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PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana 22 aprile 2018 Per pubblicare le notizie che riguardano il tuo circolo scrivi a [email protected]
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PARTITO DEMOCRATICO ZONA ADDA - MARTESANA
Scadenze, materiale, proposte da approfondire nelle riunioni dei Circoli della prossima settimana
22 aprile 2018
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PROGETTO FUSIONE DEI COMUNI DI
BASIANO E MASATE
Risultati Referendum: http://www.basianomasate.mi.it/Unione_Basiano/gest_sito.nsf/Home.xsp
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ABBIAMO BISOGNO DI VOLONTARI PER IL
CORTEO DEL 25 APRILE
Vi ricordiamo che, per fare il volontario quel giorno e prendere parte al servizio d'ordine delle magliette gialle, vi basterà contattare Veronica
all'indirizzo [email protected] o al numero 3389385516.
Ci sarà inoltre una riunione di tutti i volontari il giorno lunedì 23 aprile, alle ore 19:00 in Via Pergolesi 15. Mi raccomando, spargete la voce nei vostri circoli, c'è bisogno di volontari! Resto a disposizione, Silvia Roggiani Responsabile Organizzazione PD Milano Metropolitana
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La zona Adda-Martesana vuole farvi conoscere i volti e le storie di chi ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà e la liberazione dal nazifascismo:
• Natale Perego e Antonio Motta presentato dal il
circolo di PD di Vaprio D’Adda • Renzo Rizzi zio di Aurora Impiombato
Andreani
Se altri circoli hanno biografie di partigiani da pubblicare vi chiediamo di inviarle al nostro indirizzo [email protected]
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Partigiano Renzo Rizzi caduto per la libertà Rizzi Renzo detto Giuliano nome di battaglia Mariano
nasce a Crispino il 25 novembre del 1927 in
giovanissima età si trasferisce con i genitori Carlo e
Maria a Milano e vivono in via mulino delle armi zona
ticinese.
La sua giovinezza e caratterizzata subito dal suo animo
antifascista ed amor patrio e democratico, molti suoi
parenti nel veneto a causa delle loro idee antifasciste e
democratiche avevano dovuto abbandonare, con
l’avvento della dittatura, l’Italia per trovare rifugio in
Francia, che lo porterà nell’ottobre del 1944 a soli 16
anni ad unirsi alla 2ª Divisione Garibaldi "Redi"
comandata da Aldo Aniasi nel battaglione Bariselli che
operava in uno dei due versanti del Mottarone che
affaccia sul lago Maggiore, e nella zona di Stresa.
il 17 gennaio 1945, una squadra composta anche dal
partigiano Mariano parte alla volta di Stresa. Con il
compito di attaccare la funicolare che porta da Stresa al
Mottarone. La squadra si porta nei pressi di Brovello - Carpugnino, dove studiano e organizzano
come compiere l'attacco che da li a pochi minuti dovranno condurre. Arriva la funicolare e fascisti
ve ne sono. Quando sono a distanza ravvicinata, i gloriosi partigiani iniziano ad aprire il fuoco ma,
malgrado la sorpresa, i fascisti rispondono con rabbiose raffiche. Si accende una furiosa battaglia.
Il giovane partigiano Mariano si sporge dalla sua postazione coperta, viene colpito da un raffica
di mitra che ferma di colpo il suo giovane impeto di rendere l’Italia un paese libero e democratico.
La funicolare riprende a salire, le milizie fasciste hanno tre morti e alcuni feriti. Purtroppo, il
battaglione "Bariselli" perde il giovane "Mariano", che muore tra le braccia di un suo compagno;
le sue ultime parole sono «Mamma» e «Viva l'Italia libera».
Il corpo senza vita del giovane partigiano fu recuperato dai fascisti e dai
nazisti e portato a Stresa dove fu trascinato e umiliato per le via della
città lacustre come trofeo di guerra e come monito nei confronti della
cittadinanza le Bestie nazi-fasciste non avevano neanche avuto la pietà
di fronte ad un avversario senza vita.
Subito dopo la fine del conflitto nelle vicinanze del luogo dove mori il
partigiano Mariano fu deposta una stele in ricordo dell’eroe caduto per
la libertà e nel 2014 la sezione dell’ANPI intercomunale del vergante
ha provveduto a restaurare il cippo in ricordo del giovane partigiano
caduto per la libertà
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Democratica @democratica_web · 21 aprile 2018
Il Pd conferma l’indisponibilità. Martina: “Aspettiamo le decisioni di Mattarella”
Renzi tramite il suo portavoce smentisce le ipotesi di una trattativa con Casaleggio. Cuperlo: “M5s ambiguo e con la disperata voglia di Palazzo Chigi”
Il Pd dopo le parole di Silvio Berlusconi ha continuato a rimarcare la linea decisa. Da una parte l’offerta dell’ex Cavaliere, con la retromarcia di oggi, dall’altra la proposta grillina sul tavolo da giorni. Il Pd continua sulla linea dell’indisponibilità ad entrare nella maggioranza di governo, attendendo
comunque le decisioni del presidente Sergio Mattarella.
Rosato: “Pd a sosteno di Salvini e Meloni? Berlusconi sogna”
Ettore Rosato ha commentato: “Berlusconi sogna se pensa di potersi prendere alcuni esponenti del Pd. E sogna ancora di più se pensa che possa esserci il Pd a sostegno di un governo con Salvini e la Meloni”.
Martina: “Aspettiamo le indicazioni di Mattarella”
Oggi Maurizio Martina torna sullo stallo politico: “Adesso noi dobbiamo fare una cosa: aspettare le indicazioni del Presidente Sergio Mattarella e capire quale sarà lo scenario da lunedì. Noi vogliamo essere assolutamente rispettosi di questo passaggio che il Presidente sta facendo. Quello che abbiamo visto fino a qui da parte dei cosiddetti vincitori è sinceramente uno spettacolo sbagliato. Siamo al 48esimo giorno di stallo, di polemiche veti e controveti. Diciamo che siamo passati da ‘prima gli italiani’ a ‘prima i fatti loro’ e questo è inaccettabile per un Paese che ha bisogno di certezze, di serietà e di responsabilità”
Renzi smentisce l’interlocuzione con Casaleggio
Ma oggi alcuni giornali di area centrodestra rilanciano un accordo tra Pd e M5s. A queste indiscrezioni, che vedono coinvolto direttamente Matteo Renzi, risponde il portavoce dell’ex segretario Pd Marco Agnoletti: “A differenza di quanto scritto oggi da alcuni
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quotidiani non c’e’ nessuna interlocuzione tra Renzi e Casaleggio nemmeno per interposta persona. I due peraltro non si conoscono e non si sono mai incontrati ne’ sentiti. La posizione del senatore fiorentino rimane quella assunta dalla Direzione Nazionale del Pd sintetizzabile con la frase “Tocca a loro””.
Cuperlo: “M5s ambiguo e con la disperata voglia di Palazzo Chigi”
Anche la minoranza dem con Gianni Cuperlo conferma l’indisponibilità a trattare: “Da parte del Movimento 5 Stelle c’è molta incertezza, molta ambiguità e una disperata voglia di approdare a Palazzo Chigi. Ma in politica ‘o io o nessuno’ non è mai un buon viatico per risolvere i problemi”.
“I pentastellati – aggiunge Cuperlo arrivando a Milano all’iniziativa della minoranza Pd, “Insieme per pensare e per reagire” – negli ultimi cinque anni hanno spiegato che la legislatura che si è conclusa era stata una successione di fallimenti e questo non aiuta. Luigi Di Maio, dal canto suo col suo insistere nel dire siamo pronti a firmare un contratto senza specificare poi il merito del contratto o con la Lega o con il Pd, lascia abbastanza interdetti, considerando che quello era il partito dell’innovazione e che la Lega e Pd sono forze totalmente incompatibili”.
Cuperlo ricorda che “solo 48 ore fa il leader del M5s ha dichiarato che potevano essere disponibili a un appoggio esterno da parte di Forza Italia”, ma poi ha avuto una “strana e repentina mutazione di linea alla luce la sentenza di Palermo”.
Martina: “Tre proposte del PD su lavoro, povertà e famiglie”
“PENSARE ALL’ITALIA.
In Parlamento e nel Paese facciamo vivere le nostre battaglie e il nostro impegno quotidiano per un’Italia migliore. Ripartiamo dalle nostre proposte concrete, confrontiamoci con i cittadini a partire dai loro bisogni e dalle loro aspettative. Lasciamo ad altri tatticismi, scontri personali e di potere. Noi pensiamo all’Italia”.
Lo scrive su Facebook il reggente del PD Maurizio Martina, che elenca tre punti: povertà, famiglie e lavoro.
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“Ecco le prime tre proposte PD:
POVERTÀ.
Allargare il Reddito di Inclusione per azzerare la povertà assoluta in tre anni e potenziare le azioni contro la povertà educativa;
FAMIGLIE.
Introdurre l’assegno universale per le famiglie con figli, la carta dei servizi per l’infanzia e nuovi strumenti di welfare a favore dell’occupazione femminile, per ridurre le diseguaglianze e sostenere il reddito dei ceti medi;
LAVORO.
Introdurre il salario minimo legale, combattere il dumping salariale dei contratti pirata anche valorizzando il Patto per la Fabbrica promosso dalle parti sociali. Tagliare ancora il carico fiscale sul costo del lavoro a tempo indeterminato per favorire assunzioni stabili con priorità a donne e giovani, norme per la parità di retribuzione dei generi”.
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Mario Lavia @mariolavia · 22 aprile 2018
Fico tratta con il Pd, Di Maio con la Lega. Ma è serio?
È la doppiezza del M5s a bloccare tutto: in teoria ci potrebbero essere contemporaneamente due accordi diversi
Da domani Roberto Fico, nuovo “esploratore”, tratterà con il Pd. mentre Luigi Di Maio proseguirà la sua personale trattativa con la Lega. Non si era mai vista una schizofrenia simile. Politicamente, è una roba inguardabile. Ma forse – ci permettiamo – siamo davanti anche a una scorrettezza istituzionale.
Avremo dunque una trattativa su mandato presidenziale – quella del presidente della Camera – e una parallela, condotta dal capo del M5s, su uno schema già fallito.
Al di là di ogni considerazione di merito (ma in questo bailamme dove sia finito, il “merito”, nessuno lo sa), il Pd dovrebbe sedersi a un tavolo istituzionale mentre è attivo un altro tavolo, identico e contrario. Per assurdo, ci si potrebbe trovare a due accordi simultanei, uno fra M5s e Pd (schema Fico) e l’altro fra M5s e Lega (schema Di Maio). Vi pare normale?
La doppiezza del M5s è dunque il vero problema politico di questa crisi. È questo che blocca tutto. Per questo nessuno si fida di Di Maio. È l’ambiguita del P5s (Partito Cinque Stelle) che di fatto ostacola una soluzione.
Che dovrebbe fare Martina in questa situazione? Si dice: il Pd vada a vedere le carte del M5s. Ma queste “carte” si conoscono già! Se ne conosce soprattutto la principale, e benissimo, perché l’ha ancora una volta squadernata ieri Di Maio quando ha detto “con la Lega faremo grandi cose”. Ma se l’intento è questo – governare con i lepenisti italiani – allora che senso ha l’esplorazione di Fico?
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Silvia Gernini @SGernini · 22 aprile 2018
Finlandia verso l’addio al reddito di cittadinanza Helsinki ora sta pensando ad altre forme di aiuto all’occupazione
Tutti gli occhi erano puntati sulla Finlandia dall’inizio del 2017, quando il governoaveva deciso di sperimentare il reddito di cittadinanza su un numero ristretto di persone fino alla fine del 2019.
Così erano state scelte dal ministero 2000 persone disoccupate e di età compresa tra i 25 e i 58 anni alle quali vengono tuttora assegnati 560 euro al mese per testare la proposta avanzata dall’esecutivo di centrodestra. L’esperimento si sarebbe dovuto ampliare nel corso del tempo, coinvolgendo nel programma non solo persone senza occupazione, ma anche lavoratori. Sarebbe stato un modo, spiegano gli esperti, per verificare se delle persone già occupate fossero state in grado di trovare un impiego migliore nel lasso con il reddito di cittadinanza. L’obiettivo dell’esperimento, infatti, non era principalmente quello di combattere la povertà ma di incentivare l’occupazione.
Ma evidentemente qualcosa non sta funzionando, perché la Finlandia, oltre a non ampliare la fascia di persone che ricevono il sussidio, ha anche modificato alcune regole di base. A dicembre, infatti, il Parlamento ha approvato una legge che impone alle persone in cerca di impiego di lavorare almeno 18 ore nel corso di tre mesi e stabilisce che se queste persone non riescono a trovare un lavoro, perdono alcuni dei loro benefici, rendendo i sussidi di disoccupazione subordinati alla ricerca di lavoro.
Insomma, la Finlandia si sta allontanando dall’idea originale di reddito di cittadinanza. E probabilmente la sperimentazione terminerà senza diventare realtà nel paese scandinavo. Il governo sta già pensando a un nuovo sistema di sussidi più simile al credito universale britannico, un sussidio introdotto nel 2013 per accorpare le varie fonti di reddito destinate ai disoccupati.
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SCRIVI M20 Nel 2013 abbiamo abolito il finanziamento pubblico ai partiti per sostituirlo con una forma di partecipazione che lascia ai cittadini la facoltà di scegliere se e chi sostenere. Anche quest’anno puoi donare il tuo 2×1000 al Partito Democratico. A te non costa nulla e insieme saremo più liberi.
Scrivi M20 nello spazio dedicato al 2×1000 della tua dichiarazione dei redditi e firma accanto.
Resta invariata la possibilità di devolvere il 5×1000 e l’8×1000.
Anche nel caso di 730 precompilato o se non hai l’obbligo di presentazione della dichiarazione dei redditi, puoi devolvere il 2×1000 al PD.
Per qualsiasi dubbio contattaci a [email protected].
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http://www.partitodemocratico.it/2x1000/
