PAOLO APOSTOLO DEI GENTILI

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PAOLO APOSTOLO DEI GENTILI

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PAOLO APOSTOLO DEI GENTILI. SAULO DI TARSO. Chi era Saulo? Atti 22:3 «In verità io sono un Giudeo, nato in Tarso di Cilicia e allevato in questa città ai piedi di Gamaliele, educato nella rigorosa osservanza della legge dei padri, pieno di zelo di Dio, come oggi lo siete voi tutti;. - PowerPoint PPT Presentation

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Chi era Saulo?Atti 22:3«In verità io sono un Giudeo, nato in Tarso di Cilicia e allevato in questa città ai piedi di Gamaliele, educato nella rigorosa osservanza della legge dei padri, pieno di zelo di Dio, come oggi lo siete voi tutti;

Filippesi 3:5-65 sono stato circonciso l'ottavo giorno, sono della nazione d'Israele, della tribù di Beniamino, Ebreo di Ebrei; quanto alla legge, fariseo, 6 quanto allo zelo, persecutore della chiesa; quanto alla giustizia che è nella legge, irreprensibile.

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Che relazione ebbe Saulocon la morte di Stefano?

(Atti 22: 20)

Fu d’accordo nel condannarlo a morte e, mentre lo lapidavano,

custodiva le vesti di coloro che lo stavano uccidendo.

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“Giudei colti, provenienti dai paesi circostanti, furono convocati con lo scopo di confutare gli argomenti del prigioniero. Saulo da Tarso era presente ed ebbe una parte rilevante nell’accusare Stefano. Egli usò l’eloquenza e la logica tipica dei rabbini per convincere il popolo che Stefano stava predicando delle dottrine ingannevoli e pericolose. Egli si accorse che Stefano possedeva una conoscenza completa del piano che Dio aveva ideato per portare a termine l’evangelizzazione del mondo.Saulo fu eletto membro del concilio del Sinedrio, in considerazione della

parte che aveva avuto in quell’occasione”

E.G.W. (Gli uomini che vinsero un impero)

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Che ruolo ha avuto Saulo nella persecuzione successiva

dei cristiani di Gerusalemme?

(Atti 8: 3; 22: 4; 26: 9-11)

Atti 8:3Ma Saulo devastava la chiesa: entrando di casa in casa, trascinava via uomini e donne e li metteva in prigione.

Atti 22:4io ho perseguitato fino alla morte questa Via, legando e mettendo in prigione uomini e donne,

Atti 26:9 Io stesso ritenni essere mio dovere far molte cose contro il nome di Gesù il Nazareno. 10 E questo è ciò che feci in Gerusalemme; avendone ricevuto l'autorità dai capi dei sacerdoti, rinchiusi nelle prigioni molti santi e, quando erano messi a morte, io davo il mio assenso. 11 E spesse volte, andando da una sinagoga all'altra, li costrinsi a bestemmiare e, grandemente infuriato contro di loro, li perseguitai fin nelle città straniere.

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Fin dove era disposto ad arrivare nel suo zelo

persecutorio? (Atti 9: 1-2; 22: 5)

Chiese ai sacerdoti l’autorità di arrestare i credenti delle sinagoghe di Damasco e condurli in catene a

Gerusalemme.

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In che modo straordinario fu convertito Saulo?

(Atti 9: 1-18; 22: 6-21; 26: 12-19)

Sulla via di Damasco, Gesú apparve a Saulo per chiedergli perchè stava lottando contro di Lui.La “spina” a cui alludeva Gesù era riferita a tutte le volte che , dopo la morte di Stefano, lo Spirito Santo aveva lavorato nel cuore di Saulo.

Decise di non continuare a lottare contro lo Spirito di Dio. Durante i tre giorni di cecità che seguirono, Saulo si rese conto della sua cecità spirituale e da quel momento decise di seguire Gesú.

Quali cambiamenti si produssero in Saulo a partire da quel momento?

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“La fede di Saulo fu tremendamente provata durante i tre giorni di digiuno e preghiera che passó nella casa di Giuda in Damasco. Era totalmente cieco, e completamente all’oscuro di quello che lo aspettava. Gli era stato detto di andare a Damasco, dove gli sarebbe stato detto cosa fare. Ma nella sua incertezza e angoscia gridò con fervore a Dio”

E.G.W. (La storia della Redenzione cap. 37)

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Come reagì Anania all’ordine di andare a visitare Saulo?

(Atti 9: 10-18; 22: 12-16)

Conoscendo Saulo come persecutore della Chiesa, ebbe paura di andare a

vederlo. Ciononostante, obbedì all’ordine di Gesú, collocó le sue mani

su Saulo, lo guarì, lo informó che la sua missione era portare l’Evangelo ai

gentili, e lo invitò a battezzarsi.

“La storia della conversione di Saulo ci dà importanti principi, che dovremmo tenere sempre presenti nella nostra mente. Saulo fu messo in diretto contatto con Cristo. Era stato scelto per compiere un lavoro di grandissima importanza; tuttavia il Signore non spiegò immediatamente quale fosse il lavoro che gli era stato assegnato. Egli lo fermò e lo convinse di peccato; ma quando Saulo chiese che cosa dovesse fare, il Salvatore per prima cosa, lo mise in contatto con la sua chiesa, affinchè ottenesse conoscenza del volere di Dio.”E.G.W. (Gli uomini che vinsero un impero - cap. 12, pag. 75-76)

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Che cosa fece Saulo dopo che fu battezzato? (Atti 9: 19-30; 22: 17-21; Galati 1: 17-21)

Predicó nelle sinagoghe di Damasco.Si ritiró per qualche tempo in Arabia.Ritornó a Damasco a predicare. I fratelli lo calarono in una cesta dalle mura della città per scappare da un complotto ordito contro di lui.Tre anni dopo la sua conversione, andò a Gerusalemme e parló con Pietro e Giacomo.Ricevette una visione nel Tempio e gli fu detto di andar via da Gerusalemme e andare a predicare ai gentili.Passando per la Siria e la Cilicia, si ritiró a Tarso.

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Come iniziò Paolo a predicare ai gentili? (Atti 11: 19-26;13: 1-4)

Durante la persecuzione che si levò in Gerusalemme dopo la morte di Stefano, alcuni credenti fuggirono ad Antiochia e lì predicarono ai greci che, ricevendo la parola, si

convertirono. Così nacque la prima chiesa dei gentili.Quando la notizia arrivó a Gerusalemme, inviarono Barnaba per fortificare l’opera.

Barnaba cercò Paolo perchè lo aiutasse nella predicazione in Antiochia. Per tutto un anno predicarono lì, ai gentili. In Antiochia, lo Spirito Santo separó Barnaba e

Paolo affinchè fondassero nuove chiese tra i gentili.

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Cosa insegnavano i giudaizzanti diversamente da Paolo e Barnaba? (Atti 15: 1, 5)

Dicevano che i gentili non potevano essere salvati se prima non si circoncidevano e osservavano tutta la legge di Mosé.Paolo, tuttavia, apriva le porte della chiesa ai gentili solamente sulla base della fede in Gesú.

Come si risolse questo conflitto? (Atti 15: 2-4, 6)

Le parti controverse furono convocate in un concilio tenutosi a Gerusalemme, nel quale si arrivò all’accordo che non si imponessero ai gentili i costumi giudei.Nonostante questo accordo, i giudaizzanti continuarono a causare problemi dottrinali nelle chiese durante tutta la vita di Paolo.Questo problema è la ragione principale per la quale Paolo scrive l’epistola ai Galati.

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Quando Paolo, ispirato dallo Spirito Santo, scrisse le sue lettere alle varie chiese, usò i materiali abituali del suo tempo (il papiro), oltre al modo usuale utilizzato quando si scriveva una lettera:

1) Un saluto iniziale, che citava il mittente e il destinatario.

2) Parole di ringraziamento.3) Il concetto principale della

lettera.4) Dichiarazioni finali.

Tuttavia, nella lettera ai galati Paolo dopo il saluto iniziale passa direttamente al concetto principale della lettera, usando parole molto dure, ma con amore, verso i suoi lettori.

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Galati 1: 1-5

Galati 1: 6-9

Galati 1: 10-12

Galati 1: 13-24

Saluti e difesa del suo

apostolato

“Un evangelo differente”

Il vero evangelo

Difesa del suo apostolato

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SALUTI“ Grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore

Gesù Cristo”

Usando il suo saluto abituale, Paolo desidera per i galati GRAZIA e PACE.Con queste due parole, descrive in modo succinto l’essenza dell’evangelo.

“Non importa quanto potesse sentire l’apostasia dei galati, non per questo Paolo li amava di meno. Il suo sincero desiderio era che ricevessero la grazia che raggiunge gli uomini come un dono di Dio mediante la fede in Gesù Cristo. La preoccupazione di Paolo in questa lettera è scrivere ai galati la grande verità, che la giustificazione proviene da Dio come un favore. Non potrà mai essere ottenuta per opere, ma solo credendo nel sacrificio espiatorio di Cristo. Quando il peccatore riceve questa grazia, gode della pace di Dio” (CBA su Galati 1: 3)

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Galati 1: 1-5, 13-24

I giudaizzanti che predicavano in Galazia dicevano che Paolo non era un apostolo e non aveva la stessa autorità dei dodici.Questa affermazione implicava che, se Paolo era un apostolo ordinato dagli uomini, la sua lettera non aveva autorità divina e, quindi, il suo messaggio doveva essere rifiutato.Per questo, Paolo difende dal principio di questa lettera, e in modo insolito il suo diritto di essere chiamato apostolo.

1. La sua chiamata all’apostolato venne direttamente da Gesu Cristo (v. 1 15 16)

2. Dichiara che non ebbe una relazione diretta con gli “apostoli che erano prima di me” (v. 17) Questo implica che la sua autorità non la ricevette da loro.

3. Indica che Giacomo, fratello di Gesú, anche lui era un apostolo, benchè non era uno dei dodici. (v. 19)

4. Pone Dio come testimone che le sue parole sono certe. (v. 20)

5. Il risultato della sua testimonianza fu che, quelli che conoscevano la sua conversione, “glorificavano Dio in me” (v. 24)

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Finalmente, l’autorità di Paolo come scrittore divinamente ispirato fu riconosciuta dalla Chiesa. Cosí, l’apostolo Pietro colloca gli scritti di Paolo allo stesso livello delle altre scritture ispirate

2Pietro 3:15 E ricordate che la pazienza del nostro Signore è in funzione della salvezza, come anche il nostro caro fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; 16 e questo egli fa in tutte le sue epistole, in cui parla di queste cose. In esse vi sono alcune cose difficili da comprendere, che gli uomini ignoranti ed instabili torcono, come fanno con le altre Scritture, a loro propria perdizione.

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Galati 1: 6-9

Con l’espressione “un evangelo differente”, Paolo non sta dicendo che esiste più di un evangelo, ma che nella chiesa vi erano alcuni che – insegnando che la fede in Cristo non era sufficente (Atti 15:1-5)– stavano agendo come se ve ne fosse un altro.

Questo “evangelo differente” era predicato dai farisei cristiani che insegnavano la necessità di circoncidersi e osservare tutta la legge mosaica per essere salvati.

“Qualsiasi intento di sovrapporre le opere al di sopra della fede come mezzo di salvezza, è una perversione dell’Evangelo perchè nega sia la necessità come anche l’efficacia del sacrificio di Cristo” (CBA - su Galati 1: 6)

“UN EVANGELO DIFFERENTE”

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Galati 1: 10-12

2 Corinzi 12: 1-4“Bisogna vantarsi? Non è una cosa buona; tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Conosco un uomo in Cristo che quattordici anni fa (se fu con il corpo non so, se fu senza il corpo non so, Dio lo sa), fu rapito fino al terzo cielo. So che quell'uomo (se fu con il corpo o senza il corpo non so, Dio lo sa) fu rapito in paradiso, e udì parole ineffabili che non è lecito all'uomo di pronunciare.”

Gesú apparve a Paolo sulla via di Damasco. Ma questa non fu l’unica volta che ebbe rivelazioni dirette da Gesú.(Atti 18: 9; 22: 17-18; 23: 11; Galati 2: 2)

Mediante “la grandezza delle rivelazioni” (2 Corinzi 12: 7),Gesù Cristo stesso riveló a Paolo il messaggio del vero evangelo.

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Il vero evangelo che Paolo predica è la buona notizia della salvezza per fede nel sacrificio espiatorio di Gesú.

“Sappiamo che l'uomo non è giustificato per le opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Cristo Gesù, e abbiamo anche noi creduto in Cristo Gesù per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; perché dalle opere della legge nessuno sarà giustificato.” (Galati 2: 16)

Secondo Paolo, l’evangelo si basa completamente su quello che Cristo realizzó per noi mediante la sua morte sulla croce e la sua resurrezione dai morti. La morte e la resurrezione di Cristo fecero qualcosa che mai potremmo fare per noi stessi. Ruppero il potere del peccato e della morte, liberando i suoi seguaci del potere del male.

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“La sostituzione della santità del cuore e della vita con la partecipazione formale alle cerimonie religiose è ancora gradita all’anima inconvertita, come lo era a quei giorni. Oggi come allora, ci sono false guide spirituali, le cui dottrine sono ascoltate da molti con bramosia... Nel periodo apostolico egli guidò i giudei a esaltare la legge cerimoniale e a rigettare Cristo; al presente, con la pretesa di onorare Cristo, induce molti di coloro che si dicono cristiani a gettare infamia sulla legge morale e a insegnare che questi precetti possono essere trasgrediti con impunità. Ogni servitore di Dio ha il dovere di affrontare con fermezza e decisione questi pervertitori della fede, esponendo senza timore i loro errori con l’ausilio delle Sacre Scritture”

E.G.W. (Gli uomini che vinsero un impero cap. 36 pag. 242)

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L’UNITÀ DEL VANGELOL’UNITÀ DEL VANGELO

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UNITA’ NELLA DOTTRINAGalati 2: 1-2

DIVERSITA’ NEI COSTUMI Galati 2: 3-5

UNITA’ NELLA DIVERSITA’Galati 2: 6-10

PROBLEMI PER L’UNITA’Galati 2: 11-13

SOLUZIONE DEI PROBLEMIGalati 2: 14

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“Poi, trascorsi quattordici anni, salii di nuovo a Gerusalemme con Barnaba, prendendo con me anche Tito. Vi salii in seguito a una rivelazione, ed esposi loro il vangelo che annuncio fra gli stranieri; ma lo esposi privatamente a quelli che sono i più stimati, per il timore di correre o di aver corso invano.Galati 2: 1-2

UNITA’ NELLA DOTTRINA

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UNITA’ NELLA DOTTRINALo Spirito Santo aveva inviato Barnaba e Paolo a predicare ai gentili e stabilire chiese in diverse parti dell’impero romano. Ora, attraverso una rivelazione, li inviava a Gerusalemme con una missione di grande importanza.

Paolo era accusato d’insegnare delle dottrine diverse da quelle che insegnavano i pilastri della Chiesa (“quelli che avevano una certa reputazione”)

Quindi, era necessario che Paolo e i dirigenti della Chiesa si incontrassero per fare chiarezza su punti dottrinali. Se questo non sarebbe stato fatto, l’unità della Chiesa sarebbe stata seriamente in pericolo.

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Per i giudaizzanti, la circoncisione era un punto dottrinale fondamentale, sul quale non poteva esserci controversia.

Per Paolo, era una consuetudine giudea e, come tale, non doveva essere imposta ai gentili.

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“Circoncidete dunque il vostro

cuore e non indurite più il vostro collo”

(Deuteronomio, 10: 16)

“Circoncidete il vostro cuore”

(Geremia 4: 4)

“Il SIGNORE, il tuo Dio, circonciderà il tuo cuore e il cuore dei tuoi discendenti

affinché tu ami il SIGNORE, il tuo Dio, con tutto il tuo cuore e con

tutta l'anima tua, e così tu viva” (Deuteronomio, 30: 6)

Già nell’Antico Testamento possiamo vedere che la circoncisione non era una dottrina, ma un simbolo di abbandono a Dio nei nostri cuori.

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Anche Paolo ebbe rispetto per i giudei riguardo la circoncisione come usanza giudaica (Atti 16: 3), ma “neppure per un momento” fu disposto ad accettarla come dottrina.

Anche noi corriamo il pericolo di confondere le usanze con le dottrine? Sappiamo distinguere in quali cose dobbiamo essere tolleranti e quali cose non dobbiamo accettare “neppure per un momento”?

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“Ma quelli che godono di particolare stima (quello che possono essere stati, a me non importa; Dio non ha riguardi personali), quelli, dico, che godono di maggiore stima non m'imposero nulla; anzi, quando videro che a me era stato affidato il vangelo per gli incirconcisi, come a Pietro per i circoncisi (perché colui che aveva operato in Pietro per farlo apostolo dei circoncisi aveva anche operato in me per farmi apostolo degli stranieri), riconoscendo la grazia che mi era stata accordata, Giacomo, Pietro e Giovanni, che sono reputati colonne, diedero a me e a Barnaba la mano in segno di comunione perché andassimo noi agli stranieri, ed essi ai circoncisi; soltanto ci raccomandarono di ricordarci dei poveri, come ho sempre cercato di fare.”

Galati 2: 6-10

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Quando la dottrina insegnata da Paolo fu confrontata con gli insegnamenti di Giacomo, Pietro e Giovanni, fu chiaro che tutti insegnavano lo stesso evangelo.

Gli apostoli riconobbero che Paolo era stato chiamato a predicare l’evangelo ai gentili, come Pietro fu chiamato a predicare ai giudei. L’evangelo era lo stesso, ma il modo di presentarlo dipendeva dalle persone che cercavano di raggiungere.

Quando noi facciamo la nostra parte secondo i doni che lo Spirito Santo ci ha voluto dare, la Chiesa cresce e l’evangelo è predicato con forza nel mondo.

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“Il Signore desidera che i servi, che Lui si è scelti, imparino a unirsi in uno sforzo armonioso. A qualcuno può sembrare che è troppo il contrasto che vi è tra i propri doni e quelli di un collega per unirli in uno sforzo comune. Ma quando ricordiamo che vi sono menti differenti che devono essere raggiunte, e che alcuni rifiuteranno la verità come viene presentata da un operaio, ma i loro cuori si apriranno soltanto quando un altro la esporrà in modo diverso, allora si spera, che si sforzeranno di lavorare insieme nell’unità. I loro talenti, non importa quanto siano diversi, devono stare sotto il controllo dello stesso Spirito.

E.G.W. (Riceverete potere 4 Luglio)

In ogni parola e azione, si riveleranno bontà e amore; e quando ogni servitore compie fedelmente il compito assegnatogli, la preghiera innalzata da Cristo per l’unità dei suoi seguaci, sarà esaudita e il mondo capirà che questi sono i suoi discepoli”

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“Ma quando Pietro venne ad Antiochia, gli resistei in faccia perché era da condannare. Infatti, prima che fossero venuti alcuni da parte di Giacomo, egli mangiava con persone non giudaiche; ma quando quelli furono arrivati, cominciò a ritirarsi e a separarsi per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei si misero a simulare con lui; a tal punto che perfino Barnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia.”

Galati 2: 11-13

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Pietro aveva ricevuto una rivelazione divina senza la quale non sarebbe stato capace di entrare in casa di un gentile (Atti 10)

E gli disse:“Voi sapete come non sia lecito a un giudeo di aver relazioni con uno straniero o di entrare in casa sua; ma Dio mi ha mostrato che nessun uomo deve essere ritenuto impuro o contaminato” (Atti 10: 28)

Da quel momento, per Pietro e gli altri discepoli la barriera di separazione tra giudei e gentili era caduta.

Ciononostante… “colui che pensa di stare ritto, guardi di non cadere” (1ª Corinzi 10: 12). Pietro, temendo di scontentare i giudei inviati da Giacomo, finse di allontanarsi dai gentili. E nella sua ipocrisia trascinò altri credenti.

Se avesse continuato con questo atteggiamento, avrebbe condotto la Chiesa a una grave rottura tra giudei e gentili.

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“dissi a Pietro in presenza di tutti: Se tu, che sei Giudeo, vivi alla Gentile e non alla giudaica, come mai costringi i Gentili a giudaizzare?”

Galati 2: 14

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Pareva chiaro che, se i credenti gentili desideravano gioire dell’amicizia di Pietro, avrebbero dovuto farsi giudei e accettare i costumi giudaici.

Questo era un problema apparentemente piccolo, ma le conseguenze potevano essere enormemente dannose se non si sarebbero corrette in tempo.

Dobbiamo chiedere continuamente a Dio che ci dia la sapienza necessaria per distinguere le astuzie del maligno che vuole dividere la Chiesa di Dio anche ai nostri giorni.

Per Paolo, il problema non era che Pietro mangiasse con i visitatori di Gerusalemme, poichè le antiche tradizioni sull’ospitalità richiedevano questo. Il problema era “la verità dell’evangelo”. Cioè, non era un problema di amicizia o di alimentazione, ma le azioni di Pietro compromettevano tutto il messaggio dell’evangelo.

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“Dio non fa alcuna distinzione di classe, razza o nazionalità. Egli è il creato re di tutti gli uomini. Tutti appartengono a una stessa famiglia per creazione e tutti sono «uno» tramite la redenzione.

E.G.W. (Profeti e re, cp. 31)

Il Cristo è venuto ad abolire tutti i muri di separazione, ad aprire i cortili del tempio affinché tutti possano accedere liberamente a Dio. Il suo amore è così grande, così profondo, così completo che penetra ovunque. Egli sottrae all’influsso di Satana tutti coloro che sono stati ingannati e li avvicina al trono di Dio, un trono circondato dall’arcobaleno della promessa. In Cristo «non c’è più né giudeo, né greco, né schiavo, né libero».”

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GIUSTIFICAZIONE PER SOLA FEDEGIUSTIFICAZIONE PER SOLA FEDE

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Partendo dalle OPERE DELLA LEGGE

Partendo dallaFEDE IN CRISTO

Attraverso loSFORZO PERSONALE

AttraversoLA FEDE (credendo)

Otteniamo la GIUSTIFICAZIONE

Essendo già giustificati, viviamo una vita di ubbidienza a Dio

Qual’é la via giusta?

Aggiungendo laFEDE DI CRISTO

Per sapere quale sia la via giusta, prima dobbiamo definire il significato di “GIUSTIFICAZIONE”, “OPERE DELLA LEGGE”, “FEDE DI CRISTO” E “FEDE”

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È l’opposto della condanna. Inoltre, la parola giusto deriva dal greco, ed ha lo stesso termine, e vuol dire che la persona “giustificata” è considerata “giusta”. In questo modo, la giustificazione è molto più del perdono; è la dichiarazione positiva che una persona è giusta.

Cosa significa “giustificazione”?

Giustificazione è un termine legale. Si tratta del verdetto che un giudice pronuncia quando una persona è dichiarata innocente dalle accuse formulate contro di lei.

GIUSTIFICAZIONE

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1. I “peccatori pagani” (Galati 2: 15; Efesini 2: 12)2. Tutti coloro che qualche volta hanno peccato, sia giudei che

gentili. “Poichè tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio ” (Romani 3: 23)

Secondo Paolo, chi ha bisogno d’essere giustificato?

GIUSTIFICAZIONE

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Secondo l’interpretazione giudaica al tempo di Paolo, fare “le opere della legge” implicava ubbidire strettamente a tutto ciò che si ordinava negli scritti ispirati.

Questo includeva tutto l’Antico Testamento, benchè si riferisse in modo particolare al Pentateuco. In molte occasioni, aggiungevano le loro tradizioni.

LE OPERE DELLA LEGGE

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Nei testi esseni (giudaici) del I secolo a.C. ritrovati nelle grotte nei pressi del Mar Morto, l’autore scrive che, se si seguono queste “opere della legge, sarai riconosciuto giusto” davanti a Dio.

Il concetto di Paolo, tuttavia, è totalmente diverso: “attraverso le opere della legge nessuno sarà giustificato” (Galati 2: 16)

LE OPERE DELLA LEGGE

Page 43: PAOLO APOSTOLO DEI GENTILI

“Pertanto, sappiamo che un uomo non è giustificato per le opere della legge, ma per la fede di Gesú il Messia, e crediamo in lui, in Gesú il Messia, che per la sua fede, quella del Messia, possiamo essere giustificati, e non per le opere della legge” (Galati 2: 16, traduzione siriana)

Cosa significa il termine “la fede di Cristo” e che relazione ha con la giustificazione?

Benchè ci sembra strano, non è la nostra fede che ci giustifica.Ciò che ci giustifica davanti a Dio è la fede di Cristo, la fedeltà che Gesù dimostrò verso Dio durante tutta la sua vita senza peccato e la sua morte immeritata.

LA FEDE DI CRISTO

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“La sola via per ottenere la giustizia è la fede, perché attraverso di essa l’uomo può portare i meriti di Cristo al Padre, e il Signore mette l’obbedienza del proprio Figlio in acconto al peccatore. La giustizia di Cristo è accettata al posto delle colpe dell’uomo, e Dio riceve, perdona e giustifica l’anima credente e pentita, la tratta come se fosse giusta, e l’ama come ama Suo Figlio. ”

Che cos’è la fede e che relazione vi è con “la fede di Gesù”?

La fede è un atto di volontà attraverso la quale ci appropriamo del sacrificio espiatorio di Gesù per il perdono dei nostri peccati, e accettiamo di essere giustificati attraverso la vita senza peccato che Gesù visse al nostro posto.

E.G.W. (Messaggi scelti - volume 1 cap. 57)

LA FEDE

Page 45: PAOLO APOSTOLO DEI GENTILI

Partendo dalla FEDE DI CRISTO

Attraverso LA FEDE (credendo)

“sapendo che l’uomo non è giustificato dalle opere della legge, ma dalla fede di Gesù Cristo, e anche noi abbiamo creduto in Cristo Gesù, per essere giustificati dalla fede di Cristo e non per le opere della legge, perchè dalle opere della legge nessuno sarà giustificato” (Galati 2: 16)

Partendo dalle OPERE DELLA LEGGE

Attraverso loSFORZO PERSONALE

Otteniamo la GIUSTIFICAZIONE

Aggiungendo laFEDE DI CRISTO

Essendo già giustificati, viviamo una vita di ubbidienza a Dio

X

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“La grazia è un favore immeritato, e il credente è giustificato senza alcun merito, senza nessun diritto da presentare davanti a Dio. Egli è giustificato mediante la redenzione che è in Cristo Gesù, Colui che ci rappresenta davanti al Giudice del cielo come nostro Sostituto e Garante. E mentre il peccatore è giustificato dai meriti di Cristo, egli non è libero di comportarsi ingiustamente. La fede opera attraverso l’amore e purifica l’anima. La fede germoglia e fiorisce e dà un raccolto di preziosi frutti. Dove c’è la fede, appaiono le buone opere. I malati sono visitati, si ha cura dei poveri, l’orfano e le vedove non sono trascurati, i nudi sono rivestiti, i diseredati sono nutriti. Ovunque Cristo è andato, ha fatto del bene, e quando gli uomini si uniscono a Lui, essi amano i figli di Dio, e l’umiltà e la Verità guidano i loro passi. L’espressione dei volti rivela la loro esperienza, e gli uomini avvertono che sono con Cristo e che hanno imparato da Lui. Così Cristo e il credente diventano Uno, e la bellezza del carattere di Cristo si rivela in coloro che sono vitalmente uniti alla Sorgente di potere e d’amore. Cristo è il grande depositario della rettitudine che giustifica e della grazia santificante. ” E.G.W. (Messaggi scelti - Volume 1 cap. 62)

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LA FEDE NELL’ANTICO TESTAMENTOLA FEDE NELL’ANTICO TESTAMENTO

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“Osserverete le mie leggi e le mie prescrizioni, per mezzo

delle quali chiunque le metterà in pratica vivrà. Io

sono il SIGNORE.” (Levitico 18: 5)

Gli uomini si salvavano per l’ubbidienza alla legge

ANTICO TESTAMENTO

“Infatti è per grazia che siete stati salvati,

mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono

di Dio.” (Efesini 2: 8)

Gli uomini si salvano per fede, credendo nel sacrificio di Gesú

NUOVO TESTAMENTO

Nel pensiero ebraico, il messaggio della

salvezza nell’Antico Testamento era

diverso da quello del Nuovo Testamento.

Per Paolo, questo pensiero era

sbagliato.

Quali argomenti usa Paolo nella lettera ai Galati per insegnare che l’uomo si salvava

per fede sia nell’Antico che nel

Nuovo Testamento?

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“Questo soltanto desidero sapere da voi: avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle

opere della legge o mediante la predicazione della fede?” (Galati 3: 2)

I galati stavano accettando un “evangelo”, basato su un’interpretazione sbagliata dell’Antico Testamento, che insegnava che dovevano ubbidire alla legge per avere la vita.

Paolo li fa riflettere domandandogli se hanno ricevuto lo Spirito Santo quando credettero in Gesú o quando cominciarono ad ubbidire alla legge.

Senza alcun dubbio, ricevettero lo Spirito Santo nel momento in cui credettero in Gesú, senza aver fatto nulla per meritarlo.

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“Ogni Scrittura è ispirata da Dio è utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a

educare alla giustizia”(2ª Timoteo 3: 16)

Paolo difese l’ispirazione dell’Antico Testamento e basandosi in lui edificò i suoi insegnamenti sulla salvezza per fede.Se Paolo avesse considerato che l’Antico Testamento insegnava una forma diversa di salvezza, l’avrebbe escluso.

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Quali testi dell’Antico Testamento usa Paolo nella sua argomentazione in Galati 3: 6-14?

v. 6

v. 8

v. 10

v. 11

v. 12

v. 13

“E benedirò quelli che ti benediranno e maledirò chi ti maledirà; e in te saranno benedette tutte le famiglie della terra” (Genesi 12: 3)

“Ed egli credette all'Eterno, che glielo mise in conto di giustizia” (Genesi 15: 6)

“Maledetto chi non si attiene alle parole di questa legge, per metterle in pratica!". E tutto il popolo dirà: "Amen !” (Deuteronomio 27: 26)

“Ecco, la sua anima si è inorgoglita in lui, non è retta, ma il giusto vivrà per la sua fede” (Abacuc 2: 4)

“Osserverete i miei statuti e i miei decreti, mediante i quali, chiunque li metterà in pratica, vivrà. Io sono l'Eterno” (Levitico 18: 5)

“Il suo cadavere non rimarrà tutta la notte sull'albero, ma lo seppellirai senza indugio lo stesso giorno, perché il cadavere appeso è maledetto da Dio, e tu non contaminerai la terra che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà come eredità” (Deuteronomio 21: 23)

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Gli avversari di Paolo insegnavano che Abramo fu dichiarato giusto per la sua ubbidienza perfetta: abbandonó la sua terra, accettó la circoncisione, fu disposto a sacrificare suo figlio...Paolo chiarì la questione indicando che Abramo fu dichiarato giusto quando credette nella promessa divina. La sua ubbidienza fu la conseguenza della sua fede.

1. Dio chiama Abramo e gli promette che sarà una grande nazione, lo avrebbe benedetto, avrebbe reso grande il suo nome e avrebbe benedetto tutte le nazione della terra(Gn 12: 1-3)

Avendo fede nella promessa, uscì da Ur(Eb 11: 8)

1. Dio gli promisse un figlio (Gn15: 1-6)Egli credette e gli fu messo in conto di

giustizia (Galati 3: 6)

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1. Dio gli chiese di ubbidire ai suoi comandamenti e gli diede la circoncisione, dopo essere stato annoverato tra i giusti. (Gn17: 1-10)La circoncisione fu data ad Abramo

come segno del patto, basato sulle promesse divine, nelle quali aveva creduto precedentemente (Rm 8:9-12)

2. Dio ordinó ad Abramo di sacrificare il figlio promesso, Isacco (Gn 22: 1-19)Per fede fu disposto a offrirlo,

pensando che Dio era così potente da resuscitarlo dai morti. (Eb 11: 17-19)

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SOTTO LA MALEDIZIONEInfatti tutti quelli che si basano sulle opere della legge sono sotto maledizione; perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica». (Galati 3: 10)

“La legge non poteva redimere coloro che avevano attratto su di sè la maledizione, che includeva tutti quelli che avevano sempre cercato una giustificazione per mezzo della legge. Si poteva essere liberi dalla maledizione soltanto per mezzo della fede in Cristo. Ai tempi dell’AT mentre erano sotto la tutela della legge, tutti quelli che preferirono servire il Signore trovarono la salvezza per mezzo della fede nel Messia promesso. La legge non poteva salvarli, bensì era solo un “precettore" (vers. 24) per portarli al Salvatore e aiutarli a capire le disposizioni che il cielo aveva fatto per salvarli. La legge era buona in sè stessa e per sè stessa, poichè Dio l’aveva data; ma era completamente impotente per salvare l’uomo dai suoi peccati” (CBA vol. 6 su Galati 3: 10)

La più lieve violazione dei comandamenti della legge era sufficente per incorrere nella maledizione. Infatti, tutti siamo sotto la maledizione, poichè siamo tutti peccatori.

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ESPIAZIONE“Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto maledizione per noi (poiché sta scritto: «Maledetto chiunque è appeso al legno»)” (Galati 3: 13)

Cristo, senza essere sotto la maledizione della legge (poichè ubbidì completamente), si fece maledizione per noi, per poterci redimere.

“Nostro Signore nacque “sotto la legge” (cap. 4: 4) per poter redimere “coloro che erano sotto la legge" (vers. 5). La sua morte sulla croce espiò “le trasgressioni che erano sotto il primo patto" (Ebrei 9: 15) e anche quelle che si commisero dopo la croce. Per questo prese su di sè “la maledizione“ in cui erano incorsi quelli che vissero “sotto la legge", ma che attraverso la fede anticipavano l’espiazione che Cristo finalmente avrebbe dato loro” (CBA vol. 6 - su Galati 3: 13)