Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi...

47
1 YVES BERGERET POEMA DELL’ETNA Nota critica di FRANCESCO BARRESI Traduzione di AURELIO e MIRELLA VALESI

Transcript of Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi...

Page 1: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

1

YVES BERGERET

POEMA DELL’ETNA Nota critica di FRANCESCO BARRESI

Traduzione di AURELIO e MIRELLA VALESI

Page 2: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

2

Quaderni di Traduzioni, XI, Novembre 2011

Yves BERGERET / Aurelio e Mirella VALESI

Page 3: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

3

(Immagine fotografica di Giampaolo De Pietro)

Page 4: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

4

Francesco Barresi

La poesia pagana di Yves Bergeret

Parole, natura, uomo: una triade felice di Yves Bergeret, poeta francese e instancabile esploratore del mondo che ha esordito con varie pubblicazioni, in prosa e poesia, negli ultimi tempi, rivelandosi una novità emergente per le sue sperimentazioni poetiche. Le sue recenti pubblicazioni contano opere come Si la montagne parle (Voix d’encre, Montélimar 2004), Montagne e parola (Gangemi, Roma 2005), La Maison des peintres de Koyo (Voix d’encre, Montélimar 2007), Il mare parla/La mer parle (“I Quaderni di Leggerete”, 2007, a cura di Biagio Guerrera e Giovanni Miraglia), confermando la sua attitudine al confronto con il paesaggio, e in particolar modo con quello montano; la montagna è infatti un privilegiato luogo delle sue mete e della sua ricerca poetica. Spesso i suoi viaggi prevedono performances particolari, servendosi della collaborazione di musicisti per valorizzare il significato evocativo della sua poesia, una felice comunione che sembra riproporre gli antichi rituali primitivi con cui si celebravano le forze della natura. Una semplice lettura a tavolino dei suoi testi sarebbe riduttiva perché la poesia di Bergeret non è fatta per essere letta e consumata nei luoghi dell’anima ma per essere esibita in ampi spazi aperti, per ristabilire un dialogo antico tra la natura e l’uomo in una ricerca inesauribile di tutte le forze primordiali del mondo e dell’uomo, riproponendo una sacralità antica con il veicolo della poesia. È un poeta che ha viaggiato molto (Mali, Cipro, Guyana, Martinica, Sahel): la sua professione di fede nella poesia lo pone come ricercatore in vari luoghi del mondo e tra questi la Sicilia, dove ha collaborato con il ceramista di Caltagirone Andrea Branciforti e, a Noto, con gli artisti Pia Scornavacca e Carlo Sapuppo. Il felice incontro con la ricca civiltà siciliana ha prodotto il suo “Poema dell’Etna”, un lungo componimento e insieme una celebrazione del grande vulcano, in cui Bergeret da prova della sua langue espanse, in una ricerca poetica in cui tutti i segni dello spazio appartengono alla lingua, quindi in un approccio teorico e pratico vissuto all’insegna di una forte relazione con il mondo. La sua è una liturgia atea, contemporanea, pagana, che valorizza la natura come luogo sacrificale per la sua poesia e come unica deità da venerare, affinché le sue parole possano rivelare l’energia intrinseca e dimenticata della natura con l’ausilio della musica e in particolare degli strumenti a percussione. Proprio per questo Bergeret definisce la sua poesia “geologica”, perché la sua ricerca poetica mira a

Page 5: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

5

riproporre un’unità originaria tra la terra e il cielo, tra le forze primordiali della natura e la forza evocativa delle sua poesia-liturgia, come ben dimostra l’interpretazione metaforica dell’Etna. «Il vulcano – afferma Bergeret – è la violenza dell’origine, come se il dito di Dio si fosse impresso nella terra e la terra avesse cercato di trattenerlo e da qui è nato l’Etna, una forza di distruzione non pacificata come l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un segno” si definisce Bergeret, proprio come i segni che ricerca e che ha impresso sulla pietra lavica con il pennello intinto nell’inchiostro durante la sua “escursione”, una chiara dimostrazione della sua ricerca di un dialogo tra la natura e la poesia in cui quest’ultima è un tramite privilegiato e una chiave d’accesso del suo itinerarium di poeta e di uomo nel mondo. (Tratto da : http://costruttiva-mente.blogspot.com/2010/12/la-poesia-pagana-di-yves-bergeret.html per gentile concessione del sito «CriticaMente»: http://costruttiva-mente.blogspot.com/)

Page 6: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

6

Yves Bergeret

Poème de l’Etna (Poema dell’Etna)

24 mars 2010

Page 7: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

7

1 Ombre du vent Sur le torse sans tête du volcan voici que le vent dépose son écharpe. De la mer au loin, le vent vient poser ce que dans le plus grand désespoir lui ont tissé les affamés, le vent vient déposer ce que dans la plus belle illusion lui ont tissé, écharpe sombre, les jeunes bâtisseurs d’outre la mer. Et sur les laves le vent laisse comme une écharpe le baume énigmatique de son ombre.

Page 8: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

8

1 Ombra del vento Sul torso senza testa del vulcano ecco che il vento posa la sua sciarpa. Da lungi sul mare il vento ha posato quanto nella disperazione più grande gli hanno intessuto gli affamati, il vento ha depositato quanto nella più bella delle illusioni hanno tessuto, fascia scura, i giovani costruttori d’oltremare. E sulle colate di lava il vento abbandona come una fusciacca il balsamo enigmatico della sua ombra.

Page 9: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

9

2 Fracas de la pierre La pierre casse sous le poing d’un vieux dieu aveugle qui croit exister. La pierre casse et tombe par morceaux des deux côtés de la vie. La pierre casse et en tombant racle le fond de la question que tu aurais tant voulu poser si tu avais eu les mains libres.

Page 10: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

10

2 Fragore della pietra La pietra si infrange sotto il pugno di un vecchio dio cieco che crede di esistere. La pietra si sgretola e cade a pezzi dai due versanti della vita. La pietra si frantuma e cadendo raschia il fondo della domanda che tu tanto avresti voluto porre se avessi avuto le mani libere.

Page 11: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

11

3 Deuil de l’horizon Accepte, volcan, la terre et la mer qui veulent remonter jusqu’à ta bouche et s’y engloutir. Ecoute, volcan, l’horizon orphelin qui ne sait plus choisir entre fuir et prier. Redonne, volcan, à l’horizon les jambes qui lui manquent et à la mer la légende entière où chacun trouve son rôle avant la cécité.

Page 12: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

12

3 Il dolore dell’orizzonte Accetta, vulcano, la terra e il mare che vogliono rimontare fino alla tua bocca e farsi inghiottire. Ascolta, vulcano, l’orfano orizzonte che non sa più scegliere fra la fuga e la preghiera. Ridai, vulcano, all’orizzonte le gambe che gli mancano, e al mare l’intera leggenda dove ognuno trova il suo ruolo prima della cecità.

Page 13: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

13

4 Querelle du nuage “Je suis, dit le nuage, ce qui s’évapore au moment des meurtres et au moment de l’accouchement. Je voudrais revenir m’affaler sur la pente du volcan et m’endormir dans la paix qui m’échappe. Je suis l’énervement de ce qui n’aboutit pas et reste informe, le poids de l’ombre double, l’ancrage du placenta, l’ultime supplication.”

Page 14: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

14

4 La disputa della nuvola Io sono, disse la nuvola, quella che evapora nel momento dei delitti e nel momento del parto. Vorrei tornare a calarmi sul fianco del vulcano e addormentarmi nella pace che mi sfugge. Sono il nervosismo di ciò che non si conclude e resta informe, il peso dell’ombra doppia, l’ancoraggio della placenta, l’ultima supplica.

Page 15: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

15

5 Aveu de la cendre Si elle le pouvait voici ce que dirait la cendre: “milliards et milliards de particules, je n’existe que dans l’extrême éparpillement; ma combustion m’a privé de bouche et d’unité et de contour et de vision et de tout. Je suis vestige du somptueux sacrifice. Sacrée, sacrée, sacrée, je suis le murmure à jamais muet des milliers de générations d’hommes et de femmes déjà consumés sur les bûchers des grands âges, des guerres et des famines. Infime, je porte en toute pente et jusqu’aux rives de la mer l’aveu de ceux qui sont morts et ne se résignent que dans le chant du vent à n’avoir jamais assez accueilli l’étranger”.

Page 16: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

16

5 Confessione della cenere Se potesse ecco ciò che direbbe la cenere: “miliardi e miliardi di particelle, non esisto che nell’estremo disperdersi; la combustione mi ha privato di bocca e di unità e di contorno e di visione e di tutto. Sono vestigia del sontuoso sacrificio. Sacro, sacro, sacro sono il mormorio che non tace mai delle migliaia di generazioni di uomini e donne già consunte sui roghi delle grandi epoche, delle guerre e delle carestie. Infima, io porto per ogni china e fino alla riva del mare la confessione di coloro che sono morti e non si rassegnano che nel canto del vento di non avere mai abbastanza accolto lo straniero”.

Page 17: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

17

6 Génuflexion de la mer Sous son grand éclat de lumière la mer s’enfonce, se ronge. Se saigne, s’oublie. S’étale et s’écarte à mesure que le volcan croît. Se rétracte et expirant redemande au volcan souffle pour apporter les prochaines barques d’étrangers. Se rétracte et expirant redemande au volcan un peu plus d’humanité.

Page 18: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

18

6 Genuflessione del mare Sotto il suo grande bagliore di luce Il mare sprofonda, si erode. Si dissangua, si oblia. Si allunga e si distende a misura che il vulcano cresce. Si ritrae e dissolvendosi richiede fiato al vulcano per portare le prossime barche di stranieri. Si ritrae e dissolvendosi richiede al vulcano un po’ più d’umanità.

Page 19: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

19

7 Main du soleil C’est ici que le soleil a planté son index dans notre terre dure. Puis l’a retiré dans un grand hurlement des pentes et des forêts qui ne supportaient pas cet arrachement et tentaient de l’annuler en s’élevant. Trop proche soleil, celui de la connaissance absolue si abrupte et si pénétrante qu’elle aveugle. En plongeant son regard par le trou qu’il a laissé on voit vibrer le placenta de la mer et le placenta de notre frère immortel dont il est impossible aujourd’hui de savoir s’il sera meurtrier ou sauveur. Par le trou du cratère enfumé dans le sens inverse la connaissance nous voit. Et nous voyant s’esclaffe et pleure. Puis éprouve de l’espoir, fragilement. Voilà pourquoi sur le volcan le soleil n’est jamais loin, et même sur le point de revenir pour cette fois nous tendre la main.

Page 20: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

20

7 La mano del sole E’ qui che il sole ha fatto penetrare il suo indice nella nostra terra dura. Poi l’ha ritirato tra un grande urlo dei pendii e delle foreste che non sopportavano quello strappo e tentavano di annullarlo innalzandosi. Sole troppo vicino, quello dell’assoluta conoscenza così aspro e così penetrante da accecare. Immergendo il suo sguardo attraverso il foro che ha lasciato si vede vibrare la placenta del mare e la placenta del nostro immortale fratello di cui oggi è impossibile sapere se sarà l’assassino o il salvatore. Attraverso il foro del cratere affumicato in senso inverso la conoscenza ci vede. E vedendoci scoppia in una risata e piange. Poi avverte la speranza, fragilmente. Ecco perché sul vulcano il sole non è mai distante, e persino sul punto di ritornare per questa volta ci tende la mano.

Page 21: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

21

8 Message dans la cendre L’abeille dans son chant, le martinet dans son vol, le maigre pollen dans son espoir et moi dans mon tâtonnement recommençons chaque printemps à chercher dans la cendre les syllabes pour recomposer les mots. Cherchons, cherchons. Trouver des membres de phrase n’est pas impossible. Ou des mots dans plusieurs langues: ainsi Linguaglossa, ainsi Mongibello. Les années des grands cataclysmes on peut même relever des verbes comme “transmettre, braver, rompre, naître”. “Ressusciter” est très rare: c’est que la cendre n’est pas assez naïve. Pourtant un matin juste avant l’été j’ai trouvé en pleine cendre une petite pierre ponce biface: c’était “aimer”: une face “déchirer”, l’autre face “accueillir”.

Page 22: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

22

8 Messaggio nella cenere L’ape nel suo canto, il rondone nel suo volo, il sottile polline nella sua speranza ed io nel mio brancolare ricominciamo ogni primavera a cercare nella cenere le sillabe per ricomporre le parole. Cerchiamo, cerchiamo. Trovare dei brani di frase non è impossibile. O delle parole in diverse lingue: come Linguaglossa, come Mongibello. Negli anni dei grandi cataclismi si possono persino raccogliere dei verbi come “trasmettere, sfidare, rompere, nascere”. “Resuscitare” è molto raro: il fatto è che la cenere non è abbastanza ingenua. Tuttavia un mattino proprio prima dell’estate ho trovato nel bel mezzo della cenere una piccola pietra pomice a doppia faccia: era “amare”: un lato “straziare” l’altro “accogliere”.

Page 23: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

23

9 Feu sous le pied Comme je marchais sur la dernière coulée de lave la tiédeur baisait mes pieds. Baiser de foudre fourbe ou baiser de folle. Folle pour qui calciner est aimer. Je voyais ainsi toute la beauté rituelle du grand sacrifice qui met à feu et à sang; et répare. Et restaure à grands coups brûlants la frêle harmonie du monde. Mais cela n’est supportable qu’en marchant dans le rythme de ce rite qu’en écho redonne la pente tiède ou le poème qu’ici je dis.

Page 24: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

24

9 Sotto il piede il fuoco Mentre camminavo sull’ultima colata di lava il tepore baciava i miei piedi. Bacio di folgore scaltra o bacio di folle. Folle poiché calcinare è amare. Vedevo così tutta la rituale bellezza del grande sacrificio che mette a ferro e fuoco; e ripara. E restaura con grandi brucianti colpi la fragile armonia del mondo. Ma ciò non è sopportabile che camminando al ritmo di questo rito che ci rimanda l’eco del tiepido pendio o le rime che qui io dico.

Page 25: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

25

10 Deuxième fracas de la pierre La pierre casse sous le pas des dieux qui s’enfuient en courant. La pierre casse et par ruse et rage tombe à grands cris entre les mots de ma phrase claire qui va parmi les pentes. La pierre casse et par morceaux roulant dans la pente cisaille le chemin par où monte l’étranger. La pierre casse et sème les empreintes de ses rebonds dans la cendre, commençant le dialogue que je cherche.

Page 26: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

26

10 Secondo fragore della pietra La pietra si infrange sotto il passo degli dei che fuggono correndo. La pietra si spacca e per astuzia e rabbia cade con alte grida tra le parole della mia chiara frase che si disperde per i declivi. La pietra si infrange e a pezzi rotolando per il pendio cesella il cammino da cui sale il forestiero. La pietra si frantuma e semina le impronte dei suoi balzi nella cenere, dando inizio al dialogo che cerco.

Page 27: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

27

11 Vide dans la masse Eux aussi ont laissé leurs empreintes dans la cendre et dans la longue rumeur du vent dans les vallons, eux, les héros divers qui grimpèrent au sommet, se jetèrent dans le cratère en ne laissant qu’une sandale sur son bord, luttèrent contre la lave et le feu, projetèrent des roches entières dans la mer. Mais après son grand cri de rage, de folie, d’abnégation, chacun d’eux s’est retiré en laissant vide et creux le volume de son corps; et les voici essaimés, les héros, en grottes, failles, cavernes, et l’exclamation mirobolante de leurs bravoures et de leurs récits a insufflé dans la lave et dans la pierre ponce les bulles d’air par myriades qui me rendent le cheminement très étrange.

Page 28: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

28

11 Il vuoto nella massa Anche loro hanno lasciato le loro impronte nella cenere e nel prolungato rumore del vento nei valloni, loro, i diversi eroi che ascesero la cima, si gettarono nel cratere non lasciando che un sandalo sul suo bordo, lottarono contro la lava e il fuoco, scagliarono rocce intere nel mare. Ma dopo il suo grande grido di rabbia, di follia, di abnegazione, ciascuno di essi si è ritirato lasciando vuoto e cavo il volume del suo corpo, ed eccoli sciamare, gli eroi, in grotte faglie, caverne, e l’esclamazione mirabolante della loro bravura e delle loro narrazioni ha insufflato nella lava e nella pietra pomice bolle d’aria a miriadi che mi rendono il cammino molto strano.

Page 29: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

29

12 Insatisfaction faute d’étranger L’origine mais la mort. Le volcan se lamente et se gonfle. Porter la vie, brasser la vie. Crier et gémir. Gronder et tonner. Pas de langue, pas de phrase mais la boursouflure qui enfle le torse sans arriver à se dire ni à nommer ce qu’elle est. Le désarroi qui n’aboutit jamais et traînasse dans son propre bruit sans arriver jamais à accueillir l’étranger sans lequel vivre et parler ne se peuvent.

Page 30: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

30

12 Insoddisfazione in assenza dello straniero L’origine ma la morte. Il vulcano si lamenta e si gonfia. Portare la vita, rimescolare la vita. Gridare e gemere. Rumoreggiare e tuonare. Niente lingua, niente fraseggiare ma l’ampollosità che gonfia il torso senza arrivare a definirsi e a nominare ciò che è. Lo smarrimento che mai non finisce e che si trascina nel suo proprio rumore senza mai arrivare ad accogliere lo straniero senza il quale non si può vivere e parlare.

Page 31: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

31

13 Rupture des racines D’une main de feu, d’un poignard chauffé à blanc il coupe les ruisseaux et les racines; il décime, il dégorge, il détoure. Il grommelle entre sens et non sens coupant toujours la phrase là où elle s’infléchit pour s’élancer vers toi qui me répondrais.

Page 32: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

32

13 Rottura delle radici Con una mano di fuoco con un pugnale incandescente taglia i ruscelli e le radici; decima, riversa, devia. Borbotta tra senso e nonsenso sempre interrompendo la frase dov’essa si flette per lanciarsi verso di te che mi risponderesti.

Page 33: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

33

14 Continuité de la parole Mais tous les matins la parole à tire-d’aile revient sur le volcan, infatigable migratrice depuis le fond des âges, remontant telles brindilles dans son bec les bribes de récit des vieux héros, des jeunes chanteuses, des athlètes aux rides profondes et des habitants se cognant aux angles des villes. Tous les jours se renouent les fils de la conversation ininterrompue que d’un violent coup d’épaule essaye de déchirer le volcan. Tous les matins la parole sur le volcan s’étend comme l’air sur la mer. Tous les jours la parole s’étend sur le rebelle qui la pourchasse, mais elle l’enrobe dans encore d’autres mythes où la violence apprenne à cueillir des fleurs mauves.

Page 34: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

34

14 Continuità della parola Ma ogni mattina la parola a tiro di schioppo ritorna sul vulcano infaticabile migrante dal fondo delle ere, rimontando come ramoscelli nel suo becco i frammenti di racconti di vecchi eroi, di giovani cantatrici di atleti dalle rughe profonde e degli abitanti che si scontrano agli angoli della città. Tutti i giorni si riannodano i fili della conversazione interrotta che con un violento colpo di spalla tenta di dilaniare il vulcano. Tutte le mattine la parola sul vulcano si stende come l’aria sul mare. Tutti giorni la parola si diffonde sul ribelle che la insegue. ma essa ancora l’avvolge in ancora altri miti dove la violenza apprenda ad accogliere fiori color lilla.

Page 35: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

35

15 Fable par la pente Entre les petits cratères de basse pente jeune renard file et jongle avec la lune. Ronchonnant lichen agrippe par l’ouest toute roche qui l’émeut. Pierres levées comme des mains aux doigts crochus grattent les cordes du vent. Sur la râpeuse lave semelle du marcheur s’émiette en riant aux éclats. Douce couleuvre rêve entre les petits cratères de basse pente et jongle avec la cendre qui sonne.

Page 36: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

36

15 Favola per il pendio Tra i piccoli crateri del basso pendio una giovane volpe passa veloce e fa giochi di destrezza con la luna. Il lichene borbottando ghermisce all’ovest ogni rupe che la coinvolge. Pietre sollevate come mani dalle dita adunche grattano le corde del vento. Sulla rasposa lava la suola del camminatore si sbriciola con scoppi di risa. Una dolce biscia sogna tra i piccoli crateri delle falde del declivio e gioca con destrezza tra la cenere che risuona.

Page 37: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

37

16 Appel par le son Tu as appris il y a trois mille ans à tendre la peau de la chèvre sacrifiée sur le cercle de bois. Tu poses le tambour devant toi, assis sur la cendre. Tu frappes un son très clair où s’empilent des syllabes sacrées se dressant en colonne qui grimpe jusqu’à l’étoile de midi. Ici le volcan fronce ses sourcils car tu le provoques. Le son t’aspire et tu n’existes plus qu’en lui. Le volcan se resserre sur lui-même. Je n’écoute plus car le son m’aspire et me disperse dans le cœur battant du vent.

Page 38: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

38

16 Appello con il suono Tu hai appreso tremila anni fa a tendere la pelle delle capre sacrificate sul cerchio di legno. Tu posi, il tamburo davanti a te, seduto sulla cenere. Tu batti un suono molto chiaro dove s’ammucchiano delle sillabe sacre che s’innalzano in una colonna che si arrampica fino alla stella di mezzogiorno. Qui il vulcano aggrotta le sopracciglia poiché tu lo provochi. Il suono ti aspira e tu non esisti più che in lui. Il vulcano si rinserra in se stesso. Non ascolto più perché il suono mi aspira e mi disperde nel cuore palpitante del vento.

Page 39: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

39

17 Cisaillement et nomination par le son Salut, son du tambour qui ôtes au monde la verticale et l’horizontale et libères le volcan sur la rive de la tendresse sauvage. Salut, son du tambour qui assieds le volcan sur les genoux du meurtre et me délies dans le versant lumineux de la parole. Salut, son du tambour qui ignores la pitié et m’assieds sur la plage à côté de l’origine de mon nom.

Page 40: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

40

17 Forbiciata e nomina da parte del suono Salve, suono del tamburo che togli al mondo la verticale e l’orizzontale e liberi il vulcano sulla riva della selvaggia tenerezza. Salve, suono del tamburo che siedi il vulcano sulle ginocchia del delitto e mi sciogli nel versante luminoso della parola. Salve, suono del tamburo che ignori la pietà e mi deponi sulla spiaggia a lato dell’origine del mio nome.

Page 41: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

41

18 Plusieurs fois le poème Marchant dans la pente par les laves et les cendres j’entends le volcan hurler son effort et le tambour lui clamer son espoir. Marchant par les villes et les rives j’entends au loin le volcan gronder et le tambour rassurer les dieux en sommeil. Marchant dans la pente par les laves et les cendres j’entends le souffle alterné du volcan et du tambour que frappe la main des dieux. Marchant dans la pente entre la violence et l’invocation, j’entends la reprise sans répit des vers de mon poème qui va dans les pas du tambour très près de la joie du soleil.

Page 42: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

42

18 Sovente la poesia Camminando per il pendio tra le lave e le ceneri sento il vulcano urlare il suo sforzo e il tamburo proclama la sua speranza. Camminando per le città e le rive intendo lontano brontolare il vulcano e il tamburo rassicurare gli dei nel sonno. Camminando per il pendio tra le lave e le ceneri avverto il soffio alterno del vulcano e del tamburo che batte la mano degli dei. Camminando per il pendio Tra la violenza e l’invocazione, intendo la ripresa senza tregua dei versi del mio poema che procede al passo del tamburo vicinissimo alla gioia del sole.

Page 43: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

43

Poeta plastico, Yves Bergeret, nato nel 1948, vive fra la Drôme e Parigi. Le sue pubblicazioni, a partire dal 1978, tanto in poesia che in prosa, esplorano gli spazi in turbolenza: montagne giovani, arcipelaghi instabili, villaggi del Sahel, vulcani. Le sue ricerche danno luogo a libri, performances, installazioni ed esposizioni che realizza insieme ad artisti popolari da lui definiti “poseurs de signes”, o artisti plastici. E’ in tal modo che egli crea dei «poèmes-peintures» su carta o su tessuto, il cui formato può arrivare a 6 metri per 10. Principali realizzazioni recenti: - Méditerranée, con il compositore Faidros Kavallaris, Centro d’Arte Porte de Famagouste, Nicosie, 1998. - Fer, feu, parole, pubblicazione e undici «installazioni» dai piedi alla cima della Montagne Pelée, Martinique, aprile 1999. - La Langue de Barbarie, “performances”, publicazione ed esposizione al Musée du Centre de Recherche et de Documentation de Saint-Louis du Sénégal, febbraio 2000; esposizione ripresa al Centre Wallonie-Bruxelles, Paris, novembre 2000. - Oriflammes vodou, transes et signes, esposizione al Musée national des Arts et Traditions Populaires, Paris, autunno 2000. - “Installazioni” sulle montagne desertiche di Koyo, Yuna, Douki, Barkoussi e Banaga, nord-est del Mali, febbraio & luglio 2001; febbraio & agosto 2002; febbraio, luglio e ottobre 2003; febbraio, agosto & ottobre 2004; febbraio & luglio 2005; luglio 2006; febbraio & luglio 2007; febbraio & agosto 2008; febbraio & luglio 2009. - Signes et Levées de Pierres, esposizione al Musée du Peuple Galicien, Saint-Jacques de Compostelle, ottobre 2001, e Musée de la Province de Lugo, novembre 2001. - Installations, 6 «poèmes-peintures» su tessuto, 10 su carta, a Soisson-la-montagne, a Wharf Jérémie, Port-au-Prince, Haïti, gennaio 2002.

Page 44: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

44

- Tout un monde lointain, installazione di 16 bandiere «poèmes-peintures» e poesie su 18 grandi strisce di legno di noce, piazza de l’Evêché, Die, marzo 2002. - Converger vers la nuit, salle Musicatreize, Marseille, gennaio 2004. - Montagne e parola, Museo Nazionale Preistorico e Etnografico Pigorini, Roma, da giugno a ottobre 2005. - Parole di terracotta, “performances” con quattro ceramisti ed esposizione, Caltagirone, Sicilia, aprile 2006. - Il mare parla, con ceramiche di Andrea Branciforti, Catania poi Venezia, aprile e maggio 2007. - Verba/imagines, installazione con Carlo Sapuppo, grotte Eroa, Noto Antica, Sicilia, agosto 2007. - L’île parle, con una creazione musicale di Enrico Ciullo e Marina Borgo, Catania, Sicilia, febbraio 2010. - Poème de l’Etna, con una creazione musicale di Enrico Ciullo, Catania, Sicilia, ottobre 2010. - Journal de l’Estrop, (scrittura & performances su una cima delle Hautes-Alpes) con il filosofo Mathieu Berthaume & il paleontologo Alexandre Delorme, luglio 2011. (Oltre a numerosi articoli e prefazioni), ultime pubblicazioni: - Le voyage en Islande, éd. Alidades, Thonon-les-Bains, 1989. - Poèmes de Prague, éd. Le temps qu’il fait, Cognac, 1992. - Mains silencieuses, éd. U E C, Nicosie, 1994. - Guyane, des espaces et des hommes, éd. A Die, Die, 1998. - Des Lettres en Guyane, éd. Passages d’encre, Paris, 1999. - La Langue de Barbarie, éd. Langue et Espace, Paris, 2000. - Damier, espace du désert et de la montagne au Mali, éd. Langue et Espace, Paris, 2000. - Mouvements de damier, éd. Langue et Espace, Paris, 2001. - Et d’ailleurs, éd. La Fabrique, Marseille, 2002. - Loquace, éd. Wigwam, Rennes, 2003. - Si la montagne parle, éd. Voix d'encre, Montélimar, 2004. - Montagne e parola, éd. Gangemi (bilingue), Roma, 2005. - Cadastre et mailles, éd. IUFM de Bretagne, Vannes, 2005. - La Maison des Peintres de Koyo, éd. Voix d’encre, Montélimar, 2006. - Poèmes souvent marins, con incisioni di Maya Mémin, éd. Rue de Léon, Rennes, 2007. - La mer parle, éd. Leggerete (bilingue ; collezione Scripta Volant), Catania (Sicilia), 2007. - Et danse la montagne, éd. Médiathèque Christine de Pizan, Poissy, 2008. - L’image ou le monde, églises peintes de Chypre, bilingue, éd. CCF, Nicosie (Chypre), 2008. - Dessin, con disegni di François de Asis, éd. Fata Morgana, Montpellier, 2008. - La main de l’horizon, con chine di Robert Groborne, éd. Æncrages & co, Baume les dames, 2009.

Page 45: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

45

- Signes et Levées de Pierres, con Anxo Fernandez Ocampo, éd. Université de Vigo, Espagne, 2009. - La parole en œuvre, con disegni di 6 pittori Dogon, éd. Galerie Accrosonge, Paris, 2009. - Un étranger vient voir Ogo ban, con disegni di 6 pittori Dogon, éd. Aencrages & co, Baumes les dames, 2010. - Voi siete qui, con lo scultore Carlo Sapuppo, éd. Sinapsi, Catania, Sicilia, 2010.

Page 46: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

46

Francesco Barresi nasce nel 1987 a Caltagirone (CT). Frequenta la scuola media “G. Arcoleo” ed entra nell’omonima orchestra scolastica diretta dal maestro Sabino Napolitano rimanendovi per nove anni, partecipando a numerose esecuzioni concertistiche in Sicilia e in Italia. Nel Maggio 2003 partecipa al concorso “Third European Meeting of Young Artists School Festival of Music, Theatre and Cinema” a Pachino; nell’Aprile 2005 partecipa a Comiso al “7° Concorso Nazionale Musicale e 7ª Estemporanea di Pittura” e gli viene conferito il diploma di merito in tastiera. Conseguito il diploma presso il Liceo Classico “B. Secusio” di Caltagirone nell’anno 2005/2006 si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania scegliendo il corso di studi in Lettere Moderne. Nel 2007 collabora con il mensile “L’Inchiostro” stilando vari articoli d’argomento politico e letterario. Nel 2007 e nel 2009 partecipa al concorso di traduzione “William Sharp”. Nel 2009 collabora per breve periodo a “Step1”, periodico telematico d’informazione della facoltà di Lingue e letterature straniere di Catania. Nel Giugno 2010 partecipa al “IX corso di Teoria e Tecniche del linguaggio giornalistico” indetto dal gruppo Medianet, seguendo le lezioni di Vittorio Romano (giornalista presso “La Sicilia”) e Assia La Rosa (giornalista e fondatrice della redazione “I Press”). Attualmente è socio della “Dante Alighieri” di Catania e collaboratore del portale di Filosofia e Teoria delle Scienze Umane “CriticaMente” fondato dal prof. Federico Sollazzo ed è in procinto di pubblicare una tesi sul poeta caltagironese Domenico Marino.

Page 47: Copia di Yves Bergeret - Poema dell'Etna l’uomo che abita le sue pendici, tra lo stupore dei suoi fiotti di lava e la paura di una distruzione imminente». “Persona che pone un

47

(Quaderni di traduzioni, XI, Novembre 2011)