Parte II Orientamenti e metodi didattici Quale strada devo prendere? Dipende da dove vuoi arrivare.

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Parte II Orientamenti e metodi didattici “ Quale strada devo prendere?” “Dipende da dove vuoi arrivare”

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Parte IIOrientamenti e metodi didattici

“ Quale strada devo prendere?”

“Dipende da dove vuoi arrivare”

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2INSEGNAMENTO E APPRENDIMENTO

TEORIA CLASSICA TEORIA ROMANTICA

Centrata sulle materie di studio

Centrata sul discente

Privilegia l’insegnamento Privilegia l’esperienza

Fornisce informazioni Favorisce la scoperta

Persegue acquisizioni Sviluppa la creatività

Richiede esecutività Richiede autonomia

(D. Lawton)

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Italo Fiorin- www.anthroposeducazione.it 3

I METODI DIDATTICI

Non esiste “il” metodo perfetto.Un metodo è buono

quando favoriscel’apprendimento significativo

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Che cosa e’ un metodo didattico• mezzi per raggiungere obiettivi• strategie• tecniche• sistema di trasmissione del sapere • modo per presentare un insegnamento • strumento• modo per stimolare gli alunni• organizzare obiettivi• condivisione• regole in funzione dell’insegnamento• modo per favorire lo svolgimento dell’insegnamento • modo per trasmettere nozioni avvalendosi, o meno, di strumenti• modi che si muovono all’interno di uno o dell’altro orientamento

(espositivo/euristico)

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SIGNIFICATIVITA’

Dimensione cognitiva

Dimensione affettiva

Dimensionescientifica

Dimensionesociale

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La lezione tradizionale

Esposizione Ascolto

MemorizzazioneEsercizi

Interrogazione Ripetizione diquanto studiato

Voto

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Lezione strutturata

• Ottenere l’attenzione• Comunicare gli obiettivi dell’unità didattica• Favorire l’emergere del ricordo• Fornire gli stimoli per l’apprendimento• Fornire una guida all’apprendimento (domande

stimolo…)• Stimolare la dimostrazione dell’avvenuto

apprendimento• Fornire feedback durante lo svolgimento della lezione• Verificare l’apprendimento al termine dell’unità

didattica• Facilitare la memorizzazione, la generalizzazione, il

transfer

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Lezione ‘partecipata’

Modello

deduttivo

Modello

induttivo

Modello

per problemi

Sguardo d’insieme

Concetti organizzatori anticipati

Analisi di un caso

Dal particolare al generale

Situazione problemica

Discussione

Soluzione e generalizzazione

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Lezione

frontale

Lezione

deduttiva

Lezione

induttiva

Lezione per prob.

1 fase Esposizione sistematica

Sguardo d’insieme o anticipazione

Presentazione di un caso

Presentazione del problema

2 fase Esposizione

Sistematica

Domande

brainstorming

Discussione in gruppi

Discussione (anche in piccolo gruppo)

3 fase Esposizione sistematica

Ricapitolazione e esposizione

Relazione in assemblea

e commento

Produzione di ipotesi

e discussione in assemblea

4 fase Indicazioni per lo studio o esercizi

Indicazioni per lo studio o esercizi

Generalizzazioni e indicazioni per lo studio

Esposizione e indicazioni per lo studio

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DIDATTICA PER CONCETTI

• Mappa concettuale

• Conversazione clinica

• Matrice cognitiva

• Compito di apprendimento

• Rete concettuale

• Blocchi (I-II-III ecc.)

• Valutazione finale

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ATTIVI ICONICI ANALOGICI

SIMBOLICI

Osservazioni spontanee

Disegno spontaneo Drammatizzazioni, role play

Discussione finalizzata

Esplorazioni secondo piani di osservazione

Disegno secondo un piano

Giochi di simulazione

Narrazione

Ricostruzioni di una esperienza

Codificazione grafico figurativa di eventi a partire da linguaggi verbali e non

Esecuzione di copioni (canovaccio)

Definizione di concetti

Esperimenti Schematizzazioni di concetti, mappe

Analisi di un gioco per identificare le regole

Riflessione sul linguaggio

Esercitazioni Schematizzazione di esperienze

Simulazioni per controllare conoscenze

Applicazione e controllo di regole

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CONFIGURAZIONE GERARCHICA

•LE CONOSCENZE NON HANNO TUTTE LO STESSO VALORE

•SONO A LIVELLI DIVERSI

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LIVELLI DI CONOSCENZE

VEICOLI

AUTOMOBILI BICICLETTE

Berlina Fuoristrada corsa mountain bike

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CONFIGUARAZIONE GERARCHICA

LIVELLO SOVRAORDINATO

VEICOLI

LIVELLO BASIC (1° LIVELLO)

AUTOMOBILE BICICLETTA

LIVELLO SOTTORDINATO( 2° LIVELLO)

Berlina mountain bikeFuoristrada da corsa

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CONFIGURAZIONE GERARCHICA

1°Livello BASIC

1° Livello BASIC

2° Livello sottordinato

2° Livello sottordinato

2° Livello sottordinato

2° Livello sottordinato

3 3 3 3 3 3 3 3

SOVRAORDINATO

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LA CIVILTA’ DEI FENICI

ECONOMIA AMBIENTE

COMMERCIO ARTIGIANATO

Legno, minerali, gioielli, stoffe, vetro …

Imbarcazioni, armi, vetro, tinture, gioielli

P. MONTANO P. MARINO

………………

………………

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CONFIGURAZIONE GERARCHICA

• SI RAPPRESENTA CON LA MAPPA

• IN ORIZZONTALE: STESSO LIVELLO DI ASTRAZIONE

• IN VERTICALE: INCLUSIONE PER LIVELLI DI ASTRAZIONE

( DAL GENERALE AL PARTICOLARE)

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MAPPA CONCETTUALE

SERVE PER RAPPRESENTARE CONTENUTI,

IN ANALOGIA

CON LA MAPPA CARTOGRAFICA

SI CONFIGURA COME UNA “CARTA GEOGRAFICA MENTALE”

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MAPPA: VANTAGGI

• EVIDENZIA LA STRUTTURA LOGICA DI UN ARGOMENTO

• VISIONE IMMEDIATA DELLE PAROLE – CHIAVE

• DA’ FORMA ALLE CONOSCENZE

• FACILITA L’ESPRESSIONE VERBALE

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Concetto di tempo storico

successione

contemporaneità

duratalineare ciclica

breve media lunga lunghissima

interazione sincronia

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TEMPO

adesso dopoprima

Tanto tempo fa

ieri

oggidomani

Una volta

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IL MOVIMENTO DELLE SCUOLE ATTIVE

• La scuola nuova è laboratorio di pedagogia pratica,

• luogo di esperienza diretta,

• nella quale si studiano poche materie al giorno,

• si esplora l’ambiente naturale,

• si pratica l’autogoverno.

(A. Ferrière)

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LA DIDATTICA ATTIVA

PUEROCENTRISMO

DIDATTICA ATTIVA

INDIVIDUALIZZAZIONE

PROGETTAZIONE

LAVORO DI GRUPPO

SIGNIFICATIVITA’

EDUCAZIONE DEMOCRATICA

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E. Claparède

Quando un sarto fa un vestito lo adatta alla corporatura del cliente e, se questo è grosso, non gli fa indossare un abito troppo stretto …Il calzolaio che fa una scarpa comincia col tracciare sulla carta il contorno del piede che deve calzarla, e ne segna la particolarità …Il cappellaio adatta i suoi copricapo alla forma e alla dimensione dei crani …Al contrario, l’insegnante veste, calza, incappella tutte le menti nello stesso modo.Egli ha solo roba fatta in serie.Così, fra gli alunni delle nostre scuole ne vediamo alcuni che annegano negli anfratti di un programma troppo immenso, ed incespicano ad ogni passonelle falde sovrabbondanti di quella uniforme che essi non riescono a riempire – mentre altri sono soffocati da una disciplina troppo stringata che impedisce lo sviluppo normale della loro personalità intellettuale e morale, tanto che non possono permettersi un movimento senza far saltare un bottone.Perché non si avrebbero per le menti i riguardi di cui si circondano il corpo, la testa, i piedi?

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Volti e idee dell’Attivismo

I protagonisti dellaRivoluzione Copernicana

Dell’insegnamento

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R. Cousinet

“L’alunno non va a scuola per essere istruito, cioè sottomesso all’attività didattica di un adulto, ma va a scuola per apprendere cioè per esercitare la propria attività personale, per imparare a lavorare per cogliere i problemi nella loro complessità, quindi cercare di risolverli.”

R.Cousinet

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O. DECROLY

La didattica parte dal riconoscimento dei

bisogni fondamentali: • Nutrirsi• Lottare contro le intemperie• Difendersi dai pericoli• Lavorare con gli altri, ricrearsi, riposarsi

Nasce il metodo per ‘centri di interesse’ che si basa si seguenti principi:- Unità (gli argomenti devono tutti essere collegati tra loro)- Individualizzazione (ogni allievo deve poter raggiungere il massimo per lui possibile)- Adattamento all’ambiente (vanno date ad ogni bambino tutte le conoscenze

indispensabili a inserirsi nella società nella quale vive)- Integralità (vanno coltivate tutte le dimensioni della individualità personale)

Fasi metodologiche:- Osservazione (sensi, osservazione diretta, azione)- Associazione (riflessione, collegamenti)- Espressione (disegno, scrittur, canto, teatro…)

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Celestine Freinet

Il suo pensiero si concretizza in tre nuove “tecniche” pedagogiche (strumenti operativi concreti in contrapposizione all’astrazione del metodo educativo classico).Il testo libero: si contrappone al tradizionale componimento in cui l’allievo è costretto a scrivere di un tema deciso dall’insegnante, per imparare ad esprimersi correttamente su temi a lui più vicini, con tempi e modalità che sono in larga partelasciata ai desideri dello studente che, però non è mai lasciato solo, ma è ispirato e accompagnato attraverso tentativi e sperimentazione.Il giornale scolastico: (o libro di vita) è l’evoluzione del testo libero, una raccolta di contributi dei singoli, rielaborati collettivamente, stampato dalla “tipografia scolastica”, con l’obbiettivo di fondere apprendimento, lavoro, creatività, attività manuale ed intellettuale.Il calcolo vivente: stimola l’esercizio matematico ed aritmetico partendo dalla necessità di risolvere problemi concreti legati, per esempio, alla tipografia scolastica, invece che proporre “problemi” con pochi legami con la realtà deglistudenti.

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W. H. KILPATRICK

• Il progetto è un ‘filo conduttore.

per l’insegnante

e per l’alunno,

che ha tre opzioni:

- Progettare per costruire

- Progettare per realizzare una attività- Progettare soluzioni

a problemi dati

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J. DEWEY

• La scuola vive nella società ed è essa stessa società, nella quale il bambino impara a vivere democraticamente.

• L’apprendimento deve essere attivo (se faccio, capisco), progressivo(rispettoso delle fasi evolutive, quindi graduale), significativo (la scuola è luogo di vita autentica)

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Mario Lodi

“Distruggere la prigione, mettere al centro della scuola il bambino,Liberarlo da ogni paura, dare motivazione e felicità al suo lavoro, creare intorno a lui una comunità di compagni che non gli siano antagonisti, dare importanza alla sua vita e ai sentimenti più alti che dentro gli si svilupperanno, questo è il dovere di un maestro, della scuola, di una buona società.”

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Tecniche di scuola nuova

• Il testo libero• La tipografia scolastica• Il giornale• La corrispondenza interscolastica• Il calcolo vivente• Il problema come progetto di azione• Lo schedario autocorrettivo• La ricerca• La biblioteca di lavoro• Attività espressive• Animazione

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La ricerca d’ambiente

1. Manifestazione e definizione dell’interesse

2. Progetto di ricerca

3. Distribuzione dei compiti

4. Raccolta di dati (osservazione diretta/intervista/esperimento)

5. Elaborazione e controllo dei dati raccolti

6. Stesura di un esauriente resoconto

7. Socializzazione dei risultati

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La ricerca socio-centrica

LA DEMOCRATIZZAZIONE DELL’INSEGNAMENTO(Esplosione dei numeri e delle attese)

TRA DESCOLARIZZAZIONE E TEMPO PIENO(Illich, Freire, don Milani)

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Ivan IllichNato a Spalato nel 1925, ordinato sacerdote nel 1951, prorettore all’università cattolica di Porto Rico. Opera

in tutta l’America Latina, in Messico fonda il Centro di informazione e documentazione (CIDOC). Nel 1967 chiede la dispensa dagli obblighi del sacerdozio. E’ il teorico della ‘descolarizzazione

Bisogna distruggere il rituale con il quale il sistema scolastico plasma il consumatore progressivo,

che è la principale risorsa dell'economia, altrimenti non potremo ne spezzare l’incantesimo

di questa economia ne costruirne una nuova.

Se vogliamo poter dire qualcosa sul mondo futuro, disegnare i contorni di una società a venire che non sia iperindustriale, dobbiamo riconoscere l’esistenza di scale e limiti naturali. L’equilibrio della vita si dispiega in varie dimensioni: fragile e complesso, non oltrepassa certi limiti. Esistono delle soglie che non si possono superare

Un mondo in cui ognuno possa essere ascoltato, nel quale nessuno sia obbligato a limitare la creatività altrui, dove ciascuno abbia uguale potere di modellare l’ambiente che a sua volta poi determina i desideri e le necessità

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Paulo FreireNato nel 1921 a Recìfe, laureato in giurisprudenza, fonda nel 1961 il Movimento di Cultura Popolare. Dopo il colpo di stato militare del 1964, in Brasile, viene imprigionato e poi costretto all’esilio. Ha operato in Brasile,

Cile, Costa Rica, Guinea Bissau, Sao Tomè. Nominato esperto dei problemi educativi presso il Consiglio Mondiale delle Chiese e il BIE delle Nazioni Unite, a Ginevra. Nel 1980 rientra stabilmente in Brasile, come

professore all’università cattolica di San Paolo e l’università statale di Campinas-Rio.

• Noi educatori ed educandi non possiamo in realtà sottrarci al rigore etico (...).L'etica di cui parlo non è l'etica spicciola, ristretta, del mercato, che si sottomette obbediente agli interessi del profitto. A livello internazionale ha fatto la sua comparsa la tendenza a considerare gli effetti del nuovo ordine mondiale come naturali e inevitabili (...).L'etica di cui parlo è quella che sa di subire un affronto nelle manifestazioni di discriminazione di razza, di genere, di classe. E' per questa etica inseparabile dalla pratica educativa, non importa che si lavori con bambini, giovani, adulti, che dobbiamo lottare. E il miglior modo di lottare per essa è quello di viverla nella nostra pratica, quella di esserene testimoni vivaci nei confronti di chi educhiamo, nelle nostre relazioni reciproche. (...)Formazione scientifica, correttezza etica, rispetto verso gli altri, coerenza, capacità di vivere e apprendere con il diverso, non permettere che il nostro malessere personale o la nostra antipatia nei confronti dell'altro ci spingano ad accusarlo di cose che non ha fatto: tutti questi sono doveri a cui dobbiamo attendere con umiltà e con perseveranza".

• (Freire, in Pedagogia dell'autonomia)

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Don Milani

Don Lorenzo Milani (1923-1967) nato da agiata famiglia fiorentina, ebreo, convertitosi al cattolicesimo, sacerdote impegnato in difesa dei diritti dei più poveri. In difficili relazioni con la Curia di Firenze, nel 1954 viene mandato a Barbiana, dove fonda

una scuola ‘a tempo pieno’.Con i ragazzi di Barbiana scrive ‘Lettera ad una professoressa’ testo di forte denuncia del sistema scolastico ed educativo

vigente. La ‘Lettera’ diventa il manifesto di chi vuole cambiare la scuola in senso democratico.

“Quando avrai perso la testa, come l’ho persa io, dietro poche decine di creature, troverai Dio come un premio.”

La didattica di Barbiana

Chi sa insegni a chi non saA chi non è motivato basta darli uno scopo, ma che sia grandeLa distanza tra Gianni e Pierino è di 700 parolePierino la scuola ce l’ha a casa, a Gianni bisogna dargli il tempo pienoLa scuola non deve bocciareLa scuola deve insegnare a conoscere i problemi della realtàLa scuola può cambiare la societàL’insegnante impara dai suoi alunni

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BOCCIARE: “Bocciare è come sparare su un cespuglio: forse era un ragazzo, forse una lepre: si vedrà a comodo”.

COTTIMO: (Agli insegnanti) “Io vi pagherei a cottimo. Un tanto per ogni ragazzo che impara tutte le materie. O meglio, multa per ogni ragazzo che non ne impara una. Allora l’occhio vi correrebbe sempre su Gianni. Cerchereste nel suo sguardo distratto l’intelligenza che Dio ci ha messa uguale agli altri. Lottereste per il bambino che ha più bisogno, trascurando il più fortunato, come si fa in tutte le famiglie. Vi scegliereste di notte col pensiero fisso su lui a cerare un modo nuovo di far scuola, tagliato a misura sua. Andreste a cercarlo a casa, non vi dareste pace perché la scuola cheperde Gianni non è degna di essere chiamata scuola”.

DIPLOMA: “Giorno per giorno (alcuni ragazzi) studiano per il registro, per la pagella, per ildiploma. Lingue, storia, scienze tutto diventa voto e null’altro. Dietro a quei fogli di carta c’è solo l’interesse individuale. Il diploma è quattrini. Nessuno di voi lo dice, ma stringi stringi il succo è quello”.

FEDE: “La fede non è qualcosa da infilare alla prima occasione nei discorsi, ma un modo di vivere e di pensare”.

GIORNALE: “A Barbiana leggevamo ogni giorno il giornale, ad alta voce, da cima a fondo. Sotto gli esami due ore di scuola spese sul giornale, ognuno se la strappa dalla sua avarizia. Perché non c’è nulla sul giornale che serva ai vostri esami. E’ la riprova che c’è poco nella vostra scuola che serva nella vita. (…) Ma politica e cronaca, cioè le sofferenze degli altri, valgono più di voi e di noistessi”.

Vocabolario di don Milani

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GIUSTIZIA: “La più accanita (professoressa) protestava che non aveva mai cercato e mai avutonotizie sulle famiglie dei ragazzi. ‘Se un compito è da quattro, io gli do quattro’. E non capiva,poveretta, che era proprio di questo che era accusata. Perché non c’è nulla che sia ingiusto quantofar le parti uguali tra disuguali

I CARE: “Sulle pareti della mia scuola c’è scritto grande ‘I care’. E’ il motto intraducibile deigiovani americani migliori: ‘Me ne importa, mi sta a cuore’. E’ il contrario esatto del motto fascista‘Me ne frego

INCOMPETENTI: “La scuola ha un problema solo: i ragazzi che perde: La vostra scuoladell’obbligo ne perde per strada 462.000. A questo punto gli unici incompetenti di scuola siete voiche li perdete e non tornate a cercarli”.

MAESTRO: “La scuola è l’unica differenza tra l’uomo e gli animali. Il maestro dà al ragazzo tuttoquello che crede, ama, spera. Il ragazzo crescendo ci aggiunge qualcosa e così l’umanità va avanti”.

MAESTRO E PROFETA: “Il maestro deve essere per quanto può un profeta, scrutare i segni deitempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e noivediamo solo in modo confuso

OSPEDALE: “Lo abbiamo visto anche noi che con loro (i ragazzi difficili, i bocciati) la scuoladiventa più difficile. Qualche volta viene la tentazione di levarseli di torno. Ma se si perde loro, lascuola non è più scuola: è un ospedale che cura i sani e respinge gli ammalati”.

POLITICA: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Sortirne tutti insieme è lapolitica. Sortirne da soli è l’avarizia”.

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RASOIO: “La scuola siede tra passato e futuro e deve averli presenti entrambi. E’ l’arte delicata dicondurre i ragazzi sul filo del rasoio: da un lato formare il loro senso della legalità, dall’altro lavolontà di leggi migliori, cioè di senso politico”.

SCUOLA: “Devo tutto quello che so ai giovani operai e contadini cui ho fatto scuola. Quello cheloro credevano di stare imparando da me, sono io che l’ho imparato da loro. Io ho insegnato lorosoltanto ad esprimersi, mentre loro mi hanno insegnato a vivere”.

UGUAGLIANZA: “Perché il sogno dell’uguaglianza non resti un sogno, vi proponiamo treriforme: 1- Non bocciare2- A quelli che sembrano cretini dargli la scuola a tempo pieno3- Agli svogliati basta dargli uno scopo”.

VITA: (Al momento del trasferimento a Barbiana) “La grandezza di una vita non si misura dallagrandezza del luogo in cui si è svolta e neanche le possibilità di fare il bene si misurano sul numerodei parrocchiani”.

VOI: “Voi (professori) dite che Pierino del dottore scrive bene. Per forza parla come voi.Appartiene alla ditta”.

ZUCCONE: “Chi era senza basi, lento o svogliato si sentiva il preferito. Veniva accolto come ilprimo della classe. Sembrava che la scuola fosse fatta per lui. Finchè non aveva capito, gli altri nonandavano avanti”.

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La didattica di Barbiana

• Chi sa insegni a chi non sa• A chi non è motivato basta darli uno scopo, ma che sia grande• La distanza tra Gianni e Pierino è di 700 parole• Pierino la scuola ce l’ha a casa, a Gianni bisogna dargli il tempo

pieno• La scuola non deve bocciare• La scuola deve insegnare a conoscere i problemi della realtà• La scuola può cambiare la società• L’insegnante impara dai suoi alunni