Pagine da minivolley pittera pedata ligas

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In questo capitolo viene indicato un percorso teorico-pratico che parte principalmente dai bambini (dalla nascita ai 10 anni), dalle loro neces- sità cronologiche, fisiologiche e psicologiche, per sviluppare delle strategie di interventi, che da un lato rispettino le curve di crescita del bambino e dall’altro sviluppino un’alfabetizzazione motoria propedeu- tica. Le curve di crescita si devono intendere come un’unità inscindi- bile di capacità motorie, posturali, cognitive ed emozionali, attraverso cui un individuo si esprime in relazione con l’ambiente. Durante tutta la vita, l’organismo umano è sottoposto a continui pro- cessi di trasformazione biologica e psicologica e, specialmente fino alla giovinezza, a fasi di accrescimento e crescita propriamente detta, che si evidenziano con aumenti staturali o proceritas, a cui si alternano fasi di aumento del peso corporeo o turgor. Le cinque leggi auxologiche di Nicola Pende, Giacinto Viola e Paolo Bordin e l’”allometria dell’accrescimento” esplicitano queste profonde modi- ficazioni. È come se l’insieme delle strutture biologiche, dopo una fase di costruzione spesso esagerata, si concedessero una pausa tesa al consolidamento, per poi riprendere la corsa verso una nuova fase di crescita. Sullo sviluppo generale influiscono diversi fattori: 14 CAPITOLO 1 FATTORI INTRINSECI 1. Genetici: genitori, sesso, razza 2. Neuroendocrini: ipofisi, tiroide, seminali, gonadi, pancreas FATTORI ESTRINSECI 1. Ambientali: valori biometrici caratteristici in relazione alle condizioni ambientali 2. Socio-economici: ceto sociale, struttura del nucleo familiare 3. Alimentari: quantità calorica e protidica giornaliera 4. Attività fisica e sportiva: aumento della densità e del diametro delle ossa, volume e peso dei muscoli, aumento della massa magra » TABELLA 1

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Il minivolley. C.Pittera - P.Pedata - P.Ligas - P.Pasqualon

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In questo capitolo viene indicato un percorso teorico-pratico che parteprincipalmente dai bambini (dalla nascita ai 10 anni), dalle loro neces-sità cronologiche, fisiologiche e psicologiche, per sviluppare dellestrategie di interventi, che da un lato rispettino le curve di crescita delbambino e dall’altro sviluppino un’alfabetizzazione motoria propedeu-tica. Le curve di crescita si devono intendere come un’unità inscindi-bile di capacità motorie, posturali, cognitive ed emozionali, attraversocui un individuo si esprime in relazione con l’ambiente.Durante tutta la vita, l’organismo umano è sottoposto a continui pro-cessi di trasformazione biologica e psicologica e, specialmente finoalla giovinezza, a fasi di accrescimento e crescita propriamentedetta, che si evidenziano con aumenti staturali o proceritas, a cui sialternano fasi di aumento del peso corporeo o turgor. Le cinqueleggi auxologiche di Nicola Pende, Giacinto Viola e Paolo Bordin el’”allometria dell’accrescimento” esplicitano queste profonde modi-ficazioni. È come se l’insieme delle strutture biologiche, dopo una fase dicostruzione spesso esagerata, si concedessero una pausa tesa alconsolidamento, per poi riprendere la corsa verso una nuova fase dicrescita. Sullo sviluppo generale influiscono diversi fattori:

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CAPITOLO 1

FATTORI INTRINSECI 1. Genetici: genitori, sesso, razza 2. Neuroendocrini: ipofisi, tiroide, seminali, gonadi, pancreas

FATTORI ESTRINSECI 1. Ambientali: valori biometrici caratteristici in relazione alle condizioni ambientali 2. Socio-economici: ceto sociale, struttura del nucleo familiare 3. Alimentari: quantità calorica e protidica giornaliera 4. Attività fisica e sportiva: aumento della densità e del diametro delle ossa, volume e peso dei muscoli, aumento della massa magra

» TABELLA 1

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Dal punto di vista metodologico, le proposte di lavoro devono esse-re strettamente correlate alla fase espressiva dei bambini e adattatealle loro curve di crescita.L’imitazione, le interferenze e la fase analogico-simbolica sono ilnucleo centrale della metodologia qui proposta.L’utilizzo dell’imitazione nella strutturazione degli apprendimentideve essere ben conosciuta dal docente. Il “fare così” può essererappresentato:

»dall’imitazione dell’insegnante, di un atleta, di un altro bambino odi filmati;

»dall’imitazione di una verbalizzazione che corrisponda pedissequa-mente all’atto motorio: “sollevarsi sugli avampiedi”. L’insegnantedeve usare un lessico traducibile in risultati pratici corrispondentialle proposte. Per esempio, l’atto motorio di sollevarsi sugli avam-piedi trova delle risposte migliori nei bambini se l’insegnante dice:“sollevarsi sulle punte dei piedi”;

»da una verbalizzazione analogica sul vissuto dei bambini, pren-dendo spunto per esempio dal mondo animale o da una serie dioggetti (ruota, dondolo, aratro, etc.) e usando diverse frasi cheraggiungano lo scopo motorio che si vuole ottenere (“sollevarsisui piedi come una ballerina” oppure “camminare sulla sabbiabollente”).

L’imitazione può essere sia contemporanea che differita.Nell’imitazione differita il bambino prima osserva il movimento e inun secondo tempo cerca di riprodurlo, nell’imitazione contempora-nea il bambino deve muoversi contemporaneamente alla fonte del-l’imitazione. Nell’imitazione differita il bambino deve osservare ognistruttura motoria che compone il movimento e metterla in unmagazzino di memoria. Fatto questo, le informazioni appena acqui-site sono confrontate con quelle già conosciute. Successivamente,per la costruzione delle tracce mnestiche, l’informazione subiscedelle reiterazioni, che al momento richiesto vengono convogliate nelbuffer di lavoro, per essere ricostruite in un output motorio ed ese-guite (vedi schema 1).

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CAPITOLO 2

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La Federazione Italiana Pallavolo ha sempre considerato lo studio dipercorsi didattici destinati agli atleti più giovani come un servizioofferto al bambino, nel pieno rispetto delle sue caratteristiche neu-rofunzionali e delle curve di crescita. La proposta didattico-metodo-logica negli anni 70-80 è stata quella del “Sillabario motorio”, un

progetto di alfabetizzazione motoria che vedeva nella fase “espressi-vo-analogica” il fondamento di una teoria di approccio alle attivitàmotorie in generale e al minivolley in particolare. Questa metodolo-gia permetteva al bambino di accedere a nuovi apprendimentifacendo riferimento a immagini motorie già conosciute, la cui evo-cazione strutturava la capacità di collocare gli apprendimenti stessiin un processo di crescita e di consapevolezza delle proprie possibi-lità motorio-cognitive. Il bambino, ad esempio, non ha difficoltà arintracciare nella memoria la figura del “nano” e ad associarla, quin-di, alla posizione degli arti inferiori, elemento caratterizzante dellastruttura di base dei movimenti nella pallavolo. Intercettare la pallaattraverso la posizione espressivo-analogica “il nano” ha dato a suotempo risultati migliori rispetto alla posizione realizzabile mediantela descrizione analitica del gesto. La fase espressivo-analogica pre-vedeva molteplici forme di esercitazioni complementari a quelle

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CAPITOLO 3

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L’applicazione del metodo analogico-simbolico agli apprendimentidel minivolley è stata razionalizzata in un percorso didattico che sipresta a essere usato sia nelle società sportive di pallavolo quantonella scuola primaria. Infatti i contenuti del modello didattico pro-posto sono applicabili sia in contesti dove prevale l’aspetto forma-tivo generale che in quelli ove è privilegiato l’indirizzo verso la spe-cificità della disciplina. In questo senso, il lavoro è rivolto agli inse-gnanti di scuola primaria, ai tecnici di pallavolo specializzati nell’at-tività giovanile, agli studenti delle facoltà di Scienze motorie cheintendano approfondire questa materia. Tutte queste figure vengo-no definite nel testo “docenti”, termine che caratterizza una delledue figure del rapporto pedagogico. Anche il discente, il bambino,viene coinvolto nel metodo in alcuni momenti come “docente”; ciòavverrà quando la lettura e il controllo dell’attività del compagnodiviene un mezzo per strutturare e consolidare i propri apprendi-menti.Il percorso didattico è articolato in capitoli, che costituiscono deiblocchi tematici: il primo è relativo all’introduzione al metodo ana-logico-simbolico correlato all’accelerazione e decelerazione ante-ro-posteriore e laterale, gli altri riguardano i fondamentali della pal-lavolo. Ogni capitolo prevede delle esercitazioni, che sviluppano un argo-mento fondamentale per la costruzione del giovane pallavolista.Sarà così possibile estrarre da ogni capitolo i contenuti necessari perl’organizzazione delle lezioni o modificarne i contenuti in base alleesigenze contingenti, fermi restando i princìpi generali che orienta-no il metodo. Il metodo analogico-simbolico rende possibile la trattazione dei fon-damentali asimmetrici e simmetrici senza precedenze tra loro. Ogniblocco tematico molto spesso deve utilizzare apprendimenti prece-denti o tener presenti quelli successivi, per cui l’opera magna daparte dell’insegnante è quella di rilevare se il suo insegnamento hauna risposta corretta oppure se la mancanza di questa dipenda dainterferenze negative oppure da catene cinetiche che non sono statebene sviluppate. Questi blocchi tematici considerano il rotolamento,il lancio a due mani da sotto e a due mani dall’alto in tutte le direzio-ni e il rimbalzo della palla al muro come i primi fondamentali delmetodo analogico-simbolico.

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CAPITOLO 4

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La valutazione motoria nei suoi vari aspetti ha rappresentato e rap-presenta un insostituibile strumento per fornire il più qualificatonumero di informazioni necessarie per la strutturazione e la verificadei percorsi didattici in accordo con Walter Demingi, il quale – in unsuo noto aforisma – sostiene “In God we trust, anything else needsdata” (in Dio crediamo, qualsiasi altra cosa richiede dati).Nel capitolo che segue, vengono presi in considerazione due tipi ditest:

»antropometrici»neurofunzionali

Nella prima tipologia di test sono riportate alcune prove valutativegià presenti nella letteratura e altre innovative studiate e strutturateper consentire una migliore metodologia didattica del gioco (reachcarpale, reach sollevato sugli avampiedi a due mani e a una manocon il relativo cateto di sollevamento, il triangolo ipotetico, etc.).Anche nei test neurofunzionali sono presenti numerosi test studiatie strutturati in funzione delle dinamiche che si sviluppano nel giocodel minivolley.

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CAPITOLO 5

LA VALUTAZIONE

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ll minivolley è giocato da due squadre miste in un campo di dimensio-ni 4,5 x 9 metri, diviso a metà da una rete. Le squadre in campo sonocomposte da tre giocatori, ma possono esserci più giocatori che sialternano a rotazione. Il gioco inizia con una battuta effettuata dalbasso, da dietro la linea di fondocampo, che serve a inviare la palladirettamente nel campo avversario; dopo di che ogni squadra ha adisposizione tre tocchi (eseguibili con i vari fondamentali del gioco) perinviare la palla nel campo avversario (ogni giocatore non può eseguiredue tocchi consecutivi). Nelle prime fasi d’apprendimento, il serviziopuò essere effettuato dall’interno del campo in palleggio. Lo scopo delgioco è quello di far cadere la palla nel campo avversario, facendolapassare sopra lo spazio delimitato da una rete, mentre l’altra squadratenta di impedirlo. Ogni volta che la palla cade a terra nel campo avver-sario, si conquista il punto e il diritto al servizio. Ogni azione dà dirittoa un punto. Acquisito il servizio, un giocatore che si trova fuori delcampo subentra al compagno che avrebbe dovuto eseguire la battutasecondo il turno stabilito. Durante il gioco, i giocatori si sistemano libe-ramente nel campo. Una squadra vince un set quando realizza 25 punti(è possibile prevedere un numero di punti inferiori per set). Le garehanno la durata di 2 set ed è quindi possibile che la partita finisca inparità, o necessiti di un terzo e decisivo set. È importante che tutti gliallievi giochino, senza esclusioni. Per ottenere ciò si consiglia di allesti-re più campi, dividendo la palestra in più aree motorie: tre campi digioco o due campi e un set a elastici per sviluppare capacità e abilitàmotorie (figura 1).

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CAPITOLO 6

» FIGURA 1

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Il primo grande elemento di congiunzione tra la motricità generale,l’accelerazione e la decelerazione (AD antero-posteriore) è il palleg-gio, il quale deve intendersi non solo come gesto tecnico, ma comeun complesso atto motorio dinamico, con cui l’allievo deve cercaredi risolvere complesse esigenze di movimento. Il palleggio dunque,soprattutto a livello degli arti inferiori, trova delle soluzioni interes-santi nell’applicazione del metodo analogico-simbolico, dando aicontenuti di questo la possibilità di raggiungere un buon grado disviluppo e di creare nell’allievo la stabilità di engrammi motoririguardanti gli arti inferiori, che saranno altresì dinamicizzati in altreesercitazioni.Prima di prendere contatto con il pallone, l’allievo deve aver comple-tato lo spostamento ed essersi posto frontalmente alla direzione incui vuole inviare la palla. L’appoggio è asimmetrico per assicurare unmaggior equilibrio in senso antero-posteriore e il peso è equamen-te distribuito su entrambi gli arti inferiori. L’allievo deve essere ingrado di gestire, in modo equivalente con entrambi gli arti inferiori,la serie di movimenti elementari caratteristici del palleggio. La scel-ta dell’arto inferiore avanti nell’appoggio asimmetrico deve variarein relazione alla situazione e non essere in rapporto alla dominanzadi un lato. Le ginocchia sono semi-piegate, mentre gli arti superiorisono semiflessi con i gomiti rivolti verso fuori-basso. Da questaposizione, tutto il corpo inizia un movimento di graduale distensionenella direzione in cui si vuol mandare il pallone. La distensione degliarti superiori può seguire quella degli arti inferiori o avvenire con-temporaneamente.Le mani, con le dita aperte e leggermente incurvate, formano unincavo adatto ad accogliere e avvolgere la metà inferiore del pallo-ne. In particolare sono pollice e indice che sopportano la maggiorparte del peso della palla, mentre le altre tre dita sono prevalente-mente direzionali. La parte della mano che viene a contatto con ilpallone è indicata nella figura.

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CAPITOLO 7

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CAPITOLO 8

Nello sport della pallavolo, il bagher è la tecnica fondamentale perrespingere e indirizzare i palloni che arrivano con una traiettoriabassa, corta o con una velocità troppo elevata per poter essere inter-cettati in altri modi efficienti.Questo fondamentale al giorno d’oggi è importantissimo e risultadecisivo ai fini del risultato della gara, in quanto costituisce il primotocco di ogni azione, anche se, grazie alle nuove regole, quest’ultimopuò essere effettuato con altre tecniche. Il bagher rimane comunquela tecnica più efficace. In questo capitolo tratteremo di:

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1.Bagher didattico.

2.Bagher di ricezione.

3.Bagher di difesa.

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CAPITOLO 9

La schiacciata è l’azione tecnica con cui si conclude un attacco. Inessa si individuano quattro fasi fondamentali, che di seguito indi-chiamo. Al fine di ottimizzare e semplificare la descrizione dei diver-si esercizi, negli stessi è riportato il movimento riferito a un destri-mano. Se non diversamente specificato, per i bambini con dominan-za manuale sinistra le azioni andranno invertite. Nelle varie descrizio-ni questo sarà ricordato con la dizione “invertito per i mancini”.

1. RINCORSA

È l’azione con cui il corpo acquista la velocità orizzontale il più pos-sibile elevata, ma non tale da provocare la perdita della coordinazio-ne e del controllo posturale. La rincorsa comincia solitamente, peruno schiacciatore destrimano, con il movimento in avanti del piedesinistro con un passo breve e relativamente lento, seguito da unpasso più lungo e veloce del piede destro e concluso da un balzoradente, lungo e velocissimo, in cui i piedi destro e sinistro arrivanoin successione a terra, con il sinistro leggermente più avanzato perottenere un maggiore equilibrio. Invertito per i mancini.

2. STACCO

È il movimento in cui l’accelerazione prodotta dalla rincorsa vieneverticalizzata e trasformata in capacità di salto. Lo stacco miglioreavviene quando si ha un anticipo dell’appoggio a terra del tallone. Ilbaricentro del corpo si trova in posizione arretrata e leggermenteabbassata, per poi essere proiettato verso l’alto nel movimento incui il piede effettua la rullata, anche in seguito al contemporaneoslancio delle braccia da dietro verso l’avanti-alto.

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CAPITOLO 10

Il servizio, o battuta, è il gesto utilizzato per l’inizio del gioco e puòessere effettuato con varie modalità di esecuzione, in relazioneall’età e al grado di preparazione dei bambini.

BATTUTA DAL BASSO

Viene eseguita con gli arti inferiori in posizione asimmetrica legger-mente piegati, con il piede sinistro in avanti e quello destro dietro. Lapalla è sostenuta dalla mano sinistra con il braccio flesso in avanti e inlinea con la traiettoria pendolare del braccio che colpisce la palla, lamano destra è posta sotto la palla. Il gesto inizia con un piccolo lanciodella palla in alto e contemporaneamente un’oscillazione completa delbraccio destro sul piano sagittale, che porta la mano aperta a colpire lapalla e a inviarla, passando sopra la rete, nel campo avversario. Nelcaso di bambini con dominanza manuale sinistra le posizioni sonoinvertite.

BATTUTA DALL’ALTO

Il bambino è nella stazione eretta con gli arti inferiori in posizione asim-metrica (con il piede sinistro avanti per i destrimani), la palla è sostenu-ta in avanti-alto con la mano sinistra. Il bambino ha il braccio destro inalto e lo flette indietro, indirizzando il dorso della mano verso la spallao la nuca, stacca la palla con un piccolo lancio e, portando l’avambrac-cio in alto, la colpisce con la mano rigida e le dita unite. Nel caso dibambini con dominanza manuale sinistra le posizioni sono invertite.

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CAPITOLO 11

L’azione fondamentale del muro è quella di costituire uno schermonon valicabile per palloni schiacciati dagli avversari. Il muro puòessere individuale o multiplo ma, per questa fascia d’età e per latipologia d’attacco, consideriamo solo quello individuale. È importante la sensibilizzazione cinestesica della posizione di par-tenza e dello spostamento laterale, che deve avvenire a passi acco-stati.È fondamentale l’azione degli arti superiori e la sensibilizzazionecinestetica delle mani e degli arti superiori.Per facilitare l’apprendimento del muro, proponiamo la dizione“High Five” a due mani con braccia distese, che non solo ha trovatomolto interesse da parte dei bambini, ma anche dei notevoli risulta-ti per ciò che riguarda la strutturazione di questo gesto. Proponiamoalcune esercitazioni nel palco a elastici, al muro e con la rete, chepossono essere utili per la strutturazione del fondamentale muro.

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