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SPETTACOLO ED EMOZIONI PATRIARCA

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SPETTACOLO ED EMOZIONIPATRIARCA

Anche nell’occasione dei Campionati del Mondo di Ciclismo su Strada (Varese 2008) noi di Totem Sail abbiamo voluto contribuire a questa importante manifestazione internazionale con opere appositamente realizzate dal Maestro Amato Patriarca che, meglio di qualsiasi parola, esprimono l’impegno, la dedizione ed il sacrificio che questo sport richiede.È un momento celebrativo, un appuntamento immancabile per uno sport che è tra i più popolari e annovera Campioni Italiani entrati nella leggenda quali Binda, Coppi e Bartali che solo attraverso sacrifici, duri allenamenti e autentico spirito sportivo sono diventati simbolo di uno sport che deve mantenere, soprattutto oggi, questi principi troppo spesso dimenticati .La Mostra, con dipinti e opere grafiche ed il relativo catalogo, vuole nuovamente evidenziare lo sforzo e l’impegno di Totem Sail, di AAMS, di Microgame e dei Concessionari a sostegno dello Sport e di tutti gli appassionati di Ciclismo e ribadire, anche in questa occasione, come l’ “Intrattenimento“ sia elemento importante del nostro essere quotidiano e come “Internet” abbia indicato la strada della nuova cultura “del gioco e della scommessa” che attraverso la sola abilità sollecitano le aspettative dell’uomo e con le loro innumerevoli possibilità lo riscattano dal quotidiano.

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®Totem sail srl21100 Varese • Via Milano, 20Tel. 0332 239227 • Fax 0332 247182 [email protected] • www.totemsail.it

Varese Mondiale 2008 è stata una bella vittoria, costruita con pazienza, pru-denza e con la consapevolezza di offrire al mondo delle due ruote per la gara più importante della stagione, non un palcoscenico qualsiasi, ma il luogo natio di impareggiabili campioni e il teatro storico di imprese leggendarie, ripercor-rendo così il sogno dei mondiali del 1951.

L’Italia e la Bicicletta, il binomio è inscindibile. Ne circolano almeno trenta milioni, ma probabilmente sono molte di più se si contano quelle che stanno nei solai e nelle cantine, pezzi forti, in qualche caso rari, con la sella grossa, i freni a bacchetta, il telaio solido verniciato di nero opaco, la catena avvolta attorno una corona grande di fianco ai pedali e una piccola, una sola in mezzo alla ruota posteriore. Non esisteva ancora il cambio, inventato da Campagnolo nel 1930, primo e decisivo contributo dell’industria italiana alla storia della bicicletta.

Il mezzo a due ruote che funziona a propulsione umana comincia a venire impiegato quale compagno di lavoro dalle classi più umili; dapprima qualche garzone indaffarato di bottega, poi sciami di operai invadono le strade senza traffico del centro cittadino al sorgere del sole e dopo il tramonto, diretti alle fabbriche o alle case e su migliaia di selle masse contadine approdano alla città, alla fabbrica, alla speranza di una vita migliore. È una pagina di storia sociale della bicicletta che qui non ci compete, ma che pure bisogna aver pre-sente se si vuole capire il ruolo niente affatto soltanto ludico del fedele mezzo di locomozione e di trasporto.

Sempre la bicicletta, nel dopoguerra, col suo miracolo di equilibrio, leggerezza, semplicità ha accompagnato la difficile rinascita del nostro paese, quando le due ruote diventarono il simbolo di un popolo che affronta le salite, prima per riconquistare la libertà, poi per conservarla. Si muoveva in bici il prete di cam-pagna, il maestro di scuola, il portalettere e l’operaio e si muoveva in bici lei, giovane e di gentile aspetto, che dalla sella in giù mostrava “lo scuro mistero” sul quale “il giudizio vuole che lo sguardo di lui non indugi”.

Spesso sulla bicicletta tirava una brutta aria. Era considerata pericolosa, inva-dente, molesta e chi la usava era considerato quasi inaffidabile.

Dovevano arrivare l’elegante e carismatico Binda, il trionfo di Bartali al tour del 1948 e soprattutto le indimenticabili imprese di Coppi a cambiare, a suon di pedalate e con le loro vittorie, l’immagine delle due ruote.

La poca gente che ha visto i ciclisti sfrecciare innanzi ai propri occhi lungo le strade del turismo d’èlite, adesso è una folla che, come un serpentone poli-cromo, si assiepa intorno agli eroi della giornata.

Se i luoghi comuni sui ciclisti siano tramontati definitivamente e difficile dirlo quando certi automobilisti sclerano se davanti a loro si presenta il solito ingom-brante ciclista, certo è, però, che la bicicletta negli anni, ci ha tramandato, esempi di bontà e sacrificio, di utilità e servizio, di fedeltà e romanticismo.

Oggi la bicicletta sta diventando lo strano oggetto del desiderio di sindaci e assessori che, tra mille dubbi, e altrettanti interessi da non ledere, sognano città più umane da percorrere su piste ciclabili.

Siamo andati sulla luna per vedere l’effetto che fa, esploriamo Marte per cer-care un nuovo mondo, ma l’umanità affacciata al balcone del terzo millennio continua a pedalare di gusto.

Totem Sail

Campionati del Mondo di Ciclismo su StradaVarese 22-28 Settembre 2008 Comune di Varese

ARTESTAMPA sas • arti grafiche • stampa digitalevia Belvedere 26 • 21020 Galliate Lombardo (VA) • Tel. +39 0332 949595 • www.arte-stampa.com

GIOCO SICURO

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Varese Mondiale 2008 è stata una bella vittoria, costruita con pazienza, pru-denza e con la consapevolezza di offrire al mondo delle due ruote per la gara più importante della stagione, non un palcoscenico qualsiasi, ma il luogo natio di impareggiabili campioni e il teatro storico di imprese leggendarie, ripercor-rendo così il sogno dei mondiali del 1951.

L’Italia e la Bicicletta, il binomio è inscindibile. Ne circolano almeno trenta milioni, ma probabilmente sono molte di più se si contano quelle che stanno nei solai e nelle cantine, pezzi forti, in qualche caso rari, con la sella grossa, i freni a bacchetta, il telaio solido verniciato di nero opaco, la catena avvolta attorno una corona grande di fianco ai pedali e una piccola, una sola in mezzo alla ruota posteriore. Non esisteva ancora il cambio, inventato da Campagnolo nel 1930, primo e decisivo contributo dell’industria italiana alla storia della bicicletta.

Il mezzo a due ruote che funziona a propulsione umana comincia a venire impiegato quale compagno di lavoro dalle classi più umili; dapprima qualche garzone indaffarato di bottega, poi sciami di operai invadono le strade senza traffico del centro cittadino al sorgere del sole e dopo il tramonto, diretti alle fabbriche o alle case e su migliaia di selle masse contadine approdano alla città, alla fabbrica, alla speranza di una vita migliore. È una pagina di storia sociale della bicicletta che qui non ci compete, ma che pure bisogna aver pre-sente se si vuole capire il ruolo niente affatto soltanto ludico del fedele mezzo di locomozione e di trasporto.

Sempre la bicicletta, nel dopoguerra, col suo miracolo di equilibrio, leggerezza, semplicità ha accompagnato la difficile rinascita del nostro paese, quando le due ruote diventarono il simbolo di un popolo che affronta le salite, prima per riconquistare la libertà, poi per conservarla. Si muoveva in bici il prete di cam-pagna, il maestro di scuola, il portalettere e l’operaio e si muoveva in bici lei, giovane e di gentile aspetto, che dalla sella in giù mostrava “lo scuro mistero” sul quale “il giudizio vuole che lo sguardo di lui non indugi”.

Spesso sulla bicicletta tirava una brutta aria. Era considerata pericolosa, inva-dente, molesta e chi la usava era considerato quasi inaffidabile.

Dovevano arrivare l’elegante e carismatico Binda, il trionfo di Bartali al tour del 1948 e soprattutto le indimenticabili imprese di Coppi a cambiare, a suon di pedalate e con le loro vittorie, l’immagine delle due ruote.

La poca gente che ha visto i ciclisti sfrecciare innanzi ai propri occhi lungo le strade del turismo d’èlite, adesso è una folla che, come un serpentone poli-cromo, si assiepa intorno agli eroi della giornata.

Se i luoghi comuni sui ciclisti siano tramontati definitivamente e difficile dirlo quando certi automobilisti sclerano se davanti a loro si presenta il solito ingom-brante ciclista, certo è, però, che la bicicletta negli anni, ci ha tramandato, esempi di bontà e sacrificio, di utilità e servizio, di fedeltà e romanticismo.

Oggi la bicicletta sta diventando lo strano oggetto del desiderio di sindaci e assessori che, tra mille dubbi, e altrettanti interessi da non ledere, sognano città più umane da percorrere su piste ciclabili.

Siamo andati sulla luna per vedere l’effetto che fa, esploriamo Marte per cer-care un nuovo mondo, ma l’umanità affacciata al balcone del terzo millennio continua a pedalare di gusto.

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Campionati del Mondo di Ciclismo su StradaVarese 22-28 Settembre 2008 Comune di Varese

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“Squadra” 60x80 cm dipinto su tela

PREMESSA

Un pittore quanto mai acuto e sensibile agli avvenimenti come Amato Patriarca non poteva non tradurre in immagini questa manifestazione internazionale dei Mondiali di Ciclismo su Strada. In questa occasione però, Patriarca, ha abban-donato l’immagine quotidiana della bicicletta, più volte presente nei suoi quadri metropolitani, per ritrovarne un’altra più vibrante e animata.

In queste tele lo spettacolo e le emozioni sono andati ben oltre la rappresenta-zione del vero ed i soggetti sono un pretesto per un ricco movimento cromatico che, con capacità tecnica e pittorica diventano vivi e palpitanti.

I suoi “Ciclisti” sono un inno alla giovinezza, all’avventura esistenziale, in un continuo e silenzioso interrogarsi intorno alle difficoltà del percorso umano. I dipinti si sviluppano quindi sul confine tra realtà e sogno, tra la realtà degli immani sforzi e le certe illusioni offerte dalle speranze, così l’immagine diventa simbolo della vita intensa come sforzo per raggiungere la meta.

Le tele di Amato Patriarca assumono particolare consistenza non tanto dal chiaroscuro quanto dalla gradazione ritmica del colore. Certo il suo “fare arte” si accentua man mano che ci propone nuovi soggetti ed istanti della gara. L’atleta è spinto a dare il meglio di sé non solo per singolo spirito di competi-zione, ma anche per dimostrare la forza e la preparazione della propria squa-dra; la vittoria non è solo l’affermazione del singolo ma il frutto di strategie e giochi di squadra.

“Spettacolo ed Emozioni” come espressione di un evento importante ottenuto con composizioni equilibrate dalle tinte brillanti ed al tempo stesso vellutate, quasi bagnate di luce, in cui i soggetti spiccano nella loro studiata finezza esecu-tiva, tutte prerogative artistiche di grande rilievo nell’opera di Amato Patriarca.

Marzio Zaccone

Staccare il gruppo, vedere solo l’asfalto senza ostacoli. Ai lati, gonfio di fascino, il policromo serpentone di folla che si snoda lungo le strade senza soluzione di continuità, tutti in attesa di un emozionante sprint al traguardo. Atleti gagliardi a cavallo di un qualcosa a due ruote chiamato bicicletta.

“Sprint” 80x60 cm dipinto su tela

“In curva” 80x60 cm dipinto su tela

“Volata” 70x70 cm dipinto su tela

OPERE GRAFICHE

La volontà di tradurre queste opere di Amato Patriarca in “litografie” è nata dal desiderio dell’artista di avere un più stretto rapporto con il pubblico e per noi di “Artestampa” di contribuire a questo prestigioso avvenimento.

È solo attraverso adeguati strumenti di riproducibilità e con procedure tecniche innovative che i nostri tecnici sono riusciti, sempre in piena sinergia con l’arti-sta, a studiare, calibrare, elaborare e realizzare queste opere di “Grafica d’Arte” che costituiscono di per sé un “originale d’Arte “ non certo delle “riproduzioni”.

È proprio quando Amato Patriarca numera ed appone la firma a matita su ogni foglio stampato che l’opera di “Grafica d’Arte” assume la sua “dignità artistica” e la sua “originalità”.

Le cinque opere grafiche realizzate formato 80x60 con tiratura 1/150 rappre-sentano momenti significativi del ciclismo ed in particolare:

“ Volata” dove l’ansia del superamento stimola lo spettatore.

“ Sprint “ staccare il gruppo, vedere solo l’asfalto senza ostacoli.

“ In curva“ ai lati gonfio di fascino il policromo serpentone della folla.

“ Squadra“ strategie e ruoli più volte riprovati tra gridanti spettatori.

“ Scatto“ corrono, corrono questi eroi verso la gloria.

Il nostro unico intento nel realizzare queste opere grafiche, è stato quello di conservare integra la caratteristica della pittura di Patriarca: un insieme di tratti e colori immersi in una luce fluttuante tra realtà e sogno.

Angelo Ballerio

“Scatto” litografia 80x60 cm tiratura 1/150

“Squadra” litografia 60x80 cm tiratura 1/150

“Sprint” litografia 80x60 cm tiratura 1/150

“In curva” litografia 80x60 cm tiratura 1/150

“Volata” litografia 80x60 cm tiratura 1/150

Gent (Belgium) Lineart Bologna Arte Fiera 97 New York (USA) Art Expo 97 Palermo Paf 97 Milano Il torchio di via piacenza Milano Miart 97 Vicenza Vicenza Arte 97 Ancona Ancon Arte 97 Genève (Suisse) Europ’Art 97 Strasbourg (France) ArtStrasbourg Milano Spazio Prospettive Moncalieri (TO) Gall. Cavour Padova Arte 97 Bologna Arte Fiera 98 Bari Expo Bari San Donato Milanese (MI) Cascina Roma Milano Miart 98 Padova Arte 98 New York (USA) Art Expo 99 New York (USA) Art Expo 2000 Casale di Scodosia (PD) Kalon Spazio Culturale

Lodi Chiesa dell’Angelo San Donato Milanese (MI) Cascina Roma Cassano Magnago (VA) Hormazd Treviso Gall. Minarte San Giuliano Milanese (MI) Rocca Brivio Sforza Lugano (Suisse) MercArt 04 Fermignano (PU) Gall. Bramante Fermignano (PU) La Piazzetta Magenta (MI) Violarte Milano Circolo della Stampa “Palazzo Serbelloni” Vigevano (PV) Artes Rozzano (MI) Cascina Grande Sesto San Giovanni (MI) Spazio Arte Besnate (VA) I Fontanili Fano (PS) Rocca Malatestiana Bordighera (IM) Gall. d’Arte Bordighera Rimini ENADA primavera 08 Urbino Palazzo del Legato Albani Varese “Marlboro” Via Broggi Roma ENADA 2008

RECENTI ESPOSIzIONI

OPERE

“Scatto” 70x60 cm dipinto su tela

“Squadra” 60x80 cm dipinto su tela

“Sprint” 80x60 cm dipinto su tela

“In curva” 80x60 cm dipinto su tela

“Volata” 70x70 cm dipinto su tela

“Scatto” litografia 80x60 cm tiratura 1/150

“Squadra” litografia 60x80 cm tiratura 1/150

“Sprint” litografia 80x60 cm tiratura 1/150

“In curva” litografia 80x60 cm tiratura 1/150

“Volata” litografia 80x60 cm tiratura 1/150

Testi e redazione Marzio Zaccone - Fotografie Archivio Patriarca - Consulenza grafica Luca BallerioImpaginazione e stampa Artestampa sas Galliate Lombardo, Varese

Nessuna parte di questo catalogo può essere riprodotta o trasmessa. © Artestampa sas

Prima di copertina “Scatto“ 70x60 dipinto su tela

Varese Mondiale 2008 è stata una bella vittoria, costruita con pazienza, pru-denza e con la consapevolezza di offrire al mondo delle due ruote per la gara più importante della stagione, non un palcoscenico qualsiasi, ma il luogo natio di impareggiabili campioni e il teatro storico di imprese leggendarie, ripercor-rendo così il sogno dei mondiali del 1951.

L’Italia e la Bicicletta, il binomio è inscindibile. Ne circolano almeno trenta milioni, ma probabilmente sono molte di più se si contano quelle che stanno nei solai e nelle cantine, pezzi forti, in qualche caso rari, con la sella grossa, i freni a bacchetta, il telaio solido verniciato di nero opaco, la catena avvolta attorno una corona grande di fianco ai pedali e una piccola, una sola in mezzo alla ruota posteriore. Non esisteva ancora il cambio, inventato da Campagnolo nel 1930, primo e decisivo contributo dell’industria italiana alla storia della bicicletta.

Il mezzo a due ruote che funziona a propulsione umana comincia a venire impiegato quale compagno di lavoro dalle classi più umili; dapprima qualche garzone indaffarato di bottega, poi sciami di operai invadono le strade senza traffico del centro cittadino al sorgere del sole e dopo il tramonto, diretti alle fabbriche o alle case e su migliaia di selle masse contadine approdano alla città, alla fabbrica, alla speranza di una vita migliore. È una pagina di storia sociale della bicicletta che qui non ci compete, ma che pure bisogna aver pre-sente se si vuole capire il ruolo niente affatto soltanto ludico del fedele mezzo di locomozione e di trasporto.

Sempre la bicicletta, nel dopoguerra, col suo miracolo di equilibrio, leggerezza, semplicità ha accompagnato la difficile rinascita del nostro paese, quando le due ruote diventarono il simbolo di un popolo che affronta le salite, prima per riconquistare la libertà, poi per conservarla. Si muoveva in bici il prete di cam-pagna, il maestro di scuola, il portalettere e l’operaio e si muoveva in bici lei, giovane e di gentile aspetto, che dalla sella in giù mostrava “lo scuro mistero” sul quale “il giudizio vuole che lo sguardo di lui non indugi”.

Spesso sulla bicicletta tirava una brutta aria. Era considerata pericolosa, inva-dente, molesta e chi la usava era considerato quasi inaffidabile.

Dovevano arrivare l’elegante e carismatico Binda, il trionfo di Bartali al tour del 1948 e soprattutto le indimenticabili imprese di Coppi a cambiare, a suon di pedalate e con le loro vittorie, l’immagine delle due ruote.

La poca gente che ha visto i ciclisti sfrecciare innanzi ai propri occhi lungo le strade del turismo d’èlite, adesso è una folla che, come un serpentone poli-cromo, si assiepa intorno agli eroi della giornata.

Se i luoghi comuni sui ciclisti siano tramontati definitivamente e difficile dirlo quando certi automobilisti sclerano se davanti a loro si presenta il solito ingom-brante ciclista, certo è, però, che la bicicletta negli anni, ci ha tramandato, esempi di bontà e sacrificio, di utilità e servizio, di fedeltà e romanticismo.

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Anche nell’occasione dei Campionati del Mondo di Ciclismo su Strada (Varese 2008) noi di Totem Sail abbiamo voluto contribuire a questa importante manifestazione internazionale con opere appositamente realizzate dal Maestro Amato Patriarca che, meglio di qualsiasi parola, esprimono l’impegno, la dedizione ed il sacrificio che questo sport richiede.È un momento celebrativo, un appuntamento immancabile per uno sport che è tra i più popolari e annovera Campioni Italiani entrati nella leggenda quali Binda, Coppi e Bartali che solo attraverso sacrifici, duri allenamenti e autentico spirito sportivo sono diventati simbolo di uno sport che deve mantenere, soprattutto oggi, questi principi troppo spesso dimenticati .La Mostra, con dipinti e opere grafiche ed il relativo catalogo, vuole nuovamente evidenziare lo sforzo e l’impegno di Totem Sail, di AAMS, di Microgame e dei Concessionari a sostegno dello Sport e di tutti gli appassionati di Ciclismo e ribadire, anche in questa occasione, come l’ “Intrattenimento“ sia elemento importante del nostro essere quotidiano e come “Internet” abbia indicato la strada della nuova cultura “del gioco e della scommessa” che attraverso la sola abilità sollecitano le aspettative dell’uomo e con le loro innumerevoli possibilità lo riscattano dal quotidiano.

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