Patriziato di Gerra Verzasca - Patriziati verzaschesi · zione della Comunità politica di Gerra...

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Rivista Patriziale Ticinese 10 N. 1/2012 – N. 284 Alle due assemblee ordinarie, la partecipa- zione non raggiungeva il quorum e si ricon- vocava; per coprire le uscite alla parte ordi- naria di bilancio, si alienava lentamente ciò che restava di un passato in cui tutte le fami- glie residenti avevano dato e contribuito per il bene collettivo; là in alto, la "Marcia", la se- vera montagna che domina il villaggio e a volte crea paure ed apprensioni, era segnata da piantagioni vetuste di bosco sacro, quel bosco eretto a protezione delle case e della strada sul fondovalle, l'alpe del Valdo, la cui sorgente creava problemi, era ormai avviato all'abbandono ed il terreno patriziale al pia- no non era più brucato dagli armenti delle fa- miglie residenti, bensì occupato da posteggi, recinzioni e fili a sbalzo, posati in parte da persone venute da lontano per riattare rusti- ci sulla montagna. In termini moderni, si potrebbe dire che questo piccolo ma orgoglioso patriziato di valle si è dato una mossa; ha ripreso il ban- dolo di una matassa appiattita per ergersi nuovamente quale propulsore nella soluzio- ne di quei problemi locali che la geografia e la definizione stessa di Valle e di Piano, do- vuti al nomadismo dei secoli scorsi, ha po- sto in disparte, rispetto alle priorità della co- munità residente nel villaggio principale. Grazie alla collaborazione con l'Ufficio fore- stale di circondario e al riordino dei confini; grazie alle definizioni di aree patriziali oc- cupate per motivi diversi, sono stati stesi re- Patriziato di Gerra Verzasca La rinascita dal torpore che fino agli anni ottanta ne caratterizzava l'attività e l'odierna proponibilità nell'ambito di un futuro volto al bene della Valle e di tutti i suoi abitanti. di Armando Besomi L’assemblea

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Rivista Patriziale Ticinese 10 N. 1/2012 – N. 284

Alle due assemblee ordinarie, la partecipa-zione non raggiungeva il quorum e si ricon-vocava; per coprire le uscite alla parte ordi-naria di bilancio, si alienava lentamente ciòche restava di un passato in cui tutte le fami-glie residenti avevano dato e contribuito peril bene collettivo; là in alto, la "Marcia", la se-vera montagna che domina il villaggio e avolte crea paure ed apprensioni, era segnatada piantagioni vetuste di bosco sacro, quelbosco eretto a protezione delle case e dellastrada sul fondovalle, l'alpe del Valdo, la cuisorgente creava problemi, era ormai avviatoall'abbandono ed il terreno patriziale al pia-no non era più brucato dagli armenti delle fa-miglie residenti, bensì occupato da posteggi,recinzioni e fili a sbalzo, posati in parte da

persone venute da lontano per riattare rusti-ci sulla montagna.

In termini moderni, si potrebbe dire chequesto piccolo ma orgoglioso patriziato divalle si è dato una mossa; ha ripreso il ban-dolo di una matassa appiattita per ergersinuovamente quale propulsore nella soluzio-ne di quei problemi locali che la geografia ela definizione stessa di Valle e di Piano, do-vuti al nomadismo dei secoli scorsi, ha po-sto in disparte, rispetto alle priorità della co-munità residente nel villaggio principale.Grazie alla collaborazione con l'Ufficio fore-stale di circondario e al riordino dei confini;grazie alle definizioni di aree patriziali oc-cupate per motivi diversi, sono stati stesi re-

Patriziato di Gerra VerzascaLa rinascita dal torpore che fino agli anni ottanta ne caratterizzava l'attività e l'odiernaproponibilità nell'ambito di un futuro volto al bene della Valle e di tutti i suoi abitanti.

di Armando Besomi

L’assemblea

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golamenti con canoni d'affitto ragionevoli,volti a ridare linfa alle finanze e a fermare lalenta emorragia. In questi trent'anni, il patri-ziato di Gerra Verzasca è tornato ad esserequell'Ente di diritto pubblico che nei secoliha saggiamente regolato la vita del piccolovillaggio di Valle, quando il Comune era al dilà da venire e quando le necessità del singo-lo abitante erano in effetti le necessità di tut-ta la collettività e si risolvevano con azionicomunitarie.

Le esperienze del passato e lo sguardo rivolto al futuro

L'attuale Amministrazione, composta dapersone motivate e lungimiranti, ha fatto te-soro del patrimonio morale, affettivo e con-creto, lasciato in eredità dagli antenati chenei secoli hanno lottato contro le avversitàdella natura e per la vita, in un luogo doveun filo d'erba diveniva prezioso ed una ca-pra rappresentava gran parte del patrimo-nio di famiglia. Antenati che in autunno, acausa delle difficoltà di comunicazione,portavano gli animali al pascolo nella Valle

del Cassarate, chiamata Val Lugano e viportavano anche le donne che avrebberopartorito d'inverno. Nell'archivio parroc-chiale di Pazzalino, sono infatti registrati inati delle famiglie residenti a Gerra Vallequali i Tunesi, i Franchini, i Besomi, i Foletta,i Martinenghi ed altri.È veramente straordinario, vedere con quan-to impegno queste persone mantengono vi-vo lo spirito patriziale che rappresenta lozoccolo portante della storia che va cono-sciuta affinché abbia un prosieguo nel futuro.Con la costruzione di un ponte che unisce lacaratteristica frazione di Lorentino, i cui costisono stati completamente pagati e la ristrut-turazione dell'acquedotto al Monte Valdocaricato con 40 mucche e 110 capre, si è da-to avvio al riassetto della zona che ora po-trebbe divenire un centro per l'intera Vallelegato ad attività forestali, agrarie e di pro-muovimento di sviluppo. In questo senso al-cuni progetti sono in corso di valutazione.

Per il momento vi è una sola Assemblea or-dinaria all'anno ma si pensa a ristabilire ledue sedute vista la ripresa dell'attività.

Folta la partecipazione

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Breve cenno storicoAnche il nostro Patriziato, come gli altri delcantone Ticino, trae le proprie origini dallanecessità di unione fra le famiglie residentinell'epoca feudale, allo scopo di meglioproteggersi dalle difficoltà dell'esistenza diquei tempi.La Verzasca di allora, quasi inaccessibile,selvaggia e discosta dai maggiori centriabitati, ha forgiato nelle famiglie autoctonelo spirito del reciproco aiuto, unica via pervincere le carestie, la povertà e le tragediecausate dalle calamità naturali.Se un uomo da solo poco poteva, l'unionedi molti uomini ha permesso di curare ilbosco ed erigerlo a difesa del Villaggio;di dissodare e bonificare campi e pasco-li; di arginare il fiume e costruire le primestrade.La rivoluzione francese e la creazione dellaRepubblica Elvetica una e indivisibile, han-no fuso tutti i Patriziati con il Comune, ma più

tardi, molti di essi, hanno ripreso la loro fun-zione primitiva, i loro diritti e le loro pro-prietà.Il nostro Patriziato è fra questi, ma per parec-chi anni è stato amministrato dal Comune.Quantificare esattamente la proprietà patri-ziale passata a quest'ultimo in quegli anni èdifficile, in quanto mancano parecchie regi-strazioni. Sta di fatto che nel tempo, la nostraCorporazione ha donato o messo a disposi-zione della Comunità politica di Gerra Ver-zasca, tutto il territorio possibile, elargendopure sussidi per opere che il Comune avevadifficoltà a finanziare.Nella legge del 1835, solo i Fuochi patriziavevano diritto al godimento dei beni. Oggiinvece, anche le altre famiglie possono, pa-gando un contributo, usufruire di tali possi-bilità.Il Patriziato è in seguito passato da Corpora-zione di diritto privato, a Ente di diritto pub-blico e con la legge organica patriziale del

Il Patriziato

«Conoscerlo per amarlo»di Armando Besomi. Estratto da un Fascicolo storico steso alcuni anni or sono.

Patrizzi dal luganese Molte le cappelle votive

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1962, si è inserito nell'economia generale infavore di tutta la Comunità.Appartenere al Patriziato, quale discenden-te di un'antica famiglia autoctona, è dunqueuna distinzione che onora l'impegno, la vo-lontà e il coraggio di coloro che, nei secoliscorsi, dando prova di uno spiccato senso disolidarietà umana, hanno creato le basi del-l'attuale Comune.Là dove il Patriziato non esiste, il Comune hadovuto acquistare i fondi indispensabili alleproprie necessità presso i privati, pagandoa volte prezzi esorbitanti per ottenere un'a-rea da destinare a pubblica utilità.Là dove il Patriziato non esiste, nessuno haspeso o spende un centesimo per la curadel bosco dal quale dipende la sicurezza, lasalute e la vita della Popolazione.A Gerra Verzasca, il Patriziato ha dato al Co-mune la possibilità di formarsi e svilupparsi;l'ha sostenuto finanziariamente e con cospi-cue donazioni di fondi dalla sua costituzionead oggi; ha investito ogni anno da sempre einveste tuttora forti somme di danaro percreare un bosco rigoglioso e sano a prote-zione del Villaggio; ha sussidiato la costru-zione e la manutenzione della casa comuna-le, delle strade, dei ponti, dei ripari e di altreinfrastrutture. Il nostro Patriziato ha poi per-

messo a parecchi privati la costruzione distrade per accedere ai propri fondi e l'hafatto senza richiedere indennizzi, con lamassima generosità volta a favorire la Co-munità tutta.L'evolversi di molte situazioni, comuni a tuttele valli ticinesi, hanno negli ultimi anni influi-to molto negativamente anche sul nostro En-te. Lo spopolamento del Villaggio con lapartenza delle famiglie patrizie; la diminu-zione del bestiame; il mancato introito ordi-nario proveniente dall'usufrutto dei beni pa-triziali l'aumento delle imposte cantonali ecomunali sulla proprietà fondiaria e la ne-cessità continua di dover sostituire gli alberidel bosco con piantagioni costose e taglinon redditizi causa le difficoltà per il recu-pero del legname, hanno lentamente, mainesorabilmente, portato il nostro Patriziatonell'impossibilità di poter pareggiare i contid'esercizio.Come una candela che lentamente si con-suma, di anno in anno per far fronte ai man-cati introiti, è iniziata la vendita di terreno sulfondovalle; il ricavo non è bastato a coprire icosti del bosco e anche la volontaria auto-tassazione decisa dai Fuochi patrizi non hasopperito ai bisogni della parte ordinaria dibilancio.

L’agriturismo del Lorentino

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L'Amministrazione patriziale conscia dellasituazione, afflitta per un destino che sem-brava ormai aver segnato inesorabilmentecome lo è stato per altri la fine di una glo-riosa Corporazione vallerana ha deciso direagire, chiamando all'appello la coscien-za di ogni Cittadino patrizio, tentando di ri-svegliare nello spirito di ognuno l'orgoglioassopito nel tempo; I'orgoglio di apparte-nere a Famiglie che hanno saputo, fra diffi-coltà di ogni sorta, scrivere una delle piùbelle e significative pagine della storia tici-nese e di Valle.L'orgoglio infine di dimostrare avantutto a sestessi che iI Patriziato sa amministrarsi e farfronte ai propri impegni resistendo all'urtodella speculazione privata e in favore di tut-ta la Comunità.L'Amministrazione, guidata con passione eimpegno da un presidente che da anni tentadi arrestare lo smembramento dell'Ente hareagito con coraggio e risolutezza, pur sa-pendo di scontrarsi con l'interesse privatodi qualche famiglia patrizia abituata all'usu-frutto gratuito dei beni comunitari; di scon-trarsi con la mentalità di famiglie non patri-zie che non conoscendo la storia, ritengono

discriminante l'istituzione patriziale e discontrarsi infine con l'Autorità politica delComune formata in gran parte da Cittadininon patrizi e che chiede e chiede gratuita-mente appellandosi alla pubblica utilità.È stato un atto di coraggio che malaugurata-mente ha alienato qualche simpatia, da par-te di alcuni che hanno visto regolati e condi-zionati i singoli benefici, ma finalmente do-po tanti anni, i conti sono tornati in attivo; I'a-lienazione di terreno patriziale è stata bloc-cata; ognuno può ora usufruire in modo cor-retto dei beni; i contadini del Villaggio sonofavoriti e sostenuti; la vendita del legname èregolata; i costi del bosco sono coperti ga-rantendo la protezione per tutti gli abitanti ealle assemblee partecipano ora anche i gio-vani, simbolo assoluto della continuità.Il nostro Patriziato, guarda ora all'avvenirecon rinnovata fiducia. L'Adesione massicciadelle Assemblee al processo di rinnova-mento legato all'evoluzione dei tempi, è ilsintomo meraviglioso di una ritrovata co-scienza comunitaria dalla quale potrannotrarre beneficio i nostri figli, ai quali traman-deremo intatto l'immenso patrimonio mora-le lasciatoci in tutela dai nostri avi.

La castagnata patriziale

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«conoscerlo per amarlo» è il titolo sceltoper questo breve cenno storico; per questaveloce carrellata retrospettiva che ha cerca-to di inquadrare per un attimo la lunga cate-na genealogica delle nostre Famiglie, unacatena ininterrotta di uomini che si perdenell'oscurità dei secoli. Una fugace paginadi ricordi, inserita nel nostro piccolo opu-scolo informativo dedicato non solo al CapoFuoco ma a tutta la Famiglia patrizia.Chieda ogni padre, in una delle prossimesere d'inverno, ai famiIiari riuniti attorno aldesco che cos'è, dove e quando è nato il Pa-triziato.Alle domande che certo nasceranno, il pa-dre Capo Fuoco potrà dopo aver spento perun attimo radio e televisione, rispondereraccontando come un giorno, alcuni secolior sono, le povere famiglie del villaggio diGerra Verzasca decisero…

L’amministrazione è così composta:Foletta Saverio, PresidenteMignola Rosetta, Vice PresidenteFoletta Fabiano, Franchini Daniele, Foletta Silvio

La Commissione della gestione si compone di:Tunesi Augusto, Besomi Emanuele, Molinari Germano

Segretaria: Cappelletti Sceila

I cittadini patrizi iscritti sono 1001: Fuochi 908 - Votanti 496

Famiglie patrizie esistenti: Besomi, Besimo, Besomo, Besum, Bianchi, Brazzi, Breschini,Comasci, i Firanza, Firanza, Foletta, Franchini, Frolli, Gnesa, Martinenghi, Massera, Mi-gnola, Molinari, Pedrazzi, Piccaluga, Sasselli, Scalmazzi, Tunesi, Vosti.

Famiglie estinte:Calzascia, Cattà, Jermorasci, Lanini, Lendene, Minerini, Mengoni, Ni-gris, Pacelli, Pescia, Porra, Tomasone.

Importante da sempre, la strada che si snoda tortuosa fra picchi e dirupi, collegando ipiccoli villaggi sorti dove il fiume aveva lasciato uno spazio sul fondovalle o abbarbicatiai pendii scoscesi. La storia di questo percorso è documentata dallo storico AquilinoGnesa, patrizio di Gerra Verzasca, deceduto lo scorso anno, un uomo che con libri e do-cumenti ha lasciato ai posteri la memoria di un passato degno di essere conosciuto. Dal-la sua raccolta di vita contadina d'altri tempi, riprendiamo questo importante capitolo.

La Marcia

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Le Strade

Prima della costruzione della strada carroz-zabile da Gordola a Sonogno, iniziata nel1840 e terminata nel 1875, i trasporti da eper la Valle Verzasca, erano fatti tutti a spallao a dorso di asino o di mulo.Buona parte delle famiglie verzaschesipossedevano un asino, qualcuna un mulo,pochissimi erano i cavalli, adibiti per lo piùper i trasporti sul Piano di Magadino. Posse-dere un asino era come adesso avereun'automobile. C'era solo la strada mulattie-ra, lunga, da Gordola a Sonogno, circa 30km., 5 in più dell'attuale strada carrozzabile,perché scendeva in ogni avallamento, an-che in quelli più profondi della Cazza e del-la Val Porta. Qui la strada era stretta tra alterocce e vi era stata messa una robusta portaper chiudere l'accesso alla valle in caso dipestilenze o la presenza al piano di bandearmate. Ora quel tratto di mulattiera è som-merso dal lago e della porta restano soltanto

i due robusti cardini infissi nella roccia.A Gerra Verzasca la mulattiera (er caréé),passava al "Predell" davanti alla cappella"del comümm", fatta edificare, nel 1655 dalcomune di Brione che allora comprendevaanche Gerra, sotto la direzione di Pietro Ca-scioni fu Pietro (1630 1699) detto Agnesa,lontano antenato di tutti i Gnesa.Il sedime della vecchia mulattiera, dopo co-struita la strada carrozzabile, con decisionedell'assemblea del 21.4.1872, è stato cedutoai privati confinanti nei tratti non più usati. Finoa qualche anno fa si scorgevano alcuni avanzidi muretti a Prato Maggiore (in der Permaioo).Ora, dopo la sistemazione del terreno per fa-cilitare l'uso di macchine agricole, rimangonosolo due cappelle in mezzo al prato.La manutenzione della vecchia mulattieraera affidata ad ogni singolo villaggio, sotto lasorveglianza della comunità della Verzasca.Ogni anno, tutti i comuni prevedevano delle

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giornate lavorative, gratuite, per ogni fami-glia, per rimettere in sesto la mulattiera doveera stata rovinata da valanghe, frane e pulir-la dal bosco invadente.I sentieri che collegavano e, in parte colle-gano, le diverse località erano circondati damuretti dove attraversavano proprietà priva-te (i caréé). Quelli di accesso ai monti e allealpi erano mantenuti in efficienza dai privatiinteressati. Anche per questi c'erano ognianno, dei lavori di manutenzione. Ora granparte di questi sentieri, lontani dagli abitatidel fondovalle, sono scomparsi o impratica-bili, sommersi dal bosco invadente. Sul fon-dovalle alcuni sentieri sono stati sostituiti daskade carreggiabili.

Il sentierone della valle, che in parte segueil tracciato della vecchia mulattiera, è statorimesso in ordine e mantenuto dall'EnteTuristico di Tenero e Valle Verzasca e cosìpure la strada alta che collega varie alpi,dalla Società Escursionistica Verzaschese,della sponda sinistra della valle. In alcunealpi, le vecchie cascine sono state trasfor-

mate in moderni e comodi rifugi.La strada cantonale della Valle Verzasca (elsctradomm) era chiamata, strada circolareperché costruita sotto la direzione del Cir-colo. È stata costruita in tre tappe. Il primopreventivo generale era in totale di Fr.

L’anziano presidente Efrem Frolli, propugnatore del-la rinascita e l’attuale Saverio Foletta

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381'220 pari a circa Fr. 114'000'000 di ades-so. Un franco di quei tempi aveva un valorecome Fr. 30 di adesso.La prima tappa, di chilometri 3'400, è statacostruita partendo da Gordola, tra il 1840 edil 1845 da un'impresa Rusca di Locarno. Cir-ca 400 metri alla Comuna, dove non c'eraroccia da sbancare, sono stati eseguiti diret-tamente dai verzaschesi un po' di tutta lavalle, gratuitamente. È costata lire cantonali3337,70 pari a Fr. 1'768,60, cioè circa Fr.530'000 di adesso.La seconda tratta, da Vogorno al Chiossettoè stata appaltata a Vincenzo Lucchini nel1864, nato ad Arasio frazione di Montagnola,attinente di Frasco, figlio dell'ing. PasqualeLucchini, progettista del ponte diga di Meli-de, inaugurato nel 1847. Il lavoro della se-conda tratta è durato fino al 1870. Era pre-ventivato in Fr. 168'592,50, cioè circa Fr.50'000'000 di adesso.L'ultimo tratto, dal Chiossetto a Sonogno, èstato eseguito da due imprese. Dal Chios-setto al Sasso del Diavolo, all'inizio dei Sas-selli, dopo Brione, da un'impresa Gambonidi Vogorno, chilometri 5,297, per Fr.

52'971,68, circa mezzo milione di Fr. attuali.Dai Sasselli a Sonogno, chilometri 5'532 èstata fatta da un'impresa Pietro Paganetti diMinusio per Fr. 219'000, circa 65 milioni diFr. attuali.Il costo effettivo totale è stato di Fr.704'829,28, pari a circa Fr. 225 milioni attuali.Il 68% della spesa è stato addossato al circo-lo della Verzasca, che lo ha suddiviso ai sin-goli comuni, in ragione di Fr. 160 per abitan-te (Fr. 4800 attuali). il 24% è stato pagatol'8% dalla confederazione.I comuni, per pagare la strada, si sono forte-mente indebitati e, se non erano in regolacon i versamenti rateali, il cantone procede-va alla riscossione tramite i militari, pigno-rando i beni dei cittadini. Per capire un po' lasituazione basta pensare che un operaioprendeva da Fr. 2 a Fr. 2.50 al giorno, lavo-rando dalle stelle alle stelle ed un uomo chefalciava il fieno, spesato, prendeva Fr. 1. , unadonna a zappare o estirpare erba nei campio nei fossi della vigna prendeva 50 centesi-mi al giorno.Assieme ad altri fattori, tra cui l'aumentodella popolazione, la scarsità del suolo colti-

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vato ridotto dalle alluvioni, specialmente daquella del 1868, hanno provocato una forteemigrazione dapprima, dal 1854 al 1860,verso l'Australia e poi verso la California.Emigrazione che si è verificata a ondate finverso il 1950.L'emigrazione ha spopolato i villaggi doverimanevano quasi solamente le donne chedovevano eseguire tutti i lavori anche i piùpesanti.Il servizio postale regolare è stato introdottoin valle verso il 1850. Era eseguito dapprimaa piedi in due tappe: Gordola Lavertezzo eLavertezzo Sonogno. In ogni paese è statoistituito l'ufficio postale, che ora in parte so-no stati soppressi.Con la costruzione della strada carrozzabi-le, il servizio era fatto con una carrozza trai-nata da cavalli, fino al 1924, quando è statosostituito dall'auto postale. Il primo assunto-re è stato Albino Rossi di Lavertezzo.La prima automobile è arrivata a Sonognonel 1904.Il costo del viaggio in posta era però ritenuto,dalla maggior parte della popolazione, trop-

po elevato per le scarse finanze, perciò, perdiversi anni, quasi tutti preferivano fare ilviaggio da e per la valle a piedi, generalmen-te di notte per risparmiare tempo e denaro.Al piano c'era la cosiddetta via Francesca, inparte di origine romana che, seguendo lefalde della montagna, collegava Locarno aBellinzona. L'attraversamento del fiume Tici-no era fatto da due o tre traghetti, finché, ver-so il 1470, è stato costruito il ponte della Tor-retta, presso Bellinzona. Però dopo pochidecenni, nel 1515, è stato distrutto dall'allu-vione causata dalla rottura dell'argine for-matosi con lo scoscendimento del monteCrenone presso Biasca, che aveva formatoun lago che si estendeva fin oltre Malvaglia.Il ponte è stato ricostruito solo dopo tre se-coli, nel 1814.Uno dei traghetti sul fiume Ticino si trovavapoco a monte del ponte ferroviario indicatonella mappa del Piano di Magadino, comevecchio porto (in dialetto al “Casott”), dovec'era una piccola costruzione, piuttosto alta,dove stava il custode e gestore del traghet-to. Non era sempre facile attraversare il fiu-

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me per la forte corrente e anche perché illetto del fiume si spostava ad ogni buzza unpo' forte.Al piano c'erano molte carrali (i caréé), lamaggior parte coperte da pergole (i topi) icui proprietari avevano l'obbligo di tenerein ordine la strada sottostante.Erano pochi anche i sentieri senza pergole.Sulla collina tutto era portato a spalla o adorso d'asino. Per l'uva ed il vino si usava labrenta di legno, da 57 litri (er brenta vegia)poi soppiantata da quella da 50 litri dopol'introduzione, verso il 1850, del sistema me-trico decimale. La strada cantonale (el sctra-domm), da Locarno a Bellinzona, è stata co-struita tra il 1805 ed il 1810 dalla ditta luga-nese, Sassi, Malfanti e Pocobelli. Per questoera chiamata sassosa, malfatta e poco bella.All'interno degli abitati, sia in valle che alpiano, c'erano e in parte ci sono ancora “'isctrecc”, vicoli, alcuni assai stretti.La strada cantonale Bellinzona Locarno èstata asfaltata nel 1931, sistemata e allargataa più riprese.Quella della valle, spostata in parte a segui-

to della costruzione della diga, verso il 1960,è stata allargata e asfaltata verso il 1965.Questa era la viabilità ed i mezzi di traspor-to dei nostri antenati, quasi sempre curvisotto un pesante basto (el basct), la gerla (ersciovera), la cadola (er cadora) o il gerlone(el barghei).

Inaugurazione del nuovo ponte

Il ponte di Lorentino che unisce la frazione con il villaggio