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Q CARE – LEONARDO DA VINCI IV.GUIDE DI RIFERIMENTO PER LA CURA. 1. PASSAGGI POSTURALI E TRASFERIMENTI PASSAGGI POSTURALI E TRASFERIMENTI INTRODUZIONE CONSIDERAZIONI GENERALI PASSAGGI POSTURALI Metterlo a sedere bene Da seduto a disteso Da disteso a seduto Da supino a di lato Da un lato a prono TRASFERIMENTI Alzarsi in piedi Mettersi seduti Da seduto a seduto (direttamente) Alzarsi da terra USO DEL SOLLEVATORE Il sollevatore L’imbracatura Posizionamento dell’imbracatura Trasferimento POSTURE NEL LETTO (Spasticità) Supino Semi – supino Da un lato Semi – prono

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Q CARE – LEONARDO DA VINCI

IV.GUIDE DI RIFERIMENTO PER LA CURA. 1. PASSAGGI POSTURALI E TRASFERIMENTI PASSAGGI POSTURALI E TRASFERIMENTI

INTRODUZIONE CONSIDERAZIONI GENERALI PASSAGGI POSTURALI

Metterlo a sedere bene Da seduto a disteso Da disteso a seduto Da supino a di lato Da un lato a prono

TRASFERIMENTI Alzarsi in piedi Mettersi seduti Da seduto a seduto (direttamente) Alzarsi da terra

USO DEL SOLLEVATORE Il sollevatore L’imbracatura Posizionamento dell’imbracatura Trasferimento

POSTURE NEL LETTO (Spasticità) Supino Semi – supino Da un lato Semi – prono

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1. PASSAGGI POSTURALI E TRASFERIMENTI

INTRODUZIONE E’ importante sapere come poter aiutare una persona a muoversi quando questa non è in grado di farlo in modo indipendente. A volte si utilizza la forza, pensando che sia meglio farlo il più rapidamente possibile. Tuttavia se si rispettassero alcune norme e se si provasse a dare il proprio aiuto con calma anzichè frettolosamente, le mobilitazioni e gli spostamenti si compirebbero in modo migliore ed inoltre ci si prenderebbe cura del proprio corpo e di quello della persona da spostare. In queste pagine descriviamo in maniera semplice e visiva alcuni modi per realizzare le mobilitazioni e gli spostamenti. Ne esistono degli altri, e non per tutte le persone valgono gli stessi, per questo motivo consigliamo, in caso di dubbi, di recarsi presso la propria associazione per accertarsi di persona. Abbiamo separato le passaggi posturali dai trasferimenti. Le mobilitazioni sono movimenti che si realizzano su una stessa superficie implicando cambiamenti di posizione o di situazione (passaggi posturali); per esempio: rigirarsi sul letto. Gli spostamenti, invece, vengono fatti da una superficie ad un’altra, come per esempio i movimenti dal letto alla sedia a rotelle o dalla sedia all’automobile (trasferimenti). Inoltre, una stessa manovra diventa differente a seconda del grado di aiuto di cui si ha bisogno, cosicché sono ulteriormente distinte.

CONSIDERAZIONI GENERALI E’ necessario tenere in considerazione alcuni consigli nel momento di realizzare qualsiasi passaggio posturaleo trasferimento al fine di renderli più facili o anche per evitare delle lesioni: Non tirare mai dal collo, il malato non deve usare il nostro collo come punto per aggrapparvisi e tirare. Nel momento di fare uno trasferimento quando muoviamo il busto del malato, dovremmo stare attenti che il malato guardi sempre

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verso il petto, al fine di flettere il collo e di non provocare alcuna lesione. Deve esserci comunicazione fra il malato ed il suo curante, permettendo in tal modo uno trasferimento coordinato. Si potrebbero chiedere al malato le sensazioni che ha provato nel momento di fare il trasferimento per vedere se il modo in cui è stato realizzato è stato quello corretto. Esistono aiuti tecnici per rendere gli spostamenti più agevoli: tavole, sollevatori. In molti casi l’utilizzo di un aiuto tecnico diminuisce considerevolmente lo sforzo del curante migliorando pertanto lo spostamento. Nei trasferimenti dobbiamo sempre fare in modo che la partecipazione attiva della persona malata sia la maggiore possibile; è molto facile infatti, per guadagnare del tempo, cadere nell’errore di rendere disabile colui che è capace.

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PASSAGGI POSTURALI

Metterlo a sedere bene La posizione nella sedia è molto importante, soprattutto se il malato passa molto tempo seduto nella stessa posizione.Una corretta posizione della schiena previene dolori, contratture e favorisce il buon funzionamento dei polmoni e degli organi interni. Una persona senza alcun problema di mobilità, anche se sta 5 ore seduto su di una sedia, cambierà continuamente posizione; cambierà l’appoggio dei glutei, la posizione delle gambe..... però quando una persona con problemi di mobilità sta per ore in una stessa posizione, e non è in grado di fare neanche piccoli spostamenti, una postura corretta diventa di primaria importanza.

Indipendente Per stare seduti comodi il sedere deve toccare lo schienale della sedia. Per fare questo, si inclina il busto in avanti e spingendosi con le braccia sui braccioli si fa scorrere il sedere all’indietro.

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Con poco aiuto Se il malato è capace di sollevarsi ( alzare il sedere con la forza delle braccia ), stando dietro la sedia, collocheremo le nostre mani all’altezza dell’osso del bacino. Chiederemo al malato che inclini il busto in avanti e che sollevi lievemente il sedere. Nel momento in cui il malato lo solleva, lo spingeremo all’indietro.

Si può realizzare la stessa cosa, ma invece di posizionarci dietro, possiamo collocarci avanti e spingerlo dalle ginocchia.

Questa manovra inoltre è consigliata nei casi in cui, avendo dolore alle spalle, non si è in grado di sollevare il busto.

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Con aiuto Se il malato non è in grado di sollevarsi, ci posizioneremo dietro la sedia, gli chiederemo di incrociare le braccia sul suo addome e collocheremo le nostre braccia sotto le sue ascelle fin sopra le sue braccia.

Piegheremo in avanti il suo busto e praticheremo un movimento “ come una virgola” all’indietro e verso l’alto. Dovremmo considerare la nostra posizione per evitare di caricare la schiena: metteremo una gamba più indietro per passare il peso della gamba anteriore a quella posteriore. Possiamo realizzare la stessa cosa, ma invece di metterci dietro al malato, ci collochiamo avanti. Afferrandolo dalla schiena e con le nostre ginocchia contro le sue, lo incliniamo in avanti e contemporaneamente gli spingiamo le ginocchia all’indietro.

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Da seduto a disteso Indipendente Anche se la persona è capace di sdraiarsi da sola, consigliamo di non distendersi direttamente supina, poichè questo produce molta tensione nella zona lombare, e nel caso di spasticità delle arti inferiori, il rialzarsi dal letto potrebbe richiedere molto sforzo. Tutto questo si può evitare se il malato si afferra le ginocchia e si distende mantenendole flesse ( o solamente la gamba affetta ).

Con poco aiuto La manovra sarebbe identica a quella precedente, solo che noi potremmo aiutare il malato ad alzare la/le gamba/e ( mantenendola/e anche flessa/e ). Con il braccio che abbiamo vicino alla testa del malato accompagnamo il suo busto e con l’altro gli prendiamo le gambe. Una volta che la persona è seduta sul letto, ci posizioneremo nel lato in cui lui appoggerà il capo. Cingeremo con un braccio le spalle e con l’altro solleveremo la gamba malata. La persona affetta si distenderà utilizzando come appoggio il braccio più forte.

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Con aiuto Il malato sta seduto sul letto, noi ci collocheremo nel lato in cui appoggerà la testa e circonderemo la sua schiena con un braccio. Con l’altro braccio circonderemo le ginocchia dal basso. Potremmo posizionare sul letto la gamba che gli sta più vicina in modo da poter far girare poi il malato più facilmente. Una volta posizionato, non ci resta che compiere il giro utilizzando il sedere come punto di roteazione. Le nostre ginocchia saranno sempre flesse per evitare di caricare tutto il peso sulla schiena.

Da disteso a seduto Indipendente Il miglior modo per sedersi sul letto è di posizionarsi in primo luogo di fianco. Una volta che è in questa postura il malato deve mettere le gambe fuori dal letto aiutandosi poi a sollevarsi spingendo con tutto il suo peso le braccia contro il letto.

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Con poco aiuto Generalmente la cosa più faticosa per il malato è mettere le gambe fuori dal letto, ma noi potremmo aiutarlo a farlo. E’ altresì possibile che il malato abbia bisogno di venire aiutato per erigere il busto; potremmo tenerlo per un braccio e tirarlo mentre lui/lei si appoggia con l’altro.

Con aiuto Se il malato è supino, per prima cosa lo collocheremo di lato con le gambe flesse. Circonderemo con un braccio le sue gambe passando dietro le sue ginocchia e con l’altro braccio gli circonderemo il busto ( mai il collo ) in maniera tale che la sua testa rimanga appoggiata sul nostro avambraccio. In questa posizione muoveremo le gambe fuori dal letto e con un movimento coordinato faremo sedere il malato sollevando il busto ed abbassando contemporaneamente le gambe.

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Da supino a di lato Indipendente Il malato si trova in posizione supina. Piega il ginocchio opposto a quello che compirà il giro e si aiuta con le braccia spingendo contro il bordo del letto per girarsi. Se non ci riesce potrebbe aiutarsi afferrandosi le mani e con le braccia distese lasciarle cadere verso il bordo del letto girando al tempo stesso il capo e spingendo con la gamba flessa.

Con poco aiuto Dipenderà dal tipo di aiuto di cui ha bisogno. E’ possibile che abbia bisogno solamente che gli si pieghi una gamba o che lo si aiuti nel girare il busto.

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Con aiuto Nel momento di collocarlo di fianco, terremo in considerazione il fatto di dover stare sempre sul lato verso il quale lo gireremo in modo da evitare possibili cadute. Piegheremo il ginocchio della gamba che sta più lontana da noi e la terremo con una mano. Il braccio che sta lungo il fianco verso cui si dovrà girare, lo piegheremo e lo appoggeremo vicino alla sua testa ( se è possibile ). Con l’altra mano prenderemo il paziente per la schiena, proprio all’altezza dell’omero. Con un movimento coordinato lo gireremo posizionandolo di fianco. Se il malato dovrà assumere per molto tempo questa postura ( per delle ore ), è consigliabile posizionarlo adeguatamente ( vedere : posture nel letto ).

Da un lato a prono Indipendente Per mettersi in posizione prona, per prima cosa il malato deve assicurarsi di possedere spazio a sufficienza per girarsi. Se lo possiede, è sufficiente curvare leggermente il busto con l’aiuto delle braccia e girare poi le gambe.

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Con aiuto Per girarlo in posizione prona, stenderemo il braccio del malato ( il braccio sarà quello del lato verso cui lo gireremo ) ( se è possibile ) appoggiandolo lungo il suo busto; in questa maniera, nel girarlo, il busto passerà sopra il braccio ed eviteremo che si contorca.

Una volta posizionato, resterà solo da eseguire un movimento coordinato delle nostre mani girando il malato verso di noi fino a disporlo prono e una volta collocato in posizione prona gli sistemeremo la testa.

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TRASFERIMENTI

Alzarsi in piedi Indipendente Per alcuni malati risulta difficile alzarsi in piedi al primo tentativo, sia per mancanza di equilibrio, sia per disabilità. Premesso questo, i consigli saranno diversi, per cui suggeriamo di consultarsi con qualche esperto per trovare il modo più adatto a ciascuno. Nondimeno, spieghiamo brevemente come si potrebbe fare. Per prima cosa è necessario inclinare un poco il tronco in avanti per poter portare il peso sulle gambe. Ci si può aiutare distendendo le braccia in avanti o spingendosi con loro.

Con poco aiuto Per molti malati, se non sono in grado di farlo da soli, è sufficiente un piccolo aiuto per alzarsi in piedi. Noi ci posizioneremo dalla parte più malata, con una gamba bloccheremo il ginocchio al paziente affinchè non scivoli o si fletta e gli afferreremo il braccio per il gomito e per la spalla.Il movimento deve essere coordinato per avere al tempo stesso la forza necessaria.

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Inoltre gli possiamo tirare con una mano il braccio e con l’altra il pantalone ed aiutarlo in questo modo ad alzarsi.

Con aiuto Ci posizioneremo di fronte al malato, gli chiederemo di circondare con le sue braccia la nostra schiena, le nostre mani saranno posizionate all’altezza dei glutei ( possiamo aiutarci tenendogli i pantaloni ) e con le nostre ginocchia bloccheremo le sue affinchè non scivolino in avanti nel momento esatto dello spostamento. Con le nostre mani guideremo il movimento per tutto il tempo; per prima cosa piegheremo in avanti ( verso di noi ) il suo busto e successivamente lo alzeremo con l’aiuto delle mani e del blocco delle ginocchia. Una volta in piedi, se il malato ci riesce, dovrà fare alcuni passi per avvicinarsi al luogo in cui si vorrà sedere. Nel caso in cui non sia capace lo aiuteremo a girarsi per collocarsi di schiena al posto in cui si vorrà sedere.

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Mettersi seduti Indipendente Quando esistono affaticamento, disabilità o mancanza di equilibrio, è molto frequente che il malato di SM si lasci cadere sulla sedia. Questo gesto può diventare un pò pericoloso se la persona non ha calcolato bene la distanza o se la sedia si ribaltasse. Per questo motivo raccomandiamo di farlo nella seguente maniera: La persona si deve mettere completamente di schiena alla sedia, le parti posteriori delle ginocchia devono toccare la sedia. Appoggiando le mani sui braccioli oppure sulla propria sedia ( per accompagnare l’azione di abbassarsi ) deve inclinare leggermente il busto in avanti e sedersi lentamente.

Con poco aiuto E’ possibile che il malato abbia bisogno di aiuto per sedersi lentamente. Possiamo aiutarlo bloccandogli un ginocchio e afferrandogli un braccio ( prendendolo per il gomito e l’omero).

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Inoltre possiamo disporci dietro al malato e prenderlo dai pantaloni per “ parargli ” l’azione di abbassarsi. In questo modo possiamo inoltre evitare che la sedia si ribalti.

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Con aiuto Se il malato ha bisogno di molto aiuto per sedersi, ciò sta a significare che ha anche bisogno di aiuto per alzarsi in piedi, motivo per cui possibilmente questa manovra sarà la continuazione di quella di alzarlo in piedi. Staremo di fronte al malato, lui con le braccia intorno alle nostre spalle, noi con le mani all’altezza dei suoi glutei ( possiamo aiutarci tenendolo per i pantaloni ) e con le nostre ginocchia bloccheremo le sue affinchè non scivoli in avanti o si fletta. Per metterlo seduto, piegheremo il busto del malato in avanti ( verso di noi ) affinchè l’azione di abbassarsi sia maggiormente sotto controllo. Senza eliminare il supporto delle ginocchia, ci abbassiamo, la nostra schiena sarà sempre diritta e le nostre ginocchia flesse per evitare danni. Dobbiamo avere cura di non cadere in avanti e per evitare ciò, quando ci abbassiamo, dobbiamo gettare il nostro sedere all’indietro.

Da seduto a seduto (direttamente) Nel caso in cui risultasse difficile alzare completamente in piedi il malato, possiamo realizzare il trasferimento in un modo diretto: Indipendente Si posiziona la sedia parallelamente al letto, si toglie il bracciolo dal lato che sta attaccato al letto e si dispongono i piedi a terra, mettendo da parte i poggiapiedi. Con un braccio appoggiato sul letto e l’altro sulla sedia, il malato realizza la spinta,

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facendo scivolare il sedere dalla sedia al letto; non è necessario mettersi in piedi.

Con una tavola per gli spostamenti si facilita molto questo passaggio.

Con poco aiuto Per questo trasferimento il malato potrebbe avere bisogno di un aiuto per spostare il sedere. Possiamo posizionarci avanti a lui, bloccandogli le ginocchia e, tenendolo per il pantalone, aiutarlo a fare il trasferimento.

Possiamo anche posizionarci dietro al malato ( se c’è spazio a sufficienza ) ed aiutarlo a fare il trasferimento tenendolo per la vita.

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Per questo trasferimento e per il seguente ci potrebbe essere di giovamento l’utilizzo di un disco girevole, poichè questo facilita molto la rotazione evitando che le gambe del malato si incrocino.

Con aiuto Se stiamo facendo uno spostamento da una sedia ad un’altra, posizioneremo le sedie a formare un angolo di 90°, mentre se stiamo facendo il trasferimento dalla sedia al letto ( o viceversa ), posizioneremo la sedia parallela al letto ( foto ). Lo collocheremo di modo che la gamba più forte del malato si trovi al lato del letto o della sedia su cui stiamo per metterlo, affinchè possa appoggiare il peso su questa gamba. Si tolgono il bracciolo posizionato sul lato del posto in cui stiamo per mettere seduto il malato, ed il poggiapiedi. Lo spostamento risulterà più facile se il posto dove sta seduto il paziente è più in alto rispetto al posto in cui si dovrà sedere ( in modo che non sia necessario sollevare il sedere ). Ci posizioneremo di fronte al malato, gli chiederemo di circondare con le sue braccia la nostra schiena, le nostre mani saranno situate all’altezza dei glutei ( possiamo aiutarci tenendo i pantaloni ) e con le nostra ginocchia bloccheremo le sue affinchè non scivoli in avanti nel momento di eseguire il trasferimento.

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Con le nostre mani guideremo il movimento in qualsiasi momento; per prima cosa lo piegheremo in avanti ( verso di noi ) e non appena gli solleviamo un poco il sedere, lo giriamo direttamente e lo mettiamo a sedere.

Alzarsi da terra Indipendente Se un malato si trova per terra, è possibile che sia caduto. Se si fosse verificato questo, la cosa principale da fare è di assicurarsi che stia bene. Se il malato non presenta problemi ed è in grado di alzarsi da solo, sarà sufficiente dargli alcuni consigli. Se si trova supino, per prima cosa bisogna collocarlo di fianco, verso il lato più forte ( spostamento ), e lui, con una gamba piegata e con l’aiuto del gomito che spinge contro il pavimento, alzerà lentamente il busto per poter appoggiare la mano e mettersi a quattro zampe.

Una volta posizionatosi a gattoni, deve mettere la gamba più forte in avanti ( postura a cavallo o a cavallerizzo ) ed alzarsi lentamente.

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Se non è direttamente capace di sollevarsi, che gattoni fino a trovare un appoggio ( una sedia, il letto, il divano...). E’ importante che l’appoggio che troverà sia stabile e fisso, che non si ribalti, e che si trovi contro una parete. Appoggiando le mani sulla sedia o sul letto, dovrà mettere poi la gamba più forte in avanti e dovrà alzarsi usando la forza delle braccia e delle gambe.

Con poco aiuto La manovra è uguale a quella precedente, però in aggiunta il malato ha bisogno di aiuto al momento di mettersi a “ quattro zampe ” o al momento di alzarsi in piedi. Se dobbiamo aiutarlo ad alzarsi ci metteremo davanti, le braccia del malato appoggiate sulle nostre e punteremo a terra ciascuno la gamba contraria all’altro. Lasceremo che il malato faccia forza sulle nostre braccia e cominceremo a sollevarlo in modo coordinato.

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Con aiuto Per sollevare una persona da terra, è preferibile cercare un altro aiuto e farlo in due poichè c’è bisogno di molta forza per realizzarlo. Terremo sempre vicina a noi la sedia sulla quale trasferiremo il malato. Il malato si trova supino e ci posizioniamo ognuno da ciascun lato del malato. Gli pieghiamo entrambe le gambe, ciascuno quella più vicina a lui, ed appoggiamo i nostri piedi sopra ai piedi del malato per inchiodarlo al suolo. Successivamente lo aiutiamo a sedersi facendogli circondare con le braccia la nostra schiena. Noi lo afferreremo per il braccio e per il pantalone. Bloccando con le nostre ginocchia le sue e fissandogli i piedi a terra, lo posizioneremo in piedi alzandoci contemporaneamente anche noi.

Se il malato non è in grado di stare in piedi, dovremmo effettuare uno spostamento direttamente sulla sedia. Esistono due modi per realizzarlo:

a) Ci posizioneremo uno dalla parte della testa e l’altro dalla parte dei piedi del malato; la sedia la posizioneremo di fianco al malato. Colui che si posiziona dalla parte dei piedi si preoccupa di piegargli le ginocchia e di prenderlo da sotto le ginocchia. Colui che si dispone dalla parte della testa si preoccupa di piegarlo in avanti e di prenderlo per le braccia. Ogni volta che gli inclineremo il busto, chiederemo al paziente di guardarsi i piedi per non avere un’iperestensione del collo. In questo trasferimento dobbiamo avere molta cura di tenere le nostre spalle ben diritte.

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Con un gesto coordinato ( contando fino a tre...o qualcosa di simile ) lo solleveremo da terra fino alla sedia.

b) Ci posizioniamo ognuno da un lato del malato, la sedia starà dietro al malato. Le gambe del paziente flesse, gli solleveremo il busto come se stesse seduto. Gli circondiamo la schiena da sotto gli omeri e facciamo in modo che il malato circondi anche lui le nostre spalle. Gli prendiamo le gambe da sotto le ginocchia e ci intrecciamo le mani sia sotto le ginocchia sia dietro la schiena ( come la cosiddetta "sedia del papa”). In modo coordinato ( contando fino a tre...o cose simili ) lo solleveremo da terra fino alla sedia.

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USO DEL SOLLEVATORE

Il sollevatore Il sollevatore è un ausilio tecnico che ci permette di eseguire spostamenti con poco sforzo. E’ consigliabile il suo utilizzo quando gli spostamenti da fare nel corso della giornata sono numerosi, così da evitare lo sfinimento del curante. Esistono diversi tipi di gru pertanto è importante scegliere il modello che maggiormente si adatta sia alle esigenze del malato e del curante, sia all’ambiente ( grandezza della casa, larghezza delle porte....).

Il sollevatore più diffuso è quello base che è costituito da un braccio mobile che si eleva, di forma idraulica o elettrica, su cui c’è un uncino in cui si aggancia l’imbracatura.

Il sollevatore da soffitto è costituita da alcuni binari installati sul tetto in cui si aggancia l’imbracatura. Il vantaggio è che occupa poco spazio e che il malato stesso si può spostare in

maniera autonoma anche se il trasferimento è limitato ai luoghi in cui c’è l’installazione dei binari.

L’imbracatura Si chiama imbracatura il tessuto che avvolge il paziente e che dopo si aggancia all’uncino. Esistono diversi tipi di imbracature a seconda delle esigenze e della taglia dell’utente. La cosa migliore è chiedere un consiglio per scegliere l’imbracatura più adatta nel caso si necessiti l’ausilio di una gru.

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Questa è l’imbracatura più comune, possiede due grappe da disporre al di sotto di ogni gamba. Questa imbracatura si posiziona allo stesso modo di quella precedente però lascia scoperta la zona del sedere per poter essere utilizzata al bagno o nella pulizia intima. Questa è un’imbracatura dalla seduta lunga con cui la persona è completamente coperta, con la testa e tutto il busto sostenuti.

Posizionamento dell’imbracatura Disteso:

Il malato viene posizionato di fianco e sotto il suo corpo viene messa un’estremità dell’imbracatura.

Successivamente viene posizionato dall’altro fianco e si prende l’estremità che era stata messa sotto.

Una volta supino, avremo collocato l’imbracatura. Una volta in posizione supina, si collocano le estremità che circondano le gambe. Bisogna avere cura di non lasciare molte pieghe o increspature perchè potrebbero danneggiare il malato.

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Si aggancia

l’imbracatura all’uncino. Se dobbiamo mettere il malato seduto, conviene collocare le estremità del busto

nella posizione più corta e le estremità delle gambe nella posizione più lunga; così facendo quando lo alzeremo starà già praticamente seduto. Nel momento di agganciare le estremità delle gambe, abbiamo due possibilità. Possiamo lasciare le gambe divaricate ( collocando ogni gamba sul lato corrispondente ) oppure possiamo unirle ( incrociando le estremità ). Sceglieremo o l’una o l’altra possibilità a seconda del tipo di paziente, se scivola è preferibile incrociarle, se ha spasticità negli abduttori è meglio aprirle...

Seduto: Per collocare l’imbracatura ad una persona che sta seduta, per prima cosa gli metteremo la parte in corrispondenza della schiena e successivamente le estremità delle gambe. Gli piegheremo il busto in avanti ( se non possiede un buon equilibrio è preferibile posizionarci avanti al malato per infondergli sicurezza ) ed infileremo l’imbracatura dietro la schiena. Successivamente collocheremo le estremità per le gambe sotto le ginocchia. Una volta collocata l’imbracatura la agganceremo alil sollevatore.

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Terra: I passi da seguire sono gli stessi che da disteso, la differenza risiede nel modo in cui avviciniamo il sollevatore al malato. Dipenderà dallo spazio di cui disponiamo e dalla mobilità che possiede il paziente. Esistono diverse possibilità:

Trasferimento Per spostare il malato con il sollevatore da un luogo ad un altro, occorre considerare diversi aspetti. In primo luogo dobbiamo assicurarci che il sollevatore abbia il freno. Aiuteremo il malato ad alzare, se ne ha bisogno, la testa mentre solleviamo il sollevatore. Si può girare il gancio per mettere seduto il malato in un’adeguata posizione. Nel momento di farlo sedere è importante sollevargli il sedere fino allo

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schienale della sedia per evitargli di trovarsi troppo disteso con il rischio di cadere. Possiamo farlo standogli davanti ( spingendogli le gambe mentre abbassiamo il gancio ) o dietro ( tenendogli il sedere un poco sollevato mentre abbassiamo il gancio). Se il malato è capace, possiamo chiedergli di manovrare lui il comando in modo che noi possiamo avere entrambe le mani libere. Nel caso in cui dobbiamo distendere il malato, l’unica cosa da considerare è quella di accompagnare l’abbassamento sostenendogli la testa in caso di bisogno.

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POSTURE NEL LETTO (Spasticità) In alcuni casi, sia perchè il malato soffre di spasticità ( rigidità ) sia perchè sta molto tempo nel letto, è importante considerare alcuni aspetti: Occorre cambiare la postura ogni 2 ore. Una persona senza problemi di mobilità si muove continuamente mentre dorme; al contrario, una persona con limitazioni nei movimenti a volte potrebbe rimanere per 8 ore nella stessa posizione. La mancanza di mobilità fa sì che durante tutto questo tempo siano sempre le stesse parti del corpo a ricevere pressione ( talloni, ginocchia, osso sacro, testa...) e questa pressione potrebbe provocare un danneggiamento alla pelle insieme ad una mancanza di apporto di sangue provocando alcune ferite chiamate “ piaghe da decubito ”. E’ molto difficile guarire da queste piaghe pertanto è importante evitarle. Evitare posture che aumentano la spasticità: nel caso in cui il malato presentasse spasticità è importante evitare di posizionarlo in maniera tale da incrementarla; per sapere esattamente quali sono le migliori posture è importante consultare il proprio medico oppure un fisioterapista. Qui spieghiamo le posture migliori:

Supino

E’ importante tener presente l’importanza della postura per evitare contratture o limitazioni articolari.

Piedi: Dobbiamo stare attenti a non farli rimanere allungati nel caso in cui la persona sia costretta a trascorrere molto tempo sul letto. Se il letto dispone di una sbarra o di una tavola nella parte dei piedi, potremmo porre un cuscino o un asciugamano sotto i piedi del malato per aiutarlo a mantenere una flessione delle caviglie di circa 80º.

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Ginocchia: E’ preferibile tenerle leggermente flesse per ridurre la tensione che una completa estensione potrebbe provocare. Questo consiglio è importante per quei malati che possiedono spasticità alle gambe. Anche: Le anche tendono ad aprirsi o a chiudersi a seconda del malato. Cercheremo di mantenere una posizione neutra. Nel caso in cui tendessero a chiudersi, collocheremo un cuscino o un guanciale fra le ginocchia, sia per evitare uno stretto contatto fra di loro sia per evitare le piaghe da decubito. Nel caso in cui tendessero a separarsi, potremmo collocare un cuscino su ciascun lato della gamba ( della biancheria da letto li sorreggerebbe ). Busto e testa: E’ importante che stiano correttamente allineati, eviteremmo che la testa sia eccessivamente flessa o allungata. La scelta del cuscino è fondamentale se il malato deve stare per molto tempo a letto. Possiamo collocare due cuscini incrociati di modo che si possono alzare anche le spalle evitando un’eccessiva flessione del collo. Arti superiori: Nel caso in cui il malato presentasse spasticità e le braccia tendessero a piegarsi, le collocheremo leggermente allungate ( non completamente distese perchè questo probabilmente provocherebbe del dolore ) aiutandoci con cuscini o guanciali. Faremo anche in modo che le mani non restino chiuse.

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Semi – supino Questa postura è quasi uguale alla precedente, l’unica

differenza è che se il malato si affatica molto a stare in posizione supina, o se questa posizione gli provoca del dolore,....possiamo collocargli un cuscino sotto la schiena ( solo da un lato dall’omero all’anca ) cosicchè il paziente sta leggermente inclinato. In questo modo cambieremmo la pressione dei glutei e delle anche senza posizionarlo completamente di fianco.

Da un lato Gambe: La posizione delle gambe è molto importante per evitare punti di pressione e per permettere una postura stabile riducendo in tal modo la spasticità. La gamba che resta sotto sarà quasi del tutto distesa. La gamba che è sollevata sarà flessa e vi metteremo sotto un cuscino cosicchè anche l’anca sarà allineata Arti superiori: Se il paziente presenta spasticità faremo in modo che le braccia non siano completamente flesse. Il braccio che resta sotto lo posizioneremo in avanti (cioè a spalla estesa e gomito flesso) e sotto ad un cuscino. Quello che sta sopra lo posizioneremo leggermente flesso sopra ad un cuscino. ( La scelta

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dei cuscini dipende dal fatto che ricoprono meglio l’intera estremità mentre un guanciale ricopre una zona molto più piccola ).

Semi – prono Questa postura è molto simile alla precedente, non è comunque molto raccomandata vista la posizione della testa. Il malato starà in posizione quasi prona, però metteremo un cuscino sotto da un lato, dall’omero all’anca.

Posizionare il malato in posizione completamente prona non è consigliabile, per lo meno per dormire, vista la postura del collo e della testa. Tuttavia si consiglia questa postura a persone con spasticità agli arti inferiori per stirare e poter così rilassare l’anca.