-ì, a C'ero linG voltc. un uo_mc di nu-vc.nt'c.nni che si mise a piontare un a.lbeli,. Pc,s-scrono tre giovoni, i quoìi píesero o scneiniiio."Capirernmc se fccesse qucilccscr, ianto pei los*snre il ternpo.., dicevono tra loir. nc cicnLcreun qlbero olla sua eiò1...". L'uolllo continuò alo-vorcre come se non 1i ov€sse uditi. ln silenzio,sco';ò uno buco e vi piantò ii su.o o.l'oerc. Nonmolto ternpo dopo, rnorì. Trcscorsero treni'clnni.Un giorno íragazzi, ormai uornini, possorono GC-

cnnic cll'clbeio s€nza riconoscerlc e, vedendc cheero catico di frutti mcturi, ii colsero e Ii mongia-rono con soddisfczione lUllmonn). ' "Se tu tro-vossi sullo strodo un dicmonte caduto nei fango,che cosct fcresti?". Rrsposi: "Non o.vrei nessuncripugnonzo a sporcnrrni, 1o prenderei, lo ioverei,ridonandolo in q'r-resto modo allo sua originalebrlllantezza,t. .Fo' così con l'uomor, disse il mo-noco, <perché ogni uomo è ben più iurportante diun dicrnsnte".