Corso di fotografia percettiva nel parco nazionale foreste casentinesi
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona ... di poggio bal… · RESPONSABILE DI...
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TITOLODEL LAVORO
Dicembre 2017DATA
RESPONSABILEDI PROGETTO
Studio ambientale e monitoraggi naturalistici del lago di neo-formazione in località Poggio Baldi di Corniolo
Studio ambientale e monitoraggi - 2017
Lago di Poggio Baldi - Corniolo
CON LACOLLABORAZIONE
DI
AREA
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,Monte Falterona e Campigna
Studio Verde S.r.l.Dott. Pierluigi MolducciDott. Giovanni Grapeggia
Coop ST.E.R.N.A. Dott. Stefano GelliniDott. Dino ScaravelliDott. Pierpaolo CeccarelliDott. Carlo Ciani
Studio Verde s.r.l.Dott. Emanuele MorettiDott. Lisa Casamenti
STUDIO AMBIENTALE E MONITORAGGI NATURALISTICI DEL LAGO DI NEO-FORMAZIONE IN LOCALITÀ POGGIO BALDI DI CORNIOLO anno 2017
1
1 INTRODUZIONE ..............................................................................................................................2
2 TECNICHE DI MONITORAGGIO DEI CARATTERI AMBIENTALI DELL’INVASO E DELLE AREE DI
NEOFORMAZIONE .................................................................................................................................3
2.1 MONITORAGGIO SULLA MATRICE AMBIENTALE................................................................................................................3
2.1.1 Sedimento ......................................................................................................................................................................3
2.1.2 Acque superficiali ........................................................................................................................................................3
2.2 MONITORAGGI SULLA COMPONENTE BIOTICA...................................................................................................................4
2.2.1 Flora e vegetazione: indicatori, criteri e protocollo/i di monitoraggio.............................................................4
2.2.2 Monitoraggio della fauna...........................................................................................................................................6
3 RISULTATI DEI MONITORAGGI .......................................................................................................7
3.1 MONITORAGGIO SULLA MATRICE AMBIENTALE................................................................................................................7
3.1.1 Caratteristiche qualitative e quantitative dei sedimenti .......................................................................................7
3.1.2 Caratteristiche qualitative e quantitative delle acque superficiali .....................................................................9
3.2 MONITORAGGI SULLA COMPONENTE BIOTICA.................................................................................................................11
3.2.1 La flora ........................................................................................................................................................................11
3.2.2 La vegetazione ............................................................................................................................................................23
3.2.3 Schema sintassonomico ............................................................................................................................................50
3.2.4 Considerazioni sul dinamismo della vegetazione ................................................................................................52
3.2.5 Paesaggio vegetale ....................................................................................................................................................53
3.2.6 Habitat Rete Natura 2000 e di interesse Regionale proposti............................................................................54
3.2.7 Flora alloctona invasiva...........................................................................................................................................57
3.2.8 Aspetti faunistici.........................................................................................................................................................60
4 ALTRI STUDI E/O PROGETTI NELL’AREA ....................................................................................83
MONITORAGGIO DEL CORPO DI FRANA - NHAZCA S.R.L. .........................................................................................................83
5 CONCLUSIONI...............................................................................................................................84
5.1 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SU ANALISI ACQUE SUPERFICIALI/SEDIMENTO..........................................................84
5.2 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SU FLORA-VEGETAZIONE .............................................................................................84
5.3 CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE SU FAUNA .......................................................................................................................85
6 BIBLIOGRAFIA ..............................................................................................................................86
STUDIO AMBIENTALE E MONITORAGGI NATURALISTICI DEL LAGO DI NEO-FORMAZIONE IN LOCALITÀ POGGIO BALDI DI CORNIOLO anno 2017
2
1 INTRODUZIONE
Dopo lo studio ambientale preliminare e i monitoraggi effettuati nel biennio 2014-2016, lo stesso gruppo di
lavoro ha proseguito per tutto il 2017 con i monitoraggi naturalistici presso il neo-formato lago di Poggio
Baldi presso Corniolo (frazione di Santa Sofia).
Quest’ anno si è cercato di approfondire ulteriormente le analisi delle dinamiche sia biotiche che abiotiche instauratesi nell’invaso e nelle aree limitrofe, ponendo i seguenti obiettivi:
- Realizzazione di analisi propedeutiche alla definizione dello stato chimico acque e sedimenti secondo il D.Lgs. n. 152/2006 e D.Lgs. Acque n.152/1999;
- Aggiornamento della descrizione della vegetazione, attribuzione dell ’assetto fitosociologico e dei syntaxa presenti nell ’area d’interesse. A tal fine proseguiranno i monitoraggi dei 5 t ransetti permanenti disposti nell ’ anno 2015. In ciascun transetto permanente saranno realizzati 3 rilievi
successivi (primavera, estate, autunno), in modo da riuscire ad individuare specie a differente fenologia, descrivere i cambiamenti della vegetazione nel corso dell ’anno e confrontarli con gli anni precedenti;
- Analisi dei dati: determinazione di tutte le specie individuate, aggiornamento dell’elenco floristico utilizzando la nomenclatura aggiornata delle specie, class ificazione e ordinamento dei rilievi
fitosociologici realizzati, determinazione dell ’autoecologia dei syntaxa rinvenuti mediante gli indici di Ellemberg-Pignatti;
- Realizzazione rilievi floristici ed elenco floristico in area lacustre, perilacustre e sul co rpo di frana; si
ritiene di prioritario interesse l ’approfondimento e il monitoraggio della ricolonizzazione vegetale del corpo di frana, quale testimone anche per fini concreti di tipo colturale e selvicolturale per opere di
rinaturalizzazione, consolidamento e difesa del suolo; - Monitoraggio della presenza di comunità e taxa fitosociologici riconducibili ad habitat di interesse
comunitario, in particolare se nuovi o rari rispetto alle biocenosi presenti nel biennio 2015-2016 o
rispetto all ’intorno e al territorio del Parco Nazionale; - Aggiornamento ed individuazione delle eventuali emergenze floristiche, specie rare e/o di interesse
conservazionistico: specie inserite negli allegati II, IV e V della Direttiva Habitat, tutelate da Convenzioni internazionali (CITES, Barcellona, Berna), elencate nelle Liste Rosse nazionali e regionali, specie target in Emilia-Romagna;
- Valutazione su presenza/assenza di specie alloctone e/o invasive e possibile quantificazione delle popolazioni.
Nuove proposte previste per il 2017 sono: Flora e Vegetazione
1. Relazione circostanziata con prime valutazioni sullo stato di flora, vegetazione ed ecosistemi e sullo stato dell’evoluzione vegetazionale in corso nell ’area di studio, alla luce del periodo di osservazioni (2014-2017).
2. Prime considerazioni di sintesi su aspetti modificativi indotti dalla presenza dell ’area umida e scenari evolutivi possibili anche in ragione della stabilizzazione del profilo dell ’alveo e del trasporto solido e delle azioni di deposito.
3. Analisi e recepimento di attività progettuali in essere in area immediatamente limitrofa (Progettazione in ambito PSR RER Sottomisura 8.5, Unione dei Comuni Romagna Forlivese; interventi forestali e di sentieristica). Fornitura eventuale di indicazioni e supporto tecnico per la
realizzazione degli interventi finalizzata alla conservazione o al miglioramento degli elementi naturalistici di pregio.
Fauna 1. Nel 2016 si è proseguito con osservazioni dirette. Si ritiene opportuno, nell ’ anno 2017, attuare
definitivamente una serie di pescate con elettrostorditore al fine di verificare la struttura dei
popolamenti a monte e a valle del lago così come quella del lago stesso. 2. Saranno meglio verificate le cassette rifugio per Chirotteri. Vi sono stati dei problemi di sistemazione
e alcune non sono state posizionate. Quindi si completa l ’opera di impianto e si procede alla
valutazione della colonizzazione.
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2 TECNICHE DI MONITORAGGIO DEI CARATTERI AMBIENTALI DELL’INVASO E DELLE AREE DI
NEOFORMAZIONE
2.1 Monitoraggio sulla matrice ambientale
2.1.1 Sedimento
Il prelievo del sedimento, è stato eseguito a circa 1,5 metri di distanza dalle sponde e il campione è stato
limitato allo strato più superficiale di sedimento fino ad una profondità di 5 cm. Il prelievo è stato effettuato in ottemperanza a quanto indicato in Calace et al. (2009). Tale scelta è stata dettata dal fatto che lo strato più superficiale è quello maggiormente interessato dagli scambi tra matrice solida e liquida. Gli indicatori scelti
per la caratterizzazione ambientale della matrice sedimento rispecchiano quelli che generalmente vengono utilizzati per caratterizzare dal punto di vista agronomico i suoli; solo i metalli pesanti appartengono alle sostanze indicate nella Tabella 1, Allegato 5 della Parte 4 del D.Lgs. n°152/2006. La scelta di non effettuare
ricerche su tutte le sostanze contenute nella sopracitata Tabella 1 è stata dettata dall’assenza di insediamenti industriali e di colture arboree/erbacee intensive a monte del lago e dai risultati dei campionamenti effettuati nel periodo 2012-2016 sulle acque superficiali da ARPAE e da Vasumini et al.
(2014) che non denotano valori preoccupanti di metalli pesanti o presenza di sostanze xenobiotiche come idrocarburi o fitofarmaci.
2.1.2 Acque superficiali
Per le analisi microbiologiche è stato prelevato un campione di acqua (0,750 lt.) mediante utilizzo di bottiglia
di vetro scura precedentemente sterilizzata al calore secco a 160° per 60 minuti, mentre il campione per le analisi chimico-fisiche è stato prelevato mediante utilizzo di bottiglia da 1,5 litri in polietilene alimentare. Il prelievo dei campioni di acqua è stato effettuato precedentemente a quello dei campioni di sedimento.
Per la caratterizzazione microbiologica e chimico-fisica delle acque sono stati scelti alcuni tra i parametri indicati nella Tabella A, Allegato I del D.Lgs. 31/2001, tra i parametri di base (macrodescrittori) e i microinquinanti utilizzati per la classificazione dei corsi d’acqua del D.Lgs. n. 152/1999. Per quanto riguarda
le analisi supplementari, il D.Lgs. 31/2001 prevede, al fine del raggiungimento dello stato di qualità delle acque, la ricerca del Clostridium perfrigens (comprese le spore) essendo secondo Marcheggiani et al. (2004) e Briancesco (2005) il migliore indicatore per valutare la presenza di anossia e di contaminazione fecale. I
Clostridi solfito-riduttori sono molto diffusi nel suolo e nell’ambito idrico, specie quello che va incontro a crisi di carenza d'ossigeno e quindi non solo in presenza di fecalizzazione. Lo stesso Cl. perfringens è contenuto nelle feci, ma è anche diffuso nell’ambiente, seppure in titoli ridotti in assenza di fecalizzazione.
Il genere Clostridium comprende circa 80 specie diffuse nel suolo, nelle acque, nella vegetazione, che svolgono un ruolo determinante nella catena alimentare del detrito, partecipando ai processi putrefattivi nella sostanza organica. La maggior parte dei clostridi sono saprofiti, vivono negli strati superficiali poveri di
ossigeno del suolo e dei sedimenti e le loro spore (forma di resistenza) sopravvivono per lunghi periodi nell’acqua al contrario degli altri batteri utilizzati come indicatori di contaminazione fecale (vedi Escherichia coli).
2.1.2.1 Metodi di prelievo
I metodi di prelievo e di analisi delle acque per gli aspetti microbiologici rispettano gli standard riportati nei Metodi Analitici Ufficiali per le acque destinate al consumo umano ai sensi del D.Lgs. 31/2001 (I.S.S.) e nel
Manuale APAT (Calace et al., 2007) per le analisi chimico-fisiche. Anche qui, come per i sedimenti, la scelta di non effettuare ricerche su tutte le sostanze contenute nella sopracitata Tabella 1 Allegato 5 della Parte 4 del D.Lgs. n°152/2006 e tra i parametri di base
(macrodescrittori) e i microinquinanti utilizzati per la classificazione del D.Lgs. n. 152/1999 è stata valutata sulla base delle stesse considerazioni. La ricerca del Glyphosate, invece, è stata effettuata a causa dell’elevata pericolosità di tale molecola per i
vegetali appartenenti alla famiglia delle Pteridofite e all’interferenza con i processi di muta degli Anfibi, in particolare di Anuri e Caudati (Govindarajulu, 2008; Bernal et al., 2009; Peréz et al., 2011).
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2.2 Monitoraggi sulla componente biotica
2.2.1 Flora e vegetazione: indicatori, criteri e protocollo/i di monitoraggio
Come preventivato negli anni precedenti, i 5 transetti lineari sono stati posizionati perpendicolarmente alla linea di riva del lago, a quote differenti, 4 in sinistra orografica (più pianeggiante) e 1 in destra orografica (più scoscesa). Ciascun transetto presenta 3 punti di rilievo ripetuti in 3 periodi differenti dell’anno (primavera,
estate-autunno), per un totale di 45 rilievi. L’analisi completa di tutti i fattori abiotici e biotici consentirà di correlare l’andamento della colonizzazione vegetale con l’evoluzione dei parametri ecologico-stazionali.
Lo studio della vegetazione è stato condotto con il metodo fitosociologico classico della Scuola Sigmatista di Zurigo-Montpellier (Braun-Blanquet, 1928) integrato con le più recenti acquisizioni (Rivas-Martinez, 2005). Il rilevamento è stato eseguito in maniera puntuale, con almeno 1 rilievo per tipologia vegetazionale, facendo
particolare attenzione alle variazioni delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche. Per la determinazione delle specie e per la loro caratterizzazione corologica e biologica sono state utilizzate le opere: Flora d’ Italia (Pignatti, 1982), Flora Europaea (Tutin et al., 1964-1980) e Flora Esotica lombarda
(Banfi & Galassi, 2010). Per la determinazione di entità appartenenti a taxa critici ci si è avvalsi di pubblicazioni monografiche: per il genere Rosa (Lattanzi & Tilia, 2002), per il genere Brachypodium (Lucchese, 1998), per il genere Festuca (Foggi et al., 1999; Foggi & Signorini, 2001; Foggi et al., 2005;
Foggi et al., 2006; Foggi et al., 2007), per il genere Erysimum (Peccenini, 2012; Peccenini & Polatschek, 2014; Peccenini & Polatschek, 2016) e per il genere Sesleria (Foggi et al., 2007; Ubaldi, 2006, 2017). Per la nomenclatura delle specie ci si è attenuti alla recente Checklist della Flora Vascolare Italiana (Conti et
al., 2005; Conti et al., 2007) e "IPFI: Index Plantarum" (data di consultazione: 28/11/2017). A completamento dell’analisi floristica sono stati elaborati lo spettro biologico e lo spettro corologico (considerando i dati di frequenza).
Vista la presenza di individui di Brachypodium di incerta collocazione sistematica (c fr. B. genuense) nei subplot 1AA, 1AB, 1B, 1C, 2A, 2B, 2C, 3A, 3B, 3CA, si è proceduto al prelievo di campioni su cui effettuare un’indagine di dettaglio sulle specie effettivamente presenti.
La segnalazione di una stazione di Cirsium creticum subsp. triumfetti (Lacaita) K. Werner al Fosso Bagnolo nei pressi di Isola (FC) (Montanari, Faggi & Maltoni, 2012) ci ha portato, inoltre, a effettuare ricerche
finalizzate all’individuazione di nuove stazioni di tale specie. 2.2.1.1 Elaborazione dati
Al fine di poter trarre conclusioni relative al monitoraggio della vegetazione e avendo raggiunto un numero statisticamente significativo di rilievi si è proceduto a sottoporre le tabelle all’analisi statistica attraverso il software TWINSPAN (Rolecek et al., 2009). Le matrici (rilievi fitosociologici (R) x specie (S)) sono state
esportate da JUICE impostando la conversione automatica dei valori di abbondanza/dominanza (Braun -Blanquet, l.c.) secondo Van der Maarel (1979). Nella elaborazione dei rilievi si è seguita la tecnica tabellare del metodo fitosociologico riunendo i rilievi sulla base dell’affinità floristica e della distanza euclidea, ma
soprattutto su base ecologica, considerando allo stesso tempo, la similarità delle condizioni stazionali, la presenza di specie caratterizzanti e differenziali delle associazioni già individuate in letteratura, la omogeneità fisionomica. Sulla base del criterio fisionomico-strutturale si sono separati in rilievi diversi i
popolamenti elementari che presentavano differenze dal punto di vista fisionomico e ecologico anche se posti nello stesso subplot. Il subplot 1A è stato così suddiviso in 2 rilievi: il 1AA (vegetazione isolotto fluviale) e 1AB (vegetazione della sponda). Stessa cosa è stata effettuata per il subplot 3C che è stato diviso in 3CA
(vegetazione igronitrofila a terofite) e 3CB (vegetazione forestale a orno-ostrieto). Dopo una prima elaborazione totale è stato adottato un criterio fisionomico-strutturale atto alla suddivisione del pool di dati in sei sottomatrici relative rispettivamente: alla componente a igronitrofile effimera a terofite (5
R x 32 S), a igronitrofile perenni pioniere di isolotti fluviali (1 R x 43 S), a megaforbie (4 R x 98 S); a componente arborea riparia a ontano nero (5 R x 116 S), a componente arborea-arbustiva di orlo dell’orno-ostrieto (2 R x 30 S). Attraverso i metodi di classificazione, che permettono di individuare gruppi omogenei di
rilievi organizzati gerarchicamente a seconda del fattore di dissimilarità utilizzato e il confronto con le diverse tipologie vegetazionali descritte in letteratura è stato possibile caratterizzare fitosociologicamente le cenosi rilevate.
Allo scopo di confrontare la composizione floristica e di identificare le associazioni vegetali rilevate, sono stati aggiunti alle tabelle 95 rilievi tratti da bibliografia relativi alla vegetazione acquatica e riparia dell’Italia centro-settentrionale (Baldoni & Biondi, 1993; Biondi & Baldoni, 1994; Biondi et al., 1997; Biondi et al., 1999;
Biondi et al., 2003; Buchwald, 1994; Ceschin & Salerno, 2008; Falzea, 2006; Gehu & Pedrotti, 1992; Landolt, 1986; Lastrucci et al., 2008; Mereu et al., 2010; Muller, 1977; Pirone et al., 2003; Sburlino et al.,
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2004; Sburlino et al., 1985; Scoppola, 1982; Venanzoni & Gigante, 2000), costituita da 23 rilievi per la
vegetazione igronit rofila a terofite (Polygono-Xanthietum italici), 20 per la vegetazione pioniera degli isolotti fluviali a specie perenni nitrofile (Saponario-Artemisietum), 23 rilievi per la vegetazione di orlo a megaforbie (Calystegio-Rubetum e Phalarido-Petasitetum), 7 per il Salicetum albae, 22 per la vegetazione forestale
riparia a ontano nero dell’Aro italici-Alnetum glutinosae. L’allargamento dell’area di ri ferimento per i rilievi tratti da bibliografia è risultato necessario da una parte a causa della scarsa quantità di dati pubblicati per l’area romagnola, dall’altra per avere un quadro più completo dei syntaxa identificati.
Per la nomenclatura dei syntaxa si è fatto ri ferimento a Biondi et al. (2001), Brullo et al. (2001) e RivasMartìnez et al. (2002), sempre attenendosi alle prescrizioni del Codice di Nomenclatura Fitosociologica (Weber et al., 2000).
Attraverso le informazioni ricavabili dai tipi di vegetazione individuati, dai dati riguardanti la loro distribuzione spaziale e dalle caratteristiche dell’ambiente fisico (in particolare geologia, geomorfologia e clima), sono state ricostruite le unità di vegetazione a maggiore livello di integrazione: le unità dinamiche (seriali) e quelle
catenali (spaziali), secondo i concetti espressi in Géhu & Rivas-Mart ìnez (1981), Theurillat (1992) e Biondi (1994; 1996a, 1996b). Le unità vengono di seguito presentate seguendo l’ordine della “progressione sociologica dei syntaxa” in
accordo a Julve (1993): da unità di vegetazione a dominanza di terofite a quelle a dominanza di fanerofite, passando per emicriptofite e camefite; da unità caratterizzate da scarsa biomassa verso unità a maggiore biomassa che corrisponde al gradiente dinamico temporale; da unità a dominanza di specie oligotrofiche a
quelle a dominanza di eutrofiche, in funzione quindi della disponibilità di nutrienti; da unità a dominanza di specie acidofile a quelle a dominanza di neutrobasofile. 2.2.1.2 Analisi ecologiche (indici di Ellenberg e floristico-vegetazionali)
L’ecologia delle diverse associazioni vegetali è stata analizzata mediante l’applicazione degli indici di Ellenberg (Ellenberg,1974; Pignatti, 2005) e l’analisi percentuale dei dati stazionali. Per quanto riguarda gli indici di Ellenberg, a ciascuna specie sono stati attribuiti sei valori numerici, relativi ai
sette parametri ambientali ritenuti cruciali per comprendere le condizioni nelle quali si svolge la vita delle piante (luminosità, temperatura, continentalità, umidità, pH, nutrienti del suolo, salinità). Questi indici si basano sui valori di bioindicazione che costituiscono la valutazione numerica del segnale che
ciascuna specie fornisce, rispetto all’incidenza dei principali fattori ecologici, nel dete rminare le caratteristiche del sito. Ciascun indice tiene conto della distribuzione geografica e topografica della specie, di misure sperimentali in campo, di confronti con altre specie, che vengono nel loro insieme sintetizzati con un
numero (Pignatti, l.c.). La presenza delle specie vegetali viene utilizzata quindi come indicatore dello stato del sistema, pur tenendo presente che il loro significato non ha valore assoluto, ma permette di comparare tra loro due situazioni.
Per tutte le comunità è stato analizzato il comportamento rispetto ai sette fattori ecologici sintetizzati mediante una scala numerica di cui riportiamo il significato secondo Pignatti (l.c.):
- L radiazione luminosa (1-12) - distribuzione delle specie in relazione all’intensità luminosa relativa; si
intende l’intensità nell’ambiente naturale della specie nella stagione con il massimo sviluppo fogliare; - T temperatura (1-12) - valore ricavato dalle medie annue delle temperature delle aree di
distribuzione delle specie e, dove possibile, anche da misure in campo delle relative associazioni
vegetali; - C continentalità del clima (1-9) - distribuzione geografica delle specie
interpretata secondo il gradiente di continentalità;
- U umidità o disponibilità di acqua (1-12) – distribuzione delle specie nei vari ambienti in base al gradiente di umidità del suolo, da molto arido a moderatamente umido, ad ambienti paludosi ed a vegetazione natante o
sommersa; - R reazione del suolo (1-9) – distribuzione delle specie lungo il gradiente di
pH o contenuto di calcare;
- N nutrienti (1-9) – distribuzione delle specie in relazione alla disponibilità di nutrienti nel suolo durante la stagione vegetativa;
- S salinità (1-3) – distribuzione in relazione alla concentrazione salina nel
suolo o nelle acque. Questa quantificazione dei valori di bioindicazione differisce rispetto a Ellenberg (l.c.) oltre che per l’ampliamento della scala dei fattori L e T fino a 12 (originaramente era 1 -9), per includere i valori relativi alla
flora mediterranea, anche per l’introduzione dei criteri di valutazione di: - X specie indifferenti (ampia distribuzione in ambienti diversi); - 0 comportamento non precisato.
Per la verifica di ogni valore di ogni indice vedere ALLEGATO 5.
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Gli indici ecologici per ciascuna fitocenosi individuata sono stati ottenuti valutando la copertura (secondo la
scala convenzionale di Van der Maarel, sostituita a quella di Braun-Blanquet) delle singole specie in ogni gruppo di rilievi. I valori dei differenti indici sono stati calcolati mediante l’utilizzo del programma JUICE (op. cit.). Ciò ci ha permesso di confrontare tra loro, sulla base dei differenti indici, le diverse fitocenosi,
evidenziando in questo modo alcuni gradienti, correlabili con le variazioni ambientali.
2.2.2 Monitoraggio della fauna
2.2.2.1 Invertebrati
Anche nell’anno 2017 la valutazione dei gruppi di Gambero è avvenuta a vista. La ricerca verso gli invertebrati specificatamente legati alle acque, in particolare Odonati e Idroadefagi, è avvenuta con rilievi a
vista e catture temporanee con retino. 2.2.2.2 Pesci
Nel 2017, stante ancora la carenza autorizzativa, si è proseguito con osservazioni dirette
2.2.2.3 Anfibi
Gli anfibi sono stati ricercati durante tutto l’anno e in particolar modo durante il periodo riproduttivo, mediante
osservazione diretta o pesca con retino per il mero momento del riconoscimento. Gli anuri sono stati anche rilevati al canto serale. Il monitoraggio si è concentrato sui siti riproduttivi al margine del lago per le specie di maggior interesse per
la conservazione, mappandone la consistenza. 2.2.2.4 Rettili
I rettili sono stati ricercati mediante avvistamento diretto e ricerca nei punti e transetti frequentati durante
l’esplorazione dei margini del lago. Il monitoraggio prevede ulteriori visite per la verifica delle presenze volte in particolare a monitorare le presenze di serpenti.
2.2.2.5 Uccelli
Anche nel 2017 il monitoraggio ha visto le osservazioni da punti salienti, il monitoraggio su imbarcazione e
l’osservazione delle specie con habitat particolari con osservazioni mirate. Il monitoraggio dell’avifauna è focalizzato sulle specie legate allo specchio d’acqua ed in particolare a: Tuffetto, Germano reale, Gallinella d’acqua, Airone cenerino. Il monitoraggio deve anche essere mirato alla eventuale colonizzazio ne del sito da
parte di altre specie legate agli ambienti acquatici. Per quanto riguarda il Tuffetto e il Germano reale sono stati eseguiti sopralluoghi volti alla chiarificazione della fenologia e per appurarne l’eventuale nidificazione.
Due punti di ascolto da 10 minuti cadauno sono stati realizzati in periodo riproduttivo a monte e a valle del lago per valutare in modo quantitativo la popolazione nidificante. Inoltre dovranno essere eseguiti rilevamenti nel periodo invernale (dicembre -gennaio) per completare le
informazioni sulla fenologia delle specie acquatiche presenti e per rilevare eventuali altri svernanti. Il protocollo di monitoraggio prevede quindi sopralluoghi effettuati con cadenza almeno mensile da punti di osservazione notevoli. Tale procedura è affiancata anche da censimenti effettuati tramite percorso effettuato
in canoa entro lo specchio d’acqua, indicativamente 4 volte nel corso dell’anno, di cui due in periodo riproduttivo e due in periodo invernale.
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FIGURA 1 - TRANSETTO AD ANELLO UTILIZZATO PER I RILIEVI E COLLOCAZIONE DEI DUE PUNTI DI ASCOLTO
2.2.2.6 Mammiferi
Anche nel 2017 le osservazioni sono state eseguite compiendo serie di rilievi diurni e notturni nelle aree prospicienti il lago e annotando i segni di presenza oltre alle osservazioni dirette A monte e a valle del lago sono stati eseguiti rilievi bioacustici per verificare le presenze di Chirotteri
similmente a quanto già realizzato nel negli anni precedenti. Inoltre sono state posizionate delle fotot rappole per verificare i passaggi in punti chiave della macrofauna.
3 RISULTATI DEI MONITORAGGI
3.1 Monitoraggio sulla matrice ambientale
3.1.1 Caratteristiche qualitative e quantitative dei sedimenti
3.1.1.1 Anno 2017
Raffronto analisi sedimento tra 2015 e 2016 Limiti secondo D.
Lgs. 152/06
Descrizione prova U.M. 2015 2016 2017
pH 8,10 7,77 8,65
Sostanza Organica % 0,46 < 0,1 0,6
Azoto totale ‰ 0,33 0,3 0,1
Carbonio Organico Totale (C.O.T.)
% 0,27 <0,1 0,32
Rapporto C/N 8,08 Non
applicabile 32
Calcare attivo % 1,6 7,4 9,3
Calcare totale % 15 18 17
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Salinità meq/100g 0,18 0,7
Conducibilità μS/cm 23,1 28,9 110
Calcio scambiabile mg/Kg 1016 1200 638
Magnesio scambiabile mg/Kg 41 46 63
Potassio scambiabile mg/Kg 25 107 98
Sodio scambiabile mg/Kg 24 267 243
Capacità di Scambio
Cationico (C.S.C) meq/100g 5,57 7,8 4,6
Fosforo totale mg/Kg
s.s.
Non
applicabile 210 270
Ferro mg/Kg
s.s.
Non
applicabile 10000 12000
Manganese mg/Kg
s.s.
Non
applicabile 170 230
Magnesio mg/Kg
s.s.
Non
applicabile 6000 7600
Metalli pesanti
Zinco mg/Kg
s.s. Non
applicabile 21 20 150
Cromo totale mg/Kg
s.s. Non
applicabile 15 22 150
Nichel mg/Kg
s.s. Non
applicabile 14 18 120
Rame mg/Kg
s.s. Non
applicabile 2,7 5,0 120
Granulometria
Argilla % 3 8 4
Limo % 6 10 4
Sabbia % 91 82 92
C.M 1,49 1,13 1,35
TABELLA 1: RAFFRONTO ANALISI SEDIMENTO TRA 2015, 2016 E 2017.
Dalla Tabella 1 è possibile notare come alcuni valori chimico-fisici del sedimento presentino valori diversi rispetto al biennio precedente. E’ necessario premettere che il periodo autunno-invernale 2016 e quello primaverile-estivo 2017 sono stati caratterizzati da una estrema scarsità di precipitazioni accompagnata da
temperature al di sopra delle medie stagionali tale da portare in stress idrico tutti i fiumi dell’Emilia-Romagna. Nonostante la tessitura sia nettamente SABBIOSA e quindi favorevole a una rapida mineralizzazione della sostanza organica alcuni parametri indicano l’instaurarsi di un ambiente anaerobico. Una tessitura
grossolana e quindi molto aereata favorisce una elevata attività della microflora tellurica, in particolare di quella adibita al processo di nitri ficazione, essendo tale processo essenzialmente aerobico, per cui ambienti con scarso ossigeno disponibile determinano una bassa vitalità dei batteri nitri ficanti. Il rapporto C/N uguale
a 32 è indice che la mineralizzazione della sostanza organica sia molto rallentata. Come già descritto nel 2016 se il valore del rapporto C/N risulta maggiore di 10 significa che la sostanza organica viene decomposta molto lentamente accumulandosi al di sopra del sedimento. Ciò è evidenziato anche dal
Carbonio Organico Totale che risulta più alto rispetto ai valori 2015-2016 (0,32% contro il valore del 2016
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9
che era inferiore a 0,1). Il Coefficiente di Mineralizzazione (C.M.) risulta uguale a 1,35 quindi basso. Ciò
significa che la percentuale di sostanza organica mineralizzata nel corso di un anno risulta essere l’1,35% del totale di quella disponibile. Il valore che assume questo coefficiente rappresenta la percentuale di sostanza organica mineralizzata nel corso di un anno; sulla base della relazione descritta dalla formula la
velocità di degradazione dei materiali organici nel suolo è inversamente proporzionale al contenuto in calcare totale. Tale velocità condiziona anche la disponibilità di azoto nel terreno perché determina una minore o maggiore trasformazione dell’azoto organico (che è il 95-98% dell’azoto totale del terreno) in azoto
minerale, più facilmente assorbibile dalle piante; lo stesso vale per altri nutrienti, in particolare il fosforo, che possono far parte delle sostanze organiche. Il valore dell’Azoto totale risulta inferiore ai valori del 2015-2016 essendo uguale a 0,1‰ contro lo 0,3‰ del 2016 e lo 0,33‰. Il valore del Fosforo totale ha registrato un
aumento rispetto al biennio precedente essendo uguale a 270 mg/Kg. L’indice di salinità risulta 1,10 mS/cm, quindi superiore ai valori registrati nel biennio precedente. Elevate concentrazioni saline possono, a seconda della specie ionica presente, provocare squilibri nutrizionali, effetti di tossicità per le piante, danni alla
struttura del terreno e, in certi casi, modifiche del pH. A parte queste situazioni estreme, un aumento di salinità determina, in generale, un incremento della tensione della soluzione circolante che a sua volta provoca una maggiore difficoltà ad assorbire acqua ed elementi minerali da parte delle piante: tale fenomeno
dipende non tanto dal contenuto in Sali solubili, quanto dalla pressione osmotica da essi esercitata. Inoltre l’eccesso di salinità comporta fenomeni di competizione per i siti di chelazione nei confronti delle sostanze umiche da parte della presenza di metalli pesanti. Il valore della Salinità risulta di 0,7 meq/100g, anche
questo superiore a quello del biennio precedente. Anche i valori dei macro e microelementi scambiabili ha subito delle variazioni. Ad esempio il valore del Calcio scambiabile ha subito una diminuzione passando da 1200 mg/Kg del 2016 a 638 mg/Kg del 2017 così come il Potassio scambiabile passato da 107 a 98; mentre
il Magnesio scamb. ha subito un aumento passando da 46 mg/Kg a 63. Il Sodio scamb. è rimasto pressoché invariato. Il contenuto in Ferro è passato da valori di 10.000 mg/Kg del 2016 a 12.000 di quest’anno, così come il
Manganese che è passato da 170 a 230 mg/Kg. I valori dei metalli pesanti rientrano, comunque, pienamente all’interno dei limiti massimi fissati dal D.Lgs. 152/2006.
L’aumento di alcuni parametri quali: Fosforo totale, Rapporto C/N, il Carbonio Organico Totale e la diminuzione dell’Azoto totale possono essere considerati indice dell’instaurarsi di condizioni di ipossia nell’interfaccia acqua-sedimento.
3.1.2 Caratteristiche qualitative e quantitative delle acque superficiali
3.1.2.1 Anno 2017
Raffronto analisi acque tra 2015, 2016 e 2017
Limiti secondo
Tabella B, Allegato I del
D.Lgs. 31/2001
Descrizione prova U.M. 2015 2016 2017
pH 7,65-7,79 7,9 7,6 6,5-9,5
Conducibilità μS/cm 496- 494 380 530 2500
Nitrati come NO3 mg/l 0,9-0,4 < Limite di
Quantificazione 2,4 50
Nitriti come NO2 mg/l 0,0-0,0 < Limite di
Quantificazione < Limite di
Quantificazione 0,5
Solfati mg/l 60-63 32 72 250
Azoto ammoniacale
(come NH4)
mg/l 0,22-0,0 < Limite di
Quantificazione 0,05 0,5
Fosfati come PO4 mg/l Analisi non eseguita
< Limite di Quantificazione
< Limite di Quantificazione
Ossigeno disciolto %
saturazione Analisi non eseguita
98,1 103,6
Richiesta
Biochimica di Ossigeno (BOD5)
mg O2/l Analisi non eseguita
< Limite di Quantificazione
< Limite di Quantificazione
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10
Richiesta Chimica di Ossigeno (COD)
mg O2/l Analisi non eseguita
5,9 16
Calcio mg/l Analisi non
eseguita 68 85
Magnesio mg/l Analisi non eseguita
16 19
Sodio mg/l Analisi non eseguita
14 14 200
Potassio mg/l Analisi non
eseguita 2,1 2,7
Metalli
Ferro μg/l Analisi non eseguita
130 180 200
Manganese μg/l Analisi non eseguita
8,2 2,5 50
Alluminio μg/l Analisi non
eseguita
< Limite di
Quantificazione
< Limite di
Quantificazione 200
Rame μg/l Analisi non eseguita
< Limite di Quantificazione
< Limite di Quantificazione
1
Piombo μg/l Analisi non eseguita
< Limite di Quantificazione
< Limite di Quantificazione
10
Cromo totale μg/l Analisi non
eseguita
< Limite di
Quantificazione
< Limite di
Quantificazione 50
Mercurio μg/l Analisi non eseguita
< Limite di Quantificazione
< Limite di Quantificazione
1
Antimonio μg/l Analisi non eseguita
< Limite di Quantificazione
< Limite di Quantificazione
5
Cadmio μg/l Analisi non
eseguita
< Limite di
Quantificazione
< Limite di
Quantificazione 5
Arsenico μg/l Analisi non eseguita
< Limite di Quantificazione
< Limite di Quantificazione
10
Nichel μg/l Analisi non eseguita
< Limite di Quantificazione
< Limite di Quantificazione
20
Fitofarmaci
Glyphosate μg/l Analisi non eseguita
0,11 < Limite di
Quantificazione
0,1 μg/l (il
valore per singolo
antiparassitario)
Analisi
Microbiologiche
Escherichia coli- Ricerca e conta
UFC/100ml Analisi non eseguita
55 95 0 UFC/100ml
Enterococchi intestinali- Ricerca
e conta
UFC/100ml Analisi non eseguita
28 32 0 UFC/100ml
Clostridium perfrigens (spore
comprese)- Conta UFC/100ml
Analisi non
eseguita <1 <1 0 UFC/100ml
Conta dei
microorganismi vitali a 22°C
UFC/ml Analisi non eseguita
1.100 560 Senza variazioni
anomale
Conta dei microorganismi
vitali a 36°C
UFC/ml Analisi non eseguita
720 420 0 UFC/ml
TABELLA 2: RAFFRONTO ANALISI ACQUE SUPERFICIALI TRA 2015, 2016 E 2017.
Dalla Tabella 2 è possibile notare come quasi tutti i parametri chimico-fisici indagati siano ampiamente al di sotto dei limiti di legge. La presenza di quantità significative di metalli, peralt ro non pericolosi per l’ambiente, come ad esempio Ferro, Manganese e Alluminio sono senz’altro da attribuirsi ai fenomeni di piena e/o
dilavamento del letto che operano un dissolvimento dei minerali costituenti la matrice geologica. Il Ferro
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11
registra valori vicini al limite di legge (200 μg/l), mentre i valori dei metalli pesanti come ad esempio Cadmio,
Cromo, Piombo, Mercurio e Antimonio sono al di sotto del limite di rilevamento strumentale confermando quindi quanto espresso da Vasumini et al. (2014) sull’origine naturale della concentrazione di tali elementi. Il COD, espresso in milligrammi di ossigeno per litro (mgO2/l), rappresenta la quantità di ossigeno necessaria
per la completa ossidazione per via chimica dei composti organici ed inorganici presenti in un campione di acqua. Insieme al BOD5 e al TOC rappresenta uno dei parametri comunemente utilizzati per la misura indiretta del
tenore di sostanze organiche presenti nell'acqua. Il valore di BOD5 rilevato indica un’assenza di fenomeni di eutrofizzazione così come i valori dei Fosfati e dei Nitriti. Un ulteriore conferma deriva dalla presenza di un elevato valore dell’Ossigeno disciolto in saturazione
(103,6%). Il valore del COD e dei Nitrati hanno subito un aumento dei valori ripsetto al 2016 così come i Solfati passati da 32 mg/l nel 2016 a 72 mg/l di quest’anno.
Il Glyphosate non risulta presente, al contrario del 2016. Ciò è forse da imputare alla piena verificatasi pochi giorni prima del prelievo che ha dilavato i possibili inquinanti. Dai risultati delle analisi microbiologiche si evince che i valori degli Enterococchi risultano al di sopra del
limite di legge per la potabilità delle acque. Il valore dell’Escherichia coli ha subito un aumento rispetto al valore registrato nel 2016 passando dalle 55 U.F.C/100ml alle 95 U.F.C/100ml. Visto che l’Escherichia coli, così come gli Enterococchi sono presenti in grande quantità nelle feci di uomini e animali a sangue caldo e
incapaci di moltiplicarsi in ambienti acquatici, la loro presenza è indice di un recente inquinamento fecale. Per quanto riguarda invece il Clostridium perfrigens, questo rientra nei limiti di legge indicando assenza di fenomeni di fecalizzazione.
Per il gruppo generico dei "Clostridi solfito-riduttori" la legge italiana fissa il valore di 0/100 ml di acqua senza tenere conto che tra essi possono essere presenti germi ambientali. La discriminante t ra acque inquinate e non, si basa sulle concentrazioni: per acque superficiali valori inferiori
a 50/100 ml sono compatibili con situazioni di mancata contaminazione fecale, mentre tra 50 e 200/100 ml segnalano fecalizzazione. Presentano valori elevati anche il numero delle colonie dei microorganismi vitali a 22°C e a 36°C con valori
rispettivamente di 560 e 420 U.F.C./ml. La presenza di un numero elevato di batteri a 36 °C suggerisce che l’acqua è contaminata da materiale fecale o comunque di origine umana in quanto i batteri che crescono a tali temperature sono associabili all’uomo o agli animali a sangue caldo. La presenza contemporanea di
Escherichia coli e di Enterococchi confermano una contaminazione fecale dell’acqua. I risultati del monitoraggio eseguito da ARPAE nel 2016 sulle acque del fiume Bidente alla confluenza con il torrente Volt re evidenziano che i metalli pesanti, gli idrocarburi e i fitofarmaci indicati nella Tabella B,
Allegato I del D.Lgs. 31/2001 sono al di sotto dei limiti di rilevabilità strumentale. Ciò dimostra l’assenza di fenomeni di inquinamento diffuso di tipo antropico. Anche qui l’Escherichia coli ha registrato un valore al di sopra del limite imposto dal D.Lgs 31/2001 che risulta di 0 UFC/100 ml. Sulla base dei valori dei parametri
chimici è possibile ascrivere le acque del Bidente alle bicarbonato-calciche, in accordo con il chimismo tipico delle acque di scorrimento superficiale in climi temperati (Appelo & Postma, 1993, Drever, 1997). I parametri chimico-fisici e microbiologici delle acque che hanno subito un leggero aumento sono quelli che
normalmente indicano condizioni di ipossia nell’interfaccia acqua/sedimento: Solfati, Nitrati, COD.
3.2 Monitoraggi sulla componente biotica
3.2.1 La flora
Dall’esame dei campioni di Brachypodium è emerso la sola presenza di B. sylvaticum. Tale revisione è stata
realizzata sulla base delle caratteristiche autoecologiche e sinecologiche del Brachypodium rupestre e del B. sylvaticum e sui caratteri diacritici (Lucchese 1987: 1988). Ciò ha comportato la correzione delle tabelle dei rilievi di campo e delle tabelle brute risultanti.
La ricerca di Cirsium creticum subsp. triumfetti (Lacaita) K. Werner non ha portato risultati positivi, mentre il censimento relativo alle Pteridofite ha portato al rinvenimento di Asplenium scolopendrium L. (vedi pag. 21)
Da notare la comparsa tra le nuove specie delle due pleusotofite Lemna minor e L. minuta. 3.2.1.1 Elenco floristico
Nella tabella 3 sono elencate tutte le specie vegetali rinvenute durante i sopralluoghi sul corpo e al piede
della frana e nei rilievi fitosociologici nei 5 transetti lineari effettuati negli anni precedenti e nel 2017.
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12
Primo rinvenimento
Famiglia Specie Forma
biologica Corotipo
Rilievi 2015
Rilievi 2016
Rilievi 2017
2014 Adoxaceae Sambucus ebulus L. G rhiz/ H
scap Euri - Medit./ Europ. 1
2014 Adoxaceae Sambucus nigra L. P caesp Europ./ Europ. - Caucas. 2014 Alismataceae Alisma plantago-aquatica L. I rad Subcosmop. 3;5 3;4;5
2015/5 Apiaceae Anthriscus sylvestris (L.) Hoffm. H scap Paleotemp. 2
2014 Apiaceae Daucus carota L. subsp. carota H bienn/ T
scap Cosmop./ Paleotemp. 3;4;5 3;4;5
2015/5 Apiaceae Sanicula europaea L. H ros/ H
scap Eurasiat./ Paleotemp./
Paleotrop.
2016 Apiaceae Tommasinia verticillaris (L.) Bertol. H scap Orof. S-Europ. 3;5
2017 Araceae Lemna minor L. I nat Subcosmop. 5
2017 Araceae Lemna minuta Kunth I nat Pantrop. 5
2014 Araliaceae Hedera helix L. P lian Subatl./ Submedit. 2;3;4;5 1;2;3;4
;5
2017 Aspleniaceae Asplenium scolopendrium L. H ros Circumbor./Eurasiat.
2017 Aspleniaceae Asplenium trichomanes subsp.
quadrivalens D.E. Mey. H ros Cosmop 3
2014 Asteraceae Achillea millefolium L. H scap Eurosiber. 1 1
2015/5 Asteraceae Anthemis cotula L. Ch suffr/ T
scap Eurasiat./ Euri-Medit.
2015/5 Asteraceae Arctium lappa L. H bienn Eurasiat. 1
2014 Asteraceae Artemisia alba Turra Ch suffr S - Europ./ Steno - Medit./
Submedit.
2015/5 Asteraceae Artemisia vulgaris L. H scap Circumbor./ Eurasiat. 1;5 5
2017 Asteraceae Bidens tripartitus subsp. bullatus (L.)
Rouy T scap NW-Medit. 5
2015/5 Asteraceae Carduus pycnocephalus L. subsp.
pycnocephalus H bienn/ T
scap Medit.-Turan./ Steno-Medit.
2015/5 Asteraceae Carlina vulgaris L. H scap Eurosiber. 4 4
2017 Asteraceae Carthamus lanatus L. T scap Euri-Medit.
2015/11 Asteraceae Centaurea nigrescens Willd. H scap Europ. 1;4;5 1;4;5
2014 Asteraceae Cichorium intybus L. H scap Cosmop.
2015/5 Asteraceae Cirsium arvense (L.) Scop. G rad Eurasiat./ Subcosmop. 1;4;5 1;4;5
2015/5 Asteraceae Cirsium vulgare (Savi) Ten. H bienn Eurasiat. 1;3 1;3;4
2016 Asteraceae Cota tinctoria (L.) J. Gay Ch suffr/H
bienn Centroeurop./Pontica 4
2017 Asteraceae Crepis leontodontoides All. H ros/H
scap W-Medit. 3;5
2014 Asteraceae Dittrichia viscosa (L.) Greuter subsp.
viscosa H scap Euri - Medit. 5
2016 Asteraceae Erigeron annuus (L.) Desf. T scap N – Amer. 5
2014 Asteraceae Erigeron canadensis L. T scap N - Amer. 5
2015/5 Asteraceae Eupatorium cannabinum L. H scap Paleotemp. 1;2;3;4;
5
1;2;3;4
;5
2017 Asteraceae Helminthotheca echioides (L.) Holub T scap Euri-Medit./Euri-Medit.-
Orient. 4
2016 Asteraceae Hypochaeris radicata L. H ros Europ.-Caucas. 3
2016 Asteraceae Inula conyzae (Griess.) Meikle H bienn/H
scap Centroeurop./ Eurasiat./ W-
Asiatica
2015/5 Asteraceae Lactuca muralis (L.) Gaertn. H scap Eurasiat./ Europ.-Caucas. 2 3
2014 Asteraceae Lactuca saligna L. H bienn/ T
scap Medit. - Turan.
2014 Asteraceae Lactuca serriola L. H bienn/ H
scap Euri - Medit./ Sudsiber. 5
2014 Asteraceae Lapsana communis L. T scap Paleotemp.
2014 Asteraceae Leucanthemum vulgare (Vaill.) Lam. H scap Eurasiat./ Euri - Medit./
Eurosiber.
2015/5 Asteraceae Petasites hybridus (L.) G. Gaertn.,
B. Mey. & Scherb. G rhiz Eurasiat. 1;2 1;2;3
2014 Asteraceae Picris hieracioidesL. H bienn/ H
scap Eurasiat./ Eurosiber. 4 4;5
2015/11 Asteraceae Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. H scap Euri-Medit./ Steno-Medit. 1;4;5 1
2017 Asteraceae Senecio ovatus (G. Gaertn., B. Mey.
& Scherb.) Willd. subsp. ovatus H scap E-Europ. 1
2017 Asteraceae Serratula tinctoria L. H scap Eurosiber. 1
2016 Asteraceae Solidago virgaurea L. H scap Circumbor. 3
2014 Asteraceae Sonchus asper (L.) Hill H bienn/ T
scap Eurasiat./ Subcosmop. 3;4;5
2014 Asteraceae Sonchus oleraceus L. H bienn/ T Cosmop./ Eurasiat./ 1;3;5
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13
Primo rinvenimento
Famiglia Specie Forma
biologica Corotipo
Rilievi 2015
Rilievi 2016
Rilievi 2017
scap Subcosmop.
2016 Asteraceae Tanacetum corymbosum (L.) Sch.
Bip. H scap Euri-Medit. 1
2015/5 Asteraceae Tanacetum vulgare L. H scap Eurasiat. 1 1;3
2015/5 Asteraceae Taraxacum officinale (group) H ros Circumbor./ Cosmop. 1;3;4;5
2014 Asteraceae Tussilago farfara L. G rhiz Eurasiat./ Paleotemp. 1;2;3;4;
5 1;4;5
2014 Betulaceae Alnus cordata (Loisel.) Duby P scap Subendem. 2;4;5
2014 Betulaceae Alnus glutinosa (L.) Gaertn. P caesp/ P
scap Eurosiber./ Paleotemp. 5 5
2014 Betulaceae Ostrya carpinifolia Scop. P caesp/ P
scap Pontica/ S - Europ. 2;3;4 2;3;4
2015/5 Boraginaceae Buglossoides purpurocaerulea (L.)
I.M. Johnst. H scap Pontica/ S - Europ. 1 1
2016 Boraginaceae Echium vulgare subsp. vulgare H bienn Europ.
2017 Boraginaceae Symphytum bulbosum K.F. Schimp. G bulb/G
rhiz S-Europ./SE-Europ. 1
2014 Brassicaceae Alliaria petiolata (M. Bieb.) Cavara &
Grande H bienn/ H
scap Eurasiat./ Paleotemp. 2;3
2017 Brassicaceae Arabis collina Ten. H scap Orof. S-Europ. 3
2015/5 Brassicaceae Cardamine hirsuta L. T scap Cosmop./ Steno-Medit. 3
2016 Brassicaceae Cardamine impatiens L. T scap Eurasiat. 1;2;3
2015/5 Brassicaceae Diplotaxis muralis (L.) DC. H scap/ T
scap Atl./ Medit.-Mont./ Steno-
Medit. 4
2015/11 Brassicaceae Sinapis arvensis L. T scap Steno-Medit. 4 3
2016 Campanulaceae Campanula medium L. H bienn NW-Medit.
2017 Campanulaceae Campanula trachelium L. H scap Eurasiat./Paleotemp. 3
2015/5 Caprifoliaceae Dipsacus fullonum L. H bienn/ T
scap Euri-Medit./ Steno-Medit. 1;5 1;
2015/5 Caprifoliaceae Knautia arvensis (L.) Coult. H bienn/ H
scap Eurasiat. 4;5 4;
2015/5 Caprifoliaceae Lonicera caprifolium L. P lian Pontica/ S-Europ./ SE-
Europ.
2015/11 Caprifoliaceae Scabiosa columbaria L. H scap Eurasiat./ Europ. 4
2017 Caryophyllaceae Saponaria officinalis L. H scap Eurasiat./Eurosiber. 1
2015/5 Caryophyllaceae Silene dioica (L.) Clairv. H scap Eurosiber./ Paleotemp.
2014 Caryophyllaceae Silene italica (L.) Pers. H ros Euri - Medit.
2014 Caryophyllaceae Silene latifolia subsp. alba (Mill.)
Greuter & Burdet
H bienn/ H
scap Eurasiat./ Paleotemp. 1
2014 Caryophyllaceae Silene otites (L.) Wibel H ros Eurasiat.
2017 Caryophyllaceae Silene vulgaris (Moench) Garcke H scap Paleotemp./Subcosmop. 1
2017 Chenopodiaceae Chenopodium album L. T scap Cosmop./Subcosmop. 3 2015/5 Convolvulaceae Calystegia silvatica (Kit.) Griseb. H scand SE-Europ. 2 1;2
2015/5 Convolvulaceae Convolvulus arvensis L. G rhiz Cosmop./ Paleotemp. 1;2;3
2015/5 Cornaceae Cornus sanguinea L. P caesp Eurasiat. 2;3;5 3;
2017 Crassulaceae Sedum album L. Ch succ Euri-Medit./Steno-Medit. 3
2015/5 Cupressaceae Callitropsis arizonica (Greene) D.P.
Little P scap N-Americ.
2015/5 Cupressaceae Juniperus communis L. P caesp/ P
scap
Circumbor./ Eurasiat./
Eurosiber./ Medit.-Mont. 2 2
2015/5 Cyperaceae Carex distachya Desf. H caesp Steno-Medit. 3 3
2015/5 Cyperaceae Carex flacca Schreb. G rhiz Europ. 2;4;5 2;4;5
2014 Cyperaceae Carex pendula Huds. H caesp/ He Eurasiat. 1;2;3;4;
5
1;2;3;4
;5
2015/11 Cyperaceae Cyperus glomeratus L. He/ T scap Paleosubtrop. 5 3;4;5
2014 Cyperaceae Scirpoides holoschoenus (L.) Soják G rhiz Euri-Medit./ Macarones. 5 3;4;5
2014 Dennstaedtiaceae Pteridium aquilinum (L.) Kuhn G rhiz Cosmop. 2015/5 Equisetaceae Equisetum arvense L. G rhiz Circumbor. 5 1;5
2015/5 Equisetaceae Equisetum ramosissimum Desf. G rhiz Circumbor. 1;2;3 2;3
2017 Equisetaceae Equisetum telmateia Ehrh. G rhiz Circumbor./Eurasiat. 1
2016 Euphorbiaceae Euphorbia amygdaloides L. Ch suffr Europ.-Caucas. 1
2015/5 Euphorbiaceae Euphorbia cyparissias L. H scap Centroeurop./ Europ. 1;2;3;4;
5 1;4;5
2017 Euphorbiaceae Euphorbia exigua L. T scap Euri-Medit.
2017 Euphorbiaceae Euphorbia helioscopia L. T scap Cosmop./Subcosmop.
2017 Euphorbiaceae Euphorbia platyphyllos L. T scap Euri-Medit. 3
2017 Euphorbiaceae Mercurialis annua L. T scap Paleotemp. 3
2015/5 Fabaceae Anthyllis vulneraria L. H bienn/ H
scap/ T scap Euri-Medit./ Orof. SW-Europ.
2014 Fabaceae Astragalus monspessulanus L.
subsp. monspessulanus H ros Steno - Medit. 5
2014 Fabaceae Coronilla minima L. subsp. minima Ch suffr Steno - Medit. - Occid.
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14
Primo rinvenimento
Famiglia Specie Forma
biologica Corotipo
Rilievi 2015
Rilievi 2016
Rilievi 2017
2015/5 Fabaceae Coronilla scorpioides (L.) W.D.J.
Koch T scap Euri-Medit. 5
2014 Fabaceae Cytisophyllum sessilifolium (L.) O.
Lang P caesp
Orof. SW - Europ./ Steno - Medit.
2 2;4
2015/5 Fabaceae Emerus major Mill. subsp. major NP/ P caesp Centroeurop./ S-Europ. 4 4
2015/5 Fabaceae Galega officinalis L. H scap E-Europ./ Pontica 1;2;3 1;2;3
2015 Fabaceae Genista tinctoria L. Ch suffr Eurasiat. 4
2015/5 Fabaceae Hippocrepis comosa L. H caesp Centroeurop./ Europ./ S-
Europ.
2015/5 Fabaceae Lathyrus sphaericus Retz. T scap Euri-Medit.
2014 Fabaceae Lathyrus vernus (L.) Bernh. G rhiz Eurasiat.
2015/5 Fabaceae Lotus corniculatus L. H scap Cosmop./ Paleotemp./
Subcosmop. 4;5 4;5
2014 Fabaceae Lotus herbaceus (Vill.) Jauzein Ch suffr/ H
scap Pontica/ S - Europ. 5 4;5
2014 Fabaceae Lotus hirsutus L. Ch suffr Euri - Medit./ Steno - Medit.
2015/5 Fabaceae Medicago lupulina L. H scap/ T
scap Eurasiat./ Paleotemp. 5
2015/5 Fabaceae Medicago minima (L.) L. T scap Euri-Medit./ Asiatica 4;5 4;5
2017 Fabaceae Medicago rigidula (L.) All. T scap Euri-Medit.
2015/5 Fabaceae Medicago sativa L. H scap Eurasiat./ Steno-Medit. 2;5
2017 Fabaceae Melilotus albus Medik. T scap Eurasiat./Subcosmop. 4
2015/5 Fabaceae Melilotus officinalis (L.) Pall. H bienn Eurasiat./ Europ./
Subcosmop. 1;4 4;5
2015/5 Fabaceae Onobrychis viciifolia Scop. H scap Medit.-Mont./ S-Europ.
2017 Fabaceae Ononis spinosa L. Ch suffr Euri-Medit. 3
2015/5 Fabaceae Robinia pseudoacacia L. P caesp/ P
scap N-Amer. 4;5 5
2014 Fabaceae Spartium junceum L. P caesp Euri - Medit./ Steno - Medit. 5 5
2015/5 Fabaceae Trifolium campestre Schreb. T scap Paleotemp. 5 1;3;4;5
2017 Fabaceae Trifolium fragiferum L. Ch rept/H
rept Paleotemp.
2015/5 Fabaceae Trifolium incarnatum L. H bienn/ T
scap Euri-Medit. 5
2015/5 Fabaceae Trifolium pratense L. H scap Subcosmop. 1;5 5
2016 Fabaceae Trifolium repens L. Ch rept/ H
rept Paleotemp./ Subcosmop. 5
2014 Fagaceae Fagus sylvatica L. P scap Centroeurop./ Europ. 1 1
2015/5 Fagaceae Quercus cerris L. P scap Euri-Medit.-Sett. 2 2
2014 Fagaceae Quercus pubescens Willd. P caesp/ P
scap
Pontica/ S - Europ./ SE -
Europ. 4 4
2015/5 Gentianaceae Blackstonia perfoliata (L.) Huds. T scap Euri-Medit. 4;5 4;5
2015/11 Gentianaceae Centaurium erythraea Rafn H bienn/ H
scap/ T scap Paleotemp. 5 4;5
2017 Geraniaceae Geranium nodosum L. G rhiz Medit.-Mont./Orof. S-Europ. 3
2017 Geraniaceae Geranium pusillum L. T scap Eurasiat. 1
2017 Geraniaceae Geranium robertianum L. H bienn/T
scap Eurasiat./Subcosmop. 1 3
2017 Hypericaceae Hypericum androsaemum L. NP Subatl.
2015/5 Hypericaceae Hypericum perforatum L. H scap Cosmop./ Paleotemp. 4;5 4;5
2017 Hypericaceae Hypericum tetrapterum Fr. H scap Paleotemp.
2015/5 Juncaceae Juncus articulatus L. G rhiz Circumbor. 4;5 3;4;5
2014 Juncaceae Juncus effusus L. G rhiz/ H
caesp Cosmop. 2;4;5 2;4;5
2017 Lamiaceae Clinopodium acinos (L.) Kuntze T scap Euri-Medit./Steno-Medit. 3
2015/5 Lamiaceae Clinopodium alpinum (L.) Kuntze
subsp. alpinum Ch suffr Orof. S-Europ. 1;4
2017 Lamiaceae Clinopodium nepeta (L.) Kuntze Ch suffr/H
scap Medit./Medit.-Mont. 3
2017 Lamiaceae Clinopodium vulgare L. H scap Circumbor. 3;5
2017 Lamiaceae Glechoma hederacea L. H rept Circumbor./Eurosiber. 1
2015/5 Lamiaceae Lycopus europaeus L. H scap/ I rad Circumbor./ Paleotemp. 1;2;3;5 3;4;5
2015/5 Lamiaceae Melissa officinalis L. H scap Euri-Medit./ W-Asiatica 1;5 1;3;5
2016 Lamiaceae Melittis melissophyllum L. H scap Centroeurop. 2;5
2015/5 Lamiaceae Mentha aquatica L. H scap Paleotemp./ Subcosmop. 1;2;3;4;
5 1;3;4;5
2015/5 Lamiaceae Mentha longifolia (L.) L. H scap Eurasiat./ Paleotemp. 1;4 4;5
2016 Lamiaceae Origanum vulgare L. H scap Eurasiat. 4
2015/5 Lamiaceae Prunella vulgaris L. H scap Circumbor./ Eurasiat. 4 3;4
2015/5 Linaceae Linum bienne Mill. H bienn/ H
scap Euri - Medit./ Steno - Medit./
Subatl.
2016 Malvaceae Malva moschata L. H scap Euri-Medit./S-Europ. 1
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15
Primo rinvenimento
Famiglia Specie Forma
biologica Corotipo
Rilievi 2015
Rilievi 2016
Rilievi 2017
2017 Malvaceae Malva sylvestris L. H scap/T
scap
Eurasiat./Eurosiber./Subcos
mop. 3
2015/5 Malvaceae Tilia sp. P scap 4;5 4
2015/5 Oleaceae Fraxinus ornus L. P caesp/ P
scap
Eurasiat./ Euri-Medit./
Pontica 2;3;4;5 3;4;
2017 Onagraceae Epilobium hirsutum L. H scap Eurasiat./Paleotemp./Subco
smop. 3
2015/5 Onagraceae Epilobium montanum L. H scap Eurasiat.
2017 Orchidaceae Epipactis helleborine (L.) Crantz G bulb Eurasiat./Paleotemp. 5
2016 Orchidaceae Gymnadenia conopsea (L.) R. Br. G bulb Eurasiat./ Eurosiber. 4
2016 Orchidaceae Ophrys fuciflora (F.W. Schmidt)
Moench subsp. fuciflora G bulb Euri - Medit./ Steno – Medit.
2016 Orobanchaceae Odontites luteus (L.) Clairv. T scap Euri-Medit./Steno-Medit. 5
2015/5 Papaveraceae Chelidonium majus L. H scap Circumbor./ Eurasiat.
2017 Pinaceae Abies alba Mill. P scap Orof. S-Europ. 3
2015/5 Pinaceae Pinus nigra J.F. Arnold P scap Euri-Medit.-Nordorient. 4 4
2015/5 Plantaginaceae Digitalis lutea L. subsp. lutea Ch scap Subatl./ W-Europ. 2;4 4;
2016 Plantaginaceae Globularia bisnagarica L. H scap S-Europ. 2015/5 Plantaginaceae Plantago lanceolata L. H ros Cosmop./ Eurasiat. 1;4 1;3;5
2015/5 Plantaginaceae Plantago major L. H ros Eurasiat./ Subcosmop. 3 1;3
2015/11 Plantaginaceae Veronica beccabunga L. H rept Eurasiat. 3 3;4;5
2015/5 Plantaginaceae Veronica montana L. Ch rept/ H
rept Centroeurop. 2
2017 Poaceae Agrostis stolonifera L. Ch rept/H
rept Circumbor. 1;3;5
2017 Poaceae Alopecurus myosuroides Huds. T scap Paleotemp./Subcosmop. 4
2016 Poaceae Arrhenatherum elatius (L.) P. Beauv.
ex J. & C. Presl H caesp Paleotemp. 1
2015/5 Poaceae Avena barbata Link T scap Medit.-Turan. 5
2014 Poaceae Brachypodium rupestre (Host)
Roem. & Schult. H caesp Subatl.
1;2;3;4;5
1;2;3;4;5
2015 Poaceae Brachypodium sylvaticum (Huds.) P.
Beauv. H caesp Paleotemp. 1;3;5
2016 Poaceae Bromopsis erecta (Huds.) Fourr. H caesp Paleotemp. 5
2015/5 Poaceae Bromus hordeaceus subsp.
molliformis (Billot) Maire & Weiller T scap Euri-Medit. 5 5
2015/5 Poaceae Catapodium rigidum (L.) C.E. Hubb. T scap Euri-Medit.
2016 Poaceae Cynodon dactylon (L.) Pers. G rhiz/H rept Cosmop. 3
2014 Poaceae Dactylis glomerata L. H caesp Paleotemp. 1;2;4;5 1;2;4;5
2015/11 Poaceae Digitaria sanguinalis (L.) Scop. T scap Cosmop. 3 1;3;5
2014 Poaceae Echinochloa crus-galli (L.) P. Beauv. T scap Subcosmop. 1;5 3;5
2016 Poaceae Elytrigia repens (L.) Nevski G rhiz Circumbor. 1
2014 Poaceae Festuca inops De Not. H caesp Subendem.
2015/5 Poaceae Holcus lanatus L. H caesp Circumbor. 1 1;2
2016 Poaceae Lagurus ovatus L. T scap Euri-Medit. 4
2016 Poaceae Lolium perenne L. H caesp Circumbor./ Eurasiat. 5
2016 Poaceae Panicum miliaceum L. T scap Eurasiat./Asiatica (Archofita
naturalizzata) 1
2017 Poaceae Phalaris canariensis L. T scap Macarones.
2017 Poaceae Phalaroides arundinacea (L.)
Rauschert He Circumbor. 5
2014 Poaceae Phragmites australis (Cav.) Trin. ex
Steud. G rhiz/ He Subcosmop. 2
2015/5 Poaceae Poa compressa L. H caesp Circumbor. 5 3
2015/5 Poaceae Poa sylvicola Guss. H caesp Euri-Medit. 5 1;3
2014 Poaceae Sesleria italica (Pamp.) Ujhelyi H caesp Endem. Ital.
2015/11 Poaceae Setaria viridis (L.) P. Beauv. T scap Subcosmop. 1 1;3
2014 Poaceae Sorghum halepense (L.) Pers. G rhiz Cosmop.
2016 Poaceae Triticum ovatum (L.) Raspail T scap Medit.-Turan./Steno-Medit.
2016 Polygonaceae Persicaria lapathifolia (L.) Delarbre T scap Cosmop./Paleotemp. 1;3
2015/11 Polygonaceae Polygonum aviculare L. T rept Cosmop. 1
2016 Polygonaceae Rumex acetosa L. H scap Circumbor./Eurosiber. 1 2014 Polygonaceae Rumex crispus L. H scap Subcosmop. 3 1;3
2015/5 Potamogetonaceae Potamogeton natans L. I rad Subcosmop. 4;5 4;5
2016 Primulaceae Lysimachia arvensis (L.) U. Manns &
Anderb. (=Anagallis arvensis L.) T rept
Cosmop./Euri-
Medit./Subcosmop. 3
2017 Primulaceae Primula vulgaris Huds. H ros Europ./Europ.-Caucas. 3 2014 Pteridaceae Adiantum capillus-veneris L. G rhiz Paleotrop./ Pantrop.
2014 Ranunculaceae Clematis vitalba L. P lian Europ./ Europ. - Caucas. 1;2;3;4;
5 2;3;4;5
2014 Ranunculaceae Helleborus foetidus L. Ch suffr S - Europ./ Subatl.
2017 Ranunculaceae Ranunculus bulbosus L. H scap Eurasiat. 5
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16
Primo rinvenimento
Famiglia Specie Forma
biologica Corotipo
Rilievi 2015
Rilievi 2016
Rilievi 2017
2015/5 Ranunculaceae Ranunculus repens L. H rept Cosmop./ Eurasiat./
Paleotemp. 1;2;3;5 1;3;5
2016 Ranunculaceae Thalictrum aquilegiifolium L. H scap Europ./Eurosiber. 3
2017 Resedaceae Reseda lutea L. H scap/T
scap Europ./Subcosmop. 1
2015/5 Rosaceae Crataegus monogyna Jacq. P caesp/ P
scap Eurasiat./ Paleotemp. 3 3;5
2016 Rosaceae Fragaria vesca L. H rept Cosmop./Eurasiat./Eurosiber
. 1
2015/5 Rosaceae Potentilla reptans L. H ros Paleotemp./ Subcosmop. 1;2;3;5 1;3;5
2017 Rosaceae Prunus avium L. P scap Eurasiat./Pontica 3
2015/5 Rosaceae Prunus spinosa L. P caesp Eurasiat./ Europ.-Caucas. 3;5 3
2015/11 Rosaceae Rosa canina L. NP Paleotemp. 1;5
2015/5 Rosaceae Rubus caesius L. NP/ P caesp Eurasiat. 2 2
2015/5 Rosaceae Rubus hirtus (group) NP Centroeurop./ S-Europ. 1 1
2014 Rosaceae Rubus ulmifolius Schott NP/ P caesp Euri - Medit./ Europ. 1;2;3;4;
5 1;3;4;5
2014 Rosaceae Sanguisorba minor subsp. balearica (Bourg. ex Nyman) Muñoz Garm. &
C. Navarro H scap Europ. 4;5 4;
2015/5 Rosaceae Sorbus aria (L.) Crantz P caesp/ P
scap Paleotemp.
2016 Rubiaceae Cruciata glabra (L.) Ehrend. H scap Eurasiat./S-Europ. 3 2016 Rubiaceae Galium aparine L. T scap Eurasiat. 1;2;4;5
2015/11 Rubiaceae Galium sp. 3;4
2014 Salicaceae Populus alba L. P scap Paleotemp.
2014 Salicaceae Populus nigra L. P scap Paleotemp. 3;4;5 1;3;4;5
2014 Salicaceae Salix alba L. P scap Paleotemp. 1;2;3;4;
5 3;4;5
2016 Salicaceae Salix apennina A.K. Skvortsov NP Subendem. 4;5
2014 Salicaceae Salix eleagnos Scop. P caesp/ P
scap Orof. S - Europ.
2014 Salicaceae Salix purpurea L. P caesp/ P
scap Eurasiat. 2;4 2;3;4;5
2017 Sapindaceae Acer campestre L. P caesp/ P
scap Europ.-Caucas./Sudsiber. 3
2017 Sapindaceae Acer opalus Mill. P caesp/P
scap Atl./W-Europ. 1
2017 Sapindaceae Acer platanoides L. P scap Europ.-Caucas. 1
2015/5 Sapindaceae Acer pseudoplatanus L. P scap Europ.-Caucas. 4;5 4;
2015/5 Sapindaceae Aesculus hippocastanum L. P scap Illirica
2015/5 Saxifragaceae Saxifraga rotundifolia L. H scap Orof. S-Europ.
2015/5 Scrophulariaceae Scrophularia canina L. H scap Euri-Medit./ Steno-Medit. 1;4 1;4
2015/5 Scrophulariaceae Scrophularia nodosa L. H scap Circumbor./ Eurasiat. 1;2 1;3
2015/11 Scrophulariaceae Verbascum thapsus L. H bienn Europ.-Caucas. 1
2015/5 Simaroubaceae Ailanthus altissima (Mill.) Sw ingle P scap Asiatica 1;3 1
2015/5 Solanaceae Atropa bella-donna L. H scap Medit.-Mont. 1;2;3 1;2;3 2017 Solanaceae Datura wrightii Regel T scap Avv. 3
2015/5 Solanaceae Solanum dulcamara L. NP/ P caesp Eurosiber./ Paleotemp. 3
2017 Solanaceae Solanum lycopersicum L. T scap Centroeurop./Americ. 1
2015/11 Solanaceae Solanum nigrum L. T scap Cosmop./ Euroasiat. 1 3
2014 Typhaceae Typha latifolia L. G rhiz Cosmop. 4;5 4;5
2015/5 Urticaceae Parietaria judaica L. H scap Euri-Medit./ Macarones. 1 2
2014 Urticaceae Urtica dioica L. H scap Subcosmop. 2;3 2;3
2015/11 Verbenaceae Verbena officinalis L. H scap Cosmop./ Euroasiat./
Paleotemp. 3;4 3;4;5
2017 Violaceae Viola alba subsp. dehnhardtii (Ten.)
W. Becker H ros Steno-Medit. 5
2017 Violaceae Viola odorata L. H ros Euri-Medit./Steno-Medit. 3
2016 Violaceae Viola reichenbachiana Jord. ex
Boreau H scap Europ./Eurosiber. 5
TABELLA 3: ELENCO FLORISTICO.
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17
3.2.1.2 Spettro biologico
Le emicriptofite (46,9%), tra le quali sono particolarmente rappresentate le scapose, rappresentano la forma
biologica dominante e sono correlabili sia alla particolare condizione pedologica della frana in cui sono presenti nuclei di vegetazione erbacea preesistente all’evento franoso. Seguono in percentuale le terofite (16,3%), specie legate a fenomeni di forte disturbo, il loro valore così elevato è determinato soprattutto dalle
particolari condizioni di scarsa maturità in cui si trova il suolo dell’area franata. Le fanerofite (13,2%), sono il risultato della presenza di formazioni boschive mesofile nelle aree circostanti il corpo di frana. Mentre Il valore percentuale delle nanofanerofite (3,1%) descrive una presenza non ancora elevata di arbusteti e
mantelli che nell’area intorno alla frana si sviluppano soprattutto nelle situazioni di abbandono del pascolo e nelle radure boschive. Le camefite (7,36%) sono legate ad ambienti xerici, nell’area caratterizzanti soprattutto i pratelli che si insediano sulle cenge rocciose della Formazione Marnoso-Arenacea. Sono
presenti in piccola percentuale le Geofite (9,69%), tipicamente legate ad ambienti boschivi umidi e maturi ricchi di nutrienti. Rispetto al 2016 risultano aumentate le entità legate all’ambiente acquatico come le Idrofite (1,55%) e le Elofite (0,78%), espressione del processo evolutivo dell’area lacustre.
13.2 3.1
46.9
7.36
9.69
16.3
0.78 1.55
Fanerofite
NP
Emicriptofite
Camefite
Geofite
Terofite
Elofite
Idrofite
FIGURA 2: SPETTRO BIOLOGICO TOTALE
3.2.1.3 Spettro corologico
Un’idea generale delle caratteristiche fitogeografiche della flora rilevata può essere data calcolando gli spettri corologici.
Gli elementi corologici proposti da Pignatti (1982) e utilizzati per la realizzazione dello spettro sono stati raggruppati in categorie fitogeografiche più ampie comprendenti quegli elementi t ra loro omogenei (vedi ALLEGATO 4). Al fine di rendere meglio interpretabile la composizione floristica in termini corologici, sono
state messe in evidenza determinate categorie con l’obiettivo di fornire utili informazioni di carattere ecologico e fitogeografico dell’area. Dall’analisi dello spettro si evince come la flora vascolare dell’area esaminata sia caratterizzata da un nutrito
contingente di elementi microtermi e mesotermi legati ai climi più freddi e umidi, rappresentato dalle Boreali, Eurasiatiche, Europee, Subatlantiche e Orofile S-Europee che in totale raggiungono il 42,28% e che nel loro insieme descrivono il loro legame con le regioni biogeografiche continentali. Seguono le specie più termofile
(Steno-Mediterranee, Euri -Mediterranee, NW-Mediterranee e S-Europee), che sono pari al 17,88%. La componente orientale è presente con un 3,49%. Vi è inoltre una piccola percentuale di specie a gravitazione Mediterraneo-Montana (1,94%). La prevalenza di tali elementi corologici rispecchia quella della flora
emiliano-romagnola, caratterizzata da una flora di impronta Eurasiatica temperata. Nonostante l’Emilia -
STUDIO AMBIENTALE E MONITORAGGI NATURALISTICI DEL LAGO DI NEO-FORMAZIONE IN LOCALITÀ POGGIO BALDI DI CORNIOLO anno 2017
18
Romagna risulti essere la regione più meridionale dell’ Italia continentale e risenta molto dell’i nflusso
mediterraneo, soprattutto il comprensorio romagnolo, nell’area in esame vi è una scarsa incidenza di specie mediterranee, probabilmente a causa della quota e della particolare conformazione geomorfologica dell’alta vallata del Bidente, determinata dal complesso del Monte Guffone che, costituendo un grosso ostacolo alle
correnti umide che provengono da ovest, può essere in grado di indurre a un regime pluviometrico eccezionale per queste quote e molto simile a quello della parte più alta dell’Appennino. Le specie endemiche e subendemiche raggiungono il 1,94% del totale.
Particolarmente interessante, ai fini dell’interpretazione del significato ecologico di questa flora, è la presenza delle specie ad ampia distribuzione (Cosmopolite, Paleosubtropicali e Paleotropicali). Esse denotano in genere lo scarso valore di un territorio, essendo comprese in questa categoria specie ad ampia
diffusione, legate ad ambienti a forte determinismo antropico o dove il suolo risulta sottoposto a forti disturbi (es. frane). Questo perché la presenza di ampie aree con suolo nudo può favorire l’ingresso di queste specie. Rispetto al monitoraggio del 2016 le specie ad ampia diffusione risultano aumentate fino ad arrivare
al 16,3% del totale. Nonostante la percentuale di presenza sia aumentata, tale corotipo copre ancora una piccola superficie rispetto al totale. Questa resilienza del territorio alla naturalizzazione di specie alloctone potrebbe essere influenzata dal particolare contesto territoriale, interessato dalla presenz a di aree naturali
protette.
1.94 6.98
10.9
8.53
3.49
2.33
27.5
1.55
1.55
2.33
10.9
16.3
Endemiche
Mediterranee
Eurimediterranee
Europee
Orientali
Europeo-Caucasiche
Eurasiatiche
Subatlantiche
Mediterraneo-Montane
Orofite
Boreali
FIGURA 3: SPETTRO COROLOGICO TOTALE.
3.2.1.4 Specie vegetali di valore biogeografico e conservazionistico
In relazione agli aspetti generali della conservazione di alcune entità considerabili di elevato pregio, di
seguito viene riportato l’elenco delle entità protette a diverso titolo: - Convenzione di Berna; - Convenzione CITES;
- Direttiva Habitat (Allegati 2, 4 e 5); - Specie endemiche;
- Lista Rossa della Flora italiana (Rossi et al., 2013) e/o Liste Rosse Regionali delle piante d’Italia (Conti et al., 1997); le categorie IUCN utilizzate sono 9 differenziate a seconda del rischio di
estinzione più o meno grave come riportato di seguito: o EX = Estinto o EW = Estinto in natura
o CR = Gravemente minacciato
STUDIO AMBIENTALE E MONITORAGGI NATURALISTICI DEL LAGO DI NEO-FORMAZIONE IN LOCALITÀ POGGIO BALDI DI CORNIOLO anno 2017
19
o EN = Minacciato
o VU = Vulnerabile o NT = Quasi minacciato o LC = Abbondante e diffuso
o DD = Dati insufficienti o NE = Non valutato
- L.R. n° 2/1977 RER;
- Specie Target RER.
Durante i sopralluoghi 2017 oltre alla Typha latifolia, Campanula medium, Gymnadenia conopsea e Ophrys fuciflora subsp. fuciflora abbiamo rinvenuto Asplenium scolopendrium, Centaurea nigrescens subsp. pinnatifida, Bellidiastrum michelii e Epipactis helleborine.
Famiglia Specie
(nome latino) Specie
(nome italiano) B
ern
a
Cit
es
A
Cit
es
B
Cit
es
D
Ha
bit
at
all. 2
Ha
bit
at
all. 4
Ha
bit
at
all. 5
Ba
rce
llo
na
En
de
mic
a
IUC
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L.R
. 2
/77
Lis
te R
os
se
Ita
lia
na
Sp
. T
arg
et
RE
R
Aspleniaceae Asplenium
scolopendrium L.
Scolopendria comune, Asplenio
scolopendrio
X VU/A1d X
Asteraceae Bellidiastrum michelii Cass.
Astro falsa pratolina,
Bellidiastro
Asteraceae
Centaurea nigrescens
subsp. pinnatifida (Fiori)
Dostál
Fiordaliso pennatifido
X X
Campanulaceae Campanula medium L.
Campanula toscana
X LR
Orchidaceae Epipactis
helleborine (L.) Crantz
Elleborine comune
X
Orchidaceae Gymnadenia
conopsea (L.) R. Br.
Manina rosea X X
Orchidaceae
Ophrys fuciflora (F.W. Schmidt) Moench subsp.
fuciflora
Ofride dei fuchi X X X
Typhaceae Typha latifolia L.
Lisca maggiore, Stiancia,
Mazzasorda maggiore, Tifa a
foglie larghe
X
TABELLA 4: SPECIE DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO.
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20
Asplenium scolopendrium L.
Sp. Pl.: 1079 (1753)
Aspleniaceae Scolopendria comune, Asplenio scolopendrio Habitat: Luoghi freschi ed ombrosi vicino a corsi d'acqua; pozzi, caverne. Sempre con preferenza di suoli
calcarei da 0 a 1300 m slm.
FIGURA 4: AREALE DI DISTRIBUZIONE DELL’ ASPLENIUM SCOLOPENDRIUM L. (TRATTO DA EUROMED PLANT BASE
WWW.EMPLANTBASE.ORG)
STUDIO AMBIENTALE E MONITORAGGI NATURALISTICI DEL LAGO DI NEO-FORMAZIONE IN LOCALITÀ POGGIO BALDI DI CORNIOLO anno 2017
21
FIGURA 5: DISTRIBUZIONE DELLE STAZIONI DI ASPLENIUM SCOLOPENDRIUM L. IN EMILIA-ROMAGNA (TRATTO DA BONAFEDE ET AL., 2016)
Distribuzione in regione: anche se localizzata, è abbastanza diffusa in tutta la parte orientale della regione, mentre nel Piacentino e Parmense è piuttosto rara. Le popolazioni più abbondanti e vitali si trovano nella parte romagnola del Parco nazionale delle Foreste casentinesi (FC). Attualmente risulta presente in 100
quadranti (81 nel 2000). Le stazioni sono distribuite in pianura, in collina e nella bassa montagna. Habitat: terreno con abbondante humus, in boschi umidi ed ombrosi (castagneti, faggete, boschi misti), soprattutto sul fondo di forre e più raramente su rocce e muretti a secco. In pianura è presente in pozzi e
chiuse idrauliche; tra il livello del mare e 1300 m. Conservazione: sull’Appennino la specie non sembra minacciata se non potenzialmente dai cambiamenti climatici. In pianura, la specie è minacciata dal tombamento dei pozzi o dalla chiusura dell’imboccatura e
dalla distruzione o pulizia di muri umidi. Nelle stazioni di bassa quota, la minaccia è costituita dall’inaridimento del clima.
FIGURA 6: PARTICOLARE SULLA STAZIONE DI ASPLENIUM SCOLOPENDRIUM L. RINVENUTA DURANTE I RILIEVI ESTIVI 2017.
STUDIO AMBIENTALE E MONITORAGGI NATURALISTICI DEL LAGO DI NEO-FORMAZIONE IN LOCALITÀ POGGIO BALDI DI CORNIOLO anno 2017
22
Bellidiastrum michelii Cass.
Asteraceae
Astro falsa pratolina, Bellidiastro, Margherita d'alpe
Habitat: Sorgenti, rupi stillicidiose, ai bordi di ruscelli, nelle torbiere ma anche su prati e pascoli alpini rocciosi
e pietrosi, solo su suoli calcarei, da 1000 a 2500 metri. Raramente scende fino a 200 metri e sale fino a
2800 metri.
La specie è stata rinvenuta in orno-ostrieto su versante con esposizione NW a quota di circa 500 metri poco
a monte di Gambarligi, lungo il sentiero che porta alla casa. Secondo la Check-list aggiornata della flora
vascolare del PNFC (2016) la specie risulta rara e di importanza fitogeografica per il territorio del Parco.
Inoltre risulta inserita nelle specie sottoposte a protezione dalla L.R. 56/2000 della Regione Toscana.
FIGURA 7: BELLIDIASTRUM MICHELII CASS.
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3.2.2 La vegetazione
La vegetazione delle aree circostanti il sito oggetto d’indagine (buffer di 1 chilometro) è caratterizzata dal punto di vista fisionomico da grandi estensioni forestali, ma non mancano tipologie diverse e peculiari. In
bibliografia sono riportati numerosi studi sulla vegetazione riguardanti i territori del Parco, che non indagano cioè le singole piante ma le differenti comunità vegetali nel loro complesso, con particolare riguardo ad ecologia, composizione floristica, rapporti quantitativi tra le specie, caratteristiche strutturali e distribuzione
spaziale (Hofmann, 1965; 1969; Ferrari et al., 1979; 1982; Ubaldi, 1980; 1988; 1992; Ubaldi & Speranza, 1985; Ubaldi et al., 1987; 1993; 1995; Zanotti et al., 1995; Bottacci et al., 2003; Ravaglioli et al., 2009). Dalle informazioni acquisite in questi studi e dai sopralluoghi in campo effettuati negli anni precedenti è possibile
affermare che il geosigmeto (Poldini & Sburlino, 2005) non risulta variato nell’intorno del sito oggetto d’indagine, per cui si è tentato di arrivare ad un’attribuzione sintassonomica delle tabelle fitosociologiche ottenute.
Nel 2017 sono stati effettuati 3 sopralluoghi in campo propedeutici all’esecuzione dei rilievi floristici e fitosociologici. I rilievi dei subplot 2A-2B e 2C presentano una vegetazione che nel corso del triennio di indagine non ha
subito variazioni di composizione e struttura, pertanto si è ritenuto opportuno non procedere nel 2017 a ulteriori e eliminarli dal piano di campionamento. 3.2.2.1 Vegetazione corpo di frana
Dai sopralluoghi in campo effettuati durante il 2017 è possibile affermare che la vegetazione presente sul corpo di frana non risulta variata, per cui per la descrizione si rimanda a quanto indicato nel 2016. 3.2.2.2 Vegetazione transetti permanenti
Al fine di interpretare la variabilità fitocenotica in termini sinecologici e sindinamici della componente vegetale dei transetti si è cercato di ricostruire la serie di vegetazione presente. Analisi fitosociologica e attribuzione sintassonomica
L’estrema variabilità delle cenosi indagate ha reso necessaria una elaborazione multipla dei dati campionati. Nella fase iniziale di analisi si sono distinti i rilievi fitosociologici in base alla struttura, in modo da formare delle sottomatrici omogenee poi rielaborate individualmente. Attraverso la classificazione dei dati quantitativi
della matrice totale dei rilievi (15Rx202S) è stato ottenuto il dendrogramma di Fig.8 che ha permesso di ripartire i rilievi in 3 macrogruppi sulla base della fisionomia. La componente acquatica dei subplot 4A e 5A è stata analizzata separatamente dal resto del plot al fine di
analizzarne distintamente le caratteristiche.
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FIGURA 8: DENDROGRAMMA GENERALE DEI SUBCLUSTER.
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Come risulta evidente dal dendrogramma ci sono 2 grandi CLUSTER: il CLUSTER 1 costituito dai GRUPPI 1 e 2 e il CLUSTER 2 costituito dai subcluster 2A e 2B. Il CLUSTER 1 costituito dai GRUPPI 1 e 2 è costituito dagli aspetti più evoluti della serie vegetazionale. Il CLUSTER 2 contiene al suo interno cenosi tra loro
afferenti. In particolare esso è diviso in 2 subcluster: il subcluster 2A e il subcluster 2B. Il subcluster 2A è costituito dal GRUPPO di rilievi 3 e dal subcluster 2AB. Il subcluster 2AB è a sua volta costituito dal GRUPPO di rilievi 4 e dal subcluster 2AC. Il subcluster 2AC è costituito dai GRUPPI di rilievi 5
e 6. Il subcluster 2B è costituito dal GRUPPO di rilievi 7.
I GRUPPI sopra indicati sono così composti:
GRUPPI DELLA TABELLA ORDINATA INDICATI NEL DENDROGRAMMA DI FIGURA 8
RILIEVI CORRISPONDENTI
1 3CB
2 4A-4B-4C-5B-5C
3 2C
4 1AA
5 2A-2B
6 1B-1C
7 1AB-3A-3B-3CA-5A
TABELLA 5: CORRISPONDENZE TRA GRUPPI DELLA CLUSTER ANALISYS E I SUBOPLOT.
Il GRUPPO 1 è costituito da cenosi a orno-ostrieto di versante. Il GRUPPO 2 è dato da cenosi forestali
riparie a dominanza di Alnus glutinosa, Alnus cordata, Salix alba e Populus nigra di neoformazione insediatisi dopo l’evento di frana. Questi due gruppi, come risulta dal dendrogramma di Fig. 8 presentano forte affinità.
Il GRUPPO 3 corrisponde al rilievo 2C è costituito da cenosi di margine dell’orno-ostrieto di versante, quindi pur appartenendo al CLUSTER 2 presenta caratteristiche intermedie col CLUSTER 1. Il GRUPPO 4 è costituito da formazioni a specie igronitrofile perenni pioniere degli isolotti fluviali. Il GRUPPO 5 e 6 sono
costituiti da rilievi caratterizzati da una vegetazione a nanofanerofite, emicriptofite e terofite nitrofile a forte copertura. Iinfine il GRUPPO 7 è costituito dai subplot 1AB-3A-3B-3CA-5A caratterizzato da popolamenti di terofite sottoposti a periodiche inondazioni. Sulla base di questa analisi i rilievi sono stati comparati, come
detto in precedenza (c fr. paragr. Elaborazione dati) con tabelle fitosociologiche da bibliografia.
I tipi di vegetazione
Se consideriamo la variabilità trasversale e longitudinale di un corso d’acqua possiamo ipotizzare i seguenti tipi di vegetazione:
- idrofitica, in presenza di acque lente o stagnanti (es. Potamogeton, Lemna, ecc., appartenenti alle
classi fitosociologiche che da esse prendono il nome); - elofitico-igrofitica, di specie cespitoso-stolonifere fortemente radicate, resistenti alla sommersione
temporanea, sulle barre (Typha, Phragmites, Scirpoides, Cyperus, ecc) delle associazioni dei
Phragmitetalia e Molinietalia; - effimera, spesso nitrofila e glareicola, delle parti dell’alveo che restano scoperte nelle fasi di magra
del periodo estivo (es.Saponaria officinalis, Persicaria lapathifolia, Urtica dioica) delle associazioni
dei Bidentetalia; - di megaforbie perenni nitrofile, igrofile, spesso ricca in neofite, che si sviluppa su suoli alluvionali
periodicamente inondati (margini di corsi d'acqua, fossati e paludi) (es.: Petasites hybridus,
Calystegia silvatica, Urtica dioica, ecc.) delle associazioni dei Calystegietalia sepium; - spondicola più o meno alberata, nella pertinenze idrauliche soggette alle portate di massima
(Populetalia e/o Alnion incanae).
- forestale dei versanti, a contatto con la vegetazione ripariale al di fuori delle portate di massima (Quercetalia pubescenti-petraeae).
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Idrofitica
Nella porzione “acquatica” dei subplot 4A e 5A sono state rinvenute comunità a mosaico di Lemna minor,
Lemna minuta e Potamogeton natans ascrivibili alla classe Potametea pectinati
Vegetazione idrofitica sommersa e non (Potametea pectinati) La vegetazione presente nella fascia antistante i subplot 4A e 5A appartiene all’alleanza Nymphaeion albae. La sintassonomia della vegetazione idrofitica sommersa e non (Oberdorfer 1957, 1977-83; Den Hartog &
Segal 1964; Segal 1968; Den Hartog 1983, Passarge 1992, 1992a; Meriaux 1981b, 1981c; Mucina et al. 1993; Molina 1993; Valachovic et al. 1995; Rívas Mart ínez et al. 1999) è stata oggetto di revisioni e continui aggiornamenti sia sulla base dei criteri fisionomico-strutturali e floristici che nomenclaturali. Ciò nonostante
l’inquadramento delle fitocenosi individuate nel corso degli anni risulta ancora, per certi aspetti, controverso. Sulla base delle attuali conoscenze, riteniamo qui opportuno seguire lo schema sintassonomico riportato in Sburlino et al. (2008), Oberdorfer (1977-83) e in Mucina et al. (1993), nel quale viene presa in
considerazione la classe Potametea, che riunisce gli aspetti vegetazionali ad idrofite radicanti, includendovi il solo ordine Potametalia. Al suo interno viene presa in considerazione, nel presente studio, la sola alleanza Nymphaeion albae,
comprendente le comunità idrofitiche radicanti e natanti. La sola specie che colonizza con le proprie foglie la superficie dell’acqua è Potamogeton natans. In queste comunità si rinvengono spesso specie appartenenti ad altre classi, in particolare della Lemnetea (Lemna
minor). specie abbondanti e frequenti: Lemna minor specie diagnostiche: Potamogeton natans.
Sulla base della combinazione di specie e delle caratteristiche ecologiche questa comunità risulta quindi ascrivibile alla seguente associazione:
Potametum natantis Soó 1927 Questa fitocenosi idrofitica laminare si rinviene frequentemente nelle acque a basse profondità, dove forma
dei popolamenti molto estesi. Comunità analoghe, caratterizzate da Potamogeton natans, sono state osservate da Buchwald (1994) in zone montane e subalpine dell’Italia centrale, in particolare in territorio umbro al Pian Piccolo di Castelluccio.
Secondo l’Autore si tratta di una fitocenosi ampiamente diffusa in Europa, tipica d’acque calme e poco profonde.
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FIGURA 9: ASPETTO A MOSAICO DEL POTAMETON NATANTIS E DELL’AGGRUPPAMENTO AD ALISMA PLANTAGO-AQUATICA.
Vegetazione elofitica-igrofitica (Phragmito-Magnocaricetea) Gli aspetti vegetazionali presenti nella fascia a elofite lungo le sponde del fiume Bidente afferiscono alla classe Phragmito-Magnocaricetea, classe subcosmopolita che descrive la vegetazione elofitica dei canneti,
cariceti e di altre specie erbacee perenni semisommerse. Le variazioni del regime idrico, legate a processi di sedimentazione e di interramento di origine naturale o antropica, influiscono direttamente sul dinamismo e sulla distribuzione di queste cenosi. La classe è stata oggetto di varie revisioni, dalle quali sono emersi
differenti schemi sintassonomici; nello specifico si è seguito l’inquadramento di Pignatti (1952 -53; Biondi et al., 2003), che distingue all’interno della classe gli ordini Phragmitetalia , Magnocaricetalia e Nasturtio-Glyceretalia. La prima comprende cenosi costituite da grandi elofite rizomatose che colonizzano le zone
spondali di laghi e fiumi con acque dolci o salmastre; Magnocaricetalia include le comunità ad emicriptofite caratterizzate dalla dominanza di grandi carici e infine Nasturtio -Glyceretalia raggruppa le comunità semi -sommerse di emicriptofite o di elofite di piccola taglia che si sviluppano in acque dolci, limpide e
generalmente fluenti. In particolare nei rilievi 4A e 5A sono state rinvenute cenosi afferenti alla seguente associazione e/o aggruppamento:
Typhetum latifoliae Lang 1973
Si tratta di vegetazione elofitica a netta dominanza di lisca maggiore (Typha latifolia) che forma popolamenti in genere monospecifici che si rinvengono solitamente tra il Phragmitetum e lo Sparganietum o a mosaico con essi, e possono considerarsi, sotto il profilo sindinamico, cenosi piuttosto stabili, anche se si può
verificare l’evoluzione verso l’una o l’altra comunità a seconda delle variazioni della falda idrica. Le comunità rinvenute nei rilievi presentano Typha latifolia, dominante, associata all’equiseto maggiore (Equisetum telmateja), alla mestolaccia comune (Alisma plantago-aquatica), alla menta acquatica (Mentha
aquatica), al marrubbio d’acqua (Lycopus europaeus) e alla veronica beccabunga (Veronica beccabunga). Le cenosi a Typha latifolia, ri feribili al Typhetum latifoliae, si sviluppano in stazioni dove il suolo risulta melmoso, as fittico e sommerso per buona parte dell’anno da acque stagnanti, poco profonde e soprattutto
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ricche in detrito organico. Il Typhetum latifoliae infatti si distingue ecologicamente dalle altre cenosi del
Phragmition per il maggiore grado di nitrofilia, elemento che giustifica la diffusione di questi consorzi i n stazioni eutrofiche. Non tollera periodi di disseccamento. Dinamismo: Si tratta di una cenosi legata serialmente ai fragmiteti, con i quali si compenetra.
Fascia bioclimatica: mesomediterranea L’analisi degli indici di Ellenberg permette di evidenziare che, per il parametro luminosità (L), i valori si assestano sul valore di 7,3 indicando esigenze di piena luce. Per il parametro temperatura (T), le formazioni
del Typhetum mostrano valori di 5,7, configurandosi come aspetti pertinenti alle fasce altimetriche inferiori tra la bassa montagna e le condizioni della Pianura padana. Rispetto alla continentalità (C) il valore è 5, confermando quanto riportato per la Penisola Italiana da Pignatti (2005), il quale afferma che le specie
vascolari italiane si assestano su valori di continentalità compresi tra 4 e 6. Analizzando l’ umidità (U), si nota che le cenosi in esame assumono valori di 9,5, indicando situazioni intermedie tra quelle di condizioni palustri, con suoli frequentemente sommersi (talora asfittici) e sommersione transitoria, che possono vivere
anche in condizioni subaeree per tempi ± lunghi. Per quello che riguarda il parametro reazione del suolo-pH (R), i valori si assestano sul 7 indicando la presenza di blandamente basici o neutro-basofili. In relazione al parametro nutrienti (N), con valori di 6,3,
cioè con disponibilità tra media e elevata.
FIGURA 10: ASPETTO AUTUNNALE DEL TYPHETUM LATIFOLIAE LANG 1973.
A mosaico con il Typhetum abbiamo una corta striscia fangosa dominata dall’Alisma plantago-aquatica riconducibile a:
Aggruppamento a Alisma plantago-aquatica Tale syntaxon è stato rinvenuto da Lastrucci et al. (2007) al Lago di Madonna delle Querce (Toscana) vicino al Padule di Fucecchio. Questi popolamenti a carattere pioniero sono ubicati in sottili strisce fangose
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dominate da Alisma plantago-aquatica, emerse già a inizio estate, sempre secondo gli autori tali
popolamenti si rinvengono con maggior frequenza col prosciugamento dello specchio d’acqua.
FIGURA 11: ASPETTO ESTIVO DELL’AGGRUPPAMENTO A ALISMA PLANTAGO-AQUATICA.
Fascia a giuncheti
Nei subplot 4A e 5A sono presenti comunità elofitiche a grandi carici in una ristretta fascia tra il tifeto e il popolamento a Alnus glutinosa, Populus nigra e Salix alba.
Come indicato da Lastrucci et al. (2004), da Buchwald (op.cit.) e da Minissale & Spampinato (1990) la fascia a Juncus effusus e Juncus inflexus si sviluppa esternamente al ti feto. Questi popolamenti si trovano nella fascia a ridosso delle fitocenosi caratteristiche della vegetazione palustre in una zona di transizione tra
quella caratterizzata dal suolo permanentemente bagnato e quella più asciutta retrostante (Buldrini et al., 2017). Si rinvengono in diversi ambienti umidi meso o eutrofici su torba o argilla, che possono essere danneggiati o modificati dall’uomo, come su sentieri, viottoli, in pascoli o sulle rive di pozze, stagni, torbiere e
paludi eutrofizzate. Le comunità a dominanza di Juncus effusus osservate si sviluppano nella fascia antistante al tifeto, in situazioni ove il rapido essiccamento del suolo non permette la sopravvivenza di Phragmites australis né di
Cyperaceae dell’alleanza Magnocaricion. Si presentano come popolamenti quasi monospecifici caratterizzati fisionomicamente da Juncus effusus, qui associato allo Scirpoides holoschoenus, in grado di tollerare fenomeni di emersione periodica anche prolungati.
Essi sono molto simili ai popolamenti riferiti all’associazione Equiseto palustri -Juncetum effusi Minissale & Spampinato 1990 descritta per la Sicilia (Minissale & Spampinato 1990) a carattere piuttosto ubiquista, come si evince dalle specie scelte per la sua caratterizzazione.
La composizione floristica è piuttosto povera, sono presenti poche specie dell’ord ine Magnocaricetalia. Secondo Venanzoni & Gigante (2000) e Minissale & Spamapinato (1990) tali fitocenosi sono ascrivibili alla classe Phragmito – Magnocaricetea.
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FIGURA 12: ASPETTO DELLA FASCIA A GIUNCHETI RETROSTANTE IL TYPHETUM LATIFOLIAE.
Vegetazione igronitrofila Cluster 2
Subcluster 2A
Comprende le comunità costituite da specie perenni in situazione di orlo boschivo. Il subcluster 2A è costituito dal GRUPPO 3 (rilievo 2C) e dal subcluster 2AB
Questo subcluster risulta differenziato dal 2B dalle seguenti specie: Holcus lanatus, Arctium lappa, Geranium pusillum. Il GRUPPO 3 dato dal rilievo 2C presenta caratteristiche tipiche di situazioni di orlo e mantello forestale,
risulta infatti differenziato dal subcluster 2AB dalla presenza di specie tipiche del Rhamno-Prunetea e Trifolio-Geranietea: Juniperus communis, Quercus cerris, Veronica montana. Questa cenosi presenta un’elevata copertura di Brachypodium sylvaticum, Carex flacca, Clematis vitalba,
Atropa bella-donna, Cornus sanguinea, Eupatorium cannabinum, Carex pendula, Rubus ulmifolius, Quercus cerris (arbustivo), Ostrya carpinifolia (arboreo) e Fraxinus ornus (arbustivo) che denotano una situazione di margine tra l’orno-ostrieto di versante e la vegetazione del Calystegio-Rubetum caesii (vedi GRUPPO 5 del
subcluster 2AC). L’analisi degli indici di Ellenberg permette di evidenziare che, per il parametro luminosità (L), il valore è di 5,8. Per quanto riguarda il parametro temperatura (T), la cenosi mostra un valore di 6,1, configurandosi
come aspetti pertinenti alle fasce altimetriche inferiori t ra la bassa montagna e le condizioni della Pianura padana. Rispetto alla continentalità (C) il valore è 4,8, confermando quanto riportato per la Penisola Italiana da Pignatti (2005), il quale afferma che le specie vascolari italiane si assestano su valori di continentalità
compresi tra 4 e 6. Analizzando l’umidità (U), si nota che la cenosi in esame assume valore di 5,5, indicando situazioni di suolo con condizioni idriche tra il ben fornito d’acqua e il perennemente umido ma non inondato continuamente.
Per quello che riguarda il parametro reazione del suolo-pH (R), i valori si assesta su 6,3 indicando la presenza di suoli neutri o blandamente alcalini. In relazione al parametro nutrienti (N), il valore è di 5,9, cioè con disponibilità tra media e elevata.
Subcluster 2AB
Il subcluster 2AB è costituito dal GRUPPO 4 e dal subcluster 2AC
Il GRUPPO 4 (rilievo 1AA) è differenziato dal subcluster 2AC dalla presenza delle seguenti specie: Glechoma hederacea, Lapsana communis, Saponaria officinalis, Senecio ovatus.
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Questo rilievo è ubicato su un isolotto fluviale di detriti ciottoloso-sabbiosi depositati tra il letto di magra e
un’ansa laterale asciutta. La cenosi è dominata da alcune piante di Petasites hybridus e dalla presenza di Saponaria officinalis. Il corteggio floristico e le condizioni ecologiche stazionali ci consentono di attribuire questo tipo di vegetazione al:
Saponario-Artemisietum verlotorum Baldoni & Biondi 1993 Si tratta di una vegetazione a dominanza di Artemisia verlotiorum, Artemisia vulgaris e Saponaria officinalis
con tipico sviluppo estivo-autunnale, presente sui settori più elevati ed aridi degli isolotti fluviali la cui fisionomia è data dalle alte infiorescenze delle due artemisie. A livello sinsistematico Baldoni & Biondi (1993), collocano l'associazione nell 'alleanza Arction lappae Tüxen 1937 che, secondo il Prodromo della
Vegatazione (op.cit.) definisce: “…comunità costituite da piante erbacee, ruderali e nitrofile, eurosiberiane, planiziali e montane, su suoli profondi, diffuse anche nelle nelle zone mediterranee. Si tratta di formazioni erbacee perenni, ruderali e nitrofile, che si sviluppano negli ambienti urbani e rurali, su suoli profondi e ben
nitrificati, sia nella regione eurosiberiana che mediterranea, raggiungendo la supratemperata. Questa vegetazione si rinviene in zone naturali, specialmente in quelle in che vengono frequentate dagli animali e in zone maggiormente antropizzate come villaggi e città. Si sviluppano sia su suoli umidi che secchi con
notevole differenziazione delle specie partecipanti e quindi della posizione sintassonomica: sono di transizione tra le classi Artemisietea vulgaris e Galio -Urticetea…” L'ordine di appartenenza è l’Arctio lappae-Artemisietalia vulgaris Dengler 2002. in quanto essa si sviluppa su
substrati aridi, soleggiati e ben drenati. Questo schema sintassonomico non viene seguito da alcuni autori (Muller & Gors, 1969; Hruska, 1981) che considerano invece l 'alleanza Convolvulion e l 'ordine Convolvuletalia. Per il tratto alto del fiume Po è stata in
precedenza segnalata l'associazione Artemisietum verlotori Lang 1967 ( Corbetta & Zanotti Censoni, 1977) che presenta perô una composizione floristica distinta dalle fitocenosi rinvenute lungo l 'Esino e di quelle del presente rilievo.
Il Saponario-Artemisietum venne descritta per la prima volta da Baldoni & Biondi (1993) per i settori più elevati e aridi degli isolotti fluviali del fiume Esino (Marche). In Toscana è stata segnalata da Arrigoni & Papini (2003), da Lastrucci et al. (2010b) e da Mereu et al.
(2010). Come risulta visibile dal dendrogramma di Fig.13 risultante della cluster analysis tra il rilievo 1AA e i rilievi desunti dalla bibliografia, il cluster 1 costituito dal solo GRUPPO 1 risulta diverso dal cluster 2. Il cluster 2 è
costituito dal GRUPPO 2 e dal GRUPPO 3. I GRUPPI di rilievi sopra indicati sono così composti:
GRUPPI DELLA TABELLA ORDINATA INDICATI
NEL DENDROGRAMMA DI FIGURA 13 RILIEVI CORRISPONDENTI
1 Rilievi 15 Tab. 18 Fiume Lima-Serchio (Arrigoni &
Papini, 2003)
2
Rilievi 1-2-3 Tab. 10 Fiume Arno prov. Arezzo (Lastrucci et al., 2010); Rilievi 3 e 24 Tab. 18 Fiume
Lima-Serchio (Arrigoni & Papini, 2003); Rilievo 55 Tab. 8 fiume Pesa (Mereu et al., 2010)
3
Subplot 1AA; Rilievi 2-19 Tab. 18 Fiume Lima-Serchio (Arrigoni & Papini, 2003); Rilievi 1-2-3-4-5-
6-7-8 Tab. 28 Fiume Esino (Baldoni & Biondi, 1993); Rilievo 52-53-54 Tab. 8 fiume Pesa (Mereu et al.,
2010)
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FIGURA 13: DENDROGRAMMA RISULTANTE DALLA CLUSTER ANALYSIS TRA IL RILIEVO 1AA E I RILIEVI DA BIBLIOGRAFIA.
L’analisi degli indici di Ellenberg permette di evidenziare che, per il parametro luminosità (L), il valori si assesta su 6,8 indicando ambienti di piena luce. Per quanto riguarda il parametro temperatura (T), la
formazione del Saponario-Artemisietum mostra valore di 6,2, configurandosi come aspetti pertinenti alle fasce altimetriche inferiori tra la bassa montagna e le condizioni della Pianura padana. Rispetto a lla continentalità (C) il valore è 5, confermando quanto riportato per la Penisola Italiana da Pignatti (2005), il
quale afferma che le specie vascolari italiane si assestano su valori di continentalità compresi tra 4 e 6. Analizzando l’umidità (U), si nota che la cenosi in esame assume valore di 5,5, indicando situazioni di suolo con condizioni idriche tra il ben fornito d’acqua e il perennemente umido ma non inondato continuamente.
Per quello che riguarda il parametro reazione del suolo-pH (R), il valore si assesta su 6,5 indicando la presenza di suoli neutri o blandamente alcalini. In relazione al parametro nutrienti (N), con valore di 6, cioè con disponibilità tra media e elevata.
FIGURA 14: ASPETTO PRIMAVERILE DEL SAPONARIO-ARTEMISIETUM VERLOTORUM BALDONI & BIONDI 1993.
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FIGURA 15: ASPETTO AUTUNNALE DEL SAPONARIO-ARTEMISIETUM VERLOTORUM BALDONI & BIONDI 1993.
Subcluster 2AC Analisi della vegetazione a megaforbie del Calystegion sepium
La vegetazione del subcluster 2AC è costituito da comunità di specie erbacee perenni a temperamento nitrofilo, che si sviluppano frequentemente lungo i corsi d’acqua nelle stazioni umide periodicamente inondate, soggette a lunghi periodi di prosciugamento e talora co n un discreto tenore salino. La specie
differenziale del subcluster 2AC è l’Holcus lanatus. L’alleanza, come indicato nel Prodromo della vegetazione d’Italia, include comunità ricche di specie nitrofile perenni di grossa taglia e di specie lianose. Tra le specie indicate nel Prodromo come abbondanti e frequenti noi abbiamo: Calystegia sylvatica, Urtica
dioica, Rubus ulmifolius, Rubus caesius, Eupatorium cannabinum, Alliaria petiolata. Come specie diagnostica abbiamo solo la Calystegia sylvatica. Le comunità del Calystegion sepium vengono favorite dal disturbo antropico negli ambienti fluviali o palustri.
Il GRUPPO 5 costituito dai rilievi 2A e 2B è differenziato dal GRUPPO 6 dalla presenza di Anthriscus sylvestris. Sulla base delle caratteristiche fisionomiche e della combinazione di specie è stato possibile
attribuire i rilievi 2A e 2B al: Calystegio-Rubetum caesii Passarge 1967
I rilievi effettuati nel transetto n° 2 (rilievi 2A e 2B) presentano una composizione specifica caratteristica tale da essere attribuiti al Calystegio-Rubetum caesii Passarge 1967, syntaxa già rinvenuto da Pirone et al. (2003) alla Riserva Naturale Regionale “Lago di Serranella” in Abruzzo e da Arrigoni (2003) nel fiume
Serchio. La cluster analysis ha dato elevata similarità con le tabelle riportate da Arrigoni e questo risulta giustificabile in quanto questi rilievi sono stati effettuati a quote e ambienti similari a quelle delle aree in esame. L’associazione è formata da una compatta vegetazione di Rubus caesius e Calystegia sylvatica, che
permettono solo a poche specie di crescere allo loro ombra. Le altre entità dominanti sono Rubus ulmifolius, Equisetum ramosissimus e Convolvulus arvensis. Secondo Arrigoni (op. cit.) costiituiscono le formazioni di orlo delle ontanete ripariali dei corsi d’acqua submontani dell’Appennino settentrionale. Come risulta visibile
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dal dendrogramma di Fig.16, risultante della cluster analysis tra i rilievi 2A-2B e i rilievi desunti dalla
bibliografia il cluster 1 costituito dal solo GRUPPO 1 risulta leggermente diverso dal cluster 2 costituito dai subcluster 2A e 2B. Il subcluster 2A è costituito a sua volta dal GRUPPO di rilievi 2, mentre il 2B dal GRUPPO di rilievi 3.
i GRUPPI di rilievi sopra indicati sono così composti:
GRUPPI DELLA TABELLA ORDINATA INDICATI NEL DENDROGRAMMA DI FIGURA 16
RILIEVI CORRISPONDENTI
1 Subplot 2A-2B
2 Rilievi 1 e 2 Tab. 10 zona umida Bolzonella (Sarzo
et al., 1997)
3 Rilievi 82-11-8-63-80-59 Tab.9 Fiume Lima-Serchio
(Arrigoni & Papini, 2003)
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FIGURA 16: DENDROGRAMMA RISULTANTE DALLA CLUSTER ANALYSIS TRA I RILIEVI 2A-2B E I RILIEVI DA BIBLIOGRAFIA.
L’analisi degli indici di Ellenberg permette di evidenziare che, per il parametro luminosità (L), i valori si
assestano nel range compreso tra 5,9 e 6. Per quanto riguarda il parametro temperatura (T), le formazioni del Calystegio-Rubetum mostrano i valori di 6, configurandosi come aspetti pertinenti alle fasce altimetriche inferiori tra la bassa montagna e le condizioni della Pianura padana. Rispetto alla continentalità (C) il valore
è 5,2, confermando quanto riportato per la Penisola Italiana da Pignatti (2005), il quale afferma che le specie vascolari italiane si assestano su valori di continentalità compresi tra 4 e 6. Analizzando l’umidità (U), si nota che le cenosi in esame assumono valori di 5,7 e di 6, indicando situazioni di suolo con condizioni idriche tra
il ben fornito d’acqua e il perennemente umido ma non inondato continuamente.
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Per quello che riguarda il parametro reazione del suolo-pH (R), i valori si assestano in un range compreso
tra 5,9 e 6,3 indicando la presenza di suoli neutri o blandamente alcalini. In relazione al parametro nutrienti (N), con valori intermedi compresi tra 5,9 e 6,3, cioè con disponibilità tra media e elevata.
FIGURA 17: ASPETTO DEL CALYSTEGIO-RUBETUM CAESII PASSARGE 1967 (SUBPLOT 2A E 2B). RISULTA EVIDENTE LA COPERTURA TOTALE
DEL RUBUS CAESIUS.
Il GRUPPO 6 costituito dai rilievi 1B e 1C è differenziato dal GRUPPO 5 dalla presenza di Rubus hirtus,
Arrhenatherum elatius, Acer platanoides, Achillea millefolium, Buglossoides purpurocaerulea, Elytrigia repens, Euphorbia amygdaloides, Malva moschata, Panicum miliaceum, Parietaria judaica, Phalaris canariensis, Reseda lutea, Rumex acetosa, Sambucus ebulus, Serratula tinctoria, Siliene latifolia subsp.
alba, Solanum lycopersicum, Tanacetum corymbosum. Sulla base delle caratteristiche fisionomiche e della combinazione di specie è stato possibile attribuire i rilievi 1B e 1C al :
Phalarido-Petasitetum hybridi Schwick. 1933 Le fitocenosi a Petasites hybridus contraddistinguono normalmente ambienti di orlo dei boschetti ripariali con suoli umidi e argillosi (Carni, 1993; Baldoni & Biondi, 1993; Maiorca & Spampinato, 1999), e in condizioni di
elevata umidità atmosferica. La fisionomia è data da Petasites hybridus che domina con le sue grandi foglie su poche altre specie tra cui solo poche appartenenti alla classe Galio -Urticetea come Urtica dioica, Rubus ulmifolius e Calystegia sepium.
Tali fitocenosi si possono riferire all’associazione Phalarido-Petasitetum hybridi che si rinviene spesso come orlo dei boschetti ripariali, su terreni umidi e argillosi (Baldoni & Biondi, 1993; Maiorca & Spampinato, 1999). In situazioni poco disturbate nei tratti in quota dei corsi d’acqua, alcuni autori si riferiscono invece
all’associazione Chaerophyllo-Petasitetum officinalis Kaiser 1926 (c fr. Carni, 1993), separandola dal Phalarido-Petasitetum, tipico dei tratti collinari-planiziali più disturbati. Fitocenosi a Petasites hybridus sono state descritte per la Toscana (Arrigoni & Papini, 2003; Lastrucci et al.,
2004, 2010b), per le Marche (Baldoni & Biondi, 1993) e per l’Abruzzo (Pirone, 2000; Pirone et al., 2003). Come risulta visibile dal dendrogramma di Fig.18, risultante della cluster analysis tra i rilievi 1B-1C e i rilievi desunti dalla bibliografia il cluster 1 è costituito dal GRUPPO 1 e dal GRUPPO 2 e risulta leggermente
diverso dal cluster 2 costituito dal GRUPPO 3. I GRUPPI di rilievi sopra indicati sono così composti:
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GRUPPI DELLA TABELLA ORDINATA INDICATI NEL DENDROGRAMMA DI FIGURA 18
RILIEVI CORRISPONDENTI
1
Rilievi 1-2-3 Tab. 31 Fiume Esino (Baldoni & Biondi,
1993); Rilievo 45-46-47 Tab. 7 Fiume Pesa (Mereu et al., 2010)
2 Rilievi 81-61-79 Tab.8 Fiume Lima-Serchio (Arrigoni & Papini, 2003);Rilievi 1-2-3-4 Tab. 12 Fiume Arno
prov. Arezzo (Lastrucci et al., 2010)
3 Subplot 1B-1C e rilievi 77-78 Tab. 8 Fiume Lima-
Serchio (Arrigoni & Papini, 2003)
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FIGURA 18: DENDROGRAMMA RISULTANTE DALLA CLUSTER ANALYSIS TRA I RILIEVI 1B-1C E I RILIEVI DA BIBLIOGRAFIA.
L’analisi degli indici di Ellenberg permette di evidenziare che, per il parametro luminosità (L), i valori si
assestano nel range compreso tra 5,9 e 5,4. Per quanto riguarda il parametro temperatura (T), le formazioni del Phalarido-Petasitetum mostrano valori di 6,1 e 6,2, configurandosi come aspetti pertinenti alle fasce altimetriche inferiori tra la bassa montagna e le condizioni della Pianura padana. Rispetto all a continentalità
(C) il valore è 5,1 e 4,8, confermando quanto riportato per la Penisola Italiana da Pignatti (2005), il quale
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afferma che le specie vascolari italiane si assestano su valori di continentalità compresi tra 4 e 6.
Analizzando l’umidità (U), si nota che le cenosi in esame assumono valore di 4,9 e di 5,1, indicando situazioni di suolo ben fornito d’acqua. Per quello che riguarda il parametro reazione del suolo-pH (R), i valori si assestano in un range compreso
tra 6,3 e 6,5 indicando la presenza di suoli neutri o blandamente alcalini. In relazione al parametro nutrienti (N), con valori intermedi compresi tra 5,9 e 5,4, cioè con disponibilità tra media e elevata.
FIGURA 19: ASPETTO DEL PHALARIDO-PETASITETUM HYBRIDI SCHWICK. 1933 RINVENUTO IN DESTRA IDROGRAFICA BIDENTE IN LOCALITÀ
MOLINO DEL POGGIO. IN PRIMO PIANO LE GRANDI FOGLIE DEL PETASITES HYBRIDUS.
Subcluster 2B Analisi della vegetazione effimera a terofite dei Bidentetalia
Vegetazione effimera TEROFITICA pioniera igronitrofila su substrati ghiaioso-limosi (Bidentetalia tripartitae)
Il subcluster 2B, costituito dal solo GRUPPO 7 corrispondente ai rilievi 1AB-3A-3B-3CA-5A, è differenziato dal subcluster 2A dalla presenza di: Chenopodium album, Ononis spinosa, Solanum dulcamara, Trifolium fragiferum, Crepis leontodontoides, Trifolium repens, Ranunculus bulbosus, Solanum nigrum, Hypochaeris
radicata, Verbascum thapsus, Anthyllis vulneraria, Abies alba (plantula), Clinopodium acinos, Datura wrightii, Epipactis helleborine, Inula conyzae, Malva sylvestris, Odontites luteus, Populus alba, Primula vulgaris, Prunus avium (plantula), Sanicula europaea, Thalictrum aquilegiifolium, Viola odorata. La fisionomia di
queste comunità è data da aspetti terofitici ruderali igro-nitrofili, che si sviluppano lungo le sponde su substrati inondati per una parte dell’anno e che sono inquadrate nella classe Bidentetea tripartitae Tüxen, Lohmeyer & Preising ex Von Rochow 1951. Sulla base delle caratteristiche fisionomico-ecologiche e della
combinazione di specie è stato possibile attribuire i rilievi 1AB-3A-3B-3CA-5A a tale classe e all’ordine dei Bidentetalia tripartitae Br. -Bl. & Tüxen ex Klika in Klika & Hadac 1944. Le specie diagnostiche di tale ordine secondo Ubaldi (2008) sono: Echinochloa crus-galli, Setaria viridis, Bidens tripartitus, Chenopodium album,
Digitaria sanguinalis, Persicaria lapathifolia, Solanum lycopersicum, Solanum nigrum, Sonchus asper. La presenza delle specie: Chenopodium album, Persicaria lapathifolia, Echinochloa crus-galli ha permesso
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l’attribuzione all’alleanza del Chenopodion rubri (Tüxen 1960) Hilbig & Jage 1972. Vista la presenza
dominante di Polygonum aviculare e Persicaria lapathifolia e la scarsa presenza di Biden tripartitus (presente solo rilievo 5A) da un punto di vista fitosociologico si tratta di aspetti impoveriti del:
Polygono lapathifolii-Xanthietum italici Pirola & Rossetti 1974 Si tratta dell’associazione mesoigrofila, istituita da Pirola & Rossetti (1974) per il fiume Reno in Emil ia-Romagna, che si afferma in estate sui greti sabbioso-ciottolosi temporaneamente asciutti. L’associazione,
che nell’ambito dei Bidentetalia è ascritta all’alleanza Chenopodion rubri, è condizionata sia dal regime fluviale, che ad ogni piena deposita nuovo materiale, sia dalle azioni di disturbo antropico quali gli scarichi di liquami, gli accumuli di ri fiuti, ecc. (Pirola & Rossetti, op. cit.). Segnalata in Abruzzo per il fiume Saline
(Pirone, 1991), è presente in diversi corsi d’acqua dell’Emilia-Romagna e dell’ Italia centrale e settentrionale (Biondi & Baldoni, 1994; Biondi et al., 1997; Biondi et al., 1999; D’Auria & Zavagno, 1995; ecc.). Le comunità ri feribili a questa associazione s i sviluppano su substrati limoso-ciottolosi, pressochè
asciutti,fortemente nitri ficati dal deposito di materiali organici trasportati dalle acque, rifuggendo i fanghi umidi. Si tratta di formazioni che presentano scarsi valori di copertura (mediamente 60-70%). Specie caratteristiche sono Amaranthus retroflexus, Xanthium orientale subsp. italicum e Bidens frondosus, ma la
fisionomia è data soprattutto da Persicaria lapathifolia (=Polygonum lapathifolium) e P. hydropiper. In particolare (come risulta evidente dal dendrogramma di Fig. 20) le comunità rinvenute sono molto simili per composizione alla variante edafica a Tussilago farfara rinvenuta da Biondi & Baldoni (1994) nel fiume
Marecchia (GRUPPO 4 del dendrogramma dati dai rilievi afferenti alla variante a Tussilago farfara dell’associazione in oggetto (vedi Tab X Fiume Marecchia (Biondi & Baldoni, 1994)).
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FIGURA 20: DENDROGRAMMA RISULTANTE DALLA CLUSTER ANALYSIS TRA I RILIEVI 1AB-3A-3B-3CA-5A E I RILIEVI DA BIBLIOGRAFIA.
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GRUPPI DELLA TABELLA ORDINATA INDICATI
NEL DENDROGRAMMA DI FIGURA 20 RILIEVI CORRISPONDENTI
1 Rilievo 12 Tab. 1 Fiume Brembo (D’Auria &
Zavagno, 1995)
2 Rilievi 1-2-3 Tab. X Fiume Marecchia (Biondi &
Baldoni, 1994)
3 Rilievo 1-2-3-4-5-6-7-8-9-10-11-13-14 Tab. 1 Fiume
Brembo (D’Auria & Zavagno, 1995)
4 Rilievi 4-5-6-7-8-9 Tab.X Fiume Marecchia (Biondi &
Baldoni, 1994)
5 Subplot 1AB-3A-3B-3CA-5A
Si tratta di una fitocenosi annuale, a tipico sviluppo estivo-autunnale, dominata da Xanthium orientale subsp. italicum (qui non rinvenuto) cui si associano Persicaria lapathifolia (=Polygonum lapathifolium ), Dittrichia viscosa, Artemisia verlotiorum, Bidens tripartitus ed Echinochloa crus-galli. Questa comunità igro-nitrofila,
psammofila e tipicamente pioniera, inizia a evidenziarsi in tarda primavera per raggiungere il mass imo sviluppo in estate (Ceschin & Salerno, 2008). Dinamismo: Questa fascia di vegetazione, rimanendo costanti le condizioni del regime idrico del fiume non
presenta possibilità di evoluzione. Il continuo rimaneggiamento operato dal fiume rende effimera questa vegetazione di greto: si possono infatti avere, nel corso dello stesso anno, più episodi di distruzione e ricosituzione delle cenosi, fino al definitivo smantellamento operato dalle piene autunnali. Vengono pertanto
favorite quelle specie, come le terofite, caratterizzate da un ciclo biologico assai breve. A sottolineare le condizioni di notevole disturbo a cui è soggetta, con particolare ri ferimento alla dinamica fluviale e a fattori antropici, è la presenza di numerosi elementi propri di altre unità s istematiche e/o prive di chiara
caratterizzazione ad esempio Solanum lycopersicon. Solo nei periodi di forte magra una parte della superficie che negli anni precedenti era occupata dalla vegetazione della classe Bidentetea puô ospitare una vegetazione più evoluta, seppure sempre terofitica.
Fascia bioclimatica: mesomediterranea. L’analisi degli indici di Ellenberg permette di evidenziare che, per il parametro luminosità (L), i valori si
assestano nel range compreso tra 6,3 e 6,7 indice di situazioni spesso in piena luce. Per quanto riguarda il parametro temperatura (T), le formazioni del Polygono-Xanthietum mostrano valori tra 5,9 e 6,4, configurandosi come tutti i popolamenti precedenti, aspetti pertinenti alle fasce altimetriche inferiori tra la
bassa montagna e le condizioni della Pianura padana. Rispetto alla continentalità (C) il valore è tra 4,8 e 4,9, confermando quanto riportato per la Penisola Italiana da Pignatti (2005), il quale afferma che le specie vascolari italiane si assestano su valori di continentalità compresi tra 4 e 6. Analizzando l’ umidità (U), si nota
che le cenosi in esame assumono valore tra 4,9 e 5,6, indicando situazioni di suolo ben fornito d’acqua. Per quello che riguarda il parametro reazione del suolo-pH (R), i valori si assestano in un range compreso tra 6,3 e 6,7 indicando la presenza di suoli blandamente alcalini. In relazione al parametro nutrienti (N), con
valori intermedi compresi tra 5,2 e 6,3, cioè con disponibilità tra media e elevata; per questo indice il valore più elevato si ha nel rilievo 1AB e 3CA.
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FIGURA 21: ASPETTO PRIMAVERILE DEL POLYGONO LAPATHIFOLII-XANTHIETUM ITALICI PIROLA & ROSSETTI 1974 IN CUI È VISIBILE LA
TOTALE ASSENZA DI VEGETAZIONE, INDICE DELLA FORTE DINAMICA A CUI È SOGGETTA TALE CENOSI.
Cluster 1
Vegetazione forestale mesofila e ripariale Il cluster 1 è costituito dal GRUPPO 1 e dal GRUPPO 2.
Il GRUPPO 1 è costituito dal rilievo 3CB mentre il GRUPPO 2 dai rilievi 4A-4B-4C e 5B-5C GRUPPO 1
Questo GRUPPO risulta differenziato dalle seguenti specie: Arabis collina, Asplenium t richomanes, Campanula trachelium, Clinopodium nepeta, Sedum album e Solidago virgaurea. La comunità in oggetto si presenta come un popolamento forestale con piano arbustivo ed erbaceo costituto
da specie tipiche della classe Querco-Fagetea, dell’ordine Quercetalia pubescenti-petraeae; dell’alleanza Carpinion orientalis; della suballenaza Laburno anagyroidis-Ostryenion carpinifoliae e dei Trifolio-Geranietea ed è probabilmente riferibile a una situazione di margine di orno-ostrieto dell’:
Ostryo-Aceretum opulifolii Ubaldi et al. 1993 em. Ubaldi 2003 (Titolo 9) associazione costituita da ostrieti a Ostrya carpinifolia su suoli drenati e carbonatici (calcari, marne, marne-arenacee, flysch, argille scagliose), accompagnato da Acer campestre, Fraxinus ornus, Quercus pubescens,
Prunus avium, Sorbus domestica e, nelle zone più fresche, acero opalo (Acer opalus subsp. opalus/obtusatum), acero montano (Acer pseudoplatanus), acero riccio (Acer platanoides), frassino maggionre (Fraxinus excelsior), tiglio platifillo (Tilia platyphyllos). La fisionomia varia in funzione della
tessitura del suolo e della sua porosità. E’ una vegetazione “semizonale” dei versanti freschi a temperamento mesofilo rispetto ai querceti xerofili a Quercus pubescens dei versanti meridionali. Il corteggio floristico del piano erbaceo presenta una composizione molto ricca di geofite come: Cyclamen hederifolium,
Lathyrus venetus e vernus, Hepatica nobilis, Helleborus bocconei, Mercurialis perennis, Galanthus nivalis, Carex distachya, Carex flacca, Hedera helix, Brachypodium rupestre, Festuca heterophylla, Melica uniflora, Polygonatum odoratum, Euphorbia amygdaloides, Euphorbia dulcis, Scilla bifolia, Melittis melissophyllum,
Anemonoides nemorosa, Cephalanthera damasonium, ecc. L’analisi degli indici di Ellenberg permette di evidenziare che, per il parametro luminosità (L), il valore è di 6.
Per quanto riguarda il parametro temperatura (T), la cenosi mostra un valore di 6,2, configurandosi come aspetti pertinenti alle fasce altimetriche inferiori tra la bassa montagna e le condizioni della Pianura padana. Rispetto alla continentalità (C) il valore è 4,7 confermando quanto riportato per la Penisola Italiana da
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Pignatti (2005), il quale afferma che le specie vascolari italiane si assestano su valori di continentalità
compresi tra 4 e 6. Analizzando l’umidità (U), si nota che la cenosi in esame assume valore di 4,7, indicando situazioni di suolo con condizioni idriche tra il ben fornito d’acqua e il perennemente umido ma non inondato continuamente.
Per quello che riguarda il parametro reazione del suolo -pH (R), i valori si assesta su 6,3 indicando la presenza di suoli neutri o blandamente alcalini. In relazione al parametro nutrienti (N), il valore è di 5,2, cioè con disponibilità tra media e elevata.
FIGURA 22: ASPETTO DEL RILIEVO 3CB.
GRUPPO 2
Il GRUPPO 2 presenta specie tipiche di ambienti di orlo e mantello forestale risulta infatti differenziato dal GRUPPO 1 dalla presenza di specie tipiche del Rhamno-Prunetea, Trifolio-Geranietea e Festuco-Brometea
oltre alle specie dei Salicetea purpurae: Ajuga reptans, Alopecurus myosuroides, Avena barbata, Astragalus monspessulanus (Festuco-Brometea), Blackstonia perfoliata, Bromopsis erecta (Festuco-Brometea), Callitropis arizonica, Carlina vulgaris (Festuco-Brometea), Diplotaxis muralis, Emerus major (Cytision
sessilifolii), Genista tinctoria (Querco-Fagetea), Gymnadenia conopsea, Helmintotheca echioides, Hypericum perforatum (Trifolio-Geranietea), Knautia arvensis, Lagurus ovatus, Lolium perenne, Medicago lupolina (Festuco-Brometea), Origanum vulgare (Trifolio-Geranietea), Carex pendula (Alnion incanae), Quercus
pubescens, Salix apennina (Salicetea purpurae), Symphytum bulbosum (Populetalia albae), Salix alba (Populetalia albae), Scabiosa columbaria, Spartium junceum (Cytision sessilifolii), Tilia sp., Viola alba subsp. denhardtii.
L’elevata copertura di Brachypodium rupestre (Festuco-Brometea), Brachypodium sylvaticum (Populetalia albae), Carex flacca (Trifolio-Geranietea), Clematis vitalba, Dactylis glomerata, Eupatorium cannabinum, Lycopus europaeus (Alnion incanae), Rubus ulmifolius, Tussilago farfara denota una situazione di margine
tra i saliceti ripariali, le cenosi a dominanza di ontano nero e gli orno-ostrieti di versante, infatti secondo il Prodromo delle vegetazione d’Italia (op. cit.) la composizione floristica dell'alleanza Alnion incanae si pone in posizione intermedia tra l'ordine Fagetalia sylvaticae dell 'Europa centro-settentrionale e l'ordine Populetalia
albae dell'Europa meridionale. Questo deriva dallo stadio iniziale in cui si trova il popolamento di neoformazione insediatosi successivamente all’evento di frana. La combinazione specifica e la fisionomia non consentono una sicura attribuzione sintassonomica. In accordo con Biondi et al. (2003) e con Pedrotti &
Gafta (1995) è ipotizzabile che lo stadio climax sia rappresentato dall’Aro italici-Alnetum glutinosae, Inoltre la fascia posta più in vicinanza della fascia dei giunchi dei 2 transetti 4 e 5 può essere attribuita al Saponario-Salicetum purpureae Tchou 1946.
Questa cenosi si svilupperà con un’ampiezza limitata, corrispondente alle strette scarpate fluviali che si ritrovano ai margini del fiume e sarà in contatto con la vegetazione forestale dell’Ostryo-Aceretum opulifolii.
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Vegetazione forestale a Alnus glutinosa
Le cenosi presenti nei subplot 4A-4B-4C e 5B-5C sono riferibili a aspetti iniziali del seguente syntaxa:
Aro italici-Alnetum glutinosae Gafta & Pedrotti 1995 Le cenosi ad Alnus glutinosa sono localizzate nel tratto dove il fiume assume un carattere torrentizio, con un
greto prevalentemente ciottoloso talora occupato da massi di grosse dimensioni, sponde più inclinate, limitati depositi di sedimenti fini, e assenza di variazioni drastiche del livello di falda, che permette il mantenimento di una costante umidità del substrato. Si tratta di popolamenti che occupano una stretta fascia ripariale e che
assumono spesso un aspetto a galleria. Allo strato arboreo, alto 7-15 metri, partecipano oltre ad Alnus glutinosa, quasi sempre dominante, Populus nigra, Robinia pseudacacia e Acer campestre. Più sporadicamente, e con valori di copertura quasi sempre
trascurabili, si associano anche Ostrya carpinifolia, Quercus pubescens. Tra gli arbusti risultano dominanti Cornus sanguinea, Rubus caesius, Corylus avellana; lo strato erbaceo invece è costituito prevalentemente da Aegopodium podagraria, Hedera helix, Carex pendula, Brachypodium sylvaticum, Ranunculus
lanuginosus. L’ontano nero forma boschi tanto su suoli semitorbosi di palude a falda elevata (Alnion glutinosae) che lungo i fiumi in stazioni a livelli di falda variabili e soggette a periodiche sommersioni (Alnion incanae=Alno-Ulmion). Le relative associazioni hanno evidenti legami catenali con i planiziari Populetalia
con cui presentano notevoli affinità floristiche. L’Aro italici-Alnetum glutinosae fu descritta per la prima volta da Pedrotti & Gafta (1995) per i boschi ripariali appenninici ad ontano nero. L’associazione è nota in Italia lungo la catena appenninica fino all’Appennino meridionale (Pedrotti & Gafta, 19 96) ed è riportata anche da
Biondi et al. (1997) per l’Emilia-Romagna; da Falzea (2006) per la Lama; da Arrigoni & Papini (2003) e da Lastrucci et al. (2010b) per la Toscana; da Venanzoni & Gigante (2000) per l’Umbria; da Taffetani et al. (2009) per le Marche; da Ceschin & Salerno (2008) per il Lazio; Pirone (2000) e Pirone et al. (1997; 2003)
per l’Abruzzo. Al fine di chiarire la reale affinità con tale syntaxa si è proceduto a analizzare mediante cluster analysis la somiglianza con rilievi da tabelle di bibliografia relative all’Aro italici-Alnetum glutinosae e Salicetum albae.
Come risulta evidente dal dendrogramma di Fig. 23 le comunità afferenti al Salicetum albae (GRUPPO 1 del dendrogramma Fig. 23) e all’Aro-Alnetum (GRUPPO 2 del dendrogramma di Fig. 23) risultano diverse dal GRUPPO 3, in cui sono presenti i rilievi 4A-4B-4C-5B-5C e che presenta affinità con i popolamenti dell’Aro-
Alnetum rinvenuti da Falzea (2006) nelle aree umide della Lama.
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FIGURA 23: DENDROGRAMMA RISULTANTE DALLA CLUSTER ANALYSIS TRA I RILIEVI 3CB-4A-4B-4C-5B-5C E I RILIEVI DA BIBLIOGRAFIA
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GRUPPI DELLA TABELLA ORDINATA INDICATI NEL DENDROGRAMMA DI FIGURA 23
RILIEVI CORRISPONDENTI
1 (Salicetum albae) Rilievi 60-21 Tab. 10 Lima-Serchio (Arrigoni &
Papini, 2003); Rilievi 1-2-3-4-5 Tab. 34 Fiume Esino
(Baldoni & Biondi, 1993)
2
Rilievi 34-38-62-64-65-68-69 Tab. 5 Fiume Lima-Serchio (Arrigoni & Papini, 2003); Rilievi 13-14-15-
16-17-18 Tab. 16 Fiume Arno in prov. di Arezzo
(Lastrucci et al., 2010); Rilievi 45-46-48-49-54 Tab. 34 Ambienti Umidi Umbria (Venanzoni & Gigante, 2000); Rilievi 34-35 Tab. 24 Aree umide Foreste
Casentinesi Falzea (2006).
3 Subplot 4A-4B-4C-5B-5C; Rilievi 30-32 Tab. 24 Aree umide Foreste Casentinesi Falzea (2006)
L’analisi degli indici di Ellenberg permette di evidenziare che, per il parametro luminosità (L), i valori si assestano nel range compreso tra 6,7 e 7,3 indice di situazioni spesso in piena luce riferibili alla situazione di
ontaneta di giovane età. Per quanto riguarda il parametro temperatura (T), le formazioni in oggetto mostrano valori tra 6,1 e 6,3, configurandosi come gli aspetti pertinenti alle fasce altimetriche inferiori tra la bassa montagna e le condizioni della Pianura padana. Rispetto alla continentalità (C) il valore è tra 4,8 e 5,1,
confermando quanto riportato per la Penisola Italiana da Pignatti (2005), il quale afferma che le specie vascolari italiane si assestano su valori di continentalità compresi tra 4 e 6. Analizzando l’ umidità (U), si nota che le cenosi in esame assumono valore tra 4,8 e di 5,5, indicando situazioni di suolo ben fornito d’acqua.
Per quello che riguarda il parametro reazione del suolo-pH (R), i valori si assestano in un range compreso tra 6,4 e 6,7 indicando la presenza di suoli blandamente alcalini. In relazione al parametro nutrienti (N), con valori intermedi compresi tra 4,9 e 5,2, cioè con suolo umificato, ben provvisto di nutrienti.
Vegetazione arbustiva a salici
Saponario officinalis-Salicetum purpureae (Br. -Bl. 1930) Tchou 1946 Le formazioni pioniere di salici arbustivi a dominanza di Salix purpurea e Salix eleagnos costituiscono la
prima fascia di vegetazione legnosa a partire dall’alveo di magra. Esse vivono in genere su substrati minerali (ghiaie, sabbie) scoperti, privi di humus. Si tratta di stazioni di barra o di sponda arbustata e di conseguenza sono periodicamente inondate soprattutto in autunno-inverno e spesso ricoperte alla base da sedimenti
trasportati dal fiume durante le piene. Le formazioni ripariali di salici sono caratterizzate solo dalla dominanza di specie di questo genere che, nelle proprie stazioni, sono certamente molto concorrenziali. Sul piano fitosociologico appartengono al Salicetea/Salicetalia purpureae Moor e in prevalenza all’alleanza
Salicion incanae Aichinger 1933, che comprende tutte le associazioni presenti prevalentemente nella parte montana dei fiumi alpini e appenninici. Il Saponario-Salicetum purpureae Tchou è di gran lunga l’associazione più diffusa su ghiaie e sabbie umide
di barre ciottolose interne all’alveo di piena su corsi d’acqua a regime torrentizio. Si tratta del primo stadio di colonizzazione delle sponde da parte di specie legnose. L’associazione è stata descritta da Lastrucci et al. (2010) per il fiume Arno (Toscana); da Baldoni & Biondi
(1993) per il tratto medio-basso del fiume Esino (Marche); da Arrigoni & Papini (2003) per il t ratto submontano e montano del fiume Lima-Serchio; da Ceschin & Salerno (2008) per il fiume Tevere; e da Pedrotti, 1982; Pirone, 2000; Pirone et al., 2003 per l’Abruzzo.
Facendo riferimento a quanto riportato da Tchou (1948) per la Francia meridionale e come già osservato anche da Arrigoni & Papini (2003) per la Toscana e da Mereu et al. (2010) per il fiume Pesa, questa associazione presenta due aspetti floristico-ecologici: uno tendenzialmente di quote più elevate ed uno
planiziale. Nel tratto superiore del torrente, su substrati a maggior contenuto di ghiaie e ciottoli, le cenosi sono caratterizzate dalla compresenza di Salix purpurea e Salix eleagnos; nel tratto medio-inferiore quest’ultima specie diventa più rara, fino a scomparire, mentre si osserva l’ingresso o l’aumento nel
consorzio di piante igro-nitrofile come Agrostis stolonifera, Urtica dioica, Bidens frondosa, Persicaria
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hydropiper, P. lapathifolia, etc. (cf. anche Pirone, 2000), che denotano il cambiamento di substrato, che qui è
evidentemente caratterizzato dalla presenza di maggior quantità di nutrienti e da un maggi or contributo di sedimenti fini limoso-argillosi. A queste cenosi, che presentano un’altezza massima di circa 6 m, concorrono anche altre specie legnose come Salix alba, Populus nigra e Alnus glutinosa in forma prevalentemente
arbustiva e diverse specie lianose come Solanum dulcamara, Bryonia dioica, Clematis vitalba, Vitis riparia, Humulus lupulus. Le cenosi del Saponario-Salicetum purpureae svolgono un ruolo molto importante nella stabilizzazione del
substrato alluvionale grazie alla loro capacità di rinnovarsi rapidamente per moltiplicazione vegetativa e al notevole sviluppo radicale di Salix purpurea (Ceschin & Salerno, 2008).
In vicinanza del transetto 1 è stata rinvenuta la seguente associazione
Vegetazione delle pareti stillicidiose ad Adiantum capillus-veneris Eucladio verticillatae-Adiantetum capilli-veneris Br.-Bl. ex Horvatic 1934
Vegetazione ad Adiantum capillus-veneris ampiamente distribuita nell’area Mediterranea (Deil, 1998), che colonizza le pareti rocciose caratterizzate da una continua alimentazione idrica in forma di stillicidio. Queste
formazioni sono caratterizzate da cortine di Adiantum capillus-veneris, con popolamenti di Samolus valerandi (Non rinvenuto), da costante presenza di Hypericum androsaemum (da ricercare in quanto è stato rinvenuto su isolotto fluviale in vicinanza del transetto 2) e da tappeti di muschi ed epatiche.
Associazione igro-idrofila, casmofila, basifila, generalmente presente su rocce calcaree o tufi con inclinazione prossima a 90°, poste tipicamente in prossimità o sul ret ro delle cascatelle, lungo le balze dei ruscelli o, comunque, nelle forre più strette e umide. In tali condizioni, le pareti risultano sempre decisame nte
umide, essendo colpite da schizzi d’acqua o irrorate da stillicidi, ma non sono significativamente interessate da fenomeni di scorrimento superficiale. Dinamismo: L’Eucladio-Adiantetum capilli -veneris rappresenta un’associazione durevole, che si insedia su
pareti molto umide spesso caratterizzate dalla massima pendenza. Essa non mostra tendenze evolutive verso altre forme di vegetazione. Distribuzione: Associazione a distribuzione sud-europea, abbastanza diffusa in territorio nazionale, dove può
essere rinvenuta anche sui muri, nelle grotte e in ambienti ombreggiati comunque molto umidi. L’associazione è inquadrata nell’alleanza Adiantion e nell’ordine Adiantetalia della classe Adiantetea. La medesima associazione è stata individuata su pareti arenacee e a conglomerati della Dorsale di Cingoli
(Taffetani et al., 2004), su pareti arenacee del Monte dell’Ascensione (Taffetani, 2000), nel Bosco dei Frati Bianchi, nel comune di Cupramontana (AN) (Taffetani & Orlandini 2004), nelle Gole di Frasassi, sulle pare ti ai lati dell’ingresso della Grotta di Frasassi e della Grotta Piccola di Frasassi (Cortini Pedrotti, 1982), sulle
pareti arenacee dei valloni nel parco del Conero (Biondi, 1991) e su pareti travertinose al Lago di Tarsia (Calabria) da Maiorca et al. (2013). Fascia bioclimatica: mesomediterranea
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FIGURA 24: ASPETTO DELL’EUCLADIO VERTICILLATAE-ADIANTETUM CAPILLI-VENERIS BR.-BL. EX HORVATIC 1934.
Subplot Associazione e/o aggruppamento
INDICI DI ELLEMBERG-
PIGNATTI
L T K U R N
1AA Saponario - Artemisietum verlotorum Baldoni & Biondi 1993 6,8 6,2 5 5,5 6,5 6
1AB Polygono lapathifolii-Xanthietum italici 6,4 5,9 4,9 5 6,4 6,3
1B Phalarido-Petasitetum hybridi Schwick. 1933 6,6 6,1 4,8 4,9 6,3 5,4
1C Phalarido-Petasitetum hybridi Schwick. 1933 6,7 6,2 5,1 5,1 6,5 5,9
2A Calystegio-Rubetum caesii Passarge 1967 6,5 6 5,2 6,1 6,3 5,9
2B Calystegio-Rubetum caesii Passarge 1967 6,5 6,2 5,2 5,7 6,3 6,3
2C Ostryo-Aceretum opulifolii Ubaldi et al. 1993 em. Ubaldi
2003 5.8 6.1 4.8 5.5 6.3 5.9
3A Polygono lapathifolii-Xanthietum italici 6,4 6,4 4,9 5,2 6,4 5,5
3B Polygono lapathifolii-Xanthietum italici 6,7 6,4 4,8 4,9 6,4 5,4
3CA Polygono lapathifolii-Xanthietum italici 6,3 6 4,9 5,5 6,3 5,7
3CB Ostryo-Aceretum opulifolii Ubaldi et al. 1993 em. Ubaldi
2003 6 6.2 4.7 4.7 6.3 5.2
4A Aro italici-Alnetum glutinosae Gafta & Pedrotti 1995 7,3 6,2 4,9 5,5 6,5 4,9
4B Aro italici-Alnetum glutinosae Gafta & Pedrotti 1995 6,7 6,1 4,8 5 6,6 5,1
4C Aro italici-Alnetum glutinosae Gafta & Pedrotti 1995 6,7 6,1 4,8 4,8 6,7 4,9
5A Polygono lapathifolii-Xanthietum italici 7,2 6,2 4,9 5,6 6,7 5,2
5B Aro italici-Alnetum glutinosae Gafta & Pedrotti 1995 6,8 6,2 5,1 5,4 6,7 5,2
5C Aro italici-Alnetum glutinosae Gafta & Pedrotti 1995 6,7 6,3 5 5,2 6,4 5,1
TABELLA 6: INDICI DI ELLENBERG-PIGNATTI DELLE DIVERSE ASSOCIAZIONI RINVENUTE.
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3.2.3 Schema sintassonomico
Lo schema sintassonomico riportato rispecchia la vegetazione del territorio circostante il lago di neoformazione, l’immediato intorno dello stesso e l’area perilacustre.
ADIANTETEA CAPILLI -VENERIS Br.-Bl. in Br.-Bl., Roussine & Nègre 1952
Adiantetalia capilli -veneris Br.-Bl. ex Horvatić 1939
Adiantion capilli-veneris Br.-Bl. ex Horvatic 1939
Eucladio-Adiatetum capilli-veneris Br.-Bl. ex Horvatic 1934
LEMNETEA MINORIS O. Bolòs & Masclans 1955
Lemnetalia minoris O. Bolòs & Masclans 1955
Lemnion minoris O. Bolòs & Masclans 1955
Aggr. a Lemna minor
Aggr. a Lemna minuta
POTAMETEA PECTINATI Tüxen et Preising 1942
Potametalia Koch 1926
Nymphaeion albae Oberd. 1957
Potametum natantis von Soó 1927
PHRAGMITO AUSTRALIS-MAGNOCARICETEA ELATAE Klika in Klika & Novàk 1941
Phragmitetalia australis Koch 1926
Phragmition communis Koch 1926
Typhetum latifoliae G. Lang 1973
Magnocaricetalia elatae Pignatti 1953
Magnocaricion elatae Koch 1926
Equiseto palustris-Juncetum effusi Minissale et Spampinato 1990
Aggr. a Alisma plantago-aquatica
BIDENTETEA TRIPARTITAE Tüxen, Lohmeyer & Preising ex Von Rochow 1951
Bidentetalia tripartitae Br.-Bl. & Tüxen ex Klika in Klika & Hadac 1944
Chenopodion rubri (Tüxen ex Poli & J. Tüxen 1960) Kopecky 1969
Polygono lapathifolii-Xanthietum italici Pirola e Rossetti 1974
STELLARIETEA MEDIAE Tüxen, Lohmeyer & Preising ex Von Rochow 1951
Centaureetalia cyani Tüxen, Lohmeyer & Preising in Tüxen ex Von Rochow 1951
Caucalidion platycarpi Tüxen ex Von Rochow 1950 nom. mut. Rivas-Martínez, T.E. Díaz,
Fernández-González, Izco, Loidi, Lousã & Penas 2002
ARTEMISIETEA VULGARIS Lohmeyer, Preising & Tüxen ex Von Rochow 1951
Onopordetalia acanthii Br.-Bl. & Tüxen ex Klika in Klika & Hadač 1944
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Dauco carotae-Melilotion albi Görs 1966
Echio-Meliloletum R. Tüxen 1942
Arctio Lappae-Artemisietalia vulgaris Dengler 2002
Arction lappae Tüxen 1937
Saponario - Artemisietum verlotorum Baldoni & Biondi 1993
FILIPENDULO ULMARIAE-CONVOLVULETEA SEPIUM Géhu & Géhu-Franck 1987
Calystegietalia sepium Tüxen ex Mucina 1993 nom. mut. propos. Rivas -Martínez, T.E. Díaz,
Fernandez-Gonzales, Izco, Loidi, Lousã & Penas 2002
Calystegion sepium Tüxen ex Oberdorfer 1957 nom. mut. propos.Rivas -Martínez, T.E.
Díaz, Fernandez-Gonzales, Izco, Loidi, Lousã & Penas 2002
Calystegio-Rubetum caesii Passarge 1967
Phalarido arundinaceae-Petasitetum hybridi Scwick. 1933
FESTUCO-BROMETEA Br,-Bl. & Tüxen ex Br.-Bl. 1949
Brometalia erecti Koch 1926
Leucanthemo vulgaris-Bromenalia erecti Biondi, Ballelli, Allegrezza & Zuccarello 1995
Bromion erecti Koch 1926
Polygalo mediterraneae-Bromenion erecti Biondi, Allegrezza & Zuccarello 2005
Centaureo bracteatae-Brometum erecti Biondi, Ballelli, Allegrezza, Guitian &
Taffetani 1986
Coronillo minimae-Astragaletum monspessulani Biondi et Ballelli 1985
RHAMNO-PRUNETEA Rivas Goday & Borja ex Tüxen 1962
Prunetalia spinosae Tüxen 1952
Cytision sessilifolii Biondi in Biondi et al. 1988
Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii Biondi in Biondi, Allegrezza & Guitian
1988
var. a Spartium junceum
QUERCO ROBORIS-FAGETEA SYLVATICAE Br.-Bl. & Vlieger in Vlieger 1937
Quercetalia pubescenti-petraeae Klika 1933 corr. Moravec in Beguin & Theurillat 1984
Carpinion orientalis Horvat 1958
Laburno anagyroidis-Ostryenion carpinifoliae (Ubaldi 1995) Blasi, Di Pietro & Filesi
2004
Ostryo-Aceretum opulifolii Ubaldi et al. 1993 em. Ubaldi 2003
Cytiso sessilifolii-Quercenion pubescentis Ubaldi 1995
Peucedano cervariae-Quercetum pubescentis Ubaldi 1988 ex Ubaldi 1995
Fagetalia sylvaticae Pawlowski in Pawlowski, Sokolowski & Wallisch 1928
Alnion incanae Pawlowski in Pawlowski, Sokolowski & Wallisch 1928
Aro italici - Alnetum glutinosae Gafta et Pedrotti 1995
SALICETEA PURPUREAE Moor 1958
Salicetalia purpureae Moor 1958
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Salicion incanae Aichinger 1933
Saponario officinalis-Salicetum purpureae (Br. -Bl. 1930) Tchou 1946
Salicion albae Soó 1930
Salicetum albae Issler 1926
3.2.4 Considerazioni sul dinamismo della vegetazione
Come indicato da Baldoni & Biondi (op. cit.) i l dinamismo della vegetazione di un corso d'ac qua è strettamente connesso con le modificazioni dell 'asta fluviale che avvengono continuamente in relazione sia a
fenomeni naturali (regime meteorico, erosione e deposizione, ecc.) che a fattori antropici (deforestazione, riforestamento, modellamento degli argini, prelievi dalla falda, processi estrattivi, ecc). In particolare sul Bidente il regime torrentizio condiziona fortemente lo sviluppo della vegetazione; le
modificazioni continue dell'assetto dell 'alveo apportate dalle piene autunno-invernali e la diminuzione di portata nei periodi tardo-primaverili ed estivi creano condizioni estremamente mutevoli che determinano difficoltà per lo sviluppo e l'affrancamento della vegetazione.
Il dinamismo in un corso d'acqua può manifestarsi sotto diversi aspetti: spaziale, verticale, temporale o stagionale. I transetti permanenti presentati ci permettono di verificare la successione catenale delle fitocenosi rilevate in rapporto spaziale. Il mosaico che ne risulta è interpretabile secondo quattro blocchi
principali, che costituiscono sistemi di associazioni in base alle caratteristiche degli ambienti che colonizzano. Questi sono il complesso della vegetazione acquatica natante, la vegetazione delle acque stagnanti o lentamente fluenti dominata dalle elofite, la vegetazione che si sviluppa sugli isolotti fluviali e
infine le formazioni ripariali. In particolare nelle acque fluenti e libere si puô notare un dinamismo che riguarda le idrofite natanti. Meriaux (1981b-c) mette in rapporto la sovrapposizione di questi tipi di vegetazione negli stagni del Nord della Francia con il grado di mineralizzazione delle acque. Nel Bidente non
abbiamo la vasta gamma di associazioni idrofitiche rilevate dall 'autore francese e da Baldoni & Biondi (op. cit.) per il fiume Esino, rispetto alle quali riusciamo ad individuare solo un rapporto di sovrapposizione: tra l'associazione Potametum natantis e l'Aggr. a Alisma plantago-aquatica che si rinviene in corrispondenza del
lago di neoformazione. In corrispondenza del plot 5 le acque meno reofile (dovute alla presenza dello specchio lacustre), hanno determinato la comparsa di Lemna minor e Potamogeton natans. Per la vegetazione delle rive i processi dinamici sono forse di più facile comprensione. I tratti sottoposti alla
variazione sommersione/emersione, durante i periodi tardo-primaverili-estivi (subplot 1AA, 1AB, 3A, 3B, 3CA), presentano una prima fascia con vegetazione terofitica estiva a prevalenza di Bidens tripartitus, Persicaria lapathifolia, Echinochloa crus-galli e Polygonum aviculare attribuibile alla classe Bidentetea
tripartitae. Il substrato è sabbioso-limoso a tessitura grossolana e ricco in sostanza organica. Questa fascia di vegetazione, rimanendo costanti le condizioni del regime idrico del fiume, non presenta possibilità di evoluzione. Superata la fase pioniera, sugli isolotti fluviali si assiste ad una evoluzione della vegetazione
attraverso il passaggio da forme terofitiche a perenni. Sulle ghiaie grosse o medio-grosse con resti organici che arricchiscono il substrato in nitrati si sviluppa la vegetazione attribuita all'associazione Saponario -Artemisietum verlotorum. La successiva evoluzione porta allo sviluppo degli arbusteti di salici di specie
diverse e infine del bosco ripariale a ontano nero. Secondo Duvigneaud (1978) in uno studio effettuato per il fiume Moselle, l’evoluzione dei tipi di vegetazione sopra descritti verso i boschi ripariali è testimoniata dalla progressiva invasione di specie quali Rubus sp.pl., Humulus lupulus (non rinvenuto), Epilobium hirsutum,
Eupatorium cannabinum e Clematis vitalba. Sulle sponde, l'associazione Polygono-Xanthietum si pone in rapporto con la serie di vegetazione elofitica che si sviluppa in ambienti con costante presenza di acqua ed in particolare con l'Aggr. a Alisma plantago-
aquatica. Queste associazioni evolvono per successivo atterrimento verso le formazioni elofitiche tra le quali nel Bidente prevale il Typhaetum latifoliae. In base agli studi condotti su analoghe formazioni di fiumi appenninici (Pedrotti & Gafta, 1995) è ipotizzabile per queste sottilissime frange di vegetazione prossime al
corso d'acqua la potenzialità per cenosi ri feribili all'associazione Aro italici-Alnetum glutinosae dell'alleanza Alnion incanae. A conclusione di queste considerazioni si reputa utile presentare un’ipotetico transetto che mostra i rapporti
catenali e dinamici tra le diverse associazioni individuate.
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FIGURA 25: TRANSETTO IPOTETICO DEL TRATTO MONTANO DEL BIDENTE (IMMAGINE TRATTA DA BIONDI & BALDONI, 1993): 1-OSTRYO-ACERETUM OPULIFOLII; 2- ARO-ALNETUM; 3-SALICETUM ELAEAGNI; NELLE AREE DI ORLO ALL’ARO-ALNETUM SI HANNO LE ASSOCIAZIONI
AFFERENTI AL CALYSTEGIUM SEPIUM.
3.2.5 Paesaggio vegetale
L’analisi sinfitosociologica affrontata in questo studio si è posta come obiettivo finale l’ interpretazione della
distribuzione delle fitocenosi in termini di serie di vegetazione, o sigmeti. L’area studiata, vista l’omogeneità del suo substrato geologico e il ridotto range altitudinale, rientra tutta in un
unico Geosigmetum (Geosigmetum collinare delle arenarie marnose) che descrive il paesaggio prevalente, all’interno del quale possono essere individuati, in corrispondenza di localizzate condizioni ambientali, sistemi caratterizzati da un unico stadio dinamico della vegetazione (serie durevole).
GEOSIGMETUM COLLINARE DELLE ARENARIE MARNOSE Il Sistema ambientale che occupa l’intera area di studio si sviluppa in ambiente alto-collinare (bioclima
temperato oceanico, variante submediterranea; piano bioclimatico mesotemperato inferiore; ombrotipo umido inferiore) ed è caratterizzato da un substrato geologico costituito da arenarie e marne con intercalazione di brecciole calcaree e calcari marnosi a prevalenza del litotipi arenacei, arenaceo-pelitici e
pelitico-arenacei. Nell’ambito di questo Geosigmetum sono state individuate 5 serie di vegetazione. Serie Romagnola, silicicola, del Carpino Nero OSTRYO-ACERO OPULIFOLII sigmetum
La serie si sviluppa nell’area di studio sui pendii sovrastanti i fossi principali. Su questi versanti, caratterizzati da un substrato abbastanza profondo ed umido, si sviluppa un bosco di carpino nero dell’associazione Ostryo-Aceretum opulifolii che rappresenta la vegetazione più matura di questa serie di vegetazione. Gli
stadi precedenti della serie sono rappresentiati dal mantello mesofilo di Cytisophillum sessilifolium dello Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii e dall’orlo di Brachypodium rupestre. All’interno di questi boschi,
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limitatamente ad alcune aree ad elevata pendenza e con abbondanti elementi argillosi ed umidità edifica,
possono essere rinvenute formazioni a dominanza di Arundo collina. Serie Appenninica Centro-Settentrionale, neutrobasifila, della roverella PEUCEDANO-QUERCETO
PUBESCENTIS sigmetum La serie si sviluppa in corrispondenza dei substrati sabbioso-arenacei di tetto o delle esposizioni calde, su suolo poco profondo e ben drenato. Il bosco è rappresentato dal querceto mesoxerofilo di roverella
dell’associazione Peucedano cervariae -Quercetum pubescentis che si collega con il mantello mesoxerofilo di Spartium junceum e Colutea arborescens dell’associazione Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii var. a Spartium junceum e Colutea arborescens e con l’orlo di Brachypodium rupestre.
Nelle condizioni di affioramento del substrato sono presenti frammenti di gariga a Helianthemum nummularium, Astragalus monspessulanum e Coronilla minima.
GEOSIGMETUM PENINSULARE IGROFILO DELLA VEGETAZIONE RIPARIALE Serie Preappenninica, neutro-Silicicola, Collinare Edafoigrofila dei Corsi d’acqua dell’ontano nero ARO ITALICI-ALNO GLUTINOSAE sigmetum
Raggruppa le formazioni arboree ed erbacee rinvenibili lungo il corso d’acqua principale; la serie ha un’ampiezza limitata alle scarpate fluviali ai margini del corso d’acqua. La vegetazione più matura della serie è rappresentata dal bosco di ontano nero (Alnus glutinosa) dell’associazione Aro italici-Alnetum glutinosae.
Ai margini del bosco, in zone caratterizzate da un forte ombreggiamento, si sviluppa una vegetazione di orlo nitrofilo delle associazioni Calystegio-Rubetum, mentre in prossimità del corso d’acqua si rinvengono nuclei di megaforbie idrofile ri feriti all’associazione Phalarido-Petasitetum hybridi.
GEOSIGMETO ADRIATICO CENTRALE ALOFILO CASMOFITICO DELLA VEGETAZIONE DELLE FALESIE Serie durevole del Capelvenere EUCLADIO VERTICILLATAE-ADIANTIO CAPILLIVENERIS sigmetum
Sistema ambientale di ridotte dimensioni costituito da stazioni rupicole caratterizzate da una continua alimentazione idrica in forma di stillicidio. Nel territorio indagato sono state individuate diverse formazioni riconducibili a questa tipologia ambientale: tutte su pareti arenacee con forte inclinazione ed esposizione
Nord, caratterizzata da umidità costante da stillicidio, sul greto del fiume Bidente. Le formazioni che colonizzano le due stazioni rupicole rilevate sono caratterizzate da cortine di Adiantum capillus-veneris, e da tappeti di muschi ed epatiche, attribuite all’associazione Eucladio -Adiantetum.
VEGETAZIONE DEL FONDO DEI VALLONI Serie durevole Edafoigrofila dell’acero di monte
Nelle aree di forra e/o alla base dei versanti in esposizione settentrionale, dove si ha accumulo di detrito e umidità si sviluppa un bosco mesoigrofilo a Acer pseudoplatanus, Ulmus glabra e Tilia plathyphyllos dell’associazione Ornithogalo sphaerocarpi-Aceretum pseudoplatani subass. geranietosum nodosi
(Ravaglioli et al., 2008).
3.2.6 Habitat Rete Natura 2000 e di interesse Regionale proposti
Le comunità vegetali acquatiche rinvenute nei subplot 4A e 5A presentano specie e fisionomia tali da poterle
attribuire all’Habitat 3150. Tale habitat è stato individuato anche durante i sopralluoghi propedeutici alla redazione del Piano di Gestione del SIC IT4080011 “Rami del Bidente, Monte Marino” che quindi ne conferma la presenza
nell’orizzonte submontano del Bidente.
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FIGURA 26: PORZIONE DEL SUBPLOT 5A CON L ’ASSOCIAZIONE POTAMETON NATANTIS ASCRIVIBILE ALL’HABITAT 3150.
Il Manuale di interpretazione regionale R.E.R (Bassi et al., 2015) riporta:
3150 - Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition (Titolo4)
Descrizione Manuale Interpretazione Ministero Habitat lacustri, palustri e di acque stagnanti eutrofiche, più o meno torbide, ricche di basi (pH > 7), con
vegetazione dulciacquicola idrofitica azonale, galleggiante riferibile all’alleanza Hydrocharition o rizofitica sommersa a dominanza di Potamogeton di grande taglia (Magnopotamion). Descrizione Manuale Interpretazione Regione Emilia-Romagna
A questo habitat sono state ricondotte le seguenti fitocenosi a scala regionale: Lemnetum minoris (codice CORINE Biotopes 22.411); Lemno-Spirodeletum polyrrhizae (codice CORINE Biotopes 22.413); Lemnetum gibbae (codice CORINE Biotopes 22.412); Utricularietum neglectae (codice CORINE Biotopes 22.414);
comunità vegetali con Potamogeton lucens (codice CORINE Biotopes 22.421); comunità vegetali a Myriophyllum verticillatum e Ceratophyllum demersum. Nei primi 3 casi si tratta di fitocenosi con vegetazione galleggiante (pleustofitica) inquadrabili nella classe Lemnetea minoris, mentre nel quarto caso si tratta di
fitocenosi a idrofite sommerse radicanti inquadrabili nella classe Potametea. La corrispondenza tra Habitat 3150 e categorie sintassonomiche non è ad oggi completamente chiarita; sulla base delle evidenze sperimentali acquisite nel campo dell’ecologia dei popolamenti idrolitici riteniamo, in
aderenza a quanto definito dal Manuale EUR/27, di ricondurre esclusivamente i popolamenti vegetali delle alleanze nominali (Magnopotamion e Hydrocharition) al codice 3150. In accordo con diversi autori, l’habitat comprende senza grandi differenze funzionali un po’ tutte le situazioni
di acque con nutrienti, ospitanti con molte variazioni stagionali sia vegetazione pleustofitica (galleggiante e per certi versi natante) sia rizofite sommerse e fluttuanti, pertanto si riconducono all'Habitat 3150 anche:
- i popolamenti riferiti alla vegetazione sommersa a predominio di Potamogeton di piccola taglia
(Parvopotamion; codice CORINE Biotopes 22.422); - i tappeti galleggianti di specie con foglie larghe (Nymphaeion albae; codice CORINE Biotopes
22.431).
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Habitat CORINE Biotopes
22.13 - Eutrophic waters , 22.41 - Vegetazione galleggiante - Lemnion minoris (Hydrocharition), 22.411 - Vegetazione a piccole piante galleggianti (lenti d’acqua) - Lemnion minoris, 22.412 – Vegetazione galleggiante a Hydrocharis morsus-ranae - Hydrocharitetum morsus-ranae, 22.414 - Vegetazione natante a
Utricularia - Utricularietum neglectae, 22.415 - Vegetazione galleggiante a Salvinia natans – Lemno minoris-Salvinietum natantis, 22.421 - Vegetazione sommersa a predominio di Potamogeton di grande taglia Habitat EUNIS
C1.3 Laghi, pozze e stagni eutrofici permanenti, C1.32 Vegetazione liberamente galleggiante dei corpi idrici eutrofici, C1.33 Vegetazione radicata con foglie sommerse dei corpi idrici eutrofici Sintaxa vegetazionali
Hydrocharition, Lemnion minoris, Potamion pectinati (Parvopotamion; Magnopotamion) Taxa attesi Hydrocharis morsus-ranae (S), Lemna gibba (S), Lemna minor (S), Potamogeton lucens (S), Potamogeton
perfoliatus (S), Salvinia natans (S), Spirodela polyrhiza (S), Trapa natans, Nymphoides peltata, Nuphar lutea, Nymphaea alba, Ceratophyllum demersum, Myriophyllum spicatum, M. verticillatum, Najas marina, N. minor, Hippuris vulgaris, Hottonia palustris, Riccia sp., Vallisneria spiralis, Zannichellia palustris.
Dinamiche e contatti La vegetazione idrofitica di questo habitat si sviluppa in corpi d’acqua di dimensione variabile, in alcuni casi anche nelle zone aperte dei magnocariceti o di comunità elofitiche a dominanza di Phragmites australis,
Typha sp. pl., ecc., con le quali instaura contatti di tipo catenale. In termini dinamici, le comunità vegetali di questo habitat sono relativamente stabili a meno che non vengano alterate le condizioni ambientali (es. fenomeni di eutrofizzazione) ed il regime idrico. In condizioni di apprezzabi le naturalità, negli specchi
d’acqua è possibile osservare, dalla zona centrale proseguendo verso le sponde, la tipica serie delle comunità vegetali che si dispongono in funzione della profondità decrescente dell’acqua, da quelle galleggianti a quelle radicanti.
Stato di conoscenza Scarso; vegetazioni poco conosciute, manca una revisione di sintesi a scala regionale. Taxa invasivi
Lemna aequinoctialis, Lemna minuta, Wolffia arrhiza, Azolla filiculoides Stato di conservazione Scarso; principalmente a causa dell’eccessiva manomissione antropogenica dei corpi idrici lentici o
debolmente fluenti (canali irrigui) che rappresentano l’habitat di elezione delle vegetazioni del codice (disturbo meccanico ed eccessivo carico trofico). Valore conservazionistico
Elevato. Si tratta di formazioni localizzate, estremamente sensibili a processi di eutrofizzazione e alterazione meccanica degli ecosistemi acquatici (s falcio delle fasce elofitiche riparie, rimozione dei sedimenti non controllata, ecc.) e, nel complesso, profondamente frammentate.
Monitoraggio dello stato di conservazione (Angelini et al., 2016) Struttura e funzioni dell’habitat. Analisi della vegetazione. Ricoprimento totale della vegetazione; presenza e copertura delle specie dominanti, tipiche, indicatrici di fenomeni dinamici in atto (elofite, macroalghe), aliene.
È fondamentale ricostruire il tipo di stratificazione delle formazioni e la naturalità della zonazione. Analisi delle acque e dei sedimenti. Analisi della qualità fisica e chimica del corpo idrico e dei sedimenti. Parametri idro-morfologici. Livelli idrometrici ed estensione delle aree litoranee. Altri parametri di qualità biologica.
Rilevamento presenza specie animali, ove di rilievo per la valutazione dello stato di conservazione dell’habitat.
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3.2.7 Flora alloctona invasiva
Durante i sopralluoghi realizzati dal 2014 al 2016, nell’immediato intorno dell’area di studio è stata riscontrata la presenza di specie alloctone costituite da Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(quest’ultimo inserito nella Lista delle specie invasive dell’E.P.P.O) e di specie chiaramente al di fuori del loro areale come Pinus nigra e Cupressus sempervirens, la cui diffusione spontanea è potenzialmente in grado di interessare il sito studiato.
All’interno dei transetti realizzati durante il 2017 sono state rinvenute plantule di: - Robinia pseudoacacia;
- Ailanthus altissima; - Pinus nigra;
- Cyperus glomeratus; - Erigeron annuus;
- Erigeron canadensis; - Lemna minuta;
- Callitropsis arizonica; - Datura wrightii.
Il corpo di frana rimarrà con copertura vegetale di tipo erbaceo, discontinua, per un periodo di tempo non ancora quantificabile, rimanendo così esposto al pericolo della colonizzazione da parte delle specie
alloctone invasive. L’invasione di specie vegetali è comunque un problema associato a qualsiasi disturbo o danno apportato all’ecosistema e ad ogni tentativo di manipolazione della comunità vegetale locale (Davy, 2002), quindi il
controllo delle specie aliene è spesso correlato con le pratiche di restauro ecologico e talvo lta è l’obiettivo principale del ripristino. Spesso le specie invasive alloctone tendono a soppiantare le caratterizzanti alcuni habitat (vedi Bidens tripartitus-Bidens frondosus) determinando un ulteriore impoverimento della funzionalità
dell’ecosisitema. Nei sopralluoghi effettuati nel 2017 è stata rilevata la presenza della Lemna minuta Kunth in mescolanza con la Lemna minor.
Tale specie presenta un carattere fortemente invasivo così come riportato nella scheda di Banfi & Galasso (2010):
Lemna minuta Kunth
Periodo d’int roduzione: Neofita, int rodotta in Italia e in Lombardia probabilmente nel secolo scorso.
Segnalata per la prima volta da Desfayes (1993), che l’ha osservata dal 1989; in precedenza è sicuramente stata sempre confusa con l’autoctona L. minor.
Modalità d’introduzione: Accidentale.
Status: Invasiva.
Dannosa: Sì.
Impatto: Come tutte le lenticchie d’acqua (Araceae subfam. Lemnoideae) proli fera in abbondanza sul pelo dell’acqua, formando densi ed estesi tappeti monofitici,
che riducono la penetrazione della luce e gli scambi gassosi subacquei. Questa particolare prolificità, che si manifesta soprattutto in acque meso-eutrofiche, deprime la diversità della vegetazione autoctona galleggiante,
sottraendo spazio non solo a L. minor L., L. gibba L. e Spirodela polyrhiza (L.) Schleid., ma anche al lamineto a Nymphaea alba L., Nuphar lutea (L. ) Sm. e Nymphoides peltata (S.g.gmel.) Kuntze; fatto, questo, che determina anche
un’alterazione del paesaggio.
Azioni di contenimento: Rimozione del tappeto verde natante e relativo, periodico monitoraggio.
Si tratta di una specie di origine nord-americana, in espansione in Europa, scoperta per la prima volta in Italia nel 1989 in Trentino (Desfayes, 1993). Secondo Conti et al. (2005), l’areale di distribuzione italiano
della specie comprende le seguenti regioni: Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna. In Emilia-Romagna risulta segnalata nel Biotopo di Punte Alberete e Valle della Canna (Ravenna) (UTM: TK 79.33), zone permanentemente inondate, c. 1 m, 20 Sep 1997, F. Piccoli & N. Merloni
(FER); Ibidem, 28 Mar 1998, N. Merloni (FER, FI). Mesola (Ferrara), dune fossili di Massenzatica (UTM: TK 76.75), canalini d’irrigazione, c. 1 m, 14 Apr 1998, M. Pellizzari (FER, FI). Secondo Sburlino et al. (2004) l’ampia valenza ecologica di questa specie relativamente al grado di t rofia dell’acqua e la sua tendenza a
tollerare condizioni di scarsa illuminazione determina un elevato potere competitivo nei confronti di L. minor. Secondo Pott (1995) la Lemna minuta è presente in corpi idrici anche molto ricchi in azoto e fosforo derivanti dall’uso intensivo di fertilizzanti.
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FIGURA 27: AREALE DI DISTRIBUZIONE DI LEMNA MINUTA KUNTH (TRATTO DA EUROMED PLANT BASE WWW.EMPLANTBASE.ORG).
L’EuroMed Plant Base ha segnalazioni riguardanti l’Italia come specie aliena (vedi Fig.27).
Datura wrightii Regel
T scap
Avv
Pianta di origine americana coltivata in Italia come ornamentale e largamente naturalizzata. Attualmente risulta presente in LOM, VEN, EMR, LIG, TOS, CAM, PUG, CAL, SIC, SAR.
Non risulta segnalata nella Check list 2016 del P.N.F.C. e non risulta indicata da Zangheri (1961, 1966a, 1966b). La specie non risultava presente negli anni precedenti. Questo dimostra l’elevata sensibilità dell’habitat 3270 alle invasioni di specie aliene invasive.
La pianta risulta specie non invasiva (Banfi & Galasso, 2010) ma dal forte potere tossico.
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FIGURA 28: AREALE DI DISTRIBUZIONE DI DATURA WRIGHTII REGEL (TRATTO DA EUROMED PLANT BASE WWW.EMPLANTBASE.ORG).
Come si evince dalla Figura 28 anche l’EuroMed Plant Base non ha segnalazioni riguardanti l’Italia anche se attualmente risulta diffusa in tutta la penisola.
Anche nel 2017 non è stata rinvenuta la presenza dell’Amorpha fruticosa citata nel P.d.G. del SiC “Rami del Bidente, Monte Marino” tra le specie alloctone presenti, ma non da Viciani et al. (2010) e da Viciani & Agostini (2016).
La sorveglianza continua dell’eventuale ingresso di altre specie invasive, segnalate nelle vicinanze risulta quindi necessaria, specialmente per gli habitat 3150 e 3270 dove l’incidenza delle specie alloctone risulta quasi sempre molto alta. Bassi et al. (2015) hanno inserito il Cyperus glomeratus nella lista dei Taxa invasivi
per l’habitat 3270 e la Lemna minuta per l’habitat 3150. La comparsa di taxa alieni è favorita dalla presenza di suolo nudo e/o in corso di colonizzazione da parte della vegetazione, dove i taxa alloctoni possono colonizzare in maniera diffusa e continua nel tempo gli spazi
presenti. Alcune di queste specie poi hanno la peculiarità di secernere sostanze allelopatiche che comportano effetti di soppressione della nascita delle specie autoctone che non presentano capacità di adattamento a tali sostanze.
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3.2.8 Aspetti faunistici
3.2.8.1 Invertebrati
Le specie
Il Gambero d’acqua dolce Austropotamobius pallipes conferma la sua presenza soprattutto negli affluenti del lago, nel fosso di Rinsereno, mentre non risulta avvistato nell’invaso.
Negli anni precedenti (2015 e 2016) alcuni esemplari erano stati individuati anche a valle della briglia del Molino di Poggio. La specie è stata riscontrata sempre in pochi esemplari nella zona e non appare possibile al momento
stabilire un trend delle popolazioni locali. Sarebbe auspicabile istituire un protocollo che, come per le aree incluse nel Parco, permettesse di standardizzare le informazioni ottenute al fine di promuovere la creazione di trend delle popolazioni dell’area appennica nec essarie per la rendicontazione di cui all’art.17 della
Direttiva Habitat.
Per quanto attiene gli altri invertebrati non vi sono variazioni rispetto alla lista di specie precedentemente proposta. Nessun ulteriore rinvenimento di specie appartenenti all’Allegato II o alle liste regionali e nazionali
di particolare rilievo per la conservazione. Le specie ad ora conosciute per la zona in Allegato II sono le seguenti:
gruppo Specie Status localmente
Crustacea Austropotamobius pallipes Allegato II presenze puntiformi
Lepidoptera Euplagia quadripunctaria Allegato II rilevati alcuni individui
Coleoptera Rosalia alpina Allegato II rilevati alcuni individui
3.2.8.2 Pesci
Le specie
I rilievi del 2017 sono stati realizzati, come negli anni precedenti con mezzi diretti di osservazione da posizioni adatte. Trota fario, Vairone ma anche Persico trota sono stati rinvenuti presso la confluenza del fosso di Rinsereno con il fiume. Nel lago ancora avvistati molti vaironi, con abbondante novellame, e Barb o
comune. Confrontando i dati ottenuti nel 2017 con i rilievi effettuati nel 2015 e 2016 si evince che non vi sono variazioni nella composizione specifica rispetto a quanto già conosciuto grazie ai dati del 2002. In quell’anno,
con la Carta Ittica dell'Emilia-Romagna di Zona "D", fu effettuato un campionamento anche a Molino di Poggio con il rilievo di Barbo comune, Vairone e, sebbene scarsa, Trota fario. Nel 2015 è stata accertata l’immissione dell’Alborella, tutt’ora presente, così come è stata accertata la
presenza del Persico trota che da allora ha incrementato in continuo taglie e numeri nelle acque del lago.
Nome Nome italiano Status
1 Salmo trutta Trota fario Specie locale
2 Telestes muticellus Vairone Allegato II Habitat 3 Barbus plebejus Barbo comune Allegato II Habitat
4 Alburnus arborella Alborella Specie nord italiana, immessa 5 Micropterus salmoides Persico trota Specie aliena immessa
TABELLA 7: CHECKLIST DEI PESCI RILEVATI.
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FIGURA 29: TROTA FARIO NEL FOSSO DI RINSERENO (FOTO C.CIANI).
Considerazioni ecologiche e gestionali
La Trota fario è visibile soprattutto negli affluenti (fosso di Rinsereno) e a monte del lago (Fosso di Scopeto). Legata alle acque correnti e ossigenate, soprattutto per la riproduzione, probabilmente si spinge nel lago per trovarvi prede. Trend stabile.
Il Vairone è specie comune a valle della briglia del Molino di Poggio. Specie legata alle acque correnti e fresche, sebbene non trovi nel lago le migliori condizioni di vita, è facilmente avvistabile presso le rive con gruppi anche consistenti e lungo i tratti a monte e a valle con numerosi esemplari . Trend stabile.
Il Barbo comune è stato avvistato con numerosi esemplari a valle della briglia del Molino di Poggio che si rarefanno via via che ci si avvicina al lago. Presente nell’immissario, se inizialmente non pareva trovare buone condizioni di vita nel lago, negli ultimi due anni appare stabilizzato con numerosi esemplari di varia
taglia. A fine Giugno registrata la frega presso il Molino del Poggio. Trend positivo. L’Alborella è specie sicuramente immessa e, per ora, è presente con piccoli gruppi nella parte a valle del lago. Le condizioni di vita nel lago le sono idonee e in più riprese alcuni esemplari sono stati avvistati negli
specchi d'acqua isolati dal corpo principale del lago che si trovano lungo l'emissario. Trend stabile. Il Persico trota è di recente immissione e di certo potrà trovare in queste acque un ambiente idoneo. Quest’anno non sono stati riscontrati gli assembramenti di più individui che, nel 2015, staz ionavano presso
Gamberligi. Un’eventuale rarefazione della specie potrebbe essere imputabile al fatto che essa predilige acque calde e ricche di vegetazione acquatica e il lago di Corniolo ha acque relativamente fredde e scarsamente vegetate, oltre alla pressione della pesca sportiva. Specie alloctona di cui sarà da considerare
l’eventuale asportazione nella gestione delle acque del Parco nazionale. Trend in incremento. Si ribadisce come siano state molto spesso rilevate tracce di attività di pesca, quali contenitori di esche,
contenitori per la pastura o resti di esche artificiali, ma la mancanza di sorveglianza e la scarsa tab ellatura non scoraggiano chi vi si dedica.
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3.2.8.3 Anfibi
Le specie
Per lo studio della presenza di Anfibi si sono operati ripetuti sopralluoghi, sia nel periodo riproduttivo
primaverile che in estate ed autunno al fine di rilevare direttamente le specie e il loro status nel sito. In particolare sono state ricercate le specie a maggiore sensibilità ecologica e a maggior grado di protezione. Il lago in sé non appare essere un luogo particolarmente vocato al sostegno degli anfibi dato che solo le sue
rive costituiscono un’area umida potenzialmente utile per la riproduzione, peraltro delle specie a maggiore valenza ecologica come il rospo comune o la rana verde.
Nome Nome italiano Status
1 Salamandrina perspicillata Salamandrina di Savi Allegato II Habitat 2 Bufo bufo Rospo comune Specie comune
3 Bufotes viridis Rospo smeraldino Specie comune 4 Bombina pachypus Ululone appenninico Allegato II Habitat
5 Rana italica Rana appenninica Specie comune 6 Rana cfr Rana verde Specie comune
TABELLA 8: CHECKLIST DEGLI ANFIBI RILEVATI.
Considerazioni ecologiche e gestionali
La Salamandrina di Savi è stata rilevata con pochi esemplari nei piccoli immissari del lago. Non utilizza lo
specchio d’acqua per la riproduzione essendo legata appunto alle pozze laterali delle acque correnti e ossigenate. Il Rospo comune è la specie che effettivamente utilizza il lago ove si riproduce così come nei piccoli
immissari. Specie euriecia si trova comunemente in tutto il parco. Il Rospo smeraldino è qui una sorpresa contattata precedentemente con maschi in canto riproduttivo in riva al lago presso la casa di Gamberligi. Sia nel 2016 e sia nel 2017 è stato visto o udito durante i rilievi ma si
sospetta continui a esser presente. L’Ululone appenninico è stato avvistato in primavera con adulti e ovature nel Fosso delle Scalelle e in altri tributari del lago oltre che pochi esemplari presso il Molino del Poggio.
La Rana appenninica è stata rilevata con adulti presso i piccoli immissari del lago dove inolt re sicuramente si riproduce. La Rana verde appare in lento aumento essendovi sempre un maggior numero di maschi in canto nella
stagione riproduttiva. Non è stato possibile catturare o registrarne il canto e quindi l’attribuzione specifica è ancora da verificarsi. Nel 2017 si sono riscontrati molti più animali in canto e si prospetta una duplicazione della popolazione negli ultimi due anni.
Per gli Anfibi non ci sono al momento dati sufficienti per valutare un trend delle specie di allegato. La loro presenza è di per se incoraggiante ma sarebbero necessarie verifiche specifiche per valutare i trend generali
nel Parco.
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FIGURA 30: GIOVANE INDIVIDUO DI RANA APPENNINICA (RANA ITALICA) RINVENUTA VICINO AL PLOT 1
3.2.8.4 Rettili
Le specie
Anche per lo studio della presenza di Rettili si sono operati ripetuti sopralluoghi sia nel periodo primaverile
che in estate ed autunno al fine di rilevare direttamente le specie e il loro status nel sito. In particolare sono state ricercate le specie a maggiore sensibilità ecologica e a maggior grado di protezione.
Nome Nome italiano Status
1 Podarcis muralis Lucertola muraiola Specie molto comune 2 Anguis fragilis Orbettino Specie comune 3 Natrix natrix Natrice dal collare Specie comune
4 Zamenis longissimus Saettone Allegato IV direttiva Habitat 5 Vipera aspis Vipera comune Localizzata, specie comune
TABELLA 9: CHECKLIST DEI RETTILI RILEVATI.
Considerazioni ecologiche e gestionali
La Lucertola muraiola è comune in tutta l'area circostante al lago. Specie molto adattabile, si porta anche in
vicinanza degli abitati. L’Orbettino è stato rilevato grazie ad un individuo trovato schiacciato sulla strada statale, l’8 maggio 2014. Non vi sono stati altri riscontri ma è molto probabile che la specie sia presente in tutta l’area , ma
semplicemente molto elusiva. La Natrice dal collare è la specie che effettivamente frequenta il lago e la si può trovare sulle rive o mentre nuota tra le acque. In Aprile 2014 è stata rilevata una grande femmina riproduttiva sulla riva sinistra del lago,
nel 2015 un giovane maschio,nel 2016 un esemplare è stato avvistato mentre attraversava nuotando il lago e nel 2017 un giovane è stato avvistato nei pressi del Mulino.
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Il Saettone è specie inclusa nell’Allegato IV della Direttiva Habitat. Sensibile al disturbo, simbolo della
medicina, ha ancora un discreto numero di effettivi nel Parco. È il primo avvistamento per l’area di indagine. Di grandi dimensioni, potendo superare i 150 cm, avrebbe bisogno di maggiore attenzione conservazionistica e, come gli altri serpenti, di una valutazione dell’effettiva diffusione e consistenza
numerica nel Parco. È stato avvistato con un esemplare nel 2016 e uno nel 2017. La Vipera comune è stata rilevata nel 2015 presso la valle del fosso di Rinsereno con un giovane esemplare. Specie ingiustamente perseguitata, ha oramai pochi effettivi in buona parte del territorio del Parco e va
considerata specie a rischio di conservazione per questa area.
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3.2.8.5 Uccelli
Come negli gli anni precedenti, anche nel 2017 l’indagine sull’avifauna si è svolta in due fasi:
la prima mirata a controllare l’utilizzazione del lago come sito riproduttivo dalle specie propriamente
d’ambiente acquatico; i dati sono stati raccolti con osservazioni da punti panoramici e con visite ai margini del lago.
la seconda per valutare la presenza delle altre specie legate alla vegetazione dei margini del lago e
dell’ambiente circostante; sono stati effettuati rilevamenti con 2 punti d’ascolto (a valle e a monte del lago) ripetuti due volte nella stagione riproduttiva (1/5/17 e 15/6/17) e, nelle stesse date, rilevamenti con percorso ad anello attorno al lago.
Inoltre, è stata effettuata una visita in periodo invernale (24/1/17) per raccogliere informazioni sulle specie svernanti nel sito.
FIGURA 31: TRANSETTO AD ANELLO UTILIZZATO PER I RILIEVI E COLLOCAZIONE DEI DUE PUNTI DI ASCOLTO.
Note sulle specie acquatiche
I dati sono sintetizzati nella tabella seguente
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Rilevamenti delle specie acquatiche da punto panoramico e dal lago
Specie nidificanti Data
rinvenimento
Airone cenerino Ardea cinerea
2/3 1 ind. sul nido 6
15/3 2 ind.: sui nidi 4-6 (vecchi di anno scorso)
283 3 ind.: in cova nei nidi 4 e 6
11/5 5 ind.: 2 pulli in un nido, uno in cova, occupato anche il nido 3
15/6 3 ind.
16/6 5 ind.: 3 pulli nel nido 4 e 2 pulli nel nido 6
Tuffetto
Tachybaptus ruficollis 16/6 5 ind.: adulto e 3 giovani di 1a e uno di 2a covata
Gallinella d'acqua
Gallinula chloropus 16/6 1 ind.
Germano reale
Anas platyrhynchos
24/1 1 ind.
19/5 3 ind.
16/6 4 ind.: 2 maschi e 2 femmina
Specie NON nidificanti Data
rinvenimento
Cormorano
Phalacrocorax carbo 16/6 2 ind.
Merlo acquaiolo
Cinclus cinclus
24/1 3 ind.: dispute territoriali
15/6 1 ind.: giovane
TABELLA 10: SPECIE ACQUATICHE RINVENUTE.
Specie contattate nei vari rilevamenti
I dati sono sintetizzati nelle tabelle seguenti
Punto d'ascolto a valle (19/5-15/6) coord. UTM WGS84: 725546 4864971
specie 19/5 15/6 attività
1 Airone cenerino Ardea cinerea 3 osservati
2 Tortora selvatica Streptopelia turtur 1 canto
3 Cuculo Cuculus canorus 1 canto
4 Rondone comune Apus apus 1 osservato
5 Picchio rosso maggiore Dendrocopos major 1 1 osservato
6 Rondine Hirundo rustica 1 1 osservato
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7 Scricciolo Troglodytes troglodytes 1 1 canto
8 Pettirosso Erithacus rubecula 1 canto
9 Codirosso comune Phoenicurus phoenicurus 1 canto
10 Merlo Turdus merula 1 1 canto
11 Tordo bottaccio Turdus philomelos 1 canto
12 Capinera Sylvia atricapilla 1 1 canto
13 Luì bianco Phylloscopus bonelli 1 canto
14 Codibugnolo Aegithalos caudatus 5 osservati
15 Cinciallegra Parus major 2 canto
16 Ghiandaia Garrulus glandarius 1 osservato
17 Fringuello Fringilla coelebs 1 canto
18 Verzellino Serinus serinus 1 Canto
19 Cardellino Carduelis carduelis 2 Canto
20 Zigolo nero Embariza cirlus 1 canto
Punto d'ascolto a monte (19/5-15/6) coord. UTM WGS84: 724906 4864763
specie 19/5 15/6 attività
1 Tuffetto Tachybaptus ruficollis 1 canto
2 Colombaccio Columba palumbus 1 canto
3 Cuculo Cuculus canorus 1 Canto
4 Picchio rosso maggiore Dendrocopos major 1 2 richiamo
5 Ballerina gialla Motacilla cinerea 1 2 osservate
6 Ballerina bianca Motacilla alba 1 osservata
7 Scricciolo Troglodytes troglodytes 2 2 canto
8 Pettirosso Erithacus rubecula 1 2 canto
9 Merlo Turdus merula 1 1 canto
10 Tordo bottaccio Turdus philomelos 1 canto
11 Capinera Sylvia atricapilla 1 2 canto
12 Luì piccolo Phylloscopus collybita 1 1 canto
13 Cincia bigia Poecile palustris 2 osservate
14 Rampichino comune Certhia brachydactyla 1 canto
15 Ghiandaia Garrulus glandarius 1 richiamo
16 Cornacchia grigia Corvus cornix 1 richiamo
17 Fringuello Fringilla coelebs 1 canto
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specie contattate nei percorsi per raggiungere i punti (19/5-15/6)
specie 19/5 15/6 attività
1 Germano reale Anas platyrhynchos 3
2 Colombaccio Columba palumbus 1 canto
3 Tortora selvatica Streptopoelia turtur 1 canto
4 Upupa Upupa epops 1 canto
5 Succiacapre Caprimulgus europaeus 1 canto
6 Tottavilla Lullula arborea 1 2 canto
7 Rondine Hirundo rustica 4 5 gruppo famigliare
8 Balestruccio Delichon urbicum 4 nidi attivi
9 Ballerina bianca Motacilla alba 1 1 osservato
10 Merlo acquaiolo Cinclus cinclus 1 giovane
11 Scricciolo Troglodytes troglodytes 1 canto
12 Codirosso spazzacamino Phoenicurus ochruros 1 3 canto
13 Stiaccino Saxicola rubetra 1 osservato
14 Saltimpalo Saxicola torquata 2 1 coppia, canto
15 Merlo Turdus merula 1 canto
16 Tordo bottaccio Turdus philomelos 3 canto
17 Capinera Sylvia atricapilla 1 canto
18 Sterpazzolina di Moltoni Sylvia subalpina 1 canto
19 Luì bianco Phylloscopus bonelli 1 1 canto
20 Luì piccolo Phylloscopus collybita 1 canto
21 Fiorrancino Regulus ignicapilla 1 1 canto
22 Cinciarella Cyanistes caeruleus 1 1 canto
23 Cincia dal ciuffo Lophophanes cristatus 1 osservato
24 Cincia mora Periparus ater 1 2 canto
25 Cincia bigia Poaecile palustris 1 3 canto
26 Picchio muratore Sitta europaea 1 1 canto
27 Rampichino comune Cerhia brachydactyla 1 canto
28 Fringuello Fringilla coelebs 1 canto
29 Verzellino Serinus serinus 2 canto
30 Cardellino Carduelis carduelis 5 giovani
31 Zigolo nero Emberiza cirlus 1 canto
Anello attorno al lago (16/6)
Specie 16/6 attività
1 Germano reale Anas platyrhynchos 4 2 maschi e 2 femmine
2 Cormorano Phalacrocorax carbo 2 osservati
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3 Tuffetto Tachybaptus ruficollis 5 adulti e giovani
4 Gallinella d’acqua Gallinula chloropus 1 richiamo
5 Colombaccio Columba palumbus 1 canto
6 Cuculo Cuculus canorus 1 canto
7 Picchio rosso maggiore Dendrocopos major 4 osservati
8 Ballerina bianca Motacilla alba 5 adulti e giovani
9 Pettirosso Erithacus rubecula 2 canto
10 Codirosso comune Phoenicurus phoenicurus 1 canto
11 Capinera Sylvia melanocephala 3 canto
12 Fiorrancino Regulus ignicapillus 1 canto
13 Picchio muratore Sitta europaea 1 richiamo
14 Rampichino comune Cerhia brachydactyla 1 canto
15 Rigogolo Oriolus oriolus 1 canto
Rilevamenti invernali (24/1/2017)
Specie N° individui attività
1 Germano reale Anas platyrhyncos 4
2 Picchio verde Picus viridis 1
3 Merlo acquaiolo Cinclus cinclus 3 dispute territoriali
4 Pettirosso Erithacus rubecula 1
5 Merlo Turdus merula 1
6 Regolo Regulus regulus 1
7 Cinciallegra Parus major 1
8 Cincia mora Periparus ater 1
9 Picchio muratore Sitta europaea 1
10 Ghiandaia Garrulus glandarius 2
11 Cornacchia grigia Corvus cornix 1
12 Fringuello Fringilla coelebs 1
13 Cardellino Carduelis carduelis 4
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FIGURA 32: ZONA IN INVERNO (FOTO C.CIANI).
3.2.8.6 Check-list dell’avifauna del sito in periodo riproduttivo e invernale
Si mettono a confronto la lista del 2017 con quelle dei t re anni precedenti. Si indicano come nidificanti le specie che si riproducono con certezza o probabilità nello specchio d’acqua o nella vegetazione adiacente;
con nidificanti? quelle di attribuzione incerta; di transito le specie che frequentano il sito, ma nidificano altrove; migratrici le specie in movimento migratorio; svernanti quelle rilevate solo nei mesi di dicembre e gennaio.
Specie 2014 2015 2016 2017
1 Germano reale Anas platyrhynchos X X X X nidificante
2 Cormorano Phalacrocorax carbo X X transito
3 Airone cenerino Ardea cinerea X X X X nidificante
4 Tuffetto Tachybaptus ruficollis X X X X nidificante
5 Poiana Buteo buteo X X transito
6 Gheppio Falco tinnunculus X X transito
7 Lodolaio Falco subbuteo X transito
8 Falco pellegrino Falco peregrinus X transito
9 Gallinella d'acqua Gallinula chloropus X X X X nidificante
10 Colombaccio Columba palumbus X X X X nidificante
11 Tortora selvatica Streptopelia turtur X X X nidificante
12 Cuculo Cuculus canorus X X X X nidificante
13 Allocco Strix aluco X nidificante
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14 Succiacapre Caprimulgus europaeus X X X X nidificante?
15 Rondone comune Apus apus X X X X transito
16 Martin pescatore Alcedo atthis X X transito
17 Upupa Upupa epops X X X transito
18 Torcicollo Jynx torquilla X X nidificante?
19 Picchio verde Picus viridus X X X nidificante?
20 Picchio rosso maggiore Dendrocopos major X X X X nidificante?
21 Picchio rosso minore Dendrocopos minor X X X nidificante?
22 Tottavilla Lullula arborea X X transito
23 Rondine montana Ptyonoprogne rupestris X X X transito
24 Rondine Hirundo rustica X X X X transito
25 Balestruccio Delichon urbicum X X X X transito
26 Calandro Anthus campestris X migratore
27 Ballerina gialla Motacilla cinerea X X X X nidificante
28 Ballerina bianca Motacilla alba X X X X nidificante
29 Merlo acquaiolo Cinclus cinclus X X X X transito
30 Scricciolo Troglodytes troglodytes X X X X nidificante
31 Pettirosso Erithacus rubecula X X X X nidificante
32 Codirosso spazzacamino Phoenicurus ochruros X X X X transito
33 Codirosso comune Phoenicurus phoenicurus X X X X transito
34 Stiaccino Saxicola rubetra X transito
35 Saltimpalo Saxicola torquatus X X transito
36 Merlo Turdus merula X X X X nidificante
37 Tordo bottaccio Turdus philomelos X X X X nidificante
38 Tordela Turdus viscivorus X X nidificante
39 Capinera Sylvia atricapilla X X X X nidificante
40 Sterpazzolina di Moltoni Sylvia subalpina X X nidificante?
41 Luì bianco Phylloscopus bonelli X X X X nidificante
42 Luì piccolo Phylloscopus collybita X X X X nidificante
43 Regolo Regulus regulus X X svernante
44 Fiorrancino Regulus ignicapilla X X X X nidificante
45 Pigliamosche Muscicapa striata X nidificante?
46 Codibugnolo Aegithalos caudatus X X X X nidificante?
47 Cinciarella Cyanistes caeruleus X X X X nidificante
48 Cinciallegra Parus major X X X X nidificante
49 Cincia dal ciuffo Lophophanes cristatus X transito
50 Cincia mora Periparus ater X X X X nidificante
51 Cincia bigia Poecile palustris X X X X nidificante
52 Picchio muratore Sitta europaea X X X X nidificante
53 Rampichino comune Certhia brachydactyla X X X X nidificante
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54 Rigogolo Oriolus oriolus X X X X nidificante
55 Ghiandaia Garrulus glandarius X X X X nidificante
56 Cornacchia grigia Corvus cornix X X X X nidificante?
57 Storno Sturnus vulgaris X transito
58 Fringuello Fringilla coelebs X X X X nidificante
59 Verzellino Serinus serinus X X X X nidificante
60 Verdone Carduelis chloris X nidificante
61 Cardellino Carduelis carduelis X X X transito
62 Lucherino Carduelis spinus X svernante
63 Fanello Carduelis cannabina X transito
64 Zigolo nero Emberiza cirlus X X X X nidificante
TABELLA 11: CHECK-LIST DELL’AVIFAUNA RINVENUTA NELL’AREA.
Considerazioni sulle specie presenti
1) Specie acquatiche
Nel 2017 hanno nidificato l’Airone cenerino, che si conferma così nidificante regolare, ed il Tuffetto, che aveva nidificato anche l’anno precedente. Non si sono avuti indizi riproduttivi per le altre due specie che
frequentano il lago in periodo riproduttivo (Gallinella d’acqua e Germano reale ); le altre specie sono solo di transito (Cormorano, Martin pescatore e Merlo acquaiolo).
Airone cenerino: la specie si è riprodotta anche quest’anno. Due le coppie presenti.
In sintesi gli avvenimenti: 2012 e 2013: la specie era presente, ma non si è accertata la riproduzione che potrebbe però essersi verificata, almeno nel 2013, per la presenza di giovani in loco a fine stagione riproduttiva.
2014: 2 nidi occupati. Nel nido n. 1, costruito già nel 2012, la riproduzione è riuscita con involo di 3 giovani; il nido n. 2 è stato costruito, ma poi abbandonato.
2015: 3 nidi occupati. Il nido n. 2, inizialmente occupato in data 11/4, è stato poi abbandonato. Anche il nido n. 3, di nuova costruzione, occupato il 26/4, è risultato abbandonato. Nel nido n. 4, anche questo di nuova costruzione, si
sono involati 2 pulli. Un altro nido nuovo, n. 5, occupato il 1/6 e poi abbandonato. 2016: 3 nidi occupati. Il nido n. 3, occupato il 31/3, è stato poi abbandonato. La riproduzione è avvenuta nel nido n. 4 (4 giovani
involati) e nel n. 6 (nuova costruzione) con 3 giovani involati. 2017: 3 nidi occupati. La riproduzione è avvenuta nei nidi n.4 (3 giovani involati) e n.6 (2 giovani involati); il nido n.3, occupato in
data 11/5, è stato poi abbandonato. Tutti i nidi sono stati costruiti negli anni precedenti. Sono pertanto 6 i nidi costruiti negli abeti secchi al centro del lago; di questi, 3 (n. 1-2-5) sono scomparsi per il crollo degli abeti; nel 2017 sono rimasti 3 nidi (n. 3 -4-6).
I giovani involati sono complessivamente 12: 3 nel 2014, 2 nel 2015, 7 nel 2016, 5 nel 2017.
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FIGURA 33: COLLOCAZIONE DEI NIDI; I NIDI 1, 2 E 5, COSTRUITI NEGLI ANNI SCORSI, SONO CROLLATI ASSIEME AGLI ALBERI CHE LI
SOSTENEVANO.
FIGURA 34: COLLOCAZIONE DEI NIDI ATTIVI NEL 2017.
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FIGURA 35: NIDO N°4- 3 PULLI NEL NIDO- 16/6/2017.
Gallinella d’acqua : presente anche nel 2017, senza che sia stata riscontrata la riproduzione; l’unico caso riproduttivo accertato rimane quello del 2015 che deve quindi considerarsi evento irregolare e sporadico.
Tuffetto: presente tutti gli anni; dopo il primo accertamento della riproduzione avvenuto nel 2016, anche nel 2017 la coppia presente si è riprodotta con due covate di esito positivo: 4 giovani (uno della prima, 3 della
seconda) sono stati rilevati in data 16/6.
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FIGURA 36: TUFFETTO
Germano reale: presente anche nel 2017 in più occasioni, fino a 4 individui (2 maschi e 2 femmine in data 16/6), senza riscontri positivi di nidificazione; l’unica riproduzione accertata rimane q uella del 27/7/16 con l’osservazione del gruppo famigliare di adulti e giovani.
FIGURA 37: GRUPPO FAMILIARE DI GERMANO REALE NEL 2016.
Cormorano: rimane di presenza irregolare e sporadica; un’osservazione nel 2014, 2 nel 2016 e una nel 2017 (2 individui il 16/6); rientrano tutte in movimenti erratici della specie lungo i corsi fluviali.
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Martin pescatore: non rilevato nel 2017. Le rare osservazioni degli anni passati (1 nel 2014, 2 nel 2016)
sono da attribuire probabilmente, a movimenti erratici da siti del fiume più a valle; la specie è del resto rara in tutto il Parco.
Merlo acquaiolo: viene rilevato con una certa regolarità: 1 osservazione nel 2014, 1 nel 2015, 4 nel 2016 alle quali si aggiungono 2 osservazioni nel 2017: 24/1 tre individui in competizione territoriale, 15/6 un giovane. Si tratta sempre probabilmente di individui in transito, nidificanti nel Bidente a monte e a valle del
lago, ambiente quest’ultimo peraltro non idoneo al Merlo acquaiolo. 2) Altre specie
Si tratta in genere di un’avifauna generalista tipica dell’ambiente e della vegetazione circostante; in gran parte sono specie di ambiente boschivo nidificanti nell’intorno; altre transitano nella zona avendo il sito
riproduttivo nella parete rocciosa della vecchia frana (Rondine montana, Codirosso spazzacamino), nei casolari e nei coltivi di Poggio Baldi (Rondone comune, Upupa, Rondine, Balestruccio, Codirosso comune, Cinciallegra, Storno, Cardellino, Fanello) o perché il sito può rientrare nel loro terreno di caccia (Poiana,
Gheppio, Lodolaio, Falco pellegrino) .
Considerazioni ecologiche e gestionali sulle specie nidificanti
Airone cenerino Ardea cinerea Ardeide coloniale che nidifica principalmente nei boschi planiziali delle zone vallive. Si alimenta di una grande varietà di animali: Pesci, Rettili, Anfibi, Micromammiferi, Insetti, Crostacei, Uccelli.
Presente da tempo con grandi colonie nella provincia di Ravenna, nella provincia di Forlì-Cesena si è insediato solo recentemente; a metà del decennio scorso risultavano utilizzati solo 3 siti: il Lago di Ridracoli, con una coppia nel 2004, i laghetti dell’azienda agricola presso Bivio Montegelli anche qui con una coppia
nel 2006 e il Lago di Quarto dove si è insediata una vera colonia a partire dal 2006 con 5 coppie, salite ad oltre 15 l’anno successivo (Casadei et al., 2012). L’occupazione del laghetto di Corniolo rientra in un’evidente espansione locale in atto che ha portato dal
2014 all’occupazione anche di siti fuori dall’ambiente acquatico congeniale, come nella periferia cittadina di Forlì (una dozzina di nidi in un boschetto di robinie) e nella zona di Strada S.Zeno (11 nidi in una pineta). Nel laghetto per la collocazione del nido utilizza la vegetazione arborea di margine disseccata.
Tuffetto Tachybaptus ruficollis Specie nidificante in zone umide d’acqua dolce, poco profonde, naturali o artificiali; frequenta sia le grandi
zone vallive, sia siti di ridotta estensione come piccoli stagni, cave allagate, vasche di depurazione acque industriali, chiari di caccia. Si alimenta immergendosi sott’acqua per raccogliere piccoli animali acquatici (Insetti, Molluschi, Crostacei, Pesci), più raramente vegetali.
Nella provincia di Forlì-Cesena la distribuzione è frammentaria, legata alla dislocazione degli ambie nti adatti; più frequente in zone pianeggianti (chiari di Cesenatico, cave di Magliano) e di bassa collina (laghetti irrigui), rara in montagna (Lago di Quarto) (Ceccarelli & Gellini, 2011).
Il laghetto di Corniolo presenta caratteristiche adatte per la ni dificazione, dovute alla presenza di elementi utili per fornire riparo e per costruire il nido come presenza di vegetazione igrofila ripariale e il progressivo ingresso di vegetazione idrofitica sommersa,.
La riproduzione a Corniolo è la più elevata per l a provincia di FC e la prima per il P.N. Foreste Casentinesi, dove la specie non era indicata in precedenza nella check-list (Ceccarelli et al., 2005).
Gallinella d’acqua Gallinula chloropus Specie nidificante in zone umide d’acqua dolce o salmastra, adat tata ad ambienti di varia natura, anche di ridotte dimensioni (corsi fluviali, canali, laghetti irrigui, stagni), specialmente in aree planiziali.
L’alimentazione è prevalentemente di origine vegetale (semi e parti di piante acquatiche), ma anche animale (vari invertebrati e piccoli pesci). In provincia di Forlì-Cesena la distribuzione è frammentaria e ricalca la distribuzione degli ambienti idonei,
soprattutto sotto i 100 m di altitudine; localizzata in collina nei laghetti irrigui, con altitudini massime registrate a 300-400 m (Ceccarelli & Gellini, 2011). Il sito di Corniolo corrisponde alla massima altitudine registrata in provincia; si tratta dell’unico sito noto nel
versante romagnolo del P.N. Foreste Casentinesi; nidificazioni accidentali sono riportate per il versante toscano (Ceccarelli et al., 2005). Come per il Tuffetto, la vegetazione igrofila ed idrofitica rappresentano zone di riparo e fonte di materiale per il nido.
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Germano reale Anas platyrhynchos
Specie nidificante in ambienti umidi costieri ed interni, d’acqua dolce e salmastra, di ogni tipologia e dimensione, compresi piccole zone umide come canali, fossati, laghetti di irrigazione collinari. L’alimentazione onnivora comprende componenti vegetali (semi, germogli) e piccoli animali acquatici .
La distribuzione nella provincia di Forlì-Cesena appare frammentaria, prevalentemente nelle zone di pianura e di bassa collina; in ambiente montano è nidificante solo nel Lago di Quarto e nel laghetto di Corniolo che rappresenta l’unico sito riproduttivo noto per il P.N. Foreste Casentinesi.
3.2.8.7 Mammiferi
Le specie
L’indagine sui mammiferi è stata svolta sia con la raccolta delle osservazioni, segni di presenza e dati derivati per i mammiferi terrestri presenti sulle sponde del Lago e sia mediante ascolti in diversi punti nei
pressi dell’invaso e sue sponde per quanto attiene i chirotteri. Inoltre è stata effettuata una campagna di rilievi con fototrappole e 4 rifugi artificiali per chirotteri sono stati posizionati sul percorso previsto. I risultati del fototrappolaggio è sotto riportato mentre i ri fugi non sono stati
utilizzati, anche se riposizionati, forse per gli evidenti segni di disturbo presenti sotto di essi.
Nome Nome italiano Note ecologiche
1 Sorex samniticus Toporagno appenninico Presente tutto attorno 2 Crocidura leucodon Crocidura ventrebianco Presente tutto attorno
3 Erinaceus europaeus Riccio Rilevato presso strada 4 Pipistrellus pipistrellus Pipistrello nano Rilevato in foraggiamento sulle rive lago
5 Pipistrellus kuhlii Pipistrello albolimbato Rilevato in foraggiamento sulla strada, vicino a
case e riva lago
6 Hypsugo savii Pipistrello di Savi Rilevato in foraggiamento sulla strada, vicino a
case e riva lago
7 Myotis emarginatus* Vespertilio smarginato Rilevato in foraggiamento nel boschetto in destra
idrografica riva lago
8 Myotis daubentonii Vespertilio di Daubenton Rilevato in foraggiamento sul lago
9 Nyctalus leisleri Nottola di Leisler Rilevato in foraggiamento sulla strada, vicino a
case e riva lago 10 Myodes glareolus Arvicola rossastra Presente tutto attorno
11 Microstus savii Arvicola di Savi Presente tutto attorno 12 Glis glis Ghiro Presente tutto attorno
13 Apodemus sylvaticus Topo selvatico Presente tutto attorno 14 Hystrix cristata Istrice Presente tutto attorno
15 Myocastor coypus Nutria Sponde del lago 16 Meles meles Tasso Presente tutto attorno
17 Martes foina Volpe Presente attorno al lago 18 Mustela putorius Puzzola Presente attorno al lago
19 Vulpes vulpes Volpe Presente attorno al lago 20 Canis lupus* Lupo Presente attorno al lago 21 Capreolus capreolus Capriolo Presente tutto attorno
22 Dama dama Daino Aree di aggregazione sulle rive
23 Cervus elaphus Cervo Aree di bramito sulle pendici, foraggiamento
presso le rive
24 Sus scrofa Cinghiale Presente tutto attorno
* specie in Allegato II della Direttiva Habitat
TABELLA 12: CHECKLIST DEI MAMMIFERI RILEVATI.
Considerazioni ecologiche e gestionali
Nel 2015 è stata rinvenuta la presenza della Nutria nel lago, confermata nel 2016 e avvistata con almeno 2 esemplari anche nel 2017. Specie alloctona tra le 100 peggiori del pianeta (Lowe et al., 2004) da tempo sta invadendo il territorio della provincia di Forlì (Scaravelli, 2002) risalendo in Appennino lungo le principali aste
fluviali. La colonizzazione del Lago è oramai accertata e andrebbe impedito un ulteriore ampliamento con il controllo degli esemplari, forse solo alcuni, presenti. Per il resto non vi sono variazioni rispetto a quanto riscontrato negli anni precedenti quando si specificava
che, tra le specie rilevate, solo il M. daubentonii è strettamente legata all’habita lacustre essendo specie che
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foraggia sulle superfici di acque lentiche. In passato era già stata rilevata proprio in questo bacino (Sc aravelli
& Bertozzi, 1998) e inoltre è stata osservata in diversi ambiti del Parco (Scaravelli, 2001). Oltre ai rilievi bioacustici che li hanno visti in caccia presso le rive del lago, un esemplare di maschio di Vespertilio smarginato Myotis emarginatus, specie di Allegato II, è stato trovato in riposo all’interno dei
resti del Mulino. Per il resto si tratta di specie presenti e diffuse con continuità in buona parte delle aree del Parco. Nei rilievi effettuati in settembre è stato possibile notare come dalle rive del lago si potessero chiaramente udire i
diversi bramiti provenienti dalle aree di crinale prospicienti.
Ricerca mediante fototrappole
Anche nel 2017 sono state posizionate posizionate fototrappole per verificare i movimenti della macrofauna nella zona. Se nel 2016 in luglio e agosto erano state poste in a una piccola radura in vicinanza di una pozza
di esondazione in riva destra che presentava evidenti segni di passaggio delle diverse specie, nel 2017 sono state provate le postazioni riportate in Figura 37.
FIGURA 38: POSIZIONAMENTO TRAPPOLE NEL 2017.
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Nel 2016, come riportato in Tabella 13, sono state rilevate 10 specie. Si tratta della tipica situazione che si
incontra nei boschi appenninici del Parco costituita dalla presenza di 4 ungulati, 3 piccoli carnivori e Istrice. È stato avvistato anche un Gatto domestico e in due casi l’Allocco è sceso ad abbeverarsi e a bagnarsi.
Specie N. Casi N. Individui
Allocco 2 2
Capriolo 18 25
Cervo 35 55
Cinghiale 1 1
Daino 4 6
Faina 1 1
Gatto domestico 2 2
Istrice 6 7
Tasso 4 4
Volpe 2 2
Totale 75 105
TABELLA 13: SPECIE RILEVATE MEDIANTE VIDEO-TRAPPOLAGGIO NEL 2016.
Nel 2017 sono state rilevate le specie riportate in Tabella 14
Specie N. Casi N. Individui
Capriolo 23 25
Cervo 49 69
Cinghiale 35 156
Daino 6 6
Faina 1 1
Gatto domestico 9 9
Istrice 3 6
Lupo 2 3
Puzzola 5 5
Tasso 6 6
Volpe 2 2
Totale 141 288
TABELLA 14: SPECIE RILEVATE MEDIANTE VIDEO-TRAPPOLAGGIO NEL 2017.
Una piacevole sorpresa è stata la ripresa di esemplari di Puzzola. Questa specie, in un recente passato in evidente rarefazione in tutto il territorio nazionale, oggi appare in lenta ripresa con una serie di avvistamenti in diversificati ambienti in tutto il territorio nazionale. Legata spesso alla presenza di bacini o fiumi, suoi
ambienti preferiti per la caccia, la costituzione di questo lago potrebbe aver giocato a suo favore per la riconquista di questi ambiti.
Per i 3 principali ungulati rilevati si è potuto anche verificare, grazie al dimorfismo sessuale, la composizione di genere ed età degli esemplari catturati in immagini. Predominano le femmine in Capriolo e soprattutto in Cervo e, in entrambe le specie, sono stati riscontrati numerosi giovani. Il Daino è passato con soli 4 maschi
adulti e un indeterminabile (Tabella 16).
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Specie MM FF Juv ND Totale
Capriolo 5 7 5 8 25
Cervo 2 43 8 2 55
Daino 5 0 0 1 6
TABELLA 15: SESSO ED ETÀ NEI PRINCIPALI 3 UNGULATI REGISTRATI NEL 2016.
Specie MM FF Juv ND Totale
Daino 6 0 0 3 9
Capriolo 10 6 2 7 25
Cervo 30 29 7 3 69
TABELLA 16: SESSO ED ETÀ NEI PRINCIPALI 3 UNGULATI REGISTRATI NEL 2017.
Per Cervo e Capriolo è stato possibile valutare anche la frequentazione in termini di fascia oraria, questo
anche in relazione a possibili interferenze con la frequentazione turistica del sito. Entrambe le specie ( 38-39-
40-41) preferiscono la prima mattina e soprattutto l’intera notte con la bimodalità tipica per entrambe le
specie rilevata nel 2016 (Figura 38-40) come nel 2017 (Figura 39-41). Il Capriolo inoltre ha mostrato anche
attività nella mattina. Il parallelismo tra le attività delle due specie è riportato nelle Figura 44: Distribuzione
percentuale dei passaggi per fascia oraria per i due ungulati 2017. e 43, dove i casi sono riportati percentualmente.
FIGURA 39: NUMEROSITÀ DEI CASI PER IL CAPRIOLO NELLE FASCE ORARIE GIORNALIERE.
0
1
2
3
4
5
6
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a 0
2
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a 0
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4
Distribuzione passaggi di Capriolo per fascia oraria 2016
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FIGURA 40. NUMEROSITÀ DEI CASI PER IL CAPRIOLO NELLE FASCE ORARIE GIORNALIERE.
FIGURA 41: NUMEROSITÀ DEI CASI PER IL CERVO NELLE FASCE ORARIE GIORNALIERE.
0
1
2
3
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4
Distribuzione passaggi di Capriolo per fascia oraria 2017
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Distribuzione passaggi di Cervo per fascia oraria 2016
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FIGURA 42. NUMEROSITÀ DEI CASI PER IL CERVO NELLE FASCE ORARIE GIORNALIERE.
FIGURA 43: DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEI PASSAGGI PER FASCIA ORARIA PER I DUE UNGULATI 2016.
FIGURA 44: DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEI PASSAGGI PER FASCIA ORARIA PER I DUE UNGULATI 2017.
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Distribuzione passaggi di Cervo per fascia oraria 2017
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25,00
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Cervo
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4 ALTRI STUDI E/O PROGETTI NELL’AREA
Monitoraggio del corpo di frana - NHAZCA S.r.l.
Dal 2015 il geosito di Poggio Baldi si è costituito come un vero e proprio Sito Sperimentale di Monitoraggio Frana. Qui, attività di monitoraggio ed avanzate tecniche di telerilevamento si fondono in un vero e proprio
laboratorio di campo. Dal 2015, molti ricercatori e aziende leader nella produzione di strumentazione di monitoraggio geotecnico e geomatico, incontrano annualmente la comunità t ecnica e scientifica per dimostrazioni dal vivo, sul campo, delle proprie tecnologie. L'accessibilità del sito ha permesso l'installazione
di diversi tipi di apparecchiature di monitoraggio da remoto (ad es., Laser Scanner e Fotogrammetria) con l'obiettivo di valutare il rischio residuo e di prevedere l'evoluzione futura del versante. Nello specifico, tra le opere di stabilizzazione effettuate nell’area di Poggio Baldi, rientrano alcuni terrapieni realizzati ai fini di
controllo di eventi da rock-fall provenienti dalla sovrastante scarpata principale, essendo quest'ultima ancora particolarmente attiva. I risultati preliminari del monitoraggio (Mazzanti et al., 2017) considerando la rilevante dimensione ed il
volume della frana, evidenziano che non sono del tutto escluse potenziali riattivazioni, sia a breve che a lungo termine. Ne e’ a totale testimonianza la parte superiore della scarpata, la quale è interessata da un’evoluzione geomorfologica molto attiva con frequenti eventi di crollo. Questi ultimi, a lungo termine,
potrebbero causare un sovraccarico della parte superiore della massa di detriti, formatasi durante la riattivazione del marzo 2010.
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5 CONCLUSIONI
5.1 Considerazioni conclusive su analisi acque superficiali/sedimento
Dai risultati ottenuti nel triennio di monitoraggio 2014-2017 si evince come le variazioni delle componenti
abiotiche si ri flettono in maniera preponderante sulla flora delle acque lotiche e lentiche. La comparsa nel 2017 di Lemna minor e L. minuta, pleustofite notoriamente esigenti in termini di azoto e di nutrienti, possono essere interpretate come un aumento del grado di trofia delle acque e ciò è confermato dall’aumento nei
sedimenti del rapporto C/N, del Fosforo totale, del Carbonio organico totale e dalla diminuzione dell’Azoto totale. A ulteriore conferma di quanto detto l’analisi delle acque ha registrato un lieve aumento del tenore di Solfati, del COD e delle U.F.C. di Escherichia coli. La spiegazione di ciò può essere dovuta all’andamento
meterologico dei semestri Luglio-Dicembre 2016 e Gennaio-Giugno 2017 caratterizzati dall’ assenza di precipitazioni e da temperature elevate che possono aver determinato una stratificazione nel corpo limnico con l’instaurarsi di condizioni di anossia nell’interfaccia acqua-sedimento.
L’ipotesi di uno studio più approfondito sullo stato di qualità dell’ambiente in esame basato sull’ Indice Biologique Macrophytique en Rivièr o I.B.M.R. (ANFOR, 2003) dovrebbe essere valutata in quanto le macrofite sono soggette a drastici fattori limitanti che determinano la costituzione di comunità vegetali
azonali a prevalente determinismo edafico (Minciardi et al., 2009). L’indice IBMR traduce essenzialmente il grado di trofia delle acque legate alla presenza di ammonio, ortofosfati ed eventi di inquinamento organico (Minciardi et al., 2003).
5.2 Considerazioni conclusive su flora-vegetazione
L’analisi vegetazionale, condotta utilizzando i metodi fitosociologico e sinfitosociologico, ha messo in luce una buona diversità fitocenotica.
Lo studio della vegetazione è stato effettuato anche attraverso l’ausilio degli spettri biologici e corologici che hanno permesso di evidenziare alcune caratteristiche comuni tra i diversi consorzi. In particolare lo spettro biologico ha permesso di evidenziare ancora una presenza importante di terofite, risultato presumibilmente
da collegare al forte disturbo e al rimaneggiamento dovuto all’evento franoso. L’analisi corologica ha rilevato la predominanza degli elementi boreali seguiti da quelli mediterranei che confermano l’Emilia-Romagna come area di confine tra la regione Temperata e quella Mediterranea. Anche l’analisi degli indici di
Ellenberg-Pignatti ha permesso di confrontare tra loro, sulla base dei differenti indici, le diverse fitocenosi, evidenziando l’esistenza di gradienti correlabili con le variazioni ambientali. Questi risultati hanno permesso di confermare alcune correlazioni tra le associazioni e particolari situazioni edafiche o con eventuali agenti di
disturbo. In definitiva l’analisi vegetazionale ha permesso oltre alla caratterizzazione sinecologica, sintassonomica e sindinamica delle comunità presenti nel territorio esaminato, di contribuire alla conoscenza floristica e
vegetazionale di questo nuovo ambiente. Sono stati riconosciuti syntaxa che presentano un certo grado di rarità nel contesto romagnolo perché legati ad ambienti particolari (es. Eucladio verticillatae-Adiantetum capilli-veneris su pareti marnoso-arenacee con stilicidio). A livello floristico, è stato possibile evidenziare la
presenza di specie di particolare interesse, alcune delle quali tutelate dalla L.R. 2/77, come; Asplenium scolopendrium negli ambienti rupicoli mesofili (che sarà oggetto di segnalazione a S.S.N.R.), Campanula medium e Ophrys fuciflora nelle stazioni di gariga poste sulle cenge rocciose della formazione Marnoso-
arenacea, Bellidiastrum michelii su roccia all’interno dell’orno -ostrieto (oggetto di segnalazione come Asplenium ), Adiantum capillus-veneris nelle cenosi di rupe stillicidiosa. Nel triennio è stato possibile individuare anche alcuni habitat, alcuni dei quali di interesse prioritario (indicato
con *) come: - 3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition; - 3270: Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p e Bidention p.p. ;
- 6430: Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile; - 7220*: Sorgenti piet rificanti con formazione di tufi (Cratoneurion).
Buldrini et al. (2017) rammentano di non dimenticare l’importanza che rivestono le cenosi a macrofite,
caratterizzate da piante erbacee igrofile costituenti formazioni anche dense e da idrofite radicanti e flottanti, contenenti diverse specie idonee a fungere da rifugio per le specie di anfibi che vivono sempre in acqua durante la fase larvale e in parte durante la fase adulta. Nello specifico si ricorda che: Bombina pachypus
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necessita di vegetazione acquatica non o poco ombreggiante (es. Chara, Myriophyllum); Salamandrina
terdigitata e Triturus carnifex stanno in pozze profonde e necessitano di vegetazione aquatica a foglie larghe o comunque molto coprente (es. Potamogeton e Ranunculus trichophyllum ); le rane rosse usano soprattutto le rive e necessitano di vegetazione igrofila, ma non sono esigenti in fatto di specie (es. generi Carex e
Juncus). Sulla base di queste considerazioni sarebbe auspicabile l’inclusione dell’area indagata in uno dei due SIC
attualmente presenti (SIC IT4080011 Rami del Bidente, Monte Marino e SIC IT4080003 Monte Gemelli, Monte Guffone) o all’interno del Parco Nazionale.
5.3 Considerazioni conclusive su fauna
Il progetto ha apportato una notevole quantità di informazioni e dato la base per la verifica dell’evoluzione paesaggistica e faunistica di questo tratto di Appennino. Sulla base di queste considerazioni sarebbe auspicabile effettuare in futuro delle verifiche a cadenza di 3 o 5 anni sull’evoluzione dei popolamenti al fine
di creare un database evolutivo per affrontare a ragion veduta le necessità gestionali che quest i ambienti presentano e ampliare la conoscenza di luoghi meno conosciuti rispetto a quelli del parco.
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WOLFF P., DIEKJOBST H. & SCHWARZER A., 1994: Zur Soziologie und Ökologie von Lemna minuta H.,
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ZANGHERI P., 1961: La Provincia di Forlì nei suoi aspetti naturali. Geografia fisica, clima, geologia, fauna e
flora, paletnologia (preistoria). Saggio di illustrazione naturalistica di una provincia italiana esposta in forma
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ZANGHERI P., 1966a: Repertorio Sistematico e Topografico della Flora e Fauna Vivente e Fossile della
Romagna. Tomo 1. Memorie del Museo Civico di Storia Naturale di Verona. Mem. Fuori serie n. 1.
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ZANOTTI A.L., UBALDI D., PUPPI G., 1995: Ricerche sulla vegetazione dei prati aridi e semiaridi nel
bolognese e in Romagna. Arch. Geobot. 1(2): 91-110.
Piani di Gestione aree Rete Natura 2000 consultati
SIC IT4080011 Rami del Bidente, Monte Marino
SIC-ZPS IT4080003 Monte Gemelli, Monte Guffone
Sitografia consultata
http://www.emplantbase.org/
http://www.actaplantarum.org/
http://vnr.unipg.it/habitat/
http://www.sci.muni.cz/botany/juice/
www.prodromo-vegetazione-italia.org
www.piet rozangheri.it
www.eppo.int/INVASIVE_PLANTS/ias_plants.htm
http://www.arpae.it/elenchi_dinamici.asp?tipo=dati_acqua&idlivello=2020
http://www.monitoraggiofrana.it/
TITOLODEL LAVORO
Dicembre 2017DATA
RESPONSABILEDI PROGETTO
Studio ambientale e monitoraggi naturalistici del lago di neo-formazione in località Poggio Baldi di Corniolo
All.1 - Elenco floristico
Lago di Poggio Baldi - Corniolo
CON LACOLLABORAZIONE
DI
AREA
Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi,Monte Falterona e Campigna
Studio Verde S.r.l.Dott. Pierluigi MolducciDott. Giovanni Grapeggia
Coop ST.E.R.N.A. Dott. Stefano GelliniDott. Dino ScaravelliDott. Pierpaolo CeccarelliDott. Carlo Ciani
Studio Verde s.r.l.Dott. Emanuele MorettiDott. Lisa Casamenti
Famiglia Genere e specie Forma biologica Raunkier Corotipo Rilievo
Adoxaceae Sambucus ebulus L. G rhiz/H scap Euri-Medit./Europ. 1
Adoxaceae Sambucus nigra L. P caesp Europ./ Europ.-Caucas.
Alismataceae Alisma plantago-aquatica L. I rad Subcosmop. 3;4;5
Apiaceae Anthriscus sylvestris (L.) Hoffm. H scap Paleotemp. 2
Apiaceae Daucus carota L. subsp. carota H bienn/T scap Cosmop./Paleotemp. 3;4;5
Apiaceae Sanicula europaea L. H ros/H scap Eurasiat./Paleotemp./Paleotrop. 1
Apiaceae Tommasinia verticillaris (L.) Bertol. H scap Orof. S-Europ. 3;5
Araceae Lemna minor L. I nat Subcosmop. 5
Araceae Lemna minuta Kunth I nat Pantrop. 5
Araliaceae Hedera helix L. P lian Subatl./Submedit. 1;2;3;4;5
Aspleniaceae Asplenium scolopendrium L. H ros Circumbor./Eurasiat.
Aspleniaceae Asplenium trichomanes subsp. quadrivalens D.E. Mey. H ros Cosmop.3
Asteraceae Carthamus lanatus L. T scap Euri-Medit.
Asteraceae Helminthotheca echioides (L.) Holub T scap Euri-Medit./Euri-Medit.-Orient. 4
Asteraceae Achillea millefolium L. H scap Eurosiber. 1
Asteraceae Anthemis cotula L. Ch suffr/T scap Eurasiat./Euri-Medit.
Asteraceae Arctium lappa L. H bienn Eurasiat. 1
Asteraceae Artemisia alba Turra Ch suffr S-Europ./Steno-Medit./Submedit.
Asteraceae Artemisia vulgaris L. H scap Circumbor./Eurasiat. 1;4;5
Asteraceae Bidens tripartitus subsp. bullatus (L.) Rouy T scap NW-Medit. 5
Asteraceae Carduus pycnocephalus L. subsp. pycnocephalus H bienn/T scap Medit.-Turan./ Steno-Medit.
Asteraceae Carlina vulgaris L. H scap Eurosiber. 4
Asteraceae Centaurea nigrescens subsp. pinnatifida (Fiori) Dostál H scap Endem. Ital. 1;4;5
Asteraceae Cichorium intybus L. H scap Cosmop. 5
Asteraceae Cirsium arvense (L.) Scop. G rad Eurasiat./Subcosmop. 1;4;5
Asteraceae Cirsium vulgare (Savi) Ten. H bienn Eurasiat. 1;3;4
Asteraceae Cota tinctoria (L.) J. Gay (=Anthemis tinctoria L.) Ch suffr/H bienn Centroeurop./Pontica 4
Asteraceae Crepis leontodontoides All. H ros/H scap W-Medit. 3;5
Asteraceae Dittrichia viscosa (L.) Greuter subsp. viscosa H scap Euri-Medit.
Asteraceae Erigeron annuus (L.) Desf. T scap N-Amer. 5
Asteraceae Erigeron canadensis L. T scap N-Amer. 3;5
Asteraceae Eupatorium cannabinum L. H scap Paleotemp. 1;2;3;4;5
Asteraceae Hypochaeris radicata L. H ros Europ.-Caucas. 3
Asteraceae Inula conyzae (Griess.) Meikle H bienn/H scap Centroeurop./Eurasiat./W-Asiatica3
Asteraceae Lactuca muralis (L.) Gaertn. H scap Eurasiat./Europ.-Caucas. 2;3
Asteraceae Lactuca saligna L. H bienn/T scap Medit.-Turan.
Asteraceae Lactuca serriola L. H bienn/H scap Euri-Medit./Sudsiber.
Asteraceae Lapsana communis L. T scap Paleotemp.
Asteraceae Leucanthemum vulgare (Vaill.) Lam. H scap Eurasiat./Euri-Medit./Eurosiber.
Asteraceae Petasites hybridus (L.) G. Gaertn., B. Mey. & Scherb. G rhiz Eurasiat.1;2;3
Asteraceae Picris hieracioides L. H bienn/H scap Eurasiat./Eurosiber. 4;5
Asteraceae Pulicaria dysenterica (L.) Bernh. H scap Euri-Medit./Steno-Medit. 1;4;5
Asteraceae
Senecio ovatus (G. Gaertn., B. Mey. & Scherb.) Willd.
subsp. ovatus H scap E-Europ.1
Asteraceae Serratula tinctoria L. H scap Eurosiber. 1
Asteraceae Solidago virgaurea L. H scap Circumbor. 3
Asteraceae Sonchus asper (L.) Hill H bienn/T scap Eurasiat./Subcosmop. 3;4;5
Asteraceae Sonchus oleraceus L. H bienn/T scap Cosmop./Eurasiat./Subcosmop. 1;3;4
Asteraceae Tanacetum corymbosum (L.) Sch. Bip. H scap Euri-Medit. 1
Asteraceae Tanacetum vulgare L. H scap Eurasiat. 1;3
Asteraceae Taraxacum officinale (group) H ros Circumbor./Cosmop. 1;3;4
Asteraceae Tussilago farfara L. G rhiz Eurasiat./Paleotemp. 1;2;3;4;5
Betulaceae Alnus cordata (Loisel.) Duby P scap Subendem. 4;5
Betulaceae Alnus glutinosa (L.) Gaertn. P caesp/P scap Eurosiber./Paleotemp. 4;5
Betulaceae Ostrya carpinifolia Scop. P caesp/P scap Pontica/S-Europ. 2;3;4
Boraginaceae Buglossoides purpurocaerulea (L.) I.M. Johnst. H scap Pontica/S-Europ. 1
Boraginaceae Echium vulgare L. subsp. vulgare H bienn Europ.
Boraginaceae Symphytum bulbosum K.F. Schimp. G bulb/G rhiz S-Europ./SE-Europ. 1
Brassicaceae Alliaria petiolata (M. Bieb.) Cavara & Grande H bienn/H scap Eurasiat./Paleotemp. 2;3
Brassicaceae Arabis collina Ten. H scap Orof. S-Europ. 3
Brassicaceae Cardamine hirsuta L. T scap Cosmop./Steno-Medit.
Brassicaceae Cardamine impatiens L. T scap Eurasiat. 1;2;3
Brassicaceae Diplotaxis muralis (L.) DC. H scap/T scap Atl./Medit.-Mont./Steno-Medit. 4
Brassicaceae Sinapis arvensis L. T scap Steno-Medit. 3;4
Campanulaceae Campanula medium L. H bienn NW-Medit.
Campanulaceae Campanula trachelium L. H scap Eurasiat./Paleotemp. 3
Caprifoliaceae Dipsacus fullonum L. H bienn/T scap Euri-Medit./Steno-Medit. 1;5
Caprifoliaceae Knautia arvensis (L.) Coult. H bienn/H scap Eurasiat. 4;5
Caprifoliaceae Lonicera caprifolium L. P lian Pontica/S-Europ./SE-Europ.
Caprifoliaceae Scabiosa columbaria L. H scap Eurasiat./Europ. 4
Caryophyllaceae Saponaria officinalis L. H scap Eurasiat./Eurosiber.
Caryophyllaceae Silene vulgaris (Moench) Garcke H scap Paleotemp./Subcosmop. 1
Caryophyllaceae Silene dioica (L.) Clairv. H scap Eurosiber./Paleotemp.
Caryophyllaceae Silene italica (L.) Pers. H ros Euri-Medit.
Caryophyllaceae Silene latifolia subsp. alba (Mill.) Greuter & Burdet H bienn/H scap Eurasiat./Paleotemp.
Caryophyllaceae Silene otites (L.) Wibel H ros Eurasiat.
Chenopodiaceae Chenopodium album L. T scap Cosmop./Subcosmop. 3
Convolvulaceae Calystegia silvatica (Kit.) Griseb. H scand SE-Europ. 1;2
Convolvulaceae Convolvulus arvensis L. G rhiz Cosmop./Paleotemp. 1;2;3
Cornaceae Cornus sanguinea L. P caesp Eurasiat. 2;3;5
Crassulaceae Sedum album L. Ch succ Euri-Medit./Steno-Medit. 3
Cupressaceae Callitropsis arizonica (Greene) D.P. Little P scap N-Americ. 4
Cupressaceae Juniperus communis L. P caesp/P scap
Circumbor./Eurasiat./Eurosiber./
Medit.-Mont.2
Cyperaceae Carex distachya Desf. H caesp Steno-Medit. 3
Cyperaceae Carex flacca Schreb. G rhiz Europ. 2;4;5
Cyperaceae Carex pendula Huds. H caesp/He Eurasiat. 1;2;3;4;5
Cyperaceae Cyperus glomeratus L. He/T scap Paleosubtrop. 3;4;5
Cyperaceae Scirpoides holoschoenus (L.) Soják G rhiz Euri-Medit./Macarones. 3;4;5
Dennstaedtiaceae Pteridium aquilinum (L.) Kuhn G rhiz Cosmop.
Equisetaceae Equisetum arvense L. G rhiz Circumbor. 1;4;5
Equisetaceae Equisetum ramosissimum Desf. G rhiz Circumbor. 1;2;3
Equisetaceae Equisetum telmateia Ehrh. G rhiz Circumbor./Eurasiat. 1
Euphorbiaceae Euphorbia amygdaloides L. Ch suffr Europ.-Caucas. 1
Euphorbiaceae Euphorbia cyparissias L. H scap Centroeurop./Europ. 1;2;3;4;5
Euphorbiaceae Euphorbia exigua L. T scap Euri-Medit.
Euphorbiaceae Euphorbia helioscopia L. T scap Cosmop./Subcosmop.
Euphorbiaceae Euphorbia platyphyllos L. T scap Euri-Medit. 3
Euphorbiaceae Mercurialis annua L. T scap Paleotemp. 3
Fabaceae Melilotus albus Medik. T scap Eurasiat./Subcosmop. 4
Fabaceae Ononis spinosa L. Ch suffr Euri-Medit. 3
Fabaceae Trifolium fragiferum L. Ch rept/H rept Paleotemp.
Fabaceae Anthyllis vulneraria L. H bienn/H scap/T scap Euri-Medit./Orof.SW-Europ.
Fabaceae Astragalus monspessulanus L. subsp. monspessulanus H ros Steno-Medit.5
Fabaceae Coronilla minima L. subsp. minima Ch suffr Steno-Medit.-Occid.
Fabaceae Coronilla scorpioides (L.) W.D.J. Koch T scap Euri-Medit. 5
Fabaceae Cytisophyllum sessilifolium (L.) O. Lang P caesp Orof.SW-Europ./Steno-Medit. 2;3;4
Fabaceae Emerus major Mill. subsp. major NP/P caesp Centroeurop./S-Europ. 4
Fabaceae Galega officinalis L. H scap E-Europ./Pontica 1;2;3
Fabaceae Genista tinctoria L. Ch suffr Eurasiat. 4
Fabaceae Hippocrepis comosa L. H caesp Centroeurop./Europ./S-Europ.
Fabaceae Lathyrus sphaericus Retz. T scap Euri-Medit.
Fabaceae Lotus corniculatus L. H scap Cosmop./Paleotemp./Subcosmop.4;5
Fabaceae Lotus herbaceus (Vill.) Jauzein Ch suffr/H scap Pontica/S-Europ. 4;5
Fabaceae Lotus hirsutus L. Ch suffr Euri-Medit./Steno-Medit.
Fabaceae Medicago lupulina L. H scap/T scap Eurasiat./Paleotemp. 5
Fabaceae Medicago minima (L.) L. T scap Euri-Medit./Asiatica 4;5
Fabaceae Medicago rigidula (L.) All. T scap Euri-Medit.
Fabaceae Medicago sativa L. H scap Eurasiat./Steno-Medit. 2;5
Fabaceae Melilotus officinalis (L.) Pall. H bienn Eurasiat./Europ./Subcosmop. 1;4;5
Fabaceae Onobrychis viciifolia Scop. H scap Medit.-Mont./S-Europ.
Fabaceae Robinia pseudoacacia L. P caesp/P scap N-Amer. 5
Fabaceae Spartium junceum L. P caesp Euri-Medit./Steno-Medit. 5
Fabaceae Trifolium campestre Schreb. T scap Paleotemp. 1;3;5
Fabaceae Trifolium incarnatum L. H bienn/T scap Euri-Medit. 5
Fabaceae Trifolium medium L. G rhiz Eurasiat./Eurosiber. 3
Fabaceae Trifolium pratense L. H scap Subcosmop. 1;4;5
Fabaceae Trifolium repens L. Ch rept/H rept Paleotemp./Subcosmop. 5
Fagaceae Fagus sylvatica L. P scap Centroeurop./Europ. 1
Fagaceae Quercus cerris L. P scap Euri-Medit.-Sett. 2
Fagaceae Quercus pubescens Willd. P caesp/P scap Pontica/S-Europ./SE-Europ. 4
Gentianaceae Blackstonia perfoliata (L.) Huds. T scap Euri-Medit. 4;5
Gentianaceae Centaurium erythraea Rafn H bienn/H scap/T scap Paleotemp. 4
Geraniaceae Geranium nodosum L. G rhiz Medit.-Mont./Orof. S-Europ. 3
Geraniaceae Geranium robertianum L. H bienn/T scap Eurasiat./Subcosmop. 3
Geraniaceae Geranium sp. 1
Geraniaceae Geranium pusillum L. T scap Eurasiat. 1
Hypericaceae Hypericum androsaemum L. NP Subatl.
Hypericaceae Hypericum tetrapterum Fr. H scap Paleotemp.
Hypericaceae Hypericum perforatum L. H scap Cosmop./Paleotemp. 4;5
Juncaceae Juncus articulatus L. G rhiz Circumbor. 3;4;5
Juncaceae Juncus effusus L. G rhiz/H caesp Cosmop. 2;4;5
Lamiaceae Ajuga reptans L. Ch rept/H rept Eurasiat./Europ.-Caucas. 5
Lamiaceae Clinopodium acinos (L.) Kuntze T scap Euri-Medit./Steno-Medit. 3
Lamiaceae Clinopodium alpinum (L.) Kuntze subsp. alpinum Ch suffr Orof. S-Europ. 1;4
Lamiaceae Clinopodium nepeta (L.) Kuntze Ch suffr/H scap Medit./Medit.-Mont. 3
Lamiaceae Clinopodium vulgare L. H scap Circumbor. 3;5
Lamiaceae Glechoma hederacea L. H rept Circumbor./Eurosiber. 1
Lamiaceae Lycopus europaeus L. H scap/I rad Circumbor./Paleotemp. 1;2;3;4;5
Lamiaceae Melissa officinalis L. H scap Euri-Medit./W-Asiatica 1;3;4;5
Lamiaceae Melittis melissophyllum L. H scap Centroeurop. 2;5
Lamiaceae Mentha aquatica L. H scap Paleotemp./Subcosmop. 1;2;3;4;5
Lamiaceae Mentha longifolia (L.) L. H scap Eurasiat./Paleotemp. 1;4
Lamiaceae Origanum vulgare L. H scap Eurasiat. 4
Lamiaceae Prunella vulgaris L. H scap Circumbor./Eurasiat. 3;4;5
Linaceae Linum bienne Mill. H bienn/H scap Euri-Medit./Steno-Medit./Subatl.
Malvaceae Malva sylvestris L. H scap/T scap Eurasiat./Eurosiber./Subcosmop. 3
Malvaceae Malva moschata L. H scap Euri-Medit. /S-Europ. 1
Malvaceae Tilia sp. 4
Oleaceae Fraxinus ornus L. P caesp/P scap Eurasiat./Euri-Medit./Pontica 2;3;4;5
Onagraceae Epilobium hirsutum L. H scap Eurasiat./Paleotemp./Subcosmop. 3
Onagraceae Epilobium montanum L. H scap Eurasiat.
Orchidaceae Epipactis helleborine (L.) Crantz G bulb Eurasiat./Paleotemp. 5
Orchidaceae Gymnadenia conopsea (L.) R. Br. G bulb Eurasiat./Eurosiber. 4
Orchidaceae
Ophrys fuciflora (F.W. Schmidt) Moench subsp. fuciflora
G bulb Euri-Medit./Steno-Medit.
Orobanchaceae Odontites luteus (L.) Clairv. T scap Euri-Medit./Steno-Medit. 4
Papaveraceae Chelidonium majus L. H scap Circumbor./Eurasiat.
Pinaceae Abies alba Mill. P scap Orof. S-Europ. 3
Pinaceae Pinus nigra J.F. Arnold P scap Euri-Medit.-Nordorient. 4
Plantaginaceae Digitalis lutea L. subsp. lutea Ch scap Subatl./W-Europ. 2;4;5
Plantaginaceae Globularia bisnagarica L. H scap S-Europ.
Plantaginaceae Plantago lanceolata L. H ros Cosmop./Eurasiat. 1;3;4
Plantaginaceae Plantago major L. H ros Eurasiat./Subcosmop. 1;3;4
Plantaginaceae Veronica beccabunga L. H rept Eurasiat. 3;4;5
Plantaginaceae Veronica montana L. Ch rept/H rept Centroeurop. 2
Poaceae Alopecurus myosuroides Huds. T scap Paleotemp./Subcosmop. 4
Poaceae Phalaris canariensis L. T scap Macarones.
Poaceae Agrostis stolonifera L. Ch rept/H rept Circumbor. 1;3;5
Poaceae Arrhenatherum elatius (L.) P. Beauv. ex J. & C. Presl H caesp Paleotemp.1
Poaceae Avena barbata Link T scap Medit.-Turan. 4;5
Poaceae Brachypodium rupestre (Host) Roem. & Schult. H caesp Subatl. 1;2;3;4;5
Poaceae Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv. H caesp Paleotemp. 1;3;5
Poaceae Bromopsis erecta (Huds.) Fourr. subsp. erecta H caesp Paleotemp. 5
Poaceae
Bromus hordeaceus subsp. molliformis (Billot) Maire &
Weiller T scap Euri-Medit.5
Poaceae Catapodium rigidum (L.) C.E. Hubb. T scap Euri-Medit.
Poaceae Cynodon dactylon (L.) Pers. G rhiz/H rept Cosmop. 3
Poaceae Dactylis glomerata L. H caesp Paleotemp. 1;2;4;5
Poaceae Digitaria sanguinalis (L.) Scop. T scap Cosmop. 1;3;4;5
Poaceae Echinochloa crus-galli (L.) P. Beauv. T scap Subcosmop. 1;3;4;5
Poaceae Elytrigia repens (L.) Nevski G rhiz Circumbor. 1
Poaceae Festuca inops De Not. H caesp Subendem.
Poaceae Holcus lanatus L. H caesp Circumbor. 1
Poaceae Lagurus ovatus L. T scap Euri-Medit. 4
Poaceae Lolium perenne L. H caesp Circumbor./Eurasiat. 5
Poaceae Panicum miliaceum L. T scap Eurasiat./Asiatica 1
Poaceae Phalaroides arundinacea (L.) Rauschert He Circumbor. 5
Poaceae Phragmites australis (Cav.) Trin. ex Steud. G rhiz/He Subcosmop.
Poaceae Poa compressa L. H caesp Circumbor. 3;5
Poaceae Poa sylvicola Guss. H caesp Euri-Medit. 3;5
Poaceae Sesleria italica (Pamp.) Ujhelyi H caesp Endem. Ital.
Poaceae Setaria viridis (L.) P. Beauv. T scap Subcosmop. 1;3
Poaceae Sorghum halepense (L.) Pers. G rhiz Cosmop.
Poaceae Triticum ovatum (L.) Raspail T scap Medit.-Turan./Steno-Medit.
Polygonaceae Persicaria lapathifolia (L.) Delarbre T scap Cosmop./Paleotemp. 1;3
Polygonaceae Polygonum aviculare L. T rept Cosmop. 1;3
Polygonaceae Rumex acetosa L. H scap Circumbor./Eurosiber. 1
Polygonaceae Rumex crispus L. H scap Subcosmop. 1;3
Potamogetonaceae Potamogeton natans L. I rad Subcosmop. 4;5
Primulaceae
Lysimachia arvensis (L.) U. Manns & Anderb.
(=Anagallis arvensis L.) T rept Cosmop./Euri-Medit./Subcosmop.3
Primulaceae Primula vulgaris Huds. H ros Europ./Europ.-Caucas. 3
Pteridaceae Adiantum capillus-veneris L. G rhiz Paleotrop./Pantrop.
Ranunculaceae Clematis vitalba L. P lian Europ./Europ.-Caucas. 1;2;3;4;5
Ranunculaceae Helleborus foetidus L. Ch suffr S-Europ./Subatl.
Ranunculaceae Ranunculus bulbosus L. H scap Eurasiat. 5
Ranunculaceae Ranunculus repens L. H rept Cosmop./Eurasiat./Paleotemp. 1;2;3;4;5
Ranunculaceae Thalictrum aquilegiifolium L. H scap Europ./Eurosiber. 3
Resedaceae Reseda lutea L. H scap/T scap Europ./Subcosmop. 1
Rosaceae Crataegus monogyna Jacq. P caesp/P scap Eurasiat./Paleotemp. 3
Rosaceae Fragaria vesca L. H rept Cosmop./Eurasiat./Eurosiber. 1
Rosaceae Potentilla reptans L. H ros Paleotemp./Subcosmop. 1;2;3;4;5
Rosaceae Prunus avium L. P scap Eurasiat./Pontica 3
Rosaceae Prunus spinosa L. P caesp Eurasiat./Europ.-Caucas. 3;5
Rosaceae Rosa canina L. NP Paleotemp. 1;5
Rosaceae Rubus caesius L. NP/P caesp Eurasiat. 1;2
Rosaceae Rubus hirtus (group) NP Centroeurop./S-Europ. 1
Rosaceae Rubus ulmifolius Schott NP/P caesp Euri-Medit./Europ. 1;2;3;4;5
Rosaceae
Sanguisorba minor subsp. balearica (Bourg. ex Nyman)
Muñoz Garm. & C. Navarro H scap Europ.4;5
Rosaceae Sorbus aria (L.) Crantz P caesp/P scap Paleotemp.
Rubiaceae Cruciata glabra (L.) Ehrend. H scap Eurasiat./S-Europ. 3
Rubiaceae Galium aparine L. T scap Eurasiat. 1;2;4;5
Rubiaceae Galium sp. 3;4
Salicaceae Populus alba L. P scap Paleotemp.
Salicaceae Populus nigra L. P scap Paleotemp. 3;4;5
Salicaceae Salix alba L. P scap Paleotemp. 1;2;3;4;5
Salicaceae Salix apennina A.K. Skvortsov NP Subendem. 4;5
Salicaceae Salix eleagnos Scop. P caesp/P scap Orof.S-Europ.
Salicaceae Salix purpurea L. P caesp/P scap Eurasiat. 2;3;4
Sapindaceae Acer opalus Mill. P caesp/P scap Atl./W-Europ. 1
Sapindaceae Acer campestre L. P caesp/P scap Europ.-Caucas./Sudsiber. 3
Sapindaceae Acer platanoides L. P scap Europ.-Caucas. 1
Sapindaceae Acer pseudoplatanus L. P scap Europ.-Caucas. 4;5
Sapindaceae Aesculus hippocastanum L. P scap Illirica
Saxifragaceae Saxifraga rotundifolia L. H scap Orof.S-Europ.
Scrophulariaceae Scrophularia canina L. H scap Euri-Medit./Steno-Medit. 1;4;5
Scrophulariaceae Scrophularia nodosa L. H scap Circumbor./Eurasiat. 1;2
Scrophulariaceae Verbascum thapsus L. H bienn Europ.-Caucas. 1
Simaroubaceae Ailanthus altissima (Mill.) Swingle P scap Asiatica 1;3
Solanaceae Solanum lycopersicum L. T scap Centroeurop./Americ.
Solanaceae Atropa bella-donna L. H scap Medit.-Mont. 1;2;3
Solanaceae Datura wrightii Regel T scap Avv. 3
Solanaceae Solanum dulcamara L. NP/P caesp Eurosiber./Paleotemp. 3
Solanaceae Solanum nigrum L. T scap Cosmop./Euroasiat. 1;3
Typhaceae Typha latifolia L. G rhiz Cosmop. 4;5
Urticaceae Parietaria officinalis L. H scap Centroeurop./S-Europ./W-Asiatica3
Urticaceae Parietaria judaica L. H scap Euri-Medit./Macarones. 1
Urticaceae Urtica dioica L. H scap Subcosmop. 2;3
Verbenaceae Verbena officinalis L. H scap Cosmop./ Euroasiat./Paleotemp. 3;4
Violaceae Viola alba subsp. dehnhardtii (Ten.) W. Becker H ros Steno-Medit. 5
Violaceae Viola odorata L. H ros Euri-Medit./Steno-Medit. 3
Violaceae Viola reichenbachiana Jord. ex Boreau H scap Europ./Eurosiber. 5
= specie rinvenute nel 2014
=specie rinvenute nel 2015 (primavera)
=specie rinvenute nel 2015 (autunno)
=specie rinvenute nel 2016 (primavera-estate)
=specie rinvenute nel 2016 (autunno)
=specie rinvenute nel 2017 (primavera)
=specie rinvenute nel 2017 (estate)
=specie rinvenute nel 2017 (autunno)