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Modello Organizzativo Parte Speciale “D” Piano di prevenzione della corruzione, piano di trasparenza e integrità Approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 12 Novembre 2014

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Modello Organizzativo

Parte Speciale “D”

Piano di prevenzione della corruzione,

piano di trasparenza e integrità

Approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 12 Novembre 2014

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Modello Organizzativo – Parte Speciale “D” – Rev.0 Piano di prevenzione della corruzione, piano di trasparenza e

integrità

QUESTO DOCUMENTO È DI PROPRIETÀ ESCLUSIVA DI ASM ISA; NON PUÒ ESSERE CEDUTO A TERZI NÈ RIPRODOTTO, NÈ PUO ESSERE PORTATO IN VISIONE O SEMPLICEMENTE PRESTATO A TERZI SENZA AUTORIZZAZIONE

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INDICE

1. APPLICAZIONE E FINALITA’ 3

2. IL QUADRO NORMATIVO 4

3. ATTUAZIONE 4

4. DESTINATARI 4

5. INTEGRAZIONE CON IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE EX D.LGS. 231/01 5

6. I REATI 5

7. METODOLOGIA 6

7.1 Pianificazione e mappatura dei processi 6

7.2 Valutazione dei rischi 8

7.3 Trattamento 10

7.4 Monitoraggio 10

8. MISURE DI PREVENZIONE 11

8.1 Misure di carattere generale 11

8.2 Misure di carattere speciale 14

9. PIANO TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’ 15

9.1 Informazioni e dati soggetti a pubblicazione 15

9.2 Attuazione del programma 18

9.3 Obiettivi 19

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1. APPLICAZIONE E FINALITA’

La presente Parte Speciale del Modello Organizzativo ex D.Lgs. 231 contiene il “Piano Triennale per la

prevenzione della corruzione” (di seguito anche PTPC) 2013-2015, la cui applicazione per ASM ISA risponde

alle indicazioni della legge 6 novembre 2012 n. 190 (di seguito anche LA) - art. 1 comma 60 e del Piano

Nazionale Anticorruzione (di seguito anche PNA – pag.12).

All’interno del presente documento è contenuto inoltre il Programma Triennale per la trasparenza e

l’Integrità (di seguito anche PTTI) 2013-2015 in base a quanto richiesto dalla LA al comma 34 dell’articolo 1;

è intendimento del management sostenere la trasparenza come motivo di eccellenza coerentemente con

quanto definito all’art. 22 del D.Lgs. 33/2013; il Piano Trasparenza, come stabilito dall’art. 10 comma 2 del

D.Lgs. 14 marzo 2013, n. 33, costituisce una sezione del Piano Prevenzione Corruzione.

Il PTPC costituisce il principale strumento adottato per favorire il contrasto della corruzione e promuovere

la legalità dell’azione di ASM ISA, con l’ulteriore scopo di prevenire le situazioni che possono provocare un

malfunzionamento a causa dell’uso ai fini privati delle funzioni attribuite all’Ente; le finalità che ASM ISA

persegue con l’attuazione del PTPC sono, quindi:

rafforzare i principi di legalità, di correttezza e di trasparenza nella gestione delle attività svolte;

ridurre le opportunità che si manifestino casi di corruzione, determinando un contesto organizzativo

sfavorevole ad essa;

aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione;

determinare una piena consapevolezza che il manifestarsi di fenomeni di corruzione espone ASM ISA a

gravi conseguenze;

promuovere il corretto funzionamento dell’organizzazione;

favorire l’attuazione di comportamenti individuali ispirati all’etica e sensibilizzare i soggetti destinatari

all’impegno attivo e costante nell’attuare le misure di contenimento del rischio previste nel presente

documento;

assicurare la correttezza dei rapporti tra ASM ISA e i soggetti che con la stessa intrattengono relazioni di

qualsiasi genere.

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2. IL QUADRO NORMATIVO

Di seguito si riporta un elenco non esaustivo dei principali provvedimenti normativi considerati nel corso

della predisposizione del presente documento:

Legge 6 novembre 2012, n. 190 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e

dell’illegalità nella pubblica amministrazione”, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 265 del 13 novembre

2012;

Piano Nazionale Anticorruzione predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica ed approvato in

data 11 settembre 2013 con delibera dell’A.N.A.C. n. 72/2013 ed i relativi allegati;

Decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 “Riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità,

trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni”;

Decreto legislativo 8 aprile 2013, n. 39 “Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di

incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico, a norma

dell’articolo 1, commi 49 e 50, della legge 6 novembre 2012, n. 190.

3. ATTUAZIONE

Il Piano è approvato dal Consiglio di Amministrazione ed è aggiornato annualmente entro il 31 gennaio in

ottemperanza di quanto previsto dall’art. 1, comma 8, della legge n. 190/2012.

Si consideri che, come previsto dall’art. 1, comma 10, della legge n.190/2012, il Responsabile delle

Prevenzione della Corruzione (di seguito anche RPC) può proporre al CdA l’aggiornamento al Piano nei

seguenti casi:

accertamento di significative violazioni delle prescrizioni in esso contenute;

rilevazione di circostanze che possano aver portato alla riduzione dell’idoneità preventiva del PTPC;

modifica alla disciplina normativa in materia di prevenzione della corruzione;

cambiamenti riferiti alle finalità societarie, alle attribuzioni, ai processi o all’organizzazione di ASM ISA;

emersione di nuovi fattori di rischio che non siano stati considerati in fase di predisposizione del PTPC.

4. DESTINATARI

Sono stati identificati come destinatari del PTPC i seguenti soggetti:

Il Responsabile Prevenzione della Corruzione;

Gli amministratori, i Dirigenti e tutto il personale di ASM ISA;

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i consulenti e i collaboratori;

gli interlocutori esterni che si interfacciano con ASM ISA nell’ambito dei processi sensibili individuati;

Ai destinatari è richiesto, per quanto di pertinenza, di osservare scrupolosamente le norme e le disposizioni

contenute nel presente documento, nel Codice Etico e nella documentazione correlata.

5. INTEGRAZIONE CON IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE EX D.LGS. 231/01

Il PTPC è parte integrante del Modello Organizzativo di ASM ISA (redatto in conformità ai requisiti del D.Lgs.

231/01), di cui costituisce parte speciale; l’integrazione nel Modello 231 implica che:

i destinatari della presente parte speciale debbano attendersi alle indicazioni del Codice Etico del

Gruppo ASM Vigevano & Lomellina per le parti riferite alla prevenzione della corruzione passiva;

le attività di monitoraggio e controllo effettuate dal Responsabile Prevenzione della Corruzione sono

svolte in piena sinergia con l’Organismo di Vigilanza (ODV) previsto dal Modello 231; RPC e ODV

provvedono all’interscambio di informazioni per rendere la propria azione più efficiente ed efficace;

il Sistema disciplinare definito nell’ambito del Modello 231 è considerato applicabile anche in caso di

mancato rispetto delle misure per la prevenzione della corruzione e per la trasparenza;

sono da considerarsi funzionali all’applicazione efficace dei contenuti del presente documento le

indicazioni procedurale presenti nel Modello e relative alla gestione e diffusione della documentazione

e delle registrazioni.

6. I REATI

Nel corso dell’analisi dei rischi si cono considerati i reati disciplinati nel titolo II, Capo I, del codice penale:

Corruzione per l’esercizio della funzione (art. 318 c.p.);

Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art. 319 c.p.);

Corruzione di persona incaricata di un pubblico servizio (art. 320 c.p.);

Istigazione alla corruzione (art. 322 c.p.);

Concussione (art. 317 c.p.);

Indebita induzione a dare o promettere utilità (art. 319-quater c.p.);

Peculato (art. 314 c.p.);

Peculato mediante profitto dell’errore altrui (art. 316 c.p.);

Abuso d’ufficio (art. 323 c.p.);

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Rifiuto di atti d’ufficio. Omissione (art. 328 c.p.);

Interruzione di un servizio pubblico o di pubblica necessità (art. 331 c.p.).

Inoltre (cfr. PNA par. 2.1) si è fatto riferimento ad un’accezione più ampia di corruzione, considerando tutte

quelle situazioni in cui, a prescindere dalla rilevanza penale, potrebbe emergere un malfunzionamento di

ASM ISA a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite, ovvero l’inquinamento dell’azione

amministrativa “ab externo”; questo sia che tale azione si realizzi compiutamente sia nel caso in cui si

configuri un mero tentativo.

7. METODOLOGIA

La metodologia per la redazione del presente Piano si sviluppa secondo le seguenti quattro fasi:

1. Pianificazione e mappatura dei processi;

2. Analisi dei rischi;

3. Trattamento;

4. Monitoraggio.

7.1 Pianificazione e mappatura dei processi

Per quanto attiene al presente documento, sono stati considerate le aree sensibili richiamate dall’articolo 1

comma 16 della Legge 190 e sviluppate nell’ambito del PNA:

processi finalizzati all’acquisizione e alla progressione del personale;

processi finalizzati all’affidamento di lavori, servizi e forniture nonché all’affidamento di ogni altro tipo di

commessa o vantaggio pubblici disciplinato dal D.Lgs. n. 163 del 2006;

processi finalizzati all’adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di

effetto economico diretto ed immediato per il destinatario;

processi finalizzati all’adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con

effetto economico diretto ed immediato per il destinatario.

Tali aree sono state correlate con i processi di ASM ISA, già mappati nel Modello Organizzativo 231:

RACCOLTA TRASPORTO E SMALTIMENTO RIFIUTI

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GESTIONE DELLA PIATTAFORMA ECOLOGICA SPAZZAMENTO STRADE GESTIONE MAGAZZINO MANUTENZIONE IMPIANTI / ATTREZZATURE RAPPORTI CON LA CLIENTELA AMMINISTRAZIONE FINANZA E CONTROLLO (in parziale outsourcing da parte della controllante) RAPPORTI CON AUTORITA’ ED ENTI (ambito dichiarativo ed autorizzativo) RAPPORTI CON AUTORITA’ ED ENTI (ambito erogazione di servizi) GESTIONE AUTORIZZAZIONI E LICENZE APPROVVIGIONAMENTO (in outsourcing da parte della controllante) COMPLIANCE E SISTEMI DI GESTIONE SERVIZI INFORMATICI (in parziale outsourcing da parte della controllante) GESTIONE DEL PERSONALE (in outsourcing da parte della controllante)

Come risultato si sono identificati i processi ed i sottoprocessi sensibili ai reati riferiti alla corruzione.

Aree di rischio Processi sensibili Sotto processi sensibili

Processi finalizzati all’acquisizione e alla progressione del personale

Gestione del personale Selezione del personale Progressioni di carriera e stabilizzazioni Incarichi di collaborazione

Processi finalizzati all’affidamento di lavori, servizi e forniture nonché all’affidamento di ogni altro tipo di commessa o vantaggio pubblici disciplinato dal d.lgs. n. 163 del 2006

Approvvigionamento

Determinazione dell’oggetto della fornitura

Selezione e qualificazione dei fornitori – scelta delle modalità di affidamento – gestione commissioni

Gestione contenziosi e transazioni

Gestione del subappalto

Gestione adempimenti in fase di esecuzione (modifiche ai termini di contratto, varianti)

Processi finalizzati all’adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari privi di effetto economico diretto ed immediato per il destinatario.

Non Applicabile ai processi di ASM ISA (Rilascio a terzi di permessi, autorizzazioni, accesso a servizi pubblici, concessioni edilizie).

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Aree di rischio Processi sensibili Sotto processi sensibili

Processi finalizzati all’adozione di provvedimenti ampliativi della sfera giuridica dei destinatari con effetto economico diretto ed immediato per il destinatario.

Non Applicabile ai processi di ASM ISA (Concessione a terzi di sovvenzioni contributi, sussidi, ausili finanziari, indennità, accesso a fondi comunitari).

7.2 Valutazione dei rischi

La valutazione dei rischi è articolata nelle seguenti fasi:

Identificazione

E’ effettuata per ciascun sotto-processo identificato nella tabella al paragrafo precedente; si effettua

mediante confronto con i responsabili delle aree coinvolte, tenendo conto della storia societaria in

riferimento ad analoghi reati, degli eventuali eventi disciplinari, dei criteri di indirizzo forniti dal PNA in

Allegato 3 (Elenco esemplificazione rischi). Il risultato porta alla generazione di un elenco completo dei

rischi associati ai reati di “corruzione”.

Processo “Gestione del personale”

previsioni di requisiti di accesso “personalizzati” ed insufficienza di meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti in relazione alla posizione da ricoprire allo scopo di reclutare candidati particolari;

nomine ed incarichi che non tengono in considerazione le verifiche previste sul CV e quindi i controlli riferiti alla potenziale ineleggibilità;

abuso nei processi di stabilizzazione finalizzato al reclutamento di candidati particolari; irregolare composizione della commissione di concorso finalizzata al reclutamento di candidati

particolari; inosservanza delle regole procedurali a garanzia della trasparenza e dell’imparzialità della selezione, quali, a titolo esemplificativo, la cogenza della regola dell'anonimato nel caso di prova scritta e la predeterminazione dei criteri di valutazione delle prove allo scopo di reclutare candidati particolari;

progressioni economiche o di carriera accordate illegittimamente allo scopo di agevolare dipendenti/candidati particolari;

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Processo “Approvvigionamento”

definizione dei requisiti di accesso alla gara e, in particolare, dei requisiti tecnico-economici dei concorrenti al fine di favorire un’impresa (es.: clausole dei bandi che stabiliscono requisiti di qualificazione / definizione delle caratteristiche tecnico progettuali dell’intervento al fine di agevolare terzi);

uso distorto dei criteri e delle regole di qualificazione (albo), selezione e affidamento; uso distorto del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, finalizzato a favorire un’impresa; utilizzo della procedura negoziata e abuso dell’affidamento diretto al di fuori dei casi previsti dalla legge al fine di favorire un’impresa; utilizzo indebito delle decisioni in “urgenza”; funzionamento manipolato delle commissioni;

accordi collusivi tra le imprese partecipanti a una gara volti a manipolarne gli esiti, utilizzando il meccanismo del subappalto come modalità per distribuire i vantaggi dell’accordo a tutti i partecipanti allo stesso;

ammissione di varianti in corso di esecuzione del contratto per consentire all’appaltatore di recuperare lo sconto effettuato in sede di gara o di conseguire extra guadagni;

abuso del provvedimento di revoca del bando al fine di bloccare una gara il cui risultato si sia rivelato diverso da quello atteso o di concedere un indennizzo all’aggiudicatario

motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali allo scopo di agevolare soggetti particolari

attività dei professionisti tecnici (DL – CSE) sugli appalti rivolte a non danneggiare (mediante sanzioni o azioni di controllo) o favorire terzi

Processo “Gestione della piattaforma ecologica”

Omissione dei controlli su quantità o ammissibilità al conferimento al fine di avvantaggiare terzi.

Processo “Raccolta trasporto e smaltimento rifiuti”

Omissione o alterazione dei controlli sulla conformità dei rifiuti raccolti (es controllo porta a porta) al fine di avvantaggiare terzi.

Analisi

Consiste nel valutare la probabilità che il pericolo trovi attuazione e le conseguenze che questo produce;

porta alla determinazione del livello di rischio, che tiene conto dei controlli già in essere.

Nel compiere queste valutazioni, è stata applicata la metodologia prevista nell’Allegato 5 del PNA al fine di

stimare la probabilità e l’impatto. Nello specifico, per quanto riguarda la probabilità sono stati considerati,

ove applicabili, i seguenti fattori:

la discrezionalità del processo;

la rilevanza esterna;

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la frazionabilità;

il valore economico;

la complessità;

la tipologia di controllo applicato al processo.

Per quanto riguarda l’impatto sono stati considerati invece:

l’impatto economico;

l’impatto reputazionale;

l’impatto organizzativo.

La combinazione tra la probabilità e l’impatto ha permesso di definire il livello di esposizione al rischio per

ciascuna attività del processo.

Ponderazione

Consiste in una ulteriore valutazione, anche confrontando tutti i rischi esaminati, per procedere alla

definizione della priorità di intervento.

7.3 Trattamento

Comprende la definizione delle strategie di risposta al rischio e la progettazione delle azioni specifiche da

implementare al fine di allineare il profilo di rischio residuo al livello di rischio considerato accettabile.

Nel sistema di trattamento del rischio possono essere fatte rientrare tutte quelle azioni che contribuiscono

a ridurre la probabilità di manifestazione dei reati di corruzione oppure a limitarne l’impatto:

misure di carattere generale o trasversale, che comprendono tutte quelle azioni comuni ai processi a

rischio, che riguardano l’organizzazione nel suo complesso;

misure specifiche che riguardano i singoli processi a rischio.

Tali misure sono dettagliate al successivo capitolo 8 della presente parte speciale.

7.4 Monitoraggio

Il monitoraggio è condotto dal RPC mediante:

la verifica dell’attuazione delle misure definite nel Piano;

l’esame delle informazioni raccolte ed inerenti lo svolgimento dei processi a rischio;

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verifica dell’adeguatezza delle misure previste dal Piano sulla base di eventuali segnalazioni pervenute

da parte di soggetti esterni o interni o attraverso gli esiti dell’attività di monitoraggio.

Il RPC riferisce al Consiglio di Amministrazione sull’esito dei monitoraggi e delle iniziative adottate almeno

annualmente oppure ogni volta sia necessaria una maggiore tempestività nell’informazione.

La relazione annuale che il RPC deve redigere secondo quanto previsto dalla legge n. 190/2012, è

presentata al CdA di ASM ISA e pubblicata sul sito istituzionale.

8. MISURE DI PREVENZIONE

8.1 Misure di carattere generale

Il responsabile della prevenzione della corruzione In applicazione dell’art. 1, comma 7, della legge n. 190 del 2012, ASM ISA ha provveduto ad identificare e

nominare il Responsabile Prevenzione della Corruzione (RPC), figura centrale del sistema di trattamento del

rischio di corruzione alla quale la normativa assegna alcuni importanti compiti, il cui corretto assolvimento

permette di rafforzare l’efficacia del sistema di controllo preventivo.

Le funzioni i compiti e le responsabilità del RPC sono disciplinati dall’art. 1 della legge 190 del 2012:

Elabora la proposta di piano della prevenzione, che deve essere adottato entro il 31 gennaio di ogni

anno (art. 1, co. 8);

Definisce procedure appropriate per selezionare e formare i dipendenti destinati ad operare in settori

particolarmente esposti alla corruzione (art. 1, co. 8);

Verifica l’efficace attuazione del piano e la sua idoneità (art. 1, co. 10, lett. a);

Propone modifiche al piano in caso di accertamento di significative violazioni o di mutamenti

dell’organizzazione (art.1, co. 10, lett. a);

Verifica, d’intesa con il dirigente competente, l’effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti

allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di

corruzione (art. 1, co. 10, lett. b);

Individua il personale da inserire nei percorsi di formazione sui temi dell’etica e della legalità (art. 1,

co. 10, lett. c);

Entro il 15 dicembre di ogni anno redige una relazione annuale che offre il rendiconto sull’efficacia

delle misure di prevenzione (i.e. gestione dei rischi, formazione in tema di anticorruzione, codice di

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comportamento, sanzioni ed altre iniziative quali forme di tutela offerte ai whistleblowers e rispetto dei

termini dei procedimenti) definite dal Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (art. 1, co. 14);

Svolge un ruolo centrale ai fini della predisposizione, diffusione della conoscenza e monitoraggio del

codice di comportamento (Delibera CIVIT n. 75/2013);

È destinatario dei flussi informativi provenienti dai referenti presenti nell’amministrazione (i.e. i

dirigenti, il responsabile della trasparenza, se figura diversa) e dispone di una linea di report

continuativo nei confronti dell’organo di indirizzo politico

Per lo svolgimento dei compiti assegnati, il RPC dispone di supporto in termini di risorse umane, finanziarie

e strumentali adeguate alle dimensioni di ASM ISA; ha completo accesso a tutti gli atti dati e informazioni

dell’organizzazione funzionali all’attività di controllo.

In tale ambito rientrano, peraltro, anche i controlli inerenti la sfera dei dati personali e/o sensibili, per i

quali il RPC individua le migliori modalità per la salvaguardia della riservatezza ed il rispetto della legge.

Tra gli obblighi del RPC rientrano anche gli obblighi di denuncia che ricadono sul pubblico ufficiale e

sull’incaricato di pubblico servizio; tali obblighi richiedono, ove venga a conoscenza di fatti che

rappresentano notizia di reato, di presentare denuncia alla procura della Repubblica o ad un ufficiale di

polizia giudiziaria con le modalità previste dalla legge (art. 331 c.p.p.) dandone tempestiva informazione

all’Autorità Nazionale Anticorruzione. Le responsabilità del RPC sono definite dal comma 12 del citato

articolo 1.

Il Codice Etico Il Codice Etico, già predisposto e gestito secondo quanto riportato nel Modello Organizzativo- Parte

Generale ed in conformità a quanto richiesto dal D.Lgs. 231/01, viene integrato con specifiche indicazioni

comportamentali per la prevenzione della corruzione, così come intesa nel presente documento.

E’ richiesto a tutti i destinatari il rispetto delle indicazioni del Codice per le parti specificamente afferenti la

prevenzione della corruzione.

Le misure di trasparenza Il Piano Triennale Trasparenza ed Integrità (PTTI) costituisce una sezione del PTPC.

Gli obblighi di trasparenza sono previsti dal D.Lgs n. 33 del 2013 e comportano in capo ad ASM ISA l’obbligo

di pubblicazione, nel proprio sito istituzionale, di documenti, informazioni e dati concernenti

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l’organizzazione e l’attività dell’ente, predisponendo sulla “home page” un’apposita sezione

“Amministrazione trasparente”.

La trasparenza costituisce quindi un importante strumento per la prevenzione della corruzione; la

pubblicazione costante e tempestiva di informazioni inerenti le attività permette, infatti, di favorire forme

di controllo diffuso anche da parte di soggetti esterni e di svolgere dunque un’importante azione

deterrente per potenziali condotte illegali o irregolari.

Nella sezione è evidenziato inoltre il nominativo del responsabile della prevenzione della corruzione e del

responsabile della trasparenza.

Formazione e coinvolgimento La formazione ed il coinvolgimento del personale costituisce una componente centrale del sistema di

prevenzione della corruzione. Tramite essa ASM ISA intende assicurare la corretta e piena conoscenza dei

principi, delle regole e delle misure di prevenzione da parte di tutto il personale, anche in funzione del

livello di coinvolgimento nei processi esposti al rischio di corruzione.

La formazione riguarda i seguenti ambiti:

Normativa e pratiche nel campo dell’anticorruzione e dell’analisi e della gestione del rischio;

le regole di prevenzione ed il loro stato di attuazione;

la corretta gestione degli appalti;

l’organizzazione di ASM ISA e i meccanismi decisionali e di controllo;

strumenti che consentano di tracciare le comunicazioni e i flussi, oggettivare la possibilità di reperire

informazioni e effettuare reporting sui processi di ASM ISA;

sistemi informativi da utilizzarsi in forma preventiva;

ogni altra azione individuata per la prevenzione della corruzione.

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Modello Organizzativo – Parte Speciale “D” – Rev.0 Piano di prevenzione della corruzione, piano di trasparenza e

integrità

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8.2 Misure di carattere speciale

Procedure e protocolli Come misure di carattere speciale sono state predisposte apposite procedure interne che tracciano le

regole da adottare per la prevenzione della corruzione nell’ambito di specifici processi interni:

Regolamento assunzioni e procedura per la formazione ed addestramento del personale

Gestione del processo di approvvigionamento

Regolamento acquisti

Monitoraggio dei processi (indicatori)

Gestione reclami e segnalazioni

Compilazione FIR (ingresso / uscita)

Modalità e controllo del conferimento rifiuti

Gestione attività ausiliario ambientale

L’applicazione dei contenuti delle procedure è monitorata dal RPC che sollecita eventuali azioni di

integrazione e miglioramento delle stesse.

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9. PIANO TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L’INTEGRITA’

L’orientamento generale in tema di trasparenza nel novero dei soggetti pubblici, comunque tenuti al

rispetto integrale degli obblighi, va ricompreso l’ente o il soggetto, il quale, indipendentemente dalla sua

forma giuridica, sia stato incaricato, con atto della pubblica autorità, di prestare, sotto il controllo o la

vigilanza di quest’ultima, un servizio o un’attività di interesse pubblico e che disponga a questo scopo di

poteri più ampi di quelli risultanti dalle disposizioni che si applicano nei rapporti tra privati.

La Circolare n. 1 del 14-02-2014 del Ministro per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione indica

che le “società controllate ai sensi dell’articolo 2359 c.c.” devono essere sottoposte all’integrale

applicazione delle regole di trasparenza, mentre alle società partecipate (con partecipazione minoritaria o

comunque diversa da quella descritta dall’art.2359 c.c.) tali regole dovranno essere applicate

limitatamente, e con le conseguenze che ne derivano, alla loro attività di pubblico interesse.

Ciò detto, sebbene ASM ISA sia da considerarsi ente sotto controllo indiretto da parte dell’amministrazione

pubblica, l’attenzione da parte dell’organismo di controllo per una conduzione etica di impresa ha spinto ad

estendere l’applicazione delle regole di prevenzione e trasparenza ad ogni processo ed attività aziendale.

Con il Programma Triennale per la Trasparenza e l’Integrità 2013-2015 (PTTI) ASM ISA intende rendere noto

a chiunque ne abbia interesse quali sono e come intende realizzare i propri obiettivi di trasparenza nel

corso del periodo, anche in funzione di prevenzione della corruzione, in coerenza con il principio di

accessibilità totale come disciplinato dalla legge 190/2012 e dal D.Lgs. 33/2013.

9.1 Informazioni e dati soggetti a pubblicazione

Nella tabella di seguito riportata sono indicate le informazioni che, in relazione a quanto previsto dalla

Norma, devono essere pubblicati e aggiornati periodicamente; l’elenco è allineato ai contenuti della

Circolare dell’Autorità (ANAC) Nr. 50/2013 – Allegato 1, per quanto applicabile alle caratteristiche

dell’organizzazione.

Tali informazioni sono riportate nel Sito istituzionale indicando eventualmente gli obblighi che non risultino

applicabili perché non riguardanti in alcun modo le attività svolte.

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Livello 1 – Disposizioni Generali

Livello 2 Attestazioni OIV o struttura analoga

Attestazione dell'OIV o di altra struttura analoga nell'assolvimento degli obblighi di pubblicazione

Livello 1 – Organizzazione

Livello 2 Organi di indirizzo politico-organizzativo

Atti di nomina, CV, compensi, assunzione di altre cariche, situazioni patrimoniali per i membri del CDA

Livello 2 Sanzioni per mancata comunicazione dei dati

Sanzioni amministrative pecuniarie a carico del responsabile della mancata comunicazione per la mancata o incompleta comunicazione dei dati concernenti il titolare dell'incarico di organo di indirizzo politico al momento dell'assunzione della carica.

Livello 1 – Consulenti e collaboratori

// Tabelle con atti di conferimento, CV, compensi, dati relativi allo svolgimento di incarichi e titolarità di incarichi

Livello 1 – Personale

Livello 2 Incarichi organizzativi di vertice – Direttore Generale e Dirigenti

Atto di conferimento, CV, compensi, svolgimento di incarichi o titolarità di incarichi, insussistenza di clausole di inconferibilità o incompatibilità.

Livello 1 – Bandi di concorso

// Tabelle con oggetto, spese eventuali previste, documenti contenuti nel fascicolo relativo al procedimento di concorso e prova selettiva per assunzione del personale e progressioni in carriera.

Livello 1 – Attività e procedimenti

Livello 2 Tipologie di procedimento

Tabelle con informazioni sui procedimenti di autorizzazione o concessione (contenuto, oggetto, eventuale spesa prevista)

Livello 2 Monitoraggio tempi procedimentali

Risultati del monitoraggio periodico concernente il rispetto dei tempi procedimentali

Livello 1 – Provvedimenti

Livello 2 Provvedimenti organi di indirizzo politico

Con riferimento ai provvedimenti del CDA riferiti a autorizzazione o concessione; scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta; concorsi e prove selettive per l'assunzione del personale e progressioni di carriera; accordi stipulati dall'amministrazione con soggetti privati o con altre amministrazioni pubbliche. Contenuto, oggetto, eventuale spesa prevista, documenti nel fascicolo relativo al procedimento.

Livello 2 Provvedimenti Dirigenti

Analogo per i provvedimenti dirigenziali

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Livello 1 – Bandi di gara e contratti

//

Dati ed informazioni relativi ai bandi di gara. Avvisi di pre-informazione, avvisi, codice CIG, oggetto del bando, procedura di scelta committente, aggiudicatario, somme liquidate. Le informazioni sono da pubblicare secondo le "Specifiche tecniche per la pubblicazione dei dati ai sensi dell'art. 1, comma 32, della Legge n. 190/2012", adottate con Comunicato del Presidente dell'AVCP del 22 maggio 2013.

Livello 1 – Sovvenzioni, contributi, sussidi, vantaggi economici

Criteri e modalità

Atti con i quali sono determinati i criteri e le modalità cui le amministrazioni devono attenersi per la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari e l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati.

Atti di concessione Tabelle recanti informazioni di ciascun atto riferito a sovvenzioni, contributi, sussidi.

Livello 1 – Bilanci

Bilancio preventivo e consuntivo Bilancio di previsione e consuntivo in forma sintetica, aggregata e semplificata, anche con il ricorso a rappresentazioni grafiche.

Livello 1 – Servizi erogati

Costi contabilizzati

Costi contabilizzati dei servizi erogati agli utenti, sia finali che intermedi, evidenziando quelli effettivamente sostenuti e quelli imputati al personale per ogni servizio erogato e il relativo andamento nel tempo.

Livello 1 – Pagamenti dell’amministrazione

IBAN e pagamenti informatici

Nelle richieste di pagamento: i codici IBAN identificativi del conto di pagamento, ovvero di imputazione del versamento in Tesoreria, tramite i quali i soggetti versanti possono effettuare i pagamenti mediante bonifico bancario o postale, ovvero gli identificativi del conto corrente postale sul quale i soggetti versanti possono effettuare i pagamenti mediante bollettino postale, nonchè i codici identificativi del pagamento da indicare obbligatoriamente per il versamento.

Livello 1 – Informazioni ambientali

//

Le informazioni ambientali detenute per le proprie attività istituzionali: stato dell’ambiente, fattori inquinanti, incidenti sull’ambiente e analisi di impatto, misure a protezione dell’ambiente.

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Livello 1 – Atri contenuti, corruzione

// Atti di accertamento delle violazioni delle disposizioni di cui al d.lgs. n. 39/2013.

Livello 1 – Atri contenuti, accesso civico

//

Nome del Responsabile della trasparenza cui è presentata la richiesta di accesso civico, nonchè modalità per l'esercizio di tale diritto, con indicazione dei recapiti telefonici e delle caselle di posta elettronica istituzionale. Nome del titolare del potere sostitutivo, attivabile nei casi di ritardo o mancata risposta, con indicazione dei recapiti telefonici e delle caselle di posta elettronica istituzionale.

Livello 1 – Atri contenuti, accessibilità

//

Elenco dei provvedimenti adottati per consentire l'utilizzo di servizi in rete, anche a mezzo di intermediari abilitati, per la presentazione telematica da parte di cittadini e imprese di denunce, istanze e atti e garanzie fideiussorie, per l'esecuzione di versamenti fiscali, contributivi, previdenziali, assistenziali e assicurativi, per la richiesta di attestazioni e certificazioni, nonchè dei termini e modalità di utilizzo dei servizi e dei canali telematici e della posta elettronica.

Livello 1 – Atri contenuti, dati ulteriori

// Dati, informazioni e documenti ulteriori che non si ha l'obbligo di pubblicare ai sensi della normativa vigente e che non sono riconducibili alle sottosezioni sopra riportate.

9.2 Attuazione del programma

Per quanto riferito ai dati da pubblicare, sono definite, mediante procedura interna:

le informazioni da pubblicare e la frequenza di aggiornamento;

le persone/funzioni responsabili per la messa a disposizione delle stesse e per il loro aggiornamento;

le persone/funzioni responsabili per la pubblicazione;

le modalità per la loro pubblicazione online mediante approvazione del RT.

Il responsabile della trasparenza svolge, come previsto dall’art. 43 del d.lgs. n. 33/2013, l’attività di

controllo sull’adempimento degli obblighi di pubblicazione, attraverso un monitoraggio almeno annuale

confrontando quanto trasmesso (e progressivamente inserito nella banca dati), quanto pubblicato sul sito e

quanto previsto dal presente documento o dalla procedura.

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Gli esiti dell’attività di monitoraggio confluiscono all’interno della relazione del RT da redigere annualmente

ai sensi dell’art., comma 14, della legge n.190/2012.

9.3 Obiettivi

Gli obiettivi delle attività inerenti la trasparenza nell’arco del triennio sono:

a) Informatizzare i flussi di comunicazione interna al fine dell’assolvimento degli obblighi di trasparenza e

per il relativo controllo in modo da ridurre gli oneri delle operazioni di caricamento e pubblicazione anche

attraverso la creazione di una un’unica banca dati delle informazioni da pubblicare, utile, altresì, per

supportare le attività di controllo e monitoraggio periodico del Responsabile della Trasparenza.

b) Progettare un sistema di rilevazione della soddisfazione degli utenti sulla pubblicazione dei dati nella

sezione del sito istituzionale “Amministrazione trasparente”. Il sistema potrà consentire di incrementare

l’efficacia delle misure previste nel Piano e l’utilità delle informazioni pubblicate in termini di effettiva

fruibilità e soddisfazione del bisogno di trasparenza dei cittadini e delle imprese.

c) Sensibilizzare l’organizzazione interna sui temi della trasparenza mediante incontri di formazione,

informazione coinvolgimento coordinati dal RT.

Il monitoraggio dell’avanzamento e raggiungimento degli obiettivi è a cura del RT, che riferisce al CDA

almeno annualmente.

I referenti di area potranno presentare proposte in merito a dati, informazioni, modalità di comunicazione

con gli i soggetti esterni per migliorare il livello di trasparenza di ASM ISA.