parole e silenzi

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1 Salvatore Pintore PAROLE e SILENZI Collana KAIROS

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parole e silenzi prima silloge poetica

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Salvatore Pintore

PAROLE e SILENZI

Collana KAIROS

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2a Edizione 2005

© Copyright 1991-2005, by

Salvatore Pintore

S.V.Montalè,18 07100 Sassari Sardegna - Italy

e-mail: [email protected]

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Prefazione

«Ma per poesia noi ora intendiamo il nominare che fonda gli Dei e l’essenza delle cose. ‘Poetica’ è l’esistenza nel suo fondo - ciò significa altresì: in quanto fondata, non è un guadagno meritato, bensì un dono» * . La poesia, per l’ultimo Heidegger, è un abitare. Anche se un abitare del tutto particolare. Del resto chi abita nel modo in cui può darsi la forma della poesia, giunge molto lontano nello spazio e nel tempo. Giunge così lontano da «essere toccato dalla vicinanza dell’essenza delle cose». Un abitare che quindi non consiste nello stare fermi in qualche luogo. Stabili in un punto privilegiato di osservazione. Piuttosto, sembra dire Heidegger, l’abitare poetico, comporta l’approssimarsi ad una vicinanza. Heidegger non dice che la poesia impugna l’essenza delle cose, osservandole con il privilegio dell’occhio dell’artista. Dice invece che il poetare si spprossima in una vicinanza. Ma ancora di più; questo viaggio dell’abitare è un mettersi in un movimento che non giunge in nessun luogo preciso, ma assiste piuttosto alla svolta dell’essere “toccati dall’essenza delle cose”. Poeta allora non è colui che giunge al fondo delle cose, ma è colui che si avventura in un viaggio dove può accadere l’incontro di essere “toccati” dalla verità delle cose.

____________________* M. Heidegger, Hölderlin e l’essenza della poesia, in Estetica moderna, a cura di G.Vattimo, Bologna 1977, p.341.

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Il poeta, a quanto pare, deve abitare nella forma di un viaggio aperto ad un Incontro che lo raggiunge sempre misteriosamente. Heidegger però non racchiude la poesia in un’isola separata dalla vita. Continua, infatti, affermando che “poetare è l’esistere nel suo fondo”. Sembra affermare cioè che l’abitare poetico si allarga sull’es-senziale della vita stessa. Alla vita nel suo fondo. La vita nel suo fondo cioè, è essa stessa un abitare poetico. Potrà non apparire così, potrà essere sovrastata dai rumori dell’ordinario, ma solo nel suo fondo, alla sua sorgente, la vita, è aperta con la stessa apertura da cui prende avvio la poesia. Il viaggio del poesia dunque non si incammina verso un oltre estraneo alla vita, si orienta fino al punto in cui la vita stessa raccoglie la sua apertura essenziale. La poesia, pertanto, apre la vita verso se stessa. L’ultimo Heidegger fa compiere all’abitare una svolta verso il linguaggio. Il linguaggio come soglia o casa dell’Essere. Il poeta compie questo viaggio raccogliendosi in quei punti in cui il linguaggio ascolta il segno dell’affidarsi delle Cose essenziali alla sua custodia. È nel rinvio e nel suono dei significati che Egli è chiamato ad abitare, esercitando l’ascolto di ciò che si fa avanti, in quella vicinanza che giunge così prossima sino a toccarlo. Il poeta è tale se partecipa totalmente all’affidarsi del lin-guaggio a ciò che deve essere custodito. In questo senso il poeta, per Heidegger, deve rischiare il suo declino. Perché il declino della sua presunzione è la condizione di questo affidarsi. Deve declinare il suo sguardo perché nell’ascolto si apra l’incontro con nuovi mondi e Terre lontane. Per Heidegger il poeta è grande se sa assistere totalmente affidandosi con tutta la sua carne alla custodia di Nuove Terre. È per questo che il poeta compie un viaggio che non attraversa strade e sentieri già noti, è piuttosto un percorso che apre la propria strada e assiste ad un nuovo mondo. In gran parte questi nuovi mondi sono le metafore. Heidegger non cessò mai di indagare la Scena nella quale prendono corpo.

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La metafora infatti, sorge alla ribalta aprendo mondi nuovi che custodiscono ancora, e per molto tempo, tutta la forza di quel-l’invio di Ciò da cui sono stati posti. Del resto, è la metafora che inchioda il lettore al segno di piombo del testo poetico. È in quel punto in cui si allarga la densità di una visione che ci sorprende. Senza questa visione che ci cattura guardandoci nel nostro raccoglimento sul testo, non abbiamo che prosa ordinaria. Lo stupore della metafora lievita nell’immagineche deborda sul testo fino ad occupare tutto lo spazio dell’immagine, tutto lo spazio e tutto il tempo. Nella pienezza di un’immagine tutta la vita si consegna e si affida. Quando la metafora allarga verso di noi un mondo nuovo, tutto il paesaggio fa corpo con la nostra visione. Heidegger dice appunto che ci si trova “alla presenza degli Dei”. «Abitare poeticamente significa essere alla presenza degli Dei». L’immagine nella metafora ci viene incontro. Ci pone come la scena del suo rivelarsi. Chi studia il linguaggio con la severità del linguista, espone le parole come ‘campi semantici’. Il loro significato viene individuato nel campo dei loro riferimenti possibili. I mondi nuovi sorgono quando l’ordinaria riduzione ad enti mani-polabili si arrende di fronte a questo nuovo affidarsi. Di fronte a nuove relazioni tra i segni, al sorgere di nuovi ordini. Questo sorgere però non è il calcolo di uno sguardo. Questo sorgere è l’essere “toccati dall’essenza delle cose”. Il poeta sa porgersi sull’orlo dei campi ordinari di significato e lasciarsi apparire l’avvenimento di un linguaggio che si apre a Ciò che lo dispone verso nuovi ordini. In questo senso la vita stessa, per Heidegger deve divenire poetica, sino a concludere che questo traguardo, tuttavia non sarà mai un “guadagno meritato”, ma un dono.Un dono che giunge inaspettato e lieto.

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Nella poesia Heideggeriana sono gli dei che si affacciano alla vita, facendosi carne nell’ordine dei segni. Si affidano all’affidarsi stesso dell’uomo, alla sua cura e condividono il tempo umano sino a redimerlo dal peso morto dell’ordinario, in cui la vita si chiude tutta attorno a se stessa. In questo senso si può sempre dire che il poeta risponda a una vocazione e a un richiamo. Nello stesso tempo condivide la sorte cristiana che è quella della croce, della morte e della resurrezione. Affidarsi al richiamo che dispone alla poesia è l’unica possibile comprensione della poesia come dono.Questa comprensione passa per l’umiltà dell’obbedienza e di un affidamento, trascorre in un esodo dalla centralità di un Sé raccolto su se stesso. La poesia in questo senso vive l’esperienza ebraica dell’Esodo verso la Terra promessa. Senza questa trasfigurazione della propria dimora e del proprio Sé, la pesantezza della dimenticanza del “fondo” della vita è destinata ad allargarsi come le maglie di una gabbia. Solo l’Esodo pone le condizioni di ritrovare il luogo a cui sempre si appartiene e che ci chiama per affidarsi alla cura della nostra vita. Goethe aveva osservato che un tempo che non riconosca i suoi poeti, è un tempo in cui i santuari sono vuoti. Epoca in cui gli dei sono fuggiti e gli uomini vivono il freddo di una solitudine sterminata. Anche le comunità più piccole, anche quelle trascurate dalla grande giostra della comunicazione contemporanea non devono cessare di cercarli.

Carmelino Meazza

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ASCOLTANDO UNA VOCE

« La poesia non è fatta di queste lettereche pianto come chiodi,

ma del bianco che resta sulla carta »

Paul Claudel, Le Muse,da Cinque Grandi Lodi.

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CREDO IN TE

Credo non m’ingannila trasparenza dei tuoi occhi serenifinestre aperte del tuo animo in fiore.

Credo ai tuoi imbarazzati silenzial sì turbato che lasciastinel buio della sera.

Credo nel riflesso tranquillodel tuo amore sinceronella tua essenza di donna.

Credo nel mio tempoe in quello che ignoro di telo sento.

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LA TUA DOLCEZZA

È dolce il tuo viso purofra le mie mani vivela tua bocca mutafra le mie labbra arseil tuo corpo dipintofra le mie braccia inquieteil tuo seno timidosul mio petto forte di te.

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SAPORE

Il sapore della vitairrompe nel tuo cuore di donnadissetando l’aridità del mio dolore.

Acque sature di piacerebagnano la terra del desiderio.

Prospere onde d’ardores’infrangono sulla tua pellecome dolce carezzai miei “Ti amo”.

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POESIA NEL MARE

Momenti di sole stellatodi bianche bolle morenti sulla batigia...

La vita si rompee prende altre formeil lembo molle dell’orma.

La pelle incartatacrepita nei cristalli del salestuzzicando la quiete distesa al ventodi un altro abbandono.

Il piacere arido irrompee la sete amaranell’ombra.

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DUE NELLA NOTTE

Non sei quie la fantasia seduce l’animo.

Ti pensoai piedi d’una luce seraleo su per le scalenascosta dietro la porta del buioall’ombra della luna.

Il sogno dormesotto vecchi tettilegati da fili di fumodispersi nei monti queti tra la nebbia delle stelle.

La tua pena insonne confidi alla nottenascondendo il sorriso all’amaro silenzioche tiene in vita il pianto.

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TRALCIO DI VITA

Sul crinale della serail vento scava le venedella prossima ebrezzasino al cuore induritodalla tua indifferenza.

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FERMENTO

Amoreal freddo e al solematura occhi neri sui filarifermenta nelle vene ribolle l’anima nel tino del cuore.

Avvinto ti porto tralcio di malinconiagioia di viveree i giorni e gli anni passanomi sembra ieri...

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MISTERO D’AMORE

Il refluire dell’onda risuonanelle tempie gonfie di sanguedi dolore sottileche cuce la pelle alla riva.

Il pensiero scivolanel tramontotra i remi e le labbradel solito orizzonte.

Ma la sera risorgidall’aria che ho intornoa sussurrarmi un incantotra le ombre che ascoltanosul vetro inanimato:piccolo spazio infinito percorso dal cuoree dalle mani che stringono vite parallelesul treno che fumanell’azzurro del mistero.

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FIUME D’AMORE

La luce riscalda le ormelibera le formerinchiuse nei fremiti del ventoun volto nuovo nel cielo.

Come acqua ricadicome un fiume d’amoreandando incontro alla vitaallargando i fianchiverso l’ignotodimentico degli argini travoltisicuro dell’inesorabile forza del tuo letto.

Cosa non sussurra il tuo scorrere lento...Quando lascerai le ciglianell’estuario del tempo?

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UN ABBRACCIO

Un abbraccio mi apre le porte dell’animae il vento dell’emozione visita un luogo amico:Un tempio dove s’incensa l’esistenziale quiete dell’ora.

Colgo la libertà del tuo gestoe padre più non sono.Sulla soglia dell’istanteappare ciò che non scrive l’uomoil segno dell’eterno ritorno.

Un frammento di misterobrilla nei tuoi occhi nelle gocce nascoste d’amore.

Un saluto così caro bramaogni cuore che amaogni preghiera di lode.

Le mani sposano l’incontroper benedire la comunioneoltre l’umano sapere.

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IL VERO AMICO

Questa sera mi rasserenacercando le parolefra i guanciali della mente.Tra i silenzi si sentela voce del vero amicoche dentro si nascondea sussurrar consigli e amore.

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L’ALTRA VOCE

L’altra vocela senti fraternaquando ti mancano gli altriabbandonati con la valigia al collonelle banchine del porto e le mani sopra i binari della stazione.

L’altra vocela senti sorellaquando sali impaurito le strade del cielo tra gli sguardi sorpresi del vento.

L’altra vocela senti amica quando scruti negli occhi dei figliil loro domani.

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L’UOMO VIVENTE

« Quando trovoin questo mio silenzio

una parolascavata è nella mia vita

come un abisso ».

G.Ungaretti, La Pietà ,da Sentimento del Tempo, Inni.

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IL TRENO

Passa il temposenza sostarealla fermata dei desideri.

Passa fumantesenza rumore.

Stridono solo le nostre paroleche si consumanosulla rotaia infinita.

Non c’è un arrivoche sbarri il cieloné una partenzache apra il cuore alla speranza.

Che fare?

Mordo lacrime cercando...

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MEDITAZIONE

Il dubbio prende formasotto le dita dei pensierie già cresce una musica di perché?...

Si desta la sete del sapere e del nullaquando mi compongo uomo dallo spirito ineffabilecontestatore di questa societàe di me stesso.

Tutto provo: giorno dopo giorno morireed essere in ogni istante presentea me stesso.

Le parole s’infrangono sui volti mi spoglio ripudiando vesti e ricordipoi mi assopiscoinermesu questo foglio.

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POCO FA

Poco fa vivevo il sognodi una materia antical’ideale illusionedi un mondo eterno.

Ora l’onda è svanita in un silenziogravido di note.

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LUNGO LA VIA

Lo sguardo apre l’orizzontepaesaggi senza parolementre s’accende il mare del golfo.

La sera raggiunge le colline imbruniteinsieme alla nebbia che imprigiona le stradei passi nell’oscurità deserta.

Silenziosa mi avvolgecome un lungo alito caldo tra alberi scarnie luci serene tremolanti d’ombre...

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RICORDO DI UNA NOTTE

Fermatisopra il passi morti del giorno.

Non senti le vocigià prigioniere del buio?

Ascoltala luna serenacome uno spirito dalla luce pienamentre dalla vallerisale una brezzache invita le ombre a giocare.

Il sonno mi tentasopra un passo dimenticatosu di un letto di pietra arroventato.

Orala vedi senza poterla toccarecome questa luceche fredda discendead accarezzare le foglie e il mare...

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TRISTEZZA DEL NULLA

Cadono i pensierinel vuoto dell’orache avanza...

La vitaogni secondorinnova ogni sembianza.

L’inutilità e l’effimero dilaga nello spazio invitante.

Dai vetri invaporati risale il desiderioche tiene questa oscurità.

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UOMO VIVENTE

Cerca le paroleche cantino la gioia del tuttoquelle più semplici che ti legano alla vita.

Tu che sei foglia che attende o che sognal’eterna primavera.

Tu figlio disperato di alberi insonnie radici sepolte coi vivi.

Adamosospeso nel ventocome un aquilone tra le Sue dita.

Più vivo sopra l’azzurro del maresugli abissi dell’animatra le rocce del cuoresulle cime di questi pensiericon parole breviper non naufragare in questa notte muta.

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LE DUE STAGIONI

Il vento dell’autunnoseminò copiosi sorrisi sui campi del mio orizzonte.

Le mani dell’estate ritornarono ansioseper raccogliere il grano maturole prime lacrime.

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SERA D’ESTATE

Aspettando la lunala sera veleggia sulla nottedistesa al chiarore delle stellesospese nel buio del cuorementre risale la marea dei pensiericon lo sguardo perduto nel profondo.

Una brezza nascostariporta il silenzio delle tue labbrai suoni caldi del giorno.

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LA DATA

Gli anni si sgretolano dalla montagnaannegano nel torrente carico di giorniper risorgere la nottead abbracciare insieme la mèta.

Sorrisi d’alloro strappano il filo di lanaapplausi solitari per salutarele lacrime più prezioseil fuoco che brucia lentamente il sipario.

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FOSSILI

Immersinel sonno della vitacantiamoi nostri anni al mareche ci consuma...

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IL SONNO DELLA MORTE

Fuggi col tuo senso migliore.Corri sul sentiero della vitae sull’orlopianta l’ultimo passo.Posale membra sui ricordifinché una luce non rapiràil tuo ultimo cuore.

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LA GENTE

Le parole si azzuffano coi misfattiscorticano la pellegraffiano l’amoree la veste del tempopetali di rosematuri per un’altra madre.

Orgoglio e parole astuteperdono il senso dalla bava che scorretorbida dal pregiudizio.

Ridono dietro spoglie mortenascondendo la pauraper uno sputo sincero.

Maligno e sadico speculare d’occhi in millefiumi di aliti scorrono ogni istantefino alla foce del silenzio.

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NELLA SERA

Un veloavvolge i pensieri nell’ultimo scampolo del giorno.

La luce artificiale che mi rischiaragocciola dal buiotremula e leggerainsieme alla nebbia del sentireche misteriosa mi assalee mi sorprende nella viamentre stringo i tuoi silenziinfranti dal ventocerco le speranze perdutele attese smarrite nella sera...

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CREPUSCOLO

La bara lontana sente la pietra della viala foglia scheletritavoci e canti che s’innalzanoda una sottile malinconia.L’aria leggera sveglia dal torporespiccioli ricordi dimenticati nelle tasche.Le mani giunte incallite dagli errorinon trovano la fortuna.Quanta povertà trattiene il cuore.Il giudeo sorriso del soleaccecca la gente per le stradela nuova peste disperde l’odore del fuoco.Si sente calda la vita.Schiuma di nuvole arcobaleno di lacrimemonete sospese nell’impossibileriflettono immagini mondane.A levante cala la serail perdono nella nebbia illumina gli sguardii passi senza guida.Sotto un cielo di vergini speranzedomina la libertà della nottee l’alba rimpiango.

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L’ULTIMA ORA

Il pendolo del tempo oscilla nell’armonia dell’esistenzabatte l’ora della prima lucedel primo amoredella seconda morte.

Invanolo sguardo annienta il suono del passatola lama dal filo dorato dell’infelicitàla cenere che copre il futuro di rimpianto.

Ormainei vetri divampano sorrisie nuovi sogni gridano al ventola morte delle favole.

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LA LUNA

Fermarlasovrana sui montimentre vincel’ultima luce del giornorischiarando il paesebrulicante sul collee di quà la cittàdistesa tra gli ulivi.

Nel cielo imbrunitoi vetri s’incurvanoal solito sguardorimpiangendo quelle trascorsecare e ridenti luneormai sepolte.

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TERZA ETA’

Le mani incerte e consumateaccarezzano il viso scheggiato dagli anni.Gli occhi vivi del passatoguardano morirela nostalgia indomita del tempo.

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LA LUCE SMARRITA

Sospiri abissali scrutavano il marementre le idee bollivanopensando mute balene...

I lembi del cielo tenevocon le mani della mente.Un vento pietoso si mosse e dall’orizzonte inquietouna vela biancas’alzò.

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LA VELA

Stendo al solei pensieri nebbiosi della seradispersi sulle colline della luna.Innalzo la vela al vento del domanie l’ebrezza del viaggio incallisce le manitese nell’addio dal porto.Il sudore unge la cordatra spruzzi di sorrisi e di rimpiantimentre come una roulettegiro il timone sul ponte corsarocercando l’Amorel’approdo più caro.

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AURORA

Sei giunta allontanando il buioad annunciare il nuovo giornoinondando l’ultimo cielo della notte di passioni.Gli occhi ti guardanoregina del tempotra l’orizzonte e la mano.Anche tufiglia della Luceillumini il pensierosemini emozioni facendoci cantarein questa valle di silenzie di lacrime.

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MORIRE A SE STESSI

Ferma lo sguardo sul più piccolo istanteun’altra realtà vedraisenza l’aiuto del sole.Battendo le cigliavola sulle oresvuota le tasche dell’ioe le orecchie dal brontolio delle ideologie.Di tutti i perché rimarrà la cenere annodata sull’altare del tuo sacrificio.

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L’IO SPIRITUALE

Tu sei dentro di mesei me stessolo sento.Quando parlosei sempre disposto all’ascolto.Domando e risponditra dubbi e certezze.Sai tutto di me.Ricordi d’avermi incontratosui monti del Tibet o nei lidi d’Orientenel paese dell’Ermon o nel monte Mizar...?Sono nato con te.Questo corpoè la tua povera dimorala mia casa terrena.Insieme conosceremo il mondola notte e il giornotutta la realtàl’irripetibile soffio della vital’anelito liberante della morte.La nostra vita è la sua esistenza.Vivi con me fino all’estremol’incommensurabile amorequello che ci unisce in un solo esseretutti fratelli di un immenso cuore.

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LA TUA ANIMA

La tua anima è una vela desiderosa di ventoche tende le sue fibre alla luce ogni momento.Ma ahimè.Così fragili sono le trameche al primo starnuto di levantesi lacerano desolate le tue brame.Quanti fili di ventolegano il tuo corpo stancoall’albero della conoscenza.Non resisti la luna d’argentoné l’oscurità dell’ignoranza.Abbandona ogni arroganzae dell’umiltà fatti servascoprirai cosa vuol dire semplicitàla libertà di una gazzella.Non lasciarti trascinare alla derivaapri le braccia all’amorele palme delle mani traffitte dal sole.Dilata lo sguardo sul presentee trattieni gl’istanti nella retesono i pesci che ti dovranno sfamare.Fallo decisa e convinta senza indugiare.Forse s’alzerà di nuovo il ventoe l’acqua sguscerà silenziosa sotto la chiglia.La sete di vivere la vitasarà il carburante del cuore.Getta negli abissi le tue gramagliebianchi gabbiani raccoglieranno le bricciole della tua malinconiafesteggeranno l’io ritrovatola nuova coscienza la via.

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L’ULTIMA BATTAGLIA

Volontà sorella avvinta mi restaora che ho venduto le miserie appuntate sul petto.Rimasugli di desideri impolverano il camminoscorie d’inganni lasciano le traccedi una furiosa battaglia.Lo sguardo cancellagli ultimi aneliti di fiammacon un silenzio di mortes’impadronisce dell’anima.Colori quasi spenti inneggiano fino all’ultimo sui ruderi dei muri innalzati per separare l’amore.Infiniti confini segna il ventoseppellendo l’ultima stretta di mano.Profumi violenti ristagnano bassiper spegnere l’ultimo gridol’ultimo dolore.Unica vita è questo pensiero:Il seme da cui nascerà un uomo nuovo.

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RITROVARSI

La pace del grembo maternorinasce con la voglia del mondo.La zattera del mio corpofende le ondenavigando sui sentieri infiniti dell’Essere...

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CERCANDO DIO

«... Servo e ministro sonodella Parola, eppureche le parole siano

la dimora dell’Essere ignoropiù che ognuno di voi, o nuovi poeti...»

di David Maria Turoldo, Eppure ignoroda NEL SEGNO DEL TAU

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COME UN FIUME

Amore mi scorre nelle venecome un fiume ancestrale:intriso è di vita sino all’anima accorta.Sotterraneo cammina furtivo dentro il corpo.Cieco cerca la foceun abbraccio lontanoun luogo santo in cui seminare il gridoun nido dove acquetare il fare e il direla sete inesorabile di vivere.Desiderio d’infinito palpita sulle onde nel brulicante spumeggiare del silenziosì che continua il vero a inumidire l’attesa ed ogni compimento.

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MUSICA

Ascolto le noterifugiato nella notteprecoce compagna delle ore rubate al sole.Nel diagramma delle emozionileste guadagnano la vettae d’incanto la mente si rinfranca sul dominio che avvolge il mondo.Mentre di fronte dorme la serae il sangue raggrumatonelle ferite apertedove danza una piccola gioiache superstite vola oltre i vetricon l’ignoto di quest’ora piovosa.

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TI TROVERÒ?

Ti troverò quidove il cuore si trapianta?

O di lào ancora più in là

dell’aiuto che mi mancadove il viaggio è breve

per annullare la distanza che irrimediabilmente mi separa

dal tuo silenzio?

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DOVE SEI?

Dove sei?Così distante dai miei desiderinegli atomi dei pensierinel foglio inerme del momentonell’emozione che nuda offre le lacrime al vento.

O dentro l’ombra fuggentenell’amore tra la gentein ogni molecola sfiorata dalle ditanel soffio della vitanei quanti di luce che forano le mie pupillenel crepitio rissoso delle faville.

Forse sei dentro gli occhi di questa realtàche rendono irripetibile la mia età.

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POESIA DI UN MOMENTO

Amo saperti nella cosa più preziosa che ho dentronella foglia che storme senz’affannonel vento di questa pallida serache avanza...

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DIPINTO

Una luce fugge dal libro della conoscenzanel silenzio della seramentre frusto l’idea della perfezionecontornando con lo sguardo un’immagine pensosaappesa alla parete del tempo.

Quel dipinto vive tra le lacrime umaneè un volto che chiamadall’intimo della terra più vicina e lontana.La sua presenza svela una domanda:Perché in questo cono d’ombra la nostra gioia spesso è pianto?

“Passando per la valle del piantola cambia in una sorgenteanche la prima pioggial’ammanta di benedizioni.” (Sal. 83)

Cosa divide e unisce pensato e realtà?...Nello stupore ridente della serafuori un improvviso temporalelava le ultime foglie dell’autunnoi nuovi germogli del cuore...

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MESSAGGIO

Nell’apparente fluire del tempogiunge il suono degli anninelle pieghe dei giorni il pane al ventre del cuoree l’acqua agli occhi che non conoscono rughe.Quante lacrime nel cielo assediate da mille pupillesgranate su pugni di riso che gridano: Amore!Mille bombe sospese appese a desideri di paceminacciano un nuovo dolore.

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LA VITA È UN’ATTESA

Le ore leste danzano sul bordonel cerchio della quietenel centro della memoria accompagnando la banda dei ricordisulle note dell’io.

Il fiume della giovinezza risale dal marecol sale ricopre minuti sabbiosidove affondano i passiconchiglie e orme di ventonell’alveo che restringe la portail respiro farsi strada tra ali di follache più non toccano il cielo.

Si fa nuda la roccia da dove sgorga il rumore dei giornisulle ossa stanche di storia.Si fa lacrima e verso e ci forgiail sudore speso negli annila vita è un’attesaquale gloria...

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ANI MA’AMIN: IO CREDO! *

L’èco della storia riporta i fratelli sepolti nei campidove l’aridità con la divisa ancora contamina il suoloe geme di nuovo la terra stordita dal dolore.Non ricorda la forza penetrante del vomeroné il seme sul grembo del solco o i passeri in volo.Dov’è rifugiato il pane del cuoreil fragrante invito del forno?È nuda e distesa dolce venerespogliata dallo sterminio crudelecome neanche l’animale sa fare.Terra dimenticata e lontana dove dorme la coscienzae dove è desta solo l’indifferenza. Ahimènell’oblio si sazia la belva umana.Quando digiunerai o Morte!?Braccia senza sudore hanno scavatonon per cercare i segni del passaggioma per coprire resti di esistenze quello che è stato.Terra umile serva l’olocausto ed il sonnohai ricoperto come una mamma.Quanti lamenti hai sentito ultima sorella.Quanti respiri si sono spenti tra le tue radici.Quante invocazioni ha sfamato il tuo pane di fango.Orme senza colpa hanno sparso le ceneri del ricordosul tuo letto e sempre tu terra disseminata senza parolehai rinchiuso gli occhi sbarrati nell’ultimo grido:inermi guardavano la pietà incatenata al sole.

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Mani scarne ancora unite da un’ultima preghierahanno seminato nel tuo seno le ultime orel’ultimo soffio del cuorevestito di silenzio con i tuoi sassi.Parlano i simboli nell’umidità del ricordo.Rugiada e brina occhi della notte preziosi riposano sulla tua pelle come diamanti.Lenzuoli di neve e di ventoricoprono i profumi della mortenell’aria delle alterne stagioni che sostengono le anime ignare:Cercano nel passato una luce un frammentoche ancora conservi il sapore della notte e del giorno.Ma la ferita è sempre aperta alla falsa pace.La sofferenza è l’unguentole lacrime dell’oggi sono acqua di colòniail profumo del dolore per l’essere assortonella misericordia e nel perdononel tempo che scorre come un fiume sul letto della storia.Un canto ricresce al calore del solecome un fiore lungo l’alveo della vita dove ama dissetarsi la Giustizia:“Ani ma’amin: Io credo! ”

(* Canto che intonavano i deportati ebrei nei campi di sterminio)

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LA LUCE E LA CANDELA

Vedo una moltitudine d’occhi allontanarsi e perdersi nella nebbia delle parolecome fari spenti.

La mente non riposaanche nel sonno è accesasembra un lume che pregae si consuma lentocorteggiato da folate di vento.

Più mi dischiudi e mi denudipiù le pupille trattengono ogni frammentoper liberarmi dall’inseguimento delle oree meditare potenza e attol’istante che fugge e poi ritorna quatto quatto...

Lo sguardo avanza nelle tue vieguidando l’uomo nuovoe la fatica che siede sopra i giorni donatinell’oscurità dell’esistenzaqui rischiari la mia essenzaoltre la retina l’anima risorta.

Ma quanto dobbiamo morireaffinché la carità riprenda il voloin questo lembo di cielo?

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DESIDERIO D’INFINITO

La mia finitudine inginocchiosul marmo venato dell’esistenzabocca sempre aperta a un desiderio d’infinito.

Il mistero attira il mio pensierocome pianeta attratto da un sole invisibile.

Mi sento come un seme gettato nel cortile di un gremboun chicco sugli steli di grano un fragile germoglio disperso...

Avverto l’inquietudinequel sentimento che chiamiamo amoreche abita dentro di mein questa terra gravida di fermentidove crescono le mie radici e le vie come frattali.

Su tutte vorrei camminaread ogni angolo vorrei sostarein ogni centro vorrei arrivareper cantare la comunione che m’ispiraper ascoltare senza interferenze il silenzio di una voceche dilata dentroil mio piccolo cuore.

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DIO È AL DI LA’ DI TUTTO!

Vinti gli occhidentro mi accorgo che sonopiù che un mirabile insieme di cellulein un provvisorio albero di ossa.

Se penso e nascondo le parole ti vedo ma non so come al di là del pensiero.

Se cerco forse ti troverò al di là dell’infinitodove non esiste la forma del tuo voltoma ancora l’idea della tua esistenza.

Se amo sei oltre l’intuizionedentro ogni comune sentirepulsando nella mente e nell’anima come un cuore sconosciutoal di là di tutto.

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AL SILENZIO

Ti richiamodopo che ti ho udito e usato come suolasulle strade del sentire.Giungerò alla métacol tuo respiro nel fiancoper ritrovarmi con altra compagnia.Sarai una piuma sotto al mio calcagnoo confuso a quale sinfonia?Esisti nella mia percezionevivi utile nel mio sensoe a volte porti nell’assenza la disperazione.Ma poi ti lasceròmorendo alle illusioni del tempo.Ti dimenticherò cullandomi in chissà quale altro vento.Risentirò in ogni moto la tua presenzain ogni vibrazione la tua esistenza.Vincerò l’ancestrale paura del tuonola timidezza dell’uomo buono.E anche se non rivedrò l’amico dei sogni lontanila mano che frugava nell’interioreti avrò per sempre liberoper ascoltare insieme l’ineffabile di Dio.

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INDICE

ASCOLTANDO UNA VOCECredo in te pag. 9La tua dolcezza ” 10Sapore ” 11Poesia del mare ” 12Due nella notte ” 13Tralcio di vita ” 14Fermento ” 15Mistero d’amore ” 16Fiume d’amore ” 17Un abbraccio ” 18Il vero amico ” 19L’altra voce ” 20

L’UOMO VIVENTEIl treno ” 23Meditazione ” 24Poco fa ” 25Lungo la via ” 26Ricordo di una notte ” 27Tristezza del nulla ” 28Uomo vivente ” 29Le due stagioni ” 30Sera d’Estate ” 31La data ” 32Fossili ” 33Il sonno della morte ” 34La gente ” 35Nella sera ” 36Crepuscolo ” 37L’ultima ora ” 38La luna ” 39La terza età ” 40La luce smarrita ” 41La vela ” 42Aurora ” 43Morire a se stessi ” 44L’Io spirituale ” 45La tua anima ” 46L’ultima battaglia ” 47Ritrovarsi ” 48

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CERCANDO DIO

Come un fiume pag. 51Musica ” 52Ti troverò? ” 53Dove sei? ” 54Poesia d’un momento ” 55Dipinto ” 56Messaggio ” 57La vita è un’attesa ” 58Ani Mà Amin: io credo ” 59La luce e la candela ” 61Desiderio d’Infinito ” 62Dio è al di là di tutto! ” 63Al silenzio ” 64