Partiamo bene! 0 2 4 · 1 | 1 Rischio Il tema della sicurezza ruota intorno al concetto di rischio....

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1 2 0 3 4 5 6 7 Sicurezza sul lavoro e tutela della salute 1.1 Rischio 1.2 Infortunio 1.3 Frequenza degli infortuni sul lavoro 1.4 Quanto costa un infortunio 1.5 Tutela della salute 1.6 Ergonomia (adeguamento del lavoro alle persone) 1.7 Igiene dell’ambiente lavorativo 1.8 Principi di psicologia del lavoro 1.9 Rischi / prevenzione Ulteriori informazioni Prevenzione specifica per i giovani e promozione della salute 6.1 Prevenzione 6.2 Promozione della salute 6.3 Promuovere la salute dei giovani Fumo, alcool e sostanze stupefacenti 5.1 Fumo 5.2 Alcool e cannabis 5.3 Droghe sintetiche 5.4 Prevenzione contro le dipendenze Stress, paura e disperazione 4.1 Famiglia, scuola e posti di tirocinio 4.2 Violenza e paura 4.3 Problemi psichici 4.4 Suicidio Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze 3.1 Adolescenza 3.2 Rischi fisiologici sul posto di lavoro 3.3 Comportamento a rischio dei giovani 3.4 Infortuni professionali 3.5 Malattie professionali 3.6 Infortuni nel tempo libero 3.7 Stile di vita e salute 3.8 Riepilogo Basi legali in materia di lavoro e salute 2.1 Premessa 2.2 Legge sull’assicurazione contro gli infortuni 2.3 Direttiva MSSL 6508 2.4 Legge sul lavoro 2.5 Protezione speciale per i giovani Prefazione Partiamo bene! Preserviamo la salute!

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Sicurezza sul lavoro e tutela della salute1.1 Rischio1.2 Infortunio1.3 Frequenza degli infortuni sul lavoro 1.4 Quanto costa un infortunio1.5 Tutela della salute1.6 Ergonomia (adeguamento del lavoro alle persone)1.7 Igiene dell’ambiente lavorativo1.8 Principi di psicologia del lavoro1.9 Rischi / prevenzione

Ulteriori informazioni

Prevenzione specifica per i giovani e promozione della salute 6.1 Prevenzione6.2 Promozione della salute6.3 Promuovere la salute dei giovani

Fumo, alcool e sostanze stupefacenti5.1 Fumo5.2 Alcool e cannabis5.3 Droghe sintetiche5.4 Prevenzione contro le dipendenze

Stress, paura e disperazione4.1 Famiglia, scuola e posti di tirocinio4.2 Violenza e paura4.3 Problemi psichici4.4 Suicidio

Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze3.1 Adolescenza3.2 Rischi fisiologici sul posto di lavoro3.3 Comportamento a rischio dei giovani3.4 Infortuni professionali3.5 Malattie professionali3.6 Infortuni nel tempo libero3.7 Stile di vita e salute3.8 Riepilogo

Basi legali in materia di lavoro e salute2.1 Premessa2.2 Legge sull’assicurazione contro gli infortuni 2.3 Direttiva MSSL 65082.4 Legge sul lavoro2.5 Protezione speciale per i giovani

Prefazione

Partiamo bene!

Preserviamo la salute!

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Partiamo bene!

Preserviamo la salute!

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Prefazione Lo scopo della formazione professionale di base è la trasmissione di diverse competenze. Esse permettono ai giovani di gestire situazioni professionali e non, quindi anche situazioni finalizzate al-la tutela della loro salute e al riconoscimento precoce dei rischi sul posto di lavoro. Tale argomen-to tocca da vicino i giovani perché negli anni della formazione professionale corrono molti rischi: almeno 5 su 10 subiscono ogni anno un infortunio, tre dei quali durante il tempo libero1. Essi costi-tuiscono addirittura la classe di lavoratori con il tasso di infortuni più elevato. Tra le persone in for-mazione si registrano maggiori casi di infortunio anche rispetto ai giovani della stessa età. Vale l’equazione giovane = sano? Purtroppo no, dal momento che – diversamente da quanto si potreb-be presumere – nemmeno a livello di malattie e disturbi esistenziali non si registrano differenze di rilievo rispetto alle persone più mature. Anzi, le abitudini salutari sono più rare nei giovani che non nelle fasce d’età superiori. Per diverse ragioni i giovani sono meno consapevoli dei rischi di infortu-nio e di malattia e qualora li riconoscano, reagiscono spesso in modo inadeguato. La tutela e la promozione della salute acquisiscono quindi una rilevanza ancora maggiore per le persone in for-mazione. Di conseguenza, anche le ordinanze sulla formazione professionale prevedono la tratta-zione di argomenti quali “salute e sicurezza sul lavoro” e “misure concernenti la sicurezza sul lavo-ro e la protezione della salute”. Esempio di un obiettivo fondamentale: Salute e assenza di infortuni sono nell’interesse dei lavoratori e dei datori di lavoro in quanto promuovono tra l’altro la qualità della vita, il benessere e l’efficienza. Inoltre aiutano ad evitare costi ai diretti interessati, all’impresa e alla società stessa. Per questo motivo le persone in formazione devono conoscere bene i rischi principali del proprio ambiente lavorativo ed essere istruiti sull’igiene e sulla prevenzione degli infortuni. Allo stesso modo dei formatori nelle aziende, anche gli insegnanti delle scuole professionali hanno il compito di dedicare una parte delle loro lezioni al tema della prevenzione, sebbene non tutti ab-biano le conoscenze necessarie a questo scopo. Le informazioni intendono aiutare il corpo docen-te delle scuole professionali di base e quello dei corsi interaziendali a colmare le lacune esistenti e a raggiungere più facilmente durante le lezioni gli obiettivi fondamentali e gli obiettivi di valutazione dei livelli di tassonomia C1 (sapere) e C2 (capire).

1 Fonte: Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro

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Prefazione

Esempio di un obiettivo operativo: Le persone in formazione sono motivate ad attuare appropriate misure di sicurezza durante lo svolgimento di attività rischiose. Esempio di un obiettivo di valutazione: Le persone in formazione descrivono, con parole proprie, quando e perché si devono utilizzare i cinque principali oggetti dell’equipaggiamento personale di protezione (occhiali di protezione, scarpe di sicurezza, guanti, casco e protezione auricolare). - Oggetto: utilizzare l’equipaggiamento personale di protezione - Comportamento finale osservabile: descrivere - Mezzi ausiliari: con parole proprie - Scala di valutazione: cinque oggetti, quando e perché. La documentazione è stata redatta nell’ambito della campagna “Partiamo bene!” organizzata dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro nel 2006. La Segreteria di stato dell’economia (SECO), Direzione del lavoro, in qualità di partner svizzero di questa Agenzia ha in-caricato della redazione la ditta AEH Zentrum für Arbeitsmedizin, Ergonomie und Hygiene AG di Zurigo, la quale ha elaborato il materiale informativo in collaborazione con l’Istituto universitario fe-derale per la formazione professionale, in particolare con Daniel Adank, Hanspeter Tanner e Toni Schneider. Come membri del gruppo di lavoro vi hanno collaborato:

Doris Bianchi (rappresentante dei lavoratori);

Andreas Etzwiler (rappresentante dei datori di lavoro);

Maggie Graf (Segreteria di Stato dell’economia SECO, Lavoro e salute);

Johann Haas (Segreteria di Stato dell’economia SECO, Ispettorato federale del lavoro Est);

Bertrand Scholder (Ispettorato del lavoro del Cantone Vaud);

Sarah Trümpler (Ufficio federale della formazione professionale e della tecnologia, UFFT);

Joseph A. Weiss (Segreteria di Stato dell’economia SECO, Rete di contatti UE);

Flavio Zoni (Società svizzera di sicurezza sul lavoro SSSL).

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1 Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

1 | 1 Rischio Il tema della sicurezza ruota intorno al concetto di rischio. Esso è definito come il prodotto della probabilità per la gravità. A titolo di esempio, il rischio di un incidente quale un’esplosione di gas che causa 3 morti ed ha una probabilità di occorrenza ogni 10 anni viene considerato equivalente al rischio di una catastrofe nucleare con una probabilità di occorrenza pari a 1x per 1’000'000 anni e 300'000 morti.

Rischio = probabilità x gravità A seconda della motivazione accettiamo diversi rischi. Quelli seguenti sono ad esempio generalmente considerati accettabili, sebbene l’effettiva probabilità che si verifichino non sia affatto la stessa. Rischio di morte per Probabilità Attività forestale 1 : 25 Fumare 1 : 250 Andare in moto 1 : 800 Industrie chimiche 1 : 1250 Andare in macchina 1 : 8000 Effetti collaterali di farmaci 1 : 250 000 Prodotti chimici negli alimenti 1 : 500 000

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

Sicurezza La sicurezza è un concetto importante, da considerare in stretta correlazione con quello di rischio. La sicurezza assoluta si ha quando la probabilità di un danno è pari a zero, una situazione che pur-troppo non si verifica quasi mai. Pertanto il nostro impegno per la sicurezza consiste nel ridurre al minimo la probabilità di un evento negativo e di limitare gli effetti di un eventuale evento. Vari provvedimenti contribuiscono ad aumentare la sicurezza. Prendiamo ad esempio il rischio d’incendio e di esplosione nella saldatura autogena. Esistono diverse possibilità per ridurre la pro-babilità di un evento; ricorrendo al sistema “TOP”, esse possono essere suddivise nel modo se-guente:

ottimizzare gli impianti tecnici, ovvero installare sistemi di sicurezza (valvola di ritegno, tubi sta-gni, manutenzione dei bruciatori, ventilazione…);

provvedimenti organizzativi: divieto di fumo, ventilazione, autorizzazione per saldare, ordine, di-sposizione delle bottiglie…);

provvedimenti a livello di personale (insegnare le norme di sicurezza ai lavoratori). Inoltre è necessario limitare le possibili conseguenze di un infortunio mediante:

l’utilizzo di attrezzatura di protezione (occhiali, guanti);

la presenza di sufficienti uscite di sicurezza, segnalatori d’incendio, impianti di estinzione a spruzzo;

corsi per i collaboratori sulle misure antincendio e di soccorso. I provvedimenti vanno sempre presi rispettando il seguente ordine: Rimuovere il pericolo: cambiare i processi di lavoro (p. es. sostituire le sostanze tossiche

con sostanze non tossiche); eliminare il pericolo cambiando l’assetto dell’ambiente lavorativo

(misure di sicurezza a breve termine); rispetto delle norme relative alle distanze minime di sicurezza; Proteggersi dal pericolo attrezzature di protezione (misure di sicurezza a lungo termine); Proteggere le persone: Portare l’attrezzatura personale di protezione (p.es. occhiali, guan-

ti, casco, scarpe di sicurezza, grembiule di protezione ecc.) A livello di sicurezza sul lavoro la procedura è analoga: Eeventuali situazioni pericolose devono essere riconosciute e il rischio deve essere ridotto diminuendo la probabilità dell’evento e limitan-done le conseguenze. In primo luogo si deve puntare tuttavia all’eliminazione del pericolo.

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

1 | 2 Infortunio Come si verifica un infortunio? Alla base di un infortunio ci sono spesso molte ragioni. L’esempio alla pagina seguente mostra l’effetto domino che caratterizza le cause di un infortunio: ogni elemento contribuisce a provocare l’infortunio. In questo esempio sono tre le tipiche categorie di motivi che portano a un infortunio:

fretta, mancanza di tempo, sovraccarico di lavoro;

scarsa coscienziosità del lavoratore;

lacune organizzative: direttive, controlli…

Grafico delle cause di un infortunio

Urto contro il pallet

Ferimento

Scivolamento

Scarico del pallet Macchia d’olio

Il collaboratore vuole terminare il lavoro

Non sono stati disposti dei controlli Mancano 10 min. alla chiusura

Guasto al sollevatore

Andatura veloce

Il pallet è rimasto in una via di passaggio

C’è sempre molto da fare

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

Come in ogni caso d’incidente, anche il caso (o la sfortuna) gioca la sua parte e fa sì che il lavora-tore dal passo affrettato finisca nella pozzanghera d’olio. Dalle analisi è emerso quanto segue: Im media, per ogni infortunio con conseguente assenza dal lavoro si verificano:

10 infortuni con ferite di lieve entità;

30 infortuni con danni materiali;

600 incidenti. Si può quindi dire che, per caso (o per fortuna) l’infortunio non si è verificato già molto tempo pri-ma.

10 ferimenti di lieve entità

1 infortunio con perdita di lavoro

30 infortuni con danni materiali

600 incidenti

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

1 | 3 Frequenza degli infortuni sul lavoro La tabella seguente riporta, raggruppati secondo le diverse cause, gli infortuni occorsi nel 1992 che hanno provocato danni materiali. Die Daten zeigen dass in diesem Jahr von den rund 3.3 Millionen Schweizer Arbeitnehmer beinahe jeder 10 einen Arbeitsunfall erlitten hat. Die Wahrscheinlichkeit, einen Arbeitsunfall zu erleiden, liegt somit bei etwa jährlich 10 % oder 1:10.

I dati mostrano che nell’anno in questione, su circa 3,3 milioni di lavoratori svizzeri, quasi uno su dieci ha subito un infortunio sul lavoro. La probabilità di essere vittima di un infortunio è quindi ogni anno di circa il 10 % o di 1:10.

Casi Morti Costi (mio fr.)

Scivolamento 58’113 8 474. 6 Caduta 10’474 19 324. 6 Caduta, rovesciamento di oggetti 23’374 10 205. 8 Essere investiti, finire sotto un mezzo 8’504 4 87 .8 Schiacciamento 15’636 9 90 .0 Essere colpiti o restare sepolti 64’103 13 203. 5 Urtare, cozzare contro un ostacolo 24’482 0 94.6 Essere investiti 3’729 15 52.2 Pungersi, tagliarsi 48’498 0 82.5 Sovraccarichi (sollevamenti,vibrazioni) 17’008 1 152. 0 Intossicazioni, ecc. 9’393 62 92.0 Fratture 2’810 4 39 .2 Esplosioni 691 2 7.2 Elettricità 461 3 9.0 Altre dinamiche di infortunio 7’985 4 41.0 Dati mancanti, non classificati 4’021 0 13.7 Totale 299'282 154 1970 .0

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

1 | 4 Quanto costa un infortunio Spesso si tende a sottovalutare i costi di un infortunio. A titolo esemplificativo ecco alcuni dati: Esempio 1. Infortunio con la scala: il collaboratore vorrebbe rimettere a posto un pallet. Mentre sale, la scala scivola via ed egli cade rovinosamente. Conseguenze: frattura del braccio destro, frattura del coccige, invalidità. Costi diretti (pagati dalla SUVA) Spese mediche 23'228.- Indennità giornaliere (al posto dello stipendio) 120'393.- Costi previdenziali 356'282.- Totale dei costi diretti: 499'903.- Costi indiretti (pagati dalla ditta) Maggiorazione dei premi SUVA 94'982.- Versamento continuato del salario all’infortunato 80'639.- Costi amministrativi 4'400.- Selezione e inserimento di un sostituto 4'000.- Totale dei costi indiretti: 184'021.- Costi indiretti (pagati dall’azienda) (prestazioni minima, ...) 100'000.- Totale compelssivo 783'924.- Esempio 2. Infortunio a seguito di inciampamento: un collaboratore attraversa velocemente il capannone con una pila di materiale d’imballaggio. Durante questa operazione calpesta un pezzo di metallo che si trovava per terra, mette male il piede e cade. Conseguenze: strappo ai legamenti, 5 settimane di incapacità lavorativa. Costi diretti (pagati dalla SUVA) Spese mediche 4'376.- Indennità giornaliere 5'355.- Totale costi diretti: 9'731.- Costi indiretti (pagati dall’azienda) Maggiorazione dei premi SUVA 1'830.- Pagamento continuato dello stipendio 3'810.- Costi amministrativi 1'400.- Indennità per le ore supplementari dei colleghi 640.- Totale costi indiretti: 6'033.- Costi indiretti (pagati dall’azienda) (prestazione minima, carenza qualitativa...) 3'000.- Totale complessivo 18'764.- Alla fine tutti noi paghiamo per questo infortunio. Una parte dei costi viene sostenuta dalle assicu-razioni e ricade pertanto su tutti gli assicurati. Un’altra parte dei costi ( spesso la più consistente) deve essere pagata direttamente dall’azienda. Visto che le imprese devono risparmiare sui costi, l’importo speso per l’infortunio non sarà più utilizzabile per altri scopi, ad esempio per aumenti di stipendio.

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

1 | 5 Tutela della salute Una tutela completa della salute prevede, oltre alla prevenzione degli infortuni, anche quella delle malattie e dell’eccessivo affaticamento dei lavoratori. A tal fine sono importanti l’ergonomia, l’igiene del lavoro e la psicologia del lavoro. Come illustra il grafico qui sotto, l’uomo è circondato da fattori che influenzano la sua salute, non-ché in particolare, la motivazione e la produttività. Se tutti questi fattori sono adatti alle sue capaci-tà ed esigenze individuali, il lavoro non compromette la sua salute. Inoltre la motivazione e la pro-duttività risultano ottimizzati e si mantengono per lungo tempo.

Il carico di lavoro influenza direttamente o indirettamente la vita di un essere umano. In base a di-verse situazioni e caratteristiche individuali quali età, sesso, stato di salute, formazione, pratica, motivazione, conflitti, ora del giorno nonché a fattori sociali (norme e requisiti sociali), non tutte le persone presentano lo stesso rendimento fisico e intellettuale e persino la stessa persona può ave-re rendimenti diversi. In generale la stessa sollecitazione provoca reazioni diverse nelle singole persone. Lo stress mentale è l’insieme di tutte le influenze esterne che in ambito lavorativo esercitano un influsso sulla vita di una persona, al punto da condizionarla mentalmente. La sollecitazione è uguale per tutti nella stessa situazione, si tratta di una grandezza oggettiva. Lo strain mentale fa riferimento alla risposta immediata della persona alla sollecitazione indotta, i cui effetti dipendono anche p. es. dalla salute e dalla resistenza del singolo individuo; esso rappresenta quindi una grandezza soggettiva e varia da persona a persona.

Lavoratore

Posto di lavoro

Organizzaz. del lavoro

Ambientelavorativo

Strumenti di lavoro

Contenutodel lavoro

Produttività Motivazione

Salute

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1 | 6 Ergonomia (adeguamento del lavoro alle persone) Il termine “ergonomia” deriva dal greco:

Ergon = lavoro

Nomos = regola, scienza L’ergonomia si occupa delle capacità e delle esigenze degli individui. L’applicazione delle cono-scenze ergonomiche ha portato a un adeguamento delle condizioni di lavoro alle condizioni fisiolo-giche e psicologiche delle persone, vale a dire all’adattamento del lavoro all’uomo. Qui di seguito sono riportati alcuni esempi dei principi dell’ergonomia e della loro applicazione. Dimensionamento e posizione del corpo Nella progettazione di posti di lavoro e di mezzi di produzione rivestono un ruolo molto importante le dimensioni fisiche dei lavoratori. Esse non sono tuttavia sufficienti per il dimensionamento di po-sti di lavoro, macchine e utensili, vanno considerati infatti anche i movimenti del corpo e le condi-zioni in cui si svolgono le mansioni professionali. Spesso le dimensioni richieste sono raggiungibili solo mediante meccanismi regolabili:

L’altezza del posto di lavoro deve adattarsi alle dimensioni corporee e al tipo di lavoro. La sedia, la superficie di lavoro e/o il tavolo vanno considerati in modo unitario affinché il lavoratore possa assumere la postura che preferisce e devono essere regolate in base alle caratteristiche anato-miche e fisiologiche del singolo utente.

Per i movimenti del corpo, in particolare di testa, braccia, mani, gambe e piedi deve essere pre-visto spazio a sufficienza.

Dispositivi di comando, attrezzi o pezzi devono trovarsi a una distanza di impugnatura funzionale.

Le impugnature devono essere adeguate alla forma e al movimento della mano nonché alla mansione professionale.

Se è richiesta notevole forza muscolare il lavoratore deve poter assumere la postura corretta e avere a disposizione punti di appoggio affinché il corpo possa mantenere facilmente la forza o i vettori di rotazione.

Forza fisica La forza fisica di un individuo varia a seconda di fattori quali età, sesso, peso e altezza. I valori più elevati si trovano negli uomini dai 20 ai 30 anni. La quantità di forza esercitabile con braccia e gambe dipende dalla postura, dalla direzione del movimento e dal punto di applicazione della forza.

La forza muscolare richiesta deve corrispondere alle capacità fisiche del lavoratore e i muscoli in-teressati devono essere abbastanza forti per lo sforzo previsto. Per ridurre lo sforzo muscolare devono essere presenti mezzi ausiliari tecnici.

Tra i singoli movimenti deve esserci un buon coordinamento e nei lavori di estrema precisione occorre evitare un’eccessiva forza fisica. All’occorrenza vanno utilizzati strumenti ausiliari.

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

Sollevamento e trasporto di pesi Sollevare e portare spesso dei pesi, oppure farlo in modo scorretto può provocare problemi alla schiena. Tipici esempi a questo proposito sono l’ernia al disco o l’usura delle articolazioni vertebra-li. Lo spostamento di pesi per conto proprio va pertanto limitato ai casi strettamente necessari. Tale principio è stato stabilito all’articolo 25 dell’ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro (LL):

Per evitare che i lavoratori debbano spostare manualmente pesi, vanno adottati i debiti provvedimenti organizzativi e messi a disposizione i mezzi appropriati, segnatamente gli equipaggiamenti meccanici.

Per prevenire problemi di salute si raccomandano i provvedimenti seguenti: Condizioni di sicurezza: Sicurezza nell’ambiente di lavoro sufficiente illuminazione; assenza di ostacoli edilizi; scaffalature adeguate; scarpe e guanti adeguati; Organizzazione del lavoro evitare processi di lavoro ripetitivi; superfici di lavoro e di trasporto sufficienti; superfici di lavoro e di sollevamento adeguate; struttura e peso appropriati (rispetto dei valori limite); adeguata pianificazione del lavoro (evitando ad es. stress e ritmi frenetici). Strumenti ausiliari fornire strumenti ausiliari appropriati e sufficienti (ad es. piattaforme di sollevamento, gru). Selezione, formazione e controllo dei collaboratori Impiego di collaboratori idonei; informazione e formazione; controllo del lavoro svolto e dell’impiego degli strumenti ausiliari. Assistenza in caso di problemi di salute informazione ai collaboratori; adeguato sostegno dopo l’infortunio.

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

Comportamenti sicuri Pianificare le fasi di sollevamento utilizzare strumenti ausiliari; sollevare grandi pesi in gruppo; riflettere sulla tecnica di sollevamento. Sollevamenti ergonomici sollevare il peso tenendolo vicino al corpo; tenere i pesi in modo simmetrico; non aprire i pesi; tenere la schiena diritta; evitare rotazioni; piegare le anche e le ginocchia; Tenere conto della forma fisica e della necessità di compensare lo sforzo. Utensili, apparecchi

Utensili e apparecchi devono seguire l’anatomia del corpo umano, ad es. la mano e la fisiologia del movimento. Laddove necessario occorre fare delle distinzioni fra uomo e donna. È opportuno evitare protratte tensioni statiche dei muscoli.

I lavori di manutenzione devono essere eseguiti in un ambiente sicuro e assumendo una postura rilassata. I punti di controllo e di regolazione, le indicazioni tecniche, i punti di misurazione, ecc. devono essere ben visibili e disposti in modo molto chiaro.

I segnali di sicurezza e di allarme devono essere ben visibili, facili da udire e da capire. Occorre considerare eventuali ostacoli quali scarse condizioni di luce o fonti di rumore.

1 | 7 Igiene dell’ambiente lavorativo Qualità dell’aria e tutela dei non fumatori La qualità dell’aria è data da diversi parametri:

tasso dell’aria fresca disponibile / tasso di CO2 dell’aria

inquinamento chimico dell’aria

inquinamento microbico

immissioni di odori. Nell’ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro è stabilito il volume di aria fresca necessario nei locali di lavoro:

in caso di ventilazione naturale non deve essere inferiore a 12m3 a persona;

in caso di ventilazione artificiale deve essere di almeno 10m3 a persona;

se il locale è frequentato solo da non fumatori, occorre prevedere un volume minimo di aria fresca di 15-30m3/h a persona;

se invece si fuma, il volume di aria fresca deve essere raddoppiato a 30-70m3/h a persona.

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

L’inquinamento chimico all’interno degli uffici non è regolamentato dai valori MAC poiché solita-mente non si lavora esplicitamente con sostanze pericolose. Esistono tuttavia alcune direttive sulle sostanze principali. Gli idrocarburi volatili (VOC) sono misurati e valutati sula base di parametro collettivo. A questo propisto si considerano i valori di riferimento seguenti: < 0.2 mg/m3 Nessun fastidio 0.2 - 3 mg/m3 Possibili irritazione e fastidio in concomitanza con altri fattori 3 - 25 mg/m3 Possibili effetti da esposizione e mal di testa in concomitanza con altri fattori > 25 mg/m3 Possibili effetti neurotossici Gli odori vengono percepiti in modo molto diverso. A seconda che siano considerati piacevoli o sgradevoli, innocui o pericolosi possono essere percepiti in modo più o meno forte. Poiché il cattivo odore non è necessariamente tossico o pericoloso per la salute è necessario effettuare degli accertamenti. Se il significato e la fonte del cattivo odore sono noti, esso tende ad essere accettato. Pertanto in presenza di odori piacevoli il lavoratore tende ad abituarsi, mentre quelli spiacevoli non passano inosservati e a lungo andare risultano molto fastidiosi. Se le spiegazioni non sono sufficienti o il problema non viene preso sul serio, gli odori sgradevoli possono provocare disturbi psicosomatici. Clima all’interno dei locali (correnti d’aria, umidità, calore, freddo) Per quanto riguarda la temperatura dei locali, il nostro benessere dipende dai fattori seguenti:

tipo di attività svolta;

Indumenti;

Temperatura dell’aria

temperatura di irraggiamento;

Umidità dell’aria;

temperatura delle superfici.

Per avere un clima piacevole all’interno dei locali occorre far riferimento ai valori seguenti: Temperatura dell’aria 20-22°C, in estate fino a 24°C Temperatura di irraggiamento La differenza tra la temperatura dell’aria e le superfici che

emanano calore o freddo non dovrebbe essere superiore a 3°C. Umidità dell’aria 30-60 % Movimento dell’aria <0.15m/s Temperatura di contatto nei livelli della temperatura dell’aria La temperatura dell’aria va considerata in base all’abbigliamento e al livello di pesantezza dell’attività. Se il lavoro è duro e l’abbigliamento è mediamente pesante, la temperatura dell’aria può scendere sotto i 20°C, fino a 15°C. Per il lavoro leggero d’ufficio, la temperatura dovrebbe essere di almeno 22°C, altrimenti gli impiegati potrebbero avere freddo.

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

Luce (artificiale e naturale) Della luce non possiamo ovviamente più fare a meno. Numerosissimi processi di lavoro si basano sul controllo visivo dell’attività. Affinché ciò possa avvenire in maniera ottimale, deve esserci suffi-ciente luce nel posto giusto. La luce viene percepita e misurata in due modi. Da un lato vi è l’illuminamento, un valore fisico mi-surato in lux che rappresenta la quantità di luce emessa in un secondo su una determinata superfi-cie. Dall’altro vi è la luminanza (o brillanza), che indica l’apparente luminosità di una sorgente o di una superficie e si esprime in candele per metro quadrato (cd/m2) L’intensità luminosa è importante per valutare il contrasto e l’abbagliamento. Per evitare abbaglia-menti nell’ambiente di lavoro, il contrasto tra la superficie più chiara nel campo visivo centrale e l’illuminamento normale di un oggetto non deve essere superiore a 1: 3; nel campo visivo periferico il contrasto non può superare il valore 1:10. Per le misure da adottare si distingue tra l’abbagliamento diretto e quello riflesso. L’abbagliamento diretto si verifica quando le superfici chiare si presentano direttamente nel campo visivo. L’abbagliamento riflesso si ha quando le superfici chiare si trovano dietro il monitor e si riflettono sullo schermo o su altre superfici lisce. Se quindi uno schermo si trova direttamente davanti alla fi-nestra, si ha un abbagliamento diretto. Per avere una buona illuminazione, a seconda dell’attività o del luogo occorre garantire diverse luminosità minime. Ecco alcuni esempi. Zona Illuminamento [Lux] Zona di passaggio di persone 50 Zona di passaggio di veicoli 100 Locali di deposito 200 Locali per le pause 200 Uffici 500-1000 Attività pesante (p.es. officina del fabbro) 300 Attività di media precisione (p.es. falegnameria) 500 Attività di precisione (p.es. meccanica di precisione) 1000-1500 Laboratori 1000 Radiazioni Esistono diversi tipi di radiazioni:

raggi infrarossi (calore);

campi elettromagnetici;

raggi ultravioletti;

raggi laser;

radiazioni ionizzanti (radioattività, raggi x).

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

I raggi infrarossi determinano un aumento della temperatura corporea, della frequenza cardiaca e della sudorazione. Per evitare affaticamenti, il polso non deve aumentare troppo e l’elevata perdita di liquidi va compensata. Per stabilire con certezza per quanto tempo si può lavorare con questa temperatura, occorre rivolgersi a uno specialista (igienista o medico del lavoro) ed effettuare esami di idoneità e di controllo ai lavoratori. Gli ambienti di lavoro esposti al calore sono quelli la cui tem-peratura supera i 30°C. I campi elettromagnetici possono essere suddivisi in due tipi principali. Quelli a bassa frequenza (0-2kHz) si trovano nelle linee ferroviarie e nelle linee di distribuzione dell’energia elettrica, quelli ad alta frequenza (20MHz-300GHz) sono prodotti dagli impianti di telefonia mobile. Se i campi elet-tromagnetici sono molto forti, è d’obbligo la prudenza per le apparecchiature tecniche e per le per-sone che portano un pacemaker. Gli schermi catodici presentano uno sfarfallamento a già a campi molti bassi, che generalmente non rappresentano un pericolo per la salute umana. Tuttavia non si può escludere che alcuni soggetti particolarmente sensibili soffrano di insonnia o di scarsa concen-trazione anche con campi così bassi. I raggi ultravioletti sono presenti anche nella luce solare, tra 180 e 400nm. Devono proteggersi bene da questo tipo di radiazione soprattutto le persone sensibili alla luce, ad esempio coloro che hanno la pelle chiara, chi è affetto da cataratta o assume particolari farmaci. Una forte radiazione ultravioletta provoca ustioni, che nel migliore dei casi corrispondono alle scottature solari, ma pos-sono anche avere esiti molto più gravi. I raggi laser si distingono in 4 classi a seconda della loro intensità. Le classi 1, 2 e 3a non sono considerate pericolose, mentre le classi 3b e 4 richiedono il rispetto di determinate condizioni legali (CFSL n. 6502: radiazione laser) quali strutture edilizie, lampade di sicurezza e l’utilizzo di occhiali di protezione. Diversamente dai raggi laser, le radiazioni ionizzanti sono dannose soltanto a dosi elevate. Si considera in tal caso la quantità accumulata in tutta la vita, non si dovrebbe quindi superare il valo-re massimo. A livello giuridico, si rinvia alle disposizioni dell’ordinanza sulla radioprotezione.

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

Prodotti chimici sul posto di lavoro Dal 1 agosto 2005, data di entrata in vigore della revisione totale dell’ordinanza sui prodotti fitosa-nitari, vigono nuove normative. Il sistema di etichettatura dei prodotti chimici è stato modificato no-tevolmente: al posto delle strisce colorate a seconda della classe di tossicità, si usano pittogrammi conformi alla legislazione europea. I prodotti chimici sono ampiamente diffusi nella vita quotidiana. Grazie alla nuova etichettatura e ai nuovi imballaggi, i consumatori ricevono informazioni più complete rispetto al passato sui possibili pericoli. Durante l’acquisto di prodotti chimici particolarmente pericolosi quali p. es. decalcificanti corrosivi o alcuni detergenti per forni o sturascarichi, i consumatori vengono informati individual-mente dal personale di vendita sui pericoli, sulle misure di protezione necessarie e sul corretto smaltimento. I prodotti classificati come molto tossici, cancerogeni, mutageni o tossici per la ripro-duzione non potranno essere venduti al pubblico. Chi acquista per la propria azienda sostanze pe-ricolose riceve gratuitamente una scheda di sicurezza da tenere in azienda sempre a portata di mano, in cui sono riportate le misure necessarie di protezione e di emergenza. Ogni azienda deve designare un referente per i prodotti chimici che funga da coordinatore tra l’autorità cantonale d’esecuzione e l’azienda. L’ideale è affidare tale funzione al coordinatore SIGE o a chi era titolare dell’autorizzazione per i veleni. Chi tratta sostanze pericolose, ad esempio so-stanze molto tossiche, esplosive o corrosive oppure impiega in azienda delle persone che per il la-voro necessitano di un’autorizzazione specifica (disinfezione di piscine pubbliche, utilizzo profes-sionale di prodotti fitosanitari, ecc.) deve renderlo noto di sua iniziativa al Cantone. Rumore Livelli di rumore: Causa Livelli di rumore [dB(A)] Fucile 170 Pistola fissachiodi 150 Soglia di dolore 120 Motosega 100 Fresatrice 85 Traffico stradale 70 Colloqui 60 Ufficio 50 Soggiorno 40 Camera da letto 30 Studio radiofonico 20

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

Per evitare danni all’udito, la SUVA ha fissato per il rumore un valore soglia al di sotto del quale, anche dopo 8 ore di esposizione, non si verificano danni all’udito. Il rumore, oltre a provocare tali danni, rappresenta anche un fattore di disturbo, affaticamento e stress nei lavori di precisione e di creatività, sono stati stabiliti dei valori di riferimento per diverse attività.

Attività industriale < 85 dB(A)

Lavoro di ufficio in generale < 65 dB(A)

Attività prevalentemente intellettuale < 50 dB(A) In caso di maggiori esigenze, il valore massimo si riduce di ulteriori 10 dB(A). Per valutare il rumore e le misure necessarie è importante sapere che il livello di pressione sonora deve essere sommato in modo logaritmico: se una fonte di rumore (ad es. un martello pneumatico) causa un livello di pressione sonora di 100 dB(A), per il raddoppio del rumore (ad es. due martelli pneumatici) si calcolano 103 dB(A). Disposizioni relativi a edilizia, bagni, spogliatoi, acqua potabile, locali di ristoro e di soggiorno, ecc. Fanno parte dei locali comuni: spogliatoi, lavabi / docce, bagni, infermerie, locali di ristoro e di soggiorno. I requisiti per questi locali variano a seconda del tipo di lavoro, del grado di sporcizia e dalla necessità di cambiarsi d’abito e sono stabiliti nelle indicazioni sull’ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro. Tutti gli impianti devono essere tenuti in condizioni igieniche ineccepibili. Di norma gli spogliatoi, le docce e i lavabi per i due sessi devono essere separati. In via eccezionale è possibile l’uso comune delle stesse strutture, ad esempio nelle aziende con al massimo 5 lavoratori che esercitano contemporaneamente e nello stesso luogo un’attività in cui ci si sporca poco. Spogliatoi / lavabi I lavoratori tenuti a portare indumenti specifici devono avere a disposizione degli spogliatoi. In caso di attività in cui ci si sporca molto, occorre prevedere almeno degli armadietti separati per gli abiti da lavoro e quelli personali. Se sono richieste particolari condizioni igieniche può essere necessario separare i due spogliatoi collocando tra loro i lavabi e le docce. Gli spogliatoi privi di finestre devono essere ventilati in modo artificiale e avere un’illuminazione di sicurezza indipendente dalla rete elettrica. Negli spogliatoi occorre collocare sedie o sgabelli per potersi cambiare. Spesso gli spogliatoi e i lavabi si trovano nello stesso locale. Il numero dei lavabi dipende da quanti lavoratori sono presenti contemporaneamente e dal grado di sporcizia. I detergenti messi a disposizione devono essere adatti al tipo di sporco. Se i lavoratori si sporcano molto per il tipo di attività svolta, oppure sono esposti a temperature elevate, vicino agli spogliatoi deve esserci un numero sufficiente di docce con acqua calda e fredda. Le docce sono generalmente provviste di tenda e di un box individuale. Devono essere provviste di un vestibolo proprio, protetto dagli spruzzi d'acqua, arredato con un sedile e il neces-sario per deporre gli indumenti.

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

Locali di ristoro e di soggiorno I lavoratori devono avere a disposizione locali di ristoro e di riposo nei casi seguenti:

lavoro notturno o a turni;

utilizzano sostanze pericolose o svolgono attività in cui ci si sporca molto;

nelle vicinanze non vi sono ristoranti adatti;

l’ambiente di lavoro è privo di finestre;

esposizione al caldo o al freddo;

frequenti servizi di reperibilità;

lavoro all'aperto o in locali non riscaldati;

il lavoro si svolge prevalentemente in piedi e non vi sono posti a sedere. In linea di massima i locali di ristoro e di soggiorno sono appropriati in ogni azienda. Dovrebbero essere accoglienti e tranquilli, anche a livello di colori e di arredamento e le finestre dovrebbero da-re sempre su uno spazio aperto. Nelle aziende di grandi dimensioni vi sono spesso piccole stanze o locali adibiti alla pause dei la-voratori, collocate vicino alla postazione di lavoro. Tali locali non sostituiscono i locali di ristoro, bensì sono un’integrazione ad essi. Nei locali in cui non si consumano pasti è sufficiente che vi si-ano comodi posti a sedere, nei locali di ristoro sono necessari anche dei tavoli. Molte aziende met-tono a disposizione attrezzature supplementari quali frigorifero e forno a microonde, molto apprez-zate dal personale. Lo stesso vale per distributori di bevande e macchinette per il caffè. Non è prescritta l’esistenza di una particolare area di riposo. Tuttavia, all’occorrenza, deve essere prevista un’area di riposo per i lavoratori che desiderano distendersi. Essa non dovrebbe mancare nei casi di lavoro a turni, lavoro notturno e, specialmente, di servizio di reperibilità. L’area di riposo può essere realizzata ad esempio in un’eventuale saletta di pronto soccorso. Le donne incinte o in allattamento devono avere la possibilità di stendersi e riposarsi. Anche nei locali riservati alle pause occorre garantire la tutela dei non fumatori.

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

1 | 8 Principi di psicologia del lavoro In linea di massima il lavoro dovrebbe essere organizzato a misura d’uomo e non risultare né trop-po facile, né troppo difficile, vale a dire il lavoro deve rispettare i seguenti criteri (modello di Ro-hmert, Hacker e Richter):

Fattibilità: il lavoro deve essere fattibile (il lavoro rispetta le norme antropometriche e fisiologi-che).

Innocuità: il lavoro deve essere eseguibile senza compromettere la salute del lavoratore durante il turno, in caso di regolare ripetizione e per tutta la vita lavorativa (valori MAC, infortuni e malattie professionali).

Tollerabilità: il lavoro deve essere ragionevole e accettabile (non deve compromettere lo stato di salute né provocare un’alterazione dei parametri psicofisiologici).

Promozione della personalità: il lavoro deve dare soddisfazione al lavoratore e stimolare lo svi-luppo della sua personalità (momenti dedicati a compiti creativi e da svolgere in autonomia, ri-chiesta di attività di apprendimento).

Nella progettazione dei processi di lavoro ciò determina gli effetti seguenti:

evitare compiti troppo difficili o troppo facili, che derivano dal superamento del livello massimo ovvero minimo di una serie di funzioni fisiche e/o psichiche;

in caso di attività che si susseguono va evitata una rigida suddivisione in singole fasi, ampliando invece il margine di manovra del lavoratore;

Se è possibile e ragionevole, occorre favorire una rotazione dei compiti tra posti di lavoro diversi (job rotation). Risulta vantaggiosa la costituzione di team, possibilmente all’interno di gruppi au-tonomi di lavoro. A tal fine occorre considerare le differenze individuali di rendimento, i cambia-menti dovuti all’età nonché lo sviluppo personale.

Inoltre, come formulato all’articolo 26 OLL 3, è vietato sorvegliare i lavoratori sul posto di lavoro; "non è ammessa l'applicazione di sistemi di sorveglianza e di controllo del comportamento dei la-voratori sul posto di lavoro” recita questa disposizione di diritto pubblico che tutela il personale con-tro la sorveglianza sul posto di lavoro. Restano consentite le forme di sorveglianza necessarie per altri motivi (tra cui ad es. la sicurezza o la registrazione del rendimento).

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

1 | 9 Rischi / prevenzione Sicurezza sul lavoro e tutela della salute La sicurezza è un compito che riguarda tutti. Sul posto di lavoro ognuno è responsabile della sicu-rezza e della tutela della salute. 1. La sicurezza sul lavoro è un compito dirigenziale rientrano a tutti i livelli nella responsabilità manageriale i settori seguenti:

analisi dei rischi;

creazione di un’organizzazione aziendale adeguata (ad es. orari di lavoro, ripartizione dei compi-ti, comunicazione, ecc.)

fornitura dei mezzi necessari;

gestione consapevole dei collaboratori;

chiara trasmissione dei compiti;

fornitura di istruzioni complete;

controllo regolare;

attuazione delle misure necessarie. 2. La sicurezza sul lavoro riguarda ogni collaboratore Il singolo lavoratore è corresponsabile della sua sicurezza. Ciò significa che:

è tenuto a mettere in pratica tutte le disposizioni relative alla sicurezza, in particolare deve utiliz-zare l’attrezzatura personale di protezione;

deve individuare i pericoli nel suo ambito e segnalarli al superiore;

si assume la propria responsabilità. se nota una lacuna che è in grado di risolvere da solo, si ap-presta a farlo immediatamente, altrimenti la comunica subito al superiore;

Non altera la sua lucidità mentale con alcool o altre sostanze.

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

Diversi strumenti preventivi Esistono metodi comprovati per istituzionalizzare la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute nel-le aziende; la scelta del metodo più appropriato spetta alla singola azienda. L’importante è solo che vi sia un’organizzazione sistematica e che nulla venga affidato al caso. Ecco alcuni termini di uso comune:

Management della salute Si stabiliscono gli obiettivi aziendali a livello di sicurezza sul lavoro, uno degli obiettivi annuali è ad es. il mantenimento e la promozione della salute e la riduzione delle perdite di lavoro.

Analisi del rischio: Un’analisi sistematica dei rischi permette di riconoscere pericoli e rischi in azienda e costituisce la base per il miglioramento della sicurezza sul lavoro e della tutela della salute. Un’analisi del ri-schio è prescritta per legge e deve essere effettuata in ogni azienda. Essa parte da un’analisi dei rischi, ma si spinge un passo avanti. Si individuano i possibili pericoli (analisi dei pericoli) e si va-luta la probabilità che si verifichino e la loro gravità.

Amministrazione dell’evento Gli eventi sono infortuni potenziali che non hanno avute gravi conseguenze. Essi forniscono indi-cazioni importanti su possibili pericoli e possono essere registrati e valutati in modo molto chiaro.

Formazione dei collaboratori La formazione dei collaboratori in merito ai pericoli sul posto di lavoro e ai comportamenti corretti da tenere è prescritta per legge. Spesso viene organizzata dalle associazioni di categoria, dal momento che all’interno dello stesso ramo professionale i pericoli sono simili.

Soluzione all’interno del ramo professionale Spesso le associazioni di categoria organizzano le analisi dei rischi ricorrendo a specialisti (spe-cialisti di sicurezza sul lavoro: medici del lavoro, igienisti, ecc.) che tengono corsi sulla sicurezza oppure forniscono una consulenza specifica.

Analisi dei pericoli Un’analisi dei pericoli deve individuare i rischi principali su un posto di lavoro. Esistono vari metodi per effettuare tale analisi, l’importante è che la procedura sia sistematica, altrimenti si rischia di non notare pericoli rilevanti. In caso di pericoli particolari, l’analisi deve essere condotta da uno specia-lista (medici o igienisti del lavoro, ingegneri o specialisti della sicurezza). Questi pericoli sono ripor-tati in modo non esaustivo nell’elenco della Commissione federale di coordinamento per la sicu-rezza sul lavoro (CFSL).

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

Pericoli particolari Sono rischi particolari secondo la lista CFSL 6508/3: Condizioni di lavoro

Lavori sotteranei (costruzione di tunnel) Condizioni climatiche durante il lavoro sotterraneo

Lavoro in aria compressa Ambiente di lavoro a partire da 0.5bar di sovrappressione

Lavorare senza una sede fissa di lavoro Sede di lavoro priva di un contesto sicuro dato da un posto di lavoro fisso presso un datore di la-voro, delimitato a livello di spazio e sempre dotato dell’attrezzatura necessaria.

Temperature molto elevate o molto basse Lavoro con una temperatura dei locali costantemente superiore a 30°C o inferiore a 0°C

Spostamento manuale di grossi pesi Maneggiare grossi pesi, eventuale rischio di assumere posizioni scorrette e di compiere mo-viemnti sbagliati.

Solventi in grandi quantità Si parla di grandi quantità di solventi se in media ogni giorno in azienda sono disponibili per l’uso circa 1‘000 l di solventi

Installazioni e apparecchi tecnici secondo l’articolo 49.2 OPI Per la lista completa si rinvia all’ordinanza sulla prevenzione degli infortuni e delle malattie pro-fessionali (OPI), art. 49.2

Particolari rischi di incendio e di esplosione

Gas, polveri e liquidi combustibili Liquidi facilmente infiammabili (punto di infiammabilità <30°C) Gas, odori e vapori che con l’aria danno luogo a miscele esplosive Polveri fini di farina, zucchero, cereali, legno, carta, ecc.

Particolari effetti chimici

Sostanze allergizzanti Specialmente le sostanze contrassegnate con la lettera “S” nella lista CFSL.

Particolari effetti fisici

Forti vibrazioni Vibrazione mano-braccio: se uno degli apparecchi elencati viene utilizzato regolarmente e per più di 1,5 ore al girono. Vibrazione di tutto il corpo: se uno dei veicoli elencati viene utilizzato regolarmente e in media più di 2 ore al giorno. Esempi: motosega, molatrice, martellina, martello picconatore, ecc.; pala caricatrice cingolata, pala caricatrice gommata, autocarro con cassone ribaltabile, macchina insaccatrice, autocarro, ecc.

Rumore pericoloso per l’udito Esposizione prolungata a oltre 85 dB(A)

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Capitolo 1: Sicurezza sul lavoro e tutela della salute

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Dopo aver individuato i pericoli sul posto di lavoro (meccanici, chimici, biologici, ergonomici, fisici, ecc.) si possono cercare le cause. Ecco un esempio dei pericoli meccanici. Fonti di pericolo meccanico

Parti mobili scoperte. Rischio di:

essere schiacciati

tagliarsi con un corpo contundente

urtare

tagliarsi con un corpo tagliente

restare impigliati

urtare contro qualcosa

essere trafitti

Parti mobili non controllate. Rischio di:

ribaltamento e collisione con persone o cose

essere travolti

caduta e dispersione di parti che possono colpire persone o cose

Trasporto all’interno dell’azienda. Rischio di:

investire qualcuno o di andare a sbattere

essere travolti

ribaltarsi con mezzi di trasporto

cadere da una certa altezza

Parti con superfici pericolose. Rischio di:

tagli

escoriazioni Occorre ricordare che non solo infortuni e incendi possono compromettere la salute. Spesso i peri-coli non sono evidenti e il danno che ne deriva può svilupparsi in modo molto lento. Risulta di fon-damentale importanza un’ottimale organizzazione del lavoro che tenga conto dei principi di ergo-nomia, igiene del lavoro e psicologia del lavoro. Tra gli strumenti di aiuto per la tutela della sa-lute vi sono le indicazioni della SECO relative alla legge sul lavoro e alle ordinanze 1 e 2 nonché 3 e 4. Esse contengono requisiti edilizi, disposizioni relative agli orari di lavoro e alla protezione spe-cifica di donne e giovani, nonché ulteriori aspetti di tutela della salute sul posto di lavoro.

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2 Basi legali in materia di lavoro e salute

2 | 1 Premessa

Sebbene l’impegno a livello di sicurezza sul lavoro e di salute sia opportuno anche in un’ottica di

economia aziendale, esso è comunque sancito a livello legislativo. Esiste una regolamentazione

per certi versi abbastanza fitta nelle leggi che disciplinano la sicurezza sul lavoro e la tutela della

salute. In Svizzera esistono sostanzialmente due leggi in materia:

la legge sull’assicurazione contro gli infortuni (LAINF);

la legge sul lavoro (LL).

Da queste due leggi deriva il principio generale secondo cui il datore di lavoro, al fine di prevenire

infortuni e malattie professionali e di tutelare la salute e l’integrità personale dei lavoratori, deve

adottare tutte le misure:

necessarie per esperienza;

tecnicamente applicabili;

adatte alle circostanze.

Ai sensi della legge i datori di lavoro sono pienamente responsabili della sicurezza sul lavoro e del-

la tutela della salute. Il mancato rispetto delle norme, ad esempio la violazione dell’obbligo di con-

trollo, possono determinare in caso di infortunio un regresso delle assicurazioni e il perseguimento

penale del superiore.

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Capitolo 2: Basi legali in materia di lavoro e salute

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2 | 2 Legge sull’assicurazione contro gli infortuni

La legge sull’assicurazione contro gli infortuni (LAINF) disciplina la sicurezza sul lavoro. Le pre-

cauzioni contro gli infortuni e le malattie professionali sono disciplinate nell’ordinanza sulla preven-

zione degli infortuni e delle malattie professionali (OPI). Essa contempla tra l’altro:

gli obblighi del datore di lavoro;

gli obblighi dei collaboratori;

il ricorso a medici del lavoro e ad altri specialisti della sicurezza sul lavoro (specialisti MSSL);

veri e propri requisiti di sicurezza.

Articoli rilevanti della LAINF e dell’OPI

LAINF Art. 82 In generale: 1 Per prevenire gli infortuni professionali e le malattie professionali, il datore di lavoro deve prende-

re tutte le misure necessarie per esperienza, tecnicamente applicabili e adatte alle circostanze.

OPI, art. 6 Informazione e istruzioni dei lavoratori 1 Il datore di lavoro provvede affinché tutti i lavoratori occupati nella sua azienda, compresi quelli

provenienti da un’altra azienda, siano informati sui pericoli cui sono esposti nell’esercizio della loro

attività e siano istruiti riguardo ai provvedimenti per prevenirli. Tale informazione e tale istruzione

devono essere fornite al momento dell’entrata in servizio e ogniqualvolta subentri una modifica es-

senziale delle condizioni di lavoro; se necessario, esse devono essere ripetute. 2 I lavoratori devono essere informati sui compiti e la funzione degli specialisti della sicurezza sul

lavoro occupati nell’azienda. 3 Il datore di lavoro provvede affinché i lavoratori osservino i provvedimenti relativi alla sicurezza

sul lavoro. 4 L’informazione e l’istruzione devono svolgersi durante il tempo di lavoro e non possono essere a

carico del lavoratore.

OPI, art. 11 1 Il lavoratore deve osservare le istruzioni del datore di lavoro in materia di sicurezza sul lavoro e

tener conto delle norme di sicurezza generalmente riconosciute. Deve segnatamente utilizzare i

DPI e non deve compromettere l’efficacia delle installazioni di protezione.

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Capitolo 2: Basi legali in materia di lavoro e salute

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2 | 3 Direttiva MSSL 6508

Dal 1° gennaio 2000 le aziende svizzere sono tenute per legge a registrare i rischi per la salute dei

collaboratori e ad adottare provvedimenti adeguati per promuovere la sicurezza sul lavoro e la tute-

la della salute. L’articolo 11 dell’OPI, 11a disciplina il ricorso a medici del lavoro e ad altri speciali-

sti: “il datore di lavoro deve fare appello a medici del lavoro e a specialisti della sicurezza sul lavoro

se la protezione della salute dei lavoratori e la loro sicurezza lo esigono”.

Le disposizioni d’esecuzione sono state emanate nella direttiva MSSL 6508. Questa direttiva ob-

bliga il datore di lavoro a individuare regolarmente i pericoli in azienda e ad adottare tutte le misure

necessarie per prevenire infortuni e malattie professionali e per tutelare la salute dei lavoratori.

L’adozione di questi provvedimenti deve essere documentata.

In un’azienda con particolari rischi (p.es. rischi d’incendio, esplosioni; agenti chimici, fisici o biologi-

ci; particolare in relazione del posto di lavoro) il datore di lavoro per garantire la sicurezza e la salu-

te sul lavoro è tenuto ad interpellare specialisti o specialiste della sicurezza, se all’interno della

propria azienda non vi è presente una conoscenza specialistica equivalente. In ultimo si devono

adempiere le richieste dell’ordinanza federale di idoneità:

Medico del lavoro:

diploma federale di medico e almeno 5 anni di esperienza professionale;

formazione complementare in medicina del lavoro (corso post diploma Lavoro + salute);

Informazioni: Società svizzera di medicina del lavoro (SGARM).

Igienista del lavoro:

Titolo universitario, PF o SUP e almeno 2 anni di esperienza professionale;

SPD L+S o formazione equivalente riconosciuta dall’OMS;

Informazioni: Società svizzera di igiene del lavoro SGAH.

Ingegnere della sicurezza:

titolo universitario, PF o SUP e almeno 2 anni di esperienza professionale;

minimo 35 giorni di formazione riconosciuta (p.es. CFSL).

Specialisti della sicurezza:

formazione professionale riconosciuta e almeno 3 anni di esperienza professionale;

minimo 20 giorni di formazione riconosciuta (p.es. CFSL).

Se si riscontrano eventuali lacune o errori nell’attuazione, gli organi esecutivi della SUVA, gli ispet-

tori federali o cantonali del lavoro concordano misure concrete e a termine.

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Capitolo 2: Basi legali in materia di lavoro e salute

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Panoramica delle basi legali

Fonte: ASA-Inside

Soluzioni e possibilità di attuazione della direttiva CFSL

Le aziende possono adottare diverse soluzioni.

Soluzioni interaziendali

Vengono sviluppate a livello di ramo economico e il loro vantaggio è dovuto al fatto che si

concentrano sui pericoli specifici del settore. Le misure volte alla riduzione o alla rimozione

vengono individuate a livello settoriale e possono poi essere adottate e applicate nelle singole

aziende.

Le soluzioni interaziendali sono:

Soluzioni settoriali – per un intero ramo professionale, p.es. pittura e gessatura;

Soluzioni per gruppi di aziende – ad esempio Migros, McDonalds, ecc.;

Soluzioni modello – per PMI o ditte che non sono coperte dalle soluzioni esistenti, oppure lo sono

solo in parte.

Soluzioni per singole aziende (soluzioni individuali)

I requisiti previsti dalla direttiva devono essere elaborati da ogni singola azienda. Quest’ultima

deve predisporre anche la documentazione e numerosi ausili per individuare/attuare la riduzione

dei pericoli. Se in azienda esistono dei cosiddetti “pericoli particolari” e l’azienda non ha specialisti

di sicurezza sul lavoro, essa deve ricorrere a professionisti esterni.

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2 | 4 Legge sul lavoro

La legge sul lavoro (LL) contiene norme sulla protezione generale della salute. Esse riguardano la

creazione di buone condizioni di lavoro dal punto di vista ergonomico e igienico, l’eliminazione di

influssi dannosi per la salute e di condizioni di lavoro troppo onerose o unilaterali. A tal fine sono

rilevanti anche le norme relative alle ore di lavoro e di riposo nonché la protezione speciale dei

giovani e delle donne in maternità.

Nell’ordinanza 3 concernente la legge sul lavoro (OLL 3) l’igiene (=protezione della salute) è

regolamentata nelle aziende. Essa si applica in tutte le aziende, siano esse pubbliche o private.

Nell’ordinanza 4 concernente la legge sul lavoro (OLL 4) sono stabiliti i requisiti inerenti alla

costruzione e alla trasformazione di aziende soggette alla procedura di approvazione dei piani.

Essa si applica alle aziende industriali nonché alle aziende non industriali esplicitamente

menzionate.

Articoli rilevanti della LL e della OLL3

Art. 6, Obblighi del datore di lavoro e del lavoratore: 1 A tutela della salute dei lavoratori, il datore di lavoro deve prendere tutti i provvedimenti che

l’esperienza ha dimostrato necessari, realizzabili secondo lo stato della tecnica e adeguati alle

condizioni d’esercizio. Deve inoltre prendere i provvedimenti necessari per la tutela dell’integrità

personale dei lavoratori. 2 Egli deve segnatamente apprestare gli impianti e ordinare il lavoro in modo da preservare il più

possibile i lavoratori dai pericoli per la salute e dagli spossamenti.

OLL 3, Art. 2 Principio: 1 Il datore di lavoro deve adottare tutti i provvedimenti necessari per salvaguardare e migliorare la

tutela della salute e assicurare la salute fisica e psichica dei lavoratori, provvedendo segnatamente

affinché:

a. vigano condizioni di lavoro conformi alle esigenze dell'ergonomia e dell'igiene;

b. effetti nocivi e molesti di natura fisica, chimica e biologica, non danneggino la salute;

c. siano evitati sforzi eccessivi o troppo monotoni;

d. il lavoro sia organizzato in modo adeguato.

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Capitolo 2: Basi legali in materia di lavoro e salute

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2 | 5 Protezione speciale per i giovani

Il 1° gennaio 2008 è entrata in vigore la nuova ordinanza sulla protezione dei giovani lavoratori.

Giovani / definizione

Sono considerati giovani per legge i lavoratori fino ai 18 anni compiuti.

Età minima per l’occupazione regolare

I giovani possono essere occupati dal momento in cui compiono 15 anni.

Durata del lavoro e del riposo giornaliero

La durata del lavoro giornaliero dei giovani non può superare le 9 ore. La durata del lavoro com-

prende l’eventuale lavoro straordinario e i corsi obbligatori svolti nel tempo di lavoro. Il lavoro diur-

no, tutte le pause incluse, deve essere compreso in uno spazio di 12 ore.

Ai giovani deve essere garantito un riposo giornaliero di almeno 12 ore consecutive (art. 31 cpv. 2

LL).

I giovani di età inferiore a 16 anni possono

essere occupati fino alle 20.00 al più tardi.

I giovani che hanno più di 16 anni possono

essere occupati fino alle 22.00 al più tardi;

essere occupati in lavoro straordinario soltanto nei giorni feriali ed entro i limiti del lavoro diurno

(art. 31 cpv. 3 LL); durante il tirocinio il lavoro straordinario è ammesso unicamente per corregge-

re disfunzioni d’esercizio dovute a forza maggiore.

Lavoro notturno e domenicale Il datore di lavoro non può occupare i giovani durante la notte e la domenica. Per i giovani che

hanno più di 16 anni, il lavoro notturno (24.00 – 06.00) può essere autorizzato se è indispensabile

per la formazione professionale e/o se la loro collaborazione è necessaria per correggere disfun-

zioni d’esercizio dovute a forza maggiore.

Il Dipartimento federale dell’economia (DFE) può esentare determinati settori dall’obbligo di auto-

rizzazione per il lavoro notturno e domenicale durante la formazione professionale di base e stabili-

re il numero di notti e di domeniche durante le quali gli apprendisti possono lavorare. In vista del lavoro notturno, i giovani (la prima volta prima dell’inizio dell’attività) devono essere sot-

toposti a una visita medica obbligatoria e ricevere consulenza (art. 17c e art. 6 LL, art. 45 OLL 1).

Lavori vietati ai giovani

I lavori pericolosi sono vietati ai giovani, a meno che non siano indispensabili per l’apprendimento

di una professione e che si svolgano nell’ambito di una formazione professionale riconosciuta. Le

attività pericolose sono indicate in un’ordinanza dipartimentale e le condizioni relative al loro eser-

cizio nelle singole ordinanze d’esecuzione della legge sulla formazione professionale. Queste ordi-

nanze sulla formazione contengono disposizioni sulle misure di sicurezza che devono essere adot-

tate e rispettate, in base alle quali si possono autorizzare determinati lavori pericolosi.

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3 Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze Le persone in formazione corrono in media più rischi di ogni altra categoria: almeno 5 su 10 subi-scono ogni anno un infortunio, tre dei quali accadono durante il tempo libero1. Come risulta dalle statistiche dell’UE, tra i lavoratori di età compresa tra 18 e 24 anni il numero degli infortuni sul lavo-ro non mortali è del 50% più elevato rispetto a tutte le altre fasce d’età. Essi costituiscono quindi la classe di lavoratori con il tasso di infortuni più alto. Si registrano inoltre più casi di infortunio tra le persone in formazione che non tra gli altri giovani della stessa età. A ciò si aggiunge il fatto che i giovani tra i 21 e i 25 anni sono anche la categoria di lavoratori con la percentuale più elevata di malattie professionali riconosciute. Ecco due esempi:

Una diciassettenne ha perso parte del dito medio sinistro solo un’ora dopo aver iniziato a lavora-re in una pasticceria nel periodo pasquale; essendo stato maciullato da una delle macchine della pasticceria si è resa necessaria la parziale amputazione.

Un diciottenne apprendista meccanico è morto quattro giorni dopo un’esplosione nella quale è stato avvolto dalle fiamme. Stava aiutando il suo superiore nel cortile dell’officina a travasare una miscela di benzina e diesel da un contenitore di raccolta in un serbatoio di smaltimento quando il vapore della benzina è esploso. Egli era ancora nella fase di apprendimento della professione e dipendeva ancora notevolmente dall’obbligo di sorveglianza a cui il suo superiore e il proprietario dell’officina erano tenuti nei suoi confronti. La ditta riteneva invece erroneamente che la salute e la sicurezza fossero una questione di buonsenso da lasciare all’esperienza dei collaboratori.

Molti problemi di salute collegati al posto di lavoro si sviluppano soltanto con il tempo. Questi rischi per la salute che si accumulano nel corso degli anni vanno tenuti in considerazione allo stesso modo dei rischi di infortunio per ridurre la probabilità che i giovani collaboratori soffrano, col passa-re del tempo, di problemi legati all’attività lavorativa. Se sono esposti a pericoli per la salute, i giovani sono spesso maggiormente a rischio rispetto ai collaboratori più anziani dal momento che il loro corpo non si è ancora sviluppato del tutto e non possono fare affidamento su preziosi anni di esperienza. Inoltre, avendo uno status più basso o essendo nuovi in un’impresa, rischiano di subire molestie o addirittura forme di mobbing da parte dei colleghi.

1 Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

3 | 1 Adolescenza Per adolescenza si intende il periodo di passaggio dall’infanzia all’età adulta, una fase in cui ra-gazze e ragazzi sono sostanzialmente già adulti a livello fisiologico, ma a livello emotivo e sociale non hanno ancora raggiunto la piena maturità. A seconda delle culture, può variare la fascia di età definita adolescenza. In Germania sono considerati adolescenti i giovani tra i 17 e i 24 anni, a par-tire dalla pubertà (a seconda del grado di sviluppo); l’Organizzazione mondiale della sanità defini-sce invece tali i ragazzi tra i 10 e i 20 anni. Il termine adolescenza, che deriva al latino adolescere, ovvero crescere, non si riferisce soltanto ai cambiamenti fisici, ma comprende anche l’intero processo di transizione dall’infanzia all’età adulta. In questa fase i giovani vedono cambiare notevolmente il proprio corpo, il modo di pensare e an-che il contesto sociale, poiché scelgono la professione o il ciclo di studi e lasciano la casa dei geni-tori. All’inizio di questo periodo i giovani attraversano gli stadi fisici della pubertà, che comincia tra i 9 e i 13 anni. Nella fascia d’età 14-18 anni avvengono spesso le prime esperienze sessuali e, in ogni caso, si manifesta l’interesse per l’altro sesso. Al raggiungimento dei 15 anni, se non prima, devo-no scegliere la professione o il ciclo di studi da intraprendere. In seguito il distacco dai genitori e l’eventuale abbandono della casa paterna rappresentano un altro tema importante. Questa fase di cambiamenti va di pari passo con vari dubbi interiori e preoccupazioni esistenziali. Una volta inizia-to questo periodo di profonde mutazioni occorrono anni prima che i giovani ritrovino il loro equilibrio e il loro ruolo all’interno della società. In questa età vengono spesso presi come modello le personalità dello sport, attori del cinema o della televisione e i giovani esprimono spesso il desiderio di assomigliare ai loro idoli.

3 | 2 Rischi fisiologici sul posto di lavoro In molti casi non occorre fare distinzioni tra adulti e giovani per quanto riguarda i rischi fisiologici sul posto di lavoro. Esistono tuttavia alcuni settori in cui i giovani lavoratori, per via di differenze fi-siologiche, hanno bisogno di una maggiore protezione rispetto agli adulti. Tali differenze sono mo-tivate dal non completo sviluppo dell’apparato motorio (ossa e muscoli) e dal fatto che sono leg-germente più esposti agli effettivi dannosi delle radiazioni ionizzanti e delle sostanze pericolose. Tuttavia tali differenze sono più marcate tra i giovani di età diversa che non tra giovani e adulti. Qui di seguito è riportato un esempio basato sulle cosiddette tabelle antropometriche. L’antropometria è una parte dell’antropologia che si occupa di misurare il corpo umano nella sua totalità o nelle sue componenti (donne, uomini, età, ecc.). Nella progettazione dei posti e degli strumenti di lavoro si fa riferimento a questi dati per considerare le caratteristiche degli individui (dimensioni del corpo, costituzione e funzione da svolgere). Generalmente un posto di lavoro deve risultare di comodo utilizzo per il 90 % delle persone che costituiscono una determinata categoria. I limiti di accettabilità per la configurazione dell’ambiente sono compresi tra il 5° e il 95° percentile. Di solito si considerano i valori della popolazione media, ovvero degli adulti.

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

I percentili forniscono le informazioni seguenti:

5° percentile: il 5 % di tutte le persone misurate presenta un valore inferiore;

50° percentile: è il valore mediano, vale a dire che in una distribuzione normale, il 50 % di tutte le persone presenta un valore inferiore e il restante 50 % un valore superiore;

95° percentile: il 95 % di tutte le persone misurate presenta un valore inferiore;

Esempi Altezza [cm] Ampiezza delle spalle [cm]Portata verticale (in piedi)

[cm] Percentili Giovani

5. 50. 95. 5. 50. 95. 5. 50. 95.

16 anni 162.0 173.0 184.0 38.0 43.0 48.0 194.5 212.5 225.5

17 anni 164.0 175.0 186.0 40.0 44.5 49.0 198.0 212.5 227.0

18 anni 166.0 176.0 186.0 41.5 45.5 49.5 204.5 215.0 225.5

Adulti 162.5 174.0 185.5 42.0 46.5 51.0 192.5 206.0 219.0

Esempi Altezza [cm] Ampiezza delle spalle [cm]Portata verticale (in piedi)

[cm] Percentili Ragazze

5. 50. 95. 5. 50. 95. 5. 50. 95.

16 anni 152.0 162.0 172.0 36.0 39.5 43.0 182.0 196.5 211.0

17 anni 152.0 162.0 172.0 36.0 39.5 43.0 183.0 197.0 211.0

18 anni 153.0 162.0 171.0 36.0 39.5 43.0 183.0 197.0 211.0

Adulti 150.5 161.0 171.0 35.5 39.5 43.5 179.0 190.5 202.0

Fonte: Stephen Pheasant. Bodyspace - Anthropometry, Ergonomics and the Design of Work, 2nd Ed. Taylor and Francis, 1996.

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

Emergono dalle tabelle notevoli differenze tra ragazzi e ragazze, a conferma del fatto che le fem-mine crescono prima dei maschi. I dati a esse relativi non mostrano cambiamenti significativi. Nei ragazzi invece, anche se l’altezza varia di poco, l’ampiezza delle spalle e la portata verticale, segni inequivocabili della “maturità” del corpo, mostrano notevoli variazioni; tali valori si ripercuotono sul-la forza e sull’agilità. Alcune differenze si riscontrano però anche tra giovani e adulti: in particolare, tra i sedicenni e gli uomini adulti vi sono fino a 4 cm di differenza nell’ampiezza delle spalle. Gli altri valori confermano invece il fatto che oggi i giovani sono generalmente più alti. Queste informazioni sono importanti soprattutto per l’altezza delle postazioni di lavoro, la distanza visiva, lo spazio di manovra (azionamento di macchine, funzioni di guida), lo spazio di azione, non-ché per la realizzazione dell’attrezzatura personale di protezione adatta ai giovani lavoratori. In futuro potrebbe essere importante il fatto che le capacità di resistenza e di coordinazione dei giovani tendano attualmente a diminuire: con il passare del tempo sono inferiori le capacità fisiche che presentano quando entrano nel mondo del lavoro. Nei casi seguenti è richiesta una maggior tutela dei giovani:

lavori il cui ritmo è determinato da macchine (la forza muscolare non è ancora completamente sviluppata);

lavori in condizioni di pressione eccessiva (le ossa non sono ancora completamente sviluppate, elevato rischio di danni a lungo termine);

lavori che implicano oscillazioni di tutto il corpo (elevato rischio di danni alla colonna vertebrale poiché le ossa e la forza muscolare non sono ancora pienamente sviluppate) ed esposizione a fonti di rumore;

esposizione a radiazioni ionizzanti (leggero aumento del rischio oncologico, possibili effetti sul patrimonio genetico);

esposizione a sostanze pericolose (liquidi, vapori, gas, polveri, ecc.) – i giovani sono spesso più soggetti ai danni causati da tali sostanze; gli effetti di un’esposizione si notano talvolta solo in età più avanzata;

disponibilità di attrezzature personali di protezione adatte ai giovani (taglie giuste);

stabilità della corporatura e ridotta portata verticale dei giovani (manutenzione e guida di macchi-ne).

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

3 | 3 Comportamento a rischio dei giovani Nel quarto capitolo viene esaminata più approfonditamente la questione della maggior esposizione dei giovani rispetto agli adulti al rischio di infortuni, sia sul lavoro che nel tempo libero. Per quanto riguarda l’ambiente lavorativo, le cause sono attribuibili a diversi fattori quali mancanza di espe-rienza, scarsa sensibilizzazione ai rischi e/o mancanza di informazioni o di formazione sulla sicu-rezza e la tutela della salute sul lavoro, nonché a ragioni generali connesse allo status lavorativo dei giovani: scarsa conoscenza dei diritti e doveri del datore di lavoro e dei propri, debole posizione gerarchica o poca confidenza per segnalare eventuali problemi. Oltre a queste ragioni vi è anche un “comportamento a rischio” tipicamente giovanile, che va con-siderato e inteso nel quadro dell’adolescenza. I giovani devono imparare a convivere con esigenze contrapposte: desiderano trovare e consolida-re la propria identità nel qui e ora e nel farlo cercano i propri limiti, accettando in maniera più o me-no consapevole elevati rischi. Al contempo, nella formazione e sul lavoro, devono dedicare tempo ed energia per il futuro, vale a dire confrontarsi con un futuro lontano. Un aspetto importante a questo proposito è la cosiddetta ricerca di forti emozioni, ovvero di nuove sensazioni e di nuove esperienze, un’esigenza di tutte le persone. Il bisogno di sensazioni emozio-nanti, nuove e complesse è più o meno spiccato a seconda della cultura e del singolo individuo, nei giovani è generalmente più forte che non negli adulti. La tabella seguente mostra il punto di vi-sta dei giovani a questo proposito. Le seguenti affermazioni corrispondono al tuo stato Ragazze [%] Ragazzi [%] d’animo attuale? corrisponde pienamente o abbastanza Di tanto in tanto ho bisogno di vivere appieno la vita, 69.2 75.0 in modo spontaneo e disinibito Ricerco spesso situazioni in cui posso dar fondo a tutte 51.2 66.7 le mie energie Mi spingo spesso ai limiti della resistenza fisica e psichica 24.6 44.3 Mi diverto nel praticare sport ad alto rischio 19.9 47.7 Le situazioni pericolose mi affascinano molto 18.2 42.0 Fonte: Studio SMASH, 2002

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

Si nota chiaramente una differenza tra i due sessi: i maschi cercano le emozioni forti più delle femmine e tra gli apprendisti questa tendenza è ancora più marcata che non tra i ragazzi che van-no al ginnasio. Sono soprattutto i ragazzi con difficoltà scolastiche a ricercare maggiormente le emozioni forti e a tenere comportamenti rischiosi nel tempo libero, ad esempio nello sport, sulle strade e con l’uso di sostanze stupefacenti. A volte si lasciano provocare o indurre più facilmente a comportamenti contrari alle norme. Dagli studi è emerso che i giovani con una spiccata tendenza a cercare le “emozioni forti” presentano spesso un comportamento problematico1 I comportamenti rischiosi dei giovani perseguono raramente l’obiettivo dell’autodistruzione. Talvolta è un comportamento legato al gruppo di cui desiderano far parte e serve loro per prendere co-scienza della propria identità. Esso rappresenta inoltre una forma di contrapposizione alle norme e alle regole del mondo degli adulti, una condizione necessaria per il proprio sviluppo. La società tol-lera oggi un margine più ampio per la sperimentazione di questi comportamenti. Da un lato ciò of-fre maggiori possibilità, dall’altro il giovane si trova più sovente nella condizione di dover prendere decisioni in maniera autonoma. Il gruppo può aiutare il singolo, ma la sua dinamica interna com-porta anche dei pericoli. Sono cambiate le condizioni quadro per trovare il proprio posto nella società. Alla gioventù è stata riconosciuta una propria dimensione e una corrispondente autonomia, che non include però un’indipendenza economica. Nella nostra società le possibilità di formazione sono ormai molto va-rie, ma chi non riesce a soddisfare i nuovi requisiti incontra notevoli problemi sul piano professiona-le (basti pensare ad es. alla progressiva scomparsa dei “lavori meno qualificati”.) L’età giovanile risulta sempre più una fase di qualificazione (crescente competitività), i corsi durano generalmente più a lungo e soprattutto sono più esigenti a livello qualitativo. Questa tendenza si ri-specchia nel fatto che la percentuale di giovani che ha frequentato soltanto la scuola dell’obbligo è diminuita costantemente, mentre continua ad aumentare il numero di giovani in possesso di una formazione professionale; al momento attuale tale percentuale raggiunge quasi il 58 % (v. tabella).

1 Fonte: Stefan Siegrist, René Mathys. Les 18 à 24 ans dans la circulation routière et le sport; Accidents, cau-ses et prévention. Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (upi), 1998.

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

Anni di nascita 1911 – 1920

1921 - 1930

1931 - 1940

1941 - 1950

1951 - 1960

1961 – 1970*

Formazione conseguita [%]:

Scuola dell’obbligo

55.1 47.3 38.1 29.3 26.9 19.4

Formazione professionale

34.3 39.2 45.3 49.3 49.7 57.9

Maturità 2.6 2.7 3.1 4.1 5.4 5.7

Scuola spec. superiore/Formaz

professionale

4.7 6.5 8.6 10.5 10.7 8.4

Università 3.3 4.3 4.9 6.8 7.3 8.6

Fonte: Ufficio federale di statistica, 1996 * inclusa la formazione attuale Il passaggio al mondo del lavoro non è semplice; i giovani costituiscono la fascia d’età che presen-ta il maggior numero di disoccupati. Da alcuni anni sussiste il problema, almeno in certe professio-ni, della mancanza di posti di tirocinio. Inoltre le ragazze hanno raggiunto il livello formativo dei ra-gazzi oppure lo hanno addirittura superato, ma il mondo del lavoro presenta ancora una forte im-pronta maschile.

3 | 4 Infortuni professionali In seguito ai mutamenti dell’economia svizzera, negli ultimi anni si è registrata una generale dimi-nuzione degli infortuni. Tuttavia il 9 % degli apprendisti e il 6 % delle apprendiste hanno subito lo scorso anno un infortunio sul lavoro1. Complessivamente uomini e donne tra i 15 e i 24 anni sono notevolmente più soggetti a infortuni rispetto ai lavoratori nella fascia d’età 45 – 54 anni. Il rischio di un infortunio professionale per i giovani lavoratori negli anni 1999-2001 era 1,64 volte più elevato che per le altre fasce d’età (fonte: Suva). Il 12,5 % della popolazione attiva ha un’età pari o supe-riore a 25 anni; anche se la percentuale dei lavoratori è pressoché la stessa tra uomini e donne (SAKE 2002), il 22 % di tutti gli infortuni professionali concerne le persone in questa fascia d’età.

1 Statistica degli assicuratori infortuni (LAINF) 1998 –2002. Salvo diversa indicazione, tutti i dati presentati nel presente capitolo sono tratti da questa fonte.

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

0

50

100

150

200

250

15-24 25-34 35-44 45-54 55-64

Infortuni professionali ogni 1000 lavoratori

Donne 2000Donne 1990Uomini 2000Uomini 1990

Fonte: Statistica degli assicuratori infortuni (LAINF) 1998 –2002.

Come facilmente immaginabile, il tipo di attività esercitata influisce sulla frequenza degli infortuni professionali. La probabilità del singolo di essere coinvolto in un infortunio non dipende soltanto dal tipo e dalla durata dell’attività, bensì anche dal proprio comportamento (prudenza e abilità); quest’ultimo è condizionato anche da fattori quali l’esperienza, la formazione e l’indole caratteriale. Influenza dei fattori età e sesso Gli uomini tra i 15 e i 24 anni corrono un rischio di infortunio doppio rispetto agli uomini nella fascia d’età 45 – 54 anni; lo stesso vale per le donne, tuttavia nel loro caso l’incidenza è nettamente infe-riore. La principale differenza tra uomini e donne è in parte riconducibile al fatto che i primi svolgo-no professioni a maggior rischio di infortunio. È comunque rilevante considerare che essi si infortu-nano più spesso in tutti gli ambiti della vita. Ben documentato è il caso dei muratori: coloro che hanno raggiunto i 55 – 64 anni subiscono il 40 % in meno di infortuni rispetto ai colleghi di 15 – 24 anni. Percentuale dei vari fattori L’incidenza e il rischio degli infortuni professionali sono legati principalmente al tipo di professione, all’età, al sesso e alla formazione più alta conseguita. I fattori sono diversi a seconda della profes-sione: in media, nel 90 % dei casi, la diversa incidenza di infortuni è ricollegabile al tipo di lavoro esercitato. L’età e il sesso spiegano insieme il 5 % circa degli infortuni, la formazione conseguita il restante 5 %.

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

3 | 5 Malattie professionali Mentre per gli infortuni sul lavoro si nota una percentuale più elevata tra le persone di sesso ma-schile, nel caso delle malattie professionali avviene il contrario. Con una percentuale del 17 % di tutti i casi di malattie professionali riconosciute, le giovani lavoratrici rappresentano la fascia d’età più colpita; per quanto riguarda i ragazzi, la quota è del 12 %. Includendo anche i casi che coinvol-gono i lavoratori di età inferiore a 21 anni, la percentuale dei casi riconosciuti aumenta del 5,8 % nei giovani e dell’8,5 % nelle giovani. Ciò mostra che il tasso di malattie professionali nei primi anni di lavoro e soprattutto subito dopo il termine della formazione professionale di base è sorprenden-temente elevato. (Fonte: www.unfallstatistik.ch)

3 | 6 Infortuni nel tempo libero Il 16 % dei ragazzi e l’8 % delle ragazze hanno subito lo scorso anno almeno due infortuni durante il tempo libero. Anche in questo caso la probabilità dipende fortemente dal tipo di attività praticata. Tra i giovani con un marcato bisogno di provare emozioni forti è stato addirittura superiore alla me-dia il numero di coloro cha hanno avuto diversi infortuni nell’ultimo anno. Anche il consumo di alco-ol o la guida di un veicolo in stato di ebbrezza comportano un maggior rischio di infortuni plurimi. A questo proposito si registra un aumento della tendenza: mentre nel 1993 il 16 % dei ragazzi e il 3 % delle ragazze hanno ammesso di aver già guidato spesso in stato di ebbrezza, nel 2002 tali percentuali erano rispettivamente del 28 e dell’8 %.

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Infortuni nel tempo libero ogni 1000 lavoratori

Donne 2000Donne 1990Uomini 2000Uomini 1990

Fonte: Statistica degli assicuratori infortuni (LAINF) 1998 – 2002.

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

Infortuni nello sport Gli infortuni più frequenti sono quelli che occorrono praticando sport: nella fascia d’età 16 – 20 anni essi rappresentano il 40 % del totale. Le persone di sesso maschile si infortunano più spesso di quelle di sesso femminile, i giovani più degli adulti. Occorre inoltre rilevare che i giovani praticano meno sport dei giovanissimi. Incidenti stradali Gli incidenti stradali sono per i giovani la principale causa di morte in gran parte dei paesi industria-lizzati. La percentuale di giovani tra i 16 e i 20 anni che ha avuto un incidente stradale è compresa tra il 5 e il 10 %. I più colpiti sono gli apprendisti di sesso maschile, essendo di solito anche i primi ad essere motorizzati. Influenza dei fattori età e sesso L’influenza del fattore età sull’incidenza di infortuni nel tempo libero è molto simile a quella degli in-fortuni professionali. In questo caso però la differenza tra i sessi è meno marcata. Influenza del tipo di attività professionale È sorprendente la somiglianza che emerge tra le statistiche degli infortuni professionali e quelle degli infortuni nel tempo libero: i giovani muratori, elettricisti, venditori e informatici sono più spesso vittime di infortuni nel tempo libero e non soltanto di infortuni sul lavoro. Tuttavia, con l’aumentare dell’età si riscontrano meno differenze legate alla professione esercitata. Probabilmente ciò è lega-to a un diverso atteggiamento nel tempo libero che accomuna i lavoratori di determinate categorie professionali: i giovani che svolgono attività rischiose desiderano correre maggiori rischi anche nel tempo libero. Anche questo è un indice del fatto che essi non sanno valutare abbastanza bene i ri-schi.

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Infortuni nel tempo libero ogni 1000 lavoratori svizzeri (uomini)

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Fonte: Statistica degli assicuratori infortuni (LAINF) 1998 – 2002.

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

Percentuale dei vari fattori Oltre il 50 % delle differenze spiegabili riguardo all’incidenza di infortuni nel tempo libero è da a-scrivere all’età e al sesso. Il 30 % è riconducibile alla professione, mentre il 15 % alla cittadinanza (gli svizzeri subiscono più infortuni nel tempo libero degli stranieri). Per quanto riguarda infine la formazione, la quota è inferiore al 5 %.

3 | 7 Stile di vita e salute La maggior parte dei giovani, come del resto quasi tutti gli adulti in Svizzera, si sente piena di gioia di vivere quando gode di buona salute. Soltanto il 6 % circa definisce medie o cattive le proprie condizioni di salute, le ragazze leggermente più dei ragazzi (rispettivamente 6,1 % e 5,8 %). Questi dati sono stati rilevati nei ragazzi da 16 a 20 anni1. Nonostante le proprie condizioni di salute siano considerate buone, una parte considerevole degli intervistati riferisce di avere frequenti problemi di salute, soprattutto mal di testa e mal di schiena, ma anche mal di pancia e dolori alle articolazioni. Almeno il 20 % degli intervistati ha risposto di soffrire spesso di dolori mestruali, insonnia, problemi di peso e acne. In media le ragazze accusa-no problemi di salute più sovente dei ragazzi.

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Udito

Eczemi

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Occhi

Vie respiratorie

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Acne

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Dolori articolari

Mal di pancia

Mal di schiena

Mal di testa

Problemi di salute frequenti o molto frequenti

Problemi di salute RagazziProblemi di salute Ragazze

Fonte: Studio SMASH, 2002

1 Ufficio federale di statistica, 2002

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

Ci si chiede ora se vi sono in Svizzera differenze tra i giovani e i giovani adulti da un lato e le per-sone più mature dall’altro. Le risposte relative al mal di testa e al mal di schiena mostrano tenden-ze diverse: sono soprattutto le giovani donne a soffrire di forti mal di testa, mentre quelle in età più avanzata lamentano frequenti mal di schiena1.

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Nelle ultime 4 settimane ha sofferto di mal di testa o di mal di reni?

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Ragazzi 15-24 Ragazzi intotale

Ragazze 15-24 Ragazze intotale

Nelle ultime 4 settimane ha sofferto di mal di testa, senso di pressione alle testa o dolori facciali?

per nienteleggermentemolto

Fonte: Ufficio federale di statistica, 2002. 1 Salvo diversa indicazione, tutti i dati presentati nel presente capitolo sono tratti da questa fonte.

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

Anche la salute è influenzata da fattori quali sesso, tipo di formazione, nonché famiglia, scuola e azienda di tirocinio. La famiglia è solitamente il luogo in cui si discutono i problemi relativi alla salu-te fisica e psichica o alla formazione. La scuola e l’azienda di formazione offrono possibilità di svi-luppo e riconoscimento, contribuendo alla sana autostima del singolo e alla sua visione positiva del futuro. Rumore Ai concerti, in discoteca, con gli auricolari dei lettori MP3 e sul posto di lavoro, i giovani sono espo-sti talvolta a livelli sonori elevati, che possono danneggiare l’udito. Il 34 % dei sedicenni – ventenni intervistati ha avuto lo scorso anno un trauma acustico e il 4 % soffre di acufeni persistenti. Alimentazione Con l’aumentare dell’età i giovani tendono più spesso a saltare i pasti. Le pause pranzo si fanno più brevi e il tragitto per recarsi a scuola o al lavoro si allunga, di conseguenza a pranzo consuma-no solo un minipasto. La scarsa attenzione verso la propria alimentazione è tipica degli anni giova-nili, ma col passare degli anni si attenua: nel 1992 le persone tra i 15 e i 24 anni attente alla propria alimentazione erano il 55 %, mentre nel 2002 nella fascia d’età 25 – 34 anni tale quota raggiunge-va il 67 %1. Solo una minoranza mangia quotidianamente verdura (38 % delle donne e 30 % degli uomini) o frutta (40 % delle donne e 30 % degli uomini). Un’alimentazione poco equilibrata e lo scarso movi-mento fisico fanno sì che una percentuale crescente dei giovani si trovi in sovrappeso. Attività fisica Per una buona forma fisica è consigliato praticare almeno tre volte a settimana un’attività fisica per 20-30 minuti che faccia sudare e respirare profondamente. A partire dai 16 anni l’attività fisica di-minuisce costantemente nei giovani di entrambi i sessi. I sedicenni – ventenni affermano di aver abbandonato lo sport per mancanza di tempo (60 % delle ragazze e 47 % dei ragazzi), per fare qualcos’altro (rispettivamente 37 % e 43 %), per eccessiva pigrizia (27 %), per il pesante lavoro fi-sico in ambito professionale (11 % e 29 %) o per disinteresse verso lo sport (25 % e 22 %). Fattori rilevanti nell’abbandono dello sport sono probabilmente anche gli orari di lavoro e / o i compiti per casa. Peso Rispetto al 1993 è oggi più elevato il numero di sedicenni – ventenni insoddisfatti del proprio peso: il 70 % delle ragazze intende dimagrire. Spesso il peso effettivo è irrilevante, il 24 % delle ragazze ritiene infatti di avere dei chili di troppo, sebbene il loro indice di massa corporea (IMC = peso: al-tezza2) indichi in realtà che sono sottopeso. Tra i giovani circa il 25 % vuole dimagrire o ingrassare. Il desiderio di raggiungere determinati ideali di bellezza può spingere i giovani ad adottare compor-tamenti alimentari sbagliati e dannosi. Le diete fai da te possono compromettere l’apporto di nu-trienti importanti (ad es. il calcio) e portare sia al sovrappeso (effetto yò-yò) sia all’anoressia o alla bulimia. Notevolmente alta è la percentuale di giovani donne che ha un rapporto difficile con il cibo: rispetto al 1993 il numero di donne che ha avuto attacchi bulimici è passato dall’11 al 16 %.

1 Ufficio federale di statistica, 2002

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

Fumo I giovani iniziano a fumare in età sempre più precoce; il che costituisce un serio problema poiché più giovane è il fumatore tanto più i polmoni sono sensibili ai danni provocati dal fumo di sigaretta. Inoltre, iniziando in giovane età, aumenta anche il rischio che il soggetto continui a fumare per tutta la vita. L’attuale percentuale di fumatori tra i quindicenni è pari al 19 %, tra i ventenni raggiunge il 30-40 %, tra questi vi sono più apprendisti che non studenti. Maggiori informazioni in merito sono riportate al capitolo 5. Alcool e cannabis Negli ultimi dieci anni è aumentato sensibilmente il consumo di alcool da parte dei giovani, soprat-tutto di sesso femminile. Il 42 % delle ragazze e il 67 % dei ragazzi consumano bevande alcoliche da una a più volte a settimana; anche la frequenza delle ubriacature è aumentata notevolmente. Quasi la metà dei giovani ha iniziato a fumare cannabis a 15 anni, molti di loro restano tuttavia consumatori occasionali. Desta preoccupazione inoltre il considerevole aumento del consumo re-golare, che risulta molto dannoso per la salute. Una minoranza dei giovani fa un uso di alcool e / o cannabis che causa situazioni problematiche o pericolose. Gli effetti del consumo di alcool si notano soprattutto a livello di violenza, incidenti e sessualità, mentre quelli del consumo di droga (cannabis e altre) sono evidenti soprattutto a scuola e al lavoro nonché nel rapporto con i genitori. I sedicenni – ventenni che si dichiarano consumatori di alcool e cannabis (4 % delle donne e 15 % degli uomini) mostrano anche un forte bisogno di vivere forti emozioni e consumano molto più spesso anche altre droghe (ad es. l’ecstasy). In numerosi casi tuttavia il consumo di alcool e droga non costituisce l’unico problema: quasi la metà dei ragazzi è stata coinvolta lo scorso anno in diversi reati. Nel caso delle ragazze, il 18 % soffre di depressione e la metà di loro riferisce di aver pensato seriamente al suicidio nel corso dell’ultimo anno. Maggiori informazioni in merito sono riportate al capitolo 5. Sessualità Le persone in formazione sono in media sessualmente attive prima dei coetanei che vanno a scuo-la. Negli ultimi trent’anni sono diminuite le differenze tra il comportamento dei ragazzi e quello delle ragazze. Dall’inizio della campagna contro l’AIDS l’uso del preservativo è rimasto elevato, ma ten-de a diminuire leggermente in età più matura. È preoccupante il numero di giovani che non si proteggono (2 %) o adottano metodi contraccettivi poco affidabili, quali il coito interrotto o il calcolo dei giorni fertili (ca. il 15 % dei giovani tra 14 e 16 anni). Il 5 % delle apprendiste e il 2 % delle studentesse tra i 16 e i 20 anni dichiarano di essere già rimaste incinte. Di queste il 72 % ha interrotto volontariamente la gravidanza, il 19 % ha avuto un aborto spontaneo e soltanto il 9 % ha dato alla luce il bambino.

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

Stress, paura e problemi psichici Il 90 % dei sedicenni – ventenni è ottimista in merito alla conclusione della formazione e alla possi-bilità di trovare un posto di lavoro. Ben il 20 % degli apprendisti si considera tuttavia sensibilmente sotto pressione a causa di 4-6 fattori di stress (ritmi incalzanti o responsabilità). Al contempo l’azienda di tirocinio e la scuola offrono anche la possibilità di sviluppare risorse positive per la sa-lute: la presenza di fattori di stress fornisce l’opportunità di imparare a conviverci in modo sano. Se si chiede ai giovani per quali problemi hanno attualmente bisogno di aiuto o assistenza, essi sottolineano l’importanza delle difficoltà a livello psicosociale e relazionale. Problemi quali stress e depressione sono molto diffusi: il 35 % delle ragazze e il 20 % dei ragazzi sono talvolta così de-pressi che avrebbero bisogno di essere seguiti da un professionista. Anche i pensieri di morte sono frequenti: il 21 % delle ragazze e il 15 % dei ragazzi intervistati hanno ammesso di aver pensato a volte al suicidio nel corso dell’ultimo anno. Il 10 % delle ap-prendiste, il 4 % delle studentesse, il 5 % degli apprendisti e il 2 % degli studenti dichiarano di aver già tentato una volta di togliersi la vita. Il suicidio è la causa di morte più frequente tra i giovani. Maggiori informazioni in merito sono riportate al capitolo 4. Assistenza medica L’idea secondo cui i giovani visto il loro “buono stato di salute” abbiano raramente bisogno di cure mediche è falsa: l’11 % dei giovani tra i 16 e i 20 anni ha trascorso almeno una notte in ospedale negli ultimi 12 mesi e il 3 % è stato ricoverato più di una volta, nella maggior parte dei casi per in-fortunio o incidente (8 % dei ragazzi, 4 % delle ragazze). Un’elevata percentuale degli intervistati esprime chiaramente il bisogno di assistenza per determi-nati problemi, ad esempio per la depressione o per questioni inerenti allo stile di vita (fumo, inson-nia, ecc.). Allo stesso tempo è emerso che soltanto pochi degli intervistati hanno effettivamente consultato uno specialista per risolvere tali questioni, specialmente gli apprendisti di sesso maschi-le che soffrono di depressione. Questa tendenza può avere diverse ragioni: la vergogna di esporre un problema personale a un estraneo, la non conoscenza di tale possibilità, mancanza di tempo (ritmi incalzanti a scuola e sul lavoro), ecc.

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

3 | 8 Riepilogo Il “comportamento a rischio” dei giovani, inteso nell’ottica dell’adolescenza, può essere descritto brevemente come segue1:

Nel periodo della formazione e dell’inserimento nella vita lavorativa i giovani reagiscono con la ri-cerca di emozioni forti per rafforzare la propria identità ed autostima. Soprattutto i ragazzi con dif-ficoltà scolastiche tengono comportamenti rischiosi nel tempo libero, ad esempio a livello di sport, di relazioni sessuali e di sostanze stupefacenti. A volte si lasciano provocare o indurre più facilmente a comportamenti contrari alle regole.

I giovani si distinguono dagli adulti mediante regole e comportamenti propri, che possono inclu-dere anche il rifiuto delle regole degli adulti e l’adozione di comportamenti contrari alle regole.

La ricerca di emozioni forti e immediate può interrompere la routine della vita quotidiana e l’eventuale monotonia.

Anche i fattori “datore di lavoro” e “contesto strutturale” contribuiscono, oltre a quello “giovane età”, allo scarso riconoscimento dei rischi per la salute da parte dei giovani lavoratori e di conseguenza ad una reazione poco adeguata.

1 Les 18 à 24 ans dans la circulation routière et le sport; Accidents, causes et prévention. Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (upi), 1998.

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Capitolo 3: Comportamenti a rischio – Cause e conseguenze

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Il fattore “giovane età”

scarsa sensibilizzazione ai rischi sul lavoro, mancanza di informazioni o di formazione sulla sicu-rezza e la tutela della salute sul posto di lavoro;

inesperienza e scarsa dimestichezza con i compiti e l’ambiente di lavoro;

mancanza di adeguate capacità o di formazione per il compito svolto;

insufficiente maturità fisica o psichica;

insufficiente osservanza della sicurezza e della tutela della salute e adozione di comportamenti rischiosi più frequente in alcuni giovani;

scarsa conoscenza degli obblighi del datore di lavoro, dei propri diritti e responsabilità;

poca confidenza per sollevare sul lavoro la questione della sicurezza e della tutela della salute.

Il fattore “datore di lavoro”

scarsa sensibilizzazione sul fatto che i giovani hanno minori esperienza, competenze e formazi-one in merito alla sicurezza e alla salute sul posto di lavoro e alle attività da essi svolte;

affidamento ai giovani di compiti che oltrepassano le loro capacità;

mancanza di informazioni adeguate, di direttive e di corsi formativi nonché di assistenza sul lavo-ro;

insufficiente considerazione dei giovani lavoratori nella valutazione dei rischi;

inadeguate conoscenze da parte delle persone responsabili del reclutamento ai fini della valuta-zione dell’idoneità di un giovane per una determinata attività;

scarso riconoscimento del buon rendimento lavorativo; Fattore “contesto strutturale” Numerosi fattori nell’ambiente lavorativo dei giovani lavoratori possono ripercuotersi negativamen-te sulla sicurezza e la tutela della salute sul posto di lavoro:

contratti a tempo determinato o lavoro a tempo parziale;

lavori a bassa retribuzione, per i quali non sono stati previsti corsi di formazione (oppure solo in parte) o lavori per i quali non si è stati formati;

posti di lavoro con un elevato ricambio del personale;

status professionale basso / incerto, e quindi una debole posizione gerarchica per lamentarsi di eventuali problemi;

percentuale modesta di membri del sindacato;

lavoro in PMI o in settori con una scarsa cultura della sicurezza; rischio di molestie sessuali e di mobbing a causa del basso status o del fatto che i giovani sono nuovi in azienda e le loro competenze sociali sono ancora in fase di sviluppo.

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4 Stress, paura e disperazione

4 | 1 Famiglia, scuola e posti di tirocinio Famiglia Anche se per i giovani i rapporti sociali con i coetanei acquisiscono sempre più rilevanza, la fami-glia può essere un luogo di sicurezza, di comunicazione e di scambio. Gran parte dei giovani inter-pellati1 vive ancora con i genitori (ragazze che svolgono il tirocinio 66,7%, che vanno a scuola 72,2%, ragazzi in tirocinio 69,3%, a scuola 74,1%). Con i genitori discutono anche dei loro proble-mi, siano essi sul posto di lavoro o a scuola (69,5% delle ragazze e 64,4% dei ragazzi) oppure di tipo psicologico (40,1% delle ragazze e 36,7% dei ragazzi). Il fatto di avere un cattivo rapporto con i genitori o di vivere in una famiglia in crisi può creare pre-occupazioni e incidere negativamente nel caso di “comportamenti a rischio”. Una parte considere-vole degli intervistati si è detta molto o un po’ preoccupata a questo proposito (“i miei genitori stan-no per separarsi…”): tra le ragazze la percentuale è rispettivamente 11,4% e 24,8%, tra i ragazzi 8,4% e 18%. Scuola e posti di tirocinio L’inizio di una formazione professionale determina per i giovani l’inserimento in un contesto lavora-tivo con esigenze e oneri a cui non sono ancora abituati, un’esperienza che può anche favorire e rafforzare la crescita. È fondamentale che i formatori delle aziende, i colleghi e i superiori ne siano consapevoli e creino un ambiente favorevole (ad es. informazioni e strutture chiare, sufficiente margine di manovra), nonché stimolante (p. es. apprezzamenti). Il grafico seguente illustra che, in linea di massima, le aziende ne sono consapevoli. Gran parte dei giovani desidererebbe tuttavia maggiore sostegno nella risoluzione di eventuali problemi.

1 Fonte: Studio SMASH, 2002

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Capitolo 4: Stress, paura e disperazione

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Ragazze Ragazzi

Clim a sul posto di tirocinio

La m aggior parte si trova bene inazienda/nel teamIl m aestro d i tirocin io si preoccupa deim iei problem iIl m aestro d i tirocin io ha fiducia in m e

Dal m aestro di tirocinio ricevo ilriconoscim ento che m erito

Fonte: Studio SMASH, 2002 Il 90% dei giovani tra i 16 e i 20 anni è ottimista in merito all’idea di concludere la formazione e di poter poi trovare un posto di lavoro. Per una minoranza di essi gli oneri sul posto di lavoro sono notevoli e vengono percepiti in modo piuttosto negativo, in particolare i ritmi incalzanti e i frequenti elementi di disturbo sono considerati fattori di stress rilevanti.

Fattori di stress Ragazze

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Fattori di stress Ragazzi

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soggettiva-

mente rilevanti

esistenti soggettiva-

mente rilevanti

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Spesso sotto pressione per il carico di lavoro 21.7 55.1 19.7 54.2

Frequenti interruzioni / fattori di disturbo 12.9 45.9 16.1 46.4

Molta responsabilità 9.8 76.7 10.9 74

Molte ore supplementari 9.8 23.8 8.3 25.5

Lavoro fisicamente faticoso 8.5 44.3 8.3 60.9

Lavoro sempre più impegnativo durante la formazione 7.5 75.8 9.6 81.6

Fonte: Studio SMASH, 2002

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Capitolo 4: Stress, paura e disperazione

La famiglia, il posto di lavoro e la scuola incidono quindi notevolmente sul benessere dei giovani e sul loro atteggiamento nei confronti della salute. Risulta positivo il fatto che la maggior parte dei giovani si senta a suo agio a scuola e sul posto di tirocinio. Una parte considerevole di essi si sente tuttavia sotto stress e mostra difficoltà a superare i problemi e a gestire lo stress. Occorre quindi riconoscere e trattare queste situazioni sul nascere.

4 | 2 Violenza e paura Nonostante un numero sempre crescente di rapporti sulla violenza, le bande giovanili e la criminalità, nel 20021 i giovani non hanno rilevato maggiore violenza (violenza fisica, ricatti, furti) nel loro ambiente rispetto al 1993. Tuttavia il 10% dei giovani è stato vittima negli ultimi 12 mesi di violenza fisica, con un’incidenza maggiore tra i ragazzi che non tra le ragazze; in generale, tra le vittime gli apprendisti sono più numerosi degli studenti. Per quanto riguarda il mobbing, ovvero le molestie di diverso tipo e perpetrate in vari modi da parte di colleghi o colleghe con frequenza almeno settimanale, il 15% dei giovani intervistati ha riferito di subirlo. Ciò significa che non vanno considerate soltanto le forme evidenti di violenza (fisica), inoltre molti di questi giovani hanno probabilmente bisogno di aiuto per uscire da queste situazioni.

1 Fonte: Studio SMASH, 2002

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Capitolo 4: Stress, paura e disperazione

4 | 3 Problemi psichici Se si chiede ai giovani1 per quali problemi hanno attualmente bisogno di aiuto o sostegno, essi sottolineano l’importanza dei problemi a livello psicosociale e relazionale, in particolare lo stress e la depressione. Le seguenti affermazioni corrispon-dono al tuo stato d’animo attuale?

Ragazze [%]

Ragazzi [%]

corrisponde pienamente

corrisponde abbastanza

corrisponde pienamente

corrisponde abbastanza

Sono spesso depresso senza sapere il perché 12.3 25.4 7.3 15.1

Ogni tanto penso che tutto è così inutile che non ho voglia di niente

12.6 24.0 8.2 17.4

A volte penso che non ho nulla che mi renda felice

5.5 13.8 4.2 10.3

Ogni tanto sono talmente depresso che vorrei restare a letto tutto il giorno

11.9 16.3 5.3 11.7

Spesso sono triste senza sapere il perché

9.1 20.5 4.6 9.7

Trovo la mia vita piuttosto triste 3.9 7.8 3.6 6.8

Di recente ho pensato spesso alla morte

6.4 10.2 5.2 7.5

Ogni tanto penso che la mia vita non sia degna di essere vissuta

4.8 8.2 3.8 6.0

Fonte: Studio SMASH, 2002 Il 35% delle ragazze e il 20% dei loro coetanei si sono sentiti talvolta così depressi da essere ricorsi alla consulenza di professionisti. Le ragazze soffrono molto più spesso di depressione dei ragazzi. Le analisi mostrano inoltre che le persone in formazione, soprattutto di sesso femminile, sono generalmente più colpite rispetto a studenti e studentesse. Una delle ragioni potrebbe essere il fatto che le ragazze, soprattutto le apprendiste, devono affrontare maggiori sfide e superare contemporaneamente diverse fasi importanti dello sviluppo. Forse sembrano anche più mature di quanto non siano in realtà, quindi non ricevono il sostegno di cui avrebbero bisogno.

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Capitolo 4: Stress, paura e disperazione

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4 | 4 Suicidio In Svizzera dall’1 al 2% dei casi di decesso è dovuto a suicidio1. Ogni anno nel nostro Paese si tolgono la vita circa 1300 - 1400 persone (ca. 1000 uomini, 400 donne). Tra gli uomini nella fascia d’età 15- 44 anni il suicidio è la causa principale di morte. Complessivamente esso miete in Svizzera più vittime di incidenti automobilistici, droghe e Aids messi insieme. Questa oltrettutto è soltanto la punta dell’iceberg, dal momento che, come mostra anche il grafico sottostante, il 10% degli svizzeri ha tentato di uccidersi una o più volte nel corso della vita e una persona su due riferisce a posteriori di aver avuto pensieri di morte. Questa circostanza non viene resa pubblica, sovente le persone si vergognano a raccontarlo.

Rappresentazione: «Paradigma dell’iceberg» della suicidalità [secondo Jeanneret 1982] I pensieri di suicidio sono frequenti anche nei giovani2: il 21% delle ragazze e il 15% dei ragazzi che hanno risposto al sondaggio hanno ammesso di aver pensato al suicidio lo scorso anno. Il 10% delle apprendiste, il 4% delle studentesse, il 5% degli apprendisti e il 2% degli studenti hanno confessato di aver già compiuto una volta un tentativo di suicidio. Il numero di giovani che ha già tentato una o più volte il suicidio è quindi potenzialmente alto, il problema sembra riguardare in modo particolare i giovani che seguono una formazione professionale. Tutti i giovani devono essere presi sul serio e non devono essere lasciati a se stessi, specialmente se hanno già compiuto uno o più tentativi di suicidio. Occorre tener presente che la percentuale di giovani che finisce in ospedale dopo un tentato suicidio è molto bassa rispetto a quella dei giovani che ha compiuto un simile tentativo.

1 Fonte: Suicidio e prevenzione del suicidio in Svizzera. Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), 2005 2 Fonte: Studio SMASH, 2002

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5 Fumo, alcool e sostanze stupefacenti

Quando si parla di stupefacenti, il discorso concerne in realtà il consumo di droghe legali e illegali, due categorie entrambe molto diffuse, e non solo tra i giovani.

5 | 1 Fumo I giovani iniziano a fumare in età sempre più precoce1. Tra i sedicenni la percentuale dei fumatori è passata nell’ultimo decennio dal 12% al 18% tra gli studenti e dal 20% al 27% tra le persone in formazione. Più giovane è il fumatore, tanto più i polmoni sono sensibili ai danni provocati dal fumo. Inoltre, iniziando precocemente, aumenta anche il rischio che il fumatore non rinunci più alla sua abitudine. L’attuale percentuale di fumatori tra i quindicenni è pari al 19%, tra i ventenni raggiunge il 30-40%, tra questi vi sono più apprendisti che non studenti. Sembra che l’età della prima sigaretta sia correlata al livello di istruzione. La maggior parte dei ragazzi che ha frequentato soltanto la scuola dell’obbligo o la frequenta ancora ha iniziato a fumare a 14 anni, mentre tra gli studenti del livello secondario II e del terziario l’età della prima sigaretta slitta rispettivamente a 16-19 anni e 20 anni.

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senza formazione scuola obbligo livello second. II livello terziario

A che età ha iniziato a fumare regolarmente?

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Fonte: Ufficio federale di statistica, 2002

1 Fonte: Studio SMASH, 2002. Capitolo 9

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Capitolo 5: Fumo, alcool e sostanze stupefacenti

5 | 2 Alcool e cannabis Negli ultimi dieci anni è aumentato sensibilmente il consumo di alcool da parte dei giovani tra i 16 e i 20 anni, soprattutto di sesso femminile. Mentre nel 1993 il 56% dei giovani dichiarava di bere alcool una o più volte la settimana, nel 2002 questa percentuale è salita al 67%. Tra le ragazze l’aumento è stato dal 28% al 42%; una delle probabili cause è tra l’altro la vendita di soft drink alcolici. L’1% delle ragazze e il 5% dei ragazzi consumano ogni giorno bevande alcoliche. È fortemente aumentato anche il numero di ubriacature: nell’arco di 30 giorni il 30% delle ragazze e il 50% dei ragazzi si sono ubriacati almeno una volta. Furti, risse, casi di violenza, problemi relazionali, rapporti sessuali non protetti e difficoltà scolastiche sono spesso in relazione con il consumo di alcool. Accade sempre più spesso che i giovani si mettano alla guida ubriachi.

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1-2 volte più volte spesso

Alla guida di un veicolo in stato di ebbrezza

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Fonte: Studio SMASH, 2002 Non si conosce esattamente il numero di persone che guida in stato di ebbrezza in Svizzera. In Francia e nei Paesi bassi il 4,5% degli automobilisti presenta una concentrazione di alcool nel sangue superiore al 5‰ e il 2,5% di essi ha un tasso alcolico superiore all’0,8‰. Non si deve pensare che i giovani abbiano più sovente un elevato tasso alcolico nel sangue; con l’età aumenta infatti anche la percentuale di incidenti provocati dal consumo di alcool. Ma a pari concentrazione di alcool nel sangue, nei giovani il rischio di avere un incidente è più elevato, perché il comportamento al volante non è stato adeguato al consumo di alcool ovvero, essendo ancora giovani, non sono riusciti a sviluppare una sufficiente abilità di compensazione e l’esperienza di guida è ancora scarsa; un ulteriore aspetto può essere la generale mancanza di volontà di compensare gli effetti dell’alcool.

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Capitolo 5: Fumo, alcool e sostanze stupefacenti

Quasi la metà dei giovani ha iniziato a fumare cannabis già a 16 anni, una percentuale che nell’ultimo decennio è raddoppiata. Molti giovani restano tuttavia consumatori occasionali.

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mai 1-2 volte 3-9 volte più spesso ogni giorno

Consumo di cannabis negli ultimi 30 giorni

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Fonte: Studio SMASH, 2002 Desta preoccupazioni il considerevole aumento del consumo regolare, che può risultare molto dannoso, non solo per la salute (il 3,8% delle ragazze e il 12,7% dei ragazzi ne fanno uso quotidiano). Il 4% delle ragazze e il 15% dei ragazzi riferiscono di fare largo consumo di alcool e/o cannabis. Un elevato consumo di alcool si può manifestare attraverso forme di violenza contro se stessi e gli altri, incidenti e comportamenti sessuali a rischio (rapporti non protetti o forzati). Molto spesso il consumo di cannabis può provocare uno scarso rendimento o problemi di altra natura a scuola, sul lavoro o con i genitori. Tra gli abituali consumatori di cannabis non sono pochi coloro che soffrono di problemi psichici (p. es. psicosi). Alla base di un elevato consumo di cannabis sembra esserci il forte bisogno di vivere forti emozioni. Quasi la metà dei ragazzi e un buon 25% delle ragazze che fanno largo uso di cannabis hanno riferito questo bisogno. Questa categoria di giovani consuma di conseguenza piuttosto spesso altre sostanze psicoattive, come ad esempio l’ecstasi, che determinano a loro volta altri problemi; lo scorso anno quasi la metà dei giovani di questo gruppo risultava coinvolta in diversi reati. Il 18% delle ragazze soffre di depressione e la metà di loro riferisce di aver pensato seriamente al suicidio nel corso dell’ultimo anno.

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Capitolo 5: Fumo, alcool e sostanze stupefacenti

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5 | 3 Droghe sintetiche La maggior parte dei giovani non consuma droghe sintetiche quali LSD, ectasy e cocaina, oppure lo fa solo occasionalmente. Tuttavia nell’ultimo decennio i dati sono praticamente raddoppiati; ad aumentare è stato soprattutto il consumo di cocaina (3,6% delle ragazze, 8,1% dei ragazzi).

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Sostanze provate almeno una volta nella vita

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Fonte: Studio SMASH, 2002

5 | 4 Prevenzione contro le dipendenze Una prevenzione efficace deve agire a diversi livelli ed essere differenziata. Con la sua politica dei quattro pilastri (prevenzione, terapia, riduzione del rischio e repressione) per combattere l’eroina, la Confederazione ha dimostrato che un intervento differenziato può dare buoni risultati. L’importante è che non si parli solo di determinate sostanze accettandone invece tacitamente altre (p. es. cannabis versus alcool o fumo), occorre illustrare la differenza tra il piacere e la dipendenza, ovvero concentrarsi di meno sulle sostanze in sé per sé e maggiormente sul tipo di consumo (quantità, circostanze). Numerose attività hanno dimostrato la loro efficacia, basti pensare alla politica di rinuncia al fumo in determinati luoghi (p. es. divieto di fumo nei locali e nelle scuole) o ai programmi che rinforzano le competenze di vita (p. es. come affrontare la pressione del gruppo). Consulenze mirate o corsi di disassuefazione (ad es. consulenze per smettere di fumare) devono essere facilmente accessibili. Per i giovani particolarmente a rischio occorre creare offerte specifiche finalizzate al miglioramento della salute psichica ovvero al consolidamento di quest’ultima. A questo proposito risultano rilevanti valide prospettive per il futuro.

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6 Prevenzione specifica per i giovani e promozione della salute

6 | 1 Prevenzione La prevenzione include tutte le misure che prevengono la comparsa di disturbi e malattie come ad esempio la diminuzione dei fattori di rischio nonché le misure che riducono l’aggravarsi di questi problemi. La prevenzione si basa sulla patogenesi, ovvero sul “meccanismo di produzione e svi-luppo di un processo morboso”. Ci si chiede che cosa provochi determinati disturbi o una malattia, si esaminano specifici fattori di rischio (p.es. il trasporto manuale di grandi pesi) o un determinato comportamento a rischio (p. es. scorrette abitudini alimentari). Se il comportamento dei giovani lavoratori deve essere influenzato in modo mirato, l’impegno deve concentrarsi sul loro comportamento specifico e sul loro background. Ciò significa che oltre a limi-tare come di consueto i fattori di rischio, è necessario rafforzare le competenze dal momento che non è possibile eliminare tutti i rischi, soprattutto quelli del tempo libero (sport e traffico). Il rafforzamento delle competenze allude all’integrazione in azienda, al trasferimento di responsabi-lità e alla competenza professionale. Per i giovani ciò può essere ottenuto promuovendo sia l’autoriflessione e le competenze sociali sia la competenza professionale. In questo caso la pre-venzione degli infortuni si distingue solo marginalmente da quella relativa alle droghe e al mante-nimento dello stato di salute1. La prevenzione specifica per i giovani deve essere adeguata agli attuali compiti di sviluppo e alle esperienze personali. È importante che i giovani siano d’accordo con gli obiettivi e che possano aspettarsi un vantaggio. Non devono essere considerati un target passivo, bensì essere coinvolti in modo attivo.

6 | 2 Promozione della salute La salute non è solo l’assenza di malattia, bensì un equilibrio dinamico, che può essere influenzato in modo positivo o negativo, facendo registrare quindi vari alti e bassi. La salute è una risorsa per la vita quotidiana, vale a dire un concetto positivo che accentua tanto le risorse sociali quanto quel-le personali.

L’obiettivo della promozione della salute consiste nell’individuare e rafforzare le molteplici potenzia-lità della salute.

1 Fonte: Stefan Siegrist, René Mathys. Les 18 à 24 ans dans la circulation routière et le sport; Accidents, causes et prévention. Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (upi), 1998.

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Capitolo 6: Prevenzione specifica per i giovani e promozione della salute

Un concetto fondamentale è quello della salutogenesi. Nel modello della salutogenesi non ci si chiede quali sono le cause di una malattia, bensì “quali fattori permettono almeno di mantenere la propria posizione sul continuum o di avvicinarsi al polo positivo della salute?”

Il concetto della patogenesi è stato sviluppato da Aaron Antonovsky. Nell’ambito delle sue ricerche sugli effetti della menopausa nelle donne di diversi gruppi etnici fece la sorprendente scoperta che il 29% delle donne che erano state internate in campi di concentramento riferiva di trovarsi in uno stato di salute psichica relativamente buono. Antonovsky cominciò a chiedersi in che modo queste donne si differenziassero dal restante 71% che continuava a soffrire per le conseguenze della de-tenzione in lager. Le sue domande erano le seguenti:

Perché le persone restano sane nonostante numerosi influssi potenzialmente dannosi per la sa-lute?

In che modo riescono a riprendersi dalle malattie?

Che cosa hanno di speciale le persone che non si ammalano nonostante abbiano vissuto le situ-azioni più estreme?

Sostanzialmente sembra che ciò sia dovuto a una sorta di regolazione interna che rende le perso-ne più o meno in grado di utilizzare le risorse disponibili per mantenere il proprio stato di salute e di benessere. Questo orientamento di base è definito “senso di coerenza”, ovvero un sentimento di sintonia con il tutto che nasce dalla percezione di prevedibilità del mondo. Il senso di coerenza è un orientamento globale ed esprime che il limite di ognuno nell’avere un di-namico sentimento di confidenza nei confronti del proprio ambiente interno ed esterno è prevedibi-le e che c’è un alto grado di probabilità che le cose funzionino bene come ci si può ragionevolmen-te aspettare. Questo atteggiamento di base dipende dai fattori seguenti:

senso di comprensibilità: è la componente cognitiva che descrive la capacità individuale di elabo-rare gli stimoli provenienti dal proprio ambiente in informazioni ordinate e prevedibili anziché considerarli come casuali e inspiegabili.

senso di gestibilità: questa componente descrive la fiducia in sé stessi e nell’ambiente circostan-te come pure la convinzione che le difficoltà sono risolvibili e che esiste un’ampia varietà di risor-se per gestire una situazione.

senso di significatività: questa componente descrive la convinzione di una persona che almeno alcuni problemi della vita meritano l’energia e l’impegno che si investono per risolverli.

Il senso di coerenza agisce da “timone” nel dirigere le varie strategie di coping (strategie per affron-tare le difficoltà della vita). È risultato che nell’affrontare la vita quotidiana le persone con un forte senso di coerenza scelgono le strategie più appropriate.

malattia

salute

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Capitolo 6: Prevenzione specifica per i giovani e promozione della salute

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6 | 3 Promuovere la salute dei giovani Un rapporto con i genitori solido e di qualità è importante sia nell’infanzia che nell’adolescenza. In-sieme agli altri rapporti personali (cerchia di amici) esso influisce notevolmente sulla salute dei gio-vani. La scuola e l’azienda di tirocinio rappresentano un importante ambiente di vita per i giovani. Di conseguenza è fondamentale una promozione globale della salute nelle scuole e nelle aziende. Per la salute sono essenziali i fattori seguenti1:

obiettivi chiari e un feedback regolare da parte degli insegnanti e dei maestri di tirocinio;

adeguate possibilità di partecipazione dei giovani nell’organizzazione della lezione e dell’ambiente lavorativo;

comportamenti rispettosi e responsabili nel team; e

condizioni di lavoro e di apprendimento consone alla promozione della salute. I giovani sono in prima persona una risorsa importante nella promozione della salute: spesso han-no idee utili allo sviluppo di nuove misure. Di conseguenza devono essere coinvolti in tutte le attivi-tà di promozione della salute. La partecipazione alla vita sociale svolge un ruolo non indifferente; infrastrutture per il tempo libero, associazioni sportive e giovanili offrono ai giovani l’opportunità di avere contatti con i coetanei e gli adulti e la possibilità di strutturare il proprio stile di vita. È rilevante anche la facilità di accesso ai servizi di consulenza in caso di difficoltà (depressione, uso di stupefacenti, ecc.).

1 Fonte: La salute degli adolescenti, specchio della società, 2002

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7 Ulteriori informazioni

Bibliografia

Legge sull’assicurazione contro gli infortuni (LAINF), legge sul lavoro (LL) e relative ordinanze

(OPI, OLL 1, OLL 2, OLL 3, OLL 4): scaricabili gratuitamente in formato PDF all’indirizzo

www.admin.ch Leggi federali Raccolta sistematica

Indicazioni concernenti la legge sul lavoro e le relative ordinanze: scaricabili gratuitamente in

formato PDF all’indirizzo www.seco.admin.ch termine di ricerca "Indicazioni"

Indicazioni relative alla legge sull’assicurazione contro gli infortuni all’indirizzo www.cfsl.ch

Les 18 à 24 ans dans la circulation routière et le sport; Accidents, causes et preventions. Stefan

Siegrist, René Mathys. Ufficio svizzero per la prevenzione degli infortuni (upi), 1998.

Statistique des accidents LAA 1998 – 2002. Dix-septième période quinquennale d’observation de

la Suva et troisième période quinquennale d’observation de tous les assureurs LAA.

Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni

Casella postale

6002 Lucerna

Indagine sulla salute in Svizzera, 2002: tabelle standardizzate livello svizzero.

Ufficio federale di statistica (UST), 2004

Informazioni: centro informazioni dell’UST

E-mail [email protected]

Swiss Multicenter Adolescent Study on health 2002 (SMASH 2002). Lo studio SMASH del 2002

offre una visione d’insieme dello stato di salute dei giovani: mostra il loro comportamento e le lo-

ro esigenze in materia, i fattori correlati alla salute e i principali cambiamenti nel corso dell’ultimo

decennio.

www.umsa.ch

Institut universitaire de médicine sociale et préventive

GRSA

17, rue du Bugnon - 1005 Losanna

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Allegato 5: Ulteriori informazioni

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Link

Agenzia euroepa per la sicurezza e la salute sul lavoro http://osha.europa.eu

FocalPoint CH http://ch.osha.europa.eu

Riforma della formazione professionale

www.berufsbildungsreform.ch

Raccolta sistematica del diritto federale www.admin.ch

Elenco degli ispettorati del lavoro www.arbeitsinspektorat.ch

www.ti.ch/ispettorato-lavoro

Commissione federale di coordinamento per la

sicurezza sul lavoro www.cfsl.ch

Istituto nazionale svizzero di assicurazione contro gli infortuni www.suva.ch

Segreteria di Stato dell’economia www.condizionidilavoro.ch

Ufficio svizzero per la prevenzione degli infrotuni www.upi.ch

Salute www.ufsp.admin.ch

Promozione della salute www.svbgf.ch (in tedesco)

www.gesunde-schulen.ch

(in tedesco e francese)

www.promozionesalute.ch

www.pmi-vital.ch

Progetti per giovani www.lustundfrust.ch (in tedesco)

www.funtasy-projects.ch

www.tschau.ch (in tedesco)

www.look-up.ch (in tedesco)

www.samowar.ch (in tedesco)

Formazione dei genitori www.genitorinforma.ch

Indirizzi

AGENZIA EUROPEA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO

Gran Via 33

E-48009 Bilbao, Spagna

Tel.: + 34 944-794-360

Fax: + 34 944-794-383

E-mail: [email protected]

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