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Pasqua di Solidarietà 5-6-7 aprile 2019 Prenota il tuo uovo Contribuisci alla realizzazione del Centro ILMA FIRMA NEL PRIMO RIQUADRO (SOSTEGNO DEL VOLONTARIATO E DELLE ALTRE ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITÀ SOCIALE) DIAGNOSTICA E VISITE SPECIALISTICHE RIABILITAZIONE ONCOLOGICA RIABILITAZIONE DIAGNOSTICA E VISITE SPECIALISTICHE E ONCOLOGICA DIAGNOSTICA E VISITE SPECIALISTICHE DIAGNOSTICA E VISITE SPECIALISTICHE

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Pasqua di Solidarietà5-6-7 aprile 2019

Prenota il tuo uovo

Contribuisci alla realizzazionedel Centro ILMA

FIRMA NEL PRIMO RIQUADRO (SOSTEGNO DEL VOLONTARIATO E DELLE ALTRE ORGANIZZAZIONI NON LUCRATIVE DI UTILITÀ SOCIALE)

DIAGNOSTICA E VISITE SPECIALISTICHERIABILITAZIONE ONCOLOGICARIABILITAZIONE ONCOLOGICADIAGNOSTICA E VISITE SPECIALISTICHE

E ONCOLOGICADIAGNOSTICA E VISITE SPECIALISTICHEDIAGNOSTICA E VISITE SPECIALISTICHE

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2 Lega contro i Tumori | Marzo 2019

EDITORIALE

Un nuovo anno ci attende che si pre-annuncia ricco di progetti e dieventi, nel solco di quanto da de-

cenni si promuove e si attua, e pure al-l’insegna del miglioramento e dell’inno-vazione di metodi e di contenuti.

Con soddisfazione si ricordano le due ul-time delegazioni attivate – Leverano eUgento – che entrano nella grande rete disedi LILT dislocate nell’intera provincia.

Il Progetto GeNeo, lo studio della ma-trice suolo condotto in 32 Comuni del ter-ritorio e concluso con report finale pre-sentato in conferenza stampa un anno fa(v. sito dedicato geneosalento.it), ripar-te ora come extra GeNeo, su richiesta dioltre 20 Comuni non inclusi nel primo stu-dio. Ciò significa che oltre la metà dei Co-muni del Salento leccese sarà testata permetalli pesanti, diossine e genotossicità.

Per la LILT questa ricerca è significati-va su più fronti. Per le alleanze interisti-tuzionali che ha saputo creare, per i ri-sultati quali/quantitativi emersi, per l’av-vio della ricerca ambientale che, di fatto,inaugura e rimarca la cifra distintiva del

nascente Centro ILMA, il progetto princi-pe della nostra sede provinciale.

Si sottolinea l’originalità e l’innovazionedi questa opera – unica nel suo genere –per i servizi che va a rendere (ricerca scien-tifica indipendente sulle cause ambientalidi malatta, oncodiagnosi di II livello, ria-bilitazione psicologica, riabilitazione fi-sica con palestra e piscina indoor, polomultimediale per convegni, percorsi di-dattico-naturalistici per le scuole con la-boratori di prevenzione) e per la genesicon cui è stata concepita e realizzata, os-sia un’opera per la salute della comunitàe dalla stessa sostenuta economicamen-te mediante donazioni e contributi libe-rali.

Proprio sull’innovativo ed essenzialeCentro ILMA continua, compatto, il coin-volgimento a 360 gradi dei Volontari LILTche intensificano le tradizionali raccoltefondi attraverso le campagne simbolo(Stella della Speranza, Uovo della Soli-darietà, Bomboniere solidali) e attraver-so le molteplici iniziative che vivacizza-no il calendario dell’intero anno, qualieventi culturali, manifestazioni sportive,spettacoli e occasioni di intrattenimento,gare e tornei, beneficenza, aste, ecc. A ciòsi aggiunge la grande mobilitazione per il5X1000, quest’anno, come il precedente,rinforzata dal nuovo spot televisivo neimesi cruciali delle dichiarazioni dei red-diti. E’ importante ampliare la condivisionee la ricerca di supporto presso gli studi dicommercialisti, i singoli nuclei familiari,i CAF per motivare tutti a tutelare la sa-lute del Salento e dei Salentini. Su que-sto chiedo una ulteriore e capillare mas-siccia attivazione.

E’ in corso l’iter dei lasciti testamentariche, a stretto giro, saranno possibilipresso i notai di tutta Italia in favore del-la nostra associazione; già si è acquisitoil patrocinio del Consiglio Nazionale delNotariato.

Dr.ssa Marianna BurlandoPresidente LILTSez. Prov. di Lecce

Un nuovo anno ci attende che si preannunciaricco di progetti e di eventi, nel solco di quantoda decenni si promuove e si attua, e pureall’insegna del miglioramento e dell’innovazionedi metodi e di contenuti

Un intenso programmaper il 2019

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Proseguono i progetti di prevenzione nellescuole rivolti agli studenti, ai docenti, alle fa-miglie; al riguardo, la nostra delegazione pro-vinciale risulta essere la seconda LILT in Italiaper numero complessivo di interventi educati-vo/formativi negli istituti di ogni ordine e gra-do.

A maggio torna, per la terza volta a Gallipo-li, la manifestazione di corsa non competitiva,quest’anno denominata ColouRun per la carat-terizzazione più ludica e giocosa che si è scel-to di imprimere: una festa di colori e di movi-mento adatto a tutte le età, nella stupenda am-bientazione del lungomare gallipolino. Taleevento ad alta partecipazione e successo, in pas-sato è andato a sostenere specifiche attività LILT;questa terza edizione si lega a una manifesta-zione innovativa e di alto spessore scientificoe civile: i Primi Stati Generali della Prevenzio-ne dei Tumori 2019-2020 per la provincia di Lec-ce. Mutuando l’esperienza avvenuta lo scorso no-vembre in Francia – cui la nostra Associazioneha partecipato su mandato LILT nazionale – siprende spunto per indire una grande consulta-zione sociale partecipata, da attuarsi a più li-velli, attraverso specifici laboratori tematici con-dotti da esperti della prevenzione, attraverso laconsultazione pubblica on line sull’apposito sitodel progetto, attraverso la mobilitazione dei gio-vani studenti. Dal dibattito rinveniente dallapiattaforma, dallo stato dell’arte dei laborato-ri condotti da eccellenze e cultori dei vari set-tori, dai report del mondo della scuola si pro-durranno il Libro Bianco e il Manifesto della Pre-venzione da portare a conoscenza della comu-nità tutta, a partire dalle Istituzioni deputatea promuovere e a gestire le politiche della sa-lute.

Quanto elencato costituisce un programma ar-ticolato e impegnativo che ci vedrà, ancora unavolta di più, propositivi e attivi nell’intera pro-vincia. La solidità ultraventennale e le presen-ze organizzate delle sedi e dei gruppi di soste-nitori che crescono anno dopo anno sono il se-gno della nostra autorevolezza e affidabilità. Fre-quenti sono le attestazioni di riconoscenza peril nostro lavoro da pazienti, familiari, enti e al-tre associazioni del terzo settore.

Per onorare poi un grande volontario, Vitto-rio Velotti, che purtroppo abbiamo perduto, pro-seguiremo anche quest’anno un’iniziativa da luiideata, il Premio Inguscio, (divenuto ora do-verosamente “F. Inguscio e V. Velotti”) che ognimarzo, a Melissano, premia il mondo del Vo-lontariato.

E per concludere, mi piace comunicare la re-cente introduzione di monitoraggio, a campio-ne, sull’operato dell’Assistenza Domiciliare On-cologica reso dalle équipe LILT. Le prime sche-de e interviste raccolte a domicilio, nei cinquedistretti sanitari a noi assegnati, fanno rileva-re livelli di Customer Satisfaction molto eleva-ti, per qualità sia tecnica e sia umano-relazio-nale. Quanto peraltro giunge, con mail e com-menti diretti, a proposito di altri due servizi LILTgratuitamente offerti: il Tea Time in Oncologiaa Gallipoli e il trasporto a Lecce per le sedutedi radioterapia.

Andiamo avanti!

3Lega contro i Tumori | Marzo 2019

EDITORIALE

Proseguono a buon ritmo i lavori per la realizzazione del Centro Ilma. Sia-mo finalmente al punto in cui l’ambizioso progetto va prendendo forma eva a configurarsi in tutta la sua grandezza.Completata la parte strutturale degli spazi dedicati alla ricerca e alla ria-bilitazione (inclusa la piscina), agli ambulatori di prevenzione clinica e al-l’auditorium, si sta lavorando alacremente agli impianti e agli infissi.Il sogno della LILT di Lecce sta divenendo dunque realtà, mentre i motiviche ispirarono il progetto sono divenuti drammaticamente sempre più at-tuali. Infatti, l’esplosione dell’incidenza dei tumori in provincia di Lecce ren-de necessario un Centro di Ricerca per lo studio delle cause della malattia,oltre che di un avanzato Centro per la Prevenzione e la Diagnosi Precoce,e di un Centro di Riabilitazione fisica e psicologica.Con soddisfazione, registriamo le tante iniziative solidaristiche, di sostegnoe raccolta fondi, organizzate da associazioni, enti e tanti amici che con-cretamente ci fanno sentire la loro partecipazione al progetto, sentito comevitale per l’interesse della salute e della salvaguardia del nostro territorio.Ai Salentini chiediamo di continuare a starci vicino, aiutarci: abbiamo bi-sogno del sostegno di tutti. Il Centro Ilma veramente deve rappresentarela sfida di tutti al cancro.

I lavori al Centro Ilma

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4 Lega contro i Tumori | Marzo 2019

STATI GENERALI DELLA PREVENZIONE DEI TUMORI

In attesa che la LILT centrale a Romaproceda all’organizzazione di un even-to del tutto inedito nel nostro Paese,

ma già tenuto in Francia alla fine delloscorso novembre, ossia gli Stati Genera-li della Prevenzione dei Tumori (eventoproposto dalla nostra Sezione Provincia-le), la LILT di Lecce ha redatto un pro-getto che intende ripetere quell’esperienzad’avanguardia limitatamente alla nostraprovincia.

Con un deciso cambio di approccio cul-turale nell’affrontare la malattia cancro,l’attenzione verrà posta su tutto ciò chesi potrà fare concretamente e collettiva-mente per evitare che essa insorga, e nonpiù solo sulle misure con cui si tenta di ar-ginarla una volta che si sia manifestata.

Grazie all’esperienza acquisita diret-tamente “sul campo”, anche per aver al-cuni delegati della LILT di Lecce, su be-nestare della sede centrale, partecipatoalla manifestazione parigina del 21 no-vembre 2018, è stato approntato un pro-getto denominato “Primi Stati Generalidella prevenzione dei Tumori nel Salen-to. Ambiente e salute in provincia di Lec-ce: esperienza pilota di indagine cono-scitiva socio-istituzionale e relativa pro-posta di un modello di sviluppo sosteni-bile”.

Tale progetto, che verrà avviato nel-l’anno in corso, verrà concluso nell’au-tunno del 2020.

Sulla scorta dell’azione costante eser-citata in tutti questi anni dalla stessa LILT

di Lecce sul fronte della lotta ai fattoridi rischio, con molteplici interventi resipossibili dalla capillare presenza dell’as-sociazione nella nostra provincia, che van-ta centinaia di volontari raggruppatinelle circa 30 delegazioni e nei tanti grup-pi attivi nei singoli centri, l’obiettivo èquello di coinvolgere e sensibilizzare sutale tematica altri attori, siano essi cit-tadini, istituzioni (le scuole in primis),associazioni di categoria e del terzo set-tore, aziende, ecc.

Si vuole sollecitare tutti, ai rispettivilivelli, a focalizzare l’importanza della pre-venzione, riflettendo sulla sua importanzae a proporre specifiche misure efficaci intal senso.

L’obiettivo primario di questo proget-

STATI GENERALI DELLA PREVENZIONE DEI TUMORI NEL SALENTOMaggio 2019 - Ottobre 2020

Primi Stati Generali della Prevenzionedei Tumori nel Salento

Un evento pilota, proposto dalla nostra Sezione Provinciale, sulla scorta di un’iniziativa tenuta in Francia lo scorso novembre. Si mira al coinvolgimento corale della società per lanciare

la sfida al cancro sul decisivo fronte della prevenzione primaria

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5Lega contro i Tumori | Marzo 2019

to di ricerca è quello di giungere a trac-ciare le grandi linee di una politica di pre-venzione dei tumori che tocchi tutti gliaspetti riguardanti i comportamenti in-dividuali, l’ambiente, il mondo del lavo-ro e quello dell’educazione. Obiettivo se-condario è la realizzazione di un docu-mento (Libro Bianco) con 10 propostespecifiche per 10 settori, sintesi delle in-dicazioni dei laboratori tematici, con-sultazione pubblica on-line e osservazionedei soggetti coinvolti, da presentare al Mi-nistero della Salute.

II progetto prevede la realizzazione inparallelo di cinque fasi principali:

A) attivazione dell’iniziativa Una de-legazione LILT, una scuola, dedicata al tar-get scolastico. Saranno coinvolti studentidella scuola secondaria (11-14 anni)che esprimeranno il loro livello di per-cezione circa i diversi aspetti della pre-venzione primaria, e in particolare di quel-la ambientale, attraverso analisi e pro-poste multimediali.

B) istituzione di 10 laboratori tema-tici guidati da un gruppo di esperti (da3 a 5) sui seguenti temi:- fattori di rischio e fattori di protezio-ne

- modifica del comportamento colletti-vo e individuale

- politiche di prevenzione- cancro e lavoro- cancro e ambiente- democrazia e prevenzione del cancro- disuguaglianze di accesso alla preven-zione

- screening e vaccinazioni: andare oltrele polemiche

- gli attori della prevenzione dei tumo-ri: verso una professionalizzazione

- educazione e prevenzione del cancroC) attivazione della consultazione

pubblica on-line: attivazione di piatta-forma web dedicata sul tema della pre-venzione dei tumori attraverso i temi in-

dicati al punto B).D) rappresentazione pubblica dei ri-

sultati: si prevede l’organizzazione di unconvegno e di tavole rotonde per la dif-fusione, condivisione e discussione del Li-bro Bianco. Nell’occasione saranno mo-bilitati gli studenti degli istituti coinvolti,gli addetti ai lavori dei laboratori tema-tici, i rappresentanti delle istituzioni pub-bliche e private partner.

E) attività di monitoraggio/analisidei dati raccolti; verifica degli stati diavanzamento e delle azioni progettuali se-

condo criteri di effïcacia e di efficienza;customer satisfaction: misurare la sod-disfazione dei benefïciari diretti e indi-retti, delle risorse umane e degli stake-holder.

Gli strumenti metodologici di cui ci siavvarrà sono i seguenti: questionario, fo-cus group con l’esperto, laboratorio di ap-prendimento esperienziale e socio-edu-

cativo, stesura di report, indagine onli-ne su piattaforma dedicata e analisidelle ricorrenze circa i risultati più comunie analizzarli nel tempo (content analysis),elaborazione editoriale del Libro Biancodel progetto di ricerca.

Lo studio ha l’obiettivo di arruolare ol-tre 280 benefïciari al fine di consentireanalisi di sottogruppi significativi. A ognidestinatario (ad es. istituto scolastico) èrichiesto l’arruolamento di almeno 10 stu-denti. Lo studio statistico includerà an-che l’analisi dei dati emersi dalla piatta-forma on-line organizzata sui 10 temi.Sara svolta analisi statistico-descrittivautilizzando opportuni indici quali posi-zione, dispersione e altri parametri si-gnificativi; saranno inoltre prodotte rap-presentazioni grafiche dei risultati otte-nuti.

Nel lungo periodo, sono attesi lo svi-luppo e la disseminazione, nei destina-tari degli interventi attuati dal progetto,di un accresciuto senso di appartenenzaconsapevole al territorio in cui si vive,unitamente alla adesione e proattivitàverso modelli di vita sostenibili nonchépropulsori di innalzare la Quality of Life(per gli organismi viventi tutti: piante,animali, umani). L’elaborazione del LibroBianco (vere e proprie Linee Guida) faràsintesi della produzione intellettualeraccolta; consentirà feconda e preziosaconfrontabilità tra gli output educativi;darà impulso all’investimento della ricercanell’ambito della prevenzione primaria me-diante progetti controllati e randomizzatisui temi trattati.

Partner del progetto sono la Provin-cia di Lecce, il Comune di Gallipoli,l’Università del Salento, la ASL di Lec-ce, Ufficio Scolastico Provinciale diLecce, Ordini Professionali (Medici, Av-vocati, Ingegneri, Architetti, Geometri)e Associazioni di Categoria (Confarti-gianato, Confcommercio, Confindustria,Organizzazioni Agricole) della provinciadi Lecce.

STATI GENERALI DELLA PREVENZIONE DEI TUMORI

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6 Lega contro i Tumori | Marzo 2019

IPrimi Stati Generali della Preven-zione dei Tumori, organizzati dal-la Ligue Nationale contre le Can-

cer, si sono tenuti a Parigi lo scorso21 novembre 2018. Al termine, èstato prodotto un Libro Bianco, con-tenente un piano di prevenzione com-pleto, coerente e innovativo. Il Con-seil économique, social et environne-mental (CESE) è stato un partnerfondamentale del progetto, che ha vi-sto coinvolte, oltre alle Istituzioni, an-che la società civile, non ultima lascuola. In tutto il Paese, infatti, colconcorso della Ligue, in ogni istitutoscolastico sono stati creati dei comi-tati di giovani, che si sono espressisulle iniziative di prevenzione che, aloro parere, dovrebbero intraprender-si.

Sia il CESE, sia le istanze raccolte trai cittadini e i giovani hanno sottoli-neato il fatto che la politica sanitariaè ancora troppo incentrata sulle curee che invece la prevenzione è una del-le principali sfide dei prossimi anni.

L’efficacia della prevenzione del

cancro dipende da un maggiore coin-volgimento individuale e collettivo. Faparte delle politiche sociali, ambien-tali ed economiche. Queste risultan-ze, sotto forma di résolution, votata

all’unanimità nel corso degli Stati Ge-nerali, sono state poste quindi all’at-tenzione del Ministero, affinché sianotradotte in provvedimenti legislativiadeguati.

La résolution,documento conclusivodi questo importanteevento tenuto a Parigi lo scorso 21 novembre, è stato presentato al competenteMinistero, affinché le istanze deicittadini, dei giovanie della società civilevengano tradotte in adeguati ed efficaciprovvedimentilegislativi

Gli Stati Generali della Prevenzionedei Tumori in Francia

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7Lega contro i Tumori | Marzo 2019

In Francia, il cancro è responsabi-le di 145.000 decessi ogni anno, es-sendo la principale causa di morte.Ogni giorno vengono diagnosticati1000 nuovi tumori. Sebbene la mor-talità media sia diminuita, grazie inparticolare al progresso terapeutico, lafrequenza di nuovi casi che si verifi-cano in un anno è in aumento.

Tuttavia, quattro cancri su dieci po-trebbero essere evitati se fosse stataattuata una politica di prevenzione at-tiva, basata su fattori di rischio.

Il cancro è una patologia di origi-ne multifattoriale. I tempi di latenzapossono essere lunghi. I fattori si som-mano senza che sia possibile isolarli.Nonostante queste difficoltà, essistanno diventando piùnoti e valutabili. Il la-voro scientifico sullapercentuale dei tumo-ri che potrebbero es-sere evitati consente dicomprendere meglio iprincipali fattori di ri-schio e il loro effettosull’insorgenza dellamalattia, che si trattidi comportamenti estili di vita (fumo, al-col, raggi UV, alimen-tazione scorretta, se-dentarietà, obesità) oambiente (vari tipi diinquinamento, esposi-zione professionale aprodotti cancerogeni).Mentre i legami tra itumori e questi fattori sono sempremeglio chiariti, tuttavia le informazionial riguardo sono di difficile da acces-so per il grande pubblico e troppospesso non facilmente comprensibili.

Peraltro, si registrano disugua-glianze sociali, amplificate dalle di-suguaglianze territoriali, nei con-fronti del cancro (esposizione ai rischi,screening, prevenzione, cure o alla ge-stione degli effetti collaterali). Aqueste disuguaglianze si aggiungonoin generale quelle generate dal cancrostesso: stigmatizzazione, impoveri-mento, isolamento, precarietà. Ledonne sono particolarmente colpite: ledifferenze in termini di prevenzione,diagnosi, trattamento e gestione de-gli effetti secondari della malattia ri-chiedono misure specifiche, tuttoramolto insufficienti.

Vi è una forte discrepanza tra la co-noscenza, le raccomandazioni pubbli-che, la percezione del rischio da unlato, e l’adozione di regolamenti e pra-tiche più protettivi per la salute, dal-l’altro. Solo il 2-6% (in base alle va-rie fonti) della spesa sanitaria nazio-nale è riservato alla prevenzione: peril CESE è necessario, come prerequisito,un riequilibrio.

Si devono quindi creare le condizioniper una cultura collettiva della pre-venzione del cancro.

Rafforzare la conoscenza delle cau-se del cancro è un imperativo inelu-dibile, per agire a monte sui fattori dirischio comportamentali, occupazionalie ambientali, e per promuovere misu-re protettive. La ricerca dovrebbe mi-rare a: comprendere meglio gli impattidei comportamenti e delle esposizio-

ni, in particolare riesaminando perio-dicamente i pericoli e ampliando labase di queste misure, aggregando lediverse esposizioni, anche su scala na-nometrica; identificare i nuovi controllida effettuare; adattare e chiarire i mes-saggi di prevenzione; misurare e mi-gliorare il loro impatto.

La conoscenza deve essere tra-smessa meglio. Le informazioni devo-no essere trasparenti, accessibili, af-fidabili, comprensibili e basate su datiscientifici verificabili e convincenti. Lafiducia della popolazione, la sua ade-sione ai messaggi e, in definitiva, laqualità della prevenzione dipendono daquesto. Le informazioni dovrebbero es-sere pubblicamente disponibili per tut-ti i fattori di rischio, anche attraver-so un’etichettatura più completa del-

le sostanze nei prodotti per la casa, di-stinguendo se tali rischi sono prova-ti e / o sospettati (e spiegando que-ste nozioni). La tecnologia digitale(piattaforme, applicazioni, tutorial,ecc.) offre un utile vettore per forni-re al pubblico, sotto la supervisionescientifica, informazioni adeguate allasituazioni particolari.

La prevenzione del cancro deve es-sere un obiettivo trasversale di progettie politiche pubbliche, che devonointegrarsi. È necessario intervenire, alivello nazionale e locale, nelle fasi del-la loro definizione e attuazione. Ciò ri-chiede la sensibilizzazione e la for-mazione dei responsabili. Richiedeinoltre che la prevenzione sia un cri-terio guida nella valutazione delle po-litiche e dei progetti proposti, inparticolare attraverso la generalizza-

zione dell’obbligo degli studi sull’im-patto sulla salute e la loro integrazione/ associazione con gli studi di impat-to ambientale.

La prevenzione deve essere attua-ta quanto più vicino possibile alle per-sone, per adattarsi alle particolarità deicontesti e del pubblico.

Deve far parte di una logica globa-le. L’obiettivo deve essere quello di in-tegrare i determinanti della salute, chesono le condizioni finanziarie e ma-teriali di vita (reddito, alloggio, am-biente, accesso alle attrezzature spor-tive...); i determinanti sociali, che,come l’istruzione e l’occupazione, in-cidono sui rischi di sviluppare il can-cro, ma anche su tutte le specificitàlegate al genere o all’infanzia. L’offertadi screening, la valutazione dei loro ri-

STATI GENERALI DELLA PREVENZIONE DEI TUMORI

Résolution

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8 Lega contro i Tumori | Marzo 2019

STATI GENERALI DELLA PREVENZIONE DEI TUMORI

schi e benefici, deve essere parte in-tegrante del percorso di prevenzione.Il CESE chiede il rilancio di una poli-tica di educazione sanitaria attiva edegualitaria e un aumento della ricer-ca sui problemi di salute delle donne,in particolare sui tumori che le ri-guardano. Per quanto riguarda i bam-bini, è particolarmente urgente avviareuna politica specifica di ricerca, pre-venzione e cura.

Tutti devono essere posti nellacondizione di trovare un’offerta di pre-venzione nel loro luogo di cura, chetenga conto della diversità dei biso-gni. È anche essenziale raggiungere lepersone lontane dal sistema di curaagendo nei loro luoghi di vita.

Al lavoro: il coordinamento deglioperatori sanitari e del lavoro è in-sufficiente. Mancano informazioni sul-la salute. Il ruolo della medicina dellavoro e dei rappresentanti del perso-nale va sottolineato. Il CESE e altri or-gani hanno avanzato delle proposte.La questione del cancro è al centro del-l’impegno, in particolare perché il 12%dei dipendenti è esposto a uno o piùagenti cancerogeni nel corso delle suaattività professionali. La prevenzionedel cancro sul lavoro è soggetta alledisposizioni del Codice del lavoro edeve essere resa effettiva. È urgenteconoscere meglio le situazioni diesposizione, provvedere alla sostitu-zione degli agenti cancerogeni ed in-

dividuare e riconoscere meglio i tumoridi origine professionale. Bisogna li-mitare il disinserimento professiona-le e migliorare invece il monitoraggioe il sostegno delle persone colpite,troppo spesso isolate, fornendo con-sigli e informazioni sui loro diritti(compreso il ritorno al lavoro). Su que-sti argomenti, è consigliabile suppor-tare meglio le aziende, in particolarele PMI.

In tutti i luoghi di educazione evita, in famiglia, a scuola e nelle as-sociazioni, si tratta di dare a ogni in-dividuo in tutte le età della vita i mez-zi per farsi carico della propria salu-te in modo autonomo e responsabile.L’obiettivo è quello di essere in gradonon solo di accedere alle informazio-ni, ma anche, attraverso lo sviluppodelle abilità psicosociali, di analizzarlee metterle in discussione. La forma-zione iniziale e continua del personaleeducativo deve essere rafforzata. Èinoltre necessario fornire tempo e crea-re spazi che consentano alla comuni-tà educativa di mettere in comune co-noscenze e buone pratiche. La re-sponsabilità è anche quella delle au-torità locali che devono garantire unambiente e condizioni di scolarizza-zione favorevoli all’attività fisica, allamobilità, all’accesso a una dieta equi-librata.

Bisogna dare sostanza al concettodi exposome (termine coniato dal-

l’epidemiologo americanoChristopher Wild), inter-pretando esaurientementele esposizioni da parte diun individuo a fattori am-bientali nel corso di tuttala sua vita. Per il CESE, ilquarto piano nazionale perla salute e l’ambiente con-tribuirà a ridurre l’esposi-zione e il suo impatto sulrischio di cancro. Raffor-zerà inoltre la prevenzionein sinergia con il piano sa-nitario professionale e ipiani settoriali.

Infine, è importante sta-bilizzare e migliorare leazioni di prevenzione connuovi approcci.

Il rafforzamento dellaprevenzione richiede la in-terdisciplinaretà di mis-sioni e ruoli. Tra gli ope-ratori sanitari, si tratta divalorizzare le competenze

e il tempo dedicato alla prevenzionee alla promozione della salute, raffor-zando determinati corsi di formazio-ne, creandone di nuovi e promuoven-do il lavoro multidisciplinare.

Per il CESE, la interdisciplinarietàcomporta anche il coinvolgimento diuna maggiore diversità di attori nel-la prevenzione. In linea con i suoi pre-cedenti consigli, il CESE esprime l’au-

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spicio che siano meglio riconosciuti idiritti e il coinvolgimento degli uten-ti (pazienti e loro famiglie, e assistenti)nella prevenzione. Si tratta di andareal di là della semplice informazione oconcertazione, organizzando la parte-cipazione allo sviluppo di strategie diprevenzione. Tenere conto delle loro se-gnalazioni, aspettative, suggerimentio riserve, costituisce per il CESE unacondizione per la fattibilità, l’efficienzae l’efficacia delle azioni di prevenzio-ne. In particolare, i pari possono in-tervenire efficacemente nella ridu-zione del rischio: devono essere rico-nosciuti, formati e supportati attra-verso programmi validati. Altri attoriemergenti della prevenzione possonosvolgere un ruolo in azienda, nellascuola, nelle collettività territoriali,nelle associazioni. È necessario raf-forzare la capacità della società civi-le di denunciare pratiche che possonominacciare la salute o l’ambiente (di-ritto di allerta).

Infine, vi è la necessità di organiz-zare e migliorare il lavoro di coordi-namento che questa maggiore diver-sità comporta. Le nuove professioni,incentrate sul coordinamento, la di-sponibilità delle conoscenze, la ge-stione dei progetti, potrebbero esse-re definite da un sistema di riferimentodelle competenze e attestate ufficial-mente da un diploma.

Capire in che modo si origino malattie complesse, come anche i tumori, rap-presenta una delle grandi sfide della medicina di oggi. Non siamo fatti di soligeni. Anzi, più di metà del rischio di sviluppare una certa malattia è dovuta afattori ambientali. In alcuni casi la percentuale raggiunge il 90%.

Da qui la necessità di sviluppare un nuovo paradigma di analisi che comprendalo studio dell’exposoma, vale a dire una mappa dettagliata di tutte le compo-nenti ambientali cui un individuo viene esposto nel corso della sua vita. Fan-no parte di questa analisi le sostanze tossiche presenti nell’aria che respiria-mo o nell’acqua che beviamo. Ma l’analisi dell’exposoma dovrebbe tener contoanche di quanto avviene all’interno del nostro organismo: fenomeni di stressossidativo o processi infiammatori contribuiscono ogni giorno a creare un am-biente «interno» al nostro corpo estremamente dinamico. Ebbene, anche i sot-toprodotti di questi fenomeni biologici, così come la loro interazione con altresostanze, non possono essere trascurati nell’analisi dell’exposoma.

Quello cui si dovrebbe puntare è un progetto che si ispiri a quanto già ap-plicato nel campo della genetica: un tipo di analisi che attraverso lo screeningdi migliaia di geni mira ad individuare l’esistenza di un legame con certe ma-lattie. Lo stesso si dovrebbe fare nello studio dei fattori ambientali. L’analisidelle correlazioni «una sostanza, una malattia» ha dato in passato molti risultatiimportanti, ma è giunto il momento di un affrontare un decisivo salto di qua-lità: solo attraverso l’analisi di tutti i fattori ambientali cui un individuo vieneesposto nel corso della sua vita si possono acquisire informazioni sul ruolo ef-fettivo che essi giocano nell’interazione con i geni di quella persona e nell’in-fluenzare il suo stato di salute.

Certo, mappare tutti gli elementi cui veniamo esposti nell’ambiente non è com-pito da poco, soprattutto se si pensa che ad oggi questo tipo di indagine epi-demiologica viene eseguita tramite questionari: un sistema decisamente pocoaffidabile. Per questo, si è proposto che l’analisi venga eseguita tramite un pre-lievo di sangue. In questo modo, quando la mappa delle sostanze sarà ampliata,si potrà avere una maggiore idea del loro effetto sulla nostra salute proprio lìdove entrano in azione: nel nostro corpo.

Exposomamappare l’ambiente

per comprendere il rischio malattia

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10 Lega contro i Tumori | Marzo 2019

RICERCA

Èpossibile una ricerca scientifica nelcampo della medicina orientata al-l’interesse del paziente piuttosto

che all’ottenimento di un brevetto? Aquesta domanda di fondo Good Phar-ma# tenta di rispondere attraverso unlavoro rigoroso di approfondimentodella storia umana e scientifica di unarealtà di ricerca privata ma orientatasolo al miglioramento della salute pub-blica.

Un libro nato da un incarico di ricercadella Harvard University ad un profes-sore di politiche sanitarie statuniten-se, Donald W Light, e dalla collabora-zione di un professore di sociologia ita-

liano, Antonio F. Maturo, per studiareun modello positivo che potesse co-stituire un controcanto alla devastan-te esperienza di corruzione delle fina-lità degli enti regolatori preposti al-l’approvazione di nuovi farmaci (comel’FDA in USA) e della distorsione dellaricerca scientifica. Il modello è italia-no e nasce all’inizio degli anni ‘60 dal-l’intuizione di due giovani ricercatoridell’Università di Milano, Silvio Garat-tini e Alfredo Leonardi, e dalla fiduciain loro di un gioielliere milanese di altorango dal cui lascito nascerà l’istitutoche porterà il suo nome: Mario Negri,Istituto di Ricerche Farmacologiche.

Lo studio attraversa gli oltre cin-quant’anni di vita dell’Istituto raccon-tando come i suoi princìpi ispiratori sia-no rimasti gli unici punti cardinali chelo hanno guidato: indipendenza e au-tonomia nella metodologia e negliobiettivi, salute pubblica, ricerca del-la soluzione migliore rispetto all’esi-stente. Non è la fredda storia di una isti-tuzione ma la vicenda umana di ungruppo di uomini e donne (molte perl’epoca) che decidono coraggiosamen-te di lasciare l’università per fare ricercaliberamente, senza arcaiche gerarchie efalse riverenze, vivendo dei finanzia-menti acquisiti proponendo progetti di

Good Pharma, utile solo al pazienteUna recensione dell’importante libro americano dedicato all’Istituto “Mario Negri” di Milano e alle sue scelte nel campo della ricerca

Maurizio PortaluriOncologo - Ospedale “Perrino”, Brindisi

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11Lega contro i Tumori | Marzo 2019

ricerca, ma anche grazie a tanti bene-fattori che credono nel disinteresse per-sonale di questo manipolo di pionieri.Una storia che assomiglia tanto a queigermogli da cui originarono nella sto-ria, antica e recente, gli ordini religio-si. L’ostracismo della università italia-na, tanto boriosa quanto inconsisten-te dal punto di vista scientifico, nonscoraggia i pionieri che lavorano in in-glese e sanno scrivere e vincere progettidi ricerca internazionali, sanno tesse-re relazioni con ricercatori di tutto ilmondo. Ben presto anche gli italiani siaccorgeranno di quale stella polare haattraversato il cielo della scienza me-dica del ‘900.

Il Mario Negri (MN) lavora con i me-dici e tutti gli operatori della saluteovunque siano collocati perché la ri-cerca nasce dalla pratica e vi ritornacon i suoi risultati a vantaggio del pa-ziente. Un esempio lampante sonostati gli studi GISSI (Gruppo Italianoper lo Studio della Streptochinasi nel-l’Infarto del Miocardio -IMA), il primopubblicato nel 1986, a cui partecipa-rono 176 centri ospedalieri e oltre11.000 pazienti, e che dimostrò comel’infusione di Streptochinasi quanto piùprecocemente possibile riduce la mor-talità da IMA. Un’evidenza che diven-ne subito pratica quotidiana permet-tendo di salvare moltissime vite uma-ne. La domanda di ricerca deve nasce-re da un confronto con i medici di pri-ma linea e con i pazienti per coglierequale siano gli interrogativi ancora in-soluti e cosa interessi davvero alla sa-lute dei pazienti. Una svolta metodo-logica necessaria perché, osservavanoal MN, solo il 10% degli studi rando-mizzati promossi dall’Industria farma-ceutica fornisce indicazioni utili amigliorare i risultati terapeutici, uni-co interesse dei pazienti e dei deciso-ri politici quando non sono “distratti”

dagli interessi dell’industria farma-ceutica. Per il MN non dovrebbero con-dursi studi di non-inferiorità di nuovifarmaci rispetto a quelli esistenti o stu-di di confronto con placebo perchésono anti-etici e provocano un ingiu-sto danno ai pazienti che ricadono nelbraccio di confronto.

Il MN si è occupato negli anni del-le domande di salute a cui la medici-na riusciva a rispondere in maniera in-sufficiente: malattie cardiologiche, ma-lattie renali, malattie rare. Ma anchedelle emergenze sanitarie: dall’inci-

dente di Seveso prende sviluppo e cre-sce il settore di epidemiologia am-bientale dell’Istituto. Dal 2000 al 2014il MN ha condotto e pubblicato 237 stu-di clinici (appendice 2 p 223) fornen-do sempre soluzioni migliorative dellostato di partenza delle conoscenze: iltrattamento precoce dell’insufficienzarenale, quello già citato dell’IMA, le ma-lattie rare.

Ma il MN pratica e diffonde i suoi me-todi ed i suoi principi di ricerca comeun battello in un mare in tempesta, latempesta generata da molti colossi del-l’industria farmaceutica e dagli enti re-golatori (FDA negli USA ed EMA in Eu-ropa) che conducono studi clinici as-solutamente inadeguati a fornire ri-sposte conclusive e finalizzati solo a im-mettere in commercio farmaci brevet-tati, quindi molto costosi a caricodell’erario, ma di efficacia non superiorea quelli esistenti. Ciò non potrebbe av-venire senza il consenso di molte isti-

tuzioni sanitarie (ospedali che accet-tano di svolgere questi inutili studi apagamento). Ma anche governi e par-lamenti che fissano al ribasso le rego-le per autorizzare un nuovo farmaco. Il-luminanti le connessioni politica-in-dustria nel racconto dello scandalo Pog-giolini negli anni ’90 e la burrascosa au-dizione al Senato di Garattini.

MN non si limita a fare una ricercarigorosa e orientata al bene del pazientenella “torre d’avorio” delle attuali tresedi (Milano e Bergamo e Ranica). Dasubito Garattini utilizza i media co-stantemente per spiegare ad un pub-blico sempre più vasto i risultati ma an-che i problemi della ricerca biomedica.Il MN organizza scuole per giovani daavviare alla ricerca di laboratorio,scuole estive per giovani ricercatori,un’attività dedicata alla partecipazio-ne dei cittadini (Partecipasalute), unarivista di collegamento con il mondo deimedici di medicina generale (Ricer-ca&Pratica).

Una strada costellata da molti suc-cessi con inattese e cospicue donazio-ni, ma anche da insuccessi e “dietro-front”. Un insuccesso è stata la chiusuradel Mario Negri Sud a Chieti per la ca-renza dei finanziamenti pubblici e sulfinire anche per il venir meno degli im-

pegni assunti dall’Università Cattolica.Nel 2013 MN decide di rinunciare a par-tecipare al progetto Innovative Medi-cine Initiative finanziato dalla EU checoinvolgeva istituti di ricerca, univer-sità e industrie farmaceutiche per lo svi-luppo di nuovi farmaci. Glaxo Smith Kli-ne si oppose alla pubblicazione del pro-tocollo che prevedeva, su forte impul-so del MN, la totale trasparenza dei me-todi utilizzati e dei dati ottenuti. Gli al-tri partecipanti non spalleggiarono ilMN. Con questa dimissione dal proget-to MN rinunciò ad un cospicuo finan-ziamento per non derogare ai principietici della ricerca a cui si è sempre ispi-rato.

Un libro di immutata attualità comeimmutata è la necessità di continuaread affermare i principi etici a cui il MNsi è sempre ispirato. Per questo sareb-be auspicabile che presto sia resa di-sponibile la sua traduzione per il pub-blico italiano.

RICERCA

Prof. Silvio GarattiniPresidente Istituto “Negri“, Milano

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12 Lega contro i Tumori | Marzo 2019

Inumeri del cancro al seno. Il can-cro della mammella (BC) è la neo-plasia più frequente nelle donne e

rappresenta il 25% di tutti i nuovi casidi tumore.

Nel 2018 sono stati diagnosticati inItalia circa 52.800 nuovi casi di carcinomidella mammella femminile. Escludendo icarcinomi cutanei, il carcinoma mammarioè la neoplasia più diagnosticata nelledonne.

Considerando le frequenze nelle variefasce d’età, i tumori della mammella rap-presentano il tumore più frequentemen-te diagnosticato tra le donne sia nella fa-scia d’età 0-49 anni (41%), sia nella clas-

se d’età 50-69 anni (35%), sia in quel-la più anziana +70 anni (22%). La ma-lattia presenta un’ampia variabilità geo-grafica, con tassi più alti, fino a 10 vol-te, nei Paesi economicamente più avan-zati.

Mediamente, per una donna italiana,il rischio di ammalarsi nel corso della vitaè oggi del 12% ( circa una su 8).

Fattori di rischio. In generale, i tumo-ri, tra cui quello del seno, sono malat-tie che si formano nel tempo medianteun processo a più tappe in cui vengonoaccumulate numerose alterazioni cellu-lari, ciascuna delle quali è provocata e/ocondizionata dall’azione combinata di fat-tori genetici e ambientali (abitudini divita, dieta, etc.).

Sono stati identificati vari fattori di ri-schio, fra cui;

-fattori riproduttivi: una lunga dura-ta del periodo fertile con menarca pre-coce ed una menopausa tardiva, una pri-ma gravidanza a termine dopo i 30anni, il mancato allattamento al seno;

-fattori ormonali: terapia ormonaleestroprogestinica sostitutiva durante lamenopausa, uso di contraccettivi orali;

-fattori dietetici e metabolici: consu-mo di alcool e di grassi animali e pochefibre vegetali, obesità;

-fattori familiari: la presenza di più casidi tumore in famiglia, senza necessaria-mente avere la presenza di una predispo-sizione genetica, ma come semplice con-divisione di fattori di rischio, stili di vitae abitudini sbagliate;

Tumore della mammellaeredo-familiare

Riprendendo un articoloapparso sul precedentenumero di questa rivista,approfondiamo un importanteaspetto riguardante il cancrodel seno, il tema delleimplicazioni genetiche di questa malattia e il corretto modo di porsi nei confronti delle semprepiù pubblicizzate indaginivolte a scoprire unapredisposizione ereditaria di questa forma di neoplasia

Dr. Carmine CerulloOncologo

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13Lega contro i Tumori | Marzo 2019

-fattori ereditari: anche se la maggiorparte di carcinomi mammari sono formesporadiche, il 5%-7% risulta essere legatoa fattori ereditari, cioè favoriti dalla tra-smissione di alterazioni genetiche, in par-ticolare di due geni, il BRCA-1 e 2. Genetica e cancro del seno. Nelle don-ne portatrici di mutazioni del geneBRCA-1, il rischio di ammalarsi nel cor-so della vita di carcinoma mammario èpari al 65% e, nelle donne con mutazionidel gene BRCA-2, è pari al 40%. Altri geniritenuti responsabili di un incremento dirischio di sviluppare tumori della mam-mella pari a 1.5-7.5 volte in più rispet-to alla popolazione generale sono CHEK2,BRIP1,MSH6, BARD1, ATM, RAD51D ePALB2.

L’ereditarietà per il tumore della mam-mella ed ovarico è legata, come detto pri-ma, per lo più a due geni, che si trova-no sul cromosoma 13 e sul cromosoma17, e che si chiamano BRCA 1 e BRCA 2.Normalmente questi geni, definiti “on-cosoppressori ”, sono in grado di indi-viduare errori durante la duplicazione delDNA e attivare i meccanismi di ripara-zione al fine di prevenire la formazionedi cellule geneticamente instabili. Invece,in presenza di mutazione BRCA, si per-de la capacità di riconoscere gli errori e/odifetti genetici della duplicazione del DNAe, quindi, con essa la possibilità di ri-parare a tali errori o rimuovere le cellu-le geneticamente instabili e danneggiate,che acquisiscono, così, predisposizionea diventare cellule tumorali.

La mutazione dei geni BRCA 1 e 2 sitrasmette secondo una modalità auto-somica dominante, cioè, per avere la pre-disposizione al cancro è sufficiente averereditato una sola copia del gene muta-to. Infine, dagli studi compiuti, si è vi-sto che le donne portatrici di una mu-tazione del BRCA1 e BRCA2 hanno un ri-schio complessivo di sviluppare il cancroal seno che può arrivare al 40-60%, con-tro il 10-12% di rischio per le donne nongeneticamente predisposte.

Tuttavia, conviene specificare che, anchequando una persona ha ereditato un geneche la predispone all’insorgenza del tumo-re, la malattia si svilupperà solo se nel tem-po si verificheranno altre alterazioni. Quin-di, non si eredita mai il tumore ma, even-tualmente, una predisposizione al tumore(induzione genica), che si svilupperà solo seci sarà una “promozione” di tipo ambientale.

Sebbene il rischio sia inferiore, la pre-senza di mutazione BRCA ha un impat-to anche nei soggetti di sesso maschile,con differenze in base alla presenza del-la variante BRCA 1 o BRCA 2 e alla sto-ria familiare. Nell’uomo gli organi mag-giormente a rischio sono la prostata, ilpancreas, la mammella, il colon e la cute(melanomi).

Pertanto, considerando l’insieme deicasi e i vari fattori di rischio, possiamoparlare di:

a) tumore “sporadico”: si parla di tu-more “sporadico” quando non ci sono ele-menti per sospettare che la malattia inquella persona sia collegata alla presenzadi un fattore predisponente. Più dell’80%dei casi di tumore della mammella rien-tra in questa categoria. Oggi si consi-derano sporadici i tumori diagnosticati indonne che hanno più di 50 anni e sen-za parenti stretti (genitori, fratelli, figli)con tale malattia;

b) tumore “familiare”: si parla di tu-more “familiare” quando più persone af-fette dalla malattia sono consanguineein stretto legame di parentela tra di loro(genitori, fratelli, figli). Circa il 20% del-le persone con tumore della mammella haun precedente caso in famiglia. Studi epi-demiologici hanno dimostrato che ave-re un parente stretto con questo tumo-re aumenta di 2-3 volte il rischio di ma-lattia. Ciò sembra essere dovuto alla con-divisione di fattori ambientali e stili divita che, indipendentemente dalla pre-senza di geni predisponenti, può porta-re ad un maggior rischio di sviluppare lamalattia in famiglia;

c) tumore “ereditario”: un numero esi-guo di casi (circa 5-7 su 100) di carci-noma della mammella è causato da un di-fetto genetico ereditario. In questi casiè presente una singola alterazione ge-netica ereditabile in grado di conferireun alto rischio di tumore, anche in gio-vane età.

Le condizioni per sospettare un sub-strato genetico favorente lo sviluppo del-le neoplasie mammarie e, quindi, per av-viare un soggetto a consulenza geneti-ca, sono elencati nella TABELLA 1 qui diseguito:

PREVENZIONE

1 Mutazione nota in famiglia per un gene predisponente

2 Maschio con carcinoma mammario

3 Donna affetta da carcinoma mammario e carcinoma ovarico

4 Donna con carcinoma mammario insorto all’età uguale o inferiore di 40aa

5 Donna con carcinoma mammario triplo negativo diagnosticato ad un’etàinferiore a 60 anni

6 Donna con carcinoma ovarico sieroso di alto grado a qualsiasi età

7 Donna con carcinoma mammario bilaterale diagnosticato ad un’età infe-riore a 50 anni

8

Donna con carcinoma mammario diagnosticato ad un’età inferiore a 50 annie almeno con un parente di primo grado affetto da carcinoma mammario,carcinoma ovarico non mucinoso o borderline a qualsiasi età, carcinomamammario bilaterale, carcinoma mammario maschile

9Donna con carcinoma mammario diagnosticato ad un’età superiore ai 50anni e storia familiare di carcinoma mammario o ovarico in due o più pa-renti di primo grado

10Donna con carcinoma ovarico e almeno un parente di primo grado con car-cinoma mammario inferiore a 50 anni, carcinoma ovarico a qualsiasi età,carcinoma mammario bilaterale, carcinoma mammario maschile

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14 Lega contro i Tumori | Marzo 2019

PREVENZIONE

Test Genetico. Il test genetico deve es-sere effettuato prima di tutto su di uncomponente della famiglia che abbia giàsviluppato la malattia (caso indice). Incaso di positività, si consiglierà il test aiparenti di primo grado in linea ascen-dente, discendente e collaterale.

Dal test genetico è possibile ottene-re:

un risultato informativo: la mutazio-ne predisponente è stata identificata;

un risultato non informativo: la mu-tazione predisponente non è stata iden-tificata ma è stata identificata una mu-tazione di significato incerto, cui non èpossibile attribuire un valore di rischio.

Infine, le mutazioni si suddividono in5 classi (vedi TABELLA 2):

Cosa fare in caso di Mutazione BRCA.Poiché le acquisizioni scientifiche rela-tive alla suscettibilità ereditaria per leneoplasie mammarie ed ovariche sonomolto recenti, attualmente non sono an-cora disponibili evidenze conclusive sul-la corretta gestione delle portatrici di mu-tazione patogenetica nei geni BRCA1-2.

Per le donne sane e portatrici della mu-tazione predisponente, l’unico approccioche si è dimostrato efficace nel ridurre

significativamente il rischio di sviluppareil tumore mammario è quello della chi-rurgia profilattica: si calcola che la ma-stectomia bilaterale profilattica, cioèl’asportazione delle ghiandole mamma-rie, sia in grado di ridurre del 90-100%il rischio di sviluppare una neoplasiamammaria.

Inoltre, sebbene in una donna sana,portatrice di mutazione BRCA, il rischiodi sviluppare un carcinoma ovarico è in-feriore rispetto a quello di sviluppare uncarcinoma mammario, la mancanza di me-todi affidabili di diagnosi precoce e laprognosi infausta del carcinoma ovaricodiagnosticato in fase avanzata consi-gliano di considerare l’intervento di an-nessiectomia bilaterale profilattica, spe-cie nelle donne che hanno soddisfatto ildesiderio di prole. Dati della letteraturadicono che in donne sane BRCA mutate,la salpingo-ovariectomia bilaterale pro-filattica (asportazione ovaie e tube)porta ad una riduzione di rischio di tu-mori ginecologici dell’85%. Dopo sal-pingectomia e ovariectomia profilattica,resta comunque un rischio pari al 5% disviluppare un tumore primitivo del peri-toneo. Donne con mutazione BRCA1sottoposte all’intervento di salpingo-ova-riectomia ad un’età inferiore o uguale a40 anni hanno registrato una riduzionedel 50% del rischio di sviluppare anchetumori mammari.

Infine, per le donne sane e portatri-ci della mutazione, che non si sono sot-toposte a trattamenti chirurgici profi-lattici, sono previsti dei programmi discreening e sorveglianza strumentale. Perqueste donne sono recentemente statepubblicate le linee guida della Preventi-ve Task Force americana, che definisco-no alcune raccomandazioni sulla base diuna revisione sistematica (vedi TABELLA3), la quale, tuttavia, non mostra van-taggi nell’effettuare uno screening in-tensivo in donne a rischio genetico. La

RM mammaria annuale può dare, in as-sociazione alla mammografia, una sen-sibilità prossima al 100%, ma è gravatadi falsi positivi e, inoltre, il suo impat-to sulla mortalità per carcinoma mam-mario nella strategia di sorveglianza è an-cora da dimostrare.

Per le donne ammalate di cancro delseno e portatrici di mutazione è previsto,analogamente per quello che succede conle donne sane, un trattamento chirurgi-co profilattico sia sul seno, per ridurrefino ad azzerare il rischio di recidive lo-cali o l’insorgenza di tumore sull’altroseno, e sia a carico delle ovaie e tube,per scongiurare rischi di tumori ovaricie tumori mammari controlaterali o reci-dive sul seno già ammalato. Inoltre, sem-pre su queste pazienti, operate per can-cro del seno in modo conservativo e chesi sono sottoposte a trattamento radio-terapico sul seno residuo, non sonoemersi dati che la radioterapia comple-mentare aumenti il rischio di sviluppa-re secondi tumori radio-indotti (linfomi,sarcomi, tumori cutanei ecc.). Tuttavia,la buona pratica clinica suggerirebbe, inpresenza di pazienti con mutazioneBRCA nota già prima dell’intervento, untrattamento radicale e, quindi, la ma-stectomia per ridurre il rischio di recidi-ve locali (ne consegue, per una appro-priata strategia terapeutica, l’ indicazionea consulenza onco-genetica pre-inter-vento in pazienti con storia familiare so-spetta).

Infine, è bene sottolineare come la so-pravvivenza per le donne che si ammala-no di cancro del seno e/o ovarico e por-tatrici della mutazione BRCA non sia in-feriore alle pazienti che non hanno la mu-tazione e si sono ammalate di forme “spo-radiche”. Anzi, alcuni dati suggerirebbe-ro, specie per i tumori ovarici, sopravvi-venze e tassi di guaribilità migliori per lepazienti BRCA mutate.

Classe 1Non patogenetica (cioè non favorente lo sviluppo del tumore)

Classe 2 Probabilmente non patogenetica

Classe 3 Di significato incerto

Classe 4 Probabilmente patogenetica

Classe 5 Patogenetica (favorente lo sviluppo del tumore)

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15Lega contro i Tumori | Marzo 2019

Accessibilità e costi per il test gene-tico. Iniziamo con il dire che al momentoi test genetici non sono inseriti nei LEAe, quindi, non rientrano tra gli esami gra-tuiti. I test genetici sono garantiti dalServizio Sanitario Nazionale solo per uo-mini e donne affette da patologia on-cologica ad elevato rischio di forme tu-morali “genetiche”. Per i soggetti sani adalto rischio di essere portatrici/portatoridi mutazioni genetiche predisponenti lamalattia, il test non è gratuito. InLombardia, per esempio, è previsto unticket di 66 euro. In Puglia, invece, co-sta 118 euro (36 euro per la visita ge-netica, 46 per il prelievo ematico, 36euro per il ritiro del referto).

Solo in Emilia Romagna la ricerca del-le mutazioni BRCA è esente ticket, ma a

patto che sia richiesta da centro di ge-netica medica dopo opportuna consu-lenza.

Inoltre, per le persone sane con mu-tazione genetica BRCA, quindi ad eleva-to rischio eredo-familiare di sviluppareuna patologia neoplastica, la gratuità del-la sorveglianza attiva non è sempre di-sponibile. Anzi, fatta eccezione per al-cune regioni (Lombardia, Emilia Roma-gna e Liguria), nelle quali viene assegnatoa detti soggetti un codice di esenzione(D99), in tutte le altre l’accessibilità aiprogrammi di sorveglianza è a carico delsoggetto.

Si stima che partecipare ai program-mi strumentali di sorveglianza costi cir-ca 500 euro l’anno, poiché molti degliesami devono essere ripetuti ogni seimesi. Per cui, si crea una situazione a dirpoco paradossale, poiché le donne sane,ma considerate potenzialmente a ri-schio, pagano il ticket per accedere al testBRCA e, se poi risultano positive, devo-

no anche far fronte con personali risor-se ai programmi di sorveglianza. Per cuisi gravano dette donne non solo del“peso” psicologico che si è creato loroconsegnando una diagnosi di rischio ge-netico per patologia neoplastica, ma an-che di un peso economico non indiffe-rente per poter partecipare a programmidi diagnosi precoce.

Anche nel Piano Nazionale Prevenzione2014-2018 si parla di test genetici e gra-tuità per donne con familiarità o gene-tica predisponenti al cancro del seno.

Pertanto, si avverte forte la necessi-tà che venga emanato un documento d’in-dirizzo omnicomprensivo, condiviso dal-le istituzioni e dalla comunità scientifi-ca, che definisca esattamente come ge-stire le persone ad alto rischio eredo-fa-miliare.

Programma di sorveglianza per donnesane con mutazione BRCA (TABELLA 3):

PREVENZIONE

< 25 anni

Visita senologica e ginecologica con ecografia mammaria e gi-necologica semestrali, visita dermatologica annuale (questo per-corso è attivo solo se, oltre alla mutazione BRCA, la donna pre-senti casi in famiglia di insorgenza di patologia tumorale all’etàinferiore di 29 anni) + dosaggio Ca125

25-34 anniVisita senologica e ginecologica + ecografie mammarie e gine-cologiche semestrali + Risonanza magnetica mammaria annualee visita dermatologica annuale + dosaggio Ca125

35-54 anniVisita senologica + ecografia semestrale + mammografia + Riso-nanza magnetica mammaria annuale, visita ed ecografia gine-cologica semestrale, visita dermatologica annuale + dosaggio Ca125

55-69 anniVisita senologica ed ecografia semestrali, mammografia annua-le, visite ed ecografie ginecologiche semestrali, visita dermato-logica annuale + dosaggio Ca125

70-74 anniPercorso screening come tutte le altre donne, con mammogra-fia biennale, visite ginecologiche annuali, visita dermatologicaannuale + dosaggio Ca125

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16 Lega contro i Tumori | Marzo 2019

TERAPIA

Trattare i tumori del sangue modi-ficando geneticamente le celluleimmunitarie è ciò che due ospedali

parigini, Robert Debré e Saint-Louis, trai primi centri specializzati in Europa peril trattamento con cellule CAR-T. Il prin-cipio di questa immunoterapia è il se-guente: modificando in laboratorio al-cune cellule immunitarie del paziente(linfociti T, al fine di fornire loro un re-cettore (CAR - recettore dell’antigenechimerico), si è in grado di scovare lecellule tumorali. In altre parole, il si-stema immunitario viene sfruttato percreare una terapia personalizzata.

Per alcune forme di tumori del san-gue (linfoma follicolare, linfoma a cel-lule del mantello, linfoma diffuso agrandi cellule B, leucemia linfoblasti-ca acuta), refrattarie alle terapie con-venzionali come la chemioterapia, que-sto trattamento innovativo agisce comeuna rivoluzione. I risultati infatti sonostraordinari, con tassi di remissionemolto alti e talvolta inaspettati. Per ipazienti con linfoma diffuso a grandicellule B refrattario, il tasso di so-pravvivenza a 12 mesi è compreso trail 50 e il 60% e il tasso di risposta com-pleto è compreso tra il 40 e il 58%.Quindi, i pazienti che si ritenevano con-dannati sono stati in grado di ripren-dere il corso normale della loro vita.

Ma questo trattamento non è privodi effetti collaterali significativi. Sonodovuti alla sindrome del rilascio di ci-tochine, molecole che partecipano allarisposta immunitaria, ma la cui produ-zione in quantità molto elevate puòcausare febbre alta, danneggiare alcu-ni organi come i reni, il cuore o i pol-moni, o addirittura causare coma. Cisono anche casi di tossicità neurolo-gica e infettiva. Ma sono possibili deimiglioramenti, in particolare cercandoi primi indicatori biologici di tossicitàper anticiparli meglio e, quindi, per trat-tarli meglio.

Ad oggi, una dozzina di pazienti sonostati trattati in studi clinici in Francia.

E da venti a trenta pazienti sono statipresi in carico con autorizzazioni peruso temporaneo concesse a due labo-ratori (Gilead/Kite e Novartis) dal-l’Agenzia nazionale per la sicurezza deimedicinali e dei prodotti sanitari(ANSM).

Ciò significa che, in attesa della com-mercializzazione e della conclusione deinegoziati con l’industria, a causa del co-sto esorbitante di questi trattamenti,

è stato reso possibile un accesso piùesteso al trattamento. In questo pro-tocollo, gli esami e i ricoveri sono ga-rantiti dall’assicurazione sanitaria. Nelfuturo, le cellule CAR-T offriranno mol-teplici prospettive terapeutiche, spe-cialmente nel trattamento di alcuni tu-mori cerebrali, o anche, oltre l’oncolo-gia, ad esempio per il trattamento dimalattie infiammatorie.

Un trattamento rivoluzionarioper i tumori del sangueCon le cellule CAR-T, si addestra il sistema immunitario del paziente colpito da tumoridel sangue a riconoscere selettivamente la neoplasia. È questo il nuovo trattamentosperimentato con successo in alcuni ospedali parigini

Come si procede ?

Prelievo di linfociti T per aferesi,una tecnica che permette di

prelevare il sangue, poi di separarele sue varie componenti (globuli

rossi, plasma, piastrine) percentrifugazione, prima di iniettare

di nuovo il sangue nel paziente.

1

2

3

4 5

6

In laboratorio,isolamento eattivazione dei linfocitiT, responsabilidell’immunitàcellulare.

Modificazionegenetica dei linfociti T:viene introdotto ungene codificante(CAR).

I linfociti T modificati sisviluppano e proliferano.Son create milioni dicellule CAR-T.

Iniezione dei linfociti Tgeneticamente modificatinel paziente

(Le fasi 1-5durano circadue-tre mesi)

Le cellule CAR-Triconoscono le

acellule tumorali e le distruggono.

Cellula cancerosa

Cellula CAR-T

Codificagenica

Linfocita T

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17Lega contro i Tumori | Marzo 2019

Concluso lo studio GENEO, il pro-getto di ricerca che ha interessa-to i suoli di 32 Comuni della pro-

vincia di Lecce, per l’eventuale rileva-zione della presenza di sostanze noci-ve, la LILT ha ricevuto da molti altri cen-tri salentini la richiesta di eseguire an-che sul loro territorio analoghe ricerche.

Richiesta accettata di buon grado,perché permetterà una più capillare di-samina del fenomeno nel territorio. An-che per questa seconda fase della ri-cerca, ci avvarremo delle collaborazio-ni del Laboratorio Alfa di Poggiardo, di-retto dal dr. Giangreco, che curerà laparte chimica delle determinazioni;

dei laboratori specializzati di Ravennaper le diossine e dell’Università del Pie-monte Orientale per le valutazionieco- e genotossiche.

Sono venti in totale i Comuni che sa-ranno interessati dall’indagine, che sisvilupperà con la visita dei tecnici cheindividueranno le aree idonee per ese-guire i prelievi del suolo, i cui campionisaranno sottoposti a determinazioni chi-miche, fisiche ed ecotossicologiche. Ciòentrerà ora nel vivo, dopo la pausa in-vernale, che, per le condizioni meteo-rologiche avverse, non ha consentitol’effettuazione del lavoro sul campo.

Una volta ricavati i dati, essi saran-no a disposizione delle singole ammi-nistrazioni, che hanno, all’uopo, stan-ziato 1500 euro per coprire le spese ne-cessarie per l’effettuazione delle inda-gini.

Sottolineiamo con soddisfazione chequesta ulteriore richiesta di interven-to è indice della stima e della fiduciache queste venti amministrazioni cheripongono nella LILT di Lecce. Peraltro,è da rilevare che, con questi altri Co-muni, saranno in totale ben 52 quellidella provincia di Lecce che avremo te-stato, vale a dire oltre il 50% di tuttii comuni leccesi.

In tal modo, disporremo di unamappatura molto ampia che, senza ti-mori di smentite, possiamo definirecome la più capillare e aggiornata disempre, soprattutto per ciò che attie-ne la matrice suolo.

Siamo convinti di contribuire in talmodo ad un importante servizio di tu-tela e monitoraggio delle matrici am-bientali del Salento, al fine di offrire alle

nostre Istituzioni rigorosi spunti di ri-flessione per gli approfondimenti e gliinterventi necessari.

La LILT di Lecce continuerà comun-que il suo impegno sul fronte della sal-vaguardia ambientale, convinta che laprevenzione primaria rappresenta la sfi-da da vincere per la tutela della salu-te delle generazioni future. Il nascen-te Centro Ilma LILT si occuperà propriodi Ricerca Ambientale, finalizzata a pro-teggere le popolazioni da esposizioni arischio.

LA LILT

Un importante supplemento per GENEO

Concluso il progetto di ricerca GENEO, che hainteressato 32 Comuni della provincia di Lecce, altriventi centri salentini hannochiesto che anche nei loroterritori siano effettuatedelle indagini sui suoli. A breve, dopo la pausainvernale, prenderà il viaquesta seconda fase delle ricerche

1 CASTRIGNANO DEI GRECI 2 CORIGLIANO D’OTRANTO 3 LEQUILE 4 LIZZANELLO 5 MATINO 6 MURO LECCESE 7 NARDO’ 8 POGGIARDO 9 SCORRANO 10 SECLI’ 11 SOLETO 12 TREPUZZI 13 TRICASE 14 UGENTO 15 UGGIANO LA CHIESA 16 VEGLIE 17 MARTANO 18 SAN DONATO 19 MELISSANO 20 MELENDUGNO

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18 Lega contro i Tumori | Marzo 2019

Quest’anno, il tradizionale appuntamento del Premio a Me-lissano ha dovuto subire, per forza di cose, alcune modi-fiche, sia nell’intitolazione che nella data in cui si terrà

la cerimonia di premiazione dei vincitori.Lo scorso 22 dicembre, infatti, ci ha lasciati colui che ne era

stato l’ideatore e l’instancabile organizzatore in tutti questi anni:intendiamo riferirci a Vittorio Velotti, il nostro amico, storicoreferente (fin dalla fondazione della LILT nel 1992) di Melis-sano, una persona convintamente impegnata nel nostro soda-

lizio, animatore di tante iniziative a carattere sociale nel suocomune di residenza, ove era apprezzato e rispettato. Vittorioaveva sposato a pieno i temi della LILT, soprattutto per quelche riguarda la sensibilizzazione sul fronte della lotta ai fat-tori di rischio. Numerose sono state in questi anni le iniziati-ve da lui sollecitate e promosse nelle scuole, nelle associazio-ni, nelle Istituzioni, per far giungere a tutti il messaggio sul-l’importanza della prevenzione, in particolare alle nuove ge-nerazioni. Ci piace ricordare inoltre la bella tradizionale mani-festazione sportiva organizzata ogni anno, ai primi di giugno,in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco, sempre co-ronata da successo per l’ampia partecipazione popolare di sin-goli e famiglie.

Vittorio aveva voluto l’istituzione del Premio per onorare lamemoria di sua moglie, Flavia Inguscio, con cui, fin dall’inizio,aveva condiviso l’impegno nella LILT.

Ora, è parso a tutti doveroso aggiungere quest’anno il suonome a quello della sua consorte nell’intitolazione del Premio,giunto ora alla quattordicesima edizione.

E, per motivi organizzativi (ne riferisce in questa pagina ilprof. Enrico Corvaglia, che ha sempre affiancato Vittorio nel-la preparazione dell’iniziativa) quest’anno si è reso necessariospostare di poco la data della manifestazione.

La cerimonia di premiazione, infatti, si svolgerà domenica31 marzo 2019, presso il Centro Culturale “Quintino Scozzi”. Perla segnalazione dei candidati, su apposita scheda, c’è tempofino al 12 marzo.

Premio “Flavia Inguscio e Vittorio Velotti”

Per continuare nel solco di VittorioEnrico CorvagliaComitato Organizzatore Premio “F. Inguscio e V. Velotti”

Per tredici anni, il periodo delle feste natalizie ha visto il grup-po dei componenti il Comitato del Premio già al lavoro perorganizzare quello che era diventato, anno dopo anno, un ap-puntamento atteso. Ma, per la scomparsa di Vittorio, confessoche quest’anno abbiamo provato sentimenti di incertezza edisorientamento, e tuttavia abbiamo egualmente imboccatouna strada e una formula di lavoro che ci hanno portato auna buona collaborazione, fondata sul reciproco rispetto e sul-l’impegno. L’anima di questo gruppo di amici è sempre sta-to Vittorio Velotti, che, dopo la perdita della moglie, FlaviaInguscio, al suo ricordo aveva voluto legare l’istituzione e lavita del Premio, un’iniziativa concreta e feconda di coinvol-gimento di “altri” (pubblico e Istituzioni) in questa sua pri-vata memoria.La formula ha funzionato: in questi anni, Vittorio si è sem-pre impegnato fattivamente in prima persona, organizzandogli incontri del Comitato e preparando l’evento col coinvol-gimento di numerose persone e Centri istituzionali sparsi perla Provincia ed oltre. Sono stato testimone diretto di quel suo

lavorio paziente, certosino e appassionato.Pochi si accorgevano tuttavia che negli ultimi anni egli lot-tava silenziosamente contro un male che lo assediava da piùparti. Oltre al periodo invernale, dedicato prevalentementealla preparazione della manifestazione delle “Stelle di Na-tale” e dell’evento dell’8 marzo (il Premio), Vittorio era sem-pre attivo nel campo del volontariato anche nel resto del-l’anno.Anche quando il male non gli dava più tregua, egli era sem-pre pronto. Il 22 dicembre scorso, però, ha giocato e persol’ultima partita. Ce ne siamo resi conto tutti noi, che abbia-mo sentito un silenzio assordante e provato una sensazionedi essere diventati un po’ più poveri e soli. Ci siamo doman-dati: chi potrà subentrare al suo posto, dal momento che luiè stato l’anima e il braccio operativo di tutto quello che dibuono siamo riusciti a fare in questi anni? Ma, come detto,proprio basandoci sul suo esempio, abbiamo trovato la for-za di organizzarci, affinché una manifestazione di grande ri-levanza civile e sociale possa continuare a vivere.

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19Lega contro i Tumori | Marzo 2019

La Gallipoli Run sta divenendo unappuntamento tradizionale nel-l’ambito della programmazione del-

la LILT di Lecce. La manifestazione giun-ge alla terza edizione. L’evento sporti-vo non competitivo quest’anno è de-dicato anche a sostenere i Primi StatiGenerali della Prevenzione dei Tumori(SGPT) previsti in provincia di Lecce aottobre 2020, oltre che al progetto delCentro Ilma.

Il lavoro di preparazione e di avvi-cinamento agli SGPT durerà quattordi-ci mesi e vedrà il coinvolgimento del-le istituzioni, degli ordini professiona-li, delle scuole e degli enti locali.

Io sostengo il Centro Ilma d’altron-

de è la campagna promossa dalla LILTdi Lecce per finanziare il proprio Isti-tuto Scientifico di Ricerca e di Studiodelle cause ambientali dei tumori, in co-struzione a Gallipoli

Quest’anno la manifestazione spor-tiva si denominerà Gallipoli ColourRun, una non competitiva di 4 km cheunirà ragazzi, famiglie, aziende, asso-ciazioni, ordini professionali e tutti co-loro che vogliono passare una giorna-ta in un contesto ricco di colori, mu-sica, festa e allegria.

Si svolgerà domenica 9 giugno 2019,a partire dalle ore 9 e sarà preceduta dauna conferenza stampa di presentazionea Gallipoli il 5 giugno.

Quanto alle modalità di svolgimen-to, i concorrenti, dopo aver ritirato pres-so l’apposito stand i pacchi gara, an-dranno alla linea di partenza, dove,dopo aver udito il segnale del via, ini-zieranno la corsa.

A ogni km del percorso incontreran-no delle “zone di colore” dove perso-nale dedicato provvederà a cosparger-le di coriandoli e, all’arrivo, cadrà unapioggia di bolle di sapone.

Ma non finisce qui, poiché si prose-guirà con la festa sul mare all’insegnadella musica e dei colori con la parte-cipazione di tutti i variopinti personaggidi questa prima Salento ColouRun.

LA LILT

Gallipoli ColouRun9 Giugno 2019

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Giornata della Speranza 2018Oltre 30.000 “stelle” vendute

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21Lega contro i Tumori | Marzo 2019

Casarano, 1 dicembre. A cura della locale Delegazione LILT,è stata organizzata una cerimonia religiosa presso la Par-rocchia Matrice, per commemorare tutte le persone scomparsea causa di un tumore. Ha officiato il vescovo della Diocesidi Nardò-Gallipoli, mons. Fernando Filograna. Intensa e com-mossa la partecipazione.

Alezio, 21 dicembre. Una Cena Solidale è stata organizza-ta dalla locale attivissima Delegazione LILT, nel periodo na-talizio, per raccogliere fondi da destinare ai nostri proget-ti. Presso la Casa Madonna della Lizza si sono ritrovate tan-tissime persone per un allegro momento conviviale e per so-stenere concretamente la nostra Associazione.

Lecce, 28 dicembre. Presso il Teatro DB d’Essai, l’Associa-zione Amici della Musica di Gallipoli e la Camerata Musica-le Salentina hanno organizzato un concerto di beneficenzapro LILT, con l’esibizione dell’Orchestra Filarmonica Medi-terranea, diretta dal maestro Giuseppe Guida. Al termine unricco buffet. Il ricavato della serata è stato devoluto alla no-stra Associazione.

Martano, 27 gennaio. Organizzato dalla Delegazione LILTdi Martano, si è svolto nella Sala Convegni Karol Wojtyla unriuscito e partecipato Torneo di Burraco, il cui scopo, am-piamente raggiunto, è stato quello di raccogliere fondi a so-stegno delle nostre attività e dei nostri progetti.

Ugento, 14 febbraio. La Delegazione LILT di Ugento, en-trata in funzione di recente, ha organizzato I Giovedì del-la Prevenzione, una serie di incontri divulgativi per far giun-

gere al largo pubblico corrette informazioni sulla prevenzione.Il primo appuntamento ha avuto per tema Strategie per unaefficace lotta ai tumori, relatori il Dr. G. Serravezza e il Dr.E. Greco.

Corigliano d’Otranto, 22 febbraio. I volontari LILT di Co-rigliano d’Otranto e di Melpignano hanno organizzato un in-teressante incontro divulgativo presso la Casa Protetta Al-banova. Tema dell’iniziativa: Detersivi e cosmetici, come pro-teggere noi e l’ambiente. Un pubblico numeroso ha segui-to con grande attenzione le re-lazioni dell’Ing. Serena De Pao-lis e del Dott. Massimo Meleti.

Alliste, 24 febbraio. Una ge-nerosa e solidale iniziativa è ve-nuta da parte dell’Associazionedi Alliste “La Band di Babbo Na-tale”. Nell’organizzare l’edizio-ne 2019 del Carnevale AllistinoFellinese, hanno pensato didevolvere i proventi dell’ini-ziativa, che ha riscosso ungrande successo, alla LILT diLecce. Da parte nostra, un sen-tito ringraziamento a questiamici.

LA LILT

Iniziative

Solidarietà verso la LILT di LecceLo scorso 9 febbraio, presso la nostra sede provinciale a Ca-sarano, l’Associazione di Volontariato GIOIA DI VIVERE, cheopera da vent’anni a Salve, presieduta dalla Sig.ra Annari-ta Ferilli, organizzando molte manifestazioni di sostegno edi raccolta fondi (per i bambini in Africa, per situazioni didisagio locale e in genere per interventi a scopo umanita-rio), ha voluto incontrare la LILT di Lecce, per consegnareun cospicuo contributo (2000 euro), frutto di una raccol-ta fondi organizzata nel periodo natalizio appositamente asostegno del Centro Ilma. Siamo grandemente riconoscen-ti nei confronti delle generose amiche di Salve, il cui impegnoci conforta molto e ci sprona a proseguire con determina-zione per il conseguimento dei nostri obiettivi.

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Nel 2018, si sono tenute 85 manifestazionipubbliche della LILT di Lecce, che coi suoiesperti e collaboratori ha fatto perveni-re a numerosissimi cittadini il messaggiodell’importanza della prevenzione, so-prattutto di quella primaria, ossia la lot-ta ai fattori di rischio ambientale. Scuo-le, parrocchie, aule comunali, studi tele-visivi, associazioni culturali, ambientali-ste e di volontariato, ecc sono state le sediove si sono tenuti incontri, conferenze, se-minari e pubblici dibattiti, a carattere di-vulgativo, seguiti sempre con attenzioneda un numeroso pubblico, Particolar-mente presente è stata la LILT nel dibat-tito sul tema “Ambiente e Salute”, cosìsentito, date le tante emergenze in atto,in provincia di Lecce.Da ricordare anche la nuova edizione del

Corso di Aggiornamento “Ambiente e Salute” (Lecce, Centro Ecotekne dell’Università, 13 ottobre), seguito con gran-de interesse da oltre 150 partecipanti (cittadini, docenti ed allievi), con la partecipazione del prof. Silvio Garatti-ni, presidente dell’Istituto “M. Negri” di Milano.

È proseguita nel 2018 l’attività di prevenzione clinica, con migliaia di visite specialistiche gratuite, interventi di so-stegno e di riabilitazione, grazie alla capillare rete di ambulatori LILT, aventi sede a Casarano, Lecce, Gallipoli, Ma-glie, Veglie, Nardò, Aradeo, Copertino, Galatina, Cavallino, Collemeto, Scorrano, Martano, Strudà, Corigliano d’Otran-to, Montesano Salentino, Alezio, Carmiano/Magliano, Morciano di Leuca, Calimera, San Donato/Galugnano, Specchia,Arnesano, Melissano, Melendugno e Uggiano la Chiesa. A questi si è aggiunto l’ambulatorio di Ugento. Tutti funzionantigrazie al generoso impegno volontario di decine e decine di medici, infermieri, psicologi e semplici cittadini.

22 Lega contro i Tumori | Marzo 2019

LA LILT

L’attività svolta nel 2018L’impegno quotidiano di centinaia di volontari della LILT di Lecce ha consentito di offrirealla popolazione della nostra provincia una serie di importanti servizi sui vari fronti della lotta al cancro

Educazione sanitaria e formazione

Prevenzione e riabilitazione

Prestazioni effettuate nel 2018

VISITE SENOLOGICHE 4298

VISITE GINECOLOGICHE (con Pap test) 3357

VISITE DERMATOLOGICHE 1685

VISITE UROLOGICHE 269

SEDUTE DI FISIOTERAPIA 244

INTERVENTI DI SOSTEGNO PSICOLOGICO 1031

Totale prestazioni 10.894

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Assistenza Domiciliare 2018

Quadro dell’attività effettuata nel 2018

23Lega contro i Tumori | Marzo 2019

LA LILT

Centro Ilma

COMUNI INTERESSATI 42

PAZIENTI SEGUITI 509

Accessi Domiciliari 6018

Chemioterapie 150

Emotrasfusioni 366

Toracentesi 25

Paracentesi 30

Prelievi di sangue 820

Interventi di piccola chirurgia 24

Nel 2018, è proseguito il prezioso Servizio di AssistenzaDomiciliare Oncologica ai pazienti terminali. Hanno fun-zionato 3 équipes specialistiche, coordinate dall’U.O.C. diOncologia Medica degli Ospedali di Casarano e Gallipoli.Il servizio ha interessato soprattutto i malati dell’Area Cen-tro-Sud della provincia. Nel 2018, la ASL di Lecce ha sot-toscritto una convenzione con la LILT per la presa in ca-rico di almeno una parte dei seguiti nell’area Centro-Suddella provincia. Gli altri sono stati seguiti a cura della LILT,come ormai avviene da ventitre anni.

Anche questo servizio, in funzione da tredici anni, è par-ticolarmente apprezzato. Quotidianamente, grazie a dei pul-lmini messi a disposizione dalla LILT, i pazienti vengonoaccompagnati gratuitamente a Lecce, presso le strutturesanitarie ove si effettua radioterapia. Numerose sono in-fatti le persone che, per vari motivi (economici, logisti-ci, ecc.) hanno difficoltà a spostarsi ogni giorno allo sco-po di effettuare indispensabili cicli di terapia, spesso dilunga durata.

Pazienti trasportati 88

Sedute di radioterapia 1250

Comuni di provenienza 17

Per questo importanteprogetto, mirante allacreazione in provinciadi Lecce di un grandeCentro polivalente, de-dicato alla ricerca, in-formazione, preven-zione e riabilitazionein campo oncologico,sono in corso, ad ope-ra della Ditta Nicolì diLequile, i lavori di co-struzione sono in di-rittura d’arrivo.

Assistenza Oncologica Domiciliare

Trasporto pazienti per la radioterapia

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24 Lega contro i Tumori | Marzo 2019

ATTUALITÀ

Tutto nacque nel lontano 2006, con l’istitu-zione, voluta dal governo Vendola, dell’UnitàOperativa Complessa di Oncologia presso

l’ospedale “Ferrari” di Casarano.La struttura doveva avere una vocazione ter-

ritoriale, tesa a garantire la continuità di curaospedale-territorio-casa.

Sembrò naturale pertanto riferirsi ad esem-pi di organizzazione che in pochi altri centri delnord Italia, ma ancor più all’estero, avevano pre-so piede e che ritenevamo confacenti alla nostrarealtà.

Anche se erano gli anni in cui dilagava l’ideache bisognava chiudere i piccoli ospedali e co-struire grandi complessi di almeno 300 posti let-

to, noi pensammo invece ad una formula orga-nizzativa che, se da un lato prevedeva la cen-tralizzazione dell’aspetto tecnico-scientificoche garantiva ai malati distribuiti nei diversi no-socomi percorsi diagnostico-terapeutici appro-priati, rigorosi ed omogenei, dall’altro finiva perassicurare l’aspetto assistenziale decentrato sulterritorio, e quindi più accessibile e risponden-te ai bisogni di ogni singolo utente.

Si disegnò così la prima bozza di Rete On-cologica Salentina, con la istituzione di un re-parto di degenza presso l’ospedale “Sacro Cuo-re di Gesù” di Gallipoli, due Day Hospital a Gal-lipoli e Casarano, e tre Ambulatori Oncologici aNardò, Gagliano del Capo e Scorrano.

Tale struttura organizzativa ci ha permesso,per oltre un decennio, di erogare servizi appro-priati ai nostri malati, potendo sempre ade-guatamente rispondere ai loro bisogni o con pre-stazioni in regime ambulatoriale, o di Day Ho-spital, oppure di degenza.

Non secondario, peraltro, è stato l’apporto delmondo del Volontariato, ed in particolare dellaLILT di Lecce, che ha garantito il prezioso ser-vizio di Assistenza Domiciliare, in accordo conla ASL, nonché quello altrettanto indispensabi-le dell’Hospice di “Casa Betania” di Tricase.

Alla luce della nostra esperienza e di altre si-mili, altrettanto efficaci, diffuse in tante partid’Italia, riteniamo si debba considerare defini-tivamente tramontata la stagione della costru-zione di nuovi grandi complessi ospedalieri, conla conseguente chiusura di tanti ospedali di di-mensioni medio-piccole. Tale strategia, infatti,si è definitivamente dimostrata fallimentare intermini economici, sociali, ambientali e, addi-rittura, sanitari. Si pensi che in Lombardia sonostati riaperti ospedali di soli 75 posti letto!

Il principio è sempre quello per cui i malatihanno diritto a ricevere prestazioni appropria-te e scientificamente rigorose, possibilmente vi-cino casa.

Oggi, tutto questo viene reso ancor più fa-cilmente realizzabile grazie alla possibilità di in-formatizzare la Rete dei Servizi Sanitari.

Pensiamo, piuttosto, che chi continua ad im-maginare chiusure, declassamenti o ridimensio-namenti dei nostri ospedali (che invece vanno tut-ti riaperti e ripotenziati) debba cessare di con-cedersi alle lusinghe pseudoscientifiche dettate dapotenti interessi economici e guardare solo edesclusivamente ai bisogni reali dei nostri malati.

Rete Oncologica Salentina

Dr. Giuseppe Serravezza

Un’esperienza esemplare del Basso SalentoEcco perché diciamo “no”alla costruzione di nuoviospedali, mentre chiediamola riapertura ed il potenziamento di quelli esistenti

CHIUSI !DECLASSATI !