Parole libere di salire - anteprima
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II edizione 2015
In copertina: panorama invernale dalla cresta Cermenati sulla Grigna Meridionale (Lc). Foto di Alberto Di Palma. Sul retro: il primo piano dell’autore è di Fabio Villa; la foto che lo ritrae in arrampicata è di Annalisa Pisciotta, scattata presso la falesia di Menaggio.
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a mia figlia
che un giorno leggerà
e potrà capire
Le mie nelle tue mani,
vena contro vena a dar forma al nostro tempo,
a riempirlo di occhi e abbracci,
di cieli e venti…
vaso senza fondo che respira
attraverso le nostre dita
sporche di lacrime e sorrisi
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Prefazione
Di solito le prefazioni le scrivono gli altri ma non avendo trovato qualcuno che fosse disponibile proverò io a introdurre in poche righe questo volume ;-).
Perché scrivo? La scrittura, come del resto tutto quello che faccio, è un mezzo per esprimere le mie emozioni e, nonostante sia un’espressione filtrata dalle parole, è comunque molto efficace… scrivo di getto e in questo la poesia mi aiuta molto; i miei sono versi liberi, liberi da regole che potrebbero imbrigliare quello che sento. Leggere lascia il tempo per far proprie le parole, per riviverle nel proprio tempo, sulla propria pelle. Amo molto le immagini, quelle in movimento soprattutto, ma in questo caso lo spettatore è meno attivo perché non può decidere il tempo della narrazione e rischia di non avere la possibilità di lasciarsi penetrare da quello che vede.
A chi scrivo? Le mie sono quasi tutte poesie d’amore, scritte per qualcuno per cui e con cui ho provato delle emozioni… le parole le hanno seguite a stretto giro e, come dicevo, di getto… si è trattato solo di metterle in un ordine più compiuto perché fossero “fruibili” da altri. La prima stesura è sempre su carta; la tastiera non ha la sensazione di ritorno (qualcuno direbbe il feedback) giusto, almeno per me.
Parole libere di salire? Dal cuore al cielo una scala di parole? In ventisei anni di scalata ho provato tante volte
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ad avvicinarmi al cielo per vedere il mondo dall’alto, da un altro punto di vista, spogliandomi di tutto il superfluo…solo io con le mie mai e i miei piedi… pensavo fosse il migliore… mi sbagliavo: non è l’altezza fisica a permettere di vedere più chiaramente persone e cose ma quella di una maturità interiore che certamente la scalata, come altre attività che mi appassionano, mi ha aiutato a raggiungere…in realtà dovrei dire avvicinare perché il vertice, la cima di questo processo di maturazione credo non esista…
I racconti: mi piace cimentarmi anche nella narrazione; richiede certamente più impegno ed è meno immediata ma ricca anch’essa di colori e sfumature. Ho voluto così includere tre racconti e due articoli che ho pubblicato recentemente sul mio blog ( iovadoditraverso.blogspot.it )
Ora mancherebbe una critica… la lascio a chi è arrivato fin qui, augurandogli una buona lettura…
Alberto Di Palma
Ringraziamenti
Grazie a Sabrina Mabilia per l’aiuto nel rivedere alcune parti e soprattutto per l’aver apprezzato in modo sincero me e il mio lavoro. Grazie a Teodoro Virgilio per avermi convinto a scambiare il titolo originario con il sottotitolo e per i preziosi consigli.
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Accetto
che il solo amore che ho avuto non abbia scelto me,
che mia figlia possa fare a meno di me,
che i miei amici non siano più miei,
che chi mi è più vicino parta da questa Terra,
che ogni giorno possa essere l'ultimo
Non accetto
la violenza, l'ipocrisia e la debolezza
di chi non accetta
e vuole dare la sua forma a un mondo che non è suo
Accetto
ogni tuo abbraccio come il dono più grande
perché non l'ho mai chiesto e mai lo chiederò
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La ruota
una ruota,
due mani,
una sola spinta,
un unico respiro,
il tempo di due cuori...
lo stesso...
lenta,
veloce,
equilibrio di movimento,
partenza senza arrivo...
ora...
senza peso di tempo...
solo così...
amore.
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Dita e piedi
Tu non mi vedrai ma io scalerò dietro di te,
legato alle corde dei tuoi e dei miei pensieri...
quando non avrai più forza,
in balia del vuoto di una rinuncia,
io appoggerò le mie dita una ad una sopra le tue,
il mio cuore si confonderà nel tuo
e i miei piedi con i tuoi ritroveranno l'equilibrio
di due vite cresciute libere
di salire insieme
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Liberi
Equilibristi sul filo del tempo,
sospesi tra gioia e dolore,
ognuno con la sua corda,
liberi di scegliere i colori
di questo tramonto,
della nostra vita,
del nostro amare
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Acqua
Mi faccio acqua
e volo…
volo lasciando l'abbraccio di rocce amiche
che dallo sgorgare innocente mi hanno accompagnato,
ora lisce di gioia, ora irte d’amarezza…
e su ognuna ho lasciato un segno
e portato via granelli di vita…
li ho tenuti vicini per riempire la calma di lente pozze d'estate…
lì mi sono specchiato curioso e spaventato dal fondo…
E ora volo, volo libero e abbandono il respiro...
intorno flutti d'anime in una corsa vuota di vittorie,
vicine in una vertigine senza tempo e senza gravità
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che invisibile catapulta mi riporta su…
e ancora e ancora volo da questa cascata,
mai sazio del nuovo sapore di rocce antiche…
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Io non corro più
Ho corso
inseguendo l'ombra di te che non esistevi
Ho corso
cercandoti negli occhi di chi non riconoscevo
Ho corso sentieri di terra e roccia
e non ne sapevo l'odore né il dove
e della sinfonia dei cieli all'alba e al tramonto vedevo solo le note
E non capivo
E non ascoltavo
E non sapevo correre
E ora che ci sei
Non corro più
Ascolto
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Tutto l'amore in un lancio
“Un lancio? l'amore? ma cosa diavolo...??” Un lancio con il paracadute, naturalmente...”Ma sei il solito cxxxxxe!” mi apostrofa il mio compagno...ma no, gli dico, ora ti spiego tutto...è che tu non ti sei mai lanciato da un aereo, vedi...altrimenti avresti capito al volo, ops, in volo, perché quando si esce da un aereo si comincia a volare, no? Una voce metallica si diffonde nella fusoliera stipata di paracadutisti: "Stand by..." e di metallo freddo sa quell'aria che si insinua veloce quando il portellone si apre...una vibrazione di tensione attraversa le labbra di tutti, giusto una poi uno dopo l'altro tutti escono come risucchiati da una forza ineluttabilmente irresistibile...ma tu che sei ancora dentro non la vedi; non la vedi ma sai che è lì...ad aspettarti...e quando finalmente ti decidi a saltare, in un attimo sei in suo completo potere; accade tutto tanto velocemente che solo a terra, dopo, riesci a rallentare quegli attimi, a ricostruirli...ma quando sei in quel risucchio l'alto e il basso perdono di significato, così come la sinistra e la destra, così come il tuo peso...non sai dove stai andando ma in fondo non ti importa molto perché quell'accelerazione che si è impadronita di quello che era il tuo corpo cancella ogni pensiero e fa urlare di piacere ogni tua singola cellula...così è l'amore quando ti prende, potrei dire ti assale, quando ti innamori...sei incerto per un attimo...tocca a me? ora? ma poi ti ci butti dentro e non puoi che cedergli il controllo anche se non sai dove stai andando...ma è tanto intenso e coinvolgente che proprio non ci pensi...“E poi?” Ma non sai proprio nulla allora! E poi ti ritrovi a galleggiare nell'aere,
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inizialmente ancora inebetito dalla violenza di quell'inizio ma poi sempre più cosciente del fatto che...”che?” Che stai precipitando a 180 km/h! Eppure la sensazione è quella di nuotare nell'aria e in quell'aria puoi fare capriole, avvitamenti...ogni genere di evoluzione.. puoi anche metterti in posizione di picchiata e la velocità aumenta vertiginosamente...ora sai quello che ti sta accadendo...ed è intenso e continuo, in un tempo che si dilata perché vivi ogni singolo secondo di quel minuto di caduta libera...è l'amore consapevole della sua pienezza, quello che lascia i segni più profondi sulla pelle e sul cuore...”e poi? “ e poi cosa? “e poi dovrai pur aprirlo questo paracadute, no?” il gioco è quello di aprirlo il più tardi possibile perché volare è troppo...troppo troppo...ma quando tiri la maniglia la botta è forte; 180-0 km/h in un attimo...ti senti sparato verso l'alto, un rumore sordo, secco, alzi lo sguardo e speri che il paracadute si sia aperto bene, che ogni funicella scorra dritta e non si sia ingarbugliata...”ma l'amore?” Beh, è chiaro no? Apri e quindi rallenti quando senti che la fase più intensa è finita, il che non significa che l'amore sia finito ma che è pronto per una fase più matura...sempre che la si voglia vivere...perché si può anche desiderare di lanciarsi di nuovo anche se i rischi a questo punto sono molteplici:
a) l'aereo non parte...è finito il carburante, il pilota è in ferie o è stato licenziato...si sa, c'è crisi
b) l'aereo parte ma:
b1) nessuno lo prende con noi
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b2) non abbiamo il coraggio di lanciarci
b3) turbolenza alla quota di lancio
b basta! che tanto un motivo perché le cose vadano male non manca mai...
“Si va bene ma ora mi sono stancato di ascoltarti...falla breve: hai aperto e ora scendi bello tranquillo cioè?” È la fase più tranquilla ma non per questo la meno interessante: ormai ci si conosce a fondo e, anche se le sensazioni sono meno intense, ci si gode il panorama della vita che scorre intorno a sé: i figli, i nipoti se ce ne sono stati...le proprie passioni ma tutto in maniera consapevole e matura, senza gli eccessi della giovinezza...”e l'atterraggio?” beh, meglio ritardare il più possibile l'arrivo a terra...nella nuda terra ;-)...”E tu? Quante volte ti sei lanciato?” troppe e il più delle volte mi sono accorto di essere da solo...inevitabile l'apertura anticipata...”Bella storia...bravo…uno sport costoso il tuo!” costoso? Sì ma cosa ci devo fare? Mi piace volare...e soprattutto sognare!
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Indice
Prefazione 7
Accetto 11
La ruota 12
Dita e piedi 13
Liberi 14
Acqua 15
Io non corro più 17
Non è più 19
La mia collina 21
Curve 22
L’equilibrio che non c’è 23
Tempo 24
Qui, ora 25
Nuit de lune 27
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Vertige 28
Ricordare 29
Confusione 30
Un angolo di me 31
Ruggine 32
Un anticipo 33
Io rubo 34
Foglia 35
Alba 36
Un filo, un respiro 37
Maestrale 38
Aspetto 39
La porta sbagliata 41
Assente ingiustificato 43
Silenzio 44
27
Senza 45
Nostro 46
Vorrei 47
Metà 49
Ora 50
Racconti e articoli 51
Tutto l'amore in un lancio 53
Al fuoco! Al fuoco! 56
Fidarsi di una voce 60
In montagna con se stessi 66
Io vado di traverso! 72
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Dopo tanto salire su roccia, neve e ghiaccio ecco una scala per andare ancora più in alto! non servono corde né chiodi ma bastano le parole che ognuno, ascoltandosi, è in grado di trovare. Poesie e racconti di qualcuno che prova a guardare oltre la cima.
Alberto Di Palma, classe 1971, laureato in geologia, è professore di matematica e scienze in una scuola media statale. Non ha mai praticato il mestiere di geologo, ma le rocce sono sempre state e sono tuttora sotto le sue dita e i suoi piedi…a 19 anni ha infatti cominciato ad arrampicare e non ha mai smesso; ha insegnato arrampicata sportiva ma il suo animo inquieto lo ha portato a svolgere diverse altre professioni prima di approdare all’insegnamento. Da molto tempo scrive poesie e racconti, uno dei quali, incluso in questa raccolta, nel 2011 è stato letto nella trasmissione di Radio 24 “Voi siete qui” di Matteo Caccia e incluso nell’ebook in cui sono stati inseriti i migliori racconti dell’anno. Da sempre fotografo e da qualche anno videomaker, racconta con le proprie immagini anche altre passioni come il trail running e la mountain bike. La musica, il sax, e la recitazione teatrale completano il profilo di una persona che ha fatto dell’ecletticità una ragione di vita, ben rappresentata nel suo blog iovadoditraverso.blogspot.it .