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1. Coraggio… Andiamo!!!

2. “ Entra nel gioco e gioca la tua parte : un incontro

inaspettato”

3. Lupetti : “Ambiente e legalità”

4. The Pitt Show

5. La guerra dei Totem

6. CRE…DIAMO

7. Caterina Volpicelli: una Santa per il Casale di San

Liborio

8. L’angolo della cucina

9.Freddure

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Di Elena Attardi

l 7/8 Giugno in occasione della

route di Pentecoste anche

Sorrento si tinge d‟azzurro,

vedendo scouts radunati nelle varie

zone per riflettere sul tema del

CORAGGIO!!

Alcuni gruppi della zona Faito,

ovvero, Piando di Sorrento 1, Angri 3,

Angri 2, Angri 1, Stabia 1, Scafati 1,

Scafati 3, sono stati invitati a

riflettere sulle 7 virtù teologali e

cardinali.

L‟incontro ha avuto inizio in piazza

Lauro, formando un enorme cerchio

dinnanzi la piazza, successivamente

ogni gruppo si è spostato nel posto

che gli era stato assegnato per

riflettere sulla virtù che gli era

stata affidata. Le 7 virtù sono:

speranza, temperanza, carità,

fortezza, giustizia, prudenza e

fede.

Al clan Pixys è stato affidato il tema

della speranza, e mediante un dialogo

muto sono emerse tutte le nostre

riflessioni. La speranza vista come

desideri, illusioni, come riferimento

alla realtà in quanto spesso è proprio

la realtà del giorno d‟oggi a reprimere

l‟ultimo briciolo di speranza presente

in ognuno di noi. Secondo Talete: “la

speranza è il solo bene che è

comune a tutti gli uomini, e anche

coloro che non hanno più nulla la

possiedono ancora!”, ed è proprio

cosi, ognuno spera fino all‟ultimo per

poter realizzare i proprio desideri,

ma si può anche donare un pizzico di

speranza ad altre persone che magari

vedono la loro vita già alla fine, ma

I

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infondo non è cosi.

Alle 23:00 i gruppi si sono riuniti

presso la Cattedrale di Sorrento per

una veglia organizzata dal viceparroco

Don Roberto. Durante la veglia i

gruppi sono stati invitati a

rappresentare, mediante qualsiasi

forma di rappresentazione, la loro

virtù e in seguito di esporre la loro

azione di coraggio.

Con il mio clan

come azione di

coraggio abbiamo

scelto “IL

CORAGGIO DI

ESSERCI”, ovvero

il coraggio di

essere presenti in

ogni situazione

triste o felice che

sia.

Durante la route

di Pentecoste

abbiamo

effettuato una

brave visita

all‟ospedale di

Sorrento per fare

un saluto ad una

persona da noi conosciuta. Mentre

passeggiavamo per i corridoi una

signora ci ha chiesto se potevamo

fare un po‟ compagnia ad una paziente

che era un po‟ triste. È stato proprio

questo avvenimento a farci riflettere

sulla nostra azione di coraggio, in

quanto ci siamo posti un breve

interrogativo ovvero :”possiamo

portare un sorriso nel mondo?”. E

dopo quasi un mese dall‟evento io

posso dire che si, si può portare un

sorriso nel mondo e non è cosi

difficile come può sembrare. Noi

abbiamo deciso di rendere concreta la

nostra azione mediante un incontro

con una classe di bambini affetti da

leucemia.

Abbiamo trascorso

una serata insieme

a loro,

organizzando dei

bans e dei giochi

ed è stata una

serata in grado di

cambiare la tua

visione della

realtà, perché alla

fine una ragazzina

ci ha abbracciato

una marea di volte

e non voleva che

noi andassimo via,

e sono proprio

queste le cose che

ti riempiono il

cuore di gioia.

Basta dedicare un

po‟ di tempo agli altri per rendere più

felice sia te stesso sia l‟altro. Il

giorno successivo è stato allestito un

altare all‟aperto presso i

Sacramentini per poter celebrare

insieme la Santa Messa. È stato un

bellissimo evento in grado di radunare

dei ragazzi per riflettere su una

tematica importante e per spronare i

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giovani ad essere sempre attivi. Ma

essere scout è proprio questo

ESSERE SEMPRE PRONTI, essere

sempre al servizio degli altri senza

trarne alcun guadagno economico ma

solo dei benefici personali.

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sera di lunedì 9 giugno i

rover e le scolte del

Gruppo Scout Piano di

Sorrento, insieme ad alcune ragazze

della branca E/G e i rappresentanti

della Comunità Capi, hanno incontrato

un gruppo di bambini in gita a

Sant‟Agata sui due golfi.

I ragazzi, residenti sia in provincia di

Perugia che stranieri, accompagnati

da alcuni genitori e dai volontari

dell‟associazione “Daniele Chianelli” di

Perugia, sono in cura presso il reparto

di Onco-Ematologia Pediatrica di

Perugia, uno dei centri di eccellenza

Di Gianpaolo: “Baloo”

per il trattamento di malattie del

sangue e di neoplasie . Uno dei

punti di forza del reparto è quello

di offrire un importante supporto

psicologico e sociale ai piccoli

pazienti e alle loro famiglie sia

durante il ricovero (con interventi

di musicoterapia, animazione,

giochi, spazi attrezzati,

insegnanti dedicati per la

continuazione dello studio in

ospedale), sia dopo la dimissione

offrendo una struttura per

l‟ospitalità dei bambini e delle famiglie

residenti lontano da Perugia che

necessitano di controlli e altre

terapie dopo la dimissione, e

realizzando tantissime attività per

far trascorrere giorni sereni e

piacevoli nonostante i trattamenti.

La

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Da alcuni anni l‟associazione, grazie ad

una collaudata rete di amici e

contatti, sta realizzando

periodicamente delle gite in giro per

l‟Italia per accompagnare i ragazzi a

conoscere nuovi posti, esattamente

come farebbero i loro coetanei delle

scuole

elementari,

medie e

superiori che

non hanno in

programma

terapie e

controlli in

ospedale.

L‟incontro con i

ragazzi è stato

molto

emozionante:

durante la

cena, tutti i

bambini, anche

quelli più timidi e stanchi(!) per il

viaggio sono stati subito coinvolti da

uno strabiliante Pulcinella Scout che li

ha immersi pienamente nei suoni e nei

ritmi delle tammorre e dei canti tipici

napoletani dell ‟A paranza „ro parent‟ ,

un gruppo locale sempre disponibile

per queste iniziative. Occhi sgranati,

sorrisi contagiosi, passi di danza e

manine che applaudivano hanno

incoraggiato ancora di più gli scout

che con una indimenticabile “danza del

serpente” hanno accompagnato i

ragazzi in una sala più grande dove

sono stati protagonisti di giochi e

bans appassionati, proposti con

grande abilità

in “real time”.

Ma il momento

più

emozionante

della serata è

stata la “caccia

al cinghiale”:

tutti i ragazzi

hanno

immaginato e

attraversato

una “fitta

foresta, un

fiume

impetuoso, una

buia caverna” , gridando a

squarciagola “Ma noi non abbiamo

paura!! ”

Siamo certi che è proprio così: questi

coraggiosi ragazzi hanno imparato a

combattere la paura e la loro voglia di

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vivere e di lottare è stata una

testimonianza forte, capace di

scuoterci dalle nostre “grandi” paure

per le piccole e spesso futili

difficoltà di ogni giorno.

La serata si è così conclusa con foto,

abbracci e saluti e con la promessa di

non perdersi di vista!

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Di Raffaele

Poco tempo fa i nostri lupetti si sono

recati ad un incontro di zona a

Castellamare di Stabia,

dove hanno iniziato ad osservare il

mondo con occhi diversi. Sono stati

posti, di fronte ad un plastico, il

quale mostrava due realtà differenti.

Nella prima parte, un mondo in rovina

distrutto dallo smog e dall'

inquinamento che pian piano lo porta

al degrado ambientale ma anche

sociale; l‟altra parte rappresentava un

mondo idilliaco con numerose piante e

senza sporcizia.

A questo punto, gli è stata posta una

domanda: “ qual è il mondo che

vorresti?

La scelta è apparentemente scontata

,ma quanti di noi non hanno rispettato

e non rispettano ancora questa

scelta?

Quanti desiderano un mondo idilliaco

e paradisiaco ma non fanno alcuno

sforzo per poter realizzare questo

sogni?

Siate sinceri e aprite gli occhi...........

E‟ ciò che i nostri amati lupetti hanno

fatto. Per prima cosa si sono divisi in

gruppi, svolgendo tre attività diverse:

1. plastico

2. fumetto

3. documentario

Il primo gruppo si è adoperato nella

realizzazione di un plastico, facendo

riferimento a quello visto

precedentemente a Castellammare,

dando la possibilità anche a chi non

era presente all‟evento di poter

partecipare alla loro scelta.

Il secondo gruppo ha elaborato un

fumetto con l‟intento di sensibilizzare

la popolazione, la storia trattava di

una lattina che non trovava la sua

collocazione

nel giusto

sacchetto

della raccolta

differenziata.

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Il terzo

gruppo ha

realizzato un

documentario,

con il tema:

“Ambiente e

Legalità”.

In questo

documentario,

il loro

impegno preso

è stato quello di pulire le Tore, una

piccola area boschiva presente in

penisola.

Tutti hanno dato il meglio di se,

anche se all'inizio sembrava davvero

noioso ,ma tutti insieme sono riusciti

a rendere quest‟attività coinvolgente,

ma soprattutto formativa, con un

grande spirito di grande gioco, che

contraddistin

gue lo spirito

di tutti i

bambini.

Grande è

stata la

soddisfazione

, che i lupetti

hanno

provato, dopo

aver pulito quest‟area dando il meglio

di se!

Morale della favola: Anche da piccoli

si può dare un grande contributo alla

realtà che ci circonda, come hanno

fatto i nostri lupetti, cercando di

pulire una piccolissima area del nostro

territorio!

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Di lì a poco

lande e piane

deserte e devaste

furon campi

fertili per

popoli in fasce...

...eresser torri

in montagne

valli e vette,

tre capital

sparse così

colà per terre

di different misura

si riempiron

le tasche

di primi mercati

e dazzi...

...ancor prima

del mattin seguente

Catillus con

la sua gente

di guerra

emanò l' ardua

sentenza,

e da quel giorno

la guerra

imperversa...

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on appena si raggrupparono tutti i nascituri , i tre popoli si divisero in tre

località diverse , dove avrebbero fondato di li a poco le loro capitali.

A nord Catillus con i suoi pinguini eresse tra le pareti di ghiaccio del monte

Borunta , la gelida Pinguonia . A ovest Elengard e i suoi gabbiani fondarono

Gabbiapoli sulla vetta del Turuntori , una delle più imponenti del pianeta e dal clima

torrido e arido che ci sia. Nella piana di Merivius si stanziarono i trichechi , che

sotto il comando di Alabert

edificarono l'avanzatissima Trichesia . Questo trentennio era la prima parte di un

periodo che venne riconosciuto come Golden Age (per ricchezza e per l'unico

periodo di pace in tutta la storia di queste tribù).

Quel giorno a Merivius il sole picchiava forte e i lavori degli ingegneri, mandati da

Rahab procedevano a gonfie vele , nonostante la recente richiesta di Alabert di

ereggere il tempio agli Dei sul sacro monte Atullo, come un mezzo busto di

tricheco, che Rahab in segreto lo progettò ad immagine e somiglianza del suo

pupillo Thanos , che nel frattempo si apprestava a leggere antichi manoscritti e

testi sacri.

Dieci anni dopo il tempio si completò e piacque subito a tutti , tranne che a

Francium (il generale) che aveva notato la somiglianza con Thanos, che da quel

momento cominciò ad odiarlo sempre di più, anche se a Thanos non gli interessava

minimamente , aveva altro a cui pensare , infatti si preoccupava continuamente dei

frequenti malori del re , dovuti alle sue imprevedibili visioni che a detta sua gli

mostravano un futuro cupo e incerto. Presto questo periodo idilliaco terminò. Di

fatti l'anno seguente Catillus inizio ad avere progetti espansionistici, cosa che non

piacque a Francium ed Elengard ; che risposero dichiarandosi guerra a vicenda

.Dieci giorni dopo si recarono tutti sulla terra contesa , l'immensa landa di

Selvezia , sicuramente il luogo più gelido nei paraggi ,che avrebbe offerto ai

pinguini un vantaggio non indifferente. Sul campo di battaglia i pinguini presero

l'iniziativa e si occuparono prima dei gabbiani . Nel frattempo i trichechi

restarono in disparte limitandosi ad osservare e a preparare l'arsenale bellico ,e

sfruttando il tempo a disposizione e il loro ingegno elaborarono alcune strategie

.Elengard la prese di buon grado e con la freddezza di un rapace sfoggiò una vasta

gamma di incantesimi abbattendo le prime fila nemiche ,ma i danni inflitti al

nemico non erano sufficienti a compensare le ingenti perdite subite ,ormai solo la

regina era ottimista tanto che nemmeno l'impassibile Micaedum sperava nella

vittoria. 5 ore e pochi minuti dopo furono violentemente soppressi ;tuttavia

Elengard non era per niente sconvolta e dall'espressione del volto si poteva intuire

che avesse un piano ,decise di conseguenza di restare con i superstiti ad assistere

N

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alla battaglia. Così i pinguini si diressero dai trichechi che non furono minimamente

turbati da questa dimostrazione di forza .

Pochi secondi dopo Thanos sfrecciò verso il nemico e con un colpo di lama tranciò

decine di soldati ,ormai aveva perso il controllo ,la sua ferocia fu la scintilla che

fece scatenare gli animi apparentemente pacati dei trichechi. I pinguini non

riuscivano a resistere ai colpi di cannoni e agli enormi macigni delle catapulte e

come se non bastasse l'elite di Alabert appariva irriducibile ,tanto che bastarono

quattro ore di battaglia per decretare la pesante vittoria di Alabert ,ma a Thanos

non bastava ,voleva uccidere e sviscerare i suoi avversari uno per uno, il suo motto

era stato sicuramente "niente prigionieri" in quei istanti, peccato che tutta la sua

forza non fu sufficiente ad attaccare a Catillus e Nadar ,straordinariamente

protetti da un incantesimo combinato di Elengard, Micaedum e Galabert che

comunque riuscì a stento a resistere ai colpi di rabbia ceca di Thanos

.Successivamente fuggì con il suo esercito invitando alla sua corte il re pinguino

,che non esitò un istante a fuggire e dichiarare la ritirata, prima che i colpi di

Thanos li raggiungessero di nuovo .Tornati a Pinguonia Catillus cadde in antipatia di

Nadar, perchè riteneva che lui sia troppo ingenuo ed incapace a governare un vasto

popolo. Nel frattempo tra le fiamme e le macerie del campo di battaglia tutti i

trichechi esultarono, il fragore delle loro grida di gioia era spropositato

.Esultarono tutti fatta eccezione per Thanos privato della sua vendetta e Alabert

che non fece altro che restarsene in disparte a scuotere il capo, come se non

avesse voluto vincere, come se avesse già visto questa scena più e più volte;

nessuno però ci fece caso. Ora due sono le grandi domande che aspettano una

risposta...cosa nasconde Alabert ?...e...Cosa trama Elengard ?

CONTINUA…

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Durante il consiglio d'inverno ( momento

dove la branca R/S si confronta e

approva cosa fare nei mesi successivi),

abbiamo espresso la volontà di metterci

in gioco con il servizio comunitario.

I capi ci hanno proposto varie

opportunità tra cui quella del cre, realtà

che alcuni di noi già conoscevano, su cui è

ricaduta la nostra scelta.

Il CRE (Centro Riabilitazione Equestre)

Madonna di Rosella presente nel 1992 a Piano di Sorrento. I volontari davano

assistenza a circa 80 persone disabili coprendo tutta l‟area della penisola

sorrentina, da Massa Lubrense fino a Castellamare di Stabia nonché alcune

persone della costiera amalfitana.

Dal 2000 il CRE, grazie ad una convenzione con il comune di Piano di Sorrento, si è

trasferito in un luogo molto più ampio sui Colli di S.Pietro. Qui prosegue l‟attività

di ippoterapia e in modo artigianale e caratteristico sono state costruite delle

stalle, un maneggio composto da tre campi di equitazione di cui uno coperto e

campi con la coltivazione naturale di viti, carciofi, ulivi ed

altro al fine di dare vita a processi rieducativi delle

persone diversamente abili.

Abbiamo dato il nostro meglio per rendere il CRE un

posto migliore aiutando in quel che potevamo.

Da Aprile a Giugno, ogni sabato, per circa tre ore,

abbiamo aiutato gli altri volontari,. cimentandoci in

diverse mansioni dal taglio dell'erba alla pulizia del luogo,

dalla sistemazione della legna alla raccolta delle amarene.

Aiutare i volontari del CRE, ci ha arricchito a vicenda.

Noi abbiamo rafforzato il nostro spirito di gruppo,

imparato cose nuove e stretto amicizia con i volontari,

migliorato le nostre capacità; cercando di rendere il

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centro un posto migliore di come l'abbiamo trovato, cimentandoci in attività in cui

prima non riuscivamo, portando un nostro sorriso.

Queste sono esperienze che ripeteremmo mille e mille volte nella vita senza mai

stancarci, ricordandoci che il nostro motto è: “ PRONTI A SERVIRE!

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el 1839 nasceva a Napoli, in

una famiglia dell‟alta

borghesia, Caterina Volpicelli,

Fondatrice delle Ancelle del Sacro

Cuore di Gesù. Ella incarnava

l‟itinerario, umano e spirituale di una

donna che, per la grande opera di

avanguardia realizzata a favore degli

ultimi della società, si pone al centro

della storia della Chiesa e della

vita cattolica napoletana come

persona di grande fascino

mistico, spirituale ed operativo.

“Santa” fu per la Chiesa che ella

difese in tempi difficili e di

persecuzione, “Santa”.fu per il

popolo per il quale si spese fino

all‟annullamento di se stessa.

La nostra bella Penisola

Sorrentina ebbe la fortuna di

poter pregustare la realtà di

questa preannunciata santità perché

spesso, per motivi di salute, Caterina

Volpicelli si rifugiava nei nostri borghi

per poter respirare aria salubre e

poter così combattere la caducità di

una salute che spesso le impediva di

poter svolgere pienamente quella

missione di presenza e di sostegno

per le donne abbandonate, per i bimbi

orfani e affamati, per coloro che

chiedevano una carezza ed un morso

di pane. Tra i Casali della nostra

Penisola che ebbero la fortuna di

poterla ospitare spicca quello di San

Liborio; infatti in questo borgo il

fratello Vincenzo aveva una villa con

podere

(attuale Villa

Franza alla

Via San

Liborio, 89)

che mise a

disposizione

della sorella

affinchè

potesse

rinvigorirsi e

poter così

tornare a

Napoli per sostenere, guidare e

alimentare la sua grande opera di

conoscenza del Sacro Cuore di Gesù

presente nel grande dono

dell‟Eucarestia. La Santa fu ospite di

questa Villa dal 1882 per quasi dieci

anni, anche se non di

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continuo, e questa particolare

presenza per bontà, sensibilità,

perseveranza e insegnamento che

offriva a tutti, veniva captata dalle

persone del luogo che appunto

precorrendo anch‟essi i tempi

l‟appellavano come “la Santa Signora”.

L‟Ancella del Sacro Cuore, pur tra

difficoltà ed affanni, dovuti al suo

cagionevole stato di salute, era

presente nella ferialità di ogni giorno

con gesti veramente encomiabili di

testimonianza e di operosa santità,

tra questi ricordiamo la catechesi che

svolgeva per i bambini del posto;

l‟attaccamento che dimostrava per le

adolescenti che vedevano nei suoi

consigli e nei suoi insegnamenti la

presenza del Signore; la cura che

prodigava per la Casa di Dio ed infatti

proprio in questa terra baciata dal

Signore pensò all‟opera da dedicare

alle Chiese povere affinché potessero

anch‟esse poter ospitare tra le loro

mura degnamente e decorosamente

Gesù Sacramentato. A proposito di

tale opera si racconta che,

frequentando la piccola Chiesuccia del

villaggio di San Liborio, dedicata

allora alla Natività di Maria, volle

dotarla di un pavimento decoroso per

una dimora del Signore, e pur non

godendo di troppe forze, insieme ad

alcune amiche ed ancelle, si portò di

porta in porta in tutta la Penisola,

bussando alle case dei più facoltosi,

per chiedere un obolo affinché il

pavimento si potesse realizzare…e

così fu, ancora oggi nella piccola

Cappella, ai piedi dell‟altare del Sacro

Cuore, che raccoglie la reliquia della

Santa, su di uno scalino sono state

raccolte queste mattonelle in ricordo

di tanto impegno e tanta santa

dedizione e devozione.

In Penisola Santa Caterina Volpicelli

fondò a Meta una delle sue case, che

divenne presto punto di incontri, di

operosità e di fermento cristiano per

tutti gli abitanti del paese e

dell‟intera Penisola.

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La Santa napoletana, dopo una vita

fervida ed intesa, spesa per il

prossimo in nome degli insegnamenti

evangelici, si spegneva a Napoli il

1894 a soli 55 anni.

Il 2001, il 29 aprile Papa Giovanni

Paolo II la beatificava e la faceva

ancor più conoscere in tutto il mondo.

Gli abitanti della

Penisola Sorrentina

incominciarono così

a rendersi conto

che tra le strade

del loro paese era

passata 100 anni

prima una grande

donna che ebbe la

capacità di

rapportarsi con Papi, Cardinali e Curie

sempre con determinazione, ma con

delicata umiltà, che fecero

apprezzare le motivazioni della sua

opera e la positività del suo zelo.

In San Liborio la percezione di tanta

ricchezza incominciò a sentirsi

ancora più forte quando il Papa

Benedetto XIV, avendone valutato

tutte le sante opere e la bontà dei

suoi carismi, la elevò alla Santità degli

altari il 26 aprile 2009.

Queste sono state dati importanti

che hanno stimolato ancor più la

coscienza e la conoscenza di questa

santa presenza, ritenuta dono unico,

eccezionale e prezioso; con queste

motivazioni il Comune di Piano di

Sorrento, su sollecitazioni degli

abitanti del Casale di San Liborio,

deliberava l‟intitolazione della piccola

piazzetta ubicata avanti alla Cappella

di San Liborio proprio alla sua Santa

Caterina Volpicelli.

La cerimonia di tale

intitolazione è stata

occasione propizia

per poter ospitare

nella Chiesa

Parrocchiale di

Mortora e poi nella

Cappella stessa di

San Liborio l‟Urna

con i resti mortali della Santa.

Una occasione veramente

straordinaria visto che dopo più di

cento anni Caterina Volpicelli

ritornava in quei posti, che le avevano

ridonato salute e forza e nei quali,

nonostante fosse triste per la sua

lontananza dalla Casa Madre, ella fu

amata e seguita soprattutto per gli

insegnamenti evangelici che ella

incarnava con una vita vissuta in

preghiera, in adorazione continua a

Gesù Sacramento ed in continuo

fermento di opere e di esempi

concreti di impegno cristiano.

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I primi giorni del mese di maggio di

quest‟anno l‟Urna è stata accolta

solennemente da una folla commossa

di fedeli nella Piazza di Mortora

insieme al nostro Arcivescovo

Francesco, al Sindaco Giovanni

Ruggiero, al nostra Parroco don

Francesco. Dopo una solenne

Celebrazione Eucaristica nella Chiesa

di Mortora si è proceduti a

trasportare con una commovente e

toccante fiaccolata l‟Urna nella

Piazzetta del borgo. Si è proceduti

poi all‟intitolazione della Piazzetta a

Santa Caterina con lo svelamento

della lapide da parte dell‟Arcivescovo

e del Sindaco ed al saluto commosso

di Suor Elena, Vicaria generale delle

Ancelle del Sacro Cuore di Napoli.

Il corpo della Santa poi è stato

portato nella Cappella, nella quale 130

anni prima Caterina Volpicelli si

recava, portata su di una sedia a

braccioli, per pregare davanti alla

Custodia contenente Gesù

Eucarestia…è seguita poi per tutta la

notte una fervente veglia di preghiera

a cura di tanti fedeli accorsi per

venerare le reliquie di una Santa che

sentono da tempo profondamente

vicina.

Il giorno seguente poi ha visto tutta

la Comunità parrocchiale raccolta

nella Cappella per conoscere vita,

santità e miracoli di una donna che

insieme a tanti altri uomini del suo

tempo (il santo medico Giuseppe

Moscati, il Beato Ludovico da Casoria,

il Beato Bartolo Longo, Fra

Simpliciano, …) ha vivificato la Chiesa

con virtuosi esempi di santità e di

forte spiritualità. A sera poi in forma

privata l‟Urna ha lasciato il paese di

San Liborio ed è tornata nella Chiesa

Parrocchiale in Mortora dove il giorno

dopo, giorno del Signore, alla sua

presenza sono stati celebrate le

messe festive. Alle 13,00 al suono a

festa della campana tutta la Comunità

salutava la partenza per Napoli della

Santa, con preghiera di

ringraziamento e applausi partecipati

di condivisione .

A conclusione poi di un evento così

bello ed eccezionale per Piano di

Sorrento, per la Parrocchia di

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Mortora e soprattutto per la frazione

di San Liborio, nel Casale stesso sono

state riproposte nella serata, in

maniera toccante e corrispondente

all‟epoca della presenza della Santa

nel luogo, alcune scene di vita, che

hanno fatto rivivere momenti salienti

della permanenza di Caterina

Volpicelli nel borgo. Un itinerario

guidato da giovani della Parrocchia ha

portato i numerosissimi visitatori

dalla Cappella alla Villa Volpicelli, ora

Villa Franza, attraverso il racconto e

la presentazione delle scene stesse

allestite nei portoni presenti lungo il

tratto di strada. Un modo per

raccontare la vita della Santa nel

Casale attraverso sette scene

significative: Santa Caterina Volpicelli

prostata ai piedi del Sacramento

all‟altare del Sacro Cuore prega in

Cappella; la questua della Santa, di

casa in casa, per poter raccogliere un

gruzzolo di soldi per la realizzazione

del pavimento della Cappella di San

Liborio; la riunione di tutte le donne

del paese, intorno a Santa Caterina,

affinchè potessero prestare l‟opera

del loro ingegno come il ricamo, il

filet, il chiacchierino per realizzare

paramenti, tovaglie e arredi sacri per

le Chiese povere; il trasporto di santa

Caterina su di una sedia a braccioli, da

parte di alcuni abitanti del posto,

dalla casa Volpicelli alla Cappella e

viceversa; il completamento del

grande trattato sulla Verginità

mentre era la Santa era costretta a

stare inferma nel letto di casa

Volpicelli; l‟insegnamento delle cose di

Dio ai bambini e alle loro famiglie che

raccoglieva in casa sua; l‟arrivo del

Curato della Chiesa di Mortora nella

Villa per portare l‟Eucarestia da

conservare nella Cappellina di casa.

Dopo la passeggiata per la stradina

del borgo e dopo aver potuto

conoscer qualcosa di più di questa

grande Santa sono state offerte ai

visitatori delle buone “frittelle

semplici” per poter rifocillarsi e poter

così collegare una esperienza così

bella anche alla semplicità di un

sapore che è sintesi di gente e di

valori che speriamo non muoiono mai

ed il tutto in ricordo di una santità da

rivalutare ed apprezzare.

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La gara di cucina è un‟esperienza del campo che molti gruppi scout hanno per

tradizione.

Eccovi alcuni consigli per affrontarla nel migliore dei modi:

Già prima di partire pensate e decidete il vostro menù, possibilmente

provando e degustando prima i vari piatti.

Portate con voi un piccolo ricettario, fatto anche da voi stessi, con le

ricette migliori, in modo da non restare spiazzati se gli alimenti da cucinare

sono prestabiliti.

Assicuratevi prima di partire per il campo di avere con voi tutto il materiale

da cucina necessario: stoviglie, mestolame…

Distribuite bene i compiti all‟interno della squadriglia: chi cucina, chi

prepara il fuoco, chi si occupa della coreografia, ecc…

Il segreto per una buona gara di cucina è l'organizzazione della squadriglia

ovvero la delegazione dei compiti.

Portate insieme al materiale spezie particolari a vostro piacimento: possono

sempre tornare utili insieme a piccoli abbellimenti decorativi.

Infine se realizzate un forno da campo sarete un passo più avanti degli altri

per tutte

le cose che potete fare.

Il segreto per una buona gara di cucina è l'organizzazione della squadriglia ovvero

la delegazione dei compiti.

Un altro momento importante è la SPESA!!!

Un buon segreto è quello di comprare ingredienti semplici e fare in modo che uno

di questi sia usato in più piatti, punti a vostro favore saranno dati anche dalla

presentazione. Un segreto per una buona presentazione, occorre presentare un

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semplice piatto ma ben decorato con foglioline di qualche spezia o gli ombrellini da

cocktail.

Attrezzi

gli attrezi che bisogna assolutamente avere sono: presine, mestoli, scolapasta,

schiumarola, spatola, vassoi, barattoli…ecc

Un esempio di menù per la gara di cucina

ANTIPASTO:

Focaccine in padella con lardo e rosmarino

praticamente dovete fare la pasta della pizza (farina, acqua, sale, lievito) fatela

lievitare e poi la stendete in monodosi alla buona con le mani, mettete un filo d'olio

in padella, che sia ben calda, e ci fate cuocere queste focaccine girandole una volta

sola. Si gonfieranno velocemente, state attenti a non bruciarle.

Poi da calde le condite col lardo e qualche ago di rosmarino.

Potete sostituire il lardo con della pancetta e il rosmarino con della salvia.

PRIMO:

Pennette filanti al cartoccio

Tagliate a tocchetti le melanzane e le fate friggere con aglio e olio,

successivamente preparate un sugo di pomodoro e tagliate a cubetti della

mozzarella. Cuocete la pasta al dente e la mescolate con melanzane, sugo,

mozzarella e magari del basilico. Avvolgete le monoporzioni in carta stagnola

doppia e poi riponete i pacchetti sulla brace ardente per 5 minuti circa. Ognuno

avrà il suo pacchetto da aprire.

SECONDO

Hamburger di tacchino: mettete in una padella delle cipolle a rosolare con un pò di

olio, poi riponeteci gli hamburger di tacchino mettete il coperchio in modo tale che

gli hamburger rilascino il loro sugo.

Quando la cottura e quasi completa riponeteci una fettina sottile di mozzarella

sopra.

Servite in appositi piatti l‟ hamburger al centro e ,accanto o sopra come preferite,

le cipolle tagliate e il sugo.

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DOLCE:

frittelle al caramello.

qui si usa sempre la pasta delle focaccine, ma si frigge in olio abbondante. Poi in

una padellina a parte si fa caramellare dello zucchero e quando è appena dorato

aggiungere qualche fiocco di burro e un goccio di latte e si lascia intiepidire. Poi si

lascia raffreddare e si versa sulle focaccine.

27euro BILANCIO SPESE

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