno dopo giorno trasforma il suo dolore in una perla come sa fare in questi mesi di malattia mamma Santina; quali grandi capolavori produce la natura. Guardo gli occhi delle persone che incontro, le loro espressioni, la loro esistenza: quante perle preziose sono le loro vite! Dietro ogni persona vi è un dolore, un dolore che con esigenza chiede di essere trasformato in preziosa perla. La nostra fede può compiere questo prodigio che la natura compie con l'ostrica del nostro racconto. La nostra fede ci dona la speranza, ascoltiamo le parole della Sacra Scrittura: "Non temere Sion, non lasciarti cadere le braccia. Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente. Esulterà di gioia per te, ti rinnoverà con il suo amore, si rallegrerà per te con grida di gioia, come nei giorni di festa" (Sofonia 3,16-18). Il periodo della sofferenza è un tempo di speranza, questo Dio innamorato dell'uomo e che conosce ogni angolo nascosto dell'esistere viene a salvare, viene a curare, viene soprattutto a rincuorare la Sua creatura. Egli ci vuole essere vicino e per questo manda il Suo Figlio a consolarci. Come ci consola Gesù? Con il Suo infinito amore, dandoci l'esempio: la perla preziosa più bella del mondo è il Suo dolore in Croce che il Padre e lo Spirito Santo - e non la natura come l'ostrica - hanno trasformato nel tesoro della Risurrezione. Smetti di piangere, calmati sei nelle sue mani. Uomo che soffri, uomo disperato, povero e sconfitto abbi il coraggio di trasformare il tuo dolore in una perla preziosa: nascerà la pace!

2. Il dolore lo farà saggio, la deformità buono, l’amarezza mite e la malattia forte…In questi mesi mi ha fatto compagnia il bellissimo romanzo di Joseph Roth dal titolo

Giobbe. Quelle pagine le ho sentite particolarmente vicine alla mia situazione ed al bisogno di vivere con fede e grande speranza questo difficile momento che riguarda mia mamma. Mendel Singer, un semplice, devoto ebreo russo, è il protagonista del romanzo di Roth. Egli, insieme alla sua famiglia, conduce un’esistenza serena nella misera casa della Volina russa. Ha tre figli, tutti sani. Niente sembra turbare l’esistenza di questa quieta tipica famiglia contadina. Il normale scorrere del tempo, il lento, inesorabile anche monotono avvicendarsi di giornate sempre uguali è improvvisamente e radicalmente alterato dalla nascita del quarto figlio, Menuchim. Minorato, il

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bimbo sembra preda di una maledizione che gli impedisce di crescere e di apprendere. Niente pare possa giovargli; le labili speranze della famiglia per una sua miracolosa guarigione sono affidate totalmente a Dio e ad un’enigmatica predizione del rabbino del luogo: “Menuchim, figlio di Mendel, guarirà. Pari a lui non ce ne saranno molti in Israele. Il dolore lo farà saggio, la deformità buono, l’amarezza mite e la malattia forte…”. Già in queste parole è racchiuso e anticipato il messaggio del romanzo. Mendel Singer, al pari del Giobbe della Bibbia, è vessato dalla sventura. Il susseguirsi delle disgrazie: la guerra che porta uno dei due figli maschi a combattere al fronte e l’altro ad espatriare per sottrarsi agli obblighi militari, il progressivo ed ineluttabile deteriorarsi dei rapporti con la moglie Deborah, la relazione della figlia con un cosacco, inducono i coniugi ad affidare il figlio minorato Menuchim a dei conoscenti e ad espatriare in America dove li attende il figlio disertore. Tale decisione è assunta non senza ulteriori laceranti contrasti con la moglie, in perenne vana attesa del miracolo profetizzato dal rabbino, e con notevole accrescimento delle proprie intime contraddizioni che accendono in lui un profondo sentimento di rabbiosa colpa, da cui prende corpo, pian piano, una ben radicata volontà di ribellione. L’America, paese dove l’attesa della guarigione di Menuchim si sarebbe dovuta mutare in devota speranza, dove l’incontro col figlio ‘disertore’ avrebbe potuto rinsaldare i legami familiari, dove il rigoglio femminile di Mirjam non sarebbe andato sprecato e violato fra le braccia di un infedele cosacco, tradì le attese dimostrandosi, ben presto un mondo assolutamente estraneo a Mendel. Qui, la realtà che lo aveva circondato nella sua patria, si presenta in una veste nuova, inattesa ed ostile. Qui, in America, Mendel rincontra il suo amato figlio senza mai ritrovarlo – emblematico è il cambio del nome, Sam; l’America, oltre ad avergli mutato il nome, gli ha trasformato l’animo; non è più un mite, devoto ebreo russo, bensì un indaffarato, facoltoso uomo che piuttosto che cercare Dio, insegue gli affari. Tutto è diverso “...L’America gli si gettava addosso, l’America lo sconquassava, l’America lo annichiliva…”. Mendel non si adatta, il distacco e ‘l’abbandono’ di Menuchim, nel frattempo miracolosamente guarito, si fa più pesante per il suo affranto animo. Sam, il figlio ‘americano’, nel frattempo arruolatosi volontario per combattere la guerra fra le fila dell’America, muore; strano destino il suo: disertore in patria ed eroe in America… ma l’America tutto dà e tutto prende, l’America, a differenza della Russia, è una patria; l’altro figlio è disperso sul fronte europeo, la morte della moglie Deborah e la pazzia della figlia Mirjam, prostrano ancor più il già tanto provato spirito di Mendel, tanto da mortificare ogni sua residua capacità di sperare. Quando si uccide la speranza, si uccide l’uomo, tant’è che Mendel decide di ribellarsi e ‘bruciare Dio’. “…Io voglio bruciare di più che una semplice casa e di più che un semplice uomo. Vi meraviglierete se vi dico che cosa realmente avevo intenzione di bruciare. Vi meraviglierete e direte: anche Mendel è pazzo, come sua figlia. Ma io vi assicuro: non sono pazzo. Per più di sessant’anni sono stato pazzo, oggi non lo sono… Dio voglio bruciare…” Mendel Singer, al pari del Giobbe della Bibbia, non si riconosce colpevole di alcunché. “…Per che cosa ci punisce ora? Abbiamo fatto del male? Perché è crudele?” Mendel Singer, a differenza del Giobbe della Bibbia, bestemmia il suo Dio. “…Dio è crudele, e più gli si ubbidisce, più ci tratta con severità. E’ più potente dei potenti, con l’unghia del suo dito mignolo può dar loro il colpo di grazia, ma non lo fa. Solo i deboli ama annientare. La debolezza di un uomo eccita la sua forza e l’ubbidienza risveglia la sua ira… Non ho paura dell’inferno… Tutte le pene dell’inferno le ho già sofferte. E’ più benigno di Dio, il diavolo. Siccome non è così potente, non può essere così crudele. Io non paura, amici miei…”. Mendel Singer, al pari del Giobbe della Bibbia, è benedetto dal suo Dio. “<Menuchim è vivo>… Allora il riso di Mendel si muta in pianto, singhiozza e le lacrime scorrono dai vecchi occhi semivelati … <Io sono Menuchim> … <Alzati, babbo> … Ora Mendel siede sulle ginocchia di suo figlio, sorride intorno a ognuno, guardandolo in faccia. Bisbiglia: <Il dolore lo farà saggio, la deformità buono, l’amarezza mite e la malattia forte>”. Menuchim è, infatti, un grand’uomo, un musicista dotato di una saggia sensibilità dovuta al suo stato di salute da cui miracolosamente è guarito. Così si chiude il romanzo di Roth.

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Mendel sembra ribellarsi e rifiutare il suo Dio, ma nonostante ciò, ottiene comunque la benedizione divina che lo muove nuovamente verso il rinnovato abbraccio della fede e di Dio. Roth, amo pensare, volle con questo epilogo (bellissimo), ridonare all'uomo la propria dignità anche al cospetto di un Dio imperscrutabile e, per certi versi, crudele (almeno in base al nostro metro di giudizio), assegnando al suo grandissimo protagonista il compito di trasmettere un nuovo, messaggio di infinita speranza. La speranza, questa è un’altra chiave di lettura. La Speranza è non delude. Il romanzo di Roth ci appare come un’apologia della speranza che, ancorché mortificata, sempre si riaffaccia prepotente e consolatrice nell’animo dell’uomo sofferente.

Ed è proprio di speranza che abbiamo tanto bisogno quando ad oggi, 11 Ottobre, sono ben ottantun giorni che mamma è in Terapia Intensiva. I medici con noi sono ottimisti e ci invitano ad avere speranza ed io e mia sorella vogliamo proprio avere speranza, quella Speranza che non delude (Rm 5,3-5). Certo è difficile tenere alta la Speranza quando mamma attraversa l’intervento chirurgico, l’arresto cardiaco, un secondo intervento chirurgico, la dialisi, la tracheotomia, l’alimentazione parenterale, le piaghe di decubito, “un’infezione ad un punto interno sternale”, la perdita di sangue rettale, “l’acqua nei polmoni”, un’infezione generale che riporta a intubare nuovamente, la coscienza che tarda a venire… mi domando: ma come è possibile sperare? Ma proprio ora non ci dobbiamo lasciar cadere le braccia e continuare a credere che mamma Santina nonostante tutto e contro tutto ce la può fare e per questo chiediamo da voi preghiera. Quando ogni situazione di sicurezza viene meno, quando la disperazione si affaccia la Chiesa suggerisce di vivere la virtù della Speranza. E’ troppo facile sperare quando tutto è sicuro, quella non è speranza, ma sicurezza. In questo momento con ostinazione noi affidiamo la nostra vita al Signore ed attendiamo da Lui conforto e serenità. Dice mamma Santina: “Quando si è sereni nell’animo anche il cuore e la mente sono tranquilli” Nessuno osi essere in questo momento profeta di disperazione! Noi proprio ora, dopo ottantantun giorni di Terapia Intensiva, urliamo con tutte le forze la nostra speranza, nella convinzione che la speranza cristiana non delude.

In questo quinto quaderno ho tentato di raccogliere non tanto frasi e scritti di mamma, ma cinque diverse giornate trascorse con Lei in diverse parti del mondo, una sorta di cinque piccoli fioretti, non di San Francesco, ma più semplicemente di una forte donna di fede. Le giornate qui descritte sono ambientate all’Ospedale di Bergamo, a Gerusalemme, a San Pietroburgo, a Pechino, e per finire a Roma. La caratteristica che lega queste pagine sono il tratto sereno e saggio di mia madre che costituiscono in Lei la grande virtù della Speranza. Queste giornate le vogliamo ora ricordare per attingere da quei lieti momenti serenità e speranza: che il Signore riservi ancora a me e Maria Carolina queste importanti e semplici gioie!

3. Cinque meravigliose giornate con mamma

3.1. Eliminerò le malattie che per te sono come catene/ perché io ti voglio tantissimo bene!!! Ospedale di Bergamo, 25 Settembre 2005

Una delle giornate più belle delle terribili trascorse in Terapia Intensiva è proprio la visita dei tre nipotini, la domenica 25 Settembre 2005. Avevo ottenuto il permesso di portare mamma fuori dal reparto nel corridoio per un’oretta. Vicina alla finestra illuminata dall’ultimo sole caldo di Settembre nonna Santina incontra i suoi piccoli nipotini. Paolo compirà i sei anni a Dicembre ed ha in mano un piccolo fiore giallo che ha colto per la sua nonna. Non parla molto perché è commosso nel rivedere la sua cara nonnina dopo tanto tempo! In silenzio gli porge il fiore e poi a fatica avvicina la sua testolina a quella della nonna e la riempie di baci. E’ una scena bellissima, gli occhi

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spenti e addolorati dell’anziana signora riprendono vigore e forza e la nonna restituisce al suo piccolo nipote un bacio. E’ una scena commovente e semplice che mi si imprime profondamente nell’animo! I tre piccoli per l’occasione hanno preparato anche una poesiola semplice e carina seppur scritta da bambini: “ Cara Nonna/ sei una meravigliosa donna/ dolce come la panna/ e prima di andare a nanna/ racconti storie meravigliose/ di elfi e fate che vivono nelle mimose./ Sei bravissima a cucinare/ frittelle e patatine da infornare/ gelati a bizzeffe/ che io mangio prima che tu dica effe./ Fai sciarpe, maglioni e cappelli/ che io indosso perché sono molto caldi e belli/ Alcuni li dai alla pesca di beneficenza dove ti impegni con molta efficienza/ Sempre vai a messa/ e preghi bene/ e io quando sono con te dimentico le mie pene/ perché sei bravissima in tutto ciò che fai/ e che farai/ e vedrai che presto guarirai./ Un cestino di fiori ti ho costruito/perché sia il tuo favorito/ è di carta/ ma bello come una tua sciarpa/ In groppa a un veloce unicorno in Terra Santa ce ne andremo/ e con calma la visiteremo./ Quando guarirai tutti inviteremo/ e le leccornie che cucinerai con gioia mangeremo./ Eliminerò le malattie che per te sono come catene/ perché ti voglio tantissimo bene!!! (Martina).

3.2. Vivo come nessuno, senza nessuno, senza nessuna potenza, senza protezione. Gerusalemme, 25 Marzo 2005

Venerdì Santo 2005. Mi trovo a Gerusalemme per vivere i riti della Settimana Santa nei luoghi della Passione Morte e Risurrezione di Gesù. Dalla finestra dell’albergo vedo la Città Santa avvolta nel sole del mattino con la Moschea di Omar splendente di oro. Mia Madre è con me. La osservo mentre nella nostra camera di Albergo al Notre Dame Center, è curva sulle bozze del mio ultimo libro dal titolo Elogio della debolezza e le sta correggendo. Siamo qui per trascorrere insieme momenti di distensione e di comunione, per parlare e riflettere per raccontarci la nostra vita, la sua molto semplice in Città Alta a Bergamo e la mia molte volte convulsa e piena di cose da fare nella lontana e caotica Roma. Questi momenti sono preziosi per noi. Mamma ed io assaporiamo la gioia dello stare insieme, basta uno sguardo, un sorriso, talvolta un litigio subito risolto per raccontarci il nostro cuore. Ne abbiamo bisogno per ritemprarci per prendere forza e continuare il nostro cammino laddove il Signore ci vuole. La primavera è in fiore. Ad un certo punto, mamma si distrae e rimane come incantata ad ammirare due uccellini che mangiano le briciole che ha posto sul davanzale: “Don Gigi, guarda come sono belli!! Sono delle semplici creature che piacciono al Signore… siamo qui a Gerusalemme per pregare in questi giorni santi! Sto leggendo una pagina delle tue ultime bozze. Che strano siamo nella Settimana Santa, ma oggi è anche il 25 Marzo 2005, la Festa dell’Annunciazione. Nel tuo libro parli di un’altra donna molto semplice che si chiama Annalena Tonelli. Mi piace molto questa donna e mi piace molto questo suo pensiero, ascolta! Mamma, così dicendo, si alza in piedi e va a sedersi vicino alla finestra dalla quale si vedono le vecchie mura di Gerusalemme ed inizia a leggere la pagina del mio libro da lei corretta: “Ricordiamo sempre che l’uomo è limitato. Egli ha assolutamente bisogno dell’intervento efficace e gratuito di Dio. La luce non è in questo mondo, venne in questo mondo, ma dall’Alto. “… Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? …” “… quando sono debole è allora che sono forte”. Questo è l’esempio della missionaria laica Annalena Tonelli che seppe davvero incarnare tale frase (…) «Io sono nobody, nessuno. Nel senso che non appartengo a nessuna organizzazione religiosa. Sono religiosa nella sostanza, ma non ho mai appartenuto a nessuna congregazione. Ero bambina e volevo essere povera. Volevo essere solo per Dio. Volevo essere veramente nessuno. Ce l'ho fatta. Vivo come nessuno, senza nessuno, senza nessuna potenza, senza protezione. Voglio continuare così, questo è il senso della mia vita». Mamma toglie gli occhiali guarda gli uccellini che indisturbati continuano a beccare le briciole e poi guardandomi negli occhi dice: “la Madonna ed anche questa donna nella loro debolezza sono grandi! Anch’io penso come loro e forse sono vissuta fino ad oggi così, io non sono nessuno, vivo da sola la mia vita e nel silenzio a casa anch’io come Annalena Vivo come nessuno, senza nessuno, senza nessuna potenza,

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senza protezione. Voglio continuare così, questo è il senso della mia vita!” Mi avvicino a mamma e le do un bacio sulla fronte con una leggera carezza le prendo la mano e dico “Mamma io ti sono sempre vicino con il mio cuore… e tu lo sai!” “Certo che lo so! Ma io ho vicino Gesù e la Madonna e dunque non sono sola. Loro non mi lasciano mai e io con loro sono serena!” “Ora basta mamma leggere, prepariamoci per uscire: nelle vecchie vie di Gerusalemme rivivremo questa mattina la Via Crucis. La Città Vecchia è piena di pellegrini giunti da lontano per rivivere la Pasqua di Gesù.” “E’ vero don Gigi! Mi dimenticavo oggi è il Venerdì Santo e dobbiamo prendere parte alla Via Crucis”. Gli uccellini con un rapido fruscio d’ali volano via, una brezza fresca entra dalla finestra spalancata mentre odiamo il richiamo del muezzin dal minareto per la tradizionale preghiera musulmana del Venerdì.

Un’ora dopo mentre ripercorro le vecchie ed incantevoli vie di Gerusalemme il brano con il quale mamma mi aveva preparato alla Via Crucis, mi ritorna in mente… guardo mamma che respira affannosamente per la strada in salita, la vedo concentrata, i suoi occhi sono pieni di luce interiore; mi regala il suo sorriso, dentro di me penso che la citazione di Annalena Tonelli ben descrive la vita interiore di mamma: Vivo come nessuno, senza nessuno, senza nessuna potenza, senza protezione. Voglio continuare così, questo è il senso della mia vita. Chi avrebbe pensato che quel singolare giorno pieno di serenità e pace vissuto a Gerusalemme prefigurava la Via Crucis dolorosa che mamma avrebbe vissuto alcuni mesi dopo e che in questi cinque quaderni ho voluto raccontare?

3.3. Una serata con mamma a San Pietroburgo. Settembre 2001Anni fa, alcuni giorni dopo la caduta delle Torri Gemelle, nel settembre 2001, mi recai in

viaggio con mia madre in Russia e visitammo per alcuni giorni anche la splendida città di San Pietroburgo con il suo bellissimo Museo dell’Ermitage, conosciuto in tutto il mondo. Andammo insieme a visitare quel Palazzo che contiene autentici gioielli di arte. Io ero letteralmente preso dall’ammirazione per quei capolavori: Rembrand, Michelangelo, Leonardo Da Vinci, tantissime opere d’arte scorrevano sotto i nostri occhi in poche ore pomeridiane. Al termine della visita vidi mia madre un po’ stanca e gli dissi: Ti è piaciuto questo importante Museo?” La sua risposta mi folgorò: “ Mi è piaciuto moltissimo, pensa che davanti ad ogni quadro raffigurante la Madonna, Cristo o i Santi ho recitato una breve preghiera, è stato un pomeriggio indimenticabile!” La frase di mia mamma è ancora viva nella mia memoria oggi a distanza di anni. Io ero preoccupato di capire l’opera: chi è l’autore, cosa rappresenta, quando è stata realizzata, che stato d’animo dell’artista mi propone… mia madre non si poneva invece alcuna di queste domande, ma si preoccupava di trasformare quelle opere d’arte in occasione di preghiera e di incontro con Dio, la sua stanchezza si doveva alle molte preghiere recitate in quel pomeriggio. Ecco una donna che sa vedere Dio nella propria vita, questo è lo sguardo di fede con il quale mamma ha saputo sempre e solo valutare la propria vita riportadola sempre e solo all’essenziale della fede. Quella visione di fede con la quale Mamma quella sera a San Pietroburgo mi diede una grande lezione di vita e di cultura.

3.4. Una fredda mattinata dell’ultimo dell’anno a Pechino. 31 Dicembre 1998Il cielo è nuvoloso sopra Pechino e sembra che da un momento all’altro possa nevicare.

Mamma è intenta a guardare per le strade le centinaia di biciclette che si muovono a nugoli ai diversi semafori. Lo smog provocato dal riscaldamento a carbone di case e palazzi rende ancora più grigio lo scenario invernale. E’ l’ultimo dell’anno in Occidente: siamo al 31 Dicembre 1998. In questa mattina vogliamo visitare uno degli antichi templi dell’incantevole città imperiale di Pechino, capitale di un regno antichissimo, carico di storia e di saggezza. E’ molto freddo ed il ghiaccio è presente nelle fontane ed agli angoli delle strade. Inizia così la nostra visita culturale al Tempio del Cielo. Il caratteristico tempio cinese è preceduto da ampi giardini; l’imperatore si recava in visita ed in meditazione. La guida cinese ci indica un monumento che al suo centro ha un’ampia

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pietra circolare: “Prego signori salite tutti e due su quella pietra… ed esprimete un desiderio perché esso si realizzerà!” Prendo per mano Mamma Santina ed insieme saliamo su quella pietra. Sono molto curioso, non mi trattengo più e chiedo a mia madre: “Dai mamma, dimmi il desiderio che stai pensando!” Mia madre sta zitta. Torno alla carica “Ti prego, me lo dici?” Il suo volto si fa serio e guardandomi negli occhi come sa fare Lei mi dice” Io non credo a queste cose, sai? Tuttavia ho pensato che in qualunque luogo si può domandare a Dio una cosa buona ed allora ho formulato questa preghiera: Ti prego Gesù, che il mio don Gigi sia sempre un bravo sacerdote! Questo non dipende da una stupida pietra, ma da Dio e da Te! Ricordalo sempre: hai capito Luigi?”

Scendemmo in silenzio da quella antica pietra e quella frase guidò tutta la mia giornata a Pechino. La sera stanchi, mentre dalle finestre del nostro albergo guardavamo le basse povere catapecchie dai comignoli delle quali saliva il denso fumo del carbone, diedi un bacio a mamma e dissi: “Grazie per la preghiera di oggi, ti prometto che ce la metterò tutta per essere sempre un bravo sacerdote!” Mi rispose indicandomi le povere case della città cinese: “Fallo per loro, fallo per i poveri e gli ultimi. Buon Anno don Gigi!” e con un bacio andammo a dormire.

3.5. Il tiepido sole dell’Estate di san Martino in Piazza San Pietro, 11 Novembre 1996Piazza San Pietro è illuminata dal tiepido sole dell’Estate di San Martino; è la mattina

dell’11 Novembre 1996. E’ il mio primo giorno di lavoro in Segreteria di Stato e mamma mi vuole essere vicino. Per l’occasione è venuta a Roma. Ci siamo svegliati presto quella mattina e poi, dopo essere passato a prendere Lei e mio zio P. Luigi nella Casa Generalizia dei Missionari Saveriani in Viale Vaticano, ci rechiamo a celebrare insieme la Santa Messa sulla Tomba di San Pietro.

Dopo la celebrazione eucaristica consumiamo la colazione al Bar San Pietro in via della Conciliazione. Sono molto teso ed emozionato, l’ambiente nuovo crea soggezione, specie la prima volta. Il clergyman scuro è perfettamente in ordine, la cartella di cuoio marrone nuova è salda nelle mie mani. Mamma avverte tutta la mia preoccupazione. I nostri passi lenti ci portano vicino alla fontana di destra nell’immensa Piazza. Ci fermiamo a guardare in alto gli uffici della Segreteria di Stato, vicino vi è il Palazzo Apostolico. Mamma mi chiede da dove si affacci il Papa per la preghiera domenicale dell’Angelus, alzo il braccio e con il dito indico la finestra.

Il gorgogliare dell’acqua che zampilla nella bella fontana ci costringe a parlare più forte. Ammiriamo insieme l’incantevole piazza: il colonnato, la facciata… la cupola. Mamma mi mostra il luogo dove si sedette a scrivere le cartoline nella sua prima visita a Roma in occasione del suo Viaggio di Nozze, proprio sotto la grande statua di San Pietro. Giungiamo sotto il colonnato all’ingresso chiamato Portone di Bronzo. Mamma mi invita a salire i gradini, ma prima di lasciarci mi dice: “Don Gigi, vai tranquillo al tuo lavoro! Io questa mattina non mi muoverò dalla Basilica di San Pietro e dalle nove all’una e mezzo pregherò per te. Io non posso salire con te in uffici, ma sappi che da oggi in poi sarò vicino al tuo lavoro con tanta preghiera e da Bergamo sempre ti seguirò!”

Le diedi due baci e lentamente salii le scale, al grande Portone di Bronzo la guardia svizzera salutò con il consueto saluto militare di rispetto verso tutti gli ecclesiastici. Mi voltai… il sorriso orgoglioso di mamma mi seguiva: respirai profondamente, con un ultimo cenno della mano la salutai e giratomi inizia a salire la lunga scalinata che mi avrebbe portato laddove il Signore mi aveva chiesto di servirLo.

Mamma passò tutta la mattinata in Chiesa ed accompagnò così quel momento importante della mia vita, con abbondante e prolungata preghiera: non lo scorderò mai.

4. Tre testimonianze di SperanzaIn questi mesi tanti sono gli scritti e le lettere che molti amici mi hanno inviato per

manifestare vicinanza, per infondere coraggio ed anche esprimere personali riflessioni. A tutti giunga il ringraziamento mio, di Maria Carolina e di Mamma Santina. Voglio ripresentare qui tre

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meravigliosi scritti prodotti dalle penne del Card. Carlo Maria Martini, del Professor Luca Lorini - il Primario che con grande maestria e competenza cura mamma Santina - e di una persona amica che vuole mantenere l’anonimato. Sono righe di speranza che donano luce e forza in un periodo di buio e di dolore e costituiscono dunque per me un’autentica grazia di Dio.

4.1. Chi riverisce la madre è come chi accumula tesori (Sir 3,3-4)Carissimo don Gigi, Scorrendo le pagine del libretto che hai voluto preparare per invitare i tuoi amici alla preghiera per tua madre, da cui risalta la grande fede di lei e anche la grande fede tua, mi è venuta in mente quella pagina del libro del Siracide che parla dell'onore che ciascuno deve rendere ai suoi genitori. E' in qualche modo un commento al precetto del decalogo "Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore tuo Dio" (Es 20,12), precetto di cui san Paolo dice che "è il primo comandamento associato a una promessa". Il Siracide ricorda che "il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli, ha stabilito il diritto della madre sulla prole", per cui "chi riverisce la madre è come chi accumula tesori" (Sir 3,3-4). E tu hai davvero accumulato tesori di fede nel tuo libretto, ricordando le cose che tua madre ti ha detto e scritto in questi anni sul tuo essere prete. Il Siracide ricorda ancora che "chi obbedisce al Signore da consolazione alla madre" (Sir 3,6), e tu hai avuto in questo tempo tante occasioni di sofferta obbedienza e adorazione del mistero di Dio che si manifesta anche nel tempo del dolore e della malattia. Ben Sira ci dice anche che dobbiamo curare i genitori particolarmente nella vecchiaia, perché il loro onore è onore dei figli. La pietà verso i genitori "non sarà dimenticata, ti sarà computata a sconto dei peccati. Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te; come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi peccati". E ciò riguarda anche tutte le nostre inevitabili negligenze e fragilità, che al calore dell'amore di Dio si scioglieranno come neve al sole.Questa visione serena e positiva ti sia di conforto in questo momento di sofferenza fisica della tua mamma, sofferenza che è destinata a mettere in luce la grande fede che la anima e che essa ti ha trasmesso. Perché, come diceva sant'Ambrogio prima di morire "abbiamo un Signore buono" e non dobbiamo temere di affidarci a Lui.Ti sono vicino con la preghiera e ti benedico di cuore,

tuo Carlo Maria Card. Martini, S.I.Gerusalemme, 12 ottobre 2005

4.2. La medicina deve avere a cuore l’integralità dell’uomo, tendere a ricostruire un uomo globale, cercare il volto di Chi gli ha dato origine.

Don Gigi mi ha chiesto un mio pensiero introduttivo al libro che sta preparando. Non è mia intenzione addentrarmi in scenari spirituali o teologici, ma piuttosto vorrei offrire una riflessione su come intendo il ruolo della mia professione di medico, in questo terzo millennio. Se Platone ammetteva che la più bella scienza è anche la più inutile, a me sembra vero il contrario: una scienza è tanto più bella quanto più feconda di bene, soprattutto se ha per scopo di alleviare le sofferenze umane. C’è stato un tempo, poche decine di anni fa, nel quale la medicina, presa anche dall’euforia di sempre nuove conquiste, si è data una nuova impostazione, passando dalla scelta preferenziale per una assistenza personalizzata, a volte un po’ esasperata, al malato, alla prospettiva della specializzazione. Per molti anni, infatti, la medicina ospedaliera, ma anche quella del medico di famiglia, aveva come preoccupazione primaria l’attenzione al paziente con una forte vicinanza anche psicologica alla sua esperienza di sofferenza e di dolore: una scelta che probabilmente intendeva anche supplire a certe carenze di conoscenza, o di strutture o di medicinali… Dove non arrivavano ”le medicine” arrivava, per molti versi lodevolmente, la componente umana e relazionale.

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Successivamente, la medicina ha iniziato un periodo di intensissime scoperte, caratterizzate da continue novità, e la sua preoccupazione principale si è spostata verso una serie di altre attenzioni, molto specialistiche e anche settoriali: il malato ha iniziato ad essere considerato un insieme di compartimenti da considerare separatamente. Curare un aspetto sembrava aprire la porta alla guarigione globale; riuscire a risolvere un problema fisico induceva a pensare che fosse così possibile guarire il cuore della persona; offrire cure sofisticate faceva credere che fosse possibile ridare sicurezze, sognare un futuro senza limiti… Non è stato così e la medicina, pazienti e medici, si sono resi conto che l’uomo non è affatto una macchina composta da pezzi e meccanismi.Ora, siamo alla soglia di una nuova era: si sta facendo strada un terzo modo di curare chi soffre. Il tentativo è quello di coniugare tecnologia e persona, numeri e umanità, guarire l’organo malato e contestualmente preoccuparsi dell’uomo tutto intero. E’ questa la sfida dell’attuale medicina chiamata, senza dimenticare l’alto grado di specializzazione raggiunto, a ridisegnarsi con un volto umano, ritrovandosi come espressione della mano del Creatore che genera la vita e alla vita. Se vuole fare questo essa deve però divenire ed essere un prolungamento del Creatore, deve porsi al servizio di quella immagine che si manifesta già nelle origini: «E Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza…Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò» (Gn 1,26.27). La medicina deve cioè avere a cuore l’integralità dell’uomo, tendere a ricostruire un uomo globale, cercare il volto di Chi gli ha dato origine. Anche per questo non le è concesso di affermarsi solo nelle nazioni che hanno grandi risorse economiche e che possono tutto o meglio, che pensano di poterlo fare. Deve invece aprirsi a tutti i popoli e a tutte le nazioni. Lo potrà fare anche attraverso il contributo generoso di persone che credono in questi progetti e che, attraverso il sostegno della ricerca o dei progetti di cooperazione internazionale, sapranno spendere un po’ di se stessi in questa prospettiva e direzione.

Prof. F. Luca LoriniBergamo, 14 ottobre2005

4.3. Un risveglio, un sorriso, una stretta di mano, una lacrima è un fiore che rinasce in un giardino dopo l’inverno!Accanto a un grande uomo… c’è sempre la presenza silenziosa di una grande donna… la sua mamma Santina ne è la testimonianza.Grazie Mons. Luigi, grazie per avermi voluto regalare queste profonde parole divenute per me momento intenso di meditazione; le confesso di averle lette più volte, e più volte pensando e avendo ben presente nel cuore e negli occhi la sofferenza della Sua Mamma, i miei occhi si sono gonfiati di lacrime ed il mio cuore di profonda commozione. Le sue parole sono un’ulteriore riflessione che spesso anch’io mi trovo a fare, in alcuni momenti particolari della mia giornata… spesso mi chiedo il senso di tutto ciò, perché una persona, un bimbo, deve sopportare tutti questi patimenti… impotente e fragile…, quali disegni infiniti ci stanno dietro? Perché continuare a lottare se poi si ricade?? Un perché si ritrova nella lettura delle pagine del Vangelo o in questa lettera di S. Paolo ai Romani: La tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata, e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Un perché è la vita della Signora Santina immersa in una profonda fede che l’ha accompagnata in tutto il suo divenire. Santina ha incarnato le parole di Gesù, quando ha posto le condizioni per seguirlo Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita per causa mia, la perderà…ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà!!! Ecco allora il senso di quel soffrire, di quell’accettare con tutta la paura umanamente esprimibile la volontà del Padre. Anche

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Gesù nel Getzemani ha gridato con tutto se stesso la debolezza della carne, la paura dell’uomo, ma non ha vacillato!! Ha invocato il Padre che allontanasse da Lui quel calice di dolore… però non come voleva Lui… ma ha riposto in Lui la fede… accettando la sua volontà!! Il senso di quel soffrire allora, il soffrire di tante persone, sta forse proprio nel Disegno di Dio per ciascuno di noi, il quale ci ha dato la libertà di costruire ogni giorno, con le nostre piccole azioni quotidiane, con il nostro esempio di vita e di testimonianza del Suo Amore, nel rendere grazie anche nelle sofferenze attraverso un amorevole sorriso, uno sguardo dolce, una stretta di mano come ogni giorno Santina ci offre. La possibilità che mi è stata donata, svolgendo questa professione, apre molteplici orizzonti… mi affascina molto da un punto di vista della conoscenza tecnica, medica ed infermieristica, ma da sola probabilmente non basterebbe se al primo posto non venisse l’uomo!!! E’ un grandissimo dono che spesso mi fa mettere in discussione, non solo professionalmente, ma anche moralmente; avere a che fare con le persone, soprattutto quando queste sono malate cercando di creare un rapporto empatico… non è per niente facile. Inevitabilmente ti senti chiamato in causa, perchè anche tu persona e uomo fragile e spesso mi riesce difficile restarne fuori…perché non ci riesci!!! E così comincia tutta l’interiorizzazione dei casi che più ti colpiscono, la sofferenza tocca nel profondo del cuore e spesso capita di sentirsi molto impotenti, non si sa cosa fare e cosa dire, così un silenzio rispettoso, che non è commiserazione, diventa l’unico mezzo di comunicazione. Tutto ciò non lascia indifferenti e ogni ricaduta è una spina nel cuore anche per chi assiste, così come un risveglio, un sorriso, una stretta di mano, una lacrima è un fiore che rinasce in un giardino dopo l’inverno! Personalmente dalla sua mamma ho ricevuto delle forti emozioni, la giocia che esprimeva quando la salutavo chiamandola per nome mia ha fatto spesso battere forte il cuore. Un giorno mentre guardavamo i bellissimi disegni colorati dei suoi nipotini, ci siamo fermati a guardare la foto che la ritraeva… le brillavano gli occhi di commozione e ammirazione nei suoi confronti e mi è venuto proprio da dirle che doveva essere una bella soddisfazione ed emozione per una mamma avere educato un figlio ed una figlia come voi!!! Non poteva parlare… ma il suo sguardo e il suo essere hanno espresso più di mille pensieri… e mai come allora ho capito il suo amore per voi… mi ha commosso nel profondo del cuore, regalandomi un attimo di felicità. Quante volte, forse per il troppo correre, dimentichiamo il significato dei nostri piccoli gesti, le mancanze routinarie di fronte al malato e a voi parenti, assumono significati diversi ed immensi e forse per noi passano troppo superficialmente!!! Le sue parole mi hanno molto commosso e colpito, facendomi mettere in discussione, non perché è un sacerdote, ma soprattutto perché è un FIGLIO, che ha ricevuto molta fede dalla testimonianza ancora viva di una perseverante e fiduciosa MADRE; che vede nella MADRE il patire del CRISTO. C’ero io, quella domenica in cui Santina aveva problemi alla tracheo… Mi perdoni, se snon sono riuscita a cogliere fino in fondo la sua angoscia e le sue lacrime… e non sono stata in grado di afferrare il grande mistero che si stava compiendo!!! Solo rimeditando il suo scritto mi sono resa conto della testimonianza di profonda fede ricevuta in quell’incontro. Le dico grazie per aver condiviso con lei questo intenso momento! Me lo porterò sempre nel cuore, come gli altri intensi attimi vissuti con Santina e con voi! Quello che ha fatto è un profondissimo gesto che merita solo rispetto e preghiera. Ora richiudo questo mio cuore, che sta diventando prolisso, quello che ho scritto viene dal profondo del mio cuore e la ringrazio per avermi dato la possibilità di farlo. Ho ricevuto una grande lezione di fede e di vita dalla sua cara mamma, da lei e dalla solarità di sua sorella Carolina… affidiamoci con fiducia alla provvidenza e alla misericordia di Dio nostro Padre che tutto vede e provvede.

5. In te Domine sperávi: non confúndar in aetérnumSignore, sto ritornando a Roma, là dove tu mi hai posto in un momento difficile. Nel cuore

ho la Via Crucis di mamma che da più di cinquanta giorni è in terapia intensiva. Nella quiete della sera, l’aereo vola veloce portandomi lontano da mia madre, ma nel mio cuore porto con me il suo bellissimo sorriso. Due occhioni infinitamente dolci, quanto la grandezza del dolore che hanno con

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forza sopportato, il suo sguardo intenso mi trapassa il cuore! E’ un sorriso buono ed indescrivibile, che ti interroga: come si può sorridere in un luogo dove si piange? Come si può ostinatamente sorridere a tutti quando la carne è piagata, trafitta, scorticata: costato, braccia, gambe, piedi: ogni parte del corpo è lacerata. Mamma sorride, mamma ostinatamente sorride e ti riversa addosso una cascata di bontà! Quanto quell’animo è dolce, quanto quell’animo si è trasfigurato, quanto i suoi pensieri sono puri! Ed io imprimo nel mio animo la sua squisita bontà, la sua passione per la vita. In quegli occhi che brillano come due diamanti tersi dalla sofferenza, la luce di Dio è pura e forte e nel suo sguardo vedi il sorriso di Dio! Grazie mamma, continua a sorridermi ancora per molti anni: ne ho bisogno. Ti mando un grande bacio, mentre l’aereo tocca il suolo di Roma, la Città Santa che tu ami. Coraggio andremo presto a Gerusalemme per ringraziare il Risorto di questa nostra dura Via Crucis che ha insegnato alla vita l’essenziale. Gesù stacci vicino: in te confidiamo che non siamo confusi in eterno! (Volo Bergamo-Roma, Domenica 18 Settembre 2005, ore 19.30. Due mesi dopo l’intervento chirurgico di mamma)

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II. LITURGIA DELLE ORE 4 OTTOBRE 2007 TEMPO: ORDINARIO XXVI SETTIMANA GIOVEDI SECONDA SETTIMANA DEL SALTERIO

INVITATORIOVersetto V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Venite al Signore con canti di gioia! SALMO 94 - Invito a lodare Dio Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest'oggi» (Eb 3,13) Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.) Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dei. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra. (Ant.) Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,* il gregge che egli conduce. (Ant.) Ascoltate oggi la sua voce: + «Non indurite il cuore, * come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: + mi misero alla prova * pur avendo visto le mie opere. (Ant.) Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione + e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo».(Ant.) Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.)

UFFICIO DELLE LETTUREIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Inno O Cristo, Verbo del Padre, glorioso re delle vergini, luce e salvezza del mondo, in te crediamo. Cibo e bevanda di vita, balsamo, veste dimora, forza, rifugio, conforto, in te speriamo. Illumina col tuo Spirito l'oscura notte del male, orienta il nostro cammino incontro al Padre. Amen. 1^ Antifona Tu ci salvi, Signore: celebriamo il tuo nome per sempre. 1° Salmo SALMO 43, 2-9 Il popolo di Dio nella sventura Dio, con i nostri orecchi abbiamo udito, + i nostri padri ci hanno raccontato l'opera che hai compiuto ai loro giorni, * nei tempi antichi. Tu, per piantarli, con la tua mano hai sradicato le genti, * per far loro posto, hai distrutto i popoli. Poiché non con la spada conquistarono la terra, * né fu il loro braccio a salvarli; ma il tuo braccio e la tua destra e la luce del tuo volto, * perché tu li amavi. Sei tu il mio re, Dio mio, * che decidi vittorie per Giacobbe. Per te abbiamo respinto i nostri avversari, * nel tuo nome abbiamo annientato i nostri aggressori. Infatti nel mio arco non ho confidato * e non la mia spada mi ha salvato, ma tu ci hai salvati dai nostri avversari, * hai confuso i nostri nemici. In Dio ci gloriamo ogni giorno, * celebrando senza fine il tuo nome. 1^ Antifona Tu ci salvi, Signore: celebriamo il tuo nome per sempre. 2^ Antifona Perdona il tuo popolo, Signore; non ci esporre alla vergogna. 2° Salmo SALMO 43, 10-17 Il popolo di Dio nella sventura Ma ora ci hai respinti e coperti di vergogna, * e più non esci con le nostre schiere. Ci hai fatti fuggire di fronte agli avversari * e i nostri nemici ci hanno spogliati. Ci hai consegnato come pecore da macello, * ci hai dispersi in mezzo alle nazioni. Hai venduto il tuo popolo per niente, * sul loro prezzo non hai guadagnato. Ci hai resi ludibrio dei nostri vicini, * scherno e obbrobrio a chi ci sta intorno. Ci hai resi la favola dei popoli, * su di noi le nazioni scuotono il capo. L'infamia mi sta sempre davanti * e la vergogna copre il mio volto per la voce di chi insulta e bestemmia, * davanti al nemico che brama vendetta. 2^ Antifona Perdona il tuo popolo, Signore; non ci esporre alla vergogna. 3^ Antifona

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Sorgi, Signore, salvaci nella tua misericordia. 3° Salmo SALMO 43, 18-27 Il popolo di Dio nella sventura Tutto questo ci è accaduto + e non ti avevamo dimenticato, * non avevamo tradito la tua alleanza. Non si era volto indietro il nostro cuore, * i nostri passi non avevano lasciato il tuo sentiero; ma tu ci hai abbattuti in un luogo di sciacalli * e ci hai avvolti di ombre tenebrose. Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio * e teso le mani verso un dio straniero, forse che Dio non lo avrebbe scoperto, * lui che conosce i segreti del cuore? Per te ogni giorno siamo messi a morte, * stimati come pecore da macello. Svegliati, perché dormi, Signore? * Destati, non ci respingere per sempre. Perché nascondi il tuo volto, * dimentichi la nostra miseria e oppressione? Poiché siamo prostrati nella polvere, * il nostro corpo è steso a terra. Sorgi, vieni in nostro aiuto; * salvaci per la tua misericordia. 3^ Antifona Sorgi, Signore, salvaci nella tua misericordia. Prima Lettura V. Da chi andremo, Signore? R. Tu hai parole di vita eterna. Dalla lettera ai Filippesi di san Paolo, apostolo 3, 1-16 L'esempio di Paolo Fratelli miei, state lieti nel Signore. A me non pesa e a voi è utile che vi scriva le stesse cose: guardatevi dai cani, guardatevi dai cattivi operai, guardatevi da quelli che si fanno circoncidere! Siamo infatti noi i veri circoncisi, noi che rendiamo il culto mossi dallo Spirito di Dio e ci gloriamo in Cristo Gesù, senza avere fiducia nella carne, sebbene io possa vantarmi anche nella carne. Se alcuno ritiene di poter confidare nella carne, io più di lui: circonciso l'ottavo giorno, della stirpe d'Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge; quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall'osservanza della legge. Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione; solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch'io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di esservi giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la mèta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù. Quanti dunque siamo perfetti, dobbiamo avere questi sentimenti; se in qualche cosa pensate diversamente, Dio vi illuminerà anche su questo. Intanto, dal punto a cui siamo arrivati continuiamo ad avanzare sulla stessa linea. Responsorio Prima Lettura Fil 3, 8; Rm 6, 8 R. Ho lasciato perdere tutto, al fine di guadagnare Cristo, * per conoscere la potenza della sua risurrezione, e la comunione alle sue sofferenze. V. Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui: R. per conoscere la potenza della sua risurrezione, e la comunione alle sue sofferenze. Seconda Lettura Dalla «Lettera ai Filippesi» di san Policarpo, vescovo e martire (Capp. 12, 1 - 14; Funk, 1, 279-283) Cristo vi faccia crescere nella fede e nella verità So bene quale sia la vostra familiarità con le Sacre Scritture e come nulla ignorate: io stesso non sono da tanto. Mi basta ricordarvi ciò che la Scrittura dice: Sdegnarvi, ma non peccate (cfr. Sal 4, 5) e: «Il sole non tramonti sopra la vostra ira» (Ef 4, 26). Beato chi se ne ricorda: e io credo che ciò accade realmente tra voi. Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, e lo stesso Gesù Cristo, Figlio di Dio e sacerdote eterno, vi facciano crescere nella fede e nella verità e in ogni dolcezza, senza collera, nella pazienza e nella longanimità, nella fortezza e nella castità. Il Signore vi conceda di condividere l`eredità dei suoi santi, e lo conceda, insieme a voi, anche a noi e a tutti coloro che, sotto il cielo, crederanno nel Signore Gesù Cristo e nel «Padre suo che lo ha risuscitato dai morti» (Gal 1, 1). Pregate per tutti i credenti. Pregate anche per i re e le autorità e i principi, per coloro che vi perseguitano e vi odiano e per i nemici della croce, perché il vostro frutto sia manifesto in ogni cosa e siate perfetti in lui. Mi scriveste, sia voi che Ignazio, che se qualcuno si reca in Siria porti anche la vostra lettera; lo farò, appena se ne presenterà l`occasione. Andrò io

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stesso o manderò qualcuno a portarla. Come avete domandato, trasmettiamo a voi le lettere di Ignazio, sia quella indirizzata a noi che le altre da noi conservate, e le accludiamo tutte alla nostra presente. Ne potrete trarre grande frutto perché contengono fede, fortezza e tutto ciò che contribuisce alla crescita nel Signore nostro. Da parte vostra comunicateci ciò che avete appreso con certezza tanto di Ignazio che dei suoi compagni. Ho dettato questa lettera a Crescente, che già vi raccomanda personalmente e che ora torno a raccomandarvi. La sua condotta con noi fu irreprensibile e credo che tale sarà anche con voi. Vi raccomando anche sua sorella, quando verrà tra voi. Rimanete saldi nel Signore Gesù Cristo e la sua grazia sia con voi tutti. Amen. Responsorio Seconda Lettura Cfr. Eb 13, 20. 21; 2 Mac 1, 3 R. Il Dio della pace vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, * operi in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo. V. A tutti voi dia volontà di adorarlo e di compiere i suoi desideri. R. operi in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo. Preghiamo Orazione O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna. Per il nostro Signore. R. Amen Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

LODIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Al sorger della luce, ascolta, o Padre santo, la preghiera degli umili. Dona un linguaggio mite, che non conosca i fremiti dell'orgoglio e dell'ira. Donaci occhi limpidi, che vincano le torbide suggestioni del male. Donaci un cuore puro, fedele nel servizio, ardente nella lode. A te sia gloria, o Padre, al Figlio e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Risveglia, o Dio, la tua potenza, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi. 1° Salmo SALMO 79 Visita, o Signore, la tua vigna Tu, pastore d'Israele, ascolta, * tu che guidi Giuseppe come un gregge. Assiso sui cherubini rifulgi * davanti a E`fraim, Beniamino e Manasse. Risveglia la tua potenza * e vieni in nostro soccorso. Rialzaci, Signore, nostro Dio, * fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Signore, Dio degli eserciti, + fino a quando fremerai di sdegno * contro le preghiere del tuo popolo? Tu ci nutri con pane di lacrime, * ci fai bere lacrime in abbondanza. Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini, * e i nostri nemici ridono di noi. Rialzaci, Dio degli eserciti, * fa’ risplendere il tuo volto e noi saremo salvi. Hai divelto una vite dall'Egitto, * per trapiantarla hai espulso i popoli. Le hai preparato il terreno, * hai affondato le sue radici e ha riempito la terra. La sua ombra copriva le montagne * e i suoi rami i più alti cedri. Ha esteso i suoi tralci fino al mare * e arrivavano al fiume i suoi germogli. Perché hai abbattuto la sua cinta * e ogni viandante ne fa vendemmia? La devasta il cinghiale del bosco * e se ne pasce l'animale selvatico. Dio degli eserciti, volgiti, * guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, * il germoglio che ti sei coltivato. Quelli che l'arsero col fuoco e la recisero * periranno alla minaccia del tuo volto. Sia la tua mano sull'uomo della tua destra, * sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte. Da te più non ci allontaneremo, * ci farai vivere e invocheremo il tuo nome. Rialzaci Signore, Dio degli eserciti, * fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. 1^ Antifona Risveglia, o Dio, la tua potenza, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi. 2^ Antifona Grandi cose ha compiuto il Signore, sappiano i popoli le sue imprese. Cantico CANTICO Is 12, 1-6 Esultanza del popolo redento Ti ringrazio, Signore; + tu eri con me adirato, * ma la tua collera si è calmata e tu mi hai consolato. Ecco, Dio è la mia salvezza; * io confiderò, non avrò mai timore, perché mia forza e mio canto è il Signore; * egli è stato la mia salvezza. Attingerete acqua con gioia * alle sorgenti della salvezza. In quel giorno direte: * «Lodate il Signore, invocate il suo nome; manifestate tra i popoli le sue meraviglie, * proclamate che il suo nome è sublime. Cantate inni al Signore, perché ha fatto opere grandi, * ciò sia noto in tutta la terra. Gridate giulivi ed esultate, abitanti di Sion, * perché grande in mezzo a voi è il Santo di Israele». 2^ Antifona Grandi cose ha compiuto il Signore, sappiano i popoli le sue

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imprese. 3^ Antifona Esultate in Dio, nostra forza. Salmo di Lode SALMO 80 Solenne rinnovazione dell'alleanza Esultate in Dio, nostra forza, * acclamate al Dio di Giacobbe. Intonate il canto e suonate il timpano, * la cetra melodiosa con l'arpa. Suonate la tromba nel plenilunio, * nostro giorno di festa. Questa è una legge per Israele, * un decreto del Dio di Giacobbe. Lo ha dato come testimonianza a Giuseppe, * quando usciva dal paese d'Egitto. Un linguaggio mai inteso io sento: + «Ho liberato dal peso la sua spalla, * le sue mani hanno deposto la cesta. Hai gridato a me nell'angoscia e io ti ho liberato, + avvolto nella nube ti ho dato risposta, * ti ho messo alla prova alle acque di Meriba. Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire; * Israele, se tu mi ascoltassi! Non ci sia in mezzo a te un altro dio * e non prostrarti a un dio straniero. Sono io il Signore tuo Dio, + che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto; * apri la tua bocca, la voglio riempire. Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce, * Israele non mi ha obbedito. L'ho abbandonato alla durezza del suo cuore, * che seguisse il proprio consiglio. Se il mio popolo mi ascoltasse, * se Israele camminasse per le mie vie! Subito piegherei i suoi nemici * e contro i suoi avversari porterei la mia mano. I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi * e la loro sorte sarebbe segnata per sempre; li nutrirei con fiore di frumento, * li sazierei con miele di roccia». 3^ Antifona Esultate in Dio, nostra forza. Lettura Breve Rm 14, 17-19 Il regno di Dio infatti non è questione di cibo o di bevanda, ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo: chi serve il Cristo in queste cose, è bene accetto a Dio e stimato dagli uomini. Diamoci dunque alle opere della pace e alla edificazione vicendevole. Responsorio Breve R. Al sorgere del giorno * mi ricordo di te, Signore. Al sorgere del giorno mi ricordo di te, Signore. V. Tu sei il mio aiuto: * mi ricordo di te, Signore. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Al sorgere del giorno mi ricordo di te, Signore. Antifona al Benedictus Dà al tuo popolo, Signore, la conoscenza della salvezza e il perdono dei peccati. Cantico di Zaccaria CANTICO DI ZACCARIA (Lc 1, 68-79) Il Messia e il suo Precursore Benedetto il Signore Dio d'Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona al Benedictus Dà al tuo popolo, Signore, la conoscenza della salvezza e il perdono dei peccati. Invocazioni Con la libertà dei figli invochiamo Dio Padre che ci ama e ascolta le nostre preghiere: Illumina i nostri occhi, Signore. Ti tingraziamo di averci illuminati con lo Spirito che procede da te e dal Figlio tuo, -- fa' che ci saziamo della sua luce per tutta la lunghezza di questa giornata. La tua sapienza ci prenda per mano, -- perché camminiamo nella via della vita. Insegnaci ad affrontare coraggiosamente ogni avversità, -- per servirti sempre con animo generoso. Sii tu l'ispiratore dei nostri pensieri e delle nostre azioni, -- perché collaboriamo docilmente con la tua provvidenza. Padre nostro. Preghiamo Orazione O Dio, vera luce e sorgente della luce, ascolta la nostra preghiera del mattino e fa' che meditando con perseveranza la tua legge, viviamo sempre illuminati dallo splendore della tua verità. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

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ORA MEDIA SESTAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell'ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace. Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito, all'unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen. 1^ Antifona La tua parola è per me più che ricchezza d'oro e d'argento. 1° Salmo SALMO 118, 65-72 Hai fatto il bene al tuo servo, Signore, * secondo la tua parola. Insegnami il senno e la saggezza, * perché ho fiducia nei tuoi comandamenti. Prima di essere umiliato andavo errando, * ma ora osservo la tua parola. Tu sei buono e fai il bene, * insegnami i tuoi decreti. Mi hanno calunniato gli insolenti, * ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti. Torpido come il grasso è il loro cuore, * ma io mi diletto della tua legge. Bene per me se sono stato umiliato, * perché impari ad obbedirti. La legge della tua bocca mi è preziosa * più di mille pezzi d'oro e d'argento. 1^ Antifona La tua parola è per me più che ricchezza d'oro e d'argento. 2^ Antifona Gloria alla tua parola, o Dio: confido in te, non ho timore. 2° Salmo SALMO 55, 2-7b. 9-14 Fiducia nella parola di Dio Pietà di me, o Dio, perché l'uomo mi calpesta, * un aggressore sempre mi opprime. Mi calpestano sempre i miei nemici, * molti sono quelli che mi combattono. Nell'ora della paura, io in te confido: * In Dio, di cui lodo la parola. In Dio confido, non avrò timore: * che cosa potrà farmi un uomo? Travisano sempre le mie parole, * non pensano che a farmi del male. Suscitano contese e tendono insidie, + osservano i miei passi, * per attentare alla mia vita. I passi del mio vagare tu li hai contati, + le mie lacrime nell'otre tuo raccogli; * non sono forse scritte nel tuo libro? Allora ripiegheranno i miei nemici, + quando ti avrò invocato: * so che Dio è in mio favore. Lodo la parola di Dio, * lodo la parola del Signore, in Dio confido, non avrò timore: * che cosa potrà farmi un uomo? Su di me, o Dio, i voti che ti ho fatto: + ti renderò azioni di grazie, * perché mi hai liberato dalla morte. Hai preservato i miei piedi dalla caduta, + perché io cammini alla tua presenza * nella luce dei viventi, o Dio. 2^ Antifona Gloria alla tua parola, o Dio: confido in te, non ho timore. 3^ Antifona Grande sino ai cieli il tuo amore, o Dio! 3° Salmo SALMO 56 Preghiera del mattino nella sofferenza Pietà di me, pietà di me, o Dio, * in te mi rifugio; mi rifugio all'ombra delle tue ali * finché sia passato il pericolo. Invocherò Dio, l'Altissimo, * Dio che mi fa il bene. Mandi dal cielo a salvarmi + dalla mano dei miei persecutori, * Dio mandi la sua fedeltà e la sua grazia. Io sono come in mezzo a leoni, * che divorano gli uomini; i loro denti sono lance e frecce, * la loro lingua spada affilata. Innalzati sopra il cielo, o Dio, * su tutta la terra la tua gloria. Hanno teso una rete ai miei piedi, * mi hanno piegato, hanno scavato davanti a me una fossa * e vi sono caduti. Saldo è il mio cuore, o Dio, * saldo è il mio cuore. Voglio cantare, a te voglio inneggiare: * svegliati, mio cuore, svegliati arpa, cetra, * voglio svegliare l'aurora. Ti loderò tra i popoli, Signore, * a te canterò inni tra le genti, perché la tua bontà è grande fino ai cieli, * e la tua fedeltà fino alle nubi. Innalzati sopra il cielo, o Dio, * su tutta la terra la tua gloria. 3^ Antifona Grande sino ai cieli il tuo amore, o Dio! Lettura Breve Gal 5, 16-17 Camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. V. Buono sei tu, Signore, e fonte di ogni bene: R. Insegnami il tuo volere. Preghiamo Orazione O Dio onnipotente ed eterno, in cui non è oscurità né tenebre, fa' risplendere su di noi la tua luce, perché, illuminati dalla tua parola, camminiamo verso di te con cuore generoso e fedele. Per Cristo nostro Signore. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

VESPRIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Dio, che di chiara luce tessi la trama al giorno, accogli il nostro canto nella quiete del

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vespro. Ecco il sole scompare all'estremo orizzonte; scende l'ombra e il silenzio sulle fatiche umane. Non si offuschi la mente nella notte del male, ma rispecchi serena la luce del tuo volto. Te la voce proclami, o Dio trino ed unico, te canti il nostro cuore, te adori il nostro spirito. Amen. 1^ Antifona Ti ho voluto come luce delle nazioni: tu porterai la salvezza ai confini del mondo. 1° Salmo SALMO 71, 1-11 Il potere regale del Messia Dio, dà al re il tuo giudizio, * al figlio del re la tua giustizia; regga con giustizia il tuo popolo * e i tuoi poveri con rettitudine. Le montagne portino pace al popolo * e le colline giustizia. Ai miseri del suo popolo renderà giustizia, + salverà i figli dei poveri * e abbatterà l'oppressore. Il suo regno durerà quanto il sole, * quanto la luna, per tutti i secoli. Scenderà come pioggia sull'erba, * come acqua che irrora la terra. Nei suoi giorni fiorirà la giustizia + e abbonderà la pace, * finché non si spenga la luna. E dominerà da mare a mare, * dal fiume sino ai confini della terra. A lui si piegheranno gli abitanti del deserto, * lambiranno la polvere i suoi nemici. Il re di Tarsis e delle isole porteranno offerte, * i re degli Arabi e di Saba offriranno tributi. A lui tutti i re si prostreranno, * lo serviranno tutte le nazioni. 1^ Antifona Ti ho voluto come luce delle nazioni: tu porterai la salvezza ai confini del mondo. 2^ Antifona Dio farà giustizia per i poveri: li salverà dall'oppressione. 2° Salmo SALMO 71, 12-19 Regno di pace e di benedizione Egli libererà il povero che invoca * e il misero che non trova aiuto, avrà pietà del debole e del povero * e salverà la vita dei suoi miseri. Li riscatterà dalla violenza e dal sopruso, * sarà prezioso ai suoi occhi il loro sangue. Vivrà e gli sarà dato oro di Arabia; + si pregherà per lui ogni giorno, * sarà benedetto per sempre. Abbonderà il frumento nel paese, * ondeggerà sulle cime dei monti; il suo frutto fiorirà come il Libano, * la sua messe come l'erba della terra. Il suo nome duri in eterno, * davanti al sole persista il suo nome. In lui saranno benedette tutte le stirpi della terra * e tutti i popoli lo diranno beato. Benedetto il Signore, Dio di Israele, * egli solo compie prodigi. E benedetto il suo nome glorioso per sempre, + della sua gloria sia piena tutta la terra. * Amen, amen. 2^ Antifona Dio farà giustizia per i poveri: li salverà dall'oppressione. 3^ Antifona Ora si è compiuta la salvezza e il regno del nostro Dio. Cantico CANTICO Ap 11, 17-18, 12, 10b-12a Il giudizio di Dio Sii benedetto, Signore Dio di Israele, nostro padre, * ora e sempre. Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, + la gloria, la maestà e lo splendore, * perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Tuo è il regno Signore; * tu ti innalzi sovrano su ogni cosa. Da te provengono la ricchezza e la gloria; tu domini tutto; nella tua mano c'è forza e potenza; dalla tua mano ogni grandezza e potere. Per questo, nostro Dio, ti ringraziamo * e lodiamo il tuo nome glorioso. 3^ Antifona Ora si è compiuta la salvezza e il regno del nostro Dio. Lettura breve 1 Pt 1, 22-23 Dopo aver santificato le vostre anime con l'obbedienza alla verità, per amarvi sinceramente come fratelli, amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, essendo stati rigenerati non da un seme corruttibile, ma immortale, cioè dalla parola di Dio viva ed eterna. Responsorio R. Il Signore è il mio pastore: * non manco di nulla. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. V. In pascoli erbosi mi fa riposare: * non manco di nulla. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Antifona al Magnificat Chi ha fame di giustizia, il Signore lo colma di beni. Cantico della Beata Vergine CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55) Esultanza dell'anima nel Signore L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona al Magnificat Chi ha fame di giustizia, il Signore lo colma di beni. Intercessioni Ricordiamo con gioia che il nostro Salvatore ha benedetto il suo popolo con ogni benedizione spirituale e pieni di

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speranza chiediamo: Benedici la tua Chiesa, Signore. Custodisci, Dio misericordioso, il nostro papa N. e il nostro vescovo N., -- dona loro serenità e salute. Proteggi il nostro paese, -- fa' che progredisca nella giustizia e nella pace. Convoca i figli di Dio intorno alla tua mensa, -- fa' che anime buone e generose ti seguano nella via della castità, povertà e obbedienza. Conferma nel santo proposito le vergini a te consacrate, -- perché ti servano con animo ardente e fedele. Dona il riposo eterno ai nostri defunti, -- fa' che li sentiamo vicini a noi nella comunione dei santi. Padre nostro. Preghiamo Orazione Accogli, Signore misericordioso, la nostra lode della sera: fa' che il nostro cuore non si stanchi mai di meditare la tua legge, perché otteniamo il premio promesso ai tuoi fedeli nella vita eterna. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

COMPIETAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Esame di coscienza Inno Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode. Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen. Oppure: Gesù, luce da luce, sole senza tramonto, tu rischiari le tenebre nella notte del mondo. In te, santo Signore, noi cerchiamo il riposo dall'umana fatica, al termine del giorno. Se i nostri occhi si chiudono, veglia in te il nostro cuore; la tua mano protegga coloro che in te sperano. Difendi, o Salvatore, dalle insidie del male i figli che hai redenti col tuo sangue prezioso. A te sia gloria, o Cristo, nato da Maria Vergine, al Padre ed allo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Nelle tue mani è la mia vita, o Dio: anche il mio corpo riposa al sicuro. 1° Salmo SALMO 15 Il Signore è mia eredità Proteggimi, o Dio: * in te mi rifugio. Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore, * senza di te non ho alcun bene». Per i santi, che sono sulla terra, uomini nobili, * è tutto il mio amore. Si affrettino altri a costruire idoli: + io non spanderò le loro libazioni di sangue, * né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: * nelle tue mani è la mia vita. Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi, * la mia eredità è magnifica. Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; * anche di notte il mio cuore mi istruisce. Io pongo sempre innanzi a me il Signore, * sta alla mia destra, non posso vacillare. Di questo gioisce il mio cuore, + esulta la mia anima; * anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, * né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. Mi indicherai il sentiero della vita, + gioia piena nella tua presenza, * dolcezza senza fine alla tua destra. 1^ Antifona Nelle tue mani è la mia vita, o Dio: anche il mio corpo riposa al sicuro. 2^ Antifona 2^ Antifona Lettura breve 1 Ts 5, 23 Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Responsorio R. Signore, * nelle tue mani affido il mio spirito. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. V. Dio di verità, tu mi hai redento: * nelle tue mani affido il mio spirito. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Cantico di Simeone CANTICO DI SIMEONE Lc 2, 29-32 Cristo, luce delle genti e gloria d'Israele Ora lascia, o Signore, che il tuo servo * vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, * preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti * e gloria del tuo popolo Israele. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci

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abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Preghiamo Orazione Signore Dio nostro, donaci un sonno tranquillo, perché ristorati dalle fatiche del giorno, ci dedichiamo corpo e anima al tuo servizio. Per Cristo nostro Signore. Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. R. Amen

O santa Madre del Redentore,porta dei cieli, stella di mare,soccorri il tuo popoloche anela a risorgere.Tu che, accogliendo il saluto dell'angelo,nello stupore di tutto il creato,hai generato il tuo Creatore,madre sempre vergine,pietà di noi peccatori.

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Venerdì, 5 Ottobre 2007

Invano dunque ho conservato puro il mio cuore e ho lavato nell’innocenza le mie mani, poiché sono colpito tutto il

giorno,e la mia pena si rinnova ogni mattina.

MONTE DEGLI ULIVI

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La leggenda della composizione del Salmo 72-73

Parte seconda

Roccia del mio cuore è Dio è un inno che nel cuore vado scrivendo in onore della mia vecchia madre Santina, una donna di ottant’anni che ha sopportato una terribile prova e che è ancora in vita seppur menomata dalla malattia, ma i suoi occhi pieni di vita sono capaci da soli di infondere forza e coraggio.

Le sue rare parole oggi sono profetiche come quella dei nostri venerati Profeti; la Sua Parola brucia, taglia, fa male, ma al tempo stesso placa e rincuora: “Sta con il Signore l’Altissimo”, “Prega molto”, “Obbedisci”.

In questa tormentata vicenda nasce il mio salmo che per la Pasqua il Sommo Sacerdote proclamerà al Tempio per la prima volta. Siamo a circa cinquecento anni prima della nascita del Messia, colui che so per certo cambierà la storia del mio Popolo: l’unto del Signore che con la vita dimostrerà definitivamente, come si possa vivere avendo Dio come roccia del proprio cuore!

La vita di mia madre è sempre stata vissuta al Tempio ed ora è traboccante di serenità e forza. E’ una vita piena di significato e da essa attingo incoraggiamento nel mio vivere con coerenza e slancio il mio servizio totale all’Altissimo. Mia madre è per me ispirazione e quiete in queste giornate di pace a Gerusalemme.

In una teca di metallo porto al collo un pezzo di stoffa impregnato dal suo sangue sparso nel momento della malattia che ha colpito il suo cuore ed il mio cuore.

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I. NOTIZIE ARCHEOLOGICHE

A est la città di Gerusalemme è chiusa dal Monte degli Ulivi, alto 800 mt., sul quale domina l’alto campanile del monastero russo femminile, detto del "Viri Galilei", punto di riferimento da tutto il deserto di Giuda, che da qui scende fino a Gerico. Proprio la strada per Gerico vi saliva dal torrente Cedron, per scendere alle sue spalle verso Betfage e Betania, al tempo di Gesù, ultimi villaggi prima del deserto. Ai piedi del Monte degli Ulivi vi era il Getsemani, giardino privato con "grotta del frantoio", e tutto attorno lungo l'erta del colle olivi e qualche anfratto o grotta di riparo. Una di queste già dallo storico Eusebio di Cesarea è indicata come "grotta dell’orazione", venerata dai discepoli come particolarmente cara a Gesù. In cima all’Oliveto Luca pone l’Ascensione. Da Betfage Gesù prese l’asinello per scendere in città il giorno "delle palme". Ce n’è per vivere intensamente una mattinata in compagnia del vangelo e di Gesù.

BETFAGEE' ora una chiesa francescana costruita entro una torre medievale, sul posto dove già la pellegrina Eteria nel IV secolo ricorda una chiesetta. Una pietra istoriata d’epoca crociata rievoca l’episodio di Marco 11,1-11 e paralleli Quando si avvicinarono a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio che vi sta di fronte, e subito entrando in esso troverete un asinello legato, sul quale nessuno è mai salito. Scioglietelo e conducetelo. E se qualcuno vi dirà: Perché fate questo?, rispondete: Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito». Andarono e trovarono un asinello legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo sciolsero. E alcuni dei presenti però dissero loro: «Che cosa fate, sciogliendo questo asinello?». Ed essi risposero come aveva detto loro il Signore. E li lasciarono fare. Essi condussero l’asinello da Gesù, e vi gettarono sopra i loro mantelli, ed egli vi montò sopra. E molti stendevano i propri mantelli sulla strada e altri delle fronde, che avevano tagliate dai campi. Quelli poi che andavano innanzi, e quelli che venivano dietro gridavano: Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Benedetto il regno che viene, del nostro padre Davide! Osanna nel più alto dei cieli! Appena dietro la chiesa, nel giardino che scende, si visitano delle tombe, molto interessanti: una, a destra, con pietra rotonda rotolata davanti al loculo in fondo alla piccola scala; un'altra, a sinistra, più grande, con all'interno loculi e sala per la preparazione. Siamo nella zona cimiteriale sopra Betania. Ci facciamo così un'idea di come potevano essere la tomba di Lazzaro e il sepolcro di Gesù. In cima al monte degli Ulivi, in una proprietà oggi musulmana vi è il ricordo dell’Ascensione.

ASCENSIONENel 376 la matrona romana Pomenia vi costruì una chiesa, detta de l’Imbomon ("sulla vetta"), al centro della quale un cancelletto segnava il punto della partenza di Gesù per il cielo. Nel 438 Melania vi costruì un monastero. I Crociati vi edificarono una chiesa ad arcate aperte, ottagonale, con al centro una edicola a cielo aperto, con colonnine, per venerare il luogo del mistero. Col ritorno di Saladino tutto fu trasformato in moschea e l’edicola fu coperta di cupola: come è tutt’oggi visibile. Resta certo che il livello del suolo al tempo di Gesù era otto metri più sotto; quindi fasullo è il riquadro di roccia che si mostra attualmente come.... impronta del piede di Gesù!! Luca 24,50-

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52 e Atti 1,9-11 rievocano in forma descrittiva il fatto della esaltazione di quel Gesù di Nazaret che con la risurrezione viene a "sedere alla destra del Padre". Dando a noi appuntamento: "Io vado a prepararvi un posto.." (Gv 14,2-4); e promettendo di rimanere con noi (cfr. Mt 28,20), attraverso il dono dello Spirito santo (At 1,4-5).

LA GROTTA DEL PADRE NOSTROPiù sotto, vi è un posto prezioso. Sant'Elena costruì una basilica "in Eleona", cioè dell’Oliveto, proprio sulla grotta "dove Gesù iniziò i suoi discepoli ai sacri misteri". E' questa una delle tre "sacre spelonche" che lo storico Eusebio di Cesarea dice molto venerate all'inizio del IV secolo (assieme alla grotta della Natività e al Santo Sepolcro). Forse Gesù qui si ritirava a pregare, come già faceva in Galilea: "Di giorno insegnava nel tempio, ma la notte usciva e la passava sul monte degli ulivi" (Lc 21,37). Del resto era un po' sulla strada che portava a Betania. Un giorno i suoi discepoli gli chiesero: "Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli. Ed egli disse loro: Quando pregate dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione" (Lc 11,1-4). E’ la GROTTA DEL PATER, raccolta dentro un attuale convento di carmelitane, nel cui chiostro su maioliche è riprodotto in 40 lingue il "Padre nostro". Gesù è il primo uomo che ha il coraggio e la confidenza di chiamare Jahvè col nome di "Papà, Abbà", come un bimbo chiama il suo babbo! Del resto..: "Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito santo a coloro che glielo chiedono! Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto" (Lc 11,9-13). Per cui la fiducia e la perseveranza sono le caratteristiche del chiedere: Lc 11,5-8 e Lc 18,1-8. Vediamo quest'ultimo passo:Luca 18,1-8 Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: “C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi”. E il Signore soggiunse: “Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. Basta chiedere con fede (Mt 21,22), non solo nella sua potenza; ma fede che DIO VEDE E VUOLE IL MIO BENE PIU’ DI QUELLO CHE IO NON VEDA E VOGLIA DI ME. Per questo ci ha comandato di dire: Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra! Si attui il tuo progetto su di me, Signore, non il mio che è sempre più meschino del tuo!

DOMINUS FLEVITScendendo, con uno splendido panorama sulla città, si incontra il santuario del DOMINUS FLEVIT. Luogo di un primitivo cimitero giudeo-cristiano (all’entrata vi sono ossuari), una chiesa bizantina dedicata alla profetessa Anna (Lc 2,36-38), i cui mosaici del VII sec. sono ancora visibili, segnava il ricordo del pianto di Gesù sulla città; ora rievocato da una chiesa del Barluzzi (1955) che vuol far pensare a una lacrima! "Maestro, guarda che costruzioni! E Gesù: non rimarrà pietra su pietra!" (Mc 13,1-2). Luca 19,41-44: "Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace! Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te, e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata". E’

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il lamento di Gesù sulla sua città che non ha accolto e riconosciuto il Messia; come altra volta disse: "Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi quelli che ti sono inviati, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una gallina raccoglie i pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco: la vostra casa vi sarà lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più finché non direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!". Un grazioso mosaico sotto l'altare riproduce una gallina con pulcini. Rifiuto che Gesù, sulla scorta di Isaia 5, stigmatizza con la terribile parabola dei vignaiuoli omicidi (Mt 21,33-45): "Il Regno sarà tolto a voi e sarà dato ad altri..". Il segno tragico ne sarà la distruzione di Gerusalemme nell’anno ’70 da parte dei Romani (Mc 13,14-17). Quel segno i discepoli useranno poi per descrivere la fine del mondo - o meglio il suo significato - e cioè il giudizio di esclusione dal Regno per quanti, come i Giudei, hanno rifiutato il Cristo (Mc 13,24-27). La strada corre tra cimiteri ebraici: ogni tomba è ricoperta di sassi, segno della "vita" che si augura ai propri morti quando si vengono a visitare. Lungo la valle del Cendron ci sono antiche tombe, già dal tempo di Gesù (cfr. Mt 23,29), oggi chiamate di Assalonne, di Giosafat, di San Giacomo e di Zaccaria. Si scende poi passando davanti alla chiesa russa di Santa Maria Maddalena che spicca con le sue cipolle dorate sul verde di tutto il monte degli Ulivi, cui è annesso un monastero femminile. Si giunge al Getsemani, ai piedi del monte, nella valle del Cedron.

IL GETSEMANI"Egli (Gesù) nei giorni della sua vita terrena offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte...; pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì" (Eb 5,7-8). Siamo nel luogo dove più fortemente l’umanità di Gesù si è manifestata: "l’anima mia è triste fino a morire", e dove la sua scelta fu eroica e definitiva: "Non la mia, ma la tua volontà sia fatta". Luogo tra i più suggestivi del resto, che merita il massimo di concentrazione e preghiera. LA STORIA Oltre il torrente Cedron, ai piedi del Monte degli Ulivi, c’era questo giardino - forse di proprietà di qualche amico di Gesù. Vi era, appena all’entrata, una grotta naturale per gli attrezzi di lavoro e un "pressoio per l’olio" (appunto Getsemani), e angolo di riparo per la notte ( "come al solito" dice Luca 22,39: quindi Gesù ci veniva spesso). E’ questa l’attuale ‘Grotta dell’arresto’ proprio sul fondo valle, a fianco della chiesa della Tomba della Vergine: tracce di mosaici del IV secolo ne testimoniano il culto antichissimo, assieme a vari strumenti di lavoro e una cisterna. Quella sera, dopo la Cena al Cenacolo, scese la scalinata verso la valle (cfr. note al Gallicantu), lasciò qui a dormire i discepoli e presi con sé Pietro, Giacomo e Giovanni si allontanò "quanto un tiro di sasso" a pregare. Proprio più in là una trentina di metri vi è "il giardino degli ulivi": vi sono conservati otto vecchissimi ulivi millenari, che ricordano quelli dell’agonia di Gesù. I Francescani ne sono custodi dal sec. XVII e ne hanno fatto un angolo di raccoglimento e preghiera. A fianco, dal 1920 vi è costruita una grande Basilica che conserva davanti l’altare una pietra già venerata dal III secolo come luogo della prostrazione di Gesù in agonia. La basilica è costruita sulla pianta della prima basilica, quella fatta da Teodosio nel 380 e distrutta dai Persiani nel 614. Anche i Crociati vi costruirono qui una imponente chiesa, di cui rimangono tracce nel pavimento e dintorni. Dentro la basilica, con pochissima luce filtrata da alabastro color violetto, è luogo di sosta per rivivere momenti drammatici: l’agonia di Gesù, il sonno indifferente degli apostoli, il bacio di Giuda, l’arresto, la fuga dei discepoli. I mosaici alle pareti ne sono richiamo suggestivo. Forse non esiste luogo più adatto per rileggere con calma le pagine drammatiche del Vangelo, e fermarsi per un po' di silenzio meditativo (e, quando si può, la sera, per un'ORA SANTA); poi si bacia la pietra in segno di partecipazione per chiedere di poter dire anche noi: "Non la mia, ma la tua volontà!".

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II. LITURGIA EUCARISTICA AL GETEZEMANI SANTA MESSA DELL'AGONIA DEL SIGNORE

CollettaSignore, Gesù Cristo, che al Getsemani ci hai insegnato con l'esempio e la parola a superare la prova e a vincere la tentazione, fa' che dalla preghiera incessante attingiamo forza e conforto, per meritare la vittoria. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna ..

Liturgia della Parola

Prima LetturaDal libro del profeta Isaia (Is 53,2-7) Il Servo del Signore è cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra arida. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Rit. Nella mia angoscia ho invocato il Signore, e mi ha esaudito.

1. Ti amo, Signore, mio liberatore, mio Dio in cui trovo riparo; invoco il Signore, e sarò salvato.

Rit.

2. Mi circondavano flutti di morte, mi travolgevano torrenti impetuosi; già mi avvolgevano i lacci degli inferi, già mi stringevano agguati mortali.

Rit.

3. Nel mio affanno invocai il Signore, nell’angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, al suo orecchio pervenne il mio grido.

Rit.

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4. Stese la mano dall’alto; il Signore fu mio sostegno, mi liberò perché mi vuol bene: egli è scudo per chi in lui si rifugia. Rit.

Seconda LetturaDalla lettera agli Ebrei (4,14-16; 5,7-9) Fratelli, poiché abbiamo un grande sommo sacerdote, che ha attraversato i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno Nei giorni della sua vita terrena Cristo offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patí e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono. Parola di Dio.

Alleluia, Alleluia, Alleluia. Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito è pronto ma la carne è debole. Alleluia

VangeloDal Vangelo secondo Luca (22,39-46) In quel tempo Gesù, uscito da Gerusalemme, se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. Giunto sul luogo, disse loro: "Pregate, per non entrare in tentazione". Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e inginocchiatosi, pregava: "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà". Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all’angoscia, pregava piú intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: "Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione". Parola del Signore.

Sulle offerteAccetta, Signore, queste nostre umili offerte che uniamo alla misteriosa agonia di Cristo, vittima e sacerdote della nuova alleanza nel suo sangue. Egli vive e regna con te nei secoli dei secoli.

PrefazioE' veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e dovunque a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Nella tua misericordia hai tanto amato gli uomini da mandare il tuo Figlio come redentore, a condividere in tutto, eccetto il peccato, la nostra condizione umana. Così hai ricostruito l’alleanza compromessa dalla disobbedienza del peccato. Per questo mistero di salvezza, uniti ai cori angelici, cantiamo con gioia l’inno della tua lode: Santo . . .

Dopo la comunioneFortificati dal cibo celeste, ti preghiamo fiduciosi, o Padre; fa’ che, per l’efficacia della preghiera del tuo Figlio unigenito, noi, così schiavi della fragilità ed esposti alla tentazione, otteniamo di giungere vittoriosi al regno dei cieli. Per lo stesso Cristo nostro Signore.

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III. LITURGIA DELLE ORE 5 OTTOBRE 2007 TEMPO: ORDINARIO XXVI SETTIMANA VENERDI SECONDA SETTIMANA DEL SALTERIO

INVITATORIOVersetto V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Buono è il Signore con noi: benedite il suo nome! SALMO 94 - Invito a lodare Dio Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest'oggi» (Eb 3,13) Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.) Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dei. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra. (Ant.) Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,* il gregge che egli conduce. (Ant.) Ascoltate oggi la sua voce: + «Non indurite il cuore, * come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: + mi misero alla prova * pur avendo visto le mie opere. (Ant.) Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione + e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo».(Ant.) Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.)

UFFICIO DELLE LETTUREIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Inno Creati per la gloria del tuo nome, redenti dal tuo sangue sulla croce, segnati dal sigillo del tuo Spirito, noi t'invochiamo: salvaci, o Signore! Tu spezza le catene della colpa, proteggi i miti, libera gli oppressi e conduci nel cielo ai quieti pascoli il popolo che crede nel tuo amore. Sia lode e onore a te, pastore buono, luce radiosa dell'eterna luce, che vivi con il Padre e il Santo Spirito nei secoli dei secoli glorioso. Amen. 1^ Antifona Non punirmi, Signore, nel tuo sdegno, abbi pietà di me. 1° Salmo SALMO 37, 2-5 Implorazione del peccatore in estremo pericolo Signore, non castigarmi nel tuo sdegno, * non punirmi nella tua ira. Le tue frecce mi hanno trafitto, * su di me è scesa la tua mano. Per il tuo sdegno non c'è in me nulla di sano, * nulla è intatto nelle mie ossa per i miei peccati. Le mie iniquità hanno superato il mio capo, * come carico pesante mi hanno oppresso. 1^ Antifona Non punirmi, Signore, nel tuo sdegno, abbi pietà di me. 2^ Antifona Ogni mio desiderio è di fronte a te, o Signore. 2° Salmo SALMO 37, 6-13 Implorazione del peccatore in estremo pericolo Putride e fetide sono le mie piaghe * a causa della mia stoltezza. Sono curvo e accasciato, * triste mi aggiro tutto il giorno. I miei fianchi sono torturati,* in me non c'è nulla di sano. Afflitto e sfinito all'estremo, * ruggisco per il fremito del mio cuore. Signore, davanti a te ogni mio desiderio * e il mio gemito a te non è nascosto. Palpita il mio cuore, + la forza mi abbandona, * si spegne la luce dei miei occhi. Amici e compagni si scostano dalle mie piaghe, * i miei vicini stanno a distanza. Tende lacci chi attenta alla mia vita, + trama insidie chi cerca la mia rovina * e tutto il giorno medita inganni. 2^ Antifona Ogni mio desiderio è di fronte a te, o Signore. 3^ Antifona A te confesso la mia colpa; non abbandonarmi, Dio, mia salvezza. 3° Salmo SALMO 37, 14-23

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Implorazione del peccatore in estremo pericolo Io, come un sordo, non ascolto + e come un muto non apro la bocca; * sono come un uomo che non sente e non risponde. In te spero, Signore; * tu mi risponderai, Signore Dio mio. Ho detto: «Di me non godano, contro di me non si vantino * quando il mio piede vacilla». Poiché io sto per cadere * e ho sempre dinanzi la mia pena. Ecco, confesso la mia colpa, * sono in ansia per il mio peccato. I miei nemici sono vivi e forti, * troppi mi odiano senza motivo, mi pagano il bene col male, * mi accusano perché cerco il bene. Non abbandonarmi, Signore, * Dio mio, da me non stare lontano; accorri in mio aiuto, * Signore, mia salvezza. 3^ Antifona A te confesso la mia colpa; non abbandonarmi, Dio, mia salvezza. Prima Lettura V. I miei occhi si consumano nell'attesa, R. per la promessa del mio salvatore. Dalla lettera ai Filippesi di san Paolo, apostolo 3, 17 - 4, 9 Rimanete saldi nel Signore Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi. Perché molti, ve l'ho già detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo: la perdizione però sarà la loro fine, perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra. La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere a sé tutte le cose. Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi! Esorto Evòdia ed esorto anche Sìntiche ad andare d'accordo nel Signore. E prego te pure, mio fedele collaboratore, di aiutarle, poiché hanno combattuto per il vangelo insieme con me, con Clemente e con gli altri miei collaboratori, i cui nomi sono nel libro della vita. Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri. Ciò che avete imparato, ricevuto, ascoltato e veduto in me, è quello che dovete fare. E il Dio della pace sarà con voi! Responsorio Prima Lettura Cfr. Ef 4, 17; 1 Ts 5, 15-18 R. Vi scongiuro nel Signore: non seguite la vanità come i pagani, ma cercate sempre il bene tra voi e con tutti. * Questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. V. State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie. R. Questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. Seconda Lettura Dal trattato «Sulla lettera ai Filippesi» di sant`Ambrogio, vescovo (PLS 1, 617-618) Rallegratevi nel Signore, sempre Come avete sentito nella precedente lettura nella quale l`Apostolo diceva: «Rallegratevi nel Signore sempre» (Fil 4, 4), la carità di Dio, o fratelli carissimi, ci chiama, per la salvezza delle nostre anime, alle gioie della beatitudine eterna. Le gioie del mondo vanno la verso la tristezza senza fine. Invece le gioie rispondenti alla volontà del Signore portano alle gioie durature ed intramontabili coloro che le coltivano assiduamente. Perciò l`Apostolo dice: «Ve lo ripeto ancora: rallegratevi» (Fil 4, 4). Egli esorta ad accrescere sempre più la nostra gioia in Dio mediante l`osservanza dei suoi comandamenti, perché quanto più avremo lottato in questo mondo per obbedire ai precetti del Signore, tanto più saremo beati nella vita futura, e tanto maggior gloria ci guadagneremo agli occhi di Dio. «La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini» (Fil 4, 5); cioè la vostra condotta santa sia manifesta non solamente agli occhi di Dio, ma anche a quelli degli uomini, come esempio di onestà e sobrietà per tutti coloro che abitano con voi sulla terra. Lasciate di voi un buon ricordo sia di vita cristiana che di rettitudine umana. «Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla» (Fil 4, 5-6). Il Signore è sempre vicino a tutti quelli che lo invocano con cuore sincero, con fede retta, con speranza ferma, con carità perfetta; egli infatti sa quello di cui avete bisogno prima che glielo domandiate: egli è sempre pronto a venire in soccorso in ogni necessità a tutti coloro che lo servono fedelmente. Perciò non dobbiamo preoccuparci gran che dei mali che ci sovrastano, quando abbiamo la certezza che Dio, nostra difesa, ci è vicinissimo secondo il detto: «Il Signore è vicino a

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chi ha il cuore ferito, egli salva gli spiriti affranti. Molte sono le sventure del giusto, ma lo libera da tutte il Signore» (Sal 33, 19-20). Se noi ci sforziamo di compiere e di conservare quanto ci ha comandato, egli non tarda a renderci quello che ci ha promesso. «Ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti» (Fil 4, 6) per poter affrontare le prove con pazienza e serenità e mai con amare contestazioni - Dio ce ne guardi -, anzi «rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre» (Ef 5, 20). Responsorio Seconda Lettura Cfr. Sal 39, 2-4 R. Il Signore ha stabilito i miei piedi sulla roccia, ha reso sicuri i miei passi. * Ha messo sulla mia bocca un canto nuovo. V. Ha dato ascolto al mio grido, mi ha tratto dalla fossa della morte. R. Ha messo sulla mia bocca un canto nuovo. Preghiamo Orazione O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna. Per il nostro Signore. R. Amen Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

LODIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno O Gesù salvatore, luce vera del mondo, accogli le primizie della nostra preghiera. Risveglia in noi la fede, la speranza, l'amore; dona pace e concordia e letizia perfetta. Lenisci con le lacrime la durezza dei cuori, accendi il desiderio della patria beata. A te sia gloria, o Cristo, speranza delle genti, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Un cuore affranto e umiliato non disprezzarlo, Signore. 1° Salmo SALMO 50 Pietà di me, o Signore Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; * nel tuo grande amore cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, * mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, * il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, * quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto; perciò sei giusto quando parli, * retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa sono stato generato, * nel peccato mi ha concepito mia madre. Ma tu vuoi la sincerità del cuore * e nell'intimo m'insegni la sapienza. Purificami con issopo e sarò mondato; * lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia, * esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, * cancella tutte le mie colpe. Crea in me, o Dio, un cuore puro, * rinnova in me uno spirito saldo. Non respingermi dalla tua presenza * e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, * sostieni in me un animo generoso. Insegnerò agli erranti le tue vie * e i peccatori a te ritorneranno. Liberami dal sangue, Dio, Dio mia salvezza, * la mia lingua esalterà la tua giustizia. Signore, apri le mie labbra * e la mia bocca proclami la tua lode; poiché non gradisci il sacrificio * e, se offro olocausti, non li accetti. Uno spirito contrito * è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, * tu, o Dio, non disprezzi. Nel tuo amore fa grazia a Sion, * rialza le mura di Gerusalemme. Allora gradirai i sacrifici prescritti, * l'olocausto e l'intera oblazione, allora immoleranno vittime * sopra il tuo altare. 1^ Antifona Un cuore affranto e umiliato non disprezzarlo, Signore. 2^ Antifona Nel tuo sdegno, Signore, ricordati della tua misericordia. Cantico CANTICO Ab 3, 2-4. 13a. 15-19 Dio appare per il giudizio Signore, ho ascoltato il tuo annunzio, * Signore, ho avuto timore della tua opera. Nel corso degli anni manifestala, + falla conoscere nel corso degli anni. * Nello sdegno ricordati di avere clemenza. Dio viene da Teman, * il Santo dal monte Paràn. La sua maestà ricopre i cieli, * delle sue lodi è piena la terra. Il suo splendore è come la luce, + bagliori di folgore escono dalle sue mani: * là si cela la sua potenza. Sei uscito per salvare il tuo popolo, * per salvare il tuo consacrato. Hai affogato nel mare i suoi cavalli dell'empio, * nella melma di grandi acque. Ho udito e fremette il mio cuore, * a tal voce tremò il mio labbro, la carie entra nelle mie ossa * e sotto di me tremano i miei passi. Sospiro al giorno dell'angoscia * che verrà contro il popolo che ci opprime. Il fico infatti non germoglierà, + nessun prodotto daranno le viti, * cesserà il raccolto dell'olivo, i campi non daranno più cibo, + i greggi spariranno dagli ovili * e le

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stalle rimarranno senza buoi. Ma io gioirò nel Signore, * esulterò in Dio mio salvatore. Il Signore Dio è la mia forza, + egli rende i miei piedi come quelli delle cerve * e sulle alture mi fa camminare. 2^ Antifona Nel tuo sdegno, Signore, ricordati della tua misericordia. 3^ Antifona Glorifica il Signore, Gerusalemme, loda, Sion, il tuo Dio. Salmo di Lode SALMO 147 La Gerusalemme riedificata Glorifica il Signore, Gerusalemme, * loda, Sion, il tuo Dio. Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte, * in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli. Egli ha messo pace nei tuoi confini * e ti sazia con fior di frumento. Manda sulla terra la sua parola, * il suo messaggio corre veloce. Fa scendere la neve come lana, * come polvere sparge la brina. Getta come briciole la grandine, * di fronte al suo gelo chi resiste? Manda una sua parola ed ecco si scioglie, * fa soffiare il vento e scorrono le acque. Annunzia a Giacobbe la sua parola, * le sue leggi e i suoi decreti a Israele. Così non ha fatto con nessun altro popolo, * non ha manifestato ad altri i suoi precetti. 3^ Antifona Glorifica il Signore, Gerusalemme, loda, Sion, il tuo Dio. Lettura Breve Ef 2, 13-16 Ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani siete diventati i vicini grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che ha fatto dei due un popolo solo, abbattendo il muro di separazione che era frammezzo, cioè l'inimicizia, annullando, per mezzo della sua carne, la legge fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, distruggendo in se stesso l'inimicizia. Responsorio Breve R. Invocherò l'Altissimo: * da lui ogni mio bene. Invocherò l'Altissimo: da lui ogni mio bene. V. Dal cielo manderà la sua salvezza: * da lui ogni mio bene. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Invocherò l'Altissimo: da lui ogni mio bene. Antifona al Benedictus Nella sua misericordia il nostro Dio ci ha visitati dall'alto come sole che sorge. Cantico di Zaccaria CANTICO DI ZACCARIA (Lc 1, 68-79) Il Messia e il suo Precursore Benedetto il Signore Dio d'Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona al Benedictus Nella sua misericordia il nostro Dio ci ha visitati dall'alto come sole che sorge. Invocazioni Cristo, Agnello senza macchia, si è offerto al Padre per purificare le nostre coscienze dalle opere del male. A lui diciamo umilmente: Nella tua volontà è la nostra pace, o Signore. Dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo nuovo giorno, -- fa' che segni l'inizio di una vita nuova. Hai creato il mondo e lo conservi con la tua provvidenza, -- donaci uno sguardo di fede, perché vediamo la tua presenza in ogni creatura. Nel tuo sangue, versato per noi, hai costituito la nuova ed eterna alleanza, -- fa' che, osservando la legge dell'amore, restiamo fedeli al nuovo patto. Sulla croce hai fatto sgorgare dal costato sangue ed acqua, -- in questo fiume di grazia lava le nostre colpe e allieta la città di Dio. Padre nostro. Preghiamo Orazione Accogli, Dio onnipotente, la nostra lode del mattino, e fa' che ci uniamo un giorno al coro dei tuoi santi per cantare in eterno la tua gloria. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

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ORA MEDIA SESTAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell'ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace. Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito, all'unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen. 1^ Antifona Mi conforti il tuo amore, o Dio, secondo la tua promessa. 1° Salmo SALMO 118, 73-80 Le tue mani mi hanno fatto e plasmato; * fammi capire e imparerò i tuoi comandi. I tuoi fedeli al vedermi avranno gioia, * perché ho sperato nella tua parola. Signore, so che giusti sono i tuoi giudizi * e con ragione mi hai umiliato. Mi consoli la tua grazia, * secondo la tua promessa al tuo servo. Venga su di me la tua misericordia e avrò vita, * poiché la tua legge è la mia gioia. Siano confusi i superbi che a torto mi opprimono; * io mediterò la tua legge. Si volgano a me i tuoi fedeli * e quelli che conoscono i tuoi insegnamenti. Sia integro il mio cuore nei tuoi precetti, * perché non resti confuso. 1^ Antifona Mi conforti il tuo amore, o Dio, secondo la tua promessa. 2^ Antifona Liberami dai miei nemici, o Dio, quando insorgono contro di me! 2° Salmo SALMO 58, 2-5. 10-11. 17-18 Domanda di protezione dagli aggressori Sii benedetto, Signore Dio di Israele, nostro padre, * ora e sempre. Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, + la gloria, la maestà e lo splendore, * perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Tuo è il regno Signore; * tu ti innalzi sovrano su ogni cosa. Da te provengono la ricchezza e la gloria; tu domini tutto; nella tua mano c'è forza e potenza; dalla tua mano ogni grandezza e potere. Per questo, nostro Dio, ti ringraziamo * e lodiamo il tuo nome glorioso. 2^ Antifona Liberami dai miei nemici, o Dio, quando insorgono contro di me! 3^ Antifona Beato l'uomo che è provato da Dio: il Signore ferisce e risana. 3° Salmo SALMO 59 Preghiera dopo la sventura Dio, tu ci hai respinti, ci hai dispersi; * ti sei sdegnato: ritorna a noi. Hai scosso la terra, l'hai squarciata, * risana le sue fratture, perché sta crollando. Hai inflitto al tuo popolo dure prove, * ci hai fatto bere vino da vertigini. Hai dato un segnale ai tuoi fedeli * perché fuggissero lontano dagli archi. Perché i tuoi amici siano liberati, * salvaci con la destra e a noi rispondi. Dio ha parlato nel suo tempio: + «Esulto e divido Sichem, * misuro la valle di Succot. Mio è Gàlaad, mio è Manasse, + E'fraim è la difesa del mio capo, * Giuda lo scettro del mio comando. Moab è il bacino per lavarmi, + sull'Idumea getterò i miei sandali, * sulla Filistea canterò vittoria». Chi mi condurrà alla città fortificata, * chi potrà guidarmi fino all'Idumea? Non forse tu, o Dio, che ci hai respinti, * e più non esci, o Dio, con le nostre schiere? Nell'oppressione vieni in nostro aiuto * perché vana è la salvezza dell'uomo. Con Dio noi faremo prodigi: * egli calpesterà i nostri nemici. 3^ Antifona Beato l'uomo che è provato da Dio: il Signore ferisce e risana. Lettura Breve Bar 4, 28-29 Come pensaste di allontanarvi da Dio, così ritornando decuplicate lo zelo per ricercarlo, poiché chi vi ha afflitti con tante calamità vi darà anche, con la salvezza, una gioia perenne. V. Presso il Signore è l'amore, R. E grande la sua redenzione. Preghiamo Orazione Signore Gesù Cristo, che all'ora sesta, mentre le tenebre avvolgevano il mondo, fosti inchiodato sulla croce, vittima innocente per la nostra salvezza, donaci sempre quella luce, che guida gli uomini sulla via della vita eterna. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

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VESPRIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno O Gesù redentore, immagine del Padre, luce d'eterna luce, accogli il nostro canto. Per radunare i popoli nel patto dell'amore, distendi le tue braccia sul legno della croce. Dal tuo fianco squarciato effondi sull'altare i misteri pasquali della nostra salvezza. A te sia lode, o Cristo, speranza delle genti, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Signore, libera l'anima mia dalla morte, il mio piede della caduta. 1° Salmo SALMO 114 Rendimento di grazie Amo il Signore perché ascolta * il grido della mia preghiera. Verso di me ha teso l'orecchio * nel giorno in cui lo invocavo. Mi stringevano funi di morte, * ero preso nei lacci degli inferi. Mi opprimevano tristezza e angoscia + e ho invocato il nome del Signore: * «Ti prego, Signore, salvami». Buono e giusto è il Signore, * il nostro Dio è misericordioso. Il Signore protegge gli umili: * ero misero ed egli mi ha salvato. Ritorna, anima mia, alla tua pace, * poiché il Signore ti ha beneficato; egli mi ha sottratto dalla morte, + ha liberato i miei occhi dalle lacrime, * ha preservato i miei piedi dalla caduta. Camminerò alla presenza del Signore * sulla terra dei viventi. 1^ Antifona Signore, libera l'anima mia dalla morte, il mio piede della caduta. 2^ Antifona Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra. 2° Salmo SALMO 120 Il custode di Israele Alzo gli occhi verso i monti: * da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore, * che ha fatto cielo e terra. Non lascerà vacillare il tuo piede, * non si addormenterà il tuo custode. Non si addormenterà, non prende sonno, * il custode d'Israele. Il Signore è il tuo custode, + il Signore è come ombra che ti copre, * e sta alla tua destra. Di giorno non ti colpirà il sole, * né la luna di notte. Il Signore ti proteggerà da ogni male, * egli proteggerà la tua vita. Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, * da ora e per sempre. 2^ Antifona Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra. 3^ Antifona Giuste e vere sono le tue vie, o re delle genti. Cantico CANTICO Ap 15, 3-4 Inno di adorazione e di lode Grandi e mirabili sono le tue opere, + o Signore Dio onnipotente; * giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti! Chi non temerà il tuo nome, + chi non ti glorificherà, o Signore? * Tu solo sei santo! Tutte le genti verranno a te, Signore, + davanti a te si prostreranno, * perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati. 3^ Antifona Giuste e vere sono le tue vie, o re delle genti. Lettura breve 1 Cor 2, 7-10a Parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. Sta scritto infatti: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito. Responsorio R. Cristo è morto per i nostri peccati * per ricondurci al Padre. Cristo è morto per i nostri peccati per ricondurci al Padre. V. Messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito * per ricondurci al Padre. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Cristo è morto per i nostri peccati per ricondurci al Padre. Antifona al Magnificat Ricordati, Signore, della tua misericordia, come hai promesso ai nostri padri. Cantico della Beata Vergine CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55) Esultanza dell'anima nel Signore L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona al

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Magnificat Ricordati, Signore, della tua misericordia, come hai promesso ai nostri padri. Intercessioni Benediciamo Cristo, pastore buono e misericordioso, che ha asciugato le lacrime dei poveri e dei sofferenti. Raccolti nella comune preghiera, invochiamolo: Pietà del tuo popolo, Signore. Cristo, Signore, che consoli gli umili, -- poni dinanzi ai tuoi occhi le lacrime dei poveri. Raccogli, Signore, il gemito dei morenti, -- il tuo santo angelo li visiti e li conforti. I profughi e gli esiliati possano sperimentare la tua provvidenza, -- fa' che ritornino felicemente alla loro patria e siano un giorno cittadini della Gerusalemme celeste. Vinci con il tuo amore coloro che vivono nel peccato, -- fa' che si riconciliano con te e con la tua Chiesa. Accogli nella tua pace i nostri defunti, -- perché godano pienamente i frutti della redenzione. Padre nostro. Preghiamo Orazione O Dio, che hai rivelato il mistero della tua sapienza nella follia della croce, donaci di riconoscere nella passione la gloria del tuo Figlio, perché la sua croce sia sempre per noi fonte di speranza e di pace. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

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COMPIETAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Esame di coscienza Inno Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode. Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen. Oppure: Gesù, luce da luce, sole senza tramonto, tu rischiari le tenebre nella notte del mondo. In te, santo Signore, noi cerchiamo il riposo dall'umana fatica, al termine del giorno. Se i nostri occhi si chiudono, veglia in te il nostro cuore; la tua mano protegga coloro che in te sperano. Difendi, o Salvatore, dalle insidie del male i figli che hai redenti col tuo sangue prezioso. A te sia gloria, o Cristo, nato da Maria Vergine, al Padre ed allo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Giorno e notte grido a te, o Signore. 1° Salmo SALMO 87 Preghiera di un uomo gravemente malato Signore, Dio della mia salvezza, * davanti a te grido giorno e notte. Giunga fino a te la mia preghiera, * tendi l'orecchio al mio lamento. Io sono colmo di sventure, * la mia vita è vicina alla tomba. Sono annoverato tra quelli che scendono nella fossa, * sono come un morto ormai privo di forza. E` tra i morti il mio giaciglio, * sono come gli uccisi stesi nel sepolcro, dei quali tu non conservi il ricordo * e che la tua mano ha abbandonato. Mi hai gettato nella fossa profonda, * nelle tenebre e nell'ombra di morte. Pesa su di me il tuo sdegno * e con tutti i tuoi flutti mi sommergi. Hai allontanato da me i miei compagni, * mi hai reso per loro un orrore. Sono prigioniero senza scampo; * si consumano i miei occhi nel patire. Tutto il giorno ti chiamo, Signore, * verso di te protendo le mie mani. Compi forse prodigi per i morti? * O sorgono le ombre a darti lode? Si celebra forse la tua bontà nel sepolcro, * la tua fedeltà negli inferi? Nelle tenebre si conoscono forse i tuoi prodigi, * la tua giustizia nel paese dell'oblio? Ma io a te, Signore, grido aiuto, * e al mattino giunge a te la mia preghiera. Perché, Signore, mi respingi, * perché mi nascondi il tuo volto? Sono infelice e morente dall'infanzia, * sono sfinito, oppresso dai tuoi terrori. Sopra di me è passata la tua ira, * i tuoi spaventi mi hanno annientato, mi circondano come acqua tutto il giorno, * tutti insieme mi avvolgono. Hai allontanato da me amici e conoscenti, * mi sono compagne solo le tenebre. 1^ Antifona Giorno e notte grido a te, o Signore. 2^ Antifona 2^ Antifona Lettura breve Ger 14, 9 Tu sei in mezzo a noi, Signore, e noi siamo chiamati con il tuo nome: non abbandonarci, Signore Dio nostro. Responsorio R. Signore, * nelle tue mani affido il mio spirito. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. V. Dio di verità, tu mi hai redento: * nelle tue mani affido il mio spirito. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Cantico di Simeone CANTICO DI SIMEONE Lc 2, 29-32 Cristo, luce delle genti e gloria d'Israele Ora lascia, o Signore, che il tuo servo * vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, * preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti * e gloria del tuo popolo Israele. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Preghiamo Orazione Donaci, o Padre, di unirci nella fede alla morte e sepoltura del tuo Figlio per risorgere con lui alla vita nuova. Egli vive e regna nei secoli dei secoli. Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. R. Amen O santa Madre del Redentore,porta dei cieli, stella di mare,soccorri il tuo popoloche anela a risorgere.Tu che, accogliendo il saluto dell'angelo,nello stupore di tutto il creato,

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hai generato il tuo Creatore,madre sempre vergine,pietà di noi peccatori.

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Sabato, 6 Ottobre 2007

Quanto è buono Diocon i giusti,

con gli uomini dal cuore puro!

CENACOLO

ך טוב, לישראל אלהים-- לברילבב

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La leggenda della composizione del Salmo 72-73

Parte terza

Sono tornato a Gerusalemme dopo questa terribile prova che toglie forza e crea angoscia per cercare pace. Gerusalemme è città della pace perché nel suo cuore, nel suo Santuario abita Dio! E’ lì che mi devo recare in preghiera per capire la vita. Nelle strade dell’antica Città di Davide il profumo del pane caldo riempie le prime ore del mattino, la calca della gente e dei pellegrini movimenta questa Cittadella della Preghiera posta sul monte Sion.

Nel cuore il torpito tormento della madre lontana si placa nella mia preghiera al Tempio, luogo dell’immortalità. Si placa nella convinzione di un grande miracolo ricevuto nella vita di mia madre!

E così dopo alcuni giorni di quiete, pace e serenità nella mia solitudine al mio tavolo di scriba ed in compagnia dei miei sacri rotoli sacerdotali inizio a scrivere il mio inno: Riflettevo per comprendere: ma fu arduo agli occhi miei, finché entrai nel santuario di Dio (v.16). Per comprendere la vita si deve entrare nel Santuario, come ha fatto per ottant’anni mia madre, che al risveglio della grave malattia mi chiede di andare al Tempio.

Mia madre con la sua vita sembra anticipare quella della Profetessa Anna che trascorrerà tutta la sua vita al Santuario di Dio in Sion per annunciare l’arrivo del Messia. Rifletto e mi chiedo, qui a Gerusalemme, se la mia vita entra sufficientemente nel Tempio di Dio oppure vivo una vita laica?

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I. NOTIZIE ARCHEOLOGICHE

IL CENACOLOIl Cenacolo è il cuore della religione cristiana: qui avvennero le cose più grandi: l’istituzione dell’EUCARISTIA, del Sacerdozio e il comando della carità con la lavanda dei piedi; Giovanni ambientò qui le parole più care e profonde di Gesù come suo testamento e la preghiera sacerdotale (capp. 15-17); qui apparve per la prima volta Gesù RISORTO la sera di Pasqua; qui avvenne l’effusione dello SPIRITO SANTO a Pentecoste, inizio della Chiesa. Ebbene, questo luogo così caro e santo, non è luogo di culto cristiano. Sorge sopra un luogo di venerazione ebraico, e quindi è proibita ogni celebrazione. Ciò nonostante la visita deve essere intensa. Paolo VI si inginocchiò qui a pregare a lungo. Facciamolo anche noi, silenziosamente!

La storiaIl colle di Sion è quello su cui era costruito il Tempio di Gerusalemme, il cuore politico-religioso dell’Ebraismo. Nel Nuovo Testamento i cristiani si ritennero il vero e nuovo Israele, e quindi chiamarono SION il colle occidentale dove attorno al Cenacolo si era attestato il primo nucleo di Giudeo-cristiani. Sant'Epifanio testimonia che alla distruzione del 135 era rimasta solo una chiesa-sinagoga, proprio qui, come antica "casa" degli Apostoli (cfr. At 12,12-13). Sembra sia da identificare con le mura dell’attuale "tomba di Davide", sotto il Cenacolo. La prima basilica nel IV secolo, costruita dal vescovo Giovanni (386-415), si chiamò la SANTA SION, fu distrutta dai Persiani nel 614. Ricostruita da Modesto e poi distrutta dai musulmani, all'arrivo dei Crociati si fece una poderosa basilica, chiamata "Madre di tutte le chiese", a tre navate (in quella a nord c'era il ricordo della morte di Maria; da quella a sud si saliva alla sala superiore del Cenacolo). Dopo la partenza dei Crociati, affidato a Siriani, il Cenacolo subì abbandono e rovina. Nel 1335 i Francescani - per l'intervento di Roberto d'Angiò - costruirono qui il loro primo convento di Terra Santa. Nel 1551 furono cacciati ed espropriati dai Musulmani, e da allora questo luogo del "Cenacolo" non è più luogo di culto. Recentemente i Francescani sono riusciti ad avere un conventino vicino "al Cenacolo", ed è il luogo ove ancor oggi si può celebrare la messa. La visita al Cenacolo è tra le più desolanti: la "sala al piano superiore" dove Gesù fece l’ultima cena coi suoi è il luogo più abbandonato di tutta la Terra Santa. E’ ora una antica sala ristrutturata dai Francescani nel sec. XIV in stile gotico, adibita più tardi ad uso moschea tanto che vi è conservato ancora un mihrab che segnala la direzione della Mecca. Recentemente si sono fatti restauri, ma fino a poco fa era bersaglio dei sassi e del disprezzo di fanatici ebrei...! L’unico segno cristiano rimasto è un CAPITELLO crociato nell’angolo nordovest: rappresenta un PELLICANO, simbolo cristiano per indicare il sacrificio di Cristo; è nella tradizione popolare la credenza che questo uccello per nutrire i suoi piccoli si scavi dentro il proprio petto fino a consumarsi per loro...! Luca 22,7-20 Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: “Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare”. Gli chiesero: “Dove vuoi che la prepariamo?”. Ed egli rispose: “Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate”. Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua. Quando fu l’ora, prese

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posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”. E preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio”. Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”.

La lavanda dei piedi Giovanni 13,1-15 Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: “Signore, tu lavi i piedi a me?”. Rispose Gesù: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”. Gli disse Simon Pietro: “Non mi laverai mai i piedi!”. Gli rispose Gesù: “Se non ti laverò, non avrai parte con me”. Gli disse Simon Pietro: “Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!”. Soggiunse Gesù: “Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto mondo; e voi siete mondi, ma non tutti”. Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: “Non tutti siete mondi”. Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi.

Un amore di misericordia"Proprio nella notte in cui venne tradito...", dice il testo di Paolo nel racconto dell'Ultima Cena (1Cor 11,23-29). Al dono e alla intimità di Gesù corrisponde il tradimento dei discepoli. Giuda è l’altra faccia di questa notte della Cena ("E uscì che era notte...") e dell’arresto di Gesù. Ma dietro a Giuda si snoda una lunga sequela di traditori e nemici. Anzitutto i capi e tutta la gente che condanna Gesù. Questa gente che misconosce i miracoli di Gesù e sceglie Barabba. Poi gli stessi Apostoli che dormono nel Getsemani, che fuggono alla sua cattura, che lo rinnegano in Pietro. Fino a quel bacio di Giuda ...! E poi l’umanità tutta e ciascuno di noi cui il sacrificio di Cristo è destinato per redenzione. Tutto un mondo di personali e collettivi tradimenti e infedeltà a Dio che in questo luogo particolarmente vengono messi a confronto e bruciati dall’amore di Cristo. Proprio qui si mostra come Dio abbia scelto più che un amore di benevolenza, un amore... di misericordia, un amore che "vince il male col bene". Per questo l’atteggiamento del pentimento e del perdono qui è d’obbligo. E' bella cosa in un viaggio in Terra Santa arrivare anche ad una Confessione e Comunione...: ci si abbandona totalmente a quel Cristo che si incontra nella fede! Qui, al Cenacolino, vi è sempre un Padre Francescano a disposizione per vivere bene questo momento personale di ritorno a Dio col sacramento della Riconciliazione.

La Pentecoste, nascita della ChiesaNella "sala al piano superiore" Gesù apparve vivo la sera di Pasqua effondendo il suo Spirito sugli Apostoli: "Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi. Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (Gv 20,21-24). Otto giorni dopo ritornò per incontrare Tomaso, il quale professò: "Mio Signore e mio Dio"! Qui raccolta la Chiesa dopo l'ascensione attese

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l'effusione dello Spirito promesso: "Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C'erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo, Simone lo Zelota e Giuda di Giacomo" (At 1,13). Attorno a Pietro la Chiesa scelse il successore di Giuda per integrare il numero 12 degli Apostoli (prolungamento e compimento delle dodici tribù di Israele): At 1,15-25. Raccolta al Cenacolo, il giorno di Pentecoste, tutta la Chiesa ricevette lo Spirito; e partì l'avventura dell'annuncio del vangelo "fino agli estremi confini della terra". Atti 2,1-11 Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbattè gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frigia e della Panfilia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio».

IL RICORDO DI MARIA"Tutti erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù, e con i fratelli di Lui" (At 1,14). Nel Cenacolo non può mancare il ricordo di Maria, che dopo aver generato a Betlemme il corpo fisico di Gesù, qui nel Cenacolo genera il corpo mistico di Cristo, la Chiesa. A fianco del Cenacolo vi è una grande basilica dei Benedettini tedeschi di Beuron (specialisti in mosaico), inaugurata nel 1910 a ricordo forse d’una abitazione di Maria a Gerusalemme e della sua "dormizione", cioè della sua morte qui, come è attestato dal patriarca Sofronio all'inizio del VII secolo. "Che tutti siano una cosa sola!" Mai come a Gerusalemme si sente forte la sofferenza per la divisione tra i cristiani. Al Cenacolo Gesù pregò per l'unità della sua Chiesa, fu il suo testamento: Gv 15,1-8 Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Giovanni 17,15-26 Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu mi hai mandato nel mondo, anch’io li ho mandati nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una sola cosa. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato. E la gloria che tu hai dato a me, io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me. Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché tu mi hai amato prima della creazione del mondo. Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto; questi sanno che tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro.

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II. LITURGIA EUCARISTICA ALLA DORMIZIONE DI MARIA AL MONTE SION

CollettaO Padre, tu hai voluto che il Verbo si facesse uomo nel grembo della vergine Maria; concedi a noi che adoriamo il mistero del nostro Redentore, vero Dio e vero uomo, di essere partecipi della sua vita immortale. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Liturgia della Parola

Prima LetturaDal libro del profeta Isaia (7,10-14) Il Signore parlò ancora ad Acaz: “Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto”. Ma Acaz rispose: “Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore”. Allora Isaia disse: “Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emanuele: Dio con noi". Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Rit. Eccomi, Signore: si compia in me la tua parola.

1. Sacrificio e offerta non gradisci, gli orecchi mi hai aperto. Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa. Allora ho detto: "Ecco io vengo".

Rit.

2. Sul rotolo del libro, di me è stato scritto di fare il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo del mio cuore.

Rit.

3.Ho annunziato la tua giustizia nella grande assemblea; vedi, non tengo chiuse le labbra, Signore, tu lo sai.

Rit.

4. Non ho nascosto la tua giustizia in fondo al cuore, la tua fedeltà e la tua salvezza ho proclamato. Non ho nascosto la tua grazia e la tua fedeltà alla grande assemblea.Rit.Seconda Lettura

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Dalla lettera agli Ebrei (10,4-10) Fratelli, è impossibile eliminare i peccati con il sangue di tori e di capri. Per questo entrando nel mondo, Cristo dice: "Tu non hai voluto né sacrifici né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo - poiché di me sta scritto nel rotolo del libro - per fare, o Dio, la tua volontà". Dopo aver detto prima "non hai voluto e non hai gradito né sacrifici né offerte, né olocausti né sacrifici per il peccato", cose tutte che vengono offerte secondo la legge, soggiunge: "Ecco, io vengo a fare la tua volontà". Con ciò stesso egli abolisce il primo sacrificio per stabilirne uno nuovo. Ed è appunto per quella volontà che noi siamo stati santificati, per mezzo dell’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre.Parola di Dio

Alleluia, Alleluia, Alleluia.Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te. Eccomi, sono la serva del Signore.Alleluia.

VangeloDal Vangelo secondo Luca (1,26-38) In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te". A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse: "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine". Allora Maria disse all’angelo: "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l’angelo: "Lo Spirito santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio!". Allora Maria disse: "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l'angelo partì da lei. Parola del Signore

Sulle offerteAccogli con bontà, o Padre, i doni che ti offriamo celebrando l'incarnazione del tuo unico Figlio, e fa' che la tua Chiesa riviva qui nella fede il mistero in cui riconosce le proprie origini. Per Cristo nostro Signore.

PrefazioE' veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo Signore nostro. All'annunzio dell'angelo la Vergine accolse nella fede la tua parola, e per l'azione misteriosa dello Spirito santo concepì e con ineffabile amore portò in grembo il primogenito dell'umanità nuova, che doveva compiere le promesse di Israele e rivelarsi al mondo come il Salvatore atteso dalle genti. Per questo mistero esultano gli angeli e adorano la gloria del tuo volto. Al loro canto concedi, o Signore, che si uniscano le nostre umili voci nell'inno di lode: Santo. . .

Dopo la comunioneO Padre, che ci hai accolti alla tua mensa, conferma in noi il dono della vera fede, che ci fa riconoscere nel Figlio della Vergine il tuo Verbo fatto uomo, e per la potenza della sua risurrezione guidaci al possesso della gioia eterna. Per Cristo nostro Signore.

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III. LITURGIA DELLE ORE 6 OTTOBRE 2007 TEMPO: ORDINARIO XXVI SETTIMANA SABATO SECONDA SETTIMANA DEL SALTERIO

INVITATORIOVersetto V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Ascoltiamo la voce del Signore: egli ci guida alla terra promessa. SALMO 94 - Invito a lodare Dio Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest'oggi» (Eb 3,13) Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.) Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dei. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra. (Ant.) Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,* il gregge che egli conduce. (Ant.) Ascoltate oggi la sua voce: + «Non indurite il cuore, * come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: + mi misero alla prova * pur avendo visto le mie opere. (Ant.) Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione + e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo».(Ant.) Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.)

UFFICIO DELLE LETTUREIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Inno O re d'eterna gloria, che irradi sulla Chiesa i doni del tuo Spirito, assisti i tuoi fedeli. Illumina le menti, consola i nostri cuori rafforza i nostri passi sulla via della pace. E quando verrà il giorno del tuo avvento glorioso, accoglici, o Signore, nel regno dei beati. A te sia lode, o Cristo, speranza delle genti, al Padre e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Tu solo, Signore, hai compiuto meraviglie: eterna è la tua misericordia. 1° Salmo SALMO 135, 1-9 Inno pasquale Lodate il Signore perché è buono: * eterna è la sua misericordia. Lodate il Dio degli dei: * eterna è la sua misericordia. Lodate il Signore dei signori: * eterna è la sua misericordia. Egli solo ha compiuto meraviglie: * eterna è la sua misericordia. Ha creato i cieli con sapienza: * eterna è la sua misericordia. Ha stabilito la terra sulle acque: eterna è la sua misericordia. Ha fatto i grandi luminari: * eterna è la sua misericordia. Il sole per regolare il giorno: * eterna è la sua misericordia; la luna e le stelle per regolare la notte: * eterna è la sua misericordia. 1^ Antifona Tu solo, Signore, hai compiuto meraviglie: eterna è la tua misericordia. 2^ Antifona Hai liberato dalla schiavitù il tuo popolo con mano potente e braccio disteso. 2° Salmo SALMO 135, 10-15 Inno pasquale Percosse l'Egitto nei suoi primogeniti: * eterna è la sua misericordia. Da loro liberò Israele: * eterna è la sua misericordia; con mano potente e braccio teso: * eterna è la sua misericordia. Divise il mar Rosso in due parti: * eterna è la sua misericordia. In mezzo fece passare Israele: * eterna è la sua misericordia. Travolse il faraone e il suo esercito nel mar Rosso: * eterna è la sua misericordia. 2^ Antifona Hai liberato dalla schiavitù il tuo popolo con mano potente e braccio disteso. 3^ Antifona Lodate il Dio del ciel; egli ci ha liberati dai nostri nemici. 3° Salmo SALMO 135, 16-26 Inno

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pasquale Guidò il suo popolo nel deserto: * eterna è la sua misericordia. Percosse grandi sovrani: * eterna è la sua misericordia; uccise re potenti: * eterna è la sua misericordia. Seon, re degli Amorrei: * eterna è la sua misericordia. Og, re di Basan: * eterna è la sua misericordia. Diede in eredità il loro paese: * eterna è la sua misericordia; in eredità a Israele suo servo: * eterna è la sua misericordia. Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: * eterna è la sua misericordia; ci ha liberati dai nostri nemici: * eterna è la sua misericordia. Egli dà il cibo ad ogni vivente: * eterna è la sua misericordia. Lodate il Dio del cielo: * eterna è la sua misericordia. 3^ Antifona Lodate il Dio del ciel; egli ci ha liberati dai nostri nemici. Prima Lettura V. Additami, Signore, le tue vie, R. insegnami i tuoi sentieri. Dalla lettera ai Filippesi di san Paolo, apostolo 4, 10-23 Generosità dei Filippesi verso Paolo Fratelli, ho provato grande gioia nel Signore, perché finalmente avete fatto rifiorire i vostri sentimenti nei miei riguardi: in realtà li avevate anche prima, ma non ne avete avuta l'occasione. Non dico questo per bisogno, poiché ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione; ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Avete fatto bene tuttavia a prendere parte alla mia tribolazione. Ben sapete proprio voi, Filippesi, che all'inizio della predicazione del vangelo, quando partii dalla Macedonia, nessuna Chiesa aprì con me un conto di dare o di avere, se non voi soli; ed anche a Tessalonica mi avete inviato per due volte il necessario. Non è però il vostro dono che io ricerco, ma il frutto che ridonda a vostro vantaggio. Adesso ho il necessario e anche il superfluo; sono ricolmo dei vostri doni ricevuti da Epafrodìto, che sono un profumo di soave odore, un sacrificio accetto e gradito a Dio. Il mio Dio, a sua volta, colmerà ogni vostro bisogno secondo la sua ricchezza con magnificenza in Cristo Gesù. Al Dio e Padre nostro sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. Salutate ciascuno dei santi in Cristo Gesù. Vi salutano i fratelli che sono con me. Vi salutano tutti i santi, soprattutto quelli della casa di Cesare. La grazia del Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito. Responsorio Prima Lettura Cfr. Fil 4, 12-13; 2 Cor 12, 10 R. So essere povero e ricco; sono preparato alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza. * Tutto posso in colui che mi dà la forza. V. Mi compiaccio nelle mie infermità, nelle angosce sofferte per Cristo. R. Tutto posso in colui che mi dà la forza. Seconda Lettura Dal libro «La vita cristiana» di san Gregorio di Nissa, vescovo (PG 46, 295-298) Combatti la buona battaglia della fede «Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate» (2 Cor 5, 17). del resto ha chiamato nuova creazione l`inabitazione dello Spirito Santo che rende il cuore puro, senza colpa e libero da ogni malizia, cattiveria e vergogna. Quando un`anima si converte, odia il peccato, si dedica con tutto l`impegno al bene, accoglie in sé la grazia dello Spirito Santo e diviene un essere completamente nuovo. Si avvera allora la parola della Scrittura: «Togliete via il lievito vecchio per essere una pasta nuova» (1 Cor 5, 7) e anche questo detto: «Celebriamo la festa non con il lievito vecchio, ma con azzimi di sincerità e di verità» (1 Cor 5, 8). Queste affermazioni, dico, concordano con quanto è stato detto della nuova creazione. Il tentatore tende molti lacci alla nostra anima, e la natura umana è troppo debole per poter riportare vittoria su di lui. Per questo l`Apostolo ci raccomanda di armarci con le armi celesti: Rivestitevi con la corazza di giustizia e calzate i vostri piedi per annunziare il vangelo della pace, e cingete i vostri fianchi con la verità (cfr. Ef 6, 14). Vedi quanti mezzi di salvezza l`Apostolo ti ha indicato, tutti tendenti ad un unico regno e ad un`unica meta. La vita diventa un sicuro cammino nella via dei comandamenti fino al traguardo finale stabilito da Dio. L`Apostolo dice ancora: «Corriamo con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù autore e perfezionatore della fede» (Eb 12, 1-2). Chi si dimostra superiore agli allettamenti del pellegrinaggio terreno senza farsi ammaliare dalla gloria mondana, sentirà il bisogno di far sacrificio di se stesso a Dio. Far sacrificio di se stesso a Dio significa non cercare mai la propria volontà, ma quella di Dio e seguirla come buona guida, e poi contentarsi di quanto è necessario per la propria vita. Ciò aiuterà ciascuno a compiere con maggior impegno e serenità i propri doveri per il bene suo e degli altri, come si conviene a un discepolo di Cristo. Questo infatti vuole il Signore quando dice: E chi di voi vuol essere il primo e il

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più grande, sia l`ultimo di tutti e il servo di tutti (cfr. Mc 9, 35). Chi accetta questo criterio deve servire gratuitamente, sottomettersi a tutti e dare le sue prestazioni come il debitore che restituisce un prestito ad alto tasso. Coloro poi che esercitano una autorità hanno un onere ancor maggiore degli altri. Il loro servizio è più impegnativo di quello dei sudditi. Devono dare l`esempio di saper servire umilmente gli altri, considerando i fratelli come un deposito loro affidato da Dio. Chi ha responsabilità su altri si comporti come un coscienzioso educatore che cura con sollecitudine i fanciulli affidatigli dai genitori. Se vi sarà tale rapporto di intesa e di affiatamento fra chi guida e chi ubbidisce, l`ubbidienza diverrà gioiosa e il comando piacevole. Sarete sicuri di essere sulla via perfetta. Se vi onererete a vicenda, condurrete in terra una vita felice da angeli. Responsorio Seconda Lettura Gal 5, 13; 1 Cor 10, 32 R. Voi siete stati chiamati a libertà: questa non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, * ma con la carità siate a servizio gli uni degli altri. V. Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla Chiesa di Dio, R. ma con la carità siate a servizio gli uni degli altri. Preghiamo Orazione O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna. Per il nostro Signore. R. Amen Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

LODIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno L'aurora inonda il cielo di una festa di luce, e riveste la terra di meraviglia nuova. Fugge l'ansia dai cuori, s'accende la speranza emerge sopra il caos un'iride di pace. Così nel giorno ultimo l'umanità in attesa alzi il capo e contempli l'avvento del Signore. Sia gloria al Padre altissimo e a Cristo l'unigenito, sia lode al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Al mattino annunziamo il tuo amore, la tua verità nella notte profonda. 1° Salmo SALMO 91 Lode al Signore creatore E` bello dar lode al Signore * e cantare al tuo nome, o Altissimo, annunziare al mattino il tuo amore, * la tua fedeltà lungo la notte, sull'arpa a dieci corde e sulla lira, * con canti sulla cetra. Poiché mi rallegri, Signore, con le tue meraviglie, * esulto per l'opera delle tue mani. Come sono grandi le tue opere, Signore, * quanto profondi i tuoi pensieri! L'uomo insensato non intende * e lo stolto non capisce: se i peccatori germogliano come l'erba * e fioriscono tutti i malfattori, li attende una rovina eterna: * ma tu sei l'eccelso per sempre, o Signore. Ecco, i tuoi nemici, o Signore, + ecco, i tuoi nemici periranno, * saranno dispersi tutti i malfattori. Tu mi doni la forza di un bufalo, * mi cospargi di olio splendente. I miei occhi disprezzeranno i miei nemici, + e contro gli iniqui che mi assalgono * i miei orecchi udranno cose infauste. Il giusto fiorirà come palma, * crescerà come cedro del Libano; piantati nella casa del Signore, * fioriranno negli atri del nostro Dio. Nella vecchiaia daranno ancora frutti, * saranno vegeti e rigogliosi, per annunziare quanto è retto il Signore: * mia roccia, in lui non c'è ingiustizia. 1^ Antifona Al mattino annunziamo il tuo amore, la tua verità nella notte profonda. 2^ Antifona Voglio proclamare il nome del Signore: date gloria al nostro Dio. Cantico CANTICO DT32, 1-12 I benefici di Dio in favore del popolo Ascoltate, o cieli: io voglio parlare: * oda la terra le parole della mia bocca! Stilli come pioggia la mia dottrina, * scenda come rugiada il mio dire; come scroscio sull'erba del prato, * come spruzzo sugli steli di grano. Voglio proclamare il nome del Signore: * date gloria al nostro Dio! Egli è la Roccia; perfetta è l'opera sua; * tutte le sue vie sono giustizia; è un Dio verace e senza malizia; * Egli è giusto e retto. Peccarono contro di lui i figli degeneri, * generazione tortuosa e perversa. Così ripaghi il Signore, * o popolo stolto e insipiente? Non è lui il padre che ti ha creato, * che ti ha fatto e ti ha costituito? Ricorda i giorni del tempo antico, * medita gli anni lontani. Interroga tuo padre e te lo farà sapere, * i tuoi vecchi e te lo diranno. Quando l'Altissimo divideva i popoli, * quando disperdeva i figli dell'uomo, egli stabilì i confini delle genti * secondo il numero degli Israeliti. Porzione del Signore è il suo popolo, * sua eredità é Giacobbe. Egli lo trovò in terra deserta, * in

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una landa di ululati solitari. Lo educò, ne ebbe cura, * lo custodì come pupilla del suo occhio. Come un'aquila che veglia la sua nidiata, * che vola sopra i suoi nati, egli spiegò le ali e lo prese, * lo sollevò sulle sue ali. Il Signore lo guidò da solo, * non c'era con lui alcun dio straniero. 2^ Antifona Voglio proclamare il nome del Signore: date gloria al nostro Dio. 3^ Antifona O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! Salmo di Lode SALMO 8 Grandezza del Signore e dignità dell'uomo O Signore, nostro Dio, + quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: * sopra i cieli si innalza la tua magnificenza. Con la bocca dei bimbi e dei lattanti + affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, * per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, * la luna e le stelle che tu hai fissate, che cosa è l'uomo perché te ne ricordi, * e il figlio dell'uomo perché te ne curi? Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, * di gloria e di onore lo hai coronato: gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, * tutto hai posto sotto i suoi piedi; tutti i greggi e gli armenti, * tutte le bestie della campagna; gli uccelli del cielo e i pesci del mare, * che percorrono le vie del mare. O Signore, nostro Dio, * quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! 3^ Antifona O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra! Lettura Breve Rm 12, 14-16a Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite. Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto. Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili. Responsorio Breve R. Esultano le mie labbra * cantando le tue lodi. Esultano le mie labbra cantando le tue lodi. V. La mia lingua proclama la tua giustizia * cantando le tue lodi. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Esultano le mie labbra cantando le tue lodi. Antifona al Benedictus Guida i nostri passi, o Signore, sulla via della pace. Cantico di Zaccaria CANTICO DI ZACCARIA (Lc 1, 68-79) Il Messia e il suo Precursore Benedetto il Signore Dio d'Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona al Benedictus Guida i nostri passi, o Signore, sulla via della pace. Invocazioni Cristo è presente nelle sue membra, specialmente nei poveri e nei sofferenti. Celebriamo la sua bontà e preghiamo con fede per crescere nel suo amore: Rendici perfetti nella carità, Signore. Iniziamo questo nuovo giorno nel ricordo della tua risurrezione, - estendi a tutti gli uomini, Signore, i benefici della tua salvezza. Fa' che oggi ti rendiamo testimonianza davanti agli uomini, - per essere degni di unirci all'offerta del tuo sacrificio. Aiutaci a riconoscere il tuo volto nei nostri fratelli, - e a servirti in ciascuno di essi. Tu, che ci unisci a te come i tralci alla vite, - fa' che rimaniamo nel tuo amore, per portare molto frutto a gloria Dio Padre. Preghiamo Orazione Ti lodi, o Signore, la nostra voce, ti lodi il nostro spirito, e poiché il nostro essere è dono del tuo amore, tutta la nostra vita si trasformi in perenne liturgia di lode. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

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ORA MEDIA SESTAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell'ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace. Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito, all'unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen. 1^ Antifona Cieli e terra passeranno; le mie parole non passeranno, dice il Signore. 1° Salmo SALMO 118, 81-88 Mi consumo nell'attesa della tua salvezza, * spero nella tua parola. Si consumano i miei occhi dietro la tua promessa, * mentre dico: «Quando mi darai conforto?». Io sono come un otre esposto al fumo, * ma non dimentico i tuoi insegnamenti. Quanti saranno i giorni del tuo servo? * Quando farai giustizia dei miei persecutori? Mi hanno scavato fosse gli insolenti * che non seguono la tua legge. Verità sono tutti i tuoi comandi; * a torto mi perseguitano: vieni in mio aiuto. Per poco non mi hanno bandito dalla terra, * ma io non ho abbandonato i tuoi precetti. Secondo il tuo amore fammi vivere * e osserverò le parole della tua bocca. 1^ Antifona Cieli e terra passeranno; le mie parole non passeranno, dice il Signore. 2^ Antifona Tu sei per me rifugio, o Dio, torre salda davanti all'avversario. 2° Salmo SALMO 60 Preghiera di un esule Ascolta, o Dio, il mio grido, * sii attento alla mia preghiera. Dai confini della terra io t'invoco; + mentre il mio cuore viene meno, * guidami su rupe inaccessibile. Tu sei per me rifugio, * torre salda davanti all'avversario. Dimorerò nella tua tenda per sempre, * all'ombra delle tue ali troverò riparo; perché tu, Dio, hai ascoltato i miei voti, * mi hai dato l'eredità di chi teme il tuo nome. Ai giorni del re aggiungi altri giorni, * per molte generazioni siano i suoi anni. Regni per sempre sotto gli occhi di Dio; * grazia e fedeltà lo custodiscano. Allora canterò inni al tuo nome, sempre, * sciogliendo i miei voti giorno per giorno. 2^ Antifona Tu sei per me rifugio, o Dio, torre salda davanti all'avversario. 3^ Antifona Proteggimi, o Dio, dal terrore del nemico. 3° Salmo SALMO 63 Preghiera contro il terrore del nemico Ascolta, Dio, la voce, del mio lamento, * dal terrore del nemico preserva la mia vita. Proteggimi dalla congiura degli empi, * dal tumulto dei malvagi. Affilano la loro lingua come spada, + scagliano come frecce parole amare * per colpire di nascosto l'innocente; lo colpiscono di sorpresa * e non hanno timore. Si ostinano nel fare il male, + si accordano per nascondere tranelli; * dicono: «Chi li potrà vedere?». Meditano iniquità, attuano le loro trame: * un baratro è l'uomo e il suo cuore un abisso. Ma Dio li colpisce con le sue frecce: * all'improvviso essi sono feriti, la loro stessa lingua li farà cadere; * chiunque, al vederli, scuoterà il capo. Allora tutti saranno presi da timore, + annunzieranno le opere di Dio * e capiranno ciò che egli ha fatto. Il giusto gioirà nel Signore + e riporrà in lui la sua speranza, * i retti di cuore ne trarranno gloria. 3^ Antifona Proteggimi, o Dio, dal terrore del nemico. Lettura Breve 1 Re 2, 2b-3 Tu sii forte e mostrati uomo. Osserva la legge del Signore tuo Dio, procedendo nelle sue vie ed eseguendo i suoi statuti, i suoi comandi, i suoi decreti e le sue prescrizioni, perché tu riesca in ogni tua impresa e in ogni tuo progetto. V. Guidami, o Dio, sulla tua strada: R. I tuoi precetti mi sono cari. Preghiamo Orazione O Signore, fiamma di carità, donaci l'ardore del tuo Spirito perché amiamo te sopra ogni cosa e i nostri fratelli nel vincolo del tuo amore. Per Cristo nostro Signore. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio. Per i Vespri del Sabato selezionare i Primi Vespri della Domenica

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PRIMI VESPRIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Dio, che all'alba dei tempi creasti la luce nuova, accogli il nostro canto, mentre scende la sera. Veglia sopra i tuoi figli pellegrini nel mondo; la morte non ci colga prigionieri del male. La tua luce risplenda nell'intimo dei cuori, e sia pegno e primizia della gloria dei cieli. Te la voce proclami, o Dio trino e unico, te canti il nostro cuore, te adori il nostro spirito. Amen. 1^ Antifona Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. 1° Salmo SALMO 112 Lodate il nome del Signore Lodate, servi del Signore, * lodate il nome del Signore. Sia benedetto il nome del Signore, * ora e sempre. Dal sorgere del sole al suo tramonto * sia lodato il nome del Signore. Su tutti i popoli eccelso è il Signore, * più alta dei cieli è la sua gloria. Chi è pari al Signore nostro Dio che siede nell'alto * e si china a guardare nei cieli e sulla terra? Solleva l'indigente dalla polvere, * dall'immondizia rialza il povero, per farlo sedere tra i principi, * tra i principi del suo popolo. Fa abitare la sterile nella sua casa * quale madre gioiosa di figli. 1^ Antifona Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore. 2^ Antifona Alzerò il calice della salvezza, invocherò il nome del Signore. 2° Salmo SALMO 115 Rendimento di grazie nel tempio Ho creduto anche quando dicevo: * «Sono troppo infelice». Ho detto con sgomento: * «Ogni uomo è inganno». Che cosa renderò al Signore * per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza * e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore, * davanti a tutto il suo popolo. Preziosa agli occhi del Signore * è la morte dei suoi fedeli. Sì, io sono il tuo servo, Signore, + io sono tuo servo, figlio della tua ancella; * hai spezzato le mie catene. A te offrirò sacrifici di lode * e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore * davanti a tutto il suo popolo, negli atri della casa del Signore, * in mezzo a te, Gerusalemme. 2^ Antifona Alzerò il calice della salvezza, invocherò il nome del Signore. 3^ Antifona Il Signore Gesù si è umiliato nella morte; e Dio lo ha innalzato nella gloria. Cantico CANTICO Fil 2, 6-11 Cristo servo di Dio Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, * non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, + assumendo la condizione di servo * e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso + facendosi obbediente fino alla morte * e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato * e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi + nei cieli, sulla terra * e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, * a gloria di Dio Padre. 3^ Antifona Il Signore Gesù si è umiliato nella morte; e Dio lo ha innalzato nella gloria. Lettura breve Eb 13, 20-21 Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un'alleanza eterna, il Signore nostro Gesù, vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. Responsorio R. Quanto sono grandi * le tue opere, Signore! Quanto sono grandi le tue opere, Signore! V. Le hai fatte con bontà e sapienza * le tue opere, Signore. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Quanto sono grandi le tue opere, Signore! Antifona al Magnificat Anno A La vigna del Signore è il suo popolo, alleluia. Anno B L'uomo si unirà a sua moglie e i due formeranno una carne sola: questo mistero è grande in Cristo e nella Chiesa. Anno C Sarà perduto chi ha l'animo perverso, ma il giusto vivrà per la sua fede. Cantico della Beata Vergine CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55) Esultanza dell'anima nel Signore L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua

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misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona al Magnificat Anno A La vigna del Signore è il suo popolo, alleluia. Anno B L'uomo si unirà a sua moglie e i due formeranno una carne sola: questo mistero è grande in Cristo e nella Chiesa. Anno C Sarà perduto chi ha l'animo perverso, ma il giusto vivrà per la sua fede. Intercessioni Memori dell'amore di Cristo, che, con la prodigiosa moltiplicazione dei pani e dei pesci, saziò la fame del suo popolo, diciamo con umile fiducia: Rinnova per noi, Signore, i prodigi della tua misericordia. Riconosciamo, Signore, che i benefici ricevuti in questa settimana vengono dalla tua bontà, -- fa' che non trovino in noi un terreno sterile, ma portino frutti di vita eterna. Luce e salvezza delle genti, guida e proteggi i missionari del vangelo, -- accendi in essi il fuoco del tuo Spirito. Fa' che tutti gli uomini cooperino a creare un mondo nuovo, -- più conforme alle legittime aspirazioni del progresso nella giustizia e nella pace. Medico delle anime e dei corpi, dona sollievo ai malati, conforto ai moribondi, -- visita e rinnova tutti gli uomini con la tua misericordia. Accogli i nostri defunti nella gloriosa schiera dei santi, -- scrivi anche i loro nomi nel libro della vita. Padre nostro. Preghiamo Orazione O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

COMPIETA Introduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Esame di coscienza Inno Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode. Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen. Oppure: Gesù, luce da luce, sole senza tramonto, tu rischiari le tenebre nella notte del mondo. In te, santo Signore, noi cerchiamo il riposo dall'umana fatica, al termine del giorno. Se i nostri occhi si chiudono, veglia in te il nostro cuore; la tua mano protegga coloro che in te sperano. Difendi, o Salvatore, dalle insidie del male i figli che hai redenti col tuo sangue prezioso. A te sia gloria, o Cristo, nato da Maria Vergine, al Padre ed allo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Pietà di me, o Signore: ascolta la mia preghiera. 1° Salmo SALMO 4 Rendimento di grazie Quando ti invoco, rispondimi, Dio, mia giustizia: + dalle angosce mi hai liberato; * pietà di me, ascolta la mia preghiera. Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore? * Perché amate cose vane e cercate la menzogna? Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele: * il Signore mi ascolta quando lo invoco. Tremate e non peccate, * sul vostro giaciglio riflettete e placatevi. Offrite sacrifici di giustizia * e confidate nel Signore. Molti dicono: «Chi ci farà vedere il bene?». * Risplenda su di noi, Signore, la luce del tuo volto. Hai messo più gioia nel mio cuore * di quando abbondano vino e frumento. In pace mi corico e subito mi addormento: * tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare. 1^ Antifona Pietà di me, o Signore: ascolta la mia preghiera. 2^ Antifona Nella notte, benedite, il Signore. 2° Salmo SALMO 133 Orazione notturna nel tempio Ecco, benedite il Signore, * voi tutti, servi del Signore; voi che state nella casa del Signore * durante le notti. Alzate le mani verso il tempio * e benedite il Signore. Da Sion ti benedica il Signore, * che ha fatto cielo e terra. 2^

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Antifona Nella notte, benedite, il Signore. Lettura breve Dt 6, 4-7 Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Responsorio R. Signore, * nelle tue mani affido il mio spirito. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. V. Dio di verità, tu mi hai redento: * nelle tue mani affido il mio spirito. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Cantico di Simeone CANTICO DI SIMEONE Lc 2, 29-32 Cristo, luce delle genti e gloria d'Israele Ora lascia, o Signore, che il tuo servo * vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, * preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti * e gloria del tuo popolo Israele. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Preghiamo Orazione Veglia su di noi in questa notte, o Signore: la tua mano ci ridesti al nuovo giorno perché possiamo celebrare con gioia la resurrezione del tuo Figlio, che vive e regna nei secoli dei secoli. Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. R. Amen O santa Madre del Redentore,porta dei cieli, stella di mare,soccorri il tuo popoloche anela a risorgere.Tu che, accogliendo il saluto dell'angelo,nello stupore di tutto il creato,hai generato il tuo Creatore,madre sempre vergine,pietà di noi peccatori.

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Domenica, 7 Ottobre 2007

Roccia del mio cuore è Dio

SANTO SEPOLCRO

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La leggenda della composizione del Salmo 72-73

Parte Quarta

“Mamma cosa devo fare per essere un bravo sacerdote?”

“Prega molto!” Mi rispose alcune settimane fa con lo sguardo pieno di meraviglia rivolto al fuoco. Devo entrare nel santuario di Dio per capire la vita, per gustare la vita, per vivere ogni giorno con ogni impegno la propria vocazione.

Il nostro popolo ha un grande rispetto del Tempio e nei miei rotoli trovo antiche parole che così descrivono la fede dei padri; sono parole che si perdono nella notte dei tempi, ma il cui valore è ancora vivo oggi: “La Terra d’Israele sta nel centro del mondo. Gerusalemme nel centro delle terre d’Israele, il Santuario nel centro di Gerusalemme, il Santo dei Santi nel centro del Santuario, e l’Arca nel centro del Santo dei Santi”.

E’ dunque un luogo santissimo e terribile quello nel quale devo entrare perché esso è il luogo dove Dio abita tra gli uomini.

Mentre scrivo le prime righe della mia preghiera mi fermo e m’interrompo: sono a Gerusalemme, nella Città Santa ed incantevole, mi chiedo nuovamente, ma io sto con il Signore mio Dio?

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I. NOTIZIE ARCHEOLOGICHE

IL SANTO SEPOLCROPrima di visitare il santo Sepolcro è necessario spendere qualche parola per ambientare il monumento nella sua storia.

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1. La topografia della Città SantaOggi il Sepolcro è al centro della città vecchia; stando ai Vangeli invece Gesù morì fuori dalla città. Per la precisione i Vangeli non parlano di luogo fuori dalla città ma dicono semplicemente che si tratta di un luogo "chiamato Golgota" (Matteo 27,33; Marco 15,22; Giovanni 19,17). Giovanni è l'evangelista che ricorda maggiori particolari: parla di un giardino e di una tomba scavata nella roccia (19,41). Anche la lettera agli Ebrei afferma che Gesù "per santificare il popolo con il proprio sangue, patì fuori della porta della città" (13,12). Inoltre una tomba non poteva che essere fuori dalla città. Giuseppe Flavio afferma che solo due persone erano sepolte dentro le mura della città: Davide e Giovanni Ircano (Guerra Giudaica V,259); una tradizione ebraica parlava anche della tomba della profetessa Hulda. Forse queste tombe si trovarono ad essere dentro le mura della città a motivo della sua espansione. Ma a questo punto si apre un altro problema, quello delle mura. Il problema delle mura di Gerusalemme è molto complesso. Noi non conosciamo l'andamento delle mura della Gerusalemme antica; quindi non possiamo determinare se il Sepolcro fosse all'interno o all'esterno della città. L'opinio communis degli studiosi è che il Sepolcro sia fuori da quello che Giuseppe chiama il "primo muro". Tale opinione ha oggi un sostegno archeologico perché è stato ritrovato un grande muro dell'epoca israelita. Quello che invece Giuseppe chiama il "secondo muro" giungeva sino alla fortezza Antonia; ci sono molte ipotesi ma nessuna veramente soddisfacente perché non c'è prova archeologica. Molti ipotizzano che iniziasse alla porta Ghennat, salisse verso nord sino all'attuale porta di Damasco e poi ridiscendesse verso l'Antonia. Il "terzo muro" invece è fuori gioco perché fu costruito da Agrippa (che regnò dal 37 al 41 d.C.). K. Kenyon scavò nella zona del Muristan e notò che non c'erano resti di abitazioni dell'epoca di Cristo. Gli oggetti trovati facevano risalire sino all'epoca dei re di Giuda (VIII secolo). Al fondo dello scavo c'erano i resti di una cava di pietra. Questa opinione della Kenyon è stata confermata dagli scavi fatti nel Santo Sepolcro. Il sito è una cava di pietra abbandonata (la pietra non era buona) e poi riempita di terra. L'ipotesi collima con la notizia tradizionale che il luogo fosse un giardino. È infatti possibile che una cava abbandonata diventi un giardino. Che il sito sia una cava è cosa molto importante. Anche gli antichi pellegrini parlano di un sito roccioso con pietre spaccate. Essi attribuivano le fessure nella roccia al terremoto che seguì alla morte di Gesù narrato dai testi evangelici. Il Calvario è dietro la cappella dei franchi e si eleva 4.20 m sopra il pavimento della Basilica. I punti più profondi (nella cappella dell'Invenzione della Croce) sono 9 m sotto il livello del pavimento. Era un ambiente molto frastagliato, abbandonato da secoli, dove rimanevano rocce sporgenti e che potevano essere comodamente scavate come sepolcri. Ambienti simili li troviamo presso Haifa dove c'è un villaggio scavato dentro cave di pietre con grotte e tombe. Nel 1960 sono iniziati i lavori di restauro della Basilica; da quell'anno sono stati scoperte molte cose fino ad allora sconosciute. Con la rifondazione di Gerusalemme nel 135 d.C. come colonia romana, con il nome di Ælia Capitolina, la situazione topografica cambiò. L'ubicazione della città fu spostata verso nord cosicché il Sepolcro venne a trovarsi al centro della nuova città. All'incrocio fra cardo e decumanus si trovava il foro (cioè il mercato), i templi e soprattutto un tempio dedicato ad Afrodite (la Venus latina stando alla testimonianza di Eusebio di Cesarea [ELS 924; TCG 89]) o a Giove (stando invece a Girolamo). Padre V. Corbo ha sostenuto che in questo luogo c'era il Campidoglio della città e un tempio con tre divinità. L'ipotesi sembra non avere fondamento in quanto il Campidoglio doveva essere al Tempio. Inoltre Ippolito (un autore del II secolo) afferma che il luogo era all'incrocio delle vie, in mezzo ad una piazza, il che si adatta per la Ælia Capitolina. Origene afferma che il sepolcro di Cristo è nel luogo dove c'era il sepolcro di Adamo (TCG 88). Gli ebrei situano il sepolcro del progenitore ad Hebron. Forse l'Alessandrino ha riportato una tradizione giudeo-cristiana antica che è alla base di una nota tesi teologica: il sangue di Cristo giunse a toccare il cranio di Adamo, salvando così tutta l'umanità (cfr. Romani 5,12-21).

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2. La Basilica costantinianaDopo il 313 Costantino invitò a cercare la tomba di Cristo. Nel 333 il pellegrino di Bordeaux (TCG 88) venne a Gerusalemme: narra di un monticello chiamato Golgota e di un luogo "ad un tiro di pietra" dove il corpo di Cristo fu sepolto. Ora quello che noi vediamo è un monumento crociato che ingloba in sé elementi precedenti, di epoca musulmana, bizantina e pure costantiniana. Nella visita cercheremo di cogliere l'intreccio di questi due elementi: quello costantiniano e quello crociato. La basilica costantiniana era composta di tre parti: il martyrion, l'atrio (o triportico) e l'anastasis; la basilica crociata invece ingloba in sé l'anastasis e il triportico. All'epoca costantiniana il martyrion serviva per la celebrazione dell'Eucaristia, l'atrio era devozionale e l'anastasis era monumentale. Ci si sposta davanti al monumento dei Cavalieri di Malta. Vicino c'è il bazar, ritenuto dagli storici il decumanus della città. Al di là inizia l'antica città di Gerusalemme. In questo luogo K. Kenyon fece il suo scavo ritrovando la cava di pietra. Dove oggi c'è la chiesa luterana c'era la tradizione del carcere di Pietro. Questa tradizione è durata sino all'800. Dopo la costruzione della chiesa luterana è scomparsa. Si nota un bell'arco con sculture crociate rappresentanti i mesi dell'anno. In questo luogo si ritiene che ci fosse la chiesa di Santa Maria latina; tale edificio di culto sarebbe stato costruito dagli amalfitani che furono i primi ad avere il permesso di vivere stabilmente a Gerusalemme nel IX secolo e di costruirvi chiesa con ospizio per i pellegrini. A fianco della chiesa luterana c'è l'ospizio russo, oggi chiuso per problemi di proprietà (è del patriarcato di Mosca oppure della Chiesa missionaria russa in America?). Al di sotto di questo edificio ci sono resti romani e in particolare un arco del foro e un recinto sacro che imita il recinto sacro di Hebron. È possibile che sia il tempio ad Artemide oppure parte del Campidoglio. Tale recinto pare che sia stato utilizzato da Costantino per costruire l'ingresso della sua Basilica che aveva gradini. Oggi, nella cave di una pasticceria nel suq ci sono i resti delle porte ancora ben visibili. Si percorre brevemente il suq e si salgono i gradini per giungere al monastero copto. Dopo l'atrio (attualmente coperto dall'ospizio russo di sant'Alessandro e dalla pasticceria) iniziava la Basilica vera e propria. A cinque navate e due piani era detta ecclesia maior oppure martyrion. In questo luogo c'è oggi il monastero degli Abissini. Il luogo fu distrutto e ricostruito più volte; un califfo del Cairo, Hakem, lo distrusse nel 1009 (Annali di Yahia ibn Said, TCG 93). I crociati costruirono in questo luogo il palazzo dei canonici del Santo Sepolcro i cui resti sono ancora visibili. In questo luogo c'è anche la sede del patriarcato copto. Gli etiopi erano, in solido, ospiti dei copti; ma nel 1948 si distaccarono con una conseguente battaglia legale sulla proprietà del monastero, conclusasi con l'assegnazione delle chiavi agli etiopi. Entrando nella proprietà etiope si è al di sopra della cappella di sant'Elena (di cui si vede la cupola). Il livello attuale del pavimento è un po' più alto dell'antica basilica. Entrando nelle cappelle degli etiopi si passa attraverso due cappelle: una dedicata agli esseri viventi di cui parla l'Apocalisse (4,6-7); la seconda invece è dedicata a san Michele. Si giunge così nuovamente al piazzale davanti all'ingresso del santo Sepolcro. Guardando la facciata del santo Sepolcro si notano eleganti cornici classicheggianti con molti angoli. Le cornici facevano parte della basilica costantiniana e sono state riutilizzate dai crociati per mantenere un legame con l'antica costruzione. Dove c'è attualmente la piazza c'era una chiesa bizantina, santa Maria (ne parla Arculfo [ELS 935,3]). L'abside di questa chiesa è stata ritrovata nella cappella armena di san Giovanni evangelista. Anche la colonna (protetta da una rete) e il grande arco sono parte di quella antica chiesa. Di fronte ci sono (ben visibili) tre absidi di altrettante cappelle. La prima (a sinistra) è dedicata a san Giacomo il minore ed è la chiesa parrocchiale dei greci ortodossi; la seconda era

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dedicata a san Giovanni il Battista con un Battistero al centro, tuttora visibile (adesso non è più una chiesa); la terza cappella è dedicata ai quaranta martiri di Sebaste. Questi martiri sono molto onorati: la leggenda racconta che furono lasciati morire in uno stagno ghiacciato. Addossata alla facciata del santo Sepolcro c'è la cosiddetta cappella dei franchi. La cappella funzionava come ingresso separato al Calvario ed è dedicata alla Madonna Addolorata. È di proprietà dei latini (anche le scale, compreso l'ultimo gradino di poco più alto della piazza, all'inizio del secolo XX oggetto di discordia fra cattolici e greci ortodossi). Al di sotto c'è una piccola cappella greca dedicata a santa Maria Egiziaca. Donna di facili costumi, Maria Egiziaca venne in pellegrinaggio a Gerusalemme dove si convertì e visse al di là del Giordano facendo penitenza. La sua storia (leggendaria) è raccontata dal patriarca Sofronio.

3. La Cappella di AdamoNella cappella di Adamo sono ben visibili le spaccature nella roccia. La tradizione pone in questo luogo la tomba del primo uomo. I pellegrini credevano che le fessure si fossero create per il terremoto dopo la morte di Cristo; il sangue di Cristo sarebbe sceso sino alla tomba del progenitore. È evidente l'andamento roccioso che si estende sotto tutta la zona del Sepolcro. Alcune indagini hanno rilevato la presenza delle rocce. Appoggiata alla roccia c'è una prima costruzione, un'abside costruita con una cornice di marmo; c'è un arco molto ben curato e una riempitura di mattoni: un tempo c'erano marmi e forse anche mosaici. Secondo la pellegrina Egeria (ELS 928,3 [p. 632]; TCG 91) il Calvario era all'aperto ma c'era un luogo dove il vescovo poteva celebrare. Arculfo parla di una cappella dedicata ad Adamo, luogo dove si celebravano Messe per i defunti di una certa importanza (ELS 935,4). Un secondo muro di epoca medievale (ma prima dei crociati) mostra che la cappella fu ingrandita. Il materiale è molto povero, un miscuglio fra mattoni e pietre. Sicuramente c'era un intonaco. Al muro è stata aggiunta una volta crociata, un po' schiacciata per rispettare l'altezza del Calvario. Con queste strutture le roccia del Calvario sporge di circa 50 cm. L'ultima aggiunta è del 1808: la costruzione della rampa di scale per raggiungere la cappella del Calvario. In quell'anno i greci ortodossi distrussero le tombe di Goffredo di Buglione e di Baldovino, primo re di Gerusalemme, sepolti nella cappella di Adamo. Gli altri re crociati erano sepolti nella parte centrale della chiesa, lungo il corridoio del coro. Prima di quell'anno c'era un'altra salita al Calvario, ben visibile ancora oggi.

4. La Cappella di sant’ElenaCi si reca alla cappella di sant'Elena, nell'area della Basilica costantiniana. Questo luogo, anticamente, era fra il Calvario e la strada principale. Ci sono quattro colonne molto rustiche non di epoca crociata ma riutilizzate. I capitelli sono uguali a quelli dell'antica moschea di El Aqsa. I crociati hanno preso alcuni capitelli di quella moschea e li hanno posti qui. La cappella è dedicata a sant'Elena perché in questo luogo l'imperatrice ha ritrovato la croce di Gesù. Nel 327 la madre di Costantino venne pellegrina a Gerusalemme e fece cercare la croce di Cristo. Costantino fece cercare la tomba, Elena invece la croce. Le croci trovate furono tre. Un miracolo permise di comprendere quale fosse la croce autentica; furono trovati anche alcuni chiodi (uno è incastonato nella corona ferrea di Carlo Magno, conservata nel duomo di Monza; un altro è custodito nel catino dell'abside del duomo di Milano) e un pezzo del cartiglio in tre lingue (a Roma c'è qualche frammento nella chiesa di Santa Croce di Gerusalemme). La cappella (oggi di proprietà degli armeni che l'hanno restaurata negli anni '50) mostra ancora i muri costantiniani, molto massicci (da due a cinque metri di larghezza). La distanza fra i muri è di tredici metri, una misura notevole. Si nota pure che i muri antichi si interrompono al di sotto dell'attuale soffitto; ciò significa che il soffitto costantiniano (e il relativo pavimento dove oggi c'è il monastero del Sultano degli etiopi) era più basso.

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Scendendo ulteriormente nella cappella dell'Invenzione della Croce si vedono bene i tagli nella roccia dell'antica cava di pietra. Le pareti sono intonacate con materiale idraulico, il che fa pensare ad un uso del luogo come cisterna. Risalendo si osservano tre cappelle: la cappella degli Improperi, la cappella della Divisione delle vesti e la cappella di Longino. Sono di epoca crociata. Procedendo si giunge nei pressi della cosiddetta Prigione di Cristo. Prima di entrare nella piccola cappella si osserva che il luogo dove finiva la Basilica costantiniana è conosciuto. Sotto l'altare dei greci ortodossi sono stati trovati resti del triportico costantiniano. Si notano cinque colonne molto diverse dalle altre, più piccole, di fattura più grezza e unite da archi. Sono gli Archi della Vergine che ricordano le visite della Vergine Maria al Sepolcro. I crociati hanno lasciato queste colonne che custodivano una memoria importante. La parete di nord è costantiniana e si notano i fori per l'aggancio dei marmi policromi e gli archetti di scarico. Entrando nella Prigione di Cristo (di proprietà dei greci ortodossi ma rivendicata dai latini) si ricorda una tradizione che vorrebbe qui Gesù incatenato prima di essere ucciso. Interessante è il pavimento costantiniano, l'unico ancora calpestabile.

5. La rotonda dell’AnastasisSpostandosi verso la rotonda dell'Anastasis si nota la struttura costantiniana. C'erano ben otto porte di accesso alla Rotonda e molte finestre per dare luce. Salendo alla galleria si vedono ancora le strutture costantiniane. Anticamente c'erano 12 colonne e 6 pilastri. Le due colonne vicine all'altare di santa Maria Maddalena mostrano un'evidente sproporzione (sono rifatte ma uguali a quelle originarie). Sono troppo tozze per essere adatte al luogo. Tuttavia si nota che una ha l'astragalo, l'altra no. Forse era un'unica colonna poi tagliata. Lo studioso Coüasnon ha ipotizzato che queste colonne fossero state costruire appositamente da Costantino; Corbo parla invece di riutilizzo. Si vedono ancora bene le stanze dei sacrestani del Santo Sepolcro. Ci fu un progetto di abbatterle per dare alla Basilica il suo aspetto originario; tale progetto fu però abbandonato. Si entra infine nella cappella dei Siriani (la proprietà di tale cappella è discussa perché gli armeni la rivendicano). Al di sopra della volta schiacciata c'è una stanza armena con un ampia finestra che guarda in un giardino dei greci ortodossi. La cosa più interessante è la cosiddetta Tomba di Giuseppe d'Arimatea, una tipica tomba a forno dell'epoca di Cristo. Tombe così sono molto numerose a Gerusalemme mentre sono meno diffuse le tombe ad arcosolio (come doveva essere quella di Cristo, ma la cosa è discussa). Le sepolture in questo luogo non sono solo nei fornetti ma pure nei pavimenti. Questo dato è strano e può essere un indizio dell'importanza del luogo; tuttavia non ci sono dati letterari a riguardo.

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Basilica del Santo SepolcroGerusalemme

Roccia del mio cuoreè Dio

Santa Messa e Unzione degli Infermi a Santina

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Festa della Madonna del RosarioDomenica, 7 Ottobre 2007

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RITI DI INTRODUZIONE

1. Il Celebrante e i Ministri si avviano all’Altare, rivestiti dei paramenti di colore bianco, mentre il coro e l’assemblea cantano il canto di ingresso

Il Celebrante quindi saluta l’assemblea:

Nel nome del Padree del Figlioe dello Spirito Santo.R/. Amen.

La grazia del Signore nostro Gesù Cristo,nato dalla Vergine Maria,l’amore di Dio Padree la comunione dello Spirito Santosia con tutti voi.

R/. E con il tuo spirito.

Quindi introduce la celebrazione e l’atto penitenziale. Può farlo con queste parole o altre simili:

Il Signore Gesù ha rivelatola presenza del Regno di Dio in mezzo agli uominicon i segni prodigiosiche accompagnavano la sua parola.

La Chiesa intera esultaper il dono dello Spirito effuso su ciascuno dei suoi figliattraverso i sacramenti.

Anche noi, raccolti per rendere grazie al Signoreinsieme con la nostra sorella Santina,sperimentiamo la bellezza della graziache rifulge nella nostra debolezza.

Per celebrare degnamente questa solenne azione di grazie,chiediamo perdono dei nostri peccati.

Breve pausa di silenzio.

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Poi il celebrante presenta le invocazioni:

Signore, luce splendente nelle tenebre,che illumini ogni uomo,abbi pietà di noi. R/. Signore, pietà.

Cristo, Figlio primogenito del Padre,nato da donna, nato sotto la leggeper riscattare l’uomo da ogni schiavitù,abbi pietà di noi.R/. Cristo, pietà.

Signore, irradiazione della gloria divina,che purifichi l’uomo dal peccato, abbi pietà di noi.R/. Signore, pietà.

Il celebrante conclude:

Dio onnipotente abbia misericordia di noi,perdoni i nostri peccatie ci conduca alla vita eterna.

R/. Amen.

Poi si canta o si proclama l’inno Gloria a Dio nell’alto dei cieli

COLLETTA

Preghiamo.

O Padre, che in questo santissimo luogo, per mezzo del tuo unico Figlio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eterna, concedi a noi, che celebriamo il memoriale della Pasqua di risurrezione, di essere rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere alla luce del Signore risorto. Egli è Dio e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.di infinita grandezza,

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R/. Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

PRIMA LETTURA

Dagli Atti degli Apostoli(10,34a.37-43)In quei giorni Pietro prese la parola e disse: «Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che apparisse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi, che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunziare al popolo e di attestare che egli è il giudice dei vivi e dei morti costituito da Dio. Tutti i profeti gli rendono questa testimonianza: chiunque crede in lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome». Parola di Dio.

Parola di Dio.

R/. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE dal Salmo 137

R/. Cantiamo al Signore davanti ai suoi angeli.

Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:hai ascoltato le parole della mia bocca.A te voglio cantare davanti agli angeli,mi prostro verso il tuo tempio santo. R/.

Rendo grazie al tuo nomeper la tua fedeltà e la tua misericordia:hai reso la tua promessa più grande di ogni fama.Nel giorno in cui t’ho invocato, mi hai risposto,hai accresciuto in me la forza. R/.

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Ti loderanno, Signore, tutti i re della terraquando udranno le parole della tua bocca.Canteranno le vie del Signore,perché grande è la gloria del Signore. R/.

Il Signore completerà per me l’opera sua.Signore, la tua bontà dura per sempre:non abbandonare l’opera delle tue mani. R/.

SECONDA LETTURA

Dalla lettera di san Giacomo apostolo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi (3,1-4)Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio! Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria.

Parola di Dio.

R/. Rendiamo grazie a Dio.

CANTO AL VANGELO

R/. Alleluia, alleluia.Cristo, nostra Pasqua, è immolato: facciamo festa nel Signoree il vostro frutto sia duraturo.R/. Alleluia.

VANGELO

Dal Vangelo secondo Luca.5, 1-11

Dal Vangelo secondo Giovanni(20,1-8)Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand’era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon

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Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.

Parola del Signore.

R/. Lode a te, o Cristo.

OMELIA

LITURGIA DELL’UNZIONE

PREGHIERA LITANICA E IMPOSIZIONE DELLE MANI

2. Il celebrante, dalla sede, rivolto verso il popolo dice:

Fratelli, rivolgiamo al Signore la preghiera della fedeper la nostra sorella Santinae per tutti coloro che li curano e li assistono.

Il diacono:

Preghiamo insieme dicendo: Ascoltaci, Signore.

R/. Ascoltaci, Signore.

- Perché il Signore benedica e protegga Santina,preghiamo.

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R/. Ascoltaci, Signore.

- Perché doni alla Cara Ssntina forza e salute,preghiamo.

R/. Ascoltaci, Signore.

- Perché lenisca le sue sofferenze,preghiamo.

R/. Ascoltaci, Signore.

- Perché la liberi dal peccato e da ogni tentazione,preghiamo.

R/. Ascoltaci, Signore.

- Perché tutti i malati sentano il conforto della sua grazia,preghiamo.

R/. Ascoltaci, Signore.

- Perché la sua benedizione accompagni quanti assistono gli infermi,preghiamo.

R/. Ascoltaci, Signore.

- Perché questa inferma Santina mediante la sacra Unzionecon l’imposizione delle mani ottenga vita e salvezza, preghiamo.

R/. Ascoltaci, Signore.

Il celebrante quindi impone le mani sul capo di Santina senza dire nulla. Tutti rimangono in piedi .

Si può restare in silenzio o cantare un canto allo Spirito Santo

BENEDIZIONE DELL’OLIO

3. Viene presentato al celebrante l’Olio. Quindi, lo stesso celebrante, dalla sede recita la preghiera di benedizione

Preghiamo.

O Dio, Padre di ogni consolazione,che per mezzo del tuo Figliohai voluto recare sollievo alle sofferenze degli infermi,

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ascolta la preghiera della nostra fede:manda dal cielo il tuo Santo Spirito Paraclitosu questo olio che ci viene dal frutto dell’olivoper nutrimento e sollievo del nostro corpo;effondi la tua santa benedizione,perché quanti riceveranno l’unzione di questo olioottengano conforto nel corpo, nell’anima e nello spirito, e siano liberi da ogni dolore,da ogni debolezza, da ogni sofferenza.Sia un olio santo da te benedetto per noi,nel nome del nostro Signore Gesù Cristo,che vive e regna con te per tutti i secoli dei secoli.

R/. Amen.

SACRA UNZIONE

4. Il sacerdote unge Santina sulla fronte e sulle mani con l’Olio santo, dicendo:

Per questa santa Unzionee per la sua piissima misericordiati aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo.

R/. Amen.

E, liberandoti dai peccati, ti salvie nella sua bontà ti sollevi.

R/. Amen.

Nel frattempo il coro e l’assemblea cantano un canto adatto al momento , oppure:

R/. Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla.

1. Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla;in pascoli erbosi mi fa riposare,ad acque tranquille mi conduce,mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino. R/.

2. Se dovessi camminare in una valle oscura,

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non temerei alcun male,perché sei con me;il tuo bastone, il tuo vincastro mi danno sicurezza. R/.

3. Per me tu prepari una mensa d’amoresotto gli occhi dei miei nemici,cospargi di olio il mio capoil mio calice trabocca. R/.

4. Felicità e grazia mi saranno compagneper tutti i giorni della mia vitae abiterò nella casa del Signoreper lunghissimi anni. R/.

Terminata l’unzione, il sacerdote lava le mani.

PREGHIERA DEI FEDELI

5 Il sacerdote dalla sede guida la preghiera dei fedeli:

Fratelli e sorelle,rivolgiamo la nostra preghiera al Padre che è nei cieli,per intercessione di Maria,perché rivolga il suo sguardo di misericordia su tutti noie doni un segno di benevolenzaalle membra sofferenti del Corpo mistico di Cristoe a quanti, per amore di Dio,si dedicano al loro sollievo corporale e spirituale.

Preghiamo insieme e diciamo:R/. Ascolta, o Padre, la nostra supplica.

- O Padre, il cui unico Figlio ha preso su di sé la povertà e la debolezza di tutti gli uomini, fa’ che la tua Chiesa sappia chinarsi su ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versarvi l’olio della consolazione e il vino della speranza. R/.

- Tu che in ogni tempo susciti uomini e donne che per vocazione e professione dedicano la vita a

servizio dei malati nelle case e negli ospedali, fa’ che la Figlia di Santina Carolina e la Badante Olinda nel loro quotidiano impegno si ispirino all’esempio di Cristo, Maestro e Signore. R/.

  - Tu che nella passione del tuo Figlio ci hai rivelato il valore cristiano del patire, fa’ che non

manchi mai ad ogni infermo il conforto della Parola e dei Sacramenti nella fede. R/. 

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- Tu che conosci i tempi e i momenti della nostra vita, fa’ che, quando saremo visitati dalla prova e dal dolore, possiamo sperimentare la solidarietà di chi, per tua grazia, gode buona salute. R/.

- Tu che ci inviti a riscoprire il nostro volto di fratelli e sorelle intorno all’unica mensa del Corpo e Sangue del tuo Figlio, affretta il giorno in cui sarà asciugata ogni lacrima e potremo finalmente sederci a tavola con te nella pace ritrovata. R/.

- Per tutti coloro che in questi anni di prova e sofferenza di Santina si sono prodigati nell’assistenza: medici, infermieri, parenti amici: il Signore li ricompensi per il bene fatto R/.

- Per tutti i monasteri di Clausura che con la preghiera accompagnano questo viaggio, noi ti preghiamo R/.

- Per tutte le opere di beneficenza che Santina ha realizzato attraverso il suo dolore offerto e la sua preghiera, in particolare per la prossima missione in Uzbekistan del Dottor Ferrazzi e del Dottor Lorini noi ti preghiamo R/.

Il celebrante conclude dicendo:Dio nostro Padre,che alla scuola del Cristo tuo Figlioci hai rivelato la speranza che germoglia dalla croce,ascolta le nostre supplichee donaci di accogliere con gioia la parola di vitae di metterla in pratica con impegnosull’esempio di Maria, la Madre del tuo Figlio.Egli vive e regna con te, per tutti i secoli dei secoli.

R/. Amen.

Tutti siedono.

LITURGIA EUCARISTICA

6 Vengono portati i doni all’altare, mentre si esegue il canto d’offertorio adatto.

C. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo: dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo pane, frutto della terra e del lavoro dell'uomo;lo presentiamo a te, perché diventi per noi cibo di vita eterna.Benedetto nei secoli il Signore.

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C. Benedetto sei tu, Signore, Dio dell'universo:dalla tua bontà abbiamo ricevuto questo vino, frutto della terra, e del lavoro dell'uomo;lo presentiamo a te, perché diventi per noi bevanda di salvezza.Benedetto nei secoli il Signore.

C. Pregate, fratelli, perché il mio e vostro sacrificio sia gradito a Dio, Padre onnipotente.

ORAZIONE SULLE OFFERTE

Esultanti di gioia pasquale ti offriamo, Signore, questo sacrificio, nel quale mirabilmente nasce e si edifica sempre la tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore.

R/. Amen.

PREGHIERA EUCARISTICA V/cGESU’ MODELLO DI AMORE

7. Il sacerdote intona il prefazio:

Il Signore sia con voi.

R/. E con il tuo spirito.

In alto i nostri cuori.

R/. Sono rivolti al Signore.

Rendiamo grazie al Signore nostro Dio.

R/. È cosa buona e giusta.

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E’ veramente giusto renderti grazie, Dio grande e misericordioso, che hai creato il mondo e lo custodisci con immenso amore. Tu vegli come Padre su tutte le creature e riunisci in una sola famiglia gli uomini creati per la gloria del tuo nome, redenti dalla croce del tuo Figlio, segnati dal sigillo dello Spirito. Il Cristo, tua Parola vivente, è la via che ci guida a te, la verità che ci fa liberi, la vita che ci riempie di gioia. Per mezzo di lui innalziamo a te l'inno di grazie per questi doni della tua benevolenza e con l'assemblea degli angeli e dei santi proclamiamo cantando la tua lode

Santo, Santo, Santo…

Il sacerdote, con le braccia allargate, dice:

Ti glorifichiamo, Padre santo: tu ci sostieni sempre nel nostro cammino soprattutto in quest'ora in cui il Cristo, tuo Figlio, ci raduna per la santa cena. Egli, come ai discepoli di Emmaus, ci svela il senso delle Scritture e spezza il pane per noi.

dispone le mani sulle offerte:

Ti preghiamo, Padre onnipotente, manda il tuo Spirito su questo pane e su questo vino, perché il tuo Figlio sia presente in mezzo a noi con il suo corpo e il suo sangue.

La vigilia della sua passione, mentre cenava con loro, prese il pane e rese grazie, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

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Prendete, e mangiatene tutti:questo è il mio corpoofferto in sacrificio per voi.

Presenta al popolo l’ostia consacrata, la depone sulla patena e genuflette in adorazione.

Allo stesso modo, prese il calice del vino e rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli, e disse:

Prendete, e bevetene tutti:questo è il calice del mio sangueper la nuova ed eterna alleanza,versato per voi e per tuttiin remissione dei peccati.Fate questo in memoria di me.

Presenta al popolo il calice, lo depone sul corporale e genuflette in adorazione.Poi dice:

Mistero della fede.

Il popolo risponde:

Annunziamo la tua morte, Signore,proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta.

Poi il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue:

Celebrando il memoriale della nostra riconciliazione, annunziamo, o Padre, l'opera del tuo amore. Con la passione e la croce hai fatto entrare nella gloria della risurrezione il Cristo, tuo Figlio, e lo hai chiamato alla tua destra, re immortale dei secoli e Signore dell'universo. Guarda, Padre santo, questa offerta: è Cristo che si dona con il suo corpo e il suo sangue, e con il suo sacrificio apre a noi il cammino verso di te. Dio, Padre di misericordia, donaci lo Spirito dell'amore, lo Spirito del tuo Figlio.

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C 1 Fortifica il tuo popolo con il pane della vita e il calice della salvezza, rendici perfetti nella fede e nell’amore in comunione con il Papa Benedetto XVIe il nostro Patriarca Michele Donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli, infondi in noi la luce della tua parola per confortare gli affaticati e gli oppressi: fa' che ci impegniamo lealmente al servizio dei poveri e dei sofferenti. La Tua chiesa sia testimone viva di verità e di libertà, di giustizia e di pace, perché tutti gli uomini si aprano alla speranza di un mondo nuovo.

Si fa il ricordo proprio:

Ricordati dei nostri fratelli e sorelle,segnati con la santa Unzione:unisci le loro sofferenze alla beata passione del tuo Figlio crocifisso e risorto,perché abbiano sollievo nel corpo e consolazione nello spirito.

Sempre con le braccia allargate, prosegue:

C 2 Ricordati anche dei nostri fratelli che sono morti nella pace del tuo Cristo, del nostro fratello Egidioe di tutti i defunti dei quali tu solo hai conosciuto la fede: ammettili a godere la luce del tuo volto e la pienezza di vita nella risurrezione. Concedi anche a noi, al termine di questo pellegrinaggio, di giungere alla dimora eterna, dove tu ci attendi. In comunione con la beata Vergine Maria, con gli Apostoli e i martiri, e tutti i santi, innalziamo a te la nostra lode nel Cristo, tuo Figlio e nostro Signore.

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Prende sia la patena con l’ostia, sia il calice, ed elevandoli insieme, dice:

Per Cristo, con Cristo e in Cristo,a te, Dio Padre onnipotente,nell’unità dello Spirito Santo,ogni onore e gloriaper tutti i secoli.

R/. Amen.

RITI DI COMUNIONE

Il sacerdote, con le braccia allargate, prosegue:

Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

Padre nostro, che sei nei cieli,sia santificato il tuo nome,venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiticome noi li rimettiamo ai nostri debitori,e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni; e con l'aiuto della tua misericordia, vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza, e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo.

Il popolo risponde:

R/. Tuo é il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

C. Signore Gesù Cristo, che hai detto ai tuoi apostoli: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace", non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa,

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e donale unita e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Il popolo risponde:

R/. Amen

C. La pace del Signore sia sempre con voi.

Il popolo risponde:

R/. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

Il sacerdote dice sottovoce:

Signore Gesù Cristo, figlio di Dio vivo, che per volontà del Padre e con l’opera dello Spirito Santo morendo hai dato la vita al mondo, per il Santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, liberami da ogni colpa e da ogni male, fa che sia sempre fedele alla tua legge e non sia mai separato da Te.  

Il sacerdote presenta l’ostia consacrata e dice:

Beati gli invitati alla Cena del Signore.Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

Il popolo risponde:

R/. O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa: ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.

Mentre i fedeli ricevono la comunione, si canta un canto di comunione. Santina riceve la Santa Comunione sotto le due specie del pane e del vino

Si recita in latino il Te Deum

Dalla sala di terapia intensiva dell’Ospedale Maggiore di Bergamo, con molti sforzi e fatiche siamo giunti qui a Gerusalemme con Santina per sciogliere oggi il voto al Santo Sepolcro, la Chiesa nella quale è custodita la Roccia del cuore di ogni Cristiano, la pietra della Risurrezione. Con il cuore colmo di gioia oggi diciamo con forza che solo Dio è la Roccia del nostro cuore e come gli antichi pellegrini, che qui giungevano, vogliamo innalzare l’inno del Te Deum mentre chiediamo al Risorto di farci tornare incolumi a casa per benedirlo tutti i giorni della nostra vita..

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TE   DEUM    Te Deum laudámus: * te Dóminum confitémur. Te ætérnum Patrem, * omnis terra venerátur. Tibi omnes ángeli, *      tibi cæli et univérsæ potestátes: tibi chérubim et séraphim *      incessábili voce proclamant:   Sanctus, * Sanctus, * Sanctus * Dóminus Deus Sábaoth. Pleni sunt cæli et terra * maiestátis glóriæ tuae. Te gloriósus * Apostolórum chorus, te prophetárum * laudábilis númerus, te mártyrum candidátus * laudat exércitus. Te per orbem terrárum *      sancta confitétur Ecclésia, Patrem * imménsæ maiestátis; venerándum tuum verum * et únicum Fílium; Sanctum quoque * Paráclitum Spíritum.   Tu rex glóriæ, * Christe. Tu Patris * sempitérnus es Filius. Tu, ad liberándum susceptúrus hóminem, * non horruísti Virginis úterum. Tu, devícto mortis acúleo, *      aperuísti credéntibus regna cælórum. Tu ad déxteram Dei sedes, * in glória Patris. Iudex créderis * esse ventúrus. Te ergo, quæsumus, tuis fámulis súbveni, * quos pretióso sánguine redemísti. Ætérna fac cum sanctis tuis * in glória numerári.   Salvum fac pópulum tuum, Dómine, *      et bénedic hereditáti tuæ. Et rege eos, * et extólle illos usque in ætérnum. Per síngulos dies * benedícimus te; et laudámus nomen tuum in sæculum, * et in sæculum sæculi. Dignáre, Dómine, die isto *      sine peccáto nos custodíre. Miserére nostri, Dómine, * miserére nostri. Fiat misericórdia tua, Dómine, super nos, *      quemádmodum sperávimus in te. In te, Dómine, sperávi: *      non confúndar in ætérnum.

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RITI DI CONCLUSIONE

ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE

Preghiamo.Proteggi sempre la tua Chiesa, Dio onnipotente, con l'inesauribile forza del tuo amore, perché rinnovata dai sacramenti pasquali, giunga alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore.

R/. Amen.

BENEDIZIONE SOLENNE

10. Il diacono esorta i fedeli:

Inchinatevi per la benedizione.

Il sacerdote, stendendo le mani sui presenti, dice:

Concedi ai tuoi fedeli, Signore,l’abbondanza dei tuoi doni:la salute del corpo e dello spirito, la concordia fraterna e la pace,la gioia di servirti nella santa Chiesa.Per Cristo nostro Signore.

R/. Amen.

E la benedizione di Dio onnipotente,Padre e Figlio e Spirito Santo,discenda su di voi e con voi rimanga sempre.

R/. Amen.

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La gioia del Signore sia la nostra forza. Andate in pace.

R/. Rendiamo grazie a Dio.

L’assemblea si scioglie lodando e benedicendo Dio mentre si esegue un canto finale.

III. LITURGIA DELLE ORE 7 OTTOBRE 2007 TEMPO: ORDINARIO XXVII SETTIMANA DOMENICA TERZA SETTIMANA DEL SALTERIO

INVITATORIOVersetto V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Venite, esultiamo al Signore, acclamiamo il Dio che ci salva SALMO 94 - Invito a lodare Dio Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest'oggi» (Eb 3,13) Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.) Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dei. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra. (Ant.) Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,* il gregge che egli conduce. (Ant.) Ascoltate oggi la sua voce: + «Non indurite il cuore, * come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: + mi misero alla prova * pur avendo visto le mie opere. (Ant.) Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione + e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo».(Ant.) Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.)

UFFICIO DELLE LETTUREIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Inno Splende nel giorno ottavo l'era nuova del mondo, consacrata da Cristo, primizia dei risorti. O Gesù, re di gloria, unisci i tuoi fedeli al trionfo pasquale sul male e sulla morte. Fa' che un giorno veniamo incontro a te, Signore, sulle nubi del cielo nel regno dei beati. Trasformati a tua immagine, noi vedremo il tuo volto; e sarà gioia piena nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Ogni giorno ti lodo e benedico, alleluia. 1° Salmo SALMO 144, 1-9 Lode alla Maestà divina O Dio, mio re, voglio esaltarti * e benedire il tuo nome in eterno e per sempre. Ti voglio benedire ogni giorno, * lodare il tuo nome in eterno e per sempre. Grande è il Signore * e degno di ogni lode, la sua grandezza * non si può misurare. Una generazione narra all'altra le tue opere, * annunzia le tue meraviglie. Proclamano lo splendore della tua gloria * e raccontano i tuoi prodigi. Dicono la stupenda tua potenza * e parlano della tua grandezza. Diffondono il ricordo della tua bontà immensa, * acclamano la tua giustizia. Paziente e misericordioso è il Signore, * lento all'ira e ricco di grazia. Buono è il Signore verso tutti, * la sua tenerezza si espande su tutte le creature. 1^ Antifona Ogni

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giorno ti lodo e benedico, alleluia. 2^ Antifona Il tuo regno è regno di tutti i secoli, alleluia. 2° Salmo SALMO 144, 10-13 Lode alla Maestà divina Ti lodino, Signore, tutte le tue opere * e ti benedicano i tuoi fedeli. Dicano la gloria del tuo regno * e parlino della tua potenza, per manifestare agli uomini i tuoi prodigi * e la splendida gloria del tuo regno. Il tuo regno è regno di tutti i secoli, * il tuo dominio si estende ad ogni generazione. 2^ Antifona Il tuo regno è regno di tutti i secoli, alleluia. 3^ Antifona Fedeltà in tutte le parole del Signore, amore in tutte le sue opere, alleluia. 3° Salmo SALMO 144, 14-21 Lode alla Maestà divina Fedele é il Signore in tutte le sue parole, * santo in tutte le sue opere. Il Signore sostiene quelli che vacillano * e rialza chiunque è caduto. Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa * e tu provvedi loro il cibo a suo tempo. Tu apri la tua mano * e sazi la fame di ogni vivente. Giusto è il Signore in tutte le sue vie, * santo in tutte le sue opere. Il Signore è vicino a quanti lo invocano, * a quanti lo cercano con cuore sincero. Appaga il desiderio di quelli che lo temono, * ascolta il loro grido e li salva. Il Signore protegge quanti lo amano, * ma disperde tutti gli empi. Canti la mia bocca * la lode del Signore. Ogni vivente benedica il suo nome santo, * in eterno e sempre. 3^ Antifona Fedeltà in tutte le parole del Signore, amore in tutte le sue opere, alleluia. Prima Lettura V. Ascolta, figlio, le mia parole, R. porgi l'orecchio al mio discorso. Dalla prima lettera a Timoteo di san Paolo, apostolo 1, 1-20 Paolo, apostolo di Cristo Gesù, per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza, a Timòteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro. Partendo per la Macedonia, ti raccomandai di rimanere in E`feso, perché tu invitassi alcuni a non insegnare dottrine diverse e a non badare più a favole e a genealogie interminabili, che servono più a vane discussioni che al disegno divino manifestato nella fede. Il fine di questo richiamo è però la carità, che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. Proprio deviando da questa linea, alcuni si sono volti a fatue verbosità, pretendendo di essere dottori della legge mentre non capiscono né quello che dicono, né alcuna di quelle cose che dànno per sicure. Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente; sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini, i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina, secondo il vangelo della gloria del beato Dio che mi è stato affidato. Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al mistero: io che per l'innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù. Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna. Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen. Questo è l'avvertimento che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie che sono state fatte a tuo riguardo, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l'hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede; tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a satana perché imparino a non più bestemmiare. Responsorio Prima Lettura 1 Tm 1, 14. 15; Rm 3, 23 R. La grazia del Signore nostro ha sovrabbondato, insieme alla fede e alla carità. * Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori. V. Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio. R. Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori. Seconda Lettura Dalla «Regola pastorale» di san Gregorio Magno, papa (Lib. 2, 4 PL 77, 30-31) Il pastore sia accorto nel tacere, tempestivo nel parlare Il pastore sia accorto nel tacere e tempestivo nel parlare, per non dire ciò ch`è doveroso tacere e non passare sotto silenzio ciò che deve essere svelato. Un discorso imprudente trascina nell`errore, così un silenzio inopportuno lascia in una condizione falsa coloro che potevano evitarla. Spesso i pastori malaccorti, per paura di perdere il favore degli

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uomini, non osano dire liberamente ciò ch`è giusto e, al dire di Cristo ch`è la verità, non attendono più alla custodia del gregge con amore di pastori, ma come mercenari. Fuggono all`arrivo del lupo, nascondendosi nel silenzio. Il Signore li rimprovera per mezzo del Profeta, dicendo: «Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare» (Is 56, 10), e fa udire ancora il suo lamento: «Voi non siate saliti sulle brecce e non avete costruito alcun baluardo in difesa degli Israeliti, perché potessero resistere al combattimento nel giorno del Signore» (Ez 13, 5). Salire sulle brecce significa opporsi ai potenti di questo mondo con libertà di parola per la difesa del gregge. Resistere al combattimento nel giorno del Signore vuol dire far fronte, per amor di giustizia, alla guerra dei malvagi. Cos`è infatti per un pastore la paura di dire la verità, se non un voltar le spalle al nemico con il suo silenzio? Se invece si batte per la difesa del gregge, costruisce contro i nemici un baluardo per la casa d`Israele. Per questo al popolo che ricadeva nuovamente nell`infedeltà fu detto: «I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità, per cambiare la tua sorte» (Lam 2, 14). Nella Sacra Scrittura col nome di profeti son chiamati talvolta quei maestri che, mentre fanno vedere la caducità delle cose presenti, manifestano quelle future. La parola di Dio li rimprovera di vedere cose false, perché, per timore di riprendere le colpe, lusingano invano i colpevoli con le promesse di sicurezza, e non svelano l`iniquità dei peccatori, ai quali mai rivolgono una parola di riprensione. Il rimprovero è una chiave. Apre infatti la coscienza a vedere la colpa, che spesso è ignorata anche da quello che l`ha commessa. Per questo Paolo dice: «Perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare coloro che contraddicono» (Tt 1, 9). E anche il profeta Malachia asserisce: «Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l`istruzione, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti» (Ml 2, 7). Per questo il Signore ammonisce per bocca di Isaia: «Grida a squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce» (Is 58, 1). Chiunque accede al sacerdozio si assume l`incarico di araldo, e avanza gridando prima dell`arrivo del giudice, che lo seguirà con aspetto terribile. Ma se il sacerdote non sa compiere il ministero della predicazione, egli, araldo muto qual`è , come farà sentire la sua voce? Per questo lo Spirito Santo si posò sui primi pastori sotto forma di lingue, e rese subito capaci di annunziarlo coloro che egli aveva riempito. Responsorio Seconda Lettura Sal 50, 15. 16-17 R. Insegnerò agli erranti le tue vie, e i peccatori a te ritorneranno; * la mia lingua esalterà la tua giustizia. V. Signore, apri le mie labbra, e la mia bocca proclami la tua lode; R. la mia lingua esalterà la tua giustizia. Te Deum INNO TE DEUM Noi ti lodiamo, Dio * ti proclamiamo Signore. O eterno Padre, * tutta la terra ti adora. A te cantano gli angeli * e tutte le potenze dei cieli: Santo, Santo, Santo * il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra * sono pieni della tua gloria. Ti acclama il coro degli apostoli * e la candida schiera dei martiri; le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; * la santa Chiesa proclama la tua gloria, adora il tuo unico figlio, * e lo Spirito Santo Paraclito. O Cristo, re della gloria, * eterno Figlio del Padre, tu nascesti dalla Vergine Madre * per la salvezza dell'uomo. Vincitore della morte, * hai aperto ai credenti il regno dei cieli. Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. * Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi. Soccorri i tuoi figli, Signore, * che hai redento col tuo sangue prezioso. Accoglici nella tua gloria * nell'assemblea dei santi. [*] Salva il tuo popolo, Signore, * guida e proteggi i tuoi figli. Ogni giorno ti benediciamo, * lodiamo il tuo nome per sempre. Degnati oggi, Signore, * di custodirci senza peccato. Sia sempre con noi la tua misericordia: * in te abbiamo sperato. Pietà di noi, Signore, * pietà di noi. Tu sei la nostra speranza, * non saremo confusi in eterno. [*] Quest'ultima parte dell'inno si può omettere. Preghiamo Orazione O Dio, fronte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore. R. Amen Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

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LODIInno O giorno primo ed ultimo, giorno radioso e splendido del trionfo di Cristo! Il Signore risorto promulga per i secoli l'editto della pace. Pace fra cielo e terra, pace fra tutti i popoli, pace nei nostri cuori. L'alleluia pasquale risuoni nella Chiesa pellegrina nel mondo; e si unisca alla lode, armoniosa e perenne, dell'assemblea dei santi. A te la gloria, o Cristo, la potenza e l'onore nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Grande Il Signore nell'alto dei cieli, alleluia. 1° Salmo SALMO 92 Esaltazione della potenza di Dio creatore Il Signore regna, si ammanta di splendore; + il Signore si riveste, si cinge di forza; * rende saldo il mondo, non sarà mai scosso. Saldo è il tuo trono fin dal principio, * da sempre tu sei. Alzano i fiumi, Signore, + alzano i fiumi la loro voce, * alzano i fiumi il loro fragore. Ma più potente delle voci di grandi acque, + più potente dei flutti del mare, * potente nell'alto è il Signore. Degni di fede sono i tuoi insegnamenti, + la santità si addice alla tua casa * per la durata dei giorni, Signore. 1^ Antifona Grande Il Signore nell'alto dei cieli, alleluia. 2^ Antifona Lode a te, Signore, e gloria nei secoli, alleluia. Cantico CANTICO Dn 3, 57-88.56 Ogni creatura lodi il Signore Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, * lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benedite, angeli del Signore, il Signore, * benedite, cieli, il Signore. Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il Signore, * benedite, potenze tutte del Signore, il Signore. Benedite, sole e luna, il Signore, * benedite, stelle del cielo, il Signore. Benedite, piogge e rugiade, il Signore. * benedite, o venti tutti, il Signore. Benedite, fuoco e calore, il Signore, * benedite, freddo e caldo, il Signore. Benedite, rugiada e brina, il Signore, * benedite, gelo e freddo, il Signore. Benedite, ghiacci e nevi, il Signore, * benedite, notti e giorni, il Signore. Benedite, luce e tenebre, il Signore, * benedite, folgori e nubi, il Signore. Benedica la terra il Signore, * lo lodi e lo esalti nei secoli. Benedite, monti e colline, il Signore, * benedite, creature tutte che germinate sulla terra, il Signore. Benedite, sorgenti, il Signore, * benedite, mari e fiumi, il Signore. Benedite, mostri marini e quanto si muove nell'acqua, il Signore, * benedite, uccelli tutti dell'aria, il Signore. Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore, * benedite, figli dell'uomo, il Signore. Benedica Israele il Signore, * lo lodi e lo esalti nei secoli. Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore, * benedite, o servi del Signore, il Signore. Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore, * benedite, pii e umili di cuore, il Signore. Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore, * lodatelo ed esaltatelo nei secoli. Benediciamo il Padre e il Figlio con lo Spirito Santo, * lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli. Benedetto sei tu, Signore, nel firmamento del cielo, * degno di lode e di gloria nei secoli. 2^ Antifona Lode a te, Signore, e gloria nei secoli, alleluia. 3^ Antifona Dall'alto dei cieli lodate il Signore, alleluia. Salmo di Lode SALMO 148 Glorificazione di Dio Signore e Creatore Lodate il Signore dai cieli, * lodatelo nell'alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti, suoi angeli, * lodatelo, voi tutte, sue schiere. Lodatelo, sole e luna, * lodatelo, voi tutte, fulgide stelle. Lodatelo, cieli dei cieli, * voi acque al di sopra dei cieli. Lodino tutti il nome del Signore, * perché egli disse e furono creati. Li ha stabiliti per sempre, * ha posto una legge che non passa. Lodate il Signore dalla terra, * mostri marini e voi tutti abissi, fuoco e grandine, neve e nebbia, * vento di bufera che obbedisce alla sua parola, monti e voi tutte, colline, * alberi da frutto e tutti voi, cedri, voi fiere e tutte le bestie, * rettili e uccelli alati. I re della terra e i popoli tutti, * i governanti e i giudici della terra, i giovani e le fanciulle, + i vecchi insieme ai bambini * lodino il nome del Signore: perché solo il suo nome è sublime, + la sua gloria risplende sulla terra e nei cieli. * Egli ha sollevato la potenza del suo popolo. E` canto di lode per tutti i suoi fedeli, * per i figli di Israele, popolo che egli ama. 3^ Antifona Dall'alto dei cieli lodate il Signore, alleluia. Lettura Breve Ez 37, 12b-14 Dice il Signore Dio: Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d'Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; saprete che io sono il Signore. L'ho detto e lo farò. Oracolo del Signore Dio. Responsorio Breve R. Cristo, Figlio del Dio vivo, * abbi pietà di noi. Cristo, Figlio del Dio vivo, abbi pietà di noi. V. Tu che siedi alla destra del

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Padre, * abbi pietà di noi. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Cristo, Figlio del Dio vivo, abbi pietà di noi. Antifona al Benedictus Anno A La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d'angolo per il nuovo tempio di Dio. Anno B Chi non accoglie il regno di Dio come un fanciullo, non entra nella casa del Padre. Anno C Custodisci il buon deposito della fede, con l'aiuto dello Spirito Santo, che abita in noi, alleluia. Cantico di Zaccaria CANTICO DI ZACCARIA (Lc 1, 68-79) Il Messia e il suo Precursore Benedetto il Signore Dio d'Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona al Benedictus Anno A La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d'angolo per il nuovo tempio di Dio. Anno B Chi non accoglie il regno di Dio come un fanciullo, non entra nella casa del Padre. Anno C Custodisci il buon deposito della fede, con l'aiuto dello Spirito Santo, che abita in noi, alleluia. Invocazioni Dio nostro Padre, ha mandato lo Spirito Santo, perché sia in noi sorgente inesauribile di luce. Animati da questa fede diciamo insieme: Illumina il tuo popolo, o Signore. Sii benedetto, o Dio, nostra vita, -- che nella tua bontà ci hai guidati all'alba di questo nuovo giorno. Tu, che hai illuminato il mondo con la risurrezione del tuo Figlio, -- diffondi la sua luce in tutti gli uomini mediante l'opera della Chiesa. Hai trasformato i discepoli del tuo Figlio con il fuoco della Pentecoste, -- manda ancora lo Spirito nella tua Chiesa, perché ti sia fedele. Luce delle genti, ricordati di quanti sono immersi nelle tenebre dell'errore, -- apri i loro occhi alla luce della fede, perché riconoscano in te l'unico vero Dio. Padre nostro. Preghiamo Orazione O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore, (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

ORA MEDIA SESTAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell'ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace. Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito, all'unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen. 1^ Antifona Nell'angoscia ho gridato al Signore, e mi ha esaudito, alleluia. 1° Salmo SALMO 117, 1-9 Canto di gioia e di vittoria Celebrate il Signore, perché è buono; * perché eterna è la sua misericordia. Dica Israele che egli è buono: * eterna è la sua misericordia. Lo dica la casa di Aronne: * eterna è la sua misericordia. Lo dica chi teme Dio: * eterna è la sua misericordia. Nell'angoscia ho gridato al Signore, * mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo. Il Signore è con me, non ho timore; * che cosa può farmi l'uomo? Il Signore è con me, è mio aiuto, * sfiderò i miei nemici. E` meglio rifugiarsi nel Signore * che confidare nell'uomo. E` meglio rifugiarsi nel Signore * che confidare nei potenti. 1^ Antifona

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Nell'angoscia ho gridato al Signore, e mi ha esaudito, alleluia. 2^ Antifona La destra del Signore ha fatto meraviglie, alleluia. 2° Salmo SALMO 117, 10-18 Canto di gioia e di vittoria Tutti i popoli mi hanno circondato, * ma nel nome del Signore li ho sconfitti. Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato, * ma nel nome del Signore li ho sconfitti. Mi hanno circondato come api, + come fuoco che divampa tra le spine, * ma nel nome del Signore li ho sconfitti. Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, * ma il Signore è stato mio aiuto. Mia forza e mio canto è il Signore, * egli è stato la mia salvezza. Grida di giubilo e di vittoria, * nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto meraviglie, + la destra del Signore si è alzata, * la destra del Signore ha fatto meraviglie. Non morirò, resterò in vita * e annunzierò le opere del Signore. Il Signore mi ha provato duramente, * ma non mi ha consegnato alla morte. 2^ Antifona La destra del Signore ha fatto meraviglie, alleluia. 3^ Antifona La pace di Cristo risplende sul mondo, alleluia. 3° Salmo SALMO 117, 19-29 Canto di gioia e di vittoria Apritemi le porte della giustizia: * entrerò a rendere grazie al Signore. E` questa la porta del Signore, * per essa entrano i giusti. Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito, perché sei stato la mia salvezza. La pietra scartata dai costruttori * è divenuta testata d'angolo; ecco l'opera del Signore: * una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno fatto dal Signore: * rallegriamoci ed esultiamo in esso. Dona, Signore, la tua salvezza, * dona, Signore, la vittoria! Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Vi benediciamo dalla casa del Signore; Dio, il Signore è nostra luce. + Ordinate il corteo con rami frondosi * fino ai lati dell'altare. Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, * sei il mio Dio e ti esalto. Celebrate il Signore, perché è buono: * eterna è la sua misericordia. 3^ Antifona La pace di Cristo risplende sul mondo, alleluia. Lettura Breve Rm 8, 22-23 Sappiamo bene che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l'adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. V. Anima mia, benedici il Signore: R. Egli ti salva dalla morte. Preghiamo Orazione O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

SECONDI VESPRIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno O Trinità beata, luce, sapienza, amore, vesti del tuo splendore il giorno che declina. Te lodiamo al mattino, te nel vespro imploriamo, te canteremo unanimi nel giorno che non muore. Amen. 1^ Antifona Dio ha detto a Cristo Signore: Siedi alla mia destra, alleluia. 1° Salmo SALMO 109, 1-5. 7 l Messia, re e sacerdote Oracolo del Signore al mio Signore: * «Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici * a sgabello dei tuoi piedi». Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: * «Domina in mezzo ai tuoi nemici. A te il principato nel giorno della tua potenza * tra santi splendori; dal seno dell'aurora, * come rugiada, io ti ho generato». Il Signore ha giurato e non si pente: * «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedek». Il Signore è alla tua destra, * annienterà i re nel giorno della sua ira. Lungo il cammino si disseta al torrente * e solleva alta la testa. 1^ Antifona Dio ha detto a Cristo Signore: Siedi alla mia destra, alleluia. 2^ Antifona Celebriamo il ricordo dei tuoi prodigi, e ti rendiamo grazie, Signore. 2° Salmo SALMO 110 Grandi le opere del Signore Renderò grazie al Signore con tutto il cuore, * nel consesso dei giusti e nell'assemblea. Grandi le opere del Signore, * le contemplino coloro che le amano. Le sue opere sono splendore di bellezza, * la sua giustizia dura per sempre. Ha lasciato un ricordo dei suoi prodigi: * pietà e tenerezza è il Signore. Egli dà il cibo a chi lo teme, * si ricorda sempre della sua alleanza. Mostrò al suo popolo la potenza delle sue opere, * gli diede l'eredità delle genti. Le opere delle sue mani sono verità e giustizia, * stabili sono tutti i suoi comandi, immutabili nei secoli, per sempre, * eseguiti con fedeltà e rettitudine. Mandò a liberare il suo popolo, * stabilì la sua alleanza

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per sempre. Santo e terribile il suo nome. * Principio della saggezza è il timore del Signore, saggio è colui che gli è fedele; * la lode del Signore è senza fine. 2^ Antifona Celebriamo il ricordo dei tuoi prodigi, e ti rendiamo grazie, Signore. 3^ Antifona Dio regna: a lui la gloria, alleluia, alleluia. Cantico CANTICO Ap 19, 1-7 Le nozze dell'Agnello Alleluia! Salvezza, gloria e potenza sono del nostro Dio; * veri e giusti sono i suoi giudizi. Alleluia. Lodate il nostro Dio, voi tutti suoi servi, * voi che lo temete, piccoli e grandi!. Alleluia. Ha preso possesso del suo regno il Signore, * il nostro Dio, l'Onnipotente. Alleluia. Rallegriamoci ed esultiamo, * rendiamo a lui gloria. Alleluia. Sono giunte le nozze dell'Agnello; * la sua sposa è pronta. 3^ Antifona Dio regna: a lui la gloria, alleluia, alleluia. Lettura breve 1 Pt 1, 3-5 Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi. Responsorio R. Benedetto sei tu, Signore, * nell'alto dei cieli. Benedetto sei tu, Signore, nell'alto dei cieli. V. A te la lode e la gloria nei secoli, * nell'alto dei cieli. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Benedetto sei tu, Signore, nell'alto dei cieli. Antifona al Magnificat Anno A I malvagi saranno perduti, e la vigna del Signore passerà ad altri, che rendano il frutto a suo tempo. Anno B Lasciate che i piccoli vengano a me: a loro appartiene il regno di Dio. Anno C Abbiamo fatto quanto dovevamo: Siamo soltanto i tuoi servi, Signore. Cantico della Beata Vergine CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55) Esultanza dell'anima nel Signore L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona al Magnificat Anno A I malvagi saranno perduti, e la vigna del Signore passerà ad altri, che rendano il frutto a suo tempo. Anno B Lasciate che i piccoli vengano a me: a loro appartiene il regno di Dio. Anno C Abbiamo fatto quanto dovevamo: Siamo soltanto i tuoi servi, Signore. Intercessioni Dio ha creato e redento il mondo e sempre, lo rinnova con l'azione del suo Spirito. Uniti in fraterna esultanza invochiamo la sua paterna misericordia: Rinnova, o Dio, i prodigi del tuo amore. Ti rendiamo grazie, Signore, perché riveli la tua potenza nella creazione, -- e manifesti la tua provvidenza nella storia dell'umanità. Nel nome del tuo Figlio, vincitore della morte e principe della pace, -- liberaci dal dubbio e dall'angoscia, perché ti serviamo sempre nella letizia e nell'amore. Assisti tutti coloro che amano la giustizia, -- perché cooperino lealmente a edificare il mondo nella pace. Soccorri gli oppressi, consola i miseri, libera i prigionieri, nutri gli affamati, rafforza i deboli, -- fa' risplendere in tutti la vittoria della croce. Tu, che hai glorificato il tuo Figlio dopo l'umiliazione della morte e della sepoltura, -- fa' che i defunti giungano con lui allo splendore della vita eterna. Padre nostro. Preghiamo Orazione O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

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COMPIETAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Esame di coscienza Inno Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode. Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen. Oppure: Gesù, luce da luce, sole senza tramonto, tu rischiari le tenebre nella notte del mondo. In te, santo Signore, noi cerchiamo il riposo dall'umana fatica, al termine del giorno. Se i nostri occhi si chiudono, veglia in te il nostro cuore; la tua mano protegga coloro che in te sperano. Difendi, o Salvatore, dalle insidie del male i figli che hai redenti col tuo sangue prezioso. A te sia gloria, o Cristo, nato da Maria Vergine, al Padre ed allo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Dimora all'ombra dell'Onnipotente: troverai rifugio dalle insidie del male. 1° Salmo SALMO 90 Beato chi si pone sotto la protezione dell'Altissimo Tu, che abiti al riparo dell'Altissimo * e dimori all'ombra dell'Onnipotente, dì al Signore: «Mio rifugio e mia fortezza, * mio Dio, in cui confido». Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, * dalla peste che distrugge. Ti coprirà con le sue penne, * sotto le sue ali troverai rifugio. La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; * non temerai i terrori della notte, né la freccia che vola di giorno, + la peste che vaga nelle tenebre, * lo sterminio che devasta a mezzogiorno. Mille cadranno al tuo fianco + e diecimila alla tua destra; * ma nulla ti potrà colpire. Solo che tu guardi, con i tuoi occhi * vedrai il castigo degli empi. Poiché tuo rifugio è il Signore * e hai fatto dell'Altissimo la tua dimora, non ti potrà colpire la sventura, * nessun colpo cadrà sulla tua tenda. Egli darà ordine ai suoi angeli * di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno * perché non inciampi nella pietra il tuo piede. Camminerai su aspidi e vipere, * schiaccerai leoni e draghi. Lo salverò, perché a me si è affidato; * lo esalterò, perché ha conosciuto il mio nome. Mi invocherà e gli darò risposta; + presso di lui sarò nella sventura, * lo salverò e lo renderò glorioso. Lo sazierò di lunghi giorni * e gli mostrerò la mia salvezza. 1^ Antifona Dimora all'ombra dell'Onnipotente: troverai rifugio dalle insidie del male. 2^ Antifona 2^ Antifona Lettura breve Ap 22, 4-5 Gli eletti vedranno la faccia del Signore e porteranno il suo nome sulla fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli. Responsorio R. Signore, * nelle tue mani affido il mio spirito. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. V. Dio di verità, tu mi hai redento: * nelle tue mani affido il mio spirito. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Cantico di Simeone CANTICO DI SIMEONE Lc 2, 29-32 Cristo, luce delle genti e gloria d'Israele Ora lascia, o Signore, che il tuo servo * vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, * preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti * e gloria del tuo popolo Israele. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Preghiamo Orazione Salga a te, o Padre, la nostra preghiera al termine di questo giorno, memoriale della risurrezione del Signore: la tua grazia ci conceda di riposare in pace, sicuri da ogni male, e di risvegliarci nella gioia, per cantare la tua lode. Per Cristo nostro Signore. Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. R. Amen O santa Madre del Redentore,porta dei cieli, stella di mare,soccorri il tuo popoloche anela a risorgere.Tu che, accogliendo il saluto dell'angelo,nello stupore di tutto il creato,

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hai generato il tuo Creatore,madre sempre vergine,pietà di noi peccatori.

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Lunedì, 8 Ottobre 2007

Io sono con te sempre

BETLEMME

כג ך ואני תמיד עמ

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La leggenda della composizione del Salmo 72-73

Parte Quinta

Riprendo a scrivere: Quando si agitava il mio cuore e nell’intimo mi tormentavo, io ero stolto e non capivo, davanti a te stavo come una bestia (vv.21-22). Tante preoccupazioni, invidie e gelosie stupide riempiono le poche giornate del nostro vivere e ci rendono privi di sapienza, come le bestie.

Preoccupazioni di lavoro, di denaro, di divertimenti sono totalmente inutili, come l’invidia dei potenti; mi rendono davvero una bestia! La paura della solitudine polverizza ogni mio progetto senza Dio e mi fa esplodere nella sicurezza che Lui prende in mano la mia vita.

La quiete della sera scende su Gerusalemme ed è ora della preghiera della sera al Tempio; i fogli di cartapecora sui quali scrivo lentamente si riempiono di nuove parole e strofe, come la seguente: Ma io sono con te per sempre: tu mi hai preso per la mano destra, mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella tua gloria (vv. 23-24). La mano destra è quella con la quale scrivo e con la quale compio ogni attività; proprio su quel polso si trova il sacro bracciale d’argento.

Esso sembra indicarmi che ogni azione che compio deve essere guidata da Dio. Un vecchio saggio – una volta Sommo Sacerdote al Tempio – in questi giorni mi dà suggerimenti in questi giorni di pace e quiete nel Signore. Il Consiglio divino deve guidare la mia vita nella certezza che il Signore è sempre con me e non confondere il Signore con nessun affetto terreno.

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I. NOTIZIE ARCHEOLOGICHE

L’incontro con Betlemme è suggestivo farlo di sera: dopo l’ultima curva all’estremo limite sud di Gerusalemme - passato il monastero di Mar Elias -, ti appare improvviso un presepio di luci tremolanti sullo sfondo intenso d’una notte stellata; Betlemme è lì tutta seminata sulla cresta d’un colle, a richiamarci quella notte di mistero in cui l’angelo annunciò ai pastori: "Gloria a Dio e pace agli uomini". Siamo a 777 mt. sul livello del mare, tra colline rocciose lavorate a terrazza che producono uva bianca pregiata (da cui i Salesiani traggono il vino "Cremisan"); la regione si chiama appunto "Efrata", fruttifera. Campi coltivati con cura riempiono i piccoli avvallamenti: sono i "campi di Booz", rievocati dal libro di Ruth. Verso est si rincorrono nel deserto ondulamenti più dolci, punteggiati da casette bianche e piccoli agglomerati raccolti attorno al minareto; dall’alto domina su tutto la mole dell’Herodion, la collina tutta artificiale a cono tronco che Erode volle come suo monumento funebre. In mezzo a questo lirico paesaggio attraversato ancor oggi da greggi e pastori in cerca di rifugio tra anfratti e grotte, riviviamo il nostro Natale, nel suo fatto storico e nel mistero che ci riguarda come salvezza.

BASILICA DELLA NATIVITA’Il primo ricordo biblico di Betlemme è legato a Rachele, la cui tomba (oggi sequestrata da Israele!) è posta proprio all’entrata della cittadina. Gen 35,16-20 ne ricorda la morte, alla nascita dell’ultimo figlio, Beniamino. Era la moglie amata da Giacobbe: nella tradizione profetica (Ger 31,15-20) sarà rievocata nei momenti più tristi del paese, quale madre di questa nazione tribolata. Lo farà anche Matteo (2,18) in occasione della strage degli innocenti. Ma Betlemme è la città di Davide, dove nasce e vive da pastorello e viene scelto da Dio tramite Samuele come nuovo re dopo Saul: 1Sam 16-17; patria alla quale si sentirà sempre legato, fino a desiderare ormai vecchio con nostalgia l’acqua della sua antica fontana (cf. 2Sam 23,15). E’ proprio da Betlemme allora che verrà il discendente di Davide, il Messia: "Il Signore dice: Betlemme-Efrata, tu sei una delle più piccole città della regione di Giuda. Ma da te uscirà colui che deve guidare il popolo d’Israele a nome mio. Le sue origini risalgono ai tempi più antichi" (Michea 5,1; cf. Mt 2,6). Siamo nell’anno 6 avanti l’era nostra (cristiana): Gesù nasce in questo villaggio, dove Maria e Giuseppe erano venuti per il censimento, fatto per etnie. Giuseppe era appunto discendente di Davide. Nasce in una grotta adibita ad abitazione (c'erano già grotte abitate in questa zona dal X secolo a.C.), come se ne usano ancora oggi tra gli arabi, certamente tra parenti, rifugio di notte anche di qualche animale domestico ("mangiatoia"). "Lo depose in una mangiatoia perché non c'era spazio nella stanza" può anche intendersi nel sottocasa, o in un angolo a parte, dove si tenevano le bestie: il katàlyma di Lc indica il soggiorno (non "albergo", come dicono le nostre traduzioni), che naturalmente per il censimento era già affollato di ospiti/parenti. Ancora oggi a Taiybe v'è un esemplare di casa con stalla sotto e abitazione sopra, il tutto entro la medesima porta. La grotta è lì ancora, sicura di una lunga documentazione storico-archeologica che risale a san Giustino, martire a metà del secondo secolo, palestinese di Nablus. Su di essa nel 135 Adriano vi costruì un tempietto al dio della fertilità Adone (Ep 58 di Girolamo), proprio forse per cancellare già un culto cristiano. Nel 215 è Origene a darcene conferma (come eco di una tradizione che risale all'antichissimo apocrifo Protovangelo di Giacomo, II secolo). Sant'Elena il 31 maggio 339 dedicò la prima chiesa (i cui mosaici sono visibili oggi nella navata centrale). Giustiniano nel 531 ne costruì una più grande e sontuosa, che è ancora

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quella che oggi visitiamo, risparmiata per miracolo da Cosroe II nel 614 perché vi trovò disegnati i Magi con vestiti persiani. Nel 386 vi si stabilisce san Girolamo, qui sepolto, tanto devoto a questa grotta (una delle tre "sacre grotte" ricordate già dallo storico Eusebio di Cesarea). Vi rimarrà per 36 anni in vita monastica (con Paola e la figlia Eustochio) a compiere una delle imprese più durature, la versione dai testi originali ebraici in latino della Bibbia, detta "Vulgata", testo ufficiale della Chiesa fino all’ultimo Concilio. La sua serietà scientifica è garanzia migliore d’autenticità per questa grotta; ora purtroppo tutta annerita dal fumo di incendi e protetta da fogli d’amianto. Al centro d’una piccola abside sta una stella d’argento: qui ci si inginocchia a baciare il punto in cui il Dio invisibile si fece carne e uomo visibile tra noi! Rispettata dagli Arabi musulmani perché intitolata alla "madre del profeta Gesù" (e perciò risparmiata da Hakim nel 1009), la basilica fu abbellita dai Crociati con mosaici sulle pareti che ricordano i primi sei Concili in cui la Chiesa era unita, con figure di antenati di Gesù, e più sopra di angeli; pure dei Crociati sono le colonne di marmo decorate e il tetto rifatto. Qui furono incoronati i re latini (Baldovino, anno 1100). Con l'arrivo dei Turchi ottomani i saccheggi divennero sistematici: molto marmo delle moschee di Gerusalemme proviene da qui. A fianco della grotta della natività vi sono altre grotte trasformate da Girolamo in abitazioni; ad esse si accede dalla chiesa latina di Santa Caterina che i Francescani (qui giunti nel 1347) costruirono il secolo scorso (1881) a fianco della basilica come parrocchiale cattolica. Assieme ai Greci-ortodossi che gestiscono tutta la grande basilica, e i Francescani che possono celebrare entro la grotta sul piccolo altare della “mangiatoia”, vi sono presenti anche gli Armeni e i Siriani (Siro-giacobiti). Entro il chiostro francescano si trova una "Casa nova" come ottimo luogo d’accoglienza per pellegrini. Dalla piazza si accede alla basilica ancor oggi attraverso una bassa porticina, fatta per evitare l’entrata a cavallo dei turchi ottomani. Monasteri come fortezze dominano questo sagrato di chiesa che dà direttamente sulla piazza centrale di Betlemme, dominata dal flessuoso minareto musulmano e .. da una grande voglia di gridare a tutti la propria autonomia ottenuta il 22 dicembre 1995. Ma una autonomia.. travagliata da altre invasioni! Betlemme è oggi rinchiusa dal muro che Israele sta costruendo a divisione ermetica con i Territori palestinesi. Oltre al check-point, per entrare in Betlemme v'è una autentica porta-confine di stato tra le mura alte 8 metri! La città conta 50 mila abitanti, tutti arabi palestinesi (i cristiani sono circa 12 mila), molto vivaci, e con una Università Cattolica sempre un po’ agitata da problemi politici. Nei negozi di Betlemme s’acquista di solito un presepio d’ulivo, della madreperla e la riproduzione simpatica di quel "Gesù Bambino" che il Patriarca la notte di Natale depone sulla stella della grotta e successivamente sotto l’altare della chiesa latina iniziando così le celebrazioni natalizie in tutto il mondo. Gli Ortodossi però celebrano il loro Natale la sera del 6 gennaio, a cui si unisce tutto il folklore della cittadina; seguono infatti ancora il Calendario Giuliano che il 4 ottobre 1582 papa Gregorio XIII adattò al ciclo solare (13 giorni), chiamato oggi Calendario Gregoriano. Nella parte esterna della città verso est e il deserto ci si immerge in un angolo ancora molto caratteristico, il paesaggio è rimasto.. "bucolico": si incontrano numerosi greggi, grotte e anfratti abitati, piccoli casolari bianchi chiusi da muretti di sasso, con sull'aia il frumento da battere col caratteristico legno, il pozzo domestico e.. sempre, in stagione, il contadino che conduce dietro l'asinello nero il suo aratro tipo "chiodo"...!

IL CAMPO DEI PASTORIE' il quartiere di Beth Sahur: in un ambiente sereno tra gli ulivi vi è dal IV secolo un luogo venerato (messo in luce dagli scavi di p. Corbo negli anni 1951-52), con monastero bizantino diroccato, ora proprietà dei Francescani, chiamato "Campo dei pastori". Una delle tante grotte, rifugio di pastori, qui è stata trasformata in luogo di culto, dove vi è riprodotto un ovile e un commovente presepio popolare. Sopra, una cappella recente (1954) a forma di tenda e coronata da cupoletta stellata e volo d’angeli, ci ricrea il clima ideale per la nostra celebrazione del Mistero. Ritornando a casa è necessario riprodurre ora il presepio "vero", cioè quello "storico", riprendendo esattamente questo

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ambiente rimasto tale e quale come quello del tempo di Gesù. In particolare non può mancare sul profilo delle colline di Betlemme la sagoma dell'Herodion, dimora del "don Rodrigo" della situazione, che ha avuto parte pesante nella vicenda dell'infanzia di Gesù. La visita a questa fortezza è comunque suggestiva: dall'alto si domina uno dei paesaggi più affascinanti su tutto il deserto.

Luca 2,1-16 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a dare il loro nome, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salí in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva dare il proprio nome insieme a Maria, sua promessa sposa, la quale era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato il Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia". E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: "Gloria a Dio nel piú alto dei cieli e sulla terra pace tra gli uomini, che egli ama". Appena gli angeli si furono allontanati per tornare in cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere". Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.

II. LITURGIA EUCARISTICA A BETLEMME

CollettaSignore, Dio onnipotente, che ci avvolgi della nuova luce del tuo Verbo fatto uomo, fa' che risplenda nelle nostre opere il mistero della fede che rifulge nel nostro spirito. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te nell'unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

Liturgia della Parola

Prima LetturaDal libro del profeta Isaia (9,1-3.5-6)

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Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te come si gioisce quando si miete e come si esulta quando si divide la preda. Poiché tu, come al tempo di Madian, hai spezzato il giogo che l’opprimeva, la sbarra che gravava le sue spalle e il bastone del suo aguzzino. Poiché, un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: ‘Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace’; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore.Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Rit. E' nato per noi il Salvatore, che è il Cristo Signore.

1. Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore da tutta la terra. Annunziate la sua salvezza, in mezzo ai popoli narrate la sua gloria, a tutte le nazioni dite i suoi prodigi.

Rit.

2. Il Signore ha manifestato la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore, della sua fedeltà alla casa di Israele.

Rit.

3. Tutti i confini della terra hanno veduto la salvezza del nostro Dio. Acclami al Signore tutta la terra, gridate, esultate con canti di gioia.

Rit.

4. Gioiscano i cieli, esulti la terra davanti al Signore che viene, perché viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le genti.

Rit.

Seconda LetturaDalla lettera di San Paolo apostolo a Tito (2,11-14) Carissimo, è apparsa la grazia di Dio, apportatrice di salvezza per tutti gli uomini, che ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo; il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli appartenga, zelante nelle opere buone. Parola di Dio.

Alleluia, alleluia, Alleluia. Vi annunzio una grande gioia: vi è nato un Salvatore, Cristo Signore.Alleluia.

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VangeloDal Vangelo secondo Luca (2,1-16) In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a dare il loro nome, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salí in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva dare il proprio nome insieme a Maria, sua promessa sposa, la quale era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: "Non temete: ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato il Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia".E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: "Gloria a Dio nel piú alto dei cieli e sulla terra pace tra gli uomini, che egli ama". Appena gli angeli si furono allontanati per tornare in cielo, i pastori dicevano fra loro: "Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere".Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.Parola del Signore.

Sulle offerteLe nostre offerte, Signore, siano degne del mistero che oggi celebriamo; tu che a Betlemme ci hai rivelato il Cristo uomo e Dio, fa' che nel pane e vino da te consacrati partecipiamo alla sua vita immortale. Per Cristo nostro Signore.

PrefazioE' veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore.In lui risplende in piena luce il misterioso scambio che ci ha redenti: la nostra debolezza è assunta dal Verbo, l'uomo mortale è innalzato a dignità perenne e noi, uniti a te in comunione mirabile, condividiamo la tua vita immortale.Per questo mistero di salvezza, uniti a tutti gli Angeli, proclamiamo esultanti la tua lode: Santo...

Dopo la comunioneO Dio, che ci hai convocato a celebrare nella gioia la nascita del Redentore, fa' che testimoniamo nella vita l'annunzio della salvezza, per giungere alla gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore.

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III. LITURGIA DELLE ORE 8 OTTOBRE 2007 TEMPO: ORDINARIO XXVII SETTIMANA LUNEDI TERZA SETTIMANA DEL SALTERIO

INVITATORIOVersetto V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Dinanzi al volto del Signore cantiamo la sua lode. SALMO 94 - Invito a lodare Dio Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest'oggi» (Eb 3,13) Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.) Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dei. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra. (Ant.) Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,* il gregge che egli conduce. (Ant.) Ascoltate oggi la sua voce: + «Non indurite il cuore, * come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: + mi misero alla prova * pur avendo visto le mie opere. (Ant.) Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione + e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo».(Ant.) Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.)

UFFICIO DELLE LETTUREIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Inno O Trinità beata, oceano di pace, la Chiesa a te consacra la sua lode perenne. Padre d'immensa gloria, Verbo d'eterna luce, Spirito di sapienza e carità perfetta. Roveto inestinguibile di verità e d'amore; ravviva in noi la gioia dell'agape fraterna. O principio e sorgente della vita immortale, rivelaci il tuo volto nella gloria dei cieli. Amen. 1^ Antifona Viene il nostro Dio, non si nasconde e non tace. 1° Salmo SALMO 49, 1-6 Il culto gradito a Dio Parla il Signore, Dio degli dei, * convoca la terra da oriente a occidente. Da Sion, splendore di bellezza, * Dio rifulge. Viene il nostro Dio e non sta in silenzio; + davanti a lui un fuoco divorante, * intorno a lui si scatena la tempesta. Convoca il cielo dall'alto * e la terra al giudizio del suo popolo: «Davanti a me riunite i miei fedeli, * che hanno sancito con me l'alleanza offrendo un sacrificio». Il cielo annunzi la sua giustizia: * Dio è il giudice. 1^ Antifona Viene il nostro Dio, non si nasconde e non tace. 2^ Antifona Offri a Dio un sacrificio di lode. 2° Salmo SALMO 49, 7-15 Il culto gradito a Dio «Ascolta, popolo mio, voglio parlare, + testimonierò contro di te, Israele: * Io sono Dio, il tuo Dio. Non ti rimprovero per i

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tuoi sacrifici; * i tuoi olocausti mi stanno sempre dinanzi. Non prenderò giovenchi dalla tua casa, * né capri dai tuoi recinti. Sono mie tutte le bestie della foresta, * animali a migliaia sui monti. Conosco tutti gli uccelli del cielo, * è mio ciò che si muove nella campagna. Se avessi fame, a te non lo direi: * mio è il mondo e quanto contiene. Mangerò forse la carne dei tori, * berrò forse il sangue dei capri? Offri a Dio un sacrificio di lode * e sciogli all'Altissimo i tuoi voti; invocami nel giorno della sventura: * ti salverò e tu mi darai gloria». 2^ Antifona Offri a Dio un sacrificio di lode. 3^ Antifona Amore voglio, non sacrifici; non offerte, ma comunione con me, dice il Signore. 3° Salmo SALMO 49, 16-23 Il culto gradito a Dio All'empio dice Dio: + «Perché vai ripetendo i miei decreti * e hai sempre in bocca la mia alleanza, tu che detesti la disciplina * e le mie parole te le getti alle spalle? Se vedi un ladro, corri con lui; * e degli adulteri ti fai compagno. Abbandoni la tua bocca al male * e la tua lingua ordisce inganni. Ti siedi, parli contro il tuo fratello, * getti fango contro il figlio di tua madre. Hai fatto questo e dovrei tacere? + Forse credevi ch'io fossi come te! * Ti rimprovero: ti pongo innanzi i tuoi peccati». Capite questo voi che dimenticate Dio, * perché non mi adiri e nessuno vi salvi. Chi offre il sacrificio di lode, questi mi onora, + a chi cammina per la retta via * mostrerò la salvezza di Dio. 3^ Antifona Amore voglio, non sacrifici; non offerte, ma comunione con me, dice il Signore. Prima Lettura V. Ascolta, mio popolo, ti voglio parlare: R. io sono Dio, il tuo Dio. Dalla prima lettera a Timoteo di san Paolo, apostolo 2, 1-15 Esortazione alla preghiera Carissimo, ti raccomando dunque, prima di tutto, che si facciano domande, suppliche, preghiere e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti quelli che stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità. Questa è una cosa bella e gradita al cospetto di Dio, nostro salvatore, il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che ha dato se stesso in riscatto per tutti. Questa testimonianza egli l'ha data nei tempi stabiliti, e di essa io sono stato fatto banditore e apostolo dico la verità, non mentisco , maestro dei pagani nella fede e nella verità. Voglio dunque che gli uomini preghino, dovunque si trovino, alzando al cielo mani pure senza ira e senza contese. Alla stessa maniera facciano le donne, con abiti decenti, adornandosi di pudore e riservatezza, non di trecce e ornamenti d'oro, di perle o di vesti sontuose, ma di opere buone, come conviene a donne che fanno professione di pietà. La donna impari in silenzio, con tutta sottomissione. Non concedo a nessuna donna di insegnare, né di dettare legge all'uomo; piuttosto se ne stia in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non fu Adamo ad essere ingannato, ma fu la donna che, ingannata, si rese colpevole di trasgressione. Essa potrà essere salvata partorendo figli, a condizione di perseverare nella fede, nella carità e nella santificazione, con modestia. Responsorio Prima Lettura 1 Tm 2, 5-6; Eb 2, 17 R. uno solo è Dio, uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù; * egli ha dato se stesso in riscatti per tutti. V. Doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare misericordioso: R. egli ha dato se stesso in riscatto per tutti. Seconda Lettura Dal trattato «Caino e Abele» di sant`Ambrogio, vescovo (Lib. 1, 9. 34. 38-39; CSEL 32, 369. 371-372) Si deve pregare in modo speciale per tutto il corpo della Chiesa «Offri a Dio un sacrificio di lode e sciogli all`Altissimo i tuoi voti» 8Sal 49, 14). Chi promette a Dio e mantiene quello che gli ha promesso, lo loda. Perciò viene privilegiato sugli altri quel samaritano il quale, mondato dalla lebbra per comando del Signore insieme agli altri nove, ritorna a Cristo da solo, magnifica Dio e lo ringrazia. Di esso Gesù affermò: «Non si è trovato chi tornasse a rendere gloria a Dio all`infuori di questo straniero? E gli disse: Alzati e va``, la tua fede ti ha salvato!» (Lc 17, 18-19). Il Signore Gesù ti ha fatto conoscere in modo divino la bontà del Padre che sa concedere cose buone, perché anche tu chieda a lui, che è buono, ciò che è buono. Ha raccomandato di pregare intensamente e frequentemente, non perché la nostra preghiera si prolunghi fino al tedio, ma piuttosto ritorni a scadenze brevi e regolari. Infatti la preghiera troppo prolissa spesso diventa meccanica e d`altra parte l`eccessivo distanziamento porta alla negligenza. Quando domandi perdono per te, allora è proprio quello il momento di ricordarti che devi concederlo agli altri. Così l`opera sarà una commendatizia alla tua preghiera. Anche

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l`Apostolo insegna che si deve pregare senza ira e senza contese perché la preghiera non venga turbata e falsata. Insegna anche che si deve pregare in ogni luogo (cfr. 1 Tm 2, 8), laddove il Salvatore dice: «Entra nella tua camera» (Mt 6, 6). Intendi non una camera delimitata da pareti dove venga chiusa la tua persona, ma la cella che è dentro di te dove sono racchiusi i tuoi pensieri, dove risiedono i tuoi sentimenti. Questa camera della tua preghiera è con te dappertutto, è segreta dovunque ti rechi, e in essa non c`è altro giudice se non Dio solo. Ti si insegna ancora che si deve pregare in maniera tutta speciale per il popolo, cioè per tutto il corpo, per tutte le membra della tua madre: sta in questo il segno della carità vicendevole. Se, infatti, preghi per te, pregherai soltanto per il tuo interesse. E se i singoli pregano soltanto per se stessi, la grazia è solo in proporzione della preghiera di ognuno, secondo la sua maggiore o minore dignità. Se invece i singoli pregano per tutti, tutti pregano per i singoli e il vantaggio è maggiore. Ti si insegna ancora che si deve pregare in maniera tutta speciale per il popolo, cioè per tutto il corpo, per tutte le membra della tua madre: sta in questo il segno della carità vicendevole. Se, infatti, preghi per te, pregherai soltanto per il tuo interesse. E se i singoli pregano soltanto per se stessi, la grazia è solo in proporzione della preghiera di ognuno, secondo la sua maggiore o minore dignità. Se invece i singoli pregano per tutti, tutti pregano per i singoli e il vantaggio è maggiore. Dunque, per concludere, se preghi soltanto per te, pregherai per te, ma da solo, come abbiamo detto. Se invece preghi per tutti, tutti pregheranno per te. Perché nella totalità ci sei anche tu. La ricompensa è maggiore perché le preghiere dei singoli messe insieme ottengono a ognuno quanto chiede tutto intero il popolo. In questo non vi è alcuna presunzione, ma maggiore umiltà e frutto più abbondante. Responsorio Seconda Lettura Sal 60, 2-3. 6 V. Ascolta il mio grido, o Dio, sii attento alla mia preghiera: * dai confini della terra io t'invoco. V. Tu, o Dio, hai ascoltato i miei voti, mi hai dato l'eredità di chi teme il tuo nome: R. dai confini della terra io t'invoco. Preghiamo Orazione O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore. R. Amen Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

LODIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno O sole di giustizia, Verbo del dio vivente, irradia sulla Chiesa la tua luce immortale. Per te veniamo al Padre, fonte del primo amore, Padre d'immensa grazia e di perenne gloria. Lieto trascorra il giorno in umiltà e fervore; la luce della fede non conosca tramonto. Sia Cristo il nostro cibo, sia Cristo l'acqua viva: in lui gustiamo sobrii l'ebbrezza dello Spirito. Amen. 1^ Antifona Beato chi abita la tua casa, o Signore! 1° Salmo SALMO 83 Desiderio del tempio del Signore Quanto sono amabili le tue dimore, * Signore degli eserciti! L'anima mia languisce * e brama gli atri del Signore. Il mio cuore e la mia carne * esultano nel Dio vivente. Anche il passero trova la casa, * la rondine il nido, dove porre i suoi piccoli, presso i tuoi altari, Signore degli eserciti, * mio re e mio Dio. Beato chi abita la tua casa: * sempre canta le tue lodi! Beato chi trova in te la sua forza * e decide nel suo cuore il santo viaggio. Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente, * anche la prima pioggia l'ammanta di benedizioni. Cresce lungo il cammino il suo vigore, * finché compare davanti a Dio in Sion. Signore, Dio degli eserciti, ascolta la mia preghiera, * porgi l'orecchio, Dio di Giacobbe. Vedi, Dio, nostro scudo, * guarda il volto del tuo consacrato. Per me un giorno nei tuoi atri * è più che mille altrove, stare sulla soglia della casa del mio Dio * è meglio che abitare nelle tende degli empi. Poiché sole e scudo è il Signore Dio; + il Signore concede grazia e gloria, * non rifiuta il bene a chi cammina con rettitudine. Signore degli eserciti, * beato l'uomo che in te confida. 1^ Antifona Beato chi abita la tua casa, o Signore! 2^ Antifona Venite, saliamo al monte del Signore! Cantico CANTICO Is 2, 2-5 La nuova città di Dio, centro dell'umanità intera Alla fine dei giorni, + il monte del tempio del Signore * sarà elevato sulla cima dei monti, e sarà più

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alto dei colli; * ad esso affluiranno tutte le genti. Verranno molti popoli e diranno: + «Venite, saliamo sul monte del Signore, * al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci indichi le sue vie * e possiamo camminare per i suoi sentieri». Poiché da Sion uscirà la legge * e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti * e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, * le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, * non si eserciteranno più nell'arte della guerra. Casa di Giacobbe, vieni, * camminiamo nella luce del Signore. 2^ Antifona Venite, saliamo al monte del Signore! 3^ Antifona Cantate al Signore, Benedite il suo nome. Salmo di Lode SALMO 95 Dio, re e giudice dell'universo Cantate al Signore un canto nuovo, * cantate al Signore da tutta la terra. Cantate al Signore, benedite il suo nome, * annunziate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo ai popoli narrate la sua gloria, * a tutte le nazioni dite i suoi prodigi. Grande è il Signore e degno di ogni lode, * terribile sopra tutti gli dei. Tutti gli dei delle nazioni sono un nulla, * ma il Signore ha fatto i cieli. Maestà e bellezza sono davanti a lui, * potenza e splendore nel suo santuario. Date al Signore, o famiglie dei popoli, + date al Signore gloria e potenza, * date al Signore la gloria del suo nome. Portate offerte ed entrate nei suoi atri, * prostratevi al Signore in sacri ornamenti. Tremi davanti a lui tutta la terra. * Dite tra i popoli: «Il Signore regna!». Sorregge il mondo, perché non vacilli; * giudica le nazioni con rettitudine. Gioiscano i cieli, esulti la terra, + frema il mare e quanto racchiude; * esultino i campi e quanto contengono, si rallegrino gli alberi della foresta + davanti al Signore che viene, * perché viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia * e con verità tutte le genti. 3^ Antifona Cantate al Signore, Benedite il suo nome. Lettura Breve Gc 2, 12-13 Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà, perché il giudizio sarà senza misericordia contro chi non avrà usato misericordia; la misericordia invece ha sempre la meglio nel giudizio. Responsorio Breve R. Da sempre e per sempre * benedetto il Signore! Da sempre e per sempre benedetto il Signore! V. Egli solo ha fatto prodigi: * benedetto il Signore! Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Da sempre e per sempre benedetto il Signore! Antifona al Benedictus Benedetto il Signore, nostro Dio! Cantico di Zaccaria CANTICO DI ZACCARIA (Lc 1, 68-79) Il Messia e il suo Precursore Benedetto il Signore Dio d'Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona al Benedictus Benedetto il Signore, nostro Dio! Invocazioni Preghiamo Dio nostro Padre, che ha posto gli uomini nel mondo, perché cooperino in unità di intenti al gran disegno della creazione. Diciamo con fede: Fa' che ti rendiamo gloria, o Signore. Sii benedetto, o Dio creatore, noi ti ringraziamo per le meraviglie dell'universo, -- e per la vita che ci hai donato. Guarda i tuoi figli che, attraverso le occupazioni quotidiane, partecipano alla tua opera, -- fa' che si conformino alla tua volontà. Il nostro lavoro giovi al bene dei fratelli, -- concedici di edificare con loro e per loro un mondo come a te piace. Dona pace e gioia, -- a noi e a quanti incontreranno oggi sul nostro cammino. Padre nostro. Preghiamo Orazione Signore Dio, re del cielo e della terra, guida, santifica e custodisci il nostro corpo e il nostro spirito, sentimenti, parole e opere, nell'amore della tua legge, a servizio della tua volontà, perché oggi e sempre con il tuo aiuto procediamo sicuri nella via della salvezza. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente,

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Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

ORA MEDIA SESTAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell'ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace. Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito, all'unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen. 1^ Antifona Io cerco te, Signore; la tua parola è la mia vita. 1° Salmo SALMO 118, 89-96 Meditazione della parola di Dio nella legge La tua parola, Signore, * è stabile come il cielo. La tua fedeltà dura per ogni generazione; * hai fondato la terra ed essa è salda. Per tuo decreto tutto sussiste fino ad oggi, * perché ogni cosa è al tuo servizio. Se la tua legge non fosse la mia gioia, * sarei perito nella mia miseria. Mai dimenticherò i tuoi precetti: * per essi mi fai vivere. Io sono tuo: salvami, * perché ho cercato il tuo volere. Gli empi mi insidiano per rovinarmi, * ma io medito i tuoi insegnamenti. Di ogni cosa perfetta ho visto il limite, * ma la tua legge non ha confini. 1^ Antifona Io cerco te, Signore; la tua parola è la mia vita. 2^ Antifona Dalla giovinezza sei tu la mia fiducia, o Signore! 2° Salmo SALMO 70, 1-13 Tu, Signore, la mia speranza fin dalla mia giovinezza In te mi rifugio, Signore, * ch'io non resti confuso in eterno. Liberami, difendimi per la tua giustizia, * porgimi ascolto e salvami. Sii per me rupe di difesa, + baluardo inaccessibile, * poiché tu sei mio rifugio e mia fortezza. Mio Dio, salvami dalle mani dell'empio, * dalle mani dell'iniquo e dell'oppressore. Sei tu, Signore, la mia speranza, * la mia fiducia fin dalla mia giovinezza. Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno, + dal seno di mia madre tu sei il mio sostegno; * a te la mia lode senza fine. Sono parso a molti quasi un prodigio: * eri tu il mio rifugio sicuro. Della tua lode è piena la mia bocca, * della tua gloria, tutto il giorno. Non mi respingere nel tempo della vecchiaia, * non abbandonarmi quando declinano le mie forze. Contro di me parlano i miei nemici, * coloro che mi spiano congiurano insieme: «Dio lo ha abbandonato, + inseguitelo, prendetelo, * perché non ha chi lo liberi». O Dio, non stare lontano: * Dio mio, vieni presto ad aiutarmi. Siano confusi e annientati quanti mi accusano, + siano coperti d'infamia e di vergogna * quanti cercano la mia sventura. 2^ Antifona Dalla giovinezza sei tu la mia fiducia, o Signore! 3^ Antifona Anche nella vecchiaia, non abbandonarmi, o Dio! 3° Salmo SALMO 70, 14-24 Tu, Signore, la mia speranza fin dalla mia giovinezza Io, invece, non cesso di sperare, * moltiplicherò le tue lodi. La mia bocca annunzierà la tua giustizia, + sempre proclamerà la tua salvezza, * che non so misurare. Dirò le meraviglie del Signore, * ricorderò che tu solo sei giusto. Tu mi hai istruito, o Dio, fin dalla giovinezza * e ancora oggi proclamo i tuoi prodigi. E ora, nella vecchiaia e nella canizie, * Dio, non abbandonarmi, finché io annunzi la tua potenza, * a tutte le generazioni le tue meraviglie. La tua giustizia, Dio, è alta come il cielo, + tu hai fatto cose grandi: * chi è come te, o Dio? Mi hai fatto provare molte angosce e sventure: + mi darai ancora vita, * mi farai risalire dagli abissi della terra, accrescerai la mia grandezza * e tornerai a consolarmi. Allora ti renderò grazie sull'arpa, + per la tua fedeltà, o mio Dio; * ti canterò sulla cetra, o santo d'Israele. Cantando le tue lodi, esulteranno le mie labbra * e la mia vita, che tu hai riscattato. Anche la mia lingua tutto il giorno proclamerà la tua giustizia, * quando saranno confusi e umiliati quelli che cercano la mia rovina. 3^ Antifona Anche nella vecchiaia, non abbandonarmi, o Dio! Lettura Breve Rm 6, 22 Ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita eterna. V. O Dio, ritorna a darci la vita: R. E il tuo popolo si rallegri in te. Preghiamo Orazione O Dio, che sei il padrone della vigna e della messe, e assegni a ciascuno il suo lavoro e la giusta ricompensa, aiutaci a portare il peso della nostra giornata

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accettando serenamente la tua volontà. Per Cristo nostro Signore. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

VESPRIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno O immenso creatore, che all'impeto dei flutti segnasti il corso e il limite nell'armonia del cosmo, tu all'aspre solitudini della terra assetata donasti il refrigerio dei torrenti e dei mari. Irriga, o Padre buono, i deserti dell'anima coi fiumi di acqua viva che sgorgano dal Cristo. Ascolta, o Padre altissimo, tu che regni nei secoli con il Cristo tuo Figlio e lo Spirito santo. Amen. 1^ Antifona Solleviamo i nostri occhi al Signore, finché di noi abbia pietà. 1° Salmo SALMO 122 La fiducia del popolo è nel Signore A te levo i miei occhi, * a te che abiti nei cieli. Ecco, come gli occhi dei servi alla mano dei loro padroni; * come gli occhi della schiava alla mano della sua padrona, così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, * finché abbia pietà di noi. Pietà di noi, Signore, pietà di noi, * già troppo ci hanno colmato di scherni, noi siamo troppo sazi degli scherni dei gaudenti, * del disprezzo dei superbi. 1^ Antifona Solleviamo i nostri occhi al Signore, finché di noi abbia pietà. 2^ Antifona Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto il cielo e la terra. 2° Salmo SALMO 123 Il nostro aiuto è nel nome del Signore Se il Signore non fosse stato con noi, lo dica Israele + se il Signore non fosse stato con noi, * quando uomini ci assalirono, ci avrebbero inghiottiti vivi, * nel furore della loro ira. Le acque ci avrebbero travolti; + un torrente ci avrebbe sommersi, * ci avrebbero travolti acque impetuose. Sia benedetto il Signore, * che non ci ha lasciati in preda ai loro denti. Noi siamo stati liberati come un uccello * dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato * e noi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome del Signore, * che ha fatto cielo e terra. 2^ Antifona Il nostro aiuto è nel nome del Signore: egli ha fatto il cielo e la terra. 3^ Antifona In Cristo il Padre ci ha scelti per essere suoi figli. Cantico CANTICO Ef 1, 3-10 Dio salvatore Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, * che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti * prima della creazione del mondo, per trovarci, al suo cospetto, * santi e immacolati nell'amore. Ci ha predestinati * a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, * secondo il beneplacito del suo volere, a lode e gloria della sua grazia, * che ci ha dato nel suo Figlio diletto. In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Dio l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, * poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volere, il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, * quelle del cielo come quelle della terra. Nella sua benevolenza lo aveva in lui prestabilito * per realizzarlo nella pienezza dei tempi. 3^ Antifona In Cristo il Padre ci ha scelti per essere suoi figli. Lettura breve Gc 4, 11-12 Non sparlate gli uni degli altri, fratelli. Chi sparla del fratello o giudica il fratello, parla contro la legge e giudica la legge. E se tu giudichi la legge non sei più uno che osserva la legge, ma uno che la giudica. Ora, uno solo è legislatore e giudice, Colui che può salvare e rovinare; ma chi sei tu che ti fai giudice del tuo prossimo? Responsorio R. Risanami, Signore: * ho peccato contro di te. Risanami, Signore: ho peccato contro di te. V. Io ho detto: mio Dio, fammi grazia, * ho peccato contro di te. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Risanami, Signore: ho peccato contro di te. Antifona al Magnificat L'anima mia magnifica il Signore: umile e povera egli mi ha guardata. Cantico della Beata Vergine CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55) Esultanza dell'anima nel Signore L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani

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vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona al Magnificat L'anima mia magnifica il Signore: umile e povera egli mi ha guardata. Intercessioni Il Cristo vuole che tutti gli uomini siano salvi. Preghiamo perché si compia il disegno della sua misericordia: Attira ogni essere a te, Signore. Benedetto sii tu, Signore, che a prezzo del tuo sangue ci hai riscattati dalla schiavitù del peccato, -- donaci la libertà e al gloria dei figli di Dio. Dona la tua grazia al nostro Vescovo N. e a tutti i Vescovi della Chiesa, -- perché dispensino i tuoi misteri nella letizia e nel fervore dello spirito. A quanti cercano la verità, concedi la gioia di trovarla, -- e il desiderio di cercarla ancora, dopo averla trovata. Soccorri gli orfani, le vedove, gli emarginati, -- fa' che ti sentano vicino nella necessità e nella sventura. Accogli i defunti nella Gerusalemme del cielo, -- dove con il Padre e con lo Spirito Santo sarai tutto in tutti. Padre nostro. Preghiamo Orazione O Dio, eterna luce e giorno senza tramonto, guarda i tuoi figli raccolti nella lode della sera: illumina le tenebre della notte e perdona le colpe dei tuoi figli. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

COMPIETAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Esame di coscienza Inno Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode. Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen. Oppure: Gesù, luce da luce, sole senza tramonto, tu rischiari le tenebre nella notte del mondo. In te, santo Signore, noi cerchiamo il riposo dall'umana fatica, al termine del giorno. Se i nostri occhi si chiudono, veglia in te il nostro cuore; la tua mano protegga coloro che in te sperano. Difendi, o Salvatore, dalle insidie del male i figli che hai redenti col tuo sangue prezioso. A te sia gloria, o Cristo, nato da Maria Vergine, al Padre ed allo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Tu sei buono, Signore, e perdoni, lento all'ira e grande nell'amore. 1° Salmo SALMO 85 Preghiera a Dio nell'afflizione Signore, tendi l'orecchio, rispondimi, * perché io sono povero e infelice. Custodiscimi perché sono fedele; * tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera. Pietà di me, Signore, * a te grido tutto il giorno. Rallegra la vita del tuo servo, * perché a te, Signore, innalzo l'anima mia. Tu sei buono, Signore, e perdoni, * sei pieno di misericordia con chi ti invoca. Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera * e sii attento alla voce della mia supplica. Nel giorno dell'angoscia alzo a te il mio grido * e tu mi esaudirai. Fra gli dei nessuno è come te, Signore, * e non c'è nulla che uguagli le tue opere. Tutti i popoli che hai creato verranno + e si prostreranno davanti a te, o Signore, * per dare gloria al tuo nome; grande tu sei e compi meraviglie: * tu solo sei Dio. Mostrami, Signore, la tua via, * perché nella tua verità io cammini; donami un cuore semplice * che tema il tuo nome. Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore * e darò gloria al tuo nome sempre, perché grande con me è la tua misericordia: * dal profondo degli inferi mi hai strappato. Mio Dio, mi assalgono gli arroganti, + una schiera di violenti attenta alla mia vita, * non pongono te davanti ai loro occhi. Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole, * lento all'ira e pieno di amore, Dio fedele, volgiti a me e abbi misericordia: + dona al tuo servo la tua forza, * salva il figlio della tua ancella. Dammi un segno di benevolenza; + vedano e siano confusi i miei nemici, * perché tu, Signore, mi hai soccorso e consolato. 1^ Antifona Tu sei buono, Signore, e perdoni, lento all'ira e grande nell'amore. 2^ Antifona 2^ Antifona Lettura breve 1 Ts 5, 9-10 Dio ci ha destinati

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all'acquisto della salvezza per mezzo del Signor nostro Gesù Cristo, il quale è morto per noi, perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui. Responsorio R. Signore, * nelle tue mani affido il mio spirito. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. V. Dio di verità, tu mi hai redento: * nelle tue mani affido il mio spirito. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Cantico di Simeone CANTICO DI SIMEONE Lc 2, 29-32 Cristo, luce delle genti e gloria d'Israele Ora lascia, o Signore, che il tuo servo * vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, * preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti * e gloria del tuo popolo Israele. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Preghiamo Orazione Donaci, o Padre, un sonno ristoratore e fa' che i germi di bene, seminati nei solchi di questa giornata, producano una messe abbondante. Per Cristo nostro Signore. Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. R. Amen O santa Madre del Redentore,porta dei cieli, stella di mare,soccorri il tuo popoloche anela a risorgere.Tu che, accogliendo il saluto dell'angelo,nello stupore di tutto il creato,hai generato il tuo Creatore,madre sempre vergine,pietà di noi peccatori.

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Martedì, 9 Ottobre 2007

Per narrare tutte le tue operepresso le porte della città di Sion

AVERE CASA A GERUSALEMME

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La leggenda della composizione del Salmo 72-73

Parte sesta

E’ ormai notte a Gerusalemme ed alla luce delle sette candele della Menorah continuo a scrivere i versi della mia poesia: Chi altri avrò per me in cielo? Fuori di te nulla bramo sulla terra, vengono meno la mia carne ed il mio cuore, ma roccia del mio cuore è Dio (vv.25-26). La mia vita sacerdotale è una scelta radicale che non permette il matrimonio: non ho moglie, non ho figli, ho perso in questa dolorosa vicenda amici e conoscenti e gli ultimi li sto perdendo in questi giorni…

Fuori di Te, Dio, non ho più nessuno e tu mi chiedi di essere roccia per altri, come succederà a Pietro. Qui a Gerusalemme, mentre passeggio lentamente per le antiche vie, mentre calpesto le antiche e levigate pietre, quando mi fermo a pregare sulle gradinate del tempio o in qualche angolo sconosciuto e suggestivo della Città, mi sento al sicuro ed ho la forza di scrutare il mio cuore e di vedere che esso è legato ad interessi, affetti e preoccupazioni: guardo il bracciale d’argento Roccia del mio cuore è Dio!

E continuo la mia preghiera: Signore fa che nulla brami fuori di te sulla terra: “ Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altro Dio all’infuori di me!” Signore non lasciarmi, se non riesco ancora a renderti il tutto della mia vita. Ed aiutami a non confondere i segni della tua presenza – rappresentati da buoni amici e consiglieri – con la tua Presenza stessa.

La notte è inoltrata, le fiaccole che illuminano il Tempio ardono attorno alle grandi mura e il suono dello shofar annuncia l’inizio della liturgia notturna nel Santuario. Nella quiete della notte concludo

la mia opera per oggi. Domani continueremo la preghiera in questa terra sorprendente.

Gerusalemme, 10 di Adar, Anno 5766Aprire gli occhi su Gerusalemme, dopo una serata serena con una buona cena offerta da

amici e un lungo e calmo riposo tonificante, restituisce alla vita la meraviglia del dono dell’esistenza. Sono uscito presto e le vie illuminate dal sole del mattino e le ombre degli stretti viottoli che conducono al Tempio creano in me l’antico ricordo di quando nello scorso anno avevo portato mia madre a Gerusalemme per la Pasqua.

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I. AVERE CASA A GERUSALEMME

Entrando a Gerusalemme vecchia per la grande porta di Damasco e percorrendo il suck che scende a sinistra verso il Muro del Pianto si incrocia la via dolorosa all'angolo della proprietà armena cattolica (prima della guest house del numero civico 36). In questo luogo c'è una chiesa, dedicata a Santa Maria dello Spasimo. Nella cripta dell'attuale chiesa degli armeni cattolici ci sono alcuni mosaici bizantini che rappresentano un paio di sandali. Tale raffigurazione è molto comune all'epoca soprattutto all'ingresso delle case ed è impossibile tirare altre conseguenze. In questo luogo la tradizione poneva l'incontro di Maria con Gesù: Maria veniva da una strada e vide Gesù che portava la croce. Ora il luogo è stato spostato sulla medesima strada all'incrocio con el Wad. Qui c'era pure la memoria delle abitazioni di Maria, di Giuda e di Erode. Proprio in questa proprietà, sul terrazzo dell’Esarcato è stato costruito il mio appartamento di circa 85 mq con l’intento di avere una casa a Gerusalemme e di poterla mettere a disposizione degli amici, soprattutto sacerdoti, per poter studiare, riflettere e pregare sotto la protezione di Maria con uno sguardo continuo sul Santo Sepolcro e la Città Santa. In questo Viaggio ed in questa giornata vogliamo benedire questa casa costruita grazie alla sofferenza di Mamma Santina ed a Lei dedicata. Una lapide commemorativa scritta in armeno ed ebraico così recita nell’appartamento:

“Ubbidisci, prega, stai con il Signore affinché Dio sia la roccia del tuo cuore”

Mamma SantinaIn onore di Santina Zucchinelli

Da Mons. Luigi GinamiGerusalemme, 15 Agosto 2007

E’ una grande gioia poter oggi benedire questa lapide e l’appartamento tanto desiderato ed atteso alla presenza di mamma. Ecco il progetto dell’appartamento, che nella sua ampiezza è rimasto grosso modo tale, anche se gli interni hanno avuto modifiche positive.

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In pochi mesi la bravura di Alex Jololian e la capacità imprenditoriale dell’Esarca armeno cattolico S.E. Mons. Raphael Minassian hanno saputo dare vita ad un autentico prodigio: un appartamento tutto mio nella forma di una vitalizio con una impagabile visione della Via Dolorosa e di Gerusalemme. Perché l’appartamento è stato realizzato proprio lì? Sulla Via della Croce e nel ricordo dove Gesù incontra sua Madre? Che singolare relazione possiamo forse supporre con la vicenda di dolore di Mamma Santina?

Da quell’appartamento realizzato in pietra si ha una singolare visione della realtà e della Vita!

Grazie di cuore Alex, per la tua bravura e per l’impegno che hai messo nel realizzare questa bellissima casa, e grazie a Te Eccellenza Rev.ma per avermi accolto tra le mura dell’Esarcato dandomi per tutta la vita una casa!

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II. RITO DI BENEDIZIONE DELLA CASA

RITO DI BENEDIZIONE DELLA CASA E DELLA LAPIDERITI INIZIALI

Esarca S.E. Mons. Minassian: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi.

Tutti: e con il tuo spirito

L’Esarca S.E. Mons. Minassian spiega ai fedeli il significato del rito per disporli alla celebrazione

Esarca S.E. Mons. Minassian: Preghiamo

Si fa un minuto di silenzio

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Esarca S.E. Mons. Minassian: O Padre, che hai edificato la santa Chiesa sul fondamento degli Apostoli in Cristo Gesù pietra angolare, fa che il popolo qui riunito nel tuo nome ti veneri, ti ami, ti segua e cresca in tempio santo della tua gloria, fino a quando, sotto la tua guida, giungerà alla patria del cielo. Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen

LITURGIA DELLA PAROLA

I LETTURA: (Is 28, 16-17)

Dal Libro del Profeta Isaia

Dice il Signore Dio: "Ecco io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata; chi crede non vacillerà. Io porrò il diritto come misura e la giustizia come una livella. La grandine spazzerà via il vostro rifugio fallace, le acque travolgeranno il vostro riparo.Parola di Dio

SALMO: Sal 23, 1-2 3-4 5-6

R. Il Signore ha scelto questo luogo e l’ha santificato

Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare ad acque tranquille mi conduce. [R]

Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. [R]

Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. [R]

Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca. [R]

Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita,

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e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni. [R]

II LETTURA: (At 4, 8-12)

Dagli Atti degli Apostoli

Allora Pietro, pieno di Spirito Santo, disse loro: "Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato ad un uomo infermo e in qual modo egli abbia ottenuto la salute, la cosa sia nota a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi sano e salvo.Questo Gesù è la pietra che, scartata da voi, costruttori, è diventata testata d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati".Parola di Dio

CANTO AL VANGELO:

Alleluia….Venite, applaudiamo al Signore, acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Egli è il nostro Dio. Alleluia

VANGELO: (Mt 16, 13-18)

Dal Vangelo secondo Matteo

Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: "La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Voi chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù: "Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.

E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. Parola del Signore

BENEDIZIONE DEL NUOVO APPARTAMENTOCOSTRUITO SUL TETTO DELL’ESARCATO

Il Esarca S.E. Mons. Minassian depone la mitra:

Esarca S.E. Mons. Minassian: Preghiamo.O Dio, che effondi la tua santità sul mondo intero, perché in ogni luogo sia glorificato il tuo nome, benedici i tuoi figli, che ti offrono questa nuova casa in Gerusalemme frutto della generosità e dell’impegno comune edificata per lo studio della tua parola, la preghiera ed il salutare riposo,

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concedi a quanti soggiorneranno in questa dimora terrena di lodarti senza fine nella dimora eterna del cielo.Per Cristo nostro signore.

Tutti: Amen

CANTO: La Tua Chiesa

Rit. La tua Chiesa su questa terraè assetata di veritàe nel mondo vive stranieramentre cerca la tua città.

Migra il seme con il vento:nuova vita porterà;migra l’uomo con il tempo:il tuo regno costruirà.

Il tuo popolo, SignoreSempre in esodo sarà,finchè il tempo non avrà finee il tuo Cristo tornerà.

L’Esarca S.E. Mons. Minassian ripresa la mitra asperge con acqua le stanze del nuovo appartamento di don Gigi.

BENEDIZIONE E POSA DELLA LAPIDE COMMEMORATIVA

L’Esarca S.E. Mons. Minassian si dirige verso il punto dove è collocata la lapide, deposita la mitra e dice:

Preghiamo.Padre Santo benedici (+) questa pietra che noi qui poniamo chiedendo la protezione del tuo Figlio, nato dalla Vergine Maria, pietra annunziata dal profeta che si stacca dal monte senza mani d’uomo, fondamento immutabile proclamato dall’Apostolo; fà che il Cristo signore da te costituito principio e fine di tutte le cose, sia sempre pietra angolare e fondamento di questa nuova costruzione. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

Tutti: Amen

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Viene scoperta la lapide e viene data lettura in armeno ed in ebraico del testo:

“Ubbidisci, prega, stai con il Signoreaffinché Dio sia la roccia del tuo cuore”

Mamma Santina

In onore di Santina ZucchinelliDa Mons. Luigi Ginami

Gerusalemme, 15 Agosto 2007

L’Esarca S.E. Mons. Minassian asperge solennemente la pietra

CANTO: Sub Tuum Praesidium

Sub tuum praesídiumconfúgimus,sancta Dei Génitrix;nostras deprecatiónesne despícias in necessitátibus,sed a perículis cunctislíbera nos semper,Virgo gloriósa et benedícta

PREGHIERA DEI FEDELI

Il Esarca S.E. Mons. Minassian depone la mitra e dice:Fratelli, riuniti in questa nuova dimora in Gerusalemme supplichiamo Dio nostro Padre, perché faccia di noi la casa della sua gloria, costruita sulla pietra angolare, Cristo Signore.

Ministro: Edifica, o Padre, e proteggi la tua Casa [R]

Per i figli dispersi, perché il Signore li aiuti a superare le divisioni del peccato e li riunisca tutti in una sola famiglia, preghiamo. [R]

Per quanti hanno cooperato con gesti concreti di solidarietà ad edificare questa nuova casa in Gerusalemme tempio perché il Signore li conservi sempre saldi nella fede sulla roccia della santa Chiesa, preghiamo. [R]

Per i nostri fratelli che per le situazioni difficili e avverse non possono costruire la loro casa, perché siano essi stessi tempio vivo, a lode di Dio e a testimonianza della loro fede, preghiamo. [R]

Per noi qui presenti, perché lasciandoci modellare dall’azione della grazia, possiamo crescere in tempio spirituale e diventare degni di celebrare nella nuova chiesa i divini misteri, preghiamo.[R]

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Per Santina Zucchinelli, perché il Signore conceda come ricompensa per l’immenso bene operato dal 18 Luglio 2005 ad oggi salute, serenità e pace in questa vita, ed il Paradiso beato nella Vita Eterna preghiamo. .[R]

Esarca S.E. Mons. Minassian: uniamo ora alla voce di Cristo la voce della Chiesa e rivolgiamoci al Padre che è nei cieli con le parole che Gesù stesso ci ha insegnato: Padre Nostro…..

Tutti: Padre Nostro….

Esarca S.E. Mons. Minassian: ti rendiamo fervide grazie, Padre santo, che ci concedi la gioia di edificare le nostre dimore in questa Città Santa di Gerusalemme guarda con amore i tuoi figli, che al fonte battesimale hai scelto come pietre vive e concedi loro di crescere in tempio spirituale, perché resi perfetti dal dono dello Spirito, siano da te accolti nella festosa città del cielo. Per Cristo nostro Signore.

Tutti: Amen

RITI DI CONCLUSIONE

Il Esarca S.E. Mons. Minassian ripresi la mitra e il pastorale saluta e benedice:

Esarca S.E. Mons. Minassian: Dio onnipotente vi benedica  e porti a compimento i desideri del vostro cuore.

Tutti: Amen.

Esarca S.E. Mons. Minassian: Vi conceda il Signore  che qualunque cosa voi facciate si compia nel suo nome.

Tutti: Amen. Esarca S.E. Mons. Minassian: Il Signore vi difenda da ogni malee guardi con benevolenza il vostro lavoro.

Tutti: Amen.

Il diacono conceda dicendo:

Diacono: Andate in pace

Tutti: rendiamo grazie a Dio

CANTO FINALE: Santa Maria del Cammino

Mentre trascorre la vita solo tu non sei mai

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Santa Maria del cammino sempre sarà con te.

Rit.  Vieni o Madre, in mezzo a noi vieni, Maria, quaggiù:cammineremo insieme a te verso la libertà.

Quando qualcuno ti dice: "Nulla mai cambierà", lotta per un mondo nuovo, lotta per la verità!

Lungo la strada la gente chiusa in se stessa va; offri per primo la mano a chi è vicino a te. Quando ti senti ormai stanco e sembra inutile andar, tu vai tracciando un cammino: un altro ti seguirà.

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III. NOTIZIE ARCHEOLOGICHE

LA VIA DOLOROSA

Il tracciato moderno della via crucis affonda le sue radici nella tradizione antica della Chiesa di Gerusalemme. La liturgia della Chiesa madre, infatti, era stazionale: partiva da un luogo e giungeva ad un altro luogo. Questa usanza è stata poi sviluppata a Roma (per esempio la processione del venerdì santo dalla Basilica di san Giovanni in Laterano alla chiesa di santa Croce di Gerusalemme). Tuttavia le stazioni hanno origine a Gerusalemme con la specificazione del luogo e del tempo. La via dolorosa era legata, evidentemente alla passione di Gesù. Si conosceva l'inizio del cammino (presso il litostroto) e la conclusione (presso il santo Sepolcro).

La prima testimonianza è della pellegrina Egeria (del 400 ca., ELS 791; TCG 96) la quale racconta che nella notte del giovedì santo si partiva dal monte degli Ulivi per recarsi al santo Sepolcro: dalla sommità del monte all'Eleona, al Getsemani sino al Sepolcro. Tre tappe erano fuori della città e una dentro; era escluso il pretorio. Quando giungevano al Sepolcro rileggevano i brani riprendendo daccapo: processo, condanna, morte. Anche il lezionario armeno (del V secolo) dà notizie molto simili.

Una seconda testimonianza ci porta al periodo post-crociato: si tratta dell'Itinerario di fra' Ricoldo da Monte Croce (1294 ca., ELS 910; TCG 96). Non è una memoria liturgica ma si tratta di un pellegrino. Assomiglia molto alla via crucis attuale: si partiva dalla piscina Probatica dove si poneva la memoria della casa di Erode e di Pilato; poi si ricordava l'incontro con le donne di Gerusalemme, con Maria e col Cireneo (sulla strada che viene dalla porta di Damasco); inoltre si ricordava il luogo dell'Invenzione della Croce da parte di Elena e infine si giungeva al Sepolcro. È interessante notare che molte memorie vengono dalla tradizione e non dai vangeli.

Nel 1332 i francescani si stabilirono a Gerusalemme e crearono una nuova istituzione per i pellegrini; ogni giorno compivano un percorso che chiamato santo circolo o le cerchie. Dal monte Sion (luogo dove i francescani vivevano) coi pellegrini nobili e i chierici (loro ospiti) si recavano all'ospizio di san Giovanni Battista dove c'erano altri pellegrini e iniziavano, davanti alla Basilica del Sepolcro, un itinerario. C'è un distico latino di W. Wey (ELS p. 599 n. 1; TCG 96), composto a scopo mnemonico, che ricorda quattordici luoghi. Recita:

Lap strat di trivium flent sudar sincopizavitPor pis lap que schola domus her Symonis Pharisey.

Ogni parola ha una corrispondenza con un luogo: 1 Lap Lapis: la pietra con le croci sopra la quale Cristo cadde con la croce. 2 Strat Strata: strada percorsa dal Signore durante la passione. 3 Di Divitis: casa del ricco che non volle dare le briciole a Lazzaro. 4 Trivium Trivium: il trivio dove Cristo cadde con la croce. 5 Flent Flent: luogo dove le donne piangevano su Cristo. 6 Sudar Sudarium: luogo dove una vedova o la Veronica pose il sudario sul volto di Cristo. 7 Sincopizavit Sincopizavit: luogo dove la beatissima Vergine Maria sincopizzò. 8 Por Porta: porta per la quale Cristo passò nella passione.

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9 Pi Piscina: piscina nella quale gli ammalati venivano risanati al tempo di Cristo. 10 Lap Lapides: pietre sopra le quali stette Cristo mentre veniva condannato a morte. 11 Shola Scholas: luogo dove la Beata Maria passò alle scuole [presentazione]. 12 Domus Domus: casa di Pilato. 13 Her Herodias: casa di Erode. 14 Symonis Pharisey: casa di Simone Fariseo.

A ricordo di questi luoghi ci sono anche disegni: Zuallardo (1585, ELS p. 603) che indica pure l'itinerario, Horn (1725, ELS p. 614) e altri.

La situazione cambia nel secolo XIX, allorché anche a Gerusalemme si iniziò a pregare con la via crucis. La pia pratica fu importata dall'Europa: là si percorrevano le strade cittadine, ricordando i vari avvenimenti. Qui si iniziò a praticarla per una maggiore apertura del governo turco che permise funzioni cristiane pubbliche sino ad allora proibite. A motivo delle strette relazioni fra la Sublime Porta, la Francia e altri paesi europei, Costantinopoli permise la processione delle palme e pure la via crucis.

Ripercorreremo le attuali stazioni della via crucis indicando quali sono le tradizioni soggiacenti.

Punto di partenza è il convento della Flagellazione sulla via dolorosa. Davanti alla cappella della Condanna si inizia il percorso. Si nota un pavimento antico, probabilmente di epoca adrianea (lo si vedrà anche poi nel convento delle Suore di Sion). Sotto il pavimento c'è una grande cisterna d'acqua, la cosiddetta piscina dello Strouthion (una botola nel museo immette nella grande piscina). La chiesa è stata rifatta nel 1904 sugli antichi resti di una chiesa ritenuta costruita sul luogo del Pretorio, dedicata a santa Sofia (Gesù, la sapienza). In realtà questa fu una chiesa per i cristiani di rito orientale che i crociati avevano portato a Gerusalemme dalla Giordania. Si tratta di una chiesa del XII secolo, del periodo bizantino medio, dalla forma detta quincunciale (con quattro cupole più basse disposte a quadrato ed una più alta al centro) di cui ci sono moltissimi esempi in Grecia. Qualche studioso ipotizza che sia dell'XI secolo (il paragone è fatto con la chiesa di santa Croce e Ain Karem). Della chiesa originaria rimane ben poco: solo qualche elemento nelle absidi, quella centrale e quelle laterali: vi sono infatti nicchie per le reliquie (corrispondenti a quelle che nella liturgia greca sono la protesis e il diakonikon). Anche i pavimenti sono stati sollevati e rimessi in una disposizione diversa dall'originale. Per fortuna possediamo vecchie foto con una preziosa documentazione a riguardo. La memoria della I e della II stazione della via crucis (La condanna di Gesù e L'imposizione della Croce) si fa fuori, sulla strada.

Vicino alla cappella della Condanna c'è la chiesa della Flagellazione. Questa memoria è legata al pretorio. Si conoscevano i resti di un edificio religioso trasformato a scopo profano (lavorazione di pelli e stalla). Il sito fu acquistato nel 1831 da un nobile tedesco, Massimiliano di Baviera, che venuto pellegrino a Gerusalemme contrasse la peste, tornò nelle sue terre e morì. La tradizione che pone in questo luogo il pretorio si è affermata dopo il periodo crociato. La tradizione precedente poneva il pretorio al monte Sion; in quel luogo c'era una colonna dove i pellegrini si recavano e si facevano perfino flagellare (ELS 761,4). Tuttavia il ricordo più antico è testimoniato dal pellegrino di Bordeaux (ELS 886), da Cirillo di Gerusalemme (ELS 887) e dal pellegrino di Piacenza (ELS 891): i tre autori collocano il sito verso il muro occidentale. Il luogo, al tempo del patriarca Cirillo, era in rovina, ma su quelle rovine fu costruita una chiesa dedicata a santa Sofia, distrutta dai persiani nel 638 [3] . Lo spostamento del luogo dal Sion all'attuale sede è dovuto alla lettura di Giuseppe Flavio. D'altra parte negli anni '50 uno studioso francese, P. Benoit[4] , ha proposto di porre il pretorio presso la cittadella di Davide: l'ipotesi è certamente possibile perché non ci sono dati archeologici per affermare il contrario.

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Sotto il percorso attuale della strada (via dolorosa) ci sono i resti della strada romana. Dalla Flagellazione si va presso il convento delle Suore di Sion. Qui un tempo c'era la strada con un arco a tre fornici, detto l'arco dell'Ecce homo. A metà del secolo scorso si scoprì, sotto il convento delle suore, una grande piscina. La scoperta fu salutata come qualcosa di eccezionale e fu accompagnata da studi che cercavano di dimostrare come il pavimento sovrastante fosse il litostroto (o Gabbatà) di cui parla il Vangelo (Giovanni 19,13). Si scoprirono pure disegni sui pavimenti e subito si pensò ai giochi dei soldati. Il luogo fu circondato di grande venerazione religiosa. Oggi tutto è rimesso in discussione e ci sono forti dubbi per ritenere quel pavimento il litostroto evangelico.

Entrando nella cappella dell'Ecco homo si nota il grande fornice laterale e l'inizio del fornice centrale, ben visibile sulla via dolorosa. Gli archi del tempo romano erano di due tipi: l'arco alle porte della città e l'arco di trionfo. Gli archi alle porte erano poco lavorati, robusti e muniti di battenti. Questo invece è ben lavorato, ha addirittura una cornice sopra il fornice laterale ed è ben ornato. Gli archi di trionfo d'altro canto erano raramente a tre fornici e mai dentro la città ma all'ingresso. Quindi è un unicum nel suo genere anche se tutto spinge a datarlo all'epoca della Ælia Capitolina.

Si scende alla grande cisterna di cui è visibile solo una parte; la grande costruzione si estende ancora per dodici metri. Si nota un arco romano perfettamente rotondo. Non è erodiano. Si nota pure che è stato rifatto in varie occasioni, forse in epoca medievale. Tuttavia il pavimento sovrastante sembra essere integro così che è sorta la discussione: si tratta di rifacimenti medievali o i romani hanno costruito un arco a sesto acuto? Il canale che porta l'acqua è asmoneo; Erode fece tagliare il canale.

Risalendo si vede il famoso pavimento detto litostroto. Verso l'uscita si riconosce un pavimento con forti striature. Le striature sono state fatte per aiutare i cavalli a salire, visto che questa zona ha una forte pendenza. Il pavimento continua, dopo il muro, nella cappella della Condanna dei francescani.

Uscendo si percorre la via dolorosa e si nota, dall'esterno, l'arco dell'Ecce homo. La tradizione affermava che da qui Pilato mostrò Gesù al popolo dicendo le famose parole (Giovanni 19,5). Padre Horn (1725-1744 ELS 923,3) leggeva pure alcune lettere: TOL, TO che interpretava con le parole evangeliche: "Tolle, tolle, crucifige eum!" (Giovanni 19,15). Si tratta invece di lettere greche.

Procedendo ancora si trova un elegante portone con una scritta greca che indica il pretorio. La proprietà è dei greci ortodossi che mostrano un sotterraneo con grotte, luogo della prigionia di Gesù. Tuttavia la notizia non ha nessun fondamento archeologico. Ogni casa ha qualche cave ed è impossibile affermare di più.

Si giunge così all'angolo della proprietà armena cattolica (prima della guest house del numero civico 36). In questo luogo c'è una chiesa, dedicata a Santa Maria dello Spasimo. Nella cripta dell'attuale chiesa degli armeni cattolici ci sono alcuni mosaici bizantini che rappresentano un paio di sandali. Tale raffigurazione è molto comune all'epoca soprattutto all'ingresso delle case ed è impossibile tirare altre conseguenze. In questo luogo la tradizione poneva l'incontro di Maria con Gesù: Maria veniva da una strada e vide Gesù che portava la croce. Ora il luogo è stato spostato sulla medesima strada all'incrocio con el Wad. Qui c'era pure la memoria delle abitazioni di Maria, di Giuda e di Erode.

Procedendo si incrocia el Wad. A latere del portico c'è una scultura che rappresenta la III stazione (La prima caduta). La scultura è incastonata sulla parete di un antico bagno turco. Fu costruito intorno al 1600 e fu poi abbandonato per mancanza d'acqua. Le borchie e i capitelli smussati testimoniano il tempo e la paternità della costruzione. A Gerusalemme sono stati trovati sei bagni turchi, il più prezioso dei quali è quello presso Bab el Qattanin. Questo era chiamato il bagno del Sultano, Hammam el Sultan. Dopo la seconda guerra mondiale fu trasformato in cappella dai soldati polacchi alleati con gli inglesi. Fin dal 1800 questo angolo era caratterizzato dalla

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presenza di colonne a lato della strada, oggi non più visibili. Padre Horn pone qui non la caduta ma l'incontro col Cireneo, conformemente alla tradizione precedente. Nel 1800 la tradizione fu spostata più avanti (alla V stazione).

Poco più avanti c'è una cappella recente che è la memoria della IV stazione (Gesù incontra sua madre). Anticamente c'era la memoria dell'incontro con le donne. La cappella segnala solo il luogo. Il vero punto importante è un arco che dà su una via laterale. Secondo la tradizione già ricordata, Maria, sbucando da una via, avrebbe visto Gesù che portava la croce. Secondo la tradizione orientale Maria "sincopizzò", ebbe cioè una sincope.

La V stazione (Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce) è una piccola cappella che ricorda il fatto. Il ricordo è qui solo dal 1800. Precedentemente non c'era un luogo fisso. In questo luogo c'era la memoria del ricco epulone e del povero Lazzaro (Luca 16,19-31) e la casa di Simone il fariseo (Luca 7,36-50). La casa turca del 1500 con un ampio arco sopra el Wad è identificata da Horn con la casa del ricco epulone (ELS p. 614); la piccola casa mamelucca del 1400-1500 con cupola è identificata con quella del povero Lazzaro. La casa di Simone era invece situata nella zona presso l'attuale porta di Erode. Lì c'era una chiesa dedicata a santa Maria Maddalena. Tuttavia c'era un'altra casa di Simone a Betania, come pure nei vangeli si parla di diverse unzioni e le donne non sono sempre nominate con il nome di Maria. Da qui allora le varie possibilità interpretative.

Salendo i gradini della via dolorosa si giunge alla VI stazione (La Veronica asciuga il volto di Gesù). Nel 1483 F. Fabri menziona il luogo della Veronica (ELS 919,4). La leggenda ha origine nei testi apocrifi che ritengono la Veronica essere l'emorroissa di Cafarnao di nome Berenice (il latino è diventata Veronica, nome che non ha nulla a che fare con la popolare etimologia vera icona). Eusebio sostiene di aver visto a Cesarea di Filippo una statua di bronzo rappresentante la scena dell'emorroissa che tocca Gesù; afferma anche che davanti alla statua cresceva un'erba miracolosa. Eusebio non apprezza tale tradizione e la porta ad esempio di culto pagano. Da Rufino sappiamo che la statua fu distrutta da Giuliano l'Apostata. Da questi pochi dati possiamo affermare che la tradizione della Veronica è molto antica. La memoria a Gerusalemme è più recente. La casa fu sede del console francese, passò poi alla chiesa melkita (oggi vi abitano le Piccole Sorelle di Gesù). Segno di questa casa era una piccola scala, sempre disegnata dai pellegrini.

Salendo ancora si giunge all'incrocio con il Suq Khan ez Zeit dove c'è la cappella della VII stazione (Gesù cade la seconda volta). I pellegrini in questo luogo notavano alcune colonne. Una è rimasta (alta ben 5 m). La Custodia acquistò il luogo nel 1800. Il sito era menzionato come porta giudiziaria. Pare che la grande colonna facesse parte del cardo. Non è del tempo di Cristo ma forse della Ælia Capitolina. Accanto alla colonna c'è invece un grande pilastro e, al di là di una volta crociata o mamelucca, un altro pilastro con uno stipite. Forse i pellegrini guardando questi pilastri, pensavano alla porta giudiziaria. Da dove hanno preso l'idea non sappiamo. Forse viene dalla lettera agli Ebrei (13,12). Il primo a parlarne è un frate domenicano, Burcardo del monte Sion (1283, ELS 909). Oggi non c'è più nessuna memoria della porta.

Procedendo per le scale si giunge alla VIII stazione (L'incontro di Gesù con le donne). Si vede la sezione di una colonna nella casa di proprietà dei greci ortodossi. Il problema di questo luogo è sapere se era fuori o dentro le mura della città; come si sa questo è uno degli enigmi più difficili di Gerusalemme.

Infine salendo verso il patriarcato copto si giunge alla colonna della IX stazione (Gesù cade la terza volta). Anticamente non si menzionavano mai tre cadute; al massimo se ne ricordavano due. Tuttavia, come abbiamo già ricordato, la via crucis fu inventata in Europa e trapiantata a Gerusalemme, ricercando i luoghi dove ambientarla.

La BibbiaLa narrazione puntigliosa è del Vangelo di Giovanni, dove è curata di più questa seconda fase "civile" del processo a Gesù: 18,28 -19,16. Ma sono i Sinottici che registrano in un modo

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drammatico la derisione e le percosse subite in questo luogo da parte di Gesù: Mt 27,27-31. Assieme si confronti Mc 15,2-39 e Lc 23,2-46, dove ciascuno ha dei particolari nel descrivere questa condanna definitiva di Gesù. Matteo 27,11-31: Gesù davanti a Pilato, flagellato e coronato di spine Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l’interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici». E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?». Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore. Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua». Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!». Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso. Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra; poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!». E sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo. Non esiste reliquia più drammatica e vera della passione di Gesù: queste pietre portano ancora la eco viva del sangue, gli sputi, le spine, i flagelli e tutta la derisione di gente che "non sapeva quel che faceva..". Un giorno Gesù apparve a Sant'Angela da Foligno e le disse: "Io non ti ho amato per scherzo...!"; quanto è vero e sentito qui questo lamento di Gesù! Dal tempo dei Crociati è fissato un percorso - la strada interna che costeggiava le mura - con segnate alcune cappelle devozionali per ricordare momenti del cammino verso il Calvario. Ogni venerdì alle ore 15 i Francescani, e quanti pellegrini si trovano a Gerusalemme, lo ripercorrono con tanta devozione fino alla basilica del Santo Sepolcro.

IV. LITURGIA EUCARISTICA ALLA TERZA E QUARTA STAZIONE DELLA VIA CRUCIS

CollettaO Dio, che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena nella quale il tuo Figlio, prima di consegnarsi alla morte, affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio, convito nuziale del suo amore, fa' che dalla partecipazione a così grande mistero attingiamo pienezza di carità e di vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio...

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Liturgia della Parola

Prima LetturaDal libro dell’Esodo (12,1.3b.5-7.11b-12) In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne: "Il dieci del primo mese dell’anno ciascuno si procuri un agnello per famiglia. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno. Lo serberete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità di Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case in cui lo dovranno mangiare. E' la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò e colpirò ogni primogenito nel paese d’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre. Questo giorno sarà per voi un memoriale: lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione, lo celebrerete come un rito solenne. Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Rit. Il Signore diede loro pane del cielo: l’uomo mangiò il pane degli angeli

1. Ciò che abbiamo udito e i nostri padri ci hanno raccontato, non lo terremo nascosto; diremo alla generazione futura le meraviglie che egli ha compiuto.

Rit.

2. Aveva fatto prodigi davanti ai loro padri: divise il mare e li fece passare; li guidò con una nube di giorno, e tutta la notte con un bagliore di fuoco.

Rit.

3. Spaccò le rocce nel deserto e fece sgorgare ruscelli dalla rupe. Fece piovere su di essi la manna per cibo e diede loro pane del cielo.

Rit.

Seconda LetturaDalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (1Cor 10,16-17) Fratelli, il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane. Parola di Dio.

Alleluia, alleluia, alleluia.Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Alleluia.

VangeloDal vangelo secondo Luca (22,7-12.14-15.19-20) Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: "Andate a preparare per noi la Pasqua". Gli chiesero: "Dove vuoi che prepariamo?". Ed egli rispose: "Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà e

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direte al padrone di casa: "Il Maestro ti dice: Dov’è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli? Egli vi mostrerà una sala del piano superiore, grande e addobbata; là preparate". Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui e disse: "Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione". Poi prese un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: "Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese il calice dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi». Parola del Signore.

Sulle offerteConcedi a noi tuoi fedeli, Signore, di partecipare degnamente ai santi misteri, perché ogni volta che celebriamo questo memoriale del sacrificio del Signore, si compie l'opera della nostra redenzione. Per Cristo nostro Signore.

PrefazioE' veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre, qui e in ogni luogo, a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Cristo tuo Figlio, nell'ultima cena tra i suoi discepoli, volle perpetuare nei secoli il memoriale della sua passione e si offrì a te come agnello senza macchia, come lode perfetta e sacrificio gradito. In questo grande mistero tu nutri e santifichi i tuoi fedeli perché una sola fede illumini e una sola carità riunisca l'umanità diffusa su tutta la terra. Noi ci accostiamo con gioia, o Padre, alla tua mensa, e l'effusione del tuo Spirito ci trasforma a immagine della tua gloria. Per questo prodigio di immenso amore tutte le creature si uniscono in un cantico nuovo, e noi con gli Angeli e con i Santi eleviamo l'inno di adorazione e di lode: Santo. . .

Dopo la comunionePadre onnipotente, che nella vita terrena ci nutri alla Cena del tuo Figlio, accoglici come tuoi commensali al banchetto glorioso del cielo. Per Cristo nostro Signore.

V. LA VIA CRUCIS

Nel nome del Padre ...Il Signore, che patì per voi, lasciandovi un esempio perché ne seguiate le orme, guidi i vostri passi sul cammino della croce.

Lett.- "Popolo mio che male ti ho fatto? In che ti ho contristato? Rispondimi! Io ti ho guidato fuori dall'Egitto, e tu hai preparato la croce al tuo Salvatore?Perché ti ho guidato quarant'anni nel deserto, ti ho sfamato con manna, ti ho introdotto in un paese fertile, tu hai preparato la croce al tuo Salvatore?Che altro avrei dovuto fare e non ti ho fatto?Io ti ho piantato come mia scelta e florida vigna, ma tu mi sei diventata aspra e amara; poiché mi

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hai spento la sete con aceto, e hai piantato una lancia nel petto del tuo Salvatore".(dalla liturgia romana del Venerdì Santo)

Domandiamo sinceramente perdono dei nostri peccati.Ti chiedo perdono, o Padre buono, per ogni mancanza d'amore; per la mia debole speranza e per la mia fragile fede. Domando a te, Signore, che illumini i miei passi; la forza di vivere con tutti i miei fratelli, nuovamente fedele al tuo vangelo.

Preghiamo:O misericordioso Signore, tu non ci hai respinto quando ti abbiamo invocato nel dolore, ma sei venuto a salvare il tuo popolo nell'ora della redenzione; sei re, libera i prigionieri; sei medico, guarisci i malati; sei pastore, rintraccia gli erranti! Hai chiamato a conversione la cananea e il pubblicano, hai accolto le lacrime di Pietro: per chi dispera tu sei la via della speranza. Pietoso Gesù, accogli il nostro pentimento e salvaci, o Salvatore di tutti, che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

Santa Madre, deh voi fate,che le piaghe del Signore, siano impresse nel mio cuor!

I stazioneGESU' CONDANNATO A MORTE

Ti adoriamo, o Cristo...

Dal vangelo Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l'alba. Pilato fece chiamare Gesù e gli disse: "Tu sei il re dei Giudei?". Gesù rispose: "Tu lo dici; io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce". Gli dice Pilato: "Che cos'è la verità?". Allora fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: "Salve, re dei Giudei!" E gli davano schiaffi. Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: "Ecco l'uomo!". Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono: "Crocifiggilo, crocifiggilo! Se liberi costui, non sei amico di Cesare". Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. (Gv 18,28.33.37-38; 19,1-3.5-6.12.16).

"Che cosa è la verità?", ebbe a dirti con sarcasmo, o Signore, Pilato proprio qui. In questo mondo, verità e bene è l'interesse di chi comanda! E l'uomo, e i deboli, e gli ultimi sono schiacciati. Tu, Gesù, giusto innocente, umile e non violento, ne sei l'emblema!Fammi sempre stare, o Signore, dalla parte di Abele; meglio peccare di discrezione che d'invadenza; e dammi di essere capace sempre di spendermi anche per le 'cause perse', quelle che nessuno al mondo vuol mai prendersi a cuore!

Signore Gesù, tu sei la verità di Dio, avendoci rivelato il suo vero volto, mostrandoti crocifisso:Rendici liberi con la tua verità!Signore Gesù, tu sei la verità di noi stessi, mostrando a che cosa è chiamato ogni uomo, ad essere figlio ed erede di Dio:Rendici liberi con la tua verità!

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Signore Gesù, tu sei la verità per il vero benessere tra gli uomini, quando ci dicesti: Amatevi come io ho amato voi:Rendici liberi con la tua verità!

Chiusa in un dolore atroce eri là sotto la croce, dolce Madre di Gesù.

II stazioneGESU' E' CARICATO DELLA CROCE

Dal vangeloDopo averlo schernito - sputandogli addosso e percuotendolo con una canna sul capo - lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo (Mt 28, 30-31).Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota (Gv 19,17).

Un giorno, Signore, aprendo il tuo cuore a sant' Angela da Foligno, dicesti: "Io non ti ho amato per scherzo!". Proprio qui davanti a queste tue umiliazioni, mi ritorna come eco questo tuo lamento. Quanto ti è costato amarci fino in fondo! "O voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c'è un dolore simile al mio dolore" (Lam 1,12), usa farci ripetere la Liturgia.Fammi capire, Signore, quanto autentico e profondo sia il tuo amore per me, poiché tu sai bene che io so solo amare nella misura in cui mi senta amato!

Signore Gesù, quando sono nella prova e nella tentazione, aiutami a dire:Padre, sia fatta la tua volontà!Signore Gesù, quando devo scegliere tra te e il mondo, aiutami a dire:Padre, sia fatta la tua volontà!Signore Gesù, quando la sofferenza mi fa sanguinare il corpo e lo spirito, aiutami a dire:Padre, sia fatta la tua volontà!

Il tuo cuore desolato fu in quell'ora trapassato dallo strazio più crudel.

III stazioneGESU' CADE SOTTO IL PESO DELLA CROCE

Dalla BibbiaDisprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire. Maltrattato, si lasciò umiliare; come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la bocca (Is 53, 3.7).Io sono un verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo. Come acqua sono versato, sono slogate tutte le mie ossa. Il mio cuore è come cera, si fonde in mezzo alle mie viscere. Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi; hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa (Sal 21,7.15.17-18).

Signore Gesù, pesa la tua croce, perché Tu sei "l'Agnello di Dio e porti il peccato del mondo"! Ti sei addossato i nostri delitti; sei stato schiacciato per le nostre colpe; il castigo che meritavano noi, su di te si è abbattuto. Ma per le tue piaghe noi siamo stati guariti.

Signore Gesù, quando la croce di una sofferenza inattesa ci schiaccia:

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Aiutaci a portare la nostra croce.Signore Gesù, quando l'umiliazione ci sconforta e la paura della morte ci opprime:Aiutaci a portare la nostra croce.Signore Gesù, quando una persona cara ci abbandona o una disgrazia improvvisa scombussola la vita:Aiutaci a portare la nostra croce.

Quanto triste, quanto affranta, ti sentivi, o Madre santa, del divino Salvator.

IV stazioneGESU' INCONTRA SUA MADRE

Dal vangeloIl padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima (Lc 2, 33-35).Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa (Gv 19, 25-27).

Signore Gesù, incroci lo sguardo di tua madre, e ti dà conforto sentire che qualcuno ti capisce. La madre sta sempre col Figlio; qui con una spada che le trafigge il cuore come al Figlio trafigge il corpo. E l'uno e l'altra nei dolori di un parto che genera la nuova umanità redenta! Maria, madre del corpo fisico di Gesù, diviene qui madre del corpo mistico che Cristo genera sulla croce. Dammi, come Maria, di essere anch'io trafitto al cuore per il dolore dei peccati, e di partecipare intimamente al tuo sacrificio con spirito di corredenzione.

Salve, Regina, madre di misericordia; vita, dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo, noi esuli figli di Eva; a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque, avvocata nostra, rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del seno tuo. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!

Con che spasimo piangevi, mentre, trepida, vedevi il tuo Figlio nel dolor.

V stazioneGESU' E' AIUTATO DAL CIRENEO

Dal vangelo secondo LucaMentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, il padre di Alessandro e Rufo, e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. (Lc 23,26; cfr. Mc 15,21).

"Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo", diceva S. Paolo riferendosi alle sue sofferenze patite per Cristo. Tu non hai voluto, Signore, portare da solo la croce: vuoi che ogni uomo si associ a te in questo cammino di riscatto, perché.. "se veramente parteciperemo alle tue sofferenze, parteciperemo anche alla tua gloria" (Rm 8,17).

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Fa', Signore, che sappia sempre trasformare in obbedienza d'amore le croci che incontro nella vita e divenga io stesso cireneo per gli altri, per aiutarli a portare la loro croce come croce di Cristo.

Signore, fa' di me uno strumento della tua pace. Dov'è odio che io porti amore; dov'è offesa che io porti perdono; dov'è discordia che io porti l'unione; dov'è dubbio che io porti la fede; dov'è errore che io porti la verità; dov'è disperazione che io porti la speranza; dov'è tristezza che io porti la gioia; dov'è tenebra che io porti la Tua luce.

Se ti fossi stato accanto, forse che non avrei pianto, o Madonna, anch'io con te?

VI stazioneLA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO DI GESU'

Dalla BibbiaMolti si stupirono di lui, tanto era sfigurato per esser d'uomo il suo aspetto. Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per provare in lui diletto. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima (Is 52,14; 53,2-3).

Signore, Gesù, hai impresso il tuo volto sul lino pietoso di Veronica, perché ogni volta che facciamo queste cose a uno solo dei tuoi fratelli più piccoli, lo facciamo a te!

Ti preghiamo, Signore, per coloro che soffrono:Conservali nel tuo amore!Ti preghiamo, Signore, per coloro nei quali fatichiamo riconoscere il tuo volto:Conservali nel tuo amore!Ti preghiamo, Signore, per quanti si chinano con amore su ogni sofferenza:Conservali nel tuo amore!

Dopo averti contemplata, col tuo Figlio addolorata, quanta pena sento in cuor.

VII stazioneGESU' CADE PER LA SECONDA VOLTA

Dal Nuovo TestamentoGesù incominciò a provare tristezza e angoscia, e disse: "La mia anima è triste fino alla morte". Si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre, se è possibile, passi da me questo calice!". E diceva ai discepoli: "Lo spirito è pronto, ma la carne è debole" (Mt 26,37-39.41).Noi non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, escluso il peccato. In tal modo egli è in grado di sentire giusta compassione per quelli che sono nell'ignoranza e nell'errore, essendo anch'egli rivestito di debolezza. Nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo dalla morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l'obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono (Eb 4,15; 5,2.7-9).

Signore Gesù, ti sconforti perché nessuno è con te; più che lo scherno dei nemici, è il tradimento degli amici che ti avvilisce. "Non c'è amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici", ci hai detto

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un giorno. Fammi capire e sentire un po' del tuo amore per me!

Tu che hai visto la miseria del tuo popolo e lo hai liberato dalla schiavitù del peccato e della morte:Salvaci, Signore!Tu che conosci le tempeste e le prove della nostra fragile esistenza:Salvaci, Signore!Tu che sai la nostra impulsività e arroganza, ma anche, come Pietro, il nostro dispiacere di averti tradito:Salvaci, Signore!

Santa Vergine, hai contato tutti i colpi del peccato nelle piaghe di Gesù.

VIII stazioneGESU' E LE DONNE DI GERUSALEMME

Dal vangelo secondo LucaLo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: "Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: beate le sterili e i grembi che non hanno generato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?". (Lc 23,27-31).

Il legno verde non è buono per essere bruciato, e sei tu, Signore, che meriti solo la vita. Noi siamo il legno secco, troppo spesso meritevoli "della Geenna dove il fuoco non si estingue" (Mt 9,47). "Giorno d'ira sarà quel giorno, quando il mondo diventerà cenere. Quale spavento ci sarà all'apparire del Giudice, che su tutto farà un esame severo. Le mie suppliche, Signore, non sono degne; ma tu, buono, concedi benigno che io non bruci nel fuoco eterno" (Dies irae).

Atto di dolore. Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami.

E vedesti il tuo Figliuolo così afflitto e così solo dare l'ultimo respir.

IX stazioneGESU' CADE PER LA TERZA VOLTA

Dal vangeloGesù disse: "E' giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perderà e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna.Ora l'anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora! Padre, glorifica il tuo nome" (Gv 12,23-27).

(Lamento di Gesù crocifisso): "Io sono la VIA, .. perché non mi segui? Io sono la VITA, .. perché mi rifiuti? Io sono il tuo

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AMICO, .. perché non mi vieni a trovare? Io sono morto per tuo AMORE, .. perché non mi ami? Io sono il tuo DIO, .. perché non mi adori? Io ti parlo, .. perché non mi ascolti? Io mi dono tutto a te, ..perché tu non ti doni a me?" (testo medievale).

Quando sono stretto da dubbi di fede, aiuta la mia incredulità perché possa dirti:Mio Signore e mio Dio!Quando la pressione del mondo mi rende indifferente, fammi ritornare ad essere capace di proclamarti ancora: Mio Signore e mio Dio!Quando le sfide del potere mi emarginano, dammi il coraggio dei martiri per dirti sempre:Mio Signore e mio Dio!

Dolce Madre dell'amore, fa' che il grande tuo dolore io lo senta pure in me.

X stazioneGESU' E' SPOGLIATO DELLE VESTI

Dal vangelo secondo MarcoCondussero dunque Gesù al luogo del Golgota, che significa cranio, e gli offrirono vino mescolato con mirra; ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero: e l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra. I passanti lo insultavano e, scuotendo il capo, esclamavano: Ha salvato altri, non può salvare se stesso! (Mc 15,22-31).

Sei giunto al vertice dello scacco, Signore; la gente scuote la testa e dice: "Tutte chiacchiere, non si sa tirar fuori dai suoi guai! Neanche Dio lo libera: che sia davvero quell'imbroglione che i capi ci vogliono far credere?".Tu, Signore, sei sempre sconcertante: "Le vostre vie non sono le mie vie .." (Is 55,8); per credere in te ci vuol del coraggio: la tua è la legge difficile dei paradossi espressi nelle Beatitudini!Solo quando come te sarò spogliato delle mie sufficienze e inchiodato alla volontà del Padre, potrò divenire "quel chicco di grano caduto in terra che solo se muore produce molto frutto" (Gv 12,24).

Eccomi, o mio amato e buon Gesù, che alla tua santissima presenza prostrato, ti prego col fervore più vivo di stampare nel mio cuore sentimenti di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati, di proponimento di non offenderti, mentre io con tutto l'amore e la compassione vado considerando le tue cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di te, o Gesù mio, il santo profeta Davide: "Hanno trapassato le mie mani e i miei piedi, hanno contato tutte le mie ossa" (Sal 21,17). Amen.

Fa' che il tuo materno affetto pel tuo Figlio benedetto mi commuova e infiammi il cuor.

XI stazioneGESU' E' INCHIODATO ALLA CROCE

Dal vangeloQuando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. Da mezzogiorno fino alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Gesù diceva: "Padre,

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perdonali, perché non sanno quello che fanno". Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Uno dei malfattori appesi alla croce disse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso". Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata compiuta, disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete". E dopo aver ricevuto l'aceto, disse: "Tutto è compiuto. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Mt 27,45-56; Lc 23,33-46; Gv 19,28-30).

Si condensa in queste parole, Signore, tutto il tuo mistero di uomo e di salvatore. L'abbandono al Padre, eroico, nella purezza di una obbedienza che dice: Ho fatto proprio tutto! E il coraggio del perdono, ai crocifissori e al buon ladrone. Davanti ad un uomo così votato a Dio e capace di amore al prossimo, anzi ai nemici, anche un pagano ha dovuto dire: "Davvero costui era Figlio di Dio!".Dammi, Signore, proprio questo: di riconoscere nel tuo amore fino alla morte il segno della tua divinità, perché "Dio è amore" (1Gv 4,8); e di mostrare agli altri, con un po' di amore puro, il poco di divinità di cui tu mi rendi gradualmente partecipe con la vita di grazia.

O Gesù, quando mi presenterò al tuo giudizio finale:Ricordati di me, Signore, nel tuo regno.O Gesù, quando mi sentirò ribollire per una offesa, aiutami a dire come te:Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno.O Gesù, nell'estremo momento della vita, aiuta anche me a dire:Padre, nelle tue mani affido il mio spirito.

Le ferite che il peccato sul suo corpo ha provocato siano impresse, o Madre, in me.

XII stazioneGESU' MUORE IN CROCE

Dal vangeloGesù, dando un forte grido, chinato il capo, rese lo spirito. Ed ecco il velo del tempio si squarciò in due da cima a fondo, la terra si scosse, le rocce si spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi morti risuscitarono. Vennero i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all'altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il costato con una lancia e subito ne uscì sangue e acqua (Mt 27,50-54; Gv 19,32-34).

Signore Gesù, che al ladro pentito hai fatto la grazia di passare dalla croce alla gloria del regno, nell'ora della mia morte apri anche a me la porta del paradiso. E aiutami a giungervi preparato. "Se aspetti, non ci pentiamo; se punisci non resistiamo; chiediamo un perdono che non meritiamo; tendi la mano a noi che siamo caduti" (Lit. ambrosiana).

Anima di Cristo, santificami. Corpo di Cristo, salvami.Sangue di Cristo, inebriami. Acqua del costato di Cristo, lavami.Passione di Cristo, confortami.O buon Gesù, esaudiscimi.Dentro le tue piaghe, nascondimi.Non permettere che io mi separi da te.

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Dal nemico maligno difendimi.Nell'ora della mia morte chiamami. Fa' che io venga a te, a lodarti con i tuoi santi nei secoli dei secoli. Amen.

Del Figliuolo tuo trafitto per scontare il mio delitto condivido ogni dolor.

XIII stazioneGESU E' DEPOSTO DALLA CROCE

Dal vangelo Sopraggiunta ormai la sera, Giuseppe d'Arimatea, membro autorevole del Sinedrio, che aspettava anche lui il Regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato per chiedere il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, lo interrogò se fosse già morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo calò giù dalla croce e, avvoltolo nel lenzuolo, lo depose in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare un masso contro l'entrata del sepolcro (Mc 15,42-46).

Signore Gesù, sei accolto tra le braccia di tua madre, come un bianco lenzuolo di verginità. Ci hai affidati a Maria come a nostra madre. Fa' che facciamo come Giovanni, di prenderla in casa con noi.

O Maria, madre della Chiesa, aiutaci a compiere il nostro itinerario di fede come hai fatto tu fino ai piedi della croce:Beata te che hai creduto, o Vergine Maria.O Maria, madre della Chiesa, sostieni la corsa degli apostoli ad annunciare il vangelo fino agli estremi confini della terra:Beata te che hai creduto, o Vergine Maria.O Maria, madre della Chiesa, assisti i sacerdoti come hai fatto per Giovanni, perché siano sempre secondo il cuore di Gesù:Beata te che hai creduto, o Vergine Maria.

Di dolore quale abisso: presso, o Madre, al Crocifisso voglio piangere con te.

XIV stazioneGESU' E' NEL SEPOLCRO

Dal vangeloGiuseppe d'Arimatea allora andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodemo e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici. Ora nel luogo vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù. Il giorno dopo si riunirono presso Pilato i sommi sacerdoti e i farisei, dicendo: "Signore, ci siamo ricordati che quell'impostore disse mentre era vivo: 'Dopo tre giorni risorgerò'. Ordina dunque che sia vigilato il sepolcro". Andarono e assicurarono il sepolcro, sigillando la pietra e mettendovi la guardia (Gv 19,38-42; Mt 27,62-66).

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Ecco, Signore, sei nella tomba; tutto è finito come al solito... "Speravamo...", dicono i discepoli di Emmaus tornandosene a casa delusi! E' il sabato santo, il giorno del grande silenzio provocatorio di Dio!Signore, com'è difficile credere quando tu sembri latitante. Noi abbiamo paura in mezzo alle tragedie della vita; tu sembri dormire tra le nostre tempeste, come quel giorno sul lago (cf Lc 8,22-25). "Maestro, Maestro, siamo perduti!", gridiamo anche noi. "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". No, "non dorme il tuo custode, non sonnecchia il custode d'Israele!" (Sal 120,4).

Si recita la preghiera alla Madonna del Sabato Santoa pag. 287.

O Madonna, o Gesù buono, vi chiediamo il grande dono dell'eterna gloria in ciel.

XV stazioneGESU' RISORGE DA MORTE

Dal vangeloIl primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno”. Ed esse si ricordarono delle sue parole. E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli (Lc 24,1-10).

Giovanni c'era quella mattina, e lasciò scritto: "Vidi e credetti". Maria Maddalena c'era, e corse a gridare a tutti: "Ho visto il Signore!". Io non c'ero, Signore, ma credo alla testimonianza di chi ha visto con gli occhi, ha toccato con mano, ha mangiato e bevuto con te dopo la risurrezione. "Beati quelli che pur non avendo visto crederanno" (Gv 20,29). Per Maria di Magdala, che molto ti amava, bastò una parola: "Maria!". L'amore ha delle intuizioni e delle certezze che la ragione non ha!Fammi entrare, Signore, sempre più nella esperienza di te, con la contemplazione e la preghiera, così che possa iniziare ogni giorno col dire: "Dio c'è, Cristo è vivo, stamattina gli ho parlato..!".

Canto finale: Cristo risusciti in tutti i cuori,Cristo si celebri, Cristo s'adori, gloria al Signor!

 

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VI. LITURGIA DELLE ORE 9 OTTOBRE 2007 TEMPO: ORDINARIO XXVII SETTIMANA MARTEDI TERZA SETTIMANA DEL SALTERIO

INVITATORIOVersetto V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Grande è il Signore nostro re: venite adoriamo. SALMO 94 - Invito a lodare Dio Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest'oggi» (Eb 3,13) Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.) Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dei. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra. (Ant.) Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,* il gregge che egli conduce. (Ant.) Ascoltate oggi la sua voce: + «Non indurite il cuore, * come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: + mi misero alla prova * pur avendo visto le mie opere. (Ant.) Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione + e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo».(Ant.) Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.)

UFFICIO DELLE LETTUREIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Inno Ascolta, o Padre santo, la voce dei fedeli, che invocano il tuo nome. Tu spezza le catene, guarisci le ferite, perdona i nostri errori. Senza te siam sommersi in un gorgo profondo di peccati e di tenebre. Il tuo braccio potente ci conduca a un approdo di salvezza e di pace. Sia onore e gloria al Padre, al Figlio e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Sorga Dio, e i suoi nemici fuggano lontano. 1° Salmo SALMO 67, 2-11 L'ingresso trionfale del Signore Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano * e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano. Come si disperde il fumo, tu li disperdi; + come fonde la cera di fronte al fuoco, * periscano gli empi davanti a Dio. I giusti invece si rallegrino, + esultino davanti a Dio * e cantino di gioia. Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, * spianate la strada a chi cavalca le nubi: «Signore» è il suo nome, * gioite davanti a lui. Padre degli orfani e difensore delle vedove * è Dio nella sua santa dimora. Ai derelitti Dio fa abitare una casa, + fa uscire con gioia i prigionieri; * solo i ribelli abbandona in arida terra. Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo, * quando camminavi per il deserto, tremò la terra, stillarono i cieli davanti al Dio del Sinai, * davanti a Dio, il Dio di Israele. Pioggia abbondante riversavi, o Dio, * rinvigorivi la tua eredità esausta. E il tuo popolo abitò il paese * che nel tuo amore, o Dio, preparasti al misero. 1^ Antifona Sorga Dio, e i suoi nemici fuggano lontano. 2^ Antifona Il nostro Dio è un Dio che salva, è lui che ci libera dalla morte. 2° Salmo SALMO 67, 12-24 L'ingresso trionfale del Signore Il Signore annunzia una notizia, * le messaggere di vittoria sono grande schiera: «Fuggono i re, fuggono gli eserciti, * anche le donne si dividono il bottino. Mentre voi dormite tra gli ovili, + splendono d'argento le ali della colomba, * le sue piume di riflessi d'oro». Quando disperdeva i re l'Onnipotente, * nevicava sullo Zalmon. Monte di Dio, il monte di Basan, * monte dalle alte cime, il monte di Basan. Perché invidiate, o monti dalle alte cime, + il monte che Dio ha scelto a sua

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dimora? * Il Signore lo abiterà per sempre. I carri di Dio sono migliaia e migliaia: * il Signore viene dal Sinai nel santuario. Sei salito in alto conducendo prigionieri, + hai ricevuto uomini in tributo: * anche i ribelli abiteranno presso il Signore Dio. Benedetto il Signore sempre; * ha cura di noi il Dio della salvezza. Il nostro Dio è un Dio che salva; * il Signore Dio libera dalla morte. Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici, * la testa altera di chi percorre la via del delitto. Ha detto il Signore: «Da Basan li farò tornare, * li farò tornare dagli abissi del mare, perché il tuo piede si bagni nel sangue, * e la lingua dei tuoi cani riceva la sua parte tra i nemici». 2^ Antifona Il nostro Dio è un Dio che salva, è lui che ci libera dalla morte. 3^ Antifona Cantate a Dio, popoli del mondo, cantate inni al Signore. 3° Salmo SALMO 67, 25-36 L'ingresso trionfale del Signore Appare il tuo corteo, Dio, * il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario. Precedono i cantori, + seguono ultimi i citaredi, * in mezzo le fanciulle che battono cembali. «Benedite Dio nelle vostre assemblee, * benedite il Signore, voi della stirpe di Israele». Ecco, Beniamino, il più giovane, + guida i capi di Giuda nelle loro schiere, * i capi di Zàbulon, i capi di Nèftali. Dispiega, Dio, la tua potenza, * conferma, Dio, quanto hai fatto per noi. Per il tuo tempio, in Gerusalemme, * a te i re porteranno doni. Minaccia la belva dei canneti, + il branco dei tori con i vitelli dei popoli: * si prostrino portando verghe d'argento; disperdi i popoli che amano la guerra. + Verranno i grandi dall'Egitto, * l'Etiopia tenderà le mani a Dio. Regni della terra, cantate a Dio, * cantate inni al Signore; egli nei cieli cavalca, nei cieli eterni, * ecco, tuona con voce potente. Riconoscete a Dio la sua potenza, + la sua maestà su Israele, * la sua potenza sopra le nubi. Terribile sei, Dio, dal tuo santuario; + il Dio d'Israele dà forza e vigore al suo popolo, * sia benedetto Dio. 3^ Antifona Cantate a Dio, popoli del mondo, cantate inni al Signore. Prima Lettura V. Ascolterò la parola del Signore: R. egli parla di pace al suo popolo. Dalla prima lettera a Timoteo di san Paolo, apostolo 3, 1-16 I ministri della Chiesa Carissimo, è degno di fede quanto vi dico: se uno aspira all'episcopato, desidera un nobile lavoro. Ma bisogna che il vescovo sia irreprensibile, non sposato che una sola volta, sobrio, prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito al vino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato al denaro. Sappia dirigere bene la propria famiglia e abbia figli sottomessi con ogni dignità, perché se uno non sa dirigere la propria famiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio? Inoltre non sia un neofita, perché non gli accada di montare in superbia e di cadere nella stessa condanna del diavolo. E` necessario che egli goda buona reputazione presso quelli di fuori, per non cadere in discredito e in qualche laccio del diavolo. Allo stesso modo i diaconi siano dignitosi, non doppi nel parlare, non dediti al molto vino né avidi di guadagno disonesto, e conservino il mistero della fede in una coscienza pura. Perciò siano prima sottoposti a una prova e poi, se trovati irreprensibili, siano ammessi al loro servizio. Allo stesso modo le donne siano dignitose, non pettegole, sobrie, fedeli in tutto. I diaconi non siano sposati che una sola volta, sappiano dirigere bene i propri figli e le proprie famiglie. Coloro infatti che avranno ben servito, si acquisteranno un grado onorifico e una grande sicurezza nella fede in Cristo Gesù. Ti scrivo tutto questo, nella speranza di venire presto da te; ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità. Dobbiamo confessare che grande è il mistero della pietà: Egli si manifestò nella carne, fu giustificato nello Spirito, apparve agli angeli, fu annunziato ai pagani, fu creduto nel mondo, fu assunto nella gloria. Responsorio Prima Lettura Cfr. At 20, 28; 1 Cor 4, 2 R. Vegliate su tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha posti come vescovi * per guidare la Chiesa di Dio, acquistata nel sangue del suo figlio. V. A chi ha ricevuto il compito di amministratore si richiede che sia fedele, R. per guidare la Chiesa di Dio, acquistata nel sangue del suo figlio. Seconda Lettura Dalla «Lettera ai cristiani di Tralle» di sant`Ignazio di Antiochia, vescovo e martire (Capp. 1, 1 - 3, 2, 4, 1-2; 6, 1; 7, 1 - 8, 1; Funk, 1, 203-209) Voglio premunirvi, come figli amatissimi Ignazio, detto anche Teoforo, alla santa chiesa, amata da Dio, Padre di Gesù Cristo, che si trova a Tralle in Asia e che, eletta da Dio e da lui degna, ha pace nel corpo e nell`anima per la passione di Gesù Cristo, nostra speranza, in attesa di risorgere in lui. La saluto nella pienezza dello spirito, secondo l`uso

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apostolico, e le auguro ogni bene. So che mostrate sentimenti irreprensibili e siete saldi nella prova, non per opportunismo, ma per una educazione che in voi è ormai diventata connaturale. Me lo disse appunto il vostro vescovo Pilibio quando venne a Smirne per volontà di Dio e di Gesù Cristo. Egli ne gioì con me, incatenato per Gesù Cristo, ed io potei contemplare nella sua persona tutta la vostra comunità. Ricevendo per mezzo suo prova della vostra benevolenza secondo Dio, resi gloria al Signore per avervi trovati, come già sapevo, suoi imitatori. Infatti siete sottomessi al vescovo come a Gesù Cristo, e perciò non vivete secondo gli uomini, ma secondo Gesù Cristo che è morto per noi. Credendo nella morte di lui, sfuggite alla morte. E` necessario che, come già fate, nulla facciate senza il vescovo e che siate sottomessi anche al collegio presbiterale come agli apostoli di Gesù Cristo, nostra speranza, per essere trovati in comunione con lui. E` necessario che anche i diaconi, quali ministri dei misteri di Gesù Cristo, siano accetti a tutti in ogni cosa: non sono infatti ministri di cibi o di bevande, ma della Chiesa di Dio, e devono perciò tenersi lontani da qualsiasi colpa come dal fuoco. Da parte loro, tutti rispettino i diaconi come Gesù Cristo, onorino particolarmente il vescovo, che è immagine del Padre, e i presbiteri quale senato di Dio e assemblea degli apostoli. Senza di essi non si può parlare di chiesa. Sono certo che queste sono le vostre disposizioni al riguardo. Nella persona del vostro vescovo ho accolto e ho tuttora presso di me l`immagine della vostra carità: il suo modo di comportarsi è un grande insegnamento e la sua dolcezza una forza. Dio si manifesta in molti modi al mio spirito, ma vado cauto nel parlare di ciò per non perdermi, cadendo nella vanagloria. Proprio adesso devo maggiormente temere, né intendo prestar orecchio alle lodi. Coloro che mi lodano, mi flagellano. Certo desidero soffrire, ma non so se ne sia degno. La mia impazienza non si manifesta ai più, ma mi tormenta senza tregua. Ho bisogno di umiltà con la quale si sconfigge il principe di questo mondo. Vi scongiuro, non io ma l`amore di Gesù Cristo: nutritevi solo della sua dottrina cristiana e tenetevi lontani da ogni erba estranea, qual è l`eresia. Ciò avverrà se non vi lascerete gonfiare dall`orgoglio e non vi separerete da Gesù Cristo Dio e dal vescovo e dai comandi degli apostoli. Chi sta all`interno del santuario è puro; ma chi ne è al di fuori, è impuro. In altri termini: chiunque compie qualche cosa senza il vescovo, il collegio dei presbiteri e i diaconi, non agisce con coscienza pura. Non già che abbia riscontrato in voi queste cose: ma vi scrivo per premunirvi, come figli amatissimi. Responsorio Seconda Lettura Ef 4, 3-6; 1 Cor 3, 11 R. Cercate di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siate stati chiamati, * un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. V. Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo: R. un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Preghiamo Orazione O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore. R. Amen Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

LODIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Già l'ombra della notte si dilegua, un'alba nuova sorge all'orizzonte: con il cuore e la mente salutiamo il Dio di gloria. O Padre santo, fonte d'ogni bene, effondi la rugiada del tuo amore sulla Chiesa raccolta dal tuo Figlio nel Santo Spirito. Amen. 1^ Antifona Sei stato buono con noi, Signore: hai perdonato l'iniquità del tuo popolo. 1° Salmo SALMO 84 La nostra salvezza è vicina Signore, sei stato buono con la tua terra, * hai ricondotto i deportati di Giacobbe. Hai perdonato l'iniquità del tuo popolo, * hai cancellato tutti i suoi peccati. Hai deposto tutto il tuo sdegno * e messo fine alla tua grande ira. Rialzaci, Dio nostra salvezza, * e placa il tuo sdegno verso di noi. Forse per sempre sarai adirato con noi, * di età in età estenderai il tuo sdegno? Non tornerai tu forse a darci vita, * perché in te gioisca il tuo popolo? Mostraci, Signore, la tua misericordia * e donaci la

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tua salvezza. Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: + egli annunzia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli, * per chi ritorna a lui con tutto il cuore. La sua salvezza è vicina a chi lo teme * e la sua gloria abiterà la nostra terra. Misericordia e verità s'incontreranno, * giustizia e pace si baceranno. La verità germoglierà dalla terra * e la giustizia si affaccerà dal cielo. Quando il Signore elargirà il suo bene, * la nostra terra darà il suo frutto. Davanti a lui camminerà la giustizia * e sulla via dei suoi passi la salvezza. 1^ Antifona Sei stato buono con noi, Signore: hai perdonato l'iniquità del tuo popolo. 2^ Antifona L'anima mia anela a te di notte, al mattino il mio spirito ti cerca. Cantico CANTICO Is 26, 1-4. 7-9. 12 Inno dopo la vittoria Abbiamo una città forte; * egli ha eretto a nostra salvezza mura e baluardo. Aprite le porte: * entri il popolo giusto che si mantiene fedele. Il suo animo è saldo; + tu gli assicurerai la pace, * pace perché in te ha fiducia. Confidate nel Signore sempre, * perché il Signore è una roccia eterna; il sentiero del giusto è diritto, * l cammino del giusto tu rendi piano. Sì, nella via dei tuoi giudizi, Signore, in te noi speriamo; * al tuo nome e al tuo ricordo si volge tutto il nostro desiderio. Di notte anela a te l’anima mia, * al mattino ti cerca il mio spirito, perché quando pronunzi i tuoi giudizi sulla terra, * giustizia imparano gli abitanti del mondo. Signore, ci concederai la pace, * poiché tu dai successo a tutte le nostre imprese. 2^ Antifona L'anima mia anela a te di notte, al mattino il mio spirito ti cerca. 3^ Antifona Fa' splendere su di noi il tuo volto, Signore. Salmo di Lode SALMO 66 Tutti i popoli glorifichino il Signore Dio abbia pietà di noi e ci benedica, * su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, * fra tutte le genti la tua salvezza. Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti. Esultino le genti e si rallegrino, + perché giudichi i popoli con giustizia, * governi le nazioni sulla terra. Ti lodino i popoli, Dio, * ti lodino i popoli tutti. La terra ha dato il suo frutto. * Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio * e lo temano tutti i confini della terra. 3^ Antifona Fa' splendere su di noi il tuo volto, Signore. Lettura Breve 1 Gv 4, 14-15 Noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo. Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. Responsorio Breve R. Dio, mia roccia di salvezza, * in te la mia speranza. Dio, mia roccia di salvezza, in te la mia speranza. V. Mio scudo, mia difesa, * in te la mia speranza. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Dio, mia roccia di salvezza, in te la mia speranza. Antifona al Benedictus Ha suscitato per noi una salvezza potente, come aveva promesso per bocca dei profeti. Cantico di Zaccaria CANTICO DI ZACCARIA (Lc 1, 68-79) Il Messia e il suo Precursore Benedetto il Signore Dio d'Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona al Benedictus Ha suscitato per noi una salvezza potente, come aveva promesso per bocca dei profeti. Invocazioni Adoriamo il Cristo che con il suo sangue, versato sulla croce, ha fatto di noi un popolo nuovo e supplichiamo: Ricordati del tuo popolo, o Signore. Cristo, re e salvatore, accogli la lode della tua Chiesa all'alba del nuovo giorno, -- insegnale ad unirsi a te in perenne rendimento di grazie. In te poniamo ogni speranza, -- il tuo amore non lasci deluse le nostre attese. Guarda la nostra debolezza e vieni in nostro aiuto, -- perché nulla possiamo senza di te. Non dimenticare i poveri e coloro che vivono nella solitudine e nell'abbandono, -- il nuovo giorno non li opprima sotto il peso della tristezza, ma rechi loro gioia e consolazione. Preghiamo Orazione O Dio, creatore e Signore di tutte le cose, donaci di iniziare

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lietamente questo giorno e di concluderlo nel generoso servizio tuo e dei nostri fratelli. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

ORA MEDIA SESTAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell'ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace. Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito, all'unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen. 1^ Antifona L'amore è la pienezza della legge. 1° Salmo SALMO 118, 97-104 Quanto amo la tua legge, Signore; * tutto il giorno la vado meditando. Il tuo precetto mi fa più saggio dei miei nemici, * perché sempre mi accompagna. Sono più saggio di tutti i miei maestri, * perché medito i tuoi insegnamenti. Ho più senno degli anziani, * perché osservo i tuoi precetti. Tengo lontano i miei passi da ogni via di male, * per custodire la tua parola. Non mi allontano dai tuoi giudizi, * perché sei tu ad istruirmi. Quanto sono dolci al mio palato le tue parole: * più del miele per la mia bocca. Dai tuoi decreti ricevo intelligenza, * per questo odio ogni via di menzogna. 1^ Antifona L'amore è la pienezza della legge. 2^ Antifona Ricorda la tua Chiesa, Signore: è tua da sempre. 2° Salmo SALMO 73, 1-12 Lamento per la distruzione del tempio O Dio, perché ci respingi per sempre, * perché divampa la tua ira contro il gregge del tuo pascolo? Ricordati del popolo * che ti sei acquistato nei tempi antichi. Hai riscattato la tribù che è tuo possesso, * il monte Sion, dove hai preso dimora. Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne: * il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario. Ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio, * issarono i loro vessilli come insegna. Come chi vibra in alto la scure * nel folto di una selva, con l'ascia e con la scure * frantumavano le sue porte. Hanno dato alle fiamme il tuo santuario, * hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome; pensavano: «Distruggiamoli tutti»; * hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese. Non vediamo più le nostre insegne, + non ci sono più profeti * e tra di noi nessuno sa fino a quando. Fino a quando, o Dio, insulterà l'avversario, * il nemico continuerà a disprezzare il tuo nome? Perché ritiri la tua mano * e trattieni in seno la destra? Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi, * ha operato la salvezza nella nostra terra. 2^ Antifona Ricorda la tua Chiesa, Signore: è tua da sempre. 3^ Antifona Sorgi, o Dio, difendi la tua causa. 3° Salmo SALMO 73, 13-23 Lamento per la distruzione del tempio Tu con potenza hai diviso il mare, * hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque. Al Leviatàn hai spezzato la testa, * lo hai dato in pasto ai mostri marini. Fonti e torrenti tu hai fatto scaturire, * hai inaridito fiumi perenni. Tuo è il giorno e tua è la notte, * la luna e il sole tu li hai creati. Tu hai fissato i confini della terra, * l'estate e l'inverno tu li hai ordinati. Ricorda: il nemico ha insultato Dio, * un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome. Non abbandonare alle fiere la vita di chi ti loda, * non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri. Sii fedele alla tua alleanza; * gli angoli della terra sono covi di violenza. L'umile non torni confuso, * l'afflitto e il povero lodino il tuo nome. Sorgi, Dio, difendi la tua causa, * ricorda che lo stolto ti insulta tutto il giorno. Non dimenticare lo strepito dei tuoi nemici; * il tumulto dei tuoi avversari cresce senza fine. 3^ Antifona Sorgi, o Dio, difendi la tua causa. Lettura Breve Dt 15, 7-8 Se vi sarà qualche tuo fratello bisognoso nella tua città, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso, anzi gli aprirai la mano e gli presterai quanto occorre alla necessità in cui si trova. V. Il desiderio degli umili tu ascolti, Signore: R. Tendi il tuo orecchio, conferma il nostro cuore. Preghiamo Orazione O Dio, che hai rivelato all'apostolo Pietro la volontà di riunire tutti i popoli nell'unica Chiesa, benedici il nostro lavoro quotidiano e fa' che serva al tuo

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disegno universale di salvezza. Per Cristo nostro Signore. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

VESPRIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Accogli, o Padre buono, il canto dei fedeli nel giorno che declina. Tu al sorger della luce ci chiamasti al lavoro nella mistica vigna; or che il sole tramonta, largisci agli operai la mercede promessa. Dà ristoro alle membra e diffondi nei cuori la pace del tuo Spirito. La tua grazia sia pegno della gloria perfetta nella gloria dei santi. A te sia lode, o Padre, al Figlio e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Circonda il tuo popolo, Signore, ora e sempre. 1° Salmo SALMO 124 Il Signore custodisce il suo popolo Chi confida nel Signore è come il monte Sion: * non vacilla, è stabile per sempre. I monti cingono Gerusalemme: + il Signore è intorno al suo popolo, * ora e sempre. Egli non lascerà pesare lo scettro degli empi * sul possesso dei giusti, perché i giusti non stendano le mani * a compiere il male. La tua bontà, Signore, sia con i buoni * e con i retti di cuore. Quelli che vanno per sentieri tortuosi + il Signore li accomuni alla sorte dei malvagi. * Pace su Israele! 1^ Antifona Circonda il tuo popolo, Signore, ora e sempre. 2^ Antifona Se non saprete farvi come bambini, nella novità del cuore e della vita, non entrerete nel regno dei cieli. 2° Salmo SALMO 130 Confidare in Dio come il bimbo nella madre Signore, non si inorgoglisce il mio cuore * e non si leva con superbia il mio sguardo; non vado in cerca di cose grandi, * superiori alle mie forze. Io sono tranquillo e sereno + come bimbo svezzato in braccio a sua madre, * come un bimbo svezzato è l'anima mia. Speri Israele nel Signore, * ora e sempre. 2^ Antifona Se non saprete farvi come bambini, nella novità del cuore e della vita, non entrerete nel regno dei cieli. 3^ Antifona Hai fatto di noi, Signore, un popolo regale, sacerdoti per il nostro Dio. Cantico CANTICO Ap 4, 11; 5, 9. 10. 12 Inno dei salvati Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, * l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, + e per la tua volontà furono create, * per il tuo volere sussistono. Tu sei degno, o Signore, * di prendere il libro * e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato + e hai riscattato per Dio con il tuo sangue * uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti * e regneranno sopra la terra. L'Agnello che fu immolato è degno di potenza, + ricchezza, sapienza e forza, * onore, gloria e benedizione. 3^ Antifona Hai fatto di noi, Signore, un popolo regale, sacerdoti per il nostro Dio. Lettura breve Rm 12, 9-12 La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera. Responsorio R. La tua parola, Signore, * rimane in eterno. La tua parola, Signore, rimane in eterno. V. La tua fedeltà per ogni generazione: * rimane in eterno. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. La tua parola, Signore, rimane in eterno. Antifona al Magnificat Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore. Cantico della Beata Vergine CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55) Esultanza dell'anima nel Signore L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona al Magnificat Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore. Intercessioni Dio ha costituito il suo popolo

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sul fondamento della speranza. Con animo lieto e riconoscente acclamiamo: Tu sei la nostra speranza, Signore. Ti rendiamo grazie, Padre, perché ci hai donato il tuo Figlio, -- in lui ci hai colmato delle ricchezze della tua parola e della tua scienza. O Dio, che hai in mano i cuori e le intelligenze di tutti gli uomini, -- illumina i governanti perché ispirino le intenzioni e le opere alla sapienza del vangelo. Agli artisti affidi la missione di rivelare lo splendore del tuo volto, -- fa' che le loro opere portino all'umanità un messaggio di pace e di speranza. Sei giusto e non permetti siamo tentati al di sopra delle nostre forze, -- aiuta i deboli, sostieni i vacillanti, rialza i caduti. Nel Cristo, tuo Figlio, ci hai dato la certezza della risurrezione nell'ultimo giorno, -- accogli nella tua casa i nostri fratelli defunti. Padre nostro. Preghiamo Orazione Salga a te, Dio onnipotente, la nostra lode della sera e scenda su di noi la tua benedizione, perché oggi e sempre possiamo gustare il dono della tua salvezza. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

COMPIETAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Esame di coscienza Inno Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode. Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen. Oppure: Gesù, luce da luce, sole senza tramonto, tu rischiari le tenebre nella notte del mondo. In te, santo Signore, noi cerchiamo il riposo dall'umana fatica, al termine del giorno. Se i nostri occhi si chiudono, veglia in te il nostro cuore; la tua mano protegga coloro che in te sperano. Difendi, o Salvatore, dalle insidie del male i figli che hai redenti col tuo sangue prezioso. A te sia gloria, o Cristo, nato da Maria Vergine, al Padre ed allo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Non nascondermi il tuo volto, perché in te confido, Signore. 1° Salmo SALMO 142, 1-11 Preghiera nella tribolazione Signore, ascolta la mia preghiera, + porgi l'orecchio alla mia supplica, tu che sei fedele, * e per la tua giustizia rispondimi. Non chiamare in giudizio il tuo servo: * nessun vivente davanti a te è giusto. Il nemico mi perseguita, * calpesta a terra la mia vita, mi ha relegato nelle tenebre * come i morti da gran tempo. In me languisce il mio spirito, * si agghiaccia il mio cuore. Ricordo i giorni antichi, + ripenso a tutte le tue opere, * medito sui tuoi prodigi. A te protendo le mie mani, * sono davanti a te come terra riarsa. Rispondimi presto, Signore, * viene meno il mio spirito. Non nascondermi il tuo volto, * perché non sia come chi scende nella fossa. Al mattino fammi sentire la tua grazia, * poiché in te confido. Fammi conoscere la strada da percorrere, * perché a te si innalza l'anima mia. Salvami dai miei nemici, Signore, * a te mi affido. Insegnami a compiere il tuo volere, + perché sei tu il mio Dio. * Il tuo spirito buono mi guidi in terra piana. Per il tuo nome, Signore, fammi vivere, * liberami dall'angoscia, per la tua giustizia. 1^ Antifona Non nascondermi il tuo volto, perché in te confido, Signore. 2^ Antifona 2^ Antifona Lettura breve 1 Pt 5, 8-9 Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede. Responsorio R. Signore, * nelle tue mani affido il mio spirito. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. V. Dio di verità, tu mi hai redento: * nelle tue mani affido il mio spirito. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Cantico di Simeone CANTICO DI SIMEONE Lc 2, 29-32 Cristo, luce delle genti e gloria d'Israele Ora lascia, o Signore, che il tuo servo * vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, * preparata da te davanti a tutti i

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popoli, luce per illuminare le genti * e gloria del tuo popolo Israele. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Preghiamo Orazione Illumina questa notte, o Signore, perché dopo un sonno tranquillo ci risvegliamo alla luce del nuovo giorno, per camminare lieti nel tuo nome. Per Cristo nostro Signore. Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. R. Amen O santa Madre del Redentore,porta dei cieli, stella di mare,soccorri il tuo popoloche anela a risorgere.Tu che, accogliendo il saluto dell'angelo,nello stupore di tutto il creato,hai generato il tuo Creatore,madre sempre vergine,pietà di noi peccatori.

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Mercoledì, 10 Ottobre 2007

Riflettevo per comprendere:ma fu arduo agli occhi miei,finché non entrai nel santuario di Dio

e compresi qual è la loro fine.

CHIESA SANT’ANNA

ואחשבהטז , לדעת.זאת; עמל היא )הוא( בעיני

שייז עד-אבוא, אל-מקד -לאחרית אל; אבינה

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La leggenda della composizione del Salmo 72-73

Parte settima

Nel cuore nasce un altro verso del mio inno: Ecco perirà chi da te si allontana, tu distruggi chiunque ti è infedele (v.27).

Ogni volta che si perde di vista l’Altissimo, si va incontro al non senso ed alla distruzione di se. Vedo le mie infedeltà quando non sono ancora capace di porre il Signore al primo posto, quando la roccia del mio cuore è la mia carriera, le mie amicizie, i miei attaccamenti: mi sento perso; il pensiero vive nella dissipazione e nel disorientamento di emozioni forti, di situazioni che in breve tempo si consumano e passano!

Devo rientrare in me stesso, devo rientrare nel Tempio e dire che la Roccia del mio cuore è Dio. “Stai con il Signore”. Mia madre non mi dice di stare con mia sorella, con amici, conoscenti, ma di imparare e di vivere l’arte dello stare con Dio, nella preghiera e nella meditazione, come faccio in questi giorni a Gerusalemme.

Gerusalemme 11 di Adar, Anno 5766Oggi il sole inonda il cielo di forte luce. La notte scorsa c’era la luna piena, quella stessa

luna che tornerà per il Seder pasquale. Ho molto meditato questa notte in compagnia del vecchio Sacerdote e di un caro amico. L’espressione Roccia del mio cuore è unica nei sacri libri e mi chiede cosa essa significhi per me! Molte persone mi hanno accompagnato nella sofferenza di mamma ed a loro si è rivolto il mio cuore in cerca di conferme ed affetto. Ora tornato a Gerusalemme il mio cuore scruta i propri affetti e li valuta.

E’ proprio dal cuore che partono i sentimenti che guidano la nuova strofa del mio salmo dedicato a mia madre: ll mio bene è stare vicino a Dio, nel Signore ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le tue opere presso le porte della Città di Sion (v. 29). “Stai con il Signore” sono le profetiche parole della mia vecchia madre, trova rifugio in Lui. Ringrazia per il dono degli amici, dei parenti e degli affetti, ma ricorda che la tua scelta di fondo è solo il Signore: Roccia del mio cuore è Dio.

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I. NOTIZIE ARCHEOLOGICHE

LA PISCINA PROBATICA E SANT'ANNA

Il Vangelo di Giovanni ricorda la guarigione di un uomo malato da 38 anni. Giovanni 5,2-9 V’è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in

ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l’acqua; il primo ad entrarvi dopo l’agitazione dell’acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto. Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina». E sull’istante quell’uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare.

Capitò proprio alla Piscina Probatica alle cui acque una credenza giudaica attribuiva poteri terapeutici. Era a cinque portici. Gli scavi attuali hanno messo in luce due vasche trapezoidali divise da un muro, e quindi da un portico. Adriano la trasformò in bagni pubblici con tempio al dio Esculapio; i Bizantini a ricordo dell’episodio evangelico vi fecero sopra una chiesa di tre navate; i Crociati ne fecero una anche loro più modesta.

In compenso ne costruirono (1140) un’altra - Sant'Anna - su grotte adiacenti (oggi ancora visitabili) che il Protovangelo di Giacomo dice essere state abitazione di Gioachino e Anna, e quindi casa natale della Vergine Maria. E’ ora uno dei più begli esempi rimastici di chiesa crociata di stile romanico-monastico. Dentro v'è buona acustica e si trovano spesso corali che cantano.

LA SPIANATA DEL TEMPIOSiamo nel cuore della Gerusalemme religiosa, l’antico monte SION su cui sorgeva il

Tempio della "presenza" di Jahvè in mezzo al suo popolo, anelito d’ogni ebreo disperso nel mondo. Al Tempio rinnovato da Erode venne Gesù. Poi nel VII secolo giunsero qui i Musulmani e ne fecero loro terzo luogo sacro, dopo La Mecca e Medina, costruendovi le Moschee di Omar ed El Aqsa.

Quando attorno all’anno 1000 a.C. Davide conquista Gerusalemme, compera qui l’aia di Arauna (il punto più alto della collina) col sogno di costruirvi un tempio. Sarà Salomone a costruirlo, nel 955, come unico luogo centralizzato di culto a Jahvè. Sarà distrutto da Nabucodonosor nel 586 a.C. E’ il primo Tempio. Era costituito da un atrio, una sala centrale (il Santo) e da un’edicola di fondo (il Santissimo) dove era custodita l’Arca, che conteneva le Tavole della Legge date da Mosè al Sinai. Fuori, l’altare per gli olocausti e una vasca per le abluzioni. Dopo l’Esilio babilonese si ricostruì un secondo Tempio, più povero, dal 520 al 515. Dentro non c’era più l’Arca, scomparsa; oltre all’altare dell’incenso e dei "pani della proposizione", vi era un candelabro a sette braccia, la Menorah. Nel corso dei secoli successivi subì molte profanazioni e distruzioni. Erode lo trovò fatiscente e, per prestigio personale, decise di ricostruirlo con grandezza e sontuosità; è il Tempio frequentato da Gesù. Iniziata la costruzione nel 20 a.C., fu terminata solo

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nel 62 d.C. e fu distrutto dall’invasione romana nel 70 con Tito. Con grandi contrafforti si era realizzata un’area lunga 490 metri e larga circa 300 metri: aveva al centro il Santuario propriamente detto, in corrispondenza dell’attuale ROCCIA coperta dalla cupola d’oro della moschea di Omar; grandi cortili, e due Portici grandiosi: a sud il Portico Regio, alto 50 mt. (si vedono ancora oggi i capitelli rimasti); a est il Portico di Salomone. Si entrava nella spianata da sud con due lunghe scalinate e due porte (duplice e triplice, ancor oggi visibili nel muro sud). L’angolo sud-est è il Pinnacolo del Tempio. A nord vi era a guardia la TORRE ANTONIA, luogo della guarnigione romana e di Pilato (il PRETORIO). Di questa vasta area, sostenuta da terrapieni, a ovest si trovano i resti dei muraglioni costruiti da Erode: è il cosiddetto MURO DEL PIANTO o muro occidentale. Nel 135 Adriano vi costruì sopra un tempio a Giove, e da allora gli Ebrei sono ancora esclusi dal loro luogo più sacro. Infatti nel 638 il califfo Omar conquista la città e fa di questa spianata il "recinto nobile" (Haram esh-sherif). Un suo successore vi costruirà la moschea in suo onore, chiamata oggi "Cupola della roccia", luogo da cui Maometto in una notte salì in visione al cielo. Più tardi vi costruirono l’altra moschea, El Aqsa (la "più lontana"), che i Crociati nel 1099 trasformarono in palazzo per il re Baldovino. Con Saladino ritornò tutto ai Musulmani che lungo i secoli le abbellirono.

Questo luogo ha una preistoria: probabilmente questo è proprio il Monte Moriah, luogo del sacrificio di Abramo: Gen 22,1-14. Segue il ciclo di Davide e Salomone, per la scelta e la costruzione del primo Tempio: dall’acquisto del terreno in 2Sam 24, al desiderio non realizzato di Davide in 2Sam 7, alla bellissima preghiera di Salomone nel giorno dell’inaugurazione in 1Re 8. Quindi la sua storia di ristrutturazioni (2Re 12), di culto e centro della fede jahvista (2Re 22-23) e la distruzione (2Re 25). Per il secondo Tempio: Esdra 4-6. Tutta la teologia del Tempio meriterebbe qui un excursus. E’ la vera "tenda del convegno" per il dialogo tra Dio e il suo popolo, espresso nella preghiera comunitaria e individuale dei Salmi. In alcuni di questi, "i salmi di Sion", è raccolto tutto l’amore a questa "dimora-shekinàh" di Dio tra gli uomini: "il monte Sion, dimora divina, è la città del grande Sovrano" (47,3); "la santa dimora dell’Altissimo, Dio sta in essa, non potrà vacillare" (45,6); “Dio è conosciuto in Giuda, è in Gerusalemme la sua dimora, la sua abitazione in Sion" (75,12). E poi tutti i Salmi delle ascensioni che si pregano salendo a Gerusalemme, assieme al Salmo 83 che esprime il saluto nostalgico di chi s'allontana dal Tempio e chiede la benedizione dei sacerdoti. Un dialogo che esige certo coerenza di vita, richiamano i profeti: "Non confidate in chi dice: tempio del Signore, tempio del Signore, tempio del Signore!" (Ger 7,1-15); e quindi che si vada al di là della materialità del luogo (i capitoli 40-44 nella visione del Tempio ideale di Ezechiele). Gesù si presenterà lui come il vero tempio ("Distruggete questo tempio e io lo edificherò di nuovo..."), cioè il luogo dell’autentica dimora di Dio con gli uomini (prologo di Gv), e vero luogo d’incontro col Padre. La teologia di Paolo svilupperà ulteriormente questo tema fino al nuovo tempio che è ogni credente ("Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?", 1Cor 3,16) e la Chiesa (cf. Ef 2,20-22). Tutto il vangelo è pieno di episodi legati al Tempio perché Gesù "vi veniva ogni anno" (cf. Lc 2,41): presentazione, Lc 2,22; tra i dottori, Lc 2,41; i mercanti, Gv 2,13; l’obolo della vedova, Mc 12,41; tutti i discorsi dell’ultima settimana al Tempio e le grandi dispute coi farisei. Anche la Chiesa primitiva fu legata per i primi tempi ancora al Tempio (At 2 e 3). E Paolo proprio qui sfuggì ad un agguato tesogli dai fanatici suoi avversari giudei: At 21,27 ss. L'angolo sud-est della spianata, che guarda la valle del Cedron, è il famoso pinnacolo del Tempio di cui parla Mt 4,5-6, nelle tentazioni di Gesù.

SCAVI A SUD DEL TEMPIO NELL'AREA MERIDIONALEDa tempo si stanno facendo ricerche sul lato sud sotto la spianata del Tempio, là dove si cerca di trovare l'antica storia della Gerusalemme di Davide e Salomone; ma le interpretazioni delle ricerche si modificano continuamente. Nello spigolo sud ovest della spianata si vede l'attacco dell'Arco di

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Robinson, che era una scala a curva che portava alla spianata. Più sotto resti di una strada che correva lungo la valle del Tyropeion; poi botteghe e case d'epoca romana con antiche cisterne trasformate in bagni rituali; poi case bizantine con ancora mosaici come pavimento; sopra queste sono state impostate costruzioni omayyadi. Appena dietro la moschea el-Aqsa, al centro, si vede la grande torre crociata restaurata da Saladino. Sul muro spiccano la Porta Duplice e la Porta Triplice che portavano all'interno del cortile del Tempio con grandi scalinate. Più sotto resti di un monastero e strada bizantina. Di irrisolto come epoca vi è un muro datato al VIII sec. a.C. che qualcuno vuol far risalire fino a Salomone, forse un suo palazzo. Si sa che Davide conquista la città Gebusea nell'anno 1000 circa a.C. (2Sam 5,6-9); oggi si cerca di leggere la storia di questo triangolo a sud del tempio, da prima di Davide fino alla conquista babilonese. Il suo nome è OFEL. La città Gebusea stava in cima allo sperone, rafforzata da mura di sostegno, più volte rifatte da Davide in poi. Lasciamo agli archeologi di fissarne le date. Quel che si visita da parte di specialisti è il Pozzo di Warren, un condotto scavato entro la roccia che conduceva fino ad attingere acqua alla sorgente del Ghihon posta in fondo alla valle, protetta da mura. Può essere che da questo sinnor Joab, generale di Davide, sia penetrato in città (2Sam 5,8). La sorgente di Ghihon in fondo alla valle è a sifone: produce tanta acqua per 30 minuti poi quasi si ferma per quattro ore; era uno dei rifornimenti più importanti per la città già dai tempi di Salomone che ne derivò un canale per irrigare la valle (del Cedron). All'avvicinarsi di Sennacherib, Ezechia (727-698 a.C.) chiuse questo canale e ne fece uno nuovo che portava l'acqua alla piscina di Siloe: cosa visitabile ancora oggi. Siamo nella Valle del Cedron, chiamata anche Valle di Giosafat (Gioele 4,2.12), dal IV secolo d.C. ritenuto il luogo del Giudizio universale.

II. LITURGIA EUCARISTICA ALLA BASILICA DI SANT’ANNA

CollettaO Dio, nostro Padre, che nella santa Famiglia di Nazaret ci hai dato un vero modello di vita, fa' che nelle nostre famiglie fioriscano le stesse virtù e lo stesso amore, perché riuniti insieme nella tua casa possiamo godere la gioia senza fine. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Liturgia della Parola

Prima LetturaDal libro del Siracide (2,15a.16a; 3,2-5,7a.12.14) Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole. Coloro che temono il Signore cercano di piacergli. Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli, ha stabilito il diritto della madre sulla prole. Chi onora il padre espia i peccati; chi onora la madre è come chi accumula tesori. Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera. Chi onora il padre vivrà a lungo; chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre. Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia, non contristarlo durante la

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sua vita. Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata, ti sarà computata a sconto dei peccati. Parola di Dio.

Salmo responsoriale

Rit. Vita e benedizione sulla casa che teme il Signore.

Beato l'uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie. Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai d'ogni bene.

Rit.

La tua sposa come vite feconda nell'intimità della tua casa; i tuoi figli come virgulti d'ulivo intorno alla tua mensa.

Rit.

Così sarà benedetto l'uomo che teme il Signore. Ti benedica il Signore da Sion! Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme per tutti i giorni della tua vita.

Rit.

Seconda LetturaDalla lettera di San Paolo Apostolo ai Colossesi (3,12-15.18-21) Fratelli, rivestitevi, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. Voi mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli, non inaspritevi con esse. Voi figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino. Parola di Dio.

Alleluia, alleluia, Alleluia.Tornò Gesù a Nazaret con Maria e Giuseppe e stava loro sottomesso.Alleluia.

VangeloDal Vangelo secondo Luca (2,41-52) I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando Egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma, trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: "Figlio,

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perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo". Ed Egli rispose: "Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del padre Mio?". Ma essi non compresero le sue parole. Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Parola del Signore.

Sulle offerteAccogli, o Signore, questo sacrificio di salvezza e per intercessione della Vergine Madre e di San Giuseppe, fa' che le nostre famiglie vivano nella tua amicizia e nella tua pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.

PrefazioE' veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre, qui e in ogni luogo, a te, Signore, Padre Santo, Dio onnipotente ed eterno. Il tuo unico Figlio, venendo ad assumere la nostra condizione di uomini, volle far parte di una famiglia per esaltare la bellezza dell'ordine da te creato e riportare la vita familiare alla dignità alta e pura della sua origine. Nella casa di Nazaret regna l'amore coniugale intenso e casto; rifulge la docile obbedienza del Figlio di Dio alla vergine Madre e a Giuseppe, l'uomo giusto a lei sposo; e la concordia dei reciproci affetti accompagna la vicenda di giorni operosi e sereni. O famiglia nascosta ai grandi della terra e alla fama del mondo, più nobile per le sue virtù che non per la sua discendenza regale! In essa, o Padre, hai collocato le arcane primizie della redenzione del mondo. Per questo disegno di grazia, mentre guardiamo con venerazione e speranza gli esempi della Santa Famiglia, eleviamo a te, o Padre, la nostra lode di figli: Santo...

Dopo la comunioneO Padre misericordioso, che ci hai nutriti alla tua mensa, fa' che imitiamo l'esempio della Santa Famiglia, perché attraverso le prove di questa vita possiamo giungere alla gloria del cielo. Per Cristo nostro Signore. Amen.

III. LITURGIA DELLE ORE 10 OTTOBRE 2007 TEMPO: ORDINARIO XXVII SETTIMANA MERCOLEDI TERZA SETTIMANA DEL SALTERIO

INVITATORIOVersetto V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Adoriamo il Signore, il Dio che ci ha creato. SALMO 94 - Invito a lodare Dio Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest'oggi» (Eb 3,13) Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.) Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dei. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato

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la terra. (Ant.) Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,* il gregge che egli conduce. (Ant.) Ascoltate oggi la sua voce: + «Non indurite il cuore, * come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: + mi misero alla prova * pur avendo visto le mie opere. (Ant.) Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione + e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo».(Ant.) Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.)

UFFICIO DELLE LETTUREIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Inno Cristo, sapienza eterna, donaci di gustare la tua dolce amicizia. Angelo del consiglio, guida e proteggi il popolo che spera nel tuo nome. Sii tu la nostra forza, la roccia che ci salva dagli assalti del male. A te la gloria e il regno, la potenza e l'onore, nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Davanti al tuo volto, Signore, grazia e fedeltà. 1° Salmo SALMO 88, 2-19 La misericordia di Dio per la casa di Davide Canterò senza fine le grazie del Signore, * con la mia bocca annunzierò la tua fedeltà nei secoli, perché hai detto: «La mia grazia rimane per sempre»; * la tua fedeltà è fondata nei cieli. «Ho stretto un'alleanza con il mio eletto, * ho giurato a Davide mio servo: stabilirò per sempre la tua discendenza, * ti darò un trono che duri nei secoli». I cieli cantano le tue meraviglie, Signore, * la tua fedeltà nell'assemblea dei santi. Chi sulle nubi è uguale al Signore, * chi è simile al Signore tra gli angeli di Dio? Dio è tremendo nell'assemblea dei santi, * grande e terribile tra quanti lo circondano. Chi è uguale a te, Signore, Dio degli eserciti? * Sei potente, Signore, e la tua fedeltà ti fa corona. Tu domini l'orgoglio del mare, * tu plachi il tumulto dei suoi flutti. Tu hai calpestato Raab come un vinto, * con braccio potente hai disperso i tuoi nemici. Tuoi sono i cieli, tua è la terra, * tu hai fondato il mondo e quanto contiene; il settentrione e il mezzogiorno tu li hai creati, * il Tabor e l'Ermon cantano il tuo nome. E` potente il tuo braccio, * forte la tua mano, alta la tua destra. Giustizia e diritto sono la base del tuo trono, * grazia e fedeltà precedono il tuo volto. Beato il popolo che ti sa acclamare * e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto: esulta tutto il giorno nel tuo nome, * nella tua giustizia trova la sua gloria. Perché tu sei il vanto della sua forza * e con il tuo favore innalzi la nostra potenza. Perché del Signore è il nostro scudo, * il nostro re, del Santo d'Israele. 1^ Antifona Davanti al tuo volto, Signore, grazia e fedeltà. 2^ Antifona Si è fatto uomo dalla stirpe di Davide, Cristo, Figlio di Dio. 2° Salmo SALMO 88, 20-30 La misericordia di Dio per la casa di Davide Un tempo parlasti in visione ai tuoi santi dicendo: + «Ho portato aiuto a un prode, * ho innalzato un eletto tra il mio popolo. Ho trovato Davide, mio servo, * con il mio santo olio l'ho consacrato; la mia mano è il suo sostegno, * il mio braccio è la sua forza. Su di lui non trionferà il nemico, * né l'opprimerà l'iniquo. Annienterò davanti a lui i suoi nemici * e colpirò quelli che lo odiano. La mia fedeltà e la mia grazia saranno con lui * e nel mio nome si innalzerà la sua potenza. Stenderò sul mare la sua mano * e sui fiumi la sua destra. Egli mi invocherà: Tu sei mio padre, * mio Dio e roccia della mia salvezza. Io lo costituirò mio primogenito, * il più alto tra i re della terra. Gli conserverò sempre la mia grazia, * la mia alleanza gli sarà fedele. Stabilirò per sempre la sua discendenza, * il suo trono come i giorni del cielo». 2^ Antifona Si è fatto uomo dalla stirpe di Davide, Cristo, Figlio di Dio. 3^ Antifona Dio ha promesso a Davide, suo servo: Per sempre durerà la tua discendenza. 3° Salmo SALMO 88, 31-38 La misericordia di Dio per la casa di Davide Sii benedetto, Signore Dio di Israele, nostro padre, * ora e sempre. Tua, Signore, è la grandezza, la potenza, + la gloria, la maestà e lo splendore, * perché tutto, nei cieli e sulla terra, è tuo. Tuo è il regno Signore; * tu ti innalzi sovrano su ogni cosa. Da te provengono la ricchezza e la gloria; tu domini tutto; nella tua mano c'è forza e potenza; dalla tua mano ogni grandezza e potere. Per questo, nostro Dio, ti ringraziamo * e lodiamo il tuo nome glorioso. 3^ Antifona Dio ha promesso a Davide,

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suo servo: Per sempre durerà la tua discendenza. Prima Lettura V. Luce e sapienza per chi è semplice R. la rivelazione della tua parola. Dalla prima lettera a Timoteo di san Paolo, apostolo 4, 1 - 5, 2 Il vescovo, maestro di sana dottrina e uomo di pietà Carissimo, lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche, sedotti dall'ipocrisia di impostori, già bollati a fuoco nella loro coscienza. Costoro vieteranno il matrimonio, imporranno di astenersi da alcuni cibi che Dio ha creato per essere mangiati con rendimento di grazie dai fedeli e da quanti conoscono la verità. Infatti tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie, perché esso viene santificato dalla parola di Dio e dalla preghiera. Proponendo queste cose ai fratelli sarai un buon ministro di Cristo Gesù, nutrito come sei dalle parole della fede e della buona dottrina che hai seguito. Rifiuta invece le favole profane, roba da vecchierelle. Esèrcitati nella pietà, perché l'esercizio fisico è utile a poco, mentre la pietà è utile a tutto, portando con sé la promessa della vita presente come di quella futura. Certo questa parola è degna di fede. Noi infatti ci affatichiamo e combattiamo perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente, che è il salvatore di tutti gli uomini, ma soprattutto di quelli che credono. Questo tu devi proclamare e insegnare. Nessuno disprezzi la tua giovane età, ma sii esempio ai fedeli nelle parole, nel comportamento, nella carità, nella fede, nella purezza. Fino al mio arrivo, dèdicati alla lettura, all'esortazione e all'insegnamento. Non trascurare il dono spirituale che è in te e che ti è stato conferito, per indicazioni di profeti, con l'imposizione delle mani da parte del collegio dei presbiteri. Abbi premura di queste cose, dèdicati ad esse interamente perché tutti vedano il tuo progresso. Vigila su te stesso e sul tuo insegnamento e sii perseverante: così facendo salverai te stesso e coloro che ti ascoltano. Non essere aspro nel riprendere un anziano, ma esortalo come fosse tuo padre; i più giovani come fratelli; le donne anziane come madri e le più giovani come sorelle, in tutta purezza. Responsorio Prima Lettura Cfr. 1 Tm 4, 8. 10; 2 Cor 4, 9 R. La pietà è utile a tutto, e porta con sé la promessa della vita. Noi ci affatichiamo e combattiamo, * perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente. V. Perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, R. perché abbiamo posto la nostra speranza nel Dio vivente. Seconda Lettura Dalla «Lettera ai cristiani di Tralle» di sant`Ignazio di Antiochia, vescovo e martire (Capp. 8, 1 - 9, 2; 11, 1 - 13, 3; Funk, 1, 209-211) Rinascete nella fede che è la carne del Signore e nella carità che è il suo sangue Rivestitevi di umiltà e rinascete nella fede che è la carne del Signore. Rinnovatevi nella carità che è il sangue di Gesù Cristo. Nessuno abbia qualcosa contro il suo prossimo. Non date pretesto ai pagani di disprezzare la moltitudine che vive in Dio, a causa di pochi stolti. Guai all`uomo per colpa del quale il mio nome è disprezzato, dice il Signore (cfr. Is 52, 5). Chiudete le orecchie quando qualcuno vi parla d`altro che di Gesù Cristo, della stirpe di David, figlio di Maria, che realmente nacque, mangiava e beveva, che fu veramente perseguitato sotto Ponzio Pilato, che fu veramente crocifisso e morì al cospetto del cielo, della terra e degli inferi, e che poi realmente è risorto dai morti. Lo stesso Padre suo lo fece risorgere dai morti e farà risorgere nella stessa maniera in Gesù Cristo anche noi, che crediamo in lui, al di fuori del quale non possiamo avere la vera vita. Fuggite, dunque, queste male piante. Esse portano frutti di morte, e se qualcuno ne gusta, subito muore. Queste non sono piante del Padre. Se lo fossero, apparirebbero come rami della croce e il loro frutto sarebbe incorruttibile. Cristo chiama voi a comportarvi come sue membra autentiche, a unirvi cioè alla sua passione mediante il frutto genuino della croce, che è la fede sincera. Allora formerete un`unità perfetta con lui; il capo infatti non può rimanere separato dalle membra. Lo ha rivelato lo stesso Signore. Vi saluto da Smirne, insieme alle chiese di Dio che si trovano qui con me e mi sono di grande conforto, sia il per il corpo che per lo spirito. Le catene che porto ovunque per amore di Gesù Cristo, mentre prego di poter giungere a Dio, vi esortano: Perseverate nella concordia e nella preghiera in comune. E` necessaria che ciascuno di voi, e soprattutto i presbiteri, confortino il vescovo ad onore del Padre, di Gesù Cristo e degli apostoli. Spero che vogliate leggermi con carità, perché questa lettera non diventi una testimonianza contro di voi. E pregate per me, che ho bisogno

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della vostra carità e della misericordia di Dio per divenire degno di aver parte all`eredità che sto per conseguire, e non essere trovato reprobo. Vi saluta anche la carità dei cristiani di Smirne e di Efeso. Ricordate nelle vostre preghiere la chiesa di Siria della quale non sono degno di portare il nome, essendo l`ultimo di tutti. Vi saluto in Gesù Cristo. Siate sottomessi al vescovo come alla legge di Dio e così pure al collegio dei presbiteri. Amatevi tutti a vicenda con cuore indiviso. La mia vita è offerta in sacrificio per voi, non soltanto ora, ma anche quando avrò raggiunto Dio. Sono ancora esposto al pericolo, ma il Padre è fedele in Gesù Cristo e darà compimento alla mia preghiera e alla vostra. Possiate un giorno trovarvi uniti in lui, senza macchia. Responsorio Seconda Lettura Cfr. 2 Ts 2, 14-15; Sir 15, 13 R. Dio vi ha chiamati con il Vangelo, per il possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo. * Perciò state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese. V. Il Signore odia ogni abominio; esso non è voluto da chi teme Dio. R. Perciò state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese. Preghiamo Orazione O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore. R. Amen Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

LODIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Notte, tenebre e nebbia, fuggite: entra la luce, viene Cristo Signore. Il sole di giustizia trasfigura ed accende l'universo in attesa. Con gioia pura ed umile, fra i canti e le preghiere, accogliamo il Signore. Salvatore dei poveri, la gloria del tuo volto splenda su un mondo nuovo! A te sia lode, o Cristo, al Padre e al Santo Spirito, oggi e sempre nei secoli. Amen. 1^ Antifona Rallegra l'anima del tuo servo, Signore: a te innalzo l'anima mia. 1° Salmo SALMO 85 Preghiera a Dio nell'afflizione Signore, tendi l'orecchio, rispondimi, * perché io sono povero e infelice. Custodiscimi perché sono fedele; * tu, Dio mio, salva il tuo servo, che in te spera. Pietà di me, Signore, * a te grido tutto il giorno. Rallegra la vita del tuo servo, * perché a te, Signore, innalzo l'anima mia. Tu sei buono, Signore, e perdoni, * sei pieno di misericordia con chi ti invoca. Porgi l'orecchio, Signore, alla mia preghiera * e sii attento alla voce della mia supplica. Nel giorno dell'angoscia alzo a te il mio grido * e tu mi esaudirai. Fra gli dei nessuno è come te, Signore, * e non c'è nulla che uguagli le tue opere. Tutti i popoli che hai creato verranno + e si prostreranno davanti a te, o Signore, * per dare gloria al tuo nome; grande tu sei e compi meraviglie: * tu solo sei Dio. Mostrami, Signore, la tua via, * perché nella tua verità io cammini; donami un cuore semplice * che tema il tuo nome. Ti loderò, Signore, Dio mio, con tutto il cuore * e darò gloria al tuo nome sempre, perché grande con me è la tua misericordia: * dal profondo degli inferi mi hai strappato. Mio Dio, mi assalgono gli arroganti, + una schiera di violenti attenta alla mia vita, * non pongono te davanti ai loro occhi. Ma tu, Signore, Dio di pietà, compassionevole, * lento all'ira e pieno di amore, Dio fedele, volgiti a me e abbi misericordia: + dona al tuo servo la tua forza, * salva il figlio della tua ancella. Dammi un segno di benevolenza; + vedano e siano confusi i miei nemici, * perché tu, Signore, mi hai soccorso e consolato. 1^ Antifona Rallegra l'anima del tuo servo, Signore: a te innalzo l'anima mia. 2^ Antifona Beato chi cammina nella giustizia e parla con lealtà. Cantico CANTICO Is 33, 13-16 Dio giudicherà con giustizia Sentiranno i lontani quanto ho fatto, * sapranno i vicini qual è la mia forza». Hanno paura in Sion i peccatori, * lo spavento si è impadronito degli empi. <Chi di noi può abitare presso un fuoco divorante? * Chi di noi può abitare tra fiamme perenni?». Chi cammina nella giustizia * ed é leale nel parlare, chi rigetta un guadagno frutto di angherie, * scuote le mani per non accettare regali, si tura gli orecchi per non udire fatti di sangue, * chiude gli occhi per non vedere il male: costui abiterà in alto, + fortezze sulle rocce saranno il suo rifugio, * gli sarà dato il pane, avrà l'acqua assicurata. 2^ Antifona Beato chi cammina nella giustizia e parla con lealtà. 3^ Antifona Acclamate al Signore, nostro Dio! Salmo di

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Lode SALMO 97 Il trionfo del Signore alla sua venuta finale Cantate al Signore un canto nuovo, * perché ha compiuto prodigi. Gli ha dato vittoria la sua destra * e il suo braccio santo. Il Signore ha manifestato la sua salvezza, * agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia. Egli si è ricordato del suo amore, * della sua fedeltà alla casa di Israele. Tutti i confini della terra hanno veduto * la salvezza del nostro Dio. Acclami al Signore tutta la terra, * gridate, esultate con canti di gioia. Cantate inni al Signore con l'arpa, * con l'arpa e con suono melodioso; con la tromba e al suono del corno * acclamate davanti al re, il Signore. Frema il mare e quanto racchiude, * il mondo e i suoi abitanti. I fiumi battano le mani, * esultino insieme le montagne davanti al Signore che viene, * che viene a giudicare la terra. Giudicherà il mondo con giustizia * e i popoli con rettitudine. 3^ Antifona Acclamate al Signore, nostro Dio! Lettura Breve Gb 1, 21 (Volg.); 2, 10b Nudo uscii dal seno di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto; come piacque al Signore, così è avvenuto: sia benedetto il nome del Signore! Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male? Responsorio Breve R. Verso la tua parola * guida il mio cuore. Verso la tua parola guida il mio cuore. V. Fammi vivere nella tua via, * guida il mio cuore. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Verso la tua parola guida il mio cuore. Antifona al Benedictus Dimostraci, o Dio, la tua misericordia, e ricorda il tuo patto santo. Cantico di Zaccaria CANTICO DI ZACCARIA (Lc 1, 68-79) Il Messia e il suo Precursore Benedetto il Signore Dio d'Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona al Benedictus Dimostraci, o Dio, la tua misericordia, e ricorda il tuo patto santo. Invocazioni Riuniti nella lode del mattino, preghiamo il Cristo, che ha dato la vita per la sua Chiesa. Diciamo con fede: Custodisci la tua Chiesa, o Signore. Benedetto sei tu, pastore della Chiesa, per la luce e la vita che ci doni in questo giorno, -- concedici di accogliere con gioia e riconoscenza i tuoi benefici. Guarda con bontà il popolo che hai riunito nel tuo nome, -- nessuno perisca di coloro che il Padre ti ha affidati. Guida la tua Chiesa nella via dei tuoi comandamenti, -- il tuo Spirito la renda sempre docile alla tua volontà. Nutri il tuo popolo alla mensa della parola e del pane di vita eterna, -- perché con la forza di questo cibo proceda verso il monte della tua gloria. Preghiamo Orazione Illumina, Signore, i nostri sensi con la luce del tuo Spirito, perché possiamo essere sempre fedeli a te, che con la tua sapienza ci hai creati e con la tua provvidenza ci guidi. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

ORA MEDIA SESTAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell'ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace. Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito,

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all'unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen. 1^ Antifona Chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita, dice il Signore. 1° Salmo SALMO 118, 105-112 Promessa di osservare i comandamenti di Dio Lampada per i miei passi è la tua parola, * luce sul mio cammino. Ho giurato, e lo confermo, * di custodire i tuoi precetti di giustizia. Sono stanco di soffrire, Signore, * dammi vita secondo la tua parola. Signore, gradisci le offerte delle mie labbra, * insegnami i tuoi giudizi. La mia vita è sempre in pericolo, * ma non dimentico la tua legge. Gli empi mi hanno teso i loro lacci, * ma non ho deviato dai tuoi precetti. Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti, * sono essi la gioia del mio cuore. Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti, * in essi è la mia ricompensa per sempre. 1^ Antifona Chi segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita, dice il Signore. 2^ Antifona Sono povero e infelice: o Dio, vieni presto in mio aiuto! 2° Salmo SALMO 69 O Dio, vieni a salvarmi Vieni a salvarmi, o Dio, * vieni presto, Signore, in mio aiuto. Siano confusi e arrossiscano * quanti attentano alla mia vita. Retrocedano e siano svergognati * quanti vogliono la mia rovina. Per la vergogna si volgano indietro * quelli che mi deridono. Gioia e allegrezza grande per quelli che ti cercano; + dicano sempre: «Dio è grande» * quelli che amano la tua salvezza. Ma io sono povero e infelice, * vieni presto, mio Dio; tu sei mio aiuto e mio salvatore; * Signore, non tardare. 2^ Antifona Sono povero e infelice: o Dio, vieni presto in mio aiuto! 3^ Antifona Il Signore non giudica secondo le apparenze, ma con giustizia e diritto. 3° Salmo SALMO 74 Dio, giudice supremo Noi ti rendiamo grazie, o Dio, ti rendiamo grazie: * invocando il tuo nome, raccontiamo le tue meraviglie. Nel tempo che avrò stabilito * io giudicherò con rettitudine. Si scuota la terra con i suoi abitanti, * io tengo salde le sue colonne. Dico a chi si vanta: «Non vantatevi». * E agli empi: «Non alzate la testa!». Non alzate la testa contro il cielo, * non dite insulti a Dio. Non dall'oriente, non dall'occidente, * non dal deserto, non dalle montagne ma da Dio viene il giudizio: * è lui che abbatte l'uno e innalza l'altro. Poiché nella mano del Signore è un calice * ricolmo di vino drogato. Egli ne versa: + fino alla feccia ne dovranno sorbire, * ne berranno tutti gli empi della terra. Io invece esulterò per sempre, * canterò inni al Dio di Giacobbe. Annienterò tutta l'arroganza degli empi, * allora si alzerà la potenza dei giusti. 3^ Antifona Il Signore non giudica secondo le apparenze, ma con giustizia e diritto. Lettura Breve 1 Cor 13, 8-9. 13 La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta la nostra profezia. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità! V. Sopra di noi la tua grazia, o Dio: R. In te la nostra speranza. Preghiamo Orazione O Dio grande e misericordioso, che ci doni una sosta nella fatica quotidiana, sostieni la nostra debolezza, e aiutaci a portare a termine il lavoro che abbiamo iniziato. Per Cristo nostro Signore. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

VESPRIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Artefice e Signore della terra e del cielo, aurora inestinguibile, giorno senza tramonto, dona alle stanche membra la gioia del riposo, e nel sonno rimargina le ferite dell'anima. Se le tenebre scendono sulla città degli uomini, non si spenga la fede nel cuore dei credenti. Te la voce proclami, o Dio trino e unico, te canti il nostro cuore, te adori il nostro spirito. Amen. 1^ Antifona Chi semina nelle lacrime, mieterà con giubilo. 1° Salmo SALMO 125 Dio nostra gioia e nostra speranza Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, * ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, * la nostra lingua si sciolse in canti di gioia. Allora si diceva tra i popoli: * «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi, * ci ha colmati di gioia. Riconduci, Signore, i nostri prigionieri, * come i torrenti del Negheb. Chi semina nelle lacrime * mieterà con giubilo. Nell'andare, se ne va e piange, * portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, * portando i suoi covoni. 1^ Antifona Chi semina nelle lacrime,

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mieterà con giubilo. 2^ Antifona Costruisci, o Dio, la nostra casa, custodisci la tua città. 2° Salmo SALMO 126 Ogni fatica è vana senza il Signore Se il Signore non costruisce la casa, * invano vi faticano i costruttori. Se la città non è custodita dal Signore * invano veglia il custode. Invano vi alzate di buon mattino, + tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: * il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno. Ecco, dono del Signore sono i figli, * è sua grazia il frutto del grembo. Come frecce in mano a un eroe * sono i figli della giovinezza. Beato l'uomo * che piena ne ha la faretra: non resterà confuso quando verrà alla porta * a trattare con i propri nemici. 2^ Antifona Costruisci, o Dio, la nostra casa, custodisci la tua città. 3^ Antifona Generato prima di ogni creatura, Cristo è il re dell'universo. Cantico CANTICO Col 1, 3. 12-20 Cristo fu generato prima di ogni creatura, è il primogenito di coloro che risuscitano dai morti. Ringraziamo con gioia Dio, * Padre del Signore nostro Gesù Cristo, perché ci ha messi in grado di partecipare * alla sorte dei santi nella luce, ci ha liberati dal potere delle tenebre, * e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, * la remissione dei peccati. Cristo é immagine del Dio invisibile, * generato prima di ogni creatura; é prima di tutte le cose * e tutte in lui sussistono. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui * e in vista di lui: quelle nei cieli e quelle sulla terra, * quelle visibili e quelle invisibili. Egli è anche il capo del corpo, che é la Chiesa; * é il principio di tutto, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, * per ottenere il primato su tutte le cose. Piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza, * per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificare con il sangue della sua croce * gli esseri della terra e quelli del cielo. 3^ Antifona Generato prima di ogni creatura, Cristo è il re dell'universo. Lettura breve Ef 3, 20-21 A colui che in tutto ha potere di fare molto più di quanto possiamo domandare o pensare, secondo la potenza che già opera in noi, a lui la gloria nella Chiesa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secoli dei secoli! Amen. Responsorio R. Signore, mia salvezza, * abbi pietà di me. Signore, mia salvezza, abbi pietà di me. V. Non abbandonarmi con i peccatori, * abbi pietà di me. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Signore, mia salvezza, abbi pietà di me. Antifona al Magnificat Ha fatto in me cose grandi Colui che è potente: e Santo è il suo nome. Cantico della Beata Vergine CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55) Esultanza dell'anima nel Signore L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona al Magnificat Ha fatto in me cose grandi Colui che è potente: e Santo è il suo nome. Intercessioni Innalziamo la nostra preghiera a Dio Padre, che ci ha mandato il proprio Figlio, modello e salvatore del suo popolo: Continua i benefici della tua bontà, o Signore. Ti rendiamo grazie, o Padre, perché ci hai eletti dall'eternità a far parte del tuo regno, -- e ci hai chiamati a possedere la gloria di Gesù Cristo, nostra primizia. Concedi a coloro che confessano il tuo santo nome la concordia nella verità, -- e la solidarietà nel tuo amore. Creatore dell'universo, il tuo Figlio ha voluto lavorare come artigiano nella casa di Nazaret, -- benedici chi si guadagna il pane con il sudore della fronte. Ricordati di coloro che sono consacrati al servizio dei fratelli, -- perché l'insuccesso o l'incomprensione non li distolgano mai dal loro proposito. Ti preghiamo, o Signore, per i nostri fratelli defunti, -- apri loro le braccia della tua misericordia. Preghiamo Orazione Salga a te, o Dio misericordioso, la voce della tua Chiesa e fa' che il tuo popolo, libero dalla schiavitù del peccato, ti serva con amore e viva sicuro nella tua protezione. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo

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grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

COMPIETAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Esame di coscienza Inno Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode. Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen. Oppure: Gesù, luce da luce, sole senza tramonto, tu rischiari le tenebre nella notte del mondo. In te, santo Signore, noi cerchiamo il riposo dall'umana fatica, al termine del giorno. Se i nostri occhi si chiudono, veglia in te il nostro cuore; la tua mano protegga coloro che in te sperano. Difendi, o Salvatore, dalle insidie del male i figli che hai redenti col tuo sangue prezioso. A te sia gloria, o Cristo, nato da Maria Vergine, al Padre ed allo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Tu sei la mie difesa e il mio rifugio, Signore. 1° Salmo SALMO 30, 2-6 Supplica fiduciosa nell'afflizione In te, Signore, mi sono rifugiato, + mai sarò deluso; * per la tua giustizia salvami. Porgi a me l'orecchio, * vieni presto a liberarmi. Sii per me la rupe che mi accoglie, * la cinta di riparo che mi salva. Tu sei la mia roccia e il mio baluardo, * per il tuo nome dirigi i miei passi. Scioglimi dal laccio che mi hanno teso, * perché sei tu la mia difesa. Mi affido alle tue mani; * tu mi riscatti, Signore, Dio fedele. 1^ Antifona Tu sei la mie difesa e il mio rifugio, Signore. 2^ Antifona Dal profondo a te grido, o Signore! 2° Salmo SALMO 129 Dal profondo a te grido Dal profondo a te grido, o Signore; * Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti * alla voce della mia preghiera. Se consideri le colpe, Signore, * Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono, * perciò avremo il tuo timore. Io spero nel Signore, * l'anima mia spera nella sua parola. L'anima mia attende il Signore * più che le sentinelle l'aurora. Israele attenda il Signore, * perché presso il Signore è la misericordia, grande è presso di lui la redenzione; * egli redimerà Israele da tutte le sue colpe. 2^ Antifona Dal profondo a te grido, o Signore! Lettura breve Ef 4, 26-27.31-32 Non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo. Responsorio R. Signore, * nelle tue mani affido il mio spirito. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. V. Dio di verità, tu mi hai redento: * nelle tue mani affido il mio spirito. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Cantico di Simeone CANTICO DI SIMEONE Lc 2, 29-32 Cristo, luce delle genti e gloria d'Israele Ora lascia, o Signore, che il tuo servo * vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, * preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti * e gloria del tuo popolo Israele. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Preghiamo Orazione Signore Gesù Cristo, mite e umile di cuore, che rendi soave il giogo e lieve il peso dei tuoi fedeli, accogli i propositi e le opere di questa giornata e fa' che il riposo della notte ci renda più generosi nel tuo servizio. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. R. Amen O santa Madre del Redentore,porta dei cieli, stella di mare,soccorri il tuo popoloche anela a risorgere.Tu che, accogliendo il saluto dell'angelo,

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nello stupore di tutto il creato,hai generato il tuo Creatore,madre sempre vergine,pietà di noi peccatori.

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Giovedì, 11 Ottobre 2007

Il mio bene è stare vicino a Dio:nel Signore Dio ho posto il mio rifugio

VIAGGIO DI RITORNO

ואני, קרבת אלהים- לי-טוב:כחשתי, באדני יהוה מחסי

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La leggenda della composizione del Salmo 72-73

Parte Ottava

Nella mia vita sacerdotale, la preghiera deve tornare in modo abbondante per divenire anch’io roccia e riferimento per altri nell’andare verso il Signore.

E’ da poco passato mezzogiorno e questa mattina sono venuto a pregare nella incantevole valletta del Tiropeyon. La mia mente ripete le diciotto benedizioni della preghiera dello Shabbat e i fedeli religiosi si recano al Tempio nel giorno sacro del riposo per pregare l’Altissimo, la primavera è vicina ed il suo tepore riempie l’aria piena di luce, gli uccellini in una piccola pozza d’acqua godono della frescura. Porre nel Signore il mio rifugio è molto facile qui presso le porte della Città di Sion in una settimana serena di pace, preghiera e riflessione, ma a casa come sarà possibile tutto questo?

Ripenso ai sorrisi di mia mamma e la mia cartapecora continua a ricevere i versi che escono dal mio cuore: Quanto è buono Dio con i giusti, con gli uomini dal cuore puro (v.1). Quanto è stato buono Dio con me nello scorso anno 5775! Il primo gesto della sua bontà è stato il fatto che ha miracolato mia madre: ella è ancora viva!! Mi viene in mente un altro salmo composto durante i momenti di terribile sofferenza di mamma:” Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte” La mia buona madre gode ora di ottime cure e presto, per la Pasqua, tornerà a casa. Lei mi parla e mi insegna: ho raccolto la sua preziosa testimonianza in un rotolo dedicato a Lei.

Il Signore è stato buono con me donandomi pochi, ma buoni amici in questa situazione: tutti segni della sua bontà. Il mio salmo è quasi completo, guardo al santuario di Dio, sono entrato nel suo Tempio e lì ho scoperto il suo sorriso: è un Dio che mi sorride il mio Dio. E’ un Dio buono! Solo ora, qui al Tempio di Gerusalemme capisco che il Suo sorriso mi aveva sempre accompagnato in questi mesi negli occhi e nel sorriso buono di mia mamma, un sorriso che nasce da uno splendido cuore, un cuore, quello di mamma che sa esclamare: Roccia del mio cuore e è Dio! Guardo il mio bracciale ora sono pronto a ripartire da Gerusalemme, il mio servizio al Tempio si è concluso e come accadrà a Zaccaria sono diventato muto nello stupore di un Dio che costruisce la nostra vita come un capolavoro. Torno alla mia abitazione muto per lo stupore e nella ricerca di spazi di silenzio e di contemplazione, torno alla mia abitazione con il desiderio di stare di più con il Signore nella preghiera, torno alla mia abitazione con il sorriso sulle labbra perché:

אלהים לעולם וחלקי יצור-לבב

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Roccia del mio cuore è Dio!

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I. CIO’ CHE LE NOSTRE MANI HANNO TOCCATO LO RACCONTIAMO A VOI

LE TRE GRANDI RELIGIONI PRESENTI A GERUSALEMME

Questa è la terra delle tre grandi religioni monoteistiche: l'Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islam. Abramo ne è il capostipite. Ad Abramo appunto si rifanno gli Ebrei, ritornati alla loro terra nel 1948 dopo la dispersione dal tempo dell'imperatore Adriano (135 d.C.). Il gruppo più fervoroso ha rinnovato qui il Giudaismo tradizionale, facendone la religione del nuovo Stato d'Israele. Ha ricuperato anche la lingua ebraica antica rendendola la lingua ufficiale. Questi sono gli ultimi dati statistici (1999): nello Stato d'Israele, 4.847.000 ebrei, 922 mila musulmani, 92 mila drusi, 130 mila cristiani. Nella Palestina: 3.085.000 arabi, di cui 1.972.000 vivono nella West Bank; 1.113.000 a Gaza; i cristiani sono 35 mila. Coloni ebrei (in Territori occupati) 180 mila. Gli Arabi sono per la maggior parte musulmani, e in parte cristiani; sono in pratica la popolazione indigena sempre rimasta in questa terra. A Gerusalemme, nelle grandi moschee e nei villaggi coronati dai minareti, hanno la loro vistosa presenza segnata dal richiamo del muezzin cinque volte al giorno. I Drusi, che si rifanno al suocero di Mosè, Jetro, abitano per lo più sulle montagne dell'Alta Galilea e del Libano meridionale. A Haifa vi è il centro del Bahaismo.

1. LA STORIA DEI CRISTIANI IN TERRA SANTA

La storia dei cristiani in Terra Santa Nella Terra di Gesù i Cristiani sono una piccola minoranza, circa 160 mila, il 2% di tutta la popolazione, e molto divisi tra loro in diverse confessioni, con propri riti e strutture gerarchiche, pastorali ed economiche (6 chiese cattoliche, 9 ortodosse, 2 anglicane e 24 protestanti...). E’ necessario conoscere bene la storia di questo paese prima, per evitare un impatto scioccante. Dalla primitiva comunità apostolica si svilupparono chiese di due tipi: - giudeo-cristiane (cristiani che provenivano dal Giudaismo); a loro, per esempio, è rivolta la “Lettera agli Ebrei” che si trova nel Nuovo Testamento assieme alle Lettere di Paolo. Queste chiese presenti in Palestina avevano caratteristiche spiccate proprie, utili per il riconoscimento dei luoghi santi (es. battisteri); - etnico-cristiane (cristiani provenienti dal paganesimo), furono ben presto le più numerose, e dal IV secolo, l'unica grande Chiesa. Come sappiamo, dopo il 135 gli Ebrei furono dispersi (diàspora) dalla Palestina. Stessa sorte toccò a parecchi giudeo-cristiani, dato che i Romani non distinguevano bene i due gruppi. Coloro che rimasero, in una condizione di quasi clandestinità, furono ad esempio i Nazareni a Nazaret, che comprendevano, almeno all’inizio, i discendenti dei “fratelli del Signore”. Durante l’epoca bizantina si svolge la controversia cristologica con i grandi Concili, e così la Chiesa si divide: tra chi accetta la definizione di Calcedonia (451) (in Cristo ci

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sono due nature in una sola persona), detti melchiti perché in pratica sostenuti dall'imperatore di Bisanzio (melek= re in ebraico); e chi invece non accetta Calcedonia (in Cristo c’è una sola natura) chiamati monofisiti. E' soprattutto la Scuola teologica di Alessandria a sostenere questa dottrina, e quindi tutto l'Egitto/Etiopia, e poi la Siria sobillata da Giacomo Baradai (Giacobiti) - tutti in forte polemica anche politica con Bisanzio - si abbandonano al monofisismo proclamandosi chiese autocefale. Già dal concilio di Efeso (431) si erano separati dalla Chiesa ufficiale i nestoriani (a seguito di Nestorio che separava troppo in Cristo le due nature, accentuando la sua umanità - Scuola di Antiochia); sarà soprattutto in Persia che potrà svilupparsi questa chiesa nestoriana. Analoghe vicende politiche di contrapposizione a Bisanzio divideranno i cristiani dell'Armenia e della Georgia. Con le invasioni barbariche - in particolare dei Longobardi - Roma si ritrova sempre più sguarnita e lontana da Costantinopoli; quando Ravenna è occupata, il Papa Stefano II si rivolge ai Franchi (754). In quel medesimo anno viene al massimo di scontro tra Oriente e Occidente anche la questione iconoclasta; la tensione aumenta, e con Fozio e il Papa Nicola I (863) si arriva ad una prima reciproca scomunica tra Roma e Bisanzio. Questioni poi di prestigio tra le due sedi, di imposizione in alcune regioni (Bulgaria) del rito latino, questioni dottrinali (Filioque) portano inesorabilmente ad una rottura con scomunica tra il Papato e il patriarca Michele Cerulario (16 luglio 1054). Si consacra così uno scisma definitivo tra Cattolici e Ortodossi che è aperto ancora oggi. Nel 638 giungono a Gerusalemme i Musulmani. La popolazione usava allora la lingua aramaica, quella usata anche da Gesù, ed era totalmente cristiana. L'arrivo degli Arabi costringe molti a farsi musulmani. Quelli che rimangono cristiani sono seguiti da una gerarchia greca legata a Costantinopoli. Dal 1099 si apre l'epoca delle Crociate. I Franchi impongono una gerarchia di rito latino. Ma all’arrivo di Saladino (1187) i latini devono fuggire e, d’accordo con l’imperatore di Costantinopoli, viene ristabilita una gerarchia greca. Nel frattempo, però, essendo avvenuto lo scisma d’Oriente (1054), i greci che ritornano non sono più uniti a Roma. Lungo i secoli successivi molti furono i tentativi di unione (Concilio di Lione 1274 e Concilio di Ferrara/Firenze 1438/39), ma rimasero inefficaci. Perseguitate entro il mondo musulmano, molte comunità orientali furono spinte ad avvicinarsi a Roma. Nacque così la Chiesa Greco Cattolica (1772), detta oggi Melchita; e frange sempre più numerose da altre Chiese passarono alla unità cattolica: sono le cosiddette Uniate, o Chiese di rito orientale che ancora oggi hanno presenza anche in Gerusalemme.

La Custodia di Terra SantaFin dal 1333 i Francescani sono in Terra Santa. Nel 1342 viene costituita ufficialmente la Custodia di Terra Santa dal papa Clemente VI. Presenti durante la dominazione musulmana e turca, subirono molte sofferenze e persecuzioni e molti martiri. Difendono pacificamente i luoghi santi, ne acquisiscono di nuovi, li mantengono con dignità, pur nella povertà; intanto fanno opera di assistenza spirituale e anche caritativa. Grande merito hanno anche nello studio della Bibbia e nell’archeologia (Studium Biblicum Franciscanum). Dopo il 1517 i Francescani sono messi in difficoltà dalla presenza dei Greci ortodossi, sostenuti dal governo ottomano; esso assegna agli Ortodossi diverse proprietà dei Francescani: parte della basilica del Santo Sepolcro, della Natività, della Tomba della Vergine, del Cenacolo dove avevano il loro primo convento.

Cristiani cattolici in terra santa Patriarcato latinoRicostituito da Pio IX nel 1847 anche per contrastare l’opera di proselitismo dei Protestanti e Anglicani, presenti dal 1833. I Latini sono oggi 26 mila con 29 parrocchie (1 a Gerusalemme, 15 in Palestina, 13 in Israele); 25 sono gli Istituti religiosi maschili con 74 conventi e 433 Religiosi; 58 gli Istituti religiosi femminili con 174 Case e 1300 Religiose. I fedeli sono cristiani arabi con liturgia in lingua araba (in grande diminuzione per espatrio, per motivi politici), legati all’attività pastorale dei religiosi e del clero locale coordinato dal Patriarcato Latino. Il Patriarca attuale è Mons. Michel Sabbàh, arabo, originario di Nazaret.

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Greco-cattolici (o melchiti).Cattolici di rito orientale (bizantino), con lingua araba: sono 35 mila. Nel 1724 a Damasco si staccò un ramo dall'ortodossia (Patriarcato Antiocheno) e si unì a Roma. Ereditarono il nome che distingueva i calcedonesi (cioè la fede sostenuta dall'imperatore) dai nestoriani e dai monofisiti. Hanno tutta la storia, la spiritualità e il rito bizantini. Oltre al legame con Roma sono stati e sono una presenza viva e culturale nel mondo arabo, con clero, vescovi e preti, tutti arabi autoctoni. A Gerusalemme hanno la sede del Vicario patriarcale entro la porta di Giaffa e una bellissima chiesa con iconostasi molto ricca. Hanno molte parrocchie, e un vescovo in Galilea.

MaronitiLa Chiesa Maronita prende il nome dal suo fondatore, San Maroun, un monaco che visse solitario su una montagna della Siria, nelle vicinanze di Antiochia. All’indomani della sua morte (410), il convento costruito a suo nome, riuniva già 800 monaci; e per secoli la storia della prima comunità maronita si identificò con quella di questo convento. Fedeli all'ortodossia di Calcedonia, non volevano rifiutare la loro radice aramaica (siriaca), e quindi una loro autonomia dall'impero bizantino. Da qui molte persecuzioni. Nel VII secolo, a seguito della invasione araba, la sede patriarcale di Antiochia, rimase vacante per più di un secolo. Nel 742 i monaci maroniti rifiutarono la giurisdizione di un patriarca melchita ed elessero Patriarca il Superiore del loro monastero. Da quel momento inizia la formazione di una comunità Maronita indipendente, sottratta ad ogni influenza di stranieri, e fedeli alla tradizione apostolica del cristianesimo primitivo. Questa loro autonomia temporale e spirituale attirava le vessazioni da parte degli Arabi vincitori. Per mettersi al sicuro dai pericoli, decisero di prendere la via dell’esilio verso il Libano; l’esodo di tutti i Maroniti si realizzò nell’arco di molti secoli. Nel XI secolo, con la presenza dei Crociati, si consolidarono i rapporti con i cristiani d’Europa e in particolare con la Santa Sede (Innocenzo III e il IV Concilio Lateranense riconoscono il patriarcato nel 1215). Nel 1291 i Mamelucchi d’Egitto diventarono unici governatori del paese e i Maroniti subirono una nuova ondata di persecuzioni poiché continuavano ad avere relazioni con Roma. Il loro Patriarca, costretto alla fuga, si rifugerà nella famosa valle “QADISHA” (Valle Santa), ove per essere al sicuro vivrà nell’isolamento più totale. Ai Mamelucchi successero nel 1510 i Turchi. Ci furono allora dei lunghi periodi di tranquillità intervallati da altre dure prove, a causa soprattutto dei Drusi: nel 1860 furono saccheggiati e distrutti 360 villaggi, 560 Chiese, 50 conventi e sgozzati 2000 uomini. L’intervento dell’Europa cristiana metterà fine a queste atrocità. Fu solo nel 1920, che il Libano riebbe i suoi confini naturali. Qui in Terra Santa i Maroniti sono presenti con 6000 fedeli, 10 parrocchie, per lo più in Galilea, con vicario patriarcale in Gerusalemme alla porta di Jaffa. Vi è poi una Chiesa Caldea-cattolica (pochissimi), una Chiesa Siro-cattolica (400 fedeli), Armeni-cattolici (600), Copti-cattolici.

Cristiani non cattolici in terra santa greco-ortodossicon Patriarca greco e gerarchia greca, sono circa 42 mila; i sacerdoti delle parrocchie sono invece quasi sempre arabi e sposati; hanno una presenza più vistosa in quanto posseggono tutti i luoghi più importanti. Costoro sono gli eredi - diciamo così - dei Bizantini: rimasero uniti a Roma fino al 1054; con lo scisma d’Oriente si chiamano "ortodossi" (coloro che posseggono la retta dottrina). La chiesa ortodossa è definita autocefala: nega la giurisdizione universale del vescovo di Roma, c'è indipendenza di una chiesa ortodossa rispetto alle altre. Le chiese ortodosse autocefale riconosciute come tali sono 15: i patriarcati di Costantinopoli, Alessandria d'Egitto, Antiochia, Gerusalemme, Georgia, Russia, Serbia, Romania, Bulgaria e gli arcivescovadi di Cipro, Grecia, Polonia, Albania, Cecoslovacchia e Finlandia. La fede delle chiese Ortodosse, per il suo carattere tradizionale ancorato al cristianesimo primitivo, coincide nei dogmi fondamentali e nei sacramenti con quella della chiesa cattolica. Nella storia dell'Oriente cristiano la liturgia è stata l'unico rifugio durante i

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secoli di decadenza e di oppressione sotto il dominio ottomano e sotto le persecuzioni dell'ateismo di stato. A Gerusalemme officiano il Santo Sepolcro, la Tomba della Vergine (con una solennissima processione il 28 agosto, loro festa dell'Assunta); a Betlemme la basilica della Natività, a Sichem il pozzo, una chiesa a Cafarnao, a Nazaret la chiesa di San Gabriele. Pur nel rispetto reciproco, i rapporti tra latini e ortodossi sono difficili. Meritano tutta la nostra stima e interesse: liturgia ricchissima, icone, senso del sacro; costituiscono ancora oggi la presenza monastica antica, nelle "Laure" (San Saba e San Giorgio di Koziba).

Russi-ortodossi.Prima della guerra 1914-18 avevano molte istituzioni. Dipendono in parte dal Patriarcato di Mosca e in parte dal Patriarcato Russo per l’Emigrazione, con sede a Jordanville (U.S.A.).

La chiesa rumena. armeni.La conversione del popolo armeno al cristianesimo avviene agli albori del IV secolo, all'epoca di Costantino, per opera di san Gregorio l'Illuminatore. Nel 451 gli armeni, in guerra con i Persiani, non parteciparono al IV Concilio Ecumenico, quello di Calcedonia, e così si trovarono nell'area di fede "monofisita". Accanto alle questioni dogmatico-terminologiche ebbero altrettanto peso le questioni di ordine etnico-politico-ecclesiastico. Sarà soprattutto in seguito alla politica egemonica ed invadente di Giustiniano che gli armeni vedranno nella proclamazione di una completa indipendenza dalla chiesa imperiale l'unica àncora di salvezza per la propria identità religioso-culturale. Nel sec. XI per sfuggire alle pressioni islamiche molti Armeni emigrarono a occidente verso l'Anatolia bizantina e si concetrarono nella Cilicia. Vennero così a formarsi dal punto di vista religioso due tronconi distinti con caratteristiche proprie: a NE la Grande Armenia in cui predominava la tendenza anticalcedonese e a SO la Piccola Armenia (1095-1375) che, sotto l'influsso del movimento e degli stati crociati, ristabilì cordiali rapporti con Roma; anche la Liturgia ne fu influenzata. La sede del Katholikòs (vescovo capo dell'episcopato armeno) fu trasferita a Sis (1293) in Cilicia; l'ortodossia cattolica venne accolta dall'episcopato e accettata dalla maggioranza della popolazione. Purtroppo nel 1308 l'invasione tartara distrusse questo Regno cattolico di Cilicia. Fu allora che il monastero di san Giacomo e il vescovo armeno di Gerusalemme proclamarono la loro autonomia e si costituirono in patriarcato, come custodi dei Luoghi santi.

Un patriarcato armeno cattolico di Cilicia fu ricostituito ad Aleppo nel 1740 e pose la sua sede in Libano. Un suo Vicario si stabilì a Gerusalemme dal 1855 nella sede attuale alla III/IV stazione della Via Dolorosa. A Gerusalemme gli armeni ortodossi hanno la loro vistosa presenza nella chiesa di san Giacomo, sorta - secondo la tradizione - sulla casa di san Giacomo "il minore", fratello di Gesù e capo della primitiva comunità di Gerusalemme. Attorno alla chiesa patriarcale si sviluppò il convento, una biblioteca con ricchi manoscritti medievali, un museo e tutto un quartiere entro la città vecchia, appunto detto "armeno" (sono circa 9000). Nella chiesa del Santo Sepolcro hanno in particolare la cripta (oggi detta di sant'Elena), e nella Liturgia possiedono molti elementi dell'antica Liturgia gerosolimitana. I rapporti ecumenici tra la chiesa cattolica e la chiesa armena hanno per base la dichiarazione comune del papa Paolo VI e del katholikòs armeno Vasken I (1970). La visita di Giovanni Paolo II al patriarca armeno di Costantinopoli del 1979 ha ulteriormente migliorato i buoni rapporti tra le due chiese, e in particolare col katholicos Karekin, morto nel 1999.

CoptiDenominazione in uso in Europa dal sec. VII d.C. per indicare quanti degli abitanti dell’Egitto erano rimasti fedeli alla religione cristiana (portata, secondo la tradizione, dall’evangelista Marco) anche dopo l’invasione araba del 641, che vi propagò l’Islam. Gli antecedenti della chiesa copta vanno ricercati nelle vicende connesse alla condanna del monofisismo nel concilio di Calcedonia

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nel 451. Il concilio non venne accolto dalla chiesa egiziana che nelle deliberazioni dogmatiche di Calcedonia credette di scorgere una indiretta condanna della dottrina e della figura del patriarca San Cirillo e, con il canone 28 (attribuzione della sede di Costantinopoli del primato dopo la sede di Roma), un attentato al ruolo predominante del vescovo di Alessandria nella chiesa d’Oriente. I secc. VI e VII rappresentarono il momento di maggiore floridezza, sempre nutrita dalle sue antiche figure di Santi monaci: Antonio, Pacomio, Macario, e dei Maestri di fede: Origene, Atanasio, Cirillo; sviluppò rapporti col cristianesimo monofisita di Siria, iniziò l’attività missionaria nella Nubia, rinsaldò i legami di supremazia sulla chiesa etiopica, incrementò lo sviluppo di un’arte autoctona e di una letteratura tipicamente copta. La conquista araba dell’Egitto (639-643) fu accolta con favore dalla chiesa e dal popolo egiziano che speravano di ottenere la liberazione dal dominio bizantino. Le sorti della chiesa copta variarono secondo l’oscillare della politica del potere islamico. In epoca moderna la Chiesa Copta ha conosciuto una ripresa numerica (oggi sono circa 8/10 milioni), malgrado le circostanze pericolose in cui si trova ad operare, e ha avviato una riforma interna di sorprendente vivacità culturale e di coraggiosa fedeltà alle verità del cristianesimo; non da ultimo per merito del monastero di San Macario nel deserto di Nitria guidato da Mattà al-Meskin con più di 120 monaci tutti laureati. Nel 1973 a Roma al termine dell’incontro avvenuto tra il papa Paolo VI e il patriarca Shenuda III di Alessandria venne emessa una Dichiarazione comune riguardante la fede cristologica ove si constata, al di là delle divergenti forme verbali, l’identità della fede. Una piccola parte della chiesa copta, si saldò molti secoli fa, ed è tuttora unita, a Roma. Nel 1742 il vescovo copto di Gerusalemme, Atanasio, entrò nella chiesa cattolica: il fatto incrementò il movimento di adesioni a Roma e portò nel 1895 alla erezione di un patriarcato copto cattolico da parte del papa Leone XIII, alla indizione di un sinodo nel 1898 e alla istituzione di un seminario a Tahta all’inizio del sec. XX. I copti cattolici sono oggi ca. 220.000. A Gerusalemme (1150 fedeli) i copti officiano una cappella dietro il Santo Sepolcro; hanno la sede del patriarcato copto-ortodosso sul lato nord della basilica dell'Anastasi, e parrocchie e scuole a Nazaret e a Gerico.

Etiopi o Abissini, circa 70, con convento e due cappelle sopra la cripta di Sant'Elena.

Siriani, o Giacobiti, 1250 fedeli.

Protestanti, varie confessioni: Anglicani, 1200 con la cattedrale San Giorgio; Luterani, 600, con la chiesa del Redentore presso il Santo Sepolcro; Battisti, 900; Presbiteriani o Chiesa Scozzese; e più recenti ... i Mormoni. Recentemente si è costituito un gruppo di Ebrei-cristiani, che si riallacciano idealmente alla primitiva Chiesa giudeocristiana di Gerusalemme; sono quattro comunità molto vive che fanno riferimento alla gerarchia cattolica latina tramite un vicario patriarcale. Cresce più genericamente tra gli Ebrei interesse per la persona storica di Gesù. Per saperne di più, per cogliere Israele come radice santa della Chiesa, e il valore di un gruppo di giudeocristiani oggi, vedi: Francesco Rossi De Gasperis, COMINCIANDO DA GERUSALEMME, la sorgente della fede e dell'esistenza cristiana, Piemme, Casale. Molto sentito è il problema dell’ECUMENISMO, e Istituti di studio ad alto livello trovano in Terra Santa luogo di sviluppo e di speranza (es. Tantur, alle porte di Betlemme). Come molti sono gli istituti che si interessano al dialogo interreligioso, in particolare tra le tre religioni monoteistiche: Ebraismo, Cristianesimo e Islam.

La presenza sotterranea ma vivace della chiesa in Terra SantaA prima vista sembra che il tempo si sia fermato qui in Israele; che l’unica presenza cristiana sia quella vigile dei Francescani, ma a conservare luoghi e riti antichi. Viene il sospetto che anche la Chiesa Cattolica abbia un po’ lo stile cultuale del mondo ortodosso. Invece no. La si scopre adagio adagio, ed è una Chiesa viva oggi: bellissima e moderna. Aggiornata col Concilio, e direi quasi profetica. E’ una Chiesa sotterranea, ma efficace. La prima e più larga presenza è quella della

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CARITA’, nelle sue pionieristiche forme anche tecnicamente e socialmente avanzate. Ne ricordo alcune: i Guanelliani a Nazaret ricuperano gli handicappati medio-gravi con un centro moderno attrezzato; a Nazaret lo stimatissimo Ospedale Italiano; Suor Nerissa a Gerusalemme ha un nome; come ad Ain Karem le stesse Suore di San Vincenzo hanno un “Cottolengo”, che lo Stato d’Israele ha voluto fosse loro affidato. A Betlemme l’istituto ‘Effetà’: giovani suore di Vicenza che con metodi moderni ricuperano sordomuti. Così il Baby Hospital, la Crèche, ospedali per bambini mantenuti dalla carità della Chiesa d'Europa. Orfanatrofi d’ogni grado. Ma l’elenco è lungo. Proprio l’impegno di carità distingue la presenza dei cattolici: è appunto il segno della religione vera. Una presenza, ancora sociale, sono tutte le forme di SCUOLE per gli Arabi. Ogni gruppo religioso ha le sue: compresa la forte presenza dei Salesiani sia a Nazaret che a Betlemme. Soprattutto significativa è la presenza CONTEMPLATIVA: Trappisti, Benedettine, Clarisse, ecc...: gruppi di élites spirituali, anche di fondazione recente, quali le famiglie di Don Dossetti a Gerusalemme e a Gerico. Sono oasi di preghiera, di ricerca e di studio, di coagulo di unità e di dialogo con le varie forme religiose presenti in questo paese. D'iniziativa cattolica è anche Neve Shalom. Infine la vita parrocchiale costituita attorno ai Francescani: è simpatico ritrovare a Gerusalemme i nostri Oratori per la gioventù araba, o gli Scouts, oppure assistere alla messa parrocchiale di Nazaret o Betlemme con le loro belle corali di voci bianche che cantano anche in latino.

2. LA PRESENZA DEGLI EBREI

Un appuntamento classico a Gerusalemme è davanti al MURO OCCIDENTALE, detto Muro del pianto, per il vespero del venerdì: inizia con solennità il grande SABATO EBRAICO. Gli Ebrei osservanti scendono al luogo comune della preghiera, vestiti con dignità nei loro abiti neri e cappelli a larghe falde, i bambini coi ricciolini e gli anziani coi filatteri che rammentano la Torah. A volte in questo appuntamento si vedono canti e danze comunitarie: cantano in coro il Cantico dei cantici, l’amore fedele di Jahvè alla sua alleanza. E’ solo il momento più vistoso di una realtà complessa che merita molta attenzione. Da Abramo, a Mosè, a Davide, ai Profeti, al primo Giudaismo post-esilico la storia di questo popolo è tutta nella Bibbia, Antico Testamento; questa è anche tutta la sostanza dei contenuti di fede, di spiritualità, di sapienza di questo popolo. Dentro questo alveo religioso, si innesta la realtà di Cristo, il Messia annunciato, preparato, ma sostanzialmente rifiutato dal legittimo erede, appunto il popolo eletto ebraico; la vicenda interiore di questo rifiuto e quindi di questa svolta che fa ormai della Chiesa la continuatrice legittima della religione biblica, è descritta nel Nuovo Testamento, e vissuta con intensa partecipazione personale e speculativa da Paolo. Nel 70 d.C. il Tempio è distrutto; nel 135 tutti gli Ebrei sono dispersi fuori dalla Terra Promessa. Il Giudaismo, con le sue sette e le sue tradizioni, così vivo al tempo di Gesù, si raccoglie tutto in una "comunità religiosa" attorno al culto dei suoi testi: la Torah con l’Antico Testamento, e il Talmud, l’insieme delle interpretazioni didattiche e giuridiche, le tradizioni e le sottolineature delle diverse scuole rabbiniche. Non possiede più né sacerdozio né sacrificio; il rabbino è semplicemente un maestro nella interpretazione della Legge. Più che una ricerca dottrinale, la passione del giudeo si orienta alla "ortoprassi", a vivere cioè in pienezza tutte le regole della Torah. Ha le sue feste religiose, il suo centro nella sinagoga, il culto del sabato, le sue regole sociali e persino dietetiche (il kasher). Ha attraversato i secoli questo patrimonio religioso pur senza nessun appoggio istituzionale politico o territoriale, anzi in mezzo a persecuzioni, incomprensioni e misconoscimenti. Ha avuto le sue vicende anche culturali, soprattutto in Europa, ad es. con una propria lingua, l’Jiddish, e letteratura; e i suoi movimenti interni di spiritualità, i Chassidim (cfr. i libri di Martin Buber). E... il suo olocausto! Il ritorno alla antica Terra Promessa, iniziatosi alla fine del secolo scorso per lo più in chiave "laica" con ondate successive lungo il periodo del Mandato Britannico, è poi esploso dopo il 1948; oltre che un movimento nazionale e di razza, ha assunto anche una caratteristica di

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rinnovamento religioso. Il Giudaismo attuale si divide in due gruppi con propri Rabbinati: i SEFARDITI (provenienti dalla Spagna e dai paesi arabi nei quali erano stati dispersi) e gli ASCHENAZITI (provenienti dall’Europa orientale) con tradizioni e culture diverse. Nel quartiere di Mea-Shearim si sono raccolti i Giudei più intransigenti, chiamati Ebrei Ortodossi Osservanti, che anche nell’abito esterno ricuperano le più caratteristiche e confessionali forme di Giudaismo. Sono questi che impongono anche allo Stato ebraico attuale condizionamenti giuridici e politici, anche se la maggior parte degli Ebrei attuali, venuti da tutto il mondo, vivono l’Ebraismo solo come generico formalismo sociale. Meritano un accenno le feste giudaiche: il Capodanno, a metà settembre, inizio dell’anno civile; il Kippur, giorno della espiazione, cioè di grande digiuno e riconciliazione (dove tutta anche la vita civile si ferma); la festa di Succot, che ricorda la vita nel deserto, con la costruzione di capanne di frasche sopra i terrazzi; la Dedicazione, a ricordo della consacrazione del secondo Tempio al tempo di Neemia, verso il Natale, festa vissuta in famiglia, col candelabro a 9 braccia (detto Hannukkà, appunto dedicazione); Purim, attorno a carnevale, che ricorda e rivive il libro di Ester; la Pasqua e gli Azzimi (marzo-aprile) con tutto il contenuto e il cerimoniale come al tempo di Gesù (Haggadà); infine la Pentecoste, che ricorda il Sinai.

Il sabatoè vissuto con molta serietà e ... bellezza. La sera del venerdì si fanno le pulizie in casa e si prepara tutto per il giorno dopo; si inizia - accesa la Menorah - con una cena rituale; la mattina dopo e il pomeriggio è incontro alla sinagoga, per l'ascolto della Torah e sua spiegazione, lo studio assieme della Legge, e la preghiera. E’ giorno di riposo assoluto e di grande intimità familiare: è bello vedere tutta la famiglia a passeggio assieme con la serenità di chi fa festa in attesa dei doni di Dio, della venuta cioè di Elia e del Messia ..! La finalità del Giudaismo è quella di formare "un popolo santo e sacerdotale" che renda testimonianza a Dio di fronte al mondo attraverso la preghiera, il regime di una vita particolare ispirata alla Legge, la santificazione della terra promessa. Una vera vocazione missionaria, cioè una missione di fronte a tutto il mondo, che si esprime più in forma di testimonianza che di proselitismo. Scrive il papa Giovanni Paolo II: "L'esistenza del popolo ebraico non è un mero fatto di natura né di cultura, nel senso in cui attraverso la cultura l'uomo dispiega le risorse della sua propria natura. Essa è un fatto soprannaturale. Questo popolo persevera nonostante tutto perché è il popolo dell'alleanza e perché, malgrado le infedeltà degli uomini, Jahvè è fedele sempre alla sua alleanza" (Ai responsabili Dialogo cristiani-ebrei, 1997). Chi è l'ebreo? La tradizione rabbinica sostiene che è ebreo chi nasce da madre ebrea. La famiglia è il luogo della trasmissione della tradizione in senso stretto; è in famiglia che gli ebrei ancora oggi celebrano il momento culminante di ogni festa (la sinagoga non è un luogo sacro, è semplicemente un luogo di riunione, anche se si conserva un oggetto sacro che è la Torah, segno della presenza di Dio nel suo popolo), e i ministri del culto sono i genitori. La celebrazione delle feste familiari diventa il catechismo nel quale si apprende, all'interno di un'esperienza, la cultura, la fede e l'esperienza del proprio popolo. Ebrei si nasce e si cresce; è più difficile diventarlo. Il popolo di Israele Ebraismo e giudaismo non sono sinonimi. Il primo è una civiltà e una cultura; il secondo è propriamente l'aspetto religioso, o la fede, praticata per lo più solo dal 20% degli ebrei. Per cui oggi dire ebreo o giudeo significa parlare del popolo di Israele ma non degli ebrei dello stato di Israele. Il nome Israele ha un duplice significato, Israele indica il nome dato da Dio a Giacobbe dopo la lotta allo Yabbok e letteralmente Israele significa uomo che vede Dio. Quando si usa il termine di popolo di Israele ci si riferisce al popolo che discende da Abramo attraverso Isacco e Giacobbe; non si indica la popolazione che vive nello Stato di Israele. Con il termine israeliano, invece si indica l'ebreo, o anche il non ebreo, che ha la cittadinanza nello Stato di Israele. Quando si parla di ebrei si parla soprattutto di quelli che stanno fuori dallo Stato di Israele indipendentemente dalla condivisione della politica dello Stato di Israele.

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Chiesa ed ebraismoGiovanni Paolo II ha chiamato gli Ebrei "nostri fratelli maggiori" (Discorso alla Sinagoga di Roma 1986). Il Vaticano II ha condannato ogni pregiudizio nei confronti degli Ebrei per la morte di Gesù: "Quanto è stato commesso durante la sua passione non può essere imputato né indistintamente a tutti gli ebrei allora viventi né agli ebrei del nostro tempo. E se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli ebrei tuttavia non devono essere presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, come se ciò scaturisse dalla sacra Scrittura. La Chiesa, memore del patrimonio che essa ha in comune con gli ebrei e spinta non da motivi politici ma da religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell'antisemitismo diretto contro gli ebrei in ogni tempo e da chiunque" (Nostra aetate 4). Il Cristianesimo ha le sue radici nell'Ebraismo: la fede cristiana ha ereditato l'Antico Testamento e continua a nutrirsi di esso; il Figlio di Dio si è fatto uomo ebreo; la prima Chiesa era ebrea. San Paolo parla dei pagani come dell'innesto sull'olivo buono dell'ebraismo e delinea il mistero del suo rifiuto come una occasione per l'entrata nell'eredità promessa ad Abramo di tutti i pagani (cfr. cap. 11 della Lettera ai Romani). "La permanenza di Israele (laddove tanti antichi popoli sono scomparsi senza lasciare traccia) è un fatto storico e segno da interpretare nel piano di Dio. Esso resta il popolo prescelto 'l'ulivo buono sul quale sono stati innestati i rami dell'ulivo selvatico che sono i gentili'. La fede e la vita religiosa del popolo ebraico così come sono professate e vissute ancora oggi, possono aiutare a comprendere meglio alcuni aspetti della vita della Chiesa". (Dichiarazione Segretariato per l'unione dei cristiani - Commissione per i rapporti religiosi con l'ebraismo, 1985).

3. LA PRESENZA DEI MUSULMANI

Sulla cornice interna della Moschea di Omar vi è una precisazione dottrinale proprio in polemica coi cristiani: "Gesù non è che il figlio di Maria, l’inviato di Dio e sua Parola che ha deposto in Maria. Crediamo dunque in Dio e nel suo inviato e non dite che vi sia una Trinità. Dio è unico, e non può avere figli". La verità di un Dio che è Trinità e che si è incarnato è ciò che divide l'Islam dal Cristianesimo; ma proprio questa idea di Dio è la spia della sua origine divina, a differenza dell'Islam che in fondo è una pura intuizione umana di quel che si può razionalmente di Dio pensare. Senza incarnazione l’uomo non ha superato la distanza che lo divide dalla divinità, non può avere Dio come Padre, ma solo come Signore: l’unico atteggiamento da avere è l’ISLAM, cioè la sottomissione totale. "Allah hu akbàr", Dio è il più grande, grida per cinque volte al giorno il muezzin dall’alto del minareto invitando alla preghiera rituale; un Dio solo, Allah, santo e separato, intoccabile, è il primo Credo dell’Islam. Il merito storico dell'Islam è d’aver ricuperato per le popolazioni pagane dell’Arabia (e oggi per più di un miliardo di uomini) almeno tutto il rigido monoteismo dell’Antico Testamento. Maometto, che nasce verso il 570 d.C. alla Mecca, è un uomo ricco di senso religioso, ma anche di forte capacità politica e manageriale; dal suo contatto molto superficiale con la Bibbia e con alcune piccole comunità cristiane, raccoglie elementi dottrinali per una religione semplice, come fondamento teocratico di una società molto confessionale. Nel 622 fugge dalla sua città, legata ad un santuario fortemente politeista, la Kà’bah, verso Medina per iniziare il suo movimento di riforma. Fortune economiche e militari lo rendono immediatamente forte e quindi uomo di prestigio, dapprima tollerante, poi chiaramente polemico con Ebrei, Cristiani ed .. estranei. Finché si impone anche su la Mecca e in seguito su tutta la regione araba. Egli si sente investito da Dio come ultimo profeta per trasmettere la vera "religione di Abramo", che tramite il figlio Ismaele riconosce come capostipite. Dio che aveva parlato per mezzo dei suoi profeti Mosè (e

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la sua Torah), Davide (e i suoi Salmi), Gesù (e il suo Vangelo), ultimamente e definitivamente ha parlato agli uomini attraverso Maometto e il suo Corano.

Il CoranoAl Corano fa riferimento tutto l’Islam, dettato letteralmente al Profeta, e quindi immutabile e infallibile. Le rivelazioni, in lingua "araba chiara", ricevute dal Profeta nel corso di una ventina d'anni, furono successivamente trascritte e raccolte dai compagni di Maometto (egli stesso era analfabeta). Fu il califfo Omar (644-656) a compiere una selezione definitiva dei vari testi e comporre il Corano (che significa "lettura ad alta voce"). E’ composto di 114 capitoli (o súrah) in ordine decrescente di lunghezza. Oltre alla fede religiosa vi sono contenute norme giuridiche, sociali e familiari. Tema centrale: Dio è misericordioso verso il peccatore, ma giudice esigente nel giudizio finale. L'Islam si fonda su cinque pilastri. 1 - La professione di fede, la sahada ("Allah è l'unico Dio e Maometto è il suo Profeta"). 2 - La preghiera: cinque volte al giorno, quando il muezzin chiama alla preghiera, in orari ben prestabiliti, rivolti verso la Mecca, dopo aver fatto le abluzioni. Una volta alla settimana, il venerdì, il giorno sacro dei musulmani, la preghiera del mezzogiorno è la preghiera congregazionale; uomini e donne non sono insieme per non consentire le distrazioni dati i frequenti inchini, nei quali si tocca con la fronte il terreno. La preghiera del mezzogiorno é importante perché viene recitato il sermone nel quale tra l'altro si prega per l'autorità costituita. Tutte le rivoluzioni in Islam iniziarono in Moschea quando l'imam non pregava più per il re, per il sultano, per l'emiro, per il califfo al potere ma pregava per un altro. Cioé era il momento in cui si sanciva che era cambiata la direzione del governo; quindi religione e politica sono molto legate. 3 - Il digiuno nel mese di Ramadàm in cui dall'alba al tramonto per tutte le ore di luce del giorno è vietato mangiare, bere, fumare, avere rapporti sessuali. 4 - L'elemosina: come la preghiera così l'elemosina non è spontanea, è legale, una specie di tassa. E' una percentuale sui beni e la sciarìa (la legge coranica) stabilisce norme precise cui destinarli: ai poveri, per la causa dell'Islam, per costruire moschee. Eccezione viene fatta se si ha un parente prossimo bisognoso. 5 - Il pellegrinaggio, hagg, che ogni buon musulmano dovrebbe fare almeno una volta nella vita alla Mecca se ne ha la possibilità. Ci sono delle società di mutuo soccorso ed ogni anno si manda qualcuno, che al suo ritorno prende il soprannome di hagg e spesso dipinge dei murales sulle pareti esterne della sua casa, nei quali sono raffigurate la nave con la quale si è recato, la K'abah, ecc. Anche il pellegrinaggio avviene in un mese particolare che è il mese del pellegrinaggio, alla fine del quale c'è la più grande festa del mondo islamico. All'uomo musulmano è data la certezza di salvarsi se rispetta la prescrizione della preghiera, delle elemosine, del pellegrinaggio e del digiuno del ramadam. Gli imam, che conducono la preghiera e tengono il sermone del venerdì, sono solo persone più esperte in questioni teologiche. L’integralismo della fede porta ad un confessionalismo totalizzante e ad una forte intolleranza, poco rispettosa della coscienza individuale (non separazione tra fede e politica) e della condizione femminile.

Commento ed esegesi del Corano è la Sunna,da qui il nome di Sunniti della maggior parte dei Musulmani.

Sciiti(da shià, partito)sono il ramo secessionista che alla morte di Maometto sostenevano il califfato di Alì, genero di Maometto. Non essendoci una autorità unica, l'Islam, che è unico nelle fonti, presenta applicazioni teoretiche e pratiche diverse nelle diverse parti del mondo; solo il 18% sono arabi; l'80% sono filippini, indonesiani, pakistani... Nella sottomissione a Dio come stile di vita, troviamo tra i musulmani alcuni che seguono una linea di ascesi verso Dio fatta di ricerca profonda quasi mistica. Questi sono chiamati "sufi". Il musulmano ha come missione di portare l'Islam a tutti gli uomini del mondo. La Mecca è la capitale spirituale, cui rivolgersi nella preghiera. Nella moschea si entra a

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piedi scalzi, come ci richiama l’episodio di Mosè al roveto ardente: "Togliti le scarpe, perché il luogo dove sei è terra santa". Prima di entrare ci si purifica con abluzioni rituali; le prostrazioni sono segno di adorazione e sottomissione. I fedeli portano - anche per le strade - una corona di 33 grani, da rigirare 3 volte per pronunciare ininterrottamente i 99 attributi di Allah. Una delle formule sintetiche di fede e preghiera ripetuta prima di ogni azione è: "In nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso". Le moschee Le moschee sono il cuore dell’Islam: Gerusalemme, dopo la Mecca e Medina, è la terza città santa dei Musulmani.

La moschea di Omar, edificata nel 690, nel suo forte color azzurro contro gli spiriti malefici, è una delle meraviglie del mondo, per le maioliche esterne; per mosaici, vetrate, tappeti e cupola di legno dorato all’interno. Si chiama ‘Cupola della Roccia’ perché conserva questa roccia legata al ricordo di Abramo che sacrificò il figlio Isacco: sarebbe il monte Moriah; storicamente è il luogo su cui era posto l’altare degli olocausti del Tempio ebraico; infine sarebbe il luogo della ascensione notturna al cielo di Maometto quando ebbe particolari rivelazioni divine. A fianco della Roccia, un’urna conserva peli della barba di Maometto. L’altra grande moschea è EL AQSA (la più lontana, dalla Mecca), anche questa grandiosa a sette navate, costruita nel 710 dove sorgeva il portico regio e la basilica di Erode. Divenne il palazzo dei Re Crociati a Gerusalemme; Saladino ne fece una grande moschea, definitivamente. Rinnovata da Solimano il Magnifico (XVI sec.), ebbe gli ultimi rifacimenti nel 1938. (Mussolini regalò le colonne in marmo bianco di Carrara). Vi sono rimaste decorazioni originali del tempo di Saladino (1187); un incendio distrusse lo splendido mihrab, pure del tempo di Saladino. Vi possono stare, e alcuni momenti ci sono, 5000 fedeli alla preghiera. Il muezzin In Gerusalemme la presenza del muezzin che chiama alla preghiera è ... incombente. Ecco le parole che canta cinque volte al giorno: Dio è il più grande (4 volte). Testimonio fermamente che non esiste dio se non Dio (Allah). Testimonio fermamente che Maometto è l'inviato di Dio (2 volte). Venite alla preghiera (2 volte). Venite alla salvezza (2 volte). La preghiera è migliore del sonno (aggiunta solo all'alba). Dio è il più grande (due volte). Non esiste dio se non Dio (Allah).

II. LITURGIA DELLE ORE 11 OTTOBRE 2007 TEMPO: ORDINARIO XXVII SETTIMANA GIOVEDI TERZA SETTIMANA DEL SALTERIO

INVITATORIOVersetto V. Signore, apri le mie labbra R. e la mia bocca proclami la tua lode. Antifona Venite, popoli, adoriamo il Signore, il Dio unico e vero. SALMO 94 - Invito a lodare Dio Esortatevi a vicenda ogni giorno, finché dura «quest'oggi» (Eb 3,13) Venite, applaudiamo al Signore, * acclamiamo alla roccia della nostra salvezza. Accostiamoci a lui per rendergli grazie, * a lui acclamiamo con canti di gioia. (Ant.) Poiché grande Dio è il Signore, * grande re sopra tutti gli dei. Nella sua mano sono gli abissi della terra, * sono sue le vette dei monti. Suo è il mare, egli l'ha fatto, * le sue mani hanno plasmato la terra. (Ant.) Venite, prostràti adoriamo, * in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati. Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo,* il gregge che egli conduce. (Ant.) Ascoltate oggi la sua voce: + «Non indurite il cuore, * come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: + mi misero alla prova * pur

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avendo visto le mie opere. (Ant.) Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione + e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, * non conoscono le mie vie; perciò ho giurato nel mio sdegno: * Non entreranno nel luogo del mio riposo».(Ant.) Gloria al Padre e al Figlio, * e allo Spirito Santo. Come era nel principio e ora e sempre, * nei secoli dei secoli. Amen (Ant.)

UFFICIO DELLE LETTUREIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Inno O Cristo, Verbo del Padre, glorioso re delle vergini, luce e salvezza del mondo, in te crediamo. Cibo e bevanda di vita, balsamo, veste dimora, forza, rifugio, conforto, in te speriamo. Illumina col tuo Spirito l'oscura notte del male, orienta il nostro cammino incontro al Padre. Amen. 1^ Antifona Guarda, Signore, e considera l'umiliazione del tuo popolo. 1° Salmo SALMO 88, 39-46 Lamento sulla rovina della casa di Davide Ma tu lo hai respinto e ripudiato, * ti sei adirato contro il tuo consacrato; hai rotto l'alleanza con il tuo servo, * hai profanato nel fango la sua corona. Hai abbattuto tutte le sue mura * e diroccato le sue fortezze; tutti i passanti lo hanno depredato, * è divenuto lo scherno dei suoi vicini. Hai fatto trionfare la destra dei suoi rivali, * hai fatto gioire tutti i suoi nemici. Hai smussato il filo della sua spada * e non l'hai sostenuto nella battaglia. Hai posto fine al suo splendore, * hai rovesciato a terra il suo trono. Hai abbreviato i giorni della sua giovinezza * e lo hai coperto di vergogna. 1^ Antifona Guarda, Signore, e considera l'umiliazione del tuo popolo. 2^ Antifona Cristo è la radice e il germoglio di Davide, la stella luminosa del mattino. 2° Salmo SALMO 88, 47-53 Lamento sulla rovina della casa di Davide Fino a quando, Signore, continuerai a tenerti nascosto, * arderà come fuoco la tua ira? Ricorda quant'è breve la mia vita. * Perché quasi un nulla hai creato ogni uomo? Quale vivente non vedrà la morte, * sfuggirà al potere degli inferi? Dove sono, Signore, le tue grazie di un tempo, * che per la tua fedeltà hai giurato a Davide? Ricorda, Signore, l'oltraggio dei tuoi servi: * porto nel cuore le ingiurie di molti popoli, con le quali, Signore, i tuoi nemici insultano, * insultano i passi del tuo consacrato. Benedetto il Signore in eterno. * Amen, amen. 2^ Antifona Cristo è la radice e il germoglio di Davide, la stella luminosa del mattino. 3^ Antifona Come l'erba i nostri giorni passano: tu, Signore, sei per sempre. 3° Salmo SALMO 89 Su di noi sia la bontà del Signore Signore, tu sei stato per noi un rifugio * di generazione in generazione. Prima che nascessero i monti + e la terra e il mondo fossero generati, * da sempre e per sempre tu sei, Dio. Tu fai ritornare l'uomo in polvere * e dici: «Ritornate, figli dell'uomo». Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, * come un turno di veglia nella notte. Li annienti: li sommergi nel sonno; * sono come l'erba che germoglia al mattino: al mattino fiorisce, germoglia, * alla sera è falciata e dissecca. Perché siamo distrutti dalla tua ira, * siamo atterriti dal tuo furore. Davanti a te poni le nostre colpe, * i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto. Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira, * finiamo i nostri anni come un soffio. Gli anni della nostra vita sono settanta, * ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore; * passano presto e noi ci dileguiamo. Chi conosce l'impeto della tua ira, * e il tuo sdegno, con il timore a te dovuto? Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore. Volgiti, Signore; fino a quando? * Muoviti a pietà dei tuoi servi. Saziaci al mattino con la tua grazia: * esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Rendici la gioia per i giorni di afflizione, * per gli anni in cui abbiamo visto la sventura. Si manifesti ai tuoi servi la tua opera * e la tua gloria ai loro figli. Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio: + rafforza per noi l'opera delle nostre mani, * l'opera delle nostre mani rafforza. 3^ Antifona Come l'erba i nostri giorni passano: tu, Signore, sei per sempre. Prima Lettura V. In te, Signore, è la sorgente della vita; R. nella tua luce vediamo la luce. Dalla prima lettera a Timoteo di san Paolo, apostolo 5, 3-25 Le vedove. I presbiteri Carissimo, onora le vedove, quelle che sono veramente vedove; ma se una vedova ha figli o nipoti, questi imparino prima a praticare la pietà verso quelli della propria famiglia e a rendere il contraccambio ai loro genitori, poiché è gradito a Dio. Quella poi veramente vedova e

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che sia rimasta sola, ha riposto la speranza in Dio e si consacra all'orazione e alla preghiera giorno e notte; al contrario quella che si dá ai piaceri, anche se vive, è già morta. Proprio questo raccomanda, perché siano irreprensibili. Se poi qualcuno non si prende cura dei suoi cari, soprattutto di quelli della sua famiglia, costui ha rinnegato la fede ed è peggiore di un infedele. Una vedova sia iscritta nel catalogo delle vedove quando abbia non meno di sessant'anni, sia andata sposa una sola volta, abbia la testimonianza di opere buone: abbia cioè allevato figli, praticato l'ospitalità, lavato i piedi ai santi, sia venuta in soccorso agli afflitti, abbia esercitato ogni opera di bene. Le vedove più giovani non accettarle perché, non appena vengono prese da desideri indegni di Cristo, vogliono sposarsi di nuovo e si attirano così un giudizio di condanna per aver trascurato la loro prima fede. Inoltre, trovandosi senza far niente, imparano a girare qua e là per le case e sono non soltanto oziose, ma pettegole e curiose, parlando di ciò che non conviene. Desidero quindi che le più giovani si risposino, abbiano figli, governino la loro casa, per non dare all'avversario nessun motivo di biasimo. Già alcune purtroppo si sono sviate dietro a satana. Se qualche donna credente ha con sé delle vedove, provveda lei a loro e non ricada il peso sulla Chiesa, perché questa possa così venire incontro a quelle che sono veramente vedove. I presbiteri che esercitano bene la presidenza siano trattati con doppio onore, soprattutto quelli che si affaticano nella predicazione e nell'insegnamento. Dice infatti la Scrittura: Non metterai la museruola al bue che trebbia e: Il lavoratore ha diritto al suo salario. Non accettare accuse contro un presbitero senza la deposizione di due o tre testimoni. Quelli poi che risultino colpevoli riprendili alla presenza di tutti, perché anche gli altri ne abbiano timore. Ti scongiuro davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti, di osservare queste norme con imparzialità e di non far mai nulla per favoritismo. Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno, per non farti complice dei peccati altrui. Conservati puro! Smetti di bere soltanto acqua, ma fa' uso di un po' di vino a causa dello stomaco e delle tue frequenti indisposizioni. Di alcuni uomini i peccati si manifestano prima del giudizio e di altri dopo; così anche le opere buone vengono alla luce e quelle stesse che non sono tali non possono rimanere nascoste. Responsorio Prima Lettura Cfr. Fil 1, 27; 2, 4. 5 R. Comportatevi in modo degno del vangelo, combattete unanimi per la fede, * senza cercare il proprio interesse, ma quello degli altri. V. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, R. senza cercare il proprio interesse, ma quello degli altri. Seconda Lettura Dalla «Lettera ai cristiani di Filadelfia» di sant`Ignazio di Antiochia, vescovo e martire (Capp. 1, 1 - 2, 1; 3, 2 - 5; Funk, 1, 226-229) Uno solo è il vescovo con i presbiteri e i diaconi Ignazio, detto anche Teoforo, alla chiesa di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo che si trova a Filadelfia, in Asia, che è oggetto dell`amore di Dio e da lui è resa salda nella concordia, ricolma di gioia nella passione del Signore nostro e, irremovibilmente certa della sua risurrezione, gode di ogni dono della misericordia divina. Io saluto nel sangue di Gesù Cristo questa chiesa, che è mia gioia eterna e indefettibile, soprattutto se sono uniti tutti i suoi membri con il vescovo, con i presbiteri e con i diaconi, scelti secondo il pensiero di Gesù Cristo, e da lui resi forti e saldi, secondo la sua volontà, mediante il suo Santo Spirito. So che il vostro vescovo non ha ottenuto né da se stesso né dagli uomini il ministero che esercita a servizio della comunità, né per propria ambizione, ma gli è stato affidato dall`amore di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo. Sono rimasto della sua amabilità; con il suo silenzio egli fa più di quelli che si perdono in vani discorsi. I voleri divini trovano in lui una perfetta risonanza come le corde sonore nella cetra. Perciò la mia anima si compiace dei suoi sentimenti verso Dio, che so virtuosi e perfetti, e della sua fermezza e cordialità che sono un riflesso della bontà del Dio vivente. Voi, dunque, figli della luce e della verità, fuggite le divisioni e le perverse dottrine. Siate un gregge docile e fedele, che segue ovunque il suo pastore. Quelli, infatti, che appartengono a Dio e a Gesù Cristo sono tutti con il vescovo. E quelli che si ravvedono e ritornano all`unità della Chiesa saranno anch`essi di Dio per vivere secondo Gesù Cristo. Non illudetevi, fratelli miei, chi segue un fautore di divisioni «non erediterà il regno di Dio» (1 Cor 6, 10); chi cammina nella strada dell`eresia non è in accordo con la passione di Cristo. Procurate dunque di partecipare ad un`unica Eucaristia, perché non vi è che un`unica carne del Signore nostro

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Gesù Cristo e un unico calice che ci unisce nel suo sangue e un unico altare, come uno solo è il vescovo con il collegio dei presbiteri e i diaconi, miei compagni di ministero: Comportatevi in modo che qualunque cosa facciate, la facciate secondo Dio. Fratelli miei, il mio cuore sovrabbonda di amore per voi e con la più grande gioia cerco di premunirvi, non io, ma Gesù Cristo. Sono, è vero, incatenato per lui, ma per il mio timore si è fatto più grande perché mi vedo ancora imperfetto. La vostra preghiera mi renderà perfetto dinanzi a Dio. Mi affido al Vangelo come alla carne di Cristo, e mi tengo unito al collegio dei presbiteri come agli apostoli. Così potrò ottenere l`eredità a cui la misericordia di Dio mi ha destinato. Responsorio Seconda Lettura Ef 2, 20. 22. 21 R. Sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù, * tutti voi venite edificati per diventare dimora di Dio nello Spirito. V. In lui ogni costruzione cresce ordinata per essere tempio santo del Signore. R. tutti voi venite edificati per diventare dimora di Dio nello Spirito. Preghiamo Orazione O Dio, fonte di ogni bene, che esaudisci le preghiere del tuo popolo al di là di ogni desiderio e di ogni merito, effondi su di noi la tua misericordia: perdona ciò che la coscienza teme e aggiungi ciò che la preghiera non osa sperare. Per il nostro Signore. R. Amen Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

LODIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Al sorger della luce, ascolta, o Padre santo, la preghiera degli umili. Dona un linguaggio mite, che non conosca i fremiti dell'orgoglio e dell'ira. Donaci occhi limpidi, che vincano le torbide suggestioni del male. Donaci un cuore puro, fedele nel servizio, ardente nella lode. A te sia gloria, o Padre, al Figlio e al Santo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Di te si dicono cose stupende, città di Dio. 1° Salmo SALMO 86 Gerusalemme, madre di tutti i popoli Le sue fondamenta sono sui monti santi; + il Signore ama le porte di Sion * più di tutte le dimore di Giacobbe. Di te si dicono cose stupende, * città di Dio. Ricorderò Raab e Babilonia fra quelli che mi conoscono; + ecco, Palestina, Tiro ed Etiopia: * tutti là sono nati. Si dirà di Sion: «L'uno e l'altro è nato in essa * e l'Altissimo la tiene salda». Il Signore scriverà nel libro dei popoli: * «Là costui è nato». E danzando canteranno: * «Sono in te tutte le mie sorgenti». 1^ Antifona Di te si dicono cose stupende, città di Dio. 2^ Antifona Il Signore viene con potenza, porta con sé il premio. Cantico CANTICO Is 40, 10-17 Il buon pastore: Dio l'Altissimo e il Sapientissimo Ecco, il Signore Dio viene con potenza, * con il braccio egli detiene il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio * e i suoi trofei lo precedono. Come un pastore egli fa pascolare il gregge * e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto * e conduce pian piano le pecore madri. Chi ha misurato con il cavo della mano le acque del mare * e ha calcolato l'estensione dei cieli con il palmo? Chi ha misurato con il moggio la polvere della terra, + ha pesato con la stadera le montagne * e i colli con la bilancia? Chi ha diretto lo spirito del Signore * e come suo consigliere gli ha dato suggerimenti? A chi ha chiesto consiglio, perché lo istruisse * e gli insegnasse il sentiero della giustizia, lo ammaestrasse nella scienza * e gli rivelasse la via della prudenza. Ecco, le nazioni son come una goccia da un secchio, + contano come il pulviscolo sulla bilancia; * ecco, le isole pesano quanto un granello di polvere. Il Libano non basterebbe per accendere il rogo, * né le sue bestie per l'olocausto. Tutte le nazioni sono come un nulla davanti a lui, * come niente e vanità sono da lui ritenute. 2^ Antifona Il Signore viene con potenza, porta con sé il premio. 3^ Antifona Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi davanti a lui. Salmo di Lode SALMO 98 Santo è il Signore Dio nostro Il Signore regna, tremino i popoli; * siede sui cherubini, si scuota la terra. Grande è il Signore in Sion, * eccelso sopra tutti i popoli. Lodino il tuo nome grande e terribile, * perché è santo. Re potente che ami la giustizia, + tu hai stabilito ciò che è retto, * diritto e giustizia tu eserciti in Giacobbe. Esaltate il Signore nostro Dio, + prostratevi allo sgabello dei suoi piedi, * perché è santo. Mosè e Aronne tra i suoi sacerdoti, + Samuele tra quanti invocano il suo nome: * invocavano

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il Signore ed egli rispondeva. Parlava loro da una colonna di nubi: + obbedivano ai suoi comandi * e alla legge che aveva loro dato. Signore, Dio nostro, tu li esaudivi, + eri per loro un Dio paziente, * pur castigando i loro peccati. Esaltate il Signore nostro Dio, + prostratevi davanti al suo monte santo, * perché santo è il Signore, nostro Dio. 3^ Antifona Esaltate il Signore, nostro Dio, prostratevi davanti a lui. Lettura Breve 1 Pt 4, 10-11 Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio. Chi parla, lo faccia come con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l'energia ricevuta da Dio, perché in tutto venga glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartiene la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen! Responsorio Breve R. Con tutto il cuore ti cerco: * rispondimi, Signore. Con tutto il cuore ti cerco: rispondimi, Signore. V. Custodirò la tua parola: * rispondimi, Signore. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Con tutto il cuore ti cerco: rispondimi, Signore. Antifona al Benedictus Serviamo il Signore in santità e giustizia egli ci libera dai nostri nemici. Cantico di Zaccaria CANTICO DI ZACCARIA (Lc 1, 68-79) Il Messia e il suo Precursore Benedetto il Signore Dio d'Israele, * perché ha visitato e redento il suo popolo, e ha suscitato per noi una salvezza potente * nella casa di Davide, suo servo, come aveva promesso * per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo: salvezza dai nostri nemici, * e dalle mani di quanti ci odiano. Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri * e si è ricordato della sua santa alleanza, del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, di concederci, liberati dalle mani dei nemici, di servirlo senza timore, in santità e giustizia * al suo cospetto, per tutti i nostri giorni. E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo * perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade, per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza * nella remissione dei suoi peccati, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, * per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre * e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi * sulla via della pace. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona al Benedictus Serviamo il Signore in santità e giustizia egli ci libera dai nostri nemici. Invocazioni Rendiamo grazie a Dio che nutre e guida il suo popolo. Uniti nella preghiera del mattino, acclamiamo: Gloria a te nei secoli, Signore. Padre clementissimo, ti benediciamo per il tuo immenso amore, -- che risplende nella creazione e ancor più visibilmente nella redenzione. Fin dall'inizio di questo giorno ispiraci il desiderio di servirti, -- perché nei pensieri e nelle opere glorifichiamo sempre il tuo santo nome. Purifica i nostri cuori da ogni desiderio di male, -- perché siamo costantemente orientati alla tua volontà. Apri il nostro cuore alle necessità dei fratelli, -- perché incontrandoci non ci trovino freddi e senza amore verso di loro. Padre nostro. Preghiamo Orazione Dio onnipotente ed eterno, guarda benigno i popoli ancora immersi nell'ombra della morte, fa' risplendere su di essi il sole di giustizia, che ci ha visitato sorgendo dall'alto, Gesù Cristo nostro Signore. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

ORA MEDIA SESTAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Glorioso e potente Signore, che alterni i ritmi del tempo, irradi di luce il mattino e accendi di fuochi il meriggio, tu placa le tristi contese, estingui la fiamma dell'ira, infondi vigore alle membra, ai cuori concedi la pace. Sia gloria al Padre ed al Figlio, sia onore al Santo Spirito, all'unico e trino Signore sia lode nei secoli eterni. Amen. 1^ Antifona La tua parola mi sostenga, o Signore, e avrò la vita. 1° Salmo SALMO 118, 113-120 Detesto gli animi incostanti, * io amo la tua

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legge. Tu sei mio rifugio e mio scudo, * spero nella tua parola. Allontanatevi da me, o malvagi, * osserverò i precetti del mio Dio. Sostienimi secondo la tua parola e avrò vita, * non deludermi nella mia speranza. Sii tu il mio aiuto e sarò salvo, * gioirò sempre nei tuoi precetti. Tu disprezzi chi abbandona i tuoi decreti, * perché la sua astuzia è fallace. Consideri scorie tutti gli empi della terra, * perciò amo i tuoi insegnamenti. Tu fai fremere di spavento la mia carne, * io temo i tuoi giudizi. 1^ Antifona La tua parola mi sostenga, o Signore, e avrò la vita. 2^ Antifona Aiutaci, Dio nostra salvezza, perdona i nostri errori. 2° Salmo SALMO 78, 1-5. 8-11. 13 Lamento per la distruzione di Gerusalemme O Dio, nella tua eredità sono entrate le nazioni, + hanno profanato il tuo santo tempio, * hanno ridotto in macerie Gerusalemme. Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi in pasto agli uccelli del cielo, * la carne dei tuoi fedeli agli animali selvaggi. Hanno versato il loro sangue come acqua intorno a Gerusalemme, * e nessuno seppelliva. Siamo divenuti l'obbrobrio dei nostri vicini, * scherno e ludibrio di chi ci sta intorno. Fino a quando, Signore, sarai adirato: per sempre? * Arderà come fuoco la tua gelosia? Non imputare a noi le colpe dei nostri padri, + presto ci venga incontro la tua misericordia, * poiché siamo troppo infelici. Aiutaci, Dio, nostra salvezza, * per la gloria del tuo nome, salvaci e perdona i nostri peccati * per amore del tuo nome. Perché i popoli dovrebbero dire: * «Dov'è il loro Dio?». Si conosca tra i popoli, sotto i nostri occhi, * la vendetta per il sangue dei tuoi servi. Giunga fino a te il gemito dei prigionieri; + con la potenza della tua mano * salva i votati alla morte. E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo, + ti renderemo grazie per sempre; * di età in età proclameremo la tua lode. 2^ Antifona Aiutaci, Dio nostra salvezza, perdona i nostri errori. 3^ Antifona Guarda dai cieli, Dio dell'universo; visita la vigna che hai piantato. 3° Salmo SALMO 79 Visita, o Signore, la tua vigna Tu, pastore d'Israele, ascolta, * tu che guidi Giuseppe come un gregge. Assiso sui cherubini rifulgi * davanti a E`fraim, Beniamino e Manasse. Risveglia la tua potenza * e vieni in nostro soccorso. Rialzaci, Signore, nostro Dio, * fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. Signore, Dio degli eserciti, + fino a quando fremerai di sdegno * contro le preghiere del tuo popolo? Tu ci nutri con pane di lacrime, * ci fai bere lacrime in abbondanza. Ci hai fatto motivo di contesa per i vicini, * e i nostri nemici ridono di noi. Rialzaci, Dio degli eserciti, * fa’ risplendere il tuo volto e noi saremo salvi. Hai divelto una vite dall'Egitto, * per trapiantarla hai espulso i popoli. Le hai preparato il terreno, * hai affondato le sue radici e ha riempito la terra. La sua ombra copriva le montagne * e i suoi rami i più alti cedri. Ha esteso i suoi tralci fino al mare * e arrivavano al fiume i suoi germogli. Perché hai abbattuto la sua cinta * e ogni viandante ne fa vendemmia? La devasta il cinghiale del bosco * e se ne pasce l'animale selvatico. Dio degli eserciti, volgiti, * guarda dal cielo e vedi e visita questa vigna, proteggi il ceppo che la tua destra ha piantato, * il germoglio che ti sei coltivato. Quelli che l'arsero col fuoco e la recisero * periranno alla minaccia del tuo volto. Sia la tua mano sull'uomo della tua destra, * sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte. Da te più non ci allontaneremo, * ci farai vivere e invocheremo il tuo nome. Rialzaci Signore, Dio degli eserciti, * fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi. 3^ Antifona Guarda dai cieli, Dio dell'universo; visita la vigna che hai piantato. Lettura Breve Cfr. Dt 4, 7 Nessuna grande nazione ha la divinità così vicina a sé, come il Signore nostro Dio è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo. V. Il Signore è vicino a quanti lo invocano; R. Egli ascolta il loro grido. Preghiamo Orazione O Dio onnipotente ed eterno, in cui non è oscurità né tenebre, fa' risplendere su di noi la tua luce, perché, illuminati dalla tua parola, camminiamo verso di te con cuore generoso e fedele. Per Cristo nostro Signore. Benediciamo il Signore. R. Rendiamo grazie a Dio.

VESPRIIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Inno Dio, che di chiara luce tessi la trama al giorno, accogli il nostro canto nella quiete del vespro. Ecco il sole scompare all'estremo orizzonte; scende l'ombra e il silenzio sulle fatiche umane.

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Non si offuschi la mente nella notte del male, ma rispecchi serena la luce del tuo volto. Te la voce proclami, o Dio trino ed unico, te canti il nostro cuore, te adori il nostro spirito. Amen. 1^ Antifona Alle porte della tua casa, o Dio, i tuoi fedeli cantino di gioia. 1° Salmo SALMO 131, 1-10 Le promesse divine fatte a Davide Ricordati, Signore, di Davide, * di tutte le sue prove, quando giurò al Signore, * al Potente di Giacobbe fece voto: «Non entrerò sotto il tetto della mia casa, * non mi stenderò sul mio giaciglio, non concederò sonno ai miei occhi * né riposo alle mie palpebre, finché non trovi una sede per il Signore, * una dimora per il Potente di Giacobbe». Ecco, abbiamo saputo che era in E'frata, * l'abbiamo trovata nei campi di Iàar. Entriamo nella sua dimora, * prostriamoci allo sgabello dei suoi piedi. Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo, * tu e l'arca della tua potenza. I tuoi sacerdoti si vestano di giustizia, * i tuoi fedeli cantino di gioia. Per amore di Davide tuo servo * non respingere il volto del tuo consacrato. 1^ Antifona Alle porte della tua casa, o Dio, i tuoi fedeli cantino di gioia. 2^ Antifona Il Signore ha scelto Sion per sua dimora. 2° Salmo SALMO 131, 11-18 Elezione di Davide e di Sion Il Signore ha giurato a Davide + e non ritratterà la sua parola: * «Il frutto delle tue viscere io metterò sul tuo trono! Se i tuoi figli custodiranno la mia alleanza + e i precetti che insegnerò ad essi, * anche i loro figli per sempre sederanno sul tuo trono». Il Signore ha scelto Sion, * l'ha voluta per sua dimora: «Questo è il mio riposo per sempre; * qui abiterò, perché l'ho desiderato. Benedirò tutti i suoi raccolti, * sazierò di pane i suoi poveri. Rivestirò di salvezza i suoi sacerdoti, * esulteranno di gioia i suoi fedeli. Là farò germogliare la potenza di Davide, * preparerò una lampada al mio consacrato. Coprirò di vergogna i suoi nemici, * ma su di lui splenderà la corona». 2^ Antifona Il Signore ha scelto Sion per sua dimora. 3^ Antifona Tutti i popoli verranno alla tua casa, Signore; adoreranno il tuo santo nome. Cantico CANTICO Ap 11, 17-18; 12, 10b-12a Il giudizio di Dio Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, * che sei e che eri, perché hai messo mano alla tua grande potenza, * e hai instaurato il tuo regno. Le genti ne fremettero, + ma è giunta l'ora della tua ira, * il tempo di giudicare i morti, di dare la ricompensa ai tuoi servi, + ai profeti e ai santi * e a quanti temono il tuo nome, piccoli e grandi. Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio * e la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l'Accusatore; + colui che accusava i nostri fratelli, * davanti al nostro Dio giorno e notte. Essi lo hanno vinto per il sangue dell'Agnello + e la testimonianza del loro martirio, * perché hanno disprezzato la vita fino a morire. Esultate, dunque, o cieli, * rallegratevi e gioite, voi tutti che abitate in essi. 3^ Antifona Tutti i popoli verranno alla tua casa, Signore; adoreranno il tuo santo nome. Lettura breve 1 Pt 3, 8-9 Siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili; non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione. Responsorio R. Ci nutri, Signore, * con fiore di frumento. V. Ci sazi con miele dalla roccia, * con fiore di frumento. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Ci nutri, Signore, con fiore di frumento. Antifona al Magnificat Il Signore ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili. Cantico della Beata Vergine CANTICO DELLA BEATA VERGINE (Lc 1, 46-55) Esultanza dell'anima nel Signore L'anima mia magnifica il Signore * e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. * D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente * e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia * si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, * ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, * ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, * ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, * ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, * ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen. Antifona al Magnificat Il Signore ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili. Intercessioni A Cristo, buon pastore, aiuto, guida e conforto del suo popolo, rivolgiamo con fede la nostra preghiera: Signore, nostro rifugio e nostra forza, ascoltaci. Benedetto sii tu, Signore, che ci hai chiamati a far

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parte della tua famiglia, -- conservarci sempre membra vive della tua santa Chiesa. Tu che hai affidato al nostro papa N. la cura pastorale di tutte le chiese, -- donagli fede indefettibile, speranza viva, carità apostolica. Dona forza di risorgere a quanti hanno abbandonato la fede, -- concedi a tutti il perdono e la pace. Tu che hai conosciuto l'amarezza dell'esilio, -- ricordati di quanti vivono lontani dalla famiglia e dalla patria. A tutti i defunti che hanno sperato in te, -- dona la luce e la pace eterna. Padre nostro. Preghiamo Orazione Accogli, Signore, al tramonto di questo giorno, il nostro umile ringraziamento e nella tua misericordia dimentica le colpe da noi commesse per la fragilità della condizione umana. Per il nostro Signore. (Quando presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore sia con voi. R. E con il tuo spirito. Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito santo. R. Amen. Andate in pace. R. Rendiamo grazie a Dio. (Nella celebrazione individuale o quando non presiede un sacerdote o un diacono) Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca alla vita eterna. R. Amen

COMPIETAIntroduzione V. O Dio, vieni a salvarmi. R. Signore, vieni presto in mio aiuto. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia. Esame di coscienza Inno Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode. Sia onore al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo, al Dio trino ed unico nei secoli sia gloria. Amen. Oppure: Gesù, luce da luce, sole senza tramonto, tu rischiari le tenebre nella notte del mondo. In te, santo Signore, noi cerchiamo il riposo dall'umana fatica, al termine del giorno. Se i nostri occhi si chiudono, veglia in te il nostro cuore; la tua mano protegga coloro che in te sperano. Difendi, o Salvatore, dalle insidie del male i figli che hai redenti col tuo sangue prezioso. A te sia gloria, o Cristo, nato da Maria Vergine, al Padre ed allo Spirito nei secoli dei secoli. Amen. 1^ Antifona Nelle tue mani è la mia vita, o Dio: anche il mio corpo riposa al sicuro. 1° Salmo SALMO 15 Il Signore è mia eredità Proteggimi, o Dio: * in te mi rifugio. Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore, * senza di te non ho alcun bene». Per i santi, che sono sulla terra, uomini nobili, * è tutto il mio amore. Si affrettino altri a costruire idoli: + io non spanderò le loro libazioni di sangue, * né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: * nelle tue mani è la mia vita. Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi, * la mia eredità è magnifica. Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; * anche di notte il mio cuore mi istruisce. Io pongo sempre innanzi a me il Signore, * sta alla mia destra, non posso vacillare. Di questo gioisce il mio cuore, + esulta la mia anima; * anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, * né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. Mi indicherai il sentiero della vita, + gioia piena nella tua presenza, * dolcezza senza fine alla tua destra. 1^ Antifona Nelle tue mani è la mia vita, o Dio: anche il mio corpo riposa al sicuro. 2^ Antifona 2^ Antifona Lettura breve 1 Ts 5, 23 Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Responsorio R. Signore, * nelle tue mani affido il mio spirito. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. V. Dio di verità, tu mi hai redento: * nelle tue mani affido il mio spirito. Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Signore, nelle tue mani affido il mio spirito. Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Cantico di Simeone CANTICO DI SIMEONE Lc 2, 29-32 Cristo, luce delle genti e gloria d'Israele Ora lascia, o Signore, che il tuo servo * vada in pace secondo la tua parola; perché i miei occhi han visto la tua salvezza, * preparata da te davanti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti * e gloria del tuo popolo Israele. Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen Antifona Nella veglia salvaci, Signore, nel sonno non ci abbandonare: il cuore vegli con Cristo e il corpo riposi nella pace. Preghiamo Orazione Signore Dio

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nostro, donaci un sonno tranquillo, perché ristorati dalle fatiche del giorno, ci dedichiamo corpo e anima al tuo servizio. Per Cristo nostro Signore. Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo. R. Amen

O santa Madre del Redentore,porta dei cieli, stella di mare,soccorri il tuo popoloche anela a risorgere.Tu che, accogliendo il saluto dell'angelo,nello stupore di tutto il creato,hai generato il tuo Creatore,madre sempre vergine,pietà di noi peccatori.

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Il VANGELO DI SAN LUCA

Versione Integrale

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LUCA - CAPITOLO 1 Prologo [1]Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, [2]come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, [3]così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, [4]perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.

I. NASCITA E VITA NASCOSTA DI GIOVANNI BATTISTA E DI GESU' Annunzio della nascita di Giovanni Battista [5]Al tempo di Erode, re della Giudea, c'era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e aveva in moglie una discendente di Aronne chiamata Elisabetta. [6]Erano giusti davanti a Dio, osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. [7]Ma non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. [8]Mentre Zaccaria officiava davanti al Signore nel turno della sua classe, [9]secondo l'usanza del servizio sacerdotale, gli toccò in sorte di entrare nel tempio per fare l'offerta dell'incenso. [10]Tutta l'assemblea del popolo pregava fuori nell'ora dell'incenso. [11]Allora gli apparve un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso. [12]Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. [13]Ma l'angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, che chiamerai Giovanni. [14]Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita, [15]poiché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito Santo fin dal seno di sua madre [16]e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio. [17]Gli camminerà innanzi con lo spirito e la forza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». [18]Zaccaria disse all'angelo: «Come posso conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanzata negli anni». [19]L'angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a portarti questo lieto annunzio. [20]Ed ecco, sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si adempiranno a loro tempo». [21]Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. [22]Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. [23]Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. [24]Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: [25]«Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna tra gli uomini». L'annunciazione [26]Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, [27]a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. [28]Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». [29]A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. [30]L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. [31]Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. [32]Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio

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gli darà il trono di Davide suo padre [33]e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». [34]Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». [35]Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. [36]Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: [37]nulla è impossibile a Dio». [38]Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei. La visitazione [39]In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. [40]Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. [41]Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo [42]ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! [43]A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? [44]Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. [45]E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore». Il Magnificat [46]Allora Maria disse:

«L'anima mia magnifica il Signore[47]e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,[48]perché ha guardato l'umiltà della sua serva.D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.[49]Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotentee Santo è il suo nome:[50]di generazione in generazione la sua misericordiasi stende su quelli che lo temono.[51]Ha spiegato la potenza del suo braccio,ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;[52]ha rovesciato i potenti dai troni,ha innalzato gli umili;[53]ha ricolmato di beni gli affamati,ha rimandato a mani vuote i ricchi.[54]Ha soccorso Israele, suo servo,ricordandosi della sua misericordia,[55]come aveva promesso ai nostri padri,ad Abramo e alla sua discendenza,per sempre». [56]

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Nascita di Giovanni Battista e visita dei vicini [57]Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. [58]I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva esaltato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei. Circoncisione di Giovanni Battista [59]All'ottavo giorno vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria. [60]Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». [61]Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». [62]Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. [63]Egli chiese una tavoletta, e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. [64]In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. [65]Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. [66]Coloro che le udivano, le serbavano in cuor loro: «Che sarà mai questo bambino?» si dicevano. Davvero la mano del Signore stava con lui. Il Benedictus [67] Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo:

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[68]«Benedetto il Signore Dio d'Israele,perché ha visitato e redento il suo popolo,[69]e ha suscitato per noi una salvezza potentenella casa di Davide, suo servo,[70]come aveva promessoper bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:[71]salvezza dai nostri nemici,e dalle mani di quanti ci odiano.[72]Così egli ha concesso misericordia ai nostri padrie si è ricordato della sua santa alleanza,[73]del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,[74]di concederci, liberati dalle mani dei nemici,di servirlo senza timore, [75]in santità e giustiziaal suo cospetto, per tutti i nostri giorni.[76]E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimoperché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,[77]per dare al suo popolo la conoscenza della salvezzanella remissione dei suoi peccati,[78]grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge[79]per rischiarare quelli che stanno nelle tenebree nell'ombra della mortee dirigere i nostri passi sulla via della pace». Vita nascosta di Giovanni Battista [80]

Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.

LUCA - CAPITOLO 2 Nascita di Gesù e visita dei pastori [1]In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. [2]Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. [3]Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. [4]Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, [5]per farsi registrare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. [6]Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. [7]Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c'era posto per loro nell'albergo. [8]C'erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. [9]Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, [10]ma l'angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: [11]oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. [12]Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». [13]E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva: [14]«Gloria a Dio nel più alto dei cielie pace in terra agli uomini che egli ama». [15]Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: «Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». [16]Andarono dunque senz'indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. [17]E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. [18]Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. [19]Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. [20]I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto,

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com'era stato detto loro. Circoncisione di Gesù [21]Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre. Presentazione di Gesù al tempio [22]Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, [23]come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; [24]e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. [25]Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d'Israele; [26]lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. [27]Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, [28]lo prese tra le braccia e benedisse Dio:

Il Nunc dimittis [29]«Ora lascia, o Signore, che il tuo servovada in pace secondo la tua parola;[30]perché i miei occhi han visto la tua salvezza,[31]preparata da te davanti a tutti i popoli,[32]luce per illuminare le gentie gloria del tuo popolo Israele».

Profezia di Simeone [33]Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. [34]Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione [35]perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima». Profezia di Anna [36]C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, [37]era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. [38]Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Vita nascosta di Gesù a Nazaret [39]Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. [40]Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. Gesù tra i dottori [41]I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. [42]Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; [43]ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. [44]Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; [45]non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. [46]Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. [47]E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. [48]Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». [49]Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». [50]Ma essi non compresero le sue parole. Ancora la vita nascosta a Nazaret [51]Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. [52]E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

LUCA - CAPITOLO 3 II. PREPARAZIONE DEL MINISTERO DI GESU' Predicazione di Giovanni Battista [1]Nell'anno decimoquinto dell'impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània

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tetrarca dell'Abilène, [2]sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. [3]Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, [4]com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia:

Voce di uno che grida nel deserto:Preparate la via del Signore,raddrizzate i suoi sentieri![5]Ogni burrone sia riempito,ogni monte e ogni colle sia abbassato;i passi tortuosi siano diritti;i luoghi impervi spianati.

[6]Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio! [7]Diceva dunque alle folle che andavano a farsi battezzare da lui: «Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all'ira imminente? [8]Fate dunque opere degne della conversione e non cominciate a dire in voi stessi: Abbiamo Abramo per padre! Perché io vi dico che Dio può far nascere figli ad Abramo anche da queste pietre. [9]Anzi, la scure è gia posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buon frutto, sarà tagliato e buttato nel fuoco». [10]Le folle lo interrogavano: «Che cosa dobbiamo fare?». [11]Rispondeva: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto». [12]Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare, e gli chiesero: «Maestro, che dobbiamo fare?». [13]Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». [14]Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi che dobbiamo fare?». Rispose: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi delle vostre paghe». [15]Poiché il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro, riguardo a Giovanni, se non fosse lui il Cristo, [16]Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene uno che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. [17]Egli ha in mano il ventilabro per ripulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel granaio; ma la pula, la brucerà con fuoco inestinguibile». [18]Con molte altre esortazioni annunziava al popolo la buona novella. Giovanni Battista in prigione [19]Ma il tetrarca Erode, biasimato da lui a causa di Erodìade, moglie di suo fratello, e per tutte le scelleratezze che aveva commesso, [20]aggiunse alle altre anche questa: fece rinchiudere Giovanni in prigione. Battesimo di Gesù [21]Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì [22]e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Genealogia di Gesù [23]Gesù quando incominciò il suo ministero aveva circa trent'anni ed era figlio, come si credeva, di Giuseppe, figlio di Eli, [24]figlio di Mattàt, figlio di Levi, figlio di Melchi, figlio di Innài, figlio di Giuseppe, [25]figlio di Mattatìa, figlio di Amos, figlio di Naum, figlio di Esli, figlio di Naggài, [26]figlio di Maat, figlio di Mattatìa, figlio di Semèin, figlio di Iosek, figlio di Ioda, [27]figlio di Ioanan, figlio di Resa, figlio di Zorobabèle, figlio di Salatiel, figlio di Neri, [28]figlio di Melchi, figlio di Addi, figlio di Cosam, figlio di Elmadàm, figlio di Er, [29]figlio di Gesù, figlio di Elièzer, figlio di Iorim, figlio di Mattàt, figlio di Levi, [30]figlio di Simeone, figlio di Giuda, figlio di Giuseppe, figlio di Ionam, figlio di Eliacim, [31]figlio di Melèa, figlio di Menna, figlio di Mattatà, figlio di Natàm, figlio di Davide, [32]figlio di Iesse, figlio di Obed, figlio di Booz, figlio di Sala, figlio di Naàsson, [33]figlio di Aminadàb, figlio di Admin, figlio di Arni, figlio di Esrom, figlio di Fares, figlio di Giuda, [34]figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, figlio di Tare, figlio di Nacor, [35]figlio di Seruk, figlio di Ragau, figlio di Falek, figlio di Eber, figlio di Sala, [36]figlio di Cainam, figlio di Arfàcsad, figlio di Sem, figlio di Noè, figlio di Lamech, [37]figlio di Matusalemme, figlio di Enoch,

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figlio di Iaret, figlio di Malleèl, figlio di Cainam, [38]figlio di Enos, figlio di Set, figlio di Adamo, figlio di Dio.

LUCA - CAPITOLO 4Tentazione nel deserto [1]Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto [2]dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. [3]Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, dì a questa pietra che diventi pane». [4]Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo». [5]Il diavolo lo condusse in alto e, mostrandogli in un istante tutti i regni della terra, gli disse: [6]«Ti darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni, perché è stata messa nelle mie mani e io la do a chi voglio. [7]Se ti prostri dinanzi a me tutto sarà tuo». [8]Gesù gli rispose: «Sta scritto: Solo al Signore Dio tuo ti prostrerai, lui solo adorerai». [9]Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul pinnacolo del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, buttati giù; [10]sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordine per te, perché essi ti custodiscano; [11]e anche: essi ti sosterranno con le mani, perché il tuo piede non inciampi in una pietra». [12]Gesù gli rispose: «E' stato detto: Non tenterai il Signore Dio tuo». [13]Dopo aver esaurito ogni specie di tentazione, il diavolo si allontanò da lui per ritornare al tempo fissato. III. MINISTERO DI GESU' IN GALILEA Gesù inaugura la predicazione [14]Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. [15]Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. Gesù a Nazaret [16]Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. [17]Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:

[18]Lo Spirito del Signore è sopra di me;per questo mi ha consacrato con l'unzione,e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lietomessaggio,per proclamare ai prigionieri la liberazionee ai ciechi la vista;per rimettere in libertà gli oppressi,[19]e predicare un anno di grazia del Signore.

[20]Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. [21]Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». [22]Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è il figlio di Giuseppe?». [23]Ma egli rispose: «Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fàllo anche qui, nella tua patria!». [24]Poi aggiunse: «Nessun profeta è bene accetto in patria. [25]Vi dico anche: c'erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; [26]ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. [27]C'erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro». [28]All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; [29]si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. [30]Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò. Gesù insegna a Cafarnao e guarisce un indemoniato [31]Poi discese a Cafarnao, una città della Galilea, e al sabato ammaestrava la gente. [32]Rimanevano colpiti dal suo insegnamento, perché parlava con autorità. [33]Nella sinagoga c'era un uomo con un demonio immondo e cominciò a gridare forte: [34]«Basta! Che abbiamo a che fare con te, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? So bene chi sei: il Santo di

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Dio!». [35]Gesù gli intimò: «Taci, esci da costui!». Eil demonio, gettatolo a terra in mezzo alla gente, uscì da lui, senza fargli alcun male. [36]Tutti furono presi da paura e si dicevano l'un l'altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti immondi ed essi se ne vanno?». [37]E si diffondeva la fama di lui in tutta la regione. Guarigione della suocera di Simone [38]Uscito dalla sinagoga entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. [39]Chinatosi su di lei, intimò alla febbre, e la febbre la lasciò. Levatasi all'istante, la donna cominciò a servirli. Molte guarigioni [40]Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi colpiti da mali di ogni genere li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. [41]Da molti uscivano demòni gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era il Cristo. Gesù abbandona in segreto Cafarnao e percorre la Giudea [42]Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e volevano trattenerlo perché non se ne andasse via da loro. [43]Egli però disse: «Bisogna che io annunzi il regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». [44]E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.

LUCA - CAPITOLO 5Chiamata dei primi quattro discepoli [1]Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret [2]e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. [3]Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. [4]Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». [5]Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». [6]E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. [7]Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. [8]Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». [9]Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; [10]così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini». [11]Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Guarigione di un lebbroso [12]Un giorno Gesù si trovava in una città e un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò ai piedi pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi sanarmi». [13]Gesù stese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii risanato!». E subito la lebbra scomparve da lui. [14]Gli ingiunse di non dirlo a nessuno: «Và, mostrati al sacerdote e fà l'offerta per la tua purificazione, come ha ordinato Mosè, perché serva di testimonianza per essi». [15]La sua fama si diffondeva ancor più; folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro infermità. [16]Ma Gesù si ritirava in luoghi solitari a pregare. Guarigione di un paralitico [17]Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. [18]Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. [19]Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. [20]Veduta la loro fede, disse: «Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi». [21]Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: «Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?». [22]Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? [23]Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? [24]Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico - esclamò rivolto al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e và a casa tua». [25]Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. [26]Tutti rimasero stupiti e levavano lode a

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Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose». Chiamata di Levi [27]Dopo ciò egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». [28]Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Pasto con i peccatori presso Levi [29]Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C'era una folla di pubblicani e d'altra gente seduta con loro a tavola. [30]I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?». [31]Gesù rispose: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; [32]io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi». Discussione sul digiuno [33]Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno orazioni; così pure i discepoli dei farisei; invece i tuoi mangiano e bevono!». [34]Gesù rispose: «Potete far digiunare gli invitati a nozze, mentre lo sposo è con loro? [35]Verranno però i giorni in cui lo sposo sarà strappato da loro; allora, in quei giorni, digiuneranno». [36]Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per attaccarlo a un vestito vecchio; altrimenti egli strappa il nuovo, e la toppa presa dal nuovo non si adatta al vecchio. [37]E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spacca gli otri, si versa fuori e gli otri vanno perduti. [38]Il vino nuovo bisogna metterlo in otri nuovi. [39]Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: Il vecchio è buono!».

LUCA - CAPITOLO 6 Le spighe strappate [1]Un giorno di sabato passava attraverso campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani. [2]Alcuni farisei dissero: «Perché fate ciò che non è permesso di sabato?». [3]Gesù rispose: «Allora non avete mai letto ciò che fece Davide, quando ebbe fame lui e i suoi compagni? [4]Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell'offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non fosse lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?». [5]E diceva loro: «Il Figlio dell'uomo è signore del sabato». Guarigione di un uomo dalla mano inaridita [6]Un altro sabato egli entrò nella sinagoga e si mise a insegnare. Ora c'era là un uomo, che aveva la mano destra inaridita. [7]Gli scribi e i farisei lo osservavano per vedere se lo guariva di sabato, allo scopo di trovare un capo di accusa contro di lui. [8]Ma Gesù era a conoscenza dei loro pensieri e disse all'uomo che aveva la mano inaridita: «Alzati e mettiti nel mezzo!». L'uomo, alzatosi, si mise nel punto indicato. [9]Poi Gesù disse loro: «Domando a voi: E' lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o perderla?». [10]E volgendo tutt'intorno lo sguardo su di loro, disse all'uomo: «Stendi la mano!». Egli lo fece e la mano guarì. [11]Ma essi furono pieni di rabbia e discutevano fra di loro su quello che avrebbero potuto fare a Gesù. La scelta dei Dodici [12]In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. [13]Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: [14]Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, [15]Matteo, Tommaso, Giacomo d'Alfeo, Simone soprannominato Zelota, [16]Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore. Le folle al seguito di Gesù [17]Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C'era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, [18]che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. [19]Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti. Discorso inaugurale. Le Beatitudini [20]

Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva:«Beati voi poveri,perché vostro è il regno di Dio.[21]Beati voi che ora avete fame,perché sarete saziati.Beati voi che ora piangete,

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perché riderete. [22]Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. [23]Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli.

Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. Le maledizioni [24]Ma guai a voi, ricchi,perché avete gia la vostra consolazione.[25]Guai a voi che ora siete sazi,perché avrete fame.Guai a voi che ora ridete,perché sarete afflitti e piangerete.[26]Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi.

Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti. L'amore dei nemici [27]Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, [28]benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. [29]A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l'altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. [30]Dà a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. [31]Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. [32]Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [33]E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. [34]E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. [35]Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi. Misericordia e beneficienza [36]Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. [37]Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; [38]date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio». Condizioni dello zelo [39]Disse loro anche una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt'e due in una buca? [40]Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. [41]Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo? [42]Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello. [43]Non c'è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. [44]Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. [45]L'uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore. Necessità della pratica [46]Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? [47]Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: [48]è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. [49]Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande».

LUCA - CAPITOLO 7Guarigione del servo di un centurione [1]Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. [2]Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l'aveva molto caro. [3]Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni

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anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. [4]Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, [5]perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga». [6]Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto; [7]per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. [8]Anch'io infatti sono uomo sottoposto a un'autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all'uno: Và ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fà questo, ed egli lo fa». [9]All'udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». [10]E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. Risurrezione del figlio della vedova di Nain [11]In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. [12]Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. [13]Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». [14]E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». [15]Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. [16]Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo». [17]La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione. Domanda di Giovanni Battista e testimonianza che gli rende Gesù [18]Anche Giovanni fu informato dai suoi discepoli di tutti questi avvenimenti. Giovanni chiamò due di essi [19]e li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?». [20]Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: Sei tu colui che viene o dobbiamo aspettare un altro?». [21]In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. [22]Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi vengono sanati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella. [23]E beato è chiunque non sarà scandalizzato di me!». [24]Quando gli inviati di Giovanni furono partiti, Gesù cominciò a dire alla folla riguardo a Giovanni: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna agitata dal vento? [25]E allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano vesti sontuose e vivono nella lussuria stanno nei palazzi dei re. [26]Allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, e più che un profeta. [27]Egli è colui del quale sta scritto: Ecco io mando davanti a te il mio messaggero,egli preparerà la via davanti a te. [28]Io vi dico, tra i nati di donna non c'è nessuno più grande di Giovanni, e il più piccolo nel regno di Dio è più grande di lui. [29]Tutto il popolo che lo ha ascoltato, e anche i pubblicani, hanno riconosciuto la giustizia di Dio ricevendo il battesimo di Giovanni. [30]Ma i farisei e i dottori della legge non facendosi battezzare da lui hanno reso vano per loro il disegno di Dio. Giudizio di Gesù sulla sua generazione [31]A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili? [32]Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato;vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto! [33]E' venuto infatti Giovanni il Battista che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: Ha un demonio. [34]E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, e voi dite: Ecco un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori. [35]Ma alla sapienza è stata resa giustizia da tutti i suoi figli». La peccatrice perdonata [36]Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. [37]Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; [38]e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. [39]A quella vista il fariseo che l'aveva invitato pensò tra sé. «Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice». [40]Gesù allora gli disse: «Simone,

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ho una cosa da dirti». Ed egli: «Maestro, dì pure». [41]«Un creditore aveva due debitori: l'uno gli doveva cinquecento denari, l'altro cinquanta. [42]Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?». [43]Simone rispose: «Suppongo quello a cui ha condonato di più». Gli disse Gesù: «Hai giudicato bene». [44]E volgendosi verso la donna, disse a Simone: «Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m'hai dato l'acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. [45]Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. [46]Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. [47]Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco». [48]Poi disse a lei: «Ti sono perdonati i tuoi peccati». [49]Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è quest'uomo che perdona anche i peccati?». [50]Ma egli disse alla donna: «La tua fede ti ha salvata; và in pace!».

LUCA - CAPITOLO 8 Il seguito femminile di Gesù [1]In seguito egli se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio. [2]C'erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni, [3]Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. Parabola del seminatore [4]Poiché una gran folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, disse con una parabola: [5]«Il seminatore uscì a seminare la sua semente. Mentre seminava, parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la divorarono. [6]Un'altra parte cadde sulla pietra e appena germogliata inaridì per mancanza di umidità. [7]Un'altra cadde in mezzo alle spine e le spine, cresciute insieme con essa, la soffocarono. [8]Un'altra cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per intendere, intenda!». Perché Gesù parla in parabole [9]I suoi discepoli lo interrogarono sul significato della parabola. [10]Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo in parabole, perchè vedendo non vedanoe udendo non intendano. Spiegazione della parabola del seminatore [11]Il significato della parabola è questo: Il seme è la parola di Dio. [12]I semi caduti lungo la strada sono coloro che l'hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dai loro cuori, perché non credano e così siano salvati. [13]Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, accolgono con gioia la parola, ma non hanno radice; credono per un certo tempo, ma nell'ora della tentazione vengono meno. [14]Il seme caduto in mezzo alle spine sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano sopraffare dalle preoccupazioni, dalla ricchezza e dai piaceri della vita e non giungono a maturazione. [15]Il seme caduto sulla terra buona sono coloro che, dopo aver ascoltato la parola con cuore buono e perfetto, la custodiscono e producono frutto con la loro perseveranza. Come ricevere e trasmettere l'insegnamento di Gesù [16]Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la pone sotto un letto; la pone invece su un lampadario, perché chi entra veda la luce. [17]Non c'è nulla di nascosto che non debba essere manifestato, nulla di segreto che non debba essere conosciuto e venire in piena luce. [18]Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha sarà dato, ma a chi non ha sarà tolto anche ciò che crede di avere». I veri parenti di Gesù [19]Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. [20]Gli fu annunziato: «Tua madre e i tuoi fratelli sono qui fuori e desiderano vederti». [21]Ma egli rispose: «Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica». La tempesta sedata [22]Un giorno salì su una barca con i suoi discepoli e disse: «Passiamo all'altra riva del lago». Presero il largo. [23]Ora, mentre navigavano, egli si addormentò. Un turbine di vento si abbattè sul lago, imbarcavano acqua ed erano in pericolo. [24]Accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: «Maestro, maestro, siamo perduti!». E lui, destatosi, sgridò il vento e i flutti minacciosi; essi cessarono e si fece bonaccia. [25]Allora disse loro: «Dov'è la vostra fede?». Essi intimoriti e

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meravigliati si dicevano l'un l'altro: «Chi è dunque costui che dà ordini ai venti e all'acqua e gli obbediscono?». L'indemoniato geraseno [26]Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. [27]Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. [28]Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». [29]Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. [30]Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. [31]E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso. [32]Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. [33]I demòni uscirono dall'uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. [34]Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. [35]La gente uscì per vedere l'accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. [36]Quelli che erano stati spettatori riferirono come l'indemoniato era stato guarito. [37]Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. [38]L'uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: [39]«Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto». L'uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto. Guarigione di un'emorroissa e risurrezione della figlia di Giairo [40]Al suo ritorno, Gesù fu accolto dalla folla, poiché tutti erano in attesa di lui. [41]Ed ecco venne un uomo di nome Giàiro, che era capo della sinagoga: gettatosi ai piedi di Gesù, lo pregava di recarsi a casa sua, [42]perché aveva un'unica figlia, di circa dodici anni, che stava per morire. Durante il cammino, le folle gli si accalcavano attorno. [43]Una donna che soffriva di emorragia da dodici anni, e che nessuno era riuscito a guarire, [44]gli si avvicinò alle spalle e gli toccò il lembo del mantello e subito il flusso di sangue si arrestò. [45]Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Mentre tutti negavano, Pietro disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». [46]Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». [47]Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, si fece avanti tremando e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò davanti a tutto il popolo il motivo per cui l'aveva toccato, e come era stata subito guarita. [48]Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata, và in pace!». [49]Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». [50]Ma Gesù che aveva udito rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». [51]Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all'infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. [52]Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete, perché non è morta, ma dorme». [53]Essi lo deridevano, sapendo che era morta, [54]ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: «Fanciulla, alzati!». [55]Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all'istante. Egli ordinò di darle da mangiare. [56]I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.

LUCA - CAPITOLO 9Missione dei Dodici [1]Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. [2]E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. [3]Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. [4]In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. [5]Quanto a coloro che non vi accolgono, nell'uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi». [6]Allora essi partirono e giravano di villaggio in

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villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni. Erode e Gesù [7]Intanto il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risuscitato dai morti», [8]altri: «E' apparso Elia», e altri ancora: «E' risorto uno degli antichi profeti». [9]Ma Erode diceva: «Giovanni l'ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire tali cose?». E cercava di vederlo. Ritorno degli apostoli e moltiplicazione dei pani [10]Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsàida. [11]Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure. [12]Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta». [13]Gesù disse loro: «Dategli voi stessi da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». [14]C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: «Fateli sedere per gruppi di cinquanta». [15]Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. [16]Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. [17]Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste. Professione di fede di Pietro [18]Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: «Chi sono io secondo la gente?». [19]Essi risposero: «Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto». [20]Allora domandò: «Ma voi chi dite che io sia?». Pietro, prendendo la parola, rispose: «Il Cristo di Dio». [21]Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. Primo annunzio della passione [22]«Il Figlio dell'uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno». Condizioni per seguire Gesù [23]Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. [24]Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me, la salverà. [25]Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso? [26]Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell'uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi. L'avvento prossimo del regno [27]In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio». La trasfigurazione [28]Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. [29]E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. [30]Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, [31]apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. [32]Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. [33]Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. [34]Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura. [35]E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo». [36]Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. L'epilettico indemoniato [37]Il giorno seguente, quando furon discesi dal monte, una gran folla gli venne incontro. [38]A un tratto dalla folla un uomo si mise a gridare: «Maestro, ti prego di volgere lo sguardo a mio figlio, perché è l'unico che ho. [39]Ecco, uno spirito lo afferra e subito egli grida, lo scuote ed egli dà schiuma e solo a fatica se ne allontana lasciandolo sfinito. [40]Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». [41]Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conducimi qui tuo figlio». [42]Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò per terra agitandolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito immondo, risanò il fanciullo e lo consegnò a suo padre. [43]E tutti furono stupiti per la grandezza di Dio. Secondo annunzio della passione Mentre tutti

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erano sbalorditi per tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: [44]«Mettetevi bene in mente queste parole: Il Figlio dell'uomo sta per esser consegnato in mano degli uomini». [45]Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento. Chi è il più grande? [46]Frattanto sorse una discussione tra loro, chi di essi fosse il più grande. [47]Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un fanciullo, se lo mise vicino e disse: [48]«Chi accoglie questo fanciullo nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Poiché chi è il più piccolo tra tutti voi, questi è grande». Uso del nome di Gesù [49]Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto un tale che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non è con noi tra i tuoi seguaci». [50]Ma Gesù gli rispose: «Non glielo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». IV. LA SALITA VERSO GERUSALEMME Cattiva accoglienza di un villaggio di Samaria [51]Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme [52]e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. [53]Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. [54]Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». [55]Ma Gesù si voltò e li rimproverò. [56]E si avviarono verso un altro villaggio. Esigenze della vocazione apostolica [57]Mentre andavano per la strada, un tale gli disse: «Ti seguirò dovunque tu vada». [58]Gesù gli rispose: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo». [59]A un altro disse: «Seguimi». E costui rispose: «Signore, concedimi di andare a seppellire prima mio padre». [60]Gesù replicò: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu và e annunzia il regno di Dio». [61]Un altro disse: «Ti seguirò, Signore, ma prima lascia che io mi congedi da quelli di casa». [62]Ma Gesù gli rispose: «Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio».

LUCA - CAPITOLO 10Missione dei settantadue discepoli [1]Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. [2]Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. [3]Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; [4]non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. [5]In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. [6]Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. [7]Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l'operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. [8]Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, [9]curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio. [10]Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle piazze e dite: [11]Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino. [12]Io vi dico che in quel giorno Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città. [13]Guai a te, Corazin, guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e Sidone fossero stati compiuti i miracoli compiuti tra voi, gia da tempo si sarebbero convertiti vestendo il sacco e coprendosi di cenere. [14]Perciò nel giudizio Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. [15]E tu, Cafarnao, sarai innalzata fino al cielo?Fino agli inferi sarai precipitata! [16]Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato». Ciò di cui devono gioire gli apostoli [17]I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». [18]Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. [19]Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. [20]Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». Il vangelo rivelato ai semplici. Il Padre

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e il Figlio [21]In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. [22]Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». Il privilegio dei discepoli [23]E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. [24]Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono». Il grande comandamento [25]Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». [26]Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». [27]Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». [28]E Gesù: «Hai risposto bene; fà questo e vivrai». Parabola del buon Samaritano [29]Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». [30]Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. [31]Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. [32]Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. [33]Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. [34]Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. [35]Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. [36]Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». [37]Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Và e anche tu fà lo stesso». Marta e Maria [38]Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. [39]Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; [40]Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». [41]Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, [42]ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

LUCA - CAPITOLO 11 Il Pater [1]Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». [2]Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre, sia santificato il tuo nome,venga il tuo regno;[3]dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,[4]e perdonaci i nostri peccati,perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore,e non ci indurre in tentazione».

L'amico importuno [5]Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, [6]perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; [7]e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è gia chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; [8]vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Efficacia della preghiera [9]Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. [10]Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà

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aperto. [11]Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? [12]O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? [13]Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!». Gesù e Beelzebul [14]Gesù stava scacciando un demonio che era muto. Uscito il demonio, il muto cominciò a parlare e le folle rimasero meravigliate. [15]Ma alcuni dissero: «E' in nome di Beelzebùl, capo dei demòni, che egli scaccia i demòni». [16]Altri poi, per metterlo alla prova, gli domandavano un segno dal cielo. [17]Egli, conoscendo i loro pensieri, disse: «Ogni regno diviso in se stesso va in rovina e una casa cade sull'altra. [18]Ora, se anche satana è diviso in se stesso, come potrà stare in piedi il suo regno? Voi dite che io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl. [19]Ma se io scaccio i demòni in nome di Beelzebùl, i vostri discepoli in nome di chi li scacciano? Perciò essi stessi saranno i vostri giudici. [20]Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio. [21]Quando un uomo forte, bene armato, fa la guardia al suo palazzo, tutti i suoi beni stanno al sicuro. [22]Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via l'armatura nella quale confidava e ne distribuisce il bottino. Intransigenza di Gesù [23]Chi non è con me, è contro di me; e chi non raccoglie con me, disperde. Ritorno offensivo dello spirito immondo [24]Quando lo spirito immondo esce dall'uomo, si aggira per luoghi aridi in cerca di riposo e, non trovandone, dice: Ritornerò nella mia casa da cui sono uscito. [25]Venuto, la trova spazzata e adorna. [26]Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed essi entrano e vi alloggiano e la condizione finale di quell'uomo diventa peggiore della prima». La vera beatitudine [27]Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: «Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!». [28]Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!». Il segno di Giona [29]Mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorchè il segno di Giona. [30]Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell'uomo lo sarà per questa generazione. [31]La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c'è qui. [32]Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c'è qui. Ancora la parabola della lucerna [33]Nessuno accende una lucerna e la mette in luogo nascosto o sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché quanti entrano vedano la luce. [34]La lucerna del tuo corpo è l'occhio. Se il tuo occhio è sano, anche il tuo corpo è tutto nella luce; ma se è malato, anche il tuo corpo è nelle tenebre. [35]Bada dunque che la luce che è in te non sia tenebra. [36]Se il tuo corpo è tutto luminoso senza avere alcuna parte nelle tenebre, tutto sarà luminoso, come quando la lucerna ti illumina con il suo bagliore». Contro i farisei e i dottori della legge [37]Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si mise a tavola. [38]Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. [39]Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l'esterno della coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità. [40]Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno? [41]Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà mondo. [42]Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. [43]Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. [44]Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». [45]Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi». [46]Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito! [47]Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. [48]Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e

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voi costruite loro i sepolcri. [49]Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; [50]perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall'inizio del mondo, [51]dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l'altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. [52]Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l'avete impedito». [53]Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, [54]tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

LUCA - CAPITOLO 12Parlare apertamente e senza timore [1]Nel frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l'ipocrisia. [2]Non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. [3]Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. [4]A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. [5]Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. [6]Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. [7]Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri. [8]Inoltre vi dico: Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell'uomo lo riconoscerà davanti agli angeli di Dio; [9]ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. [10]Chiunque parlerà contro il Figlio dell'uomo gli sarà perdonato, ma chi bestemmierà lo Spirito Santo non gli sarà perdonato. [11]Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o che cosa dire; [12]perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire». Non accumulare tesori [13]Uno della folla gli disse: «Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità». [14]Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». [15]E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni». [16]Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto. [17]Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? [18]E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. [19]Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia. [20]Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà? [21]Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio». Abbandonarsi alla Provvidenza [22]Poi disse ai discepoli: «Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete. [23]La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. [24]Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete! [25]Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? [26]Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto? [27]Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. [28]Se dunque Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? [29]Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l'animo in ansia: [30]di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. [31]Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta. [32]Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno. Vendere i propri beni

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e fare l'elemosina [33]Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. [34]Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Tenersi pronti per il ritorno del padrone [35]Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; [36]siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa. [37]Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli. [38]E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro! [39]Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. [40]Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate». [41]Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». [42]Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo? [43]Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro. [44]In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi. [45]Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, [46]il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli. [47]Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; [48]quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più. Gesù e la sua passione [49]Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse gia acceso! [50]C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! Gesù causa di dissenso [51]Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione. [52]D'ora innanzi in una casa di cinque persone [53]si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera». Saper interpretare i segni dei tempi [54]Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. [55]E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. [56]Ipocriti! Sapete giudicare l'aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo? [57]E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? [58]Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esecutore e questi ti getti in prigione. [59]Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo».

LUCA - CAPITOLO 13 Inviti provvidenziali alla penitenza [1]In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. [2]Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? [3]No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. [4]O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? [5]No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo». Parabola del fico sterile [6]Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. [7]Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? [8]Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest'anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime [9]e vedremo se porterà frutto per l'avvenire; se no, lo taglierai». Guarigione della donna curva, il giorno di sabato [10]Una volta stava insegnando in una sinagoga il giorno di sabato. [11]C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. [12]Gesù la vide, la chiamò a sé e le disse: «Donna, sei libera dalla tua

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infermità», [13]e le impose le mani. Subito quella si raddrizzò e glorificava Dio. [14]Ma il capo della sinagoga, sdegnato perché Gesù aveva operato quella guarigione di sabato, rivolgendosi alla folla disse: «Ci sono sei giorni in cui si deve lavorare; in quelli dunque venite a farvi curare e non in giorno di sabato». [15]Il Signore replicò: «Ipocriti, non scioglie forse, di sabato, ciascuno di voi il bue o l'asino dalla mangiatoia, per condurlo ad abbeverarsi? [16]E questa figlia di Abramo, che satana ha tenuto legata diciott'anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?». [17]Quando egli diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, mentre la folla intera esultava per tutte le meraviglie da lui compiute. Parabola del granello di senapa [18]Diceva dunque: «A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? [19]E' simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami». Parabola del lievito [20]E ancora: «A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? [21]E' simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata». La porta stretta, il rigetto dei Giudei infedeli e la chiamata dei pagani [22]Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. [23]Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: [24]«Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. [25]Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. [26]Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. [27]Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d'iniquità! [28]Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. [29]Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. [30]Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi». Erode la volpe [31]In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». [32]Egli rispose: «Andate a dire a quella volpe: Ecco, io scaccio i demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno avrò finito. [33]Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io vada per la mia strada, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme. Apostrofe a Gerusalemme [34]Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! [35]Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

LUCA - CAPITOLO 14 Guarigione di un idropico in giorno di sabato [1]Un sabato era entrato in casa di uno dei capi dei farisei per pranzare e la gente stava ad osservarlo. [2]Davanti a lui stava un idropico. [3]Rivolgendosi ai dottori della legge e ai farisei, Gesù disse: «E' lecito o no curare di sabato?». [4]Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. [5]Poi disse: «Chi di voi, se un asino o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà subito fuori in giorno di sabato?». [6]E non potevano rispondere nulla a queste parole. Sulla scelta dei posti [7]Osservando poi come gli invitati sceglievano i primi posti, disse loro una parabola: [8]«Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più ragguardevole di te [9]e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto! Allora dovrai con vergogna occupare l'ultimo posto. [10]Invece quando sei invitato, và a metterti all'ultimo posto, perché venendo colui che ti ha invitato ti dica: Amico, passa più avanti. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. [11]Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». Sulla scelta degli invitati [12]Disse poi a colui che l'aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici, né i tuoi fratelli, né i tuoi parenti, né i ricchi vicini, perché anch'essi non ti invitino a loro volta e tu abbia

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il contraccambio. [13]Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; [14]e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti». Sugli invitati che non accettano [15]Uno dei commensali, avendo udito ciò, gli disse: «Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!». [16]Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. [17]All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. [18]Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. [19]Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. [20]Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. [21]Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. [22]Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. [23]Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. [24]Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena». Rinunciare a quanto si ha di caro [25]Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: [26]«Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. [27]Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo. Rinunciare soprattutto ai propri beni [28]Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? [29]Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: [30]Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. [31]Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? [32]Se no, mentre l'altro è ancora lontano, gli manda un'ambasceria per la pace. [33]Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo. Non essere insipidi [34]Il sale è buono, ma se anche il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si salerà? [35]Non serve né per la terra né per il concime e così lo buttano via. Chi ha orecchi per intendere, intenda».

LUCA - CAPITOLO 15Le tre parabole della misericordia [1]Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. [2]I farisei e gli scribi mormoravano: «Costui riceve i peccatori e mangia con loro». [3]Allora egli disse loro questa parabola: La pecora perduta [4]«Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? [5]Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, [6]va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. [7]Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. La dramma perduta [8]O quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? [9]E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta. [10]Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte». Il figlio perduto e il figlio fedele: "il figlio prodigo" [11]Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. [12]Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. [13]Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. [14]Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. [15]Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. [16]Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. [17]Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! [18]Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho

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peccato contro il Cielo e contro di te; [19]non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. [20]Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. [21]Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. [22]Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. [23]Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, [24]perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. [25]Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; [26]chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. [27]Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. [28]Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. [29]Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. [30]Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. [31]Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; [32]ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato».

LUCA - CAPITOLO 16L'amministratore fedele [1]Diceva anche ai discepoli: «C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. [2]Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. [3]L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. [4]So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. [5]Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: [6]Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. [7]Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. [8]Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Il buon uso del denaro [9]Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne. [10]Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. [11]Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? [12]E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? [13]Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona». Contro i farisei, amici del denaro [14]I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. [15]Egli disse: «Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio. All'assalto del regno [16]La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi. Perennità della Legge [17]E' più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge. Indissolubilità del matrimonio [18]Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio. Il ricco cattivo e il povero Lazzaro [19]C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. [20]Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, [21]bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. [22]Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. [23]Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro

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accanto a lui. [24]Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. [25]Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. [26]Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. [27]E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, [28]perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. [29]Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. [30]E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. [31]Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi».

LUCA - CAPITOLO 17Lo scandalo [1]Disse ancora ai suoi discepoli: «E' inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. [2]E' meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. [3]State attenti a voi stessi! Correzione fraterna Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. [4]E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai». Potenza della fede [5]Gli apostoli dissero al Signore: [6]«Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe. Servire con umiltà [7]Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? [8]Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? [9]Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? [10]Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». I dieci lebbrosi [11]Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samaria e la Galilea. [12]Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, [13]alzarono la voce, dicendo: «Gesù maestro, abbi pietà di noi!». [14]Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono sanati. [15]Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; [16]e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. [17]Ma Gesù osservò: «Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? [18]Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?». E gli disse: [19]«Alzati e và; la tua fede ti ha salvato!». La venuta del regno di Dio [20]Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», rispose: [21]«Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!». Il giorno del Figlio dell'uomo [22]Disse ancora ai discepoli: «Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete. [23]Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli. [24]Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno. [25]Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione. [26]Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: [27]mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. [28]Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; [29]ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. [30]Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà. [31]In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro. [32]Ricordatevi della moglie di Lot. [33]Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. [34]Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; [35]due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e

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l'altra lasciata». [36]. [37]Allora i discepoli gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi».

LUCA - CAPITOLO 18 Il giudice iniquo e la vedova importuna [1]Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: [2]«C'era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. [3]In quella città c'era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. [4]Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, [5]poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». [6]E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. [7]E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? [8]Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?». Il fariseo e il pubblicano [9]Disse ancora questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: [10]«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro pubblicano. [11]Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. [12]Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. [13]Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. [14]Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato». Gesù e i bambini [15]Gli presentavano anche i bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli, vedendo ciò, li rimproveravano. [16]Allora Gesù li fece venire avanti e disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. [17]In verità vi dico: Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non vi entrerà». Il notabile ricco [18]Un notabile lo interrogò: «Maestro buono, che devo fare per ottenere la vita eterna?». [19]Gesù gli rispose: «Perché mi dici buono? Nessuno è buono, se non uno solo, Dio. [20]Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non testimoniare il falso, onora tuo padre e tua madre». [21]Costui disse: «Tutto questo l'ho osservato fin dalla mia giovinezza». [22]Udito ciò, Gesù gli disse: «Una cosa ancora ti manca: vendi tutto quello che hai, distribuiscilo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli; poi vieni e seguimi». [23]Ma quegli, udite queste parole, divenne assai triste, perché era molto ricco. Il pericolo delle ricchezze [24]Quando Gesù lo vide, disse: «Quant'è difficile, per coloro che possiedono ricchezze entrare nel regno di Dio. [25]E' più facile per un cammello passare per la cruna di un ago che per un ricco entrare nel regno di Dio!». [26]Quelli che ascoltavano dissero: «Allora chi potrà essere salvato?». [27]Rispose: «Ciò che è impossibile agli uomini, è possibile a Dio». Ricompensa promessa alla rinuncia [28]Pietro allora disse: «Noi abbiamo lasciato tutte le nostre cose e ti abbiamo seguito». [29]Ed egli rispose: «In verità vi dico, non c'è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, [30]che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà». Terzo annunzio della passione [31]Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell'uomo si compirà. [32]Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi [33]e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». [34]Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto. Il cieco di Gerico [35]Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. [36]Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. [37]Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!». [38]Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». [39]Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». [40]Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: [41]«Che vuoi che io faccia per te?».

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Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista». [42]E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». [43]Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.

LUCA - CAPITOLO 19 Zaccheo [1]Entrato in Gerico, attraversava la città. [2]Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, [3]cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. [4]Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. [5]Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». [6]In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. [7]Vedendo ciò, tutti mormoravano: «E' andato ad alloggiare da un peccatore!». [8]Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto». [9]Gesù gli rispose: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch'egli è figlio di Abramo; [10]il Figlio dell'uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Parabola delle mine [11]Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, Gesù disse ancora una parabola perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all'altro. [12]Disse dunque: «Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. [13]Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. [14]Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. [15]Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. [16]Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. [17]Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. [18]Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. [19]Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. [20]Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; [21]avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. [22]Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: [23]perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi. [24]Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci [25]Gli risposero: Signore, ha gia dieci mine! [26]Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. [27]E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me». V. MINISTERO DI GESU' A GERUSALEMME Ingresso messianico a Gerusalemme [28]Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme. [29]Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: [30]«Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui. [31]E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete?, direte così: Il Signore ne ha bisogno». [32]Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto. [33]Mentre scioglievano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché sciogliete il puledro?». [34]Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno». [35]Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. [36]Via via che egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. [37]Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: [38]«Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!». Gesù approva le acclamazioni dei suoi discepoli [39]Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». [40]Ma egli rispose: «Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre». Lamento su Gerusalemme [41]Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo:

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[42]«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. [43]Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; [44]abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». I venditori cacciati dal tempio [45]Entrato poi nel tempio, cominciò a cacciare i venditori, [46]dicendo: «Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!». Insegnamento nel tempio [47]Ogni giorno insegnava nel tempio. I sommi sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo perire e così anche i notabili del popolo; [48]ma non sapevano come fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue parole.

LUCA - CAPITOLO 20Obiezione dei Giudei sull'autorità di Gesù [1]Un giorno, mentre istruiva il popolo nel tempio e annunziava la parola di Dio, si avvicinarono i sommi sacerdoti e gli scribi con gli anziani e si rivolsero a lui dicendo: [2]«Dicci con quale autorità fai queste cose o chi è che t'ha dato quest'autorità». [3]E Gesù disse loro: «Vi farò anch'io una domanda e voi rispondetemi: [4]Il battesimo di Giovanni veniva dal Cielo o dagli uomini?». [5]Allora essi discutevano fra loro: «Se diciamo "dal Cielo", risponderà: "Perché non gli avete creduto?". [6]E se diciamo "dagli uomini", tutto il popolo ci lapiderà, perché è convinto che Giovanni è un profeta». [7]Risposero quindi di non saperlo. [8]E Gesù disse loro: «Nemmeno io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Parabola dei vignaioli omicidi [9]Poi cominciò a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, l'affidò a dei coltivatori e se ne andò lontano per molto tempo. [10]A suo tempo, mandò un servo da quei coltivatori perché gli dessero una parte del raccolto della vigna. Ma i coltivatori lo percossero e lo rimandarono a mani vuote. [11]Mandò un altro servo, ma essi percossero anche questo, lo insultarono e lo rimandarono a mani vuote. [12]Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono. [13]Disse allora il padrone della vigna: Che devo fare? Manderò il mio unico figlio; forse di lui avranno rispetto. [14]Quando lo videro, i coltivatori discutevano fra loro dicendo: Costui è l'erede. Uccidiamolo e così l'eredità sarà nostra. [15]E lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna? [16]Verrà e manderà a morte quei coltivatori, e affiderà ad altri la vigna». Ma essi, udito ciò, esclamarono: «Non sia mai!». [17]Allora egli si volse verso di loro e disse: «Che cos'è dunque ciò che è scritto: La pietra che i costruttori hanno scartata, è diventata testata d'angolo? [18]Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e a chi cadrà addosso, lo stritolerà». [19]Gli scribi e i sommi sacerdoti cercarono allora di mettergli addosso le mani, ma ebbero paura del popolo. Avevano capito che quella parabola l'aveva detta per loro. Il tributo a Cesare [20]Postisi in osservazione, mandarono informatori, che si fingessero persone oneste, per coglierlo in fallo nelle sue parole e poi consegnarlo all'autorità e al potere del governatore. [21]Costoro lo interrogarono: «Maestro, sappiamo che parli e insegni con rettitudine e non guardi in faccia a nessuno, ma insegni secondo verità la via di Dio. [22]E' lecito che noi paghiamo il tributo a Cesare?». [23]Conoscendo la loro malizia, disse: [24]«Mostratemi un denaro: di chi è l'immagine e l'iscrizione?». Risposero: «Di Cesare». [25]Ed egli disse: «Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». [26]Così non poterono coglierlo in fallo davanti al popolo e, meravigliati della sua risposta, tacquero. La risurrezione dei morti [27]Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: [28]«Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. [29]C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. [30]Allora la prese il secondo [31]e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. [32]Da ultimo anche la donna morì. [33]Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». [34]Gesù rispose: «I figli di questo mondo prendono moglie e

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prendono marito; [35]ma quelli che sono giudicati degni dell'altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; [36]e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. [37]Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. [38]Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui». [39]Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». [40]E non osavano più fargli alcuna domanda. Il Cristo, figlio e signore di Davide [41]Egli poi disse loro: «Come mai dicono che il Cristo è figlio di Davide, [42]se Davide stesso nel libro dei Salmi dice: Ha detto il Signore al mio Signore:siedi alla mia destra,[43]finché io ponga i tuoi nemicicome sgabello ai tuoi piedi? [44]Davide dunque lo chiama Signore; perciò come può essere suo figlio?». Gli scribi giudicati da Gesù [45]E mentre tutto il popolo ascoltava, disse ai discepoli: [46]«Guardatevi dagli scribi che amano passeggiare in lunghe vesti e hanno piacere di esser salutati nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei conviti; [47]divorano le case delle vedove, e in apparenza fanno lunghe preghiere. Essi riceveranno una condanna più severa».

LUCA - CAPITOLO 21 L'obolo della vedova [1]Alzati gli occhi, vide alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. [2]Vide anche una vedova povera che vi gettava due spiccioli [3]e disse: «In verità vi dico: questa vedova, povera, ha messo più di tutti. [4]Tutti costoro, infatti, han deposto come offerta del loro superfluo, questa invece nella sua miseria ha dato tutto quanto aveva per vivere». Discorso sulla rovina di Gerusalemme. Introduzione [5]Mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, disse: [6]«Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta». [7]Gli domandarono: «Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?». I segni premonitori [8]Rispose: «Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: "Sono io" e: "Il tempo è prossimo"; non seguiteli. [9]Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine». [10]Poi disse loro: «Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, [11]e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo. [12]Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. [13]Questo vi darà occasione di render testimonianza. [14]Mettetevi bene in mente di non preparare prima la vostra difesa; [15]io vi darò lingua e sapienza, a cui tutti i vostri avversari non potranno resistere, né controbattere. [16]Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e metteranno a morte alcuni di voi; [17]sarete odiati da tutti per causa del mio nome. [18]Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà. [19]Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime. L'assedio [20]Ma quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. [21]Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; [22]saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. La catastrofe e i tempi dei pagani [23]Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. [24]Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti. Le catastrofi cosmiche e la manifestazione gloriosa del Figlio dell'uomo [25]Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, [26]mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. [27]Allora vedranno il Figlio

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dell'uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. [28]Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». Parabola del fico [29]E disse loro una parabola: «Guardate il fico e tutte le piante; [30]quando gia germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. [31]Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. [32]In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. [33]Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Vegliare per non essere sorpresi [34]State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; [35]come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. [36]Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell'uomo». Gli ultimi giorni di Gesù [37]Durante il giorno insegnava nel tempio, la notte usciva e pernottava all'aperto sul monte detto degli Ulivi. [38]E tutto il popolo veniva a lui di buon mattino nel tempio per ascoltarlo.

LUCA - CAPITOLO 22VI. LA PASSIONE Complotto contro Gesù e tradimento di Giuda [1]Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua, [2]e i sommi sacerdoti e gli scribi cercavano come toglierlo di mezzo, poiché temevano il popolo. [3]Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici. [4]Ed egli andò a discutere con i sommi sacerdoti e i capi delle guardie sul modo di consegnarlo nelle loro mani. [5]Essi si rallegrarono e si accordarono di dargli del denaro. [6]Egli fu d'accordo e cercava l'occasione propizia per consegnarlo loro di nascosto dalla folla. Preparativi della cena pasquale [7]Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva immolare la vittima di Pasqua. [8]Gesù mandò Pietro e Giovanni dicendo: «Andate a preparare per noi la Pasqua, perché possiamo mangiare». [9]Gli chiesero: «Dove vuoi che la prepariamo?». [10]Ed egli rispose: «Appena entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d'acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà [11]e direte al padrone di casa: Il Maestro ti dice: Dov'è la stanza in cui posso mangiare la Pasqua con i miei discepoli? [12]Egli vi mostrerà una sala al piano superiore, grande e addobbata; là preparate». [13]Essi andarono e trovarono tutto come aveva loro detto e prepararono la Pasqua. La cena pasquale [14]Quando fu l'ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, [15]e disse: «Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, [16]poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio». [17]E preso un calice, rese grazie e disse: «Prendetelo e distribuitelo tra voi, [18]poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio». Istituzione dell'Eucaristia [19]Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». [20]Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: «Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi». Annunzio del tradimento di Giuda [21]«Ma ecco, la mano di chi mi tradisce è con me, sulla tavola. [22]Il Figlio dell'uomo se ne va, secondo quanto è stabilito; ma guai a quell'uomo dal quale è tradito!». [23]Allora essi cominciarono a domandarsi a vicenda chi di essi avrebbe fatto ciò. Chi è il più grande? [24]Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. [25]Egli disse: «I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. [26]Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. [27]Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve. Ricompensa promessa agli apostoli [28]Voi siete quelli che avete perseverato con me nelle mie prove; [29]e io preparo per voi un regno, come il Padre l'ha preparato per me, [30]perché possiate mangiare e bere alla mia mensa nel mio regno e siederete in trono a giudicare le dodici tribù di Israele. Annunzio del ritorno e del ringraziamento di Pietro [31]Simone, Simone, ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano; [32]ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e

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tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli». [33]E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte». [34]Gli rispose: «Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi». L'ora del combattimento decisivo [35]Poi disse: «Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». [36]Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. [37]Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine». [38]Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli rispose «Basta!». Sul monte degli Ulivi [39]Uscito se ne andò, come al solito, al monte degli Ulivi; anche i discepoli lo seguirono. [40]Giunto sul luogo, disse loro: «Pregate, per non entrare in tentazione». [41]Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: [42]«Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». [43]Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. [44]In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. [45]Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. [46]E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione». L'arresto di Gesù [47]Mentre egli ancora parlava, ecco una turba di gente; li precedeva colui che si chiamava Giuda, uno dei Dodici, e si accostò a Gesù per baciarlo. [48]Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?». [49]Allora quelli che eran con lui, vedendo ciò che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con la spada?». [50]E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. [51]Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l'orecchio, lo guarì. [52]Poi Gesù disse a coloro che gli eran venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani: «Siete usciti con spade e bastoni come contro un brigante? [53]Ogni giorno ero con voi nel tempio e non avete steso le mani contro di me; ma questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre». Rinnegamenti di Pietro [54]Dopo averlo preso, lo condussero via e lo fecero entrare nella casa del sommo sacerdote. Pietro lo seguiva da lontano. [55]Siccome avevano acceso un fuoco in mezzo al cortile e si erano seduti attorno, anche Pietro si sedette in mezzo a loro. [56]Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: «Anche questi era con lui». [57]Ma egli negò dicendo: «Donna, non lo conosco!». [58]Poco dopo un altro lo vide e disse: «Anche tu sei di loro!». Ma Pietro rispose: «No, non lo sono!». [59]Passata circa un'ora, un altro insisteva: «In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo». [60]Ma Pietro disse: «O uomo, non so quello che dici». E in quell'istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. [61]Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole che il Signore gli aveva detto: «Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte». [62]E, uscito, pianse amaramente. Primi oltraggi [63]Frattanto gli uomini che avevano in custodia Gesù lo schernivano e lo percuotevano, [64]lo bendavano e gli dicevano: «Indovina: chi ti ha colpito?». [65]E molti altri insulti dicevano contro di lui. Gesù davanti al sinedrio [66]Appena fu giorno, si riunì il consiglio degli anziani del popolo, con i sommi sacerdoti e gli scribi; lo condussero davanti al sinedrio e gli dissero: [67]«Se tu sei il Cristo, diccelo». Gesù rispose: «Anche se ve lo dico, non mi crederete; [68]se vi interrogo, non mi risponderete. [69]Ma da questo momento starà il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio». [70]Allora tutti esclamarono: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?». Ed egli disse loro: «Lo dite voi stessi: io lo sono». [71]Risposero: «Che bisogno abbiamo ancora di testimonianza? L'abbiamo udito noi stessi dalla sua bocca».

LUCA - CAPITOLO 23Gesù davanti a Pilato [1]Tutta l'assemblea si alzò, lo condussero da Pilato [2]e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che sobillava il nostro popolo, impediva di dare tributi a Cesare e affermava di essere il Cristo re». [3]Pilato lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». [4]Pilato disse ai sommi sacerdoti e alla folla: «Non trovo nessuna colpa in

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quest'uomo». [5]Ma essi insistevano: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea fino a qui». [6]Udito ciò, Pilato domandò se era Galileo [7]e, saputo che apparteneva alla giurisdizione di Erode, lo mandò da Erode che in quei giorni si trovava anch'egli a Gerusalemme. Gesù davanti a Erode [8]Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. [9]Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. [10]C'erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. [11]Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato. [12]In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c'era stata inimicizia tra loro. Gesù di nuovo davanti a Pilato [13]Pilato, riuniti i sommi sacerdoti, le autorità e il popolo, [14]disse: «Mi avete portato quest'uomo come sobillatore del popolo; ecco, l'ho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in lui nessuna colpa di quelle di cui lo accusate; [15]e neanche Erode, infatti ce l'ha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. [16]Perciò, dopo averlo severamente castigato, lo rilascerò». [17]. [18]Ma essi si misero a gridare tutti insieme: «A morte costui! Dacci libero Barabba!». [19]Questi era stato messo in carcere per una sommossa scoppiata in città e per omicidio. [20]Pilato parlò loro di nuovo, volendo rilasciare Gesù. [21]Ma essi urlavano: «Crocifiggilo, crocifiggilo!». [22]Ed egli, per la terza volta, disse loro: «Ma che male ha fatto costui? Non ho trovato nulla in lui che meriti la morte. Lo castigherò severamente e poi lo rilascerò». [23]Essi però insistevano a gran voce, chiedendo che venisse crocifisso; e le loro grida crescevano. [24]Pilato allora decise che la loro richiesta fosse eseguita. [25]Rilasciò colui che era stato messo in carcere per sommossa e omicidio e che essi richiedevano, e abbandonò Gesù alla loro volontà. Sulla via del Calvario [26]Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. [27]Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. [28]Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. [29]Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. [30]Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! [31]Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?». [32]Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati. La crocifissione [33]Quando giunsero al luogo detto Cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. [34]Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno». Dopo essersi poi divise le sue vesti, le tirarono a sorte. Gesù in croce deriso e oltraggiato [35]Il popolo stava a vedere, i capi invece lo schernivano dicendo: «Ha salvato gli altri, salvi se stesso, se è il Cristo di Dio, il suo eletto». [36]Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell'aceto, e dicevano: [37]«Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». [38]C'era anche una scritta, sopra il suo capo: Questi è il re dei Giudei. Il "buon ladrone" [39]Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». [40]Ma l'altro lo rimproverava: «Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? [41]Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male». [42]E aggiunse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». [43]Gli rispose: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso». La morte di Gesù [44]Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. [45]Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. [46]Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. Dopo la morte di Gesù [47]Visto ciò che era accaduto, il centurione glorificava Dio: «Veramente quest'uomo era giusto». [48]Anche tutte le folle che erano accorse a questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornavano percuotendosi il petto. [49]Tutti i suoi conoscenti assistevano da lontano e così le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, osservando questi avvenimenti. La sepoltura [50]C'era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. [51]Non aveva aderito alla decisione e all'operato

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degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. [52]Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. [53]Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. [54]Era il giorno della parascève e gia splendevano le luci del sabato. [55]Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, [56]poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento.

LUCA - CAPITOLO 24 VII. DOPO LA RISURREZIONE La tomba vuota. Messaggio dell'angelo [1]Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. [2]Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; [3]ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. [4]Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. [5]Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? [6]Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, [7]dicendo che bisognava che il Figlio dell'uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». [8]Ed esse si ricordarono delle sue parole. Gli apostoli rifiutano di credere alle chiacchiere delle donne [9]E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. [10]Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. [11]Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse. Pietro alla tomba [12]Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l'accaduto. I discepoli di Emmaus [13]Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, [14]e conversavano di tutto quello che era accaduto. [15]Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. [16]Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. [17]Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; [18]uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». [19]Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; [20]come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. [21]Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. [22]Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro [23]e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. [24]Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto». [25]Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! [26]Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». [27]E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. [28]Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. [29]Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. [30]Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. [31]Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. [32]Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». [33]E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, [34]i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». [35]Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Gesù appare agli apostoli [36]Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in

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mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». [37]Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. [38]Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? [39]Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». [40]Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. [41]Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». [42]Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; [43]egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Ultime istruzioni agli apostoli [44]Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». [45]Allora aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture e disse: [46]«Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno [47]e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. [48]Di questo voi siete testimoni. [49]E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto». L'ascensione [50]Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. [51]Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. [52]Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia; [53]e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

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